CATALOGO AUTUMN PHOTOGRAPHY SFOGLIABILE
Questo libro, nasce dell’ideazione progettuale di Luca Chistè – Phf Photoforma, che con un lavoro di “formazione esperienziale”, ha coinvolto un gruppo di fotografe/i per far sì che le loro diverse sensibilità e progettualità, confluissero sinergicamente in un preciso risultato editoriale, ricco di fotografie, testimonianze e apparati iconografici ed il cui titolo derivasse dal nome del progetto 2023: “Autumn Photography”. La struttura del libro si compone di 142 pagine e prevede un’organizzazione tematica dei contenuti, suddivisa in sezioni, alla quale hanno contribuito i seguenti autori: Dario ALESSANDRINI, Luca CHISTÈ, Daniela FONTANARI, Andrea LORENZONI, Nicola LORENZONI, Christian MACCABELLI, Walter MOSER, Marica PALLAORO, Mirco PAOLI, Elisa POMPERMAIER, Mariano TAIS. Il progetto è stato realizzato grazie al contributo del bando per le attività culturali sovracomunali della Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con i comuni di Sant'Orsola Terme, Palù del Fersina, Fierozzo, Frassilongo, l’Apt Valsugana Lagorai e la Comunità Alta Valsugana e Bersntol. Quaderno fotografico #1/2024 - "Autumn Photography" | © Luca Chistè / Phf Photoforma / tutti i diritti riservati
Questo libro, nasce dell’ideazione progettuale di Luca Chistè – Phf Photoforma, che con un lavoro di “formazione esperienziale”, ha coinvolto un gruppo di fotografe/i per far sì che le loro diverse sensibilità e progettualità, confluissero sinergicamente in un preciso risultato editoriale, ricco di fotografie, testimonianze e apparati iconografici ed il cui titolo derivasse dal nome del progetto 2023: “Autumn Photography”.
La struttura del libro si compone di 142 pagine e prevede un’organizzazione tematica dei contenuti, suddivisa in sezioni, alla quale hanno contribuito i seguenti autori: Dario ALESSANDRINI, Luca CHISTÈ, Daniela FONTANARI, Andrea LORENZONI, Nicola LORENZONI, Christian MACCABELLI, Walter MOSER, Marica PALLAORO, Mirco PAOLI, Elisa POMPERMAIER, Mariano TAIS.
Il progetto è stato realizzato grazie al contributo del bando per le attività culturali sovracomunali della Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con i comuni di Sant'Orsola Terme, Palù del Fersina, Fierozzo, Frassilongo, l’Apt Valsugana Lagorai e la Comunità Alta Valsugana e Bersntol.
Quaderno fotografico #1/2024 - "Autumn Photography" | © Luca Chistè / Phf Photoforma / tutti i diritti riservati
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<strong>AUTUMN</strong><br />
<strong>PHOTOGRAPHY</strong><br />
SGUARDI<br />
SULL’IDENTITà DELLA<br />
VALLE DEI MòCHENI<br />
20<br />
24<br />
QUADERNIFOTOGRAFICI
Autunno.<br />
Già lo sentimmo venire<br />
nel vento d’agosto,<br />
nelle piogge di settembre<br />
torrenziali e piangenti<br />
e un brivido percorse la terra<br />
che ora, nuda e triste,<br />
accoglie un sole smarrito.<br />
Ora passa e declina,<br />
in quest’autunno che incede<br />
con lentezza indicibile,<br />
il miglior tempo della nostra vita<br />
e lungamente ci dice addio.<br />
“Autunno” | Vincenzo Cardarelli
<strong>AUTUMN</strong> <strong>PHOTOGRAPHY</strong><br />
Immagini del workshop fotografico<br />
riprese in Valle dei Mòcheni nel<br />
Novembre 2023<br />
A CURA DI<br />
Luca Chistè<br />
FORMAZIONE | EDITING | GRAFICA<br />
Phf Photoforma<br />
TUTOR DEL WORKSHOP<br />
Mirco PAOLI<br />
Mariano TAIS<br />
QUADERNIFOTOGRAFICI<br />
20<br />
24<br />
FOTOGRAFIE<br />
Dario ALESSANDRINI<br />
Luca CHISTÈ<br />
Daniela FONTANARI<br />
Andrea LORENZONI<br />
Nicola LORENZONI<br />
Christian MACCABELLI<br />
Walter MOSER<br />
Marica PALLAORO<br />
Mirco PAOLI<br />
Elisa POMPERMAIER<br />
Mariano TAIS<br />
Hanno creduto e sostenuto questo progetto<br />
Tutti i diritti riservati<br />
© PHF PHOTOFORMA 2023 | 2024
UN PROGETTO FOTOGRAFICO SULL’IDENTITÀ DELLA NOSTRA VALLE<br />
“Autumn Photography”, ripercorre il lavoro eseguito nel 2022, immaginato con il<br />
titolo di un’altra stagione (“Summer Photography”). Di condiviso, i due percorsi,<br />
hanno diverse cose: innanzitutto, il fatto di essere progetti fotografici, pensati per<br />
coinvolgere il pubblico ed i fotografi/autori come protagonisti dei diversi eventi. In<br />
secondo luogo, l’idea di puntare sulla fotografia come strumento di narrazione del<br />
territorio e delle sue bellezze, ivi comprendendo le persone che lo popolano, i riti<br />
che vi si celebrano e le connotazioni, naturalistiche ed antropiche, che caratterizzano<br />
e hanno favorito la percezione della Valle dei Mòcheni, in termini morfologici e<br />
paesaggistici, così come oggi ci appaiono.<br />
Le Amministrazioni Comunali del territorio mòcheno, ed in particolare il Comune<br />
di Sant’Orsola, hanno sostenuto, convintamente, questi percorsi culturali, poiché<br />
essi esprimono gli esiti visivi di una precisa identità dei nostri luoghi, che si compongono<br />
di scenari di struggente bellezza (soprattutto in autunno e con l’approssimarsi<br />
dell’inverno) e della radicata laboriosità delle genti che li popolano.<br />
Questo libro, che prosegue i lavori di diversi fotografi che nel corso del tempo<br />
si sono impegnati a documentare la Valle dei Mòcheni, nasce dall’ideazione progettuale<br />
di Luca Chistè – Phf Photoforma, che con un lavoro da lui definito di<br />
“formazione esperienziale”, ha coinvolto un gruppo di fotografe/i per far sì che le<br />
loro diverse sensibilità e progettualità, confluissero sinergicamente in un preciso<br />
risultato editoriale, ricco di fotografie, testimonianze e apparati iconografici ed il cui<br />
titolo derivasse dal nome del progetto 2023: “Autumn Photography”.<br />
Per chi amministra questi territori, il risultato del workshop e delle sue correlate<br />
ricadute, ha rappresentato quindi un’opportunità per sostenere, con convinto<br />
entusiasmo, il lavoro fotografico degli appassionati di fotografia che, coordinati da<br />
Luca Chistè, hanno saputo dedicare il loro lavoro ai temi identitari della Valle dei<br />
Mòcheni, scandagliando, con l’acutezza dei loro sguardi e la diversa produzione di<br />
significati e calligrafie, la magia dell’autunno e la bellezza del nostro ambiente e<br />
delle persone che lo vivono e lo rendono fecondo.<br />
“Autumn Photography”, pertanto, non è solamente un’ode visiva alla magnificenza<br />
autunnale di questa meravigliosa terra, ma anche la proposta di sviluppare itinerari<br />
narrativi, spesse volte monografici, che hanno cercato di cogliere la poliedricità di<br />
temi che si celano in questa preziosa porzione di territorio alpino e sub-alpino e le<br />
intuizioni visuali dei diversi partecipanti al progetto.<br />
Esprimo pertanto, a nome mio personale, dell’Amministrazione che rappresento e<br />
di quella dei Sindaci del territorio mòcheno, un ringraziamento a tutti i protagonisti<br />
di questo progetto, sia per l’impegno ad esso dedicato, sia - con la certezza che<br />
questo pensiero sarà condiviso da coloro che sfoglieranno le pagine di questo libro<br />
- per i risultati espressivi e documentari conseguiti.<br />
Buon viaggio, nella meravigliosa “Valle Incantata”, attraverso l’opera visuale di “Autumn<br />
Photography” !<br />
Andrea Fontanari<br />
Sindaco di Sant’Orsola Terme<br />
[marzo 2024]
ELEGIA DELL’ AUTUNNO<br />
Questa prima sezione del libro, muove dal titolo dell’intero progetto fotografico<br />
del 2023 realizzato in Valle dei Mòcheni: “Autumn Photography”.<br />
Son qui raccolte le più suggestive e penetranti immagini dei partecipanti al<br />
workshop che, con le loro fotografie hanno saputo restituire l’oggettiva sinfonia<br />
dei vibranti colori mòcheni e le atmosfere, talvolta malinconiche, talvolta ricche di<br />
cromie e contrasti, che l’autunno di questi luoghi propone a coloro che hanno la<br />
fortuna di viverli o attraversarli, per qualunque scopo, nel periodo compreso fra la<br />
metà di settembre e la fine di novembre.<br />
Queste immagini rappresentano un’autentica elegia alla potenza della natura e alle<br />
molteplici opportunità che essa ci offre. Non solo ci invitano a contemplare questi<br />
luoghi nella loro bellezza oggettiva, ma ci spingono ad intraprendere un “viaggio”<br />
più intimo, introspettivo ed esistenziale. Le fotografie catturano le suggestioni che<br />
emergono dal silenzio ovattato e dalla melanconia tipica dell’autunno, in un rimando<br />
costante di dissolvenze e atmosfere, sempre sorrette dalla magnificenza dei<br />
colori del paesaggio mòcheno.<br />
Ognuna di esse ci offre l’opportunità di esplorare le complesse sfumature di emozioni<br />
connesse a questa stagione, permettendoci di connettersi profondamente<br />
con il nostro io e con la bellezza effimera della natura.<br />
Il paesaggio si trasforma in una tavolozza di tonalità calde, dipingendo le montagne<br />
e i boschi con sfumature dorate e ambrate. La luce radente del sole, filtrando attraverso<br />
il diradarsi della nebbia, conferisce al paesaggio un’aura eterea, vagamente<br />
metafisica e surreale, con atmosfere talvolta dense di nostalgia e ricordi.<br />
La bellezza di questo periodo si manifesta anche nell’architettura rurale che punteggia<br />
la valle. Gli insediamenti più datati, con le loro linee semplici ed essenziali<br />
fortemente basate sull’impiego del legno e di altri materiali, si fondono armoniosamente<br />
con il paesaggio autunnale.<br />
Attraverso questi scatti, il passato e il presente della Valle Incantata si abbracciano,<br />
creando un sentimento di continuità e appartenenza che risuona molto nitidamente,<br />
in termini identitari e di forte radicamento dei valori, nell’animo di chi si<br />
avventura in questa terra.<br />
In questo lavoro vi è anche la consapevolezza sottile della transitorietà, dell’effimero<br />
spettacolo che la natura offre prima di ritirarsi nel suo riposo invernale. La<br />
fragilità e la bellezza di ogni elemento della natura, che sembra progressivamente<br />
spegnersi (le foglie in primis) divengono simboli tangibili della ciclicità della vita e<br />
della necessità di abbracciare il cambiamento.<br />
Un’esperienza poetica, basata sulla concretezza della fotografia come strumento di<br />
narrazione e che ci esorta a contemplare la bellezza del “decadimento” di tutte le<br />
cose, come fatto ineluttabile sulla ciclicità eterna della vita e quale riflessiva esperienza<br />
per la nostra anima. Pagina dopo pagina, scatto dopo scatto…<br />
Luca Chistè / Phf Photoforma<br />
[febbraio 2024]<br />
<strong>AUTUMN</strong><br />
<strong>PHOTOGRAPHY</strong><br />
Fotografie di<br />
Luca Chistè<br />
Andrea Lorenzoni<br />
Nicola Lorenzoni<br />
Christian Maccabelli<br />
Walter Moser<br />
Marica Pallaoro<br />
Mirco Paoli<br />
Elisa Pompermaier<br />
Mariano Tais
«SGUARDI OLTRE»<br />
Per una fotografia destinata alla comprensione<br />
dei “Paesaggi Umani” della Valle dei Mòcheni.<br />
Il concetto inerente al tema di questa sezione del libro (con le diverse articolazioni<br />
tematiche che la compongono) “Paesaggi Umani”, si pone al crocevia di diverse discipline,<br />
fra loro interagenti, grazie all’uso della fotografia, la cui dimensione espressiva<br />
si è estesa, per “Autumn Photography”, verso un approccio paesaggistico, etnografico,<br />
antropico e sociale. Attraverso gli sguardi dei partecipanti al workshop,<br />
si sono registrate e narrate alcune peculiarità del territorio mòcheno, con una<br />
attenzione particolare rivolta alla relazione tra l’ambiente naturale e le comunità<br />
umane, come fonte della specifica e stratificata coesistenza.<br />
In questo senso, le prospettive di ricerca emerse dal lavoro dei fotografi, anche se<br />
in chiave non necessariamente esaustiva, sono le seguenti:<br />
PROSPETTIVA PAESAGGISTICA<br />
Le fotografie di questa sezione sono qui da intendersi non solamente come la<br />
registrazione di un paesaggio quale elemento di raffigurazione di per sé (uno sfondo<br />
visuale). Lo sguardo non si è quindi limitato ad inquadrare montagne, fiumi o<br />
frazioni, ma ha cercato di risolversi, quanto più possibile, verso uno di questi elementi<br />
con l’attività umana. Le immagini, per ampi tratti, sottolineano la relazione<br />
simbiotica tra la natura e gli insediamenti umani, rivelando paesaggi in continua<br />
trasformazione e adattamento, ovvero “umani”.<br />
PROSPETTIVA ETNOGRAFICA<br />
La fotografia, lo sappiamo da ampie ricerche condotte entro questa disciplina, diventa<br />
uno strumento potente per l’etnografia visiva, documentando tradizioni e<br />
stili di vita delle comunità. Attraverso i racconti basati sui ritratti di alcuni protagonisti,<br />
colti nella loro dimensione esistenziale, professionale o del tempo libero,<br />
emergono storie individuali e relazioni, di notevole significato, con il territorio. La<br />
fotografia etnografica dei “Paesaggi Umani” trasmette una comprensione profonda<br />
delle culture locali, fungendo da utile collegamento identitario fra il passato e il<br />
presente di questi luoghi.<br />
PROSPETTIVA ANTROPICA<br />
Alcune immagini di questa sezione rivelano l’impatto che, da sempre, l’essere umano<br />
esercita sull’ambiente circostante. Le tracce della presenza umana, sia attraverso<br />
la costruzione di strutture architettoniche, sia attraverso il modellamento del territorio<br />
attuato a scopi colturali e di sostentamento economico, diventano elementi<br />
cruciali nelle immagini. L’approccio antropico della fotografia evidenzia il modo in<br />
cui le comunità modellano il paesaggio che le circonda, favorendo una percezione<br />
di esso del tutto inedita e di grande attualità, soprattutto se rapportata ad indagini<br />
fotografiche compiute in passato sulla Valle dei Mòcheni.<br />
I lavori fotografici di questa sezione, si compongono dei seguenti temi:<br />
LUOGHI E CONTESTI<br />
PERSONAGGI E VOLTI MÒCHENI<br />
PRINN (FONTANE)<br />
BOSSER (ACQUA)<br />
ÒLDERHAILENG<br />
MEMENTO MORI<br />
ARTIGIANO<br />
Luca Chistè / Phf Photoforma<br />
[febbraio 2024]<br />
PAESAGGI UMANI
luoghi<br />
e contesti<br />
Fotografie di<br />
Luca Chistè<br />
Daniela Fontanari<br />
Christian Maccabelli<br />
Walter Moser<br />
Marica Pallaoro<br />
Mirco Paoli<br />
Mariano Tais
PERSONAGGI<br />
E VOLTI MòCHENI<br />
Fotografie di<br />
Luca Chistè<br />
Mariano Tais
Dario in compagnia di una capra<br />
DOPPIA PAGINA SEGUENTE<br />
Trittico: nonno Elio, con la nipote Annachiara<br />
pagina di destra: Walter
Debora ed Emil ripresi nella loro stalla<br />
Pagina seguente, a sinistra: “Manolo”<br />
con il tacchino e il cane:<br />
a destra: Riccardo con le capre<br />
PAGINE SEGUENTI<br />
fotografia a tutta pagina: “Marcellino” in compagnia del suo cane<br />
trittico fotografico:<br />
a destra, in alto: Patrik e suo figlio Riccardo con le capre<br />
sotto: Lino con la sua Ape Piaggio<br />
fotografia di destra: Rosanna con la raccolta degli ortaggi
Daniela<br />
Stefano<br />
Valeria<br />
Ezio
Adriana e Franco nella loro casa, in Località “Cavecia”
Un pregevole lavoro di Daniela Fontanari, documentario ed espressivo, monograficamente<br />
dedicato alle fontane della Valle dei Mòcheni, che con le loro forme e<br />
l’utilizzo che ne fanno gli abitanti, contribuiscono a caratterizzare, in modo decisamente<br />
interessante, l’identità mòchena.<br />
La scelta del bianco/nero rende questo sguardo essenziale e di forte interesse<br />
narrativo.<br />
Le riprese sono state eseguite in questi luoghi:<br />
Loc. Stefani, Palù del Fersina<br />
Loc. Tassaineri, Palù del Fersina<br />
Mulino Lenzi, Palù del Fersina<br />
Mulino Lenzi, Palù del Fersina<br />
Fierozzo San Francesco<br />
Fierozzo San Felice<br />
Loc. Marcheli, Sant’Orsola<br />
Malga Pletzn, Fierozzo San Felice<br />
Loc. Cavecia, Sant’Orsola<br />
PRINN<br />
(FONTANE)<br />
Fotografie di<br />
Luca Chistè / Phf Photoforma<br />
[febbraio 2024]<br />
Daniela Fontanari
Il torrente Fersina e i suoi affluenti sono una preziosa risorsa per la valle dei Mòcheni,<br />
evidenziando la bellezza naturale attraverso rigagnoli, gorghi e cascate.<br />
La presenza, inoltre, di mulini come il Lenzi a Palù del Fersina non solo testimonia la<br />
storia e la tradizione della zona, ma anche il modo in cui l’uomo ha interagito con<br />
l’ambiente nel corso del tempo, sfruttando le risorse naturali in maniera sostenibile.<br />
Le opere idrauliche lungo la Fersina, documentate nelle foto, mostrano l’utilizzo dell’acqua<br />
per la produzione di energia idroelettrica, aggiungendo un elemento di interesse<br />
alla storia della zona.<br />
In sintesi, oltre alla loro bellezza estetica, la Fersina con i suoi affluenti rappresenta un<br />
delicato equilibrio tra la storia umana e l’ambiente naturale, sottolineando l’importanza<br />
di preservare e gestire queste risorse in modo responsabile, per le generazioni<br />
future.<br />
BòSSER bòsser<br />
(ACQUA)<br />
Dario Alessandrini<br />
[Febbraio 2024]<br />
Fotografie di<br />
Dario Alessandrini<br />
Mirco Paoli
Il 1° novembre, nel giorno di tutti i Santi, se il tempo lo permette, nelle varie parrocchie<br />
della Valle dei Mòcheni, Palù, Sant’Orsola Terme, Frassilongo, Fierozzo San<br />
Felice e Fierozzo San Francesco viene celebrata, presso i diversi cimiteri, una messa<br />
di commemorazione per i defunti.<br />
Un rituale che, per questo particolare giorno, non viene vissuto solo come momento<br />
di preghiera, quanto piuttosto come “un ritrovarsi” della comunità, con<br />
incontri conviviali tra parenti e amici, per ricordare assieme coloro che non ci sono<br />
più.<br />
Nella maggior parte delle famiglie, alla sera, dopo la celebrazione dei riti religiosi<br />
svolta sui cimiteri, è consuetudine diffusa ritrovarsi a casa, per una recita familiare o<br />
collettiva, del Santo Rosario.<br />
òlderhaileng<br />
Elisa Pompermaier<br />
[febbraio 2024]<br />
Fotografie di<br />
Elisa Pompermaier
Con “memento mori” si intendono<br />
la prima legata alla rappresentazione<br />
morti, completamente dimenticati e<br />
“Memento mori”, serve a ricordarci della<br />
tutte le espressioni filosofiche, lette-<br />
simbolica della morte restituita attra-<br />
cancellati dal tempo, possano morire<br />
caducità della vita, su chi è scomparso,<br />
rarie o artistiche che rimandano alla<br />
verso le immagini delle tombe più re-<br />
due volte: una per i normali accadimen-<br />
spesso immaturamente o inaspettata-<br />
riflessione sulla caducità della vita e<br />
centi con le fotografie delle persone<br />
ti del ciclo di vita, l’altra, per l’oblio della<br />
mente, ma anche e soprattutto a riflet-<br />
sull’inevitabilità della morte.<br />
scomparse che sono ancora molto<br />
memoria.<br />
tere su di noi, ovvero sull’importanza di<br />
L’associazione fra i piaceri della vita e<br />
vivide; la seconda, con una osserva-<br />
Ogni scatto costituisce un frammento<br />
coltivare, giorno per giorno, attimo per<br />
la consapevolezza della morte fu im-<br />
zione visiva sulle lapidi più consumate,<br />
che, nella sua rappresentazione simbo-<br />
attimo, il nostro benessere intellettuale,<br />
postata definitivamente dalla filosofia<br />
le cui scritte e le cui icone sono quasi<br />
lica, sembra poterci raccontare dell’in-<br />
umano ed etico, insieme a coloro che<br />
epicurea, e poi declinata nella formula<br />
latina “memento mori”, ma appartiene<br />
al patrimonio letterario greco sin<br />
sbiadite, o decomposte dai segni del<br />
tempo.<br />
Le fotografie dei cimiteri, in partico-<br />
tera vita di una persona e che diviene,<br />
allo stesso tempo, “azione ricostruttiva”<br />
per raccontare della dualità che separa<br />
amiamo.<br />
Luca Chistè / Phf Photoforma<br />
MEMENTO MORI<br />
dall’età arcaica. Un esempio eccezio-<br />
lare di quelli raccolti e molto curati, a<br />
la vita dalla morte.<br />
[Febbraio 2024]<br />
nale, soprattutto sul piano artistico,<br />
stretto contatto con la natura, come<br />
La dimensione psicologica di chi osser-<br />
ci giunge dalle coppe d’argento del<br />
quelli della Valle dei Mòcheni, divengo-<br />
va e partecipa al ricordo degli estinti at-<br />
tesoro di Boscoreale. Benché prove-<br />
no quindi testimonianze visive del flu-<br />
traverso la cura dello spazio tombale e<br />
nienti dal territorio campano, i reperti<br />
ire del tempo e della fragilità della vita<br />
si accompagna alla dolorosa fattualità di<br />
sono oggi conservati a Parigi. La de-<br />
umana. I giochi di luce tra le lapidi, le<br />
sapere che coloro che sono rappresen-<br />
corazione delle coppe, di epoca elle-<br />
articolazioni dei contrasti, l’ineluttabile<br />
tati e ricordati non esistono più. Una<br />
nistica, riflette la concezione epicurea<br />
dell’esistenza: una scritta greca incisa<br />
“consunzione” della materia che costituisce<br />
le tombe o gli spazi dedicati<br />
liturgia del dolore e della memoria, che<br />
cerca di trattenere i legami con coloro<br />
Fotografie di<br />
recita: “Godi finché vivi, poiché il doma-<br />
alla sepoltura più datati nel tempo,<br />
che abbiamo amato e che anticipa, in<br />
ni è incerto. La vita è una commedia, il<br />
godimento è il bene supremo, la voluttà<br />
sembrano svelarci la ciclicità della vita<br />
e una testimonianza, quasi archivistica,<br />
questa relazione di profondi significati<br />
esistenziali, ciò che, inevitabilmente, ac-<br />
Luca Chistè<br />
il tesoro più prezioso: sii lieto, finché sei<br />
dell’effimero. Il cimitero è anche luo-<br />
cadrà a ciascuno di noi.<br />
in vita”.<br />
go dell’oblio. Le tombe abbandonate,<br />
Il concetto di “memento mori”, con la<br />
con le lapidi sbiadite, spesso dimenti-<br />
sua richiesta di riflettere sul tema del-<br />
cate dalle generazioni che si sono suc-<br />
la mortalità, si estrinseca anche nella<br />
cedute a coloro che sono scomparsi<br />
pratica fotografica, soprattutto quella<br />
rendono tangibile l’idea che la memo-<br />
che indugia sui luoghi di culto dedicati<br />
ria, se non preservata attivamente e<br />
ai morti. Qui, la fotografia si sostan-<br />
con cura, diviene anch’essa entropica.<br />
zia in almeno due diverse dimensioni:<br />
Sembra quasi che coloro che sono
ANDREA, “GIGANTE BUONO”,<br />
VALENTE ARTIGIANO DI FIEROZZO<br />
Le immagini di questo racconto fotografico sono state scattate dall’autore, ad Andrea,<br />
artigiano di Fierozzo, conosciuto come “Andrea Barbel art”.<br />
Le riprese sono state eseguite il 2 novembre 2023, a Fierozzo, nella piccola officina<br />
di Andrea, uno spazio accogliente e decisamente anticonvenzionale.<br />
Le fotografie documentano le diverse fasi di lavorazione che sono impiegate da<br />
questo bravissimo artigiano per realizzare gli oggetti di legno, la cui produzione è<br />
stata avviata molti anni fa.<br />
Nonostante l’elevata abilità manuale richiesta alle lavorazioni, Andrea è una persona<br />
molto umile, generosa e ospitale. Nel corso del colloquio e del tempo dedicato<br />
alle riprese (durate circa una mezza giornata) abbiamo potuto verificare gli scatti e<br />
apprezzare il silenzio di questo luogo, la cui identità sembra collocarlo al di fuori del<br />
tempo e dello spazio del nostro quotidiano vivere.<br />
Osservare la creazione di questi manufatti artigianali è stato entusiasmante e affascinante.<br />
Le creazioni sono realizzate da materiale che raccoglie, praticamente a<br />
“chilometro zero”, nei boschi vicino a casa sua.<br />
Un’esperienza intensa, che si è cercato di rendere ancora più acuta con l’asciutta<br />
calligrafia del bianco/nero, già ipotizzata, ancor prima delle riprese, per questo lavoro.<br />
ARTIGIANO<br />
Fotografie di<br />
Christian Maccabelli<br />
Christian Maccabelli / Luca Chistè<br />
[febbraio 2024]
PERCORSI
ELDARION, LO STREGONE<br />
Nella misteriosa Valle dei Mòcheni, che in autunno diviene un luogo talvolta<br />
avvolto dalla nebbia e circondato da ombre che danzano tra gli alberi, vive<br />
un vecchio stregone, noto come Eldarion.<br />
Il suo rifugio è una dimora nascosta tra gli alberi, anche se con il brutto tempo<br />
egli è solito riparare in una grotta sicura, nascosta agli uomini.<br />
Eldarion è famoso per le sue pozioni magiche, create con rare e introvabili<br />
erbe, raccolte con cura nei boschi della Valle. Si aggira tra gli alberi e nelle vaste<br />
radure della Valle, per lo più al crepuscolo, quando la nebbia inizia a salire<br />
o diradarsi e le ombre, con la pallida luce del tramonto si allungano all’infinito.<br />
Lo stregone è un maestro che manipola gli elementi della natura, crea le<br />
sue pozioni con ingredienti segreti e l’uso di gesti antichi, parole mistiche e<br />
rituali arcaici. Bevande magiche di cui, solamente a lui, è nota la ricetta.<br />
Un giorno, un viandante curioso, insieme a suo figlio, entrambi con la passione<br />
della fotografia , dopo aver saputo di questa leggendaria figura, decidono<br />
di avventurarsi nella Valle dei Mòcheni, convinti di poter fotografare Eldarion.<br />
Attratti dalla magia che aleggia attorno allo stregone, si inerpicano fra i misteriosi<br />
boschi della Valle Incantata, affidandosi alla luce che, fioca, traspare<br />
dagli alberi ed è sempre accompagnata dal sussurro del vento.<br />
L’ambiente magico dell’autunno, dove la nebbia avvolge ogni cosa e le ombre<br />
sembrano avere il sopravvento sulla luce, hanno finalmente permesso ai<br />
due intrepidi fotografi, dopo molto viaggiare, di scorgere in lontananza la sagoma<br />
di una figura che, solo a guardarla, incute paura, soggezione e rispetto.<br />
Eccolo! È Eldarion! Il vecchio stregone, che si aggira tra gli alberi, raccogliendo<br />
ingredienti per le sue pozioni è finalmente apparso!<br />
Gli sforzi dei due avventurieri sono ricompensati.<br />
Nicola e Andrea iniziano a seguirlo, convinti che lo stregone si sia accorto<br />
della loro presenza, ma oramai certi che non farà loro alcun male.<br />
Lo Stregone, con probabile certezza, è certo di essere fotografato dai due<br />
avventurieri, ma accoglie questa idea, purché, mai, venga mostrato il suo<br />
vero volto.<br />
Un patto tacito, che permette ai fotografi di registrare alcune splendide<br />
immagini di Eldarion, riuscendo ad ambientarle nella luce e nei colori della<br />
meravigliosa Valle dei Mòcheni.<br />
Eldarion è una figura leggendaria e per riuscire a scovarlo, prima ancora di<br />
vederlo, occorre immaginarlo.<br />
Eldarion, è dentro ciascuno di noi.<br />
(Luca Chistè)<br />
Nota: questa narrazione fotografica, nata dalla esclusiva idea degli autori e protagonisti delle<br />
immagini, non appartiene alle leggende della Valle dei Mòcheni<br />
STREGONE<br />
Fotografie di<br />
Andrea e Nicola Lorenzoni
«NARRAZIONI LUMINOSE»<br />
Dal giorno, attraverso il crepuscolo, lo stemperarsi della<br />
luce nell’oscurità della notte.<br />
Le atmosfere di questa sezione, tutte registrate dal fotografo Mirco Paoli, esprimono<br />
con notevole pulizia segnica e calligrafica le suggestioni che derivano agli<br />
osservatori nel passaggio delle luci – e delle correlate atmosfere – che evolvono<br />
dal crepuscolo, fino alla notte profonda: un mondo immerso in sfumature di luce,<br />
oscurità e delicate nuances.<br />
Questo intervallo temporale, ricco di suggestive atmosfere, è un terreno fertile per<br />
la creatività fotografica, grazie all’impiego dei tempi lunghi necessari all’esposizione<br />
e alla componente dinamica che i soggetti in movimento trasferiscono nell’inquadratura,<br />
con le loro scie di luce nello spazio.<br />
La notte offre così una matrice visiva ideale per esperimenti creativi con tempi di<br />
esposizione lunghi, catturando il movimento delle luci e creando suggestioni fotografiche<br />
uniche.<br />
Fotografare durante questo periodo richiede una sensibilità particolare alla luce,<br />
alla composizione e alla narrazione visiva ed a quella che diviene una autentica<br />
“poesia dell’oscurità”, come accade in queste immagini.<br />
Luca Chistè / Phf Photoforma<br />
[febbraio 2024]<br />
DAL CREPUSCOLO<br />
ALLA NOTTE<br />
L’operazione visiva di Mirco Paoli è stata quella di indagare lo spazio e il paesaggio<br />
della Valle dei Mòcheni ricorrendo alla fotografia del crepuscolo, ovvero scattando<br />
le sue immagini in quel momento, spesso incerto, in cui il sole scompare all’orizzonte<br />
ed il giorno finisce per stemperarsi nella notte. La fotografia di questi istanti offre<br />
un’illuminazione unica, creando spesso un’aura di mistero alle immagini, anticipando<br />
la magia della notte imminente. Le sfumature di arancio, rosa e viola che dipingono<br />
il cielo diventano la tela su cui si disegnano le prime stelle.<br />
La transizione al crepuscolo, noto anche come “l’ora blu”, è un momento da sempre<br />
intrigante per i fotografi. Gli oggetti sono delineati in silhouette, mentre le luci<br />
artificiali cominciano a emergere, conferendo alle immagini un’atmosfera di tranquilla<br />
attesa, interrotta solo dall’irrompere dinamico, sulla scena, di soggetti luminosi<br />
in movimento, che sono rappresentati come scie colorate.<br />
Fotografie di<br />
Mirco Paoli
«INFRARED» E PAESAGGIO MÒCHENO<br />
La fotografia digitale all’infrarosso segue a distanza, quella storicamente consolidata,<br />
basata sull’impiego di particolari pellicole IR (Infra Red) [ 1 ] e, sia nel mondo, sia<br />
in Italia, ha avuto una vasta platea di fotografi che l’hanno impiegata con risultati<br />
espressivi decisamente interessanti, soprattutto nella fotografia in bianco/nero.<br />
Autori di rilevante importanza, come Elio Ciol e Alberto Tretti in Italia o Minor<br />
White e Paul Caponigro in America, ne hanno fatto una modalità interpretativa<br />
ed operativa molto specifica, con risultati estetici e narrativi decisamente preziosi.<br />
Questa tecnica, che cattura la luce invisibile nell’intervallo infrarosso dello spettro<br />
elettromagnetico, apre la strada, con la necessaria mediazione derivante da un<br />
articolato processo di ripresa e post-produzione, a percorsi molto specifici sia<br />
sugli esiti espressivi delle immagini, sia dal punto di vista delle competenze tecniche<br />
necessarie per sostenere l’intero processo che, nel caso specifico di questo lavoro<br />
(e di altri in corso di pubblicazione o già pubblicati), si basa sull’impiego di un sensore<br />
installato su una camera mirroless, specificamente modificata per questo tipo<br />
di riprese.<br />
Questi sensori, comunemente noti come sensori “modificati per l’infrarosso”, consentono<br />
la registrazione di radiazioni infrarosse, solitamente assorbite da oggetti e<br />
paesaggi in modo unico. La scelta di filtrare la luce visibile e privilegiare l’infrarosso<br />
crea immagini spesso sorprendenti, con gli alberi e vegetazione che appaiono luminosi<br />
ed i cieli e le porzioni d’acqua profondamente scuri e permettendo, allo stesso<br />
tempo, di garantire all’immagine una scala tonale di grigi (con bianchi intensi e neri<br />
molto profondi), senza precedenti.<br />
La calligrafia del bianco e nero nell’infrarosso digitale si traduce in una sintesi di<br />
forme, texture e contrasti, probabilmente unica nel suo genere. I dettagli del paesaggio<br />
naturalistico, antropico e delle architetture, emergono spesso alla stampa<br />
con una chiarezza intensificata, solitamente basata sull’impiego di generosi contrasti<br />
e modulazioni tonali molto articolate.<br />
L’aspetto più complesso, in questo tipo di fotografia, deriva sia dalla gestione delle<br />
riprese, sia dal correlato processo di “sviluppo” e post-produzione dei file RAW<br />
sorgenti, che richiedono cospicue attività di elaborazione, con software dedicati e<br />
funzioni personalizzate che variano di volta in volta e in funzione della tipologia dei<br />
soggetti ripresi.<br />
Luca Chistè / Phf Photoforma<br />
[marzo 2024]<br />
Nota tecnica: la fotografia colorata di magenta scuro, proposta nella gallery di questo lavoro, si<br />
riferisce allo scatto RAW (grezzo), così come prodotto dal sensore all’infrarosso, fatto pecificatamente<br />
modficare per per questo tipo di riprese.<br />
INFRAROSSO<br />
Fotografie di<br />
Luca Chistè<br />
[1] La maggior parte delle pellicole in bianco e nero disponibili oggi sono di tipo pancromatico, il che significa che sono sensibili allo spettro della luce visibile dal viola al rosso: i colori che possiamo osservare quando si vede<br />
la luce attraverso un prisma o nell’insolito caso di un arcobaleno.<br />
Ogni colore della luce ha una lunghezza d’onda diversa, il viola è il più corto e il rosso il più lungo. La luce visibile viene misurata in nanometri (nm) e lo spettro della luce, che possiamo chiamare “arcobaleno” ed a noi visibile,<br />
si estende – all’incirca - fra 380 nm (viola) ed i 700 nm (rosso). Oltre lo spettro visibile si trova la gamma della luce ultravioletta (UV) e quella all’infrarosso (IR), le cui emissioni possono essere catturate con specifici materiali<br />
sensibili o, nel caso della fotografia digitale, con particolari sensori.
INDICE DELLE<br />
FOTOGRAFIE
<strong>AUTUMN</strong> <strong>PHOTOGRAPHY</strong><br />
PAESAGGI UMANI<br />
LUOGHI E CONTESTI<br />
A<br />
A<br />
C<br />
B<br />
B<br />
Marica Pallaoro<br />
A | Marica Pallaoro<br />
B | Walter Moser<br />
Luca Chistè<br />
A | Christian Maccabelli<br />
B | Luca Chistè<br />
Luca Chistè<br />
Luca Chistè<br />
C | Elisa Pompermaier<br />
A<br />
B<br />
B<br />
C<br />
D<br />
A<br />
C<br />
Marica Pallaoro<br />
Andrea Lorenzoni<br />
A | B | Nicola Lorenzoni<br />
C | Christian Maccabelli<br />
Luca Chistè<br />
Luca Chistè<br />
A | Mariano Tais<br />
B | Luca Chistè<br />
C | Christian Maccabelli<br />
Marica Pallaoro<br />
Marica Pallaoro<br />
D | Elisa Pompermaier<br />
A<br />
B<br />
C<br />
Walter Moser<br />
Elisa Pompermaier<br />
Luca Chistè<br />
Mirco Paoli<br />
Luca Chistè<br />
A | Mirco Paoli<br />
B | Christian Maccabelli<br />
C | Walter Moser<br />
Mirco Paoli<br />
Walter Moser
PAESAGGI UMANI<br />
LUOGHI E CONTESTI<br />
PAESAGGI UMANI<br />
PERSONAGGI E VOLTI MÒCHENI<br />
Luca Chistè<br />
Marica Pallaoro<br />
Daniela Fontanari<br />
PAESAGGI UMANI<br />
PERSONAGGI E VOLTI MÒCHENI<br />
PAESAGGI UMANI<br />
PRINN (FONTANE)<br />
Mariano Tais<br />
Daniela Fontanari
PAESAGGI UMANI<br />
BÒSSER (ACQUA)<br />
PAESAGGI UMANI<br />
ÒLDERHAILENG<br />
Dario Alessandrini<br />
Elisa Pompermaier<br />
Dario Alessandrini Dario Alessandrini Mirco Paoli Mirco Paoli<br />
Mirco Paoli
PAESAGGI UMANI<br />
MEMENTO MORI<br />
PAESAGGI UMANI<br />
ARTIGIANO<br />
Luca Chistè<br />
Christian Maccabelli
PERCORSI<br />
LO STREGONE<br />
PERCORSI<br />
DAL CREPUSCOLO ALLA NOTTE<br />
Mirco Paoli<br />
Andrea e Nicola Lorenzoni
PERCORSI<br />
INFRARED<br />
Luca Chistè
EDIZIONI PHF PHOTOFORMA<br />
EDIZIONI PHF PHOTOFORMA