leStrade n.1650 marzo 2025
INFRASTRUTTURE Nuovo Settore Mezzi d'Opera di ANIE ASSIFER
INFRASTRUTTURE
Nuovo Settore Mezzi d'Opera di ANIE ASSIFER
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N. 1605/3 MARZO 2025
Casa Editrice la fiaccola srl
INFRASTRUTTURE
Nuovo Settore Mezzi
d’Opera di ANIE ASSIFER
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ISSN 0373-2916
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N. 1605 Marzo 2025 anno CXXVII
ISSN: 0373-2916
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all’Unio ne stampa periodica italiana.
Numero di iscrizione 14744
Redazione
Direttore responsabile
Lucia Edvige Saronni
Direttore editoriale
Fabrizio Parati
fparati@fiaccola.it
Redazione
Monica Banti
Damiano Diotti
Carlo Dossi
Gabriele Villa
COME ERAVAMO
7 di Fabrizio Parati
L’OPINIONE LEGALE
8 IRREGOLARITÀ RIGUARDANTI L’OFFERTA TECNICA
E L’OFFERTA ECONOMICA
di Claudio Guccione
NOTIZIE DALL’ANAS
12 PIEMONTE, TANGENZIALE DI ASTI
13 SARDEGNA, STRADA STATALE 131 “CARLO FELICE”
14 LAZIO, NUOVO SOTTOPASSO A RIETI
NEWS
16 ATTUALITÀ
26 CONVEGNI
28 AGENDA: CONVEGNI, CORSI, EVENTI
Segreteria di redazione
Jole Campolucci
jcampolucci@fiaccola.it
Consulenti tecnici e legali
Terotecnologia
Gabriele Camomilla
Normativa
Biagio Cartillone
Gallerie e Infrastrutture
Roberto Arditi
Appalti Pubblici
Claudio Guccione
Ponti e Viadotti
Enzo Siviero
INFRASTRUTTURE & MOBILITÀ
32 NUOVO SETTORE MEZZI D’OPERA DI ANIE ASSIFER
34 TUTOR SU 26 NUOVE TRATTE LUNGO LA RETE DI ASPI
DI ANGELO BANDELLO
36 LA PATENTE A PUNTI SPIEGATA BENE
di Paolo Cosseddu
40 IL CANTIERE DEL TUNNEL DI BASE ENTRA
IN UNA NUOVA DIMENSIONE
di Mauro Armelloni
42 SINERGIA FRA AUTOBRENNERO E POLIZIA STRADALE
44 FS ITALIANE, NOMINATI I NUOVI CDA DELLE SOCIETÀ
CONTROLLATE
di Claudio Andrea Gemme
46 IL NUOVO SVINCOLO DI DALMINE
SULLA A4 MILANO-BRESCIA
di Carlo Dossi
50 I PRIMATI AMBIENTALI DI ASPI
di Monica Banti
52 IL PROGETTO “SERRAH2VALLE”
di Damiano Diotti
58 LA TBM “PARTENOPE”
di Gabriele Villa
60 IL NODO FERROVIARIO DI BOVISA (MILANO)
di Edvige Viazzoli
62 “VELE PER LA VITA”
di Arkteam Architetti
Comitato di redazione
Leonardo Annese - ANAS/CNI AIPCR ITALIA
Roberto Arditi - Gruppo ASTM
Mario Avagliano - ANAS
Fabio Borghetti - Politecnico di Milano
Michele Culatti - Gruppo Siviero
Paola Di Mascio - AIPSS
Concetta Durso - ERF
Laura Franchi - TTS Italia
Giancarlo Guado - SIGEA
Salvatore Leonardi - DISS
Pietro Marturano - MIT
Andrea Mascolini - OICE
Francesco Morabito - FINCO
Michela Pola - FEDERBETON
Maurizio Roscigno - ANAS
Emanuela Stocchi - AISCAT
Monica Tessi - ANIE/ASSIFER
Susanna Zammataro - IRF
Hanno collaborato
Mauro Armelloni
Monica Banti
Matthieu Colombo
Stefano Coropulis
Paolo Cosseddu
Damiano Diotti
Carlo Dossi
Simone Fregonese
Andrea Gemme
Claudio Guccione
Nicola Ravaioli
Enzo Rizzo
Camilla Sarfatti
Edvige Viazzoli
Gabriele Villa
Susanna Zammataro
Comitato Tecnico-Editoriale
PRESIDENTE
LANFRANCO SENN
Professore Ordinario di Economia Regionale
Responsabile Scientifico CERTeT,
Centro di Economia Regionale, Trasporti
e Turismo dell’Università Bocconi di Milano
MEMBRI
MATERIALI & TECNOLOGIE
66 SLOPE REINFORCEMENT TECHNOLOGY: DESTINATO
A DIVENTARE UNO STANDARD
di Simone Fregonese
70 OFFICINE MACCAFERRI ACQUSISCE SYNTEEN TECHNICAL FABRICS
di Damiano Diotti
72 UN ANNO CRUCIALE
di Damiano Diotti
74 CORSO BASE DI TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO
di Istituto Italiano per il Calcestruzzo
MACCHINE & ATTREZZATURE
76 SIMEX RILANCIA LA PROPRIA PASSIONE PER L’INNOVAZIONE
di Camilla Sarfatti
80 CICLOVIA ALPE ADRIA TUTTA D’UN TRATTO
di Enzo Rizzo
84 MARINI EVODRYER PLUS AL BAUMA
di Damiano Diotti
88 PREMISCELATO SPAZIALE
di Matthieu Colombo
92 WIRTGEN GROUP A BAUMA 2025 CON 45 ANTEPRIME
MONDIALI E INNOVAZIONI
di Damiano Diotti
94 DALL’AUSTRALIA ALL’EUROPA
di Carlo Dossi
98 LA COSTRUZIONE DEL PONTE ALTO A HORB
di Mauro Armelloni
100 TUTTO IL NUOVO DI BOMAG, AL BAUMA 2025
di Carlo Dossi
GIANNI VITTORIO ARMANI
Amministratore delegato IREN
ELEONORA CESOLINI
TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin)
PASQUALE CIALDINI
Direttore Generale per la Vigilanza
e la Sicurezza delle Infrastrutture MIT a r.
DOMENICO CROCCO
Dirigente ANAS,
Segretario Generale PIARC Italia
STEFANO RAVAIOLI
Direttore SITEB
LUCIANA IORIO
MIT, Presidente WP1 UNECE
AMEDEO FUMERO
Dirigente MIT, Capo Dipartimento per i Trasporti,
la Navigazione e i Sistemi informativi e statistici
LUCIANO MARASCO
Dirigente MIT, Responsabile IV Divisione
DG Sicurezza Stradale
FRANCESCO MAZZIOTTA
Già Dirigente MIT, Responsabile II Divisione
DG Sicurezza Stradale
VINCENZO POZZI
Già Presidente CAL
ALESSANDRO MUSMECI
AISCAT Pesponsabile Area Tecnica
104 MERLO, I NUOVI ROTO ALLA CONQUISTA DI BAUMA
di Gabriele Villa
106 NUOVE FRONTIERE PER I DIECI
di Damiano Diotti
108 L’IMPRESA BATTISTELLA SCEGLIE GLI HITACHI
di Carlo Dossi
110 I NUOVI DUMPER ARTICOLATI VOLVO FANNO IL PIENO
DI TECNOLOGIA
di Matthieu Colombo
112 TRASFORMA IL CANTIERE DEL FUTURO
di Monica Banti
114 IL BAUMA DI SANY
di Gabriele Villa
116 SOILMEC AL BAUMA 2025
di Monica Banti
120 INNOVAZIONE SOSTENIBILE E AUTOMAZIONE
di Gabriele Villa
122 LA PRIMA AL MONDO CON CABINA ROTANTE
ASSOCIAZIONI
124 SICUREZZA STRADALE: IL RUOLO DELL’IRF
di Susanna Zammataro
125 REPORT DI OICE SUI BANDI PNRR
126 I SOCI DELLA SIIV SI METTONO ALL’OPERA
di Stefano Coropulis
127 GLOBAL MINISTERIAL CONFERENCE ON ROAD
di Nicola Ravaioli
ORNELLA SEGNALINI
Dirigente MIT, Direttore Generale
Dighe e Infrasrutture Idriche ed Elettriche a r.
MARIO VIRANO
Direttore Generale TELT (Tunnel Euralpin Lyon Turin)
GILBERTO CARDOLA
Amministratore BBT SE
(Galleria di Base del Brennero - Brenner Basistunnel)
IN RAPPRESENTANZA DELLE ASSOCIAZIONI
ANGELO ARTALE
Direttore Generale FINCO
FEDERICO CEMPELLA
Associazione del Genio Civile
MARIA PIA CERCIELLO
PIARC ITALIA
GABRIELLA GHERARDI
Presidente AISES
OLGA LANDOLFI
Segretario Generale TTS Italia
GIOVANNI MANTOVANI
Già Presidente AIIT
MARCO PERAZZI
Relazioni Istituzionali UNICMI
DONATELLA PINGITORE
Presidente ALIG
CARLO POLIDORI
Presidente AIPSS
DANIELA PRADELLA
ANIE/ASSIFER
ADNAM RAHMAN
Vice Presidente IRF
STEFANO RAVAIOLI
Direttore SITEB
NICOLA ZAMPELLA
Direttore Generale Federbeton
GABRIELE SCICOLONE
Presidente OICE
SERGIO STORONI RIDOLFI
SIGEA
Anas SpA
Ente nazionale
per le strade
Associazione Italiana
Società Concessione Autostrade
e Trafori
Associazione
del Genio Civile
Associazione Italiana
per l’Ingegneria Traffico
e dei Trasporti
Associazione Mondiale
della Strada
Associazione Italiana
dei Professionisti
per la Sicurezza Stradale
Associazione Italiana
Segnaletica e Sicurezza
Associazione Laboratori
di Ingegneria e Geotecnica
Associazione
Industrie
Ferroviarie
Associazione Italiana
Segnaletica Stradale
European Union
Road Federation
Formazione Addestramento
Scienza Tecnologia Ingegneria
Gallerie e Infrastrutture
Federazione delle Associazioni
della filiera del cemento,
del calcestruzzo e dei materiali di
base per le costruzioni nonché
delle applicazioni e delle
tecnologie ad esse connesse
Federazione Industrie
Prodotti Impianti Servizi
ed Opere Specialistiche
per le Costruzioni
International Road
Federation
Associazione delle
organizzazioni di ingegneria,
di architettura e di consulenza
tecnico-economica
Società Italiana Geologia
Ambientale
Società Italiana Infrastrutture
Viarie
SITEB
Strade Italiane e Bitumi
Associazione Italiana
della Telematica per
i Trasporti e la Sicurezza
Unione Nazionale delle Industrie
delle Costruzioni Metalliche
dell’Involucro
e dei Serramenti
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AUTOSTRADA DEL BRENNERO SpA
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In Copertina In copertina, Petroli Firenze S.p.A.
Oggi l’azienda occupa una posizione primaria
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verso nuove prospettive di lungo periodo,
con un importante piano di investimenti
che coinvolge tutto il gruppo.
BOMAG ITALIA – MARINI SpA
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CAR SEGNALETICA STRADALE Srl
carsrl.com 1
CGT SpA
cgt.it 49
CODEVINTEC ITALIANA Srl
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CONEXPO 2026
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LAYHER SpA
layher.it 15
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MASSUCCO T. Srl
massuccot.com 91
NIEDERSTAETTER AG SpA
niederstaetter.it 97
PETROLI FIRENZE SpA
petrolifirenze.it
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3TI ITALIA SpA
3tiprogetti.it 11
DOOSAN BOBCAT EMEA
bobcat.com 69
SIMEX Srl
simex.it 43
ADD HOC Srl
add-hoc.com 35
DYNAPAC ITALIA Srl
dynapac.com 5
TEKNA CHEM SpA
teknachemgroup.com 99
AMMANN ITALY Srl
ammann.com 61
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VALLI ZABBAN SpA
vallizabban.it 19
ASECAP DAYS
asecapdays.com 103
ELIA PERONI & C. Sas
eliaperoni.it 21
Aziende citate
A2MX Monitor 18
Acotel 18
Alstom 52
Amplia Infrastructures 46, 50
Anas 12, 44
Arkteam Architetti 62
ATM 16, 24
Autostrada del Brennero 42
Bobcat 112
Bomag 100
Busitalia 44
Case 120
Cogeis 40
Corten Safe 80
Dieci 107
Ecopneus 74
Eiffage Génie civil 40
Elto 66
Engineering 22
Ferrovienord 52
Ferservizi 44
FNM 18, 52
FS International 44
FS Security 20
FS Sistemi Urbani 44
Ghella 40
Gruppo A4 Holding 23
Gruppo Autostrade per l’Italia 22, 34, 46, 50
Gruppo ASTM 17
Gruppo FS 17, 20, 21, 44, 58
Gruppo PSC 18
Gruppo Webuild 24, 58
Hamm 98
Hitachi 108
Italfer 44
Italtel 18
Mammoet 94
Marini 84
Mecalac 122
Merlo 104
Soilmec 116
Officine Maccaferri 70
Rainbow 18
Reway Group 60
RFI 44, 58
Sapio 52
Sany 114
SBM 88
Simex 76
Sitaf 40
Spie Batignolles 40
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Synteen Technical Fabrics 70
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Trenitalia 18, 44
Trenord 18
Volvo 110
Wirtgen Group 92
Tra le caratteristiche salienti della gamma CX, vi sono la nuova cabina e un’interfaccia di facile
utilizzo per l’operatore, tra cui il sedile girevole e scorrevole da un lato all’altro della macchina.
Inoltre il drenaggio dell’olio e del liquido refrigerante facilitati, comodi punti di accesso per la
manutenzione giornaliera, un efficiente impianto idrico con circuito di riserva e sistema antigelo,
e i raschiatori montati in posizione elevata. Queste sono solo alcune delle caratteristiche studiate
per ridurre al minimo i problemi e aumentare l’efficienza. Ma è la tecnologia SEISMIC ASPHALT a
rendere questi rulli all’avanguardia della categoria con indubbi vantaggi per l’ambiente, l’efficienza
e il benessere dell’operatore, oltre ad eccellenti risultati di compattazione. CX9, il rullo a ralla.
In questo numero
4 3/2025 leStrade
Your Partner on the Road Ahead.
Come eravamo
I temi del numero
di marzo del 1925
• il V Congresso
Internazionale della
Strada, del 1926, a
Milano, e La Mostra
Internazionale della
Strada, che si terrà
in contemporanea al
Congresso;
• i problemi del
miglioramento stradale:
la qualità del pietrisco;
• servizio di nettamento
ed inaffiamento e
pavimentazioni stradali
della città di Torino;
• esperimento di
trattamento superficiale
delle carreggiate a
Macadam con un nuovo
prodotto denominato
“Catramoleum” in
Milano;
• l’Ufficio Strade in
Francia;
• lo sviluppo
dell’automobilismo negli
Stati Uniti.
Respiriamo la stessa aria
A Bolzano dal 2014 è attivo il nostro 1°centro H 2
in questi anni abbiamo ridotto le emissioni di 2.336 ton
Autobrennero la tua autostrada
leStrade 3/2025 7
Normativa e infrastrutture
Irregolarità riguardanti l’offerta
tecnica e l’offerta economica
Il TAR Veneto traccia il perimetro di operatività
del soccorso istruttorio procedimentale
Avv. Prof. Claudio Guccione
Il TAR Veneto, con la sentenza n. 255,
pubblicata in data 21 febbraio 2025, ha
evidenziato che il soccorso istruttorio
procedimentale può essere usato solo
per precisare il contenuto dell’offerta e
mai per apportarvi elementi non immediatamente
evincibili.
L’avvocato Claudio Guccione, fondatore di P&I - Studio Legale Guccione & Associati,
è Professore a contratto di Diritto dei Contratti di Partenariato Pubblico
Privato all’Università degli Studi di Teramo (claudio.guccione@peilex.com).
Inquadramento normativo
Il soccorso istruttorio è attualmente
disciplinato dall’art. 101 del D.lgs. n.
36/2023 che ne prevede tre differenti
tipologie:
a) il soccorso integrativo o completivo,
disciplinato dal co. 1, lett. a) dell’art.
101, attraverso il quale la stazione
appaltante mira, in termini essenzialmente
quantitativi, al recupero delle
carenze della documentazione amministrativa
(con esplicita esclusione
della documentazione afferente
all’offerta tecnica ed economica) necessaria
alla partecipazione alla gara.
Qualora i documenti mancanti siano
la garanzia provvisoria, il contratto di
avvalimento o l’impegno a conferire
mandato collettivo speciale in caso
di raggruppamenti di concorrenti
non ancora costituiti, questi possono
essere prodotti in sede di soccorso
istruttorio integrativo, a condizione
che abbiano data certa anteriore
al termine fissato per la presentazione
delle offerte;
b) il soccorso sanante, codificato dal co.
1, lett. b) dell’art. 101, che consente,
in termini qualitativi, di rimediare ad
omissioni, inesattezze o irregolarità
della domanda di partecipazione, del
documento di gara unico europeo e
di ogni altro documento richiesto dalla
stazione appaltante per la partecipazione
alla procedura di gara, fermo
il limite della insanabilità della documentazione
di incerta imputazione
soggettiva. Non possono essere sanate
le omissioni, le inesattezze e le
irregolarità che inficiano la documentazione
che compone l’offerta tecnica
e l’offerta economica;
c) il soccorso istruttorio in senso stretto,
o procedimentale, disciplinato dal
co. 3 dell’art. 101, che abilita la stazione
appaltante, o l’ente concedente,
a sollecitare chiarimenti o spiegazioni
sui contenuti dell’offerta tecnica
e dell’offerta economica, tali da consentire
l’esatta acquisizione della volontà
dell’impresa partecipante, superandone
eventuali ambiguità, a
condizione di pervenire a esiti certi
circa la portata dell’impegno negoziale
assunto, e fermo in ogni caso il
divieto di apportarvi qualunque modifica.
Il minimo comune denominatore delle
diverse tipologie di soccorso istruttorio
è rappresentato, dunque, dall’impossibilità
di sanare carenze inerenti all’offerta
tecnica o economica e nel rispetto
della par condicio tra i concorrenti di
una gara pubblica.
Inoltre, si evidenzia che la più importante
novità introdotta dall’art. 101 del D.lgs.
n. 36/2023 è stata la codificazione
del soccorso istruttorio procedimentale,
che consente alla stazione appaltante
di richiedere all’operatore economico
chiarimenti in merito al contenuto della
propria offerta in qualsiasi momento.
Ed è proprio su tale tipologia che il TAR
Veneto, con la pronuncia in commento,
si è espresso al fine di precisarne i limiti
di operatività.
I fatti di causa
Il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive
avviava una procedura negoziata ai
sensi dell’art. 50, co. 1, lett. c) del D.lgs.
n. 36/2023 per l’affidamento dei lavori
di “Ripristino della funzionalità degli impianti
idrovori afferenti all’UTO n. 1 “Muson”
siti nei comuni di San Giorgio delle
Pertiche, Campodarsego, Vigodarzere,
Loreggia, Camposampiero, Borgoricco”.
Prendevano parte alla procedura quattro
operatori economici.
A seguito dell’apertura delle buste contenenti
l’offerta economica veniva stilata
la relativa graduatoria.
La stazione appaltante, esaminate le offerte
economiche, escludeva il concorrente
primo graduato a causa del riscontro
della non congruità dei prezzi offerti
relativamente ai lavori in economia. Difatti,
l’importo complessivo offerto risultava
essere superiore alla base d’asta indicata
negli atti di gara.
L’operatore escluso chiedeva di essere
riammesso alla procedura di gara sostenendo
di aver commesso un mero errore
materiale nella formulazione dell’offerta.
In particolare, il concorrente sosteneva
di aver indicato nell’offerta economica,
nello specifico nelle caselle dedicate ai
lavori in economia, la somma delle voci
“a misura” indicate in precedenza, anziché
i prezzi unitari relativi a tali lavori,
per mero errore materiale chiaramente
riconoscibile. Inoltre, l’operatore evidenziava
di aver indicato il proprio importo
corretto offerto in altri punti dell’offerta
economica, di modo che fosse di immediata
percezione anche il corretto importo
dei prezzi unitari relativi ai lavori
in economia.
L’Amministrazione, tuttavia, confermava
il provvedimento di esclusione motivando
che l’errore commesso non poteva
essere qualificato come errore materiale
immediatamente percepibile e quindi
emendabile senza fare ricorso ad inammissibili
attività manipolative. Difatti,
l’intenzione del concorrente rispetto
all’importo da offrire per i lavori in economia
non era agevolmente individuabile
né chiaramente riconoscibile dall’offerta
presentata, imponendo, invece, il
ricorso a ulteriori fonti in palese lesione
del principio di immodificabilità dell’offerta
posto a tutela della concorrenza
e parità di trattamento degli operatori
economici nonché delle esigenze di certezza
e trasparenza delle regole di gara.
Il ricorso proposto dall’operatore
economico escluso
L’operatore economico escluso proponeva
ricorso avverso il provvedimento di
esclusione denunziandone l’illegittimità
per violazione dell’art. 101, co. 3, D.lgs.
n. 36/2023.
In particolare, secondo il ricorrente,
nell’offerta economica sarebbe stata
erronea soltanto l’indicazione del prezzo
dei lavori in economia, ma, a fronte
del complessivo ribasso percentuale offerto,
l’offerta sarebbe stata comunque
congrua e non avrebbe superato la base
d’asta indicata negli atti di gara.
Per tali ragioni, quindi, si sarebbe trattato
di un mero errore materiale, chiaramente
riconoscibile, tale per cui la
stazione appaltante avrebbe dovuto ricorrere
al soccorso istruttorio procedimentale.
La pronuncia del TAR Veneto
Il TAR Veneto, con la sentenza in commento,
ha rigettato il ricorso ritenendo
che nel caso di specie la stazione appaltante
non avrebbe potuto attivare il soccorso
istruttorio procedimentale e ciò in
quanto non veniva in rilievo un errore
materiale facilmente riscontrabile.
In primo luogo, il giudice amministrativo,
dopo aver evidenziato che, nella fattispecie
concreta sottoposta al suo vaglio,
l’indicazione dei prezzi dei lavori in
economia costituiva elemento essenziale
dell’offerta economica espressamente
richiesto dalla lex specialis a pena di
esclusione, ha colto l’occasione per illustrare
il corretto funzionamento dell’i-
L’Opinione legale
8 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025 9
Il TAR Veneto ha anche precisato che la
stazione appaltante può correggere gli
errori materiali che inficiano l’offerta solamente
nelle ipotesi in cui in tale offerta
la volontà negoziale effettiva dell’operatore
economico sia individuabile in modo
certo, “senza margini di opacità o ambiguità,
così che si possa giungere a esiti
univoci circa la portata dell’impegno assunto”.
Difatti, perché l’errore materiale
possa essere emendabile è necessario
che sia rilevabile ictu oculi senza che si
rendano necessarie complesse indagini
della volontà, che, dunque, deve essere
agevolmente individuabile e chiaramente
riconoscibile; e che non si renda necessario
consultare fonti esterne.
passion for design
passion for people
— 3TI Progetti
Metro Line 4
Milan, Italy
La recente pronuncia
del TAR Roma
Sul medesimo tema si era già pronunciato
il TAR Roma, che, con la sentenza
n. 397 pubblicata in data 9 gennaio
2025, ha considerato ammissibile il soccorso
istruttorio procedimentale nell’ipotesi
di formulazione di un’offerta “ambigua
o non meglio specificata”. In tal
caso, la stazione appaltante è tenuta ad
attivare il soccorso istruttorio procedimentale,
che serve proprio per chiarire
il contenuto e la volontà effettiva espressa
dall’operatore economico nell’offerta
tecnica e/o in quella economica.
Il soccorso istruttorio procedimentale,
quindi, consente alla stazione appaltante
di sollecitare chiarimenti sui contenuti
dell’offerta al fine di acquisire l’esatta
ed effettiva volontà dell’operatore
economico, superando eventuali ambiguità,
fermo restando il divieto, giustificato
alla luce del principio della par
condicio tra i partecipanti a una commessa
pubblica, di apporvi integrazioni
o modifiche.
Mobility
sustainable
infrastructures
Spaces
for people &
communities
Energy
stituto del soccorso istruttorio procedimentale
di cui al co. 3 dell’art. 101 D.lgs.
n. 36/2023.
In particolare, il TAR Veneto ha evidenziato
che tale tipologia di soccorso istruttorio
è ammissibile solo nella misura in
cui è utilizzata con la finalità di precisare
il contenuto dell’offerta e non anche
per integrarlo, rappresentando, dunque,
un supporto meramente formale e
mai sostanziale. Difatti, i chiarimenti del
concorrente acquisiti in sede di soccorso
istruttorio devono essere finalizzati unicamente
a consentire l’esatta interpretazione
e a ricercare l’esatta volontà dell’operatore
economico, di modo che siano
superate eventuali ambiguità. Tali chiarimenti,
quindi, non possono mai assumere
carattere integrativo dell’offerta.
A fronte di ciò, il giudice amministrativo
ha riconosciuto la correttezza dell’operato
della stazione appaltante considerato
che, nel caso di specie, il soccorso istruttorio
non era ammesso proprio perché si
trattava di integrare il contenuto necessario
dell’offerta economica.
Osservatorio normativo
Comunicato del Presidente ANAC del
30 gennaio 2025 recante “Indicazioni in
merito alla compilazione dei Certificati
di esecuzione in relazione ai maggiori
importi corrisposti a titolo di compensazione
e al visto del competente organo
preposto alla tutela del bene”;
Parere n. 3255 del 30 gennaio 2025 rilasciato
dal MIT – Servizio Supporto Giuridico
sulla qualificazione degli operatori
economici successivamente all’abrogazione
dell’art. 12 del DL 47/2014. nn
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L’Opinione legale
10 3/2025 leStrade
Notizie da Anas
Notizie da Anas
Piemonte, Tangenziale
di Asti - statale 231
Completata la demolizione del viadotto
sulla carreggiata in direzione Asti
A una settimana dall’apertura al
traffico del viadotto al km 1 della
Tangenziale di Asti - statale 231 “di
Santa Vittoria” lungo la carreggiata
in direzione Alba su cui è provvisoriamente
convogliata la circolazione
in entrambe le direzioni, nella giornata
di lunedì 24 febbraio Anas ha
Anas ha consegnato i lavori per la
realizzazione del 3° Stralcio dei tre
lotti nei quali è stata suddivisa l’intera
riqualificazione della “Tangenziale
Ovest di Foggia”. I lavori sono
stati aggiudicati all’impresa Consorzio
Stabile Argo Scarl con sede legale
in corso Novara 10, 80143 Napoli
(NA). La consegna è stata preceduta,
da un incontro con le organizzazioni
Sindacali territoriali, in aderenza
alle previsioni del Protocollo
di Intesa che presidia l’intervento,
Puglia, SS673 “Tangenziale Ovest di Foggia”
Gli interventi riguardano un tracciato per una lunghezza complessiva di 4,5
chilometri. Investimento complessivo di quasi cinquanta milioni di euro
completato la demolizione del viadotto
parallelo lungo la carreggiata
in direzione Asti. La demolizione,
eseguita tramite pinze meccaniche
e martellone in piena sicurezza per
la circolazione in transito sulla carreggiata
opposta, è stata preceduta
dalla rimozione del pacchetto superficiale
di asfalti al fine di alleggerire
l’impalcato.
Gli interventi, che procedono nel rispetto
del cronoprogramma iniziale,
si inseriscono nel progetto di sostituzione
dei due viadotti tramite nuovi
impalcati in acciaio corten costituiti
da due campate e lunghi complessivamente
66 metri ciascuno. L’investimento
per l’esecuzione dei lavori
ammonta a circa sei milioni di euro.
I prossimi passi in programma prevedono
la predisposizione dei nuovi
appoggi del ponte (le strutture su
cui poggerà il nuovo impalcato in
acciaio) e l’assemblaggio - direttamente
nelle aree di cantiere - delle
carpenterie metalliche del futuro
viadotto il cui varo tramite autogru
è previsto a fine marzo. Seguiranno
gli allestimenti e il collaudo delle
opere.
Il completamento dei lavori con
apertura regolare al traffico di entrambe
le carreggiate è previsto
nell’estate 2025.
trattandosi di opera commissariata
(Protocollo d’intesa MIT-OO.SS.
del 11/12/2020; Protocollo Commissario
Straordinario-OO.SS. del
12/07/2023).
Nel dettaglio, l’obiettivo del progetto
è quello di garantire maggiori standard
qualitativi della circolazione
stradale e quindi una maggiore sicurezza
sulla viabilità e sugli utenti
che percorreranno l’arteria.
I lavori prevedono l’ottimizzazione
degli svincoli piani e a livelli sfalsati,
la realizzazione di svincoli a rotatoria,
il risanamento delle pavimentazioni
esistenti, la razionalizzazione
degli accessi diretti mediante la costruzione
di bretelle di servizio, il rifacimento
della segnaletica verticale
e orizzontale, la manutenzione
straordinaria delle barriere laterali
e di quelle spartitraffico, la pulizia
e il ripristino della funzionalità delle
opere idrauliche esistenti nonché
la posa in opera di impianti tecnologici
e di illuminazione di ultima generazione.
Il terzo lotto della S.S. 673 (ex S.S.
n.16) “Tangenziale Ovest di Foggia”,
ha uno sviluppo totale di 4,5 chilometri.
L’importo complessivo dell’intervento
ammonta a quasi 50 milioni
di euro.
Sardegna, strada statale 131
“Carlo Felice”
Realizzati dieci chilometri di nuovo asfalto
drenante, tra le provincie di Oristano e Sud
Sardegna, sulla statale 131 “Carlo Felice”
Anas ha concluso gli interventi di
realizzazione della nuova pavimentazione
drenante su un tratto
di circa dieci chilometri della strada
statale 131 “Carlo Felice”, tra
le province di Oristano e Sud Sardegna.
Nel dettaglio i lavori hanno
riguardato circa due chilometri
della carreggiata in direzione
nord, nel comune di Serrenti, e
oltre otto chilometri in direzione
sud, tra i comuni di Mogoro, Marrubiu
e Sardara.
I lavori, del valore di sei milioni
di euro, fanno parte del piano di
manutenzione della “Carlo Felice”
e, oltre alla pavimentazione, hanno
previsto il rifacimento della segnaletica.
Piemonte, strada statale 291 Var “Della Nurra”
Completata la manutenzione di tre viadotti sulla Tangenziale di Alessandria
Sono stati consegnati gli interventi
per la realizzazione delle opere
di manutenzione lungo tutto il
tracciato della strada statale 291
Var “della Nurra”, tra Sassari e Alghero.
I lavori riguarderanno in
particolare il rifacimento della pavimentazione
stradale su entrambe
le carreggiate e, contestualmente,
l’istallazione delle barriere
spartitraffico centrale di tipo ‘New
Jersey’ di nuova generazione.
La prima fase degli interventi si
concentrerà sulla carreggiata in
direzione Alghero e prevede la
chiusura al traffico tra il km 15 e
il km 25, con deviazione del flusso
veicolare lungo il tracciato della
statale 291. La conclusione di
questa prima fase è prevista entro
fine marzo.
Contestualmente, dal km 4,500
al km 6,700 verranno chiuse entrambe
le corsie di sorpasso per
poter procedere all’installazione
delle nuove barriere ‘New Jersey’.
Tale intervento si estenderà successivamente
sino al km 14,300.
Gli interventi prevedono un investimento
complessivo di circa 18
milioni di euro, che rientrano nel
piano Anas per la manutenzione
delle strade del nord Sardegna.
In collaborazione con
12 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
13
Notizie da Anas
Lazio, nuovo sottopasso a Rieti
Aperto al traffico il nuovo sottopasso ferroviario di via Velinia
a Rieti, e varato anche il nuovo ponte sul fiume Turano
Dopo un periodo di lavori intensi
e mirati, Anas ha aperto al traffico,
nella giornata del 28 febbraio
2025, il sottopasso di via Velinia
a Rieti, grazie a questa opera
è stato garantito agli automobilisti
un collegamento efficiente e
sicuro tra la Rotatoria “Velino” e
via Mattei.
Il sottopasso è stato aperto al
traffico in modalità provvisoria al
fine di completare le ultime opere
minori. L’intervento ha lo scopo
di migliorare la viabilità grazie
all’eliminazione di un punto critico
che non consentiva il passaggio
in sicurezza dei veicoli merci
e in particolare garantisce il passaggio
dei veicoli con sagoma limite
da normativa.
La realizzazione di muri di sostegno,
la paratia di micropali
e l’adeguamento della piattaforma
stradale alla tipologia C2
garantiscono una maggiore sicurezza
per gli utenti della strada.
La realizzazione di un canale
rettangolare e di una vasca di
sollevamento, inoltre, risolvono
i problemi di ristagno idrico, garantendo
una maggiore protezione
della piattaforma stradale dalla
falda acquifera.
L’intervento ha richiesto la realizzazione
di un nuovo ponte ferroviario
e l’esecuzione di complesse
opere di ingegneria civile, tra
cui la costruzione di muri di sostegno,
la posa di tubazioni per
il drenaggio e l’adeguamento del
pacchetto di pavimentazione.
Sempre nella giornata del 28 febbraio
è stato completato il varo
del nuovo ponte sul fiume Turano,
un’opera infrastrutturale di
fondamentale importanza per la
fluidità e la sicurezza della viabilità
cittadina.
Il ponte, denominato C3, scavalca
il fiume Turano lungo l’asse
di collegamento tra la rotatoria
“Svincolo” e la rotatoria “Turano”
sostituendo il precedente ponte
con una struttura moderna e
idraulicamente compatibile. I lavori
riguardanti il ponte saranno
per la sua apertura al traffico
saranno ultimati entro la fine
di aprile.
PIÙ SICUREZZA
PIÙ DURATA
PIÙ PROFITTO
Puglia, SS16 “Adriatica”
Sopralluogo del Sottosegretario Tullio Ferrante sul
cantiere per i lavori di adeguamento del tratto compreso
tra Foggia e San Severo lungo la SS16 “Adriatica”
L’onorevole Tullio Ferrante, Sottosegretario
delle infrastrutture e della
mobilità sostenibili, ha visitato il
cantiere situato lungo la strada statale
16 “Adriatica” nel tratto compreso
tra Foggia e San Severo, opera
di fondamentale importanza per
il rilevante impatto sul tessuto socioeconomico
a livello regionale e
locale.
Il progetto che riporta interventi
infrastrutturali caratterizzati da
una particolare difficoltà esecutiva
ha reso necessaria la nomina di un
Commissario Straordinario, individuato
nella persona dell’ing. Vincenzo
Marzi, già Responsabile della
Struttura Territoriale Puglia, che ha
consentito la semplificazione procedurale
e l’attuazione dell’iter autorizzativo
e progettuale in tempi
brevissimi.
Nel dettaglio, i lavori in oggetto,
consegnati all’impresa lo scorso
maggio 2024, riguardano il miglioramento
delle condizioni di sicurezza,
nonché dei livelli di servizio della
rete stradale tra il km 651,000 (allaccio
tangenziale di S. Severo) e
il Km 670,500 (allaccio con la tangenziale
di Foggia) per uno sviluppo
complessivo di circa 22,5 chilometri.
Il programma lavorativo prevede
l’adeguamento alla categoria
C1della sede stradale, la realizzazione
delle banchine, la messa
in opera delle barriere di sicurezza
e l’ottimizzazione delle condotte
idrauliche. Di seguito, si procederà
alla realizzazione delle viabilità
di servizio e delle complanari che
avranno la finalità di servire gli accessi
privati e di assorbire il traffico
“lento” costituito da mezzi agricoli
e pesanti. La conclusione delle lavorazioni
per la realizzazione dell’opera
è prevista per febbraio 2028.
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otiziario
La capitale italiana del tram
È stato presentato il nuovo Tramlink:
la prima vettura numero
7701 è stata svelata al deposito
di via Messina, a Milano, durante
un incontro alla presenza di Arrigo
Giana, Amministratore Delegato
di Atm, e Iñigo Parra, CEO
e Presidente esecutivo di Stadler
Valencia, e ha già iniziato a percorrere
le strade della città sulle
linee 7 e 31.
Con un investimento complessivo
di circa 190 milioni di euro,
Atm ha affidato a Stadler Valencia,
a seguito di una gara ad evidenza
pubblica, il completo rinnovo
dei tram di Milano con 74 nuovi
mezzi.
Rete tranviaria di quasi 160
chilometri e 17 linee
«Questo traguardo segna un’ulteriore
tappa nel percorso di innovazione
del nostro sistema di
trasporto pubblico - ha dichiarato
Arrigo Giana, Amministratore
Delegato di Atm. Un investimento
che conferma Milano capitale italiana
dei tram come elemento distintivo
della città che oggi ha una
rete tranviaria di quasi 160 chilometri
e 17 linee. I nuovi mezzi
rappresentano il futuro ma continueranno
ad affiancare l’icona dei
tram storici tra i simboli dell’Italia
nel mondo».
Modernizzazione della flotta
I tram di ultima generazione sostituiranno
progressivamente nei
prossimi due anni i mezzi più datati
(ad eccezione delle 125 vetture
Carrelli, tram iconici di Milano
nel mondo) andando a modernizzare
e a migliorare l’accessibilità
dell’intera flotta tranviaria di Atm
che passerà dal 48% al 70%.
I Tramlink garantiscono, inoltre,
un miglior comfort di viaggio grazie
a sistemi tecnologici che li rendono
più silenziosi e a un sistema
avanzato di videosorveglianza attraverso
un collegamento in tempo
reale con la centrale Security
di Atm. Un imponente piano di investimenti
quello di Atm che prevede
il rinnovo dell’intero parco
mezzi per offrire un servizio di
mobilità sempre più rispondente
alle esigenze dei cittadini e alla
trasformazione della città.
La rete metropolitana
Per quanto riguarda la rete metropolitana
è previsto l’ingresso di 46
nuovi treni per le linee M1 e M3. Il
primo dei nuovi treni Hitachi Rail
è arrivato lo scorso dicembre e inizierà
a viaggiare sulla linea Rossa
dall’estate 2025. Entro la metà
del 2026 sarà in circolazione circa
la metà dei nuovi treni (21 treni).
Prosegue, inoltre, a pieno ritmo
il Piano Full Electric. Oggi sono in
circolazione 280 e-bus su 24 linee
e 320 nuovi mezzi entreranno in
servizio entro il 2026, portando
così ad avere la metà della flotta
totalmente elettrica (600 bus sul
totale di 1.200).
Investimenti che confermano l’impegno
di Atm, nonostante il periodo
caratterizzato da elementi
di criticità con l’aumento dei costi
soprattutto energetici, per offrire
a Milano una mobilità sempre
più sostenibile, accessibile ed
efficiente.
Caratteristiche dei nuovi tram
I Tramlink hanno la livrea giallo
Milano. Lunghi 25 metri, composti
da tre carrozze comunicanti, hanno
66 posti a sedere. Un pianale
ribassato consente salita e discesa
agevoli, anche per chi ha maggiori
difficoltà di movimento.
Sono i primi tram bidirezionali che
consentono l’inversione di marcia
in caso di necessità. Sono dotati,
inoltre, di un sistema di infomobilità
e monitor per l’indicazione
delle fermate e del percorso, oltre
a informazioni generali sullo stato
della mobilità cittadina.
WWW.ATM.IT
Gruppo ASTM, accoglienza
attenta, confortevole e inclusiva
Il Gruppo ASTM, tra i principali
player infrastrutturali a livello
globale nella gestione di reti
autostradali in concessione, nella
progettazione e realizzazione
di progetti EPC e nella tecnologia
applicata alle infrastrutture, insieme
a CPD - Consulta per le Persone
in Difficoltà - ha presentato
agli operatori delle aree di servizio
della propria rete autostradale
le indicazioni sviluppate per un’accoglienza
attenta, confortevole e
inclusiva, e rivolta ad una gamma
sempre più ampia di persone.
Per proposte migliorative
ASTM, in collaborazione con CPD,
e nell’ambito più ampio dell’Agenda
della Disabilità - progetto innovativo
creato da Fondazione
CRT e CPD che raccoglie le sfide
dell’Agenda 2030 dell’ONU - ha
avviato un percorso di sensibilizzazione
volto a migliorare l’accessibilità
e la qualità dell’accoglienza
nelle aree di servizio del proprio
network autostradale italiano, che
ha raggiunto oltre 1.100 chilometri
e conta 56 aree di servizio.
Le indicazioni sviluppate potranno
ispirare proposte migliorative
sia per i servizi attualmente offerti
lungo la rete autostradale, sia per
quelli che verranno assegnati attraverso
future procedure di gara.
Il vademecum strategico
Presentato a tutti i principali operatori
del settore, tra cui Autogrill
Gruppo Avolta, Chef Express Ristorazione
Commerciale, EG Italia,
ENI, IP, MY Chef, Q8, Sarni
Ristorazione, Tamoil Italia, il vademecum
è in grado di dare risposte
a tutti coloro che, all’interno
delle proprie attività, vogliano
mettere le persone con disabilità
nelle condizioni di fruire in totale
autonomia degli spazi e dei servizi
che vi sono inseriti.
Il documento è il risultato di una
stretta collaborazione tra il Gruppo
ASTM e CPD – Consulta per le
Persone in Difficoltà ODV ETS che
ha permesso di mettere a fattor
comune la volontà e le conoscenze
tecnico-scientifiche specifiche
per migliorare l’accessibilità e la
fruibilità degli spazi, a vantaggio
delle persone e delle comunità.
Frutto di un iter strutturato e
condiviso, le raccomandazioni, oltre
a far propri i criteri della progettazione
universale che intende
rispondere al meglio alle esigenze
di tutti, offrono una panoramica
sulle caratteristiche funzionali
degli ambienti e sottolineano l’importanza
della formazione degli
operatori per acquisire conoscenze
utili ad operare quotidianamente
e in situazioni di emergenza.
Per una vera accoglienza
Il lato innovativo dell’iniziativa è
dovuto soprattutto al cambio di
paradigma, pensato per andareoltre
a ciò che prescrive la norma
e per realizzare una vera accoglienza
nei confronti di ogni tipo di
utente. Come, per esempio una,
cassa messa alla giusta altezza
che agevoli chiunque nelle operazioni
di pagamento, un’area di
rifornimento che consenta senza
ostacoli di accedere al carburante
o ancora l’utilizzo di una comunicazione
facilitata che fornisca informazioni
chiare anche a chi ha
difficoltà cognitive.
Le indicazioni presentate agli operatori
del settore sono consultabili
sui siti internet di tutte le concessionarie
di Gruppo a disposizione
di coloro che desiderano approfondire
il tema.
WWW.ASTM.IT
Il blu della nuova livrea per i treni
a media e lunga percorrenza
Intercity, brand di Trenitalia
(Gruppo FS Italiane) e Pantone
Color Institute presentano “InterCity
Blue”, la tonalità di blu che
oggi veste la nuova livrea dei treni
a media e lunga percorrenza
e che richiama le caratteristiche
principali del marchio: accessibilità,
comfort, convenienza e sostenibilità.
“InterCity Blue” rappresenta, inoltre,
l’iconico colore del cielo e dei
mari d’Italia; è infatti un omaggio
alla bellezza dei panorami
che si possono ammirare durante
i viaggi con Intercity, da Nord a
Sud della Penisola.
L’accordo con Pantone Color Institute
si inserisce in un ampio piano
di valorizzazione della rinnovata
identità del brand che, oltre al
restyling del logo e della livrea e
ai nuovi nomi dei livelli di servizio,
ha visto l’arrivo di sette treni ibridi
che collegano Calabria, Basilicata
e Puglia.
I nuovi convogli, più innovativi e
sostenibili grazie ai ridotti consumi
e alla tripla alimentazione - elettrica,
diesel e a batteria – che consente
di abbassare le emissioni di
CO2 dell’83% rispetto agli attuali
treni a motore diesel, sono stati
finanziati con fondi PNRR pari a
60 milioni di euro e inseriti in un
piano più ampio per il Sud che include
ulteriori treni Intercity, per
un investimento totale pari a 665
milioni di euro.
Intercity offre ogni giorno 126 collegamenti,
di cui 24 con Intercity
Notte, e raggiunge oltre 200
stazioni in tutta Italia. Nel 2024 è
stato scelto da più di 17 milioni di
passeggeri, per la sua offerta capillare,
confortevole, conveniente
e pratica con orari e itinerari, anche
notturni, adatti ad ogni esigenza.
I treni Intercity, inoltre, offrono
una serie di servizi, tra cui
l’Area Bike per il trasporto di bici
per promuovere i viaggi integrati
e la mobilità sostenibile, e l’Area
Ristoro con distributori di snack e
bevande.
WWW.TRENITALIA.COM
Attualità
16 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025 17
otiziario
Andrea Severini, Amministratore delegato di Trenord.
Trenord, Andrea Severini è il
nuovo Amministratore delegato
L’assemblea dei soci di Trenord,
FNM e Trenitalia, ha nominato il
nuovo Consiglio di Amministrazione,
composto da Maria Luisa Grilletta,
Federica Santini, Andrea
Severini, Armando Vagliati, Valentina
Zanetto, Alessandro Zoratti.
L’assemblea ha confermato Presidente
Federica Santini, responsabile
dello sviluppo del business
internazionale del Gruppo Ferrovie
dello Stato, Vice Presidente
di Agens e Presidente di Netinera,
seconda società tedesca di trasporto
pubblico locale. Il Consiglio
di Amministrazione ha affidato ad
Andrea Severini l’incarico di Amministratore
delegato.
Andrea Severini, 50 anni, è manager
con oltre 18 anni di esperienza
in ruoli apicali di aziende attive
nel settore della consulenza, delle
infrastrutture, dei servizi digitali
e dell’entertainment, tra cui Gruppo
PSC, Italtel, Acotel e Rainbow.
Ha acquisito una solida expertise
nella gestione di trasformazioni
aziendali, operazioni di M&A e
nel coordinamento di processi di
ristrutturazione. È tra i fondatori
di A2MX Monitor, una start up innovativa
che opera per il monitoraggio
e l’analisi di infrastrutture
e costruzioni.
Con una formazione in Ingegneria
Elettronica e un Master in Organizzazione
e gestione delle
Aziende Sanitarie, Andrea Severini
porta con sé un’ampia visione
strategica e una solida preparazione
tecnica. Nelle precedenti
esperienze professionali si è distinto
per concretezza e capacità
nel definire e attuare strategie efficaci,
ottimizzare processi aziendali
e coordinare team multidisciplinari
indirizzati a raggiungere
obiettivi ambiziosi.
«Nel ringraziare gli azionisti di Trenord
per la fiducia - ha dichiarato
Andrea Severini - raccolgo questa
sfida con grande entusiasmo e con
la certezza di poter contribuire alla
crescita di questa grande azienda
chiamata ogni giorno a servire la
mobilità in Lombardia di centinaia
di migliaia di persone, consapevole
delle loro aspettative in termini
di sicurezza, certezza e qualità
del servizio».
Federica Santini ha così commentato
il rinnovato incarico: «Sono
grata ai nostri soci per la fiducia
che continuano a riporre in me e
desidero ringraziare il consiglio
uscente per l’armonia e la dedizione
ad operare sempre nei migliori
interessi di Trenord, conseguendo
risultati importanti come la sottoscrizione
del nuovo Contratto di
Servizio con Regione Lombardia,
che traccia la strada del futuro
della mobilità lombarda».
TRENORD.IT
DRENOVAL
RUBBER
IL SILENZIO SI FA STRADA
Bitume Modificato PmB 25-55/70 per conglomerati
bituminosi a bassa emissione sonora.
DRENOVAL RUBBER è uno speciale bitume modificato per
conglomerati bituminosi contenenti polverino di gomma (PFU).
DRENOVAL RUBBER consente di realizzare pavimentazioni stradali a
bassa emissione sonora (sensibile riduzione del rumore da rotolamento
degli pneumatici dei veicoli in transito). DRENOVAL RUBBER è amico
dell’ambiente in quanto consente il recupero degli pneumatici fuori
uso nel conglomerato bituminoso, in assenza di emissioni odorigene
all’impianto di produzione, durante il trasporto e alla stesa. Le alte
prestazioni delle pavimentazioni costruite con DRENOVAL RUBBER
richiedono interventi di manutenzione limitati, con conseguente
significativa riduzione dei costi di gestione.
Attualità
18 3/2025 leStrade
www.vallizabban.it
otiziario
mozione dell’archeologia preventiva
per garantire che la realizzazione di
nuove linee ferroviarie avvenga in
modo sostenibile, senza compromettere
la ricchezza storica dei territori
attraversati.
EP104X126mm_2018.pdf 1 28/09/18 18:30
Il lavoro di Archeolog
Ma l’impegno del Gruppo FS e delle
sue Società non si ferma qui. Rete
Ferroviaria Italiana, Italferr e Anas,
infatti, fanno parte di Archeolog.
Ente del Terzo settore del Gruppo,
Archeolog, lavorando in perfetta sinergia
con le Soprintendenze del
Ministero della Cultura, ha la funzione
di contribuire al restauro, alla
conservazione e alla valorizzazione
dei preziosi reperti archeologici
che vengono alla luce durante i lavori
di realizzazione e durante i cantieri
di manutenzione delle diverse
infrastrutture stradali e ferroviarie
italiane.
FSITALIANE.IT
Gruppo FS, 60 miliardi di euro
per una nuova rete ferroviaria
«Nei prossimi cinque anni il Gruppo
FS prevede di investire oltre
60 miliardi di euro sullo sviluppo
dell’infrastruttura e sulla sua manutenzione.
Tredici di questi miliardi
arriveranno dal PNRR che
ci vede come principale soggetto
attuatore e i cui obiettivi saremo
in grado di conseguire entro
il giugno 2026». L’amministratore
delegato del Gruppo FS Stefano
Antonio Donnarumma è intervenuto
in Commissione Trasporti
della Camera dei deputati per fare
il punto 100 miliardi di euro, come
previsto dal Piano Strategico
2025-29 presentato a dicembre.
Trovare nuove forme
«Ad oggi abbiamo speso 12 miliardi
dei 25 previsti dal PNRR. Ma
il nostro piano va molto oltre la
scadenza del PNRR e prevede in
cinque anni l’investimento di oltre
100 miliardi di euro». Per realizzare
i progetti previsti dal PNRR
e dal piano di FS, oggi la rete ferroviaria
italiana è interessata da
un grande numero di cantieri che,
come rilevato dall’AD di FS, «stanno
portando a una congestione del
traffico anche in virtù dell’aumento
dei treni in circolazione, dovuto
alla crescita del numero dei passeggeri».
Per porre rimedio a questa
situazione, FS ha già messo in
campo una serie di provvedimenti
che hanno permesso al mese di
gennaio «di registrare una puntualità
maggiore rispetto allo stesso
periodo dello scorso anno, con
una puntualità media dei regionali
che si aggira attorno al 90%
nei cinque minuti e una puntualità
media dell’AV dell’80% nei dieci
minuti».
Proprio in relazione al rapporto
con i viaggiatori, Stefano Antonio
Stefano Antonio Donnarumma,
AD e DG Gruppo FS.
Donnarumma ha ricordato il lancio
di una campagna di informazione
che punta a raccontare con
trasparenza le modifiche alla circolazione
attese su alcune tratte,
dovute proprio ai cantieri e a sottolineare
«i grandi benefici che la
mobilità del Paese conoscerà al
completamento delle opere».
Tutela della sicurezza
Parallelamente al centro degli
obiettivi di Ferrovie rimane anche
la tutela della sicurezza del personale
di FS e dei viaggiatori, anche
grazie alla società FS Security che
con 1200 addetti sta collaborando
«alla riduzione dei reati e delle
violenze che stiamo registrando
negli ultimi mesi».
Trovare nuove forme
di finanziamento
L’AD di FS ha illustrato il progetto
di trovare nuove forme di finanziamento
per l’azienda. «Vogliamo
identificare un perimetro di infrastrutture
strategiche (come quella
dell’AV) che possano essere finanziabili,
oltre che dal contributo
pubblico, con fondi infrastrutturali
italiani (privati o pubblici) con l’obiettivo
di accrescere il patrimonio
dell’azienda».
FSITALIANE.IT
Reperti archeologici lungo la
nuova linea AV/AC Napoli-Bari
Nella stazione di Napoli Afragola
sono stati presentati alcuni dei ritrovamenti
archeologici rinvenuti
durante i lavori effettuati lungo
le tratte Napoli-Cancello, Cancello-Frasso
e Telese-Vitulano.
Si tratta, come riportato da un comunicato
di Fs Italiane, di un villaggio
dell’età del Rame in località
Gaudello; di un tratto di basolato
dell’antica via Appia nel comune
di Maddaloni e di un santuario di
epoca ellenistico-romana, ricco di
materiale votivo, a Ponte.
Patrimonio culturale inedito
Con la realizzazione della nuova
linea AV/AC Napoli-Bari, il Gruppo
FS restituisce alla cittadinanza
un patrimonio culturale inedito.
Si tratta di uno dei tanti casi in
cui sviluppo infrastrutturale e archeologia
convivono in armonia.
Si tratta della prima tappa di un
percorso che proseguirà sul territorio
nazionale, con l’obiettivo
di mostrare come i cantieri delle
grandi opere infrastrutturali ferroviarie
possano trasformarsi in una
finestra sul passato, unendo progresso
e radici storiche.
C
Una villa romana
Tra gli altri reperti portati alla luce M
e presentati, alla presenza di rappresentanti
del Gruppo FS e delle
Y
CM
Soprintendenze sia dell’area metropolitana
di Napoli sia delle province
di Caserta e Benevento, an-
MY
CY
che una villa romana esposta nella
CMY
sua interezza riemersa nel comune
di Solopaca e numerose sepol-
K
ture di cultura campana con ricchi
corredi funerari, oltre a monete,
oggetti in terracotta e statuine in
bronzo.
Promozione dell’archeologia
preventiva
Attraverso un approccio proattivo
e collaborativo, il Gruppo FS è costantemente
impegnato nella pro-
Sigillatrici
stradali
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Attualità
20 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025 21
otiziario
ASPI, un caso studio alla Luiss
Il cambiamento del Gruppo Autostrade
passa anche dalle persone.
Questo il tema affrontato
nel corso dell’evento “Evolution
Road”, che si è tenuto presso il
Campus dell’Università Luiss. Al
centro dell’iniziativa, organizzata
dal Centro di Ricerca in Strategic
Change “Franco Fontana”, in partnership
con ASPI, le sfide della
mobilità, settore strategico per la
crescita e che vive trasformazioni
profonde, guidate dalla doppia
transizione ecologica e digitale.
I lavori, aperti dal messaggio del
Capo dipartimento per le infrastrutture
e le reti di trasporto del
Ministero Infrastrutture e Trasporti,
Enrico Maria Pujia, hanno visto
la partecipazione, tra gli altri, del
Rettore dell’Ateneo, Paolo Boccardelli,
e dell’Amministratore delegato
di Autostrade per l’Italia, Roberto
Tomasi. All’incontro hanno
partecipato, inoltre, Maximo Ibarra,
CEO e General Manager di Engineering,
e Raffaele Oriani, Dean
della Luiss Business School.
Profondi cambiamenti
organizzativi del Gruppo
Nel corso dell’evento, sono stati
illustrati i profondi cambiamenti
organizzativi del Gruppo, guidati
dall’evoluzione dell’infrastruttura
autostradale, per la creazione
di una rete sempre più moderna,
sostenibile e innovativa. In questo
contesto, è stato presentato
il volume “Evolution Road”, che
è il risultato del lavoro di ricerca
condotto dal Centro di Ricerca in
Strategic Change “Franco Fontana”
della Luiss, e che ricostruisce
il processo di trasformazione organizzativa
di ASPI.
Il libro illustra come ASPI abbia intrapreso
una trasformazione radicale
della propria organizzazione
interna, implementando progetti
di accelerazione della digitalizzazione,
di valorizzazione del benessere
organizzativo, promuovendo
l’inclusività, la diversity, la leadership,
valorizzando know-how e
competenze al fine di essere attore
della mobilità del futuro.
Impresa come comunità
di persone
«Oggi per le organizzazioni trasformarsi
è una necessità», ha aggiunto
il Rettore della Luiss, Paolo
Boccardelli. «Occorrono capacità
dinamiche di adattamento a contesti
esterni che evolvono a ritmi
esponenziali, guidati dalla rivoluzione
digitale e dalla transizione
ecologica. Il caso ASPI ci ricorda
che l’impresa è prima di tutto una
comunità di persone con competenze,
creatività, valori e impegno.
Sono le persone il motore
della crescita e del successo di
ogni organizzazione. Per queste
ragioni, diviene centrale abilitare
connessioni tra mondo dell’Università
e mondo dell’impresa, per
creare piattaforme e percorsi formativi
che siano al passo con le
trasformazioni in atto».
Cambio di paradigma
«La profonda trasformazione di
Autostrade per l’Italia - afferma
Roberto Tomasi, Amministratore
delegato del Gruppo Aspi - avviata
all’indomani dei tragici eventi
del Morandi, è stato un percorso
complesso che ci ha portato oggi
ad essere player di primo piano
sul panorama nazionale, operatore
integrato della mobilità. Passo
indispensabile per la realizzazione
del grande piano di investimenti
per la rigenerazione delle infrastrutture,
questo cambio di paradigma
ha interessato le modalità
d’intervento e di monitoraggio delle
infrastrutture, ma ha riguardato
anche il modello organizzativo
e l’impegno sul piano delle competenze,
due elementi imprescindibili
per affrontare con efficacia le
sfide di una mobilità del futuro. Lavoriamo
ogni giorno per garantire
la libertà di movimento. Sono orgoglioso
che il percorso del Gruppo
sia diventato un caso di studio
per un’eccellenza come la Luiss».
WWW.AUTOSTRADE.IT
la transizione ecologica e costruire
un sistema di trasporti più sostenibile
ed efficiente.
Ricerca delle migliori
sinergie
«Siamo soddisfatti di poter inaugurare
oggi questo impianto insieme
a Fastned che è partner
consolidato di percorso anche
per altre realtà autostradali come
Sanef in Francia e Autopistas in
Spagna, gestite dal nostro azionista
di riferimento, il Gruppo
Abertis», commenta Bruno Chiari,
Direttore Generale Autostrada
Brescia Verona Vicenza Padova –
Gruppo A4 Holding. E prosegue:
«In molti dei nostri progetti ricerchiamo
le migliori sinergie con
chi intende investire in una mobilità
sempre più sostenibile. Per la
nostra società si tratta certamente
di un ulteriore passo avanti
nel favorire e rendere sempre
più accessibili tutti gli strumenti
utili alla transizione verso l’elettrificazione
su larga scala dei trasporti
anche in Italia».
WWW.A4HOLDING.IT
A4 Holding accelera sulla
transizione energetica
A4 Holding compie un ulteriore
passo avanti nel suo percorso
di sostenibilità con il raggiungimento
di un importante obiettivo
del proprio piano ESG e lo fa
in partnership con Fastned, fra le
prime realtà aziendali europee a
sviluppare l’infrastruttura di ricarica
elettrica, inaugurando al
Truck Park Brescia Est una nuova
stazione. L’impianto è composto
da quattro colonnine con otto
punti di ricarica che, sommati ai
31 già presenti sulle tratte di A4
Brescia-Padova e A31 Valdastico,
portano a 39 in totale gli erogatori
presenti sull’intera tratta di
competenza del Gruppo A4 Holding.
Un traguardo che conferma
l’impegno della holding autostradale
verso un modello di
trasporto sempre più sostenibile,
attento all’ambiente e alle minori
emissioni di CO 2
.
La più grande sulla rete
del Gruppo
La stazione, che si trova presso il
Truck Park all’uscita del casello di
Brescia Est, è la più grande area
di ricarica per veicoli elettrici presente
sulla rete autostradale del
Gruppo A4 Holding ed è la prima
in Italia realizzata dall’azienda
olandese Fastned. L’operatore,
leader europeo del settore,
ha scelto specificatamente un’area
geografica dove il possesso di
veicoli elettrici risulta maggiore:
secondo i dati dell’Osservatorio
Europeo dei Carburanti Alternativi
il 50% di questi veicoli si trova
nel Nord-Est e nel Nord-Ovest
del Paese.
L’innovativa stazione è dotata
di otto caricatori da 400kW che
consentiranno ai conducenti di
auto elettriche di ottenere 300
km di autonomia in un tempo di
rifornimento di soli 20 minuti.
L’Italia diventa così l’ottavo mercato
nazionale di Fastned che,
con oltre 340 stazioni attualmente
operative, punta ad aprire
1000 stazioni in tutta Europa
entro il 2030 e sta già progettando
altre infrastrutture simili sul
territorio italiano.
Per il Gruppo A4 Holding questo
ulteriore progetto di incentivo e
sviluppo della ricarica elettrica si
aggiunge a quelli già effettuati per
supportare la diffusione di impianti
per l’erogazione di carburanti alternativi
- tra cui HVO, GNL, GNC
– e rappresenta un elemento chiave
della strategia di sostenibilità
con cui il Gruppo mira a sostenere
Attualità
22 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025 23
otiziario
Milano, collegamento diretto tra M4 e M2
lungo il “letto” del Naviglio medievale
Uno scambio tra le linee metro
M4 e M2 di Milano nella stazione
Sant’Ambrogio diretto e più
agevole: è stato infatti aperto ai
passeggeri il corridoio pedonale
coperto realizzato dal Gruppo
Webuild per il collegamento
tra le due linee, che mostra ai
cittadini i ritrovamenti medievali
rinvenuti durante i lavori grazie
ad una pavimentazione in vetro
che diventa così una grande
teca. L’utilizzo del corridoio segna
il dimezzamento dei tempi
di cambio linea, evitando ai passeggeri
di dover risalire in superficie
e percorrere un tratto pedonale
all’aperto.
L’intervento rientra nei lavori del
Gruppo Webuild, per conto del
Comune di Milano, per la realizzazione
della linea M4 che dall’apertura
completa dello scorso ottobre
permette a circa 135mila
passeggeri al giorno di attraversare
la città da ovest ad est in
soli trenta minuti, grazie alle 21
stazioni e ai 15 chilometri di linea
che corrono dalla stazione San
Cristoforo all’aeroporto di Linate.
contenimento in blocchi di ceppo
lombardo e le strutture collegate
originariamente alla Pusterla
di Sant’Ambrogio.
La conservazione dell’antica pavimentazione
del corridoio è solo
uno di una serie di interventi realizzati
da Webuild per preservare
e valorizzare le preesistenze storiche
e archeologiche emerse durante
i lavori per la realizzazione
della Linea M4, così come già avvenuto
in altri progetti infrastrutturali
seguiti dal Gruppo in Italia e
nel mondo, dalla Linea C della Me-
Convivenza tra innovazione
e tutela
La realizzazione del corridoio
rappresenta un esempio virtuoso
di convivenza tra innovazione
infrastrutturale e tutela del patrimonio
storico. Il tunnel presenta
infatti una grande teca di vetro
calpestabile di circa 50 metri
quadrati, sui 70 metri lineari totali
del collegamento, che protegge
il reperto ritrovato e valorizzato
durante i lavori: un muro
lungo 35 metri un tempo parete
di contenimento del Naviglio
San Gerolamo. La soluzione progettuale
adottata, appositamente
studiata per conservare e valorizzare
le strutture rinvenute,
permette di percorrere il collegamento
tra le due metro esattamente
lungo il “letto” del Naviglio
medievale, tra il muro di
tro di Roma alla Metro di Salonicco
in Grecia. Con la M4, sotto il coordinamento
della Soprintendenza
Archeologia Belle Arti e Paesaggio
di Milano, Webuild ha già restituito
alla città reperti del passato,
come un tratto dell’antica cerchia
muraria del naviglio collocate nella
Stazione De Amicis, la Colonna
del Verziere e la Statua del Redentore
in Largo Augusto, la Ruvida
Colonna – rinvenuta in occasione
del temporaneo spostamento
della Colonna del Verziere, che
era stata rimossa proprio per consentire
la costruzione della nuova
Linea M4 –, il Busto di Cesare
Correnti in Piazza della Resistenza
Partigiana, il muro medievale
in via Francesco Sforza e il Monumento
della Madonna della Rassegnazione.
WEBUILDGROUP.COM
Esperti in asfalto, dal 1954
®
Attualità
24 3/2025 leStrade
otiziario
XXVIII Convegno Nazionale
di Geotecnica
Il XXVIII Convegno Nazionale di
Geotecnica, per la prima volta nella
sua storia, si terrà a Venezia dal
11 al 13 giugno 2025. Il Convegno
si svolgerà presso il centro congressuale
dell’Isola di San Servolo,
una splendida isola della laguna
di Venezia a soli dieci minuti di
vaporetto pubblico da San Marco,
e verterà sul tema della “Sicurezza,
Manutenzione e Sviluppo delle
Infrastrutture”.
Il dibattito tecnico e scientifico
promosso dall’AGI riporta dunque
l’attenzione su una tematica
di grande attualità, vitale per lo
sviluppo del Paese, che riguarda
i diversi aspetti legati alle infrastrutture
– da quelle di trasporto
e distribuzione, sia sotterranee
che di superficie, a quelle idrauliche
e marittime – per le quali l’ingegneria
geotecnica può e deve
svolgere un ruolo di primo piano
per garantire la sicurezza e la
funzionalità delle opere e degli interventi,
nel rispetto dei criteri di
economicità e di sostenibilità.
Anche a seguito dei recenti avvenimenti
che hanno interessato
il nostro Paese e dell’introduzione
di Linee Guida ministeriali
per la gestione del rischio, la
valutazione della sicurezza e il
monitoraggio di gallerie e ponti
esistenti, la gestione e la manutenzione
di tali opere è sempre
di più al centro di una rinnovata
speciale attenzione da parte
di tutti gli attori coinvolti. Il
prossimo Convegno Nazionale
di Geotecnica di Venezia intende
pertanto creare l’occasione
per un atteso confronto su tali
argomenti, tra il mondo dell’accademia
e gli enti gestori, tra le
società di progettazione e le imprese
di costruzione, e intende
favorire l’incontro tra le richieste
che provengono da chi opera
sul territorio e le innovazioni
della ricerca scientifica.
Il Convegno, come da tradizione,
si svilupperà nell’arco di tre giornate,
ognuna dedicata a una particolare
categoria di infrastrutture,
Luogo del convegno:
isola di San Servolo
A pochi minuti di vaporetto da piazza San Marco, il complesso
storico monumentale di San Servolo, circondato
da un magnifico e scenografico parco, dispone di 12
sale congressuali, luminose ed accoglienti, con capienza
dai 15 ai 240 posti . Dotate di moderne attrezzature audiovisive
e copertura internet wi-fi. San Servolo offre ai
suoi convegnisti la possibilità di alloggiare presso il Centro
Soggiorno e Studi, coniugando il luogo di lavoro con
quello di alloggio dei partecipanti, garantendo una più
pratica e funzionale organizzazione del congresso stesso
e offrendo ai partecipanti la possibilità di un piacevole
soggiorno a pochi minuti dal centro storico lagunare.
con particolare riferimento a quelle
in ambito extraurbano. Alle Relazioni
Generali e di Panel a invito
seguiranno le presentazioni delle
memorie ricevute, oltre a eventi
appositamente organizzati per
stimolare il dialogo e la discussione
intorno alle tematiche del Convegno.
Le tre giornate del convegno
Sessione 1: Infrastrutture di
trasporto di superficie; relatori
generali: Prof. Stefano Aversa,
Prof. Luigi Callisto.
Sessione 2: Infrastrutture di trasporto
in sotterraneo; relatori generali:
Prof. Gianpiero Russo, Prof.
ssa Rita Migliazza.
Sessione 3: Infrastrutture idrauliche
e marittime; relatore generale:
Prof. Mario Manassero.
ZERO
EMISSIONI
100%
RISPETTO
DELL’AMBIENTE
RISPARMIO
ENERGETICO
RECUPERO
TOTALE
BITEMULSION R
LINEA EMULSIONI SPECIFICHE PER ECOBASI E IL RECUPERO A FREDDO DELLE PAVIMENTAZIONI
Convegni
26 3/2025 leStrade
BITEM S.r.l
41122 MODENA - Via Dell’Industria, 81
Tel. +39 059 285202
www.bitemsrl.com
Agenda
MARZO 2025
Future Build 2025
Londra (Inghilterra)
4 – 6 marzo 2025
futurebuil.co.uk
Paving Show & Congress 2025
Verona (Italia)
12 - 13 marzo
https://www.samoter.it/it/paving-show-congress-2025
Fiera Edil 2025
Bergamo (Italia)
20 – 23 marzo
fieraedile.it
World of Asphalt 2025
St. Louis (Stati Uniti)
25 – 27 marzo 2025
worldofasphalt.com
APRILE 2025
Bauma 2025
Monaco di Baviera (Germania)
7 – 13 aprile
bauma.de
E-Tech Europe 2025
Bologna (Italia)
15 – 16 aprile
e-tech.show
ASECAP DAYS 2025
asecap.com
MAGGIO 2025
World Tunnel Congress 2025
Stoccolma (Svezia)
9 – 15 maggio
wtc2025.se
Asecap Days
Madrid (Spagna)
26 – 28 maggio
asecap.com
Da Milano, lo scorso anno, a Madrid, dal 26 al 28 maggio 2025: queste le date e il
luogo della prossima edizione degli Asecap Days 2025. Da diversi anni, i gestori
autostradali europei hanno avviato il processo per il passaggio a una mobilità
più ecologica. Sono necessari, tuttavia, maggiori investimenti per realizzare una
transizione ecologica di successo, inclusa la road map politica dell’UE con il
Green Deal e la strategia Fit for 55. Per affrontare queste sfide, i gestori delle infrastrutture
stradali a pedaggio propongono di promuovere progetti ecologici,
tra cui la trasformazione dell’infrastruttura per ospitare auto, autobus e camion
elettrici e contribuire, in tal modo, allo sviluppo di soluzioni di soluzioni di mobilità
sicure, inclusive e verdi per tutti.
GIUGNO 2025
Italia No Dig Live
11 – 12 giugno
Segrate (Italia)
eventiiatt.it
OTTOBRE 2025
Traffic Show 2025
8 – 9 ottobre
Bologna (Italia)
traffic.show
Asphaltica World
29 – 31 ottobre
Bari (Italia)
asphaltica.it
Pubblicazioni sentenze e provvedimenti
SENTENZA n.137/2025 pubbl.il 07/02/2025 RG n.2727/2023
Repert n.132/2025 del 07/02/2025 SENTENZA n.cronol.713/2025 del
07/02/2025
REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE DI FER-
RARA SEZIONE CIVILE Il Giudice del Tribunale Ordinario di Ferrara, Sezione Civile,
dr. Mauro Martinelli, ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa civile
di primo grado iscritta al n. 2727/2023 del R.A.C.C. in data 15/12/2023,
introdotta da
- ITERCHIMICA S.P.A. (C.F. 00226570166), in persona del legale rappresentante
pro tempore, con il patrocinio degli avv. DE CRISTOFARO GIANLUCA, DI
LERNIA MATTEO e SAVIO MARINA, elettivamente domiciliata all’Indirizzo Telematico
dei difensori ATTRICE
c o n t r o POLYCYKLE ROAD PLASTIC &RECYCLING S.R.L.
(C.F.02011010382), in persona del legale rappresentante pro tempore, RESI-
STENTE
avente per oggetto: responsabilità ex art. 2599 e 2600 c.c. viste le conclusioni
assunte dalle parti alla udienza del 05/02/2025
CONCLUSIONI
- per ITERCHIMICA S.P.A.: “Voglia l’Ill.mo Tribunale di Ferrara, ogni
contraria domanda, istanza, eccezione respinta: accertare e dichiarare che la
condotta della convenuta descritta in fatto costituisce un atto di concorrenza
sleale ai sensi dell’art. 2598 n. 2 e 3 c.c.;inibire alla convenuta in via immediata
e definitiva la prosecuzione degli illeciti di cui al precedente punto 1), e, in particolare,
la produzione, commercializzazione, importazione, esportazione e offerta
in vendita dell’addittivo “PKC6 + PB25”, nonché la diffusione in via diretta
e indiretta dei messaggi pubblicitari ingannevoli (sia in italiano, sia in inglese)
descritti in narrativa, nonché di ogni ulteriore comunicazione e/o messaggio
pubblicitario con cui Polycykle attribuisca falsamente la presenza di grafene nel
prodotto “PKC6 + PB25” e in ogni altro suo prodotto privo di tale componente;-
fissare, a carico di Polycykle Road Plastic & Recycling S.r.l., le penalità monetarie
di euro 500,00 e di euro 5.000,00 rispettivamente per ogni violazione e per
ogni giorno di ritardo nell’adempimento di ciascuno degli ordini contenuti nella
sentenza dal giorno della comunicazione della stessa;
disporre, ai sensi dell’art. 2599 c.c., ogni ulteriore provvedimento ritenuto opportuno
per eliminare gli effetti dell’attività illecita della convenuta;
condannare la convenuta a risarcire all’attrice i danni ad essa derivati e derivanti
dagli illeciti di cui al precedente punto 1), da liquidarsi nella somma emergente
dalle risultanze di causa e dalle presunzioni che da esse derivano, e comunque
anche in via equitativa;
ordinare la pubblicazione dell’emanando provvedimento, a cura e a spese della
convenuta, per due volte, a caratteri doppi del normale e con i nomi delle parti
in grassetto, sulle riviste di settore “LeStrade”,“Strade&Autostrade”, “Rassegna
bitume”, “Vision Journal”, e “Lavori Pubblici”, nonché sulla home page del
sito internet <www.polycykle.com>, entro 15 giorni dalla comunicazione della
sentenza e per un periodo non inferiore a 60 giorni; con rifusione di spese e
compensi professionali, oltre iva e cpa e 15% t.f.
RAGIONI DI FATTO E DI DIRITTO DELLA DECISIONE
Con atto di citazione, ritualmente notificato, la “Iterchimica s.p.a.” ha convenuto
in giudizio la “Polycykle Road Plastic & Recycling s.r.l.” formulando le conclusioni
sopra riportate. Nell’atto introduttivo, l’attrice ha allegato:
a) di essere una società leader nella “progettazione, produzione e commercializzazione
di additivi chimici ad alto livello tecnologico per pavimentazioni stradali”;
b) di aver brevettato – brevetto europeo EP3707203B1, depositato il 5 novembre
2018 e concesso il 22 dicembre 2021, convalidato in Italia il 21 marzo 2022
– il “Gipave”, un “supermodificante polimerico a base di grafene e plastiche tecno
selezionate da riciclo volto alla produzione di strade altamente prestazionali
e con maggiore durata nel tempo”;
c) che il “Gipave” è a base di “grafene”, un cristallo bidimensionale costituito da
atomi di carbonio disposti a nido d’ape che rende “il materiale più sottile, resistente,
leggero e flessibile creato dall’uomo”;
d) che, prima della realizzazione del “Gipave”, il grafene non era mai stato utilizzato
in Italia nel settore stradale; e) che, dopo il lancio sul mercato, il prodotto
era stato utilizzato, tra le altre, per “il manto stradale del nuovo Ponte Morandi
di Genova; le piste d’atterraggio dell’aeroporto intercontinentale di Roma- Fiumicino;
e la strada provinciale Milano- Meda” ricevendo riconoscimenti anche
dalla stampa di settore (“il supermodificante per asfalti con l’animo di grafene”,
“L’asfalto nanotecnologico al grafene”, “Il supermodificante al grafene, nuova
tecnologia della Iterchimica di Suisio”, “L’additivo al grafene che prolunga la vita
dell’asfalto”, “L’asfalto del futuro” “Il grafene è considerato il materiale del futuro
per le sue molteplici proprietà”);
f) che la concorrente “Polycykle Road Plastic & Recycling s.r.l.” ha promosso nel
mercato un additivo per bitume asseritamente composto da grafene;
g) che “riscontrate una serie di ulteriori analogie tra il proprio prodotto di punta
e l’additivo della convenuta, Iterchimica aveva contestato a Polycykle, tramite
i propri consulenti
brevettuali, la violazione dei propri diritti di esclusiva sul brevetto n.
EP3707203B1 (doc. 9, lettere di diffida Iterchimica) ed in risposta la Polycykle
si era “limitata a respingere genericamente la contestazione di contraffazione
brevettuale, adducendo che il proprio prodotto sarebbe sì “un modificante per
bitumi a base di fosfolipidi e grafene”, ma diverso dal Gipave in quanto “il grafene
è abbinato a un fosfogliceride e non polimeri”;
h) che, a seguito dell’analisi chimica del prodotto avversario, era emerso che
il Polycykle non contiene grafene, nonostante la scheda del prodotto pubblicizzi
quale caratteristica fondamentale l’uso del grafene (“l’“additivo al grafene
Polycykle PKC6 + PB25”)di cui viene elogiata la qualità chimica, bensì grafite,
materiale con tutt’altra caratteristica e dal costo rilevantemente più basso.
Sulla base della allegazione di tali circostanze, la attrice ha contestato una condotta
di concorrenza sleale, fondata sulla pubblicizzazione di un prodotto simile
a quello brevettato dalla “Iterchimica s.p.a.”, ma privo dell’utilizzo del grafene,
elemento imprescindibile per la caratterizzazione del materiale e della durata,
resistenza ed elasticità connesse.
Nonostante la rituale citazione attraverso la comunicazione PEC all’indirizzo di
posta elettronica certificata risultante sul registro delle imprese, la parte convenuta
è rimasta contumace.
Alla prima udienza il Giudice ha disposto una consulenza tecnica d’ufficio formulando
il seguente quesito: “Letti gli atti e i documenti di causa, esperita ogni
indagine ritenuta opportuna:
A) descriva il CTU la composizione chimica dell’additivo “PKC6 + PB25” prodotto
e commercializzato dalla società Polycykle;
B) dica il CTU se e in quale percentuale il prodotto oggetto di analisi contenga
grafene ovvero se e in che misura contenga grafite e ne esponga le rispettive
caratteristiche in termini di durabilità e resistenza nell’impiego di asfalti;
C) dica il CTU se la composizione accertata corrisponde a quella utilizzata dalla
società Polycykle nella presentazione del proprio prodotto (scheda prodotto
n. 14 citazione);
D) esponga il CTU le differenze con il prodotto Gipave brevettato da parte attrice
(brevetto europeo n. EP3707203B1)”.Alla successiva udienza il Giudice ha
invitato la parte attrice a precisare le conclusioni, riservandosi il deposito della
motivazione nel termine di trenta giorni.
La parte attrice ha documentalmente provato che la “Iterchimica s.p.a.” e la
“Polycykle Road Plastic & Recycling s.r.l.” svolgono attività di impresa in concorrenza,
producendo entrambe additivi chimici per pavimentazioni stradali
(cfr. doc. 1 e 9).
Ha altresì provato che la “Polycykle Road Plastic & Recycling s.r.l.” ha immesso
nel mercato un prodotto denominato “PolycyKle addittivo al grafene PKC6 +
PB25” che viene qualificato e presentato come fondato sulle straordinarie capacità
del grafene (cfr. doc. 14), ammettendo, nella corrispondenza intrattenuta
con “Iterchimica s.p.a.”, l’asserito utilizzo del grafene nel prodotto (cfr. doc.
10 mail del 3 ottobre 2022: “Il Ns. additivo, oggetto di studio da oltre due anni,
è un modificante per bitumi a base di fosfolipidi e grafene. Non ci sono polimeri
o altro di simile al Vostro prodotto, ovvero il Ns. prodotto è sostanzialmente
ben diverso”).
Le risultanze peritali di parte (cfr. doc. 18) e della consulenza tecnica d’ufficio,
tuttavia, hanno accertato che il “PolycyKle addittivo al grafene PKC6 + PB25”
non contiene affatto grafene.
Il Ctu – con motivazione logica e condivisibile, suffragata dagli esami al laboratorio
svolti – ha, infatti, affermato che: “il campione GIPAVE® si presenta
ad ingrandimenti medi (2000x e 4000x) come costituito in modo omogeneo
da aggregati coesi di laminette sottili che al più alto ingrandimento (10000x e
50000x) assumono l’aspetto di pellicole trasparenti agli elettroni con bordi rettilinei
e talvolta tendenti ad arricciare; tali caratteristiche si osservano tipicamente
nelle immaginiSEM di grafene a strato singolo o multistrato; il campione
POLYCYKLE PKC6 si presenta ad ingrandimenti medi (2000x e 4000x) come costituito
in modo molto disomogeneo da materiale polverulento mescolato con
grani più grossolani aventi alcune superfici piane. Tale aspetto persiste anche
agli ingrandimenti più elevati (10000x e 50000x) e in nessun caso si osservano
lamine sottili e trasparenti agli elettroni. Tali caratteristiche sono compatibili
con un materiale composito, costituito da una miscela di costituenti inorganici,
oltre a flakes spessi di grafite.
Le analisi XRD con elaborazione quantitativa Rietveld hanno mostrato che il prodotto
PKC6 contiene circa 35% in peso di Grafite e non Grafene. L’attribuzione
a Grafite e non Grafene è basata sulla determinazione del rapporto relativo tra
struttura 2H e struttura 3R (43/57) che non risulta compatibile con l’intervallo
di valori riportati in letteratura per grafene multistrato commerciale. Tale attribuzione
è corroborata dalle osservazioni al microscopio elettronico a scansione.
Nella scheda del produttore (Allegato 14) è scritto che il prodotto “contiene grafene
e come vettore-compatibilizzante una miscela di fosfolipidi” e che è “a base
grafene/fosfolipidi”: risulta pertanto ammissibile la presenza (in proporzioni non
specificate nella scheda prodotto) delle altre componenti cristalline determinate
nel presente referto mentre non risulta supportata dalle analisi sperimentali
la dichiarazione del produttore in merito al contenuto di grafene.
Il CTU ha pertanto concluso affermando: “come emerso dalle analisi eseguite
sui campioni, la differenza fondamentale con il prodotto GIPAVE® va individuata
innanzitutto rispetto al claim (rivendicazione) n.1 elencato a pag. 32 della versione
tradotta del brevetto europeo n. EP3707203B1: il prodotto GIPAVE® presuppone
la presenza di grafene, un presupposto che non è invece confermato
dalle prove sperimentali nel caso del prodotto POLYCYKLE PKC6”.
La condotta ascritta alla “Polycykle Road Plastic & Recycling s.r.l.” – pubblicizzazione
di un prodotto a base di grafene, privo tuttavia di tale componente – rientra
nell’alveo di operatività dell’art. 2598 n. 3 c.c. poiché è idonea ad ingannare
l’utente, indotto ad acquistare il “PolycyKle addittivo al grafene PKC6 + PB25”
in quanto particolarmente performante, essendo qualificato come a base di grafene,
allorché tali caratteristiche non ha, danneggiando la “Iterchimica s.p.a.”
che distribuisce il prodotto “Gipave”.
La concorrenza sleale, nell’ambito dell’ipotesi “atipica” esaminata, è stata più
volte rinvenuta dalla giurisprudenza in relazione ad atti di pubblicità indirizzati
indeterminatamente ai potenziali acquirenti di una certa merce fondata su affermazioni
false, su qualità o pregi del proprio prodotto (Cass., 2020/1982; ex
Convegni, Corsi, Eventi 2025
28 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025 29
www.lestradeweb.it
Pubblicazioni sentenze e provvedimenti
multis Trib. Napoli 21 luglio 2020 in bdr.it) Trattasi di pubblicità ingannevole ai
sensi dell’art. 2, I comma lett. b) del d.lgs 145/2007, posto che tra gli elementi
di ingannevolezza del messaggio rientrano le caratteristiche del bene offerto
in vendita (“b) pubblicità ingannevole: qualsiasi pubblicità che in qualunque
modo, compresa la sua presentazione è idonea ad indurre in errore le persone
fisiche o giuridiche alle quali è rivolta o che essa raggiunge e che, a causa
del suo carattere ingannevole, possa pregiudicare il loro comportamento economico
ovvero che, per questo motivo, sia idonea a ledere un concorrente”).
L’accertamento della composizione del prodotto “PolycyKle addittivo al grafene
PKC6 + PB25” diversa da quella indicata nella scheda tecnica,assente di grafene
e basato sulla grafite – elemento come evidenziato molto meno performante
e dal costo enormemente più basso – determina un’alterazione della percezione
del prodotto da parte del pubblico di riferimento, configurando una concorrenza
sleale rispetto al prodotto brevettato dalla “Iterchimica s.p.a.”.
La condotta imputata alla convenuta integra altresì la violazione dell’art. 2598
n. 2 c.c. perché l’impresa ha attribuito al proprio prodotto qualità positive riconosciute
dal mercato di settore – derivanti dall’asserito utilizzo del grafene
– che in realtà il prodotto non ha.Incidentalmente si osserva come la competenza
funzionale del Tribunale adito derivi dalla mancanza di accertamento
della violazione di diritti di proprietà industriale o intellettuale Dall’accertamento
della condotta anticoncorrenziale deriva l’accoglimento della domanda
attorea inibitoria e relativa pubblicità. L’inibitoria, non trattandosi di violazione
del brevetto, ma di falsa attribuzione di qualità non presenti nel prodotto
non può estendersi tuttavia alla commercializzazione dello stesso (se non
allorché avvenga con la allegazione della predetta scheda tecnica), ma deve
limitarsi ai profili di pubblicizzazione di caratteristiche inesistenti. Posto che
l’attrice ha ammesso che la falsa attribuzione della qualità compare solo nella
scheda tecnica, ma non anche nel sito internet di pubblicizzazione del prodotto
(p. 16 dell’atto di citazione: “non a caso sul sito Internet della convenuta
il prodotto in questione (l’additivo PKC6 + PB25, ma anche l’additivo PKC6
in sé considerato) non è presente. E ciò, evidentemente, proprio per evitare
di attirare l’attenzione degli operatori del settore (e soprattutto dell’attrice)
su un prodotto pubblicizzato in modo ingannevole”) la sanzione di cui all’art.
614 bis c.p.c. può essere connessa solo alla eventuale comunicazione della
predetta scheda tecnica a potenziali acquirenti
Non può invece riconoscersi il richiesto risarcimento del danno in difetto di elementi
di prova atti a consentire anche solo un giudizio equitativo di liquidazione
che presuppone però la prova del danno stesso, diverso dagli esiti derivanti
dalla condanna inibitoria, e del nesso di causa (cfr. Cass. 18 marzo 2022, n.
8941: “La liquidazione equitativa ex art. 1226 c.c. consente di sopperire alle difficoltà
di quantificazione del danno, al fine di assicurare l’effettività della tutela
risarcitoria, ma non può assumere valenza surrogatoria della prova, incombente
sulla parte, dell’esistenza dello stesso e del nesso di causalità giuridica che lo
lega all’inadempimento o al fatto illecito extracontrattuale”).
Le spese del presente procedimento seguono la soccombenza e vengono liquidate
come in dispositivo ai valori medi per le fasi studio e introduttiva ed ai
Web LS 240X134.qxp_VT 18/03/25 14:52 Pagina 1
valori
minimi per la fase istruttoria e decisionale.
Le spese di consulenza tecnica d’ufficio sono definitivamente poste a carico della
parte convenuta con obbligo di rifusione di quanto anticipato dalla parte attrice.
P. Q. M.
Il Tribunale di Ferrara, nella persona del Giudice Unico dr. Mauro Martinelli,
ogni diversa domanda ed eccezione reiette ed ogni ulteriore
deduzione disattesa, definitivamente pronunciando, nella causa n.
2727/2023 R.G.:
A) ACCERTA che la condotta della “Polycykle Road Plastic & Recycling
s.r.l.” di commercializzazione del prodotto “Polycykle” con le caratteristiche
indicate nella scheda tecnica (utilizzo del grafene in realtà non
presente) costituisce un atto di concorrenza sleale ai sensi dell’art.2598
n. 2 e 3 c.c. e, per l’effetto, INIBISCE alla convenuta in via immediata
e definitiva la commercializzazione del prodotto Polycykle se effettuata
con allegazione della relativa scheda tecnica in cui si indica la presenza
di grafene (doc. 14 del fascicolo di parte attrice) nonché la diffusione
in via diretta e indiretta dei messaggi pubblicitari ingannevoli
(sia in italiano, sia in inglese) nonché di ogni ulteriore comunicazione
o messaggio pubblicitario con cui Polycykle attribuisca falsamente
la presenza di grafene nel prodotto “PKC6 + PB25” e in ogni altro suo
prodotto privo di tale componente;
B) FISSA, a carico di “Polycykle Road Plastic & Recycling S.r.l.”, la penalità
monetaria di euro 5.000,00 per ogni eventuale commercializzazione
del prodotto con allegazione della scheda tecnica in cui si indica
la presenza di grafene nel Polycykle ovvero comunicazione a terzi della
medesima scheda;
C) DISPONE la pubblicazione della presente sentenza, a cura e a spese
della “Polycykle Road Plastic & Recycling s.r.l.”, per due volte sulle
riviste di settore “LeStrade”, “Strade&Autostrade”, “Rassegna bitume”,
“Vision Journal”, e “Lavori Pubblici”, nonché sulla home page del
sito internet www.polycykle.com, entro 15 giorni dalla comunicazione
della sentenza e per un periodo non inferiore a 60 giorni, autorizzando
in caso di inerzia la attrice a provvedervi direttamente ponendone poi
i costi a carico della parte colpevolmente inadempiente;
D) CONDANNA la “Polycykle Road Plastic & Recycling s.r.l.”, in persona
del legale rappresentante pro tempore, a rifondere alla “Iterchimica
s.p.a.”, in persona del legale rappresentante pro tempore, le spese
di lite del presente procedimento che si liquidano in € 545,00 per
esborsi ed € 5.261,00 per compensi, oltre al rimborso delle spese forfettarie
pari al
15% sul compenso ex DM 37/2018, C.N.P.A. ed I.V.A.;
E) PONE le spese di consulenza tecnica d’ufficio definitivamente a carico
della “Polycykle Road Plastic & Recycling s.r.l.”, con obbligo di rifusione
di quanto anticipato dalla “Iterchimica s.p.a.”;
F) RESPINGE nel resto. Ferrara, il 7 febbraio 2025 Il giudice dott. Mauro
martinelli
leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
INFRASTRUTTURE&MOBILITÀ
n Lo strumento “concreto” per lo sviluppo e
l’automazione dei cantieri di costruzione
e manutenzione delle infrastrutture ferroviarie.
Intervista all’Ing. Alessandro De Rossi,
Consigliere Anie Assifer.
n Il nuovo svincolo di Dalmine sulla A4
Milano-Brescia. Opera strategica di ASPI.
n I primati ambientali di ASPI.
n È a Rovato (BS). È realizzato da
Ferrovienord ed è, in Italia, il primo impianto
ferroviario pensato, progettato e realizzato
specificatamente per i treni a idrogeno.
30 3/2025 leStrade
Opere
Nuovo Settore Mezzi d’Opera
di ANIE ASSIFER
Lo strumento “concreto” per lo sviluppo e l’automazione dei cantieri
di costruzione e manutenzione delle infrastrutture ferroviarie.
Intervista all’Ing. Alessandro De Rossi, Consigliere ANIE ASSIFER
Il settore ferroviario, da sempre in costante
evoluzione, sta vivendo negli ultimi anni un
periodo di crescita straordinaria, sostenuto da
una spinta socio-politica ed economica di livello
mondiale. Gli ingenti investimenti nel potenziamento
delle infrastrutture ferroviarie hanno
portato a un utilizzo crescente di mezzi d’opera
ferroviari. L’aumento della domanda nel mercato
ha facilitato lo sviluppo di nuove realtà industriali,
stimolando una concorrenza positiva
nel settore della costruzione di mezzi d’opera.
Di conseguenza, l’evoluzione tecnologica di
questi macchinari richiede al settore un miglioramento
continuo della qualità delle prestazioni,
sia nella fase di costruzione che in quella di
manutenzione.
La rappresentanza di un’associazione di settore
permette di accelerare questa evoluzione, favorendo
l’interconnessione tra i vari stakeholder,
comprese le istituzioni.
Ingegner De Rossi, ci racconti come è nato
il nuovo settore ed il suo ruolo all’interno
di ANIE ASSIFER
Ringrazio innanzitutto ANIE ASSIFER per aver
dato la possibilità alle aziende specializzate
del settore mezzi d’opera ferroviari di entrare
a far parte di questa importante Associazione
e ringrazio i miei colleghi per la nomina
a consigliere. Quello di creare un’aggregazione
di officine specializzate nella manutenzione
di mezzi d’opera ferroviari costituisce un
mio personale obiettivo da oltre 10 anni. Prima
dell’ingresso in ANIE ASSIFER ho contattato
tutte le società iscritte al sistema di qualificazione
RFI “SQ012”, riuscendo così a coinvolgere
circa 30 aziende, provenienti da tutta Italia,
nel partecipare ad una serie di incontri
terminati con la costituzione di questo nuovo
settore. Mi rende estremamente orgoglioso
vedere oggi la gran parte di tali realtà che
cooperano e collaborano per garantire un servizio
innovativo ed estremamente efficace. Il
mio ruolo sarà quello di rappresentare il settore
verso l’esterno e verso gli organi direttivi
dell’Associazione.
Quali sono i principali obiettivi del nuovo
settore?
L’Associazione si pone l’obiettivo di tutelare e
promuovere gli interessi delle aziende che operano
nel settore della costruzione e manutenzione
dei mezzi d’opera ferroviari.
Il primo obiettivo è quello di costituire una rappresentanza
verso le istituzioni, come l’Agenzia
per la sicurezza ferroviaria ANSFISA e il gestore
dell’infrastruttura RFI, per confronti tecnici
su procedure e normative. Queste relazioni
favoriscono, oltre alle aziende che operano sui
mezzi d’opera, anche le società degli altri settori
di ANIE ASSIFER.
Da alcuni mesi stiamo già collaborando in modo
sinergico per affrontare le problematiche comuni
relative all’uso e alla manutenzione di questi
macchinari. L’obiettivo, grazie a un costante
confronto interno e con le istituzioni, è di semplificare
le procedure per ridurre i tempi di manutenzione,
supportando le imprese utilizzatrici
impegnate a rispettare l’aumento del carico
di lavoro derivante dal PNRR.
Infine, non meno importante, ci stiamo adoperando
per uniformare ed aumentare il livello
qualitativo delle manutenzioni. Per raggiungere
questo obiettivo, abbiamo individuato la
formazione del personale a tutti i livelli come
elemento chiave per la crescita. In questo contesto,
l’appartenenza ad ANIE ASSIFER si rivela
nuovamente strategica, in quanto da tempo
è attivamente coinvolta nel dialogo con gli enti
di formazione, sia pubblici che privati, per sviluppare
percorsi di studio specifici per il settore
ferroviario.
In che modo il settore si colloca rispetto
agli altri attori del sistema ferroviario?
Il sistema ferroviario è composto da diversi attori
ovvero le istituzioni, le ditte appaltatrici, i
costruttori di mezzi e di componenti strategici.
Vogliamo costruire un dialogo continuo e sinergico
con tutti i soggetti coinvolti. Siamo convinti
che solo attraverso un lavoro di squadra si possano
raggiungere risultati importanti per il settore
e per l’intero sistema ferroviario.
Il settore dei mezzi d’opera sta assumendo
un ruolo sempre più centrale nel panorama
ferroviario. Quali sono i fattori che
hanno contribuito a questo sviluppo?
L’importanza crescente dei mezzi d’opera è il
risultato di diversi fattori. In primo luogo, l’aumento
del traffico ferroviario e la necessità di
garantire infrastrutture sempre efficienti e sicure
hanno determinato una maggiore richiesta
di interventi di manutenzione delle linee e
una riduzione dei tempi di esecuzione dei lavori.
In questo contesto gioca un ruolo fondamentale
l’automazione dei cantieri che può essere
ottenuta attraverso l’uso di mezzi d’opera
sempre più sofisticati e performanti, in grado di
svolgere lavori complessi in modo rapido ed efficace.
Infine, la crescente attenzione alla sicurezza
sul lavoro ed alla tutela dell’ambiente ha
spinto verso l’adozione di mezzi d’opera sempre
più moderni, ad impatto ambientale ridotto
e conformi alle normative.
Quali sono le opportunità di crescita per
il settore?
I mezzi d’opera, fino ad oggi, sono stati sottovalutati
e non hanno ricevuto adeguata attenzione,
soprattutto per quanto riguarda gli investimenti.
Questo comparto, tuttavia, presenta
grandi opportunità di crescita, soprattutto alla
luce degli ingenti investimenti in diagnostica
e manutenzione delle infrastrutture ferroviarie
previsti dal PNRR. Inoltre, la crescente attenzione
alla sostenibilità, alla sicurezza e alla
digitalizzazione apre nuove prospettive per le
aziende del settore.
In conclusione, quali sono le sue aspettative
per il futuro del settore?
La transizione verso una mobilità più green e digitale
richiederà un impegno sempre maggiore
da parte di tutti gli attori del settore ferroviario,
influenzando anche la concezione di mezzo
d’opera. Questi macchinari saranno sicuramente
oggetto di una rivoluzione tecnologica.
Il nostro settore è composto da aziende italiane
altamente specializzate che si distinguono per
innovazione e tecnologia. Queste imprese hanno
tutti i presupposti per essere le protagoniste
di questa sfida. nn
Infrastrutture&Mobilità
32 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
33
Sicurezza
Tutor su 26 nuove tratte
lungo la rete di ASPI
Si stanno gradualmente attivando su 26 nuove tratte i dispositivi Tutor installati
nei mesi scorsi sulla rete gestita da Autostrade per l’Italia: 178 tratte autostradali
coperte dal sistema di monitoraggio per un totale di 1800 chilometri
Il Tutor è una delle tecnologie promosse per la
sicurezza stradale da ASPI in collaborazione con
la Polizia di Stato che ne gestisce il servizio come
previsto dall’articolo 12 del CdS, e ne programma
tutte le attività. Introdotto nel 2005 con l’obiettivo
di disincentivare comportamenti scorretti alla
guida, il Tutor ha contribuito fin dalla sua introduzione
ad aumentare la sicurezza dei viaggiatori,
determinando una costante autoeducazione
e un cambiamento nella condotta su strada.
Grazie anche alla sua efficienza nel sanzionare -
e dunque prevenire - i comportamenti pericolosi,
si è registrato un drastico calo dell’incidentalità
dovuto alla diminuzione della velocità di picco
e di quella media.
Il sistema Tutor rientra nell’ambito di Navigard,
la piattaforma tecnologica sviluppata da Movyon,
società leader nello sviluppo e nell’integrazione
di soluzioni di Intelligent Transport Systems e
centro di eccellenza per la ricerca e l’innovazione
del Gruppo Aspi. Grazie a un complesso sistema
di algoritmi, la piattaforma gestisce e integra
i dati provenienti dalle più avanzate tecnologie:
dal controllo dei sorpassi dei mezzi pesanti, al
monitoraggio del rispetto dei limiti di massa consentiti,
dall’accertamento della velocità di transito,
al controllo dei veicoli contromano. I principali
sistemi tecnologici della piattaforma sono costituiti
da radar, telecamere, server periferici e un
sistema centrale: una combinazione di tecnologie
in grado di rilevare la velocità media del veicolo,
segnalandolo, per opportune verifiche, in caso di
superamento dei limiti, in caso di circolazione su
corsie non consentite e in caso di verifica del rispetto
dell’obbligo di destra rigorosa da parte dei
veicoli pesanti. Si tratta di un efficace strumento
per il contrasto del fenomeno dell’incidentalità
dovuto a uno stile di guida pericoloso e poco
attento a tutelare la sicurezza della circolazione.
In particolare, il piano di implementazione, prevede
l’attivazione progressiva delle nuove 26
tratte così come di seguito meglio dettagliate:
Infrastrutture&Mobilità
• sette tratte sulla A1 Milano-Napoli di cui quattro
tra Chiusi e Monte San Savino in entrambe
le direzioni;
• una tra Castelnuovo di Porto e Settebagni in direzione
Roma e una tra l’Area di Servizio Tevere
e Fabro in direzione Firenze;
• cinque tratte sulla A27 Mestre-Belluno, tra il bivio
con la A4 Milano-Brescia e lo svincolo con
la Pedemontana;
• cinque tratte sulla A9 Lainate-Como-Chiasso,
tra Saronno e Lomazzo Nord, sia in direzione
Chiasso che in direzione Lainate;
• quattro tratte sulla A14 Bologna-Taranto, tra
Pesaro e Rimini Sud in entrambe le direzioni;
• cinque tratte sulla A11 Firenze-Pisa Nord, tra
Montecatini e Prato Est sempre in entrambe le
direzioni.
L’elenco completo dei dispositivi
attivi lungo la rete autostradale
nazionale è disponibile sul portale
della Polizia di Stato www.poliziadistato.it
nn
Angelo Bandello
innovazione sostenibile nella
rigenerazione del fresato:
“LE SOLUZIONI ADD.HOC”
Nel settore delle infrastrutture stradali, sostenibilità ed
efficienza sono sempre più centrali. Add-Hoc S.R.L. si distingue
per offrire soluzioni avanzate nel recupero e riutilizzo del
fresato d’asfalto, contribuendo alla transizione verso
un’economia circolare.
UNA VISIONE AVANZATA
PER LE PAVIMENTAZIONI
Grazie a un know-how tecnico acquisito attraverso l’Università
Politecnica delle Marche ad Ancona e sviluppato attraverso le
diverse esperienze negli anni sul campo, Add-Hoc S.R.L.
sviluppa e commercializza additivi specifici per la
rigenerazione del granulato di conglomerato.
Le nostre soluzioni mirano a ridurre le temperature di
produzione e stesa, migliorando al contempo la qualità dei
conglomerati bituminosi e diminuendo l’impatto ambientale
nel ciclo di produzione delle pavimentazioni stradali.
LA NOVITÀ: PULIZIA DEL FRESATO
PER UN RIUTILIZZO TOTALE
Lavoriamo da oltre due anni su un grande progetto che
rivoluzionerà l’intero processo di riutilizzo del fresato: la
pulizia completa dello stesso ottenibile attraverso lo
spogliamento dell’inerte dal bitume, che consentirà di
riutilizzare nella miscela diverse materie prime di seconda vita
senza produrre scarti.
Questa innovazione permette di massimizzare il recupero di
fresato al 100%, creando sottoprodotti rigenerati e
riutilizzabili. Il risultato? L’ottimizzazione delle risorse
disponibili attraverso il riutilizzo di materie prime secondarie,
meno costi di produzione e un impatto positivo
sull’economia circolare.
ECONOMIA CIRCOLARE E SOSTENIBILITÀ
La nostra mission è chiara: recuperare e riutilizzare fino al
100% del fresato, riducendo il consumo di nuove risorse
naturali e abbattendo le emissioni di CO₂ legate alla
produzione di asfalto vergine. Le nostre soluzioni
garantiscono inoltre alte prestazioni, durabilità e una
migliore lavorabilità delle miscele bituminose.
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Add-Hoc S.R.L. è il punto di riferimento per le aziende
impegnate nella produzione e posa di conglomerati
bituminosi. Offriamo consulenze tecniche su misura e
supporto costante per garantire le migliori performance
operative.
Grazie alla collaborazione con laboratori di ricerca e istituti
specializzati, investiamo costantemente in innovazione e
nuove metodologie, per un settore stradale più avanzato e
responsabile.
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ADD.HOC C.B.T. è il nostro nuovo additivo performante che
rivoluziona la produzione di conglomerati bituminosi
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34 3/2025 leStrade
Scenari
La patente a punti spiegata bene
Un sistema di crediti pensato per migliorare la sicurezza del comparto, ma con il rischio
di un aumento dei costi e della burocrazia. Abbiamo sentito il vicepresidente di Ance,
Carlo Trestini e l’ing. Andrea Marzi, direttore tecnico e consigliere delegato di Strabag
Accolta decisamente con meno clamore del nuovo
codice della strada, che è stato ampiamente
sotto i riflettori nei mesi scorsi, la nuova patente
a punti per le macchine edili è ormai in vigore
da alcuni mesi, e in particolare dallo scorso
1° ottobre. Da allora, silenziosamente, è iniziato
il lavorio delle imprese per fare gli adeguamenti
necessari, in particolare dovendo affrontare
un nuovo carico burocratico, e ancora in attesa
di veder del tutto completato (al momento
in cui scriviamo) il portale demandato alla raccolta
delle informazioni e in via di realizzazione
da parte dell’Ispettorato del lavoro. Più facile il
compito per le imprese grandi e ben strutturate,
meno per quelle più piccole o per chi entra
nel settore solo occasionalmente. Come spesso
capita in questi casi, il giudizio sull’intera normativa
oscilla tra le giuste necessità di maggiore
sicurezza, e dall’altro lato l’impegno non solo
operativo che ne consegue.
Come funziona la patente
a punti per l’edilizia?
Intanto, la genesi: il settore delle costruzioni è
uno dei pilastri dell’economia globale, e chi vi
opera ripone molta attenzione in termini di sicurezza
e qualità del lavoro. Incidenti, ritardi nei
progetti, mancato rispetto delle normative e scadente
qualità del risultato finale sono pericoli in
agguato, da qui l’esigenza di mantenere sempre
alta la guardia. La patente a punti rappresenta
una svolta significativa ed è, in un certo senso, la
risposta delle istituzioni legislative a queste esigenze,
che si vanno precisando sempre più col
passare del tempo. L’obiettivo è appunto quello
di migliorare la sicurezza, la professionalità e la
trasparenza nel settore.
Concretamente, si tratta di un sistema di valutazione
che assegna un punteggio iniziale a tutte
le imprese e i professionisti operanti nel settore.
Questo punteggio può aumentare o diminuire in
base al comportamento e alle prestazioni dell’azienda
o del professionista. premiando chi rispetta
le normative, garantisce la sicurezza sul lavoro
e realizza progetti di qualità, e al contrario penalizzando
chi commette infrazioni o dimostra negligenza.
L’ispirazione, ovviamente, viene dalla patente
a punti per gli automobilisti, ma è adattato
alle specificità del settore edile. Ogni infrazione,
come il mancato rispetto delle norme di sicurezza
o l’utilizzo di materiali non conformi, comporta
una detrazione di punti. Al contrario, comportamenti
virtuosi, come l’adozione di tecnologie innovative,
la formazione continua dei dipendenti
e il rispetto degli standard di qualità, possono
far guadagnare punti.
Ogni impresa o professionista riceve un punteggio
iniziale di 30 crediti, che rappresenta il punto
di partenza. Col passare del tempo, questa quo-
Paolo Cosseddu
in collaborazione con la
rivista Costruzioni
ta non può scendere sotto i 15 punti, soglia minima
per poter continuare a operare, salvo che
nei casi in cui un lavoro non sia già stato avviato
e completato almeno per il 30 per cento. Al tempo
stesso, il credito può anche salire “per merito”,
fino a un massimo di ulteriori 70 punti, per
un totale di 100: sulla base dello storico dell’azienda
(fino a 10 punti), per ogni anno passato
senza decurtazioni (1 punto ogni 12 mesi, fino a
un massimo di 20), per attività inerenti la sicurezza
sul lavoro (altri 30 punti), e per altri requisiti
“reputazionali” generici (10 punti). Ogni operatore
ha la possibilità di chiedere direttamente
all’ispettorato l’accredito, a partire dallo scorso
1° gennaio (portale permettendo). Viceversa, i
crediti accumulati sulla base di certificazioni potrebbero
essere in seguito decurtati se le stesse
non dovessero essere rinnovate.
Le violazioni
L’elenco delle violazioni che comportano una
perdita di punteggio è molto lungo. Si va dalle
più lievi - come, ad esempio, l’omessa notifica
all’organo di vigilanza prima dell’inizio dei
lavori per un rischio di esposizione all’amianto
(un punto) -, fino al caso peggiore, ovviamente
quello di un incidente mortale, che costa
20 punti, seguito a ruota da un incidente
che causi inabilità permanente (15 punti) o
malattie professionali dovute a inadempienza
o violazione delle norme (10 punti).
Se il credito scende sotto la soglia fatidica dei
15 punti, fermando di fatto la possibilità di lavorare,
sarà possibile recuperarli in seguito a una
valutazione compiuta da una commissione territoriale,
composta da funzionari dell’ispettorato
e dell’Inail.
La normativa interessa sia le imprese che operano
fisicamente nei cantieri, siano essi temporanei
o mobili, sia i lavoratori autonomi, mentre
sono esclusi i meri fornitori, i prestatori di prestazioni
di natura intellettuale come ad esempio
architetti e geometri, e i soggetti in possesso di
qualificazione SOA con classifica pari o superiore
a III. Per tutti loro, sono necessari l’iscrizione
alla camera di commercio, industria, artigianato
e agricoltura, l’adempimento degli obblighi formativi
riguardanti dai datori di lavoro fino ai semplici
prestatori d’opera, il Durc in corso di validità,
il documento di valutazione dei rischi (quando
previsto), la certificazione di regolarità fiscale,
e la designazione del responsabile del servizio
di prevenzione e protezione. Il documento viene
rilasciato nel formato digitale, a cui si accede
tramite Spid o Cie: fino allo scorso 31 ottobre è
stato possibile presentare una prima applicazione
tramite una dichiarazione sostitutiva, mentre
dal 1° novembre le pratiche vanno inoltrate tramite
il portale, all’indirizzo https://servizi.ispettorato.gov.it
Infrastrutture&Mobilità
36 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
37
Gli altri Paesi
Le imprese e i lavoratori di altri Paesi,
sia europei sia extra-europei,
sono tenuti anch’essi ad avere la
patente a punti, con la differenza
che per il suo ottenimento possono esibire la documentazione
equivalente dei propri Stati di provenienza.
Gli obiettivi
Fin qui gli aspetti puramente formali. Quanto a
quelli “filosofici”, molto semplicemente uno degli
obiettivi principali del sistema è ridurre gli incidenti
sul lavoro. Le imprese, questa è la ratio,
saranno incentivate a investire in formazione,
attrezzature sicure e pratiche di lavoro corrette
per evitare di perdere punti, e saranno premiate
se rispettano gli standard di qualità e utilizzano
materiali conformi. Questo, nel complesso
del processo, dovrebbe tradursi in costruzioni
più sicure, durature e sostenibili. Le imprese
e i professionisti saranno valutati in base ai
loro meriti, attraverso un sistema trasparente
e monitorabile, favorendo la competizione leale
e chi opera in modo etico e professionale.
Un meccanismo di controllo più rigoroso, abbinato
a sanzioni concrete, dovrebbe ridurre il
rischio di frodi, corruzione e mancato rispetto
delle normative.
Al contrario, le imprese che si adoperano per investire
in sicurezza possono guadagnare punti,
spingendo il settore verso una maggiore maturità.
D’altro canto, il settore delle costruzioni è estremamente
complesso e variegato. Creare un sistema
di valutazione che tenga conto di tutte le
variabili, dalle grandi imprese ai piccoli artigiani,
richiede un’attenta progettazione, e su questo
alcuni operatori potrebbero avere elementi per
sollevare qualche criticità. Inoltre, il monitoraggio
costante delle attività e la gestione del sistema
di punteggio richiedono risorse significative.
Anche le autorità a cui competono i controlli dovranno
attrezzarsi di conseguenza.
C’è poi un rischio legato alla crescente burocratizzazione:
un sistema troppo rigido potrebbe portare
a un eccesso di adempimenti formali, rallentando
i processi e aumentando i costi, difficili da
sostenere soprattutto per le imprese più piccole
e meno strutturate.
Solo il tempo potrà dire, attraverso l’esperienza
diretta del lavoro nei cantieri e l’effettiva capacità
delle istituzioni di gestirne il controllo, quale
sarà la portata dei benefici attesi e se saranno
necessari ulteriori aggiustamenti.
Carlo Trestini, vicepresidente di Ance
Tutto è bene quel che finisce bene: si potrebbe
riassumere così il percorso che ha portato all’introduzione
della patente a punti per le macchine
da edilizia, in vigore dall’inizio dello scorso ottobre.
Più liscia di quella ordinaria, o per meglio
dire delle novità che nello stesso periodo hanno
interessato il codice della strada, oggetto di forti
contestazioni. Anche per via di un lavoro che è
stato fatto, tra istituzioni e imprese, con un costante
dialogo tra le parti. Ce ne ha parlato il vicepresidente
di Ance, Carlo Trestini.
«Siamo sempre stati coinvolti dal Governo, in
tutte le fasi, e questo ha fatto la differenza: c’era
un tavolo ufficiale a cui hanno partecipato tutte le
categorie coinvolte, in quella sede è stato possibile
portare le nostre osservazioni e chiedere alcuni
miglioramenti, che sono sempre stati ascoltati,
insomma siamo molto soddisfatti».
E ora? Ora si tratta di gestire la fase di recepimento,
che come è normale che sia può comportare
qualche difficoltà: «Siamo in una fase di
comunicazione con le imprese nostre associate,
specie con quelle che non sono strettamente edili
ma comunque si trovano a operare in cantiere,
sono loro che hanno bisogno più di altre di consulenza
per adeguarsi alla nuova normativa. Inoltre,
manca ancora il portale (al momento di scri-
Carlo Trestini,
vicepresidente di Ance.
Andrea Marzi, Direttore
tecnico e consigliere
delegato di Strabag.
vere questo articolo, nda) che gestisce i crediti e
la cui realizzazione è demandata all’Ispettorato
del lavoro, ma è in fase di sviluppo e dal Ministero
fanno sapere che sarà pronto in tempi rapidi».
Nel frattempo, è già possibile tracciare un primo
bilancio, basandosi sui primi feedback provenienti
dalle aziende interessate: «Le difficoltà
si sono registrate soprattutto nei primissimi momenti,
in particolare per la parte più burocratica,
ma questo è comprensibile. Un po’ tutti hanno
avuto la necessità di affidarsi a consulenze specifiche,
ma dopotutto nella maggior parte dei casi
si trattava di affrontare situazioni che la normativa
già prevedeva e andavano solo formalizzate
in maniera diversa. Per le aziende più grandi,
comprensibilmente, il passaggio è stato più facile,
perché sono più strutturate, ma al tempo stesso
per quelle più piccole o per quelle che ho già
citato che operano in cantiere senza essere necessariamente
solo edili è un’occasione per mettersi
alla pari».
Andrea Marzi, Direttore tecnico
e consigliere delegato di Strabag
Strabag è interessata dall’introduzione della nuova
patente a punti come tutte le altre imprese del
settore: le dimensioni dell’azienda permettono
a Strabag di gestire eventuali difficoltà relative
all’introduzione della nuova normativa con una
relativa facilità. L’opinione sul tema non è tuttavia
completamente favorevole come quello espresso,
ad esempio, da Ance. Rimangono alcune perplessità,
come spiegato dall’Ing. Andrea Marzi,
direttore tecnico e consigliere delegato della multinazionale
per l’Italia.
«Vale la pena evidenziare due aspetti: da un
lato è lodevole che, col passare del tempo, tutti
noi cerchiamo di aumentare la sicurezza per
chi opera in questo comparto; dall’altro, però,
aumentano anche gli adempimenti burocratici,
e questo è un problema di cui peraltro l’edilizia
già è parecchio sofferente. Chi come noi - prosegue
Marzi - ha certe dimensioni, ed è organizzato
a un ottimo livello riesce meglio ad adeguarsi
e a gestire questo tipo di novità, anche
quando sono impegnative; l’artigiano o la piccola
impresa rischiano di andare completamente
in crisi (una situazione confermata anche da
Ance, nda). Come Strabag ci dobbiamo far carico
anche di alcuni nostri partner, proprio per
aiutarli in fasi come questa».
La questione è complessa: «C’è il tema riguardante
il dettaglio della norma - continua Marzi -,
che applica sul comparto lo stesso sistema di crediti
già in uso per le patenti di guida ordinarie:
il sistema a punti non tiene conto del fatto che
in un settore come quello dell’edilizia coesistono
condizioni di lavoro molto differenti tra loro, e
la sua applicazione può essere problematica. Ci
sono ad esempio impieghi che sono molto più a
rischio incidenti di altri. Sarebbe meglio diversificare
il sistema sulla base del tipo di lavoro e anche
del tipo di potenziale incidente. A volte l’incidente
stesso può dipendere da comportamenti e
fattori individuali e non dall’impresa, altre volte
l’incidente può verificarsi anche se l’impresa ha
svolto correttamente tutti gli adempimenti necessari.
C’è insomma un’area del nostro lavoro
che è difficile oggettivare, ma che deve necessariamente
essere valutata caso per caso».
La burocrazia, come sempre, ricopre un ruolo
non banale: «Si tratta di un impegno che toglie
tempo e risorse che potrebbero essere impiegati
per la valutazione operativa e sul campo. Infine,
è facile immaginare qualche problema anche per
gli operatori stranieri, e viene da chiedersi come
si ponga la nuova normativa italiana rispetto a
quelle europee già esistenti». Come detto, un
giudizio sulla norma positivo, ma con margini di
miglioramento per la gestione amministrativa, e
quanto al coinvolgimento con le istituzioni in fase
di scrittura, Marzi dichiara: «Siamo iscritti all’Ance
e all’Agi, potremmo insieme dare un contributo
verso la semplificazione amministrativa». nn
Infrastrutture&Mobilità
38 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
39
Opere
Il cantiere del Tunnel di Base
entra in una nuova dimensione
Superati i 40 chilometri di gallerie, con undici fronti di scavo attivi lungo
la sezione transfrontaliera. A Modane, parte un nuovo cantiere per la costruzione
del tunnel di base della Torino-Lione, il cantiere operativo CO5
Lo scorso gennaio l’area di cantiere è stata consegnata
al raggruppamento di imprese ELYOT
[Eiffage Génie civil (mandataria), Spie Batignolles,
Ghella e Cogeis] che dovranno realizzare il
tratto di tunnel di 22 chilometri tra la discenderia
esistente a Villarodin-Bourget/Modane e il sito
di Clarea in Italia. Lo scavo delle gallerie avverrà
verso l’Italia con l’utilizzo di due frese e verso
la Francia con metodo tradizionale (martellone
demolitore e/o esplosivo). Saranno realizzati in
quest’area anche il sito di sicurezza di Modane, i
rami di comunicazione posizionati ogni 333 metri
tra le due gallerie, necessari per la manutenzione
e la sicurezza, e tutte le nicchie e le gallerie
trasversali per l’esercizio e la sicurezza.
Le imprese stanno ora preparando il sito mentre
500 metri più in alto, sulla piattaforma di Avrieux,
il cantiere operativo CO5a, affidato al raggruppamento
d’imprese LYTO [VINCI Construction
Grands Projets (mandataire), Dodin Campenon
Bernard, Campenon Bernard Centre Est, WeBuild,
Master Drilling Europe] prosegue la realizzazione
dei quattro pozzi di ventilazione.
A Saint-Martin-la-Porte (CO7), prosegue il montaggio
in galleria della prima TBM rosso Savoia,
che dovrà scavare i nove chilometri di tunnel
di base paralleli a quelli già eseguiti dalla fresa
Federica e proseguono gli scavi verso Saint-Julien-Montdenis
del tunnel di linea con metodo
tradizionale.
Parallelamente in sotterraneo e nell’area di La
Praz (CO6) procedono anche gli scavi con il metodo
tradizionale di tratti di tunnel e caverne tecniche
su diversi fronti. Lo scavo dell’imbocco del
tunnel a Saint-Julien-Montdenis (CO8), che procede
con l’esplosivo su entrambe le gallerie, ha
raggiunto il 18 gennaio il traguardo dei primi tre
chilometri (circa 1,5 chilometri per ogni canna).
In pieno svolgimento anche il cantiere dedicato
alla gestione e alla valorizzazione dei materiali di
scavo lato Francia (CO 11), affidati al raggruppamento
GEME (mandataria EUROVIA), per il quale
è in corso la costruzione della stazione di trattamento
dei materiali nell’area di Illaz a Saint-Julien-Montdenis.
Lato Italia, nel cantiere di Chiomonte e Giaglione
(CO 3/4) sono in corso le indagini di caratterizzazione
ambientale sul piazzale da dove dovrà
partire la TBM che il raggruppamento UXT ha ordinato
a fine anno.
Sempre a Chiomonte, sul cantiere dello svincolo
di connessione con l’autostrada A32 (lavori in
convenzione con SITAF – CO 4c), il getto della
soletta di completamento della rampa di uscita è
a circa il 50% e sono in costruzione le ultime tre
pile della rampa di entrata.
Anche a San Didero (lavori in convenzione con
SITAF – lotto CO-02c), avanza la realizzazione
dei fabbricati tecnici, tra cui il Posto di Comando
e Controllo, del nuovo autoporto a servizio dei
mezzi pesanti e delle rampe del viadotto di scavalco
dell’autostrada.
Intanto, sul sito di Salbertrand (CO 10), proseguono
il monitoraggio ambientale e la bonifica
bellica superficiale dell’area destinata alla lavorazione
dei materiali di scavo del tunnel. nn
Mauro Armelloni
Infrastrutture&Mobilità
40 3/2025 leStrade
Sicurezza
Sinergia fra Autobrennero
e Polizia Stradale
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Una collaborazione nell’interesse di chi ogni
giorno viaggia in autostrada. Questo, in estrema
sintesi, sancisce la convenzione fra Autostrada
del Brennero e il Dipartimento della Pubblica
Sicurezza per l’attività di vigilanza e servizio
della Polizia Stradale in autostrada
ASFALTO AMMALORATO
La convenzione apre la strada all’utilizzo di tutte le
più avanzate tecnologie per la condivisione di dati
e l’attività sulla tratta e garantisce un miglioramento
delle indennità percepite dagli agenti che operano
su strada, in virtù anche del notevole impegno
professionale richiesto nel servizio autostradale.
Con l’occasione Autostrada del Brennero ha anche
consegnato alla Polizia stradale sei nuove vetture.
«Il primo compito del concessionario autostradale -
ha esordito Diego Cattoni, Amministratore Delegato
di Autostrada del Brennero - è fare tutto quanto
possibile per tutelare l’incolumità dell’utenza e del
proprio personale con un obiettivo: puntare all’incidentalità
zero. È un obiettivo ambizioso, ma l’impegno
di Autostrada del Brennero in questa direzione
è grande. Poter contare sulla costante e solida
collaborazione con la Polizia stradale rappresenta
un valore aggiunto fondamentale».
«La Polizia di Stato con la Specialità Polizia Stradale
è da sempre impegnata nella prevenzione dell’incidentalità
stradale e l’autostrada è strategica per
garantire una mobilità sicura delle persone e delle
merci nel nostro Paese - ha osservato Santo Puccia,
Dirigente superiore della Polizia di Stato e Direttore
del Servizio Polizia Stradale - la Polizia di Stato
ha competenza esclusiva sulla rete autostradale e
la sinergia con i concessionari rappresenta un modello
di partenariato efficace per garantire la sicurezza
stradale in un ambito cosi complesso come
l’autostrada. L’obiettivo è quello di salvaguardare la
vita delle persone e la libertà di movimento e l’impegno
della Polizia Stradale e dei concessionari è
massimo per garantire elevati standard nei servizi
Infrastrutture&Mobilità
operativi. Le linee guida operative per gli interventi
congiunti di Polizia di Stato, Vigili del fuoco, Anas
e Concessionari autostradali sottoscritte lo scorso
mese di ottobre rappresentano un passaggio fondamentale
per esaltare queste sinergie operative,
con l’obiettivo di salvaguardare la sicurezza delle
persone e degli operatori negli interventi in caso di
incidenti e di emergenze in autostrada».
Nel 2024 sono state 20.375 le violazioni del codice
della strada contestate dagli agenti della Stradale
che rispondono ai Compartimenti Trentino Alto
Adige - Belluno, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna,
per un totale di 50.993 veicoli ispezionati e
67.721 persone controllate. Il tasso di incidentalità
globale sulla tratta per il medesimo anno è stato di
15,97 punti, in linea con il trend degli ultimi anni e
nettamente inferiore alla media nazionale, che nel
2023 (ultimo dato disponibile) era di 26,52. «Minime
oscillazioni in senso positivo o in senso negativo
possono dipendere da fattori straordinari e casuali -
ha commentato Carlo Costa, Direttore Tecnico Generale
di Autostrada del Brennero - Ciò che non è
affatto casuale è la media sul lungo periodo: il fatto
che Autobrennero abbia i tassi più bassi e costanti
da molto tempo, anche in presenza di un traffico
che sappiamo essere particolarmente intenso e
di un tracciato per buona parte montuoso, rivela
che in materia di sicurezza nulla è affidato al caso.
E questo è anche merito della collaborazione con
la Polizia stradale».
Nel 2024 sono state infatti ben 11.193 le pattuglie
impegnate lungo l’A22 per un totale di oltre 2,3 milioni
di chilometri percorsi. Nei 365 giorni dell’anno
sono state 825 le patenti ritirate e 926 le carte
di circolazione ritirate, 845 i veicoli sottoposti a fermo,
198 quelli sequestrati. Importante anche l’attività
di soccorso agli utenti, con 4.687 interventi
prestati. nn
Da sinistra, Pasquale
Sorgonà, Santo Puccia,
Diego Cattoni, Carlo Costa.
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42 3/2025 leStrade
Aziende
Fs Italiane, nominati i nuovi
Cda delle società controllate
L’Assemblea di Anas ha nominato il nuovo Consiglio
di Amministrazione in carica per il triennio 2025-2027. Presidente
è Giuseppe Pecoraro e Amministratore Delegato Claudio Andrea Gemme
Lo scorso 6 marzo si sono riunite le Assemblee delle
società RFI, Trenitalia, Anas, Italferr, Busitalia,
FS Sistemi Urbani, Ferservizi e FS International, interamente
controllate da Ferrovie dello Stato Italiane.
L’Assemblea di Anas ha nominato il nuovo
Consiglio di Amministrazione in carica per il triennio
2025-2027. Presidente è Giuseppe Pecoraro,
75 anni di Palma Campania (NA), ex Prefetto di
Roma e Consigliere del Presidente del Consiglio dei
Ministri. Amministratore Delegato è Claudio Andrea
Gemme, 76 anni di Genova, già Presidente
di Anas dal 2018 al 2021 e Commissario per il
Piano Cortina 2021. Membri del nuovo Consiglio
di Amministrazione, Laura De Mola, 55 anni di Fasano
(BR), giornalista ed esperta di comunicazione,
Stefania Vasta, 53 anni di Manerbio (BS), avvocato
cassazionista e professoressa universitaria
di Diritto amministrativo, e Bernardo Maria Fabrizio,
ex direttore regionale del Lazio.
L’Assemblea di RFI ha nominato il nuovo Presidente
Paola Firmi e indicato come Amministratore
Delegato Aldo Isi, in carica come Amministratore
delegato di Anas dal 2018 al 2025, in sostituzione
degli uscenti Dario Lo Bosco e Gianpiero Strisciuglio.
Le cariche scadranno con l’approvazione
del bilancio 2025.
Infrastrutture&Mobilità
Trenitalia
L’Assemblea di Trenitalia ha nominato il nuovo
Consigliere Gianpiero Strisciuglio indicandolo come
Amministratore Delegato in sostituzione dell’uscente
Luigi Corradi. La carica scadrà con l’approvazione
del bilancio 2025.
Italferr
L’Assemblea di Italferr ha nominato il nuovo Consiglio
di Amministrazione in carica per il triennio 2025-
2027, indicando come Amministratore Delegato Dario
Lo Bosco, che lascia la Presidenza di RFI.
Busitalia
L’Assemblea di Busitalia ha nominato il nuovo Consiglio
di Amministrazione in carica per il triennio 2025-
2027, indicando Flavio Nogara alla Presidenza e Serafino
Lo Piano come Amministratore Delegato.
FS Sistemi Urbani
L’Assemblea di FS Sistemi Urbani ha nominato il
nuovo Consiglio di Amministrazione in carica per il
triennio 2025-2027, indicando alla Presidenza Maria
Rosa Sessa e come Amministratore Delegato
Matteo Colamussi.
Ferservizi
L’Assemblea di Ferservizi ha nominato il nuovo
Consigliere Stefano Cervone indicandolo come
Amministratore Delegato. La carica scadrà con
l’approvazione del bilancio 2025.
FS International
L’Assemblea di FS International ha nominato quale
Amministratore Unico Luigi Corradi, per il triennio
2025-2027, che lascia la guida di Trenitalia.
Il Presidente, Tommaso Tanzilli, e l’Amministratore
Delegato e Direttore Generale, Stefano Antonio
Donnarumma, a nome di tutto il Gruppo FS, hanno
augurato buon lavoro ai nuovi vertici delle società
controllate e ringraziato i Consiglieri uscenti
per il prezioso lavoro svolto. nn
Angelo Bondello
Da sinistra, Giuseppe
Pecoraro e Claudio Andrea
Gemme.
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44 3/2025 leStrade
completa rimodulazione della viabilità in entrata
e in uscita dalla A4 Milano-Brescia. Grazie alla
movimentazione di circa 72.000 metri cubi di terreno
e a oltre 200.000 ore di lavorazione, sono
stati completati, nel dettaglio: un nuovo sottovia
a due canne, un nuovo cavalcavia di scavalco
dell’autostrada A4, due nuove rampe a Est del
ponte - per ottimizzare i flussi da e per l’autostrada
- e una rampa a Ovest del cavalcavia, che
grazie al nuovo cavalcavia si collega alle rampe
orientali l’ampliamento di una delle piste in ingresso
alla stazione per adeguarla al transito dei
trasporti eccezionali. Gli interventi hanno permesso
l’apertura funzionale dello svincolo nello
scorso dicembre, esattamente nei tempi preventivati,
rendendo fruibile all’utenza la nuova rampa
bidirezionale del casello di Dalmine.
Opere
Il nuovo svincolo di Dalmine
sulla A4 Milano-Brescia
Opera attesa da decenni
La nuova infrastruttura è stata inaugurata alla
presenza, tra gli altri dell’Assessore Regionale
alle Infrastrutture e Opere Pubbliche, Claudia
Terzi, del Sindaco di Dalmine, Francesco Bramani,
e dei rappresentanti di Autostrade per l’Italia,
tra cui il Direttore Ingegneria e Realizzazione,
Luca Fontana.
Un’opera strategica, realizzata da Aspi, che contribuisce al significativo
miglioramento della viabilità locale. Con l’apertura del nuovo collegamento
verso il centro urbano si conclude il progetto di riconfigurazione
Sulla A4 Milano – Brescia è stato inaugurato il
nuovo svincolo di Dalmine, un’opera strategica
che contribuisce al significativo miglioramento
della viabilità locale, a supporto della crescita
economica del territorio. Nel dettaglio, il nuovo
svincolo consente una connessione più agevole
tra l’autostrada A4, la Tangenziale di Bergamo
e la viabilità locale, diversificando i flussi con
il beneficio di ridurre i tempi di percorrenza per i
pendolari e le imprese, oltre a decongestionare
il traffico nei centri abitati limitrofi.
L’intervento, realizzato da Autostrade per l’Italia
nell’ambito del piano di potenziamento infrastrutturale
della rete autostradale lombarda, risponde
alle esigenze di migliorare la gestione dei flussi di
traffico in uno dei contesti a più alta densità industriale,
facilitando l’accesso alle aree produttive
della provincia di Bergamo. Solo in Lombardia,
infatti, sono localizzate il 19% delle imprese
nazionali e nel territorio bergamasco il 10% di
quelle lombarde. Dati che sommati alla mobilità
su gomma in Lombardia - pari a circa il 16% di
tutta la rete Aspi - sottolineano il valore aggiunto
dell’intervento.
I lavori condotti da Amplia
Infrastructures
Con la riapertura al traffico della nuova rampa di
collegamento tra il casello e il centro abitato di
Dalmine si è completata la riconfigurazione dello
svincolo così come prevista da progetto. Le attività,
portate avanti dalle squadre di Amplia Infrastructures,
società di costruzioni del Gruppo
Autostrade, nei mesi scorsi hanno previsto una
Carlo Dossi
Infrastrutture&Mobilità
46 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
47
LA STRADA
VERSO LA
PERFEZIONE
NUOVE
VIBROFINITRICI CAT ®
«L’inaugurazione dello svincolo di Dalmine segna
un momento epocale e fortemente atteso per i
pendolari e per chi viaggia sulla A4 Milano - Brescia.
Questo intervento migliorerà la viabilità sia
in termini di fluidità del traffico sia di sicurezza»,
afferma l’Assessore alle Infrastrutture e opere
pubbliche Claudia Maria Terzi. «L’adeguamento
dello svincolo era atteso da decenni e ho seguito
questo progetto sin da quando ero sindaco di
Dalmine. Regione Lombardia ha giocato un ruolo
fondamentale in questa partita, che sembrava
non avere più corso: si è relazionata con gli
enti interessati sino a raggiungere un progetto
condiviso tra i comuni di Dalmine e Stezzano ed
ha accelerato l’iter di approvazione del progetto.
Aver riqualificato lo svincolo significa diminuire le
code in ingresso e in uscita dall’autostrada ed efficientare
anche la Tangenziale Sud di Bergamo.
Questo progetto rientra in un più ampio programma
di interventi legati al miglioramento dell’accessibilità
del territorio e si integra con la futura
Bergamo – Treviglio e quindi la connessione
tra A4 e IPB. Siamo in uno dei contesti a più alta
densità industriale d’Europa e il livello del traffico
è in costante aumento, con il nuovo assetto
del casello ci aspettiamo ripercussioni positive
nei collegamenti tra l’autostrada A4, l’asse interurbano
e la viabilità locale, a beneficio delle nostre
comunità e territorio».
Un importante passo avanti
«L’apertura del nuovo svincolo di Dalmine rappresenta
un ulteriore importantissimo passo
avanti nella modernizzazione della rete autostradale
lombarda e conferma il nostro impegno
Infrastrutture&Mobilità
nel potenziamento della rete con interventi volti
a garantire una mobilità sempre più efficiente e
sostenibile, a sostegno dei territori e del tessuto
produttivo locale. Con un traffico medio giornaliero
di oltre 120.000 veicoli lungo il tratto interessato,
il nuovo svincolo si inserisce in un nodo
strategico della viabilità regionale e contribuirà
a migliorare la gestione dei flussi, riducendo in
modo sensibile i tempi di percorrenza a beneficio
dei centri urbani e dei poli produttivi», ha dichiarato
Luca Fontana, Direttore Ingegneria e Realizzazione
di Autostrade per l’Italia.
Aspi in Lombardia
L’intervento, definito grazie al costante confronto
con le Istituzioni locali e con le strutture tecniche
del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,
rientra nel più ampio programma di interventi
che Autostrade per l’Italia sta portando avanti in
Lombardia per migliorare la mobilità e la sicurezza
stradale. Si evidenziano, tra questi, l’apertura
integrale della nuova corsia dinamica sulla A4
nella tratta tangenziale milanese, tra viale Certosa
e Sesto San Giovanni, a fine 2024, che ha
permesso una gestione più efficiente del traffico
soprattutto nelle ore di punta, garantendo una
maggiore scorrevolezza lungo uno degli assi viari
più trafficati d’Italia e d’Europa.
A questo si aggiunge il completamento del lavoro
di potenziamento della A8 “Milano-Laghi”, con
una nuova quinta corsia tra Milano Nord e l’interconnessione
con la A9 per Como, che ha consolidato
il ruolo di questa infrastruttura nel favorire
collegamenti più rapidi e sicuri nell’area metropolitana
di Milano. nn
48 3/2025 leStrade
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Aziende
I primati ambientali di ASPI
Per la prima volta in Italia, nel settore constructions, sarà il bio Gpl, gas non fossile,
a sostituire l’olio Btz di origine petrolifera nella produzione di asfalto. Prosegue così l’attività
di decarbonizzazione di Amplia Infrastructures, società del Gruppo Autostrade per l’Italia
Monica Banti
Società del Gruppo Autostrade per l’Italia,
Amplia Infrastructures ha avviato una sperimentazione
con Liquigas, leader di mercato in
Italia nella distribuzione di Gpl (Gas di petrolio
liquefatto) e Gnl (Gas naturale liquefatto), con
la consegna e distribuzione per la prima volta
del bio Gpl, certificato sostenibile secondo lo
schema ISCC PLUS (International Sustainability
& Carbon Certification).
Il bio Gpl è un gas propano prodotto da materie
prime biologiche - si tratta, infatti, di
un sottoprodotto della raffinazione di gasolio
“bio” Hvo - ma con le stesse caratteristiche
chimiche e di utilizzo nonché le stesse performance
del Gpl tradizionale, che quindi consente
una riduzione delle emissioni di CO 2
fino
all’80%. Con questo bio Gpl Amplia alimenterà
a Marcianise, in questa fase pilota, il proprio
impianto di produzione di asfalto, preceden-
temente alimentato a Btz, senza necessità di
interventi sull’infrastruttura.
Nel 2024 la produzione totale di conglomerati
bituminosi di Amplia è stata di circa 317mila
tonnellate, di queste il 55%, pari a circa
175mila tonnellate, è stato realizzato a “tiepido”:
tecnica che, riducendo le temperature
di produzione, ha permesso un risparmio di
CO 2
di circa 15 tonnellate. Numeri che fanno
di Amplia la prima azienda in Italia per produzione
di questa tipologia di asfalto e conferma
il lavoro e l’impegno del Gruppo nella riduzione
dell’impronta carbonica e nell’utilizzo di nuove
tecnologie meno impattanti per l’ambiente.
Tecnologie per la sostenibilità
«L’impegno per la Sostenibilità del Gruppo Autostrade
per l’Italia e, in particolare, della sua
controllata Amplia, - dichiara Paolo Carmona,
Consigliere Delegato e Direttore Generale di
Amplia, - si sviluppa tramite strategie innovative:
elettrificazione della flotta, economia circolare
per mezzo dell’incremento del fresato
reimpiegato, ricerca nel processo produttivo,
ad esempio attraverso lo sviluppo di conglomerati
bituminosi prodotti a tiepido. La conversione
degli impianti per l’utilizzo di combustibili
innovativi e a ridotte emissioni è uno dei
nostri principali impegni e questa iniziativa testimonia
quanto lo sforzo del Gruppo si traduca
costantemente in azioni concrete». La “stesa”
della pavimentazione con asfalto tiepido è
più sostenibile di quella di asfalto caldo, perché
comporta un abbassamento delle temperature
di stesa, e dunque un miglioramento di
condizioni per gli operai che lo stendono, per
la diminuzione dei fumi e la riduzione di esposizione
alle alte temperature. La materia prima
utilizzata proviene inoltre da materiali riciclati:
è un’innovazione, quindi, che promette
di essere un game-changer perché favorisce
contemporaneamente la tutela dell’ambiente
e dei lavoratori e l’economia circolare.
Il Grip Mastic Asphalt e l’E-PMS
La strategia per una mobilità sempre più sostenibile
di ASPI trova ulteriori conferme nelle
attività che si stanno portando avanti in ambito
manutentivo che, ad oggi, si sono concretizzate
nello sviluppo del Grip Mastic Asphalt,
una tipologia di conglomerato bituminoso ad
aderenza migliorata realizzato con l’utilizzo di
100% di graniglia da aggregato sintetico, ovvero
l’inerte ricavato dalla frantumazione e dal
recupero delle scorie nere d’acciaieria, e nella
introduzione all’interno del E-PMS , applicativo
di asset management per i lavori di manutenzione
delle pavimentazioni stradali, di un parametro
di valutazione dell’impatto ambientale
dei piani di manutenzione denominato EAR
(Environmental Asphalt Raing).
Questo rappresenta un altro esempio di come
il settore in cui si opera possa prevedere una
nuova concezione green e più sostenibile nella
progettazione e nella realizzazione delle opere.
Il Gruppo Autostrade per l’Italia ha posto
le basi della propria strategia ESG definendo
obiettivi ambiziosi, avviando iniziative
che coinvolgono in questo percorso tutti i suoi
principali stakeholder, disegnando un nuovo
sistema per la governance della sostenibilità
e rivedendo molti processi di business. nn
Infrastrutture&Mobilità
50 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
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Ferrovie
Il progetto “serraH2valle”
È a Rovato (BS). È realizzato da Ferrovienord ed è, in Italia, il primo
impianto ferroviario pensato, progettato e realizzato specificatamente
per i treni a idrogeno. Abbiamo assistito alla presentazione
vienord, Pier Antonio Rossetti, l’amministratore
delegato di Trenord, Andrea Severini, l’Amministratore
delegato di Alstom Italia, Michele Viale,
il presidente di Sapio, Alberto Dossi.
Il sito di Rovato
Realizzato da Ferrovienord, è il primo impianto
ferroviario pensato, progettato e realizzato specificatamente
per i treni a idrogeno. Nel sito sono
presenti:
• cinque binari di sosta dei treni all’aperto;
• un impianto di manutenzione treni dotato di
due binari al chiuso per la manutenzione (attrezzati
per l’accesso al treno tramite fossa di
visita e tramite passerelle aeree), un binario
coperto all’aperto per il lavaggio dei treni, carroponte,
calacarrelli, magazzini, armadi per lo
stoccaggio delle batterie di ricambio dei treni,
colonnine per la connessione dei treni alla rete
elettrica e zona uffici e servizi per il personale;
• un impianto di rifornimento dei treni a idrogeno,
attrezzato con dispenser per erogare idrogeno
alla pressione di 350 bar e baia per ricovero
del carro bombolaio, nonché di impianto
di flussaggio e inertizzazione (utile per lo svuotamento
dei serbatoi dell’idrogeno del treno
quando previsto ai fini manutentivi).
L’investimento complessivo per il sito è di 30 milioni
di euro, di cui un milione (relativo all’impianto
di rifornimento di idrogeno) finanziato dal
PNRR. La messa in servizio del sito (da parte di
Trenord e FNM Power) avverrà progressivamente
con le corse prova del treno a idrogeno lungo
la linea Brescia-Iseo-Edolo e, successivamente,
con l’avvio del servizio commerciale.
«L’appuntamento di oggi rappresenta un momento
chiave del progetto H2iseO promosso dal
Gruppo FNM fin dal 2020 - ha spiegato il presidente
di FNM Andrea Gibelli -. Il contributo che
i nuovi convogli daranno alla decarbonizzazione
della mobilità nella valle si unisce ai vantaggi che
avranno i viaggiatori in termini di comfort. Senza
dimenticare le potenzialità, anche da un punto di
vista economico e di occupazione, che lo sviluppo
di un distretto industriale basato sull’idrogeno,
potrà avere».
«Ferrovienord continua a lavorare con grande impegno
per realizzare tutti gli impianti e le opere infrastrutturali
necessarie all’avvio del servizio commerciale
del treno - ha sottolineato il presidente di
Ferrovienord, Pier Antonio Rossetti -. Il sito di Rovato,
tuttora in fase di completamento, è dotato di
attrezzature particolarmente avanzate e sarà indispensabile
per l’efficienza della flotta dei treni».
Il primo treno a idrogeno italiano è arrivato lo
scorso 23 gennaio nel nuovo impianto di manutenzione
e di rifornimento di idrogeno di Rovato.
Il convoglio - che fa parte dei 14 acquistati
da FNM grazie ai finanziamenti di Regione Lombardia,
anche tramite risorse PNRR - è giunto nel
bresciano dal circuito di prova di Salzgitter (Germania)
del costruttore Alstom. L’impianto di Rovato,
realizzato da Ferrovienord e dotato di attrezzature
all’avanguardia, sarà, in Italia, il primo
deposito specificatamente progettato e realizzato
per la manutenzione dei treni a idrogeno nonché
il primo impianto per il rifornimento di idrogeno
per i treni. Nelle tre settimane trascorse dall’arrivo
del treno sono state effettuate, da parte del
costruttore dell’impianto e fornitore dell’idrogeno
Sapio, attività di collaudo dell’impianto stesso
e test di rifornimento del treno. Conclusa questa
prima fase di test, il treno svolgerà altre corse
prova su circuito, prima di tornare sulla Brescia
- Iseo - Edolo per ulteriori prove, in vista dell’avvio
del servizio commerciale, previsto entro il primo
semestre del 2026, in relazione al completamento
delle stesse corse prova e all’ottenimento
delle relative autorizzazioni.
Le caratteristiche del nuovo impianto sono state
illustrate nel corso di un evento di presentazione,
che si è svolto lo scorso febbraio e a cui abbiamo
partecipato. All’evento sono intervenuti, tra
gli altri il Sottosegretario di Stato alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri, Alessandro Morelli,
il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana,
l’assessore ai Trasporti e Mobilità sostenibile
di Regione Lombardia, Franco Lucente, l’assessore
alle Infrastrutture e Opere pubbliche di Regione
Lombardia, Claudia Maria Terzi, il presidente
di FNM, Andrea Gibelli, il consigliere delegato
di FNM, Fulvio Caradonna, il presidente di Ferro-
Damiano Diotti
I nuovi treni Coradia
Stream H, basati sulla
piattaforma dei treni
regionali Coradia Stream,
utilizzano l'idrogeno per
generare elettricità, evitando
l'emissione diretta di CO 2 e
mantenendo il comfort della
variante elettrica.
L’impianto è costruito nel pieno rispetto delle
normative vigenti, incluse le normative relative
alla sicurezza associate alla presenza di
un treno a idrogeno e ad un impianto di rifornimento
di idrogeno. I dispositivi di sicurezza includono,
tra gli altri, sensori per la rilevazione
di eventuali fughe di idrogeno, l’impianto antincendio
e sistemi automatici di miglioramento
della ventilazione.
«Il progetto H2IseO ha una grande valenza innovativa
anche per Trenord - ha dichiarato Andrea
Severini, Amministratore Delegato di Trenord
- e ci vedrà impegnati fin d’ora su tutta la
filiera industriale: dall’avvio delle attività nel
deposito di Rovato, allo svolgimento delle corse
prova con la collaborazione dei nostri macchinisti
e tecnici, alla formazione del personale
di bordo».
Infrastrutture&Mobilità
52 3/2025 leStrade
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53
Impianto di rifornimento: un unicum
in Italia e uno dei pochi in Europa
Il sistema di rifornimento realizzato da Sapio prevede
l’impiego di un dispenser mobile di idrogeno
e di un carro bombolaio con pressione operativa
fino a 500 bar, primo caso in Italia. Il progetto
per Ferrovienord di Sapio nasce per integrare il
trasporto ad alta pressione con un sistema innovativo
studiato e realizzato specificamente per il
settore della mobilità sostenibile: si tratta infatti
di un sistema di rifornimento mobile di idrogeno
che, grazie all’impiego di carri bombolai ad
alta pressione, permette il rifornimento dei mezzi
alimentati ad idrogeno mediante il cosiddetto
meccanismo “a cascata” evitando la necessità
di sistemi di compressione e di stoccaggi fissi
ad alta pressione. La configurazione impiantistica
è stata pensata ottimizzando la quantità delle
apparecchiature necessarie, allo scopo di ottenere
la massima semplicità dell’operazione di
rifornimento e la riduzione delle aree occupate
dall’impianto.
L’impianto di rifornimento, che è stato selezionato
da parte di Ferrovienord per poter effettuare
i primi test operativi dei treni ad idrogeno
sulla linea Brescia - Iseo - Edolo, permette nel
suo complesso di poter effettuare i rifornimenti
di idrogeno ai mezzi rispettando tutti i parametri
di sicurezza e gli standard operativi attualmente
in vigore, grazie ai criteri di efficienza ed efficacia
adottati per la progettazione.
«La giornata di oggi è un momento storico per il
nostro Paese: l’inaugurazione del primo treno a
idrogeno in Italia, non solo rappresenta un passo
avanti nella mobilità sostenibile, ma anche un
esempio di innovazione e progresso», commenta
il Presidente del Gruppo Sapio, Alberto Dossi.
«È doveroso ricordare come, questo primo impianto
di rifornimento ferroviario ad idrogeno
rappresenti un unicum in Italia e uno dei pochi
in Europa. Sapio produce idrogeno da oltre 100
anni e oggi possiamo dire che con il nostro impegno
e la nostra esperienza stiamo contribuendo
alla realizzazione di un’infrastruttura che utilizza
le tecnologie più avanzate, pulite e rinnovabili.
Realizzato da Ferrovienord, è
il primo impianto ferroviario
pensato, progettato e
realizzato specificatamente
per i treni a idrogeno.
Siamo convinti che questo treno non sia solo un
mezzo di trasporto, ma un simbolo di un futuro
che conferma come l’energia pulita e sostenibile
sarà la norma e dove la collaborazione tra pubblico
e privato porterà ad affrontare in modo più
produttivo le sfide ambientali dei prossimi anni».
Lombardia terra di primati
e di eccellenze
«Questa è una giornata molto importante - ha
dichiarato il presidente Attilio Fontana - che conferma
la vocazione della Lombardia ad essere
terra di primati e di eccellenze, sia per quanto riguarda
la prima Hydrogen Valley, sia per la messa
in funzione del primo treno alimentato interamente
ad idrogeno. Oggi tocchiamo con mano
un nuovo servizio offerto ai cittadini che contribuisce
migliorare l’efficienza del trasporto ferroviario,
in un’area in cui inizia un serio percorso
di decarbonizzazione. Negli ultimi anni abbiamo
investito 1,7 miliardi di euro per 214 nuovi treni
che daranno forte slancio al settore ed entro
il prossimo anno la Lombardia potrà contare su
una flotta totalmente rinnovata. Anche per questo
saranno fondamentali i lavori di ammodernamento
della rete ferroviaria».
Verso la decarbonizzazione
dei trasporti
«Prosegue senza sosta - ha affermato l’assessore
Franco Lucente - la rivoluzione della mobilità
che sta interessando la Lombardia. Una trasformazione
che coinvolge tutti i mezzi di trasporto,
dall’immissione dei nuovi treni sino al rinnovamento
del parco autobus, tutti a ridotto impatto
ambientale, e al trasporto pubblico locale lacuale,
con battelli elettrificati. Il primo treno italiano
a idrogeno è un’innovazione importante, che ri-
Infrastrutture&Mobilità
54 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
55
sponde in pieno all’esigenza di percorrere in maniera
convinta la strada della neutralità tecnologica».
Nuove prospettive per il settore
ferroviario
«La Lombardia si conferma protagonista di un’innovazione
concreta al servizio dei cittadini - ha
evidenziato l’assessore Claudia Maria Terzi - con
la trasformazione della Brescia-Iseo-Edolo nella
prima linea ad idrogeno d’Italia, aprendo così
nuove prospettive per il settore ferroviario a livello
nazionale. È l’inizio di un cambiamento rilevante,
in cui il Sebino e la Valcamonica si ritrovano
al centro di nuove soluzioni per un trasporto
a basso impatto ambientale, caratteristica questa
ancora più cruciale per una Regione dinamica
e densamente popolata come la nostra. Abbiamo
creduto fin da subito nella bontà del progetto
investendo anche nell’infrastruttura connessa
all’attivazione dei convogli. Ci saranno ricadute
positive per la qualità del trasporto pubblico e si
creerà una nuova economia attorno all’idrogeno,
con nuove occasioni di crescita e di lavoro».
Il treno a idrogeno
I nuovi treni Coradia Stream H, basati sulla
piattaforma dei treni regionali Coradia Stream,
utilizzano l’idrogeno per generare elettricità, evitando
l’emissione diretta di CO2 e mantenendo il
comfort della variante elettrica. Questi treni, con
una capacità di 240 posti a sedere e un’autonomia
superiore a 600 chilometri, introducono innovazioni
nella conversione dell’energia pulita,
nei sistemi di stoccaggio energetico, e nella gestione
intelligente dell’energia. L’energia è gene-
Le caratteristiche del nuovo impianto sono state illustrate nel corso di un evento di presentazione, che si è svolto lo scorso febbraio e a cui abbiamo partecipato.
La prima Hydrogen Valley italiana
L’entrata in servizio commerciale dei treni a idrogeno in Valcamonica, lungo la linea
non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo di Ferrovienord su cui il servizio è gestito
da Trenord, fa parte del progetto H2iseO, che mira a realizzare la prima Hydrogen
Valley italiana nel territorio bresciano. Promosso da FNM, Ferrovienord e Trenord,
il progetto H2iseO ha l’obiettivo di sviluppare in Valcamonica una filiera economica
e industriale dell’idrogeno, a partire dal settore della mobilità, avviare la conversione
energetica del territorio, contribuire alla decarbonizzazione di una parte
significativa del trasporto pubblico locale. Si tratta di un progetto altamente innovativo,
che prevede, ad oggi:
• la messa in servizio di 14 nuovi treni ad idrogeno in sostituzione dell’intera flotta
diesel oggi circolante;
• la realizzazione di tre impianti di produzione di idrogeno rinnovabile senza emissioni
di CO2 a Iseo (mediante tecnologia Steam Reforming del biometano, con
energia elettrica rinnovabile e cattura della CO2), a Edolo e a Brescia (mediante
tecnologia a elettrolisi partendo da energia elettrica da fonte rinnovabile);
• la realizzazione di quattro impianti di rifornimento di idrogeno a Rovato (destinato
principalmente alle attività di messa in servizio e successivamente alle fasi di
manutenzione dei treni) e a Iseo, Edolo e Brescia (dotati di stoccaggio e destinati
a rifornire i treni nel corso del servizio commerciale);
• la realizzazione di un impianto di deposito e manutenzione dei treni a Rovato,
specificatamente progettato e realizzato per treni a idrogeno;
• l’adeguamento tecnico e infrastrutturale delle stazioni interessate dal servizio
dei nuovi treni.
L’introduzione dell’idrogeno in un percorso di transizione energetica rappresenta
un ambito di sviluppo strategico per il Gruppo FNM che, insieme a “H2iseO”, sta
portando avanti il progetto “serraH2valle”. Il progetto serraH2valle prevede la realizzazione
di cinque impianti di rifornimento stradali di idrogeno, che rappresentano
la prima rete completa in Italia a servizio del traffico veicolare leggero e pesante:
due lungo la A7 Milano-Genova (a Tortona, uno per direzione); due in Tangenziale
Est Milano (a Carugate, uno per direzione); uno in Tangenziale Ovest Milano (a
Rho, in direzione sud).
rata nella carrozza intermedia, la “power car”,
dove l’idrogeno immagazzinato si combina con
l’ossigeno dell’aria esterna nelle celle a combustibile
(fuel cells) generando energia elettrica. Le
batterie agli ioni di litio ad alte prestazioni accumulano
l’energia, che è utilizzata durante l’accelerazione
per supportare le celle a combustibile.
I treni sono creati e prodotti negli stabilimenti
Alstom in Italia, coinvolgendo il sito di Savigliano
per lo sviluppo, la certificazione, la produzione
e il collaudo, il sito di Vado Ligure (SV) per
l’allestimento della “power car” in cui è installata
la parte tecnologicamente innovativa legata
all’idrogeno, il sito di Sesto San Giovanni (MI)
per i componenti e il sito di Bologna per lo sviluppo
del sistema di segnalamento. Il progetto
è finanziato dall’Unione europea - Next Generation
EU tramite il programma di finanziamento
IPCEI Idrogeno 1.
«Siamo orgogliosi di essere tra i protagonisti nella
realizzazione della prima Hydrogen Valley italiana,
grazie ai nostri treni a idrogeno Coradia
Stream H che sostituiranno gli attuali convogli
diesel sulla linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo
- afferma Michele Viale, Amministratore Delegato
di Alstom Italia - L’evento di oggi rappresenta
una tappa fondamentale nell’equipaggiare
il sistema di trasporto locale con veicoli all’avanguardia
e confortevoli e, soprattutto, segna un
passo decisivo verso la decarbonizzazione del
settore ferroviario italiano. Il team di Alstom in
Italia continuerà a sviluppare soluzioni avanzate
e a implementare tecnologie che rispondano
efficacemente alle nuove sfide e alle necessità
emergenti». nn
Infrastrutture&Mobilità
56 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
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Opere
La TBM “Partenope”
La più grande talpa del Gruppo Webuild in Europa in azione sul
primo Lotto dell’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, per lo scavo
della galleria Saginara. Lavorerà senza sosta 24 ore 7 giorni su 7
Gabriele Villa
La TBM “Partenope”, con una testa fresante di oltre
13 metri e 18 motori elettrici che generano
una potenza di 10 Megawatt, è partita con lo scavo
dei tre chilometri della Galleria Saginara. Tre
delle quattro talpe meccaniche che scaveranno
sul Lotto 1A Battipaglia-Romagnano dell’AV Salerno-Reggio
Calabria sono le più grandi utilizzate in
Europa da Webuild. In arrivo anche la TBM ricondizionata
nella fabbrica Webuild di Terni. Procedono
a pieno ritmo i lavori sul Lotto 1A, una delle 19
infrastrutture che Webuild sta realizzando al Sud
e che danno occupazione a 8.100 persone
Con l’avvio dei motori della più grande talpa meccanica
del Gruppo Webuild in Europa, la prima ad
essere operativa sull’alta velocità Salerno-Reggio
Calabria, è partito lo scavo della Galleria Saginara
sul Lotto 1A Battipaglia-Romagnano, realizzato
da un consorzio di imprese guidato da Webuild
per conto di RFI (Gruppo FS Italiane).
Le caratteristiche di Partenope
Lunga circa 130 metri e dal peso di circa 4.000
tonnellate, la TBM (Tunnel Boring Machine)
“Partenope”. ha una testa fresante da 13,46
metri di diametro che la rende la più grande
talpa meccanica impiegata da Webuild in Italia,
ma anche in Europa, con 18 motori elettrici
che generano una potenza complessiva di 10
Megawatt. “Partenope” inizia così il suo viaggio
attraverso i rilievi della Valle del Sele, scavando
h24 e sette giorni su sette i tre chilometri
della Galleria Saginara, un tunnel a doppio
binario e canna singola che si estende tra i comuni
di Campagna e Contursi Terme, in provincia
di Salerno.
Quattro talpe per il Lotto 1A
Sul Lotto 1A Battipaglia-Romagnano dell’alta
velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria
sono complessivamente quattro le talpe
che nei prossimi mesi saranno operative per
la realizzazione delle otto gallerie naturali da
scavare in meccanizzato previste dal tracciato.
Tre di queste sono le più grandi impiegate
in Italia, ma anche in Europa, dal Gruppo Webuild.
Oltre a “Partenope”, sono attualmente
in fase di trasporto e montaggio altre due gigantesche
talpe gemelle, ognuna con una testa
rotante di oltre 13 metri: una scaverà nei
prossimi mesi le gallerie a doppio binario Serra
Lunga, Acerra e Petrolla, l’altra sarà impiegata
per lo scavo delle gallerie Caterina e Sicignano,
entrambe a doppio binario.
Nelle prossime settimane arriveranno in cantiere
anche gli ultimi moduli di una quarta TBM
che sarà impiegata per lo scavo delle gallerie
a singolo binario Piano Grassi e Contursi. Questa
talpa, dopo aver scavato per il Grand Paris
Express in Francia, è la prima ad essere stata
“ricondizionata” direttamente nella innovativa
fabbrica di Webuild a Terni, nuovo polo industriale
e centro ad alta specializzazione nella
rigenerazione di TBM e di altri macchinari avviato
lo scorso anno dal Gruppo.
Il Lotto 1A, la cui realizzazione è affidata al
Consorzio Xenia composto da Webuild (leader
del consorzio), Pizzarotti, Ghella e Tunnel Pro,
ricade nel territorio della provincia di Salerno
ed è parte integrante del più ampio progetto
per la realizzazione della nuova linea ferroviaria
ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria,
tra i progetti strategici per la mobilità sostenibile
del Paese che contribuiranno ad unire il
Nord al Sud, supportando lo sviluppo e la crescita
dei territori e favorendo la competitività e
l’interconnessione all’Europa dell’Italia. Il Lotto
1A, nello specifico, prevede la realizzazione
di 35 chilometri di linea ferroviaria veloce
tra le città di Battipaglia e Romagnano, incluse
20 gallerie (di cui 8 da scavare con l’impiego
di quattro TBM) e 19 viadotti. Prevista anche
la realizzazione a Romagnano di un bivio per
l’interconnessione della nuova linea con quella
esistente che da Battipaglia va verso Metaponto
e Potenza.
Webuild vanta ad oggi un parco di circa 60 talpe
meccaniche tra quelle in funzione, in montaggio,
ordinate e da ordinare per i progetti in
corso. In Italia sono circa 40 le TBM Webuild
previste complessivamente per i progetti in
corso. Di queste, 30 sono per il Sud, area del
Paese in cui il Gruppo sta portando avanti 19
progetti, tra i quali le grandi opere che prevedono
la realizzazione di oltre 300 chilometri di
linea ferroviaria ad alta velocità ed alta capacità.
Progetti che già oggi danno occupazione
a 8.100 persone, tra diretti e di terzi, con
il coinvolgimento di 5.400 aziende della filiera
da inizio lavori. nn
Infrastrutture&Mobilità
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leStrade 3/2025
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IMPIANTO D‘ASFALTO AMMANN ABP 400 HRT
Opere
Il nodo ferroviario di Bovisa (Milano)
Reway Group: alla controllata TLS contratto da 110,5 milioni di euro per il
potenziamento e l’ammodernamento del nodo ferroviario di Bovisa (Milano). Da
gennaio 2024 oltre 320 milioni di euro di nuovi contratti acquisiti in ambito ferroviario
Prosegue la crescita di Reway Group S.p.A.
(EGM: RWY) nel settore ferroviario. La controllata
TLS si è infatti aggiudicata un contratto del valore
di 110,5 milioni di euro per la progettazione
esecutiva e la realizzazione di lavori di ammodernamento
e potenziamento del nodo ferroviario di
Bovisa (Milano), gestito da Ferrovienord S.p.A.
Paolo Luccini, Presidente e Amministratore Delegato
di Reway Group, ha commentato: «I lavori
per un nodo ferroviario importante quale quello
di Bovisa, gestito da Ferrovienord sono un nuovo
rilevante incarico che rafforza la nostra leadership
in Italia nel settore della manutenzione ferroviaria.
Questa commessa assume, inoltre, particolare
significato perché, grazie ad essa, Reway
inizia ad operare con un nuovo importante cliente
in un’area geografica strategica per il paese.
In poco più di un anno dall’ingresso nel segmento
ferroviario Reway Group ha ottenuto numerose
commesse, per un valore complessivo di oltre
320 milioni di Euro. Un traguardo sicuramente
significativo che puntiamo a migliorare ulteriormente,
considerando l’importante piano di investimenti
in programma nel nostro Paese».
I lavori
La commessa, affidata dal Consorzio Europeo
Costruttori (Consorzio CEC), di cui TLS fa parte,
ha una durata di quattro anni, con avvio previsto
nel primo semestre 2025. Nel dettaglio, i lavori,
che coinvolgeranno circa 50 addetti altamente
specializzati, prevedono la realizzazione di opere
civili ed impianti per migliorare il servizio e la sicurezza
degli spazi per i viaggiatori: la costruzione
di quattro nuovi binari, di un ponte di scavalco
e di un sovrappasso pedonale e l’ammodernamento
della stazione ferroviaria. Le diverse opere
hanno l’obiettivo di mettere l’impianto di Bovisa
in condizioni di garantire ulteriori sviluppi dell’esercizio
ferroviario, che già oggi conta nei giorni
feriali 750 corse su un arco di 21 ore giornaliere.
Gli interventi assegnati a TLS verranno realizzati
da MGA, anch’essa società controllata da Reway
Group, a seguito del perfezionamento della fusione
per incorporazione delle controllate TLS e
Soteco in MGA. Alla manodopera di MGA si affiancheranno
le competenze del settore della
controllata Gema.
La nuova commessa porta il portafoglio ordini di
Reway Group a 1,241 miliardi di euro, al lordo
della quota fatturata dal quarto trimestre 2024
e risulta così composto: 34% lavori ferroviari,
27% lavori in gallerie autostradali, 13% viadotti
autostradali, 10% barriere di sicurezza ed antirumore,
14% altri lavori autostradali, 2% ingegneria
civile.
Numerosi e importanti progetti
In ambito ferroviario, Reway Group, con le sue
società controllate, è attualmente impegnato in
numerosi importanti progetti per Rete Ferroviaria
Italiana-RFI, tra cui la realizzazione di opere di
mitigazione acustica lungo la linea ferroviaria Bologna
– Lecce nel Comune di Tortoreto (Teramo),
l’abbattimento delle barriere architettoniche del
Lotto 8 (Roma e Cagliari), il potenziamento infrastrutturale
e la manutenzione straordinaria di
un ponte situato a Pavia sulla linea ferroviaria Milano-Genova
e la manutenzione straordinaria di
opere civili in Lazio e Sardegna, oltre a diverse
commesse riferite ad Accordi Quadro. nn
Edvige Viazzoli
SOSTENIBILE ED EFFICIENTE
SOLUZIONI DI RICICLO SU MISURA
L’uso del granulato di conglomerato bituminoso, o RAP, è oggi una necessità assoluta. In Ammann, con l’impianto ABP HRT vi offriamo soluzioni di riciclo
fino al 100%.
HRT significa High Recycling Technology ed il risultato di anni di sviluppo e miglioramento continuo attraverso decine di esperienze. L’impianto incorpora
quindi il più alto grado di tecnologia ed innovazione, in particolare il processo di essiccazione in controcorrente del cilindro di riciclo RAH100 permette di
raggiungere prestazioni ineguagliabili sia in termini di bassi consumi energetici sia di basse emissioni.
Basse emissioni
• Riscaldamento indiretto attraverso flussi
di aria calda
• Distribuzione omogenea dell’energia termica
• Percentuali di recupero del RAP in miscela
finale fino al 100%
• Elevatissima flessibilità nel cambio ricetta
Alta efficienza
• Elevata resa nello scambio termico e quindi
minori consumi per tonnellata prodotta
• Ottimale temperatura del RAP e minor bisogno
di surriscaldare gli inerti vergini
Riduzione dei danni al bitume
• Nessuna radiazione termica
• Riscaldamento gentile del bitume contenuto nel
RAP senza danneggiarlo con alte temperature
Infrastrutture&Mobilità
60 3/2025 leStrade
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Il progetto
Avendo effettuato lo studio della sezione idraulica
attuale, con il ponte ad oggi realizzato che presenta
delle pile in acqua, si è arrivati al progetto
del futuro ponte, posizionando le spalle del tutto
esterne all’alveo, in modo da non intralciare il
naturale corso del fiume.
Così facendo, la sezione idraulica di progetto rispetta
il limite di 1,50 metri, come da normativa,
considerata dal pelo dell’acqua all’intradosso
dell’impalcato, in modo da garantire un livello di
sicurezza anche in condizioni di piena.
La struttura è in acciaio, con due arcate principali
e pendini di collegamento ad andamento triangolare,
su cui verranno ancorate, al di sopra delle
nuove balaustre, le tredici vele in tessuto tecnico
microforato su ogni prospetto longitudinale.
Questo materiale tessile dona protezione solare
e visibilità verso l’esterno, resistendo agli agenti
atmosferici.
Il nuovo ponte ha lunghezza di 40 metri e sezione
di circa 15 metri. A destra e a sinistra delle corsie
stradali sono previsti percorsi pedonali, che saranno
separati da quello carrabile ai fini della sicurezza
dei fruitori.
È stato intrapreso anche uno studio illuminotec-
Opere
“Vele per la vita”
Demolizione e ricostruzione del ponte sul Misa a Pianello di Ostra. L’alluvione dei fiumi
Misa e Nevola, che nel 2022 interessò l’hinterland di Senigallia, con un’estensione di
circa 2.500 ettari e 13 vittime, dimostrò l’inadeguatezza idraulica dei ponti ivi insistenti
Il nostro team di professionisti sta sviluppando
il progetto di ricostruzione del ponte di Pianello
di Ostra, partendo dalla demolizione di quello
esistente, sul fiume Misa. Il concept ideativo
architettonico ha avuto come obiettivo quello di
ricordare il drammatico evento proponendo, su
ogni lato del nuovo ponte, tredici vele a ricordo
dell’alluvione.
È stata scelta la vela in quanto la sua resilienza nel
resistere alle tempeste è presa come simbolo per
fronteggiare le avversità. Caratteristiche come flessibilità
e adattabilità permettono di superare gli ostacoli,
spingendosi oltre i limiti. La vela è, inoltre, simbolo
di speranza e libertà, in connubio con il colore
verde, legato alla natura e che simboleggia la ripartenza,
la serenità e la speranza.
Arkteam Architetti
Infrastrutture&Mobilità
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leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
MATERIALI&TECNOLOGIE
Carta d’identità
Progettisti: RTP ing. Federico Palestini ed altri
Concept architettonico: Arkteam Architetti (arch.
Alessio Marini, arch. Andrea Chiappetti)
Progetto: in corso
Tempistiche di realizzazione: 12 mesi
Data stimata di inizio cantiere: settembre 2025
nico di dettaglio, che prevede sia una illuminazione
funzionale che una scenica: oltre ai segnapassi
del percorso pedonale e all’illuminazione
stradale, sono stati inseriti degli spot su ogni
giunto sommitale di collegamento tra l’arco ed i
pendini: di notte e grazie alla luce, appariranno
delle lettere su ciascuna vela che compongono
la frase: “Vele per la vita”.
«Non importa quanto possano essere alti gli
ostacoli o potenti i venti contrari: proprio come
la vela non ci arrendiamo mai di fronte alle difficoltà,
ma siamo pronti a ripiegare, se necessario,
per poi tornare a gonfiarci quando cambia il
vento». nn
n Il sistema SRT ® (Slope Reinforcement
Technology), sviluppato da Geopier ® ,
una tecnologia innovativa per la
stabilizzazione dei pendii e la mitigazione
delle frane superficiali.
n Officine Maccaferri acqusisce
Synteen Technical Fabrics.
n Il 2025: un anno cruciale per una svolta
sostenibile delle infrastrutture stradali italiane;
un anno in cui le pavimentazioni stradali
hanno la possibilità di divenire più durevoli,
performanti e rispettose dell’ambiente.
Infrastrutture&Mobilità
64 3/2025 leStrade
Soluzioni
Slope Reinforcement Technology:
destinato a diventare uno standard
Il sistema SRT®, sviluppato da Geopier®, è una tecnologia
innovativa per la stabilizzazione dei pendii e la mitigazione delle
frane superficiali. In Italia, è distribuita in esclusiva da Elto Srl
Il problema della stabilità
dei pendii in Italia
In Italia e in tutta Europa, l’aumento della frequenza
e dell’intensità delle precipitazioni sta
aggravando il problema dell’instabilità dei pendii
e delle frane. Strade, ferrovie e infrastrutture
critiche sono sempre più spesso minacciate
da eventi franosi, che purtroppo hanno già causato
ingenti danni economici e, tragicamente,
mietuto anche vittime.
Le frane superficiali rappresentano una delle
principali cause di interruzioni della viabilità,
ma non solo: sono responsabili anche del danneggiamento
di edifici e strutture, oltre che del
crollo della strada stessa, con conseguenti costi
elevati per la ricostruzione e per la gestione
dell’emergenza.
Il sistema SRT® di Elto
Il sistema SRT® (Slope Reinforcement Technology),
sviluppato da Geopier®, è una tecnologia
innovativa per la stabilizzazione dei pendii
e la mitigazione delle frane superficiali. In Italia,
questa soluzione è distribuita in esclusiva
da Elto Srl, che fornisce tutto il supporto per il
dimensionamento e l’applicazione della tecnologia
SRT® e sta suscitando un crescente interesse
grazie ai suoi numerosi vantaggi rispetto
Ing. Simone Fregonese
di Elto S.r.l.
ai metodi tradizionali.
SRT® è costituito da Plate Piles, elementi metallici
infissi nel terreno attraverso il pendio instabile
fino a raggiungere uno strato stabile.
Questa configurazione consente di ancorare
la parte in scivolamento alla porzione stabile,
riducendo il rischio di movimenti del suolo. Il
principio di funzionamento si basa sul concetto
di effetto arco, in cui la pressione del terreno
viene distribuita tra gli elementi metallici, creando
una barriera che contrasta il movimento
franoso.
Come sono fatti i Plate Piles
I Plate Piles sono speciali profili metallici dotati
di bandiere in sommità, che servono a intercettare
il terreno in movimento e a trasferire
le forze di spinta verso lo strato stabile sottostante.
La loro lunghezza varia da 2,5 a 6 metri,
a seconda delle caratteristiche geotecniche
del pendio e della profondità della superficie di
scorrimento. Grazie alla loro geometria, sono
in grado di contrastare i fenomeni di scivolamento
in modo efficace e con un impatto minimo
sull’area circostante.
Principali vantaggi di SRT® di Elto
Installazione rapida e minima cantierizzazione
Uno dei principali punti di forza del sistema
SRT® è la rapidità di installazione. Grazie
Materiali&Tecnologie
66 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
67
all’impiego di escavatori già in dotazione agli
applicatori locali e all’assenza di grandi opere
di sterro, è possibile infiggere fino a 60 Plate Piles
al giorno, consentendo interventi immediati
anche in situazioni di emergenza.
Costi ridotti rispetto ai metodi
tradizionali
Rispetto a soluzioni più invasive come i gabbioni,
le palificate in legno o i muri di sostegno,
SRT® offre un ottimo rapporto qualità-prezzo,
con una riduzione dei costi fino al 50% rispetto
agli interventi tradizionali.
Adattabilità a diversi scenari
di frana
Il sistema è efficace per la stabilizzazione di
pendii con inclinazioni comprese tra 17° e 45°,
con profondità di frana fino a tre, quattro, cinque
metri. Può essere utilizzato su terreni di varia
natura, inclusi suoli con ciottolato fino a 7,5
centimetri di diametro e rocce tenere come siltiti
e argilliti.
Compatibilità ambientale
Il metodo SRT® è particolarmente rispettoso
dell’ambiente. A differenza di altre tecniche,
non richiede grandi scavi né modifiche sostanziali
al profilo del pendio, preservando la vegetazione
autoctona e minimizzando l’impatto
ecologico.
Possibilità di combinazione
con geogriglie
Per massimizzare la stabilità del pendio, SRT®
può essere integrato con geogriglie, migliorando
ulteriormente la resistenza al taglio del suolo
e garantendo una protezione più duratura.
Applicazioni e casi studio
Il sistema SRT® di Elto è stato impiegato con
successo in numerosi progetti negli Stati Uniti
e sta ora trovando un’applicazione crescente in
Italia. I suoi campi di utilizzo includono:
• strade e autostrade: protezione delle infrastrutture
viarie in aree soggette a frane superficiali;
• ferrovie: stabilizzazione delle scarpate ferroviarie
per garantire la sicurezza dei convogli;
• argini e canali: prevenzione dell’erosione e
delle frane lungo corsi d’acqua;
• aree residenziali e commerciali: messa in sicurezza
di lottizzazioni ed edifici situati su terreni
instabili.
Conclusioni
La sicurezza e la manutenzione delle infrastrutture
stradali in Italia devono affrontare sfide
sempre più complesse a causa dell’aumento degli
eventi meteorologici estremi. In questo scenario,
il sistema SRT® di Elto rappresenta una
soluzione innovativa e sostenibile, in grado di
garantire interventi rapidi, ridurre i costi e minimizzare
l’impatto ambientale.
Grazie alla sua flessibilità e alla facilità di installazione,
SRT® di Elto è destinato a diventare
uno standard per la stabilizzazione dei pendii
e la mitigazione delle frane superficiali. Con
il supporto di aziende come Elto S.r.l., questa
tecnologia sta guadagnando un ruolo di primo
piano nella prevenzione del dissesto idrogeologico
in Italia. nn
METTI LA
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Materiali&Tecnologie
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68 3/2025 leStrade
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Geogriglie
Officine Maccaferri acquisisce
Synteen Technical Fabrics
Azienda statunitense, Synteen Technical Fabrics ha prodotti
che favoriscono la transizione verso soluzioni ingegneristiche
durature e a basse emissioni per il mercato infrastrutturale
Damiano Diotti
Ambienta SGR S.p.A. (“Ambienta”), uno dei
più grandi asset manager europei interamente
focalizzato sulla sostenibilità ambientale, è
lieta di annunciare che la sua platform company
Officine Maccaferri S.p.A. (“Maccaferri” o il
“Gruppo”), leader mondiale nelle soluzioni ingegneristiche
durevoli e a basso impatto ambientale,
ha acquisito Synteen Technical Fabrics Inc.
(“Synteen”), azienda statunitense con una solida
esperienza nello sviluppo e nella produzione
di soluzioni geosintetiche per il settore delle
infrastrutture.
Fondata nel 1998 a Lancaster, South Carolina,
Synteen è un punto di riferimento nella produzione
di soluzioni geosintetiche ad alte prestazioni,
progettate per migliorare la stabilità
del suolo e aumentare la resilienza delle infrastrutture.
Grazie all’elevata qualità e durabilità
dei suoi prodotti, l’azienda contribuisce in
modo significativo all’ottimizzazione delle risorse
e alla riduzione degli interventi di manutenzione,
estendendo la vita utile di opere strategiche
come reti stradali e ferroviarie, con benefici
concreti in termini di efficienza e sostenibilità.
Synteen gioca un ruolo cruciale nello sviluppo
delle infrastrutture nordamericane, fornendo
soluzioni ingegneristiche avanzate per la stabilizzazione
di strade e autostrade. Tra i suoi principali
clienti figurano agenzie federali statunitensi
come la Federal Highway Administration e
lo United States Forest Service, che ne riconoscono
l’elevato standard qualitativo e l’affidabilità.
La sostenibilità rappresenta un elemento
distintivo della strategia di Synteen, perfettamente
allineata con la visione di Maccaferri: l’azienda,
infatti, contribuisce attivamente – secondo
l’Environmental Impact Analysis (EIA) – a
migliorare sia l’efficienza delle risorse naturali
sia il controllo dell’inquinamento.
In termini di sostenibilità ambientale, l’aggiun-
Materiali&Tecnologie
Stefano Susani,
CEO di Officine Maccaferri.
ta di Synteen contribuisce al risparmio di oltre
1.300.000 tonnellate di materiali e alla riduzione
di circa 18.500 tonnellate di emissioni di CO 2
.
Il mondo Maccaferri
L’acquisizione di Synteen consolida la crescita
di Maccaferri in Nord America, un mercato strategico
in cui il Gruppo ha più che raddoppiato il
fatturato negli ultimi cinque anni. L’operazione,
inoltre, non solo amplia il portafoglio di soluzioni
geosintetiche del Gruppo, ma rafforza ulteriormente
il posizionamento di Maccaferri come
uno dei principali attori del settore - segmento
in forte espansione, trainato dalla crescente domanda
di soluzioni geosintetiche per infrastrutture
più efficienti e sostenibili.
Negli ultimi anni, Maccaferri ha consolidato il
proprio ruolo di riferimento tecnico a livello globale,
distinguendosi nella progettazione e nello
sviluppo di soluzioni per i settori delle costruzioni
civili, geotecniche e ambientali. Con
oltre 3.500 dipendenti, 70 filiali e più di 20 stabilimenti
produttivi, il Gruppo fornisce soluzioni
ingegneristiche avanzate in oltre 130 Paesi.
Dall’ingresso di Ambienta all’inizio del 2024, il
fatturato è cresciuto da 600 a quasi 700 milioni
di euro, con un margine EBITDA a doppia cifra.
Ambienta continua a sostenere l’espansione
internazionale del Gruppo attraverso una strategia
combinata di crescita organica e acquisizioni
mirate, affiancata da un importante rafforzamento
della leadership, guidato dalla recente
nomina di Stefano Susani quale nuovo CEO di
Gruppo e Fabio Roppoli nel ruolo di Group COO.
Mauro Roversi, Private Equity Chief Investment
Officer e Founding Partner di Ambienta, ha commentato:
«L’acquisizione di Synteen rappresenta
la prima operazione strategica di Officine Maccaferri
sotto la guida di Ambienta e si allinea perfettamente
alla nostra visione di crescita per il
Gruppo, supportandolo nel consolidamento della
propria presenza in Nord America. Siamo particolarmente
entusiasti di investire in un’azienda con
una solida tradizione negli Stati Uniti, che vanta
supply chain consolidate, infrastrutture produttive
e una base clienti ben radicata nel Paese».
Andrea Venturini, Private Equity Partner di Ambienta,
ha aggiunto: «Con questo investimento,
continuiamo a realizzare la nostra visione di
crescita per il Gruppo, perseguendo un’espansione
mirata attraverso acquisizioni strategiche,
sostenute dall’impegno di Maccaferri per la sostenibilità
ambientale. Abbiamo già compiuto
progressi significativi nell’aumento dei ricavi e
del margine EBITDA dall’inizio del 2024 e siamo
determinati a proseguire su questa traiettoria
di crescita».
Stefano Susani, CEO di Officine Maccaferri, ha
commentato: «L’acquisizione di una realtà come
Synteen rappresenta un’opportunità strategica
per rafforzare la nostra presenza in Nord America
e accelerare il percorso di crescita del Gruppo.
L’ampliamento della capacità produttiva ci
consentirà, infatti, di diversificare ulteriormente
l’offerta e rispondere con maggiore efficacia alla
crescente domanda di infrastrutture più sostenibili
nel mercato americano. Questo investimento
ribadisce l’impegno di Maccaferri nel consolidare
il proprio ruolo di player di riferimento a livello
globale, offrendo soluzioni all’avanguardia e sostenibili
per il settore delle infrastrutture». nn
70 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
71
Scenari
Un anno cruciale
Il 2025 si preannuncia un anno cruciale per una svolta sostenibile delle
infrastrutture stradali italiane; un anno in cui le pavimentazioni stradali hanno
la possibilità di divenire più durevoli, performanti e rispettose dell’ambiente
Damiano Diotti
Con l’entrata in vigore del Decreto Ministeriale
n. 279 del 5 agosto 2024 - pubblicato in Gazzetta
Ufficiale e operativo dal 21 dicembre 2024
– si è aperta infatti una nuova era per il settore,
una concreta opportunità di sostenibilità ed
efficienza sia per le imprese che per le Stazioni
Appaltanti, grazie all’incremento dell’impiego di
asfalti modificati con gomma riciclata da PFU.
Il provvedimento introduce l’obbligo di utilizzo
dei CAM per tutte le stazioni appaltanti, rendendoli
di fatto uno standard imprescindibile per i
nuovi appalti pubblici relativi a progettazione,
costruzione, manutenzione e adeguamento delle
infrastrutture stradali. Questo contesto normativo
offre una spinta decisiva all’impiego di
tecnologie innovative e materiali eco-compatibili,
come gli asfalti modificati con gomma riciclata
da Pneumatici Fuori Uso (PFU).
Proprio su questo tema si è focalizzato l’intervento
di Giuseppina Carnimeo, Direttore Generale
di Ecopneus, nell’ambito dell’ottava edizione
dell’EcoForum regionale sull’economia
circolare, promosso da Legambiente Umbria e
tenutosi a Castiglione del Lago.
Ecopneus, società consortile senza scopo di lucro
che si occupa della gestione di Pneumatici
Fuori Uso, da anni è impegnata nella ricerca
e sviluppo di soluzioni innovative per l’impiego
di polverino di gomma riciclata negli asfalti,
collaborando con università, enti di ricerca ed
esperti del settore.
Un’opportunità senza precedenti
«L’introduzione dei CAM Strade rappresenta
un’opportunità senza precedenti per ammodernare
la rete viaria italiana, allineandola ai
principi dell’economia circolare e della sostenibilità
ambientale», ha dichiarato Giuseppina
Carnimeo. «L’utilizzo del polverino di gomma riciclata
è una soluzione vincente, può contribuire
efficacemente a conseguire le prestazioni richieste
offrendo molteplici vantaggi economici
e una riduzione dell’impatto ambientale. Rappresenta
inoltre un esempio perfetto di integra-
Giuseppina Carnimeo,
Direttore Generale di Ecopneus.
zione di economie circolari: la strada percorsa
da un veicolo diviene sempre più composta anche
dal materiale principale degli pneumatici di
quello stesso veicolo. Confidiamo che questo sia
solo l’inizio di un percorso sempre più virtuoso
delle infrastrutture stradali».
Vantaggi molteplici e comprovati
Le strade realizzate con questo materiale presentano
una vita utile significativamente più
lunga, fino a tre volte superiore rispetto alle
pavimentazioni tradizionali, riducendo la necessità
di interventi di manutenzione e i relativi
costi. Inoltre, il polverino da gomma riciclata
contribuisce a ridurre il rumore da rotolamento
dei veicoli, con una riduzione media di 3-5 dB,
migliorando il comfort acustico per residenti e
utenti della strada. Non solo maggiore durata
e silenziosità, quindi, ma anche migliori performance.
Infine, l’utilizzo di un materiale riciclato
riduce il consumo di risorse naturali e l’impatto
ambientale legato alla produzione di nuovi
materiali, contribuendo al raggiungimento degli
obiettivi di economia circolare.
«Ad oggi, in Italia, sono stati realizzati oltre 950
chilometri* di strade con asfalto modificato con
gomma riciclata da PFU, un dato che testimonia
il crescente interesse verso questa tecnologia»,
ha aggiunto Carnimeo. «Confidiamo che i CAM
Strade accelerino ulteriormente questo processo
virtuoso, incentivando la diffusione di pavimentazioni
stradali più performanti, durevoli e
sostenibili. La gomma riciclata contribuisce così
alla sostenibilità di un importante settore economico-industriale,
confermando il prezioso valore
del materiale». nn
*Il dato è verificato da Ecopneus e costituisce una stima aggiornata dell’estensione degli asfalti modificati con polverino di gomma
riciclata da PFU in Italia. Il valore, aggiornato al 31/12/2024, potrebbe subire variazioni legate a nuovi interventi e aggiornamenti
del monitoraggio.
Materiali&Tecnologie
72 3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
73
Formazione
Corso Base di Tecnologia
del Calcestruzzo
leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
MACCHINE&ATTREZZATURE
Torna la qualificante offerta formativa proposta dall’I.I.C. per
tutti i professionistu che vogliano approfondire le tecnologie
utilizzate nella produzione e nell’applicazione del calcestruzzo
L’Istituto Italiano per il Calcestruzzo - Fondazione
per la Ricerca e gli Studi sul Calcestruzzo
invita tutti gli interessati a partecipare al Corso
Base di Tecnologia del Calcestruzzo, un’opportunità
unica per approfondire le conoscenze
e le competenze tecniche relative ad aggregati,
calcestruzzo e cemento. Il corso è ideale per
professionisti e aziende che operano nel settore
delle costruzioni e desiderano approfondire
le tecnologie utilizzate nella produzione e applicazione
del calcestruzzo. Ogni lezione è strutturata
per fornire un bilanciamento perfetto tra
teoria e pratica, offrendo un’esperienza formativa
completa e di alta qualità.
Dettagli del corso:
• Data di inizio corso: 6 maggio
• Durata: quindici lezioni (tre ore ciascuna)
• Giornate: martedì e giovedì
• Orario: 16:00 - 19:00
• Costo: 700 € + IVA a persona
• Modalità: In presenza (presso la sede di Renate,
MB) o online
Perché partecipare?
Il corso è progettato per fornire una formazione approfondita,
essenziale per chi lavora o desidera lavorare
nel campo del calcestruzzo. Grazie a un approccio
pratico e teorico, i partecipanti acquisiranno
competenze fondamentali per gestire con successo
i processi e le tecnologie legate al calcestruzzo.
Al termine del corso, i partecipanti dovranno sostenere
un test finale e riceveranno un attestato di
partecipazione. Inoltre, gli iscritti all’Albo Professionale
degli Ingegneri potranno ottenere 45 Crediti
Formativi Professionali (CFP).
Finanziamenti e opportunità
Il corso è finanziabile grazie al Fondo Nuove Competenze
2025, un’importante opportunità per sviluppare
nuove competenze senza gravare sul budget
aziendale.
1
2
3
4
5
6
7
8
45
CFP
I.I.C.
Istituto Italiano
Istituto Italiano
per il Calcestruzzo
per il Calcestruzzo
Fondazione per la Ricerca
Fondazione per la Ricerca
e gli Studi sul Calcestruzzo
e gli Studi sul Calcestruzzo
Inizio lezioni
Termine lezioni
Durata lezione
Numero lezioni
Giornate
Orario
Costo
6 MAGGIO 2025
24 GIUGNO 2025
3 ORE AL GIORNO
15
MARTEDÌ e GIOVEDÌ
16:00-19:00
700 € + IVA / persona
TECNOLOGO
DEL CALCESTRUZZO
Aggregati
Aggregati
Aggregati
Mix Design
Cemento
Cemento
Cemento
Calcestruzzo
TEST INIZIALE
Struttura del corso
Produzione, caratterizzazione, natura
geologica e qualità.
Proprietà degli aggregati secondo
marcatura CE - EN 12620.
Analisi per determinare la qualificazione
degli aggregati e prove in laboratorio
virtuale.
Ciclo produttivo.
EN 196-1: metodi per le analisi chimiche
dei cementi.
EN 197-1: composizione, caratteristiche
e criteri di conformità dei cementi.
Prove in laboratorio virtuale.
Produzione, caratterizzazione, e qualità.
Corso valido per il conseguimento
di 45 crediti formativi professionali
per iscritti all'Albo degli Ingegneri
CORSO ONLINE E/O IN PRESENZA
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Calcestruzzo
Il calcestruzzo secondo la normativa EN
206 , EN 11104
Decreto Ministeriale (NTC) e relative
linee guida.
Presidio del getto produzione, trasporto
e messa in opera.
Qualifiche e test di caratterizzazione nel
laboratorio virtuale.
Indagini sul calcestruzzo, prove disruttive
e non disruttive.
Gli additivi per calcestruzzo.
La progettazione del calcestruzzo, quindi
il giusto calcestruzzo
per la specifica destinazione.
Ripasso.
TEST FINALE
INFO ED ISCRIZIONI
Mail: fondazione@istic.it
Oppure chiamare il numero: +39 0362 918516
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è possibile farlo online vedi QR-code
In alternativa, scrivere a fondazione@istic.it
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professionale e di crescita! Iscriviti subito! nn
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Istituto Italiano
per il Calcestruzzo
n Numerose nuove soluzioni, modelli e
concept a Bauma 2025 per Simex.
n La più conosciuta via cicloturistica del
Friuli Venezia Giulia, che parte da Salisburgo
e dopo 400 chilometri raggiunge Grado.
Corten Safe ha fornito i materiali.
n Tutto il nuovo di Bomag, al Bauma 2025.
n Con un sistema di accumulo di energia
Niederstätter in combinazione con un
generatore, il cantiere della Strabag della
nuova galleria sulla statale del Brennero SS12
funziona in modo efficiente.
Materiali&Tecnologie
74 3/2025 leStrade
Novità
Simex rilancia la propria passione
per l’innovazione
Numerose nuove soluzioni, modelli e concept a Bauma 2025. Un chiaro
segno della determinazione dell’azienda bolognese nell’innovare,
ampliando la propria offerta e rafforzando quella già consolidata
Bauma Monaco è da sempre per Simex un’occasione
per mostrare ai partner ed utilizzatori la propria
qualità tecnica e la capacità di innovare e fare
ricerca, affiancando ai nuovi modelli in gamma
anche nuovi concept tecnologici che disegnano le
strade da percorrere in futuro.
La tecnologia ART 1000
La nuova versione di ART 1000 la tecnologia brevettata
da Simex per la rigenerazione in sito dell’asfalto
ammalorato, sviluppata oggi nella nuova
versione GEN II, è presentata in fiera a Monaco.
Simex ART è una tecnologia innovativa che si inse-
risce nell’ambito degli interventi superficiali di recupero
funzionale del dissesto stradale – che non
richiede alcuna asportazione di fresato o aggiunta
di conglomerato bituminoso vergine – ma sfrutta
unicamente il materiale esistente in sito. E soprattutto
evita la completa interruzione del traffico veicolare
garantendo un’immediata percorribilità della
strada dopo il suo ripristino.
L’attrezzatura durante la fase di fresatura sfrutta
un additivo chimico ecosostenibile per rigenerare
a freddo il granulato di conglomerato bituminoso
prodotto. Nello specifico, si compone di due
tamburi, il primo per la fresatura e miscelazione,
Camilla Sarfatti
La nuova versione di
ART 1000 la tecnologia
brevettata da Simex per
la rigenerazione in sito
dell’asfalto ammalorato,
sviluppata oggi nella nuova
versione GEN II.
il secondo per la frantumazione e disgregazione.
Nella fase di lavoro ART 1000 combina i seguenti
processi: fresatura del tratto di strada ammalorata;
iniezione controllata di liquido rigenerante proporzionale
alla profondità di lavoro e alla velocità
di avanzamento della macchina operatrice; riduzione
di pezzatura del fresato alla corretta granulometria;
miscelazione finale per creare il conglomerato
riciclato pronto per la ricostituzione della
superficie stradale.
Il conglomerato dopo essere stato rigenerato viene
depositato direttamente all’interno della traccia
di fresatura ed è pronto per essere pareggiato
e compattato con rullo o piastra vibrante.
Va specificato, inoltre, che, come nel caso dei ripristini
dopo la posa della fibra ottica, la presenza
di malte cementizie in proporzioni limitate rispetto
al totale del volume di asfalto fresato non compromette
il buon esito del ripristino finale.
Oltre ai vantaggi logistici di cantiere e di circolazione
che la tecnologia ART 1000 porta avanti, è
bene ricordarne altri, di non secondaria importanza:
l’abbattimento dei costi legati all’acquisto ed
alla movimentazione di nuove materie prime, utilizzando
esclusivamente il conglomerato bituminoso
presente in loco; l’ecosostenibilità ambientale:
il recupero e la rigenerazione del 100% del
materiale presente in sito e la riduzione del traffi-
co di cantiere, implicito nell’approvvigionamento
di nuovi materiali e nell’allontanamento di quelli
asportati; ripristino dell’ammaloramento superficiale
in modo veloce e duraturo nel tempo, permettendo
così una adeguata programmazione degli
interventi, a costi sostenibili.
L’ART 1000 – GEN II: tecnologia di
bordo e controllo della rigenerazione
Nell’ultimo anno Simex ha implementato la componente
elettronica a bordo di ART 1000 per rispondere
al meglio alle esigenze quotidiane del
cantiere stradale. L’elettronica di bordo è stata
completata con l’inserimento di una nuova interfaccia
video per migliorare l’esperienza di connettività
tra operatore e tecnologia ART 1000, mostrando
determinati valori in tempo reale: quali i metri
lineari (avanzamento), i litri al metro (dosaggio additivo)
e i litri effettivi (consumo additivo). È possibile
infatti impostare manualmente una precisa
quantità di liquido rigenerante (sensibilità di 0,1 l/
min) in base alle indicazioni fornite dalla casa produttrice
e alle condizioni ambientali di cantiere. Il
software Simex tara e corregge il dosaggio di additivo
al variare della velocità di avanzamento, in
base ai parametri inseriti ad inizio lavori dall’operatore.
Il display di controllo si associa a un indicatore
LED installato sopra all’attrezzatura in posizione
ergonomica, di facile controllo da parte dell’operatore,
che mostra la corretta velocità di avanzamento,
quindi un’efficace miscelazione del materiale.
In una scala di 8 LED ad accensione progressiva, i
primi 2 indicano una velocità di avanzamento eccessivamente
bassa, mentre gli ultimi 2 troppo veloce.
Il range centrale, di colore verde, suggerisce
l’avanzamento ideale per ottenere una corretta rigenerazione
del materiale fresato.
Il serbatoio posteriore da 100 litri è ora estraibile
lateralmente e, grazie a un tappo di scolo posizionato
sul fondo, facilmente svuotabile in caso di
necessità. Inoltre, la traslazione laterale del serbatoio
consente di accedere al vano del secondo
tamburo (frantumatore) anche dall’alto, per pulizia
e manutenzione.
Anche la griglia che determina la corretta granulometria
del materiale in uscita, sottostante al secondo
tamburo, è facilmente estraibile lateralmente
per una corretta manutenzione e pulizia a fine
giornata. Il serbatoio e la griglia estraibili sono stati
pensati per poter garantire un accesso agevolato
e in totale sicurezza al tamburo frantumatore
dell’attrezzatura.
L’evoluzione nel mondo
dei sottoservizi
Al contrario della trincea tradizionale, la mini e la microtrincea
hanno un’esecuzione molto più rapida,
una produzione di materiale di risulta nettamente
Macchine&Attrezzature
76
3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
77
inferiore, con tempi e costi di ripristino considerevolmente
più bassi. Infine, la possibilità di utilizzare
macchine operatrici più piccole contiene le dimensioni
dei cantieri stradali a beneficio della viabilità,
specialmente nelle aree urbane. Dal 1995, anno in
cui lanciò sul mercato italiano la sua prima escavatrice
a ruota, Simex è in prima linea nella realizzazione
di attrezzature per la creazione di trincee di
diverse ampiezze e profondità. Nello specifico, l’azienda
ha da sempre concentrato i propri sforzi e
investimenti nel campo della mini e della microtrincea,
in particolar modo per la posa della rete in fibra
ottica.
Per minitrincea si intende normalmente lo scavo con
una sezione di larghezza minima di 50 mm fino ad
un massimo di 150 millimetri, con una profondità
compresa tra i 300 e i 400 millimetri. La microtrincea,
invece, si differenzia per larghezza di taglio,
compresa tra i 16 e 25 millimetri, e per profondità,
che raggiunge al massimo i 250 millimetri. Ad
oggi, Simex propone 15 modelli di escavatrici a ruota
specifici per lo scavo di trincee a sezione ridotta.
Le attrezzature si distribuiscono in tre gamme
di prodotto, RW e T per pale e mini pale, e la linea
RWE per escavatori di diverse taglie.
Per le applicazioni di taglio in microtrincea, storicamente
la soluzione largamente più diffusa è relativa
all’impiego di utensili rotanti a punta conica in
carburo di tungsteno. Questo tipo di utensile, largamente
ed efficacemente utilizzato nelle testate fresanti
e da scavo, inizia a mostrare i suoi limiti nelle
applicazioni di micro-scavo o taglio, dove la miniaturizzazione
della soluzione tradizionale, ha di per
sé l’enorme svantaggio di creare una grande sollecitazione
sulla superficie dell’utensile stesso, dovuta
all’enorme forza di contatto localizzata. Questo
comporta che gli utensili conici in carburo di tungsteno,
seppur relativamente economici, soffrono di
elevata usura e durata limitata, tanto che l’operatore
è spesso costretto alla loro sostituzione quasi
giornaliera.
Per superare questo limite, Simex ha deciso di implementare
l’adozione di un utensile speciale dove
il carburo di tungsteno è esternamente rivestito da
un deposito di diamante policristallino sinterizzato
(PCD).
La durezza apportata dalla superficie diamantata
estende di diversi ordini di grandezza la durata temporale
dell’utensile durante le applicazioni di scavo,
permettendo di lavorare distanze più estese senza
necessità di particolari manutenzioni. Le stesse proprietà
del diamante sinterizzato permettono l’adozione
di velocità periferiche più alte del disco di taglio,
quindi una rotazione più veloce che si traduce
in maggiore produttività giornaliera per l’operatore.
Allo stesso modo lo spigolo vivo del profilo dell’utensile,
ora passato da conico a cilindrico, date le migliori
caratteristiche di tagliente permette di ottenere
una migliore pulizia dello scavo e un profilo di
taglio più netto e pulito.
Per sopperire alla criticità relativa al fatto che le pastiglie
degli utensili in PCD sono saldo-brasati sul disco
base, Simex ha introdotto la variante con settori
(segmenti) che permette all’operatore una migliore
serviceability, garantendo all’utente di poter rigenerare
questi segmenti e quindi evitare di dover
buttare il disco usurato (no rifiuti).
I nuovi utensili sono applicabili su tutte le escavatri-
ci a ruota di dimensioni contenute, specificamente
pensate per la microtrincea per la posa della fibra
ottica negli allacciamenti finali agli edifici, dove è necessario
operare con macchine motrici poco ingombranti.
Stiamo parlando dei modelli RW 150, 300 e
350. La caratteristica che rende uniche queste attrezzature
risiede nella loro versatilità: sono progettate
sia per il montaggio su mini e midi escavatori
– da 1,5 a 10 ton – che per l’utilizzo su mini pala,
con l’aggiunta del traslatore laterale.
Il modello più piccolo, RW 150, nella versione da
braccio prende il nome di RWE 15 e garantisce tagli
e scavi di piccola sezione su superfici dure e compatte
quali asfalto e calcestruzzo, per larghezze di
25, 30, 40 e 50 millimetri, ad una profondità di 100,
125 o 150 millimetri.
I modelli RW 300 e 350 (RWE 30 e 35 in configurazione
da escavatore), similmente alla sorella minore
RW 150 possono essere accoppiati anche al braccio
escavatore e offrono all’utilizzatore diversi vantaggi
operativi. Sono dotati di un sistema autolivellante
basculante: grazie al supporto snodato che ruota
sull’asse del tamburo le slitte poggiano sempre
stabilmente al suolo, garantendo una profondità di
scavo costante in qualsiasi condizione a prescindere
dalle asperità del piano stradale. Inoltre, il particolare
disegno delle bocche di uscita e il dispositivo
di svuotamento scavo a inserimento meccanico
manuale assicurano la corretta espulsione del materiale
fresato, lasciando il canale pulito alla profondità
impostata. I diversi dischi da taglio disponibili
permettono di realizzare trincee da 25-30-40-50-
80 millimetri, ad una profondità di 200-250-300-
350 millimetri a regolazione meccanico-manuale.
Le teste fresanti
Simex, nell’ultimo anno, ha ulteriormente allargato
la sua già ampia gamma di teste fresanti, perfezionando
i modelli esistenti e cercando di coprire
anche le più complesse situazioni lavorative, per
rispondere alle esigenze di un mercato in continua
evoluzione. Ed è proprio la versatilità la caratteristica
che rende la testa fresante un’attrezzatura poliedrica
e spendibile in diversi contesti applicativi.
Teste fresanti a doppio tamburo TF
Le teste fresanti a doppio tamburo hanno conosciuto
sia un’espansione della gamma – con l’aggiunta
della TF 2500 per escavatori da 40 a 55 t – sia una
revisione del modello TF 600 e TF 400, che sono
stati trasformati in TF 650 e TF 450. L’aggiornamento
nasce dall’esigenza di uniformarlo ai modelli più
grandi, con doppio filtro sulla linea di mandata e sulla
linea di drenaggio, entrambi integrati, per proteggere
al meglio l’impianto idraulico da eventuali impurità
esterne, che possono danneggiare o ridurre
le prestazioni sia dell’escavatore, che dell’attrezzatura.
Inoltre, il rinnovato design del telaio permette
al materiale fresato di fuoriuscire dallo scavo senza
il rischio di incastro nella struttura, permettendo
ora anche su questi due modelli il collegamento dei
tubi flessibili sia sui lati che frontalmente.
Un modello speciale rivelato
al Bauma
In fase di lancio un nuovo modello di testa fresante
che presenta un nuovo design e una ridotta distanza
tra i tamburi, pensata per la massima performance
nello scavo di trincea; la maggior coppia
e l’elevata forza al dente, il tutto in una struttura più
compatta, permetterà di ottimizzare le prestazioni,
sia a terra che a parete.
Teste fresanti a taglio continuo TFC
e teste fresanti universali TFU
La tecnologia TF trova il suo naturale completamento
nella gamma TFC, per escavatori di categoria
1,2-12 t. È caratterizzata da un sistema a doppio
tamburo con catena centrale che rende il profilo
frontale di taglio continuo senza interruzioni al centro
tra i tamburi. Molto apprezzate per lavori di scarifica
e profilatura verticale, vengono impiegate frequentemente
anche nella frantumazione di radici e
ceppi o per il dissodamento del terreno.
Di recente introduzione in gamma, con le TFU Simex
ha unito alla tecnologia delle teste fresanti
quella delle ruote da taglio per braccio escavatore,
dando vita ad un’attrezzatura configurabile a
seconda delle esigenze del cliente. Le teste fresanti
universali possono infatti essere equipaggiate sia
con tamburo fresante che con disco da taglio. Nella
prima configurazione avremo una macchina ideale
per la scarifica e la profilatura su superfici dure
e compatte quali asfalto e cemento. Nella seconda
un’escavatrice a ruota che, a seconda del modello,
realizza piccoli scavi, tagli e trincee di larghezze
comprese tra i 30 e i 200 millimetri, per profondità
di lavoro fino a 450 millimetri.
Al via una nuova linea di benne
Simex esplora i nuovi territori della separazione dei
materiali direttamente in sito, agendo sulle leve del
risparmio economico, del dinamismo in cantiere e
della sostenibilità ambientale.
La separazione selettiva e la vagliatura dei materiali
direttamente in cantiere è una tematica che coinvolge
sempre di più gli operatori del mondo del movimento
terra e che apre nuovi scenari e sviluppi di
mercato. Trattare materiali di risulta direttamente
sul campo, laddove possibile, veicola numerosi benefici,
specialmente in termini di risparmio di tempo
e di denaro, il binomio su cui ruotano tutte le dinamiche
di cantiere. Simex, analizzando il proprio
mercato di riferimento, ha individuato due macro
aree applicative che negli ultimi anni hanno conosciuto
una grande crescita. nn
Macchine&Attrezzature
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Matthieu Colombo
Impianti mobili
Ciclovia Alpe Adria tutta d’un tratto
La più conosciuta via cicloturistica del Friuli Venezia Giulia, che parte
da Salisburgo e dopo 400 km raggiunge Grado, si completa con il tratto
compreso tra la vecchia stazione di Moggio Udinese e l’abitato di Carnia
Sono quattro e mezzo ma ne impreziosiscono 415.
Il riferimento è ai chilometri di lunghezza del tratto
della nuova pista ciclabile tra la vecchia stazione di
Moggio Udinese e l’abitato di Carnia nel comune di
Venzone, sempre in provincia di Udine, della pista
ciclabile FVG1 “Alpe Adria”. Sviluppati lungo il sedime
dell’ex ferrovia, evitano di dover percorrere
la più pericolosa strada statale e completano quel-
la che è la più conosciuta via cicloturistica del Friuli
Venezia Giulia: parte da Salisburgo, in Austria, e
dopo 400 chilometri raggiunge Grado.
«L’intervento è stato realizzato dalla Società Friuli
Venezia Giulia Strade S.p.A. con il finanziamento
della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia»,
spiega l’ing. Giulio Ossich della Direzione Lavori.
«La Direzione Lavori è stata svolta interamen-
L’ing. Giulio Ossich, Divisione
Nuove Opere Friuli Venezia
Giulia Strade.
La nuova pista ciclabile
tra Moggio Udinese
e Carnia di Venzone
impiega Staccionata
Brunico H2C con
correnti orizzontali e
Parapetto Falcade HO3
con paletti verticali di
Cortensafe. La richiesta
era un prodotto che
resistesse alla spinta
di 1,5 kN/m ad altezza
corrimano 1.500 mm:
per fare ciò, lo spessore
del montante è stato
aumentato da 2 a 3 mm,
l’interasse dei montanti
ridotto da 2.000 a 1.770
mm, lo spessore della
staffa aumentato.
te con personale interno della Società: R.U.P. ing.
Luca Vittori, D.L. ing. Giulio Ossich, D.O. ing. Francesca
Salaris, impresa esecutrice Costruzioni Vidoni
S.r.l. Il progetto si configura all’interno degli
interventi di completamento della ciclovia di interesse
regionale FVG1 Alpe Adria. È un tratto di
circa 4,5 chilometri di nuova pista ciclabile in sede
propria lungo l’ex tracciato della ferrovia Pontebbana
nei comuni di Moggio Udinese e Venzone.
Prima dell’intervento la pista ciclabile si interrompeva
in corrispondenza dell’ex stazione ferroviaria
di Moggio Udinese, dove i ciclisti erano costretti
ad uscire dalla pista ciclabile e proseguire lungo
la S.S. 13 Pontebbana, strada caratterizzata da un
forte traffico anche pesante. L’intervento ha quindi
permesso di garantire maggior sicurezza agli utenti
della pista ciclabile per un ulteriore tratto, raggiungendo
l’abitato di Carnia in comune di Venzone,
dove è presente l’attuale stazione ferroviaria
che permette l’intermodalità tra la mobilità cicli-
stica e quella ferroviaria. Si tenga inoltre presente
che la ciclovia FVG1 è la più frequentata della
Regione e con un trend in forte crescita. Pertanto
l’intervento ha rivestito un ruolo molto importante
per la ciclabilità regionale». Cortensafe, azienda
pioniera nella realizzazione di sistemi di protezione
in acciaio corten, ha fornito 958 metri di Falcade
HO3, altezza 1.500 e passo personalizzato di
1.770 mm, con un fissaggio alla base con staffa
personalizzata di sp. 15 mm., e 330 metri di Brunico
H3C, altezza 1.100 e passo 2.000 con fissaggio
UNP 1500 su terreno con battipalo.
L’itinerario della FVG1 inizia in Italia a Tarvisio ed
è stato costruito in parte su sedimi di ferrovie dismesse.
Attraversa da Nord a Sud l’intera regione,
offrendo così una suggestiva moltitudine di ambienti
naturali, urbani e culturali. S’inizia con le valli
e le cime delle Alpi Giulie e Carniche, si costeggiano
i fiumi Fella e Tagliamento, si scivola tra le Colline
moreniche per poi affrontare la Pianura friulana,
Macchine&Attrezzature
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raggiungendo infine la laguna e il mare Adriatico. Si
tratta di un itinerario che si potrebbe definire enciclopedico,
in cui i panorami cambiano velocemente
così come gli spazi culturali, densi di storia, tradizioni
e linguaggi, senza dimenticare la gastronomia.
Si attraversano località di grande importanza
storica come Gemona del Friuli e Udine, i siti Unesco
di Palmanova e Aquileia; si passa per caratteristici
borghi di origine medievale come Malborghetto,
Venzone e Strassoldo. Grado, località di arrivo,
vi accoglie per momenti di relax. Per chi ama pedalare,
in una settimana si viaggia da Salisburgo a
Grado in una otto tappe che unisce la città di Mozart
al mare Adriatico, passando per le Alpi: sono
30 ore sul sellino con 5.410 metri di dislivello in salita
e 5.804 di dislivello in discesa lungo un percorso
sicuro e rilassante e con l’ultimo tratto non bisogna
spartire la strada con le automobili o altri veicoli.
«La nuova pista ciclabile tra la vecchia stazione di
Moggio Udinese e l’abitato di Carnia ha comportato
un intervento del costo complessivo di circa due
milioni di euro si è inserito in un contesto ambien-
tale di pregio, sia per l’ambito montano circostante
sia per il riutilizzo di un vecchio tracciato ferroviario
che presenta un fascino anche storico», continua
l’ing. Ossich. «In particolare, in un ambiente
di questo tipo è necessario tenere conto nella scelta
dei materiali delle condizioni climatiche presenti.
Importante quindi utilizzare materiali che non
abbiano eccessive necessità manutentive. In questo
contesto, per quanto riguarda le staccionate e
parapetti si è abbandonato l’utilizzo del legno e si
è optato per dei prodotti in acciaio corten che garantiscono
un buon inserimento ambientale e una
migliore durabilità, senza interventi manutentivi.
Attenzione è stata posta anche nell’illuminazione
delle tre gallerie presenti lungo il tratto di intervento
con sistemi a led con variazione dell’intensità in
funzione del passaggio dei ciclisti.
Nel tratto in oggetto, a differenza di costruzioni
analoghe del recente passato, ci si è orientati, anche
in relazione ai sempre maggiori flussi di traffico
ciclistico, a una maggiore larghezza della sede
ciclabile che ormai lungo la rete delle ciclovie di interesse
regionale è stata portata a una larghezza
minima di tre metri come nel caso un questione.
Il tratto così come realizzato rappresenta una soluzione
tipologica che già è stata adottata anche
in progettazioni analoghe in fase di realizzazione
sia per materiali e sia per sezioni tipologiche». nn
Macchine&Attrezzature
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Novità
Marini EvoDryer Plus al Bauma
Un altro passo avanti verso il futuro delle pavimentazioni con elevate percentuali
di asfalto rigenerato (RAP). L’obiettivo del brevetto è quello di aggiungere alla gamma
un importante tassello, in grado di posizionarsi nella fascia medio-alta
Oggi più che mai, il futuro delle grandi imprese
nel settore della produzione d’asfalto passa da
sfide complesse, in cui efficienza, qualità e ritorno
dell’investimento devono accompagnarsi al
rispetto dell’ambiente. Dalla progettazione di un
nuovo impianto, i clienti si attendono soluzioni
che li aiutino a garantire la sostenibilità e la circolarità
dei loro processi produttivi. Sotto questo
aspetto, il settore ha già conosciuto una svolta
con il lancio di Marini EvoDryer, da alcuni anni
tra le migliori tecnologie disponibili sul mercato
per l’introduzione del RAP (Reclaimed Asphalt
Pavement) nell’anello di riciclaggio: una soluzione
molto apprezzata e richiesta dai clienti per
impianti fino alla fascia del Marini Top Tower, in
Macchine&Attrezzature
cui la lunghezza maggiorata del tamburo di essiccazione
consente di cambiare la posizione di
introduzione del RAP dopo la fiamma dell’essiccatore,
e il processo rimane efficace in qualsiasi
situazione operativa grazie alla lunghezza costante
dell’area di scambio termico del calore agli
aggregati. Il passo successivo in questo cammino
di innovazione è rappresentato da EvoDryer
Plus, che Marini presenta a Bauma 2025 e costituisce
un’ulteriore evoluzione del precedente
tamburo EvoDryer.
L’EvoDryer Plus
Gli ingegneri e i tecnici di Marini, con EvoDryer
Plus, si sono posti l’obiettivo di superare i limi-
Damiano Diotti
ti che i tamburi essiccatori tradizionali presentano
sul piano delle percentuali di utilizzo del materiale
fresato all’anello: non oltre il 40-45% di
RAP, per via dell’impossibilità di realizzare il corretto
scambio termico a meno di sovra-riscaldare
gli aggregati, col conseguente rischio di danneggiare
il bitume presente nel fresato. Sulla base di
questa considerazione, i tecnici di Alfonsine hanno
scelto di allungare ulteriormente il tamburo,
per ottenere una zona di generazione di aria calda,
la quale consente di scaldare il mix inerti e
fresato in maniera più graduale e laddove serve.
Allo scopo di individuare la quantità di scambio
termico che è necessaria per fornire questo ulteriore
apporto di energia, è stata compiuta successivamente
una serie di test e simulazioni in
collaborazione con l’Università di Bologna. Il punto
d’arrivo di tale processo è il brevetto alla base
di Marini EvoDryer Plus, un sistema che – dice
l’azienda - «rappresenta lo stato dell’arte e fissa
un nuovo termine di paragone in materia di introduzione
del fresato all’anello, perché anziché
stressare il bitume e il RAP riscaldandoli eccessivamente,
consente di portare il loro mix alla giusta
temperatura. Si tratta di un’innovazione e di
un miglioramento della massima importanza: sia
dal punto di vista della percentuale di fresato utilizzabile
sia della qualità e della performance del
prodotto finito».
La tecnologia di EvoDryer Plus
Sviluppata e brevettata già nei mesi precedenti al
debutto ufficiale di Monaco, la tecnologia di Evo-
Dryer Plus è già stata proposta da Marini a vari
clienti. L’idea è stata accolta con attenzione dai
grandi player italiani del settore pavimentazioni
stradali, interessati ad aumentare la percentuale
di fresato nei loro mix anche senza puntare su
tecnologie più complesse come quelle del Master
Tower, fiore all’occhiello della tecnologia Marini,
o dei tamburi paralleli in generale. EvoDryer Plus
rappresenta la scelta ideale per i clienti che hanno
esigenze di questo tipo, perché permette loro
di lavorare come farebbero con un impianto tradizionale:
è estremamente semplice da utilizzare
per l’operatore, richiede una quantità ridotta
di manutenzioni, comporta spese contenute per
l’energia elettrica e consente di ottenere praticamente
le stesse prestazioni di impianti col tamburo
parallelo.
La complementarità delle due
soluzioni
EvoDryer Plus non andrà a sostituire e non renderà
meno attuale la tecnologia EvoDryer, destinata
a rimanere il best seller e il tamburo di
riferimento della gamma Marini per la fascia medio-piccola,
in grado di assicurare vantaggi enormi
rispetto agli impianti di tipo tradizionale. Marini
EvoDryer Plus è una tecnologia diversa e
distinta, essenzialmente rivolta a imprese con
dimensioni e volumi produttivi medio-grandi, che
giustificano il maggior investimento su una serie
di concetti innovativi e consentono di ripagarlo
nel tempo.
A Bauma 2025, Marini presenta la tecnologia
EvoDryer Plus montata su un impianto dedicato,
ovvero il Class Tower Pro, con produzione fino a
280-300 t/h: un abbinamento che si posiziona in
una fascia intermedia fra il Top Tower dotato di
EvoDryer e il Master Tower, a livello prestazionale
e di costo. Se, infatti, affidandosi a un impianto
Marini Top Tower con EvoDryer si può ottenere
una produzione con una percentuale di fresato
fino al 60%, e con il Master Tower si raggiunge il
90-100%, con un Class Tower Pro dotato di Evo-
Dryer Plus si arriva fino al 70% di RAP.
L’obiettivo del brevetto è quindi quello di aggiungere
alla gamma un importante tassello,
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leStrade 3/2025
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in grado di posizionarsi nella fascia medio-alta.
Poche le modifiche richieste a livello di gestione
dell’impianto tramite il software Marini, e concentrate
più che altro sulla zona di generazione
di area calda: non è stato necessario rivedere
completamente il software come nel caso del
MasterTower, ma è stato sufficiente un piccolo
adattamento, limitato ad alcune funzionalità. I
clienti che decideranno di dotarsi di un impianto
Marini Class Tower Pro equipaggiato con Evo-
Dryer Plus non dovranno quindi affrontare alcuna
particolare difficoltà legata a un software
completamente nuovo: si tratterà di fatto di un
software standard, con alcune aggiunte e, per
il resto, tutti i vantaggi già conosciuti e apprezzati
dalla clientela Marini in termini di risparmio
energetico, semplificazione della gestione del
processo produttivo e massimizzazione del riutilizzo
di RAP nella produzione del nuovo conglomerato
bituminoso. Anche l’utilizzo da parte
di un operatore abituato a lavorare su impianti
tradizionali non comporterà alcuna difficoltà
di apprendimento.
Le prime installazioni nel 2025
EvoDryer Plus comparirà su nuovi impianti Marini
nel corso del 2025. Imprese altamente strutturate,
in sede di trattativa, nei mesi scorsi hanno
scelto di dotare un proprio impianto di questa
tecnologia ancora prima del lancio ufficiale, basandosi
sull’autorevolezza e l’alto profilo tecnologico
con cui viene identificato il marchio.
Una volta completato il montaggio dei primi Class
Tower Pro dotati di EvoDryer Plus sul suolo italiano,
con l’importante vantaggio logistico della
minore distanza per gli eventuali piccoli settaggi
e aggiustamenti dei macchinari, si procederà
anche con le installazioni per clienti esteri, che
hanno già dato diverse manifestazioni di interesse.
nn
Macchine&Attrezzature
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Impianti mobili
Premiscelato spaziale
SBM ha presentato un impianto mobile per la produzione di 80 metri
cubi/ora di calcestruzzo. Si chiama Euromix ® 1600 Nova ed è progettato
per supportare grandi progetti. Lo abbiamo visto in Austria
Matthieu Colombo
Siamo stati in Austria, a Oberweis, alla presenza
di circa 130 clienti ed esperti internazionali,
per assistere alla presentazione in stabilimento
di un rivoluzionario impianto mobile SBM per la
produzione di calcestruzzo premiscelato. Progettato
per garantire una capacità produttiva oraria
di 80 metri cubi di calcestruzzo, il nuovo Euromix®
1600 Nova sostituisce il precedente modello
d’accesso alla gamma di impianti mobili e si
distingue per la funzionalità assicurata dal nuovo
design, la semplicità di gestione e la sicurezza
in ogni fase di funzionamento, con qualsiasi
condizione meteo.
Sempre più impianti mobili
Per molti anni, gli impianti di betonaggio mobili o
facilmente trasportabili sono stati considerati la
soluzione ideale per i maxi cantieri infrastrutturali
per la realizzazione di tunnel, aeroporti, realizzazione
di ponti e opere accessorie alla viabilità.
In poche parole: ovunque fosse necessaria una
fornitura just-in-time e continua di grandi volumi
di calcestruzzo.
Oggi l’attenzione per gli impianti mobili ad alta
produttività di calcestruzzo premiscelato sta però
aumentando, sia per fare fronte ai crescenti costi
di trasporto su strada, sia per una maggiore consapevolezza
dell’impatto ecologico e ambientale
causato dal traffico generato dalle betoniere su
Il nastro d’alimentazione
coperto.
Oggi, la serie Euromix comprende un totale di
sette modelli: cinque modelli “mono” con dimensioni
di miscelazione da 1,67 a 4 metri cubi/lotto
di produzione di calcestruzzo e capacità orarie da
80 a 175 metri cubi, più due modelli “duo” progettati
per creare una combinazione di impianti
per la produzione ad alta capacità di calcestruzzo
(2 x 3,0 metri cubi/lotto per 230 metri cubi/h
oppure 2 x 4,0 metri cubi/lotto per 300 metri cubi/h).
Oltre agli impianti combinati, c’è poi l’impianto
supermobile Euromix 3300 Space da 145
metri cubi con cui SBM ha portato al debutto cinque
anni fa la generazione Space caratterizzata
dall’innovativo design industriale.
«Con questo rivoluzionario concetto Space - spiega
Ernst Stöttinger, SBM Sales Manager Concrete
Technology - abbiamo adattato perfettamente la
grande mobilità e produttività dei nostri impianti
di miscelazione del calcestruzzo supermobili alle
condizioni e alle esigenze reali dei cantieri edili.
Un maggiore spazio di lavoro all’interno dell’unità
di miscelazione semplifica il funzionamento e
in particolare l’assistenza e la manutenzione. Un
posizionamento ancora più flessibile di tramogstrada.
È per questi motivi che oggi il calcestruzzo
prodotto direttamente in cantiere o nell’immediata
prossimità è considerata dalle grandi
imprese un’alternativa economicamente interessante,
quindi una soluzione sempre più spesso
richiesta sin da capitolato d’appalto.
Una gamma di soluzioni
L’austriaca SBM Mineral Processing, a noi nota
soprattutto per la produttività e l’affidabilità dei
suoi impianti mobili di frantumazione e vagliatura,
ha una vasta esperienza anche nella produzione
di soluzioni mobili per la produzione di
calcestruzzo premiscelato. Da oltre 25 anni, gli
impianti della serie Euromix sono considerati prodotti
premium per via della qualità dei componenti
e della collaudata tecnologia di miscelazione
a doppio albero, unita a sistemi di dosaggio e
controllo particolarmente precisi. SBM offre poi
soluzioni modulari per lo stoccaggio di aggregati,
cemento e additivi, in base ai requisiti dei singoli
progetti. Per quanto riguarda la qualità del
calcestruzzo, gli impianti Euromix assicurano gli
stessi standard degli impianti di produzione fissi.
Macchine&Attrezzature
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ge e miscelatori senza la necessità di lavori sotterranei
che richiedono molto tempo rende l’impianto
facilmente accessibile per l’alimentazione
del materiale e lo scarico del calcestruzzo anche
nello spazio più piccolo, e questo velocizza ancora
una volta chiaramente tutti i processi».
Il nuovo entry level è premium
Con il lancio dell’Euromix 1600 Nova, SBM condensa
i vantaggi degli impianti più grandi in formato
compatto, destinato a cantieri di piccole e
medie dimensioni con fabbisogni giornalieri fino a
800 metri cubi di calcestruzzo. Le unità di miscelazione,
le tramogge, i silos per cemento si trasportano
su rimorchi a pianale ribassato.
Per allestire l’impianto nell’arco di una giornata
bastano solitamente due o tre
operatori e una gru mobile. La sua
grande flessibilità nella produzione
temporanea di formule
di alta qualità, inclusi
calcestruzzi speciali e
riciclati, rende inoltre
il nuovo impianto l’aggiunta
ideale agli impianti
di miscelazione fissi.
Il nuovo impianto Euromix 1600 Nova, sviluppati
congiuntamente con designer industriali, offre il
100% di spazio interno in più per garantire un’accessibilità
interna mai vista. Questo è stato possibile
grazie ad un nuovo profilo delle estremità
del trailer, sia grazie a due pance laterali apribili
che massimizzano lo spazio interno. Piattaforme
di manutenzione ingrandite, permettono di
accedere in sicurezza e senza contorsioni ai sistemi
di miscelazione, pesatura e dosaggio di acqua,
cemento e additivi. Tutta nuova la struttura
del telaio portante con doppio piede d’appoggio
a terra e la sovrastruttura realizzata con pannelli
isolanti da 40 millimetri.
È inoltre disponibile un pacchetto invernale con
isolamento dal terreno ulteriore, sistema di riscaldamento
interno e nastro di alimentazione
degli aggregati chiuso per lavorare anche a temperature
inferiori ai cinque gradi centigradi.
Il vecchio in rosso. Il disegno sovrappone
il precedente impianto mobile da 80 metri
cubi di produzione oraria massima al
nuovo Euromix® 1600 Nova in grigio. Ora
si cammina sulle passerelle all’interno
dell’impianto senza dover curvare la
schiena o abbassarsi.
Il cuore è un doppio albero BHS
Il cuore del nuovo Euromix 1600 Nova è il miscelatore
a doppio albero BHS DKX (1,67 metri
cubi) da 80 metri cubi/ora di capacità produttiva
massima. Un sistema di lavaggio ad alta pressione
sviluppo da SBM consente una pulizia efficiente
del miscelatore, riduce lo sforzo dell’operatore,
consente di risparmiare sui costi operativi e
garantisce un’eccellente qualità del calcestruzzo
anche con miscele di calcestruzzo che cambiano
frequentemente. Oltre a quasi tutte le apparecchiature
di dosaggio (solo gli aggregati vengono
pesati separatamente dal trasportatore di
carico nell’unità tramoggia), il compressore è ora
integrato anche nell’unità di miscelazione Nova.
Questo rende l’impianto ancora più compatto e
aumenta sia l’efficienza sia l’affidabilità operativa
dell’intero sistema. Anche i nuovi collegamenti a
spina standardizzati dell’impianto elettrico rendono
l’installazione facile, rapida e sicura. La generazione
Nova è compatibile, inoltre, con i differenti
sistemi di controllo preferiti dai cliente:
tutti i sistemi comuni possono essere facilmente
integrati. Le opzioni di configurazione ancora
più flessibili del nuovo impianto comportano notevoli
vantaggi per l’organizzazione del sito. Le
unità tramoggia con, opzionalmente, quattro o
fino a otto camere (volume di stoccaggio 64 metri
cubi/252 metri cubi) possono essere posizionate
a un angolo di 90° rispetto all’unità di miscelazione
Nova.
Sono tutti accorgimenti che consentono un migliore
utilizzo anche in aree ristrette, oltre a favorire
aree di transito separate per le pale gommate
in alimentazione e le betoniere in fase di
carico. Il supporto centrale che tiene in verticale
l’impianto garantisce inoltre un accesso ancora
più sicuro delle betoniere all’area di carico.
Soprattutto nei momenti di picco di produzione,
questo riduce potenziali situazioni pericolose
e rende il funzionamento dell’impianto efficiente
e sicuro. Tutto l’impianto può essere
gestito da due operatori: uno alla supervisione
dell’impianto di miscelazione e uno alla guida
della pala gommata. nn
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aprile 2025
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Aziende
Wirtgen Group a Bauma 2025 con
45 anteprime mondiali e innovazioni
l cuore dello stand fieristico a Monaco di Baviera, di 13.000 metri quadrati,
è costituito da otto sistemi di produzione per diverse applicazioni nella
costruzione di strade, nel movimento terra e nel trattamento dei materiali
I visitatori hanno la possibilità di ammirare circa
100 macchine e, per la prima volta, anche nove
spettacoli dal vivo. Nella Technology Zone si presenta
il John Deere Operations Center per le
macchine edili, la piattaforma centrale per le soluzioni
digitali per la gestione dei cantieri. I visitatori,
inoltre, hanno la possibilità di ammirare
le seguenti novità: Wirtgen Group Performance
Tracker (WPT) Paving, WPT Compacting, WPT
Recycling e WPT Crushing. Grazie ai dati rilevanti
sulla performance, le nuove soluzioni e il già
noto WPT Milling offrono una panoramica continua
dell’avanzamento complessivo dei processi
e documentano anche tutti i lavori svolti da una
macchina – ad esempio una superficie fresata,
asfaltata, compattata o il materiale trattato. I
dati sulla performance aiutano i clienti a prendere
delle decisioni basate sui fatti e quindi a ottimizzare
lo sfruttamento della macchina e la produttività,
oltre che a sfruttare i dati di riferimento
per la pianificazione dei progetti futuri.
Roadbuilding”, che rientra tra i tre candidati principali
nella categoria “Digitalizzazione”. Con questa
innovazione è possibile ottenere risultati pianificabili
di alta qualità nella scarifica e nella stesa
dell’asfalto – con meno risorse in termini di materiali
e di personale specializzato aggiuntivo.
“Smarter. Safer. More Sustainable”
Il motto della presenza fieristica “Smarter. Safer.
More Sustainable” si rispecchia anche nelle anteprime
mondiali e nelle innovazioni delle marche
del prodotto specializzate del Gruppo Wirtgen.
Infatti, Wirtgen presenta per la
prima volta la sua fresa grande
più potente W 250 XF e
la generazione
completa
d i
Damiano Diotti
Il nastro d’alimentazione
coperto.
nuove riciclatrici a freddo e stabilizzatrici gommate.
Vögele ha ampliato la propria generazione
Tratto 5 in tutte le classi di potenza, ad esempio
con la prima finitrice gommata Super 1803-5
X-Tier o con l’alimentatore MT 3000-5. Hamm,
oltre ai rulli tandem HD 10 – HD 12 G-Tier e HD
90 – HD 110 P-Tier, presenta degli altri modelli
per la compattazione automatizzata, tra cui il rullo
compattatore HC 130i C VA. Nel trattamento
del materiale, in futuro Kleemann offrirà il primo
impianto di vagliatura della PRO-Line. L’impianto
verrà impiegato prevalentemente nella pietra
naturale. Per quanto riguarda Benninghoven, i
visitatori potranno ammirare la generazione di
bruciatori Multi Jet, che permette l’impiego del
100% di idrogeno verde quale carburante. Unitamente
alle tecnologie Ciber per la produzione
continua di asfalto, il Wirtgen Group copre l’intera
gamma di soluzioni sostenibili ed economiche
nella produzione di asfalto. John Deere completa
l’esposizione di macchine con una selezione della
propria gamma dei prodotti per il settore edile,
comprendente tra l’altro pale caricatrici cingolate
compatte, Grader, pale caricatrici gommate
e apripista.
Soluzioni futuribili per il settore
Per la prima volta nella sua storia a Bauma, il
Wirtgen Group presenterà degli spettacoli dal
vivo trasversali alle marche presso il suo stand
fieristico FS.1011. In presentazioni brevi e interessanti,
gli esperti del Wirtgen Group e di John
Deere informeranno in modo dettagliato sulle
singole macchine intelligenti e sulle tecnologie
di digitalizzazione e automazione, che aiutano
ad aumentare l’affidabilità dei processi e a minimizzare
l’impiego di materiale. I visitatori riceveranno
inoltre dai relatori degli ulteriori spunti
sul gruppo di imprese e sulle sue soluzioni futuribili
per il settore. nn
I sistemi di produzione intelligenti
Lungo la Technology Zone sono esposti, tra l’altro,
i treni di macchine per la stesa dell’asfalto
semicaldo, per la stabilizzazione dei terreni e
per il trattamento del materiale. Al centro si trova
il “sistema di produzione per un cantiere senza
emissioni locali”, che è stato candidato al premio
di innovazione Bauma 2025 nella categoria
“Protezione del clima”.
Grazie alle frese a freddo, alle finitrici stradali e ai
rulli a batteria, le imprese di costruzione di strade
dispongono per la prima volta di un sistema
di produzione completo, che permette di realizzare
i progetti delle infrastrutture stradali senza
emissioni locali. Le soluzioni da un unico fornitore
sono inoltre sinonimo di alta sicurezza d’uso e
di processi coordinati tra loro nelle soluzioni relative
alle macchine e alla telematica.
Lo stesso vale anche per la soluzione di digitalizzazione
e automazione “Smart Automation in
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Aziende
Dall’Australia all’Europa
Mammoet costruisce ponti in poche ore. L’azienda sempre più leader
nell’applicazione delle tecniche ABC (accelerated bridge construction)
nella realizzazione e sostituzione di attraversamenti di ogni tipo
Carlo Dossi
Mammoet è nota agli specialisti per il trasporto e
il sollevamento multimodale superpesanti in settori
come l’energia, l’oil&gas, i porti e l’offshore.
La sua posizione nell’ingegneria civile e nelle
infrastrutture non è, però, meno importante.
Quanto ai ponti: in questo ultimo segmento gli
ultimi anni hanno visto l’azienda abbracciare con
decisione e successo le tecniche ABC (accelerated
bridge construction), che prevedono l’utilizzo
di grandi componenti modulari e una combinazione
di sistemi di trasporto e sollevamento evoluti,
con l’obiettivo di minimizzare le interferenze
con le attività e il traffico contigui al cantiere.
Due esempi dall’Australia
Il primo si riferisce a Melbourne, dove il quartiere
di Narre Warren soffriva nelle ore di punta una
notevole congestione causata da un passaggio
a livello ferroviario sulla maggiore arteria della
zona, Webb Street, con 13.200 veicoli al giorno e
il 33% di chiusure delle sbarre nel corso della sola
mattinata. Il governo dello stato di Victoria decideva
così di intervenire, eliminando il passaggio
a livello strada, sopraelevando un tratto di circa
un chilometro di linea ferroviaria. Il sovrappasso
su Cranbourne Road, un’altra arteria importante
della zona, richiedeva però la realizzazione
di due ponti in acciaio, ciascuno lungo 50 metri
e del peso di 680 tonnellate. Utilizzando i metodi
tradizionali di installazione, la strada avrebbe
dovuto essere chiusa al traffico per diverso tempo,
portando ulteriore congestione.
Il progetto faceva parte del programma di rimozione
dei passaggi a livello strada di buona parte
della linea ferroviaria Pakenham, ma questa
volta si trattava di operare in un ambiente urba-
Il ponte su Webb
Street, a Melbourne, in
Australia.
Il Breakfast Creek Bridge,
a Brisbane, in Australia.
no con spazi ristretti e un gran numero di potenziali
interferenze. Il main contractor del progetto
chiamò Mammoet, proprio per la sua esperienza
in ABC, per trovare una soluzione. Applicando la
metodologia e la propria esperienza tecnologica
e ingegneristica, l’azienda ha fatto assemblare le
due sezioni di ponte in un’area di cantiere a qualche
centinaio di metri dal luogo di installazione.
Una volta pronte e piazzate su plinti alti un metro
e mezzo, Mammoet le ha sollevate con delle
unità JS500 sino a 4,2 metri. Poi, sistemando i
JS500 su due treni di SPMT, le ha portate a nove
metri, quota a cui è stato effettuato il trasporto.
Il percorso è stato pianificato con cura per evita-
re le interferenze su strada urbana pubblica, dagli
alberi alle case alle linee elettriche aeree. Arrivate
nel luogo di installazione, le due sezioni
sono state abbassate sui sostegni.
Dalla ferrovia ai pedoni e alle biciclette. Il progetto
era quello del Breakfast Creek Bridge, commissionato
dalla municipalità di Brisbane con l’obiettivo
di collegare il centro-città con i sobborghi
settentrionali sorpassando il Breakfast Creek, un
affluente del fiume Brisbane che dà il nome alla
città. Anche in questo caso la richiesta era di fare
in fretta ma senza causare disturbo. Il ponte era
un’unità prefabbricata lunga 80 metri e pesante
300 tonnellate, realizzata nel porto della città. La
struttura doveva essere sollevata, trasportata via
acqua e poi collocata sulle fondamenta sul Breakfast
Creek. Le sfide erano diverse: mantenere
la stabilità della struttura durante il trasporto
e l’installazione, ridurre al minimo le interferenze
con il traffico fluviale, garantire la sicurezza e
rispettare scadenze molto strette.
La risposta di Mammoet alla chiamata è stata secondo
i principi ingegneristici che ne guidano l’agire.
Sono stati compiuti numerosi ed estesi studi
di fattibilità sulle diverse soluzioni possibili, per
poi confezionarne una su misura sulle esigenze
del progetto. Una volta scelta la più appropriata,
si è passati alla fase realizzativa, in più fasi. Per
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Ad Amsterdam, Mammoet
si occupa del carico, del
trasporto e dell’installazione
di cinque ponti, ognuno
dei quali è formato da tre
sezioni.
prima cosa la struttura è stata sollevata dai suoi
sostegni con una serie di unità jack da 100 e 150
tonnellate piazzati su un treno SPMT da 32 assi.
Poi il convoglio è stato trasferito su una barge in
modalità RO-RO e portata via fiume sino al luogo
di installazione.
All’arrivo, calcolato per coincidere con l’inizio della
bassa marea, la struttura è stata appoggiata
su sostegni temporanei utilizzando gli SPMT, liberando
la barge. A questo punto, usando jack
da 150 tonnellate il ponte prefabbricato è stato
appoggiato su una struttura di allineamento e,
una volta in posizione esatta, abbassato da jack
a basso profilo da 250 tonnellate sulle fondamenta
definitive. Il tutto è stato terminato nei tempi
previsti e senza interferenze con il traffico fluviale
e stradale.
Il ponte pedonale e ciclabile è inaugurato e funziona,
garantendo ai cittadini di Brisbane il passaggio
sicuro lungo il fiume, senza più interruzione
del lungo fiume ciclopedonale. Inoltre, il ponte
avrà un ruolo importante nel corso delle Olimpiadi
e Paralimpiadi del 2032, garantendo una via
chiave di accesso al villaggio olimpico di Northshore
Hamilton.
Dall’Australia all’Olanda
Mammoet ha appena iniziato a lavorare al progetto
di sostituzione di quattro ponti in acciaio e
uno in cemento armato nell’area orientale della
Centraal Station di Amsterdam. La commessa
fa parte del rinnovamento della stazione del programma
Trasporto Ferroviario ad Alta Frequenza
delle ferrovie olandesi, con l’obiettivo di aumentare
il numero dei treni e dei passeggeri in arrivo
e partenza.
Mammoet si occuperà del carico, del trasporto
e dell’installazione dei cinque ponti, ognuno dei
quali sarà formato da tre sezioni. Le componenti
sono di due tipi, uno lungo 24 metri e pesante
Macchine&Attrezzature
173 tonnellate e uno di 28 metri per 275 tonnellate.
Per ridurre al minimo interferenze con l’ambiente
e le attività circostanti, i lavori avverranno
quasi interamente sull’acqua e si concluderanno
nel 2028. Le sezioni sono fabbricate a Hollandia
e trasportate sino alla fronte Oostertoegang della
stazione viaggiando su barge sui fiume De Lek
e sul Lekkanaal.
Per consentire il passaggio sotto la passerella pedonale
vicino alla stazione, la barge di installazione
verrà parzialmente sommersa utilizzando pontoni
di rame pieni d’acqua. Una volta superato l’ostacolo,
una gru mobile da 90 tonnellate, piazzata su
un ponte temporaneo, rimuoverà i pontoni e li sostituirà
con carrelli SPMT. A quel punto un sistema
Mammoet Mega Jack da 300 tonnellate solleverà
la sezione di ponte fino a quattro metri, consentendo
la collocazione di una struttura di supporto
montata sui carrelli. Gli SPMT ruoteranno la sezione
di 90 gradi, ponendola nel corretto orientamento,
per poi spostarla fuori dalla barge su tappetini
d’acciaio sino alle torri di supporto.
Questa procedura sarà utilizzata per le sezioni
estreme dei ponti, prima quelle orientali e poi
quelle occidentali. La sezione centrale verrà invece
sollevata con una gru direttamente dalla barge
e installata per completare l’opera.
Utilizzando questo schema complesso e che richiede
grande precisione di esecuzione, l’operatività
della stazione non verrà disturbata. Come
commenta Alberto Galbiati, CEO di Mammoet
Italia: «Il punto cardine del nostro approccio,
costruito su decenni di esperienza e di eccellenza
tecnologica e ingegneristica, è di semplificare
le cose per il cliente, facendoci carico delle complessità
garantendo l’assoluta sicurezza dei nostri
lavoratori e dell’ambiente di cantiere e oltre. Essere
leader in questo senso è ciò che ci appassiona
di più. Rimanendo fedeli a noi stessi, i risultati
arrivano sempre, e il tempo è galantuomo». nn
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AETERNUM
IL QUINTO ELEMENTO
Rulli
La costruzione del ponte alto a Horb
L’impresa esecutrice dei lavori ha scelto due rulli compattatori Hamm
del tipo HC 200i: le due macchine, una dotata di tamburo liscio
e una di tamburo a piede di montone, assicurano potenza di compattazione
Mauro Armelloni
Attualmente, nell’area del quartiere di Rauschbart,
sono in costruzione le strade per i veicoli
edili, oltre a sei piattaforme di lavoro terrazzate
con uno spessore degli strati di 45 cm. Il
terreno è scosceso e impegnativo, i requisiti in
termini di qualità di compattazione del sottofondo
sono elevati, poiché alla fine sulle terrazze dovranno
nascere le fondazioni per i successivi piloni
del ponte. L’impresa esecutrice dei lavori ha
optato quindi per due rulli compattatori Hamm.
Le due macchine del tipo HC 200i, una dotata di
tamburo liscio e una di tamburo a piede di montone,
assicurano un’elevata potenza di compattazione
nel cantiere. Inoltre, possono collegarsi
facilmente tramite Bluetooth® Low Energy a
Smart Doc, l’app per il controllo compattazione
continua e della relativa documentazione.
Massima trasparenza
Hamm offre con l’app Smart Doc uno strumento
utile per il controllo compattazione e della relativa
documentazione nel movimento terra.
L’app consente al conducente, tramite un tablet
o smartphone, di visualizzare i parametri più importanti,
come il numero dei passaggi, i valori di
rigidezza e l’avanzamento del lavoro di compattazione
già effettuato. Florian Harpf dell’impresa
esecutrice Gfrörer Bau considera questa una
semplificazione anche per il direttore dei lavori:
«Quando un rullo non è all’opera, tramite il tablet
posso osservare l’altro rullo; le azioni dell’operatore
vengono registrate; in qualità di direttore
dei lavori posso intervenire, magari per fornire
un chiarimento; anche dall’ufficio è possibile
verificare se il sistema ha registrato tutto correttamente».
Con un report è quindi possibile esportare i dati
raccolti in formato PDF e condividerli in ogni momento.
Con Smart Doc Connect è possibile anche
avviare uno scambio dei dati di processo tra
più macchine. Questi dati possono essere monitorati
in diretta tramite il browser sfruttando una
comunicazione sul cloud in tempo reale, indipendentemente
dalla propria posizione.
Cicli di lavoro ottimizzati
Nei lavori sul ponte alto di Horb Smart Doc non
contribuisce solo all’aumento della qualità di
compattazione e al risparmio di risorse, ma accorcia
anche i processi di lavoro in cantiere, dato
che i passaggi possono essere ridotti e nel complesso
è possibile ottenere un risultato di compattazione
migliore. «Con Smart Doc i cicli di
lavoro vengono ottimizzati. Non sono più necessarie
le operazioni con le lastre di carico, che possono
richiedere anche fino a due ore, grazie alla
misurazione, documentazione e visualizzazione
continua per l’operatore. Questo permette di risparmiare
molto tempo e anche costi», spiega
Florian Harpf. nn
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Novità
Tutto il nuovo di Bomag,
al Bauma 2025
Dal nuovo spandilegante BS 10-2 al livello superiore del cantiere interconnesso,
con “Bomap Pave”, per proseguire con la nuova piastra vibrante della gamma
e-Performance. Sono le novità di Bomag alla fiera tedesca
Carlo Dossi
Il nuovo spandilegante BS 10-2
Con la presentazione del nuovo spandilegante BS
10-2, Bomag fissa nuovi standard nella stabilizzazione
del terreno, nel miglioramento del terreno di
fondazione e nel riciclaggio a freddo. Attraverso lo
spargimento di leganti come cemento o calce, il BS
10-2 riduce il tenore di umidità del terreno e migliora
la capacità di compattazione del sottofondo. Questa
caratteristica ne fa la scelta migliore per i cantieri
medio-grandi, in particolare in caso di caratteristiche
del terreno difficili. La macchina, che farà il suo
debutto alla fiera Bauma 2025 di Monaco di Baviera,
offre le più moderne tecnologie per un lavoro preciso
ed efficiente.
Il nuovo standard nella tecnologia
di spargimento
Lo spandilegante trainato BS 10-2 è sviluppato appositamente
per spargere in modo uniforme leganti
in polvere come cemento, calce e ceneri volatili.
Con un volume del serbatoio di 10 metri cubi e un
sistema computerizzato di regolazione delle quantità,
garantisce risultati precisi anche quando le velocità
di lavoro sono variabili. Un sensore radar misura
continuamente la velocità del trattore utilizzato e
adegua automaticamente la quantità da spargere,
evitando così un dosaggio eccessivo o insufficiente.
La larghezza di spandimento può essere impostata
in modo flessibile in quattro sezioni – da 1 metro a
2,4 metri – e di conseguenza è molto adattabile ai
diversi requisiti di progetto.
Robusto e durevole: materiali di alta
qualità per la massima durata
Il BS 10-2 è caratterizzato da una struttura robusta.
Le lamiere della camera sono realizzate in acciaio
inossidabile, il che ne aumenta notevolmente
la durata. Inoltre, se necessario, è possibile sostituirle
singolarmente, per agevolare manutenzione e
riparazione.
Per aumentare stabilità e sicurezza, lo spandilegante
trainato può essere dotato di impianto frenante
pneumatico opzionale. Grazie al baricentro basso
(altezza complessiva di soli 3,08 metri), ai grandi
pneumatici con 1,65 metri di diametro, 0,65 metri
di larghezza e alla loro bassa pressione, lo spandilegante
garantisce una stabilità ottimale anche con
caratteristiche del terreno difficili.
Facilità d’impiego e design moderno
Un’altra caratteristica di punta del BS 10-2 è la semplicità
di utilizzo. Tutte le funzioni si
comandano intuitivamente tramite una pulsantiera
installata nella cabina di guida con interruttori
soft-touch contrassegnati in modo chiaro. Il display
a colori da 4,3 pollici mostra all’operatore i parametri
più importanti come larghezza di spandimento,
quantità da spargere e condizione di carico attuale.
Il nuovo spandilegante BS
10-2 viene presentato per
la prima volta alla fiera
Bauma 2025 di Monaco di
Baviera. La sua tecnologia
di spargimento precisa si
presta a molteplici campi di
applicazione e migliora la
capacità di compattazione
del sottofondo.
La nuova estensione Bomap
Pave consente un controllo
continuo dell’intero
processo di stesa – dalla
consegna del conglomerato
fino alla compattazione
ottimale dell’asfalto.
Flessibile e versatile: per il tragitto
da un cantiere all’altro
Lo spandilegante è dotato di serie di illuminazione
a LED e soddisfa tutti i requisiti delle norme di ammissione
degli autoveicoli alla circolazione stradale
(StVZO). I riflettori e il lampeggiatore a LED rimovibile
garantiscono la sicurezza nel trasporto stradale.
I fari di lavoro aggiuntivi agevolano l’attività nell’oscurità
o al crepuscolo.
Per il collegamento al trattore, il BS 10-2 può essere
dotato di diverse varianti di giunto, ad es. occhioni
di traino da 40 millimetri o 50 millimetri o l’attacco
sferico K80. La trazione è data da una presa di
forza con profilo standard e numero di giri in entrata
di 540 giri/min.
Riempimento efficiente e manutenzione
ridotta al minimo
Il serbatoio può essere riempito dall’alto o direttamente
da autosilo. Le valvole da tre pollici garantiscono
un riempimento rapido, mentre un sistema
di filtri riduce al minimo la formazione di polvere. In
alternativa è possibile riempire il serbatoio con big
bag. Un segnale acustico informa l’autista dell’autosilo
non appena il serbatoio è pieno.
Gli interventi di manutenzione sul BS 10-2 sono
semplici e rapidi. I grandi sportelli con chiusure facilitate
garantiscono l’accesso agevole ai punti di
manutenzione.
“Bomap Pave”. Il livello superiore
del cantiere interconnesso
Al Bauma 2025 Bomag presenterà anche l’ultima
estensione di Bomap – l’app per la documentazione
dei risultati del cantiere in tempo reale: Bomap
Pave. Per la prima volta è possibile connettere
tra loro finitrici stradali e rulli da asfalto in un sistema
aperto e indipendente dal costruttore. Bomap
Pave offre un controllo continuo dell’intero processo
di stesa – dalla consegna del conglomerato fino
alla compattazione ottimale dell’asfalto. In questo
modo, l’app offre agli utenti la massima trasparenza
in tempo reale, semplifica il coordinamento e migliora
i processi del cantiere in modo duraturo.
Con Bomap Pave, e il relativo kit di sensori Paving
per la misurazione della temperatura, Bomag immette
sul mercato una soluzione digitale che rivoluziona
sia il controllo che la documentazione
nell’ambito dei lavori di asfaltatura. Grazie all’app,
gli operatori di rulli e finitrici ricevono in tempo reale
tutte le informazioni rilevanti su temperatura e
compattazione.
Bomap Pave completa il ventaglio di soluzioni digitali
Bomag, che ora comprendono l’intero processo
di lavoro, dalla progettazione del cantiere alla relativa
logistica, fino all’interconnessione in tempo reale
e alla predisposizione dei dati in un sistema a interfaccia
aperta indipendente dal costruttore.
Gli operatori dei rulli visualizzano la temperatura di
stesa e la geometria del banco e quindi, per la prima
volta, sono in grado di allineare il loro schema di
rullatura ai dati in tempo reale della finitrice. È così
possibile compattare con precisione, evitando passate
inutili. Premendo un pulsante si può generare
un report con tracciato superficiale del rilevamento
della temperatura dietro alla finitrice e risultati di
compattazione dei rulli, che può essere condiviso
con l’azienda e i committenti. L’app, inoltre, registra
le velocità delle finitrici e le fermate nei punti in cui
passano – in modo affidabile e dimostrabile.
L’app è compatibile con tutte le finitrici stradali e i rulli,
indipendentemente dal costruttore. La tecnologia
è intuitiva e utilizzabile nei dispositivi Android® più
diffusi in commercio.
Trasparenza dei dati e risparmio sui costi
I dati trasparenti forniti dall’app consentono all’operatore
di lavorare con particolare precisione. I direttori
dei lavori possono sorvegliare lo stato di avanzamento
in tempo reale e da qualsiasi luogo, senza
dover perdere tempo con inutili spostamenti. Ne
conseguono una netta riduzione dei tempi di costruzione,
dei consumi di carburante e delle emissioni
di CO 2
.
Il controllo continuo della temperatura dell’asfalto
garantisce che quest’ultimo venga steso e compattato
in condizioni ottimali. Questa caratteristica
qualitativa aumenta notevolmente la durata delle
strade. Con l’indicatore di consumo del materiale integrato
e il calcolatore del materiale incluso, l’intero
Macchine&Attrezzature
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team ha il controllo sul fabbisogno attuale di materiale
e può regolarsi di conseguenza. Si riducono così
gli ammanchi e le eccedenze di fornitura di conglomerato,
risparmiando sui costi del materiale.
L’app non richiede alcun hardware complesso, l’interfaccia
utente intuitiva e la rappresentazione visiva
dello stato di avanzamento dei lavori semplificano
il lavoro dell’operatore della macchina. Un po’
come con un navigatore, gli operatori vengono condotti
con precisione alla fase di lavoro successiva garantendo,
come in tutte le soluzioni Bomag, un’elevata
soddisfazione degli utenti.
Il cantiere interconnesso
4.0 diventa realtà
Con Bomap Pave, Bomag porta la digitalizzazione
nella costruzione di strade a un livello superiore. Per
la prima volta l’app consente di interconnettere finitrici
stradali e rulli su tutta la superficie, indipendentemente
dal costruttore.
Challenges of
Future Mobility |
The Role of Road
Infrastructure
Nuova piastra vibrante della gamma
e-Performance
Con il modello BR 95 e, Bomag amplia il proprio assortimento
di macchine edili a batteria con una piastra
vibrante potente e compatta. Sviluppata per
garantire la massima efficienza e intuitività d’uso,
è la soluzione ideale per i progetti edili caratterizzati
da severi requisiti in materia di emissioni. Bomag
presenterà per la prima volta questo nuovo prodotto
della gamma e-Performance agli specialisti in occasione
del Bauma.
Per lavorare a prova di futuro
nelle aree sensibili
La BR 95 e rappresenta la soluzione ideale per eseguire
lavori di compattazione precisi in aree ristrette,
per il giardinaggio e l’architettura del paesaggio e
per i lavori in terra. Con le sue sorprendenti prestazioni
e la totale assenza di emissioni durante il funzionamento,
è un’alternativa affidabile ai modelli con
motore a combustione.
La BR 95 e consente di compattare il terreno fino a
un’altezza di gettata di 25 centimetri. Quindi non ha
nulla da invidiare alle sue sorelle a diesel per quanto
riguarda le prestazioni. Il funzionamento a batteria
senza emissioni offre numerosi vantaggi extra: rispetta
i valori limite più rigorosi delle emissioni, proteggendo
l’ambiente e l’operatore. Di conseguenza
la macchina può essere utilizzata, ad esempio, per
la compattazione all’interno di gallerie, edifici o fossati
profondi nella costruzione di tubazioni e canali.
Semplice e comoda da manovrare
La staffa di guida a 360 gradi consente di manovrare
facilmente la piastra vibrante Bomag, con il minimo
sforzo e la massima precisione. Grazie al design
compatto è ideale anche per raggiungere facilmente
aree scarsamente accessibili come angoli, muri
o colonne. Questa speciale piastra vibrante mantiene
la stabilità senza ribaltarsi anche in condizioni di
lavoro gravose. Avanza autonomamente, richiede
solo di essere guidata e opera con la stessa silenziosità
di una classica piastra vibrante. La struttura
ben congegnata e la distribuzione ottimale del peso
mantengono la vibrazione sul sistema mano braccio
inferiore a 2,5 m/s². Così l’operatore può utilizzare
la macchina per otto ore al giorno – un notevole
vantaggio che riduce sensibilmente il lavoro di
documentazione.
Efficienza e poca necessità
di manutenzione
La trazione elettrica riduce la quantità d’olio e i costi
di manutenzione, dal momento che il motore non
richiede più né olio né filtri (filtri dell’olio e dell’aria).
Uno speciale paracinghia trapezoidale riduce al minimo
l’usura e aumenta la durata d’esercizio della
macchina. Nel complesso, la BR 95 non richiede
quasi manutenzione.
Dotata della potente batteria eP28, può essere usata
continuativamente per ca. 45 minuti. Con il caricabatteria
rapido Bomag, la batteria si ricarica completamente
in meno di due ore. La spia a LED segnala
in qualsiasi momento lo stato di carica attuale e la
batteria sostituibile senza attrezzi aumenta la flessibilità.
La BR 95 fa parte del sistema modulare Bomag
e utilizza le stesse batterie delle macchine. nn
La nuova roundplate a
batteria BR 95 e, di Bomag,
è tanto potente quanto
flessibile nell’uso.
Connect with
Industry Leaders
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executives, CEOs, and top-level
managers from toll motorway
companies, concession operators, ITS
consultants, and government
representatives. Seize this unique
opportunity to forge valuable
connections, share insights, and explore
potential collaborations with key players
in the sector.
Key Focus Areas
Comprehensive
Programme
European Motorway operators have started for several
years the shift to greener mobility. More investments for
mobility are needed to make successful green transition
including in the EU policy road map with the Green Deal
and fit for 55 strategy. To face those challenges, toll road
infrastructure operators propose to foster green projects,
including the transformation of the infrastructure to host
electric car, buses and trucks to contribute developing
safe, inclusive and green mobility solutions to all.
Engage in discussions on
sustainable road financing, traffic
management, and the impact of
zero-emission vehicles. The
program features Vision Zero,
CCAM, and innovative tolling
systems, offering insights for the
future of transportation.
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exclusive speaking positions, prime
exhibition spaces, and targeted
marketing opportunities. Stand out
among your competitors and
maximize your company's exposure
to the tolling industry.
The 52nd ASECAP Study & Information days will
provide opportunities to present road operators
projects to decarbonize road transport. It will focus on
the investments needed to reach Vision Zero Fatalities
and Vision zero CO2 emissions. It will reflect on the
challenges of future mobility to fulfill EU objective. It
will also discuss sustainable financing scheme to
support the transformation and development needed
without burdening public budget. Solutions exists!
Macchine&Attrezzature
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102
3/2025 leStrade
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Novità
Merlo, i nuovi Roto alla
conquista di Bauma
Migliori prestazioni, nuove funzionalità e un innovativo radiocomando
rendono ancora più funzionale e sicura l’esperienza utente. Sono i nuovi Roto
che, nella categoria di appartenenza, si confermano riferimento di mercato
Al Bauma di Monaco di Baviera Merlo presenta
la nuova gamma Roto. Sono tre i modelli che
l’azienda presenta alla fiera in programma dal
7 al 13 aprile: Roto50.18S, Roto60.22R e Roto60.35SPlus.
Le novità introdotte nella nuova
gamma
È stata aumentata la portata (di mille chilogrammi)
e l’altezza di sollevamento massima
di un metro, ma è soprattutto l’intero diagramma
di carico delle macchine ad essere stato potenziato.
Per raggiungere questi livelli di performance
sono stati riprogettati molti componenti della
macchina (tra questi il braccio telescopico), sono
stati aggiornati i circuiti idraulico ed elettronico
ed è stato rinnovato il telaio della macchina. Tutti
i nuovi Roto hanno inoltre la possibilità di raggiungere
i 40 km/h (salvo specifiche omologazioni
o normative dei singoli Stati).
La gamma
La nuova gamma Roto, di cui è presentata
una preview nel corso della fiera Bauma, entrerà
in produzione a partire da fine 2025, e
sarà composta dai seguenti modelli: nuovi Roto
400: Roto50.16; Roto50.16S; Roto50.18; Roto50.18S.
Roto 600: Roto50.21 e Roto50.26.
Nuovi Roto a rotazione continua: Roto60.22R;
Roto60.22SPlus; Roto60.27R; Roto60.27SPlus;
Roto60.30SPlus; Roto60.35SPlus; Roto75.
25SPlus e Roto75.28SPlus.
Per il mondo del noleggio
Per rispondere alle esigenze del mondo del noleggio,
nasce l’allestimento ‘R’: la stessa potenza
e affidabilità delle versioni ‘SPlus’, ma con una
gestione semplificata, perfetta per gli utenti occasionali.
Un’innovazione che coniuga prestazioni,
facilità d’uso e un posizionamento di prezzo
pensato su misura per questo mercato.
Macchine&Attrezzature
Funzionalità elettroniche.
Sono stati effettuati molti aggiornamenti sulle
funzionalità elettroniche della macchina
per rendere migliore l’esperienza di utilizzo.
La prima modifica ha coinvolto la velocità del
braccio, da sempre punto di forza dei Rotativi
Merlo, per renderla più fluida e lineare.
Un’altra novità particolarmente significativa
è stata l’introduzione del “Set-point”, funzione
che permette di far tornare in autonomia il
braccio in un punto precedentemente memorizzato
con la massima celerità e in condizioni
di massima sicurezza, riducendo gli sforzi per
l’operatore negli impieghi ripetitivi.
Grazie all’introduzione dei movimenti cartesiani
- funzionalità che mantiene in autonomia
una traiettoria verticale dell’attrezzature
in fase di salita e discesa oppure orizzontale
in fase di sfilo e rientro - l’operatore può effettuare
lavorazioni complesse con un unico gesto
della mano.
La funzione di simulazione del diagramma di
carico permette di capire in modo preventivo
se una manovra è fattibile o meno semplicemente
simulando la variazione dei parametri
operativi (attrezzo in uso, carico movimentato,
posizione degli stabilizzatori, ecc).
L’opzione di guida della macchina con radioco-
mando (con una velocità massima di 5 Km/h)
consentirà ai clienti Merlo di gestire gli spostamenti
e le fasi di stabilizzazione della macchina
da remoto o da piattaforma, ottimizzando
le tempistiche di lavoro. Sono state sviluppate,
inoltre, altre funzionalità tese a migliorare
l’utilizzo quotidiano della macchina.
Il radiocomando
Il nuovo radiocomando brevettato, oltre che
più ergonomico, offre anche maggiori informazioni
all’utente, permettendogli di avere il
controllo totale della macchina e di anticipare
eventuali situazioni anomale o di pericolo garantendo
maggior sicurezza.
Per agevolare l’uso, in caso di blocco della
macchina lo sfondo del display cambia colore,
mostrando unicamente i movimenti consentiti
che permettono di tornare in una condizione
di lavoro sicura. Questa è una novità assoluta
che nessuno, a livello di mercato, è in grado
di proporre. nn
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3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
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Il sollevatore telescopico
Pegasus.
mando e le avanzate soluzioni tecnologiche ottimizzano
l’operabilità e garantiscono un pieno controllo
delle operazioni in cantiere.
Pegasus Elite
Novità esclusive per la gamma Elite di Dieci, con capacità
di portata aumentata e altezze di sollevamento
fino a 40 metri. Questi telescopici, ad alto contenuto
tecnologico, sono pensati per i professionisti
dell’edilizia e garantiscono ancora più sicurezza, efficienza
e produttività.
La grande innovazione di Dieci per Bauma 2025
è proprio su questa gamma. Dopo il successo del
software Easy Tech System, interamente sviluppato
in-house, Dieci presenta in anteprima mondiale
un nuovo pacchetto di soluzioni ancora più
Dieci-e: la rivoluzione full electric
Per la prima volta a Bauma, Dieci presenta la gamma
Dieci-e, composta dai sollevatori telescopici
100% elettrici: Apollo-e 26.6 e Apollo-e Smart
20.4. Questi nuovi modelli combinano le prestazioni
dei sollevatori tradizionali con una tecnologia a zero
emissioni, rispondendo alle crescenti esigenze di alimentazioni
alternative nel settore edilizio.
Caratteristiche principali:
• capacità di sollevamento: fino a 2600 chilogrammi
(Apollo-e) e 2000 chilogrammi (Apollo-e Smart);
• altezza di sollevamento: quattro metri per Apollo-e
Smart e sei metri per Apollo-e;
• batterie al litio LiFePo da 44 kWh con sistema di ricarica
integrato “all-in-one”;
• tre prese di ricarica, compatibili con diverse infra-
Il nuovo sollevatore
elettrico Apollo-e.
Aziende
Nuove frontiere per i Dieci
A soli tre anni dall’anteprima mondiale della nuova gamma Pegasus
a Bauma 2022, forte di un importante riscontro da parte del mercato,
Dieci torna a Monaco con una gamma rotativa ancora più ampia
Damiano Diotti
In anteprima a Bauma 2025, quattro nuovi modelli
suddivisi nelle tre linee Essential, Classic ed
Elite, ognuna progettata per offrire soluzioni mirate
alle esigenze di noleggiatori e operatori professionali.
Debutta a Bauma, Pegasus-R, il sollevatore telescopico
a rotazione non continua di 400°, pensato
per il settore del noleggio. Un modello essenziale,
affidabile e intuitivo, con costi ridotti e manutenzione
semplificata grazie all’assenza di AdBlue. Questo
telescopico nasce dall’ascolto di un mercato in forte
espansione, che richiede soluzioni in grado di offrire
facilità d’uso, affidabilità e sicurezza anche per
gli operatori meno esperti.
Pegasus Classic
La linea si rinnova con Pegasus 60.22, il nuovo telescopico
rotativo in grado di sollevare fino a 6000 chilogrammi
e raggiungere un’altezza di 22 metri, con
tecnologie avanzate e massimo comfort per l’operatore.
Come tutta la gamma Classic, questo modello
offre un’area operativa che supera i 2000 metri quadrati,
grazie alla rotazione continua della torretta.
Inoltre, l’ampia gamma di attrezzature, il radioco-
La cabina del Pegasus.
avanzate. Il nuovo sistema, denominato Hi-Vision
System, progettato per garantire un controllo
a 360° del mezzo, grazie a comandi sempre
più intelligenti e intuitivi, che ottimizzano la
movimentazione di macchina e braccio, assistendo
l’operatore in ogni fase di lavoro.
Un sistema avanzato di avviso di collisione, assistenza
alla stabilizzazione e all’aggancio progettato per
migliorare la sicurezza di operatori e cantieri. Unendo
computer vision, intelligenza artificiale e una robusta
architettura hardware, permette di rilevare la
presenza di persone, oggetti e prevenire le collisioni
tramite avvisi audio-visivi.
In linea con uno dei key topic di Bauma 2025 Costruzione
in rete: macchine, processi, persone, Dieci
orienta il proprio processo di sviluppo verso macchinari
sempre più digitalizzati, capaci di fornire una
quantità di dati crescente ed informazioni preziose
per la sicurezza in cantiere.
strutture di cantiere e caricabatterie rapidi esterni.
Se Apollo-e si distingue per una configurazione modulare,
che permette di adattare il mezzo a diverse
esigenze operative grazie a un pacco batterie espandibile
in qualsiasi momento, Apollo-e Smart, invece,
si caratterizza per dimensioni compatte, agilità
e maneggevolezza, la soluzione ideale per operare
in spazi ristretti, soprattutto indoor.
Entrambi i modelli integrano le più avanzate soluzioni
tecnologiche Dieci:
• trasmissione ottimizzata, per ridurre al minimo gli
sprechi energetici;
• pompa Low Noise, che minimizza vibrazioni e rumori;
• Adaptive Load Sensing System evoluto, per un
maggiore risparmio energetico e una maggiore
durata della batteria;
• distributore Flow Sharing a controllo elettronico di
serie. nn
Macchine&Attrezzature
Il nuovo sollevatore elettrico
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Escavatori
L’impresa Battistella
sceglie gli Hitachi
La Zona industriale udinese (Ziu) ha una nuova via d’accesso, che tramite
una rotatoria la collega direttamente alla Tangenziale Sud di Udine. Un’opera
attesa e necessaria dal costo complessivo di un milione e 850mila euro
Carlo Dossi
Hitachi Italia ci racconta un’altra storia di successo
sul territorio italiano e in particolare nell’area
servita dal concessionario Salomoni. Dallo scorso
dicembre, infatti, la Zona industriale udinese
(Ziu) ha una nuova via d’accesso, che tramite
una rotatoria la collega direttamente alla Tangenziale
Sud di Udine. Un’opera attesa e necessaria
dal costo complessivo di un milione e 850mila
euro. Attesa e necessaria – lo hanno sottolineato
anche le autorità che hanno presenziato al taglio
del nastro - perché risponde alle esigenze di un’area
produttiva di oltre 5,2 milioni di metri quadri,
nella quale sono presenti 149 imprese, che
impiegano 4.625 addetti e sviluppano un fatturato
di 2,87 miliardi di euro. E lo sappiamo: per
un’area industriale il veloce collegamento con le
principali vie di comunicazione è vitale ai fini del
suo sviluppo.
L’escavatore cingolato ZX135US-7
La realizzazione dell’opera è stata affidata all’impresa
Battistella di Pasiano di Pordenone (PN)
attiva dal 1958 in edilizia pubblica, arredo urbano,
infrastrutture stradali, opere idrauliche e
ambientali (aree verdi, modellazione del suolo,
regimazione delle acque e ripristino forestale).
Un’azienda storica, che da tempo si affida al concessionario
Salomoni che rappresenta Hitachi per
il Friuli Venezia Giulia e le province di Venezia,
Belluno e Treviso. Il parco macchine della Battistella
si è recentemente ampliato con l’ingresso
di un escavatore cingolato ZX135US-7 con
braccio triplice, che è andato ad aggiungersi alla
flotta di Hitachi composta dai modelli ZX240-6,
ZX150W-7, ZX85USB-6, ZX48U-6, ZX38U-6.
«Il recente acquisto dello ZX135US-7 triplice ha
rafforzato il già solido rapporto tra le due aziende,
fondato - sottolinea Diego Zaupa, direttore di
cantiere di Battistella S.p.A. - su macchine di alta
qualità, un servizio puntuale, efficiente e sempre
orientato al raggiungimento dei risultati».
Nel cantiere di Udine i mezzi utilizzati da Battistella
sono stati gli escavatori cingolati ZX240-6,
ZX85USB-B, ZX48U-6 e il gommato ZX150W-7.
Quest’ultimo escavatore gommato è molto sfruttato,
grazie alla versatilità operativa che offre in
spazi ristretti. Attualmente, ad esempio, è impegnato
nel territorio del comune di Caneva (PN)
nei lavori di manutenzione e ricalibratura del reticolo
minore dei corsi d’acqua afferenti al torrente
Grava e al rio Rosta, per ripristinare la capacità
di contenimento delle acque. nn
Macchine&Attrezzature
108
3/2025 leStrade
Dumper
I nuovi dumper articolati Volvo
fanno il pieno di tecnologia
Volvo rinnova l’iconico dumper articolato. Annunciata una gamma
di sette modelli. Il nuovo A30 in produzione dalla prossima estate.
Nuovo l’A50 con tecnologia Full Suspension di serie sui tre assi
Volvo CE non conosce sosta e, dopo il maxi lancio
di prodotti fatto lo scorso giugno a Eskilstuna durante
i Volvo Days che ha visto protagonisti i nuovi
escavatori Serie F, dopo il lancio della nuova
gamma di macchine da demolizione fatto in novembre,
ora presenta in anteprima assoluta la sua
nuova gamma di dumper articolati, composta da
sette modelli. Tenete poi conto che mancano ancora
all’appello le nuove pale gommate Serie K. Per
il lancio dei nuovi dumper articolati il costruttore
svedese ha invitato la stampa internazionale allo
stabilimento di Braas, in Svezia, dove gli articolati
vengono sviluppati e prodotti dal 1966.
La gamma
Si parte con l’A25. Segue il nuovo A30, che è un
modello molto richiesto in Italia, e poi gli A35, A40
e A45. Totalmente nuovo l’A50 con tecnologia Full
Suspension di serie sui tre assi, mentre al top della
gamma troneggia sempre l’ammiraglia A60. Secondo
l’head of product Volvo CE Italia, Marco Misani,
«il nuovo A50 potrebbe essere un modello
molto interessante in Italia per andare a sostituire
dei navigati dumper rigidi da produzione, con
una macchina dall’elevata produttività, molto efficiente
grazia a consumi contenuti, ma anche confortevole,
molto sicura e corredata da tecnologie
connesse in continua evoluzione».
Arriveranno tutti nel 2025
Se a giugno avevamo visto il prototipo del nuovo
A40 statico, oggi possiamo dire di avere toccato
con mano i sette nuovi modelli che formeranno la
gamma 2025 dei mitici dumper svedesi, di aver
visto in azione i primi modelli che arriveranno sul
mercato, ossia gli A35, A40, A45 ed A50. Tutti già
ordinabili. La produzione dei modelli più compatti
A25 e A30 inizierà durante l’estate 2025.
Un investimento importante
La nuova generazione di dumper si distingue a colpo
d’occhio per un nuovo design dalle linee tese
che inquadra una cabina tutta nuova, rivoluzionaria,
prodotta da Volvo stessa in Svezia nello stesso
stabilimento dove sono prodotte le cabine delle pale
gommate. Approcciando la macchina, tutto cambia.
Si sale in cabina da un’ampia scaletta inclinata posta
dietro alla ruota anteriore sinistra che permette
di accedere ad un’area calpestabile con parapetto
che permette di aprire in grande l’ampia portiera. Lo
spazio a bordo è notevole, sembra il doppio rispetto
ai modelli precedenti: al posteriore c’è spazio per
un passeggero seduto trasversalmente. L’altra grande
differenza è la visibilità ottimizzata a 360 gradi,
con un miglioramento notevole all’anteriore come
sui due lati della macchina. La qualità percepita è
nettamente superiore grazie ad una scelta dei materiali
d’ispirazione automotive, a partire dal sedile
pneumatico, e ad un assemblaggio curato. L’attenzione
dell’operatore è subito catturata dal cruscotto
digitale centrale, dietro volante, ma soprattutto
dal maxi monitor verticale del sistema CoPilot da xx
pollici che permette di visualizzare le immagini delle
telecamere (laterale sinistra di serie, frontale e posteriore
disponibili), di impostare la climatizzazione
automatica e la parte multimediale e gestire le chiamate
in vivavoce. nn
Matthieu Colombo
Macchine&Attrezzature
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Aziende
Trasforma il cantiere
del futuro
Al Bauma 2025, Bobcat presenta in anteprima mondiale
i nuovi miniescavatori da 1-2 tonnellate e il recente upgrade
del miniescavatore E88, il modello top di gamma in Europa
Monica Banti
Dai concept di pale autonome RogueX e RogueX2,
al concept del telescopico elettrico TL25.60e ai
mezzi elettrici come le pale compatte T7X e S7X
e i miniescavatori elettrici E10e ed E19e, i visitatori
dell’edizione 2025 del Bauma possono scoprire
come queste innovazioni stiano passando “dal
concept al cliente”. Bobcat dimostra così come le
proprie tecnologie all’avanguardia stiano trasformando
il cantiere del futuro.
Più di 30.000 unità vendute
«I nuovi modelli di miniescavatori da 1-2 tonnellate
si basano sul successo della generazione precedente
di macchine con oltre 34.000 unità già vendute.
Dopo tre anni di sviluppo, i nuovi modelli, con
più di 500 componenti nuovi, saranno disponibili
sui mercati della regione EMEA (Europa, Medio
Oriente e Africa) verso la fine dell’anno. Ai nuovi
progetti ha lavorato un team di oltre 50 ingegneri
e designer, effettuando più di 80 visite ai clienti per
raccogliere informazioni e organizzando sessioni
di prova con gli operatori per validare i prototipi,
per un totale di oltre 20.000 ore di lavoro di test e
convalida», spiega Robert Husar, Product Line Director
di Bobcat in Europa, Medio Oriente e Africa.
La nuova generazione di miniescavatori da 1-2 tonnellate
include i modelli E16, E17z, E19 ed E20z.
Questa gamma offre prestazioni e caratteristiche di
livello superiore, un design rinnovato ed è progettata
per soddisfare le esigenze specifiche dei clienti della
regione EMEA. La nuova generazione introduce,
inoltre, numerose funzionalità avanzate, finora disponibili
solo sugli escavatori di dimensioni maggiori.
La pala RogueX2 Bobcat.
Il Bobcat S7X.
Nuovo motore e nuovo impianto
idraulico Load Sensing
Il cuore dei nuovi miniescavatori da 1-2 tonnellate
è un avanzato gruppo motopropulsore dotato di un
robusto motore potenziato integrato con una nuova
pompa Load Sensing ad alte prestazioni associata
a un impianto idraulico Flow Sharing a centro
chiuso. Questa sofisticata combinazione, in genere
prerogativa degli escavatori più grandi, offre un
livello di reattività ed efficienza senza precedenti.
«Il nuovo impianto idraulico permette all’operatore
di gestire più funzioni contemporaneamente in
modo fluido. Anche quando si usano accessori che
richiedono una notevole potenza idraulica, come la
falciaschiacciatrice, è possibile eseguire più funzioni
contemporaneamente senza interruzioni. Sono
incluse guida, rotazione e sollevamento di precisione»,
continua Robert Husar.
Il miniescavatore E88
«A complemento dei cambiamenti sulla gamma di
miniescavatori più piccoli, presenteremo una nuova
versione avanzata del nostro miniescavatore
top di gamma E88 da 9 tonnellate, che offre un
maggiore comfort per l’operatore, finiture migliorate,
caratteristiche di serie aggiuntive e disponibilità
di diverse configurazioni predefinite», sottolinea
Robert Husar.
Il maggiore comfort per l’operatore è assicurato
dalla cabina Fritzmeier, la stessa utilizzata sul popolare
miniescavatore Bobcat E60 da 6 tonnellate.
Questa cabina offre un’apertura e chiusura migliorata
di finestrini e parabrezza, una riduzione
di rumore e vibrazioni, oltre a nuove funzionalità
di serie e optional. Tra queste troviamo il sistema
Direct to Tank e il tergicristallo intermittente (entrambi
di serie su tutte le configurazioni), la telecamera
posteriore (opzionale per le macchine con
display da 7 pollici) e la nuova funzione di predisposizione
per radio FM/AM/DAB/telefono, inclusa
di serie in alcune specifiche.
Invenzioni per il domani
L’azienda ha di recente introdotto il TL25.60e, un
concept di telescopico elettrico progettato per superare
la potenza e le prestazioni della controparte
diesel e con emissioni zero per offrire una soluzione
più sostenibile.
Bobcat offre i suoi miniescavatori elettrici in tutto
il mondo, permettendo agli operatori di lavorare
in cantieri sensibili dal punto di vista ambientale
o in luoghi chiusi dove non è ammessa l’emissione
di gas di scarico. In Nord America, Bobcat offre
la pala compatta cingolata T7X completamente
elettrica, progettata per efficienza e versatilità,
nonché una falciatrice a raggio di sterzata zero per
semplificare le attività di riassetto paesaggistico e
manutenzione del terreno.
Al Bauma, inoltre, Bobcat presenta concept innovativi
come il RogueX2, una pala compatta autonoma,
e il S7X, il primo skid-steer loader completamente
elettrico al mondo. Entrambi i modelli
sono ancora nella fase di ricerca e sviluppo. nn
Macchine&Attrezzature
Il nuovo sollevatore elettrico
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Novità
Il Bauma di Sany
MACCHINE, ATTREZZATURE
E MEZZI D’OPERA PER L’EDILIZIA
COVER_767_mc.qxp_Cover_Aprile_07 21/02/23 11:29 Pagina 1
Sany è presente al Bauma 2025 con uno stand espositivo di oltre
3.000 metri quadrati, con l’intero portafoglio di macchine per varie
applicazioni. Un focus fondamentale è quello sulla sostenibilità
1-2 febbraio 2025
1-2 febbraio 2023
ostruzioni
Casa editrice la fiaccola srl Febbraio 2023
Casa editrice la fiaccola srl
Febbraio 2025
dal 1952 in cantiere
Sany investe da tempo in soluzioni di energia rinnovabile,
come dimostra la sua Sany Renewable
Energies, che sviluppa, produce e distribuisce turbine
eoliche e pannelli solari. Un esempio degli
sforzi dell’azienda orientati alla sostenibilità sono
i camion: in Asia, i camion Sany sono disponibili
sia con sistemi di sostituzione delle batterie sia
come veicoli alimentati a idrogeno. Sany si sta anche
concentrando sull’infrastruttura necessaria,
gestendo stazioni di sostituzione delle batterie e
avendo istituito la più grande stazione di rifornimento
di idrogeno con il proprio impianto di produzione
a Changsha (CN). Ma l’impegno dell’azienda
a favore della sostenibilità è sempre più evidente
anche nell’ambito delle macchine per i cantieri edili.
Una caratteristica distintiva di tutte le E-machine
Sany è la propria verniciatura blu. A parte questo,
sono praticamente indistinguibili dalle loro controparti
con motore a combustione. Tutte le macchine
elettriche Sany sono dotate di moderne batterie
al litio-ferro-fosfato (LFP), che offrono diversi
vantaggi: sono termicamente stabili, riducendo i
rischi di surriscaldamento e incendi, e, dunque,
sono ideali per i cantieri edili; sono durevoli, perché
assicurano fino a 5.000 cicli di carica; offrono
un’alternativa più ecologica, perché sono prive di
cobalto e di altri materiali tossici, hanno un funzionamento
affidabile in varie condizioni climatiche e
assicurano prestazioni stabili.
Macchine&Attrezzature
Macchine elettriche al Bauma
La domanda di miniescavatori elettrici è in aumento:
sono mezzi ideali per essere impiegati in
ambienti urbani, aree residenziali e zone di lavoro
sensibili come tunnel o spazi interni. Aiutano a
soddisfare le normative ambientali più severe, riducono
i costi operativi e richiedono meno manutenzione
rispetto ai tradizionali escavatori diesel.
Sany offre già il miniescavatore SY19E e, a Monaco,
presenta il SY35E: un miniescavatore completamente
elettrico. Il SY35E vanta fino a sei ore
di funzionamento, un consumo energetico inferiore
del 30% e una funzione di ricarica rapida.
Con il SY215E, Sany presenta anche un’alternativa
sostenibile nella classe da 23 tonnellate. Questo
escavatore cingolato completamente elettrico
è dotato di un motore elettrico da 150 kW e
di una batteria al litio ferro fosfato da 422 kWh.
Offre una soluzione senza emissioni e a basso
rumore per le aree urbane. Sany presenta, altresì,
la SW956E, una pala gommata elettrica
da 20 tonnellate. Un altro debutto a Monaco è
la STH625e, un sollevatore telescopico elettrico
compatto da sei metri.
Le elettriche per le strade
STR50E è il primo rullo da cinque tonnellate completamente
elettrico di Sany. Garantisce fino a
otto ore di autonomia e dispone di una funzione
di ricarica rapida. Ideale per cantieri urbani
e progetti infrastrutturali sostenibili. Al Bauma
è esposta anche la fresatrice a freddo elettrica
SCM500E. nn
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Siamo La Casa stati giapponese in Svezia per
scoprire introduce i sette un 3,8 nuovi t compatto ADT
svedesi. di terza Ci generazione. hanno stupito
la Un tecnologia mini che onboard alza l’asticella...
e l’A50 Full Suspension
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LA LIEBHERR DEVELON L546 DL420-7 G8
...equipaggiata Siamo stati in dell’opzionale
fabbrica,
«benna a Bischofshofen, trasparente». per scoprire
Efficienza tutto sulla e più nuova sicurezza pala media,
sul che piazzale ha tutto dell’impianto di una grande
di Ternate (VA)
9
ISSN ISSN 0010-9665 0010-9665
9770010 770010966504
0 0 708776 7 > >
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Aziende
Soilmec al Bauma 2025
Mantenendo il posizionamento della scorsa edizione (FN521/9,
nell’area esterna dedicata ai perforatori), Soilmec si presenta al
Bauma 2025 con un nuovo stand, area coperta di 375 metri quadrati
Monica Banti
La SR-95 Blue Tech
Con un peso operativo di quasi 100 tonnellate, rappresenta
l’alto di gamma della linea Soilmec SR. La
macchina è presentata al Bauma con la motorizzazione
Stage V, un Cummins X15 da 455 kW (610
HP) e l’argano principale con un tiro di 352 kN. La
macchina può opzionalmente essere allestita con
l’argano in versione Single Layer, che ottimizza la
gestione dei grandi Kelly bars unendo il vantaggio
di avere sempre il massimo tiro di 352 kN e la minima
usura della fune. L’SR-95 è in grado di offrire performance
di trivellazione di prim’ordine: fino a 34,5
metri di profondità in elica continua (CFA) e fino a 33
metri sia in deep Soil mixing (TJ) che in palo costipato.
Al Bauma è configurata in palo trivellato con asta
telescopica Kelly. In questa configurazione la macchina
è in grado di eseguire pali fino a oltre 100 metri
di profondità con aste a frizione e oltre 80 metri
con aste a bloccaggio. Inoltre, grazie alla tavola rotary
con interasse di scavo variabile fino 1400 millimetri,
è possibile installare utensili fino a 2700 millimetri
di diametro davanti al mast.
La SR-65 Blue Tech
La macchina più venduta da Soilmec negli ultimi
anni, un concentrato di prestazioni, agilità in cantiere
e semplicità di trasporto. Infatti, con un peso
operativo di 65 tonnellate, la SR-65 può essere trasportata
in un’unica soluzione mantenendo montata
l’asta Kelly (di qualsiasi lunghezza), consentendo un
rapido avvio sul sito. Nonostante la stazza media, la
macchina offre il meglio di sé nel palo trivellato con
asta Kelly e camicia di rivestimento. Grazie al design
del mast, è possibile usare elementi di camicia
lunghi per ridurre i tempi di gestione e aumentare
la produttività. Una potente tavola rotary da 258,5
kNm e un tiro-spinta ad argano da 330 kN garantiscono
velocità di trivellazione e un’ottima forza di
estrazione per le camicie pesanti. L’SR-65 può essere
allestita in versione Low Headroom con asta Kelly,
con un ingombro minimo in altezza di 8,5 metri,
e nella versione in elica continua incamiciata Front
Of Wall denominata VDW.
La nuova linea Blue Tech Plus
È la più grande innovazione esposta al Bauma. Questa
nuova linea introduce una ulteriore evoluzione
rispetto a quanto già fatto con la linea Blue Tech
ed è volta a rafforzare ed implementarne i principali
obiettivi: maggiore efficienza, minori emissioni.
Propone una soluzione con motorizzazione Diesel
in grado di offrire prestazioni di alto livello con
un occhio di riguardo all’ambiente. Le maggiori innovazioni
si concentrano nell’impianto idraulico. In
particolare, il sistema di accoppiamento pompa e
distributori che è in grado di gestire l’erogazione
dell’olio idraulico ottimizzando la richiesta di energia.
Grazie a questa soluzione, il sistema funziona a
pressioni più elevate e con meno olio in circolazione.
Ciò ha permesso di ridurre anche la capacità del serbatoio
olio con conseguente ulteriore riduzione del
total cost of ownership. Restano invariati i vantaggi
associati alla linea Blue Tech: minore consumo di
carburante, veloce conversione tra le varie tecnologie
e comandi più reattivi e precisi, con la possibilità
anche di personalizzare la reattività dei comandi
a seconda delle preferenze dell’operatore.
Innovation and Controls
Nell’area Controls è possibile scoprire e sperimentare
le ultime innovazioni della Suite DMS, in particolare:
• DME, il simulatore delle macchine SR di Soilmec,
con oltre tantissimi esercizi sulle tecnologie palo
Tre le gamme principali di Soilmec in esposizione a
Monaco di Baviera: SC, SR e SM. Innovazione e tecnologia
sono presentate all’interno delle macchine
e nell’area “controls”, caratterizzata dall’aula mobile
di formazione, dove è possibile provare il simulatore
delle macchine SR e gli ultimi sviluppi del DMS.
La SM-22
La macchina da micropalo più potente di Soilmec,
che fa delle performance di scavo e stabilità i propri
punti di forza. Grazie a un peso operativo di 22
tonnellate e ai nuovi stabilizzatori frontali orientabili,
è perfetta per effettuare tiranti e ancoraggi.
La versione esposta al Bauma è allestita con
una corsa di 10,2 metri, con motoriduttore di tiro-spinta
da 150 kN, e caricatore a due aste per
eseguire fino a 27 metri di tiranti in totale sicurezza.
Performance garantite anche dall’ampia
scelta di rotary disponibili; in fiera è allestita con
la HR3700 da 37 kNm, differenti gruppi morse
tra cui scegliere e il nuovo estrattore telescopico
con corsa da un metro, ideale per agevolare l’estrazione
delle aste in risalita anche nelle condizioni
più gravose.
Linea SR
La linea SR rappresenta il fiore all’occhiello di Soilmec,
con perforatrici idrauliche multifunzione in grado
di eseguire tutte le principali tecnologie del palo
di grande diametro e il deep Soil Mixing. La gamma
è rappresentata al Bauma da due dei modelli della
linea Blue Tech più apprezzati negli ultimi anni: la
SR-95 e la SR-65. Inoltre, al Bauma si rivela il frutto
degli ultimi studi sviluppati dal dipartimento ingegneristico
di Soilmec per le macchine a motore
endotermico: la nuova tecnologia Blue Tech Plus.
Macchine&Attrezzature
Il nuovo sollevatore elettrico
116
3/2025 leStrade
leStrade 3/2025
117
trivellato con asta Kelly e CFA, ed un visore 3D per
le operazioni di carico e scarico da camion con radiocomando.
Il software è installato in una cabina
vera e propria ed è stato sviluppato per il training
degli operatori, consentendo di prendere confidenza
con i comandi e di apprendere le manovre
e le sequenze di scavo in totale sicurezza;
• telecamere J-Eye con Intelligenza Artificiale per il
rilevamento delle persone, un sistema avanzato
di video-sorveglianza dell’area attorno alla macchina
per una sempre maggiore sicurezza in cantiere.
Il sistema è integrato con il DMS On Board
consentendo così un controllo ottimale;
• Smart Maintenance una nuova soluzione con sensori
di monitoraggio dello stato di salute dei componenti,
e la presentazione di un innovativo sistema
di Intelligenza Artificiale per la supervisione
della macchina. Questa soluzione consente di rilevare
in anticipo eventuali condizioni di lavoro anomale,
fornendo al cliente di programmare anticipatamente
le attività di manutenzione;
• DMS-Suite: per scoprire i numerosi e collaudati
automatismi di supporto alla perforazione del
DMS On Board come l’Autodrilling ed i cicli automatici
nelle varie tecnologie, le ultime novità su
DMS Manager e DMS PC come la possibilità di gestire
in autonomia gli account utente, organizzare
al meglio la flotta raggruppando macchine e
utenti, o funzionalità avanzate per l’integrazione
dei dati macchina col gestionale del cliente.
La linea SC
Dedicata alle “gru heavy duty”, la linea SC ha registrato
importanti sviluppi negli ultimi anni. Questi
progressi si sono concretizzati con la costruzione
della nuova idrofresa della linea Tiger, la SC-110
Urban, subito impiegata nel progetto Grand Paris
Express, e con lo sviluppo della SC-130 HD, dotata
di diversi allestimenti tecnologici che la rendono
una gru heavy duty multifunzione.
La SC-130 HD
La gamma SC sarà rappresentata in fiera dalla SC-
130 HD in allestimento Dynamic Compaction. Questa
macchina ha una capacità di carico di 130 tonnellate
in lifting e una capacità di 53 tonnellate in
applicazioni heavy duty, permettendole di essere
equipaggiata con grandi benne e idrofrese, disponibili
sia nella versione Tiger che Cougar. Per garantire
ottime performance in ogni applicazione, la
macchina è alimentata da un potente motore Diesel
Cat C18, disponibile sia in versione Stage V che
Tier III, in grado di erogare 563 kW (610 HP). Gli
argani sono disponibili in due versioni: da 300 kN,
come nella versione esposta, e da 350 kN per applicazioni
ad alta capacità di carico. In versione Dynamic
Compaction, può gestire “drop weight” fino a
36 tonnellate con un braccio tralicciato di lunghezza
Macchine&Attrezzature
118
compresa tra i 20 e i 32 metri. Nella versione esposta
al Bauma è allestita con un braccio di 29 metri.
La linea SM
La linea di macchine da micropalo Soilmec è rappresentata
in fiera da tre modelli che ne esprimono appieno
le caratteristiche distintive. Queste macchine
multifunzione offrono, grazie alla loro versatilità e
ampio spettro di posizionamenti, ottime prestazioni
in tutte le principali tecnologie da micropalo, tiranti
e consolidamenti del terreno.
La SM-11
Macchina caratterizzata da versatilità e compattezza.
Con una larghezza di due metri e un peso in
configurazione di lavoro di 11 tonnellate, è adatta a
lavorare anche negli spazi più ristretti. Può essere
allestita con cinque differenti teste rotary per offrire
la soluzione ideale rispetto al tipo di lavorazione
richiesta. Il mast è disponibile in differenti lunghezze
con corsa compresa tra 1850 millimetri e 4200
millimetri, allestite con un tiro spinta a motoriduttore
in grado di trasmettere una forza di 96 kN. La
SM-11 monta un motore Cummins F3.8 da 115 kW
(154 HP). Grande versatilità anche per le movimentazioni
grazie al cinematismo con zoom telescopico
e giunto a 90°, come nella versione in esposizione,
e opzionalmente con ralla a 360°.
La SM-18
Rappresenta la storicità di Soilmec. Una macchina
conosciuta e apprezzata nel mercato da tanti anni,
rinnovata con alcune migliorie ad hoc. Nuova motorizzazione
Diesel da 209 kW (280 HP) con il 6,7 litri
di Cummins e nuovo kit Jet Grouting in grado di
eseguire un trattamento in singola passata di 27,3
metri. Nella versione esposta al Bauma, la macchina
è allestita con un caricatore a dieci aste, che consente
di perforare sino a una profondità di 66 metri
in totale sicurezza, e con la testa rotary Soilmec
HR21GV caratterizzata da un’elevatissima velocità
di rotazione fino a 446 rpm. nn
3/2025 leStrade
Casa Editrice
la fiaccola srl
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www.guidanoleggioedile.it
Novità
Innovazione sostenibile
e automazione
Al Bauma 2025, Case presenta la propria gamma completa
di macchine, progettata per soddisfare le esigenze in continua
evoluzione degli operatori e dei gestori di flotte in tutta Europa
Gabriele Villa
Case Construction Equipment ritorna al Bauma
come finalista sia nella categoria Digital sia in
quella Mechanical Engineering dei Bauma Innovation
Awards. L’azienda esporrà un’ampia gamma
di soluzioni avanzate, con particolare attenzione
ai carburanti alternativi, all’automazione e
alla connettività.
«Il concetto di ‘Let’s Drive the Future’ incarna
l’impegno di Case nell’affrontare le sfide che i
nostri clienti si trovano a dover affrontare in un
settore colpito da nuove normative e dalla carenza
di operatori qualificati», ha dichiarato Fabrizio
Cepollina, responsabile di CNH CE EMEA. «Il
nostro obiettivo è sviluppare soluzioni che combinino
le più recenti tecnologie sui carburanti e
l’automazione ottimizzando produttività ed efficienza».
L’ampio stand di Case al Bauma è incentrato
su nuove pale gommate, mini-escavatori,
terne, escavatori cingolati e su un’offerta sempre
più ampia di modelli elettrici. Queste macchine,
progettate per applicazioni che spaziano dall’edilizia
urbana alla gestione dei rifiuti, dalle cave
alla costruzione di strade, sono studiate per garantire
efficienza operativa, costi di esercizio ridotti
al minimo e un minore impatto ambientale,
il tutto in linea con le richieste di un mercato
in rapida evoluzione. Inoltre, Case presenta due
macchine personalizzate, esempio della sua nuova
Divisione Applicazioni Speciali, ospitata all’interno
del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo di
Sampierana.
Sistemi avanzati di assistenza
alla guida
Uno dei punti salienti dello stand Case al Bauma
è l’introduzione di sistemi avanzati di assistenza
alla guida per le pale gommate: progettati per migliorare
la sicurezza, l’efficienza e la produttività in
cantiere, i nuovi sistemi comprendono una maggiore
visibilità, la percezione degli ostacoli e dei pericoli,
l’assistenza alla guida basata sull’intelligenza
artificiale e la semi-autonomia delle pale.
Per maggiori
informazioni
si veda il QR-code.
La tecnologia AI di Case Smart Loader Assist è
finalista nella categoria Digital dei Bauma Innovation
Awards, mentre il caricatore elettrico telecomandato
Impact è finalista nella categoria Mechanical
Engineering.
Modelli elettrici a zero emissioni
Sono al centro dell’esposizione Case al Bauma: le
macchine elettriche offrono soluzioni ecologiche
con numerosi vantaggi, tra cui un minor consumo
energetico, un funzionamento più silenzioso
e costi di manutenzione ridotti.
Maggiore sicurezza
Per supportare ulteriormente la sicurezza e la produttività,
CASE introdurrà un’innovativa tecnologia
di monitoraggio remoto, che fornirà assistenza a distanza
alle macchine. Questa tecnologia consente il
monitoraggio in tempo reale delle condizioni operative
e del consumo di carburante e facilita la manutenzione
predittiva, riducendo i tempi di fermo macchina
e migliorando la gestione del parco macchine.
Soluzioni di finanziamento
CNH Capital, che supporta i marchi, i concessionari
e i clienti CNH con una suite di prodotti finanziari,
utilizza il Bauma per mettere in evidenza una soluzione
di finanziamento estremamente flessibile,
progettata per aiutare i proprietari a massimizzare
i loro investimenti. CNH Capital si concentra sulla
ricerca delle migliori opzioni finanziarie per ciascun
cliente, offrendo soluzioni adattabili per soddisfare
le diverse esigenze aziendali. «Queste soluzioni
complete e a 360 gradi sono progettate per massimizzare
la produttività dei clienti», ha aggiunto
Cepollina. «Visitando CASE al Bauma, i partecipanti
potranno sperimentare queste innovazioni
in prima persona». nn
Macchine&Attrezzature
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leStrade 3/2025
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leStrade
Aeroporti Autostrade Ferrovie
ASSOCIAZIONI
Terne
La prima al mondo con cabina rotante
Il Gruppo Mecalac è lieto di presentare la sua nuovissima terna:
la REVO990. Questo nuovo modello rappresenta una rivoluzione: è la prima
terna al mondo con cabina rotante per una maggiore facilità d’uso
La Revo990 rivoluziona il settore con una soluzione
innovativa che supera i vincoli delle macchine tradizionali.
Progettata per migliorare la facilità d’uso,
la sicurezza e la mobilità, questa terna è dotata
di una cabina girevole che elimina la necessità
di girare manualmente il sedile. Questa innovazione
riduce l’affaticamento e consente all’operatore
di tenere tutti i comandi a portata di mano restando
sempre orientato di fronte all’area di lavoro,
indipendentemente dalle condizioni del cantiere.
Il passaggio dalla modalità caricatore alla modalità
escavatore è ora più rapido e semplice: la rotazione
della cabina elimina la necessità di contorsioni
e migliora la visibilità, offrendo maggiore comfort
di guida e sicurezza nei cantieri.
«In Mecalac l’impegno per l’innovazione è costante.
La Revo990 incarna la nostra visione del futuro
del settore, in cui sicurezza, facilità d’uso, efficienza
e redditività sono al centro di ogni progetto», afferma
Alexandre Marchetta, Presidente del Gruppo
Mecalac.
Mecalac è costantemente attenta alle esigenze dei
propri clienti. Grazie al suo know-how, alla sua
esperienza e alla sua forza innovativa offre sistematicamente
soluzioni differenziate con un reale
valore aggiunto.
Mecalac a Notre-Dame
Mecalac ha l’onore di avere un proprio escavatore cingolato 10MCR in un ruolo
chiave nell’eccezionale cantiere di ricostruzione di Notre-Dame a Parigi. Questo
progetto, che ha una portata simbolica e culturale incomparabile, rappresenta
una vera sfida tecnica e logistica. Il rifacimento della pavimentazione del sagrato
richiede una precisione millimetrica: la copertura originaria è stata rimossa su circa
1.000 metri quadrati per l’esecuzione dei lavori di sbancamento e la successiva
posa di pietra di Comblanchien, un materiale calcareo scelto per valorizzare questo
straordinario patrimonio.
Per Mecalac e per il suo cliente Colas è un privilegio poter contribuire fornendo una
macchina di alta qualità, perfettamente rispondente alle esigenze uniche di questo
cantiere.
La società Colas ha dato fiducia a Mecalac offrendole l’opportunità di partecipare
a un’avventura fuori al comune. La loro cooperazione permette di dimostrare tutta
la capacità e l’affidabilità delle macchine Mecalac in condizioni particolarmente
impegnative. Mecalac è felice di fornire il suo apporto alla ristrutturazione di un
monumento emblematico, simbolo del patrimonio artistico-culturale francese, e di
collaborare alla scrittura della sua storia attuale
«Siamo orgogliosi di superare costantemente i limiti
e di offrire ai nostri clienti soluzioni innovative
che soddisfino realmente le loro esigenze», aggiunge
Alexandre Marchetta. nn
n Sicurezza stradale: il ruolo dell’IRF
Marrakech 2025: 4ª Conferenza
Ministeriale sulla Sicurezza Stradale.
n Report di Oice sui bandi PNRR.
Affidamenti PNRR per servizi tecnici e
appalti integrati a -81,3%
in valore sul 2023.
n I Soci della SIIV si mettono all’opera
Prima conferenza programmatica
Gruppi di Lavoro.
n Siteb alla Global Ministerial Conference
on Road Safety di Marrakech.
Macchine&Attrezzature
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Sicurezza stradale: il ruolo dell’IRF
Marrakech 2025: 4ª Conferenza Ministeriale sulla Sicurezza Stradale
Report di OICE sui bandi PNRR
Affidamenti PNRR per servizi tecnici e appalti integrati a -81,3% in valore sul 2023
International Road
Federation (IRF)
2 Chemin de Blandonnet
CH-1214 Vernier (Geneva)
Tel. +41-22-306 0260
E-mail: info@irfofficial.org
www.irfofficial.org
Susanna Zammataro
Direttore Generale IRF
L’International Road
Federation (IRF) ha avuto
una settimana di grande
impatto alla 4ª Conferenza
Ministeriale sulla Sicurezza
Stradale dal 15 al 21
febbraio 2025 a Marrakech.
L’evento, organizzato
dall’Organizzazione Mondiale
della Sanità (OMS) e
dall’Agenzia Nazionale per
la Sicurezza Stradale del
Marocco (NARSA), ha messo
in luce la necessità urgente
di dimezzare i decessi globali
sulle strade entro il 2030.
Nel corso della conferenza,
l’IRF ha dato vita a incontri
produttivi con politici ed
esperti internazionali, coospitando
quattro sessioni
su temi chiave per la
sicurezza stradale. In
chiusura, ha annunciato
una collaborazione per
rafforzare la formazione e
l’accreditamento dei road
safety auditors in Australia e
Nuova Zelanda.
Il 16 febbraio, alla 3ª
Assemblea Mondiale dei
Giovani per la Sicurezza
Stradale – organizzata dalla
Global Youth Coalition for
Road Safety e dall’OMS –
l’IRF, insieme ad Abertis,
ha condotto un workshop
sull’integrazione della
progettazione e delle
operazioni stradali sicure
nei sistemi di mobilità
sostenibile. I Giovani
Professionisti dell’IRF
hanno arricchito il dibattito,
contribuendo a un confronto
stimolante sulle infrastrutture
stradali.
Un evento parallelo con
iRAP e PIARC ha messo in
evidenza il Ten Step Plan for
Safer Road Infrastructure,
un piano adattabile che i
paesi possono implementare
in base alle loro capacità.
Il piano è progettato
per supportare il Global
Framework Plan of Action
for Road Safety delle Nazioni
Unite, mirato a migliorare
la gestione della sicurezza
stradale e le infrastrutture
stradali in generale. Il
Senegal Ten Step Project
ne rappresenta un esempio
concreto, mentre il Tanzania
Ten Step Plan Project, che
ha vinto nel 2023 il Prince
Michael International Road
Safety Award e il Gary Liddle
Award, è una dimostrazione
del successo di questa
iniziativa.
Un momento rilevante
della conferenza è stato
un incontro internazionale
tra paesi, co-ospitato
dall’IRF con la Commissione
Economica e Sociale per
l’Asia Occidentale delle
Nazioni Unite (UNESCWA).
Più di 100 partecipanti hanno
discusso del progetto Safe
& Inclusive Road Design
in North and West Africa,
volto a rivedere gli standard
stradali in Marocco, Senegal
e Mauritania, con un forte
focus sulla protezione
degli utenti vulnerabili
della strada attraverso
pratiche aggiornate di
progettazione sicura e
linee guida geometriche.
La collaborazione regionale
è stata al centro di questo
dibattito, con lo scopo di
aggiornare le normative
stradali e migliorare la
sicurezza.
In una sessione parallela con
PIARC, l’IRF ha sottolineato
l’importanza di integrare
misure come gli audits
di sicurezza stradale e la
gestione della velocità
per prevenire i decessi.
La discussione ha anche
evidenziato la necessità
di sviluppare capacità
istituzionali, impegno politico
e finanziamenti sostenibili
per garantire che la sicurezza
stradale diventi una priorità
globale.
Uno degli annunci più
significativi è stato fatto
nell’ultimo giorno della
conferenza: l’IRF ha
comunicato una nuova
partnership con l’Australian
National Transport Research
Organisation (NTRO), per
formare e accreditare road
safety auditors in Australia
e Nuova Zelanda. Questa
collaborazione si inserisce
nell’ambito del International
Registry for Road Safety
Auditors, lanciato a ottobre
2024, che ha l’obiettivo di
standardizzare le qualifiche
degli auditors a livello globale
per garantire uniformità
nelle valutazioni di sicurezza.
Questo passo rafforza il ruolo
fondamentale degli audits
nella prevenzione degli
incidenti e nella riduzione
dei rischi, contribuendo a
salvare vite in tutto il mondo.
Per ulteriori informazioni
visitare il sito web dell’IRF
all’indirizzo www.irfofficial.
org. nn
OICE
Associazione delle organizzazioni
di ingegneria, di architettura e
di consulenza tecnico-economica
Via G… B. Martini, 13
00198 Roma
Tel. 06.80687248
E-mail info@oice.it
www.oice.it
Sono questi i dati principali
che emergono dal report
OICE - l’Associazione che
riunisce le società di ingegneria
e architettura in ambito
confindustriale - che analizza le
gare per servizi di architettura
e ingegneria (SAI) e per appalti
integrati (progettazione esecutiva
e costruzione) relativi ad
interventi finanziati con fondi del
PNRR emessi nel quarto e ultimo
trimestre del 2024.
In quest’occasione è quindi
possibile tracciare un primo
bilancio sul 2024 che ha visto
pubblicati 730 bandi per un valore
di 282,5 mln. Il confronto con il
2023 vede un forte calo in valore
(-81,3%) e in numero (-77,6%).
Il quarto trimestre ’24, con 130
bandi da 45,6 mln, fa registrare
un calo del 79,4% in valore e
dell’88,6% in numero sul quarto
trimestre ’23.
Va evidenziato che, stando al
valore, l’incidenza delle gare
PNRR - come prevedibile - sta
rapidamente scendendo: passa
dal 31,1% del totale del mercato
raggiunto nel 2023, al 15,6% nel
2024. Nel quarto trimestre ’24
l’incidenza del valore dei bandi
PNRR è l’8,3% (era il 23,6% nel
quarto trimestre ’23). Stante il
crollo del valore dei bandi PNRR
nel 2024 è evidente, comunque,
che nel 2024 le attività virano
verso la fase esecutiva (direzione
lavori, validazioni, collaudi,
assistenze al Rup) queste
costituiscono infatti il 64,1% del
valore totale mentre nel 2023
erano il solo 29,5%. Nel quarto
trimestre ’24 le gare sono state
43, per 21,5 mln, il 47,2% del
valore totale delle gare PNRR (nel
quarto trimestre 2023 erano il
49,7%).
Per Giorgio Lupoi, presidente
dell’Associazione, i dati
«confermano con tutta evidenza
che per il nostro settore la maggior
parte delle attività progettuali
ormai è stata affidata, sia come
PFTE poi messi in gara, sia come
progettazione esecutiva svolta con
le imprese all’interno degli appalti
integrati, anch’essi in calo in valore
e in numero. La riduzione del
valore del numero delle gare va
considerata fisiologica, così come
lo spostamento sulle direzioni
lavori e sulle verifiche dei progetti
che, ad esempio, sono aumentate
del 113% nell’ultimo trimestre
del 2024 rispetto al precedente
trimestre. La fase di realizzazione
delle opere assume quindi sempre
maggiore rilievo e le nostre società
si stanno attrezzando per essere
a fianco delle stazioni appaltanti,
soprattutto per le direzioni lavori
che in parte erano già previste
nelle gare di progettazione.
Rimangono come problemi
irrisolti alcuni nodi che avevamo
chiesto fossero chiariti anche
con il correttivo – ad esempio
l’anticipazione contrattuale
per organizzare i team di DL
- e soprattutto è mancata la
definizione di un contratto-tipo,
essenziale per ridurre contenziosi
che, viste le scadenze imposte dal
Piano, potrebbero evitare ritardi
e, speriamo mai, incompiute.
Certamente si può dire che questa
esperienza sta costringendo
anche la PA ad un cambio di
mentalità, ragionando come un
project manager che deve avere
sempre al centro il controllo di
tempi e costi. Anche su questo
non sarebbe stato male se fossero
stati accolti i nostri suggerimenti
per affidare queste attività a chi
opera sul mercato; qualcuno
lo sta facendo (o lo ha fatto),
ma si tratta di mosche bianche.
Peccato». nn
Associazione IRF
Associazione OICE
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leStrade 3/2025
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I Soci della SIIV si mettono all’opera
Prima conferenza programmatica Gruppi di Lavoro
Global Ministerial Conference on Road
Presentato anche il nuovo manuale SITEB sulla sicurezza stradale
Società Italiana
Infrastrutture Viarie
SIIV
www.siiv.it
Stefano Coropulis
Martedì 11 febbraio 2025,
presso l’Università La Sapienza
di Roma, si è tenuta la Prima
Conferenza Programmatica dei
Gruppi di Lavoro della SIIV.
La conferenza, fortemente
voluta dal Presidente Prof.
Gianluca Dell’Acqua, è stata
organizzata con l’obiettivo di
definire le linee di indirizzo
per tutti i Gruppi di Lavoro
(GdL), fornire spunti operativi
e delineare i risultati condivisi
da conseguire. L’evento ha
ricevuto un riscontro molto
positivo da parte dei soci,
come dimostrato dall’ampia
partecipazione. Durante
l’incontro, i partecipanti
hanno preso attivamente
parte al dibattito, proponendo
idee e soluzioni utili per la
prosecuzione dei lavori di
ciascun gruppo.
La conferenza è stata aperta dal
Presidente della SIIV, che ha
innanzitutto ringraziato il Prof.
Antonio D’Andrea, Fiduciario
SIIV della sede ospitante, per
poi illustrare il programma della
giornata di lavoro e gli obiettivi
intermedi e finali dei Gruppi
di Lavoro della SIIV: oltre agli
incontri periodici che ciascun
gruppo terrà internamente
con il coordinamento dei
Soci responsabili, è prevista
l’organizzazione di eventi
plenari, volti alla condivisione
degli output intermedi e alla
definizione dei risultati finali
attesi.
In quest’ottica, è stata
programmata la seconda
conferenza dei GdL SIIV che si
terrà a Roma il 24 giugno p.v.,
la presentazione dei quaderni
tecnici redatti dai GdL si terrà
nell’ambito del Convegno
Nazionale della SIIV che si terrà
a Napoli dal 19 al 21 novembre
c.a. In tale occasione, oltre
alla condivisione dei traguardi
raggiunti, potranno essere
delineati gli obiettivi futuri
che ciascun GdL intenderà
perseguire nel corso del 2026.
Alla presentazione del quadro
generale sono seguite
le presentazioni dei GdL
SIIV proposte dai rispettivi
responsabili, con un successivo
momento di confronto e
brainstorming, in cui sono
stati condivisi punti di vista
e prospettive sugli obiettivi
delineati.
Il primo gruppo a intervenire
è stato il GdL “Smart Roads”,
presentato dal Prof. Marco
Guerrieri, che ha illustrato
le principali tematiche di
interesse. A seguire, il Prof.
Andrea Simone ha esposto
gli intenti del GdL “Normativa
Tecnica”, affrontando sia
gli aspetti tecnici che quelli
scientifici del tema.
I numerosi interventi dei soci
hanno reso il dibattito proficuo
e dinamico, favorendo uno
scambio di idee costruttivo su
ogni argomento trattato.
Nel pomeriggio, lo spirito
di partecipazione non è
cambiato anche durante
la presentazione del GdL
“Ferrovie” e del GdL “SIIV
Futura”. Successivamente
è stato anche ufficialmente
attivato il GdL “Aeroporti”.
In merito al GdL “Ferrovie”,
i Proff. Gaetano Bosurgi e
Giuseppe Loprencipe hanno
delineato le prospettive
del gruppo, evidenziando
un duplice focus su ricerca
e didattica e proponendo
attività e spunti di riflessione
per affrontare il tema
ferroviario in maniera
completa e multidisciplinare.
Il GdL “SIIV Futura”,
suddiviso in tre sezioni
tematiche – “Regolamento”,
“Ricerca” e “Comunicazione”
– è stato presentato dal Dott.
Paolo Intini, che ha descritto
gli specifici compiti e gli
obiettivi di ciascuna area.
La conferenza si è conclusa
con un vivace dibattito
sulle tematiche del neonato
GdL “Aeroporti”, i cui soci
aderenti sono ancora in via di
definizione.
L’evento ha rappresentato
un momento di confronto
scientifico di grande valore,
ma anche un’occasione
per rafforzare lo spirito di
cooperazione e inclusione
che caratterizza la SIIV. Oltre
agli importanti progressi sul
piano tecnico e metodologico,
la giornata ha offerto ai soci
un’opportunità di incontro
e scambio, contribuendo
a consolidare le basi per il
lavoro futuro dei GdL nn
Associazione Strade Italiane
e Bitumi (Siteb)
Piazza della Costituzione 5/C,
40128 Bologna
Tel. 051 282977
siteb@siteb.it
www.siteb.it
Nicola Ravaioli
Responsabile della Comunicazione
e Sviluppo
Dal 18 al 20 febbraio 2025,
Siteb ha partecipato alla 4ª
Global Ministerial Conference
on Road Safety, il più
importante appuntamento
internazionale dedicato alla
sicurezza stradale, che si è
svolto a Marrakech, Marocco.
Un evento di rilievo mondiale
che ha visto la presenza di oltre
2.500 delegati provenienti da
198 Paesi, con il coinvolgimento
di istituzioni, enti governativi,
aziende e stakeholder del
settore.
L’Associazione Strade
Italiane e Bitumi (Siteb) ha
rappresentato l’intera filiera
delle infrastrutture stradali,
prendendo parte ai lavori
con una delegazione guidata
dal Presidente Alessandro
Pesaresi e dal Responsabile
della Comunicazione e Sviluppo
Nicola Ravaioli. Siteb ha avuto
un ruolo di primo piano nel
confronto sulle strategie globali
per la sicurezza stradale,
condividendo competenze e
best practices fondamentali per
il settore.
Durante l’evento, Siteb ha
presentato in anteprima un
estratto del manuale “Sicurezza
stradale: l’aderenza delle
pavimentazioni”, realizzato
da una task force di esperti
dell’associazione. Questo
documento tecnico affronta
tematiche cruciali come i
meccanismi che influenzano
l’aderenza stradale, le
metodologie di misurazione
più avanzate e le soluzioni
progettuali per garantire
infrastrutture più sicure.
Un focus particolare è stato
dedicato alle condizioni
di asfalto bagnato, dove
fenomeni pericolosi come
l’aquaplaning possono
aumentare significativamente
il rischio di incidenti. Il manuale
rappresenta uno strumento
essenziale per sensibilizzare
istituzioni e operatori del settore
sull’importanza di una corretta
progettazione e manutenzione
delle pavimentazioni stradali.
L’importanza della sicurezza
stradale: il ruolo delle
infrastrutture
«Ogni anno oltre 1,35 milioni
di persone perdono la vita sulle
strade di tuto il mondo. Tra
i diversi fattori che incidono
sulla sicurezza, l’aderenza delle
pavimentazioni rappresenta un
elemento chiave, influenzando
direttamente il comportamento
dei veicoli, soprattutto in
condizioni atmosferiche avverse
come pioggia, nebbia o neve»,
ha dichiarato Alessandro
Pesaresi, Presidente di Siteb.
«Una corretta manutenzione
delle strade può contribuire
in modo significativo alla
riduzione del numero di
incidenti e vittime. La diffusione
di competenze tecniche
approfondite e la condivisione
di best practices, come quelle
illustrate nel nostro manuale,
sono fondamentali per la
costruzione di infrastrutture più
sicure e affidabili».
Una presenza istituzionale di
rilievo
Siteb ha fato parte della
delegazione italiana presente
a Marrakech, insieme ad
Anas e Piarc Italia, con la
partecipazione del Ministero
delle Infrastrutture e dei
Trasporti, Aiscat, Polizia
Stradale, Polizia di Stato,
Politecnico di Milano e Fred
Engineering. L’Associazione ha
avuto uno spazio all’interno
dello stand organizzato da
Anas e Piarc, contribuendo
alle attività di confronto e
networking con esperti di tuto il
mondo.
Oltre ai momenti di dibattito e
presentazione, la Conferenza
ha ospitato un’importante
esposizione internazionale,
con stand e padiglioni curati
da istituzioni, aziende,
stakeholder del settore, ONG
e media, creando un’ulteriore
occasione di interazione e
approfondimento sulle strategie
per la sicurezza stradale
globale.
La partecipazione di Siteb alla
Global Ministerial Conference
on Road Safety ha confermato
ancora una volta il ruolo
centrale dell’Associazione nel
promuovere innovazione,
sostenibilità e sicurezza nel
settore delle infrastrutture
stradali, con l’obiettivo di
contribuire alla riduzione del
numero di incidenti e alla
costruzione di un futuro di
mobilità più sicuro per tutti. nn
Associazione SIIV
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(n. 1605) - Anno CXXVII - N° 3 Marzo 2025
(n. 1585) - Anno CXXV - N° 3 Marzo 2023
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