Vadoetorno_2025_03
La copertina del numero di marzo di Vado e Torno è dedicata alle start-up che stanno provando, o hanno provato, a entrare nel mercato dei veicoli commerciali a zero emissioni: in tanti casi non è finita bene. Siamo stati a Parigi alla presentazione ufficiale dei primi van elettrici Flexis: la rivoluzione urbana di Volvo e Renault parte dal software. Mercato: abbiamo analizzato con l'aiuto di grafici e tabelle l'andamento del mercato truck&van in Europa e del mercato dei rimorchiati in Italia. Prove: il podio del nostro Supertest aggiornato alla fine del 2024 con i tre camion che hanno fatto meglio nella collaudata prova consumi di Vado e Torno.
La copertina del numero di marzo di Vado e Torno è dedicata alle start-up che stanno provando, o hanno provato, a entrare nel mercato dei veicoli commerciali a zero emissioni: in tanti casi non è finita bene.
Siamo stati a Parigi alla presentazione ufficiale dei primi van elettrici Flexis: la rivoluzione urbana di Volvo e Renault parte dal software.
Mercato: abbiamo analizzato con l'aiuto di grafici e tabelle l'andamento del mercato truck&van in Europa e del mercato dei rimorchiati in Italia.
Prove: il podio del nostro Supertest aggiornato alla fine del 2024 con i tre camion che hanno fatto meglio nella collaudata prova consumi di Vado e Torno.
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MARZO
2025
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5 marzo 2025
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VADO E TORNO EDIZIONI
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353/2003 (conv. in L.
27/02/2004 n° 46) art. 1,
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SVOLTE
CON FLEXIS
INIZIA LA
RIVOLUZIONE
URBANA
MERCATO
L’EUROPA DEL
TRUCK&VAN
E L’ITALIA
DEL TRAILER
dura la
vita
per le
startup
PROVE
I MAGNIFICI
TRE SUL
PODIO DEL
SUPERTEST
marzo
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Il 2025 inizia come si era chiuso
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Periscopio
La Svizzera accelera sui trafori 5
L’hit parade dei van in Italia 5
I controlli dei truck nella lista del Mit 5
Come ti parcheggio il van a Parigi 6
Lumesia Insurance, il vero tailor made 6
Geotab e l’intelligenza artificiale 6
Il sondaggio del mese 6
Strade intasate dalle pale eoliche 8
Andare per mare con l’incentivo 8
Controlli alle frontiere tedesche 8
Fercam acquisisce Shado Forwarding 8
Ma il camion dove lo metto? 9
Il Frejus riapre il 1° aprile 9
Enilive ridipinge le sue stazioni 9
Brevi: Amazon, controlli, Dhl 9
Dagli States la classifica ingorghi 10
Busalla chiude traffico in tilt 10
Se la Finanza va da Fedex 10
Motus-E e Unem per le colonnine 10
22
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Green deal
Toyota punta sull’idrogeno 12
Brevi: Milence, Mahle, Calb 12
Driveline elettrica Zf verso Taiwan? 13
40 Tesla Semi per Watt Ev 13
A Scania un pezzo di Northvolt 13
Un miliardo Ue per la ricarica 13
Da Bolzano i megawatt Alpitronic 13
Politica
Verso il fermo dell’autotrasporto 14
Se le associazioni non rappresentano 15
Dura solo 4 secondi il click day 16
Chi si ricorda del cartello camion? 17
Infrastrutture
Compie 60 anni l’Autosole 18
Con Dario Fo sulla Milano-Roma 18
Sicurezza e sviluppo digitale 20
Tutti i numeri della A1 21
Anteprima
Presentati a Parigi i van Flexis 22
52
Pierre Sirolli: i servizi la marcia in più 25
Gli elettrici nascono a Sandouville 27
Startup
Elettrici: tra il dire e il fare... 28
La mappa dei costruttori 30
Quelli con il vento in poppa 33
Mercato truck&van Eu
Si va a due velocità 34
Le classifiche per alimentazione 36
L’Europa dei van 37
L’Europa del truck 38
28
Mercato trailer Italia
Un anno da dimenticare 40
Le hit per allestimento e regioni 42
La hit dei costruttori 43
Service
Al via i corsi di meccatronica Daf 44
Alla scoperta del camion 46
Prova confronto
Il podio del Supertest 48
Verso i 5 km con un litro 50
Volvo Fh Aero 460 52
Man Tgx 18.520 56
Daf Xg Plus 480 60
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VadoetornoTrucks
3
marzo
periscopio
I CONTROLLI TRUCK IN LISTA
Il ministero dell’Interno ha chiarito con
una circolare le modalità di utilizzo del
nuovo modello con la lista di controlli
mezzi pesanti, adottato a partire da
dicembre 2024.
marebonus, valichi, ecograne, code, polemiche
66
Truck news
Man lancia il 6 cilindri D30 64
Brevi: Volvo, Stellantis, Scania 64
Astra consegna gli eccezionali 65
Daf e Total Energies per gli elettrici 65
Scania e Dhl: batterie e generatore 65
Due Iveco a idrogeno per Bmw 65
Pv5 il van elettrico di Kia 65
Service&logistics
La prima ricarica Milence in Italia 66
Ups apre a Milano l’hub sanitario 67
Village
Federauto: l’Europa cambi strada 68
E i costruttori vanno in trincea 69
Per l’Iru fondi europei a rischio 69
Mercedes tra tagli e sviluppo 70
Dkv e l’upgrade dell’infotainment 70
A tutto carico
Trailer Dynamics e l’assale in più 72
Le batterie? Te le cambio 73
Primo Mercedes eActros 600 a Lc3 73
Van&pick-up
Mercedes Sprinter fa trent’anni 74
Da Kg in arrivo il Musso Ev 75
Vw Transporter 7 a generazione 76
Prima inglese per gli e-van Farizon 77
Che grinta il Ram 1500 Rho 78
Se Vw punta tutto sull’elettrico 79
Correva l’anno
Volvo Fh. La pietra miliare 81
Rubriche
Ultim’ora 82.
Il caso del Monte Bianco
fa scuola. Mentre Italia e
Francia discutono su come
venire a capo del risanamento
di un tunnel stradale che il
prossimo 19 luglio festeggerà
il sessantesimo compleanno,
sono due miliardi e 140
milioni i franchi (al cambio
due miliardi e 270 milioni di
euro) che la Svizzera ha messo
sul tavolo per la seconda
galleria autostradale del San
Gottardo. Un progetto approvato
già nel 2016 e che in
una data insolita – lo scorso
14 febbraio, festa degli
innamorati – è passato alla
fase operativa: a poche ore
di distanza sono entrate in
funzione le frese che scavano
il nuovo tunnel dapprima
ad Airolo, sul lato del Canton
Ticino, poi a Göschenen sul
versante nord, così da accorciare
i tempi di realizzazione
visto che ciascuna macchina,
lunga 150 metri e pesante
duemila tonnellate, avanza
di 18 metri al giorno.
L’obiettivo del governo di
Berna è di aprire i 16,9 chilometri
della canna bis del
San Gottardo entro il 2030,
così da poter mettere mano
al risanamento dell’attuale
traforo, inaugurato nel 1980
e giunto a fine vita tecnica.
Nonostante i lavori di “aggiornamento”
seguiti all’incidente
che, nell’ottobre 2001,
causò 11 vittime. In questo
modo la definitiva “messa in
sicurezza” di uno dei percorsi
alpini più battuti dal trasporto
merci dovrebbe avvenire
entro il 2033, quando il
traffico potrà viaggiare in un
tunnel per ciascun senso di
marcia, pur con il vincolo del
divieto di sorpasso, manovra
ritenuta troppo rischiosa in
galleria.
Un pacchetto di franchi,
più o meno equivalenti a 60
milioni di euro, è stato riservato
dagli Svizzeri anche alla
ristrutturazione del tunnel
TRAFORI IN MANUTENZIONE
Sorpasso svizzero
Dal San Gottardo alla ristrutturazione del tunnel
ferroviario del Sempione, Berna
mette sul piatto le risorse e dà l'avvio ai lavori
CAMBIO AL VERTICE IN CASA FIAT
.
1.338
1.070
1.018
852
605
516
500
426
416
ferroviario del Sempione, la
cui canna est deve essere risanata
sull’intera lunghezza
per problemi di infiltrazioni
d’acqua. Il cantiere lavorerà
sei mesi all’anno, tra febbraio
e agosto, fino al completamento
nel 2028 ed è stato
progettato per garantire comunque
l’utilizzo a ritmo ridotto
del traforo, cosa che invece
non avverrà la prossima
1.387
Immatricolazioni di van (Ptt fino a 3,5 ton) in Italia per modello (top 10).
Fonte: Anfia; periodo gennaio 2025.
L'ESECUTIVO DI BERNA punta ad
aprire i 16,9 chilometri della canna
bis del Gottardo entro il 2030.
estate lungo il tratto italiano:
la linea Domodossola-Milano
sarà chiusa tra l’8 giugno
e il 27 luglio e dal 31 agosto
al 12 settembre.
Matilde Casagrande
6 Lumesia,
8
9
servizio
tailor made
Trasportare le
pale eoliche
Mancano le
aree di sosta
10 Truck ingolfati
negli Usa
5
polemiche, assicurazioni, mondo digital
LA SOSTA A PARIGI
Salvi per ora
i furgoni
I veicoli N1 esentati
dall'extra costo
studiato per i Suv.
Gratis gli elettrici
Vittoria piena per la
logistica francese, in
lotta dallo scorso ottobre
contro la nuova normativa
della sosta imposta
dal Comune di Parigi.
Regolamento studiato per
penalizzare gli ultraricchi
che pretendono di girare
per la capitale francese
a bordo di Suv sempre
più grandi e pesanti
ingombrando i parcheggi:
basti pensare che la
versione sette posti a
passo lungo del Range
Rover (5,25 metri) a pieno
carico non è compatibile
con la semplice patente
B. Con l'obiettivo di
fermare questa spirale
di follia la municipalità
di Parigi ha previsto di
triplicare, a seconda delle
zone, la tariffa oraria di
sosta fino a 18 euro per i
mezzi con peso omologato
superiore a 1,6 ton. Buona
intenzione, evidentemente
green, che si è tuttavia
trasformata in una
inaccettabile mazzata per
tutti i mezzi commerciali
in servizio a Parigi, con
poche eccezioni. Dopo
mesi di aspro scontro, a
metà dello scorso febbraio
il Consiglio comunale
della capitale frncese ha
deciso di esentare dalla
tariffa maggiorata tutti
i mezzi di categoria N1,
offrendo come ristoro
anche la sosta gratuita
sia per quelli elettrici
sia per quelli comunque
classificati Véhicule basse
emission.
Oscar Sandri
6
IL SONDAGGIO DEL MESE
Il nuovo Codice della Strada
è troppo punitivo nei
confronti degli autisti?
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Il sondaggio non ha valore statistico. Le rilevazioni non sono basate su un campione scientifico
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LE RISPOSTE
DEL MESE SCORSO
Sensori angolo cieco, ora
altre città vogliono seguire
Milano. Siete d'accordo?
36%
sì
64%
no
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PER LE FLOTTE
Come ogni anno,
Geotab ha riunito
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evento globale stakeholder
e potenziali
partner e clienti.
Quest'anno, il Geotab
Connect si è svolto a
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telematici: uno relativo
alla gestione
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di lavoro e l'altro, denominato
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ecograne, marebonus, diffidenza, acquisizioni
8
INCENTIVI
INTERMODALI
Il Mit ha pubblicato un
decreto direttoria per
il programma incentivi
Sea modal shift, destinati
alle imprese di autotrasporto
conto terzi
che intendono utilizzare
il trasporto intermodale
su strada e mare.
RENDICONTI Presentarli
entro aprile con Ram.
Le imprese avranno la
possibilità di presentare
il rendiconto relativo
al primo anno dalle 12
del 30 gennaio alle
12 del 30 aprile sulla
apposita piattaforma
informatica gestita da
Ram.
Milena Sgroi
LA GERMANIA PROLUNGA I CONTROLLI
CONTRADDIZIONI GREEN
Eccezionali
quelle pale
Il successo dei parchi eolici
nella Germania settentrionale
sta portando a un paradossale
scontro tra le grandi
aziende che le costruiscono e
le amministrazioni locali che
gestiscono la rete stradale.
Occhio vigile alla frontiera
Più severità fino al 15 settembre. Ma anche
altri paesi derogano da Schengen
Sarebbero dovute
terminare alla fine di
marzo le restrizioni decise
dalla Germania. Invece, la
(ex?) locomotiva d'Europa
ha stabilito di mantenere i
controlli alle sue frontiere
fino, per ora, al 15
settembre di quest'anno.
In particolare, i controlli
sono stati ripristinati lungo
i confini con Francia,
Belgio, Lussemburgo, Paesi
Bassi, Danimarca, Austria,
Svizzera, Cechia e Polonia.
Trasportare pale lunghe
anche 90 metri costa tanto
e intasa la circolazione
La maggiore severità
mostrata da alcuni paesi
europei (giova ricordare
che la Germania non è
affatto l'unica: per prime
erano state Danimarca,
Austria e Francia) si deve
alla volontà di dare un
messaggio sulla questione
della sicurezza e del
contrasto all'immigrazione
non regolare, al
contrabbando e alla
criminalità organizzata.
Andrea Cento
Il perché è presto detto: lungo
la fascia costiera dove il
vento non manca mai tutto
l’anno, si è scoperto che più
alto è il pilone e più lunghe
sono le pale, maggiore è la
quantità di elettricità prodot-
E IN RETE C'È chi monitora
i percorsi dei veicoli per
trasporto eccezionale.
Fercam ha acquisito
la partecipazione di
maggioranza nell’assetto
societario dell’operatore
logistico portuale Shado
Forwarding.
L’azienda con sede a
Mirano, in provincia di
Venezia, è specializzata
nelle spedizioni internazionali.
Secondo Fercam, l’operazione
«punta a potenziare
i servizi personalizzati
offerti a livello
globale e a migliorare la
capacità di rispondere
con soluzioni logistiche
ta da ogni torre eolica. Tant’è
che ormai stanno diventando
standard sistemi con pale
lunghe 90 metri. Torri efficientissime,
molto richieste
all’estero e nella cui costruzione
si sono specializzate
diverse aziende dell’area di
Brema e Amburgo.
Peccato che poi, quando arriva
il momento di consegnare
ai clienti i parchi eolici,
incominci il rompicapo: se i
piloni sono scomponibili in
più elementi, le pale purtroppo
no. E far viaggiare elementi
lunghi 90 metri lungo
le autostrade dell’area fino ai
porti di imbarco finisce per
costare cifre esorbitanti, oltre
a creare ingorghi spesso
disastrosi.
Al punto che in rete, facendo
leva sulle informazioni fornite
dalle aziende, c’è chi pubblica
una sorta di 'bollettino
dei trasporti eccezionali' per
riuscire ad aggirare le zone
più congestionate.
Per ora, però, nessuno dei
Land interessati vuole accettare
l’idea di modificare
ponti e svincoli per favorire
il transito dei convogli. Ovviamente
trincerandosi dietro
il noto ritornello «chi mi paga
i lavori?».
Teo Vitali
SHADO FORWARDING CON FERCAM
flessibili e innovative».
Fondata nel 2004, Shado
Forwarding si è affermata
come realtà di riferimento
nel settore delle
spedizioni internazionali,
con forte specializzazione
nella logistica della
carta e del cartone.
Sara Peona
L'OPERAZIONE riguarda la
logistica portuale.
riposo, valichi, distributori
La carenza di spazi di sosta
per i camion lungo le autostrade
tedesche è montata
fino a trasformarsi in un caso
dibattuto in Tv nel corso
della campagna elettorale per
le votazioni dello scorso 23
febbraio. Il motivo? Il dato
di 82.500 stalli per mezzi pesanti
mancanti lungo la rete
dell’intera Germania.
Chiunque sarà il nuovo ministro
dei Trasporti, si ritroverà
una bella gatta da pelare.
In base all'accordo con le
associazioni di categoria, la
risoluzione del problema dovrà
essere ottenuta lavorando
FREJUS: PESCE
D'APRILE?
C
’è una data per la riapertura
del tunnel
ferroviario del Frejus,
chiuso dal 27 agosto
2023, giorno in cui ci
fu la frana sul versante
francese.
Un comunicato pubblicato
il 21 gennaio da
Ferrovie dello Stato ha
annunciato la riattivazione
del Frecciarossa
Milano-Parigi dal 1°
aprile. La data della
riapertura è stata confermata
da Sncf.
Franco Dei
TEMI CALDISSIMI
Tormentone
aree di sosta
Al nuovo governo la
realizzazione del piano in
cinque punti (non facili)
su questi 5 punti: portando a
completamento entro il 2025
i 45 cantieri di ampliamento
d’urgenza dei parcheggi nelle
SI STIMA CHE siano più di 80
mila le aree di sosta mancanti
in tutta la Germania.
Nei prossimi mesi
saranno oltre 50
le Enilive station che
cambieranno volto in
tutta Italia: il rebranding
aree autostradali attualmente
in corso; poi con l’attivazione
di sistemi informatici che
ottimizzino gli spazi già esistenti.
Altro punto digitale,
l'attivazione dell'impianto di
monitoraggio in tempo reale
centralizzato degli stalli.
Ancora, due scelte radicali:
la prima è, nelle ore notturne,
rendere utilizzabili dai
camion tutti i parcheggi di
corrispondenza riservati ai
pendolari in prossimità delle
grandi città.
Infine, aprire il mercato degli
stalli di sosta a investitori
privati, purché entro 3 chilometri
da un’uscita autostradale.
Un primo tentativo, del
2021, ha portato alla messa
in cantiere di 2.260 stalli,
1.139 dei quali già operativi.
Rocco Antinori
AL VIA IL REBRANDING DELLE STAZIONI DI SERVIZIO
Nuova immagine per Enilive
La grafica rinnovata vuole rappresentare
l'evoluzione verso la mobilità sostenibile
ECCO COME saranno le
stazioni Enilive.
è partito dalle stazioni di
servizio di Torino (foto) e
Sanremo, con nuovi colori
sui toni dell’azzurro e il
nuovo design finalizzato a
rendere le pensiline più
luminose e accoglienti.
Nel nuovo brand
il cane a sei zampe
rimane protagonista
insieme al nuovo segno
grafico che rappresenta
l’evoluzione verso la
mobilità sostenibile.
Giovanni Dagnino
LE BREVI
AMAZON VA IN BICI
Amazon ha iniziato
a febbraio le prime
consegne in Italia con
le ormai celebri cargo
bike, sistemi elettrici e
sostenibili per la logistica
dell'ultimissimo miglio.
Le prime sperimentazioni
sono state avviate nella
città di Firenze. Le altre
città interessate in l'Italia,
almeno in una prima fase,
dovrebbero essere Milano,
Napoli, Genova, Bologna,
Roma e Trento.
CONTROLLI TRUCK
Come nel 2024, anche
per quest'anno saranno
tre le settimane in cui bus
e camion potranno essere
fermati e controllati a
bordo strada dagli agenti
della Polizia stradale e di
altre agenzie di controllo
competenti. La prima è
già passata: dal 17 al 23
febbraio. Il prossimo ciclo
di controlli sarà dal 15
all’11 maggio, l'ultimo dal
17 al 23 novembre.
INDAGINE SU DHL
Dhl Express Italy è
finita sotto la lente
d'ingrandimento della
procura di Milano
formalmente per evasione
fiscale e contributiva.
Sullo sfondo, però, si
parla anche di ipotesi
di caporalato. Insomma,
sfruttamento indebito della
manodopera. L'accusa,
insomma, è quella di
aver esternalizzato alcuni
servizi di manodopera
con la complicità di
aziende intermediarie non
in regola. In Italia, Dhl
Express, che ha sede
a Peschiera Borromeo,
in provincia di Milano,
realizza un fatturato
di circa un miliardo e
mezzo di euro e occupa
attualmente circa 3.700
addetti. Si attendono
sviluppi sulla questione,
non la prima che
coinvolge gruppi logistici.
9
traffico in tilt, furbetti, ricariche
LA CHIUSURA DEL NODO DI BUSALLA SULLA A7
Il casello della discordia
Da novembre le chiusure programmate.
Possibili ripercussioni sulla viabilità
La chiusura del casello
autostradale di Busalla,
sulla A7 a monte di
Genova, «potrebbe avere
conseguenze apocalittiche»
sulla mobilità, ha
dichiarato il neopresidente
di Federlogistica, Davide
Falteri. La chiusura di
sette mesi, da novembre a
maggio, del nodo di Busalla
si ripeterà anche l’anno
successivo ed è legata ai
lavori di riqualificazione
da oltre 2,5 miliardi di
FRODI NELLA
LOGISTICA
Il nucleo di polizia
economico finanziaria
della Guardia di
finanza di Milano ha
eseguito un sequestro
preventivo per oltre 46
milioni di euro per frode
fiscale nei confronti
della filiale italiana
dell'operatore logistico
Fedex.
euro della rete autostradale
nell’area di Genova, un
labirinto di svincoli e
oltre 20 caselli nel quale
sono transitati lo scorso
anno più di 4,5 milioni
di veicoli. Lavori che,
secondo il presidente di
Federlogistica, intralciano
drammaticamente i camion
in transito sulla A7, strada
che ha visto aumentare i
tempi di percorrenza in
modo drastico.
Andrea Giusti
STORIE DAGLI STATES
ACCORDO PER NUOVE COLONNINE
C'è la classifica
degli ingorghi
La città americana più
problematica è, a sorpresa,
Atlanta, in Georgia
Quando si parla di Stati
Uniti e di ingorghi,
la prima città che viene
in mente è New York, poi
magari Los Angeles o San
Francisco. Ma la classifica
Us Worst bottlenecks 2024
realizzata dall’Atri (American
transportation research
institute) ha riservato ai camionisti
americani non poche
sorprese.
Si parte con una certezza:
lo svincolo più congestionato
degli States è lo stesso
già da tre anni e si trova alle
porte di New York, a Fort
Lee nel New Jersey dove la
Promuovere iniziative
congiunte per favorire
la realizzazione e lo sviluppo
delle colonnine di
ricarica per le auto elettriche
nei distributori di
carburante.
È quanto prevede il protocollo
d’intesa firmato a
febbraio da Motus-E e
Unem, l'Unione energie
per la mobilità, al ministero
delle Imprese e del
made in Italy, alla presenza
del sottosegretario
Massimo Bitonci.
I contraenti si impegnano
a dialogare, elaborando
anche proposte congiunte
per la redazione di
norme che favoriscano la
diffusione delle colonnine
di ricarica presso i punti
vendita, esistenti e di
nuova realizzazione.
Omar Tironi
Interstate 95 si prepara a entrare
a Manhattan attraverso
il George Washington bridge.
Ma pochi immaginerebbero
che la città con più ingorghi
sia Atlanta in Georgia, che
occupa ben tre posizioni su
dieci. Davanti anche a Los
Angeles, Houston, alla insospettabile
Cincinnati, Chicago
e, altra inattesa, Nashville,
che si guadagna l'ottava
posizione.
Preoccupante, inoltre, la
stima realizzata dall’Atri a
proposito dei tempi di attesa,
cresciuti del 9 per cento negli
ultimi 12 mesi, e del costo
complessivo degli ingorghi:
«È come se 436 mila autisti
decidessero di non lavorare
ogni anno».
Cesare Martinelli
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gennaio e tuttora in
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ALPITRONIC: MEGAWATT CHARGING MADE IN BOLZANO
Il costruttore altoatesino di sistemi di ricarica per veicoli elettrici
Alpitronic ha presentato ufficialmente il nuovo caricatore Hyc1000
in grado di erogare fino a un megawatt di potenza complessiva.
All’unità centrale del sistema possono essere collegati fino a 8
‘satelliti’. Già in estate sono previste le prime consegne.
TOYOTA PUNTA SULL’IDROGENO
Celle a combustibile
atto terzo
Il costruttore giapponese, da
sempre titubante sul full electric,
rilancia sull’idrogeno e presenta
la terza generazione delle sue
fuel cell per veicoli pesanti
LE BREVI
MEGAWATT PER MILENCE
Per la prima volta Milence, la joint
venture costituita da Daimler, Volvo
e Traton che si propone di costruire
un’ampia rete di ricarica europea per
il trasporto pesante, ha installato due
colonnine megawatt. Lo ha fatto in
uno dei primi hub inaugurati, quello
che si trova nei pressi del porto di
Anversa, in Belgio, uno dei principali
per la logistica integrata a livello
continentale.
In un momento di palese
difficoltà per l’idrogeno
come vettore del prossimo
futuro (ne parliamo ampiamente
su questo numero di
Vado e Torno) nell’ambito del
trasporto commerciale, Toyota
sviluppa e lancia la terza
generazione delle sue fuel
cell, le celle a combustibile
alimentate a idrogeno.
La casa giapponese, infatti,
sta per presentare la nuova
generazione delle sue celle,
sviluppate, stando a quanto
dichiara Toyota, proprio pensando
alle esigenze del trasporto
commerciale. Tra gli
upgrade della nuova generazione
di celle a combustibile
ci sono la durata, addirittura
raddoppiata, secondo Toyota,
rispetto alla generazione precedente,
e l’efficienza ritoccata
verso l’alto, in modo da
consentire il 20 per cento in
più di autonomia ai veicoli.
IL LANCIO
A TOKYO
Dal 19 al 21
febbraio è
andato in scena
nella capitale
giapponese
l’evento dedicato
allo sviluppo
dell’idrogeno.
La fiera è
stata scelta da
Toyota per il
lancio ufficiale
della nuova
generazione
di celle a
combustibile per
l’automotive.
In più, Toyota avrebbe ritoccato,
stavolta verso il
basso, i costi di produzione
delle celle a combustibile,
rendendo i componenti ben
più accessibili rispetto al recente
passato. «Per i veicoli
commerciali pesanti, il nuovo
sistema a celle a combustibile
offre livelli di durata
paragonabili ai motori diesel
MAHLE PER I MODULI MCS
Sempre a proposito di sistemi di
ricarica megawatt, la multinazionale
con sede in Germania Mahle ha
annunciato che fornirà sistemi di
raffreddamento di nuova generazione
per la costruzione delle colonnine
con potenza uguale e superiore a
un megawatt, appunto. I sistemi di
raffreddamento, prodotti a partire dalla
fine di quest’anno, sono cruciali per il
funzionamento degli impianti.
e potenza elevata. Inoltre,
grazie alla progettazione più
compatta, il sistema può essere
integrato più facilmente
in modelli diversi di veicoli
commerciali», dichiara il costruttore
giapponese.
Curioso che sviluppo di tale
portata vengano annunciati
in un momento storico obiettivamente
complicato per l’idrogeno
come vettore della
mobilità del futuro. Alcune
delle aziende che avevano
puntato forte sulle fuel cell
per il loro business, come la
tedesca Quantron o la joint
venture francese Hyvia, per
non parlare degli americani
di Nikola, sono infatti in
grande sofferenza o prossimi
alla chiusura.
Anche il progetto dei camion
fuel cell
Hyundai Xcient
sta incontrando
non poche difficoltà
per via degli
alti costi di
gestione e della
limitata disponibilità
di stazioni
di rifornimento.
Ma dalle parti
di Toyota (la
città giapponese
dove si trova il
quartier generale
dell’azienda)
sembra la pensino
in modo
diverso.
BATTERIE IN PORTOGALLO
Il gruppo cinese Calb, tra i principali
al mondo nella progettazione e
produzione di batterie per veicoli
elettrici, avrebbe scelto il Portogallo
come avamposto produttivo in Europa.
L’investimento nella gigafactory
lusitana, che dovrebbe vedere la
luce entro il 2028, sarebbe di circa 2
miliardi di euro. Il luogo scelto è nella
zona di Sines, città che dista circa
cento chilometri dalla capitale Lisbona.
ZF E LA DIVISIONE MOBILITÀ ELETTRICA
In viaggio verso Oriente?
Si valuta lo scorporo della divisione
legata alla driveline elettrificata
I
l
gigante tedesco
della componentistica
Zf starebbe valutando
l’ipotesi di scorporare la
Chi non muore si
rivede. Quaranta
trattori stradali elettrici
Semi di Tesla sono stati
ordinati da Watt Ev,
gruppo americano attivo
nell’ambito dei servizi
per l’elettrificazione
delle flotte. I primi
veicoli dovrebbero
arrivare già quest’anno,
mentre il grosso delle
consegne è previsto
sua divisione Electrified
drive technologies,
riunendola sotto
una nuova etichetta
che potrebbe essere
denominata ‘Verde’. I
rumor vengono dalla
stampa teutonica,
secondo la quale
l’operazione potrebbe
essere preliminare alla
cessione dell’intero
ramo aziendale. Tra le
pretendenti sono state
citate la taiwanese
Foxconn e il gruppo
automotive coreano
Hyundai.
SI TORNA A PARLARE DI TESLA SEMI
per il 2025. Watt Ev,
che sta accumulando
chilometraggi importanti
con i veicoli elettrici,
dovrebbe utilizzare i
truck a emissioni zero
di Tesla soprattutto
in California, stato
tra i più green, e più
precisamente per la
logistica portuale nella
zona di Los Angeles e
di Long Beach.
JOINT PRODUTTIVE
Da Northvolt
a Scania
Passa a uno dei
partner la divisione
batterie industriali
Il costruttore svedese di
batterie per veicoli elettrici
Northvolt, attualmente
impegnato nella pesante ristrutturazione
aziendale per
superare una crisi finanziaria
complessa, ha venduto
la sua divisione di batterie
industriali a Scania, uno dei
partner della joint.
Il rapporto tra Northvolt
e Scania è di lunga durata:
oltre a essere, tramite la
controllante Volkswagen, stakeholder
di riferimento per
Northvolt, Scania di recente
ha supportato il costruttore
di batterie mettendo a disposizione
il suo personale e il
relativo know-how presso lo
stabilimento di produzione
svedese.
Crisi, si diceva, per cui
Northvolt necessita di risorse
finanziarie per poter pagare
DALL’UNIONE
Investimenti
elettrici
Pronti ulteriori fondi
per quasi un miliardo
in infrastrutture
gli stipendi e che ha portato,
nei mesi scorsi, al licenziamento
di circa 1.600 dipendenti
a Skellefteå, Västerås e
Stoccolma.
Secondo l’agenzia Reuters
«la vendita dell’unità
aziendale segue le cessioni a
Norsk Hydro e Volvo Cars,
con cui il gruppo cerca di
scaricare progetti e divisioni
per ridurre i costi e concentrarsi
sul suo impianto di batterie
nel nord della Svezia».
In questo modo, di sicuro,
Scania acquisisce asset
importanti per arrivare all’obiettivo,
cruciale nello sviluppo
della mobilità pesante
elettrica, di gestire direttamente
la catena del valore
nel processo di produzione
delle batterie, già oggi assemblate
nello stabilimento
di Södertälje.
L
’Ue ha disposto investimenti
per quasi un miliardo
di euro finalizzati al
potenziamento della rete infrastrutturale
per la mobilità
elettrica.
In particolare, le risorse
saranno impiegate per realizzare
colonnine di ricarica
adatte ai veicoli più pesanti,
quindi camion e autobus, bisognosi
di una rete infrastrutturale
all’altezza della sfida
della transizone.
Investimento che va ad
aggiungersi al miliardo e 200
milioni già stanziato negli ultimi
tre anni dall’Ue sempre
per la mobilità elettrica. Ad
annunciarlo il commissario
europeo ai Trasporti, Apostolos
Tzitzikostas (foto).
12
13
22 GENNAIO
«Ho convocato la
presidenza Unatras
per definire la risposta
al Governo». Così
il presidente, Paolo
Uggè, dopo il taglio
di 12 milioni.
6 FEBBRAIO
«Non può essere accettato
da Unatras il
silenzio imbarazzante
del ministero dei Trasporti»,
incalza Uggè.
14 FEBBRAIO
«Andremo a far valere
le nostre ragioni,
perché sono stati tolti
75 milioni di risorse
strutturali». Così
Unatras dopo la convocazione
al ministero
per il 26 febbraio.
17 FEBBRAIO
Protesta Trasportounito
con una quarantina
di mezzi a
velocità ridotta sul
raccordo anulare.
27 FEBBRAIO
«Il viceministro Rixi
ha annunciato che
sono in corso le verifiche
con il ministero
dell’Economia e finanze
per il recupero
della dotazione originaria
(240 milioni).
Così le associazioni
di categoria dopo
l’incontro.
1° MARZO
L’Usb proclama lo
sciopero nazionale a
oltranza di tutti i lavoratori
dell’autotrasporto.
RENDITE DI
POSIZIONE
Sono quelle delle
associazioni che,
secondo Cinzia
Franchini (foto),
presidente di
Ruotelibere,
beneficiano
della riduzione
compensata
dei pedaggi
autostradali
attraverso i
consorzi di
servizi di loro
emanazione.
Dopo un mese di passione
LA MONTAGNA
PARTORÌ IL
TOPOLINO
Sì al taglio ai fondi dell’autotrasporto,
se accompagnato
dalla riforma dei rimborsi sui
pedaggi autostradali, che favorisca
gli autotrasportatori e non i
consorzi legati alle associazioni.
È la presa di posizione di Cinzia
Franchini, presidente di Ruotelibere,
che punta il dito contro
un meccanismo che a sua dire
premia le associazioni ‘di nonrappresentanza’,
non le imprese.
«La possibile riduzione delle
risorse per l’autotrasporto, ha
Il taglio di 12 milioni al settore
scatena la protesta di Unatras.
Poi, l’incontro al ministero sembra
riportare la pace. Ma Trasportounito
porta i tir a Roma, e Franchini
approva provocatoriamente i tagli
Dopo tante enfatiche
dichiarazioni di vicinanza
alla categoria,
un mese di scontro tra Unatras
e Governo
è sfociato in
una rinnovata
pace apparente,
ora alla
prova dei fatti.
Ad accendere
la contesa
il taglio dei
fondi destinati
al settore nella legge di Bilancio
2025 da 240 a 228
milioni. Ma sono diversi gli
fatto scattare sulla sedia le vecchie
associazioni che di quelle
risorse in parte vivono», dice
Franchini, «Uggè ha annunciato
l’apertura di una fase conflittuale.
Mancherebbero infatti
12 dei 240 milioni complessivi
messi in campo lo scorso anno.
Le rimostranze di Unatras non
stupiscono, ma quel taglio va
nella direzione giusta. Tanti di
quei 240 milioni sono destinati
agli sconti sui pedaggi autostradali
e in parte alla formazione,
L’impianto distorto
della riduzione
dei pedaggi
autostradali premia
i consorzi di servizi
Cinzia Franchini
elementi interessanti che sono
emersi da questo passaggio.
Da un lato a scegliere
la linea dura è stato Paolo
Uggè, presidente
Unatras,
che forse più
di ogni altro
in passato ha
dato credito al
Governo e al
ministro Salvini,
il quale
oltre al taglio
alle risorse ha contestato in
sostanza una scarsa attenzione
verso la categoria.
BASTA PREMIARE LE ASSOCIAZIONI DI NON-RAPPRESENTANZA
meccanismi dei quali le associazioni
di non-rappresentanza beneficiano.
L’impianto distorto che
regola la riduzione compensata
dei pedaggi autostradali, infatti,
premia innanzitutto i consorzi
di servizi, molti di emanazione
delle associazioni. Il taglio di
quelle risorse è quindi positivo
se accompagnato dalla riforma
dei rimborsi sui pedaggi che
passi dagli sconti diretti ai caselli.
Esattamente come avviene
in altri paesi d’Europa».
14
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SULLA STRADA
CLICK DAY
Tutto in 4
secondi
Concluso in un
amen lo slot
per i 25 milioni
di incentivi
Q
uattro
secondi.
Tanto sono durati
i 25 milioni di euro
disponibili per l’acquisto
di camion diesel,
con rottamazione, e
alternativi (gas), senza
rottamazione, oltre
che di trailer in occasione
del ‘click day’
del 16 dicembre.
«Con la pubblicazione
sul sito di Ram
della graduatoria delle
domande per gli
investimenti nel 2024,
emerge con chiarezza
che artigiani e
Pmi vogliono investire
e decarbonizzare,
rinnovando il parco
veicolare», osserva
il presidente di Confartigianato
trasporti,
Amedeo Genedani.
«Va sottolineato il
successo della misura
sperimentale dei
5 milioni di euro (sul
totale di 25) dedicati
all’acquisto di veicoli
di ultima generazione
Euro 6 con
contestuale rottamazione
di veicoli ante
euro 4. Allo stesso
tempo, l’insufficienza
del fondo (andato
esaurito in appena 4
secondi dall’avvio del
click day) ha o estromesso
molte imprese
dagli incentivi. Tale
misura ha dimostrato
che ‘il cavallo beve
e beve anche tanto,
purtroppo è l’acqua
che manca’. A fronte
di oltre un migliaio di
richieste di incentivi
pervenute, solamente
il 20 per cento risultano
ammesse a
contributo».
Oscar Sandri
Dall’altra parte c’è la minoranza
del mondo associativo
che si dichiara ormai apertamente
anti-sistema, contestando
le richieste di Unatras
e arrivando ad approvare i
tagli annunciati (e poi, pare,
rientrati). Mentre Trasportounito
inscena la protesta con
i tir a Roma.
Si apre una fase
conflittuale
Quando si è saputo del taglio
di 12 milioni ai fondi per
l’autotrasporto, la reazione
di Unatras è stata immediata.
«Inaccettabile la decisione
del Governo di procedere
alla riduzione dei fondi concordati.
Scelta miope, unilaterale,
che aprirà una fase
vertenziale. Ho convocato la
presidenza Unatras per definire
la risposta al comportamento
unilaterale che rischia
di mettere in discussione i
rapporti con il Governo. Non
solo, le promesse riunioni
mensili non si sono mai effettuate»,
dichiara Uggè.
Passano i giorni e niente,
il Governo
La decisione del
Governo di ridurre
i fondi concordati
aprirà una fase
vertenziale
Paolo Uggè
non reagisce
in alcun modo.
E Uggè a
essere ignorato
non ci sta,
si rivolge direttamente
al
vicepremier e
ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti,
Matteo Salvini: «Non si può
accettare il silenzio imbarazzante
del Ministero sulla
richiesta di incontro urgente
avanzata nella scorsa settimana.
Pur comprendendo i
numerosi impegni, il silenzio
rischia di dimostrare disinteresse.
Nonostante il preciso
impegno assunto dal ministro
Salvini, che aveva fornito
assicurazioni e annunciato
che con cadenza mensile vi
sarebbe stato
un confronto,
questo non è
avvenuto. Addirittura,
sul
Codice della
strada si sono
introdotte norme
utili solo
a complicare
l’attività delle imprese. A
questo si aggiunga il taglio
alle risorse strutturali destinate
al settore. Situazione pesante
che costringe Unatras
a valutare le risposte idonee,
senza escludere il blocco
dell’autotrasporto».
Il 14 febbraio arriva la convocazione,
ma i toni salgono.
La moltiplicazione delle
proteste e dei tagli
Il taglio di 12 milioni diventa
di 75, senza che sia specificato
come. «Andremo a far
valere le nostre ragioni», dice
Uggè, «Perché sono stati
tolti 75 milioni di risorse
strutturali, taglio drastico che
fa venire meno tutte le aspettative
del settore».
Alla fine, la montagna
della protesta partorisce il topolino
dell’accordo con l’incontro
del 26 febbraio. «Il
viceministro Rixi ha promosso
un calendario di incontri
nei quali saranno esaminati
gli affinamenti sui provvedimenti
già predisposti per la
loro definitiva attuazione. Il
primo di questi è stato fissato
l’11 marzo, per esaminare le
norme sui tempi di attesa al
carico/scarico e sui tempi di
pagamento, le norme attuative
del pacchetto mobilità,
partendo dal contrasto all’illegalità
con
cancellazione
delle imprese
senza veicoli
dall’Albo»,
spiega il
presidente di
Unatras.
«In ordine
al taglio di 12
milioni (e quello da 75 milioni
dov’è finito? ), Rixi ha
annunciato che sono in corso
le verifiche col ministero
dell’Economia e finanze per
CARTELLO COSTRUTTORI. CHI PAGA?
Per Fita è troppo lenta
l’azione risarcitoria contro
il cartello dei costruttori
di autocarri. E si chiede al
Governo «di intervenire urgentemente
per accelerare i
tempi di risposta della giustizia
italiana».
Scrive Fita: «L’iniziativa ha
coinvolto oltre tremila imprese,
oltre a numerose aziende
in conto proprio. A distanza
di otto anni dall’avvio della
causa, non è ancora stata
emessa alcuna decisione. La
situazione nel nostro Paese
risulta ancor più penalizzante
se paragonata a quella di
altri stati europei. In Spagna,
si sono già definiti oltre 10
Siamo gli unici a
protestare perché
siamo gli unici che
si assumono la
difesa del settore
Maurizio Longo
DALLE PAROLE
AI FATTI
Maurizio Longo
(foto), segretario
di Trasportounito,
difende il ‘tir
lumaca’ del 17
marzo a Roma: «Ci
spiace aver creato
ulteriori disagi al
traffico ma una
sveglia dovevamo
darla e l’abbiamo
data al Mit».
il recupero della dotazione
originaria (240 milioni), auspicando
la possibilità di incrementare
i fondi ricorrendo
a 55,9 milioni di crediti
d’imposta residui degli anni
passati. Infine, si è prospettato
un tavolo tecnico sulle
modifiche al Codice della
strada, per
evitare di penalizzare
l’autotrasporto».
Ma c’è chi
è passato ai
fatti ancora
prima della
convocazione:
Trasportounito
il 17 marzo ha dato vita alla
protesta nella Capitale. «Ci
spiace aver svegliato una
parte di Roma col rumore dei
clacson; ci spiace aver creato
mila giudizi di primo grado,
con una percentuale di accoglimento
vicina al 90 per
cento, confermata in gran
parte dai gradi successivi di
giudizio».
E ancora: «L’urgenza di una
giustizia certa e rapida non
è soltanto una questione di
equità, ma di sopravvivenza
per centinaia di imprese.
Solo attraverso un sistema
giudiziario efficiente e accessibile
si può garantire che
i danni subiti dalle aziende
vengano adeguatamente risarciti
evitando nel contempo
di creare un pericoloso precedente
di sfiducia collettiva
nelle istituzioni».
ulteriori disagi al traffico, ma
una sveglia dovevamo darla
e l’abbiamo data al Mit, che
ormai da due anni considera
l’autotrasporto come una
sorta di rendita del Paese,
sottovalutando i rischi del
suo collasso», ha affermato
Maurizio Longo, segretario
generale di Trasportounito.
Quattro tir sotto
le finestre del Mit
I tir, seguendo alla lettera le
prescrizioni di Prefettura e
Questura, hanno portato la
protesta sino in piazza Croce
rossa. Da Saxa Rubra, punto
di concentrazione, si è staccata
la delegazione di quattro
tir che è giunta sotto le finestre
del Mit, mentre una quarantina
di mezzi ha percorso
a velocità ridotta (tir lumaca)
il raccordo anulare.
«Le motivazioni della
protesta sono note da anni
così come la sottovalutazione
di un eventuale blocco»,
ha affermato Longo, «Siamo
l’unica associazione a protestare,
probabilmente perché
siamo l’unica ad assistere
realmente gli imprenditori
assumendoci i rischi per la
difesa del settore. Settore per
la cui sopravvivenza è scattato
il conto alla rovescia».
Riccardo Venturi
16
17
IL TRATTO
APPENNINICO
Bologna-Firenze (al
quale si riferisce
la foto che vede,
sullo sfondo, il
viadotto Aglio) è
stato sicuramente
il più complesso
dal punto di vista
della realizzazione.
Il percorso, 73
chilometri da Sasso
Marconi a Firenze,
sale fino ai 726
metri di quota.
I 60 anni dell’Autostrada del Sole
IL CUORE
PULSANTE
DELLA
MOBILITÀ
18
QUELLA VOLTA CHE DARIO FO...
Sessant’anni di servizio e
tante storie da raccontare.
La A1, meglio nota
come Autostrada del Sole
e, probabilmente meno
come Regina viarium, ne
avrebbe per riempire le
pagine di un corposissimo
libro.
Tanti gli episodi che hanno
visto protagonista questa
lunga striscia d’asfalto.
Tra i più singolari, quello
accaduto il 9 ottobre 1997.
Quel giorno, proprio lungo
l’Autosole, si sta registrando
una puntata della trasmissione
Milano-Roma,
reality andato in onda sulle
reti Rai dal 1997 al 2002.
Il format è semplice e geniale
al tempo stesso: un
viaggio in coppia, da Milano
a Roma appunto, in
auto, parlando e affrontando
temi diversi.
Protagonista della puntata
di quel giorno è Dario Fo
che a bordo della vettura è
in compagnia di Ambra Angiolini.
A un certo punto,o
vengono affiancati e superati
a più riprese da un’auto
che prova a richiamare
l’attenzione dei due Vip.
Inizialmente senza successo,
fino a quando, dall’auto
sconosciuta, compare un
cartello con uno sbrigativo
messaggio: «Dario, hai
vinto il Nobel».
Così, tra lo stupito e l’incredulo,
proprio percorrendo
l’Autosole,
Dario Fo
ha ricevuto
la notizia
dell’assegnazione
del premio
Nobel per la
Letteratura.
Costruita in soli otto anni, aperta al
traffico nell’ottobre 1964, la A1 o
Autosole che dir si voglia è l’asse
portante delle rete stradale
a pedaggio. E in 60 anni il traffico
è aumentato del 460 per cento
Piccolo viaggio nel tempo.
L’invito è di chiudere
gli occhi per un
istante, riavvolgere il film
della storia e provare a immaginare
com’era e come, ad
esempio, nell’Italia a cavallo
tra gli Anni 50 e 60, quelli
del grande boom, si muovevano
le persone e le merci
quando le arterie a pedaggio
erano ancora una rarità: 520
chilometri nel 1950, a fronte
dei 20 mila chilometri di
strade statali, 43 mila scarsi
di provinciali e poco meno di
centomila di comunali.
Provate a immaginare cosa
significava e quanto tempo
richiedeva andare in auto da
Milano a Bologna, o a Roma
e nel Meridione: se non
proprio un’odissea, certo un
lungo e faticoso viaggio. Pe-
L’Autostrada del Sole è una grande
infrastruttura simbolo della rinascita del
Paese e al tempo stesso delle capacità
ingegneristiche italiane
raltro riservato ancora a pochi
eletti, considerato che nel
1958 la diffusione dell’automobile
è ancora limitata e
non supera le 28 unità ogni
mille abitanti.
Davvero un altro mondo,
un’altra società, con altri ritmi.
Un’epoca che non sono
poi in molti a poter ricordare
e raccontare, magari anche,
nonostante tutto, con una
punta di nostalgia.
Autosole simbolo
del boom economico
Ebbene, quel mondo, quell’Italia,
cambia completamente
nell’ottobre 1964. Il 4 di quel
mese, nel giorno dedicato a
San Francesco, patrono del
Paese, alla presenza del presidente
del Consiglio dei ministri,
Aldo Moro, viene ufficialmente
inaugurata l’Autostrada
del Sole. Attraverso
sei regioni (Lombardia, Emilia
Romagna, Toscana, Umbria,
Lazio, Campania) porta
da Milano a Napoli passando
per Bologna e Firenze e Ro-
19
SOTTO LA LENTE
IL FUTURO
Al passo
coi tempi
Tra sostenibilità
sviluppo digitale
e sicurezza
E
voluzione
continua.
L’Autosole è
un’infrastruttura che, è
il caso di dire, si muove
al passo con i tempi,
guardando al futuroi
e intercettando le
rinnovate esigenze di
mobilità di persone e
merci. E lo fa, spiegano
ad Autostrade per
l’Italia, «camminando
di pari passo con lo
sviluppo digitale della
mobilità, dotandosi di
tecnologie che migliorano
l’esperienza di
viaggio e la sicurezza
secondo i principi della
sostenibilità». Rientrano
in questo ambito i
100 chilometri di smart
road predisposti, così
come il piano di installazione
di 15 mila apparecchi
di luce a Led,
oppure ancora la posa
in opera di 48 milioni
di metri quadrati di
asfalto drenante.
Ma c’è anche dell’altro,
che conferma la
volontà del costante e
continuo miglioramento.
Proprio in occasione
delle celebrazioni
dei 60 anni dell’Autosole,
il Gruppo Aspi
ha presentato la sua
nuova identità, ovvero,
come sottolinea la
nota del Gruppo «una
nuova immagine che è
il punto di approdo di
un lungo processo di
trasformazione aziendale
avviato nel 2020,
dopo i tragici eventi
del ponte Morandi».
Nel nuovo logo si legge
così «la complessità
della rete gestita, la
sua connessione con i
territori e con il futuro
pronto ad accogliere
un’infrastruttura digitalizzata
e sostenibile».
IL CUORE
DELL’AUTOSOLE
Il percorso
dell’Autostrada
del Sole è stato
aperto al traffico in
momenti diversi prima
dell’inaugurazione
ufficiale del 4 ottobre
1964: il primo tratto,
da Milano a Parma, l’8
dicembre 1958. La foto
si riferisce invece alla
cerimonia di apertura
della Bologna-Firenze,
il 3 dicembre 1960.
ma. Non è la prima autostrada
costruita (il primato spetta
alla Milano-Laghi, realizzata
nel 1924) ma è la più lunga:
760 chilometri.
Opera gigantesca, per l’esecuzione
della
quale, nel 1954,
varato il Piano
Romita (la legge
463 che in un decennio
decuplicò
le autostrade italiane),
Eni, Fiat,
Pirelli e Italcementi
costituiscono
la Sisi (Società iniziative
strade italiane), alla quale
è demandato il progetto di
massima. La costruzione
della ‘cerniera dello stivale’
viene affidata all’Iri, che a
sua volta incarica la Società
concessioni e costruzioni
Per Autostrade per l’Italia il 2024 è stato
l’anno dei record: dai volumi di traffico
arrivati a cinque miliardi di chilometri
percorsi, agli investimenti sulla rete pari
a due miliardi di euro
Roberto Tomasi, Ad Autostrade per l’Italia
autostrade, oggi Aspi (Autostrade
per l’Italia).
Anche dal punto di vista
ingegneristico, si tratta di
un’infrastruttura non certo
priva di complessità, in particolare
nel tratto appenninico
tra Bologna e Firenze, dove
oggi ad alleggerire il traffico
sulla A1 contribuisce la
Variante di valico (59 chilometri
inaugurati a dicembre
2015), altra opera la cui realizzazione
ha richiesto ben
33 anni, di cui 24 necessari
per appianare gli ostacoli
amministrativi, e 9 di lavori.
Quasi 25 anni in più rispetto
all’A1, meglio conosciuta
come Autostrada del
Sole o Autosole,
forse meno
come Regina
viarium.
La posa della
prima pietra
reca infatti
la data del 19
maggio 1956.
Seguita, in sequenza,
dal completamento
e dall’apertura, nell’ordine,
delle tratte Milano-Parma
(8 dicembre 1958), Firenze-
Bologna (3 dicembre 1960),
Roma-Napoli (22 settembre
1962). Terminata la Chiusi-
Orvieto, la consegna avviene
dopo otto anni e quattro mesi
dal primo colpo di piccone,
al costo complessivo di 272
miliardi di lire e in anticipo
di circa tre mesi sulla data
prevista. Per la serie, accade
anche in Italia.
Ha cambiato per sempre
la mobilità
Ma l’Autostrada del Sole non
è soltanto l’arteria a pedaggio
più lunga d’Italia. Piuttosto,
è la conferma dell’eccellenza
ingegneristica del
Paese, della sua capacità,
come diremmo oggi, di fare
sistema. Soprattutto, battezzata
negli anni del boom
economico, questa infrastruttura
simboleggia in modo del
tutto evidente la rinascita e il
riscatto di un paese che non
senza fatica intende lasciarsi
alle spalle le devastazioni e
le macerie della guerra.
In questo senso, il suo
significato va oltre. L’autostrada
che da Milano corre
verso Napoli, in qualche
modo unisce il
paese da nord al
sud come mai in
passato, facendo
riscoprire, o
semplicemente
scoprire agli italiani,
le bellezze
nostrane ma anche
il significato
della condivisione.
C’è addirittura chi attribuisce
proprio all’Autosole,
la nascita dei week-end, nei
quali, complice l’affermarsi
della motorizzazione di massa,
gli italiani non esitano a
imboccare l’autostrada per
raggiungere con la famiglia
le mete dove trascorrere ore
di meritato relax prima di
riprendere con l’inizio della
settimana il lavoro.
Sì, l’Autostrada del Sole
ha cambiato per sempre
la mobilità, delle persone e
delle merci, confermandosi
un asset prezioso e strategico
per il Paese. Due dati
illuminanti al riguardo: in
sessant’anni di servizio il
traffico sull’A1 è cresciuto
760 chilometri la
lunghezza totale della A1
272 miliardi di lire il
costo dell’opera
8 anni e quattro mesi
il tempo tra la posa della
prima pietra (19 maggio
1956) e l’inaugurazione a (4
ottobre 1964)
14,7 milioni il numero
di giornate-lavoro impiegate
4,7 milioni di metri cubi
di materiali scavati
400 i ponti e i viadotti
presenti lungo il percorso
56 le aree di servizio
38 le gallerie sul percorso
La storia dell’Autostrada del Sole
insegna che per compiere simili
imprese è necessario costruire capacità
industriale con coraggio e lungimiranza,
guardando al futuro della nuova mobilità
Roberto Tomasi, Ad Autostrade per l’Italia
del 460 per cento, mentre nel
solo 2023 su questa arteria
ha viaggiato il 46 per cento
del traffico merci dell’intera
rete in gestione ad Aspi.
Oggi quella stessa rete è
oggetto di un
importante piano
di rigenerazione
che, spiegano
in Aspi, «deve
essere portato
avanti garantendo
la continuità
dei flussi di
traffico». Obiettivo
per traguardare il quale,
la somma di investimenti
e manutenzioni dall’anno
2020, stanziati per la sola
tratta dell’Autostrada del Sole,
è pari a circa 2,3 miliardi
di euro.
Alberto Gimmelli
20
21
I van del futuro secondo Flexis
NIENTE SARÀ
PIÙ COME
PRIMA
23
Lancio ufficiale
per i primi van
elettrici di Flexis,
la joint venture tra
Renault, Volvo e
Cma-Cgm. Un’unica
piattaforma nativa
elettrica pensata
per rivoluzionare
la mobilità
commerciale
urbana dei prossimi
anni attraverso lo
stretto connubio tra
hardware made-in-
Europe e software
Parigi val bene una messa, si dice. Frase del Cinquecento,
epoca di reali, papi e forzose conversioni al
cattolicesimo accettate pur di salire al trono (parliamo
di Enrico di Navarra, che sarebbe poi diventato
Enrico IV, re di Francia). Oggi, Parigi val bene un viaggio,
alla fine di gennaio per vedere come saranno i furgoni
del futuro. Esagerato? Forse, ma non distante dalla
realtà: in molti stanno sviluppando modelli basati su
un’architettura nuova, nativa elettrica, per massimizzare
l’efficienza rispetto ai van attualmente in circolazione.
Mercedes, giusto per fare un nome, sta sviluppando
la sua piattaforma Van.Ea; Kia ha presentato alla Iaa i
suoi nuovi concept Pbv; Renault ha deciso di bussare
alla porta di Volvo (e del colosso francese della logistica
Cma-Cgm) per lavorare tutti insieme ai van di domani,
spartendosi investimenti e, sperabilmente, futura gloria.
RIVOLUZIONARE L’ULTIMO MIGLIO CON L’HI-TECH
Come? Con il tris (da sinistra) cargo van, panel van
e l’innovativo stepvan di derivazione nordamericana.
Verrà digerito dall’esigente mercato europeo?
22
23
PIATTAFORMA
NATIVA ELETTRICA
Come illustrato
dal Coo di
Flexis, Krishnan
Sundararajan, Flexis
ha sviluppato
una piattaforma
nativa elettrica che
fungerà da base
condivisa per le
tre declinazioni
del veicolo
commerciale
leggero presentate
alla fine di gennaio
a Parigi. Layout
semplificato per
alloggiare in modo
più efficiente i
pacchi batterie e
raggio di sterzata
ridotto sono tra i
punti di forza di
questo sistema.
A Parigi, dunque, abbiamo
visto innanzitutto la piattaforma
(o ‘skateboard’) nativa
elettrica, dalla quale Flexis
(questo il nome ufficiale
della joint venture presentata
ad aprile dello scorso anno)
ha ricavato tre tipologie di
van che intende produrre a
partire dal 2026.
Una piattaforma, tre
modelli di van
Un panel van per il segmento
medio, disponibile anche
in versione cargo van equipaggiato
con furgonatura
presumibilmente isotermica.
Più l’innovativo stepvan di
matrice nordamericana, su
cui altri (Arrival, per esempio)
avevano puntato e che
sarebbe davvero una primizia
per il mercato europeo.
Quest’ultimo ha 2,6 metri
di altezza con pianale ribassato
e accesso tramite porta
scorrevole sul lato destro. E
24
la cabina è collegata al vano
di carico tramite una porta.
Seduta, cockpit, display centrale
e volante sono di chiara
derivazione Renault, mentre
la grande novità è rappresentata
dal cosiddetto ‘delivery
button’ (personalizzabile,
anche se non è ancora chiaro
come), tra-
Flexis promette
il 20 per cento
di efficienza
in più rispetto
all’utilizzo di un
van tradizionale
ducibile con
‘tasto delle
consegne’ che
l’autista può
attivare alla bisogna.
Il tasto
‘magico’ apre
la porta interna
del van e
sblocca quella di uscita dal
veicolo sul lato del marciapiede.
Contestualmente, si
attiva il sensore che rileva
eventuali movimenti sul marciapiede
stesso per evitare
collisioni.
Il Ceo di Flexis, Philippe
Divry, una vita nell’automotive
e un recente passato
da manager in Volvo, pare
tutt’altro che preoccupato
quando gli facciamo notare,
nel corso della conferenza
stampa organizzata a margine
della presentazione, che
gli ultimi dati pubblicati da
Acea mostrano l’arretramento
della mobilità
elettrica,
anche leggera.
«Abbiamo
pochi dubbi
sul fatto che
la transizione
si concretizzerà
entro il
2030, e ancor
di più guardando al 2035.
Sono le aziende di logistica
a chiedercelo».
Non a caso, Flexis proprio
a Parigi ha annunciato che
sono state finora firmate 10
lettere d’intenti riguardanti
1.500 veicoli complessivamente.
Tra i nomi citati Db
«Saranno i servizi a fare la differenza»
Avevamo lasciato Pierre Sirolli
alla guida di Renault Trucks
Italia, esperienza che ha segnato
circa un quadriennio della sua
carriera. Adesso, Sirolli è a capo
della divisione Services and
solutions di Flexis, la parte forse
più innovativa del progetto. Lo
abbiamo incontrato a Parigi.
«In Flexis vogliamo creare il futuro
dell’ultimo miglio», racconta.
«Dal punto di vista strettamente
personale, è molto stimolante
mettere a disposizione le
competenze che ho costruito nel
corso della carriera per creare un
marchio, davvero da zero».
IL LEGAME CON L’ITALIA
Pierre Sirolli è ancora molto
legato all’Italia e parla un italiano
ottimo. «Saluto clienti, dipendenti
e concessionari di un’azienda,
Renault Trucks, che mi ha dato
tanto». E l’Italia è nel mirino di
Flexis. «In Italia ci sono più zone
a traffico limitato che in qualsiasi
paese europeo ma
la penetrazione dei
van elettrici rimane
bassa, sotto il 2
per cento. Sta poi
emergendo da parte
di diverse aziende,
non soltanto
di trasporto,
la necessità
di dimostrare
concretamente il
loro impegno sulla
sostenibilità anche
con l’uso di veicoli
green. Sono certo
che di fronte a tutto
questo la quota di
furgoni elettrici in
Italia aumenterà
presto». Oltre a
poter rispondere
già alle richieste dei
clienti italiani, entro
il terzo trimestre
del 2025 verranno aperti gli ordini,
promette Sirolli, che conferma il
triplo canale distributivo. «C’è il
canale diretto gestito da Flexis;
poi quello attraverso la rete
Renault che venderà i veicoli con
la Losanga. Il terzo canale sarà
gestito da Renault Trucks, come
avviene già oggi per il Trafic e
il Master». In tema di servizi,
l’offerta verrà sviluppata in seguito.
I principi che seguirà Flexis,
invece, sono già chiari: «Vogliamo
sviluppare il modello pay-per-use
che preveda una rata unica per il
cliente, comprensiva del costo del
veicolo e dei servizi collegati. Se
poi si intende acquistare un nuovo
servizio, per esempio, lo si può fare
in qualsiasi momento, adeguando
di conseguenza la rata, che sarà
stabilita sulla base dei chilometri
effettivamente percorsi dal veicolo.
Vorremmo, insomma, introdurre
quella flessibilità che, a nostro
avviso, finora manca sul mercato».
IL VAN COME LO SMARTPHONE
Inevitabile, poi, parlare del software
e del perché questo aspetto è
destinato, secondo Flexis, a fare
la differenza sul mercato nei
prossimi anni. «Il software gioca
un ruolo centrale nei van Flexis»,
spiega Sirolli, «in quanto gestisce
la macchina nelle sue funzionalità
e prestazioni. Un po’ come per
gli smartphone, c’è lo strato
fisico dell’hardware e poi uno
strato separato che consente, per
esempio, di operare aggiornamenti
over-the-air in modo semplice e
rapido. Inoltre, il veicolo definito
dal software ha un’architettura
centralizzata ed è più semplice
effettuare personalizzazioni, a tutto
vantaggio degli autisti ma anche
dei responsabili delle flotte. È come
avere la possibilità di installare
App sempre nuove su un telefono,
a prescindere dal suo hardware, e
migliorandone significativamente le
prestazioni, con ricadute positive
sulla sicurezza e sull’affidabilità
del sistema elettronico grazie
anche all’integrazione diretta con il
cloud».
25
Gli elettrici nella storica casa del Trafic
Lo scorso anno,
il sito produttivo
Renault di
Sandouville, appena
fuori dalla città
portuale di Le Havre,
in Normandia, ha
celebrato i suoi primi
60 anni. Dal 1964,
infatti, lo stabilimento
è stato centrale per
la Losanga, prima
per la costruzione di
tanti modelli di auto
e poi, dal 2014, per
l’assemblaggio della
terza generazione del
Trafic, il van medio
commercializzato
anche da Renault
Trucks nella sua
versione Red edition.
Sscelta azzeccata,
quella di Renault,
che nel 2023 ha
celebrato il primo
milione di Trafic
prodotti, ma anche il
lancio della versione
full-electric E-Tech.
Adesso, la storia
continua nel segno
dell’elettrificazione,
con l’obiettivo di
ospitare la produzione
dei furgoni elettrici
Flexis, che dovrebbero
essere assemblati
sulle stesse linee del
Trafic, anche termico.
Nello stabilimento
normanno di
Sandouville lavorano
circa 1.850 persone,
mentre altri 550
innesti sono previsti
in vista del 2026.
L’obiettivo di
Renault è quello
di raggiungere
a Sandouville la
neutralità carbonica
entro il 2030.
RENAULT
SCEGLIE I NOMI
Si chiameranno
Estafette (al
centro), Goelette
(a destra) e Trafic
(a sinistra) i van
elettrici softwarebased
che verranno
commercializzati da
Renault a partire
dal 2026. Estafette
e Goelette fanno
riferimento a
modelli di furgoni
messi sul mercato
da Renault nel
glorioso passato
della Losanga,
mentre lo sviluppo
promosso da Flexis
traghetta il Trafic
alla sua quarta
generazione.
Schenker, la francese Colis
Privé e la startup londinese
Hived. Lettere d’intento che
non sono ordini, bensì manifestazioni
di interesse comunque
significative.
Caratteristiche ‘native’ e
innovazioni varie produrranno,
secondo Flexis, l’incremento
del 20 per cento
dell’efficienza rispetto all’equivalente
veicolo termico,
con la riduzione dell’impronta
carbonica del 60 per cento
calcolata sull’intero ciclo di
vita del prodotto. Altro elemento
importante, e più volte
sottolineato, è la provenienza
europea dell’80 per cento
dei materiali con cui sono
Hardware e software
vanno a braccetto
Ed eccoci al capitolo software.
I van elettrici Flexis
saranno software-based, nel
senso che lo sviluppo del
software di gestione del
veicolo accompagnerà quello
della parte hardware sin
dall’inizio e prevederà aggiornamenti
costanti e overthe-air,
cioè senza dover pasrealizzati
i veicoli, sebbene
non siano stati comunicati
dettagli precisi sulla catena
di fornitura.
Investimenti per oltre
700 milioni di euro
Volvo e Renault hanno investito
300 milioni di euro
ciascuna nel progetto Flexis,
mentre Cma-Cgm ne ha
aggiunti 120. E oggi, circa
cento persone sono impegnate
nello sviluppo dei veicoli
elettrici, ma l’obiettivo del
Ceo Divry è raddoppiare il
numero degli addetti entro
la fine di quest’anno.
A proposito di target, come
detto, si cercherà di arrivare
in produzione entro la
metà del 2026. A Sandouville,
in Normandia, sulle stesse
linee che oggi Renault utilizza
per assemblare i suoi furgoni,
anche termici (nel box
qui sopra).
Particolare è, infine, la strategia
di distribuzione che
vuole adottare Flexis: ci si
appoggerà alla rete di vendita
(ma anche di assistenza)
di Renault e Renault Trucks
(gruppo Volvo), che potranno
commercializzare i van elettrici
anche con il loro marchio.
Avremo, dunque, van
e con logo Flexis, Renault
e Renault Trucks: modalità
che, assicurano in Flexis,
garantirà maggiore capillarità
d’azione.
«Poter contare su una
struttura produttiva già esistente
e collaudata è un grande
vantaggio», ha aggiunto il
Coo, Krishnan Sundararajan,
che ha illustrato le principali
caratteristiche tecniche della
piattaforma nativa elettrica:
«Un sistema da cento volt,
la possibilità di ricaricare le
batterie all’80 per cento in
meno di 20 minuti, nonché
la possibilità di installare
pacchi batterie con chimica
diversa, Lfp o Nmc, in un
singolo alloggiamento».
Oltre, aggiungiamo, al
raggio di sterzata, ridotto a
10,3 metri, «pari a quello di
un’auto del segmento B».
Nonostante non siano stati
forniti dati ufficiali, l’autonomia
dei van Flexis, dovrebbe
toccare i 600 chilometri nel
ciclo urbano. Ma ne sapremo
di più nei prossimi mesi,
quando verranno effettuati i
primi test, con il supporto dei
potenziali clienti.
sare dall’officina.
La qual cosa contribuirà
non soltanto a massimizzare
i vantaggi della manutenzione
predittiva del veicolo, ma
anche ad agevolare l’integrazione
della parte immateriale
dei van nell’ecosistema
digitale dell’utilizzatore.
A partire dalla piattaforma
Flex-e Connect di gestione
delle flotte, fino ai nuovi sistemi
pensati per migliorare
le operazioni di carico e di
consegna che speriamo presto
di vedere all’opera.
Al momento, i mercati di
riferimento per Flexis sono
quelli francese, inglese e tedesco,
che registrano i numeri
più significativi in Europa
in termini di immatricolazioni
di van elettrici. L’Italia è
naturalmente nel mirino, probabilmente
in una seconda
fase. Quando e se l’elettrico
decollerà.
Fabrizio Dalle Nogare
26
27
Nuovi costruttori in difficoltà
QUELL’ABISSO
TRA
IL DIRE E
IL FARE
Idee innovative e tecnologie
interessanti spesso non
bastano per aprire le porte
del mercato truck&van. Ecco
la rassegna aggiornata, tra
delusioni, sorprese e casi
di resilienza. In vista di un
futuro tutto da scrivere
Questo articolo non avremmo voluto scriverlo.
Siamo sempre stati convinti che la
transizione energetica debba passare anche
attraverso l’aria nuova che le start-up, soprattutto
nell’hi-tech, hanno dimostrato di saper portare. E
proprio la transizione aveva indotto molti a pensare
che le barriere all’entrata nel mercato, e nella
produzione, dei camion e dei furgoni potessero cadere
o, perlomeno, ridursi. Di più, forse qualcuno
anche si era convinto che la start-up stessa potesse
essere ambita e comprata dagli stessi grandi gruppi
industraili che dominano il mercato truck&van.
Ebbene, così non è stato.
OLTREOCEANO TRANSIZIONE IN FRENATA
Da settimane si parla dell’aggravarsi della
situazione finanziaria di Nikola, costruttore di
camion elettrici con sede a Phoenix, in Arizona.
Chiusa la partnership con Iveco, Nikola ha
piazzato nel 2024 poco più di 200 veicoli fuel
cell a idrogeno.
28 29
COME IN UNA
ROULETTE RUSSA
Nulla di cruento,
intendiamoci.
Parliamo sempre di
industria, in fondo.
Negli ultimi anni
sono state tante
le aziende che si
sono affacciate
sul mercato, con
l’idea di proporre
modelli innovativi
e cambiare
radicalmente
il trasporto
commerciale. Come
abbiamo voluto
mostrare anche
graficamente,
non tutti hanno
superato indenni la
prima fase. In nero,
i marchi che hanno
lasciato e in grigio
quelli ancora in
forse.
Arrival ha dichiarato
bancarotta all’inizio del
2024
Per via del complesso
mercato dell’idrogeno,
Ballard ha dovuto operare
dei tagli nel 2024
L’azienda ha dichiarato
bancarotta nel gennaio 2025
Un comunicato dello scorso
18 febbraio annuncia la
messa in liquidazione della
start-up franco-americana
Si cercano nuovi investitori,
la liquidità sarebbe
praticamente finita
ARRIVAL
CANOO
Ha dichiarato fallimento.
Se entro marzo non si
presenterà un investitore
chiuderà le attività
Da novembre si continua
con uno sparuto drappello
di 40 impiegati, la chiusura
è sempre più probabile
L’azienda di Elon Musk
è sulla bocca di tutti, ma
il progetto del Semi va a
rilento
Dallo scorso settembre si
sono perse le tracce del
costruttore inglese, che non
esiste più
In bancarotta nel 2023, il
marchio è rinato con un
nuovo progetto più concreto
Iniziano a farsi tanti, infatti,
i costruttori che non sono
stati in grado di superare la
fase ‘power point’ (presentazioni,
strategie, proclami)
o quella prototipale. Troppo
complesso mettere in
piedi dal nulla una supply
chain, attrezzare impianti
produttivi e predisporre la
rete di vendita e assistenza
su scala internazionale. In
fondo, seppur con la catena
cinematica semplificata a
livello di componenti, i veicoli
commerciali elettrici o a
idrogeno (i cinesi utilizzano
la formula omnicomprensiva
‘new energy’) devono essere
costruiti, commercializzati e
riparati proprio come quelli
dotati di motore a combustione
interna.
I nuovi arrivati
affrontano la realtà
E i costruttori tradizionali, da
questo punto di vista, godono
di un vantaggio fondamentale
e non eludibile.
Su Vado e Torno 3/2024 abbiamo
pubblicato la rassegna
dei costruttori (quasi tutti
‘newcomer’) alle prese con
le prime spine. Tra questi, già
non figurava Arrival, azienda
britannica che nell’immediato
post-Covid aveva
cercato di rivoluzionare l’ultimo
miglio,
immaginando
non solo
C’è anche chi è
stato accusato di
sottrarre i fondi
aziendali per
pagarsi i viaggi in
elicottero
di progettare
van elettrici
costruiti
con materiali
innovativi e
più sostenibili,
ma di assemblarli
in
micro-fabbriche diffuse per
l’Europa, quasi on-demand,
con sistemi altamente automatizzati.
Quel progetto è durato
ben poco, forse a causa della
scarsa fiducia degli investitori,
i quali ben presto avevano
chiuso i cordoni della borsa.
Qualche mese dopo la fine
dell’avventura di Arrival, un
altro costruttore di van, questa
volta americano, Canoo,
si era accaparrato gli asset
produttivi della defunta concorrente
al 20 per cento del
loro valore effettivo, come
dichiarato proprio da Canoo.
Parliamo di robot, sistemi di
assemblaggio
e verniciatura,
attrezzature
per il
controllo e la
verifica dei
materiali.
Era il
marzo 2024
e certo non
si poteva immaginare
che meno di un anno
dopo l’azienda americana
avrebbe chiuso i battenti:
l’interesse mostrato da colossi
come Walmart, Us Postal
e addirittura dalla Nasa
non è bastato, forse anche a
causa delle stravaganze del
chiacchierato fondatore Tony
Aquila, accusato anche di
TESLA
LE SPALLE LARGHE
DI ELON MUSK
Non si può certo
dire che il progetto
del Semi, il truck
elettrico di Tesla,
sia filato liscio.
Anche se i primi
clienti effettivi
paiono esserci.
Conterà, in questo
senso, il peso
crescente di Elon
Musk sulla nuova
amministrazione
Usa. A destra,
dall’alto, due
modelli di van
elettrici che non
sono arrivati
alla fase della
produzione di
serie: dal progetto
americano Canoo,
arenatosi all’inizio
di quest’anno, alla
britannica Arrival,
sulla carta la più
rivoluzionaria tra le
newcomer.
utilizzare i fondi di Canoo
come rimborso per i suoi
spostamenti in jet privato.
Storie torbide di manager
non sempre specchiati, proprio
come il primo Ceo di
Nikola, Trevor Milton, condannato
alla fine del 2023 a
quattro anni di carcere per
frode (mentì sullo sviluppo
tecnologico dei suoi truck). E
anche se Nikola è riuscita a
sopravvivere ai guai del suo
fondatore e anche alla rottura
dell’alleanza con Iveco, nel
2023, non ha certo trovato
stabilità.
Quando duecento
camion non bastano
Il costruttore di Phoenix, Arizona,
ha dovuto far fronte al
richiamo dei camion elettrici
immessi sul mercato per risolverne
i problemi tecnici
e si è nel tempo concentrato
soprattutto sulla variante a
celle a combustibile a idrogeno,
cercando di creare anche
un ecosistema comprendente,
per esempio, le stazioni
di rifornimento attraverso il
marchio Hyla. Pur vendendo,
nei primi nove mesi del
2024, 200 camion a idrogeno,
Nikola non ha coperto i
costi, visto che, proprio in
questi giorni, ha dichiarato
fallimento. E, dalla fine di
marzo, se non ci saranno
colpi di scena, chiuderà i
battenti.
La conclamata crisi dell’idrogeno,
per niente competitivo
al momento e privo della
necessaria infrastruttura di rifornimento,
ha fatto altre vittime.
La tedesca Quantron
appariva più solida di altre
aziende per via del gruppo
controllante, Haller, attivo
nell’automotive da oltre
cento anni. Nata come specialista
in retrofit di veicoli
leggeri e pesanti, Quantron
si è dotata da subito di un
attrezzato reparto di design,
il cui primo risultato è stato
il pesante Qhm Aero su
base Man Tgx, naturalmente
30
31
TEVVA
CHI NON CAMBIA
È PERDUTO
Il chiaro riferimento
è al progetto Volta
Trucks, arenatosi
nell’autunno del
2023 e rinato
grazie all’impegno
di un manipolo
di coraggiosi (e
all’interessamento
di un fondo di
investimenti).
Le difficoltà di
accesso al mercato
non riguardano
solo i costruttori
di veicoli, ma
anche le aziende
specializzate nella
produzione di
componenti chiave,
per esempio le fuel
cell, come Ballard.
Che ha preso
le distanze dal
trasporto stradale
per dedicarsi a
quello ferroviario.
QUANTRON
a idrogeno. Ma l’eccessiva
fiducia nel mercato dell’idrogeno
e alcune non chiare
vicende societarie hanno fatto
rapidamente precipitare la
situazione, con l’azienda dichiarata
insolvente lo scorso
BALLARD
VOLTA TRUCKS
autunno. Con buona pace
degli ambiziosi piani di sviluppo,
che hanno riguardato
anche l’Italia.
L’idrogeno, poi, ha scottato
anche i ‘grandi’ come
Renault. Il costruttore francese
ha promosso all’inizio
del decennio la joint venture
Hyvia con Plug power.
Obiettivo: immettere sul
mercato i suoi van alimentati
con celle a combustibile.
Anche in questo caso, piani
HYVIA
ambiziosi e prototipi a ogni
fiera, fino alla pietra tombale
al progetto nelle parole del
Ceo Luca de Meo, arresosi
al fatto che «attualmente,
non si vede un mercato per
l’idrogeno».
HYZON
Le difficoltà di questo vettore,
che rappresenta ancora
la speranza per decarbonizzare
il trasporto pesante nel
medio-lungo termine, si sono
riversate a cascata anche
sui costruttori di componenti
chiave, come le celle a combustibile.
Le celle a combustibile
hanno fatto fiasco
Tra i più noti specialisti al
mondo, i canadesi di Ballard
(investitori nel progetto
Quantron) stanno rivedendo
al ribasso i propri piani di
sviluppo, riducendo la forza
lavoro e puntando più su altri
settori, come il ferroviario,
piuttosto che sul trasporto
stradale.
Chi pare destinata al fallimento
è invece Hyzon,
azienda specializzata nel
retrofit di camion verso l’idrogeno.
Cuore negli Usa ma
più di un piede in Europa,
precisamente in Olanda, che,
dopo le prime difficoltà, ha
Ma c’è anche chi ha il vento in poppa
comunicato nell’estate 2024
di volersi concentrare sul
Nordamerica e sulla produzione
di celle a combustibile.
Ma le dimissioni del Ceo,
Parker Meeks, suonano come
il de profundis: sembra che
la liquidità non basti per traghettare
Hyzon oltre il mese
di febbraio.
Dall’autunno
scorso,
chi cerca
su Google i
Il quadro della
mobilità a
zero emissioni
è in continuo
cambiamento. Se gran
parte degli esempi
che abbiamo citato
nel testo mettono
in risalto le spine
della transizione,
altri hanno il colore
verde della speranza.
Volta Trucks, come
detto, sta lentamente
risorgendo dalle sue
ceneri come una
novella araba fenice,
mentre all’inizio di
quest’anno sono stati
presentati i primi
van elettrici con
architettura nativa
elettrica di Flexis.
La statunitense
Rivian si è affrancata
dalla clausola di
esclusività sottoscritta
con Amazon e da
qualche settimana
«Per ora non si
vede un mercato
per l’idrogeno»,
sono le parole del
Ceo di Renault,
Luca de Meo
contatti di
Tevva, costruttore
britannico
di
truck medi
elettrici con
sguardo sull’Europa, trova
la dicitura ‘chiuso definitivamente’.
Il progetto ce lo
aveva raccontato il fondatore
Asher Bennett: costruire
camion elettrici, all’inizio
per la distribuzione urbana e
regionale, dotandoli di ‘range
extender’ alimentato a idrogeno.
Non si è andati oltre la
commercializza i
suoi van elettrici in
Nordamerica nel libero
mercato. Quindi c’è il
lungo capitolo cinese:
il truck elettrico
Windrose (nella foto)
rivaleggia con il Semi
di Tesla promettendo
un’autonomia da
record e attirando
l’attenzione di
potenziali clienti
in tutto il mondo
(letteralmente:
dall’Europa al
Nordamerica, fino
alla Nuova Zelanda).
Dall’esperienza della
cinese Miraco Motors
nasce l’avventura
di Flynt,
attiva dalla
fine del
2024 in
Olanda
con
l’obiettivo
di lanciare
costruzione di alcuni prototipi
e ai test, al tempo definiti
di successo, con un numero
limitato di potenziali clienti
nel Regno Unito.
Chi ha le spalle ben più
coperte, al contrario, è Tesla,
che vola grazie all’enorme
potere di cui gode il
fondatore Elon
Musk ma deve
però fare i conti
con un Donald
Trump non
proprio tenero
nei confronti
della mobilità
elettrica. Sappiamo
come
Tesla centellini
le informazioni sui suoi
progetti, ma il silenzio che
circonda le sorti del camion
elettric Semi, visto per la prima
volta in Europa alla Iaa
Transportation 2024, non è
confortante.
Insomma, i nuovi arrivati
non hanno vita facile. L’impresa
di approcciare il mer-
van nativi elettrici sul
mercato il prossimo
anno. E se Byd ha
già una struttura
rodata in Europa per
quanto riguarda auto
e autobus, Farizon
Auto è il marchio
del gruppo Geely
dedicato al trasporto
commerciale leggero.
Il furgone elettrico
Sv è materialmente
giunto nel Regno
Unito da qualche
settimana, con le
prime consegne
previste nel
secondo trimestre di
quest’anno.
cato è difficile, certo, ma non
impossibile. ne è un esempio
la vicenda di Volta Trucks.
Prima il clamoroso fallimento
in l’Europa nell’ottobre
2023 docuto principalmente
alle questioni legate alla supply
chain e alla volontà degli
investitori.
L’araba fenice può
tornare a volare
Dopo il patatrac, però, uno
zoccolo duro all’interno di
Volta non ha mollato e ha
dato vita al progetto ‘araba
fenice’. Un anno e mezzo
dopo, con il prodotto rivisto,
la strategia meno altisonante
e più concreta e anche la
struttura aziendale molto più
snella rispetto al passato,
Volta Trucks 2.0 è pronta a
sfidare nuovamente il destino
e, soprattutto, il mercato.
Ne parleremo in un dialogo
con i protagonisti della
nuova avventura sul prossimo
numero di Vado e Torno.
Fabrizio Dalle Nogare
32
33
Immatricolazioni truck&van
L’EUROPA
A DOPPIA
VELOCITÀ
A quella, sostenuta, del
settore van si contrappone
il rallentamento del mercato
truck, ben più marcato nel
segmento superiore a 16 ton.
Gli elettrici si fermano al 2,7
per cento tra i truck e al 6,5
tra i van. L’analisi sui dati Acea
Se in Italia, e ne abbiamo scritto nel
dettaglio sullo scorso numero di Vado
e Torno, le immatricolazioni 2024
hanno fatto segnare un leggero calo tra i
camion e una piccola crescita tra i furgoni,
allargando lo sguardo al campo europeo le
tendenze paiono quanto meno amplificate.
Piccola nota metodologica prima di
addentrarci negli abissi dei dati, quelli
ufficiali, forniti da Acea che monitora
con cadenza trimestrale l’andamento del
mercato: si è scelto di considerare nelle
nostre analisi non soltanto i paesi che aderiscono
all’Unione europea, ma anche la
cosiddetta area Efta (Svizzera, Norvegia
e Islanda) e il Regno Unito. Tutti i dati
in queste pagine, quindi, si riferiscono a
quest’area geografica che, a nostro avviso,
meglio rappresenta le tendenze in atto nel
Vecchio Continente.
A livello macro, innanzitutto, le immatricolazioni
di camion, quindi veicoli
con massa totale a terra superiore a 3,5
ton, hanno segnato il passo nel 2024, con
un arretramento del 5,5 per cento rispetto
all’anno precedente. Valore dettato soprattutto
dal segmento superiore alle 16 ton,
che è calato di oltre l’8 per cento su base
annua, poco sotto alle 316 mila unità contro
le 345 mila di un anno fa.
34
35
OLTRE I
DUE MILIONI
I veicoli
commerciali leggeri
immatricolati
lo scorso
anno nell’area
Ue+Efta+Uk
hanno superato
la soglia dei due
milioni grazie a un
aumento dell’8,3
per cento su base
annua. I camion,
invece, sono scesi
sotto la soglia dei
400 mila veicoli.
In entrambi i casi,
il diesel rimane la
scelta principale
degli acquirenti,
con le altre
opzioni nettamente
staccate.
Non decolla,
evidentemente,
l’elettrico.
1.600.000
1.400.000
1.200.000
1.000.000
800.000
600.000
400.000
200.000
0
Van
+8,3
MERCATO VEICOLI COMMERCIALI
2024 VS 2023
2024 2023 % 2024/2023
Van 2.002.023 1.872.519 8,3
Truck 392.277 415.189 -6,3
Dati relativi a Ue+Efta+Uk. Fonte: Acea.
Truck
2023 2024
-6,3
TRA I VAN IL PODIO
NON CAMBIA
Francia, Regno
Unito e Germania,
in quest’ordine,
sono i paesi dove
si immatricolano
più veicoli
commerciali
leggeri in Europa.
Un trio che si
ripresenta anche
nel caso delle
sole registrazioni
elettriche.
L’Italia è quarta
nella classifica
complessiva,
mentre scende
all’ottavo posto
se si prendono in
considerazione
i soli veicoli
‘alla spina’.
Sopravanzata dai
paesi nordici ma
anche dalla Spagna.
MERCATO VAN ELETTRICI 2024
SOTTO 3,5 TON PER NAZIONE (TOP 10)
Immatricolazioni Immatricolazioni Trend %
2024 2023 2024/2023
Francia 27.059 27.789 -2,6
Regno Unito 23.317 22.269 4,7
Germania 14.999 20.798 -27,9
Svezia 8.698 8.667 0,4
Norvegia 8.244 9.002 -8,4
Spagna 7.184 9.965 -27,9
Danimarca 4.941 3.266 51,3
Italia 4.299 7.275 -40,9
Austria 2.909 3.265 -10,9
Belgio 2.644 3.070 -13,9
Altri 26.229 35.874 -36,7
Totale 130.523 141.340 -7,7
Dati relativi a Ue+Efta+Uk. Fonte: Acea.
MERCATO VEICOLI COMMERCIALI
2024 VS 2023 PER ALIMENTAZIONI
Van Truck
Diesel % 85 94,7
Elettrici % 6,5 2,7
Benzina % 5,2 0
Ibridi % 2 0
Altri % 1,2 2,5
Totale % 100 100
Dati Ue+Efta+Uk. Fonte: Acea.
Al contrario, il segmento medio
ha chiuso l’anno in positivo,
con l’incremento del
7,2 per cento e poco più di
75 mila libretti staccati.
Guardando alle alimentazioni
dei truck immatricolati
nell’area Eu+Efta+Uk, il
diesel si conferma la scelta
largamente principale assorbendo
il 94,7 per cento delle
immatricolazioni complessive.
Le opzioni elettriche (che
per l’Acea includono anche
i veicoli ibridi plug-in) contano
per il 2,7 per cento sul
totale, mentre il restante 2,5
per cento se lo dividono tutte
le altre opzioni, inclusi i veicoli
alimentati a gas naturale.
In valore assoluto, i veicoli
elettrici sono gli unici a
chiudere l’anno con il segno
100
80
60
40
20
positivo, sebbene con un risicato
2,1 per cento rispetto
al 2023, dunque poco sopra
le 10 mila unità.
Bene i veicoli
commerciali leggeri
Sorride, di contro, il comparto
dei veicoli commerciali
leggeri, che ha chiuso
0
Benzina Diesel Elettrico (Ecv)
Ibrido elettrico (Hev) Altri
Van
Truck
L’industria automotive europea è in cerca
di soluzioni graduali che consentano di
evitare il rischio di incorrere nelle multe ad
oggi previste in caso di stagnazione della
diffusione di veicoli elettrici.
Sigrid de Vries, direttore generale Acea
l’anno superando i due milioni
di veicoli immatricolati
(2.002.023), in crescita del
6,9 per cento su base annua.
Incremento che tocca l’8,3
per cento considerando soltanto
i paesi che fanno parte
dell’Unione di Bruxelles.
In tema di alimentazioni,
il diesel rimane chiaramente
l’opzione preferita, assorbendo
l’85 per cento delle immatricolazioni
totali. Elettrici
e ibiridi plug-in si fermano
al 6,5 per cento, le opzioni a
benzina superano di poco il 5
per cento del mercato, mentre
il 2 per cento dei clienti
sceglie altre opzioni ibride.
In valore assoluto crescono
un po’ tutte le alimentazioni
eccetto quelle più vicine
all’elettrificazione: i veicoli
ibridi (full e mild hybrid) e
quelli definiti elettrici (full
electric e plug-in) arretrano
rispetto al 2023 rispettivamente
del 2,2 e del 7,7 per
cento.
A dimostrazione del fatto che
MERCATO VAN 2024
SOTTO 3,5 TON PER NAZIONE (TOP 10)
Immatricolazioni Immatricolazioni Trend %
2024 2023 2024/2023
Francia 379.747 375.510 1,1
Regno Unito 354.265 344.845 2,7
Germania 281.078 259.376 8,4
Italia 198.517 196.732 0,9
Spagna 166.157 146.144 13,7
Olanda 129.878 69.294 87,4
Polonia 66.853 64.522 3,6
Belgio 65.780 67.549 -2,6
Svezia 38.328 43.713 -12,3
Austria 33.075 30.701 7,7
Altri 288.345 274.133 4,9
Totale 2.002.023 1.872.519 6,9
Dati relativi a Ue+Efta+Uk. Fonte: Acea.
la strada verso le emissioni
zero (allo scarico, è bene
ricordarlo) è ancora lunga
e tortuosa un po’ in tutte le
nazioni europee, con relativamente
poche eccezioni.
Tutti i dati, nazione
per nazione
Acea fornisce anche la suddivisione
delle immatricolazioni
per singola nazione.
Vediamo quindi che, sempre
tra i veicoli commerciali fino
a 3,5 ton, quasi tutti i principali
paesi mostrano un andamento
positivo, con le sole
eccezioni di Belgio e Svezia
tra i primi 10 del lotto.
Molto bene, di contro
Olanda e Spagna, subito
dietro i ‘big four’. Francia
e Regno Unito sono i luoghi
principali per utilizzo di furgoni,
davanti alla Germania
(che cresce di oltre l’8 per
cento) e all’Italia, sostanzialmente
stabile rispetto al 2023
con poco meno di 200 mila
unità registrate.
Il segno meno impera, invece,
se si restringe il campo
ai veicoli ‘alla spina’: praticamente
tutti paesi principali
soffrono, con la lodevole
eccezione della Danimarca,
in crescita di oltre il 50 per
36
37
TREND INVERTITO
TRA I MEDI
Acea si sofferma
sulle dinamiche
di mercato nella
fascia dei medioleggeri
(3,5-16
ton). Qui prevale
il segno più nelle
immatricolazioni
complessive, in
controtendenza
rispetto al
comparto truck,
mentre calano le
soluzioni elettriche
o ibride plug-in
nell’ordine dell’11
per cento sui dati
del 2023.
MERCATO TRUCK 2024
TRA 16 E 3,5 TON PER NAZIONE (TOP 10)
Immatricolazioni Immatricolazioni Trend %
2024 2023 2024/2023
Germania 28.027 25.838 8,5
Regno Unito 14.017 11.904 17,8
Francia 8.064 8.531 -5,5
Spagna 5.052 4.434 13,9
Italia 4.959 4.719 5,1
Polonia 3.505 3.694 -5,1
Olanda 2.754 2.039 35,1
Belgio 1.408 1.240 13,5
Norvegia 1.349 1.659 -18,7
Svizzera 963 752 28,1
Altri 5.271 5.472 -3,8
Totale 75.369 70.282 7,2
Dati relativi a Ue+Efta+Uk. Fonte: Acea.
IL 2024 NON È
STATO SEMPLICE
Le immatricolazioni
di camion in
Europa hanno
avuto una generale
contrazione lo
scorso anno, con
l’eccezione della
sola Spagna tra i
mercati principali.
Fa sensazione
non vedere l’Italia
nemmeno in top
ten nella classifica
che considera solo
le immatricolazioni
di camion elettrici
con massa
superiore a 16 ton.
MERCATO TRUCK 2024
SOPRA 16 TON PER NAZIONE (TOP 10)
Immatricolazioni Immatricolazioni Trend %
2024 2023 2024/2023
Germania 60.213 68.982 -12,7
Francia 42.571 43.612 -2,4
Regno Unito 38.875 42.112 -7,7
Spagna 27.088 24.254 11,7
Polonia 24.538 31.788 -22,8
Italia 23.739 24.170 -1,8
Olanda 15.820 14.097 12,2
Cechia 9.172 10.408 -11,9
Austria 7.970 8.008 -0,5
Romania 7.955 8.497 -6,4
Altri 58.967 68.979 -16,9
Totale 316.908 344.907 -8,1
Dati relativi a Ue+Efta+Uk. Fonte: Acea.
cento su base annua. E se
questa speciale classifica vede
invariato il podio rispetto
a quella delle immatricolazioni
totali, l’Italia passa dal
quarto all’ottavo posto per
via del vero e proprio crollo
(oltre il 40 per cento in meno
sul 2023 in valore assoluto)
registrato lo scorso anno. Anche
se l’avvio del 2025, per
il nostro Paese, pare incoraggiante
sull’elettrificazione.
Ma, si sa, una rondine non
può far primavera.
Salendo leggermente in
termini di tonnellaggio dei
veicoli, Acea riporta i dati
relativi al segmento dei camion
leggeri e medi (da 3,5
a 16 ton). Segmento che, a
livello europeo, guadagna
oltre il 7 per cento rispetto
al 2023, con poco più di 75
mila immatricolazioni complessive.
In testa troviamo la
Germania, che immatricola
praticamente il doppio dei
veicoli del Regno Unito. Più
staccata la Francia, davanti a
Spagna, Italia e Polonia. Anche
in questo caso, abbiamo
voluto isolare le immatricolazioni
di camion elettrici,
che sono diminuite dell’11
per cento sul 2023 con circa
6.400 veicoli registrati. Germania,
Regno Unito e Francia
occupano il podio, con
quest’ultima però in drastico
calo (quasi il 75 per cento di
immatricolazioni in meno)
rispetto all’anno precedente.
Soffre anche la Norvegia, un
po’ a sorpresa, mentre l’Italia,
ottava, vede più che raddoppiate
le immatricolazioni
elettriche.
Il segmento del mercato
truck numericamente più
significativo è quello dei pesanti,
quindi con massa totale
oltre le 16 ton. Detto della
contrazione del mercato,
nell’ordine dell’8 per cento,
nel 2024 sono stati immatricolati
nell’area Eu+Efta+Uk
poco meno di 317 mila veicoli.
E proprio come nel
segmento dei medio-leggeri,
il podio è saldamente nelle
mani di Germania (60 mila
unità immatricolate), Regno
Unito (42.500) e Francia
(38.800), con la Spagna che
grazie all’abbrivio del 2024
ha sopravanzato la Polonia al
quarto posto.
Proprio la Polonia, snodo
logistico molto importante
nel contesto europeo, ha fat-
MERCATO TRUCK ELETTRICI 2024
TRA 16 E 3,5 TON PER NAZIONE (TOP 10)
Immatricolazioni Immatricolazioni Trend %
2024 2023 2024/2023
Germania 2.378 1.563 52,1
Regno Unito 1.645 1.222 34,6
Francia 642 2.534 -74,7
Norvegia 327 510 -35,9
Svizzera 270 197 37,1
Spagna 242 163 48,5
Danimarca 212 104 103,8
Italia 189 69 173,9
Olanda 184 766 -76
Svezia 122 3 3966
Altri 222 109 50,9
Totale 6.433 7.240 -11,1
Dati relativi a Ue+Efta+Uk.Fonte: Acea.
MERCATO CAMION ELETTRICI 2024
SOPRA 16 TON PER NAZIONE (TOP 10)
Immatricolazioni Immatricolazioni Trend %
2024 2023 2024/2023
Germania 1.035 606 70,8
Francia 671 551 21,8
Olanda 478 382 25,1
Norvegia 371 195 90,3
Svezia 344 289 19
Svizzera 306 190 61,1
Regno Unito 278 288 -3,5
Danimarca 235 212 10,8
Austria 167 59 183,1
Spagna 136 178 -23,6
Altri 270 312 -15,5
Totale 4.291 3.262 31,5
Dati relativi a Ue+Efta+Uk. Fonte: Acea.
Gli investimenti pubblici possono svolgere
un ruolo fondamentale nel promuovere le
economie di scala, ridurre i costi dei veicoli
elettrici e creare quella fiducia necessaria
per stimolare il mercato.
Raluca Marian, direttore Eu, Iru
to registrare la contrazione
più significativa tra i dieci
principali mercati, con quasi
il 23 per cento in meno delle
immatricolazioni in valore
assoluto. Così, l’Italia, sesta,
può insidiarla un po’ più da
vicino grazie alla contrazione
contenuta del suo mercato.
Chiudono la top-ten Olanda,
Cechia, Austria e Romania.
Le immatricolazioni di
camion elettrici over 16 ton
sul totale sono, è vero, una
parte ancora abbastanza risibile,
sebbene comunque
in aumento di oltre il 31 per
cento sul 2023. Nella top five
di questa speciale classifica
troviamo Germania, Francia,
Olanda, Norvegia e Svezia, a
conferma di come l’elettrificazione
del trasporto pesante,
in questo momento, sia una
questione essenzialmente
nord-europea.
Il comparto dei
veicoli pesanti
Tutte mercati che fanno segnare
trend in crescita nel
2024, al pari di Svizzera,
Danimarca e Austria, sebbene
con numeri un po’ ridotti.
Un piccolo calo in termini
assoluti si registra nel Regno
Unito, così come in Spagna,
che arretra di oltre il 23 per
cento.
E l’Italia? Praticamente
non pervenuta, con le sue
24 immatricolazioni, in calo
del 20 per cento sulle 30
del 2023. Il viaggio elettrico
del trasporto pesante, dalle
nostre parti, deve ancora cominciare.
Fabrizio Dalle Nogare
38
39
Mercato trainati 2024
FOTOGRAFIA
DI UN
ANNO DA
DIMENTICARE
Se camion e furgoni hanno
sostanzialmente tenuto nel
2024, lo stesso non si può
dire dei trainati, in calo di
oltre il 13 per cento. Urgono
investimenti nel settore e il
supporto delle istituzioni.
Ecco i dati Anfia nel dettaglio
Quello che si è da poco concluso è
stato davvero un ‘annus horribilis’
per i veicoli trainati in Italia, con
una flessione nelle immatricolazioni che
rischia, se non ci sarà un’inversione di tendenza,
di fare danni al settore. Gli addetti
ai lavori sperano che lo spiraglio (più 5,5
per cento) visto a dicembre su base annuale
sia l’inizio di un trend positivo, ma non
è detto che sia così, anzi.
«Numeri alla mano, è evidente che il
2024 sia stato un anno negativo per il
mercato dei trainati, un mercato che, solo
due anni prima, aveva sfiorato le 17 mila
unità. Date queste premesse, crediamo
che il trend di flessione del mercato non si
arresterà nel 2025 senza interventi mirati
da parte del Governo», ha detto Michele
Mastagni, coordinatore del gruppo Rimorchi,
semirimorchi e allestimenti di Unrae,
commentando i dati relativi alle immatricolazioni
del 2024.
40
41
MERCATO ITALIA 2024 SOPRA 16 TON PER ALLESTIMENTO
Immatricolazioni Immatricolazioni Trend % Quota % Quota %
2024 2023 2024/2023 mercato 2024 mercato 2023
Centinati 3.049 4.391 -30,6 22,7 28,3
Isotermici 2.104 2.406 -12,6 15,6 15,5
Ribaltabili 1.886 1.470 28,3 14 9,5
Furgoni 1.331 1.501 -11,3 9,9 9,7
Portacontainer 1.237 1.995 -36,7 9,2 12,6
Vari allestimenti 867 485 78,8 6,4 3,1
Cisterne 654 575 13,7 4,9 3,7
Pianali 606 826 -26,6 4,5 5,3
Cassoni 533 557 -4,3 4 3,6
Eccezionali 442 361 22,4 3,3 2,3
Altri 745 947 -27,1 5,5 6,4
Totale 13.454 15.514 -13,3 - -
Fonte: Anfia
MERCATO ITALIA 2024 SOPRA 16 TON PER MARCA
Immatricolazioni Immatricolazioni Trend % Quota % Quota %
2024 2023 2024/2023 mercato 2024 mercato 2023
Schmitz Cargobull 1.821 2.430 -25,1 13,5 15,7
Kögel 1.545 1.643 -6 11,5 10,6
Menci 1.435 1.328 8,1 10,7 8,6
Tecnokar 1.070 1.001 6,9 8 6,5
Krone 888 1.278 -30,5 6,6 8,2
Viberti Rimorchi 797 1.038 -23,2 5,9 6,7
Lecitrailer 747 940 -20,5 5,6 6,1
Lamberet 524 608 -13,8 3,9 3,9
Omar 264 276 -4,3 2 1,8
C.C.F.C. 228 125 82,4 1,7 0,8
Bertoia 221 174 27 1,6 1,1
Fruehauf 213 153 39,2 1,6 1
Altri 3.701 4.520 -18 31,2 29
Totale 13.454 15.514 -13,3 - -
Fonte: Anfia
MERCATO ITALIA 2024 SOPRA 16 TON PER AREE GEOGRAFICHE
Immatricolazioni Immatricolazioni Trend % Quota % Quota %
2024 2023 2024/2023 mercato 2024 mercato 2023
Nord-ovest 3.346 4.225 -20,8 24,9 27,2
Nord-est 3.266 4.704 -22,8 27 30,3
Centro 1.991 2.151 -7,4 14,8 13,9
Sud e isole 4.477 4.434 1 33,3 28,6
Totale 13.454 15.514 -13,3 - -
Fonte: Anfia
PREVALGONO I SEGNI ‘MENO’
Le elaborazioni effettuate da Anfia ci restituiscono una
fotografia puntuale. Sopra, il virtuale podio dei costruttori
non cambia rispetto al 2023, con Schmitz, Kögel e Menci.
Sotto, i dati ufficiali mostrano come il segmento dei
rimorchi pesanti abbia sostanzialmente tenuto nel 2024.
MERCATO ITALIA 2024 SOPRA 16 TON PER TIPO DI VEICOLO
Immatricolazioni Immatricolazioni Trend % Quota % Quota %
2024 2023 2024/2023 mercato 2024 mercato 2023
Semirimorchi 12.128 14.193 -14,5 90,1 91,5
Rimorchi pesanti 1.326 1.321 0,4 9,9 8,5
Totale 13.454 15.514 -13,3 - -
Fonte: Anfia
Dati che parlano di un calo
superiore al 13 per cento nel
2024 rispetto all’anno precedente.
In soldoni, Anfia certifica
che nell’intero anno sono
stati emessi 13.513 libretti di
circolazione di nuovi rimorchi
e semirimorchi, 13.454 se
si considerano solo i veicoli
con massa totale superiore
alle 16 ton, che costituiscono
evidentemente la stragrande
maggioranza del totale.
Un bel passo indietro
rispetto al 2023, quando
(sempre nel segmento over
16 ton) le immatricolazioni
avevano di poco superato
quota 15.500. Il trend al ribasso
è stato una costante
praticamente per tutto l’anno,
ad eccezione, come detto,
del mese di dicembre, e ha
interessato principalmente i
semirimorchi che pesano per
oltre il 90 per cento sul totale
dei veicoli trainati.
I perché di un anno
complicato
Un osservatore attento e
interessato come Mastagni
cerca di risalire alle cause di
questa flessione. «Il nostro
settore è strettamente legato
all’economia produttiva, che
attualmente sta subendo un
forte rallentamento. A ciò
si aggiungono le incertezze
economiche e geopolitiche,
che spingono le aziende a
mantenere un approccio prudente
negli investimenti. Infine,
non vanno dimenticate
le difficoltà che le imprese
riscontrano nell’accesso al
credito». Ce n’è per tutti i
gusti, insomma, e si guarda
al possibile supporto del
Governo: «È essenziale attivare
una politica di incentivi
strutturata e programmata,
con dotazione di almeno 70
milioni di euro nei prossimi
quattro anni, per supportare
fattivamente le imprese nel
rinnovo del parco».
Gli fa eco Massimo Menci,
presidente della sezione
Rimorchi Anfia: «Continueremo
a impegnarci per sostenere
gli investimenti in
innovazione e sostenibilità,
favorendo il rinnovo del
parco circolante attraverso
incentivi mirati alla sostituzione
dei veicoli più obsoleti.
Ci auguriamo che il
Governo intervenga, come
annunciato, definendo nel
prossimo provvedimento
utile un fondo strutturale per
l’autotrasporto».
Uno sguardo più attento
alla top-10 dei costruttori
attivi in Italia mostra il calo
significativo di due colossi
esteri come Schimtz Cargobull
e Krone, con Schmitz
che mantiene il primo posto
su Kögel, mentre Krone si
vede scavalcata da Tecnokar
al quarto posto. Bene anche
Menci, che guadagna due
Il trend di flessione del mercato non si
arresterà nel 2025 senza interventi mirati
da parte del Governo.
Michele Mastagni, coordinatore del gruppo
Rimorchi, semirimorchi e allestimenti, Unrae
punti di quota di mercato oltre
a far segnare luce verde
in termini assoluti. Prendendo
in considerazione i soli
rimorchi pesanti, invece,
primeggia Omar davanti alla
stessa Menci.
Soffrono più gli esteri
degli italiani
Il dato sulla provenienza dei
veicoli indica che i marchi
esteri hanno sofferto di più
rispetto a quelli nazionali,
con un calo del 21 per cento
rispetto all’1,4 per cento
degli autoctoni. In tema di
allestimenti, si conferma
ben salda la leadership dei
centinati, nonostante il calo
di oltre il 30 per cento in rapporto
al 2023. Calano anche
gli isotermici e, di oltre il
36 per cento, i portacontainer,
che perdono posizioni in
favore dei ribaltabili, ulteriore
conferma del buono stato
di salute del comparto construction,
evidenziato anche
nella nostra analisi dei truck.
In aumento rispetto al 2023
anche altri due segmenti di
mercato come le cisterne (più
13,7 per cento) e gli eccezionali
(22,7 per cento).
Fabrizio Dalle Nogare
42
43
Daf Trucks per la scuola
FORZE
FRESCHE IN
OFFICINA
Avviato con Enaip a Cittadella
il corso di specializzazione
in meccatronica per truck
destinato agli studenti del
quinto anno. Si cercano
tecnici, manutentori e
responsabili di officina
C’È UN CAMION A SCUOLA
Foto di gruppo per gli studenti
dell’Enaip di Cittadella, in provincia
di Padova, accanto al Daf Xf450 tre
assi che il costruttore ha messo a
disposizione dell’istituto. Il progetto,
avviato lo scorso 21 gennaio, prevede
un totale di 88 ore di lezione fino al
prossimo maggio.
Qual è la portata massima di un trattore
stradale? Quanti cavalli può
avere il motore di un camion? E
quali sono gli elementi fondamentali della
catena cinematica. Domande, queste, forse
scontate per gli addetti ai lavori (nonché
per molti dei lettori di Vado e Torno), ma
che non lo sono per ragazzi in procinto
di completare il loro percorso di studi e
indirizzarsi verso una professione. L’apporto
delle giovani generazioni, non è un
mistero, è cruciale per la tenuta del settore
del trasporto commerciale: il ricambio serve
quando si parla non solo di autisti, ma
anche di tecnici e manutentori.
44
45
Così, Daf Veicoli industriali
ha avviato la collaborazione
con Enaip Veneto, organizzazione
attiva nell’ambito della
formazione professionale che
conta ben 18 sedi operative
nella regione, con l’obiettivo
di contribuire attivamente alla
formazione di nuove competenze
tra i giovani.
Tra le prime azioni concrete
promosse dopo la sigla
dell’accordo a inizio 2024,
l’avvio in questo anno scolastico,
presso il centro Enaip
di Cittadella, del corso annuale
di specializzazione
post diploma ‘Tecnico per
la manutenzione di impianti
meccatronici del veicolo’.
Partnership presentata nel
corso di un evento che si è
tenuto proprio a Cittadella lo
scorso 21 gennaio.
Manutentori e tecnici
di domani
Si tratta della prima iniziativa
in Veneto che prepara tecnici
specializzati nella manutenzione
non solo di autoveicoli
e motoveicoli, ma anche
di veicoli industriali e commerciali.
Il corso si rivolge
a quanti sono in possesso
di diploma professionale o
di maturità, conta 800 ore
complessive, la metà delle
quali in azienda, ed è totalmente
gratuito.
E possono
46
La partnership
tra Daf ed Enaip
Veneto è stata
presentata a
gennaio proprio
a Cittadella
INSIEME IN
PROSPETTIVA
Nella foto
accanto, a destra,
Giorgio Sbrissa,
amministratore
delegato di Enaip
Veneto, e Gianluca
Dall’Olio, service
manager di Daf
Veicoli industriali.
In senso orario,
un momento della
prima lezione del
corso tenuto in
collaborazione
con Daf e i saluti
del sindaco di
Cittadella, Luca
Pierobon.
accedere al
percorso formativo
anche
i ragazzi
provenienti
dai percorsi
di Istruzione
e formazione
professionale a indirizzo
elettrico e meccanico attivi
nelle sedi Enaip di Cittadella,
Padova e Noale (Venezia).
Molto interessante per chi
vi partecipa è la possibilità di
‘mettere le mani’ su un Daf
Xf450 tre assi fornito proprio
da Daf Veicoli industriali e
già a disposizione degli studenti
dell’Enaip Cittadella. Si
tratta, ha precisato Gianluca
Dall’Olio, service manager di
Daf Veicoli industriali, «non
di un veicolo datato, bensì di
un esemplare della new generation,
attrezzato con tutti
i sistemi di sicurezza che si
possono trovare sui camion
più moderni. Investire nella
formazione di giovani tecnici
conferma
l’impegno di
Daf nella ricerca
della qualità
e dell’eccellenza
non solo dei
propri prodotti
ma anche dei
propri servizi.
Crediamo fermamente
nell’importanza
di formare nuovi talenti nel
settore della meccanica e
della meccatronica, e questa
collaborazione rappresenta
un passo fondamentale per
garantire un futuro di eccellenza
e innovazione».
Il mercato è carente
di prospettive
Tecnici di officina, responsabili
di officina e personale
di accettazione sono i tre
sbocchi del corso a cui Daf
contribuisce anche fornen-
Insieme a Daf alla scoperta del camion
In coda alla
presentazione
ufficiale del progetto
che vede coinvolti
Daf Trucks ed Enaip
Veneto, di cui parliamo
nel testo, abbiamo
avuto l’occasione di
assistere all’inizio della
primissima lezione del
ciclo previsto. Due
le classi coinvolte
al primo incontro,
composte da studenti
di età diverse, molti
dei quali alla prima
esperienza didattica
con i veicoli pesanti.
Gianluca Dall’Olio e
Alessandro Chiodini
(da sinistra, nella foto),
due uomini Daf, hanno
cercato di mettere
a proprio agio gli
studenti iniziando la
lezione con domande
molto generiche
sulle caratteristiche
UN VEICOLO TUTTO
DA STUDIARE
Quello che ha
fatto, e rivendicato,
Daf Trucks è stato
fornire agli studenti
un esemplare di
Xf tre assi da
450 cavalli della
new generation.
Si tratta del 26
ton olandese
dotato dei più
moderni Adas
e riconoscibile
esternamente
innanzi tutto
per la presenza
delle telecamere
al posto dei
tradizionali
specchi. Sta agli
studenti veneti,
adesso, iniziare a
‘mettere le mani’
sul truck.
principali del camion
e della catena
cinematica. Alcuni
dei ragazzi coinvolti
hanno già maturato
un’esperienza con
le auto, punto di
partenza per iniziare
poi ad approcciare
il veicolo pesante,
dalle caratteristiche
evidentemente
differenti. Abbiamo
riscontrato tanta
do docenti, oltre che veicoli.
«Non è semplice trovare
sul mercato queste figure
professionali», ha aggiunto
Dall’Olio. «La tecnologia
dei veicoli sta cambiando
profondamente, non solo a
livello di powertrain. Questo
incide fortemente sul lavoro
della rete service».
Nuove competenze
nell’automotive
«Abbiamo costruito con Daf
il progetto di un’academy
specifica per il settore del trasporto,
che tradizionalmente
è ad alto tasso di innovazione»,
ha spiegato Giorgio
Sbrissa, amministratore delegato
di Enaip Veneto, «L’automotive
è un comparto che,
complice la rivoluzione tecnologica
e i cambiamenti in
atto, richiede nuove competenze
e una specializzazione
marcata del personale che vi
lavora. Nello specifico, oltre
al corso già partito, avvieremo
anche corsi di aggiornamento
e riqualificazione dei
curiosità nei confronti
dei giganti della strada
e voglia di saperne di
più. La rete di service
sui veicoli industriali
è un settore che ha
sempre più bisogno
di forze fresche, in
grado di stare al passo
con i cambiamenti
tecnologici che
stanno interessando il
comparto industriale
del trasporto.
lavoratori con il supporto dei
tecnici Daf presso la sede di
Cittadella, con l’idea di allargare
in futuro l’esperienza
pure alle altre sedi». Dunque,
quello illustrato nella cittadina
della provincia di Padova
è solo il primo di una serie
di progetti.
Gli investimenti
nel network
«Il network Daf in Italia è
importantissimo per noi ed
è stato oggetto negli ultimi
anni di grossi investimenti»,
ha aggiunto il responsabile
marketing di Daf Veicoli industriali,
Mauro Monfredini,
«Oggi possiamo disporre di
16 dealer e 68 service dealer
per coprire tutto il territorio
nazionale».
La speranza è che progetti
come questo permetteranno
alla rete di trovare nuova
forza lavoro che, uscita dal
percorso formativo, sia pronta
a mettere le mani su un
veicolo industriale.
Fabrizio Dalle Nogare
47
Il podio del Supertest 500 km
PERCHÉ IL
DIESEL
SPRINTA ANCORA
A mettere tutti in fila stavolta è il
Volvo Fh Aero 460 che alza ancora
una volta l’asticella del consumo
grazie all’ottimo lavoro fatto a
Göteborg sull’intero pacchetto
P
resentando la serie Aero, Volvo Trucks
non ha solo sfruttato l’upgrade delle dimensioni
cabina concesso dalla Ue nel
2020 ma ha voluto costruire il suo «camion più
efficiente di sempre», parola di Roger Alm, il
presidente. Prova ne sia che il Volvo Fh Aero
460 ha battuto il record di consumo nel Supertest
lasciandosi alle spalle il Man Tgx 18.520 e il Daf
Xg Plus 480, primo truck con cabina ‘allungata’.
Sul podio, quindi, tre diesel di ultima generazione
che guardano sì all’oggi ma anche al futuro.
48
49
CONFRONTO
TRA LE STELLE DEL SUPERTEST
50
La sfida dei consumi di gasolio
OBIETTIVO
5 KM
AL LITRO
Nel momento storico in cui lo si
vorrebbe messo al bando a favore
della tecnologia dell'elettrico,
il motore diesel non soltanto
mostra una straordinaria vivacità di
rendimento ma anche e soprattutto
un livello di efficienza energetica
come mai prima. Lo confermano
i traguardi raggiunti nel Supertest
500 km prima da Daf con l'Xg
Plus 480, poi dal Man Tgx 18.520,
quindi da Volvo Trucks con l'Fh
Aero 460. E non è finita qui
TESTA A TESTA TRA I MAGNIFICI TRE
Percorso VOLVO FH MAN TGX DAF XG
Supertest AERO 460 18.520 PLUS 480
km km/l km/h km/l km/h km/l km/h
Milano-Piacenza 68,5 5,67 79 5,26 80,6 5,48 80,6
Piacenza-Parma 45 6 79,4 5,77 84,4 5,17 84,4
Parma-Berceto 52 2,39 76,1 2,46 76,1 2,25 76,1
Berceto-La Spezia 50,3 7,4 77,4 7,98 81,6 6,45 68,6
La Spezia-Genova 94,8 3,45 63,9 3,70 73,9 3,20 76,9
Genova-Passo Giovi 14,3 1,43 71,5 1,63 61,3 1,31 66
Passo Giovi-Tortona 48 13,7 72 7,38 75,8 7,74 73,8
Tortona-Milano 62,3 5,15 62,3 4,21 74,8 4,94 73,3
TOTALI 432,5 4,29 71,1 4,18 76,8 3,90 75,7
VOLVO: gasolio consumato 100,8 litri; consumo adblue 5,8 litri (5,8% consumo gasolio); peso 44 ton.
MAN: gasolio consumato 103,4 litri; consumo adblue 7,2 litri (7,1% consumo gasolio); peso 43,6 ton.
DAF: gasolio consumato 110,9 litri; consumo adblue 3,7 litri (3,3% consumo gasolio); peso 44 ton.
Eadesso chi lo prende più. Con questo
titolo Vado e Torno (n.6/2022)
apriva il servizio dedicato al Supertest
500 km del Daf Xg Plus 480,
in cui l'inedita ammiraglia del marchio
olandese aveva messo lì una prestazione
che era valsa il record assoluto della nostra
prova: 3,9 km/litro. Quindi, non un
semplice ritocco del precedente primato
(3,75 km/l), bensì un balzo che avvicinava
decisamente la soglia dei quattro
chilometri/litro, traguardo ambito ma
fino a quel momento mai concretamente
avvicinato. Dunque una prestazione,
quella dell'elegante pesante stradale di
Eindhoven, con tutti i crismi per poter
essere considerata se non imbattibile (in
fondo ogni primato è fatto per essere prima
o poi superato), certamente capace di
resistere a lungo.
L'efficienza ai massimi livelli
E così in fondo è stato. Almeno fino
a quando, ormai prossimi al tramonto
dell'anno 2023, il Man Tgx 18.520 si è
preso la storia, firmando un 4,18 km/litro
da stropicciarsi gli occhi, che rimarrà
per sempre, nel libro del nostro Supertest,
come la prima volta oltre quella soglia
dei '4' a lungo inseguita e ambita,
pur se mai dichiaratamente annunciata
dai big del camion.
A quel punto, rotto il ghiaccio, nulla
poteva ritenersi impossibile. Infatti, e
siamo a fine dello scorso anno, ecco il
Volvo Fh Aero 460 a prendersi la scena
e il record all time del Supertest con
un 4,29 km/litro, che sposta ancora oltre
l'asticella dell'efficienza energetica
e del rendimento dei pesanti stradali e
soprattutto di quel motore diesel che si
vorrebbe mandare in soffitta in nome
della transizione all'elettrico che invece,
numeri alla mano, stenta a decollare e
ancor meno a convincere.
Nell'attesa, è partita la corsa al prossimo
traguardo del Supertest. Quello dei
5 km/litro. Chi sarà il primo?
51
Non è arrivata per
prima, Volvo Trucks, agli
specchi digitali. Anzi.
Quasi volesse snobbare
la novità tecnologica, ha
lasciato fare ad altri. Giusto il tempo
necessario per mettere a punto
l'attuale raffinato sistema capace di
offrire all'autista una visuale perfetta
in qualunque condizione meteo, al
calar della sera e col buio, grazie
alla modalità notturna che utilizza
l'infrarosso per penetrare l'oscurità.
Linee eleganti e ben
disegnate, sagoma
che non passa certo
inosservata e che
richiama una buona dose
di carattere e forte personalità.
Eppure, non ce ne vogliano in Volvo
Trucks, quel braccio dell'antevisore
ancorato alla fronte dell'ammiraglia
di Göteborg stride con la linea
snella del sistema Cms (specchi
digitali). Certo, se l'hanno piazzato
lì una valida ragione c'è. Tuttavia,
stilisticamente non è però il massimo.
SCHEDA TECNICA
CAMBIO A gestire potenza e coppia
dell'Fh Aero 460 è il cambio automatizzato
a 12 marce (l'ultima in overdrive)
siglato Ato2612 G, per tutti I-Shift. Collaudato
gioiellino della produzione di
Göteborg. Si tratta di una trasmissione
automatizzata ottimizzata per il 13 litri
regolato a 460 cavalli. La leva di selezione
si trova sulla destra del piano di
seduta dell'autista.
VOLVO
FH AERO 460
Colpo grosso dello svedese
che col 13 litri in versione
'medium power' prima si
prende il record assoluto
del Supertest 500 km,
quindi si aggiudica con
merito anche lo Sty 2025
nella categoria Tractor
COME TI ABBATTO IL CONSUMO
Sotto il vestito Aero per l'Fh 460
c'è quel D13Tc 'vitaminizzato' dal
turbocompound che la stessa Volvo
definisce il cuore dell'I-Save, ovvero
la «nostra tecnologia più recente
per ridurre sensibilmente il consumo
di carburante», parola di Roger Alm,
presidente di Volvo Trucks. Oltre al
6 cilindri con turbina aggiuntiva che
recupera l'energia residua dei gas di
scarico e la riversa sull'albero motore
tramite una cascata di ingranaggi,
l'I-Save comprende il ponte a basso
attrito, il software del cambio e l'I-
See aggiornati, I-Cruise e I-Roll.
SOSPENSIONI - La configurazione del
veicolo in prova prevede balestre paraboliche
sull'asse sterzante, mentre
su quello motore lavorano sospensioni
pneumatiche a quattro soffietti, con sistema
di controllo elettronico Wrc (Wireless
remote control).
FRENI - L'Fh Aero 460 affida la frenata
agli ormai classici dischi con due circuiti
pneumatici indipendenti a gestione
elettronica. Completa il pacchetto il
freno motore Volvo Veb+ da 590 cavalli
a 2.300 giri.
PONTE POSTERIORE - Quello adottato
dall'ammiragia svedese è del tipo
Rss 1244B a riduzione singola
RUOTE E PNEUMATICI - Sui cerchi
ruota di entrambi gli assi sono montati
pneumatici di misura 315/70 R 22.5.
Lo svedese si prende il record
UNA FRECCIA
NEL
NEL VENTO
53
Fh Aero è il nostro camion più efficiente
di sempre». Pronunciata da
Roger Alm, presidente di Volvo
Trucks, in tempi non sospetti, ovvero al
lancio della serie avvenuto all'alba dello
scorso anno, la frase del numero uno
del marchio di Göteborg, oltre a valere
quale implicito ringraziamento e riconoscimento
del lavoro svolto da coloro i
quali, progettisti, tecnici e stilisti hanno
partecipato allo sviluppo e alla messa a
punto del modello, di fatto ha anticipato,
di una decina di mesi, il risultato scaturito
dal Supertest 500 km di Vado e Torno
svolto a fine 2024. Sì, perchè è lì, sul
nostro percorso con partenza e arrivo ad
Assago, incattivito dal lungo tratto della
Cisa prima e poi dallo strappo dei Giovi,
poco dopo Genova, che «il camion più
efficiente di sempre» nella versione Fh
Aero 460 si è confermato tale, firmando
il nuovo record all time della prova.
Fare il Supertest con cento litri
4,29 km/l alla media di 71,1 all'ora (non
irresistibile, è vero, ma qui ci ha messo
lo zampino la pioggia in due settori
importanti del test: la salita verso Berceto
e il lungo tratto infarcito di gallerie
che porta a Genova). Poco male. Resta
il fatto che mai nessuno si era spinto
così lontano. Risultato, quel 4,29 km/l,
fors'anche impensabile, che migliora di
ben 110 metri/litro la distanza, già storica,
ottenuta dal precedente primatista (il
Man Tgx 18.520), e al tempo stesso mette
nel mirino quello che a questo punto
si profila come prossimo traguardo da
centrare nel nostro Supertest, quello dei
cento litri di prezioso gasolio necessari
per coprire la distanza della prova. E
l'Fh Aero 460 ne ha richiesti pochi di
52
CV!
515!
480!
445!
410!
375!
340!
305!
270!
235!
MOTORE
D13 TC - 460
KGM!
325!
299!
273!
247!
220!
194!
168!
142!
115!
200!
89!
500! 900! 1.300! 1.700!
giri / minuto !
POTENZA CV! COPPIA KGM!
Il grafico elaborato da Vado e Torno è disegnato
in modo che le curve di potenza
e coppia si incontrino al regime di rotazione
in cui si rileva il minor consumo
specifico: 136 grammi per cavallo ora a
1.200 giri.
Tipo
D13
Cilindrata cc 12.777
Disposizione 6 in linea
Alesaggio/corsa mm 131 x 158
Potenza cv/giri 460/1.400-1.800
Potenza spec. cv/litro 36
Coppia kgm 234
Coppia giri 900-1.400
Compressione 18:1
Alimentazione common rail
Aspirazione turbo compound
Peso a secco kg 1.116
Capacità coppa olio litri 33
Rendimento termod. % 46,5
Inquinanti Euro 6-Scr
INDICE DIESEL VET 7,2
DIMENSIONI
LA CARTA D’IDENTITÀ
Passo mm 3.700
Lunghezza mm 6.129
Larghezza con specchi mm 2.500
Altezza max mm 3.940
Sbalzo anteriore mm 1.604
Altezza filo telaio mm 956
Altezza piano ralla mm 1.116
PESO E PORTATA
Tara kg 6.916
Tara sull'asse anteriore kg 5.532
Tara sull'asse posteriore kg 1.833
Peso max sull'asse anteriore kg 7.100
Peso max sull'asse posteriore kg 12.000
Portata kg 10.635
Peso totale kg 18.000
Peso totale della combinazione kg 44.000
SERBATOI - Gasolio e adblue si trovano
sul lato destro, all'esterno dei longheroni.
Il primo ha capacità di 405 litri,
l'altro di 64 litri.
CABINA - È la Globetrotter Aero dotata
di tre gradini di salita e sistema di ribaltamento
elettrico. Di serie i retrovisori
digitali (Camera monitor system), le
luci a Led adattive, il parasole anteriore
elettrico così come la regolazione del
sedile autista (riscaldato) e il frigo da
33 litri. Nella dotazione, cruise adattivo,
Driver alert support, airbag, riscaldatore,
trasmissione dati, coaching.
più: 100,8, con 5,8 litri di Adblue).
Banalmente potremmo dire che il
segreto del risultato dell'elegante ammiraglia
svedese è nelle quattro lettere
del suo stesso nome: Aero. Concetto
che spiega quale è stato il focus di Volvo
Trucks nello sviluppo del modello.
L'aerodinamica, appunto. Sfruttando la
modifica introdotta dalla Commissione
europea in materia di sagoma limite, a
Göteborg hanno messo mano alle dimensioni,
allungando la parte anteriore
di 240 mm e conseguentemente portando
lo sbalzo a 1.604 mm, migliorando
lo scorrimento dei flussi d'aria. La qual
cosa ha determinato un miglioramento
dell'efficienza energetica e delle emissioni
fino al cinque per cento.
Perfetta intesa motore-cambio
Certo, in combinazione con altri piccoli
ma ma non meno rilevanti interventi migliorativi,
in termini di minore resistenza
all'avanzamento del veicolo, e con l'adozione
del sistema Cms (Camera monitor
system), ovvero degli specchi digitali in
luogo dei retrovisori convenzionali,
Non proprio briciole, specie quando tale
miglioramento non fa che esaltare il
rendimento di una catena cinematica
impostata sulla perfetta intesa tra i 460
cv e i 234 kgm di coppia (costanti per
500 giri a partire dai 900), assicurati
dal motore D13 di 12,8 litri con tecnologia
turbocompound (rispolverata nel
2019) e la precisione e la silenziosità di
quell'autentico gioiello che è il cambio
automatizzato I-Shift. Senza dimenticare
il contributo di sistemi hi-tech quali l'I-
See, ulteriormente migliorata e in grado
di adattare cambi di marcia e velocità alle
curve, alle rotatorie e alla segnaletica.
54
55
La facilità e la sicurezza
con cui il Tgx 18.520
si è preso lo storico
record sul percorso del
Supertest, porterebbe
a ricercare il motivo del risultato in
un singolo dettaglio: ad esempio il
motore, oppure il cambio, e perchè
no, l'aerodinamica. È così solo in
parte, nel senso che il Tgx 520 deve
la sua prestazione a un miglioramento
complessivo e mirato in ogni singola
area del veicolo. Un perfetto lavoro di
squadra.
Difficile, se non
impossibile, mettere
il dito nella piaga di
un veicolo che, primo
nella storia dei trattori
stradali a 18 ton, supera la fatidica
soglia del 4 km/l di percorrenza nella
sessantennale storia del Supertest di
Vado e Torno. Azzardiamo comunque,
pur nella convinzione che di neo vero
e proprio non si tratta. Ci riferiamo
alla parte lamierata appena sotto
il parabrezza: qualche cm in più
potrebbe andare a beneficio della
personalizzazione del frontale.
SCHEDA TECNICA
CAMBIO Abbinato al motore di 12,4
litri nella declinazione di 520 cv, c'è il
cambio automatizzato a 12 marce (più
due retro) siglato 1226Dd, prodotto
dalla tedesca Zf e ribattezzato Tipmatic.
Dispone di quattro diverse modalità
di marcia: Efficiency plus, Efficiency,
performance, Manoeuvre.
MAN
TGX 18.520
È stato il primo pesante
stradale ad abbattere il muro
dei quattro chilometri di
percorrenza con un litro di
gasolio. Non una sorpresa,
piuttosto il frutto dell'attento
sviluppo mirato alla massima
efficienza in ogni settore
A
ALLA GUIDA CON L'HI-TECH
scorrere l'elenco dei sistemi di
assistenza alla guida offerti dal
Man Tgx ci si perde. Si fa prima a
prendere il volante e partire, per
rendersi conto dell'estrema facilità
di guida, del comfort, della sicurezza
e della fluidità che si provano
in ogni situazione di traffico come
nelle manovre. Risultato ottenuto
profondendo tecnologia e software
in ogni componente del veicolo, dal
motore al cambio Tipmatic (con tre
modalità d'impiego: plus, performance
e manoeuvre) sino a quel gioiello
dell'Efficient cruise 3.
SOSPENSIONI - La configurazione del
Tgx 18.520 provata nel Supertest prevede
sull'asse sterzante balestre paraboliche
monolama e barra stabilizzatrice.
Sull'asse motore le sospensioni
sono invece di tipo pneumatico a quattro
soffietti con sistema Ecas (Electronically
controlled air suspension).
FRENI - Il sistema Ebs (Electronic brake
system) completo di Abs (antibloccaggio)
e Asr (antislittamento), agisce
su freni a disco su entrambi gli assi.
Completano il pacchetto le funzioni
Esp (controllo della stabilità), l'Eba (assitente
alla frenata d'emergenza) del
tipo non disattivabile, l'Hill holder (antiarretramento
per l'ausilio alle ripartenze
in salita). Della dotazione fanno
parte anche il freno motore (442 cv a
2.400 giri) e l'intarder (680 cv).
SERBATOI - Capacità di 490 litri per
quello del gasolio, di 80 litri per l'Adblue.
Il Leone sfonda i 4 km/litro
RESTERÀ COME
IL PRIMO
NELLA STORIA
57
Come si dice? Comunque vada sarà
un successo. Beh, adattata al protagonista
del Supertest 500 km di
Vado e Torno, non potrebbe esserci migliore
sintesi di questa per raccontare,
o meglio, fare sintesi della prestazione
del Tgx 18.520 sul percorso della nostra
prova. Dove l'ammiraglia del Leone non
si è limitata a superare se stessa ma è
andata oltre. Molto oltre, abbattendo per
la prima volta nella pluridecennale storia
della nostra prova consumi riservata ai
trattori stradali, la barriera dei 4 km/litro
di percorrenza. Sorta di confine epocale
magari avvicinato, accarezzato ma senza
mai riuscire nell'impresa di superarlo.
Per questo il 4,18 km/l (a 76,8 all'ora di
media) stabilito dall'ammiraglia del Leone,
è destinato a restare per sempre nella
storia. Una primogenitura di grandissimo
significato che nessuno potrà mai
togliere al pesante di Monaco.
Quella serie di upgrade mirati
Risultato, è bene ribadirlo, che non è
frutto di un exploit dovuto a circostanze
favorevoli. Quella mandata in scena
dal Tgx 18.520 nel Supertest (svoltosi a
fine 2023) è una prestazione record che
prima di tutto testimonia l'eccellenza del
progetto Tgx, al quale il costruttore di
Monaco, ed è qui la vera forza propulsiva
del modello, ha puntualmente, in
tempi e momenti diversi, apportato una
serie di aggiornamenti e miglioramenti
funzionali al raggiungimento della
massima efficienza. Perchè è questo il
traguardo, o meglio, l'obiettivo al quale
Man ha sempre guardato come stella polare
della sua azione di ricerca e sviluppo
finalizzata alla piena soddisfazione
dell'autista e del proprio cliente.
56
CV!
555!
520!
485!
450!
415!
380!
345!
310!
275!
MOTORE
D2676 - 520
KGM!
321!
295!
269!
242!
216!
190!
164!
137!
240!
111!
700! 1.100! 1.500! 1.900!
giri / minuto !
POTENZA CV! COPPIA KGM!
Il grafico elaborato da Vado e Torno è disegnato
in modo che le curve di potenza
e coppia si incontrino al regime di rotazione
in cui si rileva il minor consumo
specifico: 160 grammi per cavallo ora a
1.200 giri.
Tipo D 2676
Cilindrata cc 12.419
Disposizione 6 in linea
Alesaggio/corsa mm 126 x 166
Potenza cv/giri 520/1.800
Potenza spec. cv/litro 41,8
Coppia Kgm 270
Coppia giri 930-1.350
Compressione 22:1
Alimentazione common rail
Aspirazione
turbo
Peso a secco kg 1.114
Capacità coppa olio litri 40
Rendimento termod. % 39,6
Inquinanti Euro 6e-Scr-Egr
INDICE DIESEL VET 7,5
DIMENSIONI
LA CARTA D’IDENTITÀ
Passo mm 3.600
Lunghezza mm 6.007
Larghezza con specchi mm 2.981
Altezza a scarico mm 3.915
Sbalzo anteriore mm 1.475
Sbalzo posteriore mm 800
Diametro di sterzo mm 14.800
PESO E PORTATA
Tara kg 7.180
Tara sull'asse anteriore kg 5.038
Tara sull'asse posteriore kg 2.142
Peso max sull'asse anteriore kg 7.500
Peso max sull'asse posteriore kg 13.000
Portata kg 10.820
Peso totale kg 18.000
Peso totale della combinaziione kg 44.000
CABINA - Già Xxl e ribattezzata con
la nuova denominazioine Gx, la cabina
del Tgx 18.520 in prova è dotata di tre
gradini di salita e una comoda apertura
delle porte con angolo di 90 gradi. Il ribaltamento
è elettrico. Nella dotazione,
i retrovisori digitali, la visiera parasole,
il tettuccio vetrato e i sedili in Alcantara.
PNEUMATICI - Sia sul primo così
come sul secondo asse, sono montati
pneumatici di misura 315/70 R 22.5.
Sistema Tpm di monitoraggio della
pressione.
Firmando la prestazione monstre, il Tgx
18.520 ha superato se stesso e i precedenti
limiti stabiliti nel 2018 dal Tgx
500 (3,74 km/l) e poi a fine 2021 dal
Tgx 18.510 (3,75 km/l), mostrando la
concretezza del modello che ha beneficiato
di continui miglioramenti senza
che mai si sia pensato a stravolgimenti
di impostazione e caratteristiche.
In questo senso, lo storico 4,18 km/l
ha origini lontane, che si possono tranquillamente
far risalire al Tgx Efficient
line del 2010. Ricordate? Il veicolo finalizzato,
come spiega il nome stesso, alla
massima efficienza attraverso soluzioni
migliorative dell'aerodinamica combinate
con l'alleggerimento della tara ma
anche ottimizzando la potenza assorbita
degli impianti ausiliari.
Un motore con più cv e coppia
Lavoro di affinamento di cui il Tgx ha
beneficiato anche nella release della configurazione
del Supertest, dove i miglioramenti
hanno riguardato sì l'aerodinamica
ottimizzata a livello di scorrimento
dei flussi dell'aria, nonchè la più efficace
sigillatura degli spazi tra porta e paraurti
e la profilatura del parabrezza, senza dimenticare
l'impiego degli specchi digitali
Optiview, ma anche l'intervento sul cuore
del veicolo. Ovvero sul 6 cilindri di 12,4
litri D2676 (prodotto come tutti i propulsori
Man a Norimberga). Dotato di tecnologia
Scr combinata con Egr soft, è stato
ottimizzato nel processo di combustione,
dotato di un turbo di nuova generazione,
di pompe dell'olio più efficiente e più
robusta per il liquido di raffreddamento.
Miglioramenti che hanno portato all'aumento
della potenza (10 cv in più) e della
coppia (di 5 kgm).
58
59
Come nel salotto di
casa. Anche sforzandosi
a trovare parole nuove
per rendere l'idea dello
spazio e dell'ottima
organizzazione di bordo della cabina
Xg Cab, si ritorna puntualmente
lì, al concetto del salotto di casa.
E a quella sensazione di comfort,
accoglienza, luminosità, ergonomia e
sicurezza che non sono poi elementi
così scontati, nemmeno per un
moderno pesante stradale. In questo
il Daf Xg Plus è davvero il top.
È come cercare il
classico ago nel pagliaio.
Peraltro, con scarsissime
possibilità di successo. In
effetti il Daf Xg Plus alza
l'asticella ovunque, dall'efficienza al
comfort, dallo stile a quelli che sono i
contenuti e le soluzioni implementate.
Per una volta, ci sia dunque
consentito di alzare bandiera bianca.
Non che l'Xg Plus sia senza macchia.
Ma se c'è, è più che sbiadita.
SCHEDA TECNICA
CAMBIO Sotto la cabina, in dialogo
con il 6 cilindri di 12,9 litri, firmato Paccar
(gruppo americano a cui appartengono
anche Kenworth e Peterbilt) e
siglato Mx-13, c'è il cambio automatizzato
a 12 marce Traxon nella specifica
12Tx 2210Dd, firmato dalla tedesca Zf.
La leva di selezione della modalità di
marcia è sistemata appena dietro il volante,
sul lato destro.
DAF
XG PLUS 480
Giusto il tempo di presentarsi
nelle inedite forme e
lunghezze consentite dalla
normativa europea 2020, e
la più elegante e fascinosa
ammiraglia olandese mette
lì una prestazione che ne
conferma in pieno le qualità
VIAGGIO NELLO SPAZIO
un altro dei plus del Daf Xg Plus.
È L'allungamento della cabina (160
mm in più davanti e 330 mm dietro)
che ha portato il passo a 4 metri, si
riflette nella spaziosità dell'abitacolo.
Che è del tutto evidente semplicemente
accomodandosi a bordo, e
che soprattutto trova riscontro nei
numeri, che le assegnano una volumetria
abbondantemente superiore
ai 12 metricubi. Il tutto va a braccetto
con l'ergonomia, la maggiore
luminosità dell'ambiente e l'organizzazione
di spazi e componenti.
SOSPENSIONI - Sull'asse sterzante
(da 8 ton) lavorano balestre paraboliche.
Su quello di trazione (da 12 ton)
lo schema prevede invece sospensioni
pneumatiche a quattro cuscini d'aria.
Barra stabilizzatrice su entrambi gi
assi.
FRENI - La gestione della frenata è
affidata al sistema Ebs (Electronic
braking system) che agisce su freni a
disco su tutte le ruote. A completamento
del sistema, le funzioni di controllo
della stabilità (Vsc), antibloccaggio
delle ruote (Abs), antislittamento (Asr),
frenata d'emergenza (Aebs 3). Freno
motore Mx engine brake.
SERBATOI - Quello del gasolio, in acciaio,
collocato (come quello in plastica
dell'adblue) sul lato sinistro, all'esterno
dei longheroni, dichiara 430 litri di capacità.
Tanto spazio e prestazioni per
L'OLANDESE CHE
PER PRIMO
VESTE LUNGO
61
Ogni lancio di un nuovo modello
è puntualmente accompagnato
da un misto di curiosità e attesa
più o meno crescenti in funzione dei
contenuti e delle novità che quel camion
annuncia. Nell'estate del 2021, il battesimo
della nuova generazione di pesanti
stradali Daf, con la ciliegina dell'inedito
Xg Plus, ha indubbiamente catturato
l'attenzione di tutti, costruttori e autisti,
clienti o meno del marchio olandese.
Quella new generation, introduceva
un concetto innovativo. Nasceva infatti
sfruttando le aperture concesse dal
Regolamento europeo 2020 in materia
di sagoma limite. Eccola, allora, l'ammiraglia
di Eindhoven, mostrarsi nella
classica versione a due assi con cabina
inclinata nel frontale di tre gradi, allungata
di 160 mm nella parte anteriore e
330 mm nel posteriore a deterninare un
passo allungato a quattro metri.
Più grande ma più aerodinamico
Nuove forme, imponenti quanto stilisticamente
eleganti, morbide e penetranti
al tempo stesso, che riflettono anche
un Cx ridotto del 19 per cento, a tutto
vantaggio della minore resistenza all'avanzamento.
E ancora, la superficie del
parabrezza aumentata del 33 per cento
(di fatto si prende una ventina di centimetri
in più verso il basso) così come
quella della vetratura laterale, dichiarata
nel più 15 per cento.
Insomma, c'è davvero tanto nell'Xg
Plus, per il quale Daf annunciava l'efficienza
migliorata del dieci per cento, in
verità frutto non soltanto del gran lavoro
compiuto sull'aerodinamica, ma che
in realtà ha interessato anche il cuore
stesso del veicolo, il motore.
60
CV!
510!
480!
450!
420!
390!
360!
330!
300!
270!
MOTORE
MX-13 355
KGM!
322!
299!
277!
254!
232!
209!
187!
164!
142!
240!
119!
600! 900! 1.200! 1.500!
giri / minuto !
POTENZA CV! COPPIA KGM!
Il grafico elaborato da Vado e Torno è disegnato
in modo che le curve di potenza
e coppia si incontrino al regime di rotazione
in cui si rileva il minor consumo
specifico: 160 grammi per cavallo ora a
1.200 giri.
Tipo
MX-13
Cilindrata cc 12.902
Disposizione 6 in linea
Alesaggio/corsa mm 130 x 162
Potenza cv/giri 483/1.600
Potenza spec. cv/litro 37,4
Coppia kgm/giri 240/900-1.400
Compressione 18,5:1
Alimentazione common rail
Aspirazione turbo Vgt
Peso a secco kg 1.000
Capacità coppa olio litri 42
Cambio olio km 40.000
Rendimento termod. % 39,6
Inquinanti Euro 6-Scr
INDICE DIESEL VET 6,9
DIMENSIONI
LA CARTA D’IDENTITÀ
Passo mm 4.000
Lunghezza totale mm 6.520
Larghezza mm 2.550
Altezza a scarico mm 3.993
Sbalzo anteriore mm 1.530
Sbalzo posteriore mm 990
Volumetria cabina m 3 12,5
PESO E PORTATA
Tara kg 8.388
Tara sull'asse anteriore kg 5.689
Tara sull'asse posteriore kg 2.699
Peso max sull'asse anteriore kg 8.000
Peso max sull'asse posteriore kg 12.000
Peso totale kg 18.000
Portata sulla ralla kg 9.612
Peso totale della combinazione kg 44.000
CABINA - La configurazione del veicolo
del Supertest 500 km prevede la Xg
Cab, con tre gradini di salita, sospensione
pneumatica a quattro punti e ribaltamento
elettrico, retrovisori Digital
vision, fari a Led e sedile passeggero
ruotabile. Di serie anche cruise adattivo
e Drive performance assistant.
PNEUMATICI - Sia sul primo come sul
secondo asse sono presenti pneumatici
nella classica misura 315/70 R 22.5.
Sistema di controllo della pressione
(Tpm).
Il 6 cilindri in linea da 480 cavalli Mx-
13 ha infatti beneficiato di numerose
migliorie che hanno coinvolto la testata,
il monoblocco che è stato rifatto completamente
così come anche le canne, i
pistoni e gli iniettori. Poi, ci sono il turbo
He 400 più efficiente, la pompa dell'olio
con portata variabile e il sistema di post
trattamento dei gas dove è stata ridotta la
distanza tra lo scarico del turbo e l'ingresso
dell'unità Eas. Il che ha portato all'aumento
del 2,6 per cento dell'efficienza e
a una decina di chili di peso in meno.
E alla prova dei fatti, ovvero nel Supertest
500 km di Vado e Torno del 2022, il
Daf Xg Plus 480 non ha certo deluso.
Superato d'un balzo il precedente limite
fissato Man Tgx 18.510 (3,75 km/l),
fissò il nuovo record a 3,9 chilometri
percorsi con un litro di gasolio (75,7
la media), accarezzando il sogno dei 4
con un litro destinato ad avverarsi l'anno
successivo.
Cambio Traxon e ponte dedicato
Ma a far centrare l'obiettivo dichiarato
da Daf Trucks di abbattere del 10 per
cento i consumi non hanno contribuito
solamente l'aerodinamica, le mirror cam
(a proposito c'è anche il Corner view
che sostituisce gli specchi anteriore e di
prossimità con una terza telecamera sul
lato destro) e il motore rivisitato, nell'elenco
dei plus vanno infatti inseriti anche
il cambio 12 marce automatizzato
Traxon firmato Zf con ultima marcia in
presa diretta, davvero in completa e perfetta
sintonia con l'Mx-13, e il rapporto
al ponte lungo (2,21).
A conti fatti, un truck che, lo avremmo
scoperto nel tempo, a lungo è rimasto
l'asticella da superare.
62
63
trucknews
combustione, innovazione, piedi per terra
KIA SVELA IL VOLTO DEL VAN ELETTRICO PV5
Presentati in anteprima alla scorsa Iaa, i nuovi van elettrici di Kia
hanno ora un volto che va oltre il semplice prototipo. Per primo
arriverà sul mercato il medio Pv5 (nella foto in versione cargo).
Rispetto al modello per il trasporto passeggeri, la versione
cargo presenta linee leggermente più squadrate. I van elettrici
arriveranno sul mercato il prossimo anno.
mohicani
L’evoluzione del motore
diesel Man è in produzione a
Norimberga. Dovrebbe essere
l’ultimo sviluppato ex-novo
dal costruttore bavarese
A
Norimberga, Man ha
avviato la produzione
dell’ultimo arrivato
tra i motori diesel del Leone,
il D30. Con potenza compresa
tra 380 e 560 cavalli,
e coppia da 2.100 a 2.800
newtonmetri, al neonato 6
NON SOLO
MOTORI
Saranno 160
gli operai
specializzati
al lavoro per
assemblare il
nuovo motore,
che verrà
realizzato nella
stessa fabbrica
in cui Man
assemblerà i
pacchi batterie
per gli elettrici.
IL MOTORE D30 DI MAN
L’ultimo dei
cilindri toccherà il non semplice
compito di rimpiazzare
i predecessori D26 e D15 sui
trattori stradali Tgx e Tgs del
costruttore bavarese.
Il nuovo motore con cilindrata
di 13 litri ha richiesto
un investimento superiore ai
220 milioni di euro. Molto
interessante l’efficienza energetica
promessa dal costruttore,
che dovrebbe essere
superiore al 50 per cento. In
particolare, in combinazione
con la driveline Powerlion e
con i ritocchi in termini di
aerodinamica che sono stati
operati sull’ultima generazione
del Tgx, il nuovo motore
dovrebbe portare a limare un
ulteriore 5 per cento di consumo
di carburante rispetto
alla precedente generazione
del pesante del Leone.
In termini numerici, l’obiettivo
di Man è raggiungere la
quota di 50 mila motori D30
assemblati ogni anno. Particolare
non di poco conto, il
D30 dovrebbe essere l’ultimo
motore diesel sviluppato
ex-novo, ideale ponte tra la
tradizione motoristica Man
(giova sempre ricordare che
proprio ad Augusta è stato
sviluppato il primo motore
diesel nel 1897) e un futuro
che sarà elettrico.
«Entro il 2030, un veicolo
su due che consegneremo ai
nostri clienti dovrà essere a
emissioni zero», ha spiegato
il Ceo di Man, Alexander
Vlaskamp, «Significa anche
che avremo ancora bisogno
di motori a combustione efficienti
per molto tempo sulla
strada della trasformazione
verso la mobilità elettrica.
A Norimberga stiamo quindi
investendo in entrambe le
tecnologie, rendendo la sede
a prova di futuro e garantendole
stabilità».
LE BREVI
VOLVO IN TESTA
Con una quota del 17,9 per
cento e un totale di 56.331
camion con massa totale
a terra pari o superiore a
16 ton venduti, Volvo guida
il mercato dell’Europa a
27 più i mercati di Regno
Unito, Svizzera e Norvegia.
Il marchio svedese celebra
così un risultato storico, visto
che sarebbe ‘la prima volta
in assoluto’. I dati, riferiti al
2024, sono citati nel report
annuale di Volvo Group e
relativi all’indagine condotta
da Standard&Poor’s.
STELLANTIS CHIUDE IN UK
A marzo dello scorso anno
Stellantis aveva annunciato
la volontà di avviare la
produzione di furgoni elettrici
a Luton nel 2025. Più in
dettaglio, lo stabilimento
di Luton avrebbe dovuto
produrre il Vauxhall Vivaro
e l’Opel Vivaro, entrambi in
versione Electric, il Peugeot
E-Expert, il Citroën ë-Dispatch
e il Fiat Professional
E-Scudo. Tutti i veicoli, come
si vede, Bev (a batteria),
sia con guida a destra sia a
sinistra. Adesso però arriva la
ferale notizia della prossima
chiusura dello stabilimento,
sito non lontano dal celebre
aeroporto londinese.
50 SUPER PER CORSI
Cinquanta Scania Super
da 500 cavalli sono stati
la scelta dell’azienda di
trasporti veronese Corsi per
aggiornare e modernizzare
la propria flotta. Corsi è
un’azienda specializzata
nel trasporto a temperatura
controllata. Gli Scania Super
da 500 cavalli, equipaggiati
con cabina S, rappresentano
«un ulteriore passo avanti
nella strategia di crescita e
innovazione dell’azienda»,
da sempre impegnata sulla
strada dell’efficienza dei
mezzi in flotta, oltre che della
sostenibilità.
ECCEZIONALI
Consegne Hd
per Astra
I trattori per trasporti
eccezionali sono
spinti dai motori
Cursor 13 di Fpt
Astra veicoli industriali ha
consegnato nove nuovi
trattori per trasporti eccezionali
Hd9 8×6 biuso allestiti
con ganci anteriori e posteriori
per il traino in coppia,
segnando l’importante ritorno
nel settore dei trasporti
eccezionali.
Equipaggiati con i motori
Cursor 13 litri Euro 6 da 570
cavalli di Fpt Industrial, i
trattori Astra Hd9 sono equipaggiati
con un cambio automatico
a 7 rapporti e rallentatore
idraulico integrato, il
che li rende particolarmente
adatti ai trasporti eccezionali.
Astra non ha specificato a
chi fossero destinati gli Hd9,
ma ha dichiarato che andranno
«a rinforzare le flotte di
alcune tra le principali aziende
italiane nel settore dei trasporti
e della movimentazione
industriale, in particolare
nel settore delle energie rinnovabili,
delle costruzioni e
della logistica pesante».
Il peso complessivo combinato
dei veicoli varia tra le
250 e le 275 ton.
INTESA FRANCO-OLANDESE
Daf e Total Energies
hanno firmato un
protocollo d’intesa per
cooperare allo sviluppo
dei truck elettrici. La
casa olandese, dunque,
si appoggerà al colosso
francese per garantire ai
propri clienti le migliori
opportunità e condizioni
per ricaricare i veicoli.
Nello specifico, come
hanno annunciato i due
partner, la
collaborazione
avrà come
obiettivo
anche il lavoro
congiunto per
lo sviluppo
di sistemi
di ricarica
‘megawatt’,
che dovrebbero
consentire
di ricaricare
un camion
elettrico in
tempi molto
SCANIA E DHL PER AUMENTARE L’AUTONOMIA
Più km a emissioni (quasi) zero
Grazie al generatore alimentato a carburante
al posto di un pacco batterie
L
a transizione
energetica sarà
lunga (e complessa).
Per restare con i piedi
per terra e fare gli
interessi immediati dei
trasportatori, Scania
e Dhl si apprestano
a testare l’utilizzo di
camion elettrici dotati
brevi, circa 30-40
minuti. Total Energies
si impegna anche a
fornire energia elettrica
proveniente da fonti
green ai sistemi di
ricarica dei siti Daf su
scala europea. Il gruppo
francese ha di recente
firmato anche un altro
protocollo d’intesa,
stavolta con Ford
Trucks.
di un vero e proprio
generatore alimentato a
carburante posizionato al
posto di uno dei pacchi
batterie del camion. In
questo modo, il veicolo
avrebbe un ‘boost’ di
autonomia. «Il futuro è
elettrico ma la perfezione
non deve essere nemica
del bene», ha
detto il Ceo
di Scania,
Christian
Levin,
sottolineando
il carattere
transitorio del
progetto.
IVECO A IDROGENO
Due S-eWay
per Bmw
Consegnati i
primi due veicoli
nell’ambito del
progetto H2 Haul
Ha fatto comprensibilmente
scalpore la consegna,
da parte di Iveco, di due trattori
stradali S-eWay con celle
a combustibile alimentate a
idrogeno. I truck sono stati
recapitati a Bmw e faranno
la spola tra gli stabilimento
di Lipsia e Norimberga, in
Baviera.
L’operazione è avvenuta
nell’ambito del progetto,
denominato H2 Haul, che
ha per obiettivo lo sviluppo
dell’idrogeno ed è co-finanziato
dalla Clean hydrogen
partnership. Contestualmente
alla consegna, sono state
inaugurate due nuove stazioni
di rifornimento di idrogeno
a Lipsia e a Hormersdorf.
Nel contesto del progetto
H2 Haul, Iveco ha in programma
la consegna di di
12 S-eWay a celle a combustibile
a idrogeno. Truck che
hanno autonomia di circa
800 chilometri e che richiedono
meno di 20 minuti per
riempire i serbatoi con 70
chili di idrogeno compresso
o a 700 bar.
64
65
service&logistics
nuove stazioni, stoccaggio
LOGISTICA SANITARIA, UPS APRE LA STRUTTURA DI MILANO
Il gruppo Ups ha aperto tre nuove strutture specializzate in cross-docking
a livello globale. A quella di Milano, infatti, si aggiungono gli impianti di
Francoforte e di Città del Messico. Per quanto riguarda Milano, Ups ha
scelto Liscate e realizzato un avamposto da 28.500 metri quadrati con oltre
20 mila posti pallet per lo stoccaggio a temperatura controllata.
MILENCE ARRIVA IN ITALIA
Perché non sia
una cattedrale
Nel deserto del trasporto
pesante elettrico attuale in
Italia, l’apertura del primo hub
pensato per i camion può
e deve essere un volano
L
’apertura del primo hub di
ricarica italiano di Milence,
la joint venture che riunisce
Daimler Truck, il gruppo
Volvo e Traton, dunque
cinque costruttori su otto tra
quelli attivi in Italia nel trasporto
pesante, è di certo la
notizia del mese.
Sgomberando il campo
dalle polemiche e dai dubbi
sulla reale possibilità di
passare alla trazione elettrica,
specialmente per il lungo
raggio, la presenza di un hub
progettato e specifico per i
camion stradali può rappresentare
il primo importante
passo verso la transizione.
In Italia l’hub europeo
numero 13
Ne sono convinti quelli di
Milence, che finora hanno
messo in fila 13 stazioni di
ricarica in giro per l’Europa,
così come i rappresentanti locali
di Man, Mercedes, Scania,
Volvo e Renault Trucks,
tutti presenti all’inaugurazione
che si è svolta a Bagnolo
San Vito il 20 febbraio.
«Nella nostra visione, i
sistemi di ricarica privati e
quelli pubblici devono convivere
perché si possa elettrificare
il trasporto merci»,
ha detto Simone Procaccini,
braccio di Milence in Italia,
«Entro il 2030 l’Europa necessiterà
di 11 mila punti di
ricarica per truck, 490 da costruire
in Italia».
È chiaro che fare affidamento
soltanto sulle colonnine
in deposito non può essere
sufficiente per immaginare i
camion elettrici sulle nostre
strade (e autostrade). Lo ha
confermato Ettore Gualandi
di Gruber Logistics, azienda
molto attiva nella transizione
e un camion elettrico ce l’ha:
«Quello di Milence è un progetto
chiave per elettrificare
le nostre flotte: siamo convinti
che il trasporto del futuro
sarà elettrico ma finora
abbiamo sentito la mancanza
PRONTI PER LA RICARICA FAST
Lo schieramento di camion elettrici
presenti all’inaugurazione della
stazione di ricarica rapida, lo scorso
20 febbraio. Sotto, la visione d’insieme
dell’hub e il dettaglio di una delle
colonnine da 400 kilowatt di potenza
fornite da Alpitronic. In alto a destra,
l’inaugurazione ufficiale.
di opzioni di ricarica valide,
tanto che sull’elettrico abbiamo
investito più in Germania
che in Italia».
Rispettando il criterio di
base seguito dalla joint venture
nella localizzazione delle
stazioni, l’hub di Bagnolo
si colloca in prossimità delle
principali direttrici del trasporto
commerciale europeo
sul territorio italiano.
In collegamento con le
principali città
«Siamo nei pressi dell’A22,
assolutamente centrale nelle
rotte europee», ci ha detto
Alexandre Hélibert, Public
affairs manager di Milence,
«Dal punto di vista logistico,
inoltre, siamo in una posizione
favorevole rispetto ad
alcune delle più grandi città
italiane, come Milano, Roma
e Napoli. L’Italia è uno dei
paesi principali nella strategia
di Milence». Non a caso,
Hélibert conferma che è in
programma la realizzazione
di altri hub di ricarica nel
nostro Paese.
A Bagnolo San Vito si
trovano cinque stalli per la
ricarica fast con quattro colonnine
Alpitronic da 400
kilowatt di potenza massima
ciascuno, da dividere per le
due uscite associate a ogni
caricatore. Le prese attualmente
presenti sono Ccs, con
la promessa di installare anche
sistemi megawatt (quindi
con output fino a mille kilowatt)
quando la tecnologia lo
consentirà.
Un hub aperto a tutti
i camion elettrici
La ricarica può essere effettuata,
come da politica
di Milence, non soltanto
sui camion appartenenti alla
joint venture, ma su qualsiasi
truck elettrico (e, perché no,
anche bus per le lunghe percorrenze,
un giorno).
Diverse, secondo Milence,
le carte di ricarica accettate
per fare il ‘pieno’ a Bagnolo
San Vito, oltre al pagamento
diretto tramite carta bancaria.
Ma ciò che è realmente interessante,
visti i prezzi attuali,
è la tariffa standard di 0,399
euro al kilowattora: costo decisamente
competitivo.
Prevista, entro la fine
dell’anno, la realizzazione
di servizi igienici, docce e
l’installazione di un distributore
automatico. L’hub,
che è monitorato da telecamere
a circuito chiuso, non
ha dei veri e propri servizi di
ristorazione, ma è collegato
all’adiacente McDonald’s,
che confida nel boom dell’elettrico
in Italia per aumentare
la sua clientela, almeno in
questo locale.
Fabrizio Dalle Nogare
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67
village
grida d’allarme, segnali
L’IRU PREOCCUPATA PER IL DESTINO DEI FONDI EUROPEI
La principale associazione internazionale degli operatori logistici teme
che le discussioni sulla revisione del Quadro finanziario pluriennale
dell’Unione possano modificare il quadro attuale, trasferendo la maggior
parte dei finanziamenti dell’Ue per i trasporti ai Piani unici nazionali.
Oggi, invece, i fondi vengono gestiti a livello centrale europeo.
FEDERAUTO: IL CONVEGNO
Europa, così
proprio non va
I big dell’autotrasporto (e
diversi esponenti politici) a
confronto a Milano: cambiare
la roadmap europea per
evitare una crisi profonda
Il tavolo di confronto promosso
dalla presidente della
Commissione Ue, Ursula
von der Leyen, non è evidentemente
sufficiente per dare
risposte a un settore sempre
più disorientato dalla transizione
energetica.
Appena qualche giorno
dopo l’avvio del confronto
a livello europeo, lo scorso
3 febbraio Federauto, associazione
di riferimento dei
concessionari automotive,
ha promosso a Milano un
convegno sulla sostenibilità
dell’autotrasporto. Presenti
un po’ tutti gli stakeholder
del comparto: dai dealer alle
associazioni di settore; dai
costruttori (tutti) di truck attivi
in Italia (ne parliamo nel
box) alle aziende di trasporto,
fino a diversi esponenti
politici impegnati in Italia e
soprattutto in Europa.
Ridefinire la roadmap
europea
Praticamente tutti i relatori
si sono detti d’accordo sulla
necessità di rimettere radicalmente
in discussione l’architettura
immaginata e (ad
oggi) confermata dall’Europa
per la riduzione delle emissioni
nel trasporto, sia leggero
che pesante. Concetto
sintetizzato con chiarezza dal
padrone di casa, il presidente
di Federauto, Massimo Artusi,
che ha parlato di «clienti
perplessi, confusi e intimoriti
nel fare gli investimenti necessari
per portare avanti il
loro business».
Sul banco degli imputati
la supposta coincidenza tra
transizione energetica ed
elettrificazione su cui poggia
il regolamento europeo,
ma anche il rifiuto (finora)
opposto dalle istituzioni Ue
a prendere in considerazione
anche i biocarburanti.
«Gli impianti di ricarica
fast sono praticamente inesistenti.
Inoltre, i veicoli elettrici
hanno un’obsolescenza
elevatissima rispetto a quelli
tradizionali. Il dialogo strategico
lanciato qualche giorno
fa da Ursula von der Leyen è
ottima notizia ma deve seguire
le indicazioni che vengono
dal mercato e, soprattutto,
deve includere anche i concessionari,
che invece non
sono stati finora coinvolti»,
ribadisce Artusi.
Il programma delineato
dalla Commissione Ue viene
definito da Artusi «utopistico»
proprio alla luce
delle indicazioni che stanno
È ORA DI ALZARE LA VOCE
Il presidente di Federauto, Massimo
Artusi, ha fortemente voluto l’evento
che si è tenuto a Milano lo scorso 3
febbraio. Secondo Artusi (qui durante
il suo intervento), i concessionari non
vengono sufficientemente ascoltati
dalle istituzioni e vivono un momento
di grande incertezza.
emergendo dal mercato, che
si tratti di camion, così come
di van o anche di auto.
Il 2024 ha evidenziato come
i numeri delle immatricolazioni
elettriche abbiano fatto
addirittura marcia indietro
in quasi tutti i segmenti. In
Italia come in diversi paesi
europei. E allora, Federauto
(spalleggiata dalla federazione
continentale di settore
Aecdr) mette sul tavolo tre
proposte. A partire dall’eliminazione
delle multe per i
costruttori che non raggiungeranno
gli obiettivi di riduzione
delle emissioni fissate
a livello continentale e calcolate
in oltre 15 miliardi di
euro a partire dal luglio di
Costruttori truck ‘in trincea’
Federauto ha avuto,
tra gli altri, il merito
di mettere attorno a un
tavolo lo stato maggiore
delle ‘otto sorelle’, cioè
tutti i costruttori di truck
che operano in Italia.
Occasione ghiotta per
tastare il terreno in tema
di transizione energetica,
non pienamente sfruttata,
però, anche perché il
dibattito è stato piazzato
nel pomeriggio come
ultimo tra tutti quelli in
programma, con tempi
più stretti. Non sono
emersi particolari spunti
di novità per gli addetti ai
lavori: quasi tutte le case
hanno investito
tanto sia sulla
maggiore efficienza
dei motori diesel,
sia sullo sviluppo
di soluzioni
elettriche che sono
inevitabilmente
molto più costose
dei veicoli
omologhi con
motore termico.
È stato citato il
quest’anno. Costo insostenibile
per aziende che «vivacchiano
in uno stato larvale»,
ha evidenziato da Artusi.
A voi gli obiettivi,
a noi le modalità
La seconda proposta è la richiesta
della verifica anticipata
sull’efficacia delle misure
immaginate dall’Europa
per poterle eventualmente
modificare. Richiesta, questa,
avanzata dal Governo italiano
che ha trovato l’avallo di
altre sette nazioni. L’ultima
proposta si rifà al cosiddetto
rapporto Draghi e al fatto
che le istituzioni dovrebbero
sì fissare gli obiettivi di decarbonizzazione,
lasciando
caso di Milence, la joint
venture creata da Volvo,
Daimler e Traton per
realizzare l’infrastruttura
di ricarica per truck in
Europa, di cui il primo
hub italiano si trova
a Mantova. Va evitata,
secondo i costruttori,
la demonizzazione
dell’elettrico, che sarà
certamente una delle
opzioni per l’autotrasporto
di domani. E sulle
multe, la speranza è che
qualcosa possa cambiare,
altrimenti a pagare sarà
la competitività dell’intero
sistema. Quanto meno in
Europa.
all’industria la scelta sulle
strade tecnologiche da perseguire
per raggiungerli.
Il concetto è quello più
volte ribadito dalle associazioni
di categoria, ma di
recente anche dal Governo
italiano: occorre un cambio
di approccio radicale dal sistema
di calcolo basato sulle
emissioni allo scarico (scelto
dall’Europa) nel ciclo di vita
dei prodotti, in questo caso
dei carburanti. Insomma,
dal tank-to-wheel al well-towheel.
Sarà questa, crediamo,
la madre delle battaglie
che verranno combattute,
soprattutto a livello politico,
in Europa nei prossimi mesi.
Fabrizio Dalle Nogare
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DKV MOBILITY PER APPLE CAR PLAY E ANDROID AUTO
Grazie al recente aggiornamento dell’App Dkv Mobility, adesso chi
guida può visualizzare le stazioni di servizio o di ricarica, gli impianti di
autolavaggio e altri punti d’interesse sul sistema di infotainment.
IL FUTURO DI MERCEDES
Passa dal taglio
dei costi
Gli utili sono scesi del 30 per
cento sul 2023, soprattutto
per il calo della domanda
dalla Cina. In vista tagli del 10
per cento fino al 2027
Si è svolto il 20 febbraio
il Capital market day di
Mercedes-Benz, durante il
quale l’azienda di Stoccarda
ha mostrato i risultati finanziari
relativi al 2024, svelato
le previsioni (non rosee) per
il 2025 e la strategia con cui
intende far fronte alle difficoltà:
lanciando «la più grande
campagna di prodotti e
tecnologia di sempre», come
l’ha definita Ola Källenius,
Ceo del Gruppo, ma anche
con un programma di taglio
dei costi del 10 per cento da
qui al 2027.
Per quanto riguarda i risultati
finanziari, l’utile del
Gruppo prima di interessi e
imposte (Ebit) ha raggiunto
13,6 miliardi di euro (19,7
miliardi nel 2023).
Mentre i ricavi sono
stati di 145,6
miliardi di euro
(152,4
miliardi).
Il flusso
di cassa libero dall’attività
industriale ha raggiunto 9,2
miliardi (11,3 miliardi nel
2023), principalmente a causa
del tasso di conversione
di cassa molto elevato nelle
divisioni Cars and Vans.
A cosa sono dovuti questi
cali? Principalmente, al declino
della domanda in Cina
per le vetture Mercedes di
fascia alta.
È andata un po’ meglio
alla divisione Vans che ha
raggiunto i 2,8 miliardi di euro
(contro 3,1 nel 2023) col
RoS rettificato rimasto quasi
al livello del 2023, al 14,6
per cento (15,1). Comunque
è innegabile che anche
le vendite dei commerciali
sono state inferiori.
Ricerca e sviluppo
non si fermano
Infine, Källenius sottolinea
che i costi di ricerca e sviluppo
si sono concentrati
sulla Van Architecture modulabile
e flessibile. Il programma
prevede dal 2026
l’introduzione di modelli
cento per cento elettrici della
Van electric architecture
(Van.Ea), cui seguiranno i
diesel della Van combustion
architecture (Van.Ca).
SUSTAINABLE
2025
TOUR
MEDIA PARTNER
SPONSOR TOUR
UNA INIZIATIVA
Info e contatti
visita il sito:
www.eventforma.com
Quella strategia
snella e resiliente
Per Källenius, i risultati
del 2024 sono «solidi,
nonostante la situazione
non facile, e questo
grazie a una gamma di
prodotti eccezionali e
a una rigida disciplina
dei costi. Per garantire la
futura competitività dell’azienda
in un mondo sempre
più incerto, stiamo adottando
misure per rendere l’azienda
più snella, veloce e resiliente,
mentre prepariamo un’intensa
campagna di lancio per
numerosi nuovi veicoli».
In questo programma di
lanci, l’aspetto interessante
è che il Gruppo ha deciso di
puntare in egual misura sia
sui Bev che sui veicoli con
motore a combustione. Nel
dettaglio, saranno 19 i modelli
termici e 17 gli elettrici.
DOPPIA
ARCHITETTURA
Il Ceo di
Mercedes
Ola Källenius
(sopra) ha
annunciato lo
sviluppo di
una doppia
architettura per
i van di domani:
a quella per gli
elettrici se ne
affiancherà una
per i veicoli con
motore termico.
Verona LetExpo 13 marzo
Catania Med Move 4 ottobre
70
a tutto carico
ecorimorchi, logistica integrata
LC3 CON MERCEDES E SCHMITZ CARGOBULL PER LA SOSTENIBILITÀ
L’azienda di trasporti umbra Lc3 aggiunge il primo Mercedes eActros 600 alla
sua flotta, in combinazione con un semirimorchio Schmitz Cargobull dotato
di sistema di recupero dell’energia frenante. Una combinazione, questa, che
secondo Lc3 si presta perfettamente alle esigenze di un trasporto
a temperatura controllata.
TRAILER DYNAMICS
La spinta (green)
arriva dall’assale
Pacchi batterie Catl e assale
elettrificato sviluppato
in-house conferiscono
energia al trailer e supportano
il trattore stradale
Innovatori tecnologici.
È così che Michael W.
Nimtsch, fondatore nel 2018
dell’azienda, definisce Trailer
Dynamics, che ha sviluppato
la soluzione completa,
definita ‘e-kit’, per dotare i
semirimorchi di un sistema
elettrificato in grado di rendere
più efficiente e sostenibile
il trasporto.
Assale elettrificato, batterie
di trazione e unità di controllo
in tempo reale sono i
componenti chiave dell’e-kit
di Trailer Dynamics. E Michael
Nimtsch ci ha confermato
che si sta avvicinando
l’ingresso nel mercato: «Nel
2025 saremo pronti con una
pre-serie, mentre la produzione
di serie è prevista per
il 2026».
Il perno ralla
è sensorizzato
Da dove proviene l’energia
che alimenta il sistema elettrificato?
«I nostri pacchi batterie,
forniti da Catl, ci permettono
di offrire una soluzione
modulare con tre livelli di
capacità: da 187, 387 o 551
kilowattora. Il cuore della
nostra soluzione, tuttavia, è
il king pin (perno ralla) sensorizzato,
il componente di
collegamento tra il camion e
il rimorchio».
«Lo abbiamo dotato di sensori
per poter rilevare le forze
che agiscono sul perno, trasformarle
in segnali digitali e
inviarle all’unità di controllo,
che gestisce l’assale in tempo
reale. Assale centrale del
trailer che è elettrificato per
mezzo di due potenti motori
da 345 kilowatt di potenza
ciascuno».
Il sistema funziona con specifici
modelli di camion?
«L’intero sistema plug-in è
completamente indipendente
dal camion, che può essere
accoppiato e disaccoppiato
dal rimorchio più volte
al giorno. Camion che può
essere diesel, elettrico o a
idrogeno e di qualsiasi marca.
Non c’è differenza».
Veniamo alla questione spinosa
del prezzo. Quando
la soluzione sviluppata da
Trailer Dynamics diventa
conveniente per le aziende
di trasporto?
«Questi veicoli e questa tecnologia
hanno bisogno di
percorsi dedicati. Ciò è fondamentale
perché ci sia una
giustificazione dal punto di
PROGETTO ALTAMENTE INNOVATIVO
Trailer Dynamics procede a grandi passi verso
l’avvio della produzione in serie del suo e-kit.
Intanto, collabora con Krone e Thermo King,
entrambi a tutti gli effetti parte del progetto.
vista economico. Per questa
ragione, supportiamo i nostri
clienti con uno tool di simulazione
delle performance.
Grazie a questo strumento,
possiamo ricostruire la realtà,
in termini di percorsi, tipo
Tutta l’energia
necessaria per il frigo
All’inizio del 2024 è stata
annunciata una collaborazione
strategica con il marchio
Thermo King di Trane
technologies, con il big dei
frigo che è diventato investidi
camion, tipo di rimorchio,
topografia e così via. L’intero
sistema è quindi in grado di
dire quanta energia è necessaria,
quanto è possibile ridurre
il consumo di anidride
carbonica. Inoltre, sulla base
di questi dati individuali,
forniamo un documento certificato
sull’impronta di CO 2
,
in modo che i nostri clienti
sappiano esattamente quanto
sono in grado di ridurre la
loro impronta».
E le batterie te le cambio
Alla Iaa, Trailer
Dynamics ha anche
presentato il progetto
di battery swapping, la
tecnologia che consente
di sostituire i pacchi
batterie anziché sottoporli
a ricarica. «Il battery
swapping è un’opzione
reale che può fornire
vantaggi concreti: il
tempo necessario alla
sostituzione delle batterie
è di soli cinque minuti»,
spiega Michael Nimtsch.
«Per le aziende di
logistica, i vantaggi
sono enormi anche
in termini di costi,
specialmente se le
stazioni swapping
assumeranno la
proprietà delle
batterie. Il progetto
a cui partecipiamo
esiste già in
Cina. È iniziato
qualche mese fa
e pensiamo che la
sua realizzazione
richieda due o tre
anni. Il battery
Ad eccezione delle batterie,
tutti gli altri componenti
chiave dell’e-kit sono sviluppati
da Trailer Dynamics?
«Trailer Dynamics ha sviluppato
l’intera soluzione. Le
batterie sono fornite da Catl.
Gli assali sono stati sviluppati
internamente, anche se ci
rivolgiamo a un’azienda terza,
che li realizza secondo il
nostro progetto».
swapping può avvenire
in ambienti pubblici o
privati, a patto che i
collegamenti ai rimorchi
siano, ovviamente,
standardizzati. In questo
momento siamo gli
unici in grado di testare
questo servizio, ma se
la tecnologia prenderà
piede sul mercato sarà
necessario sviluppare un
sistema che possa essere
utilizzato anche con tutti
gli altri veicoli».
tore di minoranza in Trailer
Dynamics, insieme al produttore
tedesco di rimorchi
Krone. Qual è il significato
dell’alleanza con un marchio
come Thermo King?
«Siamo entrambi impegnati
in un percorso di decarbonizzazione.
E ci piace collaborare
con aziende che vogliano
fare la stessa strada. Sia noi,
sia Thermo King abbiamo
la stessa visione. Questo ci
aiuta a commercializzare i
nostri prodotti. Utilizzando
il sistema che abbiamo sviluppato,
l’energia per l’unità
di refrigerazione proverrebbe
interamente dalle nostre batterie».
Fabrizio Dalle Nogare
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73
van&pick-up
best seller, desideri
MUSSO EV, IL PICK-UP ELETTRICO DI KG ARRIVERÀ ANCHE IN EUROPA?
Di certezze al momento non ce ne sono. Di sicuro c’è che Musso Ev, il pick-up cento
per cento elettrico di dimensioni medie realizzato dalla coreana Kg Mobility (in pratica
l’ex Ssangyong) sulla piattaforma del Suv elettrico Torres Evx, verrà commercializzato
anche fuori dai confini nazionali, in Australia e Uk, già in questa prima fase del 2025.
Ma che possa sbarcare anche sui mercati europei, Italia compresa, non v’è certezza.
I TRAGUARDI DI MERCEDES SPRINTER
Trent’anni
5
milioni
Lanciato sul mercato a metà degli
Anni 90 da tre decenni l’iconico
van della Stella, oggi sinonimo di
qualità e innovazione, si appresta
a festeggiare attraverso una special
edition il traguardo dei cinque milioni
di esemplari venduti nel mondo
IL PARTNER
IDEALE
Il traguardo,
ormai prossimo,
dei 5 milioni
di esemplari,
la dice lunga
sull’accoglienza
riservata al
Mercedes Sprinter.
Un veicolo e un
modello che fin
da subito ha
saputo affermarsi
come partner
commerciale
ideale.
Si scrive Sprinter, si
pronuncia innovazione.
Giunto al trentesimo
compleanno (il lancio
nella primavera 1995) e ormai
prossimo al traguardo
dei cinque milioni di esemplari
venduti nel mondo, il
Mercedes Sprinter ha sempre
fatto dell’innovazione il proprio
segno distintivo.
Caratteristica, questa, che
l’iconico light van della Stella,
ha manifestato fin da principio,
in quel 1995 che lo ha
visto ereditare il timone dei
commerciali Mercedes dal
leggendario T1/Tn.
Carrozzeria autoportante,
trazione posteriore, sospensioni
anteriori indipendenti,
quel primo Sprinter disponibile
in una varietà di configurazioni
(pianalato, cassonato,
con cabina singola o doppia,
furgone e bus 5 o 9 posti)
e varianti (passi da 3.000 a
4.025 mm, pesi da 2,59 a
3,5 ton), si presentava equipaggiato
di serie con freni a
disco, sistema Abs, differenziale
automatico e, in optio-
nal, l’airbag per i guidatore
(di serie dal Duemila).
Con l’Esp di serie
aumenta la sicurezza
Con la seconda generazione,
nel 2006, ecco l’Esp di serie,
dapprima sui furgoni da 3,5
ton poi su tutte le varianti.
Altro upgrade nel 2008 con
le sospensioni pneumatiche
(optional) e nel 2009 con il
sistema Blue efficiency che
porta a bordo dello Sprinter
il cambio a 6 marce e la
funzione start-stop, che pre-
cedono l’introduzione del
Crosswind assist.
Con la terza generazione
dello Sprinter, lanciata nel
2018, Mercedes mette l’accento
sulla connettività col
sistema multimediale Mbux,
e sulla sicurezza col Distronic
active distance assist.
Poic’è l’arrivo dell’e-
Sprinter elettrico (2019) per
la mobilità senza emissioni
di CO 2
e adesso, a celebrare
i trent’anni del campioncino
Mercedes, la special edition
30 years Sprinter.
LA SICUREZZA
È SUBITO PLUS
Già con la prima
edizione dello
Sprinter (a
destra), Mercedes
punta forte
sulla sicurezza
equipaggiando
il suo light van
con freni a disco,
Abs, cinture di
sicurezza a tre
punti regolabili
in altezza. E in
optional, l’airbag
per il guidatore.
74
75
impostazione, quanto piuttosto,
nelle dimensioni a tutto
vantaggio di un maggiore
spazio fruibile, un carico u-
tile e una capacità di traino
più elevati, un’efficienza ulteriormente
ottimizzata e una
maggiore economicità.
Il nuovo Transporter,
dunque cresce. Nella versio-
van&pick-up
VOLKSWAGEN TRANSPORTER
Capace di stupire
ancora
Completamente rinnovata
nelle dimensoni e nei
contenuti, la settima
generazione dell’iconico
modello Volkswagen offre un
significativo aumento dello
spazio e del carico utile
LA CINESE FARIZON SBARCA IN EUROPA: I PRIMI VAN ELETTRICI NEL REGNO UNITO
Farizon auto, il ‘braccio’ del gruppo cinese Geely attivo nel trasporto commerciale, è ufficialmente sbarcato
in Europa. I primi esemplari del van elettrico Sv sono, infatti, arrivati nel Regno Unito, dove vengono
commercializzati da Jameel Motors. Prezzo a partire da 45 mila sterline, Iva inclusa.
PIÙ LUNGO E PIÙ LARGO
Ingombri maggiorati per la
settima generazione del
Volkswagen Transporter. Nella
versione base, ad esempio, la
lunghezza è di 5.050 millimetri,
vale a dire 146 mm in più rispetto
al T6.1. Aumentato anche il passo
corto, ora di 3.100 millimetri (più
97 mm) e la larghezza esterna,
che supera ora i 2 metri (2.032
millimetri, 128 mm più di prima).
La volumetria massima è di 9
metri cubi, mentre il carico utile
sale a 1.330 chili.
E
sono sette. Sette generazioni
del Transporter,
modello con radici e
tradizioni solidissime nella
storia dei veicoli commerciali
Volkswagen. Transporter
che il colosso tedesco
presenta oggi ampiamente
rinnovato e rivisitato, non
certo e non tanto a livello di
DIESEL, IBRIDO PLUG-IN, ELETTRICO
È
un’offerta di motori
davvero completa
quella proposta da
Volkswagen per il nuovo
Transporter.
La line-up, accanto all’immancabile
turbodiesel,
propone la novità dell’elettrico
e a completamento
anche dell’ibrido plug-in.
Per uanto riguarda la versione
diesel, si tratta del
4 cilindri due litri di nuova
concezione declinato
a 110, 150 e 170 cavalli.
Le prime due potenze abbinate
al cambio manuale
a 6 marce, il top di gamma
all’automatizzato a 8,
quest’ultimo disponibile
peraltro a richiesta anche
in abbinata al 150 cv.
Per il 150 e il 170 cv c’è
anche la possibilità della
trazione integrale
4 Motion.
Con l’eHybrid
da 232 cv
compare invece
il cambio
automatico
a variaziione
continua.
Infine, c’è l’elettrico
a batterie,
disponibile
con ben
quattro potenze,
ovvero
115, 136, 218
e 286 cavalli.
Per i due livelli
superiori
non è tuttavia prevista,
almeno inizialmente, la
disponibilità sul mercato
italiano.
ne base, la lunghezza sale a
5.050 millimetri, 146 mm in
più rispetto al predecessore
T6.1, il passo a 3.100 mm
(più 97 mm), la larghezza
passa a 2.032 mm (più 128
mm), mentre l’altezza è di
1.984 mm (di poco inferiore
ai 2.500 mm, invece, sul
Transporter con tetto alto).
Di conseguenza aumenta lo
spazio per il carico: la lunghezza
del vano sulla versione
passo corto è ora di 2.602
mm (più 61 mm) e 3.002 mm
sulla variante passo lungo.
Ne consegue una volumetria
di 5,8 m 3 con passo standard
e tetto normale (prima era
di 5,5 m 3 ), mentre il cari-
co utile massimo lievita a
1.330 chili (130 chili in più
rispetto al T6.1). Nuovo valore
anche per la capacità di
traino (2.800 chili a fronte
dei 2.500 chili precedenti) e
il carico sul tetto (170 chili,
20 più di prima).
Si mette in moto
col pulsante
A bordo, dove è apprezzabile
la posizione alta dei sedili,
spicca, con il pulsante di avviamento
Keyless start, il Digital
cockpit da 12 pollici di
derivazione automobilistica,
combinato con il touchscreen
dell’infotainment da 13
pollici che integra Apple car
play e Android auto anche
wireless. Presente inoltre il
modulo 5G per gli aggiornamentio
e il trasferimento
digitale dei dati.
Altra importante novità,
è la prima volta sui commerciali
Volkswagen, lo
specchio retrovisore interno
disponibile, in optional, anche
come schermo digitale.
Ricevendo l’immagine dalla
telecamera posteriore, garantisce
la visuale libera durante
la guida e le manovre, con
evidenti benefici in termini di
maggiore sicurezza.
Decisamente completa la
dotazione di serie che comprende,
tra le altre cose, i fari
e i gruppi ottici posteriori a
Led, il Line assist e la frenata
automatica di emergenza.
Alberto Gimmelli
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van&pick-up
CAMPAGNA VOLKSWAGEN A FAVORE DEGLI ELETTRICI
Nonostante la profonda crisi, Volkswagen non rinuncia a spingere sull’elettrico.
E lancia la prima campagna di comunicazione cross-brand per stimolare l’interesse
e fare chiarezza su vantaggi e pregiudizi connessi alla storica svolta tecnologica.
RAM 1500 RHO
Per qualsiasi
terreno
Grinta, robustezza e un design
di indiscutibile fascino. Il nuovo
pick-up di Ram Trucks assicura
prestazioni al top su strada
e in fuoristrada combinate
con interni confortevoli, raffinati
e riccamente equipaggiati
Guardando ai numeri
delle vendite, quello
dei pick-up sarà anche
un settore di nicchia, tuttavia
mostra una vitalità davvero
notevole, per certi versi
in controtendenza considerati
questi tempi così difficili. Tra
nuovi modelli con motori,
per così dire convenzionali,
e versioni con alimentazioni
alternative, elettriche in particolari,
non c’è infatti di che
annoiarsi.
Tra le novità recentemente
presentate e che proprio in
questo primo scorcio dell’anno
si stanno affacciando
sul mercato, di particolarte
interesse c’è il Ram 1500
Rho, affascinante variante
elegantosa del Ram 1500,
presentata per la prima volta
al pubblico europeo lo scorso
gennaio in occasione del
Salone di Bruxelles.
Non manca di
personalità e carattere
Ram Trucks, marchio a stelle
e strisce appartenente all’universo
Stellantis, ne parla
come del «pick-up tecnologicamente
più avanzato di
sempre», sottolineandone le
caratteristiche innovative che
lo distinguono.
In effetti Ram 1500 Rho è un
modello che certo non passa
inosservato. Linee molto decise
ed eleganti, frontale con
griglia nera a contrasto che
trasmette robustezza e carattere,
vistosa presa d’aria
sul cofano, questo pick-up
è progettato e sviluppato per
affrontare qualsiasi terreno,
muovendosi con disinvoltura
perfino superiore sui percorsi
offroad più problematici e
ostici, assicurando in tutti i
casi prestazioni superiori.
Potenza e coppia, rispettivamente
fissate a 540 cavalli
e 706 Newtonmetro,
sono garantite dal 6 cilindri
in linea di 3 litri Hurricane
High output single-six turbo,
propulsore che consente
minori emissioni e maggiore
risparmio di carburante.
Tra le soluzioni adottate, la
sospensione a spirale posteriore
a cinque bracci migliora
maneggevolezza e comfort
di guida, offrendo al tempo
Dentro, 50 pollici
di schermi digitali
Atmosfera accogliente ed
esclusiva, invece, all’interno
dell’abitacolo, dove spiccano
i sedili in pelle regolabili con
memorizzazione e dotati anche
della nuova funzione di
massaggio, il cruscotto confezionato
a mano, il sistema
Uconnect di quinta generastesso
il 40 per cento di articolazione
in più rispetto alla
tradizionale configurazione
molle a balestra, mentre l’altezza
da terra di 300 millimetri
(50 mm in più rispetto al
Ram 1500 standard) consente
di affrontare in sicurezza anche
i percorsi più accidentati.
Dove, a fornire maggiore
NELL’OFFROAD NON TEME OSTACOLI
Disponendo di un’altezza da terra di 300 mm,
vale a dire 50 mm in più rispetto alla gamma Ram
1500 standard, il grintoso 1500 Rho è in grado di
affrontare in agilità e senza impedimenti anche i
percorsi offroad più ostici e impegnativi.
forza e stabilità sono il ripartitore
di coppia Borg Warner
e l’assale posteriore Dana
con differenziale autobloccante
elettronico, mentre alla
fluidità e precisione di guida
contribuiscono gli ammortizzatori
adattivi Bilstein Black
hawk e2 abbinati al sistema
Active terrain dynamics.
zione (cinque volte più veloce
del precedente).
E poi ancora, l’ampio ricorso
agli schermi digitali
combinati. Il Ram 1500 Rhone
dispone per oltre 50 pollici
complessivi combinati,
incluso un 14,5 pollici touchscreen
centrale con funzionalità
split-screen e schermo
passeggero da 10,25 pollici
con funzioni di copilota, intrattenimento
e visualizzazione
delle telecamere esterne.
A completamento un Head
up display a colori con interfaccia
personalizzabile, oltre
al quadro strumenti da 12,3
pollici (con oltre due dozzine
di menù diversi). Cosa volere
di più?
Alberto Gimmelli
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TEST DRIVE
OSPITI IN STUDIO
BREAKING NEWS
TRUCK RACING
Vi presentiamo il futuro.
Con questo slogan Volvo
Trucks accompagna nel 1993
la nascita della serie Fh, erede
designata della serie F, ormai
giunta all’epilogo della
propria carriera. In quello
slogan c’è tutta la forza di
quella che, pur nel segno
della continuità, si presenta
come una vera e propria
svolta hi-tech. Un cambio di
passo deciso, destinato a lasciare
il segno nel modo di
fare e intendere il trasporto
merci pesante. Nulla sarebbe
più stato come prima.
In quel «vi presentiamo
il futuro», in fondo, poteva
leggersi la capacità del marchio
di Göteborg, attraverso
il suo grande know-how, di
spostare più in alto l’asticella
della qualità dei contenuti e
dell’efficienza, senza scendere
a compromessi.
CORREVA L’ANNO
1993
VOLVO LANCIA LA SERIE FH
Ed è subito
pietra miliare
Sostituisce la Serie F e si presenta con un
ricchissimo pacchetto di novità in tutte le
aree, dal telaio alla cabina, ai motori
Il tempo di spegnere i riflettori sul battesimo della serie
Fh e Vado e Torno non si fa sfuggire l’occasione di un primo
doppio test (n.11/93) con le due versioni più potenti del
12 e 16 litri, ovvero il 420 e il 520 cv.
periodico di cultura,
economia e tecnica dell’autotrasporto
Fondato nel 1962
Autorizzazione del tribunale di Milano
n. 6041 del 20 settembre 1962
Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L.
353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1,
comma 1, LO/MI.
Registro nazionale della stampa
n. 4596 del 20/04/1994
n. iscrizione R.O.C. 2880 del 30-11-2001
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Hanno collaborato
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via Brembo 27
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IN COLLABORAZIONE CON
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N°5 MAGGIO 1994
Alla continuità rappresentata
dalla conferma della lettera
‘F’, l’ammiraglia svedese
aggiunge però la ‘H’ (high)
a rimarcare la presenza della
nuova cabina montata in posizione
più alta, più leggera
del 30 per cento rispetto alle
precedenti, realizzata con acciai
speciali, abbondante uso
di materiale plastico e vernici
ecologiche. Cabina proposta
nelle versioni corta, profonda
con tetto normale e profonda
con tetto alto Globetrotter.
È tutto nuovo anche sotto,
dove alloggiano sull’Fh12 il
nuovo motore 12,1 litri con
iniettori pompa con potenze
di 480, 380 e 240 cavalli, e
sull’Fh16 il 16 litri declinato
a 470 e 520 cavalli.
Novità anche per i cambi,
con l’Sro 2400 con ultima
marcia overdrive anzichè in
presa diretta, le sospensioni,
con la posteriore meccanica
L90 Road friendly configurata
con balestre paraboliche
Volvo Fh I-Save
TOH, SI RIVEDE
IL
TURBOCOMPOUND
sagomate a 60 gradi, e il telaio,
ridotto nel peso del 10
per cento malgrado l’allargamento
(da 800 a 850 mm) e
che offre l’altezza del piano
ralla a soli 960 mm. Sì, con
l’Fh è iniziato il futuro.
Il Costruttore di Göteborg lo
aveva abbandonato a fine 2005,
nell’anno del lancio del motore
D 13. Ora ritorna sulle potenze
di 460 e 500 cavalli. Efficientato
in termini di rendimento e
combinato con le più avanzate
tecnologie, assicura sull’ammiraglia
Fh un taglio fino al sette per
cento dei consumi di carburante
28 29
Dopo averlo abbandonato nel 2005, Volvo Trucks torna
nel 2019 al turbocompound. Vado e Torno ne parla
nell’articolo pubblicato sul n.7-8 di quell’anno.
L
a storia e la tradizione di Volvo Trucks
rappresentano una garanzia. L’efficienza
e il rendimento dell’ammiraglia Fh, vera
e propria icona del Marchio svedese di Göteborg,
una certezza comprovata e testimoniata
dalla lunga e fortunata carriera del modello.
Aggiungeteci la più raffinata tecnologia, rappresentata
dalla combinazione del turbocompound
(che Volvo Trucks ha introdotto per la
prima volta sul D 12 nel 2001 e accantonato
al momento del lancio del motore D 13 a fine
2005), con nuove funzioni e soluzioni mirate
alla più elevata efficientizzazione, et voilà, il
gioco è fatto. Ecco l’Fh I-Save.
CI SONO 30,5 KGM
DI COPPIA IN PIÙ
Rispetto al 6 cilindri
equipaggiato
con un solo
turbo, il D 13 con
turbocompound
messo a punto a
Göteborg sviluppa
30,5 chilogrammetri
di maggiore coppia.
Precisamente, sono
265 sul 460 e 285,4
sulla più muscolosa
taratura di 500
cavalli.
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ULTIM’ORA
Io vorrei, non vorrei
ma se vuoi...
Sembrava molto vicino l’accordo per la fusione tutta
giapponese tra Nissan e Honda, ma alla fine è saltato.
Ora si riparte, con i problemi di Nissan tutt’altro che risolti
Nissan ha di recente rinnovato la sua gamma di veicoli commerciali,
affiancando alle versioni termiche di Townstar e Interstar le varianti a zero
emissioni allo scarico. Sul mercato italiano degli Lcv, Nissan ha una quota
di mercato del 2 per cento.
Doveva essere il nuovo colosso mondiale dell’automotive,
un gruppo tutto giapponese (inizialmente c’era anche
Mitsubishi) potenziale terzo al mondo per dimensioni dopo
Toyota e Volkswagen. Invece, nel momento in cui scriviamo,
pare proprio che non se ne farà niente: le strade di Nissan
e Honda continueranno a scorrere parallele, a meno di
colpi di scena improbabili ma non impossibili. Tutto è nato
dall’esigenza, sentita specialmente da Nissan, di contenere
lo stato di difficoltà dovuto al combinato disposto tra calo
delle immatricolazioni e aumento dei costi di produzione.
Situazione che, secondo alcuni analisti, potrebbe portare la
casa di Yokohama al collasso nel giro di pochi anni. Non è
bastata, infatti, l’alleanza stretta sul finire del secolo scorso
con Renault proprio per ovviare a un periodo di crisi del
marchio giapponese. Lo scorso dicembre, Nissan e Honda
annunciavano dunque la firma di un protocollo d’intesa
preliminare alla fusione: il percorso, che pareva in discesa,
ha però subito prima una frenata e poi un vero e proprio
stop tra gennaio e febbraio, con l’annuncio, poco prima
di San Valentino (guarda un po’), della fine dei negoziati.
Motivo del contendere, pare, l’assetto immaginato da Honda,
molto più grande in termini numerici rispetto a Nissan,
che avrebbe in fin dei conti acquisito i connazionali, più
che effettuato una fusione. Non esattamente ciò che si era
stabilito in un primo momento. Col benestare di Renault,
che vorrebbe sbarazzarsi della sua quota di Nissan (36 per
cento), si cercano ora possibili nuove aziende interessate: tra
le più accreditate pare esserci la taiwanese Foxconn, nota
tra le altre cose per contribuire con i suoi semiconduttori
alla produzione degli iPhone Apple e desiderosa di entrare
nell’automotive. Staremo a vedere. Nissan rappresenta
un player storico anche se non da podio nel settore del
trasporto commerciale leggero in Italia: lo scorso anno ha
immatricolato poco meno di 4 mila furgoni, in crescita
dell’1,9 per cento rispetto al 2023, con una quota di mercato
stabile nell’ordine del 2 per cento.
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