Sud e Nord n.3 Marzo 2025
La Rivista Sud e Nord - Marzo 2025 approfondisce le dinamiche economiche, culturali e sociali del Mezzogiorno, offrendo un'analisi dettagliata sulle opportunità di sviluppo e innovazione nel Sud Italia. In questa edizione: Economia e Innovazione: focus sulla Borsa Mediterranea del Turismo 2025, il ruolo strategico dei porti del Sud nello sviluppo del trasporto marittimo e le nuove opportunità per le imprese. Cultura e Spettacoli: celebrazione di figure storiche come Elvira Notari, la prima regista italiana, e approfondimenti su eventi di rilievo come il Maggio della Musica 2025. Società e Ambiente: analisi delle sfide ambientali e urbane, dalla gestione dei rifiuti radioattivi alla riqualificazione di Piazza del Plebiscito a Napoli. Tecnologia e Formazione: impatto dell’Intelligenza Artificiale nell’educazione primaria, l’innovazione in agricoltura con l’Agritech Academy 2025 e le strategie per una transizione energetica sostenibile. Un numero ricco di approfondimenti, interviste e reportage esclusivi per raccontare il Mezzogiorno che cambia.
La Rivista Sud e Nord - Marzo 2025 approfondisce le dinamiche economiche, culturali e sociali del Mezzogiorno, offrendo un'analisi dettagliata sulle opportunità di sviluppo e innovazione nel Sud Italia. In questa edizione:
Economia e Innovazione: focus sulla Borsa Mediterranea del Turismo 2025, il ruolo strategico dei porti del Sud nello sviluppo del trasporto marittimo e le nuove opportunità per le imprese.
Cultura e Spettacoli: celebrazione di figure storiche come Elvira Notari, la prima regista italiana, e approfondimenti su eventi di rilievo come il Maggio della Musica 2025.
Società e Ambiente: analisi delle sfide ambientali e urbane, dalla gestione dei rifiuti radioattivi alla riqualificazione di Piazza del Plebiscito a Napoli.
Tecnologia e Formazione: impatto dell’Intelligenza Artificiale nell’educazione primaria, l’innovazione in agricoltura con l’Agritech Academy 2025 e le strategie per una transizione energetica sostenibile.
Un numero ricco di approfondimenti, interviste e reportage esclusivi per raccontare il Mezzogiorno che cambia.
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Sudenord.it - Anno 2 n. 3 Marzo 2025
1
Il mezzogiorno ed i suoi protagonisti
ALESSANDRO
INCERTO
Primo Piano
SVIMEZ: Come trattenere
i talenti del Mezzogiorno
Economia
Graded porta l’efficienza energetica
negli Emirati Arabi Uniti
Turismo
De Negri: A Napoli un turismo di qualità
Giornate FAI: la Campania segreta
Cultura
Oreste Zevola, dieci anni dopo
Emeroteca Tucci, gioiello da salvare
James Bond: 007 “napoletano”
Libri: Titti Marrone e Vincenza Alfano
EDITORIALE
SOMMARIO
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 Marzo 2025
SOTTO I RIFLETTORI
Primmammore: il nuovo romanzo di Titti Marrone
2 3
SISMA E SVILUPPO: NON POSSIAMO FERMARCI
Care lettrici e cari lettori,
mentre stiamo completando il nostro Magazine, la terra ancora
trema nei Campi Flegrei e il ministro Nello Musumeci firma il
decreto per la mobilitazione nazionale della Protezione Civile.
Le scosse, sempre più frequenti, non sono solo un fenomeno
naturale, ma un monito per un territorio che da troppo tempo
attende interventi strutturali adeguati. Ci è stato detto che
dobbiamo convivere con i movimenti sismici, come più o meno
accade in Giappone, con la differenza sostanziale che
nell'Estremo Oriente gli edifici sono costruiti con criteri
antisismici e le scuole sono tutte in sicurezza. Qui, purtroppo, dobbiamo scontare
decenni di disattenzione, di speculazione edilizia e di politiche miopi che hanno messo
in secondo piano la sicurezza dei cittadini. Tuttavia, la rinnovata intesa tra le istituzioni
per la salvaguardia delle comunità locali e la veloce messa in sicurezza del territorio
lascia ben sperare. Servono però interventi rapidi, concreti, duraturi e non solo
dichiarazioni di intenti.
Ma non è questo che voglio approfondire, né tantomeno le squallide boutade da social
che colgono l'occasione per una retorica antimeridionalista, sempre pronta a emergere
in situazioni di emergenza. Piuttosto, ciò che serve oggi è una riflessione profonda su
come questa fase non vada interpretata demagogicamente nella narrazione stereotipata
di un Sud in perenne affanno e dipendente dalla locomotiva del Centro-Nord. È un
racconto superato, smentito dai fatti e dai numeri: i dati sull'export e sull'innovazione ci
dicono chiaramente che il divario dello sviluppo si è assottigliato e che esistono realtà
virtuose capaci di trainare la crescita nazionale.
Nel Sud, infatti, si stanno sviluppando poli tecnologici, distretti industriali innovativi e
startup competitive a livello internazionale. Le università meridionali attraggono sempre
più studenti e ricercatori, contribuendo alla crescita di un ecosistema che punta sulla
conoscenza e sulle competenze. Certo, le criticità restano, ma la narrativa deve
cambiare. Bisogna smettere di rappresentare il Mezzogiorno come una zavorra e
riconoscerlo invece come una risorsa strategica per l'intero Paese.
Non possiamo e non dobbiamo fermarci! Questo è il momento di insistere, di spingere
affinché gli investimenti e le riforme non siano occasionali ma strutturali. È il momento di
chiedere politiche pubbliche lungimiranti che accompagnino la crescita, riducano le
disuguaglianze e diano al Sud la possibilità di competere alla pari. La sfida è aperta e va
affrontata con determinazione, senza cedere a narrazioni che appartengono al passato.
Francesco Bellofatto
Direttore Responsabile: Francesco Bellofatto
Grafica e web: Giovanni Barchetta
Articoli e rubriche di Giovanna d’Elia, Walter Ferrigno, Fabrizio Matarazzo, Manuela Ragucci,
Antonio Quaranta, Giuliana Sepe, Alberto Vito
Reg. Tribunale Na 4997/24 del 25/3/2024
www.sudenord.it - info@sudenord.it
INES CASA EDITRICE
www.ineseditrice.com - inessrlcsaeditrice@gmail.com
EDITORIALE
Sisma e sviluppo: non possiamo fermarci
Alessandro Incerto: l'attore e voice coach
che unisce generazioni e linguaggi artistici 4
PRIMO PIANO
Svimez: per arginare la migrazione giovanile,
salari più alti e decontribuzione Sud per i laureati 6
ECONOMIA
Il Polo Aeroportuale della Campania: un modello di sviluppo integrato 8
Palazzo Partanna: rinnovo di nomine all'Unione Industriali di Napoli 10
Da Napoli ad Abu Dhabi, Graded porta l’efficienza energetica
negli Emirati Arabi Uniti 12
Saverio Addante e Vincenzo Boccia lanciano BIG:
Boccia Industria Grafica SpA 14
Federico II e Deloitte: al via l’Operazione Talenti
i primi tre laureati assunti dalla sede di Napoli 15
Turismo, De Negri (Progecta): Nel settore non c’è posto per tutti,
il Governo metta freno alle fiere 16
F2i e Jetex siglano un accordo strategico per l’aviazione
generale a Napoli e Salerno 18
Armando Cozzuto confermato Presidente dell’Ordine degli
Psicologi della Campania 20
PSICOLOGIA & SOCIETÀ
Andare dallo psicologo sta diventando una moda? 21
INNOVAZIONE
Mariafelicia De Laurentis, una scienziata al centro
della rivoluzione astronomica 22
INHUSE: primo hub Italiano dell'Innovazione 24
Nicolais rappresentante italiano nell’EIC e EIE 25
Fabbrica Italiana dell’Innovazione: l’Economia
del Mare tra innovazione e sostenibilità 26
IL FATTORE UMANO
Rendiconto di Genere 2024: ma ci rendiamo conto del gap? 28
SALUTE E BENESSERE
Investimenti per una sanità più efficiente e innovativa in Campania 32
Ospedale Evangelico Betania, la tecnica
chirurgica del futuro è già presente 34
Mappatella Gym: l’allenamento psicofisico davanti
al mare che giova ai cittadini 36
INSIDE CAMPANIA
Giornate FAI di Primavera 2025: un viaggio
tra bellezza e storia in Campania 38
AMBIENTE
Bacoli e Cesa sul podio dei Comuni Plastic Free 2025 42
CULTURA E SPETTACOLI
Oreste Zevola: una mostra celebra l’artista a dieci anni dalla scomparsa 46
La memoria del giornalismo italiano: l’Emeroteca Tucci di Napoli 48
Fernando De Lucia e Enrico Caruso: un convegno tra storia e musica 50
Rubens a Capodimonte: un viaggio nel Seicento tra martirio e salvezza 52
‘600 Napoletano: al Museo Diocesano di Donnaregina
la grande pittura barocca 54
San Gennaro e Sant’Anna dei Lombardi:
biglietto integrato per un’esperienza unica 56
Approda al Museo Madre il Forum Italics 2025
il ruolo delle imprese culturali 58
tra denuncia sociale e memoria storica 60
Le Sibille: voci ribelli contro il destino 62
Il teatro che rende liberi: diventare attori per regalarsi speranza 63
Con Carlo Avvisati a Pompei: “Guida turistica
di un viaggiatore di duemila anni fa” 64
Storia della Moda Italiana: un percorso di evoluzione
tra arte, industria e identità culturale 66
Lo scrittore ed il mafioso: l’incontro tra Ian Fleming
e Lucky Luciano a Napoli 68
Bondology: tutto quello che c’è da sapere sull’Agente Segreto
più famoso del mondo 70
Al Trianon, omaggio a Viviani a 75 anni dalla scomparsa 73
A Cura dell’Arte: quando l’arte trasforma la cura 74
L'Intelligenza Artificiale tra etica, creatività e innovazione 76
L'Accademia di Belle Arti di Napoli e
il nuovo scenario internazionale 78
Pino Daniele. Una mostra e tre eventi speciali
per ricordare l’anima blues di Napoli 80
Daniele Sansone racconta “Nemesi”, il doppio progetto degli ‘A67 82
De Piscopo nella sua Napoli: dal Trianon a Piazza del Gesù
con Pino Daniele nel cuore 84
Foto di copertina di Vincenzo Versitelli
MOTORI
Alfa Romeo Roadshow Intensa: emozione,
design e performance senza confini 88
VOLONTARIATO
Liberi di Volare: riscoprire la bellezza del servizio 92
Medici di Strada: dieci anni negli occhi degli invisibili 94
GUSTI
Ostaria Pignatelli Privé: l’intimità dell’eccellenza
gastronomica sulla Riviera di Chiaia 96
Perla Nera: il nuovo dolce della Pasticceria Poppella 98
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
SOTTO I RIFLETTORI
Alessandro Incerto: l'attore e voice coach che unisce generazioni e linguaggi artistici
4 5
Dalla televisione al teatro, dal doppiaggio alla formazione: un percorso di eccellenza tra tradizione e innovazione
di Francesco Bellofatto
Alessandro Incerto è una figura di spicco nel
panorama artistico italiano, con una carriera
consolidata nel teatro, nella televisione e nel
doppiaggio. Nato a Napoli, si distingue per
la sua versatilità interpretativa e la capacità
di spaziare tra
diversi generi e
formati,
contribuendo
in modo
significativo alla valorizzazione della
narrazione audiovisiva e teatrale.
Incerto ha recitato in numerose fiction di
successo, tra cui I Bastardi di
Pizzofalcone, Un posto al sole, Mare
Fuori e Il Paradiso delle Signore. La sua
forte presenza scenica e capacità di
adattarsi a ruoli complessi lo hanno reso
un interprete costante nel panorama
televisivo italiano. Tra le sue apparizioni
più significative spicca il ruolo del medico
legale Sartori ne I Bastardi di
Pizzofalcone, un personaggio che richiede
precisione tecnica e profondità emotiva.
Grazie alla sua versatilità, Incerto ha
consolidato la sua reputazione sia presso il
pubblico che tra gli addetti ai lavori.
Oltre alla recitazione, Incerto è riconosciuto
come uno dei voice coach più qualificati in
Italia. La sua esperienza nel doppiaggio e
nella narrazione di documentari e spot
pubblicitari nazionali dimostra l’importanza
della voce come veicolo espressivo e
comunicativo. Il suo contributo ha permesso
di esplorare nuove forme di interpretazione
vocale, sottolineando il legame tra
intonazione, ritmo e costruzione emotiva del
discorso.
Uno dei progetti più innovativi di Incerto è
Jazz Poetry, spettacolo presentato con
successo alla Rocca dei Rettori di
Benevento e ai Giardini della Minerva a
Capri.
“Questo format – spiega - rappresenta una
profonda sintesi tra musica e poesia,
ponendo al centro della performance il
concetto di re-birth, ovvero la rinascita
interiore dopo il periodo di isolamento
dovuto alla pandemia”.
Lo spettacolo ha ricevuto riscontri positivi
dalla critica, con esperti che ne hanno
apprezzato la capacità di
fondere
linguaggi
artistici
differenti
e offrire
un'esperienza
immersiva e
coinvolgente. Attraverso un uso evocativo
della parola e della melodia, Jazz Poetry
intende stimolare una riflessione sulla
resilienza e sulla funzione catartica
dell’arte.
L’esperienza di Incerto è stata riconosciuta
anche attraverso il Premio Elsa Morante,
manifestazione di prestigio nel panorama
letterario italiano, di cui è divenuto volto
rappresentativo. Questo ruolo rafforza il suo
impegno nella divulgazione culturale,
fungendo da ponte tra tradizione e
innovazione nel settore artistico.
Attualmente, Alessandro Incerto è
impegnato nella realizzazione del progetto
Old & Young – Patto Generazionale, un
format televisivo incentrato sul confronto tra
diverse generazioni per favorire un dialogo
intergenerazionale che valorizzi le tradizioni
locali e ne faciliti l’evoluzione in chiave
contemporanea.
“Il format – spiega l’artista - si propone
come strumento di connessione tra
imprese, istituzioni culturali e giovani
professionisti, contribuendo alla creazione
di reti virtuose sul territorio campano”.
Il progetto sta ottenendo il sostegno di
istituzioni locali e collaborazioni con
realtà culturali di rilievo. “La possibilità
di diffusione su diversi canali –
spiega Incerto - permetterà di
raggiungere un pubblico eterogeneo,
ampliando il dibattito sulle tematiche
trattate e promuovendo una
maggiore partecipazione attiva della
comunità”.
Parallelamente, Incerto ha ideato una
nuova collana di audiolibri con un
approccio innovativo alla fruizione
della letteratura. “Questo progetto –
continua - si inserisce in una
prospettiva più ampia di
democratizzazione culturale, con l’intento
di rendere la letteratura accessibile
attraverso il medium sonoro, in linea con le
nuove tendenze di consumo culturale”.
Grazie alla sua poliedricità e al suo impegno
costante nel settore artistico e culturale,
Alessandro Incerto si configura come una
fonte di ispirazione per le nuove generazioni
di attori e narratori. La sua capacità di
coniugare tradizione e innovazione nei
linguaggi espressivi rappresenta un modello
per chi desidera intraprendere una carriera
nel mondo dello spettacolo. Attraverso il suo
lavoro, Incerto dimostra come l’arte possa
essere un veicolo di crescita personale e
collettiva, offrendo agli emergenti strumenti
per sviluppare una narrazione autentica e
coinvolgente.
Alessandro Incerto continua a lasciare un
segno significativo nel panorama della
narrazione audiovisiva italiana, contribuendo
con il proprio lavoro a una ridefinizione
dell’esperienza teatrale, televisiva e
multimediale.
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
PRIMO PIANO
Svimez: per arginare la migrazione giovanile, salari più alti e decontribuzione Sud per i laureati
6 7
Le retribuzioni sono inferiori di circa il 30% rispetto al Centro-Nord, spingendo i giovani a emigrare. Luca Bianchi, direttore di SVIMEZ, propone incentivi per trattenere i talenti
di Fabrizio Matarazzo
Le retribuzioni nel Mezzogiorno sono
inferiori di circa il 30% rispetto al Centro-
Nord, spingendo molti giovani a cercare
opportunità altrove. Luca Bianchi, direttore
di SVIMEZ, ha proposto una serie di
incentivi per trattenere i talenti e rilanciare
l’economia del Sud, sottolineando la
necessità di aumentare le retribuzioni e
rafforzare la "Decontribuzione Sud". Questo
strumento prevederebbe sgravi contributivi
per le aziende che assumono laureati a
tempo indeterminato, garantendo loro
condizioni lavorative più attrattive.
L’intervento di Bianchi è avvenuto
nell’ambito dell’evento "Crescita economica
e riqualificazione urbana: una città per
restare", promosso da SVIMEZ e
dall’associazione Altra Napoli, presso la
Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al
Mercato di Napoli. "Napoli rappresenta un
caso emblematico delle contraddizioni del
Mezzogiorno – ha dichiarato Bianchi – tra
un grande dinamismo economico e fragilità
strutturali. Servono politiche mirate per
migliorare l’accesso al mercato del lavoro e
arginare l’emigrazione dei giovani laureati.
Il rischio è che la ripresa economica si basi
su settori a basso valore aggiunto, con
salari poco competitivi e contratti
intermittenti".
Antonio Roberto Lucidi, vicepresidente
dell’Associazione Altra Napoli, ha posto
l’accento sull’importanza della
riqualificazione territoriale come strumento
per offrire opportunità ai giovani del
territorio. "Recuperare spazi abbandonati e
renderli fruibili per le nuove generazioni è
una strategia fondamentale per contrastare
l’emigrazione giovanile", ha affermato.
Gaetano Vecchione, coordinatore
dell’Osservatorio economico e sociale del
Comune di Napoli, ha ribadito che attrarre
giovani laureati significa garantire loro
condizioni lavorative più favorevoli. "Le
retribuzioni nel Mezzogiorno sono inferiori
del 30% rispetto al Centro-Nord, ed è questo
il motivo principale della fuga di talenti", ha
spiegato. Ha inoltre evidenziato il ruolo della
rigenerazione urbana in aree come Mercato
o Napoli Est, che potrebbero rilanciare
l’economia locale e offrire nuove
opportunità. Un altro aspetto cruciale è stato
sollevato da Adriano Giannola, presidente
di SVIMEZ, che ha posto l’attenzione sul
rischio bradisismico. Giannola ha proposto
una strategia di mitigazione che favorisca la
ricollocazione della popolazione lungo l’asse
Napoli-Bari, sfruttando l’alta velocità
ferroviaria e valorizzando le aree interne
dell’Irpinia e del Sannio.
Secondo il Rapporto SVIMEZ 2024, la
Campania si distingue come una delle
regioni più dinamiche d’Italia. Tra il 2019 e il
2023, il PIL è cresciuto del 4,9%, superando
la media nazionale, grazie soprattutto agli
investimenti nel settore delle costruzioni,
che ha registrato un aumento del 63,6%
rispetto al 2019. Il 2024 conferma questa
tendenza con una crescita stimata dello
0,8%, posizionando la regione tra le più
performanti insieme a Toscana, Umbria e
Sicilia. L’occupazione ha segnato un
incremento significativo, con 334mila nuovi
posti di lavoro nel Mezzogiorno (+5,5%), di
cui 80mila in Campania (+4,8%). Tuttavia, il
settore industriale ha subito una contrazione
del 5,2%, con una perdita di circa 12mila
posti di lavoro.
Le prospettive per il biennio 2025-2026
vedono l’Italia crescere a un ritmo modesto,
con un PIL in aumento di appena l’1%,
collocando il Paese tra gli ultimi in Europa
insieme alla Germania. Per il Mezzogiorno,
la crescita prevista sarà del 0,5% nel 2025 e
del 0,7% nel 2026, mentre la Campania
registrerà un incremento più sostenuto,
attestandosi intorno al 1,5% nel biennio.
Nonostante questi segnali positivi,
persistono criticità strutturali nel mercato del
lavoro. L’occupazione giovanile è cresciuta
solo del 2,8%, mentre il tasso di
disoccupazione tra i giovani resta tra i più
alti d’Europa, attestandosi al 40,8%. Anche
la crescita occupazionale tra le donne è
stata meno incisiva rispetto agli uomini, con
un aumento dell’1,5% contro il 4,8%
maschile. Il tasso di occupazione femminile
rimane il più basso d’Europa (33,8%),
inferiore di 20 punti rispetto alle regioni più
deboli della Grecia.
Uno dei problemi più gravi è rappresentato
dalla migrazione giovanile e dal
conseguente declino demografico. Dal 2001,
il Sud ha perso il 3% della popolazione, con
un saldo negativo di 1,5 milioni di italiani
emigrati e un aumento di soli 720mila
stranieri. Gli under 40 sono diminuiti di 3,1
milioni (-28%). Tra il 2013 e il 2022, quasi
200mila laureati hanno lasciato il Sud per
trasferirsi nel Centro-Nord, di cui 53.953
dalla Campania. Anche la mobilità
studentesca è un fattore chiave: il 20% degli
studenti del Sud sceglie di iscriversi a una
laurea triennale al Nord, mentre quasi il 40%
prosegue con la magistrale fuori regione.
Se questa tendenza non verrà invertita,
entro il 2050 il Mezzogiorno perderà 3,6
milioni di abitanti, rappresentando l’82%
della decrescita nazionale. La Campania, in
particolare, vedrà un calo della popolazione
del 16,7%. Napoli ha già perso 150mila
abitanti dal 2011 e si stima che ne perderà
altri 124mila entro il 2050. La città
metropolitana nel suo complesso vedrà una
riduzione di 356mila residenti.
Di fronte a questi numeri, SVIMEZ sottolinea
l’urgenza di politiche strutturali per trattenere
i giovani, rafforzare il mercato del lavoro e
incentivare il ritorno dei talenti attraverso
salari più competitivi e misure di
decontribuzione. Senza interventi mirati, il
rischio è che il Sud continui a svuotarsi,
privandosi di una generazione di
professionisti qualificati e indebolendo
ulteriormente il tessuto economico e sociale
del territorio.
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
ECONOMIA
Il Polo Aeroportuale della Campania: un modello di sviluppo integrato
8 9
Strategie di espansione, sostenibilità e connessioni internazionali nel contesto aeroportuale campano. Barbieri: Crescita economica e sociale. Borgomeo: Un esempio virtuoso
di Francesco Bellofatto
Il sistema aeroportuale della Campania,
costituito dagli scali di Napoli e Salerno, sta
affrontando il 2025 con un approccio
strategico incentrato sulla crescita
sostenibile, l’innovazione infrastrutturale e
l’ampliamento delle connessioni
internazionali. Tali sviluppi mirano a
consolidare la regione come hub nevralgico
per il traffico aereo nel Mediterraneo,
rafforzando il ruolo della Campania nel
panorama del trasporto aereo globale.
L’Aeroporto di Napoli-Capodichino,
principale scalo della regione, si distingue
per il suo impegno verso la sostenibilità
ambientale, avendo ottenuto il livello 5 del
programma Airport Carbon Accreditation
(ACA), il massimo riconoscimento
nell’ambito della gestione delle emissioni
aeroportuali. Questo risultato lo posiziona
tra i leader globali nel settore, anticipando gli
obiettivi di decarbonizzazione che molti altri
aeroporti italiani ed europei stanno ancora
perseguendo.
Dal punto di vista del traffico passeggeri, nel
2024 Napoli ha superato i 12,6 milioni di
passeggeri, con una rete di 120
destinazioni e un’espansione significativa
delle tratte intercontinentali. L’offerta per il
Nord America è stata ampliata con 43
frequenze settimanali su sei aeroporti –
Atlanta, Chicago, Montréal, New York/
Newark, New York JFK e Philadelphia –
serviti da vettori di rilievo come American
Airlines, Delta, United e Air Canada.
Questo sviluppo rafforza il ruolo di Napoli
come punto di accesso strategico per i flussi
turistici e commerciali tra Europa e
Americhe.
Parallelamente, l’Aeroporto di Salerno-
Costa d’Amalfi sta emergendo come
un’infrastruttura complementare a Napoli,
con un piano di crescita che ne valorizza il
potenziale. Nei primi cinque mesi di attività
ha registrato 180.000 passeggeri, a
testimonianza della sua crescente
attrattività. Il progetto di espansione
prevede la realizzazione di un nuovo
terminal di 16.000 metri quadrati,
progettato secondo criteri di alta
sostenibilità, con materiali a basso impatto
ambientale ed elevati standard di efficienza
energetica.
“L’obiettivo è promuovere uno sviluppo
aeroportuale che integri le dimensioni
ambientali, economiche e sociali,
garantendo competitività e sostenibilità”,
afferma Roberto Barbieri, amministratore
delegato di GESAC, la società che gestisce
gli scali di Napoli e Salerno.
L’offerta di rotte su Salerno si sta
progressivamente ampliando: per la
stagione estiva 2025 sono già in vendita 5
destinazioni nazionali (Catania, Milano
Bergamo, Milano Malpensa, Torino e
Verona) e 14 internazionali (Barcellona,
Berlino, Birmingham, Bruxelles
Charleroi, Bucarest, Ginevra, Londra
Gatwick, Londra Stansted, Manchester,
Marsiglia, Nantes, Parigi Orly, Tirana e
Vienna).
L’attrattività dello scalo è evidenziata anche
dall’ingresso di compagnie aeree di prestigio
come British Airways e Vueling. Inoltre, a
partire da maggio, la compagnia britannica
Jet2 inizierà ad operare su Salerno,
inserendolo nei pacchetti vacanza di
Jet2holidays, il principale tour operator del
Regno Unito. Questo contribuirà a
consolidare il ruolo dello scalo nel settore
turistico internazionale.
L’aeroporto di Salerno si sta affermando
anche come punto di riferimento per
l’aviazione privata, con un crescente
afflusso di personalità di rilievo del mondo
dello spettacolo e dello sport, tra cui
Madonna, Robert De Niro, Steven
Spielberg e LeBron James.
Con una previsione di oltre 17,5 milioni di
passeggeri complessivi tra i due aeroporti,
il polo aeroportuale della Campania si
posiziona come un modello di integrazione e
sviluppo strategico nel Mediterraneo. Napoli
consolida la sua leadership in ambito
internazionale, mentre Salerno emerge
come un’infrastruttura complementare di alto
valore, capace di servire anche territori
limitrofi come la Basilicata e l’Alta
Calabria.
“L’integrazione tra Napoli e Salerno
rappresenta un modello virtuoso per
l’ottimizzazione del traffico aereo
regionale, con benefici diretti in termini
di efficienza operativa e sostenibilità”,
conclude Carlo Borgomeo, presidente di
GESAC e di Assaeroporti.
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
ECONOMIA
Palazzo Partanna: rinnovo di nomine all'Unione Industriali di Napoli
10 11
Simona Capasso, Luigi Giamundo e Gaetano Torrente confermati alla guida delle sezioni Meccatronica, Moda e Filiera Alimentare
di Fabrizio Matarazzo
Continuità e visione strategica: queste le
linee guida che hanno caratterizzato il
recente rinnovo delle presidenze di tre
importanti sezioni dell’Unione Industriali
Napoli. Le conferme di Simona Capasso,
Luigi Giamundo e Gaetano Torrente alla
guida, rispettivamente, delle sezioni
Industria Meccatronica, Moda e Filiera
Alimentare, rappresentano un segnale forte
di fiducia nelle competenze e nella capacità
di innovazione di questi leader
imprenditoriali.
Simona Capasso (Nmc Nuovo Mollificio
Campano Spa) è stata riconfermata alla
presidenza della Sezione Industria
Meccatronica, un comparto fondamentale
per l’industria campana che punta sempre
più su digitalizzazione e automazione.
Accanto a lei, i Vice Presidenti Nicola
Intonti (Leonardo Spa) e Francesco
Matrone (Matcavi Srl) guideranno un
Consiglio Direttivo composto da figure di
spicco del settore: Antonio Baratto,
Pasquale Bisogno, Alfonso Capolupo,
Vittorio Celletti, Francesco Conzo,
Arcangelo Fornaro, Ivano Giuliani, Bina
Izzo, Gaetano Liguori, Lucia Mirone,
Domenico Moffo, Valeria Quaranta,
Massimiliano Scotto di Vetta, Mara Villa,
Imma Vittoria. La rappresentanza della
Sezione Meccatronica nel Consiglio
Generale dell’Unione Industriali sarà affidata
a Giovanni Abete (A. Abete Srl), Valerio
Biancardi (Hitachi Rail Sts Spa) e Mauro
Brega (GE Avio Srl), a testimonianza della
centralità del settore tecnologico e
industriale nel futuro dell’industria
napoletana. Nel comparto moda, la
conferma di Luigi Giamundo (Hismos Srl)
alla presidenza della Sezione Moda
evidenzia la continuità di una visione
incentrata su qualità, sostenibilità e
internazionalizzazione. Lo affiancheranno i
Vice Presidenti Tommaso D’Alterio (Isaia
& Isaia Spa) e Marianna Guerriero
(Guerriero Produzione Pelletterie Srl),
che, insieme a un Consiglio Direttivo
formato da Luisa Benigno, Francesco
Campanile, Raffaele Carotenuto, Luigi
Darli, Armando Del Giudice, Pasquale
Della Pia, Bianca Imbembo, Vincenzo
Palumbo, Maria Giovanna Paone,
Alessandro Pellone, Marco Scherillo e
Carlo Tarallo, lavoreranno per mantenere il
comparto tra le eccellenze del Made in Italy.
A rappresentare la Sezione Moda nel
Consiglio Generale dell’Unione Industriali
Napoli saranno Edoardo Imperiale
(Stazione Sperimentale Industria delle
Pelli e delle Materie Concianti Srl) e
Marco Montefusco (A.G.B. Company
Spa), due figure di riferimento per l’industria
conciaria e tessile.
Nel settore della Filiera Alimentare, la
riconferma di Gaetano Torrente (La
Torrente Srl) alla presidenza per il biennio
2025-2027 rafforza il percorso di crescita di
un comparto chiave per l’economia
campana. A supportarlo ci saranno i Vice
Presidenti Luigi Aliberti (Agria Spa) e
Angelo Caputo (Vincenzo Caputo Srl),
con un Consiglio Direttivo formato da Anna
Abbondante, Giovanni Amodio, Michele
Bifulco, Silvio Cola, Mario D’Antuono,
Elio De Simone, Giuliano Di Giuseppe,
Vincenzo Fortunio, Claudia Iacono,
Davide Maglietta, Fabio Milano e Ciro
Moccia. Per garantire una solida
rappresentanza della filiera alimentare nel
Consiglio Generale dell’Unione Industriali,
sono stati nominati Antimo Caputo
(Antimo Caputo Srl) e Biagio Mataluni
(Iobm Holding Srl), leader riconosciuti nel
settore.
Queste riconferme testimoniano il valore di
una leadership che ha saputo coniugare
tradizione e innovazione, spingendo tre
settori strategici verso una crescita
sostenibile e competitiva. Il rinnovato
assetto delle sezioni punta a rafforzare il
ruolo dell’Unione Industriali Napoli come
motore di sviluppo per il territorio, con una
visione orientata all’internazionalizzazione e
alla valorizzazione delle eccellenze locali.
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
ECONOMIA
Da Napoli ad Abu Dhabi, Graded porta l’efficienza energetica negli Emirati Arabi Uniti
12 13
L’azienda di Vito Grassi conclude un progetto da 7,5 milioni di euro con Quantum Esco per 30 edifici scolastici e governativi
Graded, azienda da Vito Grassi, leader nel
settore dell’energia sostenibile, ha appena
concluso un importante progetto di
efficientamento energetico negli Emirati
Arabi Uniti. L’iniziativa, avviata nel 2023 in
collaborazione con Quantum Esco, è nata
in risposta al bando promosso da Ades -
Abu Dhabi Energy Services, l’ente
responsabile della riqualificazione
energetica degli edifici governativi e
commerciali. L’intervento ha interessato 30
strutture scolastiche e governative situate
ad Abu Dhabi e Al Ain, comprendendo
anche impianti sportivi dedicati a ragazzi
con disabilità.
Il progetto ha previsto la sostituzione di luci,
refrigeratori e impianti di condizionamento,
l’installazione di water pumps e pannelli
solari, con l’obiettivo di migliorare
l’efficienza energetica di queste strutture. Il
valore complessivo dell’operazione è di 30
milioni di dirham (oltre 7,5
milioni di euro). Conclusa la
fase di installazione, è ora partito
un contratto di manutenzione che
si estenderà per i prossimi cinque
anni.
Graded non è nuova a progetti di
ricerca innovativi negli Emirati
Arabi. Da tempo sta
sperimentando l’utilizzo di fonti
rinnovabili come la geotermia e
l’idrogeno combinato con
l’energia solare, grazie a
prestigiose collaborazioni
accademiche. In particolare, in
sinergia con il RIT di Dubai, ha
sviluppato un sistema innovativo
di climatizzazione basato
sull’energia geotermica, mentre
con l’Università di Sharjah sta
lavorando su un progetto di
micro celle a idrogeno per ridurre i
consumi energetici del 40%. L’obiettivo è
testare l’efficacia di queste tecnologie in
impianti pilota per poi replicarle su scala più
ampia e contribuire al raggiungimento della
carbon neutrality. Un traguardo che
diventa più realistico grazie alla
collaborazione tra aziende, università ed
enti pubblici.
A conferma della qualità e dell’affidabilità
delle sue soluzioni, Graded ha ottenuto
importanti accreditamenti dal Regulatory
& Supervisory Bureau (RSB) e da
Etisalat, due enti chiave per il settore
dell’energia negli Emirati Arabi. RSB è
l’organo di regolazione del settore
energetico di Dubai e certifica le aziende
che operano secondo i più alti standard di
efficienza e sostenibilità. Etisalat, invece,
è un leader nelle telecomunicazioni e
nell’innovazione digitale e riconosce le
soluzioni tecnologiche d’avanguardia
applicate all’efficienza energetica.
Questi riconoscimenti rafforzano
ulteriormente la presenza di Graded sul
mercato emiratino, consolidandone il ruolo
di attore chiave nell’implementazione di
tecnologie avanzate per la riduzione
dell’impatto ambientale. Un successo che
apre la strada a nuove opportunità di
crescita e a un contributo sempre più
incisivo alla sostenibilità energetica di Dubai
e dell’intera regione.
RED
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
ECONOMIA
Saverio Addante e Vincenzo Boccia lanciano BIG:
Federico II e Deloitte: al via l’Operazione Talenti
Boccia Industria Grafica SpA
i primi tre laureati assunti dalla sede di Napoli
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Un nuovo colosso della stampa per la GDO e l’editoria europea
Un’iniziativa che unisce studio e lavoro, offrendo ai giovani opportunità concrete
Nasce una nuova realtà industriale destinata
a rivoluzionare il settore della stampa per la
Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e
l’editoria europea. BIG - Boccia Industria
Grafica SpA è il frutto dell’unione tra due
imprenditori di spicco, Saverio Addante e
Vincenzo Boccia, con il supporto di
Invitalia. L’obiettivo è chiaro: creare una
filiera innovativa, tecnologicamente
avanzata e sostenibile, in grado di offrire
servizi di stampa digitale e roto-offset per
cataloghi, volantini e riviste.
Il progetto prende vita grazie alla
combinazione dell’esperienza di Saverio
Addante, presidente di Confindustria
Intellect e fondatore del Gruppo
Promomedia, leader nei servizi
promozionali per la GDO, e di Vincenzo
Boccia, past president di Confindustria e
figura di riferimento nel settore della stampa.
BIG parte con un solido patrimonio netto di
21 milioni di euro, con Invitalia che
detiene il 25% del capitale attraverso il
Fondo Salvaguardia Imprese del Ministero
delle Imprese e del Made in Italy.
“La nostra missione è trasformare
un’azienda familiare in una grande realtà
industriale capace di offrire soluzioni
integrate di stampa e promozione per la
GDO, puntando su innovazione e
sostenibilità” – spiega Vincenzo Boccia.
Dello stesso avviso Saverio Addante, che
sottolinea come “nonostante l’avanzata del
digitale, il mercato della distribuzione
continua a basarsi fortemente sulla carta
stampata. Con BIG vogliamo offrire ai player
della GDO e dell’editoria un partner
affidabile e innovativo, che sappia integrare
al meglio servizi tradizionali e digitali”.
BIG propone soluzioni di stampa digitale e
roto-offset per un’ampia gamma di prodotti,
tra cui cataloghi, volantini promozionali e
riviste di intrattenimento come cruciverba e
sudoku. Il cuore del progetto è un
management esperto e investimenti
strategici che mirano all’innovazione e
all’efficienza energetica. Un passo
fondamentale in questa direzione è
rappresentato dall’installazione di un
impianto fotovoltaico, che contribuirà a
ridurre i costi energetici e le emissioni di
CO₂.
L’operazione è stata formalizzata il 6 marzo
2025 presso il notaio Nicola Atlante di
Roma, con il supporto degli studi Ranalli e
Associati di Torino (rappresentati da
Andrea Gabola, Alessandro Pasquini ed
Elena Vaudano) e PwC-TLS, con gli
avvocati Francesco Gallo e Simone
Demurtas, affiancati dalla commercialista
Paola Memola. Invitalia è stata assistita
dallo studio Chiomenti, mentre per le
relazioni industriali è intervenuto l’avvocato
Carlo Marinelli.
Il Consiglio di Amministrazione è guidato
dalla presidente Carmela D’Amato,
designata da Invitalia, e vede tra i suoi
membri Vincenzo Boccia (Amministratore
Delegato), Andrea Gabola (partner di
Ranalli e attuale presidente di Coin) e
Daniele Pelli (AD di Luxy). A presiedere il
Collegio Sindacale, su designazione di
Invitalia, è Monica Scipione, revisore
legale di grande esperienza.
Con un team di primo livello, una strategia
chiara e investimenti mirati, BIG si candida a
diventare un punto di riferimento per la
stampa e la comunicazione integrata in
Europa, portando avanti una visione
innovativa che coniuga tradizione e futuro.
RED
La Federico II di Napoli e Deloitte lanciano
la quinta edizione di Operazione Talenti,
offrendo a 15 studenti la possibilità di
laurearsi e lavorare contemporaneamente. Il
progetto ha già coinvolto 50 studenti e ha
portato all’assunzione di tre laureati nella
sede di Napoli. Le selezioni sono aperte fino
al 25 giugno 2025.
È online il bando per selezionare 15
studenti per la quinta edizione di
Operazione Talenti, il progetto nato dalla
collaborazione tra l’Università degli Studi
di Napoli Federico II e Deloitte, che
permette di conseguire una laurea triennale
presso l’ateneo napoletano e, al tempo
stesso, di avviare una carriera lavorativa in
Deloitte.
Attualmente, sono già coinvolti nel progetto
50 studenti, di cui 28 ragazzi e 22 ragazze,
mentre nel 2024 sono stati tre gli studenti
che si sono laureati e sono stati assunti
presso la sede di Napoli. Dall’avvio
dell’iniziativa, Operazione Talenti ha
raccolto oltre 400 candidature da tutta
Italia, dimostrando il forte interesse verso un
programma che coniuga formazione e
lavoro, offrendo sostegno economico e
tutoraggio costante. Un'opportunità
significativa per molti giovani, soprattutto per
coloro che, in altre circostanze, avrebbero
avuto difficoltà a proseguire gli studi.
Matteo Lorito, Rettore dell’Università
degli Studi di Napoli Federico II, sottolinea
con entusiasmo il valore del progetto:
“Operazione Talenti è un grande successo.
È un’iniziativa che unisce formazione e
placement, supportando giovani talenti che
altrimenti non riuscirebbero a esprimere al
massimo il proprio potenziale. Aiutarli ad
acquisire competenze e trasformare le loro
ambizioni in realtà è la nostra missione.
Siamo orgogliosi di proseguire su questa
strada e di vedere i risultati concreti che sta
generando.”
Anche Alessandro Mercuri, Technology &
Transformation Leader di Deloitte Central
Mediterranean, evidenzia l’importanza
dell’integrazione tra il mondo accademico e
il lavoro: “In un contesto caratterizzato da
cambiamenti sempre più rapidi, percorsi
formativi come Operazione Talenti
permettono ai giovani di essere protagonisti
del futuro, acquisendo competenze
indispensabili per il mercato del lavoro.
Deloitte continua a investire nel
Mezzogiorno per sostenere i giovani,
promuovere l’occupazione e sviluppare
competenze tecnologiche e digitali di alto
livello.”
La sede di Napoli di Deloitte, che conta
oltre 600 professionisti, si conferma un
punto di riferimento nel panorama della
formazione, grazie a progetti di grande
impatto come Operazione Talenti, Lumina
Academy e Digita Academy. L’azienda ha
consolidato un’importante collaborazione
con le università e i centri di eccellenza del
territorio, creando un ecosistema in cui i
giovani possono trovare concrete
opportunità di crescita professionale.
Tra le testimonianze di chi ha già beneficiato
dell’iniziativa, spicca quella di Giulia R., una
delle laureate della scorsa edizione:
“Grazie a Operazione Talenti ho avuto la
possibilità di studiare e lavorare senza dover
scegliere tra formazione e indipendenza
economica. Oggi sono assunta in Deloitte e
continuo a crescere professionalmente in un
ambiente stimolante. Questo progetto mi ha
cambiato la vita.”
Con questa iniziativa, Federico II e Deloitte
confermano il loro impegno per il futuro
dei giovani, dimostrando che un modello di
formazione innovativo può contrastare la
fuga di cervelli e trasformare il Sud Italia in
un polo di attrazione per talenti e imprese.
Operazione Talenti Deloitte
F.M.
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ECONOMIA
Turismo, De Negri (Progecta): Nel settore non c’è posto per tutti, il Governo metta freno alle fiere
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BMT 2025 si conferma l’appuntamento leader nel Sud Italia, con la partecipazione di grandi brand internazionali. Punta sul luxury la Borsa Mediterranea del Turismo
“I fam trip che abbiamo proposto agli
operatori turistici si sono confermati una
delle chiavi, in questi 30 anni di esperienza
di BMT, per garantire un ritorno concreto per
le nostre regioni meridionali in termini di
presenze negli anni successivi. Hanno
favorito i grandi marchi del turismo nella
scoperta del Sud Italia, permettendo alle
imprese e ai buyers internazionali di
esplorare il territorio. Questo ruolo di
locomotiva del settore è stato possibile
grazie all’impegno di Progecta, che
organizza l’evento, con pochi aiuti dalle
istituzioni ma con un grande successo di
partecipazione. La presenza dei maggiori
tour operator italiani e internazionali e il
gradimento del mercato hanno consolidato
la definizione di ‘Borsa più amata dalle
agenzie di viaggi'”. Così Angioletto De
Negri, patron di Progecta, ha sottolineato
l’importanza della manifestazione per il
territorio, il cui impatto si estende oltre il solo
indotto del salone fieristico, influenzando le
stagioni turistiche future.
“In Italia esistono troppe fiere turistiche”, ha
ribadito De Negri, evidenziando come molte
di esse siano regionali e spesso sostenute
da finanziamenti pubblici senza una reale
efficacia per il mercato. “Escludendo le più
importanti, come TTG a Rimini e BMT a
Napoli, il resto è un proliferare di
appuntamenti che rispondono più a logiche
politiche ed economiche locali che a una
vera strategia turistica. I perdenti saranno
sempre coloro che improvvisano, cercando
di emulare chi opera con successo da
decenni. Abbiamo visto eventi recenti
finanziati con ingenti risorse pubbliche
senza un reale ritorno per il settore”.
L’auspicio di De Negri è che il Governo
intervenga per razionalizzare il settore
fieristico e limitare la dispersione delle
risorse. “Non possiamo avere una Borsa del
Turismo per ogni Regione. L’ideale sarebbe
TTG in autunno per il Centro-Nord e BMT
in primavera per il Centro-Sud“, ha
spiegato, sottolineando il ruolo strategico
della manifestazione napoletana nel
panorama fieristico nazionale.
“BMT è nata 28 anni fa con l’obiettivo di
promuovere il turismo nel Sud Italia e, allo
stesso tempo, offrire nuove opportunità alle
aziende del tour operating, che hanno sede
prevalentemente al Centro-Nord – aggiunge
-. Ci collocano spesso dietro Milano e
Rimini, ma la realtà è che siamo il secondo
evento più importante per gli agenti di
viaggio, grazie a un format pensato sulle
loro esigenze”.
Per facilitare la partecipazione, BMT ha
introdotto formule innovative come il ‘treno
dei desideri’, in collaborazione con
Trenitalia Alta Velocità, che ha garantito
ospitalità gratuita per viaggio e
pernottamento agli agenti di viaggio
provenienti da tutta Italia. Sono state
previste agevolazioni anche per chi è
arrivato dalla Sicilia e dalle altre regioni del
Sud.
Con uno sguardo sempre più internazionale,
BMT 2025 ha introdotto un’importante
novità: la conferenza ‘Campania Luxury e
MICE Destination’, che si è tenuta venerdì
14 marzo alle 10. Il talk ha visto la
partecipazione del sindaco di Napoli,
Gaetano Manfredi, insieme a
rappresentanti delle istituzioni e ai principali
player del settore, tra cui Rocco Forte,
Hilton, Marriott, Radisson, oltre ai grandi
marchi presenti a Ischia e Capri. L’obiettivo
è stato sviluppare un nuovo modello di
turismo di qualità, valorizzando il segmento
luxury e MICE (Meetings, Incentives,
Conferences, Exhibitions).
Nel corso della BMT 2025, un ruolo centrale
è stato riservato alla sostenibilità nel
turismo. Enit - Agenzia Nazionale del
Turismo ha presentato nuovi progetti per
ridurre l’impatto ambientale del settore,
promuovendo pratiche di ospitalità ecofriendly
e trasporti sostenibili. Il panel su
‘Turismo e Innovazione Verde’ ha visto la
partecipazione di Roberto Albonetti di Enit,
Elena David (presidente del Comitato
Turismo Confindustria) e rappresentanti di
start-up innovative nel campo dell’ospitalità.
Grande attenzione anche al settore
crocieristico, con la partecipazione di MSC
Crociere, che ha annunciato nuovi itinerari
per il Mediterraneo con particolare
attenzione ai porti del Sud Italia. “Napoli e
Palermo saranno al centro dei nuovi
percorsi di turismo esperienziale che stiamo
sviluppando per offrire un prodotto sempre
più esclusivo e sostenibile”, ha dichiarato
Leonardo Massa, managing director di
MSC.
“Questa conferenza diventerà un
appuntamento fisso della BMT, l’unica vera
piazza affari del turismo organizzato, sia in
ingresso che in uscita”, ha concluso De
Negri, evidenziando il successo
dell’iniziativa e la prospettiva di una sempre
maggiore centralità della BMT nel panorama
fieristico italiano.
RED
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ECONOMIA
F2i e Jetex siglano un accordo strategico per l’aviazione generale a Napoli e Salerno
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Potenziamento delle infrastrutture per la competitività e lo sviluppo economico. La campania diventa un hub per i voli privati in Europa
di Fabrizio Matarazzo
F2i Sgr, il principale gestore italiano di fondi
infrastrutturali, e Jetex FZE, leader globale
nei servizi di aviazione privata, hanno
firmato un Memorandum of Understanding
(MoU) per lo sviluppo e la gestione
dell’aviazione generale negli aeroporti di
Napoli e Salerno.
L’intesa è stata siglata durante l’Italy-United
Arab Emirates Business Forum a Roma,
alla presenza del Presidente degli Emirati
Arabi Uniti, S.A. Sheikh Mohammed bin
Zayed Al Nahyan, e della Presidente del
Consiglio italiano, Giorgia Meloni.
L’accordo prevede la collaborazione di
Jetex con Gesac SpA, la società che
gestisce gli aeroporti campani e che è
controllata dai fondi di F2i Sgr, per
potenziare i servizi di aviazione privata e il
turismo di lusso nella regione.
Con questo accordo, Jetex contribuirà
all’espansione del traffico di jet privati negli
aeroporti di Napoli e Salerno, supportando
la creazione di nuove opportunità
economiche e di partnership strategiche. La
Campania, grazie alla sua posizione
geografica e al crescente appeal turistico
internazionale, rappresenta un mercato
chiave per il settore dell’aviazione privata e
del turismo di lusso.
F2i Sgr è il maggiore gestore indipendente
di fondi infrastrutturali in Italia, con asset
under management per circa 8,3 miliardi
di euro. Controlla il principale network
aeroportuale nazionale e investe in settori
strategici come trasporti, energia per la
transizione, economia circolare e
infrastrutture sociosanitarie.
Jetex FZE, con sede a Dubai, è uno dei
principali operatori mondiali dell’aviazione
generale. Offre servizi di alta gamma, tra cui
terminal privati, rifornimento, assistenza a
terra e pianificazione di voli per clienti
business e privati in oltre 30 paesi.
Questa collaborazione rafforza il ruolo
dell’Italia e, in particolare, della Campania,
come hub strategico per i voli privati in
Europa, migliorando l’accessibilità e i servizi
per i viaggiatori di alto profilo.
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ECONOMIA
PSICOLOGIA & SOCIETÀ
Armando Cozzuto confermato
20
Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania
Il Consiglio si caratterizza per la forte maggioranza femminile per il nuovo mandato
Ancora poca chiarezza sulle reali funzioni ed i limiti dell’intervento psicoterapeutico
21
di Antonio Quaranta
Armando Cozzuto è stato confermato alla
guida dell’Ordine degli Psicologi della
Campania per il quadriennio 2025-2028,
ottenendo il
maggior
numero di voti
tra i candidati,
con 3.745
preferenze. Il
Consiglio,
riunitosi nella
sede di
Piazzetta
Matilde Serao,
ha ufficializzato
l’esito delle
elezioni e ha
designato
Antonietta
Grandinetti
come vicepresidente, Laura Russo come
tesoriera e Francesco Garzillo come
segretario.
La lista ‘AltraPsicologia’, di cui Cozzuto
era referente, si è affermata come la più
votata, conquistando tutti i nove seggi
disponibili nel Consiglio. Un dato
significativo di questa tornata elettorale è
l’aumento della rappresentanza femminile:
nove psicologhe sono state elette su 15
componenti, due in più rispetto al
precedente mandato.
Durante i cinque giorni di elezioni, in
seconda convocazione, hanno votato
4.480 iscritti su 10.174 aventi diritto,
raggiungendo un’affluenza superiore al
44%. I dati statistici confermano Cozzuto
come lo psicologo più votato d’Italia,
grazie al rapporto tra aventi diritto e voti
espressi.
Nel suo discorso di insediamento, Cozzuto
ha citato Enrico Berlinguer, affermando:
“Ci si salva e si va avanti se si agisce
insieme e non solo uno per uno”. Ha poi
sottolineato l’importanza della psicologia nel
contesto attuale: “Mai come oggi la
professione di psicologo gode di un
posizionamento e una valorizzazione frutto
di anni di duro lavoro di rappresentanza
politica e istituzionale. La nostra esperienza
in Campania dovrà contribuire a costruire
una rete di assistenza e supporto che
risponda concretamente al bisogno
psicologico del Paese, valorizzando il ruolo
della psicologia nel Sistema Sanitario
Nazionale, nel settore privato e
convenzionato, e sostenendo il
fondamentale contributo degli enti del terzo
settore”.
Andare dallo psicologo sta diventando una moda?
di Alberto Vito *
Negli ultimi anni, a partire
dall’esperienza del covid, in
Italia è divenuto assai più
diffuso il ricorso alle cure
psicologiche. Tale mutamento
va valutato certamente in
modo positivo, in quanto si va
asso ttigliando lo stigma che
finora aveva circondato la
salute mentale.
Sino a poco tempo fa molti si
vergognavano ad ammettere i
propri malesseri emotivi
oppure le problematiche
psichiche erano oggetto di
dileggio. Tuttavia, come ogni
fenomeno di crescita e di
espansione, anche tale aumento contiene
degli elementi su cui riflettere. (Va tenuto
presente che la nostra è la nazione europea
con il maggior numero di colleghi, circa
120.000). Innanzitutto, si tratta di una
professione relativamente giovane e anche
tra persone di livello culturale medio-alto vi è
poca chiarezza su quali siano le reali
funzioni ed anche i limiti dell’intervento
psicoterapeutico. Ed è evidente come una
confusione sulle aspettative possa incidere
sui risultati.
Tale confusione è in parte responsabilità
anche di noi psicologi ed ha origine
lessicale, nel senso che con la parola
“psicoterapia” si indicano procedure assai
diverse tra loro. In Italia sono state
riconosciute dal Miur oltre 200 scuole di
formazione alla psicoterapia, in cui si
studiano in prevalenza i modelli teorici più
importanti, quali la psicoanalisi, il
cognitivismo, l’approccio sistemicorelazionale,
la gestalt, e così via. Poi,
ciascuno di tali filoni ha prodotto diverse
ramificazioni, per cui, solo tra gli
psicoanalisti, vi sono freudiani, neofreudiani,
junghiani, lacaniani,
gruppoanalisti, ecc.
Ovviamente, in molti casi le divergenze tra
le scuole non riguardano solo i modelli di
riferimento quanto le differenze
organizzative, manageriali o caratteriali tra i
diversi docenti. In pratica, oggi non esiste
una teoria unificante ma vi sono diverse
scuole di pensiero che, in coerenza con i
propri legittimi modelli teorici di riferimento,
propongono prassi operative talvolta assai
diversificate. C’è quindi chi lavora
sull'inconscio, chi sulle relazioni, chi sul "qui
e ora", chi sulle mappe cognitive, e anche in
merito al significato dei sintomi possono
esservi interpretazioni molto diverse.
Le psicoterapie dunque si differenziano per
oggetto d’osservazione, metodo, durata,
obiettivi. Tutto questo riguarda gli
psicoterapeuti abilitati, che hanno studiato e
lavorano in modo coerente con i propri
modelli. Ma è evidente come tale
complessità si presti ad offrire il fianco a chi
in malafede o per ignoranza si candida
senza avere le competenze necessarie. Le
invasioni di campo in questo settore sono
numerose e così la confusione su come
scegliere uno specialista aumenta ancora.
Infine, va pure detto che nessun terapeuta,
quale che sia la sua competenza e
formazione, può andar bene per tutti i
pazienti. Trattandosi di un incontro tra
persone, professionale ma intimo, è
evidente quanto siano importanti le
caratteristiche personali dello specialista e la
necessità di un certo feeling affinché il
paziente scelga l’altro come depositario dei
propri segreti.
Altro discorso importante riguarda il motivo
per cui si chiede una terapia psicologica e
quali siano le attese verso il nostro
intervento. Qui entrano in gioco
prepotentemente i condizionamenti e le
aspettative sociali a cui tutti siamo
sottoposti, in buona parte in modo
inconsapevole. Genericamente, essi
riguardano il mito della bellezza e della
perfezione, il rifiuto della sofferenza
considerata sempre patologica mentre si
tratta di qualcosa di ineludibile
nell’esperienza umana, il rifiuto della
vecchiaia e della morte, le dinamiche
generazionali. Ma di questo ne riparleremo
in modo più dettagliato.
(*) Psicologo, sociologo, responsabile Uosd
Psicologia clinica Ospedali dei Colli
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INNOVAZIONE
Mariafelicia De Laurentis, una scienziata al centro della rivoluzione astronomica
22 23
L’astrofisica napoletana diventa Project Scientist dell’Event Horizon Telescope, guidando la ricerca sui buchi neri e sulle teorie della gravità
Mariafelicia De Laurentis, docente di
astronomia e astrofisica all’Università degli
Studi di Napoli Federico II e ricercatrice
presso l’INFN, è stata nominata Project
Scientist dell’Event Horizon Telescope
(EHT), la collaborazione internazionale che
ha regalato al mondo la prima immagine
diretta di un buco nero. Questo incarico la
pone in una posizione chiave nelle strategie
di ricerca dell’EHT, rappresentando un
riconoscimento importante per la comunità
scientifica e un segnale significativo per la
presenza femminile ai vertici della ricerca
astrofisica.
“L’Event Horizon Telescope ha aperto una
nuova era nello studio dei buchi neri,
trasformando in realtà ciò che fino a pochi
anni fa sembrava impossibile”, commenta
Mariafelicia De Laurentis. “Questa nomina
rappresenta per me una sfida
entusiasmante: il mio impegno sarà rivolto a
rafforzare la capacità dell’EHT di rispondere
alle grandi domande della fisica e
dell’astrofisica, lavorando con la comunità
internazionale per sviluppare nuove
strategie di osservazione e analisi. Il futuro
ci riserva scoperte straordinarie, e sono
pronta a dare il massimo per contribuire a
questa impresa scientifica senza
precedenti”.
Il ruolo di Project Scientist è fondamentale
per la direzione scientifica dell’EHT. Questa
posizione prevede il coordinamento delle
attività di ricerca, la definizione delle
strategie di osservazione e analisi e
l’orientamento del progetto verso nuove
scoperte. È la prima volta che questo
incarico viene affidato a una donna, un
traguardo che segna un passo significativo
verso una maggiore inclusione femminile
nella scienza di frontiera.
Il percorso di Mariafelicia De Laurentis è
un susseguirsi di traguardi prestigiosi. Oltre
a essere professoressa di astronomia e
astrofisica all’Università degli Studi di Napoli
Federico II e ricercatrice dell’INFN, ha
insegnato alla Tomsk State Pedagogical
University in Russia e all’Institut für
Theoretische Physik della Goethe-
University di Francoforte, in Germania.
Proprio in quest’ultima sede è entrata a far
parte della collaborazione Event Horizon
Telescope, contribuendo in maniera
decisiva alla realizzazione delle prime
immagini dirette di buchi neri supermassicci.
Il suo lavoro è stato determinante per le
osservazioni di Messier 87 (M87)* e,
soprattutto, di Sagittarius A*, il buco nero al
centro della nostra galassia. Nel caso di
SgrA*, ha avuto un ruolo chiave nella guida
dei test di gravità, coordinando il gruppo di
lavoro Gravitational Physics Input e
dirigendo la pubblicazione scientifica
dedicata. I suoi studi mirano a esplorare la
fisica dei buchi neri, testando la Relatività
Generale in condizioni estreme e indagando
eventuali deviazioni dalla teoria di Einstein.
In passato, ha ricoperto il ruolo di Deputy
Project Scientist dell’EHT ed è stata
membro del Consiglio scientifico della
collaborazione. Nel corso della sua carriera
ha ricevuto numerosi riconoscimenti di
grande prestigio, tra cui la Medaglia
Einstein 2020 e il Breakthrough Prize in
Fundamental Physics. Con oltre 250
pubblicazioni scientifiche, la sua ricerca si
concentra sulla fisica della gravitazione e
sull’astrofisica relativistica, con particolare
attenzione ai test della Relatività Generale in
ambienti di campo forte, come quelli dei
buchi neri supermassicci.
Dopo essersi laureata in Fisica
all’Università degli Studi di Napoli Federico
II, ha conseguito il Dottorato di Ricerca
presso il Politecnico di Torino,
proseguendo con un percorso accademico e
scientifico che l’ha portata oggi a essere una
delle figure di riferimento nel panorama
internazionale dell’astrofisica.
Con la sua nomina a Project Scientist
dell’EHT, Mariafelicia De Laurentis
continua a spingere i confini della
conoscenza, guidando una delle più
affascinanti e ambiziose esplorazioni
dell’univer so: la comprensione dei buchi
neri, le enigmatiche porte sull’ignoto che
dominano il cosmo.
F.M.
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INNOVAZIONE
INHUSE: primo hub Italiano dell'Innovazione
24 25
Il riconoscimento del Financial Times che cambia le regole del gioco
Innovazione e ricerca: con questa nomina l'Italia rafforza il suo ruolo in Europa
INHUSE è stato riconosciuto dal Financial
Times come il primo hub italiano
dell’innovazione, entrando nella prestigiosa
classifica Europe’s Leading Start-up Hubs
2024. Nato in Campania, INHUSE, con sede
a Caserta, si posiziona al primo posto in
Italia e al 18° in Europa, superando realtà di
rilievo come LSE Generate della London
School of Economics e Morgan Stanley
Inclusive & Sustainable Ventures Lab.
Questo riconoscimento rappresenta una
svolta per l’ecosistema startup del Sud
Europa, dimostrando che l’innovazione può
prosperare anche al di fuori delle grandi
capitali tecnologiche.
Il Financial Times ha valutato gli hub in base
a criteri rigorosi, tra cui la performance delle
startup incubate, la qualità della mentorship
e il feedback di investitori e imprenditori.
Con un punteggio di 82.335, INHUSE si
distingue come il primo hub italiano nella
classifica e tra i migliori venti in Europa,
superando incubatori di livello
internazionale. Un risultato che conferma la
capacità del nostro Paese di attrarre
investimenti e talenti, contribuendo alla
crescita di un ecosistema sempre più
competitivo.
“Siamo estremamente orgogliosi di questo
riconoscimento, che premia il lavoro e la
visione del nostro team. INHUSE non è solo
un incubatore, ma un acceleratore di
opportunità per il Sud e per l’Europa”,
afferma Pasquale Brancaccio, Direttore
Generale di INHUSE.
A fare la differenza è un modello di
incubazione innovativo che combina diversi
elementi strategici: Programmi su misura
per startup ad alto potenziale; Un network di
investitori nazionali e internazionali; spazi di
coworking e laboratori tecnologici per la
prototipazione; mentorship strategica con
esperti di settore; il riconoscimento come
Centro di Trasferimento Tecnologico e
Organismo di Ricerca accreditato.
L’ingresso di INHUSE nella classifica del
Financial Times segna solo l’inizio di una
trasformazione più ampia. In Campania si
sta sviluppando una rete nazionale di
incubatori e acceleratori, con
l’obiettivo di potenziare
l’ecosistema delle startup italiane
e creare un ponte più forte tra
innovazione, investimenti e
crescita imprenditoriale. Superare
la frammentazione e valorizzare
le eccellenze locali è il passo
successivo per rendere il sistema
più competitivo a livello globale.
Per anni si è detto che l’Italia, e in
particolare il Mezzogiorno, non
avessero un ecosistema in grado
di competere con Londra, Berlino
o Parigi. Questo riconoscimento
ribalta la narrazione: Caserta
diventa un nuovo punto di
riferimento per l’innovazione in
Europa.
Il futuro dell’innovazione può partire da qui.
www.inhuse.com
(Immagini tratte dal sito Inhuse.com
e dalla Pagina Linkedin di Inhuse)
Nicolais rappresentante italiano nell’EIC e EIE
Luigi Nicolais, esperto di innovazione e
materiali avanzati, è stato designato dal
Ministero dell’Università e della Ricerca
(MUR) come rappresentante dell’Italia negli
organismi European Innovation Council
(EIC) ed European Innovation
Ecosystems (EIE), entrambi parte del
programma Horizon Europe. La scelta di
Nicolais testimonia il valore della sua
esperienza nel campo della ricerca
scientifica e dell’innovazione tecnologica,
elementi chiave per la crescita
del Paese nel contesto
europeo.
Luigi Nicolais, presidente e
cofondatore di Materias,
incubatore di startup
focalizzato sui materiali
innovativi, assume questo
incarico con la
consapevolezza della
responsabilità che comporta.
La nomina, conferita dal
ministero guidato da Anna
Maria Bernini, rafforza il
posizionamento dell’Italia
all’interno delle strategie europee per
l’innovazione, favorendo lo sviluppo di
tecnologie all’avanguardia e nuove
opportunità per le imprese e i ricercatori
italiani.
“Ringrazio la ministra per la fiducia – ha
dichiarato Nicolais –. Si tratta di un incarico
di grande rilievo in un momento in cui
l’innovazione rappresenta una leva
fondamentale per la crescita economica e
per affrontare le sfide future. Lavorare
all’interno degli organismi europei significa
poter incidere direttamente sulle strategie di
sviluppo tecnologico, con ricadute concrete
per il sistema industriale e accademico
italiano. Sono onorato di poter mettere la
mia esperienza al servizio di questo
importante obiettivo”.
Nato a Napoli nel 1942, Luigi Nicolais è
una figura di primo piano nel panorama
scientifico e accademico internazionale.
Ingegnere chimico e professore ordinario di
Tecnologie dei Polimeri all’Università
Federico II di Napoli, ha firmato oltre 350
pubblicazioni scientifiche ed è stato direttore
dell’Istituto per la Tecnologia dei Materiali
Compositi del CNR. Nel corso della sua
carriera ha ricoperto numerosi ruoli
istituzionali di rilievo, tra cui ministro per le
Riforme e le Innovazioni nella Pubblica
Amministrazione, assessore regionale in
Campania e presidente del CNR.
Fondatore di IMAST (Distretto tecnologico
sull’ingegneria dei materiali polimerici e
strutture), ha guidato il Campania Digital
Innovation Hub, Città della Scienza e
l’ARTI Puglia. Membro del
Gruppo 2003, che riunisce
gli scienziati italiani più citati
a livello mondiale, ha inoltre
insegnato presso
l’University of Washington
e l’University of
Connecticut.
Il Consiglio Europeo per
l’Innovazione (EIC)
rappresenta il principale
strumento dell’UE per il
finanziamento di tecnologie
innovative e soluzioni
dirompenti, supportando
progetti dall’ideazione alla
commercializzazione. Avviato nel 2021
nell’ambito del programma Horizon Europe,
mira a rendere il continente più competitivo
in un mercato globale sempre più dominato
dall’innovazione tecnologica.
A supportare questo processo ci sono gli
European Innovation Ecosystems (EIE),
che lavorano in sinergia con l’EIC, l’Istituto
Europeo di Innovazione e Tecnologia
(EIT) e altre iniziative dell’UE per creare un
ecosistema favorevole all’innovazione a
livello locale, regionale e nazionale. Questi
strumenti promuovono la collaborazione tra
imprese, università e istituzioni pubbliche,
creando un ambiente fertile per la crescita di
nuove idee e imprese innovative.
Con la nomina di Luigi Nicolais, l’Italia
rafforza il proprio ruolo nel panorama
europeo dell’innovazione, con l’obiettivo di
aumentare la competitività del proprio
sistema di ricerca e sviluppo e di favorire
nuove opportunità per le startup e le
imprese italiane.
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
INNOVAZIONE
Fabbrica Italiana dell’Innovazione: l’Economia del Mare tra innovazione e sostenibilità
26 27
Lo sviluppo del settore marittimo nel Mezzogiorno passa attraverso l’alta tecnologia e la tutela dell’ambiente a livello globale. A Napoli confronto tra esperti
di Francesco Bellofatto
Il convegno ‘L’Economia del Mare tra
Innovazione e Sostenibilità’ ha riunito presso
la Fabbrica Italiana dell’Innovazione di
Napoli esperti del settore, istituzioni e
startup a Napoli per discutere delle nuove
frontiere della Blue Economy. Umberto
Masucci e Fabrizio Monticelli hanno
evidenziato l’importanza della cooperazione
tra pubblico e privato e dell’innovazione
tecnologica. Tra le aziende protagoniste,
Next Geosolutions ha presentato soluzioni
per il monitoraggio delle infrastrutture
marittime, mentre Grimaldi Group ha
illustrato le proprie strategie per la
decarbonizzazione della flotta. L’evento ha
posto l’accento su digitalizzazione,
efficienza energetica nei porti e utilizzo di
carburanti alternativi, delineando un
percorso chiaro per un futuro marittimo più
sostenibile e competitivo.
L’economia del mare sta assumendo un
ruolo sempre più centrale nelle strategie di
sviluppo sostenibile e innovazione
tecnologica a livello globale. Iniziative come
il Green Shipping Programme dell’Unione
Europea, la decarbonizzazione del settore
marittimo promossa dall’International
Maritime Organization (IMO) e l’adozione
di tecnologie per l’efficienza energetica nei
porti rappresentano alcuni esempi concreti
di strategie già in atto per rendere il
comparto più sostenibile e competitivo.
Il convegno ha rappresentato un’importante
occasione di confronto tra esperti del
settore, istituzioni e startup per delineare le
prospettive future della Blue Economy.
L’evento, promosso in collaborazione con
The International Propeller Club Port of
Salerno, Port of Naples e ForMare – Polo
Nazionale per lo Shipping, ha evidenziato
il ruolo strategico dell’innovazione per il
futuro del settore marittimo.
La Fabbrica Italiana dell’Innovazione,
guidata da Fabrizio Monticelli, si è
affermata come un hub fondamentale per la
crescita e la trasformazione digitale della
Blue Economy nel Sud Italia. La sua
missione è quella di favorire lo sviluppo
tecnologico e la competitività delle aziende
del settore marittimo, fungendo da punto di
incontro tra imprese, startup e istituzioni.
Attraverso programmi di accelerazione,
incubazione di startup e collaborazioni con
grandi realtà industriali, la Fabbrica
contribuisce all’implementazione di soluzioni
avanzate per la digitalizzazione dei porti,
l’efficientamento delle infrastrutture
marittime e la transizione ecologica del
trasporto navale. Fabrizio Monticelli, in
qualità di CEO di ForMare, ha sottolineato
l’importanza della trasformazione digitale
per ottimizzare le operazioni logistiche e
ridurre l’impatto ambientale del settore.
Nel corso dell’evento, Umberto Masucci,
Presidente dei Propeller Clubs italiani, ha
ribadito la necessità di una stretta
collaborazione tra il settore pubblico e quello
privato per affrontare le sfide globali del
comparto marittimo. A dare un contributo
significativo alla discussione sono stati
diversi attori dell’industria. Next
Geosolutions ha illustrato soluzioni
avanzate per il monitoraggio e la sicurezza
delle infrastrutture marittime. Il Cluster BIG
– Blue Italian Growth ha approfondito le
strategie per promuovere innovazione e
crescita sostenibile. Grimaldi Group ha
presentato le proprie iniziative per la
decarbonizzazione del trasporto marittimo,
mentre Fincantieri ha offerto una visione
sulle nuove frontiere della progettazione di
navi a basso impatto ambientale.
Un ruolo chiave è stato attribuito anche a
Intesa San Paolo Innovation Center, che
ha illustrato le opportunità di investimento
per le startup marittime, e a Salerno
Container Terminal, che ha evidenziato le
strategie per l’efficientamento della logistica
portuale. Anche il settore finanziario ha
avuto una voce importante, con CDP
Venture Capital SGR e Maritime Ventures
che hanno analizzato le dinamiche di
finanziamento per le imprese del settore. La
Federazione del Mare, infine, ha
sottolineato il ruolo delle politiche europee
per l’economia blu e la necessità di
incentivare l’adozione di tecnologie
sostenibili.
Grande attenzione è stata riservata alle
startup innovative incubate presso la
Fabbrica Italiana dell’Innovazione, tra cui
HEROBOTS e Nisida Environment.
HEROBOTS ha presentato il proprio
sistema di droni autonomi sottomarini,
progettati per il monitoraggio della qualità
delle acque e la manutenzione delle
infrastrutture marittime, riducendo la
necessità di interventi manuali e
aumentando l’efficienza operativa. Nisida
Environment, invece, ha illustrato una
piattaforma basata su intelligenza
artificiale, capace di analizzare i dati
ambientali e ottimizzare la gestione dei rifiuti
portuali, con l’obiettivo di migliorare la
sostenibilità del settore marittimo.
Un esempio significativo di innovazione
applicata è stato illustrato da Grimaldi
Group, che ha implementato nuove
tecnologie per la riduzione delle emissioni
delle proprie navi, utilizzando batterie a
zero emissioni nei porti e sistemi avanzati
per il trattamento delle acque di zavorra.
Questo progetto ha già portato a una
riduzione dell’impronta di carbonio e a un
miglioramento della sostenibilità delle
operazioni portuali.
L’intervento conclusivo dell’Assessore
Valeria Fascione ha ribadito l’impegno delle
istituzioni nel supportare politiche di sviluppo
sostenibile per l’economia del mare. Ha
evidenziato il ruolo centrale del Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)
nel finanziare progetti di transizione
ecologica nel settore marittimo, tra cui
l’adozione di carburanti alternativi a basso
impatto ambientale e la digitalizzazione delle
infrastrutture portuali. Marina Militare,
Capitaneria di Porto e Assiterminal,
rappresentata dal Presidente Tomaso
Cognolato, hanno confermato l’importanza
della sicurezza e dell’innovazione nel settore
marittimo, sottolineando il valore delle
collaborazioni tra imprese e istituzioni.
Grazie alla sinergia tra ForMare – Polo
Nazionale per lo Shipping, Propeller Club
Port of Naples e la Fabbrica Italiana
dell’Innovazione, il Mezzogiorno si
posiziona sempre più come un punto di
riferimento per l’innovazione e la
sostenibilità nel settore marittimo,
contribuendo a rendere l’Italia un
protagonista nel panorama internazionale
della Blue Economy.
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
IL FATTORE UMANO
Rendiconto di Genere 2024: ma ci rendiamo conto del gap?
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Un’analisi tra dati INPS, cultura organizzativa e trasparenza retributiva: sono ancora rilevanti le condizioni di svantaggio delle donne nel nostro Paese
di Giovanna d’Elia *
Si cantava negli anni Settanta: “siamo tante,
siam più della metà”.
Lo siamo ancora: nella popolazione italiana
al 01/01/2024 è composta da 58.989.749
abitanti, il 51,1 è rappresentato da donne,
contro il 48,9% di uomini. E però, dagli anni
Settanta, non solo non abbiamo fatto passi
avanti, ma probabilmente ne abbiamo fatti
parecchi indietro.
Se la recente stagione politica ci aveva forse
illuso sul progressivo aumento del potere
delle donne nella società italiana arriva oggi
l'allarme dell'Inps che nel Rendiconto di
genere del Consiglio di indirizzo e vigilanza
sottolinea lo svantaggio che le donne hanno
nel lavoro (quando lo hanno, 18% di punti
percentuali in meno rispetto ai maschi),
dall'istruzione fino alla pensione: 20% in
media meno degli uomini negli stipendi, 44%
addirittura nelle pensioni, il che pone le
donne italiane in uno stato di "segregazione"
pericoloso. Ma quali sono le cause di questo
persistente divario?
Ad esempio maggiore utilizzo del part time,
livelli inferiori di inquadramento e ricorso
minore agli straordinari. Per non parlare
della carriera. Sebbene più istruite le italiane
fanno più fatica a raggiungere gradi apicali:
solo il 21% dei dirigenti e il 32,4% dei quadri
è di genere femminile.
Come uscire da questa situazione che
sembra ormai cronicizzata nella nostra
società? E le donne ai vertici delle istituzioni
aiutano le altre a progredire o di fatto
"ballano da sole"?
Sono ancora rilevanti le condizioni di
svantaggio delle donne nel nostro Paese,
nell’ambito lavorativo, familiare e sociale.
Questo è quanto emerge dal Rendiconto di
genere, presentato a Roma dal Consiglio di
Indirizzo e Vigilanza dell’INPS, che contiene
dati particolarmente significativi relativi alla
presenza delle donne nel mercato del lavoro
e nei percorsi di istruzione, ai livelli retributivi
e pensionistici, agli strumenti di sostegno al
lavoro di cura e alla violenza di genere.
Nel 2023, il tasso di occupazione
femminilecin Italia si è attestato al 52,5%,
rispetto al 70,4% degli uomini, evidenziando
un divario di genere significativo pari
al 17,9 punti percentuali. Inoltre, le
assunzioni femminili hanno
rappresentato solo il 42,3% del
totale.
Anche l’instabilità occupazionale
coinvolge soprattutto il genere
femminile in quanto solo il 18% delle
assunzioni di donne sono a tempo
indeterminato a fronte del 22,6%
degli uomini.
Le lavoratrici con un contratto a
tempo parziale sono il 64,4% del
totale e anche il part-time
involontario è prevalentemente
femminile, rappresentando il 15,6%
degli occupati, rispetto al 5,1% dei
maschi.
Il gap retributivo di genere rimane
un aspetto critico, con le donne che
percepiscono stipendi inferiori di
oltre venti punti percentuali rispetto
agli uomini. In particolare, fra i
principali settori economici, la
differenza è pari al 20% nelle attività
manifatturiere, 23,7% nel
commercio, 16,3% nei servizi di
alloggio e ristorazione, 32,1% nelle
attività finanziarie, assicurative e
servizi alle imprese.
Appena il 21,1% dei dirigenti è
donna, mentre tra i quadri il genere
femminile rappresenta solo il 32,4%.
Per quanto riguarda il livello di
istruzione, nel 2023 le donne hanno
superato gli uomini sia tra i diplomati
(52,6%) sia tra i laureati (59,9%), ma questa
superiorità nel percorso di studi non si
traduce in una maggiore presenza nelle
posizioni di vertice nel mondo del lavoro.
Le donne continuano a farsi carico della
maggior parte del lavoro di cura. Nel 2023,
le giornate di congedo parentale utilizzate
dalle donne sono state 14,4 milioni, contro
appena 2,1 milioni degli uomini. L'offerta di
asili nido rimane insufficiente, con solo
l'Umbria, l’Emilia-Romagna e la Valle
d’Aosta che raggiungono o si avvicinano
all'obiettivo dei 45 posti nido per 100
bambini 0-2 anni.
Le denunce per violenza di genere sono
aumentate, evidenziando una problematica
ancora radicata. Il Reddito di Libertà,
erogato dall’INPS alle donne vittime di
violenza in ambito familiare, nel 2021 ha
coinvolto 2.418 donne, mentre negli anni
successivi, per mancanza di risorse, sono
stati confermati i trattamenti solo nelle
regioni Emilia-Romagna e Friuli-Venezia
Giulia (circa 233 in tutto nel 2023) grazie a
risorse regionali.
Per quanto concerne le prestazioni
pensionistiche, sebbene le donne siano
numericamente superiori tra i beneficiari di
pensioni, essendo 7,9 milioni le pensionate
rispetto ai 7,3 milioni di pensionati,
permangono significative differenze negli
importi erogati.
Nel lavoro dipendente privato gli importi
medi delle pensioni di anzianità/anticipate e
di invalidità per le donne sono
rispettivamente del 25,5% e del 32% inferiori
rispetto a quelli degli uomini, mentre nel
caso delle pensioni di vecchiaia il divario
raggiunge il 44,1%. Questi dati sono il
riflesso di una condizione di svantaggio che
le donne hanno nel mercato del lavoro. Le
donne prevalgono numericamente nelle
prestazioni pensionistiche di vecchiaia e ai
superstiti. Il numero limitato delle donne che
beneficiano della pensione di anzianità/
anticipata (solo il 27% fra i lavoratori
dipendenti privati e il 24,5% fra i lavoratori
autonomi) evidenzia le difficoltà delle donne
a raggiungere gli alti requisiti contributivi
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
IL FATTORE UMANO
30
previsti, a causa della discontinuità che Ci viene ora a sostegno la nuova direttiva
31
caratterizza il loro percorso lavorativo. 2023/970.
Allora cosa fare?
La parità retributiva tra i generi sia nel
Affrontare il problema delle discriminazioni pubblico che nel privato, è collegata
di genere significa agire su tutte le
all’importanza della trasparenza
dimensioni del problema, che riguardano il retributiva, da garantire ai lavoratori e
mercato del lavoro e i modelli organizzativi alle lavoratrici fin dalle fasi di selezione.
nel lavoro, la rete dei servizi, la dimensione I candidati devono essere informati sulla
familiare e quella culturale. C’è la
retribuzione iniziale o sulla relativa fascia
responsabilità e l’impegno di tutti gli attori da attribuire alla posizione aperta, mentre
istituzionali, politici e associativi per far sì i datori di lavoro non possono chiedere
che i timidi passi informazioni sulle retribuzioni percepite
avanti che si sono al momento del colloquio o nei
registrati in questi precedenti rapporti di lavoro.
anni, diventino al più La direttiva UE sancisce, inoltre, il diritto
presto l’affermazione di richiedere e ricevere per iscritto
di una piena informazioni sul livello retributivo
condizione di parità, individuale e sui livelli retributivi medi,
rimuovendo gli ripartiti per sesso, delle categorie di
ostacoli che ne sono lavoratori che svolgono lo stesso lavoro
di impedimento. o un lavoro di pari valore. Le
In un momento socio informazioni devono, inoltre, essere
e geo politico dove accessibili a tutti, sia ai lavoratori che ai
viene messa in candidati a un impiego.
discussione la La trasparenza retributiva è un’azione
politica di Diversità necessaria a colmare i divari contributivi
Equità e Inclusione, è tra i generi e al contempo permette
necessario
creare luoghi di lavoro e organizzazioni
continuare a attrattive e di benessere organizzativo.
rafforzare visioni e
modelli organizzativi
che creino una
(*) HR Director Focus Consulting
cultura di equità, Esperta Risorse Umane e Parità di Genere
trasparenza e libertà.
e Opportunità
DiversityEquityInclusion
commerciale@sudenord.it
www.sudenord.it
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
SALUTE E BENESSERE
Investimenti per una sanità più efficiente e innovativa in Campania
32 33
Potenziamento Ospedaliero: inaugurate le nuove strutture a tecnologia avanzata al Cardarelli e all’ospedale di Battipaglia
Continua in Campania il piano di
potenziamento delle strutture ospedaliere
con due importanti novità: l'apertura del
Padiglione G dell'Azienda Ospedaliera di
Rilievo Nazionale Antonio Cardarelli, alla
presenza del Governatore della Campania
Vincenzo De Luca, e l'inaugurazione
presso il Presidio ospedaliero S. Maria
della Speranza di Battipaglia di una Tac di
ultima generazione e del Centro di
Simulazione.
Nel rinnovato Padiglione G del Cardarelli,
sono stati trasferiti gli ambulatori specialistici
prima ospitati nel Padiglione Palermo, tra
cui quelli dedicati alle visite pre-chirurgiche e
di follow-up, un ambulatorio chirurgico, il
Centro Unico di Prenotazione (CUP),
l'ufficio ticket e l'info-point. La struttura, di
3.520 mq distribuiti su quattro piani da 880
mq ciascuno, ha beneficiato di un
investimento di 5,6 milioni di euro da parte
della Regione Campania. Gli utenti
potranno usufruire di 36 ambulatori dedicati
a 25 diverse specialità, due sale
operatorie e un sistema ottimizzato per
migliorare tempi e modalità di accesso,
grazie alla presenza di personale dedicato,
display informativi e una chiara
segnaletica interna.
Importante anche l'investimento sulla sanità
nel territorio di Battipaglia. La nuova Tac,
installata nei locali della radiologia
appositamente ampliati e consolidati, è
dotata di un sistema di acquisizione e
ricostruzione altamente performante.
Questa macchina ultraveloce riduce il
margine di errore e ottimizza la qualità delle
immagini grazie all'integrazione con
l'intelligenza artificiale, che regola
automaticamente la dose di radiazioni in
base alle caratteristiche del paziente,
garantendo diagnosi più precise e rapide.
Nello stesso ospedale, entra in funzione
anche il Centro di Simulazione dell'ASL
Salerno, un'innovativa piattaforma formativa
che offre ambienti altamente tecnologici e
realistici per il miglioramento della
preparazione del personale sanitario.
Questo progetto punta a rafforzare le
competenze cliniche attraverso esperienze
pratiche simulate, contribuendo
all'eccellenza della sanità campana.
A.Q.
(foto da pagina istituzionale Facebook
della Regione Campania)
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
SALUTE E BENESSERE
Ospedale Evangelico Betania, la tecnica chirurgica del futuro è già presente
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Un'innovazione rivoluzionaria nella chirurgia: nella struttura di Ponticelli la prima esperienza italiana con l'anastomosi magnetica
Nella struttura ospedaliera di Ponticelli
(Napoli) sono stati eseguiti i primi dieci
interventi con la nuovissima tecnica
dell'anastomosi magnetica, segnando un
importante passo avanti nella chirurgia
digestiva in Italia.
L'Equipe di Chirurgia Generale
dell'Ospedale Evangelico Betania, primo
centro in Italia ad adottare questa
innovazione, ha eseguito i primi 10
interventi di anastomosi magnetica -
Magnetic Duodeno-Ileostomy (studio
clinico MagDI, GT Metabolics). Questa
rivoluzionaria tecnica rappresenta un
cambiamento epocale nella chirurgia
digestiva, migliorando significativamente gli
esiti per i pazienti, riducendo i tempi di
recupero e abbassando il rischio di
complicanze.
Le anastomosi digestive (collegamento tra
suturatrici meccaniche. Ora, con
l'anastomosi magnetica, si supera lo
standard attuale, permettendo una
cicatrizzazione più fisiologica e riducendo
le probabilità di stenosi o infezioni postoperatorie.
Negli Stati Uniti, il Magnetic Surgical
System è stato autorizzato dalla Food and
Drug Administration (FDA) il 4 settembre
2023, rappresentando un punto di svolta
per la chirurgia digestiva a livello
mondiale.
"L'introduzione di questa tecnica in
Italia" - spiega la Dott.ssa Sonja
Chiappetta, responsabile di Chirurgia
Bariatrica dell'Ospedale Evangelico
Betania di Napoli - "rappresenta una vera
e propria pietra miliare per il settore nel
nostro Paese. Attualmente, le strutture
che l'hanno adottata sono ancora
due organi cavi, come stomaco e intestino)
sono una componente critica negli interventi
di chirurgia addominale. Per decenni, i
chirurghi hanno realizzato anastomosi
manuali, poi sostituite negli anni '80 dalle
pochissime, ma il nostro obiettivo è
renderla una pratica consolidata, per
offrire ai pazienti interventi sempre meno
invasivi e più efficaci".
L'introduzione della nuova tecnologia è
stata resa possibile grazie all'impegno della
Direzione Strategica Ospedaliera, con il
Direttore Generale Vincenzo Bottino e il
Presidente Domenico Vincenzi, e alla
sinergia tra la Chirurgia Generale e
l'Unità Operativa di Endoscopia
Digestiva, con il supporto fondamentale
degli anestesisti e dell'intero personale
infermieristico.
A guidare gli interventi è stata un'équipe di
specialisti di alto livello. La parte
chirurgica è stata affidata alla Dott.ssa
Sonja Chiappetta, alla Dott.ssa Errichetta
Napolitano e alla Dott.ssa Anna Rita
Cerchio, che hanno lavorato in stretta
collaborazione con gli endoscopisti
Massimiliano De Seta e Loredana Setaro.
Fondamentale è stato anche il contributo del
team anestesiologico, composto dal Dott.
Gennaro Pisano, dalla Dott.ssa Giusy
Capasso e dal Dott. Luciano Abbruzzese,
che hanno garantito la sicurezza e il
comfort dei pazienti durante l’intervento.
Tutti hanno operato sotto la supervisione
del rinomato chirurgo canadese
Professor Michel Gagner, co-fondatore di
GT Metabolics, esperto internazionale nel
campo della chirurgia bariatrica e
metabolica.
L'Ospedale Evangelico Betania si
conferma così un polo d'eccellenza per
l'innovazione medica, ponendosi
all'avanguardia nella chirurgia digestiva
in Italia. Con prospettive di ampliamento
dell'uso della tecnica a nuovi ambiti e un
programma di formazione per chirurghi
ed equipe sanitarie, il futuro della
chirurgia passa per Napoli, con benefici
concreti per i pazienti e per l'intero
settore medico.
A.Q.
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
Elisa Kempe e Tito D’Errico
SALUTE E BENESSERE
Mappatella Gym: l’allenamento psicofisico davanti al mare che giova ai cittadini
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Una moderna infrastruttura sportiva inaugurata alla Rotonda Diaz e Napoli diventa Rio de Jainero. La parola all’esperto Giovanni Coraggio
di Manuela Ragucci
È ufficialmente aperta e fruibile
gratuitamente da cittadini e turisti,
Mappatella Gym: si tratta della palestra
all'aperto che sorge sulla spiaggia della
Rotonda Diaz, sul lungomare di Napoli. Una
bella e moderna infrastruttura sportiva,
come quelle che si trovano su tante spiagge
brasiliane, che consentirà a chiunque di
allenarsi gratuitamente sul lungomare più
bello del mondo. L’impianto, donato
dall’associazione “100xNaples” e dalla
Fondazione Marinelli-Gaeta, è dotato di
anelli, panche, barre parallele, spalliere e
sacco per pugilato, attrezzi che sono a
disposizione di tutti. Un modo per
valorizzare al meglio il lungomare di Napoli,
offrendo un’ulteriore possibilità ai cittadini di
vivere la città, oltre che incentivare la pratica
sportiva che, effettuata sul mare, aumenta
gli effetti del benessere psicofisico.
Ne parliamo con uno dei sostenitori privati
dell’iniziativa, Giovanni Coraggio, personal
trainer, Maestro di Capoeira, tecnico Jury
Chechi Academy Calisthenics, nonché
fondatore della NMA Calisthenics, un nuovo
programma di allenamento progettato per la
destrezza e
l’agilità degli
sportivi, ma non
solo.
Come è
avvenuto
l’incontro con
l’associazione
100x100
Naples? In cosa
consiste la
vostra
collaborazione?
L’incontro con
l’associazione
100x100 Naples
è avvenuto molto
per caso. Nella
palestra in cui
faccio corsi di
Capoeira e
Calisthenics mi
avevano
accennato di un progetto quasi approvato
di palestra all’aperto sul lungomare di
Napoli, ma non ci avevo creduto molto,
visto che già nel 2020 avevo provato a
coinvolgere il Comune di Napoli in un
progetto simile. Qualche giorno dopo, un
mio amico mi ha di nuovo parlato di questa
iniziativa e ho provato a fare una ricerca
sul web, trovando il progetto in itinere e il
nome dell’associazione e della Fondazione
che stavano portando avanti il processo
amministrativo per i
permessi e la burocrazia
necessaria. Ho quindi
contattato Ettore Morra, il
Presidente di 100x100
Naples, il quale è stato
estremamente disponibile
sia nell’illustrarmi il
progetto, sia nel
coinvolgermi attivamente.
Ho quindi collaborato sia
al finanziamento con una
piccola quota, sia (in
minima parte) nella
progettazione della
struttura che poi è stata
montata sulla spiaggia
antistante la Rotonda
Diaz. Partecipo ancora
alla manutenzione e al
controllo attivo
dell’installazione, provando anche a
migliorare ove fosse possibile.
Come si possono coinvolgere
maggiormente i ragazzi? Come si può
motivarli ad uscire dal guscio, a staccarli
dagli schermi e a dar loro la possibilità di
mettersi in gioco,
praticando uno
sport, coltivando
una passione,
confrontandosi
faccia a faccia con
l’altro e non più
soltanto dietro a un
monitor?
Questo è un
problema
estremamente
complesso al giorno
d’oggi perché
intervengono
dinamiche e fattori
molto delicati. Nella
mia esperienza ho
dovuto affrontare
molte volte la difficoltà di coinvolgere i
giovani in un’attività motoria. Sono riuscito a
ottenere attenzione e a motivare solo
attraverso interazioni dirette. Non c’è un solo
modo o strategia. Si deve cercare
soprattutto di capire attraverso l’ascolto e
poi motivare con l’esempio e azioni dirette.
È inutile, sempre secondo la mia
esperienza, cercare di imporre un’attività
senza mettersi per primi in gioco e
soprattutto allo stesso livello di azione.
Fondamentale è immedesimarsi, non
pensare che i giovani siano tutti uguali o che
si comportino nello stesso modo solo perché
li si vede perennemente immersi in realtà
virtuali. L’attenzione la si ottiene ponendo i
giovani al centro del proprio lavoro e
dell’insegnamento.
Nella tua esperienza con bambini e
adolescenti o anche adulti, c’è un
episodio che ricordi in cui puoi affermare
che lo sport ha davvero cambiato la vita
di quell’individuo?
Non posso dire di avere nella mia memoria
episodi singoli di questo tipo. So però con
certezza che lo sport, e in particolare la
Capoeira, che è il centro della mia vita, ha
cambiato me e altre persone che hanno
fatto il mio stesso percorso. Lo sport non è
solo benessere fisico o agonismo, diventa
parte di noi stessi. Ricordo ancora
perfettamente la prima volta che ho visto
una dimostrazione di Capoeira, la meraviglia
che ho provato nel sentire la musica e nel
vedere le evoluzioni dei maestri che si
esibivano. Sicuramente quell’episodio ha
cambiato la mia vita e, con la mia, anche
quella di tanti miei allievi che hanno fatto
percorsi di vita completamente diversi da
quelli che immaginavano prima.
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INSIDE CAMPANIA
Giornate FAI di Primavera 2025: un viaggio tra bellezza e storia in Campania
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Da Capo Miseno al Cilento: un fine settimana dedicato alla scoperta dei patrimoni nascosti della nostra regione. Tutti gli appuntamenti
Sabato 22 e domenica 23 marzo 2025
tornano le Giornate FAI di Primavera, il più
grande evento dedicato al patrimonio
culturale e paesaggistico italiano, giunto alla
sua 33ª edizione. Un appuntamento che
ogni anno coinvolge migliaia di cittadini e
volontari, offrendo la possibilità di visitare
oltre 750 luoghi straordinari in 400 città
d’Italia, molti dei quali normalmente chiusi al
pubblico.
La Campania sarà protagonista con più di
40 siti aperti in tutto il territorio regionale:
Napoli, Pozzuoli e i Campi Flegrei, Sorrento,
Castellammare, Capri, Ischia, Nola, e le
province di Caserta, Avellino, Benevento e
Salerno fino al Cilento. Un itinerario diffuso
che abbraccia ville storiche, aree
archeologiche, cattedrali, castelli, collezioni
d’arte e paesaggi mozzafiato, rendendo
omaggio alla bellezza senza tempo della
nostra regione.
L’evento è promosso dal FAI – Fondo per
l’Ambiente Italiano ETS, che celebra
quest’anno i suoi cinquant’anni di attività,
riaffermando la propria missione di tutela e
valorizzazione del patrimonio culturale in
sinergia con istituzioni e cittadini. Grazie
all’impegno delle Delegazioni e dei Gruppi
FAI, i visitatori saranno accompagnati da
Narratori del FAI, studenti universitari e
Apprendisti Ciceroni, giovani ambasciatori
della cultura e della storia locale.
Nella Sala della Giunta di Palazzo San
Giacomo, è stato presentato il programma
delle aperture per la Campania alla
presenza di Sergio Locoratolo,
coordinatore delle politiche culturali del
Comune di Napoli, e di Michele
Pontecorvo Ricciardi, Presidente
Regionale FAI Campania. All’incontro hanno
partecipato anche i rappresentanti delle
Delegazioni FAI delle province campane e
dei Gruppi FAI, FAI Giovani e FAI Ponte tra
culture.
Napoli accoglie le Giornate FAI con
un’offerta straordinaria di luoghi da scoprire.
Tra le aperture eccezionali, il Mausoleo
Schilizzi a Posillipo, che custodisce i caduti
delle due guerre mondiali, visitabile grazie
alla collaborazione con l’Associazione
Premio Greencare ETS. Sempre sulla
collina di Posillipo, sarà possibile visitare
Villa Rosebery, residenza ufficiale della
Presidenza della Repubblica, con percorsi
tra la Casina Borbonica, il Parco e la
Darsena.
Nel cuore della città, si aprono le porte della
Banca d’Italia, con le sue prestigiose sale
di rappresentanza e opere d’arte di pregio, e
il giardino di Palazzo d’Avalos, uno dei
gioielli storici del quartiere Chiaia. A Pozzuoli
e nei Campi Flegrei, gli itinerari guidati
porteranno i visitatori alla scoperta del
Colombario del Fusaro, il Faro di Miseno
e la Necropoli Paleocristiana di Villa
Elvira.
A Sorrento, occhi puntati su Villa
Cortchacow e il Giardino Botanico del
Parco dei Principi, mentre a
Castellammare il cantiere navale
Fincantieri e la Corderia sveleranno i
segreti dell’antica tradizione cantieristica
stabiese. Nell’isola di Ischia, saranno
visitabili le antiche Terme Belliazzi di
Casamicciola, mentre ad Anacapri si
apriranno le porte di Villa Mein Welt,
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INSIDE CAMPANIA
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splendido esempio di architettura Liberty.
L’Irpinia offrirà percorsi tra storia e
spiritualità con la visita all’Abbazia del
Goleto, simbolo di un’epoca in cui le
badesse governavano con potere sia
temporale che religioso, e al borgo di
Montefusco, immerso in un paesaggio
incantevole tra boschi e vigneti. A
Benevento, i visitatori potranno esplorare il
rione Trescene e il complesso di
Sant’Agostino, mentre agli iscritti FAI sarà
riservata un’esclusiva visita al campanile
della Cattedrale di Santa Maria de
Episcopio.
A Caserta, le aperture includeranno il
suggestivo Palazzo al Boschetto, il
Palazzo Acquaviva e la Real Vaccheria,
strettamente legata alla storia della Reggia.
A Riardo si potrà visitare la Masseria delle
Sorgenti Ferrarelle, un gioiello di
sostenibilità ambientale immerso nel Parco
delle Sorgenti.
Nel salernitano, si segnala l’apertura della
storica sede della Camera di Commercio
di Salerno e della Banca d’Italia, con le
sue collezioni d’arte, oltre alla Villa d’Ayala-
Valva, riaperta dopo un attento restauro. Nel
Cilento, gli amanti della natura potranno
percorrere il tratto di costa della Masseta,
un angolo incontaminato tra Scario e Marina
di Camerota, in collaborazione con il CAI
Monte Bulgheria.
Le Giornate FAI di Primavera non sono solo
un’occasione per scoprire luoghi
straordinari, ma anche un’opportunità di
partecipazione attiva: i visitatori potranno
contribuire alla tutela del patrimonio con
un’offerta libera, sostenendo le attività della
Fondazione.
Sul sito www.giornatefai.it è possibile
consultare l’elenco completo dei luoghi
aperti, gli orari di visita e le modalità di
partecipazione, con alcune aperture
riservate ai soci FAI. Un weekend di cultura
e bellezza, per riscoprire il fascino senza
tempo del nostro territorio.
RED
(foto fornite dall’Ufficio stampa del FAI Campania)
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AMBIENTE
Bacoli e Cesa sul podio dei Comuni Plastic Free 2025
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Due eccellenze campane tra i migliori otto comuni d’Italia nella lotta all’inquinamento da plastica. La cerimonia al teatro Mediterraneo.
di Antonio Quaranta
Bacoli e Cesa hanno ottenuto il massimo
riconoscimento di “tre tartarughe” come
“Comune Plastic Free”, un titolo
assegnato da Plastic Free Onlus,
l’organizzazione di volontariato che dal 2019
combatte l’inquinamento da plastica
attraverso iniziative di sensibilizzazione e
azioni concrete sul territorio. La cerimonia di
premiazione della quarta edizione del
riconoscimento si è svolta l’8 marzo 2025 a
Napoli, presso il Teatro Mediterraneo, alla
presenza di amministratori locali,
rappresentanti istituzionali e volontari giunti
da tutta Italia. L’evento ha avuto il patrocinio
del Parlamento Europeo, del Senato della
Repubblica, della Camera dei Deputati,
del Ministero dell’Ambiente e della
Sicurezza Energetica e del Comune di
Napoli, a conferma dell’importanza di
un’iniziativa che promuove una sana
competizione tra i comuni per migliorare la
tutela ambientale.
L’assegnazione delle tre tartarughe è un
riconoscimento riservato a soli otto comuni
in tutta Italia, un risultato che rende ancora
più significativa la vittoria di Bacoli e Cesa,
che si sono distinte per le loro politiche
ambientali avanzate e per l’impegno
costante nel coinvolgere cittadini e
associazioni nella lotta all’inquinamento. Per
la Campania, questo successo assume un
valore ancora maggiore, considerando che
sono stati premiati in totale dieci comuni
della regione, tra cui Agropoli e
Pomigliano d’Arco con due tartarughe, e
altri sei comuni con una tartaruga, a
testimonianza di un impegno sempre più
diffuso nella gestione sostenibile del
territorio.
L’emozione per il prestigioso traguardo è
stata palpabile nelle parole del sindaco di
Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, che
ha condiviso la sua gioia con i cittadini: “Da
brividi! È stato fantastico quando tutto il
Teatro Mediterraneo di Napoli ha applaudito
la premiazione di Bacoli. Siamo diventati un
orgoglio nazionale. Questo premio è dei
bacolesi, della nostra amministrazione e di
tutti coloro che si impegnano per l’ambiente.
Non ci fermeremo qui.” Il riconoscimento,
infatti, non è arrivato per caso, ma è il frutto
di anni di lavoro da parte
dell’amministrazione comunale, affiancata
dalla società in house Flegrea Lavoro, dai
dipendenti comunali, dai volontari e dalle
associazioni locali. Bacoli è ormai un
riferimento a livello nazionale per le buone
pratiche ecologiche e la riduzione
dell’uso della plastica monouso, un
impegno che ha portato la città a
conquistare questo titolo per il quarto anno
consecutivo.
Non meno significativo è stato il successo di
Cesa, che si è distinta come unica città
della provincia di Caserta ad aver ottenuto
il massimo riconoscimento. Il sindaco Enzo
Guida ha espresso con orgoglio la
soddisfazione dell’amministrazione e della
comunità: “Sembra incredibile, invece è
realtà! Siamo vincitori delle tre tartarughe
come Comune Plastic Free, il massimo
riconoscimento che potevamo ottenere.
Siamo l’unico comune della provincia di
Caserta a riceverlo e ne siamo orgogliosi.” Il
risultato è stato possibile grazie al lavoro
congiunto di tutta l’amministrazione, con un
contributo fondamentale dell’assessore
Alfonso Marrandino, del responsabile
dell’area Giacomo Petrarca e della
referente locale di Plastic Free Antonella
Cristiano. Anche gli Osservatori
Ambientali, guidati da Ivano Oliva, hanno
avuto un ruolo chiave, coordinando iniziative
di sensibilizzazione e attività concrete di
tutela del territorio.
L’importanza di questo premio è stata
sottolineata anche da Luca De Gaetano,
fondatore e presidente di Plastic Free
Onlus, che ha evidenziato come un
Comune Plastic Free non sia solo
un’etichetta, ma una vera e propria
missione. “Oggi più che mai, il
riconoscimento di Comune Plastic Free
significa aver scelto un percorso virtuoso,
fatto di azioni concrete per ridurre
l’inquinamento da plastica, sensibilizzare i
cittadini, educare le nuove generazioni e
costruire una comunità più consapevole e
sostenibile. Un Comune Plastic Free è un
motore di trasformazione, un nuovo modo di
pensare e vivere il proprio territorio.”
Anche il sindaco di Napoli, Gaetano
Manfredi, ha ricevuto un riconoscimento
speciale e ha ribadito l’importanza del ruolo
delle amministrazioni locali in questo
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
AMBIENTE
processo: “Essere Plastic Free non significa riconoscimento Plastic Free rappresenta
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solo ridurre la plastica, ma impegnarsi una preziosa occasione per diffondere
quotidianamente per la propria comunità. buone pratiche ambientali in tutta Italia.
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Come sindaci, siamo in prima linea e Il futuro della sostenibilità urbana passa
vogliamo lavorare assieme ai cittadini per anche attraverso iniziative come questa, che
migliorare il nostro territorio.”
incentivano le amministrazioni locali a
A livello europeo, il presidente della perseguire obiettivi sempre più
Commissione per l’Ambiente del
ambiziosi. Proprio per questo motivo,
Parlamento Europeo, Antonio Decaro, ha Plastic Free Onlus ha annunciato che le
ricordato che il Green Deal in corso prevede candidature per il Comune Plastic Free
misure sempre più stringenti per la riduzione 2026 apriranno già a giugno 2025, dando
della plastica monouso e che il
l’opportunità a un numero crescente di
comuni di partecipare a questa sfida per
l’ambiente. Sono in corso anche colloqui con
le Regioni per individuare risorse
economiche a sostegno dei comuni che
vogliono adottare strategie più
sostenibili, contribuendo così a una
crescita diffusa della consapevolezza
ambientale a livello nazionale.
L’assegnazione delle tre tartarughe a
Bacoli e Cesa dimostra che la Campania
sta diventando un modello di riferimento
nel panorama nazionale della
sostenibilità. Il riconoscimento è il risultato
di un impegno costante e condiviso tra
istituzioni, cittadini e associazioni, un
esempio concreto di come la collaborazione
possa portare a risultati straordinari. Grazie
a un lavoro capillare sul territorio, queste
due città si confermano pionieri della lotta
all’inquinamento da plastica, dimostrando
che la tutela ambientale è una missione
collettiva e che, con determinazione e
visione, è possibile costruire comunità più
sostenibili e consapevoli.
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CULTURA E SPETTACOLI
Oreste Zevola: una mostra celebra l’artista a dieci anni dalla scomparsa
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Un viaggio nell’universo visionario dell’artista tra disegni, tempere e videoproiezioni inedite. Al Blu di Prussia l’evento curato da Maria Savarese
La galleria Al Blu di Prussia di Napoli
ospita dal 13 marzo al 9 maggio 2025 una
grande retrospettiva dedicata a Oreste
Zevola, artista visionario scomparso dieci
anni fa. La mostra, curata da Maria
Savarese, presenta oltre 70 opere, tra
tempere su tela e carta, molte delle quali
inedite, arricchite da videoproiezioni che
offrono un viaggio immersivo nel suo
universo artistico. L’iniziativa è promossa
dalla Fondazione Mannajuolo, in
collaborazione con l’Archivio Oreste
Zevola, e rappresenta il primo omaggio
espositivo a Napoli per l'artista, riportando in
città il suo straordinario percorso creativo.
Nato a Napoli nel 1954, Oreste Zevola è
stato un artista poliedrico, capace di
spaziare dal disegno alla pittura, dalla
desiderio di sperimentazione, con
un'attenzione particolare all'uso di materiali
non convenzionali, come la ceramica e il
cartoncino intagliato.
Nei primi anni 2000, Zevola ha avviato due
importanti progetti artistico-umanitari nella
Repubblica Centroafricana,
successivamente esposti all’Istituto
Francese di Napoli (2005) e alla Fabbrica
del Lunedì di Giusi Laurino (2007). Il suo
linguaggio artistico, in cui si intrecciano
influenze teatrali e cinematografiche, ha
dato vita a
opere che
raccontano
storie di sogno
e realtà, tra
sacro e
Patrizia e Pulcinella (2007), Il Guardiano
(2009), Ultima opera (agosto 2014).
Le tempere esposte trasportano il visitatore
in un universo poetico popolato da figure
umane, angeli, vulcani, uccelli, barche e
piante, restituendo l’essenza di un artista
che ha saputo trasformare ogni immagine in
scultura alla scenografia, fino all’illustrazione
editoriale. Negli anni ‘70 ha fondato, insieme
a Roberto Vidali e Rolan Marino, la rivista
d’arte Juliet, affermandosi come figura di
riferimento tra Napoli e Parigi. La sua
carriera è stata segnata da un costante
profano, tra il mondo arcaico
e quello contemporaneo.
La mostra raccoglie oltre 70
opere selezionate
dall’Archivio Oreste Zevola,
con un’attenzione particolare ai lavori
realizzati tra il 2000 e il 2014. Tra le opere
esposte spiccano Bad Boys (2000), Tu moi
ce soir, Cane di pane (2002), Alberi
(2004), Il resto di niente (2004), Santa
una narrazione sospesa tra mito e memoria.
Uno spazio speciale è dedicato ai disegni
realizzati per il film “Il resto di niente” di
Antonietta De Lillo, ispirato al romanzo di
Enzo Striano, con animazioni che
raccontano la storia di Eleonora Pimentel
Fonseca e della Rivoluzione Napoletana
del 1799.
A completare il percorso espositivo, una
selezione di video che permette di entrare
ancora più in profondità nel lavoro di Zevola:
“Oreste Zevola, disegnare il cinema”
(2016, Archivio Oreste Zevola), “Inanimés”
(2004, videoarte con riferimenti a Pinocchio
e alle fiabe classiche), Disegni animati per
“Il resto di niente” (film di Antonietta De
Lillo, 2004).
Apporto importante è quello dell’Archivio
Oreste Zevola, fondato nel 2015 e diretto
da Marina Gargiulo, nato con l’obiettivo di
catalogare, conservare e valorizzare il
lavoro dell’artista. Le opere sono suddivise
per tecniche e tipologie – pittura, scultura,
grafica, editoria – e sono accompagnate da
documenti, lettere e materiali di ricerca.
Nel 2024, grazie a un’attenta catalogazione
a cura della Soprintendenza Archivistica e
Bibliografica della Campania, l’Archivio è
stato riconosciuto di interesse culturale,
segnando un passo fondamentale per la
tutela e la diffusione dell’opera di Zevola.
Questa mostra rappresenta un’occasione
unica per riscoprire un artista che ha
lasciato un segno profondo nell’arte
contemporanea, restituendo alla città di
Napoli una parte fondamentale del suo
patrimonio culturale.
DIR
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CULTURA E SPETTACOLI
La memoria del giornalismo italiano: l’Emeroteca Tucci di Napoli
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Un tesoro di carta e storia, tra periodici rari e il rischio dell’oblio. Fondata nel 1907 raccoglie migliaia di periodici italiani e stranieri
C’è a Napoli un luogo dove la memoria
storica della città e del giornalismo italiano
trova casa. Fondata nel 1907 da un gruppo
di giornalisti corrispondenti, l’Emeroteca
Tucci è stata inizialmente uno strumento di
lavoro per loro, diventando nel tempo un
punto di riferimento imprescindibile per
studiosi, studenti, professori e professionisti,
italiani e stranieri. Nei primi anni del
Novecento, la "Biblioteca dei Giornalisti" era
un crocevia di arte, letteratura e giornalismo.
La sua prima sede fu Palazzo Gravina
(prima ancora, i giornalisti si riunivano in un
piccolo ammezzato di via Monteoliveto 75),
per poi trasferirsi, nel 1936, nell’attuale sede
di Palazzo Vaccaro, oggi anche sede delle
Poste.
Uno dei suoi fondatori più eclettici fu Nicola
Daspuro, corrispondente de Il Secolo,
ideatore della funicolare di piazza Augusteo
e organizzatore di stagioni liriche al teatro
Mercadante. Fu Daspuro a scoprire il talento
di Enrico Caruso, procurandogli la sua
prima scrittura con la casa musicale
Sonzogno. Ma fu Vincenzo Tucci, a cui
l’emeroteca deve il nome, a ottenere dalle
Poste quattro saloni e altri due vani con
librerie al piano nobile di Palazzo Gravina.
Negli anni Trenta, durante la demolizione di
edifici e chiese del quartiere San Giuseppe
per la costruzione di un rione in stile
fascista, fu realizzato il nuovo Palazzo delle
Poste su progetto di Giuseppe Vaccaro.
Qui, al secondo piano, fu allestita la sala
stampa dei corrispondenti e la loro
emeroteca, già aperta al pubblico per la
consultazione gratuita.
Nel giugno del 1936, l’emeroteca fu
trasferita nello storico Palazzo Vaccaro,
dove si sono formate generazioni di
giornalisti, letterati e docenti universitari. A
partire dagli anni ’70, sotto la guida di
Salvatore Maffei, decano dei cronisti di
giudiziaria e ancora oggi punto di riferimento
ultranovantenne, il patrimonio della Tucci si
è arricchito di pezzi rari, ampliando le sue
attività con mostre, convegni, trasferte e la
pubblicazione di volumi illustrati. Un'attività
che continua con ricerche e digitalizzazione
di articoli per studiosi in tutta Italia e nel
mondo.
Oggi, l’Emeroteca Tucci possiede quasi
11mila periodici, italiani e stranieri, dal
1648, e una biblioteca con 50mila volumi,
tra cui opere rarissime come il De divinis
institutionibus
adversus gentes di
Firmiano Lactanzio
(1479), introvabile in
qualsiasi altra
biblioteca italiana, e
forse mondiale. Tra i
tesori più preziosi,
epistolari, bandi,
manoscritti, manifesti
(oltre 100 futuristi) e
giornali posseduti in
esclusiva: periodici
milanesi del ’700 che
mancano persino a
Milano, testate
romane assenti nelle
biblioteche di Roma,
riviste toscane sconosciute a Firenze, fogli
bolognesi irreperibili nelle biblioteche
emiliane e addirittura 100 periodici cattolici
non presenti nella Biblioteca Vaticana.
Numerosi studiosi internazionali hanno
frequentato e continuano a frequentare la
Tucci. Michael Henstock, autore di una
biografia sul tenore Fernando De Lucia, è
un assiduo visitatore dal 1968. Tra i
frequentatori storici ci sono stati Percy
Allum, Dan Hofstadter, Ermanno Rea e lo
storico Kogan. Le richieste di consultazione
giungono da università prestigiose come
Heidelberg, Cambridge, Indiana, Bunkio,
Ochanomizu, Reno, Strasburgo, Berlino,
Marburg, Varsavia, Bath, Francoforte e
Nottingham. Nel corso degli anni,
l’emeroteca ha anche accolto gruppi di
studiosi e professionisti, come i 30 architetti
svizzeri della SIA, guidati dalla
professoressa Katia Accossato del
Politecnico di Milano, per una mostra su
periodici di architettura.
Un altro aspetto fondamentale è l’impegno
nella formazione dei più giovani. Le
mattinate di studio organizzate per studenti
e alunni degli istituti campani hanno
dimostrato quanto sia importante consultare
fonti originali. Nell’era del copia-incolla
digitale, la Tucci offre un’esperienza
formativa unica, con video, lezioni sul
metodo di ricerca e consultazione diretta di
giornali d’epoca. Un esempio emblematico?
Se nei libri di storia si legge che i Borbone
censurarono la notizia dello sbarco di
Garibaldi fino al 15 maggio, all’emeroteca
si può verificare che il Giornale del Regno
delle Due Sicilie, il 13 maggio, pubblicò
un’edizione straordinaria in cui annunciava
l’arrivo di Garibaldi con tono sprezzante ma
senza censura.
Ma il futuro della Tucci è incerto. Il
personale è ridotto all’osso e il sostegno
finanziario insufficiente. L’unico socio
sostenitore rimasto è la Camera di
Commercio, a cui si aggiungono piccoli
contributi del Comune di Napoli e,
quest’anno, della Regione Campania.
Basterà? Se la Tucci dovesse chiudere, il
suo immenso patrimonio sarebbe trasferito
in un’altra città o istituzione culturale
nazionale, come previsto dallo statuto (art.
20). Sarebbe una perdita inestimabile, una
sconfitta culturale per Napoli e per l’intero
Paese. Mantenere viva questa emeroteca
non è solo una questione di conservazione
storica, ma un impegno per il futuro della
cultura e della memoria collettiva.
RED
(foto di Antonio Coppola e altri
per gentile concessione dell’Emeroteca Tucci)
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
CULTURA E SPETTACOLI
Fernando De Lucia e Enrico Caruso: un convegno tra storia e musica
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Un omaggio al grande tenore napoletano nell’anniversario della sua scomparsa. All’Emeroteca Tucci un confronto tra musicologi ed esperti
Il convegno dedicato a Fernando De Lucia,
una delle voci più celebri della lirica
internazionale, ospitato presso l’Emeroteca
Tucci, ha visto la presenza di esperti e
studiosi di fama mondiale che hanno
approfondito la figura del tenore napoletano,
mettendola in relazione con l’altro gigante
della lirica, Enrico Caruso.
Durante l’incontro, il sovrintendente
emerito del Teatro di San Carlo,
Francesco Canessa, ha proposto un
emozionante confronto tra le due voci,
facendo ascoltare le registrazioni di “Una
furtiva lacrima” interpretate sia da De
Lucia che da Caruso. Canessa ha
sottolineato le peculiarità stilistiche di
entrambi i cantanti, evidenziando come
Caruso abbia apportato una modifica alla
Fernando De Lucia ritratto di E. Fontana
dal Il Teatro illustrato e la musica popolare, aprile 1889)
Francesco Canessa
chiusura del brano, mentre De Lucia si
distingueva per un’interpretazione più
ornamentale e legata alla tradizione
belcantistica.
L’intervento di Michael Henstock, biografo
di Fernando De Lucia, ha ripercorso la
carriera del tenore attraverso documenti
storici e registrazioni rare. Henstock ha
condiviso tre esecuzioni d’epoca che hanno
permesso di apprezzare l’evoluzione del suo
stile vocale e la sua importanza nella storia
dell’opera.
Ha inoltre approfondito i risultati delle sue
ricerche ventennali condotte presso
l’Emeroteca Tucci, dove ha studiato
documenti e testimonianze sulla vita e l’arte
di De Lucia, culminando nella pubblicazione
della biografia "Fernando De Lucia. Son of
Naples" nel 1990.
Henstock ha evidenziato come De Lucia
fosse considerato il più grande tenore del
mondo prima dell’arrivo di Caruso e come la
sua tecnica di canto, influenzata dal
belcanto ottocentesco, lo rendesse un
interprete raffinato e unico nel panorama
lirico dell’epoca.
A seguire, il musicologo e ex cantante lirico
Michael Aspinall ha offerto un’analisi
approfondita della tecnica vocale di De
Lucia, spiegando come “gli acuti
rappresentano la parte ornamentale” del suo
modo di esprimersi, in contrasto con
l’approccio più diretto e potente di Caruso.
Aspinall ha inoltre illustrato l’impatto del
canto di De Lucia sulla generazione di tenori
successiva, sottolineando il valore della sua
eredità artistica.
L’evento si è rivelato un'occasione
straordinaria per riscoprire la grandezza di
Fernando De Lucia e il suo contributo alla
storia della lirica, ponendolo accanto a
Enrico Caruso in un confronto che ha
affascinato il pubblico e gli studiosi presenti.
RED
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CULTURA E SPETTACOLI
Rubens a Capodimonte: un viaggio nel Seicento tra martirio e salvezza
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A Napoli arriva il capolavoro di Pieter Paul Rubens, esposto in un dialogo inedito con i maestri del Seicento italiano
Il Museo e Real Bosco di Capodimonte
accoglie un ospite d’eccezione: il capolavoro
San Sebastiano curato dagli angeli di Pieter
Paul Rubens. L’opera, datata 1601-1602,
proviene dalle Gallerie Nazionali di Arte
Antica e sarà esposta per la prima volta a
Napoli, in un allestimento che la metterà a
confronto con altre raffigurazioni
seicentesche del martirio del santo, presenti
nella collezione del museo.
L’iniziativa rappresenta un’opportunità
straordinaria per ammirare il dipinto in un
contesto arricchito dalla presenza di opere
di Passignano, Schedoni, Vaccaro e Preti,
ciascuna portatrice di una diversa
interpretazione del martirio di San
Sebastiano. A rendere ancora più
significativo questo appuntamento è il
dialogo con un altro capolavoro proveniente
dalle Gallerie
Nazionali di
Arte Antica:
Amor sacro e
Amor profano
di Giovanni
Baglione
(1602),
esposto nella
sala 62 del
museo.
Quest’ultimo
dipinto
assume un
valore
simbolico
anche per la
celebre
rivalità tra
Baglione e Caravaggio, testimoniata da
scritti e opere dell’epoca.
Figura iconica dell’iconografia cristiana, San
Sebastiano è il simbolo della resistenza
spirituale. Ufficiale romano convertitosi al
cristianesimo, fu condannato a morte e
trafitto da frecce, ma sopravvisse grazie alle
cure della vedova Irene. Tuttavia, riprese la
sua missione evangelica e venne
nuovamente arrestato e martirizzato.
La tela di Rubens si discosta
dall’iconografia più diffusa: non è Irene, ma
gli angeli a soccorrere il santo, in
un’atmosfera di intensa drammaticità e
grande impatto emotivo. Il corpo
monumentale di San Sebastiano, ispirato
alla statuaria classica e alle potenti
anatomie di Michelangelo, domina la
scena, mentre la corazza abbandonata a
terra simboleggia il passaggio dalla vita
militare alla dimensione sacra.
Il percorso espositivo si sviluppa attraverso
un confronto visivo tra il San Sebastiano di
Rubens e le opere di altri maestri del
Seicento italiano, tra cui Domenico Cresti,
detto il Passignano – San Sebastiano
condotto al sepolcro (1602); Bartolomeo
Schedoni – San Sebastiano curato dalle
pie donne (1615); Andrea Vaccaro – San
Sebastiano (1635-1640, recentemente
restaurato); Mattia Preti – San Sebastiano
(1656 ca.).
Tutte le opere, collocate nella sala 61,
offrono una panoramica sulle diverse
sensibilità artistiche dell’epoca e sulle
molteplici chiavi di lettura del martirio del
santo.
L’esposizione si inserisce in una più ampia
collaborazione tra Capodimonte e
Palazzo Barberini, nata in occasione del
Giubileo 2025. Parallelamente, La
Flagellazione di Cristo di Caravaggio,
custodita a Capodimonte, sarà esposta a
Roma nella mostra Caravaggio 2025 (fino
al 6 luglio).
Per incentivare il pubblico a visitare
entrambe le esposizioni, è stata attivata
una promozione speciale: i visitatori di
Capodimonte potranno accedere alla
mostra su Caravaggio con biglietto
ridotto (da 18 a 12 euro), e viceversa, chi
visiterà la mostra romana potrà entrare a
Capodimonte con un ticket agevolato (12
euro fino al 30 luglio).
Dopo Rubens e Baglione, il Museo di
Capodimonte si prepara ad accogliere un
altro grande maestro del Seicento:
Ludovico Carracci. Nel mese di marzo,
sarà esposta la sua straordinaria
Annunciazione (1585), prestito
d’eccezione della Pinacoteca Nazionale
di Bologna.
L’arrivo di Carracci si inserisce nel ciclo di
esposizioni inaugurato nel 2024, che ha
visto tra i protagonisti Gustave Courbet.
Con queste iniziative, Capodimonte
conferma il suo ruolo di primo piano nel
panorama culturale internazionale, offrendo
ai visitatori un viaggio affascinante tra le
meraviglie della pittura europea.
(immagini fornite dall’Ufficio stampa del Museo e Real
Bosco di Capodimonte)
RED
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CULTURA E SPETTACOLI
‘600 Napoletano: al Museo Diocesano di Donnaregina la grande pittura barocca
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Protagonisti Caravaggio e i Maestri del Seicento. Biglietto integrato con il Pio Monte della Misericordia
Le mostre Capolavori del '600 Napoletano
e Caravaggio a Donnaregina al Museo
Diocesano di Donnaregina celebrano la
grande pittura barocca, con opere di
Caravaggio, Luca Giordano e altri maestri
del Seicento. La mostra sulla Collezione De
Vito è prorogata fino al 30 maggio 2025.
Napoli si conferma capitale dell’arte con due
mostre straordinarie al Museo Diocesano
di Donnaregina, dedicate alla pittura
napoletana del Seicento. Dopo il grande
successo della mostra Caravaggio a
Donnaregina, che ha riportato a Napoli la
celebre Flagellazione di Cristo, prosegue
l’esposizione Capolavori del ‘600
Napoletano: da Battistello a Luca
Giordano, arricchita dalle opere della
prestigiosa Collezione De Vito, la cui
permanenza è stata prorogata fino al 30
maggio 2025. Si tratta di un viaggio
emozionante tra i capolavori di
Michelangelo Merisi da Caravaggio,
Battistello Caracciolo, Luca Giordano e
altri grandi protagonisti della pittura barocca
napoletana.
Le mostre sono state presentate con gli
interventi di Eike Schmidt, Pierluigi Leone
de Castris, Nadia Bastogi, Giancarlo Lo
Schiavo, Adolfo Russo, Maria Cristina
Terzaghi, Riccardo Lattuada, con un
contributo conclusivo
dello scrittore Maurizio
de Giovanni, che ha
esaltato la bellezza e la
profondità artistica delle
opere esposte.
La mostra su
Caravaggio, che ha
segnato il ritorno a
Napoli della
Flagellazione di Cristo,
è stata resa possibile
grazie alla
collaborazione tra il
Fondo Edifici di Culto
(FEC), il Museo di
Capodimonte e il
Museo Diocesano di
Donnaregina. Il celebre
dipinto, originariamente
destinato alla chiesa di
San Domenico
Maggiore, ha suscitato
grande entusiasmo tra i
visitatori. Il catalogo della mostra include
interventi di illustri studiosi, tra cui Eike
Schmidt e Maria Cristina Terzaghi, cocuratrice
anche della prossima grande
mostra su Caravaggio a Roma.
Accanto a questa esposizione, continua il
successo della mostra Capolavori del ‘600
Napoletano, con una selezione di opere
provenienti dalla prestigiosa Collezione De
Vito, interamente dedicata alla pittura
napoletana del Seicento. Curata da
Pierluigi Leone de Castris e Nadia
Bastogi, direttrice scientifica della
Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito,
l’esposizione rappresenta un crocevia
essenziale per comprendere lo sviluppo
della pittura barocca in città.
L’evento costituisce un’opportunità unica per
i visitatori, inclusi i pellegrini in arrivo a
Napoli per l’Anno Giubilare, che potranno
immergersi in un percorso tra spiritualità e
arte. Grazie a un biglietto integrato, sarà
possibile visitare anche il Pio Monte della
Misericordia, dove è custodito uno dei
massimi capolavori di Caravaggio, Le Sette
Opere di Misericordia.
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CULTURA E SPETTACOLI
San Gennaro e Sant’Anna dei Lombardi: biglietto integrato per un’esperienza unica
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Opportunità imperdibile per cittadini e turisti alla scoperta del Tesoro del Patrono e dell’importante Complesso monumentale
A partire da marzo 2025, turisti e cittadini
potranno visitare il Tesoro di San Gennaro e
il Complesso Monumentale di Sant’Anna dei
Lombardi acquistando un biglietto unico che
permette di ammirare due tra i più importanti
tesori artistici e culturali di Napoli a un
prezzo speciale. Questa iniziativa
rappresenta un'opportunità unica per
esplorare la storia e l'arte di questi due siti
straordinari, offrendo un’esperienza
immersiva tra capolavori d’arte sacra e
rinascimentale.
Grazie a questa nuova formula, il biglietto
d’ingresso combinato è disponibile a un
prezzo vantaggioso di 15,00 € (anziché
19,00 €), consentendo un notevole
risparmio rispetto all’acquisto separato dei
due ingressi (Tesoro di San Gennaro:
13,00 € - Sant’Anna dei Lombardi: 6,00
€). Tariffe speciali sono disponibili anche per
specifiche categorie di visitatori: biglietto
ridotto 10,00 €, scuole 7,00 €, famiglie
composte da tre persone 30,00 €.
L’ingresso è gratuito per bambini fino a 6
anni, guide turistiche e insegnanti
accompagnatori di gruppi scolastici. I biglietti
integrati possono essere acquistati
direttamente nelle biglietterie dei musei o
online sul sito ufficiale www.
tesorosangennaro.it
Questa iniziativa nasce dalla collaborazione
tra D’Uva s.r.l., che gestisce il Tesoro di San
Gennaro sotto la direzione di Francesca
Ummarino, e ParteNeapolis, che cura i
servizi museali del Complesso Monumentale
di Sant’Anna dei Lombardi, diretto da
Ambra Giglio.
Il Tesoro di San Gennaro custodisce una
delle collezioni di gioielli sacri più ricche al
mondo, frutto di secoli di donazioni da parte
di papi, sovrani e fedeli. La visita inizia dalla
Cappella del Tesoro, per poi proseguire
nelle Sacrestie e nelle sale museali, dove si
possono ammirare capolavori come la
spettacolare Mitra del Settecento, ornata
con oltre 3600 pietre
preziose (diamanti, rubini,
smeraldi), e la Collana di
San Gennaro, simbolo di
250 anni di storia europea a
Napoli. Nel prezzo del
biglietto è inclusa
un’audioguida, realizzata da
D’Uva, che accompagna i
visitatori in un viaggio nella
storia del Santo Patrono e
dei tesori a lui dedicati.
Particolare attenzione è stata
riservata all’accessibilità, con
la rimozione di barriere
architettoniche e soluzioni
per visitatori con esigenze
specifiche.
Il Complesso Monumentale
di Sant’Anna dei Lombardi rappresenta un
gioiello del Rinascimento napoletano. Tra le
opere più importanti si trova il Compianto
sul Cristo morto di Guido Mazzoni, un
gruppo scultoreo dal forte impatto emotivo,
attualmente oggetto di un restauro
conservativo promosso dai Friends of
Naples. Le sculture di Antonio Rossellino
e Benedetto da Majano testimoniano la
raffinata arte quattrocentesca, mentre un
piccolo putto scolpito da un giovane
Michelangelo affascina i visitatori. Il vero
capolavoro del complesso è la
Sagrestia affrescata da Giorgio
Vasari, con una volta decorata da
allegorie mitologiche e virtù morali.
Un’audioguida realizzata in
collaborazione con ItGuides è
inclusa nel prezzo del biglietto,
permettendo ai visitatori di
esplorare ogni dettaglio delle opere
d’arte presenti nel complesso.
I due siti sono facilmente accessibili
e aperti tutti i giorni. Il Tesoro di
San Gennaro, situato in Via
Duomo 149, 80138 Napoli, è
visitabile dalle 9:30 alle 18:00
(ultimo ingresso alle 17:00), mentre
il Complesso Monumentale di
Sant’Anna dei Lombardi, in
Piazza Monteoliveto 4, 80134
Napoli, è aperto dalle 9:30 alle 18:00
(ultimo ingresso alle 17:30), con orario
ridotto la domenica (12:30 - 17:30).
Questa iniziativa rappresenta un’occasione
speciale per riscoprire il patrimonio storico e
artistico di Napoli, attraverso un viaggio tra
sacralità e bellezza rinascimentale, reso
ancora più accessibile e conveniente grazie
al biglietto unico.
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CULTURA E SPETTACOLI
Approda al Museo Madre il Forum Italics 2025 il ruolo delle imprese culturali
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Settantaquattro gallerie italiane ed esperti di rilievo a confronto sui nodi cruciali per il futuro dell'arte italiana
Il futuro delle gallerie d’arte italiane, le
trasformazioni nel collezionismo e la
relazione con le nuove generazioni, le
alternative per garantire la continuità delle
collezioni museali, le politiche di sostegno
per le gallerie più vulnerabili e le criticità del
nuovo Decreto Cultura. Sono stati questi i
temi centrali della terza edizione del Forum
Italics, che ha fatto tappa per la prima volta
a Napoli, lunedì 24 febbraio 2025, presso il
Museo Madre.
L’evento, organizzato da ITALICS in
collaborazione con la Fondazione
Donnaregina per le Arti Contemporanee, ha
visto la partecipazione di settantaquattro
gallerie italiane di arte antica, moderna e
contemporanea. Un’importante occasione di
confronto per esaminare il ruolo delle
gallerie come imprese culturali, promuovere
sinergie tra gli operatori del settore e
delineare strategie concrete per il futuro
dell'arte in Italia.
La giornata si è articolata in diverse sessioni
di lavoro. In mattinata, sei tavoli di
discussione hanno affrontato i temi più
urgenti per il settore: Il ruolo di Italics e il
piano quinquennale (moderato da Andrea
Cancellato), L’evoluzione del progetto
Panorama (moderato da Agostino Riitano),
Le trasformazioni del collezionismo e il
rapporto con le nuove generazioni
(moderato da Maurizio Morra Greco), La
missione collezionistica dei musei italiani
(moderato da Eva Fabbris), Le politiche di
sostegno per le gallerie più fragili (moderato
da Alessandra Troncone) e Il nuovo
equilibrio tra gallerie e artisti (moderato da
Andrea Abbamonte).
Nel pomeriggio, il dibattito si è acceso
attorno alla tavola rotonda Decreto Cultura:
prossime azioni di sensibilizzazione, che ha
visto la partecipazione di esperti e
professionisti del settore. Il tema centrale è
stato il mancato inserimento, nel recente
Decreto Cultura, dell’emendamento per la
riduzione dell’IVA sul mercato dell’arte, un
provvedimento che avrebbe consentito
all’Italia di allinearsi alle misure adottate da
Paesi come Francia e Germania. La
decisione del Governo è stata duramente
criticata dagli operatori del settore, che
temono un ulteriore svantaggio competitivo
rispetto al mercato internazionale. L'incontro
ha rappresentato un momento fondamentale
per delineare azioni concrete volte a
sensibilizzare le istituzioni sulle
conseguenze economiche e culturali di
questa scelta.
A seguire, i partecipanti al Forum hanno
preso parte a una visita guidata a Gli anni,
un progetto che avvia un dialogo tra la
collezione del Museo Madre e alcune delle
principali collezioni pubbliche e private della
città di Napoli, curata dalla direttrice Eva
Fabbris.
La giornata si è conclusa con l’incontro
aperto al pubblico Che futuro per il settore
dell’arte in Italia?, moderato da Renata
Caragliano (Repubblica), con la
partecipazione di Alfonso Artiaco
(gallerista e membro
del CdA di Italics),
Cesare Pietroiusti
(artista), Angela Tecce (Presidente
Fondazione Donnaregina per le Arti
Contemporanee – Museo Madre) e Pietro
Vallone (CFO MASSIMODECARLO e
consigliere ANGAMC). Durante il dibattito
sono emersi spunti significativi sulle sfide
che il sistema artistico italiano deve
affrontare per rimanere competitivo e
sostenibile.
In qualità di main partner, Belmond ha
confermato il suo supporto alle attività di
Italics, rafforzando il legame tra il mondo
dell’arte e il settore dell’ospitalità di lusso.
Il Forum Italics 2025 ha segnato un passo
importante per il dialogo e la
consapevolezza sulle trasformazioni in atto
nel settore artistico italiano. L’auspicio è che
le proposte emerse possano tradursi in
azioni concrete per garantire un futuro solido
e innovativo all’arte nel nostro Paese.
(foto di Amedeo Benestante, courtesy Museo Madre)
DIR
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CULTURA E SPETTACOLI
Primmammore: il nuovo romanzo di Titti Marrone tra denuncia sociale e memoria storica
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Nel libro edito da Feltrinelli un viaggio tra segreti, silenzi e ricerca della verità tra le ombre della periferia napoletana
Nel suo ultimo romanzo Primmammore
(Feltrinelli), Titti Marrone racconta una
vicenda intensa e dolorosa, ambientata nella
periferia di Napoli. Tutto ha inizio con la
tragica morte di una bambina di sei anni,
precipitata dall’ultimo piano di un palazzo.
La sua insegnante, Costanza, e il figlio
Marco, giornalista, non credono alla
versione ufficiale dell’incidente e iniziano a
indagare, scontrandosi con il silenzio e
l’omertà che circondano il caso. La loro
ricerca della verità li porterà a esplorare le
dinamiche di potere e le disuguaglianze che
caratterizzano il contesto sociale in cui la
vicenda si svolge.
Accanto al presente investigativo, il romanzo
si snoda attraverso i ricordi di Costanza, che
ripercorre le battaglie sociali della sua
giovinezza e il legame con Sirio, compagno
di vita e di ideali. Sullo sfondo, Napoli
emerge in tutta la sua complessità, con le
sue periferie segnate da contraddizioni
profonde, ma anche da una storia di
resistenza e impegno civile.
Primmammore non è solo un romanzo di
denuncia, ma anche una riflessione sul
significato della giustizia e sulla difficoltà di
cambiare un sistema che sembra
impenetrabile. Marrone descrive con lucidità
la realtà di chi è costretto a vivere ai margini,
sottolineando l’importanza di chi sceglie di
non restare in silenzio.
Titti Marrone, giornalista e docente di Storia
e tecniche del giornalismo presso
l’Università Suor Orsola Benincasa di
Napoli, è autrice di numerosi saggi e
romanzi. Tra i suoi lavori più noti si
annoverano Il sindaco (Rizzoli, 1996),
Meglio non sapere. Tre bambini nella Shoah
(Laterza, 2003; Feltrinelli, 2023), Controluce
– Letteratura e totalitarismi (con Gustaw
Herling, Marotta&Cafiero, 2023), e i
romanzi Il tessitore di vite (Mondadori,
2013), La donna capovolta (Iacobelli editore,
2019) e Se solo il mio cuore fosse pietra
(Feltrinelli, 2022; Premio Croce). È inoltre tra
i fondatori della libreria indipendente
Iocisto, punto di riferimento per la diffusione
della cultura letteraria a Napoli.
L’incontro che ha cambiato il romanzo
Ci sono storie affiorate dalle cronache che
più di altre ti restano appiccicate addosso. E
poi ci sono incontri con chi quelle storie le
ha vissute nella propria carne: per me,
quello con Mimma. La vidi per la prima volta
nell’aula di un tribunale, sembrava assai più
giovane dei suoi venticinque anni. Il
processo era quello per l’omicidio di sua
figlia di sei anni, vittima di abuso reiterato da
parte di un vicino di casa, che poi la aveva
scagliata oltre la balaustra del terrazzo del
casermone in cui vivevano. Di Mimma mi
colpirono il suo viso da bambina afflitta,
l’andatura incerta, il suo guardarsi intorno
come chi cerchi un anfratto per nascondersi.
Dieci anni dopo la incontrai per dirle del libro
che volevo scrivere, ispirato liberamente al
feroce abuso sulla sua piccola. Ero già a
buon punto nella costruzione della storia,
ma non potevo immaginare che
quell’incontro avrebbe rivoluzionato
l’impianto del mio romanzo.
In lei ho conosciuto una persona sostenuta
dalla forza interiore consolidata con la
sofferenza vera. Senza dimestichezza con
scuole o studi, mi ha insegnato tanto, è stata
lo specchio nel quale, dopo trent’anni, ho
trovato il riflesso di un mio grande dolore. In
Primmammore ho potuto così raccontare il
dolore mio e il suo.
Un giorno l’ho accompagnata al cimitero
dove riposa la piccola, nella periferia dove
tutto accadde e da cui lei è fuggita, andando
a vivere lontano. C’era chi, al suo passare,
si affacciava al balcone e, riconoscendola, la
riempiva di insulti, ingiungendole di
andarsene perché, con la sua tragica storia,
aveva attirato sulla zona attenzioni
pubbliche tali da disturbare lo spaccio di
droga. La sua compostezza, l’enorme
dignità mi hanno insegnato ancora altro. E il
suo desiderio, di trovare il modo per
trasferire i resti di sua figlia là dove vive ora
per sentirla vicina, è diventato per me un
impegno da rispettare.
Titti Marrone
(Tratto dagli Speciali di Feltrinelli Editore)
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CULTURA E SPETTACOLI
Le Sibille: voci ribelli contro il destino
Il teatro che rende liberi: diventare attori
per regalarsi speranza
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Nel suo ultimo romanzo Enza Alfano esplora l’eredità intellettuale di Sibilla Aleramo
Al Trianon-Viviani un progetto nato in carcere che abbatte le barriere
L'ultimo romanzo di Enza Alfano, Le Sibille,
pubblicato il 21 febbraio 2025 nella collana
Affreschi di Solferino Libri, si configura
come un'opera di grande valore letterario
che esplora l'eredità intellettuale e simbolica
di Sibilla Aleramo. L'autrice intreccia due
vicende femminili appartenenti a epoche
diverse, mettendo in luce il conflitto tra
condizionamenti sociali e
autodeterminazione, in un dialogo
ideale con l'autrice di Una donna,
pietra miliare della letteratura
femminista italiana.
Attraverso un raffinato impianto
narrativo, Alfano restituisce il senso di
ribellione e ricerca identitaria che ha
segnato la figura di Sibilla Aleramo,
riproponendola come archetipo di
emancipazione femminile. Il romanzo
si snoda tra passato e presente,
mettendo in scena protagoniste che si
interrogano sulla propria libertà e sul
diritto di scegliere il proprio destino, in
un mondo ancora segnato da
convenzioni patriarcali.
Nella sua recensione su Il Mattino,
Titti Marrone sottolinea come Alfano
riesca a trasporre l’eredità letteraria di
Aleramo in un’opera densa di lirismo
e profondità psicologica. La
narrazione si muove con eleganza tra
le suggestioni storiche e il dramma
interiore delle protagoniste, offrendo
una riflessione sulla scrittura come
atto di affermazione identitaria.
Attraverso un linguaggio evocativo e
una struttura narrativa articolata, Enza
Alfano costruisce un romanzo che si
pone in continuità con la tradizione
letteraria di Sibilla Aleramo,
attualizzandone la portata
rivoluzionaria e sottolineandone
l’importanza nel dibattito sulla
condizione femminile. Titti Marrone
evidenzia come Le Sibille rappresenti
un'opera che, partendo dalla lezione
di Sibilla Aleramo, rinnova il valore
della parola femminile come
strumento di resistenza e
autodeterminazione, inserendosi nel
più ampio discorso sulla riscrittura del
canone letterario da una prospettiva di
genere.
DIR
L’arte che regala speranza, l’arte che rende
liberi. È quello che accade quando la
musica, la letteratura, l’arte figurativa e il
teatro entrano in carcere. Cambia la
percezione del tempo, cambia la prospettiva
e nei cuori inizia a farsi spazio la speranza
di cambiare, non solo il futuro, ma
soprattutto la visione del presente, donando
quella libertà che, fisicamente, manca.
Quando poi il laboratorio che inizia
all’interno dell'istituto di pena offre anche la
possibilità di mettere in scena uno
spettacolo nel mondo “di fuori”, dimostrando
come l’impegno concreto sia capace di
ripagare in applausi e quindi in autostima nel
percorso di ricostruzione del sé, allora il
risultato è davvero ottimale. È quello che è
accaduto con lo spettacolo “La Tempesta”
di William Shakespeare, andato in scena
nel teatro Trianon di Forcella. L’iniziativa è
promossa da Loups Garoux Produzioni
con il Ministero della Giustizia, in
collaborazione con il Comune di Napoli e la
Direzione Generale dello Spettacolo del
Ministero della Cultura.
L’allestimento del testo di William
Shakespeare, riadattato da Jorge Troccoli,
è la restituzione del laboratorio culturale
inclusivo e integrato di arteterapia e sartoria
teatrale, rivolto alle persone detenute nella
casa circondariale Pasquale Mandato di
Secondigliano. Il percorso, iniziato nella
scorsa estate, ha già portato sulle scene
quaranta attori e venti tecnici, guidati da
Marta Bifano, ideatrice e regista del
progetto, e dalla Confraternita dei Sartori
Napoletani.
«La Tempesta è considerata il testamento di
Shakespeare, in cui il poeta ha riversato
tutti i temi dei suoi precedenti lavori (il
tradimento, la vendetta, il perdono e
l’amore) – spiega Bifano – e l’epilogo a lieto
fine scatena un perdono collettivo, che non
riguarda solo lo sciogliersi della trama, ma
parla del potere del teatro che esorcizza i
nostri limiti, ponendoci di fronte ai nodi
dell’umano, interrogativi eterni di fronte al
mistero della vita».
«Tutto si svolge su un’isola abitata da spiriti
dell’aria e creature mostruose partorite dalla
terra – prosegue la regista –: grazie a
questa meravigliosa fiaba ci è data la
possibilità di immergerci in una dimensione
misteriosa. Dopotutto, il carcere non è forse
un’isola dove albergano naufraghi che
vivono questi sentimenti? Ebbene, è la
magia che permette di scavalcare le mura
delle restrizioni attraverso l’immaginazione».
Manuela Ragucci
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CULTURA E SPETTACOLI
Con Carlo Avvisati a Pompei: “Guida turistica di un viaggiatore di duemila anni fa”
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Un’insolita visita all’antica Pompei attraverso gli occhi e le parole di quattro legati romani inviati dall’imperatore qualche giorno prima della catastrofe
di Walter Ferrigno
Fresco di stampa è disponibile in libreria un
volume prezioso, per appassionati e
semplici curiosi, realizzato dal giornalista e
saggista Carlo Avvisati, Pompei. Una
"guida" turistica di 2000 anni fa (collana Le
guide Marlin diretta da Paolo Romano, che
comprende Io, la Campania dello stesso
Romano e Napoli, mia madre di Federica
Flocco).
La visita alla città romana di Pompei si apre
con un antefatto datato agosto del 79 d.C.,
quando quattro liberti romani, sfruttando un
incidente avuto in un termopolio della
Suburra, si fanno inviare nella cittadina
campana prima dell’eruzione, quali legati
dell’imperatore Tito Flavio Vespasiano. Il
loro incarico è raccogliere notizie sui
continui terremoti e relazionarne al Senato.
La vacanza, che poi è il loro fine ultimo, la
vita in città, i danni e gli accadimenti sono il
filo conduttore della visita guidata tra vicoli
e grandi arterie, monumenti pubblici, case
patrizie, botteghe, postriboli e bettole, cibi e
bevande, panettieri e vinai, produttori di
garum, case di cura e associazioni di
lavoratori, spettacoli, gladiatori, artisti,
artigiani, scuole pittoriche.
Insomma, una sorta di guida turistica ante
litteram, realizzata attraverso il reportage
dei protagonisti del racconto. Forte della
sua esperienza e conoscenza del sito
archeologico, Avvisati tesse un itinerario
scientificamente corretto della Pompei di
duemila anni fa, utile al lettore di oggi per
immergersi in essa come se la visitasse
allora. Un vero e proprio viaggio nel tempo,
per conoscere al meglio, e in maniera
piacevole, la vita quotidiana della cittadina
romana nel I secolo dopo Cristo.
“La guida nasce dall’idea di prendere,
letteralmente, per mano il visitatore che
arriva a Pompei e accompagnarlo tra strade,
vicoli, case e edifici di una città antica di
duemila anni, facendogli provare l’emozione
e la meraviglia di un salto temporale di venti
secoli, e portandolo a vivere, così, la città in
modo identico a quello di un pompeiano del
I secolo dopo Cristo – spiega Avvisati -. Per
questo motivo, il vademecum, pur
muovendosi secondo lo stile di un racconto,
è invece la testimonianza scientificamente
corretta di accadimenti, fatti, uomini e cose,
così come sono emersi dalle ricerche che gli
archeologi hanno messo in campo in quasi
tre secoli di indagini”.
Persino i particolari più insignificanti sono
stati riportati con puntiglio scientifico. Così
come, ad esempio, è avvenuto per il cibo
cucinato nei locali deputati alla ristorazione
o nelle sfarzose domus dei ricchi pompeiani,
o per i nomi dei personaggi, che nella
narrazione prendono vita e si muovono e
interagiscono con attori della guida e con la
vita cittadina.
“Perché quei Pinario Ceriale, la prostituta
Attica, il lenone Victore, il
guardiano delle terme
Januarius, Asellina e
compagne, Telefo il
gladiatore, Agatho il
profumiere – sottolinea
l’autore - sono davvero gli
abitanti della città, nel 79
dopo Cristo”.
Insomma, niente è stato
lasciato al caso per il
rispetto che si deve
all’intelligenza di chi visita
la Pompei di oggi e per
quella gente che, duemila
e passa anni fa, è stata
testimone e vittima di una
tragedia immane che
nessuno avrebbe mai
potuto immaginare.
“La collana – spiega
Paolo Romano,
giornalista e scrittore,
direttore delle Guide
Marlin – è improntata
all’originalità di approccio
ai luoghi e alla Storia, in
una simbiosi che si fa
discorso narrativo. Per
cogliere appieno tutti gli
aspetti di una geografia
che potremmo definire
‘evocativa’, occorre
muoversi attraverso i
canali della meraviglia e della fascinazione,
senza mai perdere di vista la veridicità e le
fonti. Questo ‘viaggio’ a Pompei, sfruttando
la potenza evocativa delle parole di un
esperto, porta il lettore a muoversi con
grande curiosità tra i vicoli dell’antica città
romana, vista direttamente attraverso gli
occhi dei cittadini di allora.”
Carlo Avvisati vive e lavora a Napoli.
Scrive di archeologia e arte per Il Giornale
dell’Arte e Bell’Italia. Con una produzione di
circa 20.000 articoli ha collaborato come
giornalista con numerose testate tra cui: Il
Mattino, l’Unità, Roma, Il Tempo, Il
Messaggero, Il Giornale di Napoli, La Città
(di Napoli), Oggi, Sud, Rivista Europea e
Panorama.
È stato inoltre ospite in varie trasmissioni
televisive e radiofoniche: Geo & Geo (Rai 3
– speciale sui vulcani e in particolare sul
Vesuvio); BBC: rischio Vesuvio; Rai 1
Mattina; Baobab – Radio Rai 1.
Dieci tra i suoi saggi sono alla Library of
Congress di Washington, USA, e alla BNF di
Francia. Esperto di tradizioni e costumi
popolari campani e dialetto napoletano, è
autore di quaranta pubblicazioni tra raccolte
poetiche, poemetti, traduzioni di classici in
dialetto napoletano, saggi di archeologia,
storia e costume, romanzi.
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CULTURA E SPETTACOLI
Storia della Moda Italiana: un percorso di evoluzione tra arte, industria e identità culturale
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Dal Rinascimento al Made in Italy nel volume di Michelangelo Iossa, presentato a Milano in occasione della Settimana della Moda
di Walter Ferrigno
La moda italiana rappresenta un pilastro
culturale ed economico di rilevanza
internazionale. Il concetto di Made in Italy,
oggi sinonimo di qualità e raffinatezza, ha
radici profonde che affondano nella storia
dell’arte,
dell’artigianato e della
manifattura. Le prime
manifestazioni di una
moda italiana
riconoscibile
emergono già nel
Rinascimento, epoca
in cui il rapporto tra
arte e tessuti si
traduce in innovazioni
stilistiche e tecniche.
Successivamente, nel
XX secolo, la moda
italiana acquisisce una
dimensione globale
grazie alla nascita
delle case di alta
moda e
all’affermazione di
un’identità stilistica
distinta.
Nel 1954, la creazione del Centro di
Firenze per la Moda Italiana e
l’organizzazione delle prime sfilate a
Palazzo Pitti da parte di Giovanni Battista
Giorgini segnano la formalizzazione
dell’industria della moda italiana. È in questo
contesto che il libro “Storia della moda
italiana – Tessuti, riti e miti dal
Rinascimento a Valentino” di
Michelangelo Iossa (Diarkos Edizioni) si
propone come un’opera fondamentale per
comprendere l’evoluzione del settore. Il
volume analizza il connubio tra artigianato,
haute couture, pret-à-porter e
comunicazione, delineando un percorso
storico che culmina nella contemporaneità,
caratterizzata da moda ecosostenibile,
digitalizzazione e globalizzazione.
Presentato a Milano, presso Palazzo
Cusani, durante la Settimana della Moda,
il libro di Iossa si configura come uno
strumento di approfondimento per studenti,
studiosi e professionisti del settore. L’autore,
giornalista e docente di Teorie e Tecniche
di Branding e Communication
Management all’Università Suor Orsola
Benincasa di Napoli, affronta il tema con
un approccio interdisciplinare, coniugando
ricerca storica, analisi socio-economica e
riflessioni sul futuro della moda.
La moda italiana si è sempre distinta per
l’equilibrio tra tradizione artigianale e
innovazione. Il Rinascimento rappresenta
un periodo chiave in cui le corti italiane,
come quella dei Medici a Firenze o degli
Sforza a Milano, promuovono il lusso tessile
come simbolo di prestigio sociale. Le
influenze artistiche di Leonardo da Vinci e
Michelangelo Buonarroti si riflettono
anche nelle sperimentazioni sui tessuti e nei
disegni sartoriali. Nei secoli successivi, la
moda italiana mantiene la sua centralità nel
panorama europeo, evolvendosi attraverso il
contributo di figure come Dante Alighieri,
Franco Sacchetti e Giovanni Villani, che
nei loro scritti descrivono gli stili e le
tendenze del tempo.
Nel XX secolo, con l’affermazione delle case
di moda, il concetto di Made in Italy si
consolida e viene tutelato come marchio
distintivo della produzione nazionale. Dagli
anni Ottanta, le aziende del settore
adottano strategie di branding e protezione
della proprietà intellettuale per difendere
l’unicità del prodotto italiano dalle
contraffazioni. Il settore si articola attorno a
quattro pilastri fondamentali:
Abbigliamento, Agroalimentare,
Arredamento e Automobili (le “4A” del
Made in Italy), che definiscono l’identità
produttiva italiana nel contesto globale.
Se da un lato la moda italiana è sinonimo di
esclusività e artigianalità, dall’altro deve
confrontarsi con le dinamiche imposte dal
fast fashion. L’accelerazione dei processi
produttivi e il consumo di massa hanno
modificato radicalmente il rapporto tra
creatività e mercato. Questa trasformazione
era stata già intuita negli anni ‘60 dall’artista
Michelangelo Pistoletto, con l’opera
“Venere degli Stracci”, emblema della
contrapposizione tra lusso e cultura dell’usae-getta.
Figure autorevoli del settore, come Giorgio
Armani, hanno espresso preoccupazioni
riguardo all’impatto della moda veloce sulla
qualità e sulla sostenibilità. In una lettera
pubblicata dal Women’s Wear Daily,
Armani ha sottolineato la necessità di un
ritorno alla moda lenta, basata su
produzione etica e durata del prodotto.
Questo dibattito si inserisce all’interno di una
riflessione più ampia che coinvolge anche i
consumatori, sempre più orientati verso
scelte responsabili e pratiche sostenibili.
Il volume di Michelangelo Iossa offre una
panoramica approfondita sugli stilisti e le
case di moda che hanno contribuito a
definire il Made in Italy. Tra i protagonisti
della storia della moda italiana figurano
Valentino Garavani, Giorgio Armani,
Gianni Versace, Dolce & Gabbana,
Salvatore Ferragamo, Eugenio Marinella,
Gucci, Fendi, Pucci, Missoni, Biagiotti,
Krizia e Gianfranco Ferré. Il loro contributo
ha reso l’Italia un punto di riferimento
globale nel settore, trasformando la moda in
uno strumento di soft power capace di
influenzare l’immaginario collettivo e
l’economia internazionale.
La moda italiana è il risultato di
un’evoluzione storica che intreccia arte,
cultura e industria. Dalla raffinatezza
rinascimentale all’alta moda
contemporanea, passando per l’innovazione
tecnologica e la sostenibilità, il settore
continua a rappresentare un’eccellenza
internazionale. Le sfide future includono la
digitalizzazione, la produzione etica e
l’adattamento ai mutamenti dei mercati
globali. Comprendere questa evoluzione è
fondamentale per chiunque voglia
approfondire le dinamiche di un settore che
non è solo estetica, ma anche identità
culturale e valore economico.
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CULTURA E SPETTACOLI
Lo scrittore ed il mafioso: l’incontro tra Ian Fleming e Lucky Luciano a Napoli
68 69
Un episodio che ha ispirato la storia e la narrativa: Michelangelo Iossa racconta il faccia a faccia tra lo scrittore di James Bond e il boss della mafia in un saggio avvincente
di Walter Ferrigno
Un incontro che sembra uscito direttamente
da un romanzo di spionaggio: Ian Fleming,
creatore di James Bond, e Lucky Luciano,
il boss della mafia italoamericana, si sono
davvero incontrati nel 1960 a Napoli. Questo
episodio affascinante è stato raccontato in
dettaglio da Michelangelo Iossa nel libro
"Fleming / Luciano. Ian e Lucky a Napoli",
pubblicato da Jack Edizioni, con la
prefazione di Maurizio De Giovanni.
Era il 1960 quando Ian Fleming, ex agente
della Royal Navy e creatore del mitico
James Bond, si trovava a Napoli per il suo
reportage Thrilling Cities, commissionato dal
Sunday Times. Durante quel soggiorno,
ebbe l’occasione di incontrare Salvatore
Lucania, noto come Lucky Luciano, boss
della mafia italoamericana, all’epoca esiliato
in Italia e residente proprio nel capoluogo
campano.
Quell’incontro, avvenuto sul lungomare di
Napoli, fu un dialogo tra due icone del
Novecento: da una parte, un maestro della
narrativa di spionaggio, dall’altra, un vero e
proprio “padrino” della criminalità
organizzata. La conversazione tra i due
ispirò Fleming per alcuni elementi dei suoi
romanzi successivi.
A raccontare nei dettagli questa affascinante
storia sarà Michelangelo Iossa, che ha
dedicato un intero libro all’episodio: Fleming
/ Luciano. Ian e Lucky a Napoli, pubblicato
da Jack Edizioni con la prefazione di
Maurizio De Giovanni. Il volume è
disponibile in due versioni: una brossurata e
una pregiata Limited Collector Edition,
stampata in soli 115 esemplari con copertina
rigida.
Nelle pieghe della storia, talvolta si celano
momenti di straordinaria rilevanza, capaci di
catturare l'immaginazione con la loro
semplicità apparente. In questo contesto,
emerge con singolare fascino l'opera di
Michelangelo Iossa, giornalista di spicco,
cultore ed esperto dei Beatles e dei romanzi
di James Bond di Ian Fleming. Il suo
saggio, Fleming / Luciano: Ian e Lucky a
Napoli, introduce con maestria un capitolo
poco noto ma intrigante, delineando con
precisione il momento cruciale in cui lo
scrittore britannico intervistò il temuto boss
Lucky Luciano a Napoli, nel fervore della
primavera del 1960.
Prima di immergersi nel nucleo narrativo,
Iossa delinea con sapienza biografie
dettagliate dei protagonisti, offrendo un
fondamentale contesto storico e personale.
Questo stratagemma narrativo risulta di
particolare pregio, poiché sottolinea la
necessità di non dare per scontata la
conoscenza del lettore, contrastando la
tendenza contemporanea che presuppone
una comprensione universale delle biografie
dei personaggi storici.
Attraverso paralleli suggestivi tra le vite di
Ian e Lucky, entrambi
mossi da una passione
comune per l'avventura,
Iossa sottolinea la diversità
delle loro nature,
contribuendo così a
un'analisi più approfondita
delle loro personalità
contrastanti. Di pari
interesse è la ricostruzione
storica dell'Italia dell'epoca,
intravista attraverso gli
occhi attenti di Fleming,
che si staglia come
osservatore distaccato in
una Napoli dai tratti thrilling.
Il resoconto sobrio e pacato
dell'incontro tra Fleming e
Luciano si distingue per la
sua neutralità, lontano dalle
narrazioni faziose spesso
proposte dalla storiografia convenzionale.
Con una lunghezza sapientemente calibrata,
l'opera si rivela non solo un'esplorazione
accurata di un episodio storico, ma anche
un omaggio al potere narrativo dell'autore,
come sottolineato da Maurizio De Giovanni
nella sua eloquente prefazione.
L’incredibile incontro tra Fleming e Luciano
ha ispirato anche un podcast di successo,
intitolato Fleming VS Luciano, prodotto da
Jack Edizioni e Radio Spasso. Il podcast è
condotto da Andrea Raguzzino e
Michelangelo Iossa, con letture dell’attrice
Roberta Raguzzino e la
partecipazione speciale di
Francesco Prando,
doppiatore ufficiale di Daniel
Craig, l’ultimo James Bond
cinematografico.
L'autore e giornalista
Michelangelo Iossa vanta
trent'anni di collaborazione
con rinomate testate italiane,
tra cui il Corriere della Sera e
il Corriere del Mezzogiorno,
oltre ad altre del gruppo
RCS. Dal 1999, è docente
presso l'Università degli
Studi Suor Orsola Benincasa
di Napoli, insegnando nei
corsi di laurea in Scienze
della Comunicazione e in
Scienze della Formazione
Primaria.
È uno dei biografi italiani più autorevoli dei
Beatles, con sette volumi pubblicati tra il
2003 e il 2022, e ha firmato biografie di altri
artisti musicali illustri come Michael
Jackson, Pino Daniele e Rino Gaetano.
Negli anni, ha dedicato reportage, eventi
culturali e speciali radiofonici al mito di
James Bond, coordinando il progetto
musicale James Bond Concert Show e
curando le celebrazioni del cinquantesimo
anniversario del film Dr. No presso
l'Ambasciata Britannica in Italia nel 2012.
Nel 2020 ha pubblicato il volume 007
Operazione Suono (Rogiosi
Editore) con la prefazione
del Maestro Monty
Norman, compositore del
leggendario James Bond
Theme. Ha curato le due
edizioni della mostra
Parker's meets Bond nel
2022 e nel 2023. Nel 2004 è
stato insignito del Premio
per l'Editoria della
Presidenza del Consiglio
dei Ministri.
(ph. R. Piccirillo / courtesy by
Michelangelo Iossa)
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CULTURA E SPETTACOLI
Bondology: tutto quello che c’è da sapere
70
sull’Agente Segreto più famoso del mondo
James Bond tra letteratura, cinema e psicanalisi:
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l’analisi di Francesco Bellofatto da Fleming a Freud, passando per Proust
di Walter Ferrigno
Nel panorama degli studi su James Bond,
‘Bondology’ di Francesco Bellofatto si
impone come un'opera
essenziale per
comprendere
l'evoluzione del mito di
007, analizzandone
l'impatto su cinema,
letteratura e cultura pop.
Il volume esplora le radici
letterarie nei romanzi di
Ian Fleming,
l’evoluzione
cinematografica
attraverso i diversi attori
che hanno dato vita
all'agente segreto di Sua Maestà, e il ruolo
della saga nel contesto socio-politico e
mediatico globale.
L’autore, giornalista esperto in economia e
sviluppo del Mezzogiorno, adotta un
approccio interdisciplinare per svelare i
simbolismi e gli archetipi narrativi che
rendono Bond un’icona senza tempo. Ampio
spazio è dedicato a elementi iconici come
gadget futuristici, temibili villain, affascinanti
Bond Girls e leggendarie colonne sonore,
che hanno contribuito a costruire il fascino
intramontabile della saga. Un capitolo
fondamentale riguarda il ruolo della moda
nella definizione dell’immagine di Bond: lo
stile impeccabile dell’agente segreto è
diventato un modello di eleganza maschile e
un riflesso delle tendenze delle varie
epoche.
Ma Bondology va oltre la superficie,
spingendosi in un’analisi critica e semiotica
che collega il mondo di Bond a influenze
letterarie e filosofiche di spessore. Un
accostamento sorprendente emerge con la
‘Recherche’ di Marcel Proust, suggerendo
come la saga di Bond possa essere letta
come una narrazione della memoria
collettiva, in cui personaggi e situazioni
ricorrenti si trasformano nel tempo pur
mantenendo una coerenza narrativa
essenziale. Parallelamente, una lettura
psicoanalitica basata sugli studi di Sigmund
Freud mette in luce le pulsioni inconsce che
animano 007, dai desideri repressi alle
dinamiche di potere nei rapporti con i suoi
antagonisti e le figure femminili della saga.
Attraverso queste chiavi di lettura,
‘Bondology’ si rivela un viaggio
affascinante alla scoperta di uno dei
personaggi più longevi e amati del cinema
mondiale, capace di adattarsi ai tempi senza
perdere il suo fascino. Un libro
imprescindibile per gli appassionati di
James Bond, ma anche per chi vuole
scoprire le profonde implicazioni culturali e
psicologiche di un’icona che ha segnato
generazioni.
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CULTURA E SPETTACOLI
Al Trianon, omaggio a Viviani a 75 anni dalla scomparsa
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Il progetto di Francesco Saponaro nato nel laboratorio di formazione
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delle Officine San Carlo e patrocinato dalla Fondazione Eduardo De Filippo
Dal laboratorio al palco: è
questo il salto quantico, la
grande scommessa vincente
del regista Francesco
Saponaro, che ha portato
sul palco del Trianon
Viviani lo spettacolo Viviani
Bohème, tratto da La
Bohème dei comici di
Raffaele Viviani, per
omaggiare il noto attore,
commediografo e
capocomico stabiese a 75
anni dalla sua scomparsa.
Lo spettacolo, che si avvale del patrocinio
della Fondazione Eduardo De Filippo, ha
portato in scena sedici interpreti
accompagnati da un quintetto musicale dal
vivo diretto da Mariano Bellopede. La
drammaturgia è a cura di Domenico
Ingenito e Francesco Saponaro, mentre i
monologhi di stand-up sono a cura di Alert
Comedy.
Il punto di partenza è lo studio su La
Bohème dei comici e altri testi di Raffaele
Viviani, iniziato con un percorso di
formazione nello spazio delle Officine San
Carlo, il polo formativo del Teatro San
Carlo con sede a San Giovanni a
Teduccio, che ha visto un nutrito gruppo di
artisti, giovani e meno giovani, impegnati su
questo testo. Da
questo lavoro è
nata un’opera dalla
struttura
dichiaratamente
metateatrale,
attraversata da
un’elaborazione
drammaturgica che
riflette, nel
presente, i temi e i
conflitti del testo
originale.
Canzonettiste,
comici in disarmo,
impresari micragnosi e senza scrupoli,
cantanti e macchiettisti che un tempo
affollavano la Galleria Umberto I di Napoli
sono la folla di grottesche e
disperate figure: attori e
spettatori al tempo stesso,
sempre in cerca di scritture, di
una piccola tournée, una o
due serate per sbarcare il
lunario. Vendono e si
svendono, tra rancori,
sotterfugi e bugie, assillati
dalla miseria «ca nun te fa
capi’ niente chiù».
Lo specchio profetico di
questo mondo febbrile oggi si
ritrova nelle piazze e nei locali del centro
storico, dove si incrociano i giovani
bohèmien o coloro che smaniano per
diventare i protagonisti della “nuova società
dello spettacolo”, in un “piano sequenza” in
cui il tempo della realtà sembra coincidere
con quello della finzione. L’effetto di pluralità
delle scene, il cambio repentino dei centri di
attenzione, il continuo spostamento di
“fuoco” e le virate improvvise da una scena
all’altra raccontano un caleidoscopio di
personaggi, con rimandi al ritmo frenetico
dei mass media e dei social.
Al centro, la figura dello stesso Raffaele
Viviani, con il suo teatro immerso nella
poesia della strada e della realtà; un teatro
“universale” che trova la massima
definizione nell’intreccio virtuoso tra scrittura
scenica, musica e canto.
“Questo spettacolo – spiega Francesco
Saponaro – parla della realtà che ci
coinvolge molto da vicino: parla di teatro, di
attori, di registi, di impresari. Abbiamo
utilizzato La Bohème dei comici come
specchio riflesso della realtà artistica, con i
suoi conflitti, miserie, ironie e paradossi. Ma
parla anche della precarietà degli artisti che,
quando sono sopraffatti da questa
condizione, diventano miseri. Viviani lo fa
con un teatro en plein air, un teatro del
popolo per il popolo, un teatro totale che si
intreccia con le virtù di una drammaturgia di
altissimo livello, la musica e il canto.”
(foto fornite da Ufficio Stampa Teatro
Trianon Viviani)
M.R.
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CULTURA E SPETTACOLI
A Cura dell’Arte: quando l’arte trasforma la cura
74 75
L’Accademia di Belle Arti di Napoli porta colore e creatività nel reparto di Ematologia Oncologica dell’Istituto Pascale di Napoli
A Cura dell’Arte è il progetto artistico
realizzato dai docenti e dagli studenti della
Scuola di Decorazione dell’Accademia di
Belle Arti di Napoli per il reparto di
Ematologia Oncologica dell’Istituto
Pascale, con il supporto della Regione
Campania e dell’associazione
Beatleukemia.org. L’iniziativa, che ha
coinvolto attivamente i pazienti nella scelta
delle decorazioni, è stata inaugurata
dall’assessore Lucia Fortini.
Circa 600 metri quadrati di spazi sono stati
decorati con la tecnica del wrapping,
garantendo materiali compatibili con le
esigenze ospedaliere e la sicurezza dei
degenti. L’incontro tra l’ospedale e
l’Accademia è nato durante il periodo Covid,
ma si è evoluto in qualcosa di più profondo:
un progetto che punta al benessere
psicologico dei pazienti e alla valorizzazione
degli spazi comuni. L’iniziativa è stata
fortemente voluta dal prof. Antonello Pinto,
direttore del Dipartimento di Ematologia e
Terapie Innovative dell’Istituto Pascale.
I pazienti hanno partecipato attivamente alla
selezione dei soggetti per le decorazioni,
guidati dalle psicologhe Gabriella De
Benedetta e Silvia D’Ovidio, insieme ai
docenti e agli studenti dell’Accademia.
Hanno espresso il desiderio di avere soffitti
colorati e immagini astratte, capaci di
stimolare la fantasia e offrire conforto
durante la degenza.
“Per la realizzazione di questo meraviglioso
progetto è stata indispensabile la
collaborazione tra pazienti, medici, psicooncologi,
docenti e studenti dell’Accademia,
ingegneri e tecnici. Un connubio tra arte e
cura che migliora il benessere dei degenti”,
ha dichiarato Antonello Pinto.
Il progetto si è avvalso della collaborazione
delle psicologhe Gabriella De Benedetta,
Silvia D’Ovidio, dell’ingegnere Ciro
Frattolillo, dello staff medico e
infermieristico del reparto di Ematologia
Oncologica e dei docenti dell’Accademia
Adriana de Manes, Lorenza Di Fiore,
Paola Redaelli e Maria Cristina Urso. Il
concept è stato sviluppato dagli studenti
Maria Vittoria Amodio Amendola,
Giuseppina Autiero, Arianna Carannante,
Eliana Conte, Leila Costanzo, Luca
Cuccurullo, Dai Yuang, Carmen De
Filippis, Federica Ferraioli, Grazia
Ferrara, Angela Galati, He Xinyi, Huang
Sansan, Li Binhua, Francesca
Lucugnano, Wu Shulin e Zhang Rui.
Il commissario straordinario del Pascale,
Maurizio di Mauro, ha sottolineato
l’importanza dell’arte nel contesto
ospedaliero: “Il nostro Istituto accoglie
persone che necessitano di un forte
sostegno specialistico, incluso quello
psicologico. L’arte può rendere l’ambiente
più accogliente per i pazienti e migliorare la
qualità del lavoro del personale sanitario”.
L’assessore regionale Lucia Fortini,
durante l’inaugurazione, ha evidenziato il
valore della sinergia tra istituzioni: “Questo
progetto è un esempio concreto di come la
collaborazione tra enti possa migliorare gli
spazi di cura. La Regione Campania
continuerà a sostenere iniziative che
dimostrano l’importanza dell’arte nel
benessere dei pazienti”.
Il direttore dell’Accademia di Belle Arti di
Napoli, Giuseppe Gaeta, ha ribadito il ruolo
dell’Accademia nel sociale: “Solo attraverso
un rapporto virtuoso tra istituzioni si possono
realizzare progetti di questo tipo.
L’Accademia è un luogo di formazione
che diventa un’opportunità per tutti i
cittadini”.
La documentazione fotografica del progetto
è stata curata dagli allievi del Corso di
Fotogiornalismo del Biennio
Specialistico di Fotografia
dell’Accademia, coordinati dal professor
Mario Laporta.
W.F.
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CULTURA E SPETTACOLI
L'Intelligenza Artificiale tra etica, creatività e innovazione
76 77
Con l’Accademia di Belle Arti esperti a confronto al Museo Darwin Dohrn per esplorare le opportunità e i rischi della rivoluzione
Il Museo Darwin Dohrn della Stazione
Zoologica di Napoli, in collaborazione con
l'Accademia di Belle Arti di Napoli, ha
ospitato il convegno "Intelligenza Artificiale,
dall'elaborazione alla generazione". La
rapida evoluzione di questa tecnologia sta
avendo un impatto sempre più evidente in
ogni campo delle attività umane, aprendo
nuove opportunità ma sollevando anche
numerose perplessità. Questo tema di
grande attualità è stato approfondito da
esperti e operatori culturali che, a vario
titolo, utilizzano l'Intelligenza Artificiale e ne
hanno illustrato aspetti specifici.
Ad aprire l'incontro è stato Giuseppe
Farace, giornalista, che ha introdotto i lavori
sottolineando la crescente rilevanza dell'IA
nella società contemporanea. Ha
ricordato come questa tecnologia sia
stata alla base di scoperte scientifiche
premiate con due Premi Nobel nel
2004, per la fisica e la chimica,
riconoscimenti che testimoniano il
ruolo rivoluzionario dell'intelligenza
artificiale nel progresso scientifico e
tecnologico.
Sul versante tecnico, Carlo Sansone,
docente dell'Università Federico II di
Napoli ed esperto di IA, ha offerto una
panoramica sull'evoluzione della
tecnologia, spesso poco conosciuta
dal grande pubblico. Sansone ha
spiegato come l'IA sia ormai parte
integrante della nostra quotidianità,
evidenziando le principali applicazioni nei
settori industriale, medico e scientifico. Il suo
intervento si è rivelato particolarmente
illuminante, chiarendo il funzionamento dei
moderni algoritmi di apprendimento
automatico e il loro impatto sulla società.
Un aspetto critico è stato affrontato da
Mario Laporta, fotogiornalista e docente
dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, che
ha posto l'attenzione sul ruolo dell'IA nel
mondo dell'informazione e del
fotogiornalismo. Laporta ha evidenziato il
rischio crescente delle fake news,
amplificato dall’uso di immagini generate
artificialmente con un livello di realismo
impressionante. "Oggi la manipolazione
delle immagini ha raggiunto un livello tale da
rendere quasi indistinguibile il vero dal falso.
È fondamentale mantenere alta l’attenzione
e potenziare i metodi di verifica delle fonti"
ha dichiarato.
L'Intelligenza Artificiale è ormai protagonista
anche nel settore audiovisivo, come ha
dimostrato Matilde De Feo, docente
dell'Accademia di Belle Arti di Reggio
Calabria. Durante il suo intervento, ha
presentato una serie di filmati realizzati con
alcune delle più recenti tecnologie
disponibili, mostrando come l'IA possa
diventare uno strumento creativo
straordinario. Tuttavia, ha anche messo in
luce le attuali limitazioni, sottolineando che
l'intelligenza artificiale, pur offrendo nuove
possibilità espressive, non può ancora
sostituire l’intuizione artistica e la sensibilità
umana.
A chiudere i lavori è stato Ferdinando
Boero, presidente della Fondazione Dohrn
e docente dell'Università Federico II di
Napoli. Da tempo Boero impiega l'IA nei
suoi studi e ha messo in risalto sia la sua
grande utilità che l'importanza di un
approccio consapevole per ottenere risultati
realmente efficaci. Nel corso della sua
presentazione, ha mostrato immagini
realizzate con ChatGPT, dimostrando le
sorprendenti capacità creative
dell'Intelligenza Artificiale e aprendo un
interessante dibattito sulle potenzialità di
questi strumenti nel settore della ricerca e
della divulgazione scientifica.
Il convegno si è concluso con un vivace
scambio di opinioni che ha coinvolto il
numeroso pubblico presente, tra cui diversi
studenti dell'Accademia di Belle Arti di
Napoli. L'incontro, volto alla divulgazione e
alla sensibilizzazione sull'Intelligenza
Artificiale, ha pienamente raggiunto il suo
obiettivo, fornendo una panoramica
approfondita e critica sulle sfide e le
opportunità offerte da questa rivoluzione
tecnologica. Il rapporto di collaborazione
instaurato tra la Fondazione Dohrn e
l'Accademia di Belle Arti di Napoli in
questa occasione potrebbe dare vita a
nuove e interessanti iniziative nel prossimo
futuro.
F.M.
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
CULTURA E SPETTACOLI
L'Accademia di Belle Arti di Napoli e il nuovo scenario internazionale
78 79
Dall’Italia al Libano, in Kosovo ed Egitto: un percorso di crescita e connessioni globali attraverso l'arte e la formazione. La sinergia con la Federico II e il Conservatorio
L'Accademia di Belle Arti di Napoli, diretta
da Giuseppe Gaeta, è sempre più
protagonista nei processi di
internazionalizzazione, sfruttando le
opportunità di ricerca e partnership per
rafforzare il proprio ruolo nel panorama
artistico e culturale globale. L'istituzione
punta a creare una rete solida tra realtà
accademiche e istituzionali, investendo in
progetti di cooperazione e formazione che
valorizzino le arti visive, la musica e le arti
performative.
In questo contesto si inserisce il progetto
Crossings, Art Without Limits, un'iniziativa
di respiro internazionale che si colloca
all'interno del programma nazionale
'Performing'. Questo vasto network, che
comprende dodici realtà culturali e
la Federico II, il Conservatorio San Pietro
a Majella e altre istituzioni universitarie e
artistiche della Campania.
Complessivamente, l'Accademia gestisce
sette progetti strategici, con una dotazione
finanziaria di circa quattro milioni di euro,
che culmineranno nell'aprile 2026.
Crossings, Art Without Limits si distingue
per il suo approccio innovativo e
multidisciplinare. Il progetto si propone di
promuovere le arti performative in dieci città
estere, attraversando i Balcani, il Medio
Oriente e il Nord Africa. Napoli e Catanzaro
rappresentano i punti di partenza e di arrivo
di questo viaggio artistico, che vuole creare
connessioni tra mondi apparentemente
distanti. L'arte, in questo scenario, diventa
un mezzo per abbattere barriere culturali e
Un aspetto centrale di 'Crossings' sarà il
coinvolgimento attivo degli studenti, che
parteciperanno alle varie fasi del percorso
formativo e creativo. Dopo il viaggio nelle
coordina l’iniziativa con l'obiettivo di rendere
il progetto un’esperienza formativa unica.
L'idea alla base di 'Crossings' è quella di
favorire un dialogo artistico tra diverse
scientifiche italiane, è guidato
dall'Accademia di Belle Arti di Catanzaro e
prevede una serie di attività e scambi tra
studenti, docenti e artisti in diversi Paesi. La
prima fase operativa prenderà il via il 5
maggio e si concluderà il 31 dello stesso
mese.
L'Accademia di Belle Arti di Napoli è
attivamente coinvolta in numerosi progetti di
ricerca e sviluppo, con un focus particolare
sui programmi finanziati dal PNRR per il
settore AFAM (Alta Formazione Artistica,
Musicale e Coreutica). Tra questi, oltre a
'Crossings', si distinguono iniziative legate
alla formazione digitale e al benessere
psicofisico, sviluppate in collaborazione con
favorire il dialogo tra diverse realtà, spesso
segnate da conflitti e tensioni geopolitiche.
L'iniziativa prevede la realizzazione di opere
artistiche e performative in tre città
simboliche: Beirut, nel cuore delle rovine
cittadine, come segno di resilienza e
speranza; Mitrovica, in Kosovo, dove il
fiume Ibar divide le comunità e le culture;
Alessandria d'Egitto, in un teatro storico
che rappresenta il crocevia tra passato e
presente. Attraverso discipline come il
disegno, la scultura, la scenografia e la
danza, il progetto mira a intensificare gli
scambi culturali e a favorire la
collaborazione tra artisti, studiosi e istituzioni
internazionali.
dieci città, Napoli ospiterà un
Campus internazionale di
co-creazione, dove gli
studenti trasformeranno le
esperienze e i materiali raccolti in
scenografie e costumi, dando vita a nuove
performance artistiche. L’evento conclusivo,
previsto per settembre 2025, rappresenterà
il momento di sintesi di questa esperienza,
con la presentazione delle opere realizzate
all'Accademia di Belle Arti di Napoli.
Il team di docenti e artisti coinvolti
comprende Mario Laporta
(Fotogiornalismo), Rosaria Iazzetta
(Scultura), Stefania Oriente (Graphic
Design) e Vincenzo Gagliardi, che
culture, permettendo ai partecipanti di
scoprire nuove forme espressive e di
contribuire alla creazione di un linguaggio
artistico condiviso.
Attraverso questo percorso di
internazionalizzazione, l'Accademia di Belle
Arti di Napoli conferma il proprio ruolo di
centro di innovazione e ricerca nel campo
delle arti, contribuendo attivamente alla
diffusione della cultura artistica italiana nel
mondo e costruendo ponti tra le diverse
realtà creative a livello globale.
W.F.
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
CULTURA E SPETTACOLI
Pino Daniele. Una mostra e tre eventi speciali per ricordare l’anima blues di Napoli
80 81
Palazzo Reale, PalaPartenope, Piazza Municipio e Maschio Angioino: tutti gli appuntamenti napoletani per celebrare il 19 marzo
di Walter Ferrigno
Dal 20 marzo al 6 luglio 2025, Palazzo
Reale di Napoli ospita ‘Pino Daniele.
Spiritual’, una mostra emozionante dedicata
al grande cantautore napoletano, a 70 anni
dalla sua nascita e 10 anni dalla sua
scomparsa.
Un viaggio immersivo nella vita e nell’arte di
Pino Daniele, che racconta il suo
percorso musicale, la sua visione
della spiritualità e il suo impatto
culturale. Attraverso documenti
inediti, strumenti musicali,
installazioni suggestive e materiali
esclusivi della Fondazione Pino
Daniele, i visitatori potranno
scoprire il lato più intimo dell’artista.
La mostra si articola in due grandi
sezioni con 9 aree tematiche: la
prima ripercorre gli anni
dell’infanzia e dell’adolescenza, fino
agli esordi nel 1977; la seconda
approfondisce la sua carriera,
mettendo in luce le influenze, le
collaborazioni e le trasformazioni
del suo stile fino al 2014.
Il progetto ‘70/10 Anniversary’
riconosce il valore culturale
dell’evento, realizzato grazie alla
collaborazione tra Ministero della
Cultura, Regione Campania,
Comune di Napoli, Palazzo Reale
e Rai. Il catalogo ufficiale sarà
pubblicato da Silvana Editoriale.
Massimo Osanna, Direttore
generale Musei del Ministero della
Cultura, ha evidenziato come
questa mostra sia un’opportunità
per riscoprire l’eredità musicale di
Pino Daniele: “La sua musica non
è solo intrattenimento, è parte
dell’identità culturale napoletana e
italiana. Con questa esposizione
vogliamo raccontare il suo mondo, il
suo linguaggio e il suo genio.”
Per Vincenzo De Luca, Presidente
della Regione Campania, “questa non è solo
una mostra, ma un omaggio sentito a un
uomo che ha trasformato Napoli in una
capitale musicale mondiale. Il suo blues, la
sua anima, continuano a vivere nel cuore di
tutti noi.”
Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli, ha
parlato dell’importanza della spiritualità nella
musica di Pino Daniele: “Attraverso le sue
canzoni, Pino ci ha mostrato una Napoli
autentica, con tutte le sue sfumature e
contraddizioni. La sua musica ci guida
ancora oggi e rappresenta un ponte tra le
generazioni.”
Alessandro Daniele, figlio dell’artista e
curatore della mostra, ha condiviso il suo
pensiero sul valore di questo evento:“Mio
padre credeva profondamente nel potere
della musica e della cultura come strumenti
di cambiamento. Questa mostra non è solo
un ricordo, ma un modo per far vivere
ancora la sua visione e il suo messaggio.”
Il 19 marzo 2025, nel giorno del suo 70°
compleanno e a 10 anni dalla sua
scomparsa, Napoli renderà omaggio a Pino
Daniele con altri tre appuntamenti
imperdibili. Oltre alla mostra ‘Pino Daniele.
Spiritual’, la città sarà il cuore di
un grande tributo musicale e
culturale.
Il primo evento è il Memorial Pino
Daniele ‘Je sto vicino a te 70’, in
programma al Palapartenope. Un
evento emozionante che ha
registrato il sold out in soli 45
minuti e che vedrà la
partecipazione di grandi nomi della
musica italiana e internazionale.
Con il coordinamento musicale del
M° Adriano Pennino, la serata
ospiterà artisti come Ornella
Vanoni, Renzo Arbore, Pietra
Montecorvino, Leo Gassmann, Ivan
Granatino, Paolo Vallesi e tanti altri. La
direzione artistica è di Rino Manna, con
Radio Marte come media partner e
possibilità di seguire l’evento in differita su
una nota piattaforma streaming.
In secondo luogo, il flashmob musicale in
Piazza Municipio, dedicato alla canzone
‘Terra Mia’. Questo evento collettivo unirà
cittadini, musicisti e appassionati in un
omaggio spontaneo al grande artista,
coinvolgendo le comunità di migranti e le
ragazze del progetto teatrale del Teatro di
Napoli – Teatro Nazionale ‘I SUD’.
Promosso da Canio Loguercio e
Alessandra Cutolo, il flashmob vuole
rappresentare l’anima popolare e inclusiva
della musica di Pino Daniele.
Infine, in serata, ci sarà un concerto
speciale al Maschio Angioino, con una
performance dedicata alla sua musica più
spirituale e intima. Questo spettacolo vedrà
la partecipazione di artisti emergenti e storici
collaboratori di Pino Daniele, con
arrangiamenti acustici e suggestive
scenografie. L’evento è promosso dal
Comune di Napoli, in collaborazione con
Napoli Città della Musica.
Questa giornata sarà un modo unico per
ricordare un artista che ha saputo
raccontare Napoli come nessun altro,
lasciando un’eredità musicale e culturale
ancora oggi viva e vibrante.
(immagini fornite dalla Fondazione Pino Daniele)
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
CULTURA E SPETTACOLI
Daniele Sansone racconta “Nemesi”, il doppio progetto degli ‘A67
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Musica e letteratura si fondono in un intreccio d’amore e d’anarchia. Da Scampia a Parigi per parlare di giustizia, una esortazione al cambiamento
di Manuela Ragucci
“Nemesi d’amore e di anarchia” è un
progetto anfibio capace di vivere
autonomamente in mondi diversi e
indipendenti che ha portato gli ’A67 in luoghi
inesplorati, creando una nuova e inaspettata
sinergia tra musica e letteratura. Questa
dualità la si trova sia nel disco che nella
stessa struttura del libro, che è diviso in due
parti. La prima raccoglie i racconti degli
scrittori, la seconda i testi in napoletano
delle canzoni degli ’A67 che le hanno
ispirate, con le rispettive traduzioni.
“Nemesi” (Betty Wrong di Elisabetta
Sgarbi) è anche il sesto album degli ’A67, la
band che affonda le sue radici a Scampia,
legando il suo nome proprio alla legge
dell’edilizia popolare che ha edificato il
quartiere. Fin dalla formazione nel 2004, il
gruppo fa emergere il suo grido di denuncia
e ribellione contro la criminalità, diffondendo
messaggi di speranza e d’amore.
“Nemesi” è un disco dal suono rock blues in
cui non mancano incursioni rap e di poetry
slam, interamente registrato a Parigi, allo
Studio STAR de l’Université Paris-Saclay, da
Elad Berliner, con diversi ospiti: la cantante
francese Séverine Seba, il sassofonista
Giuseppe Giroffi e i pianisti Filippo Fabbri
ed Elisabetta Serio. Il disco è composto da
10 canzoni, tra cui una cover in napoletano
di “Annarella” dei CCCP.
“Nemesi” non è da ricondursi al concetto di
vendetta, ma alla sua accezione classica di
personificazione della giustizia, alla dea
greca capace di riparare tutti i torti subiti,
ovvero di ricucire le ferite che abbiamo sul
cuore, come mostra la copertina dell’album
e del libro realizzata dal maestro Francesco
Clemente. È quindi un augurio,
un’esortazione al cambiamento e al
movimento, a quella forza inarrestabile che
spinge gli uomini a unirsi per conquistare i
propri diritti contro ogni egoismo,
consapevoli che la cosa più pericolosa che
un uomo possa fare è rimanere immobile,
come scrisse William S. Burroughs.
Come è nato questo progetto?
“Nemesi” chiude un cerchio iniziato nel 2022
con “Jastemma”, un progetto che mescolava
letteratura, musica e pittura. Ci era venuta
l'idea di affidare le canzoni a degli scrittori.
Abbiamo avuto l'onore di collaborare con i
maggiori scrittori italiani e di avere la
copertina di Mimmo Paladino. “Nemesi”, su
quella scia, fa la stessa cosa: altri scrittori,
altri artisti. Qui abbiamo uno dei più grandi
artisti al mondo, Francesco Clemente, e ci
sono altri scrittori. L'idea era sempre quella
di legare la letteratura alla musica in un
momento in cui la musica, subalterna
all’immagine, sembra quasi aver perso ogni
suo potere, ogni sua forza e significato. Così
ci piaceva l’idea di legarla non all’immagine,
bensì alla sorella letteratura.
Come è avvenuto l’incontro con
Elisabetta Sgarbi?
L’incontro con Elisabetta Sgarbi è arrivato
grazie al mio agente letterario Roberto
Santachiara, poiché il mio prossimo
romanzo uscirà a breve e sarà pubblicato da
La Nave di Teseo. Quindi abbiamo
proposto il progetto del disco e del libro a
Elisabetta Sgarbi, che ne è stata
entusiasta. Il disco fisico non è uscito
ancora, per ora è uscita l'antologia di
racconti ispirati alle canzoni del disco;
mentre alla fine del libro c'è il QR code del
disco. Nei prossimi mesi uscirà invece il
vinile, e nel disco ci sarà il QR code dei
racconti ispirati dalle canzoni, negli
audioracconti letti dagli stessi scrittori e da
noi musicati.
Sempre in linea, sempre dalla parte degli
ultimi, sempre in ascolto. Quanto è
difficile restare coerenti in questa società
liquida in cui anche l’arte si svende
giornalmente alle politiche dei numeri e
dei like?
Più che difficoltà, la vedo come una scelta
esistenziale. Ad esempio, parlando di
TikTok, noi non ci siamo, non riusciamo a
non essere ciò che siamo. Se per vendere
un concerto devo fare il clown in una storia,
preferisco non farlo: faccio un post, invito e
chi ci vuole seguire, ci segue ugualmente.
Più che coerenza è la consapevolezza di
non essere altro. Anche quando abbiamo
usato suoni più elettronici, il nostro sguardo
è sempre rimasto lo stesso; la voglia,
l’urgenza di raccontare è sempre rimasta
quella. È difficile, ma è più difficile
snaturarsi.
Cosa rappresentano per la tua vita e per
la tua musica i CCCP?
Credo sia uno dei gruppi più importanti della
storia italiana, un gruppo di rottura
musicalmente, linguisticamente e anche
letterariamente parlando. La figura di Lindo
Ferretti è una figura emblematica nel rock e
nel punk italiano. Da sempre li ascolto e li
ammiro, e “Annarella” è una canzone che
amo da sempre. Il titolo mi ha sempre
ricordato Napoli, quindi ci è venuto
spontaneo tradurla in napoletano. Abbiamo
visto che suonava bene e l’abbiamo rifatta.
(foto di Angelo Della Mura e Andrea Aversano
courtesy by ‘A67)
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CULTURA E SPETTACOLI
De Piscopo nella sua Napoli: dal Trianon a Piazza del Gesù con Pino Daniele nel cuore
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“Se non se ne fosse andato avremmo realizzato un mio grande sogno: un intero disco con lui alla chitarra, senza nemmeno una parola, una voce”.
di Manuela Ragucci
Il Teatro Trianon di Napoli si è trasformato
nel cuore pulsante della musica made in
Naples grazie al ritmo de I colori della
musica, il concerto di Tullio De Piscopo, il
leggendario batterista e percussionista
napoletano che ha incantato il pubblico con
una performance straordinaria, animata da
una passione che solo un artista del suo
calibro riesce a trasmettere. Un palco, quello
del Trianon, che non è solo parte di un
teatro con la sua storia e il suo legame con
la tradizione musicale napoletana, ma è
anche il luogo del cuore del protagonista di
questo live, poiché, come spiega Tullio De
Piscopo: “Ci tengo tanto a suonare nella
mia zona, perché il Trianon è vicino a dove
abitavo”. Infatti, il teatro è a due passi dalla
sua casa d’infanzia a via San Giovanni a
Carbonara. Ricorda anche che il tour
continua con altre tappe e afferma:
“Andremo in giro anche all'estero, a Toronto,
Vancouver, New York”.
I giochi di luci e l'acustica perfetta hanno
creato un ambiente intimo e coinvolgente,
dove ogni singola nota sembrava risuonare
nell'anima del pubblico. Sin dalle prime
battute, De Piscopo ha dimostrato perché è
considerato uno dei maestri della musica
mondiale. Con il suo talento unico, è riuscito
a guidare la platea in un viaggio sonoro
indimenticabile, ma anche unico e creato ad
hoc per la situazione, poiché, come spiega
De Piscopo a proposito dei suoi concerti:
“Non eseguo mai una scaletta fissa, in base
agli umori che percepisco dietro le quinte
capisco cosa suonare”.
Uno dei momenti
più intensi della
serata è stato
quando ha reso
omaggio alla
musica
napoletana,
ricordando l’amico
Pino Daniele, il
cui influsso è
sempre presente
nel repertorio
dell’artista. La sua
dedica a Pino
Daniele è un
pensiero in musica
capace di
emozionare tutti i
presenti: “La sua
musica è la nostra anima, è il battito del
cuore di Napoli", ha dichiarato De Piscopo,
sottolineando come la musica del grande
maestro continui a vivere nei cuori degli
appassionati. Un sodalizio musicale, quello
di De Piscopo-Daniele, come racconta il
percussionista: “Mio padre mi fece
conoscere Pino. Papà suonava
nell’orchestra della trasmissione Senza rete,
che andava in onda da Napoli, e proprio nel
programma lo aveva visto suonare insieme
a un percussionista. Rimase folgorato:
'Tullio, tu devi conoscere questo ragazzo, è
bravissimo'.” Quella fu la prima volta che
sentiva il suo nome, mentre l’ultima volta
che ha ascoltato la sua voce è stato il 31
dicembre del 2014. “Se non se ne fosse
andato – continua De Piscopo – avremmo
realizzato un mio grande sogno: un intero
disco strumentale con lui alla chitarra, senza
nemmeno una parola, una voce. Pensa che
meraviglia che avremmo tra le mani
adesso.”
Ovviamente, il percussionista e batterista
partenopeo non potrà mancare nel cast tra i
protagonisti del concerto dedicato a Pino
Daniele, che si terrà in Piazza del Gesù il 19
marzo, per ricordare il cantautore nel giorno
del suo 70esimo compleanno. Il concerto è
stato organizzato da Nello Daniele, il
fratello del cantautore, che dal 2015 porta
avanti il progetto Je sto vicino a te, dedicato
alla memoria dell'artista, nella sua terra, tra
la sua gente. Dalle ore 21 si terrà il
concerto-tributo Je Sto Vicino a Te Forever.
L'omaggio musicale e culturale sarà una
parata di stelle e riunirà amici, colleghi e
artisti vicini all'indimenticabile cantautore.
Come racconta Tullio De Piscopo a
proposito di questa iniziativa: “Sarà un live
senza scopo di lucro, solo amore.
Suoneremo in quella che è la zona in cui io,
Pino e altri ragazzi siamo cresciuti. Je sto
vicino a te, Bella 'mbriana, Yes I know my
way: queste canzoni le dobbiamo suonare
per forza il 19 marzo”.
(foto le Monde d’Annali e courtesy
ufficio stampa Trianon Viviani)
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
CULTURA E SPETTACOLI
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Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
MOTORI
Alfa Romeo Roadshow Intensa: emozione, design e performance senza confini
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Nel nome di Nicola Romeo il legame con Napoli, teatro di bellezza e velocità per la nuova campagna dedicata ai modelli speciali della casa automobilistica
Il roadshow internazionale Alfa
Romeo Intensa prende il via
da un luogo simbolo
dell’eccellenza italiana per
attraversare l’Europa e
raccontare un nuovo capitolo
della sua storia. La scelta di
ambientare la campagna nei
luoghi più iconici di Napoli non
è casuale: la città, con la sua
energia travolgente e i suoi
panorami mozzafiato, incarna
perfettamente lo spirito di un marchio che ha
fatto dell’intensità la sua firma distintiva.
Piazza del Plebiscito, il Lungomare
Caracciolo, le curve vertiginose della
Costiera Sorrentina e i cortili dei palazzi
nobiliari diventano il palcoscenico ideale per
mettere in risalto il design e le prestazioni
dei modelli Intensa, mentre il Vesuvio si
staglia sullo sfondo, a ricordare la potenza e
il carattere di questa gamma esclusiva.
L’incontro tra Alfa Romeo e Napoli non è
solo estetico, ma culturale: da un lato, un
brand che ha scritto la storia
dell’automobilismo con un mix di
innovazione e tradizione; dall’altro, una città
che è simbolo di arte, passione e identità
senza tempo. L’oro, elemento distintivo della
serie Intensa, dialoga con la luce che
accarezza i vicoli storici, i riflessi sul mare e
l’opulenza del barocco
napoletano, creando un legame
visivo ed emozionale con il
cuore della città. Questo legame
si rafforza ulteriormente con la
figura di Nicola Romeo,
l’ingegnere e imprenditore
napoletano che nel 1915
trasformò l’Anonima Lombarda
Fabbrica Automobili in Alfa
Romeo, imprimendo al marchio
il carattere visionario e vincente
che ancora oggi lo distingue. Le sue radici
partenopee si riflettono nell’eleganza e nella
determinazione che caratterizzano il DNA
della casa automobilistica.
Ogni modello della gamma Intensa è un
omaggio all’heritage Alfa Romeo,
reinterpretato con dettagli di lusso e una
tecnologia all’avanguardia. La Tonale, con i
suoi cerchi da 20 pollici e gli interni in
Alcantara nera con cuciture color cuoio,
incarna il perfetto equilibrio tra sportività e
raffinatezza, proprio come Napoli, città di
contrasti affascinanti. La Giulia, con i suoi
cerchi diamantati da 19 pollici e l’abitacolo
impreziosito da pellami pregiati, richiama
l’eleganza discreta dei palazzi storici che si
affacciano su Spaccanapoli. La Stelvio, con
le sue sospensioni SDC che garantiscono
un’agilità straordinaria, sembra nata per
domare i tornanti della Costiera, dove la
strada si intreccia con il mare, creando
un’esperienza di guida unica. Infine, la
Junior, agile e tecnologica, si muove con
disinvoltura tra le vie del centro, proprio
come un napoletano che conosce ogni
scorciatoia della sua città.
L’oro, che impreziosisce ogni dettaglio della
gamma Intensa, non è solo una scelta
estetica, ma un richiamo alle leggendarie
Freccia d’Oro e Quadrifoglio Oro, simboli
di eleganza e vittoria. Come Napoli, Alfa
Romeo è una sintesi perfetta tra passato e
futuro, tra tradizione e innovazione, tra stile
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
MOTORI
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e carattere. Ogni modello racconta una
storia di eccellenza italiana, e in questa
campagna, la città partenopea diventa il suo
riflesso più autentico.
La serie speciale Intensa è un tributo alla
passione, all’innovazione e alla bellezza
senza compromessi. Come diceva Orazio
Satta Puliga, storico ingegnere del marchio:
"L'Alfa Romeo non è solo un'auto, è un
modo di vivere." E quale città meglio di
Napoli per raccontarlo? Con il roadshow
Intensa, Alfa Romeo porta nel mondo il
fascino delle sue vetture, intrecciando la
propria storia con quella di una delle città più
iconiche d’Italia, per un viaggio che è pura
emozione su quattro ruote.
F.B.
(foto da Alfa Romeo Communications)
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
VOLONTARIATO
Liberi di Volare: riscoprire la bellezza del servizio
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Il volontariato penitenziario come strumento di riscatto e giustizia riparativa
di Giuliana Sepe
Don Franco Esposito, Direttore della
Pastorale carceraria della Diocesi di
Napoli e fondatore dell’associazione Liberi
di Volare, è autore di un libro che,
attraverso molteplici voci, racconta
l’esperienza del volontariato penitenziario.
L’opera può essere considerata un vero e
proprio manuale di accompagnamento per
chi desidera riscoprire nella propria vita la
bellezza del servizio.
La presentazione del volume, avvenuta il
primo marzo presso l’Istituto Salesiano Don
Bosco di Napoli, è stata l’occasione per
affrontare il tema della giustizia riparativa,
argomento centrale anche di un Corso di
perfezionamento organizzato dalla Facoltà
di Sociologia dell’Università Federico II di
Napoli, in collaborazione con la Fondazione
Polis e la Facoltà Teologica, sotto il
coordinamento del prof. Michelangelo
Pascali.
Nella prefazione al testo, il Cardinale
Mimmo Battaglia sottolinea l’importanza
del volontariato carcerario, definendolo "un
segno di profezia, un annuncio di nuove vie
di libertà e riconciliazione". Egli evidenzia
come sia necessario sostenere la comunità
cristiana nel superare quel formalismo
ipocrita che tende a dividere il mondo in
buoni e cattivi, perfetti e sbandati,
dimenticando che la fragilità e la possibilità
dell’errore accomunano ogni essere umano.
Secondo il Cardinale, se c’è qualcuno da cui
bisogna ripartire, è proprio chi, a causa di un
errore, si trova a vedere la propria vita
arenarsi e la libertà allontanarsi.
Don Franco ha più volte ribadito che il
volontario deve rendere un servizio
all’uomo: l’azione nel carcere non è "per" i
detenuti, ma "con" i detenuti. Questo
concetto è stato ripreso anche dal Garante
campano dei detenuti, Samuele
Ciambriello, il quale ha affermato che la
giustizia è un atto d’amore e, se non è
riparativa, si riduce a mera vendetta.
Ciambriello ha poi denunciato come il
carcere stia sempre più diventando una
"discarica sociale", un luogo in cui si trovano
persone in estrema difficoltà, tra cui malati di
mente e giovani tossicodipendenti, spesso
denunciati dai propri genitori. Inoltre, ha
evidenziato la grave carenza di educatori e,
in alcuni casi, la totale assenza di psicologi,
come sta accadendo nel Carcere di Airola.
A chiusura dell’incontro, Mons. Pasquale
Cascio, Delegato C.E.C. per la Pastorale
Carceraria, ha proposto quattro principi
per chi non ha voce. È necessario leggere il
presente per costruire una nuova idea di
giustizia, in cui il futuro appartenga sempre
più all’uomo libero. Ai detenuti deve essere
restituita la loro dignità, trasmettendo loro la
convinzione che nessuno porta uno stigma
indelebile: la loro liberazione inizia quando
fondamentali, che ha definito "semi da
portare con sé e diffondere": Ritrovarsi
intorno alla dignità della persona, in
collaborazione con il volontariato laico,
riconoscendo che ogni individuo esiste in
quanto crea relazioni; Portare in carcere la
società che si prende cura di chi è privato
della libertà, affinché il mondo esterno non
dimentichi queste persone; Servire la
persona come atto di profezia, ovvero
parlare non solo a nome proprio, ma anche
cominciano a credere in sé stessi e nella
possibilità di un cambiamento; Coltivare il
piacere di fare il Bene, affinché attraverso
la giustizia si possa costruire la pace.
"Varcare la soglia di un carcere non significa
solo entrare in un luogo chiuso, ma
penetrare in un mondo fatto di storie
interrotte, di fragilità che cercano riscatto, di
vite che chiedono di essere ascoltate ed
amate."
(Don Mimmo Battaglia).
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
VOLONTARIATO
Medici di Strada: dieci anni negli occhi degli invisibili
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L’impegno per gli ultimi di tanti volontari che di notte girano la città con il Camper Medis messo a disposizione dalla Fondazione Grimaldi
di Giuliana Sepe
Lo scorso 19 febbraio, nella Chiesa di San
Giorgio Maggiore, cuore di Forcella, si è
fatta festa per i 10 anni di Medici di Strada.
Tantissime le persone presenti.
"Il sogno di Medici di Strada", ha detto don
Gennaro Matino, che li ha fondati, "nasce
dieci anni fa, ma chi ha iniziato a sognare ha
poi avuto le gambe di chi ha condiviso il
sogno e quotidianamente mette al servizio
degli ultimi la sua professione. C’è ancora
tanto da fare. L’unico mio merito è quello di
avere iniziato con una rete: se ognuno di noi
riesce a mettere a disposizione degli altri
quello che ha, le cose vanno avanti, anche
senza di te".
Tanti sono i volontari su cui può contare
Medici di Strada, che, due volte a
settimana, girano di sera con il Camper
MEDIS (Medicina Itinerante Solidale),
messo a disposizione dalla Fondazione
Grimaldi, nelle strade in cui sempre più
poveri trascorrono la notte. Volontari, medici
e non solo, donano il loro tempo e la loro
esperienza per offrire assistenza sanitaria a
chi non ha nulla e trascura la propria salute.
Non è raro dover medicare qualcuno da
ferite inferte da compagni di strada nel
tentativo di rubare o difendere solo un paio
di scarpe. Si distribuiscono antidolorifici, si
misura la pressione, si cerca di essere di
supporto per malattie più gravi e si fornisce
assistenza in caso di interventi ospedalieri,
come nel caso di un ragazzo che ha
accettato di sottoporsi a un intervento
chirurgico solo dopo che gli era stata
garantita assistenza per i suoi fedeli
compagni a quattro zampe.
L’Associazione no profit Medici di Strada
vanta anche la presenza di un ambulatorio
medico solidale al Rione Traiano, presso il
quale è possibile effettuare visite
specialistiche, tra le altre, di urologia,
reumatologia, fisiatria, senologia,
pneumologia, nefrologia e medicina
interna. Al Rione Salicelle di Afragola,
invece, è stato creato un ambulatorio che si
rivolge in particolare alla sfera delle
patologie femminili.
All’incontro, organizzato da Padre Carmelo
Raco, parroco di San Giorgio Maggiore e
da sempre in prima linea con Medici di
Strada, sono intervenuti, oltre a Mons.
Gennaro Matino, Provicario generale
dell’Arcidiocesi di Napoli, il Dott. Bruno
Cesaretti, Presidente di Medici di Strada,
la Dott.ssa Maria Cristina Molfetta,
referente per la protezione internazionale e il
diritto d’asilo presso la Fondazione
Migrantes, il Dott. Ciro Verdoliva, Direttore
ASL Napoli, e Suor Marisa Pitrella,
Direttrice Caritas Diocesana di Napoli,
che, in collegamento video, ha ribadito come
l’esperienza di questi dieci anni di Medici
di Strada possa aiutare ad amare e a
lasciarsi amare, per stabilire relazioni,
accorciando le distanze per farsi compagni
di strada, ognuno con quello che è.
"Durante i miei giri con loro", ha raccontato
Suor Marisa, "ho visto che i volontari
conoscevano i nomi dei fratelli e che i fratelli
conoscevano i nomi dei Medici di Strada,
questo vuol dire che si era creata tra loro
una relazione. Dobbiamo diventare una
comunità accogliente, che si fa carico delle
persone che vivono un momento di disagio,
facendo sì che loro tornino a sognare".
Il saluto e la preghiera finali sono stati
affidati al Vescovo ausiliario Mons.
Francesco Beneduce, che ha ricordato
come a Napoli vi sia una riserva di
umanità di cui dobbiamo andare fieri.
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
GUSTI
Ostaria Pignatelli Privé: l’intimità dell’eccellenza gastronomica sulla Riviera di Chiaia
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Un nuovo spazio esclusivo per eventi privati, tra tradizione e innovazione culinaria. Sempre nel segno della grande scuola napoletana
Ostaria Pignatelli, raffinato punto di
riferimento della ristorazione napoletana,
amplia la sua proposta con un ambiente
intimo e riservato: Ostaria Pignatelli Privé.
A soli cinquanta metri dalla sede principale,
questa nuova sala, distribuita su due livelli, è
pensata per accogliere eventi privati e
piccoli gruppi, offrendo un'esperienza
esclusiva all'insegna del gusto e della
convivialità. Un'idea che nasce dal
dinamismo e dalla continua ricerca di
eccellenza che hanno sempre caratterizzato
la gestione del locale.
Non è un caso che l’Ostaria Pignatelli sia
stata premiata con il Bib Gourmand dalla
Guida Michelin, riconoscimento che certifica
l’ottimo rapporto qualità-prezzo e che ha
contribuito a elevarne ulteriormente il
prestigio. A suggellare il percorso di crescita,
anche la vittoria nell’ottava edizione di
Quattro Ristoranti, il celebre programma
condotto da Alessandro Borghese, e
l’inserimento tra i ristoranti dell’Associazione
del Piatto del Buon Ricordo, simbolo di
autenticità e legame con il territorio.
Dietro questa realtà in continua evoluzione
c’è la guida esperta del maître Giulio
Verbini, il cui lavoro si affianca a quello di
una squadra di chef talentuosi e di una
brigata di sala affiatata e attenta a ogni
dettaglio. La proposta gastronomica
dell’Ostaria è riassunta in una filosofia
chiara: "tradizionale, tipica ed atipica,
napoletana e mediterranea in generale",
espressa in piatti che celebrano la memoria
culinaria partenopea con un tocco
contemporaneo. Tra i protagonisti del menù
spiccano l’iconica Pasta mista con patate
e provola, i Mezzanelli alla lardiata, le
Candele alla Genovese, le Polpette al
ragù e il Baccalà alla napoletana.
L’esperienza che si vive all’Ostaria
Pignatelli non è solo gastronomica, ma
anche estetica ed emozionale: l’ambiente,
curato nei minimi dettagli, fonde uno stile
moderno e giovane con richiami alla
tradizione, mentre la selezione di etichette e
piatti oscilla tra grandi classici e proposte
innovative. Con l’apertura della nuova sala
Privé, il locale conferma la propria capacità
di evolversi, restando fedele alla sua identità
e consolidando il suo ruolo nel panorama
dell’ospitalità partenopea.
F.B.
Sudenord.it - Anno 2 n.5 - Gennaio 2025
GUSTI
Marco De Vivo con figlia e moglie
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Perla Nera: il nuovo dolce della Pasticceria Poppella
Un connubio perfetto tra tradizione e innovazione nel dolce firmato da Ciro Poppella.
Ciro Poppella ha svelato la sua ultima
creazione, Perla Nera, in anteprima
assoluta a Milano, durante l’edizione 2025 di
Identità Golose. Questo dolce esclusivo
rappresenta una fusione perfetta tra
tradizione e innovazione, unendo sapori
avvolgenti e consistenze sorprendenti.
Realizzato con una base di pasta frolla e
una cupola di cioccolato al latte, il Perla
Nera custodisce al suo interno la celebre
crema di latte del Fiocco di Neve, arricchita
da un cuore morbido di caramello. La
combinazione di ingredienti di alta qualità e
il contrasto tra la croccantezza esterna e la
cremosità interna lo rendono un dolce unico
e irresistibile.
“Il nome Perla Nera nasce da un’idea di mia
moglie Anna – ha raccontato Ciro Poppella
– è un dolce che gioca con le consistenze e
che stupisce il palato grazie al suo equilibrio
tra dolcezza e croccantezza.”
La storia della Pasticceria Poppella
affonda le radici nel cuore del Rione Sanità
di Napoli, dove Ciro Poppella ha
trasformato una piccola pasticceria di
famiglia in un punto di riferimento per la
tradizione dolciaria partenopea. Il vero
successo arriva con la creazione del Fiocco
di Neve, un soffice bocconcino ripieno di
crema di latte, che ha conquistato prima i
napoletani e poi il mondo intero. Da un
semplice esperimento in laboratorio, il
Fiocco di Neve è diventato un’icona
gastronomica, tanto da essere richiesto da
turisti e appassionati di dolci da ogni parte
d’Italia.
Oggi la Pasticceria Poppella conta diversi
punti vendita a Napoli, tra cui lo storico
laboratorio in Via Arena alla Sanità 24, il
moderno store in Via Santa Brigida 69. Il
Perla Nera sarà disponibile in tutte le sedi
della pasticceria e, prossimamente, in altri
punti vendita selezionati.
F.B.
Sudenord.it - Anno 2 n.5 - Gennaio 2025
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