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leStrade n. 1597 maggio 2024

PONTI&VIADOTTI Il Gemello digitale del Colle Isarco, la nuova vita del viadotto INFRASTRUTTURE Incremento della sicurezza nelle gallerie stradali

PONTI&VIADOTTI
Il Gemello digitale del Colle Isarco, la nuova vita del viadotto

INFRASTRUTTURE
Incremento della sicurezza nelle gallerie stradali

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Opere<br />

La nuova Officina Carri FFS<br />

Occupa una superficie di ben 2.000 metri quadrati ed è un punto<br />

di svolta nella riprofilatura per ruote e manutenzione delle<br />

locomotive, dei carri merci e degli elettrotreni a sud delle Alpi<br />

Il nodo ferroviario internazionale di Chiasso svolge<br />

un ruolo centrale nella gestione dei traffici<br />

merci in entrata e in uscita dalla Svizzera, come<br />

pure per il traffico viaggiatori, sia regionale, sia<br />

a lunga percorrenza. Le Ferrovie Federali Svizzere,<br />

divisione Cargo, sono attive nell’ambito della<br />

manutenzione ferroviaria con due officine, di cui<br />

una rivolta fino a poco tempo fa alla manutenzione<br />

leggera di soli carri ferroviari.<br />

Tale officina, realizzata a Chiasso nel 1962, non<br />

risultava più essere in linea con i requisiti attuali<br />

sia in termini di produzione sia in termini di requisiti<br />

antisismici. Motivi questi che hanno portato<br />

alla decisione di demolirla per poterne costruire<br />

una completamente nuova che soddisfacesse le<br />

attuali richieste di mercato e fosse in linea con<br />

gli attuali standard di confort in ambito di luogo<br />

di lavoro. Al termine dei lavori di costruzione,<br />

durati un anno e mezzo, FFS Cargo ha inaugurato<br />

la nuova officina per carri merci con linea di<br />

riprofilatura destinata anche a treni passeggeri.<br />

L’area di manutenzione appena realizzata occupa<br />

una superficie di ben 2.000 metri quadrati e<br />

rappresenta un punto di svolta nella riprofilatura<br />

per ruote e manutenzione delle locomotive, dei<br />

carri merci e degli elettrotreni a sud delle Alpi.<br />

L’officina esistente, costruita nel 1962, si componeva<br />

di una forma bi-volumica a pianta rettangolare<br />

di lato 55 metri per 23 metri. Il corpo<br />

principale dell’edificio, di altezza doppia rispetto<br />

al secondo volume, era adibito ad officina per la<br />

manutenzione di carri ferroviari ed era caratterizzato<br />

da una pianta pressoché libera. Lungo il<br />

lato Est dell’edificio era presente il secondo volume,<br />

adibito a locali uffici o deposito. In corrispondenza<br />

di tale volume era inoltre presente<br />

un piano interrato ospitante i locali tecnici necessari<br />

al funzionamento dell’officina (centrale<br />

termica, impianto di ventilazione, aria compressa,<br />

ecc). L’edificio era costituito per quasi<br />

tutta la sua totalità in calcestruzzo armato prefabbricato,<br />

ad eccezione dei pilastri portanti posizionati<br />

perimetralmente all’edificio, la platea<br />

di fondazione, le fosse di manutenzione e le pareti<br />

del locale interrato realizzati in calcestruzzo<br />

gettato in opera.<br />

Alessandro Battaglia,<br />

Responsabile<br />

Direzione di Progetto<br />

e Direzione Generale<br />

dei Lavori, Afry<br />

Svizzera SA<br />

Lorenzo Minato,<br />

Direttore Lavori<br />

e Responsabile<br />

Construction<br />

Management, Afry<br />

Svizzera SA<br />

Luca Moghini,<br />

Ingegnere di Progetto,<br />

FFS Cargo autore del<br />

paragrafo Tornio in Fossa<br />

Demolizione<br />

L’officina esistente, data la sua natura a carattere<br />

ferroviario, era inserita in un complesso infrastrutturale<br />

particolarmente delicato. Lungo i lati<br />

principali dell’edificio sono infatti presenti due fasci<br />

di binari elettrificati di fondamentale importanza<br />

per lo smistamento dei treni merci in transito,<br />

oltre che per il passaggio di treni passeggeri<br />

in manovra destinati alla stazione internazionale<br />

di Chiasso. Per tutta la durata delle attività di demolizione<br />

e di ricostruzione della nuova officina,<br />

il mantenimento dell’esercizio ferroviario ha rappresentato<br />

un punto cardine inderogabile.<br />

Partendo da tale presupposto, le attività di demolizione<br />

sono state impostate secondo la metodologia<br />

dello smontaggio controllato per ogni<br />

singolo elemento strutturale, le cui fasi di intervento<br />

sono state progettate e pianificate di conseguenza.<br />

Quale attività preliminare propedeutica<br />

alla demolizione è stata attuata una bonifica<br />

controllata di tutte le sostanze nocive presenti individuate,<br />

mediante un’apposita campagna d’indagine<br />

approfondita eseguita su tutti i principali<br />

materiali da costruzione potenzialmente pericolosi.<br />

Per garantire la corretta gestione dei rifiuti,<br />

sono state eseguite, infatti, delle indagini sui materiali<br />

edili con potenziale contenuto di amianto,<br />

sulle vernici, sui giunti di dilatazione, sulla pavimentazione<br />

dell’officina e sul materiale di scavo<br />

dei binari. Le perizie hanno evidenziato la presenza<br />

di diversi materiali contenenti amianto, di<br />

vernici contenenti importanti concentrazioni di<br />

piombo, un inquinamento da idrocarburi nella<br />

pavimentazione dell’officina, e inquinamenti da<br />

idrocarburi (C10-C40) e PAK nel materiale di scavo<br />

dei binari. I risultati sono confluiti in un “concetto<br />

di gestione dei rifiuti” che definiva per ogni<br />

tipologia di rifiuto i quantitativi stimati e le modalità<br />

di gestione e smaltimento.<br />

Particolarmente delicata è stata la fase di smontaggio<br />

delle sette travi principali a sostegno della<br />

copertura. Per la rimozione di tali elementi, della<br />

lunghezza di 23 metri e dal peso complessivo di<br />

45 tonnellate, è stata impiegata una gru cingolata<br />

a traliccio. Una volta rimosse, le travi sono<br />

state adagiate all’interno dell’area di cantiere e<br />

frantumate mediante l’impiego di un escavatore<br />

con pinza mordente. Buona parte delle 6.000<br />

tonnellate di calcestruzzo risultanti dalla demolizione<br />

è stato destinato al riutilizzo come inerte<br />

da costruzione.<br />

La fase di demolizione, eseguita tutta con il traffico<br />

ferroviario adiacente il cantiere in esercizio,<br />

si è conclusa con la fresatura dell’estradosso della<br />

platea di fondazione esistente e la demolizione<br />

Infrastrutture&Mobilità<br />

68 5/<strong>2024</strong> <strong>leStrade</strong><br />

<strong>leStrade</strong> 5/<strong>2024</strong> 69

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