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I Quaderni di WineCouture Dicembre / 2022

I Quaderni di WineCouture sono monografie, disponibili gratuitamente al pubblico nel loro formato cartaceo presso le enoteche dell'associazione Vinarius, dedicate a una tipologia specifica, a un particolare momento di consumo o a un’area di produzione, che si pone l’obiettivo di fornire ai consumatori una “guida all’acquisto” e alla conoscenza delle etichette disponibili sul mercato, mediante il racconto delle stesse e delle cantine che le producono.

I Quaderni di WineCouture sono monografie, disponibili gratuitamente al pubblico nel loro formato cartaceo presso le enoteche dell'associazione Vinarius, dedicate a una tipologia specifica, a un particolare momento di consumo o a un’area di produzione, che si pone l’obiettivo di fornire ai consumatori una “guida all’acquisto” e alla conoscenza delle etichette disponibili sul mercato, mediante il racconto delle stesse e delle cantine che le producono.

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Anno 1- Numero 4<br />

<strong>Dicembre</strong> <strong>2022</strong><br />

Perio<strong>di</strong>co quadrimestrale<br />

Prezzo 2,00 Euro<br />

NATALE<br />

GUIDA AGLI ABBINAMENTI<br />

POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - AUT. N° LO-NO/01346/05.<strong>2022</strong> PERIODICO ROC


DAL 1981<br />

UNISCE LE ECCELLENZE D’ITALIA<br />

Vinarius, Associazione delle Enoteche Italiane,<br />

promuove e valorizza il luogo dove si esercita<br />

il commercio specializzato del vino <strong>di</strong> qualità e tutela il ruolo<br />

dell’enotecario come professionista e <strong>di</strong>vulgatore del vino<br />

e del mondo che ad esso sta intorno<br />

Trova l’enoteca associata Vinarius<br />

più vicina a te


UN CALICE PER LA FESTA PIÙ SPECIALE<br />

Cari lettori, bentornati per un nuovo appuntamento con<br />

I <strong>Quaderni</strong> <strong>di</strong> <strong>WineCouture</strong>. Un vecchio adagio rinascimentale<br />

trasformatosi poi in proverbio recitava:<br />

“In Italia troppe feste, troppe teste, troppe tempeste”. Quello tra<br />

gli italiani e le feste, infatti, è un rapporto <strong>di</strong> amore e o<strong>di</strong>o, come<br />

hanno raccontato decine <strong>di</strong> film e popolari romanzi. E senza<br />

dubbio, nel ricco calendario dei giorni <strong>di</strong> riposo, la regina delle<br />

festività in Italia è (e sempre rimarrà) il Natale: il tema <strong>di</strong> questo<br />

numero davvero speciale. Parliamo <strong>di</strong> una festa <strong>di</strong>versa da tutte<br />

le altre. Di un periodo davvero particolare<br />

dell’anno, che in ogni famiglia<br />

è caratterizzato da tra<strong>di</strong>zioni secolari,<br />

gran<strong>di</strong> mangiate, riunioni <strong>di</strong> parenti<br />

più o meno riuscite, anziane zie con<br />

problemi d’u<strong>di</strong>to e partite a carte che<br />

durano fino al tramonto. Ma quando<br />

si parla <strong>di</strong> feste, ma soprattutto <strong>di</strong> “fare<br />

festa”, non si deve certo <strong>di</strong>menticare<br />

come il poi anche il Capodanno giunga<br />

a rilanciare le occasioni d’incontro<br />

e a far lievitare il numero <strong>di</strong> brin<strong>di</strong>si.<br />

Un altro importante snodo che definisce questi giorni <strong>di</strong> riposo<br />

e <strong>di</strong> convivialità. Allora, per concludere con il piede giusto il<br />

<strong>2022</strong> e iniziare alla grande il 2023, è importante non sbagliare<br />

le bottiglie che si porteranno in tavola o si decideranno <strong>di</strong> regalare.<br />

Calici che saranno <strong>di</strong>fferenti a seconda delle occasioni, ma<br />

tutti chiamati ad allietare, accompagnare e rendere speciale ogni<br />

istante. A iniziare dai momenti in cucina che, come tra<strong>di</strong>zione<br />

comanda, riuniscono le famiglie attorno ai fornelli e davanti ai<br />

forni nel periodo che precede il Natale. In un mondo che va sempre<br />

più veloce, sono proprio i giorni delle feste a ricondurci tutti<br />

a una <strong>di</strong>mensione che ci riporta ad assaporare le piccole gioie<br />

della vita. E spesso questa consapevolezza ritrovata, foriera <strong>di</strong><br />

buoni propositi e cambiamenti, si alimenta <strong>di</strong> felici chiacchierate<br />

attorno a un calice <strong>di</strong> vino. Il simbolo della voglia <strong>di</strong> stare insieme<br />

intorno a un tavolo, immersi nello spirito natalizio che regala ricor<strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>menticabili, fra il suono delle pentole che sobbollono,<br />

le risate che scaldano il cuore e il profumo <strong>di</strong> una ricetta speciale<br />

che completa la propria cottura in forno. Dunque, più che mai<br />

durante i giorni <strong>di</strong> festa è importante bere bene. E ancora una volta<br />

a supporto giunge una nuova uscita<br />

de I <strong>Quaderni</strong> <strong>di</strong> <strong>WineCouture</strong> e il<br />

contributo che arriva dai fedeli compagni<br />

che vi guideranno nella scelta <strong>di</strong><br />

un brin<strong>di</strong>si <strong>di</strong> qualità: i tanti enotecari<br />

dell’associazione Vinarius sparsi in<br />

tutta Italia. Già, perché anche a Natale<br />

potrete contare sui suggerimenti dei<br />

soci dell’associazione delle enoteche<br />

italiane. Uomini e donne impegnati in<br />

prima fila nella promozione della cultura<br />

del vino, che sapranno orientarvi<br />

nel vasto mare dell’offerta che colora i loro negozi, ancor più<br />

nel periodo natalizio, e offrirvi la garanzia della migliore scelta<br />

in base alle vostre esigenze. Proprio attraverso i numerosi punti<br />

ven<strong>di</strong>ta dell’associazione avviene la <strong>di</strong>stribuzione gratuita de I<br />

<strong>Quaderni</strong> <strong>di</strong> <strong>WineCouture</strong> in tutta Italia, così da offrire anche<br />

noi un ulteriore contributo, una bussola per orientarsi in maniera<br />

agile tra i brin<strong>di</strong>si delle feste. Ci unisce un’idea: far crescere la<br />

cultura del bere bene. E ci fa piacere esservi vicini con questo<br />

piccolo regalo <strong>di</strong> Natale per rendere ancor più speciali le feste.<br />

E allora, in alto i calici e arrivederci al 2023 con tante sorprese.<br />

I QUADERNI DI WINECOUTURE<br />

Anno 1 - N. 4 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2022</strong><br />

Realizzazione in collaborazione con<br />

Vinarius<br />

L’Associazione delle Enoteche Italiane<br />

E<strong>di</strong>tore Nelson Srl - Viale Murillo, 3 - 20149 Milano<br />

Tel. 02.84076127 - info@nelsonsrl.com - www.nelsonsrl.com<br />

Tipografia - La Terra Promessa Società Cooperativa<br />

Sociale Onlus<br />

Via Enrico Fermi, 26 - 28100 Novara<br />

Art <strong>di</strong>rection Inventium s.r.l.<br />

I QUADERNI DI WINECOUTURE<br />

Perio<strong>di</strong>co Quadrimestrale<br />

Prezzo una copia 2,00 Euro<br />

Registrazione al Tribunale <strong>di</strong> Milano n. 4 del 18 Gennaio <strong>2022</strong><br />

Nelson Srl - Iscrizione ROC n° 33940<br />

del 12 Febbraio 2020<br />

Direttore responsabile Riccardo Colletti<br />

Direttore e<strong>di</strong>toriale Luca Figini<br />

Coor<strong>di</strong>namento Matteo Borré<br />

Cover e<strong>di</strong>tor Alice Realini<br />

Marketing & Operations Roberta Rancati<br />

Contributor: Andrea Silvello e Francesca Mortaro<br />

L’e<strong>di</strong>tore garantisce la massima<br />

riservatezza dei dati personali in<br />

suo possesso. Tali dati saranno utilizzati<br />

per la gestione degli abbonamenti e per<br />

l’invio <strong>di</strong> informazioni commerciali.<br />

In base all’art. 13 della Legge n° 196/2003, i<br />

dati potranno essere rettificati o cancellati<br />

in qualsiasi momento scrivendo a:<br />

Nelson Srl<br />

Responsabile dati<br />

Riccardo Colletti<br />

Viale Murillo, 3<br />

20149 Milano<br />

3


Un Natale <strong>di</strong>Vino<br />

(ma non solo)<br />

"Nperfettamente la centralità della festa e il suo<br />

con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, recita<br />

uno dei proverbi più citati in Italia. E spiega<br />

"Natale<br />

carattere squisitamente familiare e domestico. Tutto<br />

ha inizio, quasi sempre, la Vigilia <strong>di</strong> Natale. È in questo<br />

giorno, infatti, che iniziano i preparativi e in cucina si<br />

lavora alacremente.<br />

Una delle tra<strong>di</strong>zioni natalizie più consolidate è infatti<br />

quella che conduce a un vero tour de force <strong>di</strong> cene e pranzi<br />

luculliani, <strong>di</strong> carne o pesce a seconda delle regioni, che<br />

prevedono lunghe e laboriose preparazioni.<br />

La pasta fresca si prepara in casa, così come i dolci<br />

tipici (fatta eccezione per il panettone milanese, <strong>di</strong><br />

norma acquistato per la lunghezza e <strong>di</strong>fficoltà della<br />

preparazione), gli antipasti, il classico ragù, che a Napoli<br />

è una tra<strong>di</strong>zione nella tra<strong>di</strong>zione, tanto che è il suo stesso<br />

profumo mentre lentamente sobbolle sul fuoco a parlare<br />

<strong>di</strong> Natale, e così via.<br />

Tra Nord e Sud Italia le abitu<strong>di</strong>ni sono piuttosto <strong>di</strong>verse,<br />

sia rispetto ai piatti tra<strong>di</strong>zionali sia al modo <strong>di</strong> trascorrere<br />

le giornate <strong>di</strong> feste. In particolare, mentre al Nord le<br />

riunioni <strong>di</strong> famiglia sono in genere più raccolte e limitate<br />

alla cerchia dei più stretti familiari, nelle regioni del<br />

Mezzogiorno il Natale è l’occasione per riunire quanti<br />

più componenti possibili della famiglia, compresi quelli<br />

Photo: Annie Spratt - Unsplash<br />

Photo: Blue Ox Stu<strong>di</strong>o - Pexels<br />

4


che per stu<strong>di</strong>o o lavoro si sono trasferiti altrove. Ma<br />

in entrambi i casi, pranzi e cene sono interminabili e<br />

si concludono con altrettanto interminabili partire<br />

a tombola, con le solite vecchie zie un po’ sorde che<br />

chiedono <strong>di</strong> ripetere i numeri almeno tre volte, oppure a<br />

carte, sempre rigorosamente a sol<strong>di</strong>. Tanto che la raccolta<br />

delle monetine per la lunga giocata <strong>di</strong> Natale e Santo<br />

Stefano comincia <strong>di</strong> norma parecchi giorni prima delle<br />

feste comandate. E tutto prosegue per giorni e giorni, fra<br />

più o meno preve<strong>di</strong>bili liti <strong>di</strong> famiglia, perché non è Natale<br />

se i parenti non si accapigliano, cenoni <strong>di</strong> Capodanno, con<br />

la tv accesa per controllare quando arriva la mezzanotte,<br />

fino all’Epifania, che “tutte le feste le porta via”.<br />

5<br />

COSE IMMANCABILI<br />

DURANTE FESTE<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

La grande tombolata <strong>di</strong> famiglia<br />

Le domande esistenziali:<br />

“Panettone o Pandoro?”,<br />

"Con o senza can<strong>di</strong>ti?”<br />

Guardare in tv “Una poltrona per due”, la<br />

comme<strong>di</strong>a del 1983 con Ed<strong>di</strong>e Muprhy, Dan<br />

Aykroyd e Jamie Lee Curtis, la sera della Vigilia<br />

<strong>di</strong> Natale<br />

Ingrassare almeno 2 Kg<br />

Mangiare lenticchie a Capodanno,<br />

perché portano sol<strong>di</strong><br />

tutto l’anno<br />

IL PANETTONE E I SEGRETI<br />

DEL RE DELLA FESTA<br />

Sulla tavola delle feste c’è un in<strong>di</strong>scusso re: il panettone.<br />

Nato a Milano, si è poi <strong>di</strong>ffuso in tutta Italia e ora nel<br />

mondo quale dolce simbolo del Natale. Le sue origini,<br />

come si conviene a ogni grande protagonista, sono avvolte<br />

nel mistero. Un dato certo è che nel 600 a.C., durante<br />

la dominazione celtica del capoluogo lombardo, nelle<br />

festività <strong>di</strong> Yule, i drui<strong>di</strong>, sacerdoti dei celti, si scambiavano<br />

un pane d’orzo al miele ripieno <strong>di</strong> uva e mele che poi<br />

offrivano al popolo come cibo sacro per quella ricorrenza.<br />

Il periodo, lo stesso del nostro Natale, coincideva con il<br />

solstizio d’inverno. E i Romani, dopo aver conquistato<br />

Milano nel 222 a.C. fecero proprie queste tra<strong>di</strong>zioni<br />

inserendole nella festa <strong>di</strong> Mitra, che cadeva anch’essa<br />

all’inizio dell’inverno.<br />

Già nel XVI secolo si comincia a parlare <strong>di</strong> panettone.<br />

Cristoforo <strong>di</strong> Messisbugo, un cuoco <strong>di</strong> Ferrara, nel 1549,<br />

cita in un suo ricettario una focaccia dolce fatta a Milano in<br />

occasione del Natale: non c’erano ancora uvette e can<strong>di</strong>ti,<br />

ma l’impasto a base <strong>di</strong> farina, burro, zucchero, uova e latte<br />

era lo stesso.<br />

A partire dal XVIII secolo il panettone viene legato<br />

5


definitivamente alla tra<strong>di</strong>zione natalizia, come racconta<br />

Pietro Verri, filosofo e storico, che nei suoi scritti lo definisce<br />

“pane <strong>di</strong> tono”, ovvero pane <strong>di</strong> lusso, de<strong>di</strong>cato alle occasioni<br />

speciali. Persino Brueghel il Vecchio lo raffigurò nei suoi<br />

quadri, ispirato pare dai libri <strong>di</strong> ricette del cuoco milanese<br />

Bartolomeo Scappi. Ma storie e leggende non finiscono<br />

qui. Ne esistono, infatti, almeno tre <strong>di</strong>verse sulla sua nascita.<br />

Secondo alcuni, messer Ughetto degli Atellani, figlio del<br />

falconiere <strong>di</strong> corte, che abitava nella Contrada delle Grazie<br />

a Milano, innamorato della bella Adalgisa, figlia <strong>di</strong> un<br />

fornaio, si fece assumere nella panetteria come garzone. Per<br />

incrementare le ven<strong>di</strong>te, Ughetto provò a inventare un dolce:<br />

con la migliore farina del mulino impastò lievito, uova, burro,<br />

miele e uvetta sultanina, per poi cuocerlo nel forno. Fu un<br />

grande successo in tutta la città e gli permise <strong>di</strong> coronare il<br />

sogno <strong>di</strong> sposare la sua bella. Un’altra leggenda, invece, fa<br />

risalire l’origine del panettone a un fortunato errore. Quella più<br />

accre<strong>di</strong>tata conduce nelle principesche cucine <strong>di</strong> Ludovico il<br />

Moro. Il capo dei cuochi, incaricato <strong>di</strong> preparare il sontuoso<br />

banchetto <strong>di</strong> Natale, alla fine della giornata si addormentò<br />

prima d’aver infornato una focaccia dolce. Al suo risveglio<br />

l’impasto, lievitando, era uscito dalle ciotole e sembrava<br />

ormai irrecuperabile. Mentre il capocuoco si <strong>di</strong>sperava,<br />

temendo l’ira del duca, il giovane sguattero Toni ebbe<br />

un’improvvisa intuizione: a quell’informe impasto aggiunse<br />

tutti gli ingre<strong>di</strong>enti che aveva sottomano, dal burro alle uova<br />

e ancora miele, uvetta, scorza <strong>di</strong> cedro, frutta e così via, poi lo<br />

infornò. Quando quel bruno dolce venne portato in tavola,<br />

tutti ne furono entusiasti e al duca, che voleva conoscere il<br />

nome <strong>di</strong> quella prelibatezza, il cuoco rivelò il segreto: “L'è 'l<br />

pan del Toni”, ossia il panettone. Terza e ultima variante della<br />

leggenda, quella che attribuisce l’invenzione del panettone<br />

a suor Ughetta, monaca in un convento molto povero che,<br />

per celebrare il Natale insieme alle sue consorelle, aggiunse<br />

all’impasto <strong>di</strong> pane zucchero, burro, can<strong>di</strong>ti e uvetta, tracciando<br />

con il coltello una croce sulla sommità del dolce in segno <strong>di</strong><br />

bene<strong>di</strong>zione: la ricetta si <strong>di</strong>ffuse velocemente tra tutti i citta<strong>di</strong>ni<br />

milanesi che iniziarono a fare cospicue offerte per comprare<br />

una fetta <strong>di</strong> quel dolce speciale.<br />

Quel che sappiamo <strong>di</strong> certo, comunque, è che all’inizio il<br />

panettone era come una grossa pagnotta: l’impasto non veniva<br />

inserito in uno stampo e, una volta cotto, restava largo e basso.<br />

È Angelo Motta a cambiare le cose, nel 1920, circondando<br />

con una fascia <strong>di</strong> carta l’impasto: nasce così la classica forma<br />

a “fungo” che tutti ben conosciamo. Amato in tutto il mondo,<br />

ancora oggi gli ingre<strong>di</strong>enti utilizzati per la sua preparazione<br />

sono gli stessi. Per un panettone da 1,5 chilogrammi,<br />

occorrono: 500 grammi <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> forza, 250 grammi <strong>di</strong><br />

burro, 225 grammi <strong>di</strong> zucchero, 9 uova gran<strong>di</strong>, miele <strong>di</strong><br />

acacia, semi <strong>di</strong> vaniglia, 200 grammi <strong>di</strong> uvetta e, per finire,<br />

150 grammi <strong>di</strong> frutta can<strong>di</strong>ta. Ma se gli ingre<strong>di</strong>enti sono<br />

semplici, non altrettanto lo è il proce<strong>di</strong>mento, che richiede<br />

<strong>di</strong>versi giorni <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> lievitazione, nonché l’esperienza<br />

<strong>di</strong> un vero pasticcere. Ma poi, quando arriva in tavola<br />

esistono anche delle regole <strong>di</strong> bon ton su come si gusta.<br />

Il panettone si mangia con le mani, tenendolo la fetta<br />

con la sinistra e portando alla bocca piccole porzioni <strong>di</strong><br />

dolce con la destra. Questo in<strong>di</strong>cano le buone maniere a<br />

tavola. Ma c’è un’eccezione: quando è servito ricoperto<br />

con una crema al cucchiaio liquida, va servito su un piatto,<br />

sdraiando la fetta. Si utilizzerà, poi, la forchettina da dolce<br />

per tenere fermo il panettone, mentre il cucchiaio servirà<br />

a porzionarlo e portarlo alla bocca. Con un importante<br />

nota bene: va servito a tavola insieme alla frutta <strong>di</strong> stagione<br />

e mai con il caffè (che va accompagnato con meringhe e<br />

cioccolatini). E ricordando il detto “San Biagio bene<strong>di</strong>ce<br />

la gola e il naso”, non <strong>di</strong>menticatevi che a Milano è uso<br />

conservare una porzione del panettone mangiato a Natale,<br />

per poi con<strong>di</strong>viderlo in famiglia il 3 febbraio, festa <strong>di</strong> San<br />

Biagio. Un gesto propiziatorio per tenere lontani mal <strong>di</strong><br />

gola e raffreddori, secondo la tra<strong>di</strong>zione. Un’ottima scusa<br />

per guastare l’ultimo panettone dopo le feste, per tutti.<br />

6


Ecco (quasi) tutto quello che dovete sapere per<br />

sopravvivere in tavola alla lunga maratona delle feste.<br />

Cosa fare e cosa non fare: rispondono gli esperti.<br />

Col dolce ci vuole sempre il vino dolce?<br />

Assolutamente, oppure vi troverete in bocca una<br />

sensazione amaro – metallica che svilirà il panettone e,<br />

soprattutto, i dolci a base crema.<br />

Che vino è meglio scegliere se non conosco<br />

i gusti <strong>di</strong> chi lo riceverà in regalo?<br />

Uno Champagne o un Metodo Classico sono la scelta<br />

ideale, perché tutti apprezzano le bollicine e ne riconoscono<br />

il valore.<br />

Meglio due bottiglie <strong>di</strong>verse da 0,75 lt in tavola<br />

o una Magnum da 1,5 lt?<br />

Sempre meglio una Magnum, ammesso che a tavola ci<br />

siano almeno quattro commensali. Si contino sei o sette<br />

calici per ogni bottiglia da 0,75 lt.<br />

Il Rosé si beve solo d’estate?<br />

Non c'è un obbligo scritto che stabilisce che il Rosé si<br />

debba bere solo in estate! Perché, infatti, privarsi <strong>di</strong> bere un<br />

Rosé fresco al pranzo <strong>di</strong> Natale, con del salmone?<br />

Posso mettere una bottiglia <strong>di</strong> bollicine<br />

nel freezer?<br />

Argomento spesso <strong>di</strong>battuto, il consiglio generale è <strong>di</strong> non<br />

metterla in freezer, onde evitare <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticarla per troppi<br />

minuti e ritrovarla gelata o, peggio ancora, scoppiata per via<br />

del gelo. È consigliabile un secchiello o un pratico recipiente<br />

in cui mettere una manciata <strong>di</strong> sale grosso, del ghiaccio e<br />

l’acqua <strong>di</strong> rubinetto più fredda che si possa avere. Immergere<br />

poi la bottiglia, così da consentire un raffreddamento più<br />

veloce (in 20 minuti sarà a temperatura <strong>di</strong> servizio) dato<br />

dal contatto <strong>di</strong>retto tra acqua, vetro della bottiglia e vino in<br />

essa contenuto: se <strong>di</strong>mentichiamo la bottiglia, il vantaggio<br />

così è che non rischia <strong>di</strong> gelare.<br />

A che temperatura va servito il vino in tavola?<br />

Uno spumante attorno agli 8°C, per il vino bianco 10°C, il<br />

rosato tra 12 e 14°C e il vino rosso a 18°C. Queste regole<br />

valgono non solo durante le feste, ma anche d'estate: quin<strong>di</strong><br />

usiamo il frigo o il secchiello del ghiaccio senza timore con<br />

ogni tipologia.<br />

Qual è la corretta procedura per stappare una<br />

Il prontuario<br />

del vino<br />

per le feste<br />

bottiglia <strong>di</strong> bollicine?<br />

Innanzitutto, togliete capsula e gabbietta, facendo bene<br />

attenzione a tenere il tappo. La capsula va tagliata all’altezza<br />

del ripiegamento del vetro. Allargate le maglie della gabbia,<br />

poi asportatela e rimuovete la placchetta <strong>di</strong> metallo. Con<br />

la mano destra, la bottiglia va tenuta nella parte inferiore<br />

in modo ben saldo e dando una inclinazione <strong>di</strong> 45°. Con<br />

la sinistra impadronirsi saldamente del sughero. Ruotare<br />

con delicatezza la bottiglia tenendo fermo il tappo. Se per<br />

qualche motivo, una volta aperto, uscisse la spuma, inclinare<br />

la bottiglia e la fuoriuscita si fermerà. La stappatura perfetta<br />

non provoca nessun rumore.<br />

Ma se volessi fare un abbinamento <strong>di</strong>verso dai<br />

classici, quali potrebbero essere?<br />

[Risponde il sommelier Alessandro Zingarello] Durante le<br />

feste si può osare anche con qualche abbinamento “insolito”.<br />

A casa mia, alla vigilia <strong>di</strong> Natale, si mangia tra<strong>di</strong>zionalmente<br />

pesce: un piatto che adoro sono le triglie alla livornese,<br />

magnifiche da sposare a un Pinot Noir come un Gevrey<br />

Chambertin. Oppure, se si sceglie una ricetta più tra<strong>di</strong>zionale,<br />

perché non optare per l’accoppiamento tra baccalà<br />

fritto e Trebbiano d’Abruzzo. Col cotechino, poi, provate<br />

uno Champagne Rosé de Saignée. Se, invece, in tavola ci<br />

sono i tortellini in brodo, accompagnateli col Timorasso dei<br />

Colli Tortonesi. Per chi ama il foie gras, restiamo in Francia<br />

con uno Champagne “importante”, in stile Substance <strong>di</strong><br />

Selosse o comunque Metodo Solera, ma non male è provare<br />

ad azzardare con un tra<strong>di</strong>zionale Ratafia de Champagne.<br />

Per le ostriche, le opzioni sono tante e <strong>di</strong>verse, a seconda<br />

dei gusti: da un bianco Muscadet Sèvre et Maine al rosso<br />

Cabernet Franc Saumur-Champigny della Loira, ma perché<br />

non scegliere anche un italianissimo Moscato d’Asti, in stile<br />

Vecchia Vite <strong>di</strong> Ca’ d’Gal. Con un’insalata <strong>di</strong> mare, altrettante<br />

opzioni: da un Sylvaner Alto A<strong>di</strong>ge dalla Valle Isarco al<br />

campano Greco <strong>di</strong> Tufo, fino a un Roscetto Lazio Igt. Con<br />

il vitello tonnato, la scelta “alternativa” da portare in tavola è<br />

un Rosato Salento Igt, mentre per un dolce tocco finale con<br />

panettone e pandoro scegliete un Moscato <strong>di</strong> Scanzo.<br />

7


Che vino<br />

porto<br />

in tavola?<br />

Un vademecum per scegliere il giusto vino durante<br />

la maratona <strong>di</strong> pranzi, cenoni e brin<strong>di</strong>si delle feste.<br />

I suggerimenti <strong>di</strong> abbinamento degli enotecari<br />

Vinarius per ogni portata e occasione.<br />

Con il cotechino:<br />

un Lambrusco, ma anche un Metodo Classico.<br />

Con gli agnolotti del plin:<br />

un Dolcetto o un Arneis.<br />

Con i tortelli <strong>di</strong> zucca:<br />

un Lambrusco Mantovano.<br />

Col bollito misto:<br />

un Barbaresco, ma l’alternativa da scoprire è il Monferace.<br />

Con i canederli in brodo:<br />

un Lagrein, se <strong>di</strong> carne o formaggio, una Schiava o un<br />

Trento Doc per quelli <strong>di</strong> verdure.<br />

Con i passatelli in brodo:<br />

un Lambrusco leggero o un Albana.<br />

Con i tortellini in brodo:<br />

un Pinot Nero non troppo strutturato o un Gutturnio.<br />

Col baccalà fritto:<br />

un Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg<br />

Brut, ma anche un Ver<strong>di</strong>cchio o un Rosato non leggero.<br />

Col cappone arrosto:<br />

un Amarone della Valpolicella, ma perché no anche un<br />

Brunello <strong>di</strong> Montalcino.<br />

Col tacchino ripieno:<br />

un Pinot Nero della Borgogna o dall’Alto A<strong>di</strong>ge, ma anche<br />

un Lagrein Rosé.<br />

Con un tagliere <strong>di</strong> salumi:<br />

una Bonarda dell’Oltrepò Pavese o un Lambrusco. Ma<br />

anche uno Champagne me<strong>di</strong>o strutturato e Rosé.<br />

Con l’abbacchio:<br />

un Cesanese laziale per stare sul territorio o un Etna Rosso.<br />

Con gli spaghetti con le vongole:<br />

un Pigato ligure o per chi cerca più contrasto uno Chablis.<br />

8


Con l’insalata <strong>di</strong> rinforzo:<br />

uno Chardonnay strutturato o un rosato del Salento<br />

da Negroamaro.<br />

Con la pasta con le sarde:<br />

un Metodo Classico o uno Champagne Brut con molto<br />

Pinot Nero.<br />

Col foie gras:<br />

Sauternes, Monbazillac o un Grand Cru d’Alsazia.<br />

Da provare anche i Riesling vendemmia tar<strong>di</strong>va<br />

dal Reno.<br />

Coi cru<strong>di</strong> <strong>di</strong> pesce:<br />

sui crostacei si spazia dal Gewurztraminer a<br />

Vermentino <strong>di</strong> Gallura o Fiano <strong>di</strong> Avellino Docg, sui<br />

pesci marinati con olio e limone un Metodo Classico.<br />

Col capitone in umido:<br />

un Rosso Piceno, ma anche una Bonarda dell’Oltrepò<br />

Pavese o un frizzante Lambrusco emiliano.<br />

Con un’insalata <strong>di</strong> mare:<br />

uno Chardonnay o anche un Verdeca pugliese.<br />

Con i cannelloni:<br />

un classico Lambrusco frizzante o un Buttafuoco<br />

dell’Oltrepò Pavese. Fuori zona un Ruché.<br />

Col vitello tonnato:<br />

una Freisa o un Lagrein Rosé per azzardare.<br />

Col risotto alla milanese:<br />

per struttura una Barbera dell’Oltrepò Pavese o un<br />

bianco come il Timorasso o anche un Ver<strong>di</strong>cchio dei<br />

Castelli <strong>di</strong> Jesi.<br />

Con le lasagne al ragù:<br />

un Lambrusco <strong>di</strong> Sorbara, un Ripasso della<br />

Valpolicella o perché non un Nero d’Avola.<br />

Con l’agnello al forno:<br />

un Bourdeaux o un Chianti Classico, ma anche un<br />

Aglianico.<br />

Con panettone e pandoro:<br />

un Moscato d’Asti Spumante. Attenzione, però, alle<br />

creme nei panettoni o al cioccolato, che possono essere<br />

meglio abbinati a un Passito o a un vino rosso dolce.<br />

9


“Il vino non si beve soltanto: si annusa, si osserva, si<br />

degusta, si sorseggia... E se ne parla”. Così la pensava<br />

Edoardo VII, re in Inghilterra un secolo fa. E quando<br />

si è a tavola, è importante avere sempre una buona storia o un<br />

aneddoto da raccontare. Ecco qualche curiosità che ancora<br />

non sai sui Rosé.<br />

la pioggia che scende dal cielo sulle nostre vigne;<br />

lì giunge alle ra<strong>di</strong>ci delle viti, per mutarsi in vino;<br />

“Ecco<br />

una prova costante che Dio ci ama, e ama vederci<br />

felici”, scriveva il saggio Benjamin Franklin a l’Abbé Morellet in<br />

una lettera del 1779.<br />

Sono definiti “vini <strong>di</strong> una notte” quei Rosé dove la macerazione<br />

del mosto dura tra le 6 e le 12 ore. I “vini <strong>di</strong> un<br />

giorno”, invece, sono quelli in cui il contatto con le bucce<br />

si prolunga per circa 24 ore.<br />

Sul quando si debba consumare Champagne esiste<br />

un’unica fondamentale regola, quella <strong>di</strong> Lily Bollinger:<br />

“Bevo Champagne quando sono felice e quando<br />

sono triste. Lo bevo talvolta quando sono sola. E lo ritengo<br />

obbligatorio quando sono in compagnia. Ne bevo per stuzzicare<br />

l’appetito, quando non ne ho. Ma anche quando ho<br />

fame. In tutte le altre circostanze, non lo tocco mai…<br />

Fatto salvo quanto ho sete!”.<br />

L<br />

a spumeggiante avventura del Metodo Classico tricolore<br />

nasce prima dell’Italia e degli italiani. È il 1848 quando il<br />

piemontese Carlo Gancia parte per Reims. Un Erasmus<br />

ante litteram, il suo, alla scoperta dei segreti dello Champagne.<br />

L’obiettivo: creare una bollicina 100% made in Italy. Gancia<br />

vince la sfida nel 1865, brindando con un Metodo Classico da<br />

uve Moscato tutto suo. Non è, però, l’unico! Negli stessi giorni,<br />

saltano i primi tappi anche in Oltrepò Pavese. Il conte Carlo<br />

Giorgi <strong>di</strong> Vistarino, l’uomo che ha portato a Pavia e <strong>di</strong>ntorni<br />

il Pinot Nero della Borgogna, battezza il primo Brut nella tenuta<br />

<strong>di</strong> Rocca de’ Giorgi. L’Italia delle bollicine “s’è desta”. La<br />

briosa vivacità del Metodo Classico contagia uomini, vitigni e<br />

territori. Nascono così eccellenze uniche, ancora oggi famose<br />

in tutto il mondo.<br />

Il poeta e scrittore seicentesco Nicolas Boileau sosteneva:<br />

“Si è sapienti quando si beve bene: chi non sa bere, non sa<br />

nulla”.<br />

Già Plinio il Vecchio, al tempo dei Romani, descrivendo<br />

il Bel Paese afferma: “Da dove potremmo<br />

meglio cominciare se non dalla vite, rispetto alla<br />

quale l’Italia ha una supremazia così incontestata, da dar<br />

l’impressione <strong>di</strong> aver superato, con questa sola risorsa,<br />

10<br />

le ricchezze <strong>di</strong> ogni altro paese”. Ma quante tipologie <strong>di</strong><br />

uva esistevano all’epoca? “Innumerevoli e infinite… Né<br />

si potranno citare tutte, ma solo le più celebri, perché ne<br />

esistono quasi tante, quanti sono i terreni”. Ed è ancora<br />

così. Si contano, infatti, oggi oltre 500 specificità tra Doc<br />

(Denominazioni <strong>di</strong> origine controllata), Docg (…e garantita)<br />

e Igt (In<strong>di</strong>cazione geografica tipica).<br />

Acontenere pigmenti colorati sono soltanto le bucce<br />

delle uve a bacca nera, mentre la polpa, da cui si ottiene<br />

il succo, è incolore. La tonalità <strong>di</strong> un vino, <strong>di</strong><br />

conseguenza, <strong>di</strong>penderà sempre da quanto tempo le bucce<br />

e il succo resteranno a contatto e a quale temperatura.<br />

PPer un brin<strong>di</strong>si <strong>di</strong> “peso”, serve la giusta bottiglia. Con il<br />

vino si spazia dal mezzo formato (37,5 cl) fin alle vette<br />

dei 30 litri. La scala dopo la bottiglia classica da 75 cl<br />

e la Magnum da 1,5 lt? Jéroboam (3 litri), Rehoboam (4,5 lt),<br />

Mathusalem (6 lt): i primi due erano importanti re d’Israele, il<br />

terzo uno tra i più longevi e leggendari personaggi della Bibbia.<br />

Salmanazar (9 lt), Balthazar (12 lt), Nabuchodonosor (15 lt):<br />

sovrani che segnarono con gesta e sfarzi il tempo <strong>di</strong> Assiri e<br />

Babilonesi. Poi c’è Salomon: la sua fama <strong>di</strong> saggio nell’Antico<br />

Testamento ha preceduto 18 litri tutti da con<strong>di</strong>videre. Infine, le<br />

rarità fuori quota: Souverain (26,25 lt), Primat (27 lt), Melchisedech<br />

o Midas (30 lt).<br />

ga inventà el vin, se non el xe in Para<strong>di</strong>so, el xe<br />

vissìn”, sostiene un detto veneto. Anche noi ne<br />

“Chi<br />

siamo convinti: “Chi ha inventato il vino, se non è<br />

in Para<strong>di</strong>so, è lì vicino”.<br />

S<br />

iete alla ricerca <strong>di</strong> un libro adatto davvero a tutti per<br />

imparare a conoscere il vino? Vi suggeriamo “Il Bicchiere<br />

d’Argento”, in collaborazione con Luca Gar<strong>di</strong>ni, E<strong>di</strong>toriale<br />

Domus, <strong>2022</strong>. Per chi vuole invece andare più in profon<strong>di</strong>tà<br />

ed esplorare il variegato universo del vino: “Atlante mon<strong>di</strong>ale<br />

dei vini”, a cura <strong>di</strong> Hugh Johnson e Jancis Robinson, Mondadori<br />

Electa, 2020.<br />

Pillole <strong>di</strong> vino<br />

per fare<br />

bella figura<br />

in tavola


Allegrini<br />

DALL’APERITIVO<br />

AL DOLCE SUGGELLO<br />

Dal cuore della Valpolicella Classica agli splen<strong>di</strong><strong>di</strong><br />

paesaggi toscani, Allegrini porta in tavola per le feste<br />

tre fuoriclasse ad accompagnare i brin<strong>di</strong>si dall’aperitivo<br />

fino al dolce suggello finale che completerà ogni<br />

ritrovo. Tre etichette che raccontano l’universo <strong>di</strong><br />

una famiglia che si tramanda la cultura della vite e del<br />

vino fin dal XVI secolo. Un’azienda storica, nata sulle<br />

colline vocate <strong>di</strong> Fumane, dove ha posto profonde<br />

ra<strong>di</strong>ci grazie all’operosa intelligenza <strong>di</strong> Giovanni Allegrini,<br />

un’ere<strong>di</strong>tà poi coltivata dai figli Walter, Franco<br />

e Marilisa. È stata la Signora dell’Amarone, Marilisa<br />

Allegrini, a spingere poi lo sguardo fuori i confini<br />

della Valpolicella, giungendo a Bolgheri e Montalcino.<br />

Ed è proprio dalla costa Toscana che prende il via il<br />

viaggio nel calice con Solosole Vermentino Bolgheri<br />

Doc 2021 Poggio al Tesoro, un bianco da apprezzare<br />

con gli aperitivi, con i cru<strong>di</strong> <strong>di</strong> pesce e, grazie alla sua<br />

sapi<strong>di</strong>tà e fragranza, con i fritti <strong>di</strong> mare e con i pesci<br />

in brodetto. La solarità del Vermentino, infatti, si<br />

ripercuote intensamente negli aromi <strong>di</strong> Solosole, che<br />

conquista per l’intensa nota <strong>di</strong> fiori e frutta gialla che<br />

appare quasi improvvisa. E se al palato rivela un corpo<br />

me<strong>di</strong>o ed una beva succosa e <strong>di</strong> grande piacevolezza, la<br />

sua freschezza lo rende compagno ideale anche <strong>di</strong> varie<br />

proposte vegetariane. Interessante, poi, l’evoluzione<br />

nel calice, che annuncia un’ottima capacità <strong>di</strong> invecchiare<br />

anche per qualche anno. La proposta ideale per<br />

iniziare con stile le feste a partire dal cenone. Celebrazioni<br />

in tavola da proseguire in compagnia del re<br />

dei rossi toscani, grazie al Vignavecchia Brunello <strong>di</strong><br />

Montalcino Docg 2018 San Polo, la più importante<br />

tra le etichette e il più storico dei vini della tenuta in<br />

località Podernovi. 100% Sangiovese dall’omonimo<br />

vigneto <strong>di</strong> soli 2 ettari dove la bio<strong>di</strong>versità regna suprema,<br />

è Cru prodotto in quantità limitate da stappare<br />

12


grazie al Recioto Classico Docg 2016 Giovanni<br />

Allegrini. Un vero e proprio simbolo della tra<strong>di</strong>zione,<br />

produzione antica conosciuta fin dal tempo dei<br />

Romani, de<strong>di</strong>cato al fondatore dell’azienda e padre,<br />

massima espressione tra<strong>di</strong>zionale dei vini <strong>di</strong> casa,<br />

con il millesimo 2016 che si annuncia come una tra le<br />

migliori annate <strong>di</strong> sempre. Il lungo appassimento dei<br />

grappoli <strong>di</strong> Corvina Veronese, Corvinone, Ron<strong>di</strong>nella<br />

e Oseleta nei fruttai dell’azienda permette alle uve non<br />

solo <strong>di</strong> concentrare gli zuccheri ma anche trasformare<br />

i suoi aromi nel turbinio <strong>di</strong> frutto e spezie che riverbera<br />

nel calice. La scelta per chiudere in bellezza, ad<br />

accompagnare dolci secchi come pasta frolla, cantucci,<br />

sbrisolona e torte morbide a base <strong>di</strong> cioccolato amaro,<br />

ma ideale anche col gorgonzola dolce.<br />

due ore prima del servizio e che può invecchiare in<br />

cantina anche più <strong>di</strong> 10 anni, dove migliorerà con<br />

l’affinamento. L’eleganza e il corpo armonico <strong>di</strong> questo<br />

grande rosso gli consentono abbinamenti con piatti<br />

molto strutturati quali carni rosse, selvaggina da penna<br />

e da pelo, eventualmente accompagnate da funghi<br />

e tartufi. Ottimo con formaggi quali tome stagionate,<br />

Parmigiano reggiano e pecorino toscano, in bocca è<br />

caldo, <strong>di</strong> trama densa, persistente e presenta un’ottima<br />

verticalità. Il Brunello Vignavecchia testimonia lo<br />

spirito unico <strong>di</strong> Montalcino e la più alta espressione<br />

<strong>di</strong> Sangiovese che è possibile raggiungere in questa<br />

terra eccezionale. Dulcis in fundo, col ritorno in Valpolicella<br />

Classica in un omaggio a chi tutto ha iniziato<br />

13


Masottina<br />

IL BRINDISI CHE SFIDA IL TEMPO<br />

Per i brin<strong>di</strong>si delle feste l’espressione più identitaria <strong>di</strong> una<br />

denominazione, racconto della straor<strong>di</strong>naria vocazione<br />

delle colline tra Conegliano e Valdobbiadene, patrimonio<br />

Unesco. Il frutto della vendemmia, rigorosamente a mano,<br />

lungo i pen<strong>di</strong>i più scoscesi dove nascono le uve più pregiate.<br />

E nel calice ritroviamo una bollicina 100% Glera, capace <strong>di</strong><br />

sfidare il tempo e sfatare pregiu<strong>di</strong>zi. R.D.O. Ponente 2021<br />

Brut Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore<br />

Rive <strong>di</strong> Ogliano Docg Masottina è single vineyard che<br />

spiega l’unicità <strong>di</strong> un territorio, partendo dal sempre più<br />

basso residuo zuccherino, passato a 4 g/l, che oggi lo caratterizza.<br />

Un Cru dall’alto profilo gastronomico, che sigilla in<br />

bottiglia sforzi ed eleganza della più pura viticoltura eroica,<br />

quella che domanda quasi 800 ore <strong>di</strong> manodopera all’anno<br />

per ogni ettaro coltivato, e che si fa anche ingre<strong>di</strong>ente in<br />

cucina, non solo abbinamento in tavola. Con un palato che<br />

parla la lingua <strong>di</strong> fresche e delicate fragranze floreali, valorizzate<br />

da piacevoli sfumature minerali, e un finale lungo<br />

che chiude equilibrato con nuance <strong>di</strong> zenzero e un richiamo<br />

alle spezie, R.D.O. Ponente si regala l’abbinamento con una<br />

ricetta d’autore: il Risotto Milano-Venezia dello chef Giuseppe<br />

Postorino del ristorante Stella Michelin L’Alchimia <strong>di</strong><br />

Milano. Attraverso il piatto meneghino per antonomasia, il<br />

risotto alla milanese, che sposa le ostriche Clò, si celebra ed<br />

esalta l’incontro tra gusti e territori italiani attraverso l’eccellenza<br />

delle materie prime. Un appuntamento che si rinnova,<br />

dopo il Risotto Milano-Roma (risotto alla milanese e coda<br />

alla vaccinara) e il Milano-Langhe (risotto con battuta <strong>di</strong><br />

fassona piemontese e nocciole), grazie all’ispirazione <strong>di</strong> una<br />

bollicina davvero speciale, parte <strong>di</strong> una linea che col suo “gemello<br />

<strong>di</strong>verso” R.D.O. Levante ha portato le Rive <strong>di</strong> Ogliano<br />

per la prima volta nella famosa Top 100 Wine Spectator,<br />

classifica che decreta i vini più importanti al mondo.<br />

DA BERE QUANDO: ogni occasione è buona,<br />

da oggi a qualche anno<br />

14


SILENT NIGHT,<br />

HOLY NIGHT,<br />

ALL IS CALM,<br />

ALL IS BRIGHT...<br />

#animaprosecco<br />

tailorbrand.it<br />

masottina.it


Palazzo <strong>di</strong> Varignana<br />

Co m pra online<br />

16


DOLCI DESTINAZIONI DEL GUSTO<br />

Una destinazione da sogno del vino. Ma anche un Para<strong>di</strong>so<br />

per gli appassionati dell’olio extravergine <strong>di</strong> altissima<br />

qualità. E soprattutto una meta da non mancare, magari<br />

proprio durante le feste o in un lungo weekend, per chiunque<br />

sia alla ricerca <strong>di</strong> preziosi attimi <strong>di</strong> relax, coniugando<br />

la buona tavola, il giusto calice e un momento <strong>di</strong> riposo<br />

all’insegna del benessere e del lusso. Palazzo <strong>di</strong> Varignana<br />

non è, infatti, soltanto vino, ma anche Resort & Spa nell’elegante<br />

cornice dei colli bolognesi, immerso nel dolce<br />

paesaggio emiliano. Il suo cuore è Palazzo Bentivoglio,<br />

antica villa risalente al 1705 e ristrutturata rispettando il<br />

fascino della sua storia <strong>di</strong> castello <strong>di</strong> campagna. Attorno,<br />

circondato da giar<strong>di</strong>ni ornamentali, fonti d’acqua e panorami<br />

incantevoli, un piccolo borgo immerso nella natura a<br />

dare forma a un modello originale e sostenibile <strong>di</strong> ospitalità<br />

<strong>di</strong>ffusa, che vede quali suoi gioielli i tre ristoranti, la Spa<br />

<strong>di</strong> oltre 4000 mq dove Oriente e Occidente s’incontrano e<br />

le sette ampie piscine esterne. Una destinazione<br />

anche da assaporare nelle sue molteplici forme,<br />

in un’offerta che per le feste si arricchisce con il<br />

Dolce <strong>di</strong> Natale all’olio extravergine <strong>di</strong> oliva,<br />

unione tra l’oro verde <strong>di</strong> Palazzo <strong>di</strong> Varignana<br />

e le sapienti mani del Maestro Gino Fabbri. Un<br />

omaggio che reinterpreta la<br />

classica ricetta del Panettone,<br />

sostituendo il<br />

burro con il Vargnano<br />

Monocultivar<br />

Nostrana <strong>di</strong> Brisighella,<br />

capace <strong>di</strong><br />

donare all’impasto,<br />

completato e reso<br />

ancor più goloso<br />

da chicchi d’uvetta<br />

sultanina e da cubetti<br />

<strong>di</strong> arancia can<strong>di</strong>ta, una<br />

morbidezza inconfon<strong>di</strong>bile. A rendere il tutto più dolce<br />

ancora è il tocco finale: una glassa a base <strong>di</strong> mandorle e<br />

granella <strong>di</strong> zucchero a ricoprirlo. Una carezza ad allietare<br />

la tavola delle feste che si accompagna a una proposta nel<br />

calice per rendere più spumeggiante ogni momento dal<br />

Natale a Capodanno, e oltre. L’essenza del progetto enologico<br />

<strong>di</strong> Palazzo <strong>di</strong> Varignana, infatti, si esprime in tutte le<br />

sue peculiarità con il Villa Amagioia Spumante Metodo<br />

Classico Brut, un Blanc de Noir a base <strong>di</strong> Pinot Nero che<br />

racconta perfettamente tutto il potenziale del territorio in<br />

cui prende vita, dove il mosaico <strong>di</strong> suoli che caratterizza le<br />

colline sposa un microclima unico e capace <strong>di</strong> regalare a<br />

una tra le più nobili delle uve un profilo particolarmente<br />

elegante. Dorata bollicina dagli aromi delicati <strong>di</strong> agrumi<br />

e caratterizzata da note <strong>di</strong> spezie dolci al naso, in bocca<br />

risulta equilibrata, fresca e sapida. Una scelta alternativa<br />

dallo spirito internazionale e l’anima emiliana, che rifermenta<br />

lentamente in bottiglia affinando per 30 mesi sui<br />

propri lieviti prima della sboccatura e si configura come il<br />

perfetto aperitivo e tanto più. Il suo aroma fine, unito alla<br />

sua freschezza e sapi<strong>di</strong>tà, fanno <strong>di</strong> Villa Amagioia la scelta<br />

ideale per accompagnare crostacei e pesci delicati. Merito<br />

<strong>di</strong> un Metodo Classico che nasce dalla pressatura soffice<br />

del grappolo intero da cui sono estratte soltanto le componenti<br />

nobili del succo.<br />

Un vero fuoriclasse<br />

dal perlage<br />

fine e persistente,<br />

da<br />

servire a<br />

temperatura<br />

tra gli<br />

8 e i 10°C<br />

e che si farà<br />

perfetto<br />

compagno<br />

<strong>di</strong> ogni<br />

brin<strong>di</strong>si.<br />

17


Maschio dei Cavalieri<br />

IL PIACERE DELLA GIUSTA<br />

BOLLICINA<br />

Le feste sono costante richiamo ai più lieti dei brin<strong>di</strong>si.<br />

Ed è sempre bene non farsi trovare impreparati,<br />

scegliendo bollicine uniche e inimitabili. Come quelle<br />

firmate dalla cantina fondata nel 1973 da Bonaventura<br />

Maschio, quando decise <strong>di</strong> affiancare alla secolare<br />

<strong>di</strong>stilleria <strong>di</strong> famiglia un’azienda vinicola all’avanguar<strong>di</strong>a<br />

per tecnologia e processi produttivi.<br />

Ed è proprio un Prosecco Superiore all’insegna della<br />

massima innovazione quello proposto, ad esaltare i<br />

frutti e la più pura tra<strong>di</strong>zione delle colline <strong>di</strong> Conegliano<br />

Valdobbiadene. Una terra ricca e straor<strong>di</strong>naria, in<br />

cui nasce il Rive <strong>di</strong> Colbertaldo Valdobbiadene Prosecco<br />

Superiore Docg Brut Millesimato Maschio<br />

dei Cavalieri, metodo Charmat lungo che racchiude<br />

in bottiglia un Cru tra i più vocati dall’omonima sottozona<br />

collinare, il carattere elegante <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong><br />

bollicine fini e leggere, nonché l’eccellenza <strong>di</strong>stintiva<br />

<strong>di</strong> uno spumante che mantiene intatte la freschezza e la<br />

fragranza del succo d’uva grazie alla meticolosa tecnica<br />

<strong>di</strong> spumantizzazione da cui prende forma.<br />

Una bollicina <strong>di</strong> qualità che esprime al meglio le proprie<br />

caratteristiche nell’abbinamento con piatti gourmet,<br />

trovando la sua perfetta collocazione all’interno<br />

del ricco panorama della cucina <strong>di</strong> mare.<br />

Sorprendente a fine pasto nell’accompagnare varietà<br />

<strong>di</strong> formaggi serviti con mostarde e confetture <strong>di</strong> frutta,<br />

questo Rive, che racchiude in sé l’anima stessa della<br />

cantina, si <strong>di</strong>stingue per la spuma can<strong>di</strong>da e cremosa, il<br />

perlage ricco, fine e persistente, un gusto pieno, fresco<br />

e deciso. Una scelta <strong>di</strong> cuore, firma inconfon<strong>di</strong>bile per<br />

un brin<strong>di</strong>si all’insegna della qualità.<br />

DA BERE QUANDO: festeggiando in famiglia<br />

18


Zonin 1821<br />

ABBINAMENTI DI FAMIGLIA DA<br />

NORD A SUD<br />

Dai piatti più delicati a base <strong>di</strong> pesce a quelli più importanti<br />

delle ricette della tra<strong>di</strong>zione, dai risotti alle<br />

carni, la famiglia Zonin è capace <strong>di</strong> suggerire il giusto<br />

vino realmente per ogni occasione e abbinamento. In<br />

un vero e proprio viaggio nel calice da Nord a Sud, dal<br />

Veneto alla Puglia. Vini e vitigni che colorano l’Italia<br />

enoica, facendosi poi segno e simbolo <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>visione. “Perché il Natale è un momento<br />

importante <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione che va al<br />

cuore della nostra cultura: quella stessa in<br />

cui trova ra<strong>di</strong>camento il vino e la sua tra<strong>di</strong>zione<br />

plurisecolare”, spiega Michele Zonin,<br />

vicepresidente del Gruppo Zonin1821 e<br />

volto della settimana generazione della<br />

famiglia, che con<strong>di</strong>vide con tutti le sue<br />

etichette del cuore per i brin<strong>di</strong>si delle<br />

feste. “La convivialità dei giorni <strong>di</strong> festa<br />

chiede innanzitutto una bollicina<br />

sempre pronta da stappare: quin<strong>di</strong>,<br />

perché non optare per il gusto accessibile<br />

e autentico del nostro Cuvée<br />

1821 Prosecco Doc Spumante<br />

Brut Zonin. Un vino <strong>di</strong> facilissima<br />

comprensione per la sua schiettezza,<br />

il profumo floreale e il gusto tipico<br />

che esalta il frutto della Glera, un<br />

vitigno unico. Cuvée 1821 prende<br />

il nome dall’anno <strong>di</strong> fondazione<br />

dell’azienda ed è proposto nella<br />

bottiglia <strong>di</strong>segnata da Pininfarina,<br />

in cui la qualità del vino si unisce<br />

all’eleganza <strong>di</strong> un vero e proprio<br />

oggetto <strong>di</strong> design, che la rende<br />

perfetta sia al consumo sia come<br />

regalo. Per una bollicina che non<br />

20


ha bisogno <strong>di</strong> abbinamenti particolari: ogni momento<br />

è quello giusto per gustarla”. Spazio poi a un bianco<br />

importante. “Aquilis Friuli Doc Aquileia 2019,<br />

un Sauvignon Blanc espressione migliore dei filari<br />

della nostra tenuta al cuore del Friuli-Venezia Giulia,<br />

la più estesa del Nord Italia. Un bianco che coniuga<br />

nel bicchiere grazia e intensità, in un vino capace <strong>di</strong><br />

evolvere a lungo nel tempo. Una produzione limitata,<br />

da abbinare a primi piatti a base <strong>di</strong> asparagi bianchi e<br />

ver<strong>di</strong>, in particolare un bel risotto, ma anche portate<br />

con crostacei, scampi alla griglia, tempura <strong>di</strong> gamberi,<br />

astice e aragosta. Aquilis è uno dei miei vini del cuore,<br />

con il suo elegante profilo aromatico, e una scelta perfetta<br />

anche per accompagnare le ricette più tipiche del<br />

Nord-Est”. Si scende poi a Sud per una proposta fuori<br />

dagli schemi, fin dalla bottiglia. “Scen<strong>di</strong>amo in Puglia<br />

con Zìnzula 2021 Negroamaro Rosato Salento Igt<br />

Masseria Altemura, un gioiello che è omaggio alla<br />

più bella delle grotte salentine: la Zìnzulusa. Un rosé<br />

che seduce per la finezza delle sue fragranze: delicato<br />

e floreale, si abbina perfettamente ad<br />

antipasti come cru<strong>di</strong>té <strong>di</strong> pesce,<br />

piccoli fritti <strong>di</strong> mare e <strong>di</strong> orto,<br />

sautè <strong>di</strong> cozze e vongole, timballi<br />

<strong>di</strong> verdure <strong>di</strong> stagione, formaggi<br />

freschi e a me<strong>di</strong>a stagionatura.<br />

Ottimo con risotti <strong>di</strong> mare o <strong>di</strong><br />

verdure, spaghetti con i ricci, pesce<br />

in guazzetto e piatti della cucina<br />

internazionale <strong>di</strong> buona speziatura.<br />

E la sua iconica bottiglia<br />

con tappo a vetro lo rende un<br />

altro perfetto cadeau natalizio <strong>di</strong><br />

design”. Infine, il grande rosso<br />

per le feste: “Il Santa Caterina<br />

2019 Chianti Classico Docg<br />

Gran Selezione è uno dei<br />

nostri vini più premiati,<br />

anche a livello internazionale.<br />

L’apice del Chianti<br />

Classico, frutto <strong>di</strong> un<br />

piccolo vigneto <strong>di</strong> 5 ettari<br />

a 550 metri s.l.m., altitu<strong>di</strong>ne<br />

che gli conferisce<br />

grande lunghezza e molta<br />

eleganza. Per un vino che<br />

si adatta ad accompagnare<br />

le carni rosse più pregiate,<br />

arrosti, selvaggina<br />

e primi piatti saporiti. E<br />

più lo si lascia invecchiare,<br />

più migliora”.<br />

21


Terra Moretti<br />

BOLLICINE PER TUTTI I GUSTI<br />

Bolle davvero per tutti. È un Natale spumeggiante<br />

quello che suggerisce Terra Moretti per un brin<strong>di</strong>si che<br />

spazia dai gran<strong>di</strong> classici <strong>di</strong> Franciacorta all’espressione<br />

alternativa <strong>di</strong> un autoctono <strong>di</strong> Sardegna. Una<br />

fotografia <strong>di</strong> quella che è la varietà della proposta <strong>di</strong><br />

una realtà che scrive vino in 3 regioni, per 6 cantine e<br />

altrettanti mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> vivere la bellezza <strong>di</strong> un calice<br />

in compagnia. Una valorizzazione <strong>di</strong> territori e unicità,<br />

nel segno della più alta<br />

vocazione vitivinicola:<br />

dalla Lombar<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

Bellavista e Conta<strong>di</strong><br />

Castal<strong>di</strong> in Franciacorta,<br />

passando per Petra,<br />

Tenuta La Ba<strong>di</strong>ola e<br />

Teruzzi in Toscana,<br />

fino a Sella & Mosca ad<br />

Alghero, in Sardegna.<br />

Poi, la capacità <strong>di</strong> creare<br />

sempre qualcosa <strong>di</strong><br />

unico: come nel caso<br />

dell’Alghero Torbato<br />

Spumante Brut Metodo<br />

Classico Doc<br />

Oscarì Sella & Mosca,<br />

bollicina che nasce<br />

da un affinamento sui<br />

lieviti in bottiglia <strong>di</strong> un<br />

anno, mantenendo così<br />

ben espresse freschezza<br />

e imme<strong>di</strong>atezza. Uno<br />

spumante <strong>di</strong> personalità,<br />

con il suo perlage<br />

fine e brioso, il finale<br />

armonico e verticale,<br />

che lo rende compagno<br />

22


ideale in ogni cena a base <strong>di</strong> pesce. Si abbinerà<br />

magnificamente a un risotto con gamberoni<br />

rossi e burrata, ma prima ancora sarà perfetto<br />

in un elegante aperitivo a base <strong>di</strong> tempura <strong>di</strong><br />

verdure croccanti o con un plateau royal. E<br />

perché non provarlo con l’aragosta alla catalana<br />

o una lasagnetta <strong>di</strong> verdure? Noblesse oblige:<br />

si entra in scena, <strong>di</strong>ventando protagonisti del<br />

brin<strong>di</strong>si delle feste, con il Franciacorta Docg<br />

Teatro alla Scala Brut Bellavista, pregiata<br />

unione <strong>di</strong> Chardonnay (76%) e Pinot Nero<br />

(24%). De<strong>di</strong>cata al leggendario tempio<br />

dell’Opera, che la ispira, questa<br />

cuvée è la migliore espressione<br />

dell’annata e dello stile della celebre<br />

cantina franciacortina della<br />

famiglia Moretti. Statuario quanto<br />

a equilibrio, capace <strong>di</strong> assecondare<br />

e allo stesso tempo cavalcare<br />

le caratteristiche dei millesimi,<br />

impressiona per intensità e complessità.<br />

Dal perlage finissimo e<br />

persistente, la bocca è spessa,<br />

decisa, aristocratica, cremosa<br />

e profonda al tempo stesso,<br />

con un finale magnifico per<br />

pulizia e sapore. Una bottiglia che indossa<br />

una veste esclusiva, regalo perfetto per<br />

ogni melomane, che a tavola attende <strong>di</strong><br />

essere stappato nelle più gioiose occasioni<br />

<strong>di</strong> festa, regalando emozioni nell’abbinamento<br />

a tutto pasto, in particolare con<br />

prime e seconde portate <strong>di</strong> mare. Mostra<br />

il volto <strong>di</strong> una <strong>di</strong>namica spensieratezza,<br />

invece, il Franciacorta Docg Brùt Conta<strong>di</strong><br />

Castal<strong>di</strong>, bollicina vivace, ricca <strong>di</strong><br />

fragranza, che pre<strong>di</strong>lige la scorrevolezza<br />

e un linguaggio accessibile, uno stile<br />

equilibrato e versatile. Un vero e proprio passe-partout<br />

per i brin<strong>di</strong>si e le tavole delle feste, col suo<br />

stu<strong>di</strong>ato blend <strong>di</strong> Chardonnay (80%), Pinot Nero<br />

(10%) e Pinot Bianco (10%), che lo trasforma in<br />

perfetto aperitivo insieme a classici finger food, ma<br />

con la sua bocca tesa e croccante, fresca e verticale,<br />

sapida, raffinata e un finale persistente molto piacevole,<br />

è anche abbinamento a piatti vegetariani o<br />

vellutate e da provare con le cozze gratinate. Infine,<br />

la novità tutta scoprire: nuovo arrivato, che <strong>di</strong>etro<br />

a nome ed etichetta cela molto<br />

<strong>di</strong> più. È il Franciacorta<br />

Docg Blànc 2018 Conta<strong>di</strong><br />

Castal<strong>di</strong>, frutto <strong>di</strong><br />

un cammino <strong>di</strong> ricerca<br />

durato 20 anni da parte<br />

della cantina, evoluzione<br />

dell’iconico Soul Satèn<br />

ed Extra Brut in cui<br />

Chardonnay e Pinot<br />

Bianco s’incontrano<br />

alla pari. Una bollicina<br />

che <strong>di</strong>stingue<br />

grazie al suo<br />

carattere deciso.<br />

Una nuova cuvée<br />

asciutta, pulita e lineare,<br />

dove i numeri in etichetta<br />

in<strong>di</strong>cano le 20 selezioni <strong>di</strong><br />

vendemmia e i 37 vigneti da<br />

cui provengono. Attenzione<br />

estrema al dettaglio, per un<br />

sorso affascinante del quale<br />

stupisce il graffiante sviluppo<br />

verticale in un palato<br />

d’autore. A completare un<br />

mosaico spumeggiante che<br />

attende <strong>di</strong> essere stappato.<br />

23


Il Cenone<br />

LA CONTRALTA<br />

AL SOL BRILLA ISOLA<br />

DEI NURAGHI<br />

IGT VERMENTINO<br />

RUSSIZ SUPERIORE<br />

COLLIO DOC<br />

PINOT BIANCO<br />

Un Orange Wine dall’uva a bacca<br />

bianca tipica della Gallura. È la<br />

scelta <strong>di</strong> La Contralta cantina sarda<br />

nata nel 2019 con la volontà <strong>di</strong><br />

valorizzare i vitigni autoctoni.<br />

Il nome della bottiglia proviene<br />

da un verso <strong>di</strong> Umberto Saba<br />

nella poesia “Confine”, ma poi è<br />

il vino che parla con la sua bella<br />

sapi<strong>di</strong>tà e freschezza a bilanciare<br />

la nota alcolica. Si abbina a zuppe<br />

e grigliate <strong>di</strong> pesce, piatti speziati<br />

e paella, ma anche formaggi blu e<br />

<strong>di</strong> lunga stagionatura.<br />

Uno dei vitigni più eleganti nel<br />

ricco panorama ampelografico<br />

italiano, ma anche uno dei più<br />

sottovalutati. Non dal decano del<br />

vino friulano, quel Marco Felluga<br />

che tra i primi ne ha intuito le<br />

straor<strong>di</strong>narie potenzialità. E le ha<br />

valorizzate, forte del supporto che<br />

offre un territorio tra i più vocati<br />

al mondo quando il vino si tinge<br />

<strong>di</strong> bianco: il Collio. Fine, vellutato,<br />

slanciato: in una parola, essenziale.<br />

Quello con l’orata al sale è un<br />

abbinamento eccellente.<br />

FILDIROSE PINOT<br />

GRIGIO ROSÉ<br />

VIGNETI DELLE<br />

DOLOMITI IGT<br />

SANTA BARBARA<br />

MARCHE ROSATO IGT<br />

SENSUADE<br />

Rosato <strong>di</strong> montagna che al palato<br />

regala una piacevole salinità e<br />

freschezza e un’aci<strong>di</strong>tà viva e rinfrescante<br />

che lo rende ideale fin<br />

dall’aperitivo. Selezione <strong>di</strong> uve<br />

da vigneti collocati ai pie<strong>di</strong><br />

delle Dolomiti, si abbina in maniera<br />

straor<strong>di</strong>naria alle pietanze<br />

della cucina me<strong>di</strong>terranea,<br />

iniziando dalle più classiche<br />

variazioni <strong>di</strong> pizza.<br />

Rosé che nasce da un’improvvisa<br />

intuizione dell’istrionico Stefano<br />

Antonucci. Protagonista in ogni<br />

occasione, si contrad<strong>di</strong>stingue<br />

per beva e versatilità. Un vino<br />

dalle gran<strong>di</strong> emozioni, che<br />

prende forma da uve rosse del<br />

territorio e in bocca racconta<br />

<strong>di</strong> un grande equilibrio e <strong>di</strong><br />

una piacevole aci<strong>di</strong>tà, con un<br />

finale fresco e verticale. Si abbina<br />

coi piatti che riportano la<br />

mente in spiaggia, tra fritture,<br />

tartare e paste <strong>di</strong> pesce.<br />

24


Rosso Natale<br />

ALBINO ARMANI<br />

FOJA TONDA<br />

CASETTA VALDADIGE<br />

TERRADEIFORTI<br />

DOC 2018<br />

Frutto in purezza della tra<strong>di</strong>zione.<br />

Dal cuore della Terra dei Forti,<br />

nella Valle dell’A<strong>di</strong>ge, un vino che<br />

è molto più <strong>di</strong> un vino. Ere<strong>di</strong>tà<br />

da preservare: il Casetta (“Foja<br />

Tonda” in <strong>di</strong>aletto) varietà<br />

autoctona ancestrale che oggi ritorna<br />

a far u<strong>di</strong>re la propria voce.<br />

Di spiccata personalità, a tratti<br />

indomita, bevuto giovane sposa<br />

bene primi secon<strong>di</strong> con carni al<br />

sugo, come brasati e spezzatini.<br />

Dopo qualche anno, si abbina<br />

splen<strong>di</strong>damente alla cacciagione.<br />

ELVIO COGNO<br />

BAROLO DOCG<br />

RAVERA BRICCO<br />

PERNICE 2017<br />

Da una vigna nella parte più storica<br />

del cru Ravera, questo grande rosso<br />

s’ispira nel nome al bricco su cui<br />

le pernici in amore costruiscono<br />

il loro nido. Sua caratteristica è<br />

l’avvolgente morbidezza, al palato<br />

si mostra armonico e strutturato.<br />

La nota elegante e suadente lo<br />

promuove già in gioventù, in abbinamento<br />

a carni bianche o rosse<br />

con lunghe cotture e con<strong>di</strong>menti<br />

importanti, arrosti e selvaggina,<br />

brasati, fino ai formaggi a pasta<br />

dura e stagionati.<br />

PASQUA<br />

MAI DIRE MAI<br />

AMARONE DELLA<br />

VALPOLICELLA<br />

DOCG 2013<br />

Frutto <strong>di</strong> un vigneto in un luogo<br />

estremo, Montevegro, che in<br />

veronese significa “incoltivabile”,<br />

ma oggi, grazie alla lungimiranza<br />

<strong>di</strong> chi vi piantò le vigne oltre 40<br />

anni fa, regala una delle Icons<br />

Pasqua. Amarone <strong>di</strong> nuova generazione<br />

che esprime l’identità<br />

della collina, domandando <strong>di</strong><br />

ritrovarla ancora vibrante nel calice<br />

tra 40 anni. Vino da collezione<br />

che propone <strong>di</strong> avventurarsi alla<br />

scoperta delle emozioni che saprà<br />

suscitare la sua curva evolutiva.<br />

PASQUALE PELISSERO<br />

BARBARESCO<br />

BRICCO SAN GIULIANO<br />

DOCG 2019<br />

Annata speciale, quella delle prime<br />

100 vendemmie <strong>di</strong> un’azienda, ma<br />

soprattutto bottiglia in cui sono<br />

racchiuse idealmente quattro generazioni<br />

<strong>di</strong> una famiglia. Custo<strong>di</strong><br />

in Langa della tra<strong>di</strong>zione: quando<br />

si parla <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> fermentazione<br />

e uso <strong>di</strong> solo botti gran<strong>di</strong>.<br />

Grande rosso che porta in calice<br />

la passione <strong>di</strong> Giuseppe, Pasquale,<br />

Ornella e, oggi, Simone, compagno<br />

a tavola insieme a brasato,<br />

carni arrosto, agnolotti del plin <strong>di</strong><br />

carne, pasta o lasagne al ragù.<br />

25


Un Classico brin<strong>di</strong>si tricolore<br />

CANTINA DELLA VOLTA<br />

LAMBRUSCO DI<br />

SORBARA SPUMANTE<br />

ROSÉ DOC BRUT<br />

METODO CLASSICO<br />

Selezione delle migliori uve <strong>di</strong> Sorbara,<br />

questo Lambrusco <strong>di</strong> Sorbare<br />

Metodo Classico si presenta con<br />

un bellissimo vestito rosa tenue,<br />

solcato da una spuma delicata<br />

nelle sue bollicine <strong>di</strong> carbonica.<br />

In bocca è vigorosamente<br />

acido, con quel tocco <strong>di</strong> raffinata<br />

sapi<strong>di</strong>tà che invoglia tanto<br />

il sorso, quanto l’abbinamento.<br />

Di buon corpo, è perfetto per<br />

accompagnare aperitivi, piatti<br />

a base <strong>di</strong> pesce e carni bianche.<br />

LA MONTINA<br />

FRANCIACORTA<br />

RISERVA QUOR<br />

NATURE BRUT 2016<br />

Quor nasce nei migliori vigneti La<br />

Montina. Poi un lungo affinamento<br />

sui lieviti per 72 mesi dona il suo<br />

carattere a un blend <strong>di</strong> Chardonnay<br />

e Pinot Nero, il cui palato<br />

avvolgente lascia spazio ad un<br />

finale fresco, tanto da renderlo<br />

perfetto da degustare in assolo<br />

o abbinato a piatti complessi.<br />

Il fiore all’occhiello <strong>di</strong> una<br />

cantina che fa capolino solo<br />

con le vendemmie migliori.<br />

OLTREPÒ PAVESE DOCG<br />

PINOT NERO SPUMANTE<br />

ROSÉ CRUASÉ 2018<br />

Grande bollicina che nasce sul gesso<br />

e deve la propria soffice cremosità<br />

alla lunga permanenza sui lieviti.<br />

Al palato, la sua è un’effervescenza<br />

fine e setosa, ravvivata da vibrante<br />

aci<strong>di</strong>tà e leggera vena sapida ben<br />

fusa con la polpa succosa dei<br />

frutti rossi. Da portare in tavola<br />

insieme a carpacci <strong>di</strong> pesce, crostacei<br />

a carne dolce, come astice,<br />

aragosta o gamberoni rossi,<br />

tartare <strong>di</strong> carne e salumi nobili,<br />

quali Crudo <strong>di</strong> Parma, Culatello,<br />

Jamon Iberico e Patanegra.<br />

MEDICI ERMETE<br />

CAREZZA LAMBRUSCO<br />

MODENA DOC<br />

SPUMANTE METODO<br />

CLASSICO BRUT<br />

Metodo Classico da uve Lambrusco<br />

<strong>di</strong> Sorbara dal colore rosa intenso e<br />

un perlage molto fine e persistente.<br />

Al palato è asciutto, fruttato, vibrante.<br />

Da bersi giovane, entro<br />

un massimo <strong>di</strong> uno o due anni,<br />

accompagna Parmigiano Reggiano<br />

24-30 mesi, erbazzone e<br />

prosciutto crudo <strong>di</strong> Parma 24<br />

mesi in un abbinamento della<br />

tra<strong>di</strong>zione. È da provare con<br />

ostriche e spaghetti con le vongole,<br />

ma anche con Sushi, Quesa<strong>di</strong>llas,<br />

cozze fritte o paella.<br />

26


Champagne per tutti i gusti<br />

BILLECART-SALMON<br />

BRUT ROSÉ<br />

DE VENOGE CUVÉE<br />

DE PRESTIGE<br />

LOUIS XV 2012<br />

Assemblaggio classico dei tre vitigni più<br />

importanti (40% Meunier, 30% Pinot<br />

Noir, 30% Chardonnay), appartenenti<br />

a varie annate, la sua peculiarità<br />

risiede nell’aggiunta al momento<br />

della “mise sur lie” <strong>di</strong> un 8% <strong>di</strong><br />

Pinot Noir fermo proveniente<br />

dal vigneto situato accanto alla<br />

Maison. Champagne <strong>di</strong> grande<br />

finezza e intensità espressiva,<br />

ottimo all’aperitivo, ma anche<br />

con piatti <strong>di</strong> salmone selvatico o<br />

sushi. Servito al dessert, valorizza<br />

il sapore dei frutti rossi.<br />

Il più pregiato degli Champagne<br />

de<strong>di</strong>cato al Re che col suo decreto<br />

del 25 maggio 1728 ha dato inizio<br />

all’epopea della bollicina più amata.<br />

Soli Grand Cru <strong>di</strong> Chardonnay<br />

(Avize, Oger e Le Mesnil-sur-Oger)<br />

e Pinot Noir (Verzenay e<br />

Bouzy), in bocca l’attacco è<br />

potente con una freschezza<br />

eccezionale, il finale salino.<br />

Si apprezza in aperitivo,<br />

ma accompagna l’intero<br />

pasto: noblesse oblige.<br />

GUY-CHARLEMAGNE<br />

GRAND CRU BLANC<br />

DE BLANCS RÉSERVE<br />

BRUT<br />

LAURENT-PERRIER<br />

LA CUVÉE BRUT<br />

100% Chardonnay<br />

Grand Cru proveniente<br />

dai terroir <strong>di</strong> Le Mesnil-sur-Oger<br />

e Oger.<br />

Per uno Champagne<br />

<strong>di</strong> grande longevità,<br />

armonioso,<br />

pieno, con una buona<br />

mineralità. Elegante<br />

ed ottimo come aperitivo,<br />

sposa bene ostriche e<br />

crostacei.<br />

Champagne frutto <strong>di</strong> un assemblaggio<br />

<strong>di</strong> più <strong>di</strong> 100 Cru selezionati dove si<br />

utilizzano solo i mosti della cuvée,<br />

cioè il meglio, è combinazione<br />

<strong>di</strong> Chardonnay, Pinot Noir e<br />

Meunier. Purezza, freschezza<br />

ed eleganza definiscono questa<br />

bollicina perfetta in aperitivo, ma<br />

ideale compagna anche con carni<br />

bianche e peschi delicati.<br />

27


Calici <strong>di</strong> sostenibilità<br />

BARONE PIZZINI<br />

BRUT NATURAE<br />

FRANCIACORTA<br />

EDIZIONE 2018<br />

PIZZOLATO SPUMANTE<br />

METODO CLASSICO<br />

BRUT NATURE<br />

Rigoroso, franco, dalla fitta sapi<strong>di</strong>tà,<br />

l’importante struttura e la buona<br />

impalcatura acida, questo Metodo<br />

Classico nasce da uve provenienti<br />

dal vigneto più elevato della cantina,<br />

Pian delle Viti, dove il terreno<br />

calcareo conferisce nel calice<br />

una piacevole nota speziata.<br />

Franciacorta, base Chardonnay<br />

(60%) e Pinot Nero (40%),<br />

mordace nel midollo, ogni E<strong>di</strong>zione<br />

è il risultato <strong>di</strong> un’annata<br />

unica ed irripetibile. L’ideale<br />

con frutti <strong>di</strong> mare e sushi.<br />

Vino bio e Vegan certificato, bollino<br />

d’oro al The Wine Hunter Awards<br />

<strong>2022</strong>, è bollicina che nasce dall’incontro<br />

tra Chardonnay e Manzoni<br />

Bianco del trevigiano. Sinfonia<br />

<strong>di</strong> due gran<strong>di</strong> uve, che segue<br />

un’attenta rifermentazione sui<br />

lieviti per 36 mesi. Al palato<br />

molto ampio e morbido, il<br />

finale è sapido e asciutto. Dalla<br />

buona aci<strong>di</strong>tà iniziale e la marcata<br />

mineralità, ideale aperitivo,<br />

perfettamente accompagna<br />

crostacei, frutti <strong>di</strong> mare e sushi.<br />

RIDOLFI RISERVA<br />

MERCATALE BRUNELLO<br />

DI MONTALCINO<br />

DOCG 2016<br />

VALDO AMOR SOLI<br />

VALDOBBIADENE PROSECCO<br />

SUPERIORE DOCG<br />

BIOLOGICO BRUT 2021<br />

Un Brunello che ha conquistato<br />

anche @thewinekiller Luca<br />

Gar<strong>di</strong>ni, uno dei migliori palati al<br />

mondo, che lo ha inserito nei 50<br />

Top Wines tricolore. 100% Sangiovese,<br />

selezione delle migliori<br />

uve nelle migliori annate, al palato,<br />

l‘impatto gustativo è armonico<br />

ed elegante, con nerbo e carattere.<br />

Per una Riserva che sposa<br />

piatti <strong>di</strong> carni rosse e selvaggina,<br />

ottima coi formaggi stagionati,<br />

ma da tenere a conto anche quale<br />

vino da me<strong>di</strong>tazione.<br />

Secondo capitolo della <strong>di</strong>chiarazione<br />

d’amore della famiglia Bolla<br />

alle colline <strong>di</strong> Valdobbiadene,<br />

brin<strong>di</strong>si sostenibile delicato<br />

ed elegante, con la bag green<br />

in e<strong>di</strong>zione limitata realizzata<br />

su misura da Resilia e confezionata<br />

a mano dalle donne<br />

<strong>di</strong> D-Hub, che nel calice si<br />

trasforma in aperitivo <strong>di</strong> alto<br />

livello, abbinandosi anche<br />

a gran parte dei primi piatti<br />

<strong>di</strong> pasta fresca della cucina<br />

italiana, in primis <strong>di</strong> pesce.<br />

28


Un regalo <strong>di</strong>Vino<br />

BANFI BRUNELLO<br />

DI MONTALCINO RISERVA<br />

POGGIO ALL’ORO 2016<br />

BERLUCCHI ’61<br />

FRANCIACORTA<br />

EXTRA BRUT<br />

Un brin<strong>di</strong>si in grande,<br />

da provare in Magnum<br />

o Jéroboam da 3 litri.<br />

Formati all’altezza <strong>di</strong><br />

una Riserva da singolo<br />

vigneto che nasce solo<br />

in gran<strong>di</strong> annate (16 in<br />

totale dal battesimo nel<br />

1985), il primo Brunello<br />

Prodotto Sostenibile<br />

Equalitas. Vino da lungo<br />

invecchiamento, accompagna<br />

in modo sublime<br />

piatti ricchi e complessi.<br />

Speciale cofanetto luxury<br />

“61 Numero Primo”, che<br />

ripercorre i meravigliosi<br />

60 anni dalla nascita del<br />

primo Franciacorta e<br />

arricchito da una stampa<br />

litografica. Con la sua<br />

freschezza agrumata,<br />

la gradevole aci<strong>di</strong>tà<br />

e l’eleganza senza<br />

tempo, è idea regalo<br />

e perfetto accompagnamento<br />

sulla tavola<br />

delle feste.<br />

CANTINA PUIATTI METODO<br />

CLASSICO COLLECTION<br />

VEUVE CLICQUOT<br />

THE ICONS CLICQUOT<br />

ICE JACKET<br />

Ribolla Gialla, Blanc de Blancs e<br />

Rosé de Noirs: Metodo Classico,<br />

in cofanetto de<strong>di</strong>cato, espressione <strong>di</strong> uno stile contemporaneo,<br />

fresco, che esalta la piacevolezza <strong>di</strong> beva.<br />

Ispirata alle mute dei sub, è una<br />

“giacca” trendy, composta al 100%<br />

da plastica riciclata, per conserva<br />

al fresco, ovunque e in qualsiasi<br />

momento, la Cuvée Yellow<br />

Label, Champagne che riesce<br />

a conciliare due caratteristiche<br />

opposte – forza e setosità – e a<br />

mantenerle in perfetto equilibrio<br />

con l’intensità aromatica e una<br />

grande freschezza. L’ideale per<br />

un aperitivo, nonché perfetto<br />

accompagnamento a tutto pasto.<br />

29


Un dolce finale<br />

CANTINE COLOSI NA’JM<br />

MALVASIA<br />

DELLE LIPARI<br />

DOP PASSITO<br />

FLORIO MARSALA<br />

DOC SUPERIORE<br />

DOLCE SD1217<br />

Ottimo vino da dessert e da me<strong>di</strong>tazione<br />

figlio della millenaria<br />

tra<strong>di</strong>zione enologica delle Isole<br />

Eolie, in linea col suo nome, che in<br />

arabo significa “dolce, con garbo”,<br />

si presenta col suo sapore caldo<br />

e vellutato, una leggera tannicità,<br />

l’ottima struttura e il grande<br />

equilibrio. Si sposa bene con dolci<br />

secchi, dolci al cucchiaio, gelati e<br />

mascarpone, ma risulta perfetto<br />

anche con formaggi erborinati.<br />

Equilibrato e piacevole, è sintesi<br />

enologica <strong>di</strong> un viaggio tra legni<br />

<strong>di</strong> rovere dalle molteplici forme<br />

e <strong>di</strong>mensioni nella grandezza<br />

delle Cantine Florio che nel<br />

calice offre poi i suoi cal<strong>di</strong> profumi<br />

<strong>di</strong> dattero e mele al naso e<br />

un palato d’uva matura. Ottimo<br />

accompagnamento per un dolce<br />

speciale, questo Marsala affina<br />

minimo quattro e si abbina a<br />

materie prime <strong>di</strong> qualità, a iniziare<br />

dal cioccolato fondente.<br />

MARCHESI DI GRESY LA<br />

SERRA MOSCATO D’ASTI<br />

DOCG 2021<br />

TENUTE TOMASELLA<br />

CHINOMORO MERLOT<br />

CHINATO<br />

100% Moscato dalla tenuta La Serra,<br />

è la scelta ideale per accompagnare<br />

tutta la pasticceria secca, le<br />

crostate e la frutta fresca. Al palato<br />

l’armonia tra la freschezza<br />

e la morbidezza degli zuccheri<br />

residui offre un vino bianco da<br />

dessert naturalmente e leggermente<br />

frizzante, dalla grande<br />

bevibilità e piacevolezza.<br />

Ricco vino <strong>di</strong>gestivo ottenuto dalla<br />

vinificazione <strong>di</strong> uve selezionate <strong>di</strong><br />

Merlot, invecchiato in botti <strong>di</strong> rovere<br />

e reso gustoso da erbe essenziali e in<br />

più arancia e fiori <strong>di</strong> sambuco. Pieno<br />

<strong>di</strong> carattere, armonia e dal durevole<br />

e piacevole sapore, è eccellente se<br />

accompagnato con del cioccolato<br />

fondente e con i dessert a base <strong>di</strong><br />

cioccolato. Ottimo dopocena, servito<br />

leggermente fresco in bicchiere da<br />

liquore.<br />

30


VIVI TUTTI I GIORNI<br />

LA TUA PASSIONE PER IL VINO<br />

winecouture.it<br />

DA LEGGERE. TUTTO DI UN FIATO

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