Rivista Sud e Nord n.4 Dicembre 2024
I protagonisti del Mezzogiorno Arte - Cultura - Innovazione - Gusti - Life Style e molto altro. AL SERVIZIO DELLA VERITÀ Far nascere un giornale è come piantare un albero: la cultura ed il confronto sono il polmone sano che può generare aria pura, concime per la democrazia e lo sviluppo. E per quest’albero, che nasce dal fortunato incontro con INES CASA EDITRICE, ci sono radici già forti di lunghe esperienze nel campo della comunicazione. SudeNord non vuole essere la sintesi di una contrapposizione geografica, nemmeno una nostalgica e anacronistica questione meridionale. Piuttosto la forza di assumere un punto di vista, un nuovo modo di raccontare, con una visione obiettiva e prospettica, la cultura, l’economia, lo stile e l’innovazione che dal Mezzogiorno si afferma in Europa e nel mondo.
I protagonisti del Mezzogiorno
Arte - Cultura - Innovazione - Gusti - Life Style e molto altro.
AL SERVIZIO DELLA VERITÀ
Far nascere un giornale è come piantare un albero: la cultura ed il confronto sono il polmone sano che può generare aria pura, concime per la democrazia e lo sviluppo. E per quest’albero, che nasce dal fortunato incontro con INES CASA EDITRICE, ci sono radici già forti di lunghe esperienze nel campo della comunicazione.
SudeNord non vuole essere la sintesi di una contrapposizione
geografica, nemmeno una nostalgica e anacronistica questione meridionale. Piuttosto la forza di assumere un punto di vista, un nuovo modo di raccontare, con una visione obiettiva e prospettica, la cultura, l’economia, lo stile e l’innovazione che dal Mezzogiorno si afferma in Europa e nel mondo.
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Sudenord.it - Anno 1 n. 4 dicembre 2024
1
Il mezzogiorno ed i suoi protagonisti
FRANCESCA
E AMELIA
RONDINELLA
Dossier
Mezzogiorno in crescita
Rapporto SVIMEZ: il ruolo dei Comuni
Economia
Imprenditoria e innovazione
I protagonisti del successo
Cultura
Fotografia, i professionisti dell’immagine
Dadapolis, ricordando Fabrizia Ramondino
Gusti
Pastiera, il dolce per ogni occassione
Panettoni e spumanti, i sapori di Natale
EDITORIALE
SOMMARIO
Sudenord.it - Anno 1 n. 3 ott-nov 2024
Mezzogiorno in crescita, ma con rischi all'orizzonte 8
Il Buongustaio: lievitati, passione per il Natale 96
2 3
NAPOLI DUE VOLTI DA UNIRE
Care lettrici e cari lettori,
Napoli vive a due velocità. Da un lato, una città che sprofonda nel degrado,
generando marginalità e violenza; dall’altro, un luogo di
straordinarie eccellenze culturali, artistiche e scientifiche
che portano il nome della città nel mondo. Due mondi che
sembrano ignorarsi, incapaci di guardarsi negli occhi e
riconoscersi come parti di una stessa realtà. Una
dinamica che si ripete da secoli, apparentemente
immutabile.
Eppure, gli strumenti per avviare un dialogo esistono. È
necessario rafforzare il legame tra centro e periferie, dove
si annidano le più grandi criticità ma anche un’energia
inespressa. I nostri atenei, con le loro competenze e la
capacità di attrarre giovani talenti, possono e devono essere ponti tra queste due
anime della città. Serve, però, una politica urbanistica che non si limiti a
interventi spot ma punti su una riqualificazione strutturale: servizi efficienti, spazi
di socialità, accessibilità reale.
Il percorso è lungo, lo sappiamo. Napoli deve costruire un’identità che non sia
solo folkloristica, quella spesso sbandierata per convenienza, ma una faccia
unica e autentica, capace di raccontare al mondo una storia di riscatto e di
orgoglio.
La comunicazione, in questo, ha un ruolo cruciale. Non può essere solo
narrazione, deve diventare azione. Noi, nel nostro piccolo, ci impegniamo a farlo.
Crediamo che raccontare i due volti di Napoli sia il primo passo per unirli. Una
città non deve mai nascondere le sue ferite, ma può scegliere di curarle e di
mostrarsi al mondo con una bellezza che non teme di essere vera.
Francesco Bellofatto
Direttore Responsabile: Francesco Bellofatto
Grafica e web: Giovanni Barchetta
Testi di Walter Ferrillo, Fabrizio Matarazzo, Diego Nuzzo, Flavio Pagano,
Antonio Quaranta, Francesca e Amelia Rondinella
Reg. Tribunale Na 4997/24 del 25/3/2024
www.sudenord.it - info@sudenord.it
INES CASA EDITRICE
www.ineseditrice.com - inessrlcsaeditrice@gmail.com
‘Rosso’: Le Rondinella raccontano il loro ritorno 4
DOSSIER
Il ruolo strategico dei Comuni nella ripresa del Mezzogiorno 10
Primati e paradossi del Mezzogiorno, un Sud che cresce tra sfide e opportunità 12 Casa Setaro celebra 20 anni con “Vigna delle Rose”, albergo diffuso e il celebre Caprettone 99
Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese: welfare fragile, crescono le diseguaglianze 14
PROTAGONISTI
PLC-City: innovazione e sostenibilità da Monte di Procida al Mondo 16
Pietro del Vaglio: La progettazione come ponte tra passato e futuro 18
ECONOMIA
Rimorchiatori Napoletani: sicurezza, innovazione e sostenibilità al servizio del Mezzogiorno 22
Successo di Arkeda 2024 alla Mostra d’Oltremare: Progecta protagonista come hub economico del Sud 24
PMI Day: il cuore pulsante delle piccole e medie imprese per l’economia della Campania e del Sud 25
Francesco Basile è il nuovo Presidente dei Giovani Imprenditori Confindustria Campania 26
Innovazione e ricerca, un patto per il futuro di Napoli 28
Vito Grassi (ALuiss): Nuovi modelli di governance per trattenere i talenti sui territori 30
Imprenditoria e innovazione a Napoli: tre protagonisti di successo 32
Caffè Toraldo premiato dalla Guida Camaleonte con l’Award Torrefazione Home 34
La Regione Campania lancia il piano per l’internazionalizzazione del Distretto Orafo 35
Giustizia Tributaria: scontro tra giudici magistratuali e professionali sui nuovi criteri di accesso 36
19-01 Holding e NOVOTECH: partnership strategica globale sul nuovo velivolo anfibio antincendio 40
L'Ordine degli Architetti di Napoli celebra i suoi senatori: un simbolo di rinascita e visione per il futuro 41
Kimbo trionfa con 5 prestigiosi riconoscimenti agli Award Torrefazione e Prodotto 2024-25 42
Premio Women Value Company 2024: celebrare l’imprenditoria femminile al Sud 44
INNOVAZIONE
La Fabbrica delle Imprese: il Modello della Campania per il Mezzogiorno 46
Agritech Job Fair: Successo per la seconda edizione dell’Agritech Academy 50
Campania: il boom delle Start-up e la crescita nei settori strategici 51
Neuroscienze e Innovazione: il workshop EBRAINS-Italy a Villa Doria d’Angri 52
Protom Group Spa acquisisce il ramo d’azienda formazione della lombarda Espero Srl 53
ASSOCIAZIONI
L’arte contro l’abilismo: il calendario “I’m not Disabled”
di Donatella Donatelli a sostegno del progetto di velaterapia Anima Libera 54
Uniti contro il tumore: il nuovo progetto di ANT e Fondazione CON IL SUD 58
ISTRUZIONE E SOCIETA’
Costruiamo Gentilezza: la comunicazione come strumento contro la violenza di genere 60
CIRCOLI
Circolo Savoia in festa: Ernesto De Amicis Campione del Mondo Under 19 di Wingfoil 61
CULTURA E SPETTACOLI
La fotografia come testimonianza viva: la IX edizione de "Il Sabato della Fotografia" 62
Mattia e la conoscenza di Panky: Una nuova avventura di Tenor 68
La Campania e il Patrimonio Immateriale: tradizione, innovazione e sviluppo 70
Libro e disco degli ’A67: ‘Nemesi d’amore e di anarchia’. Un progetto artistico unico tra musica e letteratura 72
Caravaggio tra passato e presente: la grande arte e il legame con Napoli 74
Dadapolis: le mille voci di Napoli in un caleidoscopio di musica, arti e memoria 76
Bellissima Ossessione: il legame eterno tra cinema e musica 80
"Il Santo di Carne": La vita di Alfonso Maria de' Liguori tra poesia e realtà 82
Madre Sirena: un viaggio nel mito di Partenope 86
Riconoscimento internazionale per l’archeologia: al libro di Zuchtriegel il Choice Award 2024 88
C’arte in fotografia, volume 3" celebra il patrimonio UNESCO della Campania 90
foto di copertina: Elisabetta Fernanda Cartiere
GUSTI
A lezione di cucina circolare: il progetto anti-spreco di Antonio Di Sieno alias Trippicella 94
I panettoni artigianali di S.Qui.Sito e i pregiati fichi del Cilento dell’azienda Santomiele 98
AIS Campania: Sommelier ambasciatori dell’eccellenza enogastronomica 100
L’Ogliastra tra tradizione, olio e vino: un viaggio tra sapori e cultura 102
La Pastiera Napoletana: tradizione e gusto senza tempo 104
La Pastiera Napoletana: tradizione e innovazione
secondo la maestria dei Grandi Interpreti 106
Casa Infante: 75 anni di tradizione, qualità e innovazione pasticcera 110
Anna Belmattino: l'eccellenza dei Lievitati d'Autore, dove tradizione e arte si incontrano 112
Cornucopia e Pizza di Natale: Zerottantuno celebra l’unione tra Napoli e Caserta 113
La Giovenca Sannita: il gusto del Beneventano sulle tavole natalizie 114
I grandi lievitati di Salvatore Varriale: da Capodimonte l’autentica dolcezza artigianale 115
Scaturchio e il Panettone Ministeriale: a Natale il dolce racconto di Napoli 116
Campania: premiati i migliori vini della regione alla sesta edizione di Sud Top Wine 2024 118
Villa Matilde Avallone: con l’eccellenza del Falerno custodi di una tradizione millenaria 122
Tenuta Cavalier Pepe: i vini che celebrano le Feste Natalizie 124
Ostaria Pignatelli: eccellenza gastronomica napoletana tra i Ristoranti del Buon Ricordo 126
Riconoscimento internazionale per Sorì: ai Bellavita Awards di Londra 127
Il Panettone di Mariano Armonia:l’essenza del Natale artigianale 128
Casertana o Partenopea? La ‘Pizza Chiena’ che celebra due tradizioni 129
Pizza di scarole: la ricetta di Renato Ruggiero 130
La cucina di Pietro Parisi, ospite del Brain Aging al Centro Congressi della Federico II 131
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
SOTTO I RIFLETTORI
‘Rosso’: Le Rondinella raccontano il loro ritorno
4 5
di Francesca e Amelia Rondinella
In occasione della Giornata
Internazionale contro la violenza sulle
donne, ‘Le Rondinella’, il duo composto
dalle sorelle Amelia e Francesca
Rondinella, da anni protagoniste della
scena musicale partenopea, celebra il
loro atteso ritorno con il videoclip di
‘Rosso’, brano manifesto che intreccia
musica e impegno sociale. La canzone,
così come l’album omonimo prodotto da
SoundFly, con la direzione artistica di
Francesco Forni, è un potente manifesto
femminile: racconta una storia di
resilienza, libertà e rinascita, esplorando
il viaggio interiore di una donna che
rompe le catene di una relazione tossica
per ritrovare la propria autonomia.
Francesca su Amelia
Amelia ha sempre avuto la musica nel
sangue. Fin da piccola si distingue per una
naturale predisposizione verso ogni forma
musicale: pianoforte, canto lirico e moderno,
persino batteria! Ricordo ancora i suoi primi
esercizi al pianoforte: con una disciplina
incredibile, ha studiato per otto anni,
arricchendo poi il suo bagaglio con quattro
anni di canto e due di batteria. È un’artista
completa, ma anche un’insegnante
straordinaria. A trent’anni ha deciso di
condividere il suo sapere, fondando scuole
di canto moderno a Napoli, Roma e
anche a Bruxelles.
Amelia ha calcato palcoscenici
prestigiosi, dai musical agli spettacoli
teatrali, fino ad arrivare al Teatro San
Carlo di Napoli. Ma la sua forza sta nel
portare il cuore in ogni progetto.
Quando siamo sul palco insieme,
percepisco quella sintonia unica che
solo il legame tra sorelle può creare. È
una compagna d’arte insostituibile,
sempre pronta a dare il massimo.
E oggi, con Rosso, abbiamo intrapreso
una nuova sfida. Questo progetto
discografico, prodotto da Bruno Savino
per la SoundFly con la direzione artistica
e gli arrangiamenti di Francesco Forni,
nasce dal desiderio di denuncia sociale
contro la violenza di genere. Parliamo di
quella violenza che spesso si nasconde
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
SOTTO I RIFLETTORI
dietro relazioni tossiche o narcisistiche, ma Portarlo in tournée è una sfida bellissima,
teatro. Ma la cosa che più mi colpisce è il suo stato per me un percorso di introspezione e
anche dell’incapacità di accettare l’altro per perché ci permette di entrare in contatto con
impegno per le nuove generazioni. Ha ideato liberazione. Insieme abbiamo costruito un
6 ciò che è.
Rosso segna il ritorno del duo Le
tante realtà e sensibilità diverse.
Amelia su Francesca
tante iniziative formative tra cui Di voce in progetto che racconta storie di donne, di 7
Rondinella, dopo anni di esperienze Francesca è stata la mia seconda mamma.
artistiche individuali.
Da bambina, quando lei ha debuttato a soli
voce, un format artistico che riesce a
trasmettere la bellezza e la storia di Napoli
attraverso la musica, la poesia e le immagini.
Quest’anno festeggiamo insieme la
ventesima edizione di questo percorso
artistico, ed è emozionante
vedere quanto ha
seminato in tutti
forza, di dolore e speranza. Il 25 novembre,
in occasione della Giornata Internazionale
contro la violenza sulle donne, è uscito il
video di Rosso, che ha visto la
partecipazione di tante donne e artiste, una
parte fondamentale di questa narrazione, un
momento corale che ha unito tante voci
femminili in un messaggio potente contro la
In questo album, mia sorella Amelia ha scritto
due brani inediti: Rosso, che dà il titolo al
disco, e Femmena ’e terra, femmena ’e
fuoco. Brani che, non solo caratterizzano lo
stile musicale del progetto, ma incarnano
anche il messaggio di forza e resilienza
femminile che vogliamo trasmettere.
Rosso non è solo un album, è un viaggio
emotivo, un racconto collettivo che porta in
scena le fragilità e la forza delle donne.
dieci anni accanto a nostro padre Luciano,
io la guardavo come una guida. Crescendo,
quel rapporto materno si è trasformato in un
legame di amicizia profonda e complicità
artistica. Non solo è una cantante e attrice
con una grande forza scenica, ma è anche
un’instancabile promotrice di cultura.
Francesca ha un’energia creativa che spazia
in mille direzioni: è l’ideatrice di progetti
culturali che fondono arte visiva, cinema e
questi anni.
Lavorare insieme a Rosso
è stato un momento magico che è
maturato anche grazie alla guida musicale di
Francesco Forni e alla straordinaria intesa
che si è creata. Rosso è più di un album: è un
manifesto di resistenza e rinascita. Tornare
insieme come Le Rondinella dopo percorsi
individuali ci ha permesso di riscoprirci,
unendo le nostre esperienze in qualcosa di
unico.
Scrivere i due brani per questo album, Rosso
e Femmena ’e terra, femmena ’e fuoco, è
violenza di genere.
‘Rosso’ è un progetto che ci rispecchia
pienamente: due anime che si confrontano,
si scontrano, ma trovano sempre
un’armonia. Ed è proprio questo che
amiamo del nostro lavoro: creare un dialogo
attraverso l’arte, una voce che non si
spegne.
(foto di Elisabetta Fernanda Cartiere e Jan
Bernas fornite da ‘Le Rondinella’)
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
DOSSIER
Mezzogiorno in crescita, ma con rischi all'orizzonte
8 9
di Francesco Bellofatto
Il Mezzogiorno, per il secondo anno
consecutivo, cresce più della media
nazionale, registrando nel 2024 un aumento
del PIL dello 0,9%, rispetto allo 0,7% del
Centro-Nord. Questa dinamica è stata
trainata soprattutto dagli investimenti in
infrastrutture, supportati dal Pnrr, che ha
contribuito a stimolare l’economia locale.
Tuttavia, il Rapporto Svimez segnala che dal
2025 il Sud tornerà a crescere meno rispetto
al resto del Paese, a causa del
rallentamento degli investimenti privati e
della diminuzione delle politiche di sostegno
al reddito. Come evidenziato da Luca
Bianchi, direttore generale di Svimez, "la
qualità della crescita e dell’occupazione
resta il problema centrale. Salari più bassi e
scarse opportunità disincentivano i giovani
qualificati a rimanere al Sud".
Occupazione in ripresa, salari in
caduta libera
Nonostante l’occupazione abbia raggiunto i
livelli pre-crisi, con un incremento di 330mila
unità nel Mezzogiorno, i salari reali sono
crollati del 5,7% rispetto al 2019, aggravati
da un mercato del lavoro sempre più
flessibile e precario. Più di tre milioni di
lavoratori al Sud risultano sottoutilizzati o
inutilizzati. Le condizioni critiche del mercato
del lavoro si riflettono anche sull’elevata
incidenza di contratti a termine, che riguarda
il 21,5% degli occupati, contro il 13,5% della
media europea.
Crisi demografica e fuga di
competenze
Il Rapporto Svimez lancia un forte allarme
sulla crisi demografica che colpisce il Sud.
Al 2050, il Mezzogiorno perderà oltre 3,6
milioni di abitanti, con un calo del 32% nella
fascia under 15. Parallelamente, continua la
fuga dei giovani laureati: quasi 200mila negli
ultimi dieci anni si sono trasferiti al Centro-
Nord o all’estero. Questo fenomeno, legato
anche alla mobilità studentesca, sta
impoverendo il sistema universitario
meridionale, creando un circolo vizioso di
desertificazione delle competenze.
Politiche industriali e opportunità
per il Mezzogiorno
Il Mezzogiorno non è un deserto industriale,
come dimostrano i settori dell’agroindustria,
dell’aerospazio e dell’automotive.
Quest’ultimo, in particolare, rappresenta una
filiera strategica che produce quasi il 90%
degli autoveicoli italiani. Tuttavia, la
mancanza di un piano europeo per
sostenere la transizione verso l’elettrico
minaccia la competitività del settore. Luca
Bianchi ha sottolineato che "è
fondamentale adottare politiche industriali
selettive, orientate alle filiere strategiche e
alla creazione di lavoro qualificato".
ZES e Pnrr: strumenti chiave da
ottimizzare
Le Zone Economiche Speciali (ZES)
rappresentano un'opportunità per rilanciare
il Mezzogiorno, ma necessitano di
un’accelerazione delle procedure attuative e
di un coordinamento efficace con le politiche
del Pnrr. Quest’ultimo, con investimenti che
rappresentano il 1,8% del PIL meridionale
nel triennio 2024-2026, resta un motore
cruciale per la crescita, ma la sua attuazione
al Sud richiede maggiore efficienza e
capacità amministrativa, soprattutto nella
gestione di progetti infrastrutturali complessi.
Sanità, scuola e welfare: divari che
amplificano le disuguaglianze
La carenza di infrastrutture scolastiche e
sanitarie nel Mezzogiorno accentua le
disuguaglianze territoriali. Solo il 30% degli
studenti del Sud ha accesso a una mensa
scolastica, rispetto al 67% del Centro-Nord,
e meno del 50% delle scuole primarie
dispone di una palestra. Anche sul fronte
sanitario, il Sud paga un prezzo alto: il 44%
della mobilità passiva italiana riguarda
pazienti meridionali, evidenziando la
necessità di rafforzare l’offerta locale per
garantire equità nell’accesso alle cure.
Conclusioni: verso una nuova
coesione territoriale
Il Rapporto Svimez sottolinea che il futuro
del Mezzogiorno dipenderà dalla capacità di
adottare politiche integrate e mirate.
Investire in istruzione, sanità, infrastrutture e
politiche industriali selettive rappresenta una
priorità per superare i divari e costruire un
modello di sviluppo inclusivo. Come ribadito
dal presidente Adriano Giannola, "il destino
del Sud non è solo una questione
territoriale, ma riguarda il futuro dell’intero
Paese".
E’ possibile scaricare l’intero Rapporto
Svimez 2024 a questo link: www.svimez.it
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
DOSSIER
Il ruolo strategico dei Comuni nella ripresa del
Mezzogiorno
10 11
La presentazione del Rapporto Svimez
2024 ha offerto uno spaccato articolato e
ricco di contraddizioni sullo stato del
Mezzogiorno. Tra primati di crescita
economica che superano il Centro-Nord
e persistenti fragilità strutturali, il Sud si
conferma un'area cruciale per il futuro
del Paese. Il rapporto, definito "l'anno
della crescita differenziata", ha acceso il
dibattito sulla sostenibilità del rilancio
economico e sulla necessità di una
strategia a lungo termine, mettendo in
evidenza temi come il ruolo del Pnrr,
l'importanza delle ZES Uniche, e la
persistente emigrazione giovanile. Un
quadro che rivela sia le opportunità che
le sfide per trasformare il Sud in un
motore indispensabile di sviluppo per
l'intero Paese.
Alla presentazione del Rapporto Svimez, il
sindaco di Napoli e presidente dell'Anci,
Gaetano Manfredi, ha sottolineato
l'importanza crescente dei Comuni nella
ripresa economica e sociale del Sud Italia.
Secondo Manfredi, il Pnrr ha dimostrato
l’efficacia degli amministratori locali nel
rispondere alle esigenze dei territori,
rappresentando un modello di nuova qualità
gestionale. Ha ribadito che il riconoscimento
del ruolo strategico dei Comuni deve
avvenire anche a livello europeo, puntando
su una maggiore autonomia nella
programmazione e gestione delle risorse.
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della
Conferenza episcopale italiana, ha portato
un forte richiamo alla responsabilità
collettiva verso i giovani: «Abbiamo rubato
loro la speranza e dobbiamo assumerci
questa responsabilità». Le sue parole,
profonde e incisive, hanno aperto il dibattito
ponendo al centro la necessità di un’azione
immediata per invertire il declino
demografico e sociale che affligge il Sud.
Luca Bianchi, direttore generale di Svimez,
ha messo in luce le gravi criticità del
Mezzogiorno: «Le dinamiche demografiche
sono poco sensibili alle variazioni
Il Ministro Nello Musmeci
congiunturali. Servono anni di crescita
sostenuta per invertire queste tendenze che,
seppur più accentuate al Sud, riguardano
l’intero Paese. Il problema è soprattutto la
qualità della crescita e dell’occupazione. I
salari al Sud sono oggi più bassi dell’8%
rispetto a 10 anni fa, il tasso di occupazione
femminile è ancora intorno al 30%, il più
basso d’Europa. Lavoro povero e pochi
servizi scoraggiano i giovani qualificati a
rimanere sul territorio e a farsi una famiglia
al Sud».
Natale Mazzuca, vicepresidente di
Confindustria, ha rinforzato questa visione
strategica, proponendo due direttrici per il
rilancio: potenziare le eccellenze del
territorio costruendo filiere strutturate attorno
a esse e sostenere la resilienza del tessuto
economico esistente, evitando logiche
assistenzialiste. Ha sottolineato l’importanza
di preservare misure come
la Decontribuzione Sud,
definendola essenziale per
mantenere la base
occupazionale nel
Mezzogiorno.
Sul futuro del Sud pesa
anche la preoccupazione
di Federica Brancaccio,
presidente dell'Ance, che
ha messo in guardia sui
rischi di una frenata
economica al termine del
Pnrr. Ha insistito
sull’urgenza di interventi
strutturali e duraturi,
soprattutto per valorizzare i
giovani, risorsa
imprescindibile per
invertire il trend di
spopolamento e declino
economico.
Il ministro della Protezione
civile e delle Politiche del
mare, Nello Musumeci, ha
riconosciuto le criticità
storiche del Sud,
sollevando dubbi sulla
capacità di utilizzare le
risorse del Pnrr nei tempi
previsti e sulla reale
disponibilità della società
meridionale a cambiare. Il
deputato Enzo Amendola
ha risposto duramente,
criticando l’approccio del
governo Meloni e
segnalando la condizione
critica di regioni come la
Basilicata.
Il presidente di Svimez,
Adriano Giannola, ha
chiuso l’incontro ribadendo
l’urgenza di politiche
integrate e di lungo
periodo per rilanciare il Sud. Ha sottolineato
che il futuro del Mezzogiorno dipende dalla
capacità di attuare strategie che pongano le
persone e i territori al centro, per
trasformare le sfide in opportunità e
costruire una prospettiva di sviluppo per
tutto il Paese.
Luca Bianchi, direttore SVIMEZ
Mattero Zuppi, presidente CEI
(foto di Stefano Segati – fornite da Ufficio
stampa Svimez)
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
DOSSIER
Primati e paradossi del Mezzogiorno,
un Sud che cresce tra sfide e opportunità
12 13
Sintesi dell’intervento del presidente della
Svimez Adriano Giannola
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Nel corso del 2024 si è andata affermando
un’immagine del Sud relativamente nuova e
fortunatamente positiva, che ha fatto
scalpore e stimolato qualche piccata
reazione: una crescita del Mezzogiorno che
supera il Centro-Nord e che macina record
di occupati. Questo Sud si presta a comodo
simbolo del successo della strategia
governativa che lo rilancia quale ZES Unica.
Si tratta di primati veri e apparenti allo
stesso tempo: la contabilità scientifica,
infatti, avverte che aumentano gli occupati
ma diminuiscono le ore lavorate e si
ingrossa la schiera dei lavoratori poveri.
Ciò spiega la voragine della produttività
stagnante dalla quale non si riesce ad uscire
e che spiega il grigiore della stagnazione
generale, più evidente al Nord, conclamata
al Centro e che è invece persistente
normalità al Sud.
La SVIMEZ i primati li documenta e lo
battezza come l’anno della crescita
differenziata, un titolo che ironicamente fa il
verso alla retorica leghista dell’Autonomia
Differenziata della legge Calderoli, fatta a
pezzi dall’accurata, chirurgica, dissezione
della Corte Costituzionale.
I primati del Sud hanno una spiegazione
molto semplice che prende il nome da una
delle 7 opere della Misericordia dipinta a
Napoli da Caravaggio: dar da mangiare agli
affamati. La verità è che il Mezzogiorno è
vivo, è sopravvissuto alla dieta alla quale
alludeva nel 2018 l’ex ministro per la
Coesione del governo Conte 2, in audizione
alla commissione parlamentare di inchiesta
sulla spesa storica: quando documentava
che al Sud da molti anni mancano all’appello
circa 60 miliardi l’anno di risorse pubbliche,
soprattutto in conto capitale.
C'è voluta la pandemia e il provvidenziale
intervento straordinario UE del PNRR con le
condizionalità, peraltro larvatamente
rispettate, per far vedere che il Mezzogiorno
è ancora vivo e chiede solo una dieta
intelligente collegata ad una ancor più
intelligente strategia: quella che
consentirebbe di mettere a terra
l’evidentissima opportunità per essere quel
secondo motore indispensabile a rimettere
in corsa il Paese.
Dunque, dire che il Mezzogiorno è un
problema in via di soluzione è un pio
desiderio. Perché l’emigrazione giovanile
prosegue massiccia. Oltre 100 miliardi di
risparmi del Sud emigrano ogni anno per
essere impiegati dalle banche del Nord.
Illudersi che la ZES unica possa fare
miracoli, con o senza decontribuzione, e con
risorse abbondanti per il credito di imposta,
è un diversivo pericoloso: se assolverà al
compito di mettere ordine e gerarchia
nell’uso dei fondi per la coesione,
realizzando una fisiologica programmazione
Stato-Regione, il suo ruolo sarà utilissimo. E
lo sarà ancor di più se consentirà ai porti
meridionali di fare da detonatore alla
reazione a catena dello sviluppo, che può
innestare la combinazione logistica a valore,
vie del mare, new manufacturing e zone
doganali intercluse: una miscela che il
PNRR, quasi fuori tempo massimo, può
ancora, davvero tardivamente, innescare.
Se il 2024 è pieno di dubbi primati del
Mezzogiorno, conseguiti soprattutto per
demerito della concorrenza, una perniciosa
persistenza è invece l’assenza di un
progetto semplice e chiaro che conferisca al
Sud quella funzione che può svolgere per
riconnettere il Paese sulla rotta del nostro
ruolo Mediterraneo, non previsto dal Piano
Mattei.
Adriano Giannola
Presidente Svimez
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Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
DOSSIER
14
Rapporto Censis sulla situazione sociale del
Paese: welfare fragile, crescono le diseguaglianze
di Fabrizio Matarazzo
Il Mezzogiorno d'Italia nel 2024 continua a
vivere in una dimensione contraddittoria. Da
un lato, le regioni meridionali affrontano
problematiche strutturali che ne frenano il
progresso, dall’altro emergono segni di
resilienza e potenzialità ancora inespresse.
Secondo il Censis, l’istituto fondato e
guidato da Giuseppe De Rita, la principale
sfida rimane quella economica: il divario di
reddito rispetto al Nord e il rallentamento
della crescita segnano profondamente la
realtà del Sud. Negli ultimi vent’anni, la
contrazione del reddito disponibile ha colpito
particolarmente le famiglie meridionali,
aggravando le disuguaglianze sociali.
La situazione occupazionale evidenzia
alcune luci e molte ombre. Nonostante un
aumento degli occupati a livello nazionale, il
Sud registra tassi di partecipazione al lavoro
inferiori rispetto alla media del Paese.
Questo è aggravato da un sistema formativo
incapace di trattenere i talenti: molti giovani
meridionali altamente qualificati scelgono di
emigrare, contribuendo alla cosiddetta "fuga
dei cervelli".
Il contesto sociale è altrettanto critico. La
sanità pubblica soffre di gravi carenze:
lunghe liste d’attesa e infrastrutture
insufficienti costringono molti cittadini a
rinunciare a cure essenziali o a rivolgersi al
settore privato. La fragilità del welfare si
riflette anche nella crescente solitudine delle
famiglie e nella mancanza di servizi nelle
aree interne, accentuando il divario tra città
e campagna.
A livello demografico, il Mezzogiorno
affronta una crisi senza precedenti: la
denatalità raggiunge livelli record,
prefigurando un futuro dominato da una
popolazione anziana, con gravi implicazioni
per la sostenibilità del sistema sociale ed
economico.
Eppure, il Sud rimane una terra di
opportunità. Il turismo rappresenta un
settore in espansione, con una crescita
significativa della presenza di visitatori
stranieri. Le risorse naturali, il patrimonio
culturale e l’enogastronomia costituiscono
asset di valore globale. Inoltre, strumenti
come le Zone Economiche Speciali (ZES)
potrebbero rilanciare lo sviluppo, se
sostenuti da politiche efficaci e investimenti
adeguati.
Il rapporto del Censis sottolinea la necessità
di un cambiamento strategico che superi le
logiche emergenziali. Investire nelle
competenze, rafforzare le infrastrutture,
ridurre le disuguaglianze e promuovere una
crescita sostenibile sono obiettivi
fondamentali per trasformare le fragilità del
Mezzogiorno in opportunità di rilancio per
l’intero Paese.
Il rapporto completo è disponibile sul sito del
Censis.
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Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
PROTAGONISTI
PLC-City: innovazione e sostenibilità da
Monte di Procida al Mondo
16 17
di Antonio Quaranta
PLC-City, con sede a Monte di Procida
(Na) e guidata dai fratelli Maria e Andrea
De Lillo, è un'azienda leader nel settore
dell'automazione industriale, Fondata nel
2005 come brand di DIELLE Industrial
Automation, attiva nel settore dal 1980,
l'azienda si è affermata come esempio di
eccellenza del Made in Italy, intrecciando
famiglia, impresa e innovazione.
La filosofia operativa di PLC-City si basa su
sostenibilità e resilienza, con un forte
impegno nel sociale e nella valorizzazione
del contributo delle donne all'interno
dell'organizzazione. L'azienda promuove i
protocolli ESG (Environmental, Social,
Governance) per aiutare aziende e armatori
a essere più sostenibili e a raggiungere gli
obiettivi di 'emissioni zero' definiti
dall'Unione Europea entro il 2030. "Il nostro
impegno si traduce in supporto concreto alle
aziende per minimizzare sprechi e
ottimizzare i cicli produttivi, attraverso
soluzioni innovative basate sull’automazione
e sull’intelligenza artificiale," spiega Maria
De Lillo.
al centro: Andrea e Maria De Lillo
Maria De Lillo
PLC-City valorizza il contributo delle donne
all'interno dell'organizzazione,
promuovendo l'inclusività e l'uguaglianza di
genere. Questo impegno si riflette nella
leadership di Maria De Lillo, una delle
figure di riferimento femminili nell’industria
tecnologica, e nella promozione di una
cultura aziendale che riconosce il valore
della diversità: “credo nel valore delle donne
in azienda e nella loro capacità di portare
innovazione e sensibilità uniche nel lavoro
quotidiano," afferma.
Andrea De Lillo ricopre un ruolo cruciale
nella gestione operativa e strategica di
PLC-City. La sua leadership si focalizza
sull'ottimizzazione dei processi aziendali e
sull'espansione internazionale. Andrea ha
dichiarato: "La nostra missione è risolvere
qualsiasi compito impegnativo il più
rapidamente possibile e ridurre al minimo i
tempi di attesa dei nostri clienti."
PLC-City offre soluzioni all'avanguardia per
l'automazione industriale, mettendo al
centro le esigenze e la soddisfazione dei
clienti. Con un team multilingue di
rappresentanti di vendita e post-vendita,
l'azienda fornisce supporto dedicato 12 ore
al giorno. Dispone di un magazzino con
oltre 170.000 prodotti di alta qualità,
soddisfacendo le esigenze dei clienti con
creatività e competenza.
Grazie a un team di ingegneri e tecnici con
oltre 20 anni di esperienza, molti dei quali
tornati in Italia dopo esperienze
internazionali, PLC-City ha espanso la
propria presenza a livello globale. L’azienda
esporta soluzioni innovative in settori chiave
come offshore, yachting, militare e
navale, collaborando con i principali player
del mercato.
Business Unit
Per rispondere alle esigenze di un mercato
in continua evoluzione, PLC-City ha
ampliato la propria offerta introducendo due
nuove business unit:
• PLC-Industry: Riunisce le attività di
system integrator di DIELLE, offrendo
una vasta gamma di servizi
all'avanguardia che coprono l'intero
ciclo di vita dei progetti di
automazione, includendo consulenza,
progettazione, integrazione,
installazione, manutenzione e
supporto tecnico.
• PLC-Marine: Nasce per soddisfare le
esigenze specifiche del settore
marittimo, offrendo soluzioni per il
monitoraggio energetico e la
riduzione dell'impatto ambientale, in
linea con gli obiettivi IMO 2030.
PLC-City ha ricevuto numerosi
riconoscimenti per l'eccellenza
imprenditoriale, tra cui il Premio Industria
Felix e il Le Fonti Awards. Questi premi
attestano l'impegno dell'azienda
nell'innovazione e nella sostenibilità.
www.plc-city.com
info@plc-city.com
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
PROTAGONISTI
Pietro del Vaglio: La progettazione
come ponte tra passato e futuro
18 19
di Antonio Quaramta
Con oltre quarant’anni di esperienza nel
mondo del design, Pietro del Vaglio è una
figura di riferimento nell’interior design
italiano e internazionale. Nato e cresciuto a
Monte di Procida, ha costruito la sua
carriera esplorando il connubio tra radici
locali e influenze globali. Dopo aver
trascorso oltre trent’anni tra Toscana e
Lombardia, e grazie a un’intensa attività
all’estero, Pietro ha affinato un approccio
unico, in cui tradizione e modernità si
intrecciano per creare spazi che
rispecchiano l’identità dei suoi committenti.
Con una spiccata curiosità e una profonda
sensibilità artistica, Pietro del Vaglio
rappresenta oggi un esempio di come il
design possa essere un viaggio
continuo, tra tecnica, emozione e
connessione con la natura.
Da Monte di Procida al mondo,
cosa l'ha spinta a intraprendere il
percorso di interior designer?
Il mio viaggio nel design è iniziato
proprio qui, a Monte di Procida, nel
1981. Tuttavia, il desiderio di
esplorare mi ha portato a vivere e
lavorare per oltre trent’anni in
Toscana e Lombardia. Queste
esperienze, unite a un’intensa
attività internazionale, mi hanno
permesso di confrontarmi con
culture, stili e modi di vivere
completamente diversi. Questo
continuo scambio ha arricchito il mio
approccio al design, rendendo ogni progetto
unico.
Qual è il ruolo dell’interior designer
rispetto all’architetto?
L’interior designer si concentra sui dettagli
che rendono uno spazio funzionale e
accogliente. Questo significa scegliere
materiali, luci, colori e tessuti, sempre in
relazione alle esigenze del committente. È
un lavoro che richiede competenze tecniche,
sensibilità estetica e una capacità quasi
psicologica di entrare in sintonia con il
cliente per trasformare le sue visioni in
realtà.
La tecnologia ha cambiato il modo di
progettare?
Assolutamente sì. Strumenti come i software
di rendering hanno velocizzato i processi
VIDEO INTERVISTA
progettuali e migliorato la presentazione dei
lavori ai clienti. Tuttavia, credo fermamente
che la tecnologia debba essere
"umanizzata". Non basta saper usare un
programma; è fondamentale mantenere una
sensibilità artistica per rendere i progetti
autentici e originali. Inoltre, continuo a dare
priorità alla relazione umana, visitando
personalmente aziende e materiali, perché
solo così si può davvero conoscere ciò che
si utilizza.
Come integra la natura nei suoi progetti?
Per me è fondamentale creare una
connessione tra interno ed esterno.
Osservare il contesto naturale offre
ispirazioni incredibili. I materiali, i colori e le
texture che utilizzo spesso derivano
direttamente dall’ambiente circostante. Invito
sempre i miei clienti a guardare con occhi
nuovi il luogo in cui vivono: la natura
suggerisce già tutto ciò di cui abbiamo
bisogno.
Cosa significa essere montese e come le
sue radici influenzano il suo lavoro?
Monte di Procida è un luogo unico, con
panorami straordinari e una comunità
ancora fortemente legata alle relazioni
umane. Essere montese significa
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
PROTAGONISTI
20 21
appartenere a una tradizione di viaggiatori e
saper bilanciare il radicamento locale con
l’apertura al mondo. Queste radici mi hanno
insegnato a combinare la ricchezza del
passato con la sperimentazione continua, un
aspetto fondamentale nel mio lavoro.
Dove si vede tra cinque anni?
Mi vedo continuare a vivere tra Monte di
Procida e l’Umbria. Ho bisogno sia del mare,
dove sono nato, sia delle colline, che
rappresentano per me un luogo di
tranquillità e riflessione. Questo equilibrio tra
due realtà così diverse mi permette di
trovare ispirazione per i miei progetti e di
mantenere una connessione profonda con la
natura.
Un messaggio ai giovani che vogliono
intraprendere questa carriera?
Il mio consiglio è semplice: recuperate i
vostri sensi. Toccate, osservate, ascoltate.
La progettazione non si limita alla tecnica o
alla tecnologia; è un’esperienza umana che
coinvolge ogni senso. Solo così potrete
creare qualcosa di autentico e significativo.
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
ECONOMIA
Rimorchiatori Napoletani: sicurezza, innovazione
presidente, auspicando investimenti per "Il comandante e il suo equipaggio sono i
ridurre le emissioni e migliorare la
veri custodi del mezzo", spiega de
22 e sostenibilità al servizio del Mezzogiorno
compatibilità urbana delle attività industriali. Domenico, evidenziando come competenze 23
Rimorchiatori Napoletani ha intrapreso un
tecniche e linguistiche avanzate
percorso deciso verso la sostenibilità,
garantiscano operazioni precise e sicure.
Il Gruppo guidato dall’ingegnere de Domenico si conferma un punto di riferimento per
sviluppando una flotta che include mezzi
Questa filosofia aziendale unisce tradizione
l’operatività delle attività portuali negli scali di Taranto, Napoli, Bari e Gaeta
azimutali di classe avanzata, come la
e modernizzazione, consolidando la
Il porto di Taranto, snodo cruciale per il
Mediterraneo, vive un periodo di incertezze
legate alle sorti dell’acciaieria gestita da
Acciaierie d’Italia. Sebbene segnali di
ripresa, come l’arrivo della nave Gemma
con oltre 300.000 tonnellate di materie prime
dal Brasile, alimentino speranze, il futuro
dello scalo resta condizionato da
problematiche ambientali, economiche e
sociali che richiedono soluzioni condivise e
innovative.
In questo contesto, il Gruppo
Rimorchiatori Napoletani, guidato
dall’ingegnere Gianni Andrea de
Domenico, si conferma un punto di
riferimento per l’operatività e la sicurezza
delle attività portuali, specialmente quelle
legate all’acciaieria, che rappresenta il 60%
del traffico del porto.
"L’acciaieria è un asset strategico per
l’economia locale e per l’industria
europea", sottolinea de Domenico, che
evidenzia la necessità di coniugare
produttività e sostenibilità. Tuttavia, il traffico
portuale è calato del 70%, determinando
una contrazione del 40% del fatturato del
porto. Questo scenario ha imposto al gruppo
una riorganizzazione dei servizi per
mantenere alti standard operativi nonostante
le difficoltà.
La flotta a disposizione del porto di Taranto
comprende quattro rimorchiatori di ultima
generazione, capaci di garantire la
movimentazione delle navi in sicurezza.
Tuttavia, i costi fissi elevati, combinati alla
riduzione delle attività, rendono difficile il
mantenimento della sostenibilità economica.
"Il nostro impegno è assicurare un porto
resiliente e attrattivo per gli investitori",
spiega de Domenico, sottolineando
l'importanza di un dialogo costruttivo con le
parti sociali per affrontare le tensioni
sindacali e preservare i diritti dei lavoratori.
Sostenibilità ambientale e innovazione
tecnologica
La crisi dell’acciaieria pone anche
interrogativi sull’impatto ambientale. "Il
futuro del porto di Taranto deve passare
attraverso tecnologie green e un dialogo
aperto con la popolazione", afferma il
Gianni Andrea de Domenico
‘Tarentum’, con una
capacità di tiro di 83
tonnellate. La collaborazione
con il cantiere turco Sanmar
ha permesso di pianificare l’introduzione di
rimorchiatori a propulsione ibrida dieselelettrica.
"L’energia elettrica è il futuro del
rimorchio", osserva de Domenico,
spiegando che infrastrutture come il cold
ironing, che riduce l’inquinamento acustico
e atmosferico durante l’ormeggio, sono
fondamentali per abilitare questa
transizione.
L’introduzione di rimorchiatori elettrici
richiede un significativo investimento
infrastrutturale, ma garantirebbe benefici
operativi come tempi di reazione più rapidi e
un minore impatto ambientale.
La centralità delle risorse umane
Un altro pilastro della strategia di
Rimorchiatori Napoletani è rappresentato
dal personale. La crescente complessità
tecnologica della flotta richiede un livello di
formazione sempre più alto, sia a bordo sia
a terra.
reputazione del gruppo come partner
affidabile per i porti italiani.
Un gruppo di riferimento per il
Mezzogiorno
Con una presenza consolidata nei porti di
Napoli, Taranto, Bari e Gaeta,
Rimorchiatori Napoletani continua a
essere un attore chiave per il traffico
marittimo del Mezzogiorno. La flotta,
composta da 17 rimorchiatori azimutali e 3
tradizionali, è in costante evoluzione per
garantire standard sempre più elevati.
Le recenti concessioni a Bari e Gaeta per
quindici anni testimoniano la solidità del
gruppo, che si impegna a bilanciare
innovazione e sostenibilità. Con un occhio
attento al futuro, il presidente conclude:
"Lavoriamo per un porto resiliente, efficiente
e competitivo, in grado di rispondere alle
sfide del Mediterraneo e valorizzare il ruolo
del Mezzogiorno nell’economia globale".
www.rimnap.it
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
ECONOMIA
Successo di Arkeda 2024 alla Mostra d’Oltremare:
Progecta protagonista come hub economico del Sud
PMI Day: il cuore pulsante delle piccole e medie
imprese per l’economia della Campania e del Sud
24 25
Si è conclusa con successo l’undicesima
edizione di Arkeda, il Salone
dell’Architettura, Edilizia, Design e Arredo,
svoltosi dal 29 novembre all’1 dicembre
presso la Mostra d’Oltremare. L’evento, che
si è affermato come punto di riferimento per
il settore a livello nazionale, ha registrato
12.500 presenze di professionisti
provenienti da tutta Italia, confermandosi
come una delle fiere più importanti del
Centro-Sud.
Sviluppata su 8.000 metri quadrati nei
padiglioni 4, 5 e 6 del polo fieristico di
Fuorigrotta, Arkeda ha ospitato 41
convegni, 11 mostre, 9 presentazioni e 6
workshop, offrendo un palinsesto ricco di
contenuti e spunti culturali. Sul fronte
espositivo, l’edizione 2024 ha segnato un
aumento del 20% di espositori rispetto al
2023, con la partecipazione di 40 ordini
provinciali degli Architetti provenienti da
diverse regioni italiane.
Tra le aziende presenti, un ampio ventaglio
di settori: dall’arredamento alla domotica,
dall’illuminazione alle tensostrutture
bioclimatiche, dalle tecnologie per
l’ingegneria a prodotti innovativi come
intonaci a basso impatto ambientale e fibre
per il rinforzo degli edifici. Questo mix ha
attirato un pubblico altamente qualificato,
consolidando il ruolo di Arkeda come
piattaforma d’incontro tra domanda e offerta
nel settore edilizio e del design.
Roberto Cappelli, direttore scientifico di
Arkeda, ha tracciato un bilancio positivo
dell’edizione: «Il tema di quest’anno, i tempi
dell’architettura, ha riscosso grande
interesse sia dal punto di vista culturale sia
commerciale. Abbiamo visto un numero
crescente di aziende e un afflusso di
visitatori nettamente superiore rispetto agli
anni precedenti. Napoli si conferma capitale
del Mediterraneo, un bacino culturale e
commerciale di primaria importanza per
l’Europa.»
Un contributo fondamentale al successo di
Arkeda viene da Progecta, l’organizzatore
della fiera. Angioletto De Negri, patron
dell’azienda, ha sottolineato il ruolo
strategico di Progecta nel creare un sistema
fieristico integrato per la Campania e il Sud
Italia: «Siamo ormai leader del Centro-Sud
con cinque fiere di grande rilevanza. Con
Arkeda, e gli altri eventi che organizziamo,
abbiamo creato un vero e proprio hub
economico che genera opportunità per il
territorio. Quest’anno, Arkeda ha confermato
il suo ruolo di riferimento non solo per il
settore casa, ma soprattutto per il
Contract&Hotellerie, attirando oltre 450
albergatori.»
De Negri ha inoltre evidenziato la
collaborazione con la BCC di Napoli, che
durante Arkeda ha organizzato un convegno
dedicato alle soluzioni di finanziamento
agevolato per la ristrutturazione di strutture
ricettive come alberghi, B&B e case
vacanza. Questo approccio integrato ha
reso la fiera una meta professionale di
incontro annuale per il settore.
Con Arkeda, Progecta ha consolidato il suo
modello di sistema fieristico integrato,
Angioletto De Negri
dimostrando come gli eventi possano essere
un volano per l’economia regionale. Napoli e
la Campania beneficiano non solo
dell’indotto generato dalle fiere, ma anche
della visibilità nazionale e internazionale
ottenuta attraverso manifestazioni che
attirano migliaia di professionisti e aziende.
www.arkeda.it
www.progecta.org
Le piccole e medie imprese rappresentano
la spina dorsale dell’economia del
Mezzogiorno e in particolare della
Campania, contribuendo in modo
significativo allo sviluppo economico e
sociale del territorio. Questo ruolo cruciale è
stato al centro del PMI Day 2024,
organizzato a Napoli da Piccola Industria
di Confindustria.
Durante l’incontro, Pasquale Lampugnale,
vicepresidente nazionale di Piccola
Industria Confindustria, ha posto l’accento
su uno dei problemi più urgenti del Sud
Italia: la fuga dei giovani. Secondo i dati
forniti da Svimez, negli ultimi dieci anni il
Sud ha visto emigrare circa 200.000 giovani
laureati, di cui 138.000 verso l’estero.
Questo fenomeno non solo impoverisce il
tessuto sociale, ma priva le PMI di risorse
fondamentali, competenze e innovazione.
Lampugnale ha dichiarato che «è
indispensabile investire sui giovani laureati,
accompagnandoli nel mondo del lavoro
attraverso politiche di incentivazione,
formazione continua e managerializzazione
delle imprese». L’obiettivo è rendere le PMI
più attrattive, favorendo una nuova
generazione di imprenditori e professionisti
qualificati.
La presidente di Piccola Industria
Confindustria Campania, Anna Del
Sorbo, ha contribuito alla
discussione sottolineando il
valore delle 4S: sorriso,
sacrificio, studio e sogni, un
approccio che intende ispirare i
giovani a vedere
nell’imprenditoria una strada
ricca di opportunità. Ha
evidenziato come le iniziative che
avvicinano i giovani al mondo
delle PMI possano creare un
effetto moltiplicatore, non solo in
termini economici, ma anche in
termini di coesione sociale e
costruzione di una comunità
imprenditoriale sostenibile.
Tra le sfide principali per le PMI
del Sud, è emersa la necessità di
attrarre e trattenere talenti in un
contesto sempre più competitivo.
Come spiegato da Lampugnale,
«il futuro passa dalla
managerializzazione delle
imprese e dall’apertura ai mercati globali».
Questa trasformazione è essenziale per
migliorare l’attrattività delle PMI, stimolare
innovazione e posizionarsi in modo più
competitivo sul mercato internazionale.
L’evento ha visto la partecipazione di oltre
120 studenti, coinvolti in attività pratiche
come visite aziendali e incontri con i
presidenti delle territoriali di Piccola
Industria. Questi momenti hanno offerto
un’importante occasione di confronto tra
scuola e impresa, con l’obiettivo di costruire
un ponte solido tra il mondo della
formazione e quello del lavoro. Le
testimonianze degli imprenditori e le
esperienze condivise hanno mostrato come
la collaborazione tra giovani, istituzioni e
aziende possa rappresentare un modello
virtuoso per il rilancio del territorio.
Le PMI non si limitano a contribuire
all’economia. Sono attori fondamentali per il
tessuto sociale, capaci di fornire opportunità
concrete per contrastare fenomeni come la
desertificazione demografica e l’esclusione
sociale. L’auspicio condiviso durante il PMI
Day è che si possa invertire la tendenza
della fuga di cervelli, grazie a una sinergia
tra istituzioni, imprese e giovani.
www.confindustria.campania.it
Vincenzo Giannotti, Presidente del Distretto Orafo Campano
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
ECONOMIA
Francesco Basile è il nuovo Presidente dei
Giovani Imprenditori Confindustria Campania
26 27
Il Comitato Giovani Imprenditori
di Confindustria Campania ha un nuovo
presidente. Francesco Basile,
Amministratore Unico di BASE HOUSE e
Vice Presidente di ANCE Avellino, è stato
eletto il 2 dicembre 2024 come guida
regionale per il quadriennio 2024-2028,
subentrando a Vittorio Ciotola.
La BASE HOUSE, azienda specializzata
in infrastrutture, reti tecnologiche,
costruzioni civili, industriali e stradali,
rappresenta il cuore delle attività
imprenditoriali di Francesco Basile, che
porta con sé un bagaglio di esperienza in
settori strategici per il futuro economico e
sociale della Campania.
Un motore per la crescita regionale
Nel discorso di insediamento, Basile ha
sottolineato il ruolo centrale dei giovani
imprenditori come motore di crescita,
soprattutto nei settori emergenti come
l’industria, la tecnologia, l’innovazione, la
green economy e la formazione. “La forza
che ci contraddistingue è la capacità di
avviare nuove imprese e portare sul mercato
idee innovative – ha dichiarato Basile –.
Questo processo richiede un contesto
favorevole, che può essere creato solo
attraverso una sinergia efficace tra i giovani
imprenditori e le istituzioni”.
Le priorità del nuovo mandato
Tra le linee programmatiche presentate dal
neo presidente, emergono alcune
macroaree di intervento:
• Education e cultura d’impresa:
promuovere una formazione orientata
all’imprenditorialità e
allo sviluppo delle competenze.
• Sostenibilità: integrare pratiche ecocompatibili
nei processi produttivi e
aziendali.
• Infrastrutture e nuove tecnologie:
stimolare l’adozione di soluzioni
tecnologiche avanzate per favorire la
competitività delle imprese.
• Startup e internazionalizzazione:
supportare le giovani aziende e aprire
nuovi mercati per l’economia
regionale.
Un approccio strategico e inclusivo
La presidenza di Francesco Basile si
preannuncia caratterizzata da un approccio
strategico, in grado di affrontare le sfide
regionali e promuovere un modello di
sviluppo basato su innovazione, sostenibilità
e collaborazione.
Con questa elezione, i Giovani Imprenditori
di Confindustria Campania confermano il
loro ruolo di protagonisti nel rilancio
economico del territorio, contribuendo a
costruire una rete solida di imprese
innovative e competitive.
www.confindustria.campania.it
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
ECONOMIA
Innovazione e ricerca, un patto per il futuro di Napoli
28 29
Si è concluso con successo "La città
intelligente", il secondo focus del
progetto Nea-polis, la Napoli che sarà,
un’iniziativa promossa dall’Acen per
stimolare lo sviluppo economico e sociale
di Napoli attraverso il confronto tra
istituzioni, ricerca e imprese. Il presidente
dell’Acen, Angelo Lancellotti, ha aperto
i lavori interrogandosi su un tema
cruciale: “Nonostante le eccellenze del
territorio e le competenze diffuse, perché
i giovani continuano a lasciare Napoli?”.
Lancellotti ha sottolineato come Napoli
sia un terreno fertile con punte di
eccellenza in settori come l’export di alta
tecnologia, l’agroalimentare e
l’automotive, evidenziando la necessità di
mettere a sistema queste risorse.
Francesco Izzo, docente alla Federico II
e coordinatore del progetto Nea-polis, ha
tracciato un quadro delle potenzialità
accademiche di Napoli, ricordando che
gli atenei della città producono circa
3.800 laureati e accolgono quasi 20.000
immatricolati ogni anno. “Dobbiamo
consolidare l’ecosistema
dell’innovazione, rafforzando le sinergie
tra il mondo della ricerca e il sistema
imprenditoriale, per attrarre investimenti e
offrire opportunità concrete ai giovani che
desiderano restare”.
Gabriella Minchiotti, dirigente di ricerca
presso l’Istituto Buzzati-Traverso del CNR,
ha auspicato un ambiente più dinamico per
favorire il ritorno dei “cervelli” dall’estero,
sottolineando l’importanza di garantire tempi
certi nell’erogazione dei fondi per
l’innovazione. Gabriella Colucci,
ricercatrice e CEO di Arterra Bioscience e
Vitalab, ha condiviso la sua esperienza,
raccontando come le condizioni umane e
ambientali di Napoli abbiano favorito il
ritorno di ricercatori dall’Inghilterra e
permesso lo sviluppo di un’impresa
trasparente, addirittura testimone della
nascita di 45 bambini tra i suoi dipendenti.
Nel panorama dell’innovazione, Giorgio
Ventre, direttore scientifico dell’Apple
Academy e docente alla Federico II, ha
individuato nella mancanza di mercato il
principale limite per le startup campane, pur
riconoscendo alla regione il merito di essere
la seconda in Italia per numero di startup
innovative. “Dovremmo seguire l’esempio di
Macron, che finanzia le startup in Francia e
spinge le grandi imprese ad acquistare
innovazione”, ha dichiarato Ventre.
Fabio De Felice, fondatore di Protom e
docente all’Università Parthenope, ha
approfondito il tema dell’era del “dataismo”,
dove i dati rappresentano il linguaggio
universale, ma rischiano di ampliare il
divario tra chi ha accesso alle tecnologie e
chi ne rimane escluso. Per ridurre queste
distanze, molte spin-off come Vesevo e
MegaRide, nate nel Dipartimento di
Ingegneria Industriale della Federico II,
stanno lavorando per generare valore e
costruire cicli virtuosi di innovazione.
Edoardo Giaquinto, marketing manager di
Vesevo e MegaRide, ha definito
l’innovazione come un processo continuo:
“Non è solo un’idea, ma un percorso che
deve nascere nelle università e nei
laboratori per creare valore duraturo”.
Il progetto Nea-polis non si ferma qui: il
dialogo continua online sulla piattaforma
Nagorà, ideata e diretta da Francesco
Tuccillo, past president dell’Acen, per
stimolare ulteriori riflessioni e proporre
nuove soluzioni per il futuro di Napoli.
www.neagora.org
www.acen.it
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
ECONOMIA
Vito Grassi (ALuiss): Nuovi modelli di governance
per trattenere i talenti sui territori
30 31
“Le imprese possono e devono lavorare a
nuovi modelli di organizzazione aziendale,
finalizzati a valorizzare i giovani talenti e a
trattenerli sui nostri territori”. Questo è il
messaggio forte lanciato da Vito Grassi,
presidente di ALuiss e Ceo di Graded,
intervenuto agli Stati Generali della
Ripartenza a Bologna. Grassi ha
sottolineato come una cultura aziendale
incentrata sul capitale umano e sulla
creazione di valore condiviso sia cruciale
per affrontare le sfide di un mercato del
lavoro sempre più competitivo e
globalizzato.
Al centro del dibattito, le opportunità e i limiti
delle aree del Mezzogiorno italiano, che
rappresentano una delle principali sfide per
il sistema Paese. “Le prospettive di sviluppo
nel Sud devono fare i conti con criticità
strutturali gravi e
persistenti”, ha dichiarato
Grassi, puntando
l’attenzione sul problema
demografico. Dal 2011 al
2023, infatti, la
popolazione del
Mezzogiorno è diminuita di
oltre un milione di persone,
mentre quella del Centro-
Nord è rimasta
sostanzialmente stabile.
“Questa emorragia
demografica – ha aggiunto
– riguarda principalmente i
giovani, spesso altamente
qualificati, la cui partenza è
causata dalla mancanza di
opportunità lavorative
adeguate. Così il territorio
si impoverisce, non solo di
risorse umane, ma anche
economiche”.
Per affrontare l’‘inverno
demografico’, Grassi ha
posto l’accento
sull’importanza
dell‘educazione e della
formazione. “È
fondamentale investire
nella qualità del sistema
scolastico, con particolare
attenzione alle materie
STEM. In Italia, la quota di
laureati in discipline
tecnico-scientifiche è
rimasta stabile dal 2010 e
rappresenta solo un quarto del totale”.
Inoltre, ha evidenziato l’urgenza di creare
una sinergia più stretta tra scuole, università
e il mondo della formazione professionale.
“Un piano di formazione integrato, sostenuto
da una strategia nazionale condivisa,
potrebbe finalmente superare le divisioni
campanilistiche che da troppo tempo
frenano il nostro sistema educativo e
formativo”.
Grassi ha concluso il suo intervento con un
appello alle imprese, invitandole a diventare
protagoniste di questo cambiamento
attraverso nuovi modelli di governance
inclusivi e sostenibili. Solo così, ha spiegato,
sarà possibile non solo attrarre, ma anche
trattenere i talenti sul territorio, trasformando
il capitale umano in un vero motore di
sviluppo per tutto il Paese.
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
ECONOMIA
Imprenditoria e innovazione a Napoli:
Francesco Sposito, chef di Taverna Estia
32 tre protagonisti di successo
Quali sono i valori distintivi della cucina
napoletana e campana?
La cucina campana si basa su una
33
di Antonio Quaranta
tradizione straordinaria, unica al mondo. Il
nostro patrimonio gastronomico è
un’esplosione di sapori e cultura che non
teme confronti.
La sua cucina è innovativa. Su quali
prodotti bisogna puntare per il futuro?
Il futuro della cucina napoletana è luminoso
e senza confini. I prossimi anni saranno
cruciali per consolidare la nostra eccellenza
gastronomica. Prodotti locali di qualità,
tradizione e innovazione continueranno a
essere il nostro biglietto da visita nel mondo.
La cucina campana è e sarà sempre
sinonimo di eccellenza.
Durante il roadshow di Forbes, ospitato
all’hotel Serapide di Pozzuoli, abbiamo
avuto il piacere di incontrare tre
rappresentanti dell’imprenditoria napoletana:
Raffaele Iervolino, Vincenzo Falcone e
Francesco Sposito. Questi tre imprenditori,
ognuno con un percorso unico e una visione
distintiva, rappresentano la capacità di
innovare in un contesto tanto affascinante
quanto competitivo come quello di Napoli.
Raffaele Iervolino, fondatore e partner di
Crazy Pizza Napoli, ci ha raccontato come
la sua passione per il brand si sia
trasformata in un progetto imprenditoriale
capace di valorizzare l’energia e il fermento
culturale della città.
Vincenzo Falcone, alla guida del gruppo
Golocious, ha condiviso i suoi consigli per
chi desidera avviare un’attività in Italia,
evidenziando le potenzialità di una Napoli in
piena espansione.
Infine, Francesco Sposito, chef stellato di
Taverna Estia, ci ha guidato attraverso i
valori e le eccellenze della cucina campana,
sottolineando il suo impegno per innovare
rispettando la tradizione.
Tre storie, tre visioni, un unico obiettivo:
dimostrare che Napoli può essere
protagonista sulla scena nazionale e
internazionale, non solo per la sua bellezza,
ma anche per la sua capacità di creare
eccellenza.
Raffaele Iervolino, founder e partner di
Crazy Pizza Napoli
Come nasce il progetto Crazy Pizza a
Napoli e perché questa scelta per la
città?
Ero già cliente di Crazy Pizza e amavo
andarci. C'è un aneddoto che mi piace
raccontare: circa tre anni fa, durante un
evento della Federazione delle Scuole
Private a Roma, portai il direttivo a cena
proprio da Crazy Pizza. Era un gruppo di
persone di una certa età, eppure furono tutti
conquistati dall'atmosfera vivace e moderna
del locale. Questo mi fece riflettere: se
funziona così bene per un pubblico così
eterogeneo, può essere un’idea vincente
anche in una città come Napoli. Napoli sta
vivendo un nuovo rinascimento turistico, e
mi sembrava pronta per accogliere un brand
come Crazy Pizza.
Quali sono state le difficoltà iniziali e i
progetti?
Non è stato semplice. Trovare personale
qualificato è una sfida, e gestire un team di
23 dipendenti per soli 50 coperti richiede
grandi sforzi. Ma i risultati stanno arrivando.
Abbiamo già aperto la licenza per Torino e
stiamo valutando Barcellona. Crazy Pizza
Napoli è solo un punto di partenza.
Vincenzo Falcone, fondatore del gruppo
Golocious
Quali sono i vantaggi e i consigli per chi
vuole avviare un’azienda a Napoli e in
Italia?
Serve grande perseveranza e passione. La
ristorazione è un settore complesso, fatto di
sacrifici ma anche di grandi soddisfazioni. È
come un matrimonio: bisogna amarlo. A chi
vuole intraprendere questo percorso,
consiglio di non arrendersi mai.
Dove vede Napoli nei prossimi cinque
anni?
Napoli è in continua crescita. Dopo la
pandemia, il turismo è esploso come mai
negli ultimi quarant’anni. Hotel, ristoranti e
bed & breakfast sono in espansione, e non
vedo un punto di fine per questa evoluzione.
La nostra ospitalità è incomparabile, e spero
che questa tendenza continui.
VIDEO INTERVISTA
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
ECONOMIA
Caffè Toraldo premiato dalla Guida Camaleonte
con l’Award Torrefazione Home
34 35
Un nuovo traguardo per Caffè Toraldo, che
si distingue nella terza edizione della Guida
Camaleonte – la guida dei caffè e delle
torrefazioni d’Italia 2024-25. La storica
azienda napoletana, nota per l’eccellenza
delle sue miscele, ha ottenuto il prestigioso
“Award Torrefazione Home”,
riconoscimento riservato alle aziende che
eccellono nel mercato del monoporzionato.
Il premio è stato assegnato per la qualità
superiore della proposta monoporzionata,
caratterizzata da una ricca varietà di aromi e
stili di bevuta. Questo riconoscimento
celebra non solo la capacità dell’azienda di
mantenere viva la tradizione del caffè
espresso italiano, ma anche il suo impegno
verso l’innovazione tecnologica, la
sostenibilità e l’eccellenza qualitativa.
Oltre al premio speciale, Caffè Toraldo ha
ricevuto due ulteriori riconoscimenti nella
categoria Award Prodotto
Monoporzionato:
• Miscela Cremosa: apprezzata per il
suo profilo aromatico ricco e vellutato,
che esalta la tradizione napoletana.
• Miscela Origini: premiata per la
qualità delle sue note Extra-Dark
Roast, risultato di una selezione
accurata delle migliori origini e di un
processo di tostatura magistrale.
I riconoscimenti sono stati ritirati da Marco
Simonetti e Francesca Simonetti,
membri del management di Caffè
Toraldo, durante la presentazione
della Guida a Ferrara, presso il
Coffee Lab di IMA Petroncini. Nel
ricevere i riconoscimento, Marco
Simonetti ha commentato: «Questo
premio rappresenta il nostro impegno
nel combinare innovazione e
tradizione, pilastri fondamentali per
un’azienda con oltre 50 anni di storia.
Siamo orgogliosi di essere
riconosciuti come punto di riferimento
nel segmento del monoporzionato, un
formato moderno che rimane fedele
al rito dell’espresso italiano. Questo
successo è il risultato del lavoro di
tutta la nostra azienda, una vera e
propria grande famiglia.»
La Guida Camaleonte, giunta alla sua terza
edizione, si propone di mappare le migliori
referenze e torrefazioni italiane, offrendo agli
appassionati uno strumento per orientarsi
tra le tante proposte del settore. La guida
seleziona aziende di eccellenza in ogni
regione e provincia, diventando un punto di
riferimento per consumatori e professionisti
che cercano il caffè ideale, che sia una
miscela tradizionale o un monorigine di alta
qualità.
www.caffetoraldo.it
La Regione Campania lancia il piano
per l’internazionalizzazione del Distretto Orafo
La valorizzazione del Distretto Orafo
campano entra in una nuova fase con
l’avvio del piano di internazionalizzazione,
promosso dalla Regione Campania in
collaborazione con le istituzioni locali e le
aziende della filiera. Dopo il riconoscimento
ufficiale del progetto avvenuto a ottobre
presso il Tarì, alla presenza del Presidente
della Regione Vincenzo De Luca, il focus si
sposta ora sui mercati internazionali.
Il piano 2025 prevede la partecipazione del
Distretto a due degli appuntamenti più
importanti del calendario orafo europeo:
Vicenzaoro, a gennaio e settembre, e
Inhorgenta, in programma a febbraio a
Monaco di Baviera.
Vicenzaoro, punto di riferimento storico per
il settore, ospita oltre 50
aziende campane a ogni
edizione e rappresenta,
come sottolinea il
Presidente del Distretto e
del Tarì, Vincenzo
Giannotti, «la piattaforma
di lancio sui mercati
internazionali per tutte le
aziende italiane di settore.
È una grande opportunità
anche per realtà giovani e
di piccole dimensioni che
vogliono entrare in
contatto con una clientela
internazionale attraverso
un’organizzazione solida
come quella di IEG.»
Per Monaco di Baviera,
la partecipazione delle
aziende campane non è
solo un’occasione commerciale, ma si
inserisce in una strategia di promozione
territoriale già consolidata negli anni,
supportata dalla Camera di Commercio di
Caserta e dal Consolato Italiano a
Monaco. «L’obiettivo – continua Giannotti –
è aggiungere a questi momenti di
networking istituzionale una partecipazione
esplorativa per un pool di aziende di
gioielleria, consolidando la presenza del
territorio campano anche su questo
importante palcoscenico.»
Il programma regionale prevede un
approccio inclusivo, con attività di scouting
e accompagnamento per le piccole aziende,
che avranno la possibilità di esporre i propri
prodotti con il supporto della Regione. Sarà
inoltre fornito un sostegno economico alle
aziende già consolidate nel circuito fieristico.
Il tutto è pensato per stimolare percorsi di
crescita in rete, in cui l’individualità di
ciascun attore del Distretto sia valorizzata
all’interno di una visione comune.
L’assessore regionale alle attività produttive,
Antonio Marchiello, promotore della
costituzione del Distretto, ha ribadito
l’importanza di investire nella formazione dei
giovani e nella progettualità condivisa. «La
formazione avanzata – spiega Marchiello –
sarà al centro della nostra azione, attraverso
il lancio imminente di un’Academy
regionale di Filiera, che offrirà percorsi
formativi innovativi per sostenere la crescita
di tutti gli attori del Distretto orafo
campano.»
Il Distretto Orafo campano si pone oggi
come una realtà concreta, capace di
tracciare un percorso di sviluppo sostenibile
e competitivo. «Grazie al supporto della
Regione Campania – conclude Giannotti – il
Distretto sta definendo una visione di
partecipazione estremamente innovativa. Si
punta a una crescita comune, lasciando
però a ogni azienda l’autonomia e l’identità
storica che ne caratterizzano il valore
unico.»
www.tari.it
(foto fornita da Ufficio stampa Il Tarì)
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
ECONOMIA
Giustizia Tributaria: scontro tra giudici magistratuali
e professionali sui nuovi criteri di accesso
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La Riforma Tributaria al centro della IV Giornata Internazionale di Studi ‘Linguistica ed Economia’
promossa da IUM – Scuola Superiore Mediatori Linguistici, dalla Fondazione Castel Capuano e
dall’Associazione Proposta Giustizia
di Antonio Quaranta
Si profila uno scontro tra i giudici tributari di
provenienza magistratuale e quelli di
provenienza professionale sui nuovi criteri di
accesso ai ruoli giudicanti introdotti dalla
recente legge 130/2022 di riforma della
Giustizia Tributaria. I primi infatti, in
particolare quelli ‘transitati’ dalle fila della
magistratura ordinaria, contabile,
amministrativa e militare, annunciano una
ferma opposizione contro il ricorso al Tar
il contributo dei cittadini esperti al sistema
giudiziario. Tra i giudici tributari vi erano due
gruppi principali: i magistrati togati,
provenienti dalle fila della magistratura
ordinaria, contabile, amministrativa e
militare, e i giudici di provenienza dal mondo
professionale, come avvocati e
commercialisti.
“Con la Riforma, che rende il giudice
presentato lunedì 2 dicembre su iniziativa di
oltre cinquanta giudici tributari di
provenienza professionale, per porre fine
alla discriminazione sulla disparità di
trattamento nei loro confronti rispetto ai
giudici di provenienza magistratuale.
Prima della riforma, infatti, la giustizia
tributaria si basava su commissioni
composte da giudici selezionati con un
concorso pubblico solo per titoli, sulla base
di un principio costituzionale che valorizzava
tributario una figura togata a tempo pieno –
spiega Eduardo Maria Piccirilli, dottore
commercialista e giudice tributario alla corte
di giustizia tributaria di Salerno, tra i firmatari
del ricorso al Tar - i magistrati in servizio da
almeno cinque anni, possono transitare nel
ruolo di giudici tributari con una semplice
domanda, senza affrontare esami o ulteriori
valutazioni. Al contrario, i giudici di
provenienza professionale, che per anni
hanno esercitato queste funzioni con
competenza, si trovano obbligati a superare
un concorso pubblico per titoli ed esami per
accedere alla stessa posizione. Questa
differenza di trattamento ha creato una
frattura evidente, con un gruppo che gode di
un accesso semplificato e privilegiato,
mentre l'altro, nonostante l’esperienza
maturata, deve dimostrare nuovamente la
propria idoneità”.
L’opposizione dei giudici ‘transitati’, che
annunciano un controricorso, si basa sulla
necessità di un concorso per titoli ed esami,
per equiparare, sul piano formale, le due
categorie di diversa provenienza.
“La percezione di disparità è acuita dal fatto
che entrambi hanno contribuito al
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
ECONOMIA
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funzionamento della giustizia tributaria per
anni – conclude Piccirilli -. Tuttavia, la
riforma, pur introducendo un modello più
professionale, sembra riconoscere il valore
solo ai giudici tributati di provenienza
magistratuale, relegando i giudici provenienti
dal mondo delle professioni a una posizione
di svantaggio”.
Sulla vicenda si registra l’intervento
dell’europarlamentare Aldo Patriciello, che
ha presentato in Europa diverse
interrogazioni, di cui l’ultima il 6 novembre
scorso: “l’Italia, dopo aver ricevuto un
preavviso di infrazione in relazione ai giudici
onorari di tribunale ed un possibile
deferimento alla Corte di Giustizia per
l’insufficienza delle misure per superare le
difformità di trattamento tra questi ed i
magistrati ordinari – dichiara Patriciello -, sta
tentando di far coincidere i trattamenti di
queste due anime della giustizia. Allo stesso
modo mi auguro che lo Stato ponga mano
alle ingiustizie che subiscono i giudici
tributari”.
L’annuncio del ricorso, avvenuto durante la
IV Giornata Internazionale di Studi
‘Linguistica ed Economia’ presso Castel
Capuano, testimonia l’importanza di eventi
come questi nel favorire il dialogo tra
giurisprudenza, economia e linguistica.
Promossa da IUM – Scuola Superiore
Mediatori Linguistici, insieme alla
Fondazione Castel Capuano e
all’Associazione Proposta Giustizia, la
giornata, curata da Eduardo Maria Piccirilli e
Valentina Russo, ha rappresentato un
momento cruciale per portare avanti
interrogazioni e denunce su scala europea,
come evidenziato dall’intervento di
Patriciello.
L’iniziativa, che si è avvalsa del sostegno di
sponsor come Gruppo24Ore e
Logogramma, ha ricevuto il patrocinio del
Comune di Napoli, del Consiglio regionale
della Campania, del Consiglio dell’Ordine
degli Avvocati di Napoli, di ODCEC Napoli,
nonché di Nika e Gianus, confermando il
rilievo istituzionale e accademico
dell’evento. Una piattaforma di confronto
che proietta Napoli al centro del dibattito
giuridico ed economico europeo.
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
ECONOMIA
19-01 Holding e NOVOTECH: partnership strategica
globale sul nuovo velivolo anfibio antincendio
L'Ordine degli Architetti di Napoli celebra i suoi
senatori: un simbolo di rinascita e visione per il futuro
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Partnership strategica globale 19-01 Holding
e NOVOTECH Aerospace Advanced
Technology (azienda pugliese con siti
produttivi a Casoria, NA) che combina il
know-how unico nel settore dell’antincendio
aereo e l'esperienza nella progettazione e
certificazione aeronautica del team di 19-01
Holding con l’expertise di NOVOTECH
nell’integrazione di metodi di progettazione e
tecnologie di produzione avanzate
provenienti dai settori aerospaziale e navale.
L’obiettivo della collaborazione è contribuire
alla progettazione del moderno WF-X, un
velivolo anfibio multi-ruolo che
rappresenterà una soluzione centrale per il
futuro contrasto agli incendi boschivi.
In particolare, NOVOTECH sarà
responsabile del supporto alla tecnologia di
ingegneri altamente qualificati, l'azienda
sviluppa prototipi compositi complessi con
forme variabili e spessori diversificati,
avvalendosi di metodologie avanzate per
predire drappeggi, formabilità e
deformazioni. Tra i progetti più recenti,
NOVOTECH ha realizzato stampi pilota per
la produzione di pannelli complessi a doppia
curvatura e serbatoi tramite il processo di
Automated Fiber Placement (AFP).
NOVOTECH ha anche progettato e
sviluppato SEAGULL e le sue varianti, una
famiglia di velivoli anfibi ultraleggeri ad alte
prestazioni con motorizzazione ibridoelettrica,
e possiede una lunga esperienza
nella certificazione di aeromobili per
l'aviazione generale e civile.
www.novotech.it
Si è svolta durante la manifestazione
Arkeda la cerimonia di nomina dei senatori
dell'Ordine degli Architetti di Napoli, un
appuntamento atteso dal 2017 e tornato a
essere una celebrazione carica di
significato. L’evento ha rappresentato molto
più di un riconoscimento istituzionale: è
stato un momento di riflessione e
celebrazione, che ha riunito una comunità
professionale resiliente dopo anni di
difficoltà, scanditi da dimissioni,
commissariamenti e l’impatto della
pandemia.
«La sfida oggi non è disegnare la città
nuova, ma trasformare quella esistente per
renderla inclusiva, accessibile e sostenibile.
Seguendo questi punti cardinali, riusciremo
a restituire centralità a una professione che
è stata sempre fondamentale per lo sviluppo
al futuro con determinazione.
«Questa nomina non è solo un
riconoscimento al passato, ma anche uno
stimolo per il futuro. È un invito a credere
nella forza della nostra comunità e nella
capacità di costruire, letteralmente e
metaforicamente, un domani migliore», ha
sottolineato Capobianco, ringraziando tutti
coloro che hanno reso possibile questo
evento.
L’Ordine degli Architetti di Napoli, sotto la
guida di Lorenzo Capobianco, si impegna
a promuovere una visione dell’architettura
come strumento di trasformazione sociale e
ambientale. «La città che immaginiamo – ha
spiegato Capobianco – è una città che
dialoga con il territorio, che si apre
all’accessibilità e che pone la sostenibilità al
centro del suo sviluppo. La nostra
readiness e definizione preliminare
dell’architettura strutturale; sviluppo del
design strutturale dettagliato; modelli per
galleria del vento e serbatoi; modelli
funzionali in scala ridotta; piano di test per la
certificazione; aeroelasticità e riduzione del
rumore del velivolo di prova.
NOVOTECH Aerospace Advanced
Technology
NOVOTECH vanta competenze consolidate
nella progettazione e produzione di strutture
composite basate su processi di produzione
automatizzati a basso costo e fuori
autoclave (come AFP, PCM, RTM, CF e
LRI). Grazie a un team di ricercatori ed
19-01 Holding
19-01 Holding è un’azienda innovativa nei
settori Aerospace e Tech, leader globale nel
contrasto agli incendi boschivi e nelle
operazioni di emergenza. Dal 2011, la
società è impegnata nello sviluppo di un
sistema integrato moderno per ridurre il
drammatico impatto degli incendi forestali.
Con un team d’eccellenza che vanta oltre
200 progetti sviluppati nel settore
aerospaziale, 19-01 Holding offre soluzioni
che spaziano dalla progettazione e
produzione di velivoli anfibi multi-ruolo alla
formazione dei piloti e ai servizi di
antincendio boschivo.
www.19-01.com
dei territori», ha dichiarato il presidente
dell'Ordine, Lorenzo Capobianco.
La cerimonia, dedicata ai professionisti che
hanno dedicato decenni alla professione, è
stata un’occasione per celebrare non solo le
carriere individuali ma anche il contributo
collettivo al paesaggio urbano e alla vita
della città di Napoli. Il presidente Lorenzo
Capobianco ha ricordato come, anche nei
momenti più complessi, la comunità
professionale degli architetti abbia
dimostrato forza e resilienza, trovando
sempre la strada per rinnovarsi e guardare
professione è e deve continuare a essere
centrale nella vita delle persone».
La cerimonia di nomina dei senatori, oltre a
essere un tributo a chi ha dedicato la propria
vita all’architettura, è stata dunque anche
una celebrazione di rinascita, un segno di
speranza per un futuro in cui la comunità
degli architetti di Napoli sarà protagonista
del cambiamento.
www.na.archiworld.it
F.M.
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
ECONOMIA
Kimbo trionfa con 5 prestigiosi riconoscimenti agli Award Torrefazione e Prodotto 2024-25
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Durante l’evento di presentazione della
nuova edizione della Guida dei caffè e delle
torrefazioni d’Italia, organizzato presso il
Coffee Lab di IMA Petroncini a
Sant’Agostino (Ferrara), Kimbo, il celebre
Caffè di Napoli, ha ricevuto cinque
prestigiosi riconoscimenti. La guida, curata
dai coffee expert Andrej Godina e Mauro
Illiano, recensisce ogni anno le migliori
torrefazioni italiane, e questa edizione ha
incluso 275 torrefazioni e 36 academy,
confermando l’importanza di Kimbo nel
panorama nazionale e internazionale.
Kimbo è stata premiata con un Award
Torrefazione Gourmet e quattro Award di
Prodotto:
• Award Torrefazione Gourmet: per la
sensibilità e la ricerca in ambito di
coffee pairing e per l’avanguardismo
nella formazione dedicata alla
ristorazione.
• Award Prodotto Espresso: Arabica Light
Roast – Kimbo 5 Origini.
• Award Prodotto Moka: Miscela Extra-
Dark Roast – Kimbo Gold Medal.
• Award Prodotto Monoporzionato:
Arabica – Le Meraviglie del Gusto
Kimbo - Amalfi 100% Arabica.
• Award Prodotto Monoporzionato:
Arabica Medium-Dark Roast - Kimbo
Espresso Barista 100% Arabica.
La cerimonia di premiazione, resa
ancora più autorevole dalla recente
acquisizione della Guida del
Camaleonte da parte di Gambero
Rosso, ha visto la partecipazione di
Andrea Petricciuolo, Product
Marketing Manager di Kimbo, in
rappresentanza dell’azienda
partenopea fondata nel 1963, oggi
presente in oltre cento paesi nel
mondo.
“Questi premi celebrano il nostro
impegno quotidiano per la qualità e la
ricerca,” ha dichiarato Massimiliano
Scala, Head of Marketing di Kimbo.
“Particolarmente significativo il
riconoscimento per la Torrefazione
Gourmet, che premia non solo la
nostra capacità di imprimere unicità a
ogni chicco, ma anche l’attitudine a
sperimentare e a osare, aprendo
nuovi scenari per il caffè nel
foodservice”.
Un ulteriore fiore all’occhiello per
Kimbo è il Kimbo Training Center,
unico Premier Training Campus SCA
del Centro-Sud, riaperto nel dicembre
2023. Situato nell’area dello
stabilimento industriale, il centro è
dotato di due aree didattiche con dieci
postazioni professionali e un bar
dedicato alle diverse metodologie di
estrazione del caffè. Il Training Center
organizza eventi speciali curati dai
migliori esperti del settore e propone
corsi per Coffee Master di I e II livello,
in collaborazione con l’Associazione
Italiana Sommelier Campania (AIS),
rivolti sia agli operatori del settore che
agli appassionati.
Con questi riconoscimenti, Kimbo
consolida il suo ruolo di ambasciatore
della cultura del caffè napoletano,
unendo tradizione e innovazione per
offrire un’esperienza unica a livello
globale.
www.kimbo.it
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
ECONOMIA
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Premio Women Value Company 2024:
celebrare l’imprenditoria femminile al Sud
Il Premio Women Value Company Intesa
Sanpaolo, istituito otto anni fa dalla
Fondazione Marisa Bellisario in
collaborazione con Intesa Sanpaolo, ha
celebrato la sua edizione 2024 il 3 dicembre
presso le Gallerie d’Italia a Napoli. L’evento
ha premiato 30 imprese del Centro-Sud
Italia che si sono distinte per il loro impegno
nell’innovazione, nella promozione
dell’imprenditoria femminile, nella parità di
genere e nella valorizzazione della diversità.
Questo appuntamento ha concluso il ciclo
territoriale del premio, preceduto dagli eventi
di Firenze e Milano, che hanno visto la
partecipazione di altre 70 imprese.
L’iniziativa si inserisce in un contesto di
impegno concreto per l’imprenditoria
femminile: Intesa Sanpaolo ha infatti messo
a disposizione un plafond di un miliardo di
euro per sostenere l’avvio e il rafforzamento
di attività imprenditoriali femminili. A livello
nazionale, il premio ha raccolto quest’anno
oltre 1400 candidature, selezionando le 100
PMI vincitrici, tra cui due imprese premiate
con la Mela d’Oro:
• Lab. Instruments di Castellana Grotte
(BA), per la categoria piccole
imprese, guidata da Stella Stefanelli.
• Pellemoda di Empoli, per la categoria
medie imprese, diretta da Azzurra
Morelli.
Le menzioni speciali hanno riconosciuto
l’impegno sociale e culturale di realtà come:
• Agrimolina (Roccadaspide, Salerno) per
la valorizzazione del Made in Italy.
• Fondazione Le Costantine (Uggiano la
Chiesa, Lecce) per il contributo
sociale.
Tra le 30 aziende premiate a Napoli
numerose sono le eccellenze del Sud che
incarnano i valori del premio:
• Helvetica (San Severo, Foggia): offre
consulenza aziendale sulla sicurezza
e privacy.
• Società di Topografia (Brindisi): realizza
rilievi topografici e cartografici di
precisione.
• Kaleidos (Foggia): cooperativa sociale
che combina innovazione e
assistenza.
• Un Sorriso per Tutti (Cerignola, Foggia):
gestisce strutture per minori e servizi
educativi.
• Igiemme (Tuglie, Lecce): attiva nella
produzione di packaging.
• Progeva (Laterza, Taranto): leader nella
produzione di fertilizzanti organici.
Un futuro più equo e inclusivo
Il premio ha messo in luce il ruolo cruciale
dell’imprenditoria femminile per il progresso
economico e sociale. Con il supporto di
programmi come il PNRR, che destina fondi
all’inclusione e alla coesione sociale, l’Italia
può affrontare il divario di genere che
ancora la separa dai livelli europei. Eventi
come questi non solo celebrano
l’eccellenza, ma costruiscono un modello di
sviluppo.
www.fondazionebellisario.org
www.intesasanpaolo.com
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
INNOVAZIONE
La Fabbrica delle Imprese: il Modello della Campania per il Mezzogiorno
46 47
a cura di Antonio Prigiobbo*
Il futuro economico del Sud Italia passa
dalla creazione di imprese e imprenditori.
Non è solo un gioco di parole, ma il cuore
dell’attività degli incubatori d’impresa, realtà
che sostengono la nascita di nuove aziende
e offrono servizi essenziali, come
consulenze notarili, legali e fiscali. Questi
imprenditori "speciali" non sono solo spinti
dalla competizione, ma da una missione più
grande: mettere il loro know-how al servizio
degli altri.
Il primato campano negli incubatori
certificati e nelle startup
La Campania conta oggi 9 incubatori
certificati, seconda solo alla Lombardia (con
12), e si posiziona come il cuore
dell’innovazione nel Mezzogiorno, con un
numero di incubatori pari a quello di tutte le
altre regioni del Sud messe insieme.
Grazie a Napoli, la Campania è anche al
secondo posto in Italia per numero
complessivo di startup innovative, superata
solo dalla Lombardia. Questo dato sottolinea
il ruolo di Napoli come motore di
innovazione e imprenditorialità.
Un altro primato viene dal Sannio, che si
distingue per il miglior rapporto tra numero
di startup e dati demografici. Questo
equilibrio dimostra che anche territori meno
popolosi possono eccellere grazie a un
ecosistema imprenditoriale dinamico e ben
supportato.
Gli incubatori campani: eccellenze e
diversità
Gli incubatori certificati in Campania sono un
esempio di diversità e ricchezza. Tra i
principali attori:
Napoli:
• Campania NewSteel (Giorgio
Ventre)
• Giffoni Innovation Hub (Luca
Tesauro)
• E-Guardian (Giorgio Budillon)
Caserta:
• 012 Factory (Sebastian Caputo)
• Incubatore Campano (Pasquale
Brancaccio)
• Fare Impresa (Fernando Del
Rosso)
Salerno:
• Incibum Lab (Deborah Morriello)
Benevento:
• Startup Europa (Alessandro
Ciotola)
Avellino:
• Incubatore 6 (Vincenzo Vitale)
Molti di questi operatori hanno un raggio
d’azione che supera i confini regionali, con
sedi distribuite in tutta Italia.
La storia e il futuro dell’innovazione in
Campania
Il primo modello a farsi strada è stato 012
Factory a Caserta, mentre il primo
incubatore certificato del Mezzogiorno è
stato Campania NewSteel, nato dalla
collaborazione tra Città della Scienza e
l’Università Federico II.
Il più recente tra gli incubatori è E-
Guardian, che rappresenta un caso
innovativo in quanto è sia un incubatore
privato che una startup innovativa, finanziata
con fondi regionali.
Anche il mondo accademico campano ha
dato il suo contributo con strumenti come
Startup Lab (Mario Sorrentino, Università
Vanvitelli) e SeiUniSa (Roberto Parente,
Università di Salerno).
Finanza e acceleratori a sostegno
dell’innovazione
La Campania ospita anche acceleratori
come TerraNext e Vita, nati dalla
collaborazione tra aziende locali e Cassa
Depositi e Prestiti Venture Capital. Sul fronte
finanziario, troviamo operatori come Vertis
SGR (Amedeo Giurazza), Zephiro
Investments (Joseph Grosso e Franco
Raddi) e Volano (Giovanni De Caro).
Tra i protagonisti internazionali con sede a
Napoli ci sono Materias (Gino Nicolais) e
NAStartUp, che ho l’onore di guidare.
NAStartUp rappresenta un modello
partecipativo e aperto, riconosciuto per i
suoi numerosi track record internazionali.
Il Think Different come generatore di
innovazione
Un altro modello importante è SeedLab, che
coinvolge Alberto Celentano, Angelo
Bruscino e Luigi Congedo, insieme a molti
altri.
Una nuova rivelazione è rappresentata da
La Fabbrica Italiana dell’Innovazione, che
riunisce soggetti istituzionali e privati. Tra i
protagonisti ci sono Spici (Vincenzo Lipardi
e Mariangela Contursi), già parte di
Campania NewSteel, insieme a La Casa
delle Tecnologie, uno strumento del MIMIT,
e MediTech, guidato da Angelo Giuliana,
con la partecipazione di Fabrizio Monticelli
(ForMare), Ivo Allegro (Iniziativa) e
Giovanni Lombardi (Tecno).
Coworking e supporto imprenditoriale
Oltre agli incubatori, Napoli si distingue
anche per una rete di nuovi spazi di
coworking che offrono supporto agli
imprenditori con spazi fisici e sportelli di
assistenza. Tra questi:
Flegreo Hub (Daniele Piro)
StudyRoom (Diana Capuano)
Dialogue Place (Marco Traversi)
FareWork (Mirko Crosta)
NatoLavoratori (Bruna Manfelotto)
Lanificio Digitale (Davide Busetti)
Spazio TRA (Stefano Leonelli)
Talent Garden (Laura Abagnale)
Questi spazi contribuiscono in modo
significativo all’ecosistema imprenditoriale
della città, promuovendo collaborazioni,
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
INNOVAZIONE
48 49
innovazione e sviluppo.
Un ecosistema in crescita
Questa rete di incubatori, acceleratori e
operatori rappresenta una delle principali
ricette per la crescita dell’ecosistema
innovativo in Campania. Con un numero
sempre crescente di startup e iniziative, la
regione si sta affermando come un polo di
innovazione e imprenditorialità che guarda
al futuro.
misure pubbliche mirate, la regione si
distingue per un approccio che integra
modelli diversi, passando dalla social
innovation al venture capital. Questa
strategia mira ad attrarre capitali privati e a
creare sinergie tra vari settori, favorendo
l’adozione di formule innovative e sostenibili.
In un contesto in cui innovazione e
tradizione convivono, la Campania dimostra
che è possibile costruire un ecosistema
collaborativo e sostenibile. Allo stesso
tempo, la Puglia si pone come esempio di
come la finanza privata possa giocare un
ruolo cruciale nella trasformazione
economica, rendendo il Mezzogiorno un
laboratorio di modelli innovativi per il futuro
economico dell’Italia.
(*) Designer - Direttore NAStartUp
I Modelli del Mezzogiorno: Un Confronto
tra Campania e Puglia
Nel Mezzogiorno d’Italia emergono due
approcci distinti allo sviluppo imprenditoriale
e all’innovazione, rappresentati dalla
Campania e dalla Puglia.
In Campania, si sta delineando un modello
che trae forza principalmente "dal basso",
basandosi su iniziative locali integrate con
alcuni bandi pubblici mirati, rivolti sia alle
startup che alle imprese tradizionali. Questo
approccio punta a stimolare l’ecosistema
imprenditoriale attraverso il coinvolgimento
diretto di attori locali e una crescita organica.
La Puglia, invece, adotta un modello più
incentrato sulla finanza privata, con
l’obiettivo di catalizzare l’innovazione su un
territorio più vasto e diversificato. Oltre a
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INNOVAZIONE
INNOVAZIONE
Agritech Job Fair: Successo per la seconda
edizione dell’Agritech Academy
Campania: il boom delle Start-up
e la crescita nei settori strategici
50 51
La seconda edizione dell’Agritech
Academy si è conclusa con risultati
eccellenti, consolidando il ruolo centrale
dell’iniziativa nella formazione di nuovi
talenti per il settore agricolo italiano. Durante
la cerimonia, svoltasi nell’Aula Magna del
Polo di San Giovanni a Teduccio
dell’Università degli Studi di Napoli
Federico II, sono stati consegnati 26 diplomi
di fine corso, organizzati 60 colloqui di
lavoro e accolte 10 aziende leader del
settore agricolo e tecnologico.
A inaugurare l’evento, il rettore della
Federico II e presidente della Fondazione
Agritech, Matteo Lorito, ha sottolineato
l'importanza dell'Academy, definendola "una
sfida nella sfida" all’interno del progetto del
Centro Nazionale AGRITECH, un’iniziativa
unica in Europa. Lorito ha dichiarato:
«L'Academy crea profili lavorativi di alta
specializzazione, immediatamente assorbiti
dal mercato. Questo dimostra la validità di
un modello formativo che risponde
concretamente alle esigenze del sistema
agricolo italiano.»
La cerimonia, arricchita dalla presenza di
esperti e rappresentanti istituzionali, è stata
un momento di celebrazione e opportunità.
Tra i protagonisti dell’evento, spiccano i
nomi di Danilo Ercolini, direttore del
Dipartimento di Agraria e direttore scientifico
della Fondazione Agritech, Marco Pacini,
general manager di Agritech, e Giovanni
Battista Chirico, coordinatore
dell’Academy. Presenti anche Andrea
Badursi, presidente dell’Unione Nazionale
Italia Ortofrutta, e i presidenti regionali di
Coldiretti, Ettore Belelli, e
Confagricoltura, Fabrizio Marzano.
Durante l’evento, gli studenti diplomati
hanno partecipato alla Agritech Job Fair,
un’occasione per incontrare aziende del
settore pronte a valorizzare i nuovi talenti.
Tra le realtà presenti figuravano nomi di
rilievo come Ariespace, Diagram, Euro
Soft, Evja, Fea Consulting, Fertildea,
Koppert Italia, Mood Global Service,
Rago e Terra Orti. Questi incontri hanno
rappresentato un ponte concreto tra il
percorso accademico e il mondo del lavoro,
confermando il valore dell’Academy come
strumento di innovazione e sviluppo
professionale.
Per ulteriori informazioni e aggiornamenti
sull’Agritech Academy e il bando per il
prossimo anno:
www.ricerca.unina.it/pnrr/centrinazionali/agritech/.
F.M.
di Fabrizio Matarazzo
La Campania si afferma come una delle
regioni più vivaci d’Italia nel panorama
dell’innovazione, raggiungendo la seconda
posizione a livello nazionale per numero di
start-up innovative, superando il Lazio e
posizionandosi subito dopo la Lombardia.
Un risultato che dimostra il fermento e la
dinamicità di un territorio in continua
evoluzione.
Secondo l’ultimo report nazionale di ottobre,
la regione conta ben 1.509 start-up
innovative, costituendo il 30% delle attività
incentrate sulle tecnologie abilitanti, di cui
oltre la metà focalizzate sull’intelligenza
artificiale (AI). Questo primato è supportato
da un ecosistema robusto che combina
università, ricerca, e capitale umano,
elementi che rendono la regione un hub
attrattivo per investimenti e collaborazioni.
Crescita nei Settori Strategici
Negli ultimi anni, la Campania ha visto
l’arrivo di grandi aziende come Apple,
Cisco, Deloitte e Calzedonia, attratte dalla
qualità del capitale umano e dalla vivacità
dell’ecosistema delle start-up. Le start-up,
infatti, non sono solo motore di innovazione,
ma anche strumenti di accelerazione per il
sistema delle PMI e delle pubbliche
amministrazioni.
La Regione ha scelto di puntare su settori
strategici attraverso investimenti mirati:
• Innovazione e robotica: già stanziati 50
milioni di euro per supportare le
start-up, con ulteriori 42 milioni
dedicati a strumenti finanziari
specifici.
• Trasferimento tecnologico: oltre 200
milioni di euro destinati a favorire il
dialogo tra ricerca e imprese.
• Sanità: 160 milioni investiti nella lotta alle
patologie oncologiche attraverso
infrastrutture avanzate e piattaforme
dedicate.
• Automotive: il progetto Borgo 4.0, con
uno stanziamento di 50 milioni di
euro, mira a posizionare la Campania
come centro di eccellenza per la
mobilità del futuro.
• Digitalizzazione del patrimonio
culturale: creata una piattaforma
open data per digitalizzare i beni
culturali materiali e immateriali della
regione, valorizzando il patrimonio
storico e artistico.
La Campania è oggi una delle regioni più
giovani d’Italia, con un sistema universitario
che forma il 41% degli studenti del Sud,
creando un capitale umano considerato la
vera "materia prima" per il futuro. La visione
strategica e gli investimenti regionali
testimoniano una crescita solida e proiettata
verso l’innovazione sostenibile e l’inclusione
tecnologica.
La regione si conferma come un laboratorio
di innovazione capace di attrarre talenti e
risorse, contribuendo a ridefinire il panorama
delle start-up italiane.
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INNOVAZIONE
INNOVAZIONE
Neuroscienze e Innovazione:
il workshop EBRAINS-Italy a Villa Doria d’Angri
Protom Group Spa acquisisce il ramo d’azienda
formazione della lombarda Espero Srl
52 53
Dal 1° al 4 dicembre 2024, Villa Doria
d’Angri a Napoli ha ospitato il workshop
‘The EBRAINS-Italy Research
Infrastructure for Neuroscience
Challenges’, un evento organizzato dalle
Università degli Studi di Napoli Federico II
e Parthenope. L’incontro, patrocinato dal
Ministero dell’Università e della Ricerca
(MUR), è stato un importante momento di
confronto sui risultati del progetto
EBRAINS-Italy, una delle infrastrutture di
ricerca più innovative nel panorama europeo
delle neuroscienze.
Ad aprire i lavori è stato David Della Morte
Canosci, Consigliere del Ministro
dell’Università e della Ricerca, Anna Maria
Bernini, che ha sottolineato il valore
strategico di questa iniziativa finanziata dal
programma NextGeneration EU e dal
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
(PNRR), con il coordinamento del Consiglio
Nazionale delle Ricerche (CNR).
Il workshop ha messo in evidenza
l’approccio multidisciplinare che caratterizza
il progetto. “Una delle peculiarità del
EBRAINS-Italy è la sinergia tra competenze
diverse, dal matematico al clinico – ha
spiegato il professore Giuseppe Sorrentino
dell’Università Parthenope –. Questa
integrazione permette di sviluppare nuove
metodologie e strumenti che possono
rivoluzionare la medicina tradizionale,
rendendola sempre più personalizzata".
Tra i temi affrontati, grande attenzione è
stata dedicata ai modelli computazionali
dell’ippocampo, fondamentali per lo studio
dell’Alzheimer, e ai modelli sulla dopamina,
utili per la comprensione e il trattamento del
Parkinson. “Questi progressi consentono di
tradurre la ricerca di base in applicazioni
cliniche concrete, contribuendo a migliorare
diagnosi e terapie", ha aggiunto Sorrentino.
Durante il workshop, la professoressa
Addolorata Marasco dell’Università
Federico II ha sottolineato il contesto più
ampio in cui si inserisce il progetto: “Negli
ultimi vent’anni, l’Unione Europea ha
investito enormemente nelle neuroscienze,
ottenendo risultati significativi. Ora, con la
conclusione dello Human Brain Project, è
fondamentale proseguire il lavoro per
consolidare e valorizzare le risorse
scientifiche".
Il progetto EBRAINS-Italy coinvolge 16 enti
universitari e istituti di ricerca, con oltre 200
ricercatori attivamente impegnati. Un
aspetto cruciale è la possibilità di rendere
disponibili gratuitamente i dati prodotti,
favorendo la diffusione del sapere e la
collaborazione internazionale.
Il workshop si è concluso con un bilancio
positivo sia per i risultati scientifici condivisi
che per le prospettive future. L’integrazione
tra ricerca, tecnologia e clinica continuerà a
essere la chiave per affrontare le sfide delle
neuroscienze, aprendo nuove strade verso
una medicina di precisione e terapie
avanzate.
www.ebrains-italy.eu
F.M.
Protom Group, leader nell’innovazione
tecnologica, rafforza la Business Unit
Knowledge Development grazie
all’acquisizione del ramo d’azienda
formazione di Espero Srl, storica azienda
lombarda nata nel 1991 da uno spin-off di
Apple Computer Italia. Espero è un marchio
riconosciuto per la formazione nelle nuove
tecnologie. Con questa acquisizione,
Protom amplia la propria offerta formativa,
che nel 2024 raggiunge ricavi per tre milioni
di euro, 15.000 ore di formazione erogate e
circa 250 clienti. Le principali aree tematiche
includono Intelligenza artificiale, Digital
transformation, Sviluppo software e
Project management.
Grazie a questa operazione, Protom
rafforza la sua presenza nel nord Italia con
l’apertura di un nuovo centro di competenza
a Milano. Questo centro, nato inizialmente
per la formazione, sarà la base per
consolidare la presenza dell’azienda anche
in altri settori come la Digital
Transformation, l’Advanced Engineering
e lo Smart Manufacturing.
“Con l’acquisizione del ramo d’azienda di
Espero, Protom Group prosegue nel suo
percorso di sviluppo che punta ad affermarsi
sempre più quale punto di riferimento
italiano nella progettazione e realizzazione
di soluzioni innovative,” ha dichiarato
Salvatore Rionero, CEO di Protom Group.
“Questa acquisizione nasce dall’incontro di
due realtà che condividono la stessa
passione per la formazione e l’innovazione.
Il nuovo centro di competenza di Milano, che
si aggiunge a quello storico di Napoli, ci
permetterà di essere ancora più vicini ai
nostri clienti, di allargare la nostra faculty e
di integrare le nostre soluzioni con contenuti
sempre più innovativi,” aggiunge Giuseppe
Ciociola, Manager della Business Unit
Knowledge Development di Protom Group.
Questa acquisizione si inserisce nella
strategia di crescita per linee esterne
annunciata da Protom nel 2024, che include
attività di scouting in Italia e all’estero per
rafforzare le Business Unit Knowledge
Development e Digital Transformation. Il
2024 si conclude con due acquisizioni
mirate a piccole imprese strutturate,
caratterizzate da tecnologie avanzate e
solide relazioni di mercato.
Fabio De Felice
Negli ultimi anni, Protom ha registrato una
crescita significativa, passando da un
fatturato di 12 milioni di euro nel 2018 a
circa 30 milioni nel 2023. Questa
espansione include l’apertura, durante
l’estate 2024, di una sede negli Stati Uniti,
precisamente nel South Carolina, con un
investimento iniziale di 5 milioni di dollari.
Ad agosto, Protom ha inoltre avviato una
partnership strategica con PerDieci,
focalizzata su Intelligenza artificiale,
Engineering e Manufacturing, con
l’obiettivo di accelerare la crescita delle due
realtà. Questa collaborazione, nata dagli
imprenditori seriali Fabio De Felice e
Alberto Baban, si basa su un accordo
strutturato che include compartecipazioni
societarie.
www.espero,it
www.protom.com
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ASSOCIAZIONI
L’arte contro l’abilismo: il calendario “I’m not Disabled” di Donatella Donatelli
a sostegno del progetto di velaterapia Anima Libera
54 55
Con la potenza delle immagini e un
messaggio profondo, la fotografa e artista
Donatella Donatelli presenta il suo
calendario artistico “I’m not Disabled”, un
progetto che sfida le convenzioni e si
schiera contro l’abilismo. L’iniziativa sostiene
Anima Libera, un programma ideato dalla
dott.ssa Simona Tozza, responsabile
dell’area di Psicologia del Centro Clinico
NeMo di Napoli, diretto dal dott. Salvatore
Dongiovanni, centro clinico di eccellenza ai
pazienti con patologie neuromuscolari. Il
calendario è patrocinato dal Comune di
Napoli – Assessorato alle Politiche
Sociali e dall’Ordine dei Giornalisti della
Campania, con il supporto dell’associazione
Più ARI Azioni Relazioni Iniziative APS.
Anima Libera: la vela come strumento di
benessere
Il progetto Anima Libera utilizza lo sport, e
in particolare la vela, per migliorare la
qualità della vita dei pazienti con patologie
neuromuscolari. Grazie alla collaborazione
di Gennaro Aversano, proprietario della
barca a vela Alcor e membro del Club
Nautico della Vela di Napoli, l’iniziativa
offre ai pazienti l’opportunità di partecipare a
uscite in barca. Durante queste esperienze,
il team multidisciplinare, composto dalla
dott.ssa Tozza, dal dott. Tommaso
Romano e dai fisioterapisti, raccoglie dati
clinici e impressioni personali per monitorare
i benefici psicofisici.
Le attività a bordo sono pensate per
stimolare l’interazione sociale e il benessere
psicologico, favorendo una nuova
concezione di sé e delle proprie capacità. La
velaterapia dimostra di essere un potente
strumento per migliorare i parametri
fisiologici, come quelli cardiaci, pressori e
respiratori, integrando il percorso di cura con
un approccio innovativo.
I’m not Disabled: un messaggio contro
l’abilismo
Con il progetto “I’m not Disabled”,
Donatella Donatelli esplora il rapporto tra
valore e capacità, interrogandosi su cosa
significhi davvero essere abili. Attraverso
fotografie potenti, che fondono poesia e
riflessione, Donatelli scardina pregiudizi e
invita a vedere la disabilità da una
prospettiva nuova, lontana dalla retorica. Le
sue immagini accompagneranno il 2025 di
chi decide di sostenere il progetto,
devolvendo il ricavato al programma Anima
Libera.
Come sostenere il progetto
Il calendario, disponibile al costo di 10 euro,
può essere acquistato tramite bonifico,
contattando Donatella Donatelli all’indirizzo
email dodo.donatelli@gmail.com
Per ulteriori informazioni sul progetto Anima
Libera, è possibile contattare la Dott.ssa
Simona Tozza all’indirizzo email simona.
tozza@gmail.com
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ASSOCIAZIONI
56 57
Donazioni al progetto possono essere effettuate tramite:
IBAN: IT51F0200815102000107267981
Causale: Progetto Anima Libera
Il calendario è patrocinato dal Comune di Napoli – Assessorato alle Politiche Sociali e
dall’Ordine dei Giornalisti della Campania, con il supporto dell’associazione Più ARI
Azioni Relazioni Iniziative APS
sudenord.it è media partner ufficiale.
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ASSOCIAZIONI
Uniti contro il tumore: il nuovo progetto
di ANT e Fondazione CON IL SUD
58 59
Fondazione ANT ha lanciato un progetto
interregionale, grazie al co-finanziamento
della Fondazione CON IL SUD, per
affrontare il tumore lungo l’intero percorso,
dalla prevenzione al fine vita. L’iniziativa,
che abbraccerà Puglia, Basilicata,
Campania e Sardegna fino al 2027, punta a
offrire servizi gratuiti per la cittadinanza,
potenziando l’assistenza oncologica e
rafforzando il tessuto sociale grazie alla
collaborazione con una rete di associazioni
territoriali.
Il progetto prevede: 4.200 visite di
prevenzione oncologica gratuite rivolte
soprattutto a chi vive situazioni di disagio
socio-economico, con particolare attenzione
ai tumori della cute, della tiroide, del
testicolo e della mammella; supporto
psicologico potenziato o attivato ex novo
l’obiettivo di fornire strumenti pratici e
supporto emotivo; incontri sul tema
“Salute e Ambiente” per 700 studenti delle
scuole superiori, in partnership con
l’associazione A Sud.
Grazie al coinvolgimento di realtà locali, il
progetto si propone di rafforzare il Terzo
Settore, creando sinergie e consolidando
una rete operativa su larga scala. In ogni
regione sono stati coinvolti enti del territorio
per offrire un supporto capillare e inclusivo.
Tra i partner figurano: Io Potentino Onlus
(Potenza), Associazione Pianoterra
(Napoli), Fondazione Emmanuel (Lecce),
Associazione Incontra (Bari), Cooperativa
Sociale Panta Rei (Cagliari).
Grazie a queste collaborazioni, ANT
garantirà che i cittadini più vulnerabili siano
anche le aree più remote. Ogni visita sarà
prenotabile online sul sito ufficiale di ANT.
Un punto fondamentale del progetto è il
sostegno ai caregiver, spesso invisibili
protagonisti della lotta al tumore. Saranno
sviluppo del Mezzogiorno attraverso
iniziative di coesione sociale. In 17 anni, ha
sostenuto oltre 1.800 progetti e collaborato
con più di 7.000 organizzazioni, investendo
quasi 300 milioni di euro in interventi per
contrastare la dispersione scolastica,
per pazienti e caregiver. A Cagliari, per
esempio, sarà avviato per la prima volta
questo servizio. 16 corsi di formazione e
laboratori esperienziali per i caregiver, con
informati, sensibilizzati e guidati attraverso il
percorso di prevenzione e cura. L’uso
dell’Ambulatorio Mobile, dotato di un
nuovo ecografo, permetterà di raggiungere
organizzati corsi formativi con medici,
psicologi e infermieri, affiancati da laboratori
esperienziali per aiutarli a gestire il carico
emotivo e pratico dell’assistenza. In alcune
aree, come in Puglia e Campania, il
supporto sarà esteso anche attraverso
interventi domiciliari.
Infine, nelle scuole secondarie di secondo
grado delle città coinvolte, gli incontri
mireranno a educare i giovani alla
prevenzione e a stili di vita sani,
sensibilizzandoli sul legame tra salute e
ambiente.
Fondazione CON IL SUD
La Fondazione CON IL SUD è un ente non
profit privato nato per promuovere lo
tutelare i beni comuni e migliorare i servizi
socio-sanitari.
www.fondazioneconilsud.it
ANT
Fondata nel 1978, la Fondazione ANT
Italia ONLUS è una delle più grandi realtà
non profit italiane dedicate all’assistenza
specialistica domiciliare e alla prevenzione
oncologica gratuita. Ogni anno, oltre 10.000
pazienti sono seguiti nelle loro case da
équipe multidisciplinari. ANT opera in 11
regioni italiane e finanzia la maggior parte
delle sue attività attraverso donazioni
private, il 5x1000 e lasciti testamentari.
www.ant.it
A.Q.
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
ISTITUZIONI E SOCIETA'
CIRCOLI
Costruiamo Gentilezza: la comunicazione
come strumento contro la violenza di genere
Circolo Savoia in festa: Ernesto De Amicis
Campione del Mondo Under 19 di Wingfoil
60 61
di Fabrizio Matarazzo
Il Dipartimento di Scienze Umanistiche
dell’Università Suor Orsola Benincasa di
Napoli ha ospitato un convegno incentrato
sul tema della comunicazione gentile
come strumento per contrastare la
violenza di genere. L’iniziativa rientra nel
progetto ‘Costruiamo Gentilezza’,
promosso in collaborazione con la Città
Metropolitana di Napoli, Capitale
Nazionale dell’omonimo progetto per il 2024.
L’apertura dei lavori è stata affidata al
Rettore del Suor Orsola Benincasa, Lucio
d’Alessandro, che ha sottolineato il ruolo
cruciale della gentilezza come competenza
trasversale. “Per una Università che forma
educatori, insegnanti, psicologi e operatori
sociali, la gentilezza non è una virtù astratta,
ma una competenza necessaria per
costruire relazioni virtuose e combattere la
violenza”, ha affermato il Rettore. Ha poi
introdotto il concetto di ‘nudge’, o spinta
gentile, come strategia per favorire
comportamenti positivi e consapevoli senza
imporre restrizioni alla libertà individuale.
Accanto a lui, il Consigliere delegato a
Sport, Giovani ed Eventi della Città
Metropolitana di Napoli, Sergio Colella,
ha evidenziato l’urgenza di un intervento
strutturato, coinvolgendo scuole, luoghi di
sport e spazi di aggregazione per le giovani
generazioni. “La violenza di genere è una
piaga da sradicare, e iniziative come il
Premio Fair Play Costruiamo Gentilezza
nello sport possono rappresentare un primo
passo verso un cambiamento culturale”.
Numerosi relatori si sono alternati durante il
workshop, moderato da Paola Villani,
Direttrice del Dipartimento di Scienze
Umanistiche. Tra gli interventi più
significativi, Nunzia Brancati, Dirigente
della Divisione Polizia Anticrimine della
Questura di Napoli, ha affrontato il tema
dell’ascolto delle vittime vulnerabili, mentre
Ciro Verdoliva, Direttore Generale dell’ASL
Napoli 1, e Maria Grazia Vinti,
Responsabile del Percorso Rosa presso
l’ASL Napoli 1, hanno illustrato i protocolli di
supporto attivi sul territorio.
Renata Monda, Presidente del Comitato
Unico di Garanzia della Città Metropolitana,
ha presentato il Progetto Costruiamo
Gentilezza, enfatizzando l’importanza di un
approccio sinergico tra istituzioni, educatori
e professionisti. Mariangela Mandia,
Creative Manager di Sistema Bellezza
Management, ha invece esplorato il ruolo
della comunicazione pubblica nell’equilibrio
tra identità, stile e cultura.
Il convegno si è concluso con un forte
appello a costruire una rete di
collaborazione tra istituzioni e società civile
per combattere la violenza attraverso
strumenti di ascolto e modelli di convivenza
basati sulla gentilezza.
www.cittametropolitanadinapoli.it
www.unisob.na.it
Il giovane talento partenopeo Ernesto De
Amicis, a soli 16 anni, si è laureato
Campione del Mondo Under 19 di Wingfoil,
conquistando il prestigioso titolo durante la
World Cup disputata in Brasile. Per il Reale
Yacht Club Canottieri Savoia (RYCC
Savoia), questa vittoria rappresenta
l’ennesimo traguardo di eccellenza nello
sport.
Il wingfoil, una disciplina emergente degli
sport acquatici, combina elementi del
windsurf e del kiteboard. Si utilizza una
tavola dotata di foil, un’appendice
idrodinamica che permette di ‘volare’
sull'acqua, e una vela gonfiabile, o wing, che
l'atleta tiene tra le mani per sfruttare la forza
del vento. È uno sport che richiede
equilibrio, coordinazione e abilità tecniche
avanzate, oltre a una forte connessione con
l’ambiente marino.
La vittoria mondiale di Ernesto segue di
pochi mesi il titolo europeo Under 19,
confermando il giovane napoletano come
una delle promesse più brillanti nel
panorama internazionale del wingfoil.
Nonostante la giovane età, Ernesto ha
ottenuto anche un notevole tredicesimo
posto nella classifica assoluta,
competendo con atleti esperti e di livello
mondiale.
Il RYCC Savoia è da sempre impegnato
nella formazione di giovani talenti,
sostenendo atleti come Ernesto De Amicis
e altri promettenti sportivi. Durante la World
Cup, accanto a Ernesto, hanno partecipato
anche i fratelli Lorenzo e Andrea
Gribaudo, evidenziando il costante impegno
del circolo napoletano nel promuovere
questa nuova disciplina.
"Complimenti a Ernesto, la sua dedizione è
straordinaria e rappresenta un esempio per
tutti i giovani - ha dichiarato il presidente del
circolo, Fabrizio Cattaneo della Volta -.
Dietro questo successo c’è un team forte e
coeso, guidato con professionalità dai
tecnici Francesco Coppolino e Chiara
Nonno, che sfruttano al meglio le condizioni
ideali offerte dal nostro golfo”.
Oltre ai trionfi di Ernesto, il circolo celebra
anche il titolo italiano conquistato dai cadetti
del canottaggio nella specialità dell’otto
maschile a Sabaudia.
Contemporaneamente, l’atleta Andrea
Tramontano rappresenta l’Italia ai Mondiali
Optimist in Argentina, dimostrando
l’eccellenza del Circolo anche nella vela.
Per Ernesto De Amicis, il futuro riserva sfide
ancora più ambiziose. Il giovane è già
focalizzato sugli obiettivi del 2025,
continuando a portare in alto i colori del
RYCC Savoia e della sua amata Napoli.
Inoltre, Ernesto è stato scelto come
testimonial ufficiale di Napoli Capitale
Europea dello Sport 2026, un ruolo che lo
lega ulteriormente alla sua città e alla sua
crescita sportiva.
www.ryccsavoia.it
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
CULTURA E SPETTACOLI
La fotografia come testimonianza viva: la IX
edizione de "Il Sabato della Fotografia"
62 63
di Francesco Bellofatto
A Napoli, tra le mura suggestive della Sala
Assoli, storico spazio off nei Quartieri
Spagnoli, prende vita la IX edizione de “Il
Sabato della Fotografia”, una rassegna
annuale che celebra il linguaggio fotografico
come strumento di narrazione, memoria
storica e analisi sociale. Dal 2013, questo
format, nato come segmento del più ampio
progetto “Movimenti per la fotografia”,
rappresenta un punto di riferimento per
Dipartimento di Scienze Sociali
dell'Università Federico II e l’Accademia
di Belle Arti di Napoli garantendo una
programmazione variegata e inclusiva.
Un dialogo continuo tra passato,
presente e futuro
Attraverso otto edizioni precedenti, Il Sabato
della Fotografia ha ospitato molte autorevoli
firme della fotografia italiana e
fotografi, curatori, studenti e appassionati.
Curato da Pino Miraglia (fotografo e
operatore culturale), Il Sabato della
Fotografia si pone come spazio di incontro e
riflessione, dove le immagini raccontano il
passato, interrogano il presente ma
soprattutto rivelano il background di fotografi
dove spesso la scelta di lavorare con la
fotografia coincide con la necessità di
raccontare il proprio tempo e la propria
dimensione narrativa di quel tempo.
Promosso da Casa del Contemporaneo,
Associazione Culturale 180° Meridiano e
Associazione Assoli, il progetto coinvolge
quest'anno, istituzioni accademiche come il
internazionale ma senza mai perdere il
contatto con Napoli e con i giovani o nuovi
autori. Matteo Basilè, Antonio Biasiucci,
Tano D’Amico, Fabio Donato, Marie Hald,
Stephanie Gengotti, Lucia Patalano,
Luciano Ferrara, Francesco Cito, Dino
Fracchia, Paola Agosti, Gianni Fiorito,
Tommaso Le Pera, Luciano Romano,
Diana Bagnoli, Valentina Tamborra,
Raffaela Mariniello, Aniello Barone,
Cesare Accetta, Mario Spada, Giulio
Piscitelli, Sofiya Chotyrbok, Sergio
Siano, Marialba Russo, Alessio Paduano.
A questi si aggiungono nomi di giornalisti,
foto editor, scrittori ed esperti del settore
come Augusto Pieroni, Giammaria De
Gasperis, Pietro Gargano, Claudio
Corrivetti, Sara Guerrini, Manuela
Fugenzi, Giovanni Fiorentino, Adriana
Rispoli, Irene Alison, Giulio Baffi, Sergio
Brancato, che hanno contribuito a rendere
la rassegna un laboratorio dinamico di idee
e confronti.
Il programma della IX edizione
Sotto il tema “Storie di fotografia”, la IX
edizione esplora la fotografia come
strumento narrativo universale, articolandosi
in quattro sezioni principali:
• Storie d’Italia: curata da Manuela
Fugenzi, affronta temi come
l’emigrazione, il paesaggio e l’identità
italiana, con protagonisti come
Uliano Lucas, Paola Agosti, Olivo
Barbieri e Fausto Giaccone.
• Inferno – Storie di guerra: guidata da
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
CULTURA E SPETTACOLI
Foto: Gianni Fiorito
64 65
Francesco Cito, Francesco Zizola e
Alessio Romenzi, con il contributo
della reporter Francesca
Mannocchi, racconta quattro decenni
di conflitti globali attraverso
fotografie, talk e documentari.
• Un passo indietro: celebra la memoria
fotografica di grandi avvenimenti con
mostre e incontri, tra cui quelli
dedicati a Gianni Fiorito, Luciano
Ferrara e Francesco Cito.
• Storie di donne: una finestra sulla
fotografia contemporanea europea al
femminile, con Marie Hald,
Stephanie Gengotti, Valentina
Quintano e Sophie-Anne Herin.
Gli appuntamenti di gennaio 2025
La programmazione entra nel vivo già da
gennaio, offrendo un calendario fitto di
eventi:
• Fino al 5 gennaio: Un passo indietro
presenta la mostra “Napoli dal
terremoto al G8” di Gianni Fiorito, un
viaggio visivo che racconta due
decenni di trasformazioni sociali e
politiche attraverso l’obiettivo del
fotografo, passato successivamente
alla fotografia di cinema.
Foto: Gianni Fiorito
Sudenord.it - Anno 1 n.4 - Dicembre 2024
CULTURA E SPETTACOLI
66
11 gennaio: la sezione Contemporanea
accoglie Sophie-Anne Herin, fotografa
valdostana che, con il suo ultimo progetto,
Entre chien et loup, ci condurrà nei
paesaggi onirici del lato oscuro della
montagna, alla ricerca di suggestioni
arcaiche e per indagare un nuovo e salvifico
rapporto tra natura, uomo e animale.
• 18 gennaio: Storie d’Italia propone un
incontro con Uliano Lucas, maestro
del reportage sociale, a cura di
Manuela Fugenzi.
• 25 gennaio: un focus sul popolo Sahrawi
con Patrizio Esposito e Fatima
Mahfoud, rappresentante in Italia del
Fronte Polisario, offrirà uno sguardo
sulla fotografia come strumento di
lotta e resistenza.
Uno spazio inclusivo per i giovani
La sezione “Ricognizioni” continua a
rappresentare un trampolino di lancio per i
nuovi talenti, offrendo loro occasioni di
visibilità e confronto con fotografi affermati.
Tra memoria e innovazione
Con questa IX edizione, Il Sabato della
Fotografia rinnova il suo impegno a
raccontare il mondo attraverso l’immagine,
intrecciando memoria, contemporaneità e
prospettive future. Per chi ama la fotografia,
questo è molto più di un evento: è
un’esperienza che lascia un segno, un invito
a osservare il mondo con occhi consapevoli.
Immagini fornite da il Sabato della fotografia.
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CULTURA E SPETTACOLI
Mattia e la conoscenza di Panky: Una nuova avventura di Tenor
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SudeNord prosegue con grande piacere la pubblicazione delle avventure a fumetti di
contenuti, dettagli e tratto creativo danno ala dimensione della profonda sensibilità
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Tenor, giovanissimo artista affetto da disturbo dello spettro autistico. La ricchezza di
dell’autore.
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CULTURA E SPETTACOLI
La Campania e il Patrimonio Immateriale:
tradizione, innovazione e sviluppo
70 71
Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania: “Il patrimonio immateriale campano è
l'anima delle nostre comunità, una ricchezza da tramandare e valorizzare. Questo lavoro è
essenziale per proiettare la nostra identità culturale verso un futuro sostenibile”.
Si è conclusa con grande successo la
seconda edizione della Rassegna del
Patrimonio Immateriale della Campania,
tenutasi presso il NEXT (Nuova
Esposizione Ex Tabacchificio) di
Capaccio Paestum. L’evento, organizzato
dalla Regione Campania con il supporto di
Scabec – Società Campana Beni
Culturali, ha celebrato le tradizioni, i saperi
e le espressioni culturali che rendono unica
la regione.
La rassegna ha offerto tre giorni di
laboratori, degustazioni, spettacoli e incontri
tematici, permettendo ai visitatori di
immergersi in un patrimonio che intreccia
passato e futuro. La manifestazione ha
valorizzato elementi iscritti nell’Inventario
del Patrimonio Culturale Immateriale
Campano (IPIC), in linea con la
Convenzione UNESCO del 2003. Tra i
protagonisti:
• I Gigli di Barra, simbolo di devozione
popolare.
• L’arte del Pizzaiuolo Napoletano, al
settimo anniversario del
riconoscimento UNESCO.
• La Dieta Mediterranea, patrimonio
culturale e salutistico globale.
• Le celebrazioni come il Carnevale
Paghese e la Festa della Madonna
delle Galline
Preservare e innovare
Il presidente Vincenzo De Luca ha
sottolineato il valore del patrimonio
immateriale come motore di sviluppo
sostenibile: "La Campania possiede un
patrimonio culturale unico, una leva
strategica per l’economia e un simbolo
identitario da custodire e valorizzare a livello
globale."
Rosanna Romano, coordinatrice per la
Cultura, Spettacolo e Turismo della Regione
Campania, ha evidenziato il ruolo inclusivo
del progetto IPIC: "Il nostro patrimonio
immateriale non è solo tradizione, ma anche
innovazione. Con il coinvolgimento attivo
delle comunità locali, stiamo costruendo una
visione condivisa del futuro culturale della
Campania."
La dirigente regionale Nadia Murolo ha
ribadito l’importanza di iniziative come la
Rassegna per mantenere vivo il legame tra
patrimonio e persone: "Investire nel
patrimonio immateriale significa investire
nelle comunità che lo tramandano, affinché
diventi un elemento di sviluppo sociale ed
economico sostenibile."
L’IPIC e il futuro del patrimonio
immateriale campano
Istituito nel 2017, l’Inventario del
Patrimonio Culturale Immateriale
Campano (IPIC) conta oggi 124 elementi
catalogati. Questo strumento innovativo mira
a documentare e valorizzare celebrazioni,
saperi artigianali, espressioni orali, e
pratiche agroalimentari come il caffè
napoletano e i muretti a secco.
La Campania, con i suoi sette elementi
immateriali già iscritti nella Lista UNESCO,
continua a rappresentare un modello di
eccellenza per la tutela e la promozione
della cultura. Tra i progetti futuri spiccano la
candidatura del caffè espresso napoletano
e l’approfondimento dei rituali legati al grano
e al culto di San Gennaro.
Un’eredità per le generazioni future
La Rassegna del Patrimonio Immateriale
della Campania non è stata solo un evento
celebrativo, ma un’occasione per rilanciare il
ruolo della regione nel panorama culturale
internazionale.
"Il nostro impegno è proiettare il patrimonio
immateriale campano verso il futuro,
coinvolgendo giovani, comunità e istituzioni
in un processo di valorizzazione condiviso",
ha concluso il Presidente De Luca.
(Foto da catalogo fornite da Scabbec)
www.patrimonioimmaterialecampano.it
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CULTURA E SPETTACOLI
Libro e disco degli ’A67: ‘Nemesi d’amore e di anarchia’.
Un progetto artistico unico tra musica e letteratura
72 73
di Francesco Bellofatto
La band’A67 presenta un doppio progetto, il
libro Nemesi d’amore e di anarchia e il
disco Nemesi, che fondono musica e
letteratura in un’esperienza artistica
immersiva e innovativa. Questo lavoro, frutto
di una collaborazione con autori e musicisti
di rilievo, porta avanti l’impegno sociale e
culturale del gruppo, nato a Scampia,
quartiere simbolo di Napoli, e ormai
affermato a livello internazionale.
Il libro
Pubblicato da Baldini+Castoldi e curato da
Daniele Sanzone, frontman degli ’A67, il
libro raccoglie racconti di 18 autori italiani e
internazionali: Brun, Cacciapuoti, Carrino,
de Silva, Diawara, Ferré, Fortuna,
Gehnyei, Grittani, Maran, Marino, Menna,
Ossorio, Rovelli, Parrella, Remmert,
Solla, Varriale.
Diviso in due parti, il libro esplora temi
universali come l’amore, la giustizia, la
resistenza e il cambiamento. La prima parte
è dedicata ai racconti ispirati dalle canzoni
della band, mentre la seconda raccoglie i
testi in napoletano delle stesse canzoni con
traduzioni in italiano.
Con la postfazione di Laura Valente, il libro
invita il lettore a riflettere sul significato della
giustizia e sulla necessità di un’azione
collettiva. La copertina, realizzata dal
maestro Francesco Clemente, rappresenta
simbolicamente le ferite che possono essere
ricucite attraverso la forza della giustizia.
Il disco
Nemesi, sesto album degli ’A67, è stato
prodotto da Betty Wrong Edizioni Musicali
di Elisabetta Sgarbi e registrato
interamente a Parigi, presso lo Studio
STAR de l’Université Paris-Saclay. È un
disco che mescola rock blues con incursioni
rap e poetry slam, confermando l’originalità
della band.
Le 10 tracce dell’album includono una cover
in napoletano di Annarella dei CCCP. Gli
ospiti che hanno partecipato al progetto
sono Séverine Seba (voce), Giuseppe
Giroffi (sassofono), Filippo Fabbri e
Elisabetta Serio (pianoforte).
Il concetto di Nemesi richiama l’idea classica
di giustizia divina e riparatrice, lontana da
quella di vendetta. L’album è un’esortazione
al cambiamento, ispirata
dalle parole di William
S. Burroughs: «La cosa
più pericolosa che un
uomo possa fare è
rimanere immobile».
‘A67
Nati nel cuore di
Scampia come risposta
a un contesto sociale
complesso, gli ’A67 si
sono affermati come
punto di riferimento nella
scena musicale italiana.
La band ha ricevuto
prestigiosi
riconoscimenti, tra cui:
Premio SIAE (2004),
Una Canzone per
Amnesty (2006), Targa
Tenco per il miglior
album in dialetto
(Jastemma, 2022).
Hanno calcato i più
importanti palchi italiani
e internazionali, tra cui il
Concerto del Primo
Maggio a Roma,
l’Arezzo Wave Festival
e tournée in Brasile, Francia, Germania,
Belgio e Grecia. Sono stati ospiti del
premio Nobel Dario Fo.
Nel corso della loro carriera, gli ’A67 hanno
collaborato con numerosi artisti di diverse
discipline: Musicisti e Cantanti: Pino
Daniele, Nino D’Angelo, Caparezza,
Edoardo Bennato, Mauro Pagani, Zulù
(99 Posse), Frankie hi-nrg mc, Raiz,
Teresa De Sio, James Senese, Cristina
Donadio, Roberto Saviano, Valeria
Parrella, Giancarlo De Cataldo, Nicola
Lagioia, Viola Ardone, Francesca Marone.
Formazione attuale della band:
• Daniele Sanzone: voce
• Enzo Cangiano: chitarra
• Gianluca Ciccarelli: basso
• Mirko Del Gaudio: batteria
Un’esperienza che supera i confini
Il progetto Nemesi d’amore e di anarchia
dimostra la capacità degli ’A67 di innovare e
unire mondi diversi come la musica e la
letteratura, dando vita a un’opera poliedrica
e intensa.
www.a67.it
www.baldinicastoldi.it
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CULTURA E SPETTACOLI
Caravaggio tra passato e presente:
la grande arte e il legame con Napoli
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La figura di Caravaggio continua a
incantare e a ispirare, consolidando il suo
legame con il Sud Italia, terra che accolse il
maestro negli ultimi anni della sua
tumultuosa esistenza. Le sue opere, intrise
di drammaticità e luce, parlano un
linguaggio universale che attraversa i secoli,
trovando oggi nuove riletture e riflessioni.
Caravaggio ieri: L’Adorazione dei
Pastori e la scoperta sui pagamenti
Tra le opere più celebri del periodo
napoletano di Caravaggio, spicca
L’Adorazione dei Pastori, un capolavoro
commissionato per Messina ma realizzato
nel fervore creativo della Napoli di fine 1609.
Questo dipinto, ora custodito al Museo
Regionale di Messina, rappresenta un
omaggio straordinario allo spirito del Natale,
con il suo realismo toccante e la capacità di
umanizzare la sacralità del momento.
Recentemente, grazie al lavoro di Vincenzo
Sorrentino, nuovo curatore delle collezioni
del XVII secolo del Museo e Real Bosco di
Capodimonte, sono emersi documenti inediti
presso l’Archivio Storico del Banco di
Napoli. Tre pagamenti sconosciuti hanno
fatto luce sulle commissioni di Caravaggio
durante il suo secondo soggiorno a Napoli.
Tra questi, uno si riferisce proprio
all’Adorazione dei Pastori, con un
pagamento di ben 300 ducati, cifra che
conferma il valore elevatissimo attribuito alle
opere del Merisi.
Questi documenti svelano anche il ruolo di
Lanfranco Massa come intermediario e
identificano una nuova committente,
Ippolita Cattaneo de Marini, nobildonna
genovese finora poco nota. Il quadro fu
dipinto a Napoli mentre Caravaggio cercava
di ottenere il perdono papale per tornare a
Roma, vivendo un periodo di tormento
personale ma di grande successo artistico.
Caravaggio oggi: Sette
opere per la Misericordia
A Napoli, il legame con
Caravaggio continua al Pio
Monte della Misericordia,
dove è custodita una delle sue
opere più iconiche, Le Sette
Opere della Misericordia. La
VII edizione della mostra Sette
opere per la Misericordia, in
corso presso la storica
istituzione di via Tribunali, è
stata prorogata fino al 20
gennaio 2025, offrendo al
pubblico l’occasione di
ammirare lavori di sette artisti
contemporanei ispirati alla
misericordia.
Gli artisti internazionali Beatrice
Caracciolo, Edgar Honetschläger,
Andrew Huston, Mariko Mori, Carsten
Nicolai, Serena Scapagnini e Juergen
Teller hanno creato opere che spaziano da
dipinti a installazioni multimediali,
contribuendo ad arricchire il dialogo tra
passato e presente. Questa iniziativa, ideata
da Maria Grazia Leonetti Rodinò e curata
da Mario Codognato, rinnova la missione
del Pio Monte come centro culturale e
sociale.
Le Sette Opere della Misericordia
Dipinto nel 1607, Le Sette Opere della
Misericordia è un capolavoro emblematico
di Caravaggio. L’opera rappresenta, in
un’unica scena complessa e dinamica, le
sette azioni caritatevoli riconosciute dalla
tradizione cristiana: Dar da mangiare agli
affamati, Dar da bere agli assetati, Vestire
gli ignudi, Alloggiare i pellegrini, Visitare
gli infermi, Visitare i carcerati, Seppellire
i morti.
Caravaggio inserisce queste opere in un
contesto urbano, carico di pathos e umanità,
con un uso drammatico della luce che
illumina gesti e volti, trasformando la scena
in una narrazione epica della compassione
cristiana.
Info utili
Mostra "Sette opere per la Misericordia"
Pio Monte della Misericordia, Via Tribunali
253 – Napoli
www.piomontedellamisericordia.it
(le immagini delle opere di Caravaggio sono di pubblico
dominio. Le foto delle opere al Pio Monte sono fornite
dall’Ufficio stampa in allegato al comunicato)
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CULTURA E SPETTACOLI
Dadapolis: le mille voci di Napoli
Leperino, Anna Maria Pugliese, Alessandra
Cutolo, Davide Arpaia, Sergio Fermariello,
76 in un caleidoscopio di musica, arti e memoria
Antonio Biasucci, Diego Lama, Nicca
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Iovinella, Giglio, Ebbanesis, Trallallà, Fabio
Pisano, Giulio Piscitelli, Viola Ardone,
di Walter Ferrigno
Patrizia Di Martino, Raffaela Mariniello,
Rosy Rox, Rosaria Iazzetta, Libera Velo,
"Dadapolis" è più di un semplice
Gianni Valentino, Lello Tramma, Alessio
documentario: è un viaggio corale che
Forgione, Pino Mauro, Extrapolo, Dolores
racconta Napoli attraverso le sue mille
Melodia, Bianco e Valente, Maurizio
contraddizioni, la sua vitalità e la sua
Esposito, Caterina Biasucci, Luca di Pace,
resilienza. Diretto da Carlo Luglio e Fabio
Gianluca Nariello, Alessandro Fermariello,
Gargano, il film si ispira all'omonima
Vincenzo Pagliuca e Andrea Marchesano.
antologia "Dadapolis: Caleidoscopio
Questa pluralità di voci offre un quadro
napoletano", pubblicata nel 1989 da
sfaccettato di una città che, pur radicata
Fabrizia Ramondino e Andreas Friedrich
nella tradizione, guarda al futuro con
Müller. Questa straordinaria opera letteraria
creatività e speranza.
raccoglie testimonianze e riflessioni di artisti
e intellettuali per raccontare una Napoli al
contempo reale e immaginaria, in continuo
fermento e sempre attuale.
Nel film, la città si rivela esclusivamente
dalla costa, una linea geografica che
racchiude in sé tutta la potenza visiva e
narrativa di Napoli, fatta di bellezza
abbagliante e abbandono tangibile. L’opera
è stata presentata alla 81ª Mostra del
Cinema di Venezia e distribuita nelle sale
italiane a partire dal 2 dicembre 2024, grazie
a Europictures. La produzione, curata da
Bronx Film in collaborazione con Movies
Event, si è avvalsa del supporto della
Scuola di Cinema, Fotografia e Audiovisivo
dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e del
contributo della Film Commission Regione
Campania.
Omaggio a Di Vaio e Moscato
"Dadapolis" rende omaggio a due persone
indimenticabili: il primo è Gaetano Di Vaio,
produttore cinematografico e attore, noto per
il suo impegno nel raccontare le periferie
napoletane con autenticità e passione. La
sua scomparsa a maggio 2024 ha lasciato
un vuoto nel panorama artistico della città. Il
secondo tributo è rivolto a Enzo Moscato,
poeta, drammaturgo e regista, figura
rivoluzionaria del teatro contemporaneo,
scomparso a gennaio 2024. Moscato, con la
sua capacità di innovare e sperimentare, ha
lasciato un’impronta indelebile nella cultura
italiana.
Le voci che raccontano Napoli
Il cuore di "Dadapolis" sono le testimonianze
di circa sessanta artisti e musicisti
partenopei, che con le loro opere e parole
dipingono una Napoli poliedrica e
universale. Tra le figure principali spiccano
Roberto Colella (La Maschera), James
Senese, Peppe Lanzetta, Jorit, Dario
Sansone, Cristina Donadio, Nello Daniele,
Enzo Moscato, Vale LP, Tonino Taiuti e
Margherita Guelfo.
La narrazione è arricchita anche dai
contributi di Mario Spada, Simona Frasca,
Franz Cerami, Igor Esposito, Dalal
Suleiman, Ciro Riccardi, Francesco Filippini,
Massimo Andrei, Emanuele Valenti,
Francesca Saturnino, Carlo Cerciello, Guido
Lombardi, Luciano Ferrara, Christian
Fabrizia Ramondino: memoria, identità e
impegno civile
Il film si ispira all’opera di Fabrizia
Ramondino, una delle scrittrici più
significative del Novecento italiano. Nata a
Napoli nel 1936 e scomparsa nel 2008,
Ramondino è stata una voce imprescindibile
per chi vuole comprendere le complessità
del Mezzogiorno. La sua scrittura, intima e
politica, esplora temi come la memoria,
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CULTURA E SPETTACOLI
78 79
l’identità, le dinamiche sociali e il rapporto
con la terra natale.
Tra le sue opere principali si annovera
"Althénopis", un romanzo che restituisce la
Napoli dell’infanzia con una prosa evocativa
e stratificata. In "Dadapolis: Caleidoscopio
napoletano", scritto con Andreas Friedrich
Müller, Ramondino dà vita a un dialogo
corale che riflette sulla città come luogo di
contrasti e trasformazioni, una Napoli che
non è mai ferma ma sempre in divenire.
Ramondino non è stata solo una scrittrice,
ma anche un’attivista impegnata nel sociale,
dedicandosi a progetti educativi e culturali
rivolti alle fasce più deboli della società. La
sua capacità di unire introspezione
personale e analisi sociale ha fatto di lei una
figura di spicco nel panorama culturale
italiano.
Un progetto collettivo e universale
‘Dadapolis’ non è solo una celebrazione di
Napoli, ma un invito a guardare oltre, a
scoprire come le storie locali possano
dialogare con il mondo. L’opera si inserisce
in una tradizione cinematografica e letteraria
che cerca di restituire dignità e complessità
a una terra troppo spesso ridotta a
stereotipi. Attraverso la forza delle sue
immagini e delle sue parole, ‘Dadapolis’
diventa un manifesto di speranza, un ponte
tra passato e futuro, tra Napoli e il mondo.
(foto di scena di Cecilia Catani e Pasquale Morlando,
fornite dall’Ufficio stampa STORYFINDERS)
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CULTURA E SPETTACOLI
Bellissima Ossessione:
il legame eterno tra cinema e musica
80 81
di Diego Nuzzo
Nell’ultima scena di Nuovo cinema Paradiso
l’ex bambino Totò, diventato affermato
regista, torna in Sicilia per il funerale del suo
mentore, il proiezionista Alfredo, interpretato
magistralmente da Philippe Noiret. Prima di
ripartire la vedova gli consegna quello che il
suo maestro gli ha lasciato in eredità: una
bobina con il montaggio di tutti i “baci
tagliati” dalla censura dell’inflessibile
parroco. In sottofondo suonano le note,
tonitruanti ma efficacissime, del tema
principale del film scritto da Ennio Morricone
mentre sullo schermo scorrono le immagini
di Cary Grant e Rosalind Russell, di
Massimo Girotti e Silvana Mangano, di
Vittorio De Sica e Assia Noris e ancora di
Chaplin, Gary Cooper, Rodolfo Valentino
che baciano impetuosamente i loro partner.
Quello stesso piacere, dolce e malinconico,
struggente e appassionato, l’ho provato nel
mettere assieme i momenti più significativi e
i film più rilevanti nel rapporto tra cinema,
melodie e armonie. Musica classica, opera,
jazz, rock, i musicarelli, i compositori
premiati con l’Oscar e quelli un po’ negletti e
ingiustamente dimenticati, il cinema
“natalizio” e quello di guerra, i film visionari e
quelli caduti sotto la scure della censura in
una personalissima carrellata tra immagini e
suoni che ho avuto l’ardire di definire
“passeggiate”, in quanto nulla hanno della
dotta dissertazione accademica, del
pomposo saggio da cattedratico ma sono
solo delle piacevoli chiacchierate informali
con vecchi amici: Fellini e Nino Rota,
Spielberg e John Williams, Woody Allen e i
suoi adorati jazzisti corredate dalle immagini
di locandine provenienti da tutto il mondo.
Mi sono divertito a raccontare aneddoti e
curiosità, primati e spigolature di due
bellissime ossessioni, il cinema e la musica,
che mi hanno felicemente accompagnato
per tutta la vita. Una carrellata che si
conclude con ventisei (più una…e leggendo
il libro capirete l’importanza della
numerologia) scene essenziali, simboliche,
iconiche del rapporto tra loro. Possono
trovarsi all’inizio della pellicola, come l’arrivo
del taxi all’alba sulla Quinta Strada, davanti
alla vetrina della più celebre gioielleria di
New York dove Audrey Hepburn mangia un
croissant in Colazione da Tiffany o alla fine
del film, con la carezza più struggente,
nostalgica e romantica di tutta la storia del
cinema, quella che Katie
Morosky/Barbra Streisand fa a
Hubble Gardiner/Robert
Redford dinanzi al Plaza su
Central Park South, nel finale
di Come eravamo, sulle note
di The way we were; o anche
in media res come la scena
della morte di Port Moresby
davanti a sua moglie Kit ne Il
tè nel deserto con il tema di
Ryūichi Sakamoto o Antonio
Salieri interpretato da F.
Murray Abraham, che descrive
il primo ascolto della Gran
Partita di Mozart “come lo
schiudersi di un vecchio
cofano” in Amadeus di Milos
Forman. Il tutto con una gioia
infinita che spero possa
provare anche chi leggerà
questo innocente pis aller.
L’Autore
Diego Nuzzo è nato nel 1966
a Napoli, dove risiede tuttora
anche se vorrebbe vivere a
Parigi. È stato pubblicitario,
architetto, libraio, organizzatore di eventi
culturali. Ha pubblicato tre romanzi, diverse
biografie, alcuni racconti e qualcuno gli ha
fatto perfino mettere in scena dei testi
teatrali. Non ha mai posseduto un televisore
ma in compenso ha tutte le opere di Mozart,
ama i vini bianchi del Triveneto, ha un cane
e pochi buoni amici.
Il Libro
Perché cinema e musica? Perché le
musiche da film spesso sono quelle che
ricordiamo più facilmente, che ci ritroviamo a
canticchiare o a fischiettare fuori dalla sala.
Una raccolta di saggi critici che è quindi
un’incursione in due territori, quello
cinematografico e quello musicale, troppo
spesso appannaggio di cattedratici usi a
ostentare linguaggi da iniziati, con teorie
astruse e sibilline.
Queste pacifiche invasioni di campo hanno
invece semplicemente il sapore della
chiacchierata informale, spiritosa ma anche
appassionata, commossa, fatta tra amici che
condividono amori ed emozioni.
www.homoscrivens.it/
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CULTURA E SPETTACOLI
"Il Santo di Carne": La vita di Alfonso Maria de' Liguori tra poesia e realtà
82 83
di Walter Ferrigno
Il Santo di Carne è il docufilm diretto da
Giuseppe Alessio Nuzzo, con protagonista
Enrico Lo Verso, che interpreta
un’autobiografia immaginaria e poetica di
Alfonso Maria de’ Liguori, figura
straordinaria e autore del celebre canto
natalizio Tu scendi dalle stelle. Il film è un
viaggio tra vicenda terrena, opere,
testimonianze e lascito spirituale del santo,
raccontato con intensità e ricchezza
narrativa.
Il docufilm si sviluppa in sette atti
cronologici, ripercorrendo le tappe
fondamentali della vita di Sant'Alfonso, tra il
1600 e il 1700, attraverso suggestive
ricostruzioni storiche e scenari evocativi
come il Duomo di Napoli, via dei Tribunali,
Scampia e l’Archivio di Stato. Giovanna
Sannino, nota per Mare Fuori e Come
Romeo e Giulietta, interpreta Maria Teresa
de’ Liguori, suora e figura chiave nella
narrazione. Completano il cast Marco
Panico e Fiorenzo Parlati, in un’opera che
mescola storia e finzione con grande
intensità.
Liberamente ispirato alla lettera pastorale “In
Dialogo con Sant’Alfonso” di Sua Eccellenza
Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e
presidente della Conferenza episcopale
della Campania, il film esplora non solo il
santo, ma anche l’uomo dietro la figura
religiosa. Attraverso interviste e anni di
ricerca condotti dal regista Giuseppe
Alessio Nuzzo, il docufilm cerca di svelare il
mistero di questa personalità che ha
influenzato profondamente la Chiesa
Cattolica, la teologia, la musica e l’arte, ma
che rimane ancora poco conosciuta.
La colonna sonora, fondamentale per la
narrazione, include due brani di Enzo
Avitabile, Quando la felicità non la vedi,
cercala dentro e Stabat Mater, concessi
gratuitamente per devozione al santo.
L'accompagnamento musicale è stato
curato dal Dipartimento di Musica Applicata
del Conservatorio "Francesco Venezze" di
Rovigo, sotto la direzione artistica del
vincitore del David di Donatello Marco
Biscarini.
Prodotto da Giuseppe Piccolo e Giovanni
La Montagna, il film ha beneficiato del
sostegno del Ministero della Cultura, della
Regione Campania e della Film Commission
Regione Campania, nell’ambito delle “Nuove
Strategie per il cinema in Campania 3”. È
distribuito a livello internazionale da London
Movie Ltd e ha coinvolto partner come il
Liceo Alfonso Maria de’ Liguori e la Diocesi
di Acerra.
Il Santo di Carne non è solo un film, ma una
profonda riflessione poetica e spirituale su
una figura che ha saputo unire fede, musica
e arte, lasciando un segno indelebile nella
cultura italiana.
Il regista
Giuseppe Alessio Nuzzo, classe 1989, è
un regista e autore cinematografico italiano.
Con una formazione multidisciplinare che
include studi di regia alla National Film & TV
School di Londra e al Centro Sperimentale
di Cinematografia di Roma, ha conseguito
due lauree: in Scienze e Tecnologie delle
Arti e del Cinema e in Odontoiatria. La sua
carriera è contraddistinta da un approccio
innovativo che integra cinema tradizionale e
nuove tecnologie come la realtà virtuale.
Tra le sue opere principali figurano i
lungometraggi Le verità (2017), Quel Posto
nel Tempo (2021) e Come Romeo e
Giulietta (2023). Ha diretto cortometraggi di
grande impatto come Il nome che mi hai
sempre dato e Fame, oltre a documentari
come Primitivamente e Il Santo di Carne.
Le sue opere sono state premiate a livello
nazionale e internazionale, ricevendo
riconoscimenti ai Nastri d'Argento, al
Giffoni Film Festival e al Siena Film
Festival.
Nuzzo ha collaborato con artisti di fama
come Michele Placido e Giancarlo
Giannini e ha realizzato progetti
crossmediali innovativi come La stanza
sul cyberbullismo. La sua sensibilità
artistica e la sua visione moderna lo
rendono uno dei registi più interessanti
della sua generazione.
Il Santo
Sant'Alfonso Maria de' Liguori (1696–
1787), dottore della Chiesa, è stato un
teologo, musicista, pittore e scrittore.
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CULTURA E SPETTACOLI
84 85
Nato a Marianella, vicino Napoli, è noto
per la sua monumentale Teologia Morale e
per il celebre canto natalizio Tu scendi
dalle stelle, definito da Giuseppe Verdi “la
canzone senza la quale Natale non
sarebbe Natale”.
Alfonso abbandonò la carriera legale per
diventare sacerdote missionario, fondando
la Congregazione del Santissimo
Redentore (Redentoristi). Il suo approccio
teologico conciliava le esigenze della
legge divina con la libertà e la coscienza
dell’uomo, sfidando il rigorismo del
giansenismo diffuso nel “secolo dei lumi”.
La sua teologia, caratterizzata da una
profonda devozione mariana, influenzò la
spiritualità popolare per oltre due secoli.
Alfonso fu anche artista prolifico: compose
musica, scrisse poesie e creò opere
pittoriche, incarnando l'ideale del santo
rinascimentale. La sua umanità, il senso
dell'umorismo e la capacità di ispirare lo
rendono una figura unica nella storia della
Chiesa Cattolica. Il suo lascito spirituale
continua a essere celebrato in tutto il
mondo.
(Foto di scena fornite dall’ufficio stampa)
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CULTURA E SPETTACOLI
Madre Sirena: un viaggio nel mito di Partenope
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Antonio Orselli, con il suo libro Madre
Sirena. Indagine sulla sirena Partenope,
edito da Homo Scrivens e impreziosito
dalla copertina firmata da Lucia Gangheri,
ci conduce in un’affascinante esplorazione
del mito più antico e profondo di Napoli.
Partendo da due episodi emblematici — la
perdita in mare di una statua della Sirena
Partenope nel XVI secolo e la favola
popolare di "Mamma Sirena" registrata nel
1974 — l’autore intreccia storia, leggenda e
cultura popolare per interrogarsi sull’identità
e sul significato di questa figura enigmatica.
Attraverso un’indagine che spazia dal culto
antico della Sirena come nume tutelare della
città alla sua metamorfosi nella tradizione
orale, Orselli offre una rilettura potente e
suggestiva del legame tra Napoli e il suo
simbolo più evocativo. Chi è davvero la
Sirena Partenope? Questa è la domanda
che guida un racconto in cui storia e mito si
fondono per restituire una visione unica e
affascinante della Grande Madre del Mare.
Nel 1569, una nave partì dal porto di Napoli
per raggiungere la Spagna, quando, nel
golfo del Leone a sud della Francia, fu
catturata da una flotta di pirati musulmani, I
pirati rimasero però sconcertati dal bottino:
né oro e né preziosi, ma un grosso carico di
opere d’arte antica che apparteneva al
Viceré Don Pedro Afan de Ribera. Furibondi
per l’inservibile e infruttuosa preda, i pirati
gettarono l’intero bottino a mare. Ora, in
quel carico c’era una statua di marmo che
riproduceva in figura intera una fanciulla in
atto di preghiera: i napoletani dicevano che
fosse tra le più belle opere d’arte antiche
che ancora si potessero vedere nella loro
città; era una statua della Sirena Partenope,
l’antico nume tutelare della città di Neapolis.
Nel 1974, in Boccia al Mauro una frazione di
Terzigno, cittadina vesuviana, venne
registrata dalla voce di una contadina del
luogo una favola Mamma Sirena. Rarissimo
documento che rappresenta l’ultima
testimonianza sulla figura mitica del
misterioso essere marino. In tale racconto,
la Sirena non viene rappresentata sotto
l’aspetto comunemente noto dalla letteratura
e dalle arti visive, ma appare come una
grande Signora degli Abissi.
Ora, sono state giusto le fattezze della
statua perduta in fondo al mare e quelle
della Grande Madre del Mare della favola
contadina a costituire i punti estremi di
questa ”indagine” sul più antico dei miti di
Napoli.
Ed è stato un viaggio nella storia più antica
della città e nella cultura popolare della sua
gente, sviluppatosi soprattutto dall’ esigenza
di rispondere ad una domanda che i due
documenti hanno sollecitato: se la Sirena
Partenope che ne viene fuori, è quanto di
più lontano ci possa essere dall’ immagine
che ancora oggi generalmente si conosce,
allora cosa ci dicono la statua trafugata e la
favola di Mamma Sirena?
Chi è davvero la Sirena Partenope?
Antonio Orselli
Madre Sirena. Indagine sulla Sirena
Partenope
(Homo Scrivens)
Lucia Gangheri: La Sirena che emerge
dal mito
Per la copertina di Madre Sirena di Antonio
Orselli, Lucia Gangheri ha realizzato un
acquerello che reinterpreta la figura della
Sirena Partenope. Ispirata dalla fiaba di
Mamma Sirena, l’opera raffigura una figura
evanescente che cerca di emergere dal
fondale, simbolo di liberazione e di una
nuova lettura del mito napoletano.
L’ antica iconografia raffigura la sirena come
una creatura dal volto di donna e dal il corpo
di uccello. A partire dal Medioevo, sarà
trasformata in quella bella fanciulla dai
lunghi capelli con la coda di pesce e dalla
voce suadente.
Di queste immagini ne troviamo tantissime
rappresentate su vasellame, monete,
capitelli, statuette di bronzo fino ad arrivare
alla pittura dei preraffaelliti.
Questo piccolo dipinto che fa da copertina al
testo Madre Sirena -indagine sulla Sirena
Partenope di A. Orselli, nasce non solo dalla
lettura di tutto il libro, ma in particolare dalla
affascinante fiaba di Mamma Sirena, dove
l’essere fantastico compare in una
raffigurazione evanescente, assolutamente
inedita nel panorama dell’iconografia
sirenica.
Il dipinto realizzato in acquarello ci mostra
una figura che cerca di salire verso la
superfice e di liberarsi da tutti quei filamenti
che la tengono imbrigliata nel fondale.
Le interviste di Sud e Nord Channel
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Lucia Gangheri
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CULTURA E SPETTACOLI
Riconoscimento internazionale per l’archeologia: al libro di Zuchtriegel il Choice Award 2024
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di Fabrizio Matarazzo
Il prestigioso Choice Award 2024,
assegnato annualmente negli Stati Uniti ai
libri accademici di straordinario valore, ha
premiato il volume The Making of the Doric
Temple: Architecture, Religion, and
Social Change in Archaic Greece, scritto
da Gabriel Zuchtriegel e pubblicato da
Cambridge University Press. Questo
riconoscimento celebra il ruolo
fondamentale della collaborazione tra il
mondo accademico e la valorizzazione dei
beni culturali, evidenziando come il dialogo
tra ricerca e tutela possa aprire nuove
prospettive di conoscenza.
L’opera, frutto dell’esperienza di Zuchtriegel
come direttore del Parco Archeologico di
Paestum e docente di Archeologia presso la
Scuola Superiore Meridionale
dell’Università Federico II, si basa su
ricerche condotte nel santuario extraurbano
di Hera alla foce del fiume Sele, uno dei siti
più significativi per comprendere l’origine
dell’architettura dorica. Grazie a nuove
analisi archeometriche e agli scavi condotti
negli anni ’90, diretti da Giovanna Greco e
proseguiti da Bianca Ferrara, il libro
propone un’interpretazione innovativa:
l’architettura dorica, anziché il frutto di
un’evoluzione graduale, sarebbe il risultato
di un’invenzione rivoluzionaria legata
all’esperienza coloniale e ai processi di
trasformazione urbana e politica del VI
secolo a.C.
Dopo la sua nomina a direttore del Parco
Archeologico di Pompei nel 2021,
Zuchtriegel ha rafforzato le collaborazioni
con la Università Federico II, tra cui la
recente convenzione “Pompei fuori le mura”,
un progetto che mira alla valorizzazione
delle aree periferiche della città antica. I
risultati di questa iniziativa sono stati
presentati il 20 novembre 2024 dal rettore
Matteo Lorito, dalla professoressa Renata
Picone, referente del progetto, e da
Zuchtriegel stesso. Durante la
presentazione, il rettore Lorito ha
sottolineato come “progetti di questo tipo
dimostrino la capacità dell’ateneo di unire
eccellenza accademica e valorizzazione
territoriale”. Renata Picone, dal canto suo,
ha evidenziato che “la sinergia tra ricerca e
valorizzazione è un modello vincente per
tutelare e rendere accessibile il nostro
patrimonio”.
A queste iniziative si
aggiunge il convegno
“L’altra Pompei: voci,
tracce”, organizzato
in collaborazione con
la professoressa
Maria Chiara
Scappaticcio della
Federico II e con la
Sorbona di Parigi,
che ha esplorato gli
aspetti meno noti
della città antica,
offrendo nuove
prospettive di
interpretazione.
“Questo premio
rappresenta il
risultato di un lavoro
collettivo – ha
dichiarato Gabriel
Zuchtriegel – e
desidero condividerlo con tutte le persone e
le istituzioni che hanno reso possibile una
nuova stagione di studi sull’architettura
antica. Le collaborazioni con la Federico II,
avviate da Giovanna Greco e proseguite con
Bianca Ferrara, insieme ai progetti come
Pompei fuori le mura e L’altra Pompei, sono
la dimostrazione di quanto ricerca e
valorizzazione possano andare di pari
passo”.
Il Choice Award 2024 non è solo un tributo
al libro, ma un riconoscimento al valore della
collaborazione tra istituzioni culturali e
accademiche italiane, che consolidano il
ruolo di Pompei e Paestum come centri di
eccellenza a livello internazionale.
Per ulteriori dettagli sul libro e sui progetti
citati, è possibile consultare il sito della
Cambridge University Press: The Making of
the Doric Temple
(foto fornite dall’Ufficio Stampa
dell’Università di Napoli Federico II)
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CULTURA E SPETTACOLI
Fondazione Banco Napoli: "Documento > Monumento. C’arte in fotografia, volume 3"
celebra il patrimonio UNESCO della Campania
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Un viaggio tra le bellezze materiali e
immateriali della Campania, attraverso
documenti d’archivio e immagini suggestive,
prende forma con il terzo volume del
progetto "Documento > Monumento.
C’arte in fotografia", ideato dalla storica
dell’arte Bianca Stranieri. La pubblicazione,
curata dall’architetto archivista Sabrina
Iorio e arricchita dalle fotografie evocative di
Federica Gioffredi, è stata presentata
mercoledì 4 dicembre alle ore 17 a Palazzo
Ricca, in Via dei Tribunali 213 a Napoli.
Questa guida, pubblicata da Guida Editori,
è sostenuta dalla Fondazione Banco di
Napoli, in collaborazione con il
Dipartimento di Lettere e Beni Culturali
dell’Università della Campania Luigi
Vanvitelli e con il patrocinio della
Soprintendenza Archivistica e
Bibliografica della Campania. Il progetto si
propone di far emergere la connessione tra
le radici storiche della Campania e le sue
eccellenze culturali, attraverso percorsi che
intrecciano documenti, immagini e
patrimonio UNESCO.
Il volume esplora i siti UNESCO della
regione, partendo dal centro storico di
Napoli e spaziando tra i resti archeologici di
Pompei ed Ercolano, la Reggia di Caserta e
il complesso di San Leucio, la Chiesa di
Santa Sofia a Benevento, la Costiera
Amalfitana e il Cilento, con le sue gemme
come Paestum, Velia e la Certosa di San
Lorenzo a Padula. A questi luoghi si
affiancano i patrimoni immateriali come la
dieta mediterranea, l’antica arte della pizza
e le celebrazioni tradizionali, come la Festa
dei Gigli di Nola e la canzone classica
napoletana.
Bianca Stranieri spiega: «Questo volume
collega il “vero storico” e il “vero poetico”,
intrecciando documenti d’archivio e
immagini che stimolano una conoscenza
profonda della Campania, regione ricca di
stratificazioni culturali. È un progetto che
promuove la difesa e valorizzazione del
patrimonio culturale, in un tempo in cui
l’omologazione rischia di offuscare le unicità
locali.»
Un traguardo significativo per la Fondazione
Banco di Napoli è stato il recente
riconoscimento, nel maggio 2023, del Fondo
Apodissario degli Antichi Banchi Pubblici
Napoletani (1573-1809) come parte del
Registro UNESCO della Memoria del
Mondo. Come sottolinea il presidente
Orazio Abbamonte, «Questo risultato è la
dimostrazione che il percorso intrapreso è
corretto e che il nostro Archivio continua a
essere un luogo di formazione e ispirazione
per giovani studiosi.»
La presentazione del volume ha visto gli
interventi di Marcello D’Aponte (Presidente
Fondazione Museo Archivio Storico), Ciro
Castaldo (Direttore Generale Fondazione
Banco Napoli) e Gabriele Capone
(Soprintendente Archivistico della
Campania), con una discussione moderata
da Sabrina Iorio. Tra i relatori, spiccano i
nomi di Stefano Causa (Università Suor
Orsola Benincasa), Elisa Novi Chavarria
(Università del Molise) e Giuseppe
Pignatelli (Università Luigi Vanvitelli).
Fondazione Banco di Napoli
Palazzo Ricca, Via dei Tribunali 213, Napoli
(Foto di Federica Gioffredi)
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GUSTI
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GUSTI
A lezione di cucina circolare: il progetto antispreco
di Antonio Di Sieno alias Trippicella
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Durante la tre giorni di “Gustus” alla Mostra
d’Oltremare di Napoli, il macellaio più social
di sempre, Antonio Di Sieno, conosciuto
come Trippicella, ha presentato un’iniziativa
unica: lezioni di cucina circolare, dove nulla
viene sprecato. L’idea, incentrata sulla
valorizzazione degli scarti, ha trovato ampio
consenso tra grandi chef e ristoratori che
hanno partecipato con entusiasmo agli show
cooking.
Ai fornelli si sono alternati Gianluca
D’Agostino, la brigata della stella Michelin
Sakai Fumiko, Angelina Ceriello, cuoca e
custode del centenario ristorante ‘E Curti di
Sant’Anastasia, che ha preparato un piatto
antico come lo “stenteniello d’agnello”, oltre
a numerosi altri esperti del settore. “Il mio
obiettivo – ha spiegato Trippicella – è
ottenere la piena valorizzazione degli scarti.
Abbiamo utilizzato midollo, muscoli,
frattaglie e materie prime già trasformate,
per ridurre gli sprechi e sfruttare al massimo
le risorse”.
Il progetto ha ricevuto il plauso di personalità
illustri come Peppe Guida, Eduardo
Estatico, Luigi Salomone, Ciro Salvo, e
Gino Sorbillo, oltre all’Assessore regionale
all’Agricoltura Nicola Caputo, che hanno
assaggiato i piatti preparati con i cosiddetti
tagli poveri.
Gli show cooking, condotti da Valeria
Viscione, hanno offerto dimostrazioni
pratiche di cucina sostenibile e spesa
consapevole. Tra le proposte spiccavano
creazioni come il bun con polpetta al sugo e
provola di Bocconi, il panino con tartare di
fassona piemontese, bufala stracciata, pesto
e pomodori confit di Chef Roberto Talotti, il
bun con brasato di maiale pull pork di Much
More Pub, la “pizzella” con soffritto di La
Masardona, il raviolo ripieno di genovese su
guancia di manzo, cipolla e fonduta di
provolone del Monaco di Vittoria Different,
e il bun con hamburger di maialino nero
casertano, crema di friarielli e taralli
sbriciolati di American Pub Verdenova.
La cucina circolare proposta da Trippicella
non solo celebra la tradizione gastronomica
partenopea, ma rappresenta un passo
avanti verso un approccio più sostenibile,
dimostrando come i tagli poveri e gli scarti
possano trasformarsi in piatti gourmet,
riducendo gli sprechi e valorizzando ogni
risorsa.
Ricetta di Gianluca D’Agostino
Panciotti di bufala leonessa con stracotto di
manzo e funghi porcini secchi
(per 4 persone)
• 500g di panciotti di bufala leonessa
• 500g cappello del prete di manzo (pezzo
intero)
• 50g di funghi porcini secchi
• 1 carota
• 1 cipolla
• 1 sedano
• Olio evo q.b.
• Sale qb
•
•
Vino bianco secco 75ml
Parmigiano reggiano 50 g
Rosolate con l’olio evo la carne e le verdure
tagliate a bronuise e quando saranno ben
dorate sfumate con del vino bianco. Coprite
il tutto con acqua, aggiungete i funghi porcini
secchi, salate leggermente e lasciate
cuocere con coperchio per due ore circa o
finché la carne non risulti molto tenera. A
questo punto togliete il coperchio e lascate
asciugare quasi del tutto il liquido. Ora
separate i funghi e le verdure dalla carne,
tenendo il liquido di cottura da parte.
Schiacciate le verdure con una forchetta,
tritate i funghi e sfilacciate la carne,
aggiustate di sale se necessario e
conservate il tutto in un tegame caldo.
Cuocete i panciotti in abbondante acqua
salata e mantecarli nel sugo di carne.
Impiattate e guarnire con lo stracotto, le
verdure, i funghi e una grattugiata di
parmigiano grattugiato.
Milena Pepe
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GUSTI
Il Buongustaio: lievitati, passione per il Natale
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A Sant’Antonio Abate (NA) il Panificio Il
Buongustaio racconta una storia fatta di
passione, coraggio e dedizione. Fondato nel
2013 dai fratelli Salvatore e Gianluigi
Caccioppoli, il panificio ha saputo unire la
tradizione artigianale alla ricerca e
innovazione, trasformandosi in un simbolo di
eccellenza per la Campania e oltre.
La missione de Il Buongustaio è semplice
ma ambiziosa: custodire e rinnovare la
tradizione, mantenendo viva la cultura della
panificazione naturale. Grazie alla maestria
nella lavorazione del lievito madre, il
panificio realizza ogni giorno prodotti
d’eccellenza, rispettando rigorosamente la
qualità delle materie prime e valorizzando le
ricette della tradizione.
Durante le festività natalizie, Il Buongustaio
brilla con la sua collezione di panettoni
artigianali, frutto di una lavorazione attenta
e meticolosa. Le 36 ore di lievitazione
naturale, la lenta cottura e l’uso di
ingredienti di primissima qualità rendono
questi dolci un’esperienza unica e
indimenticabile.
• Panettone Classico: l’emblema della
tradizione italiana, arricchito con
uvetta Sei Corone e scorze di cedro e
arancia candite, con un bouquet di
profumi agrumati provenienti dalla
Costiera Amalfitana.
• Panettone Frutti di Bosco: un dolce che
celebra i sapori naturali con more del
Vesuvio e fragoline di bosco,
ricoperto da una glassa di cioccolato
bianco.
• Panettone Cioccolato Special: delizia
per gli amanti del cacao, con
inclusioni di cioccolato fondente di
altissima qualità.
• Panettone Albicocca Pellecchiella del
Vesuvio: omaggio alla Campania,
con albicocche candite che
impreziosiscono ogni fetta.
• Panettone Salato Nduja e Salsiccia
Beneventana: esplosione di sapori
salati, perfetto per antipasti o cene
natalizie.
• Panettone Albicocca e Caffè:
combinazione inaspettata, con
albicocche e caffè arricchiti da una
glassa di cioccolato fondente.
• Panettone Salato Mortadella e Crema di
Provola: capolavoro salato per
stupire i commensali durante le feste.
Il cuore dell’attività de Il Buongustaio è
racchiuso nei suoi valori: rispetto per le
tradizioni, qualità artigianale e una spinta
continua verso l’innovazione. La ricerca
sulla fermentazione naturale, l’eliminazione
di additivi chimici e l’utilizzo esclusivo di olio
extravergine di oliva sono testimonianza di
un impegno costante per offrire prodotti
genuini e sostenibili.
Negli anni, Il Buongustaio ha conquistato la
fiducia di chef stellati come Gennaro
Esposito e strutture prestigiose della
Costiera Amalfitana e Sorrentina, tra cui Le
Sirenuse, Le Agavi e il Capri Palace
Hotel. La partecipazione a eventi di rilievo,
come Festavico, ha permesso al panificio di
presentare i suoi prodotti a un pubblico
internazionale, rafforzando la propria
reputazione come eccellenza del Made in
Italy.
Il Buongustaio
Via Roma, 42 - Sant’Antonio Abate (NA)
info@ilbuongustaiosrl.com
Milena Pepe
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GUSTI
I panettoni artigianali di S.Qui.Sito e i pregiati
fichi del Cilento dell’azienda Santomiele
Casa Setaro celebra 20 anni con “Vigna delle
Rose”, albergo diffuso e il celebre Caprettone
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Alle porte di Napoli, a Sant’Anastasia,
S.Qui.Sito si conferma la boutique del gusto
per eccellenza, un luogo dove tradizione e
innovazione culinaria si fondono. Parte del
Gruppo Ciro Amodio, leader in Campania
nella produzione di latticini dal 1825, S.Qui.
Sito offre un'esperienza gastronomica unica,
con una selezione di prodotti che spazia dai
dolci artigianali ai pregiati salumi, formaggi e
vini.
Al centro dell’attenzione, in questo periodo
natalizio, ci sono i Panettoni S.Qui.Sito, vere
opere d’arte della pasticceria. Realizzati con
lievito madre, burro di alta qualità e materie
prime selezionate da piccoli produttori, i
panettoni artigianali si distinguono per la
cura e la maestria nella lavorazione. Tra le
proposte più apprezzate spicca il Panettone
Pesca e Amarena, un lievitato soffice e
profumato che combina la dolcezza della
pesca con il sapore intenso dell’amarena.
Non mancano i classici come il Panettone al
Cioccolato, arricchito da cubetti di cacao, il
Panettone alle Albicocche Pellecchielle del
Vesuvio e il tradizionale Panettone
Mandorlato, con una deliziosa glassa di
zucchero e mandorle.
Accanto a queste creazioni natalizie, S.Qui.
Sito propone anche i pregiati fichi
dell’azienda Santomiele, un’eccellenza del
Cilento. Lavorati artigianalmente, i fichi della
varietà “Dottato” vengono farciti con
ingredienti come mandorle, noci, scorzette
d’arancia e cioccolato, e presentati in
eleganti confezioni regalo. Una scelta
perfetta per chi cerca un dono raffinato che
unisca gusto e design.
Per arricchire la tavola delle feste, S.Qui.
Sito propone anche prodotti esclusivi come il
Pandoro di Mozzarella, un latticino dal cuore
cremoso, e i Pandorini di Carne, realizzati
con pregiate carni bianche e rosse. L’offerta
si amplia con salumi e formaggi provenienti
da tutto il mondo, pani artigianali appena
sfornati, pizze rustiche e piatti tipici della
tradizione napoletana come baccalà fritto,
insalata di rinforzo, struffoli e roccocò.
www.squisitofood.it
Sant’Anastasia, Napoli
Via Pomigliano Angolo Via Marciano
081 5302328
info@squisitofood.it
Nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio,
l’azienda agricola Casa Setaro, guidata da
Massimo Setaro, celebra i suoi primi 20
anni con l’apertura di “Vigna delle Rose”,
un progetto che coniuga ospitalità
sostenibile, cucina d’eccellenza e
degustazioni di vini biologici. Questo albergo
diffuso rappresenta un omaggio alla
tradizione vesuviana: il nome richiama la
“rosa antica di Pompei”, un fiore che ha
lasciato il segno nell’area durante l’epoca
romana.
Il progetto di “Vigna delle Rose” si sviluppa
intorno ad un antico casolare di famiglia
ristrutturato con grande attenzione ai
dettagli. La struttura comprende quattro
camere e una suite, una piscina con vista
sul Vesuvio, un’area relax e l’anfiteatro
“Piazza delle Rose. Il fulcro dell’esperienza
è il ristorante-cantina, dove lo chef
Pierpaolo Giorgio propone una cucina
campana moderna, con radici nella
tradizione, esaltando i prodotti locali come le
albicocche vesuviane e il pomodoro del
Piennolo. Tra i piatti simbolo spiccano il
ragù, la genovese e interpretazioni natalizie
come il riso carnaroli di Sibari con cacio,
pepe, verza e nduja di Spilinga.
A completare l’offerta, la suggestiva “Sala
delle Botti”, dove i visitatori possono
degustare i vini di Casa Setaro, tra cui il
celebre Pietrafumante Brut, uno spumante
Metodo Classico ottenuto da uva
Caprettone, un vitigno autoctono del
Vesuvio. Questo spumante si distingue per il
suo perlage fine e persistente, i sentori
floreali di ginestra e agrumi a polpa bianca e
una notevole freschezza minerale. Il
Pietrafumante Brut Nature, prodotto senza
dosaggio zuccherino, rappresenta
un’eccellenza assoluta, essendo il primo
spumante di questo tipo prodotto sul
Vesuvio.
Massimo Setaro ha concepito “Vigna delle
Rose” come un luogo dove vivere
un’esperienza immersiva. Oltre alla cucina e
al vino, gli ospiti possono partecipare a
degustazioni guidate, passeggiate nelle
vigne biologiche e innovative “blind tasting”
dove, bendati, si concentrano sui profumi e
sapori del territorio. L’attenzione ai dettagli si
riflette anche nella selezione dei vini e dei
drink, curata dal sommelier Valerio
Coppola, capace di creare abbinamenti
unici con i piatti dello chef.
La visione di Setaro si fonda su tre pilastri:
sostenibilità, autenticità e qualità. I vini,
prodotti interamente in biologico,
rispecchiano il territorio vulcanico con una
forte impronta minerale. Il ristorante
promuove una cucina a chilometro zero,
utilizzando ingredienti freschi dell’orto di
proprietà e collaborando con piccoli
produttori locali.
Casa Setaro
Via Bosco del Monaco, 34
80040 Trecase (NA)
081 8628956
info@casasetaro.it
www.casasetaro.it
“Vigna delle Rose”
Via Cifelli, snc, Trecase - 80040 (NA)
351 54 24 946
winexperience@casasetaro.it
www.vignadellerose.it
Massimo Setaro
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GUSTI
AIS Campania: Sommelier ambasciatori
una scheda grafica. Al termine, è
Tommaso Luongo
previsto un esame di abilitazione per
100 dell’eccellenza enogastronomica
conseguire il titolo di Sommelier AIS. 101
Durante i corsi, i partecipanti ricevono
materiali didattici di pregio, tra cui libri di
Luongo: ancora successi per i vini campani. I progetti con il Consorzio Mozzarella di Bufala
testo, una valigetta con bicchieri e attrezzi
DOP e con l’Associazione Verace Pizza Napoletana
da degustazione, e quaderni per le prove
pratiche.
La Campania si conferma una protagonista riconoscimento delle Quattro Viti. Tra
indiscussa nel panorama enologico italiano, queste, spiccano 17 Gemme, 8 Cupido, 6
Collaborazioni innovative e nuovi
con un ruolo centrale nella Guida Vitae Valore/Prezzo e 6 Passepartout.
progetti
2025 dell’Associazione Italiana Sommelier
Tommaso Luongo sottolinea l’importanza
L’AIS Campania si distingue per la capacità
(AIS). Questo prestigioso volume, che
di questi risultati: “La Campania si distingue
di collaborare con altre realtà del territorio,
raccoglie il meglio della produzione
per l’elevata qualità dei suoi vini e per la
estendendo il proprio impegno oltre il settore
vitivinicola nazionale, ha celebrato le
capacità di coniugare tradizione e
vitivinicolo. Un esempio significativo è la
eccellenze campane con numerosi
innovazione. Il Premio Tastevin al Campi
partnership con il Consorzio di Tutela della
riconoscimenti, tra cui il Premio Tastevin
Flegrei Falanghina Cruna DeLago 2022
Mozzarella di Bufala Campana DOP, con
AIS 2025 assegnato al Campi Flegrei
rappresenta un simbolo del nostro impegno
cui sono stati avviati progetti di
Falanghina Cruna DeLago 2022 de La
e del valore del nostro patrimonio
valorizzazione sensoriale che abbinano i vini
Sibilla.
vitivinicolo.”
locali alla mozzarella, compresa la sua
Sotto la guida del presidente Tommaso
versione affumicata.
Il ruolo del sommelier, ambasciatori del
Luongo, l’AIS Campania promuove la
gusto
Altrettanto innovativo è il corso di
qualità e la cultura enogastronomica
Sommelier Mixologist, che esplora
regionale, valorizzando il territorio attraverso Essere sommelier oggi significa molto più
l’interazione tra cocktail e cibo secondo le
la formazione di sommelier professionisti, che conoscere il vino. Come evidenziato da
metodologie AIS. “Il mondo della mixology
collaborazioni innovative e progetti
Luongo, il sommelier è una figura chiave
rappresenta una nuova frontiera per
interdisciplinari che abbracciano tradizione e per la promozione del territorio e della
l’abbinamento con il cibo”, afferma
innovazione.
cultura enologica di qualità.
Luongo, spiegando che questi corsi aprono
“Un sommelier è un ambasciatore del gusto,
La Campania nella Guida Vitae 2025
nuove opportunità per avvicinare un
capace di raccontare storie attraverso i
pubblico sempre più vasto alla cultura
La Guida Vitae 2025, redatta da 900 sapori, e di abbinare vino e cibo con
enogastronomica.
degustatori e basata su oltre 20.000 competenza e passione”, afferma il
assaggi, celebra la Campania con 58 presidente.
Un ulteriore progetto, in collaborazione con
etichette premiate con il massimo
l’Associazione Verace Pizza Napoletana,
I corsi di formazione organizzati dall’AIS
mira a creare una guida professionale sugli
abbinamenti tra la pizza napoletana e le
(Foto fornite da AIS CAMPANIA)
eccellenze vitivinicole italiane, rafforzando il
legame tra due simboli della tradizione
campana.
Uno sguardo al futuro
Con un’agenda ricca di eventi, corsi e
progetti, l’AIS Campania guarda al futuro
con l’obiettivo di consolidare il proprio ruolo
centrale nella promozione della cultura
enogastronomica. La presenza nella Guida
Vitae 2025 e i numerosi premi sono il
risultato di un lavoro che unisce passione,
professionalità e dedizione al territorio.
"La nostra missione è continuare a
raccontare la Campania attraverso i suoi
vini e i suoi sapori, promuovendo
eccellenza e sostenibilità”, conclude
Luongo.
Campania, infatti, offrono un percorso
strutturato in tre livelli, che comprendo
viticoltura, enologia, degustazione, e
abbinamento cibo-vino.
Ogni livello ha obiettivi formativi
specifici:
• Primo Livello: Introduzione alla
viticoltura, enologia, tecnica della
degustazione e del servizio. Questo
livello fornisce le basi della
professione del sommelier, inclusa la
corretta temperatura di servizio dei
vini e la gestione della cantina.
• Secondo Livello: Approfondimento delle
produzioni vinicole italiane e
internazionali, con particolare
attenzione al legame tra vino e
territorio. Viene perfezionata la
tecnica della degustazione per
apprezzare ogni sfumatura sensoriale
e valutare la qualità del vino.
• Terzo Livello: Studio della tecnica della
degustazione del cibo e
dell’abbinamento cibo-vino,
attraverso prove pratiche e l’utilizzo di
Per informazioni sui corsi e le attività AIS
Campania:
www.aiscampania.it
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GUSTI
L’Ogliastra tra tradizione, olio e vino:
un viaggio tra sapori e cultura
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Incastonata tra le bellezze selvagge
dell’Ogliastra, Jerzu racconta storie di
tradizione, lavoro e amore per la terra. Ed è
proprio da qui che Giulia Mura,
imprenditrice legata anima e cuore a questo
territorio, porta nel mondo i sapori e i valori
di una Sardegna autentica, fatta di olio
extravergine d’oliva, vini di nicchia e
esperienze uniche. Con il suo lavoro, Giulia
ha trasformato l’eredità familiare in un
modello che unisce qualità, sostenibilità e un
turismo esperienziale capace di far vivere ai
visitatori il meglio della cultura locale.
La famiglia Mura ha un legame profondo
con Jerzu, una connessione che si
tramanda di generazione in generazione.
Guidata dall’ispirazione della nonna Maria e
dal sostegno del padre Manfredi, medico
appassionato delle radici ogliastrine, della
madre Luisa e dei fratelli Cristiana e
Antonio, Giulia porta avanti l’azienda di
famiglia, l’Oleificio Pelau, con dedizione e
visione. L’olio extravergine d’oliva qui
prodotto, un DOP biologico e Kosher, nasce
dagli ulivi secolari della cultivar Ogliastrina,
simbolo di una qualità che rispecchia l’anima
della terra in cui viene prodotto. Quest’olio,
già premiato in diversi concorsi nazionali e
internazionali, rappresenta il cuore pulsante
di una tradizione millenaria.
Accanto alla produzione olearia, Giulia si
dedica anche al vino, affiancata dal fratello
Antonio, enologo. I vini Cannonau ‘Tarei’ e
‘Patriarca’, insieme al Vermentino ‘Le
Grazie’, raccontano un terroir unico de sono
stati riconosciuti per la loro eccellenza in
numerosi concorsi. Ogni bottiglia è un
viaggio nei sapori di Jerzu, un richiamo alla
sua storia millenaria e alla passione che
anima chi lavora questa terra.
Ma Giulia non si limita alla produzione: il suo
obiettivo è far conoscere l’Ogliastra al
mondo attraverso esperienze immersive che
combinano tradizione e innovazione. Con
l’oleoturismo e l’enoturismo, l’azienda apre
le porte ai visitatori, offrendo la possibilità di
vivere in prima persona la magia del
territorio. Visite guidate ai frantoi,
degustazioni abbinate a piatti tipici e la
raccolta delle olive sono solo alcune delle
attività che permettono di scoprire l’anima
più autentica di Jerzu. Attraverso queste
esperienze, Giulia crea un ponte tra le sue
radici e il futuro, mostrando come tradizione
e innovazione possano convivere.
Tra i progetti più ambiziosi, spicca la
ristrutturazione del casale di Josto Miglior,
pioniere della vitivinicoltura sarda, che
diventerà un’Accademia dedicata alle nuove
professionalità del settore. Questo luogo,
simbolo di innovazione e passione per la
terra, rappresenta il perfetto connubio tra
passato e futuro.
Giulia Mura e i suoi prodotti sono stati
premiati per la loro eccellenza, ma il vero
riconoscimento è quello che arriva dai
visitatori che scelgono di vivere l’Ogliastra
attraverso la lente della sua azienda. Con il
suo lavoro, Giulia porta avanti una missione:
raccontare al mondo l’anima di Jerzu e
dell’Ogliastra, una terra che ha saputo darle
tanto e a cui lei, con passione e impegno,
restituisce il meglio.
www.oleificiopelau.it
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La Pastiera Napoletana:
tradizione e gusto senza tempo
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Gli ingredienti classici che rendono unico il
dolce partenopeo
La Pastiera Napoletana, pur essendo il
dolce tradizionalmente legato alla Pasqua,
negli ultimi anni ha saputo conquistare
anche le tavole natalizie, diventando un
simbolo di convivialità e celebrazione in ogni
periodo dell'anno. Grazie alla sua ricetta
ricca di sapori e profumi unici, questo
capolavoro della pasticceria partenopea è
ormai considerato un dolce senza stagione,
capace di evocare emozioni e unire
generazioni. Con la sua base di pasta frolla
fragrante e il ripieno cremoso a base di
ricotta, grano cotto e aromi avvolgenti, la
pastiera rappresenta un ponte tra tradizione
e innovazione, mantenendo viva la sua
anima autentica in ogni occasione speciale.
La Pastiera, simbolo della tradizione
dolciaria partenopea, è un dolce che
racconta secoli di storia e cultura. La sua
origine si perde tra leggenda e realtà, ma è
universalmente riconosciuta come una
celebrazione della primavera e della
rinascita, grazie ai suoi ingredienti che
evocano il risveglio della natura e la fertilità.
Le radici della pastiera risalgono alle antiche
cerimonie pagane dedicate a Cerere, dea
della terra e della fertilità, durante le quali
venivano offerti dolci a base di grano e
miele. Con l’avvento del Cristianesimo, la
pastiera ha acquisito un significato nuovo,
divenendo simbolo della Pasqua e della
resurrezione.
• Vaniglia e spezie
La vaniglia e, a volte, un tocco di cannella completano il bouquet aromatico,
arricchendo il ripieno con note calde e avvolgenti.
La preparazione tradizionale
La pastiera richiede tempo e pazienza, e tradizionalmente viene preparata qualche giorno
prima di essere consumata. Questo riposo permette ai sapori di amalgamarsi e
intensificarsi. Il risultato è un dolce che non è solo cibo, ma un’esperienza sensoriale
completa, capace di raccontare storie e tramandare emozioni.
Gli ingredienti classici della Pastiera
La ricetta tradizionale della pastiera è un’armonia di ingredienti semplici e genuini, ognuno
con un significato simbolico e un ruolo fondamentale nella costruzione del suo
inconfondibile sapore.
• Pasta frolla
La base croccante della pastiera è fatta con pasta frolla, preparata con farina,
zucchero, burro e uova. Questa crosta è il contenitore perfetto per il ricco ripieno,
offrendo un equilibrio tra consistenze morbide e croccanti.
• Ricotta fresca
La ricotta di pecora è l’elemento cremoso e delicato del ripieno. È lavorata con
zucchero per creare una base dolce e vellutata che si fonde con gli altri ingredienti.
• Grano cotto
Il grano, simbolo di fertilità e abbondanza, viene cotto lentamente nel latte per
diventare tenero e profumato. Questo ingrediente, insieme alla ricotta, rappresenta
l’anima della pastiera.
• Zucchero
Lo zucchero dolcifica l’intera preparazione, legando armoniosamente i sapori senza
sovrastarli.
• Uova
Le uova donano struttura al ripieno e sono il simbolo per eccellenza della rinascita,
rendendo la pastiera una celebrazione della vita.
• Canditi
Gli agrumi canditi, in particolare l’arancia e il cedro, aggiungono una nota fresca e
aromatica. La loro presenza richiama i profumi della Campania, terra di agrumi per
eccellenza.
• Acqua di fiori d’arancio
Questo ingrediente è il vero segreto della pastiera. Il suo profumo inebriante
richiama la primavera e dona al dolce un carattere unico e inconfondibile.
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La Pastiera Napoletana: tradizione e innovazione
secondo la maestria dei Grandi Interpreti
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I Maestri Pasticceri reinterpretano il più
classico dei dolce delle feste nel
tradizionale evento del Mulino Caputo
La Pastiera Napoletana, con il suo ricco
intreccio di storia e sapori, è uno dei simboli
più amati della tradizione dolciaria italiana.
Questo dolce, che affonda le sue radici nella
cultura partenopea, è stato il protagonista
assoluto della tredicesima edizione de I
Dolci delle Feste dei Grandi Interpreti by
Mulino Caputo, dove 12 maestri pasticceri
hanno reinterpretato la pastiera con
creatività e rispetto per le sue origini,
dimostrando come un classico possa essere
fonte inesauribile di ispirazione.
Il Mulino Caputo, simbolo di qualità e
innovazione nella produzione di farine, ha
giocato un ruolo cruciale nell’evento. Grazie
ai suoi prodotti, capaci di garantire
prestazioni eccellenti, i grandi laboratori di
pasticceria italiani hanno potuto esprimere al
meglio la propria arte. Come ha sottolineato
Antimo Caputo, Amministratore Delegato
del mulino napoletano, "La pastiera è un
dolce che rappresenta l’anima di Napoli, ma
anche una tela bianca sulla quale i
pasticcieri possono dipingere opere
straordinarie. Questa varietà di
interpretazioni dimostra la versatilità della
nostra farina e il talento degli artigiani."
Tra le proposte più sorprendenti, spicca
quella di Luigi Biasetto, che ha unito Nord
e Sud in un audace Pandoro al gusto di
Pastiera, consacrando un matrimonio di
sapori tra la tradizione veneta e quella
napoletana. Un'interpretazione che fonde
due capisaldi della pasticceria italiana,
esaltando la capacità della pastiera di
dialogare con altre tradizioni.
Dalla Costiera Amalfitana, Sal De Riso ha
stupito con una Pastiera da passeggio: un
semifreddo in stecco ricoperto di cioccolato
ai fiori d’arancio e crumble di pasta frolla,
una perfetta sintesi tra gusto e praticità. Tra
le sue creazioni, anche il Soffiato di
Pastiera e il Pandorato, una versione
lievitata e soffice che sposa grano alla
cannella, cubetti d’arancia e una delicata
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crema di ricotta all’arancia.
108 La resident pastry chef Giustina Brasiello
109
ha proposto il Morbido di Pastiera,
un’innovativa crema di pastiera con crumble
croccante alla cannella e uno strato di gelée
all’arancia, capace di esaltare ogni singolo
elemento del dolce tradizionale.
Michele Cannavacciuolo ha incantato con
Zagara, una mousse di pastiera con gelée
di agrumi, ricoperta da un'elegante meringa,
mentre Salvatore Capparelli ha riletto la
tradizione con una base di pasta frolla
arricchita da crema di ricotta, mandarino e
bavarese al gusto pastiera.
Mario Di Costanzo ha presentato una
monoporzione con crumble all’arancia,
mousse di ricotta e gel di vaniglia e arancia,
mentre Luigi Di Meglio, vincitore del
contest Un Dolce per Ischia, ha optato per
una pasta frolla alle nocciole con mousse di
ricotta, grano cotto e gelée di arancia.
Il geniale Marco Infante ha trasformato la
pastiera in una Cassata Sbagliata, con
crema di ricotta aromatizzata ai fiori
d’arancio e un rivestimento in pasta frolla,
mentre Pietro Macellaro ha proposto un
lievitato profumato ai fiori d’arancio, dal
suggestivo nome Profumo di Pastiera.
Pasquale Pesce ha creato un omaggio alla
principessa Anna Maria Tremoille, con una
pastiera dal cuore di grano cotto, ricotta e
panna, avvolta in una croccante frolla al
burro e completata da una glassa al
cioccolato al latte.
La Regina di Napoli, ideata da Ciro
Poppella, è una base di frolla impreziosita
da cioccolato bianco, mentre il decano
Sabatino Sirica ha scelto la tradizione,
trasformando la sua pastiera in un albero di
Natale, beneaugurante simbolo delle feste.
Ognuna di queste creazioni è un inno alla
pastiera, alla sua storia e alla sua capacità
di reinventarsi senza mai tradire la sua
essenza. Il lavoro di Mulino Caputo è stato
fondamentale per garantire a questi maestri
gli strumenti necessari per dare vita a
queste opere uniche, dimostrando ancora
una volta come tradizione e innovazione
possano coesistere armoniosamente.
www.mulinocaputo.it
(Foto fornite dall’ufficio stampa)
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Casa Infante: 75 anni di tradizione,
qualità e innovazione pasticcera
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Casa Infante è molto più di una pasticceria:
è una storia di famiglia che ha attraversato
generazioni, costruita sulla passione per
l’artigianalità, il rispetto per le tradizioni e
l’amore per la qualità. Fondata sulle radici
del tarallificio di nonno Leopoldo Infante
negli anni ’40, l’attività si è evoluta nei
decenni, con la seconda generazione che
Marco Infante
negli anni ’90 ha dato vita a una pasticceria
simbolo di eccellenza.
Nel 2010, il percorso della famiglia Infante
ha compiuto un ulteriore passo in avanti con
Patrizio Infante e i figli, Fabio e Marco, che
hanno creato un nuovo ramo d’azienda
improntato su una filosofia di alta qualità,
sempre fedele ai valori familiari. Fabio
gestisce la parte amministrativa, mentre
Marco, vera anima produttiva, è il maestro
pasticciere che ha portato Casa Infante a
livelli di eccellenza.
Con Marco Infante, cuore creativo di Casa
Infante, ogni prodotto è realizzato con
un’attenzione maniacale ai dettagli e con
l’uso esclusivo di materie prime di altissima
qualità. Farine selezionate, burro di latteria,
uova da allevamenti a terra e zuccheri
naturali compongono i suoi capolavori. La
lievitazione naturale di 36 ore dona ai
panettoni una morbidezza e una fragranza
uniche.
Tra le creazioni più richieste, il Panettone
Pistacchiato è un best-seller amato per il
suo impasto morbido, ricoperto di glassa al
pistacchio e granella croccante, con un
cuore irresistibile di crema al pistacchio. Ma
la gamma dei panettoni artigianali è vasta e
sorprendente, con gusti che raccontano
storie di innovazione e tradizione.
Casa Infante, infatti, propone un’ampia
varietà di panettoni per il Natale, perfetti per
soddisfare ogni palato:
• Cap 80100: un omaggio a Napoli, con
crema Leopoldo, amarene Fabbri,
liquore Strega e una copertura al
cioccolato Ruby, trucioli di cioccolato
al limone e meringhe.
• Pera Caramellata: una delizia con pere
caramellate, cioccolato al caramello
salato e crema di latte e ricotta.
• Lotus: per gli amanti del caramello, con
biscotto Lotus e cioccolato al
caramello.
• Amaro del Capo: un’esplosione di sapori
con crema all’Amaro del Capo,
cioccolato fondente e arancia candita.
• Borsci: crema liquorosa che si sposa con
gocce di cioccolato fondente e una
ricca copertura.
Ogni panettone è il risultato di un processo
artigianale che unisce sapienza pasticcera e
creatività, rendendo ogni morso
un’esperienza unica.
Casa Infante rappresenta l’eccellenza della
tradizione napoletana rivisitata con maestria
e innovazione.
Per chi cerca un regalo di Natale speciale o
vuole arricchire la propria tavola delle feste
con sapori autentici e raffinati, i panettoni
artigianali di Marco Infante sono una scelta
ineguagliabile. Un omaggio alla passione,
alla qualità e all’artigianalità che ha reso
Casa Infante un punto di riferimento nel
panorama dolciario italiano.
Casa Infante è presente a Napoli con
diverse sedi, ciascuna pronta ad accogliere i
clienti con dolci sapori e atmosfere
accoglienti.
www.casainfante.it
info@casainfante.it
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Anna Belmattino: l'eccellenza dei Lievitati d'Autore,
dove tradizione e arte si incontrano
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Anna Belmattino, maestra pasticciera e
ambasciatrice del lievito madre, rappresenta
un’eccellenza nel panorama dei lievitati
artigianali. Originaria della Campania, ha
trasformato una passione nata nella cucina
di sua nonna in una carriera dedicata all’arte
della panificazione e della pasticceria.
Anna ha iniziato il suo percorso
all’alberghiero, per poi proseguire alla
prestigiosa Boscolo Étoile Academy, dove
ha scoperto la magia del lievito madre. Dopo
esperienze formative a Parigi tra pasticcerie
di lusso e boulangerie artigianali, è tornata
in Italia, affinando la sua tecnica con chef
stellati e maestri come Alfonso Pepe.
Nel 2022 ha realizzato il suo sogno,
lanciando un marchio personale dedicato ai
lievitati di nicchia, valorizzando lieviti madre
di decenni e ingredienti di altissima qualità.
Tra i suoi riconoscimenti, il Gambero Rosso
ha descritto il suo panettone come
"un’armonia olfattiva e gustativa perfetta".
Per Anna, il lievito madre non è solo un
ingrediente, ma un essere vivente che
richiede dedizione e rispetto. Ogni sua
creazione è un dialogo tra tradizione e
innovazione, un viaggio tra sapori autentici e
ricerca della perfezione.
Panettone Limited Edition
Quest’anno, insieme al maestro
cioccolatiere Maurizio Frau, Anna ha
presentato una Limited Edition unica: il
panettone ‘Lievito e Cioccolato: I sapori
Maurizio Frau e Anna Belmattino
dell’amicizia’. Una creazione che celebra la
loro lunga amicizia e il percorso condiviso
iniziato ai tempi della Étoile di Venezia. Il
panettone combina l’arte del lievito madre
con l’eccellenza del cioccolato, regalando
un’esperienza sensoriale indimenticabile.
La Limited Edition è disponibile
esclusivamente per un periodo limitato. Non
perdere l’occasione di assaporare questa
sinfonia di sapori, perfetta per rendere
speciale il tuo Natale.
Belmattino – Lievitati d’autore
annabelmattino.com
info@annabelmattino.com
Tel. +39 345 355 3791
Cornucopia e Pizza di Natale:
Zerottantuno celebra l’unione tra Napoli e Caserta
A Zerottantuno Bella Napoli, la magia del
Natale si trasforma in un’esperienza
gastronomica unica che fonde tradizione e
innovazione, celebrando le radici culinarie di
Napoli e Caserta. Tra le proposte del menùdegustazione
“Napoli-Caserta”, spicca la
cornucopia croccante al ragù di nero
casertano e conciato romano, una vera
dichiarazione d’intenti. Questo piatto non è
solo un omaggio al gusto, ma anche un
simbolo di prosperità e abbondanza, perfetto
per celebrare le feste. Croccante fuori e dal
ripieno avvolgente, la cornucopia porta con
sé tutto il calore delle tradizioni casertane,
impreziosite da tocchi di eccellenza
artigianale.
Ideato dai pizzaioli Vincenzo ed Emanuele
Balbi, il menù del locale a pochi passi dalla
Reggia Vanvitelliana continua con pizze che
raccontano storie di territori e sapori,
pensate per abbracciare l’atmosfera
natalizia. Tra queste, la pizza “Annurca”,
che racchiude i sapori autentici del territorio
con mousse di guanciale, provola dei monti,
chips di mela annurca e guanciale
croccante. La scelta degli ingredienti non è
casuale: ogni elemento parla di tradizioni e
di eccellenze locali, rendendo ogni boccone
un viaggio nei profumi della Campania.
Un altro capolavoro è la rivisitazione della
classica pizza casertana, qui trasformata
nella “Carabiniera”, con un’armonia di
nduja, caciocavallo cilentano e miele di
melata, che ne esalta il carattere deciso ma
equilibrato. Il menù culmina in dolci originali,
come la limonata “a cosce aperte” e la “Pera
Vincenzo ed Emanuele Balbi
e Ricotta secondo Emanuele”, che
chiudono il percorso con un tocco di
freschezza e creatività.
In sala, la sommelier Maria Grazia Di Maio,
compagna di Vincenzo, guida gli ospiti
attraverso abbinamenti studiati per esaltare i
sapori del menù. In cucina, la creatività e il
supporto di Sara Tessitore, compagna di
Emanuele, completano un team affiatato
che lavora con passione per offrire
un’esperienza indimenticabile.
Ogni piatto racconta una storia, e ogni
sapore si intreccia con la bellezza del
territorio e delle sue tradizioni. Zerottantuno
Bella Napoli non è solo un luogo dove
mangiare, ma un viaggio sensoriale tra
Napoli e Caserta, perfetto per rendere
speciali le cene delle feste.
Zerottantuno Bella Napoli
via San Carlo - Caserta.
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La Giovenca Sannita:
il gusto del Beneventano sulle tavole natalizie
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Dalla tavola di Herb Chambers, re delle
automobili, ai piatti dei grandi chef, la
giovenca sannita si sta affermando come
una prelibatezza di altissimo livello, perfetta
anche per impreziosire i menù delle feste
natalizie. Questo straordinario prodotto,
ideato dal macellaio napoletano Vincenzo
Natale, è una selezione esclusiva di
manzette allevate nel Sannio, ispirata a
eccellenze internazionali come la “vaca vieja
gallega” spagnola. La giovenca sannita,
tenera e ricca di sapore, si presta
perfettamente a preparazioni innovative
come gyoza, bao, e pala romana farciti,
ideali sia per aperitivi di classe che per piatti
principali delle cene festive.
Vincenzo Natale, giudice internazionale di
barbecue e appassionato innovatore, ha
rivoluzionato il panorama delle carni in
Campania con una selezione curata nei
minimi dettagli. Partendo dal modello
europeo che punta sui bovini di alta qualità
in aree geografiche specifiche, Natale ha
deciso di replicare questa filosofia nel
Mezzogiorno, creando una filiera sostenibile
e di eccellenza. Dal 2018 collabora con
aziende agricole del beneventano, allevando
bovini secondo un rigoroso disciplinare che
garantisce carne di qualità superiore.
La storia di Vincenzo è profondamente
radicata nella tradizione familiare. Figlio di
una lunga generazione di macellai, con una
bisnonna nota per la sua tripperia in Piazza
Nazionale a Napoli, Vincenzo ha seguito le
orme familiari fin da giovanissimo. Dopo
anni di apprendistato e dedizione, nel 2012
ha fondato la Natale Carni, un’impresa che
oggi rappresenta un punto di riferimento per
ristoranti e clienti privati in tutta la
Campania.
«Preparo lombate grasse e appetitose per i
devoti della carne – spiega Vincenzo Natale
– con un processo di frollatura attentamente
calibrato. Ogni lombo è unico e richiede
parametri specifici, stabiliti dopo un’attenta
osservazione anatomica. Solo così
possiamo garantire una carne tenera e dal
sapore inconfondibile».
La giovenca sannita è molto più di un
prodotto gastronomico: è un emblema delle
potenzialità del territorio campano,
coniugando qualità, sostenibilità e
innovazione. Grazie alla visione di Natale,
questo prodotto celebra le eccellenze locali
e offre una nuova prospettiva sul consumo
della carne. È inoltre una proposta raffinata
e originale per i menù di Natale e delle feste,
capace di stupire gli ospiti con la sua bontà
e versatilità.
www.natalecarni.com
Vincenzo Natale
I grandi lievitati di Salvatore Varriale:
da Capodimonte l’autentica dolcezza artigianale
I grandi lievitati firmati dal maestro
pasticciere Salvatore Varriale sono
un’eccellenza del panorama dolciario
italiano, dove qualità e innovazione si
intrecciano per creare esperienze di gusto
sorprendenti. Con un’attenzione scrupolosa
alle materie prime, ogni creazione è il
risultato di un perfetto equilibrio tra
fragranza, leggerezza e sapori autentici.
Dal classico panettone artigianale con
uvette e canditi alle varianti più innovative
come Limoncello, Pistacchio, Albicocca,
Agrumi, Black Cacao, e la Cioccolata e
Lampone, novità in edizione limitata per il
2024, ogni morso è un’esplosione di
dolcezza e morbidezza. I lievitati di Varriale
rappresentano un viaggio tra tradizione e
modernità, con proposte pensate per
sorprendere e deliziare anche i palati più
esigenti.
Nel 2023, Salvatore
Varriale ha ricevuto il
prestigioso riconoscimento
di Miglior Pasticciere
dell’Anno dal maestro
Iginio Massari,
nell’ambito del premio
Ambasciatori Pasticceri
dell’Eccellenza Italiana. Un
tributo che celebra la
maestria e l’impegno di
Varriale nella
valorizzazione dell’arte
dolciaria.
Con i suoi grandi lievitati,
Salvatore Varriale
celebra la tradizione
dolciaria italiana,
rendendola accessibile a
chiunque desideri vivere
un momento di autentica
dolcezza. Per il Natale
2024, le sue creazioni si
confermano un regalo
perfetto o
l’accompagnamento ideale
per celebrare le feste con
stile e gusto.
Le pasticcerie Salvatore
Varriale si trovano a
Napoli in due location
strategiche:
• Via Nuova San Rocco,
3, a pochi passi dalla Reggia di
Capodimonte, dove nasce la magia
dei lievitati.
• Via G. Filangieri, 75, nel cuore della
Napoli elegante, perfetta per una
dolce pausa o un aperitivo rilassante.
Il brand Eccellenze della Costiera,
dedicato ai viaggiatori, offre un assaggio dei
sapori campani in punti chiave come:
• Napoli: Galleria Piazza Garibaldi,
Stazione Centrale (Binario 5),
Aeroporto Capodichino (Vip Lounge
Terminal C).
• Roma: Stazione Termini.
www.pasticceriavarriale.com
info@pasticceriavarriale.it
+39 081 7415166
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GUSTI
Scaturchio e il Panettone Ministeriale:
a Natale il dolce racconto di Napoli
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Scaturchio è più di una semplice
pasticceria: è un simbolo di Napoli, una
testimonianza viva della sua tradizione
dolciaria e culturale. Fondata agli inizi del
‘900, questa storica pasticceria è un luogo
dove il profumo di sfogliatelle, babà,
pastiere e cioccolato fonde passato e
presente, raccontando una storia fatta di
sapori unici e legami profondi con la città
partenopea.
Il Ministeriale: amore e cioccolato
Tra le tante creazioni che hanno reso
celebre Scaturchio, il Ministeriale occupa
un posto speciale. Nato dall'estro di
Francesco Scaturchio, questo medaglione
di cioccolato fondente ripieno di una
delicata crema liquorosa ha una storia
romantica e affascinante. Si racconta che
Francesco lo abbia inventato come pegno
d’amore per una ballerina del ‘Café
Chantant’.
Il successo di questo dolce arrivò fino alle
mense reali, ma non senza difficoltà: per
poter essere servito al Re, il Ministeriale
dovette superare una lunga serie di
verifiche nei Ministeri competenti, da cui il
suo nome. Oggi, questa delizia rappresenta
un emblema dell’eccellenza artigianale di
Scaturchio.
Il Panettone Ministeriale: la
tradizione si rinnova
Dalla tradizione del Ministeriale nasce il
Panettone Ministeriale, una rivisitazione
del classico natalizio italiano con un tocco
partenopeo. Questo panettone unisce la
morbidezza e la fragranza del lievitato alla
golosità della crema liquorosa e del
cioccolato fondente. Ogni boccone è un
viaggio tra innovazione e memoria, un dolce
che celebra le radici e il futuro di
Scaturchio.
Una storia di famiglia
La storia di Scaturchio inizia nel cuore di
Napoli, quando due fratelli calabresi
portarono con sé la tradizione della pasta di
mandorle, aprendo una pasticceria in via
Toledo e successivamente una fabbrica di
cioccolato. Con Giovanni Scaturchio, reduce
della Grande Guerra, sua moglie austriaca e
la figlia Ivanka, l’impresa si trasferisce in
Piazza San Domenico Maggiore, dove ai
dolci della tradizione napoletana, si
aggiungeranno gli Strudel, le Sacher.
Giovanni perfezionerà la Brioche del
Danubio, nella versione salata e dolce, che
da allora diventa protagonista delle feste dei
napoletani, con tutte quelle cupoline da
staccare a mano dalla torta principale.
Da allora avere i dolci di Scaturchio, sarà un
segno di distinzione per quello che ancora
non si chiamava il Catering. Negli anni ‘30,
arriva a Napoli dalla Calabria Francesco
Cannatiello, cugino di Ivanka; tra i due
nasce un amore che sfocia in un
matrimonio. Dopo la guerra, Francesco,
Ivanka e suo fratello Mario, prendono in
mano le redini dell’impresa di famiglia.
Mentre Francesco cura il laboratorio, Ivanka
si occupa dell’amministrazione, mentre
Mario diventa uomo di pubbliche relazioni
col suo charme di gran signore napoletano.
L’invenzione del babà Vesuvio, realizzato
nel 1994 per il G7 di Napoli, l’offerta a
richiesta del Babà ancora caldo,
rappresentano le più recenti innovazioni di
Scaturchio.
La Filosofia di Scaturchio
Lontana dai semilavorati industriali,
Scaturchio continua a realizzare dolci
generosi e autentici, dove le creme e i
profumi sono naturali e inimitabili. Ogni
prodotto è un omaggio alla tradizione
napoletana, ma anche una testimonianza di
artigianalità e qualità.
Le sedi
Oggi, Scaturchio accoglie clienti e turisti
nelle sue diverse sedi, ognuna delle quali
offre un angolo di Napoli e della sua storia
dolciaria:
• Sede Storica: Piazza San Domenico
Maggiore, 19, 80134 Napoli
• Chiaia: Piazza Amedeo 4/5, 80121
Napoli
• Vomero: Via Luca Giordano, 79, 80131
Napoli
• Stazione Centrale di Napoli: Food Hall,
piano binari, 80142 Napoli
• Certosa: Largo S. Martino, 5, 80129
Napoli
• Castel Sant'Elmo: Via Tito Angelini,
20/A, 80129 Napoli
• Stazione Roma Termini: Via Giovanni
Giolitti, 34, 00185 Roma
• Centro Storico: Via Benedetto Croce,
34, 80134 Napoli
scaturchio.it
info@scaturchio.it
351 3867245
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Campania: premiati i migliori vini della regione alla sesta edizione di Sud Top Wine 2024
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La sesta edizione di Sud Top Wine, il
prestigioso concorso dedicato all’eccellenza
vinicola delle sei regioni del Sud Italia, si è
svolta presso la Sala Tancredi dello
Splendid Hotel La Torre di Mondello, a
Palermo. Organizzato da Cronache di
Gusto, il concorso è parte integrante del
Taormina Gourmet On Tour, evento
itinerante che celebra la cultura
enogastronomica del Mezzogiorno. La
cerimonia ha premiato i migliori vini del Sud,
selezionati tra oltre 500 etichette da una
giuria internazionale composta da giornalisti
ed esperti del settore.
Tra le novità di questa edizione spicca
l’attribuzione di punteggi in centesimi per
ogni vino premiato e la consegna di
riconoscimenti speciali ai migliori vini bianco
e rosso assoluti. Il premio per il miglior
bianco italiano è stato assegnato al Greco
di Tufo Riserva Docg “Vittorio” 2010 della
cantina Di Meo di Salza Irpina (Avellino),
mentre il miglior rosso assoluto è andato alla
Sardegna, con il Barbagia Rosso Igt
“Ghirada Ocruarana” 2022 della cantina
Teularju di Mamoiada (Nuoro).
La giuria e il contesto internazionale
La giuria, guidata da Federico Latteri di
Cronache di Gusto, ha visto la
partecipazione di esperti di fama
internazionale come Bernard Burtschy
(Les Échos, Francia), James Button
(Decanter, Regno Unito), Cynthia L. P.
Chaplin (Italian Wine Ambassador), Eirik
Sand Johnsen (Vinforum.no, Norvegia),
Bonnie Reinwald (SommThing.eu,
Danimarca) e Claudia Stern (Vinum,
Germania). Questa varietà di prospettive ha
sottolineato il valore della biodiversità e del
fascino dei vini del Sud Italia, conferendo
loro una maggiore visibilità internazionale,
con degustazioni in programma sia in
Europa che negli Stati Uniti.
Vini premiati dalla Campania
La Campania si è distinta con numerosi
premi, confermando la qualità delle sue
produzioni. Di seguito i vini vincitori:
• Miglior Bianco Italiano: Greco di Tufo
Riserva Docg “Vittorio” 2010 – Di
Meo
• Taurasi Docg:
•1° classificato: Taurasi Docg Riserva
Principe Lagonessa 2013 –
Amarano
•Winner: Taurasi Docg 2018 – Calafè
•Winner: Taurasi Docg Amato 2017 –
Cantina Mito
• Greco di Tufo Docg:
•1° classificato: Greco di Tufo Docg
Riserva Vittorio 2010 – Di
Meo
•Winner: Greco di Tufo Docg Riserva
Vigna Serrone 2022 –
Cantine Di Marzo
•Winner: Greco di Tufo Docg Riserva
Vigna Ortale 2022 – Cantine
Di Marzo
• Fiano di Avellino Docg:
•1° classificato: Fiano di Avellino Docg
Riserva Colle dei Cerri 2008
– Di Meo
•Winner: Fiano di Avellino Docg Riserva
Colle delle Ginestre 2019 –
Tenuta del Meriggio
•Winner: Fiano di Avellino Docg Riserva
Serrapiano 2021 – Torricino
• Vini bianchi campani a base di
Falanghina:
•1° classificato: Campi Flegrei Dop
Falanghina Vigna Astroni
2020 – Cantine Astroni
•Winner: Falanghina del Sannio Dop
Libero Particella 190 2020 –
Fontanavecchia
•Winner: Igt Beneventano Falanghina
Caracara 2019 – Terre
Stregate
• Vini bianchi campani (varie Doc e Igt):
•1° classificato: Terre del Volturno Igt
Pallagrello Bianco Ventitrè
Settimane 2022 – Viticoltori
del Casavecchia
• Winner: Beneventano Igp Coda di
Volpe Prephylloxera 2023 –
Masseria Frattasi
• Winner: Campania Igt Bianco
Murate di Sopra 2023 –
Monserrato 1973
• Vini rossi campani (varie Doc, Docg e
Igt):
• 1° classificato: Aglianico del
Taburno Docg Tumulto 2017
– Torre del Pagus
• Winner: Irpinia Aglianico Doc La
Corte dei Ciccarella 2019 –
D'Antiche Terre
• Winner: Aglianico del Taburno
Docg 2019 – La Fortezza
• Spumanti:
• Winner: Irpinia Fiano Spumante
Dop Rinascita 2019 –
Contrada
Sud Top Wine 2024: i vincitori delle altre
regioni del Sud Italia
La sesta edizione di Sud Top Wine ha
premiato non solo le eccellenze campane,
ma anche i migliori vini di Basilicata,
Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia,
selezionati tra oltre 500 etichette. I vini
premiati rappresentano il meglio della
produzione vinicola del Sud, evidenziando il
patrimonio enologico e la biodiversità delle
regioni coinvolte.
Miglior Vino Rosso in Assoluto
• Barbagia Rosso Igt “Ghirada
Ocruarana” 2022 della Cantina
Teularju (Sardegna)
Spumanti
• 1° classificato: Sicilia Doc Spumante
Almerita Contessa Franca 2016 –
Tasca d'Almerita
• Winner: Solais Metodo Classico –
Cantina Santadi
Basilicata
Doc Aglianico del Vulture e Docg
Aglianico del Vulture Superiore
• 1° classificato: Aglianico del Vulture
Docg Superiore Riserva Titolo
2019 – Elena Fucci
• Winner: Aglianico del Vulture Doc Covo
dei Briganti 2017 – Eubea
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• Winner: Aglianico del Vulture Doc Re
2023 – Barone di Villagrande
Manfredi 2021 – Re Manfredi
• Winner: Etna Bianco Doc Superiore
120 Primazappa 2022 – Calcagno 121
Calabria
Cirò Doc Rosso
• 1° classificato: Cirò Dop Classico 2022 –
Francesco Malena
• Winner: Cirò Doc Classico Superiore
Riserva Colli del Mancuso 2021 –
Ippolito 1845
• Winner: Cirò Doc Classico Superiore
2022 – Vigneti Vumbaca
Vini rossi calabresi (varie Doc e Igt)
• 1° classificato: Calabria Igt Megonio
2022 – Librandi
• Winner: Calabria Igt Cauro 2021 – Statti
• Winner: Calabria Igp Libìci 2021 – Casa
Comerci
Vini bianchi calabresi (varie Doc e Igt)
• 1° classificato: Calabria Igp Benvenuto
Zibibbo 2023 – Cantine Benvenuto
• Winner: Cirò Doc Bianco Mare Chiaro
2023 – Ippolito 1845
• Winner: Calabria Igp Madama Giovanna
2023 – Termine Grosso
Puglia
Rossi pugliesi a base di Primitivo
• 1° classificato: Salento Primitivo Igt ES
2022 – Gianfranco Fino
• Winner: Gioia del Colle Primitivo Doc
Chakra Rosso 2022 – Giovanni
Aiello
• Winner: Salento Primitivo Igt Tumà 2022
– Masseria Cuturi 1881
Rossi pugliesi a base di Negroamaro
• 1° classificato: Salento Negroamaro Igt
JO 2021 – Gianfranco Fino
• Winner: Salice Salentino Dop Riserva
Cantalupi 2021 – Conti Zecca
• Winner: Salice Salentino Doc Riserva
Aiace 2021 – Castello Monaci
Vini rossi pugliesi (varie Doc, Docg e Igt)
• 1° classificato: Castel del Monte Dop
Nero di Troia Il Melograno 2021 –
Santa Lucia
• Winner: Salento Igt Malvasia Nera
Askos 2021 – Masseria Li Veli
• Winner: Salento Igp Malvasia Nera Mora
Mora 2022 – Paololeo
Sicilia
Etna Doc Bianco
• 1° classificato: Etna Bianco Doc A'
Puddara 2022 – Tenuta di Fessina
• Winner: Etna Bianco Doc Superiore
Etna Doc Rosso
• 1° classificato: Etna Rosso Doc
Pignatuni Vecchie Vigne 2021 –
Famiglia Statella
• Winner: Etna Rosso Doc Scalunera
2021 – Torre Mora
• Winner: Etna Rosso Doc Contrada
Santo Spirito 2020 – Palmento
Costanzo
Rossi da Nero d'Avola
• 1° classificato: Sicilia Doc Nero d'Avola
Alto Reale 2013 – Tenuta Rapitalà
• Winner: Vittoria Doc Nero d'Avola 2021
– Paolo Calì
• Winner: Sicilia Doc Nero d'Avola 306 N
2023 – Salvatore Tamburello
Sicilia Doc Grillo e Catarratto
• 1° classificato: Sicilia Doc Grillo Riserva
Grappoli del Grillo 2022 – De
Bartoli
• Winner: Sicilia Doc Grillo Vigna di
Mandranova 2023 – Alessandro di
Camporeale
• Winner: Sicilia Doc Grillo Lalùci 2023 –
Baglio del Cristo di Campobello
Vini rosati
• 1° classificato: Etna Rosato Doc Nerello
in Rosa 2023 – Masseria Setteporte
• Winner: Castel del Monte Bombino Nero
Docg Veritas 2023 – Torrevento
• Winner: Etna Rosato Doc 2023 –
Massimo Lentsch
Sardegna
Vini bianchi sardi a base di Vermentino
• 1° classificato: Vermentino di Gallura
Docg Superiore Bèru 2022 –
Siddùra
• Winner: Vermentino di Sardegna VRM
2021 – Quartomoro di Sardegna
• Winner: Vermentino di Gallura Docg
Superiore Massaieddu 2023 –
Tenute Satta
Vini rossi sardi a base di Cannonau
• 1° classificato: Barbagia Igt Rosso
Ghirada Ocruarana 2022 – Teularju
• Winner: Barbagia Igt Rosso Ghirada
Istevene 2020 – VikeVike
• Winner: Cannonau di Sardegna Doc
Riserva 2021 – Antonella Corda
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Villa Matilde Avallone: con l’eccellenza del Falerno custodi di una tradizione millenaria
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Villa Matilde Avallone è un'azienda
vitivinicola di prestigio, situata nel cuore
della Campania, circondata dai paesaggi
vulcanici delle Tenute di San Castrese, a
Sessa Aurunca. La sua missione è chiara e
ambiziosa: riportare in vita vitigni storici e
trasformarli in vini di eccellenza. Ogni fase
della produzione è guidata da un approccio
sostenibile e rispettoso dell'ambiente, che
dona unicità e carattere a ogni bottiglia.
Alla guida dell’azienda c’è la famiglia
Avallone, che ha saputo combinare
tradizione e modernità. La visione del
fondatore, Francesco Paolo Avallone, è
stata cruciale: negli anni ’60, ispirato dalla
sua passione per la storia, ha intrapreso un
progetto straordinario per riscoprire il mitico
Falerno, il vino osannato dai Romani e
celebrato da autori come Virgilio. Oggi, i
ambientale.
Il Falerno: un tesoro della Campania
Il Falerno è molto più di un vino: è un
simbolo della cultura enologica campana.
Amato dagli antichi Romani, celebrato da
poeti come Virgilio, questo vino leggendario
è rinato grazie all’impegno della famiglia
Avallone. Oggi, rappresenta un prodotto di
eccellenza, capace di raccontare la storia e
il territorio da cui proviene.
profumi delicati, perfetto per brindare alle
feste. Ideale dall’aperitivo a tutto pasto, si
sposa con la cucina mediterranea a base di
pesce.
Falerno del Massico Bianco
Un bianco raffinato prodotto dalla
Falanghina, con note di frutta tropicale e
agrumi. Un vino che esalta i sapori della
cucina natalizia.
Falerno del Massico Rosso
Un grande classico, simbolo della
tradizione campana, ottenuto da uve
Aglianico e Piedirosso. Con i suoi
sentori intensi di frutti neri e la sua
struttura armonica, è
l’accompagnamento ideale per arrosti
e formaggi stagionati.
Mata Bianco
Spumante metodo classico Extra Brut,
dal gusto fresco e armonioso. Un vino
da festa, perfetto per brindare al nuovo
anno.
Mata Rosé
Spumante rosé brut dal perlage fine, con
profumi di frutti di bosco e melograno. Ideale
come aperitivo o per accompagnare i pasti
conviviali delle feste.
www.villamatilde.it
info@villamatilde.it
+39 0823 932 088
S.S. Domitiana, 18 - 81030 Cellole (CE)
suoi eredi portano avanti con orgoglio
questa tradizione, innovando e preservando
un legame profondo con il territorio.
Villa Matilde offre un’esperienza
enoturistica unica, che unisce la
degustazione di vini d’eccellenza a un
viaggio tra storia e tradizione. Le Tenute di
San Castrese, alle pendici del vulcano di
Roccamonfina, e Pietra Fusa accolgono gli
ospiti in un contesto naturale di rara
bellezza, perfetto per esplorare le origini del
Falerno e conoscere la filosofia produttiva
della famiglia Avallone. L’azienda, infatti,
si distingue per un approccio sostenibile e
rispettoso della natura. I terreni vulcanici,
ricchi di minerali, sono dunque la culla
ideale per i vitigni autoctoni, esaltati da
tecniche agricole a basso impatto
I vini delle Feste
Baia Azzurro
Uno spumante elegante dal perlage fine e
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Tenuta Cavalier Pepe:
i vini che celebrano le Feste Natalizie
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Quando si parla di vini che sanno di
territorio, tradizione e qualità, non si può non
citare la Tenuta Cavalier Pepe. Questa
eccellenza irpina è molto più di un'azienda
vinicola: è una storia di famiglia, un sogno
che lega passato e futuro, un’esperienza
che coinvolge tutti i sensi. I suoi vini, perfetti
per accompagnare le pietanze natalizie,
raccontano l’amore per una terra generosa e
l’impegno nella ricerca dell’eccellenza.
La Tenuta nasce dal sogno di Angelo Pepe,
partito giovanissimo per il Belgio, dove ha
trasformato il suo talento per la ristorazione
in una brillante carriera imprenditoriale. Ma il
richiamo della terra d’origine, l’Irpinia, è più
forte: un desiderio condiviso con la figlia
Milena, che dopo studi in viticoltura ed
enologia in Francia e in marketing in Belgio,
è tornata in Italia per trasformare i vigneti di
famiglia in un simbolo dell’enologia di
qualità.
Oggi, la tenuta è un complesso straordinario
che include cantina, azienda vitivinicola,
ristorante e bed-and-breakfast. Grazie alla
visione di Angelo e alla determinazione di
Milena, la Tenuta Cavalier Pepe è sinonimo
di vini di altissima qualità, prodotti con
metodi sostenibili e con un legame viscerale
con il territorio.
Sotto la guida di Milena Pepe, la tenuta si è
affermata non solo per la qualità dei suoi
vini, ma anche per l’attenzione alla
sostenibilità e alla valorizzazione del
territorio. Milena ha introdotto pratiche
innovative per ridurre l’impatto ambientale,
puntando su una viticoltura rispettosa
dell’ecosistema.
La Tenuta Cavalier Pepe si estende su 60
ettari di vigneti e 11 di uliveti, situati a
Luogosano, Sant’Angelo all’Esca e Taurasi.
Qui, ogni fase della produzione vinicola
viene curata nei minimi dettagli, dalla
raccolta manuale alla vinificazione, per
garantire vini che esprimono al meglio
l’essenza del territorio.
L’Irpinia, con le sue colline verdi e il clima
ideale, è la patria di tre DOCG rinomate:
Greco di Tufo, Taurasi e Fiano di Avellino.
Questo angolo di Campania è riconosciuto a
livello internazionale per i suoi vini
complessi, equilibrati e profondamente legati
alla terra.
I vini per il Natale
La Tenuta Cavalier Pepe celebra il Natale
2024 con una selezione di vini e spumanti
che rappresentano il connubio perfetto tra
tradizione e raffinatezza. Questi prodotti,
ideali per accompagnare le pietanze delle
feste, esprimono il carattere unico del
territorio irpino e la maestria enologica della
tenuta. Ecco le quattro proposte principali,
con caratteristiche e abbinamenti consigliati.
La Loggia del Cavaliere: la potenza
dell’Aglianico
Se cerchi un vino che sappia raccontare la
profondità del territorio, la Loggia del
Cavaliere, riserva Taurasi DOCG, 100%
Aglianico, è l’emblema della tradizione
irpina.
Con il suo colore rosso rubino intenso e
riflessi granati, questo vino colpisce già alla
vista. I profumi di amarena, prugna e spezie
si intrecciano con note di cuoio e liquirizia,
regalando un bouquet complesso e
avvolgente. Al gusto, tannini setosi e un
finale persistente lo rendono perfetto per le
grandi occasioni.
Selvaggina, arrosti, agnello e formaggi
stagionati trovano in questo vino un
compagno ideale. Decantalo almeno un’ora
prima e servilo a 18°C per apprezzarne tutta
la struttura e la complessità. È il vino che
trasforma ogni pranzo in un banchetto
regale.
Oro’sè: lo Spumante Rosato che
celebra l’eleganza
Oro’sé, spumante rosato brut realizzato con
uve autoctone a bacca rossa, viene prodotto
con il metodo Charmat per esaltarne
freschezza e aromaticità.
Il suo colore rosa corallo incanta al primo
sguardo, mentre i profumi di fragoline di
bosco e lampone evocano i dolci sentori
dell’Irpinia. Al palato è morbido, equilibrato,
con un finale leggermente dolce e un
perlage fine e persistente.
Perfetto come aperitivo, accompagna
meravigliosamente antipasti freddi e crudi di
mare. Servilo a una temperatura di 6-8°C
per esaltarne tutte le sfumature. Oro’sè è la
scelta giusta per iniziare le festività con
leggerezza e raffinatezza.
Oro Spumante: il brindisi per i
momenti più importanti
Le feste natalizie non sono complete senza
un brindisi. E Oro Spumante, con il suo
metodo Charmat, rappresenta la scelta
perfetta per celebrare i momenti più
importanti.
Di un brillante giallo paglierino, offre un
profumo delicato con note di lime, acacia e
mela verde. Al palato è
elegante, con una piacevole sapidità e un
perlage persistente.
È ideale come aperitivo o per
accompagnare fritti misti, crudi di mare e
antipasti di pesce. Servilo a 6-8°C e lascialo
brillare nei calici: Oro Spumante è il
compagno perfetto per un Natale frizzante e
gioioso.
Oro Classico: l’essenza del metodo
classico
Se ami la raffinatezza del metodo classico,
non potrai resistere a Oro Classico, uno
spumante Pas Dosé ottenuto da uve
bianche autoctone e affinato sui lieviti per 36
mesi.
Il suo colore giallo paglierino con riflessi
dorati e il perlage fine catturano l’occhio. Il
profumo, con note di crosta di pane, frutta
gialla e accenti minerali, invita alla
degustazione. Al gusto è elegante, pieno e
di grande carattere, con una perfetta
corrispondenza gusto-olfattiva.
Si sposa a meraviglia con crudi di pesce,
risotti di mare e piatti elaborati come il
baccalà o le portate impreziosite dal tartufo
bianco. Servilo a 6-8°C per esaltarne tutta la
complessità e goditi un Natale all’insegna
dell’eleganza.
www.tenutapepe.it
info@tenutapepe.it
+39 0827 73766
Via Santa Vara, 83050 Luogosano (AV)
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Ostaria Pignatelli: eccellenza gastronomica
napoletana tra i Ristoranti del Buon Ricordo
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Un nuovo prestigioso riconoscimento si
aggiunge alla lunga lista di successi
dell'Ostaria Pignatelli di Napoli, che chiude
il 2024 in grande stile. Il ristorante è stato
recentemente inserito nell’esclusivo circuito
dei Ristoranti del Buon Ricordo,
un’associazione che dal 1964 celebra e
tutela il ricco patrimonio gastronomico
italiano e internazionale. Questo prestigioso
traguardo conferma l'Ostaria Pignatelli
come un punto di riferimento per chi cerca
autenticità, tradizione e qualità nella cucina
napoletana.
Situato a pochi passi da Villa Pignatelli, sul
Lungomare di Napoli, l’Ostaria Pignatelli è
un locale che unisce tradizione e
innovazione, con un ambiente accogliente e
una cucina che celebra i sapori autentici del
territorio. Gestito con passione da Giulio
Verbini, il ristorante si distingue per
un’offerta culinaria di altissimo livello, curata
in ogni dettaglio. Aperto sia a pranzo che a
cena, è diventato una tappa obbligata per
napoletani, turisti e intenditori di cucina di
qualità.
Il 2024 ha visto l’Ostaria Pignatelli entrare
nella prestigiosa Guida Michelin, ottenendo
inoltre il riconoscimento Bib Gourmand,
che premia i migliori ristoranti per il rapporto
qualità-prezzo. A coronare un anno di
successi, il ristorante è stato inserito
nell’esclusiva cerchia dei Ristoranti del
Buon Ricordo, portando a 118 il numero
totale dei locali aderenti in Europa,
Giappone e Stati Uniti.
In primavera, un tocco di dolcezza esclusiva
si è aggiunto al menu: un dessert creato dal
celebre pasticcere Sal De Riso, ispirato alla
figura della Principessa Pignatelli, nota per
la sua passione per la gastronomia e per la
sua raffinata ospitalità. Questo dolce, unico
nel suo genere, celebra il legame tra il
ristorante e l’eleganza storica della vicina
Villa Pignatelli.
Durante le feste natalizie, l’Ostaria
Pignatelli offre un’opportunità imperdibile
per immergersi nei sapori autentici della
cucina napoletana. Il ristorante propone
piatti che esaltano le tradizioni partenopee,
utilizzando ingredienti di qualità e
preparazioni curate.
Ostaria Pignatelli
+39 081 0153134
info@ostariapignatelli.com
www.ostariapignatelli.com
Via Riviera di Chiaia 216
80122 Napoli, Italia
Riconoscimento internazionale per Sorì: premiato
il Fior di Latte Lenta Maturazione ai Bellavita
Awards di Londra
Prestigioso riconoscimento per Sorì,
l’azienda italiana che ha conquistato il
premio ‘Best Ingredient - Bellavita Awards
2024’ durante lo European Pizza Show di
Londra, uno degli eventi più rilevanti a livello
internazionale nel settore della pizza.
Il prodotto vincitore, il Fior di Latte Lenta
Maturazione, è frutto della perfetta
combinazione tra innovazione tecnologica e
tradizione artigianale, un know-how
tramandato da cinque generazioni dalla
famiglia Sorrentino, maestri casari
campani. Il Fior di Latte, caratterizzato da
una morbidezza unica, un sapore autentico
e una filabilità straordinaria dopo la cottura,
ha avuto la meglio su centinaia di
concorrenti provenienti da tutta Europa,
confermandosi come eccellenza del Made in
Italy.
“Ricevere il premio ‘Best Ingredient’
all’European Pizza Show ai Bellavita
Awards di Londra è un risultato che
racchiude il valore del nostro Fior di Latte
Lenta Maturazione – hanno
dichiarato Antonello e Gaetano
Sorrentino, CEO e Co-Owner di
Sorì –. Questo riconoscimento
premia l’impegno costante che
mettiamo nel portare l’eccellenza
casearia campana oltre i confini
nazionali, mantenendo intatti i
valori della nostra identità".
Il Fior di Latte Lenta Maturazione
rappresenta una vera eccellenza
nel panorama caseario. Questo
prodotto nasce dall’innovazione
applicata a una lavorazione
tradizionale, un processo che
permette di mantenere intatte le
caratteristiche organolettiche e di
garantire una resa perfetta per le
preparazioni culinarie, in
particolare per la pizza.
La produzione di Sorì è un
esempio di come la tradizione
casearia campana possa essere
reinterpretata in chiave moderna
per rispondere alle esigenze di un
mercato globale, mantenendo al
contempo il legame con il territorio
e con le tecniche artigianali.
Il premio “Best Ingredient”
rappresenta un traguardo
importante per Sorì, che continua
a distinguersi non solo in Italia ma
anche all’estero per la qualità dei
suoi prodotti. Il riconoscimento,
ottenuto nel prestigioso contesto
dell’European Pizza Show, è
un’ulteriore conferma del ruolo di
leader dell’azienda nel settore
della casearia e della ristorazione.
www.soritalia.com
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Il Panettone di Mariano Armonia:
l’essenza del Natale artigianale
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Il panettone è il simbolo del Natale
italiano, e lo chef Mariano
Armonia, patron del ristorante
Armonì a Pozzuoli con
l’imprenditore Giovanni Russo, lo
trasforma in un capolavoro di gusto
ed eleganza.
Le varianti proposte spaziano dal
classico a interpretazioni più
innovative: al limone, al caramello
salato e al cioccolato al latte,
offrendo un’esperienza unica per
ogni palato. Ogni panettone è
realizzato con ingredienti di
altissima qualità: burro di prima
scelta, uova fresche, uvette e
canditi morbidi e succosi. La
lievitazione naturale è affidata al
lievito madre rinfrescato,
garantendo un prodotto
completamente privo di
conservanti.
La produzione dei panettoni è
totalmente artigianale, con una
lavorazione che prevede 48-72 ore
di lievitazione, maturazione e
cottura, rispettando i tempi
necessari per ottenere un prodotto
soffice, digeribile e dalla mollica
filante, che si scioglie letteralmente
in bocca.
La cura per la qualità si estende anche alla
presentazione: il panettone viene
confezionato in un packaging raffinato ed
elegante, pensato per celebrare al meglio il
‘re delle feste’. Perfetto da regalare o da
condividere in famiglia, rappresenta un
omaggio alla tradizione natalizia con un
tocco di modernità.
Scegliere il panettone firmato da Mariano
Armonia significa regalarsi un’esperienza
unica, fatta di qualità, tradizione e passione.
I panettoni artigianali firmati da Mariano
Armonia sono disponibili in edizione
limitata e possono essere prenotati
direttamente presso il ristorante Armonì o
tramite i loro canali ufficiali.
Corso Umberto I, 177
80078 Pozzuoli NA
+39 081 866 4759
www.armonitrattoriagourmet.it
info@armonitrattoriagourmet.it
Mariano Armonia
Casertana o Partenopea?
La ‘Pizza Chiena’ che celebra due tradizioni
La ‘Pizza chiena”, un rustico simbolo della
cucina napoletana, trova nuove vette di
gusto grazie ai fratelli Vincenzo ed
Emanuele Balbi, pizzaioli e proprietari della
pizzeria Zerottantuno Bella Napoli di
Caserta. Questo piatto tradizionale, amato
per la sua ricchezza e versatilità, viene
proposto in due versioni che omaggiano
rispettivamente Napoli e Caserta, mettendo
in scena un gustoso duello tra sapori.
Due anime, una pizza
• La versione partenopea rispetta la
tradizione con un ripieno di scarole,
cucinate con maestria e insaporite
con un condimento segreto che rende
il piatto irresistibile.
• La variante casertana celebra i
sapori locali con un ripieno di
salsiccia di nero casertano,
friarielli e provola, un connubio di
gusto che rappresenta al meglio il
territorio.
Il Segreto è nell’Impasto
Il lavoro artigianale dei fratelli Balbi emerge
già dall’impasto, preparato con il 75% di
prefermento grezzo, con farina di tipo 0, e
lasciato lievitare per ben 16 ore a
temperatura ambiente. Una volta
completato, l’impasto raggiunge una
idratazione del 90%, garantendo
leggerezza e sofficità, perfette per
accogliere il ricco ripieno.
Verdure trattate con cura
Un’altra peculiarità della Pizza chiena dei
fratelli Balbi è il trattamento delle verdure,
che rappresentano il cuore del ripieno.
Per entrambe le versioni, le verdure –
scarole o friarielli – vengono cotte
inizialmente a vapore per rompere le fibre,
migliorandone la morbidezza e la
scioglievolezza. Successivamente, sono
ripassate seguendo la tradizione
napoletana, che ne esalta sapori e
consistenze: la scarola, ad esempio, è
insaporita in una pentola rovente con un
condimento segreto che aggiunge un
tocco distintivo e irresistibile.
La sfida del gusto
Casertana o partenopea? Ogni morso è un
viaggio tra i sapori autentici della Campania.
La scelta spetta a chi assaggia questa
delizia. Entrambe le versioni portano con sé
la passione e la dedizione dei fratelli
Vincenzo ed Emanuele Balbi, che
continuano a innovare, come la cottura a
vapore delle verdure, senza mai tradire le
radici culinarie della loro terra.
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GUSTI
Pizza di scarole: la ricetta di Renato Ruggiero
La cucina democratica di Pietro Parisi, ospite del
Brain Aging al Centro Congressi della Federico II
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Renato Ruggiero, classe 1996, nato a
Napoli, è una delle figure emergenti nel
panorama gastronomico italiano. Partito
come cameriere, trova la sua vera passione
rispondendo a un annuncio di Diego
Vitagliano e intraprendendo la carriera di
fornaio. Dopo aver gestito la cucina della
pizzeria di Carlo Sammarco, vince per due
anni consecutivi (2019 e 2020) il premio per
la ‘miglior frittatina di pasta’ dalla Guida 50
Top. Nel 2023, fonda con Del Buono e
Pianelli la pizzeria Farinati, riconosciuta nel
2024 con tre galletti dalla prestigiosa ‘Guida
alle 300 migliori Pizzerie della Campania’.
Tra le sue specialità spicca la Pizza Ripiena
di Scarole, una ricetta che combina
tradizione napoletana e maestria artigianale.
Ecco come prepararla seguendo i suoi
consigli.
Ingredienti per l'impasto
• 500 g di farina 00
• 300 ml di acqua tiepida
• 10 g di sale
• 25 g di lievito di birra fresco (o 7 g di
lievito secco)
• 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
• 1 cucchiaino di zucchero
Ingredienti per il ripieno
• 1 kg di scarole
• 100 g di olive nere denocciolate
• 50 g di capperi dissalati
• 2 filetti di acciughe sott'olio
• 2 spicchi d'aglio
• 50 g di pinoli
• Olio extravergine d'oliva q.b.
• Sale e pepe q.b.
1. Preparare l’impasto
In una ciotola, sciogliere il lievito nell’acqua
tiepida con lo zucchero. Aggiungere
gradualmente la farina, mescolando. Unire il
sale e l’olio e impastare fino a ottenere un
composto liscio ed elastico. Coprire con un
panno e lasciare lievitare per circa 2 ore.
2. Preparare il ripieno
Lavare accuratamente le scarole e lessarle
per 5-10 minuti. Scolarle e strizzarle per
eliminare l’acqua in eccesso. In una padella,
scaldare l’olio e soffriggere gli spicchi d’aglio
insieme ai filetti di acciuga. Aggiungere le
scarole, le olive, i capperi e i pinoli. Cuocere
per circa 10 minuti, regolando di sale e
pepe.
3. Assemblare la pizza
Dividere l’impasto in due parti uguali.
Stendere una metà su una teglia unta d’olio
e distribuire uniformemente il ripieno.
Coprire con la seconda metà dell’impasto,
sigillando accuratamente i bordi per evitare
fuoriuscite.
4. Cottura
Preriscaldare il forno a 200°C. Cuocere la
pizza per 30-35 minuti, finché non risulta
dorata. Lasciare intiepidire prima di tagliare
e servire.
La Pizza di Scarole di Renato Ruggiero è
un inno alla semplicità e ai sapori della
tradizione partenopea. Perfetta per ogni
occasione, racconta una storia di passione,
creatività e radici culturali.
Buon appetito
di Flavio Pagano
“Quello di cucina democratica è un concetto
che va oltre la preparazione di un piatto”, ci
spiega con passione Pietro Parisi, il grande
chef campano, ambasciatore nel mondo
della Dieta Mediterranea per conto dell’Eco
Museo Vivente della Dieta Mediterranea
di Pioppi (dove la dieta più famosa del
mondo è nata), e pioniere della fusione fra
cucina tradizionale e alta cucina.
“Vuol dire garantire a tutti,
indipendentemente dalle risorse
economiche, la possibilità di accedere al
consumo di generi alimentari di qualità”,
continua Parisi, “soprattutto a un paniere di
prodotti, come ad esempio l’olio
extravergine di oliva, la cui importanza la
scienza sottolinea da tempo. Non si può
dimenticare che l’alimentazione è la nostra
prima medicina. Una dieta equilibrata e
sana, dunque con prodotti di base di qualità
adeguata, tutela la salute pubblica, e
dunque dev’essere accessibile a tutti.
Mangiare sano è cruciale nella prevenzione
dell’obesità, del diabete, delle malattie
cardiovascolari e di molti tumori. Per questo
è importante il coinvolgimento delle
comunità locali. Valorizzare i mercati
contadini, le cooperative agricole,
incentivare l’agricoltura biologica vera.
Avvicinare produttori e consumatori, creare
fra loro un’alleanza di consapevolezza
alimentare, che è un valore culturale
fondamentale, da promuovere soprattutto fra
i giovani.”
Per questo suo impegno, Pietro Parisi è fra
gli ospiti del prestigioso Aging Brain,
evento scientifico internazionale dedicato
alla salute del cervello, giunto alla
ventesima edizione, che si tiene
annualmente nel mese di dicembre, a
Napoli, presso la storica aula magna del
Centro Congressi della Federico II.
Organizzato dal professor Enzo Canonico,
sotto l’egida della Associazione Italiana di
Psicogeriatria (AIP), diretta dal professor
Diego De Leo e con il supporto di altri illustri
esponenti delle scienze mediche italiane,
come il professor Marco Trabucchi e il
professor Nicola Ferrara. Il congresso
affronta i temi della prevenzione, della
salute e dell’invecchiamento del nostro
organo più identitario: il cervello,
appunto, la cui salute, in una popolazione
che invecchia sempre di più, è centrale per il
futuro stesso dell’umanità.
Nella tavola rotonda iniziale del convegno,
tradizionalmente dedicata all’intervento di
personalità del mondo della cultura non
scientifica, saranno presenti fra gli altri Gino
Rivieccio, autentica bandiera del teatro
napoletano, l’artista Gaetano Franzese, e
Caterina Musella, presidente dell’AIMA
Napoli Onlus, eroica pioniera della lotta al
morbo di Alzheimer nel capoluogo
campano, da sempre al fianco delle famiglie
colpite, ideatrice e progettista di nuovi
modelli di cura per la tutela della persona
fragile, ed esperta di tematiche
sociosanitarie.
A proposito di futuro, da Telese Terme ci
arriva una esemplare storia di giovani che
seguono la stessa filosofia di autenticità di
Parisi. Pasquale Amore, già allievo del
celebre Franco Pepe, dopo aver girato
l’Europa, a trent’anni, con i fratelli Roberto e
Maria Rosaria, ha deciso di tornare e di
puntare sulla sua terra d’origine. Ereditando
dalla madre Maria la passione per la
panificazione, e sapientemente supportato
dal padre Giovanni, ha fondato I
Messaggeri del Vesuvio, una pizzeria
votata a coniugare qualità e democrazia
alimentare, tradizione e sostenibilità.
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