La macchina volante
Quando il suo amico, Mr Chen, viene assassinato, Athan Wilde deve impedire che la macchina volante che stavano costruendo finisca nelle mani sbagliate. Ma tenere al sicuro l’invenzione espone la sua famiglia a un enorme pericolo. Athan si trova di fronte a una scelta terribile: riuscire a volare o salvare i suoi cari? Cosa deciderà di fare? Un giallo avvincente dalla penna di una grande narratrice, con due protagonisti che si rivelano ben presto due piccoli, coraggiosi eroi...
Quando il suo amico, Mr Chen, viene assassinato, Athan Wilde deve impedire che la macchina volante che stavano costruendo finisca nelle mani sbagliate. Ma tenere al sicuro l’invenzione espone la sua famiglia a un enorme pericolo. Athan si trova di fronte a una scelta terribile: riuscire a volare o salvare i suoi cari? Cosa deciderà di fare?
Un giallo avvincente dalla penna di una grande narratrice, con due protagonisti che si rivelano ben presto due piccoli, coraggiosi eroi...
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il SEGRETO<br />
della<br />
MACCHINA<br />
VOLANTE
il SEGRETO<br />
della<br />
MACCHINA<br />
VOLANTE
A Rosa, Ru e Ian, che hanno vissuto<br />
ogni secondo di questo viaggio.<br />
© 2019 by Nosy Crow Ltd<br />
© 2023 by<br />
è un marchio<br />
Via Jucker, 28 - Legnano (MI) - Italia<br />
© 2019 Fleur Hitchcock, per i testi<br />
© 2019 Ben Mantle per l’illustrazione di copertina<br />
e l’illustrazione di inizio capitoli<br />
Titolo originale: The Boy Who Flew<br />
Traduzione dall'inglese di Silvia Carli<br />
Tutti i diritti sono riservati - Stampato in Turchia
Prologo<br />
Potrebbe essere già successo. O magari sta succedendo<br />
ora, da qualche parte, in un universo parallelo.<br />
Immagina di volteggiare sopra una città.<br />
Una città nuova e dorata, dal profilo nitido,<br />
che si eleva ardita verso il cielo<br />
dalle sue luride radici. Che pullula di gente e di luci e di ratti<br />
e di vita e di morte.<br />
Che brulica, respira. Cresce e si ritira.<br />
Ma non tutta la città è nuova.<br />
Concentrati su una casa stretta.
Un drago di giada si avviluppa intorno al candeliere,<br />
una lampada dal paralume rosso risplende in salotto,<br />
ma in cantina brilla una luce intensa.<br />
Guarda meglio. Fai il giro finché non sei sopra al cortile<br />
e puoi vedere dentro.<br />
Non è tutto buio; nella cucina le lanterne sono accese.<br />
Punta il cannocchiale oltre i vetri della piccola finestra.<br />
È lì che mi troverai.<br />
ATHAN WILDE
Capitolo 1<br />
BANG!<br />
Il melograno esplode come una supergigante rossa<br />
e il succo cola giù dai muri, scivola sopra ai grumi di<br />
intonaco e si raccoglie ai miei piedi sul pavimento di<br />
pietra.<br />
«Ah!» esclama Mr Chen al mio fianco. «Ah!» E<br />
improvvisa un balletto.<br />
«Questa», dico, raccogliendo un dischetto da terra e<br />
leccandomi via il succo sulle dita, «è magia, pura magia!<br />
Mai vista una cosa del genere».<br />
Don!<br />
Don!<br />
5
Don!<br />
Don!<br />
L’orologio della chiesa in fondo alla schiera dei<br />
palazzi suona la mezzanotte; le campane rintoccano e<br />
scuotono i muri della vecchia casa.<br />
Riprendendo fiato, e improvvisamente serio, Mr<br />
Chen si china in avanti e ispeziona il motore che ha<br />
sparato il disco nel cuore del melograno. «Nessuna<br />
magia, caro Athan, nessuna magia. Niente abracadabra<br />
né polverine magiche di sorta. È stata opera dell’uomo.<br />
Siamo stati noi». Si picchietta sui lucidi capelli bianchi.<br />
«Con i nostri cervelli ingegnosi».<br />
«Il suo più del mio», dico mentre prendo uno straccio<br />
per asciugare il succo per terra. «Lei è un genio, Mr<br />
Chen».<br />
Spostandosi in silenzio al mio fianco, Mr Chen<br />
chiude delicatamente la sua mano morbida sulla mia.<br />
«No, caro Athan, non lo sono, e non potrei farcela senza<br />
di te. Senza le tue idee. <strong>La</strong> tua abilità. Sei bravo quanto<br />
me, a tuo modo». Mi stringe il braccio. «Guarda quanta<br />
strada abbiamo fatto negli ultimi sei mesi». Si volta e fa<br />
un cenno ai congegni che abbiamo costruito. Da quelli<br />
piccoli a quelli grandi: il raccoglimele e la trappola per<br />
topi, il parasole e l’affettacarote, le lampade, le pompe<br />
e, infine, il motore. «Guarda tutto questo e abbi più<br />
fiducia in te stesso».<br />
Tossisce piano nel fazzoletto. «Ora, prima di<br />
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mandarti via, voglio provare un’ultima cosa. Non<br />
possiamo rimandare a domani. Domani è domenica, e<br />
sai bene cosa pensano tua madre e i timorati di Dio<br />
della domenica. Ma stanotte è ancora sabato. Vai a<br />
prendere la scatola elettrica. È pesante, da solo non ce<br />
la faccio».<br />
«Sul serio?» dico, scacciando la stanchezza e<br />
sentendomi d’un tratto più sveglio che mai. «Mettiamo<br />
alla prova la creatura alata?»<br />
«Non ancora». Mr Chen sorride e gli occhi spariscono<br />
nelle grinze del volto. «<strong>La</strong> proveremo un altro giorno.<br />
Un mattino presto, non appena le giornate cominciano<br />
ad allungarsi».<br />
«Oh». Mi pulisco le dita sporche di succo sui<br />
pantaloni e mi infilo nel piccolo passaggio che dalla<br />
cucina porta al magazzino. Cerco di nascondere la<br />
delusione. Lo so che è notte fonda, ma un po’ ci avevo<br />
sperato.<br />
Trovo l’apertura nella pesante tenda di velluto e mi<br />
inoltro tra gli odori inebrianti dall’altro lato.<br />
Solfuro e zenzero.<br />
Arance e aceto.<br />
Cannella e catrame.<br />
Adoro questo posto. In un’altra casa sarebbe<br />
un’ordinaria dispensa, ma niente che riguarda Mr Chen<br />
è ordinario. Certo, ci sono chiodi di garofano e noce<br />
moscata, pere e prosciutti, ma in mezzo ai pacchetti<br />
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dall’aria familiare spuntano bottiglie e scatole bizzarre<br />
e dai colori sgargianti. Alcune marchiate dal teschio a<br />
tibie incrociate, altre con etichette dalle accurate ricette.<br />
Mentre tiro fuori uno sgabello su cui salire, Mr Chen<br />
ciondola alle mie spalle, canticchiando e rimescolando<br />
le bottiglie sugli scaffali. Le ragnatele mi si impigliano<br />
ai capelli mentre mi allungo per raggiungere la scatola<br />
elettrica riposta sullo scaffale più in alto. Si annida<br />
sinistra tra un barattolo trasparente di vetriolo e una<br />
confezione di uvetta. È più pesante di quel che sembra,<br />
devo farmela scivolare tra il mento e il petto per tenerla<br />
stabile, e anche così sento comunque al suo interno il<br />
liquido che sciaguatta.<br />
Un grosso ragno passa dalla scatola al mio braccio e<br />
poi dal mio gomito allo scaffale subito sotto. Non oso<br />
scacciarlo: la scatola è troppo pesante.<br />
«Ecco», dico passandola a Mr Chen; per il peso, le<br />
sue vecchie dita si tendono verso il basso.<br />
«Eccellente, eccellente». Torna barcollando dal<br />
magazzino alla cucina, molla la scatola sul tavolo e<br />
solleva il coperchio.<br />
Ne trapela un odore pungente che mi afferra alla<br />
gola, ma il vecchio non sembra farci caso mentre ci<br />
versa dentro un liquido trasparente da una bottiglia<br />
a chiusura ermetica. «Siamo quasi pronti a lanciare la<br />
creatura, Athan, ma per come è fatta ci serve un vento<br />
forte, e quel vento deve venire da nord». Il suo sguardo<br />
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si perde nel vuoto. «O magari riusciamo a inventarci un<br />
altro modo per farla muovere sufficientemente veloce.<br />
Potrebbe essere compito tuo, Athan». Mi rivolge un<br />
sorriso smagliante. «Pensa a un meccanismo di lancio<br />
per la nostra creatura».<br />
«Ruote? Un cavallo?» suggerisco, prendendogli di<br />
mano la bottiglia. «Oppure potremmo trascinarla su<br />
per <strong>La</strong>nsdown Hill, metterla in discesa e farla decollare<br />
come un aquilone. Se riuscissimo a correre abbastanza<br />
veloce, capisce, a tirarcela dietro…»<br />
Mr Chen scoppia a ridere. «Forse». Si schiarisce la<br />
gola. «Idee degne di considerazione, ragazzo mio, ma<br />
che dipendono da chi o cosa sta guardando». Mi fissa<br />
negli occhi. «Dobbiamo aver cura della nostra creatura<br />
alata. Devi capire che questa <strong>macchina</strong> <strong>volante</strong> potrebbe<br />
cambiare la vita di migliaia di persone. Non per forza in<br />
meglio». Armeggia con le lastre di metallo all’interno<br />
della scatola elettrica.<br />
«In che senso? Volare dev’essere per forza una cosa<br />
buona, no?»<br />
«Come ti sentiresti», dice, risistemando le viscere<br />
della scatola elettrica con un lungo paio di pinze, «se il<br />
tuo nemico arrivasse dal cielo?»<br />
«Come un gabbiano quando ti frega la cena?»<br />
«Esatto», ride. «Come un gabbiano che sgancia le<br />
sue bombe, ma bombe fatte di zolfo e catrame, che<br />
incendiano i tetti. Come sarebbe?»<br />
9
«Ma possiamo tenerla per le persone buone, così può<br />
fare del bene».<br />
«Esatto. Ed è per questo che dobbiamo stare attenti<br />
a chi lo viene a sapere».<br />
Ascolto la strana melodia che Mr Chen sta<br />
canticchiando e provo a memorizzare quello che fa. Da<br />
quando lo scorso inverno è arrivato come un martin<br />
pescatore in un giorno di pioggia, con le sue scatole e le<br />
sue bottiglie, il colore e il rumore e le risa, ho imparato<br />
molto da lui. Nessuno era mai riuscito a insegnarmi<br />
niente prima di allora, ma Mr Chen è diverso. È come<br />
se sapesse ogni cosa: il perché di ogni cosa, la verità. Ha<br />
fatto subito arrabbiare nonna perché sapeva più cose<br />
di lei, perché spiegava, dimostrava, e rideva delle sue<br />
superstizioni.<br />
Lei era fuori di sé. Ha incrociato le braccia sul petto<br />
e ha detto che quest’uomo è un demonio.<br />
Ma il demonio ha scelto me. Gli sono atterrato<br />
proprio di fronte dal tetto, e lui mi ha guardato negli<br />
occhi e ha detto: «Tu andrai bene. Sei proprio quello<br />
che mi serve».<br />
Da quel momento, mi ha dato un lavoro e mi ha<br />
pagato bene.<br />
«Eccellente», borbotta Mr Chen facendo un leggero<br />
applauso. «Ora, caro Athan, proviamo di nuovo».<br />
«Possiamo provare a non rompere niente di mamma,<br />
stavolta?»<br />
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Scuote la testa ripensando alla sua furia quando<br />
abbiamo distrutto il pollaio, martedì scorso. Ho<br />
creduto che lo avrebbe picchiato, ed è grossa il doppio<br />
di lui. «Ha una lingua affilata», dice ridendo. «Ma<br />
stavolta andrà tutto liscio, e casomai le daremo qualche<br />
banana. Adesso, Athan, prendimi il motore grande».<br />
Rovisto in un armadio e tiro fuori un ammasso di<br />
tubi di ottone fissati insieme in una struttura a ruote. È<br />
pesante, ma meno di quanto sembri perché è per lo più<br />
cava. <strong>La</strong> sistemo sul tavolo e svito il recipiente di vetro<br />
che funge da serbatoio, ci verso un goccio di liquido<br />
trasparente da una botte rivestita di pece e lo riavvito.<br />
«Le banane», dice Mr Chen mentre piega un cavo,<br />
«sono molto speciali, così com’è speciale la scienza».<br />
Inserisce con attenzione il cavo all’interno dei tubi.<br />
«Oggigiorno, la scienza è anche rumorosa. Tieni, infilali<br />
nelle orecchie».<br />
Mi porge due batuffoli di ovatta e ci acquattiamo<br />
dietro il tavolo.<br />
Poi unisce i cavi.<br />
BANG<br />
BANG<br />
BANG<br />
BANG<br />
BANG<br />
BANG<br />
BANG<br />
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BANG<br />
BANG<br />
Il motore non smette di battere e picchiare e<br />
schioccare e tremare con un ritmo meccanico che mi<br />
perfora il cervello. Sempre più veloce e sempre più<br />
uniforme, batte e vibra finché le esplosioni diventano<br />
così ravvicinate, così piccole e regolari, che il baccano si<br />
trasforma in ronzio.<br />
«L’elica!» Allunga la mano verso un’elegante pala di<br />
legno e tenta di incastrarne lo stelo dentro un buco nel<br />
motore.<br />
Ma l’elica si impiglia, gli si strappa di mano e spicca<br />
il volo, ci supera, attraversa la stanza ed esce frullando<br />
dalla finestra aperta. Rimbalza una volta sui ciottoli<br />
e sparisce. Mi tolgo l’ovatta dalle orecchie e resto in<br />
ascolto, in attesa dell’impatto.<br />
Crash!<br />
Vetro.<br />
<strong>La</strong> nostra vetrina.<br />
Attraverso il telaio della finestra, con il suo sguardo<br />
miope Mr Chen scruta il nostro negozio dall’altro lato<br />
della strada. Tre pannelli della grande vetrina frontale<br />
sono andati in frantumi. Due abiti sui manichini sono<br />
alla completa mercé del vento al di là di uno sfavillante<br />
cumulo di vetro.<br />
«Vada per le mie preziose banane, dunque», dice<br />
allungandomi un cesto pieno. «E magari tuo zio sarà<br />
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così gentile da riparare il danno e mandarmi il conto».<br />
«Buonanotte, Mr Chen», rispondo. «Grazie per le<br />
banane».<br />
«Grazie a te per il tuo aiuto». Prende un borsello che<br />
gli oscilla alla cintura e ci infila una mano. «Tieni». Fa<br />
cadere sul mio palmo quattro monete d’oro.<br />
«Ma non mi deve così tanto», dico, guardando il<br />
riflesso delle monete sul vetro dei suoi occhiali spessi.<br />
«Prendile», risponde. «Per ogni evenienza». E<br />
facendosi di colpo molto stanco, mi fa segno di andare.<br />
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Quando il suo amico, Mr Chen, viene assassinato,<br />
Athan Wilde deve impedire che la <strong>macchina</strong> <strong>volante</strong><br />
che stavano costruendo finisca nelle mani sbagliate.<br />
Ma tenere al sicuro l’invenzione espone la sua famiglia<br />
a un enorme pericolo. Athan si trova di fronte a una<br />
scelta terribile: riuscire a volare o salvare i suoi cari?<br />
Cosa deciderà di fare?<br />
Un giallo avvincente dalla penna di una grande narratrice,<br />
con due protagonisti che si rivelano ben presto<br />
due piccoli, coraggiosi eroi...<br />
“Un viaggio da cuore<br />
in gola e pelle d’oca.<br />
Vi lascerà a bocca aperta!<br />
Catherine Johnson<br />
1062022<br />
ISBN 978-88-474-6246-5