Crescendo
Racconto fotografico di un viaggio emozionale nel bambino dentro di noi
Racconto fotografico di un viaggio emozionale nel bambino dentro di noi
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CRESCENDO
Francesca Papaianni e Giuseppe Monteleone
CRESCENDO
Francesca Papaianni e Giuseppe Monteleone
Racconto fotografico di
un viaggio emozionale nel
bambino dentro di noi
Un viaggio “dentro” le emozioni che abbiamo attraversato e ci
hanno attraversato per farci diventare quello che siamo.
a cura di Giuseppe Esposito
“Non smetteremo mai di esplorare,
e alla fine di tutto il nostro andare,
ritorneremo al punto di partenza,
per conoscerlo per la prima volta”.
(Th. Eliot)
Il crescendo è il tempo verbale che indica cosa succede intanto che si realizza il
processo di crescita ed è anche il tempo psicologico del percorso che un essere vivente
compie per tappe successive.
E’ tutto quello che succede in un momento e in successione, adesso e dopo,
in un movimento a spirale, che si allarga in giri sempre maggiori.
Il crescendo esprime il dinamismo, per lo sviluppo che si espande, come un
respiro vitale, evocando lo scorrere del tempo con i suoi cicli di cambiamento.
In ogni giro la spirale torna su se stessa, ma ad un livello superiore, che integra
il precedente ed esprime una ri-nascita, il raggiungimento di stati evolutivi
più complessi.
La spirale è lo spirito creativo del rinnovamento, del movimento dall’interno
verso l’esterno, dal basso verso l’alto, dal piccolo al grande, dove ogni fine è sempre un
nuovo inizio.
Crescendo … è tutto quello che succede intanto che il bambino cresce, come
supera le varie fasi, perché il modo in cui ha affrontato gli eventi diventa
il suo patrimonio di esperienza personale che gli permette nuove ripartenze.
Questo progetto fotografico nasce dal nostro interesse per il ritratto e
per la relazione che si instaura tra fotografo e fotografato, per la possibilità
di cogliere l’espressione dell’interiorità o dell’immagine che l’altro vuole
offrire al mondo, per i bambini che sanno coinvolgere nella condivisione della
loro esperienza e del loro stato emotivo mostrandosi senza troppe mediazioni.
Il progetto iniziale riguardava i bambini del mondo, con l’obiettivo di evidenziare
l’universalità dei bisogni, dei sentimenti, della capacità di entrare in relazione, pur
nelle differenze geografiche e culturali.
Nella seconda fase l’interesse si è concentrato sulle emozioni e sul mondo dei
bambini, cominciando una prima selezione degli scatti fotografici, da cui nasce
questa espressione finale, concepita come un percorso di crescita, per il progressivo
raggiungimento di una maggiore consapevolezza di sé
Sono state utilizzate fotografie di bambini perché meglio esprimono l’emotività, la
risposta interiore, non mediata, agli eventi, per sollecitare l’associazione alla parte più
profonda di noi che rimane sempre dentro di noi.
Abbiamo pensato questo percorso come una successione di stati emotivi in cui gli
eventi e i movimenti interni che guidano il comportamento e trasformano il vissuto
portano alla capacità di fronteggiare sempre meglio la realtà.
Gli scatti evidenziano questi passaggi come collegati l’uno all’altro mentre in realtà possono
essere compresenti e in un movimento continuo avanti e indietro.
Ogni immagine esprime una necessità interiore: aprirsi gioiosamente alla vita, tuffarsi
nelle esperienze, sorprendersi e sorprendere, andare avanti da soli e tornare alla
base sicura, sperimentare la gioia, l’allegria, ma anche la noia, l’imbarazzo, la rabbia, la
tristezza fino alla disperazione, la confusione, alla continua ricerca di sé e di quello che
manca, per raggiungere capacità superiori in cui è possibile non restare soli e far entrare
gli altri in questo continuo evolversi.
Il nostro racconto fotografico parte dal crescendo delle emozioni, dal percorso
che il bambino compie dalla sensazione, all’espressione, alla conoscenza e alla
consapevolezza dei suoi stati interiori, in un divenire continuo che mantiene,
integrati, tutti gli stati precedenti.
I passaggi emotivi sono caratterizzati dal “colore” dell’immagine, in una rappresentazione
che vuole evidenziare la tonalità dell’umore e la modalità di relazionarsi al mondo.
La prima serie di immagini viene rappresentata a colori, con i bambini che
esprimono la loro interiorità gioiosa, la loro curiosità.
Con il bambino a colori noi vogliamo rappresentare l’immagine
sociale che lo vede come contenitore di emozioni esclusivamente positive,
“naturalmente” curioso, “naturalmente” sorpreso, “naturalmente”
bisognoso di cure e attenzioni.
Questa serie esprime le nostre aspettative: vediamo quello che ci
aspettiamo di vedere, cioè la felicità e la spensieratezza.
I bambini esprimono la loro gioia in modo esplosivo, impulsivo, con una
grande energia vitale: nella gioia si sta bene e si sta bene con gli altri.
E poi sono curiosi, vogliono sapere oltre quello che vedono e sanno già,
sono capaci di sorprendersi e lasciarsi trascinare dal senso della
meraviglia.
A volte sono anche timidi ed esitanti, ma un abbraccio li rassicura e
possono ricominciare ad affrontare il mondo.
E sono anche spesso irriverenti, giocosi, e cercano di coinvolgere l’altro
su un livello di relazione di leggerezza.
Giuseppe Monteleone
Giuseppe Monteleone
Francesca Papaianni
Francesca Papaianni
Giuseppe Monteleone
Giuseppe Monteleone
Giuseppe Monteleone
Francesca Papaianni
In questa serie di immagini vogliamo invece rappresentare la presenza,
nella sfera emotiva del bambino, anche di sensazioni meno felici,
come la noia, l’irritazione, la tristezza e il senso di solitudine.
Emozioni, stati d’animo, comportamenti, che appaiono lontani
dall’immagine esteriore che abbiamo dei bambini.
A volte le smorfie gioiose e coinvolgenti si trasformano in una sorta di
sfida, per cercare di allontanare l’altro da un momento di umore
negativo che si vuole vivere da soli.
Nella noia manca la voglia di fare, e i bambini mostrano una sorta di
indifferenza nei confronti di quel che succede intorno.
Come la gioia avvicina e fa partecipare, la tristezza sembra allontanare
gli altri, non incoraggia la condivisione e la partecipazione.
Il colore si attutisce, perde di intensità, di vitalità.
Giuseppe Monteleone
Giuseppe Monteleone
Giuseppe Monteleone
In questa serie di immagini vogliamo rappresentare la presenza di
sentimenti come la rabbia, la paura, a volte la disperazione e la
confusione, che portano a vivere sentimenti di frustrazione, di
malessere.
La tristezza spesso cambia faccia e si mostra come rabbia: il
bisogno di tenere distanti gli altri diventa maggiore, in quanto
possibile fonte di pericolo.
La rabbia è una sofferenza, la non accettazione che le cose
accadano senza il proprio consenso, e il bambino può cercare di difendersi
con l’allontanemento o l’attacco dell’altro.
La paura, invece, mostra il senso di pericolo, e la ricerca di
rassicurazione e vicinanza affettiva.
A volte i bambini si sentono come in gabbia, impossibilitati a
realizzare quello che vogliono, impotenti rispetto a quello che
accade.
Ma possono anche sperimentare stati di abbattimento, di
profondo sconforto e senso di disorientamento.
E quando non è possibile modificare ciò che di spiacevole succede, il
bambino è anche capace di rassegnarsi e accettarlo.
Il colore è scomparso, la vita appare in bianco e nero, senza
sfumature.
Francesca Papaianni
Francesca Papaianni
Francesca Papaianni
Francesca Papaianni
Giuseppe Monteleone
Giuseppe Monteleone
Francesca Papaianni
Nelle immagini successive, invece, il bambino, dopo aver
attraversato momenti di solitudine, tristezza e confusione,
comincia ad interrogarsi, a studiarsi, a cercarsi, riuscendo a
trovare una lama di luce che illumina nuovamente il suo stare
nel mondo.
Chi c’è nello specchio? Il bambino si cerca, vuole sapere chi è,
vuole definirsi.
A volte si sente a metà, mancante di qualcosa, con la difficoltà di
sentirsi completo e capace di affrontare il mondo
Ma piano piano nuove conoscenze e competenze si fanno strada e
cominciano ad illuminare la parte nascosta di sé, per imparare
a conoscerla e conoscersi.
E ricompare anche il colore…
Giuseppe Monteleone
Giuseppe Monteleone
Giuseppe Monteleone
Nell’ultima parte del percorso il bambino, che si è definito in qualche
modo e ha trovato una nuova forma di assestamento, impara
anche la capacità di stare con gli altri, la responsabilità, la
condivisione.
Impara a giocare insieme agli altri, a condividere il tempo e le
emozioni, impara la responsabilità e la capacità di accudimento,
ad offrire sicurezza ai più piccoli.
E dopo tutto questo vuole andare da solo ad affrontare il mondo,
guardare avanti, confrontarsi con quello che verrà, in un mondo
di nuovo a colori.
Francesca Papaianni
Francesca Papaianni
Francesca Papaianni
Francesca Papaianni
Giuseppe Monteleone
Francesca Papaianni
Il percorso imita la sequenza di una fiaba dove l’eroe parte per conquistare ciò che
manca e può salvare il regno, attraversando mondi sconosciuti, affrontando
pericoli, lottando contro nemici, a volte soccorso da aiutanti magici, consumando
infinite paia di scarpe ma tornando vittorioso.
E la vittoria è la sua crescita e la sua maggiore sicurezza e autonomia, è la
conquista e la continua riconquista del regno, dove il regno è se stesso.
Il messaggio è che ad ogni tappa raggiunta si possa guardare fiduciosi al futuro e
andare oltre.
Alla fine del viaggio il bambino guarderà avanti, tenendo dentro, perfettamente integrati,
tutti gli aspetti di sé precedenti, tutte le esperienze accumulate, avrà conosciuto
il mondo e si sarà conosciuto …
E potrà ricominciare un altro viaggio!
autori
Sono Giuseppe e sono appassionato di
fotografia da sempre. Vicissitudini mi hanno
allontanato dallo studio intrapreso portandomi
ad improvvisare e sperare nella foto riuscita.
Ho ripreso in mano il mio pallino dello studio
e della formazione ed ho intrapreso un
percorso che ora mi porta a scattare in
maniera più consapevole ed organizzata. Ho
scoperto che il reportage ed il ritratto sono i
generi che prediligo ed in questi mi sto
specializzando.
Giuseppe Monteleone, fotografo
Sono una psicologa, lavoro con i bambini e le
loro emozioni. La fotografia per me è un
incontro, di luoghi, persone e differenze, ed
è il modo per rivivere le emozioni vissute in
questi incontri.
Fotografare è inscindibile da viaggiare e il
ritratto è diventato il mio genere preferito:
amo l’immediatezza, la spontaneità che fa intravedere
l’interiorità dell’altro e la mia relazione
con l’altro.
Francesca Papaianni, fotografo
Da sempre appassionato di arte e del bello, nasco
come mediatore linguistico ma mi rivolgo rapidamente
al mondo degli eventi artistici e culturali.
Nel mio percorso ho scoperto la fotografia
come forma d’arte che allo stesso tempo
ha il potere di raccontare le vite e le
storie delle persone, come, e forse, più della
scrittura. E me ne sono innamorato.
Ho ideato e curato eventi sul territorio nazionale.
Mi definisco un preciso che ama curare tutti i
particolari.
Giuseppe Esposito, curatore
Le fotografie non hanno didascalie perché abbiamo voluto
lasciare
aperta la possibilità di creare un dialogo con l’immagine
del bambino rappresentato, con il bambino “dentro” di
noi, per ascoltare e dare spazio alle proprie risonanze emotive e
vivere l’esperienza di questo percorso con tempi e modalità personali.
Crescendo…
Un viaggio “dentro” le emozioni che abbiamo attraversato e ci hanno
attraversato per farci diventare quello che siamo.
Un viaggio dall’impulsività alla riflessione, dal sentire al capire e al
sentire meglio per capire meglio, dalla luce al buio e di nuovo alla luce.
Il percorso è come un’onda che viene, va, torna e ritorna, ma non è
mai la stessa.