MASI_RAPPORTO_ANNUALE_2023
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Mostre<br />
Il <strong>MASI</strong> ha inaugurato la programmazione <strong>2023</strong> con un importante progetto di<br />
fotografia dedicato alla riscoperta delle opere a colori del fotografo svizzero<br />
Werner Bischof, attraverso un complesso lavoro di restauro, digitalizzazione e<br />
produzione di sue stampe inedite. La mostra, che ha potuto contare sulla stretta<br />
collaborazione del figlio del fotografo, Marco Bischof, è stata ospitata nella sua<br />
seconda tappa presso la Fotostiftung Schweiz di Winterthur.<br />
La pittura contemporanea è stata ben rappresentata dalle due mostre personali<br />
nel piano interrato del <strong>MASI</strong> al LAC, che permette allestimenti di opere di grandi<br />
dimensioni: Rita Ackermann, artista americana di origini ungheresi e Thomas<br />
Huber, nato a Zurigo, hanno presentato in primavera e in autunno due progetti<br />
di grande impatto per il pubblico. Se per Ackermann si è trattato di una delle più<br />
grandi retrospettive mai dedicate all’artista finora da un’istituzione museale,<br />
Thomas Huber ha esposto una nuovissima serie di opere ispirate dal Lago Maggiore.<br />
In entrambe le occasioni, la collaborazione con l’artista è stata di fondamentale<br />
importanza.<br />
Durante il corso dell’anno, la mostra “Sentimento e osservazione. Arte in<br />
Ticino 1850-1950”, inaugurata nel 2021 e dedicata all’approfondimento delle<br />
collezioni del <strong>MASI</strong>, ha continuato a vedere al suo interno diversi cambiamenti.<br />
La parte centrale dello spazio espositivo è stata dedicata a un prezioso progetto<br />
curatoriale incentrato sugli anni trascorsi ad Ascona dal pittore di origine russa<br />
Alexej von Jawlensky. L’interesse suscitato da tali approfondimenti tematici<br />
all’interno dell’allestimento delle collezioni ha dato il via alla possibilità di preparare<br />
altri focus nelle future programmazioni del museo.<br />
Anche nella sede storica di Palazzo Reali è proseguita la proposta di allestimenti<br />
sempre diversi delle opere dalle collezioni del <strong>MASI</strong> nell’affascinante viaggio<br />
nell’arte dal quattrocento ai giorni nostri. In particolare, si segnala al piano terra<br />
la presentazione delle nuove e recenti acquisizioni che includono le opere<br />
dell’artista multimediale svizzera Annelies Štrba e dello scultore svizzero Valentin<br />
Carron. In aggiunta, si sottolinea la valorizzazione di opere storiche attraverso<br />
una selezione di scatti del fotografo ticinese Roberto Donetta e l’installazione<br />
Rings dell’artista tedesco Thomas Schütte.<br />
Nella parte finale dell’anno la mostra “Bianco o nero. Opere dalla Collezione<br />
1935–2021” ha offerto, infine, una prospettiva inedita su un nucleo di opere<br />
selezionate dal 1930 al 2021.<br />
Degno di nota, inoltre, l’acquisto, grazie all’azione congiunta del Dipartimento del<br />
territorio (Ufficio dei beni culturali), della Diocesi di Lugano e della Città di<br />
Lugano (Divisione cultura), del prezioso olio su tavola Assunzione e incoronazione<br />
della Vergine (1548-1551) di Callisto Piazza da Lodi. La pala è stata trasferita<br />
temporaneamente in una delle sale espositive di Via Canova con lo scopo di<br />
analizzare la tecnica esecutiva di Piazza ed esaminare le condizioni conservative<br />
dell’opera in vista del restauro e della ricollocazione nella Chiesa di Santa Maria<br />
degli Angeli a Lugano.<br />
Palazzo Reali è stata anche la perfetta cornice per la mostra dedicata alla pittrice<br />
astratta svizzera Hedi Mertens, rivelando al pubblico l’opera e la singolare<br />
storia di un’artista che in Ticino ha trovato le condizioni favorevoli per sviluppare<br />
la propria arte. Anche in questo caso si è trattato di una proficua collaborazione<br />
con un partner svizzero, il Museum Haus Konstruktiv di Zurigo, dove la mostra<br />
è prevista nel 2024.<br />
In contemporanea a tale progetto, in una sala al piano terra è stata esposta<br />
l’opera del vincitore del Bally Artist Award <strong>2023</strong>, l’artista svizzero-brasiliano<br />
residente a Zurigo Pedro Wirz.<br />
Appuntamento espositivo d’eccezione è stata la mostra a settembre dei nuclei<br />
più importanti della Collezione di arte grafica del Politecnico federale<br />
(ETH) di Zurigo, che per l’occasione sono stati esposti insieme per la prima<br />
volta: una selezione di ben 300 capolavori in un excursus cronologico sulla<br />
storia dell’arte grafica dal XV secolo ai giorni nostri.<br />
Parte del circuito <strong>MASI</strong>, lo spazio della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati<br />
ha presentato in primavera un interessante riallestimento della collezione con<br />
“at the studio”. In autunno invece è stato inaugurato l’importante progetto<br />
curatoriale “Balla ’12 Dorazio ’60. Dove la luce” che ha vantato l’allestimento<br />
dell’architetto Mario Botta.<br />
Veduta<br />
dell’allestimento<br />
“Rita Ackermann.<br />
Hidden”<br />
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