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Dragon storm - Il ritorno dei draghi

Tomás è il figlio di un fabbro che vive nel mondo di Draconia, un mondo nel quale una volta esistevano i draghi, ma dal quale sono scomparsi da circa un millennio. Un giorno mentre sta aiutando suo padre a fabbricare delle spade speciali antidrago, intravede nella fiamma della fucina qualcosa di simile a un volto... Una storia nuova e originalissima sui draghi, una brillante interpretazione del genere fantasy adatta a tutti i bambini.

Tomás è il figlio di un fabbro che vive nel mondo di Draconia, un mondo nel quale una volta esistevano i draghi, ma dal quale sono scomparsi da circa un millennio. Un giorno mentre sta aiutando suo padre a fabbricare delle spade speciali antidrago, intravede nella fiamma della fucina qualcosa di simile a un volto...

Una storia nuova e originalissima sui draghi, una brillante interpretazione del genere fantasy adatta a tutti i bambini.

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IL RITORNO

dei DRAGHI


IL RITORNO dei DRAGHI


© 2022 by Nosy Crow Ltd

© 2022 by

è un marchio

Via Jucker, 28 - Legnano (MI) - Italia

© 2022 Eric Deschamp per le illustrazioni interne

© 2022 Ben Mantle per le illustrazioni di copertina

© 2022 Alastair Chisholm per i testi

Titolo originale: Dragon Storm

Traduzione dall'inglese di Michela Guardigli

Tutti i diritti sono riservati - Stampato in Turchia


Nella terra di Draconia

non ci sono draghi.

Eppure un tempo c’erano.

Un tempo uomini e draghi erano amici e

proteggevano la terra. Erano saggi, e forti, e

insieme fondarono la grande città di Rivven.

Ma poi, dopo Dragon Storm, la Grande

Battaglia dei Draghi, furono spinti a ritirarsi

dal mondo degli umani.

Per gli uomini e le donne di Draconia,

diventarono mito e leggenda.

E così, ai nostri tempi, nella terra di

Draconia non ci sono draghi...

...O così la gente pensava.



TOMAS

Tom azionava il mantice, soffiando aria

sul fuoco fino a farlo diventare di un giallo

acceso. Accanto a lui, suo padre batteva

un lungo pezzo di metallo con il martello.

Si muoveva rapidamente, tenendo stretto il

pezzo con le pinze. A ogni colpo scoccavano

scintille.

“Sei pronto, Tomás?”, disse.

“Sì!” rispose Tom.

Il padre inserì il pezzo di metallo nel fuoco,

incurante delle fiamme che guizzavano

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tutt’intorno. Ce lo lasciò finché non si

ammorbidì e solo allora lo tolse, tra bagliori

arancioni, poi lo martellò di nuovo sui bordi,

fino a quando non prese la forma di una

spada.

Tom ansimava per il caldo.

“Preparati!” lo avvertì il padre. Sollevò la

spada e la affondò in profondità in

una vasca d’acqua, da cui risuonò

un forte SSSSSS! Il vapore

riempì la stanza tra

gorgoglii e spruzzi.

Estrasse la spada

e l’appoggiò sulla

rastrelliera accanto

al fuoco.

“Fatto” disse,


IL RITORNO DEI DRAGHI

asciugandosi la fronte. “Adesso va lasciata

temprare, poi sarà pronta per essere levigata.

Bel lavoro, figliolo.”

Tom sorrise. Aveva il viso bollente e le

braccia doloranti, ma gli piaceva aiutare

papà nella fucina. Amava quel luogo e il

fatto di poter trasformare insulsi pezzi di

metallo in utensili, ferri di cavallo o armi.

Il padre guardò la rastrelliera, che ospitava

otto spade, con aria soddisfatta.

“È ora di pranzo.”

Mentre papà cucinava, Tom iniziò ad

apparecchiare, finendo proprio quando

mamma tornò dal mercato.

“Santo cielo, ma come siete conciati!”, li

rimproverò. “Coperti di fuliggine nella mia

cucina pulita! Fuori di qui!”

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“Scusa!” disse papà. “Forza, andiamo a

darci una ripulita.” La strinse a sé, dandole

un grande bacio e spalmandole un po’ di

fuliggine sul viso.

Mamma farfugliò qualcosa. “Fuori! Fuori,

o finirete a mangiare nella stalla!”

Ridendo, andarono alla pompa dell’acqua

per lavarsi, poi tornarono e si sedettero a

tavola.

“Com’è andata al mercato?” chiese papà,

mentre divorava un enorme pezzo di pane.

Mamma sospirò. “C’era un po’ troppo

silenzio. Re Godfic ha aumentato di nuovo

la tassa sul grano. Mildred Foxton dice che è

a causa dei draghi che bruciano i raccolti.”

Papà borbottò. “Vuole solo più soldi per

aggiungere un’altra torre al suo palazzo.”

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IL RITORNO DEI DRAGHI

“Zitto”, disse mamma, lanciando

un’occhiata a Tom.

“Tieniti questi discorsi per te, Felipe.”

Papà si accigliò ma non disse nulla.

Tom domandò: “Esistono davvero i

draghi?” Papà sospirò. “Esistevano molto

tempo fa”, rispose.

“Si trovavano in tutto il regno, anche qui

a Rivven.”

“Erano spaventosi”, disse mamma.

“Enormi! E sputavano fuoco! Era un’epoca

pericolosa.”

“Ma è stato secoli fa”, disse papà. “Sono

mille anni che non si vede un drago a

Rivven.”

Tom si accigliò. “Se non ci sono draghi,

allora perché forgiamo spade antidrago?”

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“Il re insiste, nel caso dovessero tornare.”

Papà fece spallucce. “Il che è una buona

notizia per noi! Gli affari non stanno

andando bene. L’oro di quest’ordine basterà

solo fino a primavera.”

Terminarono il pranzo.

“Riprendiamo, Tomás. Il capitano Hork

verrà domani a ritirarle.”

La fucina si era rinfrescata, ma rispetto

alla gelida aria invernale che soffiava fuori

sembrava ancora incredibilmente calda.

Il padre estrasse le spade dalla rastrelliera.

Non avevano ancora l’elsa ed erano nere,

con i bordi ruvidi. Si misero al lavoro.

Il padre aggiunse le else e Tom affilò il

metallo con una mola speciale che sputava

scintille e raschiava via i bordi ruvidi,

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IL RITORNO DEI DRAGHI

rendendo le lame lisce e affilate. Sulla

superficie del metallo c’era una strana

pellicola oleosa. Il padre disse che era dovuta

agli ingredienti segreti che mescolava nel

minerale grezzo: ciò le rendeva non solo spade,

ma spade antidrago, in grado di lacerare la

pelle spessa di questi animali mostruosi.

Tom ripose accuratamente ciascuna spada

sulla rastrelliera. Ma mentre appoggiava

l’ultima, diede un’occhiata alla fucina... e

rimase senza fiato!

Nel fuoco era apparso qualcosa!

Un volto allungato baluginava tra le

fiamme come un’ombra, scura e scintillante.

Non era umano; era più lungo e ossuto, con

una cresta in cima, e gli occhi come due sfere

di fuoco.

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Tom lo fissò come in un sogno. Gli occhi

erano incandescenti! La bocca si aprì,

mostrando file di denti affilati e minacciosi.

“Tomásssssss”, sibilò. Tom era rimasto a

bocca aperta. “Preparati, Tomássssssss...”

“Tomás! Tom, cosa stai facendo?”


IL RITORNO DEI DRAGHI

Tom sbatté le palpebre e alzò lo sguardo.

Papà lo guardava accigliato.

“Stai bene, figliolo?”

“I-io pensavo...” Tom scrutò nella fucina

ardente, ma non c’era più nulla. “Mi era

sembrato di vedere qualcosa”, mormorò.

Papà sorrise. “È stata una lunga giornata.

Finiremo domani.”

Tom annuì, ed entrarono in casa per

cenare. Quella sera, rannicchiato nel suo

lettino, ripensò a quel volto. La testa ossuta e

i denti, così affilati. E gli occhi... Si svegliò di

colpo, era buio pesto. Poi rise tra sé della sua

fervida immaginazione, e ritornò a dormire.

Finirono l’ultima spada la mattina

seguente. Tom controllò le fiamme più e più

volte, ma quel giorno non vide nulla, solo

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la legna che scoppiettava e il carbone così

ardente da risplendere con riflessi bianchi.

Impugnò una spada, osservandone il

bagliore.

Il padre la ispezionò. “Bel lavoro, figliolo.

Forza, finiamo. Il capitano Hork sarà qui a

momenti.”

Disposero le armi nelle casse vicino alla

porta. Ma quando il padre uscì, Tom gettò

di nuovo uno sguardo al fuoco... e quel

volto era di nuovo lì! Inconfondibile, scuro e

feroce, con occhi di brace...

“Preparati, Tomásssss”, sibilò. “Lui è

qui...”

“Tomás!”, lo chiamò il padre. “Andiamo,

è arrivato!”

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CAPTAIN

HORK

“È arrivato” gridò di nuovo papà. “Tomás?”

Tom sobbalzò. Rivolse di nuovo lo sguardo

alla fucina, ma il volto era scomparso. Che

stava succedendo? Scosse la testa e si affrettò

a uscire in cortile, dove il capitano Hork li

stava aspettando.

Il capitano Hork era il capo della guardia

del re. Indossava una corazza cerimoniale,

una tunica viola che gli arrivava alla vita e

un elmo con un alto pennacchio rosso. Il

volto era arrossato e sudato e sembrava di

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cattivo umore. Era in groppa a un cavallo

baio piuttosto magro il cui alito formava

una nuvoletta di condensa nell’aria fredda.

C’erano due soldati accanto a lui, oltre a un

giovane snello, vestito tutto di nero.

Il padre fece un passo avanti.

“Buongiorno...”

“Dove sono le mie spade?” tagliò corto

Hork. Aveva una voce forte e rauca, come

quella di un caprone indignato.

Papà si inchinò. “Sono qui, signore.”

Tom sapeva che papà era infastidito, anche

se cercava di non darlo a vedere.

Tom prese le casse, ma Hork alzò una

mano.

“Prima voglio ispezionarle”, bofonchiò.

“C’è di mezzo l’oro di re Godfic, non

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IL RITORNO DEI DRAGHI

pagheremo per della ferraglia qualunque.”

Gli occhi di papà scintillavano. “Certo,

signore.”

Hork smontò da cavallo, il suo grosso

sedere ondeggiò quando mise i piedi a

terra. “Mostramele.”

Tom estrasse una spada. Ma mentre lo

faceva, avvertì una strana sensazione. Era

come se potesse vedere di nuovo il volto nel

fuoco, ma ora era nella sua mente. Sembrava

fluttuare, sospeso davanti a lui. L’impugnatura

della spada si fece improvvisamente

sgradevole, quasi appiccicosa. E la pellicola

oleosa sulla lama gli apparve sinistra, e viscida

come, come…

“Muoviti, ragazzo!”, lo esortò Hork.

Tom sbatté le palpebre e gli porse la

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spada. Hork provò qualche affondo, uno

così maldestro che lo fece quasi finire a

terra. Alle sue spalle, i soldati ridacchiavano

tra loro. Il capitano Hork si accigliò. “Ho

qualche dubbio”, mormorò. “Sembrano

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IL RITORNO DEI DRAGHI

piuttosto fragili...” Si rivolse a Tom.

“Prendine una. Fammi vedere come

combatti.”

“Signore!” esclamò papà, poi si morse il

labbro.

“Vi prego... fate attenzione.”

“Oh, non preoccuparti!” ridacchiò Hork.

“Sono un esperto. Non farò del male al tuo

ragazzo.”

Il padre sospirò e annuì, mentre Tom

tirava fuori un’altra spada. C’era qualcosa

che non andava. “Fatti sotto!” esclamò

Hork.

Tom sollevò la spada, e immediatamente

Hork gli lanciò una stoccata. Tom

schivò il colpo, facendo scivolare i piedi

e mantenendo l’equilibrio. Hork lasciò

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partire un affondo, e Tom decise di pararlo,

facendo tintinnare la lama contro la sua.

Le spade erano ben bilanciate, leggere e

resistenti allo stesso tempo. Tom si difese

dal colpo e Hork inciampò all’indietro.

Imprecò quando l’elmo gli scivolò su un

occhio. Il capitano Hork – si rese conto Tom

– non era un granché come spadaccino.

Hork affondò di nuovo, e Tom lo bloccò.

Ma mentre lo faceva, notò quella pellicola

oleosa che si muoveva e vorticava, e il volto

nella sua mente ruggì. Era un serpente! Un

serpente che sibilava e si avvolgeva intorno

alla lama!

Tom, sconvolto, lasciò cadere la spada a

terra. Il capitano Hork attaccò, premendo

la sua lama contro il petto di Tom.

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IL RITORNO DEI DRAGHI

“Arrenditi, ragazzo! Arrenditi!”

Il padre disse: “Si arrende, signore!”

Hork fece un passo indietro, ansimando

pesantemente. “Già!”, disse ridendo. “La

vittoria è mia!”

Tom lo ignorò e fissò la spada. Sembrava

di nuovo normale. Non c’era alcun

serpente. Una semplice spada, come le

centinaia che aveva contribuito a forgiare.

Ma improvvisamente la odiò. Anche il

solo pensiero di toccarla era intollerabile.

Mentre la riponeva, gli sembrò che gli si

contorcesse in mano e rabbrividì.

“Beh”, disse Hork, “direi che possono

andare. Malik!”

L’uomo magro vestito di nero si fece

avanti per porgergli un sacchetto di cuoio,

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che Hork lanciò a papà.

Il padre ne valutò il peso e si accigliò.

Contò le monete d’oro. “Non è abbastanza”,

disse.

Hork alzò le spalle. “I prezzi sono

cambiati.” “Ma avevamo concordato una

cifra!” esclamò papà.

I due soldati aiutarono Hork a montare a

cavallo e lui sogghignò. “Considerati grato

di poter fare affari con il re, fabbro”, lo

ammonì. “Ci siamo capiti?”

I muscoli delle spalle di papà si contrassero.

All’improvviso fece un passo avanti; il

capitano Hork emise un gridolino e si tirò

indietro spaventato, poi il suo cavallo si

mosse di colpo e si avviò. Se ne uscì con un

“ah!” acuto. “Ecco… io ora devo andare.

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IL RITORNO DEI DRAGHI

Ah!” Il cavallo continuò ad avanzare. “Ah!

Ah, stupida bestia!”

Il cavallo di Hork si allontanò al trotto.

I due soldati si scambiarono uno sguardo,

sollevarono una cassa ciascuno e lo

seguirono. L’uomo magro, Malik, fece

altrettanto. Ma all’ultimo momento si voltò

e guardò Tom, con una strana espressione

sul volto...

Poi se ne andò.

Quella sera Tom e i suoi genitori cenarono

in silenzio. Tom sapeva che mamma e papà

erano preoccupati per la mancanza di soldi,

e Tom pensava al volto nel fuoco.

Che stava succedendo? Quella sensazione

durante il duello, che cosa era stata? Dopo

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che Hork se ne fu andato, Tom era tornato

nella fucina e aveva provato le altre spade

forgiate da suo padre, senza avvertire

alcuna sensazione particolare. Solo le spade

antidrago gli erano sembrate strane...

Poi qualcuno bussò alla porta e papà

andò ad aprire. Era quel giovane, Malik.

Indossava un mantello scuro, avvolto

strettamente intorno a lui.

“Buonasera”, disse. “Mi chiedevo se

potevamo scambiare due parole.”

Papà si fece scuro in volto. “Riguardo a

cosa?” chiese cautamente.

“Ho un’offerta da farvi”, continuò Malik.

“Potrebbe aiutare la vostra famiglia.”

Sorrise e guardò Tom. “Si tratta di vostro

figlio.”

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I draghi sono estinti.

O almeno così pensa Tomás.

Dopo aver accettato lo strano invito di un

misterioso individuo a seguirlo in un incredibile

edificio, scoprirà di avere un potere molto speciale:

può evocare il suo drago personale!

Presto Tomás si troverà davanti a una scelta difficile.

Lui e Ironskin, il suo drago, dovranno imparare a

fidarsi l’uno dell’altro, perché solo insieme potranno

salvarsi da una minaccia mortale...

Il primo libro di una nuova serie fantasy

emozionante, magica e piena d’azione!

ISBN 978-88-474-6139-0

12,90

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