Once upon a Zombie - Il signore del male
Inspiegabili avvistamenti nei cimiteri di tutto il mondo… Il sito web unexplainablenews.com ha riferito di strani fenomeni avvenuti nei cimiteri di Scozia, Germania, Italia e Stati Uniti. Solo una persona sa cosa sta accadendo... e perché! L’individuo in questione conosce anche l’unica ragazza potenzialmente in grado di impedire una terribile, imminente catastrofe. Ma ci riuscirà? Fiato poco, paura tanta… Quando la mamma di Caitlin Fletcher scomparve (o se ne andò?) quattro anni prima, anche tutto l’ossigeno del mondo sembrò svanire con lei, o almeno così parve a Caitlin. Da allora Caitlin soffre di attacchi d’ansia che la lasciano senza fiato. E il recente trasferimento a Londra con il papà e la sorellina cervellona minaccia di portare con sé nuove situazioni di panico. Ormai Caitlin va in ansia alla sola idea... di poter andare in ansia!
Inspiegabili avvistamenti nei cimiteri di tutto il mondo…
Il sito web unexplainablenews.com ha riferito di strani fenomeni avvenuti nei cimiteri di Scozia, Germania, Italia e Stati Uniti. Solo una persona sa cosa sta accadendo... e perché!
L’individuo in questione conosce anche l’unica ragazza potenzialmente in grado di impedire una terribile, imminente catastrofe.
Ma ci riuscirà?
Fiato poco, paura tanta…
Quando la mamma di Caitlin Fletcher scomparve (o se ne andò?) quattro anni prima, anche tutto l’ossigeno del mondo sembrò svanire con lei, o almeno così parve a Caitlin.
Da allora Caitlin soffre di attacchi d’ansia che la lasciano senza fiato. E il recente trasferimento a Londra con il papà e la sorellina cervellona minaccia di portare con sé nuove situazioni di panico.
Ormai Caitlin va in ansia alla sola idea... di poter andare in ansia!
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IL SIGNORE DEL MALE
L’attesissimo sequel
del pluripremiato
Once Upon a Zombie
Il colore della paura
Billy Phillips
& Jenny Nissenson
ONCE UPON A
ZOMBIE
IL SIGNORE DEL MALE
BILLY PHILLIPS
&
JENNY NISSENSON
© 2018 by Billy Phillips e Jenny Nissenson
PUBBLICATO DA GATEKEEPER PRESS
2167 Stringtown Rd, Suite 109
Columbus, OH 43123-2989
www.GatekeeperPress.com
© 2018 by
è un marchio
Titolo originale: Once Upon a Zombie - Book Two: The Lord of the Curtain
Copertina: Hyun Min Lee
Tutti i diritti sono riservati - Stampato in Italia
The Spectrum by William Cosmo Monkouse
Billy Phillips & CEO
Toon Studio Licensing
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può
essere venduta o riprodotta in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo
elettronico o meccanico, né memorizzata in un sistema di recupero dati,
senza il permesso scritto dell’autore. L’unica eccezione è per i critici
letterari, che possono citarne brevi estratti nella loro recensione.
Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti
sono frutto dell’immaginazione degli autori o sono usati in maniera fittizia.
Ogni somiglianza a eventi, luoghi o persone reali, vive o morte, è del tutto
casuale.
A Marianne
Sette colori brillano in cielo,
del dito di Dio fulgidi anelli.
Dal rosso al viola, preziosi gioielli,
ammantano l’aria col loro velo.
Ma oltre la luce, alle estremità,
è regno di tenebre e d’oscurità.
Da Lo Spettro, William Cosmo Monkhouse
I COLORI DELLO
SPETTRO
ROSSO
Paura
Ansia
Invidia
Pretese
Panico
Tristezza
Dubbio
Preoccupazione
Cinismo
Pessimismo
Apatia
VERDE
Volontà di
resistere
VIOLA
Coraggio
Serenità
Appagamento
Riconoscenza
Calma
Felicità
Sicurezza
Fiducia
Sollecitudine
Ottimismo
Passione
Quando resistiamo alle reazioni suscitate dallo Spettro Rosso
ricorrendo alla forza di volontà liberiamo le qualità
che risplendono nell’estremità viola dello spettro.
La parola chiave è Resistenza.
Dott. J. L. Kyle, I colori del nostro carattere
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DOVE ERAVAMO RIMASTI
Dicono che le disgrazie non vengono mai da sole, ma quante
doveva aspettarsene Caitlin Fletcher: due, tre? A giudicare da
come le stavano andando le cose, era più propensa a credere
duemila o tremila.
Era iniziato tutto il giorno del suo decimo compleanno
– Halloween – quando sua madre, Evelyn, era scomparsa.
Ho perso il conto degli attacchi d’ansia che ho avuto.
Tre anni dopo erano emerse prove del suo presunto decesso
e la polizia aveva abbandonato le ricerche. Evelyn Fletcher era
stata dichiarata morta. Caitlin non aveva retto: davanti a quel
dolore insostenibile, la sua mente aveva negato la tremenda
verità della morte della madre, reprimendone il ricordo nei
recessi più segreti.
E poi era inesorabilmente arrivata la disgrazia numero
mille e qualcosa. Un anno dopo, nella sera del suo quattordicesimo
compleanno – la notte di Halloween – il destino l’aveva
costretta a fare i conti con la realtà.
Caitlin aveva vissuto un’esperienza straordinaria e surreale,
una di quelle esperienze a cui nessun essere umano razionale e
lucido crederebbe mai.
Persino io fatico ancora a crederci!
Era caduta in una tana di coniglio a dir poco insolita.
Insolita perché la galleria sotterranea in questione era in realtà
un cunicolo spazio-temporale sotto la tomba dello scrittore Lewis
Carroll, il primo ad aver concepito l’idea di un simile portale
interdimensionale. Caitlin era atterrata nell’autentico Paese
delle Meraviglie. Solo che quella terra di incanto e l’intero universo
delle fiabe erano sull’orlo di un’immane catastrofe: tutti
gli amati personaggi delle storie stavano lentamente ma inesorabilmente
degenerando in spaventosi zombie dagli occhi di
sangue.
Eccetto quelli di sangue reale.
Le principesse Biancaneve, Cenerentola, Bella Addormentata
e Raperonzolo, per quanto fredde, pallide e palesemente nonmorte,
avevano conservato in sé la forza di volontà necessaria
per resistere ai feroci impulsi che costringevano i morti viventi a
cibarsi avidamente di carne, sangue, cervelli e altri organi vitali.
E su ordine di un altro celebre nobile – lord Amethyst
Bartholomew, il saggio e illuminato Bruco del Paese delle
Meraviglie – Jack, l’intrepido ammazza-giganti, si era arrampicato
su un’enorme pianta di ceci magici ed era sbucato fuori
dalla tomba di Lewis Carroll per trovare Caitlin e far sì che
impedisse la distruzione totale di tutti i regni.
In incognito nel mondo degli umani come figo della scuola,
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Jack aveva fatto amicizia con lei con l’intento di convincerla a
visitare l’universo incantato nella notte di Halloween, la finestra
cosmica in cui le tombe dei più famosi scrittori di fiabe si
trasformavano in portali interdimensionali.
La situazione si era fatta decisamente strana quando Caitlin
aveva scoperto che la crudele responsabile di quell’orribile calamità
che affliggeva i regni era la Regina di Cuori. E il decisamente
strano era diventato assolutamente personale quando si
era resa conto che la Regina di Cuori dell’universo delle fiabe
altri non era che sua madre, Evelyn, che agiva sotto l’incantesimo
ipnotico del malvagio Incantatore.
La mia povera mamma!
Caitlin aveva lottato con coraggio contro un’ondata di paure
debilitanti resistendo alle sconsiderate reazioni suscitate dallo
Spettro Rosso. Quei valorosi atti di volontà le avevano permesso
di liberare sua madre dalla prigione emozionale e psichica in cui
era rinchiusa. Nel farlo aveva anche impedito la devastazione di
tutti i mondi di fiaba.
E poi si era ritrovata con il cuore a pezzi: Evelyn, benché
libera dalla maledizione dell’Incantatore e decisamente viva
nella realtà fiabesca, era a tutti gli effetti morta nel mondo degli
uomini.
Il che significava che non poteva tornare indietro con lei.
Alla fine Caitlin aveva trovato pace accettando la tragedia
che quattro anni prima aveva sconvolto il suo cuore di bambina.
Al momento di tornare a casa, dopo aver salvato i regni, Caitlin
aveva detto addio alla mamma al Mount Cemetery di Guildford,
lo stesso cimitero in cui era sepolto Lewis Carroll. Le spoglie
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mortali di Evelyn riposavano in pace accanto alla tomba del
nonno materno di Caitlin, Robert “Bobby” Blackshaw.
Caitlin aveva anche accettato il fatto che il suo nuovo e adorato
amico Jack fosse in realtà il protagonista di Jack e il fagiolo
magico… il che voleva dire che provava sentimenti profondi per
un personaggio immaginario.
Bizzarro, per usare un eufemismo.
Ma il bacio che si erano dati al chiaro di luna fuori dal Mount
Cemetery era tutt’altro che immaginario.
Dopo averla riaccompagnata, Jack era dovuto tornare nel
suo mondo. Ma aveva promesso di tornare spesso a trovarla, per
mantenere viva la loro amicizia… e magari anche qualcosa di più?
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CAPI T OLO U N O
Tutti questi eventi accaddero esattamente dieci anni fa, dieci
anni oggi.
Oggi!
Halloween.
Il ventiquattresimo compleanno di Caitlin Fletcher.
E guarda caso anche il giorno delle sue nozze.
L’incantevole giovane sposa era e si sentiva angelica nell’ampio
abito bianco di seta e pizzo, con il velo ornato di perle che le
copriva il volto con grazia ed eleganza.
Giocherellava con il bouquet mentre aspettava nervosamente
in fondo al corridoio centrale illuminato dalle candele.
Petali di rosa color avorio punteggiavano il percorso nuziale che
conduceva a un baldacchino bianco con le aste di betulla ornate
da tralci di vite e cascate di fiori. Una vera meraviglia.
E meraviglioso era anche il complesso musicale, con il solista
che cantava piano “Then You Can Tell Me Goodbye”. Caitlin
aveva scelto quella canzone in memoria di sua madre: era la
stessa con cui i suoi genitori, Evelyn e Harold, avevano aperto le
danze il giorno del loro matrimonio, dopo le promesse nuziali.
Quella sera, Caitlin ne era certa, la sua vita sarebbe cambiata.
Il 31 ottobre, da sempre una data molto traumatica per
lei, stava per trasformarsi in un giorno di gioia, vita, speranza
e festeggiamenti.
Si sentiva bellissima, assurdamente felice e profondamente
innamorata.
Natalie le si avvicinò a gran passi e sollevandole il velo la
baciò sulle guance.
«Sei un incanto, sorella!» le disse. «La perfetta sposa d’ottobre.»
Le diede una testata e scoppiarono a ridere.
Caitlin era felice di vederla così bella: la sua sorellina cervellona,
l’enfant prodige di famiglia, si era trasformata in una giovane
donna affascinante e gentile. Scosse la testa.
Sono letteralmente volati gli ultimi dieci anni!
La guardò negli occhi, mentre un’ondata di ricordi le risvegliò
nel petto un dolore lieve.
Già da alcuni anni, Natalie era un’illustre biologa quantistica.
La mocciosetta di un tempo era ormai la figura più
influente nel suo campo e a lei si dovevano alcuni dei più importanti
progressi della biologia quantistica.
Qualunque cosa sia!
Caitlin era orgogliosa di lei. Eppure segretamente sperava
che Natalie si trovasse presto un fidanzato, invece di rimanere
sposata con il suo lavoro. E sì che i pretendenti non le mancavano:
i maschi facevano la fila per strappare un appuntamento a
quella sventola dal corpo minuto e dal gran cervello.
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«Non vedo l’ora di diventare zia!» sussurrò Natalie, e Caitlin
la strinse di nuovo a sé.
Il loro abbraccio fu interrotto da Harold Fletcher, che si
portò accanto alla figlia maggiore e le prese gentilmente il braccio,
accarezzandolo con affetto.
«Pronta, Caitibella?» le domandò.
Caitlin sorrise. Era da tanto che sognava quel momento,
quando il padre l’avrebbe accompagnata all’altare.
«Andiamo, Papone.»
Trattenne un singhiozzo. Le mancava così tanto sua madre
in quel momento.
Il padre sorrise e guardò avanti, verso il baldacchino nuziale,
dove li stava aspettando il futuro sposo, alto ed elegante nel suo
smoking nero con i baveri in canneté.
Caitlin rise tra sé. Chi avrebbe mai immaginato una scena
del genere quando si era imbattuta in Barton Sullivan all’università
tre anni prima? Erano rimasti in buoni rapporti duranti
gli anni del liceo, legati dalla comune amicizia con Jack.
Jack.
Caitlin deglutì.
Erano passati dieci lunghi anni dall’ultima volta in cui
lo aveva visto o sentito. Si sollevò il velo e si tamponò con il
mignolo l’angolo umido di un occhio.
Non adesso, piagnucolona… o ti colerà il mascara!
Sia lei che Barton avevano sentito forte la mancanza di Jack
durante tutto il periodo alla Scuola americana Kingshire di Londra.
Caitlin non gli aveva mai rivelato che Jack era in realtà il
Jack della fiaba, quello che si era arrampicato su una pianta di
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fagioli magici e aveva affrontato il famoso gigante che sbraitava:
«Ucci ucci, sento odor di cristianucci».
Quando si erano incontrati di nuovo all’università, Caitlin
aveva scoperto che il tronfio campione di rugby del liceo aveva
lasciato il posto a un ragazzo dolce e straordinario. Barton era
gentile e infinitamente premuroso, e per nulla influenzato dalla
ricchezza della sua famiglia. Caitlin era certa che il pugno sul
naso che Jack gli aveva mollato il primissimo giorno di scuola
dieci anni prima e la breve ma intensa amicizia che era nata tra
i due avessero avuto un effetto duraturo su di lui.
La relazione platonica tra lei e Barton era sbocciata in amore
durante l’ultimo anno di università.
Caitlin lo fissò da dietro il velo, lì in piedi sotto il baldacchino,
illuminato dalla luce calda delle candele.
Ma quanto è bello?
I futuri suoceri presero ad avanzare lungo il corridoio centrale,
dando così inizio alla cerimonia. Natalie fece l’occhiolino
alla sorella, poi li seguì.
Gli occhi di Caitlin si fecero di nuovo umidi mentre il padre
la tirava con delicatezza per il braccio.
Insieme iniziarono la loro processione verso il futuro sposo.
Caitlin aveva un gran nodo allo stomaco. Strinse forte la
mano del padre. Una fila dopo l’altra, gli invitati annuivano e
sorridevano con affetto, mentre la musica le smuoveva dentro
un’infinità di emozioni. Poi a metà corridoio Barton si avvicinò
per reclamare la sua sposa.
No, ma è troppo figo!
Caitlin non riuscì a trattenere le emozioni: scoppiò in
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singhiozzi quando il padre le diede un bacio sulla fronte e, anche
lui in lacrime, la consegnò a Barton.
Del percorso con lui fino al baldacchino e della cerimonia
nuziale Caitlin aveva un ricordo sfocato: prima che se ne rendesse
conto, lei e Barton si erano già scambiati le promesse e si
erano baciati. Adesso erano marito e moglie.
Scoppiò un applauso fragoroso. La musica del complesso
riempiva l’aria.
I parenti e gli amici circondarono gli sposi, dando il via a
un’entusiasta raffica di baci e abbracci. Mentre si protendeva
verso Amanda, la sua nuova cugina acquisita, Caitlin intravide
per un attimo dietro di lei qualcosa che la pietrificò: una figura
familiare che si muoveva agile tra la folla.
Jack?
La figura aveva attraversato la stanza come un’ombra fugace;
il volto era identico a quello di Jack, ma un po’ più vecchio.
Caitlin allungò il collo oltre la gente che le si affollava
attorno e si sollevò in punta di piedi per ispezionare il luogo.
Me lo sono immaginato? Era uno che gli assomigliava, magari un
parente di Barton?
I suoi occhi guizzavano rapidissimi in ogni direzione.
E poi rimase senza fiato.
Cenerentola?
La ragazza che aveva appena visto era la copia esatta di
Cenerentola, splendida, elegante e senza la minima traccia di
pallore o di morte.
Si è truccata per nascondere la piaga? È guarita? È davvero
Cindy?
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Caitlin scansò tutti, si aprì un varco tra la ressa di ospiti e si
fece faticosamente strada verso la ragazza che sembrava la sosia
perfetta di Cenerentola.
Si fermò a una certa distanza. La ragazza le rivolse un sorriso
incerto.
Caitlin si portò una mano alla bocca.
Le parole uscirono da sé. «Sei tu?»
L’altra la fissò e non rispose. Ma le si avvicinò e la strinse in
un caloroso abbraccio.
Mio Dio, è lei!
«C’è anche Jack.» le sussurrò Cenerentola all’orecchio. «Ci
siamo tutti.»
Caitlin si scostò e voltandosi vide alle sue spalle Raperonzolo,
con le lunghe ciocche d’oro legate strette e puntate, nel chiaro
tentativo di non attirare l’attenzione.
E accanto a lei c’era Biancaneve… e anche la Bella
Addormentata! Sorridevano con affetto e indossavano abiti
meravigliosi; il loro volto non mostrava il minimo segno della
malattia di un tempo.
Le emozioni ebbero il sopravvento e Caitlin strinse le amiche
reali in un abbraccio di gruppo. E fu tutto un traboccare di
lacrime e baci mentre parlavano tutte insieme a raffica, ridendo
come scolarette sciocche, recuperando dieci anni in dieci secondi.
Poi Caitlin guardò verso Raperonzolo.
E lo vide, lì alle sue spalle.
Lui. Jack.
Le principesse si fecero da parte, lasciando Caitlin e Jack,
soli, a fissarsi.
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Jack annuì. Quel ragazzo era ancora adorabile e fresco come
l’aria di campagna, proprio come l’ultima volta che lo aveva
visto, dieci anni prima. Solo che adesso aveva ventiquattro anni
ed era in età da matrimonio.
Sul volto di Jack si formò un lieve sorriso mentre le si faceva
più vicino. Caitlin gli gettò le braccia al collo. Lui la strinse
calorosamente a sé e Caitlin annusò il profumo muschiato della
sua acqua di colonia, i suoi capelli, la sua magia.
Poi all’improvviso increspò la fronte in una smorfia e si scostò
bruscamente da lui. Anni di sofferenza e di rabbia repressa
le accesero un fuoco truce nello sguardo. Quando parlò, il suo
tono era denso d’ira.
«Non mi hai mai contattata in tutti questi anni, come hai
potuto? Io ti ho cercato, Jack. Io ti aspettavo!»
Negli occhi di Jack balenò un dolore silenzioso. «Sono sempre
stato qui.»
Quelle parole la gelarono. Caitlin si premette un pugno sulla
bocca e scosse la testa, incredula.
Di che sta parlando?
«Non mi hai mai visto.» continuò lui. «Io ti chiamavo e ti
chiamavo. Ma tu non sentivi mai. Non vedevi mai.» Le prese le
mani. Tremavano. «Non ti ho mai lasciata.»
Poi sollevò lo sguardo oltre le spalle di Caitlin…
Caitlin si voltò per vedere cosa avesse attirato la sua attenzione.
Barton stava venendo a recuperare la moglie e in quell’istante
spalancò occhi e bocca.
«Jack!» gridò.
Jack lasciò andare Caitlin.
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I due uomini si diedero la mano. Poi si irrigidirono, fissando
inebetiti quel saluto così formale. E un attimo dopo scoppiarono
a ridere e si abbracciarono come fratelli a lungo divisi.
«Che diavolo ti è successo, amico?» gli domandò Barton.
«Tutti questi anni!»
Jack sfoderò un gran sorriso, poi il suo sguardo guizzò verso
la sposa. Era a disagio, Caitlin glielo leggeva negli occhi.
Le batté forte il cuore. Un palpabile imbarazzo era sceso su
quel momento e Caitlin d’un tratto si sentiva confusa. E benché
Barton sembrasse sinceramente felice di vedere Jack, notò un
velo di preoccupazione anche nei suoi occhi.
Un’ombra di tristezza passò rapida sul volto di Barton mentre
si rivolgeva alla donna che aveva appena sposato. «Sono
sicuro che abbiate un sacco di cose da raccontarvi. Dovreste
parlare. Ci penso io agli ospiti.»
A Caitlin si spezzò il cuore nel vedere il marito allontanarsi.
Barton ovviamente sapeva che Caitlin aveva avuto una cotta per
Jack ai tempi del liceo. Ma all’epoca lei aveva solo quattordici
anni.
Perché dovrebbe preoccuparsi adesso, dopo tutti questi anni?
Eppure…
Caitlin non gli aveva mai raccontato quello che le era successo
al cimitero di Guidlford. Se l’avesse fatto, lui l’avrebbe
senz’altro presa per una schizzata.
Jack la condusse per mano fuori dalla sala da ballo, in un
corridoio apparato.
«Non capisco.» disse lei, asciugandosi le lacrime.
«Non me ne sono mai andato.» ripeté Jack. «Te lo giuro.
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Guardami: sono rimasto nel tuo mondo tutto questo tempo e il
tuo sole mi ha fatto invecchiare. L’ho fatto per te, Caitlin.»
Lei scosse la testa, sgomenta. «Ma com’è possibile? Adesso
ti vedo. E ho appena visto Raperonzolo. E Cindy. Proprio il
giorno delle mie nozze, per la miseria, Jack! Che cosa dovrei
fare? Che cosa dovrei pensare? Come ho fatto a ‘non vederti’
negli ultimi dieci anni della mia vita?»
Lo sguardo di Jack si fece preoccupato e spaventato.
«Una tenda oscurante.» disse. «Il Signore del Sipario.
L’Incantatore.»
Caitlin si sentì gelare.
Un pensiero strano e improvviso le mozzò di colpo il respiro.
Stasera prima di truccarmi mi sono tolta le lenti a contatto.
E poi non le aveva più rimesse. Le aveva portate ogni santo
giorno negli ultimi dieci anni.
E se l’Incantatore a un certo punto, dieci anni prima, dopo
che era tornata dal Mount Cemetery, le aveva sostituite? Proprio
come quegli occhiali maledetti che aveva fatto indossare alla sua
mamma, quelli che ribaltavano la verità nella sua mente? Caitlin
fu scossa da un brivido.
Natalie irruppe proprio in quel momento nel corridoio. Si
precipitò verso la sorella e le mise le mani sulle spalle.
La scosse vigorosamente e gridò: «Che cosa hai fatto,
Caitlin? Che cosa hai fatto?»
Natalie non aveva mai gridato in quel modo prima di allora.
Caitlin si strinse forte il petto mentre un fiume di lacrime le
rigava le guance.
Jack si limitò a chinare la testa con aria triste.
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Raperonzolo era all’estremità opposta di quel corridoio di
morbida moquette. Si slegò l’enorme massa di capelli, prese in
mano una lunga treccia e la lanciò come un lazo verso Caitlin,
che la guardava esterrefatta.
E poi iniziò a tirare…
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“
E poi una sensazione di strano ardore prese a mulinarle
nel petto.
Caitlin indurì lo sguardo.
Serrò le dita a pugno.
Sentì lo stomaco annodarsi e in qualche modo seppe che
una strana forza violacea le stava ribollendo nelle viscere.
Le scorreva nelle ossa. Strinse più forte i pugni mentre i
suoi occhi si facevano sottili.
Avrebbe dato la caccia a quell’essere disumano che Alice
aveva chiamato il Signore del Sipario.
”
752023
ISBN 978-88-474-6342-4