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Il segreto di Leonardo

Il castello di Amboise il tempo si è fermato: è appena morto Leonardo da Vinci. Ma per Flore, Raphaël, Pierre e Louis non c’è più un istante da perdere. Devono ritrovare il disegno della macchina volante, una delle più celebri invenzioni del maestro. Chi l’ha rubato e perché? Il conto alla rovescia è iniziato, e il Re Francesco I non deve accorgersi della sua scomparsa…

Il castello di Amboise il tempo si è fermato: è appena morto Leonardo da Vinci. Ma per Flore, Raphaël, Pierre e Louis non c’è più un istante da perdere. Devono ritrovare il disegno della macchina volante, una delle più celebri invenzioni del maestro. Chi l’ha rubato e perché? Il conto alla rovescia è iniziato, e il Re Francesco I non deve accorgersi della sua scomparsa…

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Mireille Calmel

Illustrazioni di Romain Mennetrier


Miei cari piccoli lettori,

ancora non ci conosciamo perché fino a questo momento ho

scritto soprattutto libri per adulti. Libri letti in tutto il mondo.

Allora lasciate che vi racconti una storia.

Avevo appena compiuto nove anni quando mi sono ammalata

gravemente. Quel giorno tutto il mio mondo è cambiato: niente

più scuola, niente più amici, solo corsi per corrispondenza (non

c’era ancora Internet) e lunghe degenze in ospedale…

E poi i dottori hanno detto ai miei genitori che stavo per morire.

Fino ad allora aveva cercato di essere coraggiosa, anche se non

era facile. A quel punto non avevo più scelta: dovevo lottare.

Dovevo vincere. Solo che non ero una supereroina. Ero solo io, la

piccola Mireille. Ero circondata d’amore, ma non mi volevo bene.

E soprattutto ero terrorizzata.

Perciò ho cominciato a leggere. Un libro, poi due, poi tre. Ben

presto mi sono accorta che diventavo più forte, più resistente.

Sapete perché?

Perché vivevo attraverso i personaggi di carta, perché

© 2020 Belin Jeunesse/Humensis

© 2022 by per l’edizione italiana

è un marchio

via Jucker, 28 - Legnano (MI) - Italia

Titolo originale: Le Secret de Leonard

Illustrazioni di Romain Mennetrier - Traduzione dal francese di Elena Riva

Tutti i diritti sono riservati - Stampato in Croazia


le avventure che affrontavano, le vittorie che riportavano

diventavano le mie.

Alla fine, un giorno, ho deciso che anch’io avrei scritto per tutti

quelli che hanno paura; per tutti quelli che si sentono sopraffatti

dagli eventi; per tutti quelli che vorrebbero diventare persone

migliori. Ho deciso di aiutarli ad andare avanti, a stare meglio, a

ritrovarsi. A guarire.

E soprattutto ho deciso che finché scrivevo non potevo morire.

Certo, scrivo anche per gli altri, per tutti quelli che stanno

bene. Come io oggi.

Perché il modo migliore per realizzare i propri sogni è crederci.

Crederci sopra ogni altra cosa.

Perciò, adesso che sapete chi sono, vi auguro il più intrepido

dei viaggi in compagnia di Flore, Raphaël, Pierre e Louis.

Bacioni,


1

Castello reale di Amboise, 2 maggio 1519

Flore correva a rotta di collo nel corridoio

principale del castello, con lo sguardo cupo e i

vestiti scompigliati, serpeggiando istintivamente

tra gli ospiti del re e i servitori, senza vedere niente

di quanto le accadeva attorno.

Udì a malapena il grido di sorpresa e di dolore di

una dama a cui un attimo prima aveva pestato un

piede.

«Ma insomma, fai attenzione!» tuonò il curato,

sbucato dal nulla.

Flore si scusò al volo, continuando a correre.

Le colava il sudore dalla fronte, tanto che una

4


ciocca bionda di capelli le si era appiccicata alle

sopracciglia. La scostò con un gesto, senza rallentare.

Doveva avvertire al più presto i suoi amici: Raphaël,

il figlio del carpentiere, che non perdeva occasione

di punzecchiarla; Louis, il figlio del fabbro, un gran

goloso a giudicare dal girovita; e Pierre, che era

fifone almeno quanto Raphaël era coraggioso… e sì

che erano gemelli!

Con un’abile scivolata svoltò a sinistra e si

precipitò giù per le scale che portavano alla cucina.

Subito, un profumo di caramello le inondò le narici.

Sua madre, Dama Gertrude, preparava il creme

caramel sempre alla stessa ora e ne metteva da parte

quattro piccoli stampi per lei e i suoi amici.

Flore sbucò nella grande stanza dotata di forni

e utensili culinari di ogni tipo, e fu accolta da tre

sorrisi beffardi. Raphaël, Pierre e Louis erano già

piazzati davanti ai creme caramel.

Dama Gertrude si bloccò accanto al lungo tavolo

di legno. Reggeva tra le braccia tozze un cesto pieno

di brioche.

5



«Alla buonora! Un altro po’ e ti perdevi il dolce»

esclamò.

Sfiancata dallo sforzo, Flore tentò di riprendere

fiato.

«Be’? Come mai ansimi tanto?» domandò stupita

la madre, posando il cesto davanti ai ragazzi.

Flore tossì. Diamine se era sfiatata! Aveva

appena attraversato il lungo sotterraneo segreto che

collegava il castello al maniero di Clos Lucé, dove

viveva il più grande genio di tutti i tempi. Aveva

percorso su e giù un’infinità di scale e solcato un

numero incalcolabile di corridoi.

Strabuzzò gli occhi disperati e si lasciò cadere su

uno sgabello.

Poi annunciò:

«Una tragedia… È morto Leonardo».

7


2

Il cucchiaio di Raphaël rimase sospeso a mezz’aria.

Dama Gertrude scoppiò in squittii convulsi. Pierre

aggrottò la fronte.

Quanto a Louis, nessuna notizia avrebbe potuto

distrarlo dai piaceri del palato. Mandò giù un altro

boccone, che gli lasciò una riga di caramello attorno

alle labbra.

«Leonardo? QUEL Leonardo?» domandò infine

Pierre.

Flore sollevò gli occhi al cielo.

«Perché, tu ne conosci altri?»

Pierre alzò le spalle.

«Be’, sì. Leonardo lo zoppo, Leonardo il tessitore,

Leona…»

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Non aveva ancora finito di elencarli sulle dita,

che Dama Gertrude si accasciò pesantemente sulla

sedia, con le lacrime agli occhi.

«Povera Mathurine!»

Mathurine era la sorella di Dama Gertrude, la

serva devota di Leonardo. Si occupava di lui come

un’amica. Da quando era ammalato, lo vegliava

giorno e notte.

«Lo sa già il nostro buon re?» chiese Pierre, anche

lui preoccupato.

Leccato lo stampo, Louis aveva lasciato andare

un sospiro rumoroso.

«Sì, era al suo capezzale» si lasciò sfuggire Flore.

9


«E tu come lo sai?» domandò sorpresa la madre

dopo essersi soffiata il naso con la grazia di un

trombone.

Flore abbassò la testa, rendendosi conto di aver

svelato una parte del loro segreto. E infatti Raphaël

le aveva appena fatto gli occhiacci.

«Lo immagino, visto che gli sta accanto da tre

giorni.»

Quella spiegazione bastò a Dama Gertrude, che

spernacchiò di nuovo nel fazzoletto e se lo infilò

nella tasca centrale del grembiule. Poi fece leva sul

tavolo con le mani per rialzarsi.

«Prendetevi una brioche e filate via. Questa

notizia sconvolgerà la città e l’intero paese. Re

Francesco sarà di pessimo umore. Non è il momento

di attirare l’attenzione.»

Si voltò e se ne andò dal lato opposto della stanza,

verso la porta che si stava aprendo e da cui entrò il

marito con un coscio di cinghiale sulla spalla.

Raphaël si protese in avanti e con un gesto invitò

gli amici a fare altrettanto.

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l castello di Amboise il tempo si è

fermato: è appena morto Leonardo

da Vinci. Ma per Flore, Raphaël,

Pierre e Louis non c’è più un

istante da perdere. Devono ritrovare il

disegno della macchina volante, una delle

più celebri invenzioni del maestro. Chi

l’ha rubato e perché? Il conto alla rovescia

è iniziato, e il re Francesco I non deve

accorgersi della sua scomparsa…

ISBN 978-88-6142-755-6

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