Via&trasporti n° 883 ottobre 2024

Intervista
Intervista
.TECNOLOGIA.
E ora arriva l’IA
A tu per tu con Raghunath Banerjee, Vice President Data Solutions
di Bridgestone Mobility Solutions per comprendere quali saranno i
prossimi passi e perché a beneficiarne non saranno solo i fleet manager
di Riccardo Esposito
Raghunath Banerjee,
Vice President Data
Solutions
di Bridgestone
Mobility Solutions.
Dai tempi della bolla delle dot-com di fine
anni Novanta-primissimi anni Duemila
non si vedeva così tanta curiosità intorno
a una rivoluzione tecnologica. Mi riferisco,
ovviamente all’intelligenza artificiale, che negli
ultimi anni ha scatenato un intenso dibattito.
Questa tecnologia sta arrivando (o per certi
versi è già arrivata, come vedremo) anche nel
settore del fleet management per supportare
l’operatività quotidiana di gestori delle flotte
e titolari delle aziende di trasporto. Come ogni
tecnologia disruptive che si rispetti, anche l’in-
telligenza artificiale si sta facendo spazio ‘senza
chiedere permesso’.
Alla Iaa di Hannover Webfleet ha festeggiato
i suoi primi 25 anni, un’eternità per un’azienda
del genere, costantemente all’avanguardia dal
1999, quell’epoca, ormai lontana, delle dotcom
di cui sopra.
«Venticinque anni fa, Webfleet è stata presentata
per la prima volta al mondo in occasione
dell’Iaa Transportation: siamo orgogliosi di essere
sempre all’avanguardia nella telematica,
offrendo ai nostri clienti soluzioni innovative e facili
da usare per le flotte», ha affermato Jan-Maarten
de Vries, President Fleet Management Solutions
presso Bridgestone Mobility Solutions. «Il nostro
nuovo AI Assistent è il passo successivo per
sfruttare la potenza dei dati e fornire ai nostri
clienti il modo più rapido e conveniente per
prendere decisioni informate e ottimizzare le
loro operazioni».
Per festeggiare l’importante anniversario
Webfleet ha commissionato un sondaggio a
livello globale da cui è emerso che i gestori
delle flotte si aspettano che proprio l’intelligenza
artificiale, insieme all’elettrificazione
delle flotte avrà, nei prossimi anni, il maggior
impatto sul lavoro dei fleet management.
Vie & Trasporti ha avuto l’opportunità di parlare
di queste tematiche con Raghunath Banerjee,
Vice President Data Solutions di Bridgestone
Mobility Solutions, persona di riferimento per
Webfleet AI Assistant. L’occasione dell’intervista
è stata il lancio, proprio ad Hannover, di
Webfleet AI Assistant su Optidrive. Allo stand
abbiamo potuto vedere in anteprima
su un tablet la demo
di AI Assistant.
Dietro ogni azienda di
trasporto, ogni singolo
viaggio e servizio oggi c’è
tanto, troppo lavoro umano
per l’organizzazione o
la sua rendicontazione.
L’intelligenza artificiale darà una
mano ma quanto dobbiamo attendere?
«Per rispondere a questa domanda dobbiamo
ripercorrere un attimo il percorso di Webfleet.
Noi siamo parte di Bridgestone, in particolare di
Bridgestone Mobility Solutions che offre una serie
di soluzioni a cominciare da quelle per i pneumatici
connessi, fino a quelle telematiche come
Webfleet. Già oggi i nostri sistemi sono in grado
di fornire ai gestori delle flotte e ai titolari delle
imprese di autoservizi numerosi dati: da quanti
autisti stanno guidando a come lo stanno facendo,
etc. Questi dati sono importanti in particolari
per le flotte di grandi dimensioni: se
un’azienda ha venti autisti, il gestore generalmente
sa come guidano e come si comportano,
discorso diverso è se l’azienda ne ha 200 o 600.
Noi abbiamo creato uno Webfleet AI Assistant
su OptiDrive che consente ai gestori delle flotte
di interagire con i dati in modo facile e intuitivo
digitando semplici richieste. Attualmente è in
una fase di beta testing ed è già disponibile
per essere messo alla prova da alcuni clienti
selezionati di Webfleet.
I gestori delle flotte attualmente sono letteralmente
sommersi dai dati e noi li aiutiamo con la
possibilità di porre direttamente domande semplici
come ‘Quanti chilometri hanno percorso i
miei mezzi complessivamente nell’ultimo
mese?’. Grazie all’intelligenza artificiale,
il sistema suggerisce le domande
successive. Attualmente è
disponibile in inglese e tedesco, ma lo
lanceremo anche in altre lingue.
Il sistema stesso suggerisce al gestore
della flotta dove guardare tra
tutti i dati disponibili. In questo modo
i responsabili delle flotte possono
prendere decisioni basate sui numeri
più rapidamente e con maggiore trasparenza
migliorando il loro lavoro».
intelligenza artificiale compresa,
e far capire loro che possono
essere dei veri e propri alleati.
Per esempio, nella ricostruzione
di un sinistro attivo, dove cioè il
conducente non ha alcuna colpa,
una dash cam può avere un
ruolo fondamentale nell’attribuire
le corrette responsabilità e nel
ricostruire la dinamica. Alla fine, è
tutto a beneficio proprio di chi ogni giorno si
mette al volante, se ne renderanno conto anche
i sindacati degli autisti».
State festeggiando il vostro venticinquesimo
anniversario. Nel 1999 le connessioni
a internet erano limitatissime,
lentissime e non di tipo mobile, i cellulari
erano molto diversi da quelli attuali.
Quali le sfide che Webfleet ha affrontato
all’epoca e quali ha vinto?
«Venticinque anni fa, la connettività era un problema.
Le persone avevano bisogno di soluzioni
per monitorare i veicoli, ad esempio per il
track&trace, e poi successivamente di funzioni
sempre più evolute. L’azienda è nata in Germania
a Lipsia, poi è diventata parte di TomTom e, infine,
di Bridgestone. Webfleet si è espansa per
fasi successive, ma la prima nostra sfida è stata
quella di aiutare i nostri clienti con le soluzioni
di connettività e di farlo in una maniera sempre
più facile. Questo è stato il nostro percorso.
Webfleet non è più una startup perché fa parte
del grande ecosistema complessivo di
Bridgestone, che oggi comprende diverse soluzioni
basate sulla telematica, ma siamo sempre
un’azienda molto innovativa».
In basso,
le soluzioni Webfleet
accessibili da
qualsiasi device.
Sopra un pc con il
sistema degli esordi:
correva l’anno 1999.
Nell’altra pagina
una schermata di
Webfleet AI Assistant
su Optidrive.
Semplificherà il lavoro
dei gestori delle
flotte, soprattutto di
quelle che contano
molti veicoli.
Non teme che i conducenti
possano non gradire questo
eccessivo controllo?
«È possibile però ogni volta che montiamo
un sensore lo facciamo con il consenso
del conducente e per decisione del suo fleet manager.
È una questione culturale, bisogna spiegare
bene ai driver cosa sono queste tecnologie,
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