02.09.2024 Views

Turismo del Gusto Magazine - Luglio 2024

Trasformi i suoi PDF in rivista online e aumenti il suo fatturato!

Ottimizzi le sue riviste online per SEO, utilizza backlink potenti e contenuti multimediali per aumentare la sua visibilità e il suo fatturato.

N°27

Rivista bimestrale

Settembre/Ottobre 2024

Questo magazine è un allegato del sito www.turismodelgusto.com

Direttore Responsabile Roberto Rabachino

La Via del Sale

Sicilia terra emozionante e suggestiva

Cuvée de Prestige

la Maison Louis Roederer compie 50 anni

Cardenal Mendoza

Elements Edition

RÉVA Resort e il ristorante FRE

Una bella storia di successo

Alessandro Scardina

Il cuoco dei contrasti a La Pista di Torino

Editore e Amministrazione ADV SRLS – Torino – Italia



Direttore Responsabile

Roberto Rabachino

direttore@turismodelgusto.com

Redazione Centrale:

Gladys Torres Urday

Paolo Alciati

redazione@turismodelgusto.com

Editore e Amministrazione

ADV SRLS – Torino – Italia

P.IVA 11457360011

qualityadv@turismodelgusto.com

Grafica e Impaginazione

Martina Rabachino

m.rabachino@turismodelgusto.com

Collaborazioni:

Paolo Alciati, Enza D’Amato, Franca Dell’Arciprete Scotti, Silvia

Donatiello, Jimmy Pessina e Redazione Centrale

Immagini:

Paolo Alciati, Franca Dell’Arciprete Scotti, Redazione Centrale,

Enza D’Amato, Jimmy Pessina, Consorzio Tutela Prosecco

DOC, Azienda Provinciale Turismo di Trapani, @EdA, Valeria

Aksakova, Wolfgang, Chepté Cormani

Credit Cover

Alfio Garozzo - Azienda Provinciale Turismo di Trapani

Questo magazine è un allegato del sito www.turismodelgusto.com.

Il sito viene aggiornato senza alcuna periodicità dichiarata e per questo motivo non

può considerarsi un prodotto editoriale o testata giornalistica come previsto dalla

Legge 8 febbraio 1948, n.4.

Pubblicità

Per informazioni contatta

ADV SRLS – Torino – Italia

P.IVA 11457360011

qualityadv@turismodelgusto.com


Contenuti

#TuttoDrink

#TuttoFood

8 La cuvée de Prestige della Maison Louis Roederer

compie 50 anni

16 Venezia: Serenissima ammaliatrice

20 Taste of the City: un Viaggio Sensoriale sui Binari

alla scoperta di Don Papa Rum

28 RÉVA Resort e il ristorante FRE, una bella storia

di successo


#TuttoOk

#TuttoTravel

38 Cantina Sociale di Quistello, filiera certificata da

Equalitas

42 25 anni di eccellenza: auguri, Amorim Cork Italia!

48 Cardenal Mendoza presenta Elements Edition,

masterpiece della cantina Sánchez Romate di Jerez

54 La Via del Sale

60 Cipro e la magia dell’Eterna Giovinezza

66 Lione, una grande città ancora a misura d’uomo

– 1° parte

72 L’Aquila verso il 2026


6 TuttoDrink


# TuttoDrink

8 La cuvée de Prestige della

Maison Louis Roederer compie

50 anni

16 Venezia: Serenissima

ammaliatrice

20 Taste of the City: un

Viaggio Sensoriale sui Binari alla

scoperta di Don Papa Rum

TuttoDrink

7


8 TuttoDrink


La cuvée de Prestige della Maison

Louis Roederer compie 50 anni

1974-2024, 50 sfumature di Cristal rosé

A cura di Redazione Centrale TdG

La celebrazione di questi primi cinquanta anni della prestigiosa cuvée

rappresenta un percorso di riflessione, di crescita e di trasformazione.

La cuvée racconta le vendemmie, i cambiamenti delle tecniche di vinificazione

e degli approcci alla vigna. Anni di stupore.

La cuvée rappresenta il primo lavoro di ricerca

verso il raggiungimento della massima finezza,

un lavoro iniziato nel 1974 con le prime

selezioni parcellari e la messa a punto di una tecnica

rivoluzionaria, pioneristica: quella dell’infusione.

Seguita nella decade successiva, tra il 1998 e il 2006,

dallo studio più approfondito del terroir e il perfezionamento

dei protocolli di vinificazione. Sono gli anni in cui

il cambiamento climatico inizia a dare i primi segnali

sui diversi stadi di maturazione delle uve. Cambiamento

che impone altri cambiamenti, in vigneto soprattutto.

Roederer inizia il percorso di conversione biologica

nel 2000 con l’arrivo nelle cantine dello chef de cave

Jean-Baptiste Lécaillon.

Agronomo ed Enologo, affina la sua tecnica d’infusione

dolce facendola diventare una pratica pioneristica.

Con l’arrivo del 2008, una delle più belle annate del

secolo, si rinnovano le parcelle storiche impiegate per

il blend.

Cristal Rosé entra in una nuova dimensione, la Maison

sviluppa una ricerca all’avanguardia sul patrimonio

vegetale, sulla selezione massale delle viti in Champagne

sfociato nel progetto “In Vinifera æternitas”.

TuttoDrink

9


Questa storia in evoluzione del Cristal Rosé segue

in parallelo quella della Maison e instaura un dialogo

continuo tra i vigneti e le cantine. Jean-Claude Rouzaud

è stato il primo ad aver capito le implicazioni di

questa doppia corrispondenza, gettando le basi di una

reinterpretazione costante.

La ricerca dell’eccellenza e l’accentuazione delle

tecniche sono poi proseguite, migliorando incessantemente

la precisione e la finezza dei vini. È questa

abile intersezione, questo botta e risposta continuo

tra la realtà dei vigneti e la libertà creativa attraverso

la vinificazione, a definire l’unicità di questa Maison

de Champagne a conduzione familiare.

La storia

Creato nel 1974 da Jean-Claude Rouzaud, il Cristal

Rosé riscuote un immediato successo tra i grandi

appassionati diventando un’iconica espressione del

Cristal, che sfoggia energia, una texture concentrata e

fine. Un’intuizione di Jean-Claude Rouzaud, all’epoca

responsabile dei vigneti e delle cantine, che seleziona

Pinot Noir ad Aÿ e Chardonnay di Avize e a Le Mesnil-sur-Oger.

Nasce così, dalla vendemmia del 1974,

il primo assemblaggio del Cristal Rosé.

Le prime selezioni parcellari

Soprannominata “la Musigny della Champagne”,

la zona delle Bonottes, ad Aÿ, è il cuore del Domaine

Cristal. Le sue dorsali calcaree danno vita a Pinot Noir

ricchi di texture e di succhi, dai profumi incantevoli, con

un meraviglioso equilibrio tra finezza e concentrazione.

È in questa zona che furono selezionate le prime

parcelle di Pinot Noir del Cristal Rosé, quelle che maturano

più precocemente: la Bonotte Pierre Robert, la

Gargeotte e la Côte du Moulin.

Più tardi, queste parcelle storiche diventeranno la

fonte principale del progetto “In Vinifera æternitas”

sulla selezione massale delle viti. Per contrastare e

affinare i sapori di questi Pinot Neri dall’eccezionale

concentrazione, sono stati assemblati Chardonnay

un po’ più gessosi e salini, raccolti a fine vendemmia

negli appezzamenti di Montmartin (Mesnil-sur- Oger)

e Pierre Vaudón (Avize).

10 TuttoDrink


I primi effetti del cambiamento

climatico

Gli inizi degli anni 2000 portano a una constatazione:

il cambiamento climatico è in atto e occorre mettere

mano al materiale vegetale. Impegnandosi molto presto

nell’adozione di pratiche agricole sostenibili e virtuose,

la Maison dà il via alla sua grande evoluzione. Dal 1998,

una nuova parcella a un’altitudine superiore sulla collina

di Aÿ e più tardiva, La Villiers, viene reimpiantata dopo

diversi anni di maggese con giovani piante provenienti

dalla selezione massale. È l’inizio di una ridefinizione

continua delle parcelle del Cristal Rosé.

Questa selezione rigorosa delle migliori viti, provenienti

dai vigneti storici del Cristal Rosé, si basa

infatti sulla scelta di selezioni massali che portano a

basse rese, a uve dense e dai profumi più concentrati.

Contemporaneamente, la transizione verso una coltivazione

biologica rigenerativa ha inizio nel 2006 dalle

parcelle del Domaine Cristal Rosé.

Questa nuova pratica permette di rafforzare l’effetto

terroir: le viti sono più bilanciate, le rese più basse e le

uve raggiungono una maturazione più compiuta con

succhi più concentrati, più ricchi di materia e di sali

minerali; questo cambio di viticoltura rappresenta un

punto di svolta importante nella storia del Cristal Rosé

poiché, attraverso una migliore espressione del suo

terroir, il vino rivela più profumi, sfumature ed energia.

L’infusione dolce, una tecnica

rivoluzionaria

un’estrazione controllata e rapida dei Pinot Noir, in

fase liquida, senza interventi meccanici, sfrut- tando

solamente la pressione osmotica del succo d’uva. Questa

prima fase consente di conservare la delicatezza degli

aromi del Pinot Noir senza rischiare di estrarre tannini

che potrebbero sembrare troppo intensi a contatto

con l’alcol. I succhi vengono poi separati dalle bucce

e assemblati con succhi di Chardonnay prima della

fase di rilas- cio degli aromi, che avviene durante la

fermentazione alcolica.

Dalla metà degli anni Novanta, gli effetti del cambiamento

climatico portano a un’intensificazione della

maturazione e alla concentrazione della materia. Le

infusioni brevi, della durata di uno o due giorni, ad alta

temperatura (25-30°) lasciano gradualmente il posto a

infusioni a temperatura più bassa (18-26°) che facilitano

l’estrazione delle materie e del colore.

L’obiettivo è anche quello di limitare l’ossidazione dei

succhi per preservare la massima finezza aromatica: i

succhi vengono quindi protetti con anidride carbonica

nella fase d’infusione, che si protrae per 3-4 giorni. Un

gioco di equilibri, consentito e incoraggiato dalle risorse

tecniche e dagli anni di riflessione.

Se l’espressione degli aromi del Cristal Rosé era già

magnificata dalla tecnica dell’infusione, applicata sin

dalle origini della cuvée, si è reso necessario spingersi

oltre, separando in modo ancora più preciso le due fasi

di infusione e di fermentazione.

La prima annata del Cristal Rosé è uno sfaccettato

assemblaggio fatto di contrasti, proveniente dalle parcelle

più vecchie e meglio esposte della Maison Louis

Roederer. È anche il frutto di un metodo particolare

e pionieristico, l’infusione dolce, diventato il tratto

distintivo della cuvée.

L’infusione è un nuovo intento nel mondo dello

champagne rosé: per estrarre i pre- cursori aromatici

più nobili contenuti nelle bucce delle uve, si effettua

TuttoDrink

11


Jean-Baptiste Lécaillon, Chef de Caves e responsabile

dei vigneti dal 1999, riesce a progredire la tecnica,

ispirandosi in particolare al lavoro dei grandi Maestri

del tè giapponesi, che padroneggiano l’arte della preparazione

e dell’infusione delle foglie di tè per estrarre

succhi ancora più freschi, precisi e brillanti. Questo

lavoro prosegue da quasi 25 anni, sottoposto a continue

riflessioni, per garantire una purezza sempre maggiore

dell’infusione.

che segna la trasformazione della natura dell’infusione e

del paradigma. Sostenuto dalla bel- lezza del millesimo

e dai cambiamenti nella viticoltura e nella vinificazione,

il Cristal Rosé 2008 rimane un valore assoluto nella

storia della cuvée.

Nel 2008 nasce una nuova cantina sperimentale,

dotata di attrezzature all’avan- guardia per preparare,

con ancora più precisione, la materia prima dell’inizio

dell’infusione. Le uve vengono vendemmiate in piccole

cassette prima di essere rapidamente raffreddate per

rallentare il processo ossidativo e preservare così l’intensità

e la purezza del frutto originario.

Vengono poi selezionare meticolosamente per eliminare

le parti non abbastanza mature o che sono state

colpite dai capricci del clima; si eliminano i raspi, gli

steli e le foglie erbacee e gli acini vengono “spuntati”

al momento del trasferimento nei fusti per permettere

la fuoriuscita del succo necessario per l’infusione.

Protette in questo modo dall’ossidazione, le infusioni

si alleggeriscono e si protraggono fino a 6-7 giorni

prima di essere separate dalle bucce e unite ai succhi

di Chardonnay.

Se l’infusione diventa più dolce, la fermentazione

viene invece reinventata per diventare più dinamica

ed espressiva: i lieviti rivelano gli aromi con un tratto

netto, deciso e preciso, sviluppando una texture vellutata

e perfettamente integrata, dal finale salino: intenso!

Nel 2008 viene così introdotto il processo di infusione

dolce. I succhi ottenuti sono più profumati e più

freschi, i colori più luminosi. La parte aromatica cattura

la freschezza del frutto e la capacità d’invecchiamento

del vino aumenta.

Il 2008 un anno cruciale e trionfale per due motivi:

è un’annata leggendaria, sicura- mente una delle più

grandi annate del Cristal Rosé mai realizzate; è l’anno

12 TuttoDrink


Il rinnovo delle parcelle storiche

Le parcelle del Domaine Cristal Rosé sono curate

come un giardino, un laboratorio di idee e di innovazioni

dal quale si sviluppano i grandi progressi culturali

della Maison.

Nel 2016 viene attuato un piano di rinnovo dei vigneti

per garantire il futuro del Cristal Rosé; La Gargeotte

viene così reimpiantata con le selezioni massali del

Cristal Rosé. Questi lavori nei vigneti prefigurano e

danno inizio al lungo percorso di sperimentazione della

Maison Louis Roederer, impegnata nella conservazione

del patrimonio vegetale.

La storia del Cristal Rosé s’intreccia con quella della

Maison Louis Roederer e delle sue trasformazioni. 50

anni fa, le parcelle utilizzate per l’assemblaggio del

Cristal Rosé erano quelle con le viti più vecchie, con

uve dalla maturazione ottimale. L’esistenza stessa di

questa nuova cuvée ha consentito la loro conservazione

e, qualche anno dopo, la pratica della selezione massale,

iniziando proprio da queste piante storiche.

Oggi siamo convinti che sia necessario salvaguardare

le piante storiche e le tecniche utilizzate, preservare

l’eredità patrimoniale e vegetale per trasmetterla alle

generazioni future. Il Cristal Rosé ha avuto un ruolo

determinante nella storia della Maison.

Il progetto della selezione massale,

“IN VINIFERA ÆTERNITAS”

La Maison ha sempre creduto fermamente nella

necessità di accompagnare la natura con dolcezza e di

mettere in atto le pratiche più virtuose: conservazione

della diversità genetica delle piante attraverso la selezione

massale, la coltivazione dei portainnesti – la

pianta sulla quale è innestata la vite – direttamente

nei Domaine (un lavoro da vi- vaisti a tutti gli effetti),

la potatura nel rispetto del flusso della linfa, la manutenzione

di siepi e muretti, l’introduzione di arnie, la

presenza di alberi da frutto (vecchie varietà di peschi,

peri e meli), l’alternanza tra coltivazione e maggese, la

conservazione delle parcelle come un prezioso mosaico

geologico.

Il 2018 rappresenta una tappa importante della conservazione

del nostro patrimonio e della vegetazione.

Infatti, ci sono voluti vent’anni affinché le viti di La

Villers, impiantate nel 1998, sviluppassero il loro apparato

radicale in profondità sullo zoc- colo calcareo.

Dall’annata 2018, La Villers diventa il cuore delle viti

di Pinot Noir del Cristal Rosé.

Nel 2021, la parcella di Bonotte Pierre Robert viene

reimpiantata con densità di impianto maggiori e siepi

a foglia più importanti per concentrare ulteriormente

gli aromi delle uve. Le piante scelte hanno inoltre beneficiato

dell’immenso lavoro di selezione massale svolto

dalle équipe della Maison: la loro particolarità è quella

di avere grappoli più piccoli ma abbastanza diradati per

prolungare il processo di maturazione.

Ricordiamo che dalla fine degli anni ‘90, per iniziativa

della famiglia Rouzaud e di Jean-Baptiste Lécaillon,

è stata portata avanti una riflessione sul futuro della

viticoltu- ra. “Era necessario rigenerare il materiale vegetale

e ritrovare una parte dell’unicità del nostro stile attraverso la

selezione massale” – spiega Jean-Baptiste Lécaillon.

La Maison Louis Roederer ha attinto dalle vecchie

viti preclonali del Domaine Cristal, impiantate prima

degli anni ‘60, in modo fa creare una serra di piante e

un proprio vivaio. Nel 2015 fu realizzata una collezione

di 112 viti sane e lo stesso lavoro è ora in corso con

i portainnesti.

TuttoDrink

13


Cronologia

• 1776 | fondazione della Maison Louis Roederer

• 1841 | acquisto delle prime viti da parte di Louis

Roederer Padre, tre ettari a Verzenay

• 1876 | creazione della cuvée Cristal

• 1974 | creazione del Cristal Rosé

• 2000 | inizio delle pratiche biologiche e introduzione

di un approccio geologico dei vigneti; creazione di

un vivaio all’interno della Maison e di 4 serre per

la riproduzione delle piante (selezione massale)

• 2006 | conversione delle parcelle; Cristal alla coltivazione

biologica

• 2007 | creazione di una nuova cantina a Reims

• 2021 | certificazione biologica (AB) di 115 ettari

• 2023 | certificazione biologica (AB) di 135 ettari,

ovvero oltre la metà dei 250 ettari di vigneti della

Maison Louis Roederer (che in questo modo diventa

il più vasto vigneto della Champagne con certificazione

di agricoltura biologica)

• 2024 | celebrazione dei 50 anni della creazione del

Cristal Rosé

• Le annate del Cristal Rosé realizzate durante il suo

mezzo secolo di esistenza: 1974, 1975, 1976, 1978,

1981, 1982, 1983, 1985, 1988, 1989, 1990, 1995, 1996,

1999, 2000, 2002, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008,

2009, 2012, 2013, 2014

Info: www.sagna.it

14 TuttoDrink


TuttoDrink

15


Serenissima ammaliatrice

La Serenissima è la capitale dell’aperitivo, che si consuma

nei tipici bacari tra uno Spritz, rigorosamente a

base di Prosecco DOC, Select e un’oliva verde a coronare

il tutto, e un cicchetto

A cura di Redazione Centrale TdG

16 TuttoDrink Venezia:


Dopo averla visitata per la prima volta, vi

verrà sempre voglia di tornare. Venezia ha

il fascino e l’autenticità di una città d’acqua,

magnetica e schietta. L’acqua che ha portato per secoli

mercanti e innovazioni, che l’ha resa famosa in tutto

il mondo per essere un crocevia multiculturale e all’avanguardia,

è l’elemento che la rispecchia in tutto e per

tutto. Venezia, come la sua acqua, cambia volto e forma

a seconda di come la si guarda.

Non è facile scegliere i suoi monumenti più significativi,

solo Piazza San Marco, con la sua Basilica, è un

insieme di meraviglie. Una visita a Palazzo Ducale è un

viaggio nel tempo alla scoperta dei tesori storici della

Serenissima. E poi il Ponte di Rialto, il Guggheneim, il

Teatro la Fenice e la Libreria Acqua Alta.

Ma Venezia è anche cibo, una tradizione culinaria

che ha preso il meglio da tutti i popoli che l’hanno attraversata.

La Serenissima è la capitale dell’aperitivo,

che si consuma nei tipici bacari tra uno Spritz, rigorosamente

a base di Prosecco DOC, Select e un’oliva verde

a coronare il tutto, e un cicchetto.

Da provare quelli dell’Osteria Bancogiro, tra cui non

può mancare il prelibato e tipico baccalà mantecato e

le tradizionali polpette di carne. La Cantina Do Spade

propone cicchetti della tradizione e una selezione di

vini accurata, tra cui spicca il Prosecco DOC, bollicina

ufficiale della città. Questo vino si adatta perfettamente

a un piatto di sarde in saor, un guazzetto di cozze o

ai tipici bigoli in salsa, formato tipico di pasta lunga

accompagnata da un sugo a base di acciughe e cipolla

bianca di Chioggia.

Il ristorante Zanze XVI propone una cucina creativa,

nel rispetto della tradizione. Nulla è lasciato al caso e

gli ingredienti del territorio sono rivisitati alla luce di

tecniche di cottura e preparazioni di Paesi anche molto

lontani. Per gli amanti della cucina contemporanea è

d’obbligo provare l’insegna stellata Glam, che porta la

firma dello chef Enrico Bartolini. I due menu degustazione

“Arte, orti e laguna”, con una serie di piatti che

omaggiano Venezia e tutta la sua ricchezza gastronomica

e “I Classici del Glam”, con i piatti iconici della carriera

dello chef sono un vero e proprio viaggio sensoriale.

Residenze storiche, alberghi diffusi, palazzi asburgici

ed ex conventi. Quando si tratta di pernottamento

Venezia offre un’infinita gamma di possibilità tutte

da scoprire. La Locanda Casa dei Querini è un palazzo

del 1500 a cinque minuti da Piazza San Marco. Un b&b

dall’atmosfera rilassata le cui 6 camere, affacciate sul

pittoresco Campo San Giovanni Novo, hanno il fascino

di arredi in puro stile veneziano. Villa Laguna, sull’Isola

di Lido, è invece un hotel affacciato sul mare Adriatico.

Romantico e perfetto per vivere un’esperienza più appartata.

Per un viaggio più avventuroso e meno lussuoso,

la Foresteria Levi è un’ottima soluzione.

La Serenissima, inoltre, è bella tutto l’anno. D’inverno

il Carnevale colora le sue strade di maschere e

tradizioni, la primavera arriva con l’inaugurazione

della Biennale di Venezia, mentre l’estate è il momento

migliore per godersi i concerti e le aperture notturne

di chiese e musei. L’autunno è la stagione della Regata

storica, uno dei momenti più spettacolari e coinvolgenti

della vita cittadina e del Festival del Cinema, tra i più

importanti a livello internazionale. A Natale, poi, la città

si accende indossando le sue meravigliose luminarie e

ognuna di queste occasioni è buona per brindare con

un calice di Prosecco DOC.

Insomma, passeggiando tra i canali e osservando le

facciate dei suoi palazzi, perdendosi nei suoi giardini

e nei suoi vicoli nascosti, non sarà difficile capire come

mai Venezia occupa spesso le prime posizioni quando si

tratta di decretare quale sia la città più bella al mondo.

TuttoDrink

17


18 TuttoDrink


Un mondo unico di tradizioni, bellezza e stile racchiuso

in ogni calice di Prosecco DOC. Ecco perché Prosecco DOC è

un vino speciale che puoi trovare solo in bottiglia. E

proveniente dal territorio unico delle nove province di

Veneto e Friuli-Venezia Giulia: la Dreamland. La regione del

Prosecco DOC ti dà il benvenuto su www.prosecco.wine

OFFICIAL SPARKLING WINE

SPONSOR OF MILANO CORTINA 2026

TuttoDrink

19


Taste of the City: un Viaggio

Sensoriale sui Binari alla

scoperta di Don Papa Rum

Milano, dal 9 al 15 settembre, si prepara a vivere un’esperienza

unica e coinvolgente: Sugarlandia, la terra di origine

del rum filippino Don Papa prende vita sui binari della città

A cura di Redazione Centrale TdG

Un viaggio attraverso i sapori e i colori arriva

nel cuore della capitale dello stile e dell’innovazione,

offrendo agli appassionati l’opportunità

di immergersi nell’essenza esotica e vibrante di

Don Papa Rum. Taste of the City, il progetto che unisce

tradizione e innovazione, trasformerà un tram storico in

un’autentica oasi tropicale. Tra degustazioni esclusive,

esperienze di mixology e atmosfere suggestive, questo

evento non solo affascinerà nuovi consumatori, ma

rafforzerà anche la presenza del brand nel panorama

italiano.

Un appuntamento da non perdere, dove il fascino di

Don Papa si mescolerà all’eleganza milanese, creando

un’esperienza multisensoriale indimenticabile. Il tram

partirà da Piazza Castello e attraverserà Porta Venezia,

Porta Romana e il Duomo, offrendo un percorso

affascinante attraverso i luoghi più iconici di Milano.

20 TuttoDrink


TuttoDrink

21


Programma

Masterclass per Bartender

il 9 Settembre

Milano si trasforma in un’aula a cielo aperto con

due esclusivi viaggi in tram, pensati per un gruppo

selezionato di bartender che avranno l’opportunità

unica di immergersi nell’arte della mixology grazie a

masterclass guidate dai Brand Ambassador di Don Papa

Pauline Audibert (Francia) e Paolo Vercellis (Italia) e la

Bar Manager di Gesto Milano Alessia Bellafante.

A bordo del tram, i maestri della mixology utilizzeranno

l’ambiente dinamico per creare una vera e propria

lezione itinerante. Condivideranno le loro esperienze

e tecniche con il prodotto, svelando le infinite potenzialità

del rum Don Papa, ispirando i partecipanti a

sperimentare nuove creazioni. Un’occasione imperdibile

per scoprire le qualità uniche di questo rum filippino

in un contesto che unisce tradizione e innovazione.

I primi 30 partecipanti alla masterclass riceveranno

un kit di servizio esclusivo Don Papa, comprensivo di

shaker, bar spoon, strainer, jigger e una bottiglia di

rum Un’ opportunità unica di arricchire l’esperienza

con strumenti professionali e un prodotto premium.

Gli orari di partenza, presso Piazza Castello, delle

due corse sono previsti alle ore 13 e alle ore 15.

Per i bartender si richiede prenotazione alla mail:

eventi@rinaldi1957.it.

Attività Esclusive dal 10 al 15 settembre

Inoltre, per chi si registra, saranno disponibili assaggi

gratuiti e gadget fino ad esaurimento scorte.

• 11 settembre – Viaggi sul Tram: Due viaggi esclusivi

a bordo del tram Don Papa, uno alle 18:30 e uno alle

20:30, con un massimo di 40 partecipanti per corsa.

Durante il tragitto, gli ospiti potranno immergersi in

DJ set, drink preparati da Alessia Bellafante, trasformando

il tram in una vera festa su rotaie. Per la partecipazione

agli eventi la prenotazione è obbligatoria.

• 12 settembre – Viaggi sul Tram e Serata da Il Nemico:

Altri due esclusivi viaggi sul tram vi attendono,

alle 18:30 e alle 20:30. Questa volta, i cocktail saranno

firmati da Robi Tardelli, talentuoso bartender

de Il Nemico. E non finisce qui: a partire dalle 19:30,

la serata proseguirà presso Il Nemico (Via Piacenza,

20), dove gli ospiti potranno continuare a gustare

drink d’autore e ricevere, per chi si è registrato,

assaggi gratuiti e gadget fino ad esaurimento scorte.

• 13 settembre – Viaggi sul Tram e Serata da Dhole:

Ultima giornata di viaggi sul tram, con partenze alle

18:30 e alle 20:30. A preparare i drink sarà Luca Versace,

bartender di Dhole. Dalle 19:30 in poi, il mondo

di Don Papa vi aspetta al Dhole (Via Gerolamo Tiraboschi,

2) con assaggi gratuiti e gadget in omaggio,

fino a esaurimento scorte, previa registrazione.

• Il 14 e 15 settembre il tram percorrerà le vie della

città, portando i colori e l’atmosfera di Sugarlandia

e di conseguenza di Don Papa Rum a tutti coloro

che lo incontreranno.

• 10 settembre – Serata da Gesto Milano: Alessia

Bellafante di Gesto Milano (Via Giuseppe Sirtori

15), insieme al suo staff, avrà l’onore di ospitare

Peppe Doria di Volare, l’iconico locale di Bologna

dal fascino rétro anni ’60. A partire dalle 19:30, gli

ospiti potranno degustare cocktail d’autore creati

appositamente per l’occasione, offrendo un’esperienza

che fonde l’arte della mixology con l’eccellenza

e la creatività distintive del mondo Don Papa.

22 TuttoDrink


Dettagli per la partecipazione

Per tutti gli eventi è necessaria la registrazione. I locali

coinvolti (Gesto, Il Nemico e Dhole) saranno aperti

regolarmente al pubblico senza restrizioni, e i gadget

saranno riservati esclusivamente a chi si presenta con

la registrazione. Link Eventbrite

In collaborazione con Mr. Dee Still per la selezione

dei bartender e la mixology.

Don Papa

Don Papa è un rum premium prodotto nelle Filippine,

in un luogo noto come Sugarlandia. Realizzato con canne

da zucchero di alta qualità e invecchiato sulle fertili

pendici del vulcano Mt. Kanlaon, Don Papa Rum è una

celebrazione dell’artigianato e della tradizione locale.

Ogni bottiglia offre un’esperienza ricca e complessa,

che trasporta i sensi in un mondo di eleganza e mistero.

Rinaldi 1957

La distribuzione in Italia è affidata alla casa bolognese

Rinaldi 1957 SpA, capitanata da Giuseppe Tamburi.

Rinaldi è riconosciuto come uno dei più dinamici importatori

e distributori di alcolici e vini in Italia che

si contraddistingue per l’empatia e l’attenzione nei

confronti dei clienti e dei brand owner. La sensibilità

e la gentilezza dello staff Rinaldi contribuiscono alla

crescita continua del portfolio.

TuttoDrink

23


24 TuttoDrink


SUGARLANDIA

IS CALLING

single island rum. aged, blended

& bottled in the philippines

Distribuito da

BEVI RESPONSABILMENTE

TuttoDrink

25


26 TuttoFood


#

TuttoFood

28 RÉVA Resort e il ristorante

FRE, una bella storia di successo

TuttoFood

27


RÉVA Resort e il ristorante FRE,

una bella storia di successo

È un racconto che potrebbe cominciare così: ci sono un italiano, un ceco e un

francese… No, non è una barzelletta, ma una gran bella storia di imprenditoria

di successo realizzata in terra italica, per la precisione in Piemonte, a

Monforte d’Alba in Località San Sebastiano

A cura di Paolo Alciati e Enza D’Amato

L’italiano, il trait d’union, si chiama Daniele

Scaglia, l’imprenditore ceco è Miroslav Lekes

e il francese, grande chef, è il tristellato Yannick

Alléno. Ma andiamo con ordine.

“Questa storia inizia nel 2011”, racconta Miroslav Lekes

(Miro per gli amici), “quando in una cena con amici sono stato

come folgorato sulla via del Barolo perché ho degustato questo

grande vino abbinato a dei piatti di alto livello e ho deciso che

sarei diventato un grande produttore e il ‘grappolo’ (Réva in

Ceco) sarebbe stato il simbolo della mia nuova vita!”

Detto e fatto: nel 2013 Miro acquista una tenuta a

Monforte d’Alba, la ristruttura con grande cura per

rivolgersi all’enoturista di fascia alta e nel 2016 inaugura

il Réva Resort, elegante struttura ricettiva con 12

tra camere e suites immersa nel verde, con noccioleti

e vigneti e una parte di bosco a circondarla.

Ovviamente, per essere indentificata come struttura

di alto livello è stato previsto anche un campo da golf

executive pitch da 9 buche -ma sono anche convenzionati

con il vicino Golf Club di Cherasco-, un centro

benessere con sauna, bagno turco, idromassaggio e

zona relax e due piscine di cui una esterna a sfioro e

l’altra più grande situata nelle antiche cantine della

tenuta con una lunga serie di vetrate con rilassante

vista sull’anfiteatro di colline circostanti e sui vigneti

posti proprio di fronte. Un paio d’anni dopo entra in

28 TuttoFood


scena Daniele Scaglia e mai incontro fu così proficuo.

In realtà Miro conosceva già Daniele, ma sotto un’altra

veste, quella di pilota di aerei Business dei cui voli si era

servito in più di una occasione. Il prestigioso lavoro di

Scaglia -trasportare per ogni dove importanti politici

e industriali- lo aveva portato a conoscere i migliori

ristoranti delle principali città del mondo e, ovviamente,

a frequentare i rispettivi chef stellati.

Ed è proprio con uno dei cuochi più conosciuti del

pianeta, Yannick Alléno, suo grande amico e al quinto

posto al mondo come numero di stelle Michelin conquistate,

che Daniele si impegna a portarlo al Réva. Scocca

la scintilla e Alléno collabora all’impostazione e al varo

del “progetto ristorazione” con il ristorante “Fre”, che

significa fabbro in piemontese perché un tempo in quel

luogo c’era la fucina di un fabbro.

TuttoFood

29


Classe ’68, Yannik Alléno è un mostro sacro della

ristorazione francese e tra i più grandi chef al mondo:

nel 1999 prende la prima stella Michelin, che raddoppia

nel 2002; tra il 2003 e i 2007 conquista la terza stella al

Le Meurice di Parigi. Nel 2014 rileva il Pavillon Ledoyen

a Parigi dove apre Alléno Paris e in soli sette mesi gli

assegnano tre stelle Michelin; nel 2017 il suo ristorante

“Le 1947 a Cheval Blanc” a Courchevel viene premiato

con la terza stella Michelin…un riconoscimento storico

per lo chef che da quel momento ha ben due ristoranti

con tre stelle Michelin ciascuno.

Conquista un’altra stella nel suo ristorante a Seul

nel 2018 e nel 2019 arriva la prima stella a L’Abysse,

ristorante all’interno del Pavillon Ledoyen, che guadagnerà

la seconda stella l’anno successivo. Contemporaneamente,

al terzo locale aperto in quella struttura,

il Pavyllon, viene assegnata la prima stella Michelin

portando il gruppo del Pavillon Ledoyen ad essere il

locale indipendente più stellato al mondo.

E sempre nel 2020, anche il progetto italiano con il

ristorante Fre al comando dell’allievo Francesco Marchese

-che era nella sua brigata al Pavillon Ledoyenviene

insignito con la stella. Un vero rullo compressore

del fine dining! Inarrestabile!

Tranquillità, immersione nella natura e grande cucina

diventano quindi il leitmotiv che Miroslav Lekes,

in unità di intenti con Daniele Scaglia, porta avanti con

determinazione. E i risultati gli danno ragione. Ma,

ovviamente, nessun bravo imprenditore è statico e si

culla sui successi raggiunti. Il successo più importante è

quello di avere ancora voglia di progettare per ottenerne

ancora di nuovi!

E la forza di Réva è l’offerta che migliora ogni anno

con l’aggiunta di nuovi progetti e nuove proposte. Il

piccolo universo Réva è cresciuto rispetto agli inizi e

ad oggi conta, oltre al Resort e al ristorante, anche un

residence a Monforte, la cantina Reva Winery, un’enoteca

a La Morra e una a Neive.

Francesco Marchese è bravo, davvero bravo. Ha 34

anni, ma ne dimostra molti di meno, con quell’aria da

primo della classe (sarà per gli occhiali che lo fanno

rassomigliare un pochino a Harry Potter), ma di quei

compagni che tutti ammirano perché sono anche simpatici

e ti aiutano nei compiti in classe.

30 TuttoFood


L’esperienza, però, c’è tutta: terminato l’alberghiero

si tuffa subito nei ristoranti della sua regione, il Veneto,

poi decide di farsi le ossa in Francia e ci rimane dieci

anni di cui gli ultimi da chef Alléno che, come detto

prima, lo porta al Fre permettendogli di volare con le

sue ali…e che ali!

La sua cucina è sicuramente influenzata dagli anni

passati in Francia: le salse, le creme, i condimenti non

sono un decoro ma parte complementare dei suoi piatti

senza, però, essere invasive anzi, esaltano i suoi piatti.

Esaltando ad esempio la croccantezza delle verdure

freschissime abbinate alla frutta nell’antipasto “Zucchina”

-crudité di verdure, olio di prezzemolo, crema

leggera di pistacchio di Bronte e pesca- e qui, l’influenza

di Alléno con l’abbinamento frutta-verdura c’è tutta;

oppure vengono utilizzate per il “Riso” che, in aggiunta

alla mantecatura di Castelmagno, presenta una crema

densa di mandorle su salsa di soia iodata o per il “Vitello”

con porcino farcito, che viene nappato da una delle più

classiche salse della cucina francese, la poulette.

Francesco ha le idee chiare, sia sui prodotti, soprattutto

vegetali, sia sull’impostazione del menù: “Al momento

non ho in carta un menù vegetariano ma eticamente è corretto

spostarsi più sul vegetale” -spiega Francesco Marchese- “mi

piace che ci sia soprattutto negli antipasti e nelle prime portate

anche perché, oltre ad utilizzare le verdure di un orto qui nei

pressi, la vicinanza con la Liguria fa sì che, in stagione, in un

paio d’ore noi abbiamo basilico, carciofi di Albenga, asparagi

violetti, zucchine trombetta… Riguardo al menù non abbiamo

dei cambi prefissati, seguiamo la stagionalità, quando termina

una verdura la sostituiamo con un’altra fresca e lo stesso per le

carni…prima avevamo l’agnello, ora il vitello”.

Una gesto simpatico che ci fa piacere segnalare: al

nostro arrivo a tavola ci hanno portato una piccola

cocotte di porcellana che conteneva un lievitato crudo

da accudire, il nostro compito è stato aiutare l’ultima

parte della lievitazione scaldando di tanto in tanto il

contenitore con le mani e verso fine cena, passato in

cottura, abbiamo finalmente potuto gustare il frutto di

cotante coccole…una calda, morbida e fragrante brioche

con un delizioso profumo di vaniglia!

TuttoFood

31


32 TuttoFood Una cucina concreta, la sua, coadiuvato da una squadra

di una dozzina di collaboratori -6 in cucina e 6 in

sala- che si muovono in modo discreto e coordinato,

sempre sorridenti, molto attenti senza essere pressanti

e che presentano i piatti e i vini in modo garbato ed

esaustivo.

Una equipe giovane che dal 2020 è stata capace di

aggiudicarsi la stella Michelin per cinque anni consecutivi

e, in ultimo, nell’edizione 2024 della Guida,

il premio “Passion Dessert”. E questo conferma che

Yannick Alléno aveva intuito e ben valutato le grandi

potenzialità di Francesco.

”Voglio ringraziare chef Alléno per aver creduto in me e per

avermi dato questa grande possibilità. Non dimenticherò mai

gli insegnamenti del mio Maestro e continuerò a volerlo rendere

fiero del mio lavoro, perché è grazie a lui se oggi posso esprimere

qui a Monforte d’Alba la mia idea di cucina” dice Francesco

Marchese.

Ma Réva vuol dire anche ottimi vini: oltre 35 ettari di

proprietà, di cui 23 vitati, a conduzione biologica: sei

diversi terroir, le Langhe del Barolo e l’Alta Langa… Un

panorama viticolo che abbraccia aree assai differenti

fra loro e rappresenta tutte le sfaccettature dei vini

del territorio, dai Barolo classici e “monumentali” di

Cannubi e Lazzarito, fino alle espressioni balsamiche

ed eleganti del Ravera, giungendo alle fresche e inedite

note dei Nebbiolo e Barbera.

La particolarità dei loro vini è che la vinificazione

è separata per ogni vigneto in modo da assemblarli

successivamente per caratteristiche singole, e lo fanno

addirittura sul singolo vigneto ma con esposizioni

diverse per esaltare e valorizzare le diverse caratteristiche

di ognuno.

A fine serata una piacevole sorpresa… Miro si è rivelato

un ospite eccezionale perché, saputo della nostra

predilezione per i Riesling, è tornato appositamente

al termine della nostra cena per degustare insieme a

noi e a Daniele Scaglia alcune ottime bottiglie della

sua riserva personale di Riesling austriaci della valle


di Wachau, dissertando di idrocarburi e frutta esotica,

di confronti con Mosella e Alsazia per poi sconfinare

in degustazioni di Champagne. In quasi quarant’anni

di “duro lavoro sul campo” ci è capitato poche volte.

Chapeau!

RISTORANTE FRE

Venerdì, sabato e domenica aperto a pranzo e cena

12:30 – 14:00 | 19:30 – 21:00

Giovedì aperto a cena

19:30 – 21:00

CHIUSO: lunedì, martedì e mercoledì

RÉVA RESORT

Località San Sebastiano 68

Monforte d’Alba (Cuneo)

Tel. 0173 789269

www.revamonforte.com

TuttoFood

33


34 TuttoFood


TuttoFood

35


36 TuttoOk


#

TuttoOk

38 Cantina Sociale di

Quistello, filiera certificata da

Equalitas

42 25 anni di eccellenza:

auguri, Amorim Cork Italia!

48 Cardenal Mendoza

presenta Elements Edition,

masterpiece della cantina

Sánchez Romate di Jerez

TuttoOk

37


Cantina Sociale di Quistello,

filiera certificata da Equalitas

Il mercato si muove velocemente e una realtà come quella della Cantina

di Quistello deve essere attenta a cogliere questi mutamenti

A cura di Redazione Centrale TdG

38 TuttoOk


La Cantina Sociale di Quistello si fregia di un

prodotto d’eccellenza ovvero di quel Lambrusco

Mantovano che deriva dalla terra e dal lavoro

degli oltre 120 soci che, conferendo mediamente 40.000

quintali di uva, contribuiscono ad una produzione che

varia dalle 600.000 alle 700.000 bottiglie; numeri che

fanno della Cantina quistellese un riferimento per tutto

l’Oltrepò della provincia mantovana.

Dalla vite alla bottiglia

La cooperativa quistellese ribadisce la qualità della

sua filiera anche attraverso una Certificazione come

quella di Equalitas. Sostenibilità la parola chiave, non

solo ambientale ma anche etica ed economica. Inoltre

tale percorso è stato proseguito estendendolo a tutti i

Soci della filiera: dal campo fino alla bottiglia.

Questo avviene su tutte le etichette; una scelta radicale

e rigorosa ritenuta necessaria per dare un valore

aggiunto a tutti i prodotti, al processo che sta dietro e

anche al territorio. Il mercato vitivinicolo è in continua

evoluzione per affrontare le sfide del futuro, questa è

la principale di tante iniziative che la Cantina quistellese

porterà avanti per far conoscere ai consumatori la

qualità e le tipologie dei vini.

Situazioni che spostano le preferenze dei consumatori

verso i vini a bassa gradazione: il nostro Lambrusco

rientra tra questi e dunque abbiamo una solida base su

cui lavorare.cere ai consumatori la qualità e le tipologie

dei vini.

Educare e coinvolgere

Come? Educando il consumatore alle caratteristiche

del prodotto, spiegandogli che un vino come il nostro,

se consumato coscienziosamente, non fa male, anzi!

E sostenendo una serie di iniziative che ormai hanno

sempre più successo come la manifestazione annuale

“Cantine Aperte” a cui aderiamo o i percorsi di degustazione

dedicati ai piccoli gruppi fino alle serate-evento

che attraggono sempre più persone interessate sì al vino,

ma anche a esperienze diverse che la Cantina propone.

L’interesse verso prodotti di qualità come il nostro

non manca: lo certificano i numeri di traffico sui nostri

canali social e web in costante incremento. E’ importante

intercettare questo interesse.

Il nostro lambrusco è pronto per le sfide

del mercato, degustazioni per coinvolgere

il consumatore

Il consumo del vino negli ultimi anni è cambiato. Il

mercato si muove velocemente e una realtà come quella

della Cantina di Quistello deve essere attenta a cogliere

questi mutamenti.

Aldilà della sempre più complicata situazione geopolitica

che influisce soprattutto sulle vendite all’estero,

ci sono altri fattori che hanno influenzato il consumo:

dalla quasi tolleranza zero dei controlli stradali fino

alla tendenza che vede un apprezzamento sempre più

marcato per i cocktail, dove il vino è presente ma in

quantità minime.

TuttoOk

39


40 TuttoOk


BITTER GRAN MILANO

Elaborato dopo diversi mesi di studio e di assaggi

questo liquore unico e di grande personalità vuole

essere un'ottima e grande base per la preparazione

di cocktail come il Negroni e l’Americano.

Il colore acceso e una maggiore gradazione alcolica,

pari a 26,2%, sono le principali caratteristiche che lo

differenziano dal prodotto leader del mercato.

In miscelazione riesce a mantenere una nota

aromatica molto consistente anche dopo l’aggiunta

di ghiaccio.

Rosso brillante con al naso una spiccata

freschezza dovuta all’infuso di rosmarino

accompagnata da una elegante morbidezza

e un intenso profumo di erbe e spezie

accuratamente miscelate tra cui troviamo

china, assenzio romano, radice di genziana,

cardamomo e zenzero.

TuttoOk

41


42 TuttoOk


25 anni di eccellenza: auguri,

Amorim Cork Italia!

Operativa dal 1999 sul territorio italiano, l’azienda leader nella produzione

e vendita di tappi in sughero ha unito ricerca scientifica, produzione

all’avanguardia e sostenibilità

A cura di Redazione Centrale TdG

Era l’11 novembre 1999 quando a Conegliano

metteva le radici Amorim Cork Italia, oggi

la filiale più grossa del Gruppo Amorim. Una

storia d’eccellenza, dal momento che la casa madre in

Portogallo, quando ha deciso di investire nel nostro

Paese, ha scelto una crescita organica, senza acquisti

di aziende similari.

Ha operato una scelta lungimirante, creando da zero

quella che oggi è una realtà a cui guarda tanto chi punta

a una produzione di performance, qualitativa e quantitativa,

quanto chi cerca un riferimento di economia

circolare, visto che è tra le prime in Italia ad averne

completata una.

Nel 2001 erano già 100 milioni i tappi che uscivano

dalla filiera coneglianese, con l’ambizione di arrivare a

triplicare la produzione viene chiesto un finanziamento

alla casa madre per arrivare a rendere ancora più operativa

l’azienda: 2,4 milioni di investimento, danno

vita alla sede attuale, inaugurata il 25 agosto 2003.

Nel 2009, quando arriva in Italia Americo Amorim,

l’imprenditore più importante del Portogallo e patron

dell’azienda, i 300 milioni di tappi sono già raggiunti,

l’obiettivo, così, si affina e punta al mezzo miliardo di

pezzi per la filiale italiana, così piena di energia e qualità

riconosciuta su un territorio nazionale sensibile al

settore enologico, tra le punte del Made in Italy.

L’eccellenza chiede di essere temprata, in Italia è il

2011, l’anno in cui arrivano gli effetti della recessione,

una crisi che vede Amorim Cork Italia prendere una

decisione che sembra controcorrente: ha il coraggio

di osare un investimento per l’aumento delle capacità

produttive del 30%.

A infondere fiducia, il sempre impeccabile servizio

ai clienti, che oltre a un prodotto di qualità, assicurava

di essere competitivi a livello umano. Un plusvalore

intangibile, che già delinea la particolare attenzione

dell’azienda nel tessere reti di relazioni, linea di conduzione

che l’accompagnerà fino ad oggi.

Il percorso si mantiene lineare e in continua crescita,

di fatturato ma anche di reputazione, fino a un altro

momento storico complesso, il biennio 2020-2021

quando la pandemia da Covid-19 si abbatte a livello

globale su sistemi produttivi e società. Un periodo in

cui Amorim Cork Italia, forte della sua affidabilità e

del fatto che sia rimasto attivo il comparto food di cui

fa parte, ha sempre lavorato.

Quando nel 2022 il post-pandemia ha visto una sorta

di ritorno alla vita, il settore è esploso, la gente con la

voglia di vivere ha aumentato infatti i consumi, anche

enologici, in modo esponenziale. Questo ha comportato

un aumento dell’inflazione, dei prezzi e dei tassi

di interesse.

Il 2023 è l’anno della morigeratezza, con le famiglie

che contengono le spese, ma in Amorim si assiste invece

ad un aumento della produzione: viene inserito il

TuttoOk

43


secondo turno di lavoro, ma manca lo spazio di stoccaggio.

Per l’azienda è il momento di replicare l’azione

di coraggio del 2011, ovvero rispondere alla crisi con un

nuovo investimento: “Abbiamo deciso così di allargarci

e acquistare ben tre capannoni nei pressi della nostra

sede. – afferma l’a.d. Carlos Veloso dos Santos – Si tratta

di 6,4 milioni di euro di investimento, tra acquisizione

e rifacimento del layout produttivo, che porteranno a

100 milioni di euro di fatturato in più nei prossimi 3-4

anni. Significa, anche, potenziare quanto già facciamo

in Italia, passando da 1,2 milioni di tappi al giorno a 1,8

milioni di tappi al giorno, ovvero il +50% della capacità

produttiva”.

Una visione che oggi, nel 2024, non manca di avere

un lungo orizzonte, continua infatti l’a.d.: “L’obiettivo

per i prossimi 25 anni è essere un partner sempre più strategico

per le cantine. Lavoriamo molto sul customer care, perché non

vogliamo essere solo fornitori di materiali, la parte del servizio è

fondamentale. Inoltre, desideriamo essere sempre più un esempio

di sostenibilità trasversale a più settori, una vera e propria

azienda esemplare.

Per questo sono davvero tanti i percorsi che intraprendiamo in

tal senso (come i riconoscimenti Family Audit, Organizzazione

Positiva, Parità Genere): è giusto crescere in modo consapevole

e responsabile. Nascono da questo intento anche progetti come

quelli di qualità ambientale, quello della collezione SUBER

per il riciclo dei tappi usati e la rivalorizzazione della granina,

iniziative di giustizia sociale come il welfare interno, ma anche

culturali: in occasione dei 25 anni, infatti, abbiamo in previsione

un omaggio al territorio, che sveleremo dopo l’estate.”

Obiettivi di business concreti affiancano i pilastri

dell’economia circolare, in Amorim Cork Italia, azienda

capace di osare, che augura a sé e ai suoi dipendenti,

collaboratori, clienti, 25 (e più) di questi anni. Una realtà

che si dimostra ogni giorno il vero consulente del

cliente, progettando al suo fianco e offrendo un servizio

“taylor made”.

Conclude a tal proposito Carlos Veloso dos Santos:

“Per noi, dotare Conegliano di una maggior capacità industriale

significa rispondere ancora di più just in time e just in place alle

necessità dei nostri clienti, sempre di più assillati dalla mancanza

di programmazione e dal dover rispondere in modo molto veloce

alle sollecitazioni del mercato.”

Il Gruppo Amorim è la prima azienda al mondo

nella produzione di tappi in sughero, in grado di coprire

da sola nel 202 il 45% del mercato mondiale di questo

comparto e il 28% del mercato globale di chiusure per

vino; conta un totale di 56 filiali di cui 22 distribuite nei

principali Paesi produttori di vino. Il Gruppo Amorim

esporta in più di 100 Paesi e ha le sue aziende in 28 Paesi

nei cinque continenti.

Amorim Cork Italia, con sede a Conegliano (Treviso),

filiale italiana del Gruppo Amorim, si è confermata nel

2023 azienda leader del mercato del Paese. Con i suoi

75 dipendenti, nel 2023 ha registrato oltre 633 milioni

di tappi venduti per un fatturato di 77 milioni di euro,

pari al +2,5% rispetto all’anno precedente.

La leadership di Amorim è dovuta ad una solida rete

tecnico-commerciale distribuita su tutto il territorio

della penisola, ad un efficace servizio di assistenza pre e

post vendita ma anche all’avanguardia dei suoi sistemi

produttivi e gestionali e soprattutto del suo reparto

Ricerca&Sviluppo, al quale si associa una spiccata

sensibilità per la tutela dell’ambiente e in particolare

per la salvaguardia delle foreste da sughero. Accento

vigoroso anche quello sulle risorse umane, con una

serie di iniziative di work-life balance per una migliore

armonia tra vita personale e lavorativa della grande

famiglia Amorim.

Tra gli ultimi grandi traguardi raggiunti, infine, il

compimento perfetto dell’economia circolare grazie alla

linea SUBER, arredo di design nato dalla granina dei

tappi raccolti dalle onlus del progetto ETICO (di Amorim

stessa) e riciclati. Un’opera di sostenibilità divenuta

anche culturale grazie alla Mostra “SUG_HERO – Metaforme

– Le mille vite di uno straordinario dono della

natura, il sughero”, esposizione nata per valorizzare e

testimoniare i valori che animano l’azienda.

44 TuttoOk


TuttoOk

45


46 TuttoOk


La tecnologia più ecologica e più efficace

al mondo contro il TCA per i tappi in

sughero naturale.

Ispirato dallo straordinario lavoro che la Natura ha fatto con il sughero, abbiamo creato Naturity®, un processo

interamente naturale che rimuove il TCA e altri composti di deviazioni sensoriali dai nostri tappi in sughero naturale.

Sviluppato dall’Università NOVA di Lisbona e da Amorim Cork, Naturity® è una tecnologia rivoluzionaria progettata

per massimizzare la performance dei nostri tappi senza comprometterne la natura. Grazie ad un processo avanzato

che combina tempi, pressione, temperatura e acqua purificata, siamo ora in grado di separare le molecole del TCA e

altre molecole volatili dalla struttura cellulare dei tappi in sughero naturale, attraverso un metodo non invasivo che

mantiene intatte le caratteristiche cruciali di questo materiale unico.

amorimcorkitalia

La scelta naturale TuttoOk

47


48 TuttoOk


Cardenal Mendoza presenta

Elements Edition, masterpiece della cantina

Sánchez Romate di Jerez

Da vera opera d’arte, l’edizione limitata del prestigioso brandy spagnolo

sarà protagonista al Museo Bagatti Valsecchi, durante l’evento aperto al

pubblico In Arte Veritas: Brandy Edition

A cura di Redazione Centrale TdG

L’11 settembre presso il Museo Bagatti Valsecchi

di Milano in Via Gesù 5 dalle 20:30 si

terrà l’evento In Arte Veritas: Brandy Edition,

dove verrà presentata la capsule collection Cardenal

Mendoza Elements Edition.

Cardenal Mendoza rivela i suoi 12 elementi

attraverso un’originale edizione

limitata

Cardenal Mendoza, fiore all’occhiello della cantina

Sánchez Romate, fondata nel 1887, è un riferimento

internazionale nel mondo dei brandy più esclusivi. La

sua produzione artigianale, basata su metodo solera,

gestito ancora oggi manualmente, ne è concreta testimonianza.

“Cardenal Mendoza Elements Edition” nasce da

un’idea originale e inclusiva, ovvero un confronto

a Jerez tra importatori, distributori, bartender e

consumatori di tutto il mondo. Persone di diversi

paesi, con un’opinione condivisa: come il lento passare

del tempo influenzi l’evoluzione e l’integrazione degli

elementi in questo brandy. Non più quindi l’azienda,

ma i Cardenal Mendoza lover che interagiscono

e individuano i 12 elementi che caratterizzano di

più questo straordinario brandy: mogano, rovere,

uvetta, prugna, noce, nocciola, cacao, caramello, miele,

TuttoOk

49


vaniglia, cannella, tabacco. Per celebrare il lancio di

questo masterpiece, si è scelto l’incantevole museo

Bagatti Valsecchi: l’evento è aperto al pubblico e

offre un’opportunità unica di degustare un prodotto

straordinario nel suo genere, creato con maestria e

passione. I posti disponibili sono solo 40 e il costo

dell’ingresso è di 30 euro.

Un’esperienza unica dove l’arte si assapora a 360°: i

visitatori saranno accompagnati negli ambienti quattro-cinquecenteschi

della Casa Museo in un dialogo tra

il Direttore del Museo, Antonio D’Amico che racconterà

la storia di alcune opere e il Brand Ambassador

Cardenal Mendoza, Paolo Vercellis, che racconterà

la storia di Elements Edition in una degustazione

itinerante di cocktail e tapas.

Cardenal Mendoza

Nel cuore pulsante di Jerez de la Frontera, dove le

brezze dell’Atlantico s’incontrano con il calore del

Mediterraneo, nasce un’essenza che incapsula più di un

secolo di tradizione, arte e nobiltà: il Cardenal Mendoza.

Rinaldi 1957 SPA

Cardenla Mendoza è distribuito da Rinaldi 1957 SPA,

uno dei più dinamici importatori e distributori di alcolici

e vini in Italia che si contraddistingue per l’empatia e

l’attenzione nei confronti dei clienti e dei brand owner.

La sensibilità e la gentilezza dello staff Rinaldi contribuiscono

alla crescita continua del portfolio.

Il Museo Bagatti Valsecchi

Casa museo neorinascimentale situata nel cuore

del Quadrilatero della Moda di Milano, frutto di una

straordinaria vicenda collezionistica di fine Ottocento

ad opera dei due fratelli Fausto e Giuseppe Bagatti

Valsecchi, vanta un patrimonio artistico conservato

com’era in origine: pareti elegantemente decorate,

preziose collezioni di mobili, avorio e ferro battuto

dorato, maioliche, armature, vetri, produzioni tessili

pregiate e dipinti di notevole fattura, tra cui opere di

Gentile e Giovanni Bellini e Giampietrino.

Fondato dalla famiglia Sánchez Romate Hnos, il brandy

Cardenal Mendoza è un tributo vivente al Cardinal

Pedro Gonzáles de Mendoza, che con la sua visione e

supporto rese possibile il viaggio di Cristoforo Colombo

verso il Nuovo Mondo.

Ogni bottiglia di Cardenal Mendoza è un’opera d’arte,

sigillata a mano con cura e dedizione, testimoniando

l’impegno della distilleria nel preservare l’autenticità

e l’eccellenza del suo brandy.

Brandy Romate rappresenta una moderna rivisitazione

del classico brandy, promettendo un’esperienza

gustativa persistente e piacevolmente equilibrata da

provare in abbinamento al caffè, sigari, dolci o come

ingrediente chiave in cocktail raffinati.

50 TuttoOk


DISTRIBUITO

IN ITALIA TuttoOk DA 51


52 TuttoTravel


#

TuttoTravel

54 La Via del Sale

60 Cipro e la magia

dell’Eterna Giovinezza

66 Lione, una grande città

ancora a misura d’uomo – 1°

parte

72 L’Aquila verso il 2026

TuttoTravel

53


54 TuttoTravel


La Via del Sale

“Chi di sale vuole veramente discorrere occorre che giunga qui,

nell’occidente della Sicilia, vecchie, vecchissime saline fondate

già dai Fenici”, scriveva Voltaire

A cura di Jimmy Pessina

La Sicilia è forse la terra più suggestiva ed emozionante

del Mediterraneo dove s’incontrano

miti, leggende e tradizioni millenarie che ne

hanno fatto una delle culle della civiltà.

Unica, come il suo popolo, quest’’isola straordinaria

ha saputo custodire e conservare la sua specifica individualità

culturale attraverso i secoli e le varie dominazioni,

dai Fenici, ai Greci, ai Romani, successivamente

Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi,

Spagnoli, Sabaudi, Austriaci e Borboni.

Nella provincia di Trapani le culture del passato

hanno lasciato testimonianze di grande valore archeologico,

monumentale, artistico, architettonico e

enogastronomico.

Alla cultura trapanese appartengono le saline. Che

sono opera dell’uomo nel corso dei secoli. La tradizione

orale racconta che in origine fu il Padreterno a crearle

su degli scogli appiattiti che venivano completamente

sommersi dall’alta marea.

Quando il mare si ritraeva, negli avvallamenti e nelle

piccole conche naturali della spianata, ristagnava l’acqua

salmastra che il vento di scirocco e il sole a picco

asciugavano lentamente lasciando agli uomini il piacere

della scoperta di straordinari cristalli di un argento

abbacinante, utilizzati per insaporire e conservare i

cibi. Un vero dono divino che consentì di risolvere i

problemi legati alla gestione delle scorte alimentari da

utilizzare ciclicamente nel corso dell’anno.

Come per tutte le grandi scoperte, probabilmente

il caso e lo spirito di osservazione hanno consentito

di conservare le carni, in particolare il pesce che non

imputridiva se coperto dal sale, così come per i capperi

che nelle Trinacria sono di casa. Una soluzione d’ acqua

e sale, la salamoia trovò il primo impiego proprio

qui a iniziare dalle olive, prodotte in abbondanza e di

ottima qualità.

Furono i Fenici a strappare la terra al mare, a creare

le prime vasche arrivando a spostare la linea di costa

iniziale di diverse miglia. Così ebbero inizio le miniere

“d’argento” di Trapani. Si tenga presente che i le saline

del trapanese sono in assoluto le più importanti d’Europa

per quantità e qualità. Può far sorridere parlare

di qualità del sale marino. Eppure, è così. Quello prodotto

a Trapani, rispetto alle altre produzioni, sia pur

di eccellenza, è il più ricco di iodio e di oligominerali.

Questo inestimabile patrimonio di cultura e il lavoro

rappresenta un fiore all’occhiello della Sicilia e l’area di

Trapani, la città dei due mari, tra Tirreno e Mediterraneo

e tutelato e valorizzato dalle Riserve naturali della

Regione Siciliana, che si estendono per oltre ottocento

ettari L’area, lungo la “via del sale” era certamente più

vasta alla fine dell’Ottocento, gli impianti erano più di

quaranta e il sale prodotto si esportava in ogni angolo

del mondo.

Ora si ritorna all’antico splendore: i granelli argentei

hanno la dignità di piccole pietre preziose: Le saline,

forzieri di questo tesoro, si srotolano lente lungo la

TuttoTravel

55


litoranea che da Trapani si allunga fino a Marsala, tra

minuscoli arcipelaghi e mulini a vento che assicurano

l’energia, veramente pulita, per il funzionamento di

tutti gli impianti, completamente autosufficienti.

Le saline e la coltivazione del sale, in questa area in

cui mare e terra si confondono, hanno determinato nel

corso dei secoli un unicum ambientale e paesaggistico di

grande valenza culturale, antropologica ed economica.

Di particolare interesse l’itinerario denominato la

“Via del Sale” con i suoi tanti mulini, cinque dei quali

recentemente restaurati, i cumuli di sale ricoperti di

tegole di terracotta ed il Museo del sale a Nubia nel

territorio di Pacco. Proseguendo sulla strada per Marsala,

si incontrano le Saline di Ettore e Infersa con tre

mulini funzionanti che spiccano nella laguna dello

Stagnone, di fronte all’isola di Mozia, da non perdere

una visita al museo.

Sorprendentemente la natura si manifesta in tutto il,

suo splendore rivelando una ricchezza non indifferente,

specialmente in primavera quando gli argini delle saline

e i camminamenti si ricoprono di fioriture tanto spettacolari

quanto inaspettate di crisantemi, margherite,

violacciocche, fumarie, silene, e viperine.

Altrettanta importanza rivestono le saline dal punto

di vista faunistico, in quanto costituiscono luogo di sosta

e nidificazione per numerosissime specie di uccelli,

talune rarissime. Qui si possono osservale l’elegante

Damigella di Numidia, una gru africana, e il multicolore

Pulcinella di mare, proveniente dai mari del Nord, oltre

alle anatre selvatiche e Mignattai, Cavalieri d’Italia,

aironi rosa e cinerini.

L’aeroporto di Trapani Birgi è collegato con i principali

scali nazionali e internazionali da diverse compagnie”

low-cost”.

Le saline, di proprietà privata e a conduzione tradizionale,

producono sale integrale, ricco di iodio, fluoro,

magnesio, potassio, ideale per l’alimentazione. Le fasi

della lavorazione rappresentano uno spettacolo unico

e vario in ogni momento dell’anno. Interessante la paziente

e sapiente raccolta del sale, da giugno a settembre,

in una successione di piccoli cumuli, di un argento

brillante. E il mulino a vento è un’opera d’arte del ‘500,

completamente restaurato nei suoi ingranaggi in legno.

Da qui si può iniziare la scoperta della “cultura del

sale marino”: www.salineettoreinfersa.com

Una delle attrazioni più suggestive a Erice dove è

possibile osservare è il tramonto sulle sottostanti saline

che appaiono come una immensa scacchiera cui il calare

del sole conferisce prodigiose colorazioni: dal porpora

al rubino, dal vermiglio al blu intenso.

Non meno suggestivo è passeggiare lungo gli argini,

sulle sponde, sugli isolotti delle saline dalle quali,

qua e là, emergono quasi magicamente altri mulini a

vento, affascinanti reperti di archeologia industriale. È

paesaggio grandioso e solo apparentemente inospitale.

56 TuttoTravel


TuttoTravel

57


58 TuttoTravel


Un mondo unico di tradizioni, bellezza e stile racchiuso

in ogni calice di Prosecco DOC. Ecco perché Prosecco DOC è

un vino speciale che puoi trovare solo in bottiglia. E

proveniente dal territorio unico delle nove province di

Veneto e Friuli-Venezia Giulia: la Dreamland. La regione del

Prosecco DOC ti dà il benvenuto su www.prosecco.wine

OFFICIAL SPARKLING WINE

SPONSOR OF MILANO CORTINA 2026

TuttoTravel

59


60 TuttoTravel


Cipro e la magia

dell’Eterna Giovinezza

Il turismo potrebbe far crollare l’ultimo muro d’Europa

A cura di Jimmy Pessina

“Da Cipro avanzando veleggia la nave crociata latina…”,

scriveva Carducci nella romanza che narra l’amore

struggente di Jaufrè Rudel per la bella Melisenda,

contessa di Tripoli, vagheggiata per anni scrutando il

limpido orizzonte.

A quattrocento chilometri da Rodi, a settanta dalle

coste della Turchia, a poco più i cento dalla Siria e dal

Libano, un po’ più grande della Corsica ma meno imponente

della Sicilia e della Sardegna, la terza isola del

Mediterraneo è Cipro, la punta estrema dell’Europa.

Solo evocare il suo nome dà un senso di mistero e

magia. Ma il mistero di quest’isola del Mediterraneo

affonda le sue radici nella cultura dell’antica Grecia.

Dietro ogni angolo i miti e le leggende si rincorrono:

Cipro è l’isola che ha dato i natali ad Afrodite (o Venere),

la dea dell’amore, scaturita dalle onde del mare e approdata

su una spiaggia dominata da due grandi scogli,

oggi nota come Petra tou Romiou (scogli dei Romani).

Coloro che credono ancora nelle leggende, nelle

fiabesche tradizioni popolari, si possono imbattere,

per esempio, nelle vicinanze di Polis, nella straordinaria

fontana magica chiamata Bagni di Afrodite, le cui

acque, secondo la credenza locale, assicurano il dono

miracoloso dell’eterna giovinezza.

Non meno priva di fascino la ricerca delle rovine

romane di Kurium o dei mosaici bizantini di Pathos.

La posizione strategica, di Cipro, importante baluardo

dell’Occidente sull’Asia, ha favorito, negli anni,

l’insediamento nell’isola delle basi dello spionaggio

internazionale, concentrate, in particolare a Limassol,

luogo di appuntamento di agenti segreti, un po’ come

fu Salonicco durante la Prima guerra mondiale, o Lisbona

e Casablanca nella seconda. Verità e fantasia si

intrecciano in enigmatiche spy story del Medio Oriente

che hanno alimentato l’editoria mondiale.

Oggetto del desiderio di tutti, Cipro ha subito, nel

corso della sua travagliata storia, che si perde nella

notte dei tempi, le più svariate dominazioni straniere.

Cominciarono le popolazioni asiatiche, seguirono i

micenei, che vi portarono da Creta artigiani e commercianti

e in più la lingua, il greco, che tuttora si parla.

A questi seguirono i fenici, poi i persiani, gli assiri,

addirittura Alessandro Magno e, correndo velocemente

nel tempo, i Crociati che ne avevano fatto un’autentica

“testa di ponte” verso la Terrasanta. Da ricordare che

Riccardo Cuor di Leone, proprio nel castello di Limassol

impalmò la bella Berengaria.

Il legame di Cipro con il cristianesimo è sempre stato

molto forte. La Terra Santa è a di là del mare. A poche ore

di nave da Pafos. Dopo la crocifissione di Gesù, giunge

a Salamina l’apostolo San Paolo, che nel 45 dopo Cristo

converte il proconsole romano Sergio Paolo. Cipro

diviene cosi il primo luogo governato da un cristiano.

E ancora la Serenissima, che per un secolo fece di

Cipro una formidabile roccaforte veneziana. E così nei

secoli un’alternanza di dominatori, ottomani compresi.

TuttoTravel

61


62 TuttoTravel


Una storia travagliata, fino ai giorni nostri, che ha portato

alla spaccatura dell’isola in due parti: quella a nord

occupata dall’esercito turco, e quella a sud, indipendente

e sovrana, che parla greco. La capitale è dolorosamente

divisa a metà come tutta Cipro.

Fra la Nicosia greco-cipriota e quella turco-cipriota c’è

una spettrale terra di nessuno, con case completamente

disabitate da oltre 50 anni. Da una postazione isolata

spuntano le insegne dell’ONU, poco più lontano ecco

le bandiere della Turchia e della Repubblica di Cipro,

un’entità che non è mai stata ufficialmente riconosciuta.

Oggi la presenza della “linea di Attila” o “green linee”,

controllata dai militari dell’ONU, è la paradossale dimostrazione

dei limiti che hanno sempre condizionato

lo Stato cipriota, anche se, da alcuni anni, è possibile

varcare la frontiera con meno burocrazia.

Mura veneziane da una parte, minareti dall’altra, in

mezzo un muro. La contrapposizione fra cristianesimo

e islamismo ha trovato a Cipro l’occasione di ripetersi

sempre tragicamente uguale a sé stessa. In tutta l’isola,

però, l’ospitalità è generosa e autenticamente dimostrata,

come elemento culturale.

Questa incantevole perla del Mediterraneo, poco

più di novemila km quadrati dalle montagne innevate,

è famosa soprattutto per il sole e il mare da cartolina

illustrata. Le spiagge bellissime, i fondali cristallini e

incontaminati, le insenature dai nomi difficili da dimenticare,

hanno conosciuto, negli ultimissimi anni,

un grande successo turistico, grazie alla costruzione di

grandi alberghi delle più famose catene internazionali

che hanno fiutato l’affare, essendo entrata a far parte

dell’Unione Europea.

Straordinario personaggio religioso, al tempo stesso

politico, Mihail Christodoulou Mouskos, più noto appunto

come arcivescovo Makarios III, fu il vero e geniale

architetto dell’unità cipriota. Il sogno dell’arcivescovo

è durato solo 14 anni e si è infranto proprio su quelle

contrapposte ambizioni di Grecia e Turchia.

Passeggiando per la capitale Nicosia, fra le mura

veneziane, la piccola cattedrale di San Giovanni e i

vicoli del centro storico, si notano due minareti: sono

quelli della moschea Selimiye, ex cattedrale gotica di

Santa Sofia, trasformata nel 1571 dagli ottomani in un

proprio centro di culto.

Ma i minareti sono al di là del muro. Già! Il muro

di Berlino è crollato da un pezzo, ma quello di Nicosia

resiste a testimonianza di un’assurda situazione che

non ha alcun senso. Chi crede negli ideali dell’Europa

dei popoli e la componente greco-cipriota ne è convinta

assertrice, ritiene che la reciproca conoscenza, favorita

dal turismo, possa determinare una svolta decisiva per

lasciare le sofferte barriere medievali solo al ricordo e

nei libri.

Cipro con l’ingresso nell’Unione Europea ha esorcizzato

il dramma della divisione e la sua civiltà è lì a

mostrare come sia possibile cercare un’intesa tra culture

e popolazioni diverse. Cipro ha fatto tesoro della sua

lunga storia che ha trasformato in un vero e proprio

culto. A cominciare dai musei, il più grande e il più ricco

dei quali è certamente quello di Nicosia, la capitale. Ma

anche Larnaca, Limassol e Pafos hanno i loro preziosi

scrigni che si dischiudono agli occhi ammaliati dei

visitatori, sempre più numerosi e consapevoli.

Vacanze distensive in un ambiente naturale ancora

fiabesco, incastonato nei secoli e secoli di civiltà differenti

che, stratificandosi, hanno lasciato indelebili e

significative impronte. Una testimonianza è all’interno

dell’isola, sui monti Troods, dove sorge il monastero

di Kikko. Ebbene questo luogo è legato al protagonista

della recente storia di Cipro: l’arcivescovo Makarios.

TuttoTravel

63


64 TuttoTravel


SUMMER VIBES

PANAREA GIN

A Bot a n i c al t o uch of It aly, Lo ndo n D r y

Un Gin tutto italiano, frutto delle

origini siciliane degli Inga, una famiglia

che vanta una lunga tradizione

liquoristica in Piemonte risalente al

1832. Entrambi i Gin prodotti, Island

e Sunset, si ispirano all’isola di Panarea

e infatti, ad eccezione del ginepro

(del Piemonte e in parte della Toscana),

tutte le botaniche provengono

dalla Sicilia.

La speciale forma della bottiglia,

caratterizzata da una spalla più larga,

presenta un’etichetta la cui grafica

richiama un fregio esclusivo che ricorda

l’arte barocca siciliana, già presente

in molti monumenti di Noto, città

natale della famiglia.

ISLAND: è il primo nato e si presenta

con caratteristiche nette e pulite.

È ben bilanciato, secco e persistente,

con una gradazione alcolica poco al

di sopra la media ma che all’assaggio

non si avverte. Questo gin è ottimo

per qualsiasi tipo di miscelazione

(cocktail).

SUNSET: è un gin a cui sono state

aggiunte 2 fragranze (scorze di pompelmo

e basilico) in più rispetto all’Island

che lo rendono più fresco, più

“estivo”. Considerata la sua grande

morbidezza, in un Gin & Tonic e nei

Long Drink in generale, si consiglia

di impiegare una Tonica non aromatizzata

per esaltarne le qualità.

gin

“Il

island

gin è un distillato che negli ultimi 20 anni ha avuto non solo una riscoperta, ma un’evoluzione

qualitativa enorme, diventando uno degli spiriti (distillati) più in voga, apprezzato da tutte le

fasce di età.” Luca Picchi

sunset

TuttoTravel

BEVI RESPONSABILMENTE | DISTRIBUITO DA SAGNA S.P.A. DAL 1928 - WWW.SAGNA.IT - @SAGNADAL1928

65


66 TuttoTravel


Lione, una grande città ancora a

misura d’uomo – 1° parte

Un variegato panorama gastronomico

A cura di Paolo Alciati & Enza D’Amato

Uno chef tristellato Michelin, Mauro Colagreco

del Mirazur di Menton, tre cuochi con due

stelle e ben cinque con una stella, questo

il Parterre de Rois che ha preso parte a metà giugno

scorso all’ottava edizione del Lyon Street Food Festival

che ha coinvolto circa 120 tra cuochi e pasticceri, talenti

emergenti e artigiani dello street food di varie nazioni e

filosofie di cucina: la regione della Nouvelle-Aquitaine

con la sua autenticità, diversità e consapevolezza ambientale;

l’audacia e l’inventiva della cucina coreana, che

aggiunge un tocco esotico; la generosa terra di Spagna

e le note speziate e il cibo artigianale del Messico.

Inoltre qualche stand di street food italiano -con

l’immmancabile pizza- e altri di cucina cinese, giapponese,

tailandese, nepalese, vietnamita e di Hong Kong.

Il più grande festival di cucina in Francia -lo scorso

anno sono intervenuti quasi 40.000 visitatori- è stato

l’evento principale di Lione con quattro giorni di cibo,

presentazioni di oltre 200 ricette esclusive, ben 400

laboratori gratuiti, musica, cultura e divertimento con

oltre 60 tra spettacoli, concerti e DJ set nei 40.000 m²

dell’ex fabbrica Fagor-Brandt.

Se la cucina è l’espressione di una diversità di culture,

territori, professioni, l’ambizione del Lyon Street Food

Festival è quella di far crescere e onorare la cultura del

cibo attraverso degli incontri gastronomici e ha come

scopo principale quello di promuovere il territorio francese

e la cucina mondiale per condividere e far rivivere

questo immenso patrimonio in un momento di festa!

Il Lyon Street Food Festival è la celebrazione di tutte

le cucine, l’incontro di tutte le regioni, il desiderio di

riunire tutti i pubblici, dalle famiglie alle migliaia di

ragazzi e adulti desiderosi di gustare insolite proposte

gastronomiche.

Unico nel suo genere, è un evento che mette in risalto

le influenze culinarie provenienti da tutto il mondo

nella città francese leader per la gastronomia offrendo a

tutti l’opportunità di scoprire la buona cucina in modo

accessibile e facendo vivere un’esperienza di gusto che

sia allo stesso tempo autentica e culturale… un vero e

proprio stile di vita! L’appuntamento per la nona edizione

è dal 26 al 29 giugno 2025.

Terza città di Francia dopo Parigi e Marsiglia -ma seconda

se si considera l’agglomerato urbano e suburbano

metropolitano con quasi 2.500.000 di abitanti- Lione è

considerata la “Capitale mondiale della gastronomia”,

titolo che le venne dato nel 1935 dal celebre critico culinario

Maurice Edmond Sailland meglio conosciuto

con lo pseudonimo di Curnonsky e soprannominato

il Principe della Gastronomia.

I lionesi dicono che nella loro città si trova un ristorante

in ogni angolo. Non è propriamente così, ma

l’offerta è comunque enorme e variegata, ce ne sono

oltre 4.000 e di ogni tipo: dai ristoranti raffinati alle

Bistronomiee ai bouchon, passando per le cucine del

mondo e i fast food per arrivare ai mercati (sì, si mangia

anche lì) e alle crêperie.

La fama gourmet di Lione risale all’antichità, quando

Lugdunum -l’antico nome di Lione ai tempi della

TuttoTravel

67


dominazione romana in Gallia- aveva il monopolio

del commercio del vino e un cuoco rinomato che si

chiamava Septimanus.

Bisogna precisare che Lione si trova nel cuore di una

regione in grado di fornire una grande abbondanza e

varietàdi prodotti: bovini di razza Charolaise, pollo di

Bresse, formaggi di Auvergne, pesci dei laghi alpini,

vini Coteaux du Lyonnais e della Drôme, carne della

Dombes… Senza dimenticare la vicinanza ai grandi

territori del vino: Borgogna, Côtes Rôties e Condrieu,

Côtes du Rhône…

La gastronomia di Lione deve molto alle donne, le

“Mères lyonnaises”, le Mamme di Lione. All’inizio erano

le cuoche delle grandi famiglie borghesi, poi si misero

in proprio nel 19° secolo. In questo modo hanno fatto

scoprire una cucina semplice ma raffinata.

La Mère Brazier, il famoso buchon creato da Eugénie

Brazier -conosciuta come “la madre della cucina francese”

e prima cuoca al mondo ad ottenere le tre stelle

Michelin nel 1933 per ciascuno dei suoi due ristorantiaccoglie

i buongustai sin dal 1921. Paul Bocuse, il più

famoso chef del mondo e tra i fondatori della “Nouvelle

Cuisine”, ha cominciato come garzone di cucina

proprio da lei e da lei imparò i fondamentali di questo

duro mestiere.

E a proposito di ristoranti stellati l’Auvergne-Rhône-Alpes

è la regione più stellata della Francia con 96

stelle, di cui 19 a Lione e dintorni: Paul Bocuse**, Mathieu

Viannay (La Mère Brazier) **, Christophe Roure

(Neuvième art)**, Guy Lassausaie* e Christian Têtedoie*

sono tra gli chef più celebri così come Georges Blanc***

a Vonnas, Patrick Henriroux (la Pyramide) a Vienne**,

Pierre Troisgros*** a Roanne e Yannick Alleno*** a

Courchevel, chef rinomati a livello internazionale

che hanno contribuito alla fama della cucina di Lione

e dell’intera nazione.

Giovani e talentuosi chef dalla grande inventiva

raccolgono il testimone: Jérémy Galvan*, Gaëtan Gentil

(Prairial)*, Terrasses de Lyon*, Les Loges*, Takao Ta-

68 TuttoTravel


nako**. Paul Bocuse è stata la figura di spicco nonché

ambasciatore di Lione nel mondo. Eletto “Cuisinier

du Siècle” e “pape de la cuisine” da Gault & Millau, ha

avuto 3 stelle Michelin per oltre 50 anni di seguito! Ha

saputo ispirare il desiderio di trasmissione del sapere

soprattutto con la creazione dell’Institut Paul Bocuse

e il concorso mondiale di cucina del Bocuse d’Or che si

svolge ogni anno a Lione durante il SIRHA.

Ad un gradino più in basso dei ristoranti fine dining

si trovano le Bistronomie, crasi tra le parole bistrot e

gastronomia. Nei ristoranti bistronomici i cuochi reinterpretano

i piatti classici in modo creativo, realizzandoli

con prodotti di qualità e stagionali: la cucina è più

semplice, meno raffinata che in un ristorante stellato

e molto più conveniente e l’atmosfera più rilassata.

Se invece si vuole vivere l’atmosfera dell’autentica

cucina “lyonnais” è d’obbligo andare in uno dei tanti

“bouchons”, le tipiche e deliziose trattorie cittadine

che propongono piatti della tradizione realizzati con

frattaglie, quinto quarto e carni meno nobili a costi piuttosto

contenuti. Sono piatti dai sapori decisi: quenelles

-gnocchi di luccio-, fegatini, andouillette -le salsicce a

base di intestino di maiale-, rillettes di guancia di maiale,

trippa, cervelle de canut -formaggio fresco aromatizzato

con scalogno, aglio e vino rosso-…da gustare, dicono i

lionesi, rigorosamente in abbinamento con Beaujolais

bianco o rosso a seconda del piatto.

È composto da 56 stand che difendono la memoria

del gusto delle regioni francesi e non solo: si possono

trovare i più ricercati salumi, carni, pesci, crostacei e

formaggi, i migliori vini e l’alta pasticceria, tutto si può

acquistare e consumare all’interno dei 13.500 metri

quadrati su tre livelli. È un luogo straordinario, un

piccolo paradiso gastronomico…dove ci si sente come

un bambino in un enorme negozio di giocattoli!

Un mercato coperto unico nel suo genere dove batte

il cuore gourmet di una città che ha fatto del buono e

del bello la fucina della sua cultura, della sua storia e

del suo futuro.

Info

www.lyonstreetfoodfestival.com

www.visiterlyon.com

www.visiterlyon.com/se-regaler

Per evitare le cosiddette “trappole per i turisti” bisogna

cercare il marchio di qualità “Bouchon Lyonnais”,

creato dalla Camera di Commercio e Industria di Lione

in collaborazione con Lyon Tourism e i “bouchons” di

Lione. All’interno dei locali si troveranno tovaglie a quadretti

bianchi e rossi, mobili in legno, tavoli ravvicinati

per favorire la convivialità, pentole di rame appese alle

pareti, vecchi manifesti e, naturalmente, i rumori e gli

odori della cucina che fanno venire l’acquolina in bocca!

Lione, dicevamo, ha anche i mercati e il più famoso

è “Le Halles de Lyon Paul Bocuse” in onore del cuoco

simbolo della cucina francese nel mondo ed emblema

dell’eccellenza gastronomica locale e nazionale.

TuttoTravel

69


70 TuttoTravel


TuttoTravel

71


72 TuttoTravel


L’Aquila verso il 2026

Un ricco programma culturale, mostre, installazioni, capolavori

di arte e architettura sono le attrazioni della futura Capitale della

Cultura

A cura di Franca Dell’Arciprete Scotti

Proiettata verso l’evento clou del 2026, L’Aquila

presenta tutta la sua ricca e variegata offerta

culturale. Nel 2026 infatti L’aquila sarà Capitale

della Cultura con il progetto “L’Aquila Città

Multiverso”.

E’ questo un ambizioso programma di sperimentazione

artistica per la creazione di un modello di rilancio

socioeconomico territoriale a base culturale, capace di

proiettare la città verso il futuro seguendo i 4 assi della

Nuova Agenda Europea della Cultura: coesione sociale,

salute pubblica benessere, creatività e innovazione,

sostenibilità socio-ambientale.

Immaginare L’Aquila come una città multiverso significa

vederla come una realtà complessa in cui convivono

e interagiscono molteplici dimensioni parallele, una

città che apre possibilità inesplorate di creatività artistica

e rigenerazione urbana. L’Aquila Città Multiverso

potrà così costituire un modello di sviluppo sostenibile

che sappia rimodulare con intelligenza il rapporto tra

il centro urbano e una costellazione di piccoli centri

dalla forte identità sociale e culturale. Un territorio,

in tal senso, ancora vitale e capace di immaginare un

progetto di futuro, ma che ha bisogno di una spinta

decisiva per aprire un nuovo, vero ciclo generativo.

Eventi e manifestazioni specifici sono già allo studio

e promettono un palinsesto davvero attraente. Ma le

attrattive culturali dell’Aquila sono una realtà costante

per tutti i visitatori che la scelgono fin da ora. Non dimentichiamo

tra l’altro che il 2025, anno del Giubileo,

abbinerà Roma e L’Aquila. Fu già del grande Celestino

V° infatti, la fondazione del primo Giubileo della storia.

Ma chi era Celestino V? Un nome imprescindibile

per chi va a visitare L’Aquila. L’eremita Pietro da Morrone,

incoronato Papa con il nome di Celestino V, fu

immortalato da Dante nella Commedia come il Papa

del “gran rifiuto”. Proprio lui nel 1294 emanò una bolla

pontificia, con la quale concesse un’indulgenza plenaria

e universale, la cosiddetta Perdonanza, a tutti coloro

che fossero entrati nella basilica di Collemaggio tra le

sere del 28 e del 29 agosto di ogni anno, fondando così

il primo Giubileo della storia e la prima Porta Santa

del mondo.

E la Perdonanza celestiniana, che richiama migliaia

di persone a L’Aquila ogni anno nell’ultima

settimana di agosto, è diventata patrimonio immateriale

dell’Unesco dal 2019, come testimonianza

ininterrotta di una tradizione che giunge a noi direttamente

dal Medioevo.

Sempre a Celestino V° si deve la costruzione della

magnifica basilica di Santa Maria di Collemaggio, grande

esempio di arte romanica, con un prezioso portale

ornato da un grande rosone, tabernacoli e statue e

la facciata nell’inconfondibile pietra bianco-rosata.

Anche la pavimentazione richiama l’attenzione, con i

suoi motivi labirintici ed esoterici, di grande ricchezza

simbolica.

Splendida anche la basilica di San Bernardino, dal

TuttoTravel

73


74 TuttoTravel


prezioso soffitto a cassettoni intagliato e ornato di

oro zecchino, la facciata e la scalinata monumentale.

Tanti i tesori all’interno, dagli immensi quadri, al ricco

mausoleo del Santo, patrono della città, all’imponente

organo. Proprio il meraviglioso organo ci ricorda come

la cultura musicale sia una delle costanti nella vita

degli aquilani, appassionati cultori di questa arte. Un

famoso Conservatorio, un vivace cartellone musicale

hanno sempre contraddistinto la vita della città, che

ha ospitato artisti di fama mondiale.

E anche i palazzi privati ospitano importanti eventi

musicali, come ad esempio l’Oratorio De Nardis,

un piccolo gioiello barocco, ricco di uno stupefacente

altare in maiolica di Castelli e di un organo appunto,

protagonista di concerti speciali. L’oratorio dei Cavalieri

De Nardis ci ricorda la presenza all’Aquila di nobili famiglie

storiche, a cui appartengono magnifici palazzi,

imponenti e severi, talora appartati o nascosti, talora

di grande effetto al centro delle piazze.

D’altronde gli stessi De Nardis hanno il titolo di

patrizi aquilani, titolo più ambito dei classici titoli nobiliari.

Patrizi aquilani sarebbero infatti i discendenti

di quelle famose 99 famiglie castellane che nel XIII

secolo avrebbero fondato L’Aquila.

A ricordo dell’evento, il numero 99 ricorre più volte,

a cominciare dalla famosa Fontana delle 99 cannelle,

situata a Borgo Rivera, una delle zone più antiche del

centro storico a ridosso del fiume Aterno, ornata da

curiosi mascheroni. Accanto alla Fontana si apre la sede

temporanea del Mund’A, il Museo Nazionale d’Abruzzo

che conserva preziose opere del ‘400, statuaria

in legno e terracotta, polittici in oro dipinti su tavola.

A breve, proprio per il 2026, si prevede che il Mund’A

torni nella sede originaria, il potente Castello cinquecentesco

che ricorda la lunga dominazione spagnola,

monumento iconico di L’Aquila. Qui oggi l’attrazione più

interessante, sia per grandi che per piccoli, è l’enorme

Mammuth Meridionalis, vissuto 1.300.000 anni fa e

ritrovato quasi intero, tranne una zanna, da muratori

in una cava di argilla. A dimostrazione del fatto che

allora la conca dell’Aquila era un’enorme palude che

favoriva la vita dei grandi mammiferi.

L’arte ha una presenza forte anche sulla contemporaneità:

ne dà testimonianza il MAXXI – Museo

nazionale delle arti del XXI secolo, sede distaccata del

MAXXI di Roma, che ospita mostre estemporanee e

un’unica opera permanente, la Colonna nel vuoto di

Ettore Spalletti. ( https://maxxilaquila.art/)

La storia del territorio è millenaria e va ben oltre il

XIII secolo, quando nacque la città. A pochi chilometri

da l’Aquila sorge l’area archeologica di Amiternum,

costituita dalle zone del teatro e dell’anfiteatro, separate

dal percorso del fiume Aterno, parte di un impianto

urbano di grande importanza nella prima età augustea.

La grandiosità di questa città è testimoniata anche dalla

presenza di necropoli extraurbane, con monumenti

sepolcrali ricchi di importanti rilievi scultorei.

Arte e artigianato

La creatività e l’ingegnosità abruzzese si manifestano

a L’Aquila, capoluogo della regione, in tante attività. Ad

esempio nell’arte del ricamo a tombolo. L’Associazione

Il Miracolo Bianco delle Mani – Presidente Signora

Rita Fattore – tramanda l’autenticità del merletto a

tombolo “punto antico aquilano”, nato nella seconda

metà del Quattrocento, attraverso i rapporti commerciali

con Venezia e le Fiandre.

Per merito della passione di signore volontarie si tengono

corsi e dimostrazioni dal vivo. Un altro esempio è

l’eccellenza pasticciera del Fratelli Nurzia, creatori del

famoso Torrone. La ditta è nella sua sede in Piazza del

Duomo fin dalla fondazione nel 1835 e il locale merita

da solo una visita, con i suoi preziosi decori liberty.

Prodotto di punta il Torrone Tenero al Cioccolato con

nocciole, simbolo delle festività abruzzesi. E si prepara

ancora nello storico laboratorio, con antichi sistemi di

lavorazione (www.torronenurzia.it). La gastronomia

conferma la vocazione all’autenticità e al rispetto della

tradizione.

TuttoTravel

75


Tra i locali da consigliare per lunghe o

brevi soste in città:

• Rever: in una location sorprendente, menu ricercato

e di eccellente qualità – https://ristoranterever.it

• William Zonfa – Il Ristorante: grande ricerca

di accostamenti e sapori, in un ambiente di atmosfera.

Palazzo Micheletti – William Zonfa – info@

williamzonfaristorante.it

• Makkaroni, tipica cucina abruzzese in pieno centro

storico

• Antica Trattoria dei Gemelli: piena tradizione

aquilana, anche rivisitata in chiave attuale

Per alloggiare:

Sofisticato e di atmosfera il Ginevra Boutique Rooms:

hotel diffuso, che appartiene alle Residenze

d’Epoca, dimore storiche e residenze d’epoca di pregio

con almeno 100 anni di storia. – https://ginevraboutiquerooms.com

Info turistiche:

• www.quilaquila.it

• www.welcomeaq.com

• www.tastefromabruzzo.com

• www.abruzzoturismo.it/it/uffici-iat

76 TuttoTravel


Un mondo unico di tradizioni, bellezza e stile racchiuso

in ogni calice di Prosecco DOC. Ecco perché Prosecco DOC è

un vino speciale che puoi trovare solo in bottiglia. E

proveniente dal territorio unico delle nove province di

Veneto e Friuli-Venezia Giulia: la Dreamland. La regione del

Prosecco DOC ti dà il benvenuto su www.prosecco.wine

OFFICIAL SPARKLING WINE

SPONSOR OF MILANO CORTINA 2026

TuttoTravel

77

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!