Opere La nuova Officina Carri FFS Occupa una superficie di ben 2.000 metri quadrati ed è un punto di svolta nella riprofilatura per ruote e manutenzione delle locomotive, dei carri merci e degli elettrotreni a sud delle Alpi Il nodo ferroviario internazionale di Chiasso svolge un ruolo centrale nella gestione dei traffici merci in entrata e in uscita dalla Svizzera, come pure per il traffico viaggiatori, sia regionale, sia a lunga percorrenza. Le Ferrovie Federali Svizzere, divisione Cargo, sono attive nell’ambito della manutenzione ferroviaria con due officine, di cui una rivolta fino a poco tempo fa alla manutenzione leggera di soli carri ferroviari. Tale officina, realizzata a Chiasso nel 1962, non risultava più essere in linea con i requisiti attuali sia in termini di produzione sia in termini di requisiti antisismici. Motivi questi che hanno portato alla decisione di demolirla per poterne costruire una completamente nuova che soddisfacesse le attuali richieste di mercato e fosse in linea con gli attuali standard di confort in ambito di luogo di lavoro. Al termine dei lavori di costruzione, durati un anno e mezzo, FFS Cargo ha inaugurato la nuova officina per carri merci con linea di riprofilatura destinata anche a treni passeggeri. L’area di manutenzione appena realizzata occupa una superficie di ben 2.000 metri quadrati e rappresenta un punto di svolta nella riprofilatura per ruote e manutenzione delle locomotive, dei carri merci e degli elettrotreni a sud delle Alpi. L’officina esistente, costruita nel 1962, si componeva di una forma bi-volumica a pianta rettangolare di lato 55 metri per 23 metri. Il corpo principale dell’edificio, di altezza doppia rispetto al secondo volume, era adibito ad officina per la manutenzione di carri ferroviari ed era caratterizzato da una pianta pressoché libera. Lungo il lato Est dell’edificio era presente il secondo volume, adibito a locali uffici o deposito. In corrispondenza di tale volume era inoltre presente un piano interrato ospitante i locali tecnici necessari al funzionamento dell’officina (centrale termica, impianto di ventilazione, aria compressa, ecc). L’edificio era costituito per quasi tutta la sua totalità in calcestruzzo armato prefabbricato, ad eccezione dei pilastri portanti posizionati perimetralmente all’edificio, la platea di fondazione, le fosse di manutenzione e le pareti del locale interrato realizzati in calcestruzzo gettato in opera. Alessandro Battaglia, Responsabile Direzione di Progetto e Direzione Generale dei Lavori, Afry Svizzera SA Lorenzo Minato, Direttore Lavori e Responsabile Construction Management, Afry Svizzera SA Luca Moghini, Ingegnere di Progetto, FFS Cargo autore del paragrafo Tornio in Fossa Demolizione L’officina esistente, data la sua natura a carattere ferroviario, era inserita in un complesso infrastrutturale particolarmente delicato. Lungo i lati principali dell’edificio sono infatti presenti due fasci di binari elettrificati di fondamentale importanza per lo smistamento dei treni merci in transito, oltre che per il passaggio di treni passeggeri in manovra destinati alla stazione internazionale di Chiasso. Per tutta la durata delle attività di demolizione e di ricostruzione della nuova officina, il mantenimento dell’esercizio ferroviario ha rappresentato un punto cardine inderogabile. Partendo da tale presupposto, le attività di demolizione sono state impostate secondo la metodologia dello smontaggio controllato per ogni singolo elemento strutturale, le cui fasi di intervento sono state progettate e pianificate di conseguenza. Quale attività preliminare propedeutica alla demolizione è stata attuata una bonifica controllata di tutte le sostanze nocive presenti individuate, mediante un’apposita campagna d’indagine approfondita eseguita su tutti i principali materiali da costruzione potenzialmente pericolosi. Per garantire la corretta gestione dei rifiuti, sono state eseguite, infatti, delle indagini sui materiali edili con potenziale contenuto di amianto, sulle vernici, sui giunti di dilatazione, sulla pavimentazione dell’officina e sul materiale di scavo dei binari. Le perizie hanno evidenziato la presenza di diversi materiali contenenti amianto, di vernici contenenti importanti concentrazioni di piombo, un inquinamento da idrocarburi nella pavimentazione dell’officina, e inquinamenti da idrocarburi (C10-C40) e PAK nel materiale di scavo dei binari. I risultati sono confluiti in un “concetto di gestione dei rifiuti” che definiva per ogni tipologia di rifiuto i quantitativi stimati e le modalità di gestione e smaltimento. Particolarmente delicata è stata la fase di smontaggio delle sette travi principali a sostegno della copertura. Per la rimozione di tali elementi, della lunghezza di 23 metri e dal peso complessivo di 45 tonnellate, è stata impiegata una gru cingolata a traliccio. Una volta rimosse, le travi sono state adagiate all’interno dell’area di cantiere e frantumate mediante l’impiego di un escavatore con pinza mordente. Buona parte delle 6.000 tonnellate di calcestruzzo risultanti dalla demolizione è stato destinato al riutilizzo come inerte da costruzione. La fase di demolizione, eseguita tutta con il traffico ferroviario adiacente il cantiere in esercizio, si è conclusa con la fresatura dell’estradosso della platea di fondazione esistente e la demolizione Infrastrutture&Mobilità 68 5/<strong>2024</strong> <strong>leStrade</strong> <strong>leStrade</strong> 5/<strong>2024</strong> 69