La cospirazione del corvo nero
Chi ha rubato i gioielli della Corona dalla Torre di Londra? Com’è riuscito il ladro ad attraversare quelle mura di pietra? Com’è stato possibile commettere un crimine... impossibile? Apparizioni spettrali, rapimenti e tradimenti: sono gli ingredienti della nuova, incredibile storia che sarà pubblicata dal Penny Dreadful. Certo, una storia straordinaria che avrà sicuramente un grande successo, pensa Penelope Tredwell, proprietaria tredicennte della rivista letteraria. Ma un terribile dubbio la assale... “Un entusiasmante intrigo vittoriano” The Telegraph
Chi ha rubato i gioielli della Corona dalla Torre di Londra?
Com’è riuscito il ladro ad attraversare quelle mura di pietra?
Com’è stato possibile commettere un crimine... impossibile?
Apparizioni spettrali, rapimenti e tradimenti: sono gli ingredienti della nuova, incredibile storia che sarà pubblicata dal Penny Dreadful.
Certo, una storia straordinaria che avrà sicuramente un grande successo, pensa Penelope Tredwell, proprietaria tredicennte della rivista letteraria. Ma un terribile dubbio la assale...
“Un entusiasmante intrigo vittoriano” The Telegraph
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Per Chrissie, per tutto
© 2019 by Nosy Crow Ltd
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è un marchio
Via Jucker, 28 - Legnano (MI) - Italia
© 2014 Christopher Edge per i testi
© 2019 Olga Baumert per l’illustrazione di copertina
© 2014 Eric Orchard per l’illustrazione di inizio capitoli
Titolo originale: The Black Crow Cospiracy
Traduzione dall'inglese di Beatrice Mereghetti
Tutti i diritti sono riservati - Stampato in Turchia
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I
La nebbia si avvinghiava alla Torre, una foschia
che, come un mantello, avvolgeva la fortezza in
una penombra bianco grigia, con le merlature
e le torrette a creare sagome spettrali contro il
cielo. Al di là dei baluardi e dei bastioni, il Tamigi
sciabordava contro il pontile ai piedi dell’antico
castello. Il cigolio lontano delle navi ormeggiate a St.
Katharine Docks e lo sferragliare dei carichi erano
gli unici rumori che si udivano nel crepuscolo che
cedeva il posto alle tenebre. Persino il gracchiare
gutturale dei corvi che sorvegliavano la Torre si era
ormai acquietato.
Sotto il passaggio ad arco della Byward Tower,
si scorgeva appena, nella penombra, il bagliore
di una lanterna. Con un tintinnio di chiavi, chi
la sorreggeva avanzò, il rumore dei suoi passi
quasi inghiottito dai viluppi di nebbia, mentre
percorreva l’angusta strada acciottolata racchiusa
tra le possenti mura interne ed esterne della Torre
di Londra.
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L’uomo indossava un’uniforme scarlatta, con
ampie maniche decorate sui bordi e sulle cuciture
da alcune strisce di pizzo dorato, mentre sul petto
l’emblema di una corona campeggiava sopra
una rosa, un trifoglio e un cardo. A completare
l’uniforme, un cappello nero basso, con una larga
tesa di velluto rifinita sul bordo in stile Tudor. Al
di sotto della portentosa barba, il viso dell’uomo
aveva un’espressione solenne, gli occhi fissi avanti
a sé mentre svolgeva le mansioni di capo delle
Guardie. Gli occhi vacui delle strette finestre in
alto sulla Bell Tower lo seguivano mentre passava,
testimoni di una cerimonia che si compiva ogni sera
da seicento anni: la chiusura della Torre di Londra.
Avvicinandosi all’arco sotto alla Bloody Tower,
la Torre Sanguinaria, il cui nome è un macabro
testamento del destino dei traditori che ne
attraversavano i cancelli, la guardia scorse nel buio
le sagome indistinte di quattro sentinelle. Queste
guardie avevano uniformi blu scuro; portarono i
fucili in spalla quando scattarono sull’attenti. Le
imponenti ombre proiettate dai berrettoni d’orso
neri conferivano loro nella penombra l’aspetto di
strani giganti. Senza fermare il passo, il capo delle
Guardie consegnò la lanterna al guardiano in coda
alla piccola scorta e poi prese posizione tra le due
guardie in testa. Il latrato del loro sergente tagliò la
nebbia che si addensava.
“Scorta delle Chiavi! Avanti... marsc’!”
Marciando al passo della scorta, la guardia
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la guidò sul selciato fino alla cancellata esterna.
Serrando di colpo gli imponenti cancelli, i guardiani
issarono in posizione gli enormi chiavistelli, fecero
scorrere le sbarre mentre, con un tintinnio di
chiavi, il guardiano faceva scattare la serratura e
chiudeva i cancelli per la notte. La scorta continuò
a marciare, ripetendo la cerimonia mentre chiudeva
i grandi cancelli di quercia della Middle Tower e
della Byward Tower. Da quando era stata posata
la prima pietra, la Torre di Londra era stata una
fortezza, un palazzo e una prigione: la dimora di
principi e re, così come il luogo delle loro torture. I
giorni in cui il Re vi risiedeva erano ormai lontani,
ma la guarnigione di soldati alla base della Torre
rimaneva a guardia dei gioielli della Corona che
erano ancora custoditi qui, chiusi nella Wakefield
Tower dietro mura di pietra spesse tre metri e
mezzo.
Mentre la scorta attraversava di nuovo l’arco
sotto alla Torre Sanguinaria, un grido risuonò dalle
ombre.
“Alt! Chi va là?”
Una sentinella solitaria stava vicino al corpo
di guardia alla base della Wakefield Tower, con il
fucile puntato avanti a sé mentre pallidi rivoli di
nebbia si arricciavano intorno al nudo acciaio della
baionetta. I tacchi della guardia si arrestarono con
un colpo secco quando gridò la sua risposta.
“Le Chiavi”.
“Le chiavi di chi?” fu la domanda.
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Con solenne autorità, la voce del capo delle
Guardie tagliò la nebbia sempre più fitta.
“Le Chiavi di re Edward”.
Rimettendosi in spalla il fucile, la sentinella
scattò sull’attenti.
“Passino le chiavi di re Edward, e tutto va bene”.
La guardia avanzò di un solo passo, poi alzò il
cappello in aria.
“Dio protegga re Edward VII”.
Mentre un orologio suonava le undici, la scorta
alzò i fucili in segno di saluto, e un coro di “amen”
echeggiò tra le pietre. Ma quel suono si trasformò
ben presto in un grido di costernazione quando una
figura indistinta incespicò giù per i gradini della
Wakefield Tower. Coperta da un lungo cappotto
scuro, la figura avanzava barcollando come se fosse
gravata da un peso innaturale. Al corpo di guardia
alla base della torre, la sentinella si girò con una
piroetta per affrontare l’inatteso intruso.
“Alt! Chi va là?” gridò, con un lieve tremore di
incertezza nella voce.
La figura indistinta non rispose, mentre
incespicava sul selciato, con il pesante cappotto
rigonfio come a nascondere qualcosa. Dietro di lui,
passando inosservate dalle guardie, le sagome scure
di altre figure, altrettanto appesantite, guizzarono
via nel buio, scivolando tra le ombre per poi sparire
nell’oscurità. Mentre la prima sagoma si dirigeva
verso la Byward Tower, il capo delle Guardie
si fece avanti per sfidarla, con il mazzo di chiavi
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ancora tintinnante in mano. Era suo dovere mettere
in sicurezza la Torre e si sarebbe accertato che il
misterioso estraneo non proseguisse oltre. La scorta
che lo accompagnava alzò di concerto i fucili,
prendendo la mira mentre la guardia bloccava il
passo all’intruso.
“Alt! Vi ordino di identificarvi”.
Trovandosi la strada sbarrata, l’arrancante figura
alzò la testa per incontrare lo sguardo severo del
capo delle Guardie. Sotto un basso berretto nero, i
suoi lineamenti erano infagottati in una sciarpa, la
stoffa nera tutta avvolta attorno al viso. Nel bagliore
itterico della luce della lanterna, si intravedevano
a malapena gli occhi dell’intruso, che lanciavano
sguardi nervosi verso i cancelli chiusi della Byward
Tower, una decina di passi oltre la corpulenta mole
del guardiano.
“Identificatevi, ho detto” scattò la guardia.
Protese un braccio vestito di cremisi per strappare la
sciarpa che nascondeva il volto dell’intruso. Mentre
la stoffa gli si svolgeva in mano, il ringhio di sfida
del capo delle Guardie si tramutò presto in un basso
rantolio di paura. Sotto il travestimento, apparve
la faccia ansiosa di un ragazzo, dai lineamenti
indefiniti di una fanciullezza appena superata.
Ma non fu quello il motivo per cui il guardiano
indietreggiò per lo spavento. Sotto la tesa bassa del
berretto, il volto del ragazzo emanava un singolare
bagliore verde, una strana luminescenza che ne
accendeva la pelle come dall’interno. Fra le ombre
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tremolanti della Torre, pareva più il ritratto di uno
spettro che il viso di un mortale.
“Che il cielo ci protegga” ansimò la guardia.
“Che cosa siete?”
Per tutta risposta, il giovane gli passò accanto
scansandolo, e il tocco delle sue dita fece correre una
sensazione di bruciore lungo il braccio dell’anziano.
Boccheggiando per il dolore, il capo delle Guardie
cadde in ginocchio, le chiavi ricamate sulla manica
dell’uniforme scarlatta annerite al punto da essere
irriconoscibili.
I guardiani intimarono all’intruso di fermarsi,
prendendo la mira con i fucili sulla figura indistinta
che incespicava verso la Byward Tower. Laggiù,
gli ampi portoni di quercia erano chiusi a chiave e
sprangati, antiche difese tanto forti che nemmeno
un esercito invasore avrebbe potuto violarle. Al
risuonare di un secondo grido di avvertimento, la
sagoma in fuga non accennò a rallentare, il bordo
della sua ombra ormai quasi sul cancello.
“Fuoco!”
Con un crepitio di scoppi, una raffica di colpi
squarciò il buio, e il fumo delle carabine dei soldati
addensò la nebbia già mentre i proiettili volavano.
Quando il frastuono dei fucili si affievolì, un coro
di grida risuonò dalle merlature, la cui eco si udì in
ogni angolo della Torre, risvegliando la fortezza dal
torpore.
“Date l’allarme! Date l’allarme!”
Con i fucili ancora alzati, le guardie avanzarono
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sotto l’arco della Byward Tower. Gli enormi
chiavistelli del cancello chiuso erano ancora al loro
posto, nuove schegge di quercia spuntavano dal
legno massiccio nei punti colpiti dai proiettili. Alla
luce olivastra che la lanterna gettava sulla scena,
le guardie cercarono nell’ombra qualsiasi traccia
dell’intruso, aspettandosi di trovarne il corpo
riverso sui ciottoli. Ma l’oscurità era vuota, solo la
nebbia con dita beffarde scherniva le guardie per
aver fallito. L’uomo era semplicemente scomparso.
Mentre il clamore delle campane d’allarme
riempiva l’aria della notte, un grido angosciato
fece spostare gli occhi delle guardie dal suolo alla
Byward Tower, un improvviso sguardo di terrore
dipinto sul volto di ciascuna di loro.
“I gioielli della Corona sono spariti!”
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“Un entusiasmante intrigo vittoriano”
The Telegraph
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Torre di Londra?
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Com’è stato possibile commettere un
crimine... impossibile?
Apparizioni spettrali, rapimenti e
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