va dal gradino più basso, l’infrastruttura convenzionale senza informazioni digitali, fino al livello medio in cui tutte le informazioni dinamiche e statiche sull’infrastruttura sono disponibili in formato digitale (chiamata infrastruttura digitale). Infine, c’è il livello massimo, definito guida cooperativa, cooperative driving, in cui l’infrastruttura stessa è in grado di guidare sia il singolo veicolo sia gruppi di veicoli in modo da ottimizzare i flussi di traffico. Domani potremo vedere sulle nostre strade flotte di veicoli che si spostano tutti alla stessa velocità (e quindi senza scontrarsi) attivati da remoto da una centralina collegata che regola tutti i movimenti delle auto. La stessa segnaletica stradale è destinata a “smaterializzarsi” e a diventare digitale, attraverso mappe fornite dall’autorità di regolazione ai costruttori di automobili e direttamente ai vicoli stessi. L’automobile del futuro Dopo aver parlato della strada del futuro ci focalizzeremo ora sull’automobile del futuro, per comprendere l’evoluzione della mobilità. Nei prossimi anni assisteremo ad una grande diffusione di veicoli dotati di ADAS (sistemi avanzati di assistenza alla guida) che, in Europa, diventeranno obbligatori per tutti i modelli di auto in vendita già dal prossimo 7 luglio. Gli ADAS intervengono in modo automatico in caso di superamento del limite di velocità e in caso di disattenzione e stanchezza del conducente. Possono inoltre impedire l’accensione del motore nel caso in cui il conducente abbia bevuto troppo alcool. Inoltre, avvisano il conducente in caso di pericolo di collisione e frenano in modo automatico se il conducente non reagisce. Gli ADAS cercheranno di intervenire su tutti i fattori che causano incidenti legati ai comportamenti errati del conducente dell’auto, che corrispondono a circa il 94% del totale degli incidenti. Possiamo dire che in qualche modo gli ADAS rappresentano quindi una fase di transizione tra la guida tradizionale e la guida automatica ed autonoma. Guida autonoma e taxi volanti Negli anni in cui gli ADAS si diffonderanno sempre più sul mercato, verranno a maturazione i test di guida autonoma che sono in corso in molti Paesi. In California, a San Francisco, è stato di recente autorizzato il trasporto di persone su 500 robotaxi a guida autonoma, senza conducente, per 24 ore al giorno in tutta la città. In Italia, dove i primi test di guida autonoma sono iniziati nel 1998, dal 2018 il Ministero Infrastrutture e Trasporti ha autorizzato test di gui- da autonoma anche su strade aperte al traffico e fino ad ora non si è mai verificato nessun incidente. La guida senza conducente si sta diffondendo anche nel trasporto merci soprattutto attraverso il platooning; in questo scenario, un gruppo di camion senza conducente segue tutti i movimenti di un camion guida con conducente a cui tutti gli altri camion sono connessi grazie ad un sistema wireless ed a tecnologie di guida semiautomatica. Con la diffusione delle auto e dei camion a guida autonoma si prevede un forte aumento del traffico stradale. Anche per questo si prevede che accanto al veicolo tradizionale, a guida umana assistita o a guida autonoma, si aggiunga il veicolo che, per spostarsi, non utilizza più la strada ma l’aria. Il sindaco di New York Eric Adams ha pubblicamente rappresentato la sua volontà di dare battaglia al traffic jam nella Grande Mela favorendo l’uso dei taxi volanti. Adams ha spiegato che ogni mattina circa 700mila vetture circolanti rendono New York una delle aree più congestionate al mondo. Chi usa l’auto a New York passa 236 ore l’anno nel traffico, perdendo circa 4mila dollari l’anno in produttività, senza considerare le conseguenze sull’inquinamento dell’aria. Questo ha portato al progetto di realizzare una linea di aerotaxi e di trasformare Downtown Manhattan nel più grande scalo per taxi volanti al mondo. I taxi droni dovranno essere non troppo costosi per l’utente e in grado di operare sia il trasporto passeggeri che le consegne locali. Il progetto prevede, entro il 2025, di ridurre il traffico urbano, di dimezzare i tempi di viaggio e l’utilizzo dei mezzi privati e di collegare il centro di Manhattan all’aeroporto JFK in 7 minuti prenotando il servizio attraverso una app. L’utilizzo dei taxi drone (Drone Taxi), inaugurato per la prima volta a Dubai, si sta diffondendo anche in moltissimi paesi inclusa la Cina, il Giappone, il Canada e l’Europa. Quest’anno partirà in Italia il collegamento tra il centro di Roma e l’aeroporto di Fiumicino. La Germania ha iniziato i test nel 2018, e il ministro dei Trasporti tedesco ha detto che “i taxi volanti non sono più una visione, ma possono portarci in una nuova dimensione della mobilità”. In Francia il primo drone volante dovrebbe essere inaugurato in concomitanza con i giochi olimpici del <strong>2024</strong> a Parigi. Anche i taxi droni potranno in futuro essere a guida autonoma e comandati da remoto. Il futuro della mobilità stradale potrebbe quindi vedere le nostre strade trasformate anche in piste di atterraggio di veicoli autonomi in grado di viaggiare in tutta sicurezza su strada o via aria, secondo la necessità. nn Infrastrutture&Mobilità 34 5/<strong>2024</strong> <strong>leStrade</strong> <strong>leStrade</strong> 5/<strong>2024</strong> 35