Rappresentazione grafica delle curve di decadimento (vita utile) di una pavimentazione stradale. Scenari La strada verso il futuro della mobilità sostenibile L’utilizzo di un conglomerato riciclato a freddo con emulsione bituminosa. Obiettivo: <strong>maggio</strong>r durabilità del materiale di fondazione Per la prima Stazione Appaltante d’Italia, ovvero Anas (Società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane), la mission si fonda quasi esclusivamente sull’incremento dei livelli di servizio ed ammodernamento delle infrastrutture viarie, per cui la qualità della sovrastruttura stradale rappresenta un costante oggetto di studio e spunto di riflessioni. Sul cosiddetto “pacchetto” stradale grava, infatti, l’onere di resistere a considerevoli carichi concentrati dei mezzi di trasporto che vi transitano quotidianamente, all’usura, al degrado da parte di agenti fisico-chimici, alle dilatazioni termiche e deve nel contempo consentire un’ottimale aderenza degli pneumatici. Pertanto, gli strati che lo compongono sono sottoposti, con cadenza regolare, ad attività di manutenzione: il caso più frequente è quello della scarifica e ripristino dello strato di asfalto usurato; ma esiste anche il problema del gelo e della neve (nelle zone fredde o di alta montagna, ad esempio), fonte di potenziali scenari di pericolo per perdita di aderenza dei mezzi gommati, che viene affrontato per mezzo di spazzatrici o tramite il metodo preventivo dello spargimento di sale. Da un punto di vista ambientale, il progetto classico di una sovrastruttura stradale viene ripensato, specie con l’entrata in vigore del D.Lgs. 36/2023, promuovendo la transizione tecnologica ed ecologica attraverso innovazioni tese a rendere le infrastrutture più sicure, intelligenti e anche più sostenibili. È ormai chiaro che le tradizionali pavimentazioni stradali in asfalto, cemento o pietra naturale non sono compatibili con il tema della sostenibilità. Né tantomeno è pensabile mantenere nel tempo soluzioni deteriorabili, che necessiterebbero di continue manutenzioni, aperture di cantieri, spostamento di mezzi e macchine movimento terra, con relativo aumento di CO2. Il concetto di manutenzione è, in un certo senso, il corollario del ben dimostrato teorema della vita utile di una pavimentazione. A riguardo, si riporta di seguito uno dei tanti gra- Cristiano Fogliano 1 , Stefano C. Iacona 2 , Nicola Dinnella 3 1 Ingegnere - Responsabile Tecnico e Nuove Costruzioni – Anas Struttura Territoriale Sicilia (Sezione di Messina) 2 Ingegnere - Responsabile Manutenzione – Anas Struttura Territoriale Sicilia (Area Gestione Rete Catania) 3 Ingegnere - Responsabile Area Gestione Rete Catania – Anas Struttura Territoriale Sicilia (Area Gestione Rete Catania) fici disponibili in letteratura. Banalmente spiegato, significa che fare domani quello che si dovrebbe fare oggi è molto più oneroso per le Amministrazioni – dunque in ultima analisi per il cittadino – e penalizzante per l’utenza [1]. Alcune tecniche di recupero e riutilizzo dei materiali Le pavimentazioni stradali di ultima generazione ripartono dalla natura, avvalendosi della materia più antica al mondo: l’argilla, capace di conferire aderenza superficiale e riduzione delle emissioni sonore. Grazie alle innovazioni nella scienza dei materiali da costruzione, questo elemento non viene sottratto all’ambiente, ma si veicola attraverso processi di rigenerazione produttiva, come ben insegna il sistema dell’economia circolare. L’argilla espansa è utilizzata nei lavori di rigenerazione in sito a caldo, in percentuale massima del 10%, sul peso degli aggregati, per conferire alle pavimentazioni stradali elevate caratteristiche di aderenza superficiale (C.A.T. > 57). Altra sua importante funzione è quella di stabi- Nanoplatelets di grafene (GNP) lizzare la miscela bituminosa evitando accumuli di parti fini, e regolando la distribuzione del bitume. Aggiungere argilla espansa, consente l’impiego di percentuali di legante più grandi, senza rischi di rifluimento e migliora le caratteristiche chimico-fisiche del conglomerato risultante per il suo elevato potere tampone. Il riciclaggio a caldo con argilla espansa è applicabile sia per le pavimentazioni a struttura chiusa che per quelle drenanti. Tuttavia, in termini di ciclo di vita, l’esecuzione dei lavori di manutenzione di una pavimentazione con tecnologie innovative e circolari che consentano il completo riciclo dei conglomerati bituminosi a temperature ridotte, genera un risparmio fino al 40% delle emissioni di CO2 equivalente rispetto a lavori eseguiti con i metodi a caldo tradizionalmente adottati, oltre a ridurre la pressione sul capitale naturale per la produzione di bitume e aggregati vergini [2]. Oggi ,però meno del 20% dei conglomerati posati in opera in Italia sono prodotti a basse temperature o con bitumi modificati e solo il 25% dei 9,5 milioni di tonnellate di conglomerato bituminoso da recupero generato ogni Infrastrutture&Mobilità 46 5/<strong>2024</strong> <strong>leStrade</strong> <strong>leStrade</strong> 5/<strong>2024</strong> 47