Enjoy Elba and The Tuscan Archipelago
Food Lifestyle Free Magazine Siamo il primo magazine dedicato alle eccellenze elbane che lavorano nel mondo della ristorazione e della produzione enogastronomica
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ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO N.2 - GIUGNO 2021 - EURO 5,00 - REGISTRAZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI LIVORNO NR. 4/2020 DEL 25/05/2020 - WWW.ENJOYELBA.EU
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO - GIUGNO 2022- EURO 5,00 - REGISTRAZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI LIVORNO NR. 4/2020 DEL 25/05/2020 - WWW.ENJOYELBA.EU
2022
ANNO III - N. 3 - EDIZIONE 2022
Registrazione presso il Tribunale di Livorno n.4/2020 in data 25 maggio 2020
Editore / Editor: Movability Books - SIMTUR Via San Francesco di Sales, 18 - 00165 Roma (RM) – PEC: simtur@
pec.net - Codice fiscale: 96426180582 - Partita IVA: 16205691005
Registro Europeo Trasparenza: 887699941705-73 – PEC: simtur@pec.net - segreteria@simtur.it
Direttore Responsabile / Director in Chief: Patrizia Lupi – Ph.+39 3396974753 patlupi@gmail.com
Proprietà / Property: Patrizia Lupi - Fabio Murzi
Agenzia di Comunicazione/Communication Agency: Studio Mezzanotte di Cosimo Michelotti
Grafica e impaginazione/ Graphic Design & Layout: Federico Del Vecchio
Traduzioni, Translations: Patricia Finlayson
Versione on line: www.enjoyelba.eu
FB: enjoyelba Instagram: enjoy_elba YouTube: Enjoy Elba
info@enjoyelba.eu | Web Design: InfoElba.it
Hanno collaborato / Contributing Authors:
Lorella Alderighi, Giulia Antidormi, Valentina Anselmi, Chiara Arnaldi, Elvira Arnaldi, Stefano Baccelli, Giuseppe
Battaglini, Margherita Brandi, Stefano Bramanti, Jacqueline Braschi, Beniamino Brogi, Maurizio Burlando,
Sabrina Busato, Riccardo Caldara, Marco Casale, Nina Catta, Maria Gisella Catuogno, Susanna Ceccarelli, Federico
Massimo Ceschin, Aurora Ciardelli, Dianora Citi, Alvaro Claudi, Giulio Colombo, Mario Dentone, Niccolò Falaschi,
Silvestre Ferruzzi, Marco Firmati, Leonardo Forbicioni, Carla Gagliardi Desaur, Fabrizio Grazioso, Sara Guiati,
Filippo Lenzerini, Ilaria Leonelli, Antonio Lupi, Patrizia Lupi, Daniela Mangini, Sofia Mannelli, Carolina Megale,
Cosimo Michelotti, Cinzia Murolo, Giovanni Panella, Patrizia Pellegrini, Roberto Pettinaroli, Leonardo Preziosi,
Lorena Provenzali, Rosalba Risaliti, Felice Sapio, Domenica Sardi, Marisa Sardi, Sarah Sardi, Maria Giovanna Testa,
Alessandro Talini, Gianfranco Vanagolli, Vetrina Toscana, Isabella Zolfino
Ringraziamenti/Thank to:
Associazione Amici di Pianosa, Associazione Astrofili Elbani, Associazione Diversamente Sani, Associazione
Ruva Leu, Valeria Barbagli, Santina Berti, Niccolò Bussotti, Franco De Simone, Federico Del Vecchio, Elena Favilla,
FEISCT, Claudio Filippi, Alfredo Gioventù, Italia Nostra Arcipelago Toscano, Caterina Mantovani, Antonello Marchese,
Silvestro Mellini, Francesca Morucci, Daniela Mugnai, Fabio Murzi, Lucio Pagliaro, Parco Minerario Isola
d’Elba, Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Patrizia Pellegrini, Emiliano Provenzali, Antonella Querci, Graziano
Rinaldi, Chiara Scalabrino, Toscana Promozione Turistica, Lorena Provenzali, Roberto Valentino, Vetrina Toscana,
www.simtur.it
Foto/ Photo:
ADSP Alto Tirreno, Archivio Sergio Spina, Archivio Lo Scoglio, Andrea Amato, Ilaria Brissoni, Caroline Buechi,
Patrice Buechi, Maurizio Burlando, Veronica Brandi, Valerio Buffa, Paolo Calcara, Maria Giusi Canova, Federico
Caprilli, Sergio Cattini,Manuela Cavallin, Michele Cervellino, Aurora Ciardelli, Marco Conforti, Marco Costa,
Davide Fabbri, Daniele Fiaschi, Roberto Ferrari, Infoelba.it, Francesco Lascialfari, Valentina Locci, Rachele Lori,
Patrizia Lupi, Nena&TomyFotografi, Antonello Marchese, Andrea Marongiu, Pierpaolo Matelli, Andrea Messana,
Evi Mibelli, Bernardo Miranda, Daniela Nizzoli, Giovanni Panella, RobertoRidi/SMART, Alessandro Rocca, Simona
Sardi, Roberto Signorini, Vetrina Toscana. Gaetano Triscari, Tenuta delle Ripalte
Foto di copertina/ Cover Photograph: Federico Serradimigni
Raccolta pubblicitaria / ADV Account
SIMTUR: amministrazione@simtur.it 2691161 - Mauro Calderini - Ph.: +39 339 5715392 info@enjoyelba.eu
Distribuzione/Distribution: Ma Media di Andrea Vai Tel. +39 366 2691161 - info@mamedia.it
Stampa/ Printer: Cartografica Toscana – Strada Provinciale Mammianese Nord – 51017 Pescia (LU)
Ph.: +39 0572 636722 – info@cartograficatoscana.com
Enjoy Elba & The Tuscan Archipelago N.3/2022 è stato stampato nel mese di Giugno 2022
Tutti i diritti riservati – All rights reserved – Alle Rechte vorbehalten
Azione realizzata nell'ambito della Carta Europea per il Turismo Sostenibile
del Parco Nazionale Arcipelago Toscano.
Indice
5 UN’ISOLA CI VUOLE
di Patrizia Lupi
6 PER UNA MOBILITÀ DOLCE,
SICURA, SOSTENIBILE
di Stefano Baccelli
8 ELBA, DENTRO LA COMUNITÀ:
UN FARO PER L’EUROPA
di Sabrina Busato
10 UN VIAGGIO NEL VIAGGIO
di Vetrina Toscana
11 IL SUCCESSO DI UN TERRITORIO
di Federico Massimo Ceschin
12 ENJOY - CULTURE AND ARTS
48 VENERDÌ 8 MAGGIO 1604 A PORTUS LONGE
di Fabrizio Grazioso
49 ALFREDO GIOVENTÙ: UN ARTISTA
NEL PARADISO DEI SASSI
di Daniela Mangini
50 CHIARA SCALABRINO A TUTTO TONDO
di P.L.
52 LE VIE DI FUGA DI FEDERICO SERRADIMIGNI
di Patrizia Lupi
54 MANUELA CAVALLIN
E IL SUO MONDO COLORATO
di P.L.
56 ELBA ISOLA MUSICALE D’EUROPA:
IL FESTIVAL RICOMINCIA DA 26
14 S.M.AR.T: UN MARE DI CULTURA E STORIA
di Valentina Anselmi
17 UNA RARA RAFFIGURAZIONE
DI SANTIAGO MATAMOROS
di Gianfranco Vanagolli
18 ETRUSCHI DELL'ELBA: LA NECROPOLI
DI CASA DEL DUCA A PORTOFERRAIO
di Lorella Alderighi
20 GLI ETRUSCHI E I PROFUMI
di Cinzia Murolo
22 IL FERRO E L’ORO. ROTTE MEDITERRANEE
TRA ETRURIA E ORIENTE
di Marco Firmati
24 UNA MINIERA DI CARTA
di Sara Guiati
26 DALLE ANTILLE ALL’ELBA
AL TEMPO DI NAPOLEONE
di Isabella Zolfino
28 IL PIROSCAFO POLLUCE
FRA TESORI E MISTERO
di Patrizia Pellegrini
30 LA TORRE DEGLI APPIANI
DI MARCIANA MARINA
di Carolina Megale
32 MARE, LETTERATURA E CUORE
di Mario Dentone
34 IL LEUDO, L’ULTIMO VELIERO DEL TIRRENO
di Giovanni Panella
36 SULLE ROTTE DEI LEUDI
di Roberto Pettinaroli
38 SERGIO SPINA, DI BARCHE E DI UOMINI
di Lorena Provenzali
39 LO SCOGLIO E IL PATRIMONIO
IDENTITARIO ELBANO
di P.L.
40 STORIE DI NAVI, NAUFRAGI E MARINAI
di Riccardo Caldara
41 MARDILIBRI: NAVIGAR
M’È DOLCE IN QUESTO MARE
di P.L.
42 CHIESA DI S. CATERINA:
UN GIOIELLO NEL CUORE DELLE SERRE
di Gianfranco Vanagolli
44 I GRANDI ELBANI: GIUSEPPE CERBONI
di Dianora Citi
46 GIORGIO ROSTER SCIENZIATO E FOTOGRAFO
di Giuseppe Battaglini
60 ENJOY - LIFESTYLE AND SPORT
62 NAVIGARE NELLA BELLEZZA
CON BUECHI YACHTING
di Patrizia Lupi
64 LOCMAN: ITALIAN WATCHMAKING
di P.L.
66 PERLE DELL’ELBA FRA LE PERLE DEL TIRRENO
di Patrizia Sardi
68 ELBA WEDDING STYLE:
PROMESSE D’AMORE NELL’ARCIPELAGO
di Nina Catta
70 ELBA AIRPORT: WORK IN PROGRESS
di Alessandro Talini
73 FONDAZIONE ISOLA D’ELBA E TERZO SETTORE
di P.L.
74 UN BANCA PER L’ELBA
di Alessandro Talini
76 GEORGE E TIGY SIMENON ALL’ISOLA D’ELBA
di Maria Gisella Catuogno
78 L’HOTEL DARSENA E I DUCHI DI WINDSOR
di Maria Gisella Catuogno
80 BAIA BIANCA SUITES & B.BISTROT
ALLA BIODOLA
di Chiara Arnaldi
82 MARINA GARDEN HOTEL A MARCIANA MARINA
di Patrizia Lupi
85 IN SUP ALLA SCOPERTA DELLA COSTA ELBANA
di Niccolò Falaschi
86 TENUTA DELLE RIPALTE A CAPOLIVERI
di Alessandro Talini
88 VILLA OTTONE A PORTOFERRAIO
di P.L.
90 UAPPALA HOTEL CLUB LACONA
di A.T.
92 HOTEL PARADISO AL VITICCIO
di Sarah Sardi
94 HOTEL GIARDINO A LACONA
di A.L.
96 RESIDENCE BELVEDERE E RISTORANTE
BEL MARE A STRACCOLIGNO
di P.L.
98 INFOELBA: 28 ANNI DI CREATIVITÀ
di Jacqueline Braschi
100 ELBA FILM FESTIVAL 2022
di Beniamino Brogi
2 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
101 PORTO SOLE ROOMS B&B A PORTOFERRAIO
di Alessandro Talini
102 DIVERSAMENTE SANI
di Maria Giovanna Testa
103 QUATTRO SOSTE SULLA GTE
di Patrizia Lupi
106 L’OGLIERA HOTEL & RISTORANTE A POMONTE
di P.L.
108 ENJOY - ENVIRONMENT
110 CAMMINANDO IN PARADISO LUNGO LA GTE
di Gabriella Solari
114 UN’ACCOGLIENZA CERTIFICATA
di Giovanna Amorosi
116 ELBA ARTE NATURALE A MARCIANA
di Elvira Lupi
117 FONDAZIONE ACQUA DELL’ELBA,
UN CONTRIBUTO PER L’ISOLA
di Ilaria Leonetti
120 LA BANCA DELLE API
di Leonardo Forbicioni
122 LA STRAORDINARIA GEODIVERSITÀ ELBANA
di Andrea Dini
125 I FIORI DELLA TERRA
126 LA PICCOLA MINIERA A PORTOAZZURRO
di Patrizia Pellegrini
152 LA MEDAGLIA DI CANGRANDE AD ANTONIO ARRIGHI
di A.T.
154 AGRICOLA PIANO B: ALEATICO E BOLLICINE
di Margherita Brandi
156 NOCENTINI. PANE, LAVORO E FANTASIA
di Patrizia Lupi
158 GIOVANI RISTORATORI CRESCONO
di P.L.
161 BAR LE SIRENE ALLE GHIAIE
162 RISTORANTE BAGNI ELBA A PORTOFERRAIO
164 RISTORANTE CAPO NORD
ALLA FENICIA DI MARCIANA MARINA
166 RISTORANTE UMAMI AL COTONE
DI MARCIANA MARINA
168 RISTORANTE SALE GROSSO
A MARCIANA MARINA
170 WINE BAR STILE DIVINO A PROCCHIO
172 RISTORANTE LA CARAVELLA A PORTO AZZURRO
174 RISTORANTE CALANOVA A CAPOLIVERI
176 MOKAMBO 1957: SENSO E SENTIMENTO
AL CAVO
178 RISTORANTE LA BARCA DELLE MATTE A PORTOFERRAIO
180 BARSA…TIME BISTRÒ A SANT’ANDREA
182 VIVI L’ELBA CON GUSTO
di Patrizia Lupi
128 I GIARDINI DI POSEIDONE
di A.T.
130 ANOTHER ELBA CON VALERIE PIZZERA
di Patrizia Pellegrini
131 L’ANTICO SENTIERO DELLA MORTELLA
di Marisa Sardi
132 FATTORIA PIMPINELLA: UN’OASI ALLE SOLANE
di P.L.
134 LA ZONA UMIDA DELLE PRADE
E LA VECCHIA SALINA
di Leonardo Preziosi
136 LE ANTICHE APP DEI CIELI
di Giulio Colombo
138 EDUCARE ALLA BELLEZZA
di Carla Gagliardi Desaur
139 I MESSAGGERI AD OVEST E A EST DEL MONDO
di Stefano Bramanti
140 CHIESSI DI ROCCIA E DI MARE
di Silvestre Ferruzzi
142 ENJOY - FOOD AND WINE
144 A CENA CON GLI ETRUSCHI
di Felice Sapio
146 RISTORANTE AQUASALATA A NISPORTO
148 LAURA CHECCHI CHEF A DOMICILIO
149 TENUTA DELLE RIPALTE: OLTRE LA WINE EXPERIENCE
di Patrizia Lupi
184 UPVIVIUM: PIATTI A KM 0
DELLE RISERVE DELLA BIOSFERA
di Filippo Lenzerini
186 LA TAVOLA DEL CONTADINO
di Alvaro Claudi
188 ENJOY - ARCHIPELAGO
190 QUANDO I PORTI FANNO SISTEMA
di Marco Casale
192 MEDITERRANEO BLU, ANZI VERDE
di Giulia Antidormi
195 IL FARO DI PUNTA CAPEL ROSSO AL GIGLIO
di Susanna Ceccarelli
196 CAPRAIA SMART ISLAND
di Sofia Mannelli
198 CAPRAIA TREKKING: SI ARRICCHISCE
LA RETE SENTIERISTICA DEL PARCO NAZIONALE
di Maurizio Burlando
201 VILLA DOMIZIA A GIANNUTRI
di Carolina Megale
202 LA VILLA ROMANA DI GORGONA
di Lorella Alderighi
204 PIANOSA: OLTRE LA SPIAGGIA
di Rosalba Risaliti
206 LE CATACOMBE DI PIANOSA
di P.L.
207 MONTECRISTO E LA CASA DEL BOSCO
di Aurora Ciardelli
Tenuta delle Ripalte | foto ©Franscesco Lascilfari
foto ©Antonello Marchese
Fetovaia
foto ©PaoloCalcara
4 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Un'isola
ci vuole
Esiste una geografia interiore, quella dell’anima, che è frutto di viaggi, letture ed
esperienze. Ogni paesaggio esiste per lo sguardo che lo scopre, per la mente che
lo ricorda. La vita è continuo cambiamento, come la natura continuamente muta,
come mutano i panorami, le stagioni e le ombre delle cose. Anche il nostro sguardo
cambia di continuo, arricchito dall’esperienza, dal ricordo e dall’emozione. Per
questo l’Elba e l’Arcipelago, che già sono un caleidoscopio di rocce, spiagge, piante
e leggende, appaiono sempre diverse. Dipende dall’emozione che proviamo, dalla
persona che ci sta accanto, dal dialogo che abbiamo con la solitudine e con noi stessi.
Perché esiste un flusso continuo fra la nostra interiorità e l’esterno che le parole
cercano di disegnare, per approssimazione, perché l’urgenza dei sentimenti è
incontenibile, non basta un segno. Vivere non è mai un affare privato, una comunità
è un fiume che scorre e non acqua stagnante. Saper guardare è il segreto della vita,
non viviamo isolati, apparteniamo ad una comunità di presenze, visibili e invisibili.
Da raccontare. È quello che tentiamo di fare su queste pagine. Lo sguardo cura, la
bellezza si fa stupore, i desideri semplici ci fanno tornare a noi stessi, ai profumi
della macchia e del mare, ad una sana condivisone con gli altri, per essere più veri,
più felici. Un’amica mi ha detto che un’ isola ci vuole, se non altro per partire e poi
tornare, lasciando persone, rocce, luoghi che sono la storia dei nostri antenati, che
anche se sei partito aspettano il tuo ritorno. Un viaggio nell’Arcipelago non sarebbe
un viaggio se non si potesse raccontare, anche solo a noi stessi. Il viaggio di Enjoy
Elba and the Tuscan Archipelago dura da cinque anni e l’orizzonte continua ad
allargarsi. Perché il mondo è fatto così, se non lo allarghi si restringe.
We have an inner geography, that of the soul, that is the result of our travels, our
reading and experiences. Every landscape exists for the gaze of the beholder, for
the mind that remembers it. Life is constantly changing, like Nature, changing the
views, the seasons and the shadows of things. Our perspective is ever-changing,
enriched by experience, memory and emotion. This is why Elba and the islands
of the Archipelago always look different. It all depends on our feelings, the people
close to us, on our dialogue with solitude and with ourselves. Because there is a
continuous flow between our inner and outer selves that words try to explain.
Living is never a private affair, a community is a flowing river, not stagnant water.
Knowing how to see it, is the secret of life; we do not live in isolation, we belong to a
community of presences both visible and invisible. To recount. That is what we are
trying to do on these pages. The look heals, beauty becomes amazement, simple
desires make us return to ourselves, to the fragrance of the scrub and the sea, to a
healthy sharing with others, to be more sincere, happier. A friend of mine told me
that you need an island, if only to leave and then return, leaving people, rocks, places
steeped in the history of our ancestors, that it is there, waiting for you to come back.
A trip to the Archipelago would not be a trip if it could not be described, even if only
to ourselves. The journey of Enjoy Elba and the Tuscan Archipelago has lasted for
five years and its horizons continue to widen. The world is like that, if you do not
enlarge it, it shrinks.
La vita è un incrocio di abitudine e avventura.
La vita quotidiana è gradevole se contiene una valigia,
la speranza di un bacio, la prospettiva di un mondo altro.
Life is a crossroads of routine and adventure.
Daily life is pleasant if it contains a suitcase,
the hope of a kiss, the prospect of another world.
La direttrice responsabile
Franco Arminio, La cura dello sguardo
Nuova farmacia poetica, Bompiani, 2020
5
Per una mobilità
dolce, sicura, sostenibile
Quando si parla di Toscana diffusa, di mobilità dolce, di sostenibilità ambientale, di
tutela del paesaggio, si parla anche e soprattutto di luoghi straordinari come l’Isola
d’Elba e le altre isole dell’Arcipelago. La bellezza di queste perle del Tirreno, indica
anche la rotta alla politica; ci ricorda quanto l’unicità del paesaggio, la meraviglia del
mare pulito e la salvaguardia della biodiversità debbano guidarci verso scelte che ne
tengano conto. La mobilità, necessaria allo spostamento degli abitanti e dei turisti,
deve armonizzarsi con la natura, deve essere sostenibile, ma anche sicura. Penso a
quella ciclabile, occasione per promuovere un turismo più consapevole, rispettoso
dell’ambiente. Il progetto della Ciclovia Tirrenica elbana, sviluppato nel progetto di
fattibilità tecnico economica della Ciclovia e contenuto nel Piano Regionale Integrato
delle Infrastrutture e della Mobilità, va in questo senso. Con diretto riferimento
al sistema dei collegamenti intermodali con i porti, e nel caso specifico con quello
di Piombino, si è inserita, quindi, anche l’Elba: dal Porto di Piombino è previsto il
collegamento intermodale via mare con l’Isola, all’interno della quale si sviluppa
un percorso ciclabile che collega i tre porti commerciali di Portoferraio, Rio Marina
e Cavo, e la zona ovest dell’isola. Oltre 50 chilometri di itinerario ciclabile, collegato
con la Grande Traversata Elbana sentiero CAI ed altri percorsi paesaggistici e
naturalistici. Questo collegamento ha sicuramente un valore “simbolico” di connessione
fra la ciclovia che si sviluppa per sua natura lungo la costa e quella che è la
terza isola italiana per estensione, parte del Parco dell’Arcipelago Toscano con circa
la metà del territorio protetto. Tenere dunque insieme la salvaguardia del territorio
con lo sviluppo dei collegamenti e il miglioramento dell’efficienza del trasporto
pubblico è uno degli obiettivi di governo. Vuol dire strade più sicure e collegamenti
garantiti che non lascino indietro nessuno proprio nell’ottica della valorizzazione
della Toscana diffusa. Grazie all’accordo di programma con la Provincia di Livorno
ad esempio abbiamo stanziato quasi un milione di euro per il ripristino della
strada provinciale 26 che collega Rio nell’Elba e Rio Marina, un arteria importante
per la vita degli elbani che garantisce l’accesso al porto. Ma anche trasporti pubblici
efficienti con mezzi sempre più ecologici e con formule che incentivino , attraverso
pacchetti e tariffe speciali, il loro utilizzo. E’ questa la direzione che la Regione sta
indicando, in un lavoro di squadra con Provincia, Comuni e tutti gli altri soggetti
pubblici e privati coinvolti nella programmazione e gestione della mobilità dell'isola
e dei collegamenti con essa.
When talking about Tuscany in general, of gentle mobility, of environmental
sustainability, of protecting the landscape, we are also speaking about
extraordinary places such as the Island of Elba and the other islands of the
Tuscan Archipelago. Mobility, essential for the movement of the islanders and of
tourists, must be in keeping with nature, be sustainable and safe. I am thinking
of cycle paths, an opportunity to promote more conscious tourism, respectful of
the environment. The Tirrenica Elba Cycle Route is an example: from the Port of
Piombino there is an intermodal connection by sea with the island. Within it, there
is a cycle path that connects the three commercial ports of Portoferraio, Rio Marina,
Cavo and the west of the island. Over 50 kilometres of cycle path, connected with the
Grande Traversata Elbana CAI footpath and other landscape and nature trails. One
of the objectives of the Tuscan government is to safeguard the land by developing
connections and improving the efficiency of public transport by using increasingly
ecological means and with incentives through deals and special rates.
Stefano Baccelli
Assessore alle Infrastrutture, mobilità e governo del territorio della Regione Toscana
Stefano Baccelli
Councillor for Infrastructure, mobility and Government of the Tuscany Region
6 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
foto ©Roberto Signorini
7
Elba,
dentro
la comunità:
un Faro
per l'Europa
-
Sabrina Busato
foto ©Gaetano Triscari
8 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
L’Elba del mare limpido, delle mille sfumature dal verde
acquamarina al blu profondo, l’Elba fiorita, l’Elba dai
panoramici unici che accompagnano la vista e accarezzano
il cuore. Elba, culla della bellezza. Ma l’Elba è molto di più. E
questo è un invito ad addentrarsi nell’anima di quest’isola,
per conoscerla nei suoi aspetti più profondi. L’Elba oggi vive
di turismo, ma l’isola da sempre è vissuta di altro. Sono state
molte nei secoli le forme di sostentamento degli abitanti:
l’agricoltura, la produzione vinicola, la pastorizia, la pesca,
l’estrazione dei minerali, le cave di granito: un microcosmo
di realtà e di comunità, legate l’una all’altra. Comunità
che conservano memoria del loro passato, e che oggi lo
raccontano, attraverso le tracce che possiamo incontrare
passeggiando tra i borghi e portando lo sguardo tra i paesaggi
elbani. Dalle profondità della terra, che qui ha regalato
una concentrazione unica di gemme e minerali preziosi,
custodite gelosamente dalla roccia, che solo occhi esperti
possono interpretare...altra bellezza, che ha generato nel
tempo un legame unico con la comunità locale, generazioni
di minatori che per secoli hanno tratto sostentamento dalla
generosità della terra. Prendetevi il tempo, per addentrarvi
nei vicoli che conservano le storie dei padri minatori, delle
loro famiglie, e dei ritmi della vita scanditi dalla miniera.
Prendetevi il tempo, per assaporare i piatti della tradizione,
e con essi condividere le memorie, di chi ha conosciuto la
tradizione contadina. Prendetevi il tempo, per ascoltare
qualche anziana raccontare la vita delle famiglie elbane,
quella vita fuori stagione, che continua quando i turisti
se ne vanno, e rimane il silenzio. Regalatevi il privilegio di
entrare in empatia con i luoghi e le persone: non più ospiti,
ma cittadini temporanei. Sono le comunità patrimoniali, le
comunità che conservano il proprio patrimonio identitario
di cui sono custodi, e ambasciatrici. Comunità orgogliosamente
legate alle risorse dell’isola, e che oggi continuano a
conservare gelosamente ricordi e legami con quel passato
antico e recente. Raccontarle contribuisce a renderle vive.
Le comunità patrimoniali sono l’anima della Convenzione
di Faro, la convenzione quadro del Consiglio d’Europa che
riconosce il valore del patrimonio culturale per la società,
quel patrimonio culturale, costituito non solo dai beni
culturali universalmente riconosciuti come chiese, musei,
opere d’arte…. ma tutto quel patrimonio che costituisce
l’identità di un luogo e la sua comunità. La convenzione è
stata scritta nel 2005, a Faro, in Portogallo, ed è stata ratificata
dall’Italia nel novembre 2020. Uno strumento importante,
per riconoscere e dare valore all’immenso patrimonio
materiale ed immateriale che le nostre comunità costituiscono,
e per far sì che possa essere eredità per le nuove
generazioni. Perché l’Europa è questo, un microcosmo di
piccole comunità, ognuna con la sua storia, la sua autenticità,
fatta di tradizioni, luoghi, saperi, stratificati nel tempo.
Ma questo l’Elba lo sa già, e da questa piccola grande isola, si
accende un faro, un faro per l’Europa.
IL’Elba of the clear sea, of a thousand shades from aquamarine
green to deep blue, the flowery Elba, Elba with unique
panoramas that accompany the view, and caress the heart.
Elba, the cradle of beauty. But Elba is much more. And this
is an invitation, to delve into the soul of this island, to know
it in its deepest aspects. Elba today thrives on tourism, but
the island has always lived something else. There have
been many forms of livelihood for the inhabitants over the
centuries: agriculture, wine production, sheep farming, fishing,
the extraction of minerals: a microcosm of reality and
community, linked to each other, Communities that keep
memory of their past, and that today they tell it, through the
traces that we can meet walking through the villages and
looking through the Elban landscapes. From the depths of
the earth, which here has given a unique concentration of
precious gems and minerals, jealously guarded by the rock,
that only expert eyes can interpret … still beauty, which over
time has generated a unique bond with the local community,
generations of miners who for centuries have drawn sustenance
from the generosity of the earth. Take your time,
to enter the alleys that preserve the stories of the mining
fathers, of their families, and of the rhythms of life marked
by the mine. Take your time, to savor traditional dishes, and
share memories with them, of those who have known the
peasant tradition. Take your time, to hear some elderly tell
the life of Elba families, that off-season life, which continues
when the tourists leave, and silence remains
Give yourself the privilege of empathizing with places and
people: no longer guests, but temporary citizens.
They are the patrimonial communities, communities that
preserve their identity heritage of which they are custodians
and ambassadors Communities proudly linked to the
island's resources, and who today continue to jealously preserve
memories and ties with that ancient and recent past.
Telling them helps to make them come alive. Patrimonial
communities are the soul of the Faro Convention, the convention
of the Council of Europe which recognizes the value
of cultural heritage for society, that cultural heritage, consisting
not only of universally recognized cultural assets such
as churches, museums, works of art …. but all that heritage
that constitutes the identity of a place and its community.
The Faro Convention was written in 2005, in Faro, Portugal,
and was ratified by Italy in November 2020. An important
tool for recognizing and giving value to the immense tangible
and intangible heritage that our communities constitute,
and to ensure that it can be an inheritance for the new
generations. Because Europe is this, a microcosm of small
communities, each with its own history, its authenticity,
made up of traditions, places, knowledge, stratified over
time. But Elba already knows this, and from this little big
island, a lighthouse lights up, a lighthouse for Europe.
9
VETRINA TOSCANA
un viaggio nel viaggio
In Toscana da millenni l'agricoltura
si prende cura del territorio, fino a
plasmarlo, con un legame profondo
con la sua cultura. Le morbide colline
che compongono l'inconfondibile
skyline, sono i luoghi di produzione di
olio e vino, due tra i prodotti più “iconici”
della regione. Ecco che le forme
del paesaggio e i suoi colori si legano
indissolubilmente a quelli dei prodotti
o dei piatti tipici, fin quasi a sfumare
l'uno nell'altro.
Sarà proprio questo il tema della
campagna di comunicazione rivolta al
pubblico del progetto Vetrina Toscana,
gestita da Toscana Promozione Turistica,
ideata da Fondazione Sistema
Toscana. La campagna muove da una
visione strategica che si concretizza in
una forma narrativa molto originale:
un raffinato racconto attraverso immagini
che abbinano cromaticamente
i colori dei paesaggi toscani con i piatti
e i prodotti della nostra tradizione.
Se il sapore della scoperta è da sempre
insito nel fascino del viaggio, il turismo
di oggi si caratterizza sempre più
anche come scoperta di sapori. Le
motivazioni che spingono i turisti enogastronomici
al viaggio sono sempre
più legate al paesaggio e all’identità
culturale, ai valori del legame con il
territorio.
Degustare il cibo locale significa fare
un'esperienza unica: “Un viaggio nel
viaggio”. Questo sarà il claim della
nuova campagna di comunicazione di
Vetrina: un insieme di immagini che
ci traghetta nella Toscana più autentica
tra tradizione e contemporaneità,
dove a dominare saranno le assonanze
visive, le forme, i paesaggi, i prodotti, le
ricette e i colori della nostra regione.
La scelta dei piatti protagonisti della
campagna rispecchia le forti radici
identitarie del progetto che si riallaccia
alla campagna: "Toscana Rinascimento
senza fine" emblema di una Toscana
dalla tradizione millenaria, ma sempre
attuale; come ad esempio il castagnaccio,
la cui ricetta si perde nella notte
dei tempi, ma che è un dolce attualissimo
e in linea con tutte le nuove
tendenze: senza glutine, vegano, con
un basso contenuto di zucchero e ricco
di proprietà nutraceutiche.
La campagna presenta anche uno spot
video emozionale: un “carosello” di
colori che immerge chi lo guarda nei
sapori della Toscana.
Vetrina Toscana è il progetto di Regione
e Unioncamere Toscana, gestito
da Toscana Promozione Turistica in
collaborazione con Fondazione Sistema
Toscana, che promuove coloro che
offrono esperienze turistiche legate
all’enogastronomia, in grado di esprimere
l'identità del territorio e di valorizzare
la cultura enogastronomica.
Un Viaggio nel Viaggio tra i panorami
ed i sapori della Toscana.
VETRINA TOSCANA:
A TRIP WITHIN A TRIP
For thousands of years agriculture has
taken care of the land in Tuscany, to
the point of shaping it with a deep link
with its culture.
Tasting the local food is a unique
experience: “A trip within a trip”. This is
the theme of the new Vetrina Toscana
communication campaign, managed
by the Tuscany Tourist Promotion in
collaboration with Fondazione Sistema
Toscana using a very original narrative
form: a refined story through images
that chromatically combine the
colours of the Tuscan landscapes with
the dishes and products of our tradition
leading the traveller to the most
authentic Tuscany between custom
and modernity, where the visual assonances,
shapes, landscapes, products,
recipes and colours of Tuscany will
dominate.
10 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Il successo di un territorio
Il successo di un territorio come destinazione turistica dipende dal livello di qualità della vita dei residenti e
dalla domanda di mercato, molto prima che dalle leve del marketing. Dopo la fase acuta della pandemia da
Covid-19, i trend indicano con chiarezza una crescente attenzione dei viaggiatori per le località in cui la catena
del valore del turismo è considerata come una componente integrata e rilevante per investimenti in progetti di
conservazione.
La biodiversità diventa così un indicatore molto rilevante anche per il turismo, per la sua influenza sull’attrattività
e sulla competitività dell’offerta territoriale: diventa quindi ancora più imperativo preservarla dagli impatti
negativi e tutelando i servizi ecosistemici, come già da tempo suggerito dall'Organizzazione Mondiale del
Turismo presso le Nazioni Unite.
Occorre ridurre al minimo l’impronta ecologica delle attività o almeno compensare l'eventuale biodiversità
perduta a causa dello sviluppo delle attività turistiche. La sfida, a maggior ragione in un’isola, è riuscire a
favorire la fruizione responsabile di contesti paesaggistici diffusi attraverso forme di creazione di valore che
consentano la conservazione e la valorizzazione degli elementi di attrazione, materiali e immateriali.
Per questo motivo SIMTUR ha ideato la “Impronta Turistica Glocale”, che propone un modello e, insieme, un
approccio che ha assunto la forma di tre decaloghi, uno per ciascuno dei protagonisti in campo: decisori pubblici,
imprenditori e viaggiatori.
E per questo stesso motivo, con il marchio editoriale Movability Books, ha accolto l’avventura editoriale di
“Enjoy Elba & the Tuscan Archipelago”: un magazine che narra e illustra non solo i motivi di infinita bellezza
delle isole ma ne ricerca le origini, la storia, la cultura e l’identità, curando e coltivando le risorse distintive che
le rendono uniche al mondo e ponendo le basi per un percorso virtuoso di connessione tra comunità locali e
comunità interconnesse dei viaggiatori, in una relazione organica e armonica che ripercorre l’intera catena del
valore: informazione, accoglienza, ospitalità, esperienze, servizi e memorie.
The success of a territory as a tourist destination depends on the quality of life of the residents and on the
market demand, long before the levers of marketing. Biodiversity is a very relevant indicator also for tourism,
for its influence on making the territorial offer attractive and competitive: it must be preserved from
negative impacts by protecting the ecosystem as has been advised by the World Tourism Organisation at the
United Nations. The ecological footprint of the activities must be minimized. The challenge, and even more
so on an island, is to be able to encourage the responsible use of landscape contexts spread through forms of
value creation that permit the preservation and enhancement of the elements of attraction, both material and
immaterial. For this reason, SIMTUR has created the “Global Tourist Footprint” which puts forward a model and
an approach, taking the form of three decalogues, one for each category in the field: public decision makers,
entrepreneurs and travellers. For this same reason, with the editorial brand Movability Books, it has welcomed
the editorial adventure of “Enjoy Elba & the Tuscan Archipelago”, a magazine that not only narrates and illustrates
the reasons for the infinite beauty of the islands, but also researches their origins, history, culture and
identity, taking care and cultivating the distinctive resources that make them unique in the world and laying
the foundations for a good connection between the local communities and the interconnected communities of
travellers, building up a harmonious relationship that traces the entire chain of values: information, hospitality,
experiences, services and memories.
Federico Massimo Ceschin
Ambasciatore del Patto Europeo per il Clima
Presidente nazionale SIMTUR
Federico Massimo Ceschin
Ambassador of the European Climate Pact
National President SIMTUR
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foto©Roberto Signorini
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ENJOY ELBA AND THE ENJOY TUSCAN ELBA 2021 ARCHIPELAGO 2022
Enjoy
Culture and Arts
13
-Valentina Anselmi
S.M.AR.T:
un mare di cultura
e storia
Foto©R.Ridi/ S.M.AR.T
Direttore scientifico S.M.AR.T
Nato nel 2020, il Sistema Museale
dell’Arcipelago Toscano (S.M.AR.T.)
si sviluppa sul territorio delle sette
Isole che compongono l’omonimo
Arcipelago. Luoghi dove nei secoli
storie di etruschi, romani e feroci
pirati si sono intrecciate a quelle di
illustri frequentatori, tra cui Cosimo
de’ Medici, Napoleone, Sandro Pertini
e l’anarchico Giovanni Passannante.
Oltre venti i musei, le aree
archeologiche, i monumenti
musealizzati e le case del Parco
che compongono il variegato
universo di S.M.AR.T., a riprova che
dall’integrazione dell’offerta museale
si può generare ricchezza per il
territorio. Un enorme patrimonio, che
si fonda sul sostegno di 9 Comuni,
del Parco Nazionale dell’Arcipelago
Toscano (compreso nella Riserva
della Biosfera MaB UNESCO), della
Fondazione Italo Bolano E.T.S., di
musei privati e di edifici storici.
I MUSEI E LE AREE ARCHEOLOGICHE
Sette isole e un unico fil rouge:
l’archeologia. Iniziamo il nostro
viaggio attraverso il patrimonio
archeologico dell’Isola più estesa:
l’Elba. A Portoferraio, all’interno degli
ex Magazzini del sale, sorge il Museo
Archeologico della Linguella. Un
percorso espositivo che racconta la
storia dell'Elba dall'VIII sec. a.C. all'età
romana e che, esternamente, ospita i
resti di un antico impianto termale.
A Rio Elba, il Museo Archeologico del
Distretto Minerario è simbolo delle
ricchezze minerarie dell’Isola - un
itinerario archeologico all’insegna
della metallurgia dalla protostoria al
Medioevo. Il Museo Archeologico di
Marciana, fondato nel 1968, illustra
la storia dell’Isola attraverso i traffici
marittimi. A Capraia, invece, la storica
Chiesa di Sant’Antonio ospita una
mostra permanente - un viaggio
attraverso l’antichità, fra anfore
romane, suppellettili e resti di un
guerriero e dei suoi tesori.
A Pianosa, interamente sotto vincolo
archeologico, è, dal 2021, aperto
al pubblico il Museo delle scienze
geologiche e archeologiche, nella ex
Direzione del carcere. Un itinerario
per comprendere un territorio
straordinario sin dalla più remota
antichità, ben prima dell'arrivo
dell’uomo.
Infine, non mancano, resti di lussuose
villae maritimae, volute da esponenti
delle classi aristocratiche romane. In
località San Giovanni (Portoferraio)
sorge la Villa Romana delle Grotte,
mentre, sull’Isola di Giannutri, la
lussuosa villa della potente famiglia
dei Domizi Enobarbi, di cui faceva
parte anche Nerone.
STORIE DI MINIERE, MINATORI E
MINERALI
“Insula inexhaustis chalibum generosa
metallis”, così definiva Virgilio,
Foto©R.Ridi/ S.M.AR.T
nell’Eneide, l’Isola d’Elba e i suoi
giacimenti metalliferi, così ricchi da
essere creduti inesauribili. A San
Piero, il moderno Museo MUM espone
un’esclusiva collezione di minerali.
Da qui, partono straordinari trekking
lungo le Vie del Granito.
Nel Comune di Rio, il Museo Minerario
e il Parco Minerario dell’Isola d’Elba
custodiscono raccolte di minerali e
ricostruzioni delle miniere elbane,
14
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Telemaco Signorini, Plinio Nomellini o Llewelyn Lloyd. A
questa si aggiunge l’Open Air Museum Italo Bolano, parco
d’arte contemporanea, creato dall'artista elbano a partire
dal 1964. Questo comprende sculture ambientali, ceramiche
e dipinti di artisti di fama internazionale.
Sempre a Portoferraio, il Forte Falcone, perno della
struttura difensiva voluta da Cosimo de’ Medici, ospita oggi
un museo che espone collezioni di varia natura. A questi
si sommano musei e collezioni tematiche, come il Museo
del Mare di Capoliveri, il Museo Didattico Numismatico
della Zecca di Marciana o ancora il Nat Lab, laboratorio
naturalistico sito nel Forte Inglese di Portoferraio.
THE TUSCAN ARCHIPELAGO MUSEUM SYSTEM - S.M.AR.T.
The Archipelago has many museums, archaeological sites,
museum monuments and Park Houses that all became part
of a single museum system in 2020.
Museums and Archaeological areas
attive fino al 1981. Veri e propri paesaggi lunari da scoprire a
piedi, in bici o a bordo di un trenino.
A Capoliveri, il Museo della Vecchia Officina e le Miniere di
Calamita regalano un viaggio nell’archeologia industriale.
Visite guidate attraverso gallerie, sotto il livello del mare,
conducono a luoghi in cui l'energia della terra è magnetica.
ARTE E STORIA
La Pinacoteca Foresiana, fondata nel 1914, è frutto della
collezione che lo studioso Marco Foresi donò al Comune
di Portoferraio ed annovera opere di grandi maestri, come
Seven islands with one common thread, archaeology.
In Portoferraio, inside the former salt warehouses, stands
the Archaeological Museum of Linguella. An exhibition
itinerary that tells the story of Elba from the 8 th century
BC up to Roman times and that, outdoors, it houses the
remains of an ancient thermal plant. In Rio Elba, the
Archaeological Museum of the Mining District is a symbol
of the mineral wealth of the island - an archaeological
itinerary dedicated to metallurgy from protohistory to the
Middle Ages. The Archaeological Museum of Marciana,
founded in 1968, illustrates the history of the Island
through marine traffic. On Capraia, instead, the historic
Church of Saint Antonio houses a permanent exhibition
- a journey through antiquity between Roman amphorae,
household goods and the remains of an ancient warrior
and his treasure. Pianosa, entirely under archaeological
restrictions, opened the Museum of Geological and
Archaeological Sciences in 2021 on a site which was
previously part of the island’s prison. An itinerary to
understand an extraordinary territory from the most
remote times, well before the arrival of man. Finally, there is
no shortage of remains of luxurious Roman maritime villas,
desired by members of the aristocracy. At San Giovanni
(Portoferraio) there is the Roman Villa of Le Grotte while, on
the island of Giannutri, the luxurious villa of the powerful
family of Domizi Enobarbi that Nero the Roman emperor
belonged to.
Stories of mines, miners and minerals
“Insula inexhaustis chalibum generosa metallis”. With these
words, Virgilio described the Island of Elba in his Aeneid
believing the legendary metal deposits to be so rich that
they were inexhaustible. In San Piero, the modern MUM
Museum exhibits an exclusive mineral collection. From
here, there are some wonderful hiking trails to follow
along the Granite Tracks. In Rio, the Mining Museum and
CULTURE AND ARTS
15
the Mineral Park of the Island of
Elba keep mineral collections and
reconstructions of Elban mines that
were active until 1981. There are some
superb lunar landscapes to discover on
foot, by bike or on board a little train.
In Capoliveri, the Vecchia Officina
(“Old Workshop”) Museum and the
Calamita Mines take you on a journey
into industrial archaeology. Guided
tours through tunnels, under sea level,
lead to places where the earth’s energy
is magnetic.
Art and History
The Pinacoteca Foresiana, founded in
1914, is the result of a collection that
the scholar Marco Foresi donated to
the city of Portoferraio and includes
works by great masters such as
Telemaco Signorini, Plinio Nomellini
and Llewelyn Lloyd.
Added to this is the Open Air Museum
Italo Bolano, a park of contemporary
art, created by the Elban artist, starting
in 1964. Also in Portoferraio, there
is Forte Falcone, the centre of the
defensive structure commissioned by
Cosimo de’ Medici, that now houses
a museum that exhibits collections
of various types. To all these we
can add museums and themed
collections such as the Museum of
the Sea in Capoliveri, the Numismatic
Educational Museum of the Mint in
Marciana or the Nat Lab, a naturalistic
laboratory inside the English Fort in
Portoferraio.
Foto©R.Ridi/ S.M.AR.T Foto©R.Ridi/ S.M.AR.T
Foto©Enjoy Elba
Via G. Garibaldi 17, 57037 Portoferraio (LI)
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Facebook: SMART - Sistema Museale
dell'Arcipelago Toscano
Instagram: musei_arcipelago_toscano
info@museiarcipelago.it
direzione@museiarcipelago.it
16 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Una rara raffigurazione
di Santiago Matamoros
un panorama nel quale localmente il
culto dell’apostolo appare altresì attestato
almeno a partire dal XIV secolo,
le complesse e suggestive vie iacopee
sviluppatesi nei territori di Capizzi e di
Mandas.
Ḡianfranco Vanagolli
SAINT GIACOMO MATAMOROS
IN PORTO AZZURRO
Tra le testimonianze lasciate all’Elba
dalla presenza spagnola forse quella più
rilevante deve individuarsi nella Chiesa
di S. Giacomo, che sorge entro le mura
della fortezza omonima, edificata nel
1603 per volere di Filippo III a dominare
lo strategico golfo di Longone. Essa offre
un percorso artistico di alto profilo, che
sembra svilupparsi tra il XVII e il XVIII
secolo. La sua cifra appare evidente in
sei grandi pale di scuola fiorentina del
Settecento, relative ad altrettanti altari
laterali, testimonianza di una fase di
rapporti amichevoli tra il Regno di Napoli,
subentrato alla Spagna nel dominio
di Longone nel 1759, e il Granducato di
Toscana, padrone di Portoferraio, e solo
congetturabile, al momento nell’altar
maggiore, le cui linee, tuttavia, rimandano
echi di una sontuosità e di una
tensione mistica tutte castigliane che
esaltano una bella scultura policroma
del santo titolare. Di uno studio più approfondito
necessita anche una settima
tela, sistemata a lungo nella cantoria,
ma forse proveniente da una trascorsa
realizzazione dell’altar maggiore,
presumibilmente seicentesca, in cui
viene a riproporsi lo stesso santo, ora
non più nelle vesti del pellegrino, con le
quali appare nella scultura, proprie della
sua iconografia maggiormente diffusa,
bensì in quelle di Santiago Matamoros.
Non sarà inutile rammentare che
l’ideologia iacopea, dapprima essenzialmente
irenica nell’indicazione del
peculiare iter stellarum sovrapposto a
quello terrestre, devozionale e penitenziale,
terminante a Compostela di
Galizia, divenne un’epica destinata ad
alimentare un nutrito corpo di celebri
cantares a partire dall’844, quando,
secondo la leggenda, il re Ramiro I delle
Asturie, dopo aver invocato l’apostolo
(“Dios ayuda a Santiago!”), sbaragliò le
forze musulmane a Rioja, preparando
le vittorie successive della vicenda della
Reconquista. Numerosissime in Spagna,
le raffigurazioni di Santiago Matamoros
sono abbastanza frequenti in Francia e
rare, invece, in Italia. Se ne trovano sicuramente
in Liguria, nella chiesa di Montegrazie,
nell’imperiese, databile alla fine
del XV secolo, posta sul tratto italiano
del cammino costiero per Compostela,
e un’altra, assai più recente, nella chiesa
di S. Giacomo di Rupinaro, a Chiavari; in
Sicilia, a Camaro e a Capizzi, nel messinese;
infine in Sardegna, a Mandas, nel
cagliaritano, già possesso di duchi di
origine valenciana. Tutte presentano la
nota iconografia, con la quale la coscienza
dell’Occidente cristiano contemporaneo
si misura criticamente, riassumibile
nella figura del santo, armato di spada,
in sella a un cavallo bianco che affonda
gli zoccoli in una prostrata coorte di
nemici. Quella elbana rivela una mano
assai esperta, specialmente nella scelta
dei cromatismi, al fondo, con l'equilibrio
del disegnato, di una resa narrativa intensa
e solenne. Consideriamo più che
un’ipotesi che essa si sia posta, agli occhi
dell’etnia spagnola sull’isola, in un'ideale
trasposizione dell’antico pellegrinaggio,
come la mèta da raggiungere dalla vicina
chiesa della Madonna di Monserrato,
ricalcata sull’aura di quella di Nuestra
Senora de Monsterat, stazione prima per
importanza, con il suo famoso monastero
anteriore all’XI secolo, della frazione
catalana del cammino principale verso
Compostela. Ci vengono in aiuto, mentre
cerchiamo riscontri ad ampio raggio a
There is a precious seventeenth century
painting in the Church of Saint Giacomo,
in the prison in Porto Azzurro, which
is inside the ancient fortress built
in 1603 as wished by Philip III. The
polychrome marble alter is beautiful as
are the paintings on the side altars of
the Florentine school of the eighteenth
century. This picture of Saint Giacomo
Matamoros shows him in the guise of a
warrior, not as a pilgrim as he is often
represented. Paintings of Santiago (St
Giacomo) are numerous in Spain, quite
frequent in France and rare in Italy.
The Saint is armed with a sword, riding
a white horse and its hooves sink into
a court of kneeling enemies. Possibly
this image should be reconnected to
the nearby Church of the Madonna of
Monserrato, in an ideal representation
of the ancient pilgrimage which set
out for Compostela from the church of
Our Lady of Monserrat with its famous
monastery dating back to the 11th
Century.
CULTURE AND ARTS 17
-Lorella Alderighi
Etruschi dell'Elba:
la necropoli di
Casa del Duca
a Portoferraio
Foto© Rachele Lori
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno
Sopra: Alcuni reperti della necropoli di Casa del
Duca conservati nei Musei di Reggio Emilia
Nel 1872 a Casa del Duca, nel Comune di
Portoferraio, furono rinvenute quattro
tombe etrusche ad inumazione, scavate
nella nuda terra (o forse in cassa lignea),
distanti circa 5 metri l’una dall’altra e alla
profondità variabile dai 50 centimetri
al metro, contenenti, oltre agli scheletri,
molti materiali dei corredi funebri che
accompagnavano i defunti per la vita
eterna. Secondo la descrizione che fu fatta
del ritrovamento, i defunti avevano la
testa rivolta ad est e gli oggetti del corredo
erano per tutti posti sul fianco sinistro
dello scheletro. I contadini che fecero la
scoperta consegnarono alcuni reperti al
medico di Portoferraio, dott. Carlo Bagnoli,
di Reggio Emilia, che in quel periodo
stava raccogliendo materiale archeologico
nell’isola da inviare al concittadino
don Gaetano Chierici per il costituendo
Museo di Storia Patria della sua città. Il
religioso e archeologo reggiano stava
infatti facendo confluire a Reggio Emilia,
dove sono ancora conservati, tutti i materiali
provenienti da Pianosa, dall'Elba,
da Volterra e delle isole del Mediterraneo,
frutto dei suoi scavi ma anche, appunto,
di donazioni e di acquisizioni. La raccolta
archeologica precede la legge del 1909
sulla proprietà statale dei beni archeologici;
pertanto i reperti ivi conservati
sono di legittima proprietà dei Musei di
Reggio Emilia. A Reggio Emilia, gli oggetti
archeologici esposti sono oltre un centinaio,
ma con sicurezza attribuibili alle
quattro tombe di casa del Duca sono circa
la metà, mescolati tra loro, mentre gli
altri sono detti genericamente provenire
“dall'Elba”. Di quanto conservato a Reggio
Emilia sono stati pubblicati solo elenchi
sommari e non è mai stato fatto uno
studio dettagliato, come auspicava nel
1972 Giancarlo Ambrosetti, allora direttore
dei Musei Civici, quando a sue spese
fece realizzare una serie di fotografie che
furono esposte a Marciana in occasione
di una mostra archeologica. Per i reperti,
invece, mai tornati all'Elba, si auspica
una prossima esposizione nella loro isola
di provenienza. Tra le tombe scoperte nel
1872 una, la meno profonda, conteneva
uno scheletro piccolo, che, anche in base
al corredo, fu attribuito ad una sepoltura
femminile; si tratta dell’unica tomba
databile ad età arcaica (V sec.a.C.); le altre
tombe sono più tarde e risalgono ad età
ellenistica (III-II secolo a.C.). Il corredo
della tomba del V sec.a.C. è stato attribuito
ad una defunta di rango elevato, dal momento
che insieme allo scheletro sono
stati rinvenuti alcuni gioielli di valore tra
cui una collana in lamina d'oro, composta
da venti grani più un pendente centrale a
forma di fragola, un orecchino d'argento
composto da un anello da cui si dipartono
tre pendenti a spirale terminanti a
pigna, una fibula (spilla) d'argento, cinque
vaghi di collana in pasta vitrea policroma,
blu e ambra. Inoltre, nella sepoltura era
deposto anche un altro oggetto tipico
delle sepolture femminili: uno specchio
in bronzo decorato ad incisione.
18 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Completavano il corredo alcuni oggetti
pertinenti al rituale del banchetto, come
una situla di bronzo. Molto più numerosi
invece i materiali conservati appartenenti
alle tre tombe di epoca ellenistica (III-II
secolo a.C.) appartenenti al servizio da
banchetto che era solito accompagnare
la deposizione; la suppellettile conservata
comprende infatti ceramica a vernice
nera, tra cui prevalgono le forme aperte,
ceramica ampuritana e ceramica grezza;
sempre in relazione al banchetto sono
il manico di un infundibulum (imbuto)
in bronzo e i portafiaccole in piombo; un
unguentario (contenitore per profumi)
dipinto con fasce bruno-rossastre è invece
legato al rituale funebre. Sia gli oggetti
di epoca etrusca arcaica della sepoltura
femminile, sia quelli ellenistici trovano
collegamenti e confronti assai vicini nei
reperti provenienti dalle necropoli di
Populonia e di produzione populoniese
come i portafiaccole in piombo; inoltre i
materiali ellenistici trovano corrispondenze
strettissime con quelli provenienti
dalla necropoli del Profico di Capoliveri
(ora al Museo archeologico della Linguella)
e da Monte Orello, nonché dall’insediamento
di Castiglione di Marina di
Campo e, ancor più ampliamente, in
area livornese, a testimoniare, anche per
l’età etrusca, un fiorente commercio che
solcava il Mar Tirreno distribuendo merci
di produzione volterrana insieme ad altre
di produzione italica e iberica.
ETRUSCANS OF ELBA: THE NECROPOLIS
OF CASA DEL DUCA IN PORTOFERRAIO
In 1872, at the Casa del Duca in the municipality
of Portoferraio, four Etruscan burial
tombs were found containing, in addition
to the skeletons, many funeral materials
that accompanied the deceased to eternal
life. According to the description of the
discovery, all the deceased were facing
east and the objects of the funeral accessories
were all placed on the left side of
the skeleton. The peasants who had made
the discovery handed over some finds to
the Portoferraio doctor, Dr Carlo Bagnoli
from Reggio Emilia, who at that time was
collecting archaeological material on the
island to be sent to his fellow citizen, Don
Gaetano Clerici. The religious archeologist
was in fact sending all the materials from
Pianosa, Elba, Volterra and the Mediterranean
islands to Reggio Emilia where they
are still kept along with the results of his
excavations but also of donations and purchases.
Among the tombs discovered in
1872, one, less deep, contained a small skeleton
and on the basis of the grave goods,
it was attributed to a female burial; it is the
only tomb that can be dated to the Archaic
period (5th century BC); the other tombs
are dated to the Hellenistic period (3rd to
2nd century BC).The grave goods of the 5th
century BC shows that the deceased was
of high rank since some valuable jewels
were found next to the skeleton; a gold leaf
necklace made up of twenty beads plus a
central strawberry-shaped pendant, a silver
earring made in a ring with three spiral
pendants ending with a pine cone, a silver
brooch, five necklace beads in polychrome
glass paste, in blue and amber.
Another typical object of female burials
found here was a bronze mirror decorated
with an engraving. Other objects were
relevant to the banqueting ritual, such
as a bronze situla. However, the objects
belonging to the three tombs of the
Hellenistic period (3rd – 2nd century BC)
are much more numerous. They belong to
the banquet service that used to accompany
the deposition; the grave goods in
fact include black glazed ceramics, mostly
in open forms, Ampuritan ceramics and
rough ceramics; also in relation to the
banquet is the handle of a bronze funnel
and lead torch holders; an unguentarium
(container for perfumes) painted with
reddish brown bands is instead linked to
the funeral ritual. Both the archaic Etruscan
objects of the female burial and the
Hellenistic ones find very close links and
comparisons with the findings from the
necropolis of Populonia such as the lead
torch holders; moreover the Hellenistic
materials have close links with those from
the necropolis of Profico di Capoliveri
(now in the Archaeological Museum of La
Linguella) and from Monte Orello as well
as from the settlement of Castiglione di
Marina di Campo and, even more widely,
in the Livorno area. This witnesses a
flourishing trade in the Etruscan age that
plowed the Tyrrhenian Sea, distributing
goods produced in Volterra with others of
Italic and Iberian production.
CULTURE AND ARTS 19
-Cinzia Murolo
Gli Etruschi
e i profumi
Tra tutti i popoli Italici gli Etruschi furono sicuramente i più
grandi importatori e produttori di oli e unguenti profumati.
Ce lo testimoniano l’enorme quantità di unguentari
rinvenuti nei corredi delle sepolture a partire dal VII secolo
a.C., e le molte immagini arrivate fino a noi rappresentate
soprattutto sugli specchi di bronzo. Anche se le fonti antiche,
tra tutte Teofrasto, filosofo e botanico greco vissuto da
IV e III secolo a.C. autore del trattato “Sugli odori”, ricordano
i Tirreni come un popolo pharmakopoion, cioè produttore di
medicinali, dobbiamo però ricordare che nel mondo antico
l’arte della cosmetica era una branca della medicina.
Il contatto precoce con i Greci, l’abbondanza dell’olio, di
piante resinose ed aromatiche in Etruria, fece sì che poco
dopo la massiccia importazione dalla città greca di Corinto
e dalla Grecia orientale, gli Etruschi avviassero una propria
produzione di portaprofumi. Le forme più utilizzate era
quella dell’aryballos e dell’alabastron (quest’ultimo aveva
preso il nome dai contenitori di alabastro inizialmente
importati dall’Egitto), decorati con motivi geometrici o con
animali esotici e fantastici, ma molto apprezzate erano
anche le forme zoomorfe, come i cerbiatti, le lepri, le anatre.
Poi fu Atene a esportare i suoi unguentari in Etruria, le
lekythoi, mentre nell’ultima fase etrusca troveremo forme
più semplici di produzione locale, o contenitori di bronzo, o
alabastra egiziani.
Unguenti profumati erano ampliamenti utilizzati nella
cosmesi quotidiana delle donne e degli uomini di un certo
rango, ed era un particolare essenziale per la preparazione
della sposa: in alcune immagini osserviamo le ancelle
intente a utilizzare un lungo bastoncino per prelevare dal
contenitore una piccola quantità di olio e andare a profumare
i capelli della sua signora. Gli uomini lo utilizzavano
sopratutto dopo l’attività ginnica Anche nella composizione
della salma gli unguenti profumati erano fondamentali, sia
per ammorbidire la pelle del defunto che per rallentarne la
corruzione.
Ma in concreto quali erano le essenze preferite dagli Etruschi?
Purtroppo le analisi chimiche sui resti organici non
riescono a individuare le componenti più volatili, ma solo le
sostanze grasse di origine animale e vegetale, come gli oli e i
prodotti del latte, o le cera d’api e le resine vegetali.
Teofrasto ci parla di molteplice essenze utilizzate dai Greci,
come il pregiatissimo Irinon, ottenuto dalla radice di iris a
lungo stagionata, o l’Aegyption a base di cinnamomo e mirra,
o il Kypros a base di cipero, cardamomo e aspalato, o il
Krocinon ottenuto dal fiore di croco, o il Nardinon dalla radice
di nardo. Probabilmente molte di queste furono utilizzate
e poi prodotte anche dagli Etruschi, accanto a produzioni
più economiche a base di piante locali come la maggiorana,
la menta e il timo.
Infine molto pregiate erano le resine esotiche, come l’olibano,
la mirra e il mastice di Chio, che venivano bruciate
negli incensieri di bronzo non solo durante i riti religiosi
ma anche nei momenti del banchetto e del simposio, dove
l’utilizzo dei profumi, come la pratica musicale, era anche
un modo per avvicinarsi al divino.
20 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
THE ETRUSCANS
AND THEIR PERFUMES
Of all the Italic peoples, the Etruscans
were certainly the greatest importers
and producers of perfumed oils and
ointments. The grave goods tell us this
from the huge amount of ointments
found there from the seventh century
BC. Many images have come down
to us as well, above all, on the bronze
mirrors, as proof of this. We know that
the Tyrrhenians produced medicines,
and the art of cosmetics was at that
time, a branch of medicine. Perfumed
ointments were widely used as daily
cosmetics for women and for men of
a certain rank, and it was an essential
detail in the preparation of the bride:
in some images, we can observe the
handmaids using a long stick to take a
small amount of oil from a container
to perfume their lady’s hair. Men
used it particularly after physical
exercise. Even when arranging the
deceased, perfumed ointments were
fundamental. Essences were obtained
from iris, cardamom, crocus and nard
but also local plants such as marjoram,
mint and thyme. Finally, the exotic
resins were very valuable, burned in
bronze censers during religious rites
and the Symposium where, the use of
perfumes, like music, was a way to get
closer to the divine.
A sinistra: Profumi ai tempi degli Etruschi.
Cerveteri (RM), Museo Nazionale Archeologico
Cerite – Balsamario in vetro
In alto: Urna di terracotta da Cerveteri. Museo di
Villa Giulia (Roma) 530 a.C. circa
In basso: Specchio in bronzo del IV° sec. a.C.
Simona Sardi, General Manager Simona Sardi, General Manager
Il connubio tra profumi, incensi e musica sarà protagonista della
performance multisensoriale “Suoni e profumi dei Rasna” che si svolgerà a
Marciana Marina il 4 luglio alle ore 21,30 presso Piazzale Bernotti. L’evento
fa parte del progetto culturale Elba degli Etruschi che vede Marciana
Marina protagonista di conferenze e rievocazioni storiche nei giorni 3,4
e 5 luglio con Francesco Landucci e Cinzia Murolo del progetto Rasenna
Echoes, gruppo di ricerca nell'ambito della musica, del canto, della danza e
delle essenze degli Etruschi. Allestimento dell ‘Associazione di rievocazione
storia etrusca RUVA LEU (compagnia del leone) che si propone di
ricostruire, attraverso la corretta e filologica riproduzione archeologica, la
cultura del mondo etrusco nel periodo compreso fra il V-IV sec a.C.
CULTURE AND ARTS 21
Il Ferro e l’Oro.
Rotte mediterranee
tra Etruria e Oriente
Museo Archeologico del Distretto Minerario, Rio nell’Elba (Rio, LI)
1 luglio – 2 ottobre 2022
-
Marco Firmati
L’Isola d’Elba, e le altre isole dell’Arcipelago, sono meta di
viaggiatori che non guardano solo al mare e alle spiagge,
bellissimi in verità, che conservano il fascino di una natura
ancora incontaminata. Gli ospiti delle Perle del Tirreno sono
sempre più attenti ad altri circuiti turistici che portano, in
ogni stagione, nel cuore di questi “scogli” in mezzo al mare,
svelandone la storia ricchissima oltre alla ricchezza geologica
e naturalistica. Anche ad un visitatore meno attento
non possono sfuggire i mille colori delle rocce, le sfumature
infinite delle acque, il continuo cambiare dei colori della
vegetazione, i profumi che accompagnano le passeggiate
nella macchia, le tracce che gli uomini hanno lasciato da
millenni lungo le pendici delle loro colline. Una bellezza che
si manifesta di continuo, dietro una curva della strada o a
un promontorio, ad ogni passo che sia in montagna o lungo
costa, una linea retta fra cielo e mare che non ci si stanca
mai di guardare perché è sempre diverso, con le altre isole
sorelle che compaiono o scompaiono, all’orizzonte.
Ma qual è il paesaggio che scorgevano i nostri antenati
quando arrivavano su quelle isole che erano rifugio, fonte di
materie prime e di ricchezza, di acqua e legname per le loro
navi e per i forni che bruciavamo di continuo quel minerale,
il ferro, che era l’oro delle antiche civiltà?
E proprio di oro e di ferro racconta la mostra organizzata
dal Comune di Rio presso il Museo Archeologico del distretto
Minerario, fulcro della proposta culturale dell’Isola per
l’estate 2022.
Questa mostra segna la rinascita del Museo, che è stato oggetto
dal 2021 di significativi interventi strutturali, e si pone
al centro di una serie di iniziative dedicate all’Elba degli
Etruschi, coordinate dal Sistema Museale dell’Arcipelago
Toscano con gli altri musei dell’isola. Argomento dell’esposizione
è l’intenso rapporto commerciale e culturale che si
stabilì tra Etruria, Grecia e Vicino Oriente tra VIII e VII secolo
a.C. Attirati dalle preziose risorse minerarie delle Colline
Metallifere e dal ferro dell’Elba, mercanti provenienti dal
22 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Mediterraneo orientale - in prevalenza
greci - raggiungevano le coste tirreniche.
Gli intensi scambi commerciali
sono testimoniati da splendidi oggetti
che in Etruria acquisirono le famiglie
principesche, essendo capaci di
controllare il territorio e di gestirne le
risorse minerarie. Affascinate dal fasto
regale espresso dai manufatti orientali,
le aristocrazie etrusche li raccolsero
e promossero la produzione locale
di simili beni, quali espressione del
proprio potere ed esibizione del rango
sociale. Insieme ai preziosi materiali
d’importazione si affermarono, però,
anche mode e modelli culturali d’origine
greca e orientale, che i signori d’Etruria
furono in grado di rielaborare e
diffondere ancora nella Penisola e verso
occidente. Una selezione di oggetti
- conservati nel Museo Archeologico
Nazionale di Firenze - che componevano
i sontuosi corredi funebri delle
monumentali tombe gentilizie dell’Etruria
mineraria documenta in sintesi
efficace questo periodo della storia
etrusca, comprensibilmente definito
“orientalizzante”, essendo caratterizzato
da prolifici rapporti commerciali e
culturali con il Mediterraneo orientale.
All’origine del flusso di naviganti e di
merci si collocano i metalli della costa
toscana e il ferro dell’Elba, che spiccava
per ricchezza e facilità d’imbarco,
mentre i pregiati manufatti d’importazione
orientale tracciano la rotta di
cabotaggio verso i principali distretti
minerari d’Etruria. Un appuntamento
da non perdere.
IRON AND GOLD:
MEDITERRANEAN ROUTES BETWEEN
ETRURIA AND THE EAST
The Islands of the Tuscan Archipelago,
as well as having a beautiful,
extraordinary landscape, are very rich
in history. Travellers are amazed at
the thousand tones of colour in the
rocks, infinite shades of the water, the
ever-changing hues of the vegetation,
the scents that accompany the walks
in the countryside, the traces that men
have left for thousands of years along
the slopes of their hills. When our ancestors
came to these islands that were
their refuge, their source of prime
materials and wealth, water and wood
for their ships and for the furnaces
that were constantly burning the iron
ore, the gold of ancient civilizations,
what landscape did they see?
They saw precisely that, gold and
iron. The exhibition organized by The
Archaeological Museum of the Mining
District in Rio, from 1st July to 2nd
October, is the focus of the Island’s
cultural proposal for the summer of
2022. The subject of the exhibition is
the intense commercial and cultural
relationship established between
Etruria, Greece and near East between
the 8th and 7th centuries BC. Attracted
by the precious mineral resources of
the Metalliferous Hills and the iron ore
of Elba, merchants from the eastern
Mediterranean – mostly Greeks –
reached the Tyrrhenian coasts. The
splendid objects that the princely
families acquired in Etruria are proof
that they were able to control the land
and manage its resources with intense
commercial exchanges. In the National
Archaeological Museum of Florence,
there is a selection of objects that
made up the sumptuous grave goods
of the monumental noble tombs of the
mining area in Etruria and they are witness
to this period of Etruscan history,
justly defined as “orientalizing”.
foto ©© Museo Archeologico Nazionale, Firenze/ Collana a pendagli,
da Vetulonia, Tumulo della Pietrera/ Secchiello , da Chiusi
CULTURE AND ARTS 23
-Sara Guiati
Una miniera
di... carta
Il prezioso archivio del Parco Minerario dell’Isola d’Elba
Ricercatrice Archivio storico delle Miniere dell’Isola d’Elba
“Cote” Le miniere della costa orientale
dell’Elba, attive fin dall’antichità,
rientrano in una sorta di “via del ferro”,
che partendo da Rio Marina, insistendo
sulle Comunità di Rio, Capoliveri e Porto
Longone (oggi Porto Azzurro) passando
per Populonia e lungo tutta la costa
maremmana (Follonica, Cecina) giunge
fino alla Garfagnana e all’Appennino
pistoiese. Non solo, il minerale del ferro
ha raggiunto i porti inglesi, francesi e
del Nord America ed è stato impiegato
come sorgente prima e principale
dell’acciaio dalla grande industria
siderurgica sviluppatasi durante la
Seconda Rivoluzione industriale di fine
Ottocento, nelle Acciaierie di Piombino,
Portoferraio, Genova, Terni, Servola,
Bagnoli, Taranto. Per salvaguardare
la storia mineraria elbana è nato nel
1991 il Parco Minerario a Rio Marina,
come opera di recupero e di valorizzazione
ambientale delle aree degradate
dall’estrazione del ferro. L’idea motrice
era costituita dall’esigenza di restituire
all’ambiente e all’uso dell’uomo una
vasta area che è stata profondamente
trasformata, affidando ad essa nuovi
contenuti in virtù dell’ampia valenza
culturale e didattica offerta dalle coltivazioni
minerarie abbandonate.
Collocato nel Palazzo del Burò, ex sede
della Direzione delle Miniere elbane
e nazionali, il Parco gestisce il Museo
dei minerali e dell’arte mineraria a
24 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Immagine tratta dal Fondo del Delegato Governativo.
Riconsegne e consegne I, 1881
Rio Marina e il Museo Archeologico
di Rio nell’Elba. Conserva soprattutto
l’Archivio storico delle Miniere, ossia i
documenti prodotti dalle Società e dal
Delegato governativo del Corpo nazionale
delle Miniere tra il 1881 e la fine
dello loro sfruttamento.
Le carte raccontano delle operazioni
del Governo italiano nell’affidare la
coltivazione ad un consorzio italiano
rappresentato dalla Banca Generale,
alla famiglia Tonietti, dei passaggi dalla
Società Elba Anonima di Miniere e
Altiforni all'Ilva, poi alla Ferromin ed
infine alla Italsider, Deltasider, IRI e
Fintecna. Quel che non si sa è che Rio
Marina è stata per anni il fulcro della
direzione generale delle Miniere e Cave
nazionali con responsabilità oltre i
confini isolani e che hanno coinvolto
realtà estrattive nella zona di Livorno,
Taranto, della Lombardia, della Liguria e
della Sardegna.
La preziosa documentazione, in fase
di catalogazione, conservata dal Parco
Minerario offre uno spaccato della dura
vita quotidiana e lavorativa di migliaia
di operai, di importanti lotte operaie,
di immigrazione e di emigrazione,
dell’inevitabile integrazione tra l’anima
mineraria e quella marinara e contadina
della zona, della presenza delle
truppe Alleate, della vita economica
- sociale e sanitaria di una nazione, ma
anche delle innovazioni tecnologiche,
frutto di sperimentazioni in loco di processi
di ingegneria mineraria importati
ed esportati in varie parti del mondo
e il confronto con economie sovranazionali
al momento della nascita della
CECA (Comunità Europea del Carbone e
dell’Acciaio). Rimane la testimonianza
di un tempo in cui la ricchezza di un Paese
veniva misurata in base alle risorse
del sottosuolo e l’industria estrattiva
mineraria faceva da traino alle economie
nazionali.
A MINE OF … PAPER
The Elban mines, from ancient times,
were part of the ‘Iron Road’ which
started off in Rio, Capoliveri and Porto
Azzurro, passing through Populonia
and right along the Maremma coast to
the north of Tuscany.
The minerals of eastern Elba reached
English, French and North American
ports to be used in the heavy steel
industry developed during the Second
Industrial Revolution of the late
nineteenth century.
In 1991, the Mining Park in Rio Marina
was formed, first to safeguard the
mining history of Elba but then to
enhance the areas degraded by the
extraction of the iron ore, trying
to retrieve the wider cultural and
educational value of mining traditions
provided by abandoned mines, studied
by geologists from all over the world.
The precious Historical Archive of
the Mines is in the process of being
catalogued and it contains documents
relating to the Italian steel industry
from 1881. In addition to administrative
documents, it offers an insight into the
hard daily working life of thousands
of workers, the important workers’
struggles, immigration and emigration,
the inevitable integration between the
mining community and the maritime
and farming community of the area, the
period of the Second War, the health
and the social-economic life of a nation
as well as technological innovations,
the result of on-site trials in mining
engineering processes imported and
exported to various parts of the world.
CULTURE AND ARTS 25
Dalle Antille all’Elba
al tempo di Napoleone
-
Isabella Zolfino
Cosa potrebbe mai legare Santo Domingo all’isola d’Elba
di due secoli fa? La risposta potrebbe essere dedotta dal
contenuto della nota che il Commissario del Governo
Francese Galeazzini ha indirizzato il 13 aprile 1807 al
Consigliere di Stato Direttore Generale di Ponti e Strade:
Esistono all’isola d’Elba, cittadino Ministro, dei negri che sono
stati deportati da Santo Domingo... sono in numero di 16... e
sono arrivati il 22 Fructidor dell’anno X, sbarcati dalla Corvetta
La Mutine proveniente da Tolone...
Deportati all’Elba da Santo Domingo? E perché?
La Storia ci dice che all’inizio del mese di febbraio del 1802,
in pieno Consolato, il Primo Console aveva inviato a Santo
Domingo le sue truppe migliori con a capo il Generale
Leclerc, marito di sua sorella Paolina, allo scopo di reprimere
una rivolta di ribelli capeggiata Toussaint Louverture, un ex
schiavo che era riuscito a tenere testa alle truppe francesi.
Ai primi di giugno dello stesso 1802, i Francesi riescono
finalmente ad avere la meglio anche se a carissimo prezzo.
Toussaint viene arrestato con i suoi Generali, portato
in Francia e imprigionato a Fort de Joux dove morirà di
freddo e stenti nel giro di nove mesi di assoluto e rigoroso
isolamento; i suoi Ufficiali vengono deportati in Corsica e
parte all’Isola d’Elba; altri, quelli meno pericolosi, reintegrati
nel Battaglione dei Pionieri Neri. Ecco quindi che un certo
numero di questi uomini provenienti dalle Antille, colpevoli
di aver aderito alla Costituzione di Santo Domingo, arrivano
all’Elba, sbarcano a Portoferraio per iniziare in un territorio
francese, ma non metropolitano, una vita di prigionia; è il
mese di Fructidor dell’anno X, è il 9 settembre 1802 e sono
16. Lelievre, Commissario del Governo Francese all’Elba in
quel momento, non ha ricevuto alcuna informazione su
come considerare questi detenuti: forzati in senso stretto o
detenuti politici? Non ha nemmeno ricevuto indicazioni su
quale Capitolo di Spesa imputare il loro mantenimento, non
sa che fare. Inizialmente i prigionieri vengono indirizzati
perciò al Generale Rusca, responsabile della gestione
militare dell’Isola, poi passeranno sotto la competenza del
ministero della Guerra.
Le tracce documentali della loro permanenza all’Elba
sono praticamente inesistenti, qua e là si trova qualche
informazione come ad esempio una nota del Commissario
Galeazzini per il Consigliere di Stato in cui si dice che i
prigionieri haitiani continuano a comportarsi bene e a
meritare la stima generale avendo un comportamento
sempre ineccepibile e tranquillo, oppure una relazione dalla
quale si apprende che due dei sedici arrivati all’Elba sono
destinati a raggiungere il Battaglione Nero nel Regno di
Napoli.
Scarsissime notizie ma sufficienti a farci ipotizzare che
questi detenuti fossero assimilabili a dei confinati e che
avessero una discreta libertà di movimento. Per certo
rimasero all’Elba fino a che la stella di Napoleone ha brillato e
li ha tenuti inchiodati qui poi, il 28 ottobre 1814, l’Imperatore
concesse 150 franchi per le spese di viaggio a ciascun degli
haitiani che volesse andarsene dall’Elba e ognuno decise
cosa fare della sua vita. Alcuni andarono via sparpagliandosi
in Toscana, ci sono evidenze dei “nostri” haitiani nelle
fonderie di Follonica, nella bonifica delle zone malariche del
Principato o a dirigere i primi “saggi” alla coltura del caffè e
del cotone che Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, stava
tentando di introdurre, altri invece rimasero all’Elba perché
avevano messo su famiglia come dimostrano i Registri degli
atti di matrimonio e quelli di nascita. Cerchiamo bene,
troveremo sicuramente le loro tracce anche oggi.
26 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
FROM THE ANTILLES TO ELBA
Foto©Paolo Calcara
What tie could there possibly be between Santo Domingo
and the Island of Elba two centuries ago? In 1802, General
Leclerc, husband of Napoleon’s sister, Paolina, had quelled
a rebel revolt by Toussaint Louverture, a former slave who
had managed to stand up to the French troops. Taken to
France and imprisoned in Fort de Joux, he died of cold
and hardship within nine months of complete rigorous
isolation; his officers were deported to Corsica and sixteen
of them to the Island of Elba; others, those less dangerous,
were reintegrated into the Black Pioneer Battalion. Forced
or political prisoners? There is little evidence of their
stay, but probably they had a fair amount of freedom of
movement. They certainly stayed on Elba until Napoleon’s
star shone and nailed them here. Then, on 28th October,
1814, the Emperor granted 150 francs for travel expenses to
each of the Haitians who wished to leave Elba. Some went
to Tuscany, to the foundries of Follonica, some to clear up
the malarial areas of the Principality, some to direct the first
trials of cultivating coffee and cotton that Elisa Baciocchi,
Napoleon’s sister was hoping to introduce, while others
remained on Elba because they had families as can be seen
from the Registers of Births and Marriages.
A sinistra: Immagine tratta dal volume _Vignettes et portraits pur le
consulat et l'empire_, Paris, Fourne et C., 1845
A destra: SANTO DOMINGO IN UNA CARTINA DEL 1789
CULTURE AND ARTS 27
Il piroscafo Polluce
fra tesori e mistero
-Patrizia Pellegrini
Il piroscafo Polluce della compagnia
De Luchi-Rubattino del Regno di
Sardegna, diretto a Civitavecchia, calò
a picco la notte del 17 luglio 1841 nelle
acque dell’Isola d’Elba, a 4 miglia dalla
costa, tra Capo Calvo e Porto Azzurro,
speronato dal Mongibello, un piroscafo
del Regno delle due Sicilie diretto a
Napoli, dando origine alla prima tragedia
della Marina Mercantile Italiana.
Una vicenda avvenuta ormai ben 181
anni fa?
Raffaele Rubattino un imprenditore
lungimirante nell’Italia risorgimentale
Il giovane armatore Rubattino, aderì
da subito alla Giovane Italia, ma la sua
vocazione era l’attività imprenditoriale.
Infatti nel 1837, acquistò il Polluce e
il Castore moderni piroscafi costruiti
nei cantieri di Le Havre in Francia, che
dovevano collegare Marsiglia a Napoli,
attraverso i porti di Genova, Livorno e
Civitavecchia, puntando sulle potenzialità
della nascente navigazione a vapore
anche per trasporto dei passeggeri.
La perdita dell’imbarcazione fu il
primo duro colpo per l’imprenditore
genovese, anche perché lo speronamento
da parte della nave napoletana
fu volontario. Infatti a bordo vi erano
probabilmente aiuti finanziari per
i patrioti italiani. La compagnia De
Luchi - Rubattino, assistita dall’avvocato
livornese Domenico Francesco
Guerrazzi, avviò contro gli armatori
del piroscafo Mongibello una battaglia
legale, che avrebbe fatto giurisprudenza.
Infatti Rubattino vinse il processo,
ma non fu mai risarcito.
Il tesoro del Polluce
e i moderni “tomb raider”
Che cosa trasportava di tanto prezioso il
Polluce? Secondo quanto riportarono le
cronache de “Le Semaphore de Marseille”
che si occupò del naufragio sin dal
23 giugno 1841, 170.000 monete d’oro
e d’argento, gioielli, orologi e cammei,
diamanti, smeraldi, un tesoro stimato,
oggi, quasi 350 milioni di euro.
Rubattino tentò un primo recupero pochi
mesi dopo. Fu un’impresa fallimentare,
ma ardita per i tempi. Nel 1936 la
So.Ri.Ma. (Società Ricuperi Marittimi) di
Genova ma senza recuperarla.
Da allora il relitto rimase “leggenda”, poi
nel 1990 il francese Pascal Kainic, un
cacciatore di relitti, scovò la notizia del
naufragio e successivamente rintracciò
anche le coordinate a centotre metri di
profondità davanti a Capo Calvo.
Nel 1998, ormai disposto a tutto pur di
recuperare il tesoro, Pascal si rivolse a
quattro inglesi, che, con grande spregiudicatezza
misero a punto un piano:
chiesero il permesso per il recupero di
un carico d’alluminio della nave inglese
GlenLogan, affondata nel 1916 presso
Stromboli, inserendo però le coordinate
del relitto del Polluce.
Nel novembre 1999 l’autorizzazione
fu recapitata al Consolato britannico
di Firenze, che lo trasmise alla Capitaneria.
Nessuno degli enti preposti
controllò le coordinate e il 27 gennaio
2000 i cacciatori di tesori erano a lavoro
sul Polluce. Fu un atto di vandalismo
vero e proprio, poiché la benna utilizzata
squarciò lo scafo danneggiando
irrimediabilmente il relitto. Partirono
dall’Isola d’Elba indisturbati.
In seguito ad un’indagine svolta dai Carabinieri
Tutela Patrimonio Culturale di
Firenze, il 17 giugno 2001, Scotland Yard
restituiva all’Italia il sedicente tesoro
della nave Santa Lucia.
Sarebbe andato all’Asta il giorno successivo,
presso la casa d’aste londinese
Dix Noonan Webb come conferma il
catalogo già pubblicato e a disposizione
degli acquirenti. L’indagine prese
avvio grazie ad una telefonata anonima,
probabilmente da parte di un membro
dell’equipaggio italiano che aveva partecipato
al recupero.
Gli ultimi ritrovamenti grazie alle
attrezzature dell’archeologia
in acque profonde
Nel 2005 e nel 2014, il Ministero, le
Sovrintendenze, il Comando Carabinieri,
la Marina Militare e alcune ditte
private, hanno recuperato monete e
monili in perfetto stato, grazie alla perizia
di tecnici subacquei. Chi volesse
ripercorrere le vicende del Polluce, può
visitare i suggestivi allestimenti delle
sale del Museo del Mare di Capoliveri e
perdersi tra le meraviglie di quel tesoro
purtroppo solo in parte recuperato.
E se ancora non fosse pago di quelle
atmosfere potrebbe rileggersi il Conte
di Montecristo, ambientato proprio tra
l’Elba, Livorno e Marsiglia, facendosi
28 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
guidare dalla fantasia di Alexander
Dumas che del tesoro del Polluce ebbe
notizie da “Le Semaphore” di Marsiglia
dove risiedeva proprio nel 1841..
THE NEVER-ENDING STORY OF THE
STEAMBOAT POLLUCE
The steamship Polluce belonged to
the De Luchi-Rubattino company of
Sardinia and on its way to Civitavecchia
on the night of 17th July 1841, it
sank in the waters off the Island of Elba
only 4 miles from the coast between
Cape Calvo and Porto Azzurro. It had
been rammed by Mongibello, another
steamship belonging to the Kingdom
of the Two Sicilies on its way to Naples.
This was the first tragic accident of
the Italian Merchant Navy. The story is
surrounded in mystery. Rubattino, the
young owner, was an ardent patriot
as well as an intelligent entrepreneur
who made a fortune in passenger
transport. In 1837, he bought modern
steamships from the shipyards of Le
Havre in France, intending to connect
Marseilles with Naples, through the
ports of Genoa, Livorno and Civitavecchia.
In the shipwreck, there were no
casualties but the vessel was probably
carrying financial aid for the patriots
who were fighting for the Unification
of Italy. What was the Polluce carrying
that was so precious? According to
the newspapers of the time, 170,000
silver and gold coins, jewels, watches
and cameos, diamonds and emeralds,
an estimated treasure nowadays of
around 350 million euro. The attempts
to recover the ship and its treasure
were useless and the story was slowly
forgotten. It was not until 1990 that
the Frenchman Pascal Kainic, a wreck
hunter, in the pages of “Le Semaphore
de Marseille” unearthed the story
about the sinking of the Polluce and
was able to track down the exact
coordinates. A few years later, with
the help of an expert in underwater
archeology, Henri-Germain Delauze,
the shipwreck was located at a depth of
one hundred and three metres in front
of Cape Calvo. He managed trick the
authorities into giving permission for
recovery and on the 27th of January,
2000, the treasure hunters were at
work on the Polluce. It was not a recovery
but an act of vandalism because
the excavator shovel that they had
used, ripped the hull open, irreparably
damaging the wreck. They looted the
steamship’s precious cargo and left the
Island of Elba undisturbed, declaring
to the British authorities that they had
found a lot of material, yes, but from
another ship, the Santa Lucia, that had
gone down in international waters
in much more recent times. After an
investigation carried out by the Carabinieri
responsible for the Protection
of Cultural Heritage of Florence, on
the 17th of June, 2001, Scotland Yard
returned a small part of the treasure to
Italy. It would have gone to auction the
next day at the London Auction House
Dix Noonan Webb, as confirmed by
the catalogue already published and
distributed to prospective buyers.
The investigation began, thanks to an
anonymous phone call, probably from
a member of the Italian crew who had
taken part in the recovery work. In
October 2005 and later in 2014, the
Ministry, the Superintendency, the
Command of the Carabinieri, The Navy
and some private companies have
recovered coins and jewelry in perfect
condition, thanks to the expertise of
underwater technicians and a sophisticated
robotic system. What remains
of the fabulous treasure is kept in the
Museo del Mare in Capoliveri.
Il tesoro del Polluce recuperato, in mostra presso il
Museo del Mare di Capoliveri
CULTURE AND ARTS 29
-Carolina Megale
La Torre
degli Appiani
di Marciana
Marina
e della sua
comunità
Pochi sono gli elementi identitari di un luogo come la Torre
di Marciana Marina. Nata su un’isolata roccia granitica,
staccata dalla costa, a difesa di un territorio endemicamente
minacciato dai pirati, la Torre rotonda di Marciana Marina
è il simbolo della sua comunità e del paesaggio che si è modellato
intorno al suo alto fusto. Eppure, le notizie storiche
relative alla sua costruzione sono piuttosto scarne. L’origine
pisana è tutta da dimostrare, mentre è certo l’inserimento
nel sistema difensivo che gli Appiani, Signori dello Stato di
Piombino, approntarono tra XV e XVI secolo lungo la costa
elbana e sulla terraferma. Grazie ad un articolato sistema
difensivo costituito da castelli, rocche, fortezze e torri,
infatti, gli Appiani dal 1399 per oltre due secoli mantennero
l’autonomia del proprio Stato, piccolo ma potente grazie alle
risorse minerarie, in un contesto politico di forte conflittualità,
stretto tra i domini spagnoli e il Granducato di Toscana.
foto©Federico Serradimigni
30 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
foto©Federico Serradimigni
La necessità di difesa divenne presto
virtù dell’arte militare con la creazione
di nuovi modelli architettonici progettati
da Leonardo da Vinci e Giovanni
Camerino, pioniere e fondatore delle
tecniche di fortificazione moderna.
Fu Jacopo III Appiani, nella seconda
metà del Quattrocento, ad imprimere
al sistema difensivo le forme che
ancora oggi si stagliano nel paesaggio:
dalla Cittadella di Piombino al Castello
di Populonia, e poi Torre Mozza, Torre
del Sale e la Torre delle Civette fino alla
suggestiva Rocca di Scarlino, la Torre
dello Sparviero (o di Troia vecchia) e
la meravigliosa Rocca di Buriano, per
citare le principali. E poi le isole, l’Isola
d’Elba fra tutte, con le torri d’avvistamento
costiero a Rio Marina e San
Giovanni e le fortezze poste a difesa
dell’entroterra, come quella del Giogo
(o del Giove) che controllava il traffico
marittimo e le miniere di Rio, l’inviolata
Fortezza del Volterraio e la Fortezza
di Marciana entrambe costruite dai
Pisani ma ampliate e rafforzate dagli
Appiani. E poi Cerboli e Palmaiola, nel
Canale di Piombino, con torri d’avvistamento
strategiche per la comunicazione
con la terraferma.
Lo studio architettonico e stilistico
della Torre di Marciana Marina, fusa
con la linea di costa solo due secoli fa
in seguito alla costruzione di opere
funzionali al porto, e il confronto
con le altre torri appianee dell’isola e
della terraferma fanno risalire la sua
costruzione alla metà del Cinquecento.
Tale proposta è confermata da un
documento d’archivio che riferisce
come nel 1562 la torre venisse dotata di
artiglieria in ferro: da questo si evince
che la data di costruzione della torre
sia antecedente alla data menzionata
(terminus ante quem).
La sua forma cilindrica ha fatto pensare
che la Torre sia stata impostata sulla
struttura di un antico faro. In realtà,
studiando gli interventi di architettura
militare introdotti dagli Appiani ci
accorgiamo che gli ammodernamenti
riguardarono proprio la creazione di
torri rotonde in sostituzione di quelle
quadrate, in modo da rendere più agevole
l’uso dell’artiglieria, ne sono un
esempio le torri delle mura castellane
di Suvereto, Scarlino e Buriano.
La Torre è oggi al centro di un attento
piano di valorizzazione da parte
dell’Amministrazione comunale, il cui
primo passo è stata l’adesione formale
al Sistema difensivo degli Appiani per
lo Stato di Piombino, composto dai Comuni
nei quali ricadeva il Principato,
oltre al Parco nazionale dell’Arcipelago
Toscano, il Parco Nazionale delle Colline
Metallifere di Grosseto, la Fondazione
Polo Universitario Grosseto e la
Nuova Fondazione Pedretti. Il Sistema
ha l’obiettivo di avviare processi di
conoscenza, tutela e valorizzazione dei
luoghi e dei monumenti degli Appiani
per creare una rete territoriale unita
da un passato comune che possa
diventare un unico attrattore turistico-culturale
della costa Toscana.
THE APPIANI TOWER OF MARCIANA
MARINA AND ITS COMMUNITY
Built on an isolated granite rock,
detached from the coast, to defend a
territory that was endemically threatened
by pirates, the round Tower of
Marciana Marina is the symbol of its
community and the landscape that
has been shaped around its tall frame.
However, historical records relating
to its construction are rather meager.
The Pisan origin has yet to be proven
while it is sure that it was included in
the defensive system that the Appiani
family, the Lords of the State
of Piombino, prepared between the
fifteenth and sixteenth centuries along
the coast of Elba and on the mainland.
From 1399, the Appiani maintained the
autonomy of their state over these two
centuries, thanks to the good defensive
system of castles, fortresses and
towers. It was a small but powerful
state thanks to its mineral resources,
in a political context of strong conflict,
squeezed between the Spanish
dominions and the Grand Duchy of
Tuscany. So, the Tower was part of the
Elban defense system along with the
towers of Rio Marina and San Giovanni
and the fortresses placed to defend
the hinterland, such as that of Giogo
(or Giove) which controlled maritime
traffic and the Rio mines, the untouched
Fortress of Volterraio and the
Fortress of Marciana, both built by the
Pisans but enlarged and strengthened
by the Appiani. And then Cerboli and
Palmaiola, in the Piombino Canal with
strategic watchtowers for communication
with the mainland. The Tower is
now at the centre of a careful enhancement
plan by the municipal administration
and is part of a system of
protection and embellishment of the
places and monuments of the Appiani
that could become a single tourist-cultural
attraction of the Tuscan coast.
CULTURE AND ARTS 31
Mare, letteratura
e cuore
-Mario Dentone
Immagini storiche di Marciana Marina (in alto a sinistra) dall’Archivio Sergio Spina e di Riva
Trigoso (in basso) dall’Archivio Marco Bo che testimoniano una secolare tradizione. In foto,
sulla spiaggia, l’ultimo leudo di Padron Castagnola e figli, detto Pissarello
Jules Verne scriveva che il mare offre sempre un volto nuovo,
anche quando pare piatto, immobile, perché il mare non
sarà mai monotono “per chi lo sa capire”. E capire, conoscerlo,
significa viverlo e farlo vivere in sé, e allora il mare
svela storie, misteri, con la sua voce unica, come scriveva il
ligure Vittorio G. Rossi, che il mare ha una voce che nessun
rumore o suono può confondere e oscurare.
“Il mare ci vince” scrisse Claudio Magris in un suo saggio
sulla letteratura del mare, e noi dobbiamo lasciarci vincere
dal mare, perché è lui padrone della nostra esistenza; e
quando lesse il primo episodio della mia saga marina scrisse
che io davo voce al mare perché era il mare che scriveva
in me, e detto da uno scrittore che del mare ha fatto mito
e poesia, è come una vera e propria patente nautica. E se
chiunque può scrivere di mare, il mare però non fa sconti, e
se lo scrittore non ci è cresciuto te ne accorgi: le sue parole,
i suoi dialoghi, i suoi personaggi, non hanno il salino in
faccia, non hanno scirocco o libeccio a soffiare, perché il
mare va anzitutto vissuto sulla pelle, e anche quando, dopo
averlo vissuto, di colpo ti trovi costretto solo a guardarlo
per una fatalità della vita (Raffaello Brignetti) da una sedia
a rotelle, ormai sale e vento ti sono diventati pelle come
tatuaggi, e sale e sole sono diventati pelle, e il tuo sguardo si
fa chiaro di orizzonti, e non c’è tempo e non c’è lontananza
che possano sbiadire quella pelle e quello sguardo, perché il
mare è dentro.
Sono cresciuto a Riva Trigoso e ho visto, bambino, la mia
spiaggia di oltre un chilometro con decine di leudi schierati,
vinaccieri pronti con le botti per il nuovo viaggio all’Elba,
a Marciana, che era la Riva toscana così come la mia Riva
era l’Elba ligure, e così Sestri, Lavagna, Camogli, in un
eterno gemellaggio di cultura fatta da pescatori, mercanti,
marinai, prima ancora che da libri, e guardavo quando
partivano alzando la latina che subito si gonfiava sempre in
32 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
quella direzione, verso la mia punta di
levante. E c’erano i leudi “formaggiai”,
che al posto delle botti avevano vere e
proprie camere stagne (di calafataggio
perfetto, e ancor oggi noi rivani siamo
chiamati, i calafati) per caricare i formaggi
di Sardegna.
E quando i nostri leudi tornava al
paese bastava che spuntasse una vela
bianca là, all’orizzonte, perché una
voce partisse, e tutti, uomini, donne e
bambini accorrevano sulla spiaggia ad
aspettare, là dov’erano i pali schierati
in attesa, per tirare su quella barca
col verricello, se c’era, oppure tutti
insieme in due file, con le cime, sui pali
cosparsi di sego. E a pochi metri dalla
riva le botti venivano gettate in mare
per alleggerire la barca ed evitare che
si arenasse e, una volta tutto finito:
botti rotolate all’asciutto, messe sui
carretti, e barca ben sicura fra tacchi
e pali, il padrone dava assaggio al vino
e ovviamente annuiva compiaciuto
del suo acquisto elbano da distribuire
nelle varie osterie.
Ma si sa, i liguri credono solo a se
stessi e talvolta neanche a mogli e figli,
e infatti il buon vino elbano poteva
anche essere il migliore e più raffinato
rosolio del dio Bacco, poteva essere
il più gustoso passito d’uva maturata
su forti muretti a secco, che il ligure
subito battezzava quel vino “navegòu”,
navigato, e parlavano di salmastro,
di vino “sarvego”, selvaggio, però era
sacro, era vino d’Elba, di Marciana
Marina, la seconda “casa” rivana.
Io li ho conosciuti gli ultimi padroni di
leudi rivani, dei Pissarello e dei Ghio,
dei Carniglia e dei Brusco, degli Zolezzi
e così via, e ho visto gli ultimi leudi
marcire, abbandonate carcasse regno
di gatti e topi in eterna battaglia sulla
nostra spiaggia di ponente, finché via
via sono divenuti legna da bruciare nei
ronfò (gli antichi fornelli delle cucine)…
E questa è la nostra letteratura, della
mia gente che Brignetti dalla sua torre
Medicea rese poesia ne “La spiaggia
d’oro”, quando scrisse dei “rivani” a
Marciana, chiamando “rivani” uomini e
barche, e Vittorio G. Rossi, che descrisse
il leudo simile, rovesciato, all’antico
liuto medievale, perché musica, ed era
musica di mare, di fatica, sì, ma ora
di nostalgia per chi l’ha vissuta. Che
almeno rimanga memoria!
SEA, LITERATURE AND CULTURE
Jules Verne wrote that the sea always
offers a new face, even when it seems
still and calm, because the sea will
never be monotonous “for those who
know how to understand it”.
I grew up on the sea and write stories
about it because, as some critics have
commented, it is the sea that writes
within me.
I grew up in Riva Trigoso in Liguria and
as a child, I used to see over a kilometre
of dozens of leudi sailing ships,
all lined up on my beach, “vinaccieri”,
wine-carriers, ready with barrels for
their new trip to Elba, Marciana. The
fishermen, the merchants, the sailors
had created an eternal twinning of
Elban and Ligurian culture and I would
watch them leave, raising the Latin
sails that always filled in that direction,
towards the east. When our ships
came home to the village, just that one
white sail on the horizon was enough
to spread the word and all the men,
women and children rushed to the
beach to help to pull them up onto dry
land. Just a few metres from the shore,
the barrels were thrown into the sea
to lighten the boat, to avoid it getting
stranded. The innkeeper who had bought
the wine, would come along to taste
it and take the barrel to the tavern.
It was a well-travelled, wild wine as
they said, but it was sacred, from Elba,
from Marciana Marina, the second
“home” of the Ligurians of the east. The
ties between Elba and the towns of the
Ligurian coast, Sestri, Camogli, Riva,
were very close and remain ingrained
in the memories of those who have
lived them and are happy to recount
them.
Leudi sulla spiaggia di Riva Trivoso
foto © Archivio Marco Bo
CULTURE AND ARTS 33
Il leudo, l’ultimo veliero
del Tirreno
Ḡiovanni Panella
Un tempo, la navigazione si svolgeva in
un mondo nel quale i buoni porti erano
scarsi. Le comunità marinare minori
non avevano i mezzi necessari per costruire
opere costose quali moli, frangiflutti
o dighe foranee. Ci si accontentava
di utilizzare i porti offerti dalla natura
che, però, in certe aree mancavano del
tutto. Il Tirreno, ad esempio, presenta
pochi porti naturali e molte spiagge
aperte. Ѐ per questo che era solcato da
velieri fatti per esser alati sulla spiaggia,
scafi che facevano a meno dei porti e
che potevano spingere la loro prua fino
a pochi metri dalla riva, per caricare e
scaricare merci e passeggeri. Erano così
in grado di raggiungere tutte le località
costiere e trasformare ogni tratto di
spiaggia in un luogo di scambio, di
commercio, di mercato. In Liguria poi,
l’uso degli arenili era incentivato dalle
carenze della viabilità: lungo la sua
stretta costa, caratterizzata da molti
passaggi impraticabili, le strade erano
pessime e quindi le merci ed i passeggeri
viaggiavano di preferenza via mare.
Le caratteristiche del leudo, un veliero
semplice ed essenziale, rispondevano
alle esigenze del cabotaggio tirrenico.
Il suo scafo presentava un accentuato
bolzone e cioè una forte curvatura
trasversale del ponte, per aumentare la
capacità di carico e scaricare rapidamente
fuori bordo l’acqua imbarcata
con le onde.
34 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Un leudo a Marciana Marina in un quadro di Llewelyn Lloyd
o della Sardegna, dove il comandante
scendeva a terra per visitare le fattorie
del luogo, trattando direttamente con i
produttori. Il vino arrivava a bordo portato
da carovane di muli, carichi di otri
di pelle o di botticelle. Poi, se il vento era
favorevole, in pochi giorni si era di ritorno
nel porto di Genova, oppure si scaricavano
le botti sulla spiaggia di qualche
località costiera, a pochi metri dalle
osterie dove il vino sarebbe stato venduto
al dettaglio. Il carico dei vinacceri
era stivato con un sistema“modulare”: la
stiva ospitava delle grandi botti fisse ed
altre, mobili, erano sistemate sul ponte.
Quando si alava il leudo sulla spiaggia,
si provvedeva innanzitutto a calare in
mare le botti mobili, che galleggiavano
e che, legate a una cima, erano trainate
fino a terra. Dopo aver così alleggerito
lo scafo, s’iniziava l’operazione d’alaggio
vera e propria. Data la natura del carico,
questa faticosa operazione assumeva
spesso un carattere festoso e culminava
con la distribuzione di qualche bicchiere
di vino ai tanti che avevano “dato una
mano” all’alaggio dello scafo. Alcuni
leudi erano utilizzati anche per il trasporto
di forme di pecorino sardo, sistemate
sottocoperta su dei lunghi ripiani
sovrapposti. Durante la navigazione
queste dovevano mantenere il loro unto
naturale e quindi l’equipaggio doveva
rigirarle spesso, passando uno straccio
unto sulla loro superficie. Va detto che
non si trattava di un formaggio qualsiasi,
ma di un ingrediente indispensabile
per ottenere il più famoso condimento
della cucina ligure: il pesto.
THE LEUDO, THE LAST TYRRHENIAN
SAILING SHIP
Era poi armato con una vela latina,
sostenuta da un’imponente antenna,
che veniva sollevata usando un paranco
a più vie. Visto che l’antenna poteva superare
i trecento chili e la vela i duecento,
per l’equipaggio questa operazione
era particolarmente faticosa. L’albero
a pioppo (composto da un solo tronco
d’albero) era inclinato in avanti di una
quindicina di gradi, mentre la testa
d’albero era a calcese e cioè conteneva
la cassa delle pulegge. L’attrezzatura
velica era completata da un grande
fiocco, teso su un’asta che fuoriusciva di
6-8 metri dalla parte prodiera.
Se lo scafo era fatto per esser tirato in
secco, la sua forma gli consentiva di affrontare
il mare aperto. Questo perché,
nonostante le sue dimensioni ridotte
(15-16 metri di lunghezza al ponte), il
leudo era una vera, piccola nave. Di
questa possedeva la caratteristica più
importante e cioè una buona tenuta al
mare: poteva navigare in tutto il Tirreno
e di lì di spingersi fino in Spagna o nello
Ionio. Aveva infine una notevole capacità
di carico, nell’ordine delle 25-30
tonnellate.
Per questi velieri il trasporto del vino ha
sempre costituito un’attività importante
ed alcuni vinacceri sono rimasti in
servizio fino agli anni Sessanta, perchè
offrivano un servizio “da porta a porta”.
I leudi erano infatti in grado di accostarsi
agli angoli più fuori mano delle
coste dell’Isola d’Elba, di Capo Corso
In the past, navigation took place in a
world where good ports were scarce.
We had to be satisfied with what nature
offered but in the Tyrrhenian Sea there
were few sheltered harbours. There
were plenty of open beaches so for this
reason, the boats had hulls suitable
for hauling up onto the sand and they
could come very close to the shore to
unload their goods and people. At that
time, maritime navigation was preferable
to land travel, roads were few and
dangerous. The leudo had the right characteristics,
equipped with a Latin sail
weighing two hundred kilos supported
on a heavy mast. The manoeuvres were
really tiring. The poplar mast (consisting
of only one single tree trunk) was
titled forwards by about fifteen degrees
and the sail rig was completed by a large
jib, stretched on a rod that protruded
6-8 metres from the forward side. The
leudo was about 15 metres long and was
considered a real small ship because
it was particularly seaworthy: it could
sail throughout the Mediterranean
and had a considerable load capacity
of around 25-30 tons. On Elba, these
ships were used for transporting the
wine that had been carried down to
the sea by mules loaded with leather
skins or barrels. Then, if the wind was
favourable, they were back in Liguria in
a few days, unloaded the barrels on the
beach of some coastal town never far
from the taverns where the wine would
be sold retail. Some leudi were used to
transport Sardinian pecorino cheese,
kept below deck, an ingredient in great
demand, essential for the famous Ligurian
sauce: pesto.
CULTURE AND ARTS 35
Sulle rotte dei leudi
Roberto Pettinaroli
“U l’é arrivou u vin navegou”. Dicevano così, i rivani, scrutando dalla spiaggia le
botti scaricate in mare per alleggerire il peso dei leudi ed evitare che si arenassero.
E’ arrivato il vino “navigato”, profumato di salmastro dopo ore e ore (appunto)
di navigazione nel Tirreno. Sbarcavano, i leudi, un vino sapido e generoso. Nutrito
da una terra ancora gravida di bioccoli ferrosi, retaggio della lavorazione del
minerale nei forni artigianali che gli antichi etruschi costruivano per fondere
a temperature altissime il ferro estratto dalle viscere dell’Isola Nera, chiamata
così per le volute di fumo acre e denso che la rendevano riconoscibile dal mare,
anche da molto lontano. Per metà intrepidi naviganti e per metà abilissimi
mercanti, i “padroni” dei barchi che partivano dalla costa ligure per raggiungere
l’Elba o la Sardegna rappresentavano le storiche famiglie che nel XIX secolo, da
generazioni, solcavano il mare per i loro traffici. I leudi a vela latina di Padron
Ghio del casato dei “Menega” (che in Sardegna riusciva a commerciare persino
fisarmoniche), o di Padron Zolezzi (del casato del capitano Giuseppe, detto Il Pirata
per il temperamento audace) o di Padron Lena del casato detto dei “Merica”,
o ancora di Padron Castagnola (sul cui Rivanetto non mancava mai un assortimento
completo di utensili da ferramenta) andavano in Sicilia per caricare grano
e orzo, in Sardegna per lane e formaggi, all’Elba per cogliere il prezioso frutto
della vite. Ogni barco rappresentava
un fondaco, una famiglia. E ciascun armatore
commerciava in proprio, quasi
mai per conto terzi. Le merci caricate
venivano poi trasportate al porto di
Livorno, o a quello di Genova. Oppure
ancora (come nel caso del nettare degli
dei) direttamente a destinazione, nelle
osterie che a Riva Trigoso, come quella
dei Pissarello, facevano mescita e commercio
di vino dell’Isola Nera. Lo stesso
avveniva con le imbarcazioni che salpavano
da Chiavari e Lavagna, da Camogli
o da Santa Margherita (all’epoca
Port Napoleon, altra assonanza elbana)
per seguire le stesse rotte e tessere
la stessa fitta trama di relazioni e di
scambi La stiva di queste meravigliose
36 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Llewelyn Lloyd, porto di Marciana Marina:cutter, leudo e tartana
imbarcazioni, vere e proprie “diligenze
del mare” (la definizione é di Gio Bono
Ferrari) era incredibilmente capace. I
Rivanetti arrivavano a trasportare (con
sei uomini di equipaggio) fino a 800
quintali di grano e 700 ettolitri di vino.
Il leudo, grazie alla sua particolare e
un po’ bizzarra conformazione, era in
grado di navigare con qualunque mare,
grazie anche alla perizia e al coraggio
dei suoi comandanti. Una leggenda,
quella dei marinai rivani, che oggi
appartiene all’identità più autentica e
profonda di questo lembo di Liguria.
Ripercorrere le rotte dei leudi é ripercorrere
la storia di un’antica amicizia,
di un legame fatto di scambi, contaminazioni,
condivisioni che hanno
contribuito a forgiare la natura stessa
dei luoghi. Per chi, come noi liguri
di Riviera o elbani, il mare non sarà
mai “un” elemento, ma “l’elemento”,
perché é dentro di noi e lo sentiamo
anche senza bisogno di vederlo, questi
scambi riecheggiano nei racconti di
Raffaello Brignetti, in una perenne sovrapposizione
di identità meticce che
gli faceva scrivere di “rivani” alludendo
tanto a quei singolari barchi che solcavano
il mare carichi di tesori, quanto ai
mercanti e marinai che ci viaggiavano
sopra. Oggi, di quell’epopea che ha
fatto la storia della navigazione e dei
commerci nell’Alto Tirreno resta solo il
ricordo. E naturalmente il “Nuovo Aiuto
di Dio”, l’ultimo leudo (appartenuto
alla famiglia dei Bregante, ora in carico
a un’associazione culturale) ancora in
grado di prendere il mare da Sestri per
navigare. Un file di memoria collettiva
da salvare, un tesoro di cultura materiale
e immateriale di cui troviamo
traccia negli intrecci delle famiglie e
dei loro patronimici, nella produzione
letteraria dei nostri più prolifici
scrittori di mare (da Vittorio G. Rossi
a Raffaello Brignetti, per giungere a
Mario Dentone, degno erede di questa
raffinatissima scuola) e nelle infinite
contaminazioni delle rispettive filiere
agroalimentari ed enogastronomiche.
La foto seppiata dei leudi con le loro
vele sbilenche a riposo nel porticciolo
di Marciana Marina, e la torre medicea
a fare da quinta teatrale, é l’iconografia
più potente ed efficace di questa saga,
che oggi rivive grazie a una rinnovata
amicizia ricca di terre, saperi e sapori.
ON THE ROUTE OF THE LEUDI: STORY
OF AN ANCIENT FRIENDSHIP
The “masters” of the boats that left the
Lugurian coast to reach Elba or Sardinia,
were part sailors and part skilled
merchants and they represented the
families who had for generations
navigated these seas to trade during
the nineteenth century. They loaded
wheat and barley in Sicily, wool and
cheese in Sardinia and the precious
fruit of the vine in Elba. Each boat
represented a warehouse, a family.
Each owner traded for himself, never
on behalf of third parties. The loaded
goods were then transported to the
port of Livorno, or to Genoa. The wine
was taken directly to its destination,
the inns of Riva Trigosa. Likewise, the
boats that sailed from other Ligurian
towns, Chiavari and Lavagna, from
Camogli or Santa Margherita (at that
time Port Napoleon, another association
with Elba) would follow the same
routes and weave the same thick web
of contacts and exchanges.
The hold of these wonderful boats,
true “stagecoaches of the sea” (the
definition is by Gio Bono Ferrari) was
incredibly spacious and carried large
quantities of goods. Retracing the
routes of the leudi is to retrace the
history of old friendships, bonds made
from exchanges, fusions and sharing
that have been part of the forging of
the very character of these places. For
people like us from Riviera in Liguria
or from Elba, the sea will never be ‘an’
element, but ‘the’ element because
it is inside us and we feel it without
needing to see it. Of that era, there is
the memory of one of the last leudi: the
“God’s New Help” in Sestri.
The black and white photo of the leudi
with their lopsided sails furled in the
tiny harbour of Marciana Marina with
the Medici Tower as a theatrical backdrop,
is the most powerful and effective
image of this saga that lives again
today, thanks to a renewed friendship,
rich in lands, knowledge and flavours.
Un leudo negli anni '60 a Marciana Marina
Un leudo negli anni '60 a Marciana Marina
CULTURE AND ARTS 37
Sergio Spina,
di barche e di uomini
-Lorena Provenzali
Sergio è stato l’amico che ciascuno di noi
vorrebbe avere, il genio che ti spiega cosa
complicatissime con parole semplici.
Continua a vivere in mezzo a noi, seduto
a chiacchera sulla panchina sotto casa o
immerso nel suo studio sul lungomare
con vista sulla Torre di Marciana Marina,
un universo parallelo dove ha sempre custodito
carte e mezzi modelli preziosi, oltre
a libri oramai introvabili.
Ce lo ricordiamo spesso scarruffato dal
vento, con quell’aria sbruffoncella, quello
sguardo ironico e gli occhi sempre intelligenti
e vivaci, quando arrivava, magari con
una cesta di funghi che era andato a raccogliere
proprio per noi, perchè era compaesano
di mamma e condividevano vecchi
ricordi. E raccontava – con dovizia di
particolari – storie di barche e di uomini.Le
barche erano sempre state la sua passione,
nonostante i mestieri che aveva fatto. I
suoi bellissimi disegni della nave romana
affondata a Procchio, della quale Gino
Brambilla operò i primi recuperi negli anni
’60 seguiti da quelli a cura della Soprintendenza,
si possono ammirare ancora oggi
al Museo civico archeologico di Marciana.
Le navi napoleoniche, studiate persino
sui dipinti dell’epoca, le aveva disegnate
restituendo le loro forme in occasione di
una delle numerose collaborazioni con
Gloria Peria e con Marina Segnini, la figlia
di Giovanni, suo grande amico e maestro
d’ascia di cui parlava con grande ammirazione.
Giovanni stesso dice che Sergio
aveva una manualità straordinaria nel forgiare
il legno. “Abbiamo perso parecchio”
dice, “poteva sempre sorprendere!”. Sergio
raccontava, senza mai darsi arie, di aver
fatto parte del Comitato Tecnico Olimpico
delle regate delle Antiche Repubbliche
Marinare Italiane.
Ma le barche della voga sono forse quelle
che ha più amato e contribuito a modificare
nei più piccoli dettagli per gli atleti e
per gli allenatori – come Graziano Miliani,
Piero Uglietta e Fabio Trivella – che ancora
oggi lo ricordano ripensando alle sue “magie”
e a quel suo modo inizialmente un po’
burbero di porsi, ma che si era presto trasformato
un prezioso “problem solver”.
Aveva a lungo studiato e disegnato anche
i leudi che aveva conosciuto da bambino
attraccati sotto alla “Tore” a caricare il vino.
Ma Sergio ha lavorato anche per famosi
cantieri navali. Il suo studio è sempre stato
un punto di riferimento dei costruttori e
di tutti coloro che desideravano imparare
dalla sua arte. Di barche ne conosceva parecchie,
di ognuna raccontava particolari,
aneddoti e storie.
In una giornata nuvolosa di novembre
del 2019 tanta gente lo ha accompagnato
per dargli un ultimo saluto insieme ai
suoi parenti. La sua porta sul lungomare
resta chiusa da allora, ma Sergio noi ce lo
ricordiamo sempre molto concentrato nei
suoi pensieri, proprio come i geni dei quali
qualcuno pensa che forse non sono eleganti
o non hanno eccessiva cura di sé, ma
di sicuro sono molto attenti alle persone e
alle cose a cui tengono. Capaci come nessuno
di raccontare di barche e di uomini
SERGIO SPINA, ABOUT SHIPS AND MEN
Sergio, the friend we would all like to have,
the genius who explains something complicated
in simple words.
Sergio continues to live in our midst,
sitting chatting on the bench below his
house or immersed in his studio on the
sea front of Marciana Marina with the
view of the Tower, a parallel universe
where he has always kept his maps and
precious half models along with books
now impossible to find. Boats had always
been his passion. He knew how to draw
any boat, from the Roman ship that sank
in Procchio to Napoleonic ships, studying
the paintings of the time. However, maybe
rowing boats are the ones he loved most
and he helped to modify them down to the
most minute details. For a long time he
had studied and drawn the leudi sailing
ships he had known as a child, moored
under the ‘Tore’ to load up with wine.
Sergio had however worked for famous
shipyards. His studio has always been
a reference point for boat-builders and
all those who wanted to learn from his
art. One cloudy day in November 2019,
villagers, Elbans and many who had come
from afar, came to the church in Marciana
Marina and accompanied him in a last
farewell. His door on the seafront is now
closed, but we remember him; perhaps he
was not elegant, but he was certainly aware
of the people and things he cared about
and he knew how to tell tales of boats and
men like no one else could.
Sergio Spina da ragazzo sulla prora di un cutter da carico.
foto © Archivio Sergio Spina
38 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Lo Scoglio
e il patrimonio
identitario elbano
P.L.
Era il 1983 quando Aulo Gasparri, una delle
firme storiche del “Corriere Elbano”, con
Alfonso Preziosi e Leonida Foresi, a lungo
rispettivamente direttore e condirettore,
Fortunato Colella, Luigi De Pasquali, Frediano
Frediani e altri, decise di varare “Lo
Scoglio”, un periodico diverso dal “Corriere”
per formato, veste grafica, cadenza di uscita
e profilo editoriale. Coinvolti o meno nel
lavoro redazionale, aderirono all’iniziativa
alcuni giovani, tra cui Gianfranco Vanagolli,
Umberto Gentini, Giancarlo Molinari,
Giuseppe Battaglini, ognuno con il proprio
bagaglio di conoscenze e di esperienze.
Dal canto suo, Gasparri, autore soprattutto
di simpatici pezzi di colore locale
venati di un’ironia variamente graduata,
concesse ampio spazio ai maggiori letterati
contemporanei elbani, da Carlo Laurenzi a
Raffaello Brignetti a Luigi Berti, anche “riciclandone”
gli articoli e gli elzeviri, in modo
tale che i loro nomi apparvero assidui alla
testata, la cui capacità di richiamo crebbe
rapidamente. Le sue pagine ospitarono un
caleidoscopio di contributi relativi all’archeologia,
alla storia, al folclore, ai personaggi e
ad ogni aspetto della vita dell’Elba. Contemporaneamente
il suo archivio si arricchiva
di centinaia e centinaia di documenti fotografici
e iconografici, spesso preziosi per
una lettura delle vicende della comunità.
Sono ormai diversi anni che “Lo Scoglio”,
scomparso Aulo Gasparri, viene diretto
da Umberto Gentini, con l’indispensabile
sostegno di Luigi Cignoni. Si deve all’affiatato
duo, capace di lavorare in silenzio, senza
mai lamentarsi per un lavoro che ha non
pochi aspetti faticosi, il fatto che “Lo Scoglio”
abbia visto dilatarsi la platea dei lettori.
Umberto Gentini, mi sia consentito dirlo,
è uno dei primi amici che ho incontrato
sullo “Scoglio”. Da lui ho imparato molto,
invidiandone le frequentazioni e l’esperienza.
Dopodiché sono venuti Lorella
Alderighi, Gianfranco Vanagolli, Maria
Gisella Catuogno, Manrico Murzi, Paolo
e Silvestre Ferruzzi, Franco Cambi, Laura
Pagliantini, isabella Zolfino, Gloria Peria,
Marina Segnini, Giancarlo Molinari. Ciascuno
di essi propone argomenti stimolanti in
uno spettro d’interessi assai ampio. Ad essi,
come a tutti coloro che non ho citato, va la
mia gratitudine. Le loro firme, peraltro, ora
sono anche su “Enjoy Elba”.
E da “Enjoy Elba”, che ormai naviga da
cinque anni nelle acque, a volte agitate, ma
sempre scrigno di meraviglie, di questo
arcipelago antico come il mondo, voglio
lanciare un appello a conservare il nostro
patrimonio identitario, anche nel segno
della gratitudine che dobbiamo a quanti
queste isole le hanno esplorate e raccontate
prima di noi. Ad essi, naviganti del sapere
ed elargitori di conoscenza, Buon Vento!
LO SCOGLIO
Aulo Gasparri founded Lo Scoglio in 1983.
Many authors were involved in the editorial
work, giving space to the most important
Elban writers of the time, from Carlo
Laurenzi to Raffaello Brignetti to Luigi Berti,
even “recycling” their articles and features.
Its pages hosted a kaleidoscope of contributions
relating to archeology, history,
folklore, characters and every aspect of
life on Elba. At the same time, the archives
were enriched with hundreds of photographic
and iconographic documents,
often precious to understand the events of
the community. A few years ago, Gasparri
handed over to Luigi Cignoni, managing
director, and to Umberto Gentini. Others
followed who write on Enjoy Elba as well:
Lorella Alderighi, Gianfranco Vanagolli,
Maria Gisella Catuogno, Manrico Murzi,
Silvestre and Paolo Ferruzzi, Gloria Peria
and Marina Segnini, Isabella Zolfino, Franco
Cambi, Laura Pagliantini and Giancarlo
Molinari. It is from “Enjoy Elba” which has
now been sailing these waters for five
years, sometimes a bit stormy but always a
treasure trove of gems, of this archipelago
as old as the world itself, I would like to
launch an appeal to preserve the heritage
of our identity, as a sign of gratitude that
we owe to those who have explored and
recounted these islands before us. To them,
the navigators of wisdom who share knowledge
with others, God speed!
CULTURE AND ARTS 39
“Storie di navi, naufragi e marinai”
-
L’incanto del mare e delle sue vicende | Caldara’s Blog, gennaio 2022.
Riccardo Caldara
"Presi il comando del brigantino
italiano Tommaso nel porto di
Barcellona, in zavorra, pronto alla
partenza, diretto a Portoferraio, ma il
tempo non ci permise di partire fino al
giorno 29 corrente”.
Sembra l’incipit di un romanzo di
Conrad e invece è un passaggio tratto
dallo scartafaccio redatto dal comandante
della nave Desiderio Mellini, nel
novembre del 1892.
Ha questo di affascinante il libro di
Gianfranco Vanagolli appena pubblicato
per i tipi delle Edizioni Il Frangente,
specializzata in libri di mare, tutte le
storie prendono spunto da giornali di
bordo, diari, verbali di sinistro marittimo,
relazioni di capitani di porto, conservati
in biblioteche e archivi storici,
come l’Archivio Storico del Comune di
Portoferraio. E non a caso l’Elba, patria
dell’autore di questo e di altra produzione
di romanzi e racconti sul mare, è
l’epicentro di tanta navigazione che si è
diramata nei secoli per i convenzionali
sette mari. Vanagolli ci racconta diciannove
storie, in perfetto ordine cronologico,
ci parla di naufragi, ma anche
di navigazioni che hanno avuto un lieto
fine. Il primo è il naufragio dell’Inconstant,
nave ammiraglia di Napoleone
al tempo dell’isola d’Elba, un brick da
18 cannoni impiegato sia per missioni
militari che per trasporto di persone
e merci. Nel gennaio del 1815 durante
un fortunale finì ingloriosamente
arenato sulla spiaggia di Bagnaia.
Imperizia del comandante? Possibile,
lo dimostrerebbero scritti dell’epoca.
Oltretutto il tenente di vascello Taillade,
così si chiamava il comandante,
come un antesignano dello Schettino
della Costa Concordia duecento anni
dopo, si era messo in salvo anzitempo
con lo scrigno dei suoi valori, lasciando
a un subordinato gli ultimi tentativi di
salvare la nave. Per questo un’inchiesta
lo sollevò dall’incarico. L’Inconstant
tuttavia fu recuperato e un mese dopo
riportò Napoleone in Francia.
Le crociere narrate nel libro dimostrano
quanto sia sempre stato diffuso nei
secoli il trasporto via mare di merci di
ogni tipo. Talvolta si strattava di merci
di pregio che potevano indurre comandanti
ed equipaggi di pochi scrupoli
a provocare naufragi, dopo aver
venduto le mercanzie durante soste
non previste. E’ quanto accadde nel
1818 al cutter San Pietro, naufragato
al largo di Punta Calamita con l’equipaggio
in salvo su una piccola lancia;
episodio che il rapporto delle autorità
marittime collocava in “un quadro attendibile
di baratterie e traffici obliqui
in genere”.
Scorrono nella narrazione di Vanagolli
anche pagine gloriose della marineria
nostrana, come la crociera della pirocorvetta
Magenta, nel 1865 in missione
nei mari di Giava e Sumatra per osservare
pesci, uccelli, specie vegetali. Scriveva
il naturalista Giglioli: “Le bellezze
naturali di questi canali sono tali che
la penna non basta a rendere l’impressione
che fanno sull’animo di chi
ha la fortuna di passarvi in mezzo…”. E
qui indubbiamente la vicinanza con i
racconti di Conrad si fa molto forte. Ma
questo capitolo mi ricorda anche un
altro libro che ho letto di recente, Diario
di bordo dal mare di Cortez, una spedizione
scientifica marina a cui aveva
preso parte lo scrittore John Steinbeck.
Non mi dilungo oltre sulle altre crociere
e sui naufragi, sulle storie di navi
e di marinai, per non pregiudicare il
piacere di una lettura avvincente e che
per me è stata troppo breve…
Non sembri piaggeria l’invito a Gianfranco
Vanagolli a tornare a occuparsi
presto di altre storie di mare, come ha
già fatto con il Il Cacciadiavoli e altro
mare, Bandiera a bruno per la “Diletta
Mauro”, I dannati del Priamar e altri
ancora.
Il volume si chiude con l’indimenticabile
disastro del 25 luglio 1956 di cui
fu protagonista l’Andrea Doria al largo
dell’isola di Nantucket, dove navigava
con rotta colpevolmente sbagliata il
rompighiaccio svedese Stockolm e poi
con la pagina divertente del cargo Pina
Onorato, giunto a Shanghai nel 1957 e
festeggiato al grido di “Calibà” o “Galibà”:
Garibaldi, per i cinesi.
40 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
MardiLibri: navigar m’è
dolce in questo mare
-P.L.
foto ©Maria Giusi Canova
Non è solo una libreria Mardilibri a Portoferraio,
ma un luogo d’incontri, dove
scambiare idee, informazioni, quattro
chiacchere in amicizia. Tutto l’anno è
un faro per la cultura elbana, per scoprire
le novità letterarie, per incontrare
autori, per prendere un aperitivo, dopo la
presentazione di un libro e un vernissage,
lì accanto dalle Matte il ristorante tipico
“portoferajese” sulla stessa piazza. Nata
dalla passione e dall’esperienza di Michela
Boano porta già nel logo il libro che diventa
un mare con una barca che naviga fra
le parole. “ I colori ricordano il mare – ci
dice Michela - il battello che solca l’onda
è la forza dei lettori e di tutti quelli che, in
qualche modo, hanno deciso di sostenere
questo progetto”. Perchè niente più delle
parole unisce, consola, sostiene, fa sognare,
immagina, costruisce.
Inesauribili le proposte di lettura, per
ogni età ed ogni gusto. Piacevole, colorata,
accogliente con il suo spazio esterno
fatto apposta per una sosta fra gusto e
cultura, la libreria offre una ampia scelta
di volumi, volutamente divisi per settore.
Per i giovanissimi un ambiente dedicato:
molto confortevole e invitante, affinchè
possano sentirsi a loro agio per scegliere
un libro o un gioco didattico, per imparare
divertendosi. Ma l’attività di Mardilibri non si ferma a Portoferraio, l’invito alla
lettura si propaga per l’Isola, con l’organizzazione di eventi letterari come
“Autori in Vantina”, la rassegna letteraria che accompagnerà l’estate 2022 a
Capoliveri con la presenza di grandi nomi della narrativa e della saggistica
contemporanea, per parlare di letteratura e tematiche sociali. La libreria è
uno spazio aperto agli amici, clienti, a chiunque voglia utilizzarla per promuovere
iniziative ed eventi culturali. Una piccola galleria d’arte dove, a
mostre temporanee, si alterna la costante presenza di opere donate da artisti
di rinomata fama. Alle spalle del bancone di entrata, ad esempio, potrete
ammirare la più importante, un’opera firmata da Enza Viceconte. Non resta a
questo punto che salire a bordo.
MAR DI LIBRI
In Portoferraio, Mardilibri is not only a bookshop but a meeting place to
exchange ideas, information, have a chat with friends. It is also a little gallery
where artists and photographers can exhibit. All the year round, it is a beacon
for Elban culture to have an update on the latest literature, to meet authors
and have an aperitif after the book presentation and vernissage in the nearby
Barca delle Matte, the typical “portoferajese” restaurant in the same square. It
has been the passion and the experience of Silvia Boano that created the idea
and already in its logo, it shows a boat sailing in a sea of words. Endless ideas
for reading for every age and every taste. Pleasant, colourful and welcoming,
with its outdoor space specially created for a break between taste and culture.
The bookshop offers a wide range of titles, organized by topic. There is also a
part dedicated to children: comfortable and inviting, so that they can feel at
ease to choose a book or an educational game, to have fun while learning.
CULTURE AND ARTS 41
Chiesa
di S. Caterina:
un gioiello
nel cuore
delle Serre
foto©EnjoyElba
Ḡianfranco Vanagolli
La chiesa di S. Caterina d’Alessandria si affaccia solitaria
dalla dorsale delle Serre su un’ampia valle che digrada
variamente verso la costa dell’Elba rivolta alla vicina terraferma
maremmana. Le sue tinte chiare carezzate dal verde
dell’orto botanico che gli è contiguo contrastano con le terre
spente che la incorniciano, come con quelle ai suoi piedi,
quando si mostrano attraverso la recente macchia mediterranea,
forti esplosioni di rosso, di viola, di giallo, quasi
le uniche sopravvivenze delle millenarie miniere di ferro,
già emblema dell’isola. Di origini medievali, come mostra
l’esame delle sue strutture più antiche, la chiesa ebbe verosimilmente
un nesso non solo geografico con le miniere.
Di ciò costituiscono un valido indizio gli ambienti ad essa
prossimi, databili al XIII-XIV secolo, destinati alla pratica
siderurgica e metallurgica venuti alla luce grazie ad un’importante
campagna di scavo condotta nel 1992 dalla British
School at Rome e dall’Università di Siena. Né si tacerà che il
culto di Santa Caterina d’Alessandria era diffusissimo, nel
Medio Evo, tra quanti, dediti ad attività tecniche, ritenevano
di poter individuare nella ruota del supplizio tipica dell’iconografia
della martire un richiamo a tutte quelle operazioni
dove il lavoro manuale comportasse la familiarità con meccanismi
più o meno complessi. Se la chiesa fu il punto di
riferimento religioso dei fabri, che nell’Elba dominio pisano
furono una potente corporazione, forse la loro decadenza,
ascrivibile alla metà del Trecento, segnò anche il suo declino.
Tutto, sull’isola toccata dalla peste nera, in quel torno di
tempo, conobbe una caduta verticale: la popolazione, che
si ridusse di due terzi; l’attività estrattiva, la produzione
agricola. Dei centri abitati sorti a ridosso delle Serre, solo
Rio sarebbe tornato ad essere prospero. Il suo gemello nella
comune vocazione mineraria, Grassera, avrebbe superato
la débacle solo parzialmente. Croce, possedimento prima
benedettino e poi camaldolese, noto alla documentazione
archivistica dal XII secolo, sarebbe scomparso. Sfugge,
alle nostre attuali conoscenze, il ruolo che la chiesa ebbe
nel territorio successivamente al XIV secolo, come il suo
rapporto con Rio e Grassera, ovvero con le plebane di S. Giacomo
di Rio e di S. Quirico di Grassera; nonché, se si vuole,
con il tempio dedicato, a Cavo, al santo africano Menna, cappellania,
secondo una supposizione erudita ottocentesca,
dipendente da S. Quirico. Il culto della Vergine alessandrina,
comunque, fu riconosciuto a Rio, tanto da meritare un giorno
festivo tra quelli sanciti negli statuti civici nel 1440, confermato
nell’ultima redazione degli stessi, varata nel 1583.
Forse da trenta a cinquant’anni prima, tra il 1534 e il 1555,
quando l’Elba era stata più volte invasa dalle orde turche e
barbaresche, talora sostenute dalle armi del re di Francia,
la chiesa aveva subito la sorte degli altri presidi della cristianità
sull’isola, devastati o dati alle fiamme. E’ un fatto,
in ogni caso, che essa rinverdì i suoi fasti a partire dal XVII
secolo. Ne fu occasione una serie di apparizioni della sua
titolare a due pastorelli, Domenico di Michele e Tommaso di
Pasqualino, registrate nel 1624, cui prestarono fede il popolo
e soprattutto la Sacra Congregazione dei Riti.
Come di consuetudine per le tradizioni devozionali toccate
da eventi straordinari, anche la nostra si sviluppò più ricca,
acquisendo la ierofania, se invocata, tra le proprie prerogative.
Testimonianza di ciò fu il concorrere nella chiesa
di un numero sempre più elevato di ex voto, che sarebbero
stati offerti fino alla metà del secolo XX da ogni categoria
professionale attiva sul territorio, ma in particolare dalla
gente di mare, nella cui cultura, come dovunque nel Mediterraneo
cristiano, S. Caterina era la mano che proteggeva
dalla tempesta o che indicava pietosamente i cadaveri dei
naufraghi, permettendone il recupero e perciò la sepoltura
nelle modalità della religione. Semplice oratorio, nella
classificazione ecclesiastica, ma di fatto santuario, al pari
degli altri insulari della Madonna del Monte di Marciana,
della Madonna delle Grazie di Capoliveri e della Madonna
di Monserrato di Porto Longone, l’attuale Porto Azzurro, il
tempio della martire egiziana vide rinnovate le sue forme
già a partire dalla prima metà del Seicento. Si trattò con ogni
probabilità di interventi radicali, cui sembra rimandare una
42 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
leggenda, anch’essa significativamente nutrita di elementi
miracolistici, secondo la quale l’edificio, ricostruito con la
facciata a levante, ruotò sulle sue fondamenta, riacquistando
l’originaria, canonica posizione orientata, fino a “guardare”
convenientemente un’altra antica chiesa dell’agro riese
dedicata alla SS. Trinità. Il suo interno, sobrio, al pari dell’insieme,
comprensivo anche di una casa destinata ad ospitare
un romito, e di un orto recintato, ebbe un’unica ricercatezza
in un altare marmoreo, cui si volle associare una preziosa
pala raffigurante le nozze mistiche di S. Caterina attribuita a
Giovanni Mannozzi, detto Giovanni da S. Giovanni Valdarno,
uno dei maggiori manieristi toscani del Seicento. L’immaginazione
popolare prese forse spunto dalla tela con il suo
tema nuziale per fare della chiesa la cornice di una suggestiva
cerimonia animata da due schiere di ragazzi dei due
sessi recanti, quella dei maschi il cirimito, un dolce a foggia
di fallo, e quella delle femmine, la sportella, un dolce a foggia
di vagina. La benedizione sacerdotale impartita ai simulacri,
una sollecitazione al matrimonio cristiano, concludeva il
rito, fissato ogni anno al primo lunedì di Pasqua, da annoverarsi
tra i più interessanti dell’archivio folkorico locale. Non
è da escludere, peraltro, un’origine più remota dell’usanza,
che la collocherebbe nell’ambito dei riti precristiani della
fecondità. In questo caso, sarebbe stato il pennello del pittore
ad essere guidato da memorie ancestrali della comunità.
La decadenza della festa, iniziata negli anni Cinquanta del
Novecento, segnava anche quella della chiesa, nonché del
culto della titolare, cui si accompagnava il furto degli arredi
e degli ex voto (ma molti di quelli pittorici, a torto trascurati,
avevano già conosciuto l’offesa del tempo). Nel 1965, infine,
venne strappato dalla sua cornice il dipinto mannozziano,
che andò ad arricchire una quadreria privata in Germania.
Contro ogni pronostico, venne tuttavia il momento della
resurrezione, che ebbe un’accezione culturale, trainando
anche, compatibilmente con i mutamenti intervenuti nel
frattempo nella società, quella religiosa. Essa cominciò con
un soggiorno nella casa del romito, inabitata dalla metà
dell’Ottocento e ormai pressoché fatiscente, di Hans Georg
Berger. Correva l’anno 1977. Nel 1986, riconducibile all’artista,
nasceva il Progetto Santa Caterina che, sostenuto dal
Comune di Rio nell’Elba, esprimeva nel 1990 un’importante
iniziativa editoriale, identificabile con i “Quaderni di Santa
Caterina”. Poco prima era tornata dalla Germania la pala
d’altare trafugata. Il Wunderkammer nato nel cuore delle
Serre, il cui nome prese ad essere conosciuto progressivamente
in molte città d’Europa, portatovi da Berger e dai suoi
sodali, pittori, architetti, fotografi, scrittori, poeti, tra i quali
… , e che tuttora fa parlare di sé, soffre per l’incertezza del
suo destino. Sarebbe auspicabile che nuove, benintenzionate
energie cominciassero a scendere in campo per scongiurare
deprecabili eventualità nello spirito del celebre monito
wagneriano: “Der Singer Meisterschlag gewinnt sicht nicht
an einem Tag!”.
THE CHURCH OF SAINT CATHERINE:
A JEWEL IN THE HEART OF THE “SERRE”
The Church of Saint Catherine of Alessandria overlooks
the “Serre”, a valley that faces onto the Maremma, and is
surrounded by a botanical garden of rare beauty and Mediterranean
scrub, rich in colours and scents. The church is
of mediaeval origins, when the cult of Saint Catherine was
widespread and it bears traces of metalworking found during
an important excavation campaign in 1992, conducted
by the British School in Rome and the University of Siena.
The Church was the reference of the ‘blacksmiths’ guild but
the plague in the 1300s marked its decline, the population
was reduced by two thirds as was mining and agricultural
production. Only Rio survived while Grassera was unable to
recover and was subsequently abandoned after pirate raids.
The Church of Saint Catherine, along with other churches
on the island suffered violence and destruction from the
Turkish and Barbary invasions, but from the seventeenth
century, it regained its position as an important place of
worship, especially after the apparition of Saint Catherine to
two little shepherds in 1624. The importance of this Church
can be seen by the numerous ex-votos, offered until the
middle of the 20th century, in particular by sea-farers. Saint
Catherine is in fact a sanctuary, like the others of the Madonna
del Monte in Marciana, the Madonna delle Grazie in
Capoliveri and the Madonna di Monserrato in Porto Azzurro.
foto©EnjoyElba
CULTURE AND ARTS 43
-Dianora Citi
I grandi
elbani:
Giuseppe
Cerboni
Cavaliere di Gran Croce, Ragioniere
Generale dello Stato per 15 anni,
inventore della logismografia, ha attraversato
l’Ottocento servendo l’Elba, il
Granducato di Toscana e il Regno d’Italia,
occupandosi di economia con il
criterio del “buon padre di famiglia”. Ha
contribuito all’unificazione italiana, da
Portolongone a Roma, da apprendista
aiuto scrivano a 16 anni a interlocutore
“economico” di ministri come Cavour
e Luzzatti, di studiosi come Correnti;
conosciuto in tutta Europa, presente
ai “summit” economici, membro di
decine di società economiche italiane
e straniere, autore di libri tradotti in
più lingue, fu insignito di onorificenze
nell’ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e
della Corona d’Italia.
Nato nel 1827 da Spirito Cerboni,
nel 1843 è “apprendista gratuito nel
Commissariato di Portoferrajo" poi
"scrivano nella bottega di lavorazione
d'artiglieria in Portoferrajo". Nel 1847,
volontario nell’esercito granducale,
lascia l'Elba per Firenze. Da qui si
sposta a Torino poi di nuovo a Firenze
capitale d’Italia (è direttore della scuola
di Contabilità istituita nel 1866) e poi a
Roma. La sua carriera militare termina
nel 1876, con l’entrata al Ministero delle
Finanze come Ragioniere Generale
dello Stato chiamato da Depretis.
A 22 anni è incaricato di riordinare
la contabilità generale della Gendarmeria
granducale; nel 1959 le sue doti
contabili e di logistica, diremmo oggi,
lo portano ad essere chiamato da Cadorna
quando l’esercito toscano deve
confluire in quello piemontese; con la
proclamazione del Regno, si occupa di
unificare in una sola tipologia i molteplici
ordinamenti amministrativi e militari
vigenti negli Stati pre-unitari. Nel
1860 è a Torino, a capo della contabilità
al Ministero della Guerra. Incontra Cavour,
con cui parla dell’amministrazione
militare dello Stato e della scrittura
contabile a partita doppia. La metodologia
inventata dal Cerboni, una partita
doppia “sinottica” detta “logismografia”
(nome suggerito da Tommaseo), scelta
ufficialmente nella contabilità pubblica
con R.D. 15 giugno 1877, è appoggiata
da Minghetti e Correnti: il sistema
connette i conti dell’amministrazione
generale dello Stato, delle imposte
dirette e degli agenti di riscossione.
La conoscenza e diffusione del suo
metodo trova seguaci in tutta Europa,
a Parigi nel 1877 gli è conferita la medaglia
d’oro e il titolo di Accademico di
Francia. Altri, però, come l’Accademia
dei Ragionieri di Bologna o la Scuola
Superiore di Commercio di Venezia gli
rimproverano l'approccio personalistico
e sostengono che quella tecnica
dà luogo ad una catena di registrazioni
infinite. Il metodo logismografico è
abbandonato per le Intendenze di
Finanza nel 1891-92 e per l'amministrazione
centrale nel 1903-04.
Nel 1891 si dimette dalla carica di
Ragioniere generale dello Stato, passa
alla Corte dei Conti. Va in pensione il
28 dicembre 1893 a 66 anni.
Nel 1895 si ritira definitivamente nella
sua amata Villa San Giuseppe a Portolongone
da dove continua a difendere
le sue teorie fino alla morte, il 14
febbraio 1917. Si era sposato a Firenze
il 9 luglio 1850 con Ernesta Giuliani,
che gli darà 8 figli ma lo lascerà vedovo
nel 1900. A lui è intitolato un Istituto
superiore a Portoferraio.
44 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
VILLA CERBONI A PORTO AZZURRO
Nel 1872 Cerboni aveva comprato all’asta dagli eredi Rebuffat
una vasta tenuta con una costruzione spagnola
del Seicento nella campagna a 500 metri dalla piazza di
Portolongone. I Rebuffat, fornitori delle farine per l’esercito
durante l’esilio di Napoleone I all’Elba, ebbero l’onore
di avere ospite l’imperatore, incantato dalla grandezza
di due carrubi del giardino: l’ombra dei maestosi alberi
aveva protetto dal sole i 60 invitati ad un pranzo di nozze.
La casa originaria, con la chiesa privata, fu ampliata
da Cerboni che progettò un’ala in stile ottocentesco e
acquistò ancora terreni circostanti e appezzamenti di
terra coltivati a vigneto e oliveto. Durante l’ultima guerra
mondiale la casa fu occupata dai tedeschi prima e dagli
alleati poi.
La sua ultimogenita Matilde, unica rimasta sull’Isola, ricomprerà
da fratelli e sorelle i terreni e le porzioni della
casa. La proprietà della Villa appartiene ancora agli eredi
di Matilde. Vi è conservato l’Archivio del Cerboni (23 raccoglitori
con testi, articoli, documenti, lettere e appunti
personali, scritti di sostenitori e avversari, nonché le sue
numerose opere sulla “logismografia”) custodito dagli
attuali discendenti, Rabajoli Vadi, e nella parte antica
della Villa sono stati ricavati dei caratteristici piccoli appartamenti.
www.villasangiuseppe.net
GIUSEPPE CERBONI
In the 1800s, a talented young man from Elba, Giuseppe
Cerboni, left the Island to work as an assistant scribe to
work his way into a military career. He then became an
expert in economics and contributed towards the consolidation
and administration of the newborn Italian State.
From Florence to Rome, to Turin, he dealt with the organization
of the administrative systems of the various states
that made up Italy at that time, inventing a new public
accounting method. He became known throughout Europe
and was nominated to the Académie Francaise.
When he retired, he returned to his villa in Porto Azzurro,
surrounded by vineyards and olive groves, and he lived there
until his death. The villa dates back to 1600 and was also
visited by Napoleon. Nowadays his heirs live there and they
have created some holiday flats out of it.
CULTURE AND ARTS 45
Giorgio Roster:
scienziato e fotografo
Ḡiuseppe Battaglini
Nelle immagini dei versanti dell’Isola,
quello che colpisce è il cambiamento
rispetto al paesaggio attuale in cui la
macchia e i rimboschimenti hanno preso
il sopravvento sulle coltivazioni dei paesi
costieri vivacizzati, ai tempi, dai bastimenti
a vela e incorniciati dalle vigne che
si estendevano fino al mare. Ma nelle foto
di Giorgio Roster, che comincia a frequentare
l’Isola nel 1875, il cambiamento
del Golfo di Portoferraio è già presente
nel passaggio dall’ultimo quarto del XIX°
secolo al primo del XX° secolo: dalla barca
di legno e vela si arriva alle navi in ferro,
sia militari che mercantili al servizio degli
altiforni. Ilva il nome latino dell’Elba,
identificherà la siderurgia italiana fino
in tempi recenti. L’altoforno dell’Ilva rappresenta
la rottura dell’equilibrio secolare
della città medicea, lorenese e napoleonica:
la grande emigrazione operaia provocò
la sua espansione edilizia verticale
dentro le mura e, orizzontale, fuori dalle
mura e dal fossato del Ponticello che rendeva
Portoferraio un’isola nell’isola.
Lo scrittore anglo-americano Aldous
Auxley, giunto all’Elba nella primavera
del 1924 descrive con un linguaggio tutto
pittorico il meraviglioso contrasto fra la
natura millenaria e sempre nuova della
primavera elbana e il paesaggio industriale
da black country dell’altro forno. “Il
cielo era la tavolozza del Tiepolo. Una nuvola
di fumo saliva nel blu, bianca contro il
solee poi più scura, quasi grigia, attraverso
le pieghe ombrose di un abito da sposa. In
primo piano, sulla destra, sorgeva un’alta
casa rosa, che splendeva come un geranio,
nella luce del sole. C’era materia per una
Madonna con un codazzo di angeli e di
santi; o per una scena di storia troiana;
o una crocifissione, o un piccolo intrigo
amoroso di Giove tonante. Il suolo era
Mediterraneo, un pezzetto di Riviera completamente
circondato dall’acqua, in una
parola, l’Elba. Le colline si tuffavano in una
baia che facevo una curva elegante, piena
di mare luminoso, azzurro intenso. Sul
promontorio, ad un’estremità della baia,
Portoferraio era una cascata di stucco
dipinto. Ai sui piedi un porticciolo irto di
alberi di navi. Un odore di pesce ricordo di
Napoleone regnavano nell’aria”
La biblioteca comunale Foresiana, dove
è depositata gran parte della biblioteca
privata di Giorgio Roster, costituisce
una delle testimonianze più importanti
che uniscono lo scienziato all’isola e in
particolare ai Foresi di due generazioni:
Raffaello e Mario, con i quali condivideva
l’Elba e Firenze. Mario Foresi donerà
alla città e all’isola la sua ricchissima
biblioteca e pinacoteca che sarà aperta al
pubblico nel 1924. Questa sarà la premessa
perché Roster decida di lasciare, alla
sua morte nel 1927, alla Foresiana la sua
biblioteca e la raccolta di foto e documenti
a costituire il fondo Roster. Il fondo
è costituito da materiale fotografico
prodotto fra il 1880 e il 1927 e da materiale
manoscritto e a stampa, circa 1400
volumi, alcuni dei quali rari. La raccolta
fotografica presenta, oltre alle immagini
di botanica e di vario soggetto, alcune
telefotografie, stereoscopie e micrografie,
corredate da fogli manoscritti. Nella
maggior parte delle fotografie l’ambiente
elbano viene colto dalla parte del mare o
comunque si inquadra in percorsi a terra
effettuati durante brevi crociere intorno
all’isola. La visita alle miniere di ferro del
versante orientale o alle cave di granito
ad occidente diventa argomento di
fotografie di genere come quelle in cui il
lavoro e l’attività dell’uomo assumono un
aspetto prevalente con risultati spesso di
alta qualità grafica. Il paesaggio naturale
è un soggetto di gran lunga privilegiato
rispetto a quello antropizzato. Colpiscono
i rari scorci di Portoferraio con l’altoforno
da poco attivato nello spazio delle antiche
saline; le marine di Marciana e di Campo
appaiono colte in vedute di insieme così
come i monti di Marciana. La maggior
parte degli scatti dedicati all’isola è però
rivolta alla costa, ai promontori che la
disegnano e che vengono colti perlopiù
ritagliati sullo sfondo del cielo, sia diurno
che al “lume di luna”. Dalla barca scorrono
anche le immagini delle cave di granito
sul mare con ancora presenti i segni delle
antiche lavorazioni evidenziati da una
grande colonna. Appaiono località un
tempo quasi inaccessibili da terra se non
per impervi sentieri e mulattiere come
46 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Pomonte o Chiessi, caratterizzati da radi insediamenti rurali e
legati ad un’agricoltura di sussistenza. Il paesaggio diventa mezzo
per cogliere con intenti scientifici la varia mutevolezza del
cielo e gli effetti di luce che scandiscono il trascorrere del giorno
e il variare delle condizioni metereologiche.
GIORGIO ROSTER SCIENTIST AND PHOTOGRAPHER
Giorgio Roster was a scientist and an avid photographer
who started coming to Elba in 1875. On his death, he donated
to the Foresiana Library in Portoferraio, an important
collection of photographic material produced between 1880
and 1927 and of manuscripts and printed material, about
1400 volumes, some of which are rare. The photographic
collection presents, in addition to the images of botany and
a variety of subjects, some telephotographs, stereoscopies
and micrographies, accompanied by handwritten papers. In
most of the photos, Elba is taken from the sea or in any case is
foto©Andrè Silingardi
part of landings taken during short cruises around the island.
A visit to the iron mines in the east or to the granite quarries
in the west becomes the subject of his style of photography,
where man’s activity and work assume a prevalent aspect. He
certainly preferred the subject of natural landscapes rather
than man-made ones. The rare glimpses of Portoferraio are
striking with the recently activated blast furnace in the space
of the ancient salt pans; the marinas of Marciana and Campo
are captured in overall views like the mountains of Marciana.
However, most of the shots dedicated to the island are
aimed at the coast. From the boat, there are also images of the
granite quarries on the sea with signs of ancient workings still
present. Some places seem to be almost inaccessible from
land except for rugged paths and mule tracks like Pomone or
Chiessi, with sparse rural settlements surviving on agriculture.
GIORGIO ROSTER (Firenze 1843-1927))
Scienziato ed erudito è interessato a molteplici discipline.
Circa 170 pubblicazioni, conferenze, relazioni ne confermano
il valore. Appassionato di biologia vegetale frequenta la Villa
dell’Ottone della Marchesa Altoviti Toscanelli, curandone il
figlio Giovan Battista affetto da tubercolosi, dove suggerisce di
piantare numerosi eucalipti per la loro capacità di purificare
l’aria. Con lei si appassiona di algologia e impianta, insieme a
Giuseppe Garbari, uno dei primi giardini italiani di acclimatazione
per specie esotiche: un autentico luogo sperimentale
di studio popolato da piante provenienti dai climi tropicali. Si
avvicina alla fotografia per motivi scientifici, fino ad inventare
un microscopio chimico-fotografico e un apparecchio per
telefotografare, ingrandendo le immagini. Affascinato dal paesaggio
elbano ne fotografa gli scorci e gli ab itanti lasciando una
testimonianza di inestimabile valore. Il vasto archivio fotografico
di Roster si trova in importanti archivi nazionali fra i quali
la Foresiana a Portoferraio, nelle collezioni Alinari e il museo
Galileo di Firenze.
CULTURE AND ARTS 47
Portus Longe
Venerdì 8 maggio 1604
Fabrizio Grazioso
“Non potremmo certo sapere l’ora esatta
in cui le dodici galee spagnole diedero
fondo nella rada di ‘Portus Longe’, il
momento in cui la volontà del Re si fece
mattone, poi calce, per definire con metodo
un grezzo “Stato dei Presidi”. Vero
è che nella semioscurità d’un anonimo
8 maggio 1604, in un’alba che non si
sarebbe dovuta contraddistinguere dalle
altre, perlomeno non in quel modo, i
vessilli d’una “Cattolicissima Spagna”
sfregarono le acque di Mola, facendo
propria la terra, il suolo. E per tutti, dai
vicini di casa al Granduca di Toscana, fu
grande la sorpresa, indigesto lo smacco;
d’altronde lo avrebbero dovuto sapere:
col Trattato di Londra del 1557 (siglato da
Filippo II) la possibilità che l’Elba fosse
munita d’avamposti “iberici” giaceva
scritta nero su bianco. Prese il via la
costruzione. Per le linee essenziali, due
anni d’estenuanti lavori: modellare la
roccia, scavarla, non è cosa da poco. Il
complesso pentagonale, che si rifà a
quello d’Anversa, pareva inespugnabile:
doppia cinta muraria, bastioni colossali,
camminamenti coperti, fossati e
palizzate. Anche lo scoglio che placido
s’abbandonò alla Corona spagnola fu
profanato: decine e decine di gallerie
sotterrane presero il largo oltre le mura,
diramando le cavee radici sino alle
campagne, alla spiaggia. Fu così che
agli albori del XVII secolo la cittadella
divenne grembo del paese; lo è stato
per anni, quasi cento. Ma per evitare
l’intransigenza d’alcune regole (come
l’impossibilità d’uscire dal tramonto
all’alba) la gente prese a stabilirsi in marina,
lungo la spiaggia, ove già esistevano
una chiesetta dedicata alla Madonna del
Carmine, un piccolo borgo di pescatori
napoletani e genovesi, un Ufficio di
Sanità Marittima, un “Arsenale Regio”
e qualche magazzino. Nacque, poi, la
Guardiola: la prima “caserma extra-muros”.
Un presepe di casette seminate qua
e là tinse la parete rocciosa che scendeva,
erta, dal Presidio. Il germe urbanistico
contagiò un po’ tutto; archi, volte e
caranchioni: in poco meno di trent’anni
il prete c’aveva già sul groppone una
cinquecentina d’anime. I religiosi del
Forte, con un migliaio di soldati e la cura
dell’ospedaletto, non eran certo messi
meglio. Da Monserrato, invece, continuo
l’andirivieni. La fama di quel santuario
nato per volontà di José Ponçe de Léon
(primo governatore) si diffuse presto
in tutta l’Elba… e anche oltre. Ai romiti,
per vivere, bastava poco. Esaurite le
funzioni con il loro latino sgangherato,
l’unico momento di pace, a mo’ d’ascesi,
l’avrebbero avuto in cima a quel monte,
in una grotta, a cercar “contatti” col
proprio sé divino. Poi, al vespro, di nuovo
al sole, a inquadrar l’incredibile panorama:
la Fortezza, fumante per i fuochi; lo
scalpitio della cavalleria di ritorno da Rio;
la processione di donne che se n’andava
a Barbarossa, al “lavatoio”, e quei lontani
galeoni neri in rotta verso Longone.
Reclusa nella stiva, magari in un paio di
botti di vino, sfolgorante, la modernità.
8th MAY 1604 IN PORTUS LOUNGE
On the 8th of May, 1604, twelve Spanish
galleys landed in the harbour of ‘Portus
Longe’ in order to make it a stronghold
of the State of the Presidi with the
banners of a very Catholic Spain, under
the Treaty of London of 1557. It took
two years to build a fort considered
impregnable with its double walls,
colossal bastions, covered walkways,
ditches and stockades, dozens of
underground tunnels. For a hundred
years, the citadel was the soul of the
town. However, people slowly began
to settle towards the marina where
the Church of the Carmine stood
and a small village of Neapolitan and
Genovese fishermen, a Maritime
Health Office, a “Royal Arsenal” and
some warehouses. After that, the
Guardiola was built: the first “barracks
outside the walls”. Gradually the
cluster of houses that we know today
was formed. Meanwhile, the Church
of Monserrato, inhabited by hermits,
had become a sanctuary and was
known outside the island. From there
you could dominate the town and the
life that took place at the Fort or in the
Marina, far from modernity, in the
distance, the galleons could be seen on
the horizon.
48 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Alfredo Gioventù:
un artista nel paradiso
dei sassi
-Daniela Mangini
Alfredo Gioventù ha scelto la ceramica
come principale medium espressivo ed
ha dedicato la sua ricerca ai linguaggi
che si celano nell'estetica delle rocce
e dei sassi, e che le alte temperature
permettono di interpretare riproducendone
alcuni processi; gli scritti di Roger
Caillos e Pablo Neruda lo hanno aiutato
ad approfondire questa riflessione.
Di fronte a un mutamento continuo, ma,
per l'uomo, non sperimentabile e quindi
inconoscibile, davanti alla bellezza e
alla perfezione provvisoria dei sassi che
appaiono eterne, si impone imperativo,
per l'artista, il bisogno di continuare a
cercare, comprendere o immaginare, interpretare
e comunicare tutto il senso di
pienezza e vertigine che l'affacciarsi sul
tempo e sulla natura porta con sé. Così,
per Alfredo, l'incontro con le spiagge e le
scogliere dell'Isola d'Elba è stato, e continua
ad essere, una fonte inesauribile
di esplorazione, ispirazione e confronto
con la ricchezza estetica che i processi
geologici hanno donato a questo lembo
di terra. Le cote di Sant'Andrea, visitate
per la prima volta con Cristiano Anselmi,
si sono rivelate uno spazio grandioso nel
quale perdersi per seguire il movimento
del magma e degli ortoclasi che lo navigavano,
fissati nella roccia che si è raffreddata
ma ancora capaci di restituire
il senso del loro fluire, ed hanno ispirato
la serie di sculture “Diversità - Sassi di
Pirra e Deucalione”. L'installazione è stata
presentata nel 2014 all'Hotel Cernia,
e poi nell'ambito della mostra voluta da
Acqua dell'Elba nel 2019 “Ritornando ad
essere pietra” a cura di Cristina Sam-
foto©Daniela Mangini
marco, insieme agli esiti di una ulteriore
maturazione del progetto artistico sui
sassi dell'Elba.
Nel 2020, con la residenza d'artista de
L'Elba del Vicino, oltre a dedicarsi la
ricerca sulle scogliere ed i sassi della
zona mineraria, Alfredo Gioventù, fedele
alla sua storia di alunno e poi amico e
collaboratore del maestro Mario Lodi,
propone ai bambini ArT'inSpiaggia, a
Topinetti, uno dei progetti didattici pensati
per restituire alle nuove generazioni
le scoperte e le intuizioni del lavoro
d'artista. A fine maggio 2022, dopo due
anni di ricerca tecnologica e produzione,
è stata presentata la collezione “Le
spiagge degli Argonauti” immaginata
con Fabio Murzi e realizzata per la
Fondazione Acqua dell'Elba. Contenitori
di liquido profumato che interpretano
le “pagine” bianche e i segni nero-blu
delle scogliere della costa tra Portoferraio
e l'Enfola: partiture informali che
percorrono linee infinite, costellazioni
di macchie che emergono leggermente
nel magma bianco – rosa, messaggi di
calligrafie misteriose.
ALFREDO GIOVENTÙ:
AN ARTIST IN THE LAND OF STONES
Alfredo Gioventù has chosen ceramics
as his main means of expression and
has dedicated his research to the hidden
language in the aesthetics of rocks
and stones, and high temperatures
help to interpret by reproducing some
processes: the writings of Roger Caillos
and Pablo Neruda have helped him to
deepen this reflection.
Meeting the beaches and the rocks of
the Island of Elba has been and still
is for Alfredo, a profound source of
inspiration, exploration and comparison
with the aesthetic wealth that the
geological processes have donated to
this strip of land, from the granite at
Sant’Andrea to researching the rocks
and stones in the mining area of Rio.
The collection “the beaches of the
Argonauts” has been presented this
year, specifically created for the Acqua
dell’Elba Foundation. He has made
containers for their perfumes that
interpret the white ‘pages’ and the
black-blue dots of the rocks along
the coast between Portoferraio and
Enfola: informal scores that run along
endless lines, constellations of dots
that delicately emerge on white-pink
magma, messages in a mysterious
script.
CULTURE AND ARTS 49
-P.L.
Chiara Scalabrino
a tutto tondo
Chiara Scalabrino ha la pazienza di chi è abituato ad
osservare forme e colori, e pesa, e misura, e interpreta quel
che vede attraverso l’arte, restituendo, con la sua visione
personale, valori universali di bellezza ed armonia.
La sfera, lo è per eccellenza, armonia. Morbida, conclusa,
scivola, ruota, galleggia nell’infinito, può essere d’aria o di
materia, è comunque un mondo. Ogni sfera è un pianeta,
ed ogni pianeta compone galassie, come quelle che trovate
nello studio di Chiara in via Garibaldi a Portoferraio, che in
quelle forme geometriche trova l’inizio e la fine di quello
che vuole esprimere.
Tutto quello che riempie lo spazio lei lo disegna e lo colora,
lo ritaglia e lo riunisce in una narrazione dove conta il
risultato finale che è d’insieme, composto da simboli,
pittura, parole, foto, carte geografiche o antiche stampe.
Chiara Scalabrino ha la calma delle persone che riflettono
e passano molto tempo a dialogare con la tela, i pennelli
e il loro specchio interiore. Non dirà mai una parola di
troppo perché soppesa quel che dice come fa quando
intinge il pennello nelle tempere perché il colore sia della
giusta quantità e della tonalità appropriata. Spesso si
esprime attraverso quel che fa: il suo racconto, e quello
che vuole condividere, lo cerca nelle tele dei suoi maestri,
nei versi di una poesia, nelle parole sparse di un manifesto
pubblicitario, nelle note di uno spartito. E se l’altro ne
capisce il senso, legge quel mondo come lei lo intende, il
gioco è fatto. E’ come parlare.
Foto di ©ManuelaCavallin
Chiara all’Elba è arrivata come tanti per passarvi l’estate
nella casa di famiglia a Norsi. Ma come molti è poi rimasta.
Sarà stato l’orizzonte con lo skyline di Montecristo che
incanta al tramonto o il profumo del bosco che circonda
la casa, sarà quello che le vecchie solide mura contadine
raccontano, sarà il silenzio delle notti stellate e la natura
che d’arte ed armonia se ne intende. E’ qui che ha deciso
di vivere da artista, artigiana, poetessa delle forme. Anche
se sono frequenti i suoi viaggi in continente per esporre a
Milano o in altre gallerie in “continente”.
50 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Chiara i mondi a volte li illumina
da dentro, li sostiene con colonne e
candelabri, li cala sognanti dal soffitto
pronti a muoversi nelle correnti
d’aria. Li colloca sui tavoli, nell’angolo
giusto dell’etagere o della consolle, su
un botte dipinta come nel caso dell’
installazione preparata per Antonio
Arrighi in un tutt’uno con l’uva, il
vino e le vigne elbane. Sfere che si
muovono, migrano, perché niente è
fermo e quello che oggi può essere
considerato un originale centro tavola,
diventa una lampada nella penombra
di una camera da letto, un atto votivo
su un altare, il simbolo di un locale o
l’incipit di una mostra d’arte. Ognuno
del proprio mondo ne fa quel che
vuole.
barrel as in the case of the installation
prepared for Antonio Arrighi in
harmony with his grapes, the wine and
the vineyards of Elba. Spheres that
move, migrate, because nothing stays
still and what today can be considered
an original centerpiece, can become
a lamp in the shade of a bedroom, a
votive act on an altar, the symbol of a
room. Everyone can put them where
they please in their own world.
Foto di ©ManuelaCavallin
Foto di ©EnjoyElba
CHIARA SCALABRINO
Chiara Scalabrino has the patience
of those who are used to observing
shapes and colours, and she weighs,
measures and interprets what she
sees through art, giving back, with
her personal vision, universal values
of beauty and harmony. Each sphere
is a planet and each planet makes
up galaxies, such as those found in
Chiara’s studio in Portoferraio, where,
in those geometric shapes, she finds
the beginning and the end of what she
wants to express. Chiara Scalabrino
has that calm air of those who reflect
and spend time in dialogue with the
canvas, the brushes and their inner
mirror.. Chiara came to Elba like many,
to spend her summer in the family
home in Norsi. Like many others, she
has remained. It could have been the
horizon with the skyline of Montecristo
that enchants at sunset, or maybe the
scent of the wood that surrounds the
house, it might have been the stories
that the old solid farm walls recount,
or even the silence of the starry
nights and Nature itself that knows
all about art and harmony. It is here
that she has decided to live; an artist,
artisan, poetess of shapes. She places
her spheres on the table, in the right
corner, on the bookcase, on a painted
CULTURE AND ARTS 51
-Patrizia Lupi
Le vie di fuga
di Federico Serradimigni
Uno sguardo aperto, quello di Federico
Serradimigni, abituato a guardare
dritto davanti a sè in ogni stagione con
il riflesso del mare che balugina nello
sguardo e sa di vento di ponente o di
libeccio. Sembra di vederlo, bambino,
sulla spiaggia di Scaglieri, accanto al
nonno Raffaello Balestrini, vecchio
pescatore e contadino, saggio e paziente
come sanno esserlo solo quelli che
portano nel volto i segni della fatica
e del salmastro, della calma piatta e
delle tempeste, facendone tesoro. Quei
“maestri” che insegnavano a rispettare
la natura, a lavorare il legno o a totanare,
a raccogliere funghi, a riconoscere
pesci ed erbe spontanee: nonni che
raccontavano leggende e vigilavano sul
futuro dei loro nipoti. La voce del mare,
e il suo mistero, Federico li conosce
bene, fin da quando raccoglieva in
spiaggia quel che le onde restituivano
alla terra, a miglia di distanza, tracce
di altri luoghi, storie, persone, mani
di ogni colore che quei legni avevano
lavorato per farne barche o finestre od
oggetti d’uso quotidiano.
Li raccoglie ancora sulle spiagge
dell’Elba o di Pianosa, alla ricerca di un
segno, che sia chiodo o serratura, nodo,
ramo o venatura che ne permetta il
riconoscimento nonostante il lavoro
incessante dell’acqua salmastra, degli
urti e delle offese del tempo. Oggetti
dilavati, sopravvissuti, muti ma ricchi
di tutte le storie che un bambino, anche
se ormai uomo, riesce ad immaginare.
Federico, fotografo, artigiano e poi
artista, fuori dagli stereotipi, contemporaneo
ed antico, quei legni li ha uniti,
trasformati, resi forti, donando loro
un senso, una nuova vita. Gallerie im-
maginarie dove le distanze e il tempo
si perdono in un punto, che sia buio
o abbagliante, che lascia immaginare
altri punti, altri percorsi, un altrove
che non è più terreno ma appartiene a
tutto l’universo. La cornice diventa foto
e quadro, in un unica opera d’arte che
unisce dentro e fuori, gli stessi oggetti
che si rincorrono in una dimensione
senza tempo, sempre uguali a se stessi
ma sempre diversi nell’incedere della
luce, trasformati nel colore, lo stesso
che si ripete e domina la scena, ma arricchito
da giochi d’ombre o sfumature.
Ed allora quel che conta è la ricerca
dell’oggetto da riprodurre che è anche
ricerca interiore, e poi il percorso, il
viaggio, quell’incedere delle cose che
sembrano sempre uguali ed invece si
trasformano di continuo. Come le età
dell’uomo o delle scogliere che sembrano
forti ed eterne, invece si sgretolano
giorno dopo giorno e diventano
ghiaie e sabbia e polvere.
Le opere di Federico sono semplicemente
belle, piene di fascino come le
storie misteriose, ricche di passato e
di futuro, perché indicano un artefice,
una fonte di luce, una strada. Sono
fantasia, geometria ed armonia che si
fanno bellezza. Lui che ha visto tante
persone dietro le sbarre sa quanto sia
importante una speranza, la libertà,
una via d’uscita.
Foto di ©Federico Serradimigni
52 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
FEDERICO SERRADIMIGNI WAY'S OUT
Federico has an open face that is used to looking straight
ahead in every season with the reflection of the sea in his
eyes, telling of the wind. You can imagine him, as a child, on
Scaglieri beach, next to his grandfather Raffaello Balestrini,
an old farmer and fisherman, wise and patient as only they
can be, those who have the signs of salt and fatigue written
on their faces, of the dead calm and the fury of the storms,
learning from it all. Federico knows the voice of the sea and
its mystery ever since he started collecting flotsam and
jetsam washed up on the shore from miles away. He still
collects bits and pieces on the beaches of Elba or Pianosa,
searching for a sign, be it a nail or a lock, a branch or a vein
in the wood that helps him to recognize it in spite of the
constant lapping of salt water. Federico is a photographer,
craftsman and then an artist, unconventional, contemporary
and ancient, the wood has united them, changed them,
strengthened them and given them a meaning, a new life.
Imaginary tunnels where distances and time get lost in a
dot, that has us imagining other points, other paths. Federico’s
works are beautiful in their simplicity, full of charm like
mystery stories, full of hope, because they point to a creator,
a life, a path, they are fantasy, geometry and harmony that
become beauty.
Foto di ©Federico Serradimigni
CULTURE AND ARTS 53
-P.L.
Manuela
Cavallin
e il suo
mondo
colorato
Quando dal “continente” arrivi all’Elba,
anche se sei toscana e nella bellezza ci
sei nata, l’Isola ha la capacità di stregarti.
Che siano i colori del mare o della
macchia, che siano i profumi e l’aria
tersa, oppure la luce che cambia come
cambia il vento, qualcosa dell’Isola ti
rimane negli occhi e nell’anima. Alcuni,
gli artisti, cercano di immortalare
questo momento di meraviglia nelle
loro foto e nei loro quadri, come cercano
di cogliere l’anima di una persona
attraverso la sottile percezione di uno
sguardo, un gesto, un movimento.
Manuela Cavallin, che di colori si veste,
perché non la vedrete mai mono tono,
all’Elba ci sta d’incanto perché è come
vivere dentro un arcobaleno: con
curiosità, e voglia di sapere, la esplora e
la vive, per riprodurla nelle forme d’arte
che ha imparato a conoscere e sperimentare.
Cimentandosi in varie discipline,
nonostante la sua professione,
non lo direste mai, di commercialista. Si
mette in gioco in teatro: dopo l’esordio
nel Gruppo Elba Spettacolo, per anni
ha fatto parte della Compagnia dei Tappezzieri
di Paolo Ferruzzi, esuberante
e poliedrica. Da Alessandro Beneforti
ha imparato la tecnica della fotografia,
da Paolo Manzi l’uso dei pennelli e del
disegno. Inesauribile è da sempre
l’animatrice di serate e iniziative culturali
o d’intrattenimento. Con la Pro Loco
di Portoferraio, fa parte del direttivo,
in ogni stagione inventa eventi per vivacizzare
il capoluogo ebano con gruppi
musicali, mercati, mostre, incontri e
commemorazioni. Ha partecipato alla
nascita del collettivo di fotografi “Isosei”
che da anni crea progetti collettivi e
concorsi fotografici. Coordina e conduce
laboratori dando voce a giovani, lavorando
con loro, tentando di cambiare
qualche punto di vista, attraverso forme
di comunicazioni fatte di immagini e di
idee fuori da coro.
Ma non pensate che si fermi ai confini
dell’Isola. La trovi ad Ariccia insieme
ad altre artiste, per una mostra al tutta
al femminile, sul Nudo Maschile per
superare gli stereotipi di ogni genere.
Ha omaggiato Cosimo de’ Medici in una
lunga mostra fotografica personale,
all’interno delle fortezze medicee nel
2019, e per quattro mesi ha ospitato
Cosimo ed i più famosi personaggi del
risorgimento con “Cosimo de Medici
ospita il Rinascimento”, senza rinunciare
al suo tocco personale. Ha dato voce
alle donne vittime di violenza con “La
mia voce la tua voce”, alle vittime di bullismo
“Red line”, ai morti in mare con
“Morire di mare” e con molti progetti
fotografici di grande impatto emotivo,
ma ha anche fotografato le “donne” con
il progetto Viste da me, alle quali ha
fatto indossare i panni di personaggi
famosi o meno, esaltandone la bellezza
o la trasgressione.
Fa parte di quella schiera di donne che
vanno avanti, libere di essere se stesse,
anche di fronte alle difficoltà. Difficile
vederla accigliata, magari dispiaciuta,
scomposta. Riderà con allegria aggirando
l’ostacolo, elegante, con i suoi bei
cappelli, le sciarpe colorate, i gioielli
ben abbinati, i tacchi alti, ma senza
ostentazione, come se il suo guardaroba
fosse quello di scena, da cambiare a
seconda del personaggio o dell’umore.
Sempre diversa e non potrebbe essere
diversa da così.
Provocatoria, a volte scomoda, ama raccontare
la realtà per quello che è, con
le sue contraddizioni. Stupisce e rende
inquieti, a volte, con le immagini che
propone, ma ti invita a pensare portandoti
fuori dalla consuetudine e dall’ area
di comfort dei benpensanti, fornendo
una inconsueta chiave di lettura e un
diverso punto di vista della realtà. Un’
artista che guarda il mondo attraverso
54 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Foto ©Manuela Cavallin
una lente, o in punta di pennello, ma che nonostante quel
circoscritto obiettivo riesce a spiegarne la complessità.
MANUELA CAVALLIN AND HER WORLD OF COLOURS
Manuela is one of those people who has been charmed by
Elba where she has lived and worked for many years. Here,
she expresses her soul as an artist through her photography
and her art that she conveys with the use of light and colours.
In the same way, her clothes are colourful, always different,
always cheerful. She loves living on the island because it is
like living inside a rainbow. She also loves the stage: for years,
she was part of Paolo Ferruzzi’s exuberant, versatile theatre
group, La Compagnia dei Tappezzieri. She learned the technique
of photography from Alessandro Beneforti and the use
of colours and drawing from the master Paolo Manzi. With
her never-ending energy, she has always been the animator
of evenings, either cultural or entertaining. Alongside the
Tourist Association in Portoferraio, she organizes events and
parties to liven up the capital with musical groups, markets,
exhibitions, meetings and tributes, giving voice to young people
and the not-so-young Elban talents. But she does not stop
at the boundaries of the Island. For instance, she recently
held an exhibition in Ariccia with other female artists called
“Male nude against the stereotype”. She can be provocative,
sometimes awkward but she loves to tell reality for what it
is with all its contradictions. She is an artist looking at the
world through a camera lens, or with the tip of a paintbrush,
but despite that limited objective, manages to explain its
complexity.
CULTURE AND ARTS 55
Elba Isola
Musicale
d'Europa:
il Festival
ricomincia
da 26
Tagliato felicemente lo scorso anno il traguardo della 25ª
edizione, Elba Isola Musicale d’Europa guarda avanti… ai
suoi prossimi 25 anni. E lo fa con quell’entusiasmo che a
George Edelman, suo Direttore Artistico, nonché cofondatore
nell’ormai lontano 1997, non manca mai. Rinnovando la
vocazione al connubio tra musica, natura e storia, il Festival
si svolgerà dal 28 agosto all’11 settembre, a Portoferraio e in
altri luoghi dell’isola, in location di bellezza impagabile che
saranno un valore aggiunto a note eseguite da virtuosi che a
loro volta sapranno donare al paesaggio sfumature inedite,
preziose.
Maestro Edelman, è trascorso un quarto di secolo dalla
prima edizione di Elba Isola Musicale d’Europa, che tra l’altro
inaugurò l’allora appena restaurato Teatro dei Vigilanti di
Portoferraio. Quali sono le principali novità di quest’anno?
La novità più rilevante sarà la costituzione dell’Elba Festival
Orchestra, una formazione sinfonica internazionale di
35 elementi che si riunirà sull’isola per prove e concerti,
comprendente sia solisti affermati che giovani musicisti.
Questi ultimi potranno seguire così un percorso formativo
di un’intera settimana, confrontandosi con artisti di grande
esperienza e con repertori diversificati. È doveroso per il
Festival esprimere la propria riconoscenza al compositore,
pianista e direttore d'orchestra colombiano Arturo Cuéllar
per il supporto alla realizzazione di questo progetto. L’orchestra
suonerà a Portoferraio in tre occasioni, il 5, 7 e 10
settembre, nella principale sede portoferraiese del Festival,
l’Auditorium della Villa Romana della Linguella.
L’anno scorso si sono celebrati diversi anniversari, ad iniziare
da quello napoleonico. E quest’anno?
Omaggeremo prima di tutto Pier Paolo Pasolini, nel centenario
della nascita di questo grande scrittore, regista e
intellettuale a tutto campo. L’evento pasoliniano si terrà il 6
settembre e avrà come protagonista il Coro del Friuli Venezia
Giulia, già ospite della passata edizione del Festival; tra
le composizioni in programma, le musiche di scena di Luigi
Nono scritte per “I Turcs tal Friúl”, atto unico di Pasolini del
1944 sull’invasione turca in Friuli, e in prima esecuzione due
brani della cantautrice ed etnomusicologa Giovanna Marini
e di Virginia Guastella, una delle più interessanti compositrici
delle ultime generazioni.
56 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Foto ©AndreaMessana - Archivio Elba Isola Musicale d’Europa
Innanzi tutto, il concerto di apertura sarà nel segno di
Brahms e Dvořák con, tra gli altri, il pianista Andrea Lucchesini.
Ci saranno poi due grandi violoncellisti, Mischa Maisky
e Mario Brunello: il primo non ha mai prima suonato al
Festival, e rappresenta quindi una delle più importanti novità
della prossima edizione, mentre Mario Brunello è una
presenza fissa da sempre. Quest’anno, tra l’altro, debutterà
da noi il figlio Pietro, cantante e chitarrista, che insieme a
David Riondino offrirà un originale ritratto di Bob Dylan.
Solo musica o ci sarà anche altro?
Ci sarà un omaggio alla settima arte, l’11 settembre, in
chiusura del Festival, in occasione di un altro significativo
centenario: la proiezione del film muto del 1922 “Nosferatu
il vampiro” di Friedrich Wilhelm Murnau, capolavoro del
cinema espressionista, musicato dal vivo dall’ensemble
Octuor de France. Un’altra “prima volta” per il Festival dell’Isola
d’Elba, che non ha mai ospitato prima l’accompagnamento
dal vivo di una proiezione cinematografica.
Portoferraio è da sempre la sede principale di un Festival che
con gli anni si è diffuso un po’ in tutta l’isola…
Anche quest’anno il nostro viaggio musicale farà tappa in
altri Comuni, a Rio, Marciana, Marciana Marina e a Capoliveri.
A Capoliveri, il 3 settembre, ascolteremo un chitarrista
molto interessante e innovativo, nativo del Benin: Lionel
Loueke, artefice di uno stile personalissimo che ingloba il
jazz e la tradizione del suo Paese di origine.
Jazz: ogni anno il Festival propone, appunto, concerti dedicati
a questa musica.
Ci sarà un concerto jazz anche a Portoferraio, il 29 agosto,
con il quartetto di Enrico Rava, il più illustre e internazionale
dei jazzisti italiani. Rava, che nonostante i suoi 80 e passa
anni è ancora in piena forma creativa, suonerà con alcuni
giovani talenti del vivace panorama del jazz italiano, quali
il chitarrista Francesco Diodati, il contrabbassista Gabriele
Evangelista e il batterista Enrico Morello.
Elba Isola Musicale d’Europa rimane comunque principalmente
un imperdibile appuntamento con la musica classica,
di varie epoche. Può anticiparci il nome di qualche altro
ospite?
CULTURE AND ARTS 57
Non possiamo dimenticare che il mondo sta attraversando
un momento davvero difficile: mentre la pandemia di Covid
19 non è stata ancora del tutto sconfitta, nel cuore dell’Europa
è in corso una guerra terribile. Come può porsi un Festival
musicale di fronte a un dramma del genere?
Personalmente, essendo proprio di origine ucraina, sto
vivendo questa situazione con grande angoscia. Ma come
diceva Čajkovskij, “la musica illumina, rasserena e consola”:
sicuramente attraverso la musica possiamo sempre ricordarci
del bello di cui l’essere umano è capace, ed entrare
grazie a questo in una connessione più profonda con noi
stessi e con gli altri. Quello che possiamo fare come Festival
è, dunque, diffondere un messaggio di pace e di invito alla
fratellanza tra i popoli: accogliendo musicisti provenienti
da tanti Paesi diversi, Elba Isola Musicale d’Europa favorisce
da sempre il dialogo e, a maggior ragione, continuerà a
farlo quest’anno e per tutti gli anni che verranno insieme
agli artisti che potranno condividere questo messaggio.
Per dare un segno tangibile del nostro impegno in proposito,
quest’anno l’Elba Festival Prize verrà assegnato a un
giovanissimo, grande talento proveniente dall’Ucraina, una
violinista di 13 anni costretta a lasciare il suo Paese a causa
della guerra, che tra l’altro eseguirà una composizione commissionata
ad un raffinato compositore romano,
Alessandro Annunziata.
Maestro Edelman, non possiamo quindi che augurare al
Festival altri 25 anni di grande musica!
Foto ©AndreaMessana - Archivio Elba Isola Musicale d’Europa
ELBA ISOLA MUSICALE D’EUROPA
Don't miss the 26th Festival Elba Isola Musicale d’Europa,
one of the most significant appointments with classical
music and jazz in the Mediterranean! The concerts,
performed in some of the most captivating locations, will
take place from August 28 to September 11 in Portoferraio
and in other charming cities of the island: Rio, Marciana,
Capoliveri and Marciana Marina.
The most important novelty of this year is the creation of
the Elba Festival Orchestra, an international symphonic
formation of 35 musicians, where established soloists
will play along with the young musicians. These concerts
blending symphonic and chamber music repertoire will
take place on September 5, 7 and 10, at the Auditorium
of the Villa Romana della Linguella, the main Festival's
venue in Portoferraio. The organizers express their
heartfelt gratitude to the Colombian composer, pianist and
conductor Arturo Cuéllar for his support in the realization
of this project. A tribute to Pier Paolo Pasolini, marking
the centenary of the great writer, poet and director's birth,
will be held on September 6 and will feature the Friuli
Venezia Giulia Choir. In the program, the incidental music
by Luigi Nono written for "I Turcs tal Friúl," Pasolini's oneact
play dating from 1944 and dedicated to the Turkish
invasion in Friuli, and two world premieres: one – by
the singer-songwriter and ethnomusicologist Giovanna
Marini, another – by Virginia Guastella, one of the most
interesting young Italian composers. The Festival will also
host great soloists, such as the pianist Andrea Lucchesini
and the cellists Mischa Maisky and Mario Brunello. M.
Maisky has never played at the Festival before, while M.
Brunello has been its permanent and appreciated guest.
This year, Mario’s son Pietro, singer and guitarist, will
make his debut on Elba. Together with David Riondino,
they will offer an original portrait of Bob Dylan. Elba
Isola Musicale d’Europa will traditionally present jazz
58 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
concerts: on August 29, in Portoferraio, featuring the
quartet of an 81-year-old jazz legend Enrico Rava, the most
international of Italian performers, and, on September 3,
in Capoliveri, exceptional American guitarist and singer
of African origin Lionel Loueke. The Festival will end with
a significant cinematographic event: on the occasion of its
Centenary, we will show the 1922 silent film "Nosferatu the
Vampire" by Friedrich Wilhelm Murnau. The masterpiece
of expressionist cinema will be set to live accompaniment
by the ensemble Octuor de France. In this period, when
Europe is marked by a horrible war, Elba Isola Musicale
d’Europa Festival wishes to be a place, where the musicians
of different nationalities perform together, remembering
that, as Tchaikovsky said, "Music illuminates, calms and
consoles." To give a tangible sign of solidarity with the
suffering of Ukrainian population, the Elba Festival Prize
will be awarded to an exceptional 13-year-old violinist
from Ukraine, who was forced to leave the country. Young
artist will perform a new composition commissioned by
the Festival to a refined Roman composer, Alessandro
Annunziata.
Foto ©AndreaMessana - Archivio Elba Isola Musicale d’Europa
CULTURE AND ARTS 59
60
ENJOY ELBA AND THE ENJOY TUSCAN ELBA 2021 ARCHIPELAGO 2022
foto©Gaetano Triscari
Enjoy
Lifestyle and Sport
Navigare nella bellezza
con Buechi Yachting
-
Patrizia Lupi
“Il mare è senza strade, il mare è senza
spiegazioni” (Alessandro Baricco). È uno
stato d’animo, un richiamo, una speranza,
una ricerca, una brezza che diventa
vento ed ancora qualcosa di diverso. Il
mare trasforma, consola, svela, diluisce,
lava, calma, rassicura. Lo senti dentro.
E andar per mare è sempre una scelta,
anche quando è per vacanza. Molti lo
amano in primavera e in autunno, per
cimentarsi nella navigazione sportiva,
oppure nelle stagioni calde, quand’è
calmo e rispecchia nuvole e sole, vestendosi
di mille tonalità d’azzurro. Andar
per mare ha il fascino dei tempi lenti
e del silenzio, del ritmo della natura e
dell’avventura, delle partenze e dei ritorni,
di terre nuove e mondi da scoprire.
E’ sostenibile, pulito, comodo, sicuro.
Per questo molte persone scelgono la
vacanza in barca, e il Mediterraneo offre
opportunità incredibili con le sue mille
isole, spiagge, approdi e insenature.
L’Arcipelago, con la costa Toscana a
portata di mano, vicinissime la Corsica o
la Sardegna, è una delle mete più amate
perché è come navigare nella bellezza.
I soci di Buechi Yachting, Patrice e Carolin,
conoscono bene questo mercato
e questo mare perché prima di farne un
mestiere, lo hanno praticato e amato.
Per i suoi clienti propongono solo barche
a vela, costruite nei più importanti cantieri
europei come Bavaria o Fountaine
Pajot. Sono quindici le imbarcazioni da
dieci a quindici metri, per ospitare da
due a dieci persone, mettendo a disposizione
da due fino a cinque cabine, quattro
i bagni per le più capienti. Diverso lo
stile, diverso l’anno di costruzione, ce
n’è per tutti i gusti. Da Gaia, una piccola
bomboniera, fino alle più esclusive come
l’ultima di famiglia, Arovy. Hanno in
comune un certificato di sicurezza come
il RINA perché la sicurezza della navigazione
è un must. Come riconoscerle?
dai bei colori degli spinnaker. Vederle è
una festa.
Dove andare? In tre giorni è possibile
fare il periplo dell’Isola d’Elba, e magari
una puntata in Capraia. Con una settimana
dall’Elba si arriva in Corsica, all’orizzonte
le altre Perle del Tirreno. In due
settimane si attracca in Sardegna alla
Maddalena o nei porti corsi di nordovest.
Addirittura tre per arrivare anche in
Costa Azzurra. Ineccepibili le dotazioni
di bordo e i servizi. L’approdo è comodo
e possibile con ogni vento nel cantiere
Edilnautica, uno scalo nel porto più
sicuro del Mediterraneo: Portoferraio.
Sarà a vostra disposizione il posto barca,
gratuitamente, per tutta la durata del
noleggio. Se per qualche motivo avrete
bisogno di uno skipper Patrice e Carolin
vi indicheranno le persone disponibili.
Consigli anche per i rifornimenti.
L’acqua e una bottiglia di vino dell’Elba
trovate già a bordo, come omaggio. Un
altro benefit è il fuoribordo incluso nel
prezzo, come l’assicurazione durante
il viaggio. Se arrivate in auto avrete il
parcheggio libero presso il cantiere.
Minuziosa la pulizia e l’attenzione per
la salute dei clienti. Come prenotare?
direttamente presso la sede svizzera a
Tremona, dedicata soprattutto al mercato
nordeuropeo, dove Vanessa Buechi
vi darà i consigli giusti, oppure presso
la sede di Portoferraio dove trovate
Carolin, la gentilezza fatta persona. Non
vi lascerà senza risposte e cercherà di
rendere la vostra vacanza il più piacevole
possibile. Vi verrà in soccorso per le prenotazioni
degli ormeggi, per la cambusa,
per lo shopping. Patrice invece, esperto
di motori, curerà i dettagli tecnici e la
manutenzione di tutte le apparecchiature
per la massima efficienza del viaggio.
Sapete perché vi troverete bene? Perché
Patrice e Carolin un pezzo di cuore ce
l’hanno fra quelle vele. Patrice senior, il
padre di Patrice e Vanessa, e marito di
Carolin, è ancora lì con loro, pur navigando
in un’altra dimensione, sicuramente
acquatica, come i gabbiani che
dall’alto osservano quel meraviglioso
mare, vegliando su chi lo ama.
62 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Foto di ©Carolin&PatriceBuechi
SEGELN IN BELLEZZA
MIT BUECHI YACHTING
"Das Meer ist ohne Straßen, das Meer
ist ohne Erklärungen" (Alessandro
Baricco). Es ist ein Gemütszustand,
ein Ruf, eine Hoffnung, eine Suche,
eine Brise, die zum Wind wird. Das
Meer verwandelt, tröstet, entschleiert,
verdünnt, wäscht, beruhigt, besänftigt.
Darauf zu segeln hat den Reiz der
Langsamkeit und der Stille, des Rhythmus
der Natur und des Abenteuers,
des Aufbruchs und der Rückkehr, der
neuen Länder und Welten, die es zu
entdecken gilt. Es ist nachhaltig, sauber,
komfortabel und sicher und der
toskanische Archipel mit dem nahen
Korsika oder Sardinien, ist eines der
beliebtesten Reiseziele, denn es ist
wie Segeln mitten in Bellezza, der
Schönheit.
Buechi Yachting, geführt von Carolin
und Patrice Buechi, kennen dieses
Meer sehr gut. Sie bieten ihren Gästen
in Portoferraio eine Charterflotte von
fünfzehn Segelyachten zwischen zehn
und fünfzehn Metern Länge, die Platz
für zwei bis zehn Personen bieten.
Verschiedene Stile, verschiedene Baujahre,
für jeden ist etwas dabei.
Die Ausstattung an Bord und der
Service sind unschlagbar. Wenn Sie bei
Carolin und Patrice mieten, haben Sie
ein Rundum-Sorglos-Paket gebucht.
Im Charterpreis inbegriffen sind viele
Extras. Auf Sauberkeit und Kundenbetreuung
wird größter Wert gelegt.
Carolin mit Ihrem Team empfängt
sie persönlich vor Ort. Sie weist Sie
ausführlich in die Schiffe ein und hilft
bei der Reservierung von Liegeplätzen.
Patrice hingegen, ein Motorenexperte,
kümmert sich um die technischen Details
der Schiffe und die Wartung der
gesamten Ausrüstung, damit Ihr Törn
so problemlos wie möglich verläuft.
Wohin soll es gehen? In drei Tagen ist
es möglich, die Insel Elba zu umrunden
und vielleicht einen Abstecher
nach Capraia zu machen. In einer Woche
ab Elba erreichen Sie auch Korsika,
und in vierzehn Tagen legen Sie auf
Sardinien oder in den nordwestlichen
Häfen Korsikas an.
in basso: Carolin e Patrice Buechi Jr
LIFESTYLE AND SPORT 63
-P.L.
LOCMAN:
Italian
Watchmaking
Misurare il tempo ha un che di magico,
è il tentativo di misurare l’infinito con
uno strumento finito, perché segna
l’attimo, che non è altro che passato
e futuro insieme. Abbiamo provato a
misurarlo, il tempo, a capirlo guardando
da sempre il movimento degli astri
e delle stagioni. Con le meridiane il cui
uso è documentato fin dal III millennio
a.C. o con le clessidre già usate dagli
antichi Egizi. Come fosse un appuntamento
con la sorte, le occasioni, la
fortuna, il destino. E in questo tentativo
c’è qualcosa che assomiglia al divino,
perché per misurare l’infinitamente
piccolo, sempre più piccolo, ci vuole
un infinito sapere e, soprattutto, una
infinita pazienza. Niente è più magico,
rievoca il momento della nascita, come
l’avvio del movimento dell’ingranaggio
quando, dopo un ricamo di ruote,
bilancini, viti e meccanismi, la lancetta
prende vita, e quell’istante promette
nuovi inizi e ci riallinea con l’eterno
moto dell’universo.
In Italia la tradizione degli orologiai è
antica, lo dimostrano i mille campanili
dove ingegnosi artigiani fin dal Trecento,
ponevano orologi meccanici come
fossero un suggerimento e un monito.
Galileo Galilei, con la scoperta del sincronismo
del pendolo, svelò un mondo
nuovo, diffondendo questa conoscenza
in tutta Europa. Locman ha preso il
testimone di questa lunga tradizione
incrociando la sua strada con talenti
dei settori dell’orologeria e del luxury.
Fortunato è stato l’incontro con il nipote
di Domenco Morezzi che nel 1937 aveva
fondato la OISA, una celebre produzione
milanese di calibri meccanici,
in Corso Como 10 dove oggi ha sede
un famoso locale-showroom icona di
moda e stile, che venivano esportati
dovunque. Se ne potrebbero contare
oltre 10 milioni in tutto il mondo.
Novità del nuovo Montecristo Oisa,
edizione limitata in oro e acciaio, sono
il bilanciere senza racchetta, le viti antiallentamento,
la molla dell’incablock
dimensionata sul pivot, garanzia di un
movimento estremamente preciso e
affidabile. “Fino ad oggi, nonostante la
nostra grande tradizione nell’orologeria,
in Italia non si era riusciti a trasformarla
in un successo industriale - spiega
Mantovani - ma finalmente, grazie alla
sinergia con Oisa, siamo orgogliosi di
presentare il primo orologio “made in
Italy”: finalmente l’orologeria meccanica
italiana è tornata”.
Il primo Montecristo Oisa è andato
all’asta a New York da Charity Buzz
per 22mila dollari e il ricavato è stato
interamente donato alla Fondazione
Bocelli.
Altra novità in casa Locman è “Amo”,
l’orologio dall’anima femminile, nato
appunto per amore del mare e della
natura, un classico ma dal design
particolare per le anse che ricordano gli
ami dei pescatori, alle quale agganciare
i cinturini dai mille colori, per ogni stagione,
per ogni occasione: bianco, fuxia,
rosa, rosso, sky, verde e verde acqua.
64 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Il negozio Locman di Marina di Campo
Movimento Solo Tempo al Quarzo,
Cassa in Acciaio e Titanio da 32 mm
anche nella versione rose gold o con
diamanti, quadrante in madreperla
bianco o grigio con numeri arabi e indici
applicati, vetro minerale antigraffio
trattamento zaffiro, Impermeabilità
5atm. Un’altra imperdibile perla della
collezione Locman.
LOCMAN: ITALIAN
WATCHMAKING
In Italy, the tradition of watchmaking is
ancient as you can see in the thousand
bell towers where mechanical clocks
have been placed since the 14th Century.
Galileo Galilei, with the discovery
of the synchronism of the pendulum,
revealed a new world, spreading this
knowledge throughout Europe. Locman
has taken over this long tradition by
mixing it with talents from the fields
of watchmaking and luxury goods. The
encounter with Domenico Morezzi’s
grandson was a fortunate one. In 1937,
he had founded the OISA, a famous
Milanese producer of mechanical
movements that were exported all over.
There could be over 10 million of them
around the world. New features of the
new Montecristo Oisa, limited edition
in gold and steel, are the balance pivots
without the classic racket, anti-loosening
screws, the incabloc shockproof
system, guaranteeing an extremely
precise, reliable movement. “Until now,
in spite of our great tradition in watchmaking,
in Italy we have never managed
to turn it into an industrial success -
explains Mantovani - but finally, thanks
to the synergy with Oisa, we are proud
to present the first watch “made in Italy”:
finally, Italian mechanical watchmaking
is back.” The first Montecristo Oisa 1937
was auctioned in New York by Charity
Buzz for $22,000 and the proceeds
were donated entirely to the Bocelli
Foundation. Something new in the
Locman house is “Amo”, the watch with
a feminine soul, created for the love of
the sea and of nature, a classic but with
the particular design of the loops that
remind us of fisherman’s hooks, so that
you can easily change the straps to a
colour for every season, every occasion;
white, pink, red, sky blue, green,
aquamarine. It has a Quartz Only Time
Movement, 32mm Steel and Titanium
case, also in the rose gold version,
white or grey mother of pearl dial with
Arabic numerals and applied indexes.
Scratch-resistant mineral glass with
sapphire treatment. Waterproof 5atm.
Another not-to-be-missed gem from
the Locman collection.
LIFESTYLE AND SPORT 65
-Patrizia Sardi
Perle dell’Elba
fra le perle
del Tirreno
Una piccola sfera magica che racchiude l’energia del sole, la
forza delle onde, la salute del sale, i colori del mare, una perla
che è simbolo e talismano, un gioiello da portare sempre
su di sé, un ricordo, un’emozione, un’esperienza.
Perle dell’Elba è tutto questo, un brand interamente made
in Elba, anche per la produzione, che ha coniugato bellezza
preziosa e sentimento concentrando l’isola e il suo mare in
un piccolo mondo colorato. Continuamente diverso come
lo è il mondo, ognuno ha il suo, declinato in molte forme e
accostato ad altre forme che ricordano l’Isola come le api
simbolo della bandiera napoleonica o il polpo, principe della
cucina tradizionale o le stelle marine che i vecchi pescatori
portavano in regalo ai loro bambini. Una narrazione dove
ognuno racconta la propria esperienza, la propria storia.
Gioielli d’acqua salata, dove i cristalli bianchi delle antiche
saline si immergono nell’opale delle perle delle Dame
del rinascimento che frequentavano l’antica Cosmopoli,
o nell’azzurro cangiante del mare e del cielo. Da una delle
Perle del Tirreno, l’Elba, non poteva che arrivare questo
concentrato di cultura, stile e design.
L’acqua di mare è la stessa della spiaggia delle Ghiaie,
quella cristallina che da millenni convive con le bianche
scogliere di aplite di Portoferraio, dove la leggenda racconta
che sbarcarono gli Argonauti. Esclusivo il brevetto e
certificata la presenza dell’acqua cristallizzata grazie a un
processo di solidificazione che rende uniche ed esclusive le
perle. Elisa Boccia, artista ed alchimista, la trasforma in un
simbolo e Alessandro Deledda, maestro orafo e artigiano, la
impreziosisce con oro e argento 925 rodiato, versione bianco,
dorato e rosato. perché le puoi acquistare anche online
se vuoi fare un regalo un po’ speciale. Una piccola isola
ritagliata nel metallo guarnisce le perle per non dimenticare
la loro provenienza e unicità: come unica è l’Elba fra
le isole de Mediterraneo. Dal bianco alla “blu edition” nata
in occasione delle Notti Blu di Capoliveri, la puoi indossare
66 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
sotto forma di anello, orecchino, collana, bracciale, anche
come componente di un monile da personalizzare. Che sia
accompagnata dalle api, da una stella marina, da un polpo
o da piccoli zirconi, che sia montata su una catena “Chanel”
o su un bel girocollo dal design moderno, con i pendenti da
portare davanti o su un audace scollatura, la perla è sempre
la protagonista dei gioielli. Attira come una sferica calamita
che racchiude in sè l’energia magnetica dell’isola e la calma
freschezza del suo mare.
Qualcuno racconta che guardandola, al ritorno in città, ha
fatto un viaggio nel tempo, ha ritrovato se stesso, la vacanza,
la gioia di vivere, il sole e la bellezza e giura di aver sentito
uno zefiro di vento fra i capelli.
PEARLS OF ELBA AMONG THE PEARLS
OF THE TYRRHENIAN SEA
A tiny magic sphere that encloses the energy of the sun, the
strength of the waves, the health of salt, the colours of the
sea, a pearl that is a symbol and a talisman, a jewel to wear,
a memory, an emotion, an experience. Perle dell’Elba (Pearls
of Elba) is all this, a brand entirely made in Elba.
Saltwater jewels where the white crystals of the ancient salt
pans are immersed in the opal of the pearls of the renaissance
dames who frequented the ancient Cosmopolis, or in
the ever-changing blue of the sea and the sky. From one of
the Pearls of the Tyrrhenian Sea, Elba, this amalgamation
of culture, style and design was inevitable. The sea water is
from the beach at Le Ghiaie. Elisa Boccia, artist and alchemist,
transforms it into a symbol and Alessandro Deledda,
master goldsmith and craftsman, embellishes it with gold
and silver, Federico De Angeli is the one who deals with the
marketing and the online sales. A small island cut out of the
metal decorates the pearls to remind us of their origin and
uniqueness. From white to “blue edition”, you can wear it in
the form of a ring, an earring, a necklace, bracelet or even
as part of a piece of jewellery to personalize. It attracts like
a spherical magnet that contains that entrancing energy of
the island and the calm freshness of its sea. Someone said
that looking at it, on returning to the city, she took a trip
through time, finding herself, the holiday, the joy of living,
the sun and the beauty and she swears she felt a zephyr of
wind in her hair.
Showroom
Marina di Campo
Via Marconi 47
Cell. +39 376 0625756
Gioielleria Lo Smeraldo
Via P.Gori 32
+39 0565 935503
foto©SergioCattini
www.perledellelba.com
infoline: +39 376 0625777
LIFESTYLE AND SPORT 67
Elba Wedding Style:
promesse d’amore
nell’Arcipelago
-
Nina Catta
Vi siete innamorati del Giglio, di
Capraia, dell’Elba, di Pianosa o di
Giannutri? Avete conosciuto l’amore
su una delle Isole dell’Arcipelago? vi
avete trascorso dei momenti di gioia
fin da piccoli? rappresentano per voi
un posto speciale? Avete deciso che è
proprio davanti a quel mare che volete
vivere il momento più importati della
vostra vita?
Fate come Giulia e Luc di Losanna,
appassionati di MTB che hanno deciso
di sposarsi “in miniera”.
Sì, hanno scelto una location insolita
per la loro cerimonia protestante, la
miniera del Ginevro, che frequentano
da anni per le escursioni, ne
conoscono il fascino e la straordinaria
energia. Una festa interpretata in
chiave sostenibile, non solo con
l’utilizzo di materiali di pregio come
carte piantabili e biocomponibili e
prodotti a km 0. Sarà un trionfo di fiori
e piante della macchia mediterranea,
interpretato da Angela Giusti
con l’aggiunta di materiali come
ferro e ottone. Le erbette elbane si
ritroveranno anche nel menù curato
dallo chef isolano Michele Nardi che
riproporrà i patti della tradizione e i
ricercati vini elbani. Sarà aperto da un
cocktail a base di essenze ed aromi
dell’Arcipelago del barman Diego
Bonifacio con abbinamento ad una
selezione di insuperabili praline, dal
sapore evocativo di sale e miniera,
di Paola Bertani, raccontate da
Veronica Brandi. Un viaggio sensoriale
attraverso le eccellenze del territorio
per racconta l’anima d’un’isola.
Silvia Sottocasa sarà la vostra
guida. Wedding planner certificata
secondo UNI PDR 61:2019, socia e
ambassador dell’Arcipelago Toscano
dell’Associazione Italiana Wedding
Planner AIWP è un concentrato di
professionalità, idee e simpatia.
Riesce ad interpretare, ma soprattutto
a trasformare e realizzare con cura
e gusto, quello che avete sempre
desiderato. La fantasia irrefrenabile e
lo studio continuo per personalizzare
ogni evento sono i suoi punti di forza.
La prima ad essersi innamorata
dell’Arcipelago è lei stessa. Conosce
bene tutte le isole perché qui, fin da
bambina, ha trascorso le vacanze
veleggiando fra l’una e l’altra. Sa che
l’ambiente è la loro vera ricchezza,
come per tutti noi, e proprio per
questo ha deciso di certificare ISO
9001 i propri eventi con Audit Italy.
Ogni evento sarà realizzato secondo
un meticoloso disciplinare che ne
certifica la sostenibilità, non solo
da un punto di vista ambientale
ma anche sociale ed economico.
In modo che quello che l’isola dà
in termini di accoglienza e felicità
le venga restituito sotto forma di
acquisto quote di CO2 finalizzato a
realizzare progetti di biodiversità e
riforestazione. Significative anche le
sinergie con i più importanti brand
isolani. Dalle bomboniere Acqua
dell’Elba, ai preziosi gioielli della
sposa o dei testimoni Perle dell’Elba.
Che sia dentro le miniere, in barca
a vela, in vigna o fra le botti, con i
piedi nell’acqua o a bordo piscina,
sotto i castagni, nelle antiche ville o
in vetta al Monte Capanne, dentro le
Fortezze o al museo, la vostra festa
sarà indimenticabile. E una promessa,
fatta guardando l’orizzonte, respirando
il profumo dei fiori e del salmastro che
purifica ogni cosa, regalando al vento
le speranze perché ne sia custode e
propiziatore, vale per sempre.
Foto©Valerio Buffa
Foto©Valerio Buffa
68
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Foto©Valerio Buffa
ELBA WEDDING STYLE
The Tuscan Islands offer a thousand opportunities for those
who choose them to celebrate an anniversary, a birthday,
a wedding. Nature is still uncontaminated, the landscapes
are full of history and beauty, the climate is mild in every
season, the coloured beaches inviting and welcoming,
charming locations and classy facilities that can give the
best services for an unforgettable day. For example, Julia
and Luc from Lausanne, enthusiasts of MTB, have decided
to have their wedding "in the mine", in the wild location of
the Ginevro mine, with a Protestant, green ceremony. It will
be the first certified "sustainable wedding" to take place in
the Archipelago. But the best thing of all will be meeting
Silvia Sottocasa. She is professional, friendly and full of
ideas. A Certified Wedding Planner, she now has a wide
experience in organizing events: she never ceases to amaze
with her suggestions and the elegance of her solutions. She
manages to transform and create with care and good taste,
interpreting exactly what you have always dreamed of. It
was Silvia herself who first fell in love with the Archipelago.
She knows all the islands well, because she spent her
holidays sailing between them in her childhood. She knows
that the environment is their true wealth, as it is for all
of us, and for this reason she has decided to certify her
events ISO 9001 with Audit Italy. In this way, what the island
gives in terms of hospitality is returned to it in the form of
purchasing CO2 quotas aimed at activating biodiversity and
reforestation projects. So, whether inside the mines, on a
yacht, in a vineyard among barrels, with your feet in the
sea on the beach or in the infinity pool, under the chestnut
trees, in an ancient villa, in the farmyard or on the summit
of Monte Capanne, inside the medieval fortress or inside the
museum, your event will be unforgettable. It is a promise
made looking at the horizon, valid for ever.
info@elbaweddingstyle.com
silvia@elbaweddingstyle.com
Tel. + 39 329 2332130 Silvia Sottocasa
Foto©Daniela Nizzoli
LIFESTYLE AND SPORT 69
foto ©Gaetano Triscari
Elba Airport:
work in progress
Ālessandro Talini
Hai voglia di sole, mare, aria pura e fioriture? Bastano quattro ore, più o meno per
raggiungere il tuo paradiso privato all’Isola d’Elba. Da Amsterdam, Dusseldorf,
Monaco, Francoforte, Londra o Zurigo, collegati dalla Compagnia aerea Silver Air
agli hub di Pisa o Firenze (in estate anche a Bologna e Milano Linate), sbarcherai
all’Elba Airport, e potrai cambiare scarpe, stagione e stile di vita. Utilizzando
l’aereo si possono trascorrere sull’isola soggiorni più frequenti, anche brevi,
approfittando del clima più mite e della qualità di vita che l’Elba offre in tutte le
stagioni. Ad accoglierti sole limpido, spiagge riparate, macchia profumata e cibo
genuino. Gli aerei della Silver Air sono comodi con i loro 16 posti, e il panorama
sulle Isole dell’Arcipelago è impagabile. E’ possibile prenotare tramite agenzie di
viaggio, aeroporti e CRS sistemi computerizzati.
Per migliorare i servizi Alatoscana, la
società che gestisce l’aerostazione, ha
investito molto, adeguando la pista
alla classe 2C-ICAO per aerei da 50
posti. Sono stati costruiti 9 hangar e un
grande piazzale per l’aviazione generale
generale che hanno fatto crescere in
questi ultimi anni le presenze di aerei
privati, con risultati davvero soddisfacenti.
Nuovi anche l’illuminazione
sui piazzali e i parcheggi esterni, sia
di lungo periodo che di interscambio.
La prossima sfida sarà l’ampliamento
della pista, 250 metri a nord e 50 a sud,
per permettere l’atterraggio di velivoli
con 70 posti.
Il trasporto aereo è utilissimo anche
per i residenti per garantire la continuità
territoriale. Soprattutto per la
sanità o l’istruzione, ma anche solo per
lo shopping o il tempo libero, perchè
con meno di un’ora di volo è possibile
raggiungere tutto l’anno Firenze e
Pisa. Sono state siglate convenzioni
con tutti i comuni praticando tariffe
speciali a chi necessita di assistenza
medica o per gli studenti che frequentano
l’università. Inoltre l’aeroporto
viene utilizzato quando non è agibile la
piattaforma dell’Ospedale per il Pegaso:
l’elicottero del pronto intervento.
Da giugno a settembre sono attive linee
anche su Lugano, Berna, La Chaux
des Fonds, con piccioli aerei da 8 posti
con frequenza bisettimanale.
70 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
“Abbiamo le stese regole dei grandi aeroporti
– dichiara l’Ing. Claudio Boccardo
Amministratore unico di Alatoscana
- handling, servizi aeroportuali, addetti
alla torre di controllo o alla security,
tutto il personale ha due o tre certificazioni.
Possiamo crescere ulteriormente e
favorire la destagionalizzazione contribuendo
all’affermarsi di un turismo e di
una mobilità sostenibile: l’Elba potrebbe
diventare un modello.“
Proprio in una direzione “green” vanno
le scelte di Alatoscana che punta alla
transizione ecologica con il passaggio
all’ elettrico dei vettori, all’utilizzo del
fotovoltaico, al trasporto TPL da e per
l’aeroporto con mezzi elettrici. Work
in progress quindi. Ma intanto volete
un consiglio? Anche se non dovete
andare “in continente” per qualche
motivo, fatevi un volo “panoramico”
sull’Arcipelago con i comodissimi aerei
della Silver Air. E’ emozionante vedere
l’Elba e l’Arcipelago dall’alto, una vera
e propria fila di perle. E qualcuno dei
passeggeri racconta di aver visto Venere
che si specchiava in quel mare, fra
un’isola e l’altra.
Archipelago is absolutely priceless.
You can book through travel agencies,
airports or use the CRS computerized
system. To improve the services, Alatoscana,
the company that manages
the airport, has invested heavily, adapting
the runway to the 2C-ICAO class
to land 50 seater aircraft. 9 hangars
have been built as well as an apron for
general aviation that has created an
increase in landing private planes with
truly satisfactory results.
little 8 seater planes, twice a week.
“We have the same rules as the big
airports - declares Engineer Claudio
Boccardo, sole Administrator of Alatoscana
- handling, airport services,
control tower and security staff, each
one having two or three credentials.
We can develop further to promote
seasonal adjustment by contributing
to the emergence of tourism and to sustainable
mobility: Elba could become
a model.”
ELBA AIRPORT: WORK IN PROGRESS
Are you longing for sunshine, sea,
pure air and blossoms? It only takes
four hours, more or less, to reach your
private paradise on the Island of Elba.
From Amsterdam, Dusseldorf, Munich,
Frankfurt, London or Zurich you connect
with the Airline company Silver
Air from the hubs of Pisa or Florence
(in summer also from Bologna and
Milan Linate), you land at Elba Airport,
and there you change your shoes,
season and lifestyle. Using the plane
allows you to have more frequent
visits, maybe even shorter, taking advantage
of the milder climate and the
quality of life that Elba offers in every
season. You will be welcomed by the
limpid sun, the sheltered beaches, the
perfumes of the Mediterranean scrub
and the genuine cuisine. The Silver
Air planes are comfortable 16 seaters
and the panorama of the Islands of the
They have also renewed the illumination
around the apron and the external
parking area both for long periods and
interchange. The next challenge will be
to lengthen the runway by 250 metres
to the north and 50 to the south, to
allow planes with 70 seats to land.
Air transport is fundamental for the
Elban people, guaranteeing connections
for residents. It is useful
above all for health or education but
also for shopping or entertainment,
because in a flight of less than an
hour, you can reach Florence or Pisa
all year round. Agreements have been
signed to give special prices to university
students or for those in need
of medical assistance. The airport is
also used when it is impossible for the
emergency helicopter, Pegaso, to land
on the Hospital Platform. From June to
September, there are flights also to Lugano,
Bern, Le Choux de Fonds, using
Alatoscana is choosing to move
towards “green” with the transition of
the carriers to electric, the use of photovoltaic,
TLP transport to and from
the airport using electric vehicles.
Work in progress therefore. However,
in the meantime, you might like a
piece of advice. Even if you do not have
to go to the mainland for some reason,
take a panoramic flight over the Archipelago
with one of the comfortable
planes of Silver Air. It is amazing to
see Elba and the Archipelago from the
air, a real string of pearls. Some of the
passengers tell of having seen Venus’s
reflection in that stretch of sea between
one island and another.
LIFESTYLE AND SPORT 71
72 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
-P.L.
Fondazione Isola d’Elba
e Terzo Settore
Il volontariato è l’anima delle comunità locali e si esprime
attraverso forme diverse di associazionismo riunite nel
terzo settore. Ha un valore economico di circa 80 miliardi,
pari al 5% del Pil nazionale. Ma la valutazione da fare non è
solamente finanziaria, quello che più conta è l’aspetto relazionale
e la capacità di diffusione dei valori che rappresenta.
Ogni territorio detiene un patrimonio collettivo, materiale
e immateriale, che ne rappresenta l’identità fatta di valori,
tradizioni, luoghi, persone, mestieri, ricordi, leggende, cibo,
vino, prodotti della terra e del mare.
Fondamentale è la valenza sociale di queste attività. Sono
molti i destinatari di servizi con specifico disagio: malattie,
disabilità, immigrazione, disagio psichico, economico,
persone fragili o emarginate che hanno bisogni di assistenza,
cura, educazione. Quasi un terzo della popolazione
italiana beneficia dei servizi delle società del terzo settore
contribuendo, dopo il sistema pubblico, al welfare sociale,
addirittura superandolo nei settori dell’assistenza domiciliare
e dell’educazione prescolare.
La Fondazione Isola d’Elba nasce proprio per contribuire
allo sviluppo economico, sociale, culturale della popolazione
elbana, rivolgendosi in particolare alle fasce più deboli.
Divisa in commissioni si occupa di tematiche inerenti la
salvaguardia ambientale, la sanità, l’Istruzione, i trasporti,
il turismo, il mondo delle professioni, in una parola: della
qualità della vita dei residenti. Proprio in questa direzione
vanno gli ultimi progetti presentati, insieme ad altre associazioni
del terzo settore, rivolte ai giovani ed alle persone
che vivono situazioni di disagio e fragilità. Uno di questi
progetti: “Amici fragili” ha vinto il bando di CESVOT e Regione
Toscana per una serie di attività che si terranno da settembre
a dicembre con laboratori di teatro, musica, arte e
fotografia. Sotto la guida di tutor, educatori e volontari sono
invitati a partecipare giovani di ogni condizione per creare
dinamiche relazionali che consentano un reciproco scambio
di esperienze e sensibilità, diverse ma capaci di attivare
un vincolo di solidarietà e di amicizia. Hanno partecipato
Auser odv, Associazione Dialogo, Italia Nostra Arcipelago
Toscano, Pro Loco Campo nell’Elba, Pro Loco Portoferraio,
Altamarea cooperativa sociale onlus, Arca cooperativa
sociale, ads Baobab, Incontriamoci in diversi aps, Circolo
degli Artisti Portoferraio. La stessa compagine, tranne ARCA
e ads Baobab, ma con l’aggiunta della cooperativa sociale
LINC, ha risposto al bando della Fondazione Livorno proprio
sugli stessi temi. Il risultato più importante per la Fondazione
è quello di aver messo insieme enti del terzo settore elbani
che svolgono attività e perseguono gli stessi fini sociali.
Un primo tassello che potrebbe innescare quel percorso
virtuoso di solidarietà e collaborazione coinvolgendo i cittadini,
il mondo dell’impresa, della scuola, delle istituzioni, in
un grande progetto di solidarietà sociale.
THE ISLAND OF ELBA FOUNDATION
Volunteer work in Italy has an economic value of around 80
billion, about 5% of the national GDP. There are 5.5 million
volunteers who give their free time, their heart and professional
know-how. Above all, however, the social value of
these activities is significant. There are many recipients of
their services who have specific hardship: illness, disability,
immigration, mental and economic difficulty, fragile or
marginalized people who need assistance, care and education.
The assessment to be made is not only financial, what matters
most is the relational aspect and the ability to spread the
values it represents. Every area has its collective heritage that
represents its identity, made up of its values, traditions, places,
people, crafts, memories, legend, food and wine and produce
from the land and the sea. The Island of Elba Foundation has
been created precisely to pass on these values and contribute
to the economic, social and cultural development of the Elban
population, especially regarding the weakest sectors. Divided
into committees, it deals with issues relating to environmental
protection, health, education, transport, the world of professions,
in a word: the quality of life of the residents. The latest
projects presented, together with other associations, aimed at
young people and people living in situations of hardship and
fragility, go precisely in this direction. The idea is to create dynamic
relationships that allow a mutual exchange of experiences
and sensitivity to activate a supportive bond.
LIFESTYLE AND SPORT 73
Una banca per l’Elba
Ālessandro Talini
L’Elba, pur essendo la terza isola italiana
per grandezza, conta solo trentamila
abitanti, una piccola comunità insulare
che condivide un passato ricco di
storia e lavoro, un presente dinamico e
pieno di iniziative, un futuro che punta
sullo sviluppo sostenibile, da un punto
di vista economico, ambientale, sociale
e culturale.
Proprio per valorizzare e implementare
le energie del territorio, avendone
intuito le potenzialità e conoscendone
a fondo il tessuto sociale, è nata nel
1997 la Banca dell’Elba di credito cooperativo.
La sfida era interpretare i
bisogni dei cittadini, delle categorie
professionali, del mondo imprendito-
riale, dei risparmiatori, diventando un
punto di riferimento e dando assistenza
finanziaria a famiglie, imprenditori,
soggetti pubblici e privati, enti del terzo
settore, associazioni di volontariato,
nel rispetto delle regole delle normative
esistente ma con una grande attenzione
ai bisogni reali delle persone e
all’ascolto. Una banca a carattere locale
si diversifica, infatti, per il servizio personalizzato,
per la capacità di risolvere
i problemi soprattutto delle fasce più
fragili, quelle dei risparmiatori e delle
piccole aziende, accorciando i tempi di
risposta. La banca diventa così familiare,
amica, solidale.
La Banca dell’Elba è una piccola ma
efficiente azienda bancaria totalmente
autofinanziata, interamente di proprietà
dei circa 1800 soci elbani, che
punta a servire in modo esclusivo e
professionale tutta l’isola d’Elba. Un
aggregatore di professionalità e imprese,
che mette insieme numerosi
soggetti economici creando un distretto
unico per valore strategico.
Oggi è un punto di riferimento per
tutta la comunità elbana con i suoi tre
sportelli a Portoferraio, Capoliveri e
Marina di Campo. Il personale elbano
svolge una funzione importante per la
collettività perché ne fa parte e serve
a cementare la fiducia nei confronti
74 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
foto ©Gaetano Triscari
della banca, che non è estranea e distante, ma ben inserita
nel tessuto sociale. I valori delle banche di credito cooperativo
sono la solidarietà e la mutualità La Banca dell’Elba
oltre alle finalità economiche, precisi scopi sociali e mutualistici,
nel settore della sanità e della cultura, ad esempio
sostenendo i giovani nei loro percorsi di studio. “La Banca
dell’Elba – sostiene il Presidente, Luca Bartolini - è un soggetto
unificante perché intende rappresentare tutti gli elbani.
I nostri soci sono l’anima della banca: lavorare per loro, in un
clima di fiducia e reciprocità è una responsabilità ma anche
un’onore”. Saper “fare banca” dipende dal radicamento in
loco di una classe dirigente bancaria che detiene un patrimonio
di conoscenze e competenze territoriali su specifici
obiettivi locali. Gli elementi vincenti? Fiducia reciproca,
investimenti in formazione, qualità del capitale umano e
funzioni professionali qualificate.
A BANK FOR ELBA ISLAND
environmental, social and cultural point of view. Precisely to
enhance and implement the energies of the island, having
realized the potentiality and fully recognizing the fabric of the
society, in 1997 the cooperative Banca dell’Elba was founded.
The main challenge was to interpret the needs of the citizens,
the professional categories, the entrepreneurs and the savers,
to become the pivot for the whole Elban community with three
branches in Portoferraio, Capoliveri and Marina di Campo. Elban
staff is particularly important for the community because
they are part of it and it helps to consolidate trust in the bank,
not alien and distant but well integrated into society. The value
of credit cooperative banks are their solidarity and mutual
purpose. The Banca dell’Elba, in addition to its economic
objectives, pursues specific social and mutual aims in the field
of health and culture, such as supporting young people in their
course of studies. The winning elements of the Banca dell’Elba?
Reciprocal trust, investment in training, quality of human
capital and qualified professional functions.
Although Elba is the third largest Italian island, it has only thirty
thousand inhabitants, a small insular community sharing a
past rich in history, a present dynamic and full of initiatives, a
future aiming for sustainable development from an economic,
foto ©Gaetano Triscari
LIFESTYLE AND SPORT 75
George e Tigy
Simenon all’Isola
d’Elba
-Maria Gisella Catuogno
L’Araldo fende l’acqua superbo: è il giugno del 1934 e George e Tigy Simenon, lui
scrittore già affermato e lei pittrice, sono partiti da Porquerolles da diversi giorni
per la prima tappa della loro crociera nel Mediterraneo: l’isola d’Elba. A bordo,
oltre loro, ci sono Boule, la servetta normanna con cui Georges ha una relazione
che Tigy ignora, il fedelissimo cane Olaf, e l’equipaggio riese, i cui membri più importanti
sono il capitano Giacomo Canovaro e il nostromo Angelino. Ben presto
il profilo dell’Elba comincia a disegnarsi: emergono dolci colline, riviere ridenti,
borghi che sembrano presepi; man mano che ci si avvicina, il profumo dell’elicriso
in piena fioritura accarezza l’olfatto. Il sole è alto, superbo, la luce accecante.
La rada di Portoferraio li accoglie nel suo abbraccio protettivo. George e Tigy sono
colpiti dalla maestosità delle mura medicee culminanti nei due forti, Stella e Falcone,
dall’aspetto tozzo e massiccio della Linguella e dal contrasto tra la mitezza
di case e di palazzi serenamente affacciati sull’acqua e la presenza ingombrante
degli altiforni maleodoranti. L’Araldo trova accoglienza in darsena a fianco di piroscafi
inglesi carichi di carbone, uno yacht, gozzi e altri velieri. Di fronte, il palazzo
dei Merli spicca sugli altri, per la superiore bellezza della sua architettura.
L’indomani mattina si salpa per il Cavo, ormeggiando nel minuscolo porto e Georges,
nel suo diario di bordo, descrive così l’ambiente: colline coltivate e vigne che
quasi lambiscono la spiaggia, già cariche d’uva, ma quasi incolte, tuttavia, come se
il contadino non contasse tanto sul lavoro umano e la precisa disposizione dei filari
per farle fruttificare, quanto sul sole e la sua forza. Non c’è ordine nemmeno nelle
altre colture: i cavoli spuntano in mezzo alle erbe selvatiche, così come le case fioriscono
qua e là, senza rispondere a un piano regolatore e gli asini, gravati dal basto,
errano in compagnia delle capre. L’aria ha la dolcezza e il profumo dei fichi maturi,
che ciascuno può cogliere, senza chiedere il permesso al proprietario. Al Cavo l’Araldo
sosterà dieci giorni, la tappa più lunga di tutta la crociera – che comprenderà
anche Sicilia, Malta, Tunisia e Sardegna – e qui, girando per le vie del paese,
incontrerà un pescatore che ha diviso una murena in dieci parti per poterla vendere,
un bottegaio che fatica a finire la casa in costruzione, una matura signora
che conosce bene sia l’inglese che il francese perché ha nipoti che vivono a Nizza
e a New York; “cugini” che aiutano l’equipaggio senza pretendere nulla; musicanti
che intonano romanze e rifiutano mance: insomma, un’umanità povera, dignitosa
e fatalista, come tutta la gente mediterranea, che sorprende e commuove la coppia.
Di tutto questo e di molto altro racconta “George e Tigy Simenon La seduzione
dell’acqua”, Edizione “Il Frangente”
GEORGE AND TIGY SIMENON
ON THE ISLAND OF ELBA
The Herald proudly cuts through the
waves, with the wind blowing to fill her
square sails. It is June, 1934 and George
and Tigy Simenon, he already an established
writer and she a painter, restless
spouses and enthusiastic travelers,
their first stop in Mediterranean is to be
the Island of Elba: the crew is from Rio
and the island is beautiful. Soon, in the
distance, the profile of Elba begins to
take shape: gentle hills emerge, smiling
shorelines, villages that look like nativity
scenes. Portoferraio Bay welcomes
them in its protective embrace. George
and Tigy are amazed by the majesty
of the Medicean walls. The following
morning, they set sail for Cavo, mooring
in the tiny harbour and George in his
logbook describes it as follows: cultivated
hills and vineyards that almost lap the
beach, already full of grapes but hardly
touched almost as if the farmer counted
less on human labour and the precision
of the rows of vines to bear fruit than
on the sun and its strength. Nor is there
order in the other crops: cabbages sprout
in the middle of the wild herbs just like
the houses that spring up like flowers
here and there without any building
plans and the donkeys, burdened down
with their pack, roam in the company of
goats. The air has the sweetness and the
scent of ripe figs. The Herald stayed in
Cavo for ten days, the longest stage of
the entire cruise.
76 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
LIFESTYLE AND SPORT 77
foto ©Andrea Amato
-Maria Gisella Catuogno
L’Hotel Darsena
e i Duchi di Windsor
Nel 1952, a bordo della Sister Anne, un
panfilo di lusso costruito nel 1929 e
utilizzato nella seconda guerra mondiale
come occasionale alloggio navale
della casata reale britannica, Wallis ed
Edoardo, duchi di Windsor, approdano
a Portoferraio per la loro prima e
unica volta sull’Isola. La loro storia da
anni riempie le cronache dei giornali
internazionali, da quando, nel dicembre
del 1936, lui ha abdicata al suo ruolo
di sovrano del più grande impero del
mondo, per poter sposare l’adorata
Wally. Lei, infatti, americana pluridivorziata
e con ex coniugi ancora viventi, è
totalmente invisa non solo all’illustre
parentado e al governo, ma anche a
tutti i paesi del Commonwealth, e la
pretesa di Edoardo di coronare il loro
sogno d’amore crea una vera e propria
crisi istituzionale.
Inquietanti ombre vengono infatti
dipinte attorno alla sua figura: la si
considera una donna spregiudicata,
eccentrica, amorale, un’arrampicatrice
sociale dedita a circuire l’ingenuo e
innamorato Edoardo. Non può essere la
moglie del re!
Così, lui, Edoardo VIII, primogenito
di Giorgio V e della regina Mary, dopo
nemmeno dodici mesi di regno, è
costretto a rinunciare al trono in favore
del fratello Alberto, il futuro GiorgioVI,
sposando Wallis sei mesi dopo, il tre
giugno, nel castello di Candè, in Francia.
Ora sono per tutti i duchi di Windsor e
vivranno lontano dalla Gran Bretagna,
in un esilio dorato, ma a tratti molto
doloroso, che durerà decenni. Durante
la guerra sarà affidato a Edoardo il
ruolo di “governatore delle Bahamas”,
un incarico ad hoc per levarselo di
torno, insieme alla moglie, per tutta la
durata del conflitto. La coppia, infatti,
nell’ottobre del 1937 incautamente
aveva accettato l’invito per una visita in
Germania da Hitler in persona – forse
per un riconoscimento del loro ruolo
da parte di un capo di stato – e la foto
dei duchi di Windsor che omaggiavano
il Führer aveva fatto il giro del mondo
suscitando scandalo nella corte
inglese; le voci di simpatie filotedesche,
specialmente da parte della duchessa,
non erano cessate nemmeno a guerra
iniziata e la scelta del loro confino oltreoceano
era stata inevitabile.
A guerra finita, ritornati da quella che
Wallis aveva definito “la nostra Sant’Elena”
o “una colonia britannica di terza
classe”, iniziato il disgelo con gli augusti
parenti d’oltremanica, la coppia riprende
il suo ruolo nella vita mondana internazionale,
vivendo preferibilmente
in Francia. Considerati icone d’eleganza
e di buon gusto, guardati con simpatia
per aver rinunciato al potere in nome
dell’amore, viaggiano molto, sempre
inseguiti da giornalisti e fotografi e non
si privano di belle crociere nel Mediterraneo,
come quella, appunto del 1952,
a bordo della Sister Anne, che fa scalo,
tra le altre località di mare, a Portofino
e a Portoferraio. Nel capoluogo elbano,
in loro onore, sarà data una bellissima
festa di benvenuto all’Hotel Darsena,
ricostruito sulle macerie del Palazzo
dei Merli, bombardato dagli inglesi nel
marzo 1944, per volere di Giuseppe
Cacciò, imprenditore visionario, già
proiettato nel futuro turistico dell’Isola.
La presenza dei duchi elettrizza la
buona società portoferraiese ed elbana
tutta, che organizza in loro onore un
Archivio Paolo Ferruzzi, Accademia del Bello - Poggio
party memorabile. Le foto gentilmente
concesse da Paolo Ferruzzi, che ringraziamo
della disponibilità, lo testimoniano:
l’eleganza dei presenti, che appaiono
in gran “spolvero” non è inferiore a
quella dell’illustre coppia né mancano
di disinvoltura nei loro confronti, trattandoli
da pari.
L’anno successivo, 1953, l’Elba farà
nuovamente capolino nella vita dei
Windsor: Ofelia Baleni, una giovane
donna del Cavo, diventerà la dama di
compagnia di Wallis, fino alla sua morte,
nel 1986. Ma questa è un’altra storia
ancora, che personalmente ho raccontato
nel mio romanzo “Ofelia. Un’elbana
alla corte dei Windsor”.
DARSENA HOTEL AND THE DUKE AND
DUCHESS
OF WINDSOR
In 1952, aboard the Sister Anne, a
luxury yacht built in 1929 and used
in World War II as occasional naval
lodgings of the British royal family,
Wallis and Edward, the Duke and
Duchess of Windsor, landed in
Portoferraio for their first and only
time on the Island. In 1936, Edward had
78 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
abdicated his role as King of the greatest empire in the world
in order to marry his beloved Wally. Ever since then, their
story has filled the headlines of international newspapers.
In fact, she was American, twice divorced and considered to
be reckless, eccentric, amoral and a social climber. Edward
VIII, the eldest son of George V and Queen Mary, abdicated in
favour of his brother Albert, the future King George VI, and
married Wallis Simpson. They lived away from Great Britain
in a golden exile, at times painful and lasting for decades.
The pro-German sympathies in the ‘30s and ‘40s, especially
on the part of the Duchess, witnessed by photographs taken
with Hitler, continued even after the war began and the
choice of their overseas confinement was inevitable. For
a time, Edward was appointed “Governor of the Bahamas”
and the thaw with the royal family came only after the war.
The couple lived mostly in France, travelling a lot such as
the time that they went on a cruise to Elba. In their honour,
a wonderful welcome party was given at the Hotel Darsena.
It had been rebuilt on the ruins of the Palazzo dei Merli,
bombed by the British in March 1944, and renovated on the
instructions of Giuseppe Cacciò, a visionary entrepreneur
who already saw the Island’s future in tourism.
Hotel Darsena in un'immagine d'epoca anni '50
Collane d’acqua e altre foto ©PaoloCalcara
LIFESTYLE AND SPORT 79
Baia Bianca Suites
& B.Bistrot alla Biodola
-
Chiara Arnaldi
Lasciati incantare da un viaggio nella bellezza piena di fascino
di un resort che fa da pendant con il fascino di un paesaggio
che sembra uscito dal libro dei sogni. Invece esiste, puoi
annusarne i profumi diversi in ogni stagione, ascoltare le
voci della natura, accarezzarlo con tutti i sensi giorno e notte,
gustarne i sapori che richiamano i frutti del mare e della
terra. Sembra uscito da una sfera magica o dalla lampada di
un gigante buono, invece esiste, all’Elba, sulla sabbia color
oro pallido della Biodola. Il lusso qui non è solo quello di un
cinque stelle: servizio impeccabile, giardino curatissimo,
spazi esterni di grande gusto con tendaggi e morbidi divani,
camere e suites di charme a pochi metri dal bagnasciuga. Qui
il lusso si chiama benessere, perché ogni cosa è studiata per
coccolarvi ed eliminare ogni fastidio, curandovi con le forme
perfette del design, la pulizia meticolosa, i tessuti pregiati,
la qualità dei menù e del beverage, e soprattutto con i colori
perché il bianco, il verde e il turchese intensi di quest’angolo
di paradiso saranno come carezze, per stupirvi al tramonto
lasciando il posto ai rosa, ai gialli, ai viola che il sole dimentica
nel cielo quando cambia emisfero. Le suites prestige hanno
una mini pool nel proprio giardino, ma se volete concedervi un
tuffo in mare aperto, uno yacht privato è a vostra disposizione
per il nuotare, fare diving o permettervi una tintarella senza
limiti. Spiaggia privata, fitness room, massaggi per prendersi
cura della vostra salute psicofisica fanno il resto. Il ristorante
B.Bistrot merita un encomio per le proposte gourmet. Un
piccolo paradiso culinario dove il cibo slow food è gustoso e
genuino, servito con eleganza e cura. La ricerca dei prodotti
freschi e locali, per valorizzare la proposta enogastronomica
dell’isola, è affidata allo chef esperto e desideroso di proporre il
meglio del mercato e della stagione.
Simona Sardi, non solo elegante general manager del Baia
Bianca ma anche persona esperta nel mondo del lusso,
per rendere il vostro soggiorno confortevole e ricco di
esperienze, punta sull’alta qualità e su un eccellente servizio
sempre attraverso una meticolosa attenzione al dettaglio.
Tanto che dal suo dinamismo e dalla sua vitalità, anno dopo
anno sorprende i propri Ospiti con inattese novità, come la
collaborazione con il famoso chef stellato Fabio Baldassare.
Con la sua cucina più che un percorso del gusto avrete
una sarabanda di emozioni, un’esperienza sensoriale che
arricchirà il vostro viaggio.
Ad affiancarla fin dall’inizio nel progetto, il vice-Director
Francesco Campagna, che dalle sue esperienze nazionali
nell’ambito del luxury hotellerie, ha contribuito con il suo
savoir-faire e la sua spiccata raffinatezza, all’innalzamento
della valorizzazione di questo magnifico resort, con l’obiettivo
di stupire, incantare e rendere sempre più piacevole la vacanza
dei propri sogni. Insieme alla GM, hanno portato avanti una
mission: diventare l’eccellenza dell’isola d’Elba grazie alla
loro passione e al loro amore per l’ospitalità, condiviso con
l’intero Team che ha accettato la sfida e che meritatamente
hanno trovato il primo posto sul podio. Baia Bianca offre mille
opportunità a chi decide di farla diventare la meta della propria
felicità. Matrimoni, eventi, incontri di lavoro, ricorrenze, i vostri
ospiti non dimenticheranno l’accoglienza e la raffinatezza di
queste occasioni di festa. Adatta per famiglie dove i bambini
sono liberi di camminare scalzi sul prato e costruire castelli
di sabbia. Se volete davvero stupire i vostri partner non fatevi
mancare una cena romantica sulla terrazza che sembra
allungarsi sulla spiaggia per immergervi nella trasparenza del
mare, è il posto ideale per una vacanza in coppia.
Cullati dalla brezza e dal suono lento della risacca, vivrete
un’esperienza unica per occasioni speciali.
BAIA BIANCA SUITES
Allow yourself to be enchanted by a journey into the
beauty and charm of a resort that is the magic pendant
of a landscape that is straight out of a book of fairy tales.
Instead, it really exists, on the island of Elba, on the pale
gold sand of Biodola. Luxury here is not just that of a fivestar
hotel: impeccable service, a well-kept garden, tasteful
outdoor spaces with curtains and soft sofas, charming
rooms and suites a few metres from the shore.
Luxury here is called well-being because everything is
80
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
designed to pamper you, to take care of you with the perfect
shapes of design, the meticulous cleanliness, the precious
fabrics, the quality of the menus and the beverages, then
above all, with the colours because white, green and the
intense turquoise of this corner of paradise will caress
you, amaze you at sunset, giving way to pinks, yellows and
purples that the sun forgets in the sky when it changes
hemisphere. Each room has a Jacuzzi or a mini pool but if
you want to enjoy a dip in the open sea, a private yacht is
at your disposal for swimming and diving. The B.Bistrot
restaurant deserves a medal for its gourmet offerings.
A small culinary paradise where slow food is tasty and
genuine, served with elegance and care. The search for
fresh, local products, to enhance the gastronomic offer of
the island is entrusted to the expert chef who is eager to
put forward the best of the market and the season. More
than a journey through tastes, it will be a sarabande of
emotions, a sensory experience that will enrich your visit.
For a tailor-made stay, you can rely on Simona Sardi, not
only the elegant general manager of the Baia Bianca, but
she will be able to give you friendly advice to make your stay
comfortable and full of experiences. Alongside her, from
the beginning of the project, the vice-Director Francesco
Campagna. This is a family hotel where the children are free
to walk barefoot on the lawn but it also ideal for a holiday
for two. If you really want to impress your partner, do not
miss a romantic dinner on the terrace that seems to stretch
out onto the beach to disappear into the transparency of
the sea. Lulled by the sea breeze and the slow lapping of
the waves, you will live a unique experience for a special
occasion.
Località La Biodola 16 - Portoferraio
Tel. +39 0565 969916
www.baiabiancasuites.it
IG @baiabiancasuites
Simona Sardi, General Manager
Foto di ©Alessandro Rocca
LIFESTYLE AND SPORT 81
-Patrizia Lupi
Marina
Garden
Hotel
a Marciana
Marina
La Torre degli Appiani dal Cinquecento
vigila sulle case della Marina di
Marciana, si chiamava così quel borgo
ai piedi del Monte Capanne, i paesi di
Marciana e Poggio sulle sue pendici,
il più piccolo dell’Isola per estensione
ed abitanti, uno dei più piccoli della
Toscana, rifugio sicuro per chi arriva
dal mare, giardino di bellezza, dove
fino a pochi anni fa le vigne lambivano
le ghiaie delle spiagge. Dedicato ai
commerci del vino e alla pesca, sede
di piccioli cantieri navali, patria di
ammiragli e poeti, era meta dei leudi
liguri e di sciabiche ponzesi. Ancora
oggi il quartiere dei pescatori protetto
dalla grade “cote”, chiamato appunto
il Cotone, è meta di un pellegrinaggio
di turisti che trovano fra le viuzze e
le piccole piazze affacciate su mare
un’esplosione di fiori colorati perché i
suoi abitanti lo curano come il salotto
di casa e hanno gli “usci” aperti ai passanti,
per offrire un racconto, una fetta
di corollo o un bicchiere di aleatico,
seduti sulle panchine, come fa la gente
di mare che conosce il maestrale e
porti lontani.
La stessa accoglienza riservata e
gentile la trovi al Marina Garden Hotel
che prima di essere un hotel di charme
è, appunto, un giardino al mare. Nel
verde del parco, affacciato sulla strada
parallela al lungomare, appena entri,
la temperatura si fa fresca: gli alberi e
il prato curatissimo ti accolgono in un
oasi di benessere e la piscina invita ad
una sosta. La natura ti abbraccia, come
l’edera che si fa curiosa fra le finestre
della struttura, bella e funzionale,
riportata a nuova vita, grazie alla
radicale ristrutturazione dello storico
albergo La Primula, immancabile nelle
cartoline d’epoca, quado negli anni ‘50
Marciana Marina era già meta di un
turismo scelto e raffinato. Il tocco di
classe dell’Arch. Antonietta Ottanelli lo
si nota subito nei particolari delle camere
e degli spazi comuni, nei mobili
d’epoca o nei complementi d’arredo
di design. Ampie le venti camere e le
ventidue junior suites, che ricalcano
gli standard delle più gettonate mete
turistiche in Versilia, Sardegna o
Costiera amalfitana. La formula scelta
è quella dello “stile fiorentino”, camera
con colazione, lasciando liberi i clienti
di sbizzarrirsi a gustare la cucina locale
nei numerosi rinomati ristoranti per
cui Marciana Marina è famosa, o sulle
82 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Foto di ©Stefano Caporali
spiagge e nelle località più suggestive
dell’isola. Per chi non vuole muoversi
da quella bomboniera di relax è disponibile
il launge bar che fornisce snack,
piatti freddi tutto il giorno, oltre ad una
colazione con prodotti che dimostrano
la grande attenzione al food e al
beverage, con prodotti anche locali e
leccornie dolci e salate.
La bellezza e il buon gusto sono una
costante per la famiglia Bussotti Micaelli,
che ha differenziato le numerose
attività nel settore della siderurgia e
dell’assistenza medica, dedicandosi
all’accoglienza turistica, inaugurando
nel 2015 l’esclusiva destinazione di
Torre Mozza, anch’essa baluardo delle
difese del Principato degli Appiani
sulla Costa degli Etruschi. Ma all’Elba
erano già approdati negli anni ’80, al
Cavo, facendone il loro buen retiro per
le vacanze estive e gestendo alcune
residenze. Sanno che l’Elba è un
luogo pieno di potenzialità che merita
investitori che sappiano valorizzarne
l’ambiente, l’identità e l’autenticità,
per un turismo attento e responsabile.
Work in progress.
Viale Giuseppe Cerboni 1
Marciana Marina
Tel. +39 0565 99010
www.marinagardenhotel.it
LIFESTYLE AND SPORT 83
MARINA GARDEN HOTEL
MARCIANA MARINA
From the 1500s, the Tower of the Appiani
Princes has watched over Marciana Marina,
the smallest town on Elba, at the foot of
the slopes of Mount Capanne, bejeweled
by the villages of Poggio and Marciana. It is
a safe harbour for those who arrive by sea,
a garden of beauty where, until only a few
years ago, the vineyards stretched down
to the pebble beaches. Even nowadays, the
fishermen’s part of the village called the
Cotone, is much appreciated by visitors
who find an explosion of colourful flowers
in the alleys and terraces overlooking the
sea because its inhabitants look after it
like their living room at home and offer
passers-by a story, a slice of Corollo and
a glass of Aleatico. You will find the same
kind welcome at the Marina Garden Hotel
which used to be a garden by the sea. In
the garden overlooking the road parallel
to the sea-front, you immediately note the
change in temperature in the shade of the
trees and the well-kept lawn, welcoming
you into an oasis of well-being and the
swimming pool invites you in. Nature
embraces you, like the ivy that climbs up
the walls of the building, beautiful and
functional thanks to the touch of class
of the architect Antonietta Ottanelli: you
notice it in the details in the rooms and the
common areas, in the period furniture or
the interior design. There are twenty spacious
rooms and twenty-two junior suites,
following the standards of the most popular
tourist destinations in Versilia, Sardinia
or the Amalfi Coast. The chosen formula is
the “Florentine style”, room with breakfast,
leaving guests either free to taste
the local cuisine in the many well-known
restaurants for which Marciana Marina
is famous, or on the beaches and in other
beauty spots around the island. For those
who prefer to enjoy the relaxation, there
is the lounge bar that provides snacks and
cold dishes all day as well as a breakfast
with carefully chosen local products both
sweet and savoury. Beauty and good taste
are an important factor for the Bussotti
family that has varying activities in the
fields of steel and medical assistance, now
concentrating on tourist hospitality, with
the inauguration in 2015 of the exclusive
Torre Mozza, another stronghold of the
Appiani Principality on the Etruscan coast.
Maybe another place to visit on the way
home, to enrich your holiday.
foto ©Stefano Caporali
84 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
È tutta una questione di equilibrio, in
genere, a maggior ragione quando si
decide di andar per mare in piedi. Cioè?
Sì, in piedi con lo stand up paddle, acronimo
SUP, cioè una variante del surf:
una tavola di maggior volume in grado
di sostenere il peso dell'atleta, che utilizza
una apposita pagaia per spostarsi.
Conosciuto a livello mondiale, si va
affermando anche in Italia. I materiali
usati sono veramente innovativi, pagaie
in carbonio e tavole costruite con
materiali compositi. Essendo un sport
"crossover", è in grado di richiamare
l'attenzione di appassionati di altre attività
sportive acquatiche, come il Surf
da onda, il Kayaking, il Windsurfing ed
il Kiteboarding. Un ultimo vantaggio,
per chi fosse ancora indeciso, sono
state sviluppate tavole SUP gonfiabili
per ridurre notevolmente le esigenze di
spazio durante lo stoccaggio e i viaggi. Il
sup è uno sport divertente e rilassante
perché permette di fare cruising lungo
la costa a contatto diretto con la natura,
inoltre permette di uscire anche in
specchi d’acqua di dimensione ridotta.
La pagaia aiuta a migliorare il proprio
equilibrio, e per i più esperti ad effettuare
manovre molto radicali.
A Marciana Marina il SUP inaugura
quest’anno una nuova stagione sportiva
con il Marciana Marina Sup Festival
2022: un evento rivolto agli sportivi di
tutto il mondo con l’augurio di diventare
ogni anno, un appuntamento fisso.
Possono partecipare persone di ogni
età, basta allenarsi per rimanere in
piedi e pagaiare per raggiungere via
mare quelle spiaggette che sarebbero
difficili da scoprire, verso est o verso
ovest: Cala, Caletta, Ripa Barata oppure
dopo Il Cotone, doppiando la punta
della Madonnina fino all’Isola della
Paolina, l’Omo, la Crocetta e le Anime, lo
Schioppo Remontò, le Sprizze, Redinoce.
Una opportunità unica per divertirsi
esplorando la costa a pelo d’acqua
con il ritmo lento dell’andar per mare
immersi nei profumi della macchia
mediterranea.
Si svolgerà da venerdì 9 a domenica 11
settembre. Sono previsti corsi gratuiti
per grandi e piccini e a presenza di un
In SUP
alla scoperta
della costa
elbana
-
Niccolò Falaschi
Big Sup da otto persone che assicurerà
il divertimento per coloro che non vogliono
affrontare il mare da soli. Gruppi
musicali, apericene, incontri con gli
animatori e gli istruttori allieteranno la
manifestazione che si svolgerà presso
la spiaggia di sabbia del “Capitanino”
lungo Viale Regina Margherita per
dipanarsi in tutto il paese.
MARCIANA MARINA
SUP FESTIVAL
Stand Up Paddelboarding is a variation
on Surfing. Nowadays it has become
very fashionable and the materials
they use are more and more innovative,
such as oars in carbon fibre. The
boards can also be inflatable for easier
transport. From the point of view of
fitness, it is excellent training, great
fun and relaxing as well as it allows
you to cruise along the coast in direct
contact with your natural surroundings.
This year, in Marciana Marina, the
new sporting season will start with the
Marciana SUP Cup 2022, organized by
the Pro Loco and the Livorno Surf Sup
School sponsored by the Town Council:
a competition aimed at athletes from
all over the world, hoping that it will
become a regular fixture every September.
People of all ages can take part,
simply by training to stand and paddle
in order to reach, by sea, those beaches
that would otherwise be difficult to discover,
either eastwards or westwards:
to La Cala, La Calette, Ripa Barata or if
not, past the Cotone, round the point
of the Madonnina as far as the Island of
Paolina, L’Omo, La Crocetta, Le Anime,
Lo Schioppo Remontò, Le Sprizze, Redinoce,
a unique opportunity to enjoy
exploring the coast on the surface of
the water. The competition will take
place from Friday the 9th of September
to Sunday the 11th. We look forward to
seeing you.
foto ©EnjoyElba
LIFESTYLE AND SPORT 85
Tenuta delle Ripalte
a Capoliveri
RESORT TENUTA LE RIPALTE
Ālessandro Talini
Se è vero che il gabbiano Jonathan
vive nel profondo di ognuno di noi,
per andarlo a cercare non c’è posto
migliore che la costa scoscesa dei
Ripalti all’Isola d’Elba. Quel gabbiano,
Jonathan Livingston, nel romanzo di
Richard Bach, rappresenta la ricerca
della libertà che porta alla saggezza,
la solitudine che spinge ad insegnare
quello che s’ impara dal silenzio, il
coraggio che ci fa uscire dall’area di
comfort per stare bene con noi stessi.
Una ricerca interiore che è benessere.
E qual è l’occasione migliore per
provare ad iniziare un percorso nella
consapevolezza se non la vacanza o un
viaggio?
Alzarsi all’alba e condividere l’ultimo
respiro della notte, passeggiare nella
macchia assorbendone i profumi,
misurarsi con i propri limiti durante
una seduta di yoga ed accettarsi senza
bisogno di mostrare niente a nessuno,
tornare nel grembo di quel mare trasparente,
tutto questo è lusso, la vera
ricchezza.
Alla Tenuta delle Ripalte, sulla Costa
dei Gabbiani, puoi scegliere come vivere
quell’esperienza, se nella grande dimora
dall’atmosfera antica e signorile,
o nelle belle ville vista orizzonte dove
potersi isolare e scrivere un romanzo.
Oppure scegliere gli appartamenti
confortevoli dove condividere il giardino
con gli amici o il glamping dove
il silenzioso frastuono degli uccelli ti
culla nelle notti piene di stelle.
240 ettari di bellezza, altrettanti di benessere,
uno spicchio d’Elba immutata
nei secoli, la voce del vento depositaria
dei richiami dei minatori delle antiche
miniere del Calamita o dei contadini
che parlavano con l’asino al ritorno
dalle vigne. 12 km di costa, spiagge e
spiaggette, alcune attrezzate, come
Ramaiolo e Calanova, ed altre raggiungibili
solo via mare. Mille opportunità
per i più dinamici: escursioni naturalistiche,
navigazione in gommone lungo
costa per godersi il panorama a pelo
d’acqua, attività di snorkeling per immergersi
ancora più profondamente in
quel mare verde-azzurro e giocare con
i delfini. Per gli amanti dell’enogastronomia
assaggi di prodotti tipici e wine
tour per scoprire gli angoli più nascosti
della Tenuta, curiosando fra i filari
delle vigne. Quando l’uva è matura
sembra di tornare bambini dalla voglia
di mettersi gli acini dolci in bocca, tutti
insieme, e berne l’essenza magica.
Campi da tennis e di paddle, piscina,
maneggio, bike center, diving center,
ogni sport open air ed anche quelli
acquatici, sono possibili, con la disponibilità
di istruttori vigili e preparati
che ti introducono anche alla meditazione
ed allo yoga. Per chi vuole invece
un soggiorno immerso nella natura,
riappropriandosene con tutti i sensi,
basta scegliere una delle ville così vicine
al cielo, dove l’unica occupazione
è guardare il mare. E chi sa che quello
sguardo, sulle ali di Jonathan, in quel
tempo fermo, non porti qualche nuova
idea, un progetto, un’ emozione pura,
perché per volare è necessario trovare
il proprio equlibrio, partire dal proprio
centro. Alle Ripalte si può.
If it is so that Jonathan seagull in
Richard Bach’s novel lives deep inside
each one of us, there is no better place
to look for him than on the steep coast
of Ripalte on the Island of Elba. At the
resort Tenuta dell Ripalte, on the Costa
dei Gabbiani (the Seagull Coast), not
far from Capoliveri, you can choose to
live a unique experience, in the large
mansion with an ancient, elegant
atmosphere, or in the beautiful villas
overlooking the horizon. Or you can
choose comfortable flats where you
can share the garden with friends, or
else glamping where the silent call of
the birds lulls you into nights full of
stars. 240 hectares of beauty, just as
many of well-being, a piece of Elba
unchanged over the centuries. 12
kilometres of coastline, beaches and
coves, some equipped such as Ramaiolo
and Calanova, others you can only
reach by sea. A thousand opportunities
for the more dynamic: naturalistic
excursions, sailing along the coast in a
rubber dinghy to enjoy the view from
the surface of the water, snorkeling
activities to immerse yourself deeper
86 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
in that blue-green sea and play with the
dolphins. For food and wine lovers, tastings
of typical products and wine tours to discover
the most hidden corners of the estate, wandering
through the rows of vines. When the
grapes are ripe, it seems we become children
again, wanting to put the sweet berries in
your mouth, all together. There are tennis
and padel courts, swimming pool, riding
school, bike centre, diving centre, any open
air sports and water sports are possible with
the availability of trained instructors who can
also introduce you to meditation and yoga.
For those who want to stay in touch with
nature, to relive it with all five senses, just
choose one of the villas so close to the sky
that the only occupation is to watch the sea
and the flight of the seagulls.
foto ©Andrea Marongiu
TENUTA LE RIPALTE
Loc. Ripalte snc. – 57031 Capoliveri
Tel. + 39 0565 94211
WWW.TENUTADELLERIPALTE.IT
foto © ©Francesco Lascialfari
LIFESTYLE AND SPORT 87
Villa Ottone
a Portoferraio
-
P.L.
foto © ©Bernardo Miranda
Vittoria Altoviti Avila Toscanelli, nobildonna
fiorentina, non riusciva a
resistere al richiamo del mare. Aveva
scelto quell’angolo unico fra natura e
bellezza, all’Ottonella, per costruire la
Villa che doveva essere rifugio e luogo
di cura per il figlio Giovan Battista, ma
che presto diventò, dal 1875, salotto
di incontri fra i più importanti scienziati,
naturalisti e geologi del tempo.
Ad accompagnarla nelle lunghe estati
elbane l'amico medico fiorentino Giorgio
Roster (1843–1927), appassionato
ricercatore e fotografo, con il quale
condivideva le escursioni per raccogliere
minerali, esemplari di piante e
alghe. A loro si affiancava lo zoologo
e antropologo italiano Enrico Hillyer
Giglioli. Ed ancora poeti, letterati, studiosi
di ogni disciplina. Nel salotto di
Villa Ottone incontravi l’intellighenzia
fiorentina della seconda metà dell’800,
illuminata e colta.
Lo studio delle alghe divenne l’ "occupazione
preferita" di Vittoria, anche se
non era facile per una donna nuotare
liberamente per immergersi sott’acqua.
Sembra di vederla, intrepida per
l’epoca, come lei stessa si racconta:
"Scarpe con sole in corda e di tela, assenza
di calze, pantaloni rovesciati al
ginocchio, maniche di camicia, cappello
da 50 cent. Lavoro del Bagno penale;
tutto questo per stare nell'acqua da
mattina a sera e porgere a me che non
posso imitarli, le prede che facevano
di piante e animali". Il giardino che
circondava la villa non era da meno,
appassionata anche di botanica, vi
raccoglieva specie rare che ancora oggi
raccontano di terre lontane e portano
profumi esaltati dalla brezza marina.
Vittoria e Giovan Battista non abitano
più quelle stanze che sono diventate
meta di un turismo raffinato, come
il resto della Villa dove regna l’accoglienza
e il buon gusto, ma di loro e
di quell’Elba tanto amata, fra incanto
e meraviglia, rimangono nei musei di
storia naturale italiani, le collezioni di
specie rare del Mediterraneo, raccolte
fra Elba, Montecristo, Giannutri, Pianosa,
Ponza, Lipari e Malta. Una chicca
è "Erbario Crittogamico" del Museo
di Storia Naturale di Firenze, mentre
la sua ricca biblioteca di materia algologica
è integrata nel Fondo Roster
conservato nella Biblioteca comunale
Foresiana della vicina Portoferraio.
Oggi, la famiglia Di Mario si prende
cura di Villa Ottone e del suo giardino,
riportandoli all’antico splendore proprio
recuperando dalle foto di Roster
l’impianto originario: luogo unico per
l’Elba, destinazione ambita per chi
vuole un contatto vero con la natura
senza perdere le comodità di una vacanza
che è anche un viaggio nella storia
e nella cultura elbana. Villa Ottone
propone soggiorni nelle belle stanze
affrescate e ben arredate con mobili
d’epoca, dalle ampie finestre che si
aprono su fantastici tramonti, o nelle
strutture intorno dove la SPA si prenderà
cura del vostro benessere. Consigliata
una cena romantica, anche se
non siete ospiti dell’Hotel, dopo essersi
affacciati alla balaustra antica di ferro
battuto per toccare il mare, con Portoferraio
sdraiata all’orizzonte, o dopo
una passeggiata fra le antiche fontane
e gli eucalipti. Imperdibile un aperitivo
fra le colonne del bellissimo loggiato,
dove Paolino, il barman più amato
dell’Elba, maestro dei maestri, vi farà
apprezzare sapori insoliti nei suoi
cocktail fantasiosi e colorati: un’arte
anche quella, che fa parte della calda
catena dell’accoglienza che l’Hotel Villa
Ottone offre ai suoi ospiti, come se fosse
la stessa Vittoria ad aprirvi i cancelli
del suo giardino incantato.
Loc. Ottone - Portoferraio
Tel. +39 0565 933042
www.villaottone.com
foto © ©Andrè Silingardi
88 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
VILLA OTTONE IN PORTOFERRAIO
Vittoria Altoviti Avila Toscanelli, a Florentine noblewoman,
could not resist the call of the sea. She chose that unique
corner between nature and beauty, in Ottonella, to build her
Villa and create the large garden full of exotic plants and
eucalyptus which was to be a refuge and a place of care for
her son Giovan Battista. However, it was soon to become a
meeting place, from 1875, for the most important scientists,
naturalists and geologists of the time. Victoria’s ‘favourite
occupation’ became the study of algae, even if it was not
easy for a woman to swim freely underwater. Vittoria and
Giovan Battista no longer live in those rooms, now a destination
for refined tourism, like the rest of the Villa where
hospitality and good taste reign. Of them and their Elba,
much-loved between charm and wonder, remain many exhibits
in Italian natural history museums.
Today, the Di Mario family takes care of Villa Ottone and its
garden, restoring them to their ancient splendor: a unique
place for Elba, a popular destination for those who want
true natural surroundings without missing out on the comforts
of a holiday that is also a journey through the history
and culture of Elba. Villa Ottone offers stays in the elegant
frescoed rooms, beautifully decorated with period furniture,
from the large windows that open out onto fantastic
sunsets, to the facilities of the Spa that will take care of your
well-being. A romantic dinner is highly recommended,
even if you are not a guest of the hotel, after looking out at
the ancient wrought-iron balustrade to touch the sea, with
Portoferraio lying on the horizon, or after a stroll among
the ancient fountains and eucalyptus trees. The aperitif is
unforgettable, among the columns of the beautiful loggia,
where Paolino, Elba’s most popular bartender, master of
masters, will surprise you with unusual flavours in his
imaginative, colourful cocktails.
foto © ©Bernardo Miranda
LIFESTYLE AND SPORT 89
Uappala
Hotel Club Lacona
Ā.T.
Ad un passo da quell’incredibile acqua
turchese che bagna la sabbia fina della
spiaggia, l’Hotel Lacona rappresenta il
giusto equilibrio fra ambiente, benessere,
comodità e bellezza dove la vacanza
diventa emozione e vero relax.
Sobrie ma eleganti le camere, la grande
piscina le separa dalla spiaggia ambrata
di quella che è considerata una delle
più belle spiagge dell’Isola, soleggiata in
ogni stagione, dove è sempre primavera.
La grande pineta regala ombra
e profumi nelle giornate più calde e
diventa una palestra per tutti coloro che
amano gli sport e la vita all’aria aperta,
con i campi da tennis dove cimentarvi
con gli amici o prendere lezioni.
Il profumo del mare che entra dalle
finestre in tutti gli ambienti che ne
rievocano i colori, i raggi del sole che si
insinuano fra gli eleganti ombrelloni
della spiaggia privata, l’eco delle voci
che si perde all’orizzonte, i tramonti
indimenticabili con tutte le sfumature
possibili dal giallo al viola, ne fanno un
luogo speciale: non a caso è stato uno
dei siti più esclusivi dell’Elba fin dagli
anni ’50, agli albori del turismo.
Il servizio attento e cortese, la cucina
di ottimo livello, il bar fornitissimo, la
pulizia impeccabile, la cura del verde
e dell’ambiente, completano il quadro
dell’accoglienza di qualità.
Molteplici infine le attività che sono
ideate ed organizzate nel pieno rispetto
delle regole sul distanziamento sociale.
L’Hotel Lacona sarà un paradiso anche
per i più piccini. Gli animatori si prenderanno
cura di loro fin dall’appuntamento
mattutino in spiaggia, dove
organizzeranno giochi come sculture
di sabbia, gara di rigori per i maschietti,
ginnastica animata per le femminucce.
Nel pomeriggio appuntamento al
mini club per lo svolgimento di attività
manuali per sviluppare creatività e
foto © Uappala
fantasia. E dopo la merenda nel pomeriggio,
ancora attività all’aria aperta fino
all’ora di cena. Baby dance per chi avrà il
permesso di fare le ore “piccole”.
Un plus sono le escursioni. L’Elba è un
must per chi ama i sentieri e i percorsi
per il trekking o le mountain bike. Scoprirete
così la gariga, la macchia mediterranea
, i boschi secolari che lasciano
spazio a colline profumatissime e a
viste mozzafiato, una natura incontaminata
dove trionfa la biodiversità.
L’Hotel Lacona è il punto di partenza
ideale per chi, oltre a godersi spiaggia,
sole e mare, vorrà scoprire l’Elba più
genuina. A partire da quelle mineraria
conosciuta fin dai tempi più antichi
quando gli Argonauti, come narra il
mito, vi giunsero per lavorarne i metalli.
Vicine le miniere di Rio e Capoliveri
che si calano nelle profondità della
terra sotto il livello del mare. Bellissimi
i musei dove sono conservati i “fiori
della terra”, magnifici esemplari della
geodiversità elbana. Pievi, chiesette, castelli,
fortezze d’altura etrusche, tombe
villanoviane, ville romane e torri rinascimentali,
vi racconteranno la storia di
questo luogo fra natura e cultura
90 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
UAPPALA HOTEL CLUB LACONA
A step away from that incredible turquoise
water that laps on the fine sand
of the beach, the Hotel Lacona expresses
the right balance between environment,
wellness, comfort and beauty
where a holiday becomes emotion and
true relaxation. The rooms are simply
elegant, the large swimming pool
separates them from the beach which
is considered one of the most beautiful
on the Island, sunny all the year round,
always spring. The scent of the sea that
enters the windows into all the rooms,
evoking the colours, the rays of the sun
that creep between the elegant beach
umbrellas of the private beach, voices
that echo and are lost on the horizon,
the unforgettable sunsets with every
possible shade from yellow to violet,
make it a special place: not surprisingly,
it has been one of the most exclusive
places on Elba since the fifties, since
the dawn of tourism. The attentive,
courteous service, the excellent cuisine,
the well-stocked bar, the impeccable
cleanliness, the care of the greenery
and the surrounding environment all
complete the picture of quality hospitality.
Hotel Lacona will also be perfect for
little ones. Entertainers will look after
them from the morning appointment
on the beach or at the min club to enjoy
manual activities that develop creativity
and imagination. Hotel Lacona is
an ideal starting point for those who, in
addition to enjoying the beach, the sun
and the sea, want to discover the more
authentic Elba. Not far away, there are
the Rio and Capoliveri iron mines which
drop down into the bowels of the earth,
below sea level. The museums, the little
churches, the fortresses, Roman villas
and Renaissance towers all tell their
story of this corner of beauty.
Capoliveri – Via dei Golfi 544 B
Tel. +39 0565 964054
www.hotellacona.com
booking@hotellacona.com
LIFESTYLE AND SPORT 91
-Sarah Sardi
Hotel
Paradiso
al Viticcio
Fra il promontorio dell’Enfola e la località il Bagno, in quel di
Marciana, si affacciava la Tonnara, una costruzione gremita
di persone - posto che assicurava il pane a tutti. Attorno ad
essa, distese di vigneti si aggrappavano al granito e all’aplite,
accompagnando le pendenze fino al mare, in un convivere
dolce come l’uva appena spremuta. Proprio in questa brulla
terra, chiamata dagli abitanti “il Viticcio” e raggiungibile a
remi dalla vicina Marciana Marina, erano andati ad abitare
Lorenzo e Maria, due giovani sposi. Sempre lì, qualche anno
prima della guerra, era nato Aldo, il loro unico figlio. Come
tutti, all’epoca, vivendo dei frutti della terra, attendevano
con ansia il tempo della vendemmia: da quello dipendeva il
futuro e la sopravvivenza della famiglia, almeno fino all’anno
successivo.
La guerra aveva ferito l’Italia intera ma, una volta passata, il
fervore ed il desiderio di ricostruire un paese nuovo, più sicuro,
più ricco, all’avanguardia, aveva invaso le menti di molti.
Inevitabilmente, quel vento fresco che è la rinascita aveva
condotto sull’Isola i primi turisti, sorpresi da tanta bellezza
incontaminata ed incuriositi dalla genuinità schiva, ma mai
servile, degli abitanti. Questi dividevano con loro vino spillato
dalla botte e qualche posto letto, perché di bar, ristoranti e
alberghi se ne contavano sulle dita di una mano.
Non poteva che cominciare così la storia dell’Hotel Paradiso,
nomen omen per la fortuna di trovarsi in un golfo dominato
dal Monte Capanne con vista su Corsica e Capraia; ad un tiro
di schioppo dalle bellissime spiagge degli Argonauti sulla
costa nord dell’Elba: Sansone, Seccione, Capo Bianco, Le
Ghiaie; a due passi da Portoferraio, con i paesi di Poggio e
Marciana che fanno l’occhiolino sullo sfondo e si tingono di
rosa quando il sole tramonta. L’incontro di Aldo con Patricia,
arrivata sullo “scoglio“ dalla città di Manchester (Regno Unito)
nel 1960, ha segnato definitivamente il destino della famiglia
Sardi. Una famiglia che, ancora oggi, unita, opera nel settore
dell’accoglienza. Se i primi ospiti negli anni ’50 erano soprat-
92 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
foto ©Paolo Calcara
tutto tedeschi e svizzeri, dagli anni ‘60 l’affluenza dei clienti
inglesi cominciò ad imporre ritmi serrati. Da Aprile ad Ottobre
le 13 camere dell’Hotel furono prese d’assalto. Così, anno
dopo anno, l’Hotel è andato crescendo, offrendo una sempre
più vasta gamma di servizi. Al posto della cantina, delle viti
e del palmento, hanno preso forma le terrazze con le 46
camere con entrata indipendente e tutte vista mare, gli ampi
spazi comuni, il giardino, la piscina panoramica, il campo da
tennis. Ai piedi della struttura la spiaggia è rimasta la stessa,
seppur decisamente più attrezzata, con gli stessi colori fra il
perla e l’oro, la sabbia e la ghiaia, con l’acqua limpida che si
offre come specchio alla macchia circostante.
Andrea e Floriana, con la loro bella figlia Sarah hanno
ereditato, da Lorenzo, Maria, Aldo e Patricia, oltre agli occhi
verdi e azzurri come quel mare che guardano da sempre, il
gusto per l’accoglienza e per la cura dei propri clienti. Lo staff
non è da meno, Elio alla Reception soddisferà ogni Vostra
richiesta e lo Chef Piacentini vi coccolerà con piatti sfiziosi e
genuini. Andando oltre la bellezza effimera, il Viticcio è anche
una zona centrale da cui poter partire per fare attività fisica.
Irrinunciabili le passeggiate tra i coloratissimi sentieri che
conducono all’Enfola o alla Biodola, ma non solo. I percorsi
in bicicletta, canoa o sup vi permetteranno di trascorrere
una vacanza in pieno relax, all’insegna del contatto autentico
con la natura. La sostenibilità è inoltre uno dei must della
proprietà, avendo ottenuto la Certificazione Europea per il
Turismo Sostenibile del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano
ed il marchio Turismo Bellezza Natura di Legambiente.
Non è facile, si sa, andare in Paradiso. Si dice che sia necessario
meritarselo e che il viaggio sia altrettanto lungo. State
però certi che, una volta arrivati, sarà difficile credere a tante
leggende e trovare un Paradiso migliore di questo.
HOTEL PARADISO
The old Tonnara between the promontory of Enfola, and the
locality of Bagno in Marciana, fed many families. Around it,
expanses of vineyards. The locals called it “Il Viticcio” and
you could reach it by rowing from Marciana Marina. A young
married couple, Lorenzo and Maria went to live here and
Aldo was born. They lived off the fruits of the earth. In the
1950s the first tourists arrived, astonished by so much beauty
and intrigued by the shy sincerity of the people. They would
share the wine drawn from the cask and a place to sleep; you
could count the number of bars, restaurants and hotels on
the fingers of one hand. Thus began the story of the Hotel
Paradiso, an apt name for the good fortune of being in a gulf
dominated by Monte Capanne, with a view of Corsica and Capraia;
near the beautiful beaches of Sansone, Seccione, Capo
Bianco, Le Ghiaie; a stone’s throw from Portoferraio and the
villages of Poggio and Marciana that turn pink in the sunset.
In 1960, Aldo met Patricia, newly arrived from Manchester
and sealing the fate of the Sardi family who, still united today,
work in the hospitality sector. The Hotel has expanded and
is now offering an increasingly wide range of services. In
place of the cellar and the vines, there are now the terraces
with 46 rooms, each with an independent entrance and all
with sea views and the large common spaces, the garden, the
panoramic swimming pool and the tennis court complete
the picture. Below the Hotel, the beach has remained the
same, albeit much more equipped but with the same colours
between pearl and gold, sand and gravel, with the clear water
that reflects the surrounding scrub. Andrea and Floriana
with their beautiful daughter Sarah, have inherited from
Lorenzo, Maria, Aldo and Patricia, apart from the green and
blue eyes like that sea they have always looked at, the taste
for hospitality and customer care. The staff is professional
and kind. There are many sporting activities available: hiking
towards Enfola or Biodola, cycling, canoeing or sup, with a
real contact with Nature because sustainability is one of the
prime factors; they have obtained the European Certification
for Sustainable Tourism of the PNAT and the Tourism Beauty
Nature brand of Legambiente. It will be difficult to find a
better Paradise than this one.
Loc. Viticcio 41, Portoferraio
Tel. +39 0565 939034
www.hotelparadisoelba.it
LIFESTYLE AND SPORT 93
Hotel
Giardino
a Lacona
-
Se avete bisogno di evadere dalla routine e scordare l’auto,
la pandemia e il capoufficio, e magari avete un amico peloso
al seguito, troverete a Lacona quel che fa al caso vostro.
Nel mezzo di una fresca pineta contigua alla spiaggia, a due
passi dalla “Casa del Parco” e dalle dune che hanno preservato
il loro habitat naturale, trovate l’accogliente Hotel Giardino.
Il nome è già un programma. Conduzione familiare da
due generazioni, per un’accoglienza schietta e alla mano,
all’insegna della fiducia e del benessere, con Giovanni e
Antonella che vi faranno sentire a casa e si prenderanno
cura di voi.
34 camere con bagno, linde ed ordinate, suddivise fra tre
strutture circondate dal verde e profumate dal salmastro
che arriva con la brezza leggera dalla spiaggia a due passi.
Ogni stanza ha affaccio e accesso indipendente dalla pineta.
La suite di 45 mq, il piccolo gioiello dell’albergo, romantica
e tutta in legno, rimane isolata dal resto per una perfetta
privicy. Pensione completa con i piatti buoni della tradizione,
mezza pensione o B&B, la formula la scegliete voi, ma è
quasi sicuro che quando mettete piede al Giardino sarà difficile
farvi cambiare posto. Ci sono famiglie che vengono qui
da decenni, da quando Gerolamo, detto Memo, e la “Signora”
Franca decisero di trasferirsi, negli anni ’70, con i loro tre
bambini, dalla riviera ligure sull’Isola per iniziare un’avventura
che è diventata una scelta di vita. A quei tempi Lacona
aveva un carattere selvaggio con i campi che avevano lasciato
da poco il posto alle prime strutture d’accoglienza, e la Signora
Franca, abituata all’Hotel di lusso che il marito gestiva
a Limone Piemonte, si chiedeva preoccupata cosa sarebbe
accaduto in quel posto “sperduto”, dove spuntavano timidi
i primi piccoli pini piantati al posto delle vigne. Ma proprio
quell’effetto meraviglia che solo la maestosità della natura
riesce ad evocare nella sua semplice bellezza, fu la carta
vincente. Come vincente è stata negli anni la dedizione, la
simpatia e l’instancabile ottimismo della famiglia Romanò
che apriva le porte della casa a quei turisti che sarebbero
diventati con il tempo loro amici. Da allora molte cose sono
foto ©Manuela Cavallin foto ©Toni Ammon
94 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
cambiate, il target turistico e le esigenze degli ospiti sono
andati di pari passo con le mode e il benessere economico.
Ma i nipoti di quei pionieri continuano a scorrazzare
liberi fra la sala ristorante, gli ampi spazi comuni all’aperto,
le camere confortevoli e il mare. Un plus del Giardino è
l’accoglienza riservata agli animali. Giovanni, Antonella e i
loro figli, ne hanno avuti di ogni specie, a partire dal merlo
indiano Pippo che aveva imparato a rispondere al telefono e
chiamava i membri della famiglia imitando perfettamente
la loro voce. Dall’alto delle pergola o di un terrazzo vi osserveranno
un maestoso Maine Coon , un Bengalse birichino
e una quieta gattina europea, mentre i due Jack Russel
Terrier vi correranno incontro festosi.
Un consiglio per gli sportivi, dato che la struttura si trova in
prossimità della seconda tappa della GTE - Grande Traversata
Elbana: approfittate della disponibilità di bike elettriche,
canoe e sup. Se invece avete voglia di dedicarvi allo
yoga o alla meditazione, uscite dalla camera ad annusare
l’odore buono della terra umida della notte, magari per vedere
l’alba. Vi prenderete cura dell’anima e del corpo, grazie
anche alla cucina vegetariana o vegana, su richiesta, con i
prodotti a km zero.
HOTEL GIARDINO IN LACONA
If it is relaxation and well-being you are looking for, possibly
with a ‘furry friend’ in tow, then the Hotel Giardino is right
for you. It sits in the midst of a shady pine wood, just a
stone’s throw from the dunes where the natural marine
habitat is still well preserved. Antonella and Giovanni will
make you feel completely at home and take good care of
you. There are 34 rooms, each with a bathroom. The hotel
is divided in three parts, each one overlooking the park
and with access to it, surrounded by greenery and scented
by the fragrance of the sea. The suite is charming, isolated
from the rest, constructed entirely in wood.
You can book full board with traditional Italian cuisine, half
board or simply B & B. However, once you have chosen to
stay here, it will be difficult to replace it. There are families
who have been coming here for generations, since the
seventies when Memo and Franca Romanò decided to
move to the Island of Elba from Liguria with their children,
to dedicate themselves to hospitality. It has been a choice
that has proven successful even if at the beginning
Lacona Beach was little known and the pine wood had just
recently been planted, taking the place of the vineyards.
The lush vegetation and the kindness and friendliness of
the Romanò family have turned the hotel into a place that
people want to return to year after year.
Viale dei Golfi 936 - Lacona
(Capoliveri)
Tel. +39 0565 964059
LIFESTYLE AND SPORT 95
Residence Belvedere
& ristorante Bel Mare
a Straccoligno
-P.L.
foto © ©FedericoCaprilli
State attenti a dove mettete i piedi, a Straccoligno, in quel di
Capoliveri, perché potreste inciampare in una tartarughina
della specie protetta Caretta Caretta, appena uscita dalle
uova del nido, nascosto sotto la sabbia dorata della spiaggia.
Già questo la dice lunga. Un luogo incantato, dove vince la
natura e l’accoglienza è genuina e cordiale. Essere ospiti al
Residence Belvedere o gustarsi una carbonara di mare al
ristorante Bel Mare fa già vacanza, senza muoversi da quel
giardino incantato di macchia, sabbia e profumi salmastri.
Albe rosse come non se ne vedono da nessuna parte.
Sulla spiaggia, attrezzata con lettini ed ombrelloni, basta
un passo per passare dall’acqua al tavolino, appena arriva il
profumo di pesce fresco che esce dalla cucina che fa venire
l’acquolina in bocca. Il primo sapore è quello della libertà.
Secondo quello dell’accoglienza. Poi tutto il resto, navigando
nel menù ricco e gustoso, dalla pasta fatta in casa ai
piatti semplici che affondano radici nelle tradizioni, al vino
genuino, fino agli insuperabili dessert. Le verdure vengono
dall’orto del Residence ed hanno l’odore buono della terra
e del sole. Gentilezza di contorno e onestà nel conto. Anche
i celiaci e i vegetariani avranno piatti dedicati e servizio
cortese.
Chi avrà la fortuna di fermarsi qualche notte, quando i
profumi si fanno più intensi e la luna ammicca fra le foglie
della vegetazione arrampicata sulla roccia, ospiti del
Residence Belvedere, troverà un’oasi di pace immersa in
un giardino fiorito dove i ventidue appartamenti hanno
entrata indipendente, giardinetto con tavoli, sdraio, doccia
esterna e barbecue, parcheggio privato e una terrazza dove
aspettare le lucciole e dove la mattina troverete pane fresco
e brioches appena uscite dal forno. Perché Enrico e Lina
Signorini, con i figli Davide e Claudia ed i rispettivi coniugi
Alessia e Pierluigi, faranno di tutto per rendere piacevole
il vostro soggiorno. Dal 1979 hanno trasformato la loro
proprietà in un luogo dove l’accoglienza è cordiale, i servizi
sono pensati per i clienti, che tornano ogni anno perché si
sentono a casa, con le belle villette che si intravedono nella
vegetazione, mantenendo sempre la loro privacy, circondate
da piante, giardini, alberi da frutta, una vera e propria
tenuta con grandi spazi ben curati e un parco di due ettari e
mezzo dove passeggiare, fare meditazione o andarsene in
bicicletta. La piscina, con il bar adiacente, invita a un tuffo
appena svegli o al tramonto, con vista mozzafiato sul blu o il
rosso, del cielo e del mare che non capisci dove finisce l’uno
e inizia l’altro.
96 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Per gli sportivi campi da tennis e per
i bambini un parco giochi per continuare
a divertirsi dopo i tuffi nel mare
color indaco, lì sotto, che sembra di
poterci arrivare in volo. il residence domina
infatti la spiaggia di Straccoligno
distante appena 1500 mt., un percorso
consigliato per gli amanti del trekking
e del bike. Vicino il parco naturale del
Monte Calamita con le sue pendici che
afferrano gli abissi marini, per i più
attivi non mancano le occasioni per
cimentarsi nei loro sport preferiti: sub,
vela, wind surf, sup, mountain bike,
escursioni a cavallo e lunghe passeggiate,
respirando aria di miniera o polvere
di stelle quando c’è la luna piena.
BELVEDERE RESIDENCE
AND BEL MARE RESTAURANT
In Straccoligno, in Capoliveri, you have
to take care where you are walking
because you could trip over a baby
turtle of the protected species, the Loggerhead
sea turtle, just hatched from
its egg, hidden under the golden sand
of the beach. An enchanted place where
Nature is the winner and the cordial
welcome is sincere. The Bel Mare
Restaurant sits directly on the sea and,
1500 metres up the hill, the Belvedere
Residence. The beach has sixty umbrellas
and sunbeds and at the restaurant,
you can browse a rich, tasty menu,
from homemade pasta to simple dishes
from local traditions, genuine wine and
unbeatable desserts. The vegetables
come from the Residence’s garden and
have that special smell of earth and sun.
Kindness all around and honesty in the
bill. Celiacs and vegetarians will have
their own dishes and courteous service.
The Belvedere Residence is an oasis of
peace surrounded by a flower garden
where the twenty two flats have their
own privacy, each with their independent
entrance, garden with tables, deck
chairs, outdoor shower and barbeque,
private parking and a terrace where you
can wait for the fireflies. In the morning,
fresh bread and croissants straight
out of the oven. The owners, Enrico
and Lina Signorini, with their children
Davide and Claudia, with his wife
Alessia e her husband Pierluigi, will do
everything to make your stay a pleasant
one. There are two and a half hectares
of well-kept parkland with rich vegetation,
gardens and fruit trees where you
can walk, cycle or simply meditate. The
swimming pool with its bar, tempts you
to take a dip as soon as you wake up or
at sunset, with breathtaking views of
the blue or the red, of the sky and the
sea that you cannot make out where
one ends and the other begins. There
are tennis courts for sports enthusiasts
and a children’s playground. For hiking
and biking, there is the natural park of
Monte Calamita nearby, for the more
active, there are plenty of opportunities
to try their favourite sports: diving,
sailing, wind surf, sup, mountain bike,
riding and long walks, breathing in the
air of the mines, or stardust when there
is a full moon.
Ristorante
Loc. Straccoligno - Capoliveri
Tel. +39 0565 935404
Residence
Loc. Castagni 7 - Capoliveri
Tel. +39 0565 968565
LIFESTYLE AND SPORT 97
-Jacqueline Braschi
Infoelba:
28 anni
di creatività
Ogni vacanza inizia con un sogno. A volte la voglia di raggiungere la meta del proprio
viaggio nasce da un video visto sui social, una ricetta gustosa scoperta da un
programma di cucina, dalla location di un film, dal racconto di un amico.
Il fattore scatenante gioca un ruolo importante e, una volta iniziato a fantasticare
su una vacanza, il passo per iniziare a pianificarla è davvero molto breve.
Organizzando una vacanza all’Isola d’Elba, non ci si può non imbattere in infoelba.
it, colonna portante del settore turistico e promozionale dell’Isola d’Elba da 28
anni. È infatti dal 1994 che Franco De Simone, amministratore delegato dell’azienda,
accompagna tutti gli amanti dell’isola in un viaggio alla scoperta dell’Elba
con idee innovative e all’avanguardia, nuove tecnologie, uscendo da un modo di
pensare comune.
Dall’idea al digitale...
Infoelba (ex Videoclip) negli anni ‘90 ha prodotto diversi video promozionali
sull’Elba e documentari di rilevante valore storico e culturale. Tra questi: “Quando
rombavano i motori”, con le immagini storiche delle prime edizioni del Rallye
dell’Isola d’Elba (dal 1970 al 1985); “Elba Boomerang”, una raccolta di immagini dei
primi all’isola; “L’isola del Ferro e del Fuoco”, con straordinarievecchie immagini
del lavoro nelle miniere di Capoliveri e sulle condizioni dei «cavatori».
Infoelba è oggi una delle aziende leader del settore turistico, fonte di ispirazione
per chiunque desideri organizzare una vacanza all’Elba, e anche informatico.
Il core business dell’azienda è infatti rivolto alla progettazione e realizzazione dei
siti internet, app, software personalizzati e applicativi web-oriented.
non solo informazioni e suggerimenti
per pianificare il viaggio e prenotare
l’alloggio, il traghetto o l’auto a noleggio,
ma anche le esperienze da non perdere,
luoghi da scoprire e tutte le spiagge
dell’isola.
A corredo dei suggerimenti e dei
consigli per le vacanze è stato creato
anche il portale elbaeventi.it, dove sono
pubblicate tutte le manifestazioni in
programma sull’isola, che è divenuto
anche un’app gratuita, Elba Eventi, che
l’azienda ha sviluppato per soddisfare
le esigenze degli utenti che desiderano
avere informazioni, a portata di
smartphone. Con lo stesso obiettivo
sono state create anche Elba Traghetti
e Elba Spiagge, quest’ultima indispensabile
per scoprire di tutte le spiagge
dell’isola in maniera smart; sapendo in
tempo reale quali sono quelle migliori
per condizioni meteo e a seconda della
direzione del vento.
Il network di infoelba si compone di diversi portali.
iloveelba.it è il blog dove traspare tutto l’amore che il team di infoelba (elbano al
100%) prova per questa piccola perla del Tirreno.
infoelba.it è un punto di riferimento per tantissimi viaggiatori che desiderano vivere
l’isola al meglio. Gli aggiornamenti continui e la completezza nelle informazioni,
rendono infoelba.it indispensabile per tutti i viaggiatori che sul sito trovano,
98 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Dal digitale alla carta…
Un po’ nostalgici della carta consapevoli
che una guida da sfogliare possieda un
fascino romantico, negli ultimi anni
Infoelba ha realizzato due guide: “Le
Spiagge dell’Isola d’Elba, con foto e indicazioni
molto accurate,; e “Guida Isola
d’Elba”, con informazioni su itinerari
trekking, luoghi da non perdere, ricette,
esperienze, sport, borghi, siti per immersioni.
È integrata con QR Code che
rimandano a contenuti multimediali e a
pagine online di approfondimento con
informazioni sempre aggiornate.
Due guide tascabili, praticissime, che
permettono di sognare nuove spiagge,
nuovi trekking e nuove attività come se
girare pagina aprisse a nuove esperienze
emozionanti.
Le guide sono acquistabili in diversi
punti vendita dell’Isola d’Elba e online
sul sito elbaspiagge.it, dove si trova
anche la cartina “Le Spiagge dell’Isola
d’Elba” e altri prodotti creati da Infoelba.
INFOELBA: 1994/2022
28 YEARS OF CREATIVITY
Every holiday starts with a dream.
Sometimes, the desire to reach a destination
comes from a video seen on
social media, or a tasty recipe from a
cooking programme or the location of
a film, from a friend’s story. When you
start organizing a holiday on the Island
of Elba, you cannot fail to come across
infoelba.it, the backbone of the tourism
sector, founded in 1994 by Franco De
Simone.
From the idea to digital…
In the 1990s, Infoelba produced several
promotional videos on Elba and documentaries
of significant historical and
cultural value. Today, the core business
is aimed at the design and implementation
of websites, apps, customized
software and web-oriented applications.
The infoelba network has several
portals.
iloveelba.it is the blog where all the love
that the infoelba team (100%Elban) feels
for this little pearl of the Tyrrhenian
sea shines through.
infoelba.it is a point of reference for
many Italians and foreigners who want
to experience the island, with constant
updates and full of information to
plan the trip, book accommodation, a
ferry or hire a car, experiences not to
be missed, the best activities, places to
discover, the beaches of the Island.
Elbaeventi.it, where all the events scheduled
on the Island are published, and
it has become a free app with real-time
information even on a smartphone. In
the same way, the Elba Traghetti and
the Elba Spiagge App advises the best
beach for weather conditions depending
on wind direction.
From digital to paper…
A guide to leaf through has a romantic
charm, easy to consult, pocket-sized, a
reminder of the holiday just ended or
one to repeat. There are two Infoelba
guides: “The Beaches of the Island of
Elba” with photos and very accurate
information and “Guide to the Island of
Elba” with information on hiking itineraries,
places not to be missed, recipes,
experiences, sports, villages, diving
sites, and it is all integrated with QR
Codes that refer to multimedia content
and online pages for in-depth information,
constantly updated. These guides
can be purchased in various stores on
the Island and online on the elbaspiagge.it
website, where you can also find
the map, “The Beaches of the Island of
Elba” and other products created by
Infoelba.
foto © InfoElba
LIFESTYLE AND SPORT 99
Elba Film Festival 2022
-
Beniamino Brogi
Elba Film Festival, manifestazione dedicata
al cinema indipendente internazionale,
si avvia alla sua quarta edizione.
In programma dal 12 al 18 Settembre,
molti sono gli elementi di novità rispetto
agli anni precedenti: grazie alle sinergie
congiunte dei Comuni elbani e di VisitElba,
il Festival potrà abbracciare l’intero
territorio con un percorso itinerante,
portando il cinema indipendente in
alcuni degli scorci più belli dell’Elba. Alcune
proiezioni saranno simultanee, in
modo da rendere il Festival ogni giorno
raggiungibile da ogni punto dell’isola.
“Sono felicissima di tornare a celebrare
l'amore per il cinema indipendente -
afferma Nora Jaenicke, fondatrice e
direttrice artistica - attraverso tanti
film provenienti da tutto il mondo, e che
quest'anno verranno presentati in tutti
i paesi. Avremo dunque modo di far conoscere
ai nostri ospiti e cineasti tutta l’
isola che continua a riempirci il cuore e
l'anima di magia e ispirazione.... proprio
come il cinema.”
Come lo scorso anno, accanto ai premi
tradizionali, verranno conferite tre
menzioni speciali, riferite a tre Goal di
Sostenibilità delle Nazioni Unite: Zero
Hunger, Reduced Inequalities, Life Below
Water. Sono stati coinvolti i giovani
elbani, come parte attiva del Festival,
grazie alla collaborazione con gli studenti
di grafica dell’Istituto Cerboni:
verrà creata una giuria composta da
studenti che conferirà un premio, così
come un gruppo dedicato alla comunicazione
e promozione del Festival, che
realizzerà contenuti e gestirà un canale
social del Festival a loro dedicato, dove
verranno mostrati tutti i lavori. Sempre
realizzati dagli studenti saranno i contenuti
video e le interviste agli artisti
ospiti della manifestazione. I film in
concorso, come nelle edizioni passate,
provengono da tutto il mondo. Un’occasione
per far conoscere l’Isola a persone
che riescono ad apprezzarne la bellezza
e a raccontarla.
Beniamino Brogi, direttore di programmazione e organizzatore
- perché possiamo portare i film in concorso in viaggio
per tutta l’isola e coinvolgere nella manifestazione i giovani
elbani a livello creativo. I film che stiamo visionando sono di
altissima qualità, ognuno di essi è davvero un piccolo tesoro,
così come l’isola d’Elba è un luogo pieno di fascino ed estremamente
affine al cinema.”
ELBA FILM FESTIVAL 2022
The fourth edition of the Elba Film Festival, dedicated to
independent cinema, will be held from the 12 th to the 18 th of
September and will take place in towns all over the Island
. “I am very pleased to return to celebrate my love for independent
cinema - says Nora Jaenicke, founder and artistic
director - we will therefore have the opportunity to introduce
our guests and filmmakers to the different parts of this beautiful
Island that continues to fill our hearts and souls with
magic and inspiration … just the way cinema does.”
Like last year, alongside the traditional prizes, three special
mentions will be made, referring to three United Nations
Sustainability Goals: Zero Hunger, Reduced Inequalities
and Life Below Water. Young Elban students from the “Cerboni”
School will be involved to take care of the graphics, be
part of the jury, carry out interviews and edit the contents
on a social channel dedicated to them. Many films will be
competing, as in previous editions, from all over the world.
It is an opportunity to introduce the island to people who
can appreciate its beauty and tell it. “The films we will be watching
- says Beniamino Brogi, the Festival director - are of
the highest quality, each one of them is truly a little treasure,
just as the Island of Elba is a place full of inspiration and extremely
similar to the cinema.”
“Credo che il 2022 sia un bellissimo punto
di svolta per Elba Film Festival – dichiara
100
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Porto Sole Rooms
B&B a Portoferraio
Porto Sole rooms
PORTOFERRAIO - Isola d’Elba
www.elbaportosole.com
Tel. + 39 388 7433736
Nel centro storico di Portoferraio da qualche anno è nato
Porto Sole rooms, un piccolo B&B con poche camere dal taglio
sartoriale, tutte con una vista mare incantevole, climatizzate e
con bagno privato, luminose, con un arredamento raffinato e
sobrio. Al risveglio colazione all’italiana, con pasticceria e pane
fresco, marmellate, uova e miele locali conditi con un sorriso
e un pizzico di gentilezza. Si dice che alla fine tutto dipende da
chi siamo e da cosa vogliamo. Davide, Anna e i loro figli, che sono
felicemente elbani, l'hanno voluto aprire per condividere con
i viaggiatori di tutto il mondo la loro casa e la bellezza di questa
isola dove hanno avuto la fortuna di nascere. Porto Sole è infatti
aperto 365 giorni all'anno, volendo pensare anche a quella nuova
generazione di viaggiatori un po' anticonformisti e sempre
alla ricerca di esperienze autentiche come quella di regalarsi
una piccola vacanza in quei momenti dell'anno in cui la magia
dei suoi ritmi più lenti può cambiare ogni prospettiva. Porto
Sole rooms, nel cuore della Darsena Medicea, con vista mare, è
nato così, da un progetto incentrato sulla bellezza e sul piacere
dell'accoglienza familiare, ispirato ad una visione più moderna
del viaggio come una casa di amici alla ricerca di nuovi ritmi e
rinnovate riflessioni. A due passi dal B&B la Torre della Linguella
che nasconde un tesoro antico: l’antica Villa romana del I° sec.
a.C. che salutava le antiche galee all’entrata nel golfo di quella
che loro chiamavano Ilva, l’Isola del ferro, già terra etrusca.
PORTOSOLE ROOMS
In the old town centre of Portoferraio a few years ago they
opened Porto Sole rooms, a small B&B with a few tailor-made
rooms, all with an enchanting sea view, air conditioning and private
bathroom, bright and airy with refined, tasteful furnishings.
In the morning, Italian breakfast with pastries and fresh bread,
jams eggs and local honey served with a smile and a touch of
kindness. They say that in the end, it all depends on who we are
and what we want. Davide, Anna and their children who are
pleased to be Elban, wanted to share their home and the beauty
of the island where they were lucky enough to have been born,
with travellers from all over the world. Porto Sole is in fact open
365 days a year, considering a new generation of travellers who
are less conventional and always looking for authentic experiences
like that of treating themselves to a little break in those
moments of the year when the magic of its slower rhythms
can change everything. Porto Sole rooms, in the heart of the
Medicean harbour with a sea view, was conceived from a project
focusing on the beauty and pleasure of family hospitality, inspired
by a more modern vision of travel like in a friend’s house in
search of new rhythms and renewed reflections.
A stone’s throw from the B&B is the Torre della Linguella which
hides an even older treasure, the ancient Roman Villa from the
1st century BC that greeted the ancient galleys as they entered
the bay of what they then called Ilva, the Iron Island, formerly
Etruscan land.
foto © Nena&TomyFotografi
LIFESTYLE AND SPORT 101
Diversamente Sani
-Maria Giovanna Testa
“Le persone capitano per caso nella nostra
vita, ma non a caso. Spesso ci riempiono
di insegnamenti. A volte ci fanno
volare alto, altre ci schiantano a terra
insegnandoci il dolore… donandoci
tutto, portandosi via tutto, lasciandoci
niente.” Alda Merini, quando scrisse
questi versi, ben conosceva la malattia,
la solitudine, ma anche la forza dell’incontro.
Perché se è vero che da soli si
va più veloci è anche vero che insieme
agli altri si va più lontano. E proprio
dalla voglia di confrontarsi fra simili,
per superare insieme le difficoltà,
nasce all’Elba l’associazione “Diversamente
sani”, un gruppo di persone
accomunate dallo stesso vissuto che
hanno saputo tessere un progetto fatto
di speranza e di amicizia. Perché per
chi intraprende un cammino, di cui
non si conosce la meta, avere qualcuno
al fianco, rassicura e dà coraggio. Le
difficoltà si sa, rendono più forti e più
disponibili al cambiamento. E quelli
che sono punti di debolezza possono
diventare punti di forza. L’esperienza
di uno può diventare sostegno e
insegnamento per altri. Argomenti
come il fine vita, le terapie palliative, la
terapia del dolore fanno meno paura
se condivisi. Fondamentale è l’ascolto
e la comprensione, perché certe volte
non si riesce a parlare dei problemi e
si tende a vivere la malattia oncologica
come una colpa.
“Diversamente Sani” accompagna i
propri associati nel percorso riabilitativo
dei pazienti e delle loro famiglie,
per superare l’esperienza traumatica,
prendendosi cura della persona passo
passo. È un punto di riferimento per
attività creative, informazioni, consigli
o semplice condivisione. Una voce
amica è altrettanto importante che
una terapia. Condividere momenti di
svago, una camminata, una festa, una
ricorrenza, fa sentire più leggeri e può
essere di aiuto per migliorare la qualità
della vita.
Vivere è un risveglio quotidiano, una
rinascita continua, una speranza di futuro,
è un patto d’amore che si rinnova
con la natura, è accettare il passare del
tempo e gioirne senza aver paura di
invecchiare. Le esperienze difficili ci
permettono di vedere il mondo da altri
punti di vista, a considerare le varianti
che sarebbero sfuggite ad un’analisi
frettolosa e superficiale. La malattia
ci aiuta a guardare con stupore la bellezza
di un paesaggio, a dare valore ai
gesti e alle parole. A fare tesoro di un
amico o di una buona azione.
Coraggio, tenacia, pazienza, amicizia,
amore, sono le armi dei combattenti di
Diversamente Sani. Bastano un sorriso,
una frase, un abbraccio per curare
l’anima. E se si riesce a capire che anche
la malattia fa parte di un percorso
di vita, l’esperienza rende più forti,
accompagna sulla strada della consapevolezza,
insegna a godere di ogni
momento, a vivere nel presente.
La vita è continua trasformazione e
movimento, la natura è armonia e
cambiamento, la bellezza si trova in
una roccia che si sgretola o in un fiore
di papavero che sboccia. Lo sanno bene
gli amici di Diversamente Sani che
accettano il destino degli uomini e di
tutta la materia che compone l’universo:
quello di essere “finiti” nell’ infinito.
E in questa continua trasformazione,
in questo dialogo incessante fra la fine
e un nuovo inizio, sta la meraviglia
della vita.
DIVERSAMENTE SANI
“Diversamente Sani” is an association
created to help, accompany and support
people with oncological illnesses.
This is a group of people united by
the same experience who have been
able to weave a project of hope and
friendship. For those who embark on a
journey with an unknown destination,
having someone by their side reassures
and encourages. Difficulties make us
stronger and more open to change, and
weakness can become strength. The
experience of one can become support
and teaching for others.
“Diversamente Sani” helps during the
rehabilitation process of patients and
their families, to overcome the traumatic
experience. It is a reference point
for creative activities, information, advice
or simply sharing. A friendly voice
is just as important as therapy. Sharing
a moment of leisure, a walk, a party, a
celebration, lightens the load and helps
to improve the quality of life.
foto © Paolo Calcara
102 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Quattro soste sulla GTE
-Patrizia Lupi
foto ©Vincenzo Anselmi
All’alba, su quel sentiero di granito
e terra, millenario, riecheggia ancora
l’andare lento degli asini, le voci
sussurrate e stanche dei contadini, i richiami
e l’abbaiare dei cani da pastore.
Lontani i paesi quando è chiaro, vicine
le isole sorelle. Certi giorni si toccano
le nuvole e l’impressione è di entrare
in un’altra dimensione. In effetti il
tempo è rimasto immobile sulla GTE e
potrebbero apparire, da quelle forme
di granito rese vive da pioggia e vento,
un nonno bambino senza scarpe, o la
mamma ragazza con la “pezzola” e il
cesto in testa.
Così, parlando di rifugi, chi percorre
la GTE in quattro giorni di cammino,
può trovare riposo per tutto il tempo
che vuole, addentrandosi anche nei
sentieri laterali o andando veloce alla
meta, da un versante all’altro dell’Isola.
Una sosta però permette di vivere più
pienamente l’Isola, annusando albe
e tramonti che sanno di terra umida
e di riposo, entrando in relazione con
l’ospitalità senza tanti fronzoli degli
abitanti, assaporando quello che viene
dalla dispensa o dall’orto, con quei
profumi antichi che ricordano così
tanto i dolci “tangati” nella madia per
non consumarli troppo in fretta e la
bottiglia dell’aleatico nascosta dentro
il tinello, giù in cantina, perché era il
vino solo per le feste. Quel tempo è
passato e la tavola oggi è riccamente
imbandita, ma le ricette sono le stesse.
Parole, proverbi, oggetti, chiozzeri
e aveggi, ferri da stiro a carbonella,
brocche e ceste di ogni forma, telai e
ricami di corredo, fiaschi impagliati
e damigiane, scaldini e letti di ferro
battuto, asciugamani di lino e catinelle
smaltate, bugie e candelabri, marmo
sui tavoli e sedie impagliate.
Da ovest a est si snoda la Grande Traversata
Elbana come un grande fiume
con i suoi affluenti, una dorsale che
tiene unita tutta l’Isola, in barba a chi
l’ha dominata per secoli, da un versante
all’altro, perché quella gente, nonni
e bisnonni, erano prima che spagnoli
o fiorentini, elbani. Perché gli abitanti
delle isole non si sa bene da dove vengono,
arrivano da tutte le terre emerse
del Mediterraneo e forse anche da più
lontano. Qualcuno mette le radici, altri
cercano nuove isole, casa, conforto,
rifugio.
LIFESTYLE AND SPORT 103
Un tuffo nel passato e un colpo basso all’emozione perché
improvvisamente ti trovi lì con tutti quegli oggetti usciti
dai ricordi, che raccontano le storie di coloro che li hanno
posseduti. Dove trovarli? a Fonte di Zeno, a Lavacchio, fra
Poggio e Marciana, una delle strutture che danno accoglienza
sulla GTE.
Sono quattro le strutture dove si può sostare, lasciando
indietro bagagli e fatica, fino alla tappa successiva. Partendo
da Patresi incontri la famiglia di Vincenzo Anselmi con
l’Hotel Belmare. Conosce ad occhi chiusi ogni curva di quei
sentieri: esperto del CAI li ha percorsi in ogni stagione fin da
bambino con nonno Oreste e di storie ne conosce a volontà.
Sarà lui a orientarvi, consigliarvi, assistervi in ogni momento
di bisogno, perché chi percorre quelle vie diventa prima
di tutto amico e viene seguito dai quattro ospiti come uno
di famiglia.
Camminerete fra sorgenti che gorgheggiano fra i massi
di granito del Monte Capanne o di Monte Giove, tappeti
bassi di ginestre, cisti e corbezzoli colorati, acacie, querce,
castagni, sughere, perfino un tasso millenario. Muretti a
secco, antichi caprili, pievi diroccate, torri e fortezze, mura
di antichi paesi vi racconteranno la vita dell’Isola che si
svolgeva in alto, lontano dalle coste battute dai pirati, lungo
quella dorsale.
Per un appuntamento con i veri sapori elbani sedetevi a
tavola, con vista a 180 gradi sull’orizzonte. L’Elba vi sarà
servita nel piatto dal pescato del giorno, al cinghiale per chi
ama la cacciagione, dalle verdure dell’orto alle delizie del
frutteto.
Passando per Serraventosa e da monte Perone si arriva
poi a Fonte di Zeno, oscar dell’ecoturismo di Legambiente:
poche le camere e solo un piccolo appartamento per due
persone, ma il prato con tutte le piante spontanee che si
trovano in campagna richiama nel Giardino delle Farfalle,
ogni anno sempre più numerose, ogni tipo di insetto:
un magnifico esempio di come sia possibile mantenere la
biodiversità. Un gigante verde, un cedrus deodara nativo,
incredibile, dell’Himalaya, vi abbraccia fresco appena
entrate. Sembra l’albero buono che parla nelle novelle
perché è saggio a furia di guardare le cose del mondo e
quell’incredibile paesaggio di unica bellezza con il Capanne
che gli ricorda le sue altissime montagne. Tutto è naturale,
dalle marmellate al miele, fino alla piscina disinfettata con
il sale e la caldaia centralizzata a legna, per chi decidesse
di arrivare in inverno in quel paradiso. In allestimento un
museo dell’arte contadina perché Andrea Cocchia, che quel
posto ha scovato con il padre venti anni fa, e tanto è durato il
recupero conservativo di tutte le antiche strutture, raccoglie
quel che trova e che gli viene donato, custode d’un sapere
antico che va tramandato.
Terza tappa a Montefabbrello, davanti al golfo di Portoferraio.
Da Pietra Acuta e Monte Castello verso Colle di Procchio,
Literno, Casa Marchetti, fino a Schiopparello dove trovate
Dimitri Galletti, famiglia storica della viticoltura elbana,
che ha trasformato la sua azienda in un’oasi di buon gusto,
sapori e storia. Produttore di vini eccellenti tutti biologici e
di olio, appassionato di cucina, cultore della qualità con il
marchio Montefabbrello vi farà gustare i suoi prodotti fra
i quali l’ottima pasta di grani antichi macinati a pietra, con
germe di grano, trafilata al bronzo con lenta essiccazione a
bassa temperatura. L’agriturismo offre un ristoro gourmet e
belle camere nel B&B immerse nel verde.
Andando verso est, passando per Cima del Monte e il Monte
Strega, proseguendo in cresta fino a Aia di Cacio e al Monte
Serra, si scopre il versante minerario dell’Isola, con i suoi
scorci quasi lunari dove però il verde intenso della macchia
e l’indaco del cielo e del mare ti riportano con i piedi in
terra. Proprio sulla costa, fra Rio Marina e Cavo, circondato
da un imponente lecceto, tre ettari di parco, muri a secco,
palme secolari, agrumi e boschi, vi accoglie il B&B Capo Pero
gestito da Michele Serafino. Appena sotto, a pochi metri
dalla bella casa dell’800 che fu della direzione delle miniere,
una insenatura scintillante di ematite riparata dai venti,
invita ad un tuffo in un mare che non conosce folla. Fondali
cristallini e cieli stellati come se ne vedono pochi che fanno
luccicare la spiaggia anche di notte con la luna piena.
Dopo questa girandola di emozioni, quanto tornerete a casa,
non sarete più gli stessi. L’Elba, come accade a molti, vi avrò
stregato, con i paesaggi sempre diversi, la natura ancora
selvaggia, il silenzio dei sentieri, la sorpresa degli incontri.
Arrivederci, quindi, perchè la GTE è diversa in ogni stagione
e vale la pena di viverla tutto l’anno.
104 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Crossing Monte Perone by Serraventosa, you reach the B&B
Fonte di Zeno where herbs and flowers grow wild to the
joy of bees and butterflies who have their garden there. A
huge cedrus deodara welcomes you into the shade as you
enter. The country house is full of charm and antiques from
grandma’s trunk. They are creating a museum of countryside
art because Andrea Cocchia who found this place
with his father twenty years ago and then restored it, has
stored the knowledge of ancient times to hand down to us.
The third stop is in Montefabbrello near Portoferrraio, in
Schiopparello where the Dimitri Galletti, from an ancient
family of wine-makers produces his wine, olive oil and
pasta from stone-ground durum grains of ancient wheat
germs. The farmhouse offers gourmet dining and beautiful
rooms in the B&B surrounded by greenery. Continuing eastwards,
you come to the mining area with lunar landscapes
where the intense green of the scrub and the indigo of the
sky and the sea, bring you back to earth. On the coast road
between Rio Marina and Cavo, with a beautiful oak grove,
parkland, dry stone walls, secular palms, citrus fruits and
woodland, the Capo Pero B&B, managed by Michele Serafino
welcomes you. Just below, close to the beautiful 19th
century house, is the uncrowded beach that sparkles with
hematite even at night. This whirlwind of emotions will leave
you with happy memories. Elba will bewitch you, with its
ever-changing landscapes, its natural wildness, the silence
you find on the pathways, the surprise encounters. So, see
you again because the GTE is different in every season and
good to do all the year round.
STOPS AND ACCOMODATION ALONG THE GTE
At dawn, along the millenary path of granite and earth, the
slow pace of the donkeys, the whispering, tired voices of the
farmers, the calls of the shepherds, still echo. From west to
east, the Grande Traversata Elbana winds like a river with its
tributaries, a backbone that holds the whole island together.
It takes about four days to walk it all and to do it in stages,
there are excellent facilities for a quality welcome. Four intelligent
“hoteliers” have joined forces to offer services and
hospitality along that route that dominates the Tyrrhenian
Sea. You can stay at each one, leaving luggage and fatigue
behind until the next stop. In Patresi, the Hotel Belmare
welcomes you with a stunning view of the sunsets and the
islands of the Archipelago. Vincenzo Anselmi knows these
pathways well as he has used them since he was a child.
Secular woodlands, dry stone walls, ancient goat shelters,
ruined churches, towers and fortresses, walls of ancient
villages show island life in places higher up, far from the
coasts along here that were ravaged by pirates.
To taste the true flavours of the island, sit down at the table
with a 180° view of the horizon and Elba will be served up
from the fish of the day to wild boar if you prefer game, from
freshly picked vegetables to the delights of the orchard.
LIFESTYLE AND SPORT 105
-P.L.
L'Ogliera Hotel
& Ristorante a Pomonte
Ogni albero, ogni masso della grande vallata di Pomonte
avrebbe una storia da raccontare. Capanne,
il monte di oltre mille metri, la domina, la protegge,
la disseta, accoglie il bosco rigoglioso
che tanto ha dato ai suoi abitanti. Si presta
docile trattenendo muretti a secco e vigne che
producevano vino abbondante e quel poco che
bastava per vivere dignitosamente in quel paesaggio
aspro ma speciale, che aveva conosciuto
il passo dell’uomo fin dalle epoche più remote.
Meravigliosi i sentieri con gli scalini della misura
giusta per reggere il passo degli asini,
perché per risparmiare la fatica bisognava
ingegnarsi e saperne una più del
diavolo. Pomonte era una frazione
isolata, più facile raggiungerla
in barca che a piedi, ma a quei
tempi la vita scorreva con il
ritmo lento delle stagioni.
Dagli anni ’60 con l’apertura
della strada provinciale da
Marciana per Chiessi e Pomonte
il tempo ha cominciato
a scorrere più veloce,
sono sorti i primi alberghi e
ristoranti e la costa occidentale
ha cominciato ad attrarre
viaggiatori e sportivi. L’Ogliera è
stato uno dei primi. Famoso il ristorante
che propone cucina di mare con il fresco
pescato locale, accompagnato da una cantina
pregevole.
106 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
foto ©Andrea Amato
L’albergo appena rinnovato offre un’ospitalità genuina e
fresca. Le camere curate e i gradevoli appartamenti vi accolgono
come a casa. Wi-fi, aria condizionata, o riscaldamento
centralizzato per le stagioni intermedie, tv, frigo, bagni
con doccia, ariosi spazi comuni per il vostro benessere, ma
quello che apprezzerete ancora di più sarà l’affaccio sui
colori del tramonto, dove il sole gioca a nascondino con le
isole di fronte e ogni giorno indossa una sfumatura diversa
dal giallo al viola. Da non perdere il relitto di Pomonte, paradiso
per le immersioni, a 150 metri dall’Albergo, ma anche
il resto della costa riserva sorprese e spiaggette incontaminate.
Le ghiaie delle Scalette, il Calello e Cala Maestrale
con i lastroni levigati di granito, l’Ogliera da raggiungere a
piedi, Le Tombe di ghiaia nera solo a 2 km da lì, raggiungibili
in barca o per un antico sentiero, la piccolissima caletta di
Punta nera, e più avanti Chiessi, Seccheto, Fetovaia. La costa
del Sole da percorrere in bici, in auto o a piedi lungo la GTE
è uno spettacolo, con quei massi scivolati in mare, milioni di
anni fa quando quel plutone di granito spuntava dalle viscere
della terra per stupire con quella primordiale bellezza noi
moderni viaggiatori.
L'Ogliera s.n.c di Galeazzi Giorgio,Laura & C
Via del Porto Vitale n° 5 - Pomonte 57030 Marciana
Isola d'Elba (LI)
E-Mail info@hotelogliera.it
E-Mail hotelogliera.elba@gmail.com
Tel 0565/906012 - 906210 - Fax 0565/906600
Prenotazioni Hotel 338 9710453 Laura
Prenotazioni Ristorante 338 5038565 Giorgio
foto ©Federico Serradimigni
foto ©PaoloCalcara
L’OGLIERA RESTAURANT AND HOTEL
Every tree, every boulder in the great Pomonte valley would
have its tale to tell. Capanne, the mountain of over a thousand
metres, dominates it, protects it, quenches its thirst
and welcomes its lush forest. On its slopes, the vineyards
produced wine and the inhabitants lived in their simple, dignified
way, with their work according to the slow rhythm of
the seasons, using the boat to get around because the road
was little more than a mule track.
In the 1960s the first hotels and restaurants emerged and
the west coast began to attract travellers and sports enthusiasts.
L’Ogliera was one of the first. The famous restaurant
offered a seafood cuisine with fresh, local fish accompanied
by a fine wine cellar. The newly renovated hotel offers genuine,
fresh hospitality. The well-kept rooms and pleasant flats
give a homely welcome. There is Wi-fi, air-conditioning
or central heating for the mid-seasons, TV, fridge, bathrooms
with shower, airy common areas for your well-being,
but more than all this, is the view and the colours of the
sunset where the sun plays hide and seek with the islands in
front of you and every day she wears a different shade from
yellow to purple.
Do not miss the wreck of Pomonte, a paradise for divers, 150
metres from the hotel but also the rest of the coast is full of
surprises and pristine beaches up to Chiessi, Seccheto and
Fetovaia. You can travel along this sunshine coast by bike,
by car or on foot along the GTE is spectacular, with those
rocks that slipped into the sea millions of years ago when
that granite pluton sprouted from the bowels of the earth to
amaze us modern travellers with that primordial beauty.
LIFESTYLE AND SPORT 107
108 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Enjoy
Environment
foto©Gaetano Triscari
CULTURE AND ARTS 109
Camminando
in paradiso
lungo la GTE
Ḡabriella Solari
Arsenne Thiebaut De Berneaud, agronomo
e letterato francese di fine Settecento,
che visitò le isole dell’Arcipelago
Toscano durante un viaggio in Italia nel
1808, si chiedeva se esse fossero “una
conquista del mare sul continente italico,
avvenuta prima o durante l’improvvisa
irruzione delle acque del Ponto Eusino e
dell’Oceano nel Mediterraneo”.
Ciascuna isola custodisce una propria
storia geologica, ma tutte sono
accomunate dai complessi movimenti
tettonici avvenuti nel corso di milioni
di anni con episodi di corrugamento e
distensione, eruzioni laviche e risalita
di plutoni granitici che hanno restituito
formazioni di rocce magmatiche,
sedimentarie e metamorfiche che
emergono in mezzo alla rigogliosa
vegetazione mediterranea. L’Elba con i
suoi 220 Kmq è una tavolozza policromatica
di formazioni geologiche che
abbracciano oltre 500 milioni di anni,
è accompagnata da Giglio e Capraia di
circa 20 Kmq, dalle più piccole Pianosa
e Montecristo di circa 10 Kmq e infine
dalle piccolissime Gorgona e Giannutri
di soli 2 Kmq. Tali eventi geomorfologici
hanno lasciato tracce ben riconoscibili
nei paesaggi insulari che compongono
lo scenario dell’arcipelago.
L’unità paesaggistica dell’accezione
geografica non rispecchia una unità
amministrativa. Prima dell’Unità d’Italia,
Capraia era sotto il Regno di Sardegna
e le altre isole appartenevano al
Granducato di Toscana. Oggi le cinque
più settentrionali appartengono alla
provincia di Livorno e Giglio e Gorgona
a quella di Grosseto.
L’Elba, chiamata dai Greci Aethalia e
conosciuta come Ilva da Etruschi e Romani,
è la terza isola italiana. Tre sono
gli aspetti paesaggistici prevalenti. Ad
occidente, domina il complesso monzogranitico
del Monte Capanne che si
erge con suoi 1000 metri al centro del
perimetro costiero, ad oriente il profilo
si diparte in due estremità accomunate
dalle miniere di ferro: a Nord i
rilievi morbidi e conturbati da gallerie
ed escavazioni a cielo aperto, utilizzati
da epoche remote per l’approvvigionamento
dei minerali ferrosi, a Sud
il Monte Calamita interessato da uno
sfruttamento minerario ottocentesco
nelle viscere più profonde.
110
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
foto ©Roberto Signorini
La macchia mediterranea mostra un
aspetto apparentemente uniforme,
ma a seconda dei versanti, delle quote
e del substrato, si apprezzano varianti
ben riconoscibili. La fascia arborea è
dominata dal leccio e dalla sughera,
nei versanti più alti si è sviluppato il
castagneto che ha costituito una risorsa
alimentare molto importante.
Negli impluvi sono rigogliosi i salici
e gli ontani. Nelle conche montuose
più ombreggiate permangono alcuni
esemplari di tasso, una conifera molto
rara in ambiente mediterraneo, e in
corrispondenza di aree umide si trova
la Felce regale. La fascia arborea è
ovunque accompagnata da una variegata
compagine di arbusti con erica
arborea, mirto, lentisco, corbezzolo, fillirea,
alaterno. Nella fascia costiera allignano
numerosi esemplari di ginepro
fenicio, specie di elevata importanza
conservazionistica che, a differenza del
comune ginepro, non ha aghi pungenti
e la bacca non commestibile. Le zone
aperte, a primavera, si tingono di giallo
intenso. Dapprima fiorisce la ginestra
dei carbonai e la ginestra odorosa nella
fascia costiera, poi è il tripudio della
minuta ginestra spinosa con cuscini
tondeggianti che coprono le propaggini
montuose.
Un ambiente molto diffuso è quello
della macchia bassa dove esplodono le
fioriture di tre specie diverse di cisti, e
dove si affermano le aromatiche come
la lavandula, l’elicriso e il rosmarino.
Isolati esemplari di specie endemiche
punteggiano questi paesaggi aromatici.
Ad occidente cresce il fiordaliso
del Capanne e ad oriente il fiordaliso
del Volterraio. Almeno una ventina di
specie di orchidee selvatiche compongono
una diversità floristica davvero
importante per la presenza di oltre
1200 specie di piante diverse.
Un’ultima fascia più bassa è costituita
dalla gariga che presenta ancora elicriso,
cineraria marittima, euforbie pioniere,
tè siciliano. Nella costa rocciosa
immersa nell’aerosol marino, si trovano
il finocchio di mare e il limonio, mentre
nelle residue dune costiere in estate
fioriscono i candidi gigli di mare.
ENVIRONMENT 111
Tutto l’arcipelago è incluso nel tratto di mare che ospita il
Santuario Internazionale dei cetacei, “Pelagos”. In questo
triangolo che abbraccia la costa meridionale francese includendo
Corsica e Arcipelago Toscano, si possono osservare
con buona frequenza molte specie di mammiferi marini.
Nel mare vi sono le aree di alimentazione degli uccelli
pelagici, come la berta maggiore e la berta minore, che
nidificano nelle cavità recondite delle rocce insulari. Ormai
sempre più rari sono i gabbiani corsi, scelti come simbolo
del Parco Nazionale, mentre sta aumentando la presenza
del gabbiano reale. La posizione delle isole in mezzo al mare
è favorevole alla sosta dei piccoli passeriformi migratori che
ogni anno fanno la spola tra l’Africa e il nord Europa, mentre
le correnti calde che si sviluppano in atmosfera in prossimità
dello stretto di Piombino, favoriscono il volo dei rapaci
che in autunno lasciano l’Europa.
Per tutelare un patrimonio naturale e ambientale unico,
nel 1996 è stato istituito il Parco Nazionale dell’Arcipelago
Toscano, che ha promosso fin dalla sua istituzione la creazione
di una rete sentieristica con percorsi che ricalcano le
antiche vie di collegamento, in passato percorse a piedi o
con l’asino. Negli anni ’60 l’economia rurale si stava ormai
estinguendo e dopo il fallimento della sperimentazione di
industrializzazione, si stava realizzando la rapida colonizzazione
urbanistica della fascia costiera e la nascita di una
fiorente attività turistica. Tra le prime iniziative di aggiornamento
della rete sentieristica fu tracciato il collegamento
est- ovest, con la Grande Traversata Elbana. Un percorso
da effettuare lungo la linea dorsale che attraversa in quota
l’intera Isola d’Elba.
Questi itinerari offrono al tempo stesso lo spettacolo della
storia geologica. Sotto i piedi compaiono come tessere di
un puzzle i lembi delle formazioni rocciose: in uno spazio
limitato l’Elba offre un campionario di rocce di natura ed età
molto differenti. Nel 2016 Il Club Alpino Italiano ha costituito
una sottosezione elbana, collaborando da subito con il
Parco Nazionale per favorire la cura della rete sentieristica
e dell’ambiente naturale, ad esempio con il posizionamento
di una segnaletica che aiuta nell’orientamento soprattutto
nei boschi o quando si trovano bivi. L’attività di monitoraggio
su una rete sentieristica di oltre 400 km è impegnativa
come la manutenzione per liberare i percorsi dalle piante
o dell’unica via ferrata presente sull’isola: un sentiero che
corre sul Monte Capanne, tra pinnacoli di roccia, versanti
strapiombanti e salite verticali, con panorami di grande
bellezza. Di grande importanza la manutenzione delle aree
di sosta e accoglienza localizzate lungo la GTE, con significative
opere di sistemazione degli arredi. Molto utile la partecipazione
per la Carta Europea del Turismo Sostenibile
ottenuta dal PNAT. L’intento del CAI Elba è di contribuire a
creare consapevolezza in chi si trova a percorrere i sentieri,
fornendo da un lato informazioni storiche, culturali, naturalistiche,
dall’altro nozioni tecniche sui tracciati, sulle caratteristiche
di percorribilità per migliorare i comportamenti
in montagna. Apprezzare il patrimonio naturale di questi
luoghi è la chiave giusta per custodire ambienti così fragili e
minacciati dalla crisi ecologica in cui stiamo costringendo la
nostra Terra.
112
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
foto ©Vincenzo Anselmi
THE ISLANDS OF PARADISE
The Tuscan Archipelago’s history stretches over millions of
years thanks to the tectonic movements that gave birth to
the 7 islands, each one different to the other, making them
geologically unique. The Mediterranean scrub is very varied:
the tree belt is full of Holm oaks, cork oaks and higher up,
chestnut trees. Willows and alders grow well in the watersheds.
In the more shady mountain valleys, you can still
find yew trees, a rare conifer in the Mediterranean and in
the damper areas there are some Royal Ferns. In spring,
the island turns yellow when the broom comes into flower.
Lower down, the cistus flowers explode with colour and
the aroma of lavender, helichrysum and rosemary fill the
air. There are at least twenty different types of wild orchid
and a truly important floral variety of over 1200 different
plant species. The lower part is made up of garrigue where
helichrysum, the maritime cineraria, euphorbia and Sicilian
tea plants grow. Along the rocky coastline, you find sea
fennel and limonium while in the sand dunes in summer
there are the beautiful sea daffodils. The Archipelago is
included in the Cetacean Sanctuary “Pelagos” where many
species of marine mammals are observed. In the sea, there
are feeding areas for pelagic birds such as the shearwater
that nests in the hidden cavities among the rocks. Sadly now
more and more rare are the Corsican gulls while the presence
of the herring gull is on the increase. The geographical
location of the islands in the middle of the sea is ideal
as a stopping-off place for small migratory passerines that
fly between Africa and northern Europe every year, while
the warm currents that develop near the Piombino straits
favour the passage of birds of prey as they leave Europe
in autumn. To protect the heritage of this unique, natural
environment, the National Park of the Tuscan Archipelago
was set up in 1996. It has established a network of pathways
that follow along the tracks of ancient bridleways. Walking
along, you can appreciate the great geological diversity of
the island; in a limited area, there are samples of rocks of
differing nature and age. In 2016, CAI Elba was formed and
thanks to agreements with the National Park of the Tuscan
Archipelago, it takes care of the monitoring and maintenance
of the island paths that follow the routes of the ancient
inhabitants. There are more than 400 kilometres where
signposts have been put up to help visitors to find their
way but at the same time providing historical, cultural and
naturalistic information as well as technical knowledge
about the routes and practicability to improve safety in the
mountains.
ENVIRONMENT 113
Un’accoglienza
“certificata”
Ḡiovanna Amorosi
foto ©Paolo Calcara
La Carta Europea per il Turismo
Sostenibile (CETS) è uno strumento
metodologico ed una certificazione
che permette di migliorare la gestione
del turismo nelle Aree Protette. Il
suo segreto? La collaborazione di tutti
gli attori locali, pubblici e privati, nel
perseguire l’obiettivo dell’offerta turistica
sostenibile attraverso la cura e la
promozione dell’ambiente.
Chi la propone? Europarc Federation,
che è l’Associazione che raggruppa le
Aree Protette d’Europa e il Parco Nazionale
Arcipelago Toscano, che vi aderisce,
ha deciso fin dal 2015 di investire
le proprie risorse in una certificazione
che coinvolge buona parte dei parchi
di Francia, Germania, Spagna e Italia. Il
certificato si rinnova ogni cinque anni.
L'elemento centrale della Carta è
la collaborazione tra tutte le parti
interessate a sviluppare una strategia
comune ed un piano d'azione per lo
sviluppo turistico, sulla base di un'analisi
approfondita della situazione
locale. Si tratta quindi di una metodologia
che vuole promuovere sì uno
sviluppo economico e strutturale, ma
strutturato su linee guida improntate
alla sostenibilità del progetto di sviluppo
stesso.
Chi può aderire? Il Parco è il soggetto
capofila, che ha anche l’onere di
raccogliere le adesioni, far partecipare
un buon numero di azionisti, anche
di varia natura e con obiettivi diversi
fra di loro, l’adesione è ovviamente
volontaria. La sfida quotidiana è
principalmente quella di tenere unite
le persone e le aziende attraverso i
rapporti che l’Ente intrattiene con i
suoi interlocutori. Non è stato facile
organizzare decine di forum, nelle tre
114
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
isole principali dell’Arcipelago, ma
il fatto che Europarc ha rinnovato la
certificazione, incoraggia il Parco e
sostiene il lavoro che è stato fin qui
svolto: 73 schede progettuali raccolte,
91 attori coinvolti di questi 73 dall’Elba,
14 dal Giglio e 6 da Capraia, tra gli
azionisti ci sono Enti pubblici, associazioni
ed operatori privati. Ognuno di
loro ha stretto un rapporto di alleanza
con l’Area Protetta, perché ognuno è
chiamato ad impegnarsi in un progetto
che ha condiviso con gli altri e che fa
parte di una comune strategia, il cui
valore è stato stimato in circa 8 milioni
di Euro.
Nel nuovo Piano d’Azione, gli azionisti
hanno raccolto la sfida per lo sviluppo
sostenibile di queste isole: si sono impegnati,
ognuno per la propria parte, a
ridurre l'impronta antropica sul territorio
ripensando la mobilità interna e
portando le isole verso la direzione di
pratiche “carbon free” o “plastic free”,
garantire una corretta manutenzione
ed il recupero delle infrastrutture
esistenti, ridurre gli impatti antropici,
agendo così anche contro i cambiamenti
climatici, favorire l’imprenditorialità
giovanile ed un’economia
complementare al solo turismo estivo,
attraverso il sostegno all’agricoltura di
qualità, la pesca sostenibile, la filiera
corta nella ristorazione, i servizi innovativi
per l’outdoor.
Il secondo passaggio fondamentale
per lo sviluppo del turismo sostenibile
nelle isole toscane è quello di creare
un sodalizio virtuoso con le aziende
che si occupano di accoglienza turistica:
attraverso un disciplinare sono
state quindi valutate ed accolte nella
Fase 2 della CETS ben 29 strutture
(tra alberghi, agriturismi e campeggi)
all’Elba e 3 all’isola del Giglio.
Ma l’impegno non finisce qui, si dovrà
presto intraprendere una nuova strada
di certificazione per i tour operator,
che insieme agli altri attori CETS certificati,
costruiranno un’offerta turistica
all’insegna dello sviluppo sostenibile e
consapevole: questa è la missione della
CETS e questo vuole essere l’impegno
del Parco per realizzarla.
A CERTIFIED WELCOME
The European Charter for Sustainable Tourism (CETS), issued by the Europarc
Federation, is certification that allows the improvement of managing tourism in
Protected Areas where all the local actors, both public and private, develop and
pursue the aim of sustainable tourism through the care and protection of the
environment. The National Park of the Tuscan Archipelago has involved 91 actors
of which 73 on the Island of Elba, 14 on Giglio and 6 on Capraia, gathering 73
strategy projects where businesses can develop action plans with an estimated
value of 8 million euros. Everyone’s aim is to reduce the anthropogenic footprint
on the territory by rethinking internal mobility and bringing the islands towards
“carbon free” or “plastic free” practices, thus acting against climate change, promoting
youth entrepreneurship and creating a complementary economy that is
not only summer tourism, through the support of quality agriculture, sustainable
fishing, local produce in catering and innovative outdoor services. Using guidelines
to become a Sustainable Destination, 29 structures on Elba (hotels, Farmhouse
B&Bs and campsites) and 3 on Giglio are being processed and evaluated
by the Federation for CETS Part II and from here the next step will be certification
of Tour Operators.
foto ©Gaetano Triscari
ENVIRONMENT 115
Elba
Arte Naturale
a Marciana
Elvira Lupi
“Impara l’arte e mettila da parte”:
è il caso di Agnese e Adriana che,
attingendo dalle vecchie ricette di
famiglia, hanno creato una gamma di
prodotti di “arte naturale”, realizzati
con le piante e i profumi della loro
Isola. L’anima dell’Elba la ritrovate,
ad esempio, nei saponi, che sono dei
piccoli gioielli sia per bellezza che per
efficacia. Ogni sapone ha proprietà
peculiari, derivate dagli ingredienti
vegetali che contengono: dal cisto
marino alla lavanda officinale,
passando per fico d’india e calendula
selvatica, elicriso, iperico, mirto
selvatico, e tante altre piante che
troverete passeggiando per i sentieri
elbani. Verrebbe voglia di mangiarli!
Sarà il profumo del miele, del latte
di capra, dell’olio d’oliva, dell’amido
di riso…. Oltre alle piante e ai fiori
vengono utilizzati anche argilla,
carbone vegetale e minerali. Senza
perdere mai di vista la tutela dei
consumatori: i prodotti cosmetici,
certificati e registrati presso il portale
europeo CPNP, sono biodegradabili al
100%. L’affascinante storia dei poteri
delle erbe e i saperi delle nonne,
insieme ad un’indubbia creatività e
vena artistica, hanno dato dei risultati
d’eccellenza, non solo per la gamma
di saponi e olii da massaggio. Nel
piccolo negozio di Marciana, il borgo
alle pendici del Monte Capanne fra
boschi di castagni che sembra essersi
fermato nel tempo, troverete tante
altre creazioni artigianali: collane,
borse, ventagli, taccuini, taglieri, uno
diverso dall’altro .…e un angolo tutto
dedicato ai bambini! Ogni articolo
porta con sé il fascino irripetibile
del lavoro manuale, realizzato con
materiali a impatto zero, forniti dalla
natura. Ed è proprio la natura che
contraddistingue il lavoro di Agnese
e Adriana: una natura amica, in grado
di curare il nostro corpo e la nostra
anima. Perché la materia è energia e gli
oggetti trasmettono vibrazioni positive
se prodotti con amore, con ingredienti
veramente naturali e con la pazienza
di chi li ha curati ancora prima di farli.
ELBA ARTENATURALE, IN MARCIANA
In the heart of the mediaeval town of
Marciana, you will find a little shop
full of scents and products with a zero
impact. The soaps are made from the
plants and fragrances of the island,
small gems of beauty and effect. Each
single soap has its peculiar properties,
derived from the vegetable ingredients
it contains: lavender, cistus,
prickly pear, calendula, helichrysum
and many other plants that you will
find along the pathways. You might
even feel like tasting them because of
their smell of goat’s milk, olive oil, rice
starch. Clay, charcoal and minerals are
used as well but all cosmetic products,
fully biodegradable, are certified and
registered at the European portal
CPNP. The handcrafted creations are
beautiful too: necklaces, bags, notebooks,
cutting boards, each one different
from the other…. And a corner
especially for children! Agnese and
Adriana will help you to learn more
about nature-friendly products, able to
cure body and soul.
Elba Artenaturale ® 2017
di Agnese Innocenti
Piazza della Gogna, nr. 12
57030 Marciana, isola d'Elba ( LI)
Tel/WhatsApp: 3357003519
Email: artsofelba@gmail.com
Instagram:@elbaartenaturale
www.elbaartenaturale.com
foto ©Agnese Innocenti
116
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Fondazione Acqua dell’Elba,
un contributo per l’Isola
-
Ilaria Leonetti
Ambiente, istruzione e cultura, arte, sanità e società.
Questo il cuore della Fondazione Acqua dell’Elba, neonata
realtà no-profit pensata per far dare un aiuto alla crescita
dell’Isola e del suo patrimonio naturalistico, sociale e
culturale.
Nell’area ambiente, sarà da ora in poi la Fondazione a
portare avanti lo storico progetto “La Via dell’Essenza”,
per creare un sentiero che costeggi l’Isola. Allo stato
attuale sono state completate 5 tappe del percorso. Con il
trasferimento delle attività del progetto sotto la Fondazione
si punta a creare nuove e più importanti sinergie, anche per
accelerare il completamento del sentiero.
La nuova realtà si occuperà, già da quest’anno, anche di
sostenere la biodiversità tramite l’implementazione di
un progetto triennale a sostegno delle api e degli insetti
impollinatori realizzato in collaborazione con la WBA -
World Biodiversity Association.
L’impegno a favore dell'istruzione si concretizzerà
arricchendo le biblioteche degli istituti scolastici superiori
elbani con circa 100 libri all’anno, di cui circa 1/3 dedicati
al tema dell’empowerment femminile, da sempre caro ad
Acqua dell’Elba. La donazione è il punto di partenza di un
progetto più ampio volto all’arricchimento dei curricula
scolastici, alla creazione di eventi di confronto con esperti
esterni e alla disseminazione delle tematiche tra tutti gli
studenti.
SEIF – Sea Essence International Festival – sarà una delle
anime dell’area Cultura della Fondazione. Case history
nell’area EDUCAZIONE AL MARE (OCEAN LITERACY), SEIF
è una manifestazione poliedrica, che spazia dalla ragione
all'emozione e al contempo volta a far pensare e sognare. Il
suo obiettivo è tutelare il mare promuovendone la bellezza
tramite la letteratura, il cinema, il teatro l’arte, la musica e lo
spettacolo.
ENVIRONMENT 117
La Fondazione si occuperà anche di “sanità e società”
promuovendo, per quest’anno, due realtà locali eccezionali:
EndoElba, l’Associazione in sostengo delle donne affette da
Endometriosi e l’associazione “Diversamente Sani”, punto
di riferimento elbano per i malati oncologici e loro famiglie.
Sempre in quest’area sono previsti altri interventi, per
esempio il supporto – secondo modalità da definire - alle
pubbliche assistenze elbane.
Confluirà, infine, nella Fondazione anche lo storico
progetto “Artisti all’Elba”, tramite il quale l’azienda sostiene
da anni l’Arte e la creatività. Nell’anno della partenza, è
questo il filone scelto per far salpare la nave, donando alla
Fondazione i proventi della vendita della Collezione d’Arte
Profumatori per Ambiente “Le spiagge degli Argonauti”:
un’edizione limitata realizzata dall’artista Alfredo Gioventù
per Acqua dell’Elba, ispirata ai sassi bianchi, maculati di
segni nero-blu, delle spiagge a nord dell’Isola d’Elba.
ACQUA DELL’ELBA FOUNDATION,
OUR CONTRIBUTION TO ISOLA D’ELBA.
Environment, education and culture, art, health, community
and society. This is the heart of Acqua dell’Elba Foundation,
a newly-constituted non-profit reality intended to support
the development of the Island and of its naturalistic, social
and cultural heritage. In the environment sector, henceforth
it will be the Foundation who will lead the historical project
named “La Via dell’Essenza” (“Essence Street”), whose
objective is to create a pathway tracing the entire coastline
of the island. At the moment, 5 stages of this trailway have
been completed. Transferring the activities of this project
to the Foundation aims at creating new and more important
synergies, also in order to accelerate completion of the whole
trailway. Already starting from this year, the new entity will
also be tasked with developing biodiversity through the
implementation of a triennial project in support of bees and
other pollinating insects, realised in collaboration with the
WBA – World Biodiversity Association. Our commitment in
favour of education will develop by enriching the libraries of
high schools on Elba with approximately 100 books a year, of
which around 1/3 will be dedicated to the subject of female
empowerment, which was always dear to Acqua dell’Elba.
This donation is the starting point of a wider project aimed
at the enrichment of scholastic curricula, at the creation of
events contemplating exchanges with external experts, as
well as at the divulgation of these subjects amongst all of the
students. SEIF – Sea Essence International festival – will be
at the core of the Culture department of the Foundation. A
case history in the area of OCEAN LITERACY, SEIF is a holistic
event, ranging from reason to emotion, at the same time
intended to stimulate thoughts and dreams. Its objective is
to safeguard the sea promoting its beauty through literature,
cinema, theatre, art, music and show business.
The Foundation will also be tasked with “health and society”
through the promotion, this year, of two exceptional
local realities: EndoElba, the Association in support of
women affected by endometriosis, and the association
“Diversamente Sani” (“Differently Healthy”), an Elban beacon
of hope for patients of oncological illnesses and their
families. Also in this area, other interventions are planned,
for example the support – along modalities still to be defined
– of entities engaged in Elban public assistance.
Finally, the historical project “Artists on Elba”, through
which the company has supported the Arts and creativity
for years, will also fall under the remit of the Foundation. In
its starting year, this is the subject chosen to put wind in its
sails, by donating to the Foundation all profits from sales of
the Home Fragrance Diffusers Artist’s Collection “Le Spiagge
degli Argonauti” (“Shores of the Argonauts”): a limited edition
created by the the artist Alfredo Gioventù for Acqua dell’Elba,
inspired by the white stones, stained by black-blue marks,
typical of the beaches in the North of Isola d’Elba.
118
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
SALVIAMO LE API
PER SALVARE IL MONDO
Lo sapete cosa sono le arnie Top Bar? E la Domus mellifera?
Nell’anno delle api, in occasione del #biodiversityday,
vi raccontiamo del progetto che la Fondazione Acqua
dell’Elba sta portando avanti insieme a World Biodiversity
Association - Arcipelago Toscano. In un luogo spettacolare,
ai piedi del Monte Capanne e sotto le mura della fortezza
pisana di Marciana (all’Isola d’Elba), la Fondazione insieme
a WBA World Biodiversity Association ha popolato cinque
arnie Top Bar che per la loro caratteristica sono sostenibili
e consentono alle api di vivere in miglior armonia e
naturalezza con il minimo supporto dell'uomo. Le api stesse
riconoscono un simbolo grafico (meglio se blu, verde o giallo,
il rosso ad esempio non lo distinguono!) e rientrano da sole
nella loro arnia di riferimento. Si diventa così ‘gestori’ e non
allevatori di api, saranno le api stesse a costruire all’interno
di questo spazio che riconoscono come loro casa, le strutture
che servono per il miele e la cera. Al fine di preservare la
genetica dell’ape resiliente in natura, inoltre, verranno a
breve posizionate su alcuni dei sentieri dell’isola, anche
alcune Domus Mellifera. La Domus mellifera, a differenza
delle arnie standard, viene lasciate a disposizione delle api
o sciami liberi, in modo che sia utilizzata dalle api come un
qualunque anfratto, albero o luogo della natura.
Le api scelte per popolare le arnie sono del tipo ‘ape Ligustica’,
la più italiana esistente. Ad aiutare nel posizionamento delle
arnie e gestione degli sciami, Davide e Michela dell’azienda
agricola Az.Agr. I Giardini di Poseidone!
SAVE THE BEES TO SAVE THE WORLD.
Do you know what the Top Bar beehives are? And the Domus
mellifera? In the year of bees and on the occasion of the
#biodiversityday, we will tell you about the project that the
Acqua dell’Elba Foundation is carrying out together with the
World Biodiversity Association of the Tuscan Archipelago.
In a spectacular setting, at the foot of Mount Capanne,
under the walls of the Pisan Fortress in Marciana on the
Island of Elba, the Foundation together with the WBA World
Biodiversity Association has populated five beehives Top
Bar that are sustainable and allow the bees to live naturally
and more harmoniously with minimal human support. The
Da sinistra:Davide Fabbri, Michela Francia, Monica Collu, Leonardo Forbicion | foto ©EnjoyElba
bees themselves recognize a graphic symbol (best if blue,
green or yellow, as they do not distinguish red) and return
by themselves to the right hive. In this way, you become
‘managers’, not beekeepers and it will be the bees themselves
who will build the structures that are used for honey and wax
inside this space that they recognize as their home. In order
to preserve the genetics of the bees, resilient in nature, some
Domus Mellifera will soon be placed on some of the footpaths
of the island. The Domus Mellifera, unlike standard beehives,
is left available to bees or free swarms, so that it is used by the
bees as they would use any crevice, tree or other natural place.
The bees chosen to populate the hives are the ‘Ligustica bee’
type, the most Italian in existence. To help in the positioning of
the hives and the management of the swarms, are Davide and
Michela from the Giardini di Poseidone farm!
ENVIRONMENT 119
La banca delle api
“diamo una mano
alle api resilienti”
Leonardo Forbicioni
“Se le api scomparissero dalla terra, per
l’uomo non resterebbero che quattro
anni di vita. Niente api niente impollinazione…nessun
uomo”. Tutti noi abbiamo
sentito almeno una volta in questi ultimi
anni questa frase erroneamente attribuita
ad Albert Einstein che in realtà
sarebbe da far corrispondere al concetto
espresso dal poeta Premio Nobel
Maurice Maeterlinck che nel 1901 scriveva:
“Si stima che più di centomila varietà
di piante scomparirebbero se le api
non le visitassero”. Non si possono però
comprendere tali affermazioni senza
prima rispondere ad alcune domande.
Ad esempio: quali e quante sono le specie
di “api”? Se chiediamo a qualcuno di
indicarci quante api conosce, ci sentiremo
rispondere quasi sicuramente
che conosce solo “l’ape che fa il miele”.
In realtà l’ape mellifica è solo una delle
oltre 20.000 specie presenti al mondo,
delle quali 2000 in Europa e circa 1000
conosciute per l’Italia. Tutte queste
specie sono legate indissolubilmente
alle piante, anzi, per esser più precisi,
ai loro fiori. Infatti questi organismi si
sono evoluti contemporaneamente ad
alcuni gruppi di piante, fino a raggiungere
una sorta di reciproca dipendenza.
Potremmo estremizzare affermando
che: “non possono esistere fiori senza
api e non possono esistere api senza
fiori”. Infatti le api si nutrono di polline,
con il quale allevano anche la loro prole
ed inoltre ricavano energia dal nettare
dei fiori, questi ultimi, a loro volta
riescono a compiere l’impollinazione
incrociata solo grazie all’incessante lavoro
di questi insetti.
Ma veniamo all’ape per antonomasia,
l’ape mellifica (Apis mellifera (Linnaeus,
1758)). Questa specie viene comunemente
ed a torto considerata “domestica”,
mentre in realtà si tratta di
un animale selvatico a tutti gli effetti,
un insetto che opera in natura e che
l’uomo non è mai riuscito a rendere
domestico, non potendone completamente
controllare riproduzione ed
alimentazione. Questa problematica
è stata definita nel 2018 dai maggiori
studiosi italiani in campo apidologico,
nella Carta di San Michele all’Adige.
Questo importante documento collettivo
si prefigge di tutelare la variabilità
genetica delle quattro sottospecie
presenti in Italia (mellifera, carnica,
ligustica e siciliana) favorendo la presenza
ed il monitoraggio delle colonie
selvatiche non gestite. Queste colonie
che solitamente si insediano in cavità
naturali ma anche nei muri o in manufatti
umani in disuso, dovendo riuscire
a sopravvivere senza le cure degli
apicoltori, sono costrette a sottostare
alle dure leggi della selezione naturale,
affrontando tutte le problematiche
climatiche, biologiche e parassitarie
che ogni giorno si presentano loro.
Questo processo naturale rende queste
colonie selvatiche sempre più adatte
all’ambiente dove vivono, costituendo
un importantissimo patrimonio genetico
utile sia alla sopravvivenza della
specie che al benessere dell’ecosistema.
Un po’ come si fa per gli uccelli, si è
quindi pensato di fornire nidi artificiali
sviando le api dal colonizzare cavità che
possano creare problemi perché vicine
ad attività umane. Per favorire questi
alveari naturali, si sta diffondendo
all’Elba il progetto “Domus Mellifera”,
promosso dalla World Biodiversity Association
che prevede l’installazione
di casse nido artificiali su tutto il territorio.
Molte aziende locali, sensibili al
tema, hanno già aderito a questa iniziativa
ed altre lo stanno facendo in questi
mesi, posizionando nei loro terreni uno
di questi nidi che, una volta colonizzati,
costituiranno per quest’isola una vera e
propria “Banca delle Api”!
120
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
THE BEE BANK
In 1901, the Nobel Prize winner, Maurice
Maeterlinck wrote: “It is estimated
that over one hundred thousand varieties
of plants would disappear if the
bees did not visit them”. But how many
species of “bees” are there? There are
20,000 of which 2000 in Europe and
about 1000 in Italy. All these species
are inextricably linked to plants, indeed,
to their flowers. In fact, these organisms
have evolved at the same time
as some groups of plants, reaching a
sort of mutual dependence. We could
go further by saying that “there can be
no flowers without bees and there can
be no bees without flowers”. After all,
bees feed on pollen, with which they
raise their offspring and derive energy
from the nectar of the flowers which
in turn are able to carry out cross-pollination
thanks only to the incessant
work of these insects.
The Honey bee (Apis mellifera) is an
insect that operates in nature and that
man has never managed to domesticate,
not being able to completely
control reproduction and nutrition.
Four subspecies are present in Italy
(mellifera, carnica, ligustica and siciliana)
of which the genetic variability is
protected. These colonies live in natural
cavities in walls or in disused buildings
and, having to manage to survive
without the care of a beekeeper, they
are forced to submit to the harsh laws
of natural selection, facing countless
climatic, biological and parasitic problems.
This natural process makes these
wild colonies increasinly more suitable
for the environment where they live,
representing a very important genetic
heritage, useful both for the survival
of the species and for the well-being
of the ecosystem. To encourage these
natural hives, the World Biodiversity
Association has promoted a project,
the “Domus Mellifera”, in action on the
Island of Elba. It involves the positioning
of shelter nests throughout the
territory in order to create a real Bee
Bank.
Leonardo Forbicioni
Curatore responsabile
NatLab - Il Museo Naturalistico
dell'Arcipelago Toscano
Forte Inglese - 57037 Portoferraio (LI)
Vicepresidente W.B.A. onlus
World Biodiversity Association onlus
Coordinatore WBA onlus - Sezione
Arcipelago Toscano
@mail: arcipelago.toscano@biodiversityassociation.org
tel. +39 339 5275910
ResearchGate: https://www.researchgate.net/profile/Leonardo_Forbicioni
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Twitter: http://twitter.com/@weevil_forbix
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FORBIXLeonardo
foto ©Leonardo Forbicioni
ENVIRONMENT 121
La straordinaria
geodiversità elbana
foto ©Andrea Dini
Āndrea Dini
Istituto di Geoscienze e Georisorse-CNR
122
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
“Ancora all’Isola d’Elba? Ma è da
trent’anni che ci vai a studiare rocce e
minerali. Cosa c’è ancora da scoprire?”
Ad onor del vero è da quaranta anni
che frequento l’isola, ma durante i
primi dieci anni venivo solo per divertimento,
per esplorare falesie, “coti”
di granito e miniere alla ricerca dei
leggendari cristalli di minerali visti nei
musei universitari di Firenze e Pisa. Le
domande di Chiara, mia compagna di
vita e collega di lavoro, ogni volta mi
fanno riflettere. Il dubbio che si tratti
di una mia fissazione, una specie di
“malattia” geo-mineralogica, si insinua
nella mente. Dubbio che svanisce al
rientro da ogni spedizione in terra
elbana quando, seduto in una poltrona
del traghetto, metto in ordine le
osservazioni scientifiche e le fotografie
raccolte. Ogni volta scopro qualcosa di
nuovo, anche quando percorro zone
viste in precedenza, e nuove tessere
si aggiungono al grande puzzle della
geodiversità elbana.
La geodiversità, infatti, è alla base di
tutto: dalle georisorse su cui è fondata
la nostra società, ai terreni in cui
coltiviamo; dalla regolamentazione
geologica del nostro ambiente, ai paesaggi
all’aperto che le persone visitano
per svago. Minerali, rocce, fossili, suoli,
sedimenti, forme del terreno, processi
geologici, idrologici e morfogenetici
sono tutti elementi fondamentali della
geodiversità che ci circonda. Esistono
dei luoghi speciali del nostro pianeta
dove la sovrapposizione nel tempo e
nello spazio di processi tettonici, magmatici,
metamorfici e idrotermali ha
creato una notevole diversità mineralogica
e litologica estesa per migliaia
di chilometri quadrati. Uno di questi
luoghi è la Toscana e in particolare
l’Isola d’Elba. È grazie alla straordinaria
diversità geo-mineralogica che la Toscana
è stata per migliaia di anni terra
di miniere, producendo innovazioni
tecnologiche e stimolando una grande
diversità culturale e scientifica.
Diamo un po' di numeri della diversità
mineralogica elbana. Quasi 250 specie
minerali identificate nell’isola, cioè
circa il 5% di tutti i minerali finora
scoperti sulla Terra. Una media di più
di 100 specie minerali per 100 km2,
un valore 10-100 volte superiore alla
media di gran parte dell’Italia e del
mondo. 15 specie minerali scoperte
per la prima volta sull’isola. Due di
queste nuove specie prendono il nome
dall’Isola: elbaite (dal nome moderno)
e ilvaite (dal nome latino).
Un anno fa sono stato contattato da
un gruppo di associazioni elbane per
scrivere un libro che parlasse della
diversità geo-mineralogica dell’Isola
d’Elba. Ho avuto il privilegio di collaborare
con molte elbane ed elbani, due
per tutti: Graziano Rinaldi e Patrizia
Lupi, straordinari compagni di questa
avventura editoriale.
Un puzzle condiviso con colleghi di
università e enti di ricerca di tutto il
mondo, non solo italiani. L’Isola d’Elba
è un paradiso geo-mineralogico e costituisce
un esperimento fantastico di
confronto scientifico tra scuole di pensiero
diverse. Si perché chi fa ricerca
scientifica sull’isola non la pensa sempre
allo stesso modo ed è da almeno
duecento anni che gli scienziati della
Terra si “scontrano” e dibattono sulla
geodiversità elbana. Non è importante
tanto sapere chi sono i vincitori e i vinti
quanto comprendere che è da questo
confronto che affineremo sempre più
la conoscenza della storia geologica
dell’Isola d’Elba, la genesi dei giacimenti
di ferro più importanti dell’antichità,
come pure l’origine del bacino
marino che, a partire da circa 20
milioni di anni fa, ha diviso la Corsica
dalla penisola italiana. In tutto questo,
il Parco Nazionale dell’Arcipelago
Toscano ha un compito fondamentale,
quello di valorizzare e far conoscere la
biodiversità marina e terrestre senza
dimenticare però la straordinaria geodiversità
che ne sta alla base.
ENVIRONMENT 123
THE EXTRAORDINARY ELBAN GEODIVERSITY
Chiara, my life partner and geologist like myself, asks me
what I think there is left to discover on Elba after forty years.
It is not an obsession, truly every time I discover new pieces
to add to the great puzzle of Elba’s geodiversity. This is how
many colleagues from all over the world think: Elba is a
geomineralogical paradise. For at least two hundred years,
Earth scientists have been ‘clashing’ and debating Elba’s
geodiversity by studying the genesis of the most important
iron deposits of antiquity, or the origin of the sea basin that,
starting from about 20 million years ago, has separated
Corsica from the Italian peninsula. There are special places
on our planet where the overlap in time and space of tectonic,
magmatic, metamorphic and hydrothermal processes
has created a remarkable mineralogical and lithological
diversity extended for thousands of square kilometers. One
of these places is Tuscany and in particular the Island of
Elba. It is thanks to the extraordinary geo-mineralogical variety
that Tuscany has been a land of mines for thousands of
years, producing technological innovations and stimulating
a great cultural and scientific diversity.
Here are some numbers regarding the mineralogical
diversity of the Island of Elba. Almost 230 mineral species
have been identified on the island, that is about 5% of all the
minerals discovered so far on Earth. That is an average of
over 100 mineral species per 100km2, a value 10-100 times
higher than the average for most of Italy and the world. 15
mineral species discovered for the first time on the Island.
Two of these new species are named after the Island: elbaite
(from the modern name) and ilvaite (from the Latin name).
The National Park of the Tuscan Archipelago has a fundamental
task, that of enhancing and making known the
marine and terrestrial biodiversity without forgetting the
extraordinary geodiversity that underlies it.
From there it all began.
124
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
I fiori
della Terra
Il volume racconta la straordinaria geodiversità dell’Elba,
attraverso testi e immagini che, alla valenza scientifica, affiancano
una affascinante narrazione per guidare il lettore
alla scoperta dell’ Isola, guardando ai paesaggi, alla bellezza,
alla incredibile biodiversità, partendo dalla storia della
sua antichissima formazione geologica. Diviso in capitoli,
descrive le aree geografiche dell’Elba, connotate da una
incredibile diversità geo-minearia, come se fosse una vera
e propria guida per imparare ad osservare quello che sta
sotto i nostri piedi. Grazie al ricco corredo fotografico, frutto
del lavoro di Andrea Dini e Graziando Rinaldi, oltre che di
numerosi altri autori, emerge la poliedricità delle sfaccettature
e delle sfumature dei minerali custoditi tra le rocce ed
il terreno. Il volume riesce a stupire e a stimolare i visitatore
offrendo un orizzonte diverso da quello marino, legato non
solo alle sue spiagge ed alla fruizione estiva del suo territorio
ma invitando i viaggiatori e i turisti all’esplorazione dei
suoi siti, percorrendo i vecchi sentieri dei minatori, cavatori
o contadini che si snodano per tutta l’Isola. Da qui il titolo
del volume “I fiori della terra” che stupiscono per l’incredibile
esplosione di forme geometriche e colori, veri e propri “
gioielli”, unici, ricercati e diffusi in tutte le collezioni in tutti
i continenti. Quelli che i minatori chiamavano “scherzi”
sono stati studiati da ricercatori internazionali e tuttora
richiamano studiosi, scienziati e studenti dalle università
di tutto il mondo. Il volume non si rivolge solo ai geologi o
agli addetti ai lavori, ma a chiunque voglia osservare l’Elba
con occhi diversi, scoprendo le tracce della sua storia fra i
graniti, i boschi, o gli scavi delle miniere, dove rimangono
tracce di siti archeologici risalenti alle epoche più antiche,
dall’eneolitico fino agli Etruschi, e successivamente ai
Romani, al Rinascimento fino ai giorni nostri. I testi sono
stati curato da Andrea Dini, Graziano Rinaldi, Patrizia Lupi,
autori del volume, nel quale è presente anche un capitolo
dedicato agli Etruschi all’Elba, curato dall’archeologa Laura
Pagliantini.
THE FLOWERS OF THE EARTH - THE EXTRAORDINARY
GEO-MINING DIVERSITY OF THE ISLAND OF ELBA
The notebook recounts the extraordinary geodiversity of
Elba through texts and images that, alongside the scientific
value, combine with a fascinating narration, guiding the
reader to discover the island, look at the landscapes, the
beauty, the incredible biodiversity, starting with the history
of its ancient geological formation. Divided into chapters,
it describes the geographical areas of Elba, bringing
the reader to find out more about the Island, not only its
multicoloured beaches, but also following along the old pathways
of the miners, the quarrymen or the farmers. Elba’s
minerals are “jewels”, unique, sought after and widespread
in museum collections in every continent. By observing
the minerals, there are traces of the history of Elba among
the granites, the woodlands, or the mine excavations where
remains of archaeological sites date back to ancient times,
from Aeneolithic to the Etruscans and later to the Romans,
to the Renaissance and up to the present day. The chapter
dedicated to the Etruscans on Elba has been written by the
archaeologist Laura Paglianti. Andrea Dini, Graziano Rinaldi
and Patrizia Lupi are the authors of the book that is part
of the project “Elba degli Etruschi”, funded by the Tuscany
Region.
La pubblicazione è stata possibile grazie al contributo della
Regione Toscana nell’ambito del bando per la Giornata degli
Etruschi. Con il Parco Minerario dell’Isola d’Elba, con sede
a Rio, come capofila e la partecipazione di altri 22 soggetti
pubblici e privati elbani, il progetto “Elba degli Etruschi”, curato
dalla giornalista Patrizia Lupi e coordinato da Sabrina
Busato, Presidente FEISCT, è stato il primo classificato fra
quelli toscani.
ENVIRONMENT 125
La Piccola Miniera
a Porto Azzurro
-Patrizia Pellegrini
Emilio Giacomelli a lavoro
Emilio Giacomelli la miniera la conosceva bene: cresciuto nei
paesi dei minatori, fin da piccolo aveva seguito passo passo
i paesani con il piccone in spalla e ne conosceva i canti e le
storie. Vedeva brillare sulla loro pelle quella polvere di stelle e il
paese di Rio splendeva come la spiaggia nera di ematite, anche
di notte al chiaro di luna. Un paesaggio magico dove le stelle
brillavano fra le finestre.
Ogni tanto, poi, uscivano dalle bisacce, fra il fiasco e il “convio”,
quegli “scherzi” come loro li chiamavano. Minerali dalle
forme geometriche straordinarie, dai colori incredibili usciti
da tutto quel ruggine delle colline intorno, veri e propri gioielli,
ed anche la pirite sembrava oro e lasciava immaginare tesori,
caverne e storie di giganti. Aveva capito che la miniera era fatica
e pericolo ma anche meraviglia e bellezza perché le rocce
di quel fazzoletto di terra in mezzo al Tirreno racchiudevano
pezzi unici, e veniva gente da tutto il mondo a cercarli.
Così, un po’ per caso e un po’ per arrotondare il salario di provetto
intagliatore iniziò l’attività della Piccola Miniera perché
il Giacomelli non ne poteva stare lontano e l’aveva costruita
vicino a casa, per quei turisti che non sapevano calarsi nei
cunicoli sotto terra e preferivano vederli nel suo piccolo museo,
quei ricami di cristallo. Affascinato dalla lavorazione del
ferro dal tempo degli Etruschi, ne aveva riprodotto le fornaci,
ricostruendo strumenti, ambienti, mostrandone gli schiumoli
che abbondavano in tutta l’Elba, dove per centinaia di anni le
foreste di lecci avevano alimentato i forni di fusione, ad est e
a ovest. il Museo Minerario Etrusco si propone ancora oggi
di valorizzare l’importanza della presenza etrusca all’Isola
d’Elba. Di notevole interesse culturale sono la riproduzione di
quattro forni etruschi in sezione con le varie tappe di cottura
dell’ematite, il video sul funzionamento dei forni ed una serie
di bellissimi affreschi.
Oggi la Piccola Miniera nata dall’esperienza e dalla fantasia
di Emilio, oltre che dalla passione e dedizione della moglie
Anna Maria, che lo ha seguito da sempre per scavi, falesie e
gallerie, ancora dopo quaranta anni rappresenta un punto di
riferimento per chi vuole conoscere il patrimonio geologico e
minerario elbano e il suo complesso sistema estrattivo, grazie
alla vasta collezione di minerali e al laboratorio per la lavorazione
delle pietre dure con la taglieria artigianale. Sono diciannove
le bacheche del museo con esposti minerali corredati da
schede didattiche e fotografie dei punti di ritrovamento. Per
Via Provinciale Est
(direzione Rio Marina),
Porto Azzurro
Tel. +39 0565 95350
foto@Laura Giacomelli
126
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
non parlare della ricca esposizione di oggetti, monili preziosi o
bigiotteria in larga parte prodotta artigianalmente: soluzioni
fantasiose che nascono dalla lavorazione sapiente della
pietra.
A far da guida la stessa Anna Maria con le figlie Laura e
Linda che dal padre hanno appreso l’arte di raccontare, oltre
alle conoscenze tecniche e scientifiche. Anche i bambini
rimarranno affascinati dal viaggio con il trenino dentro la
piccola miniera ricostruita con materiali naturali e autentici
e con i macchinari originali utilizzati per l’estrazione. C’è
perfino un laghetto sotterraneo, dove brillano fra le rocce,
quarzo ed eurite, insieme ai vecchi strumenti di lavoro. Prima
di lasciare l’esposizione è consigliato il tour nell’Enoteca-Degustazione
in cui vengono proposti e presentati i più
importanti prodotti eno-gastronomici del territorio.
THE LITTLE MINE
Emilio Giacomelli knew the mine well: he had grown up in
the miners’ villages and from an early age he had followed
the miners step by step with a pickaxe on his shoulder and
knew their songs and their stories. He saw the stardust shining
on their skin and the town of Rio shone like the black
hematite beach, even at night in the moonlight. It was a
magical landscape where the stars shone between the windows.
He understood that the mine was hard work and danger
but also wonder and beauty because the rocks of that
tiny piece of land in the middle of the Tyrrhenian Sea contained
unique pieces and people would come from all over
the world to search for them. Hence the idea of the Little
Mine, to show tourists those gems of incredible colours and
geometric shapes. Fascinated by the processing of iron from
the time of the Etruscans, he had reproduced the furnaces.
The Etruscan Mining Museum still aims to give value to the
importance of the Etruscan presence on the Island of Elba.
The reproduction of four Etruscan ovens in section with the
various stages of smelting is of great cultural interest with
the video of the working of the ovens and a series of beautiful
frescoes. The Little Mine was the idea and fantasy of
Emilio and his wife Anna Maria and today is a landmark for
those who want to know the geological and mining heritage
of Elba, thanks to the vast collection of minerals and the
laboratory for the processing of semi-precious stones. Not
to mention the rich display of objects; precious ornaments
or artistic handcrafted costume jewellery: imaginative solutions
that arise from the skilful working of the stone. Anna
Maria herself, with her daughters Laura and Linda will guide
you through it: they learned the art of storytelling as well
as the technical knowledge from their father. Children will
be fascinated by the train ride inside the little mine, rebuilt
with natural, authentic materials and showing original machinery.
There is even an underground pool where quartz
and eurite shine in the rocks alongside the old working
tools. Before leaving the exhibition, it is a good idea to have a
foto@Valentina Locci
ENVIRONMENT 127
I Giardini
di Poseidone
A.T.
L’aria del guerriero l’ha mantenuta Dave Fabbri anche se si è tagliato i rasta che
raccoglieva in una fascia colorata sulla testa. Sempre al suo fianco Michela, con
l’aria da principessa gentile, le manca solo la corona. Sembrano usciti da un
Fantasy. Mettono insieme storia e futuro, sapere scientifico e lavoro manuale,
tecnologie e ricette della tradizione, come se nulla fosse. E non finiresti mai di
starli a sentire perché sanno e, soprattutto, fanno un sacco di cose. Li trovi sotto
i loro ulivi con il seghetto a mano, perché non vorrai mica potarli con la sega
elettrica gli alberi che brucia la corteccia, oppure nei mercati a vendere i loro
prodotti davvero biologici, su FaceBook a mostrare nei reel il loro lavoro, in giro
per l’Elba a posizionare gli apiari top bar per il progetto WBA del NatLab gestito
a Forte Inglese dal loro amico Leonardo Forbicioni. Se ti va bene puoi anche
comprare le uova delle loro sessanta galline, quelle sì allevate a terra, sotto gli
olivi che così concimano e fanno pulizia se la “mosca” avesse voglia di attaccarli.
“Utilizzo della chimica zero”: dice Dave. Le uova le mettono nelle scatoline
che quando le vedi ti chiedi come hanno trovato il tempo anche per dipingerle
perché sono come quelle che si vedono nelle cartoline di Pasqua: rosa, celesti,
verdine, marrone scuro, beige, bianche lattate. Poi scopri che non c’hanno messo
pennello ma ce l’ha messo la natura perchè quelle uova prelibate vengono
da galline di razze rare e antiche, delle quali Dave conserva la genetica. E guai se
qualcuno dice che le galline sono tutte uguali. Le livornesi dai colori sgargianti, e
poi le bionde piemontesi, le Marans, le Rama, le Valdarno, le Padovane, l’ Araucana,
l’Ermellinata di Rovigo, le Millefiori di Lonigo, ogni luogo ha la sua razza.
Viene voglia di mettersele in giardino, insieme alle quaglie o alle anatre, perché
trovi anche le loro uova nel cestino. Vuoi fare una frittata? non manca ovviamente
il secondo ingrediente appena colto dall’orto, che siano baccelli, piselli,
radicchi, cipolle di Patresi o della Zanca, zucchini e zucche, fagiolini, insomma
quello che la stagione offre in quel momento di frutta e verdura.
Quando vai nella loro azienda, i Giardini di Poseidone, al Buraccio, ti conviene
portare la “sporta” della spesa, anche due. Non vorrai mica andartene senza
l’olio che sa di vento e mare, senza il miele che merita un discorso a parte, le dolcissime
fragoline celtiche bianche, rosa o nere, che Paola Bertani de “Le Magie”
adopera per vincere i premi con le sue praline, le insalatine appena colte, le salsicce
di cinghiale, i sottoli come quelli che facevano le nonne… Devo continuare?
Ho già l’acquolina in bocca. Una cosa è comunque certa: la salute ci guadagna.
POSEIDON’S GARDENS
Davide Fabbri
David Fabbri and constant companion Michela seem to have walked out of
a Fantasy: he has the air of a warrior and she seems like the gentle princess.
They unite history and future, scientific knowledge and hard labour, technology
and traditional recipes as if it were all normal. You meet them under their
128
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
olive trees with a hacksaw or in the market selling their truly
organic products, on Facebook showing their work in reels or
around Elba positioning their Top Bar Apiaries for the WBA
project of the NatLab by Leonardo Forbicioni. If you like, you
can also buy fresh eggs from their 60 free-range hens. When
they put the eggs in boxes, you wonder how they found the
time to paint them, because they are like the ones you see
on Easter cards: pink, light blue, green, dark brown, beige,
off-white. Then you find out that it was Nature itself because
those eggs are from hens of rare, ancient breeds.
Gardens, you should remember your shopping basket for
the oil that tastes of wind and sea, honey from their hives
scattered all over Elba, sweet white Celtic strawberries, pink
or black, the ones that Paola Bertani from “Le Magie” uses
to win prizes with her pralines, freshly cut lettuce, wild boar
sausages, pickles like grandma used to make. One thing is for
sure: health benefits.
Do you want to make an omelette? Right, the next ingredient
comes straight from the garden, whether runner beans, peas,
chicory, onions from Patresi or La Zanca, courgettes and
pumpkins, green beans, in fact, whatever the season has to
offer in that moment. When you go to their farm, Poseidon’s
Az. Agr. I Giardini di Poseidone - Porto Azzurro
www.igiardinidiposeidone.com
Davide Fabbri
davide.fabbri16@gmail.com
Tel + 39 335 5689376
Michela Francia
ENVIRONMENT 129
Another Elba
con Valérie Pizzera
-Patrizia Lupi
E’ proprio un’altra Elba quella che scoprirete
con Valèrie Pizzera, che vi guiderà sui
sentieri nel cuore delle colline a ridosso
delle belle spiagge, nei musei o in visita
alle fortezze sparse su tutta l’isola. Imparerete
a vedere i particolari, i luoghi della
storia, non solo quella ufficiale e gloriosa,
ma quella degli “umili”, dove scorreva la
vita degli antichi abitanti, fra miniere di
ferro e cave di granito, fra muretti a secco,
mulini, stalle e magazzini. Imparerete a
distinguere il profumo dell’elicriso o della
lavanda selvatica, a riconoscere le erbe
e magari ad adoperarle in cucina, per le
creme di bellezza o per … pozioni magiche.
Perché qualcosa di magico c’è sempre nel
racconto di Valèrie che sembra uscita da
una fiaba, bella come una “fatina” e allegra
come un folletto. Esuberante, simpatica,
coinvolgente, attaccata allo scoglio dove è
cresciuta, nonostante la sua doppia anima
francese e spagnola, e le sue molteplici
esperienze professionali fuori dall’Isola.
Un’escursione con lei non è mai banale o
scontata: il trekking sarà condito di racconti
e leggende, da performance musicali
o artistiche, da merende e degustazioni
con prodotti a km 0. Vi si aprirà un modo
di paesaggi, saperi, sapori, bellezza,
natura, cultura. Una sorta di teatro all’aria
aperta dove sarete spettatori viaggiatori,
curiosi lettori, recuperando quella “parte
bambina” divertita e meravigliata per ogni
nuova scoperta.
Valèrie fa parte di quella schiera di appassionati
“cantastorie” 4.0 che raccontano
con l’anima quello che vanno scoprendo,
a partire dalle storie dei mille personaggi
che hanno abitato l’Elba, da Victor Hugo al
Mago Chiò, da Napoleone a De Chirico, da
Cosimo De Medici a Telemaco Signorini,
tanto per citarne qulìalcuno in ordine
sparso, ma sarebbero migliaia a nominarli
tutti. Con le sue escursioni vedrete con
occhi nuovi la vetta di granito del Monte
Capanne o le morbide spiagge dai mille
colori dovuti alle ricchezza geologica dell’Isola.
Si popoleranno con la fantasia ma a
volte con veri attori, le torri rinascimentali
o le ville romane e tornerete dal viaggio
più ricchi di emozioni e di conoscenze.
Una esperienza che non dimenticherete.
ANOTHER ELBA
WITH VALERIE PIZZERA
Valèrie Pizzera will lead you to discover
that other Elba, the one of the pathways
in the heart of the island, close
to the beautiful beaches, the museums,
the churches or the castles. You
will learn to see the details, the places
of history, not only the official one, but
that of the ‘humble’ people, where the
ancient inhabitants used to live and
spend their time, between iron mines
and granite quarries, between dry sto-
ne walls, mills, stables and other rural
buildings. While walking, you will learn
to recognize herbs and maybe use
them in the kitchen, as beauty creams
or for… magic potions. Because there is
always something magical in Valèrie’s
story that seems to come out of a fairy
tale, beautiful like a ‘fairy godmother’
and as cheerful as a leprechaun. She
is exuberant, friendly, engaging, fond
of the rock where she grew up despite
her double French and Spanish soul
and her various professional experiences
off the island. A trip with her
is never boring nor taken for granted:
there will be moments dedicated to
the theatre, music, art or to food and
wine traditions with tastings of local
products. The beautiful landscapes
of Elba, the tiny villages, the Roman
villas, the Etruscan settlements will be
populated by characters, sometimes
imaginary, sometimes with real actors
and you will go home from your trip
richer in emotions and in knowledge.
An unforgettable experience.
foto ©Manuela Cavallin
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ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
-Marisa Sardi
L'antico sentiero della Mortella
Il sentiero della Mortella, censito dal
CAI con il n°249, si trova all'interno
del perimetro del Parco Nazionale
dell'Arcipelago Toscano ed è di facile
percorrenza. Collega la località di
Viticcio a quella di Forno, facenti parte
entrambe del Comune di Marciana
fino al 1950. Comincia in prossimità
dell'hotel Scoglio Bianco e si sviluppa
in salita su di un dislivello massimo di
50 metri, fino a raggiungere il crinale
denominato Tre Centi, per poi ridiscendere
a Forno in un tempo stimato
in 30 minuti, calcolato su un'andatura
di passo tranquillo.
Fu molto frequentato negli ultimi due
secoli, quando cioè anche “le marine”
cominciarono ad essere abitate,
essendo cessati i pericoli provenienti
dalla incursioni piratesche.
Nelle zone circostanti furono praticate
l'agricoltura, la pastorizia e la caccia.
L'antropizzazione modificò la morfologia
originaria dei luoghi creando
giardini coltivati. I resti s'intravedono
oggi tra la vegetazione caratterizzata
da alberi, arbusti e cespugli tipici della
macchia mediterranea. Sicuramente
nel 1841 le piante più diffuse furono i
mirti, localmente detti mortelle, perchè
la zona fu riportata sul catasto leopoldino
come “marina della mortella”.
Tuttavia dopo il 1960 con la cessazione
delle attività agricole si sono moltiplicate
anche altre varietà botaniche
come i lecci, i lentischi, i ginepri sabina
marittimi,ecc.favoriti tutti da un clima
adatto. Grazie alla loro presenza, chi
percorre il sentiero beneficia di un
notevole benessere bioenergetico e
psico-fisico. Passeggiando i nostri
sensi ci mettono in contatto con la
natura che ci rilassa col suo verde e lo
straordinario panorama, ci fornisce
oli essenziali capaci di mantenere alte
le difese immunitarie e di combattere
pressione e cortisolo, ci procura piacere
con la vista di tanti colori e col profumo
delle piante aromatiche. Anche i
suoni naturali, come il cinguettio degli
uccelli o il rumore del mare, riducono
lo stress e infondono energia e calma.
Insomma, da sentiero del lavoro e della
fatica è diventato sentiero del benessere
e della salute.
THE MORTELLA PATH
Path n°249 is called the Mortella and it
links Viticcio to Forno in thirty minutes.
It was very popular in the last two
centuries when the “marinas” began
to be inhabited, and there were fewer
dangers from pirate raids. In the areas
around there, agriculture, farming
and hunting were practiced. Anthropization
changed the original shape of
places by creating cultivated gardens.
We can catch a glimpse of it nowadays
in the vegetation of trees, shrubs and
bushes typical of the Mediterranean
scrub. Certainly, in the 19th century,
the most widespread plant here was
myrtle, in Italian, mortella. From being
a path to work and fatigue, used by
hundreds of years by farmers, it has
now become a path of health and wellbeing
thanks to the beauty of its landscapes,
the perfume of the aromatic
plants, the essential oils that keep our
immune defences strong.
ENVIRONMENT 131
-P.L.
Fattoria Pimpinella:
un’oasi alle Solane
Fra Sant’Ilario, Procchio e Redinoce,
lungo il percorso della GTE, un’oasi
di pace vi accoglie con il calore delle
persone che hanno scelto di vivere in
campagna, fra animali, orti e orizzonti
aperti, perché pensano che il cambiamento
debba partire da ognuno di
noi e che la qualità della vita stia in un
sorriso, nel profumo della terra, nella
bellezza di un tramonto, nel cibo sano,
nella genuinità e nell’amore per ogni
forma vivente.
Un progetto iniziato cinque anni fa,
quando Ilaria e Walter con i loro figli
Margherita, Viola e Raffaele si sono
trasferiti da Bergamo alle Solane, dove
hanno comprato un rudere e dieci
ettari di bosco e campagna. Work in
progress per la Fattoria Pimpinella e,
dal dire al fare, il sogno è diventato realtà.
Tutto è iniziato per amore, perché
le imprese coraggiose hanno bisogni
di cuori grandi. Amore per gli animali,
per salvarli dalla strada e dal macello,
dando loro affetto, cura, equilibrio e
nuova vita. Cavalli, asini, capre, pecore,
maiali, galline, cani, gatti, oche, galline
in quantità.
Gli appassionati di trekking e mountain
bike, ma anche i viaggiatori alla
scoperta della storia e della biodiversità
elbana, troveranno ristoro, riposo,
amicizia, piatti gustosi, che sanno
di salute, di fronte ad un panorama
ineguagliabile. Una tavola sempre
aperta per gli amici, quella di Pimpinella,
con le bontà dei piatti fatti in
cassa, con quel che si trova, di vero, di
buono, a due passi da lì, nell’orto. Per
chi ama la natura elbana si consiglia
il bivacco, lontano dai luoghi caotici
delle vacanze balneari, per una sosta
senza stress, in un posto attrezzato,
adatto anche per piccoli gruppi. Non vi
annoierete perché la fattoria è sempre
piena di persone interessanti, e vi
potrete sbizzarrire nel riciclo creativo,
nell’uncinetto per costruire il vostro
scacciapensieri, nella raccolta delle
erbe, qualcuno vi insegnerà anche
ad usarle in cucina o per decorare le
stoffe, nella meditazione e nello yoga,
con un sacco di proposte per grandi e,
soprattutto, per i piccini.
Qualcuno non vorrà andar più via e si
porterà dentro, nel cuore e nelle narici,
indimenticabile, l’odore buono della
terra e degli animali. Melita, la cavalla
sopravvissuta al macello, si lascerà accarezzare,
grata e senza paura perché
ha capito che l’uomo può essere amico
quando ritrova il suo centro a contatto
con gli elementi della natura e si riconosce
nella terra, nell’aria, nell’acqua
e nel fuoco. Da dove tutto è partito e
tutto torna.
132
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
PIMPINELLA FARM
It sits on the route of the GTE and is an
oasis of peace where you are warmly
welcomed by people who have chosen
to live in the countryside among their
animals, their gardens and open
horizons. Ilaria and Walter, with their
children Margherita, Viola and Raffaela
moved down from Bergamo to Le
Solane where they bought a ruin and
ten hectares of woodland and farmland,
fulfilling their dream of living
the simple country life, welcoming all
types of animals or saving them from
slaughter. Horses, donkeys, goats, sheep,
pigs, hens, a cow, dogs, cats, geese,
hens in great numbers.
Those who love hiking or riding their
mountain bikes, or also those who
enjoy travelling to discover the history
and biodiversity of Elba, will find here
refreshment, rest, a friendly welcome,
tasty dishes made with home produce
and views that take your breath
away. For nature-lovers, the bivouac
is the best idea, away from the chaos
of beach tourism, to have a stressfree
stop in a place that is equipped
with services and shower, particularly
appropriate for small groups. Here,
boredom does not exist because the
farm is always full of interesting people
and you can indulge in a hundred
creative activities and workshops or
else in walks, or in sessions of yoga
or meditation. This is a way to reconnect
with yourself, in touch with the
elements of nature: earth, air, water
and fire, where everything began and
everything returns.
Fattoria Pimpinella
Loc. Le Solane 18 – Procchio (Marciana)
Tel 340 5868869
email: walter.signori@gmail.com
foto ©Evi Mibelli
ENVIRONMENT 133
-Leonardo Preziosi
La zona umida
delle Prade
e la vecchia salina
foto©Gaetano Triscari
Presidente
Italia Nostra Arcipelago Toscano
Le zone umide, anche se di modeste
dimensioni, sono importantissime
come aree di sosta e alimentazione
per gli uccelli migratori, soprattutto
acquatici; sono veri e propri scrigni
di biodiversità. Gli ambienti umidi
rappresentano inoltre rifugio per
importanti popolazioni di anfibi fra
cui emerge la presenza di raganella
sarda e del rospo smeraldino. All’Elba
ne esistono due, a Mola e a Schiopparello;
rispettivamente nel comune di
Capoliveri e di Portoferraio, classificati
come siti d’interesse regionale ma non
inclusi nella rete Natura 2000.
134
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Oltre al valore naturalistico il sito di
Schiopparello ha un valore storico poiché
vi era collocata una piccola salina, l’ultima
sia in senso temporale che in termini di
lontananza dal centro abitato di Portoferraio;
preceduta da una sequenza di saline
che praticamente si estendevano per
buona parte del golfo e che tanta importanza
hanno avuto nella storia dell’antica
Cosmopoli. D’estate erano molti i salinari
che lavoravano al movimento delle acque e
alle successive fasi di raccolta del sale, ammucchiato
ai bordi dei bacini e accatastato
in bianche piramidi rappresentate nelle
immagini e nei quadri dell’epoca. In epoca
medicea erano ben otto le saline principali
compresa quella delle “Prate”, termine
originario da cui è derivato poi l’attuale;
tutte all’interno della rada ad eccezione
della salina sulla costa delle ghiaie. Già
nominate nella cartografia del ‘700: San
Rocco, Santissima Annunziata, Casaccia, le
ritroviamo nella cartografia del vecchio catasto
del 1800 dove si dividono in due corpi:
quello di San Giovanni e quello di San
Pietro. Le vasche erano separate da muri di
fango e venivano tenute pulite con canali di
scolo delle acque residue o per il convogliamento
delle acque piovane dai terreni
circostanti con le “aie” sopraelevate per
accatastarvi il sale. Con l’abbandono e
il conseguente degrado il sito di Schiopparello
ha perso le sue caratteristiche e si è
assistito ad un graduale interramento. La
sezione Arcipelago Toscano, con la collaborazione
dell’assessorato all’Ambiente del
Comune di Portoferraio, si è impegnata in
un importante progetto finalizzato alla valorizzazione
naturalistica e storica del sito.
A tal proposito ha messo a disposizione
vari specialisti (guide ambientali, geologi,
naturalisti e storici) e alcuni volontari (soci).
Il progetto prevede vari ambiti di intervento
sia a terra che a mare: il delicato taglio
della vegetazione erbacea e arbustiva, la
piantumazione di filari di Tamerice sulle
sponde dell’area in continuità con i filari
presenti lungomare; l’importante ripristino
della salina di cui é tuttora visibile il
muro in pietra altro circa 1 mt rispetto alla
spiaggia che costituiva il primo settore tramite
il quale la salina interagiva con il mare
aperto. Con l’abbandono lungo la diga
si sono depositate le sabbie che costituiscono
l’attuale arenile di Schiopparello che
ha fatto da baluardo alla potenziale invasione
marina e conseguente possibile
distruzione dell’area umida retrostante.
Esiste dunque un forte rischio derivante
dalla progressiva erosione della spiaggia.
Per tale motivo il Comune di Portoferraio,
con finanziamento regionale, ha
intrapreso il ripascimento della porzione
orientale dell’arenile e, una volta definito
il progetto della zona umida, interverrà
anche sull’arenile della salina, le cui
strutture storiche dovranno essere recuperate.
Italia Nostra Arcipelago Toscano,
coinvolta fin dall’inizio nell’impostazione
del progetto, lavorerà per la creazione di
un’area protetta come SIC, ZPS o riserva
regionale; chiederà al MITE di designare
il sito come Zona Umida nazionale
con l’applicazione della Convenzione di
Ramsar. L’intervento di valorizzazione
naturalistica è assolutamente ineludibile
per vari motivi : anzitutto l’area umida di
Schiopparello, specie in questo periodo di
grande siccità, riceve pochissima acqua
dai corsi che scendono dalla collina e
quindi bisogna valutare l’ipotesi di un
minimo scavo per poter creare un pur
modesto invaso funzionale alla sosta
dell’avifauna; in secondo luogo ,nelle aree
antropizzate che si trovano nell’entroterra,
sarà opportuno creare una “zona
di rispetto” che delimiti il perimetro della
futura area protetta. Si dovrà pensare alla
fruizione culturale del sito organizzando
ad esempio un piccolo museo-laboratorio,
studiando l’opportunità di una
piccola sede non potendo, purtroppo,
contare sulla Torre del sale, l’antica casa
del Salinaro, oggi in mano private. Sarà
infine necessario privilegiare la cura del
sentiero lungo il mare considerando
che il sito è inserito nel “Cammino della
rada”, un percorso pedonale sostenibile,
ma turisticamente fruibile, che segue il
profilo costiero del golfo di Portoferraio,
collegando i numerosi siti archeologici,
storici, culturali e naturalistici.
THE PRADE WETLANDS
AND THE OLD SALT FLATS
Wetlands are very important resting
and feeding areas for migratory birds,
especially aquatic birds; they are real
treasures of biodiversity. One is at
Schiopparello and it is historically
interesting because, together with the
others along Portoferraio Bay, it provided
salt, a precious commodity since
ancient times. They are well documented
on 18th and 19th century maps.
There were many salt workers whose
job was to work on the movement of
the water to collect salt, pile it up at the
edges of the basins and stack it up in the
white pyramids that can be seen in the
images and paintings of the time. Since
they have been abandoned, the place
has been neglected and has deteriorated.
The Tuscan Archipelago section, in
collaboration with the Department of
the Environment of the Municipality of
Portoferraio, has undertaken an important
project aimed at the naturalistic
and historical enhancement of the site
with the recovery of the old buildings,
the replenishment of the beach, the
recovery of some canals, the planting
of some tamarisk trees along the edges,
creating a buffer zone to delimit the
perimeter of what should then become
a protected area. It is in fact included in
the Cammino della Rada, a sustainable
pedestrian pathway that follows the profile
of the Portoferraio coast, connecting
numerous archaeological, historical,
cultural and naturalistic sites.
foto©Gaetano Triscari
ENVIRONMENT 135
Antiche app
dei cieli
Ḡiulio Colombo
L’Arcipelago Toscano è uno degli
ultimi posti in Italia che conserva
un cielo notturno quasi
perfettamente buio. Un privilegio
per chi ci vive e sicuramente
uno spettacolo della natura per
chi viene a trovarsi per la prima
volta sotto la luce della Via Lattea e
del suo scintillio di stelle.
Certo, nel mondo attuale, così ricco di
bagliori artificiali a illuminare i nostri
cieli, è difficile avere ancora la consapevolezza
che l’osservazione della
volta stellata è stata alla base del
calendario in uso e del nostro senso
del tempo. Quanti di noi, ad esempio,
sanno interpretare il movimento delle
stelle e i fenomeni atmosferici, così
da prevedere le condizioni meteorologiche
a breve termine? Tutte abilità
perse da quando i nostri smartphone
svolgono il lavoro per noi al solo tocco
di un dito.
Sono un astrofilo – un amatore delle
stelle – e ho avuto la fortuna di conoscere
gli ultimi membri di una
stirpe di navigatori elbani. Con uno di
loro – mio nonno – ho passato la mia
infanzia. Allora mi sono chiesto: in un
territorio vocato al mare come l’isola
d’Elba, quanto profondo doveva essere
il rapporto tra astronomia e navigazione?
Mio nonno da giovane aveva una app tutta sua per sapere se
il giorno dopo le condizioni meteo lo avrebbero fatto partire
per il continente con il suo bastimento. Me lo immagino
poco più che ventenne sulla vecchia Darsena di Portoferraio,
appena uscito dal gavone del Successo, mentre si pulisce
le mani sporche di morchia e alza gli occhi al cielo della sera.
Se la Luna avesse avuto la barba, avrebbe soffiato il vento
di levante e il maltempo non gli avrebbe permesso di mollare
le cime. Oggi gli scienziati chiamano il fenomeno della
barba “corona lunare” e si verifica quando la luce del nostro
satellite attraversa i minuscoli cristalli di ghiaccio nelle velature
dell’alta atmosfera ed è preludio di cattivo tempo.
136
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
foto©Gaetano Triscari
Anche il Sole poteva fungere da valido indicatore di vento
per il giorno successivo. Quando, verso ovest, si intravedeva
l’occhio a vento, cioè una chiazza luminosa accanto alla nostra
stella, allora avrebbe soffiato la provenza dai quadranti
nordoccidentali e le navi non sarebbero uscite dal porto
anche per diversi giorni. Era il fenomeno oggi conosciuto
come “parelio”, la cui origine è simile a quella della corona
lunare.E poi, regola fondamentale: nelle giornate serene il
vento cambia quando il Sole si trova a tre quarti della sua
massima altezza giornaliera, momento in cui il forano si
calma e inizia a spirare il maestrale. Il forano nel linguaggio
dei vecchi elbani è il vento che viene da terra, mentre
il maestrale, almeno nel versante settentrionale dell’Elba,
proviene dal mare: mio nonno mi spiegava così il fenomeno
delle brezze, alla base di molti principi della meteorologia.
Mi piace pensare che la qualità del cielo elbano possa metterci
nuovamente di fronte alle meraviglie del cielo come
dovunque molti anni fa succedeva tutte tutte le notti serene.
Un’occasione per mettere alla prova le nostre capacità di
immaginazione anche senza app...
ANCIENT APPS TO NAVIGATE SKY AND SEA
The Tuscan Archipelago is one of the last places in Italy that
retains an almost perfectly dark night sky. It is a privilege for
those who live there and certainly spectacular for those who
love the stars. The observation of the night sky was the basis
of the calendar we use and of our sense of time. It was essential
for navigation. My grandfather as a young man, had
an app of his own to know if the weather the next day would
allow him to leave for the mainland with his boat. I imagine
him in his early twenties on the old dock of Portoferraio,
just clambering up out of the ‘Successo’, cleaning his hands
dirty with sludge and raising his eyes to the evening sky. If
the Moon had had a beard, the east wind would have blown
and the bad weather would not have allowed him to untie
the mooring. Nowadays, scientists call this phenomenon
the “lunar halo” and it occurs when the light passes through
tiny ice crystals in the veils of the upper atmosphere and it
is a prelude to bad weather. The Sun could also act as a good
wind indicator for the following day. When, towards the
west, you could see the wind eye, that is, a bright spot next to
our star, then the Provence wind would blow down from the
north-western quadrant and the ships would not leave the
harbour for several days. Then, a fundamental rule: on clear
days, the wind changes when the Sun is three quarters of
its maximum daily height, when the forano, the land wind,
calms down, the Mistral starts to blow. Maybe we ought to go
back to looking at the stars and putting our imagination into
play, doing away with the apps.
foto©Giulio Colombo
L’ASSOCIAZIONE ASTROFILI ELBANI
Attiva sul territorio isolano dal 1998, collabora con
gli Enti locali, con il Parco Nazionale dell’Arcipelago
Toscano, con le scuole di ogni ordine e grado e con i
privati, proponendo principalmente serate di osservazione
con telescopi, sessioni di lettura del cielo aperte
al pubblico e conferenze. A ottobre 2021, grazie alla
collaborazione con il PNAT e il Comune di Portoferraio,
l’Associazione Astrofili Elbani ha installato, presso il
Forte Inglese (Portoferraio), una camera astronomica
che studierà le meteore e i meteoriti nell’ambito di un
progetto nazionale di ricerca sostenuto dall’Istituto
Nazionale di Astrofisica (Progetto PRISMA).
L’obiettivo e l’impegno concreto che l’Associazione si
prefigge, considerata l’elevata qualità osservativa del
cielo elbano, è quello di promuovere la divulgazione
della scienza e rendere l’astronomia accessibile a tutti,
con particolare interesse rivolto verso la sensibilizzazione
ai temi attuali quali l’inquinamento luminoso, la
tutela dell’ambiente e l’importanza della ricerca scientifica
come strumento di conoscenza. Tra i progetti
futuri, l’Associazione mira a realizzare un osservatorio
astronomico sul territorio elbano, da cui possano essere
svolte le attività di divulgazione e ricerca scientifica
atte alla valorizzazione del territorio.
Ti piace l’astronomia e vuoi prendere parte alle attività
degli astrofili elbani? L’Associazione è alla ricerca di
nuovi soci!
Per seguire le attività dell’Associazione Astrofili Elbani:
tel. + 39 329 1262581 Giulio
Email: astrofilielbani@tiscali.it
Facebook: Associazione Astrofili Elbani
Instagram: astrofilielbani
137
Educare alla bellezza
-
Carla Gagliardi Desaur
All’Elba, durante la pandemia una
scuola, una insegnante, un preside
hanno pensato e creduto di poter ripartire
dall’educazione per dare nuovo
slancio positivo alla società messa in
crisi da un imprevedibile virus.
Educare alla bellezza: questo il titolo
del progetto che è nato dalla mente di
chi crede nell’importanza del valore
educativo. Far rinascere la vita scolastica,
dopo i mesi della segregazione,
rendendo la propria scuola bella ed
accogliente…pareva un sogno ed è
diventato realtà.
Si è condiviso il condivisibile nella progettazione
con gli alunni: una balena
madre con un balenottero sovrapposto
si è trasformata, in corso d’opera,
in una balena fontana che accoglie
chi arriva alla scuola Foresi. I ragazzi
dell’ISIS hanno visto crescere un messaggio
di positività da condividere con
la cittadinanza: figure professionali
diverse, interne ed esterne al mondo
della scuola, hanno costruito, nella
partecipazione attiva, un mosaico di
solidarietà prima che di colori!
I docenti stessi hanno lavorato alla
panchina mentre la professoressa
Viceconte si è dedicata per mesi alla
costruzione della balena-mosaico. Una
installazione che potrebbe fare il giro
delle scuole elbane e diventare simbolo
di bellezza e rinascita in un’isola
viva e vitale tutto l’anno e che non si
sveglia solamente d’estate, con l’arrivo
dei turisti. Le scuole dell’Elba serbano
da sempre sorprese per progetti che
l’isola stessa suggerisce…la balena
avvistata in Darsena a Portoferraio o
in mare aperto è simbolo di ritorno
e rinascita ricordando il suo legame
speciale con gli isolani e con il loro
mare. Un laboratorio creativo faticoso
e silenzioso che da novembre 2020
a gennaio 2021 ha fatto esplodere, in
una futura aula magna, un esempio
di bellezza nata dalla collaborazion di
insegnanti, artisti e ragazzi.
Augurandoci che presto si possa disporre
in loco di un pannello descrittivo
delle fasi del lavoro, realizzato con
polistirolo espanso-rete-cemento-tubo
di acciaio e tesserine del mosaico
che hanno portato i colori del mare
nel giardino della scuola rendendola
unica….e facendo sentire gli alunni, coi
loro bozzetti e disegni accompagnati
da un fiume di parole, protagonisti e
parte integrante di un processo creativo
ed educativo, solo apparentemente
fuori dalla programmazione, e che
meriterebbe di diventare un modello
per altre iniziative del genere, su temi
di attualità.
EDUCATING FOR BEAUTY
On the Island of Elba, during the pandemic,
a school, a teacher, a headmistress
thought and believed that they
could use education as a starting point
for giving new positive impetus to a
society that had been put in crisis by
an unpredictable virus.
A project was devised with the schools
of environmental education: a mother
what with an overlapping baby whale
was transformed, during construction,
into a colourful whale-fountain that
welcomes those arriving at the Foresi
school. The installation could do the
rounds of Elban schools and become a
symbol of beauty for a new beginning
on an island that is alive and vibrant
all the year round and does not wake
up only in summer with the arrival of
tourists. Elban schools have always
managed to hold surprises for projects
inspired by the island itself. The return
of the whale sighted in Portoferraio
dock or out in the open sea, is a symbol
of a new beginning, reminding us of
the special bond with the islanders and
with their sea.
foto©Carla Gagliardi Desaur
138
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
I Messaggeri
ad Ovest e
a Est del
Mondo
tanti volontari. Un'impresa notevole che si concluderà nel
prossimo maggio, a Roma, dal Presidente della Repubblica.
I Messaggeri, tanti sindaci dello Stivale, personaggi e associazioni,
chiedono il rilancio dei piccoli ospedali periferici,
compreso quello di San Rocco a Portoferraio, che non devono
essere smantellati secondo il diritto alla salute sancito
dalla Costituzione della Repubblica. Insomma i Messaggeri
sono in continuo fermento e nuotano per chiunque voglia
inseguire un sogno. Pierluigi ha conquistato, in febbraio,
due nuove socie, stupite di vederlo nuotare a Chiessi in
pieno inverno. Patricia, una giornalista equadoregna e una
scenografa polacca, Magda, turiste per caso. Racconteranno
a livello internazionale dei Messaggeri, ad ovest e ad est del
mondo.
-Stefano Bramanti
MESSENGERS ALL OVER THE WORLD
L'Elba ha risorse anche in Pierluigi Costa e Lionel Cardin, i
“Messaggeri del Mare". Due popolari sessantenni in perfetta
forma che nuotano, anche d'inverno indossando solo gli
slip, per gustarsi come i pesci l'enorme “culla” chiamata
mare. Niente gare, niente record, muovono armoniosamente
le possenti braccia per vivere in armonia, immersi
nell'azzurro. Nuotate d'amore per la natura che hanno fatto
e faranno di certo intorno all'Elba, ma in qualunque altra
parte dell'Italia, e spesso sostengono cause di solidarietà
o agiscono per ricordare a tutti il grande bisogno di tutela
ambientale. E il loro “ufficio” è la spiaggia di Chiessi, nel sud
ovest dell'isola. Ma non hanno pratiche da svolgere e non
c'è niente da pagare: sono due volontari. A due passi dal lido
abita Pierluigi dipendente di Poste Italiane. Lionel odontotecnico
a Portoferraio, di origine francese adottato da lustri
dall'Elba, lo raggiunge per ogni missione. Sono quindi dei
sognatori sempre pronti per fare azioni benefiche. Non
sono soli, hanno alle spalle un'associazione e quindi esiste
uno staff su cui contare, in particolare quando le nuotate
sono lunghe o molto importanti. Allora entrano in gioco
Marco Sartore, ingegnere di Elbatech di Marciana e Alberto
De Simone un tempo presidente del Circolo subacquei
Teseo Tesei elbano, due angeli custodi che nuotano, con la
muta, accanto a Lionel e Pierluigi. Ma esistono altri soggetti
fedeli agli alfieri solidali: per vedere la squadra basta andare
su www.messaggeridelmare.it il sito internet. Le loro imprese?
Hanno nuotato più volte tra le isole dell'Arcipelago
Toscano, a Cefalù per la liberazione in mare di tartarughe
Caretta-Caretta, a Vasto per ricordare sette capodogli spiaggiati
a causa di inquinamenti, nelle acque pugliesi per la
tutela dei gli olivi secolari e nel golfo di Genova per sostegni
ai bambini ricoverati al Gaslini. Inoltre incontrano spesso
scolaresche da ogni dove, per trasmettere i loro valori. Vari
i servizi video dedicati ai due elbani firmati dalla Rai e da
Sky sport. La missione in corso è quella della staffetta da
Lampedusa al Monte Bianco, per mare per terra, fatta da
If you go to Chiessi in winter, you will probably come across
Pierluigi Costa and Lionel Cardin swimming in the sea: they
are the Messengers of the sea. No races, no records, they
move those mighty arms in unison, living the harmony,
immersed in the deep blue sea. They swim in Elba and all
over Italy to support causes of solidarity or for the safeguard
of the marine environment, volunteers who dedicate their
free time for what they believe.
They are not alone, with an association behind them and
staff ready for action, especially when the swims are long or
particularly important. Then, the two guardian angels come
into play, Marco Sartore of Elbatech in Marciana and Alberto
De Simone who used to be president of the Teseo Tesei Diving
Club, and they swim in their wetsuits alongside Lionel
and Pierluigi. Their latest challenge has been the relay race
from Mont Blanc to Lampedusa by sea and by land. Alongside
many volunteers, some Italian mayors, personalities
and associations, they are asking to relaunch small peripheral
hospitals, including the one of San Rocco in Portoferraio,
because everyone has the right to health. Two new
members joined up this winter, Patricia, a journalist from
Ecuador and Magda, a Polish set designer, who were tourists
here by chance. They will tell the story of the Messengers
internationally from east to west across the world.
Pierluigi Costa e Lionel Cardin
foto©AlessandroBeneforti
ENVIRONMENT 139
Chiessi:
di roccia
e di mare
-Silvestre Ferruzzi
È come cambiare mondo, affacciarsi
all’infinito, ogni volta che si decide
d’inoltrarsi verso l’occidente estremo
dell’Elba. Poi, d’improvviso, Chiessi:
vi domina su ogni cosa la colossale
montagna che «come schiena d’asino
si erge coronata di macchia selvatica»,
«host’ónou ráchis hésteken hýles
agríes epistephè», nella stessa maniera
in cui il greco Archiloco dipinse l’isola
di Thasos. Paesaggio roccioso, essenziale,
magnificente nel chiarore dei
suoi graniti e nel cobalto del suo mare,
quello di Chiessi; un antico nome che
compare per la prima volta nel 1343
con la forma «Chiesse», per poi giungere
a quella «Chiese» delle cartografie
cinquecentesche e quel «Chiessi»
presente in coevi documenti locali. La
vallata di Chiessi fu frequentata «ab
immemore»: nel 1930 circa, Italo Galeazzi
stava allestendo una carbonaia
nell’alta Valle Gneccarina e durante i
lavori di sterro scoprì un ripostiglio di
cinque asce bronzee ad alette risalenti
alla fine dell’VIII secolo avanti Cristo,
oggi esposte nel Museo archeologico
di Marciana. Le asce, dalla forma così
particolare, furono ingenuamente considerate
dai Galeazzi, nel loro insieme,
come frammenti di una «corona d’oro».
Ma questa zona dell’isola è ben nota
per il Relitto di Chiessi, il cui naufragio
si data intorno al 70 dopo Cristo. Si
trattava di una grande «navis oneraria»
proveniente dalla Spagna meridionale
che trasportava anfore contenenti olio
con un bel bollo impresso (SAENIA-
NES) e molte altre piene di «garum»,
una salatissima salsa di sgombro;
per le enormi dimensioni del cumulo
anforico, il relitto fu presto definito «La
Cattedrale». Giungendo al Medioevo,
l’area di Chiessi fu interessata dall’edificazione
di due piccole chiese, la
Chiesa di San Frediano e la Chiesa di
San Bartolomeo, entrambe localizzate
lungo la Via Pomontinca che collegava
gli abitati di Pedemonte/Pomonte con
Marciana e che avevano probabilmente,
oltre a quella religiosa, una funzione
di «hostellum» – Bartolomeo è protettore
dell’arte medica – per i viandanti.
Come per altri ruderi di chiese della
zona, esistevano leggende di tesori
celati sotto il pavimento; queste dicerie
motivarono scavi indiscriminati che
compromisero non poco le murature
medievali. Murature composte dalla
durissima pietra granitica che, secoli
dopo, determinò l’apertura, nella Valle
dell’Infernetto, della cava appartenente
alla Cooperativa Filippo Corridoni e
di un’altra, più piccola, della Società
Italo Bontempelli, entrambe fondate
nel 1937. Sulle Piane del Capo, costone
montano intensamente terrazzato a
«salti» di vigna, si trovano i ruderi di
ben sette magazzini vinicoli utilizzati
dagli agricoltori durante il periodo della
vendemmia, che appartenevano alle
famiglie Galeazzi, Piacentini e Costa.
In questo aspro territorio «chiessese»
emergono numerose formazioni
rocciose tra cui la Cote Bizzicata (ossia
«becchettata» da fenomeni erosivi), la
Cote Tombolata (ovvero «caduta» verso
valle), la Cote Grossa, la Pietra Grossa,
le Cotete, i Cotoni e la mastodontica
Cote dell’Undici; in quest’ultima si
apre una vasta rientranza che ne ha
suggerito il nome, poiché l’orario del
suo totale soleggiamento corrisponde
alle undici del mattino. Nel territorio
circostante si aprono poi alcune piccole
grotte: la Grotta du’ Usci (ovvero con
140
ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
due ingressi), la Grotta del Catta (dallo scalpellino Leo Catta)
e la Grotta di Catalano, così chiamata dal soprannome di
un «chiessese» che spesso vi si rifugiava ubriaco. Sul mare
antistante esiste la Grotta del Diavolo, una larga fenditura a
pelo d’acqua, e il serpentinitico Timone, faraglione abbattuto
dai marosi nel dicembre 2018, che effettivamente ricordava
la snella sagoma inclinata di un vecchio timone. Un
interessante sito di Chiessi è la Cava della Porcellana, cava
marittima di caolino (un tempo detto «terra da porcellana»)
che veniva imbarcato direttamente su piccole imbarcazioni
attraccate nello specchio d’acqua antistante. Da quest’antico
sito estrattivo si può osservare un magnificente «ensemble»
paesaggistico: la Valle della Morte (forse una corruzione
dal còrso «mórta», pianta del mirto), la Valle del Baccile, il
Facciale del Capo, la Fonte della Gnìcchera, i Vignali, il Fosso
dell’Infernetto, il Bombotto, il Nìdio, il Violino e i Cocchini.
Più in alto si trovano il Campaccio, il Colle di Guglielmo col
Fosso del Tofonchino presso cui, in località Fornace, esistono
i resti di un’isolata fornace da calce e infine il Crino della
Pinocchia (antico nome del «Pinus pinea», il pino domestico).
Da lassù lo sguardo spazia sull’infinito azzurro del mare
e sugli arabeschi delle correnti; ed ecco lo Scalo, il Calello,
il Caloncino, lo Scoglietto, Sott’a Marco, la Cala di Santa
Maria (probabile sede di un edificio sacro, forse medievale,
intitolato alla Madonna), i Caloni, il Pradicciolo e il Prado
alla Leccia. Verso settentrione, lo Scoglio della Lumaca con
gli Scogli Bianchi, oltre al contrasto tra le scurissime rocce
serpentinitiche, «nomen omen», della Punta Nera e quelle
del biancastro filone porfirico delle Pietre Albe o Pietralbe,
laddove domina su tutto la vecchia stazione di vedetta della
Regia Marina col suo poetico pino consumato dal vento
dorato di ponente.
THE ROCKS AND THE SEA OF CHIESSI
It feels like changing world, looking into infinity, every
time you decide to go the far west coast of the island of
Elba. Then, out of the blue, Chiessi. Rocky landscape, basic,
beautiful in the light of its granite and the cobalt of its sea.
The name appeared for the first time in 1343, but the valley
had always been inhabited. In 1930, five bronze axes from
the VIII century BC were found by a farmer. They are now
on display in the Archaeological Museum of Marciana. In
the sea there is the famous Wreck of Chiessi, a shipwreck
from around 70 AD. It was a large ‘navis oneraria’ from
southern Spain that was carrying amphorae containing
oil with a lovely imprinted stamp (SAENIANES) and many
others filled with ‘garum’, a very salty mackerel sauce. In the
Middle Ages, the area of Chiessi had two small churches, the
Church of San Frediano and the Church of San Bartolomeo,
both positioned along the track that connected the towns of
Pomonte with Marciana and which probably were used for
refuge as well as for religion. Granite quarries were opened
in the mountains and dry stone walls were built along with
numerous stone buildings to accommodate the granite vats
for wine-making. The caves that open out onto the slopes
of the mountain are fascinating. You can still see the Cava
della Porcellana, a sea quarry where kaolin was loaded
directly onto small boats moored in the bay there. The
surrounding landscapes are splendid, between the valleys
and the plateaus, ancient archways and ruins of churches
and old stone huts, with rocks and cliffs of differing colours,
such as the Snail’s Rock with the White Rocks that contrast
with the very dark serpentine rocks, ‘nomen omen’ of Punta
Nera and those of the off-white porphyuritic vein of the
Pietre Albe, a point where an old pine tree, consumed by the
golden west wind, dominates.
foto ©Paolo Calcara
LIFESTYLE AND SPORT 141
142 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Enjoy
Food and Wine
foto©Andrea Marongiu
CULTURE AND ARTS 143
-Felice Sapio
A cena con gli Etruschi
Che amassero le arti, il lusso e la bellezza,
è noto. In tutte le rappresentazioni
di vita etrusca risaltano scene
con personaggi e ambienti riccamente
addobbati, dove uomini e donne, alla
pari, partecipavano e condividevano le
esperienze, comodamente distesi sui
klìne, il letto conviviale. Il “simposio”
per gli Etruschi aveva un valore sociale
e rituale importantissimo. Oltre alla
condivisione del cibo era un’occasione
per incontrarsi fra persone dello stesso
rango e dialogare, fare affari o parlare
di politica, celebrare, festeggiare,
divertirsi e assaporare i prodotti che la
ricca terra d’Etruria offriva generosa.
Non abbiamo ricette tramandate ma in
aiuto ci può venire la cucina di "Apicio"
e non solo. Le tracce ci sono, avvalorate
dal lavoro degli archeologi sui resti di
cibo ritrovati nel ricco vasellame deposto
nelle tombe.
Farina di farro, legumi come ceci,
fave, lenticchie, grano tenero (forse
la nostra Calbigia), latte, carne, pesce,
verdure di campo spontanee e dell'orto
e la frutta: l'uva, l'uva spina, le mele, le
pere, le susine, le albicocche. E poi le
olive, il vino e la birra, l'aceto e il mosto
cotto, la sapa e forse il primo aceto balsamico
ottenuto dalla fermentazione
del mosto cotto. Il vino veniva servito
in tavola nelle brocche e mescolato con
acqua nel “cratere”, con l’ aggiunta di
miele, spezie e formaggio grattugiato.
Esisteva un “maestro delle cerimonie”
che dirigeva la mescita del vino. Gli
inservienti filtravano il vino e lo versavano
nelle coppe a due manici (kýlikes)
e nei calici. Immaginate un ambiente
pieno dei profumi delle essenze bruciate
negli incensieri, dove si esibivano
attori e musici, cantanti e giocolieri.
Sontuose le portate di carne, pesce,
cacciagione. Usavano allevare i ghiri,
considerati un piatto prelibato. Esistevano
probabilmente i primi insaccati
di carne come la salsiccia secca: la
ritroviamo ancora in Basilicata "la pezzente"
o formaggi come il canestrato,
il caciocavallo o i formaggi conservati
nel mosto di vino o in grotta con erbe
e foglie. Forse era già nota la coppa e
la mortadella fatta con carne di suini
condita con sale e mirto.
A forza di indagare vengono fuori sempre
nuovi indizi, ma un cosa è certa: gli
Etruschi, prima dei Romani, avevano
inventato se non tutto, molto, moltissimo,
di quello che ancor oggi desta
meraviglia. Un’abilità straordinaria
soprattutto se rapportata alle tecnologie
dell’epoca. Fra i condimenti, poi
passati nella cucina romana, il Garum
di pesce azzurro, e non solo, ne esistevano
diversi tipi, il risultato era un olio
come quello di Acetara per condire e
insaporire, e la risulta, una poltiglia simile
alla nostra pasta di acciuga.
Conoscevano salatura e affumicatura,
ma non la lievitazione, scoperta
in epoca più tarda, Realizzavano una
pasta acida di farina di grano e legumi
e/o farro senza sale, dove il lievito non
occorre. Mangiavano pane azimo non
lievitato e senza sale.
Sembra che conoscessero la "lagana",
tipo la nostra sfoglia, con cui si faceva
un maltagliato di farina di grano
e legumi. In Basilicata si usa ancora
un tipo di farina mista di grano e ceci,
lenticchie e fave: si trova nel Pollino
e mescolata con la Calbigia prende il
nome di Mischio.
In foto: il pane di farina di Mischio. Il
Libum una sorta di snack al formaggio
per il Simposio per accompagnare preparazioni
e salse. Polpette con farina di
Mischio e erbe aromatiche.
DINING WITH THE ETRUSCANS
The Etruscans loved the Arts, luxury,
beauty as can be seen by the figures
that adorn their ancient tombs.
Men and woman equally took part
in and shared the parties, comfortably
reclined on klìne couches. The
“symposium” for the Etruscans had a
fundamental social and ritual value.
Apart from sharing food, it was an opportunity
to meet people of the same
rank, to exchange views, do business
or speak politics. Traces of their food
can be seen on the rich pottery placed
in the tombs and drawing from the
Roman texts we can glean some useful
clues. They used spelt flour, legumes
like chickpeas, broad beans, lentils,
finely milled wheat flour, milk, meat,
fish, vegetables both wild and cultivated,
fruit: grapes, apples, pears,
plums, apricots. Then of course, the
olives, the wine and the beer, vinegar
and perhaps the first balsamic vinegar
from the fermentation of cooked must.
The wine was served at the table in
jugs and mixed with water in a “Crater”
with the addition of honey, spices and
grated cheese. Imagine the room full
of the scents of essences burned in
the censers where actors and musicians,
singers and jugglers performed.
Sumptuous dishes of meat, fish and
game. They probably knew about
cured pork and cave-aged cheeses.
They certainly knew about salting and
smoking but not about leavening that
was discovered later. However, they
144 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2022
Alcuni reperti etruschi conservati al Museo Archeologico del Parco
Minerario di Rio nell'Elbaf
oto ©EnjoyElba
Tarquinia (VT), Necropoli di Monterozzi Tomba dei Leopardi
did make a sour dough from wheat flour and legumes and/
or spelt without salt where yeast was not needed. They ate
salt-free unleavened bread. The Romans learned a lot from
them; they were considered refined in their dress, in their
hairstyle and in their jewels. They were fun-loving but also
enjoyed athletic competitions and they took great care of
their bodies.where fresh food and Elban quality is guaranteed.
FOOD AND WINE 145
Ristorante
Aquasalata
a Nisporto
Se andate alla ricerca dell’Elba autentica, dove le spiagge
conservano il fascino dei luoghi remoti, ma dove la bellezza
e la generosità della natura aiutavano a vivere meglio in
quelle terre aspre di minatori e dove le tracce di quel duro
lavoro sono ancora presenti, Nisporto fa al caso vostro.
Il colore ocra della spiaggia che ricorda l’oro della pirite e
la ruggine delle rocce ferrose che abbracciano la Cala di
Nisporto, s’illumina in ogni stagione al primo spicchio di
sole e s’incendia al tramonto, in un continuo arcobaleno
dove i toni dell’azzurro del cielo e del verde della macchia
cambiano ogni minuto, seguendo il corso del tempo.
Da Rio, con il paese medievale in collina e la marina che
accoglie i viaggiatori che sbarcano dal continente, il
percorso è abbastanza breve, ma soprattutto merita il
premio che vi aspetta alla fine della strada, immersa nei
profumi del sottobosco. La spiaggia di Nisporto, con l’antica
fornace che fa da guardia al ricordo della gente laboriosa
che abitava quell’ angolo selvaggio dell’antica Ilva, l’isola del
ferro.
Il ristorante Aquasalata è là, proprio sul mare, non
potete s