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La Traccia n20 domenica 14 maggio 2023

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«Penso ai cinque milioni di sfollati interni e agli otto milioni di espatriati.

Vedo abitazioni rase al suolo o anziani rimasti senza nessuno. Non

possiamo lasciare solo il popolo ucraino. Però occorre prendere atto che

purtroppo la dimensione umanitaria è ormai parzialmente trascurata».

Riccardi è consapevole che ci possa essere il pericolo di assuefarsi al

conflitto. «È fisiologico che lo slancio degli europei si affievolisca con il

tempo, invece di rafforzarsi di fronte ai bisogni crescenti. E mi sembra

di avvertire un distacco fra le scelte politiche dei governi e il sentire

dell’opinione pubblica. Perciò ribadisco che l’Ucraina non deve sparire

dai nostri orizzonti. Certo, non possiamo limitarci a “dare”: serve anche

“dire”, ossia soccorrere con le parole. Qui il popolo ha necessità di

solidarietà umanitaria e umana. Sant’Egidio lo sperimenta con la sua

presenza in moltissime località». Riccardi entra a Leopoli nella chiesa

greco-cattolica della cappellania militare dove una madre accarezza

l’immagine del figlio-soldato ucciso al fronte oppure sosta davanti alle

foto dei caduti che compaiono sulle mura esterne del monastero dorato di

San Michele a Kiev. «Non possiamo rassegnarci all’idea che sull’Ucraina

incomba lo spettro della Siria. Allora dico che occorre la pace subito». E

cita un’espressione del presidente francese Emmanuel Macron al Meeting

di Sant’Egidio dello scorso ottobre a Roma: «C’è bisogno di una pace

pura». Poi aggiunge: «Grazie al cielo abbiamo la voce del Papa che ci

ricorda l’urgenza della pace. Ormai, però, è una voce unica nel

panorama internazionale. Perché i politici ritengono che la parola “pace”

sia unicamente sinonimo di cedimento ai russi». Una voce scomoda e

inascoltata, almeno finora. «Durante le due guerre mondiali – osserva lo

storico – i Papi sono sempre stati invisi alle diverse parti in campo. Infatti

chi parla di pace è impopolare mentre domina il fragore delle armi. Ma la

storia ricorderà il nome papa Francesco, come ricordiamo quello di

Benedetto XV con il suo monito contro l’“inutile strage” nel corso

della Grande guerra. La Chiesa, forte della sua esperienza in umanità,

come diceva Paolo VI, sa che la guerra è un male assoluto e rappresenta

un’avventura senza ritorno. Qualche volta il Papa lo comprende meglio

delle stesse Chiese locali che possono essere travolte dal nazionalismo,

com’è plausibile che avvenga. Inoltre Francesco ci propone di cambiare

punto di vista sul conflitto ucraino, invitandoci a guardarlo non in modo

polarizzato ma a partire dalle sofferenze della gente e andando oltre il

contingente. Così interroga ciascuno di noi: qual è il futuro? Ancora

guerra?».

Di G. Gambassi, da Avvenire del 28/04/2023

La traccia

Parrocchia di San Giacomo Apostolo

14 maggio 2023 n. 20

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SINTONIZZARSI CON DIO

E’ lo Spirito Santo, il Paràclito, a guidare i discepoli e la Chiesa intera. I

discepoli annunciavano il Cristo, imponevano le mani ai pagani convertiti,

e quelli ricevevano lo Spirito Santo. Pietro nella seconda lettura indica le

modalità dell’annuncio cristiano: dolcezza, rispetto, con retta coscienza.

Soffrire operando il bene piuttosto che facendo il male, questa è la volontà

di Dio. Nel vangelo, Gesù continua a rassicurare i suoi nel discorso di

addio. Li rassicura che non rimarranno orfani, ma che una volta ricevuto lo

Spirito Santo questi rimarrà con loro per sempre, anzi, sarà dentro di loro.

Non un’aggiunta, ma una essenza che definisce il discepolo. Il mondo

distratto e indifferente non lo vede e non lo conosce.

Il “Paràclito”, è il nome dato dall’evangelista Giovanni allo Spirito Santo

dopo la Pasqua. Questi ha la funzione di insegnare. Nel tempo della

Chiesa, Egli rende presente l’Assente, assumendo le funzioni svolte da

Gesù prima della Pasqua. Paràclito letteralmente significa “chiamato

vicino”, da cui l’equivalente latino ad-vocatus, cioè “avvocato”, inteso

come difensore o soccorritore e, per estensione, “consolatore”. Il contesto

in cui si usa questo termine nei testi profani è quello del processo, e indica

“colui che sta al lato dell’accusato” per difenderlo. Il primo “paràclito” è

Gesù stesso, perciò nel testo lo Spirito è appellato con “altro” paràclito. Il

significato è chiaro: Dio c’è sempre. Da parte nostra bisogna attivare la

connessione proprio come si fa quando bisogna collegare un dispositivo

alla rete dati. Disponibilità ad aprire la connessione del proprio cuore per

sintonizzarsi con Dio. Questa predisposizione personale è lo Spirito di Dio

che già abita in me. Dio Spirito mi mette in comunicazione con il mondo

di Dio, Padre e Figlio, affinchè io possa vivere della vita stessa di Dio. Il

mondo non riesce a collegarsi perché gli manca la password: la fede in

Gesù. C’è un esercizio che ci può aiutare ad entrare in connessione con il

divino: la preghiera. Quando ci concentriamo nel cuore, portando


consapevolmente la nostra attenzione al centro del petto, siamo in grado di

influenzare l’attività cerebrale, rendendo l’energia del cuore dominante

rispetto al cervello stesso. Quando la mente è calma, rilassata, libera da

pensieri e riusciamo a percepire l’energia che si sprigiona dal nostro cuore

– ossia l’Amore di Dio -, ci apriamo all’azione di Dio e ad una visione più

profonda, sia del mondo che di noi stessi.

Sabato 13

B.V. Maria di Fatima

Domenica 14

VI^ di Pasqua

S. Mattia

SANTE MESSE DAL 13 AL 21 MAGGIO 2023

19.00 Def.to Canal Franco

8.30

10.30

Lunedì 15 17.00

Martedì 16 17.00

Mercoledì 17 17.00

Giovedì 18

S. Giovanni I

17.00

Def.ta Rizzo Caterina

Def.to Dal Bo’ Domenico, ann.

Celebrazione della Prima Comunione

Venerdì 19 17.00 Def.ti Famiglie Spinazzè Cecchin

Sabato 20

S. Bernardino da

Siena

Domenica 21

Ascensione del

Signore

19.00 Def.ti Famiglia Dan Giorgio

Def.to Da Dalt Mauro

Def.ta Fava Luigia

8.30

10.30

Def.ti Dal Tio Giuseppe e Manuela

Def.ti Zambon Angelo, Ernesto e Augusta

Chiusura anno catechistico

Domenica 21 maggio 2023 : Ascensione del Signore

I^ lettura: At 1,1-11 Salmo: 46

II^ Lettura: Ef 1,17-23 Vangelo: Mt 28,16-20

AVVISI SETTIMANALI

Lunedì 15 – ore 20.30 in oratorio incontro Commissione liturgia foraniale

Martedì 16 – ore 20.00 incontro catechiste delle medie

Mercoledì 17 – ore 20.30 incontro Genitori e Padrini dei Cresimandi in

oratorio

Giovedì 18 – dalle 16 alle 17 in chiesa Adorazione e preghiera per le

vocazioni

Sabato 20 – alle ore 16.00 in Cattedrale ordinazione presbiterale di due

diaconi: don Marco Gaiotti e don Gabriele Pancotto

Continua la recita del Rosario per il mese di maggio in chiesa ogni sera alle ore

16.20, cui segue la Santa Messa alle ore 17.00

Volevamo poi chiedere a Tutti un momento di “evangelizzazione”: portare il

foglietto “La Traccia” alle persone vicine di casa per renderle partecipi della vita

della parrocchia.

OFFERTE DELLA SETTIMANA

Offerte San Fermo, aprile, € 45,27;in memoria di Dal Gobbo Giacomo,

dalla Famiglia € 100; per comunione € 20.

Il parroco e la comunità intera ringraziano di cuore tutti coloro che danno

generosamente per le necessità urgenti della parrocchia.

“AIUTI SI’, MA PER LA RESISTENZA UMANA

«La prospettiva di un cessate il fuoco non è lontana, è

lontanissima». Andrea Riccardi visita l’«Ucraina ferita», come la

definisce, e tocca con mano la resistenza di un popolo. «Una resistenza

umana intensissima», sottolinea il fondatore della Comunità di

Sant’Egidio, che però sembra non imporsi sulla scena mondiale come

quella bellica, ben più amplificata. «In Occidente si investe molto sulle

armi – racconta da Kiev –. Ma c’è un preoccupante disequilibrio fra

l’investimento militare e quello negoziale. Se non si promuove la

diplomazia, che è ricerca di una soluzione contro ogni speranza di incontro

e dialogo, quale sarà lo sbocco? L’era della globalizzazione ci mostra come

ormai le guerre non si concludano, ma si eternizzino. Ed è un dramma.

L’Ucraina corre il rischio di dover convivere con un focolaio, che in realtà

è un incendio, per anni e anni. Se il prossimo mese sarà come quello

passato, perché non pensare che il prossimo anno sarà uguale a quello

appena trascorso?».

Da sabato a oggi Riccardi incontra la rete di Sant’Egidio alla prese

con un «impegno solidale che è uno degli sforzi maggiori fatti dalla

Comunità nella sua storia», spiega. E fa tappa nei luoghi dell’orrore e

della speranza del Paese aggredito: dall’hub degli aiuti a Leopoli che


Sant’Egidio anima ed è un riferimento per i profughi, alle cittadine di

Bucha e Irpin, simboli del male e della distruzione intorno alla capitale con

le loro fosse comuni e le case che ancora portano i segni dei

bombardamenti. A Kiev l’ex ministro si ferma nella sede dei “Giovani per

la pace” colpita dai frammenti di un missile nel marzo di un anno fa,

durante i giorni dell’assedio della metropoli. E poi fra gli anziani accanto a

cui operano i volontari della Comunità. «Accade che le persone che sono

state aiutate abbiano chiesto a loro volta di aiutare – riflette –. Il popolo

ucraino ci racconta con i suoi gesti che cos’è davvero lo spirito di

condivisione. È un popolo che soffre ma sa rimboccarsi le maniche. E la

reputo una risposta al nostro vittimismo occidentale».

È un viaggio personale quello del fondatore di Sant’Egidio. Fra la

gente sulle cui spalle «grava tutto il peso della guerra», afferma. Nelle

sue giornate a Kiev incontra gli sfollati di Mariupol o Kharkiv, la prima nei

territori occupati dall’esercito di Mosca, la seconda a cinquanta chilometri

dal confine russo che continua a essere un bersaglio costante dei razzi

targati Cremlino.

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