WineCouture 1-2/2023
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
26<br />
CHAMPAGNE<br />
I contorni di un fenomeno che trova<br />
sempre più spazio in una selezione “indispensabile”<br />
o “de Saignée”, dalle tonalità<br />
salmonate o dai più intesi colori<br />
di lampone, l’importante è che sia<br />
Rosé. Perché la visione “en rose” sta<br />
D'assemblaggio<br />
conquistando sempre più anche l’universo<br />
dello Champagne e gli appassionati della bollicina<br />
più celebrata al mondo. Lo dicono i numeri e i trend, che<br />
raccontano quella che è l’evoluzione di una storia iniziata<br />
due secoli e mezzo fa. Se è stata la celebre “vedova”, Madame<br />
Clicquot, a creare nel 1818 il primo Champagne Rosé<br />
per assemblaggio della storia, prima di quella storica data si<br />
ha già notizia di una versione in rosa della bollicina: è<br />
del 14 marzo 1764 il documento ufficiale di vendita<br />
Ruinart, la più antica tra le Maison, relativo all’invio<br />
in Germania all’allora Duca di Mecklembourg-Strelit<br />
di quel che era chiamato all’epoca “Oeil de Perdrix”,<br />
occhio di pernice. Molto cammino ha fatto la<br />
tipologia nel tempo. E sempre più lo Champagne<br />
Rosé seduce i mercati di tutto il mondo. Come<br />
spiegano le cifre nell’anno del “come back” record<br />
2021, dove si è evidenziato un incremento<br />
delle spedizioni a livello globale per il genere<br />
del 27,7% in volume e del 25,2% in valore.<br />
Si parla di una tipologia che ha rappresentato<br />
l’11,0% della bollicina francese esportata nel<br />
2021 (+1,3 punti rispetto al 2019): quasi 20<br />
milioni di bottiglie, ovvero 4,3 in più rispetto<br />
Champagne<br />
“en rose”<br />
DI ANDREA SILVELLO E MATTEO BORRÈ<br />
al 2019. Circa la metà di quello che è stato l’incremento<br />
nei numeri dello Champagne Rosé ha preso la via<br />
degli Stati Uniti, dove la versione in rosa pesa per il<br />
18,3% delle esportazioni. Ma il volto “en rose” della<br />
Champagne riscuote sempre più successo anche<br />
in India (vale il 21,2%) e Germania (13,1%). E<br />
l’Italia? Anche nel Belpaese, dove le performance<br />
dello Champagne annunciano un nuovo record<br />
per il 2022 dopo il boom 2021 che ha visto spedite<br />
nel nostro Paese 9 milioni 225mila bottiglie,<br />
per una quota a valore di 200,2 milioni di euro,<br />
il Rosé è in ascesa. La tipologia ha raggiunto a<br />
volume le 720mila bottiglie, arrivando a valere il<br />
7,8% dell’export verso l’Italia della bollicina transalpina<br />
più celebre e l’8,6% del dato a valore, ritagliandosi<br />
sempre più il proprio spazio sugli scaffali delle enoteche e<br />
nelle carte vini dei ristoranti. Performance spumeggianti e<br />
destinate a crescere, di pari passo con l’offerta. Una proposta<br />
di cui vi proponiamo la nostra selezione “indispensabile”:<br />
le etichette perfette per accompagnare l’appassionato di<br />
bollicine ancora neofita alla prima scoperta del volto rosa<br />
della Champagne. A iniziare da quello che riteniamo oggi<br />
lo Champagne Rosé base di Maison migliore sul mercato<br />
italiano, il Billecart-Salmon Brut Rosé, la bollicina più<br />
rappresentativa della realtà di Mareuil-sur-Ay. Un’etichetta<br />
di grande finezza e intensità espressiva, frutto dell’incontro,<br />
assemblaggio di varie annate, tra il 40% Meunier e la re-<br />
stante parte equamente divisa di Pinot Noir e Chardonnay.<br />
Peculiarità del Billecart-Salmon Brut Rosé è<br />
l’aggiunta al momento della “mise sur lie” di un 8% di<br />
Pinot Noir fermo proveniente dal vigneto situato accanto<br />
alla Maison, che conferisce il colore caratteristico<br />
occhio di pernice e la sua unicità al palato tra<br />
le bollicine “en rose” champenoise. Altro rappresentante<br />
dell’universo in rosa visto da una<br />
Maison è la Cuvée Rosé Laurent‐Perrier.<br />
Anticipatrice nella categoria, nasce nel 1968<br />
e nel tempo si è tramutata in vero e proprio<br />
riferimento per costanza qualitativa nella tipologia.<br />
Il frutto dei migliori Cru della Montagne<br />
de Reims e dei vigneti della Maison di Tours-<br />
Sur-Marne, si caratterizza per gli aromi di frutti<br />
rossi freschi, la grande intensità e l’estrema freschezza.<br />
100% Pinot Noir, la Cuvée Rosé Laurent‐Perrier si<br />
presenta nella sua veste elegante, il cui colore evolve<br />
naturalmente da un bel tono lampone a delicate<br />
sfumature salmonate, e al palato offre la sensazione<br />
d’immergersi in un cesto di frutti rossi appena<br />
colti. Chiude il cerchio delle grandi bollicine di<br />
Maison nella categoria il Rosé Première Cuvée<br />
Bruno Paillard, vino di “assemblage” composto<br />
essenzialmente da uve Pinot Noir, di cui viene<br />
utilizzata esclusivamente la prima pigiatura delle<br />
forme “in bianco”, in cui il succo è separato<br />
dalla buccia, e “in rosso”, con la macerazione<br />
prolungata di una piccola parte del mosto,<br />
proveniente dai villaggi di Verzenay, Bouzy,<br />
Mailly o Les Riceys secondo gli anni, sulle<br />
bucce. Poi, una parte significativa di Chardonnay<br />
della Côte des Blancs apporta un<br />
tocco di freschezza. Per un Brut autentico<br />
(6 g/l), fresco, con una vivacità golosa, la<br />
cui finezza di perlage è dovuta ad una materia<br />
prima nobile, la temperatura fresca in<br />
cantina e un lungo invecchiamento in bottiglia.<br />
A completare la selezione in rosa è l’altra metà del cielo<br />
della Champagne, quella dei Vigneron. A iniziare con il<br />
Chartogne Taillet Le Rosé, assemblaggio di Chardonnay,<br />
Pinot Noir e Meunier che unisce potenza, calore e tensione.<br />
La combinazione tra i frutti di una sola annata, ma<br />
senza essere millesimato, dei suoli sabbiosi calcarei della<br />
zona Sud del comune di Merfy e il vino rosso prodotto<br />
nelle Orizeaux, una delle prime parcelle di famiglia,<br />
dona a questo Champagne una personalità fresca e piacevole,<br />
rendendolo la bollicina più festosa della casa del<br />
Vigneron. Come evidenzia anche il nome, è un 100%<br />
Meunier, invece, il Fleur de Meunier Rosé Brut Domaine<br />
Lagile, accattivante Champagne dalla veste<br />
rosa ciliegia. Una Cuvée fruttata e gourmande, dove<br />
rotondità, freschezza e lunghezza trovano una perfetta<br />
sintesi: merito anche della percentuale, che<br />
varia tra il 15 e il 25%, di vino rosso da vecchie<br />
vigne utilizzato per raggiungere il risultato<br />
ambito da Maud e Vincent, fratello<br />
e sorella Vigneron a Treslon. Sono meno<br />
di mille, infine, le bottiglie di una recente,<br />
per noi, scoperta: il Terre de Rosé Régis<br />
Poissinet. Un Extra Brut dalla Valleé de la<br />
Marne, dove questa famiglia di viticoltori<br />
lavora tra i filari fin dal XVII secolo. È un<br />
approccio rigoroso, attento all’equilibrio, quello<br />
di Régis Poissinet, sia che si parli dell’ambiente,<br />
sia del contenuto che giunge in bottiglia.<br />
Per un modus operandi che, intervenendo<br />
il meno possibile, si fa “supporto” al vino e<br />
finalizzato a esprimere tutta la finezza e la<br />
ricchezza del terroir e delle sue radici. Come<br />
nel caso di questa visione “en rose” dalla veste<br />
brillante, che nella simbiosi tra Meunier e<br />
Chardonnay da cui prende forma, con le sue<br />
note di frutti rossi, spezie e i leggeri aromi floreali,<br />
è racconto dell’energia e della grandezza<br />
della Champagne che tanto amiamo.<br />
Photo: Bruno Paillard-Kata Balogh