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dal 2022 una piccola voce della Vallée!
Direttore Responsabile: Marta Calcagno
Dal 2022 anche
“l’inchiostro fresco”
della Val d’Aosta…
dal 1985... la voce di Rondinaria e dell'Oltregiogo
www.inchiostrofresco.it - redazione@inchiostrofresco.it
Distribuito gratuitamente
ANNO XXXVIII / N. 10 - OTTOBRE 2023
Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz)
...una piccola voce della Vallée!
Valle scrivia: l’antico
acquedotto romano
Il borgo di Millesimo, tra più
belli d’Italia, ha spalancato le
sue porte alla XXXI “Festa
nazionale Tartufo della Val Bormida”
con il taglio ufficiale del
nastro che è avvenuto sabato 30
settembre alla presenza, oltre che
del sindaco Aldo Picalli, del vice
presidente della Regione Liguria
Alessandro Piana, del segretario
di Anci Liguria Pierluigi Vinai,
del prefetto di Savona Enrico
Gullotti e dell’ambasciatore d’Italia
a nel Principato di Monaco
Noi tutti gli anni, come
giornale, ci siamo sempre
Andrea Macciò - pag. 2 Marta Calcagno - pag. 2
La Redazione - pag. 3
Giulio Alaimo.
Fino a domenica 1° ottobre il centro
storico, le antiche vie e le piazze
si sono trasformate in un vero
e proprio mercato a cielo aperto,
dove il protagonista indiscusso è
stato il prezioso fungo ipogeo, declinato
in tutte le sue sfumature,
dalla ricerca e cavatura all’utilizzo
in cucina.
A Giuseppe Cavo Dragone
la “torre d’oro”
TEMPO DI SAGRE:
IL TARTUFO “RE” A MILLESIMO
Conclusa la XXXI edizione della Festa Nazionale del
Tartufo. Inaugurata il 30 settembre sino al 1° ottobre, il
borgo di Millesimo è stata la capitale del buongusto. Assieme
ai tartufai della nostra zona, era presente il nostro inviato,
Giacomo Piombo
Un’edizione che ha visto la sua
“domus aurea” all’interno del Palatartufo,
posizionato non a caso
nella centralissima Piazza Italia e
dove è stato possibile ammirare,
annusare e acquistare i “diamanti
grezzi” del territorio.
Accanto a ciò, sotto la tensostruttura,
è stato possibile ascoltare le
storie dei tartufai e le prodezze
dei loro inseparabili cani, conoscere
ricette, metodi di conservazione
e di preparazione, frutto
di anni di esperienza nei boschi a
contatto con la terra. Nell’attigua
occupati di questo avvenimento
ormai diventato un appuntamento
fisso per tutta la Valle
Scrivia e il genovesato, ed ecco
tartufaia, riprodotta fedelmente,
era anche possibile assistere a
vere e proprie simulazioni di ricerca
e cavatura.
Il Mercato enogastronomico, allestito
in piazza Italia e nelle vie
A BUSALLA LA SAGRA DELLE TROFIE DI CASTAGNE
Grande successo, domenica 15 ottobre il classico appuntamento organizzato dalla Pro Loco
alcune foto di questo evento, targato
2023!
GBC
ASD SCUDERIA
LA BELLARIA
ASD SCUDERIA
LA BELLARIA
tel. 320 43 67 088
I “Sabati
Culturali”
del
Maglietto
attigue, ha visto quest’anno una
presenza record con una settantina
di espositori provenienti da
tutta Italia: oltre che dalla Liguria,
dal Piemonte, dalla Lombardia,
dell’Emilia Romagna, dall’Umbria,
dalla Toscana, dalle Marche
e dalla Puglia.
Millesimo: un’esplosione di gusti,
colori e profumi che ha reso
questo antico borgo un luogo
unico di incontro, di scambio e di
condivisione capace di appagare
tutti i sensi. E a questo proposito,
ricchissima è stata anche la “strada”
del food con una ventina di
esercizi che hanno proposto “cibo
da passeggio” con un ventaglio di
proposte per tutti i palati.
L’offerta gastronomica sarà arricchita
dai ristoranti, dai commercianti
del Borgo e dalla Pro loco
che hanno preparato un menù
rigorosamente a tema!
Le Foibe:
un dramma collettivo
Giacomo Piombo
Si ringrazia l’Ufficio stampa del
Comune di Millesimo per la gentile
collaborazione
Gian Battista Cassulo - pag. 4
L’editoriale
di Marta
Calcagno
Con la ripresa autunnale,
che già per noi era partita
lo scorso 1° settembre, anche
se, a dire la verità, non ci eravamo
mai fermati, ci ritroviamo
di nuovo con la “penna in
mano” a raccontarvi quello
che sta accadendo qui nell’Oltregiogo,
mentre purtroppo ci
giungono dal mondo notizie
sempre più tragiche. Il mondo
sta impazzendo? Non saprei
cosa rispondere, perché
la confusione è molta e sinceramente
farei fatica a capire
chi ci sia veramente dietro
questi fatti destabilizzanti che
accendono qua e là conflitti
regionali che potrebbero con
un nonnulla trasformarsi in
globali.
Per quanto mi concerne, anche
come insegnante di materie
storiche e letterarie, posso
tranquillamente affermare
che con le armi non si risolve
alcuna diatriba internazionale
perché, come appunto la storia
ci insegna, da guerra nasce
guerra.
A mio parere solo con l’applicazione
delle norme del
diritto internazionale e con
l’apertura di un fronte diplomatico
basato su accordi tra
pari e non su patti predatori,
si potrà risolvere questa complicata
stagione che stiamo
vivendo.
E questo è necessario a tutti,
anche a chi, come noi, fortunatamente
non ha il rumore
delle armi in casa.
Continua a pag 2
2
l’inchiostro fresco
Ottobre 2023
Storia, Arte e Cultura
VALLE SCRIVIA: L’ANTICO ACQUEDOTTO ROMANO
Dalla Galleria ferroviaria Borlasca sulla “Succursale dei Giovi” partiva un acquedotto, oggi non più utilizzato, che alimentava lo
scalo ferroviario di San Bovo, ma già gli Antichi Romani usavano quelle sorgenti
Gli antichi romani costruivano le cose per farle durare
e trasmettere nei secoli la grandezza di Roma. Sui loro
ponti, sulle loro strade ancora oggi noi uomini moderni
ci passiamo e anche molte loro opere idrauliche sono
ancora oggi di esempio ai nostri ingegneri. Il nostro Andrea
Macciò ci presenta qui di seguito la recensione
di un prezioso studio su un antico acquedotto romano
e coglie l’occasione, ripercorrendo il suo tracciato, di
mettere in evidenza luoghi di interesse artistico e culturale sparsi sul tratto appenninico tra Isola
del Cantone e Serravalle Scrivia con punto focale nell’antica Libarna - Gian Battista Cassulo
Con l’acquedotto Pietrabissara-Libarna,
dal percorso
complessivo di circa 9
km, per la prima volta gli ingegneri
romani approdarono in Valle
Scrivia per costruire una grande
struttura di regimazione delle acque
sfruttando quanto offerto dal
territorio, per assicurare l’approvvigionamento
a una città di oltre 6
mila abitanti con terme, porta urbica
e anfiteatro: l’antica Libarna.
Nel prezioso studio “Il sistema
idraulico di Libarna e il suo acquedotto”
realizzato con il patrocinio
del comune di Arquata
Scrivia, Paolo de Virgo, Sergio
Pedemonte e Marco Tremari,
provano a ricostruire il percorso
dell’acquedotto, unendo la consultazione
delle fonti storiche (il
primo studio in merito è di Giuseppe
Antonio Bottazzi nel 1815)
e ricerche sul campo eseguite appositamente
per l’opera. Lo scopo
è la ricostruzione del percorso
dell’acquedotto e le sue caratteristiche
tecniche.
Quello che appare certo è la
partenza dell’opera idraulica da
Pietrabissara, alimentata dal
Rio Borlasca, e l’arrivo appunto
nell’antica Libarna, della quale
oggi resta una suggestiva area archeologica
non valorizzata a sufficienza
e reperti museali conservati
presso il Comune di Serravalle
Scrivia.
A Pietrabissara ci sarebbero stati
un bacino artificiale, una piscina
limaria, le porte e un canale. L’acquedotto
sarebbe poi proseguito
alternando canali, gallerie, piccoli
ponti, per poi concludersi su archi
presso il “castellum” l’antico
abitato di Libarna. Nel corso del
suo viaggio, l’acqua nata dal Rio
Borlasca e che doveva assicurare
l’approvvigionamento pubblico
alla città beneficiava dell’apporto
di altri ruscelli come il Rio Lavandaia
e dei canali di raccolta
dell’acqua piovana.
Libarna oggi esiste ancora, ma
l’antica città romana si è trasformata
in un’anonima frazione di
Serravalle lungo la strada provinciale:
per chi non la conosce, è
molto difficile intuire la sua storia.
Se la distanza in linea retta tra
Pietrabissara e Libarna oggi è di 6
km, secondo le ricostruzioni degli
autori del libro il tracciato dell’acquedotto
era di 9 km, e seguiva il
percorso delle montagne dietro
Arquata Scrivia, senza lunghi tratti
sospesi.
Secondo la ricostruzione degli autori,
l’acquedotto lungo appunto
9000 metri aveva una pendenza
media di 0,6%, un dislivello di
54 metri e una portata di 288:576
mc/ora. Altri reperti sono stati
“scoperti” con i lavori per la costruzione
del Terzo Valico tra Le
Vaie e Moriassi, e sono attualmente
interrati.
Secondo gli autori, per la costruzione
dell’acquedotto è stata usata
prevalentemente l’arenaria
di Serravalle, prevalente anche
nell’abitato di Libarna, arenaria
giallastra a grana grossolona molto
porosa, quella di Monastero
(affiorante tra Grondona, Monastero
e Molo Borbera), ciottoli calcarei
e sabbia dello Scrivia, argilla
e forse i calcari di Voltaggio.
Un’altra certezza è che il tracciato
terminava a Libarna, confluendo
nel Rio della Pieve o nello stesso
Scrivia: gli autori escludono una
possibile intersezione con un altro
acquedotto romano, quello tra
Villavernia e Tortona.
Andrea Macciò
A GIUSEPPE CAVO DRAGONE LA “TORRE D’ORO”
Nella suggestiva cornice del rinnovato teatro “Romualdo Marengo”, sabato 7 ottobre 2023, alle ore 10,30 si è svolta la cerimonia di
consegna del prestigioso riconoscimento ideato nel 1985 dal Centro Studi “In Novitate”.
Il Teatro “Romualdo Marengo”
di Novi Ligure (Al)
ha ospitato sabato 7 ottobre
2023 una cerimonia d’eccezione:
la consegna del Premio Torre
d’Oro 2023 all’Ammiraglio Giuseppe
Cavo Dragone, Capo di
Stato Maggiore della Difesa, che
al termine di questo su alto incarico
andrà a ricoprire un altrettanto
prestigiosa carica: quella di
Presidente del Comando Militare
Nato.
Presente in sala il pubblico delle
grandi occasioni, a fare gli onori
di casa è stato il Dott. Renzo Piccini,
presidente del Centro Studi
“In Novitate”, il quale, dopo
il saluto del Sindaco della città,
Rocchino Muliere, ha consegnato
all’Ammiraglio Giuseppe Cavo
Dragone l’ambito riconoscimento.
La mattinata, coordinata dalla
Prof.ssa Maria Angela Soatto, ha
visto gli interventi dell’Arch. Daniela
Barbieri, del dott. Fabrizio
Scarsi e dell’Ing. Gianni Castellani.
Dopo la proiezione di un filmato
che ha brevemente illustrato il
ruolo delle nostre Forze Armate
nel nuovo contesto internazionale,
l’Ammiraglio Giuseppe Cavo
Dragone ha tenuto una lectio magistralis
inerente la figura del leader
nel mondo contemporaneo.
Al termine di questo suo applauditissimo
intervento, la consegna
del Premio, tra la soddisfazione
generale, palpabile soprattutto tra
gli ex studenti del liceo cittadino,
Andrea Doria, presenti in sala
per salutare il loro compagno di
studi.
L’appuntamento con il Premio
Torre d’Oro è diventato ormai
una tradizione cittadina irrinunciabile
ed è giunto quest’anno
alla sua 38° edizione in quanto,
ricordiamolo, fu istituita nel 1985
dall’indimenticabile
Egidio Mascherini,
che in
quello stesso anno
fondò anche il
Centro Studi “In
Novitate”, andando
ad arricchire il
patrimonio culturale
della città di Novi Ligure e
del novese.
Per noi de “l’inchiostro fresco”
il riconoscimento dato questa
mattina all’Ammiraglio Giuseppe
Cavo Dragone, ci riempie di
grande soddisfazione, perché
conosciamo personalmente l’Ammiraglio
sin dagli anni della sua
gioventù e perché abbiamo avuto
l’onore, nel 2008, di ospitarlo
nella nostra redazione di Capriata
d’Orba (Al) per intervistarlo
quando ancora comandava la
nave scuola “Amerigo Vespucci”!
Marta Calcagno
Nella foto scattata da Fausto
Mogni, la consegna della “Torre
d’Oro” all’Ammiraglio Giuseppe
Cavo Dragone. Nell’alta foto,
sempre scattata da Mogni, il Teatro
Romualdo Marenco gremito
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Politica e attualità
l’inchiostro fresco
Ottobre 2023
3
ALESSIA COTTA
RAMUSINO E IL SUO
NUOVO LIBRO
È
in edicola il nuovo libro di
Alessia Cotta Ramusino
“100 donne vestite di rosso”
uscito a Genova per i tipi della
Erga, sul quale il nostro Andrea
Macciò ha preparato un’interessantissima
recensione con intervista
all’autrice, che nelle sue pagine
tratta il drammatico quanto
attuale tema della violenza sulle
donne. Un libro che vi consigliamo
caldamente di leggere!
Marta Calcagno
Da giovane Cerrato si è
fatto le ossa nella redazione
della Gazzetta del
Popolo e ricorda proprio quando
nel 1977 di aver passato la notizia
della morte di Emilia Cardona di
Costigliole d’Asti dov’era nata nel
dicembre 1899. A mezzo secolo
dalla sua scomparsa il pubblico
è incuriosito e stimolato a ricostruire
la figura inedita di Emilia
Cardona, Milli, la semi-sconosciuta
giornalista
protagonista
per mezzo
secolo delle
cronache artistiche
tra Francia
e Italia.
Cerrato fa finalmente
conoscere
questa giornalista
destinata a diventare una protagonista
del ‘900, che pubblica
il suo primo libro a 21 anni e a
29 anni sposa il pittore Giovanni
Boldini. Nel libro si parla della
sua vita, dedicata alla scrittura,
Sabato 30 settembre 2023 al
Liceo “Leonardo da Vinci” di
Milano era in corso una festa
autogestita, organizzata dagli studenti
dell’Istituto stesso per salutare
l’inizio del nuovo anno scolastico.
Erano circa 2 mila i ragazzi e
ragazze presenti, quando un gruppo
di incappucciati, sembra provenienti
dalla periferia della città, ha
fatto irruzione nei locali spargendo
gas al peperoncino e provocando
un fuggi, fuggi generale.
Cose del genere erano già accadute
negli anni precedenti e in un caso
un ragazzo era rimasto anche sfre-
I “SABATI CULTURALI”
DEL MAGLIETTO
Proseguono al Maglietto, “Museo dell’Apicoltura” i “sabati
culturali” con la presentazione di opere editoriali su argomenti
regionali. Sabato 28 ottobre alle ore 16,30 si è svolto un incontro con
Carlo Cerrato che ha presentato il suo libro “Milli, Una Donna”.
RISSE TRA GIOVANI: UN FENOMENO
SOCIALE DA NON SOTTOVALUTARE
Sempre più spesso stiamo assistendo a scontri tra giovanissimi e stiamo vedendo che
aumentano le incursioni violente ad opera di gruppi organizzati
alla pittura e alla valorizzazione
delle opere del marito. L’autore è
andato a fondo per far emergere
la sua figura nell’ambito della
storia del territorio, ma anche un
contributo alla lotta contro gli
stereotipi: Emilia non era solo la
moglie di un celebre pittore ma
anche una giornalista e scrittrice
informata. Carlo Cerrato parla
di Emilia e del suo paese dopo
aver lavorato per tanti anni come
caposervizio e caporedattore alla
redazione del TG3 di Torino per
il Piemonte, la Liguria e Val d’Aosta
pubblicando numerosi libri di
cui questo è l’ultima felice fatica.
La presentazione è stata introdotta
e moderata dal giornalista
Piercarlo Guglielmero.
La redazione
giato per sempre dal vetro di una
bottiglia rotta.
Sono violenze di ordinario disagio
sociale urbano che non dovrebbero
essere sottostimati dalle
Autorità e prese in considerazione
dai sociologi, perché anche qui da
noi, tra poco - anzi già ci siamo - ci
sarà la famosa “terza generazione”
a scendere in campo, cercando
in tutti i modi di far sentire la sua
esclusione sociale, così come ormai
sta già accadendo nella vicina Francia
e in Inghilterra.
E se non si interviene per tempo
con adeguate politiche sociali e con
una migliore pianificazione urbanistica
del territorio, nel prossimo
2024 ne vedremo delle belle, o meglio
“delle brutte”!
Il sindaco di Milano, Giuseppe
Sala, dovrebbe muoversi per
tempo, perché la sua città, che già
presenta aspetti preoccupanti per
quanto concerne l’ordine pubblico,
potrebbe diventare una vera e propria
polveriera.
Ieri sera, dopo aver sentito le notizie
al TG, ho pubblicato una foto di
come i giovani negli anni Ottanta,
quando pure ormai le discoteche
imperavano, dopo avere disarcionato
le vecchie balere come la
“Buca di Bacco” di Vignole Borbera
o il “Lido di Predosa” o i locali
del tipo “al bar del Giambellino”
del mitico “Cerutti Gino”, si divertivano.
Bicchieri di plastica in mano, un
po’ di vino, una chitarra, cori e
tanta allegria, e questa foto, immagine
sociologicamente simbolo,
mi sembra si accompagni bene a
questo articolo che sto scrivendo
ora, sul caso di cronaca relativo
alla festa al “Leonardo da Vinci”
di Milano.
Sui giornali, e men che meno
sull’online, speravo di vedere una
successiva riflessione e invece nulla:
la notizia, ad esempio su “Il Secolo
XIX”, che pure è il giornale di
una città molto esposta al degrado
sociale, non nemmeno apparsa e
non appare nessun altro approfondimento
sui giovani e sui loro rapporti
con la famiglia, se non quello
sulla famosa “pèsca” dello spot televisivo,
su come si scrive correttamente
il nome del frutto e sui suoi
contenuti a proposito di genitori
separati con i figli in mezzo a fare
da pacieri!
Eppure sul caso di Milano sarebbe
da interrogarci anche perché contiene
risvolti di “odio sociale” che
dovrebbe fare riflettere le Autorità
in merito!
Certo è, che rivedendo questa mia
foto degli anni Ottanta con i miei
amici, durante una festa di fine
estate, nella mia casa di campagna
a Capriata d’Orba, mi viene da
pensare che a quei tempi eravamo
felici, ma non sapevamo, visto
come stanno andando le cose oggi,
di esserlo così tanto!
UN RICORDO DELLA
“BUCA DI BACCO”
Gian Battista Cassulo
Il 4 ottobre 2021 pubblicammo, a firma di Andrea Macciò,
un articolo sui luoghi storici di Vignole Borbera, e tra questi
il nostro Andrea Macciò parlò anche della mitica “Buca di
Bacco” luogo di ritrovo dei giovani e dei gaudenti dell’epoca,
dove si ballava, ci si conosceva, magari attorno ad un buon
bicchiere di vino!
“
Uscendo dal casello di
Vignole o arrivando in treno da
Arquata Scrivia si incontra prima
l’antica fabbrica degli amaretti
Vignole e poi l’ex “Buca di
Bacco”. Antica residenza patrizia
della famiglia Merega, trasformata
poi in casa d’appuntamenti
prima e poi nel ristorante
e balera del signor Pesciallo. L’edificio
storico fu demolito negli
anni Novanta per far posto a un
complesso residenziale e commerciale.
Dalla “buca” si prende
l’arteria principale, Via Roma,
che conduce nella piazza principale,
Piazza Figini dove si trova
il Municipio e la Chiesa di San
Lorenzo. La piazza, dove sorge
anche il Monumento ai Caduti,
un tempo era la dimora del patrizio
genovese Belluné.”
Andrea Macciò
4
l’inchiostro fresco
Ottobre 2023
NOTIZIE DAL MONDO DEI GIORNALI: SU “IL SECOLO XIX”
È TORNATA LA PUBBLICITÀ
Oggi per me è stata una bella giornata perché sfogliando “Il Secolo XIX” ho avuto la bella sorpresa di vederlo nuovamente pieno di
pubblicità.
Quando su un giornale vi
sono molte inserzioni
commerciali significa infatti
che il giornale, non solo gode
buona salute economica, ma è soprattutto
apprezzato dalla gente,
perché nessuno spenderebbe un
euro per pagare uno spazio pubblicitario
su un giornale che nessuno
legge. La pubblicità, come
recita anche uno slogan è progresso,
ma io direi anche libertà
di opinione, perché mette il giornale
al riparo da ogni indebita
pressione. Se un giornale infatti
lega la sua testata ad un partito
politico o, peggio, ad un gruppo
di potere, fa presto a “perdere la
faccia”, perché i lettori se ne accorgono
e, giustamente, gli voltano
le spalle.
Ben venga dunque la pubblicità
sui giornali che però, con l’ausilio
di una buona grafica e di una
oculata impaginazione, devono
farla equilibratamente convivere
con la cronaca, i redazionali
e i reportage. E a proposito di
impaginazione, oggi ho avuto
anche la bella sorpresa di vedere
nella prima pagina del Secolo,
anche una colonnina con le anticipazioni
sui principali articoli
contenuti nelle pagine interne!!!
E già perché per rendere leggibile
un giornale, non basta la
buona penna dei giornalisti, ma
anche una bella impaginazione,
l’accostamento dei contenuti, le
foto, la grandezza dei caratteri e,
soprattutto, i titoli e gli “occhielli”
e i “catenacci”, ovvero i sovra
e sotto titoli! Un giornale per antonomasia
è un lavoro di gruppo
dove le singole individualità si
mischiano, e se questa mescolanza
non è dosata a dovere, il
giornale alla fine se lo legge solo
chi lo stampa!!!!
Gian Battista Cassulo
Le “Pagine Promozionali”
di Publirama
In anteprima pubblichiamo la prefazione a firma di Anna Pernecco al libro di Gian Battista Cassulo
contenete la raccolta delle principali “pagine promozionali” organizzate da Cassulo stesso su “Il Secolo XIX”
quando, a fine anni Ottanta, inizio anni Novanta, era Agente monomandatario della Publirama, l’agenzia per la
raccolta pubblicitaria sul quotidiano ligure.
La passione per la carta stampata
guida la creazione di
queste pagine. E la carta stampata
non è altro che un mezzo,
che Cassulo riesce a far fruttare
nelle pagine promozionali, inizialmente
dedicate alle iniziative
locali.
Le pagine pubblicistiche qui
sono vere e proprie vetrine per
grandi e piccole iniziative, che
nell’immediato sono utili fonti
di informazioni, mentre viste a
distanza di tempo fotografano
la realtà
del passato. Per citare il sottotitolo,
decisamente importante, la
pubblicità è l’anima di un territorio
intero e dei suoi abitanti, e
ciò viene curato con attenzione
da Cassulo nella raccolta.
È lui, infatti, che ha saputo far
fruttare uno spazio
giornalistico inizialmente
difficile, dedicandolo
a persone e associazioni
e donandolo così, in un certo
senso, alla collettività.
Questo libro è, dunque, un album
di facciate di giornale, che
apre piccoli scorci sul passato del
nostro territorio tramite
tali pagine di
pubblicità. Ogni capitolo si concentra
su una tematica e viene
presentato da poche righe che
permettono a Cassulo di introdurre
gli articoli in seguito
riportati allo studio del lettore.
In particolare è da segnalare l’attenzione
dell’autore per i luoghi,
visti come sfondo per le attività
della gente, che riesce così a
valorizzarli e a mostrarli al
massimo delle loro potenzialità.
Centro per eccellenza è Novi
Ligure, ma sia l’Alto Monferrato
e la parte Oltre Appennino
del genovesato vengono citati e
pubblicizzati tramite i suoi monumenti,
i suoi elementi naturali
e le sue tradizioni. Non si può
negare che passando brevemente
in rassegna i vari articoli venga
subito voglia di visitare questo
territorio, storicamente noto
come l’Oltregiogo genovese, e di
partecipare attivamente alla sua
crescita, anche in un’epoca in
cui la realtà locale viene un po’
lasciata da parte.
A cosa serve, in conclusione,
quest’opera? E a chi vuole rivolgersi?
Come già anticipato, queste
pagine sono come un vero e
proprio album di fotografie, che
alle persone più anziane permette
di riconoscere tempi, luoghi
ed eventi della propria vita: è
la piccola realtà che entra nella
storia.
Ma Cassulo non vuole solamente
guardare indietro: il futuro del
territorio è tutto da scrivere e
deve essere fatto anche guardando
a tutte le attività e le iniziative
che lo hanno reso grande nel
passato.
Anna Pernecco*
Anna Pernecco si è laureata in
“Lettere classiche” presso l’Università
degli Studi di Genova ed
sta intraprendendo la carriera di
giornalista