anno da operazioni di manutenzione viene riciclato per la posa in opera, contro l’82% della Germania e il 70% della Francia. L’utilizzo di materiali alternativi per la costruzione stradale provenienti da materiali riciclati e/o sottoprodotti insieme a tecnologie avanzate potrà contribuire a ridurre l’impatto ambientale delle infrastrutture di trasporto, promuovendo una transizione strutturale e completa dalle strade tradizionali a quelle “smart”. Tra gli aggregati riciclati disponibili ed adatti alla produzione di miscele di asfalto, quelli da asfalto recuperato (RAP) rappresentano un prodotto di alto valore che consente di massimizzare il riciclo delle risorse a livello di legante e miscela di asfalto. Quando il RAP viene utilizzato al vertice della gerarchia di riciclaggio degli strati di asfalto, gli aggregati possono sostituire parzialmente lo scheletro litico ed il legante incorporato una parte dei leganti bituminosi aggiunti [3]. A titolo esemplificativo si citano i composti polimerici speciali, quali il GNP (nanoplatelets di grafene). Senza andare troppo lontano nella ricerca di elementi recuperabili, basti pensare che dai pneumatici fuori uso (PFU) è possibile ottenere prodotti come granulati vari, acciaio, fibre di nylon, fibre tessili che, mediante processi di granulazione (triturazione e processo criogenico) offrono significative possibilità di reimpiego nella realizzazione del corpo stradale [4]. Il raffronto tra lo schema di una sovrastruttura stradale realizzata con tecnologie tradizionali e quello di una realizzata con tecnologie innovative (RAP) evidenzia i vantaggi di quest’ultima in termini di riduzione delle deformazioni e di aumento della vita utile, oltre che di riduzione del rumore e delle vibrazioni dovute al rotolamento dello pneumatico [5]. Questo processo virtuoso di “economia circolare” consente di ottenere elementi utili alla realizzazione di rilevati alleggeriti su suoli compressibili, in testa di pendii instabili o per l’uso a tergo di spalle di ponte e di muri di contenimento. La tecnica del riciclaggio a freddo Il riciclaggio a freddo presenta il vantaggio principe di ridurre notevolmente i tempi di esecuzione dei lavori, garantendo un efficace risultato tecnico. Quando si parla di materiali riciclati a freddo con emulsione bituminosa, in realtà si individuano una serie di caratteristiche prestazionali, di conseguenza compositive, tali da poter spaziare da una caratterizzazione meccanica tipica di un misto cementato migliorato in duttilità, fino ad un conglomerato bituminoso a caldo ad alto modulo. Tale distinzione dipende, evidentemente, dal differente dosaggio di emulsione, di cemento e dalla percentuale di materiale fresato bitumato presente in miscela. Infatti, in grandi linee, ci si avvicina al comportamento di un misto cementato con bassi dosaggi di legante bituminoso aggiunto in fase transitoria, alti dosaggi di cemento e bassi dosaggi di inerte fresato bitumato. Diversamente ci si avvicina al classico comportamento reologico dei conglomerati bituminosi a caldo da alto modulo. In funzione della particolare applicazione stradale e delle condizioni di esercizio della sovrastruttura globale, si potrà quindi progettare opportunamente la miscela al fine di ottenere le risultanze ottimali. L’eliminazione della fase di conferimento a discarica offre, inoltre, un notevole vantaggio in termini economici, ambientali e temporali (eliminazione dei costi di discarica, minor probabilità di saturazione delle discariche, diminuzione di mezzi pesanti con conseguente calo di emissione di CO2, riduzione dei tempi di esecuzione dei lavori). L’innovazione del conglomerato riciclato a freddo rispetto ad un misto cementato L’utilizzo di un conglomerato riciclato a freddo con emulsione bituminosa nasce dalla necessità di raggiungere l’obiettivo di una <strong>maggio</strong>r durabilità del materiale di fondazione e di conseguenza di ottenere una <strong>maggio</strong>r prestazione della sovrastruttura stradale nella sua globalità. Infatti, il classico misto cementato consente di realizzare strati di fondazione di ottima portan- Rappresentazione grafica degli elementi recuperabili dai PFU. Immagine 1: Sovrastruttura stradale con tecnologie tradizionali. Immagine 2: Sovrastruttura stradale con tecnologie innovative (RAP). Schema del “treno di riciclaggio”. Immagine 1 Immagine 2 za strutturale, garantendo una mitigazione delle pressioni trasmesse dalla superficie al sottofondo, con i ben noti vantaggi strutturali e prestazionali. Da un punto di vista ingegneristico, tale materiale, posto in fondazione, è soggetto a deformazioni flessionali (inflessione da carico applicato) e tensioni di trazione che innescano fenomeni fessurativi (accumulo del danno da fatica). Ma se da una parte le caratteristiche di Modulo di Rigidezza consentono un’ottimale distribuzione dei carichi, dall’altra penalizzano la resistenza alla fatica. Alla luce di quanto analizzato strutturalmente per uno strato di fondazione e, intrinsecamente, per un misto cementato tradizionale, risulta chiaro come l’inserimento di una componente bituminosa possa comportare un incremento della duttilità globale del misto cementato. Il mastice e la malta bituminosa, componenti visco-elasto-plastiche ottimamente distribuite e omogeneizzate in miscela, oltre a ridurre i fenomeni di innesco di tensioni interne da ritiro e ad aumentare la superficie di contatto intergranulare, rallentano il processo di formazione e di propagazione delle fessure. Tali disquisizioni, per quanto basate su intuitive valutazioni tecnologiche dei materiali, sono confermate da una serie di sperimentazioni di ormai documentate in letteratura. Uso del conglomerato riciclato a freddo in Sicilia: la SS n. 417 “Catania-Gela” La tecnica del riciclaggio a freddo in sito ha trovato recente applicazione in Sicilia nell’ambito dei lavori di manutenzione programmata per la riqualificazione ed il potenziamento della Strada Statale n.417 “Catania – Gela” in tratti saltuari, tra il km. 26+084 ed il km. 43+000, appaltati da Anas per un importo di circa nove milioni di euro. Il confezionamento e la posa in opera del materiale sono avvenuti tramite l’utilizzo di varie macchine posizionate in serie, che costituiscono il cosiddetto “treno di riciclaggio”. Le componenti del treno di riciclaggio sono, partendo dalla testa: 1. spandicemento computerizzato su autocarro 2. autocisterna contenente acqua; 3. autocisterna contenente emulsione bituminosa sovrastabilizzata; 4. riciclatrice mobile computerizzata ad alta profondità; 5. rullo compattatore gomma ferro ad alta frequenza; 6. rullo compattatore gommato; 7. motolivellatrice grader dotato di strumentazione robotica autolivellante. Il sistema di miscelazione è dotato di una serie di ugelli da cui viene introdotta una prestabilita quantità di acqua, nonché di una speciale Infrastrutture&Mobilità 48 5/<strong>2024</strong> <strong>leStrade</strong> <strong>leStrade</strong> 5/<strong>2024</strong> 49