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Congruenza tra cartografie
catastali e tradizionali
Vexcel UltraCam X in dettaglio
La Conferenza AM/FM
Un report da Intergeo
Lo Sputnik
compie 50 anni
TRIMBLE
SOMMARIO
16
Analisi di congruenza tra cartografie
catastali e tradizionali. Un caso di
studio di alcuni centri storici lucani
di A. Falciano, G. Nolè e P. Lucia
Nuovi sensori digitali per aerofotogrammetria classica.
Vexcel UltraCam X: una camera aerea da 216 Megapixels
di Renzo Carlucci
Laser e immagine per la geo-conoscenza del costruito
di Luigi Colombo
6
6
20
FOCUS REPORTS
26
La Conferenza AM/FM nel segno di INSPIRE
A Cura della Redazione
Il mondo della geomatica si incontra ad Intergeo 2007
A Cura della Redazione
28
33
Laser Scanner 3D: applicazioni, metodologie e
potenzialità del rilevamento con laser scanner terrestre
di Giorgio Vassena
Il Laboratorio di Cartografia Archeologica di Roma
A Cura della Redazione
35
UNIVERSITA’
E RICERCA
36
Cartografia e modernità.
L’evoluzione dei paradigmi comunicativi
di Fulvio Bernardini
CARTO
GRAFICA
Sputnik + 50
di Fabrizio Bernardini
42
TERRA
E SPAZIO
In copertina
l’immagine di un
livello agli albori delle
misurazioni
topografiche. Le
nuove tecnologie
hanno soppiantato
l’utilizzo di questo
tipo di strumenti
sebbene una buona
conoscenza della loro
procedura di
funzionamento
rimanga il
fondamento dello
sviluppo della
disciplina anche in
ambito tecnologico.
ALTRE RUBRICHE
10 MERCATO
38
43
AZIENDE E PRODOTTI
RECENSIONE
46 AGENDA
46 INDICE DEGLI INSERZIONISTI
EDITORIALE
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LUIGI COLOMBO, MATTIA CRESPI,
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LUCIANO SURACE, DONATO TUFILLARO
Direttore Responsabile
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Hanno collaborato a questo numero:
FABRIZIO BERNARDINI
LUIGI COLOMBO
ANTONIO FALCIANO
PIETRO LUCIA
GABRIELE NOLÈ
GIORGIO VASSENA
Redazione
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Editore
Domenico Santarsiero
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del 14.05.03
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Mappe approssimate
crescono e aerofotogrammetrie
accurate scendono
Un milione di utenti registrati a marzo scorso, due
milioni e mezzo ad ottobre, una crescita di un
milione e mezzo in sei mesi. Cartelli stradali che
pubblicizzano “Mappe fresche di giornata”. Stiamo
parlando della nuova campagna pubblicitaria legata
all’incredibile successo dell’accoppiata Tom Tom –
TeleAtlas; quella che probabilmente nel futuro sarà la
sola Tom Tom, visto che l’acquisizione di TeleAtlas da
parte della società olandese è stata ormai formalizzata.
L’offerta di acquisizione, disponibile in internet, cita invece
12 milioni di GPS installati e pronti ad operare sul territorio.
12 milioni di utenti che possono diventare ignari topografi pronti a contribuire
“gratis” all’aggiornamento cartografico dei grafi TeleAtlas.
Nell’offerta di acquisto della Teleatlas da parte della Tom
Tom tra l’altro viene citato quanto segue:
“The Offeror’s installed user base of over 12 million GPS
devices will effectively operate as map surveyors in an automatic and
simple way. The integration of this feedback into the map production
process will enable Tele Atlas to significantly improve the quality and the
timeliness of its map data”
La fortuna dei grandi gestori di cartografia si espande e se si
pensa che TeleAtlas ha ricavato i dati cartografici dalle mappe delle
Pubbliche Amministrazioni e degli Enti che per necessità di programmazione
commissionano cartografia aerofotogrammetrica, ci si trova oggi in difficoltà a
pensare a come siano stati gestiti i relativi diritti. Fatto salvo comunque il fatto
che TeleAtlas utilizza un esercito di uomini “on the road” per il completamento
dei grafi, per l’editing e per l’aggiornamento.
E’ impressionante invece vedere da un altro punto di vista, il
declino delle aziende aerofotogrammetriche che, colpite dalla
diminuzione del numero degli appalti, dall’incertezza della normativa,
dall’indeterminazione dei requisiti, dalla mancanza di capitolati appropriati e, in
ultimo, dalla carenza di ricambio delle professionalità per la cronica carenza di
formazione specifica, in pochi anni si sono ridotte, a circa un centinaio, a poco
più di una decina.
Insomma i produttori di mappe “fresche”
crescono mentre le ditte aerofotogrammetriche che fino a
ieri producevano mappe oggi chiudono. Anche dal mercato estero vengono
segnali poco incoraggianti se si pensa che le ditte italiane hanno
pochissimo mercato estero ed al contrario gruppi internazionali vengono sempre
più apertamente ad effettuare operazioni di mercato in Italia.
E cosa succede agli utenti finali? Un indubbio vantaggio è
dato dalla disponibilità di tecnologie consumer di elevato interesse quali i
Navigatori Satellitari o gli Atlanti Geografici interattivi via web.
Ma la cartografia “certa” quella tecnica che serve
alle opere di ingegneria, quella che serve alla corretta
impostazione di ogni progetto sul territorio, quella che non può essere
approssimata, si sta dissolvendo per lasciare il posto a grafi stradali e
mosaici di immagini satellitari di cui non si conosce l’accuratezza e la
provenienza. E quella poca cartografia che ancora si produce rischia di perdersi
all’interno di formati e standards con prevalenza dell’aspetto informatico su
quello cartografico tanto che i nuovi rilievi sono definiti DB topografici.
Database topografici, banche dati regolate da
severe leggi di strutturazione del dato, complesse da gestire e
visualizzare almeno al confronto della vecchia “carta”.
Buona lettura,
Renzo Carlucci
direttore@rivistageomedia.it
GEOmedia
N°4 2007
FOCUS
Analisi di congruenza
tra cartografie
catastali e tradizionali
Un caso di studio di alcuni centri storici lucani
di Antonio Falciano, Gabriele Nolè e Pietro Lucia
lla luce del DPCM 14/06/2007 sul decentramento delle funzioni catastali ai
Comuni, le problematiche connesse alla gestione della cartografia catastale sono
sempre più sentite dai tecnici della PA locale: una di queste è sicuramente la
congruenza geometrica tra DB catastale e DB topografico.
Figura 1 – SIT del
Comune di Ruoti
(PZ): mosaico della
cartografia
catastale e
applicativo per la
redazione
automatica dei
Certificati di
Destinazione
Urbanistica
La congruenza geometrica tra DB topografico e DB catastale
è un’esigenza di fondamentale importanza per la stragrande
maggioranza dei SIT di supporto alle attività di governo del
territorio. Basti pensare alle problematiche legate alla
redazione dei Certificati di Destinazione Urbanistica (Figura 1)
oppure alla gestione della fiscalità a livello locale. Di
particolare interesse, nell’ambito dei centri storici, è il fatto
che la cartografia tecnica comunale a grande scala
rappresenta solitamente uno stato dei luoghi molto aderente
agli originali di impianto catastali, visto che questi ultimi,
sebbene costruiti sul tematismo dei limiti di possesso, in
genere seguono i limiti morfologici e topologici reali spesso
corrispondenti ai confini di proprietà.
L’applicazione di un metodo speditivo di proiezione della
cartografia catastale nel piano gaussiano, previa conoscenza
delle coordinate del centro di emanazione, consente di
ottenere errori di posizionamento contenuti nel range di 2
metri.
Al fine di conseguire un ulteriore grado di accuratezza
geometrica, è stata implementata una procedura
semiautomatica di imposizione della congruenza che
prescinde dalla conoscenza di punti doppi direttamente
rilevati sul territorio. In particolare, la tecnica consiste
nell’individuazione automatica dei control points a partire
dall’analisi spaziale di entrambe le cartografie in formato
vettoriale, secondo una tolleranza prefissata.
La cartografia catastale in Basilicata
La cartografia catastale della regione Basilicata è
rappresentata nel sistema di proiezione Cassini-Soldner: per
la copertura dell’intero territorio regionale sono state
adottate in fase di impianto ben 11 piccole origini (Figura 2),
mentre il datum di riferimento è costituito dall’ellissoide di
Bessel con orientamento a Castanea delle Furie (ME), come
nel resto dell’Italia meridionale. In particolare, i centri di
emanazione utilizzati nei sistemi locali di riferimento sono
relativi ad un numero di comuni compreso tra uno (Lavello e
Pisticci) ed oltre settanta nel caso di Serra Corneta.
L’estensione massima della zona servita, in quest’ultimo caso,
è di circa 55 km dall’origine in direzione Est-Ovest e 45 km in
direzione Nord-Sud, interessando complessivamente circa il
49,2 % della superficie regionale. Pur essendo la
rappresentazione di Cassini-Soldner afilattica, il modulo di
deformazione superficiale è inferiore a 1,00012, dato che la
distanza dal centro di emanazione risulta sempre
abbondantemente contenuta entro i 70 km. Di conseguenza,
in ambito regionale la cartografia catastale può essere
considerata, con buona approssimazione, sia equivalente che
conforme.
Dall’analisi del repertorio delle
origini di assi catastali,
pubblicato sul portale
web
http://www.fiduciali.it,
valida alternativa
al reperimento
diretto delle
monografie delle
origini presso gli
archivi dell’Agenzia
del Territorio, emerge
un quadro molto
confortante verso
un’auspicabile unificazione
dei sistemi catastali locali in
Basilicata.
Figura 2 - Centri di emanazione
della regione Basilicata
6
GEOmedia
N°4 2007
Integrazione tra DB
catastali e DB topografici
Nell’ottica della condivisione delle
informazioni di differenti database geografici
(GIS data interoperability) e del decentramento
delle funzioni catastali ai Comuni, è sempre più sentita
l’esigenza di pervenire all’integrazione tra DB catastali e DB
topografici, tematica peraltro già da anni oggetto di lavoro
dell’Area 5 di Intesa GIS.
Tale problematica, legata sicuramente all’evoluzione dei
sistemi informativi territoriali, scaturisce dalle differenti finalità
con cui tali cartografie sono nate: le carte topografiche sono
finalizzate alla rappresentazione delle entità presenti nel
territorio, mentre quelle catastali descrivono il tema della
proprietà fondiaria ed immobiliare ed hanno scopi di natura
fiscale.
Le difficoltà alla base dell’integrazione di tali cartografie
risiedono essenzialmente nelle loro differenti modalità di
acquisizione, nel diverso sistema di riferimento nelle
rispettive rappresentazioni cartografiche, nel divario nelle
tecniche di rilevamento adottate ed, infine, nella tendenza al
decadimento nel tempo della precisione metrica
nell’impianto particellare catastale.
Lo stato dell’arte
La conversione di coordinate dal sistema Cassini-Soldner al
sistema Gauss-Boaga Roma40 (o meglio ancora UTM WGS84)
costituisce indubbiamente l’approccio più rigoroso al
problema.
Secondo la trattazione classica, note le coordinate del centro
di sviluppo, si tratta di effettuare dapprima la conversione da
coordinate piane Cassini-Soldner a coordinate geografiche
rispetto al datum di riferimento catastale, realizzare poi il
passaggio delle coordinate geografiche dall’ellissoide di
Bessel a quello internazionale e trasformare, infine, le
coordinate geografiche in coordinate piane Gauss-Boaga. I
limiti evidenti di questa procedura sono essenzialmente il
diverso grado di precisione delle due cartografie ed, in alcuni
casi, l’indisponibilità dei parametri necessari per la
proiezione, difficoltà a cui si può ovviare disponendo di
un’adeguata serie di punti doppi comuni alle due
rappresentazioni cartografiche (catastale e IGM).
Qualora non sia possibile garantire una sovrapponibilità in
termini analitici, a seguito delle varie manipolazioni subite
dalla carta catastale oppure per via del particolare sistema di
proiezione adottato, esistono approcci operativi di tipo
intuitivo che, a partire dall’individuazione di punti omologhi
su entrambe le cartografie (preferibilmente rilevati in campo),
cercano
di riprodurre la
sovrapponibilità delle
due carte imponendo
generalmente una rototraslazione con
variazione anisotropa di scala (trasformazione
affine a 6 parametri).
Un approccio speditivo
Un approccio relativamente semplice e speditivo, in un
qualsiasi ambiente desktop GIS che gestisca adeguatamente
i CRS (Coordinate Reference Systems), consiste nell’associare
al singolo foglio catastale la proiezione Cassini con lo stesso
datum della vista (ad esempio Roma40), imponendo valori
nulli delle false origini ed assegnando le coordinate
geografiche dell’origine catastale nel sistema di proiezione
della vista (ad esempio Gauss-Boaga Roma40).
Questa metodologia non risolve in maniera rigorosa il
problema oggetto di studio, poiché si riferisce alla sfera
locale piuttosto che all’ellissoide di Bessel, ma consente
tuttavia in prima battuta di recuperare quasi del tutto le
differenze di proiezione cartografica esistenti in termini
analitici tra le due cartografie (Intesa GIS/Area 5, 2004).
L’approssimazione può ritenersi comunque valida, in quanto
la sfera locale (proiezione di Cassini) tende a confondersi con
l’ellissoide di Bessel (proiezione di Cassini-Soldner) man
mano che ci si avvicina al meridiano passante per il centro di
emanazione.
Il metodo speditivo appena esposto è stato testato su un
certo numero di fogli catastali della regione Basilicata
(Acerenza, Avigliano, Brienza, Filiano, Montalbano Jonico,
Pignola, Potenza, Ruoti, Salandra, Tolve), preventivamente
digitalizzati e georeferenziati nel relativo sistema catastale
locale a partire dai raster forniti dall’Agenzia del Territorio.
Successivamente, in ambiente ESRI ArcGIS sono stati
proiettati al volo e quindi esportati nel sistema cartografico
Gauss-Boaga Roma40, essendo quest’ultimo comunemente
adottato dalla stragrande maggioranza della cartografia
tecnica numerica regionale e comunale della Basilicata, al
fine di stimare la bontà della trasformazione. La cartografia
aerofotogrammetrica utilizzata per il confronto è in scala
1:1000 ed è relativa ai principali nuclei abitati presenti nei
comuni della Comunità Montana Alto Basento, oltre ad una
serie di altre realizzazioni molto recenti commissionate dai
singoli Comuni preliminarmente alla redazione dei
Regolamenti Urbanistici, ai sensi della L.R. 23/1999. Da un
rapido confronto emerge un buon adattamento della
cartografia catastale rispetto a quella aerofotogrammetrica, in
7
GEOmedia
N°4 2007
quanto gli scostamenti riscontrati sono contenuti
mediamente entro la soglia dei 2 metri.
Tale risultato, unitamente al fatto che, nell’ambito
dei centri storici, la cartografia tecnica comunale a
grande scala rappresenta solitamente uno stato dei
luoghi molto aderente rispetto agli originali di
impianto catastali, costituisce il punto di partenza
del presente lavoro.
Il modello DBlink
Dato l’errore di posizionamento non eccessivo,
anche se ancora inaccettabile ai fini di molte
applicazioni, dall’esame attento delle due
cartografie relative ai centri storici si è pensato di
forzare ulteriormente la procedura esposta in
precedenza, progettando allo scopo un modello di
individuazione semiautomatica dei control points a
partire da entrambe le cartografie, denominato
DBlink.
Tale modello sviluppato quasi integralmente in
ambiente ModelBuilder di ArcGIS estrae i vertici
delle particelle catastali e degli edifici storici
caposaldo opportunamente selezionati
dall’operatore, ne definisce degli identificativi
univoci, e li esporta all’interno di due grid aventi la
medesima risoluzione ed estensione spaziale. Si
utilizza, a tal proposito, una cell size pari all’errore
medio di posizionamento del metodo speditivo (2 m). A
seguito poi di semplici operazioni di Map Algebra, si ricavano
altre due grid, contenenti gli identificativi dei punti ritenuti
potenzialmente omologhi, mediante le quali è possibile
assemblare un linkfile, essendo note le coordinate Gauss-
Boaga Roma40 dei punti.
Il passo successivo prevede infine l’utilizzo dell’estensione
Spatial Adjustment mediante una trasformazione affine a 6
parametri sfruttando le informazioni contenute nel linkfile.
Tale estensione consente le operazioni di trasformazione,
rubbersheating e di edgematching delle entità territoriali
(feature) in fase di editing. In particolare, le trasformazioni
convertono i dati spaziali da un sistema di coordinate ad un
altro, basandosi sul confronto delle coordinate dei control
points. Durante il processo di trasformazione, Spatial
Adjustment utilizza un’equazione ai minimi quadrati al fine di
determinare i parametri della trasformazione che consentono
il migliore adattamento tra i punti omologhi presenti su
entrambe le cartografie. Naturalmente, a seguito della
trasformazione i control points di partenza (DB catastale) non
coincideranno necessariamente con quelli di destinazione
(DB topografico). A tal fine, nel Link Table è possibile
controllare l’errore residuo relativo ad ogni vettore
spostamento (link) e l’errore RMS della trasformazione. Si può
inoltre selezionare, visualizzare ed eventualmente cancellare il
singolo link, qualora sia interpretato come il frutto di una
errata associazione tra punti omologhi, riducendo di
conseguenza l’errore RMS della trasformazione.
In Figura 3 è riportato uno stralcio del centro storico di
Acerenza (PZ) in cui è stato applicato il modello DBlink:
l’errore di posizionamento della cartografia catastale rispetto
a quella aerofotogrammetrica, ottenuto a valle
dell’applicazione della metodologia proposta, è
generalmente inferiore al metro.
Conclusioni
La tecnica proposta è stata testata su un congruo numero di
centri storici lucani, ottenendo scostamenti generalmente
inferiori al metro. Il DB catastale così ottenuto,
opportunamente relazionato con quello topografico, si presta
agevolmente ad una molteplicità di applicazioni in ambiente
GIS, quali ad esempio la gestione della strumentazione
urbanistica (Piani di Recupero dei Centri Storici, Regolamenti
Figura 3 - Esempio di pseudo-congruenza tra DB topografico e DB
catastale (centro storico del Comune di Acerenza)
Urbanistici, ecc.) e dei tributi locali (ICI, TARSU, ecc.), il
calcolo dei valori di mercato e dei costi di intervento secondo
le usuali tecniche proprie dell’estimo urbano.
Allo stato attuale, il gruppo di lavoro sta realizzando una
revisione della procedura presentata per la prima volta ad
ASITA 2006, valutando la possibilità di estendere tale
metodologia alla totalità del territorio comunale e di
implementare la stessa procedura utilizzando software liberi
quali Qgis/GRASS e gvSIG.
Bibliografia
Falciano A., Lucia P., Nolè G. (2006), “Proposta metodologica
per l’imposizione di pseudo-congruenza tra DB topografico e
DB catastale in alcuni centri storici lucani”, Atti 10a Conferenza
Nazionale ASITA, Bolzano, novembre 2006
Intesa GIS/Area 5 (2004), Congruenza DB geografici con DB
catastale: Prospettive e ipotesi programmatiche, URL:
http://www.intesagis.it/catasto/Allegati/Sintesi_progr_5.9.2004.pdf
Autori
ANTONIO FALCIANO
afalciano@yahoo.it
GABRIELE NOLÈ
gab.n@libero.it
PIETRO LUCIA
plucia@agrobios.it
Gli autori hanno sviluppato il progetto e le applicazioni del
presente articolo nell’ambito delle attività del Master di
I livello in Sistemi Informativi Geografici e Telerilevamento per
la Valutazione dei Sistemi Territoriali ed Infrastrutturali, presso
l’ Università degli Studi della Basilicata a Potenza.
http://www.altaformazioneusb.it/master
8
GEOmedia
N°4 2007
Nokia compra Navteq
Lo scorso 1 ottobre è stata finalmente
ufficializzata l’acquisizione da parte di Nokia
della Navteq, società che assieme a TeleAtlas
rappresenta uno dei grandi provider di mappe
digitali. I termini dell’accordo hanno previsto il pagamento di 78 dollari da parte di
Nokia per ogni azione Navteq: il valore dell’operazione è stato di circa 8,1 miliardi
di dollari. L’acquisizione dovrebbe essere completata del tutto entro il primo
trimestre del 2008. Con questa mossa (sorprendente, ma non troppo), il colosso
finlandese ha risposto alla sfida lanciata da TomTom che è in procinto di acquistare
TeleAtlas.
Il messaggio anche per chi non avvezzo con i fatti dell’economia è chiaro:
rimarranno in pochi.
www.nokia.com
(Fonte: Redazionale)
La Hexagon mette le mani su NovAtel
La Hexagon, società svedese che si occupa di metrologia,
e NovAtel, canadese attiva nella produzione di strumenti
GPS, hanno siglato un accordo in cui la prima si impegna
ad acquistare tutte le quote azionarie della seconda. Il
valore approssimativo dell’operazione si aggira attorno ai
390 milioni di dollari.
NovAtel ha una lunga e solida partnership con Leica
Geosystems, volta alla produzione di strumenti GNSS ad alta precisione. Fornisce
soluzioni alla società svizzera dal 2002, infatti.
L’unione tra Hexagon e NovAtel permetterà alla prima di aggiungere nuove
applicazioni al proprio portaolio di prodotti, favorendo anche l’introduzione della
società all’interno di dinamiche di mercato in rapidissima crescita.
Intermap supporta la
direttiva INSPIRE
Come saprete, Intermap Technologie
sta da tempo lavorando nel tentativo
di creare una mappa tridimensionale
ad alta definizione ed uniforme
dell’Europa Occidentale che andrà
sotto il nome di NEXTMap Europe;
questo permetterà ai geomatici di
incontrare i dettami della direttiva
europea INSPIRE.
Intermap, quando il programma
NEXTMap è cominciato nel 2006, non
aveva assolutamente considerato
l’esistenza della direttiva. A 15 mesi
di distanza, e con il 50% del progetto
portato a compimento dalla società
nordamericana, si attende che
Intermap raggiunga i suoi obiettivi
affinché le parti poi interessate
all’ottenimento dei dati possano
condividerle con gli stati membri
dell’iniziativa, seguendo i punti di
INSPIRE. Per una breve rassegna sui
dettami della direttiva si può fare
riferimento all’articolo di pag. 26.
www.intermap.com
(Fonte: Redazionale)
MERCATO
www.hexagon.se
www.novatel.com
(Fonte: Redazionale)
Accordo di acquisizione
Topcon-Sokkia
E’ stato definito l’accordo che vede
Topcon acquistare le azioni di Sokkia. La
società che ne risulterà andrà sotto il
nome di Sokkia Topcon mentre, fino ad
allora, il brand Sokkia continuerà ad
esistere, seppur ad interim.
Il mercato di riferimento delle due
aziende sta diventando molto
competitivo, soprattutto per quanto
riguarda l’area asiatica; la combinazione
delle due società nasce in risposta a
questa situazione nel tentativo di creare
un’unica linea di business invece che
proseguire in maniera individuale. In
questa maniera, sia Topcon che Sokkia
si pongono come i principali player a
livello mondiale, intaccando anche la
leadership dei competitor europei ed
americani. Nei termini dell’accordo è
previsto il rispetto del background
storico di entrambe le società e si
cercheranno di ridurre ai minimi termini
gli svantaggi per i dipendenti.
http://global.topcon.com
www.sokkia.com
(Fonte: Redazionale)
DigitalGlobe si espande
DigitalGlobe ha annunciato di aver
espanso il proprio network di
distribuzione grazie all’aggiunta tra i
proprio partner di Geoimage, società
australiana specializzata nella fornitura
di immagini satellitari e mappe digitali.
La Geoimage, tramite questo accordo
rivenderà le immagini proprietarie di
DigitalGlobe in Australia, Nuova
Zelanda, Papua Nuova Guinea e le isole
del Pacifico del Sud Ovest.
www.digitalglobe.com
www.geoimage.com.au
(Fonte: Redazionale)
10
GEOmedia
N°4 2007
Galileo GPS News
L’ESA va a caccia di nuove
idee ed applicazioni…
La ricerca dell’ESA nasce sulla scia
dell’evoluzione del programma
europeo GNSS e prevede una gara per
raccogliere idee per nuove applicazioni
nel campo della navigazione avanzata.
L’evoluzione che il settore GNSS si
avvia a prendere nel prossimo futuro
sta portando l’ESA a considerare lo
sfruttamento dei sistemi Galileo e
EGNOS, in termini di un necessario
raggiungimento di performance
migliori, caratteristiche nuove (nuovi
segnali, ad esempio) e nuove
funzionalità.
Questa consapevolezza è intesa a
considerare nuove idee che possano
trainare il futuro sviluppo del mercato e
dei servizi di navigazioni legati al GNSS.
La gara nasce appunto sotto questi
presupposti, e si pone l’obiettivo di
stimulare nuove idee o applicazioni utili
a questo scopo. I partecipanti potranno
presentare progetti che siano
estensioni di applicazioni già esistenti o
che partono da idee del tutto nuove e
con caratteristiche uniche, auspicando
eventuali evoluzioni in progetti pilota
qualora una proposta si distingua per
innovatività. Le proposte devono essere
inviate entro il 20 novembre, tramite la
form scaricabile dal sito dell’ESA nella
sezione “Navigation”.
(Fonte: ESA)
…si discute sugli aspetti
scientifici di Galileo…
Galileo tornerà utile anche per molti
aspetti scientifici oltre, ovviamente, a
quelli più pratici per i quali è stato
inizialmente concepito. Questi sono i
risultati dell’incontro che si è svolto dal
1 al 4 ottobre alla Città dello Spazio di
Tolosa, in Francia. Circa 200 scienziati
provenienti da 25 diversi paesi si sono
infatti confrontati per dimostrare
quanto l’accuratezza e la solidità del
sistema sarà utile in diversi ambiti che
spaziano dalle Scienze della Terra, la
metrologia quantistica (orologi atomici,
connessioni inter-satellitari ecc.) e la
relatività (simmetrie spaziali,
astronomia, GNSS ecc.).
One lampstand gossips.
La cartografia nautica Made in Italy
va in mano alla Boeing
MERCATO
Lo scorso 30 gennaio si è conclusa positivamente l’acquisizione della italiana
C-Map da parte della Boeing di Seattle. L’operazione, da lungo tempo in
programma, ha visto la società italiana, famosa in tutto il mondo per la sua
esclusiva cartografia nautica, entrare nella divisione marine della controllata
Jeppesen di Boeing. Jeppesen è un sussidiaria della Boeing Commercial
Aviation Services e la sua eccellente reputazione fa sì che da 73 anni sia
leader nella distribuzione di cartografia e portolani aeronautici dei maggiori
aeroporti mondiali. Con l’acquisizione di C-Map, Jeppesen ha l’opportunità
di elevare la qualità dei suoi servizi nel settore marino, portando nuove
informazioni e sicurezza nella navigazione così come ha già fatto nel settore
aeronautico. C-Map ha la sua centrale operativa principale in Italia, e opera
in diversi altri paesi. L’esperienza di C-Map è frutto di anni di attività nel
settore della cartografia per operatori professionali. Lo sviluppo di sistemi di
navigazione per grandi imbarcazioni commerciali, per sistemi ECDIS ed ECS
e la fornitura ad istituzioni e Forze Armate hanno dato a C-Map un know
how unico ed esteso a tutti i campi di utilizzo della cartografia. C-Map,
ideatrice del formato CM93, (l’unica soluzione privata per la cartografia,
riconosciuta e parificata al formato ufficiale S-57), ha trasferito questo know
how al mercato del diporto. Con un’attività professionale a livello
internazionale, C-Map ha creato partnership strategiche con le principali
case produttrici di strumentazione elettronica di bordo per il diporto.
L’esclusivo sistema C-Forecast consente agli utenti di ricevere
dinamicamente previsioni meteo in funzione della rotta e della velocità
dell’imbarcazione.
www.c-map.it
www.boeing.com
(Fonte: Redazionale)
12
2004 2006 2008 2011
VALIDAZIONE LANCIO SATELLITI OPERATIVITA’
Allo stesso tempo, e questa è stata
convinzione di tutti i presenti, il know
how degli scienziati non potrà far altro
che giovare all’evoluzione di Galileo, con
miglioramenti soprattutto riguardo la
precisione.
Tutto questo implica che il fatto che
saranno studiate applicazioni specifiche e
rese disponibili solo per gli scienziati, che
godranno anche di un accesso facilitato
ai dati legati a Galileo. Ovviamente tutti
questi intendimenti al momento sono
bloccati ma le evoluzioni del programma
fanno intendere quali saranno i percorsi
di sviluppo.
(Fonte: Redazionale)
… l’Unione Europea e gli
Stati Uniti fanno gli
accordi…
Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno
stipulato un accordo per l’utilizzo
congiunto e la fornitura di nuovi progetti
legati ai rispettivi segnali GNSS. Saranno
infatti implementati sul Galileo Open
52 mesi all’operatività di Galileo
Service ed il nuovo segnale civile GPS
IIIA. L’accordo, che nasce sulle
fondamenta della cooperazione già
delineata dalle due parti nel 2004,
prevede anche la creazione di segnali
civili in grado di proteggere interessi
comuni. I segnali così risultanti, il GPS
L1C ed il Galileo L1F, sono stati
ottimizzati per onde di tipo multiplexed
binary offset carrier (MBOC). I futuri
ricevitori che utilizzeranno segnali MBOC
dovranno essere in grado di tracciare
segnali GPS e Galileo con un’accuratezza
maggiore nelle situazioni di degrado
dovuto al multipath, al rumoreo alle
interferenze. Integrare MBOC sia nel GPS
che in Galileo favorirà le opportunità
commerciali nello sviluppo di nuovi
prodotti e servizi e GNSS.
(Fonte: European Union)
…e intanto parte il quarto
satellite GPS superpompato!
Mentre il sistema Galileo naviga, questo
è vero, ma nelle proprie difficoltà, lo
scorso 18 ottobre la
US Air Force ha
annunciato di aver
lanciato il quarto
satellite Global
Positioning System
Block IIR (GPS IIR-M)
dalla base di Cape Canaveral tramite
vettore Delta II.
Il satellite fa parte di una serie di
dispositivi progettati e modernizzati dalla
Lockheed Martin per il proprio cliente di
riferimento: la Global Positioning
Systems Wing, Space and Missile
Systems Center. La serie Block IIR-M
possiede nuove caratteristiche in termini
di operatività e segnali per la
navigazione, per scopi militari e civili.
Ogni satellite possiede una nuova
antenna che fornisce una potenza di
segnale per i ricevitori a terra, due nuovi
segnali militari, nuove funzionalità di
criptaggio dei segnali militari e un
segnale civile secondario.
Della serie: chi va piano, va sano ma non
va lontano…
(Fonte: Redazionale)
GEOmedia
N°4 2007
MERCATO
L’Open Geospatial Consortium adotta nuove specifiche
L’OGC ha ultimamente adottato nuove suite e software che permettono ai vari provider di poter confermare che i loro
prodotti sono compatibili con gli standard OpenGIS. Chi interessato può infatti inviare i prodotti affinché venagono certificati
secondo le nuove specifiche e possano poi essere distribuiti con logo “OGC – Certified Compliant”. Le suite di test sono
adottabili per le seguenti specifiche di implementazione: Web Map Service (WMS) 1.3.0, Web Feature Service (WFS) with Filter
Encoding 1.1.0, Geography Markup Language (GML) Simple Features SF 1.0, Catalog Services - Web (CS/W) 2.0.1,Web Map
Context (WMC) 1.1.0, GeoRSS GML.
www.opengeospatial.org
(Fonte: Redazionale)
STRUMENTI DI MISURA
PER TOPOGRAFIA
ED INGEGNERIA
Assistenza tecnica,certificazione e rettifiche
strumenti ottico meccenici ed elettronici
ENTRA A FAR PARTE DEL FUTURO
Rilascio di certificato metrologico secondo le norme ISO9001-2000
Eurotec S.n.c.
P.le Lubiana, 11a
43100 Parma
Tel. +39.521.244811 Fax
+39.521.241565
eurotec@eurotecparma.com
www.eurotecparma.com
GEOmedia
N°4 2007
Geoitalia, il forum italiano
di Scienze della Terra
Il sesto forum italiano dedicato alle Scienze della Terra si è
svolto dal 12 al 14 settembre al Palacongressi di Rimini. Il
forum si è incentrato su molti dei grandi temi di ricerca
individuati per l’Anno Internazionale del Pianeta Terra,
proclamato dall’ONU lo scorso 2005. La risposta della
comunità scientifica è stata sicuramente alll’altezza dell’evento
tanto che sono Geoitalia 2007 ha presentato settantotto
sessioni scientifiche, dodici workshop, tre corsi brevi e quattro
tavole rotonde. Sono state due le conferenze plenarie
programmate per approfondire i temi di ricerca e divulgazione
dell’Anno Internazionale del Pianeta Terra. Gli ambiti
disciplinari dell’evento hanno spaziato in lungo e in largo nel
mondo delle Scienze della Terra, comprendendo interventi
legato alla sedimentologia e stratigrafia, vulcanologia,
goeologia applicata, Beni Culturali, geologia applicata, geofisica, oceanografia e così via.
Parallelamente al forum è stata allestita un’area espositiva in cui, oltre alla sessione poster dedicata al mondo accademico,
degli enti e delle aziende, hanno figurato le società impegnate nel mondo della geologia, delle tecnologie associate e della
topografia.
www.geoitalia.org
(Fonte: Redazionale)
MERCATO
La Optech si imbarca per Marte
Il 4 agosto è stato lanciato dalla base di Cape Canaveral Phoenix Mars Lander
che, tra circa nove mesi, atterrerà vicino al Polo Nord di Marte, alla ricerca di
acqua e di ambienti adatti allo sviluppo di forme di vita.
La sonda porta con se una stazione meteorologica che aiuterà gli scienziati a
comprendere le future evoluzioni e le dinamiche della meteorologia marziana. Lo
strumento, costruito in Canada dalla Optech, sfrutterà il ritorno dei raggi laser
sparati contro le nubi del pianeta rosso per determinare la loro composizione, il
loro movimento e la loro dimensione.
Scansionando per la prima volta nella storia il cielo di Marte, grazie alla
tecnologia Lidar, gli scienziati saranno in grado di analizzare i cambiamenti
nell’attività atmosferica in grande dettaglio. Per ottenere una penetrazione
efficace della fitta atmosfera marziana il laser è stato settato su due differenti
lunghezze d’onda così da fornire misurazioni accurate dell’altezza delle nuvole a
partire da 10 metri, fino a 20 chilometri.
www.optech.ca
(Fonte: Redazionale)
Apple rinuncia al
monopolio tecnologico
sui iPhone e iPod Touch
La notizia è di quelle epocali. Steve
Jobs, CEO di Apple, che fino a
questo momento aveva ingaggiato
un’aspra battaglia a favore della
chiusura tecnologica dei suoi
ultimissimi e affascinanti dispositivi,
ha alzato bandiera bianca.
Da ora in poi, infatti,
l’implementazione di software basati
sulle tecnologie di casa Apple,
dedicati all’ iPhone e, a quanto si
dice, anche all’iPod Touch, è cosa
possibile. Con questa mossa la casa
di Cupertino rinuncia a continuare un
impegno che stava evidentemente
diventando perdente, soprattutto dal
punto di vista dell’immagine.
Gli sviluppatori potranno dunque
creare applicazioni basate su
tecnologia Web 2.0 in grado di
integrarsi con i servizi già esistenti e
con quelli, in rapida crescita, delle
mappe e del Geoweb.
www.apple.com/iPhone
(Fonte: Redazionale)
14
GEOmedia
N°4 2007
Nuovi sensori digitali per
Vexcel Ultracam X:
Con questo articolo GEOmedia prosegue nella sua opera
informativa sulle camere aeree di ultima generazione,
FOCUS
già iniziato nell’edizione 5 del 2006. La recente
introduzione delle camere digitali, nel settore del
processo produttivo della cartografia
aerofotogrammetrica, non ha ancora trovato piena
accettazione sia per inerzia che per specifica carenza di
informazioni e sperimentazione consolidata.
di Renzo Carlucci
pecificatamente disegnata per applicazioni di
aerofotogrammetria e telerilevamento, la Vexcel
UltraCam X dispone di 13 sensori CCD, ha una
dimensione del pixel pari a 7,2 micron (la più
piccola del mondo tra le camere con la medesima
tecnologia di tipo frame) e raggiunge anche il più largo
formato attualmente disponibile (pari a 14430 x 9420 pixel)
senza con questo sacrificare le prestazioni radiometriche.
Nella produzione Vexcel la camera UltraCamX succede alla
UltraCamD, una delle prime camere digitali ad uso
fotogrammetrico realizzate nel mondo, ed è semplicemente
caratterizzata da specifiche superiori, tecnologia più robusta
e da immagini a maggior risoluzione rispetto alla precedente.
Il nuovo sistema ottico, sviluppato dalla LINUS/Rodenstock,
non perde di qualità nemmeno agli angoli dell’immagine
dove siano mantenute costanti sia la luminosità che l’elevato
potere radiometrico e risolutivo.
In un nostro precedente articolo (GEOmedia 5-06) avevamo
riportato che in Italia tale camera non e’ ancora operativa:
per questo che ci permettiamo di soffermare l’attenzione dei
lettori su questo strumento che, oltre ad avere caratteristiche
di tutto rispetto, presenta anche un costo molto competitivo.
Caratteristiche principali
La UltraCamX in condizioni fotogrammetriche normali ed in
maniera operativa genera immagini alla velocità di 3 GBits
per secondo, mantenendo una sovrapposizione longitudinale
(quella necessaria alla stereoscopia) del 70-80% a 3-5 cm per
pixel di risoluzione. Per mantenere la compatibilità con i
sistemi precedenti il diametro del sensore è stato adattato ai
correnti alloggiamenti giro-stabilizzati per camere aerofotogrammetriche.
L’unità di memorizzazione delle immagini chiamata DX, ha
una capacità di circa 1,7 TByte ed è interscambiabile con altre
unità dello stesso tipo anche durante il volo. Una singola
unità consente di archiviare circa 4700 immagini. Con 5
coppie di unità DX è possibile archiviare 23.000 immagini in
modo ridondante, ogni immagine memorizzata due volte. Al
termine delle operazioni l’unità DX può essere inviata in
ufficio per scaricare i dati comodamente su un disco di
capacità adeguata.
Gli effetti pratici di questa avanzata tecnologica si vedono nei
risultati: nella realizzazione di cartografia urbana, dalla quale
si riesce ad ottenere una minimizzazione delle occlusioni,
come nella produzione di Digital Elevation Models (DEMs);
nella riduzione di buchi e spigoli, come infine nella
produzione di ortofoto di alta qualità realizzate unendo solo
le porzioni centrali dell’immagine.
La camera digitale con il più
grande formato di immagine
Sfruttando tutti i migliori sviluppi dell’industria nel settore
della tecnologia dei sensori e la nota esperienza di Vexcel
(successore della famosa Wild Austria) è stata ottenuta una
immagine digitale di dimensioni 14431x9420 pixels e sistema
ottico da 100 mm di lunghezza focale per il pancromatico e
33 mm per il multi-spettrale.
Le parti componenti della camera sono il sensore, il sistema
di archiviazione dei dati e l’interfaccia di gestione per
l’operatore. Un software per gestire la camera e processare i
dati immagine dopo la missione di volo completano il
pacchetto.
16
aerofotogrammetria classica
una camera aerea da 216 Megapixels
GEOmedia
N°4 2007
Qualche curiosità su Vexcel Corporation
Fig.1 - La camera digitale aerea UltraCamX con l’Unità
Sensore (a destra) e il Computer di Bordo comprendente 2
Unità Dati rimovibili (a sinistra).
Negli ultimi venti anni, Vexcel Corporation si è guadagnata una certa fama
tra gli specialisti del settore del telerilevamento come fornitrice di stazioni
riceventi di terra per immagini satellitari e dell’hardware ed il software
necessari per portare a compimento le fasi di elaborazioni dei dati stessi.
Molto attiva anche nel campo della fotogrammetria a distanza ravvicinata, la
produzione Vexcel in questo settore è caratterizzata da una insolita quanto
ironica qualità: molta della produzione dei componenti meccanici nonché la
fase di assemblaggio degli strumenti UltraScan e UltraCam sono infatti
opera della Wild Austria, società con sede in Carinzia, nel Sud dell’Austria.
Wild, in realtà era originariamente parte di Wild Heerbrugg e costruiva
componenti per l’azienda principale che aveva sede in Svizzera. Wild
Austria fu poi acquistata da Leica Geosystems (composta proprio anche da
Wild Heerbrugg) al momento della sua creazione. Agli occhi di chi non
abbia poi seguito i cambiamenti nel mercato, potrebbe sembrare
abbastanza curioso notare come Wild Austria oggi rappresenti uno dei
maggiori competitor nei confronti dell’ADS40, la camera costruita a
Heerbrugg proprio da Leica.
Il sensore della UltraCam X
Il sensore di base della UltraCamX contempla 8 sistemi ottici
indipendenti, di cui 4 contribuiscono alla formazione
dell’immagine pancromatica a largo formato e 4 invece alla
immagine multi spettrale. Il sensore base è composto da 13
unità sensibili CCD modello FTF5033, con elevate
caratteristiche ed in grado di memorizzare 16 mega pixels
ognuna, con una larghezza di banda superiore ai 12 bit.
Questo sensore a CCD a 7,2 µm di risoluzione consente una
risoluzione ottica di 70 linee per mm.
Il formato immagine pari a 14430 pixel nel senso trasversale e
9420 nel senso longitudinale dell’asse dl volo contribuisce ad
una forte produttività. Con una sovrapposizione laterale delle
strisciate pari al 25% la UltraCamX copre più di 1650 metri
con una dimensione pixel a terra di circa 12 cm.
E’ interessante notare che più di 15 CPU contribuiscono alle
elaborazioni delle immagini in volo sia per il processamento
dei dati raw che per avere viste veloci e istogrammi, il tutto in
real-time.
Fig.2 - Il sensore UltraCamX consiste di 8 corpi camera, 4 dei quali
contribuiscono all’immagine pancromatica di grande
formato. Questi 4 corpi camera sono equipaggiati con 9 sensori
CCD che giacciono nei loro piani focale.
Il piano focale del cosiddetto Master Cone (M) porta 4 CCDs.
Complesso Pancromatico
Metodo multi sensore, multi cono
Dimensione immagine in pixel
(cross track/along track)
Dimensione fisica del pixel
Dimensione fisica del sensore
(cross track/along track)
Lunghezza focale
Complesso Multispettrale
Quattro canali
(Rosso, Verde, Blu, Infrarosso vicino)
Dimensione immagine in pixel
(cross track/along track)
Dimensione fisica del pixel
Dimensione fisica del sensore
(cross track/along track)
Lunghezza Focale
4 camere
4 camere
4992 * 3328 pixel
7.2 micron
34.7 mm * 23.9 mm
33 mm
Luminosità obiettivo (apertura) f = 1/ 4
14430 * 9420 pixel
7.2 micron
103.9 mm * 67.8 mm
100 mm
Luminosità obiettivo (apertura) f = 1/5.6
Angolo di campo (cross track/along track) 55° / 37°
Generali
Opzioni velocità otturatore
Sistema di compensazione
trascinamento immagine (FMC)
1/500 sec – 1/32 sec
controllo TDI, 50 pixels
Velocità di scatto
1 frame in 1.35 sec
Larghezza di banda A/DC
14 bit (16384 livelli)
Risoluzione radiometrica
> 12 bit /channel
Tab. 1 - Dati tecnici e specifiche del sensore UltraCamX (UCX)
17
GEOmedia
N°4 2007
Fig.3 – Tre scene di ripresa, rispettivamente in modalità colore, multispettrale e in bianco e nero.
Fig. 4 – Una ripresa obligua con la UltraCamX.
JAS (Jena-Optronik) UltracamX (Vexcel) DMC (Z/I imaging) ADS 40 (LH Systems)
Sensore tipo Pushbroom Frame Frame Pushbroom
Altezza di volo (metri) 4000 4000 4000 4000
Dimensione pixel (micron) 6,5 7,2 12 6,5
GSD (cm) 17 28,8 40 41
Risoluzione radiometrica 12 bit >12 bit 12 bit 16 bit
Canali 4 4 4 4
Tab. 2 - Dati tecnici e specifiche del sensore UltraCamX
Conclusioni
Una caratteristica rilevante della UltraCamX è la sequenza di
scatto e l’allineamento sull’asse di volo dei 4 sistemi ottici
pancromatici. Se i quattro sistemi ottici scattassero le
immagini nello stesso momento, le quattro immagini acquisite
sarebbero riprese da punti di presa diversi e quindi non
sarebbero tra di loro geometricamente congruenti ai fini della
formazione (via software) dell’immagine pancromatica
risultante.
E’ per ovviare a questo inconveniente che i quattro sistemi
sono stati posti in allineamento sulla direzione dell’asse di
volo.
L’esposizione avviene pertanto in sequenza, ad un intervallo
temporale in funzione della velocità di volo, in modo che
l’esposizione dei sensori di ciascun sistema avvenga quando il
centro dell’obiettivo di ciascuno si trova nella stessa posizione.
Da notare infine che la UltracamX appartiene a quella
categoria di camere aeree digitali, tra le quali anche la Z/I
DMC, definite di tipo frame che sfruttano sistemi ottici multipli
per ottenere una simulazione digitale del vecchio fotogramma
su pellicola. Possono così essere sfruttate le equazioni di
collinearità della fotogrammetria classica, tipiche dei
restitutori per camere fotogrammetriche a pellicola.
In altre parole con questa camera si può continuare ad
utilizzare gli stessi software fotogrammetrici utilizzati per le
immagini digitali derivate dagli scanner fotogrammetrici delle
pellicole.
Nessuna variazione pertanto nel ciclo produttivo della
restituzione, anzi cospicui risparmi di tempo a seguito
dell’eliminazione della fase di scannerizzazione della pellicola.
GSD, il Ground Sampling Distance
IIl concetto di GSD, elemento indispensabile per la valutazione delle capacita’ delle camere digitali aeree, puo’ essere reso in italiano con
dimensione del pixel al suolo.
Indica pertanto la capacità risolutiva dell’immagine e, anche se in prima approssimazione potrebbe sembrare che la camera che produce
immagini con maggior risoluzione sia quella che ha la dimensione dei pixel del sensore più piccola, in realtà non è così.
Se indichiamo con H la distanza di presa, con f la lunghezza focale della camera e con L la dimensione del lato del pixel (l’abbracciamento a
terra di un pixel), il GSD è dato dalla relazione:
GSD = H • ( L / f )
risultando funzione dei tre parametri L, f e H.
Nel confronto di camere digitali, riguardo alla risoluzione delle immagini che esse possono produrre, viene preso come parametro campione
l’entità del GSD che esse possono produrre a parità di distanza di presa (altezza di volo).
Se, a parità di distanza di presa, una camera produce un GSD minore di un’altra, non è detto che la prima abbia il sensore con pixel di lato
minore, poiché nel determinare la dimensione del GSD interviene anche la focale f dell’obiettivo.
Pertanto la dimensione del GSD, a parità di distanza, è determinata non dal lato L del pixel, ma dal rapporto L/f.
Vediamo il significato tramite un altro esempio:
sia data una camera con un sensore con pixel di 10 μm di lato e con focale di 100 mm;
sia data inoltre una camera con un sensore pixel minore pari a 8 μm di lato (che sembrerebbe pertanto a maggior risoluzione) ma che abbia una
focale di 60 mm.
Ebbene, a parità di distanza di presa la prima produce immagini con risoluzioni superiori.
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Analisi, comparazione ed integrazione di immagini digitali
acquisite da piattaforma aerea e satellitare: il Progetto PRIN
Da 1200 a 2000m
senza prisma
Coordinato dal dottor Sergio Dequal del Politecnici di Torino, il
progetto prende spunto dal fatto che negli ultimi anni sono stati
lanciati satelliti (IKONOS II, EROS A, QuickBird, SPOT5) dotati di
sensori che permettono l’acquisizione di immagini in modalità
pancromatica e multispettrale ad alta risoluzione geometrica, con
dimensione dell’EIFOV variabile tra .6 m a 2.5 m (in modalità
pancromatica); considerato anche che nel frattempo sono stati resi
disponibili dati acquisiti da sensori multispettrali montati a bordo di
piattaforme aeree (camere fotogrammetriche digitali), la cui
risoluzione geometrica varia con le caratteristiche del sensore stesso
(ottico/elettroniche) e soprattutto con la quota di volo del velivolo
utilizzato, il programma di ricerca presentato si pone i seguenti
obiettivi:
1 - valutazione delle caratteristiche proprie dei sensori montati a
bordo di piattaforme aeree e satellitari;
2 - verifica delle caratteristiche orbitali per sensori montati a bordo
di piattaforme satellitari e di quelle inerenti l’assetto del sensore
lungo la traccia di volo per quanto riguarda i sensori montati a
bordo di piattaforme aeree;
3 - valutazione delle reali risoluzione geometriche, radiometriche e
spettrali di entrambe le tipologie di sensori;
4 - verifica e messa a punto di algoritmi per la correzione
geometrica di immagini digitali (ortoproiezioni e raddrizzamenti)
acquisite da sensori montati a bordo di piattaforme aeree e
satellitari;
5 - messa a punto di algoritmi generali per l’orientamento di coppie
stereoscopiche;
6 - verifica e implementazione di algoritmi per la restituzione
fotogrammetrica di entità geometriche da coppie stereoscopiche;
7 - verifica e implementazione di algoritmi per l’estrazione di
modelli di elevazione (DEM/DTM) o di superficie (DSM);
8 - applicazione di modelli di trasformazione precedentemente
implementati da alcune unità di ricerca per l’ortoproiezione di
immagini satellitari ad alta risoluzione geometrica e per
l’ortoproiezione rigorosa e la costituzione di immagini solide di
immagini digitali in genere;
9 - analisi della possibile integrazione tra immagini digitali acquisite
da piattaforma aerea e satellitare con applicazioni a poligoni test
per studiare fenomeni catastrofici naturali e antropici;
10 - realizzazione di capitolati e specifiche tecniche per l’utilizzo di
immagini digitali ad alta risoluzione geometrica acquisite da
piattaforma aerea e satellitare per la costituzione e/o
l’aggiornamento di cartografia di base.
STANDARD
WINDOWS CE
Vista la carenza di norme prescrittive inerenti l’utilizzo delle due
tipologie di dato, verranno proposti capitolati e specifiche tecniche
capaci di mettere sotto norma la fasi di acquisizione, orientamento
ed eventualmente di restituzione di immagini digitali acquisite da
piattaforma aerea e satellitare per la realizzazione di prodotti
cartografici (DEM/DSM, ortofotocarte, restituzione cartografica,
ortofoto rigorose e immagini e ortofoto solide).
Da: http://www.ricercaitaliana.it/prin/dettaglio_completo_prin-
2005098520.htm#obiettivi
MOTORIZZATO
Autore
RENZO CARLUCCI
direttore@rivistageomedia.it
Via Brecce Bianche, 152
60131 ANCONA
Tel. 071 213 25 1
info@geotop.it
www.geotop.it
GEOmedia
N°4 2007
REPORTS
Laser e immagini per la
Geo-conoscenza
Il ruolo dell’immagine
“Un’immagine vale più di mille parole”, dice un antico
adagio cinese, e l’immagine, attraverso la descrizione grafica,
prima, e la fotografia, poi, è diventata lo strumento essenziale
per la creazione di sintesi informative e critiche (geoconoscenza),
in grado di registrare e restituire ogni aspetto
della realtà costruita, con riferimento a dimensione, forma,
colore dei materiali e stato del degrado.
L’edificato, con le sue caratterizzazioni tipicamente spaziali e i
suoi contesti metrici, materici e decorativi, è stato tradotto da
sempre in visualizzazioni misurabili, spesso suggestive,
attraverso le tecniche del rilievo geometrico e della
rappresentazione.
Fra queste, innanzitutto il disegno, un meta-linguaggio che
consente di leggere l’identità delle situazioni spaziali e di
comunicarne la dinamica evolutiva; poi, la fotografia, in grado
di fissare in modo permanente sul sensore i caratteri
quantitativi e semantici, documentare le geometrie e le loro
alterazioni, dare rilevanza al dettaglio, compreso quello più
esiguo.
Infine, il modello spaziale che fornisce una ricostruzione
completa degli spazi progettati o esistenti, offrendo la
possibilità di coglierne i valori formali e costruttivi.
Con lo sviluppo della tecnologia elettro-informatica, i nuovi
strumenti di misura e l’automazione dei processi hanno
aperto nuove prospettive, imponendo un modello digitale di
conoscenza sempre più codificato, che ha sottratto gran
parte dell’iniziale soggettività manuale alla traduzione e
archiviazione degli oggetti e dei loro caratteri.
Si potrebbe dire, parafrasando i temi della scomposizione
geometrica del reale, propria della rivoluzione cubista di
Picasso, che la tecnologia registra un modello dell’esistente
attraverso “la ricerca cartesiana della sua forma”.
I tipi di rappresentazione grafica di questo modello sono
sempre più tridimensionali, con largo coinvolgimento
dell’informazione tematica (le texture e il colore degli
elementi, come nella pittura di Matisse…).
L’esigenza di una descrizione spaziale a più livelli di
informazione è sentita soprattutto nel caso di interventi
straordinari che interessano strutture sensibili, la loro
architettura e le destinazioni d’uso: questo sta portando
idealmente alla definizione di un sistema di conoscenza
dell’edificio.
Le tecniche spaziali utili per la documentazione conoscitiva
del costruito
di Luigi Colombo
e tecnologie laser e quelle legate all’immagine registrano in modalità
numerica la realtà spaziale dell’edificato, con la sue forma, la dimensione
e il colore dei materiali e del degrado.
sono varie e si sviluppano a partire dai procedimenti della
geometria solida costruttiva, nei quali si genera un modello
spaziale usando primitive elementari (cubi, sfere, coni, cilindri
e oggetti predefiniti) combinate fra loro per sottrazione,
addizione, intersezione ecc. secondo note operazioni
booleane. Nei casi in cui le superfici da descrivere abbiano
davvero forma qualsiasi, si può realizzare un modello di punti
ricorrendo a tecniche passive basate sull’immagine (la
fotogrammetria degli oggetti vicini) o attive, come il laser; se
i punti acquisiti vengono poi collegati localmente fra loro (via
software), creando sequenze di piccoli elementi piani (mesh)
si parla di modelli di superfici.
La visualizzazione spaziale di un modello viene effettuata in
modalità wireframe (a filo di ferro), cioè convenzionalmente
per contorni di entità, così da offrire una visione trasparente
della struttura (fig. 1), oppure in modalità flat-shading, in cui
le micro-superfici delle mesh sono tematizzate in modo
semplificato (si tratta di un procedimento di visualizzazione
veloce, efficace per applicazioni real-time) o infine mediante il
rendering foto-realistico (o texture mapping) che comporta la
proiezione (pixel per pixel) di più immagini digitali sul
modello spaziale di punti o di superfici. Quest’ultimo
approccio, di grande efficacia visiva e funzionale, ben
evidenzia gli aspetti della sinergia operativa in corso fra le
tecnologie dell’immagine (fotogrammetria dei vicini) e quelle
della scansione laser.
L’acquisizione delle texture, da associare al modello, si
esegue con una camera fotografica digitale (ottimizzando le
condizioni di illuminazione); il collegamento di queste
informazioni, opportunamente calibrate e orientate, alla
geometria 3D richiede poi la realizzazione delle fasi operative
indicate di seguito.
Dapprima, si debbono individuare i parametri geometrici
caratteristici (orientamento interno) del sensore (distanza
principale della camera, posizione del punto principale,
distorsione radiale dell’obbiettivo, ecc.) e quindi quelli
(orientamento esterno) relativi all’acquisizione delle immagini
(posizione spaziale del centro di presa della camera, angoli
spaziali di assetto). La conoscenza dell’orientamento esterno
permette di risolvere all’inverso la relazione prospettica
oggetto-immagine-modello e di proiettare le informazioni
fotografiche sulle superfici ricostruite virtualmente.
I parametri dell’orientamento esterno sono registrabili
direttamente durante la ripresa (procedimento on-line, come
20
GEOmedia
N°4 2007
Fig. 1 - Visualizzazioni di un modello wireframe.
nel caso del laser a scansione fotogrammetrico) o vengono
calcolati off-line utilizzando coppie di punti omologhi,
selezionati sull’oggetto e riconoscibili sull’immagine.
Una volta stabilita la relazione geometrica immagine-oggetto,
diviene possibile sovrapporre la copertura fotografica al
modello, operando secondo classiche relazioni di proiettività.
I risultati di questo processo sono legati soprattutto alla
regolarizzazione del livello cromatico delle immagini da
utilizzare per la proiezione, così da ridurre gli effetti di
un’illuminazione non omogenea sulle diverse superfici.
È possibile esportare in ambienti di elaborazione 3D il
modello geometrico e le sue texture, utilizzando opportuni
formati grafici di scambio (per esempio, lo standard VRML1 o
2, il formato 3DS di Autodesk 3DStudio o infine, ma per le
sole informazioni vettoriali, il formato DXF-3D o 2D di
AutoCAD). Il modello è osservabile mediante visualizzatori
spaziali: l’utilizzatore può ruotare l’oggetto in posizioni
qualsiasi, effettuare operazioni di zooming per analizzare da
vicino zone particolari, eseguire all’inverso operazioni di
panning; è altresì consentito variare la posizione delle
sorgenti di luce artificiale e ombreggiare conseguentemente
le superfici.
Dal modello ricostruito si estrae agevolmente la posizione di
punti, la misura di distanze, di aree e di volumi; inoltre, sono
deducibili in modo pressoché automatico elaborati CAD 2D
(sezioni, profili, ecc.).
Tipologie di modelli spaziali
I modelli 3D del costruito sono classificabili [El-Hakim et al.]
in base alle tecniche utilizzate per la loro acquisizione,
secondo le tipologie riportate in figura 2.
Fig. 2 - Tecnologie e modelli spaziali.
I modelli IBM
Definiti come Image-Based
Models, i modelli spaziali basati
sull’immagine sono prodotti
tramite metodi senza contatto,
utilizzando sensori passivi.
La realizzazione di questi modelli
è affidata alla ripresa per
immagini della struttura e alla
rielaborazione di queste
informazioni, per esempio
attraverso software che utilizzano i
principi della fotogrammetria
multi-immagine: in tal caso, le
prime due foto della scena sono
utilizzate per avviare il processo di
determinazione della posizione
dei punti-oggetto, mediante
punti immagine omologhi
selezionati sui fotogrammi con
tecniche di auto-correlazione
digitale; successivamente,
vengono inserite nel computo le
altre immagini della scena, con i
loro eventuali vincoli geometrici
(allineamenti, parallelismi, perpendicolarità o più
semplicemente percorsi, distanze, coordinate di punti),
all’interno di un processo controllato di calcolo e
compensazione (triangolazione multi-immagine a fasci
proiettivi).
Software noti di questo tipo sono: PhotoModeler (Canada),
ImageModeler (Germania), Australis (Australia),
ShapeCapture (USA); l’utilizzo di questi programmi permette
la creazione di un modello di punti sulla base di procedure
operativamente semplici, abbastanza economiche, idonee
soprattutto per descrivere i contorni di oggetti dalla forma
non eccessivamente complessa.
Il livello di automazione offerto dal procedimento
fotogrammetrico nella costruzione di modelli è sempre
strettamente correlato alla precisione richiesta: nel caso in cui
la finalità principale sia la visualizzazione multimediale (in
Internet, ecc.) il livello di qualità è limitato, mentre, se
l’obiettivo prevalente è la documentazione di tipo fotorealistico
diviene necessaria una soglia di qualità più alta che
richiede spesso anche il supporto manuale dell’utilizzatore.
I modelli RBM
Acronimo di Range-Based Models, questi modelli 3D sono
prodotti con sistemi laser terrestri (sensori attivi), che operano
senza contatto; si parla dell’acquisizione di range-scan o
nuvole di punti.
Il modello tridimensionale è costituito da punti registrati in
tempo reale, cosa questa che ne permette una
visualizzazione interattiva nello spazio tridimensionale.
Lo strumento utilizzato per l’acquisizione (praticamente
automatica) è il laser a scansione; in esso, l’emissione
elettromagnetica di un sensore laser è proiettata verso
l’oggetto, sfruttando la rotazione meccanica dello strumento
e quella ottica di specchi deflettori: vengono così determinati
la distanza spaziale e gli angoli di assetto verticale e
orizzontale, operando con estrema velocità e direttamente su
parete nuda.
La conoscenza di questi dati polari permette di risalire
semplicemente alla posizione cartesiana dei punti-oggetto,
nel riferimento proprio del sensore.
I laser scanner più recenti [Colombo et al.] sono integrati con
una foto-camera digitale ad alta risoluzione (scanner
fotogrammetrico) e sono utilizzabili per il photo-texturing
diretto.
21
GEOmedia
N°4 2007
Fig. 3 - Tipologie
di modelli 3D.
Inoltre, occorre sottolineare come tecnologicamente i
sistemi laser a scansione tendano ad avvicinarsi sempre
di più ad una stazione totale motorizzata, sia per la presenza
di dispositivi di verticalità (livella sferica) e di affidabili
compensatori zenitali sia per il campo d'uso panoramico e la
portata (Leica ScanStation, Trimble Spatial Station VX, la
nuova compatta Image Station GLS-1000 di Topcon).
In alcuni laser a scansione sono addirittura presenti apparati
GPS/IMU (dispositivo satellitare più inerziale) che permettono
la determinazione assoluta del punto di riferimento dello
scanner (lo specchio deflettore) e dell’orientamento esterno
del fascio di scansione. Questo fatto rende possibile la
georeferenziazione diretta delle nuvole di punti e la
compensazione di eventuali instabilità dinamiche presenti
nella fase di misura (casi della stazione di acquisizione non
perfettamente stabile o in movimento).
Le nuvole acquisite vengono collegate fra loro (utilizzando
punti o entità geometriche comuni) per realizzare la
descrizione complessiva (il modello) delle superfici
interessate dal rilevamento.
La precisione di un modello RBM è legata alla qualità del
processamento dei punti e dell’aggregazione delle scansioni;
ma, soprattutto, è correlata alle dimensioni dell’oggetto, alla
sua complessità geometrica e alle caratteristiche
morfologiche e materiche delle superfici (si distingue fra
superfici microscopicamente ruvide o lisce, di riflettività
diffusa o a specchio).
I modelli RBM possono contenere oltre all’informazione
geometrica anche quella descrittiva, comprendente lo stato
di conservazione degli elementi, il loro colore e la tessitura
materica.
Software noti per il trattamento di nuvole di punti sono: 3D
Reconstructor (EU-JRC), Polyworks (Canada), RapidForm
(Corea del Sud), GeomagicStudio (USA), PointCloud
(Germania) che si aggiungono ai software realizzati dai
costruttori dei sensori laser (Cyclone, Riscan Pro, RealWorks,
LightFormModeller); l’utilizzo di questi programmi permette
la creazione del modello di punti mediante procedure di
elaborazione abbastanza sofisticate, non particolarmente
economiche e standardizzate, adatte, comunque, alla
descrizione delle superfici in oggetti di forma anche
complessa.
I modelli IRBM
Image and Range Based Models sono i modelli ibridi che si
basano sull’uso integrato dell’elaborazione fotogrammetrica
(terrestre) e delle nuvole di punti da scansione laser.
L’approccio congiunto (fig. 3) permette la realizzazione di un
modello tridimensionale, più definito nel livello di dettaglio
delle superfici, in grado di registrare particolari (architettonici
e tematici) difficilmente
acquisibili con una sola
tecnologia.
Applicazioni
Si riportano di seguito alcuni
esempi visivi di modelli
spaziali sviluppati presso il
laboratorio di Geomatica
dell’Università di Bergamo.
La figura 4 mostra il modello
esterno di un edificio (la
Basilica di S.M.Maggiore a
Bergamo), documentato per
via fotogrammetrica e
ricostruito in PhotoModeler,
con le tracce delle posizioni
relative all’acquisizione
fotografica.
Fig. 4 - Modello
fotogrammetrico di punti (IBM)
all’interno del viewer di
PhotoModeler; in basso, le
posizioni dell’acquisizione
fotografica.
22
GEOmedia
N°4 2007
Fig. 5 - Stazioni
di acquisizione
laser all’esterno
della Basilica (a
sinistra);
modello laser
di punti (RBM)
dell’edificio (a
destra).
Le localizzazioni delle scansioni laser eseguite per la
documentazione degli esterni della stessa Basilica
costituiscono invece il soggetto della figura 5, che presenta
una vista del modello finale di punti prodotto per
aggregazione delle nuvole.
La figura 6 mostra risultati inerenti a modelli fotogrammetrici
e laser ed esempi di integrazione in un modello IRBM.
Fig. 6 - Modelli IBM e RBM, con esempi di integrazione IRBM.
Considerazioni finali
Le nuove tecnologie laser e quelle dell’immagine offrono
importanti potenzialità per la documentazione critica
dell’edificato civile e storico.
Purtroppo, non molto è stato fatto in genere sui temi della
geo-conoscenza, soprattutto in realtà architettoniche minori
spesso oggetto di pesanti interventi conservativi senza una
valutazione preventiva dello stato di rischio.
Questo non è accaduto, per fortuna, in alcuni casi importanti
dove l’occhio elettronico della tecnologia ha potuto
registrare, svelandola, l’armonia delle forme dell’opera, anche
quelle più segrete e nascoste.
Bibliografia
Barber D.M., Mills, J.P., Bryan P.G. (2003) - Towards a
standard specification for terrestrial laser scanning -
ISPRS International Archives, 34 (5/C15).
Colombo L. (2005) - Leggere e documentare
l’architettura - La rivista di Bergamo (44).
Colombo L., Marana B. (2007) - Camera laser
scanner - GIM International 21(8).
El-Hakim S., Remondino F. (2005) - Critical overview
of image-based 3D modelling - International
Workshop on Recording, Modeling and Visualization
of Cultural Heritage, Ascona (Switzerland).
Froehlich C., Mettenleiter M. (2004) - Terrestrial laser
scanning. New perspective in 3D-surveying -
Proceedings of the ISPRS working group VIII/2,
Freiburg (Germany).
Ullrich A. et al. (2001) - Time-of-flight-based 3D
imaging sensor with true-color channel for
automated texturing - Optical 3-D Measurement
techniques, Proceedings of V Conference, Vienna
(Austria).
Autori
LUIGI COLOMBO
luigi.colombo@unibg.it
Università di Bergamo - DPT
23
©2007, Trimble Navigation Limited. Tutti i diritti riservati. Trimble e il logo Globe & Triangle sono marchi commerciali di Trimble Navigation Limited, registrati negli Stati Uniti e in altri paesi. SUR-154-I
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GEOmedia
N°4 2007
REPORTS
La conferenza AM/FM
nel segno di INSPIRE
o scorso 19 settembre si è svolta, nella consueta sede del CNR a Roma, l’edizione
2007 della Conferenza AM/FM dedicata alle “Infrastrutture dei Dati Territoriali.
Teoria e pratica dopo l’approvazione della direttiva INSPIRE”.
In queste pagine presenteremo un breve report della giornata e un approfondimento alle
tematiche grazie alle parole di Mauro Salvemini, Presidente di AM/FM.
L’edizione di quest’anno della Conferenza AM/FM è stata
sicuramente particolare, se non altro perchè ha rappresentato
il primo momento in cui si è cercato di fare il punto della
situazione sui primi risultati della direttiva INSPIRE,
ufficialmente entrata in vigore lo scorso 15 maggio.
Per chi avesse perso il dibattito e gli approfondimenti che si
sono susseguiti sulle pagine di GEOmedia nel corso
dell’ultimo anno, ricordiamo che INSPIRE (INfrastructure for
SPatial InfoRmation in Europe) è una direttiva europea che
istituisce un’infrastruttura per l’informazione territoriale nella
Comunità Europea. Con la sua istituzione si intende
realizzare, tramite norme comuni di attuazione integrate da
misure comunitarie, una struttura comune in cui
l’informazione territoriale dei vari Stati sia compatibile ed
utilizzabile in un contesto transfrontaliero, superando così le
problematiche legate alla disponibilità, alla qualità,
Ciclo di sviluppo delle
Implementing Rules
all’organizzazione ed all’accessibilità dei dati. Tre sono gli
aspetti importanti della direttiva: il fatto che si basi sulle
infrastrutture per l’informazione territoriale create dagli Stati
membri, l’interesse rivolto soprattutto alle politiche
ambientali comunitarie e l’agevolazione della ricerca dei dati
spaziali attraverso il web.
Quella cominciata a maggio è la fase di trasposizione di
INSPIRE, in cui la direttiva viene trasposta in leggi nazionali.
Segue quella preparatoria ed anticipa la fase di
implementazione che comincerà nel 2009.
Proprio il primo intervento della conferenza del 19 settembre
ha riguardato l’aspetto di sviluppo delle regole di
implementazione della direttiva. La presentazione, effettuata
da Massimo Craglia (Joint Research Center) e dallo stesso
Mauro Salvemini, aveva come obiettivi primari quello di
informare il pubblico appunto sulla situazione delle
implementing rules e quello di
indicare come e quando i soggetti
rilevanti (utenti, produttori e
trasformatori di informazioni
territoriali – Spatial Data Interest
Communities) dovrebbero
contribuire ed ampliare il governo
del processo.
L’evento è poi proseguito con un
intervento dedicato alle linee
strategiche e criteri di sviluppo per il
Dipartimento Tecnologie
dell’Informazione e delle
Comunicazioni del CNR e un intervento
riguardante il progetto dipartimentale
sul Data Mining, le ontologie ed il web
semantico presentato dal CNR-ICT.
Ci si è poi soffermati sul progetto
GeoPKDD (GEOgraphy Privacy-aware
Knowledge Discovery and Delivery) che si
pone l’obiettivo di sviluppare teorie,
tecniche e sistemi per favorire la scoperta e
la divulgazione di una conoscenza
geografica basata sull’estrazione di dati
26
grezzi riferiti nel tempo e nello spazio, tramite operazioni che
preservino l’aspetto personale e di privacy della questione
(www.geopkdd.eu).
La successiva presentazione ha riguardato il ruolo dell’analisi
ontologica per l’integrazione di dati territoriali nei sistemi GIS
al fine di poter condividere dati e significati tramite il ruolo
delle ontologie computazionali (che rendono esplicito il
significato inteso del lessico) nella disambiguazione del
significato. Questo tipo di necessità sta infatti fuoriuscendo
dal clima di standardizzazione e condivisione delle
informazioni imposta anche dalla direttiva
INSPIRE.
La giornata si è poi conclusa con altri
interventi riguardanti l’infrastruttura
nazionale di Dati Territoriali, il comitato
per le regole tecniche sui Dati Territoriali
delle Pubbliche Amministrazioni e sulla
situazione delle infrastrutture di Dati
Territoriali dal livello locale a quello
europeo, in cui si è evidenziato come
l’implementazione di una IDT sia un
processo complesso che richiede
un’adeguata progettazione, un
monitoraggio e controllo in itinere, un
monitoraggio e controllo ex-post, un
ambiente capace di adattarsi alla
dinamicità del processo, il tutto
supportando la PA nella gestione dello stesso e adeguandosi
alla dinamicità in termini di risorse organizzative e tecniche.
”Gli utenti sono cresciuti
così così come la
domanda di dati, ma
purtroppo ad essa non è
corrisposta una stessa
domanda nei confronti
della qualità dei dati.”
Il processo GeoPKDD
Società del settore sono
continuamente alla ricerca
di persone da assumere e
ritengo che questo sia il
migliore indicatore per
affermare che il mercato
sta bene e che non
dovrebbero esserci
problemi negativi a breve.
Gli utenti sono cresciuti
così come la domanda di
dati ma, se proprio
dobbiamo trovare un neo,
purtroppo ad essa non è
corrisposta una stessa
domanda nei confronti
della qualità dei dati
cosicché spesso ci si
accontenta di vedere
attraverso Google Earth
ma non di investigare
attraverso un GIS.
Tutto è insomma in
continua evoluzione e la
situazione deve essere
costantemente monitorata.
GEOmedia - Mancano poco meno di due anni al termine
ultimo per la messa a disposizione del primo dataset di
dati INSPIRE. Conoscendo i ritardi che caratterizzano
l’Italia, che futuro vede per INSPIRE nel nostro paese?
M.S. - Non siamo i soli ad avere questa nomea in Europa.
Personalmente ritengo che, a parte il processo di
trasposizione della direttiva che è in capo agli organi
istituzionali, INSPIRE ha creato ed aumentato la
consapevolezza e creato possibilità di operare
da parte di tutti gli attori potenzialmente
coinvolti nel settore dei dati territoriali quindi
già è stato raggiunto un ottimo obiettivo.
Ovviamente sta loro mettere in pratica questa
opportunità.
Come Presidente di AM/FM e di EUROGI mi
permetta di evidenziare che tutte e due
queste associazioni in Italia ed in Europa
hanno fatto molto per INSPIRE e continuano
ad operare come è stato dimostrato dai temi
della Conferenza AM/FM 2007.
GEOmedia - Il 52% del valore dell’intero
parco informativo della PA e’ di natura
geografica. Se queste informazioni
circolassero liberamente, ne avremmo un
indubbio vantaggio. Quale e’ il punto di vista di AM/FM
su questo aspetto?
GEOmedia
N°4 2007
La redazione di GEOmedia ha poi avuto l’occasione di
incontrare Mauro Salvemini, col quale abbiamo avuto la
possibilità di approfondire alcune questioni relativamente al
settore italiano e all’Open Source:
GEOmedia - Il mercato, gli utenti, le tecnologie e la
disponibilità dei dati evolvono di continuo. Come sono
modificati questi aspetti del settore GIS?
Mauro Salvemini – Rispondo brevemente facendo notare
come il mercato relativo alla GI è certo uno di quelli con il
maggiore tasso di crescita e vitalità degli ultimi anni.
Le ultime notizie circa le acquisizioni di Teleatlas e di Navteq
ne sono una dimostrazione.
M.S. - La situazione è più complessa di quello sembra. Che i
dati debbano circolare ritengo che sia condiviso da tutti,
altrimenti i nostri rappresentanti al Parlamento Europeo non
avrebbero votato in favore di INSPIRE, ma subito dopo si
pone il problema del tipo, della qualità, della loro
manutenzione e della loro disponibilità e usabilità. E’ chiaro
che possedere qualcosa o l’accesso a qualcosa e saperlo
usare è ben diverso. Lasciamo alla fantasia dei lettori ogni
tipo di paragone al riguardo. Noi prestiamo attenzione
all’usabilità dei dati e riteniamo che si debba investire dalla
ricerca, alla pratica, al migliore utilizzo per assicurarla, solo
così si potrà massimizzare il loro utilizzo per il beneficio di
tutti.
A Cura della Redazione
27
GEOmedia
N°4 2007
stata Lipsia, in Sassonia, lo scenario di Intergeo
2007, probabilmente la più importante fiera
itinerante della geomatica a livello mondiale, dal punto di
vista del numero di aziende coinvolte. Anche GEOmedia è passata a far visita, per
poi tornare in Italia con un’accresciuta consapevolezza della vitalità del settore
della geomatica. Almeno per quanto riguarda l’estero…
REPORTS
Intergeo è la più importante fiera della geomatica per il gran
numero di aziende presenti e per la profonda atmosfera di
internazionalità che si percepisce. Evento itinerante che tocca
ogni anno le principali città della Germania, Intergeo
condivide con la nostra ASITA l’approccio alle stesse
tematiche, sebbene si allontani da essa per quanto riguarda
l’impegno meno accademico dei forum collegati ed un più
spinto interesse nei confronti del mercato e delle aziende
protagoniste del settore.
Con circa 25.000 m 2 di spazio espositivo, 484 espositori
provenienti da circa 30 paesi diversi, circa 15.000 visitatori,
108 presentazioni, la tre giorni tedesca (25-27 settembre) si è
confermata anche nel 2007 in tutta la sua importanza.
Girando per gli stand della grande fiera di Lipsia abbiamo
potuto constatare ancora un volta la vitalità del settore
geomatico anche in termini di innovazione e nuovi prodotti.
I grandi nomi si sono ovviamente accaparrati gli stand più
grandi e belli dal punto di vista della struttura, mentre le
aziende più piccole hanno stupito per le numerose ed
ingegnose soluzioni che hanno proposto. Dal rilievo, ai
sistemi di navigazione, ai sistemi per la gestione del traffico,
alla cartografia fino ai settori cugini dedicati alla
visualizzazione 3D, al laser scanning, alle immagini spaziali, ai
sistemi per la gestione del rischio idrogeologico, alla
progettazione e, da quest’anno, anche ai videogames online
3D, l’offerta e le proposte di Intergeo si sono attestate a
livelli molto alti.
I numerosi utenti tra gli stand di Intergeo
28
GEOmedia
N°4 2007
Alcuni immagini
degli spazi
espositivi interni
ed esterni della
fiera. Nell’ultima
immagine la
Redazione di
GEOmedia in
visita allo spazio
espositivo di
Topcon con i
sistemi per il
machine control.
Il modo più decisamente all’americana di trattare argomenti
scientifici ed altamente tecnici contribuisce poi, come ogni
anno, a fare della fiera un luogo in cui l’utente meno avvezzo
ai contenuti del settore geomatico può ritrovare interessanti
spunti di approfondimento. Le frequenti dimostrazioni live
delle strumentazioni e dei dispositivi più disparati, assieme ai
momenti dedicati alla socializzazione all’interno degli stand
stessi (birra, birra, birra…) ed ai convegni ed incontri con i
responsabili delle aziende principali, hanno contribuito a fare
della fiera un ottimo momento per approcciare la geomatica
in maniera più culturale, pur mantenendo la specificità
tecnica del settore.
Durante la sessione di apertura della fiera, Hagen Graeff,
presidente della German Association of Surveying (DVW), ha
enfatizzato l’importanza di un utilizzo efficiente dell’energia e
delle risorse idriche, di un’agricoltura sostenibile e della
protezione delle coste e degli ecosistemi come istanze che
non devono limitarsi alle decisioni prese esclusivamente in
ambito nazionale, ma che devono essere sospinte verso la
collaborazione di tutti. Le problematiche qui affrontate, oltre
ad essere estremamente attuali e legate ai temi propri di
Intergeo, hanno seguito anche il motto che ha caratterizzato
l’edizione 2007 della fiera: Knowledge and action for Planet
Earth.
La tredicesima edizione di Intergeo è stata anche l’occasione
per confermare la presenza (come l’altr’anno a Monaco)
dell’Open Source Park. L’ampio spazio ad esso dedicato,
progettato affinché somigliasse ad un atollo nel mare dei
software tradizionali, con tanto di sedie a sdraio e palloni da
spiaggia (!) era diviso in diverse sezioni con i provider di
servizi che offrivano soluzioni su software gratuiti e gli utenti e
gli sviluppatori che mettevano a disposizione del pubblico le
loro esperienze e consigli legati ai progetti individuali.
L’Open Source Park è nato sotto gli auspici dell’Open Source
Geospatial Foundation ed integra la grande offerta proposta
da Intergeo 2007.
L’appuntamento con la quattordicesima edizione di Intergeo
è quindi rimandato al prossimo anno a Brema, dal 30
settembre al 2 ottobre 2008.
A Cura della Redazione
Un momento tra le numerose conferenze programmate nella tre giorni espositiva
29
GEOmedia
N°4 2007
Tecnologie,
informazioni e
soluzioni
Intergeo insieme ad altri pochi eventi in giro per il mondo,
rappresenta il salone delle tecnologie geomatiche per
eccellenza. In un colpo solo è infatti possibile affacciarsi sulle
novità tecnologiche e la capacità propositiva di circa 500
marchi di prestigio provenienti da tutto il mondo. Basta
sfogliare le 120 pagine di catalogo delle aziende e dei marchi
rappresentati, per trovare veramente di tutto. Dalle
emergenti aziende cinesi che ormai dominano nel mercato
delle soluzioni topografiche in fascia bassa come livelli, laser
e stazioni totali, finendo alle aziende specializzate in accessori
per il day by day del topografo, passando per la
fotogrammetria e per i sistemi laser ad altissima efficienza
come quello derivato dalla ricerca applicata del più grande
centro di ricerca europeo, il Fraunhofer.
Ogni settore strategico in campo geomatico è stato
rappresentato dai principali attori a livello mondiale. Tra i
sistemi di ripresa fotogrammetrica di nuova generazione
erano presenti le soluzioni Vexcel, Z/I, Leica, Jenoptik e altre
ancora.
Topcon, Trimble, Leica, Sokkia, ESRI e Bentley sono state le
aziende che più hanno concorso alla gara tra gli stand più
attraenti per design e dimensione.
Trimble mette in gioco le sue tecnologie
Trimble si è resa protagonista dell’annuncio di nuove
soluzioni per il settore del survey e dell’engineering, così
come per il settore dello spatial imaging e delle
infrastrutture. L’integrazione tra software e hardware va sotto
il nome di Trimble 4D Control Software pensato sia per il
survey che per le applicazioni ingegneristiche di alto livello,
che insieme alla soluzione Total Station S8 basata sulle
tecnologie innovative di Trimble come MagDrive e FineLock
fanno di questa soluzione uno strumento dalle prestazioni
estreme.
GX 3DScanner, VX Spatial Station e Enhanced VRS
rappresentano altre novità rilevati dotate di nuove
funzionalità, prestazioni e avanzamento tecnologico. Tutte
queste soluzioni saranno disponibili sul mercato a partire dal
prossimo novembre, con una forte integrazione software che
permetterà una migliore gestione delle potenzialità della VX
Spatial Station, ma anche una migliore integrazione generale
dei sistemi Trimble attraverso la soluzione Trimble Connect
Site.
Topcon rinnova parco strumenti e strategie
Le strategie di una grande aziende variano al variare delle
aspettative del mercato, e Topcon non si è fatta attendere sul
fronte delle soluzioni per il positioning, forte del know how
acquisito ormai da alcuni anni nella produzione GPS+Glonass
derivato dalla ormai lontana acquisizione della JAVAD.
Intergeo è stata anche l’occasione per annunciare i nuovi
fronti dell’agricoltura di precisione e del mercato mondiale
del mobile positioning. Oltre al mercato tradizionale, le
tecnologie Topcon permetteranno di allargare gli orizzonti
operativi sia verso l’ITS (Intelligent TraspontSystem) che verso
l’AHS (Advanced Highway System) senza tralsciare anche
soluzioni più specificatamente dedicate alla gestione di flotte
in genere, siano esse composte di navi, camion o treni.
Il nuovo parco strumentale conta invece diverse soluzioni
come la Imaging Station, il nuovo sistema laser scanner GLS-
1000 che incorpora sia il gruppo di alimentazione che quello
di memorizzazione ed infine il sistema per il mapping GIS
GPSGMS-2 Pro, che rivoluziona il concetto di GPS per il
mapping GIS, mettendo assieme un GPS, un distanziometro
laser e una camera fotografica.
Sokkia, Leica & more…
Ma le novità di Intergeo non finiscono qui: ci vorrebbero
molte e molte pagine per descrivere le novita’ e le soluzioni
delle aziende conosciute e di quelle appena affacciatosi sulla
scena. Tra le novita’ salienti sicuramente le altre soluzioni nel
settore del survey di Sokkia e di Leica, una tutta orientata a
fornire prodotti dalle caratteristiche univoche, l’altra nella scia
del grande gruppo Exagon, dedita alle acquisizioni nel
settore delle soluzioni geospatial. Seguendo questo trend
Leica ha sia condiviso lo spazio espositivo con ESRI che
presentato, tramite un altro spazio, le soluzioni basate sui
prodotti targati ERMapper e Oracle.
30
Intergeo è stata anche l’occasione per
veder comparire sulla scena altri attori; a
cominciare da Microsoft, che nell’orbita
di Vexcel e Bloom ha dimostrato il suo
forte interesse a sostenere il lavoro di
produzione dei contenuti geospaziali
che alimentano il portale Virtual Earth in
una sorta di sfida all’ultima immagine
con Google Earth.
Curiosando invece tra gli stand ci hanno
colpito diverse soluzioni e piccole e
grandi innovazioni: un navigatore 3D,
ma anche il sistema MICRODROME md
4-200 (www.mdai.de) estremamente utile
nella creazione di documentazione e
rilievi di siti spesso inaccessibili. Sono
comunque state innumerevoli le altre
cose viste a Lipsia e che hanno attirato
la nostra attenzione; in ultima analisi
Intergeo è un evento che vale la pena
visitare, anche per chi e’ alla ricerca
delle minuterie topografiche, oppure
dell’ultima soluzione software basata su
sistemi open source che tutti insieme
costituivano un parco creativo di tutto
rispetto; insomma un modo di fare
evento che in Italia ancora non si è mai
visto ed al quale vale veramente la pena
di partecipare.
Lo Space Navigator: un mouse specifico per la
navigazione nei sistemi 3D
In basso a sinistra lo stand di ESRI e Leica.
In basso a destra lo spazio espositivo dell’Open Source Park.
GEOmedia
N°4 2007
Le aziende del Made
in Italy a Intergeo
La rappresentanza italiana al salone europeo delle
geotocnologie non era proprio foltissima, anche possiamo
annoverare un eccellente ma limitato gruppo di aziende,
capaci di internazionalizzare il loro business, o quantomeno
che provano a farlo.
Menci Software
E’ l’azienda italiana che più si evidenzia per la produzione di
innovativi sistemi di fotogrammetria. Da poco tempo sta
promuovendo le proprie soluzioni a livello internazionale
ottenendo già diversi successi. L’ultima innovazione in fatto di
sistemi di rilevamento fotogrammetrici è il sistema ZScan, che
si compone sia del sistema HW di rilevamento (una camera
digitale calibrata) e di un sistema di mounting della camera
che garantisce l’esatta collocazione dello strumento. Il
sistema software è in grado di generare un modello digitale
dell’oggetto con precisioni multiscala che superano
ampiamente le prestazioni dei sistemi laser scanner.
Sierrasoft
E’ da diversi anni che Sierrasoft frequenta Intergeo dove
propone la versione internazionalizzata delle diverse soluzioni
per il calcolo topografico, da Topko a Sitio, passando per la
soluzione ProST orientata alla progettazione di strade e
ferrovie, o alla soluzione Matra per i calcoli geodetici.
www.sierrasoft.com
Helica
Helica è un’azienda che potrebbe guadagnare le cronache
della scena geomatica per la capacità di innovare il prodotto
e le soluzioni. In Helica ci si occupa di telerilevamento e di
rilievi laser scanner da piattaforme aereoportate. Nell’ambito
delle sue attività ha sviluppato un sistema di rilievo a basso
impatto e teleguidato, progetto che gli operatori del settore
presenti ad ASITA 2005 potranno ricordare tra le soluzioni
innovative presenti negli stand espositivi.
www.menci.com
ABACO Group
E’ un’azienda abituata al mercato internazionale da molti
anni, essendo partita da soluzioni di base per le librerie di
sviluppo dei sistemi CAD e successivamente dei sistemi GIS.
Per ABACO è naturale essere qui ad Intergeo come occupare
uno degli stand alla conferenza annuale GITA negli Stati Uniti
o ad una conferenza di ORACLE europea. Le soluzioni di
ultima generazione di ABACO vanno infatti oltre quelle
compliant con Oracle
Spatial e si attestano
sulle ultime soluzioni
finalizzate
all’orientamento al web
come lo spatial imaging
per il geoweb 3D o la
tecnologia di base di
Pictometry.
www.abacogroup.it
Territorium Online
E’ l’azienda tipica del nord Italia (Bolzano): posti dove si
pensa più ai fatti che alle parole. TO è infatti sul mercato dei
GIS da molto tempo con soluzioni ad hoc che vanno oltre le
integrazioni tecnologiche compliant con le diverse
piattaforme targate ESRI, Intergraph o Autodesk. Le soluzioni
di Territorium Online puntano direttamente al cuore del
problema, ovvero ai database geografici su piattaforme miste
tra il mondo dell’open GIS e quello delle soluzioni corporate
come ArcIMS di ESRI o dei
server geografici targati
Intergraph, Bentley,
Autodesk e Oracle Spatial,
ma anche PostGIS e altre
soluzioni.
www.helica.it
Euroimage
Eurimage è la corporate company che gestisce la
commercializzazione dei dati di diversi sensori satellitari come
QuickBird, Landsat, Envisat con i sistemi ERS 1 & 2, IRS,
Radarsat e ASTER.
www.eurimage.com
VirtualGEO
Virtualgeo è un’azienda che si
occupa di comunicazione e
geomatica, ma anche di distribuire
una soluzione per il trattamento dei
dati da laser scanner come CloudCUBE. La soluzione
sviluppata in ambiente Autodesk permette di importare,
gestire, visualizzare e modellare in 3D le nuvole di punti
acquisite con i diversi sistemi laser scanner.
www.virtualgeo.it
Domenico Santarsiero
sandom@geo4all.it
www.territoriumonline.com
32
GEOmedia
N°4 2007
Laser Scanner 3D
Applicazioni, metodologie e
potenzialità del rilevamento con
laser scanner terrestre
di Giorgio Vassena
a giornata di studio, organizzata dall’Università di Brescia, dall’IAEG (International Association of
Engineering Geology) e da MicroGeo, aveva come scopo quello di fornire un aggiornamento circa
REPORTS
lo stato dell’arte delle tecnologie di rilevamento e di trattamento dati con laser scanner.
Con un po’ di ritardo riportiamo il
resoconto della giornata che si è
svolta lo scorso 28 maggio presso
l’Università degli Studi di Brescia
dedicata al laser scanner terrestre.
Con l’intervento di geologi, tecnici,
ingegneri e accademici sono stati
analizzati casi pratici e concreti in
cui l’integrazione del laser scanner
con le tecniche di rilevamento
classico (fotografiche, topografiche
e GPS) è stata fondamentale per la
riuscita finale del lavoro.
Ottima occasione per vedere in
azione strumenti laser scanner ed
allo stesso tempo osservare le
nuove tecnologie di trattamento
dei dati 3D ed i software dedicati,
la giornata è servita anche a
mostrare come la stessa struttura
hardware e software utile per il
rilevamento sul territorio possa
essere efficacemente applicata al
rilevamento di beni architettonici o
di grandi strutture di ingegneria
civile.
Organizzata dal gruppo di topografia e cartografia
dell’Università bresciana in collaborazione con Topotek e
MicroGeo, la giornata è stata come sempre occasione di
aggiornamento e presentazione di novità per gli operatori sia
esperti che neofiti della tecnica del laser a scansione.
Il tutto si è svolto sotto il patrocinio dell’International
Association of Engineering Geology, di cui uno dei relatori,
Giorgio Lollino è da poco presidente.
Giorgio Vassena e Lorenzo Cavallari dell’Università di Brescia
hanno presentato le più moderne tecnologie per il
monitoraggio di sbarramenti idroelettrici in calcestruzzo
armato e per la certificazione dimensionale dell’invaso (in
collaborazione con ARPA Lombardia) e per il monitoraggio
del quadro fessurativo superficiale (in collaborazione con
ENEL).
Matteo Sgrenzaroli e Massimo Gelmini di InnTec e Topotek
hanno invece presentato le potenzialità di trattamento dati
del software JRC
3DReconstructor, sviluppato
all’interno del centro di ricerca
europeo di Ispra e impiegato
in avanzate e sofisticate analisi
di impianti industriali da parte
della IAEE, e degli applicativi
Kubit (PointCloud) per il
trattamento delle nuvole di
punti in ambiente AutoCAD.
Topotek ha colto l’occasione
per la presentazione di due
nuovi applicativi, 3DManager
e 3DGeoMec interamente
sviluppati da ingegneri italiani.
Il primo permette la gestione
di un database di nuvole di
punti, permettendone la
visualizzazione e l’estrazione
di geometrie su una
immagine in 2,5D, anche ad
utenti non esperti. Il secondo,
3DGeoMec, permette
l’estrazione della
caratterizzazione
geomeccanica di pareti in
roccia, attraverso la scansione laser.
I tecnici di MicroGeo si sono impegnati nel mostrare le
potenzialità operative dei propri laser scanner a media-lunga
portata e degli applicativi per l’acquisizione e il trattamento
dai dati laser.
Come di tradizione i PowerPoint degli interventi sono
scaricabili via web all’indirizzo http://www.rilevamento.it.
Autore
GIORGIO VASSENA
giorgio.vassena@unibs.it
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Il Laboratorio di Cartografia
Archeologica di Roma
mmerso nel cuore della Roma popolare, a due passi dal Lungotevere e ai piedi del Monte Testaccio, il
Laboratorio di cartografia archeologica rappresenta una risorsa di materiale cartografico storico ed
informazioni archeologiche sulla città, come non se ne erano mai viste finora.
Il Laboratorio di Cartografia
Archeologica nasce per Roma e nei
suoi meandri, per così dire, si
nasconde. Situato al 28 di via del
Monte Testaccio, in quella che la
notte diventa la protagonista della
vita notturna della Capitale, il
Laboratorio passerebbe inosservato
se non fosse per la porticina che
reca impressa la sua targa.
Oltrepassata la soglia, però, quello
che si incontra è un gigantesco
mondo di materiale cartografico e di
informazioni dedicate alla vasto
patrimonio archeologico (ma non solo) che caratterizza Roma.
Sebbene la piena operatività non sia ancora stata raggiunta,
vuoi per mancanza di fondi, vuoi per l’ambizioso obiettivo
che il Laboratorio si propone, le potenzialità e i lavori sul
quale lo staff si sta impegnando sono molteplici.
Luca Sasso d’Elia, che assieme a Gianluca Schingo
attualmente gestisce la struttura, ci spiega che il Laboratorio
è in realtà composto da due entità: il Laboratorio di
Geoarcheologia dell’Università Roma Tre ed il Comune di
Roma, col quale il lavoro del centro si interfaccia.
Le linee guide che fondano l’istituzione del Laboratorio sono
da ritrovarsi nel tentativo di operare una sinergia tra
istituzioni diverse legate tra loro da competenze
complementari, il tutto attraverso una spinta verso la
multidisciplinarietà. Scopo ultimo è quello di unire la ricerca
alla fruizione delle informazioni da parte dei professionisti,
degli studenti o dei semplici curiosi. Il laboratorio apre infatti
le sue strutture a tutti.
L’ampio bagaglio di conoscenze di cui lo staff è garante fa sì
che tecnologie come il GIS, la fotogrammetria, il
telerilevamento, il laser scanning, la fotomodellazione 3D, la
realtà virtuale siano tutte integrate nella produzione del
centro.
Tra i servizi offerti dal Laboratorio
spicca la possibilità di visionare
l’archivio cartografico di Roma
completo di dati che vanno dalla
cartografia di base fino al
Catasto Gregoriano e la Forma
Urbis Romae. Tutto il materiale,
digitalizzato nel tempo da varie
persone che si alternano
all’interno dello staff è a
disposizione del pubblico e può
essere liberamente utilizzato per
i propri bisogni (anche lavorativi),
previa autorizzazione e consegna
dei risultati al laboratorio stesso, che provvederà poi ad
inserirli nell’archivio.
Gli sviluppi nell’ambito GIS del Laboratorio saranno integrati
prossimamente nel webGIS del Comune di Roma che
purtroppo, però, ancora non è attivo (QUO –
www.urbanistica.comune.roma.it) e funzioneranno come un
layer dello stesso.
Le collaborazioni del laboratorio a livello istituzionale non
mancano e vedono la partecipazione dello stesso nel
monitoraggio archeologico preventivo dedicato alla
costruzione del M.A.C.R.O. (www.macro.roma.museum), nella
creazione di un archivio bibliografico per i Beni Culturali, nei
lavori di riqualificazione di Piazza Vittorio Emanuele II, nella
vettorializzazione del Catasto Gregoriano assieme a Roma
Tre, nella scansione tridimensionale della Forma Urbis
Severiana assieme all’Università di Stanford, nello studio della
geologia dell’area di via Giulia – via San Filippo Neri, più
lavori nel campo della costruzione di GIS come ad esempio
per le collezioni lapidee romane, delle sepolture storiche del
Verano o del vasto Parco di Tor Marancia.
A Cura della Redazione
GEOmedia
N°4 2007
UNIVERSITA’ E RICERCA
Due catture di schermo del sistema di gestione degli archivi storici
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GEOmedia
N°4 2007
Cartografia e modernità
CARTOGRAFICA
L’evoluzione dei
paradigmi comunicativi
avvento dell’era informatica ha portato con sé grandi cambiamenti all’interno della disciplina
cartografica. L’utente delle mappe è sicuramente quello che ne ha subiti di maggiori: da
elemento passivo nel processo di comunicazione dell’informazione geografica, chi utilizza le
mappe è ora diventato un elemento cardine del ciclo di produzione dei significati geografici.
Quella cui stiamo assistendo è una fase fondamentale nella
storia della disciplina cartografica. Per la prima volta infatti
siamo di fronte, effettivamente ed in maniera largamente
condivisa, al risultato della fusione di tre componenti:
l’informatica, le reti e l’impianto teorico fornito dagli studi fin
qui portati avanti in merito alla comunicazione cartografica.
Alcuni modelli di riferimento
L’esperienza maturata nel campo cartografico durante la
Seconda Guerra Mondiale è stata fondamentale per una
nuova visione della disciplina. La guerra aveva infatti portato
i geografi a dover ripensare le mappe per uso bellico che,
abbandonate le problematiche legate alla loro produzione
ed al loro aspetto grafico-artistico, dovevano essere
soprattutto altamente funzionali.
Per comprendere dunque come ottenere mappe funzionali
ad uno scopo specifico, molti geografi si sforzarono, negli
anni seguenti, ad ideare modelli comunicativi che riuscissero
a sintetizzare il processo soggiacente la trasmissione di un
messaggio (da parte del cartografo) e la sua ricezione (da
parte dell’utente).
Tra i tanti, il modello che ottenne più successo fu quello
proposto nel 1969 dal geografo cecoslovacco A. Kolácny: il
Map Communication Model (o MCM, nome col quale ci si è
poi riferiti al modello – figura 1) raccoglieva in pieno
l’eredità lasciata dalle prime teorie dell’informazione
sviluppate qualche tempo prima dal matematico americano
Claude Shannon (Teoria matematica dell’informazione).
La produzione cartografica e la mappa erano al centro di un
processo che partiva dalla realtà e si concludeva con la
ricezione da parte dell’utente. Il veicolo del messaggio era
la mappa stessa ed era il cartografo che influiva sulla
trasmissione di uno specifico messaggio, lasciando al
ricevente il compito di catturare l’informazione in base ai
propri bisogni.
Il problema, come poi si notò, era proprio che il modello
risentiva troppo di un concetto di informazione nel senso
binario del termine, e non faceva riferimento al più ampio
universo della conoscenza.
di Fulvio Bernardini
Affermare che noi viviamo in un mondo di conoscenza e non
di mera trasposizione delle informazioni da un punto ad un
altro, diede il là ad un’ulteriore modellizzazione del processo
comunicativo, questa volta visto alla stregua di un sistema
(figura 2).
Figura 2 - Modello del processo comunicativo cartografico come
sistema. Si notano le fasi di scambio di conoscenza e l’interesse
verso gli aspetti grafici.
Da MacEachren (1995, fig. 1.2 pag. 5)
Figura 1– Una riproduzione schematica della cartografia come
trasmissione dell’informazione.
Realtà geografica
Interpretazione
del cartografo
Mappa
Ricevente (utente)
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GEOmedia
N°4 2007
Il sistema proponeva un flusso ciclico dell’informazione che,
da mero input cartografico, diventava un argomento di
scambio tra i due estremi del modello, avvicinando la teoria
alle problematiche che ci avrebbero accompagnato fino ai
nostri giorni.
L’evoluzione
Quelli che però, nei modelli fino ad allora adottati, avevano
ricevuto le maggiori attenzioni da parte degli studiosi, erano
stati i livelli intermedi nel processo, prima, e ciclo, poi, della
comunicazione cartografica: ci si soffermava infatti molto sulla
fase di trasformazione delle informazioni selezionate dal
cartografo e sull’iniziale estrazione delle stesse da parte
dell’utente ma si ragionava poco su sui meccanismi inerenti la
scelta delle informazioni da veicolare e sull’universo di
conoscenze, contesti e utilizzi verso i quali la trasmissione
andava incontro.
Sono così sorti, da più parti, interessi multidisciplinari nei
confronti della cartografia; psicologia, approcci cognitivi,
design, semiotica, sociologia, storia, arte, filosofia della
scienza, sono tutti ambiti in cui le mappe e la loro creazione
ed interpretazione hanno trovato nuove letture, di portata
ben più ampia rispetto ad un modello comunicativo che
pretende di spiegare ogni cosa.
Non esiste una mappa che vada bene per tutto e tutti e non
esiste un solo modo di produrre ed interpretare un sistema di
segni complesso quale essa rappresenta.
Riuscire ad ottenere mappe migliori, più funzionali, è un
obiettivo che non può prescindere dall’utilizzo di una base
teorica come quella sopra elencata; soprattutto oggi, che la
cartografia è entrata a far parte della nostra routine
giornaliera grazie allo sviluppo delle tecnologie informatiche
e delle reti.
Cartografia e nuove tecnologie
Le nuove tecnologie in cui si fa un uso della cartografia sono
molteplici; volendo racchiuderle tutte in un paio di eventi
significativi si potrebbe dire che le innovazioni fondamentali
siano state il computer ed internet.
Già con i primi computer in cui si è cominciato a lavorare su
mappe (GIS), il diverso approccio nei confronti della
disciplina è stato significativo: avere a che fare con una
mappa su carta, dalle dimensioni prestabilite ed osservabile
come un tutto, in maniera statica, era assai diverso dall’avere
la possibilità di poter manipolare gli oggetti geografici in
maniera concreta, personale. Le funzioni legate alla
rappresentazione geografica sono da quel momento servite
come strumenti per aggiungere, modificare, correggere,
interrogare gli oggetti geografici, spostando la sequenzialità
classica che andava dal cartografo all’utente, tipica dei primi
modelli comunicativi, di nuovo indietro al cartografo.
L’informazione, in questo senso, è costruita anche (e tramite i
più recenti software, solo) dall’utente. Le mappe sono ora
completate dal rimando, tramite collegamenti ipertestuali, ad
altre tipologie di informazioni, siano esse di natura testuale,
sonora o visiva. E’ il mondo delle ipermappe, della mappa
che non è solo un veicolo per l’informazione ma strumento di
conoscenza.
E tutto questo, nel contesto di quanto fin qui delineato, non
è cosa da poco.
Internet, poi, ha ridisegnato totalmente l’accesso
all’informazione cartografica. L’enorme disponibilità di
mappe, in qualsiasi formato e adattate a qualsiasi bisogno, è
sotto gli occhi di tutti. Siamo davanti al trionfo del geoweb,
del piacere nel partecipare e condividere l’informazione
geografica. Sono gli anni che hanno visto crescere Google
Earth e l’approccio spensierato e divertito alla cartografia su
immagini satellitari, completata dall’utente di quello che è
diventato il web 2.0 (figura 3). Ma soprattutto siamo davanti
ad una nuova coscienza nel riconoscimento e nell’utilizzo
degli strumenti geografici (forniti dal computer).
Si attivano e spengono layer informativi, si interrogano punti
Figura 3 – Google Earth è un nuovo modo di partecipare al processo
cartografico. Gli utenti condividono le loro immagini, i loro commenti
e, da poco, contribuiscono alla realizzazione tridimensionale del
mondo costruito (nella foto Ground Zero – NY).
sulla mappa, si calcolano distanze e si varia la scala. Ognuno
ha la sua mappa, nel momento in cui lo desidera. Si è passati
finalmente a concettualizzare l’enunciato: from map to
mapping.
Ed ecco anche perché, negli ultimissimi tempi, si sono fatti
largo termini come Ubiquitous Mapping o Telecartography
che sono le linee guida che porteranno, nei prossimi anni
(anche grazie alla diffusione dei dispositivi portatili e delle
connessioni wireless), a riuscire a “fornire all’utente la
capacità di creare e utilizzare le carte in ogni luogo e in ogni
momento per prendere decisioni sullo spazio e nello spazio”.
Conclusioni
Si è cercato, con questo articolo, di riassumere l’evoluzione
che l’ambito comunicativo associato alla cartografia ha subito
negli anni. Ogni approccio disciplinare meriterebbe un
approfondimento a parte, ma come è facile intuire lo spazio a
disposizione non me lo permette. Lo stesso paragrafo
dedicato alle tecnologie, meriterebbe un elenco molto più
esaustivo.
Rimane la consapevolezza dei passi da gigante che la
disciplina ha compiuto in questi anni, passi che, a ben
vedere, non sembrano ancora essersi esauriti.
Riferimenti
Bianchin, A. (2006), “Paradigmi cartografici e nuove
tecnologie di rappresentazione-comunicazione”. Atti
della 10° Conferenza Nazionale ASITA.
MacEachren, A.M. (1995), “How maps work”. The
Guilford Press, New York.
http://en.wikipedia.org/wiki/Map_communication_model
http://en.wikipedia.org/wiki/Claude_Elwood_Shannon
Autore
FULVIO BERNARDINI
redazione@geo4all.it
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GEOmedia
N°4 2007
AZIENDE E PRODOTTI
L’occhio aereo di Sony
Il problema più comune avendo a che fare con immagini satellitari o aeree ad alta
risoluzione, nonostante la loro grande utilità, è l’angolo di campo. Prendendo in
considerazione un’area di grandi dimensioni ci si imbatte in un dato numero di
immagini che devono poi essere unite come in un mosaico.
Questo comporta dei problemi, il più fastidioso dei quali è quello che provoca la
duplicazione degli elementi in movimento in due scatti diversi oppure in elementi
che risultano spezzati e tagliati nel punto di congiunzione di due immagini.
Un gruppo di ricercatori della Sony, assieme all’Università dell’Alabama hanno
così progettato un’ingegnosa soluzione: un sistema grandangolare per riprese
aeree.
Il sistema è composto da una serie di obiettivi disposti come in un griglia, ognuno
dei quali dotati di un sensore di ripresa disposto sul medesimo piano focale degli altri. Il tutto è montato su una superficie
convessa. Scattando tutti allo stesso istante, i sensori garantiscono una maggiore ampiezza di campo ed evitano anche la
procedura di unione delle immagini in fase di post elaborazione. Il team di sviluppo è certo che in questo modo sarà anche
possibile ottenere un’immagine aerea unica delle dimensioni di una grande città. Ad un’altitudine di 7.5 chilometri la camera è
in grado di ottenere immagini di una superficie di circa 10 chilometri quadrati, ad una risoluzione inferiore ai 50 centimetri per
pixel.
(Fonte: newscientist.com)
ArcGIS Survey
Analyst arriva
alla versione
9.2
Il mondo del survey in
casa ESRI è qualcosa
di più che un
semplice dato finale
in coordinate. Infatti
l’applicazione Survey
Analyst permette di
gestire in maniera
diretta tutte le
informazioni su calcoli
geotopografici
direttamente
all’interno del sistema ArcGIS di ESRI. Con la versione 9.2 troviamo un Cadastral
Editor dedicato ai rilievi catastali e alle particelle che vengono gestite e
generate. Survey Analyst viene rilascato nell’ambito degli upgrade di ArcGIS
Serrvice Pack 3 che può essere scaricato dal sito di ESRI:
www.esri.com/SAdownload
www.esri.com
(Fonte: Redazionale)
Informazioni geospaziali
per Google Earth con
SOCET GXP
Con le nuove opzioni la suite SOCET
GXP v2.3 per fotogrammetria, che fa
parte della più ampia soluzione SOCET
Set di BAE Systems, permette di
produrre dati cartografici e geospaziali
direttamente utilizzabili sia con Google
Earth che con i sistemi GIS targati ESRI.
Oltre a tale integrazione, il sistem GXP
ha al suo interno un sistema di verifica
automatica di image detection, che
permette attraverso l’uso di Google
Earth di verificare il cambio di stato di
una particolare area del terreno, o altre
modalità di determinazione di cambi di
stato del territorio.
Il sistema è disponibile su piattaforma
Windows e UNIX Solaris 8, 9 e 10.
SOCET SET è distribuito in Italia da
Geotop (www.geotop.it).
www.baesystems.com
(Fonte: Redazionale)
Un sistema di
monitoraggio GNSS da
Trimble
Trimble ha presentato all’ultimo
Intergeo un sistema orientato alla
gestione delle problematiche di
monitoraggio con sistemi GNSS. Il
sistema è orientato a diverse
tipologie di applicazioni e ha
funzionalità specifiche per:
Detection - Il sistema Trimble
Integrity Manager (TIM) tiene sotto
osservazione le condizioni della rete
in tempo reale, mettendo in
relazione i cambiamenti rapidi e
quelli di lungo termine.
Alarms - con l’opzione di allerta, il
sistema TIM notifica agli operatori e
all’amministratore della rete di
controllo quando ci sono dei
cambiamenti significativi, in maniera
da anticipare eventuali livelli di
allarme.
Measurement - il sistema TIM
permette di ottenere misure di
precisione prima, durante e dopo
ogni evento.
Il sistema TIM comprende 4 diversi
tipi di applicazioni e modalità
operative, ovvero:
Rapid Motion Engine - questa
opzione permette di determinare i
movimenti rapidi come nel caso di
terremoti e frane, con una sensibilità
eccezionale.
Network Motion Engine - che
permette di identificare le variazioni
geometriche delle reference station,
ovvero della sua geometria e la
gestione di eventuali cambiamenti.
Server-based RTK Engine - il metodo
più rapido per la verifica di un
movimento è quello di calcolare i
valori delle coordinate in RTK a
livello server. Le baseline tra le
stazione di riferimento vengono
calcolate una al secondo, fino a
distanze massime di 35Km.
Post-processing Engine - permette il
più alto e preciso livello di calcolo: in
modalità post-processing è
effettivamente possibile valutare i
movimenti di lungo termine, ciclici o
stagionali.
www.trimble.com
(Fonte:Redazionale)
3D Station NET1 da Sokkia
Alta efficienza nella gestione di misure
topografiche con la nuova stazione
totale robotizzata di Sokkia, che
incorpora il sistema auto-point, autotracking,
misurazione senza prisma e
controllo wireless a distanza. La serie
NET è una serie per le misure 3D in
campo industriale, adatta a controlli e
misure nei cantieri di costruzioni di navi,
grandi cantieri, costruzioni in acciaio,
Un nuovo sistema laser
scanner da Leica
Geosystems
Leica geosystems ha annunciato il
rilascio del sistema ScanStation 2, che
risulta essere una delle maggiori
innovazioni nel campo dei sistemi laser
basati sull’approccio time of flight. Il
sistema è orientato alle applicazioni
topografiche classiche e as built. Il
sistema ScanStation ha prestazioni da
primato con 50 mila punti per secondo,
circa 10 volte più veloce delle
precedenti versioni.
Il sistema ScanStation 2 porta a suo
favore quattro fondamentali
caratteristiche come:
scansione a vista completa di 360° x
270°
capacità di allineamento sui due assi,
proprio come una total station su punti
di controllo, poligonale, punti di
picchettamento
capacità di rilievo in modalità ultra-fine,
e funzione di accuratezza dei singoli
punti.
portata di 300 m con superficie
costruzioni di generatori eolici, ma
anche per sistemi di monitoraggi e
deformazioni, dighe e progetti di una
certa delicatezza e portata.
www.sokkia.net
(Fonte: Redazionale)
Spot Image si interfaccia con Google Earth
Spot Image porta contenuti nuovi per Google Earth grazie ad una selezione delle
migliori immagini SPOT di varie parti nel mondo.
“One World, One Year” è il nome del layer che sarà possibile visualizzare all’interno
dell’ambiente Google Earth; con una selezione di 50.000 immagini SPOT al minimo
della copertura nuvolosa, la collezione sarà aggiornata regolarmente a seconda
dell’acquisizione di ulteriori e nuove immagini dalla costellazione dei tre satelliti
SPOT. Mediamente, il catalogo dedicato alle immagini dei tre satelliti, si arricchisce
di 10.000 nuovi scatti,
accrescendo ancor di più
il catalogo che già
adesso conta circa
12.000.000 di immagini.
La nuova partnership
segue gli accordi
avvenuti ad inizio anno
che prevedevano la
fornitura, da parte di
Spot Image di 5 mosaici
a risoluzione 2.5 metri di
alcuni paesi europei.
riflettente al 90%, alta precisione,
raggio laser di diametro ridotto,
funzione di utrafine survey.
www.leica-geosystems.com/hds
(Fonte: Redazionale)
www.spotimage.fr
(Fonte: Redazionale)
GEOmedia
N°4 2007
AZIENDE E PRODOTTI
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GEOmedia
N°4 2007
Nuove soluzioni nel settore della rappresentazione tridimensionale
La Tecnologia Terra by Skyline permette di visualizzare fluidamente enormi
porzioni di territorio ad altissima risoluzione in un ambiente 3D ad elevata
interattività.
La tecnologia è alla base della nuova soluzione SkylineGlobe Enterprise
Edition (www.skylineglobe.com) utilizzata dall’Istituto Geografico Nazionale
Francese per la pubblicazione della versione 3D del Geoportale Nazionale
Francese (www.geoportail.fr), primo esempio di geoportale nazionale
europeo in 3D gestito da una agenzia pubblica e
pubblicamente/gratuitamente fruibile online.
L’accesso al portale 3D è attualmente riservato ai sistemi basati su
piattaforma Microsoft (dal lancio del 30 luglio 2007, i download gratuiti del
plugin TerraExplorer hanno già superato il numero di 500.000 click), ma una
versione per i sistemi basati su piattaforme Linux e Macintosh è prevista
essere disponibile per il prossimo mese di gennaio 2008.
Il processo di lavorazione dei dati e la sua distribuzione si avvale
principalmente dei tre componenti principali della TerraSuite: TerraBuilder,
TerraExplorer e TerraGate.
Le soluzioni Skyline sono distribuite in Italia da GeoInfoLab.
AZIENDE E PRODOTTI
www.geoinfolab.com
(Fonte: Redazionale)
Topcon GMS-2 Pro, un
sistema per il mapping
GIS evoluto
Il GMS-2 comprende una bussola
elettronica, una fotocamera digitale e
un distanziometro laser con portata 50
metri. La potente combinazione fra la
performance di un sistema GNSS e la
tecnologia del digital imaging è in
grado di fissare nuovi standard per la
mappatura in campo GIS.
Per realizzare il progetto sono state
sfruttate le caratteristiche del GMS-2,
migliorandole incredibilmente. Il
GMS-2 Pro infatti, offre un
distanziometro integrato, la
misurazione degli offset Nord/Est, la
misurazione delle altezze e larghezze
sull’immagine, oltre a un grande livello
di semplicità, il tutto racchiuso in un
pratico design.
La fotocamera opera con risoluzione
di 2 megapixel. La bussola integrata
ha un’accuratezza di livello più o meno
di 4 gradi, ed il distanziometro ha una
portata di 50 metri con una precisione
di più o meno di 10 millimetri. Ciò che
caratterizza il GMS-2 Pro è la sua
pratica funzione di misurazione delle
altezze e delle distanze. Per misurare
l‘altezza o la larghezza di un oggetto,
basta mirare all’oggetto servendosi
dello schermo, che assicura una facile
lettura. Si può inoltre misurare la
distanza e allo stesso tempo catturare
l‘immagine.
Con l‘aggiunta di un cellulare dotato
di Bluetooth è possibile ricevere le
correzioni DGPS, il ricevitore GMS-2
Pro è in grado di effettuare correzioni
in tempo reale e registrare le
coordinate finali senza necessità di
postelaborazione. Il ricevitore portatile
GMS-2 Pro GIS si serve delle nuovi reti
di stazioni permanenti GNSS per la
ricezione del segnale di correzione
differenziale, con cui è in grado di
raggiungere precisioni submetriche
per la raccolta dei dati GIS.
www.geotop.it
(Fonte: Geotop)
Safe Software
supporta Oracle 11g
Safe Software ha annunciato che la sua
piattaforma, FME Spatial ETL (Extract,
Transform and Load), sarà da oggi in
grado di supportare Oracle Database
11g e Oracle Spatial 11g, inizialmente
per le potenti caratteristiche
GeoRaster di quest’ultimo, in seguito
per il supporto per il nuovo tipo
spaziale 3D di Oracle. FME è una
potente piattaforma spaziale ETL che
permette alle aziende di tradurre,
trasformare, integrare e distribuire dati
spaziali da e per oltre 190 formati tra
CAD, GIS, raster e database.
Da oggi, dunque, i clienti Oracle
possono usare FME per leggere e
scrivere dati vettoriali su un database
spaziale Oracle. Gli utenti possono
anche scriverre dati raster su Oracle
Spatial’s Georaster grazie alla nuova
versione FME 2007. La compatibilità di
FME per le caratteristiche GeoRaster
di Oracle Spatial 11g comprendono
anche miglioramenti in fase di
mosaicatura.
www.safe.com
(Fonte: Redazionale)
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Nuove soluzioni per le
applicazioni di rilevamento
da Trimble
La nuova stazione totale Trimble S8
Total Station e il software Trimble 4D
Control sono applicazioni dedicate a
monitoraggio ed engineering;
annunciata ad Intergeo 2007, la
stazione totale Trimble S8 Total Station
è lo strumento ottico attualmente più
avanzato della società americana.
Progettata per fornire prestazioni
insuperate sia per il rilevamento che
per l’engineering specializzato come il
monitoraggio o le applicazioni di
tunneling, offre una precisione
angolare di 1” e una precisione EDM
di 1 mm + 1 ppm, oltre a numerose
altre funzionalità per migliorare
l’efficienza e la produttività.
La tecnologia automatica MagDrive
garantisce che la stazione totale sia
rapida e silenziosa, in modo che gli
utenti possano eseguire rilievi o
monitoraggi (non invasisi) su più mire
in meno tempo, possano rilevare i
movimenti più velocemente e generino
gli allarmi più tempestivamente.
Dotata di funzionalità uniche, la
stazione totale Trimble S8 include la
tecnologia Trimble FineLock e gli invii
di sincronizzazione dei dati ad alta
velocità. FineLock è un sensore di
tracciamento intelligente
con un campo visivo
ristretto che consente al
dispositivo di rilevare una
mira senza interferenze da
parte dei prismi circostanti.
L’emissione di dati
sincronizzati ad alta velocità
da 10 Hz rendono la raccolta
di dati più rapida e accurata.
La stazione totale viene
gestita dai controller
Trimble CU e TSC2 che
eseguono il software
Trimble Survey Controller,
mediante il modulo
engineering opzionale.
Il nuovo software Trimble 4D
Control è invece un software
di postelaborazione
progettato per applicazioni
di engineering come il
monitoraggio. Quando
viene rilevato uno
spostamento della mira nel
tempo, il software
(personalizzabile) genere
allarmi e avvertimenti in
modo che l’informazione
possa velocemente
trasformarsi in azione.
www.trimble.com
(Fonte: Trimble)
Topcon annuncia il GLS-1000, laser scanner compatto
Il sistema laser scanner GLS-1000 è semplice da usare e funziona in modo autonomo senza
l‘ingombro di un computer portatile, cavi e batterie pesanti. Sviluppato da Topcon, è stato concepito
specificamente per l‘utilizzo nei cantieri. Esso opera quindi anche in condizioni difficili grazie alla
memoria interna e alle sue batterie. Concepito per essere utilizzato con facilità dai topografi, il
funzionamento è simile a quello di una total station e può essere trasportato facilmente con una
sola valigia.
È possibile raccogliere nuvole di punti di misura in modo rapido e semplice e per molte
applicazioni.
È possibile specificare l’area di scansione con il comando jog shuttle, si può lavorare con il software
e l’interfaccia a bordo del sistema e salvare i dati sul supporto SD. Il supporto SD consente
inoltre di trasferire e verificare i dati
su un PC mentre ci si trova ancora in
cantiere, qualora fosse necessario.
Un sistema Wi-Fi integrato permette
di collegare il PC nel caso di ulteriori
controlli e verifiche in fase di
scansione.
Con il GSL-1000 si potrà effettuare:
la creazione di modelli 3D da punti
di misura, supportare i formati di
esportazione più diffusi, integrare
l’immagine con la fotocamera
interna, installarla e utilizzarla
proprio come una total station che
permette una semplice registrazione
dei dati.
GEOmedia
N°4 2007
AZIENDE E PRODOTTI
www.geotop.it
(Fonte: Geotop)
41
GEOmedia
N°4 2007
Sputnik + 50
TERRA E SPAZIO
elebrare il 50° anniversario del lancio del primo satellite artificiale non è cosa facile, o
pratica, all’interno dei confini di questa rubrica. La portata dell’evento ha talmente tante
ramificazioni da poter essere paragonato, senza alcun dubbio, al primo volo dei fratelli Wright
oppure ai primi esperimenti di Marconi con la radio. In questo articolo sono presentati alcuni aspetti
storici connessi all’evento.
La forma di Sputnik 1, il primo satellite ad entrare in orbita
intorno alla Terra, è l’icona che per decenni ha rappresentato
nella concezione popolare il simbolo dell’esplorazione
spaziale. Difficilmente si sarebbe potuto pensare ad un
simbolo più semplice ed allo stesso tempo più originale, una
sfera con quattro raggi (antenne): qualcosa mai visto prima di
allora. Il simbolo ricalca ovviamente la forma del satellite
vero, una forma indubbiamente dettata da esigenze
ingegneristiche e scientifiche, ma che ha subito catturato
l’immaginazione di tutto il mondo.
L’importanza del simbolo, della sua rapida identificazione, è
stato un elemento utile alla diffusione di concetti ed idee
legati al mondo dell’esplorazione spaziale verso il grande
pubblico, un pubblico che ha supportato negli anni quella
che a tutti gli effetti era più una corsa allo spazio che un vero
e proprio piano di ricerca spaziale. Ma l’effetto di tale corsa
non fu negativo e permise di conseguire tappe e successi con
un ritmo così rapido da non avere precedenti nella storia
della tecnologia.
Il primo satellite artificiale
Il 4 ottobre 1957 rappresenta dunque una pietra miliare nella
storia dell’umanità, ma l’evento legato a quella data ha
origini remote. Senza andare necessariamente a scavare nella
storia della missilistica, va però ricordato che la teoria del
volo orbitale era stata sviluppata sin dagli inizi del Novecento
e trovò fertile terreno in gruppi di studio e sperimentazione
apparsi negli anni ’30 (in forme diverse) soprattutto in
Sputnik-1. La sfera havevaa un diametro di
58 cm ed il peso complessivo era di 83.6 Kg.
Germania, Russia, Gran Bretagna
e Stati Uniti. Sebbene tutti
concordassero negli obiettivi e
nelle finalità, era impossibile
pensare di mettere in orbita un
satellite senza un adeguato
sistema di propulsione.
Esperimenti, risultati e
soprattutto insuccessi si
susseguivano, ma senza alcun
supporto degno di nota da
parte di autorità nazionali. Solo
con la Seconda Guerra Mondiale
lo sviluppo del razzo V2 diede
finalmente la percezione
dell’effettiva realizzabilità di un
razzo per usi spaziali, ma
di Fabrizio Bernardini
Francobollo celebrativo
del volo dello Sputnik-1.
dovettero passare ancora diversi anni perchè l’uso di quella
che veniva sviluppata esclusivamente come una nuova arma
potesse essere seriamente considerato per lanciare un
satellite.
Nei primi anni ’50 si posero le basi per un grande programma
di esplorazione del nostro pianeta, chiamato Anno Geofisico
Internazionale (o I.G.Y., International Geophysical Year). A
questo programma dovevano partecipare scienziati di tutto il
mondo ed il lancio dei primi satelliti artificiali era previsto
proprio per indagare come l’utilizzo di tali veicoli potesse
aumentare le conoscenze relative al nostro pianeta.
Il lancio del primo satellite artificiale era dunque un evento
atteso e discusso. Gli americani avevano annunciato lo
sviluppo di un satellite denominato Vanguard e l’Unione
Sovietica non fu da meno con annunci analoghi, corroborati
anche da articoli su riviste per appassionati relativi a come
attrezzarsi per ricevere i segnali dallo spazio. Eppure l’evento
del lancio dello Sputnik risuonò come un evento eccezionale
ed inaspettato, una doccia fredda di portata globale che
diede il via alla corsa allo spazio, facendo rapidamente
scomparire dal contesto gli scopi dell’Anno Geofisico
Internazionale.
Il motivo della sorpresa è complesso e ramificato, ma deve
buona parte del suo essere allo sviluppo di quello stato di
tensione internazionale legato alle due super-potenze e noto
come guerra fredda. E’ cosa risaputa, infatti, quanto
l’amministrazione del presidente Eisenhower, allora in carica,
fosse refrattaria alla ricerca spaziale ed anche all’uso espanso
di missili strategici. Programmi relativi a missili militari erano
in corso, ma lo sviluppo del satellite Vanguard, una piccola
sfera di soli 1,5 Kg di peso, fu assegnato ad un laboratorio di
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GEOmedia
N°4 2007
I.G.Y. – International Geophysical Year
Modello a grandezza naturale dello Sputnik-1 durante la
celebrazione per il cinquantesimo anniversario a Roma.
Credits: Paolo D'Angelo e Sputnik1Day.org
L’Anno Geofisico Internazionale iniziò ufficialmente il 1°
luglio 1957 e terminò il 31 ottobre del 1958
coincidendo anche con un periodo di massima attività
solare (l’attività del Sole ha un ciclo di circa 11 anni).
I.G.Y. doveva esplorare i seguenti settori scientifici: i
fenomeni legati alle aurore, i raggi cosmici, il
geomagnetismo, la gravità, la determinazione di
coordinate per mapping di precisione, la
meteorologia, l’oceanografia, la sismologia e l’attività
del Sole. Tutti questi settori furono, negli anni a
seguire, rivoluzionati dalla ricerca effettuata per mezzo
dei satelliti artificiali.
GEOmedia dedicherà nei prossimi mesi ampio spazio
alla celebrazione dell’anniversario dell’Anno Geofisico
Internazionale e dell’uso dei satelliti per l’esplorazione
della Terra.
ricerca (Naval Research Laboratory). Inoltre, per non pesare
sui programmi militari, si decise di sviluppare un razzo
dedicato allo scopo con tutti i rischi del caso.
Dal canto suo l’Unione Sovietica, lavorando in condizioni di
massima segretezza (uno degli aspetti che differenziarono
grandemente l’approccio statunitense da quello sovietico),
mise in gioco il suo arsenale bellico per lanciare in orbita lo
Sputnik 1 con i suoi 83.6 Kg di peso dando, anche un chiaro
messaggio di potenza militare con la disponibilità di un
vettore, denominato R-7, in grado di lanciare testate nucleari
ovunque.
La sorpresa fu allora a doppio effetto: da una parte l’aver
primeggiato in quella che innegabilmente era una tappa
storica, dall’altra l’averlo fatto con un veicolo ben sviluppato
e decisamente non sperimentale, dalle enormi implicazioni
militari.
Il dopo Sputnik
Mentre gli Stati Uniti incassavano il colpo (persino oggigiorno
molta della stampa statunitense non ha dato all’anniversario
del lancio dello Sputnik la risonanza che l’evento
meriterebbe) ed il resto del mondo celebrava l’inizio dell’era
spaziale, l’Unione Sovietica rincarò la dose con il lancio dello
Sputnik 2, un veicolo di ben 500 Kg recante a bordo il primo
essere vivente ad entrare in orbita terrestre, la cagnetta Laika.
Solo con un’azione di forza gli Stati Uniti furono in grado di
recuperare, mettendo in gioco il team di scienziati che
gravitava intorno a Wernher Von Braun. In breve tempo,
usando componenti sviluppati per il vettore balistico (non
orbitale) Redstone, svilupparono il razzo Jupiter-C ed il 1°
febbraio 1958 misero finalmente in orbita Explorer-1, il primo
satellite americano seguito, infine, da Vanguard-1 il 17 marzo
dello stesso anno.
Il 15 maggio del 1958 i sovietici misero in orbita lo Sputnik-3
che con i suoi 1327 Kg di peso recava ben dodici esperimenti
destinati agli scopi dell’Anno Geofisico Internazionale. La sua
complessità ed i problemi legati inevitabilmente al suo
sviluppo, suggerirono al Capo Progettista Sergej Korolev (la
mente dietro il programma spaziale sovietico), sotto
pressione anche dal governo Krushev, lo sviluppo del più
semplice Sputnik-1 e del propagandistico Sputnik-2.
Ci vollero ancora anni prima che l’America potesse
eguagliare la capacità di carico dei vettori sovietici, ma la
bilancia dei successi cominciò a volgere verso occidente
grazie all’avanzata tecnologia che i satelliti statunitensi
recavano a bordo, permettendo a loro di conseguire missioni
più complesse e con maggiore affidabilità delle controparti
dell’Est.
Modello ingegneristico dello Sputnik-1 che mostra il guscio
esterno, quello interno e le apparecchiature di bordo.
Conclusioni
Ricordare il lancio di Sputnik-1 è allora un esercizio di storia
della scienza, di storia della tecnologia ed anche di storia
delle nazioni. E’ un evento complesso che ha avuto sviluppi
rapidissimi e notevolmente intricati. Oggi non è possibile
immaginare come sarebbe stato il mondo se il 4 ottobre del
1957 Sputnik-1 non fosse entrato in orbita. Ma ancora di più,
non è possibile immaginare come si starebbe senza satelliti
artificiali e senza i servizi che da essi dipendono.
Riferimenti
http://en.wikipedia.org/wiki/Sputnik
http://en.wikipedia.org/wiki/IGY
http://en.wikipedia.org/wiki/Vanguard_1
http://www.mentallandscape.com/S_Sputnik.htm
http://www.nasa.gov/50th/home.html
http://www.sputnik1day.org/
Autore
FABRIZIO BERNARDINI
fb@aec2000.eu
43
GEOmedia
N°4 2007
L’universo delle mappe
“How maps work” non è un libro recente.
La prima edizione del volume ha ormai
più di 10 anni ma la portata scientifica
delle teorie e degli approcci disciplinari
dedicati alle mappe ed al loro
funzionamento lo rendono un testo
fondamentale per tutti coloro che si
interessano di cartografia, mappe, GIS e
visualizzazione dell’informazione spaziale
in genere.
RECENSIONE
l fatto che nel 2004 si sia pensato di ristampare “How
maps work”, il libro di Alan M. MacEachren scritto quasi
un decennio prima, la dice lunga sul grande apporto che i
contenuti del volume hanno fornito alla comprensione della
disciplina cartografica. Nonostante nell’ultimo decennio le
tecnologie siano evolute in maniera esponenziale, l’approccio
semiotico-cognitivo che il professore americano ha introdotto
nelle pagine della sua opera, rimane infatti ancora uno dei
tentativi più ambiziosi e di applicazione pratica nello studio
delle mappe.
Obiettivo del volume è quello di comprendere come e
perché le mappe funzionano o non funzionano, tutto per poi
arrivare ad ottenere rappresentazioni geografiche che siano
più funzionali possibile.
Per fare tutto ciò, MacEachren si affida a strumenti disciplinari
assai diversi: storia, psicologia, approcci cognitivi, semiotica e
tecnologie, sono i fondamenti del suo approccio.
Per dirlo con le parole dell’autore:”I principi ispiratori di
questo libro vedono nelle mappe delle rappresentazioni
spaziali che possono, a seconda dei casi, stimolare altre
rappresentazioni spaziali e che la rappresentazione è un atto
di costruzione del significato. E’ considerando la questione a
vari livelli e tramite diversi approcci che possiamo cominciare
a comprendere come funzionino le mappe ed utilizzare
questa conoscenza nelle fasi di simbolizzazione e design
delle stesse.” (Traduzione dell’Autore)
Diviso in tre sezioni, il libro affronta il problema della
comprensione dei prodotti cartografici introducendo il lettore
ad alcuni necessari presupposti in termini di teorie della
comunicazione e di terminologia associata. Nella prima parte
vengono poi affrontate le problematiche legate ai fenomeni
percettivi ed alla psicologia della forma (Gestalt), giungendo
a chiarire l’importanza degli schemi mentali nella
comprensione ed organizzazione del significato.
La seconda parte, sfruttando un’analisi di matrice semiotica e
l’introduzione, ancora una volta, alla terminologia del caso,
vede la decomposizione del segno-mappa nelle sue
dimensioni sintattiche, semantiche e lessicali. Obiettivo
dell’analisi è distinguere un’approccio funzionale alle mappe,
in cui cioè ci si sofferma sui rapporti tra i segni, i sistemi di
segni ed il significato associato ad una mappa, da quello
lessicale in cui la mappa, intesa come sistema semiotico è
inserita nel milieu sociale che le fornisce il contesto affinché
essa possa significare a più livelli.
La terza parte è dedicata alla visualizzazione geografica ed
alle interazioni che avvengono in tempo reale con essa, al 3D
ed all’introduzione di variabili come lo spazio ed il tempo
nelle mappe (mappe dinamiche).
Un lavoro ambizioso, dunque, ma che non mancherà di
soddisfare chi trova nell’aspetto più prettamente
comunicativo della questione cartografica un ottimo
argomento di approfondimento.
Alan M. MacEachren è Professore di Geografia e direttore del
GEOvista Center all’Università statale della Pennsylvania.
Molto apprezzati sono anche le sue ricerche (più recenti) nel
campo della geovisualizzazione informatica.
A Cura della Redazione
Alan M. MacEachren
“How maps work. Representation, Visualization, Design”
The Guilford Press, New York (1995)/Paperback edition
(2004)
Lingua inglese
45
GEOmedia
N°4 2007
2007/2008
11-15 novembre
Roma – Nuova Fiera di Roma
20th World Energy Congress
Web: www.rome2007.it
15-16 novembre
Lucca – Real Collegio
Lu.Be.C. 2007
Web: www.lubec.it
Email: f.velani@promopa.it
14 dicembre
Termine di scadenza della domanda
di pre-iscrizioneMaster Universitario
di I livello
GIS per la Pianificazione territoriale
Università degli Studi di Roma Tre -
Dipartimento di Scienze Geologiche
Web:
http://host.uniroma3.it/master/master
geo/1livello/index1.htm
GIS Day,
14 novembre 2007
AGENDA
20 novembre 2007 - 20 gennaio
2008
Navacchio Pisa
FreeGIS: Corsi su sistemi geospaziali
Open Source
Faunalia – LiberSoft
Web:
www.faunalia.it/it/corso_master_next.
php
Email: info@faunalia.it
30 novembre
Castello di Sannicandro
Bari
Convegno “Cambiamenti climatici e
rischi geologici in Puglia
Ordine dei Geologi della Puglia”
SIGEA Sezione Puglia
Web: www.geologipuglia.it
Email: info@geologipuglia.it
4-6 dicembre
Mosca, Russia
Terza conferenza Internazionale
“Earth from Space – The Most
effective solutions”
Web: www.transparentworld.ru/conference
Email: conference@scanex.ru
14 dicembre
Termine di scadenza della domanda
di pre-iscrizione Master Universitario
di II livello
GIS e Telerilevamento per la
Pianificazione Geoambientale
Università degli Studi di Roma Tre -
Dipartimento di Scienze Geologiche
Web:
http://host.uniroma3.it/master/master
geo/index2.htm
Email: mastergeo@uniroma3.it
Dal 21 al 24 gennaio 2008
Borovets, Bulgaria
Seconda Conferenza Internazionale
su Cartografia e GIS
Web: www.datamap-bg.com
Email: cartography@abv.bg
20 febbraio 2008
Termine di scadenza delle iscrizioni
Corso WebGIS OpenSource per la
diffusione dei dati territoriali
Centro di GeoTecnologie Università
degli Studi di Siena - San Giovanni
Valdarno (AR)
Web: www.geotecnologie.unisi.it
Email: latini@unisi.it
La nuova edizione del GIS
Day si svolgerà il prossimo 14
novembre. L’occasione
permetterà alle associazioni,
le aziende, gli enti, le scuole
e le università di aprire al
pubblico organizzando
convegni, seminari e percorsi
tematici allo scopo di
diffondere cultura geografica
e conoscenza della
tecnologia GIS. ESRI Italia
invita gli operatori del
settore interessati a
partecipare a contattare il
sito
www.esriitalia.it/gisday2007
per la pianificazione degli
eventi.
(Fonte: ESRI Italia)
Indice Inserzionisti
Asita
Pag...........9
Codevintec
Pag...........15
ESRI
Pag...........4
Eurotec
Pag...........13
Geo4all
Pag...........47
Geogrà
Pag...........38
Geotop Pag...........19, 48
Intergraph
Pag...........44
Menci
Pag...........31
SinerGIS
Pag...........11
Trimble Pag...........2, 24
Universo
Pag...........34
46
Lanciati nel mondo
della geografia intelligente!
www.geo4all.it/geomedia
GIS: dai sistemi ai servizi
GPS Software Receiver
per applicazioni embedded
GEOmedia incontra
Stefano Morisi
Un futuro chiamato
Constellation
Quando le tecnologie del
futuro diventano realtà.
L‘abbonamento che guarda al futuro.
Approfitta subito dei vantaggi speciali dell’abbonamento.
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2008 di GEOmedia
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