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La Torre di Veglia n1 gennaio-febbraio 2023

gennaio-febbraio 2023

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Anno

Anno

no LXII I - n°

1

gennaio/febbraio 2023

“Poste

Italiane ane

spa as

sped. abb.

b

post.

D/L L3

353/2003

3

(conv. in L.27/2/2004 2/2

2004

04 n°

46)

art. 1. comma ma 2, dcb

tv”

LA TORRE DI VEGLIA

PERIODICO ICO BIMESTRALE

DELLA PARROCCHIA

CHIA

DI

SAN

GIACOMO DI VEGLIA


Redazionale

C arissime lettrici e carissimi lettori di Torre di Veglia,

arriviamo nelle vostre case con questo nuovo numero, il primo del

nuovo anno.

Speriamo che le feste natalizie siano state un momento bello trascorso

con i vostri cari.

Questo numero si caratterizza per una novità che ci accompagnerà

lungo tutti i numeri di quest’anno.

Abbiamo infatti pensato di porre un accento su alcuni temi che

consideriamo importanti per la nostra fede, e per la ricaduta che essa

ha nella nostra vita concreta. Ogni numero dei sei che pubblicheremo

avrà un filo conduttore, una parola chiave su cui gli articoli redatti da

una nuova collaboratrice, concentreranno la riflessione.

La parola chiave di questo numero è il DIALOGO, da cercare o solo

da incontrare, con Dio, con gli altri e perfino con sè stessi.

Un altro tema importante che segna il mese di gennaio per la nostra

fede, è quello della pace, in questo momento difficile che stiamo

vivendo a livello internazionale ne abbiamo bisogno, è una vera e

propria emergenza. L’articolo del nostro Parroco ci sollecita a non

smettere di sperare nella pace, e che uno strumento importante

per sentirci vicini a chi sta soffrendo è la preghiera, personale e

comunitaria.

Vi lasciamo alla lettura con il nostro augurio più sincero per il nuovo

anno da poco iniziato.

La Redazione


ANNO LXII – N. 1

GENNAIO-FEBBRAIO 2023

Autorizzazione Tribunale TV N. 671 DEL 24/11/1987

“Poste Italiane spa sped. abb. post. D/L 353/2003

(conv. in L.27/2/2004 n° 46) art. 1. comma 2, dcb tv”

PERIODICO BIMESTRALE

DELLA PARROCCHIA

DI SAN GIACOMO DI VEGLIA

Direttore responsabile:

don Gian Pietro Moret

Coordinatore redazione:

Angelo Turbian

Redazione:

Maria Teresa Cesa,

Stefania Chies,

Bruno Dall’Anese,

Raffaella Marcon,

don Giulio Fabris,

Elisa Frare,

Angelo Turbian,

Marta Zanette

Impaginazione:

Elisa Frare

Stampa: Tipse Vittorio Veneto

Redazione e Amministrazione:

Piazza Fiume, 58

San Giacomo di Veglia TV

tel. 0438.500295

redazione.torrediveglia@gmail.com

www.sangiacomoapostolo.it

e-mail: sangiacomodiveglia@libero.it

sito a cura di: Federica Spinazzè

Per Richiesta Certificati Storici inviare email a:

archivio.sangiacomo@libero.it

Per scaricare il modulo di richiesta

visitare il sito della parrocchia

Finito di redigere

il 28 – 12 – 2022

Riflessione: La Pace pagina 2

Come leggere la Bibbia – Salmo 22 3

E’ possibile tornare a vivere insieme 6

Camminare insieme 8

Sangio – Commissione Caritas 9

Ex cinema - salone 10

Gruppo Famiglie 11

Animazione liturgie per i ragazzi 12

Consiglio Pastorale 13

Dialogo dove sei? 14

Chiesa di minoranza 16

In giardino con Elisa 19

I primi 60 anni de La Torre di Veglia 20

Orari Sante Messe 23

In cucina con Giulia – Lauree 24

Scuola Primaria Sauro 25

L’angolo del benessere 26

Sport-calcio 27

Dall’Archivio Parrocchiale 28

Didascalia alla prima di copertina:

La Creazione del Michelangelo

Hanno collaborato a questo numero:

Piergianna CARNELOS

Giulia MAIUTTO

Pietro DA RE

Elisa FRARE

Stefania PASQUALETTO

Silvia DE POI

Marisa

INSEGNANTI

DELLA SCUOLA PRIMARIA

Pietro OSSI

Don Giulio FABRIS


Gennaio Febbraio 2023

2 d

nai

o•Febbrai

PACE

Carissimi,

non pensavo che sarebbe arrivato

un momento in cui la parola che mi

si sarebbe presentata alla mente, sotto

la spinta della grave emergenza, sarebbe

stata la parola PACE. Alla pace noi

cattolici ogni anno dedichiamo il mese di

gennaio, ma mai come quest’anno assume un

valore particolare per tutti noi.

La pace intesa come assenza di guerra è una

condizione che abbiamo sempre dato per scontata,

almeno è così per chi di noi è nato dopo la II° guerra

mondiale ed è sempre vissuto in Italia.

Eppure, si calcola che dopo il 1945 le guerre nel

mondo siano state circa 300, ma noi ce ne siamo

accorti poco perché erano lontane, soprattutto in

Africa e in Asia. In alcuni casi, come ad esempio

la guerra in Vietnam, ci sono state anche da noi

manifestazioni e proteste, ma non è mai venuto meno

il senso della nostra sicurezza.

Qualcosa è cambiato nel 1991, quando sono

scoppiati i conflitti nei territori della ex-Jugoslavia:

qui la vicinanza geografica ha giocato un ruolo e si è

intensificata la preoccupazione, ma non abbiamo mai

veramente percepito che la guerra potesse estendersi;

quindi, abbiamo espresso la doverosa indignazione

per i crimini compiuti (ad esempio il genocidio di

Srebrenica, avvenuto sotto il naso dei Caschi Blu

dell’ONU, nel 1995), poi è finita lì.

Adesso però le cose stanno diversamente, poiché la

guerra fra Russia e Ucraina presenta caratteristiche

diverse. Oltre a essere vicina a noi dal punto di

vista geografico, le immagini che ci arrivano sono

imparagonabili con quelle della guerra del Golfo o

in Iraq (ci venivano mostrate riprese poco leggibili di

luci nei cieli notturni o pozzi di petrolio in fiamme)

e invece sono molto simili alle foto e ai filmati della

II° guerra mondiale. Questo la rende più “realistica”

e dunque genera maggiore paura.

La naturale solidarietà verso le sofferenze

delle popolazioni civili e il desiderio di

essere d’aiuto si uniscono al timore per una

situazione dall’evoluzione molto incerta

anche a causa delle menti purtroppo

non eccelse di coloro che hanno voce in

capitolo.

Allora, noi che cosa possiamo fare?

Intanto possiamo provare a ragionare

un poco sulla pace, facendoci aiutare dalla

Scrittura. I versetti che contengono questa

parola sono 324, poco più dell’1% rispetto

al totale dei versetti della Bibbia, e circa due

terzi di essi si trovano dell’Antico Testamento.

Come è noto, la storia del popolo ebraico non

è una storia pacifica e proprio per questo la

presenza nel testo della parola “pace” è molto

significativa.

Nell’Antico Testamento la troviamo sulla

bocca di uomini e donne all’interno delle

formule di saluto o di augurio, oppure in

espressioni che la mettono in opposizione con

la guerra, ma è quando esce direttamente dalla

bocca di Dio che assume il suo significato più

profondo, come nel Libro dei Numeri (6,26),

LA TORRE DI VEGLIA


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Gennaio•Febbraio 2023

LA TORRE DI VEGLIA

3

quando il Signore detta a Mosè le parole con le quali

dovranno essere benedetti gli Israeliti: “Il Signore

rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace”.

Nei Salmi la pace è sempre considerata un

dono di Dio, condizionato dall’ascolto

della sua Parola; è invocata e sperata in

associazione con la giustizia: “Nei suoi

giorni fiorirà la giustizia e abbonderà

la pace, finchè non si spenga la luna”

(71,7). Il profeta Isaia attribuisce

al “bambino nato per noi” il titolo

di “Principe della Pace” (9,5) ed

esclama: “Come sono belli sui monti

i piedi del messaggero di lieti annunzi

che annunzia la pace” (52,7). E proprio

due citazioni dai profeti Isaia e Geremia

sono riprese dall’evangelista Luca nel

cantico di Zaccaria, dove “il sole che

sorge” risplenderà “su quelli che

stanno nelle tenebre e nell’ombra di

morte” per dirigerne i passi “sulla via

della pace” (Luca 1,79).

Gesù, con il “discorso della

montagna” ci rivela un mondo

controcorrente, in cui sono beati i

miti e gli operatori di pace” (Mt 5,5.9).

Anche nel Nuovo Testamento la parola

“pace” si trova nelle formule di congedo.,

ma qui è Gesù che le pronuncia e il

suo “va’ in pace” deve essere sempre

inteso nel senso in cui Lui stesso lo

precisa nel lungo “discorso d’addio”:

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace.

Non come la dà il mondo, io la lo

a voi” (Gv 14,27). Dunque, la sua

pace è qualcosa di diverso dalla pace

ordinariamente intesa nel mondo.

“una pace tranquilla, artificiale, anestetizzata”, come

un cartello che porta scritto “non disturbare”. Quella

che il mondo ci offre è “una pace che guarda soltanto

alle proprie cose, alle proprie assicurazioni, che non

manchi nulla” e temo che, almeno in parte, stia proprio

qui la nostra paura di questi giorni, come si capisce

bene anche dai servizi dei telegiornali e dagli articoli

dei quotidiani, che trattano con ampiezza il problema

delle ricadute economiche della guerra. Con ciò non

voglio dire che siano problemi da poco, però è un

fatto che ci sentiamo colpiti nelle nostre sicurezze e

nel nostro quieto vivere. Secondo il Papa “il mondo

ci insegna la strada della pace con l’anestesia”, mentre

il dono di Dio è “una pace in mezzo alle tribolazioni”,

e avverte che “una pace senza croce non è la pace di

Gesù […] non è duratura: finisce”.

Di quanto facilmente e improvvisamente la pace

che il mondo dà possa finire ce ne stiamo accorgendo

benissimo: purtroppo, coloro che hanno poteri

decisionali si sono dimostrati scarsamente capaci

di lungimiranza di fronte a una situazione che da

anni si annunciava pericolosa, e adesso sono tentati

dall’unica strategia che conoscono: incentivare il

riarmo in Europa.

A noi resta l’impegno di rispondere all’appello

del Papa: “Chiedo a tutte le comunità diocesane e

religiose di aumentare i momenti di preghiera per

la pace. Dio è solo Dio della pace, non è Dio della

guerra, e chi appoggia la violenza ne profana il

nome”.

Papa Francesco, in una sua

meditazione a Santa Marta, il 16

maggio 2017, ha proprio affrontato

questa precisazione, chiedendosi

quale tipo di pace possa essere quella

“che dà il mondo” e ha risposto


Gennaio Febbraio 2023

4

d

nai

o•F

o2

23

LA TOR

TORRE RE DI

VEGLIA

LIA

Salmo 22

Vi presento solo qualche indicazione per la lettura di

questo grande e misterioso salmo di lamento, che

qualcuno giustamente ha definito sacro per la memoria

cristiana, avendolo Gesù pregato lui stesso morendo

sulla croce.

In questo numero vedremo solo un pezzo di questo

salmo, ci sono molte cose da spiegare.

[2

]«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Tu sei lontano dalla mia salvezza»:

sono le parole del mio lamento.

[3

]Dio mio, invoco di giorno e non rispondi,

grido di notte e non trovo riposo.

[4

]Eppure tu abiti la santa dimora,

tu, lode di Israele.

[ 5 ]In te hanno sperato i nostri padri,

hanno sperato e tu li hai liberati;

[ 6 ]a te gridarono e furono salvati,

sperando in te non rimasero delusi.

[ 7 ]Ma io sono verme, non uomo,

infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.

[ 8 ]Mi scherniscono quelli che mi vedono,

storcono le labbra, scuotono il capo:

[ 9 ]«Si è affidato al Signore, lui lo scampi;

lo liberi, se è suo amico».

--------------------------------------------------------------

[ 10 ]Sei tu che mi hai tratto dal grembo,

mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.

[ 11 ]Al mio nascere tu mi hai raccolto,

dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.

[ 12 ]Da me non stare lontano,

poiché l’angoscia è vicina

e nessuno mi aiuta.

[ 13 ]Mi circondano tori numerosi,

mi assediano tori di Basan.

[ 14 ]Spalancano contro di me la loro bocca

come leone che sbrana e ruggisce.

[ 15 ]Come acqua sono versato,

sono slogate tutte le mie ossa.

Il mio cuore è come cera,

si fonde in mezzo alle mie viscere.

[ 16 ]È arido come un coccio il mio palato,

la mia lingua si è incollata alla gola,

su polvere di morte mi hai deposto.

[ 17 ]Un branco di cani mi circonda,

mi assedia una banda di malvagi;

hanno forato le mie mani e i miei piedi,

[ 18 ]posso contare tutte le mie ossa.

Essi mi guardano, mi osservano:

[ 19 ]si dividono le mie vesti,

sul mio vestito gettano la sorte.

[ 20 ]Ma tu, Signore, non stare lontano,

mia forza, accorri in mio aiuto.

[ 21 ]Scampami dalla spada,

dalle unghie del cane la mia vita.

[ 22 ]Salvami dalla bocca del leone

e dalle corna dei bufali.

I commentatori hanno giustamente colto la dimensione

smisurata di questo salmo dove la profondità

di abbandono nella prima parte fino al v. 22 offre

la dimensione di un gigantesco e drammatico spazio

che solo Cristo riuscirà ad occupare.

Quando Dio sembra dimenticare

o trascurare l’uomo

La prima parte del salmo è occupata dal lamento, e

comincia con un’invocazione e una domanda in fortissimo

contrasto reciproco, ma messe assieme attraverso

la più grande naturalezza.

La domanda, il problema che angustia l’orante è il

fatto che Dio è lontano:

2

«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»

12

Da me non stare lontano,

20

Ma tu Signore, non stare lontano,

Dio è lontano e lo ha inspiegabilmente abbandonato.

Egli sente una distanza tra lui e Dio, anzi un rifiuto

di cui egli chiede ragione a Dio stesso.

Tuttavia, nel momento in cui si sente respinto da Lui,

non smette di invocarlo ripetutamente: “mio Dio”,

perché rimane in lui, nonostante tutto, la certezza di


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Gennaio • Febbraio 2023

LA TORRE DI VEGLIA

5

un’appartenenza assoluta, di un’alleanza infrangibile

tra di loro. Qui non sembra esserci di mezzo un peccato

da parte dell’orante. É veramente grande questa

capacità di sintetizzare assieme dolore e speranza, per

cui anche il dolore causato dal rifiuto di Dio viene

portato davanti a Lui.

Non sono quindi queste parole di disperazione, ma di

somma speranza, perché soltanto chi spera nel modo

più intenso, porta davanti a Dio perfino il dolore per

essere stato respinto da Lui. Perché vuol dire che nonostante

il fatto che Dio l’abbia abbandonato, spera

sempre che possa tornare ad ascoltarlo. Non perde la

speranza nonostante tutto!

La grandezza di questo salmo sta anzitutto proprio

in questo.

Viene allora spontanea una domanda: dove trova la

forza l’orante, il salmista per avere tanta speranza?

Come fa a sostenersi in questo atteggiamento?

Al v. 6 c’è un’invocazione molto bella del passato di

Dio, del suo popolo. Per avere speranza contro ogni

speranza il salmista si rivolge a quel patrimonio unico

di fede:

Parto dal v. 4:

[ 4 ]Eppure tu abiti la santa dimora,

tu, lode di Israele.

[ 5 ]In te hanno sperato i nostri padri,

hanno sperato e tu li hai liberati;

[ 6 ]a te gridarono e furono salvati,

sperando in te non rimasero delusi.

Per sostenersi nell’invocare Dio, che si è allontanato,

a ritornare, il salmista si rivolge anzitutto al passato

glorioso della storia salvifica tra Dio e il suo popolo.

Quando questi lo ha invocato gridando a Lui dalla

schiavitù e confidando in Lui, Dio ha risposto liberandolo.

Quindi, nei momenti bui possiamo alimentare la fiducia

e la speranza personale andando ad attingerle

al patrimonio inesauribile della storia della salvezza,

scoprendo che altri hanno sperimentato e patito la

prova e Dio ha risposto al loro grido.

C’è un passato del popolo di Dio di cui mi devo sempre

appropriare, soprattutto nei momenti di crisi. É

il momento in cui bisogna riscoprire gli eventi fondamentali

della nostra speranza. E proprio questo insegna

a fare il nostro salmista, quando richiama alla

memoria l’atto di nascita del popolo di Israele, della

sua liberazione dall’Egitto, quando imparò che a confidare

in Dio, a invocarlo non si resta delusi.

Alla memoria del passato di salvezza si contrappone

di nuovo la situazione presente, talmente sconsolante

che quasi quasi cancella tutto. Leggendo i vv 7-9 abbiamo

una serie di terribili contrasti:

[ 7 ]Ma io sono verme, non uomo,

infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.

[ 8 ]Mi scherniscono quelli che mi vedono,

storcono le labbra, scuotono il capo:

[ 9 ]«Si è affidato al Signore, lui lo scampi;

lo liberi, se è suo amico».

Io non sono nemmeno un uomo, tu sei il Santo. Io

verme della terra. Tu lodato negli inni, io deriso.

È vero, si è rivolto al passato glorioso di Dio, del suo

popolo per ricavarne motivo di speranza, ma in realtà

l’orante, dopo aver meditato la storia della salvezza, si

scopre in una situazione totalmente opposta, diversa,

si sente talmente isolato da Dio, dal suo popolo,

al punto di domandarsi: sono io ancora partecipe di

questo patrimonio di fede del mio popolo? Si vede

una specie di scomunicato da questo popolo, sembra

che tutti lo disprezzino, come un abbandonato, un

maledetto da Dio.

L’appartenenza a Dio e al suo popolo è per lui certamente

il bene più prezioso e più caro, che però

proprio in questa sua situazione di emarginato, di

scomunicato, di rifiutato, lo costringe a ricercare un

nuovo elemento di sostegno in questa sua difficile

preghiera.

don Giulio


Gennaio • Febbraio 2023

6 d

LA TORRE DI VEGLIA

È possibile tornare a vivere

Mentre gli occhi del mondo sono puntati sull’Ucraina

devastata dall’invasione russa, merita fare memoria

di un altro conflitto che ha insanguinato l’Europa

dopo la seconda guerra mondiale. Nel marzo

scorso è caduto il trentesimo anniversario della guerra

in Bosnia-Erzegovina, una lezione che il mondo sembra

non avere appreso.

Nonostante i problemi in questa terra martoriata

non manchino, dalla stessa Banja Luka, tristemente

nota per gli orrori indimenticabili dei tentativi di

“pulizia etnica” a danno dei cattolici, giunge il messaggio

che “tornare a vivere insieme è possibile”. Se

ne fa portatore don Miljenko Anicic, direttore della

locale Caritas diocesana, il cui pensiero corre subito

all’Ucraina. “Vedo diverse analogie con quanto è avvenuto

da noi in Bosnia – dice al giornalista dell’agenzia

Sir - : attacchi alle abitazioni, alle persone, maltrattamenti

e torture, assedi, bombardamenti, uccisioni deliberate.

La gente in fuga”.

Tra l’altro, il rischio che in Bosnia si riaccendano

minacce di guerra non è così remoto, considerando le

spinte “secessioniste” manifestate in diversi momenti

da Milorad Dodik, uno dei tre presidenti della Bosnia,

rappresentante dell’etnia serba e capo del partito

indipendentista Snsd (Alleanza dei socialdemocratici

indipendenti), molto vicino alla Russia di Vladimir

Putin, che finanzia le fazioni più nazionaliste dei serbo-bosniaci.

Durante il conflitto nei Balcani alla Caritas veniva

permesso di portare aiuti alla popolazione civile.

Quanto seminato in quei momenti ha portato frutto

anche dopo. Oggi la Caritas gestisce diversi progetti,

dà opportunità di lavoro alle famiglie, ha aperto una

casa di riposo e un asilo per i bambini. “Tutto questo

dimostra che tornare a vivere insieme è possibile”, sottolinea

don Miljenko, che annuncia la creazione di un

Centro europeo per la pace e il dialogo interreligioso

e interetnico.

Già durante la guerra – prosegue il direttore della

Caritas di Banja LuKa – “il messaggio che la Chiesa

cattolica era lì per tutti è passato con chiarezza. Abbiamo

aiutato coppie miste, ortodosse musulmane che nessuno

aiutava e ancora oggi lo facciamo, perché è il messaggio

del Vangelo. La gente ricorda quello che la Caritas

ha fatto in questi anni. Il bene cammina”.

Preti in prima linea ce ne sono anche in Ucraina,

armati di preghiera e carità e soprattutto vicini alle

persone che non hanno potuto o voluto lasciare le


d

Gennaio • Febbraio 2023

LA TORRE DI VEGLIA

7

insieme

MERCATINO

MISSIONARIO

2022

loro case. Sono l’immagine di una Chiesa che, nonostante

il pericolo, rimane e sceglie di stare a fianco

della gente che soffre. Lo racconta alla stessa agenzia

cattolica don Taras Zheplinskyi, responsabile della

comunicazione nella Chiesa greco-cattolica ucraina:

“Siamo diventati una Chiesa unita attorno al comandamento

di amare Dio e il prossimo. Una Chiesa che

cerca di proteggere e salvare la vita. Una Chiesa al servizio

di tutti, nella società. Una Chiesa dove tutto è condiviso

e se c’è una parte che soffre, tutti, in Ucraina e nel

mondo, sentono e vivono quella stessa sofferenza”.

In tutta l’Ucraina, preti e religiosi sono rimasti nelle

loro parrocchie, a meno di non essere in pericolo

diretto di vita. E lì, ovunque c’è una chiesa, chiunque

può trovare un rifugio, un aiuto, beni di prima necessità.

Ma lo sguardo di don Taras spazia anche oltre i

confini.

Sa bene che i profughi in uscita dal Paese sono diversi

milioni. Pensando a loro, il sito della Chiesa greco-cattolica

ha pubblicato una mappa continuamente

aggiornata dove sono indicate le comunità ucraine

presenti in Europa, Italia compresa. “Invitiamo le persone,

ovunque si trovano, a cercare la nostra chiesa, a

venire a trovarci, partecipare alle liturgie e alle preghiere

comuni. Tanti, prima della guerra, sono emigrati in cerca

di lavoro. Ma ora la gente è uscita dal paese in fuga

dalla guerra. A queste persone vogliamo dire che ovunque

si trovano, possono trovare chiese con preti ucraini e

gente ucraina che celebra nella nostra lingua e nel nostro

rito, con la stessa liturgia. La chiesa vi aspetta, saremo la

vostra casa ovunque vi troviate”. don Giulio

Il mercatino delle missioni si è concluso lo

scorso 11 dicembre. Siamo molto contenti

di com’è andata, abbiamo avuto un ricavato

di circa 8 mila euro. É stato venduto

quasi tutto, pensate che molte persone

chiedevano anche se c’era la possibilità di

avere dei maglioni anche dopo la chiusura!

Ci ha fatto molto piacere vedere tutte le

persone che ha attirato il celere mercatino,

è venuta un sacco di gente da fuori la

nostra piccola San Giacomo!

Ringraziamo tutti coloro che sono passati

anche solo per vedere quello che potevamo

offrire, non vediamo l’ora che sia il prossimo

dicembre per potervi accogliere di nuovo

tutti al mercatino missionario.

Il gruppo missioni


Febbraio 2023

8

d

Gennaio • LA TORRE

RE DI

VEGLIA

Camminare insieme

Andiamo con gioia incontro al Signore. Con la

prima domenica di Avvento ha inizio il nuovo

anno liturgico: ci accompagnerà quest’anno l’evangelista

Matteo, il cui Vangelo fa parte dei cosiddetti

sinottici. L’Avvento è il tempo liturgico che risveglia

nel cuore dei credenti il desiderio di Gesù, preparando

lo spazio interiore perché Egli possa abitare e

trasformare la vita. Proprio in questo tempo, l’Unità

Pastorale, composta da cinque parrocchie della nostra

Diocesi, ha suggerito una bella iniziativa, tre incontri

di ascolto, “sulla Parola dell’Avvento”: questo è avvenuto

in oratorio dei Santi Pietro e Paolo ogni lunedì

sera. Ci siamo ritrovati numerosi ad accogliere e

condividere la Parola nella semplicità e sostenuti dalla

forza creatrice dell’Amore di Dio.

Le Scritture sono state presentate dai parroci

dell’Unità Pastorale, don Silvano, don Graziano e

don Giulio. Questo è quanto emerso dall’ascolto,

dalle domande, dal silenzio, attraverso spunti di riflessione

e dalla condivisione della Parola: “Si rallegri

il deserto… e fiorisca la steppa…”. Vediamo segni

che il deserto può fiorire… che “nel mezzo dell’oscurità

continua sempre a sbocciare qualcosa di nuovo?”.

«Il frastuono del quotidiano ci impedisce di ascoltare

i gemiti della vita e la frenesia del fare arriva a scusare

tutte le nostre piccole e grandi mancanze e soffoca

quei richiami che sentiamo venire da dentro, dobbiamo

dare senso al tempo e alla vita». Ecco il grido di

Giovanni Battista allora: convertitevi, cioè cambiate

mentalità, aderite con intelligenza alla nostra realtà

personale e alla storia in cui siamo collocati. Ci siamo

soffermati sul dubbio del Battista: «Sei tu colui che

deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Il dubbio

nasconde una domanda: Chi sei? La domanda ha

un desiderio profondo, le domande sono importanti,

e Giovanni non è solo una domanda, ma è una risposta.

“Sei tu?”: quale domanda sale dal nostro animo?

A chi diciamo le nostre domande? Che risposte attendiamo?

Natale è accogliere Cristo… desiderare che Cristo

apra i nostri occhi a vedere, orecchie ad ascoltare,

cuore a decidere, piedi a camminare… apra i nostri

sensi alla speranza! Quale parte di noi ha bisogno di

questa trasformazione? Abbiamo poi riflettuto sulla

figura di Giuseppe, chiamato a realizzare un disegno

che supera la sua comprensione, la quale si fonda

nell’esperienza umana. Dio offre all’esperienza di

Giuseppe qualcosa che viene dall’alto, dalla novità

che è iniziata nella vita di Gesù. Giuseppe e Maria

sono persone che accolgono e praticano la Parola, che

Dio manifesta loro attraverso segni, e in questo modo

diventano padre e madre di Gesù, uomo e Dio. Sono

presenze da valorizzare, perché nella vita con Dio non

si cammina da soli, nemmeno chi è buono e pieno

di fede, come Maria e Giuseppe. Se Dio comunica

attraverso segni dobbiamo imparare a leggerli.

Sono stati tre incontri fecondi: è questa la fecondità

dell’Avvento. Domandiamo al Signore di accogliere

Gesù che viene come lo ha accolto Giuseppe, giusti

nell’obbedienza alla fede e aperti alle dinamiche della

vita umana e insieme divina, inaugurata dalla nascita

di Gesù.

Gesù è la Parola presso Dio: quella Parola si può

rivelare attraverso tutte le parole.

BUON NATALE E BUON ANNO

DALL’UNITÀ PASTORALE!

Marisa


d

Gennaio • Febbraio 2023

LA TORRE DI VEGLIA

9

SANGIO – PARCO GIOCHI

La palificazione colorata che era al margine dei giochi dei bambini, in semicerchio, è stata tolta quasi completamente

dalle sedi in acciaio infisse nella fondazione in c.a. Sono stati tolti 45 pali dei 55 originari. Il problema

si è verificato con la marcescenza della parte interrata; erano diventati pericolosi per l’incolumità di tutti ed in

primis dei bambini che frequentano quello spazio. Ci siamo informati per la loro sostituzione, sia con altri pali

in legno sia su sostitutivi in acciaio, ma il preventivo per la spesa complessiva è risultato molto elevato e non

più conveniente. Con il Parroco ed i Consigli Parrocchiali è stato deciso di completare l’abbattimento dei pali

ancora in loco, il taglio dei tubi di contenimento degli stessi fino alla quota superiore della fondazione, ed il

ripristino della superficie calpestabile con lo stesso ghiaino esistente.

All’esterno dei pali, sempre in semicerchi, verrà messa a dimora una siepe, sempreverde, formata da essenze

arboree da decidersi, in modo che, fra qualche anno, si avrà un parapetto naturale a protezione della visuale del

luogo dalla pubblica via; sarà bello da vedere.

Prossimamente, quando verranno effettuati i lavori di ristrutturazione del vecchio asilo, da parte del Comune,

ci è stato promesso ufficialmente, che verrà presa una decisione, per risolvere il problema dei danni alla

pavimentazione del campo da gioco, causati dalle radici delle enormi alberature a confine del sangio, sul lato

est, oltremodo pericolose anche per gli edifici a confine. SPERIAMO!!!

Premesso che la nostra Parrocchia è stata la prima, di tutta la nostra Forania, a

formare questo nuovo gruppo: ciò premesso, abbiamo fatto già cinque incontri,

con cadenza mensile. È un bel gruppo affiatato e stiamo analizzando dei brani da

“Fratelli Tutti” di Papa Francesco, come suggeritoci dalla Caritas Foraniale della nostra

Diocesi, per la nostra formazione. È un percorso che si annuncia molti istruttivo

ed interessante per comprendere, in parte, i problemi mondiali esaminati e spiegati dal dl

Santo Padre. Il prosieguo degli incontri, condotti dal nostro Parroco, continuerà per

completare questo percorso, per poi aprirsi sui problemi del nostro più prossimo territorio.

COMMISSIONE

CARITAS

Da Re Pietro


Gennaio • Febbraio 2023

10 d

PROSPETTIVE PER L’EX CINEMA

Venerdì 9 dicembre il C.P.A.E. si

è incontrato con l’architetto scelto

per valutare una prima bozza per un

eventuale recupero dell’ex cinema.

Dopo aver sentito la relazione la

situazione è apparsa subito di difficile

realizzazione, anche per l’ubicazione

del fabbricato: infatti, l’ex cinema si

trova tra edifici e spazi comunali per

cui l’accessibilità dei mezzi meccanici è

molto problematica.

Le prospettive sono sostanzialmente

tre:

1. Ristrutturazione del fabbricato esistente;

2. Demolizione e ricostruzione con strutture e

pannelli prefabbricati;

3. Demolizione e rifacimento con metodi

tradizionali, con calcestruzzo ecc…

La prima soluzione era già stata analizzata qualche

anno fa, ma vista la struttura fatiscente attuale,

comporterebbe un doppio lavoro per solidificare e nello

stesso tempo rendere la struttura capace di sostenere

il nuovo tetto con sopra i pannelli fotovoltaici;

inoltre richiederebbe tante altre attenzioni. Si sa bene

che lavorare su un edificio vecchio e fatiscente costa

certamente di più che farlo nuovo.

La seconda soluzione con demolizione e

ricostruzione con strutture e pannelli prefabbricati

comporta altre e onerose opere esterne per poter

accedere con le macchine atte al trasporto dei

pannelli. Si parla di preparare all’esterno un piano

largo circa 8-10 metri e lungo 25 metri; questo piano

deve essere fatto perché porti il peso sia dei pannelli

che del macchinario (circa 400 q). C’è da preparare

e fare le fondamenta adeguate ed altre opere murarie

necessarie per il tetto, ecc… Si deve aggiungere poi

la spesa per l’occupazione del suolo pubblico per 7-8

mesi. Il totale si aggira sul milione e centomila. Una

cifra considerevole, da capogiro.

La terza ipotesi: demolizione e rifacimento con

metodi e materiali tradizionali, in calcestruzzo,

ecc… questa soluzione sembra, a prima vista, la più

abbordabile perché ci offre più sicurezze anche per gli

eventuali impianti, acustici, elettrici, di riscaldamento

ecc…

Ma per questa soluzione c’è la necessità di

predisporre una gru abbastanza grande e poi ci sono

gli oneri di occupazione del suolo pubblico, ecc…

La cifra, anche qui, si aggira sul milione e centomila

circa. Anche qui la cifra fa paura…

N.B.: è vero che forse sarà possibile accedere ad un

contributo proveniente da Roma per queste finalità,

ma valuteremo quale sarà l’entità di questo eventuale

contributo e a quali condizioni verrà erogato; tutto

da verificare.

LA TORRE DI VEGLIA

La commissione valuterà tutte queste ipotesi con

calma, serietà e profondità. Naturalmente prima di

decidere pensiamo di fare un’assemblea pubblica per

valutare insieme e sentire le opinioni delle persone della

nostra comunità; valutare poi se ci sono degli sponsor

o prestiti gratuiti come abbiamo già sperimentato per

la Chiesa e gli altri lavori. Certamente l’iter non sarà

breve, necessita di tanta riflessione e ponderatezza per

decidere sia di fare come anche di non fare e quindi

nemmeno partire in questa avventura. don Giulio


d Gennaio •Febbraio 2023

11

LA TORRE DI VEGLIA

Gruppo famiglie

Con l’inizio del nuovo anno pastorale sono ripresi anche gli appuntamenti del Gruppo Famiglie della

parrocchia, che si è costituito a maggio di quest’anno. Le 5 coppie di sposi che partecipano hanno fin

da subito dimostrato la volontà di raccontarsi e confrontarsi tra loro.

La prima tematica affrontata riguardava il rapporto tra vita lavorativa e vita familiare, quanto la prima

incide sull’altra e come le due si conciliano nella quotidianità. Ne è emerso che il lavoro occupa

una parte importante della giornata e a volte sottrae tempo ed energie alla vita in famiglia, tuttavia tutte

le coppie hanno concordato sul fatto che è importante confrontarsi, soprattutto quando ci sono “momenti

no”, ed è altrettanto fondamentale cercare di ritagliarsi degli spazi insieme durante la settimana.

A questo aspetto si lega il secondo quesito che ci ha interrogato come famiglie: “Come si coniugano

gli impegni extralavorativi (hobby, passioni, allenamenti, ecc.) con tutto questo?”. Il confronto è stato

molto ricco e ci ha permesso di riflettere sul fatto che, a volte, ci sono degli impegni fissi che sottraggono

tempo alla famiglia ma che solitamente vengono prima condivisi con il coniuge, valutando insieme

l’impatto sulla vita di coppia. Tutti noi abbiamo le nostre passioni o hobby personali che l’altro

ci consente di svolgere e, spesso, ci sprona anche a portare avanti, perché riconosce in quelle attività

il nostro benessere individuale, che di riflesso porta benessere nella coppia.

L’aspetto importante da tener presente è il fatto di non pesare sulla vita familiare e capire quando

è, eventualmente, necessario porre dei limiti alle proprie iniziative personali. Inoltre, tutte le coppie

hanno sottolineato che ci sono dei momenti in cui condividono passioni comuni, specialmente nel

fine settimana, oppure accompagnano il coniuge in un’attività per lui/lei piacevole, giungendo a dei

compromessi costruttivi.

Gli incontri mensili (un giovedì al mese alle ore 20:30) procederanno anche con l’anno nuovo e

siamo felici del gruppo che si è costruito perché l’atmosfera è piacevole: ascolto e condivisione avvengono

in libertà e senza giudizi. Don Giulio ci segue negli scambi e, talvolta, interviene lanciando

qualche domanda stimolo, chiedendoci di chiarire alcuni passaggi per alimentare il confronto o donandoci

preziosi consigli. Le conversazioni che emergono sono molto arricchenti e stimolanti e sarebbe

bello che altre giovani coppie potessero aggiungersi al nostro Gruppo Famiglie. Qualche volta, infatti,

è capitato che l’incontro sia saltato per imprevisti dell’ultimo momento, spesso legati a malanni di

stagione, quindi più siamo e più facile è mantenere l’appuntamento attivo anche se qualcuno manca.

Confidiamo che questo gruppo si allarghi e possa portare avanti il cammino in questa direzione positiva.

Stefania Pasqualetto


Gennaio • Febbraio 2023

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Animazione liturgie domenicali

dei ragazzi e ragazze

LA TORRE DI VEGLIA

Anche quest’anno abbiamo vissuto il periodo d’Avvento seguendo il sussidio dell’Ufficio Catechistico

che, secondo i brani evangelici delle 4 domeniche, ci invitano a guardare in alto e con speranza

verso “il tempio del Signore”, il luogo che Lui sta preparando per noi. Nel tempo forte di Avvento siamo

stati quindi chiamati a curare in modo particolare la nostra interiorità, a scavare nel nostro profondo. Questo

non è un compito facile per i ragazzi, pertanto abbiamo ritenuto molto utile coinvolgerli in un’attività

che prevedeva ordine e attenzione, che li allontanasse anche se per poco tempo, dalle “cose” per guadagnare

la “leggerezza” che consente di intraprendere un cammino sotto la luce di Cristo.

È stato realizzato un Caro diario, consegnato ai ragazzi al termine della messa del 27 novembre, prima

domenica di Avvento. Seguendo il brano del Vangelo, i ragazzi sono stati invitati ad osservare ciò che li

circonda, vedere quanto di bello succede nella loro vita e annotarlo sul diario, con “occhi pronti e cuore

sveglio”.

La seconda domenica - il 4 dicembre - il brano del Vangelo invitava a pulire e riordinare il cuore e ciò che

è fuori posto; a tal fine sono stati realizzati biglietti chiusi riportanti azioni di riordino e di preghiera. Ogni

ragazzo ha scelto due biglietti con l’impegno di eseguire le azioni del biglietto.

La terza domenica – l’11 dicembre - i ragazzi hanno ricevuto pastelli colorati per evidenziare qualche difetto

da cambiare, un peccato da correggere. L’Avvento è il tempo per portare allo scoperto anche ciò che

non funziona, abituandoci a vedere le cose da aggiustare.

La quarta e ultima domenica - il 18 dicembre - è il giorno delle promesse: mentre Gesù sa mantenerle,

non è così per gli uomini. Noi sapremo mantenere le promesse?

Lavoriamo anche per questo. Dio ci ama, ci ha donato

cose meravigliose e indelebili. I ragazzi sono stati

invitati a riflettere sui doni ricevuti da Dio e

a scrivere sul diario, frasi, anche tratte dal

Vangelo, che li hanno particolarmente

colpiti perché parlano di promesse per

il futuro.

La preghiera dei fedeli di ogni domenica

d’Avvento è stata scritta dai

ragazzi con l’aiuto delle catechiste.

Hanno accolto positivamente

l’iniziativa, ne sono stati coinvolti

e i diari saranno poi commentati

durante gli incontri di catechismo.

Silvia Pagotto


d

Gennaio • Febbraio 2023

LA TORRE DI VEGLIA

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Potrebbe essere esteso a livello foraniale

purché rimanga di dimensioni contenute

(per la nostra parrocchia sarebbe coinvolta

già una decina di persone).

• Caritas: probabilmente sarà avviato un

cantiere a livello foraniale.

• Per CPP e CPAF: per lavorare assieme

viene proposta la tematica “la Parola”. La

proposta sarà meglio defi nita da Mario

Bortolot e Stefania Chies.

del 16 Novembre 2022

La riunione inizia alle ore 20.30 con un momento

di preghiera, assente giustifi cato Mario

Ciotti.

Viene letto ed approvato il verbale dell’incontro

precedente dopo la seguente modifi ca: pubblicizzare

meglio raccolta rifi uti con Legambiente

sia prima per coinvolgere la comunità che dopo

per dare maggiore visibilità.

Ripresa delle attività

a partire dalla lettera pastorale del vescovo

Considerando i diversi “cantieri” proposti nell’incontro

precedente, la situazione, confrontandosi

anche con la realtà foraniale, è la seguente:

Giovani: organizzazione a livello foraniale con i

vari gruppi. I nostri ragazzi sono invitati ad una

restituzione in parrocchia terminate le attività.

• Ministri della comunione: tramite per gli

anziani per esprimere opinioni e aspettative

alla parrocchia.

• Gruppo oratorio: oltre agli attuali 5/6 invitare

la Isolina e chi si occupa delle pulizie

dell’oratorio e del Sangio (anche questi

hanno bisogno di nuovi partecipanti) ->

Cantiere Sangio.

• Gruppo liturgia: gruppo attuale (5 persone)

oltre a chi si occupa delle pulizie della

chiesa-> Cantiere liturgia parrocchiale.

Varie ed eventuali

Per la sistemazione dell’area prossima all’ingresso

della ciclabile è stato fatto il preventivo del

costo acquisto fi oriere (per la parte del sottopasso)

di 30€ l’una, per un totale di circa 300€.

Alcuni membri propongono una collaborazione

con esercizi commerciali della zona. Per la parte

esterna rimane l’idea di realizzare le fi oriere con

materiale di riciclo.

Giornata dei poveri: durante le celebrazioni in

chiesa è stata posta una cassetta per la raccolta

di offerte. Sono stati raccolti circa 500€ da destinare

ad un fondo di solidarietà.

Domenica prossima si terrà la giornata per il seminario,

ed in contemporanea in parrocchia si terrà

la raccolta materiale didattico. Anche se non

è opportuno che le due cose si sovrappongano,

vista la mancanza di alternative si procederà

ugualmente lasciano due ceste per il materiale,

oltre alle solite buste sui banchi per il seminario.

Il consiglio si interroga su come migliorare la

partecipazione della gente alla messa domenicale

(in particolare i ragazzi del catechismo con

le loro famiglie). La diffi coltà principale sta nel

coinvolgimento iniziale in quanto i bambini che

partecipano alla messa vengono da famiglie che

già partecipano all’eucarestia. Si pensa di invitare

i gruppi del catechismo a partecipare alle

messe per il periodo dell’Avvento.

Il consiglio viene aggiornato sull’opera di sistemazione

del parco giochi del Sangio: verranno

rimosse le fondamenta dei vecchi pali in legno

tramite scavatore e verrà poi messa a dimora una

siepe (anche per questione di costi di installazione

e manutenzione). La soluzione verrà presto

proposta la Consiglio Affari Economici. C.P.P.


Gennaio Febbraio 14

d

aio•Feb

2023

2

Nell’elenco delle parole che mi è stato proposto

e che scopriremo cammin facendo

penso che DIALOGO sia la parola più importante

per iniziare questo nostro percorso.

Prima di procedere oltre con la lettura di queste

righe, invito te, lettore, a chiudere gli occhi

qualche istante e ad individuare le situazioni

in cui ritieni che sarebbe necessario ricorrere al

dialogo come mezzo utile per trovare una soluzione

efficace.

Anche io chiudo gli occhi per lo stesso motivo

e mi compaiono davanti una molteplicità

di situazioni che richiederebbero il dialogo per

essere affrontate positivamente. Penso alle relazioni

in famiglia, tra coniugi, con i figli, con i

genitori, con i parenti, tra giovani e adulti. Penso

a com’è necessario il ricorso al dialogo nei

molteplici contatti che abbiamo nell’ambiente

di lavoro, nei momenti di svago, nelle relazioni

con gli amici, nella comunicazione con i gruppi

organizzati cui apparteniamo, nei rapporti con

i vicini di casa, nell’incontro con colui che consideriamo

diverso da noi, con l’altro, con gli altri

in generale. Il pensiero si allarga e viaggia sui

conflitti a piccolo e grande raggio, sulle guerre

in atto o latenti, sulle importanti decisioni

che si devono assumere in ambiti diversi per il

nostro futuro. E chissà quante altre situazioni

sono apparse a te ora che hai aperto gli occhi e

che continui questa lettura.

DIALOGO, NECESSARIO MA DIFFICILE

Se ci è stato facile individuare queste situazioni,

molto più difficile è comprendere il motivo

per cui, pur riconoscendo il dialogo come l’unico

mezzo efficace, in molte circostanze non

riusciamo a realizzarlo o non lo vediamo utilizzato

nelle situazioni in cui lo consideriamo

l’unica soluzione.

Possiamo anche pensare a tutte le volte in cui

avremmo desiderato instaurare un dialogo sincero,

ma non ci siamo riusciti o non abbiamo

trovato le condizioni per poterlo realizzare. Le

barriere che ostacolano la comunicazione possono

essere di diverso tipo: di linguaggio, di

intenzioni, di obiettivi, di ruolo, di difesa, di

potere, di interessi, di pregiudizi, di ansie, di

paure e così via.

A volte appaiono come ostacoli insormontabili,

allora l’incomunicabilità, l’in-


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Gennaio naio•F

Febbraio 2023

LA TORRE

RE DI VEGLIA

15

comprensione e perfino il disprezzo

dell’altro prendono il sopravvento

con gli esiti che purtroppo non fatichiamo

a ritrovare nelle cronache

quotidiane e attorno a noi.

Se penso a tutte le volte in cui l’ho sperimentato

mi sembra di poter affermare che il dialogo

è una profonda esigenza e contemporaneamente

una risposta tra persone che si pongono

su un piano di parità e riescono a stabilire una

comunicazione vera e sincera nonostante tutti

gli ostacoli che normalmente bloccano una

relazione. Una esigenza da riconoscere ed una

risposta da costruire con pazienza. Saper riconoscere

questa esigenza e riuscire a concretizzare

questa risposta è la sfida che abbiamo davanti

per realizzare un’esperienza di dialogo. È una

sfida che accompagna da sempre l’umanità, fin

dalla sua creazione.

DIO E L’UOMO:

UN DIALOGO CONTINUO

Nella Creazione di Michelangelo di

cui è riportato un particolare nella copertina

di questo numero de “La Torre di Veglia”

vedo un’immagine plastica del desiderio

di Dio, nell’atto della creazione, di cercare l’

uomo e di entrare in comunicazione con lui.

Anche l’uomo protende la mano nel tentativo

di toccare il dito di Dio e accetta di instaurare

una relazione con Lui. Tutta la storia della salvezza

è una ricerca continua di comunicazione

e dialogo tra Dio e l’uomo. La festa del Natale

in cui celebriamo la nascita di Gesù è un invito

ad accogliere un Dio che si compromette con la

nostra umanità fino a divenire egli stesso uomo

nel Figlio Gesù. Possa questo Natale aiutarci a

scoprire il desiderio di dialogo che c’è dentro

ciascuno di noi e a farci trovare il coraggio per

allungare la nostra mano a costruire e vivere

esperienze di dialogo nella nostra quotidianità.

Piergianna Carnelos


Gennaio • Febbraio 2023

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d

LA TORRE DI VEGLIA

Siamo minoranza

La Chiesa riscopre oggi la condizione di minoranza in un mondo che è molto più grande di lei ed assai

variegato.

Questa condizione, però, non è affatto nuova, ma appartiene alla Chiesa fi n dalle origini.

Vi è stato un tempo piuttosto lungo in cui la chiesa ha creduto di essere diventata maggioranza, ma è

stato un errore di interpretazione.

L’essere minoranza è una condizione utile e necessaria per rendere testimonianza al Vangelo.

Joseph Ratzinger, durante una trasmissione radiofonica

nel Natale del 1969 disse: “Dalla crisi

odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto.

Diventerà piccola e dovrà ripartire più o meno

dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare molti

degli edifici che aveva costruito nella prosperità.

Poich é il numero dei suoi fedeli diminuirà, perderà

anche gran parte dei privilegi sociali. In contrasto

con un periodo precedente, verrà vista molto di più

come una società volontaria, in cui si entra solo per

libera decisione. In quanto piccola società, avanzerà

richieste molto superiori su iniziativa dei suoi

membri individuali.

Scoprirà senza dubbio nuove forme di ministero

ed ordinerà il sacerdozio a cristiani che svolgono

qualche professione. In molte congregazioni più

piccole o in gruppi sociali autosufficienti, l’assistenza

pastorale verrà normalmente fornita in

questo modo. Accanto a questo, il ministero sacerdotale

a tempo pieno sarà indispensabile come

in precedenza. Ma nonostante tutti questi cambiamenti

che si possono presumere, la Chiesa troverà

di nuovo e con tutta l’energia ciò che le è essenziale,

ciò che è sempre stato il suo centro: la fede

nel Dio uno e trino, in Gesù Cristo, il Figlio di

Dio fattosi uomo, nell’assistenza dello Spirito, che

durerà sino alla fine. Ripartirà da piccoli gruppi,

da movimenti e da una minoranza che rimetterà

la fede e la preghiera al centro dell’esperienza e

sperimenterà di nuovo i sacramenti come servizio

divino e non come un problema di struttura liturgica”.


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Gennaio • Febbraio 2023

LA TORRE DI VEGLIA

Chiesa di minoranza

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Con questa espressione si intende di solito, fare

riferimento ad una situazione in cui la comunità

cristiana è poco numerosa, economicamente povera,

scarsa di strutture e di altri strumenti sociali con

cui intervenire nella società; per questo motivo la

chiesa di minoranza è anche marginale rispetto anche

al suo contesto socio-culturale.

Generalmente, la chiesa di minoranza è opposta

alla “società cristiana”, che a partire dagli imperatori

romani Costantino e Teodosio, nel IV secolo,

fece dell’Europa un’unica comunità religiosa omogenea,

legata al Papato ed alle pratiche cattoliche,

fino agli scismi anglicano e luterano del XVI secolo.

Semplificando, possiamo dire che, a partire dalla

fine della Seconda Guerra Mondiale, la Chiesa

cattolica in Europa perde terreno, le masse se ne

allontanano mentre politica, economia e cultura

allentano progressivamente i rapporti con le gerarchie

ecclesiastiche e con la sensibilità cristiana.

La Chiesa, abituata a considerare l’Europa come

la propria patria storica, si scopre ormai straniera

nelle terre di antica evangelizzazione. È il tempo in

cui viene concepita l’idea di una “nuova evangelizzazione”,

e di una missione indirizzata ai battezzati

per aiutarli a scoprire il senso proprio del battesimo.

Anche diversi movimenti cattolici, come neocatecumenali

e rinnovamento nello Spirito, hanno

come radice questa prospettiva.

È una rivoluzione copernicana, ma va compresa

fino in fondo per non ridursi ad uno slogan senza

sostanza. Il rischio forte è quello di pensare che

l’essere minoranza sia solo una disgrazia, un incidente

storico a cui rimediare il più in fretta possibile.

In queste poche righe, io spero invece di mostrarvi

che la Chiesa è sempre stata in minoranza,

anche nei suoi momenti di maggior presa sociale e

monopolio politico, economico e culturale. Questo

essere minoranza non le ha mai fatto male, anzi è

stato uno degli elementi che più l’hanno aiutata a

vivere davvero il Vangelo e ad essere collaboratrice

di Dio nel servizio alla salvezza del mondo.

L’errore, se posso chiamarlo così, è di prospettiva:

se limitiamo l’orizzonte del nostro mondo alla

sola Europa, o addirittura alla sola Italia, allora

possiamo senz’altro affermare che per alcuni secoli

la Chiesa fu maggioranza assoluta, perché la quasi

totalità della popolazione e delle forze sociali erano

legate ad essa. Ma se invece prendiamo come unico

riferimento il mondo nel suo insieme, e l’umanità

tutta come destinataria del Vangelo, ci rendiamo

conto che la Chiesa non è mai riuscita a diventare

maggioranza.

Ripercorrendo velocemente i 2.000 anni di storia

cristiana, vediamo come Gesù sia stato per tutta la

vita un pensatore marginale rispetto al popolo di

Israele, un maestro controcorrente, che ha suscitato

un piccolo gruppo di discepoli ma è stato rifiutato

dalle autorità e non ha trovato un sostegno nella

popolazione più ampia. Dopo la sua morte (e risurrezione

per noi credenti), a partire dall’opera

dei primi discepoli, si sviluppano diverse comunità

cristiane prima in Gerusalemme e poi nelle altre

città dell’Impero Romano, con una graduale espansione

da oriente verso occidente. Meno conosciuta

c’è anche una crescita verso oriente, dove alcune

comunità cristiane si avventurano nell’Impero dei

Parti e continuano fino in India e addirittura in Cina

occidentale. Questo grande movimento missionario

copre distanze grandissime ed abbraccia tutto

il mondo antico, ma ha come risultato quello di

disseminare in Europa, Asia e Africa tante piccole

comunità cristiane, che nella propria città sperimentavano

la fragilità di essere poco numerose, politicamente

insignificanti, spesso povere e di scarsa

cultura.

Quando poi l’Impero Romano adottò il cristianesimo

come religione di stato e in seguito i vari regni

barbari lo imiteranno, la chiesa finì col sentirsi

al centro del mondo. Ma sbagliava perché la maggior

parte dell’umanità non conosceva il vangelo e

non aveva particolari rapporti con il cristianesimo.

La comunità cristiana, anche se ormai grande e numerosa,

restava in minoranza nel vasto mondo.

Ma l’orizzonte, che per gli antichi abbracciava

tutto il vecchio mondo, dal Portogallo al Giappone,

per una prima parte del Medio Evo si rimpicciolì

agli occhi degli europei e si restrinse a Mediterra-


18 d

LA TORRE DI VEGLIA

neo e Nord Europa. Così poterono cullare l’illusione

di aver convertito tutto il mondo. La scoperta

delle Americhe, e poi le spedizioni dei grandi navigatori

intorno al mondo, rivelarono l’errore. In

questi passaggi culturali troviamo chiavi di lettura

necessarie per costruire il nostro modo di essere

credenti oggi. Il mondo che Dio ci chiama ad abitare

è più grande di noi, lo è sempre stato e sempre lo

sarà. Sperimentando questa piccolezza, la Chiesa

che siamo noi cresce alla scuola dell’umiltà evangelica

e si rende conto della propria vocazione: non

conquistare il mondo ma abitarlo da protagonista

capace di parlare e di agire in modo che scuota le

coscienze, che susciti dibattito, che inneschi collaborazioni

e promuova la fratellanza.

La Chiesa non potrà mai abbracciare il mondo,

perché il mondo è molto più grande di lei. Le comunità

cristiane a cui apparteniamo e noi stessi

siamo chiamati ad essere concittadini delle altre

persone e delle altre comunità che da sempre coabitano

tra noi. Noi siamo e saremo sempre solo uno

degli attori sul palcoscenico della storia, ma è nostro

compito giocare una parte significativa, capace

di contribuire alla buona riuscita dello spettacolo.

Non abbiamo ricevuto un mandato da conquistatori,

ma da servitori generosi e coraggiosi. Siamo

missionari, in quanto uomini e donne che vivono

il vangelo e lo testimoniano anzitutto con le scelte

concrete e quindi anche di parlare apertamente di

Cristo.

Siamo e saremo sempre un gruppetto di minoranza

e possiamo ringraziare Dio per questo, perché ci

mette così nella condizione di essere liberi di dare

testimonianza senza doverci atteggiare a padroni.

Senza sottometterci a nessuno, non cerchiamo di

sottomettere ma ci mettiamo accanto a chiunque

sia in cammino, come Cristo ad Emmaus, e facciamo

delle nostre vite un pellegrinaggio verso Dio

che sta di fronte a tutte le sue creature. Così come

dice l’antico testo della lettera a Diogneto: “A dirla

in breve, come è l’anima nel corpo, così nel mondo

sono i cristiani”.

don Giulio

Il Prosecco del Monastero

Le suore del monastero cistercense dei Santi

Gervasio e Protasio, dopo l’aloe hanno

iniziato una nuova coltivazione: la vite del

Prosecco Docg, che recentemente si è aggiudicata

il «Premio alla viticultura bio ed

eroica».

All’aloe, che viene venduta anche sotto forma

di creme, sciroppi e olii essenziali si aggiungerà

quindi, a breve, il vino. Le suore

hanno dato vita alla prima vinificazione del

Prosecco superiore docg Abbazia, un prodotto

che porta con sé i valori della sostenibilità, del rispetto dell’ambiente, del bio.

Le suore sperano che il ricavato delle vendite possa concorrere al mantenimento del monastero

le cui spese di gestione sono molto aumentate negli ultimi anni.


d

Gennaio • Febbraio 2023

LA TORRE DI VEGLIA

in giardino con Elisa Frare

il Ciclamino

Una pianta invernale che può donare colore a giardino e balcone nei mesi più freddi

19

Appartiene alla famiglia delle Primulacee ed è una pianta invernale, adatta quindi a

colorire giardini e balconi proprio nel momento in cui la maggior parte delle piante

entra nella fase del riposo vegetativo.

Varietà del ciclamino

Originaria dell’area Mediterranea, dell’Africa e della zona asiatica, si caratterizza per fiori

peduncolati che vanno dai toni del bianco al rosso. Fiorisce fino a 4-5 anni di seguito, ma deve

essere ben curato.

In Italia sono 3 le specie particolarmente diffuse: il ciclamino napoletano, quello alpino e quello primaverile.

Ad eccezione di quello alpino, gli altri ciclamini non tollerano il gelo, ma riescono comunque a crescere alle

basse temperature.

Coltivazione in vaso

Per coltivare un ciclamino in vaso dentro casa è fondamentale la scelta del luogo in cui posizionarlo: la temperatura

non deve superare i 15° e bisogna evitare l’esposizione diretta ai raggi solari, quindi non nei pressi di

finestre ed eventuali fonti di calore.

La semina va fatta tra i mesi di luglio e settembre, mettendo i semi in un vaso rettangolare o in un semenzaio,

mescolandoli con un pugnetto di sabbia. Aggiungete del terriccio e procedete con la prima annaffiatura

leggera.

Per favorire il mantenimento di una temperatura costante, avvolgete il vaso in una plastica trasparente e rimuovetelo

almeno 2 volte alla settimana per fare arieggiare e per annaffiare, se il terreno è asciutto.

Generalmente, dopo circa un mese spuntano i primi germogli e si può togliere il rivestimento, procedendo

con la selezione delle piantine più forti che andranno posizionate in vaso definitivo, possibilmente di terracotta.

Coltivazione a terra

Se scegliete di coltivare il ciclamino a terra, nel giardino, la specie più indicata è proprio quella selvatica, dai

fiori più piccoli, che è una delle classiche piante resistenti al freddo. Dovete avere l’accortezza di posizionarlo

in zone ombreggiate, magari sotto siepi e grandi alberi, riparato dal vento e dal gelo.

Tuttavia, è bene che abbia abbastanza aria a disposizione, perché sono particolarmente soggetti alla formazione

di muffe.

Cura e coltivazione

Il ciclamino va innaffiato con cura e regolarità, evitando che si formino ristagni d’acqua che potrebbero far

marcire la pianta, ma controllando anche che il terreno non resti troppo asciutto per giorni.


Gennaio Febbraio 20

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nai

o•F

brai

2023

I PRIMI

60 ANNI

DE “LA TORRE DI VEGLIA”

LA TOR

TORRE RE DI VEGLIA

Gentili lettrici e lettori, continuiamo la nostra rassegna di ricordi che parte dall’anno

2003 e arriva al 2006, per festeggiare i nostri primi sessant’anni di “La Torre di Veglia”

ANNI (2003- 2004 – 2005)

• Comincia il nuovo anno e una potente autogrù ha sollevato le campane

del campanile e le ha depositate nella barchessa del monastero: tutto nasce

da una ordinanza del Sindaco, che avvia così un lungo cammino che impone

il restauro del pericolante campanile.

• Il quartiere di San Giacomo

finalmente esulta: si

è

proceduto all’acquisto in

via Cal de Livera, dietro alle

Poste, di un terreno su cui

l’Amministrazione comuna-

le

prevede la costruzione di

una palestra polivalente di 1500 mq, con tribuna per il

pubblico di 350 persone e di un campo di pallacanestro.

Speranze subito sospese…e rimaste

tali.

• La comunità di San Giacomo ricorda il dott. Mario Da Re di cui ricorre

in quell’anno il 60° dell’uccisione. Giovane sangiacomese, laureato in medicina

partecipò come sottotenente alla Seconda Guerra Mondiale. Venne

massacrato il 27 novembre 1944 in provincia di Savona, assieme ad altri 16

alpini dai partigiani che operavano in quella zona.

• Il nostro concittadino Sandro

De Nardi, trentenne, è stato inserito nella Commissione

Statuto istituita dalla Regione Veneto, per la

stesura del nuovo Statuto regionale. La Commissione è

presieduta da Carlo Alberto Tessarin. E’ un grande onore

per lui: il suo compito è quello di dare veste giuridica alle

scelte che i politici vorranno effettuare, valutando che

siano in armonia con la Costituzione.


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Gennaio•Febbraio 2023

LA TORRE

RE DI VEGLIA

21

• La Latteria Sociale Cooperativa di San Giacomo

festeggia i 70 anni della sua costituzione. E’ stata fondata

da 21 soci e negli anni ’60 ha raggiunto il numero di

ben 260 soci. Di seguito i nominativi di coloro che diedero

vita alla Latteria. Possidenti: Zanon Giuseppe, Nardari

Ferdinando, Borsoi Luigi, De Vido Vittore, Piccin

Luigi, Barel Pietro, Ossi Ernesto, Michelin Defendente,

Bolzan Paolo ed Augusto, Orubolo Angelo, Botteon Raffaele,

Lollo Carlo. Agricoltori: Freddo Macedonio, Lavina

Giuseppe, Brontoladi Pietro, Favero Giovanni, Bortolot

Antonio. Un impiegato: Da Re Francesco. Un Commerciante: Nardari Antonio. Un sacerdote: l’Arciprete

don Giuseppe De Biasi.

A vent’anni dalla visita fatta il 15 giugno 1985

la

comunità di San Giacomo ricorda Papa Giovanni

Paolo II° in occasione dell’incontro diocesano nella

Cattedrale di Ceneda, dove fu Vescovo Papa Luciani,

suo predecessore. Il Papa sostò presso il Monastero Benedettino

di San Giacomo dove incontrò il Vescovo

Ravignani e le Suore della comunità cistercense. Una

grande folla di sangiacomesi lo poté accogliere e saluta-

re

nella piazza del paese. Un avvenimento eccezionale

ed

irripetibile: papa Wojtyla sarà poi proclamato santo

qualche anno dopo.

• Se ne va don Gabriele Secco e a San Giacomo di Veglia arriva

il nuovo parroco don Giulio Fabris. E’ stato accolto da una

grande folla e da un caloroso e prolungato applauso domenica

18 novembre, proveniente dalla parrocchia di Cappella Maggiore.

Don Giulio, sacerdote di grande impegno nel campo

della liturgia, della catechesi, dell’infanzia e dei giovani, nonché

instancabile nel recupero di edifici ecclesiali, si è definito l’uomo

del dialogo, della schiettezza e della collaborazione.

• Un tragico incidente domestico ha portato alla morte don Michele Ossi. E’

in casa, mattina presto, suona la sveglia e lui cerca di accendere l’abat-jour sopra

il comodino che cadendo innesca corto circuito ed una fiammata, sufficiente

per avviare l’incendio. Nel buio ha forse cercato di spegnerlo cadendo dal letto,

ma le sue condizioni generali di difficile deambulazione per precedenti incidenti

non gli hanno consentito di alzarsi, ma solo di chiamare aiuto. Purtroppo

non riuscirà a superare l’incidente e lascia nello sgomento l’intera comunità di

San Giacomo che lo ha visto nascere e partecipe indiscusso di tante iniziative

della nostra amata parrocchia.


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Gennaio Febbraio 2023

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ADESIONI A TORRE DI VEGLIA

anno 2023

LA TOR

TORRE RE

DI

VEGLIA

Si sta per chiudere il 2022 e la Redazione di “Torre di Veglia” propone il rinnovo

delle adesioni al giornale sperando sia ancora ben accetto

a tutti gli amici lettori.

Come ogni anno le nostre gentili collaboratrici e i

solerti collaboratori passeranno per le vostre famiglie

per raccogliere le vostre adesioni e quelle dei vostri

cari residenti in Italia o all’estero, cercando di trovare nuove

adesioni in maniera di allargare la platea dei lettori al

nostro giornale, creando interesse all’interno della nostra

comunità.

La quota di adesione è quella dello scorso anno:

• 17,00 per i residenti in Parrocchia, in Città o in Italia,

• 32,00 per i residenti in Europa (spediti via aerea),

• 47,00 per i residenti Oltre Oceano (spediti via aerea).

I residenti fuori parrocchia possono aderire anche nei seguenti

modi:

• a mezzo dei famigliari residenti in Parrocchia

• a mezzo di bonifico bancario che per i RESIDENTI IN ITALIA è:

IBAN: IT 90 B 07084 62190 012001320690 intestato a:

Parrocchia di San Giacomo – Piazza Fiume, 58 – San Giacomo di Veglia (TV)

– causale “Torre di Veglia 2023”;

• a mezzo di bonifico bancario che per i RESIDENTI ALL’ESTERO è:

BIC: ICRAIRRU40 intestato a:

Parrocchia di San Giacomo- Piazza Fiume, 58 – San Giacomo di Veglia (TV) –

causale “Torre di Veglia 2023”.

• a mezzo bollettino postale allegato da compilare con l’importo necessario, recandovi

presso qualunque uffi cio postale.

Il bilancio economico, che vi daremo il prossimo numero, si prospetta buono grazie

anche alle vostre generose offerte, in alcuni casi anche più del costo, che sono

servite per migliorare l’aspetto grafi co e per aumentare il numero delle pagine.

Vi ringraziamo per la vostra collaborazione e per la buona accoglienza che come

ogni anno farete agli incaricati che collaborano alla raccolta delle adesioni.

Grazie a tutti per la collaborazione!

La Redazione

d

Anno

Anno

no LXII I - n°

1

gennaio/febbraio 2023

“Poste

Italiane ane spa as

sped. sped

abb.

post.

D/L L3

353/2003

(conv. in L.27/2/2004 2/2

2004

04 n°

46)

art. 1. comma ma a2, dcb

tv”

LA TORRE DI VEGLIA

PERIODICO ICO BIMESTRALE

DELLA PARROCCHIA

CHIA

DI

SAN

GIACOMO DI VEGLIA


d

Gennaio • Febbraio 2023

LA TORRE DI VEGLIA

23

Con Don Ermanno la festa degli 80+3enni

D

opo 2 anni di stop per la pandemia, son tornati a trovarsi i coscritti del 1939 per festeggiare - come ha

detto il “classe” don Ermanno Crestani - «gli 80 + 3 anni, perché dopo gli ottanta si ricomincia a

contarli».

La Santa Messa nella nostra chiesa, presieduta da don Ermanno, e poi tutti a pranzo al ristorante. Una settantina

gli 80+3enni, più moglie mariti di altre classi, “ammessi in deroga” alla festa. Dopo pranzo tra una

chiacchiera e l’altra tra vecchi amici e nuove conoscenze, via i canti, intonati da un effervescente don Ermanno.

Emozione e qualche risata anche al momento del dono delle rose, offerte dall’organizzazione, che i mariti dovevano

consegnare alle spose con una parola dolce… che non tutti proprio non sono riusciti a dire.

(da L’Azione del 9 ottobre 2022)

S A N T E M E S S E F E S T I V E

orario invernale 2022-2023

Chiese Prefest. Festiva

SAN GIACOMO 18.30 08.30 10.30

MONASTERO 9.30

Ss. PIETRO E PAOLO 18.00 10.30

ORARIO S.te MESSE FERIALI

IN PARROCCHIA

Dal Lunedì al Venerdì:

in CHIESA ore 16.00

CATTEDRALE 19.00 08.30 10.30 19.00

SAN FRANCESCO 18.30 07.30 09.0 18.30

MESCHIO 09.00

SANTA GIUSTINA 18.30 11.00 18.30

FADALTO

VAL LAPISINA

9.00

S. Floriano

SANT’ANDREA 18.30 9.45

Dal Lunedì al Venerdì

in MONASTERO

ore 07.30

SERRAVALLE

17.30

S. Giovanni

08.30

10.00

S. Giovanni

11.00

COSTA

18.30

S. Silvestro

SALSA 18.30

09.30

S. Silvestro

08.00

Casa S. Raffaele

11.00


Gennaio • Febbraio 2023

24 d

In Cucina con Giulia

Ricette Salutari Facili & Veloci

PANCAKE SALATI

Un classico della colazione dolce rivisitato in

versione salata (e spiritosa).

Oggi vi propongo dei buonissimi e semplicissimi

pancakes, si preparano in una decina di

minuti e si farciscono come più vi piace. Buon

appetito!

PANCAKE SALATI

PORTATA: SNACK

TEMPO DI PREPARAZIONE: 10 minuti circa

INGREDIENTI:

220 g di farina di tipo 1;

350 ml di latte;

Un pizzico di sale;

Un pizzico di cipolla disidratata;

1 cucchiaino di lievito istantaneo per torte salate;

1 cucchiaio di olio evo;

Farcitura (a piacere):

50 g di olive;

50 g di concentrato di pomodoro;

100 g di mozzarella per pizza;

In una ciotola, sbatti con una frusta la farina con

il latte, il lievito e il sale fi no ad ottenere un composto

morbido, senza grumi e vellutato.

Riscalda una padellina antiaderente e ungine

leggermente la superfi cie (non sempre è necessario

ungerla, dipende dalla padella utilizzata).

Cuoci il primo pancake versando circa 4 cucchiai

di composto nella padella calda.

L a - scia cuocere circa 2 minuti e rigira

per proseguire la cottura.

Prepara tutti i pancakes

e servili poi con olive,

mozzarella e concentrato

di pomodoro!

I vostri bimbi apprezzeranno…

e

sicuramente anche

voi!

Lauree

Sono Alberto Arrighi e lo

scorso 21 settembre 2022

ho conseguito la laurea

triennale in Biologia Molecolare

presso l’Università

degli Studi di Padova.

Questo percorso, che tra i

suoi alti e bassi mi ha permesso

di conoscere tante

persone e di crescere interiormente,

mi ha avvicinato

ad una serie di ambiti delle

scienze che spaziavano dalla

biochimica, alla fi sica biologica

e alla fi siologia fi no

ad esami più vicini all’indirizzo

come la genetica, la

microbiologia e l’immunologia.

La mia tesi dal titolo “La mancanza del segnale

CX3CL1-CX3CR1 aggrava l’infi ammazione e l’insulino-resistenza

indotte dall’obesità nei topi maschi”

aveva come oggetto di studio un pathway di segnalazione

e come l’assenza dello stesso aggravasse delle

condizioni patologiche in pazienti obesi, strizzando

quindi l’occhio a possibili applicazioni future essendo

questo molto importante nel trattamento del diabete

umano di tipo II e nella lotta all’infezione da HIV.

Ho già iniziato il mio nuovo percorso di laurea in Biologia

Sanitaria e confi do che questo possa portarmi

tanta felicità. Colgo l’occasione per ringraziare la mia

famiglia, i miei amici e l’ambiente del Sangio che mi

ha accompagnato in questa bellissima esperienza!

LE VOSTRE OFFERTE

dall’11/11/2022 all’11/12/2022

N.N. - da Famiglia Ossi Pietro e

Elena, offerta annuale – da Famiglia

Zanon Graziano, per la Chiesa –

da una famiglia per anniversario.

Matrimonio – 2 sottoscrizioni – Per

comunioni – Per sala compleanni

OTT-NOV – In memoria di Botteon Elisabetta,

dalla famiglia – In memoria di Rizzo Caterina, dalla

famiglia – In memoria di Sarzetto Antonio, dalla

famiglia – In memoria di Bortolot Franceschina,

dalla fi glia.

TOTALE €. 2.605,00

LA TORRE DI VEGLIA


d

Gennaio naio • Febbraio 2023

LA TORRE

DI VEGLIA

UNA GIORNATA SPECIALE

ALLA SCUOLA “N. SAURO”

Come ogni mattina, anche sabato 19

novembre, gli alunni sono arrivati a

scuola alle ore 8.00, ma… erano davvero

pochi! Mancavano tutti i bambini del Piedibus

e tanti altri. Poco dopo il suono della

campanella tante pettorine gialle hanno

“colorato” e animato il cortile: erano i piedebussini,

che insieme a numerosi compagni,

volevano festeggiare la ripartenza del

Piedibus.

In quella stessa occasione si voleva rendere

omaggio a una nonna tanto affezionata

al Piedibus: nonna Linda.

Nonna Linda è stata una nonna speciale, amica dei

bambini e in particolare dei piedebussini. Il giorno

in cui aveva compiuto 94 anni ha desiderato accompagnare

gli alunni del Piedibus lungo il percorso di

Cal de Livera, visto che abitava in quella zona. Ogni

mattina usciva di casa per salutare e quando passavano

i bambini spesso li coccolava con un po’ di dolcezza…

caramelle e cioccolatini per tutti! Se il maltempo

o qualche dolorino non le permettevano di uscire di

casa, lei salutava affettuosamente dalla finestra. Era un

appuntamento quotidiano, magico ed unico. Ora lei è

una stella in più che brilla in cielo e sicuramente tutti

i giorni accompagna i piedibussini.

Aveva un desiderio: voleva lasciare un ricordo alla

scuola dei suoi amati bambini. Per questo ha incaricato

la figlia di consegnare una donazione che è stata

devoluta per l’acquisto di un albero piantumato nel

prato antistante l’edificio. Reca una targhetta con questa

frase “Prega, sorridi e pensami. Il tuo sorriso e la

tua gioia… sono la mia pace. Con

affetto Nonna Linda”.

Oltre al ricordo di nonna Linda,

anche i ragazzi delle due ex-quinte

volevano lasciare una “testimonianza“

del loro passaggio nell’ “amata”

scuola: un altro albero che potesse

fare ombra, con la sua chioma, ai

bambini che ci sono e che verranno

alla Sauro.

Allieterà con i suoi colori le ricre-

25

azioni autunnali e con le sue gemme la ripresa della

primavera e, ogni volta che questi ragazzi si soffermeranno

per un passaggio fugace, lo riguarderanno con

nostalgia e piacere.

La mattinata si è arricchita di “dolcezze“ e frutti stagionali

offerti dal COMITATO GENITORI.

Dapprima sono arrivati genitori e nonni per la cottura

delle castagne che i bambini hanno potuto gustare

senza neanche sporcarsi le dita, dato che erano già state

preparate dalle premurose mani delle mamme.

Più tardi i cancelli della scuola si sono aperti per accogliere

i numerosi familiari, amici ed ex-alunni, che

hanno partecipato a questo momento conviviale.

In bella mostra c’erano anche le torte e i dolcetti

confezionati dalle famiglie così invitanti da “andare a

ruba” in un battibaleno.

Dopo due anni davvero “impegnativi” legati alla

pandemia, la scuola ha potuto finalmente riaprire le

porte alla comunità.

È stata una mattinata di piacevole condivisione grazie

alla collaborazione, alla disponibilità,

all’interessamento del

Presidente e di tutto il Comitato

dei genitori, della signora Raffaella

(figlia di “nonna” Linda)

dei referenti e accompagnatori

del Piedibus, della Preside, dei

rappresentanti e genitori delle

ex-quinte e di tutte le persone

che hanno contribuito a rendere

“SPECIALE” questa giornata.

Le insegnanti


LA

TOR

TORRE RE

DI

VEGLIA

di Giulia Maiutto

COME VESTIRSI

PER NON AVERE FREDDO

Carissimi Amici,

Innanzitutto Buon Anno Nuovo! Che questo 2023

ci porti tanta Salute, Successi in tutti gli ambiti della

vita e, dopo tanto tempo, caldi Abbracci da condividere

con i nostri cari.

Continuiamo il nostro viaggio all’insegna dell’ecosostenibilità:

come promesso, oggi scopriremo insieme

quali sono i principali tessuti naturali da prediligere

in questo periodo invernale, caratterizzato da

temperature rese ancora più rigide dal caro bollette.

Come riuscire dunque a stare al caldo, sentendosi

bene e non sudando? La risposta è duplice: da un

lato dovremo scegliere i tessuti giusti, dall’altro effettuare

una stratifi cazione ottimale che ci permetta di

stare bene davvero, sia dentro casa che fuori.

Cominciamo dalla scelta del tessuto: in questi

anni troviamo, specie nella grande distribuzione e nel

fast fashion, una vasta scelta di capi che sembrano

apparentemente molto caldi (maglioni in acrilico e

sintetico, felpe in microfi bra, giacconi in pile…) ma

che in realtà non scaldano, perché sono fatti di plastica!

Una volta indossati, la sensazione che si ha è

quella effettivamente di avere caldo, ma questo caldo

è dovuto al fatto che il nostro calore corporeo non

fuoriesce, resta cioè all’interno degli strati di abbigliamento

creando una sorta di “effetto serra”. Tutto

questo produce umidità e sudore e non traspirando

il nostro corpo rimarrà umido. La prima regola d’oro

per combattere il freddo è:

Corpo asciutto = Corpo caldo.

Ecco perché la nostra scelta dovrà ricadere su tessuti

che siano traspiranti e naturalmente caldi. Quali?

Sicuramente la LANA ed in particolare la Lana Seta,

la Lana Merino e il Cashmere per il “primo livello”

quello a contatto con la nostra pelle.

La lana infatti è un tessuto che protegge naturalmente

dal freddo (e lo sapevano bene i nostri nonni e

bisnonni!), evita che penetri l’umidità ma allo stesso

è traspirante, quindi permette di non sudare. Il corpo

così resta asciutto e mantiene la temperatura sempre

costante, anche se si è esposti a sbalzi termici (ad

esempio dentro e fuori dagli ambienti).

E per il secondo livello?

Il secondo livello è ciò che sta sopra all’intimo e la

soluzione migliore da scegliere in questo caso è una

maglia a manica lunga che sia sottile (spesso la maglia

va sotto qualcos’altro) e allo stesso tempo calda,

garantendo così comodità, traspirabilità e protezione.

Anche in questo caso prediligiamo la Lana, Lana

e Seta, Cashmere e Seta, fi bre naturali che vengono

fi late in modo sottile e impalpabile dando vita a capi

pratici e leggeri addosso, pur tenendo caldo.

Eccoci arrivati al terzo livello: i maglioni VERI! Senza

acrilico, sintetico, maglioni che durano una vita e

che donano il tepore perfetto anche nelle giornate

più gelide. In questo caso tra i tessuti più caldi troviamo

sicuramente il 100% Cashmere, Lana Irlandese

e Scozzese e l’Alpaca.

Per chi ha sempre freddo alle gambe, è ideale indossare

un primo livello sottile e caldo sotto ai pantaloni:

invece dei collant in microfi bra, potremo scegliere

delle calze in lana o bambù o indossare i leggings

in lana-seta. Inoltre, se cerchiamo il massimo del

calore e della termoregolazione, invece dei pantaloni

in cotone o dei jeans, potremo optare per quelli in

100% cashmere, lana-seta o pura lana merino.

Finiamo con i piedi: si sa che avere i piedi caldi è

fondamentale e per questo motivo anche in questo

caso il consiglio è di optare per calzini lunghi o medi

e che siano in Lana, Alpaca o Bambù, caldissimi e

traspiranti!

Alla prossima!


d

Gennaio • Febbraio 2023

LA TORRE DI VEGLIA

27

calcio

VITTSANGIACOMO

Pronti per il girone

di ritorno

Sabato 17 dicembre, dopo due anni di sospensione

a causa del covid, nell’ampia sala sottostante

la Chiesa del Menarè tutto il Vittsangiacomo si è ritrovato

per lo scambio degli auguri e per la festa di

Natale, che segna lo spartiacque tra la prima parte

della stagione e il girone di ritorno e i tornei di primavera.

Il presidente ha presentato l’attività e i numeri

del Vittsangiacomo a tutti i presenti e in particolare

al Sindaco di Vittorio Veneto, Antonio Miatto, il quale

nel porgere gli auguri si è complimentato per quanto

fa la nostra associazione.

Come da tradizione in questa occasione viene ringraziato

qualcuno in particolare. Per l’ultradecennale

sponsorizzazione del Settore Giovanile da parte di

Climosfera srl è stato consegnato al titolare Elvi

Minet il poster con la foto dei Piccoli Amici e Primi

Calci; “sono loro il nostro futuro e il miglior investimento”.

Due targhe di riconoscimento sono andate

a Paolo Santantonio “che mette generosamente

a disposizione la sua professionalità e competenza

nei nostri impianti sportivi, in particolare nella manutenzione

e ammodernamento degli apparati elettrici”

e a Livio Tonel “da oltre un decennio ogni mattina

dal lunedì al venerdì si dedica con grande disponibilità

alla pulizia e al decoro dell’impianto sportivo

del Vitt”.

Dopo il brindisi degli auguri, c’è stata l’estrazione

degli oltre cento premi della lotteria. A tutti i tesserati

è stato poi consegnato il panettone, assieme ad un

opuscolo con le foto e i nomi di tutte le squadre della

stagione 2022/23. È seguita la cena: pastin e patate

per i più piccoli, e un ottimo spiedo per tutti gli altri;

presente anche il Sindaco di Colle Umberto Sebastiano

Coletti. Il coordinatore della festa Guido Cancian

Casoni ha saputo mobilitare tanti volontari/e per

una ottima riuscita.

Il Sindaco consegna una foto dei Piccoli Amici

a Elvi Minet, sponsor Climosfera.

L›allenatore Tarcisio Ostet riceve la foto della squadra

Allievi che ha vinto il girone.

I campionati riprendono per gli Juniores regionali

sabato 14 gennaio e da domenica 15 per la Prima

categoria, gli Allievi e i Giovanissimi. Le tre squadre

Esordienti (2010 e 2011) e le due dei Pulcini riprenderanno

a febbraio. Poi toccherà anche ai Primi calci

e ai Piccoli amici, partecipando ai diversi raggruppamenti.

Al termine dell’andata, dopo tredici partite, la Prima

Squadra riparte da 14 punti e gli Juniores regionali

da 12; l’obiettivo per entrambe è raggiungere il prima

possibile la salvezza e mantenere la categoria ottenuta.

Bene per i Giovanissimi Under 15.

Si spera che per l’estate prossima, dopo i lavori di

livellamento e semina, sia utilizzabile il terreno acquistato

a sud del campo sportivo.

Pietro Ossi


28

Anagrafe

DEFUNTI

Le famiglie ricordano

40 DAL TIO MANUELA

di anni 55

(il 16.12.2022)

Via F.lli Bandiera, 8

42 CANDIAGO MARIA

in Vendrame

di anni 83

(il 18.12.2022)

Via Menarè, 76

DA DALT MAURO

n. 29.10.1993 m. 22.01.2021

PICCIN GIUSEPPE

n. 14.03.1944 m. 10.02.2002

41 SALVADOR MARIA

ved. Costella

di anni 102

(il 16.12.2022)

Via Europa, 30

43 CANCIAN GIULIETTA

ved. Nardo

di anni 87

(il 24.12.2022)

Via Vicenza, 2

BASSETTO EMILIO

n. 09.03.1933 m. 05.11.2019

DAN ALBERTO

n. 23.02.1961 m. 31.01.2009

DI DONÈ GIUSEPPE

n. 21.06.1923 m. 28.11.1990

DAL ROVARE RINA

ved. Di Donè

n. 18.11.1926 m. 11.09.2011

Ex parrocchiani defunti

CASAGRANDE ELISEO

1918 - 1986

TALAMINI GIUSEPPE (Bepino)

di anni 83 – (il 18.11.2022)

Funerale celebrato nella chiesa

parrocchiale dei Santi Pietro e

Paolo a Vittorio Veneto.

44 FAVERO LUCIA

ved. Barel

di anni 92

(il 24-12-2022)

Via Antelao, 4

FAVERO FRANCO

n. 16.01.1938 m. 10.02.2009

TONON GIOVANNI

n. 24.06.1906 m. 06.02.1973

DA DALT AUGUSTA

ved. Tonon

n. 03.04.1907 m. 24.06.1998

BET GIUSEPPE

n. 30.10.1935 m. 15.01.2014

SEGAT GIANPIETRO

di anni 59 – (il 16.12.2022)

Funerale celebrato nella chiesa

parrocchiale di Formeniga in Vittorio

Veneto

BAREL ROBERTO

di anni 75 - (il 17.12.2022)

Funerale celebrato nella chiesa

parrocchiale di Limana – Belluno.

Roberto riposa nel nostro

cimitero.

COSTALONGA EGIDIO

n. 07.05.1941 m. 09.02.2015

TOMÈ PIETRO

n. 14.06.1903 m. 09.09.1978

ZANOTELLO IDA ved. TOMÈ

n. 10.01.1909 m. 12.06.2011


Agenda Pastorale

GENNAIO 2023

Domenica 1:

Lunedì 2:

Venerdì 6:

Domenica 8:

Domenica 15:

Lunedì 16:

Martedì 17:

Sabato 21:

Domenica 22:

Martedì 24:

Martedì 25:

Giovedì 26:

Venerdì 27:

Sabato 28:

Domenica 29:

Martedì 31:

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

S. Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno vescovi e Dottori della Chiesa

EPIFANIA DEL SIGNORE

BATTESIMO DEL SIGNORE

2ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

San Tiziano, vescovo e Patrono della Diocesi

S. Antonio, abate; Dal 18 al 25 gennaio: Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani

SANTA AGNESE, vergine e martire

3ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

S. Francesco di Sales, vescovo e Dottore della Chiesa; Patrono del Seminario

CONVERSIONE DI SAN PAOLO, apostolo

Santi Timoteo e Tito, vescovi

Santa Angela Merici, vergine

San Tommaso D’AQUINO, presbitero e Dottore della Chiesa

4ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

San Giovanni Bosco, prebitero

FEBBRAIO

Giovedì 2:

Venerdì 3:

Domenica 5:

Lunedì 6:

Venerdì 10:

Sabato 11:

Domenica 12:

Martedì 14:

Domenica 19:

Mercoledì 22:

Domenica 26:

Presentazione del Signore, 27ª Giornata Mondiale della Vita Consacrata

San Biagio, vescovo e martire

5ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 45ª Giornata per la vita

S.ti Paolo Miki, presbitero e compagni martiri

Santa Scolastica, vergine

BEATA VERGINE MARIA DI LOURDES

6ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Ss. CIRILLO, monaco e METODIO, vescovo, Patroni d’Europa

7ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

MERCOLEDÌ DELLE CENERI

Dal 18º al 20º anno di età tutti i fedeli sono tenuti ad osservare il precetto del digiuno;

sono anche tenuti all’astinenza dalle carni tutti i fedeli dal 14º anno di età

1ª DOMENICA DI QUARESIMA


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