Powertrain 2024-11/12
Tra gli argomenti di questo numero: PREMIAZIONI Diesel of the Year: HD Hyundai Infracore DX Alternative Engine Award: FPT Industrial XCursor 13 GENERAZIONE Himoinsa: con Yanmar oltre il MW CONFRONTO 15-16 litri: Deutz a 520 kW, non 480 EIMA Deutz: il 3,9 litri sugli scudi Avoni: il powerpack da 4,5 litri Saim: l’ibrido milanese è realtà 4e-consulting: cala la manita ibrida DEMODAYS Rehlko: in diretta da Reggio Emilia MARE Salone di Genova: fiducia nel futuro prossimo SMM Amburgo: questione di combustibile Baudouin: M33.3 ad Amburgo e Cannes Scania: il 13 litri si conferma Super Vanzetti Engineering: Small Scale Terminal RUBRICHE Editoriale; Hi-Tech; Automotive; VeT Network; Indice degli argomenti; Oem&motori
Tra gli argomenti di questo numero:
PREMIAZIONI
Diesel of the Year: HD Hyundai Infracore DX
Alternative Engine Award: FPT Industrial XCursor 13
GENERAZIONE
Himoinsa: con Yanmar oltre il MW
CONFRONTO
15-16 litri: Deutz a 520 kW, non 480
EIMA
Deutz: il 3,9 litri sugli scudi
Avoni: il powerpack da 4,5 litri
Saim: l’ibrido milanese è realtà
4e-consulting: cala la manita ibrida
DEMODAYS
Rehlko: in diretta da Reggio Emilia
MARE
Salone di Genova: fiducia nel futuro prossimo
SMM Amburgo: questione di combustibile
Baudouin: M33.3 ad Amburgo e Cannes
Scania: il 13 litri si conferma Super
Vanzetti Engineering: Small Scale Terminal
RUBRICHE
Editoriale; Hi-Tech; Automotive; VeT Network; Indice degli argomenti; Oem&motori
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OTTOBRE NOVEMBRE/DICEMBRE<br />
2023 <strong>2024</strong><br />
N° 10 <strong>11</strong>-<strong>12</strong><br />
EURO 5,00<br />
Fattore<br />
“X”<br />
VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com<br />
ISSN 0042 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p.<br />
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />
art. 1, comma 1, LO/MI<br />
• L’XCURSOR 13 DI FPT INDUSTRIAL SI<br />
AGGIUDICA L’ALTERNATIVE ENGINE AWARD<br />
• IL DIESEL OF THE YEAR SI È TRASFERITO<br />
IN COREA. A CASA DI HYUNDAI INFRACORE<br />
• EIMA CON DEUTZ E SAIM. IL POWERPACK DI<br />
AVONI E I DEMODAYS DI KOHLER
Novembre-Dicembre <strong>2024</strong><br />
SEGUICI SUI<br />
SOCIAL:<br />
powertrainweb.it<br />
6<br />
34<br />
22<br />
26<br />
IL SONDAGGIO<br />
DEL MESE<br />
Dopo il marino, il terrestre.<br />
I venti di crisi dalla Germania<br />
stimoleranno il diesel-elettrico<br />
nell’agricolo e nel movimento<br />
terra?<br />
Rispondi su<br />
powertrainweb.it<br />
Il sondaggio non ha valore statistico. Le rilevazioni<br />
non sono basate su un campione scientifico<br />
LE RISPOSTE DI<br />
OTTOBRE<br />
Nella nautica c’è chi parla<br />
di retromarcia verso l’ibrido.<br />
Concordate?<br />
81%<br />
sì<br />
19%<br />
no<br />
PREMIAZIONI<br />
6. Diesel of the Year:<br />
HD Hyundai Infracore DX<br />
10. Alternative Engine Award:<br />
FPT Industrial XCursor 13<br />
GENERAZIONE<br />
22. Himoinsa:<br />
Con Yanmar oltre il MW<br />
CONFRONTO<br />
24. 15-16 litri:<br />
Deutz a 520 kW, non 480<br />
EIMA<br />
26. Deutz:<br />
Il 3,9 litri sugli scudi<br />
28. Avoni:<br />
Il powerpack da 4,5 litri<br />
30. Saim:<br />
L’ibrido milanese è realtà<br />
32.4e-consulting:<br />
Cala la manita ibrida<br />
DEMODAYS<br />
34. Rehlko:<br />
In diretta da Reggio Emilia<br />
MARE<br />
38. Salone di Genova:<br />
Fiducia nel futuro prossimo<br />
40. SMM Amburgo:<br />
Questione di combustibile<br />
42. Baudouin:<br />
M33.3 ad Amburgo e Cannes<br />
43. Scania:<br />
Il 13 litri si conferma Super<br />
44. Vanzetti Engineering:<br />
Small Scale Terminal<br />
RUBRICHE<br />
4. Editoriale 14. Hi-Tech<br />
18. Automotive 46. VeT<br />
49. Indice 50. Oem&motori<br />
SOMMARIO<br />
3
VIENI AVANTI, IBRIDO!<br />
I<br />
o l’avevo detto! Non esiste lagnanza<br />
più fastidiosa di questa, nel repertorio<br />
della dialettica spiccia. Ecco, a<br />
questo punto la matassa si fa ancora<br />
più ingarbugliata, qualora ce ne fosse<br />
bisogno. Perchè urge capire chi dice<br />
cosa, e a chi? Completiamo la frase: “Io<br />
l’avevo detto che con questa tempistica<br />
sulla messa al bando degli endotermici<br />
l’industria europea non avrebbe retto!”.<br />
Adesso è sicuramente più chiaro qual<br />
è la pietra dello scandalo. Cronaca di<br />
una morte annunciata? La tempesta<br />
perfetta? Oppure, tanto rumore per nulla?<br />
Nuvoloni foschi e gonfi di cattivi presagi<br />
si addensano in cielo, a partire dalla<br />
culla dell’industria mecanica europea:<br />
la Germania. È notizia di pubblico<br />
dominio, ma fu la Reuters, tra gli altri,<br />
ad annunciare agli inizi di settembre<br />
che Volkswagen valuta la chiusura di<br />
fabbriche in Germania, in seguito alla<br />
“crescente pressione sui prezzi che la<br />
principale casa automobilistica europea<br />
deve affrontare da parte dei rivali asiatici”.<br />
Sempre nella prima decina di settembre,<br />
The Guardian titolava “Terremoto alla<br />
Volkswagen”, riprendendo il Wolfsburger<br />
Nachrichten, la voce più vicina agli<br />
umori della città che ospita VW. Sembra<br />
passato un evo e non due soli anni,<br />
quando si paventavano 460 milioni di<br />
euro entro il 2025 per la riconversione<br />
dall’elettrico del principale insediamento<br />
produttivo del colosso tedesco. Nel<br />
marasma, i costruttori di automobili<br />
hanno nuovamente ammiccato all’opzione<br />
ibrida. Anche alcuni costruttori cinesi<br />
hanno rilanciato sull’ibrido, seppure<br />
a benzina (vedi Geely e BYD).<br />
POWERTRAIN, saldamente ancorato<br />
alle declinazioni industriali, si aggancia<br />
alla congiuntura con il convegno, che si<br />
terrà al Quadriportico di Fiere Bologna,<br />
alle 14:30 di venerdì 8 novembre, dal<br />
titolo: “Diesel, ancora tu, non dovevamo<br />
vederci più?”. La redazione farà gli onori<br />
di casa e una tavola rotonda di motoristi<br />
riceverà le sollecitazioni di un Oem che<br />
nell’agricolo, e non solo, ha un peso<br />
specifico determinante: CNH Industrial.<br />
Sarà il responsabile della “Eu Advanced<br />
<strong>Powertrain</strong> and Electrification Platform”<br />
a introdurre la visione e le aspettative<br />
sull’endotermico di chi i motori li installa<br />
e, in una seconda esternazione, sulla<br />
elettrificazione. Integrale o parziale? Non<br />
perdete l’occasione di scoprirlo di persona.<br />
Kohler Engines is now Rehlko<br />
EDITORIALE<br />
Engines<br />
Our new ambition is rising.<br />
When it comes to engines, we’ve been on the leading edge of technology<br />
and innovation since our foundation. But we don’t simply provide you with<br />
functional power: we redefine your energy resilience with industry-leading<br />
electrification, hybrid solutions, alternative fuels and innovative products,<br />
to create better lives and communities in a more sustainable future.<br />
4
diesel of the year. 2025<br />
APOTEOSI<br />
HYUNDAI<br />
L’astro coreano si riflette anche sul Diesel of the Year,<br />
dopo avere lanciato la Corea del Sud nell’empireo<br />
delle nazioni che contano, il cinema nell’antologia<br />
d’essai, il K-pop nella playlist degli adolescenti di<br />
tutto il mondo. L’edizione 2025 è appannaggio dei<br />
DX di Hyundai, 4 e 6 cilindri modulari (AxC <strong>11</strong>0x132<br />
millimetri), che hanno le carte in regola per imporsi<br />
Questa storia affonda le radici temporali tra<br />
la crisi dei subprime e il ciclone pandemico,<br />
circa una decina d’anni fa, quando Doosan<br />
Infracore lanciò la gamma G2. Una triade di<br />
compatti da 1,8, 2,4 e 3,4 litri, inizialmente destinati<br />
per l’assorbimento captive (carrelli, mini-pale<br />
e mini-escavatori, e per il fabbisogno di Bobcat).<br />
Nel mirino c’era però il free market, come dimostra<br />
anche la successiva fornitura di 8.000 unità a Goldoni<br />
Keestrack. Un’architettura al passo coi tempi,<br />
disegnata sui requisiti fondamentali di compattezza<br />
e densità di potenza. La consacrazione avviene con<br />
l’estensione di questo approccio a un duetto modulare,<br />
4 e 6 cilindri con canna da 1,25 litri (AxC<br />
<strong>11</strong>0 x 132). Battezzati DX05 e DX08, si candidano<br />
a farsi largo tra maxi-escavatori e una pletora di<br />
applicazioni off-highway e ad estendere la copertura<br />
delle applicazioni di quella che nel frattempo<br />
è diventata Hyundai.<br />
Avvistamento in Nevada<br />
Li abbiamo avvistati in anteprima, miniaturizzati,<br />
sotto una teca allo stand Hyundai DI presso il Conexpo<br />
di Las Vegas. Nei primi di marzo del 2023<br />
ci raccontarono che: «Abbiamo disegnato completamente<br />
da zero un motore elettronico con cilindrate<br />
di 5 e 7,5 litri. Il nostro obiettivo è sia il bacino<br />
Stage V che quello China V. Vediamo due strategie<br />
per affrontare questo lungo viaggio. Ragionando<br />
in prospettiva, il mercato premierà un approccio<br />
multitasking e non ci sarà una soluzione vincente.<br />
Forse le cose cambieranno nel 2040 o nel 2050, ma<br />
fino ad allora dovremo sostenere il nostro business<br />
motoristico ed è per questo che stiamo sviluppando<br />
due strategie diverse per il motore a combustione<br />
interna e per la fabbrica del futuro».<br />
Ecco, sintetizziamo le ultime due frasi: l’endotermico<br />
del futuro è il presente e si chiama DX, ufficialmente<br />
il Diesel of the Year 2025. Monopolio<br />
dell’industria occidentale, fino all’irrompere del Sol<br />
Levante nel panorama motoristico, il Diesel of the<br />
Year si è fermato la prima e l’unica volta in Oriente<br />
nel 2019. Cinque anni fa la premiazione coinvolse<br />
lo staff ingegneristico di Kubota. Ora attraversiamo<br />
lo stretto di Corea, perché è proprio in Corea del<br />
Sud che traslocherà il premio che dal 2006 riconosce<br />
il gradiente di innovazione del termico a ciclo<br />
Diesel. Allestiti anche in formato G-Drive, per le<br />
esigenze della generazione di potenza, siamo disposti<br />
a scommettere in una prossima conversione<br />
alla nautica. La multidisciplinarietà rappresenta uno<br />
dei parametri privilegiati nel pedigree del Diesel<br />
of the Year. L’ingegneria coreana ha perfezionato<br />
il doppio stadio per calibrare la sovralimentazione<br />
con un ingresso in coppia a bassi regimi e un rapido<br />
riempimento dell’intera curva fino al punto apicale,<br />
In questa immagine<br />
vedete i modellini<br />
del DX05 e del<br />
DX08 tra i riflessi<br />
di una teca.<br />
Ci troviamo a<br />
Las Vegas, allo<br />
stand Conexpo<br />
di Hyundai. Ora<br />
queste miniature<br />
sono disponibili<br />
in produzione. Da<br />
questo mese ne<br />
usciranno con il<br />
bollino “Diesel of<br />
the Year 2025”.<br />
Terra<br />
6<br />
7
Da Doosan Infracore a Hyundai<br />
Sinergia, parola che significa<br />
tanto. Lo dimostra l’acquisizione<br />
di Doosan Infracore da parte<br />
di Hyundai Heavy Industries.<br />
Così commentarono all’epoca:<br />
«L’acquisizione fa parte di<br />
un progetto più ampio di<br />
espansione e rafforzamento<br />
della holding Hyundai che ha<br />
il preciso intento di sviluppare<br />
sinergie che le consentano<br />
di giocare un ruolo sempre<br />
più centrale nel settore delle<br />
costruzioni navali, dell’energia e<br />
delle macchine per il movimento<br />
terra, con l’obiettivo di entrare<br />
nella top cinque dei player<br />
mondali del settore entro il 2025.<br />
In questo lungimirante disegno<br />
il marchio Doosan costituisce<br />
la punta di diamante nel settore<br />
dei motori soprattutto per il<br />
know-how in materia di ricerca<br />
e sviluppo su specifiche linee<br />
come i motori elettrici e le<br />
celle a combustibile». Visione,<br />
altra parola avvalorata ed<br />
enfatizzata dal termine sinergia.<br />
Le competenze che le aziende<br />
coreane sono in grado di<br />
esprimere possono attingere<br />
anche dal serbatoio del fratello<br />
maggiore automotive. Citiamo<br />
i camion Hyundai Xcient Fuel<br />
Cell, l’accordo con Iveco per<br />
lo sviluppo di un furgone<br />
elettrico e quello con Kia per lo<br />
sviluppo congiunto di membrane<br />
polimeriche elettrolitiche per<br />
celle a combustibile. Rimanendo<br />
in Corea, Hyundai Motor<br />
Group e Korea Zinc hanno<br />
avviato una collaborazione<br />
per l’approvvigionamento<br />
e la lavorazione del nichel,<br />
per l’approvvigionamento<br />
di materiali semilavorati e<br />
per l’esplorazione di nuove<br />
opportunità commerciali, tra<br />
cui l’attività di riciclo. Con<br />
l’Università di Seoul è stato<br />
messo in piedi un centro di<br />
ricerca congiunto sulle batterie.<br />
Una joint venture con LG è<br />
finalizzata alla realizzazione di<br />
batterie per le auto elettriche<br />
negli Stati Uniti. Senza<br />
dimenticare l’approccio al<br />
vehicle-to-grid.<br />
Lasciando tra parentesi gli<br />
allegati stradali e Hyundai<br />
Motor Group, è la stessa HDI<br />
ad avere sviluppato motori a<br />
idrogeno per veicoli commerciali<br />
e macchine movimento terra.<br />
La produzione su larga scala<br />
è prevista per il 2025. Gli assi<br />
nella manica dei coreani sono<br />
veramente tanti.<br />
8<br />
approssimativamente da 900 a 1.400 giri. Il 5 e il<br />
7,5 litri si arrampicano rispettivamente fino a 171<br />
chilowatt e 955 Newtonmetro e 254 kW e 1.460<br />
Nm. Rispetto ai modelli precedenti del motorista<br />
coreano si registra un balzo in avanti della potenza<br />
stimato nel 6%, della coppia per il 5 litri. Passando<br />
al DX08, si ragiona del 19% e del 15%. La raffinata<br />
elaborazione degli aspetti softwaristici e della centralina,<br />
sviluppati internamente, concedono significativi<br />
margini di personalizzazione in base ai transitori<br />
e ai cicli di lavoro. A proposito di elasticità,<br />
il DX05 e il DX08 sono disponibili anche con un<br />
solo soffiante con valvola wastegate. Una prospettiva<br />
che si concilia sia con l’elettrificazione parziale<br />
che con la possibile conversione a idrogeno. Due<br />
opzioni che Hyundai ha nelle proprie corde. Tornando<br />
al Conexpo, il software che controlla il<br />
sistema ibrido è sviluppato internamente da<br />
Hyundai. «Possiamo fornire il sistema completo,<br />
il motore e i componenti elettrificati.<br />
Hyundai ha ingegnerizzato anche il pacco<br />
batterie, noi disponiamo della tecnologia<br />
del motore e del sistema elettrificato. Siamo<br />
quindi in grado di fornire ai nostri clienti<br />
una combinazione tecnologica che comprende<br />
il pacco batterie. Stiamo parlando<br />
di batterie agli ioni di litio da 48 Volt, per le<br />
applicazioni più piccole, fino a una proposta<br />
da 360 Volt per le macchine più grandi.<br />
Tuttavia, le applicazioni più esigenti necessitano<br />
di un’enorme quantità di energia, che implica<br />
un volume eccessivo del pacco batterie,<br />
poiché l’energia richiesta è veramente tanta,<br />
per soddisfare un funzionamento prolungato.<br />
Per questi motivi, abbiamo adattato il nostro<br />
motore a combustione interna all’idrogeno.<br />
Con una cilindrata di <strong>11</strong> litri, il motore base<br />
è un’unità diesel e gas, che abbiamo convertito<br />
in idrogeno. Eroga 300 chilowatt e 1.700<br />
Newtonmetro ed è adattabile ai veicoli commerciali,<br />
agli autocarri e agli autobus, ma anche<br />
agli escavatori (di circa 30 e 34 tonnellate)<br />
e altre macchine per il movimento terra. Si presta<br />
anche per i gruppi elettrogeni».<br />
Quel che si dice una roadmap scrupolosa, proiezione<br />
delle competenze motoristiche di Hyundai,<br />
che in Corea trovano sinergie virtuose sia<br />
per l’elettrificazione che per la digitalizzazione.<br />
Concludiamo con la presentazione che proviene<br />
direttamente da Incheon. «Nello sviluppo<br />
dei nuovi motori DX, l’attenzione è stata rivolta<br />
soprattutto alla durata e alle prestazioni.<br />
Abbiamo utilizzato materiali ad alta resistenza<br />
per i principali componenti strutturali, tra cui<br />
il blocco cilindri e la testata. Per le parti mobili,<br />
come punterie, pistoni e fasce elastiche, sono stati<br />
scelti materiali resistenti all’usura per migliorare<br />
la durata. Inoltre, l’adozione di un turbocompressore<br />
a due stadi nei sistemi di aspirazione e scarico<br />
non solo garantisce un aumento della potenza del<br />
21% rispetto ai motori precedenti, ma migliora anche<br />
la coppia ai bassi regimi.<br />
Il culmine di un processo<br />
I nostri anni di ricerca e sviluppo nella tecnologia<br />
della combustione sono culminati in questi motori.<br />
Abbiamo ottenuto una riduzione delle emissioni e<br />
un miglioramento dell’efficienza dei consumi fino<br />
all’8% rispetto ai modelli precedenti grazie a tecnologie<br />
di combustione avanzate, sistemi di iniezione<br />
del carburante ottimizzati e una gestione dell’aria<br />
migliorata. Inoltre, ci siamo concentrati sulla<br />
realizzazione di un prodotto incentrato sul cliente,<br />
migliorando la facilità di manutenzione e la convenienza.<br />
Abbiamo esteso gli intervalli di manutenzione<br />
del filtro del carburante e del filtro dell’olio da<br />
500 a 1.000 ore e abbiamo implementato funzioni<br />
come il regolatore idraulico, o Hla (Hydraulic lash<br />
adjuster), per garantire un funzionamento esente da<br />
interventi di manutenzione».<br />
9
ALTERNATIVE ENgiNe AWARD<br />
FPT INDUSTRIAL<br />
XCURSOR 13<br />
È l’evoluzione del Cursor 13.<br />
FPT Industrial è nel drappello che<br />
ha tirato la volta sull’approccio<br />
multi-fuel. Il concept del Cursor X<br />
è il genitore nobile. Cambia<br />
la testata per adeguarsi al<br />
combustibile. Tra le applicazioni,<br />
l’S-Way di Iveco e il Leitwolf<br />
h2Motion di Prinoth<br />
L<br />
’XC 13 di FPT Industrial si è aggiudicato la<br />
prima edizione dell’Alternative Engine Award.<br />
Un incipit canonico, stentoreo, che richiede<br />
una contestualizzazione. Facciamo dunque un salto<br />
indietro di qualche numero. Perdonateci l’autocitazione.<br />
«POWERTRAIN ha abbracciato l’approccio<br />
BEV con convinzione, ma in modo estremamente<br />
laico. La strada verso l’emancipazione degli inquinanti<br />
allo scarico è lastricata di insidie e variabili<br />
esogene. Perché dunque ostinarsi a ignorare l’apparato<br />
tecnologico più efficiente e collaudato finora<br />
mai applicato? Stiamo parlando, ovviamente, del<br />
motore a combustione interna, che si propone come<br />
alter ego di se stesso».<br />
dunque pronto a fare ritorno nei vani, sotto i cofani<br />
e le calandre, incapsulato nei gruppi di generazione,<br />
ambienti dai quali peraltro non ha mai traslocato. A<br />
questo punto, la domanda sorge spontanea. Perché<br />
diversificare il Diesel of the Year? Il premio, che<br />
si avvicina a suoi primi vent’anni, è quanto mai di<br />
attualità e non richiede nessun make-up.<br />
be, come si scrive nei curriculum, “nice to have”».<br />
Nel mirino finiranno, inevitabilmente, quelle piattaforme<br />
motoristiche concepite espressamente per<br />
digerire combustibili non fossili, con l’obiettivo di<br />
approdare all’idrogeno, e che si rivelino elastiche<br />
e flessibili nella declinazione degli impieghi. Abbiamo<br />
apprezzato l’operato dell’ingegneria JCB<br />
sull’Ecomax, Diesel of the Year 20<strong>11</strong>. Il 4,8 litri è<br />
stato allestito per funzionare a idrogeno. Era all’opera<br />
in cava, nel Regno Unito, e si è disimpegnato<br />
Questa immagine<br />
proviene dall’IAA<br />
ed esemplifica<br />
il concetto:<br />
basamento<br />
comune e testate<br />
personalizzate.<br />
Cosa significa “alternativo”?<br />
L’Alternative Engine Award prende spunto dal suo<br />
essere, per l’appunto, alternativo. Anche questo<br />
passaggio ci induce a replicare quanto anticipato<br />
mesi fa: «È sicuramente premiante la versatilità del<br />
monoblocco, che si adatti a combustibili diversi, a<br />
partire dal diesel. L’architettura di un motore di<br />
questo genere condivide sicuramente il basamento<br />
e la quasi totalità della componentistica. I cambiamenti<br />
più significativi negli organi vitali, l’iniezione<br />
e la sovralimentazione. Deve sicuramente prestarsi<br />
all’adozione del ciclo Otto, quindi dell’accensione<br />
comandata, per l’alimentazione in forma gassosa.<br />
Deve essere compatibile all’iniezione in camera<br />
dell’idrogeno. Insomma, la formula ideale sarebbe<br />
la seguente: diesel, Hvo e biodiesel, Cng/Gnl,<br />
H2 Ice, magari con l’opzione del pacco batterie<br />
di supporto (Phev/Mhev). Un ritratto ulteriormente<br />
impreziosito da una vocazione multitasking: come<br />
per il convenzionale motore a ciclo diesel, infatti, la<br />
declinazione in una pluralità di applicazioni sarebterra<br />
Atmosfera... elettrica<br />
La brusca contrazione delle auto elettriche in Germania,<br />
una volta esauriti gli incentivi statali, e la<br />
preoccupante involuzione della filiera produttiva<br />
(il paventato licenziamento di quasi 15mila addetti<br />
Daimler e i 10 miliardi che Volkswagen deve economizzare,<br />
con l’annuncio shock della possibile chiusura<br />
di stabilimenti in madrepatria) potrebbero accelerare<br />
la ridefinizione della stessa semantica della<br />
transizione. Questa congiuntura sancirà il riscatto<br />
del motore endotermico? Un segnale proviene dalla<br />
rivalutazione della formula ibrida, marginalizzata<br />
dopo il Dieselgate, e proposta in tandem con il ciclo<br />
Otto. Probabilmente una formula che poco si addice<br />
anche al lungo raggio stradale, oltre ad essere irricevibile<br />
tra le applicazioni industriali, stazionarie e<br />
marine. L’associazione tra diesel, pacco batterie e<br />
motori elettrici, affrancata dal pregiudizio strisciante<br />
sul motore a combustione interna, testimonia il<br />
riscatto del cosiddetto approccio tradizionale alla<br />
propulsione. Dal banco degli imputati il termico è<br />
10<br />
<strong>11</strong>
terra<br />
bene. Anche Deutz ha recentemente assistito alla<br />
messa in opera di 100 generatori equipaggiati dal<br />
TCG 7.8 H2 alla Chinese State Innovation Zone<br />
ZGC di Pechino. Nell’industriale, anche Bergen,<br />
Kohler, Kubota, Liebherr, Perkins, Rolls-Royce,<br />
Volvo, Yanmar, VM Motori, Weichai si sono avventurate<br />
in questa direzione, per non parlare di<br />
AVL e Dumarey, tra gli altri. È Cummins ad avere<br />
compiuto i più significativi passi in avanti, schierando<br />
le sue risorse, dalle competenze stradali<br />
(esposte all’ACT Expo di Las Vegas e alla IAA di<br />
Hannover), la specializzazione di Accelera, e l’incorporazione<br />
dell’expertise di Hydrogenics, che<br />
risale addirittura al 2019. Allora, perché premiare<br />
FPT Industrial? Tra le budella dell’XC13 si avverte<br />
l’eco del Cursor X. Al Village di Torino, nel mese<br />
di dicembre del 2018, in occasione del Tech Day<br />
di FPT, il Cursor X si è manifestato agli occhi dei<br />
giornalisti all’interno di una specie di camera oscura,<br />
caratterizzato da una capsula dai connotati futuribili<br />
alla Star Trek, che sintetizza la visione di FPT:<br />
il modulo prevede la sfilabilità e l’intercambiabilità<br />
dei tre differenti, e autonomi, sistemi propulsivi<br />
(per intenderci, il propulsore si estrae e sostituisce<br />
grossomodo come la batteria del cellulare).<br />
XC13. L’AEA è di FPT Industrial<br />
Esistono tre modalità di alimentazione intercambiabili<br />
previste dall’ingegneria visionaria di FPT.<br />
Il Cursor X è basato sulla combustione interna di<br />
gas naturale, sulle celle a combustibile a idrogeno<br />
o sull’energia accumulata dalla batteria. Nessuna<br />
applicazione esclusa: veicoli commerciali e camion,<br />
autobus urbani e per il medio e lungo raggio, macchinari<br />
per l’edilizia e il movimento terra, trattori.<br />
Profetiche le parole dell’allora Ceo: «Non ci può<br />
essere una forma di energia egemone, nel prossimo<br />
futuro. Noi ci schieriamo per la libertà di scelta.<br />
FPT manterrà un approccio pragmatico e multilivello».<br />
E ripartiamo da qui, perché l’XC13 ha<br />
raccolto il testimone, raggiungendo un traguardo<br />
meno futuribile e più pragmatico. Un monoblocco<br />
capace di adattarsi al diesel, anche sintetico, biotico<br />
e paraffinico, al gas<br />
metano, pure col bollino<br />
bio, e all’idrogeno.<br />
Riesumiamo la recente<br />
intervista ad<br />
Andrea Abbà, product<br />
marketing manager<br />
di FPT, che contestualizza<br />
l’XC13 presentato<br />
a Barcellona per il Model<br />
Year <strong>2024</strong> di Iveco.<br />
«La stella polare è stata<br />
la riduzione dei<br />
consumi. Per<br />
rispettare questo<br />
input, il<br />
motore è stato<br />
completamente<br />
rivoluzionato a partire<br />
dal monoblocco dove,<br />
in termini di materiali,<br />
siamo passati dal cast<br />
iron alla ghisa a grafite compatta. Il punto fermo è<br />
la cilindrata unitaria, dal momento che corsa e alesaggio<br />
sono invariati, rispetto al Cursor 13 (AxC<br />
135x150 mm, ndr). È stato introdotto un nuovo<br />
sistema di azionamento valvole per massimizzare<br />
la potenza frenante, che consente al veicolista di<br />
evitare l’installazione del retarder in molte applicazioni.<br />
Un accorgimento che per il cliente finale<br />
significa conseguire un saving di tutto rispetto. Il<br />
progetto ha permesso di sforbiciare oltre 100 chili.<br />
È vero che stiamo parlando di un camion da 44<br />
tonnellate, ma questo significa un quintale di carico<br />
utile aggiuntivo a disposizione del trasportatore.<br />
Visto dall’interno<br />
Abbiamo ridimensionato l’albero motore e abbiamo<br />
ridotto i diametri dei perni di biella e perni di manovella,<br />
ed è stata inserita una turbina a controllo<br />
elettronico con cuscinetti sfera e doppio flusso. In<br />
questo modo è stato ottimizzato il flusso dell’aria<br />
e, di conseguenza, il consumo di combustibile. Abbiamo<br />
modificato il common rail: la pressione è<br />
passata da 2.200 a 2.500 bar. Si è intervenuti anche<br />
sulla variazione della peak cylinder pressure,<br />
portandola a 250 bar. La riduzione del consumo<br />
di gasolio ammonta al 7% rispetto al Model Year<br />
2022 e addirittura al 9% rispetto al MY 2019, che<br />
costituisce il parametro di riferimento per il calcolo<br />
dell’impatto prefissato nel 2025. Il bilancio della<br />
versione a gas naturale/biometano contabilizza<br />
l’8% in meno rispetto al MY 2022 e il 10% nel<br />
confronto con il MY 2019».<br />
Ed è così che l’S-Way di Iveco si è mostrato alla<br />
IAA Transportation proprio con il 13 litri a idrogeno.<br />
Nell’industriale, dobbiamo spostarci sulle<br />
piste da sci, per imbatterci nel battipista Leitwolf<br />
h2Motion di Prinoth. Anche lui, da un paio d’anni,<br />
è messo alla frusta nella catena cinematica del<br />
gatto delle nevi. L’idrogeno è immagazzinato in<br />
cinque serbatoi montati sul retro della macchina<br />
per un tempo di funzionamento indicativo di oltre<br />
tre ore. Avremo tempo e modo di approfondire le<br />
potenzialità dell’XC13. Questo viaggio è appena<br />
alle battute iniziali.<br />
Il gas naturale in<br />
primo piano. Così<br />
naturale da rivelarsi<br />
compatibile con<br />
il biometano.<br />
Diesel e gas<br />
sono a scaffale,<br />
l’idrogeno è in fase<br />
di completamento<br />
dello sviluppo.<br />
<strong>12</strong> 13
Hydrogen Expo Piacenza<br />
ACCORDI E<br />
INNOVAZIONE<br />
A Piacenza l’idrogeno è di casa.<br />
Protagoniste due italiane con le<br />
idee chiare. Isotta Fraschini ed<br />
Ecomotive Solutions hanno siglato<br />
un accordo di collaborazione per<br />
lo sviluppo di soluzioni ad hoc.<br />
Spunti di interesse anche da parte<br />
di GreenForce, Toyota e Tecnogen<br />
Potenza che<br />
migliora la resa<br />
HI-TECH<br />
14<br />
Alle Fiere di Piacenza la<br />
parola idrogeno campeggia<br />
nel nome stesso della<br />
manifestazione, Hydrogen Expo.<br />
Ed è proprio qui che Isotta<br />
Fraschini ha firmato un memorandum<br />
of understanding con<br />
Ecomotive Solutions. Firmatari,<br />
Marco Golinelli, direttore<br />
commerciale di Isotta Fraschini<br />
Motori, e Giovanni Deregibus,<br />
Presidente di Ecomotive. «Le radici<br />
dell’esperienza di Ecomotive<br />
Solutions nell’innovazione,<br />
provengono dall’eredità di oltre<br />
trent’anni di eccellenza del<br />
Gruppo Holdim nello sviluppo<br />
di sistemi avanzati per il controllo<br />
motore». Golinelli: «La<br />
transizione energetica non è una<br />
cena di gala, parafrasando qualcuno<br />
che l’ha detto prima del<br />
sottoscritto. La firma di questo<br />
memorandum è un tassello che<br />
mette insieme le innovazioni e<br />
lo stile di ricerca di Ecomotive<br />
con la storia dei motori, che<br />
Isotta Fraschini rappresenta in<br />
Italia. Ed è una filiera italiana».<br />
Ecomotive Solutions rappresenta<br />
una costellazione di acquisizioni<br />
che ne fanno il partner ideale<br />
per un approccio olistico alla<br />
flessibilizzazione dei motori,<br />
con competenze softwaristiche,<br />
elettroniche e relative al sistema<br />
di iniezione dei combustibili liquidi<br />
e gassosi.<br />
A Piacenza si sono viste anche<br />
un paio di macchine interessanti.<br />
Restando nei paraggi di Ecomo-<br />
tive Solutions, la cugina Green-<br />
Force ha svelato rivela la prima<br />
spazzatrice stradale a idrogeno<br />
del mondo. La 500H2 è equipaggiata<br />
con celle a combustibile<br />
PEM da 15 kW di Sinosynergy,<br />
con una capacità di raccolta di un<br />
metro cubo. La macchina viene<br />
proposta in versione standard con<br />
un serbatoio di idrogeno da 2 chili<br />
a 700 bar, che garantisce un’autonomia<br />
in normali condizioni di<br />
percorrenza e spazzamento di <strong>11</strong><br />
ore. Il pieno? In meno di 5 minuti.<br />
Una seconda versione prevede<br />
l’utilizzo di H2 Pod, ovvero delle<br />
bombole intercambiabili. Questa<br />
soluzione flessibile permette di<br />
essere operativi ovunque, con<br />
un’autonomia praticamente illimitata.<br />
L’integratore che converte<br />
la versione elettrica in quella<br />
a celle è di Holthausen Clean<br />
Technology. Questa soluzione si<br />
applica sia al primo equipaggiamento<br />
che al retrofit dell’elettrico.<br />
La seconda macchina ha la firma<br />
di Toyota. L’associazione tra il<br />
marchio giapponese e l’idrogeno<br />
rimanda al giugno 2022, nei<br />
paraggi di Mestre, quando l’Eni<br />
inaugurò la prima stazione operativa<br />
per il rifornimento di idrogeno.<br />
Coprotagonista fu Toyota<br />
Motor, a Piacenza Toyota Material<br />
Handling. Allo stand era in<br />
bella mostra un caricatore frontale,<br />
convenzionalmente equipaggiato<br />
con batterie al piombo<br />
acido o al litio, modificato per<br />
alloggiare la power unit che produce<br />
elettricità dall’idrogeno. Il<br />
monoblocco rispetta misure e alloggiamento<br />
dell’alimentazione<br />
elettrica, opportunamente zavorrata,<br />
perché la batteria fungeva da<br />
contrappeso. La ricarica si effettua<br />
in tre minuti.<br />
Abbiamo rivisto il genset Tecnogen<br />
con termico a idrogeno,<br />
introdotto al Bauma del 2022. I<br />
100 kW meccanici del GM, con<br />
la regia di Dumarey, si avvalgono<br />
del Flywheel, sistema di recupero<br />
energetico che permette<br />
di fa fronte a picchi di corrente.<br />
Il sistema di raffreddamento utilizzato<br />
è brevettato da Tecnogen,<br />
con ventole elettriche a giri variabili,<br />
che eliminano i consumi<br />
passivi legati all’utilizzo di<br />
ventole meccaniche azionate da<br />
cinghie. Il motore è ubicato in<br />
un compartimento separato e non<br />
richiede flusso d’aria. Il gruppo<br />
può operare anche a temperature<br />
tropicali.<br />
L’infinita galassia di ABB contribuisce<br />
ad abbassare i costi in fase<br />
di progettazione e di primo esercizio.<br />
Escluso l’elettrolizzatore,<br />
fornisce il suo contributo nell’intera<br />
filiera progettuale, dalla fase<br />
di studio dell’impianto alla capacità<br />
esecutiva e post-vendita, dalla<br />
quadristica elettrica ad automazione,<br />
software di ottimizzazione<br />
energetica, conversioni, elettronica<br />
di potenza. L’enciclopedica<br />
gamma di convertitori ABB si<br />
iscrive nel range da 100 chilowatt<br />
all’ordine di qualche GW.<br />
Più potenza. Maggiore produttività. Più tempo di attività. Meno<br />
complessità. I motori della serie Performance di Cummins offrono<br />
vantaggi sia agli agricoltori che ai produttori di attrezzature. Una potenza<br />
maggiore significa una maggiore capacità della macchina. Un design più<br />
semplice semplifica l’installazione e la manutenzione.<br />
Ci vediamo a EIMA, dal 6 al 10 novembre a Bologna, Italia.<br />
Padiglione 15, stand A/3.<br />
©<strong>2024</strong> Cummins Inc.
LiuGong e ZF a braccetto nell’agricolo<br />
CAMPO APERTO<br />
LiuGong si smarca dall’esclusività del movimento<br />
terra e abbraccia altri orizzonti: quelli dei campi<br />
da coltivare. Il trattore LT2004-BP è l’avanguardia di<br />
una serie concepita con il sistema TerraPower di ZF<br />
TerraPower<br />
consente di<br />
scegliere tra la<br />
versione standard<br />
con Powershift<br />
ad azionamento<br />
manuale o l’Aps,<br />
automatico, con<br />
cambio di gamma<br />
elettroidraulico<br />
opzionale Irs<br />
(Intelligent range<br />
shift).<br />
Dici LiuGong e pensi agli<br />
escavatori. Comunque, ci<br />
si proietta in cantiere, magari<br />
in compagnia di Cummins.<br />
A titolo di esempio, risale a tredici<br />
anni fa una joint venture per<br />
produrre motori di fascia media<br />
nello stabilimento di Liuzhou, nel<br />
Guangxi, Cina meridionale. È notizia<br />
recente la discesa “in campo”,<br />
è il caso di dirlo, di LiuGong,<br />
che ha celebrato il lancio del suo<br />
primo trattore da 147 chilowatt<br />
(200 cavalli), equipaggiato col<br />
cambio powershift di ZF. Una collaborazione,<br />
quella tra LiuGong e<br />
ZF, che risale alla fondazione di<br />
Liuzhou ZF Machinery nel 1995.<br />
Siglato LT2004-BP è l’apripista<br />
di una gamma che imprimerà il<br />
nome di LiuGong nella meccanizzazione<br />
delle macchine agricole.<br />
Le trasmissioni TerraPower<br />
powershift di ZF coprono l’intervallo<br />
tra 65 e 320 cavalli. Sono<br />
state sviluppate espressamente<br />
per trattori di medio-alta potenza,<br />
con retromarcia automatica<br />
(power shuttle), controllo elettroidraulico<br />
della presa di forza, trazione<br />
integrale e bloccaggio del<br />
differenziale.<br />
L’unità di controllo della trasmissione<br />
integrata garantisce opzioni<br />
diagnostiche complete e l’hardware,<br />
direttamente collegato al<br />
sistema elettrico, riduce significativamente<br />
i cicli di sviluppo e i<br />
costi di assistenza per l’Oem.<br />
Merlo e l’e-Worker al litio<br />
Cambio alla “guida” del Merlo<br />
e-Worker: alle tradizionali<br />
(almeno sui caricatori frontali)<br />
batterie al piombo acido<br />
affianca un pacco batterie<br />
al litio. Il ciclo (VDI 2198)<br />
utilizzato come standard per la<br />
misurazione delle prestazioni<br />
dei carrelli elevatori, stabilisce<br />
un’autonomia di 7 ore e mezzo.<br />
Tra le modifiche apportate<br />
all’e-Worker, la più importante<br />
è il selettore attacca-Bms (il<br />
Battery management system)<br />
in cabina, vicino al bracciolo,<br />
che serve per far ripartire la<br />
batteria, dotata di un sistema<br />
di spegnimento automatico<br />
per limitare l’auto-scarica.<br />
Trattandosi di una soluzione<br />
molto più leggera rispetto a<br />
quella al piombo acido, per<br />
non sbilanciare la macchina la<br />
batteria è dotata di una zavorra<br />
di circa 700 chili. Il sottoscocca<br />
della macchina rimane libero,<br />
visto che la batteria appoggia<br />
soltanto su due supporti laterali<br />
ed è protetta, di sotto, dal suo<br />
cassone. In questo modo,<br />
è possibile rimuoverla in circa<br />
15 minuti.<br />
C<br />
M<br />
Y<br />
CM<br />
MY<br />
CY<br />
CMY<br />
K<br />
AVL Italia e l’idrogeno per il trasporto in Campania<br />
Ingegneria a tutto tondo. Potrebbe<br />
essere il marchio di fabbrica di<br />
AVL Italia. Lo dimostra anche<br />
l’aggiudicazione della gara della<br />
Regione Campania per un impianto<br />
di produzione di idrogeno verde<br />
da 5MW, con stoccaggio in loco<br />
e relativa stazione di rifornimento<br />
a 350 bar, per i treni e i bus del<br />
trasporto pubblico locale. Il bando è<br />
stato promosso dall’Ente Autonomo<br />
Volturno. Il progetto è stato affidato<br />
a un raggruppamento di imprese di<br />
cui AVL Italia è parte; l’impianto di<br />
produzione di idrogeno verde sarà<br />
alimentato unicamente da energia<br />
verde e corredato da un impianto<br />
solare. «Siamo orgogliosi di questo<br />
risultato» ha commentato Dino<br />
Brancale, Amministratore Delegato<br />
di AVL Italia, «che ci consente<br />
di lavorare in un progetto in cui<br />
crediamo molto: la sfida del trasporto<br />
sostenibile non è solo costruire<br />
veicoli a basso impatto ambientale<br />
ma anche sviluppare un’infrastruttura<br />
accessibile e in grado di sostenere<br />
tutto il sistema».<br />
«Una nuova sfida per EAV» ha<br />
aggiunto Umberto De Gregorio,<br />
Presidente e Direttore Generale<br />
dell’Ente Autonomo Volturno.<br />
«Questo progetto rappresenta<br />
una opportunità per il territorio di<br />
Piedimonte Matese (Caserta) e per<br />
l’intera regione Campania, unendo<br />
innovazione e sostenibilità.<br />
Siamo orgogliosi di collaborare con<br />
AVL Italia in un’iniziativa che non<br />
solo porta avanti la visione di<br />
EAV e di Regione Campania di<br />
transizione energetica, ma valorizza<br />
il nostro impegno verso un trasporto<br />
pubblico più pulito e rispettoso<br />
dell’ambiente».<br />
16
SALONE DI PARIGI. La riscossa della Losanga<br />
VITTORIA<br />
IN CASA<br />
Trionfo di Luca de Meo con una line-up di<br />
nuovi modelli che copre tutti i segmenti.<br />
E avviso di sfratto per Carlos Tavares, Ceo<br />
di un gruppo Stellantis che non si limita a<br />
franare sul mercato americano. Delude<br />
pure il pubblico tricolore (blu-bianco-rosso)<br />
Le espressioni<br />
di Luca de Meo<br />
e Carlos Tavares<br />
sono rivelatrici<br />
dei differenti stati<br />
d’animo delle due<br />
grandi costruttrici<br />
d’auto francesi.<br />
Qui, a sinistra,<br />
la rigenerata R4,<br />
disponibile in<br />
versione elettrica.<br />
AUTOMOTIVE<br />
A<br />
ltri hanno creato il caos e voi chiedete a me<br />
di risolvere la situazione e di garantire posti<br />
di lavoro. Non sono un mago, sono un essere<br />
umano come voi». Irritato, Carlos Tavares, Ceo<br />
di Stellantis, ha esordito nel press day del Salone<br />
dell’Auto di Parigi sparando a zero sulle politiche di<br />
Bruxelles. «Dov’è lo studio di impatto sulle possibili<br />
conseguenze?» ha proseguito il top manager pagato<br />
come un calciatore, 23 milioni di euro a stagione.<br />
«Perché non ascoltano? La Commissione europea<br />
continua ad avere una posizione demagogica, che<br />
danneggia il mercato». A dare retta alle voci tra gli<br />
stand della Porte de Versailles, l’ira di Tavares era<br />
stata scatenata da ben altro che l’“avviso di sfratto”<br />
giuntogli il 14 ottobre, via Bloomberg: «Stellantis ha<br />
avviato la ricerca per il successore di Carlos Tavares.<br />
Il contratto dell’amministratore delegato scade<br />
agli inizi del 2026 e la procedura rientra nella regolare<br />
pianificazione». Comprensibile: non si paga un<br />
Ceo il quadruplo di Ola Källenius, il suo omologo<br />
in casa Mercedes, per vedere crollare le quotazioni<br />
di borsa di Stellantis, schiacciate dalle perdite sul<br />
mercato nordamericano. Né per sentirlo battibeccare<br />
senza costrutto col governo Meloni sul progetto (ormai<br />
sfumato) di costruire un milione di auto all’anno<br />
in Italia o per il mancato avvio del cantiere per la<br />
gigafactory di batterie a Termoli.<br />
Una vetrina a forma di Esagono<br />
La verità, secondo le lingue lunghe, è che il Mondial<br />
de l’Auto di Parigi rappresenta la vetrina per eccellenza<br />
del made in France. E Tavares si è reso conto<br />
solo a cose fatte del disastro per l’immagine di Stellantis<br />
costituito dalla sua foto ricordo con i manager<br />
cinesi di Leapmotor per il lancio del Suv ultracompatto<br />
B10. Il presidente Macron, nel visitare lo stand,<br />
non ha battuto ciglio, ma il confronto a distanza con<br />
Luca de Meo, Ceo del gruppo Renault, sembrava fatto<br />
apposta per far sfigurare il top manager di origine<br />
portoghese in favore dell’italiano. Al centro del palco<br />
della casa della Losanga, infatti, troneggiava la rinata<br />
R4, ovviamente elettrica. Un’auto cento per cento<br />
francese che rivisita l’originale con tanta attenzione<br />
da mantenere sia il tetto di tela a tutta ampiezza sia il<br />
cestino di vimini lato passeggero per portare a casa la<br />
baguette. E condivide la piattaforma a batteria con la<br />
R5, i cui primi esemplari girano già per Parigi, oltre<br />
a precedere la resurrezione della Twingo, anch’essa<br />
Bev e in chiave utilitaria low cost (prezzo annunciato<br />
inferiore a 20mila euro), presentata in forma di<br />
prototipo e attesa per gennaio 2026. Anche per i più<br />
distratti, la sintesi era inequivocabile: “Stellantis ci<br />
porta in casa i cinesi, Renault tutela il lavoro francese”.<br />
Sentiment rafforzato dall’unica dichiarazione<br />
“storica” di de Meo nel corso degli incontri del press<br />
day: «Sono sempre alla ricerca di nuove alleanze<br />
con altri costruttori» ha ribadito il Ceo di Renault<br />
«secondo il modello Airbus che ha sbancato l’aeronautica,<br />
per riuscire a dare vita a piccole Bev made<br />
in Europe mantenendo ridotti i costi di produzione».<br />
Stella... senza DS, Fiat, Lancia e Opel<br />
Una presenza al Mondial limitata, quella di Stellantis,<br />
amputata di marchi quali DS (da sempre proposta<br />
come essenza del premium francese), Fiat, Lancia e<br />
Opel, che ha oscurato un’ottima notizia: il portafoglio<br />
ordini per la Citroën elettrica ë-C3 ha raggiunto<br />
quota 50mila unità. Certo, c’era Alfa Romeo con la<br />
Junior, anche in versione ibrida; sullo stand Citroën<br />
faceva bella mostra la concept C5 Aircross, Suv dal<br />
caratteristico design millespigoli che segna il debutto<br />
della nuova piattaforma STLA Medium di Stellantis,<br />
futura base sia dell’Alfa Romeo Giulietta sia di una<br />
vettura a marchio Lancia. In Peugeot luccicava la<br />
nuova 5008, rinata per il MY 2025 come Suv a sette<br />
posti. Ma da un estremo all’altra della gamma, sotto<br />
le volte del centro espositivo alla Porte de Versailles<br />
il gruppo della Losanga ha portato una sfilata inesauribile<br />
di novità: auto a idrogeno? Sì grazie, con<br />
il concept Renault Embleme dotata di cella a combustibile<br />
come range extender per toccare i 1.000<br />
chilometri di percorrenza. Suv di segmento C? Et<br />
voilà l’atteso Dacia Bigster, fratello maggiore del popolarissimo<br />
Duster con tanto di motorizzazione ibrida.<br />
Citycar elettrica? Ecco la rinnovata Dacia Spring<br />
con motore da 65 cv e autonomia media superiore a<br />
220 chilometri. Persino una minicar elettrica di successo<br />
come la Citroën Ami, 65mila auto vendute, ha<br />
trovato un concorrente Renault a tagliarle il passo,<br />
rivisitando l’ormai invecchiata Twizy: la Duo in versioni<br />
passeggeri e la Bento per le merci.<br />
Parigi è sempre Parigi<br />
Lo show improntato alla grandeur voluto da de Meo<br />
era reso più apprezzabile dall’assenza di Toyota, di<br />
fatto marchio francesizzato grazie all’impianto di<br />
Valenciennes che sforna Yaris e Yaris Cross per l’intero<br />
mercato continentale. Così, se a fine febbraio il<br />
Geneva Motor Show ha registrato il de profundis del<br />
salone elvetico, a metà ottobre il Mondial de l’Auto<br />
si è dimostrato capace di surclassare anche l’IAA<br />
tedesca. Tanto da convincere il gruppo Volkswagen,<br />
volutamente assente il Ceo Oliver Blume, a scegliere<br />
come palcoscenico Parigi per il debutto di un bestseller<br />
come il Suv Audi Q5 in versione totalmente rinnovata,<br />
dal frontale con i fari ultrasottili alla plancia<br />
con il nuovo “schermo di cortesia” per il passeggero e<br />
ai motori mild-hybrid benzina e diesel. E al forfait di<br />
Mercedes i bavaresi di BMW hanno replicato portando<br />
sotto la torre Eiffel sia le concept elettriche Vision<br />
Neue Klasse e Vision Neue Klasse X sia le nuove Bev<br />
del marchio Mini, la John Cooper Works e la Aceman.<br />
Presenti Tesla e tanti cinesi<br />
Presenze europee più che giustificate sia dalla mossa<br />
a sorpresa di Tesla di presidiare il salone francese<br />
sia dalla sfilata di marchi cinesi a Parigi: se BYD<br />
non è più un misterioso outsider, c’erano comunque<br />
anche Forthing, GAC, YangWang e persino Hongqi,<br />
il costruttore delle limousine per le alte sfere del partito<br />
comunista, che hanno portato tanti veicoli, tutti<br />
elettrici, tutti sconosciuti sulle nostre strade fino a<br />
qualche anno fa. Menzione speciale per Xpeng che<br />
con la P7+ non ha esposto solo un’elegante Bev fastback<br />
ma pure la prima auto al mondo sviluppata con<br />
l’intelligenza artificiale così da definire le sue funzionalità<br />
in base alle esigenze di guidatore e passeggeri.<br />
È il futuro, bellezza!<br />
18<br />
19
FEDERMETANO. Al convegno di Roma<br />
BIOMETANO<br />
ZERO CARBON<br />
TWENTY - FOUR<br />
Venite a trovarci al<br />
Padiglione 15, Stand C<strong>11</strong><br />
Bologna, 6-10 novembre <strong>2024</strong><br />
Al convegno “Biometano per la mobilità<br />
sostenibile: l’evoluzione green del motore a<br />
combustione interna” sono emersi dati molto<br />
interessanti e, a conclusione, la richiesta di<br />
Federmetano alle istituzioni di equiparare<br />
fiscalmente i veicoli a metano a quelli elettrici<br />
Alcune Panda<br />
ibride convertite a<br />
biometano: fanno<br />
parte di una flotta<br />
di <strong>11</strong> esemplari<br />
“trasformati” a<br />
dimostrazione<br />
concreta delle<br />
potenzialità del<br />
biometano e<br />
come simbolo<br />
della partnership<br />
industriale attivata<br />
tra Federmetano<br />
ed Ecomotive<br />
Solutions.<br />
autonotive<br />
M<br />
entre in sede europea Ursula von der Leyen<br />
apriva all’utilizzo degli e-fuel e ad un approccio<br />
tecnologicamente neutrale, all’Aci<br />
di Roma si è svolto il convegno, organizzato da<br />
Federmetano, “Biometano per la mobilità sostenibile:<br />
l’evoluzione green del motore a combustione<br />
interna”. Dopo i saluti di rito, Angelo Sticchi Damiani,<br />
Presidente Aci, ha dichiarato: «Sappiamo<br />
bene che la mobilità elettrica è adatta alla città,<br />
ma che ha complicato la vita alle case automobilistiche<br />
e tolto all’utente la libertà di scegliere, non<br />
risolvendo comunque il problema dell’anzianità<br />
del parco circolante». Dante Natali, Presidente di<br />
Federmetano, la Federazione nazionale distributori<br />
e trasportatori di metano: «Oggi il settore del<br />
metano si trova in un momento difficile, non solo<br />
perché il Fit for 55 ha puntato tutto su elettrico e<br />
idrogeno, ma anche per la situazione geopolitica<br />
che ha portato il prezzo del metano a valori impensabili,<br />
producendo un blackout del settore di<br />
un anno. Lo scenario è critico, ma non dobbiamo<br />
dimenticare che il 60% del Cng è già bio e nessun<br />
altro carburante può vantare questo primato.<br />
È una tema che vogliamo portare all’attenzione<br />
delle istituzioni e del Governo». In occasione del<br />
convegno, Federmetano ha attivato una partnership<br />
con Ecomotive Solutions per la trasformazione di<br />
una flotta di <strong>11</strong> Panda ibride. Un recente studio del<br />
RIE, Ricerche Industriali Energetiche, esposto da<br />
Gian Paolo Repetto, evidenzia come il biometano<br />
abbia caratteristiche peculiari per fornire da subito<br />
un contributo importante alla transizione. Gli obiettivi<br />
al 2030 sono ambiziosi, tanto da prevedere una<br />
produzione più che decuplicata rispetto all’attuale<br />
(grazie al Pnrr potrebbe aumentare addirittura di<br />
20 volte). Paolo Arrigoni, presidente del Gse, ha<br />
ricordato che in Italia i trasporti rappresentano il<br />
28% dei consumi di energia. La quota di rinnovabili<br />
nel 2022 era all’8%, ma dovrà raggiungere il<br />
34% nel 2030, con il contributo di tutti i settori<br />
del trasporto, obiettivi sfidanti anche in termini di<br />
investimenti, ma che riusciremo a raggiungere solo<br />
con la costruzione di nuovi impianti e la riconversione<br />
degli impianti a biogas esistenti. Massimo Bitonci,<br />
Sottosegretario al Ministero delle Imprese e<br />
del Made in Italy: «Stiamo lavorando intensamente<br />
sulla riforma della rete dei carburanti, che rappresenta<br />
di fatto un servizio pubblico. In Italia i punti<br />
vendita sono più del doppio che nel resto d’Europa,<br />
quindi, se abbiamo già la rete, perché non sfruttarla<br />
per i biocarburanti, salvaguardandone anche<br />
i gestori?». A conclusione del convegno, il presidente<br />
di Federmetano ha esposto le richieste, molto<br />
concrete, alle istituzioni: «La decarbonizzazione da<br />
biometano potrebbe essere rapida e poco costosa.<br />
Per questo chiediamo al Governo l’equiparazione<br />
dei veicoli a biometano ai veicoli elettrici, quindi<br />
il libero accesso alle Ztl, agevolazioni sui canoni<br />
di sosta, l’esenzione dal bollo per almeno 5 anni,<br />
la prosecuzione degli incentivi retrofit per i veicoli<br />
trasformati a biometano. Occorre monitorare e intervenire<br />
su tutti i meccanismi europei e non, la cui<br />
applicazione potrebbe portare a un’alterazione dei<br />
rapporti di concorrenzialità tra i diversi carburanti<br />
penalizzando il biometano. È urgente sostenere<br />
una filiera, quella del metano auto, che conta circa<br />
20mila addetti potenzialmente a rischio in caso di<br />
ulteriore aggravamento dell’attuale crisi del settore<br />
e intervenire a livello europeo per ottenere un<br />
ufficiale riconoscimento dei biocarburanti come<br />
strumento paritetico a energia elettrica, idrogeno<br />
e carburanti sintetici per il conseguimento degli<br />
obiettivi di riduzione di CO 2<br />
per i nuovi veicoli anche<br />
dopo il 2035». L’associazione chiede inoltre di<br />
operare per garantire l’azzeramento dell’accisa per<br />
bioGNC e bioGNL e di prevedere nella prossima<br />
legge di bilancio un credito di imposta strutturale<br />
per le spese di acquisto di bioGNC e Gnl/bioGNL<br />
da parte delle imprese di autotrasporto.<br />
Un passo avanti con<br />
soluzioni personalizzate.<br />
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20<br />
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himoinsa. È anche di taglia XL<br />
MISSIONI<br />
IMPEGNATIVE<br />
Se preferite, mission-critical. È questa la<br />
destinazione della serie HGY, motorizzata da un <strong>12</strong><br />
e 16 cilindri di Yanmar, da 61,1 e 82,7 litri, ai quali si<br />
aggiungerà un 20 cilindri. Concepiti per digerire sia<br />
combustibili fossili che bio, liquidi e gassosi, col 20<br />
sposeranno la causa dell’idrogeno. Questo progetto<br />
sancisce l’ingresso degli spagnoli oltre il MW<br />
stazionari<br />
Nel 2027 il mercato dei gruppi di generazione<br />
con potenza superiore al MW destinato alle<br />
applicazioni mission-critical dovrebbe attestarsi<br />
sulle 16mila unità, per un volume d’affari<br />
di 9 miliardi di euro. Queste sono le previsioni,<br />
dalle quali scaturisce il big bang della nuova era<br />
di Himoinsa. Lei si chiama HGY Series e ha sfondato<br />
il muro del suono del megawatt, che ha finora<br />
rappresentato la soglia della potenza nelle corde<br />
di Himoinsa. Il contributo decisivo di Yanmar e<br />
l’interazione tra l’engineering giapponese e quello<br />
spagnolo hanno prodotto un gruppo dall’impronta<br />
tecnologica spalmata nei poli di eccellenza ingegneristica<br />
a livello mondiale. I sistemi di filtrazione<br />
sono a cura di Mann+Hummel, l’alternatore è<br />
Stamford, in alternativa c’è Mecc Alte, espressione<br />
dell’acume produttivo italiano, al pari del radiatore,<br />
la pompa di pressione è austriaca, le teste dei<br />
cilindri tedesche e giapponesi. Una famiglia a <strong>12</strong>,<br />
16 e 20 cilindri, con cilindrate di 62,1 litri, già<br />
a listino (la prima fornitura è destinata al Regno<br />
Unito per una centrale da 20 MW) e da 82,7 litri<br />
(per questa bisogna attendere il 2026). Per il 20<br />
litri, che si candida a proporre l’idrogeno come<br />
interprete della decarbonizzazione, l’orizzonte è<br />
il 2030.<br />
Litri e chilowatt a cura di Yanmar<br />
La serie HGY è equipaggiata dai motori GY175L di<br />
Yanmar, che vanno da 1.250 kVA a 3.500 kVA (in futuro<br />
si prevede di arrivare a 4.000 kVA). Circa il 50%<br />
del potenziale bacino di assorbimento consiste negli<br />
energivori data center, che si apprestano a conquistare<br />
anche l’emergente mercato africano: Himoinsa<br />
ha infatti in agenda forniture a data centre ubicati in<br />
Marocco, Angola e Sudafrica. I motori giapponesi<br />
sono caratterizzati da un’architettura modulare, con<br />
una canna di circa 5,17 litri, generata da un alesaggio<br />
di 175 millimetri e una corsa di 215 mm. In cabina<br />
di regia ci sono un performante common rail e<br />
una pompa ad alta pressione che garantiscono una<br />
pressione di iniezione di 2.200 bar. Un approccio<br />
che abbiamo conosciuto in altre latitudini (stradali<br />
e mobili industriali) e che consentono di ottimizzare<br />
la combustione, riducendo al minimo il consumo<br />
di carburante e la rumorosità. L’architettura e la filosofia<br />
di progettazione dei GY175L di Yanmar si<br />
concentrano sull’imprinting prestazionale dei motori<br />
a velocità variabile. Questo approccio consente alle<br />
applicazioni stazionarie di agire sull’efficienza della<br />
combustione, massimizzando la densità di potenza.<br />
Una strategia applicata nel settore industriale alle<br />
macchine agricole e a quelle del movimento terra,<br />
che spesso devono conciliare i vincoli normativi e la<br />
necessità di adattarsi a carichi di lavoro variabili, ai<br />
transitori e ai picchi di domanda durante traslazione<br />
o operazioni accessorie. Adottando questi principi, il<br />
GY175L è in grado di soddisfare i rigorosi requisiti<br />
prestazionali delle moderne applicazioni industriali,<br />
affrontando efficacemente le sfide poste dalla crescente<br />
domanda di energia e migliorando al contempo<br />
l’efficienza operativa complessiva.<br />
Questo approccio coraggioso è stato seguito da altri<br />
grandi produttori di motori, consentendo alle applicazioni<br />
stazionarie di ottimizzare l’efficienza della<br />
combustione e migliorare la densità di potenza.<br />
Inizialmente, questa strategia era stata pensata per i<br />
motori delle macchine agricole e per le costruzioni,<br />
dove le sfide legate ai vincoli di spazio dei sistemi<br />
di post-trattamento e la necessità di adattare i motori<br />
alle esigenze dei clienti.<br />
La piattaforma a <strong>12</strong>, 16 e, prossimamente, 20 cilindri<br />
ha implicato un significativo aumento della capacità<br />
produttiva degli attori coinvolti. Sono stati di conseguenza<br />
avviati una nuova linea di produzione per<br />
i GY presso lo stabilimento Yanmar di Amagasaki,<br />
in Giappone, e un centro di produzione dedicato da<br />
parte di Himoinsa, in Spagna. Questo nuovo stabilimento<br />
occupa una superficie di 17mila metri quadri<br />
e una capacità di mille generatori all’anno.<br />
Il lancio della serie<br />
HGY di Himoinsa<br />
si è svolto nella<br />
cornice dello<br />
stadio Wanda<br />
Metropolitano, la<br />
casa dell’Atletico<br />
Madrid.<br />
22<br />
23
CONFRONTO. 15-16 litri industriali<br />
16 litri industriali<br />
SALTO IN<br />
ALTO/BIS<br />
Approfittiamo di un errata corrige per riproporre<br />
sinteticamente il confronto più muscolare del<br />
panorama agricolo. Al di sopra dei 602 kW del<br />
Cursor 16, ci si arrampica sui 18-20 litri per grandi<br />
macchine da raccolta. Nel confronto pubblicato<br />
a giugno, il 16 di Deutz risultava amputato di 40 kW.<br />
La potenza massima non è di 480 bensì di 520 kW<br />
TERRA<br />
24<br />
Reso onore alle reali curve prestazionali del rosso<br />
di Colonia, non cambia la leadership. Sul gradino<br />
più alto del podio resta insediato il Cursor<br />
16, in coabitazione con il D4276 di MAN Engines.<br />
In questo scenario, cioè quello dei 15-16 litri, a cavallo<br />
dei 500 chilowatt, Cummins schiera l’X15,<br />
parte della piattaforma Helm che offre ai clienti la<br />
possibilità di scegliere il tipo di carburante che meglio<br />
si adatta alle loro esigenze aziendali, offrendo<br />
un design del motore di base comune con testate e<br />
sistemi di alimentazione specificatamente personalizzati<br />
per un singolo carburante: diesel avanzato, gas<br />
naturale o idrogeno. FPT Industrial ha tratto beneficio<br />
dalla cura di vitamine, risalente a fine agosto<br />
2023, al Farm Progress Show di Decatur. In Illinois<br />
fu esposto il C16 TST che fornisce allo Steiger 715<br />
di Case IH oltre il 10% di potenza e oltre il 6% in<br />
di coppia rispetto allo Steiger 645 con il Cursor 13<br />
TST. Nonostante gli ingombri giochino a sfavore, il<br />
C16 TST appaia in vetta il D4276 di MAN. I valori<br />
del MAN D4276 sono generalmente plafonati verso<br />
l’alto, senza essere quasi mai apicali. Un compromesso<br />
tra la taratura della centralina elettronica, il<br />
dialogo con l’albero motore e la sovralimentazione.<br />
La seduzione dell’alta pressione<br />
Il common rail è stato rivisitato: la pompa ad alta<br />
pressione garantisce una mandata superiore del 40%<br />
senza aumentare le vibrazioni e le emissioni acustiche.<br />
Gli iniettori sono stati progettati appositamente<br />
per il D4276 con una pressione d’iniezione fino a<br />
2.500 bar per una polverizzazione più performante<br />
del carburante. L’alloggiamento delle turbine in<br />
acciaio colato, resistente al calore, nonché il corpo<br />
del compressore in alluminio, che sopporta le alte<br />
temperature, aumentano la robustezza del turbo. La<br />
medaglia d’argento della potenza spetta a Volvo Penta,<br />
con 585 chilowatt. La sovralimentazione è affidata<br />
al doppio stadio, retaggio stradale, come la Vgt.<br />
Il 385A eroga 566 kW , il 317A ne fa 44 in meno,<br />
ma si impone nel grafico della curva di coppia, con<br />
3.342 Newtonmetro.<br />
ERRATA CORRIGE: L’INDICE DIESEL DI DEUTZ SALE A 7,7<br />
Il Deutz TCD16<br />
eroga al top 520<br />
chilowatt.<br />
Marca CUMMINS DEUTZ FPT INDUSTRIAL MAN MAN MTU SCANIA SCANIA VOLVO PENTA<br />
Modello X 15 TCD 16 CURSOR 16 - 2 TST D3876 D4276 R61500 DC16 385A DC16 317A TWD1683VE<br />
CARTA D’IDENTITÀ<br />
A x C mm - C/A 137 x 169 - 1,23 132 x 145 - 1,10 141 x 170 - 1,21 138 x 170 - 1,23 142 x 170 - 1,20 139 x 171 - 1,23 130 x 154 - 1,18 130 x 154 - 1,18 144 x 165 - 1,15<br />
N. cilindri - litri 6 - 14,94 8 - 15,87 6 - 15,92 6 - 15,25 6 - 16,15 6 - 15,56 8 - 16,35 8 - 16,35 6 - 16,<strong>12</strong><br />
Potenza intermittente kW - rpm 522 - 2.100 520 - 2.100 602 - 2.000 485 - 1.800 581 - 1.800 480 - 1.700 566 - 1.800 522 - 2.100 585 - 1.900<br />
Pme bar 20,4 17,6 23,1 21,6 24,5 22,2 23,5 18,6 23,4<br />
Velocità lineare pistone m/s <strong>11</strong>,8 10,2 <strong>11</strong>,3 10,2 10,2 9,7 9,2 10,8 10,5<br />
Coppia max Nm - rpm 3.200 - 1.400 2.890 - 1.400 3.842 - 1.300 3.000 - 1.100 3.400 - 1.350 3.097 - 1.300 3.100 - 1.450 3.342 - 1.400 3.650 - 1.200<br />
Pme a coppia max bar 27,5 23,4 30,9 25,2 27 25,5 24,3 26,2 29<br />
Riserva di coppia % 51,3 45,6 53,8 51,8 48,5 54,5 44,7 54,0 52,4<br />
Coppia a potenza max Nm 2.372 2.362 2.871 2.577 3.077 2.695 2.999 2.372 2.940<br />
% Potenza a coppia max (kW) 89,9 (469) 81,60 (700) 86,90 (523) 71,30 (346) 67,50 (392) 87,90 (422) 83,20 (471) 93,90 (490) 78,50 (459)<br />
NELLO SPECIFICO<br />
Potenza kW/litro 34,9 30,2 37,8 31,8 35,9 30,8 34,6 31,9 36,3<br />
Coppia Nm/litro 214 176,5 241,2 196,6 210,4 198,9 189,5 204,3 226,3<br />
Potenza areale kW/dm 2 59,05 43,84 64,25 54,07 61,16 52,75 53,30 49,15 59,88<br />
METRO E BILANCIA<br />
Peso kg 1.365 1.260 1.630 1.337 1.280 1.235 1.340 1.381 1.762<br />
L x W x H mm 1.443x1.032x1.298 1.044x940x1.152 1.367x1.244x1.344 1.484x978x1.137 1.464x978x1.131 1.315x1.180x1.215 1.410x1.149x1.289 1.409x1.198x1.288 1.676x1.<strong>11</strong>5x1.362<br />
Ingombro m 3 1,93 1,13 2,29 1,65 1,62 1,89 2,09 2,17 2,55<br />
Massa/potenza kg/kW 2,6 2,4 2,7 2,8 2,2 2,6 2,4 2,6 3<br />
Densità globale kg/litri 91,3 79,4 102,3 87,6 79,2 79,3 81,9 84,4 109,3<br />
Densità di potenza kW/m 3 270,5 409,4 262,9 293,9 358,6 254,0 270,8 240,6 229,4<br />
Densità assoluta t/m 3 0,71 0,9 0,71 0,81 0,79 0,65 0,64 0,64 0,69<br />
Densità relativa litri/m 3 7,75 <strong>12</strong>,5 6,96 9,25 9,97 8,24 7,82 7,54 6,32<br />
ELASTICITÀ 10,8 9,2 <strong>11</strong>,2 10,4 10,7 7,6 6,9 10,6 10,9<br />
PRESTAZIONI 7,9 6,6 8,6 7,3 7,8 7,3 7,1 7,4 8,1<br />
SOLLECITAZIONE 13,1 10,9 14,1 <strong>11</strong>,8 <strong>12</strong>,4 <strong>11</strong>,7 <strong>11</strong>,2 <strong>12</strong>,3 13,2<br />
LEGGEREZZA 13,1 10,8 14,2 <strong>12</strong>,6 <strong>11</strong>,4 <strong>11</strong>,2 <strong>11</strong>,3 <strong>11</strong>,2 15,4<br />
COMPATTEZZA 7,8 10,5 7,5 8,4 9,5 7,4 6,2 6,2 6,4<br />
DIESEL INDUSTRIALI 7,9 7,7 8,1 7,7 8,1 7,4 7,3 7,9 7,8<br />
25
deutz italy. All’Eima<br />
CI SI VEDE A<br />
A BOLOGNA<br />
L’Eima rappresenta il tradizionale forum<br />
commerciale dove Deutz Italy incontra allestitori<br />
e utilizzatori finali. Quest’anno si fregerà del 3,9<br />
litri, in rampa di lancio per raccogliere la fortunata<br />
eredità del TCD3.6, oltre al 2,9 e al 5,2 litri.<br />
Scendono in pista anche il 7,7 litri a firma mtu-<br />
Daimler, il 7,8 in rosso, nella versione a idrogeno,<br />
e il sistema e-Deutz. Non solo trattori motorizzati<br />
Deutz: a BolognaFiere troverete anche un gruppo<br />
di Green Power con il TCD2.9 Stage V da 60 kVA<br />
TERRA<br />
Correva l’anno 2017 quando IML diventò organica<br />
a Deutz AG. Esattamente il 2 ottobre,<br />
la famiglia Keller sigla il passaggio di consegne<br />
a Deutz Italy. Nel frattempo, il rinnovato CdA<br />
di Colonia ha portato nuova linfa e idee, che si<br />
esprimono nelle declinazioni della strategia Dual+.<br />
In Italia, risale a quest’estate l’inaugurazione della<br />
sede commerciale di Napoli. Deutz non poteva<br />
mancare all’Eima. Ne abbiamo parlato con Roberto<br />
Pilling, Engines Sales Director di Deutz Italy.<br />
Parola a Roberto Pilling<br />
«All’Eima porteremo i motori della serie Classic, i<br />
diesel nell’allestimento di Deutz Italy (fin dal crepuscolo<br />
della stagione di IML, l’allestimento di powerpack<br />
compatti è stato demandato alle competenze<br />
italiane, ndr). Allo stand troverete il TCD2.9 nelle<br />
versioni HP e HT, e il TCD5.2, con il radiatore montato<br />
e il serbatoio di urea plug&play, customizzati<br />
a Lomagna. A questi affianchiamo i motori nella<br />
convenzionale configurazione Deutz, a partire dal<br />
TCD3.9, che consideriamo il best-in-class in questa<br />
fascia di cilindrata, sia per densità di potenza che<br />
per la coppia. Siamo convinti che possa essere il<br />
motore del futuro, con un particolare appeal per i<br />
telescopici e le macchine agricole».<br />
Il 3,9 litri<br />
«Il 4.1 probabilmente vivrà un phase-out fisiologico,<br />
rispetto al 3,9 litri è più ingombrante volumetricamente<br />
e si ferma a <strong>11</strong>5 chilowatt. Il TCD 3.9/4.0<br />
<strong>12</strong>9,4 kW a 2.300 rpm, 700 Nm di coppia massima<br />
costante da 1.300 fino a 1.600. Il 3,6 litri resterà<br />
invece affiancato al 3,9, del resto è tuttora il motore<br />
più venduto in Italia per le applicazioni free market.<br />
Se nel 2032 dovessero effettivamente entrare in vigore<br />
le nuove normative sui gas di scarico, il TCD3.6<br />
uscirà probabilmente di scena. Fino ad allora resterà<br />
un’unità di pregio. Il 3.9/4.0 sarà lanciato sul<br />
mercato anche in versione per gruppo elettrogeno,<br />
capace di 100 kVA, un nodo di potenza che non avevamo<br />
finora raggiunto prima». Proseguiamo in questa<br />
ideale anticipazione: «All’Eima esponiamo anche<br />
il 7,7 litri di origine mtu-Daimler, che fa parte della<br />
gamma bassa, insieme al 5,1. Avrà la coppa agricola.<br />
Mi consenta di dire che Deutz ha in cantiere una<br />
versione “trattorizzabile”; il progetto è al momento<br />
nella fase propedeutica».<br />
Il passaggio da mtu a Deutz<br />
Risale appena ad agosto la transazione ufficiale della<br />
vendita diretta e delle attività after sales delle serie<br />
off-highway di Rolls-Royce Power Systems. L’accordo<br />
con Daimler scatterà dal 2028 quando le proprietà<br />
intellettuali diventeranno di Deutz. «Avremo con noi<br />
anche il 7.8 a idrogeno, finalmente in produzione<br />
seriale». Un centinaio di generatori alimentati a idrogeno,<br />
basati sul motore TCG 7.8 H2, è stato consegnato<br />
a settembre alla Chinese State Innovation Zone<br />
ZGC. «Ci sarà anche il sistema e-Deutz, in versione<br />
“didascalica”. Tutti i componenti saranno infatti<br />
esposti su di un tavolo, dal quale si potrà osservare<br />
anche il flusso di energia e le varie funzionalità.<br />
Illustreremo ai nostri clienti la proposta Deutz per<br />
service e ricambi, che è stata ampliata e comprende<br />
anche il sistema di telemetria. L’utilizzatore riceve<br />
i dati del motore e, via CANbus, anche quelli della<br />
macchina. Vorrei sottolineare che la comunicazione<br />
avviene tramite cloud, supportato da app dedicata,<br />
e si applica alla manutenzione predittiva e agli interventi<br />
da remoto».<br />
Trattori motorizzati Deutz all’Eima<br />
E le applicazioni in mostra a Bologna? Vi ricordate<br />
il Landini Rex 4-<strong>12</strong>0 GT, vincitore del Best of Specialized<br />
al Tractor of the Year <strong>2024</strong>? Beh, sotto il<br />
cofano c’è il TCD2.9 high-power, che campeggerà<br />
allo stand di Argo Tractors. È equipaggiato con un sistema<br />
di post-trattamento ultracompatto, ridisegnato<br />
da Deutz Italy, in cooperazione con la casa madre e<br />
l’ingegneria di Landini. «Un intervento certosino»,<br />
precisa Pilling, «perché l’Scr e il Dpf erano vincolati<br />
dalla certificazione. La soluzione? Abbiamo ottimizzato<br />
gli spazi vuoti tra un elemento e l’altro dei<br />
canning, avvicinato il clean-up catalyst all’Scr, e le<br />
calotte di entrata e di uscita. Abbiamo consegnato un<br />
canning isolato, riducendo la dispersione del calore<br />
e implementando la compattezza».<br />
La parata di trattori “powered by Deutz” all’Eima<br />
prosegue con Landini ed Antonio Carraro, che porterà<br />
a Bologna un trattore di nuovo conio motorizzato<br />
dal TCD2.9. Agritalia dal canto suo ha equipaggiato<br />
il trattore AgriCube con il TCD2.2, sviluppato su<br />
input di Deutz Italy, in quanto non aveva la coppa<br />
portante, progettata insieme a Deutz AG e la stessa<br />
Carraro Agritalia. Segnaliamo il progetto di Faresin<br />
di un carro miscelatore semovente con il 3,6 litri da<br />
100 kW. AB Group, Caffini e De Cloet presentano<br />
sprayer con i 2,9 e 3,6 litri Deutz. Lato generazione<br />
di potenza, allo stand Green Power verrà esposto per<br />
la prima volta in fiera il TCD2.9 Stage V da 60 kVA.<br />
Dual+<br />
Pilling, un commento sulla strategia Dual+?: «Non<br />
è un puro approccio teorico, è pratica, come la proposta<br />
Green, che include gli endotermici a idrogeno.<br />
Stiamo lavorando in prospettiva. Dobbiamo sviluppare<br />
tecnologia a 360 gradi. Sugli implement, l’elettrificazione<br />
ha assolutamente senso, è compatibile<br />
con l’autonomia ed elimina le problematiche dell’idraulica<br />
nell’ambiente agricolo. In fin dei conti, un<br />
cavo si modella meglio rispetto a un tubo idraulico».<br />
In apertura, il<br />
TCD3.9/4.0 sul<br />
quale anche Deutz<br />
Italy ripone grandi<br />
aspettative. Sopra,<br />
la rappresentazione<br />
del sistema e-Deutz<br />
permetterà ai<br />
visitatori dell’Eima<br />
di toccare con<br />
mano senza...<br />
“prendere la<br />
scossa”. Sotto, il<br />
7,8 litri a idrogeno.<br />
Pure lui farà parte<br />
della gara.<br />
26<br />
27
avoni. Il powerpack...<br />
LO FA ANCHE<br />
CON L’N45<br />
La firma motoristica è sempre quella di FPT<br />
Industrial. Cambiano cilindrata e nodi di potenza,<br />
rispetto alle versioni avvistate al Key Energy<br />
di Rimini. La regia rimane di Avoni, che nella<br />
sede bolognese ci ha mostrato in anteprima le<br />
sembianze dell’ultimogenito. Il vernissage ufficiale<br />
è riservato a uno speciale “Fuori Salone”, che si terrà<br />
proprio a Bologna, in concomitanza con l’Eima<br />
Una bella<br />
panoramica aerea<br />
della sede di Avoni,<br />
a Calderara di Reno,<br />
in prossimità di<br />
Bologna. Nei due<br />
scatti a sinistra,<br />
il powerpack<br />
equipaggiato<br />
dall’N45 di FPT<br />
Industrial. In basso,<br />
in compagnia del<br />
powerpack che<br />
abbiamo visto per<br />
la prima volta al Key<br />
Energy, da Bastelli.<br />
TERRA<br />
Avoni ne ha fatta un’altra delle sue, e si<br />
chiama powerpack. Dopo l’anteprima con<br />
Bastelli al Key Energy, in compagnia dell’F28<br />
e dell’F36, è ancora FPT Industrial a salire<br />
in cattedra. Protagonista l’N45. Il powerpack di<br />
Avoni è infatti equipaggiato con il 4,5 litri Stage<br />
V di FPT Industrial. Roberto Paolozzi, Application<br />
Director di Avoni, vive con un piede in auto e con<br />
l’altro in aereo. Si è concesso una pausa per <strong>Powertrain</strong>,<br />
e ne valeva la pena. La gamma di powerpack<br />
del distributore di FPT Industrial, alle porte di Bologna,<br />
si è infatti arricchita dell’N45. Dopo il duetto a<br />
quattro mani con Bastelli, al Key Energy dall’F28,<br />
55 chilowatt, e dall’F36, nelle due taglie Ipu, 90 e<br />
105 chilowatt, (volendo, sarebbe arruolabile anche<br />
l’F34), è il turno dell’annunciato 4,5 litri Stage V,<br />
compatibile con l’Hvo.<br />
L’esperienza di Paolozzi in queste parole<br />
Puntualizza Paolozzi: «Siamo partiti dal top rating<br />
da <strong>12</strong>5 chilowatt in configurazione pivot per<br />
poi arrivare al powerpack (disponibile anche nei<br />
nodi da 89 e 103 kW). Le masse del radiatore non<br />
sono del tipo a sandwich ma sovrapposte, quella<br />
dell’intercooler e quella del radiatore, per consentire<br />
l’utilizzo della ventola sia soffiante che aspirante.<br />
Il powerpack è implementabile con l’N67 e,<br />
potenzialmente, con la famiglia Cursor. I margini<br />
di applicabilità sono estremamente elastici: dalla<br />
pressa rottami, alle trivelle, alle macchine speciali<br />
come quelle per il taglio del marmo, a qualsiasi<br />
applicazione che contempli lo spazio minimo per<br />
l’alloggiamento. Il motore è consegnato assemblato<br />
e validato, certificato da Avoni, che garantisce<br />
con il benestare sull’applicazione».<br />
«Effettuiamo test a 360 gradi, le caratteristiche<br />
del motore devono essere infatti valutate in base<br />
all’applicazione» precisa Paolozzi. «Un valore<br />
sensibile è l’ATB (Air Temperature to Boil, ndr),<br />
che misura la temperatura massima alla quale<br />
può lavorare il motore che deve essere necessariamente<br />
valutato con la cofanatura. La principale<br />
peculiarità dei powerpack è la versatilità. Lato<br />
radiatore, per esempio, la ventola può essere soffiante<br />
o aspirante. Cambia il posizionamento: tra<br />
le possibili varianti, c’è chi lo richiede a paratia<br />
sul lato sinistro, con ingresso dell’aria sul lato<br />
destro ed espulsione frontale».<br />
Il corredo di dispositivi firmati Avoni non finisce<br />
qui. «Il cablaggio elettrico presenta un’interfaccia<br />
particolare, di nostra concezione. Il powerpack è<br />
equipaggiato con un dispositivo per il controllo<br />
remoto sia lato motore che lato macchina. Uno<br />
spazio web dedicato e customizzato permette all’utente<br />
di agire immediatamente, come se si trovasse<br />
posizionato di fronte al cruscotto della propria<br />
automobile… Abbiamo sviluppato delle piste elettroniche<br />
con dei relè in CAN che svolgono autodiagnosi.<br />
Per visualizzare il concetto, se dovesse<br />
saltare il fusibile F5, a mero titolo di esempio, si<br />
attiverebbe l’allarme. I tempi di diagnosi e fermo<br />
macchina sono ridotti ai minimi termini. Del resto,<br />
la richiesta di questi motori Stage V è ormai tassativamente<br />
“chiavi in mano”. Avoni fornisce un<br />
sistema che non si limita al motore e si esaurisce<br />
al volano. Completata la nostra missione, l’Oem è<br />
in grado di collegare qualsiasi tipo di utenza, che<br />
ne so, una pompa idraulica, una Pto, addirittura<br />
un alternatore! Questo è esattamente il focus di<br />
Avoni. La nostra forza è la massa critica che ci ha<br />
consentito accordi vantaggiosi con i fornitori, che<br />
si riverberano sui piccoli Oem, alla pari di quelli<br />
più strutturati. Che si tratti di cablaggi, sempre<br />
più performanti, e di body computer, la gestione<br />
del motore è elettronica e si basa sul CAN. È una<br />
formula win-win: se lascio all’Oem l’incombenza<br />
integrale del cablaggio, in caso di problematiche,<br />
sarà Avoni a dovervi porre rimedio».<br />
Razionalizzazione e organizzazione<br />
In una parola, razionalizzazione. E organizzazione.<br />
Parole che includono anche le declinazioni del<br />
post-vendita. «Avoni ci ha puntato molto, investendo<br />
risorse per supportare il cliente, dalla fase di<br />
vendita a tutte le fasi successive. I nostri clienti<br />
esportano all’estero e se al momento del bisogno<br />
non trovassero adeguato supporto per l’assistenza,<br />
beh, questo implicherebbe la fine del rapporto.<br />
Per supportare al meglio il cliente, insieme a<br />
FPT Industrial, svolgiamo un’attività preliminare<br />
di mappatura del service sul territorio interessato.<br />
Ci appoggiamo all’importatore e gli forniamo<br />
strumenti di diagnosi, eventualmente setacciando<br />
strutture alternative. Garantiamo continuità anche<br />
tramite gli strumenti di controllo in remoto, che<br />
monitorano il funzionamento durante la mission».<br />
Roberto Paolozzi coordina pure attività in loco<br />
per la formazione dei tecnici, attraverso training<br />
mirati in collaborazione con FPT Industrial. «Un<br />
problema che talvolta emerge è la scarsa conoscenza<br />
della macchina e delle nuove tecnologie.<br />
Su tutte, la rigenerazione manuale del Dpf, che<br />
prevede una serie di parametri da valutare (tra<br />
gli altri, cita la temperatura dell’acqua a 60° e la<br />
condizione safety, ndr)».<br />
«A volte succede» conclude Paolozzi «che ci troviamo<br />
davanti a dei malfunzionamenti, male interpretati<br />
come errori del motore, solo perché non<br />
viene eseguita in modo corretto la procedura di<br />
rigenerazione. Su questo noi interveniamo preventivamente<br />
fornendo la formazione necessaria<br />
affinché questo possa essere semplicemente risolto<br />
in autonomia dai tecnici che hanno partecipato<br />
alle nostre giornate di training».<br />
28<br />
29
saim industrial. E la carta dell’ibrido<br />
ROTOFLUID<br />
ROTOFLEXI<br />
SOLUZIONE INTEGRATA<br />
Un progetto elaborato nei minimi dettagli, che si inserisce in una congiuntura<br />
favorevole al rilancio dell’opzione diesel-elettrica. Saim Industrial svela ufficialmente<br />
all’Eima il suo pacchetto ibrido, che si propone alla platea dell’off-highway con il<br />
Kubota D<strong>11</strong>05-K, affiancato da un elettrico della stessa Saim<br />
Così ci disse Massimo Donà, a<br />
odotti<br />
proposito del neonato reparto<br />
R&D Integrated Solutions:<br />
«Stiamo sviluppando soluzioni per<br />
l’ibridizzazione della proposta motoristica<br />
di Kubota, rivolta a particolari<br />
applicazioni di nicchia». Il<br />
progetto è giunto a maturazione con<br />
Sono cinque<br />
le modalità di l’ibrido integrato plug-in che porta<br />
funzionamento: la firma Saim e si metterà a nudo<br />
endotermica, all’Eima. Un duetto termico-elettrico<br />
elettrica, ibrida, che gioca le sue carte sul tavolo della<br />
rigenerativa e compattezza, in ragione di una macchina<br />
elettrica limata nella silhouette,<br />
automatica.<br />
integrata e flangiata sul volano. Il diesel<br />
è il Kubota D<strong>11</strong>05-K a controllo<br />
elettronico da 18,5 chilowatt con un<br />
motore elettrico di Saim Industrial<br />
da 48 V e <strong>12</strong>,8 kW, per applicazioni<br />
in ambito agricolo e construction.<br />
Nulla vieta a Saim di diversificare la<br />
declinazione endotermica (in base<br />
alle richieste locali e alle specifiche<br />
applicative). Sviluppato in due diverse<br />
versioni, è utilizzabile in modalità<br />
solo diesel, esentato dall’utilizzo del<br />
sistema di post-trattamento, solo elettrica,<br />
da <strong>12</strong>,8 kW, oppure ibrida, per<br />
una potenza cumulativa di oltre 30<br />
kW. Il software di controllo del sistema<br />
ibrido integrato, sviluppato da<br />
Saim, consente una quarta modalità<br />
di funzionamento rigenerativa, ossia<br />
di ricarica della batteria. Infine, quella<br />
automatica, che gestisce autonomamente<br />
il passaggio a termico, ibrido<br />
e rigenerativo. Le competenze di system integrator,<br />
oltre che di fornitore di soluzioni plug&play, si delle emissioni nell’ultimo anno. Responsabilità<br />
Emissioni di anidride carbonica: riduzione del 23%<br />
evincono anche dalla centralina elettronica, fornita ambientale: un risparmio energetico contabilizzabile<br />
nel 25%. Community Engagement: investimen-<br />
già montata sul motore e cablata, velocizzando e<br />
semplificando l’installazione a bordo veicolo. Il Kubota<br />
D<strong>11</strong>05-K è un supercompatto, un tre cilindri da donazioni in campo medico, sociale e culturale. Il<br />
to nelle comunità locali attraverso collaborazioni e<br />
1,<strong>12</strong> litri, capace di erogare 18,5 kW a 3.000 giri, potenziamento dei programmi di sicurezza, salute<br />
e dichiara una riduzione del consumo di carburante e benessere che hanno portato a zero infortuni registrati<br />
negli ultimi due anni, crescita della forza<br />
di circa il 5%. Potere del controllo elettronico che,<br />
alla pari del sistema CAN, equipara questo piccolo lavoro dell’8%, 1.960 ore di formazione erogate.<br />
motore industriale alle grandi cilindrate automotive. Governance: 32% di crescita del fatturato, 89% di<br />
Saim ha pubblicato il suo primo bilancio di sostenibilità.<br />
A seguire alcuni dei punti programmatici. della certificazione ISO<br />
valore economico distribuito ai fornitori. Rinnovo<br />
9001:2015.<br />
terra<br />
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4e-Consulting. All’Eima<br />
DAMMI UN<br />
CINQUE<br />
Un ombrello grande, quello di Zapi Group, con<br />
la massima autonomia. Presupposti virtuosi che si<br />
sono riverberati nella cinquina di ibridi che sfileranno<br />
sulla passerella dell’Eima di Bologna. Da Stellantis-VM<br />
a Forigo Roter Italia, Alpego, Ferri e Grim<br />
TERRA<br />
Nemmeno due anni di convivenza sotto lo stesso<br />
tetto e 4e-consulting e il Gruppo Zapi possono<br />
rivendicare quello che echeggia come un<br />
primato: all’Eima saranno addirittura cinque le soluzioni<br />
firmata dalla società di ingegneria di cui Paolo<br />
Patroncini è General Manager. Alcune di esse,<br />
segnalate al concorso “Novità Tecniche” di Eima<br />
<strong>2024</strong> ed entrate nel Quadriportico dell’Innovazione.<br />
Un’onda elettrica nel cuore dell’Emilia meccanica e<br />
meccatronica, che dalle porte di Ferrara si è riverberata<br />
fino alla bassa reggiana. È lo stesso Patroncini a<br />
raccontarci come stanno andando le cose.<br />
La parola a Paolo Patroncini<br />
«4e-consulting è diventata la società di ingegneria<br />
dell’italianissimo Gruppo Zapi, che annovera<br />
1.700 dipendenti, sparsi in una costellazione di<br />
nove aziende indipendenti. Ogni entità costituisce<br />
una product company specializzata nell’elettrificazione,<br />
si tratti di inverter, motori, convertitori,<br />
caricabatterie o altro. Il ruolo di 4e-consulting è<br />
quello di engineering company: di fatto ci occupiamo<br />
di integrazione di sistema. Il cliente Tier 1<br />
che nel passato si rivolgeva al Gruppo Zapi per<br />
approcciarsi all’elettrico, si limitava ad acquistare<br />
i singoli componenti. Adesso può beneficiare della<br />
nostra funzione di system integrator. Abbiamo mani<br />
libere nella gestione tecnica dei progetti, ci interfacciamo<br />
ai nostri interlocutori come collettori di<br />
informazioni, che riportiamo all’interno del gruppo,<br />
allo scopo di identificare la componentistica più<br />
idonea e integrarla nel progetto. Si rivolgono a noi<br />
due tipologie di interlocutori: il cliente che dispone<br />
di una struttura adeguata ad affrontare questo tipo<br />
di progetti, ma non prevede risorse dedicate, e chi<br />
invece manca completamente delle competenze specifiche,<br />
dell’ingegneria e delle risorse stesse. C’è<br />
un grosso spartiacque, anche culturale, tra alta e<br />
bassa tensione, ovvero sotto i 96 Volt e nella fascia<br />
superiore, fino a 800 V. Per dirimere il bandolo di<br />
questa matassa servono competenze non sempre disponibili<br />
internamente alle aziende. I progetti che<br />
coinvolgono le alte potenze devono essere necessariamente<br />
a 800 V e in questo approccio comprendiamo<br />
anche l’ibridizzazione, considerando come<br />
4e-consulting il nostro background di dieselisti».<br />
Entriamo tra le maglie del vostro coinvolgimento<br />
all’Eima?<br />
Una “manita” di ibridi nuovi di zecca<br />
«Tra i vari progetti degli ultimi mesi abbiamo registrato<br />
un forte impulso all’elettrificazione e all’ibridizzazione<br />
del settore agricolo. Alcuni costruttori si<br />
sono rivolti a noi in alcuni casi per elettrificare gli<br />
implement, anche in alta tensione, in altri casi le<br />
macchine vere e proprie. All’Eima i nostri partner<br />
presenteranno cinque progetti che ci hanno coinvolti<br />
nell’integrazione di sistema. Partiamo da Stellantis-VM<br />
Motori, con il nuovissimo ibrido super<br />
compatto 3 cilindri Multijet SDE da 1,3 litri, R304<br />
nella nuova onomastica. Il motore è di origine FPT,<br />
affidato alle cure di VM, a Cento, per applicazioni<br />
off-highway ibride, quindi non solo agricole (un<br />
esempio è quello delle spazzatrici) al quale sono<br />
stati integrati un motore elettrico a magneti permanenti<br />
e un inverter Zapi. Forigo Roter Italia, di<br />
Ostiglia (MN), presenterà EnerG, un rivoluzionario<br />
rover full-electric, seminatrice-baulatrice, che si è<br />
aggiudicato il premio per l’innovazione. Il semovente<br />
nasce già predisposto per la guida autonoma,<br />
è a bassa tensione, controllato da una centralina di<br />
cui 4e-consulting si è occupata in quanto system integrator,<br />
avvalendosi di componentistica del Gruppo<br />
Zapi: 10 motori elettrici e 10 inverter. Con la<br />
vicentina Alpego, pure segnalata tra le novità tecniche<br />
di Eima, un erpice elettrificato high-voltage,<br />
Alysium, con 5 motori e 5 inverter. Il risparmio di<br />
combustibile è stato certificato dall’Università di<br />
Padova. Insieme alla Ferri di Tamara, in provincia<br />
di Ferrara, abbiamo sviluppato una trinciatrice high-voltage.<br />
Il mondo dei costruttori di attrezzature<br />
si sta spingendo verso l’alta tensione. Si ragiona su<br />
famiglie di macchine che non possono lavorare in<br />
bassa tensione, in quanto prevedono potenze assorbite<br />
superiori addirittura a 100 chilowatt».<br />
La Grim di Jesi completa la manita di 4e-consulting<br />
all’Eima. «Con loro presenteremo un ibrido<br />
di sprayer semovente, con motore FPT Industrial».<br />
Patroncini conclude con alcune riflessioni. «Insieme<br />
ad alcuni partner abbiamo fatto dei passi importanti<br />
verso un futuro che si chiama “precision<br />
farming”: attrezzature interconnesse, agganciando<br />
l’Industria 5.0, che possono dialogare via remoto<br />
tramite dei portali IoT». Si può dire che è un gran<br />
bello svecchiamento? «Eccome! Quanto le ho finora<br />
raccontato certifica un reale interesse: sicuramente<br />
percepiamo un’accelerazione<br />
nell’elettrificazione,<br />
invece di una recessione,<br />
anche nell’ibrido, da parte<br />
di aziende non vogliono presentarsi<br />
in fiera non per una<br />
mera questione di marketing,<br />
ma per vendere perché i benefici<br />
sono certificati dai test<br />
sia come costi di esercizio<br />
che come confort e operatività.<br />
I costruttori degli implement<br />
stanno spingendo<br />
sui costruttori di trattori affinché<br />
mettano a disposizione<br />
l’indispensabile sorgente di<br />
energia per consentire alle<br />
loro applicazioni di funzionare<br />
e quindi i sistemi di propulsione<br />
devono gioco forza<br />
virare verso l’ibridizzazione<br />
o l’elettrificazione».<br />
Paolo Patroncini<br />
(qui sopra, sulla<br />
sinistra, e in<br />
basso, a centro<br />
immagine) continua<br />
a dirigere le<br />
attività progettuali<br />
di 4e-consulting,<br />
anche dopo il<br />
passaggio sotto<br />
le insegne di<br />
Zapi Group.<br />
Elettrificazione<br />
sugli scudi,<br />
senza dimenticarsi<br />
delle origini<br />
endotermiche. Lo<br />
dimostra la parata<br />
di ibridi che porta<br />
la sua firma.<br />
32<br />
33
kohler. DemoDays <strong>2024</strong>. A Reggio Emilia<br />
INTERFACCIA<br />
DA PREMIO<br />
Si ragiona del KSD, Diesel of the Year 2022,<br />
e si evidenzia la versatilità con cui è stato<br />
concepito, per favorire la sostituzione<br />
dei motori alloggiati nelle applicazioni offhighway.<br />
Abbiamo partecipato ai DemoDays<br />
<strong>2024</strong>, alla Kohler di Reggio Emilia, dove<br />
il KDS e il KDI sono stati protagonisti assoluti.<br />
Tra le macchine che hanno calcato il terreno<br />
dell’area demo di Reggio Emilia, Caron,<br />
Cormidi, JCB, MDB, Merlo e MultiOne<br />
Per amor di resilienza<br />
Si citano i caricatori e le piattaforme aeree, antesignani<br />
e neofiti delle batterie, prima al piombo,<br />
poi agli ioni di litio. Dimostrazione che, a seconda<br />
dell’utilizzo, l’endotermico risponde tuttora ai bisogni<br />
di chi avvicina queste macchine per rispondere<br />
a un principio di funzionalità. Una richiesta che proviene<br />
anche dal mondo del noleggio, al quale Kohler<br />
Engines ha rivolto più di un’attenzione. Nel 2022 il<br />
KSD si è fregiato del titolo di Diesel of the Year.<br />
Chiacchierando con l’ingegneria di Kohler, all’epoca,<br />
emerse l’anticipazione di quanto abbiamo appena<br />
scritto. «Ogni applicazione e ogni settore hanno molte<br />
variabili da tenere in considerazione, e Kohler ha<br />
sempre avuto come obiettivo quello di andare incontro<br />
ad ogni esigenza, studiando soluzioni per tutti. È<br />
per questo motivo che abbiamo sviluppato la nuova<br />
gamma KSD, che promette di essere adatta a tutte le<br />
aree geografiche, conforme a tutte le normative nel<br />
mondo, compatibile con tutti i tipi di macchine. È il<br />
risultato di un approccio totalmente orientato al mercato<br />
e costruito insieme ai clienti, non per i clienti.<br />
Li abbiamo coinvolti fin dal primo momento, ascoltando<br />
le loro esigenze, e studiando una varietà di soterra<br />
Giornalisti a rapporto a Reggio Emilia. Nessuna<br />
convocazione dal Consiglio di disciplina<br />
dell’Ordine di Bologna. Al quartier generale<br />
di Kohler Engines sono andati in scena, anzi, in campo,<br />
i DemoDays <strong>2024</strong>. È stata la replica dell’edizione<br />
di apertura, correva appena l’anno 2023, della quale<br />
hanno mutuato la formula. Come si dice, “squadra<br />
che vince, non si cambia”. Il format ha riproposto<br />
un palinsesto di presentazioni e aggiornamenti sui<br />
poli-cilindro diesel e su alcune applicazioni. Rispetto<br />
alla edizione zero, i riflettori sono stati puntati esclusivamente<br />
sui KDS e sui KDI, con una incursione<br />
sulle unità a benzina, di scena nel palcoscenico di<br />
Cormidi. Per il mini-dumper CMF1500 è stata coniata<br />
anche una versione Stage V da 18,4 chilowatt.<br />
La strada, qui a Reggio, è chiara. L’ibrido è sulle<br />
corde di Kohler, testato e ingegnerizzato prima sugli<br />
ex FOCS, poi sui KDI, dispone di un sistema<br />
di controllo integrato della Curtis e in un prossimo<br />
futuro potrebbe trovare una declinazione anche nei<br />
KDS; l’idrogeno è molto più di un’ipotesi, almeno<br />
a livello tecnico-applicativo (da queste parti l’hanno<br />
chiamato KDH, Kohler Direct injection Hydrogen),<br />
in attesa che la stessa Unione europea e l’EPA facciano<br />
chiarezza sulla legislazione e l’infrastruttura si<br />
adegui alle esigenze degli installatori e degli utilizzatori<br />
finali. Intanto, il fondo Platinum si è aggiudicato<br />
il 75% delle quote. Il rimanente quarto rimane nelle<br />
mani di David Kohler. Brian Melka, Ceo di Kohler<br />
Energy, ha valorizzato questo passaggio di consegne:<br />
«La domanda di energia resiliente è in crescita e il<br />
mondo ha bisogno di molto più di ciò che facciamo.<br />
Questa decisione ci consentirà di soddisfare meglio<br />
tale domanda». All’energia resiliente si è candidato<br />
pure il KSD, nelle vesti di portavoce dell’efficienza<br />
e della plausibilità “plug&play” che solo l’endotermico<br />
è in grado di offrire, oggi e ora, perlomeno<br />
in alcuni cicli di lavoro e in certe specifiche applicazioni.<br />
A questo proposito è intervenuto Abhiroop<br />
Garg, KSD Product Manager: «Negli ultimi due anni<br />
abbiamo assistito da vicino i nostri clienti nell’integrazione<br />
del KSD nelle loro macchine e i vantaggi<br />
si sono rivelati numerosi. Nei carrelli elevatori, abbiamo<br />
ottenuto un risparmio di carburante del 10%<br />
in un ciclo di lavoro tipico. Nelle piattaforme di sollevamento<br />
aereo, la risposta al carico è migliorata,<br />
mentre nei mini-escavatori le prestazioni sono migliorate<br />
e il funzionamento è ottimale anche in condizioni<br />
estreme. Nei caricatori articolati e nelle loro<br />
varie attrezzature, il motore è in grado di adattarsi<br />
a tutte le condizioni e offre una reattività superiore».<br />
DemoDays: Kohler li vede così<br />
«I DemoDays sono molto<br />
più di un semplice evento:<br />
rappresentano il nostro<br />
impegno costante nel<br />
supportare i clienti durante<br />
l’intero processo di adozione<br />
e sviluppo delle soluzioni<br />
migliori per le loro esigenze.<br />
Siamo profondamente grati<br />
luzioni su misura che hanno permesso di ottimizzare<br />
il KSD per più applicazioni diverse». Questo dispari<br />
da 1,4 litri è prodotto in India, nello stabilimento di<br />
Aurangabad, vicino a Bombay, ed è contemplato in<br />
oltre 50 varianti. Proprio in funzione del KSD, la<br />
sede produttiva è stata ampliata di 4.500 metri quadrati,<br />
con l’assunzione di 150 dipendenti per animare<br />
la nuova ala della fabbrica. La costruzione è iniziata<br />
ad agosto 2020, e ha visto coinvolti una cinquantina<br />
di fornitori, coordinati dal team operativo di Kohler<br />
India e del cervello pensante di Kohler Engines in<br />
Italia. Le operazioni sono state completate e le attrezzature<br />
sono state installate e operative. Insomma,<br />
l’altra entità produttiva di Kohler è a pieno regime. È<br />
ancora Abhiroop Garg, KSD Product Manager, a sottolineare<br />
che nella genesi del 3 cilindri c’è la ricerca<br />
del miglior compromesso tra Tco e prestazioni. Per<br />
raggiungere l’obiettivo, hanno premuto l’acceleratore<br />
sulle curve specifiche. Il picco di potenza è stato raggiunto<br />
a 1.800 invece dei convenzionali 2.400-2.600<br />
giri. Fermandosi al di sotto dei 19 chilowatt, il KSD<br />
sfugge alla mannaia della legislazione, che altrimenti<br />
imporrebbe, di fatto, l’adozione del filtro antiparticolato.<br />
Un fardello che farebbe lievitare l’ingombro<br />
per la fiducia che i nostri<br />
clienti hanno dimostrato negli<br />
ultimi due anni sostenendo<br />
questa iniziativa, che<br />
diventerà un evento regolare<br />
con la partecipazione di<br />
diversi clienti», ha dichiarato<br />
Nino De Giglio, Direttore<br />
Marketing Communications<br />
& Channel Management di<br />
Kohler Engines. «I nostri<br />
partner della stampa ci<br />
hanno accompagnato nel<br />
percorso di condivisione della<br />
nostra storia e delle nostre<br />
innovazioni e siamo orgogliosi<br />
di continuare a coltivare<br />
questo prezioso rapporto».<br />
di un motore dai volumi così ridotti, per quanto riguarda<br />
il monoblocco, e penalizzerebbe il Tco, per le<br />
problematiche relative alla rigenerazione e alla Btu.<br />
Anche all’esterno del perimetro anglosassone, volendo<br />
utilizzare un linguaggio universalmente chiaro,<br />
per l’impatto sulle masse radianti. La curva di coppia<br />
accarezzare il picco al regime di 1.400, con il 93%<br />
della potenza disponibile, e quasi il 54% di riserva.<br />
Il 3 cilindri garantisce dunque elasticità e un tesoretto<br />
di Nm anche di fronte a richieste supplementare di<br />
coppia.<br />
Ma che bella coppia<br />
Scalando i tre livelli di potenza e fissando l’asticella<br />
a 1.000 giri, la versione aspirata da 90 Nm ne perde<br />
per strada appena <strong>12</strong>; sono 80 i Nm resi disponibili<br />
dal sovralimentato su 105. Se si aggiunge l’aftercooler,<br />
dei <strong>12</strong>0 Nm del top di gamma quelli erogati a<br />
1.000 giri sono 95. Tco fa quasi rima con consumi<br />
e intervalli di manutenzione. Si ragiona di 500 ore,<br />
estendibili a 1.000. E proprio a mille ore è stato calcolato<br />
un risparmio di 240 euro, che sale a 509 raddoppiando<br />
il ciclo di utilizzo (2.000 ore). Nell’area<br />
test i tecnici Kohler hanno sollevato il vano motore<br />
Abhiroop Garg<br />
impugna il<br />
microfono durante<br />
la presentazione<br />
del KSD. Product<br />
manager, origini e<br />
formazione indiane<br />
(con una coda<br />
formativa nel Regno<br />
Unito), da anni a<br />
Reggio Emilia, come<br />
testimonia l’italiano<br />
fluente (l’inglese<br />
lo è di default).<br />
34<br />
35
terra<br />
del JCB 25Z-1. La produzione del miniscavatore è<br />
partita alla fine di giugno <strong>2024</strong>. L’epifania di Reggio<br />
Emilia è stata veramente un’apparizione, in tutti i<br />
sensi. La personalizzazione ha riguardato la piastra di<br />
flangiatura, il filtro dell’olio lato aspirazione, quindi<br />
posizionato a destra, il filtro gasolio a bordo motore,<br />
la collocazione della ventola alla quota richiesta. Il<br />
collettore di aspirazione ha l’entrata dall’alto, la flangia<br />
del collettore di scarico è rivolta verso la parte<br />
posteriore del motore. La cabina è stata disegnata<br />
per fornire all’utilizzatore spazio e visibilità, con il<br />
telaio integralmente di acciaio. All’avvio della macchina<br />
un check-up automatico ne scandaglia i gangli<br />
vitali. Costruito per essere il benchmark della fascia<br />
da 2,5 tonn, all’endotermico richiede alta densità<br />
di coppia e risposta ai transitori, per incentivare la<br />
produttività. Insieme al nuovo sistema idraulico il<br />
KSD contribuisce a migliorare le prestazioni di scavo<br />
e sollevamento. Secondo i dati raccolti dalla stessa<br />
JCB, il consumo è tagliato del 5% rispetto versione<br />
precedente. Il motore supporta anche l’Auto-stop<br />
system, capace di spegnere la macchina quando è<br />
al minimo per oltre 30 secondi. E come si è arrivati<br />
a questi risultati? La distribuzione è a cascata d’ingranaggi,<br />
per impieghi gravosi. L’iniezione indiretta,<br />
con sistema elettronico derivato da un’applicazione a<br />
benzina. Commentano i tecnici: «Il KSD si distingue<br />
per la densità di coppia all’interno di packaging ridotto,<br />
lo stesso di un concorrente di riferimento per<br />
fornire una soluzione drop-in, attraverso una serie<br />
di soluzioni che riguardano l’interfaccia motore con<br />
la macchina».<br />
L’interfaccia è l’asso nella manica<br />
Questo è uno degli assi nella manica di Kohler. Gli<br />
Oem possono traslare dalle motorizzazioni esistenti<br />
all’1,4 litri targato Reggio Emilia senza dover<br />
riprogettare la macchina. Come accennato, la prima<br />
presa di moto dispone di un’ampia gamma di<br />
opzioni sia in termini di piastre di flangiatura e di<br />
campane, in modo da collegare una pompa oleodinamica,<br />
come nel caso del JCB, o una trasmissione<br />
meccanica con la frizione, del Caron C50. La seconda<br />
presa di moto presenta un’interfaccia comune<br />
a quella del competitor di riferimento. Un ulteriore<br />
incentivo all’esodo verso il ponte autostradale concepito<br />
da Santiago Calatrava, sul casello della A1.<br />
La posizione della ventola offre tre diverse altezze,<br />
per evitare rivoluzioni tra le masse radianti. I filtri<br />
olio e gasolio sono montabili a destra, a sinistra<br />
oppure remotati. Diversificazione anche delle interfacce<br />
circuito aria, delle flange dei collettori di<br />
scarico e degli orientamenti dell’ingresso aria dei<br />
collettori di aspirazione.<br />
«Il KSD offre a powertrain meccaniche sia l’integrazione<br />
plug&play oppure i benefici della linea<br />
Can. La diagnostica del motore permette di verificare<br />
sia il funzionamento dei sensori che degli<br />
attuatori, per capire sei motore è in failure e, nel<br />
caso lo fosse, attivare strategie di protezione per<br />
salvaguardare sia motore e macchina, che l’incolumità<br />
dell’operatore. Il service può collegarsi alla<br />
presa di diagnosi attraverso il nostro tool, leggere<br />
i codici motore, allarmi e fare trouble shooting».<br />
Caron, MDB, Merlo, MultiOne<br />
Facciamo una ricognizione degli Oem presenti, a<br />
parte i citati Cormidi e JCB. MultiOne ha scelto<br />
il dispari da 1,4 litri aspirato per una 6.3 IDS, allo<br />
scopo di garantire stabilità agli accessori e non<br />
stressare la macchina. Come dire, un motore supercompatto<br />
per una macchina ultracompatta. Compare<br />
invece la versione sovralimentata, il KSD1403TC,<br />
per i radiocomandati di MDB, alla prova su fortissime<br />
pendenze e altitudini andine (è stato avvistato<br />
all’interno di cave cilene). Caron ha scelto il “piccolo”<br />
di Aurangabad anche per il transporter C50.<br />
Con un peso totale fino a 5.000 chili e una capacità<br />
di carico utile fino a 3.200 chili, questa macchina<br />
garantisce produttività e adattabilità in diversi ambienti<br />
e applicazioni. Infine, ma non meno importante,<br />
il ritratto che ne hanno fatto quelli di Merlo<br />
è stato lusinghiero. L’esplicito apprezzamento va<br />
alla compattezza, conditio sine qua non per il P30.7,<br />
un sollevatore telescopico largo appena due metri.<br />
Parole di elogio anche per la facilità di manutenzione<br />
e l’appetibilità per il noleggio, dove nessuno<br />
può permettersi grattacapi. Sul sollevatore P27.6,<br />
hanno adottato il KDI sia per le applicazioni del<br />
movimento terra che per quelle agricole.<br />
Tra le macchine<br />
esposte, ne<br />
riportiamo due<br />
equipaggiate col<br />
il KSD: da sinistra,<br />
JCB 25-Z1 e Caron<br />
C50. In basso, una<br />
foto del gruppo di<br />
lavoro, giornalisti<br />
e le nostre “guide”<br />
della Kohler,<br />
davanti alle linee<br />
di assemblaggio.<br />
36<br />
37
SALONE DI GENOVA<br />
IN ATTESA<br />
DI...<br />
no esposto il 20 chilowatt (il 10 kW, ex 7.5, e<br />
il 50 kW sono in fase di sviluppo). Gli interceptor<br />
Zipwake spopolano su barche fino a 18 metri.<br />
Saim è autorizzata a proporre il brand Kohler,<br />
fino al 2027, dopo di che sarà Rehlko. Le eliche<br />
manovra, QS-Seamaster, che abbiamo avvistato<br />
anche all’SMM di Amburgo, si sono guadagnate<br />
le attenzioni dei cantieri in tutta Europa, Turchia,<br />
Brasile, Emirati, Hong Kong e Australia, dove è<br />
stata attivata la rete di vendita e assistenza.<br />
Potremmo definirla un’edizione interlocutoria<br />
quella del Salone Nautico di Genova. In attesa che<br />
l’adeguamento infrastrutturale sia completato e<br />
che il comparto riprenda quella vivacità che l’ha<br />
caratterizzato negli ultimi anni. Aggiungiamo alla lista<br />
dei desideri la realizzazione di quelle infrastrutture<br />
immateriali che afferiscono alle normative sui<br />
combustibili alternativi, tra cui metanolo e idrogeno<br />
MARE<br />
Il Salone di Genova appare in salute, nonostante i<br />
lavori in corso abbiano tradito più di qualche sbavatura,<br />
anche al Power Village. E qualche motorista<br />
abbia confessato la latitanza dei contatti. Genova<br />
rimane uno dei cardini marittimi del Mediterraneo,<br />
indicato come Eca (Emission control area) dal 1°<br />
maggio 2025. Sicuramente, come recita l’Imo, da<br />
quel giorno si dovranno calmierare i SOx.<br />
I dati ufficiali della sessantaquattresima edizione<br />
registrano <strong>12</strong>0.864 visitatori (alle 14 del 24 settembre),<br />
1.052 espositori, 1.030 imbarcazioni. Le<br />
prove in mare riportano di 3.855 uscite, tra le quali<br />
la sgroppata fatta da noi sul Castagnola Yacht equipaggiato<br />
dal V8 di GM, gestito da Dumarey.<br />
Dumarey<br />
Abbiamo incontrato Pierpaolo Antonioli, Cto<br />
del Gruppo Dumarey e Ceo di Dumarey Italia. In<br />
merito allo sviluppo dei motori diesel, la carne al<br />
fuoco non manca, i bracieri sono quelli dell’Euro<br />
7 e dello Stage VI. I segmenti target sono commerciali,<br />
automotive pesante, generatori, con cilindrate<br />
superiori ai 2 litri. Ciclo diesel in un’ottica<br />
multi-carburante, compatibile agli e-fuel e<br />
alle miscele di idrogeno. Dumarey l’idrogeno lo<br />
sostituisce al gasolio, trasformando i motori diesel,<br />
ma si può partire anche da un motore benzina<br />
facendolo diventare zero CO 2<br />
. Una variante di<br />
questa tecnologia è l’impianto bifuel: l’idrogeno<br />
viene mescolato dal 30% all’80% con il diesel,<br />
riducendo proporzionalmente il fardello di CO 2<br />
.<br />
A proposito di idrogeno: in auge nella dieta degli<br />
uffici marketing, è visto bene nel trasporto pesante,<br />
nonostante alcuni segnali di malessere, tra i<br />
quali l’annunciata ristrutturazione di Ballard. Per<br />
Dumarey non significa solo endotermici, come dimostra<br />
la partnership con GM per l’applicazione e<br />
l’integrazione delle celle a combustibile, il cui impiego<br />
sulle barche è la generazione di energia. In<br />
Europa, l’applicazione principale è negli autobus<br />
urbani, tipicamente a metano, con i conseguenti<br />
problemi relativi all’immissione di CO 2<br />
e CH 4<br />
in<br />
atmosfera, o elettrici, con le note “zavorre” relative<br />
a peso, carica e riciclo. Le celle hanno ingombri<br />
e pesi più ridotti, oltre a una gestione della ricarica<br />
simile a quella del metano. Nella vivace agenda<br />
di Dumarey c’è spazio anche per gli stabilimenti<br />
pisani (un tempo appartenenti a Vitesco) e da quasi<br />
un anno nella galassia del gruppo, che producono<br />
circa 30 milioni iniettori benzina e AdBlue all’anno,<br />
anch’essi ora orientati allo sviluppo di soluzioni<br />
per l’idrogeno. Tra gli Oem interessati, tanti<br />
hanno passaporto cinese. Nel marino, Dumarey<br />
interagisce con interlocutori nordeuropei sull’ammoniaca<br />
e sul metanolo, facili da stoccare e imbarcare.<br />
Nota finale per il motore Seatek, che con<br />
Dumarey ha condiviso lo stand. Gli ingegneri di<br />
Dumarey hanno curato la conversione dell’iniezione<br />
meccanica in elettronica, con common rail su<br />
base Liebherr, pilotata dalla centralina sviluppata<br />
dalla stessa Dumarey.<br />
Socoges - Hyundai<br />
Socoges ha introdotto al pubblico italiano il DX22,<br />
l’alto di gamma della nuova famiglia common rail<br />
elettronica. Presentato nel 2023, è finalmente ordinabile,<br />
in cinque modelli: 5,9 litri, 7,6, <strong>11</strong> e 22. Il<br />
DX15, da 14,6 litri, sarà disponibile nel 2025. La<br />
gamma è certificata sia Imo Tier 2 che Imo Tier<br />
3, con il post-trattamento, e Stage V. Si rivolgono<br />
soprattutto ai commerciali, senza trascurare il diporto,<br />
in una fase iniziale prevalentemente come<br />
rimotorizzazione.<br />
Rama Marine<br />
Allo stand Rama Marine abbiamo trovato il 6068<br />
AFM85, il 4045SFM85. A firma Lombardini Marine<br />
il 1404, 35 cavalli a 3.600. Brandizzato Kohler,<br />
alias Rehlko, c’è il 19TCR da 56 cavalli a 2.600.<br />
Si intravedono timidi segnali di ripresa, perlomeno<br />
nell’interesse di cantieri e armatori. Da John<br />
Deere ci si attende la marinizzazione delle ultime<br />
infornate di motori industriali, che avverrà negli<br />
stabilimenti di Saran, Torrejon, in Messico, e Waterloo,<br />
negli Usa. Il JD14 sarà uno dei prossimi<br />
fiori all’occhiello della linea marinizzata. Rama è<br />
diventato distributore per il territorio di competenza<br />
dei generatori su base John Deere di Sea Energy.<br />
Prodotti in Spagna in due gamme, aperti e con case,<br />
sia per diporto che commerciale, erogano da 45 a<br />
334 chilowatt.<br />
Saim Marine<br />
Interessante la riflessione che Saim ha portato a<br />
casa dal Salone di Cannes, dove pare che le cose<br />
siano andate bene. Si suppone che le scelte dei<br />
cantieri siano sempre più indirizzate dagli armatori,<br />
seguendo i driver dell’efficienza energetica<br />
e dell’assistenza. Invariati i volumi, refoli di ottimismo<br />
per il consolidato rapporto con i principali<br />
cantieri sui futuri esercizi. La propulsione elettrica<br />
SeaDrive stimola l’interesse dei catamarani. Han-<br />
Ghisellini<br />
Sull’onda degli 80 LP piazzati (circa un terzo per il<br />
repowering, il resto per il primo equipaggiamento),<br />
Ghisellini ci ha preso gusto e ha confezionato un<br />
compatto, ancora su base VM. L’MR504 Compact<br />
eroga <strong>11</strong>5 cavalli a 3.000 giri, intervallato a 130,<br />
150 e 170 cavalli a 4.000, per catamarani e barche<br />
a vela. Esordio per l’estensione della gamma LP su<br />
base Kubota. A completamento, i cruscotti wireless.<br />
Bimotor, Boni e Scania<br />
Bimotor aveva in esposizione due gruppi elettrogeni,<br />
in rappresentanza delle sue anime marine: l’FPT<br />
N67 e lo Scania 13 litri (che sta completando la<br />
fase di test), entrambi con alternatore MeccAlte e<br />
quadro Comap. Dicevamo di Scania, presente in<br />
prima persona, sinergica a Bimotor e Boni, pure<br />
espositrice, demandando il commerciale ai dealer.<br />
Scania Italia è orientata ai clienti direzionali e alla<br />
divulgazione del verbo elettrico, in collegamento<br />
con la casa madre. Sono in fase avanzata con alcuni<br />
cantieri, anche per l’ibrido, che ha dei tempi di<br />
studio fisiologicamente più lunghi.<br />
Ranieri Tonissi e MAN<br />
Da Ranieri Tonissi campeggiavano due ponti tecnologici<br />
verso un futuro prossimo defossilizzato: il<br />
D2862 bicombustibile, 24,2 litri capace di erogare<br />
da 749 a 1.066 chilowatt, capace di miscelare diesel<br />
e idrogeno, e un altro bifuel, in fase di sviluppo, che<br />
prevede la miscela con il metanolo.<br />
AS Labruna<br />
AS Labruna, ancora tu? Ci eravamo visti all’SMM,<br />
dove ha consacrato l’ingresso in un nuovo segmento<br />
di mercato. A Genova ha sciorinato qualche ottimizzazione,<br />
sula gestione dell’HK. C’è il generatore<br />
visto ad Amburgo. Questo è stato per noi il<br />
salone degli aneddoti. Ne abbiamo raccolto un altro<br />
sul deficit endemico dell’infrastruttura: una nave,<br />
attraccata in un porto italiano, ha dovuto riempire<br />
il serbatoio da 80 litri di metanolo con le taniche da<br />
20 litri, e dirigersi a Durazzo per il pieno. È la stessa<br />
assemblea del Comitato tecnico di Confindustria<br />
sull’economia del mare a rilevare che i driver principali<br />
sono flotte, competenze e infrastrutture normative.<br />
Da questa fiera, in seguito a Cannes, emerge<br />
che bisogna cavalcare il primato dell’industria nautica<br />
italiana. AS Labruna è sempre più orientata al<br />
ruolo di system integrator, disponendo di competenze<br />
meccaniche, elettroniche e softwaristiche. Dalla<br />
blockchain stanno passando al passaporto digitale.<br />
Tutte le attrezzature avranno un passaporto digitale<br />
con lo storico del funzionamento.<br />
L’area fieristica<br />
è ancora<br />
cantierizzata. Anche<br />
al Power Village le<br />
finiture non si sono<br />
rivelate impeccabili.<br />
Dai motoristi, timidi<br />
segnali di speranza<br />
e qualche squillo<br />
su idrogeno,<br />
sistemi dual-fuel<br />
e combustibili<br />
alternativi.<br />
38<br />
39
smm amburgo<br />
ATTENTI<br />
AL FUEL!<br />
L’interpretazione eco-compatibile delle applicazioni<br />
marittime da lavoro è affidata ai carburanti alternativi.<br />
L’avanguardia è sicuramente il Gnl, ma ad Amburgo<br />
hanno conquistato i favori degli addetti ai lavori<br />
sia il metanolo che l’Hvo, che spopola a tutte le<br />
latitudini applicative. Nell’apertura vi raccontiamo di<br />
Rolls-Royce Power Systems, MAN, FPT Industrial, AS<br />
Labruna. Nelle pagine seguenti, Baudouin e Scania<br />
MARE<br />
Sotto la lente dell’SMM sono finite le alternative<br />
al diesel. L’endotermico rimane il paradigma,<br />
compito degli studenti saranno le declinazioni<br />
del carburante. Iniziamo da Denise Kurtulus, Vicepresidente<br />
Global Marine di Rolls-Royce Power<br />
Systems, durante la conferenza stampa: «Siamo<br />
fortemente impegnati sul fronte del metanolo». Dal<br />
comunicato stampa sull’omologazione degli mtu<br />
Serie <strong>11</strong>63 e 8000 per l’Hvo e altri carburanti DIN<br />
EN15940, emerge che «i risultati dei test sul banco<br />
e al lavoro presso i clienti mostrano una significativa<br />
riduzione dei gas serra, nonché delle emissioni<br />
di ossido di azoto e di particolato». Un’esternazione<br />
che coinvolge le serie <strong>11</strong>63 e 8000 in tutte le<br />
varianti, da 16 e 20V, a 4.800 a 10.000 kW con Scr,<br />
per ottemperare all’Imo III.<br />
MAN Engines<br />
È il turno di MAN Engines, che, assecondando la<br />
naturale inclinazione alla trasversalità applicativa,<br />
è passata dal diportistico V<strong>12</strong>X al commerciale<br />
D3872. Inoltre, MAN ha allestito l’e3872 a gas naturale,<br />
presto disponibile per applicazioni pesanti,<br />
a 1.900 giri. L’elemento di spicco è senza dubbio<br />
del portafoglio MAN è il D3872 V<strong>12</strong> per imbarcazioni<br />
da lavoro. Si tratta di un aumento significativo<br />
rispetto al D2862, che ha una cilindrata di 24<br />
litri. La variante LE432 eroga 1.213 kW a 2.100<br />
giri, rendendola adatta ad applicazioni di media<br />
portata. La gamma comprende già altre potenze<br />
del D3872 per applicazioni leggere, con 1.618<br />
kW e 1.471 kW. Il D3872, ispirato al D2862, si<br />
impone all’attenzione degli operatori per i requisiti<br />
di durata, affidabilità e sostenibilità. Con una<br />
pressione di 2.200 bar e la nuova unità di controllo<br />
del motore MD1+, raggiunge una regolazione<br />
ottimale, per favorire la riduzione dei consumi di<br />
carburante e delle emissioni. Un altro aspetto cruciale<br />
riguarda la densità di potenza: la taratura più<br />
potente, il D3872 LE433, eroga 1.618 kW con un<br />
peso a secco di 2.720 chili. Nonostante l’aumento<br />
di potenza, il D3872 mantiene le dimensioni del<br />
D2862 V<strong>12</strong>, dalla cubatura di 24 litri. Solo la lunghezza<br />
è passata a 2.335 mm (+100 mm), mentre<br />
le interfacce sono rimaste invariate. Il Leone di<br />
Norimberga ha anche evidenziato la competenza<br />
nel repowering, che “trafila” dallo stradale al navale.<br />
Dal 1992, MAN Truck & Bus si occupa della<br />
rigenerazione, sia per veicoli commerciali che per<br />
applicazioni ferroviarie o stazionarie, sotto l’egida<br />
di MAN Engines. La rigenerazione comporta<br />
l’assimilazione dei benefici derivanti dall’aggiornamento<br />
tecnico.<br />
FPT Industrial<br />
Daniele Pozzo, marketing and product portfolio<br />
manager di FPT Industrial: «Ad Amburgo abbiamo<br />
portato la gamma completa di motori ausiliari. Abbiamo<br />
unito le nostre competenze nella generazione<br />
di energia e nelle applicazioni marine, iniziando<br />
con il Cursor 9, seguito dal NEF67 e dal Cursor<br />
16». Alessandro Mor è il nuovo Product Marketing<br />
Marine di FPT Industrial. «Siamo intervenuti<br />
sull’ausiliario, limitato alla parte meccanica, nel<br />
range da 36 a 100 kW. Abbiamo affiancato una line-up<br />
elettronica, che si basa sui motori propulsivi<br />
per impieghi pesanti, conosciuti per la loro affidabilità.<br />
Il NEF67 da <strong>12</strong>9 kW, presentato al Mets<br />
2023, è qui esposto con la certificazione Stage V,<br />
spendibile per le certificazioni sulle acque interne.<br />
Ci siamo omologati Stage V senza dover installare<br />
nessun sistema di post-trattamento, quindi con un<br />
approccio salvaspazio. In più abbiamo il Cursor 9<br />
e il Cursor 16, novità dell’SMM, che si basa sul<br />
600 cavalli “unrestricted”, per uso continuativo,<br />
e raggiunge fino a 397 kW in prime power. Sono<br />
previste delle option per le specificità dell’applicazione<br />
G-Drive». E le applicazioni? Risponde Mor:<br />
«Siamo molti forti nelle pilotine, stiamo crescendo<br />
nell’ambito pesca, dalla Corea del Sud, fino al Nord<br />
America, nello sport fishing e altri tipi di pesca.<br />
I nostri motori sono apprezzati nella pesca veloce,<br />
per l’elevata affidabilità e le curve di coppia e<br />
potenza. Siamo presenti nel trasporto passeggeri,<br />
non solo con la partnership Actv. I nostri distributori<br />
stanno affrontando applicazioni innovative.<br />
Recentemente il catamarano Wider è stato equipaggiato<br />
con un nostro generatore a giri variabili, per<br />
una propulsione Hvo ready». E l’ibrido? Daniele<br />
Pozzo: «Tra le varie forme di elettrificazione che<br />
vediamo nel marino, l’ibrido è una di quelle più<br />
interessanti. Per le distanze e il tipo di missione in<br />
molti casi serve comunque una propulsione termica.<br />
Sappiamo cosa vogliamo realizzare in casa, la<br />
propulsione, e quello che intendiamo fare in collaborazione.<br />
Risale al 2022 il primo mock-up ibrido<br />
in collaborazione con Vulkan; da lì la partnership<br />
si è sviluppata, disegnando sistemi modulari e portando<br />
semplificazioni». Alessandro Mor: «Entro fine<br />
anno vi racconteremo del sistema ibrido-parallelo<br />
che stiamo sviluppando, con l’elettrico in linea con<br />
l’albero motore, intermezzato da una frizione multidisco<br />
olio».<br />
AS Labruna<br />
Buona la prima (all’SMM) per AS Labruna che in<br />
gamma arruola i gruppi elettrogeni di bordo, dalla<br />
doppia funzione di genset convenzionali e di range<br />
extender. Hanno presentato un gruppo a giri fissi<br />
che può essere messo in parallelo con fuel cell a<br />
idrogeno e pacchi batterie, grazie alla scheda di<br />
gestione interna. In cabina di regia l’N67 450N di<br />
FPT Industrial. Massimo Labruna anticipa che<br />
«al Mets di Amsterdam presenteremo una grande<br />
novità, un generatore a giri variabili che carica<br />
direttamente in DC».<br />
Quali impressioni dal primo approccio all’SMM?<br />
«È un mercato su cui vogliamo investire nei prossimi<br />
anni. Punteremo anche sulle soluzioni ibride di<br />
alta potenza: un ibrido seriale, quindi con generatore,<br />
pacco batterie e motore elettrico, che in futuro<br />
potrebbe avvicendare il generatore con le fuel cell.<br />
Utilizziamo motori elettrici Danfoss e ABB. Per i<br />
generatori ci affidiamo all’intera gamma FPT, che<br />
adesso include il C16. Il nostro valore aggiunto, in<br />
quanto system integrator, sono le logiche di gestione<br />
per la ricarica dei pacchi batteria, e ottimizzare<br />
l’ibrido seriale».<br />
Qualcuno azzarda<br />
suggestioni<br />
“idrogenate”,<br />
l’elettrico rimane<br />
fuori dal ponte,<br />
chi continua a<br />
egemonizzare<br />
la nautica per<br />
usi professionali<br />
è l’endotermico.<br />
Il nodo da<br />
sciogliere riguarda<br />
il combustibile.<br />
Il metanolo, che<br />
Rolls-Royce Power<br />
Systems (nella<br />
foto a sinistra, la<br />
conferenza stampa)<br />
ha proposto anche<br />
nel diporto, e<br />
l’Hvo sembrano<br />
i più gettonati.<br />
40<br />
41
audouin. E la nuova piattaforma all’SMM e al Cannes Yachting Festival<br />
scania<br />
SI È FATTO IN DUE<br />
Abbiamo incontrato<br />
Sebastien Peyron, Vice<br />
President Strategy e<br />
Engineering, all’SMM.<br />
Lo abbiamo coinvolto<br />
per illuminarci sulla<br />
genesi della piattaforma<br />
M33.3. Ad Amburgo<br />
l’anteprima di quanto<br />
si è visto a Cannes.<br />
I francesi ritornano sul<br />
palcoscenico del diporto<br />
HA FATTO TREDICI<br />
Il 13 litri per il camion con il grifone sulla calandra aveva destato scalpore per avere infranto<br />
il muro del suono del 50% di efficienza. Infatti, lo hanno battezzato Super. L’industriale<br />
si è aggiudicato il Diesel of the Year (nel 2025 appannaggio di Hyundai Infracore). La<br />
marinizzazione per le barche da lavoro è cosa fatta. Per il diporto basterà attendere poco<br />
Il 16M33.3 è un 16 litri da<br />
52,3 litri (AxC 150x185 mm)<br />
capace di spingersi fino<br />
1.800 giri a 1.545 chilowatt<br />
(2.100 cavalli). Caratteristiche<br />
che si riferiscono all’impiego<br />
gravoso.<br />
Diesel of the Year,<br />
il Next Generation<br />
DC13 è pronto<br />
al salto in mare.<br />
Dal 2026 anche<br />
sugli yacht.<br />
mare<br />
Baudouin si è sdoppiata, ad Amburgo e a Cannes,<br />
con il gamma di cui ci ha parlato Sebastien<br />
Peyron, Vice President of Strategy &<br />
Engineering. «Abbiamo una tabella di marcia, un<br />
piano di prodotto enorme con il lancio di <strong>12</strong> nuove<br />
piattaforme da 300 a 4.500 kW. Queste piattaforme<br />
soddisferanno i carichi pesanti, continui e intermittenti<br />
fino al diporto. Siamo tornati ad Amburgo con<br />
tre nuovi motori, l’8F21 da 16,7 litri, in grado di<br />
erogare 800, 900 e 1.000 kW dedicati a tre diverse<br />
applicazioni (intermittente, servizio leggero e diporto).<br />
L’8F21 è un V8 da 16,7 litri molto compatto e<br />
potente grazie al turbo a doppio stadio, al common<br />
rail ad alta pressione e ai materiali speciali. Abbiamo<br />
collaborato con Garret, Bosch, Liebherr e API.<br />
Abbiamo anche lanciato la gamma M.33.3, dove 33<br />
sta per 3,3 litri per cilindro, con due motori: un 6<br />
cilindri e un 16 cilindri. Sono destinati ad applicazioni<br />
commerciali. Il 6 in linea da 19 litri (6M33.3)<br />
eroga da 560 kW in continuo a 750 kW in servizio<br />
intermittente. Ciò che lo rende innovativo è la corsa<br />
lunga, che consente di ottenere la migliore coppia a<br />
bassi regimi della categoria. Il 16 cilindri è un 52<br />
litri, la nostra cilindrata più grande. È compatibile<br />
con l’Hvo. È un motore molto interessante per applicazioni<br />
come troller, barche a spinta, rimorchiatori,<br />
a bassa velocità e ad altissima potenza».<br />
E a Cannes? «Sollecitati dalle esigenze della nostra<br />
consociata Ferretti, abbiamo investito per sviluppare<br />
un prodotto di alta gamma per gli yacht. La nostra<br />
offerta prevede due motori propulsivi e un gruppo<br />
elettrogeno e una decina di ulteriori prodotti per<br />
il diporto nei prossimi due anni. Inoltre, disponiamo<br />
di una rete in grado di supportare i clienti con<br />
standard adeguati. L’8F21 è sicuramente un motore<br />
progettato per il diporto, 16,7 litri e 1.000 kW, molto<br />
compatto. Le prestazioni sono assai più elevate<br />
rispetto agli equivalenti motori per imbarcazioni da<br />
lavoro, ma abbiamo mantenuto la nostra filosofia di<br />
progettare motori robusti e durevoli. Questo motore<br />
è stato sviluppato espressamente per la nautica.<br />
Come le nostre soluzioni per le imbarcazioni commerciali,<br />
non è un motore marinizzato proveniente da<br />
applicazioni stradali o industriali. Ciò significa che<br />
la sua progettazione ha tenuto conto della necessità<br />
della facilità di manutenzione e dell’accessibilità, in<br />
considerazione delle ridotte dimensioni delle sale<br />
macchine degli yacht».<br />
razioni quadruple, con una potenza totale superiore<br />
a 4.000 cavalli. Il 13 litri si presta ad applicazioni<br />
ibride, particolarmente indicate per le operazioni<br />
di start-stop. Come ha spiegato Neeraj Sharma,<br />
i sistemi ibridi incoraggiano un utilizzo più efficiente<br />
dell’energia disponibile, in modo simile a<br />
come gli automobilisti si adattano alla modalità di<br />
guida delle auto ibride. Per navigare appena cinque<br />
minuti tra due porti si può ricorrere alla sola<br />
batteria. Per i percorsi più lunghi si può utilizzare<br />
il diesel, garantendo flessibilità ed efficienza nelle<br />
operazioni. Questa piattaforma è versatile e si<br />
adatta dalle imbarcazioni da lavoro per impieghi<br />
continuativi, ai traghetti e alle navi specializzate.<br />
Il 13 litri è stato progettato per essere flessibile con<br />
il carburante, anche nella navigazione, accettando<br />
fino al 20% di biodiesel e il 100% di Hvo. È ancora<br />
Neeraj Sharma a farci presente che la diffusione<br />
dell’elettrificazione nei settori industriali è in grado<br />
di impattare in modo molto efficace sul mercato. In<br />
questo caso, i sistemi ibridi hanno nelle loro corde<br />
un equilibrio tra il taglio immediato delle emissioni<br />
e la flessibilità del motore elettrico in termini di<br />
autonomia del veicolo.<br />
Ci hanno raccontato della conversione marina<br />
del Diesel of the Year 2023 Neeraj Sharma<br />
e Oleg Nikitin, di Scania Power Solutions.<br />
«Questa piattaforma dovrebbe essere disponibile<br />
entro la fine del 2025. La versione per diporto sarà<br />
introdotta più o meno alla fine del 2026». Il blocco<br />
motore e la testa del cilindro rimangono grossomodo<br />
invariati rispetto alle versioni industriale e automotive.<br />
Il motore marino è dotato di una copertura<br />
in alluminio e utilizza un sistema di raffreddamento<br />
acqua-acqua anziché aria-acqua. Sono necessari diversi<br />
sistemi di lubrificazione e di alimentazione<br />
per soddisfare le norme internazionali di sicurezza<br />
marittima, Imo e Solas. Per evitare ustioni o incendi<br />
è prevista la copertura di tutte le superfici<br />
calde, compresi i tubi del carburante, che sono a<br />
doppia parete. I marini sono dotati di doppi filtri<br />
per il carburante e l’olio. il range di potenza va da<br />
350 a 1.050 cavalli. A differenza di alcuni concorrenti<br />
che testano i motori alla massima potenza e<br />
poi li declassano, Scania si concentra sul ciclo di<br />
lavoro con adattamenti all’hardware per ogni taratura,<br />
ottimizzando le prestazioni, la durata e il<br />
consumo. La piattaforma supporta fino a configumare<br />
42<br />
43
vanzetti engineering<br />
SMALL CASE<br />
TERMINAL<br />
C’è un mondo intero, nell’ecosistema chiamato<br />
small-scale terminal. Vanzetti Engineering è di<br />
casa, in questo ambiente, dove applica le sue<br />
competenze a diversi livelli. Luca Gazzera ci<br />
introduce in questo ecosistema e ci esplicita<br />
che come si manifesta il contributo di Vanzetti,<br />
in tutte le declinazioni possibili<br />
automotive<br />
Tra l’ostracismo sui rigassificatori e l’agenda<br />
balbettante della decarbonizzazione, il gas naturale<br />
liquefatto è sulla bocca di tanti. Non di<br />
rado, però, questo avviene in modo approssimativo.<br />
Per esempio, se vi dicessi “small-scale terminal”,<br />
voi a cosa pensereste? Per decifrare questo<br />
ecosistema energetico e la sua infrastruttura tecnologica,<br />
abbiamo chiesto lumi a Luca Gazzera.<br />
Nei panni di Industrial & Automotive Business<br />
Unit Manager di Vanzetti Engineering, è in grado<br />
di mapparlo a occhi chiusi. «Le pompe industriali<br />
di Vanzetti svolgono un ruolo fondamentale nelle<br />
principali attività dello small-scale terminal. Di<br />
che cosa si tratta? Beh, si può identificare nel ricevimento<br />
e nella gestione del metano liquefatto,<br />
in diverse forme. Le due modalità principali riguardano<br />
il trasferimento e la rigassificazione. Il<br />
caricamento avviene tramite cisterne mobili, su<br />
gomma o su rotaia. Le pompe prelevano la molecola<br />
dagli stoccaggi, quindi dagli import terminal,<br />
per caricarla sui suddetti vettori mobili. Il<br />
trasferimento è contemplato anche nella forma di<br />
bunkeraggio dal serbatoio di ricevimento a un vettore<br />
navale, per il rifornimento di navi da crociera<br />
e qualsiasi altra imbarcazione a metano. L’altra<br />
attività si manifesta in caso di “peak shaving”,<br />
quando la molecola di Gnl interviene per fornire<br />
un delta di energia addizionale. Infine, il ruolo<br />
dello small-scale terminal è assolto anche dagli<br />
impianti di generazione e dalle stazioni di rifornimento.<br />
Tipicamente, queste ultime si possono<br />
espandere in modo capillare e si attengono a degli<br />
standard definiti, vincolati a protocolli di sicurezza,<br />
regolamentati dalla tipologia di applicazione,<br />
e legati a parametri prestazionali. In questo ambito<br />
si tratta di un esercizio su larga scala. Tutti gli<br />
altri ambiti sono di fatto customizzati in funzione<br />
della specifica di progetto (ad esempio, la taglia<br />
del serbatoio, la prestazione delle tenute)».<br />
Impianti per il biometano<br />
«Possiamo citare anche gli impianti di liquefazione<br />
del biometano. In funzione della disponibilità della<br />
materia, prima si dimensionano gli stoccaggi e si<br />
stabilisce il numero di baie di carico».<br />
Con quali interlocutori interagite e quali prodotti<br />
fornite all’ecosistema dello small-scale terminal?<br />
«Si immagini tre ordini di grandezza. Impianti<br />
dalle 6 alle 20 tonn al giorno, con pompe centrifughe<br />
aperte da 36/60 m 3 /ora, per uso discontinuo,<br />
non oltre le tre operazioni di travaso settimanali.<br />
Si sale quindi tra le 140 e le 200 tonn/<br />
giorno, con pompe di caricamento, sommerse,<br />
quindi di processo (80 m 3 /ora, a uso continuo).<br />
Si impiegano pompe ARTIKA in parallelo, per<br />
garantire la ridondanza. Abbiamo recentemente<br />
fornito pompe da 150 m 3 /ora a un’importante<br />
società sul territorio nazionale per il caricamento<br />
di cisterne su ruota. In questo caso abbiamo<br />
previsto solo tre pompe, dalla grande portata. La<br />
nostra massima capacità, in questo momento, è<br />
di 500 m 3 /ora, declinabile con pompe sommerse<br />
ARTIKA o estraibili ESK-IMO, installate in serbatoi<br />
atmosferici, del tipo “full containment”, in<br />
cemento, o “flat bottom”, in acciaio. Nell’ambito<br />
della rigassificazione si apre un ventaglio<br />
enorme, in base alla tipologia e all’asservimento<br />
dell’impianto. Abbiamo pompe che assolvono a rigassificazioni<br />
con portate tra 500 e 600 litri minuto<br />
fino a circa 1.200 metri di “differential head”, che<br />
corrispondono a circa 50 bar di pressione. Ci sono<br />
ambiti con portate e pressioni superiori; in certi<br />
progetti di rigassificazione si possono raggiungere<br />
80, 100, <strong>12</strong>0 bar, con portate da circa 500 litri al<br />
minuto, il nostro limite massimo».<br />
“Off-taker” o “integrated player”?<br />
«Vanzetti Engineering è prima di tutto un Oem,<br />
un’azienda, cioè, che produce e distribuisce un<br />
componente core, la pompa criogenica appunto,<br />
che assolve le due macrofunzioni: trasferimento<br />
e rigassificazione. Mentre in ambito industriale<br />
il prodotto è customizzato, in ambito automotive<br />
(e cioè delle stazioni di servizio) Vanzetti Engineering<br />
potrebbe essere concettualmente inserita<br />
in una logica di off-taker. In questo caso, infatti,<br />
parliamo spesso di un processo consolidato che<br />
necessita della stessa tipologia di pompe e dello<br />
stesso dimensionamento. Nell’ambito di un sistema<br />
industriale più complesso come quello degli smallscale<br />
terminal, Vanzetti Engineering si confronta<br />
con Epc oppure con solution provider che, rispetto<br />
a un energy performance contract, si localizza su<br />
uno o più asset, come il liquefattore».<br />
Gli small-scale terminal nel medio periodo<br />
«È difficile fare stime di progetti che risentono<br />
fortemente delle politiche locali. A grandi linee<br />
abbiamo notato che, nonostante la volatilità dei<br />
prezzi del gas naturale, l’appeal del Gnl si mantiene<br />
costante nel mondo marino trainato da Paesi<br />
come la Cina che devono sostituire urgentemente<br />
il carbone. Si continua a investire sugli impianti<br />
di liquefazione nel mercato di riferimento, il Nord<br />
America, e in altri progetti, tra i quali spiccano<br />
Mozambico, Indonesia, Qatar ed Emirati Arabi. Riteniamo<br />
che, a seguito degli investimenti sviluppati<br />
sui grossi terminal per gestire gli effetti del conflitto<br />
Russia-Ucraina che ha visto spostare il baricentro<br />
dell’export in USA e Qatar, ci sarà una seconda<br />
ondata di investimenti in Lng che dovrebbe coinvolgere<br />
gli small-scale terminal. Questi, infatti, sono<br />
a minor rischio finanziario e rendono più flessibile<br />
l’approvvigionamento soprattutto in quei Paesi<br />
dove, in mancanza di una distribuzione strutturata, è<br />
interessante sviluppare microgrid. Ne sono un esempio<br />
i recenti progetti in Sud America o nel Sudest<br />
Asiatico, dove esistono molte isole che altrimenti<br />
sarebbero ingestibili. Inoltre, ad oggi, come riportato<br />
dall’ IGU nel Global Gas Report <strong>2024</strong>, i livelli<br />
d’investimento sull’Lng non sembrano sufficienti<br />
a soddisfare la domanda fino al 2030. Nel brevemedio<br />
termine, nel contesto della Renewable Energy<br />
Directive, vediamo un enorme potenziale nella<br />
liquefazione del biometano. Si producono circa 4<br />
bcm (billion cubic meter) di biometano in Europa<br />
che, secondo alcune previsioni, decuplicheranno<br />
nel 2030 (44 bcm) e saliranno a 162 bcm nel 2050.<br />
Del resto, nel 20<strong>12</strong> c’erano 243 impianti biometano,<br />
quintuplicati nell’arco di un decennio (1.223: fonte<br />
TotalEnergies). Confidiamo che aumenti, di conseguenza,<br />
la produzione di Gnl».<br />
Insomma, se son rose, fioriranno, come chiosa lo<br />
stesso Gazzera. «Nonostante gli “up and down” di<br />
questi ultimi anni, grazie all’aumento del settore<br />
marino e alla necessità di affrancarsi dalla dipendenza<br />
di un fornitore monopolista, i terminali di piccola<br />
taglia continueranno a crescere di numero».<br />
«Ci interfacciamo<br />
con le Epc, una<br />
decina a livello<br />
mondiale, coinvolte<br />
su progetti di scala<br />
amplissima, che<br />
si affidano a Epc<br />
locali. Un totale<br />
approssimativo<br />
di un centinaio<br />
di interfacce,<br />
che si sommano<br />
ad altrettanti<br />
integratori delle<br />
stazioni di servizio»,<br />
spiega Luca<br />
Gazzera di Vanzetti<br />
Engineering.<br />
44<br />
45
Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />
in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
OTTOBRE N. 10 - <strong>2024</strong><br />
ANNO 33°- euro 5,00<br />
ioioni<br />
N.10 - <strong>2024</strong> ANNO 29°<br />
OTTOBRE<br />
VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />
IN QUESTO NUMERO<br />
IAA HANNOVER, INNOTRANS,<br />
MERCEDES ECITARO K,<br />
LA FABBRICA ISUZU, MOBILITY<br />
INNOVATION TOUR, TECNOBUS,<br />
FORMAZIONE ED ELETTRICO<br />
Extraterrestre<br />
portami<br />
via<br />
Estratto da ‘AUTOBUS’ n. 10, <strong>2024</strong><br />
Estratto da ‘TRATTORI’ n. 10, <strong>2024</strong><br />
VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />
Il Claas più amato<br />
FOCUS: G7 AGRICOLTURA. LE MACCHINE AL CENTRO DELL’INNOVAZIONE<br />
IN CAMPO: CLAAS ARION 660 CMATIC, FERRARI E-ASTRAL FULL ELECTRIC<br />
Pochi autobus,<br />
tante sorprese.<br />
Disertata dai<br />
gruppi europei<br />
(salvo Daimler<br />
Buses e<br />
Bluebus), la IAA<br />
di Hannover<br />
ha tenuto a<br />
battesimo la<br />
gamma Fencer<br />
di Scania-Higer e<br />
ha visto una folta<br />
partecipazione<br />
da parte di gruppi<br />
cinesi (Asiastar,<br />
Zhongtong, King<br />
Long, Wisdom...)<br />
L’inventario<br />
delle emissioni<br />
in atmosfera<br />
pubblicato a<br />
maggio dall’Ispra<br />
è il punto di<br />
partenza di<br />
una riflessione<br />
sull’impatto<br />
ambientale del<br />
mondo agricolo.<br />
Ne abbiamo<br />
parlato con<br />
Ilaria Falconi,<br />
Tecnologo di<br />
Ricerca CREA<br />
presso il MIPAF<br />
S<br />
e un fan dell’autobus proveniente<br />
da Marte fosse<br />
atterrato sulla Terra il 17<br />
settembre <strong>2024</strong>, giorno di apertura<br />
della IAA, e si fosse diretto<br />
verso la fiera di Hannover per<br />
farsi un’idea di come funziona<br />
il settore qui in Europa, avrebbe<br />
trovato uno scenario drammaticamente<br />
diverso dalla realtà del<br />
mercato.<br />
Sebbene rientri nella logica delle<br />
fiere di settore il fatto di presentare<br />
sviluppi lontani e futuri<br />
rispetto all’attualità (gli autobus<br />
Bus e componenti ad Hannover<br />
(Per la Cina)<br />
è la fiera del bus<br />
elettrici sono campioni di fiere<br />
almeno dal 2017…), questa<br />
distanza di solito si misura in<br />
termini di innovazione, non di<br />
provenienza geografica. Ecco<br />
perché l’edizione di quest’anno<br />
offre uno spaccato particolarmente<br />
rivelatore.<br />
Mentre è ben noto che i produttori<br />
di autobus europei si stanno<br />
gradualmente allontanando da<br />
una fiera sempre più focalizzata<br />
sul trasporto merci, il <strong>2024</strong> ha<br />
portato una novità inaspettata:<br />
un aumento esponenziale della<br />
presenza di produttori cinesi,<br />
al netto di Bluebus e del lancio<br />
dell’eCitaro K da parte di Daimler<br />
Buses, del quale trattiamo in<br />
un servizio dedicato a pagina<br />
26. Ma i marchi cinesi presenti<br />
quest’anno a Hannover non sono<br />
quelli che ci si potrebbe aspettare,<br />
come BYD o Yutong, già ben<br />
posizionati nel mercato europeo<br />
(...)<br />
Prosegue a pag. 18<br />
di Autobus Ottobre <strong>2024</strong>.<br />
Inquadra il QRcode e<br />
leggi l’articolo integrale.<br />
Hattat<br />
La (lunga) via della<br />
transizione<br />
coni, Tecnologo di Ricerca CREA<br />
presso il MIPAF, le specificità dei<br />
territori e delle culture agricole<br />
rendono difficile replicare modelli<br />
pensati per altri contesti.<br />
«In Italia, al momento, non è prevista<br />
la tassazione pro-capite per<br />
le emissioni prodotte dall’allevamento»<br />
inizia così Ilaria Falconi<br />
che continua descrivendo la situazione.<br />
«Nel 2022, le emissioni derivanti<br />
dal settore agricoltura costituivano<br />
il 7,4% delle emissioni<br />
di gas a effetto serra totali (fonte:<br />
ISPRA, Inventario nazionale dei<br />
Lo scorso maggio ISPRA ha<br />
pubblicato l’inventario delle<br />
emissioni in atmosfera; è il<br />
punto di partenza di una riflessione<br />
sull’impatto ambientale del mondo<br />
agricolo. Un tema sottovalutato,<br />
ma che è destinato a imporsi nei<br />
prossimi anni. Altro dato concreto<br />
nel dibattito, per quanto controverso,<br />
è la carbon tax, applicata per<br />
la prima volta in Danimarca anche<br />
al mondo agricolo. Uno strumento<br />
originale pensato per finanziare la<br />
transizione, ma come emerge dal<br />
quadro disegnatoci da Ilaria Falgas<br />
ad effetto serra, NIR <strong>2024</strong>). Di<br />
queste, circa il 79% delle emissioni<br />
di gas serra è da ricondurre agli<br />
allevamenti (gestione delle deiezioni,<br />
fermentazione enterica e una<br />
piccola percentuale della gestione<br />
dei suoli agricoli) e, in particolare,<br />
per il 36,1% ai bovini da latte, il<br />
32% dagli altri bovini, il 5.2% dai<br />
bufalini e per il <strong>12</strong>.7% (...)».<br />
Prosegue a pag. 26<br />
di Trattori di Ottobre <strong>2024</strong>.<br />
Inquadra il QRcode e<br />
leggi l’articolo integrale.<br />
46<br />
47
VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2096 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
STY 2025 TANTI PRETENDENTI E L’ELETTRICO ALZA L’ASTICELLA NEI<br />
PESANTI ● HANNOVER TUTTO QUELLO CHE C’ERA DA VEDERE (E DA<br />
SAPERE) SUI TRUCK, I VAN E I DEBUTTANTI NELLA PIÙ GRANDE KERMESSE<br />
MONDIALE DEL CAMION ● ATTUALITÀ SICUREZZA - BIOCARBURANTI<br />
LOGISTICA - SERVICE ● POLITICA TRA SCIOPERI RINVIATI E CHIUSURE<br />
Già, perché da<br />
quest’anno le<br />
categorie passano<br />
da tre a quattro,<br />
con l’irruzione<br />
sulla scena degli<br />
e-Truck. L’asticella<br />
delle prestazioni<br />
per gli elettrici infatti<br />
si è alzata, tanto<br />
che ora bussano<br />
alla porta persino<br />
dei pesanti. Ma<br />
anche tra Tractor,<br />
Distribution e<br />
Van, occhio alle<br />
sorprese<br />
48<br />
così la Cina<br />
ci dà la<br />
scossa<br />
OTTOBRE<br />
<strong>2024</strong><br />
MENSILE<br />
€ 3,00<br />
10<br />
Prima immissione:<br />
9 ottobre <strong>2024</strong><br />
E<br />
ra inevitabile, e facilmente<br />
prevedibile. In fondo<br />
si trattava soltanto di una<br />
questione di tempo. E quel momento<br />
è arrivato. Con una battuta<br />
verrebbe da dire che il Sustainable<br />
Truck of the Year si fa in quattro.<br />
Istituisce infatti una nuova categoria,<br />
quella degli e-Truck, ovvero<br />
dei pesanti cento per cento elettrici,<br />
che da quest’anno si affianca<br />
alle tre – Tractor, Distribution,<br />
Van – che hanno caratterizzato il<br />
premio fin dalla sua prima edizione,<br />
nel 2017.<br />
Estratto da ‘Vado e Torno’ n. 10, <strong>2024</strong><br />
Verso le nomination del STY 2025<br />
Saranno i 4 assi del poker<br />
Si dirà: ma era davvero necessaria<br />
una nuova categoria, peraltro<br />
riservata a veicoli che per quanto<br />
rispondenti ai più avanzati<br />
criteri di sostenibilità, ovvero a<br />
quell’insieme di caratteristiche<br />
che un riconoscimento come lo<br />
STY intende premiare valorizzare,<br />
in termini numerici di vendite<br />
stentano a prendere quota? Domanda<br />
e considerazione più che<br />
legittima, basata su dati e riscontri<br />
oggettivamente inconfutabili.<br />
La risposta, che è anche alla base<br />
della motivazione che ha spinto<br />
la giuria del premio a istituire appunto<br />
una quarta categoria, si basa<br />
su dati altrettanto inconfutabili<br />
in quanto facilmente verificabili.<br />
Netto miglioramento<br />
delle prestazioni<br />
È infatti sotto gli occhi di tutti<br />
come, nell’ultimo anno in particolare<br />
ma in realtà ancora da (...)<br />
Prosegue a pag. 18 di<br />
Vado e Torno Ottobre <strong>2024</strong>.<br />
Inquadra il QRcode e<br />
leggi l’articolo integrale.<br />
INDICE DEGLI ARGOMENTI <strong>2024</strong><br />
Argomenti<br />
n. pag.<br />
ANTEPRIME<br />
Volvo Penta/Kuhn 1 34<br />
AUTOMOTIVE<br />
Green Shipping<br />
Challenge 1 8<br />
Xiaomi, Tesla, Catl 3 8<br />
FPT Industrial<br />
XC13 3 10<br />
Scania OC13<br />
biometano 3 14<br />
AS Labruna/MOVe 4 19<br />
Auto elettriche 5 <strong>12</strong><br />
Camion elettrici 5 14<br />
FPT e-plant 9 28<br />
Cummins Darlington 9 36<br />
Auto elettriche 9 40<br />
COMPONENTI<br />
MTA 1 28<br />
Bosch Rexroth<br />
Agritech. 1 30<br />
ABB off-road 1 38<br />
Siemens<br />
e-Mobility 4 21<br />
Interpump<br />
Hydraulics 4 32<br />
Lovato Electric 4 40<br />
ABB/Epiroc 5 26<br />
Forsee Power 5 38<br />
Bosch Rexroth<br />
eLion 5 40<br />
ZF CeTrax 2 6 38<br />
Zoomlion 7 32<br />
ABB in cava 7 36<br />
Proton Motor 7 38<br />
Veil/Bosch Rexroth 7 39<br />
LiuGong/ZF <strong>11</strong> 7<br />
Merlo batterie litio <strong>11</strong> 7<br />
AVL Italia idrogeno <strong>11</strong> 7<br />
CONFRONTI<br />
13 litri stradali 3 <strong>12</strong><br />
5 litri off-troad 3 16<br />
15-16 litri 6 20<br />
Argomenti<br />
n. pag.<br />
DIESEL MARE<br />
AS Labruna<br />
al Mets 1 40<br />
Saim 3 32<br />
Bimotor 3 34<br />
Volvo Penta Napoli 6 40<br />
Rama Marine 9 14<br />
Volvo Penta<br />
D8 Imo 9 16<br />
Bluegame 9 18<br />
Riva/Parker 9 19<br />
Saim Marine 9 8<br />
CMD 9 8<br />
Baudouin<br />
SMM/Cannes <strong>11</strong> 42<br />
Scania Super <strong>11</strong> 44<br />
Vanzetti<br />
Engineering <strong>11</strong> 44<br />
DIESEL OF THE YEAR<br />
Evoluzione<br />
del DOTY 5 8<br />
Alternative Engine 5 10<br />
HD Hyundai DX <strong>11</strong> 6<br />
FPT XCursor 13 <strong>11</strong> 10<br />
EVENTI E FIERE<br />
Orcan Energy:<br />
Tonissi 1 10<br />
Agritechnica<br />
Bonfiglioli 1 14<br />
Agritechnica<br />
Comer 1 16<br />
Agritechnica<br />
Danfoss 1 18<br />
Agritechnica<br />
Deutz 1 20<br />
Agritechnica<br />
Fétis 1 22<br />
Agritechnica<br />
John Deere 1 24<br />
Agritechnica<br />
Liebherr 1 26<br />
Intermat<br />
Press Days 3 20<br />
DPE Rimini 3 24<br />
Iveco Capital<br />
Markets 4 8<br />
Argomenti<br />
n. pag.<br />
CIB biometano 4 10<br />
DPE-KEY<br />
Rimini 4 16<br />
Rama/Tour<br />
John Deere 4 26<br />
Intermat Parigi 6 24<br />
Intermat Cummins 6 28<br />
Intermat Moog 6 32<br />
Salone Venezia 9 10<br />
Hydrogen Expo <strong>11</strong> 6<br />
EIMA Deutz <strong>11</strong> 26<br />
EIMA Avoni <strong>11</strong> 28<br />
EIMA Saim <strong>11</strong> 30<br />
EIMA 4e<br />
Consulting <strong>11</strong> 32<br />
Kohler Demo Days <strong>11</strong> 34<br />
Salone Genova <strong>11</strong> 38<br />
SMM Amburgo <strong>11</strong> 40<br />
HI-TECH<br />
Deutz/Rolls-Royce 1 6<br />
BYD batterie<br />
al sodio 1 7<br />
Dumarey/Horse 3 7<br />
Landi Renzo 3 7<br />
Reinova 3 7<br />
RES Italia 4 5<br />
VM Motori 4 5<br />
Heart Combustion<br />
Engine 4 38<br />
AGCO Power 5 6<br />
BTS<br />
Group/AB Energy 5 7<br />
Develon<br />
pala idrogeno 5 34<br />
Kohler<br />
Energy/Platinum 6 7<br />
FPT<br />
Industrial Academy 6 16<br />
Volvo D17 780 cv 7 6<br />
Clarios/Altris 7 7<br />
Develon/Kubota 7 34<br />
mtu/difesa 7 40<br />
Bergen Engines 9 8<br />
Argomenti<br />
n. pag.<br />
INTERVISTE<br />
FPT:<br />
Daniele Pozzo 1 <strong>12</strong><br />
Veil Marianna<br />
Benetti 3 38<br />
Kohler Bonanni 4 22<br />
BU Power<br />
commerciali 5 22<br />
Pitteri Violini<br />
Zappella 6 <strong>12</strong><br />
Yanmar<br />
CE Cuadrado 6 34<br />
Landi Renzo<br />
Stupenengo 7 16<br />
Bonfiglioli<br />
Baldi 7 24<br />
JCB<br />
Marco Falcone 7 28<br />
Exide Scanagatta 9 20<br />
Italcogen Golinelli 9 50<br />
OEM&MOTORI<br />
Komatsu/GM 1 50<br />
Hitachi/ABB 3 50<br />
Cummins/NHL 4 50<br />
Avoni/Bastelli 5 50<br />
Mecalac/Perkins 7 50<br />
Caron <strong>11</strong> 50<br />
SERVIZI<br />
Sollevatori<br />
telescopici 3 26<br />
Carri miscelatori 5 28<br />
Movimento terra 5 30<br />
STAZIONARI<br />
ETS 3 15<br />
Baudouin 4 <strong>12</strong><br />
ABB e generazione 4 18<br />
BU Energy 4 20<br />
CMG/FPT/Bimotor 5 18<br />
Isotta Fraschini DC 6 10<br />
Mitsubishi Electric 7 10<br />
FPT R24 7 <strong>12</strong><br />
mtu 4000 idrogeno 9 17<br />
Himoinsa/Yanmar <strong>11</strong> 22<br />
49
CARON<br />
ESTRO<br />
ITALIANO<br />
Caron si distingue<br />
per i guizzi di<br />
creatività nel design<br />
e per la competenza<br />
tipicamente veneta,<br />
applicata in maniera<br />
rigorosa e funzionale<br />
Motori e componenti per OEM<br />
Cultura, tecnica, impieghi<br />
e mercato del motore diesel.<br />
Fondato nel 1986<br />
Direttore responsabile<br />
Maurizio Cervetto<br />
Coordinatore redazionale<br />
Fabio Butturi<br />
In redazione<br />
Stefano Agnellini, Ornella Cavalli,<br />
Fabrizio Dalle Nogare, Stefano Eliseo,<br />
Fabio Franchini, Riccardo Schiavo,<br />
Cristina Scuteri, Luca Vitali<br />
Ha collaborato<br />
Maria Grazia Gargioni<br />
Impaginazione e grafica<br />
Marco Zanusso<br />
Gestione editoriale<br />
Fabio Zammaretti<br />
Stampa<br />
Industrie Grafiche RGM srl,<br />
Rozzano (Mi)<br />
oem&motori<br />
È<br />
lo stesso Andrea Caron,<br />
titolare dell’azienda che ne<br />
porta il nome, a introdurci<br />
nella storia dell’Oem vicentino.<br />
Un’epopea che ha varcato la soglia<br />
dei sessant’anni, che vi racconteremo<br />
in due tappe.<br />
«Nata come officina meccanica<br />
nel 1960, Caron si è distinta nel<br />
tempo come uno dei più importanti<br />
marchi produttori di transporter,<br />
creando una gamma di<br />
veicoli, a uno e a due posti, che<br />
si distinguono per versatilità,<br />
prestazioni e possibilità di personalizzazione,<br />
con una forte attenzione<br />
al comfort e alla sicurezza<br />
di chi guida: mezzi robusti e allo<br />
stesso tempo leggeri, in grado di<br />
rispondere ad ogni esigenza dei<br />
settori quali quello agricolo, forestale,<br />
edile e comunale. In due<br />
parole: Agile capacity».<br />
Poliedrica, come i mezzi che ne<br />
portano il nome, Caron conserva<br />
una forte impronta made in Italy.<br />
Prendiamo spunto dalla relazione<br />
tecnico-commerciale con<br />
Kohler. Come si è sviluppata?<br />
Cosa più apprezzate del KSD,<br />
Diesel of the Year 2022?<br />
«La collaborazione è iniziata in<br />
modo del tutto naturale a seguito<br />
della loro acquisizione della<br />
Lombardini, che dagli anni ’70<br />
era già uno dei nostri principali<br />
partner per i motori, in particolare<br />
per le potenze fino ai<br />
31-44 chilowatt (50-60 cavalli).<br />
L’avvento di Kohler ha portato<br />
importanti investimenti sia sulle<br />
infrastrutture dell’azienda che<br />
sul prodotto e i primi risultati<br />
si erano già visti con il KDI. A<br />
proposito del KSD, siamo stati<br />
tra i primi a ricevere i prototipi<br />
e ne abbiamo subito apprezzato<br />
la compattezza e la coppia.<br />
Inoltre è un motore tecnologicamente<br />
all’avanguardia nella sua<br />
categoria ma che permette di essere<br />
alimentato sia con i diesel<br />
a basso contenuto di zolfo che<br />
con i nuovi carburanti Hvo, ma<br />
anche con gasolio tradizionale.<br />
Il fatto di accettare anche diesel<br />
non particolarmente “raffinati”,<br />
unito alla possibilità di esprimere<br />
la piena potenza nei Paesi in cui<br />
non è richiesta l’omologazione<br />
Stage V, lo rende molto interessante<br />
anche per i mercati extraeuropei».<br />
VM Motori è un vostro storico<br />
sodale. Quali sono le caratteristiche<br />
che vi hanno legato a<br />
Cento?<br />
«Sì, anche con VM abbiamo un<br />
rapporto di lunga data. Attualmente<br />
montiamo quattro loro modelli<br />
dai 51 ai 100 chilowatt (70-<br />
136 cavalli). I nostri veicoli sono<br />
costruiti principalmente per lavorare<br />
su forti pendenze e poniamo<br />
grande attenzione sull’altezza del<br />
baricentro e sulla ripartizione<br />
delle masse. Montiamo i motori<br />
a sbalzo anteriormente appunto<br />
per bilanciare i carichi sull’asse<br />
posteriore, ma così facendo il<br />
propulsore viene a trovarsi coperto<br />
dalla cabina, al centro tra<br />
il guidatore ed il passeggero».<br />
Un layout che impone delle scelte.<br />
Sul prossimo numero ripartiremo<br />
proprio da qua.<br />
Fotolito<br />
Industrie Grafiche RGM srl,<br />
Rozzano (Mi)<br />
Autorizzazione del tribunale<br />
di Milano n.860 del 18 dicembre 1987<br />
Registro Nazionale della Stampa<br />
n. 4596 del 20/04/1994<br />
n. iscrizione R.O.C. 2880 del 30-<strong>11</strong>-2001<br />
Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. -<br />
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004<br />
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