metalmeccanica 15/11/24
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Editoriale<br />
Metalmeccanica, orgoglio lecchese<br />
Una nuova rivista per raccontarla<br />
A cosa serve un giornale? A cosa<br />
serve un giornale locale? Sembra<br />
una domanda banale, ma non lo è.<br />
Così come non è banale l’unica risposta<br />
che abbia un senso. Serve a<br />
raccontare il territorio. Tutto. Senza<br />
escludere niente e nessuno,<br />
ma al contempo avendo ben chiara<br />
la linea editoriale, la direzione presa<br />
per fare da presidio a quel territorio<br />
e per supportarne lo sviluppo.<br />
E’ questo il motivo profondo che ci<br />
ha spinto a ideare un nuovo prodotto,<br />
fra i tanti che già offriamo al<br />
nostro variegato e crescente pubblico<br />
di lettori cartacei, televisivi e digitali:<br />
una rivista annuale dedicata all’industria<br />
<strong>metalmeccanica</strong> lecchese.<br />
Al suo distretto, ai suoi numeri, ai<br />
suoi problemi, ai suoi protagonisti,<br />
ai suoi testimonial, alle sue prospettive.<br />
Perché se Lecco ha un cuore imprenditoriale,<br />
è ovvio farlo coincidere<br />
con quello del ferro, che ha segnato<br />
le tappe più importanti della<br />
sua storia.<br />
E’ vero che la nostra offerta informativa<br />
economica è già molto ricca:<br />
due pagine tutti i giorni sul quoti-<br />
diano, l’inserto “Imprese&lavoro” del<br />
lunedì dedicato alle imprese lariane,<br />
l’inserto “Faber” del venerdì dedicato<br />
alla formazione dei nostri ragazzi, la<br />
rivista di fine anno “Imprese” con<br />
tutti i bilanci delle migliori 400<br />
aziende lecchesi, i programmi televisivi,<br />
tra cui il neonato Tg economico,<br />
e la relativa copertura digitale e<br />
Diego Minonzio<br />
Direttore La Provincia<br />
social. Senza dimenticare la “Festa<br />
delle imprese”, evento che è ormai<br />
diventato una consuetudine e che ci<br />
permette di riunire tutti i principali<br />
esponenti dell’imprenditoria locale e<br />
di premiare le dieci aziende che<br />
hanno fatto registrare le migliori<br />
performance nel triennio.<br />
Tanta roba. Eppure ci sembrava<br />
mancasse ancora qualcosa. Una rivista<br />
interamente dedicata alla <strong>metalmeccanica</strong>,<br />
che quest’anno per la<br />
prima volta regaliamo assieme al<br />
giornale e che nei prossimi amplieremo<br />
e approfondiremo di certo, aumentandone<br />
le sezioni, ospitando<br />
ancora più contributi, focus, interviste,<br />
profili e storie aziendali. Il nostro<br />
distretto merita un’attenzione<br />
speciale, non solo da parte della<br />
politica e delle associazioni, ma anche<br />
della comunità e dell’informazione.<br />
Perché è lì che si creano la ricchezza,<br />
lo sviluppo, la ricerca, l’innovazione<br />
e i posti di lavoro. Ed è lì che<br />
vogliamo stare, con tutto il nostro<br />
gruppo editoriale. E’ un impegno<br />
per l’oggi, ma soprattutto per il domani.<br />
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Il futuro dell’economia europea<br />
«Un piano di grandi investimenti»<br />
di Maria G. Della Vecchia<br />
«Il problema maggiore dell’Europa è<br />
riuscire ad avere settori industriali integrati<br />
che sfruttino le economie di<br />
scala, come ha detto anche Mario<br />
Draghi anche se, certo, un conto è<br />
dire (su cui siamo tutti d’accordo) e<br />
altro è fare (dove poi tutti litigano).<br />
Significa che i Paesi rinunciano ad<br />
avere settori nazionali, puntando ad<br />
avere campioni europei, e che si trovino<br />
i soldi comunitari per investimenti<br />
abnormi nei nuovi settori, come<br />
hanno fatto dagli Stati Uniti»<br />
È questa, in estrema sintesi, la strada<br />
indicata da Giorgio Arfaras, economista<br />
e saggista, membro del comitato<br />
scientifico del Centro Einaudi.<br />
A cosa si deve il rallentamento in<br />
atto della crescita mondiale?<br />
Giorgio Arfaras<br />
Economista e saggista<br />
Membro del comitato scientifico<br />
del Centro di ricerca e documentazione Einaudi<br />
Partiamo dalla grande crescita cinese,<br />
che era trascinata dai contadini che<br />
andavano in città, per un totale di<br />
200 milioni di persone che si sono<br />
spostate dalle campagne. Per loro nelle<br />
città sono state costruite case e<br />
infrastrutture, con inurbamento e utilizzo<br />
di tecnologie estere com’era accaduto<br />
in Italia durante il miracolo<br />
economico con l’immigrazione dal Sud<br />
Italia. Ciò ha creato un traino per gli<br />
investimenti e, in parte minore, delle<br />
esportazioni. Dietro le quinte si agitavano<br />
l’inurbamento e la tecnologia:<br />
questo modello di sviluppo a un certo<br />
punto si è esaurito in quanto tutti<br />
quelli che potevano spostarsi in città<br />
lo hanno fatto e ciò significa che i<br />
cinesi si debbano creare un nuovo<br />
modello di sviluppo.<br />
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Con quali differenze rispetto al modello<br />
precedente?<br />
Un nuovo modello che, a differenza<br />
del primo, è meno propenso all’integrazione<br />
nel mondo. I cinesi vogliono<br />
esportare prodotti ad alta tecnologia,<br />
cosa che mette in difficoltà i settori<br />
occidentali più tecnologici.<br />
La seconda cosa interessante, se vera,<br />
sta nel fatto che in Cina starebbero<br />
tentando di svilupparsi in ogni settore:<br />
non solo vogliono esportare l’auto<br />
elettrica, ma in più i cinesi vogliono<br />
realizzare internamente tutto ciò che<br />
serve a loro, evidentemente per una<br />
questione di potenza politica. Il rallentamento<br />
della Cina non è congiunturale:<br />
è strutturale perché finisce<br />
l’urbanizzazione, ma è anche un cambiamento<br />
di pelle di natura politica<br />
perché i cinesi sembra abbiano deciso<br />
di avere un’economia per diventare<br />
una grande potenza.<br />
Che impatto arriverà da tutto ciò<br />
sull’industria europea dell’auto?<br />
Quella dell’auto è la maggior industria<br />
europea e possono succedere due cose:<br />
primo, applicare maggiori dazi che<br />
rendano le auto cinesi meno competitive.<br />
Secondo, la possibilità che i cinesi<br />
aggirino le tariffe dei dazi aprendo<br />
stabilimenti in Europa. È aperta<br />
una partita in cui non è necessario<br />
vedere la Cina vincitrice e l’Europa<br />
sconfitta.<br />
Le difficoltà della Germania stanno<br />
cambiando gli equilibri commerciali<br />
all’interno dell’Europa?<br />
Bisogna vedere se quello in atto è un<br />
rallentamento congiunturale o strutturale.<br />
Nel primo caso a fronte di un<br />
rallentamento della domanda le case<br />
automobilistiche decidono di produrre<br />
meno vetture e quindi di comprare<br />
meno componenti dall’Italia. Nel rallentamento<br />
strutturale una casa automobilistica<br />
va malissimo e le nostre<br />
fabbriche vendono metà delle loro<br />
forniture: l’ammontare del numero di<br />
auto che Volkswagen conta di vendere<br />
corrisponde alla produzione di due<br />
stabilimenti, che vengono sospesi. La<br />
parte difficile starà nel verificare che<br />
la compressione delle vendite diventi<br />
duratura, col rischio di chiusure totali.<br />
Non sarà facile visto che nei Consigli<br />
di amministrazione delle fabbriche<br />
tedesche siedono anche i sindacati.<br />
Con cosa deve misurarsi oggi la<br />
Germania per riprendersi?<br />
Parlando di economia politica, i tre<br />
tratti maggiori della Germania sono:<br />
primo, l’ombrello di difesa statunitense;<br />
secondo, le materie prime come<br />
petrolio e gas a basso prezzo erano<br />
acquistate in Russia, a cui vendevano<br />
i prodotti tedeschi; il terzo fattore<br />
riguarda gli stabilimenti tedeschi insediati<br />
in Cina, aperti per sfruttare<br />
l’economia cinese che stava crescendo<br />
di più al mondo. C’è un numero da<br />
prendere con le pinze, ma che rende<br />
l’idea: le esportazioni tedesche verso<br />
la Cina sono circa il 3% del Pil tedesco,<br />
una quota irrilevante.<br />
Ma il fatturato delle grandi imprese<br />
tedesche (Volkswagen, Bmw e Mercedes)<br />
è realizzato per un terzo in Cina.<br />
Il fatturato, non il valore aggiunto, ma<br />
il dato rende l’idea. È evidente che i<br />
tre giganti dell’automotive che muovono<br />
milioni di occupati siano preoccupati,<br />
posto che evidentemente il loro<br />
potere negoziale sul Governo tedesco<br />
è notevole. Il fatto che la Germania<br />
sia stagnante è un problema serio per<br />
l’Europa e in particolare per le imprese<br />
italiane subfornitrici. Però la Germania<br />
ha una tradizione capacità<br />
d’uscita dalle più grandi disgrazie. Dopo<br />
essere stata rasa al suolo è rinata,<br />
oggi che non è stata rasa al suolo a<br />
maggior ragione può rinascere.<br />
Come vede il ruolo delle banche<br />
centrali in questa congiuntura?<br />
Vediamo gli Stati Uniti: il loro bilancio<br />
statale è in forte disavanzo prima<br />
del pagamento degli interessi, un disavanzo<br />
quindi primario significativo.<br />
Guardando al pagamento degli interessi,<br />
l’onere è significativo. Ne risulta<br />
un bilancio statale in importante deficit.<br />
Tale deficit pubblico primario e di<br />
interessi non dovrebbe rientrare: c’è<br />
dunque un problema significativo di<br />
bilancio dello Stato. Se lo Stato spendesse<br />
di più, come vogliono i democratici,<br />
la maggior spesa non sarebbe<br />
compensata dalle maggiori tasse; se<br />
tagliassero le tasse senza toccare la<br />
spesa, come vogliono i repubblicani,<br />
lo Stato comunque non avrebbe abbastanza<br />
entrate. Nessuna delle due parti<br />
riesce a sanare il bilancio pubblico.<br />
E arriviamo alle banche centrali: nel<br />
caso degli Usa, c’è stata discesa dell’inflazione<br />
soprattutto nel manifatturiero<br />
e non nei servizi, che hanno un<br />
tasso di inflazione maggiore dell’industria<br />
in quanto non hanno incrementi<br />
di produttività simili a quelli industriali.<br />
Ciò determina che non si avrà<br />
un’inflazione diversa da quella storica<br />
e ciò non consente tagli significativi<br />
di tassi.<br />
Situazione diversa in Europa?<br />
Per l’Europa abbiamo un’inflazione<br />
più bassa di quella statunitense e ritengo<br />
che i tagli dei tassi dovrebbero<br />
avvenire a piccoli passi per evitare<br />
che se l’inflazione tornasse a muoversi<br />
si debbano rialzare i tassi. I tagli<br />
graduali in Europa mi sembrano la<br />
scelta migliore: ciò va bene per le<br />
imprese, per i mutui a tasso variabile<br />
e dovrebbe avere anche effetto sul<br />
bilancio degli Stati che si indebiterebbero<br />
con tassi più bassi.<br />
L’inflazione scende ma il carrello<br />
della spesa no. Perché?<br />
L’inflazione smette di crescere ma<br />
non per questo scende il livello dei<br />
prezzi. Questo aspetto nella divulgazione<br />
non viene mai abbastanza spiegato.<br />
Proviamo con una similitudine in<br />
parole semplici?<br />
Bene: sono arrivato alla conclusione<br />
che il vero ricco non sia chi ha la<br />
Ferrari ma chi mangia formaggi, a<br />
guardare i mostruosi rincari che hanno<br />
avuto in questi mesi. Ipotizziamo<br />
che l’inflazione dei formaggi vada a<br />
zero: non significa che il prezzo scenda,<br />
resta fermo dov’è.<br />
Quindi come fare per poter continuare<br />
a permettersi i formaggi?<br />
Diciamo che servono guadagni superiori<br />
al tasso d’inflazione dei formaggi.<br />
Bisogna capire il livello dei prezzi<br />
e l’inflazione: se scende l’inflazione si<br />
riduce la variazione dei prezzi, non<br />
scendono. Non torneremo a mangiare<br />
la pizza a 4 euro, continuerà a costare<br />
12 euro.<br />
9
La richiesta del mondo produttivo<br />
«Una politica industriale unitaria»<br />
di Guido Lombardi<br />
L’industria torni al centro dell’agenda politica<br />
nazionale e comunitaria perché “le imprese<br />
sono la soluzione del problema, non<br />
il problema”. Lo spiega Antonio Gozzi, presidente<br />
del gruppo siderurgico Duferco e di<br />
Federacciai, analizzando la situazione economica<br />
nazionale e locale e le prospettive<br />
per il settore metalmeccanico.<br />
Antonio Gozzi<br />
Presidente del gruppo siderurgico Duferco<br />
Dal 2022 è tornato alla guida di Federacciai<br />
dopo i mandati dal 2012 al 2018<br />
Presidente Gozzi, come valuta lo scenario<br />
macroeconomico generale in questa<br />
seconda parte del 20<strong>24</strong>?<br />
L’economia internazionale ha mantenuto un<br />
ritmo di crescita positivo nella prima parte<br />
del 20<strong>24</strong>, seppur con andamenti differenti<br />
tra le varie aree geografiche. L’inflazione ha<br />
rallentato più velocemente del previsto, grazie<br />
al calo dei prezzi delle materie prime<br />
energetiche e all’efficacia delle politiche<br />
monetarie restrittive. Le condizioni del<br />
mercato del lavoro si sono mantenute solide<br />
in molte aree, con tassi di disoccupazione<br />
su valori minimi. Le più recenti previsioni<br />
della Commissione Europea mostrano una<br />
dinamica del Pil globale in marginale accelerazione<br />
quest’anno ed il prossimo (+3,2%<br />
e +3,3%, dal +3,1% del 2023), caratterizzata<br />
da performance ancora eterogenee tra paesi<br />
e regioni; tuttavia l’incertezza resta elevata,<br />
soprattutto a causa dell’imprevedibile<br />
evoluzione delle tensioni geo-politiche.<br />
In questo quadro, come è posizionata<br />
l’Italia?<br />
L’Italia è la seconda potenza manifatturiera<br />
d’Europa, con un’economia industriale di<br />
grande rilievo. Anche nel 2023, un anno di<br />
rallentamento economico, abbiamo registrato<br />
600 miliardi di euro di esportazioni su<br />
un totale di 1.200 miliardi di fatturato.<br />
Questo dimostra la nostra forte competitività<br />
e la capacità di diversificare la produ-<br />
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zione in molti settori in cui siamo leader. È il<br />
nostro biglietto da visita principale nei confronti<br />
degli altri paesi. Quando siamo criticati<br />
per il nostro alto debito pubblico, questa<br />
è la carta che possiamo giocare.<br />
Come valuta la politica economica del<br />
governo?<br />
Il governo italiano sta facendo alcune cose<br />
giuste. Come ho spiegato in precedenza,<br />
quella che mi emoziona di più è il Piano<br />
Mattei perché si tratta di abbassare il baricentro<br />
degli equilibri europei: il Mediterraneo<br />
deve diventare sempre più importante<br />
dal punto di vista economico, demografico<br />
e strategico. Bisogna utilizzare l’empatia<br />
culturale di cui gli italiani godono in Nord<br />
Africa e nei Balcani per promuovere lo<br />
sviluppo in quelle aree del mondo, e ciò<br />
consentirebbe anche la crescita del sistema<br />
economico italiano. Sono sotto gli occhi di<br />
tutti le grandi incertezze generate dalle<br />
supply chain allungate e dalla crisi del traffico<br />
commerciale nel Mar Rosso. Se le forniture<br />
che oggi riceviamo dall’estremo<br />
oriente le potessimo reperire dal Nord Africa,<br />
dai Balcani, dall’Italia meridionale e dalla<br />
Spagna, sarebbe un grande vantaggio<br />
strategico ed economico per l’industria del<br />
Belpaese.<br />
Quale futuro vede per il settore meccanico<br />
nazionale, in particolare quello legato<br />
alla piccola impresa particolarmente<br />
diffusa sul territorio lecchese?<br />
L’esempio dell’industria manifatturiera italiana<br />
è sotto gli occhi di tutti. La sua eccellenza<br />
e la sua performance sono il più<br />
grande contributo che l’Italia può dare ad<br />
un’Europa più forte e più competitiva. La<br />
manifattura italiana raggiunge risultati che<br />
sono frutto di vantaggio competitivo puro e<br />
della creatività e dell’intensità produttiva<br />
delle nostre imprese; ma anche del grande<br />
successo del Piano Industria 4.0, grazie al<br />
quale le fabbriche italiane hanno investito<br />
massicciamente in macchinari, in nuove<br />
tecnologie, nell’innovazione di processo e di<br />
prodotto. Tale efficienza nelle supply chain<br />
ha consentito al nostro sistema industriale<br />
di reagire meglio di altri alla pandemia,<br />
dimostrando che l’eccellenza del sistema<br />
industriale è anche un ingrediente fondamentale<br />
della sicurezza nazionale. L’industria<br />
manifatturiera italiana è un gigante<br />
economico, l’asset più importante che l’Italia<br />
può mettere sul tavolo del confronto<br />
internazionale, ma non ha il peso politico<br />
che meriterebbe nella determinazione delle<br />
scelte a livello europeo e nazionale. Tutti i<br />
settori manifatturieri italiani soffrono di<br />
politiche europee che sembrano dettate da<br />
un’ossessione mercatista volta a favorire i<br />
Paesi importatori e senza industria. Innumerevoli<br />
sono gli esempi che si possono<br />
fare su norme e regolamenti europei che<br />
ostacolano lo sviluppo e la crescita dell’industria<br />
manifatturiera. Bisogna cambiare la<br />
narrazione: le imprese sono la soluzione<br />
del problema, non il problema. L’industria<br />
deve tornare al centro dell’agenda della<br />
Commissione Europea e delle politiche del<br />
Governo italiano perché senza industria<br />
l’Europa è finita, non solo economicamente,<br />
ma anche nelle sue istituzioni democratiche<br />
e sociali. Tema fondamentale per la<br />
sopravvivenza e il futuro delle imprese è il<br />
reclutamento e la formazione di giovani. La<br />
trasformazione tecnologica e la digitalizzazione<br />
dei processi comporta la necessità di<br />
personale sempre più qualificato.<br />
Quanto il settore in Italia è dipendente<br />
dall’andamento dell’economia tedesca e<br />
cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi<br />
mesi?<br />
Il sistema industriale tedesco è molto più<br />
concentrato e meno diversificato di quello<br />
italiano ad esempio e, quindi, è intrinsecamente<br />
più rigido e meno adattivo. Inoltre,<br />
esso sta perdendo complessivamente in<br />
competitività per l’erosione causata dagli alti<br />
e crescenti costi del lavoro, dall’alto livello<br />
fiscale, da una burocrazia asfissiante, da<br />
un significativo ritardo nella digitalizzazione<br />
delle produzioni e dei servizi. L’erosione<br />
del nucleo industriale tedesco avrà un impatto<br />
sostanziale sul resto dell’Unione Europea.<br />
La Germania non è soltanto il più<br />
grande attore industriale europeo; funziona<br />
come il mozzo di una ruota, collegando le<br />
diverse economie della regione come il più<br />
grande partner commerciale e investitore<br />
per molte di esse. L’Italia è da sempre un<br />
partner fondamentale della Germania.<br />
Quali attese ci sono a livello di politica<br />
europea per i prossimi anni? Continuità<br />
o rottura rispetto alle politiche del “green<br />
deal” che rischiano di creare seri<br />
problemi alla nostra impresa?<br />
Il Green Deal europeo, applicato secondo il<br />
modello Timmermans, si è dimostrato<br />
estremista e ideologico, mancando di<br />
un’analisi costi-benefici e ignorando le conseguenze<br />
sui sistemi industriali. La preoccupazione<br />
è che, senza politiche industriali<br />
europee coordinate, gli Stati nazionali agiscano<br />
da soli, creando asimmetrie. Gli Stati<br />
ricchi come la Germania, e in misura minore<br />
la Francia, adottano politiche industriali<br />
a sostegno delle proprie imprese,<br />
mettendo a rischio il mercato unico. Il sistema<br />
industriale italiano, forte e resiliente,<br />
potrebbe entrare in crisi poiché le risorse<br />
del bilancio italiano non sono paragonabili<br />
a quelle della Germania o della Francia.<br />
È fondamentale discutere di “più Europa”<br />
per contrastare le politiche industriali nazionali<br />
e sostenere una politica industriale<br />
europea unitaria. È essenziale che le normative<br />
siano realistiche e tengano conto<br />
dell’impatto reale sulle imprese. In definitiva,<br />
l’attuale situazione richiede una riflessione<br />
profonda e un approccio più equilibrato.<br />
<strong>11</strong>
La <strong>metalmeccanica</strong> e la crisi tedesca<br />
«Difficoltà, ma anche nuovi mercati»<br />
Andrea Beri, imprenditore di Ita è il coordinatore del tavolo provinciale per la competitività<br />
«La frenata della Germania incide, in molti guardano fuori dai confini dell’Europa»<br />
di Maria G. Della Vecchia<br />
Andrea Beri<br />
Imprenditore alla guida di Ita Spa<br />
coordinatore del Tavolo per la competitività<br />
e lo sviluppo della Provincia di Lecco<br />
«Il panorama metalmeccanico lecchese ha<br />
senz’altro sofferto per i problemi della<br />
Germania, che indiscutibilmente era il primo<br />
bacino di vendita delle imprese lecchesi<br />
del settore. Ma ci sono altre economie<br />
che compensano i cali tedeschi». Lo<br />
afferma Andrea Beri, coordinatore del Tavolo<br />
per la Competitività e lo Sviluppo<br />
della provincia di Lecco e imprenditore<br />
alla guida dell’azienda di famiglia, il gruppo<br />
di trafilerie speciali Ita SpA.<br />
«I tedeschi – aggiunge Beri - hanno subito<br />
un rallentamento talmente forte da renderli<br />
depressi in ogni loro visione, primo<br />
fra tutti il fatto di non avere per la prima<br />
volta negli ultimi anni una stabilità politica.<br />
Ciò ha determinato la perdita del timone<br />
e quindi della direzione da intraprendere,<br />
così oggi sono nel panico più<br />
totale. Aggiungiamo ingredienti come l’inflazione<br />
e i tassi di interesse elevati, in<br />
pratica la tempesta perfetta che fa sì che<br />
il mercato tedesco oggi rallenti anche<br />
l’economia del Lecchese».<br />
Beri, prendendo ad esempio la propria<br />
azienda, la trafileria speciale Ita SpA, spiega<br />
di aver chiuso il mese di luglio con un<br />
calo dell’1,5% nei volumi su base annua,<br />
«quasi nulla- Ma se riparametriamo la situazione<br />
dal punto di vista dei prezzi, il<br />
calo di domanda li ha fatti crollare a<br />
partire dalle materie prime, riducendo le<br />
marginalità. Per capire meglio la situazione<br />
attuale è più indicativo non partire dai<br />
dati economici ma incrociare i dati delle<br />
aziende con le richieste di cassa integrazione,<br />
che mostrano effettivamente il calo<br />
di lavoro».<br />
Beri osserva che fra le imprese metalmeccaniche<br />
locali non mancano i segnali di<br />
rallentamento, visibili a macchia di leopardo<br />
magari con cassa integrazione di venerdì<br />
pomeriggio o per qualche giorno nell’arco<br />
del mese, «ma ci sono anche settori<br />
della meccanica in cui le aziende cercano<br />
manodopera e questo è un positivo. Siamo<br />
tutti indubbiamente meno soddisfatti rispetto<br />
al 2021, che però era stato un anno<br />
straordinario, ma la <strong>metalmeccanica</strong> locale<br />
non è ferma. Facciamo tutti dieci volte più<br />
fatica nel realizzare gli stessi numeri dell’anno<br />
scorso, ma li facciamo. Oggi le<br />
aziende rimaste sul mercato dopo la crisi<br />
del 2009 sono sane e coperte in adeguatezza<br />
economica. Certo, fanno meno margini,<br />
ma forse c’era qualcosa di sbagliato<br />
prima, inclusi i tassi zero, per i quali c’è<br />
chi aspetta che tornino per investire».<br />
13
Distretto metalmeccanico lecchese<br />
Si conferma la vocazione all’export<br />
a cura di Research Department Intesa Sanpaolo<br />
Il distretto metalmeccanico del lecchese<br />
è altamente specializzato nella<br />
produzione e nella lavorazione di<br />
metalli e leghe, cui va ad aggiungersi<br />
il settore della meccanica.<br />
Oltre a caratterizzare il sistema industriale<br />
lecchese, il distretto racchiude<br />
nel suo perimetro anche alcune<br />
aziende aventi sede nelle contigue<br />
province di Bergamo, Como e<br />
Monza-Brianza.<br />
Le imprese del distretto sono principalmente<br />
specializzate in tre comparti<br />
che, in ordine di importanza<br />
per numero di addetti, sono i prodotti<br />
in metallo, la meccanica e la<br />
metallurgica; in filiera sono attive<br />
anche tutte le aziende che si occupano<br />
della manutenzione e riparazione<br />
dei macchiari, nonché della<br />
loro installazione.<br />
Complessivamente il distretto, secondo<br />
le nostre stime, conta quasi<br />
25 mila addetti e oltre 1.800 unità<br />
locali.<br />
Il distretto costituisce una realtà significativa<br />
a livello territoriale: la<br />
sua incidenza sul manifatturiero<br />
provinciale è pari a circa il 58% in<br />
termini di addetti e al 53% in termini<br />
di unità locali, confermando la<br />
forte specializzazione della provincia<br />
nell’industria <strong>metalmeccanica</strong>.<br />
Le produzioni afferenti al distretto<br />
riguardano una vasta gamma di<br />
componenti e subforniture di prodotti<br />
finiti, ma anche di macchinari;<br />
l’area distrettuale si contraddistingue<br />
per la presenza di una filiera integrata,<br />
composta da aziende che partecipano<br />
a fasi diverse dello stesso<br />
processo di trasformazione dei metalli,<br />
che rimane la prima specializzazione<br />
del distretto.<br />
Da un confronto con i dati disponibili<br />
a livello nazionale, si evince come<br />
il tessuto produttivo lecchese<br />
racchiuda il 2,1% degli addetti del<br />
settore metalmeccanico italiano e<br />
l’1,6% del totale delle unità locali.<br />
Le dimensioni medie riscontrabili<br />
all’interno del distretto risultano più<br />
contenute rispetto al settore nazionale<br />
nel suo complesso, fatta eccezione<br />
per il segmento dei prodotti<br />
in metallo. Risulta ancora dominante<br />
il ruolo assunto dalla piccola im-<br />
<strong>15</strong>
prenditoria, la quale, per le sue caratteristiche<br />
di flessibilità e dinamicità,<br />
ha rappresentato la risposta ai<br />
continui mutamenti del contesto<br />
competitivo, nazionale e internazionale.<br />
Da una analisi dell’export emerge<br />
come il 59% circa dei flussi che<br />
partono dal territorio lecchese siano<br />
riconducibili all’attività del distretto<br />
metalmeccanico che si caratterizza<br />
dunque per un’elevata propensione<br />
all’export e un’alta competitività sui<br />
mercati internazionali.<br />
Nel periodo che va dal 2008 al 2023<br />
si evidenzia infatti un progressivo<br />
incremento delle esportazioni distrettuali,<br />
che ha riguardato tutti e<br />
tre i settori di specializzazione:<br />
l’export è passato dai 2,3 miliardi di<br />
euro del 2008 ai 3,4 miliardi del<br />
2023, con una crescita del 51%.<br />
Se si scende nel dettaglio, l’esportazioni<br />
del comparto metallurgico nel<br />
2023 è cresciuto rispetto al 2008 del<br />
62%, quello meccanico del 51% e<br />
quello dei prodotti in metallo del<br />
40%.<br />
Di fatto i tre comparti si equivalgono<br />
in termini di valore di export. Le<br />
importazioni risultano invece perlopiù<br />
appannaggio del segmento metallurgico,<br />
nonostante stia emergendo<br />
un aumento dell’importanza attribuita<br />
ai flussi di import da parte<br />
degli altri due comparti, ma con<br />
ordine di grandezza nettamente inferiore.<br />
Analisi dei mercati<br />
Se si considera la composizione dell’export<br />
per mercati di sbocco,<br />
emerge per il distretto metalmeccanico<br />
del lecchese una netta predominanza<br />
del mercato comunitario<br />
(UE<strong>15</strong>) che nel 2023 ha assorbito<br />
quasi la metà delle esportazioni distrettuali.<br />
La Germania (649 milioni<br />
di euro) e la Francia (358 milioni di<br />
euro) figurano ai primi posti nel<br />
ranking relativo a tutte e tre le<br />
filiere che compongono l’attività distrettuale.<br />
Tra il 2008 e il 2023 i flussi verso<br />
la Germania hanno mostrato una<br />
buona crescita (+34%), mentre quelli<br />
verso la Francia sono rimasti sostanzialmente<br />
stabili visto che l’aumento<br />
dei flussi oltralpe della metallurgia<br />
è stato compensato dalla<br />
riduzione dell’export degli altri due<br />
comparti; sempre tra i primi dieci<br />
mercati di sbocco tra i Paesi UE<strong>15</strong><br />
troviamo anche la Spagna (133 milioni<br />
di euro) e i Paesi Bassi (95 milioni<br />
di euro), rispettivamente al quinto<br />
e al settimo posto, ed entrambi<br />
in crescita nel periodo considerato<br />
(+22% e +29%).<br />
Le esportazioni del distretto sono<br />
fortemente cresciute negli Stati Uniti<br />
(divenuti così il terzo sbocco commerciale):<br />
sono infatti salite a quota<br />
267 milioni di euro (+204 milioni<br />
tra il 2008 e il 2023), grazie soprattutto<br />
al comparto della meccanica<br />
lecchese.<br />
Si è poi registrata una robusta crescita<br />
anche in Polonia, che nel 2023<br />
risulta essere il quarto mercato di<br />
sbocco: grazie a un aumento dell’export<br />
di tutti i comparti, i flussi<br />
commerciali verso questo mercato<br />
sono quasi triplicati e sono saliti a<br />
206 milioni di euro.<br />
Tra i mercati emergenti che sono<br />
entrati nella classifica dei primi dieci<br />
sbocchi commerciali del distretto<br />
spiccano anche Repubblica Ceca e<br />
Turchia, che si collocano ora all’ottavo<br />
e al nono posto.<br />
Nel tempo è cresciuta anche la rile-<br />
vanza di Cina e Arabia Saudita che<br />
si attestano rispettivamente all’undicesimo<br />
e al dodicesimo posto. Il distretto<br />
ha ottenuto buone performance<br />
anche in Svizzera (sesto<br />
sbocco commerciale), dove l’export<br />
nel 2023 è stato pari a 105 milioni<br />
di euro (+53%); al contrario arretramenti<br />
sono stati accusati nel Regno<br />
Unito (decimo mercato), dove le<br />
esportazioni sono scese a 89 milioni<br />
di euro (-23%).<br />
Spostando l’attenzione verso i mercati<br />
di approvvigionamento, ai primi<br />
tre posti troviamo tre paesi europei,<br />
ovvero Germania, Spagna e Francia.<br />
Segue la Cina che riveste un ruolo<br />
primario soprattutto nel segmento<br />
dei prodotti in metallo.<br />
A seguire Austria, Repubblica Ceca,<br />
Paesi Bassi, Svizzera, Regno Unito e<br />
Svezia.<br />
16
Segnali incoraggianti<br />
L’andamento recente delle esportazioni<br />
del distretto mostra buoni segnali<br />
di tenuta, grazie soprattutto al<br />
comparto della meccanica. Nel 2023,<br />
infatti, l’export è cresciuto dello<br />
0,9% a prezzi correnti, con la meccanica<br />
che ha messo a segno un<br />
progresso del 13% spiegato soprattutto<br />
dai risultati ottenuti in India,<br />
Polonia, Germania e Stati Uniti.<br />
Leggeri segnali di cedimento si sono<br />
osservati nella prima parte del 20<strong>24</strong>,<br />
quando l’export della filiera <strong>metalmeccanica</strong><br />
lecchese ha esportato<br />
prodotti per 1.678 milioni di euro, in<br />
calo del 4,9% rispetto al primo semestre<br />
2023, che corrisponde a una<br />
riduzione dei flussi pari a 85,9 milioni<br />
di euro.<br />
La diminuzione è dovuta principalmente<br />
al comparto metallurgico<br />
(-<strong>11</strong>,2% pari a -72,4 milioni di euro)<br />
che, oltre a risentire del calo dei<br />
prezzi alla produzione, ha accusato<br />
arretramenti in particolare in Spagna<br />
e Albania; ha subito una riduzione<br />
delle vendite estere anche il<br />
segmento dei prodotti in metallo<br />
(-4,7% pari a -26,7 milioni di euro)<br />
penalizzato soprattutto dai risultati<br />
ottenuti in Spagna.<br />
In controtendenza e in crescita invece<br />
l’export di meccanica (+2,4%<br />
pari a +13,2 milioni di euro) grazie<br />
all’inserimento in alcuni mercati<br />
particolari come Israele, Sri Lanka,<br />
Islanda e Finlandia.<br />
La crescita sui mercati esteri con<br />
attività di export è stata accompagnata<br />
da un crescente grado di internazionalizzazione<br />
del distretto: è<br />
infatti aumentata la presenza estera<br />
sul territorio, così come sempre più<br />
frequenti risultano i casi di aziende<br />
che hanno deciso di ampliare la<br />
propria rete produttiva e di distributiva<br />
al di fuori dei confini nazionali.<br />
Nel tempo, inoltre, è aumentata la<br />
presenza della <strong>metalmeccanica</strong> di<br />
Lecco sui mercati extra-europei, dove<br />
è ancora alto il potenziale di<br />
crescita per le imprese del distretto<br />
che, come evidenziato precedentemente,<br />
hanno ancora un’alta concentrazione<br />
dei flussi di export verso<br />
l’UE<strong>15</strong>.<br />
Pertanto, un ampliamento dei bacini<br />
di sbocco e del portafoglio clienti,<br />
peraltro già in atto, potrebbe contribuire<br />
a diversificare i rischi e a<br />
cogliere le opportunità di crescita<br />
presenti in mete geografiche lontane<br />
ma ad alto potenziale.<br />
Prospettive<br />
Nella seconda parte dell’anno l’evoluzione<br />
dell’export del distretto continuerà<br />
a essere condizionata dalla<br />
debole dinamica degli scambi mondiali<br />
di merci.<br />
Mai come in questa fase sarà cruciale<br />
cogliere le opportunità che potranno<br />
venire da alcuni mercati, soprattutto<br />
da quelli extra-europei che<br />
in questa fase sono caratterizzati da<br />
migliori condizioni di domanda.<br />
È molto probabile che il ritorno alla<br />
crescita dell’export sia rimandato al<br />
2025, quando, soprattutto, in Europa,<br />
inizieranno a farsi sentire gli<br />
effetti del rientro dell’inflazione e<br />
della riduzione dei tassi di interesse.<br />
Si tratta dunque di uno scenario<br />
complesso e non semplice, caratterizzato<br />
anche da diversi fattori di<br />
rischio e incertezza, legati ai conflitti<br />
alle porte dell’Europa, alle forti<br />
tensioni geopolitiche internazionali<br />
e all’esito delle elezioni negli Stati<br />
Uniti.<br />
In prospettiva, anche la domanda<br />
interna potrà contribuire alla crescita<br />
del distretto e, soprattutto, del<br />
comparto della meccanica, che potrà<br />
trarre beneficio dall’implementazione<br />
del Piano Transizione 5.0 che<br />
dovrebbe dare una spinta agli investimenti<br />
volti a supportare il processo<br />
di transizione energetica e di<br />
automazione dei processi produttivi.<br />
Investimenti delle PMI<br />
«Il distretto metalmeccanico lecchese<br />
continua ad essere competitivo<br />
grazie ai suoi punti di forza quali<br />
flessibilità, propensione all’innovazione<br />
e alla qualità dei prodotti.<br />
L’inflazione sta rientrando e i tassi,<br />
più lentamente, hanno iniziato la<br />
loro discesa.<br />
Gli effetti sui consumi e sul commercio<br />
internazionale hanno avuto<br />
ripercussioni sulla manifattura e il<br />
contesto geopolitico non ha aiutato,<br />
ma proprio in questo contesto anche<br />
questo distretto ha dimostrato di essere<br />
resiliente», commenta Daniele<br />
Pastore, Direttore Regionale Lombardia<br />
Nord Intesa Sanpaolo.<br />
«Come Intesa Sanpaolo - prosegue -<br />
continuiamo a stimolare gli investimenti<br />
delle piccole e medie imprese,<br />
con particolare attenzione ai progetti<br />
sostenibili, certificazioni ambientali,<br />
brevetti e autoproduzione di<br />
energia rinnovabile, sempre attenti<br />
alle istanze del territorio e collaborando<br />
con le associazioni di categoria<br />
per intercettarne al meglio i bisogni.<br />
Abbiamo messo a disposizione un<br />
plafond di 4 miliardi per i territori<br />
di Como, Lecco e Sondrio attraverso<br />
il nostro programma “Il tuo futuro è<br />
la nostra impresa” per supportare la<br />
competitività delle imprese grazie<br />
anche alle opportunità del PNRR e<br />
della Transizione 5.0».<br />
Daniele Pastore<br />
Direttore regionale Lombardia Nord<br />
(Bergamo, Como, Lecco, Sondrio e Varese)<br />
Intesa Sanpaolo<br />
17
Acciaio: il 20<strong>24</strong> un anno di transizione<br />
Sfide internazionali per il settore<br />
di Stefano Ferrari<br />
Un anno di transizione. Così si può<br />
descrivere il 20<strong>24</strong> per il settore globale<br />
dell’acciaio, periodo nel quale si<br />
registra complessivamente una stagnazione<br />
della domanda e della produzione,<br />
ma con alcune aree e Paesi<br />
che stanno correndo, mentre altri<br />
stanno rallentando o si sono fermati.<br />
Partendo dal dato sull’output mondiale,<br />
tra gennaio e luglio (ultimo<br />
dato reso noto dall’associazione globale<br />
dei produttori di acciaio World<br />
Steel Association) le acciaierie hanno<br />
sfornato 1,107 miliardi di tonnellate<br />
di acciaio grezzo, con una contrazione<br />
dello 0,7% rispetto al medesimo<br />
periodo del 2023. Questo dato è fortemente<br />
influenzato dall’andamento<br />
cinese. Pechino produce più del 50%<br />
Stefano Ferrari<br />
Direttore dell’ufficio studi di Siderweb<br />
testata giornalistica online in Italia dedicata<br />
interamente alla filiera siderurgica<br />
del totale dell’acciaio mondiale, ma<br />
dal 2022 la siderurgia del Paese asiatico<br />
vive un momento di difficoltà,<br />
causato soprattutto dalla crisi del<br />
settore immobiliare, che ha ridotto la<br />
domanda interna, rallentando anche<br />
la produzione.<br />
Nei primi sette mesi dell’anno la Cina<br />
ha diminuito del 2,2% il proprio<br />
output, con un calo di circa 14 milioni<br />
di tonnellate, rimanendo però il<br />
vero “peso massimo” dell’acciaio, con<br />
una quota di mercato del 55,4%. Ma<br />
non solo la Cina ha registrato rallentamenti<br />
e problemi: sia alcuni dei<br />
Paesi con una tradizione siderurgica<br />
più lunga, sia alcuni Paesi emergenti<br />
mostrano un segno meno rispetto all’anno<br />
scorso: il Giappone perde il<br />
19
2,8%, gli USA l’1,8%, la Russia il 3,0%,<br />
la Corea del Sud il 5,9% ed il sud<br />
America lo 0,6%.<br />
Di contro, alcune aree stanno invece<br />
vivendo un momento d’oro, soprattutto<br />
l’India. Il subcontinente indiano<br />
negli ultimi anni sta infatti scalando<br />
le posizioni nel ranking mondiale: attualmente<br />
è il secondo produttore di<br />
acciaio ma sta facendo registrare tassi<br />
di crescita impressionanti, vicini al<br />
+10% annuo, che promettono di continuare<br />
ancora a lungo. Oltre all’India<br />
anche il sudest asiatico e l’Iran<br />
sono in decisa crescita e, con tutta<br />
probabilità, saranno i protagonisti del<br />
futuro dell’acciaio mondiale.<br />
E l’Europa? Il Vecchio continente rimane<br />
ancora contraddistinto da una<br />
stagnazione dei consumi (secondo<br />
l’associazione europea dei produttori<br />
di acciaio Eurofer quest’anno si registrerà<br />
una contrazione del 3,1% rispetto<br />
ad un 2023 già un calo) e da<br />
una produzione che recupera in maniera<br />
molto marginale (+1,5% nei primi<br />
sette mesi dell’anno dopo un<br />
-7,4% nel 2023).<br />
Inoltre, permane lo spauracchio delle<br />
importazioni: la crisi del consumo<br />
interno cinese sta portando le acciaierie<br />
del Paese asiatico a rivolgersi<br />
con sempre maggior insistenza all’export<br />
(+22% tra gennaio e luglio<br />
rispetto all’anno scorso), inondando il<br />
resto del mondo con acciaio a basso<br />
costo ed incidendo sui prezzi (per i<br />
prodotti base della siderurgia si registra<br />
un -20% circa da inizio anno) e<br />
sulla redditività del sistema. Anche<br />
se molti Paesi (UE inclusa) stanno<br />
correndo ai ripari, promuovendo misure<br />
antidumping verso Pechino, la<br />
situazione rimane tesa ed il settore<br />
rimane sotto pressione.<br />
Consumi interni in frenata<br />
Nei primi sette mesi del 20<strong>24</strong> la<br />
produzione siderurgica italiana è stata<br />
di 12,491 milioni di tonnellate, con<br />
una diminuzione del 5,4% rispetto<br />
allo stesso periodo dell’anno precedente.<br />
Secondo i dati resi noti da<br />
Federacciai, la riduzione di output<br />
rispetto al 2023 è di 707mila tonnellate,<br />
mentre in confronto al gennaioluglio<br />
del 2022 la contrazione è di<br />
1,367 milioni di tonnellate e rispetto<br />
al 2021 è di 2,447 milioni di tonnellate.<br />
I numeri, quindi, testimoniano di un<br />
momento di rallentamento per le acciaierie<br />
italiane, appesantite dalle difficoltà<br />
che sta incontrando il consumo<br />
interno, in frenata sia rispetto<br />
alla media storica sia rispetto all’anno<br />
scorso, dalla concorrenza dei produttori<br />
esteri e anche da una delicata<br />
situazione per quanto concerne la<br />
redditività.<br />
Sia i produttori di lunghi sia quelli<br />
di piani, infatti, stanno facendo i<br />
conti con margini in calo a causa da<br />
un lato della discesa dei volumi di<br />
produzione, dall’altro da una decisa<br />
diminuzione dei prezzi di vendita.<br />
Secondo i dati elaborati da siderweb,<br />
il prezzo base dei coils a caldo in<br />
Italia da gennaio a metà settembre è<br />
sceso di oltre 100 euro la tonnellata<br />
(-13,7%) e quello del tondo per cemento<br />
armato di oltre 60 euro la<br />
tonnellata (-9,7%), mentre i costi produttivi<br />
sono calati in misura meno<br />
accentuata, erodendo quindi la redditività<br />
delle acciaierie.<br />
Lecco e la siderurgia<br />
Anche nel 20<strong>24</strong> Lecco si conferma<br />
tra le provincie italiane più attive nel<br />
commercio siderurgico internazionale.<br />
Secondo i dati resi noti dall’ISTAT<br />
ed elaborati da siderweb – la community<br />
dell’acciaio, infatti, la provincia<br />
nel primo trimestre dell’anno (ultimi<br />
dati disponibili) è stata l’ottavo<br />
maggior esportatore nazionale di prodotti<br />
della siderurgia, tubi e altri<br />
prodotti della prima trasformazione<br />
dell’acciaio (tra cui la trafilatura) ed<br />
il settimo maggior importatore.<br />
Entrando nel dettaglio, tra gennaio e<br />
marzo le importazioni italiane di<br />
queste tre categorie di prodotti sono<br />
state pari ad un controvalore di 5,120<br />
miliardi di euro, con una riduzione<br />
del 17,6% rispetto all’anno precedente,<br />
provocata sia dalla diminuzione<br />
dei volumi sia da quella dei prezzi<br />
medi di vendita dell’acciaio.<br />
La provincia italiana che ha acquistato<br />
più prodotti siderurgici all’estero è<br />
Milano, con quasi 700 milioni di euro<br />
di controvalore e con una quota di<br />
mercato del 13,7%, seguita da Udine<br />
(367 milioni, 7,2%), Ravenna (291 milioni,<br />
5,7%), Mantova, Brescia e Torino.<br />
Al settimo posto, appunto, Lecco,<br />
con acquisti per 199,9 milioni di euro<br />
(-23,1% rispetto all’anno precedente)<br />
ed una quota di mercato del 3,9%.<br />
Questo valore rappresenta un lieve<br />
passo indietro rispetto al 2023, quando<br />
la quota appannaggio di Lecco fu<br />
il 4,2%, mentre nel 2022 il livello era<br />
il medesimo del 20<strong>24</strong> (3,9%).<br />
20
Entrando nel dettaglio dei prodotti<br />
importati dai clienti lecchesi, i prodotti<br />
della siderurgia sono stati pari<br />
a 168,6 milioni di euro, i tubi a 5,0<br />
milioni di euro e gli altri prodotti<br />
della prima trasformazione dell’acciaio<br />
a 26,4 milioni di euro.<br />
Prodotti trafilati e tubi<br />
Prendendo in considerazione le<br />
esportazioni di acciaio, in Italia esse<br />
sono state pari a 5,450 miliardi di<br />
euro nel primo trimestre, con una<br />
riduzione del 19,9% rispetto allo stesso<br />
periodo dell’anno scorso. La provincia<br />
più attiva all’export è stata<br />
Brescia, con vendite per 503,9 milioni<br />
di euro ed una quota di mercato<br />
del 9,2%. Al secondo posto Udine<br />
(480,0 milioni, 8,8%), davanti a Mantova<br />
(444,3 milioni, 8,2%), Cremona,<br />
Milano, Bergamo e Vicenza. Lecco si<br />
posiziona all’ottavo posto a livello nazionale,<br />
con <strong>24</strong>9,3 milioni di euro di<br />
export e con una quota di mercato<br />
del 4,6%, in crescita rispetto al 4,4%<br />
del 2023 ed al 3,8% del 2022.<br />
L’anno scorso ed il precedente Lecco<br />
era stata la decima provincia italiana<br />
per export.<br />
Entrando nel dettaglio dei prodotti<br />
venduti all’estero dalle aziende lecchesi,<br />
si rileva una prevalenza dei<br />
prodotti della prima trasformazione<br />
dell’acciaio, in particolare dei prodotti<br />
trafilati, con esportazioni che hanno<br />
raggiunto quota 107,2 milioni di<br />
euro, contro i 93,5 milioni di euro<br />
dei tubi ed i 48,6 milioni di euro dei<br />
prodotti della siderurgia.<br />
Infine, quest’anno Lecco si è confermato<br />
il maggior esportatore italiano<br />
di prodotti della prima trasformazione<br />
dell’acciaio (davanti a Vicenza e<br />
Brescia), è stato il sesto esportatore<br />
di tubi (dietro a Bergamo, Reggio<br />
Emilia, Cremona, Milano e Mantova)<br />
ed il dodicesimo per l’export di prodotti<br />
della siderurgia. I principali<br />
clienti dei siderurgici lecchesi sono:<br />
Germania (36,9 milioni di euro di<br />
vendite nel primo trimestre), Francia<br />
(36,1 milioni di euro), Polonia (20,7<br />
milioni di euro), Arabia Saudita (<strong>15</strong>,6<br />
milioni di euro) ed Emirati Arabi<br />
Uniti (9,4 milioni di euro).<br />
Siderweb è una testata giornalistica online in<br />
Italia dedicata interamente alla filiera siderurgica.<br />
È punto di riferimento per gli operatori di settore,<br />
dal 2009 rileva ogni settimana i prezzi di materie<br />
prime e prodotti siderurgici sul mercato<br />
nazionale, oggi arrivati a 61, con un metodo<br />
certificato dal Laboratorio di Statistica Dati<br />
Metodi e Sistemi dell’Università degli Studi di<br />
Brescia.<br />
Dal 2022 pubblica 5 indici settimanali su rottame,<br />
acciaio al carbonio, prodotti lunghi e piani, acciaio<br />
inox. Dal 2005 organizza Made in Steel, la<br />
Conference & Exhibition internazionale dedicata<br />
alla filiera dell’acciaio, e ne struttura i contenuti:<br />
convegni, interviste, outlook.<br />
21
«Puntiamo sulla formazione tecnica<br />
Va ricreata una cultura d’impresa»<br />
di Stefano Scaccabarozzi<br />
Un’economia lecchese in salute, in grado<br />
di far fronte alla crisi della Germania e a<br />
una situazione geopolitica ancora molto<br />
preoccupante. Un tessuto imprenditoriale<br />
con una forte vocazione manifatturiera e<br />
meccanica che si trova però a fare i<br />
conti con difficoltà nel trovare manodopera<br />
specializzata. Un problema che stanno<br />
diventando sempre più grave e trasversale.<br />
Ezio Vergani, presidente della<br />
Camera di Commercio Lecco-Como, in<br />
quadra in questi termine la fase che stiamo<br />
vivendo, indicando risorse e priorità<br />
per le imprese lariane.<br />
Presidente, come sta andando l’economia<br />
lecchese?<br />
Non male, le aziende tengono. I nostri<br />
territori, anzi direi tutta la Lombardia,<br />
Ezio Vergani<br />
Presidente della Camera di Commercio Como-Lecco<br />
Già presidente di Confindustria Lecco<br />
Imprenditore del gruppo Asco Pompe s.r.l.<br />
stanno reagendo bene. Posso dire che la<br />
nostra economia è sana. Lo è anche<br />
quella dell’Italia in generale, soprattutto il<br />
Nord per quel che riguarda la produzione<br />
industriale. C’è stato un momento di calma,<br />
con una riduzione degli ordini dopo<br />
il boom del post Covid. Assistiamo a un<br />
rallentamento dopo una fase espansiva<br />
importante, che per la verità aveva fatto<br />
seguito al periodo difficile dalla pandemia.<br />
Sul lungo periodo c’è un bilanciamento.<br />
Il fatto che non ci sia praticamente<br />
disoccupazione è un segnale importante.<br />
Se l’occupazione è elevata vuol<br />
dire che c’è movimento, che c’è una buona<br />
attività.<br />
La preoccupa quello che sta accadendo<br />
in Germania?<br />
<strong>24</strong>
Anche i tedeschi alle volte fanno degli<br />
errori. Sono bravi, più organizzati di noi<br />
sotto tanti punti di vista, ma ogni tanto<br />
possono commettere degli sbagli. Certamente<br />
tante aziende del nostro territorio<br />
lavorano con la Germania e nella filiera<br />
dell’automotive. Ma se parliamo di questo<br />
specifico tema, è più una questione di<br />
scelte europee che di economia tedesca.<br />
Ideologie che prevalgono sul buon senso:<br />
lo abbiamo visto sulla questione Alitalia<br />
e lo stiamo vedendo sull’auto elettrica,<br />
con lo stop ai motori a combustione dal<br />
2035. È giusto avere un obiettivo di miglioramento<br />
e continua attenzione all’ambiente,<br />
ma bisogna fare i conti con la<br />
realtà. I progressi vanno fatti compatibilmente<br />
con le strutture e le economie che<br />
ci sono. Gli indirizzi vanno dati, ma nessuno<br />
ha la bacchetta magica.<br />
Cosa non la convince dell’auto elettrica?<br />
Bisogna produrre l’elettricità e per farlo<br />
serve il nucleare, che però non viene<br />
portato avanti. Produrla con le rinnovabili?<br />
Sono fonti importanti, possono dare<br />
un contributo notevole, ma la richiesta di<br />
energia è gigantesca, da sole non bastano<br />
per sopperire. E poi c’è il tema delle<br />
batterie: che vanno prodotte e poi vanno<br />
smaltite.<br />
In aggiunta a queste difficoltà, ci sono le<br />
conseguenze delle tensioni internazionali e<br />
delle guerre. Come la vede?<br />
La Russia è sempre stato un mercato di<br />
sbocco interessante, ma da tempo è fermo.<br />
La mia società, solo per fare un<br />
esempio, ha un’impresa in Ucraina: lo<br />
scorso anno è andata molto bene, i nostri<br />
dipendenti hanno un grandissimo coraggio,<br />
ma a livello economico, per fermarci<br />
a quello, resta un punto di domanda<br />
per il futuro. Queste sono forme di<br />
instabilità che certamente non aiutano<br />
l’economia.<br />
Alla politica cosa si sente di chiedere?<br />
Di eliminare la burocrazia inutile. Se ne<br />
parla da 50 anni, ma sembra che invece<br />
di diminuire aumenti. La politica industriale<br />
che ha messo in piedi Draghi, e<br />
che per fortuna questo Governo sta proseguendo<br />
a dispetto delle campagne elettorali,<br />
è sicuramente una cosa intelligente.<br />
Poi so che molti vogliono aiuti finanziari,<br />
ma forse questo può andare bene<br />
per le startup e per chi fa molta ricerca.<br />
Ma anche sotto questi aspetti l’Italia non<br />
è messa così male, ci flagelliamo troppo.<br />
Le aziende comunque sono abituate a<br />
fare da sé.<br />
E le infrastrutture?<br />
Stesso discorso. Se ne parla da decenni,<br />
ma nel territorio siamo sempre allo stesso<br />
livello al di là di qualche miglioramento.<br />
Questo incide, sono costi supplementari.<br />
Ci manca anche una certa organizzazione<br />
che invece c’è, per fare un esempio, in<br />
Svizzera.<br />
La vera emergenza è la manodopera?<br />
Il trend demografico è drammatico. Oltre<br />
al numero di persone, l’altro problema è<br />
la formazione. Come Camera di Commercio<br />
stiamo organizzando una serie di<br />
progetti a più livelli, partendo dall’orientamento<br />
scolastico. È questo l’obiettivo<br />
numero del nostro mandato. Quello della<br />
manodopera è un problema generalizzato<br />
per tutti i settori, dal livello più basso al<br />
più alto. Si riesce solamente a trovare<br />
persone straniere, in tanti casi molto valide,<br />
ma che vanno formate. L’obiettivo<br />
principale deve essere quello di preparare<br />
i nostri ragazzi, ma non basterà. Bisogna<br />
guardare anche ai migranti, bisogna iniziare<br />
a portare avanti progetti mirati per<br />
portare in Italia persone con un minimo<br />
di scolarità, insegnando loro la lingua, i<br />
nostri valori e la formazione tecnica.<br />
Come mai oggi c’è così tanta distanza<br />
fra i giovani e il mondo dell’impresa?<br />
La cultura del lavoro è stata un po’ abbandonata.<br />
Andrebbe recuperata. Ripeto,<br />
è un tema su cui vogliamo investire molto.<br />
Vogliamo sviluppare la formazione e<br />
aiutare le famiglie a capire che lavorare<br />
in un’impresa non è una scelta di serie<br />
B, ma anzi di grande valore. La manualità<br />
era ed è ancora considerata inferiore<br />
a un lavoro di ufficio. In officina invece<br />
servono persone di grande qualità e capacità,<br />
in un ambiente che oggi è diventato<br />
molto moderno e tecnologico. Cambiare<br />
il modo di pensare però richiede<br />
tempo.<br />
Quali altre priorità?<br />
Oltre alla formazione, punteremo molto<br />
sulla sostenibilità delle aziende. È la sfida<br />
del futuro per raggiungere gli obiettivi<br />
europei. In molti casi le aziende sono già<br />
avanti su questi aspetti: dall’ambiente, al<br />
sociale, dall’attenzione alla comunità alla<br />
sostenibilità economica. Vedo una coscienza<br />
diffusa nei nostri imprenditori su<br />
questi aspetti. Il consiglio camerale precedente<br />
ha già fatto un bel lavoro sotto<br />
questo aspetto. Accanto a questi temi, c’è<br />
certamente quello della sicurezza.<br />
E poi grande attenzione al turismo: per<br />
bilanciarlo fra Como e Lecco e per gestire<br />
la fase post boom, sapendo che una<br />
componente è quella dei visitatori mordi<br />
e fuggi che lasciano molto poco sul territorio.<br />
Abbiamo fatto un accordo con il<br />
Fai, per valorizzare le nostre ville anche<br />
in Brianza, allo scopo di fare un censimento,<br />
di metterle in rete, di realizzare<br />
scambi culturali che ci permettano di<br />
portare nel nostro territorio giovani in<br />
gamba da far confrontare con i nostri.<br />
25
«La forza del sistema produttivo<br />
La grande sfida di industria 5.0»<br />
di Guido Lombardi<br />
L’instabilità rappresenta una costante degli<br />
ultimi anni che, secondo Marco Campanari,<br />
presidente di Confindustria Lecco e<br />
Sondrio, mette in seria difficoltà le imprese<br />
del nostro territorio, a partire da quelle<br />
del settore metalmeccanico. «Le aziende –<br />
spiega Campanari – si stanno muovendo in<br />
un contesto di mercato mondiale che continua<br />
ad espandersi a ritmo moderato e<br />
con prospettive che rimangono fiacche. Il<br />
quadro generale è infatti instabile – afferma<br />
il presidente degli industriali di Lecco<br />
e Sondrio - non solo dal punto di vista dei<br />
molti elementi di incertezza, ma anche per<br />
i repentini e imprevedibili cambiamenti<br />
che in questi ultimi anni si sono presentanti<br />
di continuo, mettendo in discussione<br />
i nostri punti di riferimento; chi avrebbe<br />
pensato, ad esempio, di vedere il pianeta<br />
Marco Campanari<br />
Presidente di Confindustria Lecco-Sondrio<br />
Imprenditore della Cicsa group<br />
di Beverate (Brivio)<br />
messo sotto scacco da una pandemia? O al<br />
ripresentarsi di una guerra alle porte dell’Europa?».<br />
Il contesto è quindi certamente critico.<br />
Tuttavia, secondo Campanari, «la buona<br />
notizia è che il nostro paese non ha perso<br />
la solidità dei suoi fondamentali, come dimostrano<br />
anche i dati di export evidenziati<br />
dal WTO, sulla base dei quali il nostro<br />
modello - italiano e del quale il nostro<br />
territorio è esempio di eccellenza - si conferma<br />
di successo, fondato sulla qualità e<br />
sulla diversificazione dei prodotti, oltre che<br />
sull’innovazione, fattore imprescindibile<br />
per essere competitivi».<br />
E proprio l’innovazione rappresenta un<br />
aspetto fondamentale per le imprese del<br />
settore metalmeccanico delle nostre province<br />
che, aggiunge ancora Campanari,<br />
26
«non hanno mai smesso di fare investimenti<br />
per la crescita e lo sviluppo: un<br />
ruolo fondamentale in questo ambito lo<br />
hanno svolto negli ultimi anni strumenti<br />
come Industria 4.0, che hanno consentito<br />
di innalzare sensibilmente i livelli degli investimenti<br />
in innovazione, tecnologie, nuovi<br />
materiali, rinnovamento dei processi; è anche<br />
grazie a questi investimenti se molte<br />
imprese hanno ulteriormente accelerato il<br />
passo, andando più veloci dei loro competitor<br />
internazionali».<br />
A Lecco e Sondrio il settore metalmeccanico<br />
resta il cuore della tradizione manifatturiera:<br />
«Nonostante il panorama esterno<br />
non sia privo di tinte fosche, i dati raccolti<br />
dal nostro centro studi dimostrano la buona<br />
salute delle imprese, con la stabilità<br />
congiunturale ad accompagnare la parziale<br />
decelerazione tendenziale nel primo semestre<br />
20<strong>24</strong>, in un quadro dove l’occupazione<br />
è in tenuta costante. Il mercato del lavoro<br />
infatti non solo regge, qui e in generale nel<br />
quadro di un paese alla ricerca di una<br />
nuova fase di crescita ma, quasi paradossalmente,<br />
le difficoltà relative al reperimento<br />
di manodopera, con particolare riferimento<br />
a profili con competenze tecniche<br />
sia tradizionali sia avanzate, restano ai primi<br />
posti fra i punti critici per il settore<br />
industriale e metalmeccanico, come conferma<br />
la stessa Federmeccanica».<br />
Tornando al quadro territoriale: «In particolare<br />
guardiamo favorevolmente agli effetti<br />
che verranno generati da Industria 5.0, un<br />
tassello fondamentale della politica industriale<br />
del paese nonostante i lunghi tempi<br />
di attesa per i decreti attuativi, che sino a<br />
questa fase hanno fatto sì che molti investimenti<br />
programmati restassero in stand<br />
by; evidentemente, a favore della crescita e<br />
della produttività sarebbe in linea generale<br />
preferibile avere a disposizione misure<br />
strutturali di medio lungo termine, anziché<br />
provvedimenti di orizzonte corto. Tuttavia<br />
– conclude -, sul finire di un anno molto<br />
complesso guardiamo ai tanti aspetti positivi<br />
di Industria 5.0, che si propone come<br />
una nuova e importante opportunità per le<br />
imprese del metalmeccanico e per tutto il<br />
sistema produttivo».<br />
Politica industriale e innovazione<br />
I dati più recenti relativi al settore metalmeccanico<br />
nazionale e territoriale evidenziano<br />
una situazione di incertezza che<br />
risente, come evidenzia Federmeccanica,<br />
sia degli effetti di politiche monetarie ancora<br />
restrittive sia dell’incertezza alimentata<br />
in particolare dai conflitti in corso. Se<br />
in Italia nella prima metà del 20<strong>24</strong> i risultati<br />
della produzione industriale sono restati<br />
di segno negativo, segnando un -0,8%<br />
nel secondo trimestre rispetto al precedente<br />
e un -1,7% nel confronto tendenziale,<br />
anche il settore metalmeccanico vive nel<br />
complesso una situazione difficile. Nel secondo<br />
trimestre di quest’anno, in particolare,<br />
il calo produttivo è stato dell’1,5%, dopo<br />
il -2,1% registrato nel primo, mentre in<br />
termini tendenziali, alla contrazione del<br />
3,9% segnata nei primi tre mesi dell’anno<br />
ha fatto seguito un -3,4% nei successivi tre.<br />
La situazione territoriale, tuttavia, è migliore,<br />
come spiega Giacomo Riva, presidente<br />
della categoria merceologica metalmeccanico<br />
di Confindustria Lecco e Sondrio: «Tra<br />
gennaio e giugno 20<strong>24</strong> le imprese del comparto<br />
delle due province restituiscono, nelle<br />
rilevazioni del nostro centro studi, un<br />
quadro variegato ma generalmente stabile<br />
nell’ottica congiunturale, con dinamiche in<br />
rallentamento sul fronte tendenziale».<br />
Nel dettaglio, il confronto con il primo<br />
semestre 2023 segna una discesa del 2,4%<br />
per produzione e fatturato; mentre il raffronto<br />
con la seconda metà dello scorso<br />
anno evidenzia un sostanziale mantenimento<br />
degli indicatori associati ad ordini e<br />
vendite (-0,2% per entrambi) ed un lieve<br />
incremento per l’attività produttiva (+0,6%).<br />
In rallentamento le previsioni, con aspettative<br />
di una variazione media al -5% per la<br />
seconda metà del 20<strong>24</strong>. «Guardando al futuro<br />
– prosegue -, fondamentali per il nostro<br />
settore saranno le politiche industriali<br />
per la filiera dell’automotive, un ambito<br />
produttivo strategico anche sul nostro territorio;<br />
ci auguriamo soprattutto che si rifletta<br />
sulla necessità di introdurre il principio<br />
della neutralità tecnologica per raggiungere<br />
gli obiettivi di riduzione delle<br />
emissioni, con l’elettrico come una delle<br />
opzioni e non come l’unica soluzione. È<br />
poi fondamentale – spiega ancora l’imprenditore<br />
- avere politiche che puntino in via<br />
prioritaria sull’innovazione di prodotto, più<br />
che sugli incentivi sulla domanda».<br />
Secondo Riva, «occorre creare le condizioni<br />
per lo sviluppo dell’intero sistema, stretto<br />
tra tensioni esterne non controllabili e<br />
problemi di competitività che derivano dalla<br />
mancanza di politiche industriali adeguate».<br />
Giacomo Riva<br />
Presidente della categoria merceologica<br />
metalmeccanico di Confindustria<br />
Lecco e Sondrio<br />
27
Innovazione, ricerca e sostenibilità<br />
«Faranno crescere le nostre imprese»<br />
di Gianfranco Colombo<br />
«Non sarà un autunno facile». In questa<br />
brevissima osservazione di Enrico<br />
Vavassori, presidente di Confapi Lecco<br />
e Sondrio, è sintetizzato il clima che<br />
si sta respirando nel settore meccanico<br />
nel nostro territorio. Una preoccupazione<br />
che prende le mosse dagli<br />
ultimi dati economici che certificano<br />
una forte frenata della Germania e<br />
del settore automotive, oltre che una<br />
fase ancora difficile per l’esportazioni<br />
da Lecco verso l’estero, specialmente<br />
nei confronti dei paesi europei. Altro<br />
aspetto di preoccupazione, che emerge<br />
proprio da uno studio di Confapi,<br />
è il significativo calo di fiducia che le<br />
imprese associate dimostrano nei<br />
confronti del sistema bancario.<br />
Accanto a questi elementi c’è però<br />
Enrico Vavassori<br />
Presidente di Confapi Lecco-Sondrio<br />
Imprenditore della Trafileria Vavassori<br />
di Beverate a Brivio<br />
anche consapevolezza che gli strumenti<br />
per affrontare le difficoltà del<br />
momento ci sono tutti.<br />
Siamo di nuovo di fronte ad un periodo<br />
di crisi più o meno grave, ma le<br />
nostre aziende sanno di essere attrezzate<br />
per superarlo. Con il presidente<br />
Vavassori cerchiamo di analizzare gli<br />
elementi che caratterizzano questo<br />
nostro momento storico.<br />
Il settore della meccanica è in un<br />
momento di difficoltà. Come si vive<br />
questo frangente tra le aziende del<br />
nostro territorio?<br />
È un momento di grande incertezza a<br />
livello internazionale.<br />
C’è una congiuntura a livello economico<br />
e geopolitico che non facilita il<br />
28
nostro lavoro: le guerre fuori dalla<br />
porta di casa praticamente, la crisi<br />
della Germania, con cui lavoriamo da<br />
sempre, l’aumento dei prezzi delle<br />
materie prime e purtroppo il rialzo<br />
anche dei costi dell’energia, i tassi<br />
della BCE e la crisi dell’automotive...<br />
La ripartenza dopo la chiusura di<br />
agosto per le imprese è stata in salita,<br />
la richiesta di cassa integrazione è<br />
aumentata. Stiamo alla finestra, di<br />
certo non sarà un autunno e inverno<br />
facile.<br />
Viviamo mesi di tensioni geopolitiche,<br />
insistenza sui tassi di interesse elevati<br />
da parte della Bce con il possibile<br />
aumento dei costi delle materie prime,<br />
la crisi dell’automotive.<br />
Dal vostro osservatorio quali sono<br />
le cause di questa contrazione?<br />
Sì ci sono tutti questi fattori a cui va<br />
aggiunto anche un’altra variabile importante:<br />
le elezioni negli Stati Uniti<br />
di novembre. Dovremo poi capire il<br />
vincitore cosa deciderà sulla loro politica<br />
dei dazi e la posizione che avranno<br />
nella guerra tra Israele e Palestina<br />
che sta pesantemente condizionando<br />
anche il mondo economico per quando<br />
riguarda il trasporto merci dall’Asia.<br />
Speriamo un processo di pace<br />
arrivi prima possibile per la popolazione<br />
coinvolta e per il mondo intero.<br />
Posto che la Germania sta attraversando<br />
una grossa crisi, come siamo<br />
messi con l’export?<br />
Si può pensare a nuove strategie<br />
per aprirsi a nuovi mercati?<br />
Sì certo assolutamente, la crisi della<br />
Germania, nostro storico partner, non<br />
è una novità. Da circa un anno è in<br />
frenata e le nostre aziende ne devono<br />
fare i conti, ma ci stiamo già riorganizzando.<br />
Manteniamo sempre gli<br />
standard molto elevati dei nostri prodotti<br />
con questo paese, ma magari<br />
saltando alcuni passaggi come gli intermediari,<br />
per arrivare al cliente tedesco<br />
e proporgli un prodotto di qualità,<br />
ma a prezzo inferiore.<br />
L’Ufficio Estero di Confapi Lecco Sondrio<br />
sta supportando molte aziende<br />
in questo processo, anche aprendo<br />
nuovi mercati in altri paesi.<br />
A questo punto è secondo voi necessario<br />
un intervento del governo<br />
che sostenga le imprese verso lo<br />
sviluppo innovativo e consenta<br />
un’accelerazione della transizione<br />
sostenibile dell’industria? È cioè<br />
strategico il rafforzamento delle politiche<br />
industriali volte a sostenere<br />
la manifattura?<br />
Sì, la sostenibilità delle imprese è<br />
fondamentale per rimanere competitivi<br />
sia sul mercato italiano sia su<br />
quello straniero.<br />
Ora i clienti vogliono vedere spesso<br />
nostre certificazioni che attestino come<br />
produciamo e se lo facciamo seguendo<br />
standard europei che rispettino<br />
l’ambiente. Non è un processo facile<br />
per molte Pmi, realtà piccole che<br />
da poco tempo si stanno muovendo<br />
in questa direzione, ma abbiamo iniziato<br />
tutti a farlo. Il sostegno da parte<br />
del Governo o della Regione con i<br />
bandi è un ulteriore aiuto per le imprese.<br />
In Confapi abbiamo ApiTech<br />
che può sostenere e aiutare le associate<br />
nella partecipazione ai bandi e<br />
nell’intraprendere un percorso di innovazione<br />
e sostenibilità.<br />
Altro punto importante è quello del<br />
difficile reperimento di nuovi dipendenti.<br />
Cosa si dovrà fare per<br />
rendere le nostre aziende meccaniche<br />
più attrattive soprattutto per i<br />
giovani?<br />
Noi come Confapi Lecco Sondrio siamo<br />
già attivi in questo senso.<br />
Da qualche anno siamo impegnati in<br />
percorsi di riqualificazione in ambito<br />
metalmeccanico di persone che hanno<br />
perso il lavoro o stanno cercando il<br />
lavoro, progetti come “Academy nel<br />
settore metalmeccanico” che facciamo<br />
con Mestieri Lombardia e che ha visto<br />
nelle prime edizioni tutti i partecipanti<br />
collocati poi nelle nostre<br />
aziende. Siamo anche presenti nelle<br />
scuole secondarie superiori del territorio<br />
con progetti mirati di orientamento<br />
in cui i ragazzi incontrano i<br />
nostri imprenditori e poi fanno visite<br />
aziendali per conoscere le nostre realtà.<br />
E’ un percorso non facile e non dal<br />
risultato immediato, ma ci stiamo impegnando<br />
a 360 gradi per far capire<br />
ai giovani che possono avere un futuro<br />
qui con ottime prospettive sia di<br />
carriera sia a livello economico per<br />
costruirsi un futuro e essere indipendenti.<br />
Si possono fare delle previsioni economiche<br />
per l’ultimo trimestre di<br />
questo 20<strong>24</strong>?<br />
Come ho detto prima regna l’incertezza<br />
per una serie di variabili che non<br />
dipendono da noi ma che subiamo.<br />
Di natura però sono una persona ottimista,<br />
ma soprattutto conosco il nostro<br />
tessuto imprenditoriale: abbiamo<br />
subito crisi inaspettate e di proporzioni<br />
mondiali come quella del 2008,<br />
il Covid o il terremoto dei prezzi<br />
energetici di due anni fa. Ne siamo<br />
sempre usciti a testa alta grazie alla<br />
nostra flessibilità e capacità di trovare<br />
soluzioni in qualsiasi contesto.<br />
29
Cresce il settore dell’artigianato<br />
«Premiata la qualità delle nostre aziende»<br />
di Gianfranco Colombo<br />
A fronte della crisi della meccanica a livello<br />
internazionale, l’attenzione è massima<br />
anche tra le aziende artigiane. Anche loro<br />
risentono della difficile congiuntura del<br />
periodo e dell’andamento dell’automotive,<br />
che sta avendo delle contrazioni importanti.<br />
Ne parliamo con Ilaria Bonacina, presidente<br />
di Confartigianato Imprese Lecco.<br />
Il settore artigiano lecchese come sta<br />
affrontando questo momento così complesso<br />
per il mondo della meccanica?<br />
Mi aggancio ai dati diffusi nelle scorse<br />
settimane dalla Camera di Commercio di<br />
Como-Lecco, che ha analizzato l’andamento<br />
della manifattura. Nel confronto tra il<br />
secondo trimestre 20<strong>24</strong> e lo stesso periodo<br />
del 2023 la produzione, nell’artigianato lecchese,<br />
si è mostrata in controtendenza,<br />
Ilaria Bonacina<br />
Presidente di Confartigianato Lecco<br />
Imprenditrice alla guida della By Carpel di Brivio<br />
Membro del consiglio camerale<br />
riuscendo a crescere di quasi due punti,<br />
contro un trend lombardo di diffusa contrazione.<br />
Anche il fatturato si è evidenziato<br />
in crescita di 1,3 punti. Ciò significa che la<br />
qualità delle produzioni dei nostri artigiani<br />
continua ad essere riconosciuta e ad avere<br />
mercato, a dispetto della situazione generale.<br />
Va monitorato però il calo degli ordini<br />
(-1,4%) da qui alla fine dell’anno, che<br />
induce a una certa cautela senza allarmismi.<br />
In sintesi, quali sono a vostro parere, le<br />
motivazioni che hanno ci hanno portato<br />
sino a questo punto?<br />
Alla base di questa situazione c’è la miscela<br />
esplosiva costituita da una serie di elementi,<br />
che ciascuno per la propria parte<br />
contribuisce a destabilizzare i mercati;<br />
30
questo rende ancora più complesso riuscire<br />
ad uscire da questi momenti di contrazione.<br />
Le questioni in gioco sono numerose:<br />
penso al complesso quadro geopolitico internazionale<br />
rappresentato in primis ovviamente<br />
dai conflitti in Ucraina e in Medio<br />
Oriente, mentre si guarda con grande attenzione<br />
a quanto accade negli Stati Uniti,<br />
dove a seconda di chi vincerà la corsa alla<br />
Casa Bianca si registreranno ripercussioni<br />
a cascata anche sulla nostra economia.<br />
Non si sono ancora registrati gli effetti del<br />
lieve taglio dei tassi della Bce, anche perché<br />
quello ufficializzato a settembre non è<br />
sufficiente a rilanciare le economie europee<br />
più appesantite, che da tempo aspettano<br />
più coraggio dalla Banca Centrale Europea,<br />
come evidenziato anche dal Governo<br />
italiano nei giorni scorsi. Non è tutto<br />
però: in una cornice già così articolata si<br />
inseriscono anche la crisi dell’automotive<br />
e le difficoltà che sta vivendo la Germania.<br />
Tasselli importanti che contribuiscono a<br />
comporre un mosaico molto articolato.<br />
Tutto questo sta influendo anche sulle<br />
esportazioni? Vista la crisi della Germania,<br />
si sta pensando di aprirsi a nuovi<br />
mercati internazionali?<br />
Il settore della meccanica sta risentendo<br />
del ritardo della ripresa del commercio<br />
internazionale e in particolare del cambiamento<br />
di politica dell’economia tedesca:<br />
nella prima parte dell’anno le esportazioni<br />
della meccanica sono diminuite del 3,2%<br />
mentre quelle manifatturiere sono rimaste<br />
sostanzialmente stabili (+0,1%).<br />
Si apprezza invece la crescita dell’1,4% per<br />
i macchinari. Le più recenti evidenze sul<br />
volume delle vendite all’estero confermano<br />
un calo per la meccanica pari al 4,5%, più<br />
marcato rispetto allo 0,8% del made in<br />
Italy.<br />
L’export è da sempre un fiore all’occhiello<br />
per le imprese del nostro territorio, che<br />
hanno una innata vocazione all’internazionalizzazione.<br />
In questo senso, l’attenzione<br />
che le aziende rivolgono ai mercati esteri,<br />
in particolare a quelli emergenti, è sempre<br />
massima: anche le realtà artigiane – grazie<br />
all’accompagnamento del Sistema Confartigianato<br />
e della Camera di Commercio e ai<br />
contributi messi a disposizione attraverso<br />
bandi e progetti – riescono ad essere presenti<br />
con i loro prodotti praticamente in<br />
tutto il mondo.<br />
Trovare nuovi dipendenti è sempre più<br />
difficile per le nostre aziende meccaniche.<br />
Cosa si può o si deve fare per<br />
comunicare meglio soprattutto con i<br />
giovani?<br />
Dobbiamo riuscire a far conoscere sempre<br />
meglio il nostro mondo, per poterlo far<br />
apprezzare ai giovani. La tecnologia ormai è<br />
pervasiva in ogni ambito produttivo, compresi<br />
quelli artigiani. Per questo motivo,<br />
far entrare i ragazzi e le loro famiglie<br />
nelle nostre imprese è la soluzione migliore:<br />
in questo modo hanno la possibilità di<br />
comprendere quanto valore ci sia nelle<br />
nostre aziende a livello tecnologico, gestionale<br />
e di innovazione, di cui loro stessi<br />
possono essere protagonisti. In questo senso,<br />
Confartigianato Imprese Lecco ha messo<br />
a punto il progetto “Aziende aperte”,<br />
che vuole ottenere proprio questo risultato:<br />
far visitare le realtà artigiane agli studenti<br />
e alle loro famiglie, per far sì che<br />
possano rendersi conto della ricchezza di<br />
opportunità che le caratterizza, tra innovazione<br />
e tecnologia, ambienti luminosi e<br />
puliti, flessibilità e welfare. Se soltanto si<br />
conoscessero questi elementi, gli indirizzi<br />
scolastici tecnici e professionali sarebbero<br />
tutti affollati. La difficoltà nel reperire collaboratori<br />
è un tema reso complesso anche<br />
dall’andamento demografico: in assenza<br />
di politiche adeguate da mettere in<br />
campo subito, le prospettive non saranno<br />
rosee.<br />
Cosa può fare il Governo? Ritenete opportuno<br />
un suo intervento a sostegno<br />
delle imprese?<br />
I Governi hanno sempre espresso il loro<br />
sostegno nei confronti delle imprese, ma<br />
non sempre alle parole sono seguiti i fatti.<br />
La messa a terra di politiche industriali<br />
incisive, in termini di transizione sostenibile<br />
– come del resto prevede il Pnrr – ma<br />
non solo, sarebbe senza dubbio un viatico<br />
fondamentale per permettere alla nostra<br />
economia di ottenere ossigeno prezioso e<br />
compensare le difficoltà che stiamo incontrando<br />
a causa della congiuntura internazionale.<br />
Agevolare gli investimenti, spingere<br />
l’innovazione e, come si diceva prima,<br />
aiutare le aziende a cercare nuove opportunità<br />
all’estero dovrebbero essere gli<br />
obiettivi da perseguire. A beneficiarne sarebbe<br />
a cascata l’intera economia italiana,<br />
non solo la manifattura.<br />
In questo contesto così difficile, si possono<br />
azzardare delle previsioni sull’immediato<br />
futuro?<br />
Per tutto quanto detto precedentemente<br />
fare previsioni è praticamente impossibile.<br />
Essere sempre informati e cercare di aggiornare<br />
costantemente i nostri associati<br />
con notizie precise è il nostro compito per<br />
aiutarli. Ormai da anni l’orizzonte si è<br />
ridotto e alcuni settori, in primis la meccanica,<br />
si sono abituati a programmare<br />
non più sul trimestre ma sul mese.<br />
Questo mette in grosse difficoltà il mondo<br />
produttivo che ha bisogno di una prospettiva<br />
più lunga, ma anche come Confartigianato<br />
cerchiamo di supportare i nostri<br />
colleghi con tutti i servizi disponibili, per<br />
riuscire a soddisfare le loro esigenze e<br />
cercare di supportarli in decisioni non facili.<br />
31
Un legame che diventa sempre più forte<br />
Ricerca e innovazione per il territorio<br />
Ogni anno 140 studenti del Politecnico svolgono esperienze in azienda per tirocini e progetti<br />
L’80% di chi consegue un dottorato di ricerca cerca poi impiego nelle aziende lecchesi<br />
di Marta Colombo<br />
Il legame tra mondo accademico e industria<br />
meccanica si fa sempre più stretto,<br />
anche nel Lecchese. A testimoniarlo è il<br />
numero – crescente ogni anno – di aziende<br />
del settore che si rivolgono al Polo di<br />
Lecco del Politecnico di Milano per avviare<br />
collaborazioni ai fini di ricerca e didattica.<br />
La cooperazione tra università e imprese<br />
è cruciale per l’attrattività degli atenei,<br />
la competitività delle aziende, l’occupabilità<br />
dei laureati e la crescita economica<br />
e sociale dei territori.<br />
«Ogni anno, circa 100 studenti di Ingegneria<br />
della Produzione Industriale e 40<br />
studenti di Mechanical Engineering partecipano<br />
a esperienze aziendali sotto forma<br />
di tirocini curriculari o progetti accademici<br />
– spiega il professor Marco Tarabini,<br />
professore associato del Dipartimento di<br />
Meccanica e responsabile delle track di<br />
Mechanical Engineering presso il campus<br />
di via Previati. – Oltre a queste attività, le<br />
aziende interagiscono con l’ateneo con<br />
contratti e progetti di ricerca, che generano<br />
un volume d’affari di oltre 3 milioni di<br />
euro l’anno, una cifra in costante crescita<br />
Marco Tarabini<br />
Professore associato del Politecnico<br />
dipartimento di Meccanica<br />
Responsabile Mechanical Engineering<br />
grazie agli importanti investimenti supportati<br />
da Regione Lombardia e Univer-<br />
Lecco».<br />
Diversi i benefici che le aziende manifatturiere<br />
lecchesi hanno avuto grazie alla<br />
presenza del polo lecchese del Politecnico.<br />
«La collaborazione si sviluppa nell’ottica<br />
dell’open innovation. – sottolinea il professor<br />
Tarabini. Le aziende riconoscono il<br />
bisogno di innovazione e si rivolgono al<br />
Politecnico, che spesso ha competenze<br />
tecniche, ma non una conoscenza specifica<br />
del prodotto o dei processi aziendali.<br />
Dall’interazione nasce un vantaggio reciproco:<br />
l’azienda entra in contatto con<br />
l’ambiente accademico, fatto di giovani e<br />
ricercatori che possono fornire soluzioni<br />
innovative. D’altro canto, l’università indirizza<br />
la propria ricerca verso temi rilevanti<br />
per il contesto industriale locale».<br />
Un ulteriore beneficio per l’università,<br />
continua Tarabini, «è la possibilità di crescere<br />
grazie ai finanziamenti che le aziende<br />
forniscono per la ricerca. Questo permette<br />
la formazione di dottori di ricerca,<br />
che sempre più spesso proseguono la loro<br />
carriera nel settore industriale. Oggi, circa<br />
l’80% di chi conclude un dottorato cerca<br />
impiego nelle aziende del territorio, contribuendo<br />
così ad innalzare il livello tecnico<br />
delle imprese, innescando un circolo<br />
virtuoso di crescita e innovazione».<br />
33
L’eccellenza dell’ITS Meccatronica<br />
Il tasso di occupazione supera il 95%<br />
Si tratta di una realtà che può contare su una rete di 700 aziende partner e 100 socie<br />
L’indirizzo di studio copre tre aree strategiche: industriale, trasporti e biomedicale<br />
di Marta Colombo<br />
Al dodicesimo posto su 260 percorsi ITS<br />
analizzati secondo il Monitoraggio nazionale<br />
Indire 2022, l’ITS Lombardia Meccatronica<br />
ha vissuto negli anni una crescita<br />
importante, che lo ha qualificato fra gli ITS<br />
più grandi in Italia e apprezzati in ambito<br />
meccatronico. Una percentuale di occupati<br />
dopo un anno dalla fine dal percorso di<br />
oltre il 95%, 700 aziende partner e 100<br />
socie, con cui progettare corsi e tirocini, lo<br />
rendono un’eccellenza nel settore.<br />
La storia dell’ITS prende il via oltre dieci<br />
anni fa. L’obiettivo era creare un soggetto<br />
capace di rispondere alle crescenti richieste<br />
di competenze qualificate provenienti<br />
dalle imprese lombarde, in un settore cruciale<br />
e in costante evoluzione come quello<br />
della meccatronica.<br />
«Una sfida – racconta Raffaele Crippa, direttore<br />
della fondazione – che ha fondato<br />
il suo successo sul principio della rete di<br />
filiera, dove tutti i partner contribuiscono<br />
alla realizzazione del percorso formativo».<br />
Le lezioni in laboratorio, affidate a professionisti<br />
del settore, unite alle numerose<br />
ore in stage in azienda (che costituiscono<br />
Raffaele Crippa<br />
Direttore della Fondazione<br />
“Its Lombardia Meccatronica”<br />
Realtà con 700 aziende partner e centro socie<br />
almeno il 40% delle 2.000 ore curriculari)<br />
permettono agli allievi di apprendere una<br />
professionalità direttamente sul campo, garantendo<br />
una preparazione solida sia dal<br />
punto di vista delle competenze tecniche<br />
che delle soft skill.<br />
«È una modalità di studio dove i giovani si<br />
appassionano “imparando facendo” – prosegue<br />
il direttore Crippa –; è una modalità<br />
performare tecnici preparati apprezzata<br />
dalle aziende, che ha visto crescere il numero<br />
dei soci, tra cui imprese molto importanti<br />
a livello locale, nazionale e internazionale».<br />
I progetti sviluppati a Lecco si distinguono<br />
per soluzioni di motion control, realizzati<br />
all’interno di laboratori allestiti con le più<br />
recenti tecnologie legate all’ambito della<br />
progettazione e della produzione meccanica.<br />
Negli anni gli indirizzi di studio in ambito<br />
meccatronico sono aumentati di numero,<br />
coprendo tre aree principali: Industriale,<br />
nato soprattutto per venire incontro alle<br />
imprese che producono o che utilizzano<br />
diversi sistemi meccatronici in ambito industriale;<br />
Trasporti, che forma tecnici che<br />
operano nella costruzione e manutenzione<br />
dei veicoli su ferro e gomma, a trazione<br />
elettrica, termica e ibrida; Biomedicale,<br />
orientato orientata alla gestione, manutenzione<br />
e collaudo di dispositivi sanitari.<br />
37
Meccanica, telemedicina e robotica<br />
Alleanza per la riabilitazione neuromotoria<br />
L’azienda lecchese Rehabilia Technologies ha sviluppato il prototipo PhiCube<br />
Si tratta di una realtà nata come spin-off del Cnr, poi supportata da Fondazione Cariplo<br />
di Marta Colombo<br />
I fondatori di Rehabilia Technologies<br />
Da sinistra: Matteo Lavit Nicora (in piedi),<br />
Giovanni Tauro e Matteo Malosio<br />
con il prototipo PhiCube<br />
Innovazione e dedizione al progresso nel<br />
campo della riabilitazione neuromotoria.<br />
Rehabilia Technologies, spin-off del CNR,<br />
nasce dal desiderio dei suoi tre fondatori,<br />
Matteo Malosio, Matteo Lavit Nicora, Giovanni<br />
Tauro, di mettere la propria passione<br />
per la tecnologia al servizio delle persone<br />
con disabilità, in particolare dei bambini.<br />
Dopo molti anni di esperienza in attività<br />
di ricerca nazionali e internazionali, i<br />
tre ingegneri hanno deciso di applicare i<br />
risultati delle loro ricerche allo sviluppo di<br />
soluzioni che possano avere un impatto<br />
significativo sulla salute delle persone.<br />
«All’interno del Cnr, mi sono sempre occupato<br />
di robotica, prima in ambito industriale<br />
e poi medicale – racconta Matteo<br />
Malosio, ceo e cofondatore di Rehabilia<br />
Technologies – In particolare, mi sono dedicato<br />
alla riabilitazione e, grazie a un<br />
progetto finanziato da Fondazione Cariplo,<br />
tre anni fa, con i miei colleghi abbiamo<br />
sviluppato un prototipo che ha da subito<br />
raccolto l’interesse di fisioterapisti, medici<br />
e pazienti e loro famiglie».<br />
Si tratta di PhiCube, un dispositivo meccanico<br />
per la riabilitazione degli arti superiori<br />
dedicato a bambini affetti da disturbi neuromotori,<br />
ideato e sviluppato, oltre che da<br />
Matteo Malosio, anche Matteo Lavit Nicora,<br />
Giovanni Tauro, Davide Redaelli e Atul<br />
Chaudhary, ricercatori dell’Istituto CNR-<br />
STIIMA presso la sede di Lecco. PhiCube è<br />
stato appunto realizzato con il supporto di<br />
Fondazione Cariplo tramite il progetto Cariplo<br />
Crew Giocabile. PhiCube, piattaforma<br />
che introduce un’innovazione nel mercato<br />
della riabilitazione neuromotoria, combina<br />
robotica avanzata, intelligenza artificiale e<br />
telemedicina per offrire terapie personalizzate<br />
e accessibili a casa. Attualmente, non<br />
esiste un dispositivo sul mercato che offra<br />
le stesse funzionalità integrate. Il mercato<br />
target comprende Europa, USA e Cina.<br />
«All’interno del dispositivo ci sono dei motori<br />
– spiega Malosio -il dispositivo funziona<br />
con grazie all’interazione tra il bambino<br />
e tutta una serie di compiti riabilitativi,<br />
anche giocosi, che sono proposti tramite<br />
un’interfaccia grafica. Il nostro strumento<br />
è piccolo e portatile, ha una buona sensibilità<br />
di utilizzo. Quando l’abbiamo pensato,<br />
era rivolto a bambini con disturbi neuromotori,<br />
poi abbiamo iniziato a proporlo<br />
anche per altre patologie o disabilità, abbiamo<br />
anche uno studio clinico in fase di<br />
definizione per pazienti adulti con ictus o<br />
con Parkinson».<br />
39
In primo piano Expometals.net<br />
By enova<br />
L’Innovazione al servizio<br />
della filiera <strong>metalmeccanica</strong> globale<br />
La digitalizzazione ha rivoluzionato i modelli di business, e anche il settore metalmeccanico<br />
Expometals.net è tra le piattaforme che hanno colto e sviluppato questo trend<br />
Èmolto più di un portale web: è una<br />
fiera permanente, una rivista digitale,<br />
e uno strumento di marketing,<br />
tutti in un unico hub sul web. Expometals.net<br />
è la piattaforma internazionale<br />
online che si rivolge alle aziende della<br />
filiera <strong>metalmeccanica</strong> dedicata a prodotti<br />
come fili, tubi, cavi, funi, fissaggi,<br />
molle e materiali metallici sia piani che<br />
lunghi. Un punto di raccordo, progettato<br />
per migliorare l’efficienza nella ricerca e<br />
nella connessione tra produttori e clienti.<br />
L’idea alla base di Expometals.net nasce<br />
da Davide Dell’Oro, progettista meccanico<br />
che, dopo una significativa esperienza<br />
in un’azienda del settore a Lecco, ha<br />
visto l’opportunità di creare uno strumento<br />
digitale che connettesse in modo<br />
Davide Dell’Oro<br />
più rapido e diretto le imprese della lavorazione dei metalli. Dal<br />
2004, la piattaforma è cresciuta fino a diventare un punto di riferimento<br />
globale, con oltre 400mila visitatori all’anno e una base di<br />
utenti composta da 5.000 aziende verificate provenienti da 193<br />
Paesi. La piattaforma si distingue per la sua internazionalizzazione,<br />
con il 75% dei visitatori provenienti dall’estero e una traduzione in<br />
sei lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e russo),<br />
rendendo possibile una comunicazione immediata e accessibile per<br />
aziende di tutto il mondo.<br />
Expometals.net ha introdotto una logica fieristica in grado di risparmiare<br />
tempo e risorse, sia per gli espositori che per i visitatori. Da<br />
una parte, le imprese possono aprire stand online che fungono da<br />
vetrina permanente, permettendo loro<br />
di presentare prodotti, tecnologie e soluzioni<br />
direttamente ai potenziali clienti.<br />
Dall’altra parte, i visitatori possono navigare<br />
tra i vari padiglioni alla ricerca di<br />
fornitori, scoprendo innovazioni tecnologiche<br />
e mantenendosi aggiornati sulle<br />
ultime tendenze del settore. Una soluzione<br />
che, non solo facilita le connessioni,<br />
ma abbatte anche i costi associati<br />
alle fiere in presenza. Expometals.net è<br />
divisa in numerose sezioni, ognuna delle<br />
quali risponde a esigenze specifiche della<br />
filiera. Tra queste si trovano le categorie<br />
di macchine e linee, attrezzature e<br />
ricambi, semilavorati metallici, impianti<br />
e trattamenti, oltre a sezioni dedicate a<br />
servizi alle imprese, lubrificanti, utensili,<br />
logistica e prodotti finiti. Ciò consente<br />
una navigazione verticale, mirata e altamente specializzata, che<br />
agevola la ricerca di soluzioni precise e risparmia tempo per gli<br />
operatori del settore. Grazie alla presenza di un’area dedicata alle<br />
associazioni ed enti di settore, Expometals.net si configura come un<br />
punto di riferimento anche per le innovazioni tecnologiche e le<br />
relazioni industriali che influenzano l’intera filiera <strong>metalmeccanica</strong>.<br />
Oltre alla sua funzione commerciale, la piattaforma è all’avanguardia<br />
nel rappresentare un esempio di Industria 4.0, con un focus particolare<br />
su innovazioni tecnologiche, automazione e digitalizzazione dei<br />
processi. Le aziende possono pubblicare articoli tecnici, condividerne<br />
contenuti legati alle loro soluzioni più recenti e promuovere le<br />
innovazioni negli ambiti di loro interesse.<br />
43
In primo piano Fornitore offresi<br />
By ENOVA<br />
Fornitore Offresi: nodo cruciale<br />
per la <strong>metalmeccanica</strong><br />
L’evento dove incontrare le eccellenze della filiera<br />
Competenze e innovazione al servizio del sistema economico italiano<br />
Partecipare a Fornitore<br />
Offresi significa immergersi<br />
in un ecosistema<br />
ricco di competenze e<br />
innovazioni che valorizza<br />
appieno il settore metalmeccanico<br />
e la subfornitura industriale.<br />
Questo evento<br />
unico nel suo genere non<br />
solo offre un’occasione per<br />
scoprire le ultime novità<br />
tecnologiche e produttive,<br />
ma anche per creare connessioni<br />
significative e fare<br />
matching con i principali<br />
player del settore.<br />
La presenza fisica favorisce<br />
relazioni autentiche e facilita<br />
l’incontro diretto con<br />
aziende e professionisti, stimolando scambi che possono<br />
trasformarsi in collaborazioni e partnership strategiche.<br />
In sedici anni di crescita, Fornitore Offresi si è evoluto in un<br />
marketplace di rilievo nazionale, un aggregatore di eccellenze<br />
capace di rispondere alla domanda di servizi specializzati.<br />
Settori come la costruzione stampi, le lavorazioni a freddo<br />
e a caldo, i trattamenti superficiali, e le frontiere della<br />
robotica e automazione trovano qui uno spazio dedicato, che<br />
mette in luce l’elevato livello di competenze tecniche e la<br />
flessibilità operativa delle aziende partecipanti.<br />
Fornitore Offresi è molto più di una fiera: è un punto<br />
d’incontro per le eccellenze del comparto metalmeccanico, un<br />
settore che in Italia coinvolge<br />
circa 1,6 milioni di<br />
addetti e genera oltre 450<br />
miliardi di euro di fatturato.<br />
Con la partecipazione di<br />
aziende italiane e internazionali,<br />
l’evento offre una<br />
panoramica completa sulle<br />
ultime innovazioni, tecnologie<br />
e metodologie operative.<br />
Dalla costruzione di stampi<br />
a lavorazioni speciali, fino<br />
ai trattamenti superficiali e<br />
all’automazione avanzata,<br />
Fornitore Offresi riunisce i<br />
migliori operatori e<br />
stakeholder del settore, rispondendo<br />
così alle sfide<br />
più attuali del mercato.<br />
A supporto di questa iniziativa, Metal District Skills (MDS)<br />
mette a disposizione un marketplace digitale per facilitare<br />
l’incontro continuo tra domanda e offerta, rendendo accessibili<br />
competenze, servizi e soluzioni indispensabili per affrontare<br />
con prontezza le sfide del settore.<br />
Fornitore Offresi rappresenta un’occasione unica per creare<br />
relazioni professionali solide, esplorare nuove opportunità<br />
di business, e rafforzare il patrimonio di conoscenze di una<br />
filiera in continua evoluzione. Fornitore offresi si svolge a<br />
Lariofiere di Erba dal 13 al <strong>15</strong> febbraio 2025<br />
www.fornitoreoffresi.com<br />
45
In primo piano fornitore offresi<br />
By enova<br />
Fornitore Offresi:<br />
sostegno alla filiera <strong>metalmeccanica</strong><br />
L’evento che esalta il know-how manifatturiero italiano<br />
e favorisce nuove opportunità di business tra aziende italiane e internazionali<br />
La 16^ edizione di Fornitore<br />
Offresi, fiera di riferimento<br />
per il settore<br />
metalmeccanico, torna a Lariofiere<br />
di Erba (CO) dal 13 al<br />
<strong>15</strong> febbraio 2025. L’evento,<br />
noto per la sua rilevanza internazionale,<br />
rappresenta una<br />
garanzia di qualità, sostenuta<br />
da collaborazioni con le principali<br />
Associazioni di categoria<br />
e la Camera di Commercio di<br />
Como-Lecco.<br />
Quest’anno la fiera ospiterà<br />
340 espositori diretti e oltre<br />
<strong>15</strong>0 aziende rappresentate,<br />
provenienti da tutta Italia e<br />
dall’estero, con una forte rappresentanza<br />
dalla Lombardia e<br />
da altre regioni chiave (Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Friuli<br />
Venezia Giulia, Toscana e Marche) e presenze internazionali da<br />
Germania, Cina e Albania.<br />
Nel 20<strong>24</strong> il 14% dei visitatori proveniva dall’estero, confermando<br />
l’evento come piattaforma ideale per il networking e lo sviluppo<br />
di collaborazioni internazionali.<br />
L’evento si rivolge a numerose categorie del settore, con un<br />
focus particolare sulle lavorazioni meccaniche conto terzi, essenziali<br />
per il comparto e che includono costruzione stampi, stampaggio<br />
materie plastiche, lavorazioni di fresatura e tornitura, e<br />
trattamenti come galvanizzazione e verniciatura. Inoltre, saranno<br />
presenti aziende dei settori della robotica, elettromeccanica, automazione<br />
industriale e progettazione<br />
di macchinari speciali,<br />
per rispondere alla crescente<br />
domanda di innovazione<br />
e tecnologia avanzata.<br />
“Fornitore Offresi è un appuntamento<br />
strategico per le<br />
imprese subfornitrici del settore<br />
metalmeccanico: in questi<br />
tre giorni, avranno l’opportunità<br />
di mostrare le proprie<br />
competenze e di creare<br />
nuove opportunità di business,”<br />
commenta Fabio Dadati,<br />
Presidente di Lariofiere.<br />
“La fiera è un’occasione unica<br />
per dare visibilità a una<br />
filiera che fa della collaborazione<br />
tra aziende con competenze<br />
complementari il suo punto di forza.”<br />
Fornitore Offresi rappresenta un evento internazionale imperdibile<br />
per le aziende del settore, offrendo alle imprese italiane ed<br />
estere l’opportunità di connettersi con partner specializzati e<br />
capaci di offrire competenza tecnica, flessibilità e capacità di<br />
adattamento alle esigenze del cliente.<br />
È un’occasione preziosa per promuovere il know-how manifatturiero<br />
italiano, apprezzato e riconosciuto a livello globale. Attraverso<br />
Fornitore Offresi, si intende sostenere lo sviluppo delle<br />
imprese subfornitrici, promuovere la qualità delle loro competenze<br />
e favorire nuove relazioni che possano consolidare la rete<br />
produttiva, sia in Italia che oltre i confini nazionali.<br />
47
In primo piano<br />
OMìG<br />
Una storia di tre generazioni<br />
nel cuore della galvanica<br />
Una realtà in continua crescita pronta ad affrontare le sfide globali<br />
(con passione, dedizione e costante innovazione)<br />
Alberto Andreotti sales manager<br />
e Simona Grassi safety manager<br />
Nel 20<strong>24</strong>, OMiG festeggia 65<br />
anni di attività, un traguardo<br />
significativo che racchiude<br />
tre generazioni di impegno<br />
e innovazione nel settore<br />
della galvanica.<br />
Fondata nel 1959 da Gianni e Mario<br />
Grassi con una visione chiara,<br />
l’azienda ha saputo adattarsi alle<br />
sfide e ai cambiamenti del mercato,<br />
consolidando una reputazione<br />
di eccellenza nella produzione<br />
di macchinari per la galvanica, in<br />
tutti i suoi settori di applicazione;<br />
in particolare automotive, arredo,<br />
militare e aeronautico, rubinetteria,<br />
circuiti stampati, moda e<br />
deposizioni su plastiche.<br />
In questo lungo percorso, OMiG<br />
ha visto crescere non solo la<br />
propria struttura, l’organico, con<br />
molti collaboratori di decennale<br />
esperienza, ma anche l’intero<br />
comparto industriale, che ha registrato<br />
un’evoluzione senza precedenti.<br />
I titolari, con un tocco di leggerezza,<br />
affermano: «Quasi tutto ciò<br />
che luccica è passato in galvanica»,<br />
sottolineando l’importanza di<br />
questo processo nel conferire valore<br />
ai prodotti, sia estetico che<br />
tecnico.<br />
L’azienda ha abbracciato un approccio<br />
innovativo, investendo in<br />
tecnologie che garantiscono impianti<br />
più sicuri e sostenibili, attenti<br />
al risparmio energetico e al<br />
rispetto per l’ambiente.<br />
Questa evoluzione non si è limitata<br />
all’Europa, ma ha avuto risonanza<br />
anche in mercati emergenti<br />
e geograficamente distanti.<br />
In questo contesto, OMiG si propone<br />
come un partner affidabile<br />
e completo: dalla fase di analisi<br />
preliminare alla progettazione,<br />
sia meccanica che elettrico/elettronica,<br />
il focus è sempre puntato<br />
sulle specifiche necessità del sistema<br />
da costruire, senza tralasciare<br />
sicurezza, esigenza manutentive,<br />
impatto ecologico e documentazione:<br />
non è solo un<br />
adempimento normativo, ma un<br />
elemento cruciale per garantire<br />
che gli operatori dispongano di<br />
tutte le informazioni necessarie<br />
48
By enova<br />
per un utilizzo corretto e sicuro dell’impianto in ogni<br />
fase di lavoro. L’esperienza dell’azienda ha permesso di<br />
sviluppare un’ampia gamma di prodotti e servizi: dai<br />
principali impianti galvanici automatici a telaio e rotobarile;<br />
estendendo ad impianti per circuiti stampati, lavaggi<br />
per PVD, manuali e sistemi di finitura, asciugatura e<br />
applicazione di sigillanti e top coat. Completano l’offerta<br />
si accessori: soffiaggio dinamico, disoleatori, trattamento<br />
e depurazione dell’aria e rotobarili ad apertura sia manuale<br />
che automatica con i propri sistemi di pesatura.<br />
I servizi di assitenza tecnica e manutentiva si affiancano<br />
all’installazione e ai collaudi dell’impianto, che comprendono<br />
un accurato montaggio del sistema nella sede del<br />
cliente e rigorosi test per garantirne il corretto funzionamento<br />
e le prestazioni così da cogliere appieno le<br />
esigenze della clientela.<br />
La rapidità dei cambiamenti nel settore ha portato OMiG<br />
a puntare sempre più sull’innovazione, tra cui sistemi<br />
che consentono la gestione remota degli impianti rispondendo<br />
a una richiesta di un’elevata prontezza di intervento:<br />
l’elettronica, in particolare, consente all’azienda<br />
di superare il tradizionale concetto di servizio.<br />
Negli ultimi anni, OMiG sta affrontando un importante<br />
passaggio generazionale. Simona Grassi, safety manager,<br />
e Alberto Andreotti, sales manager, insieme ad altri<br />
membri emergenti del team, guidano ora l’azienda verso<br />
nuove sfide e opportunità, mantenendo viva la tradizione<br />
di eccellenza che ha caratterizzato la sua storia.<br />
Simona Grassi descrive il passaggio generazionale: «La<br />
nostra fortuna è di avere un rapporto di continuità con<br />
la generazione precedente rappresentata da Luciano, Giovanni<br />
e Agnese. Questo ci consente di unire l’esperienza<br />
di chi ha lavorato fino a ora con l’intraprendenza dei<br />
giovani per proiettarci verso il futuro.<br />
Vogliamo costruire una proposta di lavoro sempre più<br />
completa e al passo con i tempi, concentrandoci su<br />
innovazione, sicurezza e sostenibilità.»<br />
Alberto Andreotti, dal canto suo, evidenzia i servizi<br />
offerti: «Puntiamo alla progettazione e alla realizzazione<br />
di impianti galvanici customizzati e attenti all’impatto<br />
ambientale. Collaboriamo strettamente con i clienti in<br />
ogni aspetto impiantistico per garantire un alto livello di<br />
prodotto, ci piace pensarci come un partner industriale<br />
piuttosto che un semplice fornitore.»<br />
Per quanto riguarda la qualità degli impianti, è assicurata<br />
da: «una progettazione gestita completamente internamente,<br />
l’attenzione nella realizzazione, e un servizio di<br />
assistenza post-vendita completo, anche da remoto, qualità<br />
apprezzate dai nostri clienti, internazionali e non.<br />
l‘obbiettivo principale è quello di realizzare impianti che<br />
soddisfino tutte le esigenze specifiche, impegnandoci a<br />
limitare i fermi macchina e garantendo business continuity<br />
ai nostri clienti.»<br />
Simona Grassi affronta il tema della sostenibilità ambientale:<br />
«Ci impegniamo a rendere la galvanica sempre<br />
più sostenibile, adottando materiali specifici e soluzioni<br />
che riducono l’impatto ambientale, come il Tunnel di<br />
Aspirazione Totale e l’Eco Rinse.»<br />
Alberto aggiunge: «Per dimostrare le nostre intenzioni<br />
con i fatti abbiamo avviato collaborazioni con Schneider<br />
Electric per iniziative di decarbonizzazione. Monitoriamo<br />
costantemente l’impronta di carbonio e definiamo obiettivi<br />
di efficientamento energetico e utilizzo di energie<br />
rinnovabili.»<br />
Simona conclude, infine, sul futuro della galvanica: «Il<br />
futuro degli impianti deve essere sostenibile. Crediamo<br />
fermamente che la crescita della competitività possa<br />
procedere di pari passo con lo sviluppo sostenibile.»<br />
Con 65 anni di storia alle spalle, OMiG non celebra solo<br />
un passato ricco di successi, ma si prepara a costruire<br />
un futuro solido, affrontando le sfide globali con la<br />
stessa passione e determinazione che hanno contraddistinto<br />
il suo percorso.OMiG Srl si propone di mantenere<br />
la propria leadership nel settore degli impianti galvanici,<br />
offrendo soluzioni sempre più innovative e sostenibili.L’azienda<br />
si impegna non solo a rispettare le normative<br />
ambientali, ma anche a realizzare miglioramenti significativi<br />
nell’ambiente di lavoro, integrando compatibilità<br />
ambientale e sicurezza in ogni aspetto della sua<br />
attività.<br />
49
In primo piano CONFARTIGIANATO<br />
By enova<br />
Riccardo Bongiovanni<br />
Una nuova stagione<br />
per la meccanica artigiana<br />
Riccardo Bongiovanni è stato eletto a<br />
per aiutare ragazzi e famiglie a incontrare<br />
ottobre vicepresidente nazionale<br />
e conoscere il mondo dell’artigianato».<br />
della categoria Meccanica e Subfornitura<br />
Strategico, sotto questo aspetto, è “Aziende<br />
di Confartigianato Imprese. Un ruo-<br />
lo prestigioso per l’imprenditore di Mandello,<br />
titolare dell’azienda OMB – Officina<br />
Meccanica Bongiovanni e della “costola”<br />
Kite, e vicepresidente vicario di Confartigianato<br />
Imprese Lecco, in seno alla quale<br />
è anche presidente della categoria Officine<br />
meccaniche. Un settore, quest’ultimo,<br />
particolarmente rappresentativo dell’economia<br />
territoriale, considerato che gli associati<br />
Riccardo Bongiovanni e Stefano Campanella<br />
aperte”, programma lanciato recentelo<br />
mente per far avvicinare i ragazzi al<br />
mondo artigiano, ricco di innovazione, intraprendenza<br />
e passione. Si tratta di un<br />
progetto di orientamento individuale<br />
svolto in azienda in contatto diretto con<br />
l’imprenditore e rivolto agli studenti del<br />
2° e 3° anno delle scuole medie, che in<br />
questo modo hanno l’opportunità di conoscere<br />
direttamente le realtà artigiane. «Ricordiamo<br />
lecchesi che fanno capo all’Area Meccanica sono un migliaio.<br />
Proprio in virtù della lunga esperienza imprenditoriale e associativa,<br />
saprà dunque portare un contributo importante in un settore che<br />
rappresenta uno dei pilastri dell’economia nazionale.<br />
«Il programma che ci proponiamo di attuare, affiancando il presidente<br />
Stefano Campanella, è in continuità con l’azione svolta dalla presidenza<br />
precedente e si basa su alcuni elementi fondamentali – ha spiegato il<br />
presidente Bongiovanni -. In primo luogo mi riferisco al piano Transizione<br />
5.0: sarà necessaria un’azione coordinata e incisiva per rendere<br />
questa misura fruibile per le aziende manifatturiere anche di piccole<br />
dimensioni. Oltre al tema sindacale, dedicheremo la nostra attenzione<br />
a una delle questioni decisive per il presente e il futuro delle imprese:<br />
la creazione di competenze. Certamente siamo nel mezzo di una crisi<br />
demografica importante, che non si può risolvere tramite decreto governativo.<br />
E’ possibile e necessario ragionare su quali possano essere<br />
le eventuali contromisure». Al centro bisogna porre sicuramente il<br />
rapporto con il mondo della scuola, come a Lecco in particolare Confartigianato<br />
sta facendo da molto tempo e in modo concreto. «Il Gruppo<br />
Scuola dell’associazione rappresenta un esempio virtuoso il cui impegno<br />
è riconosciuto a livello regionale per le relazioni che ha saputo<br />
instaurare con gli istituti del territorio e i progetti realizzati negli anni<br />
infatti che tutte le imprese hanno fatto passi da gigante in<br />
tema di progresso tecnologico, negli ultimi decenni. Anche le realtà di<br />
piccole dimensioni hanno spesso impianti avanzati e innovativi, altrimenti<br />
non sarebbero così attente agli aspetti della Transizione 4.0 e<br />
5.0, e nemmeno avrebbero così bisogno di nuove competenze». Poi,<br />
certo, bisogna ragionare sul discorso dei flussi in entrata. «L’immigrazione<br />
può aiutare a dare una risposta positiva alle esigenze di manodopera<br />
delle imprese; in questo senso serve una gestione oculata, tale<br />
da poter procedere con un’integrazione che, partendo dall’acquisizione<br />
della conoscenza della lingua italiana, determinante per la stessa sicurezza<br />
dei lavoratori, tocchi poi tutti gli altri aspetti legati all’inserimento<br />
nella comunità e in azienda».La chiosa finale è dedicata alla situazione<br />
attuale e alle prospettive. «Veniamo da un periodo caratterizzato da<br />
qualche difficoltà, con un rallentamento diffuso che ha riguardato l’intera<br />
Europa, e per la fine di quest’anno e l’inizio del 2025 non mi<br />
aspetto cambiamenti di rotta significativi. Questa situazione sta incidendo<br />
anche sugli investimenti, tuttavia ricordo che ci sono tante<br />
opportunità in campo che le imprese devono provare a utilizzare, dalla<br />
“coda” di Industria 4.0 al piano Transizione 5.0”». Opportunità che<br />
vedono Confartigianato Imprese Lecco puntualmente impegnata nel<br />
supporto delle aziende con i propri tecnici specializzati.<br />
51
In primo piano<br />
OFFICINA Magni<br />
L’Officina Magni è stata fornitore alle Olimpiadi invernali<br />
Utensili di alta qualità<br />
Il valore del saper fare brianzolo<br />
Alberto e Francesco Magni continuano l’attività del padre, Giovanni<br />
L’azienda è uno dei due produttori europei di punte per lo sci<br />
Ènecessario conoscere<br />
la geografia<br />
per avere un’idea<br />
della portata del mercato<br />
della Magni Giovanni<br />
di Alberto e<br />
Francesco; ditta che ha<br />
sede ad Erba ed è conosciuta<br />
per la produzione<br />
di utensili e punte<br />
di alta qualità in diversi<br />
ambiti di lavorazione.<br />
L’attività, iniziata<br />
dal nonno Paolo negli<br />
anni ’50 per costruire<br />
macchine per il legno e<br />
proseguita con il padre<br />
Giovanni, che negli anni<br />
’70 ha deciso di fabbricare utensili invece di macchinari, tocca oggi<br />
tutti i continenti, a partire da quello europeo, passando per quello<br />
africano e asiatico fino agli Stati Uniti, all’America Latina e all’Australia.<br />
«Nostro padre è venuto a mancare nel 1990; avevo solo <strong>24</strong> anni<br />
e io e mio fratello Alberto ci siamo presi in carico la ditta -<br />
racconta Francesco Magni - abbiamo investito e già dal 1991 abbiamo<br />
attivato finanziamenti e leasing per comprare macchinari nuovi.<br />
Sono state scelte impegnative e mi ricordo di avere passato tante<br />
notti insonni per la preoccupazione. In seguito, per poter evadere<br />
gli ordini più velocemente, abbiamo robotizzato e automatizzato<br />
la produzione. Prima si<br />
trattava di macchine<br />
molto grandi; adesso<br />
siamo riusciti a trovare<br />
un buon connubio e ne<br />
abbiamo di più piccole<br />
e meno costose. Grazie<br />
alle agevolazioni di Impresa<br />
4.0 abbiamo recentemente<br />
acquistato<br />
un nuovo macchinario<br />
di ultima generazione.<br />
Abbiamo alcune famiglie<br />
di articoli di nicchia,<br />
ma la richiesta arriva<br />
dai quattro angoli<br />
Alberto e Francesco Magni<br />
della terra».<br />
Nei suoi oltre sessant’anni<br />
di attività la produzione della Giovanni Magni si è ampliata<br />
agli utensili sia per la plastica in generale, sia per plastiche particolari.<br />
Nel mondo sono solo tre le aziende che li producono e sono<br />
gli unici in Italia a realizzare anche le traversine del treno di legno.<br />
Altro fiore all’occhiello sono le punte del ghiaccio per la neve. In<br />
Europa ci sono solo due produttori e la Magni esporta ovunque si<br />
scii: dal Cile, al Canada, agli Stati Uniti, alla Svezia.<br />
«Le nostre punte sono arrivate anche in Cina durante le olimpiadi<br />
invernali - dice l’artigiano - le ho viste alla televisione mentre<br />
trasmettevano le gare di slalom ed è stata una grossa soddisfazione<br />
e confesso che è stata una bella emozione. Noi ne produciamo<br />
52
By ENOVA<br />
un migliaio all’anno e per noi è un business importante. In Cina<br />
dovrebbero invece produrne 10milioni di pezzi e il mercato non<br />
sarebbe in grado di assorbirli; quindi si rivolgono a noi. Abbiamo<br />
un nuovo design delle nostre punte per pali da slalom con placchetta<br />
intercambiabile».<br />
Una delle caratteristiche di questa impresa artigiana è il rapporto<br />
fra qualità e prezzo e, come racconta Francesco Magni, i prezzi i<br />
in questo settore sono buoni.<br />
«In ditta ci siamo noi due fratelli, poi abbiamo un dipendente fisso<br />
e un altro artigiano che collabora con noi. Siamo sempre pieni di<br />
lavoro. Io sono ragioniere, mentre mio fratello è un tecnico perché<br />
ha frequentato ingegneria. Le nostre competenze sono complementari<br />
e ci integriamo bene. Alberto si occupa della produzione,<br />
mentre io seguo la parte commerciale e amministrativa. C’è poi<br />
anche Stefano, uno dei tre figli di mio fratello, che sembra voglia<br />
seguire i nostri passi. Ha 25 anni e dopo essere stato in Inghilterra<br />
ora è in Spagna sempre per motivi di studio. Ha una preparazione<br />
economica e commerciale e quando è a casa viene spesso ad<br />
aiutarci in azienda. Io cerco di stimolarlo con la prospettiva di<br />
poter ampliare il nostro mercato sia in Italia, sia all’estero».<br />
Spesso i fratelli si trovano a dover lavorare anche nei giorni di<br />
festa dal momento che nel mondo non tutti hanno le stesse<br />
festività in calendario.<br />
«Mi è capitato spesso di lavorare anche il giorno di ferragosto<br />
perchè in molti paesi stranieri è un giorno lavorativo come gli altri<br />
e quando ci sono ordini da evadere e si lavora con l’estero è ormai<br />
diventata una consuetudine. Sta succedendo anche in questi giorni.<br />
Abbiamo dovuto sospendere la produzione perchè abbiamo avuta<br />
una macchina ferma e una volta riparata siamo venuti in ditta<br />
anche il primo novembre per andare incontro alle necessità dei<br />
nostri clienti».<br />
Francesco Magni, che è presidente del settore Manifatturiero e<br />
Subfornitura per Confartigianato, crede molto nell’associazionismo,<br />
nella collaborazione e nel confronto con gli altri imprenditori e<br />
artigiani, italiani o stranieri. «Il confronto arricchisce sempre; attraverso<br />
le mail e i messaggi whatsapp mantengo rapporti costanti<br />
con tutti, in francese e inglese; cerco di farlo tenendo sempre<br />
presente le diversità di provenienza e cultura e utilizzo tutte le<br />
strategie di marketing che ho imparato in questi anni. A maggio<br />
abbiamo fatto una fiera a Bologna per il settore plastica alla quale<br />
partecipavano produttori e clienti australiani, arabi, georgiani, russi;<br />
c’era anche chi veniva dal Guatemala, dalla Turchia, dalla Polonia<br />
con cui come Magni Giovanni lavoriamo molto, dallo Sri Lanka e<br />
dall’India».<br />
«La gente comune e i giovani spesso non conoscono il mondo<br />
dell’artigianato e erroneamente pensano a piccole realtà di paese,<br />
mentre è un mondo estremamente variegato e ricco di eccellenze.<br />
Ci sono tanti pregiudizi legati al nostro lavoro. Si pensa che siano<br />
ambienti dove per esempio ci si sporca le mani quando si producono<br />
i pezzi. Non è vero. L’automazione e l’innovazione tecnologica<br />
sono entrate anche nelle imprese artigiane. Come Confartigianato<br />
cerchiamo di coinvolgere e sensibilizzare i giovani anche andando<br />
ad incontrarli nelle scuole. È importante che gli studenti sappiano<br />
che il lavoro artigiano può offrire loro grandi soddisfazioni. Purtroppo<br />
però si fa fatica a far passare il messaggio e i ragazzi si<br />
lasciano abbagliare da falsi modelli invece che cercare opportunità<br />
di crescita e realizzazione professionale concrete».<br />
Per la ditta di Erba i social media e Facebook sono un ottimo<br />
mezzo per farsi conoscere. «Tramite Facebook cerco di tenere<br />
aggiornati i clienti in italiano e in inglese. I messaggi che scrivo<br />
sono in entrambe le lingue. Ad esempio mi capita di scrivere.<br />
«Oggi abbiamo spedito le nostre punte per la produzione della<br />
spazzole, in nuova Nuova Zelanda, Giappone e in Messico. Domani<br />
partiranno altre per altrettanti paesi.Today we have sent our drill<br />
bits for brush to New Zealand, Japan and Mexico. Tomorrow others<br />
will leave for as many countries” e così mi porto a casa gli ordini”.<br />
Almeno una volta alla settimana mando messaggi personalizzati via<br />
Whatsapp a chi non sento da un po’. A seconda della loro provenienza<br />
chiedo notizie della famiglia, per esempio se sono magrebini<br />
questo è molto importante, o del lavoro e mando notizie sulle<br />
nostre ultime offerte ricordando che è inizio mese e che stiamo<br />
partendo con la nuova produzione. Vedo che è una strategia che<br />
funziona molto bene. Personalmente cerco di tenermi sempre aggiornato<br />
leggendo testi e libri compresi quelli editi dal Sole <strong>24</strong> ore,<br />
che riguardano il marketing, ma spesso le idee mi vengono anche<br />
quando sono a casa e sto cucinando». Il lavoro non manca anche<br />
perchè le punte e gli utensili che vengono prodotti a Erba vengono<br />
venduti e utilizzati nei paesi e nei settori più diversi.<br />
«Se un settore o uno stato attraversa un periodo di crisi, noi<br />
lavoriamo lo stesso con gli altri».<br />
53
In primo piano<br />
LE TRAFILERIe DI SAN GIOVANNI<br />
Storia, innovazione e sostenibilità<br />
al servizio dell’economia<br />
Dal 1947 le Trafilerie di San Giovanni contribuiscono alla crescita dell’industria locale<br />
puntando su eccellenza, responsabilità ambientale e sicurezza<br />
Le Trafilerie di<br />
San Giovanni<br />
Spa rappresentano<br />
una realtà<br />
chiave nel sistema<br />
economico lecchese,<br />
inserita nel più ampio<br />
e competitivo<br />
distretto metalmeccanico<br />
che caratterizza<br />
questa area.<br />
La provincia di Lecco<br />
è nota infatti per<br />
la sua solida tradizione<br />
industriale, in<br />
cui il settore metalmeccanico<br />
gioca<br />
un ruolo di primo<br />
piano, contribuendo<br />
in maniera determinante<br />
al PIL locale<br />
e regionale. In questo<br />
contesto, le Trafilerie<br />
di San Giovanni Spa si distinguono non solo come<br />
una delle imprese più longeve, ma soprattutto come un<br />
attore strategico per lo sviluppo economico del territorio,<br />
grazie a una capacità produttiva avanzata e a un’attenzione<br />
costante verso l’innovazione e la sostenibilità.<br />
L’azienda si inserisce in un distretto che ha saputo<br />
evolversi nel tempo,<br />
trasformandosi da<br />
un’area tradizionalmente<br />
manifatturiera<br />
a un polo d’eccellenza<br />
in grado di<br />
competere sui mercati<br />
internazionali.<br />
Le Trafilerie di San<br />
Giovanni Spa contribuiscono<br />
a questo<br />
ecosistema economico<br />
con un approccio<br />
orientato alla<br />
qualità e all’efficienza<br />
operativa,<br />
fondamentali per<br />
sostenere le sfide di<br />
un mercato globale<br />
in continua trasformazione.<br />
La loro produzione<br />
di trafilati di ferro<br />
a basso tenore di carbonio, destinata a settori industriali<br />
di primaria importanza, non solo sostiene il tessuto produttivo<br />
locale, ma si integra anche nelle filiere internazionali,<br />
rafforzando la competitività dell’intero distretto<br />
lecchese.<br />
«Le Trafilerie di San Giovanni - afferma Raimondo Frige-<br />
54
By enova<br />
rio, uno dei soci fondatori ancora attivamente coinvolto<br />
nell’azienda - rappresentano l’unica trafileria in Europa<br />
a produrre un’ampia gamma di fili trafilati a basso<br />
tenore di carbonio.<br />
La produzione copre diametri che vanno da 0,12 mm fino<br />
a 18,00 mm, offrendo diverse qualità di fili, come lucidi,<br />
da cromare, ricotti bianchi e ramati. Queste tipologie di<br />
fili vengono prodotte fin dagli anni ’50».<br />
Questa eccellenza produttiva è il risultato di investimenti<br />
continui in tecnologie all’avanguardia e in processi industriali<br />
che ottimizzano l’efficienza e riducono i tempi di<br />
consegna.<br />
La presenza di un sistema di controllo qualità capillare<br />
assicura che ogni prodotto risponda alle esigenze specifiche<br />
dei clienti, contribuendo a costruire relazioni commerciali<br />
solide e durature.<br />
L’affidabilità e la professionalità sono riconosciute non<br />
solo dai partner nazionali, ma anche da importanti<br />
player internazionali, che vedono nelle Trafilerie di San<br />
Giovanni Spa un interlocutore di fiducia.<br />
Oltre all’importanza economica e industriale, l’azienda si<br />
distingue per il suo forte impegno verso la sostenibilità<br />
ambientale, un valore che oggi rappresenta un fattore<br />
chiave di competitività.<br />
L’adozione di fonti energetiche rinnovabili, testimoniata<br />
dall’acquisto di energia certificata al 100% green e dall’installazione<br />
di un impianto fotovoltaico all’interno dello<br />
stabilimento, è una scelta strategica che riflette la<br />
volontà dell’azienda di contribuire attivamente alla transizione<br />
ecologica.<br />
Tale approccio non solo riduce l’impatto ambientale della<br />
produzione, ma migliora anche l’immagine aziendale, rispondendo<br />
alle crescenti richieste di sostenibilità da parte<br />
del mercato e dei consumatori finali.<br />
L’impegno per l’innovazione e la sostenibilità si affianca<br />
alla costante attenzione verso la sicurezza e la salute dei<br />
dipendenti, un altro aspetto cruciale per garantire la<br />
continuità e l’efficienza produttiva.<br />
La certificazione ISO 45001 testimonia l’applicazione delle<br />
più stringenti normative in materia di sicurezza sul<br />
lavoro, un principio che si riflette in ambienti operativi<br />
sicuri e ben gestiti; inoltre la certificazione ISO 9001 per<br />
la gestione della qualità sottolinea l’attenzione dell’azienda<br />
nel garantire processi efficienti, capaci di produrre<br />
risultati d’eccellenza in linea con le richieste del<br />
mercato.<br />
Nella filiera <strong>metalmeccanica</strong> lecchese, le Trafilerie di San<br />
Giovanni Spa non sono soltanto un fornitore di prodotti<br />
di alta qualità, ma anche un promotore di valore aggiunto<br />
per l’intero distretto. Attraverso il know-how sviluppato<br />
nei processi di trafilatura, trattamenti termici e<br />
decappaggio, l’azienda contribuisce a mantenere elevati<br />
gli standard del settore, offrendo soluzioni tecniche innovative<br />
che migliorano le proprietà meccaniche dei materiali<br />
e ottimizzano l’efficienza produttiva.<br />
La rettifica delle filiere usurate, per esempio, garantisce<br />
la precisione nella lavorazione del metallo, assicurando<br />
una produzione costante e di qualità elevata, un fattore<br />
essenziale per competere in mercati sempre più esigenti.<br />
La crescita e il consolidamento delle Trafilerie di San<br />
Giovanni Spa nel corso dei decenni sono anche il frutto<br />
di una gestione lungimirante che ha saputo investire in<br />
capitale umano e tecnologie avanzate.<br />
Le relazioni durature con i clienti, basate su trasparenza,<br />
fiducia e collaborazione reciproca, sono la testimonianza<br />
di un modello imprenditoriale solido e orientato al futuro.<br />
Questa capacità di adattamento e di innovazione continua<br />
ha permesso all’azienda di rafforzare il proprio posizionamento<br />
strategico all’interno del distretto metalmeccanico<br />
di Lecco, che è oggi uno dei più dinamici e<br />
avanzati a livello europeo.<br />
L’azienda, comunque, non rappresenta solo un punto di<br />
riferimento nel settore dei trafilati di ferro, ma incarna<br />
un modello di eccellenza che contribuisce in modo significativo<br />
alla crescita economica del territorio lecchese.<br />
Attraverso l’innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale<br />
e la cura della qualità, l’azienda gioca un ruolo<br />
di primo piano nell’affermazione di Lecco come centro<br />
industriale di rilevanza internazionale.<br />
55
In primo piano Sigmatre Lab S.R.L.<br />
By enova<br />
Innovazione e crescita<br />
nel settore dei metalli<br />
Un laboratorio indipendente che certifica qualità e sicurezza ai prodotti delle aziende<br />
pronto a rispondere alle sfide di un mercato globale in continua evoluzione<br />
Sigmatrelab è un laboratorio di controlli<br />
che si è consolidato nel settore<br />
della qualità dei prodotti metallici,<br />
grazie a un ampio numero di prove<br />
accreditate e a progetti innovativi realizzati<br />
con importanti aziende e istituti<br />
accademici. Con 60 prove certificate a<br />
livello internazionale, ha rafforzato la<br />
sua presenza non solo in Italia, ma anche<br />
a livello globale, grazie a un costante<br />
impegno nello sviluppo di processi<br />
che rispondono alle esigenze di un mercato<br />
in continua evoluzione. Fondato nel<br />
1985, il laboratorio ha vissuto una svolta<br />
nel 2016, quando la nuova compagine<br />
societaria ha rilanciato il brand, trasformando<br />
l’azienda in un motore di innovazione<br />
e di crescita. Composta da<br />
quattro imprenditori locali, la nuova proprietà ha fatto aumentare<br />
il fatturato da 800mila euro a 4 milioni e il personale da 10-12 a<br />
30-32 unità, espandendo l’attività non solo in Lombardia e nel Nord<br />
Italia, ma anche in mercati internazionali come Belgio, Romania,<br />
Francia, Cina e Paesi Arabi. L’azienda offre una gamma completa di<br />
test distruttivi e non distruttivi su materiali metallici. I test distruttivi<br />
comprendono analisi chimiche, fisiche, metallografiche e prove<br />
di corrosione che mettono alla prova la resistenza dei materiali<br />
tramite stress e soluzioni acide, mentre i test non distruttivi includono<br />
verifiche radiografiche e controlli visivi per garantire l’integrità<br />
senza compromettere il prodotto. Sigmatrelab è un laboratorio completamente<br />
indipendente che opera per conto terzi, a differenza di<br />
molte aziende che gestiscono internamente i controlli di qualità.<br />
Questa indipendenza è fondamentale<br />
per il suo successo, poiché il laboratorio<br />
è accreditato ISO 17025 e registrato su<br />
Accredia, garantendo riconoscimenti a<br />
livello europeo e globale.<br />
Flessibilità e capacità di innovare sono<br />
i due elementi che caratterizzano il laboratorio,<br />
a riprova di ciò il progetto di<br />
ricerca sull’idrogeno sviluppato in collaborazione<br />
con il Politecnico di Milano e<br />
altre grandi realtà industriali come A2A,<br />
Edison, Eni, Snam e Ansaldo Energia. Si<br />
tratta di uno studio e una sperimentazione<br />
che mira a promuovere soluzioni<br />
innovative per la produzione e il trasporto<br />
di idrogeno pulito, con un focus<br />
sull’idrogeno verde. Questo ambizioso<br />
programma non solo si inserisce nel<br />
quadro della transizione energetica globale, ma punta a creare una<br />
filiera dell’idrogeno in Italia, sostenendo la competitività delle aziende<br />
italiane e lo sviluppo di imprese high-tech. Tornando al core<br />
business dell’azienda, la società rappresenta un partner essenziale<br />
per i propri clienti in quanto certifica la qualità dei prodotti, soprattutto<br />
in un mercato globale sempre più dinamico e competitivo. La<br />
domanda di controlli rigorosi e certificazioni di prodotto è in costante<br />
aumento, poiché le imprese devono verificare la qualità dei<br />
materiali provenienti da diversi mercati. In questo contesto, il laboratorio<br />
offre una vasta gamma di servizi che coprono settori come<br />
il petrolchimico, l’automotive, l’aeronautica, il nucleare e l’idrogeno,<br />
dimostrando di essere un laboratorio di medio-grandi dimensioni in<br />
grado di soddisfare anche le esigenze più complesse.<br />
57
In primo piano<br />
3s3d.lab<br />
L’oggetto finito legato al progetto di stampa<br />
Innovazione tecnologica<br />
e sostenibilità nella stampa 3D<br />
Fondata nel 2022, unisce tecnologia avanzata e pratiche green<br />
per rivoluzionare la produzione additiva<br />
Il materiale in granuli<br />
In un contesto globale<br />
caratterizzato<br />
da sfide ambientali<br />
sempre più<br />
pressanti, 3S3D.LAB<br />
si distingue come<br />
pioniere nell’integrazione<br />
di tecnologia<br />
avanzata e pratiche<br />
sostenibili.<br />
Fondata nel 2022,<br />
l’azienda ha l’obiettivo<br />
chiaro di rivoluzionare<br />
il settore<br />
della produzione<br />
additiva, non solo<br />
attraverso innovazioni<br />
tecniche, ma<br />
anche con un forte<br />
impegno verso la<br />
sostenibilità.<br />
Un progetto di stampa<br />
Il contesto ambientale<br />
attuale è contrassegnato da problemi critici come<br />
inquinamento, cambiamento climatico e gestione dei rifiuti.<br />
L’industria della plastica, spesso criticata per il suo impatto<br />
negativo, può però anche svolgere un ruolo fondamentale<br />
nella ricerca di soluzioni innovative.<br />
Con milioni di tonnellate di plastica che ogni anno giungono<br />
negli oceani, è<br />
diventata imperativa<br />
l’adozione di<br />
pratiche più responsabili.<br />
In questo<br />
scenario, 3S3D.LAB<br />
emerge come un attore<br />
che unisce tecnologia<br />
e sostenibilità<br />
in modo sinergico.<br />
La manifattura additiva<br />
o, per i non<br />
addetti ai lavori, “la<br />
stampa 3D”, rappresenta<br />
una delle tecnologie<br />
più promettenti<br />
per affrontare<br />
queste sfide.<br />
A differenza della<br />
produzione tradizionale,<br />
che spesso<br />
comporta processi di sottrazione e generazione di rifiuti,<br />
questa nuova soluzione legata alla produzione consente<br />
di costruire oggetti strato dopo strato, riducendo notevolmente<br />
gli sprechi.<br />
3S3D.LAB si è concentrata sull’utilizzo di materiali riciclati<br />
come PLA, ABS e PETG, sviluppando una filiera di<br />
approvvigionamento che coinvolge aziende specializzate<br />
58
By enova<br />
Dettaglio dell’estrusore mentre deposita il materiale<br />
nel recupero e nella rigenerazione delle materie plastiche.<br />
Ad esempio, l’utilizzo di un particolare tipo di polipropilene,<br />
ricavato da reti da pesca riciclate, è fondamentale<br />
per la produzione di articoli destinati all’uso esterno,<br />
come arredi urbani.<br />
Questa scelta non solo riduce l’impatto ambientale, ma<br />
promuove anche l’innovazione nella gestione dei materiali,<br />
creando opportunità economiche per le aziende coinvolte<br />
nel riciclo.<br />
La valorizzazione delle reti da pesca è un esempio di<br />
come il riciclo possa generare prodotti intelligenti e sostenibili,<br />
contribuendo a una produzione responsabile e<br />
attenta all’ambiente.<br />
3S3D.LAB ha evoluto il proprio core business, nel corso<br />
degli anni, passando dalla realizzazione di prodotti per<br />
designer, stilisti e architetti allo sviluppo di soluzioni di<br />
produzione additiva che consentono alle aziende di diventare<br />
autonome. Le macchine progettate non sono semplici<br />
strumenti, ma sistemi personalizzati che soddisfano<br />
esigenze specifiche.<br />
Con un volume di stampa che può raggiungere i 10,5 m³,<br />
queste tecnologie sono capaci di creare oggetti di grande<br />
dimensione, fino a 3m di lunghezza e 1,7m di altezza, ed<br />
elevata complessità, mantenendo un’attenzione particolare<br />
alla qualità delle finiture.<br />
Tale approccio non solo garantisce prodotti di alto livello,<br />
ma contribuisce anche a ridurre costi di produzione e<br />
tempi di consegna, rispondendo così a un mercato in<br />
continua evoluzione e sempre più esigente.<br />
Un elemento distintivo delle macchine di 3S3D.LAB è<br />
l’estrusore innovativo, che assicura un flusso costante di<br />
materiale e consente l’additivazione con polimeri colorati,<br />
offrendo così stampe di alta qualità e finiture personalizzate.<br />
Grazie a un sistema di carico automatizzato, queste macchine<br />
possono operare per lunghi periodi senza necessità<br />
di supervisione continua, contribuendo a ridurre i costi<br />
operativi e il consumo di energia.<br />
L’approccio di 3S3D.LAB si basa sulla convinzione che le<br />
aziende possano andare oltre il semplice utilizzo di servizi,<br />
diventando protagoniste della propria produzione.<br />
Offrendo strumenti e tecnologie avanzate, l’azienda consente<br />
a designer e architetti di realizzare i propri progetti<br />
in modo indipendente, contribuendo a un impatto ambientale<br />
ridotto. Questa trasformazione non solo promuove<br />
l’innovazione nel design, ma incoraggia anche una<br />
mentalità imprenditoriale più sostenibile, aprendo la strada<br />
a un nuovo segmento di mercato nella produzione<br />
industriale di alta qualità, con un occhio attento all’ambiente.<br />
Non esistono stampanti standard: l’obiettivo è lavorare<br />
in sinergia con il cliente per progettare e sviluppare la<br />
macchina di stampa che meglio si adatti alle specifiche<br />
necessità, sia in termini di dimensioni sia di materiali da<br />
lavorare.<br />
3S3D.LAB si afferma come un leader nel panorama della<br />
produzione additiva, unendo design d’avanguardia e innovazione<br />
tecnologica.<br />
La sua visione non si limita a rispondere alle sfide della<br />
sostenibilità; l’azienda ridefinisce i confini del possibile,<br />
creando un modello di produzione che unisce estetica ed<br />
eco-responsabilità.<br />
Con tecnologie avanzate e un forte impegno verso pratiche<br />
sostenibili, 3S3D.LAB non solo anticipa le tendenze<br />
del mercato, ma promuove un’eleganza consapevole, trasformando<br />
l’industria in un palcoscenico per la creatività<br />
e l’innovazione.<br />
3S3D.LAB è strettamente legata a S.B.M. srl, un’azienda<br />
con oltre trent’anni di esperienza nella progettazione e<br />
realizzazione di macchinari industriali. Fondata nel 1992<br />
nel distretto metalmeccanico, S.B.M. ha saputo evolversi<br />
in risposta alle sollecitazioni del mercato e alle esigenze<br />
dei clienti, dando vita a questa divisione dedicata alla<br />
produzione additiva.<br />
In questo modo, 3S3D.LAB non solo arricchisce il panorama<br />
dell’innovazione nel settore, ma rappresenta anche un<br />
esempio di adattamento e resilienza, rispondendo con<br />
creatività alle sfide contemporanee e contribuendo a ridefinire<br />
gli standard del design sostenibile.<br />
59
In primo piano Ing. Mauro stefanoni AD S.A.S.<br />
By enova<br />
SAS Impianto di rullatura per laminati<br />
Il mondo sta cambiando<br />
Cambiamo anche noi<br />
SAS Engineering & Planning<br />
Innovazione e resilienza per un futuro di successo<br />
Dopo il grande successo per i 50<br />
presenteremo tecnologie che attireranno<br />
clienti da tutto il mondo: una rad-<br />
anni di attività, celebrato con un<br />
ricevimento che ha attirato l’attenzione<br />
drizzatrice per barre con curvatura fino<br />
di tutto il mondo e ha visto<br />
la partecipazione alla Wire Düsseldorf,<br />
dove SAS Engineering & Planning è<br />
stata premiata per il suo costante contributo<br />
all’innovazione e per il proprio<br />
carisma, l’azienda, soprannominata<br />
“Perla della Brianza”, torna a fare ciò<br />
per cui è famosa: dimostrare concretamente<br />
la propria forza. Nonostante un<br />
anno di crisi sistemica, SAS Engineering<br />
& Planning ha anticipato i tempi e,<br />
grazie a un impegno straordinario nella<br />
ricerca e nello sviluppo, è riuscita a<br />
progettare e realizzare impianti innovativi.<br />
Questi investimenti getteranno<br />
le basi per una futura crescita e hanno<br />
Evento al Ware Dusseldorf<br />
a un metro e diametro fino a 100<br />
mm; una linea di pelatura per acciai<br />
speciali e titanio, adatta a diametri piccoli<br />
fino a 5 mm, un obiettivo che<br />
sembrava impossibile fino a ieri; e una<br />
combinata con alta capacità di tiro e<br />
produzione, dotata di tutte le innovazioni<br />
necessarie per garantire la qualità<br />
desiderata dagli utilizzatori finali. Il<br />
nostro obiettivo, grazie anche all’integrazione<br />
dell’intelligenza artificiale nei<br />
nostri impianti, è automatizzare sempre<br />
di più la gestione della produzione,<br />
consentendo agli operatori di concentrarsi<br />
solo sulla supervisione». La fiducia<br />
nel futuro si riflette nelle parole<br />
già contribuito a chiudere l’anno in modo soddisfacente. Mauro<br />
Stefanoni, Amministratore Delegato dell’azienda, ci ha parlato delle<br />
recenti novità: «Siamo orgogliosi di aver consegnato impianti<br />
all’avanguardia proprio in questo momento di difficoltà globale.<br />
Questo dimostra al mercato che SAS Engineering & Planning è<br />
l’azienda più dinamica e pronta a guidare il settore nei prossimi<br />
anni. Ho desiderato provocare mio padre dicendogli che, nonostante<br />
i nostri successi, è tempo di cambiare. Insieme al nostro team,<br />
guideremo questa innovazione. Oggi non è più il prezzo l’elemento<br />
principale nella scelta di un impianto; ciò che conta sono la<br />
tecnologia e l’affidabilità. I clienti cercano un unico concetto, sintetizzabile<br />
nella formula “Azienda = produzione + qualità”. Nel 20<strong>24</strong><br />
del Presidente e fondatore della SAS Engineering & Planning, il<br />
Cav. Fermo Pietro Stefanoni: «Recentemente siamo tornati da un<br />
importante convegno a Brescia, dove abbiamo discusso con i<br />
nostri clienti e altre aziende del settore. Abbiamo riscontrato<br />
problematiche comuni, in particolare l’impatto di economie aggressive<br />
come Cina e India e le difficoltà legate a una supply chain<br />
elettronica rallentata. A differenza dei nostri concorrenti, però, SAS<br />
Engineering & Planning ha saputo muoversi per tempo, grazie<br />
all’esperienza maturata in mercati complessi come quello russo,<br />
dove si ricercano impianti tecnologicamente avanzati e futuristici.<br />
Il messaggio principale emerso è che dobbiamo affrontare la<br />
situazione per quella che è, anche se può non piacerci».<br />
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In primo piano Ing. Mauro stefanoni AD S.A.S.<br />
By enova<br />
Premiazione per la qualità al Ware Dusseldorf<br />
Il vantaggio competitivo<br />
di SAS Engineering & Planning<br />
Azienda sinonimo di innovazione e risposta rapida alle esigenze del mercato<br />
In un panorama economico in costante<br />
trasformazione, le aziende devono<br />
saper cogliere le opportunità emergenti.<br />
SAS Engineering & Planning si<br />
distingue per la sua capacità di adattamento<br />
e innovazione, come sottolinea<br />
il Cav. Fermo Pietro Stefanoni. La chiave<br />
del suo successo risiede non solo<br />
nella reattività, ma anche nella scelta<br />
strategica di mantenere la produzione<br />
interna, garantendo così un controllo<br />
rigoroso sulla qualità e sui processi<br />
produttivi.<br />
«Quando certi player decidono di investire<br />
in settori specifici, come le auto<br />
elettriche o la difesa, non ci meravigliamo<br />
e sappiamo che dobbiamo<br />
adattarci per non essere esclusi. Una<br />
delle caratteristiche distintive di SAS è<br />
la capacità di rispondere rapidamente,<br />
talvolta anticipando le esigenze dei nostri<br />
clienti prima che esse si manifestino. Questo si riflette già nei<br />
prototipi di impianti che abbiamo consegnato quest’anno.» – continua<br />
il Cav. Fermo Pietro Stefanoni<br />
Se l’internazionalizzazione è un punto di forza per l’azienda, gran<br />
parte di questo successo deriva dall’internalizzazione del lavoro. SAS<br />
Engineering & Planning si distingue per il fatto di mantenere la<br />
maggior parte della produzione in-house, il che accelera i processi<br />
produttivi e consente di investire in nuove macchine a controllo<br />
numerico e magazzini automatici. Nonostante le difficoltà nel reperire<br />
manodopera, questo approccio permette di ottenere maggiori margini<br />
e un controllo migliore sulle tempistiche e sulla qualità.<br />
SAS Engineering & Planning è una realtà<br />
in continua espansione, con diverse<br />
sedi produttive in Italia e oltre 100 dipendenti<br />
fortemente integrati nella cultura<br />
aziendale. Questo tema è particolarmente<br />
caro a Clara Stefanoni, CFO di<br />
SAS: «La nostra azienda è fondata sulle<br />
persone e il fattore umano è estremamente<br />
attuale. Poiché realizziamo macchinari<br />
speciali, abbiamo bisogno di<br />
collaboratori con competenze elevate.<br />
Per questo motivo, è fondamentale accompagnare<br />
e far crescere le persone<br />
all’interno dell’azienda. Siamo sempre<br />
alla ricerca di giovani talentuosi che<br />
desiderano avvicinarsi al mondo della<br />
meccanica, non solo negli uffici di progettazione,<br />
ma anche nelle aree dedicate<br />
alle macchine utensili e al montaggio.»<br />
SAS Engineering & Planning<br />
rappresenta un affascinante mosaico di<br />
realtà imprenditoriali, composto da diverse consociate che operano in<br />
sinergia per raggiungere obiettivi comuni. Tra queste, troviamo Aequilibrium.tech,<br />
specializzata nell’innovazione tecnologica, la Comec, con<br />
sede a Varese e nota per la sua expertise nel settore meccanico, e<br />
l’UDM di Udine, che si distingue per le sue soluzioni all’avanguardia.<br />
Ogni azienda porta con sé competenze uniche e complementari, collaborando<br />
attivamente allo sviluppo tecnologico e all’automatizzazione<br />
degli impianti SAS. Questa rete di collaborazione ha permesso a SAS<br />
di affermarsi a livello globale, con impianti che operano in numerosi<br />
paesi e settori, contribuendo così alla crescita e all’evoluzione della<br />
propria offerta nel panorama internazionale.<br />
63
In primo piano DELTA INDEX<br />
By enova<br />
Osservatorio Delta Index: il ponte<br />
tra le imprese e la Generazione Z<br />
In un mercato del lavoro sempre più<br />
competitivo, le imprese si trovano a<br />
fronteggiare sfide complesse, specialmente<br />
nella ricerca e nella gestione<br />
dei giovani talenti. Il panorama<br />
occupazionale ha subito profondi<br />
cambiamenti, e la Generazione Z,<br />
composta da giovani nati tra il 1997 e<br />
il 2012, richiede alle aziende un approccio<br />
diverso. Per supportare le imprese<br />
in questa transizione, nasce<br />
Delta Index, un Osservatorio basato<br />
su dati certificati, raccolti grazie alla<br />
partecipazione diretta delle imprese,<br />
che offre strumenti concreti per misurare<br />
e migliorare l’attrattività aziendale,<br />
facilitando il dialogo tra il mondo<br />
delle aziende e i giovani. Il cuore<br />
del progetto Delta Index è un questionario<br />
di auto-valutazione che permette<br />
alle imprese di eseguire un vero e<br />
proprio “check-up” della loro capacità di attrarre, selezionare,<br />
formare e trattenere i giovani talenti. Questo strumento, accessibile<br />
con l’iscrizione online all’Osservatorio, fornisce alle aziende<br />
un punteggio che va da 1 a 100, riflettendo la loro capacità di<br />
comunicare con i giovani e di rispondere alle loro esigenze. Il<br />
questionario, che viene erogato nelle aziende con la partecipazione<br />
di un formatore professionista, è il risultato di una collaborazione<br />
tra l’Osservatorio Delta Index e altri attori di alto<br />
valore scientifico come Adapt (l’associazione per gli studi internazionali<br />
e comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni<br />
industriali, fondata da Marco Biagi) e di valore istituzionale<br />
inclusi editori locali (Bergamo, Como, Lecco, Sondrio e Lodi) e<br />
associazioni di categoria (Confindustria, Confcommercio, Confcooperative),<br />
con l’obiettivo di fornire dati<br />
chiari e azioni concrete per migliorare.<br />
Secondo Paolo Ferrari, co-fondatore<br />
del progetto, “l’attrattività di un’azienda<br />
non si costruisce solo con numeri<br />
e KPI. È necessario un cambiamento<br />
culturale che parta dalla consapevolezza<br />
che lavorare con giovani è diverso<br />
dal relazionarsi con dipendenti<br />
senior”. L’Osservatorio Delta Index<br />
fornisce alle imprese non solo una<br />
valutazione del loro stato attuale, ma<br />
le accompagna in un percorso di crescita<br />
che le rende davvero “a prova di<br />
giovane”. Questo percorso è personalizzabile<br />
e tiene conto delle specificità<br />
di ogni settore, incluso quello metalmeccanico,<br />
dove la carenza di competenze<br />
tecniche è una sfida costante.<br />
Le imprese metalmeccaniche della<br />
provincia di Lecco si trovano di fronte a un’importante sfida. Da<br />
un lato, la richiesta di competenze tecniche è in crescita, dall’altro,<br />
i giovani sono sempre più attirati da settori considerati più<br />
innovativi. L’introduzione di tecnologie avanzate, come l’automazione<br />
e l’intelligenza artificiale, rappresenta un’opportunità per<br />
modernizzare il settore, ma solo le aziende che sapranno coniugare<br />
queste innovazioni con una cultura aziendale aperta e<br />
inclusiva riusciranno a trattenere i talenti migliori. L’Osservatorio<br />
Delta Index offre alle imprese metalmeccaniche uno strumento<br />
per capire dove si trovano rispetto a queste tendenze e come<br />
migliorare per rimanere competitive. Per chi fosse interessato<br />
a entrare a far parte dell’Osservatorio, può collegarsi al sito<br />
www.deltaindex.it.<br />
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In primo piano Masciadri Luigi & C.<br />
By enova<br />
Qualità, attenzione per l’ambiente<br />
e sicurezza nei processi lavorativi<br />
Ogni anno procediamo allo stoccaggio di circa 9.000 tonnellate di rifiuti<br />
da materiali metallici a legno e vetro, da beni durevoli a rifiuti ingombranti<br />
La Masciadri Luigi nasce nei primi anni 60 per la gestione del<br />
servizio di nettezza urbana nel comune di Caslino d’Erba. L’amore<br />
per l’ambiente ed una spiccata sensibilità verso un futuro sostenibile,<br />
guida da oltre 60 anni le scelte di questa azienda che si occupa<br />
principalmente di erogazione servizi di raccolta e trasporto di rifiuti<br />
solidi urbani e speciali, pericolosi e non pericolosi, cernita e messa in<br />
riserva per il recupero e lo smaltimento di rifiuti. Non viene trascurato<br />
lo spazzamento meccanico e manuale delle strade pubbliche e<br />
private, attività considerata, in Masciadri, molto importante per il<br />
decoro delle aree pubbliche e la bellezza di una città. Questi interventi<br />
risultano molto utili e necessari anche per i privati, in casi di nuova<br />
asfaltatura o lavorazioni nei cortili, o per aziende, le cui superfici e<br />
pavimentazioni potrebbero essere inquinate da liquidi e materiali di<br />
scarto della produzione. Si svolge inoltre anche un servizio di gestione<br />
di impianti titolarità di terzi - isole ecologiche, noleggio cassonetti e<br />
vendita di prodotti per l’ecologia. La storia della Masciadri Luigi & C.<br />
è caratterizzata da una costante evoluzione. Una svolta significativa<br />
si ha negli anni 80: è proprio in questo decennio che l’impresa inizia<br />
ad espandersi, diventando da piccola realtà locale a punto di riferimento<br />
per il territorio di Como, Lecco e della Comunità Montana<br />
Lariana. Dopo il 1990 vengono edificati i primi capannoni per il<br />
ricovero mezzi. Nascono nel frattempo le società PAM e ECOLAMBRO<br />
per la gestione dei rifiuti e contratti con i comuni. La società, nel 1996<br />
assume la ragione sociale Masciadri Luigi & C Snc. e tre anni più tardi<br />
viene autorizzato l’impianto di stoccaggio presso la sede di Caslino<br />
D’Erba in Via per Asso, 13. Il 2008 è l’anno in cui si registra l’importante<br />
realizzazione di un altro capannone adibito al ricovero mezzi,<br />
completato 5 anni dopo con l’ultima porzione, collocata nel piano<br />
inferiore. La politica per la qualità, l’ambiente e la sicurezza è stata<br />
stabilita dalla direzione della Masciadri tenendo conto di quegli aspetti<br />
dei propri processi aziendali che influenzano direttamente la soddisfazione<br />
dei clienti: dagli impatti ambientali diretti e indiretti all’impegno a<br />
fornire condizioni di lavoro sicure e salubri per la prevenzione di<br />
lesioni e malattie correlate al lavoro. Da qualche anno è stato avviato<br />
il processo di terza generazione con l’ingresso in società di Gabriele<br />
Masciadri a cui è affidato il compito di apportare nuova energia e<br />
innovazione.<br />
IGIENE AMBIENTALE CONSIGLI E SERVIZI<br />
Alcuni suggerimenti utili dell’azienda di Caslino. Gli interventi per<br />
rifiuti speciali e assimilabili agli urbani vengono effettuati su tutto il<br />
territorio della Lombardia, in particolare nelle province di Como, Lecco<br />
e Sondrio. Ogni anno vengono stoccate circa 9.000 tonnellate di rifiuti:<br />
dai materiali metallici a legno e vetro, dai beni durevoli ai rifiuti<br />
ingombranti. «Per questi ultimi, al fine di ottenere un servizio migliore<br />
è importante trasportarli direttamente presso il nostro impianto di<br />
Caslino o di avvalersi del servizio di ritiro a domicilio del proprio ente<br />
municipale della nettezza urbana, quando fornito, spiegano dalla direzione<br />
dell’azienda. Per uno smaltimento ottimale della carta è bene<br />
schiacciare e ridurre cartoni e scatole, in modo che il bidone possa<br />
contenerne una quantità maggiore. I contenitori in plastica e bottiglie,<br />
invece, vanno sciacquati prima di gettarli e, togliendo il tappo, vanno<br />
anch’essi diminuiti di volume». Il foro delle campane è volutamente<br />
ridotto, per garantire la qualità dei materiali. Anche per il vetro vale<br />
la regola di pulire i recipienti, togliendo i tappi non in vetro.<br />
Le bottiglie poi non vanno mai raccolte in sacche di plastica. Attenzione<br />
anche a pyrex, che sembra vetro, ma bastano pochi frammenti<br />
nella campana per vanificare tutta la raccolta. Questi materiali vanno<br />
smaltiti nell’indifferenziato o portati all’isola ecologica. L’azienda si<br />
occupa inoltre di vendita e noleggio a privati ed enti pubblici: cassonetti<br />
per rifiuti con differenti dimensioni, vari tipi di bidoni e sacchi<br />
con diverse caratteristiche di utilizzo.<br />
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