leStrade n° 1604 gennaio/febbraio 2025
MATERIALI Le barre in VTR Sireg: le prime e uniche con marcatura CE INFRASTRUTTURE Tecnologia e innovazione per una mobilità più sicura e intelligente
MATERIALI
Le barre in VTR Sireg: le prime e uniche con marcatura CE
INFRASTRUTTURE
Tecnologia e innovazione per una mobilità più sicura e intelligente
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N. 1604/1-2 GENNAIO FEBBRAIO 2025
ISSN 0373-2916
7 7 0 3 7 3 2 9 1 6 0 2
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Casa Editrice la fiaccola srl
MATERIALI
Le barre in VTR Sireg: le prime
e uniche con marcatura CE
INFRASTRUTTURE
Tecnologia e innovazione per una
mobilità più sicura e intelligente
ISSN 0373-2916
7 7 0 3 7 3 2 9 1 6 0 2
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N. 1604 Gennaio Febbraio 2025 anno CXXVII
ISSN: 0373-2916
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COME ERAVAMO
7 di Fabrizio Parati
L’OPINIONE LEGALE
8 LE NOVITÀ PER I COLLEGI CONSULTIVI TECNICI
di Claudio Guccione
NOTIZIE DALL’ANAS
12 FRIULI VENEZIA GIULIA, STATALE 52BIS “CARNICA”
13 SARDEGNA, “SASSARI-OLBIA”
14 CAMPANIA, VIADOTTO SULLA SS369
“APPULO FORTORINA”
NEWS
16 ATTUALITÀ
28 CONVEGNI
30 AGENDA: CONVEGNI, CORSI, EVENTI
INFRASTRUTTURE & MOBILITÀ
32 TECNOLOGIA E INNOVAZIONE PER UNA MOBILITÀ
PIÙ SICURA E INTELLIGENTE
Marco Molteni
36 PROTEGGERE SÉ STESSI E GLI ALTRI
di Damiano Diotti
38 ZAHA HADID A NAPOLI
di Edvige Viazzoli
40 UN NUOVO VOLTO DI ROMA
di Monica Banti
42 PIÙ BELLA, PIÙ VERDE E PIÙ VIVIBILE
di Edvige Viazzoli
44 NUOVA DIGA FORANEA DI GENOVA
di Mauro Armelloni
46 UNA POSSIBILE RIVISITAZIONE DEL SISTEMA
DEI TRASPORTI
di Alfonso Annunziata, Francesco Annunziata
52 LA PIÙ LUNGA D’EUROPA
di Damiano Diotti
54 I PORT COMMUNITY SYTEM
di Gabriele Villa
56 FIRENZE PIÙ VERDE
di Monica Banti
58 IL NUOVO SCENARIO DEI PORTI ITALIANI
di Roberto Rubboli
60 LE FORESTE DI ASPI
di Carlo Dossi
64 IL VIADOTTO GRAVAGNA
66 UNO DEI PIÙ GRANDI PROGETTI INFRASTRUTTURALI
AL MONDO
di Mauro Armelloni
68 SICUREZZA, INNOVAZIONE, DIGITALIZZAZIONE,
IL DNA DEL CANTIERE SOSTENIBILE
di Enzo Rizzo
72 RECORD STORICO
di Gabriele Villa
74 I DRONI DI A35 BREBEMI
PONTI & VIADOTTI
76 UN PONTE DI LUCE
di Carlo Dossi
82 IL PONTE SI PUÒ FARE
84 MIDAS CIVIL
MATERIALI & TECNOLOGIE
86 LE PRIME E UNICHE CON MARCATURA CE
di Fabrizio Parati
91 CORSO BASE DI TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO
di Istituto Italiano per il Calcestruzzo
92 ALPACEM ITALIA E BUZZI UNICEM
di Gabriele Villa
94 LESIONI SULLA CARREGGIATA? URETEK RISOLVE
CON INIEZIONI DI RESINE
di Mauro Lagalante
98 UNO DEI PIÙ GRANDI AL MONDO
di Damiano Diotti
100 CERTIFICARE LA SOSTENIBILITÀ DEL CALCESTRUZZO
MACCHINE & ATTREZZATURE
102 INNOVAZIONE E SICUREZZA SUL PONTE DEL TRONTO
di Damiano Diotti
106 POLIVALENZA AD ALTA QUOTA
di Daniela Stasi
112 CAPACITÀ TECNICA
di Anita Cavalli
116 TRASPORTABILITÀ SU STRADA, GRAZIE ALLA LEGGEREZZA
di Damiano Diotti
118 MACCHINA MULTIFUNZIONE
di Francesca Carlet
120 SICUREZZA, MANUTENZIONE, FORMAZIONE
ASSOCIAZIONI
124 SVOLTA PER LA SICUREZZA STRADALE GLOBALE
di Susanna Zammataro
125 PRESENTAZIONE DEI CORSI OICE ACADEMY
126 UN NUOVO BIENNIO SIIV HA INIZIO
di Stefano Coropulis
127 MOBILITY AS A SERVICE E SMART ROADS
di Morena Pivetti
Anas SpA
Ente nazionale
per le strade
Associazione Italiana
Società Concessione Autostrade
e Trafori
Associazione
del Genio Civile
Associazione Italiana
per l’Ingegneria Traffico
e dei Trasporti
Associazione Mondiale
della Strada
Associazione Italiana
dei Professionisti
per la Sicurezza Stradale
Associazione Italiana
Segnaletica e Sicurezza
Associazione Laboratori
di Ingegneria e Geotecnica
Associazione
Industrie
Ferroviarie
Associazione Italiana
Segnaletica Stradale
European Union
Road Federation
Formazione Addestramento
Scienza Tecnologia Ingegneria
Gallerie e Infrastrutture
Federazione delle Associazioni
della filiera del cemento,
del calcestruzzo e dei materiali di
base per le costruzioni nonché
delle applicazioni e delle
tecnologie ad esse connesse
Federazione Industrie
Prodotti Impianti Servizi
ed Opere Specialistiche
per le Costruzioni
International Road
Federation
Associazione delle
organizzazioni di ingegneria,
di architettura e di consulenza
tecnico-economica
Società Italiana Geologia
Ambientale
Società Italiana Infrastrutture
Viarie
SITEB
Strade Italiane e Bitumi
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all’Unio ne stampa periodica italiana.
Numero di iscrizione 14744
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Direttore responsabile
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fparati@fiaccola.it
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Comitato di redazione
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Roberto Arditi - Gruppo ASTM
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Fabio Borghetti - Politecnico di Milano
Michele Culatti - Gruppo Siviero
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Laura Franchi - TTS Italia
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Pietro Marturano - MIT
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Monica Tessi - ANIE/ASSIFER
Susanna Zammataro - IRF
Hanno collaborato
Alfonso Annunziata
Francesco Annunziata
Mauro Armelloni
Monica Banti
Francesca Carlet
Anita Cavalli
Stefano Coropulis
Damiano Diotti
Carlo Dossi
Claudio Guccione
Mauro Lagalante
Marco Molteni
Fabrizio Parati
Morena Pivetti
Roberto Rubboli
Enzo Rizzo
Edvige Viazzoli
Gabriele Villa
Susanna Zammataro
Comitato Tecnico-Editoriale
PRESIDENTE
LANFRANCO SENN
Professore Ordinario di Economia Regionale
Responsabile Scientifico CERTeT,
Centro di Economia Regionale, Trasporti
e Turismo dell’Università Bocconi di Milano
MEMBRI
GIANNI VITTORIO ARMANI
Amministratore delegato IREN
ELEONORA CESOLINI
TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin)
PASQUALE CIALDINI
Direttore Generale per la Vigilanza
e la Sicurezza delle Infrastrutture MIT a r.
DOMENICO CROCCO
Dirigente ANAS,
Segretario Generale PIARC Italia
STEFANO RAVAIOLI
Direttore SITEB
LUCIANA IORIO
MIT, Presidente WP1 UNECE
AMEDEO FUMERO
Dirigente MIT, Capo Dipartimento per i Trasporti,
la Navigazione e i Sistemi informativi e statistici
LUCIANO MARASCO
Dirigente MIT, Responsabile IV Divisione
DG Sicurezza Stradale
FRANCESCO MAZZIOTTA
Già Dirigente MIT, Responsabile II Divisione
DG Sicurezza Stradale
VINCENZO POZZI
Già Presidente CAL
ALESSANDRO MUSMECI
AISCAT Pesponsabile Area Tecnica
ORNELLA SEGNALINI
Dirigente MIT, Direttore Generale
Dighe e Infrasrutture Idriche ed Elettriche a r.
MARIO VIRANO
Direttore Generale TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin)
GILBERTO CARDOLA
Amministratore BBT SE
(Galleria di Base del Brennero - Brenner Basistunnel)
IN RAPPRESENTANZA DELLE ASSOCIAZIONI
ANGELO ARTALE
Direttore Generale FINCO
FEDERICO CEMPELLA
Associazione del Genio Civile
MARIA PIA CERCIELLO
PIARC ITALIA
GABRIELLA GHERARDI
Presidente AISES
OLGA LANDOLFI
Segretario Generale TTS Italia
GIOVANNI MANTOVANI
Già Presidente AIIT
MARCO PERAZZI
Relazioni Istituzionali UNICMI
DONATELLA PINGITORE
Presidente ALIG
CARLO POLIDORI
Presidente AIPSS
DANIELA PRADELLA
ANIE/ASSIFER
ADNAM RAHMAN
Vice Presidente IRF
STEFANO RAVAIOLI
Direttore SITEB
NICOLA ZAMPELLA
Direttore Generale Federbeton
GABRIELE SCICOLONE
Presidente OICE
SERGIO STORONI RIDOLFI
SIGEA
Associazione Italiana
della Telematica per
i Trasporti e la Sicurezza
Unione Nazionale delle Industrie
delle Costruzioni Metalliche
dell’Involucro
e dei Serramenti
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lestrade @ fiaccola.it
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artner
BITEM Srl
bitemsrl.com 5
MILANO SERRAVALLE – MILANO TENGENZIALI SpA
serravalle.it
I Cop
Milano Serravalle - Milano Tangenziali
S.p.A.
serravalle.it
In Copertina Milano Serravalle - Milano Tangenziali
S.p.A. Tecnologia e innovazione per una
mobilità più sicura e intelligente: in questo numero,
un articolo, a firma dell’ing. Marco Molteni,
Direzione Esercizio di Milano Serravalle - Milano
Tangenziali, illustra come la Società sta
implementando un upgrade nella gestione del
traffico grazie all’installazione di dispositivi tecnologici
che trasformeranno l’autostrada in
Smart Road, infrastrutture stradali intelligenti
dotate di sensori avanzati e sistemi di comunicazione
innovativi. Gli obiettivi sono molteplici:
innanzitutto, migliorare la sicurezza, ma anche
ottimizzare i flussi di traffico e offrire agli utenti
un’esperienza di guida più fluida, efficiente e
connessa.
CAMS Srl
camssrl.it 105
CANCELLOTTI Srl
cancellotti.it 51
CAR SEGNALETICA STRADALE Srl
carsrl.com 1
CO-BIT SpA
co-bit.com 55
CODEVINTEC ITALIANA Srl
codevintec.it
IV Cop
CRACCO Srl - CORTENSAFE
cortensafe.it 21
PAVING SHOW 2025
samoter.it/paving-show-congress-2025 128
SCAI SpA
scaispa.com 111
SIMEX Srl
simex.it 83
SINA SpA
sina.it 37
SMA ROAD SAFETY Srl
smaroadsafety.it
III Cop
SOCIETÀ DI PROGETTO BREBEMI SpA
brebemi.it 19
3TI ITALIA SpA
3tiprogetti.it 35
ITERCHIMICA SpA
iterchimica.it
II Cop
TECNE GRUPPO AUTOSTRADE PER L’ITALIA SpA
autostrade.it/en/tecne 27
ACTIVA Srl
activasrl.com 59
KEE Srl
keesrl.it 6
TEKNA CHEM SpA
teknachemgroup.com 115
ANAS SpA
stradeanas.it 45
AUTOSTRADA DEL BRENNERO SpA
autobrennero.it 15
MASSENZA Srl
massenza.it 93
MIDI EQUIPMENT SpA – MOROOKA
morookaeurope.com/it 62-63
URETEK ITALIA SpA
uretek.it 39
VALLI ZABBAN SpA
vallizabban.it 67
LA STRADA GIUSTA VERSO I CAM
Aziende citate
A35 Brebemi 74
Almaviva 18
Alpacem Italia 92
Alstom 56
Amplia Infrastructures 60
Anas 12, 42
Arkteam Architetti 76
Autostrade per l’Italia 36, 60
Bauer Macchine Italia 120
Buzzi Unicem 92
Case 106
In questo numero
CMB Società Cooperativa Muratori
e Braccianti di Carpi 56
CSPFEA Engineering Solutions 84
Com.net 56
FAE 119
Gruppo FS 18, 20, 25, 38, 40
Gruppo Mermec 56
Hilti 68
Hitachi Rail 26, 56
Interporto Padova 72
Laterlite 52
Layher 112
Mapei 100
Milano Serravalle – Milano Tangenziali 32
Platek 76
Politecnica 24
Rotair 116
SALT 64
S.A.T.A 94
SMA Road Safety 102
Sina 94
Siregh Geotech 86
Tecne 60
Touring Club Italiano 106
Uretek 94
Webuild 44, 66, 99
Zaha Hadid Architects 38
4 1-2/2025 leStrade
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Tel. +39 059 285202
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Come eravamo
«La durata è la forma
delle cose», ma più
«puri inchiostri» si
converrebbero per
descrivere la tradizione
di leStrade che vogliamo
presentare qui, da oggi,
con “Come eravamo”,
vale a dire nella formula
di una sorta di diario
odepòrico per immagini
(fatto da noi von voi).
Qui accanto: era il
febbraio del 1925. Un
secolo fa. E ora come
allora, ad animarci, è la
pura logica del lavoro
quotidiano.
Buona lettura
Fabrizio Parati
Direttore editoriale
leStrade 1-2/2025 7
Normativa e infrastrutture
Le novità per i Collegi
Consultivi Tecnici
Il Correttivo al Codice dei Contratti Pubblici ridefinisce
ruolo e funzioni del CCT
Avv. Prof. Claudio Guccione
L’avvocato Claudio Guccione, fondatore di P&I - Studio Legale Guccione & Associati,
è Professore a contratto di Diritto dei Contratti di Partenariato Pubblico
Privato all’Università degli Studi di Teramo (claudio.guccione@peilex.com).
Il Correttivo al codice dei contratti pubblici
di cui al d.lgs. n. 209/2024, entrato
in vigore il 31 dicembre 2024, modificando
il Codice agli articoli 215, 216, 217,
219 (mediante gli articoli 62,63,64,65),
introducendo l’art. 225-bis (mediante
l’art.70) e sostituendo integralmente
l’Allegato V.2 (mediante l’art.94), ha
apportato rilevanti novità all’istituto del
Collegio Consultivo Tecnico.
Il nuovo ambito di
applicazione del Collegio
Consultivo Tecnico
Una prima significativa novità introdotta
in tema di CCT riguarda l’ambito di
applicazione.
Difatti, il novellato art. 215 non prevede
più l’obbligatorietà della costituzione del
CCT per i contratti di servizi e forniture
di importo pari o superiore al milione di
euro ma solo per i contratti di lavori volti
alla realizzazione di opere pubbliche
di importo pari o superiore alle soglie
di rilevanza europea, chiarendo espressamente
l’inclusione anche delle opere
la cui realizzazione è prevista tramite
contratti di concessione o di partenariato
pubblico privato.
Al contrario, sebbene l’VIII° Commissione
del Senato avesse proposto per i settori
speciali di rendere la costituzione del
Collegio facoltativa, o, eventualmente,
di innalzare l’importo a partire dal quale
diviene obbligatoria, a fronte dell’introduzione
da parte del Correttivo della lettera
i-bis al co. 3 dell’art. 141, è confermata
l’obbligatorietà dell’istituzione del
CCT anche per i settori speciali.
Per quanto attiene, invece, alle opere di
urbanizzazione a scomputo degli oneri,
considerato che né il Codice né il Correttivo
chiariscono se anche i privati siano
obbligati a costituire un CCT, vi sono ancora
dubbi sul tema.
Nuove ipotesi di pronuncia
obbligatoria e facoltativa
Rilevanti novità si registrano anche in
tema di obbligatorietà delle pronunce
del Collegio. Il vecchio art. 216, co. 1,
del codice del 2023 prevede(va) l’acquisizione
obbligatoria del parere del CCT
solo nei casi di sospensione, volontaria o
coattiva, dell’esecuzione dei lavori.
Attualmente, invece, il nuovo art. 216,
di cui è stata modificata anche la rubrica,
che ora recita “Pareri e determinazioni
obbligatorie”, impone l’obbligatorietà
dell’acquisizione del parere, o, su concorde
volontà delle parti, di una determinazione,
nei casi di iscrizione di riserve,
di proposte di variante e in relazione
ad ogni altra disputa tecnica o controversia
che insorga durante l’esecuzione
di un contratto di lavori di importo
pari o superiore alle soglie di rilevanza
europea, nonché in caso di risoluzione
contrattuale. In relazione a quest’ultima
ipotesi si precisa che l’art. 217, co.1,
esclude la possibilità che la pronuncia
del CCT assuma natura di lodo contrattuale;
possibilità che lo stesso articolo
217 esclude anche nei casi in cui è richiesta
una pronuncia sulla sospensione
coattiva o sulle modalità di prosecuzione
dei lavori.
Alla luce di tale modifica, la funzione attribuita
al CCT di risolvere anticipatamente
le controversie insorte durante
l’esecuzione dei lavori pubblici appare
rafforzata. Difatti, il CCT è chiamato a
pronunciarsi obbligatoriamente anche
nel caso in cui sorgano mere “dispute
tecniche”.
Si evidenzia che la pronuncia del Collegio
avrà natura di determinazione solo
se il quesito sarà concordemente formulato
da entrambe le parti, e, ancora, tale
determinazione, così come ora previsto
dall’ultimo periodo del co. 1 dell’art.
216, assumerà valenza di lodo contrattuale
ai sensi dell’art. 808-ter c.p.c. solo
se le parti converranno in tal senso, con
la precisazione che in questo caso sarà
preclusa l’esperibilità dell’accordo bonario
per la decisione sulle riserve.
Rispetto al momento in cui deve essere
espressa la volontà di attribuire natura
di lodo contrattuale alla determinazione,
l’art. in questione non precisa se ciò
debba avvenire volta per volta in sede di
formulazione congiunta del quesito oppure
una volta per tutte nel verbale di
insediamento del Collegio.
Se il nuovo art. 216 disciplina le pronunce
obbligatorie, il nuovo art. 217 è dedicato
alle pronunce facoltative ed è difatti
stata modificata in tal senso la rubrica
In particolare, preme evidenziare che
l’intervento facoltativo del CCT è delimitato
per esclusione rispetto all’ambito
di intervento obbligatorio tracciato
dall’art. 216, co. 1.
Da evidenziare che le ipotesi di pronuncia
obbligatoria previste originariamente
dall’art. 216, sono attualmente
ricomprese, tra le determinazioni facoltative,
nell’art. 217, ultimo periodo del
co. 1 che dispone: “La possibilità che la
pronuncia del collegio consultivo tecnico
assuma natura di lodo contrattuale
è esclusa nei casi in cui è richiesta una
pronuncia sulla risoluzione, sulla sospensione
coattiva o sulle modalità di
prosecuzione dei lavori”.
A norma del nuovo art. 217 , quando
l’acquisizione del parere o della determinazione
non è obbligatoria le pronunce
del Collegio assumono natura di lodo
contrattuale tutte le volte in cui le parti,
successivamente alla nomina del Presidente
e non oltre il momento di insediamento
del Collegio, non abbiano espresso
una volontà contraria.
Si evidenzia inoltre che secondo il nuovo
art. 4 dell’Allegato V.2 il Collegio non
può mai pronunciarsi in assenza di un
quesito rivoltogli dalle parti, essendo,
quindi, nulla la determinazione assunta
in spregio di tale divieto.
A ben vedere, però, per quanto attiene
alle riserve il medesimo art. 4 precisa
che nell’ipotesi in cui l’appaltatore, sebbene
iscriva delle riserve, non rivolga al
CCT il relativo quesito per non incorrere
in decadenze, nell’eventualità in cui
la riserva è tale da incidere sulla regolare
esecuzione dei lavori il quesito dovrà
comunque essere formulato dal responsabile
del procedimento.
Comprova dei requisiti di
esperienza e qualificazione
professionale
Con l’integrale sostituzione dell’Allegato
V.2, significative novità sono state introdotte
anche rispetto alla comprova del
possesso di esperienza e qualificazione
professionale.
In particolare, restando immutata la
possibilità di nomina quali membri del
Collegio di “ingegneri, architetti, giuristi
ed economisti con comprovata esperienza
nel settore degli appalti, delle concessioni
e degli investimenti pubblici, anche
in relazione allo specifico oggetto del
contratto”, il nuovo art. 2 precisa che
esperienza e qualificazione possono essere
comprovate con la dimostrazione
del possesso, per un periodo minimo di
cinque anni per i membri del Collegio e
di dieci per il Presidente, di uno dei seguenti
requisiti:
a) assunzione di significativi incarichi,
nell’ambito degli appalti sopra soglia
europea e proporzionati all’incarico
da assumere, di responsabile
unico del procedimento, di direttore
dei lavori, coordinatore della sicurezza
in fase di esecuzione, collaudatore
e di presidente di commissione
per l’accordo bonario ovvero di ausiliario
del magistrato o consulente
tecnico di parte in contenziosi dei lavori
pubblici di commissario di gara
o progettista, o coordinatore in fase
di progettazione, nell’ambito di affidamenti
di contratti di lavori pubblici
di importo superiore alle soglie europee;
patrocinio o assistenza di parte
pubblica o privata in contenziosi am-
L’Opinione legale
8 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025 9
nenti del collegio non si applica l’articolo
3 della legge 13 agosto 2010, n.136,
relativo alla tracciabilità dei flussi finanziari,
che, come è noto, dispone l’utilizzo
di conti correnti dedicati.
Inoltre, ora è riconosciuto il diritto dei
componenti a un rimborso delle spese a
carattere non remunerativo.
ministrativi o civili nel settore dei lavori
pubblici;
b) dirigente o funzionario ai sensi dell’art.
1, co. 2, de d.lgs. n. 165/2001, o di
stazioni appaltanti con personalità
giuridica di diritto privato soggette
all’applicazione del codice;
c) componente del Consiglio Superiore
dei lavori pubblici;
d) professore universitario di ruolo nelle
materie inerenti ad appalti, concessioni
e investimenti pubblici;
e) magistrato ordinario, amministrativo
o contabile, avvocato dello Stato,
prefetto e dirigente della carriera
prefettizia non in sede da almeno
due anni, anche se già collocati a riposo;
f) professionisti iscritti ai rispettivi albi
professionali con significativa esperienza
documentabile attraverso lo
svolgimento di incarichi indicati alla
lettera a).
Sono poi indicate le cause ostative alla
nomina di membro del Collegio.
In particolare è previsto che non possono
essere nominati membri del Collegio
esclusivamente coloro che:
a) versino in una situazione di conflitto
di interesse ai sensi dell’art. 16 del
codice;
b) versino in una situazione di incompatibilità
o abbiano svolto, per la parte
pubblica o per l’operatore economico,
attività di controllo, verifica,
progettazione, approvazione, autorizzazione,
vigilanza o direzione
dell’esecuzione o dei lavori in relazione
al contratto di appalto o alle
sue fasi pregresse, salvo che l’attività
sia stata svolta nell’ambito di organi
collegiali consiliari;
c) con riferimento al presidente del Collegio,
abbiano svolto con riguardo ai
lavori oggetto dell’affidamento, attività
di collaborazione nel campo giuridico,
amministrativo o economico
per una delle parti;
d) abbiano svolto l’incarico di consulente
tecnico d’ufficio.
Tali cause di incompatibilità possono
essere fatte valere anche dalle parti
mediante istanza di ricusazione da
proporre al presidente del tribunale
competente.
Compenso del CCT
Sono state introdotte alcune novità anche
in tema di compenso.
Fermo restando che la parte fissa del
compenso non può superare gli importi
di cui all’art. 6, co. 7-bis, del D.L. n.
76/2020 e che il compenso complessivo
spettante al Collegio non può superare
il triplo della parte fissa, il co. 4 del
nuovo art. 1 dell’Allegato V.2 precisa
che, quando l’appalto eccede il miliardo
di euro, la parte fissa del compenso
non può superare lo 0,02 per cento, in
caso di CCT formato da tre componenti,
e lo 0,03 per cento, nell’eventualità
in cui il CCT sia composto da cinque
componenti.
Novità di un certo rilievo è poi aver
espressamente previsto che ai compo-
Riunioni periodiche e
osservazioni alle parti
Un’altra significativa novità introdotta in
tema di CCT riguarda le riunioni periodiche
e la formulazione di osservazioni,
ove ritenute opportune, alle parti.
In particolare, il nuovo art. 4, co. 3,
dell’Allegato V.2 impone al Collegio di
svolgere delle riunioni periodiche al fine
di monitorare l’andamento dei lavori e,
ove ritenuto opportuno, può formulare
osservazioni alle parti.
Dimissioni dei componenti
e revocazione
Il nuovo art. 5, co. 3, dell’Allegato V.2
precisa che i componenti del Collegio
possono dimettersi solo al ricorrere di
giusta causa o giustificato motivo, dovendosi
provvedere alla sostituzione
nelle forme e nei modi previsti dall’art.
1 del medesimo Allegato. Il compenso
spettante al sostituto sarà pari alla parte
fissa non ancora maturata dal componente
dimissionario e alla parte variabile
che dovesse maturare.
Inoltre al co. 4 si prevede che i componenti
non possono essere revocati successivamente
alla costituzione del Collegio.
Il nuovo accesso agli atti
detenuti dall’Osservatorio
Il nuovo art. 6 dell’allegato V.2 ammette
la possibilità di accedere agli atti detenuti
dall’Osservatorio e dai Collegi Consultivi
Tecnici, nei limiti di legge e salve
le disposizioni del codice di procedura civile
in relazione alle determinazioni dei
collegi aventi natura di lodo contrattuale,
attraverso istanza da formulare direttamente
alle stazioni appaltanti e agli
enti concedenti secondo le modalità previste
dal codice n.36/2023 agli articoli
35 e 36.
La Segreteria tecnico
amministrativa
Il Correttivo, aggiungendo l’art.8 all’Allegato
V.2, ha introdotto la disciplina inerente
alla segreteria tecnico amministrativa,
che originariamente era prevista
dalle “Linee guida per l’omogenea applicazione
da parte delle stazioni appaltanti
delle funzioni del collegio consultivo
tecnico” di cui al Decreto n. 12/2022
del MIMS.
Rispetto a tale istituto sono state apportate
delle novità in tema di compensi;
difatti, il nuovo art. 8 prevede che alla
segreteria è riconosciuto un compenso
in misura determinata dal 3 al 10 per
cento del compenso spettante ad ogni
singolo componente del CCT e che, fermo
che il compenso è posto a carico dei
componenti del CCT, è ora in via innovativa
previsto che venga liquidato direttamente
dalle parti (con le medesime
modalità e tempistiche previste per
i componenti del Collegio).
L’applicazione delle nuove
disposizioni
L’art. 70 del Correttivo introduce l’art.
225-bis che, al co. 5, dopo aver precisato
che l’entrata in vigore degli articoli
215, 216, 217, 219 e dell’Allegato V.2
coincide con la data di entrata in vigore
del Correttivo stesso, ossia il 31 dicembre
2024, aggiunge che tali disposizioni
possono essere applicate anche ai Collegi
relativi ai contratti di lavori già costituiti
e operanti alla medesima data,
salvo che le parti non esprimano una volontà
contraria.
Tali disposizioni, dunque, si applicano
anche ai Collegi già costituiti in forza di
un meccanismo di silenzio – assenso.
Si tratta di una soluzione contraria rispetto
a quella che era stata prospettata
dal Consiglio di Stato, il quale, difatti,
nel parere n. 1463 del 2 dicembre 2024,
aveva optato per il meccanismo del silenzio
– rifiuto, di modo che se le parti
avessero voluto applicare le novellate
disposizioni anche ai CCT già costituiti e
operanti avrebbero dovuto manifestarlo
esplicitamente.
Non è invece indicato un termine entro
cui le parti debbano esprimere l’eventuale
volontà contraria all’applicazione
delle novellate disposizioni, e, di conseguenza,
un termine oltre il quale deve
considerarsi maturato il silenzio – assenso.
Ciò potrebbe rendere opportuno che
sia il CCT a chiedere alle parti quale normativa
intendano applicare.
Osservatorio normativo
Decreto legislativo del 31 dicembre
2024, n. 209 recante “Disposizioni integrative
e correttive al codice dei contratti
pubblici, di cui al decreto legislativo 31
marzo 2023, n. 36” (G.U. 31/12/2024,
n. 305).
Legge del 30 dicembre 2024, n. 207 recante
“Bilancio di previsione dello stato
per l’anno finanziario 2025 e bilancio
pluriennale per il triennio 2025-2027”
(G.U. 31/12/2024, n. 305).
Decreto del Ministero dell’economia e
delle finanze del 6 dicembre 2024 recante
“criteri e modalità per l’attivazione
dei trasferimenti di risorse PNRR” (G.U.
4/01/2025, n. 3). nn
L’Opinione legale
10 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025 11
Notizie da Anas
Notizie da Anas
Friuli Venezia Giulia,
Statale 52BIS “Carnica”
Dopo la frana, la strada statale è stata
riapertura in modalità cantiere e con
limitazioni al transito nei soli giorni di
sabato e domenica nella fascia 8-17
Anas ha riaperto al traffico la strada
statale 52bis “Carnica” in corrispondenza
del Passo Monte Croce
Carnico. Il tratto è ora transitabile
in modalità cantiere e con limitazioni
nei soli giorni di sabato e domenica
nella fascia oraria 8-17.
La riapertura della statale è avvenuta
alla presenza del Presidente
della Regione Massimiliano Fedriga,
dell’Assessore Regionale alle
infrastrutture e territorio, Cristina
Amirante, del Governatore della
Carinzia, Peter Kaiser, del Vicegovernatore
della Carinzia, Martin
Gruber, del Sindaco di Paluzza,
Luca Scrignaro, e del Responsabile
della struttura territoriale del
Friuli Venezia Giulia di Anas, Ettore
de la Grennelais.
La statale 52bis “Carnica” era stata
chiusa il 2 dicembre 2023, dal km
26,500 al km 32,875, in località Paluzza
(Ud), per una frana avvenuta
al km 28. Il distacco, di notevoli dimensioni,
si era verificato sul versante
di monte a notevole distanza
dalla sede stradale provocando
ingenti danni alle strutture di sostegno
e protezione della statale.
Anas ha da subito avviato un’interlocuzione
con la regione FVG per
avviare in sinergia i necessari interventi
di messa in sicurezza del
versante, propedeutici al ripristino
del corpo stradale.
L’intervento, che proseguirà nei
prossimi mesi, ha un valore di 15
milioni di euro ed è stato cofinanziato
al 50% dalla Regione Friuli
Venezia Giulia.
Sardegna, “Sassari-Olbia”
Con la conclusione del ponte sul rio Mannu, sul
lago Coghinas, la statale 729 è ora interamente
percorribile nella configurazione definitiva
La strada statale 729 “Sassari Olbia”
è ora percorribile nella sua
configurazione definitiva a quattro
corsie lungo tutti gli 80 chilometri
di tracciato. Anas ha completato i
lavori per la realizzazione del ponte
sul rio Mannu, sul lago Coghinas
(146 metri), tra Berchidda e Oschiri,
rimuovendo di fatto l’ultimo restringimento.
L’apertura al traffico si è svolta alla
presenza del Sottosegretario di
Stato Alessandro Morelli. Sono intervenuti
l’Assessore ai lavori pubblici
della Regione Sardegna, Antonio
Piu, l’Amministratore Delegato
e Direttore Generale di Anas, Aldo
Isi, il sindaco di Oschiri, Roberto
Carta, e il sindaco di Berchidda,
Andrea Nieddu.
I lavori di costruzione dell’Itinerario
tra Sassari e Olbia hanno riguardato
l’adeguamento a quattro
corsie della rete stradale preesistente
costituita dalle strade statali
199 e 597. Questo tracciato rappresenta
oggi la principale arteria
di collegamento est-ovest del nord
della Sardegna e ha una grande rilevanza
logistica, in quanto serve
un bacino potenziale di 200 mila
utenti, mettendo in comunicazione
le quattro principali città del nord
Sardegna (Sassari, Porto Torres,
Tempio e Olbia), due aeroporti (Alghero
e Olbia), due porti (Olbia e
Porto Torres), oltre a connettere
tre arterie fondamentali della viabilità
regionale (le strade statali
131 “Carlo Felice”, 131 DCN, 125
“Orientale Sarda”). L’intero tracciato
è stato complessivamente finanziato
per 930 milioni con più
delibere CIPE, con fondi della Regione
Sardegna.
La statale permette una riduzione
dei tempi di percorrenza, una capacità
potenziale della rete fino a
23.000 veicoli al giorno e una maggiore
sicurezza per l’utenza stradale
grazie al miglioramento delle intersezioni.
I numeri della “Sassari Olbia”
La statale 729 “Sassari Olbia” è
stata realizzata secondo un progetto
suddiviso in dieci lotti, dallo 0 al
9. L’itinerario attraversa dieci comuni:
Florinas, Codrongianus, Ploaghe,
Ardara, Ozieri, Oschiri, Berchidda,
Monti, Loiri Porto San Paolo
e Olbia. Negli 80 chilometri di tracciato
sono stati realizzati 50 tra via-
dotti e ponti di cui il più lungo è il
viadotto ‘Cuguttu’ che, con le sue
otto campate, si sviluppa per 340
metri. Sono presenti 21 cavalcavia
e quattro cavalcaferrovia e dieci
sono gli svincoli. È presente, inoltre,
una galleria artificiale con le
funzioni di ecodotto, cioè un passaggio,
che sovrasta la statale, per
l’attraversamento della fauna.
Piemonte, manutenzione viadotti della
Tangenziale di Alessandria SS30 “di Val Bormida”
Completata la manutenzione di tre viadotti sulla Tangenziale di Alessandria
Anas ha completato l’intervento
di manutenzione di tre viadotti
al km 0,150 della Tangenziale
di Alessandria (strada statale 30
“di Val Bormida”) nel tratto compreso
tra gli svincoli con la statale
10 “Padana Inferiore” e corso
Giuseppe Romita.
Il progetto di intervento ha previsto
l’impermeabilizzazione degli
impalcati, il rifacimento dei
cordoli (la base su cui sono installate
le barriere laterali) con
installazione di nuove barriere,
la sostituzione dei giunti di dilatazione,
il rifacimento della pavimentazione
fino agli strati di
profondità, il ripristino delle superfici
e in ultimo la riverniciatura.
I lavori sono stati eseguiti con il
restringimento delle carreggiate.
Particolari accorgimenti sono
stati adottati durante alcune fasi
di lavoro al fine di mitigare il più
possibile eventuali disagi al traffico
anche lungo la statale 10
che sottopassa una delle campate
dei viadotti oggetto di intervento,
programmando talune
lavorazioni in orario esclusivamente
notturno. L’investimento
complessivo per l’esecuzione dei
lavori eseguiti ammonta a circa
3,6 milioni di euro.
In collaborazione con
12 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
13
Notizie da Anas
Campania, viadotto sulla SS369 “Appulo Fortorina”
Messa in esercizio della nuova opera entro i primi giorni del mese di maggio 2025
Lungo la strada statale 369 “Appulo
Fortorina” avanzano i lavori per
la costruzione del nuovo viadotto
‘V01’ a San Bartolomeo in Galdo
(BN), nell’ambito di un più ampio
intervento di manutenzione programmata
– dell’investimento complessivo
di circa 6,2 milioni di euro –
che ha interessato altri due viadotti
(‘V02’ e ‘V03’), già fruibili.
Nel dettaglio per la realizzazione
della nuova opera (in sostituzione
del vecchio viadotto, già demolito)
sono state ultimate tutte le fondazioni
(micropali e plinti); in fase
di completamento anche le pile di
elevazione, con lo scopo di procedere
alle attività di varo delle travi
prefabbricate e successivamente
alla realizzazione della soletta, delle
barriere di sicurezza e della pavimentazione
stradale, con relativa
segnaletica.
Sono state superate dunque (con
l’esecuzione di interventi integrativi
sulle fondazioni, sia profonde che
superficiali) le problematiche di natura
geotecnica riscontrate nei mesi
scorsi, dovute, principalmente, alla
eterogeneità dei terreni distribuiti
lungo il tracciato del nuovo viadotto.
L’apertura della nuova opera al transito
è quindi prevista entro i primi
giorni del mese di maggio.
Sicilia, viadotto Alfio
sull’autostrada A19
Verrà completato entro l’estate del
2026 ed il suo costo totale ammonta
a venti milioni e duecentomila euro
Anas ha avviato un campo di prova
per mettere a punto le tecniche e le
attrezzature per la demolizione degli
impalcati del viadotto Alfio, sito
al km 157,600 dell’autostrada A19
“Palermo-Catania” nella carreggiata
in direzione Catania. In primo
luogo, si è proceduto con la demolizione
di una singola campata. Le
verifiche svolte hanno consentito,
da metà gennaio circa, di lavorare
senza soluzione di continuità con
due squadre contemporaneamente
per la demolizione degli impalcati,
in linea con il cronoprogramma stabilito.
Le prove sono state eseguite
alla presenza dei vertici di Anas, gli
Ingegneri Matteo Castiglioni, Raffaele
Celia e Antonio Lippolis e i subcommissari
per la A19, Ingegneri
Lelio Russo e Sergio Tumminello.
In collaborazione con
Il progetto prevede la completa demolizione
di 26 impalcati esistenti
lungo la carreggiata in direzione
Catania e la sostituzione con nuovi
impalcati a struttura mista acciaio-calcestruzzo
con schema statico
a trave continua. Il viadotto è lungo
890 metri circa. I lavori sono finalizzati
all’adeguamento sismico e
statico delle strutture del viadotto ai
sensi delle NTC2018.
Gli interventi previsti nell’ambito
del progetto riguardano: la demolizione
integrale degli impalcati esistenti
e la rimozione degli appoggi
(cuscinetti in gomma armata),
la realizzazione di nuovi impalcati
in sezione mista acciaio-calcestruzzo
su nuovi baggioli e isolatori elastomerici,
una nuova impermeabilizzazione
della soletta d’impalcato,
il rifacimento della pavimentazione
stradale in conglomerato bituminoso
e la realizzazione di nuove barriere
stradali.
L’opera, che ricade fra i territori di
Catenanuova (EN) e Castel di Iudica
(CT), verrà completata entro
l’estate del 2026 ed il suo costo totale
ammonta a 20 milioni e 200
mila euro.
Durante i lavori è previsto il doppio
senso di circolazione sulla carreggiata
in direzione Palermo.
Dopo l’approvazione dei progetti,
adesso, si passa alle opere d’arte
più rilevanti come viadotti e gallerie,
i cui lavori sono necessari a causa
degli ammaloramenti degli impalcati
in calcestruzzo armato. Per
ridurre al minimo i disagi all’utenza,
così come richiesto dal presidente
della Regione Siciliana, Renato
Schifani, nella qualità di commissario
straordinario per i lavori sulla
A19, verranno utilizzati i bypass
esistenti per dimezzare i tratti a
doppio senso di circolazione.
14 1-2/2025 leStrade
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otiziario
Regolamento marcatura CE dei prodotti
da costruzione n. 2024/3110
A cura di Ance, Associazione
Nazionale Costruttori Edili
Dopo una lunga fase di revisione,
è entrato in vigore lo scorso
7 gennaio il nuovo Regolamento
europeo per la marcatura CE
dei prodotti da costruzione, n.
2024/3110.
Il testo rivede e aggiorna la disciplina
attualmente stabilita dal Regolamento
UE n. 2011/305, anche
se le modifiche in gran parte non
sono ancora operative, per effetto
della graduale transizione tra le
due normative.
Infatti, tutti gli articoli - a eccezione
di quelli che stabiliscono principi
e procedure di elaborazione
delle norme di prodotto, subito
applicabili – cominceranno a produrre
effetti tra un anno. Inoltre,
le norme armonizzate oggi in vigore
ai sensi dell’attuale Regolamento
– ovvero le norme che fissano
le caratteristiche essenziali
e le modalità di dichiarazione delle
prestazioni dei prodotti da costruzione
- continueranno a essere
applicabili, fino a quando non
verranno sostituite dalle nuove
norme armonizzate ai sensi del
nuovo Regolamento.
Le prime di queste saranno pubblicate
all’incirca tra cinque anni,
mentre i relativi obblighi per i fabbricanti
diverranno applicabili un
anno dopo l’atto di esecuzione delle
stesse norme (in modo da lasciare
tempo per conformarsi). La
conclusione della sostituzione delle
norme armonizzate è prevista
tra 15 anni.
Fatta questa premessa, per cui restano
utilizzabili tutti i prodotti da
costruzione in commercio marcati
CE secondo le attuali norme armonizzate,
sono diversi i contenuti
di interesse della nuova disciplina
della dichiarazione di prestazione
dei prodotti da costruzione, riportati
di seguito più in dettaglio.
Principi della marcatura CE
Resta invariato, rispetto all’attuale
Regolamento UE n. 305/2011,
il principio secondo cui un prodotto
da costruzione coperto da una
norma armonizzata deve essere
in possesso di una dichiarazione
di prestazione e di conformità alla
stessa norma armonizzata, ai fini
della sua immissione sul mercato
della UE e quindi del suo utilizzo
nelle opere di costruzione.
La definizione di prodotto da costruzione
è stata aggiornata per
comprendere anche tecnologie innovative
di fabbricazione, quali la
stampa 3D (articolo 3).
Si ricorda che una norma armonizzata
è una norma, prodotta dal
CEN su mandato della Commissione
europea e resa obbligatoria
dalla Commissione europea in seguito
a un atto di esecuzione, che
stabilisce le caratteristiche essenziali
rispetto alla prestazione del
prodotto (articolo 5).
La marcatura CE, accompagnandosi
alla dichiarazione di prestazione
e di conformità del prodotto,
costituisce garanzia della conformità
del prodotto alle prestazioni
dichiarate dal fabbricante. Per
questo motivo, il riferimento alla
“conformità” è stato aggiunto alla
“dichiarazione di prestazione”
oggi valida (articoli 13-15).
In virtù della marcatura CE correttamente
apposta, il prodotto da
costruzione può essere commercializzato
sul territorio dell’Unione
europea e utilizzato nelle opere
da costruzione, previa verifica
di eventuali livelli o classi di prestazione
che potrebbero essere
stabiliti in modo differenziato dai
singoli Stati membri. In tal modo
viene garantita trasparenza delle
informazioni, sicurezza nell’uso
e concorrenzialità nel mercato.
Requisiti di base delle opere
di costruzione
La principale novità, rispetto
all’attuale disciplina, è rappresentata
dai requisiti di base delle
opere di costruzione (allegato
I), con l’introduzione di un nuovo
requisito (al numero 7) e la riformulazione
degli altri:
1. integrità strutturale delle opere
di costruzione;
2. sicurezza antincendio delle
opere di costruzione;
3. protezione contro impatti negativi
sull’igiene e sulla salute
con le opere di costruzione;
4. sicurezza e accessibilità delle
opere di costruzione;
5. resistenza al passaggio del
suono e proprietà acustiche
delle opere di costruzione;
6. efficienza energetica e prestazioni
termiche delle opere di
costruzione;
7. emissioni nell’ambiente esterno
delle opere di costruzione
(novità);
8. uso sostenibile delle risorse
naturali delle opere di costruzione.
La conformità del prodotto da costruzione
alle prestazioni dichiarate
permette all’opera in cui esso
è incorporato di soddisfare i requisiti
di base.
Sostenibilità dei prodotti da
costruzione
All’aggiornamento dei requisiti di
base delle opere è collegata un’altra
novità del nuovo Regolamento,
ovvero l’inclusione degli aspetti legati
alla sostenibilità dei prodotti
da costruzione. Il fabbricante del
prodotto sarà tenuto a dichiarare
tali prestazioni ambientali, una
volta che le stesse siano previste
dalle specifiche norme armonizzate
di prodotto, mentre
l’utilizzatore dei prodotti (tipicamente
l’impresa di costruzioni),
nelle sue scelte di acquisto, dovrà
confrontare le prestazioni dichiarate
per i prodotti marcati CE con
i requisiti di progetto.
La dichiarazione di prestazione e
di conformità dovrà comprendere
la prestazione di sostenibilità
ambientale del prodotto durante
il suo intero ciclo di vita rispetto
a una serie di caratteristiche ambientali
essenziali (articolo 16 e
allegato II).
Queste caratteristiche diverranno
applicabili a scadenze differenziate:
la caratteristica relativa
all’effetto dei cambiamenti climatici
potrà applicarsi già da inizio
2026; altre caratteristiche (riduzione
dello strato di ozono, potenziale
di acidificazione, eutrofizzazione,
etc.) a partire dal 2030; le
restanti (particolato, radiazione
ionizzanti, tossicità, etc.) a partire
dal 2032. La Commissione europea
metterà a disposizione gratuitamente
un software per il calcolo
della prestazione ambientale dei
prodotti da costruzione.
Cambieranno in parte i metodi
di valutazione e verifica della costanza
di prestazione da parte dei
fabbricanti e degli organismi notificati
di parte terza, ovvero dei
metodi con cui vengono effettuate
le prove sul prodotto-tipo. A seconda
del prodotto-tipo, resta ferma
la classificazione con oneri di
controllo decrescenti dal metodo
1+ (controllo completo da parte
dell’organismo notificato) al metodo
4 (autoverifica e autocertificazione
del fabbricante), però con
l’introduzione di un nuovo metodo
(3+) che comprende il controllo
della valutazione della sostenibilità
ambientale da parte dell’organismo
notificato.
Strumenti digitali
per il confronto delle
caratteristiche
Il Regolamento contiene, inoltre,
un passo in avanti per quanto riguarda
la digitalizzazione della
documentazione, in coerenza con
l’evoluzione delle pratiche e con
l’adozione progressiva degli strumenti
digitali per la gestione dei
processi edilizi. Mentre oggi la fornitura
della dichiarazione di prestazione
da parte del fabbricante
del prodotto può avvenire in
formato cartaceo o elettronico,
il nuovo Regolamento stabilisce
l’obbligo di fornitura della dichiarazione
per via elettronica (articolo
16, comma 1), a partire dall’8
gennaio 2026. Il fabbricante potrà
anche rendere disponibile su un
sito web la dichiarazione di prestazione
e di conformità, purché -
tra le altre cose - il formato elettronico
non sia modificabile, e il
sito web sia sorvegliato e mantenuto
in modo che le dichiarazioni
di prestazione e di conformità siano
costantemente accessibili ai
destinatari dei prodotti da costruzione
(per evitare che le informazioni
possano essere “smarrite”
nel tempo per qualsivoglia inconveniente
tecnico od operativo).
Parallelamente, la Commissione
europea adotterà atti delegati, per
istituire un sistema di passaporto
digitale dei prodotti da costruzione
(articolo 75). I passaporti digitali
dovranno essere interoperabili
con altri passaporti digitali (ad
esempio quello stabilito dal Regolamento
sulla progettazione ecocompatibile
di prodotti sostenibili,
c.d. Ecodesign, n. 2024/1781),
e includere informazioni quali la
dichiarazione di prestazione e di
conformità, le istruzioni per l’uso,
le informazioni sulla sicurezza, la
documentazione tecnica, l’etichetta
del prodotto, etc.
Il passaporto di un prodotto dovrà
essere accessibile gratuitamente
e rimanere disponibile anche
in caso di insolvenza o cessazione
dell’attività dell’operatore economico.
L’interoperabilità delle informazioni
e dei dati e la possibilità di integrazione
con gli strumenti digitali
(inclusa potenzialmente anche
l’intelligenza artificiale) potranno
permettere il controllo delle caratteristiche,
la verifica di corrispondenza
con i requisiti progettuali e
l’archiviazione dei documenti in
modo smaterializzato e più agile
rispetto alle pratiche correnti.
Applicabilità
Il decreto, pubblicato in Gazzetta
Ufficiale dell’Unione Europea il 18
dicembre 2024, è entrato in vigore
il 7 gennaio 2025, ma la maggior
parte degli articoli saranno
applicabili a partire dall’8 gennaio
2026 (cfr. articolo 96).
I prodotti da costruzione attualmente
in commercio continuano
a essere utilizzabili in virtù delle
norme armonizzate oggi vigenti,
e lo saranno finché queste non saranno
sostituite dalle nuove norme;
non prima - comunque - di
cinque anni a decorrere da oggi.
L’elenco delle norme armonizzate
ai sensi del Regolamento UE
n. 305/2011 è consultabile al
motore di ricerca https://standards.cencenelec.eu/dyn/www/
f?p=205:105:0, selezionando
alla finestra “Legal Framework”
la voce “305/2011 (CPR)”, status
“Published”.
Attualità
16 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025 17
otiziario
Almaviva e Gruppo FS insieme
per la mobilità: ed ecco Sagitta
Nasce Sagitta, un consorzio per
promuovere in ambito internazionale
soluzioni digitali distintive
nel settore dei trasporti e della
logistica e iniziative in ambito
nazionale in grado di accelerare
la realizzazione delle infrastrutture
digitali a supporto di settori
strategici per il Sistema Paese.
Costituito dal Gruppo italiano di
innovazione digitale Almaviva e
dal Gruppo FS, player multimodale
nazionale e internazionale
della mobilità, il Consorzio dà seguito
all’intesa firmata un anno fa
tra gli stessi soggetti.
L’obiettivo di Sagitta
Sagitta ha l’obiettivo di affermare
sui mercati globali di interesse
congiunto, tra cui Europa, America
del Nord, America Latina, Medio
Oriente, Nord Africa e India,
soluzioni digitali per la mobilità
del futuro, come Traffic Planning
& Management, Transport Planning
& Management, Digital Twin
& State Health Monitoring Infrastructure,
Multimodal Integrate
Mobility (incluso il Mobility As a
Service – MaaS), Ticketing, Infomobility.
Sagitta in Italia
In Italia, il Consorzio si farà promotore
di progetti a supporto di
settori strategici per il Sistema
Paese, finalizzati alla realizzazione
e gestione di piattaforme digitali
di rilevanza nazionale a servizio
della mobilità sostenibile, del
turismo, del monitoraggio delle
infrastrutture di trasporto e della
logistica intermodale.
Coordinare la struttura fisica
con quella digitale
«Il Gruppo FS gestisce un’infrastruttura
articolata e complessa,
sia fisica che digitale. Tenere insieme
questi due aspetti e fare
in modo che siano coordinati diventa
un obiettivo per noi sempre
più sfidante - spiega Massimiliano
Garri, Chief Technology, Innovation
& Digital Officer del Gruppo
FS – grazie alla nascita del Consorzio
Sagitta, in collaborazione
con un partner leader nell’Information
& Communication Technology
come Almaviva, abbiamo
l’opportunità di rendere effettiva
l’unione di questi due aspetti,
puntando sull’attivazione di piattaforme
digitali che siano in grado
di migliorare in maniera concreta
gli spostamenti di persone
e merci, nell’ottica di una mobilità
sempre più integrata e sostenibile».
Esportare una proposta italiana
di eccellenza
«Consapevoli del valore della tecnologia
made in Italy e della sua
competitività a livello globale,
avviamo con orgoglio una nuova
sfida condivisa con un campione
internazionale della mobilità
sostenibile, quale è il Gruppo
FS. Andiamo così a rafforzare una
collaborazione decennale che,
con la costituzione del Consorzio
Sagitta, prende nuova forma
per affrontare un mercato globale
ricco di opportunità a cui proporre
soluzioni uniche, evolute e distintive,
come quelle offerte dalla
nostra piattaforma Moova, già attiva
sui mercati esteri in contesti
tecnologicamente evoluti – commenta
Marco Tripi, Amministratore
Delegato di Almaviva – Sagitta
ha l’obiettivo di esportare una
proposta italiana di eccellenza,
allineata alle evoluzioni dell’interoperabilità
a livello europeo».
I vantaggi di Sagitta
Sagitta consentirà al Gruppo
FS di consolidare il proprio ruolo
nell’esportare l’eccellenza del
made in Italy all’estero nel settore
dei trasporti, di accelerare
lo sviluppo di piattaforme digitali
che possano favorire modalità
di trasporto delle persone e delle
merci più efficienti, efficaci e
sostenibili a beneficio della collettività.
Il processo di internazionalizzazione
di Almaviva
Almaviva, attraverso il Consorzio
che valorizza la consolidata collaborazione
con il Gruppo FS, punta
ad accelerare il proprio obiettivo
di internazionalizzazione esportando
tecnologia italiana avanzata
e distintiva, ovvero la piattaforma
Moova per la mobilità
integrata, per favorire modalità
di trasporto sostenibili, turismo,
monitoraggio delle infrastrutture
(ferrovie e strade), logistica intermodale
e servizi più funzionali
ai viaggiatori.
Vediamo da chi saranno occupati
i diversi ruoli: Presidente del Consorzio
è stato nominato Francesco
De Leo, Chief Global Strategy
& International Officer Gruppo
FS, e come Consigliere Delegato
Smeraldo Fiorentini, Deputy CEO
Divisione Transportation & Logistics
Almaviva.
FSITALIANE.IT
Attualità
18 1-2/2025 leStrade
otiziario
Il Gruppo FS è impegnato in
prima linea per il Giubileo 2025
In collaborazione con le Istituzioni,
il Gruppo ha lavorato, e
continuerà a farlo nei mesi che
verranno, per potenziare la mobilità
ferroviaria e stradale della
Capitale, per offrire aree e spazi
più funzionali, per agevolare
gli spostamenti dei pellegrini.
Inoltre, il Gruppo ha contribuito
alla realizzazione di diverse
opere di manutenzione della città
di Roma.
Interventi di rinnovo nelle
stazioni nel Nodo di Roma
In vista del Giubileo 2025 verranno
effettuati alcuni interventi
di rinnovo, a cura di RFI, nelle
stazioni nel Nodo di Roma: Fiumicino
Aeroporto, Termini, San
Pietro, Tuscolana, Aurelia, Trastevere
e Torricola. I lavori interessano
banchine, pensiline,
percorsi di accesso, sottopassi,
segnaletica, edifici e piazzali
esterni di stazione, per un investimento
complessivo di 47,6
milioni di euro. Lungo la rete
sono stati inoltre programmati
diffusi interventi di manutenzione
e potenziamento per innalzare
gli standard di affidabilità
dell’infrastruttura e garantire
maggiore regolarità alla circolazione
ferroviaria.
L’offerta di Intercity per il
Giubileo 2025
Intercity, in vista del Giubileo
2025, ha attivato il prolungamento
della coppia IC 542-544
della linea Roma–Ancona su San
Benedetto del Tronto, con fermata
a Loreto tutti i giorni eccetto
i festivi; a partire dal 15
aprile, attiverà il prolungamento
su Loreto anche nei giorni festivi.
Anche sui treni IC 605, 612,
1545 e 1546 della tratta Milano-Lecce,
e viceversa, e sui treni
604 e 606 della linea Bari/Pescara
– Milano è stata prevista
la fermata di Loreto.
L’impegno di Regionale per
il Giubileo 2025
Regionale, brand di Trenitalia
(Gruppo FS), per facilitare gli
spostamenti dei pellegrini che
raggiungeranno Roma ha attivato,
in collaborazione con ATAC,
la vendita dei biglietti Metrebus
sull’APP Trenitalia, per viaggiare
sui mezzi pubblici della Capitale
e della sua area metropolitana.
Inoltre, sono state
aggiunte nuove corse al Leonardo
Express con partenze da
Roma Termini fino alle 23:35 e
dall’Aeroporto di Fiumicino fino
alle 00:23.
Per incentivare l’utilizzo del Regionale
anche in occasione di
viaggi spirituali e pellegrinaggi,
Trenitalia ha realizzato - in
collaborazione con Opera Romana
Pellegrinaggi - un travel
book sul patrimonio di cattedrali,
chiese e santuari che è
possibile raggiungere comodamente
in treno. L’iniziativa editoriale
si concentra in particolare
su venti destinazioni tra le
principali mete di culto, tutte da
esplorare.
Nuovi treni charter di FS
Treni Turistici Italiani
Nell’anno del Giubileo, FS Treni
Turistici Italiani ha pianificato
una serie di collegamenti in
collaborazione con le Diocesi.
Sono stati attivati sei treni charter
diurni e notturni che permetteranno
di garantire ai pellegrini
un viaggio confortevole e sicuro.
Inoltre, sarà possibile attivare
il treno sanitario di Trenitalia,
un convoglio speciale che
consente di trasferire e curare i
pazienti con personale sanitario
dedicato su carrozze equipaggiate
con specifiche attrezzature
mediche.
Un investimento di circa
85,3 milioni di euro per
Piazza Pia
Il Gruppo FS, attraverso la sua
società operativa Anas, ha contribuito
al completamento del
sottovia di Piazza Pia. L’intervento
di Piazza Pia ha riguardato
il prolungamento del sottopasso
Lungotevere in Sassia, con l’obiettivo
di rafforzare l’asse pedonale
tra Castel Sant’Angelo e
San Pietro, per un investimento
complessivo di circa 85,3 milioni
di euro. La viabilità è stata
interrata attraverso il prolungamento
del sottopasso esistente
realizzato nell’ambito dei lavori
per il Giubileo 2000. Per realizzare
questa infrastruttura, simbolo
del Giubileo 2025, i lavori
C
sono iniziati il 21 agosto 2023.
M
Lo scavo è stato realizzato con
Y
la metodologia “cut&cover” che
ha permesso di lavorare conte-
CM
stualmente in superficie e all’interno
del sottopasso
MY
consenten-
CY
do un’accelerazione dei tempi di
completamento dell’opera.
Mobilità sostenibile e
rigenerazione urbana
Il Gruppo FS - con RFI, FS Sistemi
Urbani e la sua controllata CREW
- è impegnato anche in un altro
importante progetto di mobilità
sostenibile e rigenerazione urbana:
il collegamento ciclopedonale
Monte Ciocci-San Pietro. Il progetto,
del valore di 6,7 milioni di euro,
prevede la realizzazione di un percorso
ciclopedonale per collegare
l’esistente pista ciclabile da Monte
Mario/Monte Ciocci a San Pietro,
la riqualificazione e il riutilizzo
di aree e manufatti non più a
uso del trasporto ferroviario, la realizzazione
della Nuova Francigena
Urbana e lo scambio intermodale
TPL-bici, il collegamento tra
la stazione S. Pietro Vaticano e la
stazione della metro Valle Aurelia.
FSITALIANE.IT
CMY
K
Attualità
20 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025 21
otiziario
Nuova partnership tra Assobim
e Assobeton
La storica
Trieste-Opicina
“Premi ISI PER LA RICERCA”
Aperte le candidature per la prima
edizione del bando “Premi ISI PER
LA RICERCA”, iniziativa promossa
da ISI per sostenere e valorizzare
il talento e l’impegno dei ricercatori
nel campo della sicurezza
di strutture e infrastrutture, nello
sviluppo di nuove tecnologie e
nella promozione della cultura della
prevenzione del rischio sismico.
Il progetto rappresenta parte integrante
dell’impegno costante di
ISI nel sostenere l’eccellenza nella
ricerca scientifica e nel sensibilizzare
sulle tematiche della sicurezza
sismica, favorendo un dialogo
costruttivo e l’incontro tra i ricercatori
e il mondo professionale e
aziendale.
Un’opportunità per i dottori
di ricerca
Il bando è aperto ai dottori di ricerca
di qualsiasi settore scientifico-disciplinare
che abbiano
discusso la propria tesi di dottorato,
sia in Italia che all’estero, negli
anni solari 2022, 2023 e 2024
nell’ambito di una delle categorie
indicate nel bando. Si tratta di
un’occasione importante per mettere
in luce lavoro e competenze,
contribuendo in modo significativo
al progresso delle conoscenze
e delle applicazioni nel campo della
sicurezza sismica e delle nuove
tecnologie.
Tre premi per un valore
complessivo di 7.500 euro
ISI assegnerà tre premi, ciascuno
del valore di 2.500 euro, dedicati
alle seguenti macro-tematiche
di rilievo:
● metodi di analisi e tecnologie
per nuove strutture e infrastrutture
antisismiche;
● metodi di indagine e tecnologie
per il consolidamento sismico
di strutture e infrastrutture esistenti;
● proposte per l’implementazione
della cultura della prevenzione
del rischio sismico, incluse misure
pubbliche economiche e assicurative.
Potranno essere assegnate
ulteriori “Menzioni Speciali” senza
riconoscimento di premi economici.
La Commissione Giudicatrice,
composta da quattro membri del
Comitato Scientifico di ISI e coordinata
dall’Ing. Davide Trutalli, Direttore
di ISI, annuncerà i vincitori
dei premi e le eventuali “Menzioni
Speciali” entro il 30 giugno 2025.
Un impegno verso la
divulgazione scientifica
Il Bando persegue l’obiettivo di
promuovere, riconoscere e divulgare
ad un ampio pubblico i
più recenti risultati degli studi sui
temi di interesse di ISI nell’ambito
dell’ingegneria sismica.
L’Associazione veicolerà il progetto
attraverso tutti i canali di
comunicazione a sua disposizione:
sito web istituzionale, social
media, newsletter e ufficio stampa
per la divulgazione alle testate
giornalistiche specializzate.
I lavori presentati dai ricercatori
saranno disponibili sul sito web
dell’Associazione. I partecipanti
interessati potranno inoltre essere
messi in contatto da ISI con le
aziende Associate Sostenitrici ed
elencate nella pagina web Associati
Sostenitori e Collettivi ISI per
creare opportunità di collaborazione
e crescita reciproca. Per dare il
giusto risalto alle tesi di dottorato
premiate, i vincitori presenteranno
le loro ricerche in occasione
di due eventi pubblici organizzati
da ISI.
Modalità di partecipazione
Le candidature dovranno essere
inviate entro e non oltre il 28 febbraio
2025 alle ore 12.00 accedendo
alla pagina dedicata “Premi
ISI PER LA RICERCA” disponibile
al link https://www.ingegneriasismicaitaliana.com/premio-isi-per-la-ricerca.php
Per maggiori informazioni:
email: bandi@ingegneriasismicaitaliana.it
tel. 3312696084 - da lunedì a venerdì
9:30 - 13:00
INGEGNERIASISMICAITALIA-
NA.COM
Adriano Castagnone ASSOBIM.
Assobeton, l’Associazione Nazionale
di Categoria delle industrie
produttrici di manufatti,
componenti e strutture in calcestruzzo,
e Assobim, l’Associazione
nata per promuovere il processo
di digitalizzazione della
filiera tecnologica delle costruzioni
attraverso il Building Information
Modeling (BIM), hanno
stretto un importante accordo di
collaborazione.
La partnership, siglata dal Presidente
di Assobeton, Alberto
Truzzi, e dal Presidente di Assobim,
Adriano Castagnone, rappresenta
un passo significativo
verso una maggiore sinergia tra
due settori strategici per il futuro
delle costruzioni: la prefabbricazione
in calcestruzzo e
la digitalizzazione dei processi
produttivi.
Il cuore dell’accordo è nello
scambio associativo
Assobim ha aderito ad Assobeton
e viceversa. Questa scelta
rappresenta l’impegno congiunto
delle due realtà a creare un
ecosistema integrato e collaborativo,
dove le competenze specifiche
di ciascuna associazione
possano arricchire la visione e
le attività dell’altra, allargando
allo stesso tempo le compagini
associative. L’obiettivo comune
è quello di moltiplicare i benefici
per gli associati, favorendo la
formazione e l’informazione sui
temi chiave del settore, dalla digitalizzazione
alla prefabbricazione.
La partnership consolida
il ruolo di Assobim all’interno di
tutta la filiera delle costruzioni
e, al contempo, introduce in Assobeton
i temi della trasformazione
digitale, fondamentali per
aumentare produttività e competitività.
Adriano Castagnone_ASSOBIM.
Vantaggi per entrambe le
associazioni e i loro soci
Per Assobim, l’inclusione del
settore della prefabbricazione
amplia la rappresentatività in
seno alla filiera delle costruzioni,
integrando competenze e soluzioni
avanzate per un approccio
più completo e tecnologico
al mercato. Per Assobeton, l’introduzione
del BIM nei processi
aziendali rappresenta un’opportunità
per valorizzare le tecnologie
più all’avanguardia e stimolare
tra le imprese associate
una maggiore consapevolezza
sull’importanza della digitalizzazione,
sostenendo l’evoluzione
del comparto verso standard
produttivi e qualitativi sempre
più elevati.
il Presidente di Assobeton, ing.
Alberto Truzzi: «Con questa collaborazione
Assobeton rafforza
ulteriormente l’attività di supporto
agli Associati attraverso
l’aggiornamento e l’approfondimento
di temi e tecnologie cruciali
per il settore delle costruzioni.
Lo scambio di competenze
con Assobim ci consentirà di offrire
strumenti sempre più avanzati
per consolidare e ampliare
il know-how e il ruolo di protagonista
che la prefabbricazione
in calcestruzzo riveste in una filiera
strategica per l’economia
del Paese».
«La firma di questo accordo si
inserisce naturalmente nel solco
dei principi della nostra associazione,
impegnata nella
diffusione del BIM e nella digitalizzazione
dell’intera filiera
delle costruzioni – ha sottolineato
l’ing. Adriano Castagnone,
Presidente di Assobim. – Questa
collaborazione con Assobeton
ci permette di rappresentare
in modo ancora più ampio e incisivo
il settore delle costruzioni,
rafforzando la nostra missione».
ASSOBETON.IT
ASSOBIM.IT
Ha ripreso a percorrere il tracciato
cittadino la storica trenovia
Trieste-Opicina, che collega
il centro Città con il belvedere
sul Carso. Dal 1 febbraio,
dopo otto anni dall’incidente
che coinvolse lo storico mezzo
con la conseguente sospensione
dell’esercizio, il tram è di nuovo
in servizio. Un percorso lungo
e accidentato che è arrivato
a positiva conclusione con il
nulla osta rilasciato da Ansfisa,
una volta effettuati tutti i numerosi
passaggi necessari per rimettere
in funzione il collegamento
nel rispetto di tutte le
prerogative di sicurezza. Il lavoro
è stato intenso e sfidante:
la redazione dei progetti e l’esecuzione
lavori, l’installazione
di aggiornamenti tecnici fondamentali
come, ad esempio, il
rinnovo del vetusto armamento,
l’aggiornamento della totalità
dei sottosistemi, le verifiche e
prove di sicurezza sugli scambi,
la segnaletica per gli attraversamenti
e le nuove banchine per
le fermate. Fondamentale per
la buona riuscita dell’impresa
la costituzione di un gruppo di
lavoro “interforze” che ha unito
professionalità di tecnici appartenenti
a diverse realtà che
in 11 riunioni, tra marzo e settembre
2024, hanno emanato le
linee guida per questa tramvia
urbana a scartamento ridotto.
Attualità
22 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025 23
otiziario
Asecap Days 2025 a Madrid
Da Milano, lo scorso anno, a Madrid,
dal 26 al 28 maggio 2025:
queste le date e il luogo della
prossima edizione degli Asecap
Days 2025. Da diversi anni, i gestori
autostradali europei hanno
avviato il processo per il passaggio
a una mobilità più ecologica.
Sono necessari, tuttavia, maggiori
investimenti per realizzare
una transizione ecologica di successo,
inclusa la road map politica
dell’UE con il Green Deal e la
strategia Fit for 55. Per affrontare
queste sfide, i gestori delle infrastrutture
stradali a pedaggio propongono
di promuovere progetti
ecologici, tra cui la trasformazione
dell’infrastruttura per ospitare
auto, autobus e camion elettrici e
contribuire, in tal modo, allo sviluppo
di soluzioni di soluzioni di
mobilità sicure, inclusive e verdi
per tutti.
La cinquantaduesima edizione degli
Asecap Days si concentrerà sul
tema di come si possano promuovere
soluzioni di sicurezza e mobilità
stimolando investimenti indirizzati
a raggiungere gli obiettivi
UE di Vision Zero in termini di vittime
e Vision Zero in termini di
emissioni di CO 2
. A Madrid si discuterà
anche di un piano di finanziamento
sostenibile per supportare
queste trasformazioni, senza
che esse vadano a gravare sul bilancio
pubblico. Durante gli Asecap
Days 2025 saranno affrontati
i seguenti argomenti:
• schemi di finanziamento stradale
sostenibile;
• guidare l’innovazione: la prossima
generazione di gestione del
traffico;
• manutenzione e monitoraggio
basati su gemelli digitali per soluzioni
di infrastrutture stradali;
• guidare il cambiamento: sistema
di pedaggio e riduzione di
CO 2
per obiettivi di zero emissioni
nette;
• sicurezza stradale: cosa bisogna
fare e come?;
• novità nella riscossione del pedaggio;
• mobilità cooperativa, connessa
e automatizzata (CCAM);
• migliorare gli spazi e le piattaforme
dati sulla mobilità per garantire
servizi e sicurezza informatica
migliorati;
• impatto dell’implementazione di
veicoli a zero emissioni sulle infrastrutture
stradali.
Per chi volesse tutte le ulteriori informazioni
è disponibile alla consultazione
il QRcode qui sotto
Politecnica, nuova sede a Roma
Politecnica Building for Humans
annuncia con orgoglio l’inaugurazione
della sua nuova sede a
Roma, in piazza Alessandria 24.
Questo importante passo segna
un ulteriore rafforzamento della
presenza della società cooperativa
e di progettazione integrata
sul territorio nazionale e conferma
il suo impegno verso progetti
sempre innovativi e sostenibili.
La nuova sede, che si aggiunge
a quelle già operative di Modena,
Firenze e Milano, rappresenta un
tassello cruciale della visione strategica
di Politecnica. Con un team
multidisciplinare in loco, la struttura
sarà il fulcro per il coordinamento
e lo sviluppo delle attività
nel Centro e Sud Italia, con un
focus su progetti di rigenerazione
urbana e valorizzazione del patrimonio
storico ed un settore dedicato
ai progetti di grandi infrastrutture.
Roma diventa così un
vero e proprio laboratorio d’avanguardia,
simbolo della capacità
di coniugare tradizione e innovazione.
Investire su nuovi talenti
locali
«L’apertura di questa nuova sede,
nell’anno del 25° Giubileo, rappresenta
un traguardo davvero importante.
– ha dichiarato Francesca
Federzoni, Presidente di
Politecnica – Non solo Roma, ma
tutto il Centro-Sud, sta vivendo
una fase di profonda crescita:
un’evoluzione interna in parte legata
al PNRR e ai successivi investimenti
per la creazione di nuove
infrastrutture, per il recupero e la
riqualificazione di grandi complessi
del XX secolo. La nostra presenza
stabile nella Capitale risponde
alla necessità di presidiare in prima
linea i numerosi progetti che ci
vedono già coinvolti sul suolo romano
e nei dintorni. Il nostro desiderio
è investire su nuovi talenti
locali pronti a condividere un approccio
integrato e cooperativo.
Da cinquant’anni in Politecnica
guardiamo al futuro, e continuiamo
a farlo con una visione
chiara e lungimirante: governare
la crescita attraverso tre linee
strategiche fondamentali - gli investimenti
nelle risorse umane,
l’impegno per la sostenibilità e un
forte focus sull’innovazione tecnologica.
Crediamo fermamente
nel ruolo dell’ingegneria e dell’architettura
come motori di sviluppo
sostenibile e coesione sociale
ed è proprio con questa visione
che vogliamo restituire valore al
territorio e rispondere alle sfide
di domani».
Protagonista dell’ingegneria
e dell’architettura italiane
Con l’apertura della sede di Roma,
Politecnica ribadisce il suo ruolo
di protagonista dell’ingegneria e
dell’architettura italiane. Questo
traguardo rappresenta non solo
un consolidamento della sua presenza
sul territorio nazionale, ma
anche una dichiarazione di intenti:
promuovere progetti sostenibili
e innovativi che sappiano coniugare
tradizione e modernità.
Guardando al futuro con visione e
determinazione, Politecnica continua
a investire nelle persone, nella
tecnologia e nella sostenibilità
per generare valore e costruire un
domani migliore, in sintonia con le
esigenze del territorio e delle comunità.
POLITECNICA.IT
Trenitalia France, da aprile riparte
il Frecciarossa 1000 Milano-Parigi
Da aprile 2025 tornerà il collegamento
ad alta velocità Milano-Parigi,
dopo l’interruzione
del tunnel ferroviario del
Frejus: chiuso da fine agosto
2023 a causa di una frana sul
fronte francese, che ha tenuto
bloccata la linea Torino-Lione. Il
Frecciarossa 1000 di Trenitalia
France, che ha debuttato oltreconfine
nel dicembre 2021, tornerà
dunque a viaggiare e presto
saranno disponibili sui canali
di vendita i biglietti per il retour
ferroviario tanto atteso.
Non si sono mai fermati, invece, i
servizi sulla tratta Parigi-Lione, attivi
con cinque corse giornaliere di
andata e ritorno.
Trenitalia in Francia
Trenitalia è il primo operatore europeo
ad essere entrato nel mercato
ferroviario francese. Con
Trenitalia France ha da poco festeggiato
tre anni di attività e un
crescente successo dato dai servizi
offerti, successo che si traduce
in quasi tre milioni di passeggeri
trasportati sull’alta velocità e un
aumento della notorietà, sul mercato
francese, del 40% nell’ultimo
anno.
L’espansione nei settori esteri della
mobilità rappresenta uno degli
obiettivi fondamentali tracciati dal
nuovo piano strategico di Gruppo
FS guidato da Stefano Antonio
Donnarumma, che proprio in
una recente intervista ha sottolineato
come la nuova organizzazione
aziendale punti a rafforzare
il ruolo internazionale di FS, sfruttando
le competenze maturate nei
diversi mercati europei.
Europa, Medio Oriente, Nord
Africa, Americhe
Il Gruppo FS opera in Francia, con
Trenitalia France, in Spagna, con
i treni iryo, e in Grecia con Hellenic
Train. In Germania, è attivo
nel trasporto passeggeri regionale
con Netinera Deutschland e nel
trasporto merci su rotaia con TX
Logistik, il secondo operatore del
Paese. Nei Paesi Bassi, Qbuzz è il
terzo operatore di trasporto pubblico
locale, mentre in Romania
FS gestisce il trasporto ferroviario
merci con Rom-Rail e, nel Regno
Unito, è presente con Trenitalia
UK. Il Gruppo è presente anche
in Medio Oriente e Nord Africa,
Asia-Pacifico e nelle Americhe.
FSITALIANE.IT
Attualità
24 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025 25
otiziario
Hitachi Rail acquisisce Omnicom
Hitachi Rail ha firmato l’accordo
per l’acquisizione di Omnicom,
azienda parte del gruppo Balfour
Beatty. L’acquisizione rappresenta
un’operazione strategica fondamentale
per HMAX, la nuova suite
di digital asset management di
Hitachi Rail.
Omnicom fornisce software e hardware
per il rilevamento, l’ispezione
e il monitoraggio delle infrastrutture
ferroviarie, tra cui
l’Infrastructure Monitoring System,
la misurazione della distanza
di sicurezza l’ispezione visiva
della linea e la scansione dell’infrastruttura.
I suoi sistemi di monitoraggio
possono essere installati
sui treni e, attraverso l’uso di
edge computing e machine learning,
sono in grado di fornire un
rilevamento quasi in tempo reale
delle anomalie sui binari ferroviari.
Attraverso questa tecnologia
Hitachi Rail potrà potenziare i processi
decisionali relativi alla pianificazione
della manutenzione e al
ciclo di vita degli asset.
La nuova suite HMAX
di Hitachi Rail
Omnicom, forte di oltre 25 anni di
esperienza nel settore delle tecnologie
ferroviarie, fornisce soluzioni
di monitoraggio e di misurazione
geometriche a diversi grandi
player. La tecnologia raccoglie trilioni
di byte di immagini al giorno,
consentendo di migliorare le attività
di manutenzione. Le soluzioni
di monitoraggio e misurazione da
remoto di Omnicom faranno parte
della nuova suite HMAX di Hitachi
Rail, consentendo l’introduzione
di questa tecnologia avanzata nel
mercato globale. HMAX, lanciata
a InnoTrans a settembre 2024, è
una soluzione di digital asset management
completa, capace di integrare
in un’unica piattaforma in
tempo reale un’ampia gamma di
dati dei treni e dall’infrastruttura
ferroviaria. La piattaforma utilizza
l’Intelligenza Artificiale e il machine
learning per elaborare i dati,
estrarre informazioni e applicarle
al fine di ottimizzare il traffico ferroviario,
contribuire alla riduzione
del consumo energetico e migliorare
il processo di manutenzione
predittiva.
HMAX consente, inoltre, l’elaborazione
di grossi volumi di dati (generati
dai treni o sull’infrastruttura)
in tempo reale, restituendo ai
centri di controllo operativo le informazioni
necessarie. Si tratta
di un importante miglioramento
nella velocità del trasferimento
ed elaborazione delle informazioni,
che in precedenza necessitava
fino a dieci giorni. Commentando
l’annuncio, Giuseppe Marino,
CEO di Hitachi Rail, dichiara: «Si
tratta di un’acquisizione strategica
per Hitachi Rail. L’inserimento
degli innovativi strumenti di monitoraggio
dei binari di Omnicom
nella nostra piattaforma di digital
asset management, rafforza ulteriormente
la nostra offerta globale
volta ad ottimizzare i servizi per i
clienti e la rete ferroviaria. Le nuove
soluzioni tecnologiche, come la
nostra piattaforma HMAX, dimostrano
la potenza dell’Intelligenza
Artificiale per migliorare le prestazioni
delle infrastrutture e dei sistemi
ferroviari».
Sanjay Razdan, Managing Director
di Omnicom, dichiara:
«Quest’acquisizione rafforza la
capacità di Omnicom di collaborare,
innovare e fornire sistemi e
servizi abilitati all’Intelligenza Artificiale,
migliorando al contempo
la sicurezza, l’efficienza e l’affidabilità
delle infrastrutture ferroviarie,
sfruttando le nostre comprovate
soluzioni basate sui dati che
aiutano a prevedere e prevenire
i guasti di asset ferroviari. Guardo
avanti ai prossimi successi di
Omnicom come parte del gruppo
Hitachi».
HITACHIRAIL.COM
Attualità
26 1-2/2025 leStrade
otiziario
La rivista leStrade a Paving Show
Saranno due giorni all’insegna
della formazione e dell’innovazione
per Paving Show & Congress,
la manifestazione in programma
i prossimi 12 e 13 marzo a Veronafiere,
spin-off di Samoter, storico
Salone internazionale sulle
macchine per costruzioni, che
dal 6 al 9 maggio 2026 taglierà il
traguardo della 32ª edizione. Oltre
alla ricca parte congressuale,
l’evento offrirà anche un’esposizione
dedicata alle attrezzature,
alle tecnologie e ai servizi per le
pavimentazioni stradali, offrendo
un’opportunità unica di confronto
tra operatori del settore e aziende
del settore.
«La formula individuata per il Paving
Show – dichiara il direttore
generale, Adolfo Rebughini – è
quella della mostra-convegno, riservata
agli operatori del settore
delle pavimentazioni stradali per
garantire un elevato tasso di specializzazione
agli addetti ai lavori,
agli ordini professionali e agli
stakeholder, oggi alle prese con le
nuove sfide della mobilità sostenibile,
della sicurezza stradale e di
infrastrutture sempre più smart».
Convegni organizzati da
leStrade e Vie&Trasporti
Ricca la parte convegnistica, grazie
alla collaborazione di partner
istituzionali come Anas, Ance,
Anepla, Unacea, Assodimi-Assonolo,
Unem e Cece.
Tre i convegni organizzati dalla
rivista leStrade e dalla rivista
Vie&Trasporti in collaborazione
con Paving Show:
• Connessi on the road (mercoledì
12 marzo 2025, ore 14.30
- 17.00): l’evento esplora le tematiche
che legano infrastruttura
stradale e autostradale con le
esigenze di connettività (informazione
per l’utente, monitoraggio,
sicurezza...). Si esploreranno
le nuove tecnologie, le sperimentazioni,
lo stato dell’arte nel mondo
e in Italia di quelle che ormai
sono definite “Smart road”. Parteciperanno
esponenti del mondo
della progettazione, della ricerca
universitaria, dell’industria. Sono
previsti crediti formativi.
• A proposito di Intelligenza
Artificiale (giovedì 13 marzo
2025, ore 10.00 - 12.30):
può l’intelligenza artificiale, oggi
e domani, caratterizzare la progettazione,
le funzionalità, i servizi,
la manutenzione predittiva
delle strade? La risposta è sì. Le
possibilità offerte dall’AI verranno
esplorate da esperti informatici e
del settore digitale, con un focus
sulle infrastrutture e sull’utenza
(la crescente interazione veicolo-infrastruttura,
anche nell’ottica
dello sviluppo MAAS, guida
autonoma e trasporto pubblico).
Non si dimenticherà l’importanza
dell’IA anche nel settore della
ricerca di materiali e compositi.
Sono previsti crediti formativi.
• Le strade sicure del futuro
(giovedì 13 marzo 2025,
ore 14.30 – 17.00): ineluttabile
condizione per perseguire la
sicurezza stradale è quella fondata
sul binomio regolazione
del comportamento umano (responsabile
di oltre il 90% degli
incidenti)/applicazione tecnologica.
Ad oggi però i progressi
sono inferiori alle attese: gli incidenti
stradali sono in crescita
e i dati allarmanti (cfr. Aci-Istat
2023). Bisogna fare di più
e meglio per perseguire l’obiettivo
Ue di dimezzare il numero
di morti entro il 2030 (su 2020).
Dal momento che le infrastrutture
sono concausa circa nel
30% dei sinistri, l’evento mira
a essere una lucida disamina di
alcune delle soluzioni tecnologiche
vocate a garantire il massimo
livello di sicurezza nelle nostre
strade e autostrade.
Si parte mercoledì 12 marzo alle
ore 9.30 (Sala Salieri, Palaexpo
-1) con la tavola rotonda organizzata
da Paving Show sul tema
“Digitalizzazione nella progettazione,
nella realizzazione e nella
gestione delle pavimentazioni
stradali: aspetti normativi, di organizzazione
del lavoro, aspetti
relativi alle materie prime, relativi
alla realizzazione di attrezzature
a ciò espressamente dedicate”,
con interventi dei rappresentanti
di Anas, Ance, Anepla. A seguire
(ore 12, Sala Salieri, Palaexpo -1),
riflettori accesi sul Samoter Day,
appuntamento di avvicinamento
al 32° Salone internazionale di Veronafiere,
con il «Focus sul mercato
delle macchine per costruzioni
in Italia e all’estero». Un appuntamento
annuale organizzato da
Unacea, con la relazione del direttore
Luca Nutarelli.
QR code qui sotto per il programma
completo.
EVENTI
La strada
giusta
Paving Show, tre convegni
di altissimo interesse
per il mondo delle
infrastrutture e dei trasporti
Verona Fiere, 12-13 marzo,
di scena il futuro
delle infrastrutture: connesse,
intelligenti, sicure. LeStrade
e Vie&Trasporti organizzano
tre eventi ad accesso libero
con tre crediti formativi ciascuno
per ingegneri, architetti
e geometri
*
I QR riportano al modulo riservato agli
ingegneri per ottenere i crediti formativi.
per informazioni: gthorausch@accola.it
Connessi on the road
12/03/2025-14.30-17.30
Il tema della connessione di strade
e autostrade è molto ampio, e,
soprattutto nel nostro Paese, agli
albori. Gli oratori faranno il punto della
situazione, raccontando cosa è stato
fatto e cosa si sta facendo per rendere
sempre più interattive le infrastrutture stradali e autostradali
Marco Colloredo, Dir. Operations & Dir. esercizio
di Milano Serravalle
Maurizio Bicellari, Responsabile sistemi gestionali
e documentali di Anas
Marco Guerrieri, Professore associato dell'Università di Trento
Giuseppe Mastroviti, Direttore tecnico di A35 Brebemi
Cristina Pronello, Professoressa del Politecnico di Torino
Carlo Costa, Direttore tecnico di A22 Autostrada del Brennero
IA, come e quando
13/03/2025-10.00-13.00
Può l’intelligenza articiale
intervenire efcacemente nella
progettazione, gestione,
manutenzione e utilizzo delle
infrastrutture stradali? Se sì, come?
Stefano Brivio, AD di MGH
Giuseppe Colombo, Direttore tecnico di
Milano Serravalle
Nicholas Fiorentini Professore Università Pisa
Dip. Ing. Civile e Industriale (DICI)
Massimo Penasa, AD - Cofounder di CAEmate
Maurizio Porcu, Specialista di prodotto di Codevintec
Camilla Sesana, Premio Cattedra Abertis
Alberto Servienti, Professore del Politecnico di Milano
Infrastrutture
e sicurezza
13/03/2025 -14.30-17.30
Un tema classico, ma affrontato
da una angolazione nuova che
tiene conto della digitalizzazione
dei sistemi, delle potenzialità della
smart road e della connettività dei
veicoli, oltre che dalla capacità di
strada e mezzo mobile di interagire
Michele Antonioli, CEO di KEE
Luigi Carrarini, Program Manager SmartRoad di Anas
Nicola Dinnella, D.R. Area Gest. Rete Catania di Anas
Roberto Impero, CEO di SMA Road Safety
Davide Sartelli, Direttore Operations di Autostrade Alto Adriatico
Gianluca Vinco, Direttore tecnico di Uretek
Loretta Venturini, Direttore scientico e dello sviluppo
strategico di Iterchimica
Domenico Zagari, Program Manager Mercury di Autostrade
per l’Italia
Convegni
28 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
29
Agenda
GENNAIO 2025
World of Concrete 2025
Las Vegas (Stati Uniti)
21- 23 gennaio 2025
FEBBRAIO 2025
E-World 2025
Essen (Germania)
11- 13 febbraio 2025
e-world-essen.com
MARZO 2025
Future Build 2025
Londra (Inghilterra)
4 – 6 marzo 2025
futurebuil.co.uk
Paving Show & Congress 2025
Verona (Italia)
12 - 13 marzo
https://www.samoter.it/it/paving-show-congress-2025
World of Asphalt 2025
St. Louis (Stati Uniti)
25 – 27 marzo 2025
worldofasphalt.com
APRILE 2025
Bauma 2025
Monaco di Baviera (Germania)
7 – 13 aprile
bauma.de
MAGGIO 2025
World Tunnel Congress 2025
Stoccolma (Svezia)
9 – 15 maggio
wtc2025.se
Asecap Days
Madrid (Spagna)
26 – 28 maggio
asecap.com
ASECAP DAYS 2025
asecap.com
Da Milano, lo scorso anno, a Madrid,
dal 26 al 28 maggio 2025: queste le
date e il luogo della prossima edizione
degli Asecap Days 2025. Da diversi
anni, i gestori autostradali europei
hanno avviato il processo per il
passaggio a una mobilità più ecologica.
Sono necessari, tuttavia, maggiori
investimenti per realizzare una
transizione ecologica di successo,
inclusa la road map politica dell’UE
con il Green Deal e la strategia Fit
for 55. Per affrontare queste sfide, i
gestori delle infrastrutture stradali a
pedaggio propongono di promuovere
progetti ecologici, tra cui la trasformazione
dell’infrastruttura per
ospitare auto, autobus e camion
elettrici e contribuire, in tal modo,
allo sviluppo di soluzioni di mobilità
sicure, inclusive e verdi per tutti.
leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
INFRASTRUTTURE&MOBILITÀ
n Da Milano Serravalle, tecnologia
e innovazione per una mobilità
più sicura e intelligente.
n È stata restituita Piazza dei Cinquecento,
a Roma, dopo un importante intervento di
riqualificazione del Gruppo FS Italiane.
n Lavori di ammodernamento del viadotto
Gravagna, sull’autostrada
A15 Parma – La Spezia.
n Le piantumazioni effettuate su base
volontaria da Autostrade per l’Italia:
più di 10mila piante a dimora solo nel 2024.
Convegni, Corsi, Eventi 2025
30 1-2/2025 leStrade
Scenari
Tecnologia e innovazione per
una mobilità più sicura e intelligente
Milano Serravalle sta implementando un upgrade nella gestione del traffico grazie
all’installazione di dispositivi tecnologici che trasformeranno l’autostrada in Smart
Road, infrastrutture stradali intelligenti dotate di sensori avanzati e sistemi di
comunicazione innovativi. L’obiettivo è migliorare la sicurezza, ottimizzare i flussi di
traffico e offrire agli utenti un’esperienza di guida più fluida, efficiente e connessa
Ing. Marco Molteni
Direzione Esercizio
di Milano Serravalle -
Milano Tangenziali S.p.A.
I requisiti del progetto e le soluzioni
adottate
Partendo da un sistema tradizionale di monitoraggio
manuale del traffico, Milano Serravalle ha individuato
una serie di esigenze fondamentali per la
trasformazione digitale della rete stradale:
1. Analisi del flusso veicolare: Il sistema raccoglie
dati dettagliati sui percorsi degli utenti, categorizzandoli
per tipo di veicolo e monitorando
parametri essenziali come la velocità media e
il tempo di percorrenza.
2. Previsione delle condizioni di traffico: Attraverso
modelli predittivi basati su dati storici e in tempo
reale, il sistema fornisce stime accurate sui tempi
di percorrenza e le condizioni della rete viaria.
3. Rilevamento automatico degli incidenti: L’integrazione
di sensori avanzati e telecamere AID
consente una gestione più efficace delle emergenze,
con avvisi tempestivi agli operatori e agli
utenti. Questi sono a loro volta suddivisi in:
1. AID puntuali: Le telecamere AID sono posizionate
in punti strategici, come quelli
con il più alto tasso di incidenti, incroci,
ingressi/uscite e caselli autostradali. Gli
eventi di allarme rilevati possono essere
traffico lento, code, veicoli fermi sulla carreggiata
o in area di parcheggio, direzione
di marcia errata, pedoni sulla strada o
perdita di visibilità (nebbia - fumo).
2. AID lineari: Le telecamere ANPR eseguono
un’analisi in tre fasi:
1. Conteggio e classificazione dei veicoli:
I veicoli in arrivo vengono contati e classificati
con precisione per garantire un
corretto ingresso e uscita dalla tratta
monitorata.
2. Regolazione dinamica del conteggio dei
veicoli:
Il sistema regola dinamicamente il conteggio
dei veicoli sottraendo e/o aggiungendo
veicoli alle interconnessioni, alle
aree di servizio e ai parcheggi.
3. Generazione di avvisi:
Viene generato un avviso se il conteggio
dei veicoli supera una soglia predeterminata,
indicando una deviazione dalla
velocità media attesa. Questo avviso segnala
un potenziale ritardo nel raggiungere
la sezione successiva entro il tempo
previsto, che corrisponde a un incidente
o a un’interruzione del flusso di traffico.
Aumentando il numero di gate AID e riducendo
quindi l’intervallo tra due sezioni consecutive di telecamere
ANPR, le informazioni saranno più dettagliate
e precise. Una rapida rilevazione e reazione
sono estremamente importanti per la sicurezza e
la qualità del servizio.
Il costo dei sensori puntuali per chilometro è estremamente
elevato, così come il loro funzionamento
e la manutenzione necessaria (energia, comunicazione,
ecc.).
Il cuore tecnologico delle Smart
Roads
Grazie all’utilizzo di telecamere AID (Automatic Incident
Detection) e ANPR (Automatic Number Plate
Recognition), Milano Serravalle sta costruendo
un sistema di monitoraggio avanzato in grado di
rilevare in tempo reale pericoli, interruzioni stradali
e anomalie nel comportamento dei veicoli.
Queste informazioni, elaborate da algoritmi di intelligenza
artificiale, permettono agli operatori di
intervenire tempestivamente e agli utenti di ricevere
aggiornamenti in tempo reale sulla viabilità.
Un ruolo chiave è svolto dai sistemi di comunicazione
V2I (veicolo-infrastruttura), che consentiranno
uno scambio costante di dati tra i veicoli
e l’ambiente circostante. Questo approccio permette
di prevenire incidenti, ridurre la congestione
stradale, migliorare l’efficienza del traffico
e mantenere l’utente costantemente informato.
Monitoraggio e gestione del traffico
in tempo reale
Uno degli aspetti fondamentali del progetto è la
raccolta e l’analisi dei dati di traffico per prevedere
e gestire al meglio la viabilità. Grazie all’installazione
di Road Side Unit (RSU) e telecamere
ANPR lungo l’intera rete, il sistema è in grado
di fornire informazioni dettagliate sulla velocità
media, il tempo di percorrenza, la lunghezza delle
code e i percorsi ottimali.
Gli utenti potranno ricevere aggiornamenti in
tempo reale tramite pannelli a messaggio variabile
e altre piattaforme digitali, permettendo loro
di scegliere percorsi alternativi in caso di traffico
intenso o incidenti. Inoltre, in futuro, l’integrazione
con i veicoli connessi e autonomi (CAV) rappresenterà
un ulteriore passo verso la realizzazione
di un ecosistema stradale completamente
interconnesso.
Infrastrutture&Mobilità
32 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
33
Via delle Sette Chiese 142 - 00145 Rome, Italy
www.3tiprogetti.it | info@3tiprogetti.it
linkedIn: 3TI Progetti | instagram: @3ti_progetti
Uno sviluppo futuro, già testato da Milano Serravalle,
sarà il monitoraggio del traffico mediante fibra
ottica, attualmente utilizzata per i servizi di
comunicazione. Essa può coprire lunghe distanze
con monitoraggio in tempo reale senza necessità
di alimentazione o lavori stradali e senza manutenzione
per i sensori, utilizzando un’infrastruttura
già esistente.
L’infrastruttura tecnologica delle
Smart Roads
Per raggiungere questi obiettivi, Milano Serravalle
sta investendo in un’infrastruttura tecnologica
all’avanguardia, che include:
• AID Gate: Varchi di monitoraggio equipaggiati
con telecamere per il controllo del traffico. Attualmente
lungo la nostra rete sono già state installate
82 tvcc per AID e 73 tvcc per ANPR in più
di 60 diversi gate.
• Controlli ANPR: Telecamere posizionate in
punti strategici per monitorare le intersezioni,
le aree di servizio e i parcheggi. Entro la prima
metà del 2025 verranno installate nuove 100
tvcc per ANPR, al fine di poter creare matrici O/D
di conteggio e tempo di percorrenza in A7.
• Pali intelligenti con RSU: Sistemi di comunicazione
avanzati per garantire la trasmissione continua
dei dati tra veicoli e infrastruttura. Sono in
corso i lavori per installare i primi 14 pali tecnologici
dotati di RSU tra la barriera di Milano Ovest
e Binasco. Altre 9 RSU saranno installate su infrastrutture
già disponibili nell’interconnessione
tra A7 e A50.
• Intelligent Traffic Management System:
Una piattaforma centralizzata per l’analisi e la
gestione del traffico, capace di simulare scenari
in tempo reale e ottimizzare le decisioni operative.
Infrastrutture&Mobilità
Verso un futuro di mobilità
sostenibile e sicura
Per concludere, il percorso per migliorare la sicurezza
stradale per Milano Serravalle passa attraverso
l’implementazione di due funzionalità chiave.
In primo luogo, fornendo informazioni in tempo reale
agli utenti tramite segnaletica dinamica e connettività
veicolo-infrastruttura, si crea un sistema
proattivo in grado di prevenire comportamenti non
sicuri. Gli avvisi istantanei non si limitano a problemi
comuni come rallentamenti, lavori in corso e
incidenti, ma coprono anche scenari più dinamici,
come chiusure parziali di corsie ed eventi meteorologici
avversi. Questo approccio garantisce un’assistenza
completa ai viaggiatori, offrendo un supporto
cruciale durante i loro spostamenti.
In secondo luogo, assicurando una maggiore consapevolezza
al gestore sulle condizioni e lo stato
del traffico nei punti critici della rete. Questa vigilanza
rafforzata diventa particolarmente cruciale
di fronte ad anomalie in tunnel o su viadotti. In
tali situazioni, l’accesso dell’operatore a informazioni
precise sul numero e sui tipi di veicoli coinvolti
diventa fondamentale per facilitare un coordinamento
efficiente nelle risposte di emergenza.
L’integrazione di avvisi in tempo reale e una consapevolezza
operativa migliorata contribuiscono collettivamente
a un ambiente stradale più sicuro, a
beneficio sia degli utenti della strada che dell’efficienza
complessiva della rete di trasporto. nn
34 1-2/2025 leStrade
passion for design
passion for people
— 3TI Progetti
Road 222 & New Skurusunds Bridge
Nacka, Sweden
Mobility
sustainable
infrastructures
Spaces
for people &
communities
Energy
& environment
services
Iniziative
Proteggere sé stessi e gli altri
Al via la nuova campagna di sensibilizzazione per la sicurezza
stradale. Polizia di Stato e Autostrade per l’Italia insieme per
promuovere la cultura della guida sicura in presenza di cantieri
Damiano Diotti
Una nuova campagna sulla sicurezza stradale di
Autostrade per l’Italia, in partnership con la Polizia
Stradale, specialità della Polizia di Stato, per
sensibilizzare i viaggiatori sull’importanza della
guida corretta: la nuova iniziativa focalizza l’attenzione
sulla prudenza alla guida e sui comportamenti
corretti da tenere in prossimità di un
cantiere di lavoro. Dietro ogni caschetto, gilet
catarifrangente, c’è un lavoratore, ma anche un
padre, una figlia o un affetto per chi lo aspetta
a casa. Rispettare le regole della strada significa
proteggere sé stessi ma anche chi lavora per
migliorare la sicurezza e il confort di chi viaggia.
La campagna ricorda l’importanza di rispettare
le regole della strada quando ci si avvicina ad
un cantiere e in presenza di persone a lavoro:
dall’attenzione alla segnaletica, al rispetto della
distanza di sicurezza e dei limiti di velocità.
La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori
nonché la diffusione della cultura della sicurezza
stradale sono tra gli obiettivi previsti anche
dal Protocollo d’Intesa che la Polizia di Stato
ha sottoscritto con l’Inail (Istituto Nazionale per
l’Assicurazione contro gli infortuni sul Lavoro) al
fine di prevenire gli incidenti stradali che attualmente
rappresentano la principale causa degli infortuni
sul lavoro.
La nuova campagna è diffusa in affissioni nelle
Aree di Servizio, su stampa e on air web, social e
a seguire in radio. Nell’ambito dell’iniziativa saranno
proposte inoltre brevi pillole-video per sensibilizzare
gli utenti sui comportamenti da adottare
in presenza di un cantiere, come ad esempio
il corretto uso delle corsie transitabili e l’adeguata
attenzione alla guida nelle delicate fasi di attivazione
e rimozione.
ASPI e la sicurezza
L’iniziativa rafforza le numerose misure introdotte
da ASPI a sostegno della sicurezza, tra cui gli
accordi sindacali e le azioni concrete per la tutela
dei lavoratori come il Protocollo di Filiera, che
ha introdotto la “Stop Work Authority”, garantendo
a ogni operatore il diritto di sospendere il
lavoro in caso di mancato rispetto delle misure
di sicurezza. Si inserisce inoltre nella “settimana
della sicurezza sui luoghi di lavoro” che coinvolge
l’intero Gruppo con 190 attività su tutto il territorio
nazionale.
Con questa iniziativa, Polizia di Stato e Autostrade
per l’Italia proseguono l’impegno congiunto
per la sicurezza sulle strade, una priorità e un valore
imprescindibile per la mobilità del futuro. nn
Infrastrutture&Mobilità
36 1-2/2025 leStrade
STABILIZZIAMO INFRASTRUTTURE
E PAVIMENTAZIONI STRADALI
CON INIEZIONI DI RESINE ESPANDENTI
Nuove opere
Zaha Hadid a Napoli
Concorso internazionale di progettazione vinto dallo Studio
Zaha Hadid Architects. Rigenerazione di circa 200.000 metri
quadrati tra la stazione FS, Corso Lucci e Porta Nolana
Lo studio di architettura Zaha Hadid si è aggiudicato
il concorso internazionale di progettazione
– bandito da Regione Campania e FS Sistemi
Urbani (Gruppo Fs) in sinergia con il Comune di
Napoli - per il Nodo Intermodale Complesso di Napoli
Garibaldi-Porta Est e la rigenerazione urbana
delle aree ferroviarie, comprensivo del nuovo Headquarter
della Regione. Oltre al progetto vincitore,
gli altri finalisti sono RPA S.r.l., Mario Cucinella
Architects Surl, Van Berkel en Bos U.N. Studio
B.V. e Arup Italia S.r.l.
L’intervento riguarda un ambito urbano di circa
200.000 metri quadrati, comprendente l’ex scalo
merci FS di corso Lucci e l’area di Porta Nolana, e
prevede la realizzazione di un nuovo hub intermodale
per il collegamento diretto tra stazione, porto
e aeroporto. Il progetto prevede, inoltre, l’headquarter
della Regione Campania nell’area dell’ex
scalo merci FS, l’interramento dei binari EAV con la
creazione di un nuovo boulevard pubblico di collegamento
verde e spazi pubblici per ricucire le aree
con il Centro Direzionale, oltre a una nuova viabilità
comprensiva di una bretella autostradale per
decongestionare l’intero ambito urbano. Il piano
urbanistico attuativo conseguente al progetto dovrà
essere sottoposto al vaglio del Comune di Napoli
che ne valuterà l’approvabilità.
La procedura, articolata in due fasi e condotta in
forma anonima, si è conclusa il 31 gennaio 2025
con la proclamazione del vincitore da parte della
Infrastrutture&Mobilità
Commissione giudicatrice tra le cinque compagini
di progettisti partecipanti.
Il concorso di progettazione, indetto in attuazione
dell’Accordo di Programma sottoscritto l’11 settembre
2023 tra Regione Campania, Comune di
Napoli, EAV, Rete Ferroviaria Italiana e FS Sistemi
Urbani, ha visto la partecipazione di trenta proposte
progettuali nella prima fase, con cinque finalisti
ammessi alla seconda.
Con l’aggiudicazione del concorso, il progetto di
Napoli Porta Est compie un passo avanti decisivo
per la realizzazione degli interventi, confermando
l’impegno del Gruppo FS nel promuovere iniziative
di rigenerazione urbana associate ad una
mobilità sempre più sostenibile, in linea con quanto
previsto dal Piano strategico 2025-2029. nn
Edvige Viazzoli
38 1-2/2025 leStrade
CONOSCIAMO IL TUO MONDO
E SAPPIAMO COME INTERVENIRE
URETEK.IT
Riqualificazioni
Un nuovo volto di Roma
È stata restituita alla città di Roma Piazza dei Cinquecento, dopo
un importante intervento di riqualificazione del Gruppo FS Italiane.
L’area si estende per una lunghezza pari a otto campi da calcio
Di proprietà di FS Sistemi Urbani, l’area rappresenta
l’accesso alla stazione Roma Termini e il primo
approccio con Roma per chi arriva in treno in città.
I lavori di riqualificazione sono stati eseguiti da
Anas (Gruppo FS), in qualità di soggetto attuatore,
e rientrano tra le opere essenziali e indifferibili
realizzate per conto del Commissario Straordinario
del Governo per il Giubileo, il Sindaco di Roma
Roberto Gualtieri.
Insieme al Sindaco, sono intervenuti alla cerimonia
di apertura il Sottosegretario di Stato alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano,
e l’Amministratore Delegato e Direttore
Generale del Gruppo FS, Stefano Antonio Donnarumma.
L’intervento
Ha visto 80mila metri quadrati totali di superficie
completamente riqualificata con materiali pregiati.
Sono stati posati 30mila metri quadrati di marmi e
pietre, 20mila metri quadrati di sanpietrini, 10mila
metri quadrati di cemento architettonico, 10mila
metri quadrati di nuove aree di giardini e aiuole e
6mila metri quadrati di stese di asfalto.
I lavori hanno previsto la riorganizzazione del verde
e la rimozione dei chioschi e hanno favorito la
razionalizzazione degli spazi urbani, migliorando
le condizioni di sicurezza e favorendo la pedonalità.
È stato, inoltre, ridisegnato il terminal bus con
un’area pari a 12mila mq, di cui 6mila con il marmo
e 6mila con il cemento architettonico; è realiz-
Monica Banti
zato un nuovo molo taxi di 8mila metri quadrati in
sanpietrini e sono stati attivati un nuovo sistema
di piste ciclabili e un’area pedonale di 5mila metri
quadrati in marmo con l’obiettivo di rendere lo
spazio sempre più accessibile.
L’ingresso della stazione è stato liberato progressivamente
andandosi così a integrare con i profili
architettonici, archeologici e culturali dell’area,
creando continuità spaziale con le Terme di Diocleziano,
le Mura Serviane, il Museo di Palazzo Massimo,
fino a Piazza della Repubblica. Un lavoro che
ha puntato a valorizzare e accrescere l’integrazione
tra monumenti e aree archeologiche circostanti,
oltre a migliorare la qualità architettonica e ambientale
di tutto il contesto.
Le lavorazioni sono state ultimate al 91%, a rimanere
esclusa, ad oggi, il 9% riguardante la parte
centrale della piazza, che è stata impegnata per
il mantenimento in esercizio dei servizi adibiti al
trasporto pubblico e per i flussi pedonali in direzione
e in allontanamento dalla stazione Termini.
Quest’area sarà oggetto di interventi durante l’anno
giubilare e sarà conclusa entro l’estate, in anticipo
rispetto al cronoprogramma, che prevedeva la
conclusione del secondo lotto funzionale nel 2026.
Opera essenziale
L’intervento di riqualificazione ha permesso di rendere
più bella, verde e ancora più vivibile l’area in
cui è collocata la stazione Roma Termini, il più importante
scalo ferroviario di Roma, il più grande
d’Italia in termini di traffico e tra i principali d’Europa.
Un’opera di cui beneficeranno i visitatori nell’anno
giubilare ma anche tutti i passeggeri che per motivi
di lavoro o turismo transiteranno per lo scalo
ferroviario.
Il cantiere diffuso ha riguardato la riqualificazione
e sistemazione superficiale di tre aree per un importo
di 45 milioni di euro e 540 giorni di lavoro.
Gli interventi riguardanti il solo perimetro di Piazza
dei Cinquecento, un’area di 45mila metri quadrati,
sono stati avviati il 9 ottobre 2023, per un
importo di circa 21 milioni di euro. nn
Infrastrutture&Mobilità
40 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
41
Opere
Più bella, più verde e più vivibile
Restituita alla città di Roma l’area ricadente nel perimetro di Piazza
della Repubblica e Giardini di Dogali. L’opera è parte integrante
del vasto e complesso intervento relativo a Piazza dei Cinquecento
Einaudi; le connessioni pedonali lungo via D’Azeglio
che portano verso l’area archeologica centrale;
piazza della Repubblica e l’area antistante
il Planetario; le connessioni con gli assi viari
circostanti.
Il progetto è stato redatto con la previsione di riorganizzare
in maniera sia fisica che funzionale lo
spazio pubblico con la razionalizzazione dei percorsi
pedonali, ciclabili e carrabili, con particolare
attenzione alla riqualificazione del verde, all’ubicazione
e disegno delle attrezzature di arredo
e di eventuali nuovi volumi per le piccole attività
commerciali e di servizio già presenti nell’ambito,
nonché la valorizzazione mediante un nuovo
assetto dell’illuminazione pubblica.
Relativamente all’intervento incentrato su piazza
della Repubblica, il progetto ha previsto una importante
riqualificazione volta a conferire pregio
monumentale alle aree adiacenti al Planetario,
prospicienti il confine delle Terme di Diocleziano.
In particolare, è stata realizzata la pedonalizzazione
del fronte di piazza della Repubblica e di
piazza Termini per una migliore fruizione e valorizzazione
del complesso monumentale adiacente.
Via Cernaia è stata completamente riqualificata
con materiali di pregio e con dettagli del
sistema idraulico in basaltina, riammodernando
i marciapiedi e il piano viabile, portati alla stessa
quota, con la posa di sanpietrini. Grazie a questo
intervento è stata possibile creare una passeggiata
tra le importanti aree archeologiche circostanti.
Lato via Einaudi e giardini di Dogali: è stata creata
un’area pedonale che è andata a costituire il
fronte del Museo Nazionale Romano, avvicinando
i giardini, riqualificati, al fronte del museo attraverso
la rivisitazione di largo Peretti, con un
residuo carrabile minimo indispensabile e con la
riqualificazione e pedonalizzazione di via delle
Terme di Diocleziano. nn
Edvige Viazzoli
L’intervento per la riqualificazione delle aree adiacenti
piazza dei Cinquecento e piazza della Repubblica
è stato eseguito da Anas (Gruppo Fs Italiane)
in qualità di soggetto attuatore per conto del Commissario
Straordinario del Governo per il Giubileo,
Roberto Gualtieri, ed è parte integrante del vasto
e complesso intervento relativo a Piazza dei Cinquecento,
volto a rendere più bella, più verde e ancora
più vivibile tutta l’area della città dove è collocata
la Stazione Termini, il più importante scalo
ferroviario di Roma, il maggiore d’Italia per grandezza
e traffico, tra i principali d’Europa, all’interno
del Municipio I, nel rione Esquilino.
Il cantiere diffuso ha coperto una superficie di
otto ettari, quasi otto campi da calcio, e ha riguardato
la riqualificazione e sistemazione superficiale
di tre aree.
I lavori di rifacimento del perimetro di Piazza della
Repubblica e Giardini di Dogali (lavori per un
importo di oltre 16 milioni di euro) sono stati avviati
lo scorso lunedì 24 luglio 2023.
Il rapporto tra la stazione
e il patrimonio storico
L’intervento del quadrante di piazza della Repubblica
ricopre un’area di circa 13.560 metri quadrati
ed è stato eseguito con l’obiettivo di ridefinire
il rapporto tra la stazione Termini e le
emergenze di valore storico e monumentale presenti
nell’area, quali il complesso del Museo Nazionale
Romano, con le Terme di Diocleziano e il
Palazzo Massimo, fino a Piazza della Repubblica
per valorizzare: viale Enrico De Nicola e le connessioni
di accesso pedonale al complesso delle
terme di Diocleziano; largo di Villa Peretti e via
Infrastrutture&Mobilità
42 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
43
Opere
Nuova diga foranea di Genova
Completata la posa del sesto cassone della Nuova Diga Foranea di Genova,
progetto realizzato dal consorzio PerGenova Breakwater, guidato da Webuild,
per conto dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale
Mauro Armelloni
I cassoni, che saranno in tutto circa novanta, sono
grandi come palazzi, realizzati e riempiti con tecniche
specialistiche per garantire sicurezza e resistenza
all’infrastruttura. Il progetto, tecnicamente
molto sfidante, coinvolge attualmente in totale
oltre 400 persone, tra personale diretto e di terzi,
di cui 150 al lavoro in mare aperto.
L’impiego dei vibroflot
Procede anche il consolidamento dei fondali lungo
il perimetro che ospiterà la futura diga, su cui
ad oggi sono state realizzate circa 17.800 colonne
di ghiaia sommerse, destinate a migliorare la
resistenza e la stabilità del basamento dell’opera.
Per questa fase di lavorazione, viene oggi impiegata
una flotta di mezzi attrezzati nel complesso
con sei vibroflot, strumenti avanzati per compattare
terreni dalle particolari caratteristiche
come quelli dei fondali al largo di Genova. I vibroflot,
che impiegano macchinari ultratecnologici
per controllare pressione dell’acqua, profondità
e condizioni del mare, sono guidati da personale
specializzato su gru alte fino a 100 metri. Calati
dall’alto, vengono progressivamente inseriti nel
terreno, bucano così il fondale, per poi far cadere
tramite vibrazioni la ghiaia all’interno del foro e
compattarla. Il piano di potenziamento
delle attività porta i vibroflot ad un totale di otto,
due unità in più rispetto a quelle impiegate ad oggi.
La nuova Diga Foranea permetterà l’accesso al
porto di Genova a navi lunghe fino a 400 metri. Il
progetto è destinato a consolidare il ruolo del porto
di Genova nel Corridoio Reno-Alpi della rete di
trasporto transeuropea TEN-T, di cui è parte anche
il Progetto Unico Terzo Valico dei Giovi-Nodo di Genova,
realizzato anche questo da Webuild, contribuendo
così ulteriormente alla crescita del sistema
portuale della città con un focus specifico sul
tema della sostenibilità ambientale. nn
Infrastrutture&Mobilità
44 1-2/2025 leStrade
Scenari
Una possibile rivisitazione
del sistema dei trasporti
La pianificazione non dovrà più essere settoriale, ma favorire
logiche di coerenza programmatica a livello di sistema dei
trasporti, attraverso interventi per migliorare la rete esistente
Le politiche infrastrutturali hanno prevalentemente
considerato assi e corridoi rispondenti ad
alte velocità di progetto - il 4% (circa 7.000 chilometri)
dell’intero patrimonio stradale - volti ad
assicurare collegamenti rapidi tra le città maggiori
ed i nodi di trasporto: questa scelta di politica
dei trasporti ha inteso realizzare/completare
la rete infrastrutturale fondamentale, anche
nell’ambito della costruzione di reti europee.
È certamente condivisibile la realizzazione di linee
ferroviarie ad alta velocità, di corridoi autostradali,
di strutture portuali ed aeroportuali
di livello nazionale e sovranazionale. E tuttavia
si ritiene che lo stesso livello di attenzione non
sia stato rivolto all’adeguamento del patrimonio
infrastrutturale esistente, all’adeguamento del
tessuto connettivo stradale e ferroviario che,
accanto ad una differente politica delle strutture
di servizio, deve concorrere alla realizzazione
di un sistema insediativo fondato sulla salvaguardia
ed il rispetto dei contesti ambientali
interessati, sulla valorizzazione e sul rafforzamento
dell’esistente.
Le scelte adottate non hanno risolto le criticità
del comparto infrastrutturale italiano, del complessivo
sistema dei trasporti e si traducono in
un pesante fattore di crisi dell’attuale modello
macroeconomico. Se la riflessione si limita
al comparto viario, la diffusa saturazione dei
nodi e delle reti viarie, l’inadeguatezza della
complessiva rete viaria, in particolare nel Centro-Sud
e nelle Isole, costituiscono il limite principale
di un’ipotesi di affidamento alle strade
degli incrementi di traffico – in particolare mercantile
– non assorbibili dagli altri modi di trasporto.
Questi ultimi sono infatti pesantemente
condizionati da carenze progettuali ed organizzative
e dall’assenza di una politica dei trasporti
finalizzata a realizzare quel sistema integrato
ed intermodale, più volte indicato come obiettivo
della programmazione, ed ancora lontano
dall’essere realizzato.
Necessità di logiche di coerenza
programmatica
Alcune stime conducono a supporre che nel corrente
decennio (2016/26) la mobilità dei passeggeri
e delle merci richiederà nuovi investimenti
infrastrutturali, soprattutto nei nodi di interscambio.
La pianificazione non dovrà più essere settoriale;
dovrà avere una visione ben coordinata
nel settore delle infrastrutture, favorendo logiche
di coerenza programmatica a livello di sistema
dei trasporti, attraverso interventi tesi al miglioramento
della rete esistente. L’approccio alla
pianificazione delle infrastrutture dei trasporti del
futuro dovrà essere caratterizzato dalla valorizzazione
dell’esistente, intervenendo soprattutto
sui “colli di bottiglia” e sugli aspetti tecnologici
dei differenti settori del comparto infrastrutturale.
Nell’immediato e nel futuro che ci attende un
tema strategico per lo sviluppo socio-economico
è la riqualificazione del patrimonio infrastrutturale
esistente, che richiede quantomeno interventi
di manutenzione ordinaria/straordinaria e
di adeguamento.
I connotati di una nuova politica
Si viene determinando l’esigenza di riflettere sulla
necessità di decidere quale funzione assegnare
ai diversi elementi dei patrimoni esistenti quando
si pensi alla progettazione di nuove opere. Si
rende necessario intervenire con attività di manutenzione
ordinaria, straordinaria e con interventi
di adeguamento dell’esistente, considerando
la realizzazione di nuovi interventi quando essi
possano esaltare la funzionalità complessiva, e
quando essi abbiano costi ambientali ed economici
che li rendano convenienti, in quanto elementi
innovativi dell’esistente.
Complessiva integrazione del territorio
nazionale, adeguando e trasformando
l’esistente
Un’attenzione particolare meritano le aree urba-
Dott. ing. Alfonso
Annunziata
Prof. ing. Francesco
Annunziata
Infrastrutture&Mobilità
46 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
47
che spesso interessano le opere d’arte localizzate
nei tracciati stradali: talvolta sottodimensionamenti
e/o errori di progettazione provocano
l’insufficiente funzionamento nello smaltimento
dei flussi idrici, spesso trascinanti materiali solidi
provenienti da monte, con conseguenti danni agli
abitati, alle attività ed alle popolazioni.
Considerazioni riassuntive
La normativa di progettazione, la stessa impostazione
culturale della Disciplina connessa alla
progettazione delle infrastrutture viarie, prevalentemente
orientate al disegno di nuove infrastrutture,
sono difficilmente riferibili alla progettazione
degli interventi di adeguamento
dell’esistente. Sono ormai evidenti taluni limiti
della Disciplina che hanno condotto a considerare,
per esempio, la manutenzione di alcune parti
della strada, assicurandone la vita utile, ma dando
minore attenzione alla gestione dei tracciati
e delle relative caratteristiche, così da assicurarne
la funzionalità, anche in termini di sicurezza,
laddove ciò sia richiesto dalle esigenze del territorio,
della stessa protezione civile e dalle caratteristiche
della stessa rete, conseguentemente
ne: esse si sono venute determinando nel tempo
come aggregazioni a città esistenti di periferie residenziali,
prevalentemente prive di servizi, ove
si è venuta concentrando una popolazione che
ha progressivamente abbandonato le aree periferiche
e marginalizzate del nostro Paese, prevalentemente
prealpine, appenniniche e collinari/montuose
nelle Isole maggiori. Per il futuro,
un’altra esigenza che si pone è individuare reti di
comuni, di realtà urbane, riferiti a centri di servizio
di livello “provinciale”, ben interconnessi al
loro interno, così da costituire sistemi urbani diffusi,
e verso l’esterno tramite efficienti relazioni
con i corridoi stradali e ferroviari di livello regionale
ed interregionale. La stessa politica dei trasporti
dovrà essere rivolta a questo obbiettivo, la
complessiva integrazione del territorio nazionale,
adeguando e trasformando l’esistente. E tuttavia,
in questo disegno di organizzazione del territorio,
una cura particolare dovrà essere rivolta
ai servizi puntuali di uso collettivo, sanitari e
scolastici in particolare: non è possibile adottare
criteri di scelta economicistici quando si tratta
del mantenimento di questi. Città metropolitana
significa sistema urbano integrato policentrico.
E quindi non è pensabile ricorrere unicamente
alla localizzazione di questi servizi fondamentali
in comuni baricentrici o di facile accessibilità,
se non in una prima fase, ricorrendo al trasporto
degli studenti dai luoghi di residenza verso i
centri ove sono concentrati questi servizi. Non è
pensabile che la limitazione delle spese connesse
all’istruzione ed alla sanità si traducano in disagi
penalizzanti per la stessa formazione degli
studenti. Non è pensabile che la riorganizzazione
di questi sistemi sia fondata prevalentemente
sul contenimento dei costi, non comprendendovi
quelli sociali, sopportati dalle famiglie.
Nel caso delle strade, l’adeguamento va inteso
a dare un supporto alla rete autostradale ed a
quella fondamentale, al livello nazionale, interregionale
e regionale, a migliorare le condizioni
di sicurezza, particolarmente precarie nella viabilità
extraurbana ordinaria, e ad assicurare migliori
condizioni di accessibilità a quella gran parte
delle aree regionali, dalle quali si continua ad
assistere a esodi delle popolazioni verso aree meglio
attrezzate di servizi e di adeguati collegamenti
viari.
Il quadro normativo in merito all’adeguamento
delle strade esistenti persiste in condizioni di grave
carenza. Questa situazione deve essere sanata,
partendo dal presupposto di base che la
riqualificazione funzionale ed il conseguente adeguamento
devono essere rivolti a considerare il
rapporto tra la strada, le caratteristiche ambientali
e gli equilibri preesistenti. Il motivo conduttore
di un complessivo progetto di adeguamento
deve essere la sostenibilità ambientale e la sicurezza
intrinseca della strada, sia che si tratti di
nuova costruzione che di adeguamento: la strada
come elemento di sicurezza attiva. Una particolare
attenzione nella gestione delle reti viarie
dovrà essere rivolta ad eliminare quelle criticità
Infrastrutture&Mobilità
48 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
49
all’aggiunta di nuovi elementi viari. Appare ormai
più che evidente che gli effetti di importanti
eventi meteo sono amplificati da gravi situazioni
di dissesto idrogeologico, spesso causate da errori
di pianificazione/progettazione che non hanno
rispettato le caratteristiche e gli equilibri ambientali
dei territori attraversati.
Le stesse infrastrutture viarie concorrono all’esasperazione
degli effetti dei suddetti eventi meteo.
Si impone, relativamente ai patrimoni infrastrutturali
esistenti, che la loro gestione, mediante
interventi di manutenzione ordinaria/straordinaria
e di adeguamento, sia prioritariamente finalizzata
a contenere e ridurre i difetti progettuali
che concorrono ad aggravare le condizioni
di dissesto.
Per tutto quanto detto il concetto di progetto di
fattibilità tecnico-ambientale ed economica deve
essere rivisto, evitando di intendere un itinerario
come elemento isolato. Nella progettazione di un
itinerario appartenente, in particolare, alla rete
primaria dovranno essere individuate le caratteristiche
geometriche e di progetto dell’itinerario
principale e di quelli di raccordo, realizzati dalla
viabilità extraurbana ordinaria, la localizzazione
delle intersezioni e la scelta del tipo. Ciò si tradurrà
nell’implementazione del servizio del corridoio
di primo livello nei confronti del contesto interessato:
ne avrà direttamente vantaggio l’itinerario
stradale e/o ferroviario primario. A quest’impostazione
complessiva possono essere riferite
le specifiche attività di ricerca e di progettazione,
finalizzate alla sicurezza della circolazione, in
modo da ottenere un attento ridisegno delle intersezioni,
a definire e garantire l’affidabilità delle
reti infrastrutturali, a disegnare/adeguare gli
stessi tracciati nel rispetto e nel ripristino delle
valenze ambientali preesistenti e compromesse.
Ciò significa estendere il progetto di fattibilità non
solo dal singolo itinerario alla rete: deve essere
valutato il rapporto con il contesto attraversato
ed interessato così da giungere alla stessa riorganizzazione/progettazione
di questi rapporti; Il
progetto d un’infrastruttura può diventare l’occasione
per porre rimedio a criticità dei contesti
interessati.
Il confronto delle differenti alternative progettuali
non deve essere pertanto limitato ad un singolo
tracciato, né alla rete della quale è parte; deve
avvenire tra più alternative di rete, e di interventi
ambientali collegati, così che la soluzione
prescelta sia tale da massimizzare i conseguenti
benefici; il confronto deve avvenire tra più alternative
di rete, e di interventi ambientali, così
che la soluzione prescelta, nella limitazione/valorizzazione
delle risorse territoriali non rinnovabili,
sia tale da massimizzare i benefici conseguenti
da un’azione che non si riassume nella prevalente
progettazione di un’infrastruttura.
Le scelte suddette sono proprie di un progetto di
fattibilità pluridisciplinare ed interdisciplinare. A
questo succederà una progettazione prevalentemente
ingegneristica, definitiva ed esecutiva,
anche di un singolo itinerario e/o di tratti prioritari,
stradali e ferroviari, reciprocamente interconnessi,
anche in rapporto a nodi di trasporto,
che si collochi in un disegno di sistema dei trasporti
integrato ed intermodale, parte integrante
di una complessiva progettazione territoriale. nn
Infrastrutture&Mobilità
50 1-2/2025 leStrade
Pista ciclabile
La più lunga d’Europa
Per le proprie caratteristiche tecniche e di leggerezza, l’argilla espansa Leca
è stata scelta per il riempimento delle gallerie paramassi in cui transitano
i percorsi funzionali nel tratto Trentino della ciclovia del Lago di Garda
A Limone, sul Lago di Garda, è stata inaugurata
nel 2018 la prima tratta della ciclovia del Garda,
percorso a picco sul Lago di Garda, un progetto
che si collega con una lunga e unica pista ciclabile
toccando ben 19 località del Garda, dando vita
alla pista ciclabile più lunga d’Europa.
Si tratta di un’opera che attraverserà circa venti
chilometri in Trentino, più di 79 chilometri in
Lombardia, poco più di 67 chilometri in Veneto,
per un totale di oltre 165 chilometri. Un investimento
stimato di circa cento milioni di euro per
140 chilometri, per realizzare una delle più suggestive
piste ciclo-pedonali del nostro continente.
Il percorso
Si tratta di un percorso che è composto da
tratti su scogliera, su struttura metallica e su
passerella in vetro. Ci sono parti in gabbioni,
tratti su passerella a sbalzo su muro esistente,
a passerella a sbalzo su roccia, attraversamenti
su ponti in muratura, passerella su galleria
artificiale esistente, ponticelli su roccia,
gallerie e scavo in roccia.
Nel tratto situato in Trentino, in particolare,
per questioni logistiche e di scelta progettuale,
la ciclovia passa all’interno della montagna
in galleria.
Damiano Diotti
Il contributo di Laterlite
Laterlite ha contribuito alla realizzazione di alcuni
tratti delle gallerie, fornendo l’argilla espansa
Leca utilizzata per il riempimento delle infrastrutture
paramassi realizzate per proteggere da
eventuali frane o caduta massi per garantire la
massima sicurezza a chi passa con la bici.
L’argilla espansa Leca è stata scelta in virtù delle
sue caratteristiche tecniche: è un aggregato
leggero che, grazie alla sua struttura racchiusa
in una scorza clinkerizzata, ottimizza il rapporto
tra peso e resistenza e risulta essere un vero
e proprio “ammortizzatore” cinetico degli effetti
di caduta dei massi.
L’argilla espansa Leca è un aggregato leggero che
non contiene materiali organici né loro derivati.
Non marcisce, non si degrada nel tempo, resiste
bene ad acidi, basi e solventi conservando inalterate
le sue caratteristiche. Sottoposto al gelo,
non si rompe né si imbibisce. È quindi, in pratica,
un materiale pressoché eterno.
Un’ottima soluzione tecnica, quindi, in un progetto
come quello della ciclovia del Garda in cui
è stata dedicata massima attenzione alla sicurezza
e alla compatibilità ambientale dell’opera,
per una ciclabile che sia il più possibile “a impatto
zero” su un paesaggio unico. nn
Infrastrutture&Mobilità
52 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
53
CO-BIT
conglomerati bituminosi S.p.A.
1974 - 2024
Porti
I Port Community Sytem
Tra i traguardi più significativi raggiunti nell’ambito del PNRR di
competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT),
spiccano quelli legati alla digitalizzazione della catena logistica
Con il conseguimento, nell’ambito della sesta rata
PNRR, del target relativo all’investimento M3C2 –
2.1, finanziato con una dotazione di 250 milioni di
euro, il MIT ha avviato e dato impulso ad una trasformazione
profonda del settore logistico, puntando
sulla dematerializzazione dei processi, sempre
più automatizzati e interconnessi. Al centro di questa
rivoluzione vi sono i Port Community System
(PCS), piattaforme digitali interoperabili che mettono
in rete operatori pubblici e privati per migliorare
l’efficienza e la sostenibilità del trasporto merci
e della logistica. Grazie ai fondi del PNRR, oggi oltre
il 70% delle Autorità di Sistema Portuale (AdSP)
ha adottato queste tecnologie, contribuendo a rendere
il sistema portuale italiano tra i più avanzati in
Europa.
Un esempio virtuoso
I porti dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto,
tra i più significativi per numero di passeggeri in tutta
Europa: i PCS sono stati implementati con successo
negli scali di Messina, Tremestieri, Milazzo, Villa
San Giovanni e Reggio Calabria. Tra le novità principali
introdotte nei porti dello Stretto vi è l’adozione
della piattaforma ASTRA (Analisi, Security, Tracking,
Riconoscimento e Amministrazione), che permette
una gestione integrata e automatizzata delle attività
portuali. Questo sistema consente di: ridurre i tempi
di comunicazione tra le autorità portuali e gli operatori;
snellire le operazioni logistiche, come il controllo
degli accessi, il tracking delle merci e la gestione
dei rifiuti; ottimizzare i flussi di traffico, con benefici
diretti per oltre 22 milioni di passeggeri annuali. I
numeri parlano chiaro: già nei soli porti dello Stretto
l’impatto dei nuovi sistemi sarà notevole, interessando
non solo i passeggeri annuali, ma anche più di
30 compagnie crocieristiche internazionali, 50 compagnie
di bus, due milioni di TIR, traghetti, cargo e
aliscafi in transito (circa 232.000 gli scali annuali),
addetti alla movimentazione di merci e alla gestione
dei rifiuti, che riusciranno a ottimizzare le relative
attività operative, grazie a processi automatizzati
di controllo e abilitazione accessi.
Grazie all’implementazione dei PCS, questi porti
rappresentano oggi un modello all’avanguardia per
l’intero sistema logistico nazionale ed europeo, dimostrando
come gli investimenti del PNRR possano
tradursi in innovazione tangibile e crescita sostenibile.
Si tratta di primi risultati che rappresentano
un tassello fondamentale nel quadro della strategia
nazionale per la digitalizzazione dei trasporti e della
logistica, uno degli obiettivi del PNRR. L’implementazione
dei Port Community System, estesa alla maggioranza
delle Autorità di Sistema Portuale italiane,
non solo migliora l’efficienza operativa dei porti, ma
crea un effetto moltiplicatore sull’intera filiera logistica,
contribuendo a rendere l’Italia un hub centrale
per i traffici commerciali in Europa e nel Mediterraneo.
Con infrastrutture più moderne, sostenibili e
digitalizzate, il MIT continua a rafforzare la competitività
del Paese, garantendo al contempo benefici
concreti per imprese, cittadini e territori. nn
Gabriele Villa
Infrastrutture&Mobilità
54 1-2/2025 leStrade
Via S. Siro, 1 - 21015 Lonate Pozzolo (VA) +39 0331/302.234 co-bit@co-bit.com
Nuove opere
Firenze più verde
VACS, in esercizio la tratta che collega l’aeroporto di Peretola al
centro storico: opera complessa che contribuirà a diminuire l’uso
delle automobili private e le emissioni di CO 2
, a beneficio di Firenze
È stata inaugurata e aperta alla circolazione dei
tram in servizio passeggeri la nuova linea della
tranvia Variante Alternativa Centro Storico, detta
VACS, in presenza della Sindaca del Comune
di Firenze, Sara Funaro. Questo traguardo segue
un periodo di pre-esercizio con prove su binario,
dove sono stati fatti circolare l’intera flotta dei
veicoli ma senza passeggeri a bordo. La realizzazione
dell’opera è stata affidata ad un raggruppamento
temporaneo di imprese (RTI) guidato da
CMB Società Cooperativa Muratori e Braccianti di
Carpi, in qualità di mandataria, con Hitachi Rail,
Alstom, Mermec STE (parte del Gruppo Mermec)
e Com.net. La concessione del Comune di Firenze
prevede la progettazione, costruzione, fornitura
dei veicoli e gestione di diverse linee della
tramvia fiorentina.
La Variante Alternativa Centro Storico collega la
Monica Banti
Fortezza da Basso a Piazza San Marco, percorrendo
Viale Lavagnini, Piazza della Libertà, Corso
Cavour, Via La Pira e Via La Marmora. La realizzazione
della linea tranviaria di superficie ha
richiesto la gestione di diverse interferenze, con
impatti sulla quotidianità della città. I numerosi
cantieri, resi necessari dalla complessità dell’opera,
hanno avuto ripercussioni sulle attività commerciali,
sui servizi al cittadino, oltre che sulla
viabilità. È stato fondamentale un coordinamento
continuo tra Soggetto Costruttore, Direzione Lavori,
Concessionario, Committente, Enti gestori
dei sottoservizi, e i vari stakeholder: una sinergia
di grande valore nella fase di costruzione e, sicuramente,
anche in quella di esercizio.
La Variante Alternativa Centro Storico è lunga
2,5 chilometri ed è dotata di doppio binario che
collega ulteriori sei fermate alle 13 già in esercizio
della Linea 2. Il collegamento dall’aeroporto
di Peretola al centro storico della città consentirà
il trasporto di circa 3.800 passeggeri all’ora per
direzione, con un cadenzamento di picco pari a
4 minuti e 20 secondi. La flotta di tram utilizzata
sarà composta da 18 Sirio, già forniti da Hitachi
Rail nell’ambito della costruzione della Linea
2. A pieno regime si stima una riduzione di ulteriori
9.000 mezzi privati sul traffico cittadino, con
una riduzione di emissioni di CO2 a beneficio della
qualità dell’aria.
Il ruolo di CMB
Nell’ambito del RTI, CMB oltre alla direzione tecnica
e al coordinamento del raggruppamento ha
progettato e costruito tutte le infrastrutture, sede
tranviaria, fermate, sottostazione elettrica e opere
d’arte, oltre allo spostamento dei sottoservizi
interferenti, della modifica delle viabilità limitrofe
alla riqualificazione urbana di tutte le aree interessate
dall’intervento, oltre che per la linea entrata
in esercizio, per le opere della nuova Linea
3.2.1 interferenti con i lavori della VACS. CMB,
nell’ambito della Linea 3.2.1, finanziata con fondi
PNRR, ha iniziato la costruzione di tre nuovi parcheggi
scambiatori, del nuovo deposito e officina
tranviari a Bagno a Ripoli e di un nuovo ponte
sull’Arno destinato alla viabilità ordinaria.
Il ruolo di Hitechi Rail
Hitachi Rail ha coordinato la progettazione dell’opera
e realizzato attività di ingegneria di sistema,
progettazione e fornitura sia del sistema di segnalamento
e localizzazione di linea che del materiale
rotabile, e attività propedeutiche al prossimo
prolungamento della Linea 3.2.1. (tratta
Libertà-Bagno a Ripoli). Per quest’ultimo, Hitachi
Rail fornirà una nuova flotta di veicoli a batteria e
il sistema di segnalamento e localizzazione, oltre
ad avere un ruolo di coordinamento nell’ambito
delle attività di progettazione del RTI.
Il rapporto di Hitachi Rail con il territorio toscano
comprende, oltre la tramvia di Firenze, anche
la fornitura di treni regionali e la presenza di un
sito produttivo con oltre mille persone a Pistoia.
Il ruolo di Alstom
Per la Variante Alternativa Centro Storico, Alstom
si è occupata della progettazione e realizzazione
dell’armamento, della linea di contatto, delle
sottostazioni, nonché della luce e forza motrice
e l’illuminazione pubblica. Inoltre, Alstom sarà
coinvolta nel progetto finanziato dal PNRR della
Linea 3.2.1. per la realizzazione dell’armamento,
sottostazioni e impianti di illuminazione. Alstom
ha un forte legame con la città testimoniato dalla
presenza di uno stabilimento fiorentino, che da
oltre cento anni è un centro di innovazione e sviluppo
tecnologico al servizio dell’intero territorio.
Il ruolo di Com.Net
Com.Net, durante la fase di realizzazione della
nuova linea tranviaria Variante Alternativa Centro
Storico nelle tratte propedeutiche al prossimo
prolungamento della Linea 3.2.1 (tratta Libertà-Bagno
a Ripoli) e della Linea 3.2.2 (tratta
Libertà-Nave a Rovezzano), si è occupata della
progettazione e realizzazione delle palificazioni,
della linea di contatto e delle stazioni per la ricarica
dei veicoli tramviari a batteria. Inoltre, Com.
Net, per la stessa linea 3.2.1sarà coinvolta nella
progettazione e realizzazione delle palificazioni
e della linea di contatto. nn
Infrastrutture&Mobilità
56 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
57
Porti
Il nuovo scenario dei porti italiani
Un sistema tra sfide storiche e contemporanee. Il settore portuale italiano
è oggi al centro di un intenso dibattito, segnato da problematiche che spaziano
dai cambiamenti geopolitici globali ai ritardi infrastrutturali interni
La posizione geografica, la diversità delle merci
movimentate e le differenze economiche tra
nord e sud del Paese rendono la situazione particolarmente
complessa, ma anche rappresentativa
delle sfide strategiche che l’Italia deve affrontare
per preservare il ruolo chiave dei suoi porti
nel panorama internazionale.
Impatto delle crisi globali
sui porti italiani
Le recenti crisi internazionali, in particolare i
conflitti in Medio Oriente e la guerra tra Russia
e Ucraina, hanno pesantemente influenzato i
traffici portuali italiani, soprattutto nell’Adriatico,
area strettamente legata economicamente
ai territori coinvolti. L’instabilità delle rotte e
le incertezze nei trasporti stanno modificando
profondamente le dinamiche commerciali, imponendo
analisi e adattamenti continui da parte
degli operatori.
Problemi storici e infrastrutturali
Alle difficoltà generate dagli scenari globali si
sommano i ritardi infrastrutturali che da anni penalizzano
il sistema portuale nazionale: connessioni
ferroviarie e stradali inefficaci, burocrazia
farraginosa e sovrapposizione di competenze tra
enti di controllo aggravano il divario competitivo
dell’Italia rispetto ad altri Paesi europei. A questo
si aggiungono le incertezze legate alla riforma
portuale e le disparità nell’applicazione delle
normative, che scoraggiano gli investimenti e
rallentano lo sviluppo del settore.
Innovazione, formazione
e transizione ecologica
Mentre il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro
ha portato a progressi significativi, rimangono aperte
questioni cruciali come il fondo pensionistico per i
lavori usuranti e l’informatizzazione delle operazioni
portuali. La difficoltà nel reperire personale qualificato
e i costi legati alla transizione ecologica – dall’elettrificazione
delle banchine alla regolamentazione delle
emissioni dei vettori marittimi – sono ulteriori elementi
di criticità che necessitano di interventi mirati.
Verso una nuova governance
per i porti italiani
Per affrontare queste sfide, è urgente una governance
più efficiente e coordinata, capace di integrare
visioni strategiche a lungo termine con investimenti
adeguati. Solo così sarà possibile garantire
ai porti italiani il ruolo di hub strategici per l’economia
nazionale, valorizzando al contempo la pluralità
delle gestioni imprenditoriali private sotto il controllo
pubblico. La proliferazione del “gigantismo navale”
e la concentrazione della gestione dei servizi
portuali in pochi grandi gruppi imprenditoriali sono
ulteriori fattori che richiedono un’attenzione particolare,
per evitare squilibri economici e minacce alla
competitività.
L’Italia ha oggi un’opportunità unica per rilanciare i
propri porti come pilastri di un sistema economico
resiliente e competitivo. Con un approccio integrato
che unisca innovazione, sostenibilità e formazione, il
settore portuale può tornare a essere un motore di
sviluppo strategico per l’intero Paese. nn
Roberto Rubboli
Vice Presidente
Assologistica
Infrastrutture&Mobilità
58 1-2/2025 leStrade
Sostenibilità
Le foreste di ASPI
Le piantumazioni effettuate finora su base volontaria da Autostrade
per l’Italia, che così porta avanti la sua azione in tema di sostenibilità:
di più di 10mila piante messe a dimora solo nel corso del 2024
Carlo Dossi
Creare nuove foreste, per il clima e per la qualità
della vita. Quasi 30 ettari di verde, pari alla superficie
di 40 campi da calcio, sono già stati piantati
sulle pertinenze di Autostrade per l’Italia, per
un totale di più di diecimila piante messe a dimora
solo nel 2024, con un risparmio di CO2 pari a
180 tonnellate l’anno, secondo il principio del Net
Zero. Sono le piantumazioni effettuate finora su
base volontaria da Autostrade per l’Italia, che così
porta avanti la propria azione in tema di sostenibilità.
Nei prossimi anni gli ettari totali coperti saranno
60 (quasi 86 campi da calcio), con ventimila
piante messe a dimora e un risparmio di 360 tonnellate
di CO2 su base annua. Queste nuove foreste
sorgono in aree in disuso da almeno mezzo
ettaro, come prescrive il Protocollo di Kyoto, che
vengono così rigenerate.
Forestazione vuol dire anche
riqualificazione urbana
Il Gruppo Aspi ha aderito anche a un’altra iniziativa:
cinquecento tra nuovi alberi e arbusti sono
stati piantati in un’ex cava di un’area fortemente
antropizzata: forniranno ossigeno e riparo dal
caldo d’estate, assorbendo CO2: è accaduto alla
fine del 2024 nella Piana del Novale (Nova Milanese,
in provincia di Monza e Brianza), nell’ambito
della Campagna nazionale Foresta Italia, promossa
da Rete Clima e con il sostegno di Tecne,
cuore ingegneristico del Gruppo Autostrade per
l’Italia che pone quest’azione all’interno della sua
strategia Esg.
Nell’area prescelta si è promossa una strategia innovativa
creando una BioForest: cioè una foresta
orientata alla tutela della biodiversità animale e
vegetale, qui realizzata secondo la tecnica delle
Tiny-Forest o Miyawaki Forest, che promuove la
crescita rapida delle piante in un ecosistema particolarmente
vitale e reattivo. L’area sarà curata
da Rete Clima per tre anni, assicurando la crescita
sana e robusta delle piante. L’ecosistema foresta
fornisce diversi benefici. Non solo assorbe
e immagazzina CO2, mitigando il cambiamento
climatico: in contesti urbani ed extraurbani migliora
la qualità dell’aria perché assorbe anche gli
inquinanti; fornisce spazi ricreativi; riduce l’effetto
isola di calore, grazie sia all’ombreggiatura sia
alla traspirazione e fotosintesi del fogliame; tutela
la presenza di buon terreno permeabile all’acqua,
sempre più scarso nelle città con effetti potenzialmente
pericolosi; assicura continuità ecologica. E
può diventare un vero e proprio hotspot di biodiversità,
specialmente se progettata, realizzata e
mantenuta ad hoc.
Tecne e Rete Clima
A fine ottobre 2024, Tecne ha sottoscritto una collaborazione
con Rete Clima - ente tecnico, realtà
leader in Italia nello sviluppo di progetti Esg per le
aziende, aderendo a Foresta Italia, la più grande
azione nazionale di forestazione sostenuta da soggetti
privati in Italia. Un’iniziativa in linea con diversi
punti dell’Agenda 2030 dell’Onu. Questi progetti
si inseriscono nella più ampia strategia di sostenibilità
ambientale e sociale di Aspi, che ha tra i principali
obiettivi anche la riduzione delle emissioni
attraverso lo sviluppo di infrastrutture di ricarica
per veicoli elettrici, progetti di mobilità intelligente,
l’implementazione di innovazioni tecniche per
l’efficienza energetica, la sperimentazione, grazie
ad Amplia e Tecne, di materiali a ridotte emissioni
e un sempre più esteso utilizzo di energia rinnovabile
sulla rete del Gruppo. Lo scorso settembre
Autostrade per l’Italia ha inoltre pubblicato il
suo “Climate Transition Plan” che definisce strategie,
obiettivi e azioni concrete per ridurre le emissioni
climalteranti e adattare le infrastrutture ai fenomeni
climatici estremi. nn
Infrastrutture&Mobilità
60 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
61
Monica Banti
Ricostruzione
Il viadotto Gravagna
Proseguono i lavori di ammodernamento del viadotto Gravagna:
opera simbolo della A15 Parma - La Spezia. La Concessionaria
si sta adoperando il più possibile per ridurre la durata della
SALT, concessionaria autostradale della A15 Parma
– La Spezia ha avviato nelle scorse settimane
la fase di ricostruzione del viadotto Gravagna
in carreggiata nord, come da progetto condiviso
con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
e tutte le istituzioni e gli enti locali interessati. Il
viadotto si trova tra i caselli di Pontremoli e Berceto,
in prossimità della galleria di valico che separa
la Toscana dall’Emilia Romagna. In sintesi,
le lavorazioni prevedono il montaggio dell’intero
impalcato metallico, l’impermeabilizzazione della
soletta in calcestruzzo, la stesura della pavimentazione,
il montaggio del guardrail e la realizzazione
e posa della segnaletica verticale e orizzontale.
Contestualmente alla partenza dei lavori di
ricostruzione, SALT sta terminando la fase di demolizione
del viadotto in carreggiata nord.
Pasqua 2026: riapertura al traffico
della carreggiata nord
Il cronoprogramma aggiornato dei lavori prevede
la riapertura al traffico della carreggiata nord
entro Pasqua 2026 e l’avvio della demolizione
dell’impalcato in carreggiata sud entro fine estate
2026. La concessionaria si sta adoperando il
più possibile per cercare di ridurre la durata della
cantierizzazione che, rispetto alle tempistiche
inizialmente previste, ha subito un allungamento
a fronte della particolare complessità delle lavorazioni.
Per ridurre il più possibile le ricadute sulla
viabilità, SALT (come già avvenuto per la fase
di demolizione) ha confermato una gestione dinamica
delle corsie aperte al traffico tra aprile e
settembre 2025, prevedendo in tale periodo due
corsie nella direzione di traffico prevalente. Confermate,
inoltre, le numerose misure gestiona-
Cronoprogramma
• Dicembre 2024 - primavera 2025: realizzazione sommità pile (pulvini)
• Primavera 2025 - ottobre 2025: realizzazione soletta inferiore
• Maggio 2025 - novembre 2025: realizzazione soletta superiore
• Pasqua 2026: riapertura al traffico carreggiata nord
li già adottate, grazie alle quali è stato possibile
evitare particolari disagi all’utenza autostradale
anche nei periodi di maggiori volumi di traffico
quali il periodo primaverile-estivo, fine settimana
compresi.
Nel dettaglio: la presenza costante di ausiliari
della viabilità che garantiscono il pattugliamento
della tratta h24 e, ove necessario, le attività di
assistenza ai viaggiatori, nonché la segnalazione
e la gestione di code o eventi critici; la predisposizione
di un piano operativo di emergenza,
condiviso con la Prefettura territorialmente com-
petente e la Polizia Stradale, che prevede l’attivazione
di vie di fuga in grado di far defluire il
traffico autostradale su viabilità esterna in caso
di blocco della circolazione; l’attivazione di piste
di emergenza all’interno dell’area di cantiere in
grado di garantire permanentemente il transito
dei veicoli di soccorso; il rifacimento dei bypass
autostradali per agevolare le manovre di scambio
di carreggiata; il posizionamento di due carri
di soccorso pesante per rimuovere immediatamente
eventuali veicoli in panne.
“SALT A15 Autocisa”
SALT ha inoltre mantenuto il piano straordinario
di informazione all’utenza sui lavori che comprende:
l’aggiornamento in tempo reale sui lavori
e la viabilità sul canale informativo gratuito
su WhatsApp denominato “SALT A15 Autocisa”;
la descrizione dei lavori all’interno dell’apposita
sezione del sito internet della concessionaria dedicata
all’intervento: https://www.salt.it/viadotto-gravagna/;
la distribuzione di dépliant informativi
dedicati ai lavori presso le aree di servizio
presenti in autostrada. È sempre attivo, infine, il
numero verde informativo 800 840 708 per aggiornamenti
e informazioni di viabilità.
I principali numeri
Sono i principali dati relativi alla fase di ricostruzione
del nuovo impalcato misto acciaio e cemento
in direzione nord: peso: circa 1.900 tonnellate;
lunghezza: circa 550 metri; calcestruzzo
utilizzato: circa 9.500 metri cubi; ferro d’armatura
utilizzato: circa 1.800 tonnellate; nuove barriere
di sicurezza: circa 1,8 chilometri; distanza
tra le pile: 140 metri (viadotto con la distanza tra
le pile più grande in Europa tra quelli realizzati
con questa tipologia costruttiva). nn
Infrastrutture&Mobilità
64 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
65
Nuove opere
Uno dei più grandi progetti
infrastrutturali al mondo
Ha aperto le porte ai passeggeri la Orange Line (Linea 3) della rete
metro di Riyadh, nel Regno Saudita. Progetto realizzato da Webuild
per conto della Royal Commission for Riyadh City (RCRC)
Con i suoi 41 chilometri circa, la linea è la più lunga
dell’intera rete metro driverless della capitale, inaugurata
lo scorso novembre. La Orange Line contribuirà
alle esigenze di mobilità urbana della capitale
saudita, migliorando la qualità della vita di residenti
e visitatori, in linea con gli ambiziosi obiettivi della
Vision 2030 del Regno. Con l’apertura al pubblico
della Orange Line (Line 3), la Royal Commission for
Riyadh City (RCRC) completa con successo l’apertura
graduale della metropolitana di Riyadh, con la
Orange Line che ha ufficialmente iniziato l’operatività
per i passeggeri lo scorso 5 gennaio.
I passeggeri a Riyadh possono ora accedere a cinque
stazioni lungo la rete della Orange Line (Linea
3): Jeddah Road Station, Tuwaiq Station, Douh
Station, Harun Al-Rashid Road Station e Al-Naseem
Station. La Al-Naseem Station funge anche da
punto di trasferimento chiave, collegando la Orange
Line con la Purple Line.
Tra i più grandi progetti infrastrutturali
al mondo per la mobilità sostenibile
La rete metro di Riyadh, con sei linee che si estendono
per 176 chilometri, di cui la Orange Line (Linea
3) è parte, collega quartieri residenziali e commerciali
e punti di riferimento culturali. La rete risponde
così alle esigenze di trasporto della popolazione in
crescita della capitale saudita e offre un’alternativa
efficiente e sostenibile agli spostamenti su strada.
La rete della Orange Line (Linea 3) collega le parti
orientale e occidentale di Riyadh, coprendo un percorso
di 41 chilometri da Jeddah Road a ovest fino
alla Seconda Circonvallazione Orientale vicino all’area
di Khashm Al Aan a est. Questa pietra miliare segna
il culmine del piano operativo per fasi introdotto
durante l’inaugurazione del progetto.
Webuild ha un track record consolidato di progetti
di grande portata, che conferma la sua solida capacità
di delivery. Con una presenza storica nel Regno
Saudita, con le prime opere avviate nel 1966, è attualmente
impegnato nella realizzazione di progetti
come la linea ad alta velocità Connector e un sistema
di tre dighe e un lago d’acqua dolce per la città
di Trojena, parte del programma di sviluppo NEOM.
A Riyadh, sta realizzando un mega parcheggio da
10.500 posti auto, sviluppato tutto in sotterraneo, e
il Piano di Urbanizzazione Sang Villas. Queste opere
si aggiungono ai progetti già realizzati, tra cui il
Kingdom Center di Riyadh, premiato con l’Emporis
Skyscraper Award 2002 come miglior grattacielo al
mondo per il design, più di 70 strutture sanitarie e
l’impianto di dissalazione Shuaibah-3, realizzato da
Fisia Italimpianti, controllata del Gruppo specializzata
nel trattamento delle acque e nella dissalazione.
Molti altri progetti
Nel settore della mobilità sostenibile, oltre alla Orange
Line (Linea 3) della rete Metro di Riyadh, Webuild
ha già contribuito alla realizzazione di numerosi altri
progetti metro in città come Milano e Salonicco, Napoli,
Roma, Parigi, Copenaghen, Atene, Doha, Sydney,
New York e San Francisco, ognuno dei quali
è diventato un modello di riferimento per la mobilità
sostenibile. Il Gruppo è attualmente impegnato
nella realizzazione di progetti tecnicamente sfidanti
come la Linea C della Metropolitana di Roma, e
per il Grand Paris Express, la Linea 15 Ovest, di recente
aggiudicazione, e la Linea 16, in corso di ultimazione,
la Linea 2 e la Linea 4 della Metro di Lima
in Perù, e in Australia il Suburban Rail Loop East di
Melbourne. nn
Mauro Armelloni
RICICLA
FINO AL 60%
DI FRESATO
AUMENTA
LA VITA UTILE
DELLA PAVIMENTAZIONE
Valli Zabban amplia la propria gamma RIGENERVAL con i nuovi
leganti modificati RIGENERVAL HARD e RIGENERVAL HARD PLUS
per applicazioni stradali ad alte prestazioni e basso impatto
ambientale. Con i prodotti della linea RIGENERVAL è possibile
riciclare a caldo, nel conglomerato bituminoso, fino al 60% di
fresato senza fumi e molestie olfattive, garantendo comunque una
pavimentazione stradale flessibile e durabile, con un forte risparmio
economico ed energetico.
RIGENERVAL by Valli Zabban, un generatore di vantaggi
che fa la differenza.
ELIMINA
FUMI E MOLESTIE
OLFATTIVE
Infrastrutture&Mobilità
66 1-2/2025 leStrade
Valori in costruzione
Sicurezza, innovazione, digitalizzazione,
il dna del cantiere sostenibile
A sinistra, Veronica
Pirovano, direttrice vendite
Hilti Italia. Specializzata
nel settore impiantistico
e delle strutture
metalliche, ha contribuito
significativamente alla
crescita aziendale durante
i suoi sette anni nel
comitato di Hilti Italia
e i tre anni nel dipartimento
di Strategic Marketing
Corporate basato presso
l’hq in Liechtenstein.
è in grande trasformazione e i cambiamenti passano
attraverso la produttività, la digitalizzazione, nel
concreto da strumenti come il Bim (Building information
modeling) nell’ottica di guadagnare efficienza
e sostenibilità. Nel 2023 il Gruppo Hilti ha raggiunto
la neutralità carbonica nelle sue operazioni,
utilizza il 100 % di elettricità green in tutte le operazioni
su scala globale: in Italia, per esempio, già
nel 2014 venivano installati pannelli fotovoltaici per
la produzione di energia rinnovabile sul capannone
dello stabilimento milanese di Carpiano, la sede
di logistica e di manutenzione degli elettroutensili;
il gruppo ha poi operato una graduale conversione
della flotta di veicoli aziendali, 14mila mezzi, verso
motorizzazioni più ecologiche, e in due anni è stato
ampliato il programma di riutilizzo e aumentato
il numero di pezzi di ricambio ricondizionati nelle riparazioni;
in chiave prospettica, Hilti Italia prevede
di ridurre del 30% entro il 2030 le proprie emissioni
di CO 2
equivalente su scope 1, 2 e business travel.
Terzo anno dell’Infrastructure Academy
Veronica Pirovano, direttrice vendite di Hilti Italia,
specializzata nel settore impiantistico e delle strutture
metalliche, spiega a leStrade la liaison in Hilti
tra mercato delle infrastrutture, sicurezza, innovazione
e sostenibilità: «L’innovazione di Hilti è legata
intrinsecamente ad aspetti legati alla sicurezza: il
Gruppo non ha mai prodotto nulla senza pensare ad
aspetti legati alla sicurezza degli operatori del mercato
delle costruzioni, e quindi delle infrastrutture,
o senza pensare comunque al benessere generale
di chi utilizza i prodotti e le soluzioni Hilti. La sostenibilità,
però, non è solo sicurezza e benessere degli
operatori del settore ma un concetto che, nel tempo,
si è evoluto andando a concepire un ecosistema
molto più ampio. Abbiamo iniziato a porci delle
domande più ampie: che cosa vuol dire ecosostenibilità
per quanto riguarda il modo di produrre? E
quando ci approcciamo al cliente? E l’impatto sulla
società? Abbiamo di conseguenza aperto un dialogo
costruttivo con gli attori del settore, in particolare
delle infrastrutture, che sono, tra le opere dell’edilizia,
quelle che forse hanno più impatto in termini
ambientali e sociali. Ecco la filosofia di Infrastructure
Academy, che ha l’obiettivo di portare a concepire,
sin dall’inizio, una infrastruttura sostenibile. Quello
che cambia, rispetto al passato, è che la sostenibilità
pone sì in competizione con gli altri attori del
mercato, ma se non si agisce in sinergia non vince
Hilti non solo persegue storicamente la sostenibilità ma ne elabora
un concetto integrato che incontra i valori del Gruppo.
Come spiega Veronica Pirovano, direttrice vendite della sede italiana
È vero, di sostenibilità si parla tanto e molti la sbandierano
per accreditarsi nei confronti del mercato
senza poi però modificare i processi produttivi. Certo,
il discorso è complesso, perché la sostenibilità
non si attua schiacciando un bottone e va ad affrontare
problematiche per fronteggiare il cambiamento
climatico che impattano sul sociale a livello globale.
Ciononostante ci sono player mondiali come
Hilti che non solo perseguono storicamente la sostenibilità
ma addirittura ne elaborano un concetto
integrato. D’altra parte siamo di fronte a un Gruppo
di respiro mondiale con circa 34mila dipendenti
in oltre 120 paesi che dal 1941 fornisce all’industria
mondiale delle costruzioni e dell’energia prodotti,
sistemi, software e servizi tecnologicamente all’avanguardia,
generando un fatturato annuo di oltre
6,5 miliardi di Chf (dato 2023). Il contributo di
Hilti al sistema infrastrutturale, come recitava un
celebre spot, non ha prezzo – Hilti Italia organizza
ogni anno, e siamo al terzo, un evento come
la Infrastructure Academy dedicato all’innovazione
infrastrutturale nel mercato delle costruzioni, organizzato
in collaborazione con Ais, Associazione
infrastrutture sostenibili – d’altra parte le infrastrutture
costituiscono il motore pulsante della crescita
economica di un Paese come il nostro e per questo
devono essere progettate e realizzate secondo
i principi fondamentali della produttività, della sicurezza
e dell’innovazione. Di conseguenza, la sostenibilità
integrata già in fase di progettazione rappresenta
un valore differenziante e premiante nella
realizzazione di un’opera, sì, perché non va dimenticato
che il 40% delle emissioni di CO 2
proviene dal
settore delle costruzioni chiamato di conseguenza a
intraprendere azioni concrete atte a ridurre l’impatto
ambientale. Non solo, il settore delle costruzioni
Enzo Rizzo
Infrastrutture&Mobilità
68 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
69
processo decisionale e una maggiore efficacia nel
coordinamento dei team, grazie, perd esempio, al
monitoraggio dei progressi tramite messaggi e aggiornamenti
notificati in tempo reale. Coordinare un
progetto diventa dunque più semplice con la creazione
di cronoprogrammi e la possibilità di stabilire
le priorità dei processi in base ai giorni, le settimane
o i mesi successivi.
nessuno. Sul fronte digitalizzazione invece, quello
che potrebbe essere un game changer è il Bim, citato
da molti come una delle soluzioni che potrebbe
andare a risolvere molte delle sfide in fase di progettazione.
Però, come ho detto nel mio intervento
all’ultimo Infrastructure Academy, l’utilizzo del Bim
è più millantato che reale. La progettazione integrata
è richiesta dai bandi pubblici, ma, in realtà, viene
fatta ex post, molto spesso per soddisfare la richiesta
delle carte. Mi spiego: quando è quasi finito
il cantiere, produco le carte necessarie per farmi validare
la parte burocratica e andare avanti. Questo
non crea sostenibilità. La digitalizzazione cambia le
cose se, però, non è un’aggiunta alla burocrazia, ma
crea produttività. Secondo aspetto: una volta che
siamo in cantiere che cosa succede? Bisogna capire
i materiali che entrano in cantiere, come entrano,
come vengono installati dagli operatori, quindi
gli aspetti della sicurezza e non solo della sostenibilità.
Terzo aspetto, ossia la nuova frontiera: pensare
all’infrastruttura anche dopo che questa è stata
completata. In altre parole, rimane sostenibile? I
materiali che sono stati utilizzati, alla fine della vita
utile delle infrastrutture in che percentuale possono
essere recuperati? Tutte queste riflessioni Hilti le
fa, per esempio, quando pensa ai propri sistemi di
installazione modulare per gli impianti: oltre a indicare
la percentuale di materiale riciclato con cui
vengono prodotti i materiali più altre indicazioni relative
alla sostenibilità, indica anche, alla fine della
vita utile dell’infrastruttura, come questi materiali
possono essere smontati e recuperati».
La seconda vita delle attrezzature
Il tema del riuso e del recupero porta Hilti a proporre
soluzioni concrete e quotidiane per chi opera nel
mercato delle infrastrutture come, per esempio, il
servizio di Fleet management per il noleggio delle
attrezzature utilizzate nei cantieri dietro un pagamento
di un canone mensile. Il dispositivo diventa
un bene che può essere utilizzato da più persone e
aziende, allungandone così la vita utile: Hilti lo ritira
e lo smaltisce correttamente puntando, se possibile,
a dargli un’altra vita o a riciclarlo; tutti gli attrezzi
sono analizzati per verificare se alcune loro
parti possano essere riutilizzate come pezzi di ricambio
per la manutenzione di elettroutensili; inoltre,
grazie alle numerose collaborazioni attive, Hilti
dona i suoi attrezzi, per esempio ai laboratori per
insegnare ai ragazzi l’utilizzo di questi strumenti e
aiutarli così a entrare nel mondo dell’edilizia o della
falegnameria; poi, mediante partner esterni che si
occupano di gestione dei rifiuti, recupera più materiale
possibile (plastica, rame, metalli) da reimmettere
nel circuito produttivo: tra i vari progetti che sta
sviluppando Hilti, ce n’è per esempio uno sulle note
valigette rosse porta utensili, prodotte con materiale
totalmente riciclato e recuperato da quelle giun-
te a fine vita. Produzione fa rima con sicurezza, una
rima molto stretta nel Dna di Hilti profondamente
impegnata nella salvaguardia della salute e della
sicurezza sul lavoro. Lavoro che per Hilti è facilmente
riconducibile all’ambiente del cantiere a sua
volta in evoluzione per via della trasformazione sostenibile
e digitale. Il cantiere 2.0 per Hilti risponde
al nome di piattaforma Nuron, diventando digitalizzato,
smart e cordless, in altre parole sempre connesso
all’insegna dell’ottimale produttività ed efficienza:
chi opera con strumenti Hilti avrà sempre
l’attrezzo giusto nelle condizioni più idonee e nei
luoghi corretti, grazie a indicazioni puntuali come lo
stato della batteria, l’ultima posizione di carica, dati
sull’utilizzo/inutilizzo. Si comprende come le batterie
e i caricabatterie intelligenti diventano i protagonisti
dell’innovazione: raccogliendo e trasferendo i
dati relativi agli strumenti, mettono in collegamento
diretto il cantiere e l’impresa. Queste caratteristiche
consentono anche di evitare interruzioni dei
lavori, per un risparmio economico, grazie alla riduzione
di tempo e numero di persone impattate.
A corredo l’app Fieldwire che permette di allineare
dai progettisti agli operatori di cantiere in un’unica
piattaforma digitale dove è possibile assegnare
compiti e inserire annotazioni con foto, video e
appunti, mettendo a disposizione di tutti la versione
più recente della planimetria. Le numerose funzioni
del software consentono un’accelerazione del
Attenti ai cambiamenti climatici
Hilti però va oltre: se il cantiere si evolve, si evolve
pure il territorio dove opera e il Gruppo con base in
Liechtenstein è molto attento ai cambiamenti climatici
in atto: «Da sempre teniamo conto nello
sviluppo delle nostre soluzioni, delle possibili sfide
territoriali in cui, poi, le soluzioni di Hilti vengono impiegate»,
spiega Veronica Pirovano. «Operando in
tutto il mondo, la tematica antisismica piuttosto di
quella degli incendi ha sempre caratterizzato la nostra
innovazione, di conseguenza abbiamo sempre
effettuato ricerca in questo senso. Oggi poi, ancor
di più, bisogna prestare attenzione perché i cambiamenti
climatici vanno ad acuire alcuni degli aspetti
ambientali a cui una infrastruttura deve saper resistere.
Dal canto nostro abbiamo sicuramente il
vanto di aver creato la cultura antisismica in Italia.
Dal punto di vista normativo, la Ntc del 2018 indica
tutto quello che gli operatori del settore dovrebbero
fare, tenendo conto di questa tematica. Dal
punto di vista attuativo, siamo stati uno dei player
del mercato che hanno fatto di più per creare questa
cultura, soprattutto sulla parte non strutturale,
quindi di installazione degli impianti. Se c’è un terremoto,
l’impianto in un ospedale non deve cadere,
perché i malati devono poter continuare a ricevere
le cure, fatto salvo che la struttura dovrebbe essere
progettata in maniera antisismica: se crollano i
muri, anche gli impianti vanno perduti. Il contesto
sta indubbiamente cambiando e questo porta a dover
aumentare ancora di più la sensibilità rispetto
ai temi dei cambiamenti climatici. Di conseguenza,
bisogna pensare dieci volte di più a dove e perché
si colloca un’infrastruttura in una certa posizione e
se sia realmente necessaria: le discussioni su questi
temi (per esempio, quelle relative al ponte sullo
Stretto di Messina) vengono effettuate su un altro
livello rispetto al passato. Ma questo, naturalmente,
a prescindere da Hilti: noi pensiamo a migliorare
il mercato delle costruzioni, in tutti i suoi aspetti,
e vogliamo migliorare l’ecosistema in cui operiamo.
Crediamo in un ecosistema sostenibile per tutti, che
tenga conto anche degli aspetti sociali, etici e, anche,
della produttività. Perché la vera scommessa è
questa: far convivere le due anime di impatto positivo
sull’ambiente e sull’ecosistema in cui si opera,
anche a livello sociale, ma non perdere di vista la
produttività che le imprese devono portare per poter
sussistere e continuare a operare». nn
Infrastrutture&Mobilità
70 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
71
Intermodalità
Record storico
Interporto Padova, con oltre 411 mila nel 2024, segna il record storico
di container movimentati. E ha affrontato con successo la sfida
tecnologica dell’automazione che sarà espressa nei prossimi mesi
stessa operazione che fanno le compagnie aeree
per diventare più forti nella competizione globale.
Quello che sta facendo oggi Interporto Padova è
valutare, tramite indagine di mercato, se esistono
le condizioni per avviare negoziazioni con operatori
di mercato importanti per rafforzare la posizione
di Padova all’interno del contesto internazionale.
Interporto Padova negli ultimi anni ha diversificato
la sua capacità di reagire ai rapidi mutamenti
del mercato, quali possiamo anche immaginare
potranno accadere in futuro alla luce dell’attuale
scenario internazionale. Oggi noi non facciamo
solo traffici marittimi, ma anche semirimorchi che
sono traffico tipicamente terrestre. Questo vuol
dire che, a seconda di come muteranno le relazioni
commerciali internazionali - soprattutto cambierà
la geografia del commercio internazionale - Interporto
Padova dovrà essere in grado di rispondere
con nuove e diverse rotte commerciali. La ricerca
di un’alleanza per irrobustire quello che già siamo,
serve proprio a questo, a rispondere in tempo
reale alle nuove contingenze. Attenzione, se non
dovessimo trovare gli operatori che sono interessanti
per quello che siamo noi oggi, continueremo
come abbiamo fatto negli ultimi dieci anni, continuando
a crescere».
Sfida dell’automazione
Il direttore generale Roberto Tosetto sottolinea:
«I dati del 2024, con il record storico di container
e semirimorchi movimentati, oltre 411 mila, sottolineano
che stiamo svolgendo appieno il nostro
ruolo che è quello di mettere in connessione il
mondo della produzione con quello del commercio.
Superare i 411 mila TEU è una dimostrazione
di efficienza, ma anche di essere uno strumento
efficiente per mantenere le nostre aziende
connesse con il mondo. Abbiamo affrontato con
successo la sfida tecnologica dell’automazione
che arriverà ad essere operativa, per quanto riguarda
la movimentazione con le gru elettriche
a portale, nei prossimi mesi. Questo ci permetterà
in futuro di essere ancora più efficienti nello
spostare camion dalla strada al treno, con potenziali
di crescita molto grandi se pensiamo a
quanto il trasporto delle merci viaggi su strada e
agli obiettivi di trasferimento modale che le politiche
europee in tema di sostenibilità ambientale
prevedono». nn
Interporto Padova S.p.A., ha avviato, lo scorso 24
dicembre, un’indagine di mercato con l’obiettivo
di raccogliere eventuali proposte di operatori intermodali
interessati a partecipare all’attività terminalistica
della società padovana. Nelle scorse
settimane, invece, il presidente Luciano Greco, affiancato
dalla vicepresidente Chiara Manfreda, dal
direttore generale Roberto Tosetto e dal vicedirettore
generale Paolo Pandolfo, ha illustrato gli obiettivi
e le opportunità della iniziativa e con l’occasione
ha anticipato i dati di traffico 2024 del Terminal
Intermodale. In particolare, l’andamento del traffico
intermodale, con lo spostamento su treno di
semirimorchi e container, ha segnato un significativo
aumento del 6,4% rispetto al 2023, stabilendo
il record assoluto con 411.958 TEU (ndr: unità
di carico intermodale cioè container e semirimorchi)
un volume che lo affianca a quello di alcuni importanti
terminal portuali italiani.
Interporto Padova cresce
Rispetto all’indagine di mercato il presidente Luciano
Greco spiega: «Interporto Padova cresce ed è
cresciuto molto, soprattutto negli ultimi dieci anni
ha fatto molti investimenti nel settore dell’intermodalità,
oltre 50 milioni di euro, e oggi è un operatore
molto importante a livello nazionale ad anche
europeo. Siamo leader da un punto di vista tecnologico
e anche di movimentazione, oggi per la prima
volta facciamo un ragionamento prospettico
non dovuto alla necessità, ma dovuto all’opportunità.
Siamo un player importante a livello nazionale
e vogliamo diventare parte di una alleanza più
ampia a livello internazionale. L’obiettivo è rafforzarci
in un mondo che cambierà, ci saranno sfide
nuove, noi adesso siamo in una posizione di forza
relativa rispetto anche ad altre realtà simili alla nostra
ed è quindi il momento giusto per rafforzarci
ulteriormente. Per fare un esempio semplice è la
Gabriele Villa
Infrastrutture&Mobilità
72 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
73
leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
Sicurezza
I droni di A35 Brebemi
PONTI&VIADOTTI
A35 Brebemi conferma la propria eccellenza in materia di sicurezza
stradale avendo introdotto, a partire da novembre 2024, un innovativo
servizio di monitoraggio dell’autostrada tramite l’impiego di droni
L’autostrada, parte del gruppo internazionale Aleatica
e già pioniera nell’ambito della sicurezza, essendo
stata la prima in Italia a ottenere la certificazione
internazionale iRAP, rafforza ulteriormente il
proprio impegno in questo ambito con questo nuovo
progetto tecnologico.
A35 Brebemi è, infatti, una delle prime autostrade
italiane a dotarsi del servizio “Drone Asset and
Traffic Monitoring Project”: un sistema avanzato
di controllo e monitoraggio che consente la raccolta
di informazioni in tempo reale sulle condizioni
dell’infrastruttura e del traffico.
Il drone (diventeranno due nei prossimi mesi)
opera ad un’altezza massima di 120 metri a lato
dell’autostrada ed è attivo in diversi periodi della
giornata e della nottata sulle due carreggiate, in
orari prestabiliti e concordati con le autorità competenti.
Naturalmente, non manca la possibilità di
ulteriori attività mirate in caso di necessità.
Il progetto ha tre fasi operative
A partire da ottobre 2024, con il primo step, si è
avuto un test per il monitoraggio generale dell’infrastruttura
con droni pilotati direttamente dal personale
specializzato sul posto, e l’installazione di
una piattaforma software per la gestione in tempo
reale dei flussi video presso la Control Room di
Brebemi. Successivamente, i droni sono stati pilotati
direttamente da un Centro di Controllo in remoto,
con trasmissione di dati e video in tempo
reale grazie a sensori avanzati. Nella fase attuale,
il sistema è diventato completamente automatizzato.
I droni decollano e atterreranno autonomamente
da hangar dedicati, con la possibilità di
pianificare anche missioni programmate o interventi
immediati dal Centro di Controllo di Brebemi.
I vantaggi
Questa tecnologia permette
ai tecnici di A35
Brebemi di monitorare in
tempo reale sia il traffico
sia le condizioni della
pavimentazione, ma anche
lo stato delle barriere
antirumore e delle reti
di recinzione. Le immagini
tramesse in diretta
consentono di individuare
tempestivamente
la presenza di code, veicoli fermi o ostacoli sulla
carreggiata e di ottimizzare la gestione degli interventi,
aumentando ulteriormente la sicurezza
per gli utenti. Con questo progetto, A35 Brebemi
e Aleatica si confermano all’avanguardia nell’adozione
di tecnologie innovative per garantire standard
di sicurezza sempre più elevati, a beneficio
di tutti gli utenti. nn
n Nelle Marche, il ponte ciclopedonale
sull’Ete Vivo: esempio di virtuosa
collaborazione tra l’azienda Platek
e Arkteam Architetti e, soprattutto,
elemento chiave nella realizzazione
della Ciclovia Adriatica.
n Ponte sullo Stretto di Messina:
il comitato scientifico per
la realizzazione del ponte
sullo Stretto di Messina
«ha riaffermato la fattibilità tecnica”
della maxi-opera”».
Infrastrutture&Mobilità
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Nuove opere
Un ponte di luce
Nelle Marche, il ponte ciclopedonale sull’Ete Vivo: esempio di virtuosa
collaborazione tra l’azienda Platek e Arkteam Architetti e, soprattutto,
elemento chiave nella realizzazione della Ciclovia Adriatica
Il ponte ciclopedonale sul fiume Ete Vivo rappresenta
un elemento chiave nella realizzazione della
Ciclovia Adriatica, con l’obiettivo di superare le
barriere naturali che separano Porto San Giorgio e
Fermo (località Marina Palmense). Il ponte, voluto
dai due comuni e realizzato in acciaio bianco opaco
con una campata unica di 55 metri, è stato progettato
come un’unione elegante e funzionale tra le
due sponde del fiume. Un raccordo strategico non
solo per sanare la distanza fisica di due città confinanti,
ma con l’obiettivo di garantire anche una
mobilità in sicurezza, intento della Ciclovia Adriatica.
Ispirato alla natura, il design del ponte ricorda
le ali di una farfalla, con archi inclinati ed u na
struttura sospesa sorretta da pendini, che conferisce
leggerezza e armonia al paesaggio circostante.
Il progetto
Dichiara l’architetto Alessio Marini di Arkteam
Architetti, studio con base ad Ascoli Piceno che,
Carlo Dossi
insieme al suo studio, al collega architetto Andrea
Chiappetti e all’ingegner Federico Palestini,
ha progettato e diretto i lavori di questo
progetto pubblico: «Il ponte ha un’importanza
ed una valenza tecnica-costruttiva non indifferente.
In questo progetto sono stati presi in
considerazione alcuni aspetti, anche di impatto,
come il contesto ambientale e naturale in
cui si inserisce, l’analisi della viabilit à attuale,
lo studio dei materiali più adatti e performanti,
ecc. conferendo un segno architettonico ed
una forma distintiva ad un organismo suggestivo
e ben integrato. La struttura è in acciaio
e ha un’unica campata di circa 55 metri, evitando
interferenze con il fiume; le sezioni ridotte
dell’acciaio comportano, inoltre, un minore
impatto sull’ambiente circostante. Grazie alla
collaborazione con Platek abbiamo sviluppato
due tipologie di illuminazione: una funzionale
per la pista ciclopedonale ed una scenografica
Ponti&Viadotti
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che esprime la sua forza con la luce crepuscolare
e notturna che, grazie alla tipologia RGBW,
varia le tonalità di colore, in occasione di eventi
e ricorrenze».
L’illuminazione
Pensata per valorizzare la struttura del ponte
ed il percorso ciclabile, l’illuminazione riveste
un ruolo fondamentale. Per illuminare le due ali
maggiori del ponte sono stati utilizzati i proiettori
One 2.0 RGBW, che creano un effetto visivo
scenografico con fasci di luce verticali che
si riflettono sulla struttura del ponte, donando
un aspetto suggestivo durante la notte. La capacità
di cambiare colore permette di adattare
l’illuminazione a eventi speciali, aumentando
la versatilità dell’infrastruttura. Per le due
ali minori sono stati scelti, invece, i proiettori
Mini One 2.0 a luce bianca. Sempre a luce bianca
anche il percorso ciclopedonale, per il quale
sono stati scelti i proiettori Target Small, posizionati
sui cordoli laterali per garantire un’illuminazione
uniforme, sicura e priva di abbagliamento.
L’illuminazione del ponte e del percorso
non è solo funzionale, ma diventa un elemento
essenziale per l’intero progetto, che unisce design,
natura e tecnologia in un’opera che contribuisce
al miglioramento della qualità della
vita, favorendo la mobilità sostenibile ed il turismo.
Descrizione proiettori One 2.0
One è un cubo dal design rigoroso e geometrico,
che unisce sobria eleganza con grande flessibilità
di utilizzo: il corpo base può essere installato
per ottenere luce radente sulle pareti e a
plafone e come proiettore con l’apposita staffa.
La purezza di One è esaltata dalla totale assenza
di viti a vista ed attacco a parete totalmente
a scomparsa. È disponibile in versione a due e a
quattro finestre illuminanti, che disegnano coni
di luce sulla parete.
Corpo e base pressofusi realizzati in lega di alluminio
EN 44300 a bassissimo contenuto di
rame. Prodotto sottoposto a trattamento di anodizzazione
galvanica suddiviso in fasi distinte:
satinatura meccanica, sgrassatura superficiale,
ossidazione anodica e infine fissaggio. Successivamente
il prodotto viene verniciato eseguendo
un processo a doppia mano in linea (fondo a
base epossidica + tinta a base poliestere), il quale
permette di creare un unico strato protettivo
ad alto spessore. Questo, in aggiunta alla precedente
anodizzazione, crea una barriera contro
gli agenti atmosferici e raggi UV, permettendo
di raggiungere performance di resistenza alla
corrosione in nebbia salina di gran lunga superiore
agli standard del mercato. L’incollaggio dei
vetri sui prodotti Platek è preceduto da un pretrattamento
superficiale con plasma a pressione
atmosferica. Il processo garantisce l’attivazione
Carta d’identità
Progetto: Ponte Ciclopedonale sull’Ete Vivo
Progettista: Arkteam Architetti - Ascoli Piceno
Fotografie: Ottavio Tomasini
Luogo: Fermo e Porto San Giorgio
Committente: Comuni di Fermo e Porto San Giorgio
(Marche)
Anno: marzo 2024
dell’energia superficiale esattamente dove serve,
favorendo così un’ottima bagnabilità e rimuovendo
qualsiasi residuo di agenti distaccanti a vantaggio
di una tenuta duratura. I passaggi successivi
sono la stesura del silicone e l’assemblaggio
del vetro sul corpo illuminante, con un processo
automatizzato a garanzia della perfetta sigillatura
della lampada.
Descrizione proiettori Mini One 2.0
Mini One 2.0 è un cubo di piccole dimensioni dal
design rigoroso e geometrico, che unisce sobria
eleganza con grande flessibilità di utilizzo: il corpo
base può essere installato per ottenere luce
radente sulle pareti e a plafone e come proiettore
con l’apposita staffa. La purezza di Mini One
è esaltata dalla totale assenza di viti a vista ed
attacco a parete totalmente a scomparsa. È di-
Ponti&Viadotti
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sponibile in versione a due e a quattro finestre
e, in alternativa, con lame di luce. La versione a
paletto è concepita per l’illuminazione di vialetti
e giardini.
Corpo e base pressofusi realizzati in lega di alluminio
EN 44300 a bassissimo contenuto di
rame. Prodotto sottoposto a trattamento di anodizzazione
galvanica suddiviso in fasi distinte:
satinatura meccanica, sgrassatura superficiale,
ossidazione anodica e infine fissaggio. Successivamente
il prodotto viene verniciato eseguendo
un processo a doppia mano in linea (fondo a
base epossidica + tinta a base poliestere), il quale
permette di creare un unico strato protettivo
ad alto spessore. Questo, in aggiunta alla precedente
anodizzazione, crea una barriera contro
gli agenti atmosferici e raggi UV, permettendo
di raggiungere performance di resistenza alla
corrosione in nebbia salina di gran lunga superiore
agli standard del mercato. L’incollaggio dei
vetri sui prodotti Platek è preceduto da un pretrattamento
superficiale con plasma a pressione
atmosferica. Il processo garantisce l’attivazione
dell’energia superficiale esattamente dove serve,
favorendo così un’ottima bagnabilità e rimuovendo
qualsiasi residuo di agenti distaccanti a vantaggio
di una tenuta duratura. I passaggi successivi
sono la stesura del silicone e l’assemblaggio
del vetro sul corpo illuminante, con un processo
automatizzato a garanzia della perfetta sigillatura
della lampada.
Descrizione proiettori Target Small –
design Marco Acerbis
Target, letteralmente puntare l’obiettivo e colpire
il bersaglio. Ingegnerizzato con tecnologia
LED, Target rappresenta un armonioso connubio
fra semplicità di utilizzo ed eleganza estetica:
un complemento di illuminazione versatile,
scultoreo e flessibile, una soluzione per progetti
di luce architetturale che esaltino forme, volumi
e colori. Quattro tagli agli angoli dell’apparecchio
consentono il deflusso di eventuale acqua di
ristagno, mentre il prolungamento alla base del
gruppo ottico nasconde alla vista lo snodo di rotazione:
accorgimenti che esaltano il design essenziale
e ricercato di questo proiettore.
Corpo e flangia pressofusi realizzati in lega di
alluminio EN 44300 a bassissimo contenuto di
rame. Snodo centrale di rotazione su due assi
con sistema di serraggio e con grano di sicurezza
per un sicuro posizionamento. Viti in acciaio inox
A4. Valvola Gore® per impedire la formazione di
condensa all’interno del prodotto. Prodotto sottoposto
a trattamento di anodizzazione galvanica
suddiviso in fasi distinte: satinatura meccanica,
sgrassatura superficiale, ossidazione anodica
e infine fissaggio. Successivamente il prodotto
viene verniciato eseguendo un processo a doppia
mano in linea (fondo a base epossidica + tinta a
base poliestere), il quale permette di creare un
unico strato protettivo ad alto spessore. Questo,
in aggiunta alla precedente anodizzazione, crea
una barriera contro gli agenti atmosferici e raggi
UV, permettendo di raggiungere performance di
resistenza alla corrosione in nebbia salina di gran
lunga superiore agli standard del mercato. L’incollaggio
dei vetri sui prodotti Platek è preceduto
da un pretrattamento superficiale con plasma
a pressione atmosferica. Il processo garantisce
l’attivazione dell’energia superficiale esattamente
dove serve, favorendo così un’ottima bagnabilità
e rimuovendo qualsiasi residuo di agenti distaccanti
a vantaggio di una tenuta duratura. I
passaggi successivi sono la stesura del silicone
e l’assemblaggio del vetro sul corpo illuminante,
con un processo automatizzato a garanzia della
perfetta sigillatura della lampada. nn
Ponti&Viadotti
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VIENI A TROVARCI:
Opere
Il Ponte si può fare
MESSE MÜNCHEN GMBH,
GERMANIA
7-13 APRILE, 2025
HALL C5
STAND 325
Ponte sullo Stretto di Messina: il comitato scientifico
per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina
«ha riaffermato la fattibilità tecnica della “maxi-opera”»
ASFALTO AMMALORATO
Il Comitato Scientifico, nell’ambito delle periodiche
riunioni, ha riaffermato la fattibilità tecnica del ponte
sullo Stretto di Messina. L’Organo, previsto dalla
legge per compiti di consulenza tecnica e composto
da nove esperti nelle discipline legate alla realizzazione
del ponte sullo Stretto di Messina (Geologia,
Geotecnica, Ingegneria Civile e Ambientale,
Ingegneria del Vento, Scienza delle Costruzioni, Ingegneria
Strutturale), alla luce di alcune osservazioni
sul progetto definitivo emerse di recente, ha
riaffermato all’unanimità il parere favorevole, rilasciato
a gennaio 2024. Ha ribadito, inoltre, che le
68 osservazioni, che in parte riprendono quelle del
precedente Comitato Scientifico, non sono in contraddizione
con il parere favorevole, ma riguardano
aspetti da approfondire in sede di progettazione
esecutiva e non inficiano la fattibilità tecnica dell’Opera.
Il ponte, hanno chiosato i nove esperti, è uno
dei progetti più studiati al mondo con un patrimonio
di dati formidabile.
Il Comitato Scientifico
Si tratta di un organo previsto dalla Legge
1158/1971ed è composto di nove esperti nominati
dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
d’intesa con la Regione Calabria e la Regione Siciliana.
Svolge compiti di consulenza tecnica, rendendo
in particolare i propri pareri al Consiglio di
Amministrazione della Società in ordine al progetto
definitivo ed esecutivo dell’opera e delle varianti.
Composizione del Comitato Scientifico
Pof. Geol. Alberto Prestininzi: con funzioni di Coordinatore
(già Ordinario di Analisi del Rischio presso
la Facoltà di Ingegneria dell’Università Telematica
e-Campus; già Ordinario di Rischi Geologici presso
l’Università La Sapienza di Roma).
Ponti&Viadotti
Prof. Ing. Claudio Borri: già Ordinario di Scienza
delle Costruzioni presso il Dipartimento di Ingegneria
Civile e Ambientale dell’Università di Firenze;
Presidente dell’Associazione Internazionale di Ingegneria
del Vento (IAWE); già Direttore del “Centro
Interuniversitario di Aerodinamica delle Costruzioni
e Ingegneria del Vento” dell’Università di Firenze.
Prof. Ing. Mauro Dolce: già Ordinario di Tecnica
delle Costruzioni presso l’Università Federico II di
Napoli.
Prof. Ing. Alessio Ferrari: ordinario di Ingegneria
Geotecnica presso l’Università di Palermo.
Prof. Ing. Paolo Fuschi: ordinario di Scienza delle
Costruzioni presso l’Università di Reggio Calabria.
Prof.ssa Ing. Sara Muggiasca: Professoressa Associata
presso il Dipartimento di Meccanica e Direttrice
della Galleria del Vento del Politecnico di Milano.
Prof. Arch. Francesco Karrer: già Ordinario di Urbanistica
presso l’Università La Sapienza di Roma, l’Università
di Reggio Calabria, l’Università di Pescara.
Prof. Ing. Andreas Taras: Ordinario di Ingegneria
Strutturale – Strutture in acciaio e miste presso l’Istituto
di Ingegneria Strutturale del Politecnico Federale
(ETH) di Zurigo e Direttore d’Istituto.
Prof. Ing. Giuseppe Muscolino: già Ordinario di
Scienza delle Costruzioni dell’Università di Messina.
nn
ASFALTO RIGENERATO
RISULTATO FINALE COMPATTATO
SCARICA
LA BROCHURE
ART
TECNOLOGIA
PER
LA RIGENERAZIONE
DELL’ASFALTO
PER IL RISANAMENTO DEGLI AMMALORAMENTI STRADALI
SUPERFICIALI IN MANIERA VELOCE ED EFFICACE
RIUTILIZZA IL 100% DEL MATERIALE PRESENTE IN SITO SENZA ASPORTAZIONE
DI FRESATO O AGGIUNTA DI ALTRI INERTI
GUARDA
IL VIDEO
+39 051 681 0609
sales@simex.it
simex.it
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Software
Midas Civil
leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
Un software per la progettazione di ponti e infrastrutture civili
proposto da CSPFEA Engineering Solutions: una soluzione integrata
per la progettazione e non un semplice software di calcolo
Per progettare ponti ed infrastrutture in maniera
completa e dinamica, l’uso di Midas Civil è fondamentale.
È un software provvisto dei più moderni
strumenti di modellazione, analisi e verifica
dedicata alle infrastrutture di ogni tipo (ponti
composti acciaio calcestruzzo, ponti precompressi
pluricellulari, ponti precompressi composti,
strutture tralicciate in acciaio, ponti strallati
e sospesi, integral bridge).
Midas Civil è dotato di una interfaccia
intuitiva e strumenti
di soluzione progettuale ottimizzata
per la gestione di costruzioni
per fasi e fenomeni
reologici dipendenti dal tempo.
Sono, inoltre, presenti
diversi codici di verifica che
lo rendono una soluzione integrata
per la progettazione
e non un semplice software
di calcolo. Con Midas Civil è
possibile affrontare progetti
di alta qualità con livelli senza
precedenti di efficienza e
precisione.
Interfaccia di ultima
generazione
Le funzioni di input/output
user-oriented sono basate
sulla sofisticata e intuitiva interfaccia
utente e up-to-date
tecniche di Computer Graphics.
Si riesce così a soddisfare
esigenze di produttività per
la modellazione e l’analisi di strutture complesse
e di grande dimensione.
Modellazione Intuitiva
Midas Civil permette di gestire facilmente la modellazione
come se stessimo disegnando, utilizzando
le principali funzioni di programmi CAD.
Sono presenti potenti funzioni automatiche di
modellazione come Auto Mesh Generation e vari
Wizards dedicati. Questi speciali strumenti permettono
di ottenere la modellazione del ponte
Ponti&Viadotti
3D, attraverso la compilazione guidata di informazioni
da parte dell’utente. Il software gestisce,
inoltre, condizioni al contorno, carichi, fenomeni
reologici e fasi costruttive.
Post Processore
Il post-processor è dotato di un generatore automatico
di combinazioni di carico in conformità
con gli standard di progettazione richiesti. La
modifica del tipo di visualizzazione è in grado di
produrre varie forme di output grafico. Dai risultati
possono essere ricavate animazioni, grafici,
tabelle per rappresentare, per esempio, le forme
modali, i risultati di storia di tempo degli spostamenti
e delle forze membranali, i risultati delle
analisi dinamiche e statiche, etc. Midas Civil si
interfaccia anche con Excel, permettendo all’utente
di trattare i risultati anche in maniera personalizzata.
nn
MATERIALI&TECNOLOGIE
n Sireg Geotech propone materiali compositi
certificati, durevoli fino a 100 anni e sostenibili,
per il rinforzo del calcestruzzo
e di elementi strutturali, nuovi o già esistenti,
soprattutto in ambienti aggressivi.
n Lesioni sulla carreggiata?
Uretek risolve con iniezioni di resine
L’intervento si è svolto e concluso in una
settimana: ha permesso la rapida risoluzione
del problema del cattivo addensamento del
materialedel rilevato e di ristabilire il regolare
flusso veicolare sull’autostrada A21.
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L’ingegnere Gabriele Balconi,
Direttore tecnico di Sireg
Geotech.
Per conoscere meglio la portata dei cambiamenti
possibili e delle nuove applicazioni
favorite da questa certificazione ci siamo
affidati alle considerazioni del Direttore
tecnico di Sireg Geotech, l’ingegner Gabriele
Balconi.
«La logica che ci ha guidato a orientarci nel processo
di certificazione è stata quella di permettere
a chi prescrive il prodotto e a chi lo acquista
di avere la certezza di cosa sta usando. La marpresentare
un’alternativa concreta al tradizionale
tondino di acciaio, con evidenti e conseguenti
vantaggi per l’intera filiera del settore delle costruzioni
in termini di durabilità doppia rispetto
all’acciaio, sostenibilità e sicurezza, soprattutto
in contesti ambientali “difficili” per la presenza
di fattori corrosivi o di campi elettromagnetici.
Novità
Le barre in VTR Sireg: le prime
e uniche con marcatura CE
Sireg Geotech propone materiali compositi certificati, durevoli fino
a 100 anni e sostenibili, per il rinforzo del calcestruzzo e di elementi
strutturali, nuovi o già esistenti, soprattutto in ambienti aggressivi
Fabrizio Parati
Produce ed esporta in oltre 70 paesi del mondo i
propri prodotti non metallici e compositi per i settori
della geotecnica e dell’ingegneria civile, Sireg
Geotech, l’azienda di Arcore fondata nel 1936,
vanta 89 anni di attività che le hanno conferito il
prestigio del nome, 11 milioni di euro di fatturato
nel 2024, due stabilimenti (Arcore e Agrate,
su 24mila metri quadrati), 60 dipendenti e collaboratori,
e ha un destino non insolito per le realtà
che fanno dell’innovazione una delle ragioni
della propria attività: stabilisce primati. Il più recente
è di qualche settimana fa: ha ottenuto la
marcatura CE (Conformità Europea) per le proprie
barre dritte e sagomate in vetroresina Glasspree®
destinate al rinforzo strutturale di opere
in calcestruzzo e di elementi strutturali nuovi
o già esistenti.
Una svolta nel settore delle
costruzioni
Questa certificazione prefigura una svolta nel
settore delle costruzioni europee: le barre in materiale
composito GFRP (Glass Fiber Reinforced
Polymer) dotate di tale marcatura possono rap-
Esperienza più che trentennale
Sireg, che con questa certificazione stabilisce un
nuovo primato, vanta un’esperienza più che trentennale
nella fabbricazione di prodotti in materiale
composito per il settore delle costruzioni ed
è stata la prima società produttrice di barre in fibra
di vetro, carbonio e fibra aramidica a evidenziare
l’esigenza di una certificazione europea per
questo tipo di prodotti innovativi classificati come
“non tradizionali”, e quindi non coperti da norme
armonizzate. Il Regolamento (UE) n. 305/2011
stabilisce, infatti, l’obbligo della marcatura CE per
tutti i prodotti destinati a essere incorporati stabilmente
in opere di costruzione o in parti di esse
e la cui prestazione influisce sulle performance
complessive delle opere stesse.
I percorsi di certificazione
Per questa famiglia di prodotti compositi, Sireg
ha richiesto e ottenuto, ad ottobre 2022, la certificazione
volontaria ETA (European Technical
Assessment); a novembre 2024 ha conseguito
anche la certificazione internazionale EPD (Environmental
Product Declaration) sulla sostenibilità
delle sue barre in vetroresina e ora può celebra-
re la marcatura CE, dopo un lungo iter rallentato
anche dalla crisi pandemica.
Ad oggi, le barre in vetroresina Glasspree® di
Sireg sono dunque le prime e uniche con marcatura
CE disponibili nello spazio economico europeo
(SEE) e le sole a poter essere utilizzate
nell’ambito dell’ingegneria civile nelle nuove costruzioni
strutturali e permanenti in Italia e in
Europa (non più, dunque, solo nel settore geotecnico
delle grandi opere sotterranee per utilizzo
temporaneo).
Le barre in fibra di vetro Glasspree ®
di Sireg
Realizzabili in vari diametri, sono fabbricate
secondo il processo chiamato pultrusione
che permette di realizzare prodotti dalle elevate
caratteristiche meccaniche e di durabilità. La
vetroresina, in particolare, svolge un ruolo dominante
in termini di vantaggi, grazie a una serie
di caratteristiche chimico-meccaniche che, in
relazione ai costi, la rendono oggi la migliore soluzione
in ambienti particolarmente aggressivi
(ambienti salini, campi elettromagnetici, cloruri
antigelo, ecc.), ma anche per il rinforzo d’infrastrutture
viarie (ponti e viadotti, tramvie, banchine
delle metropolitane), opere idrauliche e marittime
(banchine portuali, barriere frangiflutti), e
costruzioni civili e industriali (fondazioni, vasche
di contenimento).
Materiali&Tecnologie
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leStrade 1-2/2025
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Caratteristiche e vantaggi
delle barre Glasspree ®
• Durata doppia rispetto all’acciaio: vita utile di 100 anni, ideale in ambienti aggressivi
come quelli salini o soggetti a corrosione. La resistenza alla corrosione
garantisce prestazioni affidabili anche in presenza di agenti chimici aggressivi,
umidità o cloruri.
• Peso ridotto: le barre pesano un quarto dell’acciaio e permettono quindi una riduzione
dei costi di trasporto e posa.
• Sostenibilità: minor necessità di manutenzione, ridotto impatto ambientale e
compatibilità con calcestruzzi green.
• Resistenza ai campi elettromagnetici e ai cloruri antigelo: ideale per opere sul
mare o in ambienti aggressivi.
catura CE, che definisce in maniera univoca, secondo
regole condivise, le proprietà di un prodotto,
è per noi, da una parte, una condizione
necessaria per sdoganare la tecnologia a un livello
di qualifica per uso strutturale nel settore delle
costruzioni, e, dall’altra, per rendere il mercato
correttamente competitivo. Nel 2019 ci siamo
rimboccati le maniche e, collaborando con l’Istituto
per le Tecnologie della Costruzione ITC - CNR,
abbiamo chiesto di potere redigere la procedura
di qualifica. È stata una collaborazione molto interessante,
in ambito prettamente italiano. Mentre
i TAB (organismi di valutazione tecnica) europei
discutevano questo processo, noi, nel ruolo di
promotori, siamo rimasti in stand by e costantemente
aggiornati, lavorando in tandem con ITC
- CNR. Solo al termine di questo processo, durato
ben tre anni, nel 2022 abbiamo finalmente ottenuto
la certificazione ETA (European Technical
Assessment): si è arrivati, quindi, alla definizione
del documento di qualifica. Tale documento
deve essere pubblicato nel Bollettino europeo e
la pubblicazione è avvenuta solo a metà del 2024.
E questa è la ragione per cui abbiamo ottenuto la
marcatura CE a fine del 2024, nonostante avessimo
già concluso tutti i test e ottenuta l’approvazione
nel 2022. Ma oggi siamo i primi in Italia:
una grande soddisfazione che arriva dopo essersi
messi sulle spalle l’onere del percorso. Da adesso,
questo documento di qualifica è ovviamente
disponibile per qualsiasi produttore. Prevede
una serie di test da eseguire in un laboratorio autorizzato,
e poi, essendo una qualifica di marcatura
CE, richiede che l’Organismo di valutazione
della conformità (Conformity Assessment Body
– CAB) venga in azienda ad eseguire tutti i controlli,
le verifiche, i campionamenti anche per più
volte all’anno.
Quali sono o potrebbero essere gli ambiti di
applicazione del prodotto?
L’ambito d’impiego è incredibilmente ampio, perché
prevede la possibilità – configurandosi come
L’impegno di Sireg per l’innovazione
Sireg investe il 5% del proprio fatturato in Ricerca e Sviluppo, con un’attenzione
particolare alla sostenibilità, sia nei processi produttivi che nei prodotti. L’azienda
è membro dell’Associazione Infrastrutture Sostenibili (AIS) e, nel 2019, ha ricevuto
importanti riconoscimenti, tra cui il JEC Innovation Award per il progetto “Bendable
thermoplastic composite reinforcement for concrete”, realizzato in collaborazione
con Arkema, l’Università di Miami e il National Cooperative Highway Research
Program (NCHRP). Nello stesso anno, Sireg è stata selezionata tra le 30 aziende
protagoniste della mostra “Genio e Impresa. Da Leonardo e Ludovico alle grandi
storie di innovazione dei nostri giorni” di Assolombarda grazie all’innovativa barra
in vetroresina Glasspree® TP, consolidando la propria posizione di riferimento nel
campo dell’innovazione tecnologica
la sostituzione del tondino al 100% - dell’applicazione
all’interno di qualsiasi opera in calcestruzzo.
In sostanza, si va dalla diga alla casa. A differenza
di altre qualifiche in giro per il mondo,
questa contempla un potenziale di impiego del
materiale certificato molto ampio. Molto più difficile,
infatti, è ottenerla.
A voi cosa interessa?
A noi interessano tutte le strutture esposte (porti,
banchine lungomare, ponti, ecc.), perché tra
i vantaggi di questa tecnologia c’è la durabilità.
Il ponte di Gonnesa, nella provincia del Sud Sardegna,
vale a dire il primo ponte in Europa con
travi precompresse e armatura in fibra di vetro
(GFRP Glass Fiber Reinforced Polymer), realizzato
da Manini Prefabbricati e da noi con la collaborazione
dell’Università di Cagliari (cfr. “Il ponte
ibrido da primato europeo”, su leStrade, maggio
2023, pp. 68-71), è un tipo di applicazione paradigmatica:
siamo a 50 metri dalla costa ovest
della Sardegna dove c’è sempre vento e quindi
con tutti i problemi di deperibilità (non a caso, il
precedente ponte è crollato).
C’è poi il vasto capitolo dei sali antigelo e il connesso
problema di manutenzione legato alla stabilità
delle strutture in calcestruzzo, proprio perché
aggredite dai sali. In sintesi, il nostro target
è legato a tutte le strutture esposte e agli impianti
industriali. Lato infrastrutture, possiamo agire
anche laddove abbiamo processi di corrosione
indotti da correnti vaganti.
La genesi delle barre in fibra di vetro è “antica”?
La genesi è antica, sì. Nel 91 l’azienda Sireg si
interessa dei compositi e, soprattutto, delle barre,
quindi dei profili a sezione tonda. Decide di
acquisire linee e brevetti dalla AzkoNobel, che
dopo un primo sviluppo del prodotto non era intenzionata
a commercializzarlo. Sireg acquisisce,
quindi, queste linee pilota, questo know how. In
quegli anni, tuttavia, non era chiaro quale delle
fibre potenzialmente utilizzabili nei composi-
Materiali&Tecnologie
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leStrade 1-2/2025
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ti avrebbe potuto essere quella vincente. C’erano
il carbonio, la fibra di vetro, la fibra aramidica
che si contendevano il mercato. Siamo partiti con
la fibra aramidica. A fine anni Novanta, però, abbiamo
iniziato a produrre barre in fibra di vetro,
perché la fibra di vetro era ormai diffusa a livello
mondiale ed era diventata una commodity. Nel
2002, la nostra prima applicazione con l’impiego
del nostro prodotto: barre dritte, barre sagomate
in vetroresina all’interno del calcestruzzo.
La nostra prima vendita del prodotto analogo a
quello che stiamo qualificando è del 2002. Risale
a vent’anni fa. Naturalmente oggi il prodotto è
evoluto grazie alla costante ricerca, anche perché
è migliorata la qualità della fibra stessa.
Attualmente la conoscenza dei compositi nel
mercato delle infrastrutture italiane è molto elevata,
ma Sireg ha un compito di fondamentale
importanza da svolgere: diffondere e chiarire
a tutti i vantaggi dell’impiego delle nostre barre
per qualsiasi struttura provvisoria o permanente.
Lei da quando tempo lavora in Siregh?
Da 15 anni. Ho visto questa evoluzione, vale a
dire la necessità di qualificare il prodotto affinché
il mercato si regolamenti.
I tempi di risposta del mercato quali prevedete
che possano essere?
Crediamo che il mercato sia già attivo: il nostro
handicap era la mancanza di qualifica. C’è quindi
un mercato potenziale già lì. Come sistema
Paese, non possiamo più permetterci di costruire
strutture e infrastrutture che durino solo 50
anni e che necessitano, pertanto, di quella continua
manutenzione che è particolarmente onerosa
in termini di costi, anche sociali, e che non
è sostenibile (perché implica spesso e volentieri
la demolizione e la ricostruzione). In un metro
cubo di calcestruzzo armato noi facciamo
la nostra parte, ma ovviamente l’impatto serio
è dato anche dalla sostenibilità del calcestruzzo.
E vediamo un ulteriore vantaggio: le barre
non ossidabili aprono la possibilità di utilizzare
dei calcestruzzi diversi dai tradizionali. Abbiamo
fatto dei test con percentuale di aggregato riciclato
molto spinto (anche al 100%). È tutto in
divenire, certo, però concettualmente si stanno
intaccando dogmi che noi ingegneri ci siamo
sempre dati: tecnicamente la porosità del calcestruzzo
è sempre stato un problema, ma con
una barra che non ossida il problema è da rivalutare.
Questo alza l’asticella della sfida. Per utilizzare
queste barre (che hanno vita utile di 100
anni) sarebbe sensato impiegare un calcestruzzo
che abbia una vita utile garantita per 100
anni. La combinazione sarebbe vincente sotto i
profili economici e ambientali.
Materiali&Tecnologie
A partire dalla primavera 2025, Sireg ha in
programma un ciclo strutturato di seminari
e incontri formativi. A cosa saranno orientati?
Forti di questo know how e soprattutto desiderosi
di diffondere informazioni tecniche utili affinché
queste tecnologie possano essere sempre
più adottate, abbiamo in programma una serie di
seminari di formazione sia presso la sede aziendale
di Arcore sia presso Associazioni, Ordini o
aziende partner, con l’obbiettivo di sensibilizzare
progettisti, tecnici, e decision-makers sull’importanza
dell’utilizzo delle nostre soluzioni innovative
per migliorare la sostenibilità, la durabilità
e le prestazioni delle opere civili.
il format sarà ripetuto con cadenza trimestrale,
per fornire i mezzi operativi, e quindi normative
di progetto e normative di qualifica, in modo tale
che l’informazione sia nota. Oggi abbiamo la necessità
di mettere a terra il prodotto e ci facciamo
volentieri carico anche di questa attività grazie ai
nostri partner (professionisti e università) con cui
abbiamo rapporti professionali consolidati. nn
Formazione
Corso Base di Tecnologia
del Calcestruzzo
Torna la qualificante offerta formativa proposta dall’I.I.C. per
tutti i professionistu che vogliano approfondire le tecnologie
utilizzate nella produzione e nell’applicazione del calcestruzzo
Istituto Italiano
per il Calcestruzzo
L’Istituto Italiano per il Calcestruzzo - Fondazione
per la Ricerca e gli Studi sul Calcestruzzo
invita tutti gli interessati a partecipare al Corso
Base di Tecnologia del Calcestruzzo, un’opportunità
unica per approfondire le conoscenze
e le competenze tecniche relative ad aggregati,
calcestruzzo e cemento. Il corso è ideale per
professionisti e aziende che operano nel settore
delle costruzioni e desiderano approfondire
le tecnologie utilizzate nella produzione e applicazione
del calcestruzzo. Ogni lezione è strutturata
per fornire un bilanciamento perfetto tra
teoria e pratica, offrendo un’esperienza formativa
completa e di alta qualità.
Dettagli del corso:
• Data di inizio corso: 6 maggio
• Durata: quindici lezioni (tre ore ciascuna)
• Giornate: martedì e giovedì
• Orario: 16:00 - 19:00
• Costo: 700 € + IVA a persona
• Modalità: In presenza (presso la sede di Renate,
MB) o online
Perché partecipare?
Il corso è progettato per fornire una formazione approfondita,
essenziale per chi lavora o desidera lavorare
nel campo del calcestruzzo. Grazie a un approccio
pratico e teorico, i partecipanti acquisiranno
competenze fondamentali per gestire con successo
i processi e le tecnologie legate al calcestruzzo.
Al termine del corso, i partecipanti dovranno sostenere
un test finale e riceveranno un attestato di
partecipazione. Inoltre, gli iscritti all’Albo Professionale
degli Ingegneri potranno ottenere 45 Crediti
Formativi Professionali (CFP).
Finanziamenti e opportunità
Il corso è finanziabile grazie al Fondo Nuove Competenze
2025, un’importante opportunità per sviluppare
nuove competenze senza gravare sul budget
aziendale.
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8
45
CFP
I.I.C.
Istituto Italiano
Istituto Italiano
per il Calcestruzzo
per il Calcestruzzo
Fondazione per la Ricerca
Fondazione per la Ricerca
e gli Studi sul Calcestruzzo
e gli Studi sul Calcestruzzo
Inizio lezioni
Termine lezioni
Durata lezione
Numero lezioni
Giornate
Orario
Costo
6 MAGGIO 2025
24 GIUGNO 2025
3 ORE AL GIORNO
15
MARTEDÌ e GIOVEDÌ
16:00-19:00
700 € + IVA / persona
TECNOLOGO
DEL CALCESTRUZZO
Aggregati
Aggregati
Aggregati
Mix Design
Cemento
Cemento
Cemento
Calcestruzzo
TEST INIZIALE
Struttura del corso
Produzione, caratterizzazione, natura
geologica e qualità.
Proprietà degli aggregati secondo
marcatura CE - EN 12620.
Analisi per determinare la qualificazione
degli aggregati e prove in laboratorio
virtuale.
Ciclo produttivo.
EN 196-1: metodi per le analisi chimiche
dei cementi.
EN 197-1: composizione, caratteristiche
e criteri di conformità dei cementi.
Prove in laboratorio virtuale.
Produzione, caratterizzazione, e qualità.
Corso valido per il conseguimento
di 45 crediti formativi professionali
per iscritti all'Albo degli Ingegneri
CORSO ONLINE E/O IN PRESENZA
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Il calcestruzzo secondo la normativa EN
206 , EN 11104
Decreto Ministeriale (NTC) e relative
linee guida.
Presidio del getto produzione, trasporto
e messa in opera.
Qualifiche e test di caratterizzazione nel
laboratorio virtuale.
Indagini sul calcestruzzo, prove disruttive
e non disruttive.
Gli additivi per calcestruzzo.
La progettazione del calcestruzzo, quindi
il giusto calcestruzzo
per la specifica destinazione.
Ripasso.
TEST FINALE
INFO ED ISCRIZIONI
Mail: fondazione@istic.it
Oppure chiamare il numero: +39 0362 918516
Per maggiori informazioni o per iscriversi al corso
è possibile farlo online: vedi QR-code
In alternativa, scrivere a fondazione@istic.it
o chiamare al numero 0362.91.85.16.
Non perdere questa occasione di aggiornamento
professionale e di crescita! Iscriviti subito! nn
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90 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
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Aziende
Alpacem Italia e Buzzi Unicem
È avvenuto il closing dell’acquisizione dello stabilimento
di Fanna da parte del gruppo Alpacem. Confermato l’impiego per
tutti gli ottanta dipendenti che oggi lavorano presso l’impianto
Gabriele Villa
È avvenuto il 31 gennaio il closing dell’accordo tra
Alpacem Cementi Italia, società italiana appartenente
al gruppo austriaco Wietersdorfer Alpacem, e
Buzzi Unicem S.r.l. per la cessione dello stabilimento
situato a Fanna, nel Pordenonese. Avviata ad
agosto 2023, l’operazione ha preso ufficialmente il
via il 1° febbraio 2025, e prevede, oltre al passaggio
di mano dello stabilimento di Fanna, anche la
sottoscrizione da parte di Buzzi S.p.A. di un aumento
di capitale per acquisire una partecipazione del
25% nella società austriaca Alpacem Zement Austria
GmbH. L’operazione permette a Wietersdorfer
Alpacem di avere a disposizione tre cementerie
a ciclo completo in Italia, Austria e Slovenia, di svilupparsi
ancora di più nel mercato italiano e di consolidare
il rapporto con i propri clienti locali.
Lo stabilimento di Fanna ha una capacità annua
di clinker di 660.000 tonnellate e le materie prime
per la produzione di cemento provengono dalle tre
cave di proprietà dell’impianto.
Per garantire la massima continuità occupazionale
e produttiva, gli 80 dipendenti saranno tutti assunti
da Alpacem Italia e continueranno a operare
sotto la direzione di Paolo Maggi, già responsabile
dello stabilimento e confermato nel suo ruolo.
«Questa operazione ci permette di sviluppare la
nostra presenza nelle produzioni del Nordest. Vede
anche i legami tra Alpacem e Buzzi rafforzarsi. La
cooperazione fra le aziende è importante, considerando
i notevoli investimenti nella sostenibilità richiesti
al settore – ha commentato Bernhard Auer,
Amministratore Delegato di Wietersdorfer Alpacem
GmbH e Presidente di Alpacem Cementi Italia
S.p.A. -. Siamo felici di accogliere i dipendenti
dello stabilimento di Fanna nel Gruppo Alpacem
e di aver concluso un’operazione che rappresenta
per tutti un’opportunità di crescita e un passo decisivo
verso un futuro più sostenibile e integrato a
livello regionale».
«Oggi si compie un passo strategico per la ridefinizione
del nostro assetto produttivo in Italia – ha
dichiarato Paolo Zelano, Amministratore Delegato
di Buzzi Unicem S.r.l. –. Desideriamo ringraziare
tutti i collaboratori dello stabilimento di Fanna per
l’impegno e la professionalità con cui hanno contribuito
al conseguimento dei risultati positivi di questi
anni ed hanno agevolato la transizione verso la
nuova realtà».
Con l’acquisizione dello stabilimento Buzzi Unicem
di Fanna, il gruppo Wietersdorfer Alpacem amplierà
il proprio network a 29 sedi nell’Alpe-Adria, suddivise
tra cementerie, impianti per la produzione di
calcestruzzo preconfezionato e siti per l’estrazione
delle materie prime.
Alpacem Italia
Alpacem Italia è costituita da Alpacem Cementi Italia
S.p.A. e Alpacem Calcestruzzi Italia S.r.l., e comprende
tutte le attività italiane di Wietersdorfer Alpacem.
Nella sede di San Vito al Tagliamento (PN)
e nelle diverse filiali situate in Friuli-Venezia Giulia e
Veneto, l’azienda produce cemento, calcestruzzo e
leganti eccellenti, concepiti per soddisfare le singole
esigenze del cliente. Alpacem, infatti, è da sempre
impegnata nel garantire alti standard di qualità,
mettendo al centro le persone e le comunità
locali, con l’obiettivo di rappresentare per il territorio
una realtà economica solida, affidabile e in continua
evoluzione, grazie alla sua costante crescita e
innovazione. Ecco alcuni numeri: 14 siti produttivi
di cui una cementeria e un centro di macinazione,
e oltre 160 dipendenti. nn
Materiali&Tecnologie
92 1-2/2025 leStrade
Consolidamenti
Lesioni sulla carreggiata?
Uretek risolve con iniezioni di resine
Figura 1: Esempio
elaborazione grafica
dell’indagine Georadar GPR.
L’intervento si è svolto e concluso in una settimana: ha permesso
la rapida risoluzione del problema del cattivo addensamento del materiale
del rilevato e di ristabilire il regolare flusso veicolare sull’autostrada A21
Sull’A21, nel Tronco Autostradale Torino-Piacenza,
alla progressiva chilometrica PK 7+888 Uretek
è intervenuta con un trattamento di consolidamento
del rilevato mediante iniezioni di resina
espandente per risolvere una problematica derivante
da deficit di densità del terreno sottostante
la fondazione stradale. Il tratto autostradale
oggetto dell’intervento, di competenza dell’ente
S.A.T.A.P. S.p.A. è caratterizzato da due carreggiate,
direzione Torino e direzione Piacenza, a tre
corsie di marcia più una corsia di emergenza. La
sezione stradale è in rilevato e la sede stradale
interseca il corso del canale Rio Busso, in corrispondenza
del quale è stato installato un tombino
idraulico.
Problema e fase di indagine
A seguito di una fase di monitoraggio ispettivo
che evidenziava ammaloramenti sulla superficie
stradale in alcuni punti della carreggiata, l’ente
concessionario S.A.T.A.P. ha commissionato
a Sina S.p.A, Società di Ingegneria specializzata
Ing. Mauro Lagalante
Business Development
Manager Uretek Italia
Figura 2: Schema
riassuntivo delle zone
a deficit di densità post
indagine georadar.
in sviluppo di sistemi avanzati e rilievi tecnologici
ad Alto Rendimento delle pavimentazioni stradali,
l’esecuzione di una campagna di indagini volte
alla caratterizzazione geotecnica e geomeccanica
del rilevato autostradale in questione, con l’obiettivo
finale di definire degli specifici interventi
di consolidamento e miglioramento delle caratteristiche
meccaniche del terreno.
Si è proceduto dapprima con indagini georadar
di tipo GPR (Ground Probing Radar) allo scopo di
individuare delle anomalie ascrivibili a fenomeni
di degrado dei rilevati stradali e del terreno sottostante,
fino ad una profondità di circa quattro
metri dal piano asfaltato.
Sulla base dei dati ottenuti dall’indagine Georadar
sono emerse delle anomalie nel materiale
del rilevato stradale. In diverse zone, localizzate
sia sulla carreggiata direzione Piacenza sia sulla
carreggiata in direzione Torino, si evidenziano dei
deficit di densità a profondità variabile da 0,75 a
1,50 metri di profondità dalla superficie della pavimentazione
stradale. Le anomalie nella densità
del materiale sono tali da far ipotizzare la presenza
di alterazioni della consistenza del rilevato
autostradale che possono evolvere in stati di riduzione
delle condizioni di sicurezza, richiedendo
interventi di risanamento nel breve periodo.
Ad ulteriore conferma dei risultati ottenuti dalla
prima campagna di indagine sono stati disposti
ulteriori sondaggi geognostici a carotaggio
continuo, fino alla profondità di tre metri dal
p.c., con esecuzione di SPT in foro in diversi punti
su entrambe le carreggiate. I risultati hanno
confermato la presenza di uno strato di sabbia
grossolana debolmente ghiaiosa al di sotto della
fondazione stradale, fino ad una profondità di
1,50 metri, e uno strato di sabbia fine, debolmente
limosa, fino ad una profondità di tre metri.
Analisi e fase di progettazione
Per la risoluzione delle anomalie di densità del rilevato
S.A.T.A.P. si è rivolta ad Uretek, impresa
specializzata, da trentacinque anni, nel settore
geotecnico, ed operante nell’ambito del consolidamento
terreni di fondazione, sia in ambito civile
che in ambito industriale e infrastrutturale,
con tecnologie innovative e brevettate che interferiscono
in maniera limitata sulla vita e sulle attività
delle persone.
A seguito dell’analisi dei risultati delle campagne
di indagini effettuate in precedenza e di sopralluoghi
svolti in situ da tecnici specializzati, si
è optato per intervenire mediante l’utilizzo della
tecnologia Uretek Deep Injection che consiste
nell’iniezione di resine poliuretaniche Geoplus, ad
Materiali&Tecnologie
94 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
95
alta pressione di rigonfiamento che consentono
l’addensamento del terreno al di sotto della fondazione
stradale.
Il software S.I.M.S. 2.0
Si è proceduto, quindi, con la progettazione
dell’intervento tramite utilizzo del software
S.I.M.S. 2.0, sviluppato in collaborazione con il
Politecnico di Torino che è in grado di modellare
l’azione della resina espandente all’interno del
terreno e determinare il miglioramento dei parametri
geotecnici in funzione delle quantità di
resina iniettate.
L’algoritmo alla base del software è basato sulla
teoria della cavità espansa che lega la pressione
esercitata dal bulbo di espansione della resina
iniettata e la pressione di confinamento esercitata
dal terreno fino al raggiungimento di una
condizione di equilibrio. Questo permette di determinare
con precisione la tipologia di resina da
iniettare e il volume necessario ad ottenere gli
obiettivi di consolidamento prefissati.
L’intervento
Nel caso del tratto dell’autostrada A21 oggetto
dell’intervento si è scelto quindi di operare su entrambe
le carreggiate per un volume sottostante
la fondazione stradale di estensione pari a 400
metri quadrati e spessore di due metri. Considerando
lo spessore del pacchetto stradale tra i 0,6
e gli 0,8 metri e la presenza di terreno consistente
fino alla profondità di circa 1,2 metri dalla superficie
stradale, l’intervento di consolidamento
si è concentrato a partire da tale quota.
Considerata, inoltre, la necessità di impattare
il meno possibile sulla regolarità del flusso autostradale,
soprattutto negli orari più trafficati,
in collaborazione con gli uffici tecnici delle parti
coinvolte si è deciso di definire un cronoprogramma
di intervento, consistente nella suddivisione
dell’intera zona da trattare in diverse sotto aree
da gestire in sequenza con la chiusura temporanea
solo di alcune corsie di marcia, mentre il traffico
veniva deviato sulle contigue.
In ognuna delle sotto aree è stata definita un’opportuna
maglia di perforazione, i cui fori di iniezione
(26 millimetri) vengono eseguiti per mezzo
di perforatori manuali elettrici a rotopercussione,
fino al raggiungimento della profondità definita
da progetto.
L’iniezione della resina viene in seguito effettuata
attraverso il sistema brevettato Uretek Multipoint
che consiste in cannule di acciaio a fondo
cieco, con fori laterali in numero e diametri calibrati,
dette “multi-foro”.
Grazie al sistema Multipoint, la resina fuoriesce
in stato liquido contemporaneamente da tutti i
fori e in portata costante. Una volta nel terreno,
si polimerizza ed espande nel giro di pochi secondi,
rimanendo localizzata nei dintorni dei punti di
iniezione evitando dispersioni e riducendo notevolmente
i tempi di trattamento. Le modalità di
diffusione della resina variano al variare della tipologia
di suolo trattata. Nel caso di terreni a granulari
avviene per permeazione. Il risultato è un
agglomerato di resina-terreno pseudo-cilindrica.
Le operazioni di iniezione vengono monitorate
attraverso l’utilizzo di strumentazione laser in
grado di rilevare sollevamenti verticali della fon-
Figura 3: Condizione
di equilibrio tra la pressione
di rigonfiamento della resina
iniettata e la pressione
di confinamento del terreno.
Figura 5: Esempio
di agglomerato resinaterreno
granulare.
Figura 4: Schema riassuntivo
del cronoprogramma e zone
di intervento.
dazione stradale con una precisione di ± 0,5 millimetri.L’esito
positivo dell’intervento viene infine
certificato a seguito di prove penetrometriche
comparative che permettono di apprezzare l’incremento
dei parametri meccanici del volume di
terreno trattato.A tal proposito è stato utilizzato
un penetrometro dinamico medio (DPM) e sono
state definite, sin dalla fase di progettazione, un
numero congruo di prove da condurre ante e post
la fase di iniezione.
L’intervento di Uretek si è svolto e concluso con
successo nell’arco di una settimana e ha permesso
in tempi brevi la risoluzione del problema di
cattivo addensamento del materiale del rilevato
e di ristabilire il regolare flusso veicolare in autostrada.
nn
Materiali&Tecnologie
96 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
97
Novità
Uno dei più grandi al mondo
Nasce in Puglia, a Bovino, uno dei maggiori impianti robotizzati al mondo
per i conci per le gallerie dell’Alta Velocità Napoli-Bari. La nuova fabbrica
si aggiunge agli altri impianti di produzione conci del Gruppo Webuild
Damiano Diotti
Al confine tra Campania e Puglia, nel comune di
Bovino, il Gruppo Webuild ha inaugurato uno degli
stabilimenti automatizzati più grandi al mondo
per la produzione dei ‘conci’ destinati al rivestimento
delle gallerie dell’alta velocità Napoli-Bari.
Il nuovo impianto di Bovino, battezzato Roboplant
2, rappresenta una evoluzione di Roboplant
1, la prima fabbrica automatizzata per la produzione
dei conci inaugurata da Webuild in Sicilia, a
Belpasso, Catania, solo un anno fa, e che ha già
prodotto circa 25.000 conci per i cantieri ferroviari
del Gruppo nell’isola. A Belpasso è operativa
anche Etnaplant: una seconda fabbrica che
supporta Roboplant 1, a gestione sia manuale sia
automatizzata e, tra il 2025 e il 2026, diventerà
operativo Roboplant 3 a Dittaino, in provincia di
Enna. Queste tre fabbriche siciliane forniranno
conci alle gallerie della direttrice ad alta capacità
Palermo-Catania-Messina.
Nel complesso, si prevede che i quattro stabilimenti
contribuiranno in totale alla creazione di
circa 450 posti di lavoro, prevalentemente locali,
tra assunzioni già realizzate e previste, consolidando
l’impegno di Webuild per modernizzare
le infrastrutture del Sud Italia. Con 19 progetti in
corso che prevedono la costruzione di oltre 300
chilometri di nuove linee ferroviarie ad alta velocità
ed alta capacità, il Gruppo impiega già oggi
7.500 persone, tra diretti e di terzi, con una filiera
di 4.300 società partner da inizio lavori.
Ogni sette minuti saranno prodotti
due conci
L’impianto di Bovino rappresenta un balzo in
avanti nella tecnologia per la produzione di conci
prefabbricati. Applica un elevato livello di automazione
e utilizza robotica e Intelligenza Artificiale
per raggiungere i massimi target di
sicurezza e produttività green. Ogni sette minuti
verranno prodotti due conci, portando la capacità
produttiva complessiva dell’impianto a 48
anelli al giorno. Questo permetterà di fornire oltre
un milione di metri cubi di conci per le sei talpe
meccaniche (Tunnel Boring Machine o TBM)
previste per lo scavo dei tunnel Hirpinia e Orsara
sulla linea Napoli-Bari.
Lo stabilimento di Bovino, organizzato su due
linee gemelle automatizzate e indipendenti tra
loro, permetterà di lavorare in condizioni di massima
sicurezza, velocizzando la fornitura ai cantieri
dei conci prefabbricati, con un previsto aumento
della produttività complessiva del 30%
e una riduzione dell’impatto ambientale legato
anche al mancato trasporto dei conci su lunghe
distanze. Questo, unito all’efficienza energetica
dell’impianto, eviterà l’emissione di circa 140
tonnellate di CO 2
all’anno.
Con queste fabbriche, Webuild consolida ulteriormente
la sua leadership su scala globale nello
scavo in sotterraneo. Il Gruppo vanta ad oggi
un parco TBM tra i più grandi al mondo, con circa
60 talpe tra quelle in funzione, in montaggio,
ordinate e da ordinare per i progetti in corso. Di
queste, circa 40 TBM sono previste per i progetti
in corso in Italia, di cui 30 al Sud. In parallelo,
al Sud Webuild prosegue anche le attività di formazione
e impiego con il suo programma “Cantiere
Lavoro Italia” che prevede l’assunzione di
diecimila persone in Italia entro il 2026, di cui
l’80% nel Sud. nn
Materiali&Tecnologie
98 1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
99
leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
Iniziative
Certificare la sostenibilità
del calcestruzzo
MACCHINE&ATTREZZATURE
Mapei presenta un nuovo servizio dedicato ai produttori
di calcestruzzo, per certificare, attraverso la pubblicazione delle
EPD, la sostenibilità delle miscele utilizzate in specifici progetti
La produzione mondiale di calcestruzzo ha raggiunto
i 4,1 miliardi di tonnellate nel 2023, generando circa
1,6 miliardi di tonnellate metriche di CO 2
, ovvero
l’8% delle emissioni totali di anidride carbonica nel
mondo. L’industria del calcestruzzo deve quindi affrontare
la sfida di produrre miscele più performanti,
riducendo al contempo impatto ambientale e costi.
Per rispondere a questa esigenza, Mapei offre ai
suoi clienti un nuovo servizio avanzato che certifica
gli impatti ambientali delle miscele di calcestruzzo
attraverso la pubblicazione delle EPD - Dichiarazioni
Ambientali di Prodotto, fornendo un vantaggio
competitivo nei progetti green.
Pubblicazione delle EPD:
più trasparenza e sostenibilità
Le EPD documentano gli effetti ambientali di un
prodotto nel suo ciclo di vita. Grazie all’esperienza
del proprio Corporate Environmental Sustainability
Team e a un software proprietario per la valutazione
degli impatti ambientali di un prodotto durante tutte
le sue fasi (LCA - Life Cycle Assessment), Mapei offre
ai suoi clienti la pubblicazione dei risultati ottenuti,
che vengono verificati e certificati tramite le EPD
per le miscele di calcestruzzo di specifici progetti.
Questo servizio consente ai produttori di calcestruzzo
di ottenere rapidamente le EPD senza dover ricorrere
a consulenti esterni.
La prima azienda al mondo
Mapei è la prima azienda al mondo a offrire questo
servizio, permettendo ai produttori di calcestruzzo
di dimostrare il loro impegno ambientale
e di partecipare a progetti che rispettano protocolli
internazionali quali LEED e BREEAM.
Come accedere a questo servizio?
I clienti Mapei possono accedere al servizio rivolgendosi
agli specialisti della Linea Additivi per Calcestruzzo,
che li supporteranno in tutte le fasi della
messa a punto del mix design della miscela, con
l’obiettivo di ridurne l’impatto ambientale.
Con questo nuovo servizio Mapei conferma il proprio
ruolo di riferimento nell’accompagnare il settore
del calcestruzzo verso un futuro più sostenibile,
supportando i produttori in tutte le loro esigenze
e promuovendo pratiche sempre più orientate alla
sostenibilità. nn
Damiano Diotti
n Il ponte sul fiume Tronto, ad Ascoli Piceno,
dopo i lavori di risanamento, si è dotato della
barriera bordo ponte Andromeda H2
di SMA Road Safety.
n Siamo andati in Val Chisone a vedere
al lavoro la TV450B di Case alle prese
con unastrada bianca.
n Trasportabilità su strada,
grazie alla leggerezza: i compressori di Rotair.
n Nel cantiere della nuova linea tramviaria di
Padova una MTM/HP di FAE è impiegata nei
lavori di fresatura e stabilizzazione.
Materiali&Tecnologie
100 1-2/2025 leStrade
Il progetto di manutenzione
straordinaria
Il progetto prevedeva interventi significativi sul
ponte: ripristino dei marciapiedi ammalorati; sostituzione
dei parapetti deteriorati e installazione
di barriere stradali idonee. Inizialmente, il progetto
indicava l’utilizzo di barriere di altro tipo rispetto
a quelle poi scelte. Tuttavia, a fronte di
specifiche esigenze tecniche e operative, è stata
proposta e approvata l’adozione della barriera
Andromeda H2, vale a dire una soluzione innovativa
e perfettamente adatta al contesto.
La barriera Andromeda H2 è stata installata per
200 metri lineari su ciascun lato del ponte, per
un totale di 400 metri, garantendo una copertura
completa e un livello di sicurezza ottimale per
i pedoni e gli automobilisti.
Barriere
Innovazione e Sicurezza
sul Ponte del Tronto
Tra le infrastrutture con la più alta densità di traffico veicolare delle Marche,
il ponte sul fiume Tronto ad Ascoli Piceno, dopo i lavori di risanamento, è stato
equipaggiato con la barriera bordo ponte Andromeda H2 di SMA Road Safety
Damiano Diotti
Nel contesto dei lavori di manutenzione straordinaria
del ponte sul fiume Tronto, al km 0+931
della SR4 bis Raccordo Monticelli Marino, nel comune
di Ascoli Piceno, il ruolo della barriera bordo
ponte Andromeda H2 di SMA Road Safety si è
rivelato cruciale. Il progetto, commissionato dalla
Regione Marche – Dipartimento Infrastrutture,
Territorio e Protezione Civile, e gestito dal RUP
Ing. Paolo Dionisi e dal Direttore dei Lavori Ing.
Michele Laorte dello Studio Laorte di Ascoli Piceno,
ha posto la sicurezza e l’efficienza al centro
delle operazioni. Il completamento delle attività
è avvenuto a settembre 2024.
Il ponte sul fiume Tronto rappresenta una delle
infrastrutture con la più alta densità di traffico
veicolare nella Regione Marche. Questa struttura,
contribuendo significativamente alla distribuzione
del traffico nell’area, ha un ruolo cruciale
nel collegare il quartiere di Monticelli con la zona
industriale e la Piceno-Aprutina.
Le ragioni della scelta di Andromeda
bordo ponte H2
La barriera Andromeda bordo ponte H2 si è dimostrata
una scelta vincente per svariate ragioni.
Innanzitutto, la sua compatibilità con il cordolo
esistente si è tradotta in un vantaggio fondamentale:
evita ingombri eccessivi sul marciapiede e
garantisce la sicurezza pedonale. A differenza di
altre soluzioni, infatti, Andromeda occupa solo
18 centimetri di larghezza, lasciando spazio sufficiente
anche in caso di incidente. Questa caratteristica
è risultata cruciale in un contesto in
cui il marciapiede ha una larghezza limitata di
85 centimetri.
Macchine&Attrezzature
102
1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
103
Un altro elemento essenziale è rappresentato
dalla deformabilità molto bassa della barriera
in caso di impatto. Questo aspetto si è rivelato
determinante per la sicurezza dei pedoni, considerata
la già ricordata larghezza ridotta del
marciapiede.
Altra ragione che ha giocato un ruolo determinante
nella scelta della soluzione proposta da
SMA è la rapidità di montaggio: la modularità
e la semplicità di assemblaggio della barriera
hanno permesso di completare l’installazione
in sole tre giornate lavorative, con una squadra
composta da tre operatori. Rispetto ai tempi stimati
per altre soluzioni, che avrebbero richiesto
almeno otto o nove giorni, Andromeda si è dimostrata
una scelta nettamente più efficiente.
La versatilità della barriera è stata ulteriormente
valorizzata dalla collaborazione con l’ufficio
tecnico di SMA Road Safety, che ha fornito simulazioni
FEM specifiche per un cordolo di altezza
200 millimetri. Inoltre, durante i lavori,
Andromeda è stata utilizzata come linea vita per
l’ancoraggio delle imbracature, migliorando la
sicurezza degli operatori impegnati nel montaggio
dei parapetti e nella finitura dei marciapiedi.
Soluzione per progetti complessi
Roberto Impero, CEO di SMA Road Safety, ha
commentato: «Siamo orgogliosi che la barriera
Andromeda H2 abbia dimostrato il suo valore
in un progetto così importante promosso
dalla Regione Marche. Questa installazione rappresenta
un esempio concreto del nostro impegno
verso la sicurezza stradale e l’innovazione
tecnologica».
Riccardo Buoncompagni di Adriatica Strade,
partner di SMA nel progetto, ha aggiunto: «La
scelta di Andromeda è risultata vincente non
solo per le sue caratteristiche tecniche, ma anche
per la rapidità e semplicità di installazione.
È una soluzione che risponde perfettamente alle
esigenze di progetti complessi come questo».
Prospettive future
L’impresa aggiudicataria dell’appalto, Dell’Orso
Appalti S.r.l. di Camerano (AN), ha espresso
apprezzamento per le prestazioni della barriera
Andromeda H2, in particolare per l’ingombro
ridotto, la velocità di installazione e l’aspetto
estetico gradevole delle barriere montate. Il
titolare Michele Dell’Orso ha sottolineato: «La
barriera Andromeda H2 si distingue per la sua
deformabilità minima in caso di impatto, un
aspetto fondamentale per la protezione dei pedoni
su marciapiedi così stretti. È una soluzione
che combina innovazione, sicurezza e praticità
operativa, rappresentando una scelta ideale
per questo progetto».
Macchine&Attrezzature
104
Grazie al successo ottenuto con questa e con
altre installazioni, SMA Road Safety sta già lavorando
per proporre la barriera Andromeda
su ulteriori infrastrutture, consolidando il suo
ruolo come partner d’eccellenza nella sicurezza
stradale.
Questa esperienza conferma l’importanza di soluzioni
innovative, efficienti e personalizzate, in
grado di rispondere alle esigenze dei progetti
stradali più complessi. nn
1-2/2025 leStrade
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Minipale cingolate
Polivalenza
ad alta quota
Siamo andati in Val Chisone a vedere al
lavoro la TV450B di Case alle prese con una
strada bianca. Lavoro tanto complesso quanto
affascinante
Daniela Stasi La Strada Provinciale 172
Diciamolo, ci sono cantieri che più di altri rimangono
impressi nella mente. I motivi sono i più
vari. Nell’intervento che vi raccontiamo in queste
pagine, le ragioni faticano a essere contate
con le dita di una sola mano. Al primo posto,
certamente, il luogo, Usseaux, in Val Chisone,
in provincia di Torino, uno dei borghi più belli
d’Italia, insignito dal 2011 della Bandiera arancione
dal Touring Club Italiano, riconoscimento
che viene attribuito ai Comuni che rispettano
determinati standard di qualità del territorio. A
seguire, la fiducia instaurata tra il concessionario,
Iveco Orecchia, e Stane- Soluzioni Tecniche
Avanzate Nell’Edilizia, impresa varesina specializzata
in costruzioni civili, industriali e stradali,
demolizioni e manutenzione del verde. E ancora,
un altro motivo è la tipologia di lavoro, ossia
la manutenzione straordinaria di una strada
bianca circondata dalla natura che poi, nello
specifico, è ciò che ci ha spinto ad andare fin lassù,
a 2.000 metri di altitudine. Operazione svolta
utilizzando anche la minipala cingolata Case
TV450B e altre macchine CNH Industrial. Per
scoprire tutti i dettagli abbiamo documentato il
del Colle delle Finestre,
soggetta a manutenzione
straordinaria da parte
dell’impresa Stane,
attraversa il Parco Naturale
Orsiera Rocciavrè, una delle
aree protette delle Alpi
Cozie.
cantiere sia con le immagini, sia con l’intervista
ai responsabili di Stane.
Manutenzione necessaria
Contestualizziamo il cantiere: come anticipato,
si tratta della manutenzione straordinaria della
Strada Provinciale 172 del Colle delle Finestre,
che collega Meana con Depot di Fenestrelle, dopo
aver superato i 2.176 metri del Colle e incrociato
la strada comunale che da Usseaux sale al Pian
dell’Alpe. Una strada resa celebre dal Giro d’Italia,
custode di fatiche e sudore, ma anche di riscosse
e soddisfazioni. Il panorama non lascia in-
Macchine&Attrezzature
106
1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
107
Da sinistra: Antonio
Capriuolo, venditore
di Iveco Orecchia,
Francesco Alfero e Andrea
Caini, rispettivamente
responsabile di cantiere e
direttore tecnico di Stane.
nimento, il rifacimento dei muri a secco a monte
e a valle della carreggiata, la preparazione del
fondo, il taglio dell’erba, la stesa dello stabilizzato
fine e, infine, la rullatura per ottenere la migliore
percorribilità». Un lavoro corposo, reso ancora
più complesso dalla continua e persistente
viabilità di pedoni, ciclisti e automobili, che non è
mai stata interrotta: la strada, infatti, attraversa
una zona molto turistica, dove l’affluenza è elevata
durante tutte le stagioni dell’anno. «Non è
un cantiere urbano, dove si può circoscrivere l’area
di lavoro – spiegano Caini e Alfero – qui la
strada è sempre aperta e bisogna far conciliare
il cronoprogramma di cantiere con i tempi propri
di chi è in villeggiatura. È anche fondamentale
lavorare in armonia, in modo che le operazioni
effettuate da ciascun mezzo s’incastrino alla perfezione
con quelle svolte dagli altri, senza creare
intoppi o ritardi».
differenti, una cornice di prati, boschi e monti a
perdita d’occhio che rende il lavoro sì più impegnativo
ma decisamente più suggestivo rispetto
a un cantiere qualunque. Come tutte le strade
bianche, anche questa necessita di una costante
manutenzione, finalizzata a contenere il pietrisco
di cui è composta ed evitare la formazione
di buche, che possono inficiare la sicurezza
di chi vi transita. Abbiamo chiesto di spiegarci le
fasi di lavoro ad Andrea Caini e Francesco Alfero,
rispettivamente direttore tecnico e responsabile
di cantiere di Stane: «Abbiamo iniziato il cantiere
con la regimazione delle acque, per poi proseguire
con la formazione delle scogliere di conte-
Lavoro dalle molteplici complessità
Come per tutte le strade sterrate, anche in questo
caso, il fondo è stato prima compattato per
poi accogliere un substrato resistente, composto
da ghiaia di diverse granulometrie. Il riempimento
della superficie è avvenuto poi con lo stabilizzato,
distribuito in modo uniforme lungo tutto
il tratto. Uno dei rischi più diffusi di una strada
bianca, oltre alle buche, è la formazione di fango
quando piove o nevica. Ecco, quindi, l’importanza
dell’inclinazione per agevolare il corretto drenaggio
dell’acqua.
Nel cantiere di Usseaux, per realizzare il manto
stradale Stane ha utilizzato uno stabilizzato totalmente
naturale, un mix di pietrisco, pietra e
sabbia provenienti dalle cave della zona. Si può
quindi parlare a tutti gli effetti di una pavimentazione
rispettosa non solo dell’ambiente ma anche
del genius loci, in quanto inserita nel paesaggio in
modo assolutamente non invasivo. In tre mesi di
cantiere, l’impresa ha curato la manutenzione di
ben 48 km, distribuiti su più paesi, fin sopra Sestriere.
«Le condizioni di lavoro erano veramente
estreme, sia per il sedime stradale, molto stret-
Le persone prima di tutto
Stane nasce nel 2015 a Varese ed è attiva
per lo più in Lombardia, Piemonte e Liguria.
Come detto, si occupa di costruzioni,
sbancamenti, manutenzioni e ristrutturazioni
di ogni genere. Mette al primo posto le scelte
tecniche per realizzare opere durevoli e
funzionali e tra i suoi vanti annovera il fatto
di avvalersi esclusivamente di dipendenti
propri (18 in totale), di comprovata esperienza,
maturata da una pluriennale attività lavorativa:
manodopera altamente qualificata formata
con continui corsi di formazione e di
aggiornamento. Ed è proprio l’attenzione per
le persone che ha consentito a Stane di essere
la seconda azienda in provincia di Varese
a ottenere la “certificazione della parità di
genere”, attestato che va ad aggiungersi a
quelli inerenti la qualità e la tutela ambientale.
Perché parità di genere? La risposta è pronta:
perché la proprietà è femminile, così come
l’intera amministrazione, dettaglio di non poco
conto se si considera che l’edilizia, a oggi, è
di appannaggio prevalentemente maschile.
Di tutto rispetto anche il parco macchine che,
costantemente aggiornato, conta circa una
ventina di mezzi tra macchine movimento
terra e autocarri.
Macchine&Attrezzature
108
1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
109
to, sia per lo stress a cui erano sottoposti gli operatori
per il continuo salire e scendere: il punto
di carico del materiale era a 1.500 metri, quindi
gli autisti erano obbligati a un notevole sbalzo
di quota sette-otto volte al giorno – raccontano
i due responsabili di Stane – Da tenere presente
che si trattava di un dislivello davvero importante,
basti dire che il cantiere ha raggiunto i 2.580
metri di altitudine. Una peculiarità che ha richiesto
l’intervento di operatori esperti, con una notevole
dimestichezza con i mezzi».
Mezzo multiruolo
Ed eccoci alle macchine vendute a Stane da Iveco
Orecchia. «Conosciamo Iveco Orecchia da lungo
tempo – dichiara Andrea Caini – Da sempre
abbiamo un rapporto di fiducia reciproca. Ci troviamo
molto bene sia per gli acquisti, perché riescono
a proporre la macchina giusta per le nostre
specifiche esigenze, sia per l’assistenza, sono veramente
celeri negli interventi».
La macchina Case venduta più di recente a Stane
dal concessionario piemontese, che ha la
sede principale a Moncalieri e una filiale anche a
Cornaredo, in provincia di Milano, è appunto la
TV450B, che nel cantiere visitato è stata impiegata
per la stesa dello stabilizzato. Con un’altezza
al perno benna di 3.344 mm, una lunghezza
senza attrezzo di 3.050 mm e una larghezza
di 1.943 mm, è la minipala compatta cingolata
più grande e potente della gamma Case, equipaggiata
di motore FPT F5M Stage V da 67 kW a
2.500 giri al minuto. Tra le sue carte vincenti: la
capacità operativa nominale di 2.343 kg al 50%
del carico di ribaltamento, abbinata a un’opzione
idraulica ausiliaria ad alta portata e alle elevate
forze di strappo della benna e del cilindro di
sollevamento.
Scatta la domanda di rito: perché avete scelto di
acquistare la pala Case? È ancora Caini a rispondere:
«Al di là della fiducia riposta in Iveco Orecchia,
prima di acquistare la minipala Case abbiamo
valutato diversi modelli di tutti i marchi
concorrenti appartenenti alla medesima categoria.
Sinceramente a colpirci è stata la possibilità
di incrementare la portata d’olio fino a 149 litri
al minuto, aspetto per noi fondamentale perché
abbiamo pensato a questa macchina per un uso
frequente e polivalente. Da segnalare anche l’affidabilità
e, sul fronte dei servizi, la tempestività
dell’assistenza tecnica, sia in sede sia in cantiere».
È stata infatti acquistata accessoriata di
spazzatrice, forche, lama livellatrice laser e di
due frese stradali, tra cui la Simex PL 2000 che,
con un tamburo fresante largo 200 cm, è la più
grande per minipale (tra l’altro questo esemplare
è il primo venduto in Lombardia). «Scelta proprio
per la molteplicità di usi, siamo soddisfatti
della TV450B sia per le prestazioni, sia per i consumi»,
conclude Caini. nn
Macchine&Attrezzature
110
1-2/2025 leStrade
Dimostrazione del montaggio rapido del multidirezionale Allround.
Ponteggi
Capacità tecnica
Strutture provvisionali in grado di semplificare il lavoro, sia in fase
di montaggio, sia durante le operazioni di cantiere.
Per le infrastrutture stradali e ferroviarie, il focus è la sicurezza
Concretezza, sicurezza, sostenibilità. Sono
questi i concetti-chiave su cui si fonda l’intera
attività di Layher, azienda specializzata
in strutture provvisionali per edilizia, industria
ed eventi, che proprio quest’anno celebra
l’80esimo anniversario dalla fondazione.
Tre concetti presenti in tutte le soluzioni proposte,
quindi anche nelle novità di prodotto.
Ve ne sveliamo tre, presentate in anteprima lo
scorso autunno in occasione dei primi 30 anni
di Layher Italia che, con un fatturato di 53 milioni
di euro al 31 marzo 2024, è oggi tra le prime
tre realtà italiane del settore.
Lavoro più agevole, sicuro
e sostenibile
Prima di vedere da vicino le novità, passiamo alla
lente i tre concetti che abitano la filosofia Layher.
Il primo, la concretezza, è espresso dalla volontà
di migliorare il lavoro dei clienti, ingegnerizzando
nuove soluzioni tecnologiche che possono
assumere una valenza operativa importante
per le imprese, come per esempio la velocità di
montaggio. Il secondo, la sicurezza, è un aspetto
su cui Layher si concentra da sempre: sicurezza
nella fase di montaggio del ponteggio, in
quella di utilizzo e in quella di smontaggio, nes-
Anita Cavalli
Roberto Vesentini, direttore
generale di Layher Italia.
suna esclusa. Ed ecco il terzo, la sostenibilità, di
cui oggigiorno si parla spesso, a volte troppo. È
vero, ma anche su questo concetto l’azienda ha
un approccio concreto grazie all’offerta di prodotti
realizzati limitando il consumo di risorse ed
energia: da più di un decennio il legname usato
è proveniente da foreste PEFC, ossia gestite in
modo responsabile, e il materiale metallico dura
per molti anni, quindi può essere riutilizzato per
innumerevoli cantieri. Si ottimizzano anche i trasporti
grazie alla compattezza dei ponteggi, con
la conseguente riduzione di CO2.
«In Italia, agli esordi, la difficoltà principale era
fare capire le potenzialità delle nostre strutture,
sia in termini di sicurezza che di velocità di montaggio
– spiega Roberto Vesentini, direttore generale
Layher Italia – Eravamo infatti percepiti
come l’azienda estera che costava come la Ferrari.
Oggi siamo tra le prime tre realtà italiane
del settore. Il nostro segreto? La capacità tecnica
di trovare sempre soluzioni innovative su misura
delle singole necessità, come la creazione
di ponteggi invisibili e poco invasivi che permettono
ai siti interessati di non chiudere per lavori
in corso».
Tecnologie a prova di cantiere
Per quanto riguarda le novità presentate nella
sede principale di Layher Italia, a Sommacampagna
(VR), iniziamo dalla nuova versione di
Layher Lightweight, il ponteggio che, parte del
sistema multidirezionale Allround, attraverso l’uso
di acciaio ad alta resistenza, un nuovo processo
di produzione e un design migliorato, presenta
componenti dal peso inferiore, mantenendo o
aumentando la capacità di carico. L’acciaio S460
utilizzato ora, più leggero di quello impiegato comunemente
(l’S235), garantisce una riduzione di
peso del 10% che comporta – come spiegato durante
la presentazione – una diminuzione dei costi
di montaggio del 10% e dei costi di trasporto
del 12%. L’altra innovazione è l’aggiunta del laser
scanner a LayPLAN Suite, soluzione software
integrata al sistema di progettazione proprietario
SIM (Scaffolding Information Modeling) che
opera su un plugin di Autocad lavorando in tre dimensioni,
verificando in automatico le eventuali
interferenze e fornendo l’elenco dei materiali
necessari per realizzare il progetto in opera. Lo
scanner, pensato per cantieri complessi, effettua
un rilievo dell’area in cui è necessario installare il
ponteggio con una millimetrica precisione, rilievo
poi utile per progettare il ponteggio stesso; in
sostanza, lo scanner crea una nuvola di punti assolutamente
attendibile, che dà la totale certezza
di generare un modello digitale 3D della struttura
fisica in cui inserire il ponteggio.
Ed ecco la concretezza della soluzione: con questo
strumento si riesce a gestire interamente il
processo realizzativo delle opere provvisionali,
comprese le sequenze di montaggio (e di smontaggio),
suggerite in base agli spazi a disposi-
Macchine&Attrezzature
112
1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
113
Da Bolzano a Siracusa, e oltre
Layher, gruppo multinazionale tedesco tuttora a conduzione familiare, per chi si
occupa di opere provvisionali, è un vero pioniere. Nel 1974 ha ideato infatti il sistema
multidirezionale che permette di essere montato nei siti più complessi in modo
totalmente flessibile. L’azienda in Italia è attiva dal 1994 con la sede principale
a Sommacampagna (VR) e cinque sedi in Sicilia ad Augusta (SR), in Piemonte a
Trofarello (TO), in Sardegna a Sarroch (CA), nel Lazio a Colleferro (RM) e in Trentino-
Alto Adige a Varna (BZ). E proprio la sede italiana può vantarsi di portare in giro il
marchio in tutto il mondo. Basti dire che ha fornito parte della struttura provvisionale
utilizzata alle Olimpiadi di Parigi 2024 per le partite di pallavolo, compresa la finale
femminile che ha visto trionfare la nazionale italiana. E ancora, per gli innovativi
ponteggi allestiti al Battistero di Firenze, di Layher Italia si è parlato durante la
trasmissione CBS News Sunday Morning, tra i programmi tv più seguiti negli Usa,
su riviste, quotidiani e TV internazionali, tra cui CNN, Fox News, France 1, France24,
the Independent, Canada Today, The Seattle Time, The Washington Post ed El Diario.
Solo per citarne alcuni, oltre che su quotidiani e tv nazionali.
AeternumCal
IL CALCESTRUZZO PER SEMPRE
zione e al cronoprogramma di cantiere. Non è
tutto: il progetto può essere visualizzato anche
tramite la realtà virtuale, per rendersi conto
dei dettagli più minuti e intercettare eventuali
criticità.
Altra novità, il sistema di montaggio ottimizzato
della trave modulare Flex in alluminio, sia in sospensione
che in appoggio, molto richiesta per
la manutenzione di ponti: l’assemblaggio è veloce
grazie al profilo a U, che consente la connessione
diretta degli impalcati e il fissaggio del
nuovo ferma impalcato.
Il ruolo del mondo infrastrutturale
Per ciascuno dei settori in cui opera, Layher sviluppa
delle soluzioni capaci di migliorare l’usabilità
delle sue strutture provvisionali. Così, mentre
nel mondo del restauro ha dato vita a una serie
di accorgimenti tecnici in grado di tenere aperti
al pubblico i monumenti durante i lavori, nel segmento
delle infrastrutture progetta sistemi che
possano incrementare sempre di più la sicurezza
operativa degli operatori. E per Layher, nel futuro
prossimo, le infrastrutture rivestono un ruolo
importante: sia per via dei lavori generati dal
PNRR, sia per la crescente richiesta di manutenzione
delle infrastrutture stradali e ferroviarie.
«Quello delle infrastrutture è un mercato esigente
– continua Vesentini – motivo per cui
stiamo formando adeguatamente i nostri collaboratori.
L’obiettivo è essere un partner affidabile
per le imprese che, almeno fino al 2027,
saranno impegnate in lavori infrastrutturali. La
formazione, in generale, è per noi un aspetto
fondamentale, che organizziamo anche per i
nostri clienti di tutti i settori. Ci crediamo molto,
riteniamo sia la modalità migliore per fare
conoscere le nostre soluzioni». nn
Trave modulare Flex in
alluminio, agevole da
montare sia in sospensione
che in appoggio.
Macchine&Attrezzature
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1-2/2025 leStrade
WORLD TOTAL RISK
Compressori
Trasportabilità su strada,
grazie alla leggerezza
Con un peso inferiore a 750 chilogrammi e un flusso d’aria fino
a 5200 l/min a 7 bar, l’MDVN52 Eco5 offre una potenza elevata ed è
facile da trasportare anche con una patente di guida di categoria B
Le opzioni
I compressori MDVN52 Eco5 possono essere dotati di opzioni come:
• lubrificatore di linea che fornisce lubrificazione automatica agli utensili pneumatici
ad azionamento pneumatico per prevenire ruggine e corrosione e sterza gli utensili
per avere un funzionamento più regolare ed efficace e prolunga la durata;
• controllo con sensore di intasamento del filtro dell’aria del motore per evitare una
cattiva alimentazione d’aria e fornire la massima efficienza del motore diesel e la
corretta pressione dell’aria compressa fornita
Carta d’identità
Rotair S.p.A., marchio di ELGi Equipments Limited, progetta, ingegnerizza e produce
compressori d’aria portatili, minidumper multifunzionali e demolitori idraulici
incentrati sul cliente. Da quando l’azienda è stata fondata nel 1961, è diventata
famosa per il suo patrimonio di soluzioni pionieristiche per i settori dell’edilizia, dei
lavori pubblici e della manutenzione e dell’agricoltura, garantendo al contempo
la conformità agli standard internazionali in termini di qualità e processi. Con una
presenza globale in più di 60 paesi, si distingue sul mercato collaborando con clienti
e utenti finali per progettare prodotti e soluzioni che garantiscano un uso affidabile,
bassi costi di manutenzione e un valore a prova di futuro.
rotairspa.com
Carta d’identità
ELGi Compressors è un produttore globale di compressori d’aria con attività in
quasi tutti i paesi europei. ELGi offre una gamma completa di soluzioni per l’aria
compressa: compressori rotativi a vite lubrificati a olio e senza olio; compressori a
pistoni lubrificati e senza olio; compressori centrifughi; essiccatori; filtri e accessori
a valle. Il portafoglio di oltre 400 prodotti dell’azienda ha trovato ampie applicazioni
in tutti i settori.
elgiaircompressors.eu
freddamento sia dell’olio del compressore che
del liquido del motore. Una funzione di avvio/
arresto del «sistema intelligente» previene il rischio
di un funzionamento errato durante funzioni
specifiche.
L’MDVN52 Eco 5 apre l’uso di compressori di queste
dimensioni a un pubblico più ampio e può contribuire
a un tasso di utilizzo più elevato, che è un
indicatore chiave delle prestazioni nei noleggi, poiché
una licenza B è sufficiente per trainare un rimorchio
con una massa fino a 750 chilogrammi.
I compressori della serie MDVN di ROTAIR sono
stati riconosciuti da esperti internazionali. Nel
2023, MDVN34E e MDVN32B hanno ricevuto l’Innovation
Award» da SaMoTer per la loro flessibilità
operativa, l’elettrificazione sostenibile e la capacità
di risolvere problemi reali di cantiere.
Da quando l’azienda ha iniziato ad operare nel
1961 in Piemonte, Italia, Rotair ha collaborato con i
clienti per sviluppare soluzioni portatili di aria compressa
adattabili e personalizzabili. Le principali
categorie di prodotti di Rotair includono soluzioni
portatili ad aria compressa, demolitori idraulici
e Rampicar, una gamma di mini-dumper cingolati.
Priorità all’ambiente e alla qualità
«I progetti di Rotair danno priorità alla sostenibilità
ambientale e soddisfano gli standard internazionali
di qualità e processi. Tutti i nostri prodotti enfatizzano
l’estrema manovrabilità, le prestazioni efficienti
e la facilità di manutenzione con un ingombro
ridotto. MDVN52 Eco5 è un brillante esempio
di soluzione tecnologica che sfrutta l’energia per
un’efficienza ottimale. L’unità soddisfa uno ‘standard’
che è diventato ampiamente previsto, soprattutto
nel mercato del noleggio», ha dichiarato
Giuseppe Donadio, amministratore delegato di
Rotair. nn
Rotair S.p.A., azienda specializzata nella progettazione,
produzione e distribuzione di compressori
d’aria portatili ad alta tecnologia, dumper multifunzionali
e demolitori idraulici da oltre 60 anni e
marchio di ELGi Equipments Limited, risponde alla
domanda del mercato con il MDVN52 Eco5, compressore
d’aria portatile che offre prestazioni migliorate,
maggiore efficienza e peso inferiore rispetto
ad altri modelli.
L’MDVN52 Eco5 è stato creato per offrire una forte
capacità di flusso d’aria in un pacchetto compatto
per gestire lavori più difficili e completare le
attività più velocemente (5200 lpm a 7 bar e fino
a 3100 lpm a 14 bar). Il compressore è dotato di
un motore diesel Hatz Stage V da 42 kW con una
velocità massima di 2300 giri/min. Per garantire
il risparmio di carburante, il sistema di controllo
pneumatico regola automaticamente i giri del motore
in base alla portata d’aria richiesta. L’MDVN52
Eco5 è in grado di funzionare in condizioni climatiche
estreme, da -10°C a +55°C, e può erogare
una temperatura dell’aria compressa compresa tra
+8°C ambiente (con postrefrigeratore di bordo opzionale)
e ambiente +40°C standard.
Offrendo il rapporto dimensione-potenza ottimale,
il Rotair MDVN52 Eco5 è leggero e compatto.
La carrozzeria e il telaio elettrozincati con procedura
di verniciatura avanzata garantiscono una
durata a lungo termine. Il filtro separatore sovradimensionato
fornisce un’efficiente separazione
aria/olio, con conseguente basso ppm, mentre
un filtro dell’aria sovradimensionato a stadio
singolo consente un’efficace filtrazione dell’aria
in ingresso. Il radiatore combinato facilita il raf-
Damiano Diotti
Macchine&Attrezzature
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1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
117
FAE MTM/HP
Macchina multifunzione
Nel cantiere della nuova linea tramviaria di Padova una MTM/HP
di FAE è impiegata nei lavori di fresatura e stabilizzazione: dimensioni
compatte e estrema manovrabilità per lavorare dove altri faticano
Francesca Carlet
La città di Padova ha avviato un importante progetto
infrastrutturale che contribuirà a ridurre il
traffico veicolare, a migliorare la connessione tra
i diversi quartieri della città e l’hinterland e a favorire
l’utilizzo dei mezzi pubblici. Si tratta della
realizzazione della nuova linea tramviaria SIR3
(Sistema Intermedio a Rete 3), che collegherà la
stazione di Voltabarozzo con la Stazione Ferroviaria
di Padova. Un percorso che si snoda su una
lunghezza di 5,5 chilometri e che avrà 13 fermate.
Impiegherà un tram su gomma che corre su
una monorotaia metallica, più agile e silenzioso
rispetto a un tram tradizionale.
I lavori e la FAE MTM/HP
Commissionati dalla società APS Holding S.p.A.,
sono iniziati nel 2023, con un focus iniziale sulla
zona del ponte di Voltabarozzo, nei pressi del
quale è stato costruito un secondo ponte dedicato
esclusivamente al passaggio del tram. A giugno
2024 è iniziata la realizzazione della piattaforma
tranviaria su via Piovese: la base su cui
poggerà la monorotaia. Questa parte del lavoro
ha visto impegnata la F.A.I., impresa veneta
specializzata in movimento terra, asfalti, trasporto
rifiuti e lavori ferroviari e forestali. La ditta, di
proprietà dei fratelli Alberto e Federico Giora, è
attiva da tempo in diverse aree del cantiere con
un trattore Deutz-Fahr 9340 TTV Agroton e una
macchina multifunzione FAE MTM/HP, un modello
che permette di stabilizzare il terreno, fresare
lastre di roccia, frantumare sassi e fresare asfalto,
con una profondità massima di lavoro di 40
centimetri.
«Abbiamo iniziato a lavorare in cantiere nell’agosto
del 2023», racconta Alberto Giora. «A partire
da settembre dello scorso anno abbiamo iniziato
a trattare a calce la terra risultante dagli scavi
per le fondazioni degli interrati dei tram, per poi
portarla nella zona dove è sorto il ponte sui cui
passerà la nuova linea. Per la realizzazione del
ponte era necessaria la creazione di rampe alte
cinque metri su entrambe le sponde del fiume: le
abbiamo realizzate utilizzando circa 20.000 metri
cubi di terra stabilizzata proveniente da un’altra
area del cantiere».
Le fasi del lavoro
«Abbiamo iniziato il lavoro con la stesura a terra
della calce, che abbiamo poi mescolato nelle percentuali
che ci sono state indicate dalla direzione
lavori, utilizzando la testata FAE MTM/HP insieme
al trattore Deutz-Fahr 9340 TTV Agrotron,
lavorando a una velocità di circa 0.6 km/h. Abbiamo
proseguito il lavoro con la fresatura della
terra fino a 40 centimetri di profondità, un’operazione
resa agevole dal rotore dotato di robusti
utensili in Widia. Successivamente, il materiale è
stato trasportato e depositato nell’area di costruzione
delle rampe. Qui, abbiamo steso il materiale
a strati di 30 centimetri, compattando ogni
strato con i rulli, fino a raggiungere la quota progettuale»,
precisa Alberto Giora.
F.A.I., che ha oggi una squadra di 15 persone e
un fatturato di tre milioni di euro, è attiva principalmente
nelle regioni del Nord Est e in Lombardia
e possiede un parco macchine che comprende
molto marchi importanti. La scelta di acquistare
una macchina multifunzione per trattori di FAE
ha permesso loro di sfruttare il trattore anche
all’interno dei cantieri stradali con notevoli vantaggi
relativi ai costi di esercizio, alla velocità e
alla precisione del lavoro.
La MTM/HP
La MTM/HP è una macchina multifunzione che
permette di stabilizzare il terreno, fresare lastre
di roccia, frantumare sassi e fresare asfalto fino
a una profondità di 40 centimetri. Le dimensioni
compatte e l’estrema manovrabilità le consentono
di lavorare su superfici difficilmente raggiungibili
dalle macchine semoventi.
Triturazione a geometria variabile
La MTM/HP è dotata di una camera di triturazione
a geometria variabile: una soluzione tecnologica
FAE unica nel settore. Questa tecnologia
ha due importanti benefici. Da un lato permette
di penetrare il suolo con il solo rotore attraverso
il telaio mobile regolabile idraulicamente
dalla cabina del trattore con grande precisione.
Dall’altro, il volume della camera di miscelazione
è variabile: più si lavora in profondità,
più aumenta il volume della camera e la capacità
di gestire il materiale da miscelare. Rispetto
a una macchina tradizionale che affonda con
il telaio strutturale nel terreno, le testate FAE
con camera a geometria variabile riducono gli
sforzi di trazione con conseguente riduzione dei
consumi di carburante, incremento della velocità
operativa e maggiore stabilità della macchina
sul suolo.
Altri punti di forza
La controlama in Hardox® antiusura e la griglia
sul cofano posteriore, che garantiscono la granulometria
desiderata del materiale in uscita. La
MTM/HP, adatta a trattori da 220 a 360 CV, presenta
altre caratteristiche interessanti, come il
cofano posteriore idraulico con un nuovo sistema
anti-intasamento e le protezioni interne e laterali
in Hardox intercambiabili. «Utilizziamo la
nostra FAE in tutti i lavori di stabilizzazione stradale
e la riteniamo molto affidabile. Si tratta di
un tipo di lavorazione molto richiesta, sulla quale
vogliamo continuare a puntare anche in futuro»,
conclude Alberto Giora. nn
Macchine&Attrezzature
118
1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
119
Aziende
Sicurezza, manutenzione,
e anche formazione
Per un cantiere che funzioni servono sicurezza, manutenzione,
formazione. Abbiamo parlato di tutto questo con Saverio Santucci,
After Sales & Technical Support Manager di Bauer Macchine Italia
La sicurezza è un tema fondamentale. Per molti
motivi si dovrebbe affermare che sia il tema fondamentale,
quello da cui partire per parlare di
qualsiasi macchina o di qualsiasi cantiere. Di questo
avviso è senza dubbio Savero Santuci, After
Sales & Technical Support Manager di Bauer Macchine
Italia. Le sue considerazioni: «Ho iniziato
a lavorare nel mondo delle perforazioni nel lontano
1992 e sono sempre stato molto sensibile a
questo argomento, ma in Bauer Macchine Italia
e nel Gruppo Bauer in genere, di cui faccio parte
dal 2016, ho acquisito la vera cultura della sicurezza.
Che poi, in sostanza, è la cosa che manca
a livello nazionale. Ogni giorno ci sono morti
sul lavoro e tantissimi infortuni, in pratica stiamo
combattendo una guerra non dichiarata. Com’è
possibile tutto ciò nel 2025? Fortunatamente in
Bauer Macchine Italia siamo attentissimi a questi
aspetti. Ci siamo imposti l’obbligo di denunciare
tutti gli incidenti, ma anche i mancati incidenti.
Questo è l’unico sistema per migliorare e porre
rimedio a tutte le situazioni che possono creare
un incidente. Questo modo di lavorare, di pensare
e di trasmettere ai lavoratori la cultura della
sicurezza è una cosa che mi piace moltissimo.
Al nostro interno questa cultura si concretizza in
specifiche riunioni e in piccoli corsi di formazione
dedicati alla sicurezza, parliamo dei mancati incidenti
con molta franchezza e libertà. Del resto,
il mancato incidente, anche se piccolo, è un se-
gnale d’allarme che indica la necessità di intervenire
per migliorare le condizioni di lavoro. Per
incentivare la comunicazione dei near miss abbiamo
anche istituito un apposito Premio della Sicurezza,
e la cosa sta funzionando».
In cantiere
Quanto detto sopra riguarda la prassi in Bauer
Macchine Italia, ma cosa accade verso l’esterno?
«Non possiamo intervenire sulla sicurezza
dei clienti», precisa Santucci. «Si tratta di un argomento
delicato, però il nostro personale in cantiere
sa che l’obiettivo finale non giustifica i mezzi
con cui lo si raggiunge. Quindi, per fare un
esempio, se un nostro collaboratore deve andare
in alto sulla macchina per fare un certo lavoro,
chiederà la piattaforma. Tutti i lavori di manutenzione
sono eseguiti seguendo pratiche di assoluta
sicurezza. Questo atteggiamento dovrebbe
essere di esempio per i nostri clienti. Ovviamente,
questo modo di lavorare non è improvvisato,
i clienti sono sempre avvisati in precedenza in
modo che in cantiere si trovino tutte le attrezzature
necessarie per l’intervento. Abbiamo anche
acquistato e distribuiamo in cantiere una collana
di libretti, di poche pagine e di piccole dimensioni,
dedicati a vari argomenti sulla sicurezza.
Sono pubblicazioni brevi, facili da leggere, molto
interessanti perché contengono molti argomenti
per il cantiere, per i lavori in quota, ma anche
per gli addetti dell’ufficio».
La manutenzione
Strettamente collegato al tema della sicurezza è
quello della manutenzione. È chiaro a tutti che,
per lavorare con macchine sicure, oltre ad affidarsi
ad attrezzature di alta qualità, è necessario
adoperarsi perché esse siano mantenute alla
massima efficienza, utilizzando ricambi originali
ed eseguendo tutti i tagliandi previsti. «Sul territorio
italiano», continua Santucci, «attualmente
abbiamo al lavoro oltre 60 macchine tra perforatrici
Bauer, Klemm, frese e gru. È un parco
macchine notevole e monitorato con tutti gli strumenti
informativi che Bauer ci mette a disposizione».
Bauer Macchine Italia sa esattamente
quando devono essere fatti i vari tagliandi e come
vengono utilizzate le macchine attraverso la visualizzazione
di molti parametri: i consumi, le
ore di lavoro, le pause durante la giornata, le ore
di funzionamento del motore, la posizione della
macchina e, ovviamente, anche tutti gli allarmi.
Appositi contratti di service
«Il concetto che ci muove», riprende Santucci,
«è molto semplice: le ditte di fondazioni speciali
devono fare i pali, noi dobbiamo fare in modo
che le macchine di questi clienti non si fermino.
Per raggiungere questo scopo il metodo migliore,
il più affidabile e anche il più economico, in quanto
mette al riparo da rotture improvvise, è quello
di stipulare appositi contratti di service, attraverso
i quali la gestione della macchina è comple-
Macchine&Attrezzature
120
1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
121
tamente a carico di Bauer Macchine Italia. Quindi
l’impresa fa i pali, noi facciamo tutto il resto,
ad esempio un tagliando o la sostituzione di una
fune o di un componente usurato. Nel prezzo del
servizio possono essere inseriti anche i ricambi
e quindi il cliente non si trova sorprese, in pieno
stile automotive. Ovviamente questi contratti
si basano sulle ore di lavoro della macchina, e
altrettanto ovviamente mirano a salvaguardare
la macchina nel tempo e quindi a mettere a disposizione
del cliente non solo una perforatrice
sempre prestazionale, ma anche sempre sicura».
La risposta del mercato
«Com’è logico che sia», conferma Santucci, «i
clienti sono molto attenti alle spese, ma osservando
i registri di manutenzione spesso ci accorgiamo
come la soluzione fai da te non sia la migliore.
Con tutto ciò, il registro di manutenzione
è uno dei documenti più importanti: deve stare
sulla macchina e deve essere aggiornato. Dalla
sua compilazione approssimativa si evince come
spesso le manutenzioni non vengano effettuate
correttamente e questo provoca successive rotture
o problematiche che potevano essere evitate.
Quindi scegliere la manutenzione programmata
è una scelta quasi obbligata. È il metodo
migliore per salvaguardare il proprio investimento,
per lavorare con macchine sicure e affidabili
e conservare un elevato valore residuo dei mezzi.
E devo dire che a piccoli passi il mercato sta
andando in questa direzione, a prescindere dalle
dimensioni delle aziende. Per supportare questo
servizio stiamo anche cercando di ampliare il
comparto dell’assistenza tecnica che al momento
annovera due tecnici in officina, due tecnici itineranti
e due persone in ufficio».
La formazione
Il discorso sicurezza poggia su altro elemento
cardine: la formazione. «L’elettronica è ormai su
tutte le macchine», conclude Santucci, «e quindi
la formazione degli operatori è divenuta un’urgenza.
Non possiamo pensare che ogni operatore
sappia a memoria il manuale di uso e manutenzione.
Ci vuole la sensibilità di spiegare l’utilizzo
delle varie macchine in modo semplice e, al
contempo, efficace. Ovviamente in Bauer abbiamo
i simulatori, che portiamo anche in fiera, ma
non basta.
È necessario organizzarci con una vera e propria
scuola di formazione, anche perché la professionalità
degli operatori sta diminuendo vertiginosamente.
E ancora una volta questo aspetto si
riflette sulla sicurezza e anche sull’integrità della
macchina stessa. Molte rotture, infatti, sono il risultato
di utilizzi scorretti. Il Bauer Training Center
è rivolto prima di tutto ai collaboratori Bauer,
ma anche ai nostri clienti. Però poi ci sono le difficoltà
linguistiche, che sono importanti, c’è la trasferta.
Per questo è necessario organizzarci con
corsi pensati e realizzati in Italia. In questo senso
nel 2025 Bauer Macchine ha in programma di dotarsi
di un simulatore Bauer Foundation che permetta
ai clienti di familiarizzare con la tecnologia
e le metodologie di lavoro Bauer nella completa
sicurezza della realtà virtuale restando in Italia.
Questa possibilità andrebbe quindi a semplificare
la vita degli operatori e a farli lavorare con più
serenità in un’ottica di potenziamento della sicurezza
e della confidenza dell’operatore verso le
nostre macchine». nn
Savero Santuci,
After Sales & Technical
Support Manager
di Bauer Macchine Italia.
leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
ASSOCIAZIONI
n Svolta per la sicurezza stradale globale
Da IRF, un Registro Internazionale per gli
Auditors della Sicurezza Stradale.
n Presentazione dei corsi Oice Academy.
Si è tenuta anche una tavola
rotonda moderata dal Presidente
di Oice Accademy.
n L’alba del 2025 segna un nuovo capitolo
per la SIIV, che si presenta con una veste
rinnovata grazie all’insediamento del
neoeletto Consiglio Direttivo (CD), in carica
per il biennio 2025-2026.
n Mobility as a Service e Smart Roads.
Intervista alla presidente di TTS Italia
Rossella Panero. La novità degli ITS Days.
Macchine&Attrezzature
122
1-2/2025 leStrade
Svolta per la sicurezza stradale globale
Un Registro Internazionale per gli Auditors della Sicurezza Stradale
Presentazione dei corsi Oice Academy
Si è tenuta anche una tavola rotonda moderata dal Presidente di Oice Accademy
International Road
Federation (IRF)
2 Chemin de Blandonnet
CH-1214 Vernier (Geneva)
Tel. +41-22-306 0260
E-mail: info@irfofficial.org
www.irfofficial.org
Susanna Zammataro
Direttore Generale IRF
La International Road
Federation (IRF) ha
recentemente lanciato
l’International Registry for
Road Safety Auditors (il
Registro Internazionale per
gli Auditors della Sicurezza
Stradale), creando così
un punto di riferimento
globale per l’accreditamento
e la certificazione di
questa importante figura
professionale.
Sostenuta dalla Fondazione
TotalEnergies e presentata
lo scorso ottobre, durante il
Congresso Mondiale dell’IRF
tenutosi ad Istanbul, questa
iniziativa mira a migliorare
la qualità e la coerenza degli
audit di sicurezza stradale a
livello mondiale. L’IRF è forte
di sette decenni di leadership
in materia, avendo sostenuto
governi e organizzazioni
nella formazione e
certificazione di auditors in
cinque continenti. Il registro
risponde alla crescente
domanda di audit di qualità,
in particolare per progetti
infrastrutturali finanziati
dalle banche multilaterali di
sviluppo (MDB). Offrendo
una piattaforma digitale
accessibile e trasparente,
il registro consente di
identificare facilmente le
credenziali degli auditors
qualificati, migliorando la
trasparenza e la qualità degli
audit a livello globale.
Il registro è disponibile sul
sito web dell’IRF all’indirizzo
www.irfofficial.org.
Gestito direttamente dall’IRF,
opera come piattaforma
completa. I revisori possono
fare domanda attraverso
un processo semplificato
che prevede lo screening,
la verifica e la registrazione
delle loro qualifiche,
certificazioni ed esperienze,
prima di essere elencati.
Le banche multilaterali di
sviluppo, i governi e altre
parti interessate possono
utilizzare il registro per
verificare che i revisori
selezionati rispettino gli
standard internazionali
e soddisfino i requisiti
professionali.
«Questo registro
rappresenta una svolta per la
sicurezza stradale globale»,
ha affermato Dimitris
Mandalozis, Presidente
dell’IRF. «Stabilendo criteri
chiari per la certificazione
internazionale, non solo
miglioriamo la qualità degli
audit, ma offriamo anche
una risorsa vitale per governi
e organizzazioni impegnati a
rendere le strade più sicure».
Il registro è parte di un
progetto triennale più ampio
sostenuto da TotalEnergies.
Questo progetto comprende
programmi di formazione
e certificazione, già avviati
in Tanzania e Uganda,
con ulteriori sessioni
previste in India. L’obiettivo
dell’iniziativa è accreditare
un minimo di 450 revisori
entro la fine del progetto e
promuovere la creazione
di enti di accreditamento e
certificazione nazionali, in
particolare nei paesi a basso
e medio reddito.
«Il nostro impegno per la
sicurezza stradale è solido,
ed è per questo che siamo
lieti di sostenere questa
iniziativa. Crediamo che un
vero spirito di collaborazione,
innovazione e misure
proattive rappresentino
la chiave per ridurre
significativamente le morti
e gli infortuni causati
dal traffico stradale»,
ha dichiarato Jacques-
Emmanuel Saulnier,
Delegato Generale della
TotalEnergies Corporate
Foundation, durante l’evento
di lancio.
Per ulteriori informazioni sul
registro, visitare il sito web
dell’IRF all’indirizzo
www.irfofficial.org
o contattare accreditation@
irfofficial.org nn
OICE
Associazione delle organizzazioni
di ingegneria, di architettura e
di consulenza tecnico-economica
Via G. B. Martini, 13
00198 Roma
Tel. 06.80687248
E-mail info@oice.it
www.oice.it
Per la prima volta la presentazione
dei corsi OICE Academy 2025.
Il webinar è stato aperto dal
Presidente OICE Giorgio Lupoi,
seguito da un’introduzione del
Presidente OICE Academy Gabriele
Scicolone, e del Presidente Emerito
di OICE Academy Antonio Vettese,
che ha svolto alcune considerazioni
sul tema dell’Intelligenza artificiale.
Alla parte introduttiva è seguita la
presentazione di tutti i corsi OICE
Academy.
Il Direttore Generale OICE, Andrea
Mascolini, ha illustrato il primo
evento del 2025, “Correttivo codice
appalti: le novità sui contenuti
del Progetto e sul BIM (all. I.7 e
I.9)”, che si terrà a fine febbraio e
vedrà protagonisti Andrea Ferrante
e Pietro Baratono. A seguire
sono intervenuti l’ing. Mauro
Moroni, l’ing. Enrico Beomonte,
l’arch. Andrea Valentini, l’ing.
Giampiero Angelucci, l’ing. Antonio
Vettese, il dott. Marco Ragusa e
la dott.ssa Gabriella Chiellino, che
hanno presentato i corsi da loro
coordinati.
In seguito alla presentazione
dei corsi, si è svolta una tavola
rotonda moderata dal Presidente
OICE Academy Gabriele Scicolone.
La tavola rotonda, dal titolo
Giorgio Lupoi,
Presidente OICE.
“La formazione, dal mondo
universitario alle realtà del lavoro:
confronto con le Università”,
ha visto protagonisti la Prof.ssa
Addessi (Scienze delle Costruzioni-
Università di Roma La Sapienza),
il Prof. Christian Campanella
(Restauro architettonico -
Politecnico di Milano), il Prof. Carlo
Massimo Casciola (Preside della
Facoltà di Ingegneria - Università
di Roma La Sapienza), il Prof.
Andrea Prota (Presidente della
Scuola di Ingegneria - Università
Federico II di Napoli).
Osservatorio OICE/Informatel:
gare 2024 in crollo con -60,5%
in valore (-77,6% per gli
appalti integrati)
L’aggiornamento di fine
anno dell’Osservatorio OICE/
Informatel sul mercato dei
servizi tecnici, consente di fare
un bilancio sull’intero 2024 che
è particolarmente negativo:
sommando il valore di 1.690,5
mln. dei bandi di architettura e
ingegneria al valore di 228,3 mln.
della progettazione esecutiva
compresa negli appalti integrati, si
arriva ad un totale di 1.918,8 mln
di servizi tecnici messi in gara, con
un importante calo del 60,5% sul
2023. Si è tornati a livelli inferiori
al pre-Covid visto che, in termini
di valore, il 2024 segna un calo
anche rispetto al 2022 (-66,1%) e
al 2021, sebbene in misura minore
(-17,9%).
Così commenta i dati il Presidente
dell’Associazione, Giorgio Lupoi:
«Purtroppo fin da giugno avevamo
previsto che saremmo andati
sotto i due miliardi e così è stato,
nonostante le amministrazioni
abbiano svuotato i cassetti a
dicembre, anche in relazione
all’imminente entrata in vigore
del decreto correttivo del codice
appalti. Pur considerando che il
calo è anche figlio dell’esaurirsi
delle gare PNRR – che nel nostro
settore si avverte prima che
nelle costruzioni – rimane la
forte preoccupazione per il futuro
perché l’applicazione delle regole
speciali PNRR, travasate nel
codice appalti, ha comportato
un calo dell’evidenza pubblica e
della trasparenza, con la soglia a
140.000 euro per gli affidamenti
diretti, e una riduzione del mercato
sopra soglia per evidenti e reiterati
fenomeni di sottostima degli
incarichi. Su questo avevamo fatto
delle proposte per il correttivo del
codice, del tutto disattese». nn
Associazione IRF
Associazione OICE
124
1-2/2025 leStrade
leStrade 1-2/2025
125
Un nuovo biennio SIIV ha inizio
Novità SIIV 2025-2026
Mobility as a Service e Smart Roads
Intervista alla presidente di TTS Italia Rossella Panero. La novità degli ITS Days
Società Italiana
Infrastrutture Viarie
SIIV
www.siiv.it
Stefano Coropulis
L’alba del 2025
segna un nuovo
capitolo per la SIIV,
che si presenta
con una veste
rinnovata grazie
all’insediamento
del neoeletto
Consiglio Direttivo
(CD), in carica per
il biennio 2025-
2026.
In questo periodo,
l’associazione
sarà guidata dal
nuovo Presidente,
Prof. Ing.
Gianluca Dell’Acqua, che,
dopo aver ricoperto il ruolo
di Consigliere nel precedente
mandato e, in passato, di
Segretario e Fiduciario della
sede di Napoli – Università
Federico II, è stato eletto alla
massima carica. Per il Prof.
Ing. Gianluca Dell’Acqua,
la presidenza della SIIV
rappresenta l’evoluzione
naturale di un percorso
ventennale dedicato alla
crescita e allo sviluppo
dell’associazione in diverse
forme.
Chiara la sua volontà di
lavorare, con l’obiettivo di
favorire il progresso delle
conoscenze nel Settore
Scientifico Disciplinare
“Strade, Ferrovie e Aeroporti”,
promuovendo un confronto
costruttivo e sinergico tra tutti
i soci SIIV.
Aggiornamento Normativo,
Ferrovie, Smart Roads,
InfraBIM, LCA, CAM strade,
innovazione nella didattica e
coinvolgimento dei giovani, le
tematiche di punta su cui la
SIIV cercherà di concentrare
le proprie forze anche
mediante mirate collaborazioni
con associazioni e centri di
ricerca attivi sul territorio
nazionale. A tal fine, sono stati
istituiti anche i seguenti gruppi
di lavoro, con durata biennale:
• Normativa Tecnica,
responsabile Prof. Andrea
Simone;
• Smart Roads, responsabile
Prof. Marco Guerrieri;
• Ferrovie, responsabili Proff.
Gaetano Bosurgi e Giuseppe
Loprencipe;
• SIIV-Futura, responsabile
Dott. Paolo Intini;
• Aeroporti (gruppo di
prossima attivazione).
L’inizio dell’anno è stato anche
l’occasione per nominare
i nuovi fiduciari delle sedi
universitarie affiliate alla SIIV
e per presentare ufficialmente
il nuovo Consiglio Direttivo,
composto da:
• Prof. Gianluca Dell’Acqua
(Presidente);
• Prof. Andrea Simone
(Vicepresidente);
• Prof. Orazio Baglieri (Past-
President);
• Prof. Alessandro Calvi e
Prof. Emiliano Pasquini
(Consiglieri);
• Prof.ssa Gilda Ferrotti
(Tesoriera)
• Dott. Paolo Intini
(Segretario).
Durante le prime riunioni
del CD è stato definito il
calendario dei principali eventi
per il biennio 2025-2026.
Anno 2025
• Prima conferenza
programmatica dei Gruppi di
Lavoro | 11 Febbraio 2025 |
sede Università degli Studi
di Roma La Sapienza
• XXI International Summer
School SIIV | 15-19
settembre 2025 | sede
Politecnico di Bari
• Workshop di divulgazione
risultati Progetti PRIN
| 19 novembre 2025 |
sede Università di Napoli
Federico II
• XX Convegno Nazionale
SIIV | 20 novembre 2025
| sede Università di Napoli
Federico II
• X SIIV Arena | 21 novembre
2025 | sede Università di
Napoli Federico II
• Assemblea ordinaria dei soci
SIIV | 21 novembre 2025
| sede Università di Napoli
Federico II.
Anno 2026
• XXII International
Summer School SIIV |
7-11 settembre 2026 |
sede Università Telematica
e-Campus, Novedrate (CO)
• XXI Convegno Nazionale
SIIV | 19 novembre 2026 |
sede Università di Bologna
• XI SIIV Arena | 20
novembre 2026 | sede
Università di Bologna
• Assemblea ordinaria dei soci
SIIV | 20 novembre 2026 |
sede Università di Bologna
• 5th International Winter
School SIIV | 13-18
dicembre 2026 | Università
Politecnica delle Marche.
Con questo slancio propositivo
e numerose iniziative in
programma, la SIIV augura
un proficuo inizio d’anno e un
biennio ricco di successi. nn
TTS Italia
Associazione Italiana della Telematica
per i Trasporti e la Sicurezza
Via Flaminia, 388
00196 Roma
E-mail ttsitalia@ttsitalia.it
www.ttsitalia.it
Morena Pivetti
Associazione Italiana
della Telematica
per i Trasporti e la Sicurezza
Presidente Panero
cominciamo dal 2024,
anno in cui avete
festeggiato le venticinque
candeline di TTS Italia,
un traguardo davvero
importante. E siete stati tra
i protagonisti del 30° ITS
World Congress a Dubai,
l’appuntamento mondiale
più atteso dalle imprese
e dagli enti pubblici nel
settore delle tecnologie per
i trasporti
Sì, per TTS Italia non è stato
davvero un anno qualunque,
è stato un anno da segnare
sul calendario. Aver compiuto
25 anni di attività è per tutti
noi motivo di grande orgoglio.
E di soddisfazione. E sì, il
2024 ci ha visto partecipare
in prima linea all’imperdibile
appuntamento di Dubai,
il trentesimo congresso
mondiale sugli Intelligent
Transport Systems, con uno
stand associativo e varie
attività di networking. Ma c’è
stato molto altro: l’anno è
stato particolarmente intenso,
fitto di iniziative, positivo e
costruttivo. Sì, un bel 2024.
Molto altro, ovvero?
Tanti progetti, tante cose
da fare, tante opportunità
legate al Piano Nazionale di
Ripresa e Resilienza. Abbiamo
approfondito la nuova
Direttiva europea sugli ITS,
consolidato il posizionamento
dell’Associazione sui progetti
europei, continuato con i
gruppi di lavoro sui nostri temi
usuali: sicurezza stradale e il
nuovo Codice della Strada, che
ora aspetta i decreti attuativi,
in particolare sul controllo degli
eccessi di velocità, il Mobility as
a Service, i finanziamenti per
la digitalizzazione dei trasporti.
Senza trascurare il lavoro con
la Piattaforma degli Enti locali,
per alimentare il dialogo tra
domanda e offerta.
E la base associativa?
Continua a crescere?
Continuiamo, ad ogni riunione
del Consiglio Direttivo, a
ratificare nuovi associati,
anche con profili diversi gli
uni dagli altri grazie alla
trasversalità dell’Associazione,
che copre un ambito molto
vasto, dal mondo della
domanda, gli enti locali,
le agenzie pubbliche, le
aziende di trasporto locale,
i concessionari autostradali,
all’offerta, a content provider,
gli operatori tecnologici
consolidati e le nuove start up.
Quale sarà il focus
dell’attività di TTS Italia nel
2025?
Premesso che continueremo
ad occuparci di molti dei temi
che hanno caratterizzato il
2024, a partire dalle preziose
collaborazioni con gli uffici del
Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti, il 2025 sarà di
nuovo l’anno dei MaaS. Già a
settembre dello scorso anno
sono ripartite le attività del
gruppo di lavoro. Stavolta
l’obiettivo è elaborare un
secondo documento di
raccomandazioni per le
istituzioni, approfondendo
gli aspetti che erano rimasti
in ombra nella prima fase. Al
centro della nostra attenzione
ci sono i modelli di business,
i dati e il confronto con le
esperienze degli altri Paesi per
capire come rendere operativi
i servizi MaaS sul territorio e
come farli funzionare anche
sotto il profilo economico.
I risultati di queste nuove
analisi ed elaborazioni saranno
presentati nel nostro convegno
pubblico annuale, che si terrà
il 13 maggio, a Roma, come
abbiamo già anticipato nei
giorni scorsi.
Altre priorità?
Oltre al MaaS, faremo partire,
come ci è stato richiesto da
più parti, un gruppo di lavoro
sulle Smart Roads. L’obiettivo
è quello di capire come
passare dalle sperimentazioni
su strada alle Smart Roads
vere e proprie, laddove siano
stati effettuati gli investimenti
necessari. Registriamo ancora
problemi di regolamentazioni
amministrative e ostacoli
normativo-burocratici. Ad
esempio, il decreto istitutivo
prevedeva una cosiddetta
“bollinatura” delle smart road
ma chi ha provato a certificarle
si è trovato ad affrontare
percorsi complessi e talvolta
molto onerosi. Adesso diventa
necessario individuare, e
naturalmente sottoporre al
Ministero, le vie per rendere
operativi i servizi testati in fase
sperimentale. Certamente le
smart road sono indispensabili
per sperimentare su strada
i veicoli a guida autonoma,
ma va ricordato che le smart
road hanno una loro utilità
anche nel breve termine per
migliorare e rendere più sicura
la mobilità dei veicoli connessi
attualmente circolanti.
Nell’ambito urbano, su cui
ci sono in corso esperimenti
interessanti - e ho in mente
i Living Lab finanziati con il
PNRR – si lavora per migliorare
la gestione del traffico e la
sicurezza stradale in città.
Da chi sono venute le
sollecitazioni a intervenire?
Da tanti soggetti nostri soci,
sia da chi rappresenta la
domanda di servizi, come i
concessionari autostradali e
gli enti locali, che dai fornitori
di tecnologie e di sistemi
integrati.
Il Codice della Strada,
appena approvato, resta
un argomento caldo, con
i decreti di attuazione da
emanare
Il tema degli autovelox, su
cui lavoriamo da tempo con il
settore sicurezza stradale del
MIT, resta attuale. nn
L’intervista integrale: QRcode
Associazione SIIV
126
5/2024 leStrade
leStrade 1-2/2025
127
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