Autobus maggio 2024

Turismo
IVECO BUS
EVADYS
Lunghezza mm
Lunghezza mm 12.000
Posti n. 49*/53**
Motorizzazione
Diesel
Motore marca/cv Fpt Cursor 9/400
Fpt Cursor 9/400
Trasmissione
mec./auto/automatiz.
Prezzo euro 312.900/302.200
*Porta doppia con rampa. **Porta singola
con rampa
IRIZAR
i8 su telaio Scania
Lunghezza mm
Lunghezza mm 12.380 / 13.380
Posti n. 50 / 55
Motore/cv Scania 450 / 490
Trasmissione
Scania automatizzato
Prezzo euro 368.750 / 416.250
Lunghezza mm
Lunghezza mm 14.380 / 15.380
Posti n. 59 / 65
Motore/cv Scania 490
Trasmissione
Scania automatizzato
Prezzo euro 422.500 / 431.250
i8 integrale
Lunghezza mm
Lunghezza mm 12.380 / 13.380
Posti n. 51 / 55
Motore/cv Daf Mx11/13 449 / 482
Trasmissione -
Prezzo euro 371.250 / 413.750
Lunghezza mm
Lunghezza mm 14.380 / 15.380
Posti n. 59 / 65
Motore/cv Daf Mx13 530
Trasmissione -
Prezzo euro 426.360 / 435.000**
* disponibile anche i8 Integral 14.38 con
Daf 482 cv a 421.250 €
i6 su telaio Scania
Lunghezza mm 10.800/12.350
Posti n. 47 / 55*
Motore/cv Scania 410**
Trasmissione
Scania automatizzato
Prezzo euro 303.750 / 306.250*
*50 con pedana
**disponibile anche i6 10,80 con Scania
410 cv a 312.500 €
Lunghezza mm 12.370
Posti n. 53
Motore/cv Scania 450*
Trasmissione
Scania automatizzato
Prezzo euro 342.500
Lunghezza mm
13.350 (6x2)
Posti n. 55
Motore/cv Scania 410
Trasmissione
Scania automatizzato
Prezzo euro 312.500 / 321.200*
* disponibile anche i6 13.35 con motore
450 cv a 330.330 €
Lunghezza mm
13.370 (6x2)
Posti n. 59
Motore/cv Scania 450 / 490
Trasmissione
Scania automatizzato
Prezzo euro 383.750 / 390.000
Lungh. mm
14.350/14.370 (6x2)
Posti n. 63 / 63
Motore/cv Scania 450 / 490
Trasmissione
Scania automatizzato
Prezzo euro 362.500 / 393.750
Lunghezza mm
15.370 (6x2)
Posti n. 69
Motore/cv Scania 490
Trasmissione
Scania automatizzato
Prezzo euro 401.250
i6 integrale
Lunghezza mm 10.800
Posti n. 47
Motore/cv Daf Mx11 408
Trasmissione -
Prezzo euro 307.500 / 316.250
VADO E TORNO EDIZIONI
www.vadoetorno.com
ISSN 0042 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p.
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
art. 1, comma 1, LO/MI
Il Tour del
CERVO
PER ABBONAMENTI
E COPIE SAGGIO:
Da destra, Andrea
Perduca, Gabriele
Nicolini, Julien
Bracquemond,
Enrico Menozzi,
Kamil Marszewski,
Davide Giuliani,
Paolo Coccolini,
Federico Puviani e
Chantal Courtiade.
rama e john deere.
FOTO DI
GRUPPO
I
RAMA È DIVENTATA GRANDE
ANDREA PERDUCA
IL CERVO DI SARAN
I
per data center s
i data center
richiedono
nei progetti per data centre
BAUDOUIN.
FARE CENTRO
COI DATI
In apertura,
Fabrizio Mozzi, il
Ceo di Baudouin.
In alto, l’EnerKit
che troveremo
in esposizione a
Dubai. Sotto, uno
scatto dall’edizione
2023 del MEE.
key - dpe.
ESAME DI
MATURITÀ
I
A sinistra, lo
stand di FPT
Industrial e Avoni
al DPE. A fianco,
Marco Monsurrò,
presidente di
Generazione
Distribuita e
di Europgen,
in compagnia
del Ministro
dell’Ambiente e
della Sicurezza
Energetica, Gilberto
Pichetto Fratin, in
visita al padiglione
A1 della fiera.
A
OGGI È DOMANI
RICARICO IO O RICARICHI TU?
ALTERNATIVO È BELLO. E COSTA
KOHLER.
DATO DI
REALTÀ
Massimiliano
Bonanni, di spalle,
a sinistra, di profilo
nella foto in alto, è
il General Manager
Product Strategies
di Kohler Engines.
Laurea magistrale
in Ingegneria
Meccanica
all’Università
di Modena,
MBA all’UniBO,
ha costruito il
suo percorso
professionale alla
Kohler, dove è
entrato 23 anni fa.
‘AUTO’ È PROPRIO IL PAPÀ?
• IL ROAD SHOW DI JOHN DEERE HA FATTO
TAPPA DA RAMA MOTORI
• SULLA VIA EMILIA CI SIAMO FERMATI ANCHE
DA KOHLER E INTERPUMP HYDRAULICS
• ULTIMA FERMATA, RIMINI. VI RACCONTIAMO
CHE ARIA TIRAVA AL KEY E AL DPE
APRILE
2024
N° 4
EURO 5,00
Il Tour del
Il Tour del
CERVO
GIUGNO
Il Tour del
Il Tour del
GIUGNO
Baudouin. Intervista a Fabrizio
Mozzi ed Enrique Moraga
Rama Motori. Ha ospitato il
road show di John Deere
DPE-KEY: monografiche su ABB,
AS Labruna, BU Energy, Siemens
Motor Valley: Siamo stati anche
da Kohler e Interpump Hydraulics
PER ABBONAMENTI
E COPIE SAGGIO:
VADO E TORNO EDIZIONI
via Brembo 27, 20139 Milano
tel. 02/55230950
E-mail: abbonamenti@vadoetorno.com
27
26
Da destra, Andrea
Perduca, Gabriele
Nicolini, Julien
Bracquemond,
Enrico Menozzi,
Kamil Marszewski,
Davide Giuliani,
Paolo Coccolini,
Federico Puviani e
Chantal Courtiade.
rama e john deere. Il Roadshow
FOTO DI
GRUPPO
I l logo del Cervo sulla fiancata di un veicolo
commerciale, seguito dalla scritta Power
Lunch. Era il 2022, una giornata uggiosa, tipicamente
padana, nel basso lodigiano. Lì c’eravamo
lasciati con Deere, in occasione della precedente
incursione in Italia, da Sgariboldi. Per
la precisione, si trattava di un rimorchio dalla
silhouette vintage. Giovedì 14 marzo, invece,
un precoce sole primaverile ha baciato la tappa
del Roadshow di John Deere Power Systems a
Ruote da Sogno. Anche in questo caso, è quasi
un déjà vu. La iconica, come si dice, vetrina di
automobili e due ruote d’epoca a Reggio Emilia
aveva ospitato nel dicembre 2019 il Vanguard
Engines & Battery Power di Briggs &Stratton.
In questa occasione la padrona di casa è invece
Rama Motori, che con Deere ha instaurato un
rapporto ultratrentennale ed è stata recentemente
riconosciuta da PPI come “dealer dell’anno”. E
il trailer è organizzato per accogliere un raccolto
auditorium ed esporre due motori: il JD4 e il
JD18.
RAMA È DIVENTATA GRANDE
Rama Motori ha le spalle sufficientemente robuste
per condividere uno sforzo di questa portata,
dal punto di vista organizzativo e logistico.
Paolo Coccolini, Responsabile della Divisione
Rama Motori (nonché Direttore Generale di
Rama S.p.A.), è il demiurgo ad avere plasmato
un organigramma aziendale adeguato alle sfide
emergenti. Nel periodo recente, l’azienda si è
strutturata con una divisione di comunicazione
ed ha accolto in organico figure dalla reputazione
cristallina, in questo panorama, come Giorgio
Benatti e Araldo Da Pozzo. L’ex B&S è l’ultimo
arrivato, in ordine temporale, insieme ad Andrea
Perduca, che abbiamo incontrato nella veste di
Sales Manager and business development di
Rama. Perduca, ingegnere comasco, su queste
pagine è associato alla lunghissima militanza in
IML.
ANDREA PERDUCA
La domanda, dunque, nasce spontanea. Dopo un
periodo di latitanza nel mondo dei radiatori, cosa
l’ha indotta ad accettare questa sfida?
«Il profumo del motore diesel» ammicca Perduca
«mi ha nuovamente attirato verso una situazione
più consona alla mia professionalità, alle mie
competenze e ai miei interessi di sempre. Rama
Motori sta facendo veramente un ottimo lavoro
con John Deere che, dal canto suo, sta ampliando
la gamma. Questa favorevole congiuntura mi
ha dato l’opportunità di vedere nel futuro un
qualcosa di nuovo, strategico e accattivante da
proporre al mercato. Attraversiamo una fase costruttiva,
Rama è in crescita e si sta strutturando
di conseguenza (Rama Motori ha acquisito la distribuzione
dei motori John Deere anche in Svizzera,
Austria, Croazia, Slovenia, Montenegro,
terra
Il Roadshow di John Deere Power
Systems si è fermato a Reggio Emilia.
Ha rappresentato l’occasione per
celebrare il pluridecennale sodalizio
con Rama Motori, che nel corso
degli ultimi anni si è potenziata,
espandendosi oltre le Alpi e
beneficiando del riconoscimento
di “Engine distributor of the year”
Serbia, Albania e Bosnia, ndr). Rama cambierà
pelle e lo farà in modo ampio, sotto molto aspetti.
Mi auguro di interpretare un piccolo ruolo da
coprotagonista all’interno di questo teatro e di
farmi interprete di questa voglia di crescere».
Cosa ne pensa di questo evento?
«Inizialmente è stata una sorpresa, seppur piacevole.
Dopo un confronto iniziale, abbiamo individuato
questa location, Ruote da Sogno, che
ci ha dato una spinta in più. Non è semplice
attirare i clienti in un road show. Man mano che
si avvicinava la data, ci abbiamo creduto sempre
di più. Stamattina c’era un’energia particolare,
eravamo tutti galvanizzati. L’evento, sicuramente,
porterà i suoi frutti».
Come lo vede il Cervo, nelle praterie padane?
«Vedo un Cervo che si è fatto sempre più grande,
con il 18 litri che ci permetterà di implementare
determinate aree di applicazione. Esattamente
come il 14 litri e il 9 litri, che si presenterà in
versione con turbina singola e biturbo. Il 4 litri
è invece l’elemento focale per accedere a un
mercato dai numeri decisamente più consistenti.
La sezione dei motori endotermici è in pieno
sviluppo. Il vero punto di rottura della strategia
John Deere sta nel fatto che non è più legata
esclusivamente all’agricolo, dal momento che
guarda anche al movimento terra. L’acquisizione
del Gruppo Wirtgen ci ha traghettato a una
visione diversa del mercato».
Una battuta sulla proposta per la generazione?
«Il portfolio Stage V sta rapidamente incrementando
i numeri di vendita, per esempio nel noleggio.
In questo campo, John Deere propone una
segmentazione da 85 a 500 kVA. Sotto il profilo
di gamma siamo completi. Rama offre un pacchetto
finito, totalmente plug&play. Mi permetta
di osservare che difficilmente la concorrenza è in
grado di allinearsi a questa offerta».
IL CERVO DI SARAN
Nella prima parte del Roadshow, all’interno
di Ruote da Sogno, è salito in cattedra Julien
Bracquemond, una delle anime ingegneristiche
13
12
Nel mirino dei costruttori di motori stazionari
e di gruppi elettrogeni sono finiti i data center.
Baudouin candida a quest’applicazione la
serie M33 e la M55, che si appresta a varcare
la soglia dei 4.500 kVA. Nell’orizzonte
dell’azienda francese anche le unità a
gas, tenendo sott’occhio il mondo della
cogenerazione. Abbiamo interpellato
Fabrizio Mozzi, il Ceo, ed Enrique Moraga
I nfine venne la stagione delle fiere, anche per la
generazione di energia. Questo è stato uno degli
argomenti che abbiamo discusso con Baudouin,
insieme alle tendenze del mercato, alle novità di
prodotto e al tema caldo dei data center. Ci hanno
risposto Enrique Moraga, Head of Business Development
EMEA Critical Applications, e Fabrizio
Mozzi, Amministratore delegato.
Se io fossi il manager di un data center ad alta
intensità energetica, sareste in grado di farmi
un’offerta modulare?
Moraga: «Siamo in grado di offrire una soluzione
modulare cucita su misura per i data center, basata
su due piattaforme: la M33, a 12, 16 e 20 cilindri, e
la piattaforma M55, a 12 e 16 cilindri. Insieme, forniscono
una gamma di potenza completa da 1.150
kVA a 4.000 kVA. Gli operatori di data center preferiscono
tipicamente soluzioni modulari, potendo
trarre vantaggio dal fatto che la maggior parte dei
ricambi è intercambiabile all’interno della piattaforma,
aumentando la disponibilità dei ricambi e
riducendo la complessità delle scorte. Il team di assistenza
dovrà essere formato solo su due piattaforme,
riducendo così al minimo i tempi di inattività. I
motori possono funzionare senza problemi quando si
lavora in parallelo, con una conseguente maggiore
durata del motore ed evitando di offrire soluzioni
sovradimensionate. Per concludere, sono lieto di
annunciare che sono in arrivo due nuovi motori, il
20M55 e il 20M61, che amplieranno la nostra offerta
fino ai 5.750 kVA! Con questi due propulsori, la
piattaforma M55/M61 coprirà la gamma da 2.000
kVA a 5.750 kVA, fornendo una soluzione unica e
versatile per i nostri clienti dei data center».
In cosa si differenzia un gruppo elettrogeno per
data center da uno per applicazioni più convenzionali?
Moraga: «I generatori per data center sono progettati
per soddisfare requisiti eccezionalmente severi,
dovuti alla natura critica di questa applicazione,
che sono diversi da quelli richiesti per un tipico
generatore di standby, ad esempio il tempo di avvio,
l’accettazione del carico o il funzionamento continuo.
Dobbiamo tenere presente che i data center
richiedono un’alimentazione continua e qualsiasi
interruzione potrebbe causare una perdita catastrofica
di dati. Baudouin prende in considerazione tutti
questi requisiti quando progetta i suoi motori, a
partire dalle prestazioni in transitorio. Le nostre
piattaforme M33 e M55, menzionate in precedenza,
hanno un’accettazione del carico superiore ai
requisiti di mercato. Inoltre, queste due serie sono
certificate ISO 8528-5 G3, garantiscono un’eccellente
accettazione e rifiuto del carico. Per ottenere
questo risultato, abbiamo progettato diverse configurazioni
di turbo per ottimizzare ulteriormente
la risposta transitoria dei motori. Sono inoltre
disponibili opzioni di ridondanza come il doppio
motore di avviamento, per soddisfare i requisiti
dei centri dati. I nostri motori hanno una storia
di lavoro comprovata, con intervalli di revisione
impressionanti (32.000 ore per gli M33 e M55).
Questo è uno dei requisiti più importanti per i data
center». Moraga prosegue con altri dati funzionali:
«Abbiamo sviluppato valutazioni DCP ottimizzate
e dedicate, conformi alla definizione dell’Uptime
Institute. Per far fronte alle armoniche generate
dai carichi IT, l’alternatore viene solitamente sovradimensionato.
I nostri motori sono compatibili
con tutti i principali fornitori di alternatori sia per
applicazioni LV che HV. Un aspetto fondamentale
nei progetti per data centre». Si passa a manutenzione,
assistenza e formazione. «La disponibilità 24
ore su 24 e 7 giorni su 7 è un requisito obbligatorio
che implica una buona manutenzione del motore.
Per questo motivo, abbiamo creato una solida rete
di assistenza che si estende in oltre 100 Paesi e
che supporta i nostri clienti e gli Oem. La nostra
rete comprende oltre 350 punti di assistenza, situati
strategicamente in tutto il mondo, ognuno dei quali
è stato formato nell’ambito del nostro programma
BAUDOUIN. Con Mozzi e Moraga
FARE CENTRO
COI DATI
stazionari
In apertura,
Fabrizio Mozzi, il
Ceo di Baudouin.
In alto, l’EnerKit
che troveremo
in esposizione a
Dubai. Sotto, uno
scatto dall’edizione
2023 del MEE.
di distribuzione o assistenza. Attualmente, le nostre
scuole di formazione sono operative a Singapore,
in Francia e a Dubai, con l’intenzione di aprire
un’altra struttura negli Stati Uniti. Queste scuole
di formazione forniscono esperienza pratica con
motori reali, assicurando che i nostri tecnici siano
ben preparati a gestire qualsiasi attività di manutenzione
o riparazione. Inoltre, manteniamo un
ampio stock di ricambi a disposizione per garantire
una risposta rapida con la fornitura dei pezzi di
ricambio e l’intervento ogni volta che è necessario.
Questo garantisce la massima affidabilità e tempi
di fermo minimi per le operazioni dei nostri clienti
data centre».
Come procede la sinergia con Weichai e PSI?
Pensate di poter lanciare il guanto di sfida ai
vostri concorrenti nella cogenerazione?
Risponde il Ceo, Fabrizio Mozzi: «Weichai possiede
un’ampia gamma di tecnologie e aziende in
diversi mercati. Questo ci permette di stare al passo
con le nuove tendenze, pur mantenendo un approccio
globale, che integriamo nello sviluppo dei
nostri prodotti. Oltre ai nostri motori diesel, grazie
a PSI e alla partnership esistente con Westport
Fuel Systems, abbiamo acquisito la padronanza
delle tecnologie lean e rich burn gas. Questo ci
permette di avere il prodotto giusto per le esigenze
17
16
key - dpe. Con International Electricity Expo
ESAME DI
MATURITÀ
Il KEY ha superato l’esame a pieni voti, per quanto
riguarda il volume di espositori e visitatori. Il DPE
è alla ricerca della consacrazione, ma l’abbraccio
tra Generazione Distribuita e ANIE Federazione
indica la via giusta: quella della filiera
Dal 1° gennaio di quest’anno, Marco
Monsurrò, già presidente di Generazione
Distribuita di Anima Confindustria, è il
presidente di Europgen. Ed è in questa
veste che lo abbiamo intervistato.
«Ho trovato un’associazione focalizzata
sui temi dell’advocacy rispetto a progetti
di legge fondamentali per l’industria
europea dei gruppi elettrogeni: Stage
VI, rumore, RoSH, Grid Codes, Energy
Storage, per fare qualche esempio.
Al mio insediamento mi sono posto
l’obiettivo di aggiungere a questi tavoli
di lavoro uno relativo al posizionamento
dell’industria rispetto ai temi della
transizione energetica e della sostenibilità,
misurata dai report ESG. A tutt’oggi, infatti,
i gruppi elettrogeni sono considerati,
partendo dal quadro normativo fino
all’opinione pubblica, come fonti di
energia elettrica e non come sistemi di
sicurezza per garantire la necessaria
continuità al vettore energetico elettricità.
L’elettricità, seppure generata in maniera
sostenibile, presenta un intrinseco rischio
di discontinuità, che solo un gruppo
elettrogeno più mitigare. In altri termini,
è possibile affermare che il gruppo
elettrogeno rappresenta una “tecnologia
abilitante” per la piena implementazione
piena della transizione energetica.
Il lavoro di riposizionamento, poi, assume
una veste ancora più strategica per i
conti delle aziende del settore, se si
considera l’imminente entrata in vigore
del Regolamento Europeo sulla Finanza
Sostenibile, per il quale tutte le aziende
con un fatturato maggiore di 40 milioni
di euro, saranno tenute a pubblicare un
report ESG. In mancanza di una precisa
prescrizione, infatti, il settore verrebbe
considerato poco virtuoso dal punto
della sostenibilità, per il fatto di utilizzare
combustibile fossile, senza tener conto
della indispensabile funzione d’uso di
garantire la continuità elettrica, e per tanto
partirebbe da uno score ESG basso, con
il rischio concreto di pagar caro il ricorso
al sistema bancario e, più in generale,
a quello finanziario».
Monsurrò conclude con una riflessione
sul mercato: «Confermo che il settore
maggiormente in salute è quello dei
data center; soprattutto le macchine per
l’intelligenza artificiale hanno un’altissima
richiesta energetica. La potenza media
installata in un data center è di 10 MW».
installata in un data center è di 10 MW».
installata in un data center è di 10 MW
Marco Monsurrò, Presidente di Europgen
I l KEY è diventato grande. La divaricazione rispetto
al fratellone maggiore, Ecomondo, è compiuta.
Il giovedì i padiglioni del KEY brulicavano
di addetti ai lavori, curiosi e “stakeholder” nella
sua accezione più larga. I dati ufficiali raccontano
una curva in crescita: il 41% di presenze totali sul
2023, oltre il 30% i brand espositori presenti, per
un totale di 830 presenti, di cui il 35% provenienti
dall’estero, con una forte componente cinese, ma
anche dall’area nordeuropea. La superficie espositiva
ha occupato 16 padiglioni, rispetto ai 12 del
2023. Oltre 120 e 500 tra top buyer e delegazioni
internazionali, provenienti da 57 Paesi. Il DPE ha
brillato forse di luce riflessa, almeno nella giornata
mediana, ma potrebbe trovarsi nella strada giusta,
lo stabiliranno le prossime edizioni. Un’evoluzione
che potrebbe condurre la filiera dei gruppisti e della
cogenerazione ad agglutinarsi sotto lo stesso tetto,
magari fianco a fianco? Il DPE è stato affiancato
da International Electricity Expo, che ha sancito il
coinvolgimento massivo di ANIE Federazione. In
merito, abbiamo interpellato Marco Vecchio, Direttore
tecnico ANIE Federazione. «Sul tema della
transizione l’interesse che abbiamo registrato è assoluto.
Presenti tanti stakeholder, figure istituzionali,
operatori, è un sistema che si sta muovendo
in maniera coesa. Gli obiettivi sono sicuramente
sfidanti, e il contributo dell’industria fornisce un
sano realismo. Siamo portati a credere che le cose
si bilanceranno. Qui, al DPE, si trova un pezzo importante
della transizione, l’infrastruttura di rete a
media e alta tensione, cabine, quadri, trasformatori,
l’intera filiera della generazione distribuita. Il
convegno sul “ruolo strategico delle infrastrutture
nella transizione energetica” ha riunito al tavolo
Arera, un’autorità che funziona bene, Terna, e-
distribuzione e l’RSE. La regolazione del sistema
elettrico fornisce stimoli al mercato. Di carne al
fuoco ce n’è tanta. La flessibilità della rete, la sua
resilienza e “smartizzazione”, l’elettrificazione».
I protagonisti del DPE si sono ritrovati al padiglione
A1. Sotto la luce dei riflettori di Baudouin abbiamo
trovato il 12M33 G1650/5 common rail, capace
di 1.470 kVa in continuo, che diventano 1.625 in
standby. Il 12 cilindri (AxC 150x185 mm) si presta
all’applicazione regina del data centre, che anche in
Italia registra una forte crescita. La segmentazione
di Baudouin va da 20 a 4.000 kVA, a 50 Hz. Hanno
recentemente integrato i PSI i lean burn di Baudouin.
Quelli di Socoges hanno portato il D34 in
versione G-Drive Stage V da 60 kVA. Un predestinato
a diventare il best seller della gamma, con una
potenza calibrata sulle richieste degli Oem. Il D34
è proposto soprattutto ai cantieri per il rental. Al
DPE abbiamo sbirciato i primi dettagli della nuova
gamma. Adesso la triade G2 ha il D18 da 30 kVA,
il D24 da 50 kVA, e il D34, disponibile senza e
con l’Scr (la versione emissionata è da 80 kVA). Il
top sarà segmentato a 100 kVa con l’aggiornamento
D34 Power Up, recentemente montato in versione a
giri variabili dai trattori Goldoni. A proposito delle
applicazioni off-highway, all’Eima presenteranno
il DX5 da 200 kVA, che promette un invidiabile
rapporto potenza-cilindrata, il DX 08, 7,6 litri, 300
kVA prime power stage V, infine il DX12 11,1 litri,
stage V da 400 kVA.
Raywin è entrata stabilmente nell’ecosistema fieristico
europeo. Questa edizione riminese ha riproposto
l’accoppiata Bimotor-Valdinoci. Dalla presenza
di Bimotor emerge la massima apertura a cogliere
ogni opportunità, senza soffermarsi sulle singole
soluzioni. In bella vista, i Raywin ad acqua (nove
modelli) e aria (due mono e un bicilindrico), Stage
V e IIIA, iscritti in un ventaglio di potenze da 6 a
60 chilowatt meccanici al volano. Raywin presenterà
un bicilindrico raffreddato ad acqua al MEE
Dubai, espressamente concepito per le torri faro.
Avoni è in rappresentanza di FPT Industrial, che
TERRA
propone al settore soluzioni Stage V, funzionanti
anche ad Hvo. Da una “freschissima” collaborazione
con Bastelli, azienda bolognese specializzata
in silenziatori, ha preso corpo un powerpack, motorizzato
dall’F28, con 55 kW, e dall’F36, da 105
kW, entrambi in Stage V. L’allestimento di Avoni
è comprensivo di serbatoio urea, quadro controllo,
plug&pay.
Ci spostiamo al KEY per incontrare uno degli attori
pionieristici, presente dalla prima edizione del Key
Energy: Tessari. Per il noleggio troviamo un 48
kWe emissionato, un gruppo standby equipaggiato
con un Man da 320 kWe, e un cogeneratore alimentano
a metano, o biometano. Lato ETS spicca
l’H4576, 16,8 litri a idrogeno, capace di 368 chilowatt
meccanici. Intercettiamo, infine, un cameo di
NGV Powertrain, sotto le insegne Enerblu. C’è
lo stesso motore presentato a Hyvolution Parigi,
nel 2023, sviluppato insieme a FEV Francia. Con
Enerblu hanno unito le competenze, in una filiera
italiana, declinata innanzitutto alla co- e trigenerazione
a idrogeno. Enerblu persegue una visione
d’insieme e ha investito in altre aziende, Costell e
Stellar, specializzate nell’idrogeno. Lo sviluppo si è
dunque focalizzato sullo stazionario, ma continuano
a ricevere richieste di primo equipaggiamento
per gli autobus. Sul mercato italiano si prospetta
interessante l’opzione retrofit. Il 6 cilindri, siglato
NGV-FP087 H2, ha una cilindrata di 8,7 litri (AxC
117 x 135 millimetri).
A sinistra, lo
stand di FPT
Industrial e Avoni
al DPE. A fianco,
Marco Monsurrò,
presidente di
Generazione
Distribuita e
di Europgen,
in compagnia
del Ministro
dell’Ambiente e
della Sicurezza
Energetica, Gilberto
Pichetto Fratin, in
visita al padiglione
A1 della fiera.
17
16
23
22
Massimiliano Bonanni, General Manager
Product Strategy di Kohler Engines, ci racconta
le sfumature dell’energia, applicate al mondo
dell’industria. Qualcuno ricorderà lo spot
di una marca di televisori, negli anni ’80:
«Facciamo scienza, non fantascienza».
Questo è il senso del bagno nel dato di realtà.
Termici, ibridi, idrogeno, elettrici, alternativi,
visti alla luce del contesto ecosistemico
A Reggio Emilia è una giornata di sole, un
A Reggio Emilia è una giornata di sole, un
A germoglio precoce di primavera che anticipa
A germoglio precoce di primavera che anticipa
Ail nostro arrivo. Quella che un tempo era la
Ail nostro arrivo. Quella che un tempo era la
ALombardini, dal 2007 è diventata una delle sedi di
Kohler Engines, un’azienda che insieme a Power
Systems, Home Energy, Kohler Uninterruptible
Power, Clarke Energy, Curtis Instruments e Heila
Technologies costituisce la divisione Kohler Energy
del gruppo Kohler Co. A novembre è stato annunciato
che entro la prima metà del 2024, Kohler
Energy passerà in maggioranza sotto il fondo di investimento
Platinum Equity; fino ad allora, Kohler
Co. opererà come un’unica società. David Kohler
rimarrà nel CdA. Dagli Stati Uniti, Matthew Louie,
AD di Platinum Equity, ha inviato un chiaro segnale:
«Non vediamo l’ora di lavorare con Brian Melka
e il team di gestione per continuare a investire
nell’azienda e massimizzarne il potenziale». Quale
potenziale? Lo chiediamo a Massimiliano Bonanni,
General Manager Product Strategy di Kohler
Engines. Con lui non ci limitiamo alla didascalica
rassegna di prodotto. Ci addentriamo tra le pieghe
della transizione energetica.
OGGI È DOMANI
«Secondo Kohler, il futuro dell’energia è multidirezionale,
poiché non esiste una soluzione unica e
universale. Il mondo richiederà una pluralità di
approcci per soddisfare una varietà di esigenze».
E qui si va dritto al cuore della questione, amletica,
almeno per i motoristi puri e duri. E il motore a
combustione interna? «L’endotermico non è morto
e continuerà ad essere uno dei pilastri del futuro
multienergetico. Intendiamoci, l’elettrificazione
ha senso e rivendica il proprio spazio in numerosi
contesti. Prendiamo ad esempio un’automobile utilizzata
per brevi tragitti. Se il proprietario dispone
di impianti fotovoltaici e di una wallbox, allora un
Bev rappresenta la scelta più sensata. Tuttavia, nel
caso di veicoli pesanti, questa soluzione potrebbe
essere più problematica a causa delle potenze, tempi
ed energie di ricarica in gioco. Secondo me» precisa
Bonanni, facendo vibrare le corde del dubbio
che attanaglia una larga fetta degli addetti ai lavori,
«non è disponibile energia sufficiente a convertire
in elettrico l’intero parco circolante. Facciamo due
calcoli approssimativi per chiarire il concetto».
RICARICO IO O RICARICHI TU?
«Dati i 40 milioni di veicoli che circolano sulle
strade italiane (fonte: La Stampa, 4 aprile 2023),
supponiamo che non vengano ricaricati quotidianamente
ma ogni cinque giorni, ammettendo che
abbiano un’autonomia sufficiente. Quindi, ogni
giorno circa 8 milioni di auto necessiterebbero di
essere collegate alla rete elettrica. Considerando
un tempo medio di ricarica di 20 minuti ciascuno,
distribuiti nell’arco delle 24 ore – il che implica
che alle 2 del mattino qualcuno dovrebbe alzarsi
per lasciare la colonnina al vicino di casa – ciò
comporterebbe circa 100.000 veicoli collegati contemporaneamente
a un supercharger V.3 da 250
kW. Facendo una rapida stima, ciò significa che in
queste condizioni sarebbero necessari 25 GW di potenza
richiesta dalla rete. Per comprendere l’entità
di questo dato, faccio due esempi. Un supercharger
V.3 da 250 kW equivale alla potenza necessaria per
oltre 80 unità abitative in un condominio, ciascuna
con un contratto standard di 3 kW. I 25 GW
corrispondono a circa il 20% in più della potenza
elettrica lorda installata in Italia (fonte: Terna, dati
statistici al 31 dicembre 2022). Questa stima è un
eufemismo poiché, se per qualsiasi motivo il numero
di veicoli contemporaneamente collegati dovesse
raggiungere i 500.000, la potenza richiesta
aumenterebbe istantaneamente a 125 GW, pari alla
potenza lorda installata in Italia. L’infrastruttura
non è un problema, poiché può essere costruita,
ma la vera sfida risiede nell’assicurare una fonte
energetica aggiuntiva. Sarà possibile soddisfarla
unicamente con fonti rinnovabili? Forse sì, forse
no. Le sfide legate alla densità e ai tempi di ricarica
sono affrontabili e risolvibili. Il nodo cruciale
rimane la fonte di energia. Ed è esattamente per
questo motivo che, in queste condizioni, i motori
a combustione interna non possono scomparire».
ALTERNATIVO È BELLO. E COSTA
«La soluzione? Avere altre alternative, magari
KOHLER. Massimiliano Bonanni
DATO DI
REALTÀ
terra
Massimiliano
Bonanni, di spalle,
a sinistra, di profilo
nella foto in alto, è
il General Manager
Product Strategies
di Kohler Engines.
Laurea magistrale
in Ingegneria
Meccanica
all’Università
di Modena,
MBA all’UniBO,
ha costruito il
suo percorso
professionale alla
Kohler, dove è
entrato 23 anni fa.
meno efficaci ma almeno più immediate e sostenibili,
e soprattutto attuabili. Una soluzione a portata
di mano è l’Hvo, un olio vegetale idrotrattato derivato
da scarti, che non entra in competizione con
le coltivazioni destinate all’alimentazione, come invece
fa il biodiesel. Ha due svantaggi, ovvero l’alto
costo di produzione e la ridotta disponibilità. Ma
permette una riduzione nelle emissioni totali di CO 2
fino al 90%. È 100% fossil free e 100% riciclato,
2
fino al 90%. È 100% fossil free e 100% riciclato,
2
e può essere distribuito, gestito e immagazzinato
come qualsiasi altro carburante convenzionale.
L’Hvo non richiede investimenti, né all’Oem né
all’infrastruttura. Stesso vantaggio che caratterizza
anche gli e-fuel, che nonostante il più alto costo
di produzione possono comunque contribuire alla
decarbonizzazione».
‘AUTO’ È PROPRIO IL PAPÀ?
«Se il nostro obiettivo è ridurre le emissioni di CO 2 ,
allora dobbiamo concentrarci su come migliorare
l’efficienza complessiva dei veicoli. In questo contesto,
l’elettrificazione, intesa come ibridizzazione,
svolge un ruolo cruciale nell’ottimizzare la gestione
dell’energia. Da un lato, consente il recupero
di energia durante le fasi in cui il motore funge
da freno (ad esempio, durante il rallentamento), e
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08·10
MAGGIO
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