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GEOmedia_5_2022

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Rivista bimestrale - anno XXVI - Numero - 5/<strong>2022</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />

TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />

GIS<br />

CATASTO<br />

3D CITY<br />

INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />

FOTOGRAMMETRIA EDILIZIA<br />

URBANISTICA DIGITAL TWIN<br />

REMOTE SENSING<br />

GNSS<br />

SPAZIO<br />

RILIEVO AMBIENTE TOPOGRAFIA<br />

LiDAR<br />

GEOBIM<br />

LASER SCANNING<br />

BENI CULTURALI<br />

SMART CITY<br />

Set/Ott <strong>2022</strong> anno XXVI N°5<br />

Simultaneous<br />

Localization<br />

SPACE4ENERGY<br />

TECHNOLOGYFORALL <strong>2022</strong><br />

REPORT EEASI


Il rapido aggiornamento della<br />

cartografia IGM al 25000<br />

L’Istituto Geografico Militare portò a termine alla fine degli anni ’90, l’impianto delle famose<br />

“tavolette” che, nella scala 1:25.000, hanno rappresentato il riferimento cartografico per l’intero<br />

territorio italiano sin dall’unità d’Italia. Per il suo carattere fortemente dinamico il territorio<br />

alla base della Carta Topografica d’Italia, ha subito molte variazioni che, oltre alle adozioni<br />

di diversi sistemi di riferimento, riflettono le variazioni antropiche generalmente dovute alle<br />

grandi infrastrutture e opere di urbanizzazione. La produzione ripresa a cavallo del millennio<br />

ha visto grandi costi di realizzazione e stampa che hanno portato alla sospensione di questa<br />

attività nel 2014, anche in considerazione dell’avvento delle nuove tecnologie offerte dal digitale.<br />

Quest’ultime hanno portato a produrre la nuova serie cartografica, sempre alla scala nominale<br />

1:25.000, prodotta a partire dal <strong>2022</strong>, con allestimento cartografico automatico basato sui dati<br />

del DataBase di Sintesi Nazionale (DBSN).<br />

Il DBSN, è una banca dati geografica contenente le informazioni territoriali derivate<br />

principalmente dai dati geotopografici regionali che sono stati armonizzati e omogeneizzati nella<br />

struttura per renderla omogenea a livello nazionale, mantenendo il livello di dettaglio originario.<br />

Non solo, è stata attuata una sinergia con gli altri Enti pubblici nazionali, ad esempio le mappe<br />

catastali dell’Agenzia delle Entrate, i dati dell’Istat, dati di altri Ministeri, ed è stata considerata<br />

anche l’informazione geografica libera, disponibile sul web, come i dati di Open Street Map<br />

(OSM). Laddove l’informazione derivata non era sufficiente sono stati acquisiti direttamente<br />

dati da ortoimmagini. La viabilità è stata aggiornata almeno per i collegamenti principali, i limiti<br />

amministrativi sono derivati da quelli catastali curando la congruenza con i confini amministrativi<br />

dei comuni e dello Stato; l’edificato è classificato in categorie d’uso principali. Il tutto coronato da<br />

un’attività di aggiornamento e normalizzazione della toponomastica che è ancora in atto.<br />

Il DBSN, in formato vettoriale, è alla base della derivazione della cartografia raster alla scala<br />

1:25.000 con procedure automatiche di generalizzazione cartografica ed applicazione della<br />

simbologia definita.<br />

Il sistema di riferimento utilizzato è RDN2008/Italy Zone (Fuso Italia) E-N, EPSG 7794<br />

(equivalente al RDN2008/Italy Zone (Fuso Italia) N-E, EPSG 6875, ma con l'ordine delle<br />

coordinate invertito: prima la Est e poi la Nord).<br />

Il DBSN è reso disponibile sotto la Licenza Open Data Commons Open Database License<br />

(ODbL) ver. 1.0 e le sezioni, non più “tavolette” a causa del nuovo taglio geografico adottato<br />

nel secolo scorso, sono disponibili in formato raster con download sul sito dell’IGM, dietro<br />

pagamento dei relativi diritti di copia (ad oggi circa 3 euro a sezione di 18 x 14 km) e vengono rese<br />

disponibili, con qualche giorno di attesa. Probabilmente sono sempre assemblate con gli ultimi<br />

dati disponibili.<br />

Possiamo pertanto parlare di mappe fresche e sempre aggiornate anche per la cartografia di base<br />

del nostro territorio, che per le sue caratteristiche peculiari e di sfruttamento, è in un continuo e<br />

profondo mutamento.<br />

Alla data attuale sono disponibili le cartografie vettoriali e raster delle regioni Sicilia, Calabria,<br />

Basilicata, Puglia, Molise, Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Campania e Sardegna e le<br />

altre sono in corso di controllo per essere rilasciate a breve termine.<br />

Buona lettura,<br />

Renzo Carlucci


FOCUS<br />

In questo<br />

numero...<br />

FOCUS<br />

REPORT<br />

MEMORIE<br />

Space4Energy:<br />

come gli asset<br />

spaziali possono<br />

aiutarci a risolvere<br />

il problema<br />

dell’energia<br />

di Marco Lisi<br />

6<br />

ROBOTICA<br />

AEROFOTOTECA<br />

12<br />

TECHNOLOGY<br />

for ALL <strong>2022</strong><br />

a cura della Redazione<br />

ALTRE<br />

RUBRICHE<br />

24 ESA<br />

34 MERCATO<br />

42 AGENDA<br />

In copertina l'immagine del<br />

rilievo biometrico allo Scalo<br />

de Pinedo sul Tevere durante<br />

la giornata dei workshop sul<br />

campo del TchnologyForAll.<br />

Il vertice EAASI:<br />

l'evento più<br />

importante dell'anno<br />

per l'industria<br />

del rilevamento<br />

aereo in Europa<br />

di Renzo Carlucci<br />

16<br />

geomediaonline.it<br />

4 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong><br />

<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />

Da oltre 25 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />

processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />

in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />

In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />

per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />

geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />

della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />

spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.


È rimasto<br />

solo il nome<br />

(la fine di<br />

una stagione)<br />

di Attilio Selvini<br />

20<br />

INSERZIONISTI<br />

AMPERE 23<br />

CIPA 41<br />

Epsilon 35<br />

Esri 37<br />

Geomax 34<br />

GISTAM 19<br />

Gter 15<br />

Nais Solutions 11<br />

Planetek 2<br />

Stonex 43<br />

Strumenti Topografici 44<br />

Teorema 42<br />

Simultaneous<br />

Localization<br />

and Mapping: la<br />

soluzione chiave<br />

per il rilievo in<br />

movimento<br />

di Eleonora Maset<br />

e Lorenzo Scalera<br />

26<br />

Sullo sfondo una vista della<br />

Valle del Fucino, nell'Italia<br />

centrale, si trova il Centro<br />

Spaziale del Fucino, dove<br />

Telespazio gestirà le prime<br />

attività orbitali del Meteosat<br />

Third Generation Imager,<br />

che verrà lanciato il 13<br />

dicembre dallo spazioporto<br />

europeo nella Guyana Francese.<br />

la “pianta<br />

topografica della<br />

zona archeologica<br />

di roma. esempio di<br />

unione di tre levate<br />

consecutive” (1909)<br />

di Laura Castrianni<br />

28<br />

una pubblicazione<br />

Science & Technology Communication<br />

<strong>GEOmedia</strong>, la prima rivista italiana di geomatica.<br />

ISSN 1128-8132<br />

Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />

Direttore<br />

RENZO CARLUCCI, direttore@rivistageomedia.it<br />

Comitato editoriale<br />

Vyron Antoniou, Fabrizio Bernardini, Caterina Balletti,<br />

Roberto Capua, Mattia Crespi, Fabio Crosilla, Donatella<br />

Dominici, Michele Fasolo, Marco Lisi, Flavio<br />

Lupia, Luigi Mundula, Beniamino Murgante, Aldo Riggio,<br />

Monica Sebillo, Attilio Selvini, Donato Tufillaro<br />

Direttore Responsabile<br />

FULVIO BERNARDINI, fbernardini@rivistageomedia.it<br />

Redazione<br />

VALERIO CARLUCCI, GIANLUCA PITITTO,<br />

redazione@rivistageomedia.it<br />

Diffusione e Amministrazione<br />

TATIANA IASILLO, diffusione@rivistageomedia.it<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

DANIELE CARLUCCI, dcarlucci@rivistageomedia.it<br />

Editore<br />

MediaGEO soc. coop.<br />

Via Palestro, 95 00185 Roma<br />

Tel. 06.64871209 - Fax. 06.62209510<br />

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Stampa: System Graphics Srl<br />

Via di Torre Santa Anastasia 61 00134 Roma<br />

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riproduzione anche parziale del contenuto di questo numero della Rivista in<br />

qualsiasi forma e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico, ivi inclusi i<br />

sistemi di archiviazione e prelievo dati, senza il consenso scritto dell’editore.<br />

Rivista fondata da Domenico Santarsiero.<br />

Numero chiuso in redazione il 30 dicembre <strong>2022</strong>.


FOCUS<br />

Space4Energy: come gli asset<br />

spaziali possono aiutarci a<br />

risolvere il problema dell’energia<br />

di Marco Lisi<br />

La situazione geopolitica<br />

internazionale impone<br />

un nuovo passo verso una<br />

soluzione integrata e coordinata<br />

a livello europeo, facendo leva su<br />

tutte le capacità europee, comprese<br />

le risorse spaziali.<br />

Lo spazio può svolgere un ruolo<br />

fondamentale nella decarbonizzazione<br />

della nostra economia e<br />

nel raggiungimento dell'obiettivo<br />

strategico di indipendenza energetica<br />

ed autonomia.<br />

Alla fine del 2019 la Commissione Europea presentava lo<br />

“European Green Deal”, fissando l’obiettivo di rendere<br />

l’Europa climaticamente neutrale entro il 2050. Tale<br />

obiettivo definiva implicitamente la necessità di cambiare<br />

rapidamente i nostri sistemi di approvvigionamento<br />

energetico, che attualmente rappresentano il 75% delle<br />

emissioni di gas serra della UE.<br />

I recenti eventi internazionali nell'Europa dell'Est hanno<br />

mostrato con evidenza e drammaticità l'urgenza di<br />

un'infrastruttura energetica che renda l'Europa non<br />

solo climaticamente neutrale, ma anche il più possibile<br />

indipendente ed autonoma.<br />

Trovare un modo efficace per affrontare l'attuale scarsità<br />

delle risorse energetiche e contemporaneamente il<br />

problema del cambiamento climatico richiede una<br />

completa trasformazione dei sistemi energetici esistenti<br />

e il miglior sfruttamento possibile delle cosiddette fonti di<br />

energia rinnovabile.<br />

Le energie rinnovabili<br />

Dalla rivoluzione industriale,<br />

il mix energetico della maggior<br />

parte dei paesi del mondo è stato<br />

dominato da combustibili fossili.<br />

Ciò ha importanti implicazioni<br />

per il clima globale e per la salute<br />

umana. Tre quarti delle emissioni<br />

globali di gas serra derivano dalla<br />

combustione di combustibili fossili<br />

per produrre energia.<br />

Per ridurre le emissioni di CO2 e<br />

l'inquinamento atmosferico locale,<br />

il mondo deve spostarsi rapidamente<br />

verso fonti energetiche<br />

a bassa emissione di carbonio:<br />

nucleare (fonte energetica ancora<br />

molto dibattuta) ed energie rinnovabili.<br />

L'energia rinnovabile, anche denominata<br />

energia pulita, è solitamente<br />

derivata da fonti naturali,<br />

quali il sole ed il vento, che sono<br />

teoricamente disponibili in quantità<br />

illimitata e vengono costantemente<br />

reintegrate.<br />

L'energia non rinnovabile, al<br />

contrario, proviene da fonti limitate<br />

che potrebbero esaurirsi,<br />

6 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


FOCUS<br />

come i combustibili fossili:<br />

carbone, petrolio e gas.<br />

I combustibili fossili hanno<br />

impiegato centinaia di milioni<br />

di anni per formarsi e<br />

sono preziosi per l'umanità<br />

in quanto fonte di prodotti<br />

chimici organici molto<br />

complessi. D'altra parte, i<br />

combustibili fossili, quando<br />

vengono bruciati per produrre<br />

energia, causano emissioni<br />

nocive di gas serra, come l'anidride<br />

carbonica.<br />

La generazione di energia rinnovabile<br />

crea emissioni di gran<br />

lunga inferiori rispetto alla<br />

combustione di combustibili<br />

fossili, quindi passare da essi alle<br />

energie rinnovabili è la chiave<br />

per affrontare il problema della<br />

crisi climatica.<br />

Il mercato globale delle energie<br />

rinnovabili è stato valutato a<br />

circa 900 miliardi di dollari nel<br />

2020 e si prevede che raggiungerà<br />

2000 miliardi di dollari<br />

entro il 2030.<br />

Sebbene le risorse rinnovabili<br />

siano spesso viste come risorse<br />

sostenibili, questo non è sempre<br />

il caso in quanto rinnovabile<br />

si riferisce alla risorsa energetica<br />

e non ai processi associati<br />

all'estrazione e alla raffinazione<br />

della risorsa.<br />

In molti casi, l'estrazione di<br />

energia da una risorsa rinnovabile<br />

richiede ancora input<br />

fossili che avranno un impatto<br />

Fig. 1 - La catena del valore dell’energia, dal produttore al consumatore.<br />

sull'ambiente e, quindi, sulla<br />

sostenibilità.<br />

Altri fattori che influenzano<br />

la sostenibilità ambientale di<br />

una risorsa rinnovabile sono i<br />

materiali dei processi produttivi<br />

utilizzati e il sistema energetico<br />

in cui è integrata.<br />

Poiché la maggior parte delle<br />

tecnologie di energia rinnovabile<br />

fornisce elettricità, l'energia<br />

rinnovabile viene associata ad<br />

una espansione dell'elettrificazione,<br />

il che ha diversi vantaggi:<br />

l'elettricità può spostare il calore<br />

o gli oggetti in modo efficiente<br />

ed è pulita nel punto di consumo.<br />

Inoltre, l'elettrificazione<br />

con energia rinnovabile è più<br />

efficiente e porta quindi a significative<br />

riduzioni del fabbisogno<br />

di energia primaria. In conclusione,<br />

l'ecosistema delle energie<br />

rinnovabili è estremamente<br />

variegato, poiché variegate e<br />

distribuite sono le diverse fonti<br />

che vi contribuiscono. Inoltre,<br />

è tipica delle energie rinnovabili<br />

la presenza di un duplice attore,<br />

il “prosumer”, che può essere, a<br />

seconda dei tempi, consumatore<br />

e anche produttore di energia<br />

(è il caso degli impianti solari<br />

fotovoltaici domestici).<br />

La catena del valore/approvvigionamento<br />

di energia rinnovabile<br />

è mostrata nella figura 1.<br />

Vale la pena notare due aspetti:<br />

la trasformazione finale della<br />

maggior parte delle energie in<br />

elettricità; e il ruolo centrale<br />

svolto dalla “rete intelligente”.<br />

La rete intelligente (“smart power<br />

grid”) è una rete elettrica<br />

di seconda generazione basata<br />

su tecnologia e comunicazioni<br />

digitali, utilizzata per gestire in<br />

modo bidirezionale elettricità<br />

Fig. 2 - Rete elettrica convenzionale (sinistra); “smart power grid” (destra).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 7


FOCUS<br />

Fig. 3 - La “Smart Power Grid” è parte dell’“Internet of Energy”.<br />

da e per gli utenti, tramite comunicazione<br />

digitale anch’essa<br />

bidirezionale. Questo sistema<br />

consente il monitoraggio, l'analisi,<br />

il controllo e la comunicazione<br />

all'interno della catena di<br />

approvvigionamento per contribuire<br />

a migliorare l'efficienza,<br />

ridurre il consumo di energia<br />

e i costi, e massimizzare la trasparenza<br />

e l'affidabilità della<br />

catena di approvvigionamento<br />

energetico. La “smart grid” è<br />

stata introdotta con l'obiettivo<br />

di superare i punti deboli delle<br />

reti elettriche convenzionali,<br />

che sono unidirezionali e quindi<br />

non adatte alla generazione distribuita<br />

tipica delle energie rinnovabili,<br />

utilizzando elementi<br />

di monitoraggio e controllo distribuiti<br />

(IoT, SCADA, “Phasor<br />

Measurement Units”, “Smart<br />

Meters”) (figura 2).<br />

Fig. 4 - Gli asset spaziali dell’Unione Europea a supporto dell’ecosistema energetico.<br />

La rete dei produttori di energie<br />

tradizionali, dei consumatori<br />

delle stesse e dei "prosumer"<br />

(consumatori ed allo stesso tempo<br />

produttori) di energie rinnovabili<br />

è quella che viene anche<br />

chiamata "Internet of Energy"<br />

(IoE).<br />

“Internet of Energy” è un termine<br />

tecnologico che si riferisce<br />

specificamente all'aggiornamento<br />

e all'automazione delle infrastrutture<br />

elettriche per industrie<br />

manufatturiere e produttori di<br />

energia. L’obiettivo di questa<br />

evoluzione della rete elettrica è<br />

quello di una migliore efficienza<br />

nella distribuzione, con conseguente<br />

riduzione dell’impatto<br />

ambientale. Tuttavia, data la<br />

tendenza verso una conversione<br />

finale di tutte le energie in energia<br />

elettrica, che permette una<br />

distribuzione e uno stoccaggio<br />

più convenienti, il termine può<br />

essere generalmente applicato<br />

all'intero ecosistema e catena<br />

del valore delle energie rinnovabili<br />

(figura 3).<br />

L'IoE consente la raccolta e lo<br />

scambio di informazioni sull'energia,<br />

chiamate "Energy Big<br />

Data".<br />

I “big data” stanno cambiando<br />

il futuro del settore delle energie<br />

rinnovabili e, più in generale,<br />

quello della produzione e distribuzione<br />

dell’energia.<br />

L'analisi dei “big data” fornisce<br />

agli operatori di rete, ai produttori<br />

di energia ed ai servizi<br />

di distribuzione le tendenze del<br />

consumo di energia in tempo<br />

reale, consentendo loro di prevedere<br />

dove e quando la domanda<br />

o il consumo di energia<br />

raggiungeranno il picco.<br />

Gli operatori di rete, che gestiscono<br />

e tracciano la produzione<br />

e la consegna dell'energia, possono<br />

indirizzare, con l'ausilio di<br />

tali dati, gli adeguamenti della<br />

fornitura di energia in base alle<br />

loro effettive esigenze.<br />

L'IoE include l'intera infrastrut-<br />

8 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


FOCUS<br />

Fig. 5 - contributi delle risorse spaziali alla risoluzione del problema energetico.<br />

tura energetica, dalla produzione<br />

di energia alla sua fornitura<br />

ai consumatori, utilizzando l'intelligenza<br />

artificiale (AI) nelle<br />

centrali elettriche e nei sistemi<br />

di distribuzione.<br />

All'interno dell'IoE, si fondono<br />

in modo sinergico la tecnologia<br />

delle reti intelligenti (“smart<br />

power grids”) e l'Internet delle<br />

cose (“Internet of Things”,<br />

IoT), che aiutano i produttori<br />

ed i distributori di energia a<br />

monitorare l’infrastruttura ed<br />

a fornire energia in modo più<br />

efficiente.<br />

È in questa nuova prospettiva<br />

che le risorse spaziali possono<br />

svolgere il loro ruolo, in tutte le<br />

loro aree principali: Osservazione<br />

della Terra, Posizionamento<br />

e Tempo (GNSS), Telecomunicazioni.<br />

Applicazioni dell’osservazione<br />

della Terra da satellite,<br />

del GNSS e delle comunicazioni<br />

via satellite per la<br />

generazione e distribuzione<br />

dell’energia<br />

L'ecosistema spaziale dell'UE<br />

(Copernicus, Galileo/EGNOS<br />

e, presto, GovSatCom/IRISS)<br />

è già utilizzato per servire gli<br />

obiettivi espressi dal “Green<br />

Deal” (figura 4).<br />

Il sistema di osservazione della<br />

Terra, Copernicus, monitora<br />

l'ambiente terrestre da tempo,<br />

fornendo una combinazione<br />

unica di dati e servizi completi,<br />

gratuiti e aperti in sei aree tematiche<br />

(terra, mare, atmosfera,<br />

cambiamento climatico, gestione<br />

delle emergenze e sicurezza).<br />

EGNOS e GNSS contribuiscono<br />

al Green Deal europeo<br />

attraverso il posizionamento, la<br />

navigazione e la distribuzione di<br />

un riferimento di tempo accurato<br />

ed affidabile, utilizzato, ad<br />

esempio, nella sincronizzazione<br />

di tutti i nodi della prossima<br />

rete di distribuzione dell'energia<br />

elettrica, la “rete intelligente”.<br />

GovSatCom e IRISS (IRIS 2 ),<br />

fornendo comunicazioni sicure<br />

ed a livello globale, potrebbero<br />

diventare la spina dorsale<br />

dell’"Internet dell'energia",<br />

rendendo questa infrastruttura<br />

critica più affidabile e resiliente.<br />

Le risorse spaziali (immagini<br />

satellitari, comunicazioni, navigazione,<br />

ecc.) possono essere<br />

utilizzate a beneficio delle parti<br />

interessate nel settore delle reti<br />

energetiche con una multiforme<br />

ed innovativa gamma di contributi<br />

(figura 5).<br />

L'obiettivo è sviluppare servizi<br />

in grado di migliorare le prestazioni<br />

della rete energetica,<br />

ridurre i costi e mitigare i problemi<br />

derivanti dalla gestione,<br />

manutenzione e esercizio delle<br />

infrastrutture. Inoltre, un uso<br />

integrato e sinergico dei sistemi<br />

spaziali può fornire alle reti<br />

energetiche la flessibilità necessaria<br />

per far fronte al complesso<br />

scenario delle fonti rinnovabili e<br />

dell’autonomia energetica.<br />

Un approccio integrato<br />

all’utilizzo dei sistemi spaziali<br />

Il sistema energetico odierno è<br />

ancora costruito su diverse catene<br />

del valore energetiche parallele<br />

e verticali, che collegano<br />

rigidamente specifiche risorse<br />

energetiche con specifici settori<br />

di utilizzo finale.<br />

È necessaria un'integrazione del<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 9


FOCUS<br />

sistema energetico, ovvero una<br />

pianificazione e un funzionamento<br />

coordinati del sistema<br />

energetico "nel suo insieme",<br />

tra più vettori energetici, infrastrutture<br />

e settori di consumo.<br />

Un sistema più integrato sarà<br />

anche un sistema “multidirezionale”,<br />

in cui i consumatori svolgono<br />

un ruolo attivo nell'approvvigionamento<br />

energetico.<br />

Unità produttive decentrate e<br />

utenti/produttori contribuiscono<br />

attivamente all'equilibrio<br />

complessivo e alla flessibilità del<br />

sistema.<br />

L'integrazione del sistema<br />

energetico si tradurrà in più<br />

collegamenti fisici tra i vettori<br />

energetici. Ciò richiede un nuovo<br />

approccio olistico per la pianificazione<br />

delle infrastrutture<br />

locali e su larga scala, compresa<br />

la protezione e la resilienza delle<br />

infrastrutture critiche.<br />

Data la crescente predominanza<br />

dell'energia elettrica sulle altre<br />

tipologie di energia, la “smartgrid”<br />

dell'energia elettrica sarà il<br />

fulcro del futuro sistema energetico<br />

integrato, sia in termini<br />

di distribuzione sia in termini<br />

di accumulo (figura 6).<br />

Nell'ambito dello “European<br />

Green Deal”, al fine di incoraggiare<br />

questa integrazione settoriale<br />

intelligente, l'8 luglio 2020<br />

la Commissione ha presentato<br />

una strategia dell'UE per l'integrazione<br />

del sistema energetico.<br />

Il Green Deal europeo si concentra<br />

su 3 principi chiave per<br />

la transizione verso l'energia<br />

pulita, che contribuiranno a ridurre<br />

le emissioni di gas a effetto<br />

serra e a migliorare la qualità<br />

della vita dei nostri cittadini:<br />

1. garantire un approvvigionamento<br />

energetico dell'UE<br />

sicuro e conveniente;<br />

2. sviluppare un mercato<br />

dell'energia dell'UE pienamente<br />

integrato, interconnesso e digitalizzato;<br />

3. dare priorità all'efficienza<br />

energetica, migliorare le prestazioni<br />

energetiche dei nostri<br />

edifici e sviluppare un settore<br />

energetico basato in gran parte<br />

su fonti rinnovabili.<br />

Servono con urgenza sistemi<br />

energetici interconnessi, reti<br />

meglio integrate, tecnologie<br />

innovative e infrastrutture più<br />

resilienti.<br />

Lo spazio può apportare un<br />

contributo sostanziale al raggiungimento<br />

degli obiettivi di<br />

cui sopra.<br />

I principali asset spaziali<br />

dell'UE (Copernicus, Galileo,<br />

EGNOS e GovSatcom) hanno<br />

già dimostrato la loro efficacia,<br />

soprattutto se utilizzati sinergicamente.<br />

Ciò che attualmente manca è<br />

un'architettura di sistema globale<br />

che li integri nel “sistema<br />

dei sistemi” energetico europeo.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Galileo; Copernicus, Space4Energy;<br />

GNSS,<br />

asset spaziali; energie rinnovabili<br />

ABSTRACT<br />

At the end of 2019, the European<br />

Commission presented the "European<br />

Green Deal", setting the goal of making<br />

Europe climate neutral by 2050.<br />

This goal implicitly defined the need<br />

to rapidly change our energy supply<br />

systems, which currently represent the<br />

75% of EU greenhouse gas emissions.<br />

Recent international events in Eastern<br />

Europe have shown clearly and<br />

dramatically the urgency of an energy<br />

infrastructure that makes Europe not<br />

only climate-neutral, but also as independent<br />

and autonomous as possible.<br />

Finding an effective way to deal with<br />

the current scarcity of energy resources<br />

and at the same time the problem of<br />

climate change requires a complete<br />

transformation of the existing energy<br />

systems and the best possible exploitation<br />

of the so-called renewable energy<br />

sources.<br />

AUTORE<br />

Marco Lisi<br />

ing.marcolisi@gmail.com<br />

Fig. 6 - Evoluzione verso un sistema energetico integrato.<br />

10 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


REPORT<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 11


REPORT<br />

TECHNOLOGYforALL <strong>2022</strong><br />

a cura della Redazione<br />

Si è concluso il<br />

TECHNOLOGYforALL <strong>2022</strong>, la<br />

settima edizione. Nonostante<br />

l'Allerta Meteo Arancione diramata<br />

dalla Regione Lazio e dal Comune<br />

di Roma e dopo lo stop di due anni<br />

causa COVID, voluto perché non<br />

sarebbe stato opportuno creare un<br />

evento solo online, siamo riusciti a<br />

portare avanti una manifestazione<br />

che si è confermata di grande<br />

interesse, ma soprattutto utile per<br />

creare e ampliare reti di contatti,<br />

che a distanza sarebbero rimasti<br />

irraggiungibili. Siamo già alla<br />

ricerca di una nuova location per la<br />

prossima edizione: abbiamo infatti<br />

partecipato al Full Contact Meeting,<br />

su gentile invito, dove abbiamo<br />

presentato il nostro evento e avuto<br />

numerosi feedback positivi sul<br />

potenziale ed il futuro del TFA.<br />

Ringraziamenti speciali<br />

vanno sicuramente<br />

agli Assessori Sabrina<br />

Alfonsi (Ambiente) e Maurizio<br />

Veloccia (Urbanistica)<br />

di Roma Capitale, che hanno<br />

partecipato in presenza e rilasciato<br />

dichiarazioni di apprezzamento<br />

per il risultato del<br />

Forum. Altri ringraziamenti<br />

vanno per la partecipazione<br />

del Comandante Demarte<br />

dell'Istituto Idrografico della<br />

Marina Militare che, oltre a<br />

portare i saluti nella sessione<br />

inaugurale, ha patecipato attivamente<br />

ai successivi lavori,<br />

al Direttore del Parco Regionale<br />

dell'Appia Antica Simone<br />

Quilici che ha risposto al<br />

nostro invito a portare i saluti<br />

nella Sessione Inaugurale dell<br />

22 citando un progetto legato<br />

alla Sensorialità Aumentata<br />

con la quale mediaGEO, con<br />

la Rivista Archeomatica, ha<br />

avuto il piacere di collaborare,<br />

il contributo del Direttore<br />

della Borsa Mediterranea del<br />

Turismo Archeologico di Paestum<br />

Ugo Picarelli che è venuto<br />

a portare i saluti rinnovando<br />

la nostra media partnership<br />

che va avanti ormai da anni e<br />

i saluti del Presidente dell'Associazione<br />

Marevivo Rosalba<br />

Giugni, una grande rivelazione<br />

per il nostro mondo tecnologico<br />

che speriamo dia inizio<br />

a collaborazioni più ampie.<br />

Un ringraziamento speciale<br />

va ovviamente agli sponsor:<br />

Stonex, Planetek, GRS<br />

Group, Esri Italia, Geomax,<br />

Terrelogiche, AVT<br />

Group, Geoinfolab, Sensoworks,<br />

Gter, Setel, Xenia<br />

Progetti, Aeronike, Aerarium<br />

Chain, Hubstract e Alma<br />

Sistemi, chè, con il loro contributo,<br />

hanno consentito la<br />

realizzazione.<br />

Tra i i numerosi patrocinanti,<br />

che ricordiamo essere NI-<br />

12 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


REPORT<br />

TEL, Collegio dei Geometri<br />

di Roma, ICCROM, CINE-<br />

CA, Istituto Italiano di Navigazione,<br />

Esercito Italiano, Italia<br />

Nostra, ASITA, Sapienza<br />

Università di Roma, Link<br />

Campus University, Roma<br />

Capitale assessorato Ambiente,<br />

Ministero della cultura, Biblioteca<br />

Nazionale Centrale,<br />

ISPRA, Consiglio Nazionale<br />

dei Geologi, GEOWEB, Ordine<br />

Ingegneri di Roma e Istituto<br />

Idrografico della Marina, abbiamo<br />

annoverato dei Community<br />

Partner, sostenitori no profit,<br />

come l'associazione Marevivo<br />

con la Direttrice Generale<br />

Carmen Di Penta e l'Ing. Carlo<br />

Tricoli del Comitato Scientifico<br />

che ci hanno sostenuto<br />

nell'organizzazione dell'evento<br />

presso lo Scalo De Pinedo e con<br />

la moderazione della sessione<br />

legata alla Realtà Virtuale, l'associazione<br />

Mindsharing.tech e<br />

gli studenti da loro invitati che<br />

hanno assistito alla premiazione,<br />

l'Istituto Tecnico Federico<br />

Caffè, il Centro Addestramento<br />

Militare degli Alpini di Aosta,<br />

l'Istituto Idrografico della<br />

Marina Militare, gli studenti<br />

di Architettura della Sapienza<br />

e il Prof. Antonino Saggio,<br />

il CNR di Nemi, con Salvatore<br />

Mauro che ci ha mostrato una<br />

serie di attività di ricerca molto<br />

interessanti su cui avremo occasione<br />

di rendicontarvi sul portale<br />

Rivistageomedia.it. I nostri<br />

Media Partner, AMFM, GisDay,<br />

Servizi a Rete, Borsa Mediterranea<br />

del Turismo Archeologico,<br />

OZONO e GO-OZ.<br />

Un ringraziamento particolare<br />

alla Capitaneria di Porto di Fiumicino<br />

che ha emesso una apposita<br />

ordinanza, concedendo il<br />

permesso ad operare su un tratto<br />

del Fiume Tevere con i droni<br />

acquatici. Sono incoraggiamenti<br />

molto importanti a cui vanno<br />

i nostri ringraziamenti.<br />

Settecento sono i visitatori che<br />

si sono alternati in 3 giorni, raggiungendo<br />

la Biblioteca Nazionale<br />

Centrale, nonostante le sfavorevoli<br />

condizioni del tempo<br />

particolarmente piovoso.<br />

La prima giornata: Il workshop<br />

in campo<br />

Il workshop si è svolto allo<br />

Scalo De Pinedo sul Tevere e<br />

all'interno del battello Baja. Le<br />

aziende GRS, Stonex, Setel, Codevintec<br />

e Covacontro si sono<br />

posizionate nello spazio che<br />

va tra lo Scalo De Pinedo ed il<br />

Baja e hanno fatto dimostrazioni<br />

all'esterno dell'uso delle loro<br />

tecnologie. GRS con il Mobile<br />

Mapping, Stonex con il Laser<br />

Scanner portatile, Setel con il<br />

rover anfibio per analisi terrestri<br />

ed acquatiche, Codevintec con<br />

il CK-14 un drone marino per<br />

rilievi batimetrici e Covacontro<br />

con il Georadar. All'interno del<br />

Baja abbiamo avuto il piacere di<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 13


REPORT<br />

vedere il drone di Neabotics del<br />

prof. Lippiello di Robotica della<br />

Federico II di Napoli. Parallelamente<br />

nel Baja ci sono state<br />

presentazioni sia delle aziende<br />

che hanno voluto approfondire<br />

ma anche di ospiti speciali<br />

come Salvatore Mauro del<br />

CNR di Nemi e Matteo Miceli,<br />

il navigatore che ha effettuato<br />

vari giri del mondo, che ci ha<br />

portato la testimonianza pratica<br />

di come la tecnologia GNSS<br />

di Leica lo ha aiutato ad essere<br />

recuperato in mezzo all'oceano<br />

dopo aver perso la chiglia della<br />

sua barca.<br />

La seconda giornata:<br />

tecnologie per l’ambiente<br />

e il territorio<br />

La giornata si è svolta all'interno<br />

della Biblioteca Nazionale<br />

Centrale di Roma e nonostante<br />

l'allerta meteo abbiamo avuto<br />

una notevole partecipazione.<br />

Nello spazio antistante all'Auditorium<br />

lo spazio espositivo delle<br />

aziende che, come di consueto,<br />

si sono messe a disposizione per<br />

gli invitati ad approfondire gli<br />

argomenti che trattano tecnologie<br />

e tecniche che utilizzano<br />

nei campi della Geomatica e<br />

del Patrimonio Culturale. Nel<br />

corso di questa giornata si sono<br />

susseguite varie sessioni circa le<br />

possibili applicazioni dei geodati<br />

e le diverse fonti tecnologiche<br />

come, ad esempio, geodati da<br />

dati satellitari, da laser scanner,<br />

GIS e mobile mapping, da<br />

droni e aerei. La giornata si è<br />

conclusa con la sessione dedicata<br />

ai geodati applicati all’agricoltura,<br />

moderata da Flavio<br />

Lupia. Moltissimi gli spunti<br />

interessanti dei vari relatori presenti<br />

a questa giornata dedicata<br />

alle tecnologie per l’ambiente<br />

e il territorio con un occhio di<br />

riguardo verso le future evoluzioni<br />

del mondo dello spazio e<br />

dell’osservazione della Terra, e<br />

di come queste potranno, in un<br />

futuro più prossimo di quanto<br />

possiamo pensare, modificare il<br />

nostro modo di vivere il mondo<br />

circostante portando un nuovo<br />

afflusso di conoscenza e possibilità<br />

ancora tutte da scoprire e<br />

sperimentare, considerando anche<br />

le difficoltà in seno a questa<br />

sfida.<br />

La terza giornata:<br />

tecnologie dedicate al<br />

patrimonio culturale<br />

Sempre all'interno della Biblioteca<br />

Nazionale Centrale<br />

dopo la prima giornata del<br />

Forum dedicata alle Tecnologie<br />

per l'Ambiente e il Territorio,<br />

si è svolta la seconda giornata<br />

del convegno dedicata alle<br />

Tecnologie per il Patrimonio<br />

Culturale. Si è parlato di Realtà<br />

virtuale, Tecniche non invasive<br />

di indagine, HBIM, rilievo e<br />

informazione geografica e per<br />

finire dell’evoluzione futura<br />

14 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


TELERILEVAMENTO<br />

REPORT<br />

delle tecnologie applicate al<br />

Patrimonio Culturale. Molto si<br />

sta facendo in qeusto ambito e<br />

tantissimi sono gli attori che si<br />

stanno prodigando per far sì che<br />

l’interazione tra, pmi, comuni/<br />

regioni e risorse umane riescano<br />

ad avere un dialogo funzionale<br />

volto alla preservazione, digitalizzazione<br />

e valorizzazione del<br />

nostro patrimonio culturale,<br />

anche in termini di crescita economica<br />

e offerta culturale. Le<br />

aziende che partecipano al Forum<br />

dell'Innovazione tendono<br />

a creare un valore importante in<br />

questo mondo contribuendo a<br />

questo sviluppo che è tanto necessario<br />

quanto inarrestabile.<br />

Tanti i vari relatori che si<br />

sono susseguiti nella cornice<br />

dell’Auditorium della BCNR<br />

per la terza giornata del Forum<br />

dell’Innovazione Tecnologica e<br />

che sostengono questo processo<br />

di cui sopra mettendo in campo<br />

i propri mestieri con spunti e<br />

riflessioni, talvolta, di grande<br />

acume e spirito critico.<br />

Oltre alle sessioni principali il<br />

forum ha ospitato diverse sessioni<br />

parallele quali:<br />

• SCHOOL OF WHERE: La<br />

Piattaforma Esri propulsore<br />

dei processi di Digital Transformation,<br />

a cura di Claudio<br />

Carboni e Cristina Guarini di<br />

Esri Italia<br />

• DISPLAYCE: Una soluzione<br />

GNSS low cost per il monitoraggio<br />

degli spostamenti, a<br />

cura di GTER/YETITMO-<br />

VES<br />

• QGIS Corso Base all'IIS Federico<br />

Caffè - Indirizzo CAT<br />

Costruzioni Ambiente e Territorio,<br />

a cura di Terrelogiche<br />

• REALTA' MISTA: La fruizione<br />

immersiva di B.B.C.C. con<br />

dispositivi indossabili per la<br />

Realtà Mista, a cura di Xenia<br />

Progetti<br />

• EUMAP International workshop<br />

– BIM and Digital<br />

Twin for energy management<br />

La terza giornata si è conclusa<br />

con un aperitivo offerto dall'azienda<br />

Casale del Giglio che<br />

anche quest'anno ha messo a disposizione<br />

varie qualità dei suoi<br />

pregiati vini, con un'estrema<br />

ovazione dei presenti, sponsor,<br />

relatori e visitatori.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Tecnologie; ambiente; territorio;<br />

beni culturali; technologyforall3D<br />

ABSTRACT<br />

TECHNOLOGYforALL <strong>2022</strong>, the seventh<br />

edition, has concluded. Despite the Orange<br />

Weather Alert issued by the Lazio Region and<br />

the Municipality of Rome and after the twoyear<br />

stop due to COVID, wanted because it<br />

would not have been appropriate to create an<br />

online-only event, we managed to carry on<br />

an event that proved to be of great interest,<br />

but above all useful for creating and expanding<br />

networks of contacts, which would have<br />

remained unreachable at a distance. We are<br />

already looking for a new location for the<br />

next edition: in fact we attended the Full<br />

Contact Meeting, by kind invitation, where<br />

we presented our event and received numerous<br />

positive feedbacks on the potential and<br />

future of the TFA.<br />

AUTORE<br />

Redazione mediaGEO<br />

redazionemediageo@gmail.com<br />

Per le relazioni e le presentazioni<br />

complete dei relatori e per<br />

eventuali richieste circa il forum<br />

scrivere a:<br />

redazionemediageo@gmail.com.<br />

MONITORAGGIO 3D<br />

GIS E WEBGIS<br />

www.gter.it info@gter.it<br />

GNSS<br />

FORMAZIONE<br />

RICERCA E INNOVAZIONE<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 15


REPORT<br />

Il vertice EAASI: l'evento più<br />

importante dell'anno per l'industria<br />

del rilevamento aereo in Europa<br />

di Renzo Carlucci<br />

Rappresentanti di 40<br />

aziende e 18 paesi hanno<br />

partecipato all'evento<br />

celebrato all'Hotel Villa<br />

Pamphili di Roma dal 30<br />

novembre al 2 dicembre.<br />

Fig.1 - I partecipanti all’EAASA<br />

Summit a Roma <strong>2022</strong>.<br />

L'<br />

Associazione europea<br />

delle industrie<br />

di rilevamento aereo<br />

(EAASI) ha chiuso con successo<br />

l'edizione del suo Partner<br />

Summit lo scorso 2 dicembre.<br />

Più di 70 rappresentanti di<br />

40 aziende collegate al settore<br />

del rilevamento aereo si sono<br />

riunite a Roma per 3 giorni<br />

per discutere le attuali sfide<br />

del settore ed esplorare nuove<br />

opportunità di business. I partecipanti<br />

hanno partecipato<br />

a una serie di presentazioni,<br />

tavole rotonde e workshop<br />

che trattano un'ampia gamma<br />

di argomenti come il cambiamento<br />

climatico, i gemelli<br />

digitali o la certificazione e la<br />

standardizzazione, tra gli altri.<br />

Il Summit ha raggiunto un<br />

record di partecipanti e ha<br />

confermato che la conferenza<br />

annuale organizzata da EAA-<br />

SI è l'evento più importante<br />

dell'anno per l'industria del<br />

rilevamento aereo in Europa.<br />

Il Summit fornisce anche una<br />

piattaforma di networking e<br />

facilita i fornitori di servizi<br />

che incontrano utenti finali<br />

e produttori in un'atmosfera<br />

rilassata e socievole.<br />

Nella sua introduzione, Simon<br />

Musäus, presidente dell'EAA-<br />

SI, ha approfondito il valore<br />

dell'agilità nei modelli di<br />

business e della cooperazione<br />

per raggiungere l'obiettivo<br />

numero uno dell'Associazione:<br />

la sostenibilità del rilevamento<br />

aereo. Ha ringraziato il Segretario<br />

Generale e i membri del<br />

Consiglio per i loro sforzi e<br />

ha evidenziato la creazione di<br />

nuove partnership con altre<br />

parti interessate nel campo<br />

geospaziale, come EuroSDR,<br />

EuroGeographics, EUROGI<br />

e UNGGIM-PSN. Come<br />

punto focale particolare, ha<br />

chiesto una continuazione<br />

della maggiore rappresentanza<br />

in eventi chiave (Geospatial<br />

World Forum, FIG Congress,<br />

INTERGEO) per promuovere<br />

il ruolo dell'associazione e<br />

descrivere il contributo fondamentale<br />

del rilevamento aereo<br />

in tutte le aree dell'economia.<br />

Uno dei temi chiave del vertice<br />

è stato lo sviluppo sostenibile<br />

e il modo in cui il rilevamento<br />

aereo può contribuire<br />

al monitoraggio del cambiamento<br />

climatico. A questo<br />

proposito, Simon Kay, vice<br />

direttore della DG CLIMA<br />

della Commissione europea,<br />

ha presentato il primo quadro<br />

volontario a livello di UE per<br />

certificare in modo affidabile<br />

la rimozione del carbonio di<br />

alta qualità.<br />

16 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


REPORT<br />

Il regolamento proposto migliorerà<br />

in modo significativo<br />

la capacità dell'UE di quantificare,<br />

monitorare e verificare gli<br />

assorbimenti di carbonio. Una<br />

maggiore trasparenza garantirà<br />

la fiducia delle parti interessate<br />

e dell'industria e impedirà il<br />

greenwashing. Ed è qui che Kay<br />

vede che l'industria del rilevamento<br />

aereo può contribuire in<br />

modo significativo: "Il monitoraggio<br />

accurato è dove industrie<br />

come la tua giocano un ruolo e<br />

giocheranno un ruolo crescente<br />

nella legislazione che è stata<br />

concordata", ha affermato Kay.<br />

“L'ottenimento di dati rilevanti<br />

per il clima compatibili con le<br />

mappe elettroniche contribuirà<br />

in modo significativo anche<br />

a migliorare la qualità degli<br />

inventari nazionali dei gas a<br />

effetto serra per il LULUCF<br />

(Land Use, Land Use Change,<br />

and Forestry) e migliorerà la<br />

qualità delle attività di monitoraggio<br />

delle foreste in linea<br />

con la prossima proposta di<br />

regolamento sul “monitoraggio<br />

forestale”, ha aggiunto. Infatti, i<br />

set di dati aerei possono svolgere<br />

un ruolo fondamentale nella<br />

quantificazione delle attività di<br />

rimozione del carbonio e nello<br />

sviluppo di nuove metodologie<br />

di certificazione richieste dal<br />

nuovo regolamento.<br />

Inje Jonckheere dell'Organizzazione<br />

delle Nazioni Unite per<br />

l'alimentazione e l'agricoltura<br />

(FAO) ha fornito una panoramica<br />

del lavoro geospaziale<br />

svolto dalle Nazioni Unite nella<br />

silvicoltura e di come il telerilevamento<br />

viene utilizzato nello<br />

sviluppo di inventari forestali e<br />

nel monitoraggio della perdita<br />

di aree forestali in linea con il<br />

Sustainable Development Goals<br />

(SDG) e la Convenzione<br />

quadro delle Nazioni Unite<br />

sui cambiamenti climatici<br />

(UNFCCC).<br />

Un gruppo di esperti, moderato<br />

da Ed Parsons (Google),<br />

ha discusso le nuove tendenze<br />

e opportunità di business nei<br />

modelli 3D ad alta risoluzione<br />

basati su dati di rilievi aerei. I<br />

relatori hanno rappresentato<br />

i leader del settore nell'elaborazione<br />

di modelli avanzati di<br />

città 3D come base per Digital<br />

Twins: ESRI, Melown Technologies/Hexagon<br />

e Skyline Software.<br />

Gli sponsor dell'evento hanno<br />

anche presentato gli ultimi<br />

aggiornamenti e rilasci nell'imaging<br />

aereo, nelle soluzioni<br />

LiDAR, nella scansione aerea e<br />

negli aerei da rilevamento.<br />

L'EAASI Partners Summit del<br />

<strong>2022</strong> è stato gentilmente sponsorizzato<br />

da ESRI, Hexagon,<br />

Phase One, RIEGL, Teledyne<br />

Geospatial, Vexcel Imaging,<br />

Zeusch Aviation, Diamond<br />

Aircraft e CAE Aviation.<br />

La partecipazione italiana ha<br />

visto la presenza di compagnie<br />

italiane quali la Aeronike,<br />

la Italian Remote Sensing, la<br />

Compagnia Generale Ripreseaeree<br />

di Parma, la AVT Airborne<br />

Sensing Italia e la Aerodata International<br />

Survey.<br />

Altri punti salienti del vertice<br />

di 3 giorni hanno riguardato tre<br />

Fig.2 - Il manifesto dell’EAASA Summit<br />

Roma <strong>2022</strong>.<br />

workshop per affrontare le attuali<br />

sfide del settore, la visione<br />

esterna del rilevamento aereo da<br />

parte dei clienti finali e come<br />

avanzare nei processi di certificazione<br />

e standardizzazione.<br />

Marco Martinez, segretario, ha<br />

avviato una interessante fase di<br />

discussione, il fishbowl debate<br />

Fig.3 - Ed Parsons (Google) con i leader Digital Twins di ESRI, Melown Technologies/<br />

Hexagon e Skyline Software.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 17


REPORT<br />

sulle attuali sfide e opportunità<br />

poiché abbiamo partecipanti da<br />

tutti i componenti della catena<br />

del valore. Tutte le aziende hanno<br />

mostrato un grande interesse<br />

per la cooperazione. Spero che<br />

questo interesse si traduca in<br />

una partecipazione più attiva<br />

alle diverse attività e gruppi di<br />

lavoro che abbiamo all'EAASI”,<br />

ha dichiarato in conclusione<br />

Marcos Martínez-Fernández,<br />

Segretario Generale dell'Associazione.<br />

Fig.4 - Un momento del Fishbow Debate, ove i singoli referenti presentano e discutono dei<br />

risultati seduti in circolo.<br />

(Industry Challenges Debate)<br />

in cui sono stati affrontati i vari<br />

problemi dell’industria. Tra gli<br />

altri problemi affrontati, hanno<br />

avuto risalto il problema della<br />

competitività specialmente dei<br />

produttori che stanno facendo<br />

concorrenza ai propri clienti<br />

nell'offrire servizi. Ancora la<br />

necessità di attrarre giovani<br />

nel settore, per cui si è parlato<br />

molto del problema della<br />

mancanza di giovani ragazzi da<br />

inserire nell'industria, probabilmente<br />

giustificata dal fatto<br />

che si aspettano salari migliori,<br />

e in ultimo la qualità della professionalità<br />

da discutere con le<br />

authority.<br />

Si è parlato poi della necessità<br />

di Standardizzazione e Certificazione,<br />

uno degli argomenti<br />

principali affrontati Englebert<br />

di Vexcel che ha portato l’attenzione<br />

sul concetto di Ortofoto<br />

affinchè possa essere facilmente<br />

compreso. Ha chiesto aiuto ai<br />

partners EAASI per conoscere<br />

meglio le tipologie richieste. Ha<br />

esordito dicendo: “Se dico Ortofoto,<br />

io parlo di radiometry,<br />

resolution, accuracy, il concetto<br />

di True Ortofoto deve essere<br />

ben definito affinchè possa<br />

essere venduto al mercato”, ed<br />

ancora “Se definiamo standard<br />

altamente accurati, dobbiamo<br />

capire cosa significa, perché<br />

questo non può essere un motivo<br />

di variazione dei costi. Il<br />

discorso portato alle National<br />

Mapping Agency porta ad analizzare<br />

l’offerta di strumenti più<br />

efficienti”.<br />

Questa frase è risonata forte nei<br />

workshop tenutisi durante il<br />

“ We have<br />

European<br />

Community<br />

but we dont’<br />

have clear<br />

definitions ”<br />

Summit che ha registrato una<br />

partecipazione record, il che<br />

dimostra che l'industria del<br />

rilevamento aereo in Europa è<br />

molto desiderosa di collaborare<br />

per andare avanti e adattarsi<br />

alle nuove realtà. EAASI ha lavorato<br />

duramente dal 2019 per<br />

promuovere la mappatura aerea<br />

e rappresentare l'industria nei<br />

forum pertinenti. Il Summit si<br />

è mostrato come un'eccellente<br />

opportunità per scambiare<br />

opinioni, pianificare i prossimi<br />

passi e impegnarsi in discussioni<br />

EAASI è stata costituita nel<br />

2019 e rappresenta le organizzazioni<br />

nel mercato europeo<br />

del rilevamento aereo. Con il<br />

mercato globale dell'imaging<br />

aereo che si prevede raggiungerà<br />

più di quattro miliardi di dollari<br />

entro il 2025, EAASI mira<br />

a promuovere i vantaggi del<br />

rilevamento aereo, migliorare la<br />

consapevolezza dei dati del rilevamento<br />

aereo e mantenere e<br />

promuovere le migliori pratiche<br />

all'interno del settore.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Aerial photogrammetry, EAASI,<br />

surveying, mapping<br />

ABSTRACT<br />

The European Association of Aerial Surveying<br />

Industries (EAASI) closed a successful<br />

edition of its Partners Summit last 2 December.<br />

More than 70 representatives from 40<br />

companies connected to the aerial surveying<br />

industry gathered in Rome for 3 days to discuss<br />

the current challenges of the industry as<br />

well as explore new business opportunities.<br />

The participants attended a series of presentations,<br />

panel discussions, and workshops<br />

covering a wide range of topics such as climate<br />

change, digital twins, or certification<br />

and standardization, among others.<br />

AUTORE<br />

Renzo Carlucci<br />

r.carlucci@mediageo.it<br />

18 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


REPORT<br />

GISTAM<br />

2023<br />

9 th International Conference on Geographical Information Systems Theory,<br />

Applications and Management<br />

Prague, Czech Republic<br />

25-27 April, 2023<br />

The International Conference on Geographical Information Systems Theory, Applications and Management aims at creating a meeting<br />

point of researchers and practitioners that address new challenges in geo-spatial data sensing, observation, representation, processing,<br />

visualization, sharing and managing, in all aspects concerning both information communication and technologies (ICT) as well as<br />

management information systems and knowledge-based systems. The conference welcomes original papers of either practical or<br />

theoretical nature, presenting research or applications, of specialized or interdisciplinary nature, addressing any aspect of geographic<br />

information systems and technologies.<br />

CONFERENCE AREAS<br />

Data Acquisition and Processing<br />

Remote Sensing<br />

Modeling, Representation and Visualization<br />

Knowledge Extraction and Management<br />

Domain Applications<br />

MORE INFORMATION AT: HTTPS://GISTAM.SCITEVENTS.ORG/<br />

UPCOMING SUBMISSION DEADLINES<br />

REGULAR PAPER SUBMISSION: NOVEMBER 18, <strong>2022</strong><br />

POSITION PAPER SUBMISSION: JANUARY 19, 2023<br />

SPONSORED BY:<br />

INSTICC IS MEMBER OF:<br />

LOGISTICS:<br />

PAPERS WILL BE AVAILABLE AT:<br />

POST PUBLICATIONS:<br />

IN COOPERATION WITH:<br />

PROCEEDINGS WILL BE SUBMITTED FOR INDEXATION BY:<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 19


MEMORIE<br />

È RIMASTO SOLO IL NOME<br />

(LA FINE DI UNA STAGIONE)<br />

di Attilio Selvini<br />

Appena arrivato ad<br />

Oberkochen, per migliorare<br />

le mie conoscenze sulla fotogrammetria<br />

(ero solo un buon<br />

topografo) mi venne regalato<br />

un volumetto dal titolo “Nur<br />

der Name war geblieben”<br />

(Armin, 1989): era la storia del<br />

trasferimento della famosa<br />

“Carl Zeiss Stiftung” da Jena<br />

in quel paesino agricolo della<br />

Svevia, per sfuggire all’orco<br />

sovietico. Oggi, ad un mezzo<br />

secolo circa da quei giorni,<br />

uso la versione italiana di quel<br />

titolo, ridotta dall’imperfetto al<br />

presente, per parlare della fine<br />

della produzione, da parte della<br />

grande azienda tedesca, del<br />

settore riguardante la misura<br />

sul terreno e sulle immagini.<br />

Diverse volte ho detto e scritto<br />

che le invenzioni ed iniziative<br />

umane durano generalmente<br />

un secolo o poco più: me lo<br />

conferma la vicenda della divisione<br />

topografica e fotogrammetrica<br />

della Carl Zeiss: una<br />

“stagione” all’incirca, nella vita<br />

della grande azienda.<br />

Fig. 1 – Ernst Abbe (a) e Otto Schot (b).<br />

La nota “Casa” prende il<br />

nome dal suo fondatore,<br />

un bravo tecnico che il 17<br />

novembre 1846 scelse come sede<br />

della sua fabbrica di apparecchi<br />

ottici di precisione la piccola città<br />

di Jena, nella Turingia. Fondamentale<br />

fu l'incontro con Ernst<br />

Abbe (Fig. 1), al tempo un<br />

giovane professore di matematica<br />

presso la locale università ed in<br />

seguito direttore dell'omonimo<br />

osservatorio astronomico. Nello<br />

stesso anno Abbe divenne direttore<br />

della divisione di ricerca presso<br />

Zeiss: egli utilizzò un approccio<br />

scientifico del tutto nuovo nello<br />

studio dei materiali e dei progetti<br />

per gli strumenti ottici, basandosi<br />

principalmente sul calcolo matematico<br />

e sulla fisica, escludendo<br />

l'allora consueta progettazione<br />

su basi empiriche, fondata su<br />

tentativi ripetuti o scartati.<br />

Il 19 maggio 1889 Ernst Abbe<br />

istituì la Carl Zeiss Stiftung, (Fondazione<br />

Carl Zeiss), il cui statuto<br />

puntò alla promozione della<br />

ricerca scientifica e alla tutela dei<br />

diritti del lavoratore. Agli operai<br />

vennero garantiti un massimo di<br />

otto ore lavorative, adatte ferie e<br />

condizioni migliori rispetto alla<br />

media del periodo. Nel 1891 la<br />

Fondazione Zeiss divenne l'unica<br />

proprietaria delle imprese Zeiss:<br />

infatti nel 1884, Carl Zeiss (Fig.<br />

2), Roderich Zeiss (il figlio di<br />

Carl), Ernst Abbe ed Otto Schott<br />

avevano fondato il Glastechnische<br />

Laboratorium Schott & Genossen<br />

(Laboratorio per le tecnologie<br />

del vetro di Schott e soci). Un<br />

ventennio più avanti, accadde un<br />

fatto rilevante; traggo da un mio<br />

articolo di molti anni fa, pubblicato<br />

anch’esso su questa rivista<br />

(Selvini, 2/2014): “Durante il<br />

lavoro, Wild venne in contatto con<br />

specialisti della nota azienda Carl<br />

Zeiss di Jena, ai quali ebbe modo<br />

di comunicare le sue idee in fatto<br />

di innovazione degli strumenti<br />

topografici. La Zeiss sino ad allora<br />

non si era occupata di quel settore:<br />

la cosa sembrò interessante, ed in<br />

breve venne decisa la collaborazione;<br />

Heinrich Wild divenne così<br />

direttore di una nuova divisione,<br />

la “Geo Carl Zeiss”. Lo svizzero<br />

abbandonò la sua carriera federale<br />

a Berna e si trasferì, nella primavera<br />

del 1908 ad Jena con l’intera<br />

famiglia, che contava già allora<br />

20 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


MEMORIE<br />

cinque figli”. Incredibile, ma vero:<br />

prima di fondare a Heerbrugg<br />

la sua celebre azienda, Wild creò<br />

la sezione topografica della Carl<br />

Zeiss!<br />

Nel 1901 Carl Pulfrich aveva costruito<br />

a Jena il suo stereocomparatore,<br />

atto a misurare le immagini<br />

fotografiche con l’incertezza<br />

del centesimo di millimetro;<br />

alla fine di quel decennio Zeiss<br />

realizzò sul progetto di Eduardo<br />

De Orel, triestino, il primo<br />

“calcolatore analogico” capace di<br />

“restituire” immagini fotografiche<br />

terrestri: nasceva quindi in Zeiss<br />

anche il settore fotogrammetrico<br />

(Selvini, 4/2013). Da allora la divisione<br />

“VP” (Vermessungskunde<br />

und Photogrammetrie) della Carl<br />

Zeiss divenne di fama internazionale:<br />

nacque anche la “settimana<br />

fotogrammetrica” biennale,<br />

fondata nel 1909 da Carl Pulfrich<br />

a Jena, con 46 partecipanti<br />

provenienti dalla Germania e<br />

dai paesi limitrofi. Nel secondo<br />

dopoguerra la manifestazione<br />

si stabilì a Stoccarda presso il<br />

locale Politecnico: ne ho scritto<br />

in molte occasioni, in particolare<br />

in (Selvini, 2014), ricordando i<br />

molti italiani presenti dagli anni<br />

settanta del secolo passato e sino<br />

al primo decennio di quello<br />

nuovo.<br />

Occorrerebbe un intero volume<br />

per descrivere ciò che fece Zeiss<br />

dal primo dopoguerra sino alla<br />

fine del millennio nell’ambito<br />

della topografia e della fotogrammetria;<br />

chi scrive fu partecipe<br />

del periodo di maggior successo<br />

che va dal 1970 alla fine del<br />

secolo. Mi limiterò a ricordare<br />

che all’inizio degli anni venti del<br />

Novecento, sotto la direzione<br />

di Walther Bauersfeld la Zeiss<br />

inizio a costruire il primo restitutore<br />

“universale”, ovvero adatto<br />

alla restituzione di prese aeree e<br />

terrestri: lo “Stereoplanigraph”,<br />

a proiezione ottica munito di<br />

pancratici (Selvini, Bezoari 1999)<br />

prodotto in versioni sempre aggiornate<br />

sino al modello C8 alla<br />

fine degli anni settanta (Fig. 3).<br />

Circa nello stesso periodo, da noi<br />

Santoni e Nistri aprivano la storia<br />

della aerofotogrammetria italiana<br />

con successi internazionali. L’ultimo<br />

esemplare del C8 venne in<br />

Italia, acquistato da una piccola<br />

impresa di geometri varesini.<br />

All’inizio del nuovo millennio<br />

quel restitutore venne purtroppo<br />

demolito, in era ormai digitale,<br />

col rimpianto di chi scrive che<br />

cercò allora di sistemarlo sia in<br />

qualche istituto tecnico che in un<br />

paio di musei ma senza successo<br />

(Selvini, 2014).<br />

Nonostante il costante adeguamento<br />

al nuovo mondo del<br />

rilevamento sia sul terreno che<br />

sulle immagini, con la costruzione<br />

di teodoliti elettronici<br />

digitali e livelli autolivellanti pur<br />

sempre digitali nel primo caso,<br />

che di restitutori analitici come<br />

il Planicomp C 100 e successori,<br />

poi di Photoscan insieme alla<br />

prima camera digitale UMK,<br />

quindi ad ortoproiettori come<br />

Orthocomp Z2 (dovuto al caro<br />

amico Dr. Dirk Hobbie, vedi<br />

in (Selvini, Bezoari 1999), con<br />

l’avvento del nuovo millennio<br />

la Carl Zeiss di Oberkochen,<br />

insieme all’originaria Casa di Jena<br />

Fig. 2 – Il giovane Carl Zeiss accanto al microscopio.<br />

ormai a Germania riunificata,<br />

decise di abbandonare il settore<br />

del rilevamento. V<br />

ale qui la pena di ricordare che<br />

in Italia sia enti pubblici (IGM,<br />

CIGA, Politecnici di Milano e<br />

Torino, Università di Venezia e di<br />

Bologna…) sia privati (CGR di<br />

Parma, Rossi di Brescia, ALISUD<br />

di Napoli…) avevano largamente<br />

acquistato strumenti Zeiss sia<br />

di topografia che di fotogrammetria.<br />

Con l’anno Duemila,<br />

anche la biennale manifestazione<br />

di Stoccarda diveniva non più<br />

Photogrammetrische Woche con<br />

lingua ufficiale il tedesco e tradu-<br />

Fig. 3 - Lo Stereoplanigrafo<br />

C8 nello studio<br />

Antonini-Mattaini<br />

di Somma<br />

Lombardo.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 21


MEMORIE MERCATO<br />

Fig. 4 - Festa per il dottorato di Dirk Hobbie,<br />

che è di schiena, mentre inneggia il<br />

prof. Meier.<br />

zione in inglese, francese, spagnolo<br />

e italiano (Selvini, 2014)<br />

bensì Photogrammetric Week nel<br />

solo inglese più o meno corretto.<br />

Proprio all’inizio del nuovo millennio,<br />

nel salutare Dirk Hobbie<br />

e nel chiedergli come andasse la<br />

sua carriera in Zeiss (aveva tempo<br />

prima rinunciato alla cattedra di<br />

fotogrammetria nel Politecnico di<br />

Monaco di Baviera per restare ad<br />

Oberkochen!) mi sentii rispondere<br />

con voce desolata: Doch, doch,<br />

seit Wochen mache ich Photokopien!<br />

(certo, certo, da settimane<br />

sono addetto alle fotocopie!).<br />

Oggi so che vive tranquillo con<br />

la eccellente pensione Zeissiana<br />

nella sua Königsbronn a due passi<br />

da Oberkochen. Purtroppo quasi<br />

tutti gli altri amici di quel tempo<br />

sono scomparsi, a cominciare dal<br />

professor Hans Karstens Meier<br />

(Fig. 4), direttore tecnico della<br />

divisione fotogrammetrica, per<br />

finire ad Enrico Clerici, italoolandese<br />

multilingue e grande<br />

produttore di software (Selvini,<br />

2014).<br />

La vicenda italiana relativa a questo<br />

settore primario per un Paese<br />

europeo, era già stata ammonitrice,<br />

con la scomparsa anni prima<br />

della Filotecnica Salmoiraghi, poi<br />

delle Officine Galileo e quindi<br />

della romana OMI di Nistri. Ora<br />

anche la Germania pur riunificata<br />

rinunciava alla otticomeccanica<br />

a favore degli americani e delle<br />

allora sorgenti “multinazionali”.<br />

Proprio quegli americani, che<br />

nulla o quasi avevano sino al<br />

principio dell’era digitale: mi<br />

raccontava Giuseppe Inghilleri,<br />

dopo le sue lezioni alla Cornell<br />

University, che negli USA si<br />

batteva il terreno coi teodoliti per<br />

farne la planimetria, poi col livello<br />

per l’altimetria: alla faccia della<br />

celerimensura di Ignazio Porro!<br />

Tanto è vero che poco dopo,<br />

proprio con l’avvento dell’elettronica,<br />

nascevano negli USA i<br />

teodoliti digitali subito chiamati<br />

“Total Station” (!) perché in grado<br />

di rilevare contemporaneamente<br />

planimetria ed altimetria, alla<br />

faccia dei “tacheometri” del Porro<br />

che da un secolo e più facevano<br />

in tutta Europa lo stesso lavoro!<br />

La attuale “Carl Zeiss A.G.”,<br />

società per azioni pur sempre<br />

emanazione della “Carl Zeiss<br />

Stiftung”, cioè della fondazione<br />

(oggi con sede a Heidenheim)<br />

non si occupa più di topografia<br />

e fotogrammetria (addirittura<br />

questo termine sta scomparendo,<br />

sostituito dalla dizione “trattamento<br />

delle immagini”) anche se<br />

su “Wikipedia” si legge quanto<br />

qui sotto riprodotto:<br />

Telerilevamento<br />

Lenti, obiettivi e macchine fotografiche<br />

Zeiss sono state utilizzate<br />

a partire dalla seconda guerra<br />

mondiale in poi, prima dal regime<br />

nazista e poi dai paesi del Blocco<br />

Sovietico. Montate su mongolfiere,<br />

dirigibili, aerei e razzi sono state<br />

fondamentali per la moderna Aerofotogrammetria<br />

Teodoliti e Tacheometri<br />

Con lo sviluppo di lenti adatte la<br />

Carl Zeiss, grazie al dipartimento<br />

degli strumenti geodetici fondato<br />

da Heinrich Wild, sviluppò alcuni<br />

dei primi teodoliti e tacheometri.<br />

L'immagine risultava invertita,<br />

ma la superiorità delle lenti e della<br />

correzione cromatica ne fecero lo<br />

strumento preferito dai topografi.<br />

Durante la seconda guerra mondiale<br />

furono utilizzati per l'operazione<br />

di celerimensura e fotogrammetria<br />

in Francia mirante a correggere le<br />

coordinate geografiche dell'Inghilterra<br />

(all'epoca ogni paese aveva<br />

un proprio sistema di coordinate<br />

scollegato dagli altri) e permetterne<br />

il bombardamento con le V2.<br />

Per queste informazioni, vale però<br />

la pena di ricordare quanto scriveva<br />

il mio caro Maestro Mariano<br />

Cunietti, per stroncare le affermazioni<br />

maldestre: “scrive di cose<br />

che non conosce”. Effettivamente<br />

tutto quanto sopra riportato è<br />

infelice e in buona parte scorretto<br />

(con l’eccezione del riferimento<br />

a Wild) per non usare termini<br />

peggiori. Peccato! Sta di fatto che<br />

ormai da Oberkochen nulla più<br />

esce che riguardi il rilevamento<br />

sia sul terreno che sulle immagini.<br />

Peccato!<br />

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />

Armin Hermann 1989. Nur der Name war geblieben.<br />

Stuttgart, Verl. Anst.<br />

Selvini, Attilio 2014. Non è rimasto nemmeno il nome<br />

.Geomedia, n° 2/2014.<br />

Selvini, Attilio 2013. Edoardo De Orel: la fotogrammetria<br />

diventa adulta. Geomedia 4/2013.<br />

Selvini, Attilio 2014. Topografi e fotogrammetri fra cronaca<br />

e storia. Maggioli ed.<br />

Selvini A., Bezoari G. 1999. Gli strumenti per la fotogrammetria.<br />

Liguori ed.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Fotogrammetria; rilevamento; immagini;<br />

terreno; Zeiss;<br />

ABSTRACT<br />

As soon as I arrived in Oberkochen, to improve my<br />

knowledge of photogrammetry (I was only a good<br />

topographer) I was given a small volume entitled<br />

"Nur der Name war geblieben" (Armin, 1989):<br />

it was the story of the transfer of the famous "Carl<br />

Zeiss Stiftung ” ” from Jena to that agricultural village<br />

in Swabia, to escape the Soviet ogre. Today,<br />

about half a century after those days, I use the Italian<br />

version of that title, reduced from the imperfect to<br />

the present, to talk about the end of production, by<br />

the large German company, of the sector concerning<br />

measurement on the ground and on images . Several<br />

times I have said and written that human inventions<br />

and initiatives generally last a century or so: this is<br />

confirmed by the story of the topographical and<br />

photogrammetric division of Carl Zeiss: a "season"<br />

approximately, in the life of the large company.<br />

AUTORE<br />

Attilio Selvini<br />

selvini.attilio@gmail.com<br />

22 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


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innovation programme.


Morene di Malaspina<br />

Gli eccezionali motivi morenici del ghiacciaio<br />

di Malaspina – il più grande ghiacciaio pedemontano<br />

al mondo – sono mostrati in questa immagine a falsi colori<br />

acquisita da Copernicus Sentinel-2.vIl ghiacciaio di Malaspina è geograficamente<br />

collocato ad ovest della baia di Yukutat nell’Alaska sud-orientale<br />

(Stati Uniti). Con un’area di copertura di 2900 kmq, il ghiacciaio scorre per circa<br />

80 km lungo la base meridionale del monte St. Elias e misura uno spessore intorno ai<br />

300 m. Malaspina fluisce ad una velocità più elevata di quella dei ghiacciai pedemontani<br />

in Antartide e Groenlandia. I ghiacciai pedemontani scorrono da una valle ripida, dove il<br />

ghiaccio è stretto tra le montagne, verso una pianura piatta. Il cambiamento della conformazione<br />

territoriale da stretta a larga genera il caratteristico lobo arrotondato pedemontano. L’immagine di<br />

Sentinel-2 mostra il lobo centrale del ghiacciaio che sale verso il mare. Questa immagine è stata processata<br />

utilizzando il canale dell’infrarosso vicino per evidenziare la vegetazione con un colore rosso<br />

brillante. Le linee ondulate che appaiono attorno alla metà bassa del ghiacciaio sono dovute a rocce,<br />

suolo ed altri detriti che sono stati depositati dal ghiacciaio e che prendono il nome di “morene”.<br />

Nell’immagine il colore del suolo varia da tonalità luminose a marrone scuro, mentre neve e ghiaccio<br />

appaiono di colore bianco brillante. In questa stagione in Alaska il basso livello di insolazione alle<br />

elevate latitudini risulta evidente dalle ombre proiettate a nord dai Monti Elias. Le acque chiare<br />

dell’Oceano Pacifico appaiono di colore blu scuro, mentre le acque torbide appaiono di colore<br />

ciano. Il ghiacciaio Malaspina è molto studiato da scienziati di tutto il mondo. La sua vulnerabilità<br />

al cambiamento climatico ed i suoi cicli di crescita e ritiro sono stati studiati dagli scienziati<br />

mediante l’impiego di dati Copernicus e Landsat. Gli studi hanno evidenziato che<br />

nel caso di innalzamento del livello del mare, indotto dal cambiamento climatico,<br />

l’acqua del mare potrebbe causare i maggiori cambiamenti nella parte terminale<br />

del ghiacciaio ed portare a gravi impatti sugli habitat della zona.<br />

Traduzione a cura di Gianluca Pititto<br />

Crediti: Immagine della Settimana -ESA


GEOMATICA E ROBOTICA<br />

SIMULTANEOUS LOCALIZATION<br />

AND MAPPING: LA SOLUZIONE CHIAVE<br />

PER IL RILIEVO IN MOVIMENTO<br />

di Eleonora Maset e Lorenzo Scalera<br />

Fig. 1 - Sequenza di un robot che si muove<br />

all’interno di un ambiente sconosciuto, costruendone<br />

la mappa e determinando la sua<br />

posizione grazie ad un algoritmo SLAM.<br />

Molti di noi, guardando un<br />

robot aspirapolvere di ultima<br />

generazione muoversi<br />

per casa, si sono sicuramente<br />

domandati come<br />

questo elettrodomestico<br />

“intelligente” sia in grado<br />

autonomamente di pulire<br />

tutte le superfici, evitando<br />

gli ostacoli presenti<br />

nell’area. La risposta è racchiusa<br />

nell’acronimo SLAM<br />

(Simultaneous Localization<br />

and Mapping), ossia nella<br />

tecnica che consente ad un<br />

robot in movimento, dotato di<br />

sensori, di costruire la mappa<br />

dell’ambiente che lo circonda<br />

e, al tempo stesso, di usare<br />

tale mappa per determinare<br />

la sua posizione, come<br />

mostrato nella sequenza di<br />

immagini di Figura 1.<br />

Sviluppata originariamente<br />

nel campo della robotica<br />

per permettere ad un robot<br />

di navigare in uno scenario sconosciuto,<br />

la tecnologia SLAM<br />

presenta in realtà molti punti di<br />

contatto con le tecniche della geomatica,<br />

e rappresenta soprattutto<br />

la chiave per realizzare il rilievo in<br />

movimento in contesti in cui non<br />

sia possibile utilizzare il sistema di<br />

posizionamento satellitare.<br />

Facciamo un passo indietro, e<br />

più precisamente alla fine degli<br />

anni ’80, quando si iniziarono a<br />

gettare le basi per la soluzione di<br />

quello che appare un problema<br />

chicken-and-egg: per sapere dove<br />

è collocato il sensore, infatti, è<br />

necessario disporre di una mappa<br />

dell’ambiente, ma per costruire<br />

tale mappa devono essere note le<br />

posizioni assunte dal sensore stesso.<br />

L’ingegnere britannico Hugh<br />

Durrant-White fu uno dei primi<br />

ad applicare metodi probabilistici<br />

a tale problema, evidenziando al<br />

tempo stesso le difficoltà per una<br />

sua risoluzione efficace, connesse<br />

alla poca memoria e capacità computazionale<br />

dei calcolatori dell’epoca<br />

(Durrant-Whyte e Bailey,<br />

2006). La limitata potenza di<br />

calcolo, infatti, imponeva di rappresentare<br />

l’ambiente circostante<br />

attraverso un numero ridotto di<br />

landmarks, ossia oggetti facilmente<br />

riconoscibili, e di risolvere il<br />

problema probabilistico attraverso<br />

metodi di filtraggio, come il<br />

ben noto filtro di Kalman.<br />

A partire dagli anni 2000, grazie<br />

al notevole incremento della<br />

capacità di calcolo e alla rapida<br />

diffusione dei sensori LiDAR<br />

(Light Detection and Ranging),<br />

si assistette ad un crescente sviluppo<br />

dei metodi LiDAR SLAM,<br />

ancora oggi tra i più impiegati.<br />

Ora le mappe non sono più formate<br />

da pochi landmarks, bensì<br />

da nuvole di punti, e la base per<br />

la soluzione del problema è rappresentata<br />

dalla registrazione di<br />

scansioni consecutive. I metodi<br />

di filtraggio hanno lasciato quindi<br />

spazio ai cosiddetti metodi graphbased<br />

SLAM, basati cioè sulla risoluzione<br />

di un grafo, i cui nodi<br />

sono le posizioni (incognite) del<br />

sensore, mentre negli archi si trovano<br />

le trasformazioni relative tra<br />

due pose. Tali trasformazioni, che<br />

rappresentano un vincolo spaziale,<br />

possono essere stimate tramite<br />

opportuni metodi di registrazione<br />

di nuvole di punti, come l’algoritmo<br />

ICP (Iterative Closest Point),<br />

molto conosciuto nella comunità<br />

della geomatica.<br />

Utilizzando un approccio incrementale,<br />

in cui ogni nuova scan-<br />

26 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


GEOMATICA E ROBOTICA<br />

sione acquisita viene registrata<br />

rispetto alla precedente, si assiste<br />

ad un accumulo dell’errore e ad<br />

una deriva della traiettoria, che<br />

porta a visibili errori nella mappa,<br />

come evidenziato in Figura<br />

2. Risulta quindi fondamentale<br />

determinare le cosiddette “chiusure<br />

dell’anello” (loop closure),<br />

individuando cioè zone dell’ambiente<br />

circostante già mappate<br />

in precedenza, che consentono<br />

di imporre ulteriori vincoli e di<br />

ridurre (e redistribuire) l’errore.<br />

Una volta costruito un grafo che<br />

tenga conto anche dei vincoli<br />

imposti dalle chiusure dell’anello,<br />

un sistema di ottimizzazione<br />

consente di trovare la configurazione<br />

migliore, minimizzando i<br />

disallineamenti tra le varie scansioni<br />

(Grisetti et al., 2010).<br />

Oltre agli approcci LiDAR<br />

SLAM, non vanno dimenticati<br />

anche i metodi Visual SLAM,<br />

in cui il sensore impiegato è una<br />

fotocamera. In questo caso, la<br />

trasformazione relativa tra due<br />

pose successive è individuata<br />

a partire da algoritmi di image<br />

matching.<br />

Negli ultimi anni, la geomatica<br />

ha saputo far propri questi metodi,<br />

adattandoli alle esigenze<br />

Fig. 3 - La tecnologia SLAM consente di<br />

effettuare rilievi in movimento anche in ambienti<br />

angusti e in assenza di segnale GNSS,<br />

come all'interno di una grotta.<br />

Fig. 2 - Un approccio incrementale conduce ad una elevata deriva della traiettoria (in giallo) e ad<br />

errori evidenti nella mappa ricostruita.<br />

del rilievo e applicandoli per la<br />

realizzazione dei sistemi portatili<br />

che stanno trovando una crescente<br />

diffusione tra i professionisti<br />

del settore. Tali strumenti, infatti,<br />

consentono di mappare in maniera<br />

rapida ed efficiente ambienti<br />

altrimenti difficilmente rilevabili,<br />

come interni, ambienti industriali,<br />

spazi angusti, e più in generale<br />

aree in cui è assente il segnale<br />

GNSS, tra cui miniere e grotte<br />

(Figura 3).<br />

Per molti versi, il problema<br />

SLAM al giorno d’oggi può dirsi<br />

risolto dal punto di vista teorico<br />

(Durrant-Whyte e Bailey, 2006).<br />

La ricerca tuttavia non è conclusa,<br />

ed è orientata allo sviluppo di<br />

algoritmi sempre più performanti<br />

ed in grado di gestire quantità di<br />

dati (scansioni o immagini) sempre<br />

più elevate. Se la comunità<br />

della robotica continua ad essere<br />

molto attiva su questo fronte, sviluppando<br />

algoritmi che consentono<br />

una efficace e sicura navigazione<br />

autonoma dei robot mobili<br />

in ambienti sconosciuti, dall’altro<br />

lato la collaborazione con il mondo<br />

della geomatica può giocare<br />

un ruolo importante sulla qualità<br />

della ricostruzione 3D fornita da<br />

tali metodi. Alcuni studi, infatti,<br />

mettono in evidenza come i più<br />

recenti algoritmi open-source siano<br />

in grado di stimare la traiettoria<br />

del robot in modo accurato,<br />

producendo spesso però modelli<br />

3D non adatti a scopi topografici,<br />

poco dettagliati e molto rumorosi<br />

(Tiozzo Fasiolo et al., <strong>2022</strong>).<br />

Il dialogo e l’interazione tra geomatica<br />

e robotica è quindi fondamentale<br />

per una sempre maggiore<br />

automazione del rilievo, e per uno<br />

sviluppo di tecnologie che tengano<br />

in considerazione le esigenze e<br />

possano giovare agli obiettivi applicativi<br />

di entrambe le discipline.<br />

Bibliografia<br />

Durrant-Whyte, H, e Bailey, T., 2006. Simultaneous Localization<br />

and Mapping (SLAM): Part I, The Essential Algorithms.<br />

Robotics & Automation Magazine, 13.<br />

Grisetti, G., Kümmerle, R., Stachniss, C., Burgard,W.,<br />

2010. A tutorial on graph-based SLAM. IEEE Intelligent<br />

Transportation Systems Magazine, 2(4), pp. 31–43.<br />

Tiozzo Fasiolo D., Scalera L., Maset E., Gasparetto A.,<br />

<strong>2022</strong>. Experimental evaluation and comparison of LiDAR<br />

SLAM algorithms for mobile robotics. In: Niola, V., Gasparetto,<br />

A., Quaglia, G., Carbone, G. (eds) Advances in<br />

Italian Mechanism Science. IFToMM Italy <strong>2022</strong>. Mechanisms<br />

and Machine Science, 122, pp. 795 – 803.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Geomatica; slam; rilievo; robotica<br />

ABSTRACT<br />

Many of us, looking at a latest robot vacuum cleaner generation<br />

move for home, you definitely are ask yourself how<br />

this appliance “smart” is able independently to clean all<br />

surfaces, avoiding the obstacles present in the area. The<br />

answer is enclosed in the acronym SLAM (Simultaneous<br />

Localisation and Mapping), i.e. in the technique that allows<br />

a moving robot, equipped with sensors, to build the<br />

map of the environment that surrounds it and, at the same<br />

time, to use such a map to determine its location, such as<br />

shown in the sequence of images of Figure 1.<br />

AUTORE<br />

Eleonora Maset<br />

eleonora.maset@uniud.it<br />

Lorenzo Scalera<br />

lorenzo.scalera@uniud.it<br />

DPIA – Dipartimento Politecnico di Ingegneria e<br />

Architettura – Università degli Studi di Udine<br />

Via delle Scienze 206, 33100 Udine<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 27


AEROFOTOTECA<br />

LA “PIANTA TOPOGRAFICA DELLA ZONA<br />

ARCHEOLOGICA DI ROMA. ESEMPIO DI UNIONE<br />

DI TRE LEVATE CONSECUTIVE” (1909)<br />

L’Aerofototeca<br />

Nazionale<br />

racconta…<br />

di Laura Castrianni<br />

Fig. 1 - “Pianta Topofotografica della zona archeologica di Roma. Esempio di unione di tre<br />

levate consecutive”. AFN-ICCD. Negativo n. 33221.<br />

Il fotomosaico dell'area<br />

archeologica centrale di<br />

Roma, risultato dell'unione<br />

di tre scatti consecutivi,<br />

effettuato nel 1909 dagli<br />

Aerostieri della Brigata<br />

Specialistica del Genio<br />

Militare, guidata dal Capitano<br />

Cesare Tardivo, rappresenta -<br />

insieme ai fotomosaici di poco<br />

successivi di Ostia (1910) e<br />

Pompei (1911) - uno dei primi<br />

esperimenti di applicazione<br />

della neonata scienza<br />

aerofotografica all'archeologia<br />

e al tempo stesso un<br />

eccezionale documento del<br />

palinsesto storico dell'area<br />

compresa tra il Colosseo e il<br />

Campidoglio.<br />

Il fotomosaico scelto dal<br />

capitano Cesare Tardivo al<br />

Congresso Internazionale di<br />

Fotografia di Bruxelles del 1910<br />

per illustrare l’altissimo livello<br />

tecnico e scientifico raggiunto<br />

nella resa del “vero ritratto del<br />

terreno” dalla Sezione Fotografica<br />

della Brigata Specialisti<br />

del Genio, di cui era a capo, è<br />

un’immagine ben nota in letteratura<br />

archeologica, in particolare<br />

agli studiosi di Topografia<br />

Antica (fig. 1). Per avere un’idea<br />

della sua importanza basti pensare<br />

che essa è parte integrante<br />

dell’apparato iconografico mobile<br />

del manuale di “Fotografia<br />

Telefotografia Topofotografia dal<br />

Pallone” scritto per mano dello<br />

stesso Tardivo nel 1911 per i<br />

tipi di Carlo Pasta Editore in<br />

Torino (Tardivo 1911), tuttora<br />

considerato uno dei manuali di<br />

riferimento, insieme a quello di<br />

soli pochi anni precedente, del<br />

Tenente Attilio Ranza (Ranza<br />

1907), per la scienza aerofotografica<br />

e aerofotogrammetrica.<br />

Realizzato nell’anno 1909, il<br />

fotomosaico è il risultato dell’unione<br />

di tre scatti consecutivi<br />

(figg. 2-4), presentati dal Tardivo<br />

singolarmente per la prima<br />

volta nel corso della comunicazione<br />

effettuata nella capitale<br />

belga ad appena un anno di<br />

distanza dalla sua realizzazione.<br />

Oltre a costituire un prezioso<br />

documento del tessuto urbano<br />

della zona archeologica centrale<br />

di Roma, andato distrutto in<br />

seguito alla realizzazione di Via<br />

dei Fori Imperiali, l’immagine,<br />

per usare le parole del Tardivo,<br />

«abbraccia la prima Roma con il<br />

Foro Romano e il Foro di Traiano,<br />

la seconda Roma con il complesso<br />

dei Musei Capitolini, opera<br />

di Michelangelo, e la terza Roma<br />

con il Monumento di Sacconi al<br />

Padre della nostra Patria» (Tardivo<br />

1910, p. 7).<br />

Promotore della “fototopografia”<br />

intesa - secondo un neologismo<br />

da lui stesso coniato - come<br />

disciplina basata sul rilevamento<br />

del terreno effettuato per mezzo<br />

della fotografia, il Tardivo si<br />

serve del fotomosaico dell’area<br />

archeologica centrale di Roma<br />

per dimostrare come la fotografia,<br />

da semplice mezzo ausiliario<br />

possa diventare il fine stesso del-<br />

28 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


AEROFOTOTECA<br />

le operazioni di rilievo altimetrico<br />

finalizzate alla produzione<br />

cartografica, offrendone essa<br />

stessa una riproduzione di dettaglio<br />

e in scala. In questo senso,<br />

a parere del Tardivo, le aree<br />

archeologiche offrono un campo<br />

di applicazione privilegiato<br />

della nuova tecnica di rilievo<br />

aerofotografico, «nelle quali non<br />

solo si evinceranno le dimensioni<br />

reali delle rovine, ma saranno<br />

visibili in tutta la loro conformazione<br />

strutturale» (Tardivo<br />

1910, p. 2). Nel prosieguo della<br />

comunicazione vengono passati<br />

in rassegna i tre scatti singolarmente,<br />

attraverso l’illustrazione<br />

della topografia del Foro Romano,<br />

al fine di dimostrare il<br />

livello di dettaglio raggiunto<br />

dalla Sezione nella resa del terreno,<br />

prima di passare ad altri<br />

importanti casi di applicazione<br />

costituiti dai corsi d’acqua, con<br />

il rilievo del corso del fiume Tevere,<br />

dai delta dei fiumi e dalle<br />

zone lagunari, con il rilievo di<br />

Venezia e la sua laguna (Tardivo<br />

1910, pp. 3-16).<br />

Prima di passare alla descrizione<br />

analitica della porzione visibile<br />

dell’area archeologica centrale di<br />

Roma, mi vorrei soffermare su<br />

alcuni dettagli relativi alla tecnica<br />

di realizzazione, al fine di<br />

evidenziare l’eccezionalità - per<br />

l’epoca - dell’impresa realizzata.<br />

È dalle stesse parole pronunciate<br />

dal capitano Cesare Tardivo<br />

al Convegno Internazionale di<br />

Fotogrammetria di Vienna del<br />

1912 che apprendiamo come la<br />

specialità della Sezione Fotografica<br />

fosse proprio la “topofotografia”,<br />

sotto l’impulso del capitano<br />

Maurizio Mario Moris,<br />

per la grande affinità che legava<br />

questa materia con la scienza<br />

aeronautica, di cui lo stesso Moris<br />

veniva considerato il padre<br />

fondatore (Pesce 1994). Il rilievo<br />

di zone pianeggianti eseguito<br />

per mezzo di fotografie scattate<br />

dall’alto veniva condotto attraverso<br />

l’utilizzo di placche mantenute<br />

il più possibile in posizione<br />

orizzontale; in una fase<br />

successiva, di post-produzione,<br />

questi fotogrammi realizzati sul<br />

campo venivano raddrizzati e<br />

ridotti ad una medesima scala,<br />

tramite mirate operazioni di<br />

laboratorio realizzate con un<br />

“fotoprospettografo” appositamente<br />

realizzato dalla Sezione,<br />

quindi tagliate e montate su di<br />

un supporto di tela particolare,<br />

atto ad evitare deformazioni, al<br />

fine di realizzare le carte topofotografiche:<br />

è lo stesso Tardivo a<br />

sottolineare il fatto che «queste<br />

carte forniscono non soltanto<br />

le misure, ma, in luogo di una<br />

rappresentazione fredda e convenzionale<br />

del terreno, si ha davanti<br />

agli occhi la fotografia stessa del<br />

terreno» (Tardivo 1912a, p. 4).<br />

La Sezione, che provvedeva da<br />

sola alla realizzazione della strumentazione<br />

tecnica necessaria<br />

alla sua attività - basti citare il<br />

pallone autodeformatore del Tenente<br />

Ranza e il teleobbiettivo<br />

del Tardivo -, lavorava generalmente<br />

con una macchina fotografica<br />

speciale (21x21), dotata<br />

di un obiettivo con focale di 16<br />

cm, a sua volta munito di un<br />

otturatore azionabile elettricamente<br />

da terra per mezzo di un<br />

cavo a doppia conduzione a cui<br />

era fissato il pallone aerostatico.<br />

La macchina fotografica veniva<br />

sospesa ad un pallone speciale<br />

in seta di 170 mc, grazie ad un<br />

sistema a tre fili piuttosto lunghi,<br />

al fine di ridurre la velocità<br />

angolare delle oscillazioni in<br />

maniera tale da ottenere immagini<br />

a fuoco e dotate di una risoluzione<br />

ottimale. Lo scatto veniva<br />

effettuato al passaggio del<br />

pendolo sulla verticale, per evitare<br />

il più possibile distorsioni e<br />

conseguenti fotoraddrizzamenti.<br />

La macchina fotografica veniva<br />

solitamente elevata ad un’altezza<br />

di ca. 1000 m slm, in modo tale<br />

da ottenere una rappresentazio-<br />

Fig. 2 - Primo scatto del Fotomosaico dell’Area archeologica<br />

centrale di Roma: il Colosseo (Tardivo 1910, pagg. 1-2).<br />

Fig. 3 - Secondo scatto del Fotomosaico dell’Area archeologica<br />

centrale di Roma: il Foro Romano (1910, pagg. 3-4).<br />

Fig. 4 - Terzo scatto del Fotomosaico dell’Area archeologica<br />

centrale di Roma: il Campidoglio (Tardivo 1910, pag. 6).<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 29


AEROFOTOTECA<br />

Fig. 5 - Pallone drachen in volo sul Foro Romano<br />

(Tardivo 1910, pag. 13).<br />

ne sulle lastre originali in scala<br />

di 1:6000, abbracciando un’area<br />

di ca. 1 kmq (Tardivo 1912a,<br />

pp. 11-13).<br />

Alla luce di queste considerazioni,<br />

si capisce ancora meglio<br />

la portata innovativa della sperimentazione<br />

effettuata sull’area<br />

archeologica centrale di Roma,<br />

Fig. 6 - Locandina della Mostra “Roma dall’alto”.<br />

Roma, Casa dell’Architettura – Acquario Romano,<br />

25/10/2006-30/11/2006.<br />

dove il terreno da fotografare<br />

non era posto tutto ad una<br />

medesima altezza – includendo<br />

anche la zona del Campidoglio,<br />

la Velia e le pendici del Palatino<br />

- e richiedeva quindi al personale<br />

della Sezione di affrontare<br />

l’ulteriore difficoltà di ricondurre<br />

scatti realizzati a diversi<br />

rapporti di scala ad una “sola e<br />

unica placca” (Tardivo 1910, p.<br />

6). Apprendiamo dalla relazione<br />

tenuta nel 1910 dal Tardivo<br />

a Bruxelles che per effettuare<br />

le riprese aerofotografiche del<br />

Foro Romano venne utilizzato<br />

un pallone drachen di 100 mc,<br />

rivestito di un involucro di seta<br />

(fig. 5): il pallone drago o cervo<br />

volante, essendo più pesante del<br />

pallone sferico, possedeva infatti<br />

una maggiore stabilità rispetto<br />

a quest’ultimo, garantendo un<br />

maggior numero di giornate<br />

lavorative in presenza di vento<br />

leggero. Inoltre - prosegue il<br />

Tardivo - il drachen permetteva<br />

di avere il punto di attacco del<br />

pendolo a cui era sospesa la<br />

macchina fotografica fuori dalla<br />

portata del cavo di ritegno del<br />

pallone, grazie alla conformazione<br />

allungata dell’aerostato, e<br />

quindi evitava l’inconveniente<br />

di vedere il pendolo arrotolato<br />

intorno al cavo, con un’inevitabile<br />

perdita di orizzontalità<br />

della ripresa (Tardivo 1910, pp.<br />

13-14).<br />

Tornando al fotomosaico oggetto<br />

del presente contributo, si<br />

evince facilmente dalle osservazioni<br />

tecniche appena richiamate<br />

come esso, insieme a quelli<br />

immediatamente successivi di<br />

Pompei ed Ostia, abbia costituito<br />

un banco di prova d’eccezione<br />

della neonata fototopografia<br />

dal pallone applicata all’archeologia.<br />

Nella comunicazione<br />

effettuata a Bruxelles, il Tardivo,<br />

nel presentare il fotomosaico<br />

come primo esempio di applicazione<br />

pratica in campo archeologico<br />

dei nuovi ritrovati della<br />

scienza e della tecnica dei militari,<br />

non manca di rilevare l’alto<br />

potenziale informativo veicolato<br />

dall’immagine, sia a livello<br />

archeologico che urbanistico,<br />

nonché di gestione ambientale.<br />

Veniamo a sapere infatti dalle<br />

sue stesse parole che l’architetto<br />

veneto Giacomo Boni, all’epoca<br />

Direttore degli Scavi del Palatino<br />

e Foro Romano, aveva utilizzato<br />

la prima delle tre immagini<br />

che formavano il fotomosaico,<br />

quella raffigurante l’area del Colosseo,<br />

per illustrare la sua conferenza<br />

“Terra Mater”, al fine di<br />

portare avanti la sua campagna<br />

contro la speculazione edilizia<br />

e l’edificazione selvaggia, perseguita<br />

a danno della vegetazione<br />

e della natura circostante (Tardivo<br />

1910, p. 3).<br />

Ma veniamo ora più da vicino<br />

alla trattazione del soggetto rappresentato<br />

nel fotomosaico, vale<br />

a dire l’area archeologica centrale<br />

di Roma. Nella presentazione<br />

al convegno internazionale di<br />

Bruxelles il Tardivo illustra i<br />

singoli scatti separatamente,<br />

indicandoli - rispettivamente<br />

- come la zona del Colosseo, il<br />

Foro Romano e il Campidoglio.<br />

Il primo fotogramma (fig. 2), in<br />

cui campeggia la visione zenitale<br />

del Colosseo, viene presentato<br />

come quello in cui, meglio che<br />

in qualunque altra planimetria,<br />

l’antico anfiteatro flavio si presenta<br />

in tutta la sua suggestiva<br />

maestosità, caratteristica grazie<br />

alla quale è divenuto il simbolo<br />

della grandezza di Roma in<br />

tutte le epoche. Esternamente<br />

al Colosseo, il Tardivo prosegue<br />

con l’elencazione dei monumenti<br />

visibili: la Meta Sudans, il<br />

basamento del Colosso di Nerone,<br />

l’arco di Costantino, fino<br />

ad arrivare alla chiesa di San<br />

Gregorio e ai resti delle terme di<br />

Tito, sul Colle Oppio. Nella citazione<br />

dei monumenti antichi<br />

e moderni visibili ampio spazio<br />

viene riservato alle considerazio-<br />

30 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


GEOMATICA E ROBOTICA<br />

ni relative al verde urbano e alla<br />

speculazione immobiliare caratteristica<br />

della zona immediatamente<br />

a Nord del Colosseo.<br />

Non meno interessante, a detta<br />

dello stesso Tardivo, è il secondo<br />

fotogramma (fig. 3), con la<br />

veduta aerea del Foro Romano,<br />

attraversato dalla Via Sacra, che<br />

con il suo percorso assurge a<br />

cardine della rappresentazione,<br />

come si evince dalle seguenti parole:<br />

«passando sotto l’arco di Tito<br />

costeggia la piattaforma del grandioso<br />

tempio di Venere e Roma,<br />

sulla quale oggi si innalza la<br />

chiesa di Santa Francesca Romana.<br />

A seguire la basilica di Massenzio,<br />

il piccolo tempio circolare<br />

di Romolo, i sepolcri, il tempio<br />

di Antonino Pio e Faustina, di<br />

cui si apprezzano le colonne della<br />

facciata, le rovine della grandiosa<br />

basilica Emilia, nella quale sono<br />

già stati parzialmente eseguiti<br />

i lavori di scavo, come mostra<br />

questa topofotografia; poi l’arco<br />

di Settimio Severo, i rostri, la<br />

colonna di Foca, l’altare del Divo<br />

Giulio e la regia…Dall’altro lato<br />

della Via Sacra noi vediamo la<br />

basilica Giulia, le tre colonne del<br />

tempio di Castore e Polluce, il<br />

tempio di Augusto, Santa Maria<br />

Antiqua, la casa delle Vestali, a<br />

fianco ed al di sopra della quale<br />

sorge come una grande terrazza il<br />

verdeggiante e meraviglioso Palatino,<br />

dove l’occhio apprezza ancora<br />

la domus Augustae, lo stadio,<br />

ecc.». Quindi segue il terzo fotogramma<br />

(fig. 4), in cui ad essere<br />

sinteticamentee richiamati dal<br />

Tardivo sono il Foro Romano<br />

ed il Foro di Traiano, il Campidoglio<br />

con i Musei Capitolini,<br />

e il Monumento di Sacconi,<br />

meglio noto come Altare della<br />

Patria, ancora in costruzione.<br />

Da notare, nella scarna indicazione<br />

dei principali monumenti<br />

antichi visibili, l’osservazione<br />

relativa al dettaglio delle colonne<br />

della facciata del Tempio di<br />

Antino Pio e Faustina, a sotto-<br />

Fig. 7 - Il fotomosaico dell’area archeologica centrale di Roma nella Sala Palazzo Braschi allestita<br />

per la mostra " Roma. Nascita di una capitale 1870-1915" c. <strong>2022</strong>, professionearchitetto.it<br />

(foto © Elisa Scapicchio architetto).<br />

lineare il livello di dettaglio raggiunto<br />

nella resa del terreno, ed<br />

il riferimento agli scavi in corso<br />

nell’area della Basilica Emilia,<br />

come a voler suggerire l’importanza<br />

dei diversi livelli informativi<br />

contenuti nella foto.<br />

Se dall’analisi di dettaglio dei<br />

singoli scatti proposta dal Tardivo<br />

all’epoca della realizzazione<br />

degli stessi passiamo ad analizzare<br />

l’immagine risultante dalla<br />

loro unione nel suo complesso<br />

con gli occhi di oggi, non possiamo<br />

non ribadire l’alto valore<br />

documentario sotteso a questa<br />

immagine, consistente nell’attestazione<br />

della conformazione<br />

dell’area archeologica centrale<br />

di Roma in un’epoca precedente<br />

agli scavi degli anni Venti e<br />

Trenta del ‘900; in particolare,<br />

saltano agli occhi la Meta Sudans,<br />

nei pressi del Colosseo -<br />

fontana monumentale di epoca<br />

flavia demolita nel 1936 per<br />

consentire alle parate militari di<br />

sfilare sotto l’arco di Costantino<br />

-, la collina della Velia, nei<br />

pressi della basilica di Massenzio,<br />

il giardino cinquecentesco<br />

di Villa Rivaldi, e il quartiere<br />

Alessandrino, completamente<br />

rasi al suolo nel corso delle demolizioni<br />

per la realizzazione di<br />

Via dei Fori Imperiali, aperta<br />

nel 1932 con il nome di Via<br />

dell’Impero. Ad attestare invece<br />

le grandi trasformazioni a cui fu<br />

sottoposta la città storica tra la<br />

fine dell’Ottocento e l’inizio del<br />

Novecento, è la presenza della<br />

mole del Vittoriano, nell’angolo<br />

in basso a destra, il cui cantiere<br />

fu avviato nel 1885 e concluso<br />

solo nel 1911, quando il monumento<br />

venne inaugurato ancora<br />

incompleto, sovrapponendosi<br />

ad un intero contesto di strade e<br />

monumenti antichi andati irrimediabilmente<br />

distrutti.<br />

Risulta emblematico, a questo<br />

proposito, quanto riportato nella<br />

prefazione al volume di una<br />

mostra curata dall’Aerofototeca<br />

Nazionale-ICCD nel 2006, dal<br />

suggestivo titolo “Roma dall’alto”,<br />

in un passo in cui viene<br />

esplicitata la scelta di porre il<br />

fotomosaico in questione come<br />

copertina del volume e come<br />

biglietto di presentazione della<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-2021 31


AEROFOTOTECA<br />

mostra (fig. 6) con le seguenti<br />

parole: «Ha […] prevalso l’idea<br />

che si dovesse […] partire dai<br />

simboli più antichi, dalle radici<br />

della città, da quello spazio tra il<br />

Campidoglio, il Palatino, il Celio,<br />

il Colle Oppio e il Quirinale,<br />

cuore dell’Urbe, che l’immagine,<br />

costruita attraverso più scatti ripresi<br />

dal pallone dagli specialisti<br />

del Genio, coglie ancora quasi<br />

integro nella sua stratificazione<br />

storica – e modificato solo nel<br />

margine laterale destro dalla<br />

costruzione, in fase di completamento,<br />

dell’imponente Monumento<br />

a Vittorio Emanuele II e dalla<br />

connessa ampia risistemazione<br />

di piazza Venezia -» (Travaglini<br />

2006, p. 20). Dalla lettura<br />

delle considerazioni fin qui<br />

presentate si deduce facilmente<br />

come l’immagine riassuma in<br />

sé molteplici valori, che vanno<br />

dall’essere uno dei primi esperimenti<br />

di fotointerpretazione<br />

aerea applicata all’archeologia, al<br />

fatto di fornire una documentazione<br />

d’eccezione del palinsesto<br />

storico dell’area archeologica<br />

centrale di Roma, alla vigilia dei<br />

profondi processi di trasformazione<br />

del Ventennio (fig. 7).<br />

Per quel che concerne la datazione<br />

del fotomosaico, oltre<br />

al già più volte richiamato<br />

avanzato stato di costruzione<br />

del Vittoriano, inaugurato il 4<br />

giugno 1911, è lo stesso Tardivo<br />

a lasciarci nei suoi scritti<br />

una testimonianza esplicita<br />

dell’anno di esecuzione, il 1909,<br />

facilmente desumibile anche in<br />

via indiretta dall’elencazione, in<br />

ordine cronologico, delle diverse<br />

applicazioni pratiche sul terreno<br />

poste a corredo dei propri<br />

scritti (Tardivo 1912b pp. 6-7;<br />

Fig. 8 - Locandina della Mostra “L’occhio della Scienza. Un secolo di fotografia scientifica in<br />

Italia (1839-1939). Pisa, Palazzo Lanfranchi, Museo della Grafica, 12/11/<strong>2022</strong> – 26/02/2023.<br />

Id. 1913, pp- 20-21; Id. 1939,<br />

p. 178): nell’ordine, il corso<br />

del fiume Tevere (1908; Tardivo<br />

1909; Castrianni <strong>2022</strong>b,<br />

pp. 40-44), l’area archeologica<br />

centrale di Roma (1909), Pompei<br />

(1910; Stefani 2008, pp.<br />

15-19), Ostia (1911; Shepherd<br />

2006, pp. 15-38) e Venezia con<br />

la sua laguna (1912).<br />

In particolare, nel contributo<br />

relativo alla “Topofotografia<br />

aerea” del 1913, a proposito<br />

del rilievo del Foro Romano,<br />

secondo in ordine cronologico<br />

solo a quello del corso del fiume<br />

Tevere, il Tardivo scrive che «si<br />

rilevò, a titolo di esperimento, la<br />

platea archeologica di Roma, per<br />

rendersi esatto conto delle difficoltà<br />

che si sarebbero incontrate<br />

nel collegare radialmente le varie<br />

lastre fra loro, esperimento che<br />

riuscì benisssimo» (Tardivo 1913,<br />

p. 20). Lo stesso Tardivo, in un<br />

altro scritto relativo a “Gli ultimi<br />

progressi della topofotografia<br />

dal pallone”, invita il lettore a<br />

verificare l’esattezza del lavoro<br />

effettuato mettendolo a confronto<br />

con una pianta topografica<br />

della zona stessa, per avere<br />

contezza del successo dell’esperimento<br />

che, per sua stessa ammissione,<br />

li avrebbe incoraggiati<br />

a proseguire con i successivi<br />

lavori (Tardivo 1912b, p. 6).<br />

Lavori questi che, mostrati<br />

all’Esposizione Internazionale<br />

di fotografia artistica e scientifica<br />

che ebbe luogo a Roma nel<br />

1911, in Castel Sant’Angelo,<br />

annessa al III Congresso Fotografico<br />

Italiano, fecero ottenere<br />

una medaglia d’oro e un diploma<br />

d’onore agli Aerostieri<br />

della Sezione Fotografica del<br />

Battaglione Specialisti del Genio<br />

Militare al Concorso Internazionale<br />

di Fotografia scientifica:<br />

«[…] lavori questi unici nel loro<br />

genere, non essendo stati finora,<br />

nonché compiuti, neppur tentati<br />

fuori d’Italia», come riportato<br />

nell’Annuario delle feste com-<br />

32 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


GEOMATICA E ROBOTICA<br />

memorative della proclamazione<br />

del Regno d’Italia, dove si<br />

legge: «Le lodi già tributate dai<br />

competenti ai magnifici risultati<br />

ottenuti dai valenti fototopografi<br />

del Genio sotto la dotta<br />

direzione del capitano Tardivo,<br />

ci dispensano dall’insistere sulla<br />

perfezione e sulla utilità di tali<br />

lavori» (Annuario Santoponte,<br />

p. 20).<br />

Per avere un’idea del seguito e<br />

della fortuna di cui godettero<br />

i primi esperimenti portati<br />

avanti da quei pionieri del<br />

volo che furono gli Aerostieri<br />

del Genio Militare, basti pensare<br />

che ancora nel 1938, al<br />

V Congresso Internazionale<br />

di Fotogrammetria tenutosi a<br />

Roma, vennero illustrati quei<br />

primi lavori al fine di dimostrare<br />

che «in un passato non<br />

molto remoto, l’Italia era giustamente<br />

considerata all’avanguardia»<br />

negli studi aerofotogrammetrici<br />

(Tardivo 1936, p. 1).<br />

A chiusura ideale del presente<br />

contributo mi sia consentito<br />

richiamare la mostra dal titolo<br />

“L’occhio della scienza. Un<br />

secolo di fotografia scientifica<br />

in Italia (1839-1939), allestita<br />

presso Palazzo Lanfranchi di<br />

Pisa, dal Museo della Grafica<br />

e dal Museo Galileo, dal 12<br />

novembre <strong>2022</strong> al 26 febbraio<br />

2023; tra gli scatti esposti<br />

nella sottosezione relativa alle<br />

foto aeree da pallone frenato<br />

effettuate dagli Aerostieri del<br />

Genio Militare, a servizio<br />

dell’archeologia, è il fotomosaico<br />

dell’area archeologica<br />

centrale di Roma, ad ulteriore<br />

dimostrazione dell’importanza<br />

da esso rivestita per la storia<br />

della fotografia scientifica in<br />

generale e della fotografia aerea<br />

archeologica in particolare<br />

(Castrianni <strong>2022</strong>a, pp. 112-<br />

117) (fig. 8).<br />

NOTE<br />

1 Per un inquadramento relativo ai precedenti<br />

esperimenti di fotografia aerea da pallone frenato<br />

effettuati nell’area archeologica centrale di<br />

Roma dalla Brigata Specialisti del Genio Miliatre,<br />

per un totale di 74 scatti distribuiti in 6 levate,<br />

realizzate nell’arco del decennio compreso<br />

tra il 1899 e il 1909, il cui studio è ancora in<br />

corso, si rimanda al seguente contributo: Castrianni,<br />

Cella 2010-2011, pp. 33-40 (con bibl.<br />

prec.). Senza alcuna pretesa di esaustività, si richiamano<br />

– a titolo puramente esemplificativo<br />

– alcuni dei principali luoghi di pubblicazione<br />

del fotomosaico in esame: Boemi, Travaglini<br />

2006, pp. 112-113, fig. 2.14; Castrianni, Cella<br />

2010-2011, p. 35, fig. 3; De Vico Fallani 2021,<br />

p. 99 fig. 5; Pesci, Pirani, Raimondi 2021, pp.<br />

234 e 477, scheda cat. 200; Castrianni <strong>2022</strong>a,<br />

p. 114, fig. T7.<br />

2 La stampa fotografica (28,6x60,9 cm) è conservata<br />

presso la Biblioteca ICCD, Fondo Becchetti,<br />

coll. FB 6/211, tav. Allegata; essa è stata<br />

recentemente oggetto di un intervento conservativo<br />

che ne ha comportato la riduzione in una<br />

busta a 4 falde in carta conservativa ricavata da<br />

un unico foglio rinforzata con fondo in cartoncino<br />

di sostegno.<br />

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />

Annuario Santoponte 1911-1912: G. Santoponte,<br />

Annuario delle feste commemorative della proclamazione<br />

del Regno d’Italia. III Congresso Fotografico italiano.<br />

Esposizione internazionale di fotografia artistica<br />

e scientifica in Castel S. Angelo, Annuario Santoponte<br />

XIII-XIV, 1911-1912, Appendice.<br />

Boemi, Travaglini 2006: M.F.Boemi, C.M.Travaglini<br />

(a cura di), Roma dall’alto (Catalogo Mostra Roma<br />

2006), Roma 2006.<br />

Castrianni <strong>2022</strong>a: L. Castrianni, Dalla terra al cielo: le<br />

prime foto aeree da pallone frenato del Genio Militare<br />

a servizio dell’archeologia, in C. Addabbo, S. Casati (a<br />

cura di), L’occhio della scienza, (Catalogo Mostra Pisa<br />

<strong>2022</strong>-2023), Pisa <strong>2022</strong>, pp. 112-117.<br />

Castrianni 2002b: L. Castrianni, L’Aerofototeca<br />

Nazionale racconta……in volo sul Tevere da<br />

Stimigliano a Ponte del Grillo: “il ritratto del terreno”<br />

dal pallone (1908), in Geomedia 4/<strong>2022</strong>, pp. 40-44.<br />

Castrianni, Cella 2010-2011: L. Castrianni, E. Cella,<br />

Giacomo Boni e il Foro Romano: la prima applicazione<br />

della fotografia aerea archeologica in Italia, in<br />

AAerea IV.2010 – V.2011, pp. 33-40.<br />

De Vico Fallani 2021: M. De Vico Fallani, Il contributo<br />

della botanica alla “invenzione” della “flora<br />

monumentale”: brevi note storiche, in Russo, Alteri,<br />

Paribeni 2021, pp. 94-101.<br />

Mazzarelli 2006: C. Mazzarelli, 2. Interventi nella città<br />

storica, in Boemi, Travaglini 2006, pp. 101-127.<br />

Pesce 1994: G. Pesce, Maurizio Mario Moris padre<br />

dell’Aeronautica Italiana, Roma 1994.<br />

Ranza 1907: A. Ranza, Fototopografia e fotogrammetria<br />

aerea. Nuovo metodo pel rilevamento topografico<br />

di estese zone di terreno, in Rivista d’Artigliera e<br />

Genio, III-IV, 1907.<br />

Russo, Alteri, Paribeni 2021: A. Russo, R. Alteri, A.<br />

Paribeni (a cura di), Giacomo Boni. L’alba della modernità<br />

(Catalogo Mostra Roma 2021-<strong>2022</strong>), Milano<br />

2021.<br />

Shepherd 2006: E.J. Shepherd, Il “Rilievo<br />

Topofotografico di Ostia dal pallone” (1911), in<br />

AAerea II.2006, pp. 15-38.<br />

Stefani 2008: G. Stefani, Il rilievo topofotografico di<br />

Pompei del 1910, in AAerea III.2008, pp. 15-19.<br />

Tardivo 1909: C. Tardivo, Rilievo fotografico di un<br />

tratto di km 50 del corso del Tevere, in Annali della<br />

Società degli Ingegneri e degli Architetti Italiani, n. 13,<br />

1 luglio, 1910, estratto.<br />

Tardivo 1910: C. Tardivo, Communicatione sur<br />

la Photographie faite au Congrès International de<br />

Photographie de Bruxelles, Archivio Storico ISCAG,<br />

1910, estratto.<br />

Tardivo 1911: C. Tardivo, Manuale di Fotografia,<br />

Telefotografia e Topofotografia dal pallone, Torino<br />

1911.<br />

Tardivo 1912a: C. Tardivo, Communicatione faite<br />

sur les travaux de topophotographie exécutés par la<br />

Section de Photographie du “Bataillon des spécialistes”,<br />

Archivio Storico ISCAG, 1912, estratto.<br />

Tardivo 1912b: C. Tardivo, Sugli ultimi progressi della<br />

fotografia dal pallone. Comunicazione fatta al Terzo<br />

Congresso Fotografico Italiano, Atti del III Congresso<br />

Fotografico Italiano, Roma – aprile 1911, Roma 1912.<br />

Tardivo 1913: C. Tardivo, Topofotografia Aerea, in<br />

Rivista di Artiglieria e Genio, III, 1913, estratto.<br />

Tardivo 1936: C. Tardivo, Sguardo retrospettivo alla<br />

topografia aerea, in Ottica 3-4, 1936, Firenze 1936.<br />

Tardivo 1939: C. Tardivo, Fotografia telefotografia e<br />

fotogrammetria ai fini militari in Italia, in Un secolo<br />

di progresso scientifico italiano: 1839- 1939, Roma<br />

1939.<br />

Travaglini 2006: C.Travaglini, Lo sguardo sulla città.<br />

Note sulle trasformazioni della Capitale tra Otto e<br />

Novecento, in Boemi, Travaglini 2006, pp. 13-42.<br />

Pesci, Pirani, Raimondi 2021: Flavia Pesci, Federica<br />

Pirani, Gloria Raimondi (a cura di), Roma. Nascita<br />

di una capitale 1870-1915, (Catalogo Mostra Roma<br />

2021), Roma 2021.<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Fotogrammetria; fotografia aerea;<br />

archeologia<br />

ABSTRACT<br />

The photomosaic of the central archaeological<br />

area of Rome, result of the union<br />

of three consecutive shots, carried out in<br />

1909 by the Aerostieri of the Specialist<br />

Brigade of Military Engineers, guided by<br />

Captain Cesare Tardivo, represents - together<br />

with the slightly later photomosaics of<br />

Ostia (1910) and Pompeii (1911) - one of<br />

the first experiments in application of the<br />

newborn aerophotographic science to archeology<br />

and at the same time an exceptional<br />

document of the historical palimpsest<br />

of the area between the Colosseum and the<br />

Campidoglio.<br />

It is composed by a sequence of shots taken<br />

from a braked balloon made available by<br />

the Military Engineers, and it was presented<br />

for the first time by Tardivo himself at<br />

the International Congress of Photography<br />

in Brussels in 1910.<br />

It testifies the progress of the stratigraphic<br />

excavations taken in those years, with rigorous<br />

scientific method, by Giacomo Boni,<br />

as Director of the Roman Forum and Palatine<br />

Hill.<br />

It also represents a precious testimony of<br />

the aspect that the area must have had<br />

before the demolitions of the 1920s and<br />

1930s, aime at the opening of Via dei Fori<br />

Imperiali, and of the deep urban transformations<br />

following the building of the<br />

Monument to king Vittorio Emanuele II<br />

(Vittoriano), then still under construction.<br />

AUTORE<br />

Laura Castrianni<br />

laura.castrianni@cultura.gov.it<br />

laura.castrianni@cnr.it<br />

MiC, SR-Umbria e CNR-ISPC,<br />

Sede di Lecce<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-2021 33


MERCATO<br />

OPEN MAPS FOR EUROPE AGGIUNGE I<br />

DATI DI ALTRI QUATTRO PAESI PER IL RI-<br />

LASCIO FINALE<br />

Open Maps For Europe ha annunciato che i dati geospaziali<br />

ufficiali di altri quattro paesi sono inclusi nella terza<br />

e ultima versione del progetto. La Macedonia del Nord<br />

e la Svizzera hanno contribuito con dati aperti topografici<br />

multitematici per EuroRegionalMap in scala 1:250<br />

000, con Danimarca e Slovenia che<br />

hanno aggiunto i loro dati al prototipo<br />

di Catastral Index Map. La<br />

Macedonia del Nord ha anche fornito<br />

nomi geografici autorevoli per<br />

l'Open Gazetteer multilingue.<br />

I set di dati aperti paneuropei<br />

sono creati dai membri di<br />

EuroGeographics che rappresenta le<br />

autorità nazionali europee di mappatura,<br />

catasto e registrazione fondiaria.<br />

"Siamo lieti di annunciare che altri quattro paesi stanno<br />

contribuendo con dati a questa terza e ultima versione<br />

del progetto Open Maps For Europe", ha affermato<br />

Victoria Persson, Project Manager - Data Access and<br />

Integration, EuroGeographics. “Dal rilascio dei primi<br />

set di dati nel settembre 2021, abbiamo continuato a<br />

migliorare e aumentare la copertura utilizzando il nostro<br />

esclusivo processo di integrazione dei dati. Questo<br />

approccio personalizzato armonizza le informazioni geospaziali<br />

nazionali ufficiali alle specifiche standard, in<br />

modo che gli utenti possano essere sicuri che siano coerenti,<br />

comparabili e facilmente condivisibili”.<br />

“Il progetto Open Maps For Europe affronta le sfide<br />

dell'accesso a dati aperti geospaziali interoperabili affidabili<br />

da più fonti ufficiali. Dimostra come i nostri membri<br />

possono lavorare insieme per produrre dati aperti<br />

paneuropei per realizzare i vantaggi della direttiva Open<br />

Data Public Sector Information<br />

(PSI) che identifica specificamente<br />

il geospaziale come una<br />

categoria di set di dati di alto<br />

valore. “<br />

L'interfaccia online Open Maps<br />

For Europe consente agli utenti<br />

di scoprire, visualizzare, concedere<br />

in licenza e scaricare i set<br />

di dati aperti, inclusi dati topografici<br />

e di altezza, immagini, servizio Open Gazetteer e<br />

il prototipo di Open Catastral Map.<br />

EuroGeographics è un'organizzazione internazionale<br />

senza scopo di lucro delle autorità nazionali europee di<br />

mappatura e catasto. Attualmente riunisce membri provenienti<br />

da 46 paesi, coprendo l'intera Europa geografica.<br />

Il progetto Open Maps for Europe è consultabile<br />

qui: https://www.mapsforeurope.org/explore-map/egmerm-basemap<br />

Works when you do<br />

X-PAD Ultimate<br />

Tutto in un unico software<br />

X-PAD Ultimate è un software modulare, facile da usare per lavori<br />

topografici e del cantiere, come rilievi, tracciamenti, catasto,<br />

controlli BIM, strade, mappe, batimetria e GIS.<br />

Il software è disponibile sulla piattaforma Android e porta le<br />

migliori tecnologie direttamente in campo nella tua mano: una<br />

completa visualizzazione 3D ed un sistema CAD per visualizzare e<br />

modificare i disegni, integrazione dei tuoi dati con tutte le tipologie<br />

di mappe, supporti per la realtà aumentata e molto altro.<br />

34 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong><br />

XPad Ultimate ti assicura la produttività e ti permette di avere una<br />

perfetta integrazione con tutti gli strumenti.<br />

Disponibile in due versioni, una dedicata a chi lavora nel campo<br />

della topografia ed una dedicata alle imprese di costruzioni,<br />

offrendo ad entrambi delle caratteristiche dedicate.<br />

geomax-positioning.it<br />

©2020 Hexagon AB and/or its subsidiaries<br />

and affiliates. All rights reserved.


MERCATO<br />

ACQUISIZIONE DATI IN CAMPO CON QFIELD<br />

Un nuovo corso online è entrato a far parte della già ricca<br />

offerta didattica della Formazione TerreLogiche: si tratta<br />

di "Acquisizione dati in campo con QField", un appuntamento<br />

dedicato a quanti sono interessati alle procedure<br />

di consultazione e raccolta sul campo di dati georeferenziati<br />

attraverso l'app mobile QField e la sincronizzazione<br />

dati tra dispositivi mobile e QGIS Desktop. Il prossimo<br />

appuntamento a calendario si terrà il prossimo 28 febbraio<br />

e 2 marzo, per un totale di 8 ore di lezione, e manterrà<br />

lo stesso prezzo promozionale della prima sessione.<br />

QField rappresenta la principale app in ambiente GIS<br />

per l’acquisizione di dati sul campo: perfettamente integrata<br />

con QGIS, è una soluzione completa, intuitiva,<br />

gratuita e Open Source che sta coinvolgendo un numero<br />

di utenti sempre più elevato poiché permette di trasferire<br />

in modo semplice un progetto QGIS su smartphone o<br />

tablet e, grazie a specifiche funzionalità di localizzazione<br />

GNSS, si rivela lo strumento ideale per l’acquisizione e<br />

la consultazione dei dati durante attività di campagna e<br />

di cantiere. Le sue funzionalità non si limitano al semplice<br />

editing o alla consultazione di dati, ma offre molte<br />

funzionalità di QGIS, come l’utilizzo di moduli di dataentry<br />

personalizzati (widget e attribute form), la compatibilità<br />

con tematizzazioni ed etichettature impostate<br />

nel progetto desktop, e il supporto a diversi formati di<br />

dati o protocolli (es. ESRI Shapefile, Geopackage, KML,<br />

GeoTiFF, servizi OGC, ecc.).<br />

Tutti i partecipanti avranno modo di imparare le procedure<br />

di digitalizzazione dei dati durante attività di<br />

campo e di cantiere ed il corretto flusso di lavoro per<br />

la sincronizzazione dei dati tra differenti dispositivi.<br />

Dopo una breve introduzione al software QGIS, il docente<br />

illustrerà procedure e funzionalità di QGIS utili<br />

per la preparazione del progetto mobile (es. importazione<br />

di dati di diversi formati, collegamento a servizi<br />

OGC, tematizzazione, personalizzazione di moduli di<br />

data-entry). Descriverà poi il plugin QField Sync e le<br />

funzionalità di importazione ed esportazione di progetti<br />

QGIS per il corretto funzionamento di QField e per la<br />

sincronizzazione di dati tramite il servizio QField Cloud.<br />

L’applicazione sarà pertanto ampiamente illustrata, dalle<br />

funzionalità di base (apertura e consultazione di un<br />

progetto) a quelle più avanzate (es. utilizzo di widget e<br />

attribute form, hyperlink, foto georeferenziate, posizionamento<br />

GNSS, navigazione, ecc.).<br />

Per consultare il programma completo del corso: https://<br />

bit.ly/3BcArEo<br />

C’è vita nel nostro mondo.<br />

Trasformazione e pubblicazione di dati<br />

territoriali in conformità a INSPIRE<br />

Assistenza su Hight Value Datasets,<br />

APIs, Location Intelligence, Data Spaces<br />

INSPIRE Helpdesk<br />

We support all INSPIRE implementers<br />

Epsilon Italia S.r.l.<br />

Viale della Concordia, 79<br />

87040 Mendicino (CS)<br />

Tel. e Fax (+39) 0984 631949<br />

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<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 35


MERCATO<br />

PLANETEK ITALIA PREMIATA WELFARE<br />

CHAMPION <strong>2022</strong> E TERZA CLASSIFICATA<br />

DEL SETTORE INDUSTRIA<br />

Due le aziende pugliesi premiate per il welfare aziendale<br />

alla settima edizione del Welfare Index PMI. Tra le 121<br />

imprese Welfare Champion <strong>2022</strong>, su 6.500 imprese analizzate,<br />

Planetek Italia Srl e Andriani SpA, rispettivamente<br />

terza e prima classificata del settore Industria.<br />

Si è svolto a Roma, Martedì, 06 Dicembre <strong>2022</strong>, “Welfare<br />

Index PMI”, l’evento di presentazione del Rapporto <strong>2022</strong><br />

sul welfare aziendale nelle PMI italiane. Giunto alla settima<br />

edizione e promosso da Generali Italia, Welfare Index<br />

PMI ha l’obiettivo di diffondere la cultura del welfare<br />

aziendale tra le imprese.<br />

Durante l’evento si è tenuta la cerimonia di premiazione<br />

delle 121 imprese Welfare Champion <strong>2022</strong>, tra le oltre<br />

6.500 intervistate, che hanno ricevuto un alto punteggio<br />

nelle 10 aree del welfare aziendale.<br />

L’iniziativa è l’occasione per conoscere e mettere in luce<br />

alcune tra le migliori storie di welfare aziendale delle piccole<br />

e medie imprese italiane, che hanno ottenuto risultati<br />

eccellenti in termini di welfare e di crescita, e che costituiscono<br />

l’asse portante del tessuto economico italiano.<br />

Cos’è il welfare aziendale<br />

Il Welfare Aziendale è l’insieme delle iniziative che un’azienda<br />

può intraprendere per la sicurezza e il benessere dei<br />

dipendenti, delle loro famiglie e della comunità sociale in<br />

cui è inserita.<br />

Le principali aree d’intervento sono: la previdenza integrativa,<br />

la tutela della salute, le assicurazioni per i dipendenti<br />

e le famiglie, la tutela delle pari opportunità e<br />

il sostegno ai genitori, la conciliazione del lavoro con le<br />

esigenze familiari, il sostegno economico ai dipendenti e<br />

alle loro famiglie, la formazione per i dipendenti e il sostegno<br />

alla mobilità delle generazioni future, la sicurezza e la<br />

prevenzione, il sostegno ai soggetti deboli e integrazione<br />

sociale, il welfare allargato al territorio.<br />

Il Welfare Index PMI<br />

Welfare Index PMI è l’indice che valuta il livello di welfare<br />

aziendale nelle piccole e medie imprese italiane.<br />

La valutazione tiene conto di tre fattori: l’ampiezza e il<br />

contenuto delle iniziative attuate per ognuna delle 10 aree<br />

del Welfare Aziendale, il modo con cui l’azienda coinvolge<br />

i lavoratori e gestisce le proprie scelte di Welfare, l’originalità<br />

delle iniziative e la loro distintività nel panorama<br />

italiano.<br />

La metodologia di ricerca e di costruzione dell’indice<br />

sono sottoposte al controllo del Comitato Guida, costituito<br />

da Generali Italia, Confindustria, Confagricoltura,<br />

Confartigianato, Confprofessioni e da esperti dell’industria<br />

e del mondo accademico.<br />

La classe Welfare Champion identifica il gruppo delle migliori<br />

PMI nel welfare aziendale: quest’anno sono poco<br />

più di un centinaio su un totale di oltre 6.500 imprese<br />

partecipanti.<br />

Il rapporto Welfare Index PMI <strong>2022</strong> è il risultato del monitoraggio<br />

delle iniziative di welfare di oltre 6.500 PMI<br />

italiane di tutti i settori produttivi e di tutte le classi dimensionali<br />

(da 6 fino a 1000 dipendenti).<br />

La Ricerca <strong>2022</strong> ha statisticamente dimostrato che il welfare<br />

aziendale contribuisce significativamente ai risultati<br />

delle imprese, alla crescita della produttività e dell’occupazione,<br />

all’impatto sociale. Le imprese più attive nel welfare<br />

hanno un tasso di produttività che aumenta del +6,7 %,<br />

doppio rispetto alla media delle PMI. Anche l’occupazione<br />

cresce nelle imprese più attive, vengono meglio garantite<br />

le pari opportunità, sono più resilienti e generano un<br />

maggiore impatto sociale su persone e comunità.<br />

Planetek Italia: un business spaziale, attento al welfare e allo<br />

sviluppo sostenibile<br />

Sin dal lancio dell’iniziativa Welfare Index PMI sette anni<br />

fa, Planetek Italia ha aderito, sottoponendo la valutazione<br />

del proprio sistema di welfare, per poter migliorare continuamente<br />

la qualità e l’ampiezza delle iniziative aziendali.<br />

Dal 2019 è entrata nel novero delle imprese che si sono<br />

distinte per eccellenza, aggiudicandosi il rating di Welfare<br />

Champion.<br />

Nella edizione <strong>2022</strong>, Planetek Italia si è confermata tra<br />

le aziende più virtuose e attive, risultando tra le 121<br />

Welfare Champion <strong>2022</strong> e classificandosi terza nel settore<br />

Industria.<br />

Anche in un contesto eccezionale e critico dovuto alle<br />

incertezze circa la ripresa economica generale e alla crisi<br />

energetica, l’azienda barese e del distretto aerospaziale pugliese<br />

ha continuato a puntare su un percorso di crescita<br />

fondato sulla sostenibilità del proprio business, sul welfare<br />

aziendale, sulla formazione e sul sostegno alla cultura e al<br />

territorio.<br />

Dal 2021, Planetek Italia ha adottato lo status di “Società<br />

Benefit” ed ha inserito nel proprio statuto obiettivi di beneficio<br />

comune. Un modello di impresa orientato a coniugare<br />

la sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Nel<br />

Rapporto di Sostenibilità 2021, i risultati della valutazione<br />

Open-es, strumento ideato da Eni, Boston Consulting<br />

36 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


MERCATO<br />

Group (BCG) e Google Cloud per misurare<br />

le Performance di Sostenibilità, mostrano<br />

risultati eccellenti posizionando<br />

Planetek ai massimi livelli tra le aziende del<br />

settore ICT e Aerospaziale.<br />

Nel corso del periodo considerato, sono<br />

state anche implementate le iniziative per<br />

il benessere e la sicurezza dei lavoratori,<br />

attivando lo smart working e assistendo il<br />

personale durante tutto il periodo nella organizzazione<br />

del lavoro nella massima sicurezza<br />

anche a distanza.<br />

“La cura per il benessere delle nostre persone<br />

è parte del DNA aziendale; è un valore<br />

in cui crediamo molto e che tentiamo di<br />

preservare, con una continua attenzione ai<br />

bisogni della nostra comunità aziendale e<br />

continui investimenti.”, dichiara Mariella<br />

Pappalepore, CFO e fondatrice di Planetek<br />

Italia, “L’implementazione delle welfare<br />

facilities e gli investimenti nella crescita e<br />

nello sviluppo delle persone sono tasselli<br />

importanti del percorso intrapreso nel<br />

solco della scelta di trasformarci in Società<br />

Benefit. Siamo davvero orgogliosi di questo<br />

riconoscimento che ci incoraggia a proseguire<br />

nella direzione intrapresa.”<br />

OPEN MAPS FOR<br />

EUROPE AGGIUNGE I<br />

DATI DI ALTRI QUATTRO<br />

PAESI PER IL RILASCIO<br />

FINALE<br />

Il 10 e 11 maggio 2023, a Roma,<br />

torna l’appuntamento con<br />

la Conferenza Esri Italia, l’evento<br />

più importante per imprese,<br />

pubbliche amministrazioni, ricercatori,<br />

professionisti e appassionati delle tecnologie GIS, che<br />

raccoglie da oltre 20 anni l’interesse di migliaia di persone.<br />

Focus della Conferenza Esri Italia 2023 saranno i temi della transizione<br />

energetica e del PNRR, la valorizzazione del patrimonio ambientale<br />

e culturale, il Digital Twin delle infrastrutture e della città.<br />

È un evento da non perdere per condividere le vostre best practice,<br />

scoprire le nuove soluzioni geospaziali e le case history di Esri<br />

Italia.<br />

Ci saranno tanti momenti interessanti e occasioni di crescita professionale,<br />

secondo la migliore tradizione di Esri Italia. Non mancheranno<br />

eventi condivisi con format innovativi e key note speech<br />

di livello internazionale, tante Esri Story e, naturalmente, tante<br />

novità tecnologiche.<br />

Continua a seguire i canali Esri Italia, nei prossimi giorni saranno<br />

pubblicati maggiori dettagli su questo evento.<br />

10 – 11 maggio<br />

2023<br />

ROMA<br />

www.esriitalia.it<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 37


MERCATO<br />

DUE METRI DI RISOLUZIONE A TERRA E<br />

NON SOLO, CON LA COSTELLAZIONE IRIDE<br />

TUTTA ITALIANA ENTRO IL 2026<br />

IRIDE, uno tra i più importanti programmi spaziali<br />

satellitari europei di Osservazione della Terra – sarà<br />

realizzata in Italia su iniziativa del Governo grazie alle<br />

risorse del PNRR e sarà completata entro il 2026 sotto la<br />

gestione dell'ESA con il supporto dell'Agenzia Spaziale<br />

Italiana.<br />

IRIDE è un sistema end-to-end costituito da un insieme<br />

di sotto-costellazioni di satelliti LEO (Upstream<br />

Segment), dall'infrastruttura operativa a terra<br />

(Downstream Segment) e dai servizi destinati alla<br />

Pubblica Amministrazione italiana (Service Segment).<br />

Essendo basata su una serie di strumenti e tecnologie di<br />

rilevamento diverse, la costellazione IRIDE sarà unica<br />

nel suo genere; spazia dall'imaging a microonde (tramite<br />

Radar ad Apertura Sintetica, SAR), all'imaging ottico a<br />

varie risoluzioni spaziali (dall'alta alla media risoluzione)<br />

e in diverse gamme di frequenza, dal pancromatico, al<br />

multispettrale, all'iperspettrale, alle bande dell'infrarosso.<br />

Il tutto con un GSD, dimensione del pixel a terra, di<br />

circa 2 metri.<br />

Pertanto, IRIDE può essere considerata come "una costellazione<br />

di costellazioni".<br />

La costellazione, insieme ad altri sistemi spaziali nazionali<br />

ed europei, è considerabile come "una costellazione<br />

di costellazioni" e supporterà anche la Protezione Civile<br />

e altre Amministrazioni per contrastare il dissesto idrogeologico<br />

e gli incendi, tutelare le coste, monitorare le<br />

infrastrutture critiche, la qualità dell'aria e le condizioni<br />

meteorologiche. Fornirà, inoltre, dati analitici per lo sviluppo<br />

di applicazioni commerciali da parte di startup,<br />

piccole e medie imprese e industrie di settore.<br />

I primi contratti sono già stati avviati, per lo sviluppo di<br />

due componenti della costellazione, tra l'ESA e le industrie<br />

Argotec e OHB Italia.<br />

• lotto di 10 satelliti (e lo sviluppo del relativo Flight<br />

Operation Segment, FOS) entro novembre 2024 con<br />

l'opzione negoziata per un secondo lotto di 15 satelliti,<br />

da consegnare entro novembre 2025. Il team industriale<br />

guidato Argotec comprende i partner Officina Stellare e<br />

Rhea System.<br />

• lotto di 12 satelliti (e lo sviluppo del relativo Flight<br />

Operation Segment, FOS) entro novembre 2024 con<br />

l'opzione negoziata per un secondo lotto di 12 satelliti,<br />

da consegnare entro novembre 2025. Il team industriale<br />

guidato da OHB Italia comprende i partner OPTEC,<br />

Telespazio e Aresys.<br />

L’attuale accordo ha un valore totale di 68 milioni di<br />

euro per 22 satelliti, di cui 10 realizzati da Argotec e 12<br />

realizzati da OHB Italia.<br />

Entro la fine del 2025, con l'affidamento opzionale del<br />

secondo lotto di satelliti, la combinazione delle due costellazioni<br />

consentirà la rivisitazione giornaliera di ogni<br />

località in Italia con una risoluzione al suolo (GSD)<br />

dell'ordine di 2 metri.<br />

Non è un invstimento azzardato, quello delle pubbbliche<br />

amministrazioni che potranno iniziare a dotarsi da<br />

subito, degli strumenti per utilizzare la grande mole di<br />

dati che sarà generata, ma anche per le imprese, una sfida<br />

per generare contenuti derivabili da questo tipo di dati.<br />

38 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


MERCATO<br />

È ARRIVATO IL SUPERGPS, UN SISTEMA DI<br />

POSIZIONAMENTO ALTERNATIVO CON UNA<br />

PRECISIONE DI 10 CENTIMETRI<br />

I ricercatori della Delft University of Technology, Vrije<br />

Universiteit Amsterdam e VSL hanno sviluppato un sistema<br />

di posizionamento alternativo che è più robusto<br />

e preciso del GPS, specialmente negli ambienti urbani.<br />

Lo scopo di questo progetto — denominato SuperGPS<br />

— è stato quello di sviluppare un sistema di posizionamento<br />

alternativo che utilizzasse la rete di telecomunicazioni<br />

mobili anziché i satelliti e che avesse una precisione<br />

migliore rispetto agli attuali sistemi GNSS.<br />

Il prototipo funzionante, che ha dimostrato questa nuova<br />

infrastruttura di rete mobile, ha raggiunto una precisione<br />

di 10<br />

centimetri.<br />

La nuova<br />

tecnologia è<br />

importante<br />

per l'implementazione<br />

di una gamma<br />

di applicazioni<br />

basate<br />

sulla posizione,<br />

inclusi<br />

veicoli a guida<br />

autonoma<br />

e sistemi di<br />

comunicazione<br />

mobile di<br />

nuova generazione.<br />

Gran parte<br />

della nostra<br />

infrastruttura vitale si basa sul GNSS. Tuttavia, i sistemi<br />

che si basano sui satelliti presentano limitazioni<br />

e vulnerabilità. Ad esempio, i loro segnali radio sono<br />

deboli quando vengono ricevuti sulla Terra, rendendo<br />

impossibile un posizionamento accurato se i segnali radio<br />

vengono riflessi o bloccati dagli edifici.<br />

"Ci siamo resi conto che con alcune innovazioni all'avanguardia,<br />

la rete di telecomunicazioni poteva essere<br />

trasformata in un sistema di posizionamento alternativo<br />

molto preciso e indipendente dai sistemi GNNS",<br />

ha affermato Jeroen Koelemeij della Vrije Universiteit<br />

Amsterdam. "Siamo riusciti e abbiamo sviluppato con<br />

successo un sistema in grado di fornire connettività proprio<br />

come fanno le reti mobili e Wi-Fi esistenti, nonché<br />

un posizionamento accurato e una distribuzione del<br />

tempo come il GNSS".<br />

Un'innovazione importante che emerge è quella di<br />

collegare la rete mobile a un orologio atomico molto<br />

preciso in modo che possa trasmettere messaggi perfettamente<br />

sincronizzati per il posizionamento, proprio<br />

come fanno i satelliti GNSS con l'aiuto degli orologi<br />

atomici che portano a bordo. Queste connessioni vengono<br />

effettuate attraverso la rete in fibra ottica esistente.<br />

"Con queste tecniche, possiamo trasformare la rete in<br />

un orologio atomico distribuito a livello nazionale, con<br />

molte nuove applicazioni come il posizionamento molto<br />

accurato attraverso le reti mobili", ha affermato Erik<br />

Dierikx, VSL. “Con il sistema ibrido ottico-wireless che<br />

abbiamo dimostrato, in linea di principio chiunque può<br />

avere accesso wireless all'ora nazionale prodotta da VSL.<br />

Fondamentalmente si crea un orologio radio estremamente<br />

preciso che va bene fino a un miliardesimo di<br />

secondo”.<br />

Il sistema utilizza anche segnali radio con una larghezza<br />

di banda molto maggiore di quella comunemente<br />

utilizzata.<br />

“Gli edifici<br />

riflettono i<br />

segnali radio<br />

generando<br />

effetti<br />

multipath,<br />

che possono<br />

confondere<br />

i dispositivi<br />

di navigazione.<br />

L'ampia<br />

larghezza di<br />

banda del<br />

nostro sistema<br />

aiuta<br />

a risolvere<br />

questi riflessi<br />

di segnale<br />

confusi<br />

e consente<br />

una maggiore precisione di posizionamento", ha spiegato<br />

Gerard Janssen della Delft University of Technology.<br />

“Allo stesso tempo, la larghezza di banda all'interno<br />

dello spettro radio è scarsa e quindi costosa. Aggiriamo<br />

questo problema utilizzando una serie di segnali radio<br />

correlati a piccola larghezza di banda distribuiti<br />

su un'ampia larghezza di banda virtuale. Questo ha il<br />

vantaggio che solo una piccola frazione della larghezza<br />

di banda virtuale viene effettivamente utilizzata e i<br />

segnali possono essere molto simili a quelli dei telefoni<br />

cellulari”.<br />

I risultati della ricerca peer-reviewed sono stati pubblicati<br />

su Nature.<br />

Koelemeij JCJ, Dun H, Diouf CEV, Dierikx EF, Janssen GJM,<br />

Tiberius CCJM. A hybrid optical-wireless network for decimetrelevel<br />

terrestrial positioning. Nature. <strong>2022</strong> Nov;611(7936):473-<br />

478. doi: 10.1038/s41586-022-05315-7. Epub <strong>2022</strong> Nov 16.<br />

PMID: 36385540.<br />

<strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong> 39


MERCATO<br />

LA PIATTAFORMA ESRI: PROPUL-<br />

SORE DEI PROCESSI DI DIGITAL<br />

TRASFORMATION<br />

Esri - conosciuta ai più come azienda leader tra i<br />

produttori di tecnologie GIS per specialisti, desktop<br />

e server, per pubblicazione di mappe – rende<br />

disponibile una piattaforma web in grado di<br />

semplificare e digitalizzare in tempi rapidissimi<br />

i processi di raccolta, gestione, visualizzazione,<br />

analisi e condivisione di tutti i tipi di dati.<br />

Il carattere rivoluzionario del sistema è dato dalla<br />

flessibilità, scalabilità e la rapidità di realizzazione<br />

di progetti, garantito anche dalla disponibilità<br />

di un‘ampia gamma di web app pronte all’uso.<br />

Tali web app, facilmente personalizzabili, sono<br />

progettate per operare autonomamente e/o essere<br />

direttamente integrate a realizzare flussi di lavoro<br />

immediatamente fruibili. I dati acquisiti vengono<br />

resi disponibili in tempo reale a supporto di tutti<br />

i processi operativi e decisionali. E’ su questo sistema<br />

che sono state realizzate decine di migliaia<br />

di dashboard che ogni giorno mostrano in tutto<br />

il mondo l’andamento della pandemia, tra queste<br />

quella della John Hopkins University e della<br />

Protezione Civile Nazionale .<br />

La predisposizione del sistema a operare in ambiti<br />

multidisciplinari ne consente l’applicazione<br />

in una gamma eterogenea di settori quali AEC<br />

(Architecture, Engineering, and Construction),<br />

business (servizi finanziari, assicurazioni, logistica,<br />

manufatturiero, immobiliare, servizi di vendita),<br />

istruzione, sanità, pubblica amministrazione<br />

(centrale e locale), risorse naturali, petrolio e oleodotti,<br />

pubblica sicurezza, difesa, emergenza, sviluppo<br />

sostenibile, trasporti, utilities (elettricità,<br />

acqua, gas, telecomunicazioni) e comunicazione.<br />

Gli aspetti salienti della piattaforma riguardano<br />

la facilità d’uso, le app, i contenuti pronti all’uso,<br />

il supporto di tutti le tipologie di dati nonché le<br />

caratteristiche di interoperabilità. Le app pronte<br />

all’uso o facilmente personalizzabili per analisti/progettisti,<br />

per i rilevamenti sul campo e<br />

per la condivisione delle informazioni tra cui<br />

le ArcGIS Storymap, utilizzabili da ogni dispositivo<br />

desktop/browser, mobile (Android, iOS e<br />

Windows). I contenuti quali mappe di base, immagini<br />

da satellite, dati di traffico in tempo reale,<br />

dati demografici e dati tematici (Living Atlas of<br />

the world). Il supporto di tutti i tipi di dati tra cui<br />

immagini (satellite, aereo, drone, etc), vettoriali,<br />

3D, BIM, real-time (IoT), Big Data, Lidar, Point<br />

Cloud, Terrain e Voxel. Le componenti Open che<br />

ne permettono la facile integrazione con altri sistemi,<br />

componenti FOSS e Open Science.<br />

I programmi School of Where e Disaster Response<br />

Program (DRP).<br />

Con l’adesione al programma School of Where di<br />

Esri Italia, tutte le scuole di primo e secondo grado<br />

possono ottenere gratuitamente l’accesso alla<br />

piattaforma Esri.<br />

Il Disaster Response Program è uno dei programmi<br />

di Corporate Social Responsibility di Esri. Il DRP<br />

nato oltre 25 anni fa, consente alle organizzazioni<br />

coinvolte nella gestione delle emergenze di avere<br />

a disposizione gratuitamente la piattaforma Esri<br />

con i servizi di supporto come la consulenza applicativa<br />

e l’implementazione. Oltre 5000 organizzazioni<br />

nel mondo hanno usufruito del DRP<br />

per l’emergenza Covid-19 e utilizzato la piattaforma<br />

di Esri per digitalizzare processi in molteplici<br />

ambiti tra cui la comunicazione, la sanità, la sorveglianza,<br />

la logistica.<br />

40 <strong>GEOmedia</strong> n°5-<strong>2022</strong>


AGENDA<br />

13 – 15 FEBBRAIO 2023<br />

Geoweek 2023<br />

Denver (USA)<br />

https://www.geo-week.<br />

com/<br />

2-5 MARZO 2023<br />

Geospatial World Forum<br />

Rotterdam (The<br />

Netherlands)<br />

https://<br />

geospatialworldforum.<br />

org<br />

21 – 23 MARZO 2023<br />

Amsterdam Drone Week<br />

Amsterdam (Olanda)<br />

https://www.<br />

amsterdamdroneweek.<br />

com/<br />

25 – 27 APRILE 2023<br />

GISTAM 2023<br />

Praga (Repubblica Ceca)<br />

https://gistam.scitevents.<br />

org/<br />

13 – 15 GIUGNO 2023<br />

Autonomous Vehicle<br />

Technology Expo 2023<br />

Stuttgart (Germania)<br />

https://www.<br />

comautonomousvehicletechnologyexpo.<br />

com/<br />

25 – 30 GIUGNO 2023<br />

CIPA 2023 Symposium<br />

Firenze (Italia)<br />

https://www.<br />

cipa2023florence.org<br />

2 – 7 SETTEMBRE<br />

2023<br />

ISPRS Geospatial Week<br />

2023<br />

Cairo (Egitto)<br />

https://www.isprs.org/<br />

5 – 7 SETTEMBRE<br />

2023<br />

Commercial UAV Expo<br />

Las Vegas (USA)<br />

https://www.expouav.com/<br />

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