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Autobus maggio 2024

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CONFRONTO Bus urbani 12 metri a idrogeno<br />

Solaris Urbino Hydrogen<br />

Campione di vendite<br />

Solaris ha vinto due gare, quelle di Bologna e Venezia, che, per volumi,<br />

hanno pochi eguali. La gamma (anche 18 metri) presenta fuel cell firmata<br />

Ballard (con cui ha in essere un accordo per 1.000 pezzi)<br />

Con più di 230 veicoli già circolanti<br />

in Europa ed un portafoglio ordini di<br />

altri 600, Solaris oggi rappresenta il<br />

punto di riferimento per gli autobus a fuel<br />

cell, almeno all’interno del nostro continente.<br />

L’esperienza con le celle a combustibile<br />

cominciò esattamente 10 anni fa, quando sui<br />

filobus di Riga (Lettonia) venne proposto un<br />

range extender per le batterie destinate alla<br />

trazione in assenza della linea di contatto.<br />

Negli anni seguenti, pur con numeri ancora<br />

poco significativi, proseguì lo studio assieme<br />

a Ballard per l’ottimizzazione delle fuel cell<br />

e del software di gestione del modulo ad alta<br />

tensione che sovraintende ai flussi energetici<br />

del veicolo. I primi successi cominciarono ad<br />

Il Solaris Urbino<br />

hydrogen è l’unico<br />

autobus il cui<br />

motore elettrico è<br />

alimentato direttamente<br />

dalla pila ad<br />

idrogeno (attraverso<br />

un convertitore) in<br />

parallelo alla batteria<br />

e non soltanto<br />

attraverso l’accumulatore.<br />

Questo<br />

dovrebbe portare<br />

ad una <strong>maggio</strong>re efficienza<br />

energetica<br />

di tutto il sistema e<br />

ad un minore stress<br />

per la batteria.<br />

arrivare dopo il 2020, con le prime importanti<br />

commesse in Germania, Olanda e Italia<br />

(Bolzano), dove l’Urbino prese già la forma<br />

che tutti conosciamo.<br />

La batteria di sicurezza<br />

Ma torniamo ad oggi. L’Urbino Hydrogen è<br />

disponibile in due lunghezze: 12 e 18 metri,<br />

dove cella a combustibile e accumulatore<br />

sono necessariamente dimensionate diversamente.<br />

Sul 12 metri infatti troviamo una<br />

fuel cell Ballard da 70 kW ed una batteria<br />

Lto Impact da 30 kWh, mentre sul 18 metri<br />

la fuel cell è da 100 kW e le batterie Lto<br />

raddoppiano. L’integrazione di tutti i sistemi<br />

ad alta tensione avviene tramite un gruppo<br />

Medcom il quale ha anche il compito di<br />

monitorare lo stato di isolamento del veicolo<br />

nonché di provvedere all’alimentazione<br />

dell’impianto a 24V.<br />

Dal punto di vista della trazione, l’Urbino<br />

è forse l’unico autobus il cui motore elettrico<br />

è alimentato direttamente dalla pila<br />

ad idrogeno (attraverso un convertitore) in<br />

parallelo alla batteria e non soltanto attraverso<br />

l’accumulatore. Questo dovrebbe portare<br />

ad una <strong>maggio</strong>re efficienza energetica<br />

di tutto il sistema e ad un minore stress per<br />

la batteria, la quale è anche la più piccola<br />

di tutti, con i suoi già menzionati 30 kWh<br />

circa sul 12 metri e 60 sul 18, con una ‘Soc<br />

window’ impostata al 40 per cento. Come<br />

sappiamo, gli accumulatori hanno il compito<br />

di recuperare energia in frenata e soprattutto<br />

di compensare la <strong>maggio</strong>re<br />

richiesta di energia durante<br />

lo spunto e nelle salite, con<br />

la conseguenza che su certi<br />

tragitti più impegnativi potrebbe<br />

servire una batteria<br />

più grossa (o più batterie).<br />

Analogamente agli autobus<br />

elettrici Bev del costruttore<br />

polacco, anche su quelli ad<br />

idrogeno si può optare per<br />

diverse catene cinematiche,<br />

dove al già conosciuto assale<br />

posteriore motorizzato<br />

Zf AxTrax si è recentemente<br />

aggiunto il motore<br />

centrale dell’austriaca Tsa.<br />

Potenza e coppia sono rispettivamente<br />

2 x 125 kW<br />

e 2 x 11.000 Nm (a valle<br />

della riduzione integrata)<br />

per i motori calettati nei<br />

mozzi ruota e 160 kW e<br />

1.341 Nm per il motore<br />

singolo separato.<br />

La parte posteriore dell’autobus<br />

è stata recentemente<br />

oggetto di un restyling specifico che gradatamente<br />

verrà introdotto anche su tutti gli autobus<br />

a trazione elettrica a batterie, il quale<br />

ha richiesto il parziale spostamento di alcuni<br />

componenti al fine di migliorare l’abitabilità<br />

interna e aumentare i posti a sedere, eliminando<br />

la torre motore ed il cofano posteriore<br />

interno.<br />

Driveline? Modulare!<br />

Nel caso del motore centrale, questo viene<br />

posizionato anteriormente al ponte Zf Av133,<br />

in un vano accessibile sia dall’esterno che<br />

dall’interno del veicolo, con un prolungamento<br />

del corridoio posteriore fino alla piattaforma<br />

per il disabile. Ampie le possibilità<br />

di personalizzazione dell’abitacolo, con ben<br />

quattro sellerie passeggeri disponibili a listino<br />

e diversi tipi di separazione del posto guida,<br />

il quale può contare sempre sul classico<br />

cruscotto Vdv a regolazione solidale con il<br />

volante ed un buon livello complessivo di<br />

finiture ed ergonomia.<br />

La climatizzazione è a scelta di tipo tradizionale<br />

con gas R134a o a pompa di calore<br />

a Co2, ognuna delle quali ha due livelli di<br />

potenza. Il riscaldamento viene integrato da<br />

un boiler elettrico da 25 kW che interviene<br />

su aerotermi e convettori del vano passeggeri<br />

nonché sul frontbox separato per l’autista.<br />

La struttura portante è, come per tutti gli<br />

autobus del costruttore polacco, realizzata<br />

in acciaio inossidabile, con tubolari e profili<br />

saldati tra loro, in grado di rispondere alle<br />

certificazioni Ece R66 (ribaltamento), R29<br />

(urto frontale) e R93 (antincastro). I rivestimenti<br />

sono quasi tutti in materiale plastico,<br />

con le pannellature laterali provviste di un<br />

sistema ad incastro con bloccaggio inferiore<br />

a vite che ne consente la rapida sostituzione.<br />

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