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Sud e Nord n.3 Marzo 2025

La Rivista Sud e Nord - Marzo 2025 approfondisce le dinamiche economiche, culturali e sociali del Mezzogiorno, offrendo un'analisi dettagliata sulle opportunità di sviluppo e innovazione nel Sud Italia. In questa edizione: Economia e Innovazione: focus sulla Borsa Mediterranea del Turismo 2025, il ruolo strategico dei porti del Sud nello sviluppo del trasporto marittimo e le nuove opportunità per le imprese. Cultura e Spettacoli: celebrazione di figure storiche come Elvira Notari, la prima regista italiana, e approfondimenti su eventi di rilievo come il Maggio della Musica 2025. Società e Ambiente: analisi delle sfide ambientali e urbane, dalla gestione dei rifiuti radioattivi alla riqualificazione di Piazza del Plebiscito a Napoli. Tecnologia e Formazione: impatto dell’Intelligenza Artificiale nell’educazione primaria, l’innovazione in agricoltura con l’Agritech Academy 2025 e le strategie per una transizione energetica sostenibile. Un numero ricco di approfondimenti, interviste e reportage esclusivi per raccontare il Mezzogiorno che cambia.

La Rivista Sud e Nord - Marzo 2025 approfondisce le dinamiche economiche, culturali e sociali del Mezzogiorno, offrendo un'analisi dettagliata sulle opportunità di sviluppo e innovazione nel Sud Italia. In questa edizione:

Economia e Innovazione: focus sulla Borsa Mediterranea del Turismo 2025, il ruolo strategico dei porti del Sud nello sviluppo del trasporto marittimo e le nuove opportunità per le imprese.
Cultura e Spettacoli: celebrazione di figure storiche come Elvira Notari, la prima regista italiana, e approfondimenti su eventi di rilievo come il Maggio della Musica 2025.
Società e Ambiente: analisi delle sfide ambientali e urbane, dalla gestione dei rifiuti radioattivi alla riqualificazione di Piazza del Plebiscito a Napoli.
Tecnologia e Formazione: impatto dell’Intelligenza Artificiale nell’educazione primaria, l’innovazione in agricoltura con l’Agritech Academy 2025 e le strategie per una transizione energetica sostenibile.
Un numero ricco di approfondimenti, interviste e reportage esclusivi per raccontare il Mezzogiorno che cambia.

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Sudenord.it - Anno 2 n. 3 Marzo 2025

1

Il mezzogiorno ed i suoi protagonisti

ALESSANDRO

INCERTO

Primo Piano

SVIMEZ: Come trattenere

i talenti del Mezzogiorno

Economia

Graded porta l’efficienza energetica

negli Emirati Arabi Uniti

Turismo

De Negri: A Napoli un turismo di qualità

Giornate FAI: la Campania segreta

Cultura

Oreste Zevola, dieci anni dopo

Emeroteca Tucci, gioiello da salvare

James Bond: 007 “napoletano”

Libri: Titti Marrone e Vincenza Alfano


EDITORIALE

SOMMARIO

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 Marzo 2025

SOTTO I RIFLETTORI

Primmammore: il nuovo romanzo di Titti Marrone

2 3

SISMA E SVILUPPO: NON POSSIAMO FERMARCI

Care lettrici e cari lettori,

mentre stiamo completando il nostro Magazine, la terra ancora

trema nei Campi Flegrei e il ministro Nello Musumeci firma il

decreto per la mobilitazione nazionale della Protezione Civile.

Le scosse, sempre più frequenti, non sono solo un fenomeno

naturale, ma un monito per un territorio che da troppo tempo

attende interventi strutturali adeguati. Ci è stato detto che

dobbiamo convivere con i movimenti sismici, come più o meno

accade in Giappone, con la differenza sostanziale che

nell'Estremo Oriente gli edifici sono costruiti con criteri

antisismici e le scuole sono tutte in sicurezza. Qui, purtroppo, dobbiamo scontare

decenni di disattenzione, di speculazione edilizia e di politiche miopi che hanno messo

in secondo piano la sicurezza dei cittadini. Tuttavia, la rinnovata intesa tra le istituzioni

per la salvaguardia delle comunità locali e la veloce messa in sicurezza del territorio

lascia ben sperare. Servono però interventi rapidi, concreti, duraturi e non solo

dichiarazioni di intenti.

Ma non è questo che voglio approfondire, né tantomeno le squallide boutade da social

che colgono l'occasione per una retorica antimeridionalista, sempre pronta a emergere

in situazioni di emergenza. Piuttosto, ciò che serve oggi è una riflessione profonda su

come questa fase non vada interpretata demagogicamente nella narrazione stereotipata

di un Sud in perenne affanno e dipendente dalla locomotiva del Centro-Nord. È un

racconto superato, smentito dai fatti e dai numeri: i dati sull'export e sull'innovazione ci

dicono chiaramente che il divario dello sviluppo si è assottigliato e che esistono realtà

virtuose capaci di trainare la crescita nazionale.

Nel Sud, infatti, si stanno sviluppando poli tecnologici, distretti industriali innovativi e

startup competitive a livello internazionale. Le università meridionali attraggono sempre

più studenti e ricercatori, contribuendo alla crescita di un ecosistema che punta sulla

conoscenza e sulle competenze. Certo, le criticità restano, ma la narrativa deve

cambiare. Bisogna smettere di rappresentare il Mezzogiorno come una zavorra e

riconoscerlo invece come una risorsa strategica per l'intero Paese.

Non possiamo e non dobbiamo fermarci! Questo è il momento di insistere, di spingere

affinché gli investimenti e le riforme non siano occasionali ma strutturali. È il momento di

chiedere politiche pubbliche lungimiranti che accompagnino la crescita, riducano le

disuguaglianze e diano al Sud la possibilità di competere alla pari. La sfida è aperta e va

affrontata con determinazione, senza cedere a narrazioni che appartengono al passato.

Francesco Bellofatto

Direttore Responsabile: Francesco Bellofatto

Grafica e web: Giovanni Barchetta

Articoli e rubriche di Giovanna d’Elia, Walter Ferrigno, Fabrizio Matarazzo, Manuela Ragucci,

Antonio Quaranta, Giuliana Sepe, Alberto Vito

Reg. Tribunale Na 4997/24 del 25/3/2024

www.sudenord.it - info@sudenord.it

INES CASA EDITRICE

www.ineseditrice.com - inessrlcsaeditrice@gmail.com

EDITORIALE

Sisma e sviluppo: non possiamo fermarci

Alessandro Incerto: l'attore e voice coach

che unisce generazioni e linguaggi artistici 4

PRIMO PIANO

Svimez: per arginare la migrazione giovanile,

salari più alti e decontribuzione Sud per i laureati 6

ECONOMIA

Il Polo Aeroportuale della Campania: un modello di sviluppo integrato 8

Palazzo Partanna: rinnovo di nomine all'Unione Industriali di Napoli 10

Da Napoli ad Abu Dhabi, Graded porta l’efficienza energetica

negli Emirati Arabi Uniti 12

Saverio Addante e Vincenzo Boccia lanciano BIG:

Boccia Industria Grafica SpA 14

Federico II e Deloitte: al via l’Operazione Talenti

i primi tre laureati assunti dalla sede di Napoli 15

Turismo, De Negri (Progecta): Nel settore non c’è posto per tutti,

il Governo metta freno alle fiere 16

F2i e Jetex siglano un accordo strategico per l’aviazione

generale a Napoli e Salerno 18

Armando Cozzuto confermato Presidente dell’Ordine degli

Psicologi della Campania 20

PSICOLOGIA & SOCIETÀ

Andare dallo psicologo sta diventando una moda? 21

INNOVAZIONE

Mariafelicia De Laurentis, una scienziata al centro

della rivoluzione astronomica 22

INHUSE: primo hub Italiano dell'Innovazione 24

Nicolais rappresentante italiano nell’EIC e EIE 25

Fabbrica Italiana dell’Innovazione: l’Economia

del Mare tra innovazione e sostenibilità 26

IL FATTORE UMANO

Rendiconto di Genere 2024: ma ci rendiamo conto del gap? 28

SALUTE E BENESSERE

Investimenti per una sanità più efficiente e innovativa in Campania 32

Ospedale Evangelico Betania, la tecnica

chirurgica del futuro è già presente 34

Mappatella Gym: l’allenamento psicofisico davanti

al mare che giova ai cittadini 36

INSIDE CAMPANIA

Giornate FAI di Primavera 2025: un viaggio

tra bellezza e storia in Campania 38

AMBIENTE

Bacoli e Cesa sul podio dei Comuni Plastic Free 2025 42

CULTURA E SPETTACOLI

Oreste Zevola: una mostra celebra l’artista a dieci anni dalla scomparsa 46

La memoria del giornalismo italiano: l’Emeroteca Tucci di Napoli 48

Fernando De Lucia e Enrico Caruso: un convegno tra storia e musica 50

Rubens a Capodimonte: un viaggio nel Seicento tra martirio e salvezza 52

‘600 Napoletano: al Museo Diocesano di Donnaregina

la grande pittura barocca 54

San Gennaro e Sant’Anna dei Lombardi:

biglietto integrato per un’esperienza unica 56

Approda al Museo Madre il Forum Italics 2025

il ruolo delle imprese culturali 58

tra denuncia sociale e memoria storica 60

Le Sibille: voci ribelli contro il destino 62

Il teatro che rende liberi: diventare attori per regalarsi speranza 63

Con Carlo Avvisati a Pompei: “Guida turistica

di un viaggiatore di duemila anni fa” 64

Storia della Moda Italiana: un percorso di evoluzione

tra arte, industria e identità culturale 66

Lo scrittore ed il mafioso: l’incontro tra Ian Fleming

e Lucky Luciano a Napoli 68

Bondology: tutto quello che c’è da sapere sull’Agente Segreto

più famoso del mondo 70

Al Trianon, omaggio a Viviani a 75 anni dalla scomparsa 73

A Cura dell’Arte: quando l’arte trasforma la cura 74

L'Intelligenza Artificiale tra etica, creatività e innovazione 76

L'Accademia di Belle Arti di Napoli e

il nuovo scenario internazionale 78

Pino Daniele. Una mostra e tre eventi speciali

per ricordare l’anima blues di Napoli 80

Daniele Sansone racconta “Nemesi”, il doppio progetto degli ‘A67 82

De Piscopo nella sua Napoli: dal Trianon a Piazza del Gesù

con Pino Daniele nel cuore 84

Foto di copertina di Vincenzo Versitelli

MOTORI

Alfa Romeo Roadshow Intensa: emozione,

design e performance senza confini 88

VOLONTARIATO

Liberi di Volare: riscoprire la bellezza del servizio 92

Medici di Strada: dieci anni negli occhi degli invisibili 94

GUSTI

Ostaria Pignatelli Privé: l’intimità dell’eccellenza

gastronomica sulla Riviera di Chiaia 96

Perla Nera: il nuovo dolce della Pasticceria Poppella 98

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



SOTTO I RIFLETTORI

Alessandro Incerto: l'attore e voice coach che unisce generazioni e linguaggi artistici

4 5

Dalla televisione al teatro, dal doppiaggio alla formazione: un percorso di eccellenza tra tradizione e innovazione

di Francesco Bellofatto

Alessandro Incerto è una figura di spicco nel

panorama artistico italiano, con una carriera

consolidata nel teatro, nella televisione e nel

doppiaggio. Nato a Napoli, si distingue per

la sua versatilità interpretativa e la capacità

di spaziare tra

diversi generi e

formati,

contribuendo

in modo

significativo alla valorizzazione della

narrazione audiovisiva e teatrale.

Incerto ha recitato in numerose fiction di

successo, tra cui I Bastardi di

Pizzofalcone, Un posto al sole, Mare

Fuori e Il Paradiso delle Signore. La sua

forte presenza scenica e capacità di

adattarsi a ruoli complessi lo hanno reso

un interprete costante nel panorama

televisivo italiano. Tra le sue apparizioni

più significative spicca il ruolo del medico

legale Sartori ne I Bastardi di

Pizzofalcone, un personaggio che richiede

precisione tecnica e profondità emotiva.

Grazie alla sua versatilità, Incerto ha

consolidato la sua reputazione sia presso il

pubblico che tra gli addetti ai lavori.

Oltre alla recitazione, Incerto è riconosciuto

come uno dei voice coach più qualificati in

Italia. La sua esperienza nel doppiaggio e

nella narrazione di documentari e spot

pubblicitari nazionali dimostra l’importanza

della voce come veicolo espressivo e

comunicativo. Il suo contributo ha permesso

di esplorare nuove forme di interpretazione

vocale, sottolineando il legame tra

intonazione, ritmo e costruzione emotiva del

discorso.

Uno dei progetti più innovativi di Incerto è

Jazz Poetry, spettacolo presentato con

successo alla Rocca dei Rettori di

Benevento e ai Giardini della Minerva a

Capri.

“Questo format – spiega - rappresenta una

profonda sintesi tra musica e poesia,

ponendo al centro della performance il

concetto di re-birth, ovvero la rinascita

interiore dopo il periodo di isolamento

dovuto alla pandemia”.

Lo spettacolo ha ricevuto riscontri positivi

dalla critica, con esperti che ne hanno

apprezzato la capacità di

fondere

linguaggi

artistici

differenti

e offrire

un'esperienza

immersiva e

coinvolgente. Attraverso un uso evocativo

della parola e della melodia, Jazz Poetry

intende stimolare una riflessione sulla

resilienza e sulla funzione catartica

dell’arte.

L’esperienza di Incerto è stata riconosciuta

anche attraverso il Premio Elsa Morante,

manifestazione di prestigio nel panorama

letterario italiano, di cui è divenuto volto

rappresentativo. Questo ruolo rafforza il suo

impegno nella divulgazione culturale,

fungendo da ponte tra tradizione e

innovazione nel settore artistico.

Attualmente, Alessandro Incerto è

impegnato nella realizzazione del progetto

Old & Young – Patto Generazionale, un

format televisivo incentrato sul confronto tra

diverse generazioni per favorire un dialogo

intergenerazionale che valorizzi le tradizioni

locali e ne faciliti l’evoluzione in chiave

contemporanea.

“Il format – spiega l’artista - si propone

come strumento di connessione tra

imprese, istituzioni culturali e giovani

professionisti, contribuendo alla creazione

di reti virtuose sul territorio campano”.

Il progetto sta ottenendo il sostegno di

istituzioni locali e collaborazioni con

realtà culturali di rilievo. “La possibilità

di diffusione su diversi canali –

spiega Incerto - permetterà di

raggiungere un pubblico eterogeneo,

ampliando il dibattito sulle tematiche

trattate e promuovendo una

maggiore partecipazione attiva della

comunità”.

Parallelamente, Incerto ha ideato una

nuova collana di audiolibri con un

approccio innovativo alla fruizione

della letteratura. “Questo progetto –

continua - si inserisce in una

prospettiva più ampia di

democratizzazione culturale, con l’intento

di rendere la letteratura accessibile

attraverso il medium sonoro, in linea con le

nuove tendenze di consumo culturale”.

Grazie alla sua poliedricità e al suo impegno

costante nel settore artistico e culturale,

Alessandro Incerto si configura come una

fonte di ispirazione per le nuove generazioni

di attori e narratori. La sua capacità di

coniugare tradizione e innovazione nei

linguaggi espressivi rappresenta un modello

per chi desidera intraprendere una carriera

nel mondo dello spettacolo. Attraverso il suo

lavoro, Incerto dimostra come l’arte possa

essere un veicolo di crescita personale e

collettiva, offrendo agli emergenti strumenti

per sviluppare una narrazione autentica e

coinvolgente.

Alessandro Incerto continua a lasciare un

segno significativo nel panorama della

narrazione audiovisiva italiana, contribuendo

con il proprio lavoro a una ridefinizione

dell’esperienza teatrale, televisiva e

multimediale.

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



PRIMO PIANO

Svimez: per arginare la migrazione giovanile, salari più alti e decontribuzione Sud per i laureati

6 7

Le retribuzioni sono inferiori di circa il 30% rispetto al Centro-Nord, spingendo i giovani a emigrare. Luca Bianchi, direttore di SVIMEZ, propone incentivi per trattenere i talenti

di Fabrizio Matarazzo

Le retribuzioni nel Mezzogiorno sono

inferiori di circa il 30% rispetto al Centro-

Nord, spingendo molti giovani a cercare

opportunità altrove. Luca Bianchi, direttore

di SVIMEZ, ha proposto una serie di

incentivi per trattenere i talenti e rilanciare

l’economia del Sud, sottolineando la

necessità di aumentare le retribuzioni e

rafforzare la "Decontribuzione Sud". Questo

strumento prevederebbe sgravi contributivi

per le aziende che assumono laureati a

tempo indeterminato, garantendo loro

condizioni lavorative più attrattive.

L’intervento di Bianchi è avvenuto

nell’ambito dell’evento "Crescita economica

e riqualificazione urbana: una città per

restare", promosso da SVIMEZ e

dall’associazione Altra Napoli, presso la

Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al

Mercato di Napoli. "Napoli rappresenta un

caso emblematico delle contraddizioni del

Mezzogiorno – ha dichiarato Bianchi – tra

un grande dinamismo economico e fragilità

strutturali. Servono politiche mirate per

migliorare l’accesso al mercato del lavoro e

arginare l’emigrazione dei giovani laureati.

Il rischio è che la ripresa economica si basi

su settori a basso valore aggiunto, con

salari poco competitivi e contratti

intermittenti".

Antonio Roberto Lucidi, vicepresidente

dell’Associazione Altra Napoli, ha posto

l’accento sull’importanza della

riqualificazione territoriale come strumento

per offrire opportunità ai giovani del

territorio. "Recuperare spazi abbandonati e

renderli fruibili per le nuove generazioni è

una strategia fondamentale per contrastare

l’emigrazione giovanile", ha affermato.

Gaetano Vecchione, coordinatore

dell’Osservatorio economico e sociale del

Comune di Napoli, ha ribadito che attrarre

giovani laureati significa garantire loro

condizioni lavorative più favorevoli. "Le

retribuzioni nel Mezzogiorno sono inferiori

del 30% rispetto al Centro-Nord, ed è questo

il motivo principale della fuga di talenti", ha

spiegato. Ha inoltre evidenziato il ruolo della

rigenerazione urbana in aree come Mercato

o Napoli Est, che potrebbero rilanciare

l’economia locale e offrire nuove

opportunità. Un altro aspetto cruciale è stato

sollevato da Adriano Giannola, presidente

di SVIMEZ, che ha posto l’attenzione sul

rischio bradisismico. Giannola ha proposto

una strategia di mitigazione che favorisca la

ricollocazione della popolazione lungo l’asse

Napoli-Bari, sfruttando l’alta velocità

ferroviaria e valorizzando le aree interne

dell’Irpinia e del Sannio.

Secondo il Rapporto SVIMEZ 2024, la

Campania si distingue come una delle

regioni più dinamiche d’Italia. Tra il 2019 e il

2023, il PIL è cresciuto del 4,9%, superando

la media nazionale, grazie soprattutto agli

investimenti nel settore delle costruzioni,

che ha registrato un aumento del 63,6%

rispetto al 2019. Il 2024 conferma questa

tendenza con una crescita stimata dello

0,8%, posizionando la regione tra le più

performanti insieme a Toscana, Umbria e

Sicilia. L’occupazione ha segnato un

incremento significativo, con 334mila nuovi

posti di lavoro nel Mezzogiorno (+5,5%), di

cui 80mila in Campania (+4,8%). Tuttavia, il

settore industriale ha subito una contrazione

del 5,2%, con una perdita di circa 12mila

posti di lavoro.

Le prospettive per il biennio 2025-2026

vedono l’Italia crescere a un ritmo modesto,

con un PIL in aumento di appena l’1%,

collocando il Paese tra gli ultimi in Europa

insieme alla Germania. Per il Mezzogiorno,

la crescita prevista sarà del 0,5% nel 2025 e

del 0,7% nel 2026, mentre la Campania

registrerà un incremento più sostenuto,

attestandosi intorno al 1,5% nel biennio.

Nonostante questi segnali positivi,

persistono criticità strutturali nel mercato del

lavoro. L’occupazione giovanile è cresciuta

solo del 2,8%, mentre il tasso di

disoccupazione tra i giovani resta tra i più

alti d’Europa, attestandosi al 40,8%. Anche

la crescita occupazionale tra le donne è

stata meno incisiva rispetto agli uomini, con

un aumento dell’1,5% contro il 4,8%

maschile. Il tasso di occupazione femminile

rimane il più basso d’Europa (33,8%),

inferiore di 20 punti rispetto alle regioni più

deboli della Grecia.

Uno dei problemi più gravi è rappresentato

dalla migrazione giovanile e dal

conseguente declino demografico. Dal 2001,

il Sud ha perso il 3% della popolazione, con

un saldo negativo di 1,5 milioni di italiani

emigrati e un aumento di soli 720mila

stranieri. Gli under 40 sono diminuiti di 3,1

milioni (-28%). Tra il 2013 e il 2022, quasi

200mila laureati hanno lasciato il Sud per

trasferirsi nel Centro-Nord, di cui 53.953

dalla Campania. Anche la mobilità

studentesca è un fattore chiave: il 20% degli

studenti del Sud sceglie di iscriversi a una

laurea triennale al Nord, mentre quasi il 40%

prosegue con la magistrale fuori regione.

Se questa tendenza non verrà invertita,

entro il 2050 il Mezzogiorno perderà 3,6

milioni di abitanti, rappresentando l’82%

della decrescita nazionale. La Campania, in

particolare, vedrà un calo della popolazione

del 16,7%. Napoli ha già perso 150mila

abitanti dal 2011 e si stima che ne perderà

altri 124mila entro il 2050. La città

metropolitana nel suo complesso vedrà una

riduzione di 356mila residenti.

Di fronte a questi numeri, SVIMEZ sottolinea

l’urgenza di politiche strutturali per trattenere

i giovani, rafforzare il mercato del lavoro e

incentivare il ritorno dei talenti attraverso

salari più competitivi e misure di

decontribuzione. Senza interventi mirati, il

rischio è che il Sud continui a svuotarsi,

privandosi di una generazione di

professionisti qualificati e indebolendo

ulteriormente il tessuto economico e sociale

del territorio.

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



ECONOMIA

Il Polo Aeroportuale della Campania: un modello di sviluppo integrato

8 9

Strategie di espansione, sostenibilità e connessioni internazionali nel contesto aeroportuale campano. Barbieri: Crescita economica e sociale. Borgomeo: Un esempio virtuoso

di Francesco Bellofatto

Il sistema aeroportuale della Campania,

costituito dagli scali di Napoli e Salerno, sta

affrontando il 2025 con un approccio

strategico incentrato sulla crescita

sostenibile, l’innovazione infrastrutturale e

l’ampliamento delle connessioni

internazionali. Tali sviluppi mirano a

consolidare la regione come hub nevralgico

per il traffico aereo nel Mediterraneo,

rafforzando il ruolo della Campania nel

panorama del trasporto aereo globale.

L’Aeroporto di Napoli-Capodichino,

principale scalo della regione, si distingue

per il suo impegno verso la sostenibilità

ambientale, avendo ottenuto il livello 5 del

programma Airport Carbon Accreditation

(ACA), il massimo riconoscimento

nell’ambito della gestione delle emissioni

aeroportuali. Questo risultato lo posiziona

tra i leader globali nel settore, anticipando gli

obiettivi di decarbonizzazione che molti altri

aeroporti italiani ed europei stanno ancora

perseguendo.

Dal punto di vista del traffico passeggeri, nel

2024 Napoli ha superato i 12,6 milioni di

passeggeri, con una rete di 120

destinazioni e un’espansione significativa

delle tratte intercontinentali. L’offerta per il

Nord America è stata ampliata con 43

frequenze settimanali su sei aeroporti –

Atlanta, Chicago, Montréal, New York/

Newark, New York JFK e Philadelphia –

serviti da vettori di rilievo come American

Airlines, Delta, United e Air Canada.

Questo sviluppo rafforza il ruolo di Napoli

come punto di accesso strategico per i flussi

turistici e commerciali tra Europa e

Americhe.

Parallelamente, l’Aeroporto di Salerno-

Costa d’Amalfi sta emergendo come

un’infrastruttura complementare a Napoli,

con un piano di crescita che ne valorizza il

potenziale. Nei primi cinque mesi di attività

ha registrato 180.000 passeggeri, a

testimonianza della sua crescente

attrattività. Il progetto di espansione

prevede la realizzazione di un nuovo

terminal di 16.000 metri quadrati,

progettato secondo criteri di alta

sostenibilità, con materiali a basso impatto

ambientale ed elevati standard di efficienza

energetica.

“L’obiettivo è promuovere uno sviluppo

aeroportuale che integri le dimensioni

ambientali, economiche e sociali,

garantendo competitività e sostenibilità”,

afferma Roberto Barbieri, amministratore

delegato di GESAC, la società che gestisce

gli scali di Napoli e Salerno.

L’offerta di rotte su Salerno si sta

progressivamente ampliando: per la

stagione estiva 2025 sono già in vendita 5

destinazioni nazionali (Catania, Milano

Bergamo, Milano Malpensa, Torino e

Verona) e 14 internazionali (Barcellona,

Berlino, Birmingham, Bruxelles

Charleroi, Bucarest, Ginevra, Londra

Gatwick, Londra Stansted, Manchester,

Marsiglia, Nantes, Parigi Orly, Tirana e

Vienna).

L’attrattività dello scalo è evidenziata anche

dall’ingresso di compagnie aeree di prestigio

come British Airways e Vueling. Inoltre, a

partire da maggio, la compagnia britannica

Jet2 inizierà ad operare su Salerno,

inserendolo nei pacchetti vacanza di

Jet2holidays, il principale tour operator del

Regno Unito. Questo contribuirà a

consolidare il ruolo dello scalo nel settore

turistico internazionale.

L’aeroporto di Salerno si sta affermando

anche come punto di riferimento per

l’aviazione privata, con un crescente

afflusso di personalità di rilievo del mondo

dello spettacolo e dello sport, tra cui

Madonna, Robert De Niro, Steven

Spielberg e LeBron James.

Con una previsione di oltre 17,5 milioni di

passeggeri complessivi tra i due aeroporti,

il polo aeroportuale della Campania si

posiziona come un modello di integrazione e

sviluppo strategico nel Mediterraneo. Napoli

consolida la sua leadership in ambito

internazionale, mentre Salerno emerge

come un’infrastruttura complementare di alto

valore, capace di servire anche territori

limitrofi come la Basilicata e l’Alta

Calabria.

“L’integrazione tra Napoli e Salerno

rappresenta un modello virtuoso per

l’ottimizzazione del traffico aereo

regionale, con benefici diretti in termini

di efficienza operativa e sostenibilità”,

conclude Carlo Borgomeo, presidente di

GESAC e di Assaeroporti.

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



ECONOMIA

Palazzo Partanna: rinnovo di nomine all'Unione Industriali di Napoli

10 11

Simona Capasso, Luigi Giamundo e Gaetano Torrente confermati alla guida delle sezioni Meccatronica, Moda e Filiera Alimentare

di Fabrizio Matarazzo

Continuità e visione strategica: queste le

linee guida che hanno caratterizzato il

recente rinnovo delle presidenze di tre

importanti sezioni dell’Unione Industriali

Napoli. Le conferme di Simona Capasso,

Luigi Giamundo e Gaetano Torrente alla

guida, rispettivamente, delle sezioni

Industria Meccatronica, Moda e Filiera

Alimentare, rappresentano un segnale forte

di fiducia nelle competenze e nella capacità

di innovazione di questi leader

imprenditoriali.

Simona Capasso (Nmc Nuovo Mollificio

Campano Spa) è stata riconfermata alla

presidenza della Sezione Industria

Meccatronica, un comparto fondamentale

per l’industria campana che punta sempre

più su digitalizzazione e automazione.

Accanto a lei, i Vice Presidenti Nicola

Intonti (Leonardo Spa) e Francesco

Matrone (Matcavi Srl) guideranno un

Consiglio Direttivo composto da figure di

spicco del settore: Antonio Baratto,

Pasquale Bisogno, Alfonso Capolupo,

Vittorio Celletti, Francesco Conzo,

Arcangelo Fornaro, Ivano Giuliani, Bina

Izzo, Gaetano Liguori, Lucia Mirone,

Domenico Moffo, Valeria Quaranta,

Massimiliano Scotto di Vetta, Mara Villa,

Imma Vittoria. La rappresentanza della

Sezione Meccatronica nel Consiglio

Generale dell’Unione Industriali sarà affidata

a Giovanni Abete (A. Abete Srl), Valerio

Biancardi (Hitachi Rail Sts Spa) e Mauro

Brega (GE Avio Srl), a testimonianza della

centralità del settore tecnologico e

industriale nel futuro dell’industria

napoletana. Nel comparto moda, la

conferma di Luigi Giamundo (Hismos Srl)

alla presidenza della Sezione Moda

evidenzia la continuità di una visione

incentrata su qualità, sostenibilità e

internazionalizzazione. Lo affiancheranno i

Vice Presidenti Tommaso D’Alterio (Isaia

& Isaia Spa) e Marianna Guerriero

(Guerriero Produzione Pelletterie Srl),

che, insieme a un Consiglio Direttivo

formato da Luisa Benigno, Francesco

Campanile, Raffaele Carotenuto, Luigi

Darli, Armando Del Giudice, Pasquale

Della Pia, Bianca Imbembo, Vincenzo

Palumbo, Maria Giovanna Paone,

Alessandro Pellone, Marco Scherillo e

Carlo Tarallo, lavoreranno per mantenere il

comparto tra le eccellenze del Made in Italy.

A rappresentare la Sezione Moda nel

Consiglio Generale dell’Unione Industriali

Napoli saranno Edoardo Imperiale

(Stazione Sperimentale Industria delle

Pelli e delle Materie Concianti Srl) e

Marco Montefusco (A.G.B. Company

Spa), due figure di riferimento per l’industria

conciaria e tessile.

Nel settore della Filiera Alimentare, la

riconferma di Gaetano Torrente (La

Torrente Srl) alla presidenza per il biennio

2025-2027 rafforza il percorso di crescita di

un comparto chiave per l’economia

campana. A supportarlo ci saranno i Vice

Presidenti Luigi Aliberti (Agria Spa) e

Angelo Caputo (Vincenzo Caputo Srl),

con un Consiglio Direttivo formato da Anna

Abbondante, Giovanni Amodio, Michele

Bifulco, Silvio Cola, Mario D’Antuono,

Elio De Simone, Giuliano Di Giuseppe,

Vincenzo Fortunio, Claudia Iacono,

Davide Maglietta, Fabio Milano e Ciro

Moccia. Per garantire una solida

rappresentanza della filiera alimentare nel

Consiglio Generale dell’Unione Industriali,

sono stati nominati Antimo Caputo

(Antimo Caputo Srl) e Biagio Mataluni

(Iobm Holding Srl), leader riconosciuti nel

settore.

Queste riconferme testimoniano il valore di

una leadership che ha saputo coniugare

tradizione e innovazione, spingendo tre

settori strategici verso una crescita

sostenibile e competitiva. Il rinnovato

assetto delle sezioni punta a rafforzare il

ruolo dell’Unione Industriali Napoli come

motore di sviluppo per il territorio, con una

visione orientata all’internazionalizzazione e

alla valorizzazione delle eccellenze locali.

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



ECONOMIA

Da Napoli ad Abu Dhabi, Graded porta l’efficienza energetica negli Emirati Arabi Uniti

12 13

L’azienda di Vito Grassi conclude un progetto da 7,5 milioni di euro con Quantum Esco per 30 edifici scolastici e governativi

Graded, azienda da Vito Grassi, leader nel

settore dell’energia sostenibile, ha appena

concluso un importante progetto di

efficientamento energetico negli Emirati

Arabi Uniti. L’iniziativa, avviata nel 2023 in

collaborazione con Quantum Esco, è nata

in risposta al bando promosso da Ades -

Abu Dhabi Energy Services, l’ente

responsabile della riqualificazione

energetica degli edifici governativi e

commerciali. L’intervento ha interessato 30

strutture scolastiche e governative situate

ad Abu Dhabi e Al Ain, comprendendo

anche impianti sportivi dedicati a ragazzi

con disabilità.

Il progetto ha previsto la sostituzione di luci,

refrigeratori e impianti di condizionamento,

l’installazione di water pumps e pannelli

solari, con l’obiettivo di migliorare

l’efficienza energetica di queste strutture. Il

valore complessivo dell’operazione è di 30

milioni di dirham (oltre 7,5

milioni di euro). Conclusa la

fase di installazione, è ora partito

un contratto di manutenzione che

si estenderà per i prossimi cinque

anni.

Graded non è nuova a progetti di

ricerca innovativi negli Emirati

Arabi. Da tempo sta

sperimentando l’utilizzo di fonti

rinnovabili come la geotermia e

l’idrogeno combinato con

l’energia solare, grazie a

prestigiose collaborazioni

accademiche. In particolare, in

sinergia con il RIT di Dubai, ha

sviluppato un sistema innovativo

di climatizzazione basato

sull’energia geotermica, mentre

con l’Università di Sharjah sta

lavorando su un progetto di

micro celle a idrogeno per ridurre i

consumi energetici del 40%. L’obiettivo è

testare l’efficacia di queste tecnologie in

impianti pilota per poi replicarle su scala più

ampia e contribuire al raggiungimento della

carbon neutrality. Un traguardo che

diventa più realistico grazie alla

collaborazione tra aziende, università ed

enti pubblici.

A conferma della qualità e dell’affidabilità

delle sue soluzioni, Graded ha ottenuto

importanti accreditamenti dal Regulatory

& Supervisory Bureau (RSB) e da

Etisalat, due enti chiave per il settore

dell’energia negli Emirati Arabi. RSB è

l’organo di regolazione del settore

energetico di Dubai e certifica le aziende

che operano secondo i più alti standard di

efficienza e sostenibilità. Etisalat, invece,

è un leader nelle telecomunicazioni e

nell’innovazione digitale e riconosce le

soluzioni tecnologiche d’avanguardia

applicate all’efficienza energetica.

Questi riconoscimenti rafforzano

ulteriormente la presenza di Graded sul

mercato emiratino, consolidandone il ruolo

di attore chiave nell’implementazione di

tecnologie avanzate per la riduzione

dell’impatto ambientale. Un successo che

apre la strada a nuove opportunità di

crescita e a un contributo sempre più

incisivo alla sostenibilità energetica di Dubai

e dell’intera regione.

RED

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



ECONOMIA

Saverio Addante e Vincenzo Boccia lanciano BIG:

Federico II e Deloitte: al via l’Operazione Talenti

Boccia Industria Grafica SpA

i primi tre laureati assunti dalla sede di Napoli

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Un nuovo colosso della stampa per la GDO e l’editoria europea

Un’iniziativa che unisce studio e lavoro, offrendo ai giovani opportunità concrete

Nasce una nuova realtà industriale destinata

a rivoluzionare il settore della stampa per la

Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e

l’editoria europea. BIG - Boccia Industria

Grafica SpA è il frutto dell’unione tra due

imprenditori di spicco, Saverio Addante e

Vincenzo Boccia, con il supporto di

Invitalia. L’obiettivo è chiaro: creare una

filiera innovativa, tecnologicamente

avanzata e sostenibile, in grado di offrire

servizi di stampa digitale e roto-offset per

cataloghi, volantini e riviste.

Il progetto prende vita grazie alla

combinazione dell’esperienza di Saverio

Addante, presidente di Confindustria

Intellect e fondatore del Gruppo

Promomedia, leader nei servizi

promozionali per la GDO, e di Vincenzo

Boccia, past president di Confindustria e

figura di riferimento nel settore della stampa.

BIG parte con un solido patrimonio netto di

21 milioni di euro, con Invitalia che

detiene il 25% del capitale attraverso il

Fondo Salvaguardia Imprese del Ministero

delle Imprese e del Made in Italy.

“La nostra missione è trasformare

un’azienda familiare in una grande realtà

industriale capace di offrire soluzioni

integrate di stampa e promozione per la

GDO, puntando su innovazione e

sostenibilità” – spiega Vincenzo Boccia.

Dello stesso avviso Saverio Addante, che

sottolinea come “nonostante l’avanzata del

digitale, il mercato della distribuzione

continua a basarsi fortemente sulla carta

stampata. Con BIG vogliamo offrire ai player

della GDO e dell’editoria un partner

affidabile e innovativo, che sappia integrare

al meglio servizi tradizionali e digitali”.

BIG propone soluzioni di stampa digitale e

roto-offset per un’ampia gamma di prodotti,

tra cui cataloghi, volantini promozionali e

riviste di intrattenimento come cruciverba e

sudoku. Il cuore del progetto è un

management esperto e investimenti

strategici che mirano all’innovazione e

all’efficienza energetica. Un passo

fondamentale in questa direzione è

rappresentato dall’installazione di un

impianto fotovoltaico, che contribuirà a

ridurre i costi energetici e le emissioni di

CO₂.

L’operazione è stata formalizzata il 6 marzo

2025 presso il notaio Nicola Atlante di

Roma, con il supporto degli studi Ranalli e

Associati di Torino (rappresentati da

Andrea Gabola, Alessandro Pasquini ed

Elena Vaudano) e PwC-TLS, con gli

avvocati Francesco Gallo e Simone

Demurtas, affiancati dalla commercialista

Paola Memola. Invitalia è stata assistita

dallo studio Chiomenti, mentre per le

relazioni industriali è intervenuto l’avvocato

Carlo Marinelli.

Il Consiglio di Amministrazione è guidato

dalla presidente Carmela D’Amato,

designata da Invitalia, e vede tra i suoi

membri Vincenzo Boccia (Amministratore

Delegato), Andrea Gabola (partner di

Ranalli e attuale presidente di Coin) e

Daniele Pelli (AD di Luxy). A presiedere il

Collegio Sindacale, su designazione di

Invitalia, è Monica Scipione, revisore

legale di grande esperienza.

Con un team di primo livello, una strategia

chiara e investimenti mirati, BIG si candida a

diventare un punto di riferimento per la

stampa e la comunicazione integrata in

Europa, portando avanti una visione

innovativa che coniuga tradizione e futuro.

RED

La Federico II di Napoli e Deloitte lanciano

la quinta edizione di Operazione Talenti,

offrendo a 15 studenti la possibilità di

laurearsi e lavorare contemporaneamente. Il

progetto ha già coinvolto 50 studenti e ha

portato all’assunzione di tre laureati nella

sede di Napoli. Le selezioni sono aperte fino

al 25 giugno 2025.

È online il bando per selezionare 15

studenti per la quinta edizione di

Operazione Talenti, il progetto nato dalla

collaborazione tra l’Università degli Studi

di Napoli Federico II e Deloitte, che

permette di conseguire una laurea triennale

presso l’ateneo napoletano e, al tempo

stesso, di avviare una carriera lavorativa in

Deloitte.

Attualmente, sono già coinvolti nel progetto

50 studenti, di cui 28 ragazzi e 22 ragazze,

mentre nel 2024 sono stati tre gli studenti

che si sono laureati e sono stati assunti

presso la sede di Napoli. Dall’avvio

dell’iniziativa, Operazione Talenti ha

raccolto oltre 400 candidature da tutta

Italia, dimostrando il forte interesse verso un

programma che coniuga formazione e

lavoro, offrendo sostegno economico e

tutoraggio costante. Un'opportunità

significativa per molti giovani, soprattutto per

coloro che, in altre circostanze, avrebbero

avuto difficoltà a proseguire gli studi.

Matteo Lorito, Rettore dell’Università

degli Studi di Napoli Federico II, sottolinea

con entusiasmo il valore del progetto:

“Operazione Talenti è un grande successo.

È un’iniziativa che unisce formazione e

placement, supportando giovani talenti che

altrimenti non riuscirebbero a esprimere al

massimo il proprio potenziale. Aiutarli ad

acquisire competenze e trasformare le loro

ambizioni in realtà è la nostra missione.

Siamo orgogliosi di proseguire su questa

strada e di vedere i risultati concreti che sta

generando.”

Anche Alessandro Mercuri, Technology &

Transformation Leader di Deloitte Central

Mediterranean, evidenzia l’importanza

dell’integrazione tra il mondo accademico e

il lavoro: “In un contesto caratterizzato da

cambiamenti sempre più rapidi, percorsi

formativi come Operazione Talenti

permettono ai giovani di essere protagonisti

del futuro, acquisendo competenze

indispensabili per il mercato del lavoro.

Deloitte continua a investire nel

Mezzogiorno per sostenere i giovani,

promuovere l’occupazione e sviluppare

competenze tecnologiche e digitali di alto

livello.”

La sede di Napoli di Deloitte, che conta

oltre 600 professionisti, si conferma un

punto di riferimento nel panorama della

formazione, grazie a progetti di grande

impatto come Operazione Talenti, Lumina

Academy e Digita Academy. L’azienda ha

consolidato un’importante collaborazione

con le università e i centri di eccellenza del

territorio, creando un ecosistema in cui i

giovani possono trovare concrete

opportunità di crescita professionale.

Tra le testimonianze di chi ha già beneficiato

dell’iniziativa, spicca quella di Giulia R., una

delle laureate della scorsa edizione:

“Grazie a Operazione Talenti ho avuto la

possibilità di studiare e lavorare senza dover

scegliere tra formazione e indipendenza

economica. Oggi sono assunta in Deloitte e

continuo a crescere professionalmente in un

ambiente stimolante. Questo progetto mi ha

cambiato la vita.”

Con questa iniziativa, Federico II e Deloitte

confermano il loro impegno per il futuro

dei giovani, dimostrando che un modello di

formazione innovativo può contrastare la

fuga di cervelli e trasformare il Sud Italia in

un polo di attrazione per talenti e imprese.

Operazione Talenti Deloitte

F.M.

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



ECONOMIA

Turismo, De Negri (Progecta): Nel settore non c’è posto per tutti, il Governo metta freno alle fiere

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BMT 2025 si conferma l’appuntamento leader nel Sud Italia, con la partecipazione di grandi brand internazionali. Punta sul luxury la Borsa Mediterranea del Turismo

“I fam trip che abbiamo proposto agli

operatori turistici si sono confermati una

delle chiavi, in questi 30 anni di esperienza

di BMT, per garantire un ritorno concreto per

le nostre regioni meridionali in termini di

presenze negli anni successivi. Hanno

favorito i grandi marchi del turismo nella

scoperta del Sud Italia, permettendo alle

imprese e ai buyers internazionali di

esplorare il territorio. Questo ruolo di

locomotiva del settore è stato possibile

grazie all’impegno di Progecta, che

organizza l’evento, con pochi aiuti dalle

istituzioni ma con un grande successo di

partecipazione. La presenza dei maggiori

tour operator italiani e internazionali e il

gradimento del mercato hanno consolidato

la definizione di ‘Borsa più amata dalle

agenzie di viaggi'”. Così Angioletto De

Negri, patron di Progecta, ha sottolineato

l’importanza della manifestazione per il

territorio, il cui impatto si estende oltre il solo

indotto del salone fieristico, influenzando le

stagioni turistiche future.

“In Italia esistono troppe fiere turistiche”, ha

ribadito De Negri, evidenziando come molte

di esse siano regionali e spesso sostenute

da finanziamenti pubblici senza una reale

efficacia per il mercato. “Escludendo le più

importanti, come TTG a Rimini e BMT a

Napoli, il resto è un proliferare di

appuntamenti che rispondono più a logiche

politiche ed economiche locali che a una

vera strategia turistica. I perdenti saranno

sempre coloro che improvvisano, cercando

di emulare chi opera con successo da

decenni. Abbiamo visto eventi recenti

finanziati con ingenti risorse pubbliche

senza un reale ritorno per il settore”.

L’auspicio di De Negri è che il Governo

intervenga per razionalizzare il settore

fieristico e limitare la dispersione delle

risorse. “Non possiamo avere una Borsa del

Turismo per ogni Regione. L’ideale sarebbe

TTG in autunno per il Centro-Nord e BMT

in primavera per il Centro-Sud“, ha

spiegato, sottolineando il ruolo strategico

della manifestazione napoletana nel

panorama fieristico nazionale.

“BMT è nata 28 anni fa con l’obiettivo di

promuovere il turismo nel Sud Italia e, allo

stesso tempo, offrire nuove opportunità alle

aziende del tour operating, che hanno sede

prevalentemente al Centro-Nord – aggiunge

-. Ci collocano spesso dietro Milano e

Rimini, ma la realtà è che siamo il secondo

evento più importante per gli agenti di

viaggio, grazie a un format pensato sulle

loro esigenze”.

Per facilitare la partecipazione, BMT ha

introdotto formule innovative come il ‘treno

dei desideri’, in collaborazione con

Trenitalia Alta Velocità, che ha garantito

ospitalità gratuita per viaggio e

pernottamento agli agenti di viaggio

provenienti da tutta Italia. Sono state

previste agevolazioni anche per chi è

arrivato dalla Sicilia e dalle altre regioni del

Sud.

Con uno sguardo sempre più internazionale,

BMT 2025 ha introdotto un’importante

novità: la conferenza ‘Campania Luxury e

MICE Destination’, che si è tenuta venerdì

14 marzo alle 10. Il talk ha visto la

partecipazione del sindaco di Napoli,

Gaetano Manfredi, insieme a

rappresentanti delle istituzioni e ai principali

player del settore, tra cui Rocco Forte,

Hilton, Marriott, Radisson, oltre ai grandi

marchi presenti a Ischia e Capri. L’obiettivo

è stato sviluppare un nuovo modello di

turismo di qualità, valorizzando il segmento

luxury e MICE (Meetings, Incentives,

Conferences, Exhibitions).

Nel corso della BMT 2025, un ruolo centrale

è stato riservato alla sostenibilità nel

turismo. Enit - Agenzia Nazionale del

Turismo ha presentato nuovi progetti per

ridurre l’impatto ambientale del settore,

promuovendo pratiche di ospitalità ecofriendly

e trasporti sostenibili. Il panel su

‘Turismo e Innovazione Verde’ ha visto la

partecipazione di Roberto Albonetti di Enit,

Elena David (presidente del Comitato

Turismo Confindustria) e rappresentanti di

start-up innovative nel campo dell’ospitalità.

Grande attenzione anche al settore

crocieristico, con la partecipazione di MSC

Crociere, che ha annunciato nuovi itinerari

per il Mediterraneo con particolare

attenzione ai porti del Sud Italia. “Napoli e

Palermo saranno al centro dei nuovi

percorsi di turismo esperienziale che stiamo

sviluppando per offrire un prodotto sempre

più esclusivo e sostenibile”, ha dichiarato

Leonardo Massa, managing director di

MSC.

“Questa conferenza diventerà un

appuntamento fisso della BMT, l’unica vera

piazza affari del turismo organizzato, sia in

ingresso che in uscita”, ha concluso De

Negri, evidenziando il successo

dell’iniziativa e la prospettiva di una sempre

maggiore centralità della BMT nel panorama

fieristico italiano.

RED

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



ECONOMIA

F2i e Jetex siglano un accordo strategico per l’aviazione generale a Napoli e Salerno

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Potenziamento delle infrastrutture per la competitività e lo sviluppo economico. La campania diventa un hub per i voli privati in Europa

di Fabrizio Matarazzo

F2i Sgr, il principale gestore italiano di fondi

infrastrutturali, e Jetex FZE, leader globale

nei servizi di aviazione privata, hanno

firmato un Memorandum of Understanding

(MoU) per lo sviluppo e la gestione

dell’aviazione generale negli aeroporti di

Napoli e Salerno.

L’intesa è stata siglata durante l’Italy-United

Arab Emirates Business Forum a Roma,

alla presenza del Presidente degli Emirati

Arabi Uniti, S.A. Sheikh Mohammed bin

Zayed Al Nahyan, e della Presidente del

Consiglio italiano, Giorgia Meloni.

L’accordo prevede la collaborazione di

Jetex con Gesac SpA, la società che

gestisce gli aeroporti campani e che è

controllata dai fondi di F2i Sgr, per

potenziare i servizi di aviazione privata e il

turismo di lusso nella regione.

Con questo accordo, Jetex contribuirà

all’espansione del traffico di jet privati negli

aeroporti di Napoli e Salerno, supportando

la creazione di nuove opportunità

economiche e di partnership strategiche. La

Campania, grazie alla sua posizione

geografica e al crescente appeal turistico

internazionale, rappresenta un mercato

chiave per il settore dell’aviazione privata e

del turismo di lusso.

F2i Sgr è il maggiore gestore indipendente

di fondi infrastrutturali in Italia, con asset

under management per circa 8,3 miliardi

di euro. Controlla il principale network

aeroportuale nazionale e investe in settori

strategici come trasporti, energia per la

transizione, economia circolare e

infrastrutture sociosanitarie.

Jetex FZE, con sede a Dubai, è uno dei

principali operatori mondiali dell’aviazione

generale. Offre servizi di alta gamma, tra cui

terminal privati, rifornimento, assistenza a

terra e pianificazione di voli per clienti

business e privati in oltre 30 paesi.

Questa collaborazione rafforza il ruolo

dell’Italia e, in particolare, della Campania,

come hub strategico per i voli privati in

Europa, migliorando l’accessibilità e i servizi

per i viaggiatori di alto profilo.

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ECONOMIA

PSICOLOGIA & SOCIETÀ

Armando Cozzuto confermato

20

Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania

Il Consiglio si caratterizza per la forte maggioranza femminile per il nuovo mandato

Ancora poca chiarezza sulle reali funzioni ed i limiti dell’intervento psicoterapeutico

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di Antonio Quaranta

Armando Cozzuto è stato confermato alla

guida dell’Ordine degli Psicologi della

Campania per il quadriennio 2025-2028,

ottenendo il

maggior

numero di voti

tra i candidati,

con 3.745

preferenze. Il

Consiglio,

riunitosi nella

sede di

Piazzetta

Matilde Serao,

ha ufficializzato

l’esito delle

elezioni e ha

designato

Antonietta

Grandinetti

come vicepresidente, Laura Russo come

tesoriera e Francesco Garzillo come

segretario.

La lista ‘AltraPsicologia’, di cui Cozzuto

era referente, si è affermata come la più

votata, conquistando tutti i nove seggi

disponibili nel Consiglio. Un dato

significativo di questa tornata elettorale è

l’aumento della rappresentanza femminile:

nove psicologhe sono state elette su 15

componenti, due in più rispetto al

precedente mandato.

Durante i cinque giorni di elezioni, in

seconda convocazione, hanno votato

4.480 iscritti su 10.174 aventi diritto,

raggiungendo un’affluenza superiore al

44%. I dati statistici confermano Cozzuto

come lo psicologo più votato d’Italia,

grazie al rapporto tra aventi diritto e voti

espressi.

Nel suo discorso di insediamento, Cozzuto

ha citato Enrico Berlinguer, affermando:

“Ci si salva e si va avanti se si agisce

insieme e non solo uno per uno”. Ha poi

sottolineato l’importanza della psicologia nel

contesto attuale: “Mai come oggi la

professione di psicologo gode di un

posizionamento e una valorizzazione frutto

di anni di duro lavoro di rappresentanza

politica e istituzionale. La nostra esperienza

in Campania dovrà contribuire a costruire

una rete di assistenza e supporto che

risponda concretamente al bisogno

psicologico del Paese, valorizzando il ruolo

della psicologia nel Sistema Sanitario

Nazionale, nel settore privato e

convenzionato, e sostenendo il

fondamentale contributo degli enti del terzo

settore”.

Andare dallo psicologo sta diventando una moda?

di Alberto Vito *

Negli ultimi anni, a partire

dall’esperienza del covid, in

Italia è divenuto assai più

diffuso il ricorso alle cure

psicologiche. Tale mutamento

va valutato certamente in

modo positivo, in quanto si va

asso ttigliando lo stigma che

finora aveva circondato la

salute mentale.

Sino a poco tempo fa molti si

vergognavano ad ammettere i

propri malesseri emotivi

oppure le problematiche

psichiche erano oggetto di

dileggio. Tuttavia, come ogni

fenomeno di crescita e di

espansione, anche tale aumento contiene

degli elementi su cui riflettere. (Va tenuto

presente che la nostra è la nazione europea

con il maggior numero di colleghi, circa

120.000). Innanzitutto, si tratta di una

professione relativamente giovane e anche

tra persone di livello culturale medio-alto vi è

poca chiarezza su quali siano le reali

funzioni ed anche i limiti dell’intervento

psicoterapeutico. Ed è evidente come una

confusione sulle aspettative possa incidere

sui risultati.

Tale confusione è in parte responsabilità

anche di noi psicologi ed ha origine

lessicale, nel senso che con la parola

“psicoterapia” si indicano procedure assai

diverse tra loro. In Italia sono state

riconosciute dal Miur oltre 200 scuole di

formazione alla psicoterapia, in cui si

studiano in prevalenza i modelli teorici più

importanti, quali la psicoanalisi, il

cognitivismo, l’approccio sistemicorelazionale,

la gestalt, e così via. Poi,

ciascuno di tali filoni ha prodotto diverse

ramificazioni, per cui, solo tra gli

psicoanalisti, vi sono freudiani, neofreudiani,

junghiani, lacaniani,

gruppoanalisti, ecc.

Ovviamente, in molti casi le divergenze tra

le scuole non riguardano solo i modelli di

riferimento quanto le differenze

organizzative, manageriali o caratteriali tra i

diversi docenti. In pratica, oggi non esiste

una teoria unificante ma vi sono diverse

scuole di pensiero che, in coerenza con i

propri legittimi modelli teorici di riferimento,

propongono prassi operative talvolta assai

diversificate. C’è quindi chi lavora

sull'inconscio, chi sulle relazioni, chi sul "qui

e ora", chi sulle mappe cognitive, e anche in

merito al significato dei sintomi possono

esservi interpretazioni molto diverse.

Le psicoterapie dunque si differenziano per

oggetto d’osservazione, metodo, durata,

obiettivi. Tutto questo riguarda gli

psicoterapeuti abilitati, che hanno studiato e

lavorano in modo coerente con i propri

modelli. Ma è evidente come tale

complessità si presti ad offrire il fianco a chi

in malafede o per ignoranza si candida

senza avere le competenze necessarie. Le

invasioni di campo in questo settore sono

numerose e così la confusione su come

scegliere uno specialista aumenta ancora.

Infine, va pure detto che nessun terapeuta,

quale che sia la sua competenza e

formazione, può andar bene per tutti i

pazienti. Trattandosi di un incontro tra

persone, professionale ma intimo, è

evidente quanto siano importanti le

caratteristiche personali dello specialista e la

necessità di un certo feeling affinché il

paziente scelga l’altro come depositario dei

propri segreti.

Altro discorso importante riguarda il motivo

per cui si chiede una terapia psicologica e

quali siano le attese verso il nostro

intervento. Qui entrano in gioco

prepotentemente i condizionamenti e le

aspettative sociali a cui tutti siamo

sottoposti, in buona parte in modo

inconsapevole. Genericamente, essi

riguardano il mito della bellezza e della

perfezione, il rifiuto della sofferenza

considerata sempre patologica mentre si

tratta di qualcosa di ineludibile

nell’esperienza umana, il rifiuto della

vecchiaia e della morte, le dinamiche

generazionali. Ma di questo ne riparleremo

in modo più dettagliato.

(*) Psicologo, sociologo, responsabile Uosd

Psicologia clinica Ospedali dei Colli

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



INNOVAZIONE

Mariafelicia De Laurentis, una scienziata al centro della rivoluzione astronomica

22 23

L’astrofisica napoletana diventa Project Scientist dell’Event Horizon Telescope, guidando la ricerca sui buchi neri e sulle teorie della gravità

Mariafelicia De Laurentis, docente di

astronomia e astrofisica all’Università degli

Studi di Napoli Federico II e ricercatrice

presso l’INFN, è stata nominata Project

Scientist dell’Event Horizon Telescope

(EHT), la collaborazione internazionale che

ha regalato al mondo la prima immagine

diretta di un buco nero. Questo incarico la

pone in una posizione chiave nelle strategie

di ricerca dell’EHT, rappresentando un

riconoscimento importante per la comunità

scientifica e un segnale significativo per la

presenza femminile ai vertici della ricerca

astrofisica.

“L’Event Horizon Telescope ha aperto una

nuova era nello studio dei buchi neri,

trasformando in realtà ciò che fino a pochi

anni fa sembrava impossibile”, commenta

Mariafelicia De Laurentis. “Questa nomina

rappresenta per me una sfida

entusiasmante: il mio impegno sarà rivolto a

rafforzare la capacità dell’EHT di rispondere

alle grandi domande della fisica e

dell’astrofisica, lavorando con la comunità

internazionale per sviluppare nuove

strategie di osservazione e analisi. Il futuro

ci riserva scoperte straordinarie, e sono

pronta a dare il massimo per contribuire a

questa impresa scientifica senza

precedenti”.

Il ruolo di Project Scientist è fondamentale

per la direzione scientifica dell’EHT. Questa

posizione prevede il coordinamento delle

attività di ricerca, la definizione delle

strategie di osservazione e analisi e

l’orientamento del progetto verso nuove

scoperte. È la prima volta che questo

incarico viene affidato a una donna, un

traguardo che segna un passo significativo

verso una maggiore inclusione femminile

nella scienza di frontiera.

Il percorso di Mariafelicia De Laurentis è

un susseguirsi di traguardi prestigiosi. Oltre

a essere professoressa di astronomia e

astrofisica all’Università degli Studi di Napoli

Federico II e ricercatrice dell’INFN, ha

insegnato alla Tomsk State Pedagogical

University in Russia e all’Institut für

Theoretische Physik della Goethe-

University di Francoforte, in Germania.

Proprio in quest’ultima sede è entrata a far

parte della collaborazione Event Horizon

Telescope, contribuendo in maniera

decisiva alla realizzazione delle prime

immagini dirette di buchi neri supermassicci.

Il suo lavoro è stato determinante per le

osservazioni di Messier 87 (M87)* e,

soprattutto, di Sagittarius A*, il buco nero al

centro della nostra galassia. Nel caso di

SgrA*, ha avuto un ruolo chiave nella guida

dei test di gravità, coordinando il gruppo di

lavoro Gravitational Physics Input e

dirigendo la pubblicazione scientifica

dedicata. I suoi studi mirano a esplorare la

fisica dei buchi neri, testando la Relatività

Generale in condizioni estreme e indagando

eventuali deviazioni dalla teoria di Einstein.

In passato, ha ricoperto il ruolo di Deputy

Project Scientist dell’EHT ed è stata

membro del Consiglio scientifico della

collaborazione. Nel corso della sua carriera

ha ricevuto numerosi riconoscimenti di

grande prestigio, tra cui la Medaglia

Einstein 2020 e il Breakthrough Prize in

Fundamental Physics. Con oltre 250

pubblicazioni scientifiche, la sua ricerca si

concentra sulla fisica della gravitazione e

sull’astrofisica relativistica, con particolare

attenzione ai test della Relatività Generale in

ambienti di campo forte, come quelli dei

buchi neri supermassicci.

Dopo essersi laureata in Fisica

all’Università degli Studi di Napoli Federico

II, ha conseguito il Dottorato di Ricerca

presso il Politecnico di Torino,

proseguendo con un percorso accademico e

scientifico che l’ha portata oggi a essere una

delle figure di riferimento nel panorama

internazionale dell’astrofisica.

Con la sua nomina a Project Scientist

dell’EHT, Mariafelicia De Laurentis

continua a spingere i confini della

conoscenza, guidando una delle più

affascinanti e ambiziose esplorazioni

dell’univer so: la comprensione dei buchi

neri, le enigmatiche porte sull’ignoto che

dominano il cosmo.

F.M.

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INNOVAZIONE

INHUSE: primo hub Italiano dell'Innovazione

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Il riconoscimento del Financial Times che cambia le regole del gioco

Innovazione e ricerca: con questa nomina l'Italia rafforza il suo ruolo in Europa

INHUSE è stato riconosciuto dal Financial

Times come il primo hub italiano

dell’innovazione, entrando nella prestigiosa

classifica Europe’s Leading Start-up Hubs

2024. Nato in Campania, INHUSE, con sede

a Caserta, si posiziona al primo posto in

Italia e al 18° in Europa, superando realtà di

rilievo come LSE Generate della London

School of Economics e Morgan Stanley

Inclusive & Sustainable Ventures Lab.

Questo riconoscimento rappresenta una

svolta per l’ecosistema startup del Sud

Europa, dimostrando che l’innovazione può

prosperare anche al di fuori delle grandi

capitali tecnologiche.

Il Financial Times ha valutato gli hub in base

a criteri rigorosi, tra cui la performance delle

startup incubate, la qualità della mentorship

e il feedback di investitori e imprenditori.

Con un punteggio di 82.335, INHUSE si

distingue come il primo hub italiano nella

classifica e tra i migliori venti in Europa,

superando incubatori di livello

internazionale. Un risultato che conferma la

capacità del nostro Paese di attrarre

investimenti e talenti, contribuendo alla

crescita di un ecosistema sempre più

competitivo.

“Siamo estremamente orgogliosi di questo

riconoscimento, che premia il lavoro e la

visione del nostro team. INHUSE non è solo

un incubatore, ma un acceleratore di

opportunità per il Sud e per l’Europa”,

afferma Pasquale Brancaccio, Direttore

Generale di INHUSE.

A fare la differenza è un modello di

incubazione innovativo che combina diversi

elementi strategici: Programmi su misura

per startup ad alto potenziale; Un network di

investitori nazionali e internazionali; spazi di

coworking e laboratori tecnologici per la

prototipazione; mentorship strategica con

esperti di settore; il riconoscimento come

Centro di Trasferimento Tecnologico e

Organismo di Ricerca accreditato.

L’ingresso di INHUSE nella classifica del

Financial Times segna solo l’inizio di una

trasformazione più ampia. In Campania si

sta sviluppando una rete nazionale di

incubatori e acceleratori, con

l’obiettivo di potenziare

l’ecosistema delle startup italiane

e creare un ponte più forte tra

innovazione, investimenti e

crescita imprenditoriale. Superare

la frammentazione e valorizzare

le eccellenze locali è il passo

successivo per rendere il sistema

più competitivo a livello globale.

Per anni si è detto che l’Italia, e in

particolare il Mezzogiorno, non

avessero un ecosistema in grado

di competere con Londra, Berlino

o Parigi. Questo riconoscimento

ribalta la narrazione: Caserta

diventa un nuovo punto di

riferimento per l’innovazione in

Europa.

Il futuro dell’innovazione può partire da qui.

www.inhuse.com

(Immagini tratte dal sito Inhuse.com

e dalla Pagina Linkedin di Inhuse)

Nicolais rappresentante italiano nell’EIC e EIE

Luigi Nicolais, esperto di innovazione e

materiali avanzati, è stato designato dal

Ministero dell’Università e della Ricerca

(MUR) come rappresentante dell’Italia negli

organismi European Innovation Council

(EIC) ed European Innovation

Ecosystems (EIE), entrambi parte del

programma Horizon Europe. La scelta di

Nicolais testimonia il valore della sua

esperienza nel campo della ricerca

scientifica e dell’innovazione tecnologica,

elementi chiave per la crescita

del Paese nel contesto

europeo.

Luigi Nicolais, presidente e

cofondatore di Materias,

incubatore di startup

focalizzato sui materiali

innovativi, assume questo

incarico con la

consapevolezza della

responsabilità che comporta.

La nomina, conferita dal

ministero guidato da Anna

Maria Bernini, rafforza il

posizionamento dell’Italia

all’interno delle strategie europee per

l’innovazione, favorendo lo sviluppo di

tecnologie all’avanguardia e nuove

opportunità per le imprese e i ricercatori

italiani.

“Ringrazio la ministra per la fiducia – ha

dichiarato Nicolais –. Si tratta di un incarico

di grande rilievo in un momento in cui

l’innovazione rappresenta una leva

fondamentale per la crescita economica e

per affrontare le sfide future. Lavorare

all’interno degli organismi europei significa

poter incidere direttamente sulle strategie di

sviluppo tecnologico, con ricadute concrete

per il sistema industriale e accademico

italiano. Sono onorato di poter mettere la

mia esperienza al servizio di questo

importante obiettivo”.

Nato a Napoli nel 1942, Luigi Nicolais è

una figura di primo piano nel panorama

scientifico e accademico internazionale.

Ingegnere chimico e professore ordinario di

Tecnologie dei Polimeri all’Università

Federico II di Napoli, ha firmato oltre 350

pubblicazioni scientifiche ed è stato direttore

dell’Istituto per la Tecnologia dei Materiali

Compositi del CNR. Nel corso della sua

carriera ha ricoperto numerosi ruoli

istituzionali di rilievo, tra cui ministro per le

Riforme e le Innovazioni nella Pubblica

Amministrazione, assessore regionale in

Campania e presidente del CNR.

Fondatore di IMAST (Distretto tecnologico

sull’ingegneria dei materiali polimerici e

strutture), ha guidato il Campania Digital

Innovation Hub, Città della Scienza e

l’ARTI Puglia. Membro del

Gruppo 2003, che riunisce

gli scienziati italiani più citati

a livello mondiale, ha inoltre

insegnato presso

l’University of Washington

e l’University of

Connecticut.

Il Consiglio Europeo per

l’Innovazione (EIC)

rappresenta il principale

strumento dell’UE per il

finanziamento di tecnologie

innovative e soluzioni

dirompenti, supportando

progetti dall’ideazione alla

commercializzazione. Avviato nel 2021

nell’ambito del programma Horizon Europe,

mira a rendere il continente più competitivo

in un mercato globale sempre più dominato

dall’innovazione tecnologica.

A supportare questo processo ci sono gli

European Innovation Ecosystems (EIE),

che lavorano in sinergia con l’EIC, l’Istituto

Europeo di Innovazione e Tecnologia

(EIT) e altre iniziative dell’UE per creare un

ecosistema favorevole all’innovazione a

livello locale, regionale e nazionale. Questi

strumenti promuovono la collaborazione tra

imprese, università e istituzioni pubbliche,

creando un ambiente fertile per la crescita di

nuove idee e imprese innovative.

Con la nomina di Luigi Nicolais, l’Italia

rafforza il proprio ruolo nel panorama

europeo dell’innovazione, con l’obiettivo di

aumentare la competitività del proprio

sistema di ricerca e sviluppo e di favorire

nuove opportunità per le startup e le

imprese italiane.

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



INNOVAZIONE

Fabbrica Italiana dell’Innovazione: l’Economia del Mare tra innovazione e sostenibilità

26 27

Lo sviluppo del settore marittimo nel Mezzogiorno passa attraverso l’alta tecnologia e la tutela dell’ambiente a livello globale. A Napoli confronto tra esperti

di Francesco Bellofatto

Il convegno ‘L’Economia del Mare tra

Innovazione e Sostenibilità’ ha riunito presso

la Fabbrica Italiana dell’Innovazione di

Napoli esperti del settore, istituzioni e

startup a Napoli per discutere delle nuove

frontiere della Blue Economy. Umberto

Masucci e Fabrizio Monticelli hanno

evidenziato l’importanza della cooperazione

tra pubblico e privato e dell’innovazione

tecnologica. Tra le aziende protagoniste,

Next Geosolutions ha presentato soluzioni

per il monitoraggio delle infrastrutture

marittime, mentre Grimaldi Group ha

illustrato le proprie strategie per la

decarbonizzazione della flotta. L’evento ha

posto l’accento su digitalizzazione,

efficienza energetica nei porti e utilizzo di

carburanti alternativi, delineando un

percorso chiaro per un futuro marittimo più

sostenibile e competitivo.

L’economia del mare sta assumendo un

ruolo sempre più centrale nelle strategie di

sviluppo sostenibile e innovazione

tecnologica a livello globale. Iniziative come

il Green Shipping Programme dell’Unione

Europea, la decarbonizzazione del settore

marittimo promossa dall’International

Maritime Organization (IMO) e l’adozione

di tecnologie per l’efficienza energetica nei

porti rappresentano alcuni esempi concreti

di strategie già in atto per rendere il

comparto più sostenibile e competitivo.

Il convegno ha rappresentato un’importante

occasione di confronto tra esperti del

settore, istituzioni e startup per delineare le

prospettive future della Blue Economy.

L’evento, promosso in collaborazione con

The International Propeller Club Port of

Salerno, Port of Naples e ForMare – Polo

Nazionale per lo Shipping, ha evidenziato

il ruolo strategico dell’innovazione per il

futuro del settore marittimo.

La Fabbrica Italiana dell’Innovazione,

guidata da Fabrizio Monticelli, si è

affermata come un hub fondamentale per la

crescita e la trasformazione digitale della

Blue Economy nel Sud Italia. La sua

missione è quella di favorire lo sviluppo

tecnologico e la competitività delle aziende

del settore marittimo, fungendo da punto di

incontro tra imprese, startup e istituzioni.

Attraverso programmi di accelerazione,

incubazione di startup e collaborazioni con

grandi realtà industriali, la Fabbrica

contribuisce all’implementazione di soluzioni

avanzate per la digitalizzazione dei porti,

l’efficientamento delle infrastrutture

marittime e la transizione ecologica del

trasporto navale. Fabrizio Monticelli, in

qualità di CEO di ForMare, ha sottolineato

l’importanza della trasformazione digitale

per ottimizzare le operazioni logistiche e

ridurre l’impatto ambientale del settore.

Nel corso dell’evento, Umberto Masucci,

Presidente dei Propeller Clubs italiani, ha

ribadito la necessità di una stretta

collaborazione tra il settore pubblico e quello

privato per affrontare le sfide globali del

comparto marittimo. A dare un contributo

significativo alla discussione sono stati

diversi attori dell’industria. Next

Geosolutions ha illustrato soluzioni

avanzate per il monitoraggio e la sicurezza

delle infrastrutture marittime. Il Cluster BIG

– Blue Italian Growth ha approfondito le

strategie per promuovere innovazione e

crescita sostenibile. Grimaldi Group ha

presentato le proprie iniziative per la

decarbonizzazione del trasporto marittimo,

mentre Fincantieri ha offerto una visione

sulle nuove frontiere della progettazione di

navi a basso impatto ambientale.

Un ruolo chiave è stato attribuito anche a

Intesa San Paolo Innovation Center, che

ha illustrato le opportunità di investimento

per le startup marittime, e a Salerno

Container Terminal, che ha evidenziato le

strategie per l’efficientamento della logistica

portuale. Anche il settore finanziario ha

avuto una voce importante, con CDP

Venture Capital SGR e Maritime Ventures

che hanno analizzato le dinamiche di

finanziamento per le imprese del settore. La

Federazione del Mare, infine, ha

sottolineato il ruolo delle politiche europee

per l’economia blu e la necessità di

incentivare l’adozione di tecnologie

sostenibili.

Grande attenzione è stata riservata alle

startup innovative incubate presso la

Fabbrica Italiana dell’Innovazione, tra cui

HEROBOTS e Nisida Environment.

HEROBOTS ha presentato il proprio

sistema di droni autonomi sottomarini,

progettati per il monitoraggio della qualità

delle acque e la manutenzione delle

infrastrutture marittime, riducendo la

necessità di interventi manuali e

aumentando l’efficienza operativa. Nisida

Environment, invece, ha illustrato una

piattaforma basata su intelligenza

artificiale, capace di analizzare i dati

ambientali e ottimizzare la gestione dei rifiuti

portuali, con l’obiettivo di migliorare la

sostenibilità del settore marittimo.

Un esempio significativo di innovazione

applicata è stato illustrato da Grimaldi

Group, che ha implementato nuove

tecnologie per la riduzione delle emissioni

delle proprie navi, utilizzando batterie a

zero emissioni nei porti e sistemi avanzati

per il trattamento delle acque di zavorra.

Questo progetto ha già portato a una

riduzione dell’impronta di carbonio e a un

miglioramento della sostenibilità delle

operazioni portuali.

L’intervento conclusivo dell’Assessore

Valeria Fascione ha ribadito l’impegno delle

istituzioni nel supportare politiche di sviluppo

sostenibile per l’economia del mare. Ha

evidenziato il ruolo centrale del Piano

Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

nel finanziare progetti di transizione

ecologica nel settore marittimo, tra cui

l’adozione di carburanti alternativi a basso

impatto ambientale e la digitalizzazione delle

infrastrutture portuali. Marina Militare,

Capitaneria di Porto e Assiterminal,

rappresentata dal Presidente Tomaso

Cognolato, hanno confermato l’importanza

della sicurezza e dell’innovazione nel settore

marittimo, sottolineando il valore delle

collaborazioni tra imprese e istituzioni.

Grazie alla sinergia tra ForMare – Polo

Nazionale per lo Shipping, Propeller Club

Port of Naples e la Fabbrica Italiana

dell’Innovazione, il Mezzogiorno si

posiziona sempre più come un punto di

riferimento per l’innovazione e la

sostenibilità nel settore marittimo,

contribuendo a rendere l’Italia un

protagonista nel panorama internazionale

della Blue Economy.

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



IL FATTORE UMANO

Rendiconto di Genere 2024: ma ci rendiamo conto del gap?

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Un’analisi tra dati INPS, cultura organizzativa e trasparenza retributiva: sono ancora rilevanti le condizioni di svantaggio delle donne nel nostro Paese

di Giovanna d’Elia *

Si cantava negli anni Settanta: “siamo tante,

siam più della metà”.

Lo siamo ancora: nella popolazione italiana

al 01/01/2024 è composta da 58.989.749

abitanti, il 51,1 è rappresentato da donne,

contro il 48,9% di uomini. E però, dagli anni

Settanta, non solo non abbiamo fatto passi

avanti, ma probabilmente ne abbiamo fatti

parecchi indietro.

Se la recente stagione politica ci aveva forse

illuso sul progressivo aumento del potere

delle donne nella società italiana arriva oggi

l'allarme dell'Inps che nel Rendiconto di

genere del Consiglio di indirizzo e vigilanza

sottolinea lo svantaggio che le donne hanno

nel lavoro (quando lo hanno, 18% di punti

percentuali in meno rispetto ai maschi),

dall'istruzione fino alla pensione: 20% in

media meno degli uomini negli stipendi, 44%

addirittura nelle pensioni, il che pone le

donne italiane in uno stato di "segregazione"

pericoloso. Ma quali sono le cause di questo

persistente divario?

Ad esempio maggiore utilizzo del part time,

livelli inferiori di inquadramento e ricorso

minore agli straordinari. Per non parlare

della carriera. Sebbene più istruite le italiane

fanno più fatica a raggiungere gradi apicali:

solo il 21% dei dirigenti e il 32,4% dei quadri

è di genere femminile.

Come uscire da questa situazione che

sembra ormai cronicizzata nella nostra

società? E le donne ai vertici delle istituzioni

aiutano le altre a progredire o di fatto

"ballano da sole"?

Sono ancora rilevanti le condizioni di

svantaggio delle donne nel nostro Paese,

nell’ambito lavorativo, familiare e sociale.

Questo è quanto emerge dal Rendiconto di

genere, presentato a Roma dal Consiglio di

Indirizzo e Vigilanza dell’INPS, che contiene

dati particolarmente significativi relativi alla

presenza delle donne nel mercato del lavoro

e nei percorsi di istruzione, ai livelli retributivi

e pensionistici, agli strumenti di sostegno al

lavoro di cura e alla violenza di genere.

Nel 2023, il tasso di occupazione

femminilecin Italia si è attestato al 52,5%,

rispetto al 70,4% degli uomini, evidenziando

un divario di genere significativo pari

al 17,9 punti percentuali. Inoltre, le

assunzioni femminili hanno

rappresentato solo il 42,3% del

totale.

Anche l’instabilità occupazionale

coinvolge soprattutto il genere

femminile in quanto solo il 18% delle

assunzioni di donne sono a tempo

indeterminato a fronte del 22,6%

degli uomini.

Le lavoratrici con un contratto a

tempo parziale sono il 64,4% del

totale e anche il part-time

involontario è prevalentemente

femminile, rappresentando il 15,6%

degli occupati, rispetto al 5,1% dei

maschi.

Il gap retributivo di genere rimane

un aspetto critico, con le donne che

percepiscono stipendi inferiori di

oltre venti punti percentuali rispetto

agli uomini. In particolare, fra i

principali settori economici, la

differenza è pari al 20% nelle attività

manifatturiere, 23,7% nel

commercio, 16,3% nei servizi di

alloggio e ristorazione, 32,1% nelle

attività finanziarie, assicurative e

servizi alle imprese.

Appena il 21,1% dei dirigenti è

donna, mentre tra i quadri il genere

femminile rappresenta solo il 32,4%.

Per quanto riguarda il livello di

istruzione, nel 2023 le donne hanno

superato gli uomini sia tra i diplomati

(52,6%) sia tra i laureati (59,9%), ma questa

superiorità nel percorso di studi non si

traduce in una maggiore presenza nelle

posizioni di vertice nel mondo del lavoro.

Le donne continuano a farsi carico della

maggior parte del lavoro di cura. Nel 2023,

le giornate di congedo parentale utilizzate

dalle donne sono state 14,4 milioni, contro

appena 2,1 milioni degli uomini. L'offerta di

asili nido rimane insufficiente, con solo

l'Umbria, l’Emilia-Romagna e la Valle

d’Aosta che raggiungono o si avvicinano

all'obiettivo dei 45 posti nido per 100

bambini 0-2 anni.

Le denunce per violenza di genere sono

aumentate, evidenziando una problematica

ancora radicata. Il Reddito di Libertà,

erogato dall’INPS alle donne vittime di

violenza in ambito familiare, nel 2021 ha

coinvolto 2.418 donne, mentre negli anni

successivi, per mancanza di risorse, sono

stati confermati i trattamenti solo nelle

regioni Emilia-Romagna e Friuli-Venezia

Giulia (circa 233 in tutto nel 2023) grazie a

risorse regionali.

Per quanto concerne le prestazioni

pensionistiche, sebbene le donne siano

numericamente superiori tra i beneficiari di

pensioni, essendo 7,9 milioni le pensionate

rispetto ai 7,3 milioni di pensionati,

permangono significative differenze negli

importi erogati.

Nel lavoro dipendente privato gli importi

medi delle pensioni di anzianità/anticipate e

di invalidità per le donne sono

rispettivamente del 25,5% e del 32% inferiori

rispetto a quelli degli uomini, mentre nel

caso delle pensioni di vecchiaia il divario

raggiunge il 44,1%. Questi dati sono il

riflesso di una condizione di svantaggio che

le donne hanno nel mercato del lavoro. Le

donne prevalgono numericamente nelle

prestazioni pensionistiche di vecchiaia e ai

superstiti. Il numero limitato delle donne che

beneficiano della pensione di anzianità/

anticipata (solo il 27% fra i lavoratori

dipendenti privati e il 24,5% fra i lavoratori

autonomi) evidenzia le difficoltà delle donne

a raggiungere gli alti requisiti contributivi

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



IL FATTORE UMANO

30

previsti, a causa della discontinuità che Ci viene ora a sostegno la nuova direttiva

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caratterizza il loro percorso lavorativo. 2023/970.

Allora cosa fare?

La parità retributiva tra i generi sia nel

Affrontare il problema delle discriminazioni pubblico che nel privato, è collegata

di genere significa agire su tutte le

all’importanza della trasparenza

dimensioni del problema, che riguardano il retributiva, da garantire ai lavoratori e

mercato del lavoro e i modelli organizzativi alle lavoratrici fin dalle fasi di selezione.

nel lavoro, la rete dei servizi, la dimensione I candidati devono essere informati sulla

familiare e quella culturale. C’è la

retribuzione iniziale o sulla relativa fascia

responsabilità e l’impegno di tutti gli attori da attribuire alla posizione aperta, mentre

istituzionali, politici e associativi per far sì i datori di lavoro non possono chiedere

che i timidi passi informazioni sulle retribuzioni percepite

avanti che si sono al momento del colloquio o nei

registrati in questi precedenti rapporti di lavoro.

anni, diventino al più La direttiva UE sancisce, inoltre, il diritto

presto l’affermazione di richiedere e ricevere per iscritto

di una piena informazioni sul livello retributivo

condizione di parità, individuale e sui livelli retributivi medi,

rimuovendo gli ripartiti per sesso, delle categorie di

ostacoli che ne sono lavoratori che svolgono lo stesso lavoro

di impedimento. o un lavoro di pari valore. Le

In un momento socio informazioni devono, inoltre, essere

e geo politico dove accessibili a tutti, sia ai lavoratori che ai

viene messa in candidati a un impiego.

discussione la La trasparenza retributiva è un’azione

politica di Diversità necessaria a colmare i divari contributivi

Equità e Inclusione, è tra i generi e al contempo permette

necessario

creare luoghi di lavoro e organizzazioni

continuare a attrattive e di benessere organizzativo.

rafforzare visioni e

modelli organizzativi

che creino una

(*) HR Director Focus Consulting

cultura di equità, Esperta Risorse Umane e Parità di Genere

trasparenza e libertà.

e Opportunità

DiversityEquityInclusion

commerciale@sudenord.it

www.sudenord.it

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



SALUTE E BENESSERE

Investimenti per una sanità più efficiente e innovativa in Campania

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Potenziamento Ospedaliero: inaugurate le nuove strutture a tecnologia avanzata al Cardarelli e all’ospedale di Battipaglia

Continua in Campania il piano di

potenziamento delle strutture ospedaliere

con due importanti novità: l'apertura del

Padiglione G dell'Azienda Ospedaliera di

Rilievo Nazionale Antonio Cardarelli, alla

presenza del Governatore della Campania

Vincenzo De Luca, e l'inaugurazione

presso il Presidio ospedaliero S. Maria

della Speranza di Battipaglia di una Tac di

ultima generazione e del Centro di

Simulazione.

Nel rinnovato Padiglione G del Cardarelli,

sono stati trasferiti gli ambulatori specialistici

prima ospitati nel Padiglione Palermo, tra

cui quelli dedicati alle visite pre-chirurgiche e

di follow-up, un ambulatorio chirurgico, il

Centro Unico di Prenotazione (CUP),

l'ufficio ticket e l'info-point. La struttura, di

3.520 mq distribuiti su quattro piani da 880

mq ciascuno, ha beneficiato di un

investimento di 5,6 milioni di euro da parte

della Regione Campania. Gli utenti

potranno usufruire di 36 ambulatori dedicati

a 25 diverse specialità, due sale

operatorie e un sistema ottimizzato per

migliorare tempi e modalità di accesso,

grazie alla presenza di personale dedicato,

display informativi e una chiara

segnaletica interna.

Importante anche l'investimento sulla sanità

nel territorio di Battipaglia. La nuova Tac,

installata nei locali della radiologia

appositamente ampliati e consolidati, è

dotata di un sistema di acquisizione e

ricostruzione altamente performante.

Questa macchina ultraveloce riduce il

margine di errore e ottimizza la qualità delle

immagini grazie all'integrazione con

l'intelligenza artificiale, che regola

automaticamente la dose di radiazioni in

base alle caratteristiche del paziente,

garantendo diagnosi più precise e rapide.

Nello stesso ospedale, entra in funzione

anche il Centro di Simulazione dell'ASL

Salerno, un'innovativa piattaforma formativa

che offre ambienti altamente tecnologici e

realistici per il miglioramento della

preparazione del personale sanitario.

Questo progetto punta a rafforzare le

competenze cliniche attraverso esperienze

pratiche simulate, contribuendo

all'eccellenza della sanità campana.

A.Q.

(foto da pagina istituzionale Facebook

della Regione Campania)

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



SALUTE E BENESSERE

Ospedale Evangelico Betania, la tecnica chirurgica del futuro è già presente

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Un'innovazione rivoluzionaria nella chirurgia: nella struttura di Ponticelli la prima esperienza italiana con l'anastomosi magnetica

Nella struttura ospedaliera di Ponticelli

(Napoli) sono stati eseguiti i primi dieci

interventi con la nuovissima tecnica

dell'anastomosi magnetica, segnando un

importante passo avanti nella chirurgia

digestiva in Italia.

L'Equipe di Chirurgia Generale

dell'Ospedale Evangelico Betania, primo

centro in Italia ad adottare questa

innovazione, ha eseguito i primi 10

interventi di anastomosi magnetica -

Magnetic Duodeno-Ileostomy (studio

clinico MagDI, GT Metabolics). Questa

rivoluzionaria tecnica rappresenta un

cambiamento epocale nella chirurgia

digestiva, migliorando significativamente gli

esiti per i pazienti, riducendo i tempi di

recupero e abbassando il rischio di

complicanze.

Le anastomosi digestive (collegamento tra

suturatrici meccaniche. Ora, con

l'anastomosi magnetica, si supera lo

standard attuale, permettendo una

cicatrizzazione più fisiologica e riducendo

le probabilità di stenosi o infezioni postoperatorie.

Negli Stati Uniti, il Magnetic Surgical

System è stato autorizzato dalla Food and

Drug Administration (FDA) il 4 settembre

2023, rappresentando un punto di svolta

per la chirurgia digestiva a livello

mondiale.

"L'introduzione di questa tecnica in

Italia" - spiega la Dott.ssa Sonja

Chiappetta, responsabile di Chirurgia

Bariatrica dell'Ospedale Evangelico

Betania di Napoli - "rappresenta una vera

e propria pietra miliare per il settore nel

nostro Paese. Attualmente, le strutture

che l'hanno adottata sono ancora

due organi cavi, come stomaco e intestino)

sono una componente critica negli interventi

di chirurgia addominale. Per decenni, i

chirurghi hanno realizzato anastomosi

manuali, poi sostituite negli anni '80 dalle

pochissime, ma il nostro obiettivo è

renderla una pratica consolidata, per

offrire ai pazienti interventi sempre meno

invasivi e più efficaci".

L'introduzione della nuova tecnologia è

stata resa possibile grazie all'impegno della

Direzione Strategica Ospedaliera, con il

Direttore Generale Vincenzo Bottino e il

Presidente Domenico Vincenzi, e alla

sinergia tra la Chirurgia Generale e

l'Unità Operativa di Endoscopia

Digestiva, con il supporto fondamentale

degli anestesisti e dell'intero personale

infermieristico.

A guidare gli interventi è stata un'équipe di

specialisti di alto livello. La parte

chirurgica è stata affidata alla Dott.ssa

Sonja Chiappetta, alla Dott.ssa Errichetta

Napolitano e alla Dott.ssa Anna Rita

Cerchio, che hanno lavorato in stretta

collaborazione con gli endoscopisti

Massimiliano De Seta e Loredana Setaro.

Fondamentale è stato anche il contributo del

team anestesiologico, composto dal Dott.

Gennaro Pisano, dalla Dott.ssa Giusy

Capasso e dal Dott. Luciano Abbruzzese,

che hanno garantito la sicurezza e il

comfort dei pazienti durante l’intervento.

Tutti hanno operato sotto la supervisione

del rinomato chirurgo canadese

Professor Michel Gagner, co-fondatore di

GT Metabolics, esperto internazionale nel

campo della chirurgia bariatrica e

metabolica.

L'Ospedale Evangelico Betania si

conferma così un polo d'eccellenza per

l'innovazione medica, ponendosi

all'avanguardia nella chirurgia digestiva

in Italia. Con prospettive di ampliamento

dell'uso della tecnica a nuovi ambiti e un

programma di formazione per chirurghi

ed equipe sanitarie, il futuro della

chirurgia passa per Napoli, con benefici

concreti per i pazienti e per l'intero

settore medico.

A.Q.

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025

Elisa Kempe e Tito D’Errico



SALUTE E BENESSERE

Mappatella Gym: l’allenamento psicofisico davanti al mare che giova ai cittadini

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Una moderna infrastruttura sportiva inaugurata alla Rotonda Diaz e Napoli diventa Rio de Jainero. La parola all’esperto Giovanni Coraggio

di Manuela Ragucci

È ufficialmente aperta e fruibile

gratuitamente da cittadini e turisti,

Mappatella Gym: si tratta della palestra

all'aperto che sorge sulla spiaggia della

Rotonda Diaz, sul lungomare di Napoli. Una

bella e moderna infrastruttura sportiva,

come quelle che si trovano su tante spiagge

brasiliane, che consentirà a chiunque di

allenarsi gratuitamente sul lungomare più

bello del mondo. L’impianto, donato

dall’associazione “100xNaples” e dalla

Fondazione Marinelli-Gaeta, è dotato di

anelli, panche, barre parallele, spalliere e

sacco per pugilato, attrezzi che sono a

disposizione di tutti. Un modo per

valorizzare al meglio il lungomare di Napoli,

offrendo un’ulteriore possibilità ai cittadini di

vivere la città, oltre che incentivare la pratica

sportiva che, effettuata sul mare, aumenta

gli effetti del benessere psicofisico.

Ne parliamo con uno dei sostenitori privati

dell’iniziativa, Giovanni Coraggio, personal

trainer, Maestro di Capoeira, tecnico Jury

Chechi Academy Calisthenics, nonché

fondatore della NMA Calisthenics, un nuovo

programma di allenamento progettato per la

destrezza e

l’agilità degli

sportivi, ma non

solo.

Come è

avvenuto

l’incontro con

l’associazione

100x100

Naples? In cosa

consiste la

vostra

collaborazione?

L’incontro con

l’associazione

100x100 Naples

è avvenuto molto

per caso. Nella

palestra in cui

faccio corsi di

Capoeira e

Calisthenics mi

avevano

accennato di un progetto quasi approvato

di palestra all’aperto sul lungomare di

Napoli, ma non ci avevo creduto molto,

visto che già nel 2020 avevo provato a

coinvolgere il Comune di Napoli in un

progetto simile. Qualche giorno dopo, un

mio amico mi ha di nuovo parlato di questa

iniziativa e ho provato a fare una ricerca

sul web, trovando il progetto in itinere e il

nome dell’associazione e della Fondazione

che stavano portando avanti il processo

amministrativo per i

permessi e la burocrazia

necessaria. Ho quindi

contattato Ettore Morra, il

Presidente di 100x100

Naples, il quale è stato

estremamente disponibile

sia nell’illustrarmi il

progetto, sia nel

coinvolgermi attivamente.

Ho quindi collaborato sia

al finanziamento con una

piccola quota, sia (in

minima parte) nella

progettazione della

struttura che poi è stata

montata sulla spiaggia

antistante la Rotonda

Diaz. Partecipo ancora

alla manutenzione e al

controllo attivo

dell’installazione, provando anche a

migliorare ove fosse possibile.

Come si possono coinvolgere

maggiormente i ragazzi? Come si può

motivarli ad uscire dal guscio, a staccarli

dagli schermi e a dar loro la possibilità di

mettersi in gioco,

praticando uno

sport, coltivando

una passione,

confrontandosi

faccia a faccia con

l’altro e non più

soltanto dietro a un

monitor?

Questo è un

problema

estremamente

complesso al giorno

d’oggi perché

intervengono

dinamiche e fattori

molto delicati. Nella

mia esperienza ho

dovuto affrontare

molte volte la difficoltà di coinvolgere i

giovani in un’attività motoria. Sono riuscito a

ottenere attenzione e a motivare solo

attraverso interazioni dirette. Non c’è un solo

modo o strategia. Si deve cercare

soprattutto di capire attraverso l’ascolto e

poi motivare con l’esempio e azioni dirette.

È inutile, sempre secondo la mia

esperienza, cercare di imporre un’attività

senza mettersi per primi in gioco e

soprattutto allo stesso livello di azione.

Fondamentale è immedesimarsi, non

pensare che i giovani siano tutti uguali o che

si comportino nello stesso modo solo perché

li si vede perennemente immersi in realtà

virtuali. L’attenzione la si ottiene ponendo i

giovani al centro del proprio lavoro e

dell’insegnamento.

Nella tua esperienza con bambini e

adolescenti o anche adulti, c’è un

episodio che ricordi in cui puoi affermare

che lo sport ha davvero cambiato la vita

di quell’individuo?

Non posso dire di avere nella mia memoria

episodi singoli di questo tipo. So però con

certezza che lo sport, e in particolare la

Capoeira, che è il centro della mia vita, ha

cambiato me e altre persone che hanno

fatto il mio stesso percorso. Lo sport non è

solo benessere fisico o agonismo, diventa

parte di noi stessi. Ricordo ancora

perfettamente la prima volta che ho visto

una dimostrazione di Capoeira, la meraviglia

che ho provato nel sentire la musica e nel

vedere le evoluzioni dei maestri che si

esibivano. Sicuramente quell’episodio ha

cambiato la mia vita e, con la mia, anche

quella di tanti miei allievi che hanno fatto

percorsi di vita completamente diversi da

quelli che immaginavano prima.

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INSIDE CAMPANIA

Giornate FAI di Primavera 2025: un viaggio tra bellezza e storia in Campania

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Da Capo Miseno al Cilento: un fine settimana dedicato alla scoperta dei patrimoni nascosti della nostra regione. Tutti gli appuntamenti

Sabato 22 e domenica 23 marzo 2025

tornano le Giornate FAI di Primavera, il più

grande evento dedicato al patrimonio

culturale e paesaggistico italiano, giunto alla

sua 33ª edizione. Un appuntamento che

ogni anno coinvolge migliaia di cittadini e

volontari, offrendo la possibilità di visitare

oltre 750 luoghi straordinari in 400 città

d’Italia, molti dei quali normalmente chiusi al

pubblico.

La Campania sarà protagonista con più di

40 siti aperti in tutto il territorio regionale:

Napoli, Pozzuoli e i Campi Flegrei, Sorrento,

Castellammare, Capri, Ischia, Nola, e le

province di Caserta, Avellino, Benevento e

Salerno fino al Cilento. Un itinerario diffuso

che abbraccia ville storiche, aree

archeologiche, cattedrali, castelli, collezioni

d’arte e paesaggi mozzafiato, rendendo

omaggio alla bellezza senza tempo della

nostra regione.

L’evento è promosso dal FAI – Fondo per

l’Ambiente Italiano ETS, che celebra

quest’anno i suoi cinquant’anni di attività,

riaffermando la propria missione di tutela e

valorizzazione del patrimonio culturale in

sinergia con istituzioni e cittadini. Grazie

all’impegno delle Delegazioni e dei Gruppi

FAI, i visitatori saranno accompagnati da

Narratori del FAI, studenti universitari e

Apprendisti Ciceroni, giovani ambasciatori

della cultura e della storia locale.

Nella Sala della Giunta di Palazzo San

Giacomo, è stato presentato il programma

delle aperture per la Campania alla

presenza di Sergio Locoratolo,

coordinatore delle politiche culturali del

Comune di Napoli, e di Michele

Pontecorvo Ricciardi, Presidente

Regionale FAI Campania. All’incontro hanno

partecipato anche i rappresentanti delle

Delegazioni FAI delle province campane e

dei Gruppi FAI, FAI Giovani e FAI Ponte tra

culture.

Napoli accoglie le Giornate FAI con

un’offerta straordinaria di luoghi da scoprire.

Tra le aperture eccezionali, il Mausoleo

Schilizzi a Posillipo, che custodisce i caduti

delle due guerre mondiali, visitabile grazie

alla collaborazione con l’Associazione

Premio Greencare ETS. Sempre sulla

collina di Posillipo, sarà possibile visitare

Villa Rosebery, residenza ufficiale della

Presidenza della Repubblica, con percorsi

tra la Casina Borbonica, il Parco e la

Darsena.

Nel cuore della città, si aprono le porte della

Banca d’Italia, con le sue prestigiose sale

di rappresentanza e opere d’arte di pregio, e

il giardino di Palazzo d’Avalos, uno dei

gioielli storici del quartiere Chiaia. A Pozzuoli

e nei Campi Flegrei, gli itinerari guidati

porteranno i visitatori alla scoperta del

Colombario del Fusaro, il Faro di Miseno

e la Necropoli Paleocristiana di Villa

Elvira.

A Sorrento, occhi puntati su Villa

Cortchacow e il Giardino Botanico del

Parco dei Principi, mentre a

Castellammare il cantiere navale

Fincantieri e la Corderia sveleranno i

segreti dell’antica tradizione cantieristica

stabiese. Nell’isola di Ischia, saranno

visitabili le antiche Terme Belliazzi di

Casamicciola, mentre ad Anacapri si

apriranno le porte di Villa Mein Welt,

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INSIDE CAMPANIA

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splendido esempio di architettura Liberty.

L’Irpinia offrirà percorsi tra storia e

spiritualità con la visita all’Abbazia del

Goleto, simbolo di un’epoca in cui le

badesse governavano con potere sia

temporale che religioso, e al borgo di

Montefusco, immerso in un paesaggio

incantevole tra boschi e vigneti. A

Benevento, i visitatori potranno esplorare il

rione Trescene e il complesso di

Sant’Agostino, mentre agli iscritti FAI sarà

riservata un’esclusiva visita al campanile

della Cattedrale di Santa Maria de

Episcopio.

A Caserta, le aperture includeranno il

suggestivo Palazzo al Boschetto, il

Palazzo Acquaviva e la Real Vaccheria,

strettamente legata alla storia della Reggia.

A Riardo si potrà visitare la Masseria delle

Sorgenti Ferrarelle, un gioiello di

sostenibilità ambientale immerso nel Parco

delle Sorgenti.

Nel salernitano, si segnala l’apertura della

storica sede della Camera di Commercio

di Salerno e della Banca d’Italia, con le

sue collezioni d’arte, oltre alla Villa d’Ayala-

Valva, riaperta dopo un attento restauro. Nel

Cilento, gli amanti della natura potranno

percorrere il tratto di costa della Masseta,

un angolo incontaminato tra Scario e Marina

di Camerota, in collaborazione con il CAI

Monte Bulgheria.

Le Giornate FAI di Primavera non sono solo

un’occasione per scoprire luoghi

straordinari, ma anche un’opportunità di

partecipazione attiva: i visitatori potranno

contribuire alla tutela del patrimonio con

un’offerta libera, sostenendo le attività della

Fondazione.

Sul sito www.giornatefai.it è possibile

consultare l’elenco completo dei luoghi

aperti, gli orari di visita e le modalità di

partecipazione, con alcune aperture

riservate ai soci FAI. Un weekend di cultura

e bellezza, per riscoprire il fascino senza

tempo del nostro territorio.

RED

(foto fornite dall’Ufficio stampa del FAI Campania)

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AMBIENTE

Bacoli e Cesa sul podio dei Comuni Plastic Free 2025

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Due eccellenze campane tra i migliori otto comuni d’Italia nella lotta all’inquinamento da plastica. La cerimonia al teatro Mediterraneo.

di Antonio Quaranta

Bacoli e Cesa hanno ottenuto il massimo

riconoscimento di “tre tartarughe” come

“Comune Plastic Free”, un titolo

assegnato da Plastic Free Onlus,

l’organizzazione di volontariato che dal 2019

combatte l’inquinamento da plastica

attraverso iniziative di sensibilizzazione e

azioni concrete sul territorio. La cerimonia di

premiazione della quarta edizione del

riconoscimento si è svolta l’8 marzo 2025 a

Napoli, presso il Teatro Mediterraneo, alla

presenza di amministratori locali,

rappresentanti istituzionali e volontari giunti

da tutta Italia. L’evento ha avuto il patrocinio

del Parlamento Europeo, del Senato della

Repubblica, della Camera dei Deputati,

del Ministero dell’Ambiente e della

Sicurezza Energetica e del Comune di

Napoli, a conferma dell’importanza di

un’iniziativa che promuove una sana

competizione tra i comuni per migliorare la

tutela ambientale.

L’assegnazione delle tre tartarughe è un

riconoscimento riservato a soli otto comuni

in tutta Italia, un risultato che rende ancora

più significativa la vittoria di Bacoli e Cesa,

che si sono distinte per le loro politiche

ambientali avanzate e per l’impegno

costante nel coinvolgere cittadini e

associazioni nella lotta all’inquinamento. Per

la Campania, questo successo assume un

valore ancora maggiore, considerando che

sono stati premiati in totale dieci comuni

della regione, tra cui Agropoli e

Pomigliano d’Arco con due tartarughe, e

altri sei comuni con una tartaruga, a

testimonianza di un impegno sempre più

diffuso nella gestione sostenibile del

territorio.

L’emozione per il prestigioso traguardo è

stata palpabile nelle parole del sindaco di

Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, che

ha condiviso la sua gioia con i cittadini: “Da

brividi! È stato fantastico quando tutto il

Teatro Mediterraneo di Napoli ha applaudito

la premiazione di Bacoli. Siamo diventati un

orgoglio nazionale. Questo premio è dei

bacolesi, della nostra amministrazione e di

tutti coloro che si impegnano per l’ambiente.

Non ci fermeremo qui.” Il riconoscimento,

infatti, non è arrivato per caso, ma è il frutto

di anni di lavoro da parte

dell’amministrazione comunale, affiancata

dalla società in house Flegrea Lavoro, dai

dipendenti comunali, dai volontari e dalle

associazioni locali. Bacoli è ormai un

riferimento a livello nazionale per le buone

pratiche ecologiche e la riduzione

dell’uso della plastica monouso, un

impegno che ha portato la città a

conquistare questo titolo per il quarto anno

consecutivo.

Non meno significativo è stato il successo di

Cesa, che si è distinta come unica città

della provincia di Caserta ad aver ottenuto

il massimo riconoscimento. Il sindaco Enzo

Guida ha espresso con orgoglio la

soddisfazione dell’amministrazione e della

comunità: “Sembra incredibile, invece è

realtà! Siamo vincitori delle tre tartarughe

come Comune Plastic Free, il massimo

riconoscimento che potevamo ottenere.

Siamo l’unico comune della provincia di

Caserta a riceverlo e ne siamo orgogliosi.” Il

risultato è stato possibile grazie al lavoro

congiunto di tutta l’amministrazione, con un

contributo fondamentale dell’assessore

Alfonso Marrandino, del responsabile

dell’area Giacomo Petrarca e della

referente locale di Plastic Free Antonella

Cristiano. Anche gli Osservatori

Ambientali, guidati da Ivano Oliva, hanno

avuto un ruolo chiave, coordinando iniziative

di sensibilizzazione e attività concrete di

tutela del territorio.

L’importanza di questo premio è stata

sottolineata anche da Luca De Gaetano,

fondatore e presidente di Plastic Free

Onlus, che ha evidenziato come un

Comune Plastic Free non sia solo

un’etichetta, ma una vera e propria

missione. “Oggi più che mai, il

riconoscimento di Comune Plastic Free

significa aver scelto un percorso virtuoso,

fatto di azioni concrete per ridurre

l’inquinamento da plastica, sensibilizzare i

cittadini, educare le nuove generazioni e

costruire una comunità più consapevole e

sostenibile. Un Comune Plastic Free è un

motore di trasformazione, un nuovo modo di

pensare e vivere il proprio territorio.”

Anche il sindaco di Napoli, Gaetano

Manfredi, ha ricevuto un riconoscimento

speciale e ha ribadito l’importanza del ruolo

delle amministrazioni locali in questo

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



AMBIENTE

processo: “Essere Plastic Free non significa riconoscimento Plastic Free rappresenta

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solo ridurre la plastica, ma impegnarsi una preziosa occasione per diffondere

quotidianamente per la propria comunità. buone pratiche ambientali in tutta Italia.

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Come sindaci, siamo in prima linea e Il futuro della sostenibilità urbana passa

vogliamo lavorare assieme ai cittadini per anche attraverso iniziative come questa, che

migliorare il nostro territorio.”

incentivano le amministrazioni locali a

A livello europeo, il presidente della perseguire obiettivi sempre più

Commissione per l’Ambiente del

ambiziosi. Proprio per questo motivo,

Parlamento Europeo, Antonio Decaro, ha Plastic Free Onlus ha annunciato che le

ricordato che il Green Deal in corso prevede candidature per il Comune Plastic Free

misure sempre più stringenti per la riduzione 2026 apriranno già a giugno 2025, dando

della plastica monouso e che il

l’opportunità a un numero crescente di

comuni di partecipare a questa sfida per

l’ambiente. Sono in corso anche colloqui con

le Regioni per individuare risorse

economiche a sostegno dei comuni che

vogliono adottare strategie più

sostenibili, contribuendo così a una

crescita diffusa della consapevolezza

ambientale a livello nazionale.

L’assegnazione delle tre tartarughe a

Bacoli e Cesa dimostra che la Campania

sta diventando un modello di riferimento

nel panorama nazionale della

sostenibilità. Il riconoscimento è il risultato

di un impegno costante e condiviso tra

istituzioni, cittadini e associazioni, un

esempio concreto di come la collaborazione

possa portare a risultati straordinari. Grazie

a un lavoro capillare sul territorio, queste

due città si confermano pionieri della lotta

all’inquinamento da plastica, dimostrando

che la tutela ambientale è una missione

collettiva e che, con determinazione e

visione, è possibile costruire comunità più

sostenibili e consapevoli.

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CULTURA E SPETTACOLI

Oreste Zevola: una mostra celebra l’artista a dieci anni dalla scomparsa

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Un viaggio nell’universo visionario dell’artista tra disegni, tempere e videoproiezioni inedite. Al Blu di Prussia l’evento curato da Maria Savarese

La galleria Al Blu di Prussia di Napoli

ospita dal 13 marzo al 9 maggio 2025 una

grande retrospettiva dedicata a Oreste

Zevola, artista visionario scomparso dieci

anni fa. La mostra, curata da Maria

Savarese, presenta oltre 70 opere, tra

tempere su tela e carta, molte delle quali

inedite, arricchite da videoproiezioni che

offrono un viaggio immersivo nel suo

universo artistico. L’iniziativa è promossa

dalla Fondazione Mannajuolo, in

collaborazione con l’Archivio Oreste

Zevola, e rappresenta il primo omaggio

espositivo a Napoli per l'artista, riportando in

città il suo straordinario percorso creativo.

Nato a Napoli nel 1954, Oreste Zevola è

stato un artista poliedrico, capace di

spaziare dal disegno alla pittura, dalla

desiderio di sperimentazione, con

un'attenzione particolare all'uso di materiali

non convenzionali, come la ceramica e il

cartoncino intagliato.

Nei primi anni 2000, Zevola ha avviato due

importanti progetti artistico-umanitari nella

Repubblica Centroafricana,

successivamente esposti all’Istituto

Francese di Napoli (2005) e alla Fabbrica

del Lunedì di Giusi Laurino (2007). Il suo

linguaggio artistico, in cui si intrecciano

influenze teatrali e cinematografiche, ha

dato vita a

opere che

raccontano

storie di sogno

e realtà, tra

sacro e

Patrizia e Pulcinella (2007), Il Guardiano

(2009), Ultima opera (agosto 2014).

Le tempere esposte trasportano il visitatore

in un universo poetico popolato da figure

umane, angeli, vulcani, uccelli, barche e

piante, restituendo l’essenza di un artista

che ha saputo trasformare ogni immagine in

scultura alla scenografia, fino all’illustrazione

editoriale. Negli anni ‘70 ha fondato, insieme

a Roberto Vidali e Rolan Marino, la rivista

d’arte Juliet, affermandosi come figura di

riferimento tra Napoli e Parigi. La sua

carriera è stata segnata da un costante

profano, tra il mondo arcaico

e quello contemporaneo.

La mostra raccoglie oltre 70

opere selezionate

dall’Archivio Oreste Zevola,

con un’attenzione particolare ai lavori

realizzati tra il 2000 e il 2014. Tra le opere

esposte spiccano Bad Boys (2000), Tu moi

ce soir, Cane di pane (2002), Alberi

(2004), Il resto di niente (2004), Santa

una narrazione sospesa tra mito e memoria.

Uno spazio speciale è dedicato ai disegni

realizzati per il film “Il resto di niente” di

Antonietta De Lillo, ispirato al romanzo di

Enzo Striano, con animazioni che

raccontano la storia di Eleonora Pimentel

Fonseca e della Rivoluzione Napoletana

del 1799.

A completare il percorso espositivo, una

selezione di video che permette di entrare

ancora più in profondità nel lavoro di Zevola:

“Oreste Zevola, disegnare il cinema”

(2016, Archivio Oreste Zevola), “Inanimés”

(2004, videoarte con riferimenti a Pinocchio

e alle fiabe classiche), Disegni animati per

“Il resto di niente” (film di Antonietta De

Lillo, 2004).

Apporto importante è quello dell’Archivio

Oreste Zevola, fondato nel 2015 e diretto

da Marina Gargiulo, nato con l’obiettivo di

catalogare, conservare e valorizzare il

lavoro dell’artista. Le opere sono suddivise

per tecniche e tipologie – pittura, scultura,

grafica, editoria – e sono accompagnate da

documenti, lettere e materiali di ricerca.

Nel 2024, grazie a un’attenta catalogazione

a cura della Soprintendenza Archivistica e

Bibliografica della Campania, l’Archivio è

stato riconosciuto di interesse culturale,

segnando un passo fondamentale per la

tutela e la diffusione dell’opera di Zevola.

Questa mostra rappresenta un’occasione

unica per riscoprire un artista che ha

lasciato un segno profondo nell’arte

contemporanea, restituendo alla città di

Napoli una parte fondamentale del suo

patrimonio culturale.

DIR

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CULTURA E SPETTACOLI

La memoria del giornalismo italiano: l’Emeroteca Tucci di Napoli

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Un tesoro di carta e storia, tra periodici rari e il rischio dell’oblio. Fondata nel 1907 raccoglie migliaia di periodici italiani e stranieri

C’è a Napoli un luogo dove la memoria

storica della città e del giornalismo italiano

trova casa. Fondata nel 1907 da un gruppo

di giornalisti corrispondenti, l’Emeroteca

Tucci è stata inizialmente uno strumento di

lavoro per loro, diventando nel tempo un

punto di riferimento imprescindibile per

studiosi, studenti, professori e professionisti,

italiani e stranieri. Nei primi anni del

Novecento, la "Biblioteca dei Giornalisti" era

un crocevia di arte, letteratura e giornalismo.

La sua prima sede fu Palazzo Gravina

(prima ancora, i giornalisti si riunivano in un

piccolo ammezzato di via Monteoliveto 75),

per poi trasferirsi, nel 1936, nell’attuale sede

di Palazzo Vaccaro, oggi anche sede delle

Poste.

Uno dei suoi fondatori più eclettici fu Nicola

Daspuro, corrispondente de Il Secolo,

ideatore della funicolare di piazza Augusteo

e organizzatore di stagioni liriche al teatro

Mercadante. Fu Daspuro a scoprire il talento

di Enrico Caruso, procurandogli la sua

prima scrittura con la casa musicale

Sonzogno. Ma fu Vincenzo Tucci, a cui

l’emeroteca deve il nome, a ottenere dalle

Poste quattro saloni e altri due vani con

librerie al piano nobile di Palazzo Gravina.

Negli anni Trenta, durante la demolizione di

edifici e chiese del quartiere San Giuseppe

per la costruzione di un rione in stile

fascista, fu realizzato il nuovo Palazzo delle

Poste su progetto di Giuseppe Vaccaro.

Qui, al secondo piano, fu allestita la sala

stampa dei corrispondenti e la loro

emeroteca, già aperta al pubblico per la

consultazione gratuita.

Nel giugno del 1936, l’emeroteca fu

trasferita nello storico Palazzo Vaccaro,

dove si sono formate generazioni di

giornalisti, letterati e docenti universitari. A

partire dagli anni ’70, sotto la guida di

Salvatore Maffei, decano dei cronisti di

giudiziaria e ancora oggi punto di riferimento

ultranovantenne, il patrimonio della Tucci si

è arricchito di pezzi rari, ampliando le sue

attività con mostre, convegni, trasferte e la

pubblicazione di volumi illustrati. Un'attività

che continua con ricerche e digitalizzazione

di articoli per studiosi in tutta Italia e nel

mondo.

Oggi, l’Emeroteca Tucci possiede quasi

11mila periodici, italiani e stranieri, dal

1648, e una biblioteca con 50mila volumi,

tra cui opere rarissime come il De divinis

institutionibus

adversus gentes di

Firmiano Lactanzio

(1479), introvabile in

qualsiasi altra

biblioteca italiana, e

forse mondiale. Tra i

tesori più preziosi,

epistolari, bandi,

manoscritti, manifesti

(oltre 100 futuristi) e

giornali posseduti in

esclusiva: periodici

milanesi del ’700 che

mancano persino a

Milano, testate

romane assenti nelle

biblioteche di Roma,

riviste toscane sconosciute a Firenze, fogli

bolognesi irreperibili nelle biblioteche

emiliane e addirittura 100 periodici cattolici

non presenti nella Biblioteca Vaticana.

Numerosi studiosi internazionali hanno

frequentato e continuano a frequentare la

Tucci. Michael Henstock, autore di una

biografia sul tenore Fernando De Lucia, è

un assiduo visitatore dal 1968. Tra i

frequentatori storici ci sono stati Percy

Allum, Dan Hofstadter, Ermanno Rea e lo

storico Kogan. Le richieste di consultazione

giungono da università prestigiose come

Heidelberg, Cambridge, Indiana, Bunkio,

Ochanomizu, Reno, Strasburgo, Berlino,

Marburg, Varsavia, Bath, Francoforte e

Nottingham. Nel corso degli anni,

l’emeroteca ha anche accolto gruppi di

studiosi e professionisti, come i 30 architetti

svizzeri della SIA, guidati dalla

professoressa Katia Accossato del

Politecnico di Milano, per una mostra su

periodici di architettura.

Un altro aspetto fondamentale è l’impegno

nella formazione dei più giovani. Le

mattinate di studio organizzate per studenti

e alunni degli istituti campani hanno

dimostrato quanto sia importante consultare

fonti originali. Nell’era del copia-incolla

digitale, la Tucci offre un’esperienza

formativa unica, con video, lezioni sul

metodo di ricerca e consultazione diretta di

giornali d’epoca. Un esempio emblematico?

Se nei libri di storia si legge che i Borbone

censurarono la notizia dello sbarco di

Garibaldi fino al 15 maggio, all’emeroteca

si può verificare che il Giornale del Regno

delle Due Sicilie, il 13 maggio, pubblicò

un’edizione straordinaria in cui annunciava

l’arrivo di Garibaldi con tono sprezzante ma

senza censura.

Ma il futuro della Tucci è incerto. Il

personale è ridotto all’osso e il sostegno

finanziario insufficiente. L’unico socio

sostenitore rimasto è la Camera di

Commercio, a cui si aggiungono piccoli

contributi del Comune di Napoli e,

quest’anno, della Regione Campania.

Basterà? Se la Tucci dovesse chiudere, il

suo immenso patrimonio sarebbe trasferito

in un’altra città o istituzione culturale

nazionale, come previsto dallo statuto (art.

20). Sarebbe una perdita inestimabile, una

sconfitta culturale per Napoli e per l’intero

Paese. Mantenere viva questa emeroteca

non è solo una questione di conservazione

storica, ma un impegno per il futuro della

cultura e della memoria collettiva.

RED

(foto di Antonio Coppola e altri

per gentile concessione dell’Emeroteca Tucci)

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CULTURA E SPETTACOLI

Fernando De Lucia e Enrico Caruso: un convegno tra storia e musica

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Un omaggio al grande tenore napoletano nell’anniversario della sua scomparsa. All’Emeroteca Tucci un confronto tra musicologi ed esperti

Il convegno dedicato a Fernando De Lucia,

una delle voci più celebri della lirica

internazionale, ospitato presso l’Emeroteca

Tucci, ha visto la presenza di esperti e

studiosi di fama mondiale che hanno

approfondito la figura del tenore napoletano,

mettendola in relazione con l’altro gigante

della lirica, Enrico Caruso.

Durante l’incontro, il sovrintendente

emerito del Teatro di San Carlo,

Francesco Canessa, ha proposto un

emozionante confronto tra le due voci,

facendo ascoltare le registrazioni di “Una

furtiva lacrima” interpretate sia da De

Lucia che da Caruso. Canessa ha

sottolineato le peculiarità stilistiche di

entrambi i cantanti, evidenziando come

Caruso abbia apportato una modifica alla

Fernando De Lucia ritratto di E. Fontana

dal Il Teatro illustrato e la musica popolare, aprile 1889)

Francesco Canessa

chiusura del brano, mentre De Lucia si

distingueva per un’interpretazione più

ornamentale e legata alla tradizione

belcantistica.

L’intervento di Michael Henstock, biografo

di Fernando De Lucia, ha ripercorso la

carriera del tenore attraverso documenti

storici e registrazioni rare. Henstock ha

condiviso tre esecuzioni d’epoca che hanno

permesso di apprezzare l’evoluzione del suo

stile vocale e la sua importanza nella storia

dell’opera.

Ha inoltre approfondito i risultati delle sue

ricerche ventennali condotte presso

l’Emeroteca Tucci, dove ha studiato

documenti e testimonianze sulla vita e l’arte

di De Lucia, culminando nella pubblicazione

della biografia "Fernando De Lucia. Son of

Naples" nel 1990.

Henstock ha evidenziato come De Lucia

fosse considerato il più grande tenore del

mondo prima dell’arrivo di Caruso e come la

sua tecnica di canto, influenzata dal

belcanto ottocentesco, lo rendesse un

interprete raffinato e unico nel panorama

lirico dell’epoca.

A seguire, il musicologo e ex cantante lirico

Michael Aspinall ha offerto un’analisi

approfondita della tecnica vocale di De

Lucia, spiegando come “gli acuti

rappresentano la parte ornamentale” del suo

modo di esprimersi, in contrasto con

l’approccio più diretto e potente di Caruso.

Aspinall ha inoltre illustrato l’impatto del

canto di De Lucia sulla generazione di tenori

successiva, sottolineando il valore della sua

eredità artistica.

L’evento si è rivelato un'occasione

straordinaria per riscoprire la grandezza di

Fernando De Lucia e il suo contributo alla

storia della lirica, ponendolo accanto a

Enrico Caruso in un confronto che ha

affascinato il pubblico e gli studiosi presenti.

RED

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CULTURA E SPETTACOLI

Rubens a Capodimonte: un viaggio nel Seicento tra martirio e salvezza

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A Napoli arriva il capolavoro di Pieter Paul Rubens, esposto in un dialogo inedito con i maestri del Seicento italiano

Il Museo e Real Bosco di Capodimonte

accoglie un ospite d’eccezione: il capolavoro

San Sebastiano curato dagli angeli di Pieter

Paul Rubens. L’opera, datata 1601-1602,

proviene dalle Gallerie Nazionali di Arte

Antica e sarà esposta per la prima volta a

Napoli, in un allestimento che la metterà a

confronto con altre raffigurazioni

seicentesche del martirio del santo, presenti

nella collezione del museo.

L’iniziativa rappresenta un’opportunità

straordinaria per ammirare il dipinto in un

contesto arricchito dalla presenza di opere

di Passignano, Schedoni, Vaccaro e Preti,

ciascuna portatrice di una diversa

interpretazione del martirio di San

Sebastiano. A rendere ancora più

significativo questo appuntamento è il

dialogo con un altro capolavoro proveniente

dalle Gallerie

Nazionali di

Arte Antica:

Amor sacro e

Amor profano

di Giovanni

Baglione

(1602),

esposto nella

sala 62 del

museo.

Quest’ultimo

dipinto

assume un

valore

simbolico

anche per la

celebre

rivalità tra

Baglione e Caravaggio, testimoniata da

scritti e opere dell’epoca.

Figura iconica dell’iconografia cristiana, San

Sebastiano è il simbolo della resistenza

spirituale. Ufficiale romano convertitosi al

cristianesimo, fu condannato a morte e

trafitto da frecce, ma sopravvisse grazie alle

cure della vedova Irene. Tuttavia, riprese la

sua missione evangelica e venne

nuovamente arrestato e martirizzato.

La tela di Rubens si discosta

dall’iconografia più diffusa: non è Irene, ma

gli angeli a soccorrere il santo, in

un’atmosfera di intensa drammaticità e

grande impatto emotivo. Il corpo

monumentale di San Sebastiano, ispirato

alla statuaria classica e alle potenti

anatomie di Michelangelo, domina la

scena, mentre la corazza abbandonata a

terra simboleggia il passaggio dalla vita

militare alla dimensione sacra.

Il percorso espositivo si sviluppa attraverso

un confronto visivo tra il San Sebastiano di

Rubens e le opere di altri maestri del

Seicento italiano, tra cui Domenico Cresti,

detto il Passignano – San Sebastiano

condotto al sepolcro (1602); Bartolomeo

Schedoni – San Sebastiano curato dalle

pie donne (1615); Andrea Vaccaro – San

Sebastiano (1635-1640, recentemente

restaurato); Mattia Preti – San Sebastiano

(1656 ca.).

Tutte le opere, collocate nella sala 61,

offrono una panoramica sulle diverse

sensibilità artistiche dell’epoca e sulle

molteplici chiavi di lettura del martirio del

santo.

L’esposizione si inserisce in una più ampia

collaborazione tra Capodimonte e

Palazzo Barberini, nata in occasione del

Giubileo 2025. Parallelamente, La

Flagellazione di Cristo di Caravaggio,

custodita a Capodimonte, sarà esposta a

Roma nella mostra Caravaggio 2025 (fino

al 6 luglio).

Per incentivare il pubblico a visitare

entrambe le esposizioni, è stata attivata

una promozione speciale: i visitatori di

Capodimonte potranno accedere alla

mostra su Caravaggio con biglietto

ridotto (da 18 a 12 euro), e viceversa, chi

visiterà la mostra romana potrà entrare a

Capodimonte con un ticket agevolato (12

euro fino al 30 luglio).

Dopo Rubens e Baglione, il Museo di

Capodimonte si prepara ad accogliere un

altro grande maestro del Seicento:

Ludovico Carracci. Nel mese di marzo,

sarà esposta la sua straordinaria

Annunciazione (1585), prestito

d’eccezione della Pinacoteca Nazionale

di Bologna.

L’arrivo di Carracci si inserisce nel ciclo di

esposizioni inaugurato nel 2024, che ha

visto tra i protagonisti Gustave Courbet.

Con queste iniziative, Capodimonte

conferma il suo ruolo di primo piano nel

panorama culturale internazionale, offrendo

ai visitatori un viaggio affascinante tra le

meraviglie della pittura europea.

(immagini fornite dall’Ufficio stampa del Museo e Real

Bosco di Capodimonte)

RED

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CULTURA E SPETTACOLI

‘600 Napoletano: al Museo Diocesano di Donnaregina la grande pittura barocca

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Protagonisti Caravaggio e i Maestri del Seicento. Biglietto integrato con il Pio Monte della Misericordia

Le mostre Capolavori del '600 Napoletano

e Caravaggio a Donnaregina al Museo

Diocesano di Donnaregina celebrano la

grande pittura barocca, con opere di

Caravaggio, Luca Giordano e altri maestri

del Seicento. La mostra sulla Collezione De

Vito è prorogata fino al 30 maggio 2025.

Napoli si conferma capitale dell’arte con due

mostre straordinarie al Museo Diocesano

di Donnaregina, dedicate alla pittura

napoletana del Seicento. Dopo il grande

successo della mostra Caravaggio a

Donnaregina, che ha riportato a Napoli la

celebre Flagellazione di Cristo, prosegue

l’esposizione Capolavori del ‘600

Napoletano: da Battistello a Luca

Giordano, arricchita dalle opere della

prestigiosa Collezione De Vito, la cui

permanenza è stata prorogata fino al 30

maggio 2025. Si tratta di un viaggio

emozionante tra i capolavori di

Michelangelo Merisi da Caravaggio,

Battistello Caracciolo, Luca Giordano e

altri grandi protagonisti della pittura barocca

napoletana.

Le mostre sono state presentate con gli

interventi di Eike Schmidt, Pierluigi Leone

de Castris, Nadia Bastogi, Giancarlo Lo

Schiavo, Adolfo Russo, Maria Cristina

Terzaghi, Riccardo Lattuada, con un

contributo conclusivo

dello scrittore Maurizio

de Giovanni, che ha

esaltato la bellezza e la

profondità artistica delle

opere esposte.

La mostra su

Caravaggio, che ha

segnato il ritorno a

Napoli della

Flagellazione di Cristo,

è stata resa possibile

grazie alla

collaborazione tra il

Fondo Edifici di Culto

(FEC), il Museo di

Capodimonte e il

Museo Diocesano di

Donnaregina. Il celebre

dipinto, originariamente

destinato alla chiesa di

San Domenico

Maggiore, ha suscitato

grande entusiasmo tra i

visitatori. Il catalogo della mostra include

interventi di illustri studiosi, tra cui Eike

Schmidt e Maria Cristina Terzaghi, cocuratrice

anche della prossima grande

mostra su Caravaggio a Roma.

Accanto a questa esposizione, continua il

successo della mostra Capolavori del ‘600

Napoletano, con una selezione di opere

provenienti dalla prestigiosa Collezione De

Vito, interamente dedicata alla pittura

napoletana del Seicento. Curata da

Pierluigi Leone de Castris e Nadia

Bastogi, direttrice scientifica della

Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito,

l’esposizione rappresenta un crocevia

essenziale per comprendere lo sviluppo

della pittura barocca in città.

L’evento costituisce un’opportunità unica per

i visitatori, inclusi i pellegrini in arrivo a

Napoli per l’Anno Giubilare, che potranno

immergersi in un percorso tra spiritualità e

arte. Grazie a un biglietto integrato, sarà

possibile visitare anche il Pio Monte della

Misericordia, dove è custodito uno dei

massimi capolavori di Caravaggio, Le Sette

Opere di Misericordia.

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CULTURA E SPETTACOLI

San Gennaro e Sant’Anna dei Lombardi: biglietto integrato per un’esperienza unica

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Opportunità imperdibile per cittadini e turisti alla scoperta del Tesoro del Patrono e dell’importante Complesso monumentale

A partire da marzo 2025, turisti e cittadini

potranno visitare il Tesoro di San Gennaro e

il Complesso Monumentale di Sant’Anna dei

Lombardi acquistando un biglietto unico che

permette di ammirare due tra i più importanti

tesori artistici e culturali di Napoli a un

prezzo speciale. Questa iniziativa

rappresenta un'opportunità unica per

esplorare la storia e l'arte di questi due siti

straordinari, offrendo un’esperienza

immersiva tra capolavori d’arte sacra e

rinascimentale.

Grazie a questa nuova formula, il biglietto

d’ingresso combinato è disponibile a un

prezzo vantaggioso di 15,00 € (anziché

19,00 €), consentendo un notevole

risparmio rispetto all’acquisto separato dei

due ingressi (Tesoro di San Gennaro:

13,00 € - Sant’Anna dei Lombardi: 6,00

€). Tariffe speciali sono disponibili anche per

specifiche categorie di visitatori: biglietto

ridotto 10,00 €, scuole 7,00 €, famiglie

composte da tre persone 30,00 €.

L’ingresso è gratuito per bambini fino a 6

anni, guide turistiche e insegnanti

accompagnatori di gruppi scolastici. I biglietti

integrati possono essere acquistati

direttamente nelle biglietterie dei musei o

online sul sito ufficiale www.

tesorosangennaro.it

Questa iniziativa nasce dalla collaborazione

tra D’Uva s.r.l., che gestisce il Tesoro di San

Gennaro sotto la direzione di Francesca

Ummarino, e ParteNeapolis, che cura i

servizi museali del Complesso Monumentale

di Sant’Anna dei Lombardi, diretto da

Ambra Giglio.

Il Tesoro di San Gennaro custodisce una

delle collezioni di gioielli sacri più ricche al

mondo, frutto di secoli di donazioni da parte

di papi, sovrani e fedeli. La visita inizia dalla

Cappella del Tesoro, per poi proseguire

nelle Sacrestie e nelle sale museali, dove si

possono ammirare capolavori come la

spettacolare Mitra del Settecento, ornata

con oltre 3600 pietre

preziose (diamanti, rubini,

smeraldi), e la Collana di

San Gennaro, simbolo di

250 anni di storia europea a

Napoli. Nel prezzo del

biglietto è inclusa

un’audioguida, realizzata da

D’Uva, che accompagna i

visitatori in un viaggio nella

storia del Santo Patrono e

dei tesori a lui dedicati.

Particolare attenzione è stata

riservata all’accessibilità, con

la rimozione di barriere

architettoniche e soluzioni

per visitatori con esigenze

specifiche.

Il Complesso Monumentale

di Sant’Anna dei Lombardi rappresenta un

gioiello del Rinascimento napoletano. Tra le

opere più importanti si trova il Compianto

sul Cristo morto di Guido Mazzoni, un

gruppo scultoreo dal forte impatto emotivo,

attualmente oggetto di un restauro

conservativo promosso dai Friends of

Naples. Le sculture di Antonio Rossellino

e Benedetto da Majano testimoniano la

raffinata arte quattrocentesca, mentre un

piccolo putto scolpito da un giovane

Michelangelo affascina i visitatori. Il vero

capolavoro del complesso è la

Sagrestia affrescata da Giorgio

Vasari, con una volta decorata da

allegorie mitologiche e virtù morali.

Un’audioguida realizzata in

collaborazione con ItGuides è

inclusa nel prezzo del biglietto,

permettendo ai visitatori di

esplorare ogni dettaglio delle opere

d’arte presenti nel complesso.

I due siti sono facilmente accessibili

e aperti tutti i giorni. Il Tesoro di

San Gennaro, situato in Via

Duomo 149, 80138 Napoli, è

visitabile dalle 9:30 alle 18:00

(ultimo ingresso alle 17:00), mentre

il Complesso Monumentale di

Sant’Anna dei Lombardi, in

Piazza Monteoliveto 4, 80134

Napoli, è aperto dalle 9:30 alle 18:00

(ultimo ingresso alle 17:30), con orario

ridotto la domenica (12:30 - 17:30).

Questa iniziativa rappresenta un’occasione

speciale per riscoprire il patrimonio storico e

artistico di Napoli, attraverso un viaggio tra

sacralità e bellezza rinascimentale, reso

ancora più accessibile e conveniente grazie

al biglietto unico.

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Approda al Museo Madre il Forum Italics 2025 il ruolo delle imprese culturali

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Settantaquattro gallerie italiane ed esperti di rilievo a confronto sui nodi cruciali per il futuro dell'arte italiana

Il futuro delle gallerie d’arte italiane, le

trasformazioni nel collezionismo e la

relazione con le nuove generazioni, le

alternative per garantire la continuità delle

collezioni museali, le politiche di sostegno

per le gallerie più vulnerabili e le criticità del

nuovo Decreto Cultura. Sono stati questi i

temi centrali della terza edizione del Forum

Italics, che ha fatto tappa per la prima volta

a Napoli, lunedì 24 febbraio 2025, presso il

Museo Madre.

L’evento, organizzato da ITALICS in

collaborazione con la Fondazione

Donnaregina per le Arti Contemporanee, ha

visto la partecipazione di settantaquattro

gallerie italiane di arte antica, moderna e

contemporanea. Un’importante occasione di

confronto per esaminare il ruolo delle

gallerie come imprese culturali, promuovere

sinergie tra gli operatori del settore e

delineare strategie concrete per il futuro

dell'arte in Italia.

La giornata si è articolata in diverse sessioni

di lavoro. In mattinata, sei tavoli di

discussione hanno affrontato i temi più

urgenti per il settore: Il ruolo di Italics e il

piano quinquennale (moderato da Andrea

Cancellato), L’evoluzione del progetto

Panorama (moderato da Agostino Riitano),

Le trasformazioni del collezionismo e il

rapporto con le nuove generazioni

(moderato da Maurizio Morra Greco), La

missione collezionistica dei musei italiani

(moderato da Eva Fabbris), Le politiche di

sostegno per le gallerie più fragili (moderato

da Alessandra Troncone) e Il nuovo

equilibrio tra gallerie e artisti (moderato da

Andrea Abbamonte).

Nel pomeriggio, il dibattito si è acceso

attorno alla tavola rotonda Decreto Cultura:

prossime azioni di sensibilizzazione, che ha

visto la partecipazione di esperti e

professionisti del settore. Il tema centrale è

stato il mancato inserimento, nel recente

Decreto Cultura, dell’emendamento per la

riduzione dell’IVA sul mercato dell’arte, un

provvedimento che avrebbe consentito

all’Italia di allinearsi alle misure adottate da

Paesi come Francia e Germania. La

decisione del Governo è stata duramente

criticata dagli operatori del settore, che

temono un ulteriore svantaggio competitivo

rispetto al mercato internazionale. L'incontro

ha rappresentato un momento fondamentale

per delineare azioni concrete volte a

sensibilizzare le istituzioni sulle

conseguenze economiche e culturali di

questa scelta.

A seguire, i partecipanti al Forum hanno

preso parte a una visita guidata a Gli anni,

un progetto che avvia un dialogo tra la

collezione del Museo Madre e alcune delle

principali collezioni pubbliche e private della

città di Napoli, curata dalla direttrice Eva

Fabbris.

La giornata si è conclusa con l’incontro

aperto al pubblico Che futuro per il settore

dell’arte in Italia?, moderato da Renata

Caragliano (Repubblica), con la

partecipazione di Alfonso Artiaco

(gallerista e membro

del CdA di Italics),

Cesare Pietroiusti

(artista), Angela Tecce (Presidente

Fondazione Donnaregina per le Arti

Contemporanee – Museo Madre) e Pietro

Vallone (CFO MASSIMODECARLO e

consigliere ANGAMC). Durante il dibattito

sono emersi spunti significativi sulle sfide

che il sistema artistico italiano deve

affrontare per rimanere competitivo e

sostenibile.

In qualità di main partner, Belmond ha

confermato il suo supporto alle attività di

Italics, rafforzando il legame tra il mondo

dell’arte e il settore dell’ospitalità di lusso.

Il Forum Italics 2025 ha segnato un passo

importante per il dialogo e la

consapevolezza sulle trasformazioni in atto

nel settore artistico italiano. L’auspicio è che

le proposte emerse possano tradursi in

azioni concrete per garantire un futuro solido

e innovativo all’arte nel nostro Paese.

(foto di Amedeo Benestante, courtesy Museo Madre)

DIR

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Primmammore: il nuovo romanzo di Titti Marrone tra denuncia sociale e memoria storica

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Nel libro edito da Feltrinelli un viaggio tra segreti, silenzi e ricerca della verità tra le ombre della periferia napoletana

Nel suo ultimo romanzo Primmammore

(Feltrinelli), Titti Marrone racconta una

vicenda intensa e dolorosa, ambientata nella

periferia di Napoli. Tutto ha inizio con la

tragica morte di una bambina di sei anni,

precipitata dall’ultimo piano di un palazzo.

La sua insegnante, Costanza, e il figlio

Marco, giornalista, non credono alla

versione ufficiale dell’incidente e iniziano a

indagare, scontrandosi con il silenzio e

l’omertà che circondano il caso. La loro

ricerca della verità li porterà a esplorare le

dinamiche di potere e le disuguaglianze che

caratterizzano il contesto sociale in cui la

vicenda si svolge.

Accanto al presente investigativo, il romanzo

si snoda attraverso i ricordi di Costanza, che

ripercorre le battaglie sociali della sua

giovinezza e il legame con Sirio, compagno

di vita e di ideali. Sullo sfondo, Napoli

emerge in tutta la sua complessità, con le

sue periferie segnate da contraddizioni

profonde, ma anche da una storia di

resistenza e impegno civile.

Primmammore non è solo un romanzo di

denuncia, ma anche una riflessione sul

significato della giustizia e sulla difficoltà di

cambiare un sistema che sembra

impenetrabile. Marrone descrive con lucidità

la realtà di chi è costretto a vivere ai margini,

sottolineando l’importanza di chi sceglie di

non restare in silenzio.

Titti Marrone, giornalista e docente di Storia

e tecniche del giornalismo presso

l’Università Suor Orsola Benincasa di

Napoli, è autrice di numerosi saggi e

romanzi. Tra i suoi lavori più noti si

annoverano Il sindaco (Rizzoli, 1996),

Meglio non sapere. Tre bambini nella Shoah

(Laterza, 2003; Feltrinelli, 2023), Controluce

– Letteratura e totalitarismi (con Gustaw

Herling, Marotta&Cafiero, 2023), e i

romanzi Il tessitore di vite (Mondadori,

2013), La donna capovolta (Iacobelli editore,

2019) e Se solo il mio cuore fosse pietra

(Feltrinelli, 2022; Premio Croce). È inoltre tra

i fondatori della libreria indipendente

Iocisto, punto di riferimento per la diffusione

della cultura letteraria a Napoli.

L’incontro che ha cambiato il romanzo

Ci sono storie affiorate dalle cronache che

più di altre ti restano appiccicate addosso. E

poi ci sono incontri con chi quelle storie le

ha vissute nella propria carne: per me,

quello con Mimma. La vidi per la prima volta

nell’aula di un tribunale, sembrava assai più

giovane dei suoi venticinque anni. Il

processo era quello per l’omicidio di sua

figlia di sei anni, vittima di abuso reiterato da

parte di un vicino di casa, che poi la aveva

scagliata oltre la balaustra del terrazzo del

casermone in cui vivevano. Di Mimma mi

colpirono il suo viso da bambina afflitta,

l’andatura incerta, il suo guardarsi intorno

come chi cerchi un anfratto per nascondersi.

Dieci anni dopo la incontrai per dirle del libro

che volevo scrivere, ispirato liberamente al

feroce abuso sulla sua piccola. Ero già a

buon punto nella costruzione della storia,

ma non potevo immaginare che

quell’incontro avrebbe rivoluzionato

l’impianto del mio romanzo.

In lei ho conosciuto una persona sostenuta

dalla forza interiore consolidata con la

sofferenza vera. Senza dimestichezza con

scuole o studi, mi ha insegnato tanto, è stata

lo specchio nel quale, dopo trent’anni, ho

trovato il riflesso di un mio grande dolore. In

Primmammore ho potuto così raccontare il

dolore mio e il suo.

Un giorno l’ho accompagnata al cimitero

dove riposa la piccola, nella periferia dove

tutto accadde e da cui lei è fuggita, andando

a vivere lontano. C’era chi, al suo passare,

si affacciava al balcone e, riconoscendola, la

riempiva di insulti, ingiungendole di

andarsene perché, con la sua tragica storia,

aveva attirato sulla zona attenzioni

pubbliche tali da disturbare lo spaccio di

droga. La sua compostezza, l’enorme

dignità mi hanno insegnato ancora altro. E il

suo desiderio, di trovare il modo per

trasferire i resti di sua figlia là dove vive ora

per sentirla vicina, è diventato per me un

impegno da rispettare.

Titti Marrone

(Tratto dagli Speciali di Feltrinelli Editore)

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Le Sibille: voci ribelli contro il destino

Il teatro che rende liberi: diventare attori

per regalarsi speranza

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Nel suo ultimo romanzo Enza Alfano esplora l’eredità intellettuale di Sibilla Aleramo

Al Trianon-Viviani un progetto nato in carcere che abbatte le barriere

L'ultimo romanzo di Enza Alfano, Le Sibille,

pubblicato il 21 febbraio 2025 nella collana

Affreschi di Solferino Libri, si configura

come un'opera di grande valore letterario

che esplora l'eredità intellettuale e simbolica

di Sibilla Aleramo. L'autrice intreccia due

vicende femminili appartenenti a epoche

diverse, mettendo in luce il conflitto tra

condizionamenti sociali e

autodeterminazione, in un dialogo

ideale con l'autrice di Una donna,

pietra miliare della letteratura

femminista italiana.

Attraverso un raffinato impianto

narrativo, Alfano restituisce il senso di

ribellione e ricerca identitaria che ha

segnato la figura di Sibilla Aleramo,

riproponendola come archetipo di

emancipazione femminile. Il romanzo

si snoda tra passato e presente,

mettendo in scena protagoniste che si

interrogano sulla propria libertà e sul

diritto di scegliere il proprio destino, in

un mondo ancora segnato da

convenzioni patriarcali.

Nella sua recensione su Il Mattino,

Titti Marrone sottolinea come Alfano

riesca a trasporre l’eredità letteraria di

Aleramo in un’opera densa di lirismo

e profondità psicologica. La

narrazione si muove con eleganza tra

le suggestioni storiche e il dramma

interiore delle protagoniste, offrendo

una riflessione sulla scrittura come

atto di affermazione identitaria.

Attraverso un linguaggio evocativo e

una struttura narrativa articolata, Enza

Alfano costruisce un romanzo che si

pone in continuità con la tradizione

letteraria di Sibilla Aleramo,

attualizzandone la portata

rivoluzionaria e sottolineandone

l’importanza nel dibattito sulla

condizione femminile. Titti Marrone

evidenzia come Le Sibille rappresenti

un'opera che, partendo dalla lezione

di Sibilla Aleramo, rinnova il valore

della parola femminile come

strumento di resistenza e

autodeterminazione, inserendosi nel

più ampio discorso sulla riscrittura del

canone letterario da una prospettiva di

genere.

DIR

L’arte che regala speranza, l’arte che rende

liberi. È quello che accade quando la

musica, la letteratura, l’arte figurativa e il

teatro entrano in carcere. Cambia la

percezione del tempo, cambia la prospettiva

e nei cuori inizia a farsi spazio la speranza

di cambiare, non solo il futuro, ma

soprattutto la visione del presente, donando

quella libertà che, fisicamente, manca.

Quando poi il laboratorio che inizia

all’interno dell'istituto di pena offre anche la

possibilità di mettere in scena uno

spettacolo nel mondo “di fuori”, dimostrando

come l’impegno concreto sia capace di

ripagare in applausi e quindi in autostima nel

percorso di ricostruzione del sé, allora il

risultato è davvero ottimale. È quello che è

accaduto con lo spettacolo “La Tempesta”

di William Shakespeare, andato in scena

nel teatro Trianon di Forcella. L’iniziativa è

promossa da Loups Garoux Produzioni

con il Ministero della Giustizia, in

collaborazione con il Comune di Napoli e la

Direzione Generale dello Spettacolo del

Ministero della Cultura.

L’allestimento del testo di William

Shakespeare, riadattato da Jorge Troccoli,

è la restituzione del laboratorio culturale

inclusivo e integrato di arteterapia e sartoria

teatrale, rivolto alle persone detenute nella

casa circondariale Pasquale Mandato di

Secondigliano. Il percorso, iniziato nella

scorsa estate, ha già portato sulle scene

quaranta attori e venti tecnici, guidati da

Marta Bifano, ideatrice e regista del

progetto, e dalla Confraternita dei Sartori

Napoletani.

«La Tempesta è considerata il testamento di

Shakespeare, in cui il poeta ha riversato

tutti i temi dei suoi precedenti lavori (il

tradimento, la vendetta, il perdono e

l’amore) – spiega Bifano – e l’epilogo a lieto

fine scatena un perdono collettivo, che non

riguarda solo lo sciogliersi della trama, ma

parla del potere del teatro che esorcizza i

nostri limiti, ponendoci di fronte ai nodi

dell’umano, interrogativi eterni di fronte al

mistero della vita».

«Tutto si svolge su un’isola abitata da spiriti

dell’aria e creature mostruose partorite dalla

terra – prosegue la regista –: grazie a

questa meravigliosa fiaba ci è data la

possibilità di immergerci in una dimensione

misteriosa. Dopotutto, il carcere non è forse

un’isola dove albergano naufraghi che

vivono questi sentimenti? Ebbene, è la

magia che permette di scavalcare le mura

delle restrizioni attraverso l’immaginazione».

Manuela Ragucci

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Con Carlo Avvisati a Pompei: “Guida turistica di un viaggiatore di duemila anni fa”

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Un’insolita visita all’antica Pompei attraverso gli occhi e le parole di quattro legati romani inviati dall’imperatore qualche giorno prima della catastrofe

di Walter Ferrigno

Fresco di stampa è disponibile in libreria un

volume prezioso, per appassionati e

semplici curiosi, realizzato dal giornalista e

saggista Carlo Avvisati, Pompei. Una

"guida" turistica di 2000 anni fa (collana Le

guide Marlin diretta da Paolo Romano, che

comprende Io, la Campania dello stesso

Romano e Napoli, mia madre di Federica

Flocco).

La visita alla città romana di Pompei si apre

con un antefatto datato agosto del 79 d.C.,

quando quattro liberti romani, sfruttando un

incidente avuto in un termopolio della

Suburra, si fanno inviare nella cittadina

campana prima dell’eruzione, quali legati

dell’imperatore Tito Flavio Vespasiano. Il

loro incarico è raccogliere notizie sui

continui terremoti e relazionarne al Senato.

La vacanza, che poi è il loro fine ultimo, la

vita in città, i danni e gli accadimenti sono il

filo conduttore della visita guidata tra vicoli

e grandi arterie, monumenti pubblici, case

patrizie, botteghe, postriboli e bettole, cibi e

bevande, panettieri e vinai, produttori di

garum, case di cura e associazioni di

lavoratori, spettacoli, gladiatori, artisti,

artigiani, scuole pittoriche.

Insomma, una sorta di guida turistica ante

litteram, realizzata attraverso il reportage

dei protagonisti del racconto. Forte della

sua esperienza e conoscenza del sito

archeologico, Avvisati tesse un itinerario

scientificamente corretto della Pompei di

duemila anni fa, utile al lettore di oggi per

immergersi in essa come se la visitasse

allora. Un vero e proprio viaggio nel tempo,

per conoscere al meglio, e in maniera

piacevole, la vita quotidiana della cittadina

romana nel I secolo dopo Cristo.

“La guida nasce dall’idea di prendere,

letteralmente, per mano il visitatore che

arriva a Pompei e accompagnarlo tra strade,

vicoli, case e edifici di una città antica di

duemila anni, facendogli provare l’emozione

e la meraviglia di un salto temporale di venti

secoli, e portandolo a vivere, così, la città in

modo identico a quello di un pompeiano del

I secolo dopo Cristo – spiega Avvisati -. Per

questo motivo, il vademecum, pur

muovendosi secondo lo stile di un racconto,

è invece la testimonianza scientificamente

corretta di accadimenti, fatti, uomini e cose,

così come sono emersi dalle ricerche che gli

archeologi hanno messo in campo in quasi

tre secoli di indagini”.

Persino i particolari più insignificanti sono

stati riportati con puntiglio scientifico. Così

come, ad esempio, è avvenuto per il cibo

cucinato nei locali deputati alla ristorazione

o nelle sfarzose domus dei ricchi pompeiani,

o per i nomi dei personaggi, che nella

narrazione prendono vita e si muovono e

interagiscono con attori della guida e con la

vita cittadina.

“Perché quei Pinario Ceriale, la prostituta

Attica, il lenone Victore, il

guardiano delle terme

Januarius, Asellina e

compagne, Telefo il

gladiatore, Agatho il

profumiere – sottolinea

l’autore - sono davvero gli

abitanti della città, nel 79

dopo Cristo”.

Insomma, niente è stato

lasciato al caso per il

rispetto che si deve

all’intelligenza di chi visita

la Pompei di oggi e per

quella gente che, duemila

e passa anni fa, è stata

testimone e vittima di una

tragedia immane che

nessuno avrebbe mai

potuto immaginare.

“La collana – spiega

Paolo Romano,

giornalista e scrittore,

direttore delle Guide

Marlin – è improntata

all’originalità di approccio

ai luoghi e alla Storia, in

una simbiosi che si fa

discorso narrativo. Per

cogliere appieno tutti gli

aspetti di una geografia

che potremmo definire

‘evocativa’, occorre

muoversi attraverso i

canali della meraviglia e della fascinazione,

senza mai perdere di vista la veridicità e le

fonti. Questo ‘viaggio’ a Pompei, sfruttando

la potenza evocativa delle parole di un

esperto, porta il lettore a muoversi con

grande curiosità tra i vicoli dell’antica città

romana, vista direttamente attraverso gli

occhi dei cittadini di allora.”

Carlo Avvisati vive e lavora a Napoli.

Scrive di archeologia e arte per Il Giornale

dell’Arte e Bell’Italia. Con una produzione di

circa 20.000 articoli ha collaborato come

giornalista con numerose testate tra cui: Il

Mattino, l’Unità, Roma, Il Tempo, Il

Messaggero, Il Giornale di Napoli, La Città

(di Napoli), Oggi, Sud, Rivista Europea e

Panorama.

È stato inoltre ospite in varie trasmissioni

televisive e radiofoniche: Geo & Geo (Rai 3

– speciale sui vulcani e in particolare sul

Vesuvio); BBC: rischio Vesuvio; Rai 1

Mattina; Baobab – Radio Rai 1.

Dieci tra i suoi saggi sono alla Library of

Congress di Washington, USA, e alla BNF di

Francia. Esperto di tradizioni e costumi

popolari campani e dialetto napoletano, è

autore di quaranta pubblicazioni tra raccolte

poetiche, poemetti, traduzioni di classici in

dialetto napoletano, saggi di archeologia,

storia e costume, romanzi.

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Storia della Moda Italiana: un percorso di evoluzione tra arte, industria e identità culturale

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Dal Rinascimento al Made in Italy nel volume di Michelangelo Iossa, presentato a Milano in occasione della Settimana della Moda

di Walter Ferrigno

La moda italiana rappresenta un pilastro

culturale ed economico di rilevanza

internazionale. Il concetto di Made in Italy,

oggi sinonimo di qualità e raffinatezza, ha

radici profonde che affondano nella storia

dell’arte,

dell’artigianato e della

manifattura. Le prime

manifestazioni di una

moda italiana

riconoscibile

emergono già nel

Rinascimento, epoca

in cui il rapporto tra

arte e tessuti si

traduce in innovazioni

stilistiche e tecniche.

Successivamente, nel

XX secolo, la moda

italiana acquisisce una

dimensione globale

grazie alla nascita

delle case di alta

moda e

all’affermazione di

un’identità stilistica

distinta.

Nel 1954, la creazione del Centro di

Firenze per la Moda Italiana e

l’organizzazione delle prime sfilate a

Palazzo Pitti da parte di Giovanni Battista

Giorgini segnano la formalizzazione

dell’industria della moda italiana. È in questo

contesto che il libro “Storia della moda

italiana – Tessuti, riti e miti dal

Rinascimento a Valentino” di

Michelangelo Iossa (Diarkos Edizioni) si

propone come un’opera fondamentale per

comprendere l’evoluzione del settore. Il

volume analizza il connubio tra artigianato,

haute couture, pret-à-porter e

comunicazione, delineando un percorso

storico che culmina nella contemporaneità,

caratterizzata da moda ecosostenibile,

digitalizzazione e globalizzazione.

Presentato a Milano, presso Palazzo

Cusani, durante la Settimana della Moda,

il libro di Iossa si configura come uno

strumento di approfondimento per studenti,

studiosi e professionisti del settore. L’autore,

giornalista e docente di Teorie e Tecniche

di Branding e Communication

Management all’Università Suor Orsola

Benincasa di Napoli, affronta il tema con

un approccio interdisciplinare, coniugando

ricerca storica, analisi socio-economica e

riflessioni sul futuro della moda.

La moda italiana si è sempre distinta per

l’equilibrio tra tradizione artigianale e

innovazione. Il Rinascimento rappresenta

un periodo chiave in cui le corti italiane,

come quella dei Medici a Firenze o degli

Sforza a Milano, promuovono il lusso tessile

come simbolo di prestigio sociale. Le

influenze artistiche di Leonardo da Vinci e

Michelangelo Buonarroti si riflettono

anche nelle sperimentazioni sui tessuti e nei

disegni sartoriali. Nei secoli successivi, la

moda italiana mantiene la sua centralità nel

panorama europeo, evolvendosi attraverso il

contributo di figure come Dante Alighieri,

Franco Sacchetti e Giovanni Villani, che

nei loro scritti descrivono gli stili e le

tendenze del tempo.

Nel XX secolo, con l’affermazione delle case

di moda, il concetto di Made in Italy si

consolida e viene tutelato come marchio

distintivo della produzione nazionale. Dagli

anni Ottanta, le aziende del settore

adottano strategie di branding e protezione

della proprietà intellettuale per difendere

l’unicità del prodotto italiano dalle

contraffazioni. Il settore si articola attorno a

quattro pilastri fondamentali:

Abbigliamento, Agroalimentare,

Arredamento e Automobili (le “4A” del

Made in Italy), che definiscono l’identità

produttiva italiana nel contesto globale.

Se da un lato la moda italiana è sinonimo di

esclusività e artigianalità, dall’altro deve

confrontarsi con le dinamiche imposte dal

fast fashion. L’accelerazione dei processi

produttivi e il consumo di massa hanno

modificato radicalmente il rapporto tra

creatività e mercato. Questa trasformazione

era stata già intuita negli anni ‘60 dall’artista

Michelangelo Pistoletto, con l’opera

“Venere degli Stracci”, emblema della

contrapposizione tra lusso e cultura dell’usae-getta.

Figure autorevoli del settore, come Giorgio

Armani, hanno espresso preoccupazioni

riguardo all’impatto della moda veloce sulla

qualità e sulla sostenibilità. In una lettera

pubblicata dal Women’s Wear Daily,

Armani ha sottolineato la necessità di un

ritorno alla moda lenta, basata su

produzione etica e durata del prodotto.

Questo dibattito si inserisce all’interno di una

riflessione più ampia che coinvolge anche i

consumatori, sempre più orientati verso

scelte responsabili e pratiche sostenibili.

Il volume di Michelangelo Iossa offre una

panoramica approfondita sugli stilisti e le

case di moda che hanno contribuito a

definire il Made in Italy. Tra i protagonisti

della storia della moda italiana figurano

Valentino Garavani, Giorgio Armani,

Gianni Versace, Dolce & Gabbana,

Salvatore Ferragamo, Eugenio Marinella,

Gucci, Fendi, Pucci, Missoni, Biagiotti,

Krizia e Gianfranco Ferré. Il loro contributo

ha reso l’Italia un punto di riferimento

globale nel settore, trasformando la moda in

uno strumento di soft power capace di

influenzare l’immaginario collettivo e

l’economia internazionale.

La moda italiana è il risultato di

un’evoluzione storica che intreccia arte,

cultura e industria. Dalla raffinatezza

rinascimentale all’alta moda

contemporanea, passando per l’innovazione

tecnologica e la sostenibilità, il settore

continua a rappresentare un’eccellenza

internazionale. Le sfide future includono la

digitalizzazione, la produzione etica e

l’adattamento ai mutamenti dei mercati

globali. Comprendere questa evoluzione è

fondamentale per chiunque voglia

approfondire le dinamiche di un settore che

non è solo estetica, ma anche identità

culturale e valore economico.

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



CULTURA E SPETTACOLI

Lo scrittore ed il mafioso: l’incontro tra Ian Fleming e Lucky Luciano a Napoli

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Un episodio che ha ispirato la storia e la narrativa: Michelangelo Iossa racconta il faccia a faccia tra lo scrittore di James Bond e il boss della mafia in un saggio avvincente

di Walter Ferrigno

Un incontro che sembra uscito direttamente

da un romanzo di spionaggio: Ian Fleming,

creatore di James Bond, e Lucky Luciano,

il boss della mafia italoamericana, si sono

davvero incontrati nel 1960 a Napoli. Questo

episodio affascinante è stato raccontato in

dettaglio da Michelangelo Iossa nel libro

"Fleming / Luciano. Ian e Lucky a Napoli",

pubblicato da Jack Edizioni, con la

prefazione di Maurizio De Giovanni.

Era il 1960 quando Ian Fleming, ex agente

della Royal Navy e creatore del mitico

James Bond, si trovava a Napoli per il suo

reportage Thrilling Cities, commissionato dal

Sunday Times. Durante quel soggiorno,

ebbe l’occasione di incontrare Salvatore

Lucania, noto come Lucky Luciano, boss

della mafia italoamericana, all’epoca esiliato

in Italia e residente proprio nel capoluogo

campano.

Quell’incontro, avvenuto sul lungomare di

Napoli, fu un dialogo tra due icone del

Novecento: da una parte, un maestro della

narrativa di spionaggio, dall’altra, un vero e

proprio “padrino” della criminalità

organizzata. La conversazione tra i due

ispirò Fleming per alcuni elementi dei suoi

romanzi successivi.

A raccontare nei dettagli questa affascinante

storia sarà Michelangelo Iossa, che ha

dedicato un intero libro all’episodio: Fleming

/ Luciano. Ian e Lucky a Napoli, pubblicato

da Jack Edizioni con la prefazione di

Maurizio De Giovanni. Il volume è

disponibile in due versioni: una brossurata e

una pregiata Limited Collector Edition,

stampata in soli 115 esemplari con copertina

rigida.

Nelle pieghe della storia, talvolta si celano

momenti di straordinaria rilevanza, capaci di

catturare l'immaginazione con la loro

semplicità apparente. In questo contesto,

emerge con singolare fascino l'opera di

Michelangelo Iossa, giornalista di spicco,

cultore ed esperto dei Beatles e dei romanzi

di James Bond di Ian Fleming. Il suo

saggio, Fleming / Luciano: Ian e Lucky a

Napoli, introduce con maestria un capitolo

poco noto ma intrigante, delineando con

precisione il momento cruciale in cui lo

scrittore britannico intervistò il temuto boss

Lucky Luciano a Napoli, nel fervore della

primavera del 1960.

Prima di immergersi nel nucleo narrativo,

Iossa delinea con sapienza biografie

dettagliate dei protagonisti, offrendo un

fondamentale contesto storico e personale.

Questo stratagemma narrativo risulta di

particolare pregio, poiché sottolinea la

necessità di non dare per scontata la

conoscenza del lettore, contrastando la

tendenza contemporanea che presuppone

una comprensione universale delle biografie

dei personaggi storici.

Attraverso paralleli suggestivi tra le vite di

Ian e Lucky, entrambi

mossi da una passione

comune per l'avventura,

Iossa sottolinea la diversità

delle loro nature,

contribuendo così a

un'analisi più approfondita

delle loro personalità

contrastanti. Di pari

interesse è la ricostruzione

storica dell'Italia dell'epoca,

intravista attraverso gli

occhi attenti di Fleming,

che si staglia come

osservatore distaccato in

una Napoli dai tratti thrilling.

Il resoconto sobrio e pacato

dell'incontro tra Fleming e

Luciano si distingue per la

sua neutralità, lontano dalle

narrazioni faziose spesso

proposte dalla storiografia convenzionale.

Con una lunghezza sapientemente calibrata,

l'opera si rivela non solo un'esplorazione

accurata di un episodio storico, ma anche

un omaggio al potere narrativo dell'autore,

come sottolineato da Maurizio De Giovanni

nella sua eloquente prefazione.

L’incredibile incontro tra Fleming e Luciano

ha ispirato anche un podcast di successo,

intitolato Fleming VS Luciano, prodotto da

Jack Edizioni e Radio Spasso. Il podcast è

condotto da Andrea Raguzzino e

Michelangelo Iossa, con letture dell’attrice

Roberta Raguzzino e la

partecipazione speciale di

Francesco Prando,

doppiatore ufficiale di Daniel

Craig, l’ultimo James Bond

cinematografico.

L'autore e giornalista

Michelangelo Iossa vanta

trent'anni di collaborazione

con rinomate testate italiane,

tra cui il Corriere della Sera e

il Corriere del Mezzogiorno,

oltre ad altre del gruppo

RCS. Dal 1999, è docente

presso l'Università degli

Studi Suor Orsola Benincasa

di Napoli, insegnando nei

corsi di laurea in Scienze

della Comunicazione e in

Scienze della Formazione

Primaria.

È uno dei biografi italiani più autorevoli dei

Beatles, con sette volumi pubblicati tra il

2003 e il 2022, e ha firmato biografie di altri

artisti musicali illustri come Michael

Jackson, Pino Daniele e Rino Gaetano.

Negli anni, ha dedicato reportage, eventi

culturali e speciali radiofonici al mito di

James Bond, coordinando il progetto

musicale James Bond Concert Show e

curando le celebrazioni del cinquantesimo

anniversario del film Dr. No presso

l'Ambasciata Britannica in Italia nel 2012.

Nel 2020 ha pubblicato il volume 007

Operazione Suono (Rogiosi

Editore) con la prefazione

del Maestro Monty

Norman, compositore del

leggendario James Bond

Theme. Ha curato le due

edizioni della mostra

Parker's meets Bond nel

2022 e nel 2023. Nel 2004 è

stato insignito del Premio

per l'Editoria della

Presidenza del Consiglio

dei Ministri.

(ph. R. Piccirillo / courtesy by

Michelangelo Iossa)

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CULTURA E SPETTACOLI

Bondology: tutto quello che c’è da sapere

70

sull’Agente Segreto più famoso del mondo

James Bond tra letteratura, cinema e psicanalisi:

71

l’analisi di Francesco Bellofatto da Fleming a Freud, passando per Proust

di Walter Ferrigno

Nel panorama degli studi su James Bond,

‘Bondology’ di Francesco Bellofatto si

impone come un'opera

essenziale per

comprendere

l'evoluzione del mito di

007, analizzandone

l'impatto su cinema,

letteratura e cultura pop.

Il volume esplora le radici

letterarie nei romanzi di

Ian Fleming,

l’evoluzione

cinematografica

attraverso i diversi attori

che hanno dato vita

all'agente segreto di Sua Maestà, e il ruolo

della saga nel contesto socio-politico e

mediatico globale.

L’autore, giornalista esperto in economia e

sviluppo del Mezzogiorno, adotta un

approccio interdisciplinare per svelare i

simbolismi e gli archetipi narrativi che

rendono Bond un’icona senza tempo. Ampio

spazio è dedicato a elementi iconici come

gadget futuristici, temibili villain, affascinanti

Bond Girls e leggendarie colonne sonore,

che hanno contribuito a costruire il fascino

intramontabile della saga. Un capitolo

fondamentale riguarda il ruolo della moda

nella definizione dell’immagine di Bond: lo

stile impeccabile dell’agente segreto è

diventato un modello di eleganza maschile e

un riflesso delle tendenze delle varie

epoche.

Ma Bondology va oltre la superficie,

spingendosi in un’analisi critica e semiotica

che collega il mondo di Bond a influenze

letterarie e filosofiche di spessore. Un

accostamento sorprendente emerge con la

‘Recherche’ di Marcel Proust, suggerendo

come la saga di Bond possa essere letta

come una narrazione della memoria

collettiva, in cui personaggi e situazioni

ricorrenti si trasformano nel tempo pur

mantenendo una coerenza narrativa

essenziale. Parallelamente, una lettura

psicoanalitica basata sugli studi di Sigmund

Freud mette in luce le pulsioni inconsce che

animano 007, dai desideri repressi alle

dinamiche di potere nei rapporti con i suoi

antagonisti e le figure femminili della saga.

Attraverso queste chiavi di lettura,

‘Bondology’ si rivela un viaggio

affascinante alla scoperta di uno dei

personaggi più longevi e amati del cinema

mondiale, capace di adattarsi ai tempi senza

perdere il suo fascino. Un libro

imprescindibile per gli appassionati di

James Bond, ma anche per chi vuole

scoprire le profonde implicazioni culturali e

psicologiche di un’icona che ha segnato

generazioni.

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CULTURA E SPETTACOLI

Al Trianon, omaggio a Viviani a 75 anni dalla scomparsa

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Il progetto di Francesco Saponaro nato nel laboratorio di formazione

73

delle Officine San Carlo e patrocinato dalla Fondazione Eduardo De Filippo

Dal laboratorio al palco: è

questo il salto quantico, la

grande scommessa vincente

del regista Francesco

Saponaro, che ha portato

sul palco del Trianon

Viviani lo spettacolo Viviani

Bohème, tratto da La

Bohème dei comici di

Raffaele Viviani, per

omaggiare il noto attore,

commediografo e

capocomico stabiese a 75

anni dalla sua scomparsa.

Lo spettacolo, che si avvale del patrocinio

della Fondazione Eduardo De Filippo, ha

portato in scena sedici interpreti

accompagnati da un quintetto musicale dal

vivo diretto da Mariano Bellopede. La

drammaturgia è a cura di Domenico

Ingenito e Francesco Saponaro, mentre i

monologhi di stand-up sono a cura di Alert

Comedy.

Il punto di partenza è lo studio su La

Bohème dei comici e altri testi di Raffaele

Viviani, iniziato con un percorso di

formazione nello spazio delle Officine San

Carlo, il polo formativo del Teatro San

Carlo con sede a San Giovanni a

Teduccio, che ha visto un nutrito gruppo di

artisti, giovani e meno giovani, impegnati su

questo testo. Da

questo lavoro è

nata un’opera dalla

struttura

dichiaratamente

metateatrale,

attraversata da

un’elaborazione

drammaturgica che

riflette, nel

presente, i temi e i

conflitti del testo

originale.

Canzonettiste,

comici in disarmo,

impresari micragnosi e senza scrupoli,

cantanti e macchiettisti che un tempo

affollavano la Galleria Umberto I di Napoli

sono la folla di grottesche e

disperate figure: attori e

spettatori al tempo stesso,

sempre in cerca di scritture, di

una piccola tournée, una o

due serate per sbarcare il

lunario. Vendono e si

svendono, tra rancori,

sotterfugi e bugie, assillati

dalla miseria «ca nun te fa

capi’ niente chiù».

Lo specchio profetico di

questo mondo febbrile oggi si

ritrova nelle piazze e nei locali del centro

storico, dove si incrociano i giovani

bohèmien o coloro che smaniano per

diventare i protagonisti della “nuova società

dello spettacolo”, in un “piano sequenza” in

cui il tempo della realtà sembra coincidere

con quello della finzione. L’effetto di pluralità

delle scene, il cambio repentino dei centri di

attenzione, il continuo spostamento di

“fuoco” e le virate improvvise da una scena

all’altra raccontano un caleidoscopio di

personaggi, con rimandi al ritmo frenetico

dei mass media e dei social.

Al centro, la figura dello stesso Raffaele

Viviani, con il suo teatro immerso nella

poesia della strada e della realtà; un teatro

“universale” che trova la massima

definizione nell’intreccio virtuoso tra scrittura

scenica, musica e canto.

“Questo spettacolo – spiega Francesco

Saponaro – parla della realtà che ci

coinvolge molto da vicino: parla di teatro, di

attori, di registi, di impresari. Abbiamo

utilizzato La Bohème dei comici come

specchio riflesso della realtà artistica, con i

suoi conflitti, miserie, ironie e paradossi. Ma

parla anche della precarietà degli artisti che,

quando sono sopraffatti da questa

condizione, diventano miseri. Viviani lo fa

con un teatro en plein air, un teatro del

popolo per il popolo, un teatro totale che si

intreccia con le virtù di una drammaturgia di

altissimo livello, la musica e il canto.”

(foto fornite da Ufficio Stampa Teatro

Trianon Viviani)

M.R.

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CULTURA E SPETTACOLI

A Cura dell’Arte: quando l’arte trasforma la cura

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L’Accademia di Belle Arti di Napoli porta colore e creatività nel reparto di Ematologia Oncologica dell’Istituto Pascale di Napoli

A Cura dell’Arte è il progetto artistico

realizzato dai docenti e dagli studenti della

Scuola di Decorazione dell’Accademia di

Belle Arti di Napoli per il reparto di

Ematologia Oncologica dell’Istituto

Pascale, con il supporto della Regione

Campania e dell’associazione

Beatleukemia.org. L’iniziativa, che ha

coinvolto attivamente i pazienti nella scelta

delle decorazioni, è stata inaugurata

dall’assessore Lucia Fortini.

Circa 600 metri quadrati di spazi sono stati

decorati con la tecnica del wrapping,

garantendo materiali compatibili con le

esigenze ospedaliere e la sicurezza dei

degenti. L’incontro tra l’ospedale e

l’Accademia è nato durante il periodo Covid,

ma si è evoluto in qualcosa di più profondo:

un progetto che punta al benessere

psicologico dei pazienti e alla valorizzazione

degli spazi comuni. L’iniziativa è stata

fortemente voluta dal prof. Antonello Pinto,

direttore del Dipartimento di Ematologia e

Terapie Innovative dell’Istituto Pascale.

I pazienti hanno partecipato attivamente alla

selezione dei soggetti per le decorazioni,

guidati dalle psicologhe Gabriella De

Benedetta e Silvia D’Ovidio, insieme ai

docenti e agli studenti dell’Accademia.

Hanno espresso il desiderio di avere soffitti

colorati e immagini astratte, capaci di

stimolare la fantasia e offrire conforto

durante la degenza.

“Per la realizzazione di questo meraviglioso

progetto è stata indispensabile la

collaborazione tra pazienti, medici, psicooncologi,

docenti e studenti dell’Accademia,

ingegneri e tecnici. Un connubio tra arte e

cura che migliora il benessere dei degenti”,

ha dichiarato Antonello Pinto.

Il progetto si è avvalso della collaborazione

delle psicologhe Gabriella De Benedetta,

Silvia D’Ovidio, dell’ingegnere Ciro

Frattolillo, dello staff medico e

infermieristico del reparto di Ematologia

Oncologica e dei docenti dell’Accademia

Adriana de Manes, Lorenza Di Fiore,

Paola Redaelli e Maria Cristina Urso. Il

concept è stato sviluppato dagli studenti

Maria Vittoria Amodio Amendola,

Giuseppina Autiero, Arianna Carannante,

Eliana Conte, Leila Costanzo, Luca

Cuccurullo, Dai Yuang, Carmen De

Filippis, Federica Ferraioli, Grazia

Ferrara, Angela Galati, He Xinyi, Huang

Sansan, Li Binhua, Francesca

Lucugnano, Wu Shulin e Zhang Rui.

Il commissario straordinario del Pascale,

Maurizio di Mauro, ha sottolineato

l’importanza dell’arte nel contesto

ospedaliero: “Il nostro Istituto accoglie

persone che necessitano di un forte

sostegno specialistico, incluso quello

psicologico. L’arte può rendere l’ambiente

più accogliente per i pazienti e migliorare la

qualità del lavoro del personale sanitario”.

L’assessore regionale Lucia Fortini,

durante l’inaugurazione, ha evidenziato il

valore della sinergia tra istituzioni: “Questo

progetto è un esempio concreto di come la

collaborazione tra enti possa migliorare gli

spazi di cura. La Regione Campania

continuerà a sostenere iniziative che

dimostrano l’importanza dell’arte nel

benessere dei pazienti”.

Il direttore dell’Accademia di Belle Arti di

Napoli, Giuseppe Gaeta, ha ribadito il ruolo

dell’Accademia nel sociale: “Solo attraverso

un rapporto virtuoso tra istituzioni si possono

realizzare progetti di questo tipo.

L’Accademia è un luogo di formazione

che diventa un’opportunità per tutti i

cittadini”.

La documentazione fotografica del progetto

è stata curata dagli allievi del Corso di

Fotogiornalismo del Biennio

Specialistico di Fotografia

dell’Accademia, coordinati dal professor

Mario Laporta.

W.F.

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CULTURA E SPETTACOLI

L'Intelligenza Artificiale tra etica, creatività e innovazione

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Con l’Accademia di Belle Arti esperti a confronto al Museo Darwin Dohrn per esplorare le opportunità e i rischi della rivoluzione

Il Museo Darwin Dohrn della Stazione

Zoologica di Napoli, in collaborazione con

l'Accademia di Belle Arti di Napoli, ha

ospitato il convegno "Intelligenza Artificiale,

dall'elaborazione alla generazione". La

rapida evoluzione di questa tecnologia sta

avendo un impatto sempre più evidente in

ogni campo delle attività umane, aprendo

nuove opportunità ma sollevando anche

numerose perplessità. Questo tema di

grande attualità è stato approfondito da

esperti e operatori culturali che, a vario

titolo, utilizzano l'Intelligenza Artificiale e ne

hanno illustrato aspetti specifici.

Ad aprire l'incontro è stato Giuseppe

Farace, giornalista, che ha introdotto i lavori

sottolineando la crescente rilevanza dell'IA

nella società contemporanea. Ha

ricordato come questa tecnologia sia

stata alla base di scoperte scientifiche

premiate con due Premi Nobel nel

2004, per la fisica e la chimica,

riconoscimenti che testimoniano il

ruolo rivoluzionario dell'intelligenza

artificiale nel progresso scientifico e

tecnologico.

Sul versante tecnico, Carlo Sansone,

docente dell'Università Federico II di

Napoli ed esperto di IA, ha offerto una

panoramica sull'evoluzione della

tecnologia, spesso poco conosciuta

dal grande pubblico. Sansone ha

spiegato come l'IA sia ormai parte

integrante della nostra quotidianità,

evidenziando le principali applicazioni nei

settori industriale, medico e scientifico. Il suo

intervento si è rivelato particolarmente

illuminante, chiarendo il funzionamento dei

moderni algoritmi di apprendimento

automatico e il loro impatto sulla società.

Un aspetto critico è stato affrontato da

Mario Laporta, fotogiornalista e docente

dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, che

ha posto l'attenzione sul ruolo dell'IA nel

mondo dell'informazione e del

fotogiornalismo. Laporta ha evidenziato il

rischio crescente delle fake news,

amplificato dall’uso di immagini generate

artificialmente con un livello di realismo

impressionante. "Oggi la manipolazione

delle immagini ha raggiunto un livello tale da

rendere quasi indistinguibile il vero dal falso.

È fondamentale mantenere alta l’attenzione

e potenziare i metodi di verifica delle fonti"

ha dichiarato.

L'Intelligenza Artificiale è ormai protagonista

anche nel settore audiovisivo, come ha

dimostrato Matilde De Feo, docente

dell'Accademia di Belle Arti di Reggio

Calabria. Durante il suo intervento, ha

presentato una serie di filmati realizzati con

alcune delle più recenti tecnologie

disponibili, mostrando come l'IA possa

diventare uno strumento creativo

straordinario. Tuttavia, ha anche messo in

luce le attuali limitazioni, sottolineando che

l'intelligenza artificiale, pur offrendo nuove

possibilità espressive, non può ancora

sostituire l’intuizione artistica e la sensibilità

umana.

A chiudere i lavori è stato Ferdinando

Boero, presidente della Fondazione Dohrn

e docente dell'Università Federico II di

Napoli. Da tempo Boero impiega l'IA nei

suoi studi e ha messo in risalto sia la sua

grande utilità che l'importanza di un

approccio consapevole per ottenere risultati

realmente efficaci. Nel corso della sua

presentazione, ha mostrato immagini

realizzate con ChatGPT, dimostrando le

sorprendenti capacità creative

dell'Intelligenza Artificiale e aprendo un

interessante dibattito sulle potenzialità di

questi strumenti nel settore della ricerca e

della divulgazione scientifica.

Il convegno si è concluso con un vivace

scambio di opinioni che ha coinvolto il

numeroso pubblico presente, tra cui diversi

studenti dell'Accademia di Belle Arti di

Napoli. L'incontro, volto alla divulgazione e

alla sensibilizzazione sull'Intelligenza

Artificiale, ha pienamente raggiunto il suo

obiettivo, fornendo una panoramica

approfondita e critica sulle sfide e le

opportunità offerte da questa rivoluzione

tecnologica. Il rapporto di collaborazione

instaurato tra la Fondazione Dohrn e

l'Accademia di Belle Arti di Napoli in

questa occasione potrebbe dare vita a

nuove e interessanti iniziative nel prossimo

futuro.

F.M.

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



CULTURA E SPETTACOLI

L'Accademia di Belle Arti di Napoli e il nuovo scenario internazionale

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Dall’Italia al Libano, in Kosovo ed Egitto: un percorso di crescita e connessioni globali attraverso l'arte e la formazione. La sinergia con la Federico II e il Conservatorio

L'Accademia di Belle Arti di Napoli, diretta

da Giuseppe Gaeta, è sempre più

protagonista nei processi di

internazionalizzazione, sfruttando le

opportunità di ricerca e partnership per

rafforzare il proprio ruolo nel panorama

artistico e culturale globale. L'istituzione

punta a creare una rete solida tra realtà

accademiche e istituzionali, investendo in

progetti di cooperazione e formazione che

valorizzino le arti visive, la musica e le arti

performative.

In questo contesto si inserisce il progetto

Crossings, Art Without Limits, un'iniziativa

di respiro internazionale che si colloca

all'interno del programma nazionale

'Performing'. Questo vasto network, che

comprende dodici realtà culturali e

la Federico II, il Conservatorio San Pietro

a Majella e altre istituzioni universitarie e

artistiche della Campania.

Complessivamente, l'Accademia gestisce

sette progetti strategici, con una dotazione

finanziaria di circa quattro milioni di euro,

che culmineranno nell'aprile 2026.

Crossings, Art Without Limits si distingue

per il suo approccio innovativo e

multidisciplinare. Il progetto si propone di

promuovere le arti performative in dieci città

estere, attraversando i Balcani, il Medio

Oriente e il Nord Africa. Napoli e Catanzaro

rappresentano i punti di partenza e di arrivo

di questo viaggio artistico, che vuole creare

connessioni tra mondi apparentemente

distanti. L'arte, in questo scenario, diventa

un mezzo per abbattere barriere culturali e

Un aspetto centrale di 'Crossings' sarà il

coinvolgimento attivo degli studenti, che

parteciperanno alle varie fasi del percorso

formativo e creativo. Dopo il viaggio nelle

coordina l’iniziativa con l'obiettivo di rendere

il progetto un’esperienza formativa unica.

L'idea alla base di 'Crossings' è quella di

favorire un dialogo artistico tra diverse

scientifiche italiane, è guidato

dall'Accademia di Belle Arti di Catanzaro e

prevede una serie di attività e scambi tra

studenti, docenti e artisti in diversi Paesi. La

prima fase operativa prenderà il via il 5

maggio e si concluderà il 31 dello stesso

mese.

L'Accademia di Belle Arti di Napoli è

attivamente coinvolta in numerosi progetti di

ricerca e sviluppo, con un focus particolare

sui programmi finanziati dal PNRR per il

settore AFAM (Alta Formazione Artistica,

Musicale e Coreutica). Tra questi, oltre a

'Crossings', si distinguono iniziative legate

alla formazione digitale e al benessere

psicofisico, sviluppate in collaborazione con

favorire il dialogo tra diverse realtà, spesso

segnate da conflitti e tensioni geopolitiche.

L'iniziativa prevede la realizzazione di opere

artistiche e performative in tre città

simboliche: Beirut, nel cuore delle rovine

cittadine, come segno di resilienza e

speranza; Mitrovica, in Kosovo, dove il

fiume Ibar divide le comunità e le culture;

Alessandria d'Egitto, in un teatro storico

che rappresenta il crocevia tra passato e

presente. Attraverso discipline come il

disegno, la scultura, la scenografia e la

danza, il progetto mira a intensificare gli

scambi culturali e a favorire la

collaborazione tra artisti, studiosi e istituzioni

internazionali.

dieci città, Napoli ospiterà un

Campus internazionale di

co-creazione, dove gli

studenti trasformeranno le

esperienze e i materiali raccolti in

scenografie e costumi, dando vita a nuove

performance artistiche. L’evento conclusivo,

previsto per settembre 2025, rappresenterà

il momento di sintesi di questa esperienza,

con la presentazione delle opere realizzate

all'Accademia di Belle Arti di Napoli.

Il team di docenti e artisti coinvolti

comprende Mario Laporta

(Fotogiornalismo), Rosaria Iazzetta

(Scultura), Stefania Oriente (Graphic

Design) e Vincenzo Gagliardi, che

culture, permettendo ai partecipanti di

scoprire nuove forme espressive e di

contribuire alla creazione di un linguaggio

artistico condiviso.

Attraverso questo percorso di

internazionalizzazione, l'Accademia di Belle

Arti di Napoli conferma il proprio ruolo di

centro di innovazione e ricerca nel campo

delle arti, contribuendo attivamente alla

diffusione della cultura artistica italiana nel

mondo e costruendo ponti tra le diverse

realtà creative a livello globale.

W.F.

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



CULTURA E SPETTACOLI

Pino Daniele. Una mostra e tre eventi speciali per ricordare l’anima blues di Napoli

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Palazzo Reale, PalaPartenope, Piazza Municipio e Maschio Angioino: tutti gli appuntamenti napoletani per celebrare il 19 marzo

di Walter Ferrigno

Dal 20 marzo al 6 luglio 2025, Palazzo

Reale di Napoli ospita ‘Pino Daniele.

Spiritual’, una mostra emozionante dedicata

al grande cantautore napoletano, a 70 anni

dalla sua nascita e 10 anni dalla sua

scomparsa.

Un viaggio immersivo nella vita e nell’arte di

Pino Daniele, che racconta il suo

percorso musicale, la sua visione

della spiritualità e il suo impatto

culturale. Attraverso documenti

inediti, strumenti musicali,

installazioni suggestive e materiali

esclusivi della Fondazione Pino

Daniele, i visitatori potranno

scoprire il lato più intimo dell’artista.

La mostra si articola in due grandi

sezioni con 9 aree tematiche: la

prima ripercorre gli anni

dell’infanzia e dell’adolescenza, fino

agli esordi nel 1977; la seconda

approfondisce la sua carriera,

mettendo in luce le influenze, le

collaborazioni e le trasformazioni

del suo stile fino al 2014.

Il progetto ‘70/10 Anniversary’

riconosce il valore culturale

dell’evento, realizzato grazie alla

collaborazione tra Ministero della

Cultura, Regione Campania,

Comune di Napoli, Palazzo Reale

e Rai. Il catalogo ufficiale sarà

pubblicato da Silvana Editoriale.

Massimo Osanna, Direttore

generale Musei del Ministero della

Cultura, ha evidenziato come

questa mostra sia un’opportunità

per riscoprire l’eredità musicale di

Pino Daniele: “La sua musica non

è solo intrattenimento, è parte

dell’identità culturale napoletana e

italiana. Con questa esposizione

vogliamo raccontare il suo mondo, il

suo linguaggio e il suo genio.”

Per Vincenzo De Luca, Presidente

della Regione Campania, “questa non è solo

una mostra, ma un omaggio sentito a un

uomo che ha trasformato Napoli in una

capitale musicale mondiale. Il suo blues, la

sua anima, continuano a vivere nel cuore di

tutti noi.”

Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli, ha

parlato dell’importanza della spiritualità nella

musica di Pino Daniele: “Attraverso le sue

canzoni, Pino ci ha mostrato una Napoli

autentica, con tutte le sue sfumature e

contraddizioni. La sua musica ci guida

ancora oggi e rappresenta un ponte tra le

generazioni.”

Alessandro Daniele, figlio dell’artista e

curatore della mostra, ha condiviso il suo

pensiero sul valore di questo evento:“Mio

padre credeva profondamente nel potere

della musica e della cultura come strumenti

di cambiamento. Questa mostra non è solo

un ricordo, ma un modo per far vivere

ancora la sua visione e il suo messaggio.”

Il 19 marzo 2025, nel giorno del suo 70°

compleanno e a 10 anni dalla sua

scomparsa, Napoli renderà omaggio a Pino

Daniele con altri tre appuntamenti

imperdibili. Oltre alla mostra ‘Pino Daniele.

Spiritual’, la città sarà il cuore di

un grande tributo musicale e

culturale.

Il primo evento è il Memorial Pino

Daniele ‘Je sto vicino a te 70’, in

programma al Palapartenope. Un

evento emozionante che ha

registrato il sold out in soli 45

minuti e che vedrà la

partecipazione di grandi nomi della

musica italiana e internazionale.

Con il coordinamento musicale del

M° Adriano Pennino, la serata

ospiterà artisti come Ornella

Vanoni, Renzo Arbore, Pietra

Montecorvino, Leo Gassmann, Ivan

Granatino, Paolo Vallesi e tanti altri. La

direzione artistica è di Rino Manna, con

Radio Marte come media partner e

possibilità di seguire l’evento in differita su

una nota piattaforma streaming.

In secondo luogo, il flashmob musicale in

Piazza Municipio, dedicato alla canzone

‘Terra Mia’. Questo evento collettivo unirà

cittadini, musicisti e appassionati in un

omaggio spontaneo al grande artista,

coinvolgendo le comunità di migranti e le

ragazze del progetto teatrale del Teatro di

Napoli – Teatro Nazionale ‘I SUD’.

Promosso da Canio Loguercio e

Alessandra Cutolo, il flashmob vuole

rappresentare l’anima popolare e inclusiva

della musica di Pino Daniele.

Infine, in serata, ci sarà un concerto

speciale al Maschio Angioino, con una

performance dedicata alla sua musica più

spirituale e intima. Questo spettacolo vedrà

la partecipazione di artisti emergenti e storici

collaboratori di Pino Daniele, con

arrangiamenti acustici e suggestive

scenografie. L’evento è promosso dal

Comune di Napoli, in collaborazione con

Napoli Città della Musica.

Questa giornata sarà un modo unico per

ricordare un artista che ha saputo

raccontare Napoli come nessun altro,

lasciando un’eredità musicale e culturale

ancora oggi viva e vibrante.

(immagini fornite dalla Fondazione Pino Daniele)

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



CULTURA E SPETTACOLI

Daniele Sansone racconta “Nemesi”, il doppio progetto degli ‘A67

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Musica e letteratura si fondono in un intreccio d’amore e d’anarchia. Da Scampia a Parigi per parlare di giustizia, una esortazione al cambiamento

di Manuela Ragucci

“Nemesi d’amore e di anarchia” è un

progetto anfibio capace di vivere

autonomamente in mondi diversi e

indipendenti che ha portato gli ’A67 in luoghi

inesplorati, creando una nuova e inaspettata

sinergia tra musica e letteratura. Questa

dualità la si trova sia nel disco che nella

stessa struttura del libro, che è diviso in due

parti. La prima raccoglie i racconti degli

scrittori, la seconda i testi in napoletano

delle canzoni degli ’A67 che le hanno

ispirate, con le rispettive traduzioni.

“Nemesi” (Betty Wrong di Elisabetta

Sgarbi) è anche il sesto album degli ’A67, la

band che affonda le sue radici a Scampia,

legando il suo nome proprio alla legge

dell’edilizia popolare che ha edificato il

quartiere. Fin dalla formazione nel 2004, il

gruppo fa emergere il suo grido di denuncia

e ribellione contro la criminalità, diffondendo

messaggi di speranza e d’amore.

“Nemesi” è un disco dal suono rock blues in

cui non mancano incursioni rap e di poetry

slam, interamente registrato a Parigi, allo

Studio STAR de l’Université Paris-Saclay, da

Elad Berliner, con diversi ospiti: la cantante

francese Séverine Seba, il sassofonista

Giuseppe Giroffi e i pianisti Filippo Fabbri

ed Elisabetta Serio. Il disco è composto da

10 canzoni, tra cui una cover in napoletano

di “Annarella” dei CCCP.

“Nemesi” non è da ricondursi al concetto di

vendetta, ma alla sua accezione classica di

personificazione della giustizia, alla dea

greca capace di riparare tutti i torti subiti,

ovvero di ricucire le ferite che abbiamo sul

cuore, come mostra la copertina dell’album

e del libro realizzata dal maestro Francesco

Clemente. È quindi un augurio,

un’esortazione al cambiamento e al

movimento, a quella forza inarrestabile che

spinge gli uomini a unirsi per conquistare i

propri diritti contro ogni egoismo,

consapevoli che la cosa più pericolosa che

un uomo possa fare è rimanere immobile,

come scrisse William S. Burroughs.

Come è nato questo progetto?

“Nemesi” chiude un cerchio iniziato nel 2022

con “Jastemma”, un progetto che mescolava

letteratura, musica e pittura. Ci era venuta

l'idea di affidare le canzoni a degli scrittori.

Abbiamo avuto l'onore di collaborare con i

maggiori scrittori italiani e di avere la

copertina di Mimmo Paladino. “Nemesi”, su

quella scia, fa la stessa cosa: altri scrittori,

altri artisti. Qui abbiamo uno dei più grandi

artisti al mondo, Francesco Clemente, e ci

sono altri scrittori. L'idea era sempre quella

di legare la letteratura alla musica in un

momento in cui la musica, subalterna

all’immagine, sembra quasi aver perso ogni

suo potere, ogni sua forza e significato. Così

ci piaceva l’idea di legarla non all’immagine,

bensì alla sorella letteratura.

Come è avvenuto l’incontro con

Elisabetta Sgarbi?

L’incontro con Elisabetta Sgarbi è arrivato

grazie al mio agente letterario Roberto

Santachiara, poiché il mio prossimo

romanzo uscirà a breve e sarà pubblicato da

La Nave di Teseo. Quindi abbiamo

proposto il progetto del disco e del libro a

Elisabetta Sgarbi, che ne è stata

entusiasta. Il disco fisico non è uscito

ancora, per ora è uscita l'antologia di

racconti ispirati alle canzoni del disco;

mentre alla fine del libro c'è il QR code del

disco. Nei prossimi mesi uscirà invece il

vinile, e nel disco ci sarà il QR code dei

racconti ispirati dalle canzoni, negli

audioracconti letti dagli stessi scrittori e da

noi musicati.

Sempre in linea, sempre dalla parte degli

ultimi, sempre in ascolto. Quanto è

difficile restare coerenti in questa società

liquida in cui anche l’arte si svende

giornalmente alle politiche dei numeri e

dei like?

Più che difficoltà, la vedo come una scelta

esistenziale. Ad esempio, parlando di

TikTok, noi non ci siamo, non riusciamo a

non essere ciò che siamo. Se per vendere

un concerto devo fare il clown in una storia,

preferisco non farlo: faccio un post, invito e

chi ci vuole seguire, ci segue ugualmente.

Più che coerenza è la consapevolezza di

non essere altro. Anche quando abbiamo

usato suoni più elettronici, il nostro sguardo

è sempre rimasto lo stesso; la voglia,

l’urgenza di raccontare è sempre rimasta

quella. È difficile, ma è più difficile

snaturarsi.

Cosa rappresentano per la tua vita e per

la tua musica i CCCP?

Credo sia uno dei gruppi più importanti della

storia italiana, un gruppo di rottura

musicalmente, linguisticamente e anche

letterariamente parlando. La figura di Lindo

Ferretti è una figura emblematica nel rock e

nel punk italiano. Da sempre li ascolto e li

ammiro, e “Annarella” è una canzone che

amo da sempre. Il titolo mi ha sempre

ricordato Napoli, quindi ci è venuto

spontaneo tradurla in napoletano. Abbiamo

visto che suonava bene e l’abbiamo rifatta.

(foto di Angelo Della Mura e Andrea Aversano

courtesy by ‘A67)

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



CULTURA E SPETTACOLI

De Piscopo nella sua Napoli: dal Trianon a Piazza del Gesù con Pino Daniele nel cuore

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“Se non se ne fosse andato avremmo realizzato un mio grande sogno: un intero disco con lui alla chitarra, senza nemmeno una parola, una voce”.

di Manuela Ragucci

Il Teatro Trianon di Napoli si è trasformato

nel cuore pulsante della musica made in

Naples grazie al ritmo de I colori della

musica, il concerto di Tullio De Piscopo, il

leggendario batterista e percussionista

napoletano che ha incantato il pubblico con

una performance straordinaria, animata da

una passione che solo un artista del suo

calibro riesce a trasmettere. Un palco, quello

del Trianon, che non è solo parte di un

teatro con la sua storia e il suo legame con

la tradizione musicale napoletana, ma è

anche il luogo del cuore del protagonista di

questo live, poiché, come spiega Tullio De

Piscopo: “Ci tengo tanto a suonare nella

mia zona, perché il Trianon è vicino a dove

abitavo”. Infatti, il teatro è a due passi dalla

sua casa d’infanzia a via San Giovanni a

Carbonara. Ricorda anche che il tour

continua con altre tappe e afferma:

“Andremo in giro anche all'estero, a Toronto,

Vancouver, New York”.

I giochi di luci e l'acustica perfetta hanno

creato un ambiente intimo e coinvolgente,

dove ogni singola nota sembrava risuonare

nell'anima del pubblico. Sin dalle prime

battute, De Piscopo ha dimostrato perché è

considerato uno dei maestri della musica

mondiale. Con il suo talento unico, è riuscito

a guidare la platea in un viaggio sonoro

indimenticabile, ma anche unico e creato ad

hoc per la situazione, poiché, come spiega

De Piscopo a proposito dei suoi concerti:

“Non eseguo mai una scaletta fissa, in base

agli umori che percepisco dietro le quinte

capisco cosa suonare”.

Uno dei momenti

più intensi della

serata è stato

quando ha reso

omaggio alla

musica

napoletana,

ricordando l’amico

Pino Daniele, il

cui influsso è

sempre presente

nel repertorio

dell’artista. La sua

dedica a Pino

Daniele è un

pensiero in musica

capace di

emozionare tutti i

presenti: “La sua

musica è la nostra anima, è il battito del

cuore di Napoli", ha dichiarato De Piscopo,

sottolineando come la musica del grande

maestro continui a vivere nei cuori degli

appassionati. Un sodalizio musicale, quello

di De Piscopo-Daniele, come racconta il

percussionista: “Mio padre mi fece

conoscere Pino. Papà suonava

nell’orchestra della trasmissione Senza rete,

che andava in onda da Napoli, e proprio nel

programma lo aveva visto suonare insieme

a un percussionista. Rimase folgorato:

'Tullio, tu devi conoscere questo ragazzo, è

bravissimo'.” Quella fu la prima volta che

sentiva il suo nome, mentre l’ultima volta

che ha ascoltato la sua voce è stato il 31

dicembre del 2014. “Se non se ne fosse

andato – continua De Piscopo – avremmo

realizzato un mio grande sogno: un intero

disco strumentale con lui alla chitarra, senza

nemmeno una parola, una voce. Pensa che

meraviglia che avremmo tra le mani

adesso.”

Ovviamente, il percussionista e batterista

partenopeo non potrà mancare nel cast tra i

protagonisti del concerto dedicato a Pino

Daniele, che si terrà in Piazza del Gesù il 19

marzo, per ricordare il cantautore nel giorno

del suo 70esimo compleanno. Il concerto è

stato organizzato da Nello Daniele, il

fratello del cantautore, che dal 2015 porta

avanti il progetto Je sto vicino a te, dedicato

alla memoria dell'artista, nella sua terra, tra

la sua gente. Dalle ore 21 si terrà il

concerto-tributo Je Sto Vicino a Te Forever.

L'omaggio musicale e culturale sarà una

parata di stelle e riunirà amici, colleghi e

artisti vicini all'indimenticabile cantautore.

Come racconta Tullio De Piscopo a

proposito di questa iniziativa: “Sarà un live

senza scopo di lucro, solo amore.

Suoneremo in quella che è la zona in cui io,

Pino e altri ragazzi siamo cresciuti. Je sto

vicino a te, Bella 'mbriana, Yes I know my

way: queste canzoni le dobbiamo suonare

per forza il 19 marzo”.

(foto le Monde d’Annali e courtesy

ufficio stampa Trianon Viviani)

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



CULTURA E SPETTACOLI

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MOTORI

Alfa Romeo Roadshow Intensa: emozione, design e performance senza confini

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Nel nome di Nicola Romeo il legame con Napoli, teatro di bellezza e velocità per la nuova campagna dedicata ai modelli speciali della casa automobilistica

Il roadshow internazionale Alfa

Romeo Intensa prende il via

da un luogo simbolo

dell’eccellenza italiana per

attraversare l’Europa e

raccontare un nuovo capitolo

della sua storia. La scelta di

ambientare la campagna nei

luoghi più iconici di Napoli non

è casuale: la città, con la sua

energia travolgente e i suoi

panorami mozzafiato, incarna

perfettamente lo spirito di un marchio che ha

fatto dell’intensità la sua firma distintiva.

Piazza del Plebiscito, il Lungomare

Caracciolo, le curve vertiginose della

Costiera Sorrentina e i cortili dei palazzi

nobiliari diventano il palcoscenico ideale per

mettere in risalto il design e le prestazioni

dei modelli Intensa, mentre il Vesuvio si

staglia sullo sfondo, a ricordare la potenza e

il carattere di questa gamma esclusiva.

L’incontro tra Alfa Romeo e Napoli non è

solo estetico, ma culturale: da un lato, un

brand che ha scritto la storia

dell’automobilismo con un mix di

innovazione e tradizione; dall’altro, una città

che è simbolo di arte, passione e identità

senza tempo. L’oro, elemento distintivo della

serie Intensa, dialoga con la luce che

accarezza i vicoli storici, i riflessi sul mare e

l’opulenza del barocco

napoletano, creando un legame

visivo ed emozionale con il

cuore della città. Questo legame

si rafforza ulteriormente con la

figura di Nicola Romeo,

l’ingegnere e imprenditore

napoletano che nel 1915

trasformò l’Anonima Lombarda

Fabbrica Automobili in Alfa

Romeo, imprimendo al marchio

il carattere visionario e vincente

che ancora oggi lo distingue. Le sue radici

partenopee si riflettono nell’eleganza e nella

determinazione che caratterizzano il DNA

della casa automobilistica.

Ogni modello della gamma Intensa è un

omaggio all’heritage Alfa Romeo,

reinterpretato con dettagli di lusso e una

tecnologia all’avanguardia. La Tonale, con i

suoi cerchi da 20 pollici e gli interni in

Alcantara nera con cuciture color cuoio,

incarna il perfetto equilibrio tra sportività e

raffinatezza, proprio come Napoli, città di

contrasti affascinanti. La Giulia, con i suoi

cerchi diamantati da 19 pollici e l’abitacolo

impreziosito da pellami pregiati, richiama

l’eleganza discreta dei palazzi storici che si

affacciano su Spaccanapoli. La Stelvio, con

le sue sospensioni SDC che garantiscono

un’agilità straordinaria, sembra nata per

domare i tornanti della Costiera, dove la

strada si intreccia con il mare, creando

un’esperienza di guida unica. Infine, la

Junior, agile e tecnologica, si muove con

disinvoltura tra le vie del centro, proprio

come un napoletano che conosce ogni

scorciatoia della sua città.

L’oro, che impreziosisce ogni dettaglio della

gamma Intensa, non è solo una scelta

estetica, ma un richiamo alle leggendarie

Freccia d’Oro e Quadrifoglio Oro, simboli

di eleganza e vittoria. Come Napoli, Alfa

Romeo è una sintesi perfetta tra passato e

futuro, tra tradizione e innovazione, tra stile

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



MOTORI

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e carattere. Ogni modello racconta una

storia di eccellenza italiana, e in questa

campagna, la città partenopea diventa il suo

riflesso più autentico.

La serie speciale Intensa è un tributo alla

passione, all’innovazione e alla bellezza

senza compromessi. Come diceva Orazio

Satta Puliga, storico ingegnere del marchio:

"L'Alfa Romeo non è solo un'auto, è un

modo di vivere." E quale città meglio di

Napoli per raccontarlo? Con il roadshow

Intensa, Alfa Romeo porta nel mondo il

fascino delle sue vetture, intrecciando la

propria storia con quella di una delle città più

iconiche d’Italia, per un viaggio che è pura

emozione su quattro ruote.

F.B.

(foto da Alfa Romeo Communications)

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



VOLONTARIATO

Liberi di Volare: riscoprire la bellezza del servizio

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Il volontariato penitenziario come strumento di riscatto e giustizia riparativa

di Giuliana Sepe

Don Franco Esposito, Direttore della

Pastorale carceraria della Diocesi di

Napoli e fondatore dell’associazione Liberi

di Volare, è autore di un libro che,

attraverso molteplici voci, racconta

l’esperienza del volontariato penitenziario.

L’opera può essere considerata un vero e

proprio manuale di accompagnamento per

chi desidera riscoprire nella propria vita la

bellezza del servizio.

La presentazione del volume, avvenuta il

primo marzo presso l’Istituto Salesiano Don

Bosco di Napoli, è stata l’occasione per

affrontare il tema della giustizia riparativa,

argomento centrale anche di un Corso di

perfezionamento organizzato dalla Facoltà

di Sociologia dell’Università Federico II di

Napoli, in collaborazione con la Fondazione

Polis e la Facoltà Teologica, sotto il

coordinamento del prof. Michelangelo

Pascali.

Nella prefazione al testo, il Cardinale

Mimmo Battaglia sottolinea l’importanza

del volontariato carcerario, definendolo "un

segno di profezia, un annuncio di nuove vie

di libertà e riconciliazione". Egli evidenzia

come sia necessario sostenere la comunità

cristiana nel superare quel formalismo

ipocrita che tende a dividere il mondo in

buoni e cattivi, perfetti e sbandati,

dimenticando che la fragilità e la possibilità

dell’errore accomunano ogni essere umano.

Secondo il Cardinale, se c’è qualcuno da cui

bisogna ripartire, è proprio chi, a causa di un

errore, si trova a vedere la propria vita

arenarsi e la libertà allontanarsi.

Don Franco ha più volte ribadito che il

volontario deve rendere un servizio

all’uomo: l’azione nel carcere non è "per" i

detenuti, ma "con" i detenuti. Questo

concetto è stato ripreso anche dal Garante

campano dei detenuti, Samuele

Ciambriello, il quale ha affermato che la

giustizia è un atto d’amore e, se non è

riparativa, si riduce a mera vendetta.

Ciambriello ha poi denunciato come il

carcere stia sempre più diventando una

"discarica sociale", un luogo in cui si trovano

persone in estrema difficoltà, tra cui malati di

mente e giovani tossicodipendenti, spesso

denunciati dai propri genitori. Inoltre, ha

evidenziato la grave carenza di educatori e,

in alcuni casi, la totale assenza di psicologi,

come sta accadendo nel Carcere di Airola.

A chiusura dell’incontro, Mons. Pasquale

Cascio, Delegato C.E.C. per la Pastorale

Carceraria, ha proposto quattro principi

per chi non ha voce. È necessario leggere il

presente per costruire una nuova idea di

giustizia, in cui il futuro appartenga sempre

più all’uomo libero. Ai detenuti deve essere

restituita la loro dignità, trasmettendo loro la

convinzione che nessuno porta uno stigma

indelebile: la loro liberazione inizia quando

fondamentali, che ha definito "semi da

portare con sé e diffondere": Ritrovarsi

intorno alla dignità della persona, in

collaborazione con il volontariato laico,

riconoscendo che ogni individuo esiste in

quanto crea relazioni; Portare in carcere la

società che si prende cura di chi è privato

della libertà, affinché il mondo esterno non

dimentichi queste persone; Servire la

persona come atto di profezia, ovvero

parlare non solo a nome proprio, ma anche

cominciano a credere in sé stessi e nella

possibilità di un cambiamento; Coltivare il

piacere di fare il Bene, affinché attraverso

la giustizia si possa costruire la pace.

"Varcare la soglia di un carcere non significa

solo entrare in un luogo chiuso, ma

penetrare in un mondo fatto di storie

interrotte, di fragilità che cercano riscatto, di

vite che chiedono di essere ascoltate ed

amate."

(Don Mimmo Battaglia).

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



VOLONTARIATO

Medici di Strada: dieci anni negli occhi degli invisibili

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L’impegno per gli ultimi di tanti volontari che di notte girano la città con il Camper Medis messo a disposizione dalla Fondazione Grimaldi

di Giuliana Sepe

Lo scorso 19 febbraio, nella Chiesa di San

Giorgio Maggiore, cuore di Forcella, si è

fatta festa per i 10 anni di Medici di Strada.

Tantissime le persone presenti.

"Il sogno di Medici di Strada", ha detto don

Gennaro Matino, che li ha fondati, "nasce

dieci anni fa, ma chi ha iniziato a sognare ha

poi avuto le gambe di chi ha condiviso il

sogno e quotidianamente mette al servizio

degli ultimi la sua professione. C’è ancora

tanto da fare. L’unico mio merito è quello di

avere iniziato con una rete: se ognuno di noi

riesce a mettere a disposizione degli altri

quello che ha, le cose vanno avanti, anche

senza di te".

Tanti sono i volontari su cui può contare

Medici di Strada, che, due volte a

settimana, girano di sera con il Camper

MEDIS (Medicina Itinerante Solidale),

messo a disposizione dalla Fondazione

Grimaldi, nelle strade in cui sempre più

poveri trascorrono la notte. Volontari, medici

e non solo, donano il loro tempo e la loro

esperienza per offrire assistenza sanitaria a

chi non ha nulla e trascura la propria salute.

Non è raro dover medicare qualcuno da

ferite inferte da compagni di strada nel

tentativo di rubare o difendere solo un paio

di scarpe. Si distribuiscono antidolorifici, si

misura la pressione, si cerca di essere di

supporto per malattie più gravi e si fornisce

assistenza in caso di interventi ospedalieri,

come nel caso di un ragazzo che ha

accettato di sottoporsi a un intervento

chirurgico solo dopo che gli era stata

garantita assistenza per i suoi fedeli

compagni a quattro zampe.

L’Associazione no profit Medici di Strada

vanta anche la presenza di un ambulatorio

medico solidale al Rione Traiano, presso il

quale è possibile effettuare visite

specialistiche, tra le altre, di urologia,

reumatologia, fisiatria, senologia,

pneumologia, nefrologia e medicina

interna. Al Rione Salicelle di Afragola,

invece, è stato creato un ambulatorio che si

rivolge in particolare alla sfera delle

patologie femminili.

All’incontro, organizzato da Padre Carmelo

Raco, parroco di San Giorgio Maggiore e

da sempre in prima linea con Medici di

Strada, sono intervenuti, oltre a Mons.

Gennaro Matino, Provicario generale

dell’Arcidiocesi di Napoli, il Dott. Bruno

Cesaretti, Presidente di Medici di Strada,

la Dott.ssa Maria Cristina Molfetta,

referente per la protezione internazionale e il

diritto d’asilo presso la Fondazione

Migrantes, il Dott. Ciro Verdoliva, Direttore

ASL Napoli, e Suor Marisa Pitrella,

Direttrice Caritas Diocesana di Napoli,

che, in collegamento video, ha ribadito come

l’esperienza di questi dieci anni di Medici

di Strada possa aiutare ad amare e a

lasciarsi amare, per stabilire relazioni,

accorciando le distanze per farsi compagni

di strada, ognuno con quello che è.

"Durante i miei giri con loro", ha raccontato

Suor Marisa, "ho visto che i volontari

conoscevano i nomi dei fratelli e che i fratelli

conoscevano i nomi dei Medici di Strada,

questo vuol dire che si era creata tra loro

una relazione. Dobbiamo diventare una

comunità accogliente, che si fa carico delle

persone che vivono un momento di disagio,

facendo sì che loro tornino a sognare".

Il saluto e la preghiera finali sono stati

affidati al Vescovo ausiliario Mons.

Francesco Beneduce, che ha ricordato

come a Napoli vi sia una riserva di

umanità di cui dobbiamo andare fieri.

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



GUSTI

Ostaria Pignatelli Privé: l’intimità dell’eccellenza gastronomica sulla Riviera di Chiaia

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Un nuovo spazio esclusivo per eventi privati, tra tradizione e innovazione culinaria. Sempre nel segno della grande scuola napoletana

Ostaria Pignatelli, raffinato punto di

riferimento della ristorazione napoletana,

amplia la sua proposta con un ambiente

intimo e riservato: Ostaria Pignatelli Privé.

A soli cinquanta metri dalla sede principale,

questa nuova sala, distribuita su due livelli, è

pensata per accogliere eventi privati e

piccoli gruppi, offrendo un'esperienza

esclusiva all'insegna del gusto e della

convivialità. Un'idea che nasce dal

dinamismo e dalla continua ricerca di

eccellenza che hanno sempre caratterizzato

la gestione del locale.

Non è un caso che l’Ostaria Pignatelli sia

stata premiata con il Bib Gourmand dalla

Guida Michelin, riconoscimento che certifica

l’ottimo rapporto qualità-prezzo e che ha

contribuito a elevarne ulteriormente il

prestigio. A suggellare il percorso di crescita,

anche la vittoria nell’ottava edizione di

Quattro Ristoranti, il celebre programma

condotto da Alessandro Borghese, e

l’inserimento tra i ristoranti dell’Associazione

del Piatto del Buon Ricordo, simbolo di

autenticità e legame con il territorio.

Dietro questa realtà in continua evoluzione

c’è la guida esperta del maître Giulio

Verbini, il cui lavoro si affianca a quello di

una squadra di chef talentuosi e di una

brigata di sala affiatata e attenta a ogni

dettaglio. La proposta gastronomica

dell’Ostaria è riassunta in una filosofia

chiara: "tradizionale, tipica ed atipica,

napoletana e mediterranea in generale",

espressa in piatti che celebrano la memoria

culinaria partenopea con un tocco

contemporaneo. Tra i protagonisti del menù

spiccano l’iconica Pasta mista con patate

e provola, i Mezzanelli alla lardiata, le

Candele alla Genovese, le Polpette al

ragù e il Baccalà alla napoletana.

L’esperienza che si vive all’Ostaria

Pignatelli non è solo gastronomica, ma

anche estetica ed emozionale: l’ambiente,

curato nei minimi dettagli, fonde uno stile

moderno e giovane con richiami alla

tradizione, mentre la selezione di etichette e

piatti oscilla tra grandi classici e proposte

innovative. Con l’apertura della nuova sala

Privé, il locale conferma la propria capacità

di evolversi, restando fedele alla sua identità

e consolidando il suo ruolo nel panorama

dell’ospitalità partenopea.

F.B.

Sudenord.it - Anno 2 n.5 - Gennaio 2025



GUSTI

Marco De Vivo con figlia e moglie

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Perla Nera: il nuovo dolce della Pasticceria Poppella

Un connubio perfetto tra tradizione e innovazione nel dolce firmato da Ciro Poppella.

Ciro Poppella ha svelato la sua ultima

creazione, Perla Nera, in anteprima

assoluta a Milano, durante l’edizione 2025 di

Identità Golose. Questo dolce esclusivo

rappresenta una fusione perfetta tra

tradizione e innovazione, unendo sapori

avvolgenti e consistenze sorprendenti.

Realizzato con una base di pasta frolla e

una cupola di cioccolato al latte, il Perla

Nera custodisce al suo interno la celebre

crema di latte del Fiocco di Neve, arricchita

da un cuore morbido di caramello. La

combinazione di ingredienti di alta qualità e

il contrasto tra la croccantezza esterna e la

cremosità interna lo rendono un dolce unico

e irresistibile.

“Il nome Perla Nera nasce da un’idea di mia

moglie Anna – ha raccontato Ciro Poppella

– è un dolce che gioca con le consistenze e

che stupisce il palato grazie al suo equilibrio

tra dolcezza e croccantezza.”

La storia della Pasticceria Poppella

affonda le radici nel cuore del Rione Sanità

di Napoli, dove Ciro Poppella ha

trasformato una piccola pasticceria di

famiglia in un punto di riferimento per la

tradizione dolciaria partenopea. Il vero

successo arriva con la creazione del Fiocco

di Neve, un soffice bocconcino ripieno di

crema di latte, che ha conquistato prima i

napoletani e poi il mondo intero. Da un

semplice esperimento in laboratorio, il

Fiocco di Neve è diventato un’icona

gastronomica, tanto da essere richiesto da

turisti e appassionati di dolci da ogni parte

d’Italia.

Oggi la Pasticceria Poppella conta diversi

punti vendita a Napoli, tra cui lo storico

laboratorio in Via Arena alla Sanità 24, il

moderno store in Via Santa Brigida 69. Il

Perla Nera sarà disponibile in tutte le sedi

della pasticceria e, prossimamente, in altri

punti vendita selezionati.

F.B.

Sudenord.it - Anno 2 n.5 - Gennaio 2025



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Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025

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