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syndicom rivista N.30

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L'unione fa la forza!

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L'unione fa la forza!

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<strong>syndicom</strong><br />

N. 30 Luglio-Agosto 2022<br />

<strong>rivista</strong><br />

La salute<br />

prima<br />

di tutto


Pubblicità


Sommario<br />

4 Team vincenti<br />

5 Brevi ma utili<br />

6 Dalla parte degli altri<br />

7 L’ospite<br />

8 Dossier: Salute sul lavoro<br />

16 Dalle professioni<br />

22 Politica: No ad AVS21!<br />

24 Produttività misogina<br />

25 Diritto e diritti<br />

26 Idee<br />

27 Mille parole<br />

28 Eventi<br />

30 Un lavoro, una vita<br />

31 Cruciverba<br />

32 Inter-attivi<br />

Il 10 giugno, per la prima volta in 25 anni, la Conferenza<br />

internazionale del lavoro tripartita ha<br />

riconosciuto un nuovo diritto fondamentale del<br />

lavoro: il diritto a un ambiente di lavoro sicuro e<br />

sano. Si tratta di un elemento fondamentale del<br />

nuovo contratto sociale che rivendichiamo al<br />

fine di garantire una ripresa e una capacità di<br />

recupero dopo il Covid-19. Questo cambiamento<br />

avrà un impatto importante sulla vita dei lavoratori.<br />

Permetterà di responsabilizzare i 187 governi<br />

degli Stati membri dell’OIL in materia di<br />

salute e sicurezza sul lavoro. Integrerà questi<br />

aspetti negli accordi commerciali, nelle decisioni<br />

di investimento e nei canali mondiali di approvvigionamento,<br />

in particolare quando si<br />

applicherà anche il ragionevole obbligo di diligenza.<br />

Inoltre, darà ai sindacati il potere di<br />

proteggere meglio i lavoratori.<br />

I governi sono già impegnati a rispettare i<br />

doveri e i diritti sanciti nelle Convenzioni fondamentali,<br />

e noi invitiamo alla loro ratifica e<br />

attuazione universale. Per la Svizzera ci sono<br />

voluti solo tre anni dopo la dichiarazione originale<br />

del 1998 per ratificare le altre tre Convenzioni<br />

fondamentali, e noi invitiamo ad adottare<br />

misure simili con la massima urgenza. I lavoratori<br />

svizzeri otterrebbero il diritto di essere<br />

consultati in materia di prevenzione e di rifiutare<br />

un lavoro pericoloso. In altri paesi, come il<br />

Bangladesh, questo consentirebbe di porre fine<br />

agli incendi nelle fabbriche (come quello del<br />

Rana Plaza nel 2013, che provocò numerose vittime,<br />

in prevalenza donne). È una svolta storica.<br />

I sindacati devono cogliere l’occasione e sfruttarla<br />

al meglio. Per garantire che nessuno debba<br />

morire per guadagnarsi da vivere.<br />

4<br />

8<br />

22<br />

Owen Tudor, vicesegretario generale della CSI


4<br />

Team vincenti<br />

La delegazione che ha negoziato<br />

il contratto collettivo con Smood<br />

Da sinistra:<br />

David Roth, segretario centrale del settore<br />

Logistica di <strong>syndicom</strong> a Berna, ha<br />

negoziato il CCL del settore dei corrieri<br />

in bici e dei corrieri addetti alla consegna<br />

del cibo e conosce il settore come<br />

le tasche della sua bici<br />

Davide Negri, a Smood dal 2019, gira<br />

come corriere con la sua bici a Zurigo<br />

Kalin Atanasov, presso Smood dal 2019,<br />

gira come corriere in auto a Winterthur<br />

Nel tondino in alto: Michel Guillot,<br />

segretario regionale di <strong>syndicom</strong> a<br />

Ginevra, per molti anni fattorino presso<br />

la Posta, lavora a stretto contatto con<br />

corrieri di diverse aziende.<br />

Testo: Matthias Loosli<br />

Foto: Patrick Gutenberg<br />

«Un passo notevole che<br />

rafforza i nostri diritti»<br />

È stato un inizio difficile. Dal 2018 il<br />

contatto con Smood era solo per via legale.<br />

Alla fine del 2020 una collaboratrice<br />

delle risorse umane e David Roth si<br />

sono trovati all’ufficio di conciliazione<br />

di Lucerna. Per una volta Smood non<br />

era rappresentata da un avvocato. David<br />

ha proposto che Smood e <strong>syndicom</strong><br />

potessero incontrarsi a direttamente,<br />

anziché solo davanti agli uffici di conciliazione:<br />

Smood ha acconsentito.<br />

Ci siamo quindi incontrati regolarmente<br />

per illustrare a Smood i contratti<br />

collettivi di lavoro e le nostre esigenze.<br />

I colloqui si sono interrotti tra<br />

novembre 2021 e marzo 2022, per una<br />

controversia in Svizzera romanda. Il<br />

prestatore di personale «SimplePay»<br />

aveva collaborato con Smood a Ginevra<br />

e nel Canton Vaud. Inconvenienti che<br />

non dovrebbero verificarsi nella fornitura<br />

di personale a prestito, poiché per<br />

i «temporanei» vige un contratto con<br />

carattere di obbligatorietà generale la<br />

cui applicazione è stata evidentemente<br />

trascurata. Dopo che la conciliazione<br />

non ha portato ad alcuna soluzione,<br />

abbiamo avviato le trattative contrattuali<br />

per un CCL. Come delegati dei<br />

nostri colleghi, anch’essi iscritti a <strong>syndicom</strong>,<br />

abbiamo una particolare responsabilità.<br />

Per noi era importante<br />

confrontarci regolarmente durante le<br />

trattative. Michel era in contatto con i<br />

fiduciari e con il «comitato del settore<br />

dei corrieri in bici e dei corrieri addetti<br />

al recapito del cibo». Kalin e Davide si<br />

sono confrontati con i colleghi presso<br />

le loro sedi aziendali.<br />

Per Davide era fondamentale trovare<br />

un sistema di spese equo e comprensibile.<br />

Un altro requisito per approvare<br />

il CCL era quello di un salario minimo<br />

degno. I 23 franchi orari soddisfano<br />

questo criterio. Con il supplemento domenicale<br />

del 5 % e una solida assicurazione<br />

contro la perdita del salario si aggiunge<br />

qualcosa di sostanzioso. Questo<br />

è importante poiché la domenica noi<br />

corrieri lavoriamo tantissimo. Per Kalin<br />

conta soprattutto il fatto di poter lavorare<br />

regolarmente. Ha bisogno di un<br />

lavoro che sia pianificabile, senza tempi<br />

di attesa non retribuiti. Con le ore di<br />

lavoro garantite settimanalmente, una<br />

durata minima di 2 ore per ogni turno<br />

e la pianificazione operativa che riceve<br />

con 14 giorni di anticipo, il CCL gli garantisce<br />

esattamente questo. Con 324<br />

voti a favore contro 22, i dipendenti di<br />

Smood hanno approvato in votazione il<br />

contratto: una conferma. Il CCL Smood<br />

entrerà in vigore da ottobre 2022.


Brevi ma utili<br />

Misure d’accompagnamento, protezione salariale necessaria \<br />

Posta, segnali dal Ticino \ Iniziativa per asili nido a prezzi<br />

accessibili \ Consiglio di fondazione comPlan \ Elezioni a Sunrise<br />

UPC \ Rete Postale, obiettivi allentati \ Css salvo \ Contatti<br />

5<br />

Misure d’accompagnamento,<br />

protezione salariale necessaria<br />

Le misure di accompagnamento stanno<br />

dimostrando la loro validità, commenta<br />

l’Unione Sindacale Svizzera (USS) nel 18°<br />

rapporto dell’Osservatorio sull’Accordo<br />

sulla libera circolazione delle persone.<br />

Grazie ai controlli e alle multe, i salari<br />

svizzeri non hanno mai subito pressioni<br />

su larga scala. Ma il dumping salariale<br />

rimane una realtà. Un’azienda su cinque<br />

è coinvolta nei controlli e le forme di lavoro<br />

precario, come i distacchi e i soggiorni<br />

di breve durata, sono aumentate<br />

notevolmente. Per questo motivo, la<br />

Svizzera ha bisogno di una protezione<br />

salariale, denuncia l’USS.<br />

Posta, segnali dal Ticino<br />

La petizione «Basta precariato alla Posta,<br />

lanciata ad aprile, ha già ottenuto<br />

un primo risultato. I contratti a tempo<br />

determinato dei nuovi assunti (oltre 40<br />

solo nel Luganese) che non erano conformi<br />

a quanto previsto dal CCL sono<br />

stati regolarizzati e trasformati in contratti<br />

indeterminati. La richiesta di aumentare<br />

i salari per i nuovi assunti sarà<br />

portata a livello nazionale, mentre in Ticino<br />

si costituirà un gruppo di lavoro con<br />

l’obiettivo di aumentare le percentuali<br />

lavorative, garantire impieghi stabili e il<br />

rispetto dei diritti previsti dal CCL.<br />

Iniziativa per asili nido<br />

a prezzi accessibili<br />

I posti di assistenza all’infanzia sono<br />

troppo pochi, sono troppo costosi e le<br />

condizioni di lavoro nel settore, e quindi<br />

la qualità dell’assistenza, sono troppo<br />

scarse. Tutti e tre i problemi possono<br />

essere risolti con l’Iniziativa Kita. La<br />

cosa migliore da fare è firmare subito!<br />

Informazioni su iniziativa-asilo-nido.ch<br />

Consiglio di fondazione comPlan<br />

A settembre si terranno le elezioni del<br />

consiglio di fondazione comPlan. Si<br />

cercano persone disponibili a dare una<br />

mano con la campagna telefonica,<br />

insieme ad attuali o ex lavoratori di<br />

Swisscom, cablex e localsearch attivi<br />

nel sindacato. Info: <strong>syndicom</strong>.ch/pyph1<br />

Elezioni a Sunrise UPC<br />

Tra i nuovi rappresentanti del personale<br />

di Sunrise UPC, sono stati eletti dieci<br />

membri di <strong>syndicom</strong>. Si tratta di Alban<br />

Ahmeti, Alexander Drews, Beat Isler,<br />

Bettina Huber, Matthias von Strantz,<br />

Mariem Fiadjigbe, Peter Schneller,<br />

Rudolf Lippuner, Stefano Lendaro,<br />

Tayfun Aksoy. Congratulazioni!<br />

Rete Postale, obiettivi allentati<br />

La risoluzione di <strong>syndicom</strong> Rete Postale<br />

«Stop alla follia degli obiettivi e alla<br />

pressione di vendita indebita mostra i<br />

primi risultati. La direzione di Rete Postale<br />

ha riconosciuto le carenze e vuole<br />

correggerle, secondo le dichiarazioni<br />

rilasciate durante la riunione del comitato<br />

di esperti Rete PSS.<br />

Consiglio della stampa salvo<br />

Il Consiglio di fondazione del Consiglio<br />

svizzero della stampa (Css) ha messo a<br />

disposizione dello stesso Css la somma<br />

di 100mila franchi. Questo finanziamento<br />

una tantum permette così al<br />

Css di proseguire le sue attività di autoregolamentazione<br />

dei media, fino alla<br />

fine del 2023. Una boccata d’ossigeno,<br />

nonostante la bocciatura del pacchetto<br />

di sostegno ai media dello scorso febbraio,<br />

in attesa di una ricerca di fondi<br />

per una base finanziaria sostenibile.<br />

Contatti<br />

Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno<br />

lu e gio 8.00-12.00, ma-me-ve<br />

13.30-17.30. e-mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />

Cassa disoccupazione <strong>syndicom</strong><br />

lu-ma-gio 9.00-11.30 me 14.00-16.30<br />

cassa.disoccupazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />

pensionati.<strong>syndicom</strong>.ch<br />

e-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />

Agenda<br />

Agosto<br />

20<br />

Festival di narrazione<br />

Arzo,giardino del castello, ore 21.30<br />

«Topi, spettacolo teatrale a vent’anni<br />

dal G8 di Genova. Informazioni e programma:<br />

festivaldinarrazione.ch<br />

25<br />

Incontro degli illustratori<br />

Berna, segretariato centrale <strong>syndicom</strong>,<br />

ore 18.00. Incontro (in tedesco) aperto<br />

a tutti gli illustratori, iscrizioni presso<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/Illustammtisch<br />

Settembre<br />

10<br />

Giornata degli indipendenti<br />

Zurigo, Kulturhaus Helferei, ore 13.15<br />

Informazioni a pagina 21<br />

15-18<br />

Grand Hotel Coronda<br />

Bellinzona, Casa del Popolo, ore 20.00<br />

Presentazione del libro di un collettivo<br />

di prigionieri politici durante la dittatura<br />

argentina. A seguire, presentazione<br />

presso La Filanda, Mendrisio, domenica<br />

18 settembre alle ore 17.00.<br />

Info: <strong>syndicom</strong>.ch e lafilanda.ch<br />

21<br />

Visita centro logistico Coop<br />

Castione, ritrovo Park & Ride FFS, ore<br />

13.30, rinfresco dalle ore 16.00<br />

Visita organizzata dal Gruppo d’interesse<br />

Pensionati Ticino e Moesano.<br />

Iscrizione obbligatoria al segretariato<br />

entro il 9 settembre.<br />

30<br />

Festival di Internazionale<br />

Fino al 2 ottobre, a Ferrara dibattiti,<br />

film e atelier con ospiti di tutto il mondo.<br />

Una delegazione di professionisti<br />

dei media di <strong>syndicom</strong> sarà presente<br />

alla manifestazione. Informazioni presso<br />

il segretariato: info@<strong>syndicom</strong>.ch.<br />

Programma: internazionale.it/festival<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/agenda


6 Dalla parte<br />

Gertrud Hierzer è vicepresidente HR Alpine (Svizzera e Austria)<br />

degli altri<br />

e membro del consiglio di amministrazione di T-Systems. Dal<br />

2012 in azienda, ha un master come Digital Engineer, una formazione<br />

come psicologa aziendale e un diploma di coach.<br />

1<br />

Quali opportunità vede come Head<br />

HR Alpine per T-Systems Svizzera e<br />

Austria nei prossimi anni?<br />

Tutto diventa più veloce, tecnico, digitale<br />

e deve allo stesso tempo essere<br />

più efficiente in termine di costi, più<br />

agevole, più esente da errori e più<br />

performante. E qui sta la grande opportunità:<br />

il nostro compito principale<br />

è quello di mantenere presso di noi<br />

le persone valide, offrire loro un perfezionamento<br />

e dar loro la libertà di<br />

essere creative e innovative per i nostri<br />

clienti. Se teniamo a mente tutto<br />

questo, nulla ci potrà fermare.<br />

2<br />

Perché servono contratti collettivi di<br />

lavoro (CCL) nel settore IT?<br />

Il contratto collettivo di lavoro dà sicurezza<br />

ai lavoratori. Proprio in tempi<br />

incerti è un segnale sia nella propria<br />

azienda sia verso l’esterno: siamo un<br />

tutt’uno – anche in tempi meno buoni.<br />

Considerate tutte le incertezze –<br />

a livello geopolitico, geoeconomico e<br />

dovute alla forte spinta innovativa –,<br />

la stabilità può essere sicuramente<br />

un argomento per la nostra azienda.<br />

A questo contribuisce un CCL frutto<br />

di una buona negoziazione.<br />

3<br />

In che misura T-Systems trae vantaggio<br />

dal fatto che i lavoratori possano<br />

partecipare all’ulteriore sviluppo del<br />

CCL?<br />

È sempre una buona idea far partecipare<br />

i lavoratori a temi che li riguardano<br />

direttamente. Solo in questo<br />

modo si è sempre aggiornati e si colgono<br />

le esigenze che devono essere<br />

considerate. Senza la partecipazione<br />

dei lavoratori è molto probabile che il<br />

risultato non corrisponda né alle<br />

aspettative né venga accettato positivamente.<br />

4<br />

Lei è responsabile HR sia della Svizzera<br />

che dell’Austria. Vede differenze<br />

nelle culture dei partenariati sociali?<br />

Ce ne sono certamente, anche solo<br />

per la diversa legislazione. In Germania<br />

i diritti di partecipazione sono<br />

completamente diversi rispetto<br />

all’Austria o alla Svizzera. Le migliori<br />

esperienze le ho fatte quando le parti<br />

sociali si concentrano su un obiettivo<br />

comune, ovvero che il successo economico<br />

si ottiene solo in presenza di<br />

una sana unità d’intenti. È questo che<br />

viene per me al primo posto e meno<br />

le differenze giuridiche o culturali.<br />

Testo: Miriam Berger<br />

Foto: T-Systems<br />

5<br />

Cosa fa T-Systems per attirare talenti<br />

femminili in un settore tradizionalmente<br />

considerato maschile?<br />

Da una parte investiamo molto nella<br />

promozione delle nuove leve e grazie<br />

al nostro programma per studenti IT<br />

accogliamo alcune giovani donne in<br />

azienda. Queste giovani donne devono<br />

naturalmente essere promosse e<br />

sostenute affinché restino in azienda.<br />

Abbiamo programmi di pari opportunità<br />

come l’eliminazione del gender<br />

payment gap, lo smantellamento del<br />

«tetto di cristallo» per quanto riguarda<br />

le opportunità di carriera per le<br />

donne e per alcune posizioni direttive<br />

stabiliamo anche delle quote.<br />

6<br />

In che misura la carenza di personale<br />

specializzato rappresenta una sfida<br />

nel settore IT per T-Systems?<br />

Nel settore IT abbiamo un certo vantaggio<br />

poiché siamo in grado di digitalizzare<br />

e automatizzare in modo relativamente<br />

semplice molti processi.<br />

Naturalmente a tal fine serve innanzitutto<br />

anche il personale. Temo che la<br />

situazione non migliorerà. Siamo tenuti<br />

a diventare effettivamente creativi<br />

per trovare, formare e tenere dei<br />

lavoratori. Per le risorse umane ciò<br />

significa che prima erano i lavoratori<br />

a doversi candidare per le posizioni,<br />

oggi sono le aziende a candidarsi.<br />

Così stanno le cose.


L’ospite<br />

Il lavoro (che sia o meno retribuito,<br />

come il lavoro di cura o «care») occupa una buona<br />

parte delle nostre giornate e ci impegna per<br />

gran parte della nostra vita adulta. Purtroppo,<br />

malattie, infortuni e morti sul lavoro sono ancora<br />

troppi e molto frequenti. Le stime dell’OMS e<br />

dell’OIL indicano che negli anni 2000-2016 le<br />

malattie professionali rappresentavano l’81% dei<br />

decessi legati al lavoro, mentre gli infortuni sul<br />

lavoro il restante 19% dei decessi. Se è noto che<br />

le differenze di genere incidono sulle professioni<br />

esercitate, sulle condizioni lavorative e sulla<br />

modalità di trattamento tra uomini e donne, forse<br />

è meno conosciuto che esse si riflettono anche<br />

sui rischi per la salute. Spesso le mansioni<br />

svolte dalle donne sono erroneamente considerate<br />

sicure e semplici. Ad esempio, benché molte<br />

donne lavorino a contatto con prodotti chimici,<br />

gli effetti specifici legati all’esposizione a<br />

queste sostanze sulla loro salute rimane poco<br />

studiato. Anche chi opera con contratti a durata<br />

determinata, a turni e su chiamata, o ha piccole<br />

attività indipendenti poco tutelate, è particolarmente<br />

a rischio. I disturbi di salute fisici, le depressioni<br />

o la dipendenza da farmaci aumentano<br />

di pari passo con la precarietà del lavoro. È urgente<br />

intervenire con misure di tutela e prevenzione<br />

che integrino i continui mutamenti del<br />

mercato del lavoro: per l’impiegata del call center<br />

che deve conciliare famiglia e lavoro, per il<br />

driver che lavora su chiamata o per il giardiniere<br />

che lavora in proprio. Grazie alla sessione nazionale<br />

delle donne, il parlamento si sta occupando<br />

di promuovere la medicina di genere. E finalmente,<br />

grazie a diversi interventi parlamentari,<br />

il Consiglio federale ha deciso la ratifica della<br />

Convenzione n. 190 dell’OIL sull’eliminazione della<br />

violenza e delle molestie sul lavoro. Riusciremo<br />

a garantire anche una maggiore tutela della<br />

salute psicofisica dei lavoratori atipici? La salute<br />

e la sicurezza sul lavoro devono essere una priorità<br />

nazionale che va promossa in sinergia da<br />

tutti gli attori implicati, a partire dalla politica.<br />

La salute sul lavoro<br />

per una società forte<br />

56 anni, dal 2019 Marina Carobbio è<br />

Consigliera agli Stati del Canton Ticino<br />

per il PS. Precedentemente è stata Consigliera<br />

nazionale per 12 anni. Nel 2018-<br />

2019 è stata presidente del Consiglio<br />

nazionale. È membro della commissione<br />

della sicurezza sociale e della sanità;<br />

della commissione scienza educazione<br />

e cultura; della commissione finanze e<br />

della delegazione svizzera al Consiglio<br />

d’Europa. Presiede ed è membro attivo<br />

di numerose associazioni in ambito sanitario,<br />

sociale e nella cooperazione allo<br />

sviluppo. Vedi www.marinacarobbio.ch<br />

7


Dossier<br />

10 L’eterna battaglia per un posto di lavoro sicuro e sano<br />

12 Cosa è cambiato dopo la pandemia<br />

13 Freelance e piattaforme, il diritto non è pronto<br />

14 Un esempio concreto: i lavoratori di Cablex


9<br />

La salute<br />

prima<br />

di tutto


10 Dossier<br />

La metafora dell’elefante<br />

Per lungo tempo si è creduto di aver vinto<br />

la battaglia per la salute sul lavoro.<br />

Sbagliato: è appena iniziata.<br />

Testo: Oliver Fahrni<br />

Foto: Cécile Monnier<br />

Quando a novembre in Qatar le migliori squadre di calcio<br />

al mondo si contenderanno la Coppa del Mondo, i calciatori<br />

milionari giocheranno su cimiteri. Infatti, da quando<br />

la FIFA ha affidato al Qatar l’organizzazione del Campionato<br />

del Mondo, nel piccolo e ricco emirato sul Golfo<br />

Persico sono morti più di 6500 lavoratori migranti provenienti<br />

da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka.<br />

La maggior parte lavorava alla costruzione dei sette nuovi<br />

stadi e alle gigantesche infrastrutture che ospiteranno il<br />

torneo. È quanto ha rivelato una ricerca della <strong>rivista</strong> britannica<br />

«The Guardian».<br />

Le cause del decesso sono state di norma insabbiate<br />

come «naturali». Molti sono morti per le eccessive temperature,<br />

altri per la fatica, altri per essere caduti da altezze<br />

vertiginose, altri ancora per scosse elettriche o per l’esplosione<br />

di attrezzature per la saldatura, alcuni sono stati<br />

schiacciati da pesi, da macchinari e dal crollo di impalcature.<br />

In molti cantieri mancavano addirittura i caschi di<br />

protezione. Laddove non c’è un sindacato che garantisca<br />

delle condizioni di lavoro sicure, lavorare nel settore edile<br />

può essere letale. Disperati per le condizioni di lavoro disumane,<br />

un numero non noto di lavoratori si è tolto la vita.<br />

L’invisibile sterminio di massa per l’evento glamour<br />

mondiale ricorda ciò che negli Stati europei con una buona<br />

protezione sul lavoro viene spesso dimenticato, quantomeno<br />

fino all’epidemia del coronavirus: sul posto di lavoro<br />

spesso ci si ammala o si muore.<br />

La lotta per la sicurezza e la salute è stata alla base del<br />

movimento sindacale e le casse solidali dei lavoratori contro<br />

gli «infortuni» sono state le precorritrici di tutte le<br />

assicurazioni sociali.<br />

Tornare a casa in buona salute rimane uno sforzo permanente<br />

e di grande attualità, come dimostra la testimonianza<br />

della segretaria di <strong>syndicom</strong> Valentina Smajli (a pagina<br />

14). In effetti, il lavoro sicuro è un diritto fondamentale<br />

sancito a livello internazionale in occasione dell’ultimo<br />

Congresso dell’Organizzazione internazionale del lavoro<br />

OIL. Ma durante la produzione della presente edizione<br />

della <strong>rivista</strong>, migliaia di lavoratori edili in Svizzera attraversano<br />

l’inferno delle temperature roventi e dell’ozono<br />

– e questo affrontando giornate lavorative lunghissime. Il<br />

sindacato Unia chiede la sospensione dei lavori a partire<br />

da 35 gradi, ma le multinazionali si rifiutano. I profitti<br />

sono più importanti. I numeri dell’Istituto nazionale svizzero<br />

di assicurazione contro gli infortuni SUVA parlano<br />

chiaro: a partire da 30 gradi gli infortuni nel settore edile<br />

e dei trasporti aumentano del 7 per cento. Si tratta di centinaia<br />

di vittime evitabili, senza contare altre conseguenze<br />

come ad esempio i tumori della pelle. Questo tema è di<br />

grande attualità poiché con il riscaldamento climatico le<br />

condizioni meteorologiche estreme diventeranno la norma.<br />

Ora i lavoratori hanno fatto pressione sulle aziende<br />

attraverso manifestazioni di massa per sancire nel CCL<br />

del settore edile (CNM) migliori norme in caso di temperature<br />

elevate e di condizioni meteorologiche avverse.<br />

Il caldo è solo uno dei tantissimi rischi. A provocare disastri<br />

ci sono anche i veleni, le sostanze chimiche pericolose,<br />

le nanoparticelle, la polvere, i carichi pesanti, il frastuono<br />

e l’uso scorretto dei macchinari. Ma anche lo<br />

stress, orari di lavoro eccessivamente lunghi, il lavoro notturno<br />

e il lavoro su turni. Per non parlare dei virus. E del<br />

traffico. Per il 2019 l’Ufficio federale di statistica segnala<br />

280mila infortuni sul lavoro. A essere particolarmente<br />

esposti, dopo i lavoratori edili troviamo: i lavoratori<br />

dell’industria, i conducenti e i corrieri, i meccanici. Sono<br />

però pressoché inesistenti i lavori che non prevedano<br />

grossi rischi per la salute.<br />

Inoltre, la SUVA rileva circa 3500 casi di malattie professionali.<br />

Si tratta di un numero ingannevole in quanto<br />

non considera alcuni danni per la salute subiti durante il<br />

lavoro. In parte perché non sono considerati ufficialmente<br />

come malattie professionali. In parte perché vengono<br />

percepiti come inevitabili. Ad esempio, il mal di testa degli<br />

operai orologieri che fa sì che farciscano il loro panino<br />

del pranzo con antidolorifici («Saridon-Sandwich»). L’artrosi<br />

che accomuna gli operatori sanitari e alcuni agricoltori.<br />

Oppure le conseguenze dello stress e i disturbi del<br />

sonno dei conducenti di autobus (come testimonia uno<br />

studio comune condotto da tre sindacati, a pagina 17). E<br />

molti altri disturbi psicosomatici, fino alla depressione e<br />

al burnout.<br />

Un peso sul petto: le risposte degli assicuratori<br />

Attualmente è in corso un’accesa controversia tra sindacati,<br />

lobbysti dei datori di lavoro e assicurazioni per il riconoscimento<br />

del burnout. Molti sono gli aspetti in gioco: le<br />

assenze per problemi psichici sono aumentate di oltre il<br />

50 per cento dal 2010. Ma solo quando determinati danni<br />

vengono riconosciuti ufficialmente come malattia professionale,<br />

i sindacati possono imporre un’efficace azione di<br />

prevenzione nei contratti collettivi di lavoro e, se necessario,<br />

nella legge. I datori di lavoro e le assicurazioni cercano<br />

però spesso di impedire un tale riconoscimento, poiché in<br />

tal caso sarebbero previsti indennizzi, prestazioni assicurative<br />

e investimenti aziendali (ad esempio aumenti del<br />

personale).<br />

L’infezione Covid-19 contratta sul posto di lavoro è<br />

considerata una malattia professionale? Moltissime persone<br />

si sono contagiate sul lavoro. Ma le esperienze della<br />

SUVA e delle assicurazioni dimostrano che un contagio<br />

Rientrare sani<br />

dal lavoro<br />

è un diritto


sul lavoro non basta. Devono essere soddisfatti ulteriori<br />

criteri. Ad esempio, il rischio di prendere il virus sul lavoro<br />

è molto più elevato rispetto al resto della vita quotidiana.<br />

Cosa che è difficile da dimostrare nel singolo caso, ad<br />

esempio nel caso dei postini o dei corrieri espresso (approfondimento<br />

al riguardo a pagina 12).<br />

Assicurazioni e datori di lavoro preferiscono pensarla<br />

come la metafora dell’elefante: un politico vede un uomo<br />

a terra. Sul suo petto sta seduto un elefante. L’uomo dice:<br />

«La prego mi aiuti, faccio fatica a respirare. Dica all’elefante<br />

di scendere». Il politico replica: «Non sono sicuro che il<br />

problema sia l’elefante. Magari lei fuma troppo. Probabilmente<br />

l’elefante è solo un pretesto per approfittare di una<br />

prestazione sociale».<br />

I datori di lavoro hanno usato l’argomento del fumo<br />

addirittura per giustificare il cancro da amianto, sminuendo<br />

per decenni la silicosi (malattia del polmone<br />

nero). L’amianto è un’enorme catastrofe industriale. La<br />

malattia polmonare chiamata asbestosi è nota da 100<br />

anni. Il materiale è però economico e ha proprietà utili.<br />

Dal 1962 si sa che le sue fibre provocano anche un tumore<br />

particolarmente letale che ha ucciso decine di migliaia di<br />

persone. Ma i baroni dell’amianto (industria del cemento)<br />

ne hanno bloccato il divieto fino al 1990 insabbiando, ingannando<br />

e ammettendo solo quello che era già stato dimostrato.<br />

Il divieto dell’UE è arrivato solo nel 2005. Ancora<br />

oggi l’amianto uccide circa 170 persone solo in Svizzera.<br />

In tutto il mondo si tratta di centinaia di migliaia di morti.<br />

Questo perché la sua produzione non era stata interrotta,<br />

ma semplicemente trasferita in paesi più poveri con leggi<br />

sul lavoro e sulla protezione dell’ambiente permissive (e<br />

sindacati deboli).<br />

Così come con l’amianto, il capitale lo ha fatto anche<br />

con numerose altre produzioni delicate. Come conseguenza<br />

della globalizzazione neoliberale, ora sono soprattutto<br />

i paesi industrializzati in Asia e America latina a essere<br />

alle prese con enormi problemi di salute e catastrofi<br />

ecologiche. Il continente africano dal canto suo sta diventando<br />

addirittura la discarica mondiale dei rifiuti tossici.<br />

Sfide enormi per i sindacati di tutto il mondo e per l’OIL.<br />

Orari di lavoro troppo<br />

lunghi sono letali<br />

dal punto di vista<br />

medico e sociale<br />

In 113 paesi su 148 presi in analisi dalla Confederazione<br />

sindacale internazionale CSI ogni anno, i lavoratori sono<br />

esclusi da qualsiasi protezione sindacale, l’87 per cento<br />

dei paesi ha violato il diritto fondamentale allo sciopero.<br />

Ma la fame del capitale non si arresta. Ora attacca la<br />

protezione dei lavoratori nei paesi ricchi, conquistata duramente<br />

in passato. Le sue leve sono la digitalizzazione e<br />

il lavoro mediante piattaforme digitali. Anche in Svizzera<br />

sta aumentando rapidamente la percentuale di lavoratori<br />

«atipici» (i problemi dei finti lavoratori autonomi, a pagina<br />

13). La medicina del lavoro mette già in guardia da vere<br />

epidemie di diabete, malattie cardiocircolatorie e cancro<br />

in caso di successo dell’intento dei parlamentari di destra<br />

di introdurre uno sconfinamento dell’orario di lavoro.<br />

Essi intendono introdurre settimane lavorative fino a 67<br />

ore, per 50-60 giorni all’anno 10 ore al giorno. Il rischio di<br />

infarti cardiaci e cerebrali aumenterebbe così della metà<br />

e l’aspettativa di vita verrebbe fortemente ridotta. Due<br />

anni di esperienza di home office ci hanno insegnato che<br />

sconfinamento dell’orario di lavoro, stress digitale e disponibilità<br />

24 ore su 24 sono letali a livello di salute e a<br />

livello sociale.<br />

La lotta per la salute sul posto di lavoro è appena iniziata.


12<br />

Dossier<br />

Lavoro post-Covid, cosa cambia<br />

Uno studio dell’Organizzazione internazionale<br />

del lavoro fa luce sulla tutela della salute sul<br />

posto di lavoro dopo il periodo della pandemia.<br />

Testo: Federico Franchini<br />

La pandemia è stata un periodo difficile per tutti noi.<br />

Come dalle precedenti crisi, però, anche questa può essere<br />

fonte d’insegnamento. Prendiamo il tema della salute<br />

e della sicurezza sul posto di lavoro: la diffusione del<br />

Covid-19 può aiutare a capire come, in futuro, prevenire la<br />

diffusione di nuovi virus o di malattie in ambito professionale.<br />

In seno all’Organizzazione mondiale del lavoro<br />

(OIL), ad esempio, sono state da poco adottate delle direttive<br />

tecniche sui rischi biologici. Questo perché con il<br />

Covid-19 sono venute a galla diverse lacune normative<br />

così come la necessità di iniziare a sviluppare linee guida<br />

tecniche in materia.<br />

A Ginevra, gli esperti dell’OIL si sono chinati in questi<br />

ultimi anni in vari studi proprio per analizzare cosa è successo<br />

durante il periodo pandemico e su quali lezioni trarre.<br />

Un primo aspetto che emerge dalle ricerche più recenti<br />

è quello che concerne la collaborazione tra lavoratori,<br />

datori di lavoro e governi. Come ci spiega Dafne Papandrea,<br />

autrice di un recente rapporto dell’OIL sul tema, «la<br />

collaborazione tra gli attori del mondo del lavoro è essenziale<br />

per garantire che le misure messe in atto siano accettabili<br />

e sostenute dai lavoratori e dai datori di lavoro, e<br />

quindi abbiano maggiori probabilità di essere effettivamente<br />

messe in pratica». Per la ricercatrice la crisi ha dimostrato<br />

come «calare misure dall’alto sia meno efficace<br />

che portare avanti un processo partecipativo».<br />

«Meglio un processo<br />

partecipativo che<br />

misure calate dall’alto»<br />

In molti Paesi questa collaborazione ha portato all’adozione<br />

di disposizioni di legge che coprono diversi aspetti,<br />

dalle misure per prevenire e affrontare il Covid-19 sul<br />

posto di lavoro agli accordi sul telelavoro. Proprio l’home<br />

working è un altro aspetto particolarmente interessante e<br />

inedito: da un momento all’altro molti di noi si sono ritrovati<br />

a lavorare da casa, dovendo gestire contemporaneamente<br />

anche gli aspetti familiari. «A livello internazionale<br />

– spiega Dafne Papandrea – vi è l’obbligo di proteggere i<br />

lavoratori nel/sul luogo di lavoro oppure l’obbligo di garantire<br />

un luogo di lavoro sano e sicuro: ma la casa è un<br />

luogo di lavoro? Come OIL oltre ad avere osservato l’impatto<br />

del telelavoro sulla salute, la sicurezza e il benessere,<br />

abbiamo fornito anche delle linee guida pratiche per<br />

proteggere e promuovere la salute fisica e mentale di chi<br />

lavora da casa».<br />

Un altro aspetto significativo emerso è quello della<br />

protezione sociale. O meglio: della sua importanza. Come<br />

spiega sempre la ricercatrice, chi lavora nell’economia informale<br />

o tramite le piattaforme durante il Covid-19 si è<br />

trovato in una situazione molto complicata: «Chi era ammalato<br />

e lavorava in questo tipo di economia sommersa<br />

non poteva non lavorare, altrimenti senza protezione sociale<br />

non avrebbe guadagnato. Ciò ha contribuito alla diffusione<br />

del virus mettendo a rischio gli stessi lavoratori e<br />

l’intera società. Questo fatto ha dimostrato quindi l’importanza<br />

della protezione sociale e la sua estensione anche<br />

a chi lavora attraverso le piattaforme».<br />

Il processo per maggiori garanzie di salute e sicurezza<br />

sul posto di lavoro nel frattempo ha fatto un passo in avanti<br />

a livello internazionale. Di recente, la Conferenza internazionale<br />

del lavoro ha proprio aggiunto il diritto ad un<br />

ambiente di lavoro sano e sicuro ai Principi e diritti fondamentali<br />

del lavoro (lo spiega lo stesso vicepresidente nel<br />

nostro editoriale a pagina 3). Questa decisione definita<br />

come “storica” significa che tutti i membri dell’OIL si impegnano<br />

a rispettare e promuovere il diritto fondamentale<br />

a un ambiente di lavoro sicuro e salubre, indipendentemente<br />

dal fatto che abbiano o meno ratificato le relative<br />

Convenzioni.


Dossier<br />

Autonomi ma non protetti<br />

13<br />

I rischi per la salute connessi al lavoro<br />

indipendente e a quello per le piattaforme.<br />

Testo: Mattia Lento<br />

Nel 1956 il giovane psicoanalista Herbert J. Freudenberger,<br />

ebreo tedesco scampato al nazismo, apre uno studio<br />

tutto suo a New York. È felice e comincia a lavorare senza<br />

sosta dalle 8 di mattina alle 6 di pomeriggio e la sera svolge<br />

servizio di volontariato per aiutare i giovani newyorkesi<br />

a guarire dalla tossicodipendenza. Freudenberger, che ha<br />

pure moglie e tre figli, probabilmente ha tanta energia e<br />

sicuramente molta passione, ma dopo un po’ di anni qualcosa<br />

in lui si rompe. Comincia a sentirsi sempre più esausto,<br />

logoro, stanco, rassegnato, a volte persino squilibrato.<br />

Dopo qualche tempo, cade addirittura in uno stato di<br />

totale esaurimento fisico e mentale. Comincia a parlarne<br />

con i colleghi e a scrivere articoli. Per cercare di descrivere<br />

il suo stato utilizza per la prima volta nel 1974 una parola,<br />

prima utilizzata nello sport, che diventerà popolarissima<br />

nell’ambito degli studi psicologici e in quelli di medicina<br />

del lavoro: burnout.<br />

Diritto svizzero impreparato di fronte alle nuove sfide<br />

Freudenberger non era soltanto un fine osservatore e uno<br />

studioso di talento, ma anche un lavoratore autonomo.<br />

Certo era altamente qualificato, ben collocato, probabilmente<br />

senza molte ansie di arrivare alla fine del mese, ma<br />

comunque un lavoratore autonomo che per una ragione o<br />

per l’altra non ha saputo più bilanciare carichi di lavoro ed<br />

energie a disposizione. Oggi sappiamo che il lavoro autonomo<br />

è esploso ed è diventato, come ha più volte scritto<br />

«Le malattie mentali<br />

non sono classificate<br />

come professionali»<br />

l’economista e filosofo Christian Marazzi, un prodotto del<br />

sistema tardocapitalistico. Oggi chi è freelance è esposto<br />

al rischio di ammalarsi a causa di un sistema economico-sociale<br />

instabile e con poche tutele. Essere freelance<br />

non è sempre una scelta e spesso è anche sinonimo di precarietà.<br />

Proprio la precarietà, a dirlo sono i dati degli ultimi<br />

20 anni dello Swiss Household Panel, come hanno dimostrato<br />

in un recente studio Francesco Giudici e Davide<br />

Morselli, è fortemente correlata con il malessere psichico,<br />

depressione in primis, una malattia che va spesso a braccetto<br />

proprio con il burnout. Le cose non vanno certo<br />

meglio per i lavoratori dell’economia delle piattaforme,<br />

che non sono autonomi ma sono trattati come tali. Questa<br />

categoria non è esposta solo a forte precarietà, ma vive<br />

molto spesso condizioni di isolamento sociale, è sottoposta<br />

alla sorveglianza degli algoritmi e soffre spesso di<br />

una mancanza di identità professionale e prospettive di<br />

carriera. Caratteristiche queste che espongono a disturbi<br />

come depressione, ansia, insonnia e, non da ultimo, proprio<br />

il burnout. Soltanto fra qualche anno probabilmente<br />

riusciremo a capire dal punto di vista quantitativo la portata<br />

dei danni che accompagnano le professioni legate<br />

alle piattaforme.<br />

Il diritto del lavoro svizzero non è preparato a queste<br />

nuove sfide. Innanzitutto, va notato che il burnout non è<br />

ancora diagnosticato come malattia, ma è definito come<br />

un fenomeno professionale che, tuttavia, è causato da diversi<br />

fattori. Pertanto, a differenza di alcuni paesi europei,<br />

in Svizzera non rientra tra le malattie professionali. Anja<br />

Zyska Cherix, responsabile della medicina del lavoro della<br />

Suva, spiega che «le malattie mentali (ad esempio la depressione)<br />

possono essere considerate malattie professionali<br />

in Svizzera solo se possono essere attribuite chiaramente<br />

al lavoro come causa principale». Classificando il<br />

burnout come malattia professionale cambierebbe il<br />

modo in cui è trattato dalle assicurazioni. Il tema assicurativo<br />

in generale è un altro punto scottante relativo ai lavoratori<br />

delle piattaforme e a quelli autonomi. Per i primi<br />

è necessario che siano finalmente trattati da dipendenti,<br />

come ha chiarito il Tribunale federale nel caso degli autisti<br />

di Uber, per i secondi è importante assicurarsi contro<br />

la perdita temporanea di salario provocata da malattia e<br />

da infortunio. Una tutela costosa che purtroppo non tutti<br />

possono permettersi.


14<br />

Dossier<br />

Operare insieme per il benessere<br />

dei lavoratori (e delle aziende)<br />

Un esempio di collaborazione tra parti sociali:<br />

sindacato e aziende, a favore della protezione<br />

della salute dei lavoratori. L’esempio di Cablex.<br />

Testo: Valentina Smajli, segretaria sindacale <strong>syndicom</strong><br />

La gestione della salute in azienda (GSA) dovrebbe essere<br />

una cosa ovvia per ogni azienda. Perché ripaga il doppio.<br />

A livello economico i vantaggi sono più che evidenti: le assenze<br />

dovute a malattia sono costose! Il tre per cento dei<br />

costi salariali (regola generale) viene speso direttamente<br />

per assenze dovute a malattia e infortunio. Ma non è tutto:<br />

in caso di assenze il datore di lavoro deve distribuire il lavoro<br />

rimasto fermo sul personale restante aumentando<br />

così ulteriormente il rischio di sovraccarico e di altre malattie<br />

o infortuni dovuti allo stress. Un circolo vizioso!<br />

Gli investimenti in una prevenzione sensata non vanno<br />

soltanto a favore dei lavoratori, ma preservano anche le<br />

risorse finanziarie e personali dell’azienda e incrementano<br />

la reputazione e l’attrattività della stessa. Ecco perché<br />

la gestione della salute dovrebbe essere una cosa ovvia anche<br />

dal punto di vista padronale seppure non sia ancora<br />

ampiamente diffusa. Ed è qui che mi voglio impegnare!<br />

Dalle visite ai cantieri al lavoro di diploma<br />

Durante le mie visite ai cantieri di Cablex ho capito quanto<br />

il lavoro degli addetti al cablaggio possa essere faticoso<br />

e logorante per il fisico e per la salute. Ho appreso sul posto<br />

che le conseguenze sono un numero di assenze per<br />

malattia o infortunio al di sopra della media. Come rappresentate<br />

dei lavoratori ed essendo cresciuta in una famiglia<br />

di operai, questa situazione mi ha colpito e mi ha<br />

spinta a dedicare la mia tesi di laurea proprio a questo<br />

tema. L’obiettivo era quello di contribuire al miglioramento<br />

della situazione di salute dei lavoratori addetti al<br />

cablaggio e alle opere civili. Perché la salute dei lavoratori<br />

è una questione centrale del sindacato! È nell’interesse<br />

delle parti sociali riconoscere e di conseguenza ridurre al<br />

minimo i rischi per la salute.<br />

Secondo la legge sul lavoro, è obbligo del datore di lavoro<br />

tutelare la salute dei suoi collaboratori. Inoltre, il sindacato<br />

ha il compito di verificare il rispetto della legge sul<br />

lavoro e di intervenire all’occorrenza. La questione di<br />

come poter ridurre le assenze dovute a malattia o infortunio<br />

dei lavoratori addetti al cablaggio e alle opere civili è<br />

fondamentale sia per Cablex stessa sia per il sindacato.<br />

L’obiettivo della mia tesi di laurea era quello di redigere<br />

un catalogo di idee per misure volte a migliorare la situazione<br />

sanitaria dei lavoratori addetti al cablaggio. Tramite<br />

interviste, sondaggi e analisi ho verificato e riunito le esigenze<br />

dei lavoratori in relazione alla salute.<br />

«Le conclusioni della<br />

mia tesi confluiscono<br />

ora nel CCL Cablex»<br />

Gestione della salute in azienda, una priorità<br />

Per le aziende, la delicata gestione dei dati sanitari relativi<br />

alle malattie e agli infortuni è associata a rischi in termini<br />

di protezione dei dati e danni alla reputazione. La tesi di<br />

laurea ha pertanto inevitabilmente portato a discussioni<br />

chiarificatrici sia all’interno di Cablex sia all’interno del<br />

sindacato. Solo grazie alla fiducia già creata e alla cooperazione<br />

degli organi decisionali e dei colleghi addetti al<br />

cablaggio e alle opere civili mi è stato possibile redigere<br />

per Cablex il catalogo delle idee e, sulla base di questo, un<br />

programma di campi d’azione basato su 10 punti.<br />

Un programma che ho potuto presentare agli organi<br />

decisionali comunicando loro le aspettative a esso associate<br />

per un’efficace e completa gestione della salute in<br />

azienda: una combinazione di misure comportamentali.<br />

Per un’azienda sociale e orientata al futuro come Cablex il<br />

vantaggio sanitario ed economico di una GSA sistematica<br />

è evidente. I temi relativi alla salute psichica e allo stress<br />

acquisteranno importanza e dovrebbero essere affrontati<br />

in modo mirato.<br />

Fotoreportage<br />

Per descrivere la salute sul posto di lavoro, la fotografa e artista<br />

Cécile Monnier ha scelto l’immagine simbolica dei fiori<br />

che appassiscono giorno dopo giorno, si alterano, si consumano,<br />

si usurano. Proprio come la salute dei lavoratori, che<br />

va tutelata e protetta.<br />

Fotografa indipendente dal 2016, Cécile Monnier insegna<br />

all’Eracom di Losanna e all’HEAD di Ginevra. Ha esposto le sue<br />

opere in diverse mostre collettive, ad Arles, Vevey, Basilea e<br />

Zurigo. Nel 2020 ha vinto il premio VFG e lo scorso anno il Prix<br />

Enquête Photographique Fribourgeoise. Fa parte del comitato<br />

standard/deluxe, spazio d’arte indipendente a Losanna, dal<br />

2019.<br />

www.cecilemonnier.com


La salute e la sicurezza<br />

sul lavoro in cifre,<br />

in Svizzera e all’estero<br />

La sicurezza e la salute sul lavoro sono componenti fondamentali per un lavoro<br />

dignitoso. L’atmosfera di lavoro e le condizioni fisiche determinano in larga misura<br />

le condizioni dei lavoratori. Gli infortuni sul lavoro hanno un importante costo<br />

umano, sociale ed economico che dovremmo sforzarci di eliminare garantendo la<br />

sicurezza di tutti i luoghi di lavoro.<br />

Garantire la salute e la sicurezza sul lavoro in Europa?<br />

La strada è ancora lunga.<br />

88%<br />

620 miliardi<br />

60%<br />

Una gran parte dei lavoratori dell’UE ha problemi di stress sul lavoro.<br />

Soprattutto in Svizzera (v. sotto).<br />

La somma che l’economia europea perde ogni anno<br />

soltanto a causa della depressione legata al lavoro.<br />

Non meno del 60% di tutte le giornate di lavoro perse<br />

può essere attribuita allo stress e ai rischi psicosociali<br />

legati al lavoro.<br />

La spossatezza dei lavoratori<br />

svizzeri è in aumento<br />

Percentuale delle persone attive per grado di<br />

spossatezza e anno del sondaggio.<br />

24,0 %<br />

25,4 %<br />

28,7 %<br />

2014<br />

2016<br />

2020<br />

Alquanto o molto spossati<br />

Fonte: EndStress.EU<br />

Fonte: Promotion Santé Suisse<br />

La discriminazione in azienda<br />

è all’ordine del giorno<br />

Secondo l’ultimo studio dell’UST, più di una<br />

donna su cinque è vittima di discriminazione o<br />

violenza sul lavoro.<br />

21,1 %<br />

Il 21,1% delle donne<br />

è vittima di discriminazione<br />

o violenza<br />

sul lavoro.17,5%<br />

per gli uomini.<br />

Lo stress riguarda milioni di dipendenti in Svizzera<br />

Dal 2014, Promotion Santé Suisse analizza regolarmente gli indicatori dello stress<br />

legato al lavoro e delle sue relazioni con la salute e la produttività delle persone attive in<br />

Svizzera. I risultati dell’ultimo sondaggio condotto nel 2020 sono allarmanti.<br />

Zona favorevole:<br />

Queste persone hanno più risorse<br />

che limiti.<br />

Zona sensibile:<br />

Queste persone hanno in media circa lo<br />

stesso numero di risorse e di limiti.<br />

Zona critica:<br />

Queste persone devono affrontare un<br />

numero maggiore di limiti di quanto<br />

permettano loro le risorse di cui dispongono.<br />

29,6%<br />

45,5%<br />

Totale 5,1<br />

milioni<br />

di persone<br />

attive*<br />

24,9%<br />

Quelle: BFS<br />

Fonte: Promotion Santé Suisse<br />

*Fonte: numero di persone attive UST 1° trim./2020<br />

Gli infortuni sul lavoro sono frequenti in tutto il mondo<br />

3003<br />

7,5<br />

Messico<br />

Infortuni sul<br />

lavoro su 100000<br />

lavoratori in un<br />

anno (secondo gli<br />

ultimi dati<br />

disponibili)<br />

non mortali<br />

mortali<br />

900<br />

5,3<br />

USA<br />

3142<br />

3,1<br />

Cile<br />

5200<br />

0,5<br />

Olanda<br />

3160<br />

760<br />

2,6<br />

Francia<br />

0,8<br />

GB<br />

1811<br />

1,0<br />

Germania<br />

10,7<br />

670<br />

Egitto<br />

1904<br />

1,3<br />

Svizzera<br />

1,2 965<br />

Israele<br />

899<br />

1,6<br />

Australia<br />

208<br />

2,0<br />

Giappone<br />

Più di 300 milioni di<br />

lavoratori intervistati<br />

in 142 paesi hanno<br />

dichiarato che<br />

ritenevano di non<br />

poter segnalare i<br />

problemi di sicurezza<br />

ai loro datori di lavoro<br />

senza rischiare di<br />

essere penalizzati.<br />

Fonte: ILOSTAT


16<br />

Dalle<br />

professioni<br />

Covid-19, per le donne è peggio<br />

Nonostante le misure statali si sono acuite le disparità di genere<br />

esistenti. Lo afferma uno studio dell’ufficio BASS, che su<br />

incarico della Commissione federale per le questioni femminili ha<br />

analizzato gli effetti del coronavirus sull’occupazione di genere.<br />

Misure come le chiusure degli asili e<br />

delle scuole oppure il lavoro in home<br />

office hanno avuto su uomini e donne<br />

effetti simili agli altri paesi: hanno rafforzato<br />

la tradizionale suddivisione del<br />

lavoro. Soprattutto nella prima fase del<br />

lockdown, le donne si sono accollate<br />

non solo la maggior parte del lavoro<br />

extra di assistenza, ma hanno anche<br />

ridotto fortemente la loro attività professionale<br />

rispetto agli uomini.<br />

Secondo lo studio, la situazione ha<br />

toccato l’apice nelle famiglie a basso<br />

reddito che hanno subito perdite di<br />

reddito. Questo fenomeno ha riguardato<br />

un numero di donne superiore alla<br />

media: madri, famiglie monoparentali<br />

e donne con basse qualifiche. Pertanto,<br />

un numero di donne superiore alla<br />

media vive in famiglie povere. Quando<br />

a gennaio 2021 il tasso di disoccupazione<br />

relativo ai due sessi ha raggiunto il<br />

picco, la differenza tra i sessi era enorme.<br />

Lo studio constata enormi differenze<br />

all’interno dei vari gruppi di donne.<br />

Le perdenti della crisi sono soprattutto<br />

le donne a basso reddito, con stato di<br />

soggiorno incerto, trascorso migratorio<br />

oppure con occupazioni a tempo<br />

parziale. In particolare chi opera nel<br />

settore della gastronomia, probabilmente<br />

a causa dei rapporti di lavoro irregolari<br />

e spesso retribuiti su base oraria<br />

delle donne che sono stati tagliati<br />

per primi. E infine i lavoratori alle dipendenze<br />

di abitazioni private che<br />

sono stati totalmente esclusi dagli aiuti<br />

Covid, ma rinviati all’assicurazione<br />

contro la disoccupazione. Inoltre, sono<br />

stati esclusi i lavoratori indipendenti<br />

che non hanno un reddito minimo prestabilito.<br />

Lo studio suggerisce che si<br />

tratta spesso di donne che gestiscono<br />

un salone di parrucchiera o un centro<br />

estetico a tempo parziale. A causa<br />

dell’insufficienza di dati, lo studio non<br />

ha potuto approfondire la distribuzione<br />

di genere delle indennità per il<br />

lavoro ridotto: non si sa quanto denaro<br />

abbiano percepito le donne e quanto<br />

gli uomini. Questo complica inoltre<br />

l’adozione di misure corrispondenti in<br />

futuro.<br />

Alcune delle più importanti raccomandazioni<br />

della Commissione federale<br />

per le questioni femminili sono<br />

pertanto il rilevamento e la valutazione<br />

di dati di genere, un miglior supporto<br />

delle donne penalizzate, migliori possibilità<br />

di assistenza ai figli come asili<br />

o scuole diurne affinché le donne possano<br />

lavorare con percentuali maggiori.<br />

Altrettanto importanti sono una migliore<br />

protezione dei salari e condizioni<br />

quadro per l’home office. Rivendicazioni<br />

che <strong>syndicom</strong> ha già formulato in<br />

diverse occasioni.<br />

Patrizia Mordini<br />

La ricerca dello studio BASS<br />

(Büro für arbeits- und sozialpolitische<br />

Studien)<br />

Le donne, a cui tocca il lavoro di cura, sono uscite perdenti dopo il periodo di crisi del Covid-19: lo afferma uno studio dell’ufficio BASS. (© Keystone-ATS)


«La pressione finanziaria sul trasporto pubblico<br />

si ripercuote sui lavoratori» Manuel Wyss<br />

17<br />

Come stanno gli autisti dei bus?<br />

Per la prima volta, i tre grandi sindacati dei servizi pubblici<br />

operano insieme per analizzare lo stato di salute dei conducenti<br />

di autobus in Svizzera.<br />

Stress nel traffico stradale, responsabilità<br />

per la vita dei passeggeri, orari di<br />

lavoro impegnativi: i conducenti di<br />

autobus sono costantemente esposti a<br />

forti sollecitazioni. Nel 2010 e nel 2018<br />

il sindacato SEV aveva già condotto<br />

due sondaggi sulla salute dei conducenti<br />

di autobus. Quest’anno, per la<br />

prima volta, tutti e tre i grandi sindacati<br />

dei servizi pubblici dell’USS (ovvero<br />

<strong>syndicom</strong>, SEV e VPOD) collaborano a<br />

Migliore pianificazione, meno<br />

stress<br />

<strong>syndicom</strong>, presso AutoPostale, è sulla<br />

strada giusta, come sottolinea lo<br />

studio: con il nuovo CCL è stata migliorata<br />

proprio la pianificazione<br />

operativa (v. grafico). Insieme ai fiduciari<br />

e alle commissioni del personale,<br />

<strong>syndicom</strong> si adopera per la<br />

corretta attuazione della pianificazione<br />

annuale. Ma sono sotto osservazione<br />

anche la pianificazione<br />

mensile e quella a breve termine<br />

nonché la nuova possibilità di bloccare<br />

i servizi o intere giornate. Dallo<br />

studio emerge anche l’importanza<br />

dei controlli per l’attuazione della<br />

LDL e del CCL. Inoltre, il sindacato<br />

non trascurerà neppure gli aspetti<br />

ergonomici.<br />

La salute degli autisti sotto la lente. (© Keystone-ATS)<br />

un terzo studio nel settore degli autobus.<br />

Questo allarga notevolmente la<br />

cerchia degli intervistati: nella primavera<br />

del 2022, sono stati contattati<br />

4000 conducenti. Più di 900 autisti<br />

hanno partecipato al sondaggio, di cui<br />

187 solo presso AutoPostale.<br />

Una novità è anche l’elaborazione<br />

dello studio presso il Centro per la salute<br />

pubblica dell’Università di Losanna.<br />

I risultati sono seri: un conducente<br />

su due riferisce di continui dolori alle<br />

spalle o al collo (57%), mal di schiena<br />

(50%) e maggiore stanchezza (50%).<br />

Più di un conducente su tre soffre di<br />

disturbi del sonno (43%), stress (42%),<br />

irritabilità (36%) e mal di testa (33%).<br />

Alcuni disturbi variano notevolmente<br />

a seconda degli anni di servizio, si<br />

evidenziano inoltre nette differenze<br />

tra uomini e donne.<br />

Nella parte dedicata all’ergonomia<br />

è stato chiesto di classificare l’importanza<br />

dei singoli elementi dell’ambiente<br />

di lavoro autobus. Il sedile del<br />

conducente è chiaramente l’elemento<br />

più importante. Seguono l’impostazione<br />

e la disposizione degli elementi<br />

di comando nonché l’impianto di condizionamento.<br />

Lo studio permette anche di conoscere<br />

la percezione dei conducenti<br />

della gestione della crisi del coronavirus.<br />

Più del 40% dei conducenti di<br />

autobus ha accusato nel 2021 ripercussioni<br />

della pandemia sul proprio<br />

lavoro e sulla propria salute, sia riducendo<br />

il tempo della pausa, sia dovendo<br />

sostituire i colleghi con scarso preavviso.<br />

La gestione della crisi sanitaria<br />

da parte del datore di lavoro è stata<br />

complessivamente valutata soltanto<br />

«sufficiente».<br />

I problemi evidenziati dallo studio<br />

dimostrano che la pressione finanziaria<br />

sul trasporto pubblico si ripercuote<br />

sui lavoratori. Un’altra novità importante<br />

è che Unisanté sta ora pianificando<br />

uno studio a lungo termine supportato<br />

da tutti e tre i grandi sindacati<br />

dei servizi pubblici.<br />

Manuel Wyss<br />

I risultati dello studio congiunto<br />

CCL Cablex, trattative<br />

imminenti<br />

Teresa Dos Santos Lima-Matteo<br />

è segretaria centrale settore ICT<br />

<strong>syndicom</strong> ha condotto un sondaggio<br />

presso i dipendenti di Cablex in relazione<br />

alle imminenti trattative per il<br />

CCL. A maggio e giugno si sono svolte<br />

assemblee informative per presentare<br />

i risultati del sondaggio. Le principali<br />

rivendicazioni sono: più tempo di percorrenza<br />

retribuito, trasparenza salariale,<br />

più vacanze nonché aumento del<br />

congedo maternità e paternità.<br />

Un’altra rivendicazione è anche<br />

l’ulteriore sviluppo della rendita di<br />

vecchiaia anticipata, dato che molti lavoratori<br />

svolgono un lavoro fisico e<br />

sono esposti a qualsiasi condizioni<br />

meteo. Questi dipendenti permettono<br />

che tutti abbiano una connessione a<br />

Internet, costruiscono inoltre reti di<br />

telecomunicazione, linee elettriche e<br />

linee di contatto per i trasporti pubblici<br />

e si occupano della relativa manutenzione.<br />

Un’altra questione è anche l’ulteriore<br />

sviluppo delle esistenti possibilità<br />

di formazione e di perfezionamento<br />

per tutte le fasce di età. I lavoratori di<br />

Cablex dovrebbero essere favorevoli a<br />

questa rivendicazione poiché nel settore<br />

dell’infrastruttura di rete esiste<br />

una forte carenza di manodopera specializzata.<br />

In occasione di una riunione del<br />

comitato aziendale nonché della successiva<br />

conferenza aziendale del 27<br />

giugno, le rivendicazioni sono state<br />

nuovamente discusse in dettaglio e<br />

convalidate dai partecipanti. In una<br />

prossima fase sarà trasmesso a Cablex<br />

il catalogo delle rivendicazioni. Le<br />

trattative inizieranno presumibilmente<br />

in autunno.


18<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Sono necessarie soluzioni basate sul partenariato sociale» <strong>syndicom</strong><br />

PostCom sbaglia bersaglio<br />

La Commissione federale delle poste ha sottoposto a consultazione<br />

un salario minimo orario di 19 franchi. Una proposta insufficiente,<br />

addirittura inferiore al salario minimo più basso in<br />

Svizzera. Salari indifendibili per lo smistamento e la consegna.<br />

La Commissione federale delle Poste fissa gli standard minimi di lavoro nel settore. (© Keystone-ATS)<br />

PostCom, ovvero la Commissione federale<br />

delle poste, ha il compito di<br />

definire gli standard minimi per le<br />

condizioni di lavoro nel settore dei<br />

servizi postali. Questi standard minimi<br />

hanno lo scopo di evitare che la<br />

concorrenza auspicata nel settore<br />

postale avvenga a scapito dei salari e<br />

delle condizioni di lavoro delle e dei<br />

dipendenti. Per adempiere a questo<br />

mandato è necessario che la PostCom<br />

si orienti basandosi sulla realtà.<br />

Con la sua ultima proposta, ossia<br />

quella di fissare il salario minimo a<br />

19 franchi, la Commissione non sta<br />

assolutamente adempiendo al suo<br />

mandato. Il salario minimo più basso<br />

convalidato in Svizzera sarà applicato<br />

a partire dal 2023 nel Canton Ticino,<br />

ed è di 19,50 franchi. Con la sua proposta<br />

a 19 franchi, la PostCom ignora<br />

questa realtà: i 19 franchi sono ben<br />

lontani dai salari effettivi del settore<br />

del recapito pacchi e lettere. <strong>syndicom</strong><br />

si aspetta che dopo la procedura di<br />

consultazione vengano apportati sensibili<br />

miglioramenti al salario orario<br />

minimo.<br />

Necessaria una segmentazione<br />

È importante anche fare la distinzione<br />

tra le diverse categorie professionali.<br />

Nelle attività della logistica delle spedizioni<br />

non si può fare di tutte l’erbe<br />

un fascio. Le rappresentanze dei datori<br />

di lavoro e quelle dei lavoratori, che<br />

siedono nel gruppo di esperti, hanno<br />

convenuto che i salari minimi devono<br />

essere segmentati in base alle categorie<br />

professionali. È incomprensibile<br />

che le autorità non abbiano incluso<br />

questo consenso nella revisione della<br />

legge.<br />

È ovvio che ora sono necessarie soluzioni<br />

in un quadro di partenariato<br />

sociale. Il settore delle consegne sta<br />

attualmente negoziando un contratto<br />

collettivo di lavoro in cui si dovrà rispondere<br />

a tali domande. <strong>syndicom</strong><br />

porterà le aspettative e i punti di vista<br />

dei lavoratori nel dibattito che è stato<br />

avviato.<br />

Redazione<br />

Il testo in consultazione<br />

Contratto Smood,<br />

un altro tassello per la<br />

regolamentazione<br />

del settore del recapito<br />

David Roth, segretario centrale Logistica<br />

Prima di tutto i fatti: chi fornisce servizi<br />

di consegna per terzi è un’azienda di<br />

logistica. Se consegna lettere o pacchi,<br />

rientra nella legge sulle poste. La Posta<br />

Svizzera SA di proprietà dello Stato,<br />

come pure tutti gli altri servizi di consegna<br />

privati: secondo la legge sulle<br />

Poste sono considerati pacchi gli invii<br />

postali di oltre 2 cm di spessore e fino<br />

a 30 kg di peso. Indipendentemente<br />

che vengano trasportati abiti, cosmetici<br />

o cibo. Non fa neppure alcuna<br />

differenza che il cibo sia cotto o crudo.<br />

La legge sulle poste vale anche per il<br />

«food delivery», la consegna di cibo a<br />

domicilio.<br />

Questo non ha importanza poiché<br />

il food delivery è spesso il punto d’ingresso<br />

nella logistica. Con le consegne<br />

ai ristoranti si genera una quantità<br />

elevata, ma con pochi margini. Seguono<br />

poi le consegne più specializzate,<br />

con margini superiori. In questo modo<br />

i corrieri addetti alla consegna del<br />

cibo entrano sempre più in competizione<br />

con i prestatori di servizi postali<br />

tradizionali.<br />

<strong>syndicom</strong> se ne è presto reso conto<br />

e ha pertanto già inserito nel contratto<br />

collettivo (CCL) dei corrieri in bici la<br />

categoria dei corrieri addetti alla consegna<br />

del cibo. L’assoggettamento a<br />

un CCL di <strong>syndicom</strong> comporta notevoli<br />

vantaggi per i corrieri. Mentre i dipendenti<br />

dei ristoranti possono essere<br />

impiegati anche solo per pochi minuti,<br />

tutti i CCL di <strong>syndicom</strong> hanno una<br />

durata minima dell’impiego di 2-3<br />

ore. I salari sono nella maggior parte<br />

dei casi anche più alti.<br />

Dal 2018 <strong>syndicom</strong> ha insistito anche<br />

presso Smood per ottenere migliori<br />

condizioni di lavoro ed è riuscito a<br />

stipulare il contratto collettivo di lavoro<br />

a maggio 2022. È stato così possibile<br />

porre un’altra tessera del mosaico<br />

nella regolamentazione del settore del<br />

recapito.


«<strong>syndicom</strong> incoraggia i soci a iscriversi a ProLitteris e a far<br />

valere i diritti sulle loro produzioni, testi o immagini» Melina Schröter<br />

19<br />

Diritti d’autore, istruzioni per l’uso<br />

La società di gestione ProLitteris versa ai suoi membri (giornalisti,<br />

fotografi, disegnatori) i diritti d’autore delle loro produzioni<br />

giornalistiche. Ma occorre dichiararle. Ecco come fare.<br />

La consegna del premio ProLitteris a Ekaterina Glikman e a Federico Franchini. (© ProLitteris-Philip Kübler)<br />

Presi dal ritmo frenetico dell’attualità,<br />

è tra le cose che i professionisti dei<br />

media ignorano, dimenticano o di cui<br />

non rispettano la scadenza di anno in<br />

anno. Ma ogni produzione giornalistica,<br />

testo o immagine, può essere dichiarato<br />

a ProLitteris al fine di percepire<br />

i diritti d’autore. Qualsiasi opera,<br />

sia essa in formato cartaceo o digitale,<br />

può essere registrata, indipendentemente<br />

che il suo autore o la sua autrice<br />

sia un dipendente o un freelance. La<br />

fonte di questo contributo deriva dalle<br />

tariffe negoziate con le associazioni di<br />

utenti (come scuole, biblioteche, amministrazioni,<br />

aziende) e approvate da<br />

una Commissione federale di arbitraggio.<br />

C’è tuttavia una differenza a livello<br />

di registrazione a seconda del formato<br />

della produzione giornalistica. I testi o<br />

le immagini stampate sono dichiarati<br />

direttamente dal loro autore presso<br />

ProLitteris. Per quanto riguarda ciò<br />

che viene pubblicato online, ad esempio<br />

sul sito Internet di un media, è<br />

l’editore che deve comunicare a Pro-<br />

Litteris le cifre di diffusione ottenute<br />

grazie a un sistema di calcolo che recensisce<br />

le produzioni giornalistiche.<br />

Successivamente gli autori e le autrici<br />

percepiscono il dovuto. A condizione<br />

ovviamente di essere membri di Pro-<br />

Litteris; l’iscrizione è gratuita. È quindi<br />

fondamentale per i professionisti<br />

dei media che lavorano per uno o più<br />

media on line assicurarsi che il loro<br />

datore di lavoro abbia installato un<br />

software di calcolo e che trasmetta i<br />

dati.<br />

<strong>syndicom</strong> incoraggia fortemente i<br />

membri ad aderire a ProLitteris e a far<br />

valere i loro diritti sulle produzioni. Oltre<br />

ai diritti d’autore, in caso di malattia,<br />

infortunio o stravolgimento in ambito<br />

professionale i membri ProLitteris<br />

possono richiedere un aiuto d’urgenza<br />

presso la Fondazione sociale.<br />

Un premio a Federico Franchini<br />

Infine, ogni anno la società di gestione<br />

consegna un premio che riconosce<br />

una prestazione eccezionale in uno<br />

dei suoi ambiti di attività. Quest’anno<br />

il premio principale è stato assegnato<br />

alla giornalista russa residente in Svizzera<br />

Ekaterina Glikman, viceredattrice<br />

di Novaïa Gazeta Europe. È poi spettato<br />

a lei nominare il vincitore del<br />

premio di incoraggiamento. <strong>syndicom</strong><br />

è particolarmente fiero che abbia scelto<br />

il ticinese Federico Franchini, membro<br />

di comitato del settore Press di<br />

<strong>syndicom</strong>.<br />

Melina Schröter<br />

Il sito di ProLitteris<br />

Maggior gratitudine<br />

per il personale ATS<br />

Stephanie Vonarburg è responsabile del settore<br />

Media e vicepresidente di <strong>syndicom</strong><br />

L’agenzia Keystone-ATS è in subbuglio.<br />

La direzione aziendale presenta<br />

gravi carenze nella gestione del personale.<br />

La controversia è partita con il<br />

nuovo regolamento del personale: più<br />

di 50 dipendenti perdono in media oltre<br />

5 giorni di vacanza e di compensazione,<br />

ai più anziani vengono decurtati<br />

i termini di preavviso, viene<br />

rafforzato l’obbligo di notifica per attività<br />

lavorative secondarie e il volontariato.<br />

La commissione del personale e i<br />

lavoratori, che criticavano i peggioramenti<br />

e la procedura, vengono messi<br />

sotto pressione. I nuovi contratti sono<br />

stati applicati apparentemente «di comune<br />

accordo», di fatto però sotto la<br />

minaccia di licenziamenti giustificati<br />

dai cambiamenti. Il malcontento continua<br />

a ribollire anche per altri motivi.<br />

Da decenni i salari ristagnano, molti<br />

dei dipendenti di Keystone non sono<br />

stati adeguatamente inquadrati dopo<br />

la fusione tra ATS e Keystone di 4 anni<br />

fa, la comunicazione interna non è trasparente<br />

e crea incomprensioni.<br />

<strong>syndicom</strong> sostiene il personale e la<br />

sua attiva commissione nelle diverse<br />

rivendicazioni: trattamento alla pari,<br />

compensazione del rincaro e prospettive<br />

in materia di salari.<br />

Le aziende mediatiche che non rispettano<br />

il personale sono sulla strada<br />

sbagliata. Keystone-ATS fornisce una<br />

parte del servizio pubblico mediatico,<br />

pertanto l’azienda riceve 4 milioni di<br />

sovvenzioni federali. Ciò significa che<br />

ha il dovere di condurre una migliore<br />

gestione aziendale!


20<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Se fossimo più uniti, gli editori non potrebbero imporsi,<br />

perché là fuori non ci sarebbe la fila» Marco Cagnotti<br />

Quanto vale il mio lavoro?<br />

Un giornalista freelance denuncia la corsa al ribasso dei compensi.<br />

La mancanza di un contratto collettivo contribuisce a peggiorare le condizioni salariali nei media. (© Keystone-ATS)<br />

Un falegname. Un ristoratore. Un architetto.<br />

Una giornalista freelance.<br />

Che cos’hanno in comune? Sono tutti<br />

liberi professionisti. Che cosa non<br />

hanno in comune? La decisione sul valore<br />

del proprio lavoro.<br />

I primi tre lo decidono loro stessi.<br />

Alcuni si adeguano al tariffario della<br />

loro categoria professionale. Ma è la<br />

loro categoria, appunto. Altri in vece<br />

stabiliscono da soli il prezzo dei prodotti<br />

o dei servizi.<br />

La quarta invece non ha voce in<br />

capitolo: il prezzo dell’articolo o del<br />

servizio radiofonico lo stabilisce il<br />

cliente, cioè l’editore. Come se al ristorante,<br />

al momento di pagare il conto,<br />

tu decidessi che la carbonara, il tiramisù<br />

e il vino valgono 11 franchi. E il<br />

ristoratore muto: quello è il tuo prezzo,<br />

quello lui deve accettare. Ti sembra<br />

assurdo? Lo è. Eppure nel giornalismo<br />

funziona così: è sempre l’editore a stabilire<br />

quanto viene pagato un collaboratore<br />

esterno. C’è margine di contrattazione?<br />

No: o mangi la minestra o<br />

salti dalla finestra. Sottinteso: «Fuori<br />

c’è la fila. Se non ti sta bene, troviamo<br />

un altro». Che fai? Se hai bisogno di<br />

lavorare, abbozzi.<br />

Ho lavorato per il “Corriere del Ticino”<br />

dal 1998 al 2012. Curavo le pagine<br />

di divulgazione scientifica. All’inizio<br />

ogni pagina veniva pagata, per gli<br />

articoli e la cura redazionale, 550 franchi.<br />

Poi i lettori sono diminuiti, la pubblicità<br />

si è ridotta e i nostri compensi<br />

sono finiti sotto la mannaia. Alla fine<br />

una pagina valeva 250 franchi. L’impegno<br />

non era cambiato, il costo della<br />

vita era cresciuto. Ma la minestra o la<br />

finestra, appunto. Chissà come avrebbero<br />

reagito i colleghi assunti nel sentirsi<br />

dire: «Non c’è più trippa per gatti.<br />

Dal mese prossimo, via il 50 per cento<br />

dai salari»?<br />

La colpa è anche nostra. Senza un<br />

contratto collettivo e senza tariffe minime,<br />

noi accettiamo quel che passa il<br />

convento. Se fossimo più uniti, gli editori<br />

non potrebbero imporsi, perché là<br />

fuori non ci sarebbe la fila. Ma qualche<br />

giovane disposto a lavorare per poco,<br />

per far conoscere la propria firma o la<br />

propria voce, lo si trova sempre.<br />

Però io no. Ho sufficiente esperienza.<br />

So di essere bravo nel mio lavoro.<br />

Non ho più bisogno di far conoscere<br />

né la mia firma né la mia voce. Sono<br />

anche troppo vecchio per aver la fregola<br />

di firmare sempre. Ormai non me ne<br />

importa più un accidente. Inoltre – lo<br />

so: sono un privilegiato – ho un altro<br />

lavoro per vivere dignitosamente. Sicché<br />

adesso anche basta.<br />

Il valore del mio lavoro adesso lo decido<br />

io: la mia tariffa è di 180 franchi<br />

l’ora. Ti sembra tanto? Consulta le tariffe<br />

degli avvocati o degli architetti: vedrai<br />

quanto vale un’ora di lavoro intellettuale<br />

di un professionista esperto e<br />

competente. Perciò, se ora un editore<br />

mi chiama, glielo dico subito: il mio costo<br />

è questo. Va bene? Ok. Vuole pagarmi<br />

meno? Anche no, grazie. Si trovi un<br />

altro. Gli costerà meno, ma sarà anche<br />

meno colto, meno esperto, meno brillante<br />

di me, se è disposto a lavorare per<br />

poco. Proprio come i ristoranti dozzinali<br />

costano meno degli chef stellati.<br />

Marco Cagnotti<br />

Sicurezza e protezione,<br />

non solo a parole<br />

Daniel Hügli è membro del Comitato direttivo e<br />

responsabile del settore ICT<br />

A giugno la Svizzera ha partecipato ai<br />

negoziati volti a considerare l’ambiente<br />

di lavoro sano e sicuro come un principio<br />

e un diritto fondamentale dell’Organizzazione<br />

internazionale del lavoro<br />

(OIL). La Svizzera ha appoggiato una risoluzione<br />

che è infine stata approvata.<br />

Si viene così a creare una nuova categoria<br />

di diritti internazionali del lavoro,<br />

oltre agli attuali diritti relativi alla libertà<br />

di associazione, al riconoscimento<br />

del diritto alla contrattazione<br />

collettiva nonché all’eliminazione del<br />

lavoro forzato, del lavoro minorile e<br />

della discriminazione.<br />

In linea di principio questo suona<br />

positivo qualora i rappresentanti di<br />

Confederazione, datori di lavoro e sindacati<br />

approvino questi nuovi diritti. I<br />

numeri dimostrano però che la strada<br />

verso l’attuazione è ancora lunga: secondo<br />

l’ultima rilevazione dell’OIL, in<br />

Svizzera si sono verificati 95’254 infortuni<br />

sul lavoro non letali all’anno. Secondo<br />

un calcolo effettuato su 100mila<br />

lavoratori, la Svizzera si è classificata al<br />

12° posto tra i paesi con il maggior numero<br />

di infortuni.<br />

La Svizzera non ha poi mai ratificato<br />

neppure la Convenzione OIL 155<br />

sulla salute e sicurezza dei lavoratori<br />

del 1981 e pertanto finora non è stata<br />

mai tenuta a renderne conto né a livello<br />

internazionale né alle parti sociali.<br />

Se il Consiglio federale adotterà effettivamente<br />

delle misure efficaci volte a<br />

diminuire il numero degli infortuni,<br />

esso sarà chiamato a sottoporre prontamente<br />

a ratifica la relativa convenzione.


«Lavorare da casa durante la pandemia ha cambiato<br />

la tradizionale visione del lavoro in ufficio » Miriam Berger<br />

21<br />

Flessibilità nelle mani dei dipendenti<br />

Il ritorno in ufficio come occasione per ripensare l’orario di lavoro.<br />

Gli Zoogler (i lavoratori di Google a Zurigo) tornano in ufficio. (© Keystone-ATS)<br />

All’inizio di giugno Google ha riportato<br />

in ufficio i suoi dipendenti. Anche i<br />

lavoratori di Google della sede di<br />

Zurigo sono dovuti rientrare alle loro<br />

postazioni di lavoro sulla Europaallee<br />

e sulla Brandschenkestrasse. Il CEO di<br />

Google Sundar Pichai ha affermato<br />

che il Return to Office (RTO) sarebbe<br />

un’ottima occasione per ripensare alla<br />

modalità con cui lavoriamo: «Reimagine<br />

how we work». Ci ha pensato anche<br />

un gruppo di membri di <strong>syndicom</strong><br />

presso Google che ha colto l’occasione<br />

dell’RTO per condurre un sondaggio<br />

sul gradimento della nuova modalità<br />

di lavoro. Per il «new normal» il gigante<br />

dei motori di ricerca opta per un mix<br />

ibrido di giornate fisse in ufficio e<br />

giornate facoltative in home office.<br />

Il lavoro flessibile è «IL» tema del<br />

nuovo mondo del lavoro ed è senza<br />

dubbio associato a rischi ma anche a<br />

opportunità. Da un lato, i dipendenti<br />

risparmiano il tragitto casa-lavoro e<br />

possono organizzare in modo più flessibile<br />

il loro orario. In particolare per i<br />

lavori produttivi e che richiedono concentrazione,<br />

il lavoro da casa appare<br />

essere maggiormente appropriato. Si<br />

tratta anche di una maggiore sovranità<br />

del lavoro e di orari di lavoro pianificabili<br />

e personalizzabili che si conciliano<br />

con la vita privata.<br />

Dall’altro lato, con il lavoro mobile<br />

e digitalizzato si verifica anche una<br />

compressione e un maggiore sconfinamento<br />

del lavoro. I dipendenti lavorano<br />

in orari atipici, svolgono più lavoro<br />

non retribuito, i meeting vengono pianificati<br />

senza pause e viene chiesto loro<br />

di essere sempre reperibili. Da uno studio<br />

pubblicato di recente dell’unione<br />

sindacale tedesca emerge che un dipendente<br />

su due riduce le pause quando<br />

si trova in home office. Tutto questo<br />

ha importanti conseguenze sulla salute<br />

dei dipendenti che hanno a disposizione<br />

meno tempo per riposarsi oppure<br />

fanno fatica a staccare.<br />

Esistono pertanto anche presso Google<br />

dei sostenitori e degli oppositori<br />

del remote work. Lavorando da casa<br />

durante la pandemia è cambiata però<br />

anche la visione del lavoro in ufficio.<br />

<strong>syndicom</strong>, insieme al gruppo di membri<br />

presso Google, resta concentrato<br />

sul tema e approfondisce temi specifici<br />

come la mancanza di flessibilità nella<br />

scelta del modello di lavoro, la paura di<br />

infettarsi visto il crescente numero di<br />

contagi da Covid oppure la scarsità di<br />

uffici e il rientro in uffici sovraffollati.<br />

Ciò che continua a essere importante<br />

e rilevante non solo per Google è<br />

che un eventuale aumento di flessibilità<br />

deve poter essere determinato dai<br />

dipendenti. È fondamentale coinvolgere<br />

il personale e le sue rappresentanze<br />

nella stesura di regolamenti e<br />

normative.<br />

Miriam Berger<br />

«Tag der Freien 2022»,<br />

invecchiare da freelance<br />

Una volta all’anno <strong>syndicom</strong> invita i<br />

suoi membri freelance del settore della<br />

stampa a un interessante confronto.<br />

Per la tradizionale «Tag der Freien»<br />

(Giornata degli indipendenti), il 10<br />

settembre a Zurigo discuteremo<br />

dell’invecchiamento. Non è così semplice<br />

se si lavora come freelance.<br />

Come funzionano gli incarichi?<br />

Che ne è della cassa pensioni e del terzo<br />

pilastro? Com’è diventare lavoratori<br />

indipendenti dopo vent’anni passati<br />

nelle redazioni? C’è davvero un<br />

futuro nel giornalismo indipendente?<br />

E come può il sindacato aiutarmi in<br />

questo?<br />

Desideriamo confrontarci su questa<br />

e su altre questioni più che mai attuali.<br />

In un mercato in costante e rapido<br />

cambiamento, in una Svizzera con<br />

una complessa previdenza di vecchiaia,<br />

potrebbero aprirsi delle opportunità<br />

interessanti.<br />

La giornata sarà introdotta da Klara<br />

Obermüller, grande dame del giornalismo<br />

svizzero. A oltre 80 anni continua<br />

a pubblicare e riferire in merito<br />

alle insidie e ai vantaggi da freelance.<br />

Seguirà il confronto vero e proprio. I<br />

freelance esperti Bettina Büsser, Simon<br />

Koechlin, Martin Müller e Rolf<br />

Neeser parleranno della loro pluriennale<br />

esperienza di freelance, del loro<br />

riuscito ingresso nel lavoro indipendente<br />

e del competitivo mercato dei<br />

fotografi indipendenti.<br />

L’evento non è rivolto solo ai freelance<br />

più anziani. Sono soprattutto<br />

molti giovani giornalisti a porsi domande<br />

su come potersi imporre nel<br />

settore e pertanto anche sull’invecchiamento<br />

durante la professione.<br />

Con una buona preparazione, molti<br />

freelance vivono infatti l’invecchiamento<br />

come una sorta di liberazione.<br />

La giornata dei freelance si svolgerà<br />

sabato 10 settembre dalle ore<br />

13.15 alle ore 17.15 nella Helferei di<br />

Zurigo; successivamente tutti i partecipanti<br />

sono invitati a prendere parte<br />

all’aperitivo. Per i membri <strong>syndicom</strong><br />

la partecipazione è gratuita. L’intero<br />

programma con iscrizione online è disponibile<br />

su <strong>syndicom</strong>.ch/tdf22<br />

Ricordiamo infine che l’evento si<br />

terrà solo in tedesco, senza traduzione<br />

simultanea.<br />

Dominik Fitze


22 Politica<br />

Perché dobbiamo fermare<br />

la riforma AVS 21<br />

La lotta per una pensione dignitosa per tutti parte dal movimento<br />

sindacale. È sempre stata condotta contro le resistenze<br />

dei conservatori. Nello sciopero nazionale del 1918, l’AVS è<br />

stata una delle principali richieste e, dalla sua introduzione<br />

nel 1947, necessita della nostra strenua difesa. Il pacchetto di<br />

tagli «AVS 21» attacca frontalmente il nostro unico sistema di<br />

previdenza sociale e deve essere fermato. Ne abbiamo discusso<br />

con Gabriela Medici, esperta del tema presso l’USS, e con<br />

Patrizia Mordini, responsabile pari opportunità presso il<br />

Comitato direttivo di <strong>syndicom</strong>. Con la moderazione di Romi<br />

Hofer, responsabile comunicazione di <strong>syndicom</strong>, si è parlato<br />

dei pericoli della riforma e su come opporsi alle sue giustificazioni,<br />

spesso ciniche.<br />

Foto: Katja Leudolph<br />

Perché i sindacati devono unire le<br />

loro forze nella campagna contro la<br />

riforma delle rendite «AVS 21»?<br />

Gabriela Medici: Questa proposta va<br />

nella direzione completamente sbagliata,<br />

poiché vuole indebolire l’AVS<br />

invece di rafforzarla. L’AVS è un risultato<br />

altamente solidale e sostenibile,<br />

che dev’essere difeso con tutti i<br />

mezzi. Con il voto del 25 settembre,<br />

ci troviamo di fronte a un bivio. Se la<br />

riforma viene approvata, l’aumento<br />

dell’età di pensionamento delle<br />

donne è solo l’inizio, mentre l’incremento<br />

dell’età pensionabile per<br />

tutti a 67 anni sarà quasi cosa fatta.<br />

Siamo di fronte a un processo strisciante<br />

verso una privatizzazione e<br />

una de-solidarizzazione della previdenza<br />

di vecchiaia.<br />

Patrizia Mordini: A proposito di<br />

donne: già oggi percepiscono un<br />

terzo di rendita in meno rispetto<br />

agli uomini. Possono contare quasi<br />

solo sull’AVS. Questo divario delle<br />

rendite riflette l’ineguale distribuzione<br />

delle opportunità di lavoro. Le<br />

donne spesso svolgono lavori faticosi,<br />

ma meno retribuiti. Sono soprattutto<br />

le donne a prendersi cura dei<br />

bambini e dei familiari malati. Per<br />

questo motivo, spesso lavorano a<br />

tempo parziale, il che determina anche<br />

redditi più bassi. Con l’innalzamento<br />

dell’età pensionabile delle<br />

donne, i risparmi saranno realizzati<br />

ulteriormente sulle loro spalle. Le<br />

donne perderebbero rendite pari a<br />

1200 franchi all’anno, sempre che<br />

possano lavorare fino a 65 anni.<br />

Gabriela Medici: Assolutamente sì.<br />

L’onere principale in questo caso è<br />

sostenuto proprio dalle donne. Ma<br />

le coppie sposate sono altrettanto<br />

interessate. Oggi hanno un tetto sulla<br />

loro rendita AVS, e con la riforma<br />

«AVS 21» dovranno fare i conti con<br />

un’ulteriore riduzione. Senza contare<br />

che, con l’«AVS 21», è previsto anche<br />

l’aumento dell’imposta sul valore<br />

aggiunto. Insieme al futuro shock<br />

delle casse malati previsto per l’autunno<br />

e al rincaro – soprattutto se i<br />

salari non ne seguiranno l’esempio<br />

in modo sufficiente –, gli individui e<br />

le famiglie a basso reddito saranno<br />

sottoposti a una forte pressione.<br />

Cosa significa questo concretamente<br />

per i nostri iscritti?<br />

Patrizia Mordini: Molti dei nostri<br />

iscritti svolgono lavori fisicamente<br />

impegnativi, per i quali è già ora una<br />

sfida lavorare fino all’età pensionabile<br />

senza incorrere in problemi di<br />

salute. Il pensionamento anticipato<br />

è fuori discussione per molti a causa<br />

dei relativi tagli che questo comporta.<br />

Un aumento dell’età di percezione<br />

delle rendite sarebbe fatale per<br />

loro.<br />

Gabriela Medici: Inoltre, il tasso di<br />

disoccupazione è il più elevato<br />

proprio per le persone con più di<br />

60 anni. In altre parole, se il pensionamento<br />

anticipato con una rendita<br />

più bassa è fuori questione, anche<br />

cambiare lavoro non è di solito<br />

un’opzione per queste persone. Tra<br />

l’altro, il secondo pilastro non può<br />

colmare questo divario e il terzo pilastro<br />

non dovrebbe essere nemmeno<br />

citato. Solo circa il 10% della<br />

popolazione è in grado di pagare<br />

l’importo massimo previsto dal<br />

terzo pilastro.<br />

Patrizia Mordini: La minaccia di tagli<br />

all’AVS riguarda anche molti dei<br />

nostri iscritti indipendenti. Anche<br />

per loro il secondo pilastro di solito


«Se passa questa riforma, l’età pensionabile<br />

a 67 anni per tutti sarà cosa fatta!»<br />

23<br />

non funziona e un’AVS stabile è essenziale,<br />

soprattutto per loro.<br />

Allora il problema non è tanto l’AVS,<br />

quanto il secondo pilastro…<br />

Gabriela Medici: Esatto, il grande<br />

gap a livello di rendite si trova nel<br />

secondo pilastro. Il divario tra uomini<br />

e donne è del 3 per cento nell’AVS<br />

e di ben il 63 per cento nelle casse<br />

pensioni. Tuttavia, nell’AVS si dovrebbe<br />

tenere conto anche del problema<br />

del divario delle rendite delle<br />

donne, poiché quasi un terzo delle<br />

donne lavoratrici non è nemmeno<br />

iscritto a una cassa pensioni. Nel secondo<br />

pilastro, inoltre, passa molto<br />

tempo prima che una misura porti a<br />

rendite più elevate. In questa costellazione,<br />

indebolire l’AVS non è accettabile.<br />

I testi che pubblicizzano l’«AVS 21»<br />

sostengono che l’AVS non è un sistema<br />

stabile e che il suo finanziamento<br />

non è sicuro.<br />

Patrizia Mordini: Questo non è vero<br />

e ci è stato inculcato erroneamente<br />

da anni dai partiti borghesi! L’AVS è<br />

garantita per i prossimi 10 anni ed è<br />

in attivo, solida ed equa.<br />

Gabriela Medici: La storia delle<br />

previsioni errate dell’AVS è vecchia<br />

quanto l’AVS stessa. Solo l’anno<br />

scorso ha generato effettivamente<br />

un’eccedenza di 2,5 miliardi. L’AVS<br />

è un compito dello Stato e, come<br />

tale, è ancorato nella Costituzione.<br />

L’AVS non può fallire, non sarebbe<br />

possibile da un punto di vista puramente<br />

giuridico.<br />

Quindi ai giovani di oggi è garantita<br />

una rendita AVS?<br />

Gabriela Medici: Certamente!<br />

Un’AVS forte è particolarmente importante<br />

per i giovani. Perché versano<br />

molto meno all’AVS per la loro<br />

rendita rispetto al caso in cui dovessero<br />

provvedere da soli alla rispettiva<br />

previdenza di vecchiaia attraverso<br />

il terzo pilastro. In questo caso, per<br />

una persona di 20 anni con un reddito<br />

medio, stiamo parlando di una<br />

differenza di quasi un quarto di milione!<br />

Per le famiglie, il vantaggio<br />

dell’AVS è ancora maggiore, con un<br />

importo pari a circa 400 000 franchi.<br />

Una lancia a favore dell’AVS …<br />

Gabriela Medici: Infatti (ride). L’AVS<br />

è un progetto per il futuro. Non esiste<br />

alcun conflitto generazionale<br />

nell’AVS. Quest’ultima è incredibilmente<br />

solidale. In concreto, ciò significa<br />

che il 92% della popolazione<br />

riceve dall’AVS più di quanto versa.<br />

Il motivo è che, per i bonus milionari,<br />

vengono versati contributi illimitati,<br />

che rappresentano il restante<br />

8%. Un altro vantaggio della ridistribuzione<br />

solidale è che l’AVS riconosce<br />

il lavoro di assistenza non retribuito.<br />

Non importa che sia un uomo<br />

o una donna a prendersi cura dei<br />

bambini, non importa che a versare<br />

sia un giovane, un anziano, un<br />

uomo o una donna. Si tratta solo di<br />

contribuire tutti, compresi i vertici<br />

aziendali, a finanziare l’AVS. Proprio<br />

per questo l’obiettivo dell’AVS è<br />

così importante e dev’essere finalmente<br />

raggiunto: rendite che possano<br />

garantire il sostentamento di tutti.<br />

Ultima cosa, ma non meno importante:<br />

quale argomentazione consueta<br />

non volete più sentire?<br />

Patrizia Mordini: L’argomentazione<br />

secondo cui l’allineamento dell’età<br />

pensionistica sarebbe dovuto al pari<br />

trattamento uomo-donna, per cui<br />

dovremmo accoglierla favorevolmente,<br />

mi innervosisce parecchio.<br />

L’argomentazione della parità di diritti<br />

è semplicemente cinica. Le donne<br />

continuano ad avere salari più<br />

bassi, un terzo di rendita in meno e<br />

ora devono anche finanziare l’AVS.<br />

Gabriela Medici: Mi infastidisce<br />

davvero che si discuta della previdenza<br />

di vecchiaia in modo del tutto<br />

indipendente dall’importo della<br />

rendita stessa. Già oggi il fattore decisivo<br />

in cui si percepisce una rendita<br />

non è l’età stabilita ai sensi di legge,<br />

bensì l’importo della rendita.<br />

Chi deve lavorare fino a tale età perché<br />

non può permettersi un pensionamento<br />

anticipato ha una rendita<br />

molto più bassa di chi la percepisce<br />

anticipatamente. Oggi, ad esempio,<br />

gli uomini che devono lavorare fino<br />

a 65 anni ricevono meno di 1800<br />

franchi dalla cassa pensioni. Di contro,<br />

quelli che possono andare in<br />

pensione a 60 anni ricevono dalla<br />

cassa pensioni più del doppio della<br />

somma, quindi quasi 4000 franchi. I<br />

prepensionamenti sono registrati<br />

statisticamente per settore. Il settore<br />

che può andare in pensione più<br />

presto è quello assicurativo e finanziario.<br />

Quindi quelli che pubblicano<br />

studi e sostengono che dovremmo<br />

lavorare più a lungo e risparmiare di<br />

più sono le stesse persone che vanno<br />

in pensione il prima possibile.<br />

Tutti gli argomenti per<br />

dire NO alla riforma AVS21<br />

Perché dire NO<br />

Il 25 settembre si voterà sulla<br />

modifica della Legge AVS e<br />

sul finanziamento dell’AVS<br />

attraverso l’aumento dell’IVA:<br />

ecco perché votare NO!<br />

NO a questa strana forma di parità<br />

La riforma dell’AVS verrà realizzata<br />

sulle spalle delle donne, che si ritroveranno<br />

a dover lavorare fino a 65<br />

anni invece che fino a 64.<br />

NO a 26mila franchi in meno<br />

Le donne ricevono già oggi pensioni<br />

di un terzo inferiori a quelle degli<br />

uomini. Con AVS21, ulteriori 7 miliardi<br />

verrebbero risparmiati a<br />

scapito delle donne nell’arco del<br />

prossimo decennio. Per le donne<br />

significa perdere un intero anno di<br />

rendita AVS, pari a un taglio del<br />

reddito di circa 26mila franchi.<br />

NO alla flessibilizzazione ipocrita!<br />

La riforma prevede un inizio «à la<br />

carte» dell’età di pensionamento,<br />

tra i 62/63 anni e i 70 anni. Oggi<br />

però, una volta raggiunta l’età di<br />

pensionamento, i lavoratori con salari<br />

bassi, o quelli che hanno dovuto<br />

interrompere la loro l’attività professionale,<br />

sono costretti a continuare<br />

a lavorare. Perché le loro pensioni<br />

AVS non bastano per vivere.<br />

NO alla pensione a 67 anni!<br />

La riforma AVS sostituisce l’età di<br />

pensionamento legale con una «età<br />

di riferimento», che può essere facilmente<br />

rimandata agli anni seguenti.<br />

Con il pensionamento flessibile si<br />

spalanca la porta a un aumento<br />

dell’età di pensionamento per tutti.<br />

NO a una tassazione antisociale!<br />

Per finanziare parzialmente l’AVS è<br />

previsto un aumento dell’IVA. Ma<br />

questa è una tassa antisociale che<br />

pesa soprattutto sulle fasce più povere<br />

della popolazione, perché pagano<br />

la stessa aliquota dei ricchi.


24 Politica<br />

«La produttività<br />

è misogina»<br />

Autrice e relatrice in materia<br />

di «futuro del lavoro e del management»,<br />

Laetitia Vitaud<br />

fornisce una critica femminista<br />

della produttività, un indicatore<br />

che ignora il lavoro<br />

invisibile gratuito delle<br />

donne.<br />

Intervista: Muriel Raemy<br />

In aprile ha pubblicato «En finir<br />

avec la productivité. Critique féministe<br />

d’une notion phare de l’économie<br />

et du travail» edito da Éditions<br />

Payot. Che cos’è la produttività?<br />

La produttività corrisponde a una<br />

proporzione, a una frazione. Ad<br />

esempio: il numero di automobili<br />

che esce da una fabbrica al termine<br />

di una giornata in rapporto al numero<br />

di lavoratori presenti. Ne risulta<br />

una cifra chiara che illude che si sia<br />

di fronte a un’informazione indiscutibile.<br />

Ma in realtà è difficile isolare<br />

un solo fattore di produzione, è<br />

molto artificioso e ignora ciò che è<br />

importante.<br />

Ovvero?<br />

Nel mondo industriale o nel mondo<br />

agricolo è possibile misurare abbastanza<br />

bene la produttività. Ma<br />

come valutare le conoscenze, il trattamento,<br />

il benessere, le relazioni,<br />

le conseguenze sull’ambiente, sul<br />

dinamismo urbano, sul tessuto sociale?<br />

Per definizione, la produttività<br />

ignora l’influenza delle attività le<br />

une sulle altre, gli effetti esterni e<br />

infine tutto ciò che rappresenta il<br />

sale di un’economia. La stessa critica<br />

viene mossa da tempo al PIL,<br />

eppure questi due indicatori definiscono<br />

la buona o cattiva salute di<br />

un’economia. Da un punto di vista<br />

economico, il mio attacco alla produttività<br />

si basa sul suo carattere<br />

molto limitato, ovvero decisamente<br />

falso.<br />

La sua critica è innanzitutto<br />

femminista.<br />

Sì, con l’economia industriale, la<br />

produzione è affidata all’uomo, al di<br />

fuori dell’abitazione, mentre spetta<br />

invece alla donna la riproduzione<br />

della forza lavoro (ovvero occuparsi<br />

dei figli, della cena e della gavetta<br />

del lavoratore, occuparsi della sua<br />

casa mentre lui lavora ecc.). Relegata<br />

in casa, si ritiene che sia il salario<br />

del marito a dover coprire tutte le<br />

esigenze della famiglia, mentre i<br />

compiti della donna (indispensabili<br />

pertanto alla produzione!) non sono<br />

remunerati. Il loro lavoro non fa<br />

parte dell’economia di mercato.<br />

Le donne sono rese invisibili.<br />

Nel XX secolo, i compiti detti di<br />

“ riproduzione” hanno contribuito<br />

in larga misura all’economia di mercato:<br />

la preparazione dei pasti a<br />

mezzogiorno nelle mense, la cura<br />

delle persone anziane a casa, l’educazione<br />

dei figli ecc. Questi mestieri<br />

sono ancora prettamente femminili<br />

e nettamente svalorizzati. Gli economisti<br />

qualificano come «scarsamente<br />

produttivi» tutti questi mestieri<br />

svolti prevalentemente da donne!<br />

Per molti aspetti, la produttività è<br />

misogina!<br />

La produttività avrebbe potuto essere<br />

una buona cosa, non pensa?<br />

Produrre di più con meno: avremmo<br />

potuto guadagnare tempo per i nostri<br />

svaghi, per occuparci degli altri,<br />

appunto.<br />

Si pensava che il tempo di lavoro si<br />

riducesse, ed è ciò a cui si è assistito<br />

d’altronde tra la fine del XIX secolo<br />

e gli anni Novanta: le persone hanno<br />

potuto coltivare degli hobby, andare<br />

in vacanza ecc. Solo che la riduzione<br />

del tempo di lavoro si è arrestata. Si<br />

è guadagnato in produttività, ma i<br />

lavoratori più produttivi hanno continuato<br />

a lavorare sempre di più. In<br />

particolare, in determinate posizioni<br />

di prestigio, in determinati ambiti<br />

come la finanza, la tecnologia ecc.<br />

Nel contempo, quelli reputati meno<br />

produttivi (tra cui molte donne e lavoratori<br />

precari) si sono visti offrire<br />

retribuzioni basse e posti a tempo<br />

parziale: in altri termini, il lavoro è<br />

semplicemente mal distribuito.<br />

Il libro di Laetitia Vitaud<br />

(in francese)


Diritto e diritti<br />

25<br />

Lavoro come giornalista in<br />

una grossa azienda<br />

mediatica. Il mio collega di<br />

lavoro fa spesso commenti<br />

sessualmente allusivi in<br />

riferimento al mio abbigliamento,<br />

e talvolta lo fa<br />

anche davanti ad altri colleghi.<br />

Quando gliene parlo,<br />

definisce le sue affermazioni<br />

dei complimenti da<br />

me mal interpretati. Non<br />

mi sta bene. Cosa posso<br />

fare?<br />

Qualora il mio datore di<br />

lavoro non dovesse<br />

intervenire, come posso<br />

procedere?<br />

Come posso procedere infine<br />

nei confronti del mio<br />

collega di lavoro? In fin dei<br />

conti, mi ha trattato in<br />

modo umiliante.<br />

Risponde il servizio giuridico di <strong>syndicom</strong><br />

L’art. 4 della legge sulla parità dei sessi (LPar) vieta le molestie sessuali sul<br />

posto di lavoro, ovvero vieta qualsiasi comportamento molesto di natura sessuale<br />

tramite parole, gesti o fatti che leda la dignità della persona sul posto di<br />

lavoro, tra cui in particolare anche commenti allusivi e “barzellette” sessiste.<br />

Pertanto, in questo ambito non ci sono complimenti mal interpretati, poiché<br />

non è l’intenzione in sé a fare testo. Se il commento sessista ti è sgradito,<br />

viene considerato molestia sessuale. Dovresti reagire in modo rapido e determinato,<br />

questo infatti costituisce una mancanza di rispetto, lede la dignità,<br />

può demotivare o addirittura far ammalare. Innanzitutto, dovresti chiarire<br />

verbalmente al collega che non tolleri il suo comportamento. Qualora non<br />

ponesse fine alle molestie, dovresti invitarlo a farlo per iscritto, tenere un diario<br />

delle molestie e informare la persona responsabile in azienda, il servizio<br />

del personale oppure il tuo superiore. Nell’ambito del suo obbligo di diligenza,<br />

il datore di lavoro deve intervenire ai sensi della LPar. Informati anche<br />

se nella tua azienda esiste un regolamento che stabilisca diritti e doveri degli<br />

interessati nonché la procedura idonea (eventualmente anche un’ufficiale<br />

procedura interna di reclamo). Se alla fine non si dovesse riuscire a trovare<br />

una soluzione, è possibile contattare gratuitamente l’ufficio di conciliazione<br />

cantonale.<br />

Se non interviene, puoi denunciarlo sulla base della LPar. Il tribunale può da<br />

una parte disporre la cessazione della discriminazione in essere (art. 5 cpv.<br />

1 LPar), dall’altra può riconoscerti un’indennità qualora il datore di lavoro<br />

non sia in grado di dimostrare di aver adottato le misure necessarie (art. 5 cpv.<br />

3 LPar). Qualora il tuo datore di lavoro dovesse effettivamente rescindere il tuo<br />

rapporto di lavoro perché fai valere un diritto secondo la LPar, puoi denunciarlo<br />

per licenziamento illegittimo chiedendo un’indennità (art. 10 LPar).<br />

Si deve inoltre tener conto della protezione di sei mesi contro il licenziamento.<br />

Un licenziamento illegittimo produce però purtroppo degli effetti<br />

giuridici e pone per di più fine al rapporto di lavoro. Nella procedura di equiparazione<br />

non sono previste spese procedurali, ma vengono eventualmente<br />

attribuite delle spese sostenute dalle parti. Il tuo sindacato offre a questo proposito<br />

assistenza giuridica e copre anche le spese nell’ambito della protezione<br />

giuridica professionale.<br />

Contemporaneamente alla procedura legata alla LPar è eventualmente possibile<br />

sporgere denuncia nei confronti del molestatore se si tratta di una molestia<br />

sessuale «impudentemente, mediante parole» ai sensi dell’art. 198 del<br />

Codice penale. Secondo la giurisprudenza del Tribunale federale quest’ultima<br />

deve essere valutata sulla base delle circostanze concrete e del contesto generale.<br />

Deve essere chiaramente riconoscibile dal punto di vista di un osservatore<br />

obiettivo. Inoltre, la molestia deve essere dimostrata. Le affermazioni dei<br />

colleghi di lavoro possono essere utili. La denuncia penale va presentata entro<br />

tre mesi dall’ultima molestia.<br />

Tutte le precedenti rubriche<br />

su internet


26 Rubriche<br />

Idee<br />

Capire e gestire le emozioni<br />

Negli Anni Novanta la realtà virtuale<br />

(Virtual Reality, VR) era sulla bocca<br />

di tutti: sembrava che occhialoni e<br />

guanti per interagire sullo schermo<br />

virtuale avrebbero cambiato per<br />

sempre la nostra vita, tutto questo<br />

grazie al film «Il tagliaerbe». In Italia,<br />

c’era pure una <strong>rivista</strong> interamente<br />

dedicata al fenomeno. Dal<br />

2015 la VR è diventata realtà ma ha<br />

faticato a imporsi nella nostra quotidianità.<br />

Poche applicazioni, costi<br />

troppo alti e altro ancora. Negli ultimi<br />

anni, con la tecnologia che sta<br />

diventando sempre più accessibile<br />

grazie anche al continuo flusso di<br />

importanti investitori, la VR sta riemergendo<br />

da un mercato di nicchia<br />

e chissà se il progetto Meta annunciato<br />

da Zuckerberg la farà prosperare.<br />

Studiata in campo medico fin<br />

dal 1984 e utilizzata a livello pratico<br />

ormai da un decennio, la VR è ideale<br />

per il trattamento delle fobie,<br />

come supporto per l’autismo, l’Alzheimer,<br />

o nella riabilitazione fisica,<br />

proponendo movimenti corretti<br />

tramite un gioco. Diventa importante<br />

anche come supporto a livello<br />

formativo. La VR infatti è stata integrata<br />

nel percorso formativo «Intelligenza<br />

emotiva: comunicare con le<br />

emozioni», a Bellinzona il 19 e 21<br />

settembre. Il docente Marko Valdarnini<br />

è un’autorità in materia: sarà<br />

infatti lui a guidare i partecipanti in<br />

un percorso per conoscere l’anatomia<br />

emotiva, le funzioni e gli obiettivi<br />

base delle emozioni. E infine<br />

come comprendere gli stati evolutivi<br />

e quali siano i segnali e le conseguenze<br />

della tristezza o della frustrazione.<br />

Argomenti davvero<br />

importanti per tutti, da esplorare<br />

anche indossando gli occhiali della<br />

VR per creare un’immersione sensoriale<br />

con lo scopo di stimolare<br />

emozioni «chiave» e meglio comprenderle.<br />

Giovanni Valerio<br />

Informazioni aggiornate e lista dei corsi su<br />

helias.ch<br />

Le battaglie delle donne<br />

Quali furono le strategie e i mezzi<br />

adoperati dalle svizzere per ottenere<br />

il diritto di voto e di eleggibilità?<br />

Che tappe seguì questo cammino,<br />

come avvenne la mobilitazione e<br />

quali argomentazioni animarono il<br />

dibattito pubblico? A queste domande<br />

risponde la storica Brigitte<br />

Studer nella sua pubblicazione che<br />

esce proprio a conclusione dei festeggiamenti<br />

per celebrare il suffragio<br />

femminile. Attraverso l’indagine<br />

delle relazioni e pratiche quotidiane,<br />

l’autrice ripercorre successi e<br />

delusioni delle cittadine nella «più<br />

vecchia democrazia del mondo» e<br />

restituisce loro uno spazio di visibilità<br />

nella storia, un nome e «un volto»<br />

(infatti il libro contiene foto e ritratti<br />

di alcune donne in prima linea<br />

per il diritto di voto, a partire da Marie<br />

Goegg-Pouchoulin, fondatrice<br />

dell’Ass. internazionale delle donne<br />

nel 1868). Con l’evidenza di fogli ufficiali<br />

e manifesti del tempo, Studer<br />

documenta i problemi di comunicazione<br />

tra le regioni linguistiche nel<br />

Paese e le spinte giunte dal contesto<br />

internazionale; inoltre ricostruisce<br />

il divario città-campagna ma anche<br />

tra la politica cantonale, comunale e<br />

federale in tema di diritto di partecipazione<br />

politica. Particolare attenzione,<br />

poi, è prestata a come gli uomini<br />

si sono rapportati e identificati<br />

nelle relazioni con le donne – quella<br />

del suffragio femminile, scrive la<br />

storica, è stata una storia «di potere»<br />

e «di violenza». In questo senso, il<br />

saggio riveste un’importanza simbolica<br />

e si pone quale lettura imprescindibile<br />

per chiunque (donne e<br />

uomini) desideri riflettere su temi a<br />

lungo trascurati dalla storiografia<br />

ufficiale e sul peso delle discriminazioni<br />

di genere nel contesto politico<br />

e sociale elvetico.<br />

Valeria Camia<br />

Brigitte Studer, La conquista di un diritto,<br />

Armando Dadò Editore, www.editore.ch<br />

© Fondazione Comensoli<br />

Gli uomini in blu di Comensoli<br />

Le sue opere sono tuttora esposte al<br />

«Ristorante Cooperativo» di Zurigo,<br />

luogo di incontro di migranti e antifascisti<br />

e ancora oggi considerato<br />

punto di ritrovo tradizionale dei<br />

membri della sinistra locale. In occasione<br />

del centenario della nascita<br />

di Mario Comensoli, uno dei più importanti<br />

esponenti del realismo critico<br />

svizzero, la Fondazione Comensoli<br />

organizza dei vernissage a<br />

Zurigo, Lugano e Chiasso. Figlio<br />

adottivo di due sorelle emigrate da<br />

Cesena a Lugano, è cresciuto negli<br />

Anni Venti nel quartiere di Molino<br />

Nuovo a Lugano dove vivevano molti<br />

lavoratori ed emigranti italiani. Durante<br />

la sua giovinezza ha lavorato<br />

come cameriere e manovale vendendo<br />

le sue prime opere d’arte ai turisti.<br />

Negli anni Cinquanta ha immortalato<br />

nei suoi dipinti a olio attimi<br />

di vita delle persone del suo ambiente:<br />

i lavoratori italiani dell’edilizia,<br />

delle fabbriche e del settore dei<br />

servizi. La serie di dipinti «Uomini<br />

in blu» gli ha dato una precoce notorietà.<br />

L’attualità politica e sociale<br />

della Svizzera è stata per Comensoli<br />

un tema presente durante tutta la<br />

sua vita e che scorre come un filo<br />

rosso attraverso la sua opera. Ha<br />

perfezionato costantemente il suo<br />

linguaggio figurativo, lo testimoniano<br />

i dipinti colorati della generazione<br />

del ’68 contraddistinti da femminismo,<br />

emancipazione e pura gioia<br />

di vivere e propensione al consumo.<br />

Negli anni Ottanta e Novanta dal<br />

suo atelier presso la stazione del<br />

Letten poteva guardare direttamente<br />

il Platzspitz di Zurigo. Nelle sue<br />

composizioni più buie ha raccontato<br />

la disperazione e lo squallore della<br />

droga che si consumava sotto ai<br />

suoi occhi. L’eredità che ci ha lasciato<br />

Comensoli può essere ammirata<br />

davanti a una tazza di caffè al «Ristorante<br />

Cooperativo» di Zurigo.<br />

Lydia Schebesta<br />

Le opere di Comensoli sono esposte al<br />

Centro Comensoli a Zurigo e a Kemptthal


1000 parole<br />

La matita di Ruedi Widmer<br />

27


28 Eventi 50mila: tante sono le persone scese in piazza il 14 giugno per lo Sciopero<br />

delle donne, a chiedere la parità e anche a dire NO alla riforma AVS21.<br />

Concordi pure i delegati <strong>syndicom</strong>, riuniti in assemblea il 18 giugno a Berna,<br />

che hanno ribadito il NO allo smantellamento dell’AVS.<br />

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1. Sempre arrabbiate: ancora una volta in piazza per la parità<br />

(© Marc Wegmüller)<br />

2. Verso la Zitglogge, a Berna (© Marc Wegmüller)<br />

3. Non soltanto Piazza Federale, ma in tutta la Svizzera 50mila persone<br />

hanno manifestato per la parità (© Marc Wegmüller)<br />

4. In occasione dello sciopero delle donne, <strong>syndicom</strong> ha organizzato<br />

diverse attività nelle aziende, qui con il personale di MS Direct a<br />

San Gallo (© <strong>syndicom</strong>)<br />

5. E qui alla Swisscom Pfingstweidstrasse a Zurigo (© <strong>syndicom</strong>)<br />

6. Il comitato direttivo di <strong>syndicom</strong> all’assemblea dei delegati, il 18 giugno<br />

al Bierhübeli a Berna: da sinistra, Daniel Hügli, Matteo Antonini, Daniel<br />

Münger, Stefanie Vonarburg, Patrizia Mordini (© Bruno Dias per <strong>syndicom</strong>)<br />

7. Chiacchiere e sorrisi fra i delegati e le delegate (Mariem Fiadjigbe e<br />

Janice Matthes) (© Bruno Dias per <strong>syndicom</strong>)<br />

8. La relazione di Daniel Lampart, capoeconomista USS (© Bruno Dias per <strong>syndicom</strong>)<br />

9. L’intervento di Augustin Mukamba-Moyo, del Gruppo d’interesse<br />

Migrazione (© Bruno Dias per <strong>syndicom</strong>)<br />

10. Veduta d’insieme sulla sala del Bierhübeli (© Bruno Dias per <strong>syndicom</strong>)<br />

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Un lavoro,<br />

una vita<br />

«L’importanza di mediare nelle diverse<br />

situazioni, per trovare la giusta soluzione<br />

Nato e cresciuto in Ticino (per la precisione<br />

a Tesserete), Andrea Zampieri ha<br />

messo le ali intorno a vent’anni. Dopo<br />

qualche soggiorno linguistico in Inghilterra,<br />

si è trasferito a Ginevra, dove ha<br />

dapprima lavorato presso la cassa<br />

Svizzera di compensazione (AVS/AI).<br />

Dopo una parentesi di 10 mesi in Australia,<br />

è ritornato a Ginevra, iniziando<br />

a lavorare per Swisscom, come consulente<br />

alla vendita negli Swisscom Shop.<br />

Padre di due bambini, è appassionato<br />

di calcio e soprattutto di musica (dal<br />

post-punk all’elettronica).<br />

Testo: Maria Giuditta Valorani<br />

Foto: Sandro Mahler<br />

Dialogo e trasparenza<br />

per migliorare<br />

la fiducia reciproca<br />

Sensibile, idealista e conciliante,<br />

sono sempre alla ricerca di dare delle<br />

risposte e trovare soluzioni positive.<br />

Lavoro nello shop Swisscom di Lugano<br />

e sono delegato sindacale all’interno<br />

di <strong>syndicom</strong>.<br />

Il mio interesse per il sindacato è<br />

nato molto tardi. Infatti, in passato<br />

non avevo conosciuto bene il mondo<br />

dei sindacati, e avevo un’idea abbastanza<br />

negativa della loro utilità, poi<br />

crescendo, con il passare del tempo e<br />

le acquisite esperienze, ho avuto un<br />

interesse sempre maggiore e ho veramente<br />

capito che il sindacato era il<br />

miglior mezzo per lottare, essere<br />

ascoltati e ottenere.<br />

Di fatto, tornato in Ticino dopo<br />

diversi anni, ho avuto modo di conoscere<br />

il segretario regionale <strong>syndicom</strong><br />

Nicola Morellato, e ho potuto<br />

capire l’importanza e la rilevanza che<br />

può avere una maggiore conoscenza<br />

delle normative e dei propri diritti<br />

nel mondo del lavoro.<br />

Dunque, sono diventato una voce<br />

degli Swisscom Shop e la figura di riferimento<br />

sindacale, per far conoscere<br />

le realtà e le specifiche dinamiche<br />

di questo settore (diverse da quelle di<br />

altri settori della stessa azienda,<br />

come l’informatico e l’amministrativo,<br />

e così via).<br />

Quindi, a tutti gli effetti, sono<br />

oggi il trait d’union e punto di riferimento<br />

tra i colleghi dello shop e <strong>syndicom</strong>,<br />

cercando di mediare nelle<br />

diverse situazioni, per trovare delle<br />

buone soluzioni. Con il mio ruolo di<br />

sindacalista attivo, sono diventato il<br />

portavoce dei colleghi per ogni loro<br />

bisogno e/o necessità.<br />

Spinto dal forte desiderio di rendermi<br />

utile, sono sempre più nel<br />

tempo un membro attivo, in grado<br />

di influenzare e cambiare cose non<br />

chiare. Sono particolarmente interessato<br />

a mettere in luce certe zone grigie<br />

e analizzare quali possano essere<br />

i diversi diritti e le possibilità di movimento<br />

in generale, all’interno di<br />

una azienda leader e innovativa come<br />

Swisscom.<br />

Una cosa alla quale tengo particolarmente,<br />

molto importante per il<br />

ruolo che svolgo, è quella di cercare<br />

sempre un dialogo costruttivo e permettere<br />

che si crei maggiore trasparenza,<br />

per migliorare la fiducia tra i<br />

collaboratori e il management. Dunque,<br />

che ci sia sempre una maggiore<br />

sintonia tra le parti.<br />

Penso che sarebbe auspicabile<br />

all’interno di Swisscom un aumento<br />

delle adesioni al sindacato dei vari<br />

lavoratori, per mantenere e migliorare<br />

il benessere dei dipendenti e<br />

del loro ambiente di lavoro, per portare<br />

una maggiore serenità e conseguentemente<br />

far salire Swisscom<br />

alle vette dei Great Place to Work in<br />

Svizzera.<br />

Infine, aggiungendo una nota di<br />

leggerezza, ritengo che comunque<br />

tutto possa e debba essere affrontato<br />

con serenità e intelligenza, e anche<br />

con una giusta dose di senso<br />

dell’umorismo.


Impressum<br />

Redazione: Robin Moret e Giovanni Valerio<br />

(responsabili), Rieke Krüger, Lydia Schebesta<br />

Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Traduzioni: Alleva Translations, Alexandrine Bieri<br />

Correzione bozze: Petra Demarchi<br />

Illustrazioni: Katja Leudolph<br />

Layout e stampa: Stämpfli Kommunikation, Berna<br />

Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />

Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />

Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />

Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />

Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 35– (estero: 50.–)<br />

Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />

e della comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />

CP, 3001 Berna<br />

La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />

Il prossimo numero uscirà il 14 ottobre 2022.<br />

I termini riportati al maschile, laddove ambivalenti,<br />

sottintendono sempre il genere femminile.<br />

31<br />

Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />

In palio un buono REKA del valore di<br />

50 franchi. La soluzione sarà pubblicata<br />

sul prossimo numero insieme al nome<br />

del vincitore. Non è previsto alcuno<br />

scambio di corrispondenza sul concorso.<br />

Sono escluse le vie legali. Inviare la<br />

soluzione entro il 10 settembre a <strong>syndicom</strong>,<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno,<br />

oppure per mail; info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

La soluzione del cruciverba dello scorso<br />

numero è MOBILITAZIONE. Il vincitore è<br />

Marco Zanetti di Canobbio, a cui va il<br />

premio di 100 grammi d’argento sotto<br />

forma di lingotti offerti da Banca Cler.<br />

Congratulazioni!<br />

Pubblicità<br />

Vacanze e tempo libero – spaventosamente<br />

convenienti<br />

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<strong>syndicom</strong> con il<br />

7% di sconto<br />

Si conceda di più con il suo budget:<br />

con Reka-Pay può pagare i biglietti<br />

dei trasporti pubblici e delle ferrovie<br />

di montagna, negli alberghi, nei<br />

ristoranti, nelle stazioni di servizio<br />

(AVIA, BP e Coop Pronto) e molto<br />

altro ancora. reka.ch<br />

REKA, PER AVERE DI PIÙ.


32 Inter-attivi<br />

<strong>syndicom</strong> social<br />

Assemblea dei delegati di <strong>syndicom</strong><br />

Giù le mani dalle nostre rendite 3.7.2022<br />

È quanto afferma Yannick Vyaahpooree,<br />

ICT System Manager III presso Swisscom.<br />

Il 25 settembre 2022 voteremo due volte No<br />

al pacchetto «AVS 21»! Impegnati anche tu<br />

con una frase contro il progetto di smantellamento<br />

dell’AVS. twitter.com/YVyaahpooree<br />

18.6.2022<br />

Al Bierhübeli di Berna si è in via eccezionale<br />

ballato e festeggiato, diversamente<br />

da quanto è avvenuto all’assemblea<br />

ordinaria dei delegati #<strong>syndicom</strong>.<br />

Abbiamo creato le premesse per il prossimo anno,<br />

nonché approvato il bilancio e il conto annuale.<br />

Ci impegniamo per l’uguaglianza salariale, CCL<br />

forti e una riduzione dell’orario di lavoro.<br />

Si chiede più sostenibilità 6.7.2022<br />

Secondo la Piattaforma dell’Agenda 2030, la Svizzera non<br />

è sulla buona strada verso un mondo sostenibile. Essa<br />

chiede al Consiglio federale di assumersi l’obbligo del<br />

dimezzamento della povertà e della protezione del clima<br />

e dei diritti umani. (Fonte: plattformagenda2030.ch)<br />

Una svolta storica 13.6.2022<br />

In occasione della sua 110a conferenza, l’Organizzazione<br />

internazionale del lavoro (OIL) ha deciso di<br />

inserire il diritto a un ambiente di lavoro sicuro e sano nella<br />

Dichiarazione OIL sui principi e diritti fondamentali sul lavoro.<br />

Il mercato delle auto a guida autonoma 1.7.2022<br />

Nel 2020 Amazon ha acquistato la società Zoonx e sta<br />

sviluppando una sua auto urbana a guida autonoma,<br />

per fare concorrenza ad Apple. La battaglia è aperta.<br />

Perché sostenere l’iniziativa sugli asili nido 13.7.2022<br />

1. Perché mancano posti negli asili nido e questo mette in<br />

pericolo la parità.<br />

2. Perché gli asili sono troppo cari. L’iniziativa prevede che<br />

non si debba spendere più del 10% del proprio reddito.<br />

3. Perché l’iniziativa sostiene la formazione e il perfezionamento<br />

delle persone che si occupano dei bambini.<br />

La Posta deve restare a Saint-François!<br />

29.6.2022<br />

Mobilitazione importante a Losanna.<br />

Ho espresso il sostegno degli ecologisti ai<br />

servizi pubblici di prossimità. Non molleremo!<br />

linkedin.com/in/ilias-panchard<br />

TikTok, droga digitale per i più giovani? 1.7.2022<br />

Una nuova droga sta bruciando le menti più fragili, quelle<br />

dei giovani: è TikTok. Lo afferma il blogger americano<br />

Isaiah McCall, fondatore di Medium.<br />

Libertà per Julian Assange<br />

22.6.2022<br />

<strong>syndicom</strong> si unisce all’appello del<br />

Geneva Press Club per chiedere<br />

la liberazione di Julian Assange. La libertà di<br />

stampa passa anche per gli informatori<br />

(Whistleblowers) come lui.<br />

(twitter.com/<strong>syndicom</strong>_fr)<br />

Pegasus in tribunale 20.6.2022<br />

Lo scandalo delle intercettazioni Pegasus,<br />

scoppiato un anno fa, è ora al vaglio della<br />

magistratura francese. Il Tribunale di Parigi<br />

ha accolto la causa contro NSO Group,<br />

l’azienda che ha realizzato il programma<br />

che permette la sorveglianza illegale dei<br />

telefoni mobili. A breve sarà nominato un<br />

magistrato inquirente per questo caso,<br />

che riguarda la privacy di tutti noi.<br />

La rapida ascesa di Uber 10.7.2022<br />

Grazie al giornale «The Guardian e a un consorzio di<br />

giornalisti investigativi, sono stati scoperti oltre 124mila<br />

documenti interni di Uber, compresi tra il 2013 e il 2017,<br />

che mostrano come Uber abbia cercato di ottenere supporto<br />

corteggiando (più o meno discretamente) leader<br />

politici, miliardari, rappresentanti dei media.<br />

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