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DIRETTORE/DIRIGENT
ALUN
FRANCIS
PIANISTA/PIANIST
ROBERTO
CAPPELLO
10. Il BOLZANO/BOZEN
Haus der Kultur - ore 20.30 Uhr
11.11 TRENTO
Auditorium S. Chiara - ore 20.45
12. Il ORTISEI/ST. ULRICH
P. dei Congressi/Kongreßhaus
ore 20.30 Uhr
Leonore - Ouverture Nr. 1
Concerto nr. 3
per pianoforte ed orchestra
Klavierkonzert Nr. 3
ORCHESTRA
HAYDN
O R C H E S T E R
Sinfonia/Symphonie Nr. 4
ALUN FRANCIS
direttore principale
Alun Francis è Direttore Principale
della Symphonisches Orchester di
Berlino e dell’Orchestra Haydn di
Bolzano e Trento.
Negli ultimi 25 anni Francis ha diretto
più di 90 orchestre ed opere in più di
25 paesi. Ha diretto le maggiori
orchestre britanniche, incluse quelle
della BBC, la City of Birmingham
Symphony Orchestra, la Scottish
National Orchestra, la Bournemouth
Symphony Orchestra e la Halle
Orchestra. Le sue registrazioni con la
London Symphony Orchestra, la Royal
Philarmonic Orchestra, la Philarmonia,
la English Chamber Orchestra e la
London Mozart Players sono state
accolte con successo dalla critica. Nel
1983 gli è stato conferito il “Best
Classical Recording of 1983" dal
Sunday Times di Londra.
Alun Francis si dedica anche alla
musica del XX secolo, con un
repertorio che va da Berio e
Stockhausen fino a un considerevole
numero di prime mondiali di
compositori meno noti. Le sue
composizioni sinfoniche, teatrali e per
film sono pubblicate a Londra e New
York.
ALUN FRANCIS
Hauptdirigent
Alun Francis ist Hauptdirigent des
Symphonischen Orchesters von Berlin
und des Haydn-Orchester von Bozen
und Trient.
In den letzten 25 Jahren hat er über
90 Klangkörper dirigiert und
Opernaufführungen in mehr als 25
Ländern geleitet. Er hat am Pult der
bedeutensten britischen Orchester
einschließlich desjenigen der BBC,
des Symphony Orchestra der City von
Birmingham, des Scottish National
Orchestra, des Bournemouth
Symphony Orchestra und des Halle
Orchestra gestanden. Seine mit dem
London Symphony, dem Royal
Philarmonic Orchestra, dem
Philarmonia, dem English Chamber
Orchestra und den London Mozart
Players durchgeführten Einspielungen
wurden von der Kritik sehr
wohlwollend aufgenommen. 1983
wurde ihm von der Londoner Sunday
Times der Preis für die “Best Classical
Recording of 1983”, d.h. für die beste
im betreffenden Jahr durchgeführte
Aufnahme klassischer Werke
zuerkannt.
Alun Francis befaßt sich auch mit der
Musik des zwanzigsten Jahrhunderts;
hier reicht sein Repertoire von Berio
bis Stockhausen und schließt eine
beachtliche Zahl Uraufführungen von
Werken weniger bekannter
Komponisten mit ein. Seine eigenen
Kompositionen (Symphonien,
Bühnenwerke, Filmmusik) sind in
London und New York veröffentlicht
worden.
PROGRAMMA/PROGRAMM
LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770-1827)
Leonore: Ouverture Nr. 1 Op. 138
Andante con moto, Allegro con brio, Adagio, ma non troppo
Concerto nr. 3 per pianoforte e orchestra in do min. op. 37
Konzert Nr. 3 für Klavier und Orchester in c-moll Op. 37
Allegro con brio - Largo - Rondò: Allegro
Pianista/Pianist
ROBERTO CAPPELLO
Sinfonia nr. 4 in si bem. magg. op. 60
Symphonie Nr. 4 in B-Dur Op. 60
Adagio, Allegro vivace - Adagio - Allegro vivace - Allegro ma non troppo
Direttore/Dirigent
ALUN FRANCIS
Nel concerto di Bolzano/im Konzert Bozen
Pianoforte KAWAI Klavier
ROBERTO CAPPELLO
pianista
Roberto Cappello, nato a Capri
Salentina nel 1951, ha iniziato gli studi
musicali con il padre, suonando fin da
giovanissimo sia il pianoforte che il
violino.
A sei anni ha esordito in pubblico
nella prestigiosa sala della
Konzerthaus di Vienna ed in altre città
europee, riscuotendo ovunque grande
entusiasmo di pubblico e di critica.
Ha proseguito gli studi di pianoforte
con il Maestro Rodolfo Caporali
presso l’Accademia di Santa Cecilia,
dove si è diplomato nel 1974.
Nel 1975 ha vinto il primo premio al
Concorso Internazionale di Treviso e
nel 1976 gli è stato assegnato il primo
premio al prestigioso Concorso
“Ferruccio Busoni” di Bolzano, premio
che da venticinque anni non veniva
assegnato ad un pianista italiano.
Ha inciso per la Fonit Cetra, etichetta
Italia e recentemente ha inciso i
Valzer di Strauss nelle trascrizioni dei
più famosi pianisti del passato.
È docente di pianoforte principale al
Conservatorio di Parma.
ROBERTO CAPPELLO
Pianist
1951 in der Provinz Lecce geboren,
begann schon in frühester Jugend
unter Leitung des Vaters sein Studium
der Musik, und zwar Klavierspiel und
Geige. Später war er in Rom Schüler
Rodolfo Caporalis, bei dem er sich
auch nach der Erwerbung des
Diploms am Konservatorium Santa
Cecilia vervollkommnete. 1975 nahm
er an zahlreichen Wettbewerben teil
und erhielt auch den 2. Preis von
Barcellona und Seregno und den
ersten von Senigallia; außerdem
gewann er den Wettbewerb von
Treviso und 1976 den «Busoni»-Preis
von Bozen, der seit vierundzwanzig
Jahren keinem Italiener mehr
verliehen worden war.
Er hat Plattenaufnahmen für die Fonit
Cetra gemacht, und letztlich die
Walzer von Strauß, mit der
Umarbeitung einiger der bekanntesten
Pianisten der Vergangenheit
aufgenommen.
Er ist Hauptklavierlehrer am
Konservatorium von Parma.
NOTE AL PROGRAMMA
BEETHOVEN:
Leonore Ouverture nr. 1
La travagliata vicenda compositiva
delle quattro ouverture al “Fidelio”
si ripercuote anche sulla esatta cronologia
della “Leonora nr. 1”, pubblicata
postuma nel 1838 col titolo di
“Ouverture caratteristica” e il numero
d’opera 138. Indipendentemente dal
fatto se sia stata effettivamente eseguita
alla prima sfortunata esecuzione
dell’opera, nel 1805 (come vorrebbe
il Misch contro chi sostiene invece
che non fu mai usata come introduzione
all’opera), la “Leonora nr. 1”
rappresenta in ogni caso un esempio
di brillante sinfonismo, ispirato ma
non condizionato dai temi dell’opera
(il tormento del prigioniero Florestano,
la brutalità del despota Bizzarro,
il coraggio e l’amore di Leonora, il
gioioso trionfo finale della giustizia).
All’introduzione lenta, basata sulle
sonorità luminose degli archi, fa seguito
un “Allegro” insieme vigoroso
e cordiale che sembra anticipare il
clima espressivo dell’“Ottava” e un
“Adagio ma non troppo” che propone
il tema dell’Aria di Florestano in carcere.
La ripresa della prima parte, in
una prospettiva di sintesi conclusiva,
presenta un caratteristico “crescendo”
quasi rossiniano.
BEETHOVEN: Concerto nr. 3
Il Concerto n. 3 in do minore op. 37,
scritto fra il 1800 e il 1803 ed eseguito
dall’autore a Vienna il 5 aprile 1803,
configura già il grande stile sinfonico
di Beethoven, proiettato in una di-
AN MERKUNGEN ZUM PROGRAMM
BEETHOVEN:
Leonore - Ouverture Nr. 1
Aufgrund der ganz allgemein bewegten
Entstehungsgeschichte der vier
“Fidelio”-Ouvertüren ist auch der
Zeitpunkt, zu dem “Leonore 1” geschrieben
wurde, nicht genauer bekannt;
feststeht nur, daß sie 1838 postum
veröffentlicht wurde, und zwar
als “charakteristische Ouvertüre” Op.
138. Nach Misch wurde sie bei der
ersten, wenig erfolgreichen Aufführung
des “Fidelio” im Jahr 1805 gespielt;
andere wieder vertreten den
Standpunkt, sie sei nie als Einleitung
zu dieser Oper benützt worden. Wie
dem auch sei, handelt es sich doch
um ein brillantes symphonisches
Werk, dessen Konzeption von den
Sujets der zugehörigen Oper - den
Leiden des eingekerkerten Florestan,
der Brutalität des Tyrannen Bizzarro,
dem Mut und der Liebe Leonorens
und dem durch den Sieg der Gerechtigkeit
gekennzeichneten freudigen
Ende - zwar nicht bedingt, wohl aber
angeregt worden ist.
Einer langsamen, vom lichtvollen
Klang der Streicher bestimmten Einleitung
folgt ein kraftvolles und
gleichzeitig herzhaft inniges “Allegro”,
welches die Ausdrucksatmosphäre
der achten Symphonie vorwegzunehmen
scheint, dann ein
“Adagio ma non troppo”; in diesem
klingt das Thema der von Florestan
im Kerker gesungenen Arie an. Die
Reprise, welche den ersten Teil in
zusammengefaßter Form bringt und
auf den Abschluß vorbereitet, weist
ein charakteristisches, an Rossini gemahnendes
Crescendo auf.
mensione dialettica e drammatica,
pur conservando una strutturazione
solista-orchestra di stampo mozartiano.
Ma il modello cui riferirsi non è
più quello settecentesco basato su toni
colloquiali e discorsivi, ma quello
denso di tensioni e allusioni tragiche
dei Concerti in tonalità minore di
Mozart, il K 466 (re minore) e il K
491 (do minore). Beethoven ne assume
e allo stesso tempo ne esaspera i
caratteri, ponendosi insieme come
punto di arrivo di un epoca ed inizio
di una nuova. Mai prima d’ora il pianoforte
aveva esordito in un Concerto
in questo modo. Non vi è continuità
tra l’esposizione orchestrale e l’entrata
solistica, nè l’orchestra si spegne
per favorire l’esordio del pianoforte.
L’orchestra svolge invece uno splendido
pezzo chiuso, quasi una teatrale
ouverture in cui presenta i due temi
fondamentali su cui si basa tutto
l’“Allegro”. Quindi l’orchestra tace,
intensificando l’effetto dell’entrata di
bravura, imperiosa e drammatica,
dello strumento solista. E qui nasce
l’epoca nuova, l’epoca in cui alla collaborazione-integrazione
mozartiana
tra solista e orchestra si aggiunge la
contrapposizione-separazione che
culminerà nella concezione romantica
del Concerto. Il “Largo” centrale,
nella lontana tonalità di mi maggiore,
sviluppa un unico tema di spiritualità
quasi religiosa in un’atmosfera riappacificata
e luminosa. Il “Rondò” finale
si avvia dalla tonalità di do minore,
ormai chiarificata a quella
ottimistica di do maggiore in un percorso
umoristico-giocoso che sa conciliare
“la satira con la dottrina, il
virtuosismo con il gioco intellettuale”
(Della Croce).
BEETHOVEN: Klavierkonzert Nr. 3
Beethovens drittes Klavierkonzert in
c-Moll Op. 37 entstand zwischen
1800 und 1803 und wurde am 5. April
des letztgenannten Jahres in Wien aus
der Taufe gehoben; der Komponist
selbst spielte dabei den Solopart. Das
Werk läßt in allem bereits den ureigenen
Stil des Bonner Meisters mit seiner
charakteristichen Dialektik erkennen;
nur in der Beziehung
zwischen Klavier und Orchester
weist es noch Mozartsche Züge auf,
allerdings nicht den liebenswürdigen
Plauderton der früheren Konzerte des
Salzburger Komponisten, sondern
die dramatische Spannung derjenigen
im Mollgeschlecht wie K.-V. 466 (d-
Moll) und K.-V. 491 (c-Moll). Diese
besonderen Mozartschen Merkmale
übernimmt Beethoven in gesteigerter
Form; in diesem Sinne steht er dabei
gleichsam an der Wende zwischen
zwei musikgeschichtlichen Perioden.
Der Anfang des Konzerts ist völlig
neuartig. Es besteht keinerlei Kontinuität
zwischen dem Einsatz des Klaviers
und der vorhergehenden Exposition
des Orchesters; auch klingt
dieses nicht, wie üblich, aus, um jenem
Raum zu bieten; vielmehr trägt
es ein prächtiges, in sich abgeschlossenes
Stück vor, eine Art Opernvorspiel,
in dem die beiden Grundthemen
des “Allegro” aufscheinen.
Dann erst schweigt es, wodurch die
Wirkung des bravourösen, gebieterisch
und dramatisch wirkenden Vortrags
des Klaviers entsprechend verstärkt
wird. An die Stelle des
Mozartschen Zusammenwirkens
zwischen Soloinstrument und Orche-
BEETHOVEN: Sinfonia nr. 4
La produzione sinfonica di Beethoven
presenta delle opere “gemelle”
in riferimento al loro periodo di concezione:
la Quarta e la Quinta, la Settima
e l’Ottava. La composizione della
sua Quinta Sinfonia fu interrotta
per scrivere la Quarta e ripresa dopo
il completamento di quest’ultima.
Nell’ordine definitivo delle sinfonie
si stabilisce così un principio dialettico,
di contrasto: a composizioni eroiche,
possenti e appassionate seguono
lavori contemplativi, calmi, sereni.
Soprattutto nell’Ottocento si identificò
unilateralmente Beethoven con
l’Eroica, la Quinta, la Nona, sottovalutando
le sinfonie di numerazione
pari. In realtà esse sono altrettanto
autenticamente beethoveniane, rispecchiando
in modo ugualmente significativo
la sua personalità sempre
in bilico fra demoniaco ed idilliaco.
La Quarta Sinfonia nasce, insieme
all’“Appassionata”, nell’estate del
1806 durante il soggiorno a Martonvasar
nel castello dei conti Brunsvick.
Allo stesso periodo risalgono il Quarto
Concerto per pianoforte e il Concerto
per violino, tutte opere accumunate
da un carattere di serena e
panteistica comunione universale,
vissuto dall’autore con il consueto ardore
filosofico. “Sto scrivendo un lavoro
- confessò Beethoven alla amata
contessina Josephine Brunsvick - lo
sento in me, davanti a me, ovunque
vada, ovunque resti. Mai mi sono trovato
ad una tale altezza. Tutto è luce,
purezza, chiarità.” Semplicità e intensificazione
espressiva: sono questi
i tratti salienti della Quarta. Di straordinaria
semplicità è il tema dell’“Allester
und des gegenseitigen Sich-Ergänzens
der beiden ist so als völlig
neues Element deren Widerstreit getreten,
in dem das Trennende stärker
wirkt als das Verbindende. Es ist dies
in ihren Grundzügen bereits jene
Vorstellung vom Wesen des Konzertes,
die in der Romantik bis zur letzten
Konsequenz durchgeführt werden
sollte.
BEETHOVEN: Symphonie Nr. 4
Die vierte Symphonie entstand zugleich
mit der unter der Bezeichnung
“Appassionata” bekannten Klaviersonate
im Sommer 1806, und zwar
während eines Aufenthalts des Komponisten
in Martonväsär, im Schloß
des Grafen Brunsvick. Aus derselben
Schaffensperiode stammen auch das
vierte Klavier- und das Violinkonzert,
und diesen wie den vorgenannten
Werken eignet ein abgeklärter,
von einer pantheistischen Weltanschauung
und einem Gefühl des Verbundenseins
mit dem gesamten Menschengeschlecht
bestimmter Charakter.
Dieser spricht auch aus einem
Bekenntnis Beethovens gegenüber
der geliebten Komteß Josephine
Brunsvick: Er arbeite, so heißt es
dort, an einem Werk, das er in sich
reifen fühle, das ihm ständig gegenwärtig
sei, wohin er auch gehe. Noch
nie habe er ein so gehobenes Gefühl
empfunden, noch nie die Welt so
lichtvoll, klar und rein gesehen... Einfachheit
und Intensität des Ausdrucks:
dies sind die hervorstechenden
Merkmale der Vierten. Höchst
einfach ist schon das Thema des ersten
Satzes (“Allegro vivace”); wie
grò vivace” iniziale, preceduto, come
già nella Prima e nella Seconda, da
un “Adagio” misterioso e sospeso. La
tonalità di si bemolle maggiore rischiara
l’atmosfera di luminosità festosa
e lo sviluppo si avvia verso una
incantata e misteriosa rarefazione basata
sulla frammentazione del primo
motivo. Nell’“Adagio”, afferma Berlioz,
“sin dalla prime battute si è colti
da un’emozione che alla fine per la
sua intensità diviene opprimente”. In
effetti, il discorso è di un lirismo intenso
e melodioso, di un’aura quasi
mozartiana, ma l’elemento ritmico
ostinato dei timpani che ne sta alla
base finisce per creare un effetto di
fisicità conturbante. Il successivo
“Allegro vivace (Menuetto)” è armonicamente
iridescente e colpisce per
l’ambiguità ritmica della frase principale
che pone moduli binari in battute
ternarie, creando spezzettamenti e
rimbalzi fantasiosi.
L’“Allegro ma non troppo” finale è
quasi un “lieto fine” alla Haydn, con
il virtuosistico moto perpetuo degli
archi in cui si inseriscono scansioni
umoristiche e scarti gioiosi, vivi di
una amabile letizia spirituale.
Maxia Zandonai
in der Ersten und Zweiten geht ihm
eine langsame Einleitung - hier ein
mysteriöses, unentschlossen voranschreitendes
“Adagio” - voraus. Die
Tonart B-Dur bewirkt eine freudige
Aufhellung der Atmosphäre; in der
Durchfhrung erzielt der Komponist
dann durch entsprechendes Zergliedern
des ersten Motivs eine Verknappung,
die geheimnisvoll faszinierend
anmutet. Was das “Adagio” betrifft,
so “bemächtigt sich des Hörers darin
schon von den ersten Takten an eine
starke Gemütsbewegung; gegen das
Ende hin wird diese fast bedrückend”
(Berlioz). Die musikalische Aussage
ist in diesem Satz denn auch zutiefst
lyrisch und melodiös, fast mozartisch,
doch wirkt der beharrliche
Rhythmus der Pauken, der sie untermalt,
im Sinne einer Ernüchterung
und im weiteren Verlauf beunruhigend.
Das folgende “Allegro vivace
(Menuetto)” ist durch eine schillernde
Harmonik gekennzeichnet; in seiner
Hauptphrase nimmt sich zudem
die durch den Einbau zweiteiliger
Tongebilde in eine dreizählige Taktform
erzielte Doppeldeutigkeit der
Rhythmik mit der darausfolgenden
Zerstückelung der Melodie und Verlagerung
der Betonung eigenartig
reizvoll aus. Das Finale (“Allegro ma
non troppo”) mutet mit seinem virtuosen,
an humoristischen Einschüben
reichen Perpetuum mobile der
Streicher fast wie einer der happyend-artigen
Schlußsätze Haydns an.
^ DIRETTORE/DIRIGENT
ALUN
FRANCIS
PIANISTA/PIANIST
ROBERTO
CAPPELLO
10. Il BOLZANO/BOZEN
Haus der Kultur - ore 20.30 Uhr
11. II TRENTO
Auditorium S. Chiara - ore 20.45
12. Il ORTISEI/ST. ULRICH
P. dei Congressi/Kongreßhaus
ore 20.30 Uhr
Leonore - Ouverture Nr. 1
Concerto nr. 3
per pianoforte ed orchestra
Klavierkonzert Nr. 3
ORCHESTRA
HAYDN
O R C H E S T E R
D
Sinfonia/Symphonie Nr. 4
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