GEOmedia_1_2024
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Rivista bimestrale - anno XXVIII - Numero - 1/<strong>2024</strong> - Sped. in abb. postale 70% - Filiale di Roma<br />
TERRITORIO CARTOGRAFIA<br />
GIS<br />
CATASTO<br />
3D CITY<br />
INFORMAZIONE GEOGRAFICA<br />
FOTOGRAMMETRIA EDILIZIA<br />
URBANISTICA DIGITAL TWIN<br />
LASER SCANNING<br />
REMOTE SENSING<br />
GNSS<br />
SPAZIO<br />
RILIEVO AMBIENTE TOPOGRAFIA<br />
LiDAR<br />
GEOBIM<br />
BENI CULTURALI<br />
SMART CITY<br />
anno XXVIII - N°1 <strong>2024</strong><br />
Basi Geocartografiche<br />
Nazionali e Territoriali<br />
DATI SATELLITARI, DIGITAL<br />
SERVICES E SOSTENIBILITÀ<br />
IL RUOLO DEL’UFFICIO<br />
CARTOGRAFICO<br />
ENTI LOCALI ANCORA<br />
UNA VOLTA AL CENTRO
Our in-field geographical data is on again!<br />
Our in-field geographical data is on again!<br />
StudioSit SA is a swiss, former italian company, operating in<br />
StudioSit SA is a swiss, former italian company, operating in<br />
geographical data in-field detection activities. We believe our<br />
geographical data in-field detection activities. We believe our<br />
main goals will affect the eventuality of achieving the full territorial<br />
main goals will affect the eventuality of achieving the full territorial<br />
mapping coverage of southern european countries, one day.<br />
mapping coverage of southern european countries, one day.<br />
Urban<br />
Urban<br />
3D<br />
3D<br />
Model<br />
Model<br />
Deep map<br />
Deep map<br />
Toponymy<br />
Toponymy<br />
and house<br />
numbers and house<br />
numbers<br />
SOS<br />
SOS<br />
Urban sense<br />
of Urban security sense<br />
of security<br />
Parking<br />
areas Parking<br />
for areas urban<br />
comfort<br />
urban<br />
comfort<br />
Urban 3D MOdel, geolocated addresses, spot by spot parking lots, together they represent 100% of<br />
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our geodatabases and business. Our creed bring us to a deep respect for the three elements qualifying<br />
our geodatabases and business. Our creed bring us to a deep respect for the three elements qualifying<br />
a value added geographical data: Accuracy, Completeness and Updating.<br />
a value added geographical data: Accuracy, Completeness and Updating.<br />
With this focus on our mind, we travel towns, cities and countries, and we survey and detect all we can<br />
With this focus on our mind, we travel towns, cities and countries, and we survey and detect all we can<br />
reach (no matter if) driving or walking, cycling or flying. Discover our Sityround project!<br />
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Sityround<br />
StudioSit SA<br />
StudioSit SA<br />
Via Massimiliano Magatti 1 • 6900 Lugano · Switzerland • www.studiositsa.ch<br />
Via Massimiliano Magatti 1 • 6900 Lugano · Switzerland • www.studiositsa.ch
Generare conoscenza<br />
partendo da dati di qualità<br />
“Generare conoscenza partendo da dati di qualità”, un obiettivo ampiamente condiviso<br />
da tutti coloro che a diverso titolo hanno responsabilità nel governo del territorio. Ma<br />
si sta lavorando in questa direzione? Le molteplici iniziative nazionali ed internazionali,<br />
inclusi i progetti derivanti dal PNRR, hanno messo in evidenza un disallineamento<br />
significativo tra le capacità istituzionali, le soluzioni tecnologiche proposte dagli attori<br />
del settore privato e i risultati della ricerca scientifica.<br />
Se da un lato, infatti, la ricerca scientifica deve fissare i propri obiettivi sulla base di<br />
(discutibili) parametri valutativi, rispetto ai quali occorre destreggiarsi per rispettare le<br />
soglie imposte ed ottenere finanziamenti, dall’altra esiste un settore privato che ha fatto<br />
sue le sfide emergenti, offrendo sovente soluzioni verticali e molto specializzate, il tutto<br />
da adattare necessariamente (talvolta in modo retroattivo) a quanto espresso in termini di<br />
fabbisogni dal settore pubblico.<br />
Superare questo divario non richiede uno sforzo creativo, la soluzione esiste ed è stata<br />
già molto spesso proclamata, occorre cioè promuovere una migliore collaborazione tra<br />
settore pubblico, privato e ricerca scientifica, definendo obiettivi comuni che rispondano<br />
alle esigenze del territorio, e promuovendo partenariati pubblico-privato per sviluppare<br />
e implementare soluzioni innovative. Tuttavia, diversamente dal passato, è in questo<br />
momento che le istituzioni e le pubbliche amministrazioni sono gli attori principali di<br />
un cambiamento radicale che può superare le limitate capacità delle pratiche e degli<br />
strumenti del passato, prendendo vita da un patrimonio fondante consolidato, come<br />
parte di un autentico Rinascimento.<br />
Oggi, infatti, la pervasività dei dati satellitari di osservazione della Terra, le acquisizioni in<br />
situ accurate e frequenti, una filiera del dato di qualità, la potenza di calcolo disponibile e<br />
le competenze che traducono i dati e le informazioni in conoscenza utente-centrica, sono,<br />
in modo integrato, la risposta metodologica che occorre costruire per concepire e gestire<br />
le città e il territorio del prossimo futuro.<br />
I contributi presenti in questo numero richiamano proprio alcuni tra questi aspetti.<br />
L’Osservazione della Terra è un fonte primaria di dati geospaziali atti a produrre una<br />
dettagliata base cartografica da utilizzare ad esempio in applicazioni in ambito urbano, a<br />
supporto di processi decisionali, per utenti non esperti. Utenti che, per lo svolgimento<br />
delle funzioni amministrative, necessitano di investimenti nei processi di qualità dei dati<br />
per basare le proprie decisioni su elementi conoscitivi che si declinano in dati territoriali<br />
di cui conoscere accuratezza, coerenza e attualità. E tra questi elementi conoscitivi, è<br />
sempre più forte l’esigenza di poter usufruire di una banca dati georiferita dei numeri<br />
civici rilevati, nazionale e aggiornata, per consentire ad Enti Locali e Aziende di Servizi<br />
di poter gestire attività specifiche, anche in ragione della progressiva automazione della<br />
guida automobilistica, per le quali è fondamentale conoscere lo stato delle infrastrutture<br />
viarie stradali, anche in termini di segnaletica e circolazione veicolare.<br />
Buona lettura,<br />
Monica Sebillo
FOCUS<br />
In questo<br />
numero...<br />
FOCUS<br />
REPORT<br />
AEROFOTOTECA<br />
ALTRE<br />
RUBRICHE<br />
Dati satellitari<br />
di osservazione<br />
della Terra,<br />
strumenti digitali e<br />
città sostenibili<br />
di Deodato Tapete<br />
6<br />
20 ESA<br />
30 TechnologyForAll<br />
32 MERCATO<br />
42 AGENDA<br />
Il ruolo<br />
dell’Ufficio<br />
Cartografico<br />
Regionale per la<br />
conoscenza del<br />
territorio<br />
di Ilaria Tabarrani<br />
14<br />
In copertina una<br />
ricostruzione digitale<br />
di una città europea.<br />
Il gemello digitale<br />
viene impiegato come<br />
base per lo sviluppo di<br />
servizi.<br />
4 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong><br />
<strong>GEOmedia</strong>, bimestrale, è la prima rivista italiana di geomatica.<br />
Da oltre 25 anni pubblica argomenti collegati alle tecnologie dei<br />
processi di acquisizione, analisi e interpretazione dei dati,<br />
in particolare strumentali, relativi alla superficie terrestre.<br />
In questo settore <strong>GEOmedia</strong> affronta temi culturali e tecnologici<br />
per l’operatività degli addetti ai settori dei sistemi informativi<br />
geografici e del catasto, della fotogrammetria e cartografia,<br />
della geodesia e topografia, del telerilevamento aereo e<br />
spaziale, con un approccio tecnico-scientifico e divulgativo.
INSERZIONISTI<br />
22<br />
Enti Locali<br />
ancora una<br />
volta al centro<br />
(nel segmento<br />
automotive)<br />
di Valerio Zunino<br />
AVT 33<br />
Codevintec 13<br />
Epsilon 39<br />
Esri 37<br />
GEOBusiness 41<br />
Gistam 35<br />
Gter 9<br />
Marevivo 38<br />
Mediterra 31<br />
Planetek 44<br />
Stonex 43<br />
StudioSit SA 2<br />
Teorema 42<br />
La Grande Storia<br />
dall’alto:<br />
la Battaglia<br />
di Cassino,<br />
ottanta anni fa<br />
a cura di<br />
26<br />
Alessandra Dell’Anna<br />
una pubblicazione<br />
Science & Technology Communication<br />
<strong>GEOmedia</strong>, la prima rivista italiana di geomatica.<br />
ISSN 1128-8132<br />
Reg. Trib. di Roma N° 243/2003 del 14.05.03<br />
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Numero chiuso in redazione il 31 marzo <strong>2024</strong>.
FOCUS<br />
Dati satellitari di osservazione della Terra,<br />
strumenti digitali e città sostenibili<br />
di Deodato Tapete<br />
Dati e prodotti satellitari di<br />
osservazione della Terra sono<br />
una risorsa informativa per<br />
le applicazioni urbane, ma gli<br />
strumenti digitali che li rendono<br />
disponibili (GIS, piattaforme,<br />
cruscotti, Digital Twin) devono<br />
essere user-driven, sostenibili e<br />
di facile utilizzo.<br />
Le immagini acquisite dai<br />
satelliti di osservazione<br />
della Terra costituiscono<br />
oggi una fonte primaria<br />
di dati geospaziali a supporto<br />
delle applicazioni urbane. Con<br />
l’evoluzione degli strumenti<br />
informatici che consentono l’elaborazione<br />
delle immagini e la<br />
visualizzazione e analisi dei prodotti<br />
da esse derivati, si aprono<br />
molte opportunità per arricchire<br />
il tipico portfolio delle basi cartografiche.<br />
La filiera di questo processo<br />
inizia dalla visualizzazione delle<br />
immagini satellitari, in formato<br />
raster, all’interno di sistemi<br />
informativi geografici (GIS).<br />
L’utilizzo è sempre più pervasivo<br />
al punto tale che il binomio dati<br />
satellitari – sistemi GIS è sancito<br />
anche dalla denominazione<br />
e dai programmi dei moduli<br />
di insegnamento universitari,<br />
in Italia e all’estero. Infatti la<br />
formazione sulle tecniche e tecnologie<br />
di telerilevamento satellitare<br />
si abbina frequentemente<br />
ai fondamenti e funzionalità<br />
avanzate nell’uso del GIS.<br />
Come strati informativi, le<br />
immagini satellitari e i loro<br />
prodotti derivati sono impiegati<br />
per svolgere analisi di processi<br />
naturali e antropici, a diverse<br />
scale di studio e a supporto<br />
delle più svariate applicazioni.<br />
Gli usi spaziano dalla semplice<br />
base geografica di riferimento<br />
spaziale (la classica basemap per<br />
capire in quale parte del mondo<br />
ci si trova) alla generazione di<br />
veri e propri prodotti tematici e<br />
cartografici.<br />
In questo reame applicativo<br />
piuttosto ampio si riscontra un<br />
crescente ricorso alle immagini<br />
satellitari per realizzare aggiornamenti<br />
cartografici e produrre<br />
modelli 3D. Le precisioni che<br />
si possono raggiungere sono<br />
spesso molto alte, anche nell’ordine<br />
di poche decine di centimetri.<br />
Una tale performance è<br />
innanzitutto conseguenza delle<br />
risoluzioni spaziali con le quali<br />
le immagini vengono acquisite<br />
dai sensori a bordo dei satelliti.<br />
Un’ulteriore fattore è indubbiamente<br />
la robustezza dei metodi<br />
di restituzione, correzione delle<br />
distorsioni e georeferenziazione.<br />
Rispetto ai voli fotogrammetrici<br />
tradizionali e a rilievi con strumentazioni<br />
di prossimità (ad<br />
es. droni), le osservazioni satellitari<br />
presentano dei notevoli<br />
vantaggi, soprattutto in termini<br />
di copertura areale per singola<br />
ripresa e di rivisitazione temporale.<br />
Il fattore temporale è tanto<br />
importante quanto quello spaziale.<br />
Per semplicità è possibile<br />
distinguere due grandi tipologie<br />
di satelliti: quelli che effettuano<br />
acquisizioni regolari e ripetute<br />
nel tempo, secondo un piano di<br />
acquisizione predefinito, e quelli<br />
che acquisiscono immagini su<br />
richiesta (on demand), coprendo<br />
una data area a un determinato<br />
orario, in relazione all’esigenza<br />
specifica dell’utilizzatore finale.<br />
Esempi eccellenti della prima<br />
tipologia sono le missioni<br />
Landsat e i satelliti Sentinel<br />
6 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
FOCUS<br />
del programma europeo Copernicus.<br />
Mentre del secondo<br />
tipo è possibile citare non solo i<br />
satelliti gestiti da operatori commerciali<br />
(ad es. WorldView), ma<br />
anche missioni nazionali quali<br />
COSMO-SkyMed e PRISMA<br />
dell’Agenzia Spaziale Italiana<br />
(ASI).<br />
Ruolo e programmi dell’ASI<br />
Nell’ambito della propria missione<br />
istituzionale quale ente<br />
pubblico nazionale con il compito<br />
di preparare e attuare la politica<br />
spaziale italiana in accordo<br />
con le linee guida del Governo,<br />
l’ASI favorisce la distribuzione<br />
dei dati delle missioni satellitari<br />
nazionali di osservazione della<br />
Terra. Inoltre l’ASI promuove<br />
attività di ricerca e sviluppo che<br />
mettono a frutto le sinergie con<br />
i dati del programma europeo<br />
Copernicus e delle missioni satellitari<br />
in cooperazione bilaterale,<br />
nonché con le infrastrutture<br />
di ricerca nazionali e comunitarie<br />
(ASI 2022).<br />
Gli investimenti degli ultimi<br />
decenni nella data exploitation<br />
(ossia l’utilizzo dei dati satellitari<br />
da parte degli utenti) hanno<br />
portato a un incremento sensibile<br />
nello spettro sia degli utilizzatori<br />
finali sia delle applicazioni<br />
realizzabili. Fra queste vanno<br />
annoverate anche le produzioni<br />
cartografiche. Un esempio<br />
eccellente di Pubblica Amministrazione<br />
che ha progressivamente<br />
inserito i dati satellitari<br />
nel proprio flusso di lavoro per<br />
la produzione cartografica è<br />
certamente la Regione Toscana,<br />
e in particolare l’ex Settore Cartografico,<br />
oggi Settore Sistema<br />
Informativo e Pianificazione del<br />
Territorio di Regione Toscana.<br />
A fianco della diffusione dei<br />
dati satellitari, l’ASI promuove<br />
lo sviluppo e la dimostrazione<br />
di nuovi servizi ed applicazioni<br />
satellitari (il cosiddetto<br />
downstream) che, una volta<br />
consolidati e validati, possono<br />
essere impiegati dai cittadini e<br />
valorizzati dalle Istituzioni per<br />
implementare le varie politiche<br />
nazionali in un’ottica di applicazioni<br />
integrate.<br />
Pertanto i dati satellitari e i prodotti<br />
da essi derivati – compresi<br />
quindi anche quelli cartografici<br />
– costituiscono uno dei vari e<br />
molteplici strati informativi che,<br />
ci si attende, siano combinati<br />
con dati di natura non spaziale<br />
e i risultati di metodi analitici<br />
di ultima generazione, ad es. di<br />
Intelligenza Artificiale. Gli ambienti<br />
in cui questa integrazione<br />
avviene più di frequente includono<br />
ambienti GIS, piattaforme<br />
applicative, cruscotti (dashboard)<br />
informatici e Digital Twin.<br />
Allo scopo di supportare la<br />
comunità nazionale in questo<br />
settore, a partire dalla fine del<br />
2021 l’ASI ha avviato un programma<br />
dedicato denominato<br />
Innovation for Downstream Preparation<br />
(I4DP) che promuove<br />
lo sviluppo dimostrativo (per<br />
casi d’uso) di servizi a valore<br />
aggiunto basati sull’utilizzo dei<br />
sistemi satellitari di telecomunicazioni<br />
(TLC), navigazione<br />
(NAV) e sui dati di osservazione<br />
della Terra (OT), anche combinati<br />
tra loro in modo sinergico<br />
e, ove necessario, integrati con<br />
servizi non-spaziali al fine di<br />
promuovere l’utilizzo degli asset<br />
spaziali di OT fruibili dalla<br />
comunità nazionale (sistemi nazionali,<br />
ESA, Copernicus, ecc.)<br />
riducendo il digital divide (ASI<br />
2022). Il programma si compone<br />
delle seguenti tre linee,<br />
ciascuna rivolta a uno specifico<br />
segmento della comunità utente:<br />
I4DP_PA per le Pubbliche<br />
Amministrazioni ai fini dello<br />
sviluppo di servizi istituzionali;<br />
I4DP_MARKET per l’Utenza<br />
Commerciale (micro, piccole,<br />
medie e grandi imprese, start-up<br />
e spin-off) che opera nell’ambito<br />
del downstream; I4DP_<br />
SCIENCE per le Università e<br />
gli Enti di Ricerca pubblici che<br />
siano interessati allo sviluppo di<br />
applicativi basati su nuovi metodi<br />
e algoritmi di analisi di dati<br />
satellitari e formazione di personale<br />
a qualificazione medio-alta,<br />
in diversi settori applicativi e del<br />
downstream scientifico.<br />
Nuovi prodotti satellitari e<br />
città sostenibili<br />
Nell’ambito della linea I4DP_<br />
SCIENCE, la prima chiamata<br />
alla manifestazione di interesse<br />
per la raccolta di idee progettuali<br />
(Call for ideas tematica)<br />
è stata incentrata sulle “Città<br />
Sostenibili”. Il tema conferma il<br />
riconoscimento da parte dell’A-<br />
SI della centralità delle applicazioni<br />
a supporto del miglioramento<br />
della sostenibilità degli<br />
ambienti urbani e antropizzati<br />
in termini ambientali e socioeconomici.<br />
Le idee progettuali<br />
che sono state raccolte mediante<br />
questa call for ideas potevano riguardare<br />
uno o più dei seguenti<br />
ambiti applicativi: gestione<br />
dei rischi naturali e antropici;<br />
salvaguardia dell’ambiente, del<br />
patrimonio culturale e paesaggistico<br />
nazionale; monitoraggio<br />
della qualità dell’aria e delle<br />
acque; mitigazione degli eventi<br />
meteo-climatici e degli effetti<br />
del riscaldamento globale; buona<br />
gestione del verde pubblico e<br />
dei beni pubblici.<br />
Fra i diversi progetti che sono<br />
stati attivati dall’ASI, in questo<br />
contesto merita citare il progetto<br />
denominato “Identificazione<br />
delle Local Climate Zones e studio<br />
della loro correlazione con<br />
la temperatura dell’aria nella<br />
Città Metropolitana di Milano<br />
tramite l’integrazione di dati geospaziali<br />
e tecnologie di Osservazione<br />
della Terra in ambiente<br />
Open Data Cube (LCZ-ODC)”,<br />
svolto in collaborazione con<br />
il Dipartimento di Ingegneria<br />
Civile e Ambientale (DICA)<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 7
FOCUS<br />
Fig. 1 - Mappa di Local<br />
Climate Zone (LCZ)<br />
della Città Metropolitana<br />
di Milano generata<br />
con metodologia<br />
WUDAPT. Legenda:<br />
1 – Compact High-Rise;<br />
2 – Compact Mid-Rise;<br />
3 – Compact Low-Rise;<br />
4 – Open High-Rise;<br />
5 – Open Mid-Rise;<br />
6 – Open Low-Rise; 7<br />
– Lightweight low-rise;<br />
8 – Large low-rise; 9 –<br />
Sparsely built; 10 – Heavy<br />
industry; A – Dense<br />
trees; B – Scattered trees;<br />
C –. Bush or scrub; D<br />
– Low plants; E – Bare<br />
rock or paved; F – Bare<br />
soil or sand; G – Water.<br />
La mappa è un prodotto<br />
distribuito con CC BY-<br />
SA 4.0 license da LCZ<br />
Generator (Demuzere<br />
et al. 2021): https://<br />
lcz-generator.rub.de/<br />
submissions<br />
del Politecnico di Milano (PO-<br />
LIMI). Il progetto LCZ-ODC<br />
ha affrontato il tema delle isole<br />
urbane di calore (Oxoli et al.<br />
2023), partendo dal modello<br />
delle Local Climate Zones (LCZ;<br />
Stewart & Oke 2012), il quale<br />
permette la segmentazione in<br />
classi del suolo urbano sulla<br />
base dell’intensità dell’isola di<br />
calore considerando le proprietà<br />
chimico-fisiche e termiche delle<br />
superfici.<br />
La figura 1 mostra un esempio<br />
di mappa di LCZ generata<br />
attraverso l’applicazione web<br />
LCZ Generator basata su dati e<br />
software liberamente accessibili<br />
(Demuzere et al. 2021). Questa<br />
mappa testimonia come oggi<br />
sia possibile creare prodotti applicativi<br />
da dati di osservazione<br />
della Terra e/o geospaziali che, a<br />
seguito di ulteriore elaborazione<br />
e analisi, possono confluire in<br />
uno o più prodotti cartografici.<br />
Gli scopi applicativi possono<br />
ricomprendere la modellazione<br />
microclimatica urbana, la<br />
pianificazione urbana, la progettazione<br />
e realizzazione di interventi<br />
che vanno dalla singola<br />
architettura alla riqualificazione<br />
urbana o alla stesura di un masterplan.<br />
Rispetto all’applicativo LCZ<br />
Generator e ad altre metodologie<br />
basate o solo sull’uso di<br />
immagini satellitari (remote<br />
sensing-based, ma mancanti di<br />
dati fondamentali sulla morfologia<br />
urbana come ad es. l’altezza<br />
degli edifici) o sul calcolo<br />
delle proprietà geometriche e<br />
termico-radiative delle superfici<br />
delle LCZ usando diversi<br />
dati geospaziali (GIS-based, ma<br />
dipendenti dalla disponibilità<br />
di questi dati per il contesto<br />
urbano di interesse), il progetto<br />
LCZ-ODC si è posto una sfida<br />
di innovazione.<br />
Il flusso di lavoro LCZ-ODC<br />
ha previsto l’integrazione di<br />
immagini satellitari iperspettrali<br />
della missione PRISMA<br />
e multispettrali della missione<br />
Sentinel-2, con dati geospaziali<br />
aperti, regionali e/o globali,<br />
per il calcolo dei parametri che<br />
consentono di descrivere le<br />
caratteristiche morfologiche costruttive<br />
di un ambiente urbano<br />
(Urban Canopy Parameters).<br />
L’algoritmo di classificazione<br />
supervisionato utilizzato è stato<br />
di tipo Random Forest. In particolare<br />
è stata usata la tecnologia<br />
Open Data Cube (ODC),<br />
ossia una piattaforma di cloudcomputing<br />
capace di integrare<br />
e gestire dati geospaziali multidimensionali<br />
e multi-temporali<br />
con formati e risoluzioni eterogenee<br />
in un singolo end-point.<br />
Il software è stato utilizzato per<br />
l’archiviazione e l’elaborazione<br />
delle immagini satellitari<br />
e come fonte di dati analysisready,<br />
utili alla generazione dei<br />
campioni di addestramento<br />
per la classificazione delle immagini.<br />
Gli strati informativi<br />
inseriti nell’ODC hanno incluso<br />
anche mappe di copertura<br />
del suolo, database topografici<br />
e Digital Terrain Model. Per lo<br />
studio della correlazione tra le<br />
LCZ e isola di calore sono stati<br />
infine considerati (e integrati<br />
nell’ODC) dati meteorologici,<br />
tra i quali la temperatura dell’aria.<br />
Nel caso della Città Metropolitana<br />
di Milano sono stati<br />
usati i dati forniti dalle stazioni<br />
di monitoraggio regionali di<br />
ARPA Lombardia (Oxoli et al.<br />
2023).<br />
A fianco dello sviluppo algoritmico<br />
e della sperimentazione,<br />
è stata condotta anche un’approfondita<br />
analisi dei requisiti<br />
utente (Vavassori et al. 2023),<br />
ossia dei requisiti che le mappe<br />
di LCZ risultanti dal flusso<br />
di lavoro dovevano soddisfare<br />
affinché potessero essere impiegate<br />
dagli utilizzatori finali (ad<br />
es. architetti, ingegneri, osservatori<br />
meteorologici, uffici tecnici<br />
delle ARPA). Fra i requisiti si è<br />
evidenziata una chiara differenziazione<br />
circa le preferenze di<br />
risoluzione spaziale delle mappe<br />
di LCZ, principalmente con<br />
riferimento a tre intervalli: inferiore<br />
a 30 m, fra 30 e 50 m, e<br />
superiore a 50 m. Ne consegue<br />
8 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
FOCUS<br />
chiaramente un’evidente ricaduta<br />
in termini di scala di restituzione<br />
del prodotto cartografico<br />
all’interno del quale confluisce<br />
l’informazione di LCZ. Mappe<br />
di LCZ a risoluzioni spaziali più<br />
alte sono più indicate per ottenere<br />
prodotti cartografici a scala<br />
di raggruppamenti di edifici,<br />
mentre risoluzioni spaziali più<br />
grossolane sono sufficienti per<br />
modelli microclimatici urbani a<br />
scala di quartieri e settori della<br />
città.<br />
Piattaforme applicative e<br />
cruscotti informatici<br />
Il paradigma che l’ASI sta<br />
promuovendo è quello dello<br />
sviluppo tecnologico in chiave<br />
user-driven. È l’utilizzatore finale<br />
che definisce come accedere<br />
all’informazione generata dai<br />
dati satellitari e come essa debba<br />
essere strutturata all’interno di<br />
flussi di lavoro e/o di sistemi<br />
informativi di uso nell’ambito<br />
dello svolgimento delle funzioni<br />
istituzionali e professionali<br />
dell’utente stesso. Al contempo,<br />
l’utilizzatore finale deve poter<br />
accedere a strumenti pratici,<br />
di facile impiego, validati e di<br />
provata accuratezza (e associata<br />
incertezza), mediante i quali<br />
generare prodotti satellitari di<br />
carattere applicativo.<br />
Tra gli strumenti oggi disponibili<br />
occorre citare le piattaforme<br />
applicative e i cruscotti informatici.<br />
Una piattaforma applicativa<br />
(exploitation platform nel gergo<br />
delle agenzie spaziali) è tipicamente<br />
un ambiente di lavoro<br />
virtuale collaborativo che fornisce<br />
all’utente l’accesso non solo<br />
ai dati satellitari ma anche agli<br />
strumenti, processori e risorse<br />
di calcolo necessari per elaborare<br />
questi dati, attraverso un’interfaccia<br />
coerente. Piattaforme<br />
di questo tipo, tematiche, ossia<br />
dedicate a uno specifico macrotema<br />
applicativo, sono state sviluppate<br />
sia dall’Agenzia Spaziale<br />
Europea (ESA 2018) sia, in<br />
ambito nazionale, dall’ASI. In<br />
particolare, la Figura 2 mostra<br />
l’interfaccia della piattaforma<br />
costeLAB dell’ASI.<br />
costeLAB è un prototipo di<br />
piattaforma collaborativa nazionale<br />
dedicata al monitoraggio,<br />
gestione e studio delle aree<br />
costiere (queste ultime intese<br />
comprendendo sia mare sia terra).<br />
Sviluppata per funzionare<br />
in un contesto pre-operativo,<br />
costeLAB mette a disposizione<br />
algoritmi validati e risorse avanzate<br />
di gestione per analizzare<br />
dati multi-missione e multi-sensore,<br />
acquisiti in particolare dai<br />
satelliti Sentinel di Copernicus,<br />
dalla costellazione COSMO-<br />
SkyMed dell’ASI e da missioni<br />
di parte terza, per generare<br />
prodotti applicativi in base a<br />
parametri di input selezionati<br />
dall’utente, senza la necessità di<br />
trasferimenti di grandi volumi<br />
di dati. Allineata al concetto<br />
delle Thematic Exploitation Platform<br />
(TEP) di ESA, costeLAB<br />
mira a supportare le applicazioni<br />
di downstream da parte<br />
di una più ampia comunità di<br />
utenti comprendente la Protezione<br />
Civile, le agenzie di protezione<br />
ambientale regionali, gli<br />
enti regolatori, gli scienziati che<br />
si occupano dei processi costieri<br />
e il pubblico generico (Candela<br />
et al. 2021).<br />
Il portfolio completo delle catene<br />
di elaborazione dati (processori)<br />
di costeLAB consente di<br />
generare 30 prodotti differenti<br />
fra i quali, a titolo esemplificativo,<br />
le mappe di allagamento,<br />
uso del suolo costiero, consumo<br />
di suolo costiero, linea di costa,<br />
opere di difesa costiera ed<br />
evoluzione morfologica degli<br />
ecosistemi costieri terrestri.<br />
Alcuni prodotti sono generati<br />
completamente mediante procedure<br />
automatiche, mentre<br />
altri includono anche una<br />
fase di raffinamento mediata<br />
dall’operatore. È il caso per es.<br />
del prodotto linea di costa che<br />
può essere generato in modo<br />
automatico a diverse risoluzioni<br />
(nell’intervallo 0.5 – 12.5 m) a<br />
seconda del dato satellitare di<br />
partenza, ed essere successivamente<br />
perfezionato mediante<br />
fotointerpretazione, anche svolta<br />
dall’utente stesso avvalendosi<br />
di un apposito plugin di QGIS<br />
messo a disposizione in piattaforma.<br />
Operando direttamente all’interno<br />
dello spazio di visualizzazione<br />
della piattaforma,<br />
Fig. 2 - Interfaccia grafica della piattaforma costeLAB di ASI per le applicazioni marino-costiere<br />
basate su dati di osservazione della Terra.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 9
FOCUS<br />
l’utente può inoltre confrontare<br />
un prodotto appena generato<br />
con il processore costeLAB e<br />
analoghi prodotti generati precedentemente<br />
da lui stesso o da<br />
altri utenti e salvati nel catalogo<br />
della piattaforma, oppure<br />
con prodotti esterni importati<br />
all’interno di costeLAB. La<br />
piattaforma fornisce infatti la<br />
possibilità di caricare prodotti<br />
di proprietà dell’utente stesso,<br />
prodotti di parte terza o servizi<br />
OGC. Pertanto, costeLAB<br />
non solo è una piattaforma che<br />
consente di generare prodotti<br />
che, scaricati, possono essere<br />
input per prodotti cartografici<br />
di ulteriore approfondimento<br />
ed elaborazione, ma è anche<br />
ambiente stesso di analisi a fini<br />
cartografici.<br />
Se una piattaforma applicativa<br />
è tipicamente uno spazio di<br />
lavoro verso cui “portare l’utente”<br />
affinché acceda ai dati<br />
satellitari e ai necessari strumenti<br />
di calcolo per elaborarli,<br />
e pertanto è uno strumento di<br />
supporto, i cruscotti informatici<br />
sono invece lo strumento<br />
informatico che l’utente costruisce<br />
in house e impiega per la<br />
gestione corrente di uno o più<br />
flussi operativi o di specifiche<br />
mansioni. In quest’ottica, indipendentemente<br />
che sia stato<br />
generato da un’analisi appositamente<br />
condotta, durante una<br />
consulenza o all’interno di una<br />
piattaforma applicativa o sia<br />
recuperato da portali o repository<br />
esterni, il dato satellitare e/o<br />
il suo prodotto derivato devono<br />
a tutti gli effetti diventare parte<br />
degli strati informativi del cruscotto<br />
informatico mediante i<br />
quali l’utilizzatore finale fonda<br />
e conduce il proprio processo<br />
decisionale.<br />
Un esempio recente di collaborazione<br />
istituzionale ai fini della<br />
progettazione di un cruscotto<br />
informatico di gestione e di<br />
inserimento, al suo interno, di<br />
dati satellitari è quella svolta<br />
dal 2019 al 2023 con il Parco<br />
Archeologico del Colosseo per<br />
la messa a punto della piattaforma<br />
web denominata “System<br />
for the Protection and Education<br />
of Archaeological Heritage<br />
(SyPEAH)”. SyPEAH è un<br />
sistema multi-parametrico di<br />
controllo permanente dell’intera<br />
area archeologica del Parco<br />
Archeologico del Colosseo, con<br />
i relativi indicatori del livello di<br />
rischio derivati dall’integrazione<br />
di informazioni multi-sorgente<br />
e da diversa strumentazione e<br />
metodologie (Della Giovampaola<br />
2021). Il nuovo paradigma<br />
con cui è stato realizzato<br />
SyPEAH è quello di un programma<br />
di monitoraggio che<br />
combina l’osservazione satellitare<br />
con i più utilizzati dati di calibrazione<br />
e misurazione in situ.<br />
L’integrazione di informazioni<br />
di spostamento degli edifici e<br />
monumenti ricavate dall’analisi<br />
satellitare e dalla diagnostica<br />
strumentale di tipo tradizionale<br />
è funzionale a un’attività ispettiva<br />
costante e regolare che non<br />
si limita al solo accertamento<br />
del danno occorso (quindi<br />
quando ormai è già avvenuto),<br />
ma consente di fare valutazioni<br />
preventive, di stadio precoce,<br />
prima dell’accadimento del<br />
danno stesso.<br />
La figura 3 mostra l’impiego di<br />
dati di deformazione ottenuti<br />
dall’elaborazione interferometrica<br />
di immagini radar ad apertura<br />
sintetica (SAR) acquisite<br />
dai satelliti COSMO-SkyMed<br />
nell’intervallo temporale 2011-<br />
2018, per il monitoraggio<br />
strutturale del Colosseo. I dati<br />
interferometrici consistono<br />
in una griglia diffusa di punti<br />
di misura, distribuiti sulle<br />
facciate e le superfici murarie<br />
del monumento monitorato<br />
da satellite. Ciascun punto è<br />
Fig. 3 - Esempio di<br />
valutazione delle<br />
deformazioni strutturali<br />
dell'Anfiteatro<br />
Flavio all’interno del<br />
Parco Archeologico<br />
del Colosseo, all’interno<br />
della piattaforma<br />
Sypeah, mediante<br />
analisi di dati di<br />
spostamento generati<br />
da elaborazione<br />
interferometrica di<br />
immagini satellitari<br />
COSMO-SkyMed<br />
dell’ASI (da Della<br />
Giovampaola 2021).<br />
10 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
FOCUS<br />
associato a un grafico che mostra<br />
se e come quel dato punto<br />
si è spostato nel tempo. I dati<br />
interferometrici sono uno degli<br />
strati informativi disponibili in<br />
SyPEAH e possono essere interrogati<br />
dall’operatore del Parco<br />
Archeologico (ad es. un funzionario<br />
ispettore) per accertare<br />
lo stato di stabilità strutturale<br />
del manufatto archeologico.<br />
L’identificazione di eventuali<br />
anomalie può essere contro-verificata,<br />
all’interno di SyPEAH,<br />
mediante l’analisi congiunta<br />
con dati da strumentazioni a<br />
terra installate sulla porzione di<br />
monumento sotto esame. Ne<br />
consegue che l’operatore può<br />
aggiornare la scheda di rapporto<br />
dello stato di conservazione o,<br />
nei casi più critici, inviare una<br />
segnalazione per lo svolgimento<br />
di ulteriori approfondimenti.<br />
SyPEAH funge quindi da vero<br />
e proprio cruscotto gestionale<br />
all’interno del quale i dati CO-<br />
SMO-SkyMed sono integrati<br />
nel flusso di lavoro dell’utente<br />
istituzionale, invece di rimanere<br />
un insieme di dati interpretato<br />
da un operatore o consulente<br />
esterno al processo decisionale.<br />
Fig. 4 - Visualizzazione del cubo di dati del Digital Twin Earth (DTE) Hydrology sul bacino del<br />
Fiume Po (da Brocca et al. <strong>2024</strong>).<br />
… e infine i Digital Twin<br />
Una delle ultime frontiere nella<br />
rappresentazione del mondo<br />
fisico, naturale e/o antropico,<br />
è indubbiamente rappresentata<br />
dai Digital Twin. Delle innumerevoli<br />
definizioni di Digital<br />
Twin, è interessante notare le<br />
parole chiave riportate in quella<br />
formulata da Glaessgen & Stargel<br />
(2012): “Un gemello digitale<br />
è una simulazione probabilistica<br />
multi-fisica, multi-scala e integrata<br />
di un prodotto complesso e<br />
utilizza i migliori modelli fisici<br />
disponibili, aggiornamenti di<br />
sensori, ecc., per rispecchiare la<br />
vita del suo gemello corrispondente<br />
... il Digital Twin aumenterà<br />
l’affidabilità … grazie alla sua<br />
capacità di monitorare”. Qualunque<br />
siano la configurazione<br />
e funzionalità del Digital Twin,<br />
questa definizione evidenzia<br />
che il Digital Twin non è solo<br />
una raccolta/repository di dati,<br />
modelli, etc., ma è anche uno<br />
strumento di rappresentazione<br />
(dinamica) e di studio dell’ambiente<br />
naturale e urbano.<br />
La dinamicità e il carattere<br />
multi-temporale sono peculiarità<br />
che si coniugano molto<br />
bene con le proprietà dei dati<br />
satellitari, specie se questi ultimi<br />
sono acquisiti da missioni che<br />
acquisiscono in modo regolare e<br />
in serie temporale e se, di conseguenza,<br />
anche i prodotti da<br />
essi derivati (o gli output di modelli<br />
che sono alimentati dalle<br />
informazioni satellitari) sono<br />
generati in continuo e aggiornati<br />
in modo dinamico.<br />
Un esempio dimostrativo in<br />
questo senso è il Digital Twin<br />
Earth (DTE) Hydrology dell’E-<br />
SA, consistente nella ricostruzione<br />
tridimensionale (4D; tre<br />
dimensioni nello spazio e una<br />
nel tempo) del ciclo dell’acqua<br />
terrestre ad alta risoluzione attraverso<br />
l’integrazione delle più<br />
recenti osservazioni satellitari e<br />
della modellazione idrologica<br />
avanzata. Le dimensioni del<br />
cubo di dati del DTE Hydrology<br />
includono l’umidità del suolo,<br />
le precipitazioni, l’evaporazione<br />
e la portata dei fiumi. L’integrazione<br />
avviene nel sistema<br />
avanzato di modellazione idrologica<br />
CONTINUUM per<br />
prevedere l’umidità del suolo,<br />
l’evaporazione e la portata dei<br />
fiumi ad alta risoluzione (ossia<br />
1 km, 1 ora). I risultati della<br />
modellizzazione sono combinati<br />
con le osservazioni satellitari nei<br />
moduli applicativi per la previsione<br />
delle frane, la simulazione<br />
delle inondazioni e l’irrigazione<br />
(Brocca et al. <strong>2024</strong>). Pertanto<br />
il DTE Hydrology può essere<br />
esplorato per sviluppare casi<br />
d’uso user-oriented rispetto a<br />
scenari what-if a supporto della<br />
gestione del rischio idrogeologico<br />
e dei regimi irrigui in agricoltura<br />
di precisione. la figura 4<br />
mostra il cubo di dati del DTE<br />
Hydrology sull’area del bacino<br />
del fiume Po.<br />
Come dimostrato dal processo<br />
di sviluppo delle piattaforme<br />
applicative e dei cruscotti informatici,<br />
affinché uno strumento<br />
informatico possa essere di utilità<br />
per l’utente evidentemente<br />
dovrà capitalizzare quanto già<br />
conseguito, disponibile e interoperabile.<br />
Con queste funzionalità,<br />
il Digital Twin può<br />
essere uno strumento evoluto<br />
che mette a frutto risorse, fonti<br />
di dati e modelli da applicativi,<br />
piattaforme, repository, etc. già<br />
esistenti, oltre che svilupparne<br />
e metterne a disposizione di<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 11
FOCUS<br />
nuovi. Nella ricchezza delle<br />
informazioni raccolte e<br />
nell’accuratezza della rappresentazione<br />
del mondo in un<br />
Digital Twin, particolare attenzione<br />
deve essere prestata<br />
alla struttura, ai componenti<br />
e alle funzionalità che il Digital<br />
Twin deve offrire rispetto<br />
alle necessità del fruitore.<br />
Infine, una considerazione<br />
che non può essere tralasciata<br />
è il carattere di sostenibilità<br />
dei Digital Twin. Questa<br />
caratteristica può essere declinata<br />
sotto molti aspetti, fra<br />
i quali il grado di aggiornamento<br />
dei dati e modelli di<br />
input, il flusso costante nel<br />
processo di trasferimento tecnologico<br />
verso l’utilizzatore<br />
finale che dovrà poter comprendere<br />
e utilizzare il Digital<br />
Twin, nonché la previsione<br />
di risorse finanziarie adeguate<br />
per sostenere i costi di operazione<br />
e manutenzione del<br />
Digital Twin. I dati satellitari<br />
certamente possono contribuire<br />
a indirizzare il primo<br />
dei tre aspetti sopra menzionati,<br />
specie se i Digital Twin<br />
si basano su dataset di input<br />
derivati da missioni satellitari<br />
di lungo termine, delle quali<br />
viene garantita la continuità<br />
temporale. Diversamente, gli<br />
altri due aspetti richiedono<br />
uno sforzo di pianificazione<br />
lungimirante che non è molto<br />
dissimile da quello che è già<br />
stato affrontato nell’approntare<br />
lo sviluppo di piattaforme<br />
e cruscotti informatici, o nel<br />
trasformare in servizi operativi<br />
i più promettenti dimostratori<br />
di nuove applicazioni<br />
satellitari.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
ASI (2022), Piano Triennale delle Attività (PTA) 2022-<strong>2024</strong>,<br />
https://rb.gy/1pmdgz<br />
Brocca, L. et al. (<strong>2024</strong>) A Digital Twin of the terrestrial water cycle: a glimpse<br />
into the future through high-resolution Earth observations. Frontiers in<br />
Science 1, https://doi.org/10.3389/fsci.2023.1190191<br />
Candela, L. et al. (2021) The Italian Thematic Platform costeLAB: from<br />
Earth Observation Big Data to products in support to coastal applications<br />
and downstream. Proceedings of the 2021 conference on Big Data from Space,<br />
Soille, P., Loekken, S. and Albani, S., eds., EUR 30697 EN, Publications Office<br />
of the European Union, Luxembourg, 2021, ISBN 978-92-76-37661-3,<br />
https://data.europa.eu/doi/10.2760/125905, JRC125131<br />
Della Giovampaola, I. (2021) SyPEAH: The WebAPP System for Protection<br />
and Education to Archaeological Heritage in the Parco Archeologico del Colosseo.<br />
Geosciences 11, 246. https://rb.gy/1pmdgz<br />
Demuzere, M., Kittner, J. & Bechtel, B. (2021) LCZ Generator: a web<br />
application to create Local Climate Zone maps. Frontiers in Environmental<br />
Science 9, 637455, https://rb.gy/m5lz7f<br />
ESA (2018), Thematic Exploitation Platform (TEPs), https://sdg.esa.int/<br />
activity/thematic-exploitation-platform-teps-4319 (Retrieved: 20.03.<strong>2024</strong>).<br />
Glaessgen, E. & Stargel, D. (2012) The digital twin paradigm for future<br />
NASA and US Air Force vehicles. 53rd AIAA/ASME/ASCE/AHS/ASC Structures,<br />
Structural Dynamics and Materials Conference 20th AIAA/ASME/AHS<br />
Adaptive Structures Conference 14th AIAA.<br />
Oxoli, D., Cedeno Jimenez, J. R., Capizzi, E., Brovelli, M. A., Siciliani de<br />
Cumis, M., Sacco, P., & Tapete, D. (2023) QGIS and Open Data Cube<br />
applications for Local Climate Zones analysis leveraging PRISMA hyperspectral<br />
satellite data. Int. Arch. Photogramm. Remote Sens. Spatial Inf. Sci.,<br />
XLVIII-1/W2-2023, 111–116, https://doi.org/10.5194/isprs-archives-XL-<br />
VIII-1-W2-2023-111-2023<br />
Stewart, I. D. & Oke, T. R. (2012) Local climate zones for urban temperature<br />
studies. Bulletin of the American Meteorological Society 93, 12, 1879–1900,<br />
https://doi.org/10.1175/BAMS-D-11-00019.1<br />
Vavassori, A., Brovelli, M. A., Capizzi, E., Venuti, G., Betti, B., Siciliani de<br />
Cumis, M., Sacco, P., & Tapete, D. (2023) Mapping Local Climate Zones<br />
with multiple geodata and the Open Data Cube: insights of domain user requirements<br />
and outlooks of the LCZ-ODC project. Int. Arch. Photogramm.<br />
Remote Sens. Spatial Inf. Sci., XLVIII-1/W2-2023, 581–587, https://isprsarchives.copernicus.org/articles/XLVIII-1-W2-2023/581/2023/,<br />
2023<br />
KEYWORDS<br />
Satelliti; Applicazioni, Città Sostenibili, Piattaforme Applicative,<br />
Digital Twin<br />
ABSTRACT<br />
Earth Observation (EO) is nowadays a primary source of geospatial data to<br />
address urban applications. As information layers imported into GIS, EO<br />
products are increasingly exploited for cartographic purposes to improve cities<br />
representation. The Italian Space Agency (ASI) invests in novel satellite-based<br />
applications and digital tools facilitating EO data utilization. Such tools include:<br />
thematic exploitation platforms enabling EO data processing by nonexpert<br />
users through validated processors; dashboards wherein satellite products<br />
are among the input data used during the decision-making process; Digital<br />
Twins allowing for what-if scenarios and forecast activities. Recent user-driven<br />
developments are presented with regard to urban heat island, coastal applications,<br />
conservation of cultural heritage, monitoring and modelling of processes<br />
related to terrestrial water cycle.<br />
AUTORE<br />
Deodato Tapete<br />
Agenzia Spaziale Italiana (ASI), deodato.tapete@asi.it<br />
12 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
FOCUS<br />
Sottocontrollo<br />
Georadar, droni e tecnologie<br />
per infrastrutture e aree<br />
circostanti<br />
Tecnologie anche a noleggio per:<br />
manutenzione strade<br />
> analisi spessore delle pavimentazioni<br />
> mappatura 3D di sottoservizi e cavità<br />
> rilievi pre-scavo, OBI (UXO) e vuoti<br />
ponti e viadotti<br />
> deformazioni o cedimenti<br />
> ispezione strutture, calcestruzzi e parti sommerse<br />
> ricerca di vuoti, ammaloramenti o distacchi<br />
monitoraggio ambientale<br />
> frane, argini, cedimenti o smottamenti<br />
> rilievo di fondali, fiumi e bacini<br />
> ricerca di cavità, discariche, tubi e serbatoi<br />
di stoccaggio abbandonati<br />
> studio di grandi aree inaccessibili<br />
Tecnologie<br />
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Tecnologie per le Scienze della Terra e del Mare<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 13
REPORT<br />
Il ruolo dell’Ufficio Cartografico<br />
Regionale per la conoscenza<br />
del territorio<br />
di Ilaria Tabarrani<br />
Le amministrazioni pubbliche<br />
devono basare le<br />
decisioni su elementi conoscitivi<br />
certi perché errori<br />
e inesattezze possono<br />
influenzare la decisione<br />
finale. Ciò è vero anche<br />
per i dati territoriali e,<br />
in quest’ottica, Regione<br />
Toscana prevede, oltre<br />
all’implementazione dei<br />
dati da telerilevamento, il<br />
miglioramento della qualità<br />
dei dati tematici georeferenziati<br />
prodotti per le<br />
funzioni amministrative di<br />
Schema della rete per l'informazione territoriale nella PA.<br />
competenza.<br />
Ripartiamo dai presupposti<br />
L’azione amministrativa deve<br />
basare le decisioni su elementi<br />
di razionalità, cioè sulla raccolta<br />
di elementi conoscitivi.<br />
Gli elementi conoscitivi sono<br />
informazioni necessarie allo<br />
svolgimento delle funzioni amministrative<br />
e, come ci ricorda<br />
con efficacia Vincenzo Cerulli<br />
Irelli, nella prima lezione di<br />
diritto amministrativo (Editori<br />
Laterza, 2021): “la titolarità<br />
della funzione amministrativa è<br />
circoscritta dall’attribuzione stabilita<br />
dalla legge per ogni singola<br />
organizzazione o per categoria<br />
di organizzazioni (comuni, province,<br />
ecc.), al di là della quale<br />
essa non può operare a pena di<br />
nullità dei relativi atti”.<br />
Tra le informazioni necessarie<br />
allo svolgimento dei compiti<br />
assegnati a ciascun’amministrazione<br />
vi sono quelle derivate dai<br />
dati territoriali ovvero georeferenziati.<br />
Questi richiami sono necessari<br />
per sottolineare i due presupposti<br />
fondamentali che dovrebbero<br />
guidare gli Uffici che, negli enti<br />
che governano il territorio (ovvero<br />
Comuni, Province, Città<br />
metropolitane, Regioni e Stato),<br />
producono dati, ovvero: 1) le<br />
attività conoscitive sono strumentali<br />
alle funzioni amministrative<br />
assegnate a ciascun ente;<br />
2) errori o inesattezze nella costruzione<br />
dei dati falsano la base<br />
conoscitiva e, pertanto, possono<br />
influenzare il provvedimento<br />
finale, ovvero la decisione pubblica.<br />
È fondamentale dunque parlare<br />
di qualità del dato territoriale,<br />
conoscere la sua accuratezza,<br />
completezza, coerenza e attualità<br />
per ridurre al minimo gli<br />
errori e migliorare la qualità<br />
complessiva delle informazioni.<br />
Il rispetto di procedure<br />
standardizzate di raccolta dati,<br />
rigorose misure di controllo<br />
della veridicità e operazioni<br />
ordinarie di manutenzione dei<br />
dati, è essenziale per migliorare<br />
la qualità dei dati. Investire nei<br />
processi di qualità dei dati è necessario<br />
per avere dati accurati<br />
e affidabili per generare mappe,<br />
analizzare relazioni spaziali e<br />
prendere decisioni informate,<br />
in sintesi, per migliorare l’efficienza<br />
e l’efficacia della Pubblica<br />
14 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
REPORT<br />
Amministrazione. Quando la<br />
qualità dei dati è compromessa,<br />
si possono generare analisi geospaziali<br />
imperfette o, peggio,<br />
errate e dunque potenziali decisioni<br />
fuorvianti o sbagliate che<br />
portano a errori costosi sotto<br />
molti punti di vista. Inoltre,<br />
dati incompleti o obsoleti (o<br />
tendenziosi) possono ostacolare<br />
un’analisi e un processo decisionale<br />
imparziale ed efficace portando,<br />
ad esempio, a distruzione<br />
di risorse ambientali.<br />
Quindi, lo Stato e gli Enti<br />
Territoriali producono e gestiscono<br />
dati perché ne hanno<br />
bisogno per programmare, pianificare<br />
(tutelare, valorizzare),<br />
progettare, valutare e monitorare<br />
il territorio di riferimento ma<br />
anche, più puntualmente, ai fini<br />
istruttori per il rilascio di un<br />
provvedimento (autorizzazioni,<br />
titoli abilitativi, finanziamenti,<br />
ecc.). Gli stessi dati poi, una<br />
volta “aperti”, potranno essere<br />
“riusati” da altri soggetti diversi<br />
dal titolare della funzione amministrativa<br />
che li ha prodotti.<br />
Inverdendo la priorità, o insistendo<br />
troppo su questo secondo<br />
fine (certamente imperante),<br />
si potrebbe incorrere nel rischio<br />
di rallentarne la produzione e<br />
l’utilizzo principale, sviando<br />
l’amministrazione titolare dalle<br />
sue dirette finalità istituzionali.<br />
Chiariti questi due primi punti<br />
dovrebbe risultare evidente<br />
quanto segue: 3) i dati territoriali<br />
essenziali per il procedimento<br />
debbono essere pensati<br />
(ovvero programmati, progettati<br />
e gestiti) da chi ha la competenza<br />
sulla funzione amministrativa;<br />
4) è fondamentale che,<br />
almeno all’interno dello stesso<br />
ente, non vi siano ridondanze<br />
e/o incoerenze (ingiustificate)<br />
tra i dati che mappano gli stessi<br />
oggetti sul territorio.<br />
Conseguenza naturale dei<br />
quattro aspetti sopra richiamati<br />
dovrebbe essere la necessità di<br />
mantenere, internamente alla<br />
struttura organizzativa dell’ente<br />
che gestisce la funzione, l’Ufficio<br />
che si occupa di programmare,<br />
progettare, acquisire, verificare,<br />
archiviare e condividere<br />
i dati georeferenziati, ovvero<br />
le informazioni territoriali alla<br />
base dell’azione amministrativa,<br />
oggi più che mai.<br />
Le Regioni, in particolare ma<br />
non solo, avevano/hanno un<br />
Ufficio che si occupa dei temi<br />
“cartografici” (utilizzeremo<br />
questo termine nel senso più<br />
ampio che comprende anche<br />
gli attuali Sistemi Informativi<br />
Territoriali), che purtroppo nel<br />
tempo è stato ridimensionato<br />
e/o settorializzato mentre, in<br />
altri Enti (in particolare nei<br />
Comuni), queste strutture non<br />
sono quasi mai state presenti<br />
come specifica unità operativa<br />
ma ricondotte semmai all’Ufficio<br />
Urbanistica da cui effettivamente<br />
tutto nasce, almeno nella<br />
più recente storia del governo<br />
del territorio. È infatti innegabile<br />
che ci sia uno stretto legame<br />
tra pianificazione del territorio<br />
(sia essa urbanistica, territoriale<br />
che paesaggistica) e cartografia;<br />
ciò è dovuto al fatto che le<br />
carte topografiche, così come<br />
le tematiche, rappresentano un<br />
mezzo efficace per rappresentare,<br />
in forma sintetica, i dati di<br />
conoscenza territoriale necessari<br />
per adempiere ai compiti istituzionali<br />
di disciplina dei suoli.<br />
Così, quando con l’articolo 80<br />
del DPR 616 del 1977 (norma<br />
ancora in vigore), viene completato<br />
il trasferimento alle Regioni<br />
della funzione amministrativa<br />
relativa alla materia urbanistica,<br />
sono conferite anche le relative<br />
funzioni conoscitive, si legge<br />
infatti nel decreto che l’attribuzione<br />
avviene “comprensiva di<br />
tutti gli aspetti conoscitivi, normativi<br />
e gestionali riguardanti le<br />
operazioni di salvaguardia e di<br />
trasformazione del suolo nonché<br />
la protezione dell'ambiente”. In<br />
sostanza ricomprendendo suolo<br />
e ambiente, tutto.<br />
"Perdere il passato significa<br />
perdere il futuro" (frase attribuita<br />
a Wang Shu)<br />
Come ricordava il prof. Fondelli<br />
in una pubblicazione del 2004<br />
curata da IGM, “l’importanza<br />
di una cartografia tecnica a<br />
grande scala emerse in tutta la<br />
sua immediata urgenza, con il<br />
Fig. 1 - Schema delle principali strategie di Regione Toscana per la qualità<br />
dell'informazione territoriale.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 15
REPORT<br />
trasferimento alle Regioni italiane<br />
a statuto ordinario delle<br />
funzioni svolte dagli Organi<br />
centrali e periferici dello Stato<br />
in materia territoriale, operato<br />
dal DPR 15 gennaio 1972 n.8,<br />
nella comune convinzione che<br />
lo sviluppo armonico delle risorse<br />
naturali, la progettazione<br />
delle infrastrutture e la gestione<br />
del territorio, richiedessero una<br />
conoscenza molto più approfondita<br />
del territorio interessato,<br />
di quella tradizionalmente<br />
offerta dalla Carta topografica<br />
d’Italia alla scala 1:25.000 fino<br />
al quel momento disponibile”.<br />
La Carta Tecnica Regionale<br />
(CTR) nasceva infatti per individuare,<br />
alla scala opportuna e<br />
con un rilievo aggiornato prodotto<br />
mediante aerofotogrammetria,<br />
l’insieme degli elementi<br />
topografici da misurare e porre<br />
in relazione ma costituiva al<br />
contempo il riferimento topografico<br />
per la formazione di tutte<br />
le altre carte tematiche.<br />
Così, come in altre regioni,<br />
anche la Toscana fin dai primi<br />
anni ’70 ha realizzato appositi<br />
rilievi aerofogrammetrici,<br />
mostrando tuttavia anche una<br />
specifica lungimiranza (compresa<br />
e ripresa interamente ahimè<br />
solo molti anni dopo), quella<br />
relativa all’importanza del telerilevamento<br />
e nello specifico alla<br />
necessità di effettuare periodici<br />
rilievi di tutto il territorio regionale<br />
a prescindere dalla restituzione<br />
cartografica.<br />
Si legge infatti nella deliberazione<br />
di Consiglio Regionale del<br />
1975 che approva il progetto<br />
del primo rilievo coevo su tutta<br />
la Toscana quanto segue: “considerato<br />
come la disponibilità<br />
di rilievi aerofotogrammetrici<br />
di tipo e scala opportuni periodicamente<br />
aggiornabili, costituisce<br />
di per sé, anche prescindendo<br />
dalla restituzione cartografica,<br />
una documentazione di<br />
base indispensabile per corrette<br />
determinazioni di ordine comprensoriale,<br />
programmatorio e<br />
di pianificazione, nonché insostituibile<br />
strumento di consultazione<br />
storica per l’evoluzione<br />
del territorio nei suoi molteplici<br />
aspetti e che, quindi, appare<br />
opportuno procedere alla copertura<br />
aerofotogrammetrica<br />
dell’intero territorio regionale”.<br />
I rilievi aerei vengono infatti<br />
ritenuti, si legge ancora nella<br />
delibera del 1975, come la<br />
migliore soluzione di documentazione<br />
possibile, poiché<br />
“costituisce una valida base alle<br />
attività preminenti nel campo<br />
dell’urbanistica, dell’uso del<br />
territorio, della viabilità, dell’agricoltura,<br />
della tutela del patrimonio<br />
forestale e ambientale,<br />
della individuazione dei bacini e<br />
della regolamentazione dei corsi<br />
d’acqua, nonché della protezione<br />
delle coste”.<br />
Insomma, quello che oggi sono<br />
i sistemi di Osservazione della<br />
Terra per l’intero pianeta,<br />
lo erano prim’ancora i rilievi<br />
con le piattaforme aeree. E in<br />
quest’ottica le Regioni hanno<br />
programmato, progettato, acquisito<br />
e archiviato centinaia<br />
di immagini che costituiscono<br />
oggi un patrimonio informativo<br />
molto prezioso: si pensi che solo<br />
la Regione Toscana vanta un<br />
archivio di oltre 250.000 fotogrammi<br />
acquisiti in quasi cento<br />
campagne di rilievi (di cui 86 di<br />
titolarità propria). Senza parlare<br />
della cartografia, sia topografica<br />
(es. CTR) che tematica (es. carta<br />
di uso e copertura del suolo),<br />
che di tipo “costitutivo” (es.<br />
vincoli culturali e paesaggistici),<br />
derivata spesso proprio dai dati<br />
telerilevati e nel tempo aggiornata<br />
periodicamente.<br />
La cartografia che ne è derivata,<br />
tuttavia, per molto tempo ha<br />
spostato l’attenzione dall’informazione<br />
alla sua rappresentazione,<br />
dal dato al documento,<br />
mentre oggi stiamo passando<br />
dalla cura nel linguaggio da<br />
utilizzare (la rappresentazione<br />
dell’informazione appunto) alla<br />
saturazione informativa (dal<br />
messaggio al solo dato) che, secondo<br />
alcuni, sta vanificando il<br />
ruolo della “cartografia”, mentre<br />
al contrario altri pensano che lo<br />
stia rilanciando.<br />
Uno stralcio del primo rilievo aereo coevo su tutto il territorio regionale, realizzato da<br />
Regione Toscana nel 1975.<br />
Rinnovare il ruolo degli Uffici<br />
Cartografici delle Regioni<br />
Torniamo dunque al punto di<br />
partenza domandandoci quale<br />
sia l’utilità della cartografia e<br />
16 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
REPORT<br />
dunque il ruolo di un “Ufficio<br />
cartografico”: le carte sono una<br />
rappresentazione della realtà<br />
del territorio, sono un prodotto<br />
grafico nel quale si riportano<br />
in modo sintetico il lavoro di<br />
misura e comprensione del<br />
territorio. La cartografia è uno<br />
strumento utile alla descrizione<br />
del territorio, necessaria per<br />
visualizzare i dati e le loro relazioni,<br />
non per farne una copia<br />
esatta (noto il paradosso di<br />
Jorge Luis Borges relativo alla<br />
«Mappa dell’Impero» in scala<br />
1:1) a meno che non si operi<br />
nel mondo della ricerca scientifica<br />
o in particolari tipi di funzioni,<br />
come quella relativa alle<br />
emergenze, dove (ammesso che<br />
possa succedere) la tendenza alla<br />
costruzione dei “gemelli digitali”<br />
può assumere tutta un’altra<br />
rilevanza.<br />
È evidente che negli ultimi anni<br />
(direi dall’entrata in operatività<br />
del programma Copernicus)<br />
stiamo assistendo ad un’esplosione<br />
dell’acquisizione dei dati<br />
territoriali che facilitano la produzione<br />
di elaborazioni tematiche;<br />
ma come possono questi<br />
dati tradursi in una maggiore<br />
conoscenza anche per supportare<br />
le funzioni amministrative<br />
degli enti territoriali che governano<br />
il territorio?<br />
La risposta non è univoca,<br />
ma potremmo ripartire riconsiderando,<br />
in primo luogo<br />
all’interno delle Regioni, il<br />
ruolo della tecnica cartografica.<br />
Riconoscendo che la facilità di<br />
accesso all’acquisizione dei dati<br />
da elaborare non sostituisce il<br />
sapere cartografico necessario<br />
per produrre informazione certificata<br />
da porre alla base del<br />
procedimento amministrativo.<br />
Ripartiamo riconoscendo e valorizzando<br />
il ruolo centrale delle<br />
Regioni anche in questo campo;<br />
recuperiamo il forte coordinamento<br />
tra le regioni che è nato<br />
(e probabilmente ha toccato il<br />
suo apice) solo grazie al Centro<br />
Interregionale di coordinamento<br />
e documentazione per i problemi<br />
inerenti alle informazioni<br />
territoriali costituito, a seguito<br />
della conferenza nazionale sulla<br />
cartografia, promossa ed organizzata<br />
proprio dalla Regione<br />
Toscana nel 1979 ma fortemente<br />
voluta anche da Piemonte,<br />
Veneto, ecc.<br />
L’ufficio Cartografico della<br />
Regione Toscana<br />
In quest’ottica la strategia generale<br />
che persegue la Regione<br />
Toscana è quella che prevede<br />
oltre all’implementazione anche<br />
il miglioramento dell’informazione<br />
territoriale alla base<br />
dell’azione amministrativa,<br />
salvaguardando e valorizzando<br />
il patrimonio conoscitivo costruito<br />
in 50 anni di attività.<br />
Strategia che, nell’operatività, si<br />
declina in due obiettivi principali<br />
che tendono a rendere più<br />
efficiente il sistema informativo<br />
territoriale regionale: 1) la rinnovata<br />
attenzione alla qualità<br />
del dato; 2) l’integrazione delle<br />
fonti di acquisizione.<br />
Obiettivi che si raggiungono in<br />
primo luogo attuando rinnovate<br />
azioni di condivisione e coordinamento.<br />
Ovvero, condivisione<br />
della programmazione delle acquisizioni<br />
e poi delle specifiche<br />
tecniche dei dati che, se adeguatamente<br />
svolte, consentono di<br />
intercettare eventuali sinergie,<br />
parlare un linguaggio noto (a<br />
chiunque voglia poi acquisire/<br />
comprendere il dato) e identificare<br />
e risolvere i potenziali<br />
problemi che potrebbero verificarsi<br />
prima che diventino critici<br />
per le tempistiche, i budget o<br />
la qualità del prodotto finale.<br />
In riferimento alla programmazione<br />
in Toscana viene annualmente<br />
approvato dalla Giunta<br />
regionale un atto di indirizzo<br />
dove sono definite le priorità<br />
per l’aggiornamento della Base<br />
Informativa Territoriale (BIT)<br />
ed è prevista una convenzione<br />
per la partecipazione degli altri<br />
Enti che vogliono partecipare<br />
alla costruzione della BIT; mentre<br />
in riferimento le specifiche<br />
tecniche dei dati territoriali<br />
sono approvate/aggiornate con<br />
decreto.<br />
Obiettivi che si perseguono poi<br />
anche mantenendo le consolidate<br />
verifiche sui dati e prevedendo<br />
periodiche bonifiche<br />
dei dati ormai obsoleti o incoerenti<br />
(da sempre in Regione<br />
Fig. 3 – Uno stralcio dell'ultimo rilievo aereo coevo su tutto il territorio regionale, realizzato<br />
da Regione Toscana nel 2023.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 17
REPORT<br />
le verifiche vengono svolte ad<br />
opera di soggetti terzi rispetto<br />
a chi produce il dato). Ma anche<br />
implementando la verità<br />
a terra (la Regione ha proprio<br />
recentemente affidato rilievi per<br />
aggiornare gli oltre 330 punti di<br />
controllo fotografici, verificare<br />
oltre 3000 elementi a campione<br />
della “carta” di uso e copertura<br />
del suolo, acquisito oltre 150<br />
punti di campionatura per firme<br />
spettrali). Continuando poi<br />
ad acquisire le informazioni di<br />
base da rilievi aerofotogrammetrici<br />
(RGB+infrarosso con GSD<br />
medio 15 cm) con un processo<br />
certificato in tutte le sue fasi<br />
(dopo quello del 2021, ad<br />
integrazione dei consueti voli<br />
Agea, è stato fatto un nuovo<br />
volo regionale coevo su tutta la<br />
Toscana nel 2023 in corso di rilascio<br />
per tutti e in maniera gratuita).<br />
Organizzando infine, in<br />
maniera graduale, l’impiego dei<br />
dati satellitari all’interno dei sistemi<br />
informativi territoriali (in<br />
Toscana la Giunta regionale ha<br />
approvato dal 2019 due accordi<br />
con l’Agenzia Spaziale Italiane<br />
e due con l’Agenzia Spaziale<br />
Europea, finalizzati proprio a<br />
questo scopo, compresa la necessaria<br />
formazione).<br />
Guardiamo avanti<br />
Se quelle viste sopra sono le linee<br />
strategiche, operativamente<br />
parlando adesso è necessario<br />
mettere in pratica -tutti insieme-<br />
quanto già da anni è ampiamente<br />
condiviso (ma pare<br />
dimenticato), magari con qualche<br />
piccolo correttivo, ad esempio:<br />
il dato va acquisito una<br />
sola volta alla scala più opportuna<br />
(mentre in Italia abbiamo<br />
almeno 4 diverse banche dati di<br />
uso e copertura del suolo, con<br />
investimenti al seguito); occorre<br />
rispettare gli standard (magari<br />
prima di imporli cercare di<br />
condividerli in maniera trasparente<br />
e realmente partecipativa<br />
con tutti i soggetti interessati);<br />
occorre riportare la metainformazione<br />
ad una forma più<br />
snella e renderla obbligatoria,<br />
seriamente.<br />
Per fare tutto questo, potrebbe<br />
essere utile anche solo riconoscere<br />
(nuovamente e/o rinnovare)<br />
il ruolo di coordinamento<br />
di un Ufficio Cartografico regionale?<br />
Oppure, è più efficace,<br />
imporre a chiunque produca<br />
un dato geografico per la PA di<br />
usare un processo standardizzato<br />
che si concretizzi alla fine<br />
in un certificato di attendibilità<br />
Fig. 4 - La stessa zona dei rilievi aerei delle figure precedenti rappresentata nella CTR e<br />
nella copertura/uso del suolo.<br />
che ne valida il superamento di<br />
soglie minime di qualità?<br />
Su questo secondo punto potremmo<br />
aprire un dibattito<br />
infinito (e probabilmente la<br />
difficoltà di superare certi livelli<br />
potrebbe portare alla paralisi<br />
o all’inefficacia del sistema),<br />
mentre rispetto alla soluzione<br />
di rinnovare il ruolo dell’Ufficio<br />
Cartografico regionale di<br />
supporto a tutti gli altri, basterebbe<br />
forse solo prendere atto e<br />
pensarlo con un nuovo assetto<br />
organizzativo, non più statico:<br />
oggi è evidentemente “a geometria<br />
variabile” nel tempo e<br />
nello spazio (non è un’isola ma<br />
un arcipelago) è fatto da tanti<br />
operatori nei diversi Uffici di<br />
settore e deve necessariamente<br />
avere un nucleo centrale stabile,<br />
dotato delle principali figure<br />
altamente qualificate necessarie<br />
al processo di costruzione e gestione<br />
dell’informazione georeferenziata,<br />
ovvero lo specialista:<br />
nel telerilevamento, in topografia,<br />
nella rappresentazione<br />
dell’informazione sia essa di carta<br />
che su webgis, nella gestione<br />
dell’infrastruttura informatica,<br />
ecc. ma al tempo stesso deve<br />
essere capace di comunicare con<br />
i vari soggetti (le altre isole) che<br />
producono, ciascuno nella sua<br />
materia, i dati territoriali tematici<br />
necessari allo svolgimento<br />
delle funzioni amministrativa<br />
curata.<br />
Mentre il nucleo centrale, nodo<br />
di una rete che si connette agli<br />
uffici tecnici degli enti territoriali<br />
e a quelli centrali (che<br />
dovrebbero occuparsi solo di<br />
coordinare requisiti minimi<br />
omogenei alla scala nazionale),<br />
deve conoscere e presidiare<br />
il rispetto degli oltre 30 testi<br />
normativi che disciplinano la<br />
materia cartografica, le isole<br />
tematiche (i colleghi dei diversi<br />
uffici aree protette, viabilità,<br />
agricoltura, foreste ecc.) dovrebbero<br />
solo ricordarsi di consul-<br />
18 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
REPORT<br />
tare preventivamente l’Ufficio<br />
Cartografico. Questo Ufficio<br />
può, anzi deve, aiutarli a seguire<br />
le specifiche fasi necessarie<br />
per la produzione dell’informazione<br />
georeferenziata (quelle<br />
che vanno dalla programmazione,<br />
alla progettazione delle<br />
specifiche tecniche secondo la<br />
normativa europea e nazionale<br />
ma anche regionale, all’acquisizione<br />
con le verifiche in corso<br />
d’opera, all’archiviazione e al<br />
rilascio); oltre che, ovviamente,<br />
trasmettere un minimo di alfabetizzazione<br />
cartografica che<br />
non può ridursi a conoscere le<br />
sole regole di funzionamento<br />
di un software GIS (esattamente<br />
come conoscere un programma<br />
di videoscrittura non<br />
significa saper scrivere un atto<br />
normativo).<br />
Oggi sono molti i servizi che<br />
restituiscono informazioni georeferenziate<br />
e chiunque, scaricandosi<br />
un software GIS gratuito,<br />
può avventurarsi nell’uso<br />
o addirittura nella produzione<br />
di dati territoriali, ma non per<br />
questo ottiene/produce un’informazione<br />
utile e affidabile.<br />
Se non sappiamo gestire<br />
questo cambiamento saremo<br />
sepolti da una mole di dati di<br />
nessun valore, che non produco<br />
informazione ma incertezze<br />
e perderemo per sempre la<br />
memoria perseverando negli<br />
stessi errori. Abbiamo bisogno<br />
di “illuminati” che sappiano<br />
guidare questo cambiamento<br />
ma, nel frattempo che attendiamo<br />
una guida, potremmo<br />
iniziare il percorso riconoscendo<br />
nuovamente la figura<br />
del "cartografo", professione<br />
finalmente entrata quest’anno<br />
anche nella classificazione delle<br />
professioni curata da ISTAT. Il<br />
perché è semplice e in termini<br />
generali lo diceva già nel 1975<br />
l’Assessore all’Urbanistica della<br />
Regione Toscana Giacomo<br />
Maccheroni: “Le conseguenze<br />
di ogni mancato riscontro tra<br />
conoscenza del reale e ipotesi<br />
progettuali, si pagano nella<br />
sfera accademica con fughe<br />
nell’utopia, nella sfera pratica<br />
in termini di spreco di spazio e<br />
di distruzione di risorse."<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Cartografia; GIS; telerilevamento; dati<br />
territoriali; qualità; Regioni; funzioni<br />
amministrative.<br />
ABSTRACT<br />
Administrative action must base decisions<br />
on certified georeferenced cognitive elements<br />
because errors and inaccuracies can affect<br />
public decision-making. With this in mind, the<br />
Tuscany Region's overall strategy is one that<br />
includes, in addition to the implementation of<br />
remote sensing data, improving the quality of<br />
spatial data produced as part of the administrative<br />
functions under its jurisdiction. To do this,<br />
the Region renews the role of its Cartographic<br />
Office, recognizing its variable geometry but<br />
placing it at the center of the complex coordination<br />
system for the certified acquisition of<br />
georeferenced information.<br />
AUTORE<br />
Ilaria Tabarrani<br />
ilaria.tabarrani@regione.toscana.it<br />
Ufficio Cartografico Regionale<br />
Regione Toscana<br />
Rielaborazione del contributo presentato<br />
per Regione Toscana nell’ambito<br />
della Sessione “Impianti e progetti<br />
geocartografici nazionali e territoriali.<br />
Quali direzioni, percorsi, scenari”<br />
dell’evento: La trasformazione digitale è<br />
già in atto…e la componente geografica,<br />
stavolta, è protagonista per davvero!,<br />
16 ottobre 2023 Roma<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 19
Sud-est del Kenya<br />
Il sorprendente contrasto del variegato<br />
paesaggio nel sud-est del Kenya è mostrato in questa<br />
immagine a falsi colori catturata da Copernicus Sentinel-2.<br />
La Repubblica del Kenya si trova nell'Africa orientale ed è rinomata per<br />
i suoi paesaggi naturalistici panoramici e le vaste riserve naturali.<br />
La sua bassa pianura costiera di fronte all'Oceano Indiano ospita alcune delle<br />
spiagge più belle dell'Africa, che nell'immagine possono essere riconosciute come<br />
strisce di colore marrone chiaro lungo tutta la costa.<br />
Alcune insenature naturali sono visibili lungo la costa nelle tonalità dell'azzurro. Mombasa,<br />
il porto principale del Kenya e la seconda città in estensione, si trova sulla grande insenatura<br />
visibile nella parte inferiore dell'immagine.<br />
La famosa città turistica di Malindi può essere individuata come una area grigia sulla costa a circa<br />
120 km a nord-est di Mombasa, alla foce del fiume Athi-Galana-Sabaki, il secondo fiume più lungo<br />
del Kenya. Il corso del fiume può essere visto in alto a sinistra dell'immagine. Scorre in direzione sudovest<br />
e conclude il suo percorso sfociando nell'Oceano Indiano.<br />
Questa immagine a falsi colori è stata elaborata includendo il canale nel vicino infrarosso di Copernicus<br />
Sentinel-2. Questo tipo di combinazione di bande è più comunemente usato per valutare la densità e<br />
la salute delle piante, poiché le piante riflettono il vicino infrarosso e la luce verde, mentre assorbono<br />
il rosso. Poiché riflettono più il vicino infrarosso che il verde, il terreno denso di copertura di piante<br />
appare di colore rosso brillante.<br />
La striscia rossa di terra lungo la costa indica aree densamente vegetate, tra cui varie riserve naturali<br />
e parchi. Questo fatto contrasta con le aree verdi e gialle dell'entroterra, che al contrario appaiono<br />
relativamente prive di vegetazione.<br />
Uno strato di nuvole simili a ‘popcorn’ si estende uniformemente sulle aree vegetate lungo<br />
la costa. Queste nuvole sono il risultato del vapore acqueo evaporato dagli alberi e da<br />
altre piante. Man mano che l'aria sale, si raffredda e il vapore acqueo si condensa<br />
nelle minuscole nuvole che sono qui visibili.<br />
Crediti: contains modified Copernicus Sentinel data (<strong>2024</strong>),<br />
processed by ESA<br />
Traduzione: Gianluca Pititto
REPORT<br />
Enti Locali ancora una volta al<br />
centro (nel segmento automotive)<br />
Il rinnovo delle principali banche dati<br />
attinenti la viabilità stavolta è necessario<br />
di Valerio Zunino<br />
Oggi sussistono due<br />
problematiche rilevanti<br />
nella gestione del patrimonio<br />
informativo a<br />
valenza territoriale, alla<br />
scala comunale cosi<br />
come a quella provinciale<br />
o sovraordinata.<br />
La prima gode di ottima<br />
salute, nonostante sia<br />
avvertita almeno fin<br />
dalla metà degli anni<br />
'90 da parte degli EELL<br />
e degli altri players che<br />
necessitano dati geografici<br />
per le loro attività o<br />
procedure correnti.<br />
Perchè la seconda questione<br />
è invece decisamente<br />
recente anzi nuova di<br />
zecca, e riguarda gli effetti di<br />
un Regolamento UE che a dispetto<br />
dell'annualità di approvazione<br />
(2019/2044), entrerà<br />
in vigore, e lo farà in forze, a<br />
partire dal prossimo 7 luglio. Si<br />
tratta di lSA (Intelligent Speed<br />
Assistant), innovazione facente<br />
parte di un pacchetto più ampio<br />
di regole inerenti il sostanziale<br />
controllo dell'attitudine alla<br />
guida, che interesserà fondamentalmente<br />
tutti, o almeno<br />
coloro tra noi che dispongano<br />
di un permesso di condurre<br />
(francesismo buono) che sia<br />
in corso di validità a partire da<br />
quella data.<br />
E questo poichè è certamente<br />
vero che l'obbligo della dotazione<br />
ISA all'interno di ciascun autoveicolo<br />
di nuova immatricolazione<br />
coinvolge fin d'ora solo<br />
e soltanto i produttori, ma forse<br />
ben presto risulterà anche ben<br />
più reale e tangibile il fatto che<br />
le conseguenze di ciò che ISA<br />
implica annetterà invece ciascun<br />
automobilista, per il tramite dei<br />
soggetti economici tradizionalmente<br />
investiti (!) del compito<br />
della pianificazione, manutenzione<br />
e riordino della segnaletica<br />
in questione, affinchè possa<br />
divenire adatta a ricevere tali<br />
novità tecnologiche giocoforza<br />
basate proprio su di essa.<br />
ISA agisce in particolar modo<br />
e, come vedremo tra poco in<br />
misura piuttosto spiccata, sulle<br />
informazioni derivanti dalla<br />
segnaletica dei limiti di velocità<br />
esposta su tutta la rete stradale<br />
di un qualsiasi Paese dell'Unione.<br />
E lo fa in due modi in<br />
un certo senso alternativi: in<br />
funzione del grado di efficacia<br />
della lettura del segnale su strada,<br />
realizzata in tempo reale da<br />
un mini sistema di videocamere<br />
sistemate all'interno del veicolo,<br />
nonché attraverso una banca<br />
dati geografica dei segnali medesimi,<br />
preventivamente rilevata<br />
e depositata fra i livelli informativi<br />
della navigazione, capace di<br />
sostituirsi alla prima modalità in<br />
caso di segnaletica illeggibile per<br />
le più svariate ragioni, manutentive,<br />
ambientali, ecc.<br />
Ma che cosa c'entrano gli Enti<br />
Locali e le altre Istituzioni preposte?<br />
Beh, in parte si tratta di<br />
una questione manutentiva - lo<br />
abbiamo già accennato - ma c'è<br />
22 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
REPORT<br />
molto di più. ISA, e quindi in<br />
sostanza tutte le auto di imminente<br />
nuova immatricolazione,<br />
emette un triplice o quadruplice<br />
avviso acustico per ogni superamento<br />
di ciascuno dei limiti di<br />
velocità riscontrati sul territorio<br />
in modalità live o da banca dati<br />
preinstallata. E questo in una<br />
prima fase, a seguito della quale<br />
si passerà direttamente al blocco<br />
automatico e parziale dell'effetto<br />
desiderato sul pedale dell'acceleratore.<br />
E' chiaro che a questo punto è<br />
probabile che intorno alla fantasia<br />
di un certo numero di lettori<br />
sopraggiunga la curiosità di sapere<br />
in quale condizione di fruibilità<br />
effettiva versi la rete infrastrutturale<br />
della segnaletica dei<br />
limiti di velocità in Italia. Bene,<br />
ci ha pensato Quattroruote,<br />
almeno a MIlano. In un'indagine<br />
che ha coinvolto il test<br />
su sei diversi veicoli dotati di<br />
ISA, guidati in zona tangenziale<br />
ovest ed un po' più a sud, in<br />
corrispondenza di tratti stradali<br />
misti. Cartelli contraddittori<br />
in rapida sequenza, storti,<br />
sbiaditi o posizionati con un<br />
orientamento non ortogonale<br />
alla direzione di marcia, mancata<br />
rimozione di un segnale da<br />
cantiere che è stato lasciato sul<br />
posto a lavori conclusi, segnaletica<br />
allestita in modo approssimativo<br />
o strumentale per scopi<br />
che poco hanno a che fare con<br />
la sicurezza. Sono queste alcune<br />
delle problematiche riscontrate,<br />
in un contesto viario talmente<br />
ricco di segnaletica e di prescrizioni,<br />
tale da totalizzare in una<br />
distanza complessiva di quasi 40<br />
km, qualcosa come trentadue<br />
variazioni di velocità imposte,<br />
ovvero mediamente un cartello<br />
ogni 1.265 metri, con punte<br />
di tre prescrizioni diverse in un<br />
rettilineo nello spazio di 700<br />
metri: rispettarle o assecondarne<br />
il rispetto con il supporto di<br />
ISA significa concentrarsi esclusivamente<br />
su quello, tralasciando<br />
una parte dell'attenzione<br />
necessaria alla guida stessa. E<br />
senza badare – per il momento<br />
- ai fattori più preoccupanti,<br />
attinenti la pericolosità per gli<br />
utenti e il traffico irrazionale e a<br />
scatti che ne deriva.<br />
La segnaletica presente, allo stato<br />
attuale, non è né ordinata né<br />
sensata. Di conseguenza la riorganizzazione<br />
della rete inerente<br />
gli speed limits, il suo buon grado<br />
manutentivo e soprattutto<br />
la conseguente fluidità di una<br />
percorrenza stradale effettiva<br />
nell'ambito di una circolazione<br />
veicolare che all'improvviso si<br />
irrigidisce di un altro step evolutivo<br />
nel lungo percorso verso<br />
la guida autonoma di livello 5,<br />
diventa ora e alla prova dei fatti<br />
una necessità imperativa e impellente<br />
da soddisfare, comportando<br />
in tanti casi una nuova<br />
pianificazione e un parziale rifacimento<br />
della segnaletica stessa.<br />
ISA rappresenterà, a breve e tra<br />
le altre cose, un parametro incontestabile<br />
della qualità di una<br />
infrastruttura viaria stradale,<br />
almeno per quel che riguarda la<br />
sua percorribilità attraverso le<br />
prescrizioni dei limiti di velocità<br />
che le verranno ri-assegnati, si<br />
presume con crescente attenzione<br />
in ogni suo singolo tratto da<br />
parte delle Autorità competenti.<br />
Ma che cosa sta facendo<br />
StudioSit SA in questo spazio?<br />
Sta aiutando le Amministrazioni<br />
a rivedere la segnaletica verticale<br />
in un'ottica (leggasi necessità<br />
ancor più che obbligo) di adeguamento<br />
effettivo della fluidità<br />
di guida in favore della collettività<br />
degli automobilisti, non<br />
tanto perchè piaccia agli Enti<br />
Locali migliorare le condizioni<br />
di attraversamento dei propri<br />
territori tramite viabilità ordinaria,<br />
quanto piuttosto al fine di<br />
evitare conseguenze ben più impattanti,<br />
anche al livello politico<br />
locale. Due limiti consecutivi e<br />
soltanto parzialmente giustificabili<br />
nelle rispettive prescrizioni<br />
di 110 e 40 km/h, posti su di<br />
una strada a distanza ravvicinata,<br />
possono risultare ininfluenti<br />
soltanto quando vengono<br />
ignorati. Se nel gioco entra una<br />
variabile che progressivamente<br />
autogestisce il traffico basandosi<br />
su tali prescrizioni, queste ultime<br />
devono essere normalizzate.<br />
Sarà anche solo uno dei tanti<br />
atteggiamenti invasivi dei dati<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 23
REPORT<br />
sulle nostre vite, ma osserviamolo<br />
con positività, ci sono le<br />
condizioni per farlo. Oltre a<br />
non esistere altra scelta.<br />
StudioSit SA Sta percorrendo<br />
tutte le strade italiane, sta<br />
desumendo tramite Artificial<br />
Intelligence tutte le prescrizioni<br />
di limite di velocità esistenti,<br />
attribuendo loro le rispettive<br />
coordinate geografiche e conseguentemente<br />
costruendo la<br />
mappatura dei limiti di velocità<br />
d'Italia.<br />
La seconda questione, altrettanto<br />
pienamente coinvolta dalla<br />
rivoluzione geo-automotive<br />
in corso, è quella che riguarda<br />
un'altra necessità di normalizzazione,<br />
la cui onda lunga<br />
non smette di alimentarsi. Gli<br />
indirizzi, nella loro componente<br />
più preziosa (un toponimo, un<br />
numero civico e una posizione<br />
geografica), stanno attraversando<br />
una fase di bonifica lenta e<br />
inesorabile, caratterizzata dagli<br />
elementi completezza, aggiornamento<br />
e accuratezza e mossa<br />
dal fattore domanda, finalmente<br />
protagonista in misura significativa<br />
e insistente.<br />
Non solo l'importanza del livello<br />
informativo dei numeri<br />
civici georiferiti non accenna<br />
a diminuire, sembra piuttosto<br />
che questo aumento non lo si<br />
sappia battezzare in un modo o<br />
nell'altro; sappiamo che sussiste<br />
e che contribuisce ad arricchire<br />
un mercato dei dati geografici<br />
che per quanto riguarda quegli<br />
strati informativi diciamo cosi,<br />
di ampia diffusione, riporta<br />
annualmente livelli di pricing<br />
incredibilmente stabili, almeno<br />
in un Paese come il nostro, dove<br />
è difficile ottenere opendata<br />
qualificati, sistematicamente<br />
aggiornati e di alta qualità in<br />
materia di geoinformazione a<br />
grande e grandissima scala.<br />
I circa 24 milioni reali ed<br />
univoci di cui si compone la<br />
banca dati georiferita nazionale<br />
aggiornata dei numeri civici<br />
rilevati e di proprietà StudioSit<br />
SA (con l'eccezione di un 13%<br />
di territori comunali resi disponibili<br />
in opendata di elevato<br />
standard e precisione geometrica),<br />
rappresenta oggi il dato<br />
geografico di riferimento per<br />
tutti gli Enti Locali italiani, per<br />
le multiutilities e per gli altri<br />
soggetti pubblici e privati in<br />
qualche modo interessati alla<br />
gestione, alla pianificazione o<br />
alla segmentazione investitoria<br />
di territori abbastanza ampi sui<br />
quali poter realizzare le proprie<br />
analisi geolocalizzative necessarie<br />
alle varie attività produttive<br />
e di servizio.<br />
Nel caso degli Enti Locali (comuni<br />
e province in particolare)<br />
e delle Aziende si servizi pubblici,<br />
disporre di questa banca dati<br />
consente di poter padroneggiare<br />
al contempo la fiscalità locale,<br />
la gestione delle utenze e delle<br />
bollettazioni, gli interventi manutentivi,<br />
la pianificazione strategica<br />
e ottimale dei servizi di<br />
raccolta rifiuti e la distribuzione<br />
di risorse al cittadino (verde<br />
pubblico, piste ciclabili, etc...).<br />
Ma per gli stessi soggetti, significa<br />
altresì cogliere l'occasione<br />
per riordinare la toponomastica<br />
stessa, cosa da non sottovalutare<br />
mai. Anche in ragione<br />
della progressiva automazione<br />
della guida automobilistica, che<br />
come si scriveva poc'anzi, è processo<br />
che non farà sconti sulle<br />
nostre strade.<br />
Come abbiamo già avuto<br />
modo di approfondire in altri<br />
contributi su questa e altre<br />
riviste di settore, l'Italia è un<br />
Paese difficile da rappresentare<br />
esaurientemente sul piano<br />
cartografico quantitativo (GIS)<br />
a grande scala, in particolare<br />
dove il segmento informativo di<br />
interesse sia quello toponomastico<br />
e stradale, e ciò a causa di<br />
elementi facenti riferimento alla<br />
morfologia, alla presenza di una<br />
povertà sociale diffusa in aree<br />
svantaggiate e di un numero di<br />
centri storici che per bellezza<br />
incomparabile purtroppo non<br />
godono (diremo anche per fortuna)<br />
di altrettanta facilità di<br />
percorrenza stradale e a volte<br />
persino pedonale. Ve ne sono<br />
altre, ma queste sono alcune<br />
delle motivazioni per le quali i<br />
prezzi dei numeri civici georiferiti,<br />
quelli integrali naturalmente,<br />
non accennano a diminuire.<br />
Naturalmente sono stati invece<br />
e comunque premiati quei Paesi<br />
che in passato avevano provveduto<br />
a investire sulle attività di<br />
rilevamento rivelatesi magari<br />
anche un po' più agevoli che<br />
non da noi, e che ora stanno<br />
raccogliendo i risultati, essendosi<br />
i rispettivi governi prefigurati<br />
e premurati di una politica di<br />
aggiornamento dei dati condivisa<br />
tra i diversi soggetti aventi<br />
le diverse responsabiità sul territorio.<br />
Durante l'anno in corso, ma<br />
24 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
REPORT<br />
fin da tempi non sospetti,<br />
StudioSIt SA ha potuto definire<br />
un modello di archiviazione<br />
e di aggiornamento dati, che<br />
i propri clienti internazionali<br />
hanno definito il migliore del<br />
sud Europa; questo modello<br />
non dimentica l'adeguamento<br />
alla direttiva ANNCSU diramata<br />
da ISTAT, ma anche in<br />
quest'ottica pone l'accento sul<br />
fatto che nel passato, i numeri<br />
civici del nostro Paese erano<br />
stati mappati senza affrontare e<br />
superare le difficoltà che abbiamo<br />
appena accennate. Fino a<br />
qualche anno fa gli stessi grandi<br />
player disponevano di banche<br />
dati incomplete ancorchè magari<br />
interessanti con riferimento<br />
ai numeri civici; negli scorsi<br />
decenni questi operatori hanno<br />
fatto il mercato, realizzando<br />
un'offerta che è stata recepita<br />
da una domanda ancora incerta<br />
e tuttavia attratta da soluzioni<br />
game changer, come potevano<br />
ad esempio essere quelle fondate<br />
sull'utilizzo dei primi navigatori<br />
per auto. D'altra parte è un<br />
classico, l'offerta genera la domanda<br />
e lo fa spesso attraverso<br />
intuizioni.<br />
Ma con il passare del tempo,<br />
e complice proprio il fatto che<br />
questo livello informativo sembra<br />
non conoscere crisi, ebbene<br />
sul reiterato utilizzo dei dati<br />
geografici toponomastici e dei<br />
numeri civici, proprio su di<br />
esso, è cresciuta la consapevolezza<br />
da parte degli utilizzatori<br />
più attenti, soprattutto da parte<br />
di quelli che appartengono a un<br />
segmento di mercato in cui la<br />
posizione precisa di un indirizzo<br />
è maledettamente importante<br />
e decisiva, insieme alla sua disponibilità<br />
diffusa e completa<br />
su di un territorio; insomma la<br />
domanda più evoluta ha manifestato<br />
e tuttora sta esprimendo<br />
un disagio nella disponibilità di<br />
livelli informativi a carattere geografico<br />
inadeguati alle esigenze<br />
che le erano state prospettate.<br />
Naturalmente ci sono ambiti<br />
produttivi che per vocazione<br />
professionale non ricevono dalle<br />
proprie esperienze professionali<br />
un input, una spinta, verso la<br />
manifestazione di una domanda<br />
più strutturata. Mentre sul<br />
fronte degli investimenti e della<br />
gestione immobiliare, della<br />
fiscalità locale e centrale, delle<br />
multiutilities a tutti i livelli ovvero<br />
dei servizi pubblici a rete<br />
sopra e sotto la superficie, la<br />
posizione (geografica) contributiva<br />
dei soggetti di imposta e<br />
degli utilizzatori sta diventando<br />
informazione decisiva, fondamentale.<br />
Di fronte a una banca dati<br />
come questa, non è fuori luogo,<br />
infine, tracciare un breve cenno<br />
tecnologico legato alla sua acquisizione<br />
ottimale: le modalità<br />
di rilevamento più efficaci e al<br />
contempo cost-effective sono<br />
più o meno le stesse di trent'anni<br />
fa e non sembra proprio<br />
che al momento ve ne possano<br />
essere di più convenienti e adeguate.<br />
Da un aereo non si legge<br />
un civico; una ripresa obliqua<br />
da drone può fare al caso ma<br />
risulta impraticabile su vasta<br />
scala. Persino la copertura da<br />
rilevamento terrestre può risultare<br />
difficoltosa. E sicuramente<br />
non è decisiva. Spesso occorre<br />
muoversi a piedi, talora per lunghi<br />
tratti.<br />
PAROLE CHIAVE<br />
Limiti di velocità; geolocation; automotive;<br />
Enti Locali; artificial intelligence;<br />
viabilità; patrimonio informativo; ISA; numerazione<br />
civica; pianificazione territoriale<br />
ABSTRACT<br />
The recent Union legislation, in the direction<br />
of level 3 and 4 autonomous driving, obliges<br />
car manufacturers and consequently motorists,<br />
respectively, to equip and use, among other<br />
innovations, ISA (Intelligent Speed Assistant),<br />
which in one step following the first, it will<br />
inhibit the use of the accelerator pedal whenever<br />
the speed limit is exceeded. The geographical<br />
and prescriptive arrangement of speed limit signs<br />
in Italy is inadequate. The consequences and<br />
solutions.<br />
AUTORE<br />
Valerio Zunino<br />
valerio.zunino@studiosit.ch<br />
StudioSit SA CEO & Founder<br />
Già docente IUAV Venezia e UNIGE<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 25
AEROFOTOTECA<br />
LA GRANDE STORIA DALL’ALTO:<br />
LA BATTAGLIA DI CASSINO,<br />
OTTANTA ANNI FA<br />
L’Aerofototeca<br />
Nazionale<br />
racconta…<br />
a cura di<br />
Alessandra Dell’Anna<br />
La parola ”archivio” nella<br />
definizione del vocabolario<br />
Treccani significa “raccolta<br />
di documenti privati o pubblici<br />
relativi a una persona,<br />
una famiglia, un comune, uno<br />
stato, ecc.”. Tante sono le storie<br />
dei comuni italiani (e non<br />
solo) raccolte nelle fotografie<br />
aeree conservate negli archivi<br />
dell’Aerofototeca Nazionale di<br />
Roma. Qui vogliamo raccontare<br />
una parte della storia della città<br />
di Cassino, nel basso Lazio,<br />
nota alla nazione intera per<br />
la sua Abbazia che svetta sul<br />
Monte da cui il centro prende<br />
il nome e che si impone ancora<br />
oggi alla vista dei tanti viaggiatori<br />
che in macchina attraversano<br />
il Paese da nord a sud, da<br />
est ad ovest.<br />
Fig. 1 – 12th Photo Reconnaissance Aerial squadron RAF, 15 marzo 1944. Le rovine dell’Abbazia<br />
sovrastano la città bombardata. © AFN, fondo MAPRW-BSR-RAF, str.28, f. 4006.<br />
Questa sua centralità è<br />
stata, in alcuni casi,<br />
anche la sua condanna.<br />
Ottant’anni fa la città con<br />
il suo monastero, si ritrovò,<br />
infatti, al centro dell’area di<br />
combattimento lungo la Linea<br />
difensiva “Gustav”, attraversata<br />
dall’unica via di comunicazione<br />
interna che permetteva ai<br />
mezzi degli Alleati di raggiungere<br />
Roma (la S.S. Casilina 6).<br />
Secondo le testimonianze dei<br />
comandanti presenti qui sul<br />
fronte fu impossibile non arrecare<br />
danni al monastero fondato<br />
da San Benedetto durante<br />
l’avanzata che costrinse le forze<br />
alleate a sostare e a combattere<br />
in questo territorio per circa<br />
nove mesi (dal settembre 1943<br />
al maggio 1944). Come si può<br />
immaginare, le ricognizioni aeree<br />
in questo punto nevralgico<br />
furono tante e sistematiche. Il<br />
nostro breve racconto parte dai<br />
voli del 15 marzo 1944 le cui<br />
immagini testimoniano senza<br />
filtri la realtà di quei momenti:<br />
le ore del bombardamento della<br />
“Città Martire”.<br />
Sulle fotografie scattate a 6000<br />
metri di altezza (20.000 piedi<br />
di quota) dal 12th Photo Reconnaissance<br />
Aerial [squadron] alla<br />
sua 485 a missione compiuta in<br />
quell’anno (questo significa la<br />
sigla 12PRA485 visibile in bas-<br />
26 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
AEROFOTOTECA<br />
so nella foto), è documentata<br />
la Terza Battaglia di Montecassino:<br />
“15-MAR- 44, 10:45….”<br />
(fig.1).<br />
Quella mattina di marzo una<br />
squadriglia fu inviata a documentare<br />
la pioggia di bombe<br />
che stava distruggendo la città.<br />
Solo trenta giorni prima, il 15<br />
febbraio, era stato raso al suolo<br />
l’antico monastero fondato nel<br />
529 da San Benedetto, un monumento<br />
artistico e religioso di<br />
importanza mondiale. Il Comando<br />
delle Forze Alleate aveva<br />
deciso di sfruttare la superiorità<br />
aerea in modo mai fatto<br />
prima, nella convinzione che<br />
l’azione dei bombardieri fosse<br />
decisiva per rimuovere l’impasse<br />
in cui si trovava da mesi la<br />
battaglia terrestre. Alle 10.45,<br />
quando arrivarono i ricognitori<br />
della nostra foto, il bombardamento<br />
stava procedendo senza<br />
sosta da più di due ore (fig.2).<br />
L’obiettivo si era spostato ai<br />
piedi del Monte per un attacco<br />
frontale su Cassino e sulla collina<br />
del monastero, così da aprire<br />
la via alle truppe alleate tra<br />
lo schieramento nemico grazie<br />
allo sforzo congiunto di aviazione<br />
e artiglieria. Con questa<br />
offensiva la città, già duramente<br />
colpita nei mesi precedenti,<br />
sarebbe diventata un cumulo di<br />
macerie, faticoso da oltrepassare<br />
per gli stessi soldati a terra.<br />
La città, infatti, era già stata<br />
colpita gravemente a febbraio<br />
nel secondo attacco sferrato<br />
dagli Alleati che orientarono il<br />
fuoco sull’Abbazia. Due ore di<br />
bombardamento aereo e fuoco<br />
di artiglieria che distrussero il<br />
monastero per la quarta volta<br />
dalla sua fondazione, perché,<br />
secondo le ipotesi dei comandanti<br />
a capo delle operazioni,<br />
ospitava delle truppe tedesche<br />
(fig. 3, b).<br />
Il passare degli anni non ha<br />
alleggerito la gravità di tale<br />
Fig. 2 – 12th Photo Reconnaissance Aerial squadron RAF, 15 marzo 1944. La città sepolta da<br />
nuvole di fumo e di polvere durante il bombardamento. © AFN, fondo MAPRW-BSR-RAF,<br />
str.28, f. 4005.<br />
operazione e delle conseguenze<br />
che ne seguirono dal punto<br />
di vista militare e civile ma<br />
al contrario, e anche grazie al<br />
supporto delle testimonianze<br />
postume, ha consolidato la teoria<br />
che il bombardamento del<br />
monastero fu un mero errore di<br />
valutazione. Dopo ottant’anni<br />
la lettura delle critiche sull’operato<br />
da una parte, e delle<br />
motivazioni dall’altra, sugge-<br />
Fig. 3 – Le rovine dell’Abbazia prima (a) e dopo (b) il bombardamento del 15 febbraio 1944. 3rd Photo<br />
Group, 12th Squadron USAAF, 10 febbraio 1944, str.56, f. 3007 (part.); 12th Photo Reconnaissance Aerial<br />
squadron RAF, 15 marzo 1944, str.28, f. 4006 (part.). © AFN, fondo MAPRW-BSR-RAF.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 27
AEROFOTOTECA<br />
risce ancora spunti di riflessione<br />
nei racconti degli stessi<br />
cassinati: dalle giustificazioni<br />
espresse dai comandanti americani<br />
e inglesi, alla mancata<br />
condivisione della strategia da<br />
parte dei militari neozelandesi<br />
che volutamente, nonostante<br />
fossero stati chiamati a supporto<br />
della V Armata, in questa<br />
occasione rimasero semplici<br />
spettatori del disastro civile e<br />
militare a pochi km di distanza<br />
dalla città; alle testimonianze<br />
dei monaci che in sei, insieme<br />
all’Abate, riuscirono a salvare<br />
se stessi e pochi civili rifugiandosi<br />
nelle zone più basse<br />
dell’Abbazia, e nulla poterono<br />
fare per fermare e proteggere<br />
coloro che invece, per paura<br />
di rimanere schiacciati sotto le<br />
macerie del monumento colpito,<br />
persero la vita uscendo fuori<br />
allo scoperto.<br />
In questa fase critica dell’offensiva<br />
tra le Divisioni aggiunte<br />
alla V Armata, il generale<br />
H. Alexander inserì insieme<br />
a quella neozelandese e alla<br />
fanteria britannica, la 4° Divisione<br />
di fanteria indiana il cui<br />
comandante F.S. Tuker suggerì<br />
come tattica difensiva la distruzione<br />
totale del monumento<br />
accolta poi dal resto degli<br />
ufficiali.<br />
In una libreria napoletana i<br />
militari indiani avevano rintracciato<br />
un libro del 1879<br />
con piante e dettagli del monastero,<br />
compresa l’imponenza<br />
delle sue mura che suggeriva,<br />
quindi, come unica possibilità<br />
Fig. 4 – Volantino V Armata, 14 febbraio 1944, (coll. priv.).<br />
Fig. 5 - 3rd Photo Group, 5 CMS USAAF, 6 aprile 1944. L’effetto dei bombardamenti a Cassino.<br />
© AFN, fondo MAPRW-BSR-RAF, str.43, f. 3007 (part.).<br />
di accesso la porta di ingresso.<br />
A questo si aggiunse, come più<br />
volte scritto, la convinzione<br />
della presenza di soldati tedeschi<br />
all’interno dell’Abbazia di<br />
cui però fu riscontrata l’assenza<br />
dieci giorni dopo senza diffonderne<br />
ufficialmente la notizia.<br />
Una delle giustificazioni portate<br />
avanti dal comandante<br />
H. Alexander fu quella che “È<br />
dovere del comandante generale<br />
dare la preferenza alla vita dei<br />
soldati rispetto ai mattoni e al<br />
cemento, non importa quanto<br />
venerabili”. Principio che però<br />
non salvò la vita alle sue truppe,<br />
visti i successivi duri mesi<br />
di battaglia prima della liberazione<br />
della città e del territorio<br />
avvenuta solo a maggio, grazie<br />
al grosso supporto del contingente<br />
polacco.<br />
Gli scatti del 12th Squadron<br />
della RAF in volo la mattina<br />
del 10 febbraio 1944 testimoniano<br />
la situazione cinque<br />
giorni prima dalla distruzione<br />
dell’Abbazia e documentano i<br />
pesanti bombardamenti subiti<br />
dalla città nelle settimane pre-<br />
28 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
GEOMATICA E ROBOTICA<br />
cedenti. Questi avevano solo<br />
parzialmente risparmiato il<br />
monastero, il cui tetto è visibilmente<br />
danneggiato dai colpi di<br />
cannone sparati dagli eserciti<br />
contrapposti (fig.3, a).<br />
Nel pomeriggio del 14 febbraio<br />
gli aerei alleati lanciarono dei<br />
volantini per avvisare la popolazione<br />
dell’imminente bombardamento<br />
(“Amici italiani<br />
ATTENZIONE!”), invitandola<br />
a lasciare il “Sacro Recinto” e<br />
a mettersi al riparo: ma pochi<br />
vi avevano creduto (fig.4).<br />
Sembrava impossibile che una<br />
simile azione potesse compiersi<br />
su un monumento come quello<br />
di Montecassino, anche perché<br />
vi erano delle norme che regolavano<br />
la salvaguardia dei monumenti<br />
storici e religiosi in<br />
periodo di guerra, emanate nel<br />
1943 dallo stesso generale D.<br />
Eisenhower, comandante supremo<br />
per le operazioni in Europa.<br />
Inoltre si aspettava una<br />
tregua temporanea da parte dei<br />
comandanti alleati per consentire<br />
a chi si trovava all’interno<br />
del monastero di uscire.<br />
Con un accordo tra il luogotenente<br />
tedesco Deiber, al comando<br />
di due carri armati della<br />
90esima Divisione Granatieri<br />
Panzer, e l’Abate Gregorio Diamare<br />
venne pianificata l’evacuazione<br />
del monastero per il<br />
16 febbraio alle 5 del mattino.<br />
Il bombardamento iniziò alle<br />
9:30 del 15 febbraio.<br />
Il 15 marzo 1944 toccò alla<br />
città, che fu letteralmente rasa<br />
al suolo. Dalle 8.30 alle 12.30,<br />
ad ondate di 10-15 minuti l’una<br />
dall’altra, 550 bombardieri<br />
medi e pesanti e 200 cacciabombardieri,<br />
decollati da aeroporti<br />
italiani, nordafricani ed<br />
inglesi, sganciarono su Cassino<br />
1250 (per alcuni 2000) tonnellate<br />
di bombe, lasciando sepolti<br />
sotto le macerie militari e civili.<br />
“Ci rendemmo conto che ci volevano<br />
annientare […] fu come<br />
la fine del mondo” scrisse nei<br />
suoi ricordi un soldato tedesco.<br />
Al bombardamento aereo seguì,<br />
infatti, il fuoco di artiglieria su<br />
tutta la montagna contro gli ultimi<br />
avamposti tedeschi, e poi<br />
l’avanzata di 400 carri armati<br />
accompagnati dalla fanteria<br />
neozelandese ed indiana. Toccò<br />
infatti al corpo neozelandese<br />
avanzare in città tra le rovine<br />
diventate rifugio per i paracadutisti<br />
tedeschi superstiti della<br />
1° Divisione. Questi ultimi,<br />
nonostante l’esiguo numero rispetto<br />
ai soldati alleati, resero<br />
più difficile la presa dei punti<br />
strategici; alla divisione indiana<br />
toccò il compito di avanzare<br />
sulla montagna fino alla quota<br />
435, l’avamposto più alto,<br />
la c.d. Hangman’s Hill (‘collina<br />
del boia’). Solo dopo sette<br />
giorni, il 22 marzo, il generale<br />
H. Alexander ordinerà di interrompere<br />
gli attacchi sulla città<br />
e sul monte. Bisognerà tuttavia<br />
aspettare maggio (tra l’11 ed il<br />
18) per vedere il territorio intorno<br />
a Montecassino occupato<br />
esclusivamente dalle truppe<br />
alleate (fig.5).<br />
Grazie alle foto oggi conservate<br />
negli archivi dell’Aerofototeca<br />
Nazionale, scattate dalla<br />
Mediterranean Allied Photo<br />
Reconnaissance Wing, è possibile<br />
ripercorrere visivamente<br />
le tragiche vicende della città<br />
di Cassino, un tempo ritenuta<br />
intoccabile per la sua vicinanza<br />
ad un monumento da preservare<br />
e divenuta invece una<br />
città martire a causa di errori<br />
di valutazione strategica, sacrificata<br />
dalla spietata logica della<br />
guerra.<br />
NOTE<br />
La Battaglia di Cassino è la fase della guerra in<br />
Italia su cui si è più scritto, a partire dalle analisi<br />
militari dei comandi fino ai ricordi personali<br />
dei protagonisti, dai generali fino ai soldati che<br />
vi parteciparono. Anche un grande regista, John<br />
Houston, girò un documentario su questa battaglia,<br />
recentemente recuperato e valorizzato https://<br />
www.youtube.com/watch?v=g1abpPHb1Hc.<br />
Di conseguenza, diamo qui solo alcuni riferimenti<br />
relativi alle foto aeree e alla tutela dei beni culturali<br />
durante la II GM.<br />
H. Bloch, The bombardment of Monte Cassino (February<br />
14-16, 1944) – A New Appraisal, Montecassino<br />
1979.<br />
G. Ceraudo, Fotografia aerea: documentazione<br />
di guerra. Montecassino, in Ager Aquinas.<br />
Aerotopografia archeologica lungo la valle<br />
dell’antico Liris, Caramanica Editore,<br />
Marina di Minturno, 2004, pp. 100-102.<br />
G. Ceraudo, Montecassino, in G. Ceraudo,<br />
E.J. Shepherd, Italian aerial photographic archives:<br />
holdings and case studies, D. Cowley, R.<br />
Standring, M. Abicht (a c.), Landscape through<br />
the lens. Aerial photographs and historical<br />
environment, Oxford, 2010, pp. 242-246.<br />
I. Dagnini Brey, Salvate Venere!, La storia sconosciuta<br />
dei soldati alleati che salvarono le opere d’arte nella<br />
Seconda guerra mondiale, Milano, 2010.<br />
K. Ford, Cassino, gennaio-maggio 1944. Le quattro<br />
battaglie di Cassino. Lo sfondamento della Linea Gustav,<br />
Osprey, 2004 (ed. italiana RBA Italia, 2008).<br />
PAROLE CHIAVE<br />
fotografia aerea; fotogrammi; archivio aerofototeca;<br />
Cassino; RAF; bombardamento; ricognitore<br />
ABSTRACT<br />
On the occasion of the 80th anniversary of the destruction<br />
of the Abbey of Montecassino, and of the city of<br />
Cassino, we remember here these tragic events that<br />
affected both culture and civil society, retracing them<br />
through the WWII aerial photographs preserved in<br />
Aerofototeca Nazionale in the Mediterranean Allied<br />
Photographic Reconnaissance Wing (MAPRW) collection.<br />
They were taken by British Royal Air Force (RAF)<br />
reconnaissance aircraft on the morning of March 15th,<br />
1944, during the Third Battle of Montecassino. One<br />
month after the Second Battle (February 15th, 1944)<br />
- in which military strategies bomber and completely<br />
destroyed the sacred Abbey founded by Saint Benedict<br />
in 529 A.D. - nothing can be seen of the city, as it is<br />
covered by ground artillery smoke, while the Abbey is in<br />
ruins. Together with many others kept in the archives of<br />
the Aerofototeca Nazionale in Rome, these outstanding<br />
images show one of the more salient moments of Italian<br />
national history.<br />
AUTORE<br />
Alessandra Dell'Anna<br />
aledell81@gmail.com<br />
La rubrica "L'Aerofototeca Nazionale racconta...." è a<br />
cura di A. Dell'Anna.<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 29
Grazie alle partnership con istituzioni, enti di ricerca,<br />
università, ordini professionali e aziende specializzate,<br />
il Forum si propone di esporre tecnologie innovative<br />
per la Tutela e la Valorizzazione del Territorio, dei Beni<br />
Culturali e delle Smart City: un’occasione di aggiornamento<br />
professionale e di formazione sull'avanguardia<br />
tecnologica.<br />
L’evento affronta processi legati all’acquisizione, elaborazione<br />
e diffusione dei dati coinvolgendo una vasta<br />
gamma di utenti: dal mondo istituzionale alle aziende<br />
private. Le attività di laboratorio consentono ai partecipanti<br />
di vedere in azione tecnologie innovative e<br />
consolidare competenze precedentemente acquisite sui<br />
seguenti temi:<br />
TECHNOLOGY FOR ALL<br />
ON-THE-ROAD<br />
PRIMO APPUNTAMENTO: TINDARI<br />
A distanza di circa dieci anni dalla sua prima edizione,<br />
TECHNOLOGYforALL amplia la propria portata<br />
innovativa con tre canali paralleli e strettamente interconnessi<br />
tra loro: OnTheRoad, Academy ed Expo.<br />
Una serie di eventi itineranti, espositivi e formativi alterneranno<br />
dimostrazioni pratiche, workshop e convegni<br />
di alto livello diffusi sul territorio italiano, terminando<br />
in un unico grande evento espositivo a Roma<br />
nel 2025.<br />
TECHNOLOGYforALL porta così il proprio savoirfaire<br />
tecnologico nelle province italiane stimolando il<br />
confronto con le realtà locali, fucine di innovazione e<br />
creatività.<br />
On-The-Road <strong>2024</strong> è attualmente programmato nelle<br />
seguenti regioni:<br />
• SICILIA, Tindari (Patti, area metropolitana di<br />
Messina), 30 maggio <strong>2024</strong>;<br />
• LAZIO, Civitavecchia (area metropolitana di<br />
Roma), 12 settembre <strong>2024</strong><br />
• UMBRIA, Foligno, 25 e 26 ottobre <strong>2024</strong>.<br />
• Monitoraggio del territorio (incendi boschivi);<br />
• Agricoltura di precisione;<br />
• Geolocalizzazione e mapping;<br />
• Osservazione della Terra;<br />
• Digitalizzazione e Digital Twin;<br />
• Acquisizione digitale della realtà per il BIM (Building<br />
Information Modeling);<br />
• Tecnologie e scanner di precisione per i Beni<br />
Culturali e la valorizzazione turistica;<br />
Queste giornate saranno di supporto agli enti locali,<br />
alle associazioni e alle pubbliche amministrazioni interessate<br />
a esplorare, preservare e proteggere l’Ambiente,<br />
il Territorio e i Beni Culturali con tecnologie e metodi<br />
di indagine di ultima generazione. Al contempo,<br />
si proporranno momenti di promozione e diffusione<br />
delle conoscenze tecnico-scientifiche.<br />
L’obiettivo è illustrare - attraverso eventi itineranti<br />
progettati con le comunità - come le tecnologie possano<br />
migliorare la vita quotidiana e la sostenibilità ambientale,<br />
affrontando temi come la gestione della città<br />
e del territorio, l’agricoltura, la protezione civile, il patrimonio<br />
culturale e la valorizzazione turistica.<br />
Esperti condurranno seminari, workshop ed esperienze<br />
hands-on, evidenziando con casi studio il ruolo cruciale<br />
delle tecnologie nei vari contesti, coinvolgendo<br />
cittadini, professionisti e amministratori locali e incoraggiando<br />
partnership tra aziende ed enti locali per lo<br />
sviluppo di progetti concreti.<br />
Visita il sito per maggiori informazioni<br />
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CONFINI i<br />
di un<br />
PAESE<br />
il valore<br />
dei ...<br />
...<br />
varia sovente, procede ad ondate e in funzione delle strategie di politica internazio-<br />
...<br />
America praticamente non esistono neanche .<br />
cose che ci appartengono in forza di tutti i Trattati e le Convenzioni sottoscritte e
MERCATO<br />
LA TECNOLOGIA LIDAR<br />
PER LA MAPPATU-<br />
RA E IL RIPRISTINO<br />
DEI MARI. PRENDE IL<br />
LARGO IL PROGETTO<br />
MARINE ECOSYSTEM<br />
RESTORATION<br />
Nell’ambito del progetto<br />
Marine Ecosystem Restoration<br />
(MER) è stata assegnata la<br />
gara d’appalto per mappare<br />
gli habitat costieri dell’intera costa Italiana, un’iniziativa<br />
innovativa nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e<br />
Resilienza.<br />
L’ISPRA ha selezionato il consorzio guidato da Fugro per<br />
utilizzare la sua tecnologia all'avanguardia per la mappatura<br />
degli ambienti costieri, un approccio rivoluzionario<br />
che è destinato a trasformare la conservazione e gli sforzi<br />
per il ripristino degli ecosistemi marini. Le attività di rilievo<br />
verranno condotte su tutto il territorio costiero nazionale<br />
e prevedono la mappatura delle praterie di Posidonia<br />
oceanica e Cymodocea nodosa, utilizzando sensori all'avanguardia,<br />
tra cui:<br />
• LiDAR e sensori ottici aviotrasportati;<br />
• gravimetria aerea (tecnica che utilizza sensori che misurano<br />
la gravità, utile ad arrivare ad un maggior dettaglio);<br />
• sensori satellitari, arrivando a coprire una superficie di<br />
10.200 km2;<br />
• una tecnologia multibeam;<br />
• l’impiego di un veicolo sottomarino autonomo per l’osservazione<br />
diretta di 4000 chilometri di costa.<br />
Il progetto prevede inoltre una mappatura completa della<br />
fascia costiera fino a 800 metri a partire dalla linea di<br />
costa verso l'interno con sensori ottici e gravimetro. Con<br />
questo intervento, che si svolgerà in tre sotto-regioni costiere<br />
(Mar Mediterraneo Occidentale, Mar Ionio e Mare<br />
Mediterraneo Centrale, Mare Adriatico), il progetto MER<br />
mira a rafforzare il Sistema Nazionale di Osservazione<br />
degli ecosistemi marini e costieri avviando una campagna<br />
straordinaria di monitoraggio delle coste dell’Italia,<br />
la prima senza precedenti, che restituirà dati ad altissima<br />
risoluzione migliorando, così, il processo decisionale dei<br />
governi locali per la protezione degli habitat e delle specie<br />
marine di interesse conservazionistico.<br />
“Con l’avvio delle procedure per i rilievi LiDAR, nell’ambito<br />
del piano MER del PNRR, l’Ispra potrà creare l’Atlante<br />
digitale dei mari per custodire la biodiversità”<br />
“Prende il largo il più grande progetto di mappatura e<br />
ripristino degli ecosistemi marini, il piano MER (Marine<br />
Ecosystem Restoration) del PNRR, un vero e proprio laboratorio<br />
di restauro degli habitat e osservatorio dei fondali<br />
che traccerà la rotta per interventi futuri. È stato infatti<br />
sottoscritto da Ispra, nell’ambito del progetto MER,<br />
il verbale di consegna e avvio delle prestazioni in via<br />
d’urgenza con l’operatore economico<br />
RT per lo svolgimento<br />
delle attività riguardanti i rilievi<br />
LiDAR batimetrici e le indagini<br />
geofisiche di completamento”.<br />
Lo comunica in una nota<br />
l’Ispra. “Il progetto di mappatura<br />
delle nostre coste compie<br />
il primo passo, grazie alla tecnologia<br />
LiDAR creeremo l’Atlante<br />
digitale dei nostri mari”,<br />
afferma il Presidente di ISPRA, Stefano Laporta. “Con il<br />
piano MER, l’Ispra ha avviato un ambizioso pacchetto di<br />
interventi per la tutela e la valorizzazione dell'ecosistema<br />
del Mediterraneo. Tra questi rientrano le attività con il<br />
sensore LiDAR, uno dei pilastri su cui si fonda il nostro<br />
programma straordinario di restauro dei mari. Grazie ai<br />
rilievi condotti su tutta la costa per un totale di 7.500<br />
km, senza precedenti in Italia in termini di estensione ma<br />
anche di dettaglio, avremo informazioni estremamente<br />
preziose sia nell’ambito della scoperta di nuove specie e<br />
habitat che nell’ambito della conformazione dei fondali<br />
per la geotermia”. “Il sensore LiDAR ci consentirà di creare<br />
lo scrigno in cui custodiremo la biodiversità marina”,<br />
aggiunge Maria Siclari, direttore generale di ISPRA. “La<br />
mappatura degli habitat marini profondi si occuperà di<br />
censire anche più di 70 monti sottomarini, da 500 fino a<br />
2.000 metri di profondità, indagando aree che non sono<br />
mai state monitorate e sono quasi completamente sconosciute.<br />
Grazie a questo progetto potremo identificare gli<br />
habitat marini costieri con una elevata risoluzione e fornire<br />
informazioni dettagliate sulla batimetria e la morfologia<br />
della costa, consentendo di effettuare previsioni affidabili<br />
sui fenomeni di erosione costiera e la vulnerabilità delle<br />
coste in caso di eventi estremi quali le mareggiate e le<br />
inondazioni costiere”.<br />
Pnrr. I progetti realizzati da Ispra per il piano MER<br />
Dai campi di ormeggio alla rimozione delle reti fantasma,<br />
dal ripopolamento delle ostriche alla nuova nave oceanografica<br />
Con l’avvio delle prestazioni per lo svolgimento<br />
delle attività riguardanti i rilievi condotti tramite la tecnologia<br />
LiDAR, il piano MER (finanziato nell’ambito del<br />
PNRR con un fondo da 400 milioni di euro per il periodo<br />
2022-2026) è in fase sempre più avanzata. Sono stati stipulati<br />
tutti gli accordi per realizzare i campi di ormeggio<br />
che costituiscono un rilevante strumento per la tutela degli<br />
habitat di pregio marino costieri e che consentono la<br />
mitigazione e l’eliminazione del disturbo legato all’ancoraggio<br />
e al conseguente danneggiamento dei fondali. Ispra<br />
ha infatti approvato 18 progetti che coinvolgono aree marine<br />
protette, Parchi Nazionali e oltre 29 Zone Speciali di<br />
Conservazione secondo l’Unione Europea, dove verranno<br />
installati, entro il 2026, ben 91 campi ormeggio per un<br />
totale di 1769 ormeggi. La realizzazione di aree di sosta<br />
precostituite quali i campi ormeggio, dove è vietato l’ancoraggio<br />
sul fondo marino, con gavitelli assicurati al fondale<br />
da sistemi a basso impatto ambientale e visivo sarà<br />
progettata a tutela delle zone con fondali sensibili (fanero-<br />
32 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
WEFLY ITALY<br />
MERCATO<br />
game marine, coralligeno), delle aree con presenza di specie<br />
bentoniche protette e di interesse comunitario. E’ stata<br />
inoltre aperta la procedura per affidare il servizio di rimozione<br />
e conferimento delle cosiddette "Ghost Nets", le reti<br />
fantasma e tutti gli attrezzi da pesca abbandonati in mare.<br />
I dati ISPRA mostrano che l’86,5% dei rifiuti in mare è<br />
legato alle attività di pesca e il 94% di questi sono reti<br />
abbandonate, alcune addirittura lunghe chilometri. Ecco<br />
perché l’Istituto ha già avviato le attività di monitoraggio<br />
per identificare con precisione i siti critici per la rimozione<br />
di questi oggetti e preservare la flora e la fauna locale:<br />
una procedura che coinvolgerà una squadra di subacquei<br />
altamente specializzati e che prevederà anche l'impiego di<br />
strumentazioni avanzate come ROV, Multibeam e Side<br />
Scan Sonar. Le operazioni subacquee saranno condotte<br />
tra i 20 e i 70 metri di profondità, nel rispetto di un rigoroso<br />
piano di sicurezza. Il piano, che include la rimozione,<br />
la raccolta, il trasporto, lo smaltimento e il riciclo degli<br />
attrezzi da pesca e acquacoltura abbandonati, durerà 28<br />
mesi, con scadenza entro il 30 giugno 2026: un passo significativo<br />
nella tutela del nostro prezioso ecosistema marino.<br />
È inoltre stato avviato l’allevamento di un milione di<br />
larve di ostriche in vista della ricostruzione dei banchi di<br />
ostrica piatta europea (Ostrea edulis, una specie autoctona<br />
dell’Adriatico), in cinque regioni italiane: Friuli Venezia<br />
Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. A<br />
livello globale, si stima che l'85% dei banchi naturali di<br />
ostriche sia andato perduto, rendendo questo habitat uno<br />
dei più minacciati al mondo. Le ostriche hanno la capacità<br />
di costruire veri e propri reef calcarei, cioè l'equivalente,<br />
alle nostre latitudini, delle scogliere coralline tropicali, per<br />
questo sono chiamate "ingegneri ecosistemici”. A breve<br />
sarà pubblicato il bando di gara per la fornitura della<br />
nuova nave da ricerca oceanografica, frutto di un lavoro<br />
congiunto svolto grazie alla preziosa collaborazione con la<br />
Marina Militare, in particolare Maristat e NAVARM. Si<br />
tratta di una unità dotata di tecnologie all'avanguardia in<br />
grado di svolgere attività di monitoraggio in acque profonde<br />
con ROV (Remote Operating Vehicle fino a 4.000<br />
m di profondità), AUV (Automated Unmanned Vehicle<br />
fino a 3000 m di profondità) e strumenti acustici ad altissima<br />
risoluzione. Il tutto utilizzando tecnologie sostenibili<br />
quali la propulsione diesel-elettrica, certificazione di classe<br />
green-plus e, non da ultimo, una certificazione di classe<br />
silenziosa per garantire un monitoraggio affidabile del<br />
rumore sottomarino. Ed è infine in costruzione la piattaforma<br />
informativa che consentirà la completa fruibilità di<br />
tutte le informazioni e dati acquisiti con il progetto MER<br />
e consentendo di valutare la sostenibilità delle attività marine<br />
e di pianificare le misure di mitigazione necessarie<br />
per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici nel<br />
Mar Mediterraneo.<br />
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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 33
MERCATO<br />
GMSDE IL NUOVO PRODOTTO COPERNICUS<br />
PER IL MONITORAGGIO DEL SUOLO<br />
Nell’ambito del programma Copernicus appare un nuovo<br />
prodotto finale utilizzabile per il monitoraggio dei movimenti<br />
del suolo in Europa, denominato “Ground Motion<br />
Spatial Database of Europe” o “GMSDE”.<br />
Diversi paesi si sono pronunciati sulla necessità di avere<br />
una banca dati sui movimenti del suolo nell’Europa<br />
continentale. I concetti di un database dei movimenti<br />
del suolo sono già stati proposti e avviati su scala locale<br />
e nazionale. Tuttavia, tali concetti si sono concentrati su<br />
applicazioni dedicate. Affinché i dati dei movimenti del<br />
suolo possano essere ampiamente utilizzati, è stato evidenziato<br />
che tali prodotti dovrebbero essere potenziati per<br />
essere utilizzati direttamente in diversi campi (ad esempio<br />
emergenza, ricerca mineraria, ecc.) e conformi ai formati<br />
standard europei e internazionali.<br />
Alcuni paesi europei beneficiano già di alternative di archiviazione<br />
ed elaborazione dei dati (ad esempio i payload<br />
data ground segment, i national collaborative ground segment,<br />
e i local ground segment).<br />
L’importanza evidenziata dalla Commissione Europea per<br />
sviluppare GMSDE è che creerebbe un’economia di scala,<br />
garantendo che i dati vengano elaborati una volta e messi<br />
a disposizione degli Stati membri, riducendo tempi, costi<br />
e ottenendo un coordinamento dei risultati. Si prevede<br />
che tale prodotto avvantaggerà gli utenti finali, pubblici<br />
o privati, nonché l'industria dell'osservazione della Terra<br />
poiché potrebbero essere creati numerosi prodotti e servizi<br />
derivati a valore aggiunto.<br />
Con il GMSDE la Commissione Europea punta a fornire<br />
un prodotto con un unico servizio di diffusione. Tale servizio<br />
mira inoltre a fornire un approccio di visualizzazione<br />
dei dati di navigazione facile e rapidamente comprensibile<br />
per utenti familiari e non familiari.<br />
In corso di implementazione ed aggiornamento (Bando<br />
di gara o di concessione – regime ordinario End-to-end<br />
Implementation and Operation of the European Ground<br />
Motion Service (EGMS)/<strong>2024</strong>-2027 updates OJ S<br />
47/<strong>2024</strong> 06/03/<strong>2024</strong> ) ha le seguenti specifiche tecniche,<br />
identificate attraverso workshop e consultazioni, per rispondere<br />
alle esigenze delle comunità di utenti:<br />
• GMSDE contiene tutte le immagini Sentinel-1 acquisite<br />
attraverso la geometria della linea di vista (dati ascendenti<br />
e discendenti) al fine di creare un primo prodotto europeo<br />
sul movimento del suolo. Sarebbero preferibilmente utilizzati<br />
dati ascendenti e discendenti poiché il movimento<br />
della superficie terrestre cambierà in tre dimensioni (est/<br />
ovest, nord/sud, su/giù) e InSAR può rilevare solo uno<br />
spostamento dimensionale nella linea di vista del satellite.<br />
Pertanto, è impossibile determinare in quale direzione si<br />
sta evolvendo la superficie terrestre da un singolo interferogramma<br />
SAR. La determinazione della direzione può<br />
essere effettuata combinando i vari dati provenienti da<br />
direzioni diverse (dati ascendenti e discendenti).<br />
• GMSDE utilizza un set di dati di serie temporali con<br />
piena risoluzione spaziale e si basa sulle misurazioni<br />
delle serie temporali dell'interferometria con Persistent<br />
Scatteres (PSI) e Distributed Scatterers(DSI). Questa elaborazione<br />
PSI e DSI consentirà il monitoraggio del moto<br />
del suolo in Europa su aree edificate e rurali. Le serie temporali<br />
di spostamento e il campo di velocità derivanti da<br />
tali elaborazioni consentiranno il monitoraggio del moto<br />
del suolo sull'Europa continentale. Si ritiene che un aggiornamento<br />
annuale sia sufficiente per il prodotto e per<br />
coprire le esigenze delle comunità di utenti.<br />
Nell'ambito del servizio sono resi disponibili 3 livelli di<br />
prodotto che vanno dal dato originale (level 1), al prodotto<br />
intermedio (level 2a) che da informazioni sullo spostamento<br />
di base fornite nella linea di vista del satellite<br />
(LOS), con geometria proiettata al suolo e misure di qualità<br />
per punto di misurazione, nella geometria radar. Un<br />
ulteriore prodotto (level 2b) vede i prodotti di livello 2a<br />
integrati in un quadro di riferimento standardizzato mediante<br />
strumenti esterni informazioni come misurazioni<br />
della rete GNSS e mosaicate.<br />
Il prodotto finale (level 3) fornirà i tassi di deformazione<br />
Est-Ovest e Up-Down prodotti combinando i dati di<br />
Livello 2b provenienti da orbite ascendenti e discendenti.<br />
La granularità del prodotto di livello 3, ovvero la granularità<br />
massima, la dimensione della griglia di campionamento,<br />
dipenderà dall'area di interesse e dal segnale di<br />
deformazione.<br />
I diversi prodotti sono stati definiti per soddisfare le diverse<br />
esigenze degli utenti: il prodotto di livello 2a consente<br />
una distribuzione anticipata a utenti esperti, come<br />
il mondo accademico, specialisti InSAR e società di ingegneria.<br />
I prodotti di Livello 2b e Livello 3 contengono più<br />
informazioni e quindi sono adatti come primo prodotto<br />
di riferimento per un pubblico più ampio, come i cittadini<br />
e le parti interessate coinvolte nella mappatura e nella<br />
gestione del rischio.<br />
Ciò include la valutazione del rischio geografico, la geodesia<br />
e la gestione del territorio, la pianificazione urbana e<br />
rurale, la protezione del patrimonio culturale, i servizi climatici,<br />
lo sviluppo delle infrastrutture, l'estrazione mineraria<br />
e di altre risorse naturali, il monitoraggio di dighe e<br />
acque sotterranee, questioni assicurative e contenziosi, ingegneria<br />
strutturale e civile, proprietà mercato e trasporti.<br />
E’ attualmente in corso la gara per l’affidamento della realizzazione<br />
del servizio .<br />
34 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
MERCATO<br />
GISTAM<br />
<strong>2024</strong><br />
10 th International Conference on Geographical Information<br />
Systems Theory, Applications and Management<br />
Angers, France<br />
2 - 4 May, <strong>2024</strong><br />
The International Conference on Geographical Information Systems Theory, Applications and Management aims at creating a<br />
meeting point of researchers and practitioners that address new challenges in geo-spatial data sensing, observation, representation,<br />
processing, visualization, sharing and managing, in all aspects concerning both information communication and technologies (ICT)<br />
as well as management information systems and knowledge-based systems. The conference welcomes original papers of either<br />
practical or theoretical nature, presenting research or applications, of specialized or interdisciplinary nature, addressing any aspect<br />
of geographic information systems and technologies.<br />
CONFERENCE AREAS<br />
Data Acquisition and Processing<br />
Domain Applications<br />
Interaction with Spatial-Temporal Information<br />
Spatial Data Mining<br />
Managing Spatial Data<br />
Modeling, Representation and Visualization<br />
Remote Sensing<br />
MORE INFORMATION AT: HTTPS://GISTAM.SCITEVENTS.ORG/<br />
UPCOMING SUBMISSION DEADLINES<br />
REGULAR PAPER SUBMISSION: DECEMBER 13, 2023<br />
POSITION PAPER SUBMISSION: JANUARY 25, <strong>2024</strong><br />
SPONSORED BY: LOCALLY ORGANIZED AND HOSTED BY: INSTICC IS MEMBER OF: LOGISTICS:<br />
PUBLICATIONS:<br />
IN COOPERATION WITH:<br />
PROCEEDINGS WILL BE SUBMITTED FOR INDEXATION BY:<br />
Scan and connect to:<br />
gistam.scitevents.org<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 35
MERCATO<br />
PIONIERI E VISIONARI NEL MONDO DEL RI-<br />
LIEVO: LE NUOVE SOLUZIONI PER I PRO-<br />
GETTISTI<br />
Teorema di Milano si occupa da oltre 30 anni della distribuzione<br />
di strumenti di misura Leica Geosystems, specializzandosi<br />
negli ultimi anni nel campo del rilievo 3D tramite<br />
scansione laser.<br />
Questa tecnologia innovativa è sempre più utilizzata in un<br />
crescente numero di settori, migliorando la produttività e<br />
ottimizzando le modalità operative.<br />
Uno di questi settori è sicuramente quello dell’edilizia, in<br />
questo articolo vediamo vengono utilizzati alcuni degli<br />
strumenti più avanzati prodotti da Leica Geosystems.<br />
Rilievo preciso e restituzione dettagliata, ma non solo: monitoraggio<br />
del costruito per prevenire situazioni di pericolo, automazione<br />
delle macchine movimento terra al fine di ridurre<br />
costi operativi e consumi, scansione dello stato avanzamento,<br />
lavori per contabilità e una corretta manutenzione futura,<br />
sono solo alcune delle soluzioni di Leica Geosystems messe a<br />
punto per il mondo dell’edilizia professionale.<br />
Se in passato il mondo del rilievo del costruito e della conoscenza<br />
dettagliata dei territori era affidata ai topografi, unici<br />
in grado di utilizzare e gestire la complessa strumentazione<br />
necessaria allo scopo, oggi, grazie ai progressi tecnologici e<br />
agli strumenti di restituzione tridimensionale del costruito<br />
anche i progettisti possono affacciarsi in autonomia al<br />
mondo del rilievo. Il tutto a vantaggio della sicurezza e<br />
dell’ottimizzazione dei costi, e sempre nell’ottica di una<br />
più sostenibile gestione dell’ambiente che ci circonda. Ne<br />
abbiamo parlato con il project team di Leica Geosystems,<br />
una realtà con quasi 200 anni d’esperienza nel creare soluzioni<br />
di misura d’avanguardia per l’acquisizione, l’analisi e<br />
la presentazione di informazioni relative allo spazio in cui<br />
viviamo.<br />
Qual è il vostro rapporto con il mondo del progetto e come si è<br />
evoluto negli ultimi anni?<br />
Fino a non molti anni fa i progettisti erano obbligati ad affidarsi<br />
a studi specializzati per ottenere rilievi “As-is” da cui<br />
cominciare lo sviluppo di nuovi masterplan o di progetti<br />
di recupero. Gli strumenti necessari all’analisi e alla restituzione<br />
delle informazioni spaziali, stazioni totali o sistemi<br />
GNSS, richiedevano una conoscenza tecnica specialistica.<br />
Con l’avvento della tecnologia laser scanner 3D si è presentata<br />
subito l’opportunità per noi di avvicinarsi agli studi di<br />
progettazione.<br />
Tuttavia, solo negli ultimi cinque anni, con l’introduzione<br />
del Leica BLK360, il laser scanner più piccolo e semplice<br />
presente sul mercato, siamo finalmente riusciti a trasferire<br />
ai progettisti la possibilità di condurre in autonomia.<br />
Che dialogo si è instaurato dunque con architetti e pianificatori<br />
all’interno delle diverse fasi della costruzione?<br />
Trasferire in cantiere ciò che il progettista ha sviluppato<br />
rappresenta la nostra sfida più grande, data la complessità e<br />
le diverse discipline tecnologiche presenti in ogni progetto.<br />
Oggi affrontiamo il processo di costruzione con particolare<br />
attenzione, fornendo soluzioni specifiche per le diverse fasi<br />
e discipline. In primis, per esempio, monitoriamo i fabbricati<br />
adiacenti al cantiere per prevenire situazioni di pericolo<br />
dovute a cedimenti strutturali, installiamo sistemi di machine<br />
control, facili da usare per gli operatori dei mezzi movimento<br />
terra, per efficientare le operazioni, riducendo non<br />
solo i costi operativi, ma anche minimizzando il “carbon<br />
footprint (impronta di carbonio, una misura che esprime<br />
il totale delle emissioni di gas ad effetto serra)” di questa<br />
fase di cantiere. Leica Geosystems ha sviluppato una linea<br />
di prodotti da cantiere chiamata Leica iCON, che include<br />
stazioni totali e GNSS con un software a bordo macchina<br />
molto intuitivo. Questo consente alle maestranze del<br />
cantiere di accedere facilmente a tecniche di tracciamento<br />
e materializzazione dei punti di riferimento, necessarie<br />
per la definizione dei layout e il corretto posizionamento<br />
della parte impiantistica. Questi strumenti sono in grado<br />
di importare modelli IFC aggiornati dal cloud rendendoli<br />
disponibili in cantiere.<br />
Infine, utilizziamo sistemi laser scanner come Leica<br />
RTC360, che scansionano e fotografano il cantiere, a velocità<br />
impensabili prima d’ora, durante lo stato avanzamento<br />
lavori. Questo non solo per fini contabili, ma anche per<br />
conservare la memoria degli impianti che vengono nascosti<br />
da pavimenti galleggianti o controsoffitti. Informazioni<br />
utili alle successive e future operazioni di manutenzione.<br />
Leica Geosystems diventa in questo modo un partner tecnologico<br />
più che un semplice fornitore di hardware. Quali i servizi a<br />
disposizione dei professionisti?<br />
Le nostre consulenze specializzate iniziano dalle fasi progettuali,<br />
suggerendo le tecnologie e le tecniche più appropriate<br />
per le attività di monitoraggio, rilievo e controllo dimensionale.<br />
Mettiamo poi a disposizione la tecnologia necessaria<br />
in vendita e a noleggio, per adattarci alle esigenze specifiche<br />
dei clienti. Per mettere il professionista in grado di utilizzare<br />
sempre in modo efficace le nostre soluzioni organizziamo<br />
corsi di formazione. I nostri clienti hanno sempre a<br />
disposizione un supporto tecnico via telefono e via mail per<br />
risolvere qualsiasi problema o porre qualsivoglia domanda<br />
che possa sorgere durante l’utilizzo delle nostre tecnologie.<br />
Miriamo a fornire un pacchetto completo di servizi che<br />
vanno oltre la semplice fornitura di tecnologie, per essere<br />
un partner affidabile e di lungo termine per i nostri clienti.<br />
All’interno di progetti di rigenerazione, a scala urbana in particolare,<br />
quali gli strumenti a uso diretto dei progettisti che<br />
avete a disposizione?<br />
Il consiglio che possiamo dare è stabilire un sistema di coordinate<br />
univoco per tutte le fasi del progetto. Dal punto<br />
di vista hardware la stazione totale Leica MS60 è la scelta<br />
migliore per garantire precisione nelle misurazioni e velocità<br />
di esecuzione nella fase di creazione del sistema di coordi-<br />
36 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
MERCATO<br />
nate di riferimento per le successive attività di costruzione.<br />
Successivamente a questa attività l’utilizzo del laser scanner<br />
Leica RTC360 risulta ideale, anche nel rilievo di quartieri,<br />
grazie alla sua velocità di acquisizione dei dati. In ambito<br />
software abbiamo particolare attenzione alla condivisione<br />
dei dati, soprattutto quando si tratta di grande mole di dati<br />
come le scansioni, grazie a piattaforme online come Reality<br />
Cloud Studio e GeoCloud permettiamo a tutti gli interlocutori<br />
del processo di poter accedere ai dati. L’obiettivo<br />
è, non solo fornire strumenti precisi per il rilievo ma anche,<br />
offrire soluzioni software che rendano i dati facilmente<br />
accessibili e interoperabili per chi si occupa delle decisioni<br />
operative durante il processo di rigenerazione urbana.<br />
Precisione tecnologica certificata dunque.<br />
Leica Geosystems ha un laboratorio accreditato per le misure<br />
di angoli e distanze, in accordo alla norma ISO/ IEC<br />
17025. Leica Geosystems è certificata ISO9000, ISO14000<br />
e ISO45000, dimostrando il nostro impegno per elevati standard<br />
di qualità, gestione ambientale e sicurezza sul lavoro.<br />
Quale, al contrario, il contributo che solo tecnici specializzati<br />
possono eseguire con i vostri prodotti?<br />
Tipicamente l’estensione del rilievo è un fattore decisivo<br />
nella scelta di coinvolgere studi specializzati, gestire infatti<br />
Laser scanner 3D e stazione totale insieme è un’operazione<br />
delicata. Definire una rete di punti precisi e affidabili da<br />
cui successivamente partire per le attività di tracciamento è<br />
operazione strategica e di elevata importanza.<br />
Fra i vostri settori di produzione la divisione Reality Capture<br />
è all’avanguardia nel fornire strumenti di restituzione dettagliata<br />
dell’“ambiente costruito”. Quali gli ambiti edilizi in<br />
cui vi è maggiore richiesta? Quali i diretti vantaggi di queste<br />
applicazioni?<br />
La semplicità d’uso degli strumenti unita a flussi di trattamento<br />
dati sempre più automatici o semplici da gestire<br />
sono i due principali driver che hanno permesso di plasmare<br />
il mercato al tal punto da creare una nuova aspettativa. Ci<br />
si aspetta che un rilievo di un fabbricato As-is sia effettuato<br />
con tecniche a scansione, perché solo in questo modo avremo<br />
tutti i dati necessari per sviluppare un progetto BIM,<br />
in particolare in un contesto edilizio come quello italiano<br />
in cui frequentemente si possono trovare fabbricati storici<br />
o sottoposti a vincolo, oppure fabbricati di cui i disegni di<br />
progetto sono andati persi. I vantaggi tangibili riguardano<br />
una ricchezza di informazioni disponibili per tutti i professionisti<br />
del settore dell’edilizia.<br />
Per avere maggiori informazioni tecniche e commerciali<br />
sulla strumentazione di scansione laser 3D e ricevere una<br />
dimostrazione gratuita dai tecnici del team Teorema:<br />
email info@geomatica.it - telefono 025398739.<br />
Schede tecniche e maggiori info consultabili al sito web<br />
www.geomatica.it<br />
Ergife Palace Hotel – Roma<br />
seguici sui social<br />
www.esriitalia.it<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 37
MERCATO<br />
MALIBU: MACHINE LEARNING ON BUS FOR<br />
ROAD STATUS ASSESSMENT<br />
Il progetto MALIBU (MAchine LearnIng on BUs for road<br />
status assessment), avviato a febbraio 2023, è un progetto<br />
co-finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea nell’ambito<br />
del programma ARTES 4.0 Business Applications –<br />
Space Solutions.<br />
Le attività sono portate avanti dal raggruppamento industriale<br />
che vede la NAIS S.r.l. come ideatore e capofila<br />
dell’iniziativa, insieme ai partner M.A.C., Yet It Moves,<br />
Urby et Orbit ed EURELETTRONICA.<br />
Il portfolio dei servizi MALIBU nasce come risposta<br />
operativa dettata dall’esigenza di molti Comuni italiani,<br />
e di società private che operano quotidianamente sulle<br />
strade, di garantire ai fruitori della rete viaria urbana<br />
degli adeguati standard di sicurezza e confort alla guida<br />
andando, dunque, a rilevare, mappare e monitorare i difetti<br />
superficiali presenti sul manto stradale.<br />
L’innovatività del monitoraggio proposto si basa sull'utilizzo<br />
congiunto di tecnologie integrate tra di esse per il<br />
rilevamento automatico di difetti quali buche e fessure<br />
presenti sull’asfalto. Per fare questo, MALIBU si avvale<br />
di tecnologie e strumenti quali Machine Learning,<br />
GNSS, satelliti di navigazione e osservazione della terra.<br />
Nell’ottica di fornire alle PA degli strumenti orientati<br />
all’ottimizzazione della gestione delle città in un’ottica<br />
sempre più “green”, MALIBU eroga anche servizi di<br />
monitoraggio della qualità dell'aria lungo le strade cittadine.<br />
Tutta la strumentistica sarà a breve installata a bordo di<br />
un mezzo del trasporto pubblico di Roma e avrà un’attività<br />
operativa di sei mesi.<br />
Per ulteriori informazioni:<br />
https://business.esa.int/projects/malibu<br />
https://www.nais-solutions.it/malibu/<br />
38 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
MERCATO<br />
STONEX X70GO –<br />
TECNOLOGIA SLAM<br />
PER LA CREAZIONE<br />
DI PLANIMETRIE<br />
L'impiego di laser scanner<br />
SLAM (Simultaneous<br />
Localization and Mapping)<br />
per la creazione di planimetrie<br />
di precisione è una<br />
pratica comune in vari settori, tra cui l'edilizia, l'architettura,<br />
l'ingegneria civile, la geomatica e il rilevamento<br />
del territorio.<br />
Un laser scanner SLAM è uno strumento che utilizza<br />
la tecnologia LiDAR (Light Detection And Ranging)<br />
in combinazione a un’unita inerziale, per acquisire dati<br />
tridimensionali dell’ambiente circostante in movimento,<br />
garantendo elevata precisione e rapidità.<br />
X70GO SLAM Laser Scanner<br />
Stonex X70GO è uno strumento per la raccolta di dati<br />
3D in tempo reale che integra un modulo di navigazione<br />
inerziale, un computer ad alte prestazioni e un<br />
sistema di archiviazione. È dotato di una testa rotante<br />
a 360° che, combinata con l'algoritmo SLAM, genera<br />
nuvole di punti colorate ad alta precisione grazie anche<br />
alla camera integrata.<br />
La grande innovazione del sistema è la scansione ibrida:<br />
combina i vantaggi della modalità SLAM con la risoluzione<br />
di una scansione statica utilizzando la modalità<br />
X-Whizz. Niente più stazioni di scansione multiple,<br />
basta spostarsi sulla scena per raccogliere l'intera nuvola<br />
di punti 3D, senza perdere tempo con l'allineamento<br />
da nuvola a nuvola.<br />
L’acquisizione<br />
L’acquisizione dei dati viene effettuata utilizzando il rilevamento<br />
simultaneo della posizione e la mappatura; il<br />
dispositivo scansiona l'ambiente circostante emettendo<br />
impulsi laser e registrando il tempo impiegato per il<br />
ritorno del segnale. Questi dati vengono quindi utilizzati<br />
per creare una nuvola di punti tridimensionali che<br />
rappresenta l'ambiente.<br />
Dalla nuvola al CAD<br />
Utilizzando le informazioni raccolte dalla nuvola di<br />
punti tridimensionali, è possibile generare una planimetria<br />
dettagliata dell'area mappata. Questo può essere<br />
fatto utilizzando software specializzati che consentono<br />
di estrarre informazioni specifiche come muri, pavimenti,<br />
porte, finestre e altre caratteristiche dell'ambiente.<br />
In generale, l'utilizzo di laser scanner SLAM per la creazione<br />
di planimetrie di precisione offre numerosi vantaggi,<br />
tra cui una maggiore velocità di acquisizione dei<br />
dati, una maggiore precisione e una minore dipendenza<br />
dalle condizioni ambientali.<br />
Per avere più informazioni compila il form sul sito di<br />
Stonex: https://www.stonex.it/it/contatti/<br />
C’è vita nel nostro mondo.<br />
Trasformazione e pubblicazione di dati<br />
territoriali in conformità a INSPIRE<br />
Assistenza su Hight Value Datasets,<br />
APIs, Location Intelligence, Data Spaces<br />
INSPIRE Helpdesk<br />
We support all INSPIRE implementers<br />
Epsilon Italia S.r.l.<br />
Viale della Concordia, 79<br />
87040 Mendicino (CS)<br />
Tel. e Fax (+39) 0984 631949<br />
info@epsilon-italia.it<br />
www.epsilon-italia.it<br />
www.inspire-helpdesk.eu<br />
<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 39
MERCATO<br />
IL GEMELLO DIGITALE<br />
DI NAPOLI CON<br />
SMARTCITY 3D<br />
Lo scorso Novembre, «il<br />
Servizio Difesa Idrogeologica<br />
e Bonifiche del Comune di<br />
Napoli ha affidato alla società<br />
Digitarca la realizzazione<br />
di un modello digitale della<br />
città di Napoli utilizzando la<br />
piattaforma web informatica SmartCity3D (…) in grado di gestire gli<br />
strati informativi e i temi in possesso dell’Ente, incrociandoli coi dati<br />
documentali e, mediante utilizzo di geodatabase cartografico»*.<br />
SmartCity3D e il Gemello digitale della città di Napoli si offrono<br />
quale importante strumento di analisi e consultazione dello spazio costruito;<br />
in particolare, la finalità del progetto è quella di rendere possibile<br />
l’esplorazione virtuale del sottosuolo del capoluogo campano,<br />
connettendolo in maniera dinamica con la città e con il suo sviluppo,<br />
con l’intento di garantirne la gestione e la salvaguardia in un’ottica di<br />
cooperazione tra enti e realtà.<br />
La piattaforma di cui il comune ha scelto di dotarsi ed all’interno della<br />
quale si stanno riversando tutte le informazioni di cui si dispone allo<br />
stato attuale, si offre quale innovativa possibilità di fruizione dei dati<br />
tridimensionali e non, garantendo al contempo la possibilità di avere<br />
memoria storica – tanto dell’attuale in un futuro prossimo, quanto di<br />
un passato documentato attualmente solo in forma cartacea.<br />
Un’analisi delle attività in corso<br />
Allo stato attuale, il Comune di Napoli sta siglando un accordo con il<br />
Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università<br />
Federico II, con il quale si stanno organizzando incontri che possano<br />
mettere a disposizione la stessa piattaforma per la gestione e consultazione<br />
dei dati e dei database che verranno acquisiti e creati, in una<br />
ottica di cooperazione tra le parti.<br />
«Durante l’incontro tenutosi lo scorso venerdì 1 marzo presso la biblioteca<br />
del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale<br />
dell’Università degli studi di Napoli “Federico II’ è stato presentato<br />
il lavoro commissionato dal Comune di Napoli e in corso di realizzazione<br />
da parte di Digitarca della piattaforma (…). Presenti per il<br />
Comune di Napoli il Dirigente del Servizio Difesa idrogeologica e<br />
Bonifiche Fausto Marra accompagnato dai funzionari tecnici Stefano<br />
Napolitano e Antonino Barba, per l’Area Urbanistica Francesca ignataro,<br />
per l’Assessorato alle Infrastrutture Carmela Fedele, per l’Università<br />
il professare emerito Carlo Viggiani e i proff. Alessandro Flora,<br />
Marco Valerio Nicotera, Massimo Ramondini del Dipartimento di<br />
Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale, per ISPRA Paolo Guarino e<br />
per la Digitarça Leonardo Cechi con Valeria Di Lauro.»*<br />
SmartCity3D per la fruizione del modello digitale della città di Napoli<br />
La piattaforma software web-based messa a disposizione del comune<br />
di Napoli si offre quale strumento di gestione e consultazione del gemello<br />
digitale della città – sub divo e ipogea – nonché per la pianificazione<br />
di azioni di governance territoriale, per l’analisi e la gestione<br />
del rischio idrogeologico, nonché per la comprensione approfondita<br />
del territorio stesso.<br />
Come dichiarato dallo stesso sindaco della città – Gaetano Manfredi –<br />
«La volontà di dotarsi di una piattaforma digitale rientra nelle strategie<br />
di azione del Comune di Napoli (…)La disponibilità di dati e la possibilità<br />
di utilizzarli quale base di raffronto, consente un’attenta analisi<br />
del livello di rischio a cui sono esposte le persone e i beni e, quindi, di<br />
programmare gli interventi necessari».<br />
Le possibilità e gli strumenti messi a disposizione dalla piattaforma<br />
hanno consentito di sviluppare le prime, fondamentali considerazioni<br />
rispetto alla futura pianificazione delle attività da svolgersi, anche<br />
in previsione di una cooperazione tra enti e figure chiave all’interno<br />
del complesso e diversificato iter di gestione ed intervento in ambito<br />
cittadino.<br />
Presentazione del progetto e della piattaforma<br />
Lo scorso venerdì 1 Marzo, presso il Dipartimento di Ingegneria<br />
Civile, Edile e Ambientale dell’Università Federico II di Napoli,<br />
Digitarca ha presentato il progetto e la piattaforma. Come diffuso attraverso<br />
una nota dallo stesso Comune «consentirà (…) di avere una<br />
visione tridimensionale del sottosuolo in rapporto con il soprassuolo»,<br />
consentendo «nuovo impulso all’organizzazione e (la) messa a sistema<br />
del patrimonio di conoscenze sul sottosuolo di Napoli: un processo<br />
avviato negli anni Novanta e che ora può avvalersi delle nuove tecnologie».<br />
SmartCity3D, gestendo diverse tipologie di dato per la mappatura del<br />
patrimonio e supportando i dati di scansione 3D dei più moderni<br />
sistemi di acquisizione tridimensionali, ha messo a disposizione degli<br />
uffici competenti – nonché di quanti saranno connessi al gruppo di<br />
lavoro – strumenti per analizzare lo stato di fatto, rilevare e mappare<br />
ammaloramenti e criticità, leggere il territorio attraverso differenti livelli<br />
di mappa tipizzati assecondando le esigenze, nonché per estrarre<br />
elaborati CAD che attraverso la restituzione bidimensionale possano<br />
consentire nuove chiavi di lettura e di pianificazione degli interventi.<br />
SmartCity3DAR: nuove possibilità per la mappatura e gestione<br />
del territorio<br />
La piattaforma messa a disposizione dell’Ufficio Servizio Difesa<br />
Idrogeologica del Territorio del Comune di Napoli prevede, inoltre,<br />
la possibilità di gestione e interazione del modello digitale attraverso<br />
una app di Realtà Aumentata – SmartCity3D AR – che attraverso<br />
algoritmi proprietari per il confronto tra immagini (image matching),<br />
riesce a posizionare correttamente l’utente nello spazio, consentendo<br />
di definire la mappatura spaziale e puntuale degli edifici e delle cavità,<br />
mediante l’impiego di comuni smartphone.<br />
Lettura incrociata e piani strategici: SmartCity3D come strumento e memoria<br />
storica<br />
Le banche dati per la conoscenza e salvaguardia del patrimonio rappresentano<br />
una importante risorsa e ricchezza al fine di garantire una<br />
gestione efficace, veloce ed intelligente del territorio a supporto dei<br />
professionisti e degli uffici di competenza per l’elaborazione di progetti<br />
per piani strategici e sinergici. In questa ottica, l’accesso condiviso ai<br />
gemelli digitali e alle relative banche, sarà un elemento centrale per il<br />
prossimo futuro all’interno del gruppo di lavoro che va sviluppandosi<br />
e consolidandosi; SmartCity3D si offre quale possibile, nuova soluzione<br />
atta a semplificare i processi ed i flussi di lavoro, creando e garantendo<br />
memorie digitali 3D che consentiranno – assieme a confronti<br />
temporali – l’analisi di quelle che potranno essere le possibili direzioni<br />
da seguire nel prossimo futuro.<br />
*Tratto dal comunicato stampa del Comune di Napoli<br />
Scopri di più sulla piattaforma SmartCity3D e sull’app SmartCity3DAR<br />
Scopri le Soluzioni DigitArca<br />
Fonte: Digitarca<br />
40 <strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong>
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<strong>GEOmedia</strong> n°1-<strong>2024</strong> 41
AGENDA<br />
2 - 4 MAY <strong>2024</strong><br />
GISTAM <strong>2024</strong><br />
International Conference on<br />
GIS Theory, Applications<br />
and Management<br />
Angers (France)<br />
https://gistam.scitevents.org/<br />
8 - 9 MAGGIO <strong>2024</strong><br />
Conferenza Esri Italia <strong>2024</strong><br />
Roma (Italy)<br />
https://www.esriitalia.it/<br />
13 - 16 maggio <strong>2024</strong><br />
Geospatial World Forum<br />
Rotterdam (Holland)<br />
https://<br />
geospatialworldforum.org/<br />
19 - 24 MAY<br />
FIG Working Week <strong>2024</strong><br />
Accra (Ghana)<br />
https://www.fig.net/fig<strong>2024</strong>/<br />
index.htm<br />
30 MAGGIO <strong>2024</strong><br />
TECHNOLOGYforAll<br />
OnTheRoad<br />
Tindari Messina (Italy)<br />
www.technologyforall.it<br />
5 - 6 GIUGNO <strong>2024</strong><br />
GEOBUSINESS<br />
London (UK)<br />
https://www.<br />
geobusinessshow.com<br />
6 - 7 GIUGNO <strong>2024</strong><br />
14° Workshop AIT - ENEA<br />
Telerilevamento applicato<br />
alla gestione delle risorse<br />
idriche<br />
Bologna (Italy)<br />
https://aitonline.org/<br />
15 – 19 LUGLIO <strong>2024</strong><br />
Esri User Conference<br />
San Diego (USA)<br />
www.esri.com<br />
16 - 19 SETTEMBRE <strong>2024</strong><br />
Remote Sensing for<br />
Agriculture, Ecosystems,<br />
and Hydrology XXVI<br />
Edinburgh (UK)<br />
https://spie.org/conferencesand-exhibitions/sensorsand-imaging<br />
25 – 27 SETTEMBRE <strong>2024</strong><br />
Convegno AIC Associazione<br />
Italiana di Cartografia<br />
Roma (Italy)<br />
https://aic-cartografia.it/<br />
convegni/<br />
24 - 26 SEPTEMBER <strong>2024</strong><br />
INTERGEO <strong>2024</strong><br />
Stuttgart (Germany)<br />
https://www.intergeo.de/en<br />
9 – 11 OTTOBRE <strong>2024</strong><br />
Dronitaly<br />
Bologna<br />
https://www.dronitaly.it/it/<br />
10 - 13 DICEMBRE <strong>2024</strong><br />
#ASITA<strong>2024</strong><br />
Conferenza Nazionale di<br />
Geomatica e Informazione<br />
Geografica<br />
Padova (Italy)<br />
http://www.asita.it/<br />
Il laser scanner Leica BLK360 G2<br />
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immagini sferiche in soli 20 secondi.<br />
La tecnologia VIS combina automaticamente le scansioni in loco per rendere<br />
più rapido il processo di cattura e garantirne la completezza.<br />
Le rilevazioni ottenute con Leica BLK360 vengono utilizzate in molti campi:<br />
ingegneria, architettura, costruzioni, ma anche per progetti di realtà virtuale o<br />
realizzazione di video con particolari effetti visivi.<br />
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