GEOmedia_5_2022
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Rivista bimestrale - anno XXVI - Numero - 5/<strong>2022</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />
TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />
GIS<br />
CATASTO<br />
3D CITY<br />
INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />
FOTOGRAMMETRIA EDILIZIA<br />
URBANISTICA DIGITAL TWIN<br />
REMOTE SENSING<br />
GNSS<br />
SPAZIO<br />
RILIEVO AMBIENTE TOPOGRAFIA<br />
LiDAR<br />
GEOBIM<br />
LASER SCANNING<br />
BENI CULTURALI<br />
SMART CITY<br />
Set/Ott <strong>2022</strong> anno XXVI N°5<br />
Simultaneous<br />
Localization<br />
SPACE4ENERGY<br />
TECHNOLOGYFORALL <strong>2022</strong><br />
REPORT EEASI
Il rapido aggiornamento della<br />
cartografia IGM al 25000<br />
L’Istituto Geografico Militare portò a termine alla fine degli anni ’90, l’impianto delle famose<br />
“tavolette” che, nella scala 1:25.000, hanno rappresentato il riferimento cartografico per l’intero<br />
territorio italiano sin dall’unità d’Italia. Per il suo carattere fortemente dinamico il territorio<br />
alla base della Carta Topografica d’Italia, ha subito molte variazioni che, oltre alle adozioni<br />
di diversi sistemi di riferimento, riflettono le variazioni antropiche generalmente dovute alle<br />
grandi infrastrutture e opere di urbanizzazione. La produzione ripresa a cavallo del millennio<br />
ha visto grandi costi di realizzazione e stampa che hanno portato alla sospensione di questa<br />
attività nel 2014, anche in considerazione dell’avvento delle nuove tecnologie offerte dal digitale.<br />
Quest’ultime hanno portato a produrre la nuova serie cartografica, sempre alla scala nominale<br />
1:25.000, prodotta a partire dal <strong>2022</strong>, con allestimento cartografico automatico basato sui dati<br />
del DataBase di Sintesi Nazionale (DBSN).<br />
Il DBSN, è una banca dati geografica contenente le informazioni territoriali derivate<br />
principalmente dai dati geotopografici regionali che sono stati armonizzati e omogeneizzati nella<br />
struttura per renderla omogenea a livello nazionale, mantenendo il livello di dettaglio originario.<br />
Non solo, è stata attuata una sinergia con gli altri Enti pubblici nazionali, ad esempio le mappe<br />
catastali dell’Agenzia delle Entrate, i dati dell’Istat, dati di altri Ministeri, ed è stata considerata<br />
anche l’informazione geografica libera, disponibile sul web, come i dati di Open Street Map<br />
(OSM). Laddove l’informazione derivata non era sufficiente sono stati acquisiti direttamente<br />
dati da ortoimmagini. La viabilità è stata aggiornata almeno per i collegamenti principali, i limiti<br />
amministrativi sono derivati da quelli catastali curando la congruenza con i confini amministrativi<br />
dei comuni e dello Stato; l’edificato è classificato in categorie d’uso principali. Il tutto coronato da<br />
un’attività di aggiornamento e normalizzazione della toponomastica che è ancora in atto.<br />
Il DBSN, in formato vettoriale, è alla base della derivazione della cartografia raster alla scala<br />
1:25.000 con procedure automatiche di generalizzazione cartografica ed applicazione della<br />
simbologia definita.<br />
Il sistema di riferimento utilizzato è RDN2008/Italy Zone (Fuso Italia) E-N, EPSG 7794<br />
(equivalente al RDN2008/Italy Zone (Fuso Italia) N-E, EPSG 6875, ma con l'ordine delle<br />
coordinate invertito: prima la Est e poi la Nord).<br />
Il DBSN è reso disponibile sotto la Licenza Open Data Commons Open Database License<br />
(ODbL) ver. 1.0 e le sezioni, non più “tavolette” a causa del nuovo taglio geografico adottato<br />
nel secolo scorso, sono disponibili in formato raster con download sul sito dell’IGM, dietro<br />
pagamento dei relativi diritti di copia (ad oggi circa 3 euro a sezione di 18 x 14 km) e vengono rese<br />
disponibili, con qualche giorno di attesa. Probabilmente sono sempre assemblate con gli ultimi<br />
dati disponibili.<br />
Possiamo pertanto parlare di mappe fresche e sempre aggiornate anche per la cartografia di base<br />
del nostro territorio, che per le sue caratteristiche peculiari e di sfruttamento, è in un continuo e<br />
profondo mutamento.<br />
Alla data attuale sono disponibili le cartografie vettoriali e raster delle regioni Sicilia, Calabria,<br />
Basilicata, Puglia, Molise, Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Campania e Sardegna e le<br />
altre sono in corso di controllo per essere rilasciate a breve termine.<br />
Buona lettura,<br />
Renzo Carlucci
FOCUS<br />
In questo<br />
numero...<br />
FOCUS<br />
REPORT<br />
MEMORIE<br />
Space4Energy:<br />
come gli asset<br />
spaziali possono<br />
aiutarci a risolvere<br />
il problema<br />
dell’energia<br />
di Marco Lisi<br />
6<br />
ROBOTICA<br />
AEROFOTOTECA<br />
12<br />
TECHNOLOGY<br />
for ALL <strong>2022</strong><br />
a cura della Redazione<br />
ALTRE<br />
RUBRICHE<br />
24 ESA<br />
34 MERCATO<br />
42 AGENDA<br />
In copertina l'immagine del<br />
rilievo biometrico allo Scalo<br />
de Pinedo sul Tevere durante<br />
la giornata dei workshop sul<br />
campo del TchnologyForAll.<br />
Il vertice EAASI:<br />
l'evento più<br />
importante dell'anno<br />
per l'industria<br />
del rilevamento<br />
aereo in Europa<br />
di Renzo Carlucci<br />
16<br />
geomediaonline.it<br />
4 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong><br />
<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />
Da oltre 25 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />
processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />
in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />
In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />
per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />
geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />
della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />
spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.
È rimasto<br />
solo il nome<br />
(la fine di<br />
una stagione)<br />
di Attilio Selvini<br />
20<br />
INSERZIONISTI<br />
AMPERE 23<br />
CIPA 41<br />
Epsilon 35<br />
Esri 37<br />
Geomax 34<br />
GISTAM 19<br />
Gter 15<br />
Nais Solutions 11<br />
Planetek 2<br />
Stonex 43<br />
Strumenti Topografici 44<br />
Teorema 42<br />
Simultaneous<br />
Localization<br />
and Mapping: la<br />
soluzione chiave<br />
per il rilievo in<br />
movimento<br />
di Eleonora Maset<br />
e Lorenzo Scalera<br />
26<br />
Sullo sfondo una vista della<br />
Valle del Fucino, nell'Italia<br />
centrale, si trova il Centro<br />
Spaziale del Fucino, dove<br />
Telespazio gestirà le prime<br />
attività orbitali del Meteosat<br />
Third Generation Imager,<br />
che verrà lanciato il 13<br />
dicembre dallo spazioporto<br />
europeo nella Guyana Francese.<br />
la “pianta<br />
topografica della<br />
zona archeologica<br />
di roma. esempio di<br />
unione di tre levate<br />
consecutive” (1909)<br />
di Laura Castrianni<br />
28<br />
una pubblicazione<br />
Science & Technology Communication<br />
<strong>GEOmedia</strong>, la prima rivista italiana di geomatica.<br />
ISSN 1128-8132<br />
Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />
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Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />
Numero chiuso in redazione il 30 dicembre <strong>2022</strong>.
FOCUS<br />
Space4Energy: come gli asset<br />
spaziali possono aiutarci a<br />
risolvere il problema dell’energia<br />
di Marco Lisi<br />
La situazione geopolitica<br />
internazionale impone<br />
un nuovo passo verso una<br />
soluzione integrata e coordinata<br />
a livello europeo, facendo leva su<br />
tutte le capacità europee, comprese<br />
le risorse spaziali.<br />
Lo spazio può svolgere un ruolo<br />
fondamentale nella decarbonizzazione<br />
della nostra economia e<br />
nel raggiungimento dell'obiettivo<br />
strategico di indipendenza energetica<br />
ed autonomia.<br />
Alla fine del 2019 la Commissione Europea presentava lo<br />
“European Green Deal”, fissando l’obiettivo di rendere<br />
l’Europa climaticamente neutrale entro il 2050. Tale<br />
obiettivo definiva implicitamente la necessità di cambiare<br />
rapidamente i nostri sistemi di approvvigionamento<br />
energetico, che attualmente rappresentano il 75% delle<br />
emissioni di gas serra della UE.<br />
I recenti eventi internazionali nell'Europa dell'Est hanno<br />
mostrato con evidenza e drammaticità l'urgenza di<br />
un'infrastruttura energetica che renda l'Europa non<br />
solo climaticamente neutrale, ma anche il più possibile<br />
indipendente ed autonoma.<br />
Trovare un modo efficace per affrontare l'attuale scarsità<br />
delle risorse energetiche e contemporaneamente il<br />
problema del cambiamento climatico richiede una<br />
completa trasformazione dei sistemi energetici esistenti<br />
e il miglior sfruttamento possibile delle cosiddette fonti di<br />
energia rinnovabile.<br />
Le energie rinnovabili<br />
Dalla rivoluzione industriale,<br />
il mix energetico della maggior<br />
parte dei paesi del mondo è stato<br />
dominato da combustibili fossili.<br />
Ciò ha importanti implicazioni<br />
per il clima globale e per la salute<br />
umana. Tre quarti delle emissioni<br />
globali di gas serra derivano dalla<br />
combustione di combustibili fossili<br />
per produrre energia.<br />
Per ridurre le emissioni di CO2 e<br />
l'inquinamento atmosferico locale,<br />
il mondo deve spostarsi rapidamente<br />
verso fonti energetiche<br />
a bassa emissione di carbonio:<br />
nucleare (fonte energetica ancora<br />
molto dibattuta) ed energie rinnovabili.<br />
L'energia rinnovabile, anche denominata<br />
energia pulita, è solitamente<br />
derivata da fonti naturali,<br />
quali il sole ed il vento, che sono<br />
teoricamente disponibili in quantità<br />
illimitata e vengono costantemente<br />
reintegrate.<br />
L'energia non rinnovabile, al<br />
contrario, proviene da fonti limitate<br />
che potrebbero esaurirsi,<br />
6 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
come i combustibili fossili:<br />
carbone, petrolio e gas.<br />
I combustibili fossili hanno<br />
impiegato centinaia di milioni<br />
di anni per formarsi e<br />
sono preziosi per l'umanità<br />
in quanto fonte di prodotti<br />
chimici organici molto<br />
complessi. D'altra parte, i<br />
combustibili fossili, quando<br />
vengono bruciati per produrre<br />
energia, causano emissioni<br />
nocive di gas serra, come l'anidride<br />
carbonica.<br />
La generazione di energia rinnovabile<br />
crea emissioni di gran<br />
lunga inferiori rispetto alla<br />
combustione di combustibili<br />
fossili, quindi passare da essi alle<br />
energie rinnovabili è la chiave<br />
per affrontare il problema della<br />
crisi climatica.<br />
Il mercato globale delle energie<br />
rinnovabili è stato valutato a<br />
circa 900 miliardi di dollari nel<br />
2020 e si prevede che raggiungerà<br />
2000 miliardi di dollari<br />
entro il 2030.<br />
Sebbene le risorse rinnovabili<br />
siano spesso viste come risorse<br />
sostenibili, questo non è sempre<br />
il caso in quanto rinnovabile<br />
si riferisce alla risorsa energetica<br />
e non ai processi associati<br />
all'estrazione e alla raffinazione<br />
della risorsa.<br />
In molti casi, l'estrazione di<br />
energia da una risorsa rinnovabile<br />
richiede ancora input<br />
fossili che avranno un impatto<br />
Fig. 1 - La catena del valore dell’energia, dal produttore al consumatore.<br />
sull'ambiente e, quindi, sulla<br />
sostenibilità.<br />
Altri fattori che influenzano<br />
la sostenibilità ambientale di<br />
una risorsa rinnovabile sono i<br />
materiali dei processi produttivi<br />
utilizzati e il sistema energetico<br />
in cui è integrata.<br />
Poiché la maggior parte delle<br />
tecnologie di energia rinnovabile<br />
fornisce elettricità, l'energia<br />
rinnovabile viene associata ad<br />
una espansione dell'elettrificazione,<br />
il che ha diversi vantaggi:<br />
l'elettricità può spostare il calore<br />
o gli oggetti in modo efficiente<br />
ed è pulita nel punto di consumo.<br />
Inoltre, l'elettrificazione<br />
con energia rinnovabile è più<br />
efficiente e porta quindi a significative<br />
riduzioni del fabbisogno<br />
di energia primaria. In conclusione,<br />
l'ecosistema delle energie<br />
rinnovabili è estremamente<br />
variegato, poiché variegate e<br />
distribuite sono le diverse fonti<br />
che vi contribuiscono. Inoltre,<br />
è tipica delle energie rinnovabili<br />
la presenza di un duplice attore,<br />
il “prosumer”, che può essere, a<br />
seconda dei tempi, consumatore<br />
e anche produttore di energia<br />
(è il caso degli impianti solari<br />
fotovoltaici domestici).<br />
La catena del valore/approvvigionamento<br />
di energia rinnovabile<br />
è mostrata nella figura 1.<br />
Vale la pena notare due aspetti:<br />
la trasformazione finale della<br />
maggior parte delle energie in<br />
elettricità; e il ruolo centrale<br />
svolto dalla “rete intelligente”.<br />
La rete intelligente (“smart power<br />
grid”) è una rete elettrica<br />
di seconda generazione basata<br />
su tecnologia e comunicazioni<br />
digitali, utilizzata per gestire in<br />
modo bidirezionale elettricità<br />
Fig. 2 - Rete elettrica convenzionale (sinistra); “smart power grid” (destra).<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 7
FOCUS<br />
Fig. 3 - La “Smart Power Grid” è parte dell’“Internet of Energy”.<br />
da e per gli utenti, tramite comunicazione<br />
digitale anch’essa<br />
bidirezionale. Questo sistema<br />
consente il monitoraggio, l'analisi,<br />
il controllo e la comunicazione<br />
all'interno della catena di<br />
approvvigionamento per contribuire<br />
a migliorare l'efficienza,<br />
ridurre il consumo di energia<br />
e i costi, e massimizzare la trasparenza<br />
e l'affidabilità della<br />
catena di approvvigionamento<br />
energetico. La “smart grid” è<br />
stata introdotta con l'obiettivo<br />
di superare i punti deboli delle<br />
reti elettriche convenzionali,<br />
che sono unidirezionali e quindi<br />
non adatte alla generazione distribuita<br />
tipica delle energie rinnovabili,<br />
utilizzando elementi<br />
di monitoraggio e controllo distribuiti<br />
(IoT, SCADA, “Phasor<br />
Measurement Units”, “Smart<br />
Meters”) (figura 2).<br />
Fig. 4 - Gli asset spaziali dell’Unione Europea a supporto dell’ecosistema energetico.<br />
La rete dei produttori di energie<br />
tradizionali, dei consumatori<br />
delle stesse e dei "prosumer"<br />
(consumatori ed allo stesso tempo<br />
produttori) di energie rinnovabili<br />
è quella che viene anche<br />
chiamata "Internet of Energy"<br />
(IoE).<br />
“Internet of Energy” è un termine<br />
tecnologico che si riferisce<br />
specificamente all'aggiornamento<br />
e all'automazione delle infrastrutture<br />
elettriche per industrie<br />
manufatturiere e produttori di<br />
energia. L’obiettivo di questa<br />
evoluzione della rete elettrica è<br />
quello di una migliore efficienza<br />
nella distribuzione, con conseguente<br />
riduzione dell’impatto<br />
ambientale. Tuttavia, data la<br />
tendenza verso una conversione<br />
finale di tutte le energie in energia<br />
elettrica, che permette una<br />
distribuzione e uno stoccaggio<br />
più convenienti, il termine può<br />
essere generalmente applicato<br />
all'intero ecosistema e catena<br />
del valore delle energie rinnovabili<br />
(figura 3).<br />
L'IoE consente la raccolta e lo<br />
scambio di informazioni sull'energia,<br />
chiamate "Energy Big<br />
Data".<br />
I “big data” stanno cambiando<br />
il futuro del settore delle energie<br />
rinnovabili e, più in generale,<br />
quello della produzione e distribuzione<br />
dell’energia.<br />
L'analisi dei “big data” fornisce<br />
agli operatori di rete, ai produttori<br />
di energia ed ai servizi<br />
di distribuzione le tendenze del<br />
consumo di energia in tempo<br />
reale, consentendo loro di prevedere<br />
dove e quando la domanda<br />
o il consumo di energia<br />
raggiungeranno il picco.<br />
Gli operatori di rete, che gestiscono<br />
e tracciano la produzione<br />
e la consegna dell'energia, possono<br />
indirizzare, con l'ausilio di<br />
tali dati, gli adeguamenti della<br />
fornitura di energia in base alle<br />
loro effettive esigenze.<br />
L'IoE include l'intera infrastrut-<br />
8 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
FOCUS<br />
Fig. 5 - contributi delle risorse spaziali alla risoluzione del problema energetico.<br />
tura energetica, dalla produzione<br />
di energia alla sua fornitura<br />
ai consumatori, utilizzando l'intelligenza<br />
artificiale (AI) nelle<br />
centrali elettriche e nei sistemi<br />
di distribuzione.<br />
All'interno dell'IoE, si fondono<br />
in modo sinergico la tecnologia<br />
delle reti intelligenti (“smart<br />
power grids”) e l'Internet delle<br />
cose (“Internet of Things”,<br />
IoT), che aiutano i produttori<br />
ed i distributori di energia a<br />
monitorare l’infrastruttura ed<br />
a fornire energia in modo più<br />
efficiente.<br />
È in questa nuova prospettiva<br />
che le risorse spaziali possono<br />
svolgere il loro ruolo, in tutte le<br />
loro aree principali: Osservazione<br />
della Terra, Posizionamento<br />
e Tempo (GNSS), Telecomunicazioni.<br />
Applicazioni dell’osservazione<br />
della Terra da satellite,<br />
del GNSS e delle comunicazioni<br />
via satellite per la<br />
generazione e distribuzione<br />
dell’energia<br />
L'ecosistema spaziale dell'UE<br />
(Copernicus, Galileo/EGNOS<br />
e, presto, GovSatCom/IRISS)<br />
è già utilizzato per servire gli<br />
obiettivi espressi dal “Green<br />
Deal” (figura 4).<br />
Il sistema di osservazione della<br />
Terra, Copernicus, monitora<br />
l'ambiente terrestre da tempo,<br />
fornendo una combinazione<br />
unica di dati e servizi completi,<br />
gratuiti e aperti in sei aree tematiche<br />
(terra, mare, atmosfera,<br />
cambiamento climatico, gestione<br />
delle emergenze e sicurezza).<br />
EGNOS e GNSS contribuiscono<br />
al Green Deal europeo<br />
attraverso il posizionamento, la<br />
navigazione e la distribuzione di<br />
un riferimento di tempo accurato<br />
ed affidabile, utilizzato, ad<br />
esempio, nella sincronizzazione<br />
di tutti i nodi della prossima<br />
rete di distribuzione dell'energia<br />
elettrica, la “rete intelligente”.<br />
GovSatCom e IRISS (IRIS 2 ),<br />
fornendo comunicazioni sicure<br />
ed a livello globale, potrebbero<br />
diventare la spina dorsale<br />
dell’"Internet dell'energia",<br />
rendendo questa infrastruttura<br />
critica più affidabile e resiliente.<br />
Le risorse spaziali (immagini<br />
satellitari, comunicazioni, navigazione,<br />
ecc.) possono essere<br />
utilizzate a beneficio delle parti<br />
interessate nel settore delle reti<br />
energetiche con una multiforme<br />
ed innovativa gamma di contributi<br />
(figura 5).<br />
L'obiettivo è sviluppare servizi<br />
in grado di migliorare le prestazioni<br />
della rete energetica,<br />
ridurre i costi e mitigare i problemi<br />
derivanti dalla gestione,<br />
manutenzione e esercizio delle<br />
infrastrutture. Inoltre, un uso<br />
integrato e sinergico dei sistemi<br />
spaziali può fornire alle reti<br />
energetiche la flessibilità necessaria<br />
per far fronte al complesso<br />
scenario delle fonti rinnovabili e<br />
dell’autonomia energetica.<br />
Un approccio integrato<br />
all’utilizzo dei sistemi spaziali<br />
Il sistema energetico odierno è<br />
ancora costruito su diverse catene<br />
del valore energetiche parallele<br />
e verticali, che collegano<br />
rigidamente specifiche risorse<br />
energetiche con specifici settori<br />
di utilizzo finale.<br />
È necessaria un'integrazione del<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 9
FOCUS<br />
sistema energetico, ovvero una<br />
pianificazione e un funzionamento<br />
coordinati del sistema<br />
energetico "nel suo insieme",<br />
tra più vettori energetici, infrastrutture<br />
e settori di consumo.<br />
Un sistema più integrato sarà<br />
anche un sistema “multidirezionale”,<br />
in cui i consumatori svolgono<br />
un ruolo attivo nell'approvvigionamento<br />
energetico.<br />
Unità produttive decentrate e<br />
utenti/produttori contribuiscono<br />
attivamente all'equilibrio<br />
complessivo e alla flessibilità del<br />
sistema.<br />
L'integrazione del sistema<br />
energetico si tradurrà in più<br />
collegamenti fisici tra i vettori<br />
energetici. Ciò richiede un nuovo<br />
approccio olistico per la pianificazione<br />
delle infrastrutture<br />
locali e su larga scala, compresa<br />
la protezione e la resilienza delle<br />
infrastrutture critiche.<br />
Data la crescente predominanza<br />
dell'energia elettrica sulle altre<br />
tipologie di energia, la “smartgrid”<br />
dell'energia elettrica sarà il<br />
fulcro del futuro sistema energetico<br />
integrato, sia in termini<br />
di distribuzione sia in termini<br />
di accumulo (figura 6).<br />
Nell'ambito dello “European<br />
Green Deal”, al fine di incoraggiare<br />
questa integrazione settoriale<br />
intelligente, l'8 luglio 2020<br />
la Commissione ha presentato<br />
una strategia dell'UE per l'integrazione<br />
del sistema energetico.<br />
Il Green Deal europeo si concentra<br />
su 3 principi chiave per<br />
la transizione verso l'energia<br />
pulita, che contribuiranno a ridurre<br />
le emissioni di gas a effetto<br />
serra e a migliorare la qualità<br />
della vita dei nostri cittadini:<br />
1. garantire un approvvigionamento<br />
energetico dell'UE<br />
sicuro e conveniente;<br />
2. sviluppare un mercato<br />
dell'energia dell'UE pienamente<br />
integrato, interconnesso e digitalizzato;<br />
3. dare priorità all'efficienza<br />
energetica, migliorare le prestazioni<br />
energetiche dei nostri<br />
edifici e sviluppare un settore<br />
energetico basato in gran parte<br />
su fonti rinnovabili.<br />
Servono con urgenza sistemi<br />
energetici interconnessi, reti<br />
meglio integrate, tecnologie<br />
innovative e infrastrutture più<br />
resilienti.<br />
Lo spazio può apportare un<br />
contributo sostanziale al raggiungimento<br />
degli obiettivi di<br />
cui sopra.<br />
I principali asset spaziali<br />
dell'UE (Copernicus, Galileo,<br />
EGNOS e GovSatcom) hanno<br />
già dimostrato la loro efficacia,<br />
soprattutto se utilizzati sinergicamente.<br />
Ciò che attualmente manca è<br />
un'architettura di sistema globale<br />
che li integri nel “sistema<br />
dei sistemi” energetico europeo.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Galileo; Copernicus, Space4Energy;<br />
GNSS,<br />
asset spaziali; energie rinnovabili<br />
ABSTRACT<br />
At the end of 2019, the European<br />
Commission presented the "European<br />
Green Deal", setting the goal of making<br />
Europe climate neutral by 2050.<br />
This goal implicitly defined the need<br />
to rapidly change our energy supply<br />
systems, which currently represent the<br />
75% of EU greenhouse gas emissions.<br />
Recent international events in Eastern<br />
Europe have shown clearly and<br />
dramatically the urgency of an energy<br />
infrastructure that makes Europe not<br />
only climate-neutral, but also as independent<br />
and autonomous as possible.<br />
Finding an effective way to deal with<br />
the current scarcity of energy resources<br />
and at the same time the problem of<br />
climate change requires a complete<br />
transformation of the existing energy<br />
systems and the best possible exploitation<br />
of the so-called renewable energy<br />
sources.<br />
AUTORE<br />
Marco Lisi<br />
ing.marcolisi@gmail.com<br />
Fig. 6 - Evoluzione verso un sistema energetico integrato.<br />
10 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
REPORT<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 11
REPORT<br />
TECHNOLOGYforALL <strong>2022</strong><br />
a cura della Redazione<br />
Si è concluso il<br />
TECHNOLOGYforALL <strong>2022</strong>, la<br />
settima edizione. Nonostante<br />
l'Allerta Meteo Arancione diramata<br />
dalla Regione Lazio e dal Comune<br />
di Roma e dopo lo stop di due anni<br />
causa COVID, voluto perché non<br />
sarebbe stato opportuno creare un<br />
evento solo online, siamo riusciti a<br />
portare avanti una manifestazione<br />
che si è confermata di grande<br />
interesse, ma soprattutto utile per<br />
creare e ampliare reti di contatti,<br />
che a distanza sarebbero rimasti<br />
irraggiungibili. Siamo già alla<br />
ricerca di una nuova location per la<br />
prossima edizione: abbiamo infatti<br />
partecipato al Full Contact Meeting,<br />
su gentile invito, dove abbiamo<br />
presentato il nostro evento e avuto<br />
numerosi feedback positivi sul<br />
potenziale ed il futuro del TFA.<br />
Ringraziamenti speciali<br />
vanno sicuramente<br />
agli Assessori Sabrina<br />
Alfonsi (Ambiente) e Maurizio<br />
Veloccia (Urbanistica)<br />
di Roma Capitale, che hanno<br />
partecipato in presenza e rilasciato<br />
dichiarazioni di apprezzamento<br />
per il risultato del<br />
Forum. Altri ringraziamenti<br />
vanno per la partecipazione<br />
del Comandante Demarte<br />
dell'Istituto Idrografico della<br />
Marina Militare che, oltre a<br />
portare i saluti nella sessione<br />
inaugurale, ha patecipato attivamente<br />
ai successivi lavori,<br />
al Direttore del Parco Regionale<br />
dell'Appia Antica Simone<br />
Quilici che ha risposto al<br />
nostro invito a portare i saluti<br />
nella Sessione Inaugurale dell<br />
22 citando un progetto legato<br />
alla Sensorialità Aumentata<br />
con la quale mediaGEO, con<br />
la Rivista Archeomatica, ha<br />
avuto il piacere di collaborare,<br />
il contributo del Direttore<br />
della Borsa Mediterranea del<br />
Turismo Archeologico di Paestum<br />
Ugo Picarelli che è venuto<br />
a portare i saluti rinnovando<br />
la nostra media partnership<br />
che va avanti ormai da anni e<br />
i saluti del Presidente dell'Associazione<br />
Marevivo Rosalba<br />
Giugni, una grande rivelazione<br />
per il nostro mondo tecnologico<br />
che speriamo dia inizio<br />
a collaborazioni più ampie.<br />
Un ringraziamento speciale<br />
va ovviamente agli sponsor:<br />
Stonex, Planetek, GRS<br />
Group, Esri Italia, Geomax,<br />
Terrelogiche, AVT<br />
Group, Geoinfolab, Sensoworks,<br />
Gter, Setel, Xenia<br />
Progetti, Aeronike, Aerarium<br />
Chain, Hubstract e Alma<br />
Sistemi, chè, con il loro contributo,<br />
hanno consentito la<br />
realizzazione.<br />
Tra i i numerosi patrocinanti,<br />
che ricordiamo essere NI-<br />
12 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
REPORT<br />
TEL, Collegio dei Geometri<br />
di Roma, ICCROM, CINE-<br />
CA, Istituto Italiano di Navigazione,<br />
Esercito Italiano, Italia<br />
Nostra, ASITA, Sapienza<br />
Università di Roma, Link<br />
Campus University, Roma<br />
Capitale assessorato Ambiente,<br />
Ministero della cultura, Biblioteca<br />
Nazionale Centrale,<br />
ISPRA, Consiglio Nazionale<br />
dei Geologi, GEOWEB, Ordine<br />
Ingegneri di Roma e Istituto<br />
Idrografico della Marina, abbiamo<br />
annoverato dei Community<br />
Partner, sostenitori no profit,<br />
come l'associazione Marevivo<br />
con la Direttrice Generale<br />
Carmen Di Penta e l'Ing. Carlo<br />
Tricoli del Comitato Scientifico<br />
che ci hanno sostenuto<br />
nell'organizzazione dell'evento<br />
presso lo Scalo De Pinedo e con<br />
la moderazione della sessione<br />
legata alla Realtà Virtuale, l'associazione<br />
Mindsharing.tech e<br />
gli studenti da loro invitati che<br />
hanno assistito alla premiazione,<br />
l'Istituto Tecnico Federico<br />
Caffè, il Centro Addestramento<br />
Militare degli Alpini di Aosta,<br />
l'Istituto Idrografico della<br />
Marina Militare, gli studenti<br />
di Architettura della Sapienza<br />
e il Prof. Antonino Saggio,<br />
il CNR di Nemi, con Salvatore<br />
Mauro che ci ha mostrato una<br />
serie di attività di ricerca molto<br />
interessanti su cui avremo occasione<br />
di rendicontarvi sul portale<br />
Rivistageomedia.it. I nostri<br />
Media Partner, AMFM, GisDay,<br />
Servizi a Rete, Borsa Mediterranea<br />
del Turismo Archeologico,<br />
OZONO e GO-OZ.<br />
Un ringraziamento particolare<br />
alla Capitaneria di Porto di Fiumicino<br />
che ha emesso una apposita<br />
ordinanza, concedendo il<br />
permesso ad operare su un tratto<br />
del Fiume Tevere con i droni<br />
acquatici. Sono incoraggiamenti<br />
molto importanti a cui vanno<br />
i nostri ringraziamenti.<br />
Settecento sono i visitatori che<br />
si sono alternati in 3 giorni, raggiungendo<br />
la Biblioteca Nazionale<br />
Centrale, nonostante le sfavorevoli<br />
condizioni del tempo<br />
particolarmente piovoso.<br />
La prima giornata: Il workshop<br />
in campo<br />
Il workshop si è svolto allo<br />
Scalo De Pinedo sul Tevere e<br />
all'interno del battello Baja. Le<br />
aziende GRS, Stonex, Setel, Codevintec<br />
e Covacontro si sono<br />
posizionate nello spazio che<br />
va tra lo Scalo De Pinedo ed il<br />
Baja e hanno fatto dimostrazioni<br />
all'esterno dell'uso delle loro<br />
tecnologie. GRS con il Mobile<br />
Mapping, Stonex con il Laser<br />
Scanner portatile, Setel con il<br />
rover anfibio per analisi terrestri<br />
ed acquatiche, Codevintec con<br />
il CK-14 un drone marino per<br />
rilievi batimetrici e Covacontro<br />
con il Georadar. All'interno del<br />
Baja abbiamo avuto il piacere di<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 13
REPORT<br />
vedere il drone di Neabotics del<br />
prof. Lippiello di Robotica della<br />
Federico II di Napoli. Parallelamente<br />
nel Baja ci sono state<br />
presentazioni sia delle aziende<br />
che hanno voluto approfondire<br />
ma anche di ospiti speciali<br />
come Salvatore Mauro del<br />
CNR di Nemi e Matteo Miceli,<br />
il navigatore che ha effettuato<br />
vari giri del mondo, che ci ha<br />
portato la testimonianza pratica<br />
di come la tecnologia GNSS<br />
di Leica lo ha aiutato ad essere<br />
recuperato in mezzo all'oceano<br />
dopo aver perso la chiglia della<br />
sua barca.<br />
La seconda giornata:<br />
tecnologie per l’ambiente<br />
e il territorio<br />
La giornata si è svolta all'interno<br />
della Biblioteca Nazionale<br />
Centrale di Roma e nonostante<br />
l'allerta meteo abbiamo avuto<br />
una notevole partecipazione.<br />
Nello spazio antistante all'Auditorium<br />
lo spazio espositivo delle<br />
aziende che, come di consueto,<br />
si sono messe a disposizione per<br />
gli invitati ad approfondire gli<br />
argomenti che trattano tecnologie<br />
e tecniche che utilizzano<br />
nei campi della Geomatica e<br />
del Patrimonio Culturale. Nel<br />
corso di questa giornata si sono<br />
susseguite varie sessioni circa le<br />
possibili applicazioni dei geodati<br />
e le diverse fonti tecnologiche<br />
come, ad esempio, geodati da<br />
dati satellitari, da laser scanner,<br />
GIS e mobile mapping, da<br />
droni e aerei. La giornata si è<br />
conclusa con la sessione dedicata<br />
ai geodati applicati all’agricoltura,<br />
moderata da Flavio<br />
Lupia. Moltissimi gli spunti<br />
interessanti dei vari relatori presenti<br />
a questa giornata dedicata<br />
alle tecnologie per l’ambiente<br />
e il territorio con un occhio di<br />
riguardo verso le future evoluzioni<br />
del mondo dello spazio e<br />
dell’osservazione della Terra, e<br />
di come queste potranno, in un<br />
futuro più prossimo di quanto<br />
possiamo pensare, modificare il<br />
nostro modo di vivere il mondo<br />
circostante portando un nuovo<br />
afflusso di conoscenza e possibilità<br />
ancora tutte da scoprire e<br />
sperimentare, considerando anche<br />
le difficoltà in seno a questa<br />
sfida.<br />
La terza giornata:<br />
tecnologie dedicate al<br />
patrimonio culturale<br />
Sempre all'interno della Biblioteca<br />
Nazionale Centrale<br />
dopo la prima giornata del<br />
Forum dedicata alle Tecnologie<br />
per l'Ambiente e il Territorio,<br />
si è svolta la seconda giornata<br />
del convegno dedicata alle<br />
Tecnologie per il Patrimonio<br />
Culturale. Si è parlato di Realtà<br />
virtuale, Tecniche non invasive<br />
di indagine, HBIM, rilievo e<br />
informazione geografica e per<br />
finire dell’evoluzione futura<br />
14 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
TELERILEVAMENTO<br />
REPORT<br />
delle tecnologie applicate al<br />
Patrimonio Culturale. Molto si<br />
sta facendo in qeusto ambito e<br />
tantissimi sono gli attori che si<br />
stanno prodigando per far sì che<br />
l’interazione tra, pmi, comuni/<br />
regioni e risorse umane riescano<br />
ad avere un dialogo funzionale<br />
volto alla preservazione, digitalizzazione<br />
e valorizzazione del<br />
nostro patrimonio culturale,<br />
anche in termini di crescita economica<br />
e offerta culturale. Le<br />
aziende che partecipano al Forum<br />
dell'Innovazione tendono<br />
a creare un valore importante in<br />
questo mondo contribuendo a<br />
questo sviluppo che è tanto necessario<br />
quanto inarrestabile.<br />
Tanti i vari relatori che si<br />
sono susseguiti nella cornice<br />
dell’Auditorium della BCNR<br />
per la terza giornata del Forum<br />
dell’Innovazione Tecnologica e<br />
che sostengono questo processo<br />
di cui sopra mettendo in campo<br />
i propri mestieri con spunti e<br />
riflessioni, talvolta, di grande<br />
acume e spirito critico.<br />
Oltre alle sessioni principali il<br />
forum ha ospitato diverse sessioni<br />
parallele quali:<br />
• SCHOOL OF WHERE: La<br />
Piattaforma Esri propulsore<br />
dei processi di Digital Transformation,<br />
a cura di Claudio<br />
Carboni e Cristina Guarini di<br />
Esri Italia<br />
• DISPLAYCE: Una soluzione<br />
GNSS low cost per il monitoraggio<br />
degli spostamenti, a<br />
cura di GTER/YETITMO-<br />
VES<br />
• QGIS Corso Base all'IIS Federico<br />
Caffè - Indirizzo CAT<br />
Costruzioni Ambiente e Territorio,<br />
a cura di Terrelogiche<br />
• REALTA' MISTA: La fruizione<br />
immersiva di B.B.C.C. con<br />
dispositivi indossabili per la<br />
Realtà Mista, a cura di Xenia<br />
Progetti<br />
• EUMAP International workshop<br />
– BIM and Digital<br />
Twin for energy management<br />
La terza giornata si è conclusa<br />
con un aperitivo offerto dall'azienda<br />
Casale del Giglio che<br />
anche quest'anno ha messo a disposizione<br />
varie qualità dei suoi<br />
pregiati vini, con un'estrema<br />
ovazione dei presenti, sponsor,<br />
relatori e visitatori.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Tecnologie; ambiente; territorio;<br />
beni culturali; technologyforall3D<br />
ABSTRACT<br />
TECHNOLOGYforALL <strong>2022</strong>, the seventh<br />
edition, has concluded. Despite the Orange<br />
Weather Alert issued by the Lazio Region and<br />
the Municipality of Rome and after the twoyear<br />
stop due to COVID, wanted because it<br />
would not have been appropriate to create an<br />
online-only event, we managed to carry on<br />
an event that proved to be of great interest,<br />
but above all useful for creating and expanding<br />
networks of contacts, which would have<br />
remained unreachable at a distance. We are<br />
already looking for a new location for the<br />
next edition: in fact we attended the Full<br />
Contact Meeting, by kind invitation, where<br />
we presented our event and received numerous<br />
positive feedbacks on the potential and<br />
future of the TFA.<br />
AUTORE<br />
Redazione mediaGEO<br />
redazionemediageo@gmail.com<br />
Per le relazioni e le presentazioni<br />
complete dei relatori e per<br />
eventuali richieste circa il forum<br />
scrivere a:<br />
redazionemediageo@gmail.com.<br />
MONITORAGGIO 3D<br />
GIS E WEBGIS<br />
www.gter.it info@gter.it<br />
GNSS<br />
FORMAZIONE<br />
RICERCA E INNOVAZIONE<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 15
REPORT<br />
Il vertice EAASI: l'evento più<br />
importante dell'anno per l'industria<br />
del rilevamento aereo in Europa<br />
di Renzo Carlucci<br />
Rappresentanti di 40<br />
aziende e 18 paesi hanno<br />
partecipato all'evento<br />
celebrato all'Hotel Villa<br />
Pamphili di Roma dal 30<br />
novembre al 2 dicembre.<br />
Fig.1 - I partecipanti all’EAASA<br />
Summit a Roma <strong>2022</strong>.<br />
L'<br />
Associazione europea<br />
delle industrie<br />
di rilevamento aereo<br />
(EAASI) ha chiuso con successo<br />
l'edizione del suo Partner<br />
Summit lo scorso 2 dicembre.<br />
Più di 70 rappresentanti di<br />
40 aziende collegate al settore<br />
del rilevamento aereo si sono<br />
riunite a Roma per 3 giorni<br />
per discutere le attuali sfide<br />
del settore ed esplorare nuove<br />
opportunità di business. I partecipanti<br />
hanno partecipato<br />
a una serie di presentazioni,<br />
tavole rotonde e workshop<br />
che trattano un'ampia gamma<br />
di argomenti come il cambiamento<br />
climatico, i gemelli<br />
digitali o la certificazione e la<br />
standardizzazione, tra gli altri.<br />
Il Summit ha raggiunto un<br />
record di partecipanti e ha<br />
confermato che la conferenza<br />
annuale organizzata da EAA-<br />
SI è l'evento più importante<br />
dell'anno per l'industria del<br />
rilevamento aereo in Europa.<br />
Il Summit fornisce anche una<br />
piattaforma di networking e<br />
facilita i fornitori di servizi<br />
che incontrano utenti finali<br />
e produttori in un'atmosfera<br />
rilassata e socievole.<br />
Nella sua introduzione, Simon<br />
Musäus, presidente dell'EAA-<br />
SI, ha approfondito il valore<br />
dell'agilità nei modelli di<br />
business e della cooperazione<br />
per raggiungere l'obiettivo<br />
numero uno dell'Associazione:<br />
la sostenibilità del rilevamento<br />
aereo. Ha ringraziato il Segretario<br />
Generale e i membri del<br />
Consiglio per i loro sforzi e<br />
ha evidenziato la creazione di<br />
nuove partnership con altre<br />
parti interessate nel campo<br />
geospaziale, come EuroSDR,<br />
EuroGeographics, EUROGI<br />
e UNGGIM-PSN. Come<br />
punto focale particolare, ha<br />
chiesto una continuazione<br />
della maggiore rappresentanza<br />
in eventi chiave (Geospatial<br />
World Forum, FIG Congress,<br />
INTERGEO) per promuovere<br />
il ruolo dell'associazione e<br />
descrivere il contributo fondamentale<br />
del rilevamento aereo<br />
in tutte le aree dell'economia.<br />
Uno dei temi chiave del vertice<br />
è stato lo sviluppo sostenibile<br />
e il modo in cui il rilevamento<br />
aereo può contribuire<br />
al monitoraggio del cambiamento<br />
climatico. A questo<br />
proposito, Simon Kay, vice<br />
direttore della DG CLIMA<br />
della Commissione europea,<br />
ha presentato il primo quadro<br />
volontario a livello di UE per<br />
certificare in modo affidabile<br />
la rimozione del carbonio di<br />
alta qualità.<br />
16 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
REPORT<br />
Il regolamento proposto migliorerà<br />
in modo significativo<br />
la capacità dell'UE di quantificare,<br />
monitorare e verificare gli<br />
assorbimenti di carbonio. Una<br />
maggiore trasparenza garantirà<br />
la fiducia delle parti interessate<br />
e dell'industria e impedirà il<br />
greenwashing. Ed è qui che Kay<br />
vede che l'industria del rilevamento<br />
aereo può contribuire in<br />
modo significativo: "Il monitoraggio<br />
accurato è dove industrie<br />
come la tua giocano un ruolo e<br />
giocheranno un ruolo crescente<br />
nella legislazione che è stata<br />
concordata", ha affermato Kay.<br />
“L'ottenimento di dati rilevanti<br />
per il clima compatibili con le<br />
mappe elettroniche contribuirà<br />
in modo significativo anche<br />
a migliorare la qualità degli<br />
inventari nazionali dei gas a<br />
effetto serra per il LULUCF<br />
(Land Use, Land Use Change,<br />
and Forestry) e migliorerà la<br />
qualità delle attività di monitoraggio<br />
delle foreste in linea<br />
con la prossima proposta di<br />
regolamento sul “monitoraggio<br />
forestale”, ha aggiunto. Infatti, i<br />
set di dati aerei possono svolgere<br />
un ruolo fondamentale nella<br />
quantificazione delle attività di<br />
rimozione del carbonio e nello<br />
sviluppo di nuove metodologie<br />
di certificazione richieste dal<br />
nuovo regolamento.<br />
Inje Jonckheere dell'Organizzazione<br />
delle Nazioni Unite per<br />
l'alimentazione e l'agricoltura<br />
(FAO) ha fornito una panoramica<br />
del lavoro geospaziale<br />
svolto dalle Nazioni Unite nella<br />
silvicoltura e di come il telerilevamento<br />
viene utilizzato nello<br />
sviluppo di inventari forestali e<br />
nel monitoraggio della perdita<br />
di aree forestali in linea con il<br />
Sustainable Development Goals<br />
(SDG) e la Convenzione<br />
quadro delle Nazioni Unite<br />
sui cambiamenti climatici<br />
(UNFCCC).<br />
Un gruppo di esperti, moderato<br />
da Ed Parsons (Google),<br />
ha discusso le nuove tendenze<br />
e opportunità di business nei<br />
modelli 3D ad alta risoluzione<br />
basati su dati di rilievi aerei. I<br />
relatori hanno rappresentato<br />
i leader del settore nell'elaborazione<br />
di modelli avanzati di<br />
città 3D come base per Digital<br />
Twins: ESRI, Melown Technologies/Hexagon<br />
e Skyline Software.<br />
Gli sponsor dell'evento hanno<br />
anche presentato gli ultimi<br />
aggiornamenti e rilasci nell'imaging<br />
aereo, nelle soluzioni<br />
LiDAR, nella scansione aerea e<br />
negli aerei da rilevamento.<br />
L'EAASI Partners Summit del<br />
<strong>2022</strong> è stato gentilmente sponsorizzato<br />
da ESRI, Hexagon,<br />
Phase One, RIEGL, Teledyne<br />
Geospatial, Vexcel Imaging,<br />
Zeusch Aviation, Diamond<br />
Aircraft e CAE Aviation.<br />
La partecipazione italiana ha<br />
visto la presenza di compagnie<br />
italiane quali la Aeronike,<br />
la Italian Remote Sensing, la<br />
Compagnia Generale Ripreseaeree<br />
di Parma, la AVT Airborne<br />
Sensing Italia e la Aerodata International<br />
Survey.<br />
Altri punti salienti del vertice<br />
di 3 giorni hanno riguardato tre<br />
Fig.2 - Il manifesto dell’EAASA Summit<br />
Roma <strong>2022</strong>.<br />
workshop per affrontare le attuali<br />
sfide del settore, la visione<br />
esterna del rilevamento aereo da<br />
parte dei clienti finali e come<br />
avanzare nei processi di certificazione<br />
e standardizzazione.<br />
Marco Martinez, segretario, ha<br />
avviato una interessante fase di<br />
discussione, il fishbowl debate<br />
Fig.3 - Ed Parsons (Google) con i leader Digital Twins di ESRI, Melown Technologies/<br />
Hexagon e Skyline Software.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 17
REPORT<br />
sulle attuali sfide e opportunità<br />
poiché abbiamo partecipanti da<br />
tutti i componenti della catena<br />
del valore. Tutte le aziende hanno<br />
mostrato un grande interesse<br />
per la cooperazione. Spero che<br />
questo interesse si traduca in<br />
una partecipazione più attiva<br />
alle diverse attività e gruppi di<br />
lavoro che abbiamo all'EAASI”,<br />
ha dichiarato in conclusione<br />
Marcos Martínez-Fernández,<br />
Segretario Generale dell'Associazione.<br />
Fig.4 - Un momento del Fishbow Debate, ove i singoli referenti presentano e discutono dei<br />
risultati seduti in circolo.<br />
(Industry Challenges Debate)<br />
in cui sono stati affrontati i vari<br />
problemi dell’industria. Tra gli<br />
altri problemi affrontati, hanno<br />
avuto risalto il problema della<br />
competitività specialmente dei<br />
produttori che stanno facendo<br />
concorrenza ai propri clienti<br />
nell'offrire servizi. Ancora la<br />
necessità di attrarre giovani<br />
nel settore, per cui si è parlato<br />
molto del problema della<br />
mancanza di giovani ragazzi da<br />
inserire nell'industria, probabilmente<br />
giustificata dal fatto<br />
che si aspettano salari migliori,<br />
e in ultimo la qualità della professionalità<br />
da discutere con le<br />
authority.<br />
Si è parlato poi della necessità<br />
di Standardizzazione e Certificazione,<br />
uno degli argomenti<br />
principali affrontati Englebert<br />
di Vexcel che ha portato l’attenzione<br />
sul concetto di Ortofoto<br />
affinchè possa essere facilmente<br />
compreso. Ha chiesto aiuto ai<br />
partners EAASI per conoscere<br />
meglio le tipologie richieste. Ha<br />
esordito dicendo: “Se dico Ortofoto,<br />
io parlo di radiometry,<br />
resolution, accuracy, il concetto<br />
di True Ortofoto deve essere<br />
ben definito affinchè possa<br />
essere venduto al mercato”, ed<br />
ancora “Se definiamo standard<br />
altamente accurati, dobbiamo<br />
capire cosa significa, perché<br />
questo non può essere un motivo<br />
di variazione dei costi. Il<br />
discorso portato alle National<br />
Mapping Agency porta ad analizzare<br />
l’offerta di strumenti più<br />
efficienti”.<br />
Questa frase è risonata forte nei<br />
workshop tenutisi durante il<br />
“ We have<br />
European<br />
Community<br />
but we dont’<br />
have clear<br />
definitions ”<br />
Summit che ha registrato una<br />
partecipazione record, il che<br />
dimostra che l'industria del<br />
rilevamento aereo in Europa è<br />
molto desiderosa di collaborare<br />
per andare avanti e adattarsi<br />
alle nuove realtà. EAASI ha lavorato<br />
duramente dal 2019 per<br />
promuovere la mappatura aerea<br />
e rappresentare l'industria nei<br />
forum pertinenti. Il Summit si<br />
è mostrato come un'eccellente<br />
opportunità per scambiare<br />
opinioni, pianificare i prossimi<br />
passi e impegnarsi in discussioni<br />
EAASI è stata costituita nel<br />
2019 e rappresenta le organizzazioni<br />
nel mercato europeo<br />
del rilevamento aereo. Con il<br />
mercato globale dell'imaging<br />
aereo che si prevede raggiungerà<br />
più di quattro miliardi di dollari<br />
entro il 2025, EAASI mira<br />
a promuovere i vantaggi del<br />
rilevamento aereo, migliorare la<br />
consapevolezza dei dati del rilevamento<br />
aereo e mantenere e<br />
promuovere le migliori pratiche<br />
all'interno del settore.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Aerial photogrammetry, EAASI,<br />
surveying, mapping<br />
ABSTRACT<br />
The European Association of Aerial Surveying<br />
Industries (EAASI) closed a successful<br />
edition of its Partners Summit last 2 December.<br />
More than 70 representatives from 40<br />
companies connected to the aerial surveying<br />
industry gathered in Rome for 3 days to discuss<br />
the current challenges of the industry as<br />
well as explore new business opportunities.<br />
The participants attended a series of presentations,<br />
panel discussions, and workshops<br />
covering a wide range of topics such as climate<br />
change, digital twins, or certification<br />
and standardization, among others.<br />
AUTORE<br />
Renzo Carlucci<br />
r.carlucci@mediageo.it<br />
18 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
REPORT<br />
GISTAM<br />
2023<br />
9 th International Conference on Geographical Information Systems Theory,<br />
Applications and Management<br />
Prague, Czech Republic<br />
25-27 April, 2023<br />
The International Conference on Geographical Information Systems Theory, Applications and Management aims at creating a meeting<br />
point of researchers and practitioners that address new challenges in geo-spatial data sensing, observation, representation, processing,<br />
visualization, sharing and managing, in all aspects concerning both information communication and technologies (ICT) as well as<br />
management information systems and knowledge-based systems. The conference welcomes original papers of either practical or<br />
theoretical nature, presenting research or applications, of specialized or interdisciplinary nature, addressing any aspect of geographic<br />
information systems and technologies.<br />
CONFERENCE AREAS<br />
Data Acquisition and Processing<br />
Remote Sensing<br />
Modeling, Representation and Visualization<br />
Knowledge Extraction and Management<br />
Domain Applications<br />
MORE INFORMATION AT: HTTPS://GISTAM.SCITEVENTS.ORG/<br />
UPCOMING SUBMISSION DEADLINES<br />
REGULAR PAPER SUBMISSION: NOVEMBER 18, <strong>2022</strong><br />
POSITION PAPER SUBMISSION: JANUARY 19, 2023<br />
SPONSORED BY:<br />
INSTICC IS MEMBER OF:<br />
LOGISTICS:<br />
PAPERS WILL BE AVAILABLE AT:<br />
POST PUBLICATIONS:<br />
IN COOPERATION WITH:<br />
PROCEEDINGS WILL BE SUBMITTED FOR INDEXATION BY:<br />
Scan and connect to:<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 19
MEMORIE<br />
È RIMASTO SOLO IL NOME<br />
(LA FINE DI UNA STAGIONE)<br />
di Attilio Selvini<br />
Appena arrivato ad<br />
Oberkochen, per migliorare<br />
le mie conoscenze sulla fotogrammetria<br />
(ero solo un buon<br />
topografo) mi venne regalato<br />
un volumetto dal titolo “Nur<br />
der Name war geblieben”<br />
(Armin, 1989): era la storia del<br />
trasferimento della famosa<br />
“Carl Zeiss Stiftung” da Jena<br />
in quel paesino agricolo della<br />
Svevia, per sfuggire all’orco<br />
sovietico. Oggi, ad un mezzo<br />
secolo circa da quei giorni,<br />
uso la versione italiana di quel<br />
titolo, ridotta dall’imperfetto al<br />
presente, per parlare della fine<br />
della produzione, da parte della<br />
grande azienda tedesca, del<br />
settore riguardante la misura<br />
sul terreno e sulle immagini.<br />
Diverse volte ho detto e scritto<br />
che le invenzioni ed iniziative<br />
umane durano generalmente<br />
un secolo o poco più: me lo<br />
conferma la vicenda della divisione<br />
topografica e fotogrammetrica<br />
della Carl Zeiss: una<br />
“stagione” all’incirca, nella vita<br />
della grande azienda.<br />
Fig. 1 – Ernst Abbe (a) e Otto Schot (b).<br />
La nota “Casa” prende il<br />
nome dal suo fondatore,<br />
un bravo tecnico che il 17<br />
novembre 1846 scelse come sede<br />
della sua fabbrica di apparecchi<br />
ottici di precisione la piccola città<br />
di Jena, nella Turingia. Fondamentale<br />
fu l'incontro con Ernst<br />
Abbe (Fig. 1), al tempo un<br />
giovane professore di matematica<br />
presso la locale università ed in<br />
seguito direttore dell'omonimo<br />
osservatorio astronomico. Nello<br />
stesso anno Abbe divenne direttore<br />
della divisione di ricerca presso<br />
Zeiss: egli utilizzò un approccio<br />
scientifico del tutto nuovo nello<br />
studio dei materiali e dei progetti<br />
per gli strumenti ottici, basandosi<br />
principalmente sul calcolo matematico<br />
e sulla fisica, escludendo<br />
l'allora consueta progettazione<br />
su basi empiriche, fondata su<br />
tentativi ripetuti o scartati.<br />
Il 19 maggio 1889 Ernst Abbe<br />
istituì la Carl Zeiss Stiftung, (Fondazione<br />
Carl Zeiss), il cui statuto<br />
puntò alla promozione della<br />
ricerca scientifica e alla tutela dei<br />
diritti del lavoratore. Agli operai<br />
vennero garantiti un massimo di<br />
otto ore lavorative, adatte ferie e<br />
condizioni migliori rispetto alla<br />
media del periodo. Nel 1891 la<br />
Fondazione Zeiss divenne l'unica<br />
proprietaria delle imprese Zeiss:<br />
infatti nel 1884, Carl Zeiss (Fig.<br />
2), Roderich Zeiss (il figlio di<br />
Carl), Ernst Abbe ed Otto Schott<br />
avevano fondato il Glastechnische<br />
Laboratorium Schott & Genossen<br />
(Laboratorio per le tecnologie<br />
del vetro di Schott e soci). Un<br />
ventennio più avanti, accadde un<br />
fatto rilevante; traggo da un mio<br />
articolo di molti anni fa, pubblicato<br />
anch’esso su questa rivista<br />
(Selvini, 2/2014): “Durante il<br />
lavoro, Wild venne in contatto con<br />
specialisti della nota azienda Carl<br />
Zeiss di Jena, ai quali ebbe modo<br />
di comunicare le sue idee in fatto<br />
di innovazione degli strumenti<br />
topografici. La Zeiss sino ad allora<br />
non si era occupata di quel settore:<br />
la cosa sembrò interessante, ed in<br />
breve venne decisa la collaborazione;<br />
Heinrich Wild divenne così<br />
direttore di una nuova divisione,<br />
la “Geo Carl Zeiss”. Lo svizzero<br />
abbandonò la sua carriera federale<br />
a Berna e si trasferì, nella primavera<br />
del 1908 ad Jena con l’intera<br />
famiglia, che contava già allora<br />
20 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
MEMORIE<br />
cinque figli”. Incredibile, ma vero:<br />
prima di fondare a Heerbrugg<br />
la sua celebre azienda, Wild creò<br />
la sezione topografica della Carl<br />
Zeiss!<br />
Nel 1901 Carl Pulfrich aveva costruito<br />
a Jena il suo stereocomparatore,<br />
atto a misurare le immagini<br />
fotografiche con l’incertezza<br />
del centesimo di millimetro;<br />
alla fine di quel decennio Zeiss<br />
realizzò sul progetto di Eduardo<br />
De Orel, triestino, il primo<br />
“calcolatore analogico” capace di<br />
“restituire” immagini fotografiche<br />
terrestri: nasceva quindi in Zeiss<br />
anche il settore fotogrammetrico<br />
(Selvini, 4/2013). Da allora la divisione<br />
“VP” (Vermessungskunde<br />
und Photogrammetrie) della Carl<br />
Zeiss divenne di fama internazionale:<br />
nacque anche la “settimana<br />
fotogrammetrica” biennale,<br />
fondata nel 1909 da Carl Pulfrich<br />
a Jena, con 46 partecipanti<br />
provenienti dalla Germania e<br />
dai paesi limitrofi. Nel secondo<br />
dopoguerra la manifestazione<br />
si stabilì a Stoccarda presso il<br />
locale Politecnico: ne ho scritto<br />
in molte occasioni, in particolare<br />
in (Selvini, 2014), ricordando i<br />
molti italiani presenti dagli anni<br />
settanta del secolo passato e sino<br />
al primo decennio di quello<br />
nuovo.<br />
Occorrerebbe un intero volume<br />
per descrivere ciò che fece Zeiss<br />
dal primo dopoguerra sino alla<br />
fine del millennio nell’ambito<br />
della topografia e della fotogrammetria;<br />
chi scrive fu partecipe<br />
del periodo di maggior successo<br />
che va dal 1970 alla fine del<br />
secolo. Mi limiterò a ricordare<br />
che all’inizio degli anni venti del<br />
Novecento, sotto la direzione<br />
di Walther Bauersfeld la Zeiss<br />
inizio a costruire il primo restitutore<br />
“universale”, ovvero adatto<br />
alla restituzione di prese aeree e<br />
terrestri: lo “Stereoplanigraph”,<br />
a proiezione ottica munito di<br />
pancratici (Selvini, Bezoari 1999)<br />
prodotto in versioni sempre aggiornate<br />
sino al modello C8 alla<br />
fine degli anni settanta (Fig. 3).<br />
Circa nello stesso periodo, da noi<br />
Santoni e Nistri aprivano la storia<br />
della aerofotogrammetria italiana<br />
con successi internazionali. L’ultimo<br />
esemplare del C8 venne in<br />
Italia, acquistato da una piccola<br />
impresa di geometri varesini.<br />
All’inizio del nuovo millennio<br />
quel restitutore venne purtroppo<br />
demolito, in era ormai digitale,<br />
col rimpianto di chi scrive che<br />
cercò allora di sistemarlo sia in<br />
qualche istituto tecnico che in un<br />
paio di musei ma senza successo<br />
(Selvini, 2014).<br />
Nonostante il costante adeguamento<br />
al nuovo mondo del<br />
rilevamento sia sul terreno che<br />
sulle immagini, con la costruzione<br />
di teodoliti elettronici<br />
digitali e livelli autolivellanti pur<br />
sempre digitali nel primo caso,<br />
che di restitutori analitici come<br />
il Planicomp C 100 e successori,<br />
poi di Photoscan insieme alla<br />
prima camera digitale UMK,<br />
quindi ad ortoproiettori come<br />
Orthocomp Z2 (dovuto al caro<br />
amico Dr. Dirk Hobbie, vedi<br />
in (Selvini, Bezoari 1999), con<br />
l’avvento del nuovo millennio<br />
la Carl Zeiss di Oberkochen,<br />
insieme all’originaria Casa di Jena<br />
Fig. 2 – Il giovane Carl Zeiss accanto al microscopio.<br />
ormai a Germania riunificata,<br />
decise di abbandonare il settore<br />
del rilevamento. V<br />
ale qui la pena di ricordare che<br />
in Italia sia enti pubblici (IGM,<br />
CIGA, Politecnici di Milano e<br />
Torino, Università di Venezia e di<br />
Bologna…) sia privati (CGR di<br />
Parma, Rossi di Brescia, ALISUD<br />
di Napoli…) avevano largamente<br />
acquistato strumenti Zeiss sia<br />
di topografia che di fotogrammetria.<br />
Con l’anno Duemila,<br />
anche la biennale manifestazione<br />
di Stoccarda diveniva non più<br />
Photogrammetrische Woche con<br />
lingua ufficiale il tedesco e tradu-<br />
Fig. 3 - Lo Stereoplanigrafo<br />
C8 nello studio<br />
Antonini-Mattaini<br />
di Somma<br />
Lombardo.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 21
MEMORIE MERCATO<br />
Fig. 4 - Festa per il dottorato di Dirk Hobbie,<br />
che è di schiena, mentre inneggia il<br />
prof. Meier.<br />
zione in inglese, francese, spagnolo<br />
e italiano (Selvini, 2014)<br />
bensì Photogrammetric Week nel<br />
solo inglese più o meno corretto.<br />
Proprio all’inizio del nuovo millennio,<br />
nel salutare Dirk Hobbie<br />
e nel chiedergli come andasse la<br />
sua carriera in Zeiss (aveva tempo<br />
prima rinunciato alla cattedra di<br />
fotogrammetria nel Politecnico di<br />
Monaco di Baviera per restare ad<br />
Oberkochen!) mi sentii rispondere<br />
con voce desolata: Doch, doch,<br />
seit Wochen mache ich Photokopien!<br />
(certo, certo, da settimane<br />
sono addetto alle fotocopie!).<br />
Oggi so che vive tranquillo con<br />
la eccellente pensione Zeissiana<br />
nella sua Königsbronn a due passi<br />
da Oberkochen. Purtroppo quasi<br />
tutti gli altri amici di quel tempo<br />
sono scomparsi, a cominciare dal<br />
professor Hans Karstens Meier<br />
(Fig. 4), direttore tecnico della<br />
divisione fotogrammetrica, per<br />
finire ad Enrico Clerici, italoolandese<br />
multilingue e grande<br />
produttore di software (Selvini,<br />
2014).<br />
La vicenda italiana relativa a questo<br />
settore primario per un Paese<br />
europeo, era già stata ammonitrice,<br />
con la scomparsa anni prima<br />
della Filotecnica Salmoiraghi, poi<br />
delle Officine Galileo e quindi<br />
della romana OMI di Nistri. Ora<br />
anche la Germania pur riunificata<br />
rinunciava alla otticomeccanica<br />
a favore degli americani e delle<br />
allora sorgenti “multinazionali”.<br />
Proprio quegli americani, che<br />
nulla o quasi avevano sino al<br />
principio dell’era digitale: mi<br />
raccontava Giuseppe Inghilleri,<br />
dopo le sue lezioni alla Cornell<br />
University, che negli USA si<br />
batteva il terreno coi teodoliti per<br />
farne la planimetria, poi col livello<br />
per l’altimetria: alla faccia della<br />
celerimensura di Ignazio Porro!<br />
Tanto è vero che poco dopo,<br />
proprio con l’avvento dell’elettronica,<br />
nascevano negli USA i<br />
teodoliti digitali subito chiamati<br />
“Total Station” (!) perché in grado<br />
di rilevare contemporaneamente<br />
planimetria ed altimetria, alla<br />
faccia dei “tacheometri” del Porro<br />
che da un secolo e più facevano<br />
in tutta Europa lo stesso lavoro!<br />
La attuale “Carl Zeiss A.G.”,<br />
società per azioni pur sempre<br />
emanazione della “Carl Zeiss<br />
Stiftung”, cioè della fondazione<br />
(oggi con sede a Heidenheim)<br />
non si occupa più di topografia<br />
e fotogrammetria (addirittura<br />
questo termine sta scomparendo,<br />
sostituito dalla dizione “trattamento<br />
delle immagini”) anche se<br />
su “Wikipedia” si legge quanto<br />
qui sotto riprodotto:<br />
Telerilevamento<br />
Lenti, obiettivi e macchine fotografiche<br />
Zeiss sono state utilizzate<br />
a partire dalla seconda guerra<br />
mondiale in poi, prima dal regime<br />
nazista e poi dai paesi del Blocco<br />
Sovietico. Montate su mongolfiere,<br />
dirigibili, aerei e razzi sono state<br />
fondamentali per la moderna Aerofotogrammetria<br />
Teodoliti e Tacheometri<br />
Con lo sviluppo di lenti adatte la<br />
Carl Zeiss, grazie al dipartimento<br />
degli strumenti geodetici fondato<br />
da Heinrich Wild, sviluppò alcuni<br />
dei primi teodoliti e tacheometri.<br />
L'immagine risultava invertita,<br />
ma la superiorità delle lenti e della<br />
correzione cromatica ne fecero lo<br />
strumento preferito dai topografi.<br />
Durante la seconda guerra mondiale<br />
furono utilizzati per l'operazione<br />
di celerimensura e fotogrammetria<br />
in Francia mirante a correggere le<br />
coordinate geografiche dell'Inghilterra<br />
(all'epoca ogni paese aveva<br />
un proprio sistema di coordinate<br />
scollegato dagli altri) e permetterne<br />
il bombardamento con le V2.<br />
Per queste informazioni, vale però<br />
la pena di ricordare quanto scriveva<br />
il mio caro Maestro Mariano<br />
Cunietti, per stroncare le affermazioni<br />
maldestre: “scrive di cose<br />
che non conosce”. Effettivamente<br />
tutto quanto sopra riportato è<br />
infelice e in buona parte scorretto<br />
(con l’eccezione del riferimento<br />
a Wild) per non usare termini<br />
peggiori. Peccato! Sta di fatto che<br />
ormai da Oberkochen nulla più<br />
esce che riguardi il rilevamento<br />
sia sul terreno che sulle immagini.<br />
Peccato!<br />
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />
Armin Hermann 1989. Nur der Name war geblieben.<br />
Stuttgart, Verl. Anst.<br />
Selvini, Attilio 2014. Non è rimasto nemmeno il nome<br />
.Geomedia, n° 2/2014.<br />
Selvini, Attilio 2013. Edoardo De Orel: la fotogrammetria<br />
diventa adulta. Geomedia 4/2013.<br />
Selvini, Attilio 2014. Topografi e fotogrammetri fra cronaca<br />
e storia. Maggioli ed.<br />
Selvini A., Bezoari G. 1999. Gli strumenti per la fotogrammetria.<br />
Liguori ed.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Fotogrammetria; rilevamento; immagini;<br />
terreno; Zeiss;<br />
ABSTRACT<br />
As soon as I arrived in Oberkochen, to improve my<br />
knowledge of photogrammetry (I was only a good<br />
topographer) I was given a small volume entitled<br />
"Nur der Name war geblieben" (Armin, 1989):<br />
it was the story of the transfer of the famous "Carl<br />
Zeiss Stiftung ” ” from Jena to that agricultural village<br />
in Swabia, to escape the Soviet ogre. Today,<br />
about half a century after those days, I use the Italian<br />
version of that title, reduced from the imperfect to<br />
the present, to talk about the end of production, by<br />
the large German company, of the sector concerning<br />
measurement on the ground and on images . Several<br />
times I have said and written that human inventions<br />
and initiatives generally last a century or so: this is<br />
confirmed by the story of the topographical and<br />
photogrammetric division of Carl Zeiss: a "season"<br />
approximately, in the life of the large company.<br />
AUTORE<br />
Attilio Selvini<br />
selvini.attilio@gmail.com<br />
22 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
AMPERE<br />
a a GNSS-based integrated platform<br />
for for energy decision makers<br />
AMPERE Working Group in Santo Domingo<br />
AMPERE PARTNERS<br />
Barrio Los Tres Brazos<br />
Santo Domingo Este<br />
Asset Mapping Platform Platform for<br />
Emerging CountRies Electrification<br />
Emerging CountRies Electrification<br />
Despite global electrification rates are significantly progressing, the<br />
Despite access global to electricity electrification in emerging rates countries are significantly is still far from progressing, being achieved. the access<br />
Indeed, the challenge facing such communities goes beyond the lack of<br />
to electricity infrastructure emerging assets; what countries is needed is is still a holistic far from assessment being achieved. of the<br />
energy demand and its expected growth over time, based on an accurate<br />
Indeed, assessment the challenge of deployed facing resources such communities and their maintenance goes beyond status. the lack of<br />
infrastructure assets; what is needed is a holistic assessment of the energy<br />
demand and its expected growth over time, based on an accurate<br />
assessment of deployed resources and their maintenance status.<br />
AMPERE Consortium<br />
www.h2020-ampere.eu<br />
AMPERE project has received funding from the European GNSS Agency (grant<br />
agreement No 870227) under the European Union’s Horizon 2020 research and<br />
innovation programme.
Morene di Malaspina<br />
Gli eccezionali motivi morenici del ghiacciaio<br />
di Malaspina – il più grande ghiacciaio pedemontano<br />
al mondo – sono mostrati in questa immagine a falsi colori<br />
acquisita da Copernicus Sentinel-2.vIl ghiacciaio di Malaspina è geograficamente<br />
collocato ad ovest della baia di Yukutat nell’Alaska sud-orientale<br />
(Stati Uniti). Con un’area di copertura di 2900 kmq, il ghiacciaio scorre per circa<br />
80 km lungo la base meridionale del monte St. Elias e misura uno spessore intorno ai<br />
300 m. Malaspina fluisce ad una velocità più elevata di quella dei ghiacciai pedemontani<br />
in Antartide e Groenlandia. I ghiacciai pedemontani scorrono da una valle ripida, dove il<br />
ghiaccio è stretto tra le montagne, verso una pianura piatta. Il cambiamento della conformazione<br />
territoriale da stretta a larga genera il caratteristico lobo arrotondato pedemontano. L’immagine di<br />
Sentinel-2 mostra il lobo centrale del ghiacciaio che sale verso il mare. Questa immagine è stata processata<br />
utilizzando il canale dell’infrarosso vicino per evidenziare la vegetazione con un colore rosso<br />
brillante. Le linee ondulate che appaiono attorno alla metà bassa del ghiacciaio sono dovute a rocce,<br />
suolo ed altri detriti che sono stati depositati dal ghiacciaio e che prendono il nome di “morene”.<br />
Nell’immagine il colore del suolo varia da tonalità luminose a marrone scuro, mentre neve e ghiaccio<br />
appaiono di colore bianco brillante. In questa stagione in Alaska il basso livello di insolazione alle<br />
elevate latitudini risulta evidente dalle ombre proiettate a nord dai Monti Elias. Le acque chiare<br />
dell’Oceano Pacifico appaiono di colore blu scuro, mentre le acque torbide appaiono di colore<br />
ciano. Il ghiacciaio Malaspina è molto studiato da scienziati di tutto il mondo. La sua vulnerabilità<br />
al cambiamento climatico ed i suoi cicli di crescita e ritiro sono stati studiati dagli scienziati<br />
mediante l’impiego di dati Copernicus e Landsat. Gli studi hanno evidenziato che<br />
nel caso di innalzamento del livello del mare, indotto dal cambiamento climatico,<br />
l’acqua del mare potrebbe causare i maggiori cambiamenti nella parte terminale<br />
del ghiacciaio ed portare a gravi impatti sugli habitat della zona.<br />
Traduzione a cura di Gianluca Pititto<br />
Crediti: Immagine della Settimana -ESA
GEOMATICA E ROBOTICA<br />
SIMULTANEOUS LOCALIZATION<br />
AND MAPPING: LA SOLUZIONE CHIAVE<br />
PER IL RILIEVO IN MOVIMENTO<br />
di Eleonora Maset e Lorenzo Scalera<br />
Fig. 1 - Sequenza di un robot che si muove<br />
all’interno di un ambiente sconosciuto, costruendone<br />
la mappa e determinando la sua<br />
posizione grazie ad un algoritmo SLAM.<br />
Molti di noi, guardando un<br />
robot aspirapolvere di ultima<br />
generazione muoversi<br />
per casa, si sono sicuramente<br />
domandati come<br />
questo elettrodomestico<br />
“intelligente” sia in grado<br />
autonomamente di pulire<br />
tutte le superfici, evitando<br />
gli ostacoli presenti<br />
nell’area. La risposta è racchiusa<br />
nell’acronimo SLAM<br />
(Simultaneous Localization<br />
and Mapping), ossia nella<br />
tecnica che consente ad un<br />
robot in movimento, dotato di<br />
sensori, di costruire la mappa<br />
dell’ambiente che lo circonda<br />
e, al tempo stesso, di usare<br />
tale mappa per determinare<br />
la sua posizione, come<br />
mostrato nella sequenza di<br />
immagini di Figura 1.<br />
Sviluppata originariamente<br />
nel campo della robotica<br />
per permettere ad un robot<br />
di navigare in uno scenario sconosciuto,<br />
la tecnologia SLAM<br />
presenta in realtà molti punti di<br />
contatto con le tecniche della geomatica,<br />
e rappresenta soprattutto<br />
la chiave per realizzare il rilievo in<br />
movimento in contesti in cui non<br />
sia possibile utilizzare il sistema di<br />
posizionamento satellitare.<br />
Facciamo un passo indietro, e<br />
più precisamente alla fine degli<br />
anni ’80, quando si iniziarono a<br />
gettare le basi per la soluzione di<br />
quello che appare un problema<br />
chicken-and-egg: per sapere dove<br />
è collocato il sensore, infatti, è<br />
necessario disporre di una mappa<br />
dell’ambiente, ma per costruire<br />
tale mappa devono essere note le<br />
posizioni assunte dal sensore stesso.<br />
L’ingegnere britannico Hugh<br />
Durrant-White fu uno dei primi<br />
ad applicare metodi probabilistici<br />
a tale problema, evidenziando al<br />
tempo stesso le difficoltà per una<br />
sua risoluzione efficace, connesse<br />
alla poca memoria e capacità computazionale<br />
dei calcolatori dell’epoca<br />
(Durrant-Whyte e Bailey,<br />
2006). La limitata potenza di<br />
calcolo, infatti, imponeva di rappresentare<br />
l’ambiente circostante<br />
attraverso un numero ridotto di<br />
landmarks, ossia oggetti facilmente<br />
riconoscibili, e di risolvere il<br />
problema probabilistico attraverso<br />
metodi di filtraggio, come il<br />
ben noto filtro di Kalman.<br />
A partire dagli anni 2000, grazie<br />
al notevole incremento della<br />
capacità di calcolo e alla rapida<br />
diffusione dei sensori LiDAR<br />
(Light Detection and Ranging),<br />
si assistette ad un crescente sviluppo<br />
dei metodi LiDAR SLAM,<br />
ancora oggi tra i più impiegati.<br />
Ora le mappe non sono più formate<br />
da pochi landmarks, bensì<br />
da nuvole di punti, e la base per<br />
la soluzione del problema è rappresentata<br />
dalla registrazione di<br />
scansioni consecutive. I metodi<br />
di filtraggio hanno lasciato quindi<br />
spazio ai cosiddetti metodi graphbased<br />
SLAM, basati cioè sulla risoluzione<br />
di un grafo, i cui nodi<br />
sono le posizioni (incognite) del<br />
sensore, mentre negli archi si trovano<br />
le trasformazioni relative tra<br />
due pose. Tali trasformazioni, che<br />
rappresentano un vincolo spaziale,<br />
possono essere stimate tramite<br />
opportuni metodi di registrazione<br />
di nuvole di punti, come l’algoritmo<br />
ICP (Iterative Closest Point),<br />
molto conosciuto nella comunità<br />
della geomatica.<br />
Utilizzando un approccio incrementale,<br />
in cui ogni nuova scan-<br />
26 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
GEOMATICA E ROBOTICA<br />
sione acquisita viene registrata<br />
rispetto alla precedente, si assiste<br />
ad un accumulo dell’errore e ad<br />
una deriva della traiettoria, che<br />
porta a visibili errori nella mappa,<br />
come evidenziato in Figura<br />
2. Risulta quindi fondamentale<br />
determinare le cosiddette “chiusure<br />
dell’anello” (loop closure),<br />
individuando cioè zone dell’ambiente<br />
circostante già mappate<br />
in precedenza, che consentono<br />
di imporre ulteriori vincoli e di<br />
ridurre (e redistribuire) l’errore.<br />
Una volta costruito un grafo che<br />
tenga conto anche dei vincoli<br />
imposti dalle chiusure dell’anello,<br />
un sistema di ottimizzazione<br />
consente di trovare la configurazione<br />
migliore, minimizzando i<br />
disallineamenti tra le varie scansioni<br />
(Grisetti et al., 2010).<br />
Oltre agli approcci LiDAR<br />
SLAM, non vanno dimenticati<br />
anche i metodi Visual SLAM,<br />
in cui il sensore impiegato è una<br />
fotocamera. In questo caso, la<br />
trasformazione relativa tra due<br />
pose successive è individuata<br />
a partire da algoritmi di image<br />
matching.<br />
Negli ultimi anni, la geomatica<br />
ha saputo far propri questi metodi,<br />
adattandoli alle esigenze<br />
Fig. 3 - La tecnologia SLAM consente di<br />
effettuare rilievi in movimento anche in ambienti<br />
angusti e in assenza di segnale GNSS,<br />
come all'interno di una grotta.<br />
Fig. 2 - Un approccio incrementale conduce ad una elevata deriva della traiettoria (in giallo) e ad<br />
errori evidenti nella mappa ricostruita.<br />
del rilievo e applicandoli per la<br />
realizzazione dei sistemi portatili<br />
che stanno trovando una crescente<br />
diffusione tra i professionisti<br />
del settore. Tali strumenti, infatti,<br />
consentono di mappare in maniera<br />
rapida ed efficiente ambienti<br />
altrimenti difficilmente rilevabili,<br />
come interni, ambienti industriali,<br />
spazi angusti, e più in generale<br />
aree in cui è assente il segnale<br />
GNSS, tra cui miniere e grotte<br />
(Figura 3).<br />
Per molti versi, il problema<br />
SLAM al giorno d’oggi può dirsi<br />
risolto dal punto di vista teorico<br />
(Durrant-Whyte e Bailey, 2006).<br />
La ricerca tuttavia non è conclusa,<br />
ed è orientata allo sviluppo di<br />
algoritmi sempre più performanti<br />
ed in grado di gestire quantità di<br />
dati (scansioni o immagini) sempre<br />
più elevate. Se la comunità<br />
della robotica continua ad essere<br />
molto attiva su questo fronte, sviluppando<br />
algoritmi che consentono<br />
una efficace e sicura navigazione<br />
autonoma dei robot mobili<br />
in ambienti sconosciuti, dall’altro<br />
lato la collaborazione con il mondo<br />
della geomatica può giocare<br />
un ruolo importante sulla qualità<br />
della ricostruzione 3D fornita da<br />
tali metodi. Alcuni studi, infatti,<br />
mettono in evidenza come i più<br />
recenti algoritmi open-source siano<br />
in grado di stimare la traiettoria<br />
del robot in modo accurato,<br />
producendo spesso però modelli<br />
3D non adatti a scopi topografici,<br />
poco dettagliati e molto rumorosi<br />
(Tiozzo Fasiolo et al., <strong>2022</strong>).<br />
Il dialogo e l’interazione tra geomatica<br />
e robotica è quindi fondamentale<br />
per una sempre maggiore<br />
automazione del rilievo, e per uno<br />
sviluppo di tecnologie che tengano<br />
in considerazione le esigenze e<br />
possano giovare agli obiettivi applicativi<br />
di entrambe le discipline.<br />
Bibliografia<br />
Durrant-Whyte, H, e Bailey, T., 2006. Simultaneous Localization<br />
and Mapping (SLAM): Part I, The Essential Algorithms.<br />
Robotics & Automation Magazine, 13.<br />
Grisetti, G., Kümmerle, R., Stachniss, C., Burgard,W.,<br />
2010. A tutorial on graph-based SLAM. IEEE Intelligent<br />
Transportation Systems Magazine, 2(4), pp. 31–43.<br />
Tiozzo Fasiolo D., Scalera L., Maset E., Gasparetto A.,<br />
<strong>2022</strong>. Experimental evaluation and comparison of LiDAR<br />
SLAM algorithms for mobile robotics. In: Niola, V., Gasparetto,<br />
A., Quaglia, G., Carbone, G. (eds) Advances in<br />
Italian Mechanism Science. IFToMM Italy <strong>2022</strong>. Mechanisms<br />
and Machine Science, 122, pp. 795 – 803.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Geomatica; slam; rilievo; robotica<br />
ABSTRACT<br />
Many of us, looking at a latest robot vacuum cleaner generation<br />
move for home, you definitely are ask yourself how<br />
this appliance “smart” is able independently to clean all<br />
surfaces, avoiding the obstacles present in the area. The<br />
answer is enclosed in the acronym SLAM (Simultaneous<br />
Localisation and Mapping), i.e. in the technique that allows<br />
a moving robot, equipped with sensors, to build the<br />
map of the environment that surrounds it and, at the same<br />
time, to use such a map to determine its location, such as<br />
shown in the sequence of images of Figure 1.<br />
AUTORE<br />
Eleonora Maset<br />
eleonora.maset@uniud.it<br />
Lorenzo Scalera<br />
lorenzo.scalera@uniud.it<br />
DPIA – Dipartimento Politecnico di Ingegneria e<br />
Architettura – Università degli Studi di Udine<br />
Via delle Scienze 206, 33100 Udine<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 27
AEROFOTOTECA<br />
LA “PIANTA TOPOGRAFICA DELLA ZONA<br />
ARCHEOLOGICA DI ROMA. ESEMPIO DI UNIONE<br />
DI TRE LEVATE CONSECUTIVE” (1909)<br />
L’Aerofototeca<br />
Nazionale<br />
racconta…<br />
di Laura Castrianni<br />
Fig. 1 - “Pianta Topofotografica della zona archeologica di Roma. Esempio di unione di tre<br />
levate consecutive”. AFN-ICCD. Negativo n. 33221.<br />
Il fotomosaico dell'area<br />
archeologica centrale di<br />
Roma, risultato dell'unione<br />
di tre scatti consecutivi,<br />
effettuato nel 1909 dagli<br />
Aerostieri della Brigata<br />
Specialistica del Genio<br />
Militare, guidata dal Capitano<br />
Cesare Tardivo, rappresenta -<br />
insieme ai fotomosaici di poco<br />
successivi di Ostia (1910) e<br />
Pompei (1911) - uno dei primi<br />
esperimenti di applicazione<br />
della neonata scienza<br />
aerofotografica all'archeologia<br />
e al tempo stesso un<br />
eccezionale documento del<br />
palinsesto storico dell'area<br />
compresa tra il Colosseo e il<br />
Campidoglio.<br />
Il fotomosaico scelto dal<br />
capitano Cesare Tardivo al<br />
Congresso Internazionale di<br />
Fotografia di Bruxelles del 1910<br />
per illustrare l’altissimo livello<br />
tecnico e scientifico raggiunto<br />
nella resa del “vero ritratto del<br />
terreno” dalla Sezione Fotografica<br />
della Brigata Specialisti<br />
del Genio, di cui era a capo, è<br />
un’immagine ben nota in letteratura<br />
archeologica, in particolare<br />
agli studiosi di Topografia<br />
Antica (fig. 1). Per avere un’idea<br />
della sua importanza basti pensare<br />
che essa è parte integrante<br />
dell’apparato iconografico mobile<br />
del manuale di “Fotografia<br />
Telefotografia Topofotografia dal<br />
Pallone” scritto per mano dello<br />
stesso Tardivo nel 1911 per i<br />
tipi di Carlo Pasta Editore in<br />
Torino (Tardivo 1911), tuttora<br />
considerato uno dei manuali di<br />
riferimento, insieme a quello di<br />
soli pochi anni precedente, del<br />
Tenente Attilio Ranza (Ranza<br />
1907), per la scienza aerofotografica<br />
e aerofotogrammetrica.<br />
Realizzato nell’anno 1909, il<br />
fotomosaico è il risultato dell’unione<br />
di tre scatti consecutivi<br />
(figg. 2-4), presentati dal Tardivo<br />
singolarmente per la prima<br />
volta nel corso della comunicazione<br />
effettuata nella capitale<br />
belga ad appena un anno di<br />
distanza dalla sua realizzazione.<br />
Oltre a costituire un prezioso<br />
documento del tessuto urbano<br />
della zona archeologica centrale<br />
di Roma, andato distrutto in<br />
seguito alla realizzazione di Via<br />
dei Fori Imperiali, l’immagine,<br />
per usare le parole del Tardivo,<br />
«abbraccia la prima Roma con il<br />
Foro Romano e il Foro di Traiano,<br />
la seconda Roma con il complesso<br />
dei Musei Capitolini, opera<br />
di Michelangelo, e la terza Roma<br />
con il Monumento di Sacconi al<br />
Padre della nostra Patria» (Tardivo<br />
1910, p. 7).<br />
Promotore della “fototopografia”<br />
intesa - secondo un neologismo<br />
da lui stesso coniato - come<br />
disciplina basata sul rilevamento<br />
del terreno effettuato per mezzo<br />
della fotografia, il Tardivo si<br />
serve del fotomosaico dell’area<br />
archeologica centrale di Roma<br />
per dimostrare come la fotografia,<br />
da semplice mezzo ausiliario<br />
possa diventare il fine stesso del-<br />
28 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
AEROFOTOTECA<br />
le operazioni di rilievo altimetrico<br />
finalizzate alla produzione<br />
cartografica, offrendone essa<br />
stessa una riproduzione di dettaglio<br />
e in scala. In questo senso,<br />
a parere del Tardivo, le aree<br />
archeologiche offrono un campo<br />
di applicazione privilegiato<br />
della nuova tecnica di rilievo<br />
aerofotografico, «nelle quali non<br />
solo si evinceranno le dimensioni<br />
reali delle rovine, ma saranno<br />
visibili in tutta la loro conformazione<br />
strutturale» (Tardivo<br />
1910, p. 2). Nel prosieguo della<br />
comunicazione vengono passati<br />
in rassegna i tre scatti singolarmente,<br />
attraverso l’illustrazione<br />
della topografia del Foro Romano,<br />
al fine di dimostrare il<br />
livello di dettaglio raggiunto<br />
dalla Sezione nella resa del terreno,<br />
prima di passare ad altri<br />
importanti casi di applicazione<br />
costituiti dai corsi d’acqua, con<br />
il rilievo del corso del fiume Tevere,<br />
dai delta dei fiumi e dalle<br />
zone lagunari, con il rilievo di<br />
Venezia e la sua laguna (Tardivo<br />
1910, pp. 3-16).<br />
Prima di passare alla descrizione<br />
analitica della porzione visibile<br />
dell’area archeologica centrale di<br />
Roma, mi vorrei soffermare su<br />
alcuni dettagli relativi alla tecnica<br />
di realizzazione, al fine di<br />
evidenziare l’eccezionalità - per<br />
l’epoca - dell’impresa realizzata.<br />
È dalle stesse parole pronunciate<br />
dal capitano Cesare Tardivo<br />
al Convegno Internazionale di<br />
Fotogrammetria di Vienna del<br />
1912 che apprendiamo come la<br />
specialità della Sezione Fotografica<br />
fosse proprio la “topofotografia”,<br />
sotto l’impulso del capitano<br />
Maurizio Mario Moris,<br />
per la grande affinità che legava<br />
questa materia con la scienza<br />
aeronautica, di cui lo stesso Moris<br />
veniva considerato il padre<br />
fondatore (Pesce 1994). Il rilievo<br />
di zone pianeggianti eseguito<br />
per mezzo di fotografie scattate<br />
dall’alto veniva condotto attraverso<br />
l’utilizzo di placche mantenute<br />
il più possibile in posizione<br />
orizzontale; in una fase<br />
successiva, di post-produzione,<br />
questi fotogrammi realizzati sul<br />
campo venivano raddrizzati e<br />
ridotti ad una medesima scala,<br />
tramite mirate operazioni di<br />
laboratorio realizzate con un<br />
“fotoprospettografo” appositamente<br />
realizzato dalla Sezione,<br />
quindi tagliate e montate su di<br />
un supporto di tela particolare,<br />
atto ad evitare deformazioni, al<br />
fine di realizzare le carte topofotografiche:<br />
è lo stesso Tardivo a<br />
sottolineare il fatto che «queste<br />
carte forniscono non soltanto<br />
le misure, ma, in luogo di una<br />
rappresentazione fredda e convenzionale<br />
del terreno, si ha davanti<br />
agli occhi la fotografia stessa del<br />
terreno» (Tardivo 1912a, p. 4).<br />
La Sezione, che provvedeva da<br />
sola alla realizzazione della strumentazione<br />
tecnica necessaria<br />
alla sua attività - basti citare il<br />
pallone autodeformatore del Tenente<br />
Ranza e il teleobbiettivo<br />
del Tardivo -, lavorava generalmente<br />
con una macchina fotografica<br />
speciale (21x21), dotata<br />
di un obiettivo con focale di 16<br />
cm, a sua volta munito di un<br />
otturatore azionabile elettricamente<br />
da terra per mezzo di un<br />
cavo a doppia conduzione a cui<br />
era fissato il pallone aerostatico.<br />
La macchina fotografica veniva<br />
sospesa ad un pallone speciale<br />
in seta di 170 mc, grazie ad un<br />
sistema a tre fili piuttosto lunghi,<br />
al fine di ridurre la velocità<br />
angolare delle oscillazioni in<br />
maniera tale da ottenere immagini<br />
a fuoco e dotate di una risoluzione<br />
ottimale. Lo scatto veniva<br />
effettuato al passaggio del<br />
pendolo sulla verticale, per evitare<br />
il più possibile distorsioni e<br />
conseguenti fotoraddrizzamenti.<br />
La macchina fotografica veniva<br />
solitamente elevata ad un’altezza<br />
di ca. 1000 m slm, in modo tale<br />
da ottenere una rappresentazio-<br />
Fig. 2 - Primo scatto del Fotomosaico dell’Area archeologica<br />
centrale di Roma: il Colosseo (Tardivo 1910, pagg. 1-2).<br />
Fig. 3 - Secondo scatto del Fotomosaico dell’Area archeologica<br />
centrale di Roma: il Foro Romano (1910, pagg. 3-4).<br />
Fig. 4 - Terzo scatto del Fotomosaico dell’Area archeologica<br />
centrale di Roma: il Campidoglio (Tardivo 1910, pag. 6).<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 29
AEROFOTOTECA<br />
Fig. 5 - Pallone drachen in volo sul Foro Romano<br />
(Tardivo 1910, pag. 13).<br />
ne sulle lastre originali in scala<br />
di 1:6000, abbracciando un’area<br />
di ca. 1 kmq (Tardivo 1912a,<br />
pp. 11-13).<br />
Alla luce di queste considerazioni,<br />
si capisce ancora meglio<br />
la portata innovativa della sperimentazione<br />
effettuata sull’area<br />
archeologica centrale di Roma,<br />
Fig. 6 - Locandina della Mostra “Roma dall’alto”.<br />
Roma, Casa dell’Architettura – Acquario Romano,<br />
25/10/2006-30/11/2006.<br />
dove il terreno da fotografare<br />
non era posto tutto ad una<br />
medesima altezza – includendo<br />
anche la zona del Campidoglio,<br />
la Velia e le pendici del Palatino<br />
- e richiedeva quindi al personale<br />
della Sezione di affrontare<br />
l’ulteriore difficoltà di ricondurre<br />
scatti realizzati a diversi<br />
rapporti di scala ad una “sola e<br />
unica placca” (Tardivo 1910, p.<br />
6). Apprendiamo dalla relazione<br />
tenuta nel 1910 dal Tardivo<br />
a Bruxelles che per effettuare<br />
le riprese aerofotografiche del<br />
Foro Romano venne utilizzato<br />
un pallone drachen di 100 mc,<br />
rivestito di un involucro di seta<br />
(fig. 5): il pallone drago o cervo<br />
volante, essendo più pesante del<br />
pallone sferico, possedeva infatti<br />
una maggiore stabilità rispetto<br />
a quest’ultimo, garantendo un<br />
maggior numero di giornate<br />
lavorative in presenza di vento<br />
leggero. Inoltre - prosegue il<br />
Tardivo - il drachen permetteva<br />
di avere il punto di attacco del<br />
pendolo a cui era sospesa la<br />
macchina fotografica fuori dalla<br />
portata del cavo di ritegno del<br />
pallone, grazie alla conformazione<br />
allungata dell’aerostato, e<br />
quindi evitava l’inconveniente<br />
di vedere il pendolo arrotolato<br />
intorno al cavo, con un’inevitabile<br />
perdita di orizzontalità<br />
della ripresa (Tardivo 1910, pp.<br />
13-14).<br />
Tornando al fotomosaico oggetto<br />
del presente contributo, si<br />
evince facilmente dalle osservazioni<br />
tecniche appena richiamate<br />
come esso, insieme a quelli<br />
immediatamente successivi di<br />
Pompei ed Ostia, abbia costituito<br />
un banco di prova d’eccezione<br />
della neonata fototopografia<br />
dal pallone applicata all’archeologia.<br />
Nella comunicazione<br />
effettuata a Bruxelles, il Tardivo,<br />
nel presentare il fotomosaico<br />
come primo esempio di applicazione<br />
pratica in campo archeologico<br />
dei nuovi ritrovati della<br />
scienza e della tecnica dei militari,<br />
non manca di rilevare l’alto<br />
potenziale informativo veicolato<br />
dall’immagine, sia a livello<br />
archeologico che urbanistico,<br />
nonché di gestione ambientale.<br />
Veniamo a sapere infatti dalle<br />
sue stesse parole che l’architetto<br />
veneto Giacomo Boni, all’epoca<br />
Direttore degli Scavi del Palatino<br />
e Foro Romano, aveva utilizzato<br />
la prima delle tre immagini<br />
che formavano il fotomosaico,<br />
quella raffigurante l’area del Colosseo,<br />
per illustrare la sua conferenza<br />
“Terra Mater”, al fine di<br />
portare avanti la sua campagna<br />
contro la speculazione edilizia<br />
e l’edificazione selvaggia, perseguita<br />
a danno della vegetazione<br />
e della natura circostante (Tardivo<br />
1910, p. 3).<br />
Ma veniamo ora più da vicino<br />
alla trattazione del soggetto rappresentato<br />
nel fotomosaico, vale<br />
a dire l’area archeologica centrale<br />
di Roma. Nella presentazione<br />
al convegno internazionale di<br />
Bruxelles il Tardivo illustra i<br />
singoli scatti separatamente,<br />
indicandoli - rispettivamente<br />
- come la zona del Colosseo, il<br />
Foro Romano e il Campidoglio.<br />
Il primo fotogramma (fig. 2), in<br />
cui campeggia la visione zenitale<br />
del Colosseo, viene presentato<br />
come quello in cui, meglio che<br />
in qualunque altra planimetria,<br />
l’antico anfiteatro flavio si presenta<br />
in tutta la sua suggestiva<br />
maestosità, caratteristica grazie<br />
alla quale è divenuto il simbolo<br />
della grandezza di Roma in<br />
tutte le epoche. Esternamente<br />
al Colosseo, il Tardivo prosegue<br />
con l’elencazione dei monumenti<br />
visibili: la Meta Sudans, il<br />
basamento del Colosso di Nerone,<br />
l’arco di Costantino, fino<br />
ad arrivare alla chiesa di San<br />
Gregorio e ai resti delle terme di<br />
Tito, sul Colle Oppio. Nella citazione<br />
dei monumenti antichi<br />
e moderni visibili ampio spazio<br />
viene riservato alle considerazio-<br />
30 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
GEOMATICA E ROBOTICA<br />
ni relative al verde urbano e alla<br />
speculazione immobiliare caratteristica<br />
della zona immediatamente<br />
a Nord del Colosseo.<br />
Non meno interessante, a detta<br />
dello stesso Tardivo, è il secondo<br />
fotogramma (fig. 3), con la<br />
veduta aerea del Foro Romano,<br />
attraversato dalla Via Sacra, che<br />
con il suo percorso assurge a<br />
cardine della rappresentazione,<br />
come si evince dalle seguenti parole:<br />
«passando sotto l’arco di Tito<br />
costeggia la piattaforma del grandioso<br />
tempio di Venere e Roma,<br />
sulla quale oggi si innalza la<br />
chiesa di Santa Francesca Romana.<br />
A seguire la basilica di Massenzio,<br />
il piccolo tempio circolare<br />
di Romolo, i sepolcri, il tempio<br />
di Antonino Pio e Faustina, di<br />
cui si apprezzano le colonne della<br />
facciata, le rovine della grandiosa<br />
basilica Emilia, nella quale sono<br />
già stati parzialmente eseguiti<br />
i lavori di scavo, come mostra<br />
questa topofotografia; poi l’arco<br />
di Settimio Severo, i rostri, la<br />
colonna di Foca, l’altare del Divo<br />
Giulio e la regia…Dall’altro lato<br />
della Via Sacra noi vediamo la<br />
basilica Giulia, le tre colonne del<br />
tempio di Castore e Polluce, il<br />
tempio di Augusto, Santa Maria<br />
Antiqua, la casa delle Vestali, a<br />
fianco ed al di sopra della quale<br />
sorge come una grande terrazza il<br />
verdeggiante e meraviglioso Palatino,<br />
dove l’occhio apprezza ancora<br />
la domus Augustae, lo stadio,<br />
ecc.». Quindi segue il terzo fotogramma<br />
(fig. 4), in cui ad essere<br />
sinteticamentee richiamati dal<br />
Tardivo sono il Foro Romano<br />
ed il Foro di Traiano, il Campidoglio<br />
con i Musei Capitolini,<br />
e il Monumento di Sacconi,<br />
meglio noto come Altare della<br />
Patria, ancora in costruzione.<br />
Da notare, nella scarna indicazione<br />
dei principali monumenti<br />
antichi visibili, l’osservazione<br />
relativa al dettaglio delle colonne<br />
della facciata del Tempio di<br />
Antino Pio e Faustina, a sotto-<br />
Fig. 7 - Il fotomosaico dell’area archeologica centrale di Roma nella Sala Palazzo Braschi allestita<br />
per la mostra " Roma. Nascita di una capitale 1870-1915" c. <strong>2022</strong>, professionearchitetto.it<br />
(foto © Elisa Scapicchio architetto).<br />
lineare il livello di dettaglio raggiunto<br />
nella resa del terreno, ed<br />
il riferimento agli scavi in corso<br />
nell’area della Basilica Emilia,<br />
come a voler suggerire l’importanza<br />
dei diversi livelli informativi<br />
contenuti nella foto.<br />
Se dall’analisi di dettaglio dei<br />
singoli scatti proposta dal Tardivo<br />
all’epoca della realizzazione<br />
degli stessi passiamo ad analizzare<br />
l’immagine risultante dalla<br />
loro unione nel suo complesso<br />
con gli occhi di oggi, non possiamo<br />
non ribadire l’alto valore<br />
documentario sotteso a questa<br />
immagine, consistente nell’attestazione<br />
della conformazione<br />
dell’area archeologica centrale<br />
di Roma in un’epoca precedente<br />
agli scavi degli anni Venti e<br />
Trenta del ‘900; in particolare,<br />
saltano agli occhi la Meta Sudans,<br />
nei pressi del Colosseo -<br />
fontana monumentale di epoca<br />
flavia demolita nel 1936 per<br />
consentire alle parate militari di<br />
sfilare sotto l’arco di Costantino<br />
-, la collina della Velia, nei<br />
pressi della basilica di Massenzio,<br />
il giardino cinquecentesco<br />
di Villa Rivaldi, e il quartiere<br />
Alessandrino, completamente<br />
rasi al suolo nel corso delle demolizioni<br />
per la realizzazione di<br />
Via dei Fori Imperiali, aperta<br />
nel 1932 con il nome di Via<br />
dell’Impero. Ad attestare invece<br />
le grandi trasformazioni a cui fu<br />
sottoposta la città storica tra la<br />
fine dell’Ottocento e l’inizio del<br />
Novecento, è la presenza della<br />
mole del Vittoriano, nell’angolo<br />
in basso a destra, il cui cantiere<br />
fu avviato nel 1885 e concluso<br />
solo nel 1911, quando il monumento<br />
venne inaugurato ancora<br />
incompleto, sovrapponendosi<br />
ad un intero contesto di strade e<br />
monumenti antichi andati irrimediabilmente<br />
distrutti.<br />
Risulta emblematico, a questo<br />
proposito, quanto riportato nella<br />
prefazione al volume di una<br />
mostra curata dall’Aerofototeca<br />
Nazionale-ICCD nel 2006, dal<br />
suggestivo titolo “Roma dall’alto”,<br />
in un passo in cui viene<br />
esplicitata la scelta di porre il<br />
fotomosaico in questione come<br />
copertina del volume e come<br />
biglietto di presentazione della<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-2021 31
AEROFOTOTECA<br />
mostra (fig. 6) con le seguenti<br />
parole: «Ha […] prevalso l’idea<br />
che si dovesse […] partire dai<br />
simboli più antichi, dalle radici<br />
della città, da quello spazio tra il<br />
Campidoglio, il Palatino, il Celio,<br />
il Colle Oppio e il Quirinale,<br />
cuore dell’Urbe, che l’immagine,<br />
costruita attraverso più scatti ripresi<br />
dal pallone dagli specialisti<br />
del Genio, coglie ancora quasi<br />
integro nella sua stratificazione<br />
storica – e modificato solo nel<br />
margine laterale destro dalla<br />
costruzione, in fase di completamento,<br />
dell’imponente Monumento<br />
a Vittorio Emanuele II e dalla<br />
connessa ampia risistemazione<br />
di piazza Venezia -» (Travaglini<br />
2006, p. 20). Dalla lettura<br />
delle considerazioni fin qui<br />
presentate si deduce facilmente<br />
come l’immagine riassuma in<br />
sé molteplici valori, che vanno<br />
dall’essere uno dei primi esperimenti<br />
di fotointerpretazione<br />
aerea applicata all’archeologia, al<br />
fatto di fornire una documentazione<br />
d’eccezione del palinsesto<br />
storico dell’area archeologica<br />
centrale di Roma, alla vigilia dei<br />
profondi processi di trasformazione<br />
del Ventennio (fig. 7).<br />
Per quel che concerne la datazione<br />
del fotomosaico, oltre<br />
al già più volte richiamato<br />
avanzato stato di costruzione<br />
del Vittoriano, inaugurato il 4<br />
giugno 1911, è lo stesso Tardivo<br />
a lasciarci nei suoi scritti<br />
una testimonianza esplicita<br />
dell’anno di esecuzione, il 1909,<br />
facilmente desumibile anche in<br />
via indiretta dall’elencazione, in<br />
ordine cronologico, delle diverse<br />
applicazioni pratiche sul terreno<br />
poste a corredo dei propri<br />
scritti (Tardivo 1912b pp. 6-7;<br />
Fig. 8 - Locandina della Mostra “L’occhio della Scienza. Un secolo di fotografia scientifica in<br />
Italia (1839-1939). Pisa, Palazzo Lanfranchi, Museo della Grafica, 12/11/<strong>2022</strong> – 26/02/2023.<br />
Id. 1913, pp- 20-21; Id. 1939,<br />
p. 178): nell’ordine, il corso<br />
del fiume Tevere (1908; Tardivo<br />
1909; Castrianni <strong>2022</strong>b,<br />
pp. 40-44), l’area archeologica<br />
centrale di Roma (1909), Pompei<br />
(1910; Stefani 2008, pp.<br />
15-19), Ostia (1911; Shepherd<br />
2006, pp. 15-38) e Venezia con<br />
la sua laguna (1912).<br />
In particolare, nel contributo<br />
relativo alla “Topofotografia<br />
aerea” del 1913, a proposito<br />
del rilievo del Foro Romano,<br />
secondo in ordine cronologico<br />
solo a quello del corso del fiume<br />
Tevere, il Tardivo scrive che «si<br />
rilevò, a titolo di esperimento, la<br />
platea archeologica di Roma, per<br />
rendersi esatto conto delle difficoltà<br />
che si sarebbero incontrate<br />
nel collegare radialmente le varie<br />
lastre fra loro, esperimento che<br />
riuscì benisssimo» (Tardivo 1913,<br />
p. 20). Lo stesso Tardivo, in un<br />
altro scritto relativo a “Gli ultimi<br />
progressi della topofotografia<br />
dal pallone”, invita il lettore a<br />
verificare l’esattezza del lavoro<br />
effettuato mettendolo a confronto<br />
con una pianta topografica<br />
della zona stessa, per avere<br />
contezza del successo dell’esperimento<br />
che, per sua stessa ammissione,<br />
li avrebbe incoraggiati<br />
a proseguire con i successivi<br />
lavori (Tardivo 1912b, p. 6).<br />
Lavori questi che, mostrati<br />
all’Esposizione Internazionale<br />
di fotografia artistica e scientifica<br />
che ebbe luogo a Roma nel<br />
1911, in Castel Sant’Angelo,<br />
annessa al III Congresso Fotografico<br />
Italiano, fecero ottenere<br />
una medaglia d’oro e un diploma<br />
d’onore agli Aerostieri<br />
della Sezione Fotografica del<br />
Battaglione Specialisti del Genio<br />
Militare al Concorso Internazionale<br />
di Fotografia scientifica:<br />
«[…] lavori questi unici nel loro<br />
genere, non essendo stati finora,<br />
nonché compiuti, neppur tentati<br />
fuori d’Italia», come riportato<br />
nell’Annuario delle feste com-<br />
32 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
GEOMATICA E ROBOTICA<br />
memorative della proclamazione<br />
del Regno d’Italia, dove si<br />
legge: «Le lodi già tributate dai<br />
competenti ai magnifici risultati<br />
ottenuti dai valenti fototopografi<br />
del Genio sotto la dotta<br />
direzione del capitano Tardivo,<br />
ci dispensano dall’insistere sulla<br />
perfezione e sulla utilità di tali<br />
lavori» (Annuario Santoponte,<br />
p. 20).<br />
Per avere un’idea del seguito e<br />
della fortuna di cui godettero<br />
i primi esperimenti portati<br />
avanti da quei pionieri del<br />
volo che furono gli Aerostieri<br />
del Genio Militare, basti pensare<br />
che ancora nel 1938, al<br />
V Congresso Internazionale<br />
di Fotogrammetria tenutosi a<br />
Roma, vennero illustrati quei<br />
primi lavori al fine di dimostrare<br />
che «in un passato non<br />
molto remoto, l’Italia era giustamente<br />
considerata all’avanguardia»<br />
negli studi aerofotogrammetrici<br />
(Tardivo 1936, p. 1).<br />
A chiusura ideale del presente<br />
contributo mi sia consentito<br />
richiamare la mostra dal titolo<br />
“L’occhio della scienza. Un<br />
secolo di fotografia scientifica<br />
in Italia (1839-1939), allestita<br />
presso Palazzo Lanfranchi di<br />
Pisa, dal Museo della Grafica<br />
e dal Museo Galileo, dal 12<br />
novembre <strong>2022</strong> al 26 febbraio<br />
2023; tra gli scatti esposti<br />
nella sottosezione relativa alle<br />
foto aeree da pallone frenato<br />
effettuate dagli Aerostieri del<br />
Genio Militare, a servizio<br />
dell’archeologia, è il fotomosaico<br />
dell’area archeologica<br />
centrale di Roma, ad ulteriore<br />
dimostrazione dell’importanza<br />
da esso rivestita per la storia<br />
della fotografia scientifica in<br />
generale e della fotografia aerea<br />
archeologica in particolare<br />
(Castrianni <strong>2022</strong>a, pp. 112-<br />
117) (fig. 8).<br />
NOTE<br />
1 Per un inquadramento relativo ai precedenti<br />
esperimenti di fotografia aerea da pallone frenato<br />
effettuati nell’area archeologica centrale di<br />
Roma dalla Brigata Specialisti del Genio Miliatre,<br />
per un totale di 74 scatti distribuiti in 6 levate,<br />
realizzate nell’arco del decennio compreso<br />
tra il 1899 e il 1909, il cui studio è ancora in<br />
corso, si rimanda al seguente contributo: Castrianni,<br />
Cella 2010-2011, pp. 33-40 (con bibl.<br />
prec.). Senza alcuna pretesa di esaustività, si richiamano<br />
– a titolo puramente esemplificativo<br />
– alcuni dei principali luoghi di pubblicazione<br />
del fotomosaico in esame: Boemi, Travaglini<br />
2006, pp. 112-113, fig. 2.14; Castrianni, Cella<br />
2010-2011, p. 35, fig. 3; De Vico Fallani 2021,<br />
p. 99 fig. 5; Pesci, Pirani, Raimondi 2021, pp.<br />
234 e 477, scheda cat. 200; Castrianni <strong>2022</strong>a,<br />
p. 114, fig. T7.<br />
2 La stampa fotografica (28,6x60,9 cm) è conservata<br />
presso la Biblioteca ICCD, Fondo Becchetti,<br />
coll. FB 6/211, tav. Allegata; essa è stata<br />
recentemente oggetto di un intervento conservativo<br />
che ne ha comportato la riduzione in una<br />
busta a 4 falde in carta conservativa ricavata da<br />
un unico foglio rinforzata con fondo in cartoncino<br />
di sostegno.<br />
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />
Annuario Santoponte 1911-1912: G. Santoponte,<br />
Annuario delle feste commemorative della proclamazione<br />
del Regno d’Italia. III Congresso Fotografico italiano.<br />
Esposizione internazionale di fotografia artistica<br />
e scientifica in Castel S. Angelo, Annuario Santoponte<br />
XIII-XIV, 1911-1912, Appendice.<br />
Boemi, Travaglini 2006: M.F.Boemi, C.M.Travaglini<br />
(a cura di), Roma dall’alto (Catalogo Mostra Roma<br />
2006), Roma 2006.<br />
Castrianni <strong>2022</strong>a: L. Castrianni, Dalla terra al cielo: le<br />
prime foto aeree da pallone frenato del Genio Militare<br />
a servizio dell’archeologia, in C. Addabbo, S. Casati (a<br />
cura di), L’occhio della scienza, (Catalogo Mostra Pisa<br />
<strong>2022</strong>-2023), Pisa <strong>2022</strong>, pp. 112-117.<br />
Castrianni 2002b: L. Castrianni, L’Aerofototeca<br />
Nazionale racconta……in volo sul Tevere da<br />
Stimigliano a Ponte del Grillo: “il ritratto del terreno”<br />
dal pallone (1908), in Geomedia 4/<strong>2022</strong>, pp. 40-44.<br />
Castrianni, Cella 2010-2011: L. Castrianni, E. Cella,<br />
Giacomo Boni e il Foro Romano: la prima applicazione<br />
della fotografia aerea archeologica in Italia, in<br />
AAerea IV.2010 – V.2011, pp. 33-40.<br />
De Vico Fallani 2021: M. De Vico Fallani, Il contributo<br />
della botanica alla “invenzione” della “flora<br />
monumentale”: brevi note storiche, in Russo, Alteri,<br />
Paribeni 2021, pp. 94-101.<br />
Mazzarelli 2006: C. Mazzarelli, 2. Interventi nella città<br />
storica, in Boemi, Travaglini 2006, pp. 101-127.<br />
Pesce 1994: G. Pesce, Maurizio Mario Moris padre<br />
dell’Aeronautica Italiana, Roma 1994.<br />
Ranza 1907: A. Ranza, Fototopografia e fotogrammetria<br />
aerea. Nuovo metodo pel rilevamento topografico<br />
di estese zone di terreno, in Rivista d’Artigliera e<br />
Genio, III-IV, 1907.<br />
Russo, Alteri, Paribeni 2021: A. Russo, R. Alteri, A.<br />
Paribeni (a cura di), Giacomo Boni. L’alba della modernità<br />
(Catalogo Mostra Roma 2021-<strong>2022</strong>), Milano<br />
2021.<br />
Shepherd 2006: E.J. Shepherd, Il “Rilievo<br />
Topofotografico di Ostia dal pallone” (1911), in<br />
AAerea II.2006, pp. 15-38.<br />
Stefani 2008: G. Stefani, Il rilievo topofotografico di<br />
Pompei del 1910, in AAerea III.2008, pp. 15-19.<br />
Tardivo 1909: C. Tardivo, Rilievo fotografico di un<br />
tratto di km 50 del corso del Tevere, in Annali della<br />
Società degli Ingegneri e degli Architetti Italiani, n. 13,<br />
1 luglio, 1910, estratto.<br />
Tardivo 1910: C. Tardivo, Communicatione sur<br />
la Photographie faite au Congrès International de<br />
Photographie de Bruxelles, Archivio Storico ISCAG,<br />
1910, estratto.<br />
Tardivo 1911: C. Tardivo, Manuale di Fotografia,<br />
Telefotografia e Topofotografia dal pallone, Torino<br />
1911.<br />
Tardivo 1912a: C. Tardivo, Communicatione faite<br />
sur les travaux de topophotographie exécutés par la<br />
Section de Photographie du “Bataillon des spécialistes”,<br />
Archivio Storico ISCAG, 1912, estratto.<br />
Tardivo 1912b: C. Tardivo, Sugli ultimi progressi della<br />
fotografia dal pallone. Comunicazione fatta al Terzo<br />
Congresso Fotografico Italiano, Atti del III Congresso<br />
Fotografico Italiano, Roma – aprile 1911, Roma 1912.<br />
Tardivo 1913: C. Tardivo, Topofotografia Aerea, in<br />
Rivista di Artiglieria e Genio, III, 1913, estratto.<br />
Tardivo 1936: C. Tardivo, Sguardo retrospettivo alla<br />
topografia aerea, in Ottica 3-4, 1936, Firenze 1936.<br />
Tardivo 1939: C. Tardivo, Fotografia telefotografia e<br />
fotogrammetria ai fini militari in Italia, in Un secolo<br />
di progresso scientifico italiano: 1839- 1939, Roma<br />
1939.<br />
Travaglini 2006: C.Travaglini, Lo sguardo sulla città.<br />
Note sulle trasformazioni della Capitale tra Otto e<br />
Novecento, in Boemi, Travaglini 2006, pp. 13-42.<br />
Pesci, Pirani, Raimondi 2021: Flavia Pesci, Federica<br />
Pirani, Gloria Raimondi (a cura di), Roma. Nascita<br />
di una capitale 1870-1915, (Catalogo Mostra Roma<br />
2021), Roma 2021.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Fotogrammetria; fotografia aerea;<br />
archeologia<br />
ABSTRACT<br />
The photomosaic of the central archaeological<br />
area of Rome, result of the union<br />
of three consecutive shots, carried out in<br />
1909 by the Aerostieri of the Specialist<br />
Brigade of Military Engineers, guided by<br />
Captain Cesare Tardivo, represents - together<br />
with the slightly later photomosaics of<br />
Ostia (1910) and Pompeii (1911) - one of<br />
the first experiments in application of the<br />
newborn aerophotographic science to archeology<br />
and at the same time an exceptional<br />
document of the historical palimpsest<br />
of the area between the Colosseum and the<br />
Campidoglio.<br />
It is composed by a sequence of shots taken<br />
from a braked balloon made available by<br />
the Military Engineers, and it was presented<br />
for the first time by Tardivo himself at<br />
the International Congress of Photography<br />
in Brussels in 1910.<br />
It testifies the progress of the stratigraphic<br />
excavations taken in those years, with rigorous<br />
scientific method, by Giacomo Boni,<br />
as Director of the Roman Forum and Palatine<br />
Hill.<br />
It also represents a precious testimony of<br />
the aspect that the area must have had<br />
before the demolitions of the 1920s and<br />
1930s, aime at the opening of Via dei Fori<br />
Imperiali, and of the deep urban transformations<br />
following the building of the<br />
Monument to king Vittorio Emanuele II<br />
(Vittoriano), then still under construction.<br />
AUTORE<br />
Laura Castrianni<br />
laura.castrianni@cultura.gov.it<br />
laura.castrianni@cnr.it<br />
MiC, SR-Umbria e CNR-ISPC,<br />
Sede di Lecce<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-2021 33
MERCATO<br />
OPEN MAPS FOR EUROPE AGGIUNGE I<br />
DATI DI ALTRI QUATTRO PAESI PER IL RI-<br />
LASCIO FINALE<br />
Open Maps For Europe ha annunciato che i dati geospaziali<br />
ufficiali di altri quattro paesi sono inclusi nella terza<br />
e ultima versione del progetto. La Macedonia del Nord<br />
e la Svizzera hanno contribuito con dati aperti topografici<br />
multitematici per EuroRegionalMap in scala 1:250<br />
000, con Danimarca e Slovenia che<br />
hanno aggiunto i loro dati al prototipo<br />
di Catastral Index Map. La<br />
Macedonia del Nord ha anche fornito<br />
nomi geografici autorevoli per<br />
l'Open Gazetteer multilingue.<br />
I set di dati aperti paneuropei<br />
sono creati dai membri di<br />
EuroGeographics che rappresenta le<br />
autorità nazionali europee di mappatura,<br />
catasto e registrazione fondiaria.<br />
"Siamo lieti di annunciare che altri quattro paesi stanno<br />
contribuendo con dati a questa terza e ultima versione<br />
del progetto Open Maps For Europe", ha affermato<br />
Victoria Persson, Project Manager - Data Access and<br />
Integration, EuroGeographics. “Dal rilascio dei primi<br />
set di dati nel settembre 2021, abbiamo continuato a<br />
migliorare e aumentare la copertura utilizzando il nostro<br />
esclusivo processo di integrazione dei dati. Questo<br />
approccio personalizzato armonizza le informazioni geospaziali<br />
nazionali ufficiali alle specifiche standard, in<br />
modo che gli utenti possano essere sicuri che siano coerenti,<br />
comparabili e facilmente condivisibili”.<br />
“Il progetto Open Maps For Europe affronta le sfide<br />
dell'accesso a dati aperti geospaziali interoperabili affidabili<br />
da più fonti ufficiali. Dimostra come i nostri membri<br />
possono lavorare insieme per produrre dati aperti<br />
paneuropei per realizzare i vantaggi della direttiva Open<br />
Data Public Sector Information<br />
(PSI) che identifica specificamente<br />
il geospaziale come una<br />
categoria di set di dati di alto<br />
valore. “<br />
L'interfaccia online Open Maps<br />
For Europe consente agli utenti<br />
di scoprire, visualizzare, concedere<br />
in licenza e scaricare i set<br />
di dati aperti, inclusi dati topografici<br />
e di altezza, immagini, servizio Open Gazetteer e<br />
il prototipo di Open Catastral Map.<br />
EuroGeographics è un'organizzazione internazionale<br />
senza scopo di lucro delle autorità nazionali europee di<br />
mappatura e catasto. Attualmente riunisce membri provenienti<br />
da 46 paesi, coprendo l'intera Europa geografica.<br />
Il progetto Open Maps for Europe è consultabile<br />
qui: https://www.mapsforeurope.org/explore-map/egmerm-basemap<br />
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completa visualizzazione 3D ed un sistema CAD per visualizzare e<br />
modificare i disegni, integrazione dei tuoi dati con tutte le tipologie<br />
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34 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong><br />
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MERCATO<br />
ACQUISIZIONE DATI IN CAMPO CON QFIELD<br />
Un nuovo corso online è entrato a far parte della già ricca<br />
offerta didattica della Formazione TerreLogiche: si tratta<br />
di "Acquisizione dati in campo con QField", un appuntamento<br />
dedicato a quanti sono interessati alle procedure<br />
di consultazione e raccolta sul campo di dati georeferenziati<br />
attraverso l'app mobile QField e la sincronizzazione<br />
dati tra dispositivi mobile e QGIS Desktop. Il prossimo<br />
appuntamento a calendario si terrà il prossimo 28 febbraio<br />
e 2 marzo, per un totale di 8 ore di lezione, e manterrà<br />
lo stesso prezzo promozionale della prima sessione.<br />
QField rappresenta la principale app in ambiente GIS<br />
per l’acquisizione di dati sul campo: perfettamente integrata<br />
con QGIS, è una soluzione completa, intuitiva,<br />
gratuita e Open Source che sta coinvolgendo un numero<br />
di utenti sempre più elevato poiché permette di trasferire<br />
in modo semplice un progetto QGIS su smartphone o<br />
tablet e, grazie a specifiche funzionalità di localizzazione<br />
GNSS, si rivela lo strumento ideale per l’acquisizione e<br />
la consultazione dei dati durante attività di campagna e<br />
di cantiere. Le sue funzionalità non si limitano al semplice<br />
editing o alla consultazione di dati, ma offre molte<br />
funzionalità di QGIS, come l’utilizzo di moduli di dataentry<br />
personalizzati (widget e attribute form), la compatibilità<br />
con tematizzazioni ed etichettature impostate<br />
nel progetto desktop, e il supporto a diversi formati di<br />
dati o protocolli (es. ESRI Shapefile, Geopackage, KML,<br />
GeoTiFF, servizi OGC, ecc.).<br />
Tutti i partecipanti avranno modo di imparare le procedure<br />
di digitalizzazione dei dati durante attività di<br />
campo e di cantiere ed il corretto flusso di lavoro per<br />
la sincronizzazione dei dati tra differenti dispositivi.<br />
Dopo una breve introduzione al software QGIS, il docente<br />
illustrerà procedure e funzionalità di QGIS utili<br />
per la preparazione del progetto mobile (es. importazione<br />
di dati di diversi formati, collegamento a servizi<br />
OGC, tematizzazione, personalizzazione di moduli di<br />
data-entry). Descriverà poi il plugin QField Sync e le<br />
funzionalità di importazione ed esportazione di progetti<br />
QGIS per il corretto funzionamento di QField e per la<br />
sincronizzazione di dati tramite il servizio QField Cloud.<br />
L’applicazione sarà pertanto ampiamente illustrata, dalle<br />
funzionalità di base (apertura e consultazione di un<br />
progetto) a quelle più avanzate (es. utilizzo di widget e<br />
attribute form, hyperlink, foto georeferenziate, posizionamento<br />
GNSS, navigazione, ecc.).<br />
Per consultare il programma completo del corso: https://<br />
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C’è vita nel nostro mondo.<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 35
MERCATO<br />
PLANETEK ITALIA PREMIATA WELFARE<br />
CHAMPION <strong>2022</strong> E TERZA CLASSIFICATA<br />
DEL SETTORE INDUSTRIA<br />
Due le aziende pugliesi premiate per il welfare aziendale<br />
alla settima edizione del Welfare Index PMI. Tra le 121<br />
imprese Welfare Champion <strong>2022</strong>, su 6.500 imprese analizzate,<br />
Planetek Italia Srl e Andriani SpA, rispettivamente<br />
terza e prima classificata del settore Industria.<br />
Si è svolto a Roma, Martedì, 06 Dicembre <strong>2022</strong>, “Welfare<br />
Index PMI”, l’evento di presentazione del Rapporto <strong>2022</strong><br />
sul welfare aziendale nelle PMI italiane. Giunto alla settima<br />
edizione e promosso da Generali Italia, Welfare Index<br />
PMI ha l’obiettivo di diffondere la cultura del welfare<br />
aziendale tra le imprese.<br />
Durante l’evento si è tenuta la cerimonia di premiazione<br />
delle 121 imprese Welfare Champion <strong>2022</strong>, tra le oltre<br />
6.500 intervistate, che hanno ricevuto un alto punteggio<br />
nelle 10 aree del welfare aziendale.<br />
L’iniziativa è l’occasione per conoscere e mettere in luce<br />
alcune tra le migliori storie di welfare aziendale delle piccole<br />
e medie imprese italiane, che hanno ottenuto risultati<br />
eccellenti in termini di welfare e di crescita, e che costituiscono<br />
l’asse portante del tessuto economico italiano.<br />
Cos’è il welfare aziendale<br />
Il Welfare Aziendale è l’insieme delle iniziative che un’azienda<br />
può intraprendere per la sicurezza e il benessere dei<br />
dipendenti, delle loro famiglie e della comunità sociale in<br />
cui è inserita.<br />
Le principali aree d’intervento sono: la previdenza integrativa,<br />
la tutela della salute, le assicurazioni per i dipendenti<br />
e le famiglie, la tutela delle pari opportunità e<br />
il sostegno ai genitori, la conciliazione del lavoro con le<br />
esigenze familiari, il sostegno economico ai dipendenti e<br />
alle loro famiglie, la formazione per i dipendenti e il sostegno<br />
alla mobilità delle generazioni future, la sicurezza e la<br />
prevenzione, il sostegno ai soggetti deboli e integrazione<br />
sociale, il welfare allargato al territorio.<br />
Il Welfare Index PMI<br />
Welfare Index PMI è l’indice che valuta il livello di welfare<br />
aziendale nelle piccole e medie imprese italiane.<br />
La valutazione tiene conto di tre fattori: l’ampiezza e il<br />
contenuto delle iniziative attuate per ognuna delle 10 aree<br />
del Welfare Aziendale, il modo con cui l’azienda coinvolge<br />
i lavoratori e gestisce le proprie scelte di Welfare, l’originalità<br />
delle iniziative e la loro distintività nel panorama<br />
italiano.<br />
La metodologia di ricerca e di costruzione dell’indice<br />
sono sottoposte al controllo del Comitato Guida, costituito<br />
da Generali Italia, Confindustria, Confagricoltura,<br />
Confartigianato, Confprofessioni e da esperti dell’industria<br />
e del mondo accademico.<br />
La classe Welfare Champion identifica il gruppo delle migliori<br />
PMI nel welfare aziendale: quest’anno sono poco<br />
più di un centinaio su un totale di oltre 6.500 imprese<br />
partecipanti.<br />
Il rapporto Welfare Index PMI <strong>2022</strong> è il risultato del monitoraggio<br />
delle iniziative di welfare di oltre 6.500 PMI<br />
italiane di tutti i settori produttivi e di tutte le classi dimensionali<br />
(da 6 fino a 1000 dipendenti).<br />
La Ricerca <strong>2022</strong> ha statisticamente dimostrato che il welfare<br />
aziendale contribuisce significativamente ai risultati<br />
delle imprese, alla crescita della produttività e dell’occupazione,<br />
all’impatto sociale. Le imprese più attive nel welfare<br />
hanno un tasso di produttività che aumenta del +6,7 %,<br />
doppio rispetto alla media delle PMI. Anche l’occupazione<br />
cresce nelle imprese più attive, vengono meglio garantite<br />
le pari opportunità, sono più resilienti e generano un<br />
maggiore impatto sociale su persone e comunità.<br />
Planetek Italia: un business spaziale, attento al welfare e allo<br />
sviluppo sostenibile<br />
Sin dal lancio dell’iniziativa Welfare Index PMI sette anni<br />
fa, Planetek Italia ha aderito, sottoponendo la valutazione<br />
del proprio sistema di welfare, per poter migliorare continuamente<br />
la qualità e l’ampiezza delle iniziative aziendali.<br />
Dal 2019 è entrata nel novero delle imprese che si sono<br />
distinte per eccellenza, aggiudicandosi il rating di Welfare<br />
Champion.<br />
Nella edizione <strong>2022</strong>, Planetek Italia si è confermata tra<br />
le aziende più virtuose e attive, risultando tra le 121<br />
Welfare Champion <strong>2022</strong> e classificandosi terza nel settore<br />
Industria.<br />
Anche in un contesto eccezionale e critico dovuto alle<br />
incertezze circa la ripresa economica generale e alla crisi<br />
energetica, l’azienda barese e del distretto aerospaziale pugliese<br />
ha continuato a puntare su un percorso di crescita<br />
fondato sulla sostenibilità del proprio business, sul welfare<br />
aziendale, sulla formazione e sul sostegno alla cultura e al<br />
territorio.<br />
Dal 2021, Planetek Italia ha adottato lo status di “Società<br />
Benefit” ed ha inserito nel proprio statuto obiettivi di beneficio<br />
comune. Un modello di impresa orientato a coniugare<br />
la sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Nel<br />
Rapporto di Sostenibilità 2021, i risultati della valutazione<br />
Open-es, strumento ideato da Eni, Boston Consulting<br />
36 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
MERCATO<br />
Group (BCG) e Google Cloud per misurare<br />
le Performance di Sostenibilità, mostrano<br />
risultati eccellenti posizionando<br />
Planetek ai massimi livelli tra le aziende del<br />
settore ICT e Aerospaziale.<br />
Nel corso del periodo considerato, sono<br />
state anche implementate le iniziative per<br />
il benessere e la sicurezza dei lavoratori,<br />
attivando lo smart working e assistendo il<br />
personale durante tutto il periodo nella organizzazione<br />
del lavoro nella massima sicurezza<br />
anche a distanza.<br />
“La cura per il benessere delle nostre persone<br />
è parte del DNA aziendale; è un valore<br />
in cui crediamo molto e che tentiamo di<br />
preservare, con una continua attenzione ai<br />
bisogni della nostra comunità aziendale e<br />
continui investimenti.”, dichiara Mariella<br />
Pappalepore, CFO e fondatrice di Planetek<br />
Italia, “L’implementazione delle welfare<br />
facilities e gli investimenti nella crescita e<br />
nello sviluppo delle persone sono tasselli<br />
importanti del percorso intrapreso nel<br />
solco della scelta di trasformarci in Società<br />
Benefit. Siamo davvero orgogliosi di questo<br />
riconoscimento che ci incoraggia a proseguire<br />
nella direzione intrapresa.”<br />
OPEN MAPS FOR<br />
EUROPE AGGIUNGE I<br />
DATI DI ALTRI QUATTRO<br />
PAESI PER IL RILASCIO<br />
FINALE<br />
Il 10 e 11 maggio 2023, a Roma,<br />
torna l’appuntamento con<br />
la Conferenza Esri Italia, l’evento<br />
più importante per imprese,<br />
pubbliche amministrazioni, ricercatori,<br />
professionisti e appassionati delle tecnologie GIS, che<br />
raccoglie da oltre 20 anni l’interesse di migliaia di persone.<br />
Focus della Conferenza Esri Italia 2023 saranno i temi della transizione<br />
energetica e del PNRR, la valorizzazione del patrimonio ambientale<br />
e culturale, il Digital Twin delle infrastrutture e della città.<br />
È un evento da non perdere per condividere le vostre best practice,<br />
scoprire le nuove soluzioni geospaziali e le case history di Esri<br />
Italia.<br />
Ci saranno tanti momenti interessanti e occasioni di crescita professionale,<br />
secondo la migliore tradizione di Esri Italia. Non mancheranno<br />
eventi condivisi con format innovativi e key note speech<br />
di livello internazionale, tante Esri Story e, naturalmente, tante<br />
novità tecnologiche.<br />
Continua a seguire i canali Esri Italia, nei prossimi giorni saranno<br />
pubblicati maggiori dettagli su questo evento.<br />
10 – 11 maggio<br />
2023<br />
ROMA<br />
www.esriitalia.it<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 37
MERCATO<br />
DUE METRI DI RISOLUZIONE A TERRA E<br />
NON SOLO, CON LA COSTELLAZIONE IRIDE<br />
TUTTA ITALIANA ENTRO IL 2026<br />
IRIDE, uno tra i più importanti programmi spaziali<br />
satellitari europei di Osservazione della Terra – sarà<br />
realizzata in Italia su iniziativa del Governo grazie alle<br />
risorse del PNRR e sarà completata entro il 2026 sotto la<br />
gestione dell'ESA con il supporto dell'Agenzia Spaziale<br />
Italiana.<br />
IRIDE è un sistema end-to-end costituito da un insieme<br />
di sotto-costellazioni di satelliti LEO (Upstream<br />
Segment), dall'infrastruttura operativa a terra<br />
(Downstream Segment) e dai servizi destinati alla<br />
Pubblica Amministrazione italiana (Service Segment).<br />
Essendo basata su una serie di strumenti e tecnologie di<br />
rilevamento diverse, la costellazione IRIDE sarà unica<br />
nel suo genere; spazia dall'imaging a microonde (tramite<br />
Radar ad Apertura Sintetica, SAR), all'imaging ottico a<br />
varie risoluzioni spaziali (dall'alta alla media risoluzione)<br />
e in diverse gamme di frequenza, dal pancromatico, al<br />
multispettrale, all'iperspettrale, alle bande dell'infrarosso.<br />
Il tutto con un GSD, dimensione del pixel a terra, di<br />
circa 2 metri.<br />
Pertanto, IRIDE può essere considerata come "una costellazione<br />
di costellazioni".<br />
La costellazione, insieme ad altri sistemi spaziali nazionali<br />
ed europei, è considerabile come "una costellazione<br />
di costellazioni" e supporterà anche la Protezione Civile<br />
e altre Amministrazioni per contrastare il dissesto idrogeologico<br />
e gli incendi, tutelare le coste, monitorare le<br />
infrastrutture critiche, la qualità dell'aria e le condizioni<br />
meteorologiche. Fornirà, inoltre, dati analitici per lo sviluppo<br />
di applicazioni commerciali da parte di startup,<br />
piccole e medie imprese e industrie di settore.<br />
I primi contratti sono già stati avviati, per lo sviluppo di<br />
due componenti della costellazione, tra l'ESA e le industrie<br />
Argotec e OHB Italia.<br />
• lotto di 10 satelliti (e lo sviluppo del relativo Flight<br />
Operation Segment, FOS) entro novembre 2024 con<br />
l'opzione negoziata per un secondo lotto di 15 satelliti,<br />
da consegnare entro novembre 2025. Il team industriale<br />
guidato Argotec comprende i partner Officina Stellare e<br />
Rhea System.<br />
• lotto di 12 satelliti (e lo sviluppo del relativo Flight<br />
Operation Segment, FOS) entro novembre 2024 con<br />
l'opzione negoziata per un secondo lotto di 12 satelliti,<br />
da consegnare entro novembre 2025. Il team industriale<br />
guidato da OHB Italia comprende i partner OPTEC,<br />
Telespazio e Aresys.<br />
L’attuale accordo ha un valore totale di 68 milioni di<br />
euro per 22 satelliti, di cui 10 realizzati da Argotec e 12<br />
realizzati da OHB Italia.<br />
Entro la fine del 2025, con l'affidamento opzionale del<br />
secondo lotto di satelliti, la combinazione delle due costellazioni<br />
consentirà la rivisitazione giornaliera di ogni<br />
località in Italia con una risoluzione al suolo (GSD)<br />
dell'ordine di 2 metri.<br />
Non è un invstimento azzardato, quello delle pubbbliche<br />
amministrazioni che potranno iniziare a dotarsi da<br />
subito, degli strumenti per utilizzare la grande mole di<br />
dati che sarà generata, ma anche per le imprese, una sfida<br />
per generare contenuti derivabili da questo tipo di dati.<br />
38 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
MERCATO<br />
È ARRIVATO IL SUPERGPS, UN SISTEMA DI<br />
POSIZIONAMENTO ALTERNATIVO CON UNA<br />
PRECISIONE DI 10 CENTIMETRI<br />
I ricercatori della Delft University of Technology, Vrije<br />
Universiteit Amsterdam e VSL hanno sviluppato un sistema<br />
di posizionamento alternativo che è più robusto<br />
e preciso del GPS, specialmente negli ambienti urbani.<br />
Lo scopo di questo progetto — denominato SuperGPS<br />
— è stato quello di sviluppare un sistema di posizionamento<br />
alternativo che utilizzasse la rete di telecomunicazioni<br />
mobili anziché i satelliti e che avesse una precisione<br />
migliore rispetto agli attuali sistemi GNSS.<br />
Il prototipo funzionante, che ha dimostrato questa nuova<br />
infrastruttura di rete mobile, ha raggiunto una precisione<br />
di 10<br />
centimetri.<br />
La nuova<br />
tecnologia è<br />
importante<br />
per l'implementazione<br />
di una gamma<br />
di applicazioni<br />
basate<br />
sulla posizione,<br />
inclusi<br />
veicoli a guida<br />
autonoma<br />
e sistemi di<br />
comunicazione<br />
mobile di<br />
nuova generazione.<br />
Gran parte<br />
della nostra<br />
infrastruttura vitale si basa sul GNSS. Tuttavia, i sistemi<br />
che si basano sui satelliti presentano limitazioni<br />
e vulnerabilità. Ad esempio, i loro segnali radio sono<br />
deboli quando vengono ricevuti sulla Terra, rendendo<br />
impossibile un posizionamento accurato se i segnali radio<br />
vengono riflessi o bloccati dagli edifici.<br />
"Ci siamo resi conto che con alcune innovazioni all'avanguardia,<br />
la rete di telecomunicazioni poteva essere<br />
trasformata in un sistema di posizionamento alternativo<br />
molto preciso e indipendente dai sistemi GNNS",<br />
ha affermato Jeroen Koelemeij della Vrije Universiteit<br />
Amsterdam. "Siamo riusciti e abbiamo sviluppato con<br />
successo un sistema in grado di fornire connettività proprio<br />
come fanno le reti mobili e Wi-Fi esistenti, nonché<br />
un posizionamento accurato e una distribuzione del<br />
tempo come il GNSS".<br />
Un'innovazione importante che emerge è quella di<br />
collegare la rete mobile a un orologio atomico molto<br />
preciso in modo che possa trasmettere messaggi perfettamente<br />
sincronizzati per il posizionamento, proprio<br />
come fanno i satelliti GNSS con l'aiuto degli orologi<br />
atomici che portano a bordo. Queste connessioni vengono<br />
effettuate attraverso la rete in fibra ottica esistente.<br />
"Con queste tecniche, possiamo trasformare la rete in<br />
un orologio atomico distribuito a livello nazionale, con<br />
molte nuove applicazioni come il posizionamento molto<br />
accurato attraverso le reti mobili", ha affermato Erik<br />
Dierikx, VSL. “Con il sistema ibrido ottico-wireless che<br />
abbiamo dimostrato, in linea di principio chiunque può<br />
avere accesso wireless all'ora nazionale prodotta da VSL.<br />
Fondamentalmente si crea un orologio radio estremamente<br />
preciso che va bene fino a un miliardesimo di<br />
secondo”.<br />
Il sistema utilizza anche segnali radio con una larghezza<br />
di banda molto maggiore di quella comunemente<br />
utilizzata.<br />
“Gli edifici<br />
riflettono i<br />
segnali radio<br />
generando<br />
effetti<br />
multipath,<br />
che possono<br />
confondere<br />
i dispositivi<br />
di navigazione.<br />
L'ampia<br />
larghezza di<br />
banda del<br />
nostro sistema<br />
aiuta<br />
a risolvere<br />
questi riflessi<br />
di segnale<br />
confusi<br />
e consente<br />
una maggiore precisione di posizionamento", ha spiegato<br />
Gerard Janssen della Delft University of Technology.<br />
“Allo stesso tempo, la larghezza di banda all'interno<br />
dello spettro radio è scarsa e quindi costosa. Aggiriamo<br />
questo problema utilizzando una serie di segnali radio<br />
correlati a piccola larghezza di banda distribuiti<br />
su un'ampia larghezza di banda virtuale. Questo ha il<br />
vantaggio che solo una piccola frazione della larghezza<br />
di banda virtuale viene effettivamente utilizzata e i<br />
segnali possono essere molto simili a quelli dei telefoni<br />
cellulari”.<br />
I risultati della ricerca peer-reviewed sono stati pubblicati<br />
su Nature.<br />
Koelemeij JCJ, Dun H, Diouf CEV, Dierikx EF, Janssen GJM,<br />
Tiberius CCJM. A hybrid optical-wireless network for decimetrelevel<br />
terrestrial positioning. Nature. <strong>2022</strong> Nov;611(7936):473-<br />
478. doi: 10.1038/s41586-022-05315-7. Epub <strong>2022</strong> Nov 16.<br />
PMID: 36385540.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 39
MERCATO<br />
LA PIATTAFORMA ESRI: PROPUL-<br />
SORE DEI PROCESSI DI DIGITAL<br />
TRASFORMATION<br />
Esri - conosciuta ai più come azienda leader tra i<br />
produttori di tecnologie GIS per specialisti, desktop<br />
e server, per pubblicazione di mappe – rende<br />
disponibile una piattaforma web in grado di<br />
semplificare e digitalizzare in tempi rapidissimi<br />
i processi di raccolta, gestione, visualizzazione,<br />
analisi e condivisione di tutti i tipi di dati.<br />
Il carattere rivoluzionario del sistema è dato dalla<br />
flessibilità, scalabilità e la rapidità di realizzazione<br />
di progetti, garantito anche dalla disponibilità<br />
di un‘ampia gamma di web app pronte all’uso.<br />
Tali web app, facilmente personalizzabili, sono<br />
progettate per operare autonomamente e/o essere<br />
direttamente integrate a realizzare flussi di lavoro<br />
immediatamente fruibili. I dati acquisiti vengono<br />
resi disponibili in tempo reale a supporto di tutti<br />
i processi operativi e decisionali. E’ su questo sistema<br />
che sono state realizzate decine di migliaia<br />
di dashboard che ogni giorno mostrano in tutto<br />
il mondo l’andamento della pandemia, tra queste<br />
quella della John Hopkins University e della<br />
Protezione Civile Nazionale .<br />
La predisposizione del sistema a operare in ambiti<br />
multidisciplinari ne consente l’applicazione<br />
in una gamma eterogenea di settori quali AEC<br />
(Architecture, Engineering, and Construction),<br />
business (servizi finanziari, assicurazioni, logistica,<br />
manufatturiero, immobiliare, servizi di vendita),<br />
istruzione, sanità, pubblica amministrazione<br />
(centrale e locale), risorse naturali, petrolio e oleodotti,<br />
pubblica sicurezza, difesa, emergenza, sviluppo<br />
sostenibile, trasporti, utilities (elettricità,<br />
acqua, gas, telecomunicazioni) e comunicazione.<br />
Gli aspetti salienti della piattaforma riguardano<br />
la facilità d’uso, le app, i contenuti pronti all’uso,<br />
il supporto di tutti le tipologie di dati nonché le<br />
caratteristiche di interoperabilità. Le app pronte<br />
all’uso o facilmente personalizzabili per analisti/progettisti,<br />
per i rilevamenti sul campo e<br />
per la condivisione delle informazioni tra cui<br />
le ArcGIS Storymap, utilizzabili da ogni dispositivo<br />
desktop/browser, mobile (Android, iOS e<br />
Windows). I contenuti quali mappe di base, immagini<br />
da satellite, dati di traffico in tempo reale,<br />
dati demografici e dati tematici (Living Atlas of<br />
the world). Il supporto di tutti i tipi di dati tra cui<br />
immagini (satellite, aereo, drone, etc), vettoriali,<br />
3D, BIM, real-time (IoT), Big Data, Lidar, Point<br />
Cloud, Terrain e Voxel. Le componenti Open che<br />
ne permettono la facile integrazione con altri sistemi,<br />
componenti FOSS e Open Science.<br />
I programmi School of Where e Disaster Response<br />
Program (DRP).<br />
Con l’adesione al programma School of Where di<br />
Esri Italia, tutte le scuole di primo e secondo grado<br />
possono ottenere gratuitamente l’accesso alla<br />
piattaforma Esri.<br />
Il Disaster Response Program è uno dei programmi<br />
di Corporate Social Responsibility di Esri. Il DRP<br />
nato oltre 25 anni fa, consente alle organizzazioni<br />
coinvolte nella gestione delle emergenze di avere<br />
a disposizione gratuitamente la piattaforma Esri<br />
con i servizi di supporto come la consulenza applicativa<br />
e l’implementazione. Oltre 5000 organizzazioni<br />
nel mondo hanno usufruito del DRP<br />
per l’emergenza Covid-19 e utilizzato la piattaforma<br />
di Esri per digitalizzare processi in molteplici<br />
ambiti tra cui la comunicazione, la sanità, la sorveglianza,<br />
la logistica.<br />
40 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>
AGENDA<br />
13 – 15 FEBBRAIO 2023<br />
Geoweek 2023<br />
Denver (USA)<br />
https://www.geo-week.<br />
com/<br />
2-5 MARZO 2023<br />
Geospatial World Forum<br />
Rotterdam (The<br />
Netherlands)<br />
https://<br />
geospatialworldforum.<br />
org<br />
21 – 23 MARZO 2023<br />
Amsterdam Drone Week<br />
Amsterdam (Olanda)<br />
https://www.<br />
amsterdamdroneweek.<br />
com/<br />
25 – 27 APRILE 2023<br />
GISTAM 2023<br />
Praga (Repubblica Ceca)<br />
https://gistam.scitevents.<br />
org/<br />
13 – 15 GIUGNO 2023<br />
Autonomous Vehicle<br />
Technology Expo 2023<br />
Stuttgart (Germania)<br />
https://www.<br />
comautonomousvehicletechnologyexpo.<br />
com/<br />
25 – 30 GIUGNO 2023<br />
CIPA 2023 Symposium<br />
Firenze (Italia)<br />
https://www.<br />
cipa2023florence.org<br />
2 – 7 SETTEMBRE<br />
2023<br />
ISPRS Geospatial Week<br />
2023<br />
Cairo (Egitto)<br />
https://www.isprs.org/<br />
5 – 7 SETTEMBRE<br />
2023<br />
Commercial UAV Expo<br />
Las Vegas (USA)<br />
https://www.expouav.com/<br />
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