Duilio Cambellotti - Quaderno 33 - luglio 2024
Duilio Cambellotti, considerato uno dei principali maestri italiani del XX secolo, con la sua opera ha segnato la storia dell’arte tra Ottocento e Novecento, dall’Art Nouveau al Futurismo, un artista-artigiano che seppe esprimersi non solo in pittura e scultura, ma anche nell’illustrazione grafica, arti applicate e scenografia teatrale, collaborando dal 1914 al 1948 con l’Istituto Nazionale del Dramma Antico per la messa in scena di spettacoli classici al Teatro greco di Siracusa. Per le Rappresentazioni classiche organizzate a Paestum nel 1936, inserite in un vasto programma di sviluppo turistico internazionale e di restauro degli antichi monumenti, Cambellotti curò la regia scenografica, il “cartellone” pubblicitario e i costumi di scena per le Panatenee, un grande spettacolo coreografico che rievocava la solenne e celebre festa ateniese dell’età di Pericle in onore alla dea Atena, la divinità protettrice della città. Ispirandosi al celebre fregio marmoreo di Fidia scolpito intorno la cella del Partenone, diede forma alla grande processione che si concludeva con la consegna alla divinità del prezioso peplo ricamato, l’atto più solenne della festa, in un’estetica visiva armonicamente inserita nella scenografia naturale delle possenti colonne doriche dell’arcaico tempio della città. Duilio Cambellotti, considerato uno dei principali maestri italiani del XX secolo, con la sua opera ha segnato la storia dell’arte tra Ottocento e Novecento, dall’Art Nouveau al Futurismo, un artista-artigiano che seppe esprimersi non solo in pittura e scultura, ma anche nell’illustrazione grafica, arti applicate e scenografia teatrale, collaborando dal 1914 al 1948 con l’Istituto Nazionale del Dramma Antico per la messa in scena di spettacoli classici al Teatro greco di Siracusa. Per le Rappresentazioni classiche organizzate a Paestum nel 1936, inserite in un vasto programma di sviluppo turistico internazionale e di restauro degli antichi monumenti, Cambellotti curò la regia scenografica, il “cartellone” pubblicitario e i costumi di scena per le Panatenee, un grande spettacolo coreografico che rievocava la solenne e celebre festa ateniese dell’età di Pericle in onore alla dea Atena, la divinità protettrice della città. Ispirandosi al celebre fregio marmoreo di Fidia scolpito intorno la cella del Partenone, diede forma alla grande processione che si concludeva con la consegna alla divinità del prezioso peplo ricamato, l’atto più solenne della festa, in un’estetica visiva armonicamente inserita nella scenografia naturale delle possenti colonne doriche dell’arcaico tempio della città.
Duilio Cambellotti Rappresentazioni classiche a Paestum I Quaderni
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<strong>Duilio</strong><br />
<strong>Cambellotti</strong><br />
Rappresentazioni<br />
classiche<br />
a Paestum<br />
I Quaderni
<strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong>. Rappresentazioni classiche a Paestum<br />
Costabile Cerone<br />
Negli anni Trenta nel Novecento si tennero a Paestum<br />
alcuni spettacoli per le “Rappresentazioni classiche”<br />
organizzate dall' Ente per le Antichità e i Monumenti<br />
della provincia di Salerno, un istituto sorto dal<br />
precedente Comitato con lo scopo di realizzare i lavori<br />
e il restauro dei monumenti per trasformarli in<br />
nuove attrattive turistiche, all'epoca diretto dal prof.<br />
Antonio Marzullo, preside del liceo classico “Torquato<br />
Tasso” e direttore del Museo Provinciale. La<br />
direzione artistica degli spettacoli fu affidata<br />
all'INDA, l'Istituto Nazionale del Dramma Antico<br />
(oggi Fondazione) di Siracusa, sorto nel 1913 come<br />
Comitato per le Rappresentazioni Classiche per<br />
volontà del conte Mario Tommaso Gargallo con<br />
l'obiettivo di riportare gli spettacoli classici nel loro<br />
spazio naturale, l'antico teatro greco scavato nella pietra<br />
del colle Temenite, tra i più grandi e importanti<br />
della Magna Grecia (fig. 1).<br />
Il primo spettacolo messo in scena al teatro di Siracusa<br />
fu l' Agamennone di Eschilo con la traduzione<br />
dell'opera, la direzione artistica e le musiche di Ettore<br />
Romagnoli, un filologo classico e uomo di teatro<br />
precursore in Italia di allestimenti di drammi antichi,<br />
e con l'ideazione delle scene di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong><br />
(1876-1960) (fig. 2), un eclettico e poliedrico artista<br />
romano, la cui opera segnò l'inizio di un lungo sodalizio<br />
con l'INDA, per il quale collaborò fino al 1948,<br />
ideando scenografie, costumi di scena e manifesti<br />
secondo uno stile che tendeva ad avvicinare l'estetica<br />
classica a soluzioni formali contemporanee.<br />
Nel 1925 per volontà del duce, che l'anno precedente<br />
aveva assistito alle rappresentazioni dei Sette contro<br />
Tebe e di Antigone (fig. 3), l'Istituto venne riconosciuto<br />
con regio decreto “Ente morale”, il cui fine era<br />
quello di organizzare, ogni tre anni, gli eventi artistici<br />
da allestire negli antichi teatri all'aperto e in altri<br />
luoghi archeologici, tra cui Pompei e Paestum, che<br />
proprio in quegli anni fu al centro di un'intensa attività<br />
archeologica e turistica inserita nei programmi<br />
indicati dal governo per trasformare il sito in un polo<br />
di attrazione internazionale.<br />
Oltre alle grandi opere di bonifica, con l'eliminazione<br />
delle paludi presenti intorno alle mura occidentali e<br />
meridionali dell'antica città, e del miglioramento<br />
della viabilità da Battipaglia a Salerno, tra i maggiori<br />
lavori eseguiti dall'Ente provinciale si possono elen-<br />
1<br />
2
2<br />
Fig. 1. Giorgio Sommer (1834-1914)<br />
Teatro greco di Siracusa, 1888 ca.<br />
Stampa fotografica all'albumina (25,5 x 20,2 cm)<br />
Collezione del Museo d'arte di Worcester<br />
Fig. 2. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Ritratto fotografico, 1898<br />
Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong>, Roma<br />
Fig. 3. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Rappresentazioni al Teatro greco di Siracusa<br />
Manifesto per I Sette a Tebe e Antigone, 1924<br />
Impresso da Officine grafiche Giusto e Mazzoleni,<br />
Catania<br />
Collezione privata<br />
3<br />
3
care: la realizzazione del Ristorante Nettuno vicino<br />
Porta Giustizia, della strada panoramica intorno alla<br />
cinta muraria e il restauro della stessa, lo scavo di<br />
Porta Marina (fig. 13), del foro romano e del tempio<br />
italico, conosciuto come Tempio della Pace.<br />
In questo clima di “ rinascita” culturale e turistica del<br />
sito fu organizzato il primo spettacolo delle rappresentazioni<br />
classiche con la direzione artistica<br />
dell'INDA, un evento inserito nel programma della<br />
Settimana Salernitana promosso dal Comitato Pro-<br />
vinciale per il Turismo dal 15 al 22 maggio 1932, con<br />
l'obiettivo di richiamare “correnti cospicue di turisti”<br />
alla visita delle bellezze naturali, archeologiche e<br />
artistiche del territorio, e che per quell'anno comprendeva<br />
anche un concerto organizzato nel giardino<br />
di Villa Rufolo a Ravello in ricordo della visita del<br />
musicista Richard Wagner a maggio 1880 (fig. 8).<br />
A Paestum gli spettacoli furono organizzati nell'area<br />
del santuario meridionale, utilizzando lo spazio tra i<br />
due grandi templi per realizzare una cavea semicircolare<br />
costruita con i blocchi in pietra provenienti<br />
dalla cinta muraria non utilizzati per le attività di<br />
restauro (fig. 4). La gradinata riservata agli spettatori,<br />
declinante verso la Basilica, il cui colonnato fungeva<br />
da sfondo scenico per la zona riservata alla recitazione<br />
(fig. 5), fu disposto in modo che la parte più<br />
alta corrispondesse al basamento in pietra (crepidòma)<br />
del Tempio di Nettuno adibito a palco reale da<br />
riservare al re, alla famiglia reale e alle autorità.<br />
Per la mancanza di un edificio teatrale, come quello<br />
di Siracusa, la direzione artistica affrontò il problema<br />
di mettere in scena spettacoli in una sede non adatta a<br />
tali rappresentazioni. Sulla scorta della precedente<br />
esperienza acquisita per l'organizzazione della “Primavera<br />
classica” al Tempio della Concordia ad Agrigento<br />
nel 1928 (fig. 6), per facilitare la messa in scena<br />
degli spettacoli, la direzione scelse un'estetica scenografica<br />
costruita sulla compresenza di poesia, musica<br />
e danza, valorizzando la visione con la presenza<br />
quasi continua di coreografie così da catturare<br />
l'attenzione del pubblico.<br />
Pertanto il programma per Paestum (fig. 11) comprendeva<br />
la recita di brevi componimenti poetici,<br />
due idilli di Teocrito, L'amoroso colloquio e La fatturae<br />
un componimento (mimiambo) di Eroda, Il Cal-<br />
zolaio, insieme a uno spettacolo coreografico e musicale<br />
tratto dall' Agamennone, la prima tragedia della<br />
trilogia dell' Orestea di Eschilo con traduzione di Ettore<br />
Romagnoli, musiche del compositore Ildebrando<br />
Pizzetti, e danze mimiche ideate da Minnie Casella<br />
Smolkova che seguivano i vari momenti dell'azione<br />
scenica: “dall'ansia che precede l'arrivo di Agamennone<br />
all'ingresso trionfale, dalla falsa benevolenza<br />
di Clitemnestra all'angoscia profetica di Cassandra,<br />
4<br />
4
sino al grido che segna l'uccisione di Agamennone”<br />
(fig. 7-12).<br />
Il disegno dal forte impatto visivo riprodotto sul materiale<br />
promozionale (fig. 9), ideato da un anonimo<br />
artista con i tratti caratteristici dell'arte greca del<br />
periodo geometrico (dall'XI all'VII sec. a.C. circa),<br />
fu chiaramente ispirato dalla decorazione centrale<br />
( prothesis) di alcuni vasi funerari con la raffigurazio-<br />
ne del defunto adagiato su un catafalco circondato<br />
dai familiari (fig. 9). La scena utilizzata raffigura<br />
visibilmente il dolore della tragedia con l'assassinio<br />
di Cassandra e Agamennone, reo di aver sacrificato la<br />
figlia Ifigenia per placare l'ostilità di Artemide e poter<br />
partire per Troia con i venti favorevoli.<br />
6<br />
Fig. 4. Paestum, Rappresentazioni classiche,1932<br />
Spettatori seduti sulle gradinate<br />
Giornata inaugurale<br />
Foto di Ernesto Samaritani (1896-1981)<br />
Fig. 6. Agrigento, Primavera Classica, 1928<br />
Le Feste di Persefone alla Valle dei Templi<br />
Direzione Ettore Romagnoli<br />
Spettacolo al Tempio della Concordia<br />
Fig. 5. Paestum, Rappresentazioni classiche,1932<br />
I cori dell'Agamennone, Tragedia di Eschilo<br />
Minnie Smolkowa Casella nel ruolo di Cassandra<br />
Foto di Ernesto Samaritani (1896-1981)<br />
5<br />
5
7<br />
6
8<br />
9<br />
Fig. 7. Paestum, Rappresentazioni Classiche, 1932<br />
Scena della Fattura di Teocrito (in alto)<br />
Interpretazioni mimiche per l'Agamennone di Eschilo<br />
(in basso)<br />
L'attrice Giovanna Scotto interprete dell'idillio di<br />
Teocrito (nell'ovale)<br />
L'Illustrazione italiana, 29 maggio 1932<br />
10<br />
Fig. 8. Settimana Salernitana, 1932<br />
Paestum, Rappresentazioni classiche<br />
Manifesto - Cromolitografia<br />
Edizione Richter & C. Napoli<br />
Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso<br />
Fig. 9. Paestum, Rappresentazioni Classiche, 1932<br />
Pieghevole (17,9 x 25,5 cm) - Bianca<br />
Stabilimento di Arti Grafiche Luigi Salomone, Roma<br />
Collezione PAESTUMinARTE<br />
Il pieghevole promozionale includeva il programma, il<br />
prezzo dei biglietti, notizie sui collegamenti ferroviari e la<br />
planimetria della città pubblicata nella prima edizione<br />
(19<strong>33</strong>) della piccola guida “Paestum. I Templi e i nuovi<br />
scavi” di Antonio Marzullo.<br />
Fig. 10. Cratere in terracotta<br />
Periodo geometrico, intorno al 750 - 735 a.C.<br />
Metropolitan Museum, New York<br />
Grande vaso con rappresentazione funeraria: la scena<br />
principale che occupa la parte centrale del vaso mostra il<br />
defunto posato su di un catafalco e circondato dai membri<br />
della sua famiglia in lutto.<br />
7
11<br />
8
12<br />
Fig. 11. Paestum, Rappresentazioni Classiche, 1932<br />
Pieghevole (17,9 x 25,5 cm) - Volta<br />
Stabilimento di Arti Grafiche Luigi Salomone, Roma<br />
Collezione PAESTUMinARTE<br />
Fig. 12. Paestum, Rappresentazioni classiche,1932<br />
Danzatrici fra i templi<br />
Esecuzione coreografie delle corifee con movimenti e<br />
gesti decorativi<br />
Foto di Ernesto Samaritani (1896-1981)<br />
Fig. 13. Paestum, Nuovi scavi, Porta a mare<br />
Illustrazione all’interno del programma per le<br />
Rappresentazioni classiche del 1932, tratta da una<br />
fotografia della Commissione Archeologica di Salerno<br />
13<br />
9
Dopo questa prima esperienza le rappresentazioni<br />
classiche ripresero nel 1936 con un'organizzazione e<br />
un programma dello spettacolo complesso e impegnativo<br />
che contò la presenza di oltre diecimila spettatori.<br />
L'organizzazione dell'evento comprendeva un<br />
complessivo allestimento dell'area destinata a cavea<br />
(fig. 14), come indicato nella planimetria generale di<br />
progetto (fig. 15), tra cui la realizzazione in adiacenza<br />
della Basilica di una grande pedana in legno rettangolare<br />
sospesa sul prato delle dimensioni di 40 x<br />
10 metri, collegata con tre praticabili al basamento<br />
del tempio, consentendo una superficie più ampia<br />
destinata alle danze e a i movimenti coreografici. Tra<br />
la cavea e la scena fu realizzato anche un fossato di<br />
32 x 5,50 metri e profondo 2,60 per ospitare il coro e<br />
l'orchestra nascondendoli alla vista, che rivestito interamente<br />
in legno fungeva anche da cassa armonica<br />
per l'amplificazione del suono. Paratie di verde delimitavano<br />
le zone funzionali e i vari ingressi divisi in<br />
settori per il pubblico (con posti a sedere, sul prato e<br />
riservati), per gli artisti e le comparse.<br />
Il programma, che si aprì con la danza delle Eumeridi,<br />
includeva due idilli di Teocrito, L'epitalamio<br />
d'Elena recitato dall'attrice Giovanna Scotto, e La<br />
morte di Dafni, seguiti dal grande spettacolo musicale<br />
con recitazioni e danze che rievocava alcuni<br />
momenti delle Panatenee, la più solenne festa reli-<br />
giosa ateniese celebrata in onore di Atena, la dea<br />
della saggezza, della guerra e delle arti, protettrice<br />
della città.<br />
La celebrazione comprendeva un'articolata processione<br />
alla quale partecipavano tutte le dignità politiche<br />
e religiose della città, accompagnata da sfilate di<br />
cavalieri e carri, con cui veniva condotto al tempio il<br />
nuovo abitato (il peplo) per la statua della dea insieme<br />
ad altre offerte e al bestiame da sacrificare. Il<br />
corteo cominciava dal quartiere Ceramico, in prossimità<br />
della porta della città, e attraversando l'Agorà<br />
saliva verso l'Acropoli per raggiungere il tempio<br />
superando i Propilei.<br />
La composizione della processione ci è nota per alcune<br />
testimonianze scritte e, soprattutto, per il celebre<br />
fregio ionico di Fidia scolpito intorno alla cella del<br />
Partenone: una fascia in marmo pentelico a rilievo<br />
lunga circa 160 metri riproducente la festa che si svolgeva<br />
nell'età di Pericle nel V secolo a.C., in gran parte<br />
conservata sia in diversi musei che in sito (fig. 16).<br />
Lo schema generale del grandioso spettacolo coreografico<br />
che si svolse a Paestum, con il passaggio della<br />
lenta e maestosa processione, il suo arrivo al tempio e<br />
la deposizione del peplo sul simulacro della dea, fu<br />
preparato dal filologo classico Raffaele Cantarella<br />
con trama elaborata da Vincenzo Bonaiuto, direttore<br />
dell'INDA. La musica suonata dall'orchestra del Tea-<br />
14<br />
10
tro San Carlo di Napoli, destinata ad accompagnare<br />
l'intero spettacolo, fu composta dal maestro Pizzetti<br />
con le coreografie di Rosalia Chladek, che interpretò<br />
danze, passi e figurazioni insieme alle sue allieve<br />
della scuola di Hellerau-Laxenburg, il gruppo di<br />
danza impegnato ai festival classici di Siracusa.<br />
La regia, i manifesti pubblicitari di straordinario<br />
impatto visivo, i costumi e i bozzetti per i movimenti<br />
di scena furono ideati da <strong>Cambellotti</strong> (fig. 17), ispirandosi<br />
al corteo raffigurato sul fregio del Partenone<br />
e su cui predomina la dinamica figura del cavallo in<br />
corsa. La bellezza delle sue forme e dell'armonia dei<br />
suoi possenti muscoli in movimento, il cavallo, un<br />
incantevole animale quasi semidivino, è stato da sempre<br />
protagonista nel suo immaginario e una seducente<br />
fonte di ispirazione per le sue opere. Mirabile è il<br />
grande bassorilievo “ I cavalli della palude” del 1910<br />
(fig. 25), un'opera in gesso ispirata da un lato ai fregi<br />
di Fidia, e dall'altro, ai cavalli in corsa del fotografo<br />
Eadweard Muybridge, pioniere della fotografia in<br />
movimento, come egli stesso raccontò all'amico Giacomo<br />
Balla. Il soggetto è evocato attraverso una lieve<br />
linea di contorno, ponendo attenzione al movimento<br />
e alla velocità dell'azione con una figuratività dinamica<br />
vicino alle moderne visioni del Futurismo.<br />
Per il manifesto delle Panatenee ideò un primo bozzetto<br />
con un gruppo di cavalli in posizione centrale<br />
seguiti da una processione di danzatrici dirette al tempio,<br />
ciascuna delle quali tiene le mani di chi precede e<br />
segue le immediate vicine, formando una particolare<br />
catena incrociata (fig. 18). La fonte di ispirazione fu<br />
chiaramente la rappresentazione delle danzatrici<br />
della tomba di Ruvo raffigurate su di una serie di<br />
pannelli esposti al Museo archeologico nazionale di<br />
Napoli (fig. 19), che l'artista visitò durante i suoi viaggi<br />
di studio per approfondire la conoscenza dell'arte<br />
classica, documentando con disegni, appunti e fotografie<br />
tutto quello che gli interessava.<br />
Fig. 14. Cavea artificiale per lo svolgimento degli<br />
spettacoli, 1936<br />
Foto di Ernesto Samaritani (1896-1981)<br />
Fondo Samaritani, Dipartimento di Scienza del<br />
Patrimonio Culturale, Salerno<br />
Fig. 15. Paestum, Rappresentazioni classiche, 1936<br />
Planimetria generale 1:500<br />
Archivio Ente per le Antichità e i Monumenti della<br />
Provincia di Salerno<br />
15<br />
11
Per la versione definitiva del manifesto scelse di disegnare<br />
soltanto il dinamico gruppo di cavalieri in<br />
primo piano, la cui raffigurazione sembra trasmettere<br />
il fremito e lo scalpitio degli animali in corsa (fig. 20-<br />
21-22-23). L'arte grafica applicata ai manifestati era<br />
la tecnica da lui preferita in quanto gli concedeva più<br />
spazio e maggiore libertà di espressione.<br />
Per <strong>Cambellotti</strong> “in un allestimento scenico idealmente<br />
perfetto, tre cose sono contemporanee e strettamente<br />
collegate tra loro” ed era suo “ convincimento<br />
incrollabile che debbano tutte uscire dalla stessa<br />
mente e dalla stessa mano: il costume, lo scenario e il<br />
cartellone che dovrà annunziare lo spettacolo al pubblico<br />
”, quest'ultimo con una composizione grafica<br />
che faccia da sintesi al dramma, contenendo “in<br />
potenza tutto l'allestimento: scenario, figurino, arredi,<br />
ecc.”.<br />
Numerosi bozzetti per i costumi, i personaggi e i gruppi<br />
del corteo, ispirati al fregio fidiaco che gli fornì<br />
numerosi spunti tematici, si conservano a Roma presso<br />
l' Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (fig.<br />
24-25). Particolarmente suggestivo è il bozzetto<br />
della processione rappresentata all'interno del Tempio<br />
di Hera (la Basilica), dove le euritmiche movenze<br />
dei personaggi interrompono la misurata armonia<br />
delle grandi colonne doriche scolpite dal gioco di<br />
luce e ombre del sole pomeridiano (fig. 30).<br />
I ricchi e colorati costumi di scena, che variano dal<br />
porpora, all'ocra al bianco, furono pensati per armonizzarsi<br />
con i diversi elementi che concorrevano<br />
all'atmosfera complessiva dello spettacolo (fig.<br />
27÷29-31÷<strong>33</strong>-38). Per l'artista lo studio della fisionomia,<br />
dell'aspetto e del colore tipico di ogni personaggio<br />
doveva essere tale che il “ peso del costume”<br />
corrispondesse al suo “ peso morale” nell'economia<br />
del dramma, compiendo dunque un approfondimento<br />
psicologico delle personalità presenti sulla scena.<br />
I costumi, insieme alle armature, al peplo (fig.<br />
34÷37), ai drappeggi, ai mantelli in tessuto grezzo<br />
con decori colorati, spille metalliche, calzature, arredi<br />
e suppellettili vascolari, disegnati su antichi<br />
modelli, furono realizzati da artigiani salernitani e<br />
alcuni di questi dovrebbero essere ancora conservati<br />
nei depositi del Museo archeologico provinciale di<br />
Salerno.<br />
La terza e ultima rappresentazione classica organizzata<br />
a Paestum si tenne a fine maggio del 1938 (fig.<br />
43), con la presentazione di due idilli di Teocrito,<br />
l'autore scelto in precedenza, seguiti da uno spettacolo<br />
prevalentemente coreografico dal titolo il Mistero<br />
Dionisiaco, tratto dalle Baccanti di Euripide, con<br />
scene del regista Mario Frigerio, musica dei cori e<br />
delle danze composta da Giuseppe Mulè, e coreografie<br />
eseguite dal corpo di ballo guidato dalla Chladek<br />
16<br />
12
(fig. 41-42). La grafica dei materiali di comunicazione<br />
visiva fu elaborata da <strong>Cambellotti</strong>, che ideò il colorato<br />
bozzetto (fig. 39) per il manifesto (fig. 40) chiaramente<br />
ispirato al Mistero Dionisiaco. Il disegno<br />
rappresenta la sfrenata danza estatica delle Menadi<br />
dinanzi al colonnato della Basilica, raffigurate con i<br />
fluenti capelli fermati sul capo da una corona di edera<br />
e con la mano destra che reggono il tirso, un alto<br />
bastone sormontato da un viluppo d'edera a forma di<br />
pigna (un attributo di Dionisio e dei suoi seguaci),<br />
seguite da un gruppo di cerbiatti, animali associati<br />
con la divinità.<br />
Le giovani danzatrici dedite al culto, le cosiddette<br />
menadi, dovevano apparire come rapite dall'istinto,<br />
animalesche, legate al mondo della natura selvaggia<br />
piuttosto che a quello dell'ordine e della ragione presente<br />
nelle antiche città greche con i loro templi, proporzionati,<br />
equilibrati, armonici, perfetti.<br />
17<br />
Fig. 16. Le sculture del Partenone<br />
Animali per il sacrificio<br />
Rilievo in marmo del fregio meridionale del Partenone<br />
che mostra la processione della festa panatenaica<br />
British Museum, Londra<br />
Fig. 17. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> a Paestum, 1936<br />
Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong>, Roma<br />
13
Fig. 18. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Pesto, Rappresentazioni Classiche, 1936<br />
Bozzetto per il manifesto dello spettacolo Le Panatenee<br />
Tempera su cartoncino (100 x 62 cm)<br />
Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong><br />
Esposto alla mostra Fidia, Musei Capitolini, 2023-<strong>2024</strong><br />
18<br />
Fig. 19. Le Danzatrici<br />
Pittura interna di una tomba a semicamera ritrovata a<br />
Ruvo di Puglia datata al IV sec. a.C. - Pannello n. 9357<br />
Scoperta nel 18<strong>33</strong> fu donata al re di Napoli Ferdinando<br />
che la espose al Real Museo Borbonico<br />
Collezione Magna Grecia<br />
Museo archeologico nazionale di Napoli<br />
19<br />
14
15<br />
9
Fig. 20. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Pieghevole “Le Panatenee”, 1936<br />
Stampa Pizzi & Pizzi - Milano - Roma<br />
Collezione privata<br />
Il pieghevole promozionale includeva il programma, il<br />
prezzo dei biglietti e notizie sui collegamenti ferroviari<br />
con gli orari da Roma e Napoli, con i prezzi del treno<br />
“straordinario” e “popolare”.<br />
20<br />
Fig. 21-22. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Bozzetti di studio per Le Panatenee, 1936<br />
Matita su carta (72 x 44 cm)<br />
Matita su carta millimetrata (29,8 x 21,3 cm)<br />
Collezione privata, Roma<br />
Fig. 23. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Manifesto per “Le Panatenaiche”, 1936<br />
Cromolitografia<br />
Stampa Pizzi & Pizzi - Milano - Roma<br />
Collezione privata<br />
21<br />
22<br />
16
17<br />
23
24<br />
Fig. 24. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Progetto per la coreografia delle Panatenee, 1936<br />
Movimenti di scena con particolari cromatici del corteo<br />
Tempera a acquerello su fogli di carta millimetrata,<br />
ritagliati e incollati su cartone (70 x 52 cm)<br />
Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong><br />
Esposto alla mostra Fidia, Musei Capitolini, 2023-<strong>2024</strong><br />
Sceneggiatura: rappresentazione grafica, sotto forma di<br />
sequenza, dei diversi gruppi e costumi che compongono il<br />
lungo corteo con studio degli schemi cromatici.<br />
Fig. 25. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
I cavalli della palude, 1910<br />
Bassorilievo in gesso (390 x 130 cm)<br />
Esposto al Palazzo Merulana, Roma<br />
Dell'originale in gesso, di proprietà della Fondazione<br />
Elena e Claudio Cerasi di Roma, nel 1984 venne realizzata<br />
una replica in bronzo donata dalla Regione Lazio alla<br />
città di Terracina, collocata nell'area porticata del municipio.<br />
Nel 2000 furono realizzate altre due copie in marmo<br />
sintetico, di cui una conservata presso l'Archivio<br />
dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> ed esposta alla mostra<br />
su Fidia ai Musei Capitolini.<br />
18
19<br />
25
26<br />
Fig. 26. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Progetto per la coreografia delle Panatenee, 1936<br />
Danzatrici<br />
Tempera su carta<br />
Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong><br />
Azione coreografica per le fanciulle danzatrici (assistenti<br />
della sacerdotessa) in formazione prevalentemente ciclica<br />
con movenze ritmate.<br />
20
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27<br />
Fig. 27. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Progetto per la coreografia delle Panatenee, 1936<br />
Bozzetto di studio per i movimenti scenici<br />
Matita su carta millimetrata (30 x 21 cm)<br />
Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong><br />
Fig. 28. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Progetto per la coreografia delle Panatenee, 1936<br />
Le dodici fanciulle. Corteggio di fanciulle e portatrici<br />
del peplo che sarà offerto alla dea<br />
Tempera su carta (50 x 17 cm)<br />
Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong><br />
Esposto alla mostra Fidia, Musei Capitolini, 2023-<strong>2024</strong><br />
Fig. 29. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Progetto per la coreografia delle Panatenee, 1936<br />
Portatrici di idrie (Hydriaphoroi) e Canefore<br />
(Kanephoros)<br />
Tempera su carta<br />
Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong><br />
Esposto alla mostra Fidia, Musei Capitolini, 2023-<strong>2024</strong><br />
L'acqua contenuta nelle grandi hydriai (brocche) era<br />
destinata ai riti di purificazione, mentre i cesti, portati sul<br />
capo da giovani fanciulle, contenevano offerte per la dea<br />
e gli arredi per il sacrificio.<br />
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28<br />
29<br />
23
Fig. 30. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Bozzetto per le rappresentazioni classiche, 1936<br />
Coreografie tra il colonnato della Basilica<br />
Tempera su cartone (70 x 27 cm)<br />
Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong><br />
Un'azione coreografica con ghirlande tra le grandi<br />
colonne doriche del Tempio di Hera, il naturale sfondo<br />
scenografico per lo spettacolo.<br />
Fig. 31. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Progetto per la coreografia delle Panatenee, 1936<br />
Figure sacerdotali<br />
Tempera su cartone (24 x 18 cm)<br />
Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong><br />
Nella disposizione del corteo in testa al primo gruppo era<br />
presente il sacerdote di Atena Poliade (protettrice della<br />
città), seguito in ordine di anzianità dai magistrati che<br />
portano gli attributi della loro carica.<br />
30<br />
24
25<br />
31
Fig. 32. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Progetto per la coreografia delle Panatenee, 1936<br />
Opliti. Una danza pirrica<br />
Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong><br />
Esposto alla mostra Fidia, Musei Capitolini, 2023-<strong>2024</strong><br />
La danza armata degli Opliti (soldati della fanteria pesante greca),<br />
che imitavano ritmicamente i gesti di attacco e difesa,<br />
riproducendo i movimenti di una battaglia. L'esecuzione era di<br />
rito nelle più solenni cerimonie spartane e nelle Panatenne ateniesi,<br />
dove chiudevano il corteo insieme ai cavalieri.<br />
Gli scudi bronzei rotondi (oplon) portati al braccio dai soldati,<br />
decorati secondo l'iconografia della pittura vascolare antica,<br />
risultano di forte impatto scenico.<br />
Fig. <strong>33</strong>. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Progetto per la coreografia delle Panatenee, 1936<br />
Vittime e vittimari<br />
Tempera su cartone (36 x 18 cm)<br />
Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong><br />
Vittimari che conducono gli animali per il sacrificio (tori,<br />
vacche e pecore), preceduti nel corteo da tre sacerdoti<br />
addetti ai riti sacrificali.<br />
32<br />
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27<br />
<strong>33</strong>
34<br />
Particolare del peplo<br />
Fig. 34. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Progetto per la coreografia delle Panatenee, 1936<br />
Studio del peplo<br />
Acquerello e tempera su fogli di carta millimetrata<br />
ritagliati e incollati su cartone (<strong>33</strong> x 70 cm)<br />
Galleria Carlo Virgilio, Roma<br />
Il peplo da far indossare alla statua della dea consisteva<br />
in un rettangolo di stoffa di lana con fondo giallo sul<br />
quale erano ricamate figurazioni che rappresentavano le<br />
vittorie di Atena e del padre Zeus relative alla leggenda<br />
della Gigantomachia. Al centro è raffigurata una sfinge,<br />
simbolo dell'antica sapienza degli Egizi, l'ornamento<br />
dell'elmo della dea posta tra due grifi alati (cimieri).<br />
28<br />
Fig. 35. Paestum, Panatenee, 1936<br />
Offerta della preziosa veste alla dea Atena<br />
Rosalia Chladek con corona di alloro e due sue allieve<br />
L'illustrazione italiana<br />
Fig. 36. Paestum, Panatenee, 1936<br />
Rosalia Chladek esegue la danza tra le colonne della<br />
Basilica (Tempio di Hera)<br />
L'illustrazione italiana<br />
Fig. 37. Paestum, Panatenee, 1936<br />
Lo stendimento del peplo<br />
Rosalia Chladek e le sue allieve<br />
Archivio Storico Istituto Luce
35 36<br />
37<br />
26<br />
29
38<br />
Fig. 38. Paestum, Rappresentazioni classiche, 1936<br />
Le Panatenee<br />
Foto di gruppo dei figuranti<br />
Fondo Samaritani, Dipartimento di Scienza del<br />
Patrimonio Culturale, Salerno<br />
30
31
39<br />
Fig. 39. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Manifestazioni classiche a Paestum<br />
Bozzetto di studio per il manifesto, 1938<br />
Tempera su cartoncino (69,5 x 100 cm)<br />
Archivio dell'Opera di <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong><br />
32<br />
Fig. 40. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Manifesto PAESTUM, 1938<br />
Stampa Stabilimento Capriotti - Roma<br />
Collezione privata
<strong>33</strong><br />
40
41<br />
42<br />
Fig. 41. Paestum, Rappresentazioni classiche, 1938<br />
Mistero dionisiaco dalle Baccanti di Euripide<br />
Danza delle Menadi<br />
Foto di Ernesto Samaritani (1896-1981)<br />
Fig. 42. Paestum, Rappresentazioni classiche, 1938<br />
Mistero dionisiaco dalle Baccanti di Euripide<br />
Giotto Tempestini nella parte di Dionisio<br />
L'Illustrazione italiana<br />
Fig. 43. Paestum, Rappresentazioni classiche,1938<br />
Locandina con programma degli spettacoli<br />
L'immagine dello stampato promozionale, utilizzata<br />
anche per la copertina della piccola guida “Paestum. I<br />
Templi e i nuovi scavi” di Antonio Marzullo nell'edizione<br />
del 19<strong>33</strong> e 1936, è tratta da una fotografia di Ernesto<br />
Samaritani (1896-1981)<br />
34<br />
Fig. 44. Ernesto Samaritani (1896-1981)<br />
Paestum, Colonnato della Basilica, 1930 ca.<br />
Stampa fotografica<br />
Gelatina ai sali d'argento (13 x 18 cm)<br />
Fondo Samaritani, Dipartimento di Scienza del<br />
Patrimonio Culturale, Salerno
43<br />
44<br />
Riferimenti bibliografici:<br />
Silvio D'Amico, Spettacoli a Pesto, in L'Illustrazione Italiana del<br />
29 Maggio 1932, Anno LIX, n. 22<br />
Mario Corsi, Rievocazioni classiche a Paestum. Antichissime feste<br />
tra antichissimi templi, in L'Illustrazione Italiana del 14 Giugno<br />
1936, Anno LXIII, n. 24<br />
Mario Corsi, Fra i Templi di Pesto. La festa delle Panatenee,<br />
grandiosa coreografia ateniese riesumata con le musiche di<br />
Ildebrandro Pizzetti. L'inno omerico a Pallade Atena, in<br />
Radiocorriere, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, n. 23, 30<br />
maggio 1936<br />
Fra Scena e Cavea: Le Panatenee a Paestum, in Dionisio, rivista di<br />
studi sul teatro antico dell'Inda, Vol. V, Fasc. 6, 1936<br />
Ferruccio Lantini, Spettacoli classici a Paestum, in Salernum, n. 2,<br />
ottobre-dicembre 1937<br />
Mario Corsi, Nel superbo scenario dei templi di Paestum, in<br />
L'Illustrazione Italiana del 5 Giugno 1938, Anno LXV, n. 23<br />
Domenico Sorrentino, Rappresentazioni classiche a Paestum negli<br />
anni 1932 - 1936 - 1938, Litografia Dottrinari, Salerno, 1981<br />
Maria Rosaria Taglé, Spettacoli a Paestum, dalle Rappresentazioni<br />
classiche degli anni Trenta a oggi, Arte Tipografica, Napoli, 1995<br />
Elena Longo, Le Panatenee a Paestum: <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> e il suo<br />
rapporto con la ceramica di Vietri sul Mare, in Matilde Romito (a<br />
cura di) La ceramica vietrese nel “Periodo tedesco”, Atti del<br />
Seminario internazionale, 1996, Provincia di Salerno, Centro Studi<br />
Salernitani “Raffale Guariglia”<br />
Diomede Ivone, Teocrito a Paestum, Plectica Editrice, Salerno,<br />
2002<br />
Monica Centanni, Artista di Dionisio. <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> e il teatro<br />
greco di Siracusa 1914-1948, Catalogo della mostra, Mondadori<br />
Electa, 2004<br />
<strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong>, Mito Segno e Immagine, De Luca Editori<br />
d'Arte, Roma, 2006<br />
Anna Villari (a cura di), Progetti, scene e costumi per il Teatro<br />
Greco di Siracusa, catalogo della mostra, Galleria Carlo Virgilio,<br />
Roma, Edizioni del Borghetto, 2008<br />
INDA in scena. Il mestiere di Dionisio: <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> e le<br />
origini, Archivio della Fondazione INDA, 2012<br />
Fausto Longo, Archeologia e Fascismo a Paestum, in Miti e popoli<br />
del Mediterraneo Antico, Edizione Arci Postiglione, Salerno, 2014<br />
Francesco Tetro (a cura di), Catalogo mostra <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong>. Al<br />
di là del mare, Manfredi Editore, Imola, 2021<br />
Paola Pallottino, <strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong>, Luni Editrice, 2022<br />
Sara Troiani, The Classical Performances at the Temples of<br />
Agrigento and Paestum (1928–1938), in Fascism, Journal of<br />
Comparative Fascist Studies, Volume 12, Numero 2, Editrice Brill,<br />
2023<br />
FIDIA, Catalogo mostra, Musei Capitolini, L'Erma di<br />
Bretschneider, Roma, 2023<br />
35
<strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong>, considerato uno dei principali<br />
maestri italiani del XX secolo, con la sua opera ha<br />
segnato la storia dell'arte tra Ottocento e Novecento,<br />
dall'Art Nouveau al Futurismo, un artista-artigiano<br />
che seppe esprimersi non solo in pittura e scultura,<br />
ma anche nell'illustrazione grafica, arti applicate e<br />
scenografia teatrale, collaborando dal 1914 al 1948<br />
con l'Istituto Nazionale del Dramma Antico per la<br />
messa in scena di spettacoli classici al Teatro greco<br />
di Siracusa. Per le Rappresentazioni classiche organizzate<br />
a Paestum nel 1936, inserite in un vasto programma<br />
di sviluppo turistico internazionale e di<br />
restauro degli antichi monumenti, <strong>Cambellotti</strong> curò<br />
la regia scenografica, il “cartellone” pubblicitario e<br />
i costumi di scena per le Panatenee, un grande spettacolo<br />
coreografico che rievocava la solenne e celebre<br />
festa ateniese dell'età di Pericle in onore alla dea<br />
Atena, la divinità protettrice della città. Ispirandosi<br />
al celebre fregio marmoreo di Fidia scolpito intorno<br />
la cella del Partenone, diede forma alla grande processione<br />
che si concludeva con la consegna alla divinità<br />
del prezioso peplo ricamato, l'atto più solenne<br />
della festa, in un'estetica visiva armonicamente inserita<br />
nella scenografia naturale delle possenti colonne<br />
doriche dell'arcaico tempio della città.<br />
Immagine di copertina<br />
<strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong> (1876-1960)<br />
Paestum, Le Panatenee, 1936<br />
Particolare<br />
collana<br />
I Quaderni dell’Arte<br />
a cura di Costabile Cerone<br />
<strong>Quaderno</strong> <strong>33</strong> - <strong>luglio</strong> <strong>2024</strong><br />
<strong>Duilio</strong> <strong>Cambellotti</strong><br />
Rappresentazioni classiche a Paestum<br />
Copyright: © <strong>2024</strong> PAESTUMinARTE<br />
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