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Powertrain 2024-11/12

Tra gli argomenti di questo numero: PREMIAZIONI Diesel of the Year: HD Hyundai Infracore DX Alternative Engine Award: FPT Industrial XCursor 13 GENERAZIONE Himoinsa: con Yanmar oltre il MW CONFRONTO 15-16 litri: Deutz a 520 kW, non 480 EIMA Deutz: il 3,9 litri sugli scudi Avoni: il powerpack da 4,5 litri Saim: l’ibrido milanese è realtà 4e-consulting: cala la manita ibrida DEMODAYS Rehlko: in diretta da Reggio Emilia MARE Salone di Genova: fiducia nel futuro prossimo SMM Amburgo: questione di combustibile Baudouin: M33.3 ad Amburgo e Cannes Scania: il 13 litri si conferma Super Vanzetti Engineering: Small Scale Terminal RUBRICHE Editoriale; Hi-Tech; Automotive; VeT Network; Indice degli argomenti; Oem&motori

Tra gli argomenti di questo numero:

PREMIAZIONI
Diesel of the Year: HD Hyundai Infracore DX
Alternative Engine Award: FPT Industrial XCursor 13
GENERAZIONE
Himoinsa: con Yanmar oltre il MW
CONFRONTO
15-16 litri: Deutz a 520 kW, non 480
EIMA
Deutz: il 3,9 litri sugli scudi
Avoni: il powerpack da 4,5 litri
Saim: l’ibrido milanese è realtà
4e-consulting: cala la manita ibrida
DEMODAYS
Rehlko: in diretta da Reggio Emilia
MARE
Salone di Genova: fiducia nel futuro prossimo
SMM Amburgo: questione di combustibile
Baudouin: M33.3 ad Amburgo e Cannes
Scania: il 13 litri si conferma Super
Vanzetti Engineering: Small Scale Terminal
RUBRICHE
Editoriale; Hi-Tech; Automotive; VeT Network; Indice degli argomenti; Oem&motori

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OTTOBRE NOVEMBRE/DICEMBRE<br />

2023 <strong>2024</strong><br />

N° 10 <strong>11</strong>-<strong>12</strong><br />

EURO 5,00<br />

Fattore<br />

“X”<br />

VADO E TORNO EDIZIONI<br />

www.vadoetorno.com<br />

ISSN 0042 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p.<br />

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

art. 1, comma 1, LO/MI<br />

• L’XCURSOR 13 DI FPT INDUSTRIAL SI<br />

AGGIUDICA L’ALTERNATIVE ENGINE AWARD<br />

• IL DIESEL OF THE YEAR SI È TRASFERITO<br />

IN COREA. A CASA DI HYUNDAI INFRACORE<br />

• EIMA CON DEUTZ E SAIM. IL POWERPACK DI<br />

AVONI E I DEMODAYS DI KOHLER


Novembre-Dicembre <strong>2024</strong><br />

SEGUICI SUI<br />

SOCIAL:<br />

powertrainweb.it<br />

6<br />

34<br />

22<br />

26<br />

IL SONDAGGIO<br />

DEL MESE<br />

Dopo il marino, il terrestre.<br />

I venti di crisi dalla Germania<br />

stimoleranno il diesel-elettrico<br />

nell’agricolo e nel movimento<br />

terra?<br />

Rispondi su<br />

powertrainweb.it<br />

Il sondaggio non ha valore statistico. Le rilevazioni<br />

non sono basate su un campione scientifico<br />

LE RISPOSTE DI<br />

OTTOBRE<br />

Nella nautica c’è chi parla<br />

di retromarcia verso l’ibrido.<br />

Concordate?<br />

81%<br />

sì<br />

19%<br />

no<br />

PREMIAZIONI<br />

6. Diesel of the Year:<br />

HD Hyundai Infracore DX<br />

10. Alternative Engine Award:<br />

FPT Industrial XCursor 13<br />

GENERAZIONE<br />

22. Himoinsa:<br />

Con Yanmar oltre il MW<br />

CONFRONTO<br />

24. 15-16 litri:<br />

Deutz a 520 kW, non 480<br />

EIMA<br />

26. Deutz:<br />

Il 3,9 litri sugli scudi<br />

28. Avoni:<br />

Il powerpack da 4,5 litri<br />

30. Saim:<br />

L’ibrido milanese è realtà<br />

32.4e-consulting:<br />

Cala la manita ibrida<br />

DEMODAYS<br />

34. Rehlko:<br />

In diretta da Reggio Emilia<br />

MARE<br />

38. Salone di Genova:<br />

Fiducia nel futuro prossimo<br />

40. SMM Amburgo:<br />

Questione di combustibile<br />

42. Baudouin:<br />

M33.3 ad Amburgo e Cannes<br />

43. Scania:<br />

Il 13 litri si conferma Super<br />

44. Vanzetti Engineering:<br />

Small Scale Terminal<br />

RUBRICHE<br />

4. Editoriale 14. Hi-Tech<br />

18. Automotive 46. VeT<br />

49. Indice 50. Oem&motori<br />

SOMMARIO<br />

3


VIENI AVANTI, IBRIDO!<br />

I<br />

o l’avevo detto! Non esiste lagnanza<br />

più fastidiosa di questa, nel repertorio<br />

della dialettica spiccia. Ecco, a<br />

questo punto la matassa si fa ancora<br />

più ingarbugliata, qualora ce ne fosse<br />

bisogno. Perchè urge capire chi dice<br />

cosa, e a chi? Completiamo la frase: “Io<br />

l’avevo detto che con questa tempistica<br />

sulla messa al bando degli endotermici<br />

l’industria europea non avrebbe retto!”.<br />

Adesso è sicuramente più chiaro qual<br />

è la pietra dello scandalo. Cronaca di<br />

una morte annunciata? La tempesta<br />

perfetta? Oppure, tanto rumore per nulla?<br />

Nuvoloni foschi e gonfi di cattivi presagi<br />

si addensano in cielo, a partire dalla<br />

culla dell’industria mecanica europea:<br />

la Germania. È notizia di pubblico<br />

dominio, ma fu la Reuters, tra gli altri,<br />

ad annunciare agli inizi di settembre<br />

che Volkswagen valuta la chiusura di<br />

fabbriche in Germania, in seguito alla<br />

“crescente pressione sui prezzi che la<br />

principale casa automobilistica europea<br />

deve affrontare da parte dei rivali asiatici”.<br />

Sempre nella prima decina di settembre,<br />

The Guardian titolava “Terremoto alla<br />

Volkswagen”, riprendendo il Wolfsburger<br />

Nachrichten, la voce più vicina agli<br />

umori della città che ospita VW. Sembra<br />

passato un evo e non due soli anni,<br />

quando si paventavano 460 milioni di<br />

euro entro il 2025 per la riconversione<br />

dall’elettrico del principale insediamento<br />

produttivo del colosso tedesco. Nel<br />

marasma, i costruttori di automobili<br />

hanno nuovamente ammiccato all’opzione<br />

ibrida. Anche alcuni costruttori cinesi<br />

hanno rilanciato sull’ibrido, seppure<br />

a benzina (vedi Geely e BYD).<br />

POWERTRAIN, saldamente ancorato<br />

alle declinazioni industriali, si aggancia<br />

alla congiuntura con il convegno, che si<br />

terrà al Quadriportico di Fiere Bologna,<br />

alle 14:30 di venerdì 8 novembre, dal<br />

titolo: “Diesel, ancora tu, non dovevamo<br />

vederci più?”. La redazione farà gli onori<br />

di casa e una tavola rotonda di motoristi<br />

riceverà le sollecitazioni di un Oem che<br />

nell’agricolo, e non solo, ha un peso<br />

specifico determinante: CNH Industrial.<br />

Sarà il responsabile della “Eu Advanced<br />

<strong>Powertrain</strong> and Electrification Platform”<br />

a introdurre la visione e le aspettative<br />

sull’endotermico di chi i motori li installa<br />

e, in una seconda esternazione, sulla<br />

elettrificazione. Integrale o parziale? Non<br />

perdete l’occasione di scoprirlo di persona.<br />

Kohler Engines is now Rehlko<br />

EDITORIALE<br />

Engines<br />

Our new ambition is rising.<br />

When it comes to engines, we’ve been on the leading edge of technology<br />

and innovation since our foundation. But we don’t simply provide you with<br />

functional power: we redefine your energy resilience with industry-leading<br />

electrification, hybrid solutions, alternative fuels and innovative products,<br />

to create better lives and communities in a more sustainable future.<br />

4


diesel of the year. 2025<br />

APOTEOSI<br />

HYUNDAI<br />

L’astro coreano si riflette anche sul Diesel of the Year,<br />

dopo avere lanciato la Corea del Sud nell’empireo<br />

delle nazioni che contano, il cinema nell’antologia<br />

d’essai, il K-pop nella playlist degli adolescenti di<br />

tutto il mondo. L’edizione 2025 è appannaggio dei<br />

DX di Hyundai, 4 e 6 cilindri modulari (AxC <strong>11</strong>0x132<br />

millimetri), che hanno le carte in regola per imporsi<br />

Questa storia affonda le radici temporali tra<br />

la crisi dei subprime e il ciclone pandemico,<br />

circa una decina d’anni fa, quando Doosan<br />

Infracore lanciò la gamma G2. Una triade di<br />

compatti da 1,8, 2,4 e 3,4 litri, inizialmente destinati<br />

per l’assorbimento captive (carrelli, mini-pale<br />

e mini-escavatori, e per il fabbisogno di Bobcat).<br />

Nel mirino c’era però il free market, come dimostra<br />

anche la successiva fornitura di 8.000 unità a Goldoni<br />

Keestrack. Un’architettura al passo coi tempi,<br />

disegnata sui requisiti fondamentali di compattezza<br />

e densità di potenza. La consacrazione avviene con<br />

l’estensione di questo approccio a un duetto modulare,<br />

4 e 6 cilindri con canna da 1,25 litri (AxC<br />

<strong>11</strong>0 x 132). Battezzati DX05 e DX08, si candidano<br />

a farsi largo tra maxi-escavatori e una pletora di<br />

applicazioni off-highway e ad estendere la copertura<br />

delle applicazioni di quella che nel frattempo<br />

è diventata Hyundai.<br />

Avvistamento in Nevada<br />

Li abbiamo avvistati in anteprima, miniaturizzati,<br />

sotto una teca allo stand Hyundai DI presso il Conexpo<br />

di Las Vegas. Nei primi di marzo del 2023<br />

ci raccontarono che: «Abbiamo disegnato completamente<br />

da zero un motore elettronico con cilindrate<br />

di 5 e 7,5 litri. Il nostro obiettivo è sia il bacino<br />

Stage V che quello China V. Vediamo due strategie<br />

per affrontare questo lungo viaggio. Ragionando<br />

in prospettiva, il mercato premierà un approccio<br />

multitasking e non ci sarà una soluzione vincente.<br />

Forse le cose cambieranno nel 2040 o nel 2050, ma<br />

fino ad allora dovremo sostenere il nostro business<br />

motoristico ed è per questo che stiamo sviluppando<br />

due strategie diverse per il motore a combustione<br />

interna e per la fabbrica del futuro».<br />

Ecco, sintetizziamo le ultime due frasi: l’endotermico<br />

del futuro è il presente e si chiama DX, ufficialmente<br />

il Diesel of the Year 2025. Monopolio<br />

dell’industria occidentale, fino all’irrompere del Sol<br />

Levante nel panorama motoristico, il Diesel of the<br />

Year si è fermato la prima e l’unica volta in Oriente<br />

nel 2019. Cinque anni fa la premiazione coinvolse<br />

lo staff ingegneristico di Kubota. Ora attraversiamo<br />

lo stretto di Corea, perché è proprio in Corea del<br />

Sud che traslocherà il premio che dal 2006 riconosce<br />

il gradiente di innovazione del termico a ciclo<br />

Diesel. Allestiti anche in formato G-Drive, per le<br />

esigenze della generazione di potenza, siamo disposti<br />

a scommettere in una prossima conversione<br />

alla nautica. La multidisciplinarietà rappresenta uno<br />

dei parametri privilegiati nel pedigree del Diesel<br />

of the Year. L’ingegneria coreana ha perfezionato<br />

il doppio stadio per calibrare la sovralimentazione<br />

con un ingresso in coppia a bassi regimi e un rapido<br />

riempimento dell’intera curva fino al punto apicale,<br />

In questa immagine<br />

vedete i modellini<br />

del DX05 e del<br />

DX08 tra i riflessi<br />

di una teca.<br />

Ci troviamo a<br />

Las Vegas, allo<br />

stand Conexpo<br />

di Hyundai. Ora<br />

queste miniature<br />

sono disponibili<br />

in produzione. Da<br />

questo mese ne<br />

usciranno con il<br />

bollino “Diesel of<br />

the Year 2025”.<br />

Terra<br />

6<br />

7


Da Doosan Infracore a Hyundai<br />

Sinergia, parola che significa<br />

tanto. Lo dimostra l’acquisizione<br />

di Doosan Infracore da parte<br />

di Hyundai Heavy Industries.<br />

Così commentarono all’epoca:<br />

«L’acquisizione fa parte di<br />

un progetto più ampio di<br />

espansione e rafforzamento<br />

della holding Hyundai che ha<br />

il preciso intento di sviluppare<br />

sinergie che le consentano<br />

di giocare un ruolo sempre<br />

più centrale nel settore delle<br />

costruzioni navali, dell’energia e<br />

delle macchine per il movimento<br />

terra, con l’obiettivo di entrare<br />

nella top cinque dei player<br />

mondali del settore entro il 2025.<br />

In questo lungimirante disegno<br />

il marchio Doosan costituisce<br />

la punta di diamante nel settore<br />

dei motori soprattutto per il<br />

know-how in materia di ricerca<br />

e sviluppo su specifiche linee<br />

come i motori elettrici e le<br />

celle a combustibile». Visione,<br />

altra parola avvalorata ed<br />

enfatizzata dal termine sinergia.<br />

Le competenze che le aziende<br />

coreane sono in grado di<br />

esprimere possono attingere<br />

anche dal serbatoio del fratello<br />

maggiore automotive. Citiamo<br />

i camion Hyundai Xcient Fuel<br />

Cell, l’accordo con Iveco per<br />

lo sviluppo di un furgone<br />

elettrico e quello con Kia per lo<br />

sviluppo congiunto di membrane<br />

polimeriche elettrolitiche per<br />

celle a combustibile. Rimanendo<br />

in Corea, Hyundai Motor<br />

Group e Korea Zinc hanno<br />

avviato una collaborazione<br />

per l’approvvigionamento<br />

e la lavorazione del nichel,<br />

per l’approvvigionamento<br />

di materiali semilavorati e<br />

per l’esplorazione di nuove<br />

opportunità commerciali, tra<br />

cui l’attività di riciclo. Con<br />

l’Università di Seoul è stato<br />

messo in piedi un centro di<br />

ricerca congiunto sulle batterie.<br />

Una joint venture con LG è<br />

finalizzata alla realizzazione di<br />

batterie per le auto elettriche<br />

negli Stati Uniti. Senza<br />

dimenticare l’approccio al<br />

vehicle-to-grid.<br />

Lasciando tra parentesi gli<br />

allegati stradali e Hyundai<br />

Motor Group, è la stessa HDI<br />

ad avere sviluppato motori a<br />

idrogeno per veicoli commerciali<br />

e macchine movimento terra.<br />

La produzione su larga scala<br />

è prevista per il 2025. Gli assi<br />

nella manica dei coreani sono<br />

veramente tanti.<br />

8<br />

approssimativamente da 900 a 1.400 giri. Il 5 e il<br />

7,5 litri si arrampicano rispettivamente fino a 171<br />

chilowatt e 955 Newtonmetro e 254 kW e 1.460<br />

Nm. Rispetto ai modelli precedenti del motorista<br />

coreano si registra un balzo in avanti della potenza<br />

stimato nel 6%, della coppia per il 5 litri. Passando<br />

al DX08, si ragiona del 19% e del 15%. La raffinata<br />

elaborazione degli aspetti softwaristici e della centralina,<br />

sviluppati internamente, concedono significativi<br />

margini di personalizzazione in base ai transitori<br />

e ai cicli di lavoro. A proposito di elasticità,<br />

il DX05 e il DX08 sono disponibili anche con un<br />

solo soffiante con valvola wastegate. Una prospettiva<br />

che si concilia sia con l’elettrificazione parziale<br />

che con la possibile conversione a idrogeno. Due<br />

opzioni che Hyundai ha nelle proprie corde. Tornando<br />

al Conexpo, il software che controlla il<br />

sistema ibrido è sviluppato internamente da<br />

Hyundai. «Possiamo fornire il sistema completo,<br />

il motore e i componenti elettrificati.<br />

Hyundai ha ingegnerizzato anche il pacco<br />

batterie, noi disponiamo della tecnologia<br />

del motore e del sistema elettrificato. Siamo<br />

quindi in grado di fornire ai nostri clienti<br />

una combinazione tecnologica che comprende<br />

il pacco batterie. Stiamo parlando<br />

di batterie agli ioni di litio da 48 Volt, per le<br />

applicazioni più piccole, fino a una proposta<br />

da 360 Volt per le macchine più grandi.<br />

Tuttavia, le applicazioni più esigenti necessitano<br />

di un’enorme quantità di energia, che implica<br />

un volume eccessivo del pacco batterie,<br />

poiché l’energia richiesta è veramente tanta,<br />

per soddisfare un funzionamento prolungato.<br />

Per questi motivi, abbiamo adattato il nostro<br />

motore a combustione interna all’idrogeno.<br />

Con una cilindrata di <strong>11</strong> litri, il motore base<br />

è un’unità diesel e gas, che abbiamo convertito<br />

in idrogeno. Eroga 300 chilowatt e 1.700<br />

Newtonmetro ed è adattabile ai veicoli commerciali,<br />

agli autocarri e agli autobus, ma anche<br />

agli escavatori (di circa 30 e 34 tonnellate)<br />

e altre macchine per il movimento terra. Si presta<br />

anche per i gruppi elettrogeni».<br />

Quel che si dice una roadmap scrupolosa, proiezione<br />

delle competenze motoristiche di Hyundai,<br />

che in Corea trovano sinergie virtuose sia<br />

per l’elettrificazione che per la digitalizzazione.<br />

Concludiamo con la presentazione che proviene<br />

direttamente da Incheon. «Nello sviluppo<br />

dei nuovi motori DX, l’attenzione è stata rivolta<br />

soprattutto alla durata e alle prestazioni.<br />

Abbiamo utilizzato materiali ad alta resistenza<br />

per i principali componenti strutturali, tra cui<br />

il blocco cilindri e la testata. Per le parti mobili,<br />

come punterie, pistoni e fasce elastiche, sono stati<br />

scelti materiali resistenti all’usura per migliorare<br />

la durata. Inoltre, l’adozione di un turbocompressore<br />

a due stadi nei sistemi di aspirazione e scarico<br />

non solo garantisce un aumento della potenza del<br />

21% rispetto ai motori precedenti, ma migliora anche<br />

la coppia ai bassi regimi.<br />

Il culmine di un processo<br />

I nostri anni di ricerca e sviluppo nella tecnologia<br />

della combustione sono culminati in questi motori.<br />

Abbiamo ottenuto una riduzione delle emissioni e<br />

un miglioramento dell’efficienza dei consumi fino<br />

all’8% rispetto ai modelli precedenti grazie a tecnologie<br />

di combustione avanzate, sistemi di iniezione<br />

del carburante ottimizzati e una gestione dell’aria<br />

migliorata. Inoltre, ci siamo concentrati sulla<br />

realizzazione di un prodotto incentrato sul cliente,<br />

migliorando la facilità di manutenzione e la convenienza.<br />

Abbiamo esteso gli intervalli di manutenzione<br />

del filtro del carburante e del filtro dell’olio da<br />

500 a 1.000 ore e abbiamo implementato funzioni<br />

come il regolatore idraulico, o Hla (Hydraulic lash<br />

adjuster), per garantire un funzionamento esente da<br />

interventi di manutenzione».<br />

9


ALTERNATIVE ENgiNe AWARD<br />

FPT INDUSTRIAL<br />

XCURSOR 13<br />

È l’evoluzione del Cursor 13.<br />

FPT Industrial è nel drappello che<br />

ha tirato la volta sull’approccio<br />

multi-fuel. Il concept del Cursor X<br />

è il genitore nobile. Cambia<br />

la testata per adeguarsi al<br />

combustibile. Tra le applicazioni,<br />

l’S-Way di Iveco e il Leitwolf<br />

h2Motion di Prinoth<br />

L<br />

’XC 13 di FPT Industrial si è aggiudicato la<br />

prima edizione dell’Alternative Engine Award.<br />

Un incipit canonico, stentoreo, che richiede<br />

una contestualizzazione. Facciamo dunque un salto<br />

indietro di qualche numero. Perdonateci l’autocitazione.<br />

«POWERTRAIN ha abbracciato l’approccio<br />

BEV con convinzione, ma in modo estremamente<br />

laico. La strada verso l’emancipazione degli inquinanti<br />

allo scarico è lastricata di insidie e variabili<br />

esogene. Perché dunque ostinarsi a ignorare l’apparato<br />

tecnologico più efficiente e collaudato finora<br />

mai applicato? Stiamo parlando, ovviamente, del<br />

motore a combustione interna, che si propone come<br />

alter ego di se stesso».<br />

dunque pronto a fare ritorno nei vani, sotto i cofani<br />

e le calandre, incapsulato nei gruppi di generazione,<br />

ambienti dai quali peraltro non ha mai traslocato. A<br />

questo punto, la domanda sorge spontanea. Perché<br />

diversificare il Diesel of the Year? Il premio, che<br />

si avvicina a suoi primi vent’anni, è quanto mai di<br />

attualità e non richiede nessun make-up.<br />

be, come si scrive nei curriculum, “nice to have”».<br />

Nel mirino finiranno, inevitabilmente, quelle piattaforme<br />

motoristiche concepite espressamente per<br />

digerire combustibili non fossili, con l’obiettivo di<br />

approdare all’idrogeno, e che si rivelino elastiche<br />

e flessibili nella declinazione degli impieghi. Abbiamo<br />

apprezzato l’operato dell’ingegneria JCB<br />

sull’Ecomax, Diesel of the Year 20<strong>11</strong>. Il 4,8 litri è<br />

stato allestito per funzionare a idrogeno. Era all’opera<br />

in cava, nel Regno Unito, e si è disimpegnato<br />

Questa immagine<br />

proviene dall’IAA<br />

ed esemplifica<br />

il concetto:<br />

basamento<br />

comune e testate<br />

personalizzate.<br />

Cosa significa “alternativo”?<br />

L’Alternative Engine Award prende spunto dal suo<br />

essere, per l’appunto, alternativo. Anche questo<br />

passaggio ci induce a replicare quanto anticipato<br />

mesi fa: «È sicuramente premiante la versatilità del<br />

monoblocco, che si adatti a combustibili diversi, a<br />

partire dal diesel. L’architettura di un motore di<br />

questo genere condivide sicuramente il basamento<br />

e la quasi totalità della componentistica. I cambiamenti<br />

più significativi negli organi vitali, l’iniezione<br />

e la sovralimentazione. Deve sicuramente prestarsi<br />

all’adozione del ciclo Otto, quindi dell’accensione<br />

comandata, per l’alimentazione in forma gassosa.<br />

Deve essere compatibile all’iniezione in camera<br />

dell’idrogeno. Insomma, la formula ideale sarebbe<br />

la seguente: diesel, Hvo e biodiesel, Cng/Gnl,<br />

H2 Ice, magari con l’opzione del pacco batterie<br />

di supporto (Phev/Mhev). Un ritratto ulteriormente<br />

impreziosito da una vocazione multitasking: come<br />

per il convenzionale motore a ciclo diesel, infatti, la<br />

declinazione in una pluralità di applicazioni sarebterra<br />

Atmosfera... elettrica<br />

La brusca contrazione delle auto elettriche in Germania,<br />

una volta esauriti gli incentivi statali, e la<br />

preoccupante involuzione della filiera produttiva<br />

(il paventato licenziamento di quasi 15mila addetti<br />

Daimler e i 10 miliardi che Volkswagen deve economizzare,<br />

con l’annuncio shock della possibile chiusura<br />

di stabilimenti in madrepatria) potrebbero accelerare<br />

la ridefinizione della stessa semantica della<br />

transizione. Questa congiuntura sancirà il riscatto<br />

del motore endotermico? Un segnale proviene dalla<br />

rivalutazione della formula ibrida, marginalizzata<br />

dopo il Dieselgate, e proposta in tandem con il ciclo<br />

Otto. Probabilmente una formula che poco si addice<br />

anche al lungo raggio stradale, oltre ad essere irricevibile<br />

tra le applicazioni industriali, stazionarie e<br />

marine. L’associazione tra diesel, pacco batterie e<br />

motori elettrici, affrancata dal pregiudizio strisciante<br />

sul motore a combustione interna, testimonia il<br />

riscatto del cosiddetto approccio tradizionale alla<br />

propulsione. Dal banco degli imputati il termico è<br />

10<br />

<strong>11</strong>


terra<br />

bene. Anche Deutz ha recentemente assistito alla<br />

messa in opera di 100 generatori equipaggiati dal<br />

TCG 7.8 H2 alla Chinese State Innovation Zone<br />

ZGC di Pechino. Nell’industriale, anche Bergen,<br />

Kohler, Kubota, Liebherr, Perkins, Rolls-Royce,<br />

Volvo, Yanmar, VM Motori, Weichai si sono avventurate<br />

in questa direzione, per non parlare di<br />

AVL e Dumarey, tra gli altri. È Cummins ad avere<br />

compiuto i più significativi passi in avanti, schierando<br />

le sue risorse, dalle competenze stradali<br />

(esposte all’ACT Expo di Las Vegas e alla IAA di<br />

Hannover), la specializzazione di Accelera, e l’incorporazione<br />

dell’expertise di Hydrogenics, che<br />

risale addirittura al 2019. Allora, perché premiare<br />

FPT Industrial? Tra le budella dell’XC13 si avverte<br />

l’eco del Cursor X. Al Village di Torino, nel mese<br />

di dicembre del 2018, in occasione del Tech Day<br />

di FPT, il Cursor X si è manifestato agli occhi dei<br />

giornalisti all’interno di una specie di camera oscura,<br />

caratterizzato da una capsula dai connotati futuribili<br />

alla Star Trek, che sintetizza la visione di FPT:<br />

il modulo prevede la sfilabilità e l’intercambiabilità<br />

dei tre differenti, e autonomi, sistemi propulsivi<br />

(per intenderci, il propulsore si estrae e sostituisce<br />

grossomodo come la batteria del cellulare).<br />

XC13. L’AEA è di FPT Industrial<br />

Esistono tre modalità di alimentazione intercambiabili<br />

previste dall’ingegneria visionaria di FPT.<br />

Il Cursor X è basato sulla combustione interna di<br />

gas naturale, sulle celle a combustibile a idrogeno<br />

o sull’energia accumulata dalla batteria. Nessuna<br />

applicazione esclusa: veicoli commerciali e camion,<br />

autobus urbani e per il medio e lungo raggio, macchinari<br />

per l’edilizia e il movimento terra, trattori.<br />

Profetiche le parole dell’allora Ceo: «Non ci può<br />

essere una forma di energia egemone, nel prossimo<br />

futuro. Noi ci schieriamo per la libertà di scelta.<br />

FPT manterrà un approccio pragmatico e multilivello».<br />

E ripartiamo da qui, perché l’XC13 ha<br />

raccolto il testimone, raggiungendo un traguardo<br />

meno futuribile e più pragmatico. Un monoblocco<br />

capace di adattarsi al diesel, anche sintetico, biotico<br />

e paraffinico, al gas<br />

metano, pure col bollino<br />

bio, e all’idrogeno.<br />

Riesumiamo la recente<br />

intervista ad<br />

Andrea Abbà, product<br />

marketing manager<br />

di FPT, che contestualizza<br />

l’XC13 presentato<br />

a Barcellona per il Model<br />

Year <strong>2024</strong> di Iveco.<br />

«La stella polare è stata<br />

la riduzione dei<br />

consumi. Per<br />

rispettare questo<br />

input, il<br />

motore è stato<br />

completamente<br />

rivoluzionato a partire<br />

dal monoblocco dove,<br />

in termini di materiali,<br />

siamo passati dal cast<br />

iron alla ghisa a grafite compatta. Il punto fermo è<br />

la cilindrata unitaria, dal momento che corsa e alesaggio<br />

sono invariati, rispetto al Cursor 13 (AxC<br />

135x150 mm, ndr). È stato introdotto un nuovo<br />

sistema di azionamento valvole per massimizzare<br />

la potenza frenante, che consente al veicolista di<br />

evitare l’installazione del retarder in molte applicazioni.<br />

Un accorgimento che per il cliente finale<br />

significa conseguire un saving di tutto rispetto. Il<br />

progetto ha permesso di sforbiciare oltre 100 chili.<br />

È vero che stiamo parlando di un camion da 44<br />

tonnellate, ma questo significa un quintale di carico<br />

utile aggiuntivo a disposizione del trasportatore.<br />

Visto dall’interno<br />

Abbiamo ridimensionato l’albero motore e abbiamo<br />

ridotto i diametri dei perni di biella e perni di manovella,<br />

ed è stata inserita una turbina a controllo<br />

elettronico con cuscinetti sfera e doppio flusso. In<br />

questo modo è stato ottimizzato il flusso dell’aria<br />

e, di conseguenza, il consumo di combustibile. Abbiamo<br />

modificato il common rail: la pressione è<br />

passata da 2.200 a 2.500 bar. Si è intervenuti anche<br />

sulla variazione della peak cylinder pressure,<br />

portandola a 250 bar. La riduzione del consumo<br />

di gasolio ammonta al 7% rispetto al Model Year<br />

2022 e addirittura al 9% rispetto al MY 2019, che<br />

costituisce il parametro di riferimento per il calcolo<br />

dell’impatto prefissato nel 2025. Il bilancio della<br />

versione a gas naturale/biometano contabilizza<br />

l’8% in meno rispetto al MY 2022 e il 10% nel<br />

confronto con il MY 2019».<br />

Ed è così che l’S-Way di Iveco si è mostrato alla<br />

IAA Transportation proprio con il 13 litri a idrogeno.<br />

Nell’industriale, dobbiamo spostarci sulle<br />

piste da sci, per imbatterci nel battipista Leitwolf<br />

h2Motion di Prinoth. Anche lui, da un paio d’anni,<br />

è messo alla frusta nella catena cinematica del<br />

gatto delle nevi. L’idrogeno è immagazzinato in<br />

cinque serbatoi montati sul retro della macchina<br />

per un tempo di funzionamento indicativo di oltre<br />

tre ore. Avremo tempo e modo di approfondire le<br />

potenzialità dell’XC13. Questo viaggio è appena<br />

alle battute iniziali.<br />

Il gas naturale in<br />

primo piano. Così<br />

naturale da rivelarsi<br />

compatibile con<br />

il biometano.<br />

Diesel e gas<br />

sono a scaffale,<br />

l’idrogeno è in fase<br />

di completamento<br />

dello sviluppo.<br />

<strong>12</strong> 13


Hydrogen Expo Piacenza<br />

ACCORDI E<br />

INNOVAZIONE<br />

A Piacenza l’idrogeno è di casa.<br />

Protagoniste due italiane con le<br />

idee chiare. Isotta Fraschini ed<br />

Ecomotive Solutions hanno siglato<br />

un accordo di collaborazione per<br />

lo sviluppo di soluzioni ad hoc.<br />

Spunti di interesse anche da parte<br />

di GreenForce, Toyota e Tecnogen<br />

Potenza che<br />

migliora la resa<br />

HI-TECH<br />

14<br />

Alle Fiere di Piacenza la<br />

parola idrogeno campeggia<br />

nel nome stesso della<br />

manifestazione, Hydrogen Expo.<br />

Ed è proprio qui che Isotta<br />

Fraschini ha firmato un memorandum<br />

of understanding con<br />

Ecomotive Solutions. Firmatari,<br />

Marco Golinelli, direttore<br />

commerciale di Isotta Fraschini<br />

Motori, e Giovanni Deregibus,<br />

Presidente di Ecomotive. «Le radici<br />

dell’esperienza di Ecomotive<br />

Solutions nell’innovazione,<br />

provengono dall’eredità di oltre<br />

trent’anni di eccellenza del<br />

Gruppo Holdim nello sviluppo<br />

di sistemi avanzati per il controllo<br />

motore». Golinelli: «La<br />

transizione energetica non è una<br />

cena di gala, parafrasando qualcuno<br />

che l’ha detto prima del<br />

sottoscritto. La firma di questo<br />

memorandum è un tassello che<br />

mette insieme le innovazioni e<br />

lo stile di ricerca di Ecomotive<br />

con la storia dei motori, che<br />

Isotta Fraschini rappresenta in<br />

Italia. Ed è una filiera italiana».<br />

Ecomotive Solutions rappresenta<br />

una costellazione di acquisizioni<br />

che ne fanno il partner ideale<br />

per un approccio olistico alla<br />

flessibilizzazione dei motori,<br />

con competenze softwaristiche,<br />

elettroniche e relative al sistema<br />

di iniezione dei combustibili liquidi<br />

e gassosi.<br />

A Piacenza si sono viste anche<br />

un paio di macchine interessanti.<br />

Restando nei paraggi di Ecomo-<br />

tive Solutions, la cugina Green-<br />

Force ha svelato rivela la prima<br />

spazzatrice stradale a idrogeno<br />

del mondo. La 500H2 è equipaggiata<br />

con celle a combustibile<br />

PEM da 15 kW di Sinosynergy,<br />

con una capacità di raccolta di un<br />

metro cubo. La macchina viene<br />

proposta in versione standard con<br />

un serbatoio di idrogeno da 2 chili<br />

a 700 bar, che garantisce un’autonomia<br />

in normali condizioni di<br />

percorrenza e spazzamento di <strong>11</strong><br />

ore. Il pieno? In meno di 5 minuti.<br />

Una seconda versione prevede<br />

l’utilizzo di H2 Pod, ovvero delle<br />

bombole intercambiabili. Questa<br />

soluzione flessibile permette di<br />

essere operativi ovunque, con<br />

un’autonomia praticamente illimitata.<br />

L’integratore che converte<br />

la versione elettrica in quella<br />

a celle è di Holthausen Clean<br />

Technology. Questa soluzione si<br />

applica sia al primo equipaggiamento<br />

che al retrofit dell’elettrico.<br />

La seconda macchina ha la firma<br />

di Toyota. L’associazione tra il<br />

marchio giapponese e l’idrogeno<br />

rimanda al giugno 2022, nei<br />

paraggi di Mestre, quando l’Eni<br />

inaugurò la prima stazione operativa<br />

per il rifornimento di idrogeno.<br />

Coprotagonista fu Toyota<br />

Motor, a Piacenza Toyota Material<br />

Handling. Allo stand era in<br />

bella mostra un caricatore frontale,<br />

convenzionalmente equipaggiato<br />

con batterie al piombo<br />

acido o al litio, modificato per<br />

alloggiare la power unit che produce<br />

elettricità dall’idrogeno. Il<br />

monoblocco rispetta misure e alloggiamento<br />

dell’alimentazione<br />

elettrica, opportunamente zavorrata,<br />

perché la batteria fungeva da<br />

contrappeso. La ricarica si effettua<br />

in tre minuti.<br />

Abbiamo rivisto il genset Tecnogen<br />

con termico a idrogeno,<br />

introdotto al Bauma del 2022. I<br />

100 kW meccanici del GM, con<br />

la regia di Dumarey, si avvalgono<br />

del Flywheel, sistema di recupero<br />

energetico che permette<br />

di fa fronte a picchi di corrente.<br />

Il sistema di raffreddamento utilizzato<br />

è brevettato da Tecnogen,<br />

con ventole elettriche a giri variabili,<br />

che eliminano i consumi<br />

passivi legati all’utilizzo di<br />

ventole meccaniche azionate da<br />

cinghie. Il motore è ubicato in<br />

un compartimento separato e non<br />

richiede flusso d’aria. Il gruppo<br />

può operare anche a temperature<br />

tropicali.<br />

L’infinita galassia di ABB contribuisce<br />

ad abbassare i costi in fase<br />

di progettazione e di primo esercizio.<br />

Escluso l’elettrolizzatore,<br />

fornisce il suo contributo nell’intera<br />

filiera progettuale, dalla fase<br />

di studio dell’impianto alla capacità<br />

esecutiva e post-vendita, dalla<br />

quadristica elettrica ad automazione,<br />

software di ottimizzazione<br />

energetica, conversioni, elettronica<br />

di potenza. L’enciclopedica<br />

gamma di convertitori ABB si<br />

iscrive nel range da 100 chilowatt<br />

all’ordine di qualche GW.<br />

Più potenza. Maggiore produttività. Più tempo di attività. Meno<br />

complessità. I motori della serie Performance di Cummins offrono<br />

vantaggi sia agli agricoltori che ai produttori di attrezzature. Una potenza<br />

maggiore significa una maggiore capacità della macchina. Un design più<br />

semplice semplifica l’installazione e la manutenzione.<br />

Ci vediamo a EIMA, dal 6 al 10 novembre a Bologna, Italia.<br />

Padiglione 15, stand A/3.<br />

©<strong>2024</strong> Cummins Inc.


LiuGong e ZF a braccetto nell’agricolo<br />

CAMPO APERTO<br />

LiuGong si smarca dall’esclusività del movimento<br />

terra e abbraccia altri orizzonti: quelli dei campi<br />

da coltivare. Il trattore LT2004-BP è l’avanguardia di<br />

una serie concepita con il sistema TerraPower di ZF<br />

TerraPower<br />

consente di<br />

scegliere tra la<br />

versione standard<br />

con Powershift<br />

ad azionamento<br />

manuale o l’Aps,<br />

automatico, con<br />

cambio di gamma<br />

elettroidraulico<br />

opzionale Irs<br />

(Intelligent range<br />

shift).<br />

Dici LiuGong e pensi agli<br />

escavatori. Comunque, ci<br />

si proietta in cantiere, magari<br />

in compagnia di Cummins.<br />

A titolo di esempio, risale a tredici<br />

anni fa una joint venture per<br />

produrre motori di fascia media<br />

nello stabilimento di Liuzhou, nel<br />

Guangxi, Cina meridionale. È notizia<br />

recente la discesa “in campo”,<br />

è il caso di dirlo, di LiuGong,<br />

che ha celebrato il lancio del suo<br />

primo trattore da 147 chilowatt<br />

(200 cavalli), equipaggiato col<br />

cambio powershift di ZF. Una collaborazione,<br />

quella tra LiuGong e<br />

ZF, che risale alla fondazione di<br />

Liuzhou ZF Machinery nel 1995.<br />

Siglato LT2004-BP è l’apripista<br />

di una gamma che imprimerà il<br />

nome di LiuGong nella meccanizzazione<br />

delle macchine agricole.<br />

Le trasmissioni TerraPower<br />

powershift di ZF coprono l’intervallo<br />

tra 65 e 320 cavalli. Sono<br />

state sviluppate espressamente<br />

per trattori di medio-alta potenza,<br />

con retromarcia automatica<br />

(power shuttle), controllo elettroidraulico<br />

della presa di forza, trazione<br />

integrale e bloccaggio del<br />

differenziale.<br />

L’unità di controllo della trasmissione<br />

integrata garantisce opzioni<br />

diagnostiche complete e l’hardware,<br />

direttamente collegato al<br />

sistema elettrico, riduce significativamente<br />

i cicli di sviluppo e i<br />

costi di assistenza per l’Oem.<br />

Merlo e l’e-Worker al litio<br />

Cambio alla “guida” del Merlo<br />

e-Worker: alle tradizionali<br />

(almeno sui caricatori frontali)<br />

batterie al piombo acido<br />

affianca un pacco batterie<br />

al litio. Il ciclo (VDI 2198)<br />

utilizzato come standard per la<br />

misurazione delle prestazioni<br />

dei carrelli elevatori, stabilisce<br />

un’autonomia di 7 ore e mezzo.<br />

Tra le modifiche apportate<br />

all’e-Worker, la più importante<br />

è il selettore attacca-Bms (il<br />

Battery management system)<br />

in cabina, vicino al bracciolo,<br />

che serve per far ripartire la<br />

batteria, dotata di un sistema<br />

di spegnimento automatico<br />

per limitare l’auto-scarica.<br />

Trattandosi di una soluzione<br />

molto più leggera rispetto a<br />

quella al piombo acido, per<br />

non sbilanciare la macchina la<br />

batteria è dotata di una zavorra<br />

di circa 700 chili. Il sottoscocca<br />

della macchina rimane libero,<br />

visto che la batteria appoggia<br />

soltanto su due supporti laterali<br />

ed è protetta, di sotto, dal suo<br />

cassone. In questo modo,<br />

è possibile rimuoverla in circa<br />

15 minuti.<br />

C<br />

M<br />

Y<br />

CM<br />

MY<br />

CY<br />

CMY<br />

K<br />

AVL Italia e l’idrogeno per il trasporto in Campania<br />

Ingegneria a tutto tondo. Potrebbe<br />

essere il marchio di fabbrica di<br />

AVL Italia. Lo dimostra anche<br />

l’aggiudicazione della gara della<br />

Regione Campania per un impianto<br />

di produzione di idrogeno verde<br />

da 5MW, con stoccaggio in loco<br />

e relativa stazione di rifornimento<br />

a 350 bar, per i treni e i bus del<br />

trasporto pubblico locale. Il bando è<br />

stato promosso dall’Ente Autonomo<br />

Volturno. Il progetto è stato affidato<br />

a un raggruppamento di imprese di<br />

cui AVL Italia è parte; l’impianto di<br />

produzione di idrogeno verde sarà<br />

alimentato unicamente da energia<br />

verde e corredato da un impianto<br />

solare. «Siamo orgogliosi di questo<br />

risultato» ha commentato Dino<br />

Brancale, Amministratore Delegato<br />

di AVL Italia, «che ci consente<br />

di lavorare in un progetto in cui<br />

crediamo molto: la sfida del trasporto<br />

sostenibile non è solo costruire<br />

veicoli a basso impatto ambientale<br />

ma anche sviluppare un’infrastruttura<br />

accessibile e in grado di sostenere<br />

tutto il sistema».<br />

«Una nuova sfida per EAV» ha<br />

aggiunto Umberto De Gregorio,<br />

Presidente e Direttore Generale<br />

dell’Ente Autonomo Volturno.<br />

«Questo progetto rappresenta<br />

una opportunità per il territorio di<br />

Piedimonte Matese (Caserta) e per<br />

l’intera regione Campania, unendo<br />

innovazione e sostenibilità.<br />

Siamo orgogliosi di collaborare con<br />

AVL Italia in un’iniziativa che non<br />

solo porta avanti la visione di<br />

EAV e di Regione Campania di<br />

transizione energetica, ma valorizza<br />

il nostro impegno verso un trasporto<br />

pubblico più pulito e rispettoso<br />

dell’ambiente».<br />

16


SALONE DI PARIGI. La riscossa della Losanga<br />

VITTORIA<br />

IN CASA<br />

Trionfo di Luca de Meo con una line-up di<br />

nuovi modelli che copre tutti i segmenti.<br />

E avviso di sfratto per Carlos Tavares, Ceo<br />

di un gruppo Stellantis che non si limita a<br />

franare sul mercato americano. Delude<br />

pure il pubblico tricolore (blu-bianco-rosso)<br />

Le espressioni<br />

di Luca de Meo<br />

e Carlos Tavares<br />

sono rivelatrici<br />

dei differenti stati<br />

d’animo delle due<br />

grandi costruttrici<br />

d’auto francesi.<br />

Qui, a sinistra,<br />

la rigenerata R4,<br />

disponibile in<br />

versione elettrica.<br />

AUTOMOTIVE<br />

A<br />

ltri hanno creato il caos e voi chiedete a me<br />

di risolvere la situazione e di garantire posti<br />

di lavoro. Non sono un mago, sono un essere<br />

umano come voi». Irritato, Carlos Tavares, Ceo<br />

di Stellantis, ha esordito nel press day del Salone<br />

dell’Auto di Parigi sparando a zero sulle politiche di<br />

Bruxelles. «Dov’è lo studio di impatto sulle possibili<br />

conseguenze?» ha proseguito il top manager pagato<br />

come un calciatore, 23 milioni di euro a stagione.<br />

«Perché non ascoltano? La Commissione europea<br />

continua ad avere una posizione demagogica, che<br />

danneggia il mercato». A dare retta alle voci tra gli<br />

stand della Porte de Versailles, l’ira di Tavares era<br />

stata scatenata da ben altro che l’“avviso di sfratto”<br />

giuntogli il 14 ottobre, via Bloomberg: «Stellantis ha<br />

avviato la ricerca per il successore di Carlos Tavares.<br />

Il contratto dell’amministratore delegato scade<br />

agli inizi del 2026 e la procedura rientra nella regolare<br />

pianificazione». Comprensibile: non si paga un<br />

Ceo il quadruplo di Ola Källenius, il suo omologo<br />

in casa Mercedes, per vedere crollare le quotazioni<br />

di borsa di Stellantis, schiacciate dalle perdite sul<br />

mercato nordamericano. Né per sentirlo battibeccare<br />

senza costrutto col governo Meloni sul progetto (ormai<br />

sfumato) di costruire un milione di auto all’anno<br />

in Italia o per il mancato avvio del cantiere per la<br />

gigafactory di batterie a Termoli.<br />

Una vetrina a forma di Esagono<br />

La verità, secondo le lingue lunghe, è che il Mondial<br />

de l’Auto di Parigi rappresenta la vetrina per eccellenza<br />

del made in France. E Tavares si è reso conto<br />

solo a cose fatte del disastro per l’immagine di Stellantis<br />

costituito dalla sua foto ricordo con i manager<br />

cinesi di Leapmotor per il lancio del Suv ultracompatto<br />

B10. Il presidente Macron, nel visitare lo stand,<br />

non ha battuto ciglio, ma il confronto a distanza con<br />

Luca de Meo, Ceo del gruppo Renault, sembrava fatto<br />

apposta per far sfigurare il top manager di origine<br />

portoghese in favore dell’italiano. Al centro del palco<br />

della casa della Losanga, infatti, troneggiava la rinata<br />

R4, ovviamente elettrica. Un’auto cento per cento<br />

francese che rivisita l’originale con tanta attenzione<br />

da mantenere sia il tetto di tela a tutta ampiezza sia il<br />

cestino di vimini lato passeggero per portare a casa la<br />

baguette. E condivide la piattaforma a batteria con la<br />

R5, i cui primi esemplari girano già per Parigi, oltre<br />

a precedere la resurrezione della Twingo, anch’essa<br />

Bev e in chiave utilitaria low cost (prezzo annunciato<br />

inferiore a 20mila euro), presentata in forma di<br />

prototipo e attesa per gennaio 2026. Anche per i più<br />

distratti, la sintesi era inequivocabile: “Stellantis ci<br />

porta in casa i cinesi, Renault tutela il lavoro francese”.<br />

Sentiment rafforzato dall’unica dichiarazione<br />

“storica” di de Meo nel corso degli incontri del press<br />

day: «Sono sempre alla ricerca di nuove alleanze<br />

con altri costruttori» ha ribadito il Ceo di Renault<br />

«secondo il modello Airbus che ha sbancato l’aeronautica,<br />

per riuscire a dare vita a piccole Bev made<br />

in Europe mantenendo ridotti i costi di produzione».<br />

Stella... senza DS, Fiat, Lancia e Opel<br />

Una presenza al Mondial limitata, quella di Stellantis,<br />

amputata di marchi quali DS (da sempre proposta<br />

come essenza del premium francese), Fiat, Lancia e<br />

Opel, che ha oscurato un’ottima notizia: il portafoglio<br />

ordini per la Citroën elettrica ë-C3 ha raggiunto<br />

quota 50mila unità. Certo, c’era Alfa Romeo con la<br />

Junior, anche in versione ibrida; sullo stand Citroën<br />

faceva bella mostra la concept C5 Aircross, Suv dal<br />

caratteristico design millespigoli che segna il debutto<br />

della nuova piattaforma STLA Medium di Stellantis,<br />

futura base sia dell’Alfa Romeo Giulietta sia di una<br />

vettura a marchio Lancia. In Peugeot luccicava la<br />

nuova 5008, rinata per il MY 2025 come Suv a sette<br />

posti. Ma da un estremo all’altra della gamma, sotto<br />

le volte del centro espositivo alla Porte de Versailles<br />

il gruppo della Losanga ha portato una sfilata inesauribile<br />

di novità: auto a idrogeno? Sì grazie, con<br />

il concept Renault Embleme dotata di cella a combustibile<br />

come range extender per toccare i 1.000<br />

chilometri di percorrenza. Suv di segmento C? Et<br />

voilà l’atteso Dacia Bigster, fratello maggiore del popolarissimo<br />

Duster con tanto di motorizzazione ibrida.<br />

Citycar elettrica? Ecco la rinnovata Dacia Spring<br />

con motore da 65 cv e autonomia media superiore a<br />

220 chilometri. Persino una minicar elettrica di successo<br />

come la Citroën Ami, 65mila auto vendute, ha<br />

trovato un concorrente Renault a tagliarle il passo,<br />

rivisitando l’ormai invecchiata Twizy: la Duo in versioni<br />

passeggeri e la Bento per le merci.<br />

Parigi è sempre Parigi<br />

Lo show improntato alla grandeur voluto da de Meo<br />

era reso più apprezzabile dall’assenza di Toyota, di<br />

fatto marchio francesizzato grazie all’impianto di<br />

Valenciennes che sforna Yaris e Yaris Cross per l’intero<br />

mercato continentale. Così, se a fine febbraio il<br />

Geneva Motor Show ha registrato il de profundis del<br />

salone elvetico, a metà ottobre il Mondial de l’Auto<br />

si è dimostrato capace di surclassare anche l’IAA<br />

tedesca. Tanto da convincere il gruppo Volkswagen,<br />

volutamente assente il Ceo Oliver Blume, a scegliere<br />

come palcoscenico Parigi per il debutto di un bestseller<br />

come il Suv Audi Q5 in versione totalmente rinnovata,<br />

dal frontale con i fari ultrasottili alla plancia<br />

con il nuovo “schermo di cortesia” per il passeggero e<br />

ai motori mild-hybrid benzina e diesel. E al forfait di<br />

Mercedes i bavaresi di BMW hanno replicato portando<br />

sotto la torre Eiffel sia le concept elettriche Vision<br />

Neue Klasse e Vision Neue Klasse X sia le nuove Bev<br />

del marchio Mini, la John Cooper Works e la Aceman.<br />

Presenti Tesla e tanti cinesi<br />

Presenze europee più che giustificate sia dalla mossa<br />

a sorpresa di Tesla di presidiare il salone francese<br />

sia dalla sfilata di marchi cinesi a Parigi: se BYD<br />

non è più un misterioso outsider, c’erano comunque<br />

anche Forthing, GAC, YangWang e persino Hongqi,<br />

il costruttore delle limousine per le alte sfere del partito<br />

comunista, che hanno portato tanti veicoli, tutti<br />

elettrici, tutti sconosciuti sulle nostre strade fino a<br />

qualche anno fa. Menzione speciale per Xpeng che<br />

con la P7+ non ha esposto solo un’elegante Bev fastback<br />

ma pure la prima auto al mondo sviluppata con<br />

l’intelligenza artificiale così da definire le sue funzionalità<br />

in base alle esigenze di guidatore e passeggeri.<br />

È il futuro, bellezza!<br />

18<br />

19


FEDERMETANO. Al convegno di Roma<br />

BIOMETANO<br />

ZERO CARBON<br />

TWENTY - FOUR<br />

Venite a trovarci al<br />

Padiglione 15, Stand C<strong>11</strong><br />

Bologna, 6-10 novembre <strong>2024</strong><br />

Al convegno “Biometano per la mobilità<br />

sostenibile: l’evoluzione green del motore a<br />

combustione interna” sono emersi dati molto<br />

interessanti e, a conclusione, la richiesta di<br />

Federmetano alle istituzioni di equiparare<br />

fiscalmente i veicoli a metano a quelli elettrici<br />

Alcune Panda<br />

ibride convertite a<br />

biometano: fanno<br />

parte di una flotta<br />

di <strong>11</strong> esemplari<br />

“trasformati” a<br />

dimostrazione<br />

concreta delle<br />

potenzialità del<br />

biometano e<br />

come simbolo<br />

della partnership<br />

industriale attivata<br />

tra Federmetano<br />

ed Ecomotive<br />

Solutions.<br />

autonotive<br />

M<br />

entre in sede europea Ursula von der Leyen<br />

apriva all’utilizzo degli e-fuel e ad un approccio<br />

tecnologicamente neutrale, all’Aci<br />

di Roma si è svolto il convegno, organizzato da<br />

Federmetano, “Biometano per la mobilità sostenibile:<br />

l’evoluzione green del motore a combustione<br />

interna”. Dopo i saluti di rito, Angelo Sticchi Damiani,<br />

Presidente Aci, ha dichiarato: «Sappiamo<br />

bene che la mobilità elettrica è adatta alla città,<br />

ma che ha complicato la vita alle case automobilistiche<br />

e tolto all’utente la libertà di scegliere, non<br />

risolvendo comunque il problema dell’anzianità<br />

del parco circolante». Dante Natali, Presidente di<br />

Federmetano, la Federazione nazionale distributori<br />

e trasportatori di metano: «Oggi il settore del<br />

metano si trova in un momento difficile, non solo<br />

perché il Fit for 55 ha puntato tutto su elettrico e<br />

idrogeno, ma anche per la situazione geopolitica<br />

che ha portato il prezzo del metano a valori impensabili,<br />

producendo un blackout del settore di<br />

un anno. Lo scenario è critico, ma non dobbiamo<br />

dimenticare che il 60% del Cng è già bio e nessun<br />

altro carburante può vantare questo primato.<br />

È una tema che vogliamo portare all’attenzione<br />

delle istituzioni e del Governo». In occasione del<br />

convegno, Federmetano ha attivato una partnership<br />

con Ecomotive Solutions per la trasformazione di<br />

una flotta di <strong>11</strong> Panda ibride. Un recente studio del<br />

RIE, Ricerche Industriali Energetiche, esposto da<br />

Gian Paolo Repetto, evidenzia come il biometano<br />

abbia caratteristiche peculiari per fornire da subito<br />

un contributo importante alla transizione. Gli obiettivi<br />

al 2030 sono ambiziosi, tanto da prevedere una<br />

produzione più che decuplicata rispetto all’attuale<br />

(grazie al Pnrr potrebbe aumentare addirittura di<br />

20 volte). Paolo Arrigoni, presidente del Gse, ha<br />

ricordato che in Italia i trasporti rappresentano il<br />

28% dei consumi di energia. La quota di rinnovabili<br />

nel 2022 era all’8%, ma dovrà raggiungere il<br />

34% nel 2030, con il contributo di tutti i settori<br />

del trasporto, obiettivi sfidanti anche in termini di<br />

investimenti, ma che riusciremo a raggiungere solo<br />

con la costruzione di nuovi impianti e la riconversione<br />

degli impianti a biogas esistenti. Massimo Bitonci,<br />

Sottosegretario al Ministero delle Imprese e<br />

del Made in Italy: «Stiamo lavorando intensamente<br />

sulla riforma della rete dei carburanti, che rappresenta<br />

di fatto un servizio pubblico. In Italia i punti<br />

vendita sono più del doppio che nel resto d’Europa,<br />

quindi, se abbiamo già la rete, perché non sfruttarla<br />

per i biocarburanti, salvaguardandone anche<br />

i gestori?». A conclusione del convegno, il presidente<br />

di Federmetano ha esposto le richieste, molto<br />

concrete, alle istituzioni: «La decarbonizzazione da<br />

biometano potrebbe essere rapida e poco costosa.<br />

Per questo chiediamo al Governo l’equiparazione<br />

dei veicoli a biometano ai veicoli elettrici, quindi<br />

il libero accesso alle Ztl, agevolazioni sui canoni<br />

di sosta, l’esenzione dal bollo per almeno 5 anni,<br />

la prosecuzione degli incentivi retrofit per i veicoli<br />

trasformati a biometano. Occorre monitorare e intervenire<br />

su tutti i meccanismi europei e non, la cui<br />

applicazione potrebbe portare a un’alterazione dei<br />

rapporti di concorrenzialità tra i diversi carburanti<br />

penalizzando il biometano. È urgente sostenere<br />

una filiera, quella del metano auto, che conta circa<br />

20mila addetti potenzialmente a rischio in caso di<br />

ulteriore aggravamento dell’attuale crisi del settore<br />

e intervenire a livello europeo per ottenere un<br />

ufficiale riconoscimento dei biocarburanti come<br />

strumento paritetico a energia elettrica, idrogeno<br />

e carburanti sintetici per il conseguimento degli<br />

obiettivi di riduzione di CO 2<br />

per i nuovi veicoli anche<br />

dopo il 2035». L’associazione chiede inoltre di<br />

operare per garantire l’azzeramento dell’accisa per<br />

bioGNC e bioGNL e di prevedere nella prossima<br />

legge di bilancio un credito di imposta strutturale<br />

per le spese di acquisto di bioGNC e Gnl/bioGNL<br />

da parte delle imprese di autotrasporto.<br />

Un passo avanti con<br />

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20<br />

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himoinsa. È anche di taglia XL<br />

MISSIONI<br />

IMPEGNATIVE<br />

Se preferite, mission-critical. È questa la<br />

destinazione della serie HGY, motorizzata da un <strong>12</strong><br />

e 16 cilindri di Yanmar, da 61,1 e 82,7 litri, ai quali si<br />

aggiungerà un 20 cilindri. Concepiti per digerire sia<br />

combustibili fossili che bio, liquidi e gassosi, col 20<br />

sposeranno la causa dell’idrogeno. Questo progetto<br />

sancisce l’ingresso degli spagnoli oltre il MW<br />

stazionari<br />

Nel 2027 il mercato dei gruppi di generazione<br />

con potenza superiore al MW destinato alle<br />

applicazioni mission-critical dovrebbe attestarsi<br />

sulle 16mila unità, per un volume d’affari<br />

di 9 miliardi di euro. Queste sono le previsioni,<br />

dalle quali scaturisce il big bang della nuova era<br />

di Himoinsa. Lei si chiama HGY Series e ha sfondato<br />

il muro del suono del megawatt, che ha finora<br />

rappresentato la soglia della potenza nelle corde<br />

di Himoinsa. Il contributo decisivo di Yanmar e<br />

l’interazione tra l’engineering giapponese e quello<br />

spagnolo hanno prodotto un gruppo dall’impronta<br />

tecnologica spalmata nei poli di eccellenza ingegneristica<br />

a livello mondiale. I sistemi di filtrazione<br />

sono a cura di Mann+Hummel, l’alternatore è<br />

Stamford, in alternativa c’è Mecc Alte, espressione<br />

dell’acume produttivo italiano, al pari del radiatore,<br />

la pompa di pressione è austriaca, le teste dei<br />

cilindri tedesche e giapponesi. Una famiglia a <strong>12</strong>,<br />

16 e 20 cilindri, con cilindrate di 62,1 litri, già<br />

a listino (la prima fornitura è destinata al Regno<br />

Unito per una centrale da 20 MW) e da 82,7 litri<br />

(per questa bisogna attendere il 2026). Per il 20<br />

litri, che si candida a proporre l’idrogeno come<br />

interprete della decarbonizzazione, l’orizzonte è<br />

il 2030.<br />

Litri e chilowatt a cura di Yanmar<br />

La serie HGY è equipaggiata dai motori GY175L di<br />

Yanmar, che vanno da 1.250 kVA a 3.500 kVA (in futuro<br />

si prevede di arrivare a 4.000 kVA). Circa il 50%<br />

del potenziale bacino di assorbimento consiste negli<br />

energivori data center, che si apprestano a conquistare<br />

anche l’emergente mercato africano: Himoinsa<br />

ha infatti in agenda forniture a data centre ubicati in<br />

Marocco, Angola e Sudafrica. I motori giapponesi<br />

sono caratterizzati da un’architettura modulare, con<br />

una canna di circa 5,17 litri, generata da un alesaggio<br />

di 175 millimetri e una corsa di 215 mm. In cabina<br />

di regia ci sono un performante common rail e<br />

una pompa ad alta pressione che garantiscono una<br />

pressione di iniezione di 2.200 bar. Un approccio<br />

che abbiamo conosciuto in altre latitudini (stradali<br />

e mobili industriali) e che consentono di ottimizzare<br />

la combustione, riducendo al minimo il consumo<br />

di carburante e la rumorosità. L’architettura e la filosofia<br />

di progettazione dei GY175L di Yanmar si<br />

concentrano sull’imprinting prestazionale dei motori<br />

a velocità variabile. Questo approccio consente alle<br />

applicazioni stazionarie di agire sull’efficienza della<br />

combustione, massimizzando la densità di potenza.<br />

Una strategia applicata nel settore industriale alle<br />

macchine agricole e a quelle del movimento terra,<br />

che spesso devono conciliare i vincoli normativi e la<br />

necessità di adattarsi a carichi di lavoro variabili, ai<br />

transitori e ai picchi di domanda durante traslazione<br />

o operazioni accessorie. Adottando questi principi, il<br />

GY175L è in grado di soddisfare i rigorosi requisiti<br />

prestazionali delle moderne applicazioni industriali,<br />

affrontando efficacemente le sfide poste dalla crescente<br />

domanda di energia e migliorando al contempo<br />

l’efficienza operativa complessiva.<br />

Questo approccio coraggioso è stato seguito da altri<br />

grandi produttori di motori, consentendo alle applicazioni<br />

stazionarie di ottimizzare l’efficienza della<br />

combustione e migliorare la densità di potenza.<br />

Inizialmente, questa strategia era stata pensata per i<br />

motori delle macchine agricole e per le costruzioni,<br />

dove le sfide legate ai vincoli di spazio dei sistemi<br />

di post-trattamento e la necessità di adattare i motori<br />

alle esigenze dei clienti.<br />

La piattaforma a <strong>12</strong>, 16 e, prossimamente, 20 cilindri<br />

ha implicato un significativo aumento della capacità<br />

produttiva degli attori coinvolti. Sono stati di conseguenza<br />

avviati una nuova linea di produzione per<br />

i GY presso lo stabilimento Yanmar di Amagasaki,<br />

in Giappone, e un centro di produzione dedicato da<br />

parte di Himoinsa, in Spagna. Questo nuovo stabilimento<br />

occupa una superficie di 17mila metri quadri<br />

e una capacità di mille generatori all’anno.<br />

Il lancio della serie<br />

HGY di Himoinsa<br />

si è svolto nella<br />

cornice dello<br />

stadio Wanda<br />

Metropolitano, la<br />

casa dell’Atletico<br />

Madrid.<br />

22<br />

23


CONFRONTO. 15-16 litri industriali<br />

16 litri industriali<br />

SALTO IN<br />

ALTO/BIS<br />

Approfittiamo di un errata corrige per riproporre<br />

sinteticamente il confronto più muscolare del<br />

panorama agricolo. Al di sopra dei 602 kW del<br />

Cursor 16, ci si arrampica sui 18-20 litri per grandi<br />

macchine da raccolta. Nel confronto pubblicato<br />

a giugno, il 16 di Deutz risultava amputato di 40 kW.<br />

La potenza massima non è di 480 bensì di 520 kW<br />

TERRA<br />

24<br />

Reso onore alle reali curve prestazionali del rosso<br />

di Colonia, non cambia la leadership. Sul gradino<br />

più alto del podio resta insediato il Cursor<br />

16, in coabitazione con il D4276 di MAN Engines.<br />

In questo scenario, cioè quello dei 15-16 litri, a cavallo<br />

dei 500 chilowatt, Cummins schiera l’X15,<br />

parte della piattaforma Helm che offre ai clienti la<br />

possibilità di scegliere il tipo di carburante che meglio<br />

si adatta alle loro esigenze aziendali, offrendo<br />

un design del motore di base comune con testate e<br />

sistemi di alimentazione specificatamente personalizzati<br />

per un singolo carburante: diesel avanzato, gas<br />

naturale o idrogeno. FPT Industrial ha tratto beneficio<br />

dalla cura di vitamine, risalente a fine agosto<br />

2023, al Farm Progress Show di Decatur. In Illinois<br />

fu esposto il C16 TST che fornisce allo Steiger 715<br />

di Case IH oltre il 10% di potenza e oltre il 6% in<br />

di coppia rispetto allo Steiger 645 con il Cursor 13<br />

TST. Nonostante gli ingombri giochino a sfavore, il<br />

C16 TST appaia in vetta il D4276 di MAN. I valori<br />

del MAN D4276 sono generalmente plafonati verso<br />

l’alto, senza essere quasi mai apicali. Un compromesso<br />

tra la taratura della centralina elettronica, il<br />

dialogo con l’albero motore e la sovralimentazione.<br />

La seduzione dell’alta pressione<br />

Il common rail è stato rivisitato: la pompa ad alta<br />

pressione garantisce una mandata superiore del 40%<br />

senza aumentare le vibrazioni e le emissioni acustiche.<br />

Gli iniettori sono stati progettati appositamente<br />

per il D4276 con una pressione d’iniezione fino a<br />

2.500 bar per una polverizzazione più performante<br />

del carburante. L’alloggiamento delle turbine in<br />

acciaio colato, resistente al calore, nonché il corpo<br />

del compressore in alluminio, che sopporta le alte<br />

temperature, aumentano la robustezza del turbo. La<br />

medaglia d’argento della potenza spetta a Volvo Penta,<br />

con 585 chilowatt. La sovralimentazione è affidata<br />

al doppio stadio, retaggio stradale, come la Vgt.<br />

Il 385A eroga 566 kW , il 317A ne fa 44 in meno,<br />

ma si impone nel grafico della curva di coppia, con<br />

3.342 Newtonmetro.<br />

ERRATA CORRIGE: L’INDICE DIESEL DI DEUTZ SALE A 7,7<br />

Il Deutz TCD16<br />

eroga al top 520<br />

chilowatt.<br />

Marca CUMMINS DEUTZ FPT INDUSTRIAL MAN MAN MTU SCANIA SCANIA VOLVO PENTA<br />

Modello X 15 TCD 16 CURSOR 16 - 2 TST D3876 D4276 R61500 DC16 385A DC16 317A TWD1683VE<br />

CARTA D’IDENTITÀ<br />

A x C mm - C/A 137 x 169 - 1,23 132 x 145 - 1,10 141 x 170 - 1,21 138 x 170 - 1,23 142 x 170 - 1,20 139 x 171 - 1,23 130 x 154 - 1,18 130 x 154 - 1,18 144 x 165 - 1,15<br />

N. cilindri - litri 6 - 14,94 8 - 15,87 6 - 15,92 6 - 15,25 6 - 16,15 6 - 15,56 8 - 16,35 8 - 16,35 6 - 16,<strong>12</strong><br />

Potenza intermittente kW - rpm 522 - 2.100 520 - 2.100 602 - 2.000 485 - 1.800 581 - 1.800 480 - 1.700 566 - 1.800 522 - 2.100 585 - 1.900<br />

Pme bar 20,4 17,6 23,1 21,6 24,5 22,2 23,5 18,6 23,4<br />

Velocità lineare pistone m/s <strong>11</strong>,8 10,2 <strong>11</strong>,3 10,2 10,2 9,7 9,2 10,8 10,5<br />

Coppia max Nm - rpm 3.200 - 1.400 2.890 - 1.400 3.842 - 1.300 3.000 - 1.100 3.400 - 1.350 3.097 - 1.300 3.100 - 1.450 3.342 - 1.400 3.650 - 1.200<br />

Pme a coppia max bar 27,5 23,4 30,9 25,2 27 25,5 24,3 26,2 29<br />

Riserva di coppia % 51,3 45,6 53,8 51,8 48,5 54,5 44,7 54,0 52,4<br />

Coppia a potenza max Nm 2.372 2.362 2.871 2.577 3.077 2.695 2.999 2.372 2.940<br />

% Potenza a coppia max (kW) 89,9 (469) 81,60 (700) 86,90 (523) 71,30 (346) 67,50 (392) 87,90 (422) 83,20 (471) 93,90 (490) 78,50 (459)<br />

NELLO SPECIFICO<br />

Potenza kW/litro 34,9 30,2 37,8 31,8 35,9 30,8 34,6 31,9 36,3<br />

Coppia Nm/litro 214 176,5 241,2 196,6 210,4 198,9 189,5 204,3 226,3<br />

Potenza areale kW/dm 2 59,05 43,84 64,25 54,07 61,16 52,75 53,30 49,15 59,88<br />

METRO E BILANCIA<br />

Peso kg 1.365 1.260 1.630 1.337 1.280 1.235 1.340 1.381 1.762<br />

L x W x H mm 1.443x1.032x1.298 1.044x940x1.152 1.367x1.244x1.344 1.484x978x1.137 1.464x978x1.131 1.315x1.180x1.215 1.410x1.149x1.289 1.409x1.198x1.288 1.676x1.<strong>11</strong>5x1.362<br />

Ingombro m 3 1,93 1,13 2,29 1,65 1,62 1,89 2,09 2,17 2,55<br />

Massa/potenza kg/kW 2,6 2,4 2,7 2,8 2,2 2,6 2,4 2,6 3<br />

Densità globale kg/litri 91,3 79,4 102,3 87,6 79,2 79,3 81,9 84,4 109,3<br />

Densità di potenza kW/m 3 270,5 409,4 262,9 293,9 358,6 254,0 270,8 240,6 229,4<br />

Densità assoluta t/m 3 0,71 0,9 0,71 0,81 0,79 0,65 0,64 0,64 0,69<br />

Densità relativa litri/m 3 7,75 <strong>12</strong>,5 6,96 9,25 9,97 8,24 7,82 7,54 6,32<br />

ELASTICITÀ 10,8 9,2 <strong>11</strong>,2 10,4 10,7 7,6 6,9 10,6 10,9<br />

PRESTAZIONI 7,9 6,6 8,6 7,3 7,8 7,3 7,1 7,4 8,1<br />

SOLLECITAZIONE 13,1 10,9 14,1 <strong>11</strong>,8 <strong>12</strong>,4 <strong>11</strong>,7 <strong>11</strong>,2 <strong>12</strong>,3 13,2<br />

LEGGEREZZA 13,1 10,8 14,2 <strong>12</strong>,6 <strong>11</strong>,4 <strong>11</strong>,2 <strong>11</strong>,3 <strong>11</strong>,2 15,4<br />

COMPATTEZZA 7,8 10,5 7,5 8,4 9,5 7,4 6,2 6,2 6,4<br />

DIESEL INDUSTRIALI 7,9 7,7 8,1 7,7 8,1 7,4 7,3 7,9 7,8<br />

25


deutz italy. All’Eima<br />

CI SI VEDE A<br />

A BOLOGNA<br />

L’Eima rappresenta il tradizionale forum<br />

commerciale dove Deutz Italy incontra allestitori<br />

e utilizzatori finali. Quest’anno si fregerà del 3,9<br />

litri, in rampa di lancio per raccogliere la fortunata<br />

eredità del TCD3.6, oltre al 2,9 e al 5,2 litri.<br />

Scendono in pista anche il 7,7 litri a firma mtu-<br />

Daimler, il 7,8 in rosso, nella versione a idrogeno,<br />

e il sistema e-Deutz. Non solo trattori motorizzati<br />

Deutz: a BolognaFiere troverete anche un gruppo<br />

di Green Power con il TCD2.9 Stage V da 60 kVA<br />

TERRA<br />

Correva l’anno 2017 quando IML diventò organica<br />

a Deutz AG. Esattamente il 2 ottobre,<br />

la famiglia Keller sigla il passaggio di consegne<br />

a Deutz Italy. Nel frattempo, il rinnovato CdA<br />

di Colonia ha portato nuova linfa e idee, che si<br />

esprimono nelle declinazioni della strategia Dual+.<br />

In Italia, risale a quest’estate l’inaugurazione della<br />

sede commerciale di Napoli. Deutz non poteva<br />

mancare all’Eima. Ne abbiamo parlato con Roberto<br />

Pilling, Engines Sales Director di Deutz Italy.<br />

Parola a Roberto Pilling<br />

«All’Eima porteremo i motori della serie Classic, i<br />

diesel nell’allestimento di Deutz Italy (fin dal crepuscolo<br />

della stagione di IML, l’allestimento di powerpack<br />

compatti è stato demandato alle competenze<br />

italiane, ndr). Allo stand troverete il TCD2.9 nelle<br />

versioni HP e HT, e il TCD5.2, con il radiatore montato<br />

e il serbatoio di urea plug&play, customizzati<br />

a Lomagna. A questi affianchiamo i motori nella<br />

convenzionale configurazione Deutz, a partire dal<br />

TCD3.9, che consideriamo il best-in-class in questa<br />

fascia di cilindrata, sia per densità di potenza che<br />

per la coppia. Siamo convinti che possa essere il<br />

motore del futuro, con un particolare appeal per i<br />

telescopici e le macchine agricole».<br />

Il 3,9 litri<br />

«Il 4.1 probabilmente vivrà un phase-out fisiologico,<br />

rispetto al 3,9 litri è più ingombrante volumetricamente<br />

e si ferma a <strong>11</strong>5 chilowatt. Il TCD 3.9/4.0<br />

<strong>12</strong>9,4 kW a 2.300 rpm, 700 Nm di coppia massima<br />

costante da 1.300 fino a 1.600. Il 3,6 litri resterà<br />

invece affiancato al 3,9, del resto è tuttora il motore<br />

più venduto in Italia per le applicazioni free market.<br />

Se nel 2032 dovessero effettivamente entrare in vigore<br />

le nuove normative sui gas di scarico, il TCD3.6<br />

uscirà probabilmente di scena. Fino ad allora resterà<br />

un’unità di pregio. Il 3.9/4.0 sarà lanciato sul<br />

mercato anche in versione per gruppo elettrogeno,<br />

capace di 100 kVA, un nodo di potenza che non avevamo<br />

finora raggiunto prima». Proseguiamo in questa<br />

ideale anticipazione: «All’Eima esponiamo anche<br />

il 7,7 litri di origine mtu-Daimler, che fa parte della<br />

gamma bassa, insieme al 5,1. Avrà la coppa agricola.<br />

Mi consenta di dire che Deutz ha in cantiere una<br />

versione “trattorizzabile”; il progetto è al momento<br />

nella fase propedeutica».<br />

Il passaggio da mtu a Deutz<br />

Risale appena ad agosto la transazione ufficiale della<br />

vendita diretta e delle attività after sales delle serie<br />

off-highway di Rolls-Royce Power Systems. L’accordo<br />

con Daimler scatterà dal 2028 quando le proprietà<br />

intellettuali diventeranno di Deutz. «Avremo con noi<br />

anche il 7.8 a idrogeno, finalmente in produzione<br />

seriale». Un centinaio di generatori alimentati a idrogeno,<br />

basati sul motore TCG 7.8 H2, è stato consegnato<br />

a settembre alla Chinese State Innovation Zone<br />

ZGC. «Ci sarà anche il sistema e-Deutz, in versione<br />

“didascalica”. Tutti i componenti saranno infatti<br />

esposti su di un tavolo, dal quale si potrà osservare<br />

anche il flusso di energia e le varie funzionalità.<br />

Illustreremo ai nostri clienti la proposta Deutz per<br />

service e ricambi, che è stata ampliata e comprende<br />

anche il sistema di telemetria. L’utilizzatore riceve<br />

i dati del motore e, via CANbus, anche quelli della<br />

macchina. Vorrei sottolineare che la comunicazione<br />

avviene tramite cloud, supportato da app dedicata,<br />

e si applica alla manutenzione predittiva e agli interventi<br />

da remoto».<br />

Trattori motorizzati Deutz all’Eima<br />

E le applicazioni in mostra a Bologna? Vi ricordate<br />

il Landini Rex 4-<strong>12</strong>0 GT, vincitore del Best of Specialized<br />

al Tractor of the Year <strong>2024</strong>? Beh, sotto il<br />

cofano c’è il TCD2.9 high-power, che campeggerà<br />

allo stand di Argo Tractors. È equipaggiato con un sistema<br />

di post-trattamento ultracompatto, ridisegnato<br />

da Deutz Italy, in cooperazione con la casa madre e<br />

l’ingegneria di Landini. «Un intervento certosino»,<br />

precisa Pilling, «perché l’Scr e il Dpf erano vincolati<br />

dalla certificazione. La soluzione? Abbiamo ottimizzato<br />

gli spazi vuoti tra un elemento e l’altro dei<br />

canning, avvicinato il clean-up catalyst all’Scr, e le<br />

calotte di entrata e di uscita. Abbiamo consegnato un<br />

canning isolato, riducendo la dispersione del calore<br />

e implementando la compattezza».<br />

La parata di trattori “powered by Deutz” all’Eima<br />

prosegue con Landini ed Antonio Carraro, che porterà<br />

a Bologna un trattore di nuovo conio motorizzato<br />

dal TCD2.9. Agritalia dal canto suo ha equipaggiato<br />

il trattore AgriCube con il TCD2.2, sviluppato su<br />

input di Deutz Italy, in quanto non aveva la coppa<br />

portante, progettata insieme a Deutz AG e la stessa<br />

Carraro Agritalia. Segnaliamo il progetto di Faresin<br />

di un carro miscelatore semovente con il 3,6 litri da<br />

100 kW. AB Group, Caffini e De Cloet presentano<br />

sprayer con i 2,9 e 3,6 litri Deutz. Lato generazione<br />

di potenza, allo stand Green Power verrà esposto per<br />

la prima volta in fiera il TCD2.9 Stage V da 60 kVA.<br />

Dual+<br />

Pilling, un commento sulla strategia Dual+?: «Non<br />

è un puro approccio teorico, è pratica, come la proposta<br />

Green, che include gli endotermici a idrogeno.<br />

Stiamo lavorando in prospettiva. Dobbiamo sviluppare<br />

tecnologia a 360 gradi. Sugli implement, l’elettrificazione<br />

ha assolutamente senso, è compatibile<br />

con l’autonomia ed elimina le problematiche dell’idraulica<br />

nell’ambiente agricolo. In fin dei conti, un<br />

cavo si modella meglio rispetto a un tubo idraulico».<br />

In apertura, il<br />

TCD3.9/4.0 sul<br />

quale anche Deutz<br />

Italy ripone grandi<br />

aspettative. Sopra,<br />

la rappresentazione<br />

del sistema e-Deutz<br />

permetterà ai<br />

visitatori dell’Eima<br />

di toccare con<br />

mano senza...<br />

“prendere la<br />

scossa”. Sotto, il<br />

7,8 litri a idrogeno.<br />

Pure lui farà parte<br />

della gara.<br />

26<br />

27


avoni. Il powerpack...<br />

LO FA ANCHE<br />

CON L’N45<br />

La firma motoristica è sempre quella di FPT<br />

Industrial. Cambiano cilindrata e nodi di potenza,<br />

rispetto alle versioni avvistate al Key Energy<br />

di Rimini. La regia rimane di Avoni, che nella<br />

sede bolognese ci ha mostrato in anteprima le<br />

sembianze dell’ultimogenito. Il vernissage ufficiale<br />

è riservato a uno speciale “Fuori Salone”, che si terrà<br />

proprio a Bologna, in concomitanza con l’Eima<br />

Una bella<br />

panoramica aerea<br />

della sede di Avoni,<br />

a Calderara di Reno,<br />

in prossimità di<br />

Bologna. Nei due<br />

scatti a sinistra,<br />

il powerpack<br />

equipaggiato<br />

dall’N45 di FPT<br />

Industrial. In basso,<br />

in compagnia del<br />

powerpack che<br />

abbiamo visto per<br />

la prima volta al Key<br />

Energy, da Bastelli.<br />

TERRA<br />

Avoni ne ha fatta un’altra delle sue, e si<br />

chiama powerpack. Dopo l’anteprima con<br />

Bastelli al Key Energy, in compagnia dell’F28<br />

e dell’F36, è ancora FPT Industrial a salire<br />

in cattedra. Protagonista l’N45. Il powerpack di<br />

Avoni è infatti equipaggiato con il 4,5 litri Stage<br />

V di FPT Industrial. Roberto Paolozzi, Application<br />

Director di Avoni, vive con un piede in auto e con<br />

l’altro in aereo. Si è concesso una pausa per <strong>Powertrain</strong>,<br />

e ne valeva la pena. La gamma di powerpack<br />

del distributore di FPT Industrial, alle porte di Bologna,<br />

si è infatti arricchita dell’N45. Dopo il duetto a<br />

quattro mani con Bastelli, al Key Energy dall’F28,<br />

55 chilowatt, e dall’F36, nelle due taglie Ipu, 90 e<br />

105 chilowatt, (volendo, sarebbe arruolabile anche<br />

l’F34), è il turno dell’annunciato 4,5 litri Stage V,<br />

compatibile con l’Hvo.<br />

L’esperienza di Paolozzi in queste parole<br />

Puntualizza Paolozzi: «Siamo partiti dal top rating<br />

da <strong>12</strong>5 chilowatt in configurazione pivot per<br />

poi arrivare al powerpack (disponibile anche nei<br />

nodi da 89 e 103 kW). Le masse del radiatore non<br />

sono del tipo a sandwich ma sovrapposte, quella<br />

dell’intercooler e quella del radiatore, per consentire<br />

l’utilizzo della ventola sia soffiante che aspirante.<br />

Il powerpack è implementabile con l’N67 e,<br />

potenzialmente, con la famiglia Cursor. I margini<br />

di applicabilità sono estremamente elastici: dalla<br />

pressa rottami, alle trivelle, alle macchine speciali<br />

come quelle per il taglio del marmo, a qualsiasi<br />

applicazione che contempli lo spazio minimo per<br />

l’alloggiamento. Il motore è consegnato assemblato<br />

e validato, certificato da Avoni, che garantisce<br />

con il benestare sull’applicazione».<br />

«Effettuiamo test a 360 gradi, le caratteristiche<br />

del motore devono essere infatti valutate in base<br />

all’applicazione» precisa Paolozzi. «Un valore<br />

sensibile è l’ATB (Air Temperature to Boil, ndr),<br />

che misura la temperatura massima alla quale<br />

può lavorare il motore che deve essere necessariamente<br />

valutato con la cofanatura. La principale<br />

peculiarità dei powerpack è la versatilità. Lato<br />

radiatore, per esempio, la ventola può essere soffiante<br />

o aspirante. Cambia il posizionamento: tra<br />

le possibili varianti, c’è chi lo richiede a paratia<br />

sul lato sinistro, con ingresso dell’aria sul lato<br />

destro ed espulsione frontale».<br />

Il corredo di dispositivi firmati Avoni non finisce<br />

qui. «Il cablaggio elettrico presenta un’interfaccia<br />

particolare, di nostra concezione. Il powerpack è<br />

equipaggiato con un dispositivo per il controllo<br />

remoto sia lato motore che lato macchina. Uno<br />

spazio web dedicato e customizzato permette all’utente<br />

di agire immediatamente, come se si trovasse<br />

posizionato di fronte al cruscotto della propria<br />

automobile… Abbiamo sviluppato delle piste elettroniche<br />

con dei relè in CAN che svolgono autodiagnosi.<br />

Per visualizzare il concetto, se dovesse<br />

saltare il fusibile F5, a mero titolo di esempio, si<br />

attiverebbe l’allarme. I tempi di diagnosi e fermo<br />

macchina sono ridotti ai minimi termini. Del resto,<br />

la richiesta di questi motori Stage V è ormai tassativamente<br />

“chiavi in mano”. Avoni fornisce un<br />

sistema che non si limita al motore e si esaurisce<br />

al volano. Completata la nostra missione, l’Oem è<br />

in grado di collegare qualsiasi tipo di utenza, che<br />

ne so, una pompa idraulica, una Pto, addirittura<br />

un alternatore! Questo è esattamente il focus di<br />

Avoni. La nostra forza è la massa critica che ci ha<br />

consentito accordi vantaggiosi con i fornitori, che<br />

si riverberano sui piccoli Oem, alla pari di quelli<br />

più strutturati. Che si tratti di cablaggi, sempre<br />

più performanti, e di body computer, la gestione<br />

del motore è elettronica e si basa sul CAN. È una<br />

formula win-win: se lascio all’Oem l’incombenza<br />

integrale del cablaggio, in caso di problematiche,<br />

sarà Avoni a dovervi porre rimedio».<br />

Razionalizzazione e organizzazione<br />

In una parola, razionalizzazione. E organizzazione.<br />

Parole che includono anche le declinazioni del<br />

post-vendita. «Avoni ci ha puntato molto, investendo<br />

risorse per supportare il cliente, dalla fase di<br />

vendita a tutte le fasi successive. I nostri clienti<br />

esportano all’estero e se al momento del bisogno<br />

non trovassero adeguato supporto per l’assistenza,<br />

beh, questo implicherebbe la fine del rapporto.<br />

Per supportare al meglio il cliente, insieme a<br />

FPT Industrial, svolgiamo un’attività preliminare<br />

di mappatura del service sul territorio interessato.<br />

Ci appoggiamo all’importatore e gli forniamo<br />

strumenti di diagnosi, eventualmente setacciando<br />

strutture alternative. Garantiamo continuità anche<br />

tramite gli strumenti di controllo in remoto, che<br />

monitorano il funzionamento durante la mission».<br />

Roberto Paolozzi coordina pure attività in loco<br />

per la formazione dei tecnici, attraverso training<br />

mirati in collaborazione con FPT Industrial. «Un<br />

problema che talvolta emerge è la scarsa conoscenza<br />

della macchina e delle nuove tecnologie.<br />

Su tutte, la rigenerazione manuale del Dpf, che<br />

prevede una serie di parametri da valutare (tra<br />

gli altri, cita la temperatura dell’acqua a 60° e la<br />

condizione safety, ndr)».<br />

«A volte succede» conclude Paolozzi «che ci troviamo<br />

davanti a dei malfunzionamenti, male interpretati<br />

come errori del motore, solo perché non<br />

viene eseguita in modo corretto la procedura di<br />

rigenerazione. Su questo noi interveniamo preventivamente<br />

fornendo la formazione necessaria<br />

affinché questo possa essere semplicemente risolto<br />

in autonomia dai tecnici che hanno partecipato<br />

alle nostre giornate di training».<br />

28<br />

29


saim industrial. E la carta dell’ibrido<br />

ROTOFLUID<br />

ROTOFLEXI<br />

SOLUZIONE INTEGRATA<br />

Un progetto elaborato nei minimi dettagli, che si inserisce in una congiuntura<br />

favorevole al rilancio dell’opzione diesel-elettrica. Saim Industrial svela ufficialmente<br />

all’Eima il suo pacchetto ibrido, che si propone alla platea dell’off-highway con il<br />

Kubota D<strong>11</strong>05-K, affiancato da un elettrico della stessa Saim<br />

Così ci disse Massimo Donà, a<br />

odotti<br />

proposito del neonato reparto<br />

R&D Integrated Solutions:<br />

«Stiamo sviluppando soluzioni per<br />

l’ibridizzazione della proposta motoristica<br />

di Kubota, rivolta a particolari<br />

applicazioni di nicchia». Il<br />

progetto è giunto a maturazione con<br />

Sono cinque<br />

le modalità di l’ibrido integrato plug-in che porta<br />

funzionamento: la firma Saim e si metterà a nudo<br />

endotermica, all’Eima. Un duetto termico-elettrico<br />

elettrica, ibrida, che gioca le sue carte sul tavolo della<br />

rigenerativa e compattezza, in ragione di una macchina<br />

elettrica limata nella silhouette,<br />

automatica.<br />

integrata e flangiata sul volano. Il diesel<br />

è il Kubota D<strong>11</strong>05-K a controllo<br />

elettronico da 18,5 chilowatt con un<br />

motore elettrico di Saim Industrial<br />

da 48 V e <strong>12</strong>,8 kW, per applicazioni<br />

in ambito agricolo e construction.<br />

Nulla vieta a Saim di diversificare la<br />

declinazione endotermica (in base<br />

alle richieste locali e alle specifiche<br />

applicative). Sviluppato in due diverse<br />

versioni, è utilizzabile in modalità<br />

solo diesel, esentato dall’utilizzo del<br />

sistema di post-trattamento, solo elettrica,<br />

da <strong>12</strong>,8 kW, oppure ibrida, per<br />

una potenza cumulativa di oltre 30<br />

kW. Il software di controllo del sistema<br />

ibrido integrato, sviluppato da<br />

Saim, consente una quarta modalità<br />

di funzionamento rigenerativa, ossia<br />

di ricarica della batteria. Infine, quella<br />

automatica, che gestisce autonomamente<br />

il passaggio a termico, ibrido<br />

e rigenerativo. Le competenze di system integrator,<br />

oltre che di fornitore di soluzioni plug&play, si delle emissioni nell’ultimo anno. Responsabilità<br />

Emissioni di anidride carbonica: riduzione del 23%<br />

evincono anche dalla centralina elettronica, fornita ambientale: un risparmio energetico contabilizzabile<br />

nel 25%. Community Engagement: investimen-<br />

già montata sul motore e cablata, velocizzando e<br />

semplificando l’installazione a bordo veicolo. Il Kubota<br />

D<strong>11</strong>05-K è un supercompatto, un tre cilindri da donazioni in campo medico, sociale e culturale. Il<br />

to nelle comunità locali attraverso collaborazioni e<br />

1,<strong>12</strong> litri, capace di erogare 18,5 kW a 3.000 giri, potenziamento dei programmi di sicurezza, salute<br />

e dichiara una riduzione del consumo di carburante e benessere che hanno portato a zero infortuni registrati<br />

negli ultimi due anni, crescita della forza<br />

di circa il 5%. Potere del controllo elettronico che,<br />

alla pari del sistema CAN, equipara questo piccolo lavoro dell’8%, 1.960 ore di formazione erogate.<br />

motore industriale alle grandi cilindrate automotive. Governance: 32% di crescita del fatturato, 89% di<br />

Saim ha pubblicato il suo primo bilancio di sostenibilità.<br />

A seguire alcuni dei punti programmatici. della certificazione ISO<br />

valore economico distribuito ai fornitori. Rinnovo<br />

9001:2015.<br />

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4e-Consulting. All’Eima<br />

DAMMI UN<br />

CINQUE<br />

Un ombrello grande, quello di Zapi Group, con<br />

la massima autonomia. Presupposti virtuosi che si<br />

sono riverberati nella cinquina di ibridi che sfileranno<br />

sulla passerella dell’Eima di Bologna. Da Stellantis-VM<br />

a Forigo Roter Italia, Alpego, Ferri e Grim<br />

TERRA<br />

Nemmeno due anni di convivenza sotto lo stesso<br />

tetto e 4e-consulting e il Gruppo Zapi possono<br />

rivendicare quello che echeggia come un<br />

primato: all’Eima saranno addirittura cinque le soluzioni<br />

firmata dalla società di ingegneria di cui Paolo<br />

Patroncini è General Manager. Alcune di esse,<br />

segnalate al concorso “Novità Tecniche” di Eima<br />

<strong>2024</strong> ed entrate nel Quadriportico dell’Innovazione.<br />

Un’onda elettrica nel cuore dell’Emilia meccanica e<br />

meccatronica, che dalle porte di Ferrara si è riverberata<br />

fino alla bassa reggiana. È lo stesso Patroncini a<br />

raccontarci come stanno andando le cose.<br />

La parola a Paolo Patroncini<br />

«4e-consulting è diventata la società di ingegneria<br />

dell’italianissimo Gruppo Zapi, che annovera<br />

1.700 dipendenti, sparsi in una costellazione di<br />

nove aziende indipendenti. Ogni entità costituisce<br />

una product company specializzata nell’elettrificazione,<br />

si tratti di inverter, motori, convertitori,<br />

caricabatterie o altro. Il ruolo di 4e-consulting è<br />

quello di engineering company: di fatto ci occupiamo<br />

di integrazione di sistema. Il cliente Tier 1<br />

che nel passato si rivolgeva al Gruppo Zapi per<br />

approcciarsi all’elettrico, si limitava ad acquistare<br />

i singoli componenti. Adesso può beneficiare della<br />

nostra funzione di system integrator. Abbiamo mani<br />

libere nella gestione tecnica dei progetti, ci interfacciamo<br />

ai nostri interlocutori come collettori di<br />

informazioni, che riportiamo all’interno del gruppo,<br />

allo scopo di identificare la componentistica più<br />

idonea e integrarla nel progetto. Si rivolgono a noi<br />

due tipologie di interlocutori: il cliente che dispone<br />

di una struttura adeguata ad affrontare questo tipo<br />

di progetti, ma non prevede risorse dedicate, e chi<br />

invece manca completamente delle competenze specifiche,<br />

dell’ingegneria e delle risorse stesse. C’è<br />

un grosso spartiacque, anche culturale, tra alta e<br />

bassa tensione, ovvero sotto i 96 Volt e nella fascia<br />

superiore, fino a 800 V. Per dirimere il bandolo di<br />

questa matassa servono competenze non sempre disponibili<br />

internamente alle aziende. I progetti che<br />

coinvolgono le alte potenze devono essere necessariamente<br />

a 800 V e in questo approccio comprendiamo<br />

anche l’ibridizzazione, considerando come<br />

4e-consulting il nostro background di dieselisti».<br />

Entriamo tra le maglie del vostro coinvolgimento<br />

all’Eima?<br />

Una “manita” di ibridi nuovi di zecca<br />

«Tra i vari progetti degli ultimi mesi abbiamo registrato<br />

un forte impulso all’elettrificazione e all’ibridizzazione<br />

del settore agricolo. Alcuni costruttori si<br />

sono rivolti a noi in alcuni casi per elettrificare gli<br />

implement, anche in alta tensione, in altri casi le<br />

macchine vere e proprie. All’Eima i nostri partner<br />

presenteranno cinque progetti che ci hanno coinvolti<br />

nell’integrazione di sistema. Partiamo da Stellantis-VM<br />

Motori, con il nuovissimo ibrido super<br />

compatto 3 cilindri Multijet SDE da 1,3 litri, R304<br />

nella nuova onomastica. Il motore è di origine FPT,<br />

affidato alle cure di VM, a Cento, per applicazioni<br />

off-highway ibride, quindi non solo agricole (un<br />

esempio è quello delle spazzatrici) al quale sono<br />

stati integrati un motore elettrico a magneti permanenti<br />

e un inverter Zapi. Forigo Roter Italia, di<br />

Ostiglia (MN), presenterà EnerG, un rivoluzionario<br />

rover full-electric, seminatrice-baulatrice, che si è<br />

aggiudicato il premio per l’innovazione. Il semovente<br />

nasce già predisposto per la guida autonoma,<br />

è a bassa tensione, controllato da una centralina di<br />

cui 4e-consulting si è occupata in quanto system integrator,<br />

avvalendosi di componentistica del Gruppo<br />

Zapi: 10 motori elettrici e 10 inverter. Con la<br />

vicentina Alpego, pure segnalata tra le novità tecniche<br />

di Eima, un erpice elettrificato high-voltage,<br />

Alysium, con 5 motori e 5 inverter. Il risparmio di<br />

combustibile è stato certificato dall’Università di<br />

Padova. Insieme alla Ferri di Tamara, in provincia<br />

di Ferrara, abbiamo sviluppato una trinciatrice high-voltage.<br />

Il mondo dei costruttori di attrezzature<br />

si sta spingendo verso l’alta tensione. Si ragiona su<br />

famiglie di macchine che non possono lavorare in<br />

bassa tensione, in quanto prevedono potenze assorbite<br />

superiori addirittura a 100 chilowatt».<br />

La Grim di Jesi completa la manita di 4e-consulting<br />

all’Eima. «Con loro presenteremo un ibrido<br />

di sprayer semovente, con motore FPT Industrial».<br />

Patroncini conclude con alcune riflessioni. «Insieme<br />

ad alcuni partner abbiamo fatto dei passi importanti<br />

verso un futuro che si chiama “precision<br />

farming”: attrezzature interconnesse, agganciando<br />

l’Industria 5.0, che possono dialogare via remoto<br />

tramite dei portali IoT». Si può dire che è un gran<br />

bello svecchiamento? «Eccome! Quanto le ho finora<br />

raccontato certifica un reale interesse: sicuramente<br />

percepiamo un’accelerazione<br />

nell’elettrificazione,<br />

invece di una recessione,<br />

anche nell’ibrido, da parte<br />

di aziende non vogliono presentarsi<br />

in fiera non per una<br />

mera questione di marketing,<br />

ma per vendere perché i benefici<br />

sono certificati dai test<br />

sia come costi di esercizio<br />

che come confort e operatività.<br />

I costruttori degli implement<br />

stanno spingendo<br />

sui costruttori di trattori affinché<br />

mettano a disposizione<br />

l’indispensabile sorgente di<br />

energia per consentire alle<br />

loro applicazioni di funzionare<br />

e quindi i sistemi di propulsione<br />

devono gioco forza<br />

virare verso l’ibridizzazione<br />

o l’elettrificazione».<br />

Paolo Patroncini<br />

(qui sopra, sulla<br />

sinistra, e in<br />

basso, a centro<br />

immagine) continua<br />

a dirigere le<br />

attività progettuali<br />

di 4e-consulting,<br />

anche dopo il<br />

passaggio sotto<br />

le insegne di<br />

Zapi Group.<br />

Elettrificazione<br />

sugli scudi,<br />

senza dimenticarsi<br />

delle origini<br />

endotermiche. Lo<br />

dimostra la parata<br />

di ibridi che porta<br />

la sua firma.<br />

32<br />

33


kohler. DemoDays <strong>2024</strong>. A Reggio Emilia<br />

INTERFACCIA<br />

DA PREMIO<br />

Si ragiona del KSD, Diesel of the Year 2022,<br />

e si evidenzia la versatilità con cui è stato<br />

concepito, per favorire la sostituzione<br />

dei motori alloggiati nelle applicazioni offhighway.<br />

Abbiamo partecipato ai DemoDays<br />

<strong>2024</strong>, alla Kohler di Reggio Emilia, dove<br />

il KDS e il KDI sono stati protagonisti assoluti.<br />

Tra le macchine che hanno calcato il terreno<br />

dell’area demo di Reggio Emilia, Caron,<br />

Cormidi, JCB, MDB, Merlo e MultiOne<br />

Per amor di resilienza<br />

Si citano i caricatori e le piattaforme aeree, antesignani<br />

e neofiti delle batterie, prima al piombo,<br />

poi agli ioni di litio. Dimostrazione che, a seconda<br />

dell’utilizzo, l’endotermico risponde tuttora ai bisogni<br />

di chi avvicina queste macchine per rispondere<br />

a un principio di funzionalità. Una richiesta che proviene<br />

anche dal mondo del noleggio, al quale Kohler<br />

Engines ha rivolto più di un’attenzione. Nel 2022 il<br />

KSD si è fregiato del titolo di Diesel of the Year.<br />

Chiacchierando con l’ingegneria di Kohler, all’epoca,<br />

emerse l’anticipazione di quanto abbiamo appena<br />

scritto. «Ogni applicazione e ogni settore hanno molte<br />

variabili da tenere in considerazione, e Kohler ha<br />

sempre avuto come obiettivo quello di andare incontro<br />

ad ogni esigenza, studiando soluzioni per tutti. È<br />

per questo motivo che abbiamo sviluppato la nuova<br />

gamma KSD, che promette di essere adatta a tutte le<br />

aree geografiche, conforme a tutte le normative nel<br />

mondo, compatibile con tutti i tipi di macchine. È il<br />

risultato di un approccio totalmente orientato al mercato<br />

e costruito insieme ai clienti, non per i clienti.<br />

Li abbiamo coinvolti fin dal primo momento, ascoltando<br />

le loro esigenze, e studiando una varietà di soterra<br />

Giornalisti a rapporto a Reggio Emilia. Nessuna<br />

convocazione dal Consiglio di disciplina<br />

dell’Ordine di Bologna. Al quartier generale<br />

di Kohler Engines sono andati in scena, anzi, in campo,<br />

i DemoDays <strong>2024</strong>. È stata la replica dell’edizione<br />

di apertura, correva appena l’anno 2023, della quale<br />

hanno mutuato la formula. Come si dice, “squadra<br />

che vince, non si cambia”. Il format ha riproposto<br />

un palinsesto di presentazioni e aggiornamenti sui<br />

poli-cilindro diesel e su alcune applicazioni. Rispetto<br />

alla edizione zero, i riflettori sono stati puntati esclusivamente<br />

sui KDS e sui KDI, con una incursione<br />

sulle unità a benzina, di scena nel palcoscenico di<br />

Cormidi. Per il mini-dumper CMF1500 è stata coniata<br />

anche una versione Stage V da 18,4 chilowatt.<br />

La strada, qui a Reggio, è chiara. L’ibrido è sulle<br />

corde di Kohler, testato e ingegnerizzato prima sugli<br />

ex FOCS, poi sui KDI, dispone di un sistema<br />

di controllo integrato della Curtis e in un prossimo<br />

futuro potrebbe trovare una declinazione anche nei<br />

KDS; l’idrogeno è molto più di un’ipotesi, almeno<br />

a livello tecnico-applicativo (da queste parti l’hanno<br />

chiamato KDH, Kohler Direct injection Hydrogen),<br />

in attesa che la stessa Unione europea e l’EPA facciano<br />

chiarezza sulla legislazione e l’infrastruttura si<br />

adegui alle esigenze degli installatori e degli utilizzatori<br />

finali. Intanto, il fondo Platinum si è aggiudicato<br />

il 75% delle quote. Il rimanente quarto rimane nelle<br />

mani di David Kohler. Brian Melka, Ceo di Kohler<br />

Energy, ha valorizzato questo passaggio di consegne:<br />

«La domanda di energia resiliente è in crescita e il<br />

mondo ha bisogno di molto più di ciò che facciamo.<br />

Questa decisione ci consentirà di soddisfare meglio<br />

tale domanda». All’energia resiliente si è candidato<br />

pure il KSD, nelle vesti di portavoce dell’efficienza<br />

e della plausibilità “plug&play” che solo l’endotermico<br />

è in grado di offrire, oggi e ora, perlomeno<br />

in alcuni cicli di lavoro e in certe specifiche applicazioni.<br />

A questo proposito è intervenuto Abhiroop<br />

Garg, KSD Product Manager: «Negli ultimi due anni<br />

abbiamo assistito da vicino i nostri clienti nell’integrazione<br />

del KSD nelle loro macchine e i vantaggi<br />

si sono rivelati numerosi. Nei carrelli elevatori, abbiamo<br />

ottenuto un risparmio di carburante del 10%<br />

in un ciclo di lavoro tipico. Nelle piattaforme di sollevamento<br />

aereo, la risposta al carico è migliorata,<br />

mentre nei mini-escavatori le prestazioni sono migliorate<br />

e il funzionamento è ottimale anche in condizioni<br />

estreme. Nei caricatori articolati e nelle loro<br />

varie attrezzature, il motore è in grado di adattarsi<br />

a tutte le condizioni e offre una reattività superiore».<br />

DemoDays: Kohler li vede così<br />

«I DemoDays sono molto<br />

più di un semplice evento:<br />

rappresentano il nostro<br />

impegno costante nel<br />

supportare i clienti durante<br />

l’intero processo di adozione<br />

e sviluppo delle soluzioni<br />

migliori per le loro esigenze.<br />

Siamo profondamente grati<br />

luzioni su misura che hanno permesso di ottimizzare<br />

il KSD per più applicazioni diverse». Questo dispari<br />

da 1,4 litri è prodotto in India, nello stabilimento di<br />

Aurangabad, vicino a Bombay, ed è contemplato in<br />

oltre 50 varianti. Proprio in funzione del KSD, la<br />

sede produttiva è stata ampliata di 4.500 metri quadrati,<br />

con l’assunzione di 150 dipendenti per animare<br />

la nuova ala della fabbrica. La costruzione è iniziata<br />

ad agosto 2020, e ha visto coinvolti una cinquantina<br />

di fornitori, coordinati dal team operativo di Kohler<br />

India e del cervello pensante di Kohler Engines in<br />

Italia. Le operazioni sono state completate e le attrezzature<br />

sono state installate e operative. Insomma,<br />

l’altra entità produttiva di Kohler è a pieno regime. È<br />

ancora Abhiroop Garg, KSD Product Manager, a sottolineare<br />

che nella genesi del 3 cilindri c’è la ricerca<br />

del miglior compromesso tra Tco e prestazioni. Per<br />

raggiungere l’obiettivo, hanno premuto l’acceleratore<br />

sulle curve specifiche. Il picco di potenza è stato raggiunto<br />

a 1.800 invece dei convenzionali 2.400-2.600<br />

giri. Fermandosi al di sotto dei 19 chilowatt, il KSD<br />

sfugge alla mannaia della legislazione, che altrimenti<br />

imporrebbe, di fatto, l’adozione del filtro antiparticolato.<br />

Un fardello che farebbe lievitare l’ingombro<br />

per la fiducia che i nostri<br />

clienti hanno dimostrato negli<br />

ultimi due anni sostenendo<br />

questa iniziativa, che<br />

diventerà un evento regolare<br />

con la partecipazione di<br />

diversi clienti», ha dichiarato<br />

Nino De Giglio, Direttore<br />

Marketing Communications<br />

& Channel Management di<br />

Kohler Engines. «I nostri<br />

partner della stampa ci<br />

hanno accompagnato nel<br />

percorso di condivisione della<br />

nostra storia e delle nostre<br />

innovazioni e siamo orgogliosi<br />

di continuare a coltivare<br />

questo prezioso rapporto».<br />

di un motore dai volumi così ridotti, per quanto riguarda<br />

il monoblocco, e penalizzerebbe il Tco, per le<br />

problematiche relative alla rigenerazione e alla Btu.<br />

Anche all’esterno del perimetro anglosassone, volendo<br />

utilizzare un linguaggio universalmente chiaro,<br />

per l’impatto sulle masse radianti. La curva di coppia<br />

accarezzare il picco al regime di 1.400, con il 93%<br />

della potenza disponibile, e quasi il 54% di riserva.<br />

Il 3 cilindri garantisce dunque elasticità e un tesoretto<br />

di Nm anche di fronte a richieste supplementare di<br />

coppia.<br />

Ma che bella coppia<br />

Scalando i tre livelli di potenza e fissando l’asticella<br />

a 1.000 giri, la versione aspirata da 90 Nm ne perde<br />

per strada appena <strong>12</strong>; sono 80 i Nm resi disponibili<br />

dal sovralimentato su 105. Se si aggiunge l’aftercooler,<br />

dei <strong>12</strong>0 Nm del top di gamma quelli erogati a<br />

1.000 giri sono 95. Tco fa quasi rima con consumi<br />

e intervalli di manutenzione. Si ragiona di 500 ore,<br />

estendibili a 1.000. E proprio a mille ore è stato calcolato<br />

un risparmio di 240 euro, che sale a 509 raddoppiando<br />

il ciclo di utilizzo (2.000 ore). Nell’area<br />

test i tecnici Kohler hanno sollevato il vano motore<br />

Abhiroop Garg<br />

impugna il<br />

microfono durante<br />

la presentazione<br />

del KSD. Product<br />

manager, origini e<br />

formazione indiane<br />

(con una coda<br />

formativa nel Regno<br />

Unito), da anni a<br />

Reggio Emilia, come<br />

testimonia l’italiano<br />

fluente (l’inglese<br />

lo è di default).<br />

34<br />

35


terra<br />

del JCB 25Z-1. La produzione del miniscavatore è<br />

partita alla fine di giugno <strong>2024</strong>. L’epifania di Reggio<br />

Emilia è stata veramente un’apparizione, in tutti i<br />

sensi. La personalizzazione ha riguardato la piastra di<br />

flangiatura, il filtro dell’olio lato aspirazione, quindi<br />

posizionato a destra, il filtro gasolio a bordo motore,<br />

la collocazione della ventola alla quota richiesta. Il<br />

collettore di aspirazione ha l’entrata dall’alto, la flangia<br />

del collettore di scarico è rivolta verso la parte<br />

posteriore del motore. La cabina è stata disegnata<br />

per fornire all’utilizzatore spazio e visibilità, con il<br />

telaio integralmente di acciaio. All’avvio della macchina<br />

un check-up automatico ne scandaglia i gangli<br />

vitali. Costruito per essere il benchmark della fascia<br />

da 2,5 tonn, all’endotermico richiede alta densità<br />

di coppia e risposta ai transitori, per incentivare la<br />

produttività. Insieme al nuovo sistema idraulico il<br />

KSD contribuisce a migliorare le prestazioni di scavo<br />

e sollevamento. Secondo i dati raccolti dalla stessa<br />

JCB, il consumo è tagliato del 5% rispetto versione<br />

precedente. Il motore supporta anche l’Auto-stop<br />

system, capace di spegnere la macchina quando è<br />

al minimo per oltre 30 secondi. E come si è arrivati<br />

a questi risultati? La distribuzione è a cascata d’ingranaggi,<br />

per impieghi gravosi. L’iniezione indiretta,<br />

con sistema elettronico derivato da un’applicazione a<br />

benzina. Commentano i tecnici: «Il KSD si distingue<br />

per la densità di coppia all’interno di packaging ridotto,<br />

lo stesso di un concorrente di riferimento per<br />

fornire una soluzione drop-in, attraverso una serie<br />

di soluzioni che riguardano l’interfaccia motore con<br />

la macchina».<br />

L’interfaccia è l’asso nella manica<br />

Questo è uno degli assi nella manica di Kohler. Gli<br />

Oem possono traslare dalle motorizzazioni esistenti<br />

all’1,4 litri targato Reggio Emilia senza dover<br />

riprogettare la macchina. Come accennato, la prima<br />

presa di moto dispone di un’ampia gamma di<br />

opzioni sia in termini di piastre di flangiatura e di<br />

campane, in modo da collegare una pompa oleodinamica,<br />

come nel caso del JCB, o una trasmissione<br />

meccanica con la frizione, del Caron C50. La seconda<br />

presa di moto presenta un’interfaccia comune<br />

a quella del competitor di riferimento. Un ulteriore<br />

incentivo all’esodo verso il ponte autostradale concepito<br />

da Santiago Calatrava, sul casello della A1.<br />

La posizione della ventola offre tre diverse altezze,<br />

per evitare rivoluzioni tra le masse radianti. I filtri<br />

olio e gasolio sono montabili a destra, a sinistra<br />

oppure remotati. Diversificazione anche delle interfacce<br />

circuito aria, delle flange dei collettori di<br />

scarico e degli orientamenti dell’ingresso aria dei<br />

collettori di aspirazione.<br />

«Il KSD offre a powertrain meccaniche sia l’integrazione<br />

plug&play oppure i benefici della linea<br />

Can. La diagnostica del motore permette di verificare<br />

sia il funzionamento dei sensori che degli<br />

attuatori, per capire sei motore è in failure e, nel<br />

caso lo fosse, attivare strategie di protezione per<br />

salvaguardare sia motore e macchina, che l’incolumità<br />

dell’operatore. Il service può collegarsi alla<br />

presa di diagnosi attraverso il nostro tool, leggere<br />

i codici motore, allarmi e fare trouble shooting».<br />

Caron, MDB, Merlo, MultiOne<br />

Facciamo una ricognizione degli Oem presenti, a<br />

parte i citati Cormidi e JCB. MultiOne ha scelto<br />

il dispari da 1,4 litri aspirato per una 6.3 IDS, allo<br />

scopo di garantire stabilità agli accessori e non<br />

stressare la macchina. Come dire, un motore supercompatto<br />

per una macchina ultracompatta. Compare<br />

invece la versione sovralimentata, il KSD1403TC,<br />

per i radiocomandati di MDB, alla prova su fortissime<br />

pendenze e altitudini andine (è stato avvistato<br />

all’interno di cave cilene). Caron ha scelto il “piccolo”<br />

di Aurangabad anche per il transporter C50.<br />

Con un peso totale fino a 5.000 chili e una capacità<br />

di carico utile fino a 3.200 chili, questa macchina<br />

garantisce produttività e adattabilità in diversi ambienti<br />

e applicazioni. Infine, ma non meno importante,<br />

il ritratto che ne hanno fatto quelli di Merlo<br />

è stato lusinghiero. L’esplicito apprezzamento va<br />

alla compattezza, conditio sine qua non per il P30.7,<br />

un sollevatore telescopico largo appena due metri.<br />

Parole di elogio anche per la facilità di manutenzione<br />

e l’appetibilità per il noleggio, dove nessuno<br />

può permettersi grattacapi. Sul sollevatore P27.6,<br />

hanno adottato il KDI sia per le applicazioni del<br />

movimento terra che per quelle agricole.<br />

Tra le macchine<br />

esposte, ne<br />

riportiamo due<br />

equipaggiate col<br />

il KSD: da sinistra,<br />

JCB 25-Z1 e Caron<br />

C50. In basso, una<br />

foto del gruppo di<br />

lavoro, giornalisti<br />

e le nostre “guide”<br />

della Kohler,<br />

davanti alle linee<br />

di assemblaggio.<br />

36<br />

37


SALONE DI GENOVA<br />

IN ATTESA<br />

DI...<br />

no esposto il 20 chilowatt (il 10 kW, ex 7.5, e<br />

il 50 kW sono in fase di sviluppo). Gli interceptor<br />

Zipwake spopolano su barche fino a 18 metri.<br />

Saim è autorizzata a proporre il brand Kohler,<br />

fino al 2027, dopo di che sarà Rehlko. Le eliche<br />

manovra, QS-Seamaster, che abbiamo avvistato<br />

anche all’SMM di Amburgo, si sono guadagnate<br />

le attenzioni dei cantieri in tutta Europa, Turchia,<br />

Brasile, Emirati, Hong Kong e Australia, dove è<br />

stata attivata la rete di vendita e assistenza.<br />

Potremmo definirla un’edizione interlocutoria<br />

quella del Salone Nautico di Genova. In attesa che<br />

l’adeguamento infrastrutturale sia completato e<br />

che il comparto riprenda quella vivacità che l’ha<br />

caratterizzato negli ultimi anni. Aggiungiamo alla lista<br />

dei desideri la realizzazione di quelle infrastrutture<br />

immateriali che afferiscono alle normative sui<br />

combustibili alternativi, tra cui metanolo e idrogeno<br />

MARE<br />

Il Salone di Genova appare in salute, nonostante i<br />

lavori in corso abbiano tradito più di qualche sbavatura,<br />

anche al Power Village. E qualche motorista<br />

abbia confessato la latitanza dei contatti. Genova<br />

rimane uno dei cardini marittimi del Mediterraneo,<br />

indicato come Eca (Emission control area) dal 1°<br />

maggio 2025. Sicuramente, come recita l’Imo, da<br />

quel giorno si dovranno calmierare i SOx.<br />

I dati ufficiali della sessantaquattresima edizione<br />

registrano <strong>12</strong>0.864 visitatori (alle 14 del 24 settembre),<br />

1.052 espositori, 1.030 imbarcazioni. Le<br />

prove in mare riportano di 3.855 uscite, tra le quali<br />

la sgroppata fatta da noi sul Castagnola Yacht equipaggiato<br />

dal V8 di GM, gestito da Dumarey.<br />

Dumarey<br />

Abbiamo incontrato Pierpaolo Antonioli, Cto<br />

del Gruppo Dumarey e Ceo di Dumarey Italia. In<br />

merito allo sviluppo dei motori diesel, la carne al<br />

fuoco non manca, i bracieri sono quelli dell’Euro<br />

7 e dello Stage VI. I segmenti target sono commerciali,<br />

automotive pesante, generatori, con cilindrate<br />

superiori ai 2 litri. Ciclo diesel in un’ottica<br />

multi-carburante, compatibile agli e-fuel e<br />

alle miscele di idrogeno. Dumarey l’idrogeno lo<br />

sostituisce al gasolio, trasformando i motori diesel,<br />

ma si può partire anche da un motore benzina<br />

facendolo diventare zero CO 2<br />

. Una variante di<br />

questa tecnologia è l’impianto bifuel: l’idrogeno<br />

viene mescolato dal 30% all’80% con il diesel,<br />

riducendo proporzionalmente il fardello di CO 2<br />

.<br />

A proposito di idrogeno: in auge nella dieta degli<br />

uffici marketing, è visto bene nel trasporto pesante,<br />

nonostante alcuni segnali di malessere, tra i<br />

quali l’annunciata ristrutturazione di Ballard. Per<br />

Dumarey non significa solo endotermici, come dimostra<br />

la partnership con GM per l’applicazione e<br />

l’integrazione delle celle a combustibile, il cui impiego<br />

sulle barche è la generazione di energia. In<br />

Europa, l’applicazione principale è negli autobus<br />

urbani, tipicamente a metano, con i conseguenti<br />

problemi relativi all’immissione di CO 2<br />

e CH 4<br />

in<br />

atmosfera, o elettrici, con le note “zavorre” relative<br />

a peso, carica e riciclo. Le celle hanno ingombri<br />

e pesi più ridotti, oltre a una gestione della ricarica<br />

simile a quella del metano. Nella vivace agenda<br />

di Dumarey c’è spazio anche per gli stabilimenti<br />

pisani (un tempo appartenenti a Vitesco) e da quasi<br />

un anno nella galassia del gruppo, che producono<br />

circa 30 milioni iniettori benzina e AdBlue all’anno,<br />

anch’essi ora orientati allo sviluppo di soluzioni<br />

per l’idrogeno. Tra gli Oem interessati, tanti<br />

hanno passaporto cinese. Nel marino, Dumarey<br />

interagisce con interlocutori nordeuropei sull’ammoniaca<br />

e sul metanolo, facili da stoccare e imbarcare.<br />

Nota finale per il motore Seatek, che con<br />

Dumarey ha condiviso lo stand. Gli ingegneri di<br />

Dumarey hanno curato la conversione dell’iniezione<br />

meccanica in elettronica, con common rail su<br />

base Liebherr, pilotata dalla centralina sviluppata<br />

dalla stessa Dumarey.<br />

Socoges - Hyundai<br />

Socoges ha introdotto al pubblico italiano il DX22,<br />

l’alto di gamma della nuova famiglia common rail<br />

elettronica. Presentato nel 2023, è finalmente ordinabile,<br />

in cinque modelli: 5,9 litri, 7,6, <strong>11</strong> e 22. Il<br />

DX15, da 14,6 litri, sarà disponibile nel 2025. La<br />

gamma è certificata sia Imo Tier 2 che Imo Tier<br />

3, con il post-trattamento, e Stage V. Si rivolgono<br />

soprattutto ai commerciali, senza trascurare il diporto,<br />

in una fase iniziale prevalentemente come<br />

rimotorizzazione.<br />

Rama Marine<br />

Allo stand Rama Marine abbiamo trovato il 6068<br />

AFM85, il 4045SFM85. A firma Lombardini Marine<br />

il 1404, 35 cavalli a 3.600. Brandizzato Kohler,<br />

alias Rehlko, c’è il 19TCR da 56 cavalli a 2.600.<br />

Si intravedono timidi segnali di ripresa, perlomeno<br />

nell’interesse di cantieri e armatori. Da John<br />

Deere ci si attende la marinizzazione delle ultime<br />

infornate di motori industriali, che avverrà negli<br />

stabilimenti di Saran, Torrejon, in Messico, e Waterloo,<br />

negli Usa. Il JD14 sarà uno dei prossimi<br />

fiori all’occhiello della linea marinizzata. Rama è<br />

diventato distributore per il territorio di competenza<br />

dei generatori su base John Deere di Sea Energy.<br />

Prodotti in Spagna in due gamme, aperti e con case,<br />

sia per diporto che commerciale, erogano da 45 a<br />

334 chilowatt.<br />

Saim Marine<br />

Interessante la riflessione che Saim ha portato a<br />

casa dal Salone di Cannes, dove pare che le cose<br />

siano andate bene. Si suppone che le scelte dei<br />

cantieri siano sempre più indirizzate dagli armatori,<br />

seguendo i driver dell’efficienza energetica<br />

e dell’assistenza. Invariati i volumi, refoli di ottimismo<br />

per il consolidato rapporto con i principali<br />

cantieri sui futuri esercizi. La propulsione elettrica<br />

SeaDrive stimola l’interesse dei catamarani. Han-<br />

Ghisellini<br />

Sull’onda degli 80 LP piazzati (circa un terzo per il<br />

repowering, il resto per il primo equipaggiamento),<br />

Ghisellini ci ha preso gusto e ha confezionato un<br />

compatto, ancora su base VM. L’MR504 Compact<br />

eroga <strong>11</strong>5 cavalli a 3.000 giri, intervallato a 130,<br />

150 e 170 cavalli a 4.000, per catamarani e barche<br />

a vela. Esordio per l’estensione della gamma LP su<br />

base Kubota. A completamento, i cruscotti wireless.<br />

Bimotor, Boni e Scania<br />

Bimotor aveva in esposizione due gruppi elettrogeni,<br />

in rappresentanza delle sue anime marine: l’FPT<br />

N67 e lo Scania 13 litri (che sta completando la<br />

fase di test), entrambi con alternatore MeccAlte e<br />

quadro Comap. Dicevamo di Scania, presente in<br />

prima persona, sinergica a Bimotor e Boni, pure<br />

espositrice, demandando il commerciale ai dealer.<br />

Scania Italia è orientata ai clienti direzionali e alla<br />

divulgazione del verbo elettrico, in collegamento<br />

con la casa madre. Sono in fase avanzata con alcuni<br />

cantieri, anche per l’ibrido, che ha dei tempi di<br />

studio fisiologicamente più lunghi.<br />

Ranieri Tonissi e MAN<br />

Da Ranieri Tonissi campeggiavano due ponti tecnologici<br />

verso un futuro prossimo defossilizzato: il<br />

D2862 bicombustibile, 24,2 litri capace di erogare<br />

da 749 a 1.066 chilowatt, capace di miscelare diesel<br />

e idrogeno, e un altro bifuel, in fase di sviluppo, che<br />

prevede la miscela con il metanolo.<br />

AS Labruna<br />

AS Labruna, ancora tu? Ci eravamo visti all’SMM,<br />

dove ha consacrato l’ingresso in un nuovo segmento<br />

di mercato. A Genova ha sciorinato qualche ottimizzazione,<br />

sula gestione dell’HK. C’è il generatore<br />

visto ad Amburgo. Questo è stato per noi il<br />

salone degli aneddoti. Ne abbiamo raccolto un altro<br />

sul deficit endemico dell’infrastruttura: una nave,<br />

attraccata in un porto italiano, ha dovuto riempire<br />

il serbatoio da 80 litri di metanolo con le taniche da<br />

20 litri, e dirigersi a Durazzo per il pieno. È la stessa<br />

assemblea del Comitato tecnico di Confindustria<br />

sull’economia del mare a rilevare che i driver principali<br />

sono flotte, competenze e infrastrutture normative.<br />

Da questa fiera, in seguito a Cannes, emerge<br />

che bisogna cavalcare il primato dell’industria nautica<br />

italiana. AS Labruna è sempre più orientata al<br />

ruolo di system integrator, disponendo di competenze<br />

meccaniche, elettroniche e softwaristiche. Dalla<br />

blockchain stanno passando al passaporto digitale.<br />

Tutte le attrezzature avranno un passaporto digitale<br />

con lo storico del funzionamento.<br />

L’area fieristica<br />

è ancora<br />

cantierizzata. Anche<br />

al Power Village le<br />

finiture non si sono<br />

rivelate impeccabili.<br />

Dai motoristi, timidi<br />

segnali di speranza<br />

e qualche squillo<br />

su idrogeno,<br />

sistemi dual-fuel<br />

e combustibili<br />

alternativi.<br />

38<br />

39


smm amburgo<br />

ATTENTI<br />

AL FUEL!<br />

L’interpretazione eco-compatibile delle applicazioni<br />

marittime da lavoro è affidata ai carburanti alternativi.<br />

L’avanguardia è sicuramente il Gnl, ma ad Amburgo<br />

hanno conquistato i favori degli addetti ai lavori<br />

sia il metanolo che l’Hvo, che spopola a tutte le<br />

latitudini applicative. Nell’apertura vi raccontiamo di<br />

Rolls-Royce Power Systems, MAN, FPT Industrial, AS<br />

Labruna. Nelle pagine seguenti, Baudouin e Scania<br />

MARE<br />

Sotto la lente dell’SMM sono finite le alternative<br />

al diesel. L’endotermico rimane il paradigma,<br />

compito degli studenti saranno le declinazioni<br />

del carburante. Iniziamo da Denise Kurtulus, Vicepresidente<br />

Global Marine di Rolls-Royce Power<br />

Systems, durante la conferenza stampa: «Siamo<br />

fortemente impegnati sul fronte del metanolo». Dal<br />

comunicato stampa sull’omologazione degli mtu<br />

Serie <strong>11</strong>63 e 8000 per l’Hvo e altri carburanti DIN<br />

EN15940, emerge che «i risultati dei test sul banco<br />

e al lavoro presso i clienti mostrano una significativa<br />

riduzione dei gas serra, nonché delle emissioni<br />

di ossido di azoto e di particolato». Un’esternazione<br />

che coinvolge le serie <strong>11</strong>63 e 8000 in tutte le<br />

varianti, da 16 e 20V, a 4.800 a 10.000 kW con Scr,<br />

per ottemperare all’Imo III.<br />

MAN Engines<br />

È il turno di MAN Engines, che, assecondando la<br />

naturale inclinazione alla trasversalità applicativa,<br />

è passata dal diportistico V<strong>12</strong>X al commerciale<br />

D3872. Inoltre, MAN ha allestito l’e3872 a gas naturale,<br />

presto disponibile per applicazioni pesanti,<br />

a 1.900 giri. L’elemento di spicco è senza dubbio<br />

del portafoglio MAN è il D3872 V<strong>12</strong> per imbarcazioni<br />

da lavoro. Si tratta di un aumento significativo<br />

rispetto al D2862, che ha una cilindrata di 24<br />

litri. La variante LE432 eroga 1.213 kW a 2.100<br />

giri, rendendola adatta ad applicazioni di media<br />

portata. La gamma comprende già altre potenze<br />

del D3872 per applicazioni leggere, con 1.618<br />

kW e 1.471 kW. Il D3872, ispirato al D2862, si<br />

impone all’attenzione degli operatori per i requisiti<br />

di durata, affidabilità e sostenibilità. Con una<br />

pressione di 2.200 bar e la nuova unità di controllo<br />

del motore MD1+, raggiunge una regolazione<br />

ottimale, per favorire la riduzione dei consumi di<br />

carburante e delle emissioni. Un altro aspetto cruciale<br />

riguarda la densità di potenza: la taratura più<br />

potente, il D3872 LE433, eroga 1.618 kW con un<br />

peso a secco di 2.720 chili. Nonostante l’aumento<br />

di potenza, il D3872 mantiene le dimensioni del<br />

D2862 V<strong>12</strong>, dalla cubatura di 24 litri. Solo la lunghezza<br />

è passata a 2.335 mm (+100 mm), mentre<br />

le interfacce sono rimaste invariate. Il Leone di<br />

Norimberga ha anche evidenziato la competenza<br />

nel repowering, che “trafila” dallo stradale al navale.<br />

Dal 1992, MAN Truck & Bus si occupa della<br />

rigenerazione, sia per veicoli commerciali che per<br />

applicazioni ferroviarie o stazionarie, sotto l’egida<br />

di MAN Engines. La rigenerazione comporta<br />

l’assimilazione dei benefici derivanti dall’aggiornamento<br />

tecnico.<br />

FPT Industrial<br />

Daniele Pozzo, marketing and product portfolio<br />

manager di FPT Industrial: «Ad Amburgo abbiamo<br />

portato la gamma completa di motori ausiliari. Abbiamo<br />

unito le nostre competenze nella generazione<br />

di energia e nelle applicazioni marine, iniziando<br />

con il Cursor 9, seguito dal NEF67 e dal Cursor<br />

16». Alessandro Mor è il nuovo Product Marketing<br />

Marine di FPT Industrial. «Siamo intervenuti<br />

sull’ausiliario, limitato alla parte meccanica, nel<br />

range da 36 a 100 kW. Abbiamo affiancato una line-up<br />

elettronica, che si basa sui motori propulsivi<br />

per impieghi pesanti, conosciuti per la loro affidabilità.<br />

Il NEF67 da <strong>12</strong>9 kW, presentato al Mets<br />

2023, è qui esposto con la certificazione Stage V,<br />

spendibile per le certificazioni sulle acque interne.<br />

Ci siamo omologati Stage V senza dover installare<br />

nessun sistema di post-trattamento, quindi con un<br />

approccio salvaspazio. In più abbiamo il Cursor 9<br />

e il Cursor 16, novità dell’SMM, che si basa sul<br />

600 cavalli “unrestricted”, per uso continuativo,<br />

e raggiunge fino a 397 kW in prime power. Sono<br />

previste delle option per le specificità dell’applicazione<br />

G-Drive». E le applicazioni? Risponde Mor:<br />

«Siamo molti forti nelle pilotine, stiamo crescendo<br />

nell’ambito pesca, dalla Corea del Sud, fino al Nord<br />

America, nello sport fishing e altri tipi di pesca.<br />

I nostri motori sono apprezzati nella pesca veloce,<br />

per l’elevata affidabilità e le curve di coppia e<br />

potenza. Siamo presenti nel trasporto passeggeri,<br />

non solo con la partnership Actv. I nostri distributori<br />

stanno affrontando applicazioni innovative.<br />

Recentemente il catamarano Wider è stato equipaggiato<br />

con un nostro generatore a giri variabili, per<br />

una propulsione Hvo ready». E l’ibrido? Daniele<br />

Pozzo: «Tra le varie forme di elettrificazione che<br />

vediamo nel marino, l’ibrido è una di quelle più<br />

interessanti. Per le distanze e il tipo di missione in<br />

molti casi serve comunque una propulsione termica.<br />

Sappiamo cosa vogliamo realizzare in casa, la<br />

propulsione, e quello che intendiamo fare in collaborazione.<br />

Risale al 2022 il primo mock-up ibrido<br />

in collaborazione con Vulkan; da lì la partnership<br />

si è sviluppata, disegnando sistemi modulari e portando<br />

semplificazioni». Alessandro Mor: «Entro fine<br />

anno vi racconteremo del sistema ibrido-parallelo<br />

che stiamo sviluppando, con l’elettrico in linea con<br />

l’albero motore, intermezzato da una frizione multidisco<br />

olio».<br />

AS Labruna<br />

Buona la prima (all’SMM) per AS Labruna che in<br />

gamma arruola i gruppi elettrogeni di bordo, dalla<br />

doppia funzione di genset convenzionali e di range<br />

extender. Hanno presentato un gruppo a giri fissi<br />

che può essere messo in parallelo con fuel cell a<br />

idrogeno e pacchi batterie, grazie alla scheda di<br />

gestione interna. In cabina di regia l’N67 450N di<br />

FPT Industrial. Massimo Labruna anticipa che<br />

«al Mets di Amsterdam presenteremo una grande<br />

novità, un generatore a giri variabili che carica<br />

direttamente in DC».<br />

Quali impressioni dal primo approccio all’SMM?<br />

«È un mercato su cui vogliamo investire nei prossimi<br />

anni. Punteremo anche sulle soluzioni ibride di<br />

alta potenza: un ibrido seriale, quindi con generatore,<br />

pacco batterie e motore elettrico, che in futuro<br />

potrebbe avvicendare il generatore con le fuel cell.<br />

Utilizziamo motori elettrici Danfoss e ABB. Per i<br />

generatori ci affidiamo all’intera gamma FPT, che<br />

adesso include il C16. Il nostro valore aggiunto, in<br />

quanto system integrator, sono le logiche di gestione<br />

per la ricarica dei pacchi batteria, e ottimizzare<br />

l’ibrido seriale».<br />

Qualcuno azzarda<br />

suggestioni<br />

“idrogenate”,<br />

l’elettrico rimane<br />

fuori dal ponte,<br />

chi continua a<br />

egemonizzare<br />

la nautica per<br />

usi professionali<br />

è l’endotermico.<br />

Il nodo da<br />

sciogliere riguarda<br />

il combustibile.<br />

Il metanolo, che<br />

Rolls-Royce Power<br />

Systems (nella<br />

foto a sinistra, la<br />

conferenza stampa)<br />

ha proposto anche<br />

nel diporto, e<br />

l’Hvo sembrano<br />

i più gettonati.<br />

40<br />

41


audouin. E la nuova piattaforma all’SMM e al Cannes Yachting Festival<br />

scania<br />

SI È FATTO IN DUE<br />

Abbiamo incontrato<br />

Sebastien Peyron, Vice<br />

President Strategy e<br />

Engineering, all’SMM.<br />

Lo abbiamo coinvolto<br />

per illuminarci sulla<br />

genesi della piattaforma<br />

M33.3. Ad Amburgo<br />

l’anteprima di quanto<br />

si è visto a Cannes.<br />

I francesi ritornano sul<br />

palcoscenico del diporto<br />

HA FATTO TREDICI<br />

Il 13 litri per il camion con il grifone sulla calandra aveva destato scalpore per avere infranto<br />

il muro del suono del 50% di efficienza. Infatti, lo hanno battezzato Super. L’industriale<br />

si è aggiudicato il Diesel of the Year (nel 2025 appannaggio di Hyundai Infracore). La<br />

marinizzazione per le barche da lavoro è cosa fatta. Per il diporto basterà attendere poco<br />

Il 16M33.3 è un 16 litri da<br />

52,3 litri (AxC 150x185 mm)<br />

capace di spingersi fino<br />

1.800 giri a 1.545 chilowatt<br />

(2.100 cavalli). Caratteristiche<br />

che si riferiscono all’impiego<br />

gravoso.<br />

Diesel of the Year,<br />

il Next Generation<br />

DC13 è pronto<br />

al salto in mare.<br />

Dal 2026 anche<br />

sugli yacht.<br />

mare<br />

Baudouin si è sdoppiata, ad Amburgo e a Cannes,<br />

con il gamma di cui ci ha parlato Sebastien<br />

Peyron, Vice President of Strategy &<br />

Engineering. «Abbiamo una tabella di marcia, un<br />

piano di prodotto enorme con il lancio di <strong>12</strong> nuove<br />

piattaforme da 300 a 4.500 kW. Queste piattaforme<br />

soddisferanno i carichi pesanti, continui e intermittenti<br />

fino al diporto. Siamo tornati ad Amburgo con<br />

tre nuovi motori, l’8F21 da 16,7 litri, in grado di<br />

erogare 800, 900 e 1.000 kW dedicati a tre diverse<br />

applicazioni (intermittente, servizio leggero e diporto).<br />

L’8F21 è un V8 da 16,7 litri molto compatto e<br />

potente grazie al turbo a doppio stadio, al common<br />

rail ad alta pressione e ai materiali speciali. Abbiamo<br />

collaborato con Garret, Bosch, Liebherr e API.<br />

Abbiamo anche lanciato la gamma M.33.3, dove 33<br />

sta per 3,3 litri per cilindro, con due motori: un 6<br />

cilindri e un 16 cilindri. Sono destinati ad applicazioni<br />

commerciali. Il 6 in linea da 19 litri (6M33.3)<br />

eroga da 560 kW in continuo a 750 kW in servizio<br />

intermittente. Ciò che lo rende innovativo è la corsa<br />

lunga, che consente di ottenere la migliore coppia a<br />

bassi regimi della categoria. Il 16 cilindri è un 52<br />

litri, la nostra cilindrata più grande. È compatibile<br />

con l’Hvo. È un motore molto interessante per applicazioni<br />

come troller, barche a spinta, rimorchiatori,<br />

a bassa velocità e ad altissima potenza».<br />

E a Cannes? «Sollecitati dalle esigenze della nostra<br />

consociata Ferretti, abbiamo investito per sviluppare<br />

un prodotto di alta gamma per gli yacht. La nostra<br />

offerta prevede due motori propulsivi e un gruppo<br />

elettrogeno e una decina di ulteriori prodotti per<br />

il diporto nei prossimi due anni. Inoltre, disponiamo<br />

di una rete in grado di supportare i clienti con<br />

standard adeguati. L’8F21 è sicuramente un motore<br />

progettato per il diporto, 16,7 litri e 1.000 kW, molto<br />

compatto. Le prestazioni sono assai più elevate<br />

rispetto agli equivalenti motori per imbarcazioni da<br />

lavoro, ma abbiamo mantenuto la nostra filosofia di<br />

progettare motori robusti e durevoli. Questo motore<br />

è stato sviluppato espressamente per la nautica.<br />

Come le nostre soluzioni per le imbarcazioni commerciali,<br />

non è un motore marinizzato proveniente da<br />

applicazioni stradali o industriali. Ciò significa che<br />

la sua progettazione ha tenuto conto della necessità<br />

della facilità di manutenzione e dell’accessibilità, in<br />

considerazione delle ridotte dimensioni delle sale<br />

macchine degli yacht».<br />

razioni quadruple, con una potenza totale superiore<br />

a 4.000 cavalli. Il 13 litri si presta ad applicazioni<br />

ibride, particolarmente indicate per le operazioni<br />

di start-stop. Come ha spiegato Neeraj Sharma,<br />

i sistemi ibridi incoraggiano un utilizzo più efficiente<br />

dell’energia disponibile, in modo simile a<br />

come gli automobilisti si adattano alla modalità di<br />

guida delle auto ibride. Per navigare appena cinque<br />

minuti tra due porti si può ricorrere alla sola<br />

batteria. Per i percorsi più lunghi si può utilizzare<br />

il diesel, garantendo flessibilità ed efficienza nelle<br />

operazioni. Questa piattaforma è versatile e si<br />

adatta dalle imbarcazioni da lavoro per impieghi<br />

continuativi, ai traghetti e alle navi specializzate.<br />

Il 13 litri è stato progettato per essere flessibile con<br />

il carburante, anche nella navigazione, accettando<br />

fino al 20% di biodiesel e il 100% di Hvo. È ancora<br />

Neeraj Sharma a farci presente che la diffusione<br />

dell’elettrificazione nei settori industriali è in grado<br />

di impattare in modo molto efficace sul mercato. In<br />

questo caso, i sistemi ibridi hanno nelle loro corde<br />

un equilibrio tra il taglio immediato delle emissioni<br />

e la flessibilità del motore elettrico in termini di<br />

autonomia del veicolo.<br />

Ci hanno raccontato della conversione marina<br />

del Diesel of the Year 2023 Neeraj Sharma<br />

e Oleg Nikitin, di Scania Power Solutions.<br />

«Questa piattaforma dovrebbe essere disponibile<br />

entro la fine del 2025. La versione per diporto sarà<br />

introdotta più o meno alla fine del 2026». Il blocco<br />

motore e la testa del cilindro rimangono grossomodo<br />

invariati rispetto alle versioni industriale e automotive.<br />

Il motore marino è dotato di una copertura<br />

in alluminio e utilizza un sistema di raffreddamento<br />

acqua-acqua anziché aria-acqua. Sono necessari diversi<br />

sistemi di lubrificazione e di alimentazione<br />

per soddisfare le norme internazionali di sicurezza<br />

marittima, Imo e Solas. Per evitare ustioni o incendi<br />

è prevista la copertura di tutte le superfici<br />

calde, compresi i tubi del carburante, che sono a<br />

doppia parete. I marini sono dotati di doppi filtri<br />

per il carburante e l’olio. il range di potenza va da<br />

350 a 1.050 cavalli. A differenza di alcuni concorrenti<br />

che testano i motori alla massima potenza e<br />

poi li declassano, Scania si concentra sul ciclo di<br />

lavoro con adattamenti all’hardware per ogni taratura,<br />

ottimizzando le prestazioni, la durata e il<br />

consumo. La piattaforma supporta fino a configumare<br />

42<br />

43


vanzetti engineering<br />

SMALL CASE<br />

TERMINAL<br />

C’è un mondo intero, nell’ecosistema chiamato<br />

small-scale terminal. Vanzetti Engineering è di<br />

casa, in questo ambiente, dove applica le sue<br />

competenze a diversi livelli. Luca Gazzera ci<br />

introduce in questo ecosistema e ci esplicita<br />

che come si manifesta il contributo di Vanzetti,<br />

in tutte le declinazioni possibili<br />

automotive<br />

Tra l’ostracismo sui rigassificatori e l’agenda<br />

balbettante della decarbonizzazione, il gas naturale<br />

liquefatto è sulla bocca di tanti. Non di<br />

rado, però, questo avviene in modo approssimativo.<br />

Per esempio, se vi dicessi “small-scale terminal”,<br />

voi a cosa pensereste? Per decifrare questo<br />

ecosistema energetico e la sua infrastruttura tecnologica,<br />

abbiamo chiesto lumi a Luca Gazzera.<br />

Nei panni di Industrial & Automotive Business<br />

Unit Manager di Vanzetti Engineering, è in grado<br />

di mapparlo a occhi chiusi. «Le pompe industriali<br />

di Vanzetti svolgono un ruolo fondamentale nelle<br />

principali attività dello small-scale terminal. Di<br />

che cosa si tratta? Beh, si può identificare nel ricevimento<br />

e nella gestione del metano liquefatto,<br />

in diverse forme. Le due modalità principali riguardano<br />

il trasferimento e la rigassificazione. Il<br />

caricamento avviene tramite cisterne mobili, su<br />

gomma o su rotaia. Le pompe prelevano la molecola<br />

dagli stoccaggi, quindi dagli import terminal,<br />

per caricarla sui suddetti vettori mobili. Il<br />

trasferimento è contemplato anche nella forma di<br />

bunkeraggio dal serbatoio di ricevimento a un vettore<br />

navale, per il rifornimento di navi da crociera<br />

e qualsiasi altra imbarcazione a metano. L’altra<br />

attività si manifesta in caso di “peak shaving”,<br />

quando la molecola di Gnl interviene per fornire<br />

un delta di energia addizionale. Infine, il ruolo<br />

dello small-scale terminal è assolto anche dagli<br />

impianti di generazione e dalle stazioni di rifornimento.<br />

Tipicamente, queste ultime si possono<br />

espandere in modo capillare e si attengono a degli<br />

standard definiti, vincolati a protocolli di sicurezza,<br />

regolamentati dalla tipologia di applicazione,<br />

e legati a parametri prestazionali. In questo ambito<br />

si tratta di un esercizio su larga scala. Tutti gli<br />

altri ambiti sono di fatto customizzati in funzione<br />

della specifica di progetto (ad esempio, la taglia<br />

del serbatoio, la prestazione delle tenute)».<br />

Impianti per il biometano<br />

«Possiamo citare anche gli impianti di liquefazione<br />

del biometano. In funzione della disponibilità della<br />

materia, prima si dimensionano gli stoccaggi e si<br />

stabilisce il numero di baie di carico».<br />

Con quali interlocutori interagite e quali prodotti<br />

fornite all’ecosistema dello small-scale terminal?<br />

«Si immagini tre ordini di grandezza. Impianti<br />

dalle 6 alle 20 tonn al giorno, con pompe centrifughe<br />

aperte da 36/60 m 3 /ora, per uso discontinuo,<br />

non oltre le tre operazioni di travaso settimanali.<br />

Si sale quindi tra le 140 e le 200 tonn/<br />

giorno, con pompe di caricamento, sommerse,<br />

quindi di processo (80 m 3 /ora, a uso continuo).<br />

Si impiegano pompe ARTIKA in parallelo, per<br />

garantire la ridondanza. Abbiamo recentemente<br />

fornito pompe da 150 m 3 /ora a un’importante<br />

società sul territorio nazionale per il caricamento<br />

di cisterne su ruota. In questo caso abbiamo<br />

previsto solo tre pompe, dalla grande portata. La<br />

nostra massima capacità, in questo momento, è<br />

di 500 m 3 /ora, declinabile con pompe sommerse<br />

ARTIKA o estraibili ESK-IMO, installate in serbatoi<br />

atmosferici, del tipo “full containment”, in<br />

cemento, o “flat bottom”, in acciaio. Nell’ambito<br />

della rigassificazione si apre un ventaglio<br />

enorme, in base alla tipologia e all’asservimento<br />

dell’impianto. Abbiamo pompe che assolvono a rigassificazioni<br />

con portate tra 500 e 600 litri minuto<br />

fino a circa 1.200 metri di “differential head”, che<br />

corrispondono a circa 50 bar di pressione. Ci sono<br />

ambiti con portate e pressioni superiori; in certi<br />

progetti di rigassificazione si possono raggiungere<br />

80, 100, <strong>12</strong>0 bar, con portate da circa 500 litri al<br />

minuto, il nostro limite massimo».<br />

“Off-taker” o “integrated player”?<br />

«Vanzetti Engineering è prima di tutto un Oem,<br />

un’azienda, cioè, che produce e distribuisce un<br />

componente core, la pompa criogenica appunto,<br />

che assolve le due macrofunzioni: trasferimento<br />

e rigassificazione. Mentre in ambito industriale<br />

il prodotto è customizzato, in ambito automotive<br />

(e cioè delle stazioni di servizio) Vanzetti Engineering<br />

potrebbe essere concettualmente inserita<br />

in una logica di off-taker. In questo caso, infatti,<br />

parliamo spesso di un processo consolidato che<br />

necessita della stessa tipologia di pompe e dello<br />

stesso dimensionamento. Nell’ambito di un sistema<br />

industriale più complesso come quello degli smallscale<br />

terminal, Vanzetti Engineering si confronta<br />

con Epc oppure con solution provider che, rispetto<br />

a un energy performance contract, si localizza su<br />

uno o più asset, come il liquefattore».<br />

Gli small-scale terminal nel medio periodo<br />

«È difficile fare stime di progetti che risentono<br />

fortemente delle politiche locali. A grandi linee<br />

abbiamo notato che, nonostante la volatilità dei<br />

prezzi del gas naturale, l’appeal del Gnl si mantiene<br />

costante nel mondo marino trainato da Paesi<br />

come la Cina che devono sostituire urgentemente<br />

il carbone. Si continua a investire sugli impianti<br />

di liquefazione nel mercato di riferimento, il Nord<br />

America, e in altri progetti, tra i quali spiccano<br />

Mozambico, Indonesia, Qatar ed Emirati Arabi. Riteniamo<br />

che, a seguito degli investimenti sviluppati<br />

sui grossi terminal per gestire gli effetti del conflitto<br />

Russia-Ucraina che ha visto spostare il baricentro<br />

dell’export in USA e Qatar, ci sarà una seconda<br />

ondata di investimenti in Lng che dovrebbe coinvolgere<br />

gli small-scale terminal. Questi, infatti, sono<br />

a minor rischio finanziario e rendono più flessibile<br />

l’approvvigionamento soprattutto in quei Paesi<br />

dove, in mancanza di una distribuzione strutturata, è<br />

interessante sviluppare microgrid. Ne sono un esempio<br />

i recenti progetti in Sud America o nel Sudest<br />

Asiatico, dove esistono molte isole che altrimenti<br />

sarebbero ingestibili. Inoltre, ad oggi, come riportato<br />

dall’ IGU nel Global Gas Report <strong>2024</strong>, i livelli<br />

d’investimento sull’Lng non sembrano sufficienti<br />

a soddisfare la domanda fino al 2030. Nel brevemedio<br />

termine, nel contesto della Renewable Energy<br />

Directive, vediamo un enorme potenziale nella<br />

liquefazione del biometano. Si producono circa 4<br />

bcm (billion cubic meter) di biometano in Europa<br />

che, secondo alcune previsioni, decuplicheranno<br />

nel 2030 (44 bcm) e saliranno a 162 bcm nel 2050.<br />

Del resto, nel 20<strong>12</strong> c’erano 243 impianti biometano,<br />

quintuplicati nell’arco di un decennio (1.223: fonte<br />

TotalEnergies). Confidiamo che aumenti, di conseguenza,<br />

la produzione di Gnl».<br />

Insomma, se son rose, fioriranno, come chiosa lo<br />

stesso Gazzera. «Nonostante gli “up and down” di<br />

questi ultimi anni, grazie all’aumento del settore<br />

marino e alla necessità di affrancarsi dalla dipendenza<br />

di un fornitore monopolista, i terminali di piccola<br />

taglia continueranno a crescere di numero».<br />

«Ci interfacciamo<br />

con le Epc, una<br />

decina a livello<br />

mondiale, coinvolte<br />

su progetti di scala<br />

amplissima, che<br />

si affidano a Epc<br />

locali. Un totale<br />

approssimativo<br />

di un centinaio<br />

di interfacce,<br />

che si sommano<br />

ad altrettanti<br />

integratori delle<br />

stazioni di servizio»,<br />

spiega Luca<br />

Gazzera di Vanzetti<br />

Engineering.<br />

44<br />

45


Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />

in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

OTTOBRE N. 10 - <strong>2024</strong><br />

ANNO 33°- euro 5,00<br />

ioioni<br />

N.10 - <strong>2024</strong> ANNO 29°<br />

OTTOBRE<br />

VADO E TORNO EDIZIONI<br />

www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />

IN QUESTO NUMERO<br />

IAA HANNOVER, INNOTRANS,<br />

MERCEDES ECITARO K,<br />

LA FABBRICA ISUZU, MOBILITY<br />

INNOVATION TOUR, TECNOBUS,<br />

FORMAZIONE ED ELETTRICO<br />

Extraterrestre<br />

portami<br />

via<br />

Estratto da ‘AUTOBUS’ n. 10, <strong>2024</strong><br />

Estratto da ‘TRATTORI’ n. 10, <strong>2024</strong><br />

VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />

Il Claas più amato<br />

FOCUS: G7 AGRICOLTURA. LE MACCHINE AL CENTRO DELL’INNOVAZIONE<br />

IN CAMPO: CLAAS ARION 660 CMATIC, FERRARI E-ASTRAL FULL ELECTRIC<br />

Pochi autobus,<br />

tante sorprese.<br />

Disertata dai<br />

gruppi europei<br />

(salvo Daimler<br />

Buses e<br />

Bluebus), la IAA<br />

di Hannover<br />

ha tenuto a<br />

battesimo la<br />

gamma Fencer<br />

di Scania-Higer e<br />

ha visto una folta<br />

partecipazione<br />

da parte di gruppi<br />

cinesi (Asiastar,<br />

Zhongtong, King<br />

Long, Wisdom...)<br />

L’inventario<br />

delle emissioni<br />

in atmosfera<br />

pubblicato a<br />

maggio dall’Ispra<br />

è il punto di<br />

partenza di<br />

una riflessione<br />

sull’impatto<br />

ambientale del<br />

mondo agricolo.<br />

Ne abbiamo<br />

parlato con<br />

Ilaria Falconi,<br />

Tecnologo di<br />

Ricerca CREA<br />

presso il MIPAF<br />

S<br />

e un fan dell’autobus proveniente<br />

da Marte fosse<br />

atterrato sulla Terra il 17<br />

settembre <strong>2024</strong>, giorno di apertura<br />

della IAA, e si fosse diretto<br />

verso la fiera di Hannover per<br />

farsi un’idea di come funziona<br />

il settore qui in Europa, avrebbe<br />

trovato uno scenario drammaticamente<br />

diverso dalla realtà del<br />

mercato.<br />

Sebbene rientri nella logica delle<br />

fiere di settore il fatto di presentare<br />

sviluppi lontani e futuri<br />

rispetto all’attualità (gli autobus<br />

Bus e componenti ad Hannover<br />

(Per la Cina)<br />

è la fiera del bus<br />

elettrici sono campioni di fiere<br />

almeno dal 2017…), questa<br />

distanza di solito si misura in<br />

termini di innovazione, non di<br />

provenienza geografica. Ecco<br />

perché l’edizione di quest’anno<br />

offre uno spaccato particolarmente<br />

rivelatore.<br />

Mentre è ben noto che i produttori<br />

di autobus europei si stanno<br />

gradualmente allontanando da<br />

una fiera sempre più focalizzata<br />

sul trasporto merci, il <strong>2024</strong> ha<br />

portato una novità inaspettata:<br />

un aumento esponenziale della<br />

presenza di produttori cinesi,<br />

al netto di Bluebus e del lancio<br />

dell’eCitaro K da parte di Daimler<br />

Buses, del quale trattiamo in<br />

un servizio dedicato a pagina<br />

26. Ma i marchi cinesi presenti<br />

quest’anno a Hannover non sono<br />

quelli che ci si potrebbe aspettare,<br />

come BYD o Yutong, già ben<br />

posizionati nel mercato europeo<br />

(...)<br />

Prosegue a pag. 18<br />

di Autobus Ottobre <strong>2024</strong>.<br />

Inquadra il QRcode e<br />

leggi l’articolo integrale.<br />

Hattat<br />

La (lunga) via della<br />

transizione<br />

coni, Tecnologo di Ricerca CREA<br />

presso il MIPAF, le specificità dei<br />

territori e delle culture agricole<br />

rendono difficile replicare modelli<br />

pensati per altri contesti.<br />

«In Italia, al momento, non è prevista<br />

la tassazione pro-capite per<br />

le emissioni prodotte dall’allevamento»<br />

inizia così Ilaria Falconi<br />

che continua descrivendo la situazione.<br />

«Nel 2022, le emissioni derivanti<br />

dal settore agricoltura costituivano<br />

il 7,4% delle emissioni<br />

di gas a effetto serra totali (fonte:<br />

ISPRA, Inventario nazionale dei<br />

Lo scorso maggio ISPRA ha<br />

pubblicato l’inventario delle<br />

emissioni in atmosfera; è il<br />

punto di partenza di una riflessione<br />

sull’impatto ambientale del mondo<br />

agricolo. Un tema sottovalutato,<br />

ma che è destinato a imporsi nei<br />

prossimi anni. Altro dato concreto<br />

nel dibattito, per quanto controverso,<br />

è la carbon tax, applicata per<br />

la prima volta in Danimarca anche<br />

al mondo agricolo. Uno strumento<br />

originale pensato per finanziare la<br />

transizione, ma come emerge dal<br />

quadro disegnatoci da Ilaria Falgas<br />

ad effetto serra, NIR <strong>2024</strong>). Di<br />

queste, circa il 79% delle emissioni<br />

di gas serra è da ricondurre agli<br />

allevamenti (gestione delle deiezioni,<br />

fermentazione enterica e una<br />

piccola percentuale della gestione<br />

dei suoli agricoli) e, in particolare,<br />

per il 36,1% ai bovini da latte, il<br />

32% dagli altri bovini, il 5.2% dai<br />

bufalini e per il <strong>12</strong>.7% (...)».<br />

Prosegue a pag. 26<br />

di Trattori di Ottobre <strong>2024</strong>.<br />

Inquadra il QRcode e<br />

leggi l’articolo integrale.<br />

46<br />

47


VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2096 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

STY 2025 TANTI PRETENDENTI E L’ELETTRICO ALZA L’ASTICELLA NEI<br />

PESANTI ● HANNOVER TUTTO QUELLO CHE C’ERA DA VEDERE (E DA<br />

SAPERE) SUI TRUCK, I VAN E I DEBUTTANTI NELLA PIÙ GRANDE KERMESSE<br />

MONDIALE DEL CAMION ● ATTUALITÀ SICUREZZA - BIOCARBURANTI<br />

LOGISTICA - SERVICE ● POLITICA TRA SCIOPERI RINVIATI E CHIUSURE<br />

Già, perché da<br />

quest’anno le<br />

categorie passano<br />

da tre a quattro,<br />

con l’irruzione<br />

sulla scena degli<br />

e-Truck. L’asticella<br />

delle prestazioni<br />

per gli elettrici infatti<br />

si è alzata, tanto<br />

che ora bussano<br />

alla porta persino<br />

dei pesanti. Ma<br />

anche tra Tractor,<br />

Distribution e<br />

Van, occhio alle<br />

sorprese<br />

48<br />

così la Cina<br />

ci dà la<br />

scossa<br />

OTTOBRE<br />

<strong>2024</strong><br />

MENSILE<br />

€ 3,00<br />

10<br />

Prima immissione:<br />

9 ottobre <strong>2024</strong><br />

E<br />

ra inevitabile, e facilmente<br />

prevedibile. In fondo<br />

si trattava soltanto di una<br />

questione di tempo. E quel momento<br />

è arrivato. Con una battuta<br />

verrebbe da dire che il Sustainable<br />

Truck of the Year si fa in quattro.<br />

Istituisce infatti una nuova categoria,<br />

quella degli e-Truck, ovvero<br />

dei pesanti cento per cento elettrici,<br />

che da quest’anno si affianca<br />

alle tre – Tractor, Distribution,<br />

Van – che hanno caratterizzato il<br />

premio fin dalla sua prima edizione,<br />

nel 2017.<br />

Estratto da ‘Vado e Torno’ n. 10, <strong>2024</strong><br />

Verso le nomination del STY 2025<br />

Saranno i 4 assi del poker<br />

Si dirà: ma era davvero necessaria<br />

una nuova categoria, peraltro<br />

riservata a veicoli che per quanto<br />

rispondenti ai più avanzati<br />

criteri di sostenibilità, ovvero a<br />

quell’insieme di caratteristiche<br />

che un riconoscimento come lo<br />

STY intende premiare valorizzare,<br />

in termini numerici di vendite<br />

stentano a prendere quota? Domanda<br />

e considerazione più che<br />

legittima, basata su dati e riscontri<br />

oggettivamente inconfutabili.<br />

La risposta, che è anche alla base<br />

della motivazione che ha spinto<br />

la giuria del premio a istituire appunto<br />

una quarta categoria, si basa<br />

su dati altrettanto inconfutabili<br />

in quanto facilmente verificabili.<br />

Netto miglioramento<br />

delle prestazioni<br />

È infatti sotto gli occhi di tutti<br />

come, nell’ultimo anno in particolare<br />

ma in realtà ancora da (...)<br />

Prosegue a pag. 18 di<br />

Vado e Torno Ottobre <strong>2024</strong>.<br />

Inquadra il QRcode e<br />

leggi l’articolo integrale.<br />

INDICE DEGLI ARGOMENTI <strong>2024</strong><br />

Argomenti<br />

n. pag.<br />

ANTEPRIME<br />

Volvo Penta/Kuhn 1 34<br />

AUTOMOTIVE<br />

Green Shipping<br />

Challenge 1 8<br />

Xiaomi, Tesla, Catl 3 8<br />

FPT Industrial<br />

XC13 3 10<br />

Scania OC13<br />

biometano 3 14<br />

AS Labruna/MOVe 4 19<br />

Auto elettriche 5 <strong>12</strong><br />

Camion elettrici 5 14<br />

FPT e-plant 9 28<br />

Cummins Darlington 9 36<br />

Auto elettriche 9 40<br />

COMPONENTI<br />

MTA 1 28<br />

Bosch Rexroth<br />

Agritech. 1 30<br />

ABB off-road 1 38<br />

Siemens<br />

e-Mobility 4 21<br />

Interpump<br />

Hydraulics 4 32<br />

Lovato Electric 4 40<br />

ABB/Epiroc 5 26<br />

Forsee Power 5 38<br />

Bosch Rexroth<br />

eLion 5 40<br />

ZF CeTrax 2 6 38<br />

Zoomlion 7 32<br />

ABB in cava 7 36<br />

Proton Motor 7 38<br />

Veil/Bosch Rexroth 7 39<br />

LiuGong/ZF <strong>11</strong> 7<br />

Merlo batterie litio <strong>11</strong> 7<br />

AVL Italia idrogeno <strong>11</strong> 7<br />

CONFRONTI<br />

13 litri stradali 3 <strong>12</strong><br />

5 litri off-troad 3 16<br />

15-16 litri 6 20<br />

Argomenti<br />

n. pag.<br />

DIESEL MARE<br />

AS Labruna<br />

al Mets 1 40<br />

Saim 3 32<br />

Bimotor 3 34<br />

Volvo Penta Napoli 6 40<br />

Rama Marine 9 14<br />

Volvo Penta<br />

D8 Imo 9 16<br />

Bluegame 9 18<br />

Riva/Parker 9 19<br />

Saim Marine 9 8<br />

CMD 9 8<br />

Baudouin<br />

SMM/Cannes <strong>11</strong> 42<br />

Scania Super <strong>11</strong> 44<br />

Vanzetti<br />

Engineering <strong>11</strong> 44<br />

DIESEL OF THE YEAR<br />

Evoluzione<br />

del DOTY 5 8<br />

Alternative Engine 5 10<br />

HD Hyundai DX <strong>11</strong> 6<br />

FPT XCursor 13 <strong>11</strong> 10<br />

EVENTI E FIERE<br />

Orcan Energy:<br />

Tonissi 1 10<br />

Agritechnica<br />

Bonfiglioli 1 14<br />

Agritechnica<br />

Comer 1 16<br />

Agritechnica<br />

Danfoss 1 18<br />

Agritechnica<br />

Deutz 1 20<br />

Agritechnica<br />

Fétis 1 22<br />

Agritechnica<br />

John Deere 1 24<br />

Agritechnica<br />

Liebherr 1 26<br />

Intermat<br />

Press Days 3 20<br />

DPE Rimini 3 24<br />

Iveco Capital<br />

Markets 4 8<br />

Argomenti<br />

n. pag.<br />

CIB biometano 4 10<br />

DPE-KEY<br />

Rimini 4 16<br />

Rama/Tour<br />

John Deere 4 26<br />

Intermat Parigi 6 24<br />

Intermat Cummins 6 28<br />

Intermat Moog 6 32<br />

Salone Venezia 9 10<br />

Hydrogen Expo <strong>11</strong> 6<br />

EIMA Deutz <strong>11</strong> 26<br />

EIMA Avoni <strong>11</strong> 28<br />

EIMA Saim <strong>11</strong> 30<br />

EIMA 4e<br />

Consulting <strong>11</strong> 32<br />

Kohler Demo Days <strong>11</strong> 34<br />

Salone Genova <strong>11</strong> 38<br />

SMM Amburgo <strong>11</strong> 40<br />

HI-TECH<br />

Deutz/Rolls-Royce 1 6<br />

BYD batterie<br />

al sodio 1 7<br />

Dumarey/Horse 3 7<br />

Landi Renzo 3 7<br />

Reinova 3 7<br />

RES Italia 4 5<br />

VM Motori 4 5<br />

Heart Combustion<br />

Engine 4 38<br />

AGCO Power 5 6<br />

BTS<br />

Group/AB Energy 5 7<br />

Develon<br />

pala idrogeno 5 34<br />

Kohler<br />

Energy/Platinum 6 7<br />

FPT<br />

Industrial Academy 6 16<br />

Volvo D17 780 cv 7 6<br />

Clarios/Altris 7 7<br />

Develon/Kubota 7 34<br />

mtu/difesa 7 40<br />

Bergen Engines 9 8<br />

Argomenti<br />

n. pag.<br />

INTERVISTE<br />

FPT:<br />

Daniele Pozzo 1 <strong>12</strong><br />

Veil Marianna<br />

Benetti 3 38<br />

Kohler Bonanni 4 22<br />

BU Power<br />

commerciali 5 22<br />

Pitteri Violini<br />

Zappella 6 <strong>12</strong><br />

Yanmar<br />

CE Cuadrado 6 34<br />

Landi Renzo<br />

Stupenengo 7 16<br />

Bonfiglioli<br />

Baldi 7 24<br />

JCB<br />

Marco Falcone 7 28<br />

Exide Scanagatta 9 20<br />

Italcogen Golinelli 9 50<br />

OEM&MOTORI<br />

Komatsu/GM 1 50<br />

Hitachi/ABB 3 50<br />

Cummins/NHL 4 50<br />

Avoni/Bastelli 5 50<br />

Mecalac/Perkins 7 50<br />

Caron <strong>11</strong> 50<br />

SERVIZI<br />

Sollevatori<br />

telescopici 3 26<br />

Carri miscelatori 5 28<br />

Movimento terra 5 30<br />

STAZIONARI<br />

ETS 3 15<br />

Baudouin 4 <strong>12</strong><br />

ABB e generazione 4 18<br />

BU Energy 4 20<br />

CMG/FPT/Bimotor 5 18<br />

Isotta Fraschini DC 6 10<br />

Mitsubishi Electric 7 10<br />

FPT R24 7 <strong>12</strong><br />

mtu 4000 idrogeno 9 17<br />

Himoinsa/Yanmar <strong>11</strong> 22<br />

49


CARON<br />

ESTRO<br />

ITALIANO<br />

Caron si distingue<br />

per i guizzi di<br />

creatività nel design<br />

e per la competenza<br />

tipicamente veneta,<br />

applicata in maniera<br />

rigorosa e funzionale<br />

Motori e componenti per OEM<br />

Cultura, tecnica, impieghi<br />

e mercato del motore diesel.<br />

Fondato nel 1986<br />

Direttore responsabile<br />

Maurizio Cervetto<br />

Coordinatore redazionale<br />

Fabio Butturi<br />

In redazione<br />

Stefano Agnellini, Ornella Cavalli,<br />

Fabrizio Dalle Nogare, Stefano Eliseo,<br />

Fabio Franchini, Riccardo Schiavo,<br />

Cristina Scuteri, Luca Vitali<br />

Ha collaborato<br />

Maria Grazia Gargioni<br />

Impaginazione e grafica<br />

Marco Zanusso<br />

Gestione editoriale<br />

Fabio Zammaretti<br />

Stampa<br />

Industrie Grafiche RGM srl,<br />

Rozzano (Mi)<br />

oem&motori<br />

È<br />

lo stesso Andrea Caron,<br />

titolare dell’azienda che ne<br />

porta il nome, a introdurci<br />

nella storia dell’Oem vicentino.<br />

Un’epopea che ha varcato la soglia<br />

dei sessant’anni, che vi racconteremo<br />

in due tappe.<br />

«Nata come officina meccanica<br />

nel 1960, Caron si è distinta nel<br />

tempo come uno dei più importanti<br />

marchi produttori di transporter,<br />

creando una gamma di<br />

veicoli, a uno e a due posti, che<br />

si distinguono per versatilità,<br />

prestazioni e possibilità di personalizzazione,<br />

con una forte attenzione<br />

al comfort e alla sicurezza<br />

di chi guida: mezzi robusti e allo<br />

stesso tempo leggeri, in grado di<br />

rispondere ad ogni esigenza dei<br />

settori quali quello agricolo, forestale,<br />

edile e comunale. In due<br />

parole: Agile capacity».<br />

Poliedrica, come i mezzi che ne<br />

portano il nome, Caron conserva<br />

una forte impronta made in Italy.<br />

Prendiamo spunto dalla relazione<br />

tecnico-commerciale con<br />

Kohler. Come si è sviluppata?<br />

Cosa più apprezzate del KSD,<br />

Diesel of the Year 2022?<br />

«La collaborazione è iniziata in<br />

modo del tutto naturale a seguito<br />

della loro acquisizione della<br />

Lombardini, che dagli anni ’70<br />

era già uno dei nostri principali<br />

partner per i motori, in particolare<br />

per le potenze fino ai<br />

31-44 chilowatt (50-60 cavalli).<br />

L’avvento di Kohler ha portato<br />

importanti investimenti sia sulle<br />

infrastrutture dell’azienda che<br />

sul prodotto e i primi risultati<br />

si erano già visti con il KDI. A<br />

proposito del KSD, siamo stati<br />

tra i primi a ricevere i prototipi<br />

e ne abbiamo subito apprezzato<br />

la compattezza e la coppia.<br />

Inoltre è un motore tecnologicamente<br />

all’avanguardia nella sua<br />

categoria ma che permette di essere<br />

alimentato sia con i diesel<br />

a basso contenuto di zolfo che<br />

con i nuovi carburanti Hvo, ma<br />

anche con gasolio tradizionale.<br />

Il fatto di accettare anche diesel<br />

non particolarmente “raffinati”,<br />

unito alla possibilità di esprimere<br />

la piena potenza nei Paesi in cui<br />

non è richiesta l’omologazione<br />

Stage V, lo rende molto interessante<br />

anche per i mercati extraeuropei».<br />

VM Motori è un vostro storico<br />

sodale. Quali sono le caratteristiche<br />

che vi hanno legato a<br />

Cento?<br />

«Sì, anche con VM abbiamo un<br />

rapporto di lunga data. Attualmente<br />

montiamo quattro loro modelli<br />

dai 51 ai 100 chilowatt (70-<br />

136 cavalli). I nostri veicoli sono<br />

costruiti principalmente per lavorare<br />

su forti pendenze e poniamo<br />

grande attenzione sull’altezza del<br />

baricentro e sulla ripartizione<br />

delle masse. Montiamo i motori<br />

a sbalzo anteriormente appunto<br />

per bilanciare i carichi sull’asse<br />

posteriore, ma così facendo il<br />

propulsore viene a trovarsi coperto<br />

dalla cabina, al centro tra<br />

il guidatore ed il passeggero».<br />

Un layout che impone delle scelte.<br />

Sul prossimo numero ripartiremo<br />

proprio da qua.<br />

Fotolito<br />

Industrie Grafiche RGM srl,<br />

Rozzano (Mi)<br />

Autorizzazione del tribunale<br />

di Milano n.860 del 18 dicembre 1987<br />

Registro Nazionale della Stampa<br />

n. 4596 del 20/04/1994<br />

n. iscrizione R.O.C. 2880 del 30-<strong>11</strong>-2001<br />

Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. -<br />

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004<br />

n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />

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