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Riserva Naturale Grotte di Bossea

Le Grotte di Bossea, in Val Corsaglia, insieme al loro bacino di assorbimento delle sue acque, sono stati riconosciuti come Riserva Naturale nel 2011. Prima grotta italiana aperta al pubblico, Bossea ha uno sviluppo di circa 3 km di lunghezza totali e una successione di grandi ambienti ricchi di stalattiti, stalagmiti e sculture naturali. Famosa per i ritrovamenti di resti di orso delle caverne, Bossea ospita un importante Laboratorio Carsologico, che da circa cinquant’anni si occupa dello studio dei fenomeni fisici, chimici e biologici che si verificano in questo ambiente sotterraneo.

Le Grotte di Bossea, in Val Corsaglia, insieme al loro bacino di assorbimento delle sue acque, sono stati riconosciuti come Riserva Naturale nel 2011. Prima grotta italiana aperta al pubblico, Bossea ha uno sviluppo di circa 3 km di lunghezza totali e una successione di grandi ambienti ricchi di stalattiti, stalagmiti e sculture naturali. Famosa per i ritrovamenti di resti di orso delle caverne, Bossea ospita un importante Laboratorio Carsologico, che da circa cinquant’anni si occupa dello studio dei fenomeni fisici, chimici e biologici che si verificano in questo ambiente sotterraneo.

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LE AREE PROTETTE DELLE ALPI MARITTIME

L’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime, istituito dalla

Regione Piemonte nel 2016, coordina le attività di due Parchi e otto Riserve

naturali, che nell’insieme occupano una superficie di circa 40.000 ettari

all’interno di diciassette comuni. Ne fanno parte:

Parco naturale Alpi Marittime

Comuni: Aisone, Entracque, Roaschia,

Valdieri, Vernante

Superficie totale: 28.360 ettari

Parco naturale Marguareis

Comuni: Briga Alta, Chiusa Pesio, Ormea

Superficie totale: 7.833 ettari

Riserva naturale Benevagienna

Comuni: Benevagienna

Superficie totale: 438 ettari

Riserva naturale Ciciu del Villar

Comuni: Villar San Costanzo

Superficie totale: 61 ettari

Riserva naturale Crava - Morozzo

Comuni: Mondovì, Morozzo, Rocca de’ Baldi

Superficie totale: 292 ettari

Ente di gestione Aree Protette

delle Alpi Marittime

tel. +39 0171 976800

info@areeprotettealpimarittime.it

www.areeprotettealpimarittime.it

Riserva Naturale Grotte di Bossea

info@areeprotettealpimarittime.it

www.grottedibossea.areeprotettealpimarittime.it

Riserva naturale Grotte di Aisone

Comuni: Aisone

Superficie totale: 26 ettari

Riserva naturale Grotte del Bandito

Comuni: Roaschia

Superficie totale: 9 ettari

Riserva naturale Grotte di Bossea

Comuni: Frabosa Soprana

Superficie totale: 613 ettari

Riserva naturale Sorgenti del Belbo

Comuni: Camerana, Montezemolo, Saliceto

Superficie totale: 447 ettari

Riserva naturale Rocca

San Giovanni - Saben

Comuni: Valdieri

Superficie totale: 233 ettari

Impaginazione: volume1visualdesign.eu – Stampa: Tipolito Europa, Cuneo 2025

Il sistema carsico

La Riserva naturale Grotte di Bossea è stata istituita dalla

Regione Piemonte nel 2011 e dal 2016 la sua gestione è affidata

alle Aree Protette Alpi Marittime. Si trova nel comune di Frabosa

Soprana (Provincia di Cuneo), nella selvaggia Val Corsaglia.

La Riserva tutela una zona dal grande valore naturalistico e

paesaggistico, che si estende sulla sinistra orografica della media

valle, dal torrente Corsaglia fino alla cresta di confine con la Valle

Maudagna, in corrispondenza della stazione sciistica di Prato

Nevoso. Il territorio è caratterizzato dalla presenza di un sistema

carsico che comprende le Grotte di Bossea e il sovrastante bacino

idrografico.

Esplorando la Riserva, nella parte inferiore si incontrano borgate,

in parte abbandonate, e piccoli appezzamenti agricoli circondati da

castagneti e faggeti che, salendo di quota (fino a 1400-1550

metri), creano un manto boschivo continuo. Sui versanti esposti a

nord compaiono rade foreste di abete bianco.

Più in alto si trovano aree aperte prato-pascolive, inframmezzate

da ontani e rododendri, che culminano in ampie zone di prateria

alpina. In questa fascia si sviluppa un habitat estremamente

specializzato e raro, la torbiera.

Due rilievi significativi, la Cima Artesinera (1922 m) e il Monte

Merdenzone (1764 m), segnano la parte sommitale della Riserva.

La varietà di ambienti corrisponde a una notevole ricchezza di

specie botaniche e faunistiche. Tra queste ultime ben rappresentate

sono il camoscio, il capriolo, il fagiano di monte.

1

Il mondo sotterraneo

La parte più conosciuta della Riserva è la Grotta che prende

il nome dalla località ove è stata scoperta, Bossea.

È stata la prima grotta in Italia e la seconda in Europa a essere

aperta al pubblico, nel 1874. Sembra però che le prime

esplorazioni siano avvenute all’inizio dell’Ottocento: su una

parete è infatti visibile la scritta “Mateo Velia 27-7-1816”.

Gli studi di questo ambiente sotterraneo sono iniziati nella

prima metà dell’Ottocento e, a oggi, non si sono ancora

fermati. All’interno della grotta troviamo il Laboratorio

Carsologico Sotterraneo, istituito nel 1969 dal CAI di Cuneo

e successivamente ampliato con la Sezione Idrogeologica

Carsica e il Centro di Ricerche Climatologiche “Giovanni

Badino” in cui operano anche il Politecnico di Torino, ARPA

Piemonte e Valle d’Aosta. In questi laboratori si studiano, da circa

cinquant’anni, i fenomeni fisici, chimici e biologici che si verificano

in questo mondo sotterraneo, formato da ampi “saloni”, ricchi

di stalattiti e stalagmiti, strettoie, tratti in cui le acque danno vita

a pozze e cascate.

In grotta ogni specie vivente ha dovuto sviluppare fortemente

le proprie capacità di adattamento. Troviamo quindi popolazioni

di piccole dimensioni, estremamente specializzate e rare.

A oggi, sono state censite 125 specie ipogee, tra cui il

micromollusco Pseudavenionia pedemontana e l’Atrioplanaria

morisii, un verme piatto acquatico, e alcuni organismi

introvabili nel resto del pianeta, come il diplopode

Plectogona sanfilippoi bosseae, il palpigrado Eukoenenia strinatii

e il ragno Troglohyphantes pedemontanus.

2

4

pascoli e carsismo

Grotte di Bossea

La torbiera e

i suoi abitanti

La torbiera è un ambiente caratterizzato dalla presenza di piante

erbacee, tra cui muschi e sfagni, che si sviluppano in presenza

di zone umide e ristagni d’acqua. Dalla decomposizione

incompleta di specie vegetali e altri organismi, dovuta alla

saturazione d’acqua e alla povertà di ossigeno, si forma un

materiale organico, la torba, all’origine della denominazione

“torbiera”.

In Italia le torbiere sono localizzate quasi esclusivamente

sull’Appennino Settentrionale e sulla catena alpina dove,

soprattutto nelle Alpi Liguri e Marittime, sono in pericolo: il

Libro Rosso degli Habitat d’Italia, infatti, le pone nella lista di

ambienti più minacciati, a causa dei cambiamenti climatici e della

pressione di attività antropiche quali il turismo e l’allevamento.

Essendo un tassello unico e fondamentale per la biodiversità

del territorio, è fondamentale proteggere la torbiera, habitat che

può essere paragonato a una grande spugna la cui lenta e

progressiva restituzione dell’acqua all’esterno assicura una portata

più costante ai corsi d’acqua e contribuisce a regolare i livelli delle

acque superficiali e sotterranee.

La capacità di filtraggio e purificazione dell’acqua della

torbiera consente la sopravvivenza dei microrganismi cavernicoli

che abitano le grotte, ma non solo: il suolo estremamente ricco di

sostanze nutritive, infatti, favorisce la presenza di entità floristiche

rare e specializzate che rendono la torbiera uno scrigno di

biodiversità. Nel caso di Bossea, tra le numerose specie presenti, si

possono citare la carice di Davall (Carex davalliana) e l’orchidea

cruenta (Dactylorhiza incarnata cruenta), che deve il suo nome al

colore rossastro dei suoi fiori.

3

Il gigante delle grotte

Nell’Era Quaternaria, tra gli 80.000 e i 12.000 anni fa, le Grotte

di Bossea, come molte altre cavità, erano abitate dall’Orso delle

caverne (Ursus spelaeus), un plantigrado ormai estinto; dai

rinvenimenti di resti ossei si presume che potesse raggiungere

i tre metri di altezza e una tonnellata di peso.

Attualmente a Bossea si può ammirare una ricostruzione completa

dello scheletro dell’Orso delle caverne in quella che viene chiamata

la “Sala dell’Orso”.

Un’isola culturale

L’area di Bossea fa parte dell’isola linguistica del “Kyé”, che

si trova a cavallo tra le valli monregalesi Corsaglia, Maudagna

ed è contraddistinta da una parlata molto particolare che è

strettamente imparentata con la lingua occitana.

In zona è possibile osservare da vicino edifici, soprattutto

stalle e fienili, con il “tetto racchiuso”, tipologia costruttiva

riscontrabile in tutte le valli delle Alpi Liguri comprese tra Tanaro e

Pesio, ma che in Corsaglia e Maudagna risultava più utilizzata che

altrove. La tecnica di costruzione prevedeva di elevare la muratura

dei frontespizi oltre il colmo del tetto, con ogni probabilità per

proteggere dal vento e dalle intemperie la copertura, in genere di

paglia di segale.

Un tempo per l’economia locale era di fondamentale

importanza l’ampia diffusione di due specie arboree: il faggio e

il castagno. Dal primo si ricavava legna da ardere e carbone da

vendere. Del secondo si utilizzavano le castagne, frutti nutrienti

e facilmente conservabili, che con il latte rappresentavano

la base dell’alimentazione, e la legna per la realizzazione di

paleria e di attrezzi.

Inoltre, il castagno, in virtù del suo elevato contenuto in tannino,

è legato alla concia delle pelli per ottenere il cuoio. E proprio

a Corsaglia fu impiantato, nel 1854, il primo stabilimento

industriale in Italia per la produzione di acido tannico.


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G

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FRABOSA SOTTANA

Casa Giovacchin

Non prendete nulla,

tranne foto.

Non lasciate nulla,

tranne impronte.

Non portate via nulla,

tranne ricordi.

Punta Alpet

1912

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Sella del Gavo

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e

Trucca Sapè

1701

Prato Nevoso

l

C

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d

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Trucca

la Balmetta

1922

1703

Cima Artesinera

Pian dei Gorgh

1741

Monte Malanotte

Colla Del Prel

1615

Cima Ciniera

1827

Punta del Vallon

1838

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Riserv a Natur ale Grotte di Bossea

Trucche delle Pre

1798

Case Manassero

Casa Ciarancia

Tetti del Formaggio

Monte Merdenzone

Colla di Mezzarina

1698

Casa Mortissi

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1767

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Case Bosso

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Case Forneri5

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Casera Vecchia

Tetti Surri

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Anello I di Roattini Casera Vecchia

Partenza itinerario

Casa Grap

Punto panoramico

Casa Nasce

Stalle La Pruna

Legenda

Sentiero degli abissi

Sentiero della luce

Case Sovie Sottane

Casa Gasparetti

m

C

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Casa rian

Stalle La Penna Sottane

Case Sovie Soprane

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Museo

Grotte

Arrampicata

Artic

Stazione sciistica

Strada principale

P i c

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Vinè

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Casa Biro

Case Toma

Serra di Artic

1306

1206

Colla di Mora

Casa Pianazzi

Case Becchetti

Strada secondaria

Strada sterrata

Sentiero

Area Riserva Naturale

Serra Rolfi

1233

Case Ubbé

INGRESSO

GROTTE

DI BOSSEA

Bossea

Revelli

Fontane

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Camperi

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MONDOVÌ

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Carta a cura di: diegoviada.com

Cima Vuran

1907

Case della Colla

Trucche Ciape

1538

Case Peirano

Rifugio Balma

1883

0 km

2

R

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a

Stalle di Arie

Case Cane Soprane

Case Paladini

Mottoni

La visita

Nei dintorni

La grotta è aperta tutti i giorni, tranne il 25 dicembre e

il 1° gennaio, con orari variabili nel corso dell’anno (info:

www.grottadibossea.com). La visita, lungo un itinerario che

presenta tre chilometri di sviluppo e 116 metri di dislivello, dura

all’incirca un’ora e mezza. Consigliabile un abbigliamento

adatto a condizioni di umidità del 100% e a una temperatura

costante di 9°C.

Salvo che nel periodo invernale, il territorio della Riserva

può essere percorso tutto l’anno. Un sentiero, che parte

dalla strada asfaltata che collega Fontane a Prato Nevoso,

porta alle baite e ai pascoli della conca di Casera Vecchia,

cuore dell’area protetta. Questo tracciato rappresenta la parte

superiore di un percorso, che collega la Grotta di Bossea con

il rifugio della Balma, dotato di pannelli esplicativi e conosciuto

come Itinerario carsologico dell’Artesinera.

Per scoprire questa parte della Riserva, è consigliabile un anello

che si snoda attorno al Monte Merdenzone.

Recentemente, su iniziativa della sezione di Mondovì del

CAI, sono stati segnalati due percorsi ad anello, uno dei

quali si snoda a monte della grotta (Sentiero della Luce),

mentre l’altro si sviluppa in quota, tra Corsaglia e Maudagna

(Sentiero dell’Abisso). La Riserva ospita anche delle

falesie per l’arrampicata sportiva, itinerari per la mountain

bike, mentre la strada asfaltata delle Penne è il tratto più

interessante dell’anello Frabosa-Prato Nevoso, grande classica

del cicloturismo in Provincia di Cuneo.

Punti di appoggio sono, oltre al bar Grotte di Bossea,

il Rifugio la Balma e l’Osteria delle Fontane, nella frazione

Fontane, che ospita anche il piccolo Museo Etnografico

del Kyé, ove sono in mostra antichi attrezzi e altri manufatti

recuperati nelle borgate abbandonate.

Frabosa Soprana, comune al cui interno si trova la Riserva, è

una località turistica dal carattere intimo e famigliare rinomata in

particolare per i suoi impianti sciistici, che risalgono i pendii del

Monte Moro, dalla cui sommità si gode di una vista spettacolare

sull’arco alpino, dal gruppo del Marguareis all’Adamello. Altro motivo

di richiamo è l’Ecomuseo del Marmo, parte del sistema regionale

degli ecomusei piemontesi, che è incentrato sulla valorizzazione

di quella che storicamente fu un’attività molto importante per

l’economia locale, l’estrazione della pietra. Marmi policromi di

Frabosa furono utilizzati nel periodo del Barocco per la costruzione di

importanti siti religiosi quali la Basilica di Vicoforte (Mondovì), la

Cappella della Sindone e la Basilica di Superga (Torino) e di edifici

civili in Europa e nel mondo, soprattutto a Londra e in Sud America.

A Frabosa esiste una consolidata tradizione di produzione di

coltelli, come dimostrano vari documenti, i più antichi dei quali

risalgono alla fine del Settecento. Il coltello frabosano, con

lama d’acciaio al carbonio, manico di legno di bosso e chiusura

a serramanico, oggi viene prodotto nel laboratorio artigiano

di coltelleria e ferri taglienti Frabousan Ki Taiou, nel centro

del paese. Il laboratorio, che fa parte dell’Ecomuseo del Marmo,

è aperto per visite e dimostrazioni in occasione di eventi,

la domenica pomeriggio nel periodo estivo o su prenotazione.

Terra di pascoli, Frabosa Soprana ha all’interno dei propri confini,

ai piedi del Monte Mongioie, che con i suoi 2631 metri è la

seconda vetta più alta delle Alpi Liguri, l’alpe Raschera, da cui ha

origine il nome del famoso formaggio vaccino a Denominazione

di Origine Protetta. Alla Raschera, che nella sua tipologia

“d’alpeggio” è riconosciuta quale presidio Slow Food, è dedicata

una sagra che si svolge ogni anno nel mese di agosto.

Bossea non è l’unica cavità sotterranea visitabile in zona.

Nel confinante comune di Frabosa Sottana ci sono le Grotte

del Caudano, particolarmente ricche di stalattiti e stalagmiti.

8

La Riserva in breve

Istituzione: 2011, dal 2016 è affidata all’Ente di gestione delle Aree

Protette Alpi Marittime.

Superficie: 613 ettari.

Comuni interessati: Frabosa Soprana.

Motivazioni: tutela e valorizzazione della biodiversità e

dell’ambiente sotterraneo e sito paleontologico.

Fauna: tipiche specie alpine, 125 specie legate all’ambiente grotta.

Flora: castagno, faggio, abete bianco, carice di Davall, orchidea cruenta.

Periodo di visita: aprile-novembre. La grotta è visitabile tutto l’anno.

Regole da osservare

Non disturbare la fauna, cani al guinzaglio, raccolta funghi e piante

regolamentata, divieto di parcheggio su prato.

Come si arriva

In auto

Da Mondovì si percorre la SS 28 del Colle di Nava e raggiunta la regione

Gandolfi (5 km) si svolta per Vasco (SP 36). Dalla cittadina si prosegue

con la SP 183 per Corsaglia e Bossea (25 km) e Fontane (27,5 km).

In bus

Serve la Val Corsaglia la linea 175 Fontane-Mondovì (Bus Company) del

trasporto Pubblico Locale (TPL) extraurbano della Provincia di Cuneo.

Gli orari sono disponibili su www.grandabus.it o sull’App “GrandaBus”.

In copertina: Baite d’alpeggio a monte di Casera Vecchia | N. Villani

Scansiona il QrCode per scoprire

i sentieri della Riserva

6

7

1 Cascata del Lago di Ernestina | N. Villani

2 Concrezioni nel tratto turistico della grotta | G. Bernardi

3 La mulattiera per Case Ubbè | N. Villani

4 La Sala dell’Orso | N. Villani

5 Cappella della Balma, festa dei Margari | N. Villani

6 Museo Etnografico del Kyé | G. Bernardi

7 Fontane | G. Bernardi

8 Il Monte Merdenzone da Tetti del Formaggio | N. Villani

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