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leStrade n. 1597 maggio 2024

PONTI&VIADOTTI Il Gemello digitale del Colle Isarco, la nuova vita del viadotto INFRASTRUTTURE Incremento della sicurezza nelle gallerie stradali

PONTI&VIADOTTI
Il Gemello digitale del Colle Isarco, la nuova vita del viadotto

INFRASTRUTTURE
Incremento della sicurezza nelle gallerie stradali

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a realtà nazionali ed europee. Ancora le reti stradali<br />

e ferroviarie devono essere interconnesse,<br />

attraverso talune stazioni ferroviarie che devono<br />

essere riqualificate per divenire centri intermodali<br />

passeggeri, così da dare risposta alle esigenze<br />

dei flussi pendolari, alleggerendo la pressione<br />

sulla viabilità di accesso alle città di servizio,<br />

ed alleggerendo la necessità di realizzarvi nuove<br />

aree/strutture di sosta.<br />

Le reti stradali e ferroviarie devono essere interconnesse<br />

con i nodi di trasporto, soprattutto<br />

aereo. Sotto questo aspetto gli aeroporti devono<br />

essere collegati con le linee ferroviarie, con<br />

le linee metro-tramviarie, e la stessa rete stradale<br />

deve essere riqualificata nell’avvicinamento<br />

del territorio alle stazioni ferroviarie, soprattutto<br />

quelle poste su linee ad alta velocità. In particolare,<br />

ove non esistessero collegamenti aerei con<br />

gli aeroporti di destinazione finale, e si dovesse<br />

transitare attraverso aeroporti di transito intermedi,<br />

a questi ultimi dovrebbero essere rapportate<br />

nuove linee TAV e/o collegati gli aeroporti di<br />

transito alle stazioni ferroviarie quando parte di<br />

un sistema ad alta velocità.<br />

Aree urbane ed intermodalità<br />

Partendo dalla predetta indicazione riferita alle<br />

aree extraurbane, occorre precisare che più specificamente<br />

nelle aree urbane, e nei sistemi urbani<br />

integrati policentrici, l’intermodalità riguarda<br />

i rapporti tra trasporto privato e trasporto collettivo;<br />

tra questi ultimi i rapporti di connessione/<br />

integrazione sono nelle aree/strutture di sosta e<br />

di parcheggio, spesso necessarie per le categorie<br />

professionali che usano l’auto come strumento<br />

di lavoro, e da intendere come parte della rete<br />

di trasporto collettivo. Sempre nelle aree urbane<br />

deve essere posta attenzione nella complementarietà<br />

tra linee metro e linee di superficie e nella<br />

complementarietà tra metro, ferrovie e, come<br />

detto, nodi di trasporto, in particolare aereo.<br />

Ancora nelle aree urbane esiste un modo specifico<br />

, dato dai nostri piedi – modo iniziale e finale<br />

nei nostri percorsi: la distanza pedonale, per<br />

esempio, tra area di sosta e destinazione finale<br />

deve tener conto della dimensione della città<br />

e delle caratteristiche delle distinte aree urbane<br />

(aree di servizio, aree residenziali, etc.); ed ancora<br />

si deve tener conto che i percorsi pedonali si<br />

devono svolgere su marciapiedi di adeguata dimensione,<br />

spazio unicamente riservato ai pedoni,<br />

e quindi escluso dal transito di biciclette, monopattini<br />

elettrici e/o altro. Il marciapiede, oltre<br />

ad essere considerato spazio sociale, deve essere<br />

organizzato perché sia sicuro, confortevole e<br />

gradevole nella progettazione di aree pedonali e<br />

di una città più a misura di utenze deboli.<br />

Un aspetto importante dell’intermodalità deve<br />

essere quello di curare la continuità tra scale ed<br />

ambiti diversi: ad esempio, nel passaggio tra extraurbano<br />

e urbano. Questo aspetto determina<br />

l’esigenza di costruire dispositivi e spazi configurati<br />

per mediare tra le diverse scale e i diversi<br />

ambiti: ad esempio, i nodi delle reti di trasporto,<br />

in particolare delle reti ferroviarie, possono essere<br />

riconfigurati come spazi pubblici, multi-funzionali,<br />

spazialmente e funzionalmente integrati<br />

ed interagenti con il contesto.<br />

Alcune considerazioni riassuntive<br />

Il sistema dei trasporti deve essere inteso come<br />

elemento finalizzato alla progettazione del nuovo<br />

territorio – sistema urbano integrato policentrico,<br />

e persino delle nuove reti di città, e queste<br />

vanno costruite riqualificando preliminarmente<br />

le periferie.<br />

I cittadini di un comune compreso nel predetto<br />

sistema urbanizzato devono sentirsi cittadini dei<br />

centri abitati integrati, e molta attenzione deve<br />

essere rivolta alla progettazione del sistema dei<br />

servizi puntuali di uso collettivo e del sistema dei<br />

trasporti: questo, ricondotto ad essere integrato<br />

ed intermodale, deve caratterizzarsi in termini<br />

qualitativi nei tempi di viaggio, nella frequenza<br />

dei servizi e nei mezzi di trasporto sicuri e confortevoli,<br />

per ogni settore del sistema.<br />

La questione dell’accessibilità dei territori implica<br />

la centralità, nei processi di pianificazione, dei<br />

criteri dell’intermodalità, e dunque della sinergia,<br />

e non della competizione tra i diversi modi di trasporto,<br />

considerandone la funzione in relazione<br />

alla scala del movimento servito, e l’integrazione<br />

tra articolazione delle reti della mobilità e distribuzione<br />

dei servizi e delle funzioni nel territorio.<br />

È certamente condivisibile la realizzazione di linee<br />

ferroviarie ad alta velocità, di corridoi autostradali,<br />

di strutture portuali ed aeroportuali di<br />

livello nazionale e sovranazionale. E tuttavia si<br />

ritiene che lo stesso livello di attenzione non sia<br />

stato rivolto all’adeguamento del patrimonio infrastrutturale<br />

esistente, all’adeguamento del tessuto<br />

connettivo che, accanto ad una differente<br />

politica delle strutture di servizio, deve concorrere<br />

alla realizzazione di un sistema insediativo<br />

fondato sulla salvaguardia ed il rispetto dei contesti<br />

ambientali interessati, sulla valorizzazione<br />

e sul rafforzamento dell’esistente.<br />

È un problema di equilibri: le culture locali, lo<br />

stesso tessuto economico fondato sulle piccole-medie<br />

imprese, legato all’agricoltura, alla zootecnia,<br />

all’artigianato, alla produzione di beni di<br />

qualità riconosciute nel mondo, sono riferiti alla<br />

popolazione insediata, il cui sentire identitario è<br />

legato ai luoghi. Continuare a rendere marginali<br />

vaste aree del nostro Paese, rafforzando prevalentemente<br />

gli attrattori di interessi delle città<br />

<strong>maggio</strong>ri, assicurando collegamenti veloci – in<br />

particolare ferroviari – tra le suddette città, e trascurando<br />

il livello regionale e sub-regionale, avrà<br />

la conseguenza di perdurare nello spostamento<br />

delle popolazioni verso le <strong>maggio</strong>ri aree urbane,<br />

aggravandone peraltro i problemi, e lasciando le<br />

aree interne prive della salvaguardia assicurata<br />

dalle popolazioni attive nei predetti comparti<br />

economici.<br />

Le scelte fino ad ora adottate non hanno risolto<br />

le criticità del comparto infrastrutturale italiano,<br />

del complessivo sistema dei trasporti, e si traducono<br />

in un pesante fattore di crisi dell’attuale<br />

modello macroeconomico italiano. Se la riflessione<br />

si limita al comparto viario, la diffusa saturazione<br />

dei nodi e delle reti viarie, l’inadeguatezza<br />

della complessiva rete infrastrutturale, in<br />

particolare nel Centro-Sud e nelle Isole, costituiscono<br />

il limite principale di un’ipotesi di affidamento<br />

alle strade degli incrementi di traffico<br />

– in particolare mercantile – non assorbibili dagli<br />

altri modi di trasporto. Questi ultimi sono infatti<br />

pesantemente condizionati da carenze progettuali<br />

ed organizzative, e dall’assenza di una<br />

politica dei trasporti finalizzata a realizzare quel<br />

sistema integrato ed intermodale più volte indicato<br />

come obiettivo della programmazione, e<br />

mai realizzato.<br />

Alcune stime conducono a supporre che nel corrente<br />

decennio (2016/26) la mobilità dei passeggeri<br />

e delle merci richiederà nuovi investimenti<br />

infrastrutturali soprattutto nei nodi di interscambio.<br />

La pianificazione non dovrà più essere settoriale;<br />

dovrà avere una visione ben coordinata<br />

nel settore delle infrastrutture, favorendo logiche<br />

di coerenza programmatica a livello di sistema<br />

dei trasporti, anche attraverso interventi tesi<br />

al miglioramento della rete esistente. L’approccio<br />

alla pianificazione delle infrastrutture dei trasporti<br />

del futuro dovrà essere caratterizzato dalla<br />

valorizzazione/riqualificazione dell’esistente, intervenendo<br />

soprattutto sui piccoli “colli di bottiglia”<br />

e sugli aspetti tecnologici dei differenti settori<br />

del comparto infrastrutturale. Nell’immediato<br />

e nel futuro che ci attende un tema strategico per<br />

lo sviluppo socio-economico è la riqualificazione<br />

del patrimonio infrastrutturale esistente, che richiede<br />

quantomeno interventi di manutenzione<br />

straordinaria e di adeguamento. nn<br />

Infrastrutture&Mobilità<br />

64 5/<strong>2024</strong> <strong>leStrade</strong><br />

<strong>leStrade</strong> 5/<strong>2024</strong> 65

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