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La biodiversità del suolo | La fauna edafica (estratto)

Oltre alla tutela della flora e della fauna e alla valorizzazione del territorio, uno degli obiettivi fondamentali per un’area protetta è lo sviluppo degli studi e della ricerca scientifica e la divulgazione delle conoscenze presso un pubblico di fruitori del bene natura, preparato e competente, che pur essendo al momento di nicchia è sempre più numeroso e rappresenta un alleato di grande importanza per le istituzioni impegnate nella corretta gestione degli spazi naturali. A questo pubblico è rivolta la collana Monografie delle Marittime, serie caratterizzata da un taglio tecnicoscientifico, che dopo il primo titolo, “La segale in Piemonte – storia di una rinascita”, curato dal Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia e dal Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Torino, propone ora un volume sulla fauna del suolo, avvalendosi del fondamentale contributo di un altro prestigioso polo di ricerca, il Laboratorio di Entomologia & Parassitologia dell’Università degli Studi Roma Tre. L’argomento trattato si presta a una sfida: avvicinare le persone a un habitat sconosciuto e spesso ignorato che, si stima, ospita più del 90% della biodiversità totale della Terra. Una biodiversità fondamentale in molti processi biologici e per una grande varietà di servizi ecosistemici ma, allo stesso tempo, una biodiversità in pericolo, minacciata dall’inquinamento, dal cambiamento climatico e da fattori antropici. Nelle aree del Parco naturale Alpi Marittime e del Parco naturale del Marguareis, la ricchezza di specie di fauna edafica, quindi la biodiversità nel suolo, è molto elevata: merito, probabilmente, di un territorio unico da un punto di vista climatico, geologico e biogeografico che, ancora una volta, si conferma sito di interesse rilevante per la ricerca scientifica e, quindi, spazio in cui incrementare sempre più le attività di tutela e valorizzazione.

Oltre alla tutela della flora e della fauna e alla valorizzazione del territorio, uno degli obiettivi fondamentali per un’area protetta è lo sviluppo degli studi e della ricerca scientifica e la divulgazione delle conoscenze presso un pubblico di fruitori del bene natura, preparato e competente, che pur essendo al momento di nicchia è sempre più numeroso e rappresenta un alleato di grande importanza per le istituzioni impegnate nella corretta gestione degli spazi naturali.
A questo pubblico è rivolta la collana Monografie delle Marittime, serie caratterizzata da un taglio tecnicoscientifico, che dopo il primo titolo, “La segale in Piemonte – storia di una rinascita”, curato dal Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia e dal Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Torino, propone ora un volume sulla fauna del suolo, avvalendosi del fondamentale contributo di un altro prestigioso polo di ricerca, il Laboratorio di Entomologia & Parassitologia dell’Università degli Studi Roma Tre.

L’argomento trattato si presta a una sfida: avvicinare le persone a un habitat sconosciuto e spesso ignorato che, si stima, ospita più del 90% della biodiversità totale della Terra. Una biodiversità fondamentale in molti processi biologici e per una grande varietà di servizi ecosistemici ma, allo stesso tempo, una biodiversità in pericolo, minacciata dall’inquinamento, dal cambiamento climatico e da fattori antropici.
Nelle aree del Parco naturale Alpi Marittime e del Parco naturale del Marguareis, la ricchezza di specie di fauna edafica, quindi la biodiversità nel suolo, è molto elevata: merito, probabilmente, di un territorio unico da un punto di vista climatico, geologico e biogeografico che, ancora una volta, si conferma sito di interesse rilevante per la ricerca scientifica e, quindi, spazio in cui incrementare sempre più le attività di tutela e valorizzazione.

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LA BIODIVERSITÀ<br />

DEL SUOLO<br />

<strong>La</strong> <strong>fauna</strong> <strong>edafica</strong>


LA BIODIVERSITÀ<br />

DEL SUOLO<br />

<strong>La</strong> <strong>fauna</strong> <strong>edafica</strong>


<strong>La</strong>boratorio di Entomologia & Parassitologia, Resp. A. Di Giulio<br />

Dipartimento di Scienze, Università degli Studi Roma Tre<br />

Testi<br />

Andrea Di Giulio<br />

Tommaso Fusco<br />

Revisione testi<br />

Francesca Casale<br />

Lorenzo Fortini<br />

Carlo Jacomini<br />

Team di ricerca<br />

Andrea Di Giulio*<br />

Tommaso Fusco*<br />

Francesca Casale*<br />

Lorenzo Fortini*<br />

Carlo Jacomini**<br />

Affiliazioni<br />

*Dipartimento di Scienze, Università degli Studi Roma Tre<br />

**Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)<br />

Referenze fotografiche<br />

Tommaso Fusco (3, 4, 10, 34, 35, 36)<br />

Tommaso Fusco & Andrea Di Giulio (6, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25,<br />

26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33)<br />

Carlo Jacomini (1, 7)<br />

Lorenzo Fortini & Francesca Casale (5, 37)<br />

In copertina: foto di Tommaso Fusco, Andrea Di Giulio e Lorenzo Fortini<br />

Coordinamento editoriale<br />

Aree Protette Alpi Marittime<br />

www.areeprotettealpimarittime.it<br />

Realizzazione grafica e stampa<br />

TipolitoEuropa, Cuneo


SOMMARIO<br />

Presentazione 5<br />

Introduzione 6<br />

I – Il <strong>suolo</strong> 8<br />

II – Gli abitanti <strong>del</strong> <strong>suolo</strong> 13<br />

III – Gli adattamenti alla vita <strong>edafica</strong> 16<br />

IV – Il ruolo ecologico 17<br />

V – I servizi ecosistemici 20<br />

VI – Le minacce 21<br />

VII – I microartropodi edafici 24<br />

Aracnidi 24<br />

Entognati 31<br />

Miriapodi 37<br />

Insetti 45<br />

Crostacei 56<br />

VIII – L’artropodo<strong>fauna</strong> <strong>del</strong>le Alpi Marittime 58<br />

Bibliografia 64


4


PRESENTAZIONE<br />

Oltre alla tutela <strong>del</strong>la flora e <strong>del</strong>la <strong>fauna</strong><br />

e alla valorizzazione <strong>del</strong> territorio, uno<br />

degli obiettivi fondamentali per un’area<br />

protetta è lo sviluppo degli studi e <strong>del</strong>la<br />

ricerca scientifica e la divulgazione <strong>del</strong>le<br />

conoscenze presso un pubblico di fruitori<br />

<strong>del</strong> bene natura, preparato e competente,<br />

che pur essendo al momento di nicchia<br />

è sempre più numeroso e rappresenta<br />

un alleato di grande importanza per le<br />

istituzioni impegnate nella corretta gestione<br />

degli spazi naturali.<br />

A questo pubblico è rivolta la collana<br />

Monografie <strong>del</strong>le Marittime, serie<br />

caratterizzata da un taglio tecnicoscientifico,<br />

che dopo il primo titolo,<br />

“<strong>La</strong> segale in Piemonte – storia di una<br />

rinascita”, curato dal Dipartimento<br />

di Scienze <strong>del</strong>la Vita e Biologia e<br />

dal Dipartimento di Scienze Agrarie<br />

<strong>del</strong>l’Università di Torino, propone ora un<br />

volume sulla <strong>fauna</strong> <strong>del</strong> <strong>suolo</strong>, avvalendosi<br />

<strong>del</strong> fondamentale contributo di un altro<br />

prestigioso polo di ricerca, il <strong>La</strong>boratorio<br />

di Entomologia & Parassitologia<br />

<strong>del</strong>l’Università degli Studi Roma Tre.<br />

L’argomento trattato si presta a una<br />

sfida: avvicinare le persone a un habitat<br />

sconosciuto e spesso ignorato che, si stima,<br />

ospita più <strong>del</strong> 90% <strong>del</strong>la biodiversità totale<br />

<strong>del</strong>la Terra. Una biodiversità fondamentale<br />

in molti processi biologici e per una<br />

grande varietà di servizi ecosistemici ma,<br />

allo stesso tempo, una biodiversità in<br />

pericolo, minacciata dall’inquinamento,<br />

dal cambiamento climatico e da fattori<br />

antropici.<br />

Nelle aree <strong>del</strong> Parco naturale Alpi Marittime<br />

e <strong>del</strong> Parco naturale <strong>del</strong> Marguareis, la<br />

ricchezza di specie di <strong>fauna</strong> <strong>edafica</strong>, e<br />

quindi la biodiversità nel <strong>suolo</strong>, è molto<br />

elevata: merito, probabilmente, di un<br />

territorio unico da un punto di vista<br />

climatico, geologico e biogeografico che,<br />

ancora una volta, si conferma sito di<br />

interesse rilevante per la ricerca scientifica<br />

e, quindi, spazio in cui incrementare sempre<br />

più le attività di tutela e valorizzazione.<br />

Piermario Giordano<br />

Presidente Aree Protette Alpi Marittime<br />

5


INTRODUZIONE<br />

Il <strong>suolo</strong> rappresenta una <strong>del</strong>le ultime frontiere<br />

<strong>del</strong>la ricerca sulla biodiversità in quanto<br />

costituisce uno degli ambienti maggiormente<br />

inesplorati <strong>del</strong> pianeta. Poiché esso presenta<br />

<strong>del</strong>le caratteristiche intermedie tra ambiente<br />

acquatico e aereo, si suppone che sia stato<br />

uno dei primi ambienti terrestri ad essere<br />

colonizzato (<strong>La</strong>velle & Spain, 2001). Pertanto,<br />

è probabile che una parte <strong>del</strong>la <strong>fauna</strong> <strong>edafica</strong><br />

si sia originata nelle acque interstiziali e si sia<br />

successivamente adattata a vivere nei sottili<br />

film di acqua sulle particelle di <strong>suolo</strong> (Menta,<br />

2008).<br />

Si stima che i suoli di foresta contengano tra<br />

il 95 e il 98% <strong>del</strong>la biodiversità totale <strong>del</strong>la<br />

Terra, in quanto la grandissima variabilità<br />

<strong>del</strong>le condizioni ambientali, chimiche e fisiche<br />

permette di ospitare un elevato numero di<br />

organismi viventi (Wallwork, 1970; <strong>La</strong>velle &<br />

Spain, 2001).<br />

<strong>La</strong> <strong>fauna</strong> <strong>del</strong> <strong>suolo</strong> rappresenta<br />

un’importantissima riserva di biodiversità,<br />

ha un ruolo essenziale in molti processi<br />

biologici operando una grande varietà di<br />

funzioni ecologiche e servizi ecosistemici.<br />

1 - Anche i funghi svolgono un ruolo<br />

fondamentale nei cicli dei nutrienti e nella<br />

degradazione <strong>del</strong>la sostanza organica<br />

1<br />

All’interno <strong>del</strong>le complesse strutture <strong>del</strong> <strong>suolo</strong><br />

interagiscono tra loro fattori abiotici e biotici,<br />

controllando la degradazione <strong>del</strong>la sostanza<br />

organica e i cicli dei nutrienti (fig. 1).<br />

Nel nuovo millennio, la conservazione <strong>del</strong>la<br />

<strong>fauna</strong> <strong>del</strong> <strong>suolo</strong> è diventata un obiettivo<br />

importante per le comunità e le politiche<br />

ecologiche internazionali, come sottolineato<br />

nel Green Deal Europeo, nella Strategia<br />

Europea sulla Biodiversità entro il 2030, nella<br />

Strategia Europea per il <strong>suolo</strong>, nella Strategia<br />

dal produttore al consumatore (“Farm to<br />

Fork”) e in molte altre iniziative di carattere<br />

comunitario, come il Thematic Group Soil<br />

(TG Soil) <strong>del</strong>la rete europea di informazione<br />

ed osservazione ambientale EIONET,<br />

l’osservatorio europeo sul <strong>suolo</strong> EUSO, il<br />

programma di monitoraggio <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong><br />

<strong>suolo</strong> LUCAS-Soil Biodiversity e la strategia<br />

6


sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari<br />

(Jacomini, 2022). Nel 2002, la Convenzione<br />

Internazionale sulla Diversità Biologica (CBD)<br />

lanciava la International Initiative for the<br />

Conservation and Sustainable Use of Soil<br />

Biodiversity. <strong>La</strong> biodiversità <strong>del</strong> <strong>suolo</strong> è anche<br />

oggetto di progetti internazionali come la<br />

global Soil Biodiversity Observation Network<br />

(SoilBON). <strong>La</strong> FAO (FAO, 2020), dopo aver<br />

lanciato nel 2015 l’anno internazionale <strong>del</strong><br />

<strong>suolo</strong>, nel suo volume sullo stato <strong>del</strong>le risorse<br />

<strong>del</strong> <strong>suolo</strong> nel mondo (FAO, 2015) conclude<br />

che la perdita di biodiversità <strong>del</strong> <strong>suolo</strong> è una<br />

<strong>del</strong>le principali minacce globali per il <strong>suolo</strong><br />

in molte regioni <strong>del</strong> mondo. Tramite la sua<br />

iniziativa di partenariato globale sul <strong>suolo</strong><br />

(Global Soil Parthnership), ha fatto quindi<br />

partire molte iniziative sulla biodiversità<br />

<strong>del</strong> <strong>suolo</strong>, come il Global Symposium on<br />

Soil Biodiversity (GSOBI2021, FAO 2021a,<br />

b), la rete mondiale sulla biodiversità <strong>del</strong><br />

<strong>suolo</strong> Global Network on Soil Biodiversity<br />

(NETSOB), quella globale sui laboratori <strong>del</strong><br />

<strong>suolo</strong> Global Soil <strong>La</strong>boratories Network<br />

(GLOSOLAN). In questo contesto, l’Italia,<br />

con la sua elevatissima diversità biologica<br />

dei suoli, ha un ruolo di prestigio e ancora<br />

sottodimensionato rispetto a quanto possa<br />

ancora dimostrare. Infatti, la diversità<br />

biologica <strong>del</strong> <strong>suolo</strong>, in Italia, mostra per<br />

molti gruppi animali un tasso di endemismo<br />

che supera una specie ogni tre, e a volte<br />

ogni due, cioè specie viventi solo sul <strong>suolo</strong><br />

italiano.<br />

7

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