WineCouture 9-10/2022
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
15<br />
mato” - sinonimo di artigianalità, manualità,<br />
ricerca. Con tutti i pro e i contro<br />
che ne derivano. Senza dimenticare poi<br />
che anche sul fronte Maison, le novità<br />
ultimamente non mancano. Anche il<br />
vino un po’ sta cambiando, o meglio:<br />
evolvendo. L’attenzione all’ambiente è<br />
ormai un must per tutti e la ricerca di un<br />
prodotto quanto più “naturale” o “artigianale”<br />
si pone tra le priorità in crescita<br />
del consumatore. Utilizzo di lieviti indigeni,<br />
contenitori di legno in fermentazione,<br />
affinamenti sulle fecce, tiraggio<br />
con il mosto al posto dello zucchero<br />
sono alcuni dei principali trend “tecnici”<br />
in cantina a cui stiamo assistendo.<br />
Molti giovani Vigneron sono apparsi<br />
sulla scena e oggi sono sicuramente un<br />
attore importante per il futuro della regione.<br />
Si collocano in un mercato che si<br />
sta ampliando accanto a personalità già<br />
con un po’ più di esperienza (e notorietà<br />
sul mercato) e più blasonati Chef de<br />
Cave di Maison.<br />
Non possiamo poi non citare tra i principali<br />
trend recenti la ricerca di Champagne<br />
sempre più secchi. Il consumatore<br />
ha imboccato la direzione di ricerca di<br />
prodotti con meno zuccheri aggiunti.<br />
Cresce l’interesse per gli Extra Brut o i<br />
Nature. Sicuramente è un po’ una moda<br />
- se ne potrebbe parlare a lungo - comunque<br />
rimane un dato di fatto. Anche<br />
le Maison stanno iniziando a ridurre<br />
gradualmente i dosaggi sui loro Champagne<br />
“base” e tra i Vigneron spopolando<br />
gli Extra Brut e i Nature. Da amante<br />
degli Champagne poco dosati, chi scrive<br />
si limita a dire quello che ha imparato<br />
chiacchierando a lungo e da tempo con<br />
gli amici Vigneron: “Lo zucchero in dosaggio<br />
è come il sale in cucina: un pizzico,<br />
di solito, amplifica e sublima i sapori<br />
del piatto. Se esageri hai coperto i gusti e<br />
rovinato tutto”.<br />
La carrellata relativa al mercato in evoluzione<br />
non può tralasciare il fatto che<br />
“stiamo anche iniziando a bere Champagne<br />
senza bollicine”. Non siamo impazziti,<br />
ci si riferisce soltanto ai Coteaux<br />
Champenois, vini fermi prodotti in<br />
Champagne con ovviamente uve provenienti<br />
solo da vigne della Regione. Sono<br />
sempre esistiti, ma al netto di alcune<br />
bottiglie che gli appassionati sicuramente<br />
ricordano già negli anni passati (pensiamo<br />
al Coteaux Champenois in rosso<br />
di Bollinger, ad esempio) non hanno mai<br />
davvero sfondato tra il grande pubblico.<br />
Poche referenze prodotte, vendute da<br />
pochi, acquistate e assaggiate davvero in<br />
rare occasioni.<br />
Oggi le cose stanno un po’ cambiando.<br />
Innanzitutto, quando parliamo di<br />
Coteaux Champenois pensiamo al vino<br />
fermo della Champagne sia in rosso sia<br />
in bianco: se si pensa a qualche anno fa,<br />
in tutta onestà e a memoria, è difficile<br />
ricordare un singolo Coteaux in bianco.<br />
Molti (mi spingerei a dire “larghissima<br />
parte”) dei produttori (sia Maison sia<br />
Vigneron) vinifica e vende oggi almeno<br />
un vino fermo. Tanti Vigneron, proprio<br />
nell’ultimo anno, hanno iniziato a vinificare<br />
il proprio fermi: magari si tratta<br />
solo dei primi test, legati a un numero<br />
ridotto di bottiglie: è un mondo da capire<br />
e scoprire sia in cantina, prima, sia<br />
nel calice, poi. Il dato di fatto è che gli<br />
addetti ai lavori ci si stanno dedicando.<br />
E dall’altra parte il consumatore (sempre<br />
quello “attento e informato”) si sta<br />
divertendo ad assaggiare e scoprire<br />
ZOOM<br />
qualcosa che in molti casi risulta davvero<br />
nuovo. Chi scrive apprezza particolarmente<br />
i bianchi (spesso con un naso<br />
“borgognotto” e una beva molto tesa,<br />
acida, grandi mineralità e sapidità che la<br />
fanno da protagonista) e un po’ meno i<br />
rossi. Ma, come sempre, è una questione<br />
di gusto personale. In ogni caso, se e<br />
quando ci sarà l’occasione, vale sempre<br />
la pena assaggiare qualcosa.<br />
Per concludere: anche sua Maestà, il re<br />
delle bollicine, non è rimasto a guardare<br />
dall’alto del suo piedistallo un mercato<br />
che cambia, dove si sperimenta e<br />
si propongono varianti (su dosaggi e<br />
assemblaggi, sulla parcellizzazione). Lo<br />
Champagne è considerato da molti il<br />
vino più buono al mondo e - giustamente<br />
- si tiene stretto questo apprezzamento,<br />
non avendo alcuna intenzione di deludere<br />
il proprio consumatore: quello “attento<br />
e informato”, sia chiaro.