skilled 2-24 Inclusione
L’edizione autunnale di «skilled» tratta la questione dell’inclusione nella formazione professionale svizzera. Un numero dedicato alle disuguaglianze e alle barriere, nonché ai modi di superarle per una più ampia equità delle possibilità.
L’edizione autunnale di «skilled» tratta la questione dell’inclusione nella formazione professionale svizzera. Un numero dedicato alle disuguaglianze e alle barriere, nonché ai modi di superarle per una più ampia equità delle possibilità.
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<strong>skilled</strong> 2/<strong>24</strong> <strong>Inclusione</strong> <strong>skilled</strong> 2/<strong>24</strong> <strong>Inclusione</strong><br />
La Spagna come esempio di politiche di inclusione progressiste<br />
Una vita attiva e autonoma grazie<br />
alla formazione professionale<br />
Di Fernando Marhuenda-Fluixá<br />
Pari opportunità tra i generi<br />
Inserimento professionale ancora<br />
fortemente stereotipato<br />
Di Nadia Lamamra<br />
Il sistema di inclusione spagnolo è all’avanguardia già dal 1982, quando è<br />
entrata in vigore una legge progressista in materia. Da allora, i diritti delle<br />
persone con disabilità intellettive o fisiche sono stati ampliati sempre di più.<br />
Esiste una formazione professionale formale adattata per le persone con disabilità<br />
che hanno completato la scuola dell’obbligo. È inoltre disponibile<br />
un’offerta formativa professionale non formale.<br />
Dagli anni ʼ90, in Spagna, esiste un titolo<br />
formale di formazione professionale<br />
di base riconosciuto per persone<br />
con disabilità o difficoltà legate<br />
all’apprendimento e alla socializzazione.<br />
Questa opportunità è diventata<br />
il percorso non obbligatorio scelto<br />
da diversi gruppi sociali, tra cui anche<br />
persone immigrate o che avevano<br />
abbandonato la scuola. Un fenomeno<br />
descritto esplicitamente in due<br />
leggi sulla formazione professionale<br />
del 2002 e del 2022.<br />
Integrazione o segregazione?<br />
Nonostante anche le scuole professionali<br />
siano coinvolte in questa formazione<br />
di base, sono principalmente<br />
organizzazioni non profit a sviluppare<br />
attivamente programmi e iniziative<br />
in ambito professionale per aumentare<br />
le opportunità di successo<br />
delle persone a cui essi sono rivolti.<br />
Tra queste iniziative, troviamo anche<br />
offerte di consulenza a lungo termine<br />
e strumenti di impiego. Dal 1985 esistono<br />
le cosiddette «Aziende per occupazioni<br />
speciali», dal 1995 le «Scuole<br />
per una seconda opportunità» e dal<br />
2007 anche delle imprese per l’integrazione<br />
lavorativa e l’occupazione assistita<br />
all’interno di aziende tradizionali.<br />
Un’ulteriore misura è rappresentata<br />
dai mercati tutelati o riservati per<br />
alcune di queste imprese.<br />
Il dibattito in merito al fatto se un<br />
percorso di istruzione separato possa<br />
portare all’inclusione o se il percorso<br />
stesso debba già essere di per sé inclusivo<br />
è strettamente collegato alla disponibilità<br />
di figure professionali formate<br />
e di risorse economiche. Ad oggi<br />
pare che le iniziative separate potrebbero<br />
essere più efficaci ed efficienti<br />
per soddisfare i bisogni educativi delle<br />
persone vulnerabili o fragili.<br />
<strong>Inclusione</strong> oltre alla scuola<br />
L’approccio attuale si basa sullo sviluppo<br />
delle capacità, mentre negli anni<br />
ʼ70 l’approccio basato sul deficit era ancora<br />
quello prevalente. Il tema dell’autonomia<br />
fa parte del dibattito sociale<br />
e politico, anche in ambito di formazione<br />
professionale: l’obiettivo è offrire<br />
un supporto strutturale e non solo<br />
individuale. La qualità della vita nel<br />
lungo termine, compresa la capacità<br />
di prendere delle decisioni in autonomia,<br />
è il tema centrale.<br />
L’inclusione si realizza attraverso<br />
la partecipazione attiva al mercato del<br />
lavoro, ma anche attraverso lo sport,<br />
le attività svolte nel tempo libero, la<br />
vita autonoma, la partecipazione politica<br />
o le relazioni sociali e personali.<br />
↑<br />
Fotografia di Stephanie Meier , Scuola<br />
specializzata superiore in fotografia,<br />
Scuola di arte applicata di Berna e Bienne<br />
■ Fernando Marhuenda-Fluixá, professore<br />
presso il dipartimento di didattica e<br />
organizzazione scolastica della Scuola di<br />
filosofia e scienze dell’educazione<br />
dell’Università di Valencia, professore ospite<br />
alla SUFFP di Zollikofen nella primavera e<br />
nell’estate 20<strong>24</strong><br />
Il progetto Trèvol come esempio di inclusione<br />
in Spagna:<br />
▶ www.trevol.org (in spagnolo)<br />
Esempi simili:<br />
▶ www.ortzadar.net (in basco e spagnolo)<br />
▶ www.casaescuelasantiagouno.es<br />
(in spagnolo)<br />
▶ www.lantegibatuak.eus (in spagnolo e<br />
in basco)<br />
Quando si parla di inclusione nella<br />
formazione professionale, la parità<br />
di genere sembra spesso una questione<br />
risolta. Eppure, i divari rimangono<br />
significativi. Al di là delle cifre, dobbiamo<br />
capirne i meccanismi sottostanti,<br />
legati ai contesti di genere in<br />
cui le persone in formazione vengono<br />
formate e alla mancanza di modelli<br />
alternativi.<br />
Ancora nell’agosto 2023, a iniziare una<br />
formazione professionale erano in numero<br />
maggiore i ragazzi (59 per cento),<br />
rispetto alle ragazze (41 per cento).<br />
Come mostra il Barometro della transizione<br />
2023, la scelta delle professioni<br />
resta improntata al genere: professioni<br />
sanitarie, sociali e di servizio per<br />
le giovani donne e professioni tecniche<br />
e artigianali per i giovani uomini.<br />
La commistione è lungi dall’essere realtà.<br />
Delle dieci professioni più richieste,<br />
solo una è condivisa: l’impiego di<br />
commercio. Ciò ha un impatto sulle<br />
esperienze formative e sui percorsi di<br />
carriera.<br />
Top 10 delle professioni<br />
1. Impiegata di commercio<br />
2. Operatrice sociosanitaria<br />
3. Impiegata del commercio<br />
al dettaglio<br />
4. Assistente di farmacia<br />
5. Operatrice socioassistenziale<br />
6. Disegnatrice<br />
7. Assistente di studio medico<br />
8. Assistente di studio veterinario<br />
9. Operatrice per la promozione<br />
dellʼattività fisica e della salute<br />
10. Fiorista<br />
1. Impiegato di commercio<br />
2. Informatico<br />
3. Carpentiere<br />
4. Installatore elettricista<br />
5. Polimeccanico<br />
6. Impiegato in logistica<br />
7. Meccanico di manutenzione<br />
per automobili<br />
8. Operatore in automazione<br />
9. Falegname<br />
10. Metalcostruttore<br />
Fonte: Barometro della transizione 2023,<br />
risultati principali, agosto 2023, gfs Bern<br />
Realtà caratterizzate dal genere<br />
L’esperienza delle persone in formazione<br />
è segnata dal genere, come mostrano<br />
i primi risultati della ricerca<br />
attualmente in corso presso la SUFFP<br />
inerente alla salute sul lavoro. Le giovani<br />
donne sono chiamate ad affrontare<br />
le difficoltà delle professioni relazionali<br />
che richiedono competenze<br />
emotive. La sofferenza fisica o psicologica<br />
viene nascosta per «risparmiare»<br />
clientela o pazientela. I giovani uomini<br />
devono invece fare i conti con<br />
una cultura del lavoro che li incoraggia<br />
a banalizzare i rischi e a ignorare<br />
la salute e la sicurezza. A ciò si aggiungono,<br />
soprattutto per le ragazze, situazioni<br />
di molestie, in particolare<br />
sessuali, da parte di colleghi, clienti<br />
o pazienti. Un inserimento diverso<br />
espone quindi ragazze e ragazzi a rischi<br />
differenti.<br />
In azienda, le persone formatrici<br />
sono importanti figure di identificazione.<br />
Tuttavia, dagli studi più recenti,<br />
risulta che rispetto agli stereotipi<br />
di genere nessuna di loro abbia avuto<br />
una carriera pionieristica. In effetti,<br />
alcuni processi di nomina, paragonabili<br />
a quelli utilizzati per le posizioni<br />
di responsabilità, riproducono logiche<br />
di genere e di disuguaglianza: le donne<br />
si formano in professioni femminilizzate<br />
e gli uomini in professioni<br />
mascolinizzate. La sovra-rappresentazione<br />
delle donne tra le persone formatrici,<br />
che investono molto nella formazione<br />
continua e si interessano a<br />
tutti i tipi di corsi offerti, suggerisce<br />
che si tratta di una strategia per contrastare<br />
le logiche sopra citate e ottenere<br />
riconoscimento per il loro ruolo.<br />
Verso una vera commistione<br />
Di fronte alla carenza di persone in<br />
formazione, alcuni settori stanno cercando<br />
di attirare giovani donne in professioni<br />
tradizionalmente maschili. Affinché<br />
ciò abbia successo, è essenziale<br />
che questi progetti si concentrino<br />
sull’inclusione e su una formazione<br />
professionale egualitaria. Per quanto<br />
riguarda le persone formatrici, oltre<br />
alla sensibilizzazione sulle questioni<br />
di genere, il reclutamento di persone<br />
con un percorso pionieristico fornirebbe<br />
alle persone in formazione modelli<br />
alternativi di identificazione.<br />
■ Nadia Lamamra, responsabile del campo<br />
di ricerca Processi di integrazione e di<br />
esclusione, SUFFP<br />
Bibliografia<br />
Lamamra, N. (2016). Le genre de<br />
l’apprentissage, l’apprentissage<br />
du genre. Quand les arrêts prématurés<br />
révèlent les logiques à l’œuvre en formation<br />
professionnelle initiale. Seismo.<br />
▶ www.suffp.swiss/salute-e-sicurezza-sullavoro<br />
▶ www.suffp.swiss/formatori-formatriciazienda-persone-chiave<br />
▶ www.suffp.swiss/bisogni-formatoriformatrici-aziende<br />
22<br />
Grafico: SUFFP / Captns<br />
23<br />
scelte dai ragazzi scelte dalle ragazze