otiziario Porto della Spezia. La prima Zona Franca Doganale del Paese La corsa è iniziata ormai da mesi e vede impegnati differenti territori del Paese, dal Nord al Sud; ma è il porto della Spezia, insieme con il retroporto di Santo Stefano Magra, ad avere in mano tutte le carte vincenti per rendere effettivamente operativa la prima Zona Franca Doganale del Paese. Ad annunciarlo è, per voce della Community portuale spezzina, Alessandro Laghezza, anche Presidente dell’Associazione spedizionieri, che ha lanciato un vero e proprio appello alle Istituzioni competenti, in primis all’Agenzia delle Dogane, per bruciare i tempi e applicare una norma, quella sulle ZFD, prevista nell’articolo 12 comma 5 del decreto numero 40 approvato il 2 aprile scorso, che regolamenta le Zone Logistiche Speciali e prevede l’introduzione, all’interno delle stesse, di vere e proprie Zone Franche Doganali. «Le Zone Franche Doganali – precisa Laghezza – rappresentano un salto di qualità potenzialmente decisivo: non consentono solo il deposito delle merci in sospensione dei pagamenti e dei diritti doganali, ma rendono possibile anche la lavorazione di queste merci, favorendo l’insediamento nelle aree ZFD di vere e proprie attività produttive». «Il fatto che i riflettori – prosegue il portavoce della Community portuale spezzina – si siano accesi sul porto della Spezia e sul retroporto di Santo Stefano Magra non ha nulla di casuale: al di là di quanto avviene per altre Zone Logistiche Speciali che necessitano di un progettazione degli spazi, delle aree di stazionamento e magazzino delle merci, ma anche dei servizi shuttle da e per il porto in simbiosi del quale sono chiamate a operare, quello composto dallo scalo spezzino e dal retroporto è già oggi un sistema operativo, un vero e proprio plug & play system, in grado di garantire piena funzionalità in tempi brevissimi». Secondo la Community, che si è posta a piena disposizione delle Istituzioni competenti per accelerare il processo, essenziale sarà anche il ruolo di regia dell’Autorità di Sistema Portuale, che sull’integrazione del retroporto e quindi sulla formula stessa di un “porto largo” ha scommesso da tempo con convinzione, costruendo un modello destinato a essere mutuato da altri porti nazionali. Sanagalli S.p.A. ottiene l’Elite Nuovo riconoscimento per Sangalli S.p.A. che ottiene il “certificato sostenibilità” di Elite, ecosistema lanciato da Borsa Italiana nel 2012, ed oggi parte del Gruppo Euronext, che aiuta le piccole e medie imprese a crescere e ad accedere ai mercati dei capitali privati e pubblici. La certificazione, frutto di una valutazione del comitato interno di Elite, nasce a seguito dell’analisi del Bilancio di sostenibilità realizzato da Sangalli S.p.A. nel 2023. «Siamo orgogliosi che il nostro impegno nel migliorare costantemente i parametri ESG sia stato riconosciuto e certificato da una realtà come Elite che, con oltre 2000 imprese e 200 partner ammessi al lancio, ha saputo creare un network fortemente orientato a operazioni di corporate finance di indubbio valore», spiega Raffaella Donghi, CFO di Sangalli S.p.A. L’etica come faro L’attestato ottenuto dall’azienda di Mapello rientra in un progetto di crescita d’impresa che dell’etica fa il proprio faro e la propria guida. «La sostenibilità – dicono da Elite - non è più solo un’alternativa etica alla crescita, ma un percorso obbligato di cambiamento. La responsabilità non solo economica, ma anche ambientale e sociale dell’impresa ha impatto sulla competitività della stessa portando benefici in termini di accesso al capitale, riduzione dei costi e dei rischi, miglioramento reputazionale e valore per dipendenti, clienti e stakeholder tutti». Questo circolo virtuoso tiene conto del nuovo modo di approcciare le decisioni di investimento degli operatori di mercato. «Le decisioni di crescita aziendale – puntualizza Donghi - non tengono più in considerazione solo i parametri finanziari, ma valutano anche alcuni fattori extra-finanziari come, ad esempio, i parametri ESG, fondamentali nel C determinare la sostenibilità di un M investimento nel medio-lungo periodo. Poter contare su certificati Y erogati da enti con alta reputazione è inoltre valoriale per il vantag- CM MY gio competitivo aziendale». Sviluppo consapevole CMY Forte di questo risultato, Sangalli S.p.A. prosegue nel proprio pro- K getto di sviluppo consapevole che di sostenibilità e innovazione fa i suoi pilastri. Ne sono un esempio il laboratorio aziendale, attivo nella ricerca di materie prime seconde da usare nelle miscele dei conglomerati bituminosi seguendo i dettami dell’economia circolare, e il nuovo impianto per la produzione del conglomerato bituminoso che ha il plus di ridurre fortemente l’impatto ambientale rispetto alla struttura sostituita. Corollario non secondario, infine, sono le certificazioni di cui l’azienda si fregia come quelle, tra le altre, dedicate al sistema di gestione qualità iso 9001, sistema di gestione ambientale 14001 etica SA8000, iso 45000 sulla sicurezza e 39001 sulla segnaletica stradale. SANGALLISPA.IT CY Attualità 24 5/<strong>2024</strong> <strong>leStrade</strong> <strong>leStrade</strong> 5/<strong>2024</strong> 25