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Vie&trasporti n° 880 giugno 2024

Cover 28 Tutte le novità firmate Scania. Dall’elettrico che punta alla linea (e lo dimostra con i numeri) all’edizione speciale per pochi fortunati Anteprime 26 Nuovo Renault Master. Il meglio della tradizione sposa l’innovazione 32 Man TgX e TgM Model Year 2024. Più sicurezza e meno stress Speciale Transpotec Logitec 2024 8 Camion, veicoli commerciali, allestimenti, componenti e servizi al salone milanese dedicato a trasporto e logistica. Per ripartire al passo con i tempi 19 La 4°tappa di Frigo’n’Motion. Il punto sul trasporto refrigerato e sul regolamento ATP 22 Il trasporto ADR in Italia. Vietato abbassare la guardia (e gli operatori lo sanno) 24 La logistica nelle città. Il futuro è sempre più mini (e green) Attualità 39 La parola allo specialista VDO. Un’Academy per sfruttare al meglio le nuove tecnologie 40 Il Manifesto di Fai Conftrasporto per i politici che verranno 48 Persone&poltrone 48 Si dice che... Reti&Service 42 I risultati della DealerStat LCV 2024. I concessionari Ford Pro sono i più soddisfatti in Italia 44 Da Automotive Dealer Day tante idee per migliorare da subito la redditività di concessionarie e officine Rubriche 4 Diamo i numeri 53 Motori spenti 2024 54 Promozioni 56 Leggi, aziende, lavoro. Lavorare part-time 57 Vetrina 58 Tutte le prove

Cover
28 Tutte le novità firmate Scania. Dall’elettrico che punta alla linea (e lo dimostra con i numeri) all’edizione speciale per pochi fortunati

Anteprime
26 Nuovo Renault Master. Il meglio della tradizione sposa l’innovazione
32 Man TgX e TgM Model Year 2024. Più sicurezza e meno stress

Speciale Transpotec Logitec 2024
8 Camion, veicoli commerciali, allestimenti, componenti e servizi al salone milanese dedicato a trasporto e logistica. Per ripartire al passo con i tempi
19 La 4°tappa di Frigo’n’Motion. Il punto sul trasporto refrigerato e sul regolamento ATP
22 Il trasporto ADR in Italia. Vietato abbassare la guardia (e gli operatori lo sanno)
24 La logistica nelle città. Il futuro è sempre più mini (e green)

Attualità
39 La parola allo specialista VDO. Un’Academy per sfruttare al meglio le nuove tecnologie
40 Il Manifesto di Fai Conftrasporto per i politici che verranno
48 Persone&poltrone
48 Si dice che...

Reti&Service
42 I risultati della DealerStat LCV 2024. I concessionari Ford Pro sono i più soddisfatti in Italia
44 Da Automotive Dealer Day tante idee per migliorare da subito la redditività di concessionarie e officine

Rubriche
4 Diamo i numeri
53 Motori spenti 2024
54 Promozioni
56 Leggi, aziende, lavoro. Lavorare part-time
57 Vetrina
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275 000 000 000 000 000 000<br />

Cioè 275 miliardi di miliardi<br />

Cioè 275 trilioni di dollari<br />

Una cifra incredibile, vero? È quanto dovremmo spendere nei prossimi 25<br />

anni per la decarbonizzazione. Ha senso? Dove prenderemo questi soldi?<br />

E serviranno a qualcosa? Probabilmente ad arricchire qualcuno, sì<br />

Uno studio di McKinsey Global Institute sui costi della decarbonizzazione<br />

ci stende, con questi numeri.<br />

270 trilioni di dollari fino al 2050 (9,2 trilioni di dollari/anno), ovvero<br />

il 7,5 per cento del Pil mondiale per i prossimi 25 anni. Considerato<br />

che il Pil italiano vale meno di 2.000 miliardi (1.780 circa) vuol dire<br />

che dovremmo dedicare tutto il Pil per un numero di anni pari a… lasciate<br />

perdere, meglio. La mia calcolatrice si è imbelinata e mi guarda<br />

storto (anche lei ha una sua dignità).<br />

Chi sosterrà questa spesa? Ovviamente la parte rilevante dovrà essere<br />

a carico dei Paesi industrializzati, con uno squilibrio (già evidente) riguardo<br />

alle azioni da intraprendere per arrivare alle fatidiche quanto<br />

fantasiose emissioni zero. Ma si badi bene, non stiamo parlando di<br />

lotta all’inquinamento, quella è un’altra storia. Stiamo parlando ‘solo’<br />

di decarbonizzazione spinta, ovvero la corsa ossessiva verso l’eliminazione<br />

delle fonti carboniche in favore delle ‘rinnovabili’.<br />

Non voglio entrare nel merito di quante fonti rinnovabili si dovrebbero<br />

mettere a punto per ottenere questo risultato, né su quanto siano<br />

(già) impattanti sull’ambiente tutte ma proprio tutte le fonti rinnovabili<br />

(a cominciare dall’idroelettrico: ricordate le lotte degli ambientalisti<br />

contro la creazione di dighe artificiali, l'infrastruttura più devastante<br />

per un ecosistema? Non se ne parla più, ovviamente). Lascio a chi<br />

è più bravo e competente quella che sembra essere un calcolo, una<br />

somma che a me non funziona.<br />

Un dato dell’IEA, Agenzia Internazionale dell’Energia, dice chiaramente<br />

che solo per il settore elettrico entro il 2030 si dovranno installare<br />

ogni anno 630 gigawatt di fotovoltaico. La Cina, il più grande produttore<br />

al mondo di energia solare, produce oggi 2,2 gigawatt. L’installato<br />

complessivo è oggi pari a 350 GW. Dovremmo, quindi, disporre in<br />

cinque anni di sei volte la superfcie oggi dedicata. Prendendo a esempio<br />

il più grande impianto (Dhafra, 20 GW per 20 kmq) dovremmo<br />

avere nel 2030 una superficie pari a circa 4.000 kmq, un decimo della<br />

pianura padana ricoperto di pannelli solari.<br />

Vabbè, però c’è l’eolico. Peggio mi sento. Sempre la su citata IEA al<br />

proposito informa che, oltre ai 630 GW ‘nuovi’ di solare di cui sopra<br />

servono anche (e ovviamente non solo) 390 GW di nuove pale/anno.<br />

L’eolico, la seconda fonte rinnovabile al mondo, offre oggi 564 GW.<br />

Il che vuol dire che nei prossimi cinque anni dovremmo quadruplicare<br />

il numero di impianti.<br />

Ma attenzione, stiamo parlando soltanto del fabbisogno del settore<br />

elettrico, senza parlare di auto e camion elettrici. Ma ci fermiamo<br />

qui. La testa gira già abbastanza.<br />

Torniamo a occuparci della separazione Ferragni-Fedez, dello scudetto<br />

rubato alla Juve e del superbonus?<br />

06 <strong>2024</strong> - 1

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