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Pullman 50 maggio 2024

L'IBRIDO ALZA LA TESTA Anteprime Iveco Crossway Ld Hyb Volvo 8900 Electric Le Solaris Urbino 12 E Mercato Come vanno gli elettrici Attualità Vdl si allarga Milano come San Paolo Asstra fa il punto sul Tpl Al volante In pista coi Daimler my ‘24 Abusi Un salotto per gli artisti Bustimer La storia dell’autoportant

L'IBRIDO ALZA LA TESTA

Anteprime
Iveco Crossway Ld Hyb Volvo 8900 Electric Le Solaris Urbino 12 E

Mercato
Come vanno gli elettrici

Attualità
Vdl si allarga
Milano come San Paolo Asstra fa il punto sul Tpl

Al volante
In pista coi Daimler my ‘24

Abusi
Un salotto per gli artisti

Bustimer
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BUSTIMER<br />

BUSTIMER<br />

Qui a lato, da destra verso sinistra,<br />

una foto scattata al Salone di Torino<br />

del 1948 raffigura la versione con<br />

rimorchio del Monotral Cv e una<br />

réclame del restyling successivo<br />

motorizzato Lancia.<br />

Sotto, due immagini del Tubocar<br />

realizzato dalla torinese Ca.SA.Ro.<br />

In basso, da sinistra, un<br />

autoportante Tr 3.5 costruito<br />

dall’ungherese Ikarus dei fratelli<br />

Uhri e il Magirus O6<strong>50</strong>0 spinto da<br />

un propulsore V8 Deutz, l’F8L 614.<br />

Un’americanata<br />

Ebbene sì, anche il bus autoportante è un<br />

invenzione yankee, addirittura degli Anni ‘30.<br />

Copiata dalla Francia prima e dall’Italia poi<br />

di Simone Gaier<br />

In alto, a sinistra, il primo<br />

Gar Wood Aerocoach<br />

autoportante, il modello<br />

‘C’, poi seguito dal ‘D’ coi<br />

fari sovrapposti e il<br />

parabrezza bipartito<br />

(a destra nelle foto).<br />

Nell’immagine qui sotto,<br />

una vista del francese<br />

Isobloc W240, versione<br />

transalpina del model D.<br />

Pensavate che il bus autoportante fosse un’idea<br />

tutta europea del 1951? E invece no, è roba statunitense<br />

addirittura degli Anni ‘30, dell’ingegnere<br />

aeronautico William B. Stout. Il quale, osservando le carlinghe<br />

degli aerei e i telai a motore anteriore su cui venivano<br />

costruiti gli autobus, volle sperimentare la realizzazione<br />

di uno a motore posteriore utilizzando lo stesso<br />

concetto impiegato per gli aerei: una scocca in alluminio<br />

(poi in acciaio) saldato a cui fosse possibile applicare<br />

qualsivoglia assali nonché alloggiare qualsiasi tipo di<br />

motore in posizione posteriore. Per mettere in pratica il<br />

suo progetto trovò come partner e finanziatore il costruttore<br />

di barche Garfield Wood della Gar Wood Industries<br />

Inc. Nell’utilizzo della scocca autoportante e la realizzazione<br />

di una carrozzeria dalla linea filante e tondeggiante,<br />

si notò subito un’enorme riduzione di peso dell’autobus<br />

e conseguentemente una diminuzione dei consumi nonché<br />

delle vibrazioni indotte dalla meccanica all’abitacolo.<br />

Senza contare che scomparvero le esalazioni di combustibile<br />

e olio in cabina e ne guadagnò anche l’accelerazione.<br />

Costruito tra il 1937 e il ‘38, il primo autoportante<br />

Gar Wood, battezzato ‘model C’, montava sospensioni e<br />

motore Ford - nel caso un 8 cilindri a V - e venne dato in<br />

prova alla compagnia Dearborn Coach del Michigan,<br />

per utilizzarlo su linee a lunga percorrenza. Dopo vari<br />

mesi di esercizio, il cliente decise di ordinare ben ventiquattro<br />

unità, cui ne seguirono molte altre acquistate da<br />

altri operatori americani. All’inizio degli Anni ‘40, sarà introdotto<br />

sul mercato un restyling chiamato ‘model D’.<br />

Dagli Usa all’Europa<br />

L‘Aerocoach di Wood suscita un interesse tale che il francese<br />

Joseph Besset, proprietario della Isobloc, fa carte<br />

false per ottenere dagli americani la licenza di realizzare<br />

presso i propri stabilimenti di Annonay una ‘copia’ del<br />

model D, chiamandolo W240. Il bus dal design americano<br />

piacque assai, ma gli eventi della Seconda Guerra<br />

Mondiale ne rallentarono la produzione. Dal ‘46 la richiesta<br />

del mercato sarà davvero elevata e agli inizi degli<br />

Anni ‘<strong>50</strong> si contavano ben 3.400 pezzi prodotti. Venne il<br />

tempo anche di rimpiazzare il motore Ford con qualcosa<br />

di europeo, nel caso un Hl della connazionale Panhard,<br />

che però rimase ben poco nel cofano del W240: qualche<br />

anno più tardi la Isobloc - in difficoltà - fu rilevata da Saviem.<br />

In Italia, fu Candido Viberti - nel 1946 - a cimentarsi con<br />

gli autobus autoportanti, traendo ispirazione da quanto<br />

realizzato dagli americani. Decise però di fare di testa<br />

sua realizzando il Monotral Cv (acronimo di Candido<br />

Viberti), composto da un’unica trave scatolata facente<br />

da base alle centine che reggono la<br />

carrozzeria e a cui poi ancorare sul<br />

posteriore gli organi meccanici nazionali,<br />

dei camion Fiat 666 N7 o<br />

Alfa Romeo 800. Sarà suo figlio a<br />

presentare il veicolo al Salone di<br />

Torino del 1948, dove però venne<br />

giudicato troppo innovativo, quasi<br />

uno ‘studio’, e quindi snobbato sia<br />

dagli operatori del settore sia dai<br />

fornitori di meccaniche. Grazie alla<br />

sua costruzione modulare, la carrozzeria Monotral si<br />

adattò bene a veicoli di tutte le taglie e impieghi. In seguito<br />

al prototipo con meccanica posteriore seguirà una cinquantina<br />

d’esemplari su Alfa Romeo, Fiat, Lancia, Om,<br />

Pegaso e Leyland con motore anteriore. La produzione<br />

proseguirà fino a fine Anni ‘60.<br />

Nel ‘47 anche la torinese Ca.S.A.Ro. - Carrozzeria Società<br />

Anonima Rotabili - guarda agli autoportanti Aerocoach<br />

della General American di Chicago (subentrata alla Gar<br />

Wood Industries) dal nuovo design e di <strong>maggio</strong>ri dimensioni,<br />

acquisendo la licenza per realizzare il bus Usa in<br />

Italia adattandolo alle normative vigenti: il Tubocar con<br />

motore Alfa 800 posteriore. Il bus autoportante attirò l’interesse<br />

pure dei fratelli ungheresi Uhri, che nel ‘48 lanciarono<br />

il Tr 3.5 con motore Raba, e dei tedeschi di Magirus<br />

e Kässbohrer nei ‘<strong>50</strong>. Ma questa è un’altra storia. lll<br />

38 - <strong>Pullman</strong><br />

<strong>maggio</strong> <strong>2024</strong><br />

<strong>Pullman</strong> - 39

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