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Stereoscopia ASTER ed interferometria SAR a confronto

I n t e r vista a Claudio Mingrino di Intergraph Italia

Report dalla 8 a Conferenza Italiana Utenti ESRI

Dalle informazioni geospaziali al Virtual Delivery

I n t e r vista al presidente di A s s o g e o

Geodesia dallo spazio

Tutorial Pregeo 6 a p a r t e



6

18

F O C U S

Stereoscopia ottica ASTER ed interferometria

differenziale SAR a confronto - DI MARIO GATTI

Fotogrammetria e telerilevamento - A CURA DELLA REDAZIONE

Direttore

RENZO CARLUCCI

rcarlucci@aec2000.it

Comitato editoriale

FABRIZIO BERNARDINI, VIRGILIO CIMA,

LUIGI COLOMBO, MATTIA CRESPI,

MAURIZIO FAVA, SANDRO GIZZI,

LUCIANO SURACE, DONATO TUFILLARO

Direttore Responsabile

DOMENICO SANTARSIERO

sandom@geo4all.com

Hanno collaborato a questo numero:

FABRIZIO BERNARDINI

FULVIO BERNARDINI

EMANUELE BRIENZA

FRANCESCA CECCARONI

ERMANNO DALLA FIORA

ISABEL GRAMESON

CLAUDIO MINGRINO

FRANCESCA SALVEMINI

LAURA SEBASTIANELLI

14

22

26

30

34

32

M E R C AT O

G I S O P E N S O F T WARE, il sesto convegno della comunità GRASS - La SIFET a convegno -

Tecnologia al servizio dell’arte - Il GIS pratico a San Leo - SLAM per il monitoraggio idrogeologico -

E N V I S AT, il satellite europeo per lo studio della terra

R E P O RT S

Intergraph - Una storia orientata all'innovazione - A CURA DELLA REDAZIONE

Generazione di ortofoto ad alta risoluzione su scansione laser - DI FRANCESCA CECCARONI

Il GIS sulle note di violino - Report dalla Conferenza Italiana Utenti ESRI - A CURA

DELLA REDAZIONE

Dalle informazioni geospaziali al Virtual Delivery - A CURA DELLA REDAZIONE

I N T E R V I S TA

Le tecnologie per il rilievo territoriale e geotopografico - INTERVISTA A ERMANNO DALLA

FIORA, PRESIDENTE DI ASSOGEO

A R C H E O M AT I C A

Marketing, distribuzione e amministrazione

MEDIANET S.r.l.

Div. Geo4all

Via C.B. Piazza 24

00161 Roma

Tel. 06.44291362 - Fax 06.44244965

E-mail: info@geo4all.com

Redazione

Via Edoardo D’Onofrio, 212

00155 Roma

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Progetto grafico e impaginazione

DANIELE CARLUCCI

Contributi internazionali

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The Netherlands

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E-mail: mailbox@gitc.nl

Condizioni di abbonamento

La quota annuale di abbonamento alla rivista per il 2005

è di C= 45,00).

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il solo anno di sottoscrizione. L’ e d i t o re comunque, al fine di

g a r a n t i re la continuità del servizio, in mancanza di esplicita

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il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si

riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo.

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della Rivista non costituiscono disdetta dell’abonamento a

nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere

richiesti dall'abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione

del numero successivo.

E d i t o re

Domenico Santarsiero

Registrato al tribunale di Roma con il N° 243/2003

del 14.05.03 (già iscritto al Tribunale di Rimini N° 18/97

del 31.10.97)

38 Un GIS INTRA SITE per la Valle del Colosseo - DI EMANUELE BRIENZA

TERRA E SPA Z I O

44 Geodesia dallo spazio - DI FABRIZIO BERNARDINI

48

50

T U T O R I A L

Tutorial Pregeo 8 - 6 a p a r t e

Dal catasto della carta al catasto del web - A CURA DELLA REDAZIONE

Combinare le misure topografiche tradizionali e GPS con PREGEO 8

AZIENDE E PRODOTTI

Trimble R-Track, la risposta di Trimble per la nuova era del GPS - ANTAS Mobile, come portare lo studio

topografico in campagna - Da Vector terminali GPS e software di progettazione per le radiodiff u-

sioni - Suite di software GPS Spider da Leica - Arcweb Services: what you need, when you need -

Autodesk sigla l’accordo per l’acquisizione definitiva di C-Plan AG - Precisione e produttività senza

c o m p romessi - Stati Generali della Bentley a Baltimora

A RT E E S C I E N Z A

58 Il museo della scienza di Villa Farnesina - DI FRANCESCA SALVEMINI

R U B R I C H E

4 E D I T O R I A L E

57 A G E N DA

61 WEB CONNECT

62 PUBBLICITÀ CLASSIFICATA

S t a m p a

IGER • Istituto Grafico Editoriale Romano - V. C.T.

Odescalchi, 67/a - 00147 Roma - Tel. 06/510774/1 - Fax

0 6 / 5 1 0 7 7 4 4

Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità

dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del

contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma

e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico,

ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati,

senza il consenso scritto dell’editore.

In copertina un'immagine satellitare della nave cargo Selendang

Ayu che si è arenata e spezzata al largo delle coste di Unalaska

Island. L'immagine è tratta dal sito istituzionale di Digital Globe

all'URL www.digitalglobe.com/sample_imagery.shtml

Immagine: cortesia di Digital Globe.


E D I T O R I A L E

Una nuova rubrica di A r c h e o m a t i c a

La parte umanistica della nostra rivista è in espansione e da questo numero si parte con un'altra avventura che si

accoda a quella già avviata l'anno scorso con Arte e Scienza.

Archeologia, Informatica e Geomatica s'incontreranno su uno spazio loro dedicato, la rubrica di Archeomatica. Essa

prende il via con un articolo sul Sistema Informativo Geografico della Valle del Colosseo, le cui varie cartografie, da

quelle storiche fino alle più recenti, i disegni e i rilievi di scavo s'integrano in modelli numerici CAD, tridimensionali,

riuniti da un'unica relazione spaziale che li colloca e li indicizza mettendoli a disposizione dell'utente.

Nel corso di quest'anno continueremo l'iniziativa intrapresa nell’apportare una serie di novità partendo da contributi

umanistici, come si è appena accennato, spaziando ed ampliando quindi agli altri contenuti più implicitamente

specialistici nel settore topografico ma sullo stesso filo conduttore, mettendo a confronto le molteplici possibilità delle

tecniche GPS tanto per le misure geodetiche propriamente dette che per i servizi di localizzazione geografica più

consumer.

Avremo modo di illustrarvi i servizi offerti dagli ormai ridottissimi sistemi GPS che alloggiano ormai su un qualsiasi

cellulare di ultima generazione, allo scopo di rendere ancora più facile il lavoro dei professionisti, dei geometri, di tutti

coloro cioè, che devono recarsi velocemente in posizioni predefinite da coordinate geografiche sul territorio.

La Rete (Internet) è piena di insidie ma anche di particolari gruppi di utenti che si scambiano informazioni altrove

irreperibili e spesso, perché apportatrici di contenuti altamente innovativi, perfino al limite della legalità, che non

perviene ancora a regolarla. Tra queste novità, che talvolta tornano estremamente utili agli stessi neofiti, è interessante

notare come le applicazioni nate per fini non sempre ortodossi si siano rivelate più di una volta tecnologicamente evolute

per altri scopi.

Il sistema ormai diffusissimo per rallentare in prossimità degli autovelox disposti sulle nostre strade ne è un esempio.

Si può accedere in rete al database che li contiene, anche costantemente aggiornato e diviso per limite 130 Km/h e 90

Km/h, inserendo il file all'interno di un software di navigazione per cellulari e impostando l'allarme che si vuole ricevere,

sia esso sirena, campana o qualsiasi altro suono: il gioco è fatto e così al prossimo autovelox saremo in grado di rallentare

in tempo. E' pur sempre un autocontrollo sulla spinta che asseconda automaticamente la tendenza ad aumentare la

velocità sfruttando al massimo la potenza dei motori dove pericoli inavvertiti lo consentano, perfino impostando

preventivamente la distanza alla quale far scattare la segnalazione di avviso.

Nei prossimi numeri vi daremo modo di valutare alcuni aspetti e possibilità di facilitazione offerte ai professionisti del

territorio, escogitate da un sistema come questo nato per scopi di carattere evasivo.

Torneremo quindi a parlare del contributo della Geomatica alla Conservazione del Patrimonio Culturale con un

numero speciale interamente dedicato al Rilievo e all'Analisi di Vulnerabilità delle strutture architettoniche e

archeologiche a carattere monumentale, e non ultimo, cercheremo di affrontare il problema più importante che nel nostro

settore occupa proprio lo spazio relativo alle novità indotte sui sistemi di riferimento: incredibilmente la transizione al

WGS84, che come dice la sigla ha ormai più di vent'anni, non è ancora stata completata.

La letteratura è piena di errori di posizionamento dovuti alla piccola differenza tra UTM ED50 e UTM WGS84, i

professionisti del GIS vogliono un Fuso Unico, le amministrazioni si riferiscono al Sistema Ufficiale Gauss-Boaga, e

coloro che si occupano di precisioni altimetriche si trovano ancora a dibattere di sfasature nel discernimento tra Geoide

ed Ellissoide.

Insomma nel campo della precisione c'è più che mai bisogno di regole valide, di metodi e specifiche di univocità o

biunivocità, in campo informatico, che diano un margine di certezza che consenta di trascurare il più possibile l'errore

umano. Concludo perciò con questo pubblico anelito: l'auspicata riapertura della Commissione Geodetica Italiana,

chiusa come “Ente inutile” qualche anno fa, nel periodo in cui la difesa del territorio era un obiettivo ancora riservato ad

una cerchia ristretta d'interessi.

Renzo Carlucci

Per le segnalazioni di capitolati e specifiche tecniche inviare in formato elettronico i documenti a info@geo4all.com, op -

pure, se cartacei, alla nuova sede della redazione di Via Edoardo D’Onofrio 212, 00155 Roma.

4 GEOmedia 1 2005



F O C U S

S t e r e o s c o p i a

ottica ASTER ed

i n t e r f e r o m e t r i a

differenziale SAR

a confronto

Nel lavoro si presentano alcuni modelli digit ali del terre n o

(DEM), alla scala nomina le 100.000, realizzat i at trave rso

im magini ASTER, imma gini SAR e digitalizzazione di un foglio

IGM della Ca rta d’Italia. I modelli sono stat i messi a confro n t o

in term ini di tem pi di realizza zione, costi e pre c i s i o n i

intrinseche . In oltre, per ciascuno di essi, i valori in quota sono

stati confront ati con quelli otte nuti dire ttame nte sul terreno, con

un sistema GPS NAVCOM ad una via.

P a r ole chiave : DEM, TIN, ASTER, SAR, GPS .

I

l telerilevamento ottico e

quello radar possono contare

su un elevato numero di

sensori, con un’ampia gamma di

risoluzioni, ricoprimenti e rivisitazione

dell’immagine. Di pari passo anche la

rappresentazione morfologica

automatizzata consente una visione

immediata dell’andamento planoaltimetrico

del terreno. In questo ambito

risulta chiara l’importanza assunta dai

DEM, acronimo di Digital Elevation

Model o dei prodotti similari come il

TIN o il DTM, che conferiscono

un’immediatezza visiva tridimensionale

della conformazione territoriale

cartografata.

Il campo applicativo dei modelli

tridimensionali è molteplice e può

riguardare gli ambiti più svariati:

individuazione di percorsi di viabilità

stradale o ferroviaria, analisi della

intervisibilità, determinazione di

tracciati per la posa di condotte

idrauliche, simulazioni per la

valutazione dell’impatto ambientale

di Mario Gatti

delle opere, ecc..

In questo contesto ricadono anche i

modelli digitali alle scale nominali

1:100.000, che sono utilizzati

prevalentemente per scopi ingegneristici,

con particolare riferimento alle

radiocomunicazioni, al tracciamento

stradale ed alle analisi ideologiche e per

scopi topografici come, ad esempio, il

raddrizzamento e l’ortoproiezione di

immagini digitali per l’allestimento o

l’aggiornamento rapido e a basso costo

di cartografia, in zone di prive di mappe

pre-esistenti.

Ciò premesso è parso interessante

mettere a confronto alcuni modelli

digitali del terreno, alla scala nominale

1:100.000, realizzati attraverso il

telerilevamento ottico e il

telerilevamento radar. In particolare si è

posta l’attenzione al sensore ASTER ed a

sensori ERS1 ed ERS2.

ASTER (Advanced Spaceborne

Thermal Emission and Reflection

Radiometer) è un satellite in orbita dal

dicembre del 1999. Munito di un sensore

multispettrale con 15 bande (compresa

quella denominata 3B retro-osservante),

dal visibile all’infrarosso termico e di un

doppio telescopio, può generare

stereocoppie con un ricoprimento fino a

60 kmq. Nel lavoro si è creato un DEM

utilizzando le immagini derivanti dal

sottosistema VNIR. A tali immagini è

associata una risoluzione di 15 m per

l’immagine bidimensionale e di 30 m per

quella tridimensionale. Le immagini

ASTER sono state elaborate con il

software ENVI 4.0 attraverso il plug-in

ASTER DTM.

ERS-1 ed ERS-2 sono invece due

sensori radar. Sfruttando il principio dell’interferometria

differenziale SAR, si

sono elaborate due coppie tandem con il

software ENVI 4.0, munito del plug-in

Phasar 1.0, creando due ulteriori modelli

digitali.

Un quarto DEM è stato prodotto

digitalizzando un foglio alla scala

100.000 della Carta d’Italia.

I quattro modelli sono stati messi a

confronto in termini di costi, tempi di

realizzazione e precisioni intrinseche.

Infine i valori in quota di ciascun

modello, sono stati confrontati con quelli

ottenuti direttamente sul terreno, con un

Figura 1 - Vista aerea dell’oggetto di studio

6 GEOmedia 1 2005


Scansione della carta IGM

F O C U S

sistema GPS NAVCOM ad una via.

Georeferenziazione della carta

Il caso studiato

L’area di studio prescelta è stata

individuata nella zona di S. Agata

Feltria (Figura 1), tra le province di

Pesaro e Urbino. Si tratta di un’area

appenninica con una conformazione

orografica articolata tra i fiumi Savio, a

Nord e Marecchia, a Sud. I dislivelli

oscillano tra i 350 m e i 950 m.

DEM da cartografia esistente

Digitalizzazione delle curve di

livello in ambiente CAD

Creazione DEM col metodo TIN

basato su triangolazione di

Delaunay

Figura 2 - Procedura per ottenere il DEM dalla carta IGM

Conversione dal formato “dxf”

al formato testo

Un primo DEM è stato prodotto per

digitalizzazione delle curve di livello del

foglio IGM n° 108, denominato Mercato

Saraceno, in scala 1:100.000. Nel

diagramma a blocchi di figura 2 è

descritta la procedura adottata. Il foglio

è stato rasterizzato con una risoluzione a

400 dpi. La sua georeferenziazione è

stata fatta con il software commerciale

Envi 4.0. I punti di controllo sono stati

prescelti tra le intersezioni del reticolato

chilometrico. L’rms medio, derivante dal

processo di georeferenzazione, è

risultato pari a 1.9 m. L’immagine

finale, in formato geotif, su cui si è

proceduto alla digitalizzazione delle

curve di livello, era caratterizzata da

una risoluzione a 8 bit.

La digitalizzazione delle curve di

livello è stata fatta in ambiente Autocad

Map, creando delle poli linee alle quali

venivano attribuite le corrispondenti

quote. Eseguito il tracciamento delle

polilinee, in formato dxf, il file veniva,

successivamente convertito in formato di

testo tabellare. La tabella finale era

costituita da tre colonne che

rappresentavano, rispettivamente, le

coordinate Nord, Est e la Quota. Infine il

file di testo veniva rielaborato con il

metodo di interpolazione TIN, basata

sulla tassellazione di Delaunay (Peucker

et al., 1978).Il modello digitale del

terreno prodotto dalla digitalizzazione

del foglio IGM (Figura 3), è stato

espresso in coordinate UTM-Fuso 33,

con datum WGS84.

DEM daImmagini SAR

L’interferometria differenziale SAR è

stata applicata a due coppie di

immagini, in formato SLC, del 13-14

gennaio e 17-18 febbraio 2000, acquisite

dai satelliti ERS-1 ed ERS-2. In

particolare sono stati prodotti due DEM,

utilizzando la piattaforma software

ENVI 4.0 munita del plug-in Phasar

relaise 1.0. I due DEM sono

rappresentati nel sistema UTM-Fuso 33

con Datum WGS 84. In figura 4

riportiamo quello di gennaio.

Analizzando in dettaglio le mappe di

coerenza e gli istogrammi di frequenza

relativi alla qualità dei due DEM

(0=mancanza di corrispondenza,

255=totale corrispondenza), si può

rilevare il fatto che le immagini SAR

hanno denunciato basse caratteristiche

di rispondenza nella fase di

srotolamento della fase (Verdone et al.,

1994). L’rms medio, derivante dal

processo di geocodifica, è risultato pari a

4 m, sia per la coppia di gennaio che per

quella di febbraio.

Richiami alla tecnica A S T E R

L’ASTER è un satellite lanciato in

orbita il 18 dicembre del 1999, come

componenti della stazione TERRA, per

registrare informazioni dettagliate della

temperatura sulla superficie della terra,

dell’emissività, della riflessione e

dell’altezza (Hirano et al., 2003). Il

satellite è formato da 3 differenti

sottosistemi (Figura 5):

VNIR (Visibile and Near-Infrared), con

3 bande, una risoluzione spaziale di

15 metri ed un telescopio aggiuntivo

con vista all’indietro, che permette di

generare le stereo-coppie di immagini;

SWIR (Shortwave Infrared), con 6

bande ed una risoluzione spaziale di

30 metri;

TIR (Thermal Infrared), con 5 bande

ed una risoluzione spaziale di 90

metri.

Ogni sottosistema funziona in una

regione spettrale differente, con il

proprio telescopio specifico.

In figura 6 è riportata una vista in

orbita del satellite ASTER e le bande

spettrali in cui esso opera.

Nel lavoro si sono elaborate le

immagine derivanti dal sottosistema

VNIR. Esso è costituito da due telescopi

indipendenti, assemblati in modo tale da

minimizzare la distorsione d’immagine

nella vista all’indietro e nella vista al

nadir. I sensori di ciascuna delle bande

elencate sono costituiti da una carica di

5000 elementi di silicio accoppiati ai

rivelatori (Charge Coupled Detectors,

CCD’s). Soltanto 4000 di questi

rivelatori sono usati

contemporaneamente. Un ritardo

temporale caratterizza l’acquisizione

Figura 1 - DEM prodotto dalla digitalizzazione del foglio IGM alla scala 1:100.000

GEOmedia 1 2005 7


F O C U S

dell’immagine a rovescio dall’immagine

di nadir. Il sottosistema di VNIR estrae

automaticamente i 4000 pixel corretti

basati sulle informazioni di posizione di

orbita fornite dalla piattaforma terrestre

EOS.

ASTER produce dati a Livello-1A

(L1A) e dati a Livello-1B (L1B) (G.

Marìn, 2002).

Questi sono costituiti dai dati di

immagine, dai coefficienti radiometrici,

dai coefficienti geometrici e da altri dati

ausiliari, che non vengono direttamente

applicati sull’immagine ma vengono

forniti in un file separato. I dati L1B

sono calibrati radiometricamente e

ricampionati geometricamente.

Tutti i dati di immagine acquisiti sono

derivazioni del livello L1A. A causa della

limitatezza della memoria di

immagazzinamento a bordo del satellite,

ogni giorno vengono acquisite circa 650

scene di livello L1A. Un massimo di 310

scene al giorno è poi post-processato al

livello L1B.

L’elaborazione delle coppie

stereoscopiche ASTER si basa su un

algoritmo di autocorrelazione di

immagine, che permette il

riconoscimento sulle immagini digitali di

segnali o forme al fine di individuare, in

maniera automatica, punti omologhi. Il

riconoscimento dei punti omologhi

avviene con scarti inferiori alle

dimensioni del pixel (autocorrelazione

sub-pixel). Le operazioni di correlazione

possono essere eseguite attraverso il

riconoscimento sulle immagini di entità

differenti; possono essere considerati i

valori radiometrici delle immagini

(livelli di grigio), può essere utilizzata la

presenza di elementi geometrici semplici

(punti, linee, aree), possono essere

adoperate le relazioni spaziali che

Figura 4 - DEM prodotto con le immagini di gennaio. a) Immagine in intensità - pixel size (x,y) 15 m

esistono tra gli elementi stessi.

Il DEM sperimentale è stato realizzato

attraverso il plug-in AsterDTM (ATBD,

1999).

Il principio di base su cui si fonda

l’estrazione di DTM con AsterDTM è

l’effetto ben noto di parallasse. In

particolare AsterDTM converte le due

bande dell’immagine VNIR in una

coppia di immagini quasi-epipolari, che

hanno uno spostamento del pixel nel

senso di volo del satellite proporzionale

all’altezza del pixel. A sua volta lo

spostamento, trasformato nei valori di

altezza, viene calcolato con il metodo

della correlazione incrociata.

In particolare, il software AsterDTM

sfrutta le caratteristiche degli algoritmi

di Area Based Matching. Il metodo Area

Based Matching si basa sul confronto

statistico dell’intensità di grigio tra i

pixel delle immagini. Nel processo

vengono considerate due piccole

porzioni di immagine, denominate

image patches, delle quali una, definita

matrice sagoma (target o template),

viene tenuta fissa su una immagine

mentre l’altra, definita matrice di ricerca

(search matrix o search window), viene

fatta muovere sull’altra immagine fino

ad individuare l’esatto punto

corrispondente secondo un criterio

predefinito.

Il processo di autocorrelazione può

essere distinto nelle seguenti fasi:

selezione dell’entità per la correlazione

in una immagine;

individuazione della corrispondente

entità su un’altra immagine;

calcolo della posizione nello spazio del

punto considerato;

valutazione della qualità della

correlazione.

La prima fase riguarda la selezione

dell’entità sul fotogramma che dovrà

essere successivamente utilizzata per la

correlazione. In questo caso possono

essere utilizzati alcuni operatori

matematici, denominati “operatori di

interesse”, che, secondo criteri

prestabiliti, consentono di individuare su

ogni fotogramma i punti che meglio si

prestano ad una successiva correlazione.

La fase successiva della ricerca del

punto “omologo” individuato su un’altra

immagine viene eseguito con il metodo

della scomposizione piramidale. Questa

tecnica prevede il ricampionamento

Figura 5 - Sensori VNIR, SWIR e TIR e bande spettrali in cui operano (dal sito http://asterweb.jpl.nasa.gov)

8 GEOmedia 1 2005


F O C U S

Figura 6 - Vista del satellite ASTER

dell’immagine digitale originale in una

serie di immagini a risoluzione ridotta

che vengono denominate immagini

piramidali. Il processo di correlazione

viene fatto iniziare nelle immagini a

risoluzione più bassa, in maniera tale da

potere sfruttare la posizione calcolata

come posizione approssimata, per il

livello successivo. In questo modo viene

quindi limitata l’area di ricerca

nell’intorno della posizione trovata in

precedenza. E’ un approccio di tipo

gerarchico e la correlazione termina

quando la correlazione viene eseguita

sull’immagine originale.

Al termine del processo di generazione

del DEM, quando l’immagine è stata

creata, viene fornita la matrice di

correlazione che verifica la bontà di

tutto il processo effettuato.

DEM da immagini A S T E R

L’immagine scelta per la costruzione

del DEM è stata ripresa il 22/06/2003

alle ore 10:10 a.m. ed è stata rielaborata

dal centro di calcolo nel luglio dello

stesso anno. Essa ha un ricoprimento di

circa 60 kmq. Nelle figure successive, è

riportato il DEM ottenuto con

definizione orizzontale di 15 m. Nella

figura 7 viene proposta la vista

bidimensionale planimetrica, in toni di

grigio. Nella figura 8 viene proposta la

rappresentazione 3D integrata alla

visione a colori (true colors)

dell’immagine nelle 3 bande 1-3N del

VNIR.

C o n f r o n t i

Per effettuare i confronti tra le varie

tecniche si è presa in esame soltanto una

porzione dei DEM ottenuti. Ciò si è reso

necessario per diversi motivi. In primo

luogo perché i DEM non sono

perfettamente sovrapponibili in quanto

hanno superfici con differente sviluppo

planimetrico. Inoltre la quantità di

informazioni presenti non può essere

facilmente trattata con i normali

elaboratori presenti sul mercato. Infine

perché alcuni confronti sono stati fatti

con un rilevamento diretto GPS, che non

poteva essere effettuato in tempi brevi e

a costi contenuti in un’area così grande.

La scelta dell’area di studio è così

ricaduta sulla porzione di terreno di 5’

in latitudine e 6’ in longitudine,

estensione fatta in virtù della variata

conformazione orografica e della

contemporanea presenza del fiume

Marecchia, importante per caratterizzare

meglio le risposte alla presenza di corsi

d’acqua delle varie tecniche.

Per effettuare i confronti tra le tre

tecniche utilizzate, si è adottato un

criterio operativo basato sulla

sovrapposizione di due griglie, a maglie

quadrate di ugual lato. In particolare, si

sono messe a confronto griglie quadrate

di lato 100 m e di lato 200 m.

Considerando l’area di studio prescelta,

si sono ottenute in questo modo tracciati

di 156x154 lati nel primo caso (24024

nodi) e di 78x77 nel secondo caso (6006

nodi). Per una migliore interpretazione

del fenomeno le griglie risultano

spostate di 50 m in planimetria l’una

dall’altra.

Per ogni confronto sono stati prodotti

degli istogrammi di frequenza relativa e

cumulata, in cui sono rappresentate le

differenze di quota di due sistemi di

elaborazione di DEM. In seconda battuta

sono state generate alcune sezioni

trasversali e longitudinali del terreno,

per confrontare tra loro gli andamenti

del terreno ottenuti dai vari DEM. Infine

le tecniche di realizzazione dei vari

DEM, sono state analizzate in termini di

tempi necessari per ottenere il prodotto

finale e di costo di tali operazioni.

IGM - SAR

Il confronto tra la tecnica SAR e la

digitalizzazione di una carta IGM ha

fornito risultati diversi trattando le due

coppie tandem di gennaio e di febbraio,

Figura 7 - DEM ottenuto da immagine ASTER: vista

planimetrica in toni di grigio

GEOmedia 1 2005 9


F O C U S

in virtù del fatto che le due coppie

avevano valori di baseline diversi: (140

m per la coppia di gennaio e 210 m per

la coppia di febbraio. In tabella 1 sono

riportate le medie delle differenze per

singolo campione (grigliato) ed i loro

eqm, in metri, al variare della coppia

tandem.

A titolo di esempio riportiamo in

figura 9 l’istogrammi di frequenza

relativo al grigliato a 100 m.

Analizzando le tabelle ed i grafici si

evidenza come i valori delle differenze di

quota dei DEM ottenuti dalla carta IGM

e dalle immagini tandem di gennaio e di

febbraio, si collochino tutti intorno al

valore medio trovato. Questa tendenza,

confermata anche dal successivo

confronto con il DEM ASTER, ha fatto

pensare all’esistenza di un errore

sistematico nella quota del DEM

generato dall’immagine SAR.

Le differenze ottenute sono quindi

state depurate di tale effetto, ottenendo i

valori di confronto riportati nella tabella

2 e nel grafico di figura 10.

ASTER - SAR

L’analisi delle differenze di quota

riscontrate trattando il confronto tra il

DEM ottenuto attraverso l’immagine

ASTER e le coppie tandem SAR, ha

evidenziato lo stesso andamento del caso

precedente. Anche in questa circostanza,

infatti, si può riscontrare una

significativa differenza relativa, che

diventa più marcata nel caso del modello

digitale del terreno ottenuto dalla coppia

di immagini ERS di gennaio. Anche in

questo caso i valori delle differenze si

distribuiscono attorno al valore della

differenza media. Nel seguito (Tabella 3

e Figura 11) vengono riportati i

parametri statistici e i grafici relativi al

caso trattato.

IGM - A S T E R

Il confronto delle differenze di quota

tra il DEM ottenuto dalla

digitalizzazione della carta IGM in scala

1:100.000 e il DEM ottenuto da

immagini ASTER ha fornito i risultati

più significativi (Tabella 4). La

sovrapposizione dei reticolati a maglia

quadrata fornisce risultati praticamente

identici nei due casi. Inoltre è possibile

notare come le differenze di quota più

alte sono tutte concentrati in una zona

ben definita.

In figura 12 è riportato una sorta di

DEM differenziale ottenuto inserendo

nei nodi della griglia di maglia 100 m i

10 GEOmedia 1 2005

Grigliato IGM-SAR gen. IGM-SAR feb.

δh ± σ δh

δh ± σ δh

100 m 30 ± 6.5 21 ± 6

200 m 29 ± 7 21 ± 6

Tabella 1 - Differenze medie e loro eqm (in metri) nel confronto tra DEM ottenuto

dalla digitalizzazione e da una coppia tandem SAR. I valori sono riportati per

grigliato.

Grigliato IGM-SAR gen. IGM-SAR feb.

δh ± σ δh

δh ± σ δh

100 m 5 ± 4.5 4.5 ± 4

200 m 5 ± 5 4 ± 5

Tabella 2 - Differenze medie e loro eqm (in metri) nel confronto tra DEM ottenuto

dalla digitalizzazione e da una coppie tandem SAR. I valori sono riportati per

grigliato. Quote SAR depurate dell’effetto sistematico.

Grigliato IGM-SAR gen. IGM-SAR feb.

δh ± σ δh

δh ± σ δh

100 m 27.5 ± 7 16.5 ± 6

200 m 26 ± 8 16.5 ± 8

Tabella 3 - Differenze medie e loro eqm (in metri) nel confronto tra DEM ottenuto da

immagini ASTER e da una coppie tandem SAR. I valori sono riportati per campione

(grigliato).

Grigliato

IGM-ASTER

δh ± σ δh

100 m 8.6 ± 6

200 m 8.6 ± 6

Tabella 4 - Differenze

medie e loro eqm (in metri)

nel confronto tra DEM

ottenuto dalla

digitalizzazione di una

carta IGM e da immagini

ASTER. I valori sono

riportati per campione

(grigliato).


F O C U S

valori assoluti delle differenze di quota

dei DEM presi in esame.

Tempi di realizzazione e costi

Per poter comparare tra di loro le tre

tecniche in termini di tempi e di costi,

sono stati presi in considerazione i

seguenti parametri:

Figura 8 - Rappresentazione 3D integrata da una visione a colori

Piattaforma Software. In tutti e tre i

casi per elaborare i DEM è stato

utilizzato ENVI 4.0 della RSI. Ogni

tecnica infine si basa su un plug-in o

su un programma specifico: per

esempio AutoCad Map per la

digitalizzazione delle curve di livello,

PhASAR per l’elaborazione delle

immagini ERS ed AsterDTM per

l’elaborazione delle immagini ASTER.

Tempo elaborazione desunto per un

operatore che ha buona dimestichezza

con la piattaforma software.

Costo immagini.

Livello di automazione del processo di

elaborazione.

Qualità, ovvero qualità “visiva”

dell’immagine raster.

In figura 13 viene riportato un

prospetto riassuntivo che mette in

relazione i costi delle singole immagini, i

tempi di realizzazione ed i costi finali

dei DEM.

Confronto assoluto

Figura 9 - Istogramma di frequenza delle differenze di quota con griglia a maglie di

lato 100 m.

Figura 10 - Istogramma di frequenza delle differenze di quota con griglia a maglie di

lato 100 m.

Quote SAR depurate dell’effetto sistematico.

Figura 9 - Istogramma di frequenza delle differenze di quota con griglia a maglie di lato

200 m.

I toni che tendono al bianco comprendono valori che oscillano tra i 20 e i 30 metri,

quelli più scuri sono tutti oscillanti tra la differenza 0 (pixel nero) e i 15 metri (grigio).

Un confronto assoluto dei DEM

ottenuti è stato eseguito attraverso un

rilevamento diretto, effettuato nella zona

di Sant’Agata Feltria nell’agosto del

2004. Il rilevamento diretto è stato

eseguito con un sistema GPS StarFire

della NavCom,Technology, sistema che

permette una precisione planoaltimetrica

dell’ordine del decimetro

(Hatch et al., 2002).

Preliminarmente al rilevamento di

campagna, si è reso necessario

individuare sulla carta alcuni punti

facilmente identificabili sul terreno. La

scelta dei punti è caduta su quegli

elementi ben caratterizzabili e

distinguibili come incroci di strade o

ponti. La scelta dei punti da rilevare è

stata effettuata su alcune ortofotocarte a

colori della cartografia IGM in scala

1:25.000.

Alla fine sono stati individuati una

cinquantina di punti. Le misure sono

state effettuate con un sistema GPS

StarFire della NavCom. composto da un

solo ricevitore modello NCT-2000D della

serie SF-2050M, un’antenna

GEOmedia 1 2005 11


F O C U S

Figura 12. Rappresentazione tridimensionale

delle differenze di quote ottenute tra i DEM

messi a confronto.

Si può notare che i punti più chiari, ovvero a

differenza maggiore, si trovano tutti compresi

in un’area ben definita, che comprende per

intero il letto del fiume Marecchia. Nella

letteratura riguardante le immagini ASTER non

si accenna a problemi legati alla riflessione

dell’acqua, che si ripercuotono sulla qualità

delle immagini ottenute. Tuttavia è lecito

ipotizzare che essendo questi gli unici punti

soggetti a differenze maggiori di 20 m, mentre

tutti gli altri punti sono al di sotto di tale soglia,

la rifrazione dell’acqua provochi qualche effetto

perturbativo nella stereocoppia.

Figura 13 - Costi singoli immagini. Tempi di realizzazione. Costi finali.

bidirezionale, un palmare, oltre ai cavi

di collegamento e alla palina di

posizionamento (Figura 14). Le

campagne di misure sono state eseguite

in data 17, 19 e 24 agosto 2004. E’ stato

possibile rilevare 42 punti rispetto ai 55

previsti in sede di pianificazione. Questo

perché alcuni punti prescelti si sono

rivelati di non facile accessibilità, per la

presenza di strade interrotte o

impedimenti naturali, o a causa della

copertura vegetativa, non presente sulle

ortofoto a colori, che ha impedito la

corretta ricezione dei satelliti GPS da

parte del ricevitore.

Su ogni punto prescelto si è proceduto

ad una doppia acquisizione dei dati.

Infatti, una volta che il software

utilizzato segnalava l’operatività del

segnale in doppia frequenza, si sono

registrate due sessioni di dati della

durata di 30 secondi l’una, con

intervallo di acquisizione di 1 secondo.

L’intervallo tra le due acquisizioni è

stato fissato in circa 5 minuti.

Il tempo medio di stazionamento su

ogni punto, considerando anche le

eventuali inizializzazioni in caso di

perdita del segnale, è stato così di circa

15 minuti.

Per confrontare i valori delle quote

ottenute con il rilievo GPS con quelle

presenti nei DEM si è utilizzato il

software ENVI 4.0. Poiché le coordinate

Figura 14 - La strumentazione utilizzata. a) ricevitore; b) antenna; c) palmare. d) Immagine delle misure.

GPS-IGM IGM-SAR gen. IGM-SAR feb. GPS-ASTER

δh ± σ δh δh ± σ δh δh ± σ δh δh ± σ δh

4 ± 4.9 11 ± 6.6 11.2 ± 7.1 4.9 ± 3.4

Tabella 5 - Differenze medie e loro eqm (in metri) nel confronto “assoluto”.

12 GEOmedia 1 2005


F O C U S

dei punti rilevati non ricadevano

esattamente nei nodi delle maglie

quadrate dei reticolati di passo 15 m con

cui sono stati realizzati i DEM, si è

provveduto a ricostruire, tramite

interpolazione lineare, le quote nei punti

in esame, prendendo a riferimento le

quote dei pixel vicini. Si è usata

un’interpolazione lineare visti gli

andamenti pressoché uniformi del

terreno nei punti in esame e l’assenza di

crepacci o punti di forte discontinuità

morfologica. In tabella 5 sono riportati i

confronti.

C o n c l u s i o n i

Il modello digitale del terreno che si

basa sulla digitalizzazione di cartografia

esistente ha come elemento negativo la

scarsa automazione del processo di

acquisizione dei dati. Inoltre, per quanto

un operatore si dimostri abile nel

digitalizzare le curve di livello, il

prodotto finale è comunque affetto da un

errore plano-altimetrico che si aggiunge

a quello “proprio” della carta. Il

tentativo di utilizzare delle conversioni

raster-vettoriale attraverso software di

vettorializzazione, non hanno prodotto

risultati significativi, in virtù della

densità delle curve di livello. Altro

aspetto negativo del metodo è lo scarso

aggiornamento della cartografia alla

scala 1:100000 esistente.

Il DEM basato sulle immagini SAR

presenta problemi inversi. In questo caso

è il prezzo delle immagini che rende

elevato il costo di tutto il processo.

Inoltre, dai dati relativi ai confronti

effettuati in termini di precisione e di

accuratezza, i risultati ottenuti con la

tecnica SAR sono stati i più modesti,

anche perché affetti da errori di tipo

sistematico derivanti dalla loro

geocodifica. Il SAR presenta inoltre uno

scarso livello intuitivo e visivo nei

passaggi di elaborazione. I risultati

ottenuti nei passaggi intermedi (phase

unwrapping, interferogramma, ecc.) non

sono delle immagini ottiche ma il

prodotto di elaborazioni di segnali.

Risulta quindi difficile intervenire o

prevedere errori, prima del termine del

processo.

La tecnica ASTER si presenta come la

più economica, rapida e flessibile fra

tutte quelle proposte. Con la sola

condizione di conoscere le coordinate

plano-altimetriche di almeno 4-5 punti

di controllo con cui fare la

georeferenziazione, si possono ottenere

DEM con pixel size di 15 m con errori

medi sulla quota di circa 5 metri.

I processi di acquisizione dei dati e di

elaborazione delle immagini sono tutti

automatizzati e i parametri di

elaborazione possono essere variati a

secondo delle esigenze. In più un grande

vantaggio di questa tecnica è la grande

semplicità nell’eseguire i vari processi di

calcolo, caratteristica che rende il

sistema fruibile anche ad utenti poco

esperti.

I costi contenuti e le grandi aree

ricoperte da una singola immagine

Autore

MARCO GATTI

Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara,

Via Saragat 1, 44100 Ferrara

Tel. 0532-974837; e-mail: mgatti@ing.unife.it

Lavoro presentato all’ 8° Conferenza Nazionale ASITA

Roma 14-17 dicembre 2004

Lavoro finanziato con i contributi ex 60% - 2004.

Titolare Prof. Marco Gatti

Bibliografia

pongono sicuramente la tecnica ASTER

all’avanguardia nella generazione di

DEM su grandi scale.

Si ringrazia il Dott. Luca Nardella per

avere attivamente collaborato alla

realizzazione di questa ricerca. Si

ringrazia altresì il Sig. Marco

Marchesini della Guido Veronesi s.r.l.

per avere messo a disposizione il sistema

GPS Navcom Starfire.

T. Peucker, R. Fowler. , J. Little, D. Mark; (1978); “The Triangulated Irregular

Network”; Proceeding of the Digital Terrain Model Symposium, St. Louis,

Missouri.

A. Hirano, R. Welch, H. Lang.; (2003); “Mapping from ASTER stereo image

data: DEM validation and accuracy assessment”; ISPRS Journal of

Photogrammetry & Remote Sensing, n.57 pp. 356– 370.

AT B D -AST-08 (1999); “Algorithm theoretical basis document for Aster

Digital Elevation Models (standard product AST14) version 3.0”; Revised 5

February 1999.

T. Toutin, P. Cheng; (2001). “DEM Generation With ASTER Stereo Data.

Earth Observation” Magazine, June 2001.

G. Marìn, (2002); “GEOSAT-AR : Technology transfer program of ASTER

data, image processing and applications” IAPRS&SIS, Vol. XXIV Part B6.

Available at http://www.isprs.org/commission6/proceedings/

G.R. Ve rdone, E. Lopinto, C. Marzo, R. Viggiano, F. Volpe (1994);

“Generazione automatica di DEM con dati Tandem ERS e criteri di

valutazione”; Atti del convegno “Fringe”, ESA, Svizzera, 1994.

R. Hatch, T. Sharpe, P. Galyean (2002); “StarFire: A Global High Accuracy

Differential GPS System”; Nav Com Te chnology Incorpora t i o n :

http://www.navcomtech.com/archives.cfm.

GEOmedia 1 2005 13


M E R C AT O

GIS Open Software

Il sesto convegno italiano della comunità GRASS

Anche in Italia il mondo dell’open

software comincia a mettere le sue

radici. E così il sesto Italian GRASS

Users Meeting ha visto una folta

presenza di studenti, ricercatori e

persino di qualche utente professionale

(aziende e operatori della pubblica

amministrazione locale).

Tenutosi a Roma lo scorso 14 Aprile, il

meeting ha registrato la partecipazione

dei diversi gruppi italiani che lavorano

intorno al progetto GRASS da alcuni

anni, a cominciare dalla comunità di

Trento che è stata tra le prime e più

attive, passando per il gruppo di Como

dove nel 2000 si svolse il primo

convegno della comunità italiana, e poi

Padova, Trieste, e infine Milano e Roma.

I lavori si sono svolti nel bellissimo

chiostro di San Pietro in Vincoli a Roma,

presso la Facoltà di Ingegneria della

Sapienza.

Le novità sul fronte delle applicazioni

sono molte e seguono per certi versi le

tendenze del mondo linux. Infatti, tra le

novità, diverse implementazioni Live CD

derivate dal XliveGRASS-projec, nato a

Friburgo dal vulcanico Marco Lechner

che rappresenta un punto di riferimento

per tutta la comunità GRASS, la cui

ultima versione può essere scaricata

all’url http://www.geographie.unifreiburg.de/~mlechner/xlivegrass/.

La comunità italiana si ritrova sul sito

dell’Università di Parma all’url

http://www.geo.unipr.it/~gis/. Da qui

può iniziare la navigazione per chi fosse

interessato a cimentarsi sul GIS non

standard, ovvero quello legato mondo

della condivisione delle conoscenze,

piuttosto che al mero impiego delle

tecnologie informatiche.

Rimandiamo chi volesse documentarsi

al sito ufficiale del progetto GRASS,

sezione GDP (GRASS Documentation

Project), all’url

http://grass.itc.it/gdp/index.php. Qui

è presente l’ultimo aggiornamento sul

GRASS (purtroppo ancora in tedesco),

unitamente alle altre informazioni,

orientate pi˘ ai programmatori che

agli utenti.

La prossima conferenza sulla nuova

version 6 di GRASS si terrà durante

l’appuntamento dell’OSGIS 2005,

negli USA.

Addentrarsi nel mondo di GRASS

non è problema: la fucina delle idee ed

il lavoro appassionato di molti ha

prodotto numerosi tutorial e guide

anche in italiano, per lo più

disponibili all’url

http://www.geo.unipr.it/~gis/TUTORI

ALS/GRASSESER.W/index.html, che

contiene una raccolta di tutorial

firmati da Zatelli, Ciolli, il gruppo di

Como (Brovelli, Negretti, Biagi, etc.), e

molti altri.

Il prossimo appuntamento clou sarà

poi a Losanna il 17 settembre 2006

durante il meeting di EOGEO

(http://www.eogeo.org/).

La SIFET a convegno

Mentre andiamo in distribuzione si tiene a Palermo il convegno annuale

della SIFET (Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia), il cui tema

centrale è l’Integrazione tra le tecniche innovative del rilievo del territorio e dei

beni culturali.

L’appuntamento, ritornato in auge dopo alcuni anni in cui veniva consumato

durante il convegno annuale di ASITA, passa attraverso la formula del

c o n v egno e della formazione attra v e rso appositi moduli formativi

generalmente svolti con una giornata di anticipo rispetto al convegno.

Quest’anno i temi dei workshop formativi riguardano: Monitoraggio e

controllo delle deformazioni delle strutture, Tecniche innovative di rilievo e rappresentazione dei Beni Culturali, I sistemi

di riferimento. Essi sono tenuti rispettivamente da Maurizio Barbarella, Benedetto Villa e Luciano Surace.

Il convegno vero e proprio passa attraverso diverse sessioni, con contenuti di ampio spettro, quali: problematiche

catastali, geomatica e beni culturali, reti GPS, Laser Scanner, immagini ad alta risoluzione, rilievi geodetici integrati,

cartografia numerica e GIS.

Tra i momenti di incontro segnaliamo l’Assemblea Straordinaria dei Soci, finalizzata a stabilire gli indirizzi principali

su cui sviluppare le attività della più vecchia associazione culturale nel campo delle scienze del rilevamento territoriale.

Sul prossimo numero un report sul convegno e sulle giornate palermitane della geomatica.

(fonte: redazionale)

14 GEOmedia 1 2005


M E R C AT O

Tecnologia al servizio dell’arte

Un accordo per la realizzazione di un

p rogetto innovativo con l’uso di

tecnologia Laser Scanner per la

costruzione di modelli tridimensionali di

elementi architettonici è stato siglato da

d i v e rse realtà culturali e scientifich e

d e l l’ a rea pisana. Tra gli attori l’Opera

della Primaziale Pisana; la società Leica

Geosystems Spa; l’Istituto di Scienza e

Tecnologie dell’Informazione ìA. Faedoî

del CNR; l’Università di Firenze -

Dipartimento di Progettazione

dell’Architettura; l’Università di Ferrara

- Dipartimento di Architettura

DIAPReM; la Soprintendenza per i Beni

A rchitettonici e per il Pa e s aggio per il

Patrimonio Storico, Artistico e

D e m o e t n o a n t ropologico delle Pro v i n c e

di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carra ra .

L’accordo ha per scopo la

realizzazione di una completa

sperimentazione della tecnologia di

scansione laser nel contesto di un

complesso architettonico di assoluto

rilievo, la Piazza dei Miracoli di Pisa e,

ove possibile, su architetture religiose

che presentino punti di contatto con la

cattedrale. In particolare, ci si prefigge

di realizzare un modello tridimensionale

dei prospetti esterni del Duomo di Pisa

e di parte del prospetto interno,

sperimentandone il collegamento con i

Sistemi Informativi relativi alla

documentazione storica e di restauro

già esistenti o in corso di sviluppo

presso l’Opera della Primaziale Pisana

e/o presso la Soprintendenza.

Il rilievo nel suo insieme, così come

per tutte le eventuali parti in cui può

essere scomposto, costituirà la base

essenziale di una banca dati dinamica

sulla quale inserire tutte le informazioni

di tipo storico-culturale, diagnostico e

in generale sullo stato attuale e passato

del bene. Saranno inoltre eseguite

immagini digitali ad alta risoluzione

delle zone rilevate, che verranno

collegate alla geometria 3D per

permetterne una visualizzazione

integrata. Il risultato sarà quindi una

rappresentazione tridimensionale

misurabile che conterrà sia

l’informazione quantitativa (geometrica)

che quella qualitativa (colore reale degli

elementi e dettaglio dell’immagine

digitale, nelle zone coperte dal rilievo

fotografico). L’oggetto così

rappresentato potrà essere poi

disegnato, nelle sue parti, in modo

automatico su supporto cartaceo a largo

formato (stampa via plotter) per una

fruizione semplificata da parte di

qualsiasi operatore sia in ambito

diagnostico che di restauro.

E’ convinzione di tutti i partecipanti

al progetto che il rilievo tridimensionale

costituisca elemento essenziale per la

localizzazione e la mappatura di un

bene artistico nonchè di ogni elemento e

particolare di cui esso è costituito e che

la conoscenza geometrica del bene sia il

fondamento per gli interventi finalizzati

alla diagnosi, al monitoraggio e alla sua

tutela nonchè all’eventuale costruzione

di una banca dati specifica.

L’evoluzione della tecnologia per il

rilevo automatico della geometria di

manufatti facilita inoltre la costruzione

di banche dati tridimensionali che

costituiscono un archivio fondamentale

della memoria geometrica del bene,

necessaria a fini di tutela e

conservazione e di eventuali processi di

restauro o riproduzione. La costruzione

di modelli digitali tridimensionali

permette quindi una facile integrazione

con dati di tipo strutturale ed

eventualmente colorimetrico per una

completa rappresentazione del bene in

esame.

L’acquisizione di modelli digitali della

superficie con precisioni millimetriche

(caratterizzazioni cromatiche e

materiche, morfologia e alterazioni

macroscopiche di degrado avanzato)

consente oggi l’individuazione delle

corrispondenze tra caratteri strutturali

e riconoscibilità degli stati di

alterazione e di degrado dal quadro

ricognitivo esterno. Tali modelli

avanzati sono in genere ottenuti grazie

alla sovrapposizione di informazione

colorimetrica proveniente da immagini

digitali ad alta risoluzione alla

superficie 3D che rappresenta l’oggetto

(normalmente, una superficie

triangolata ricostruita

dalle nuvole di punti

prodotte dallo

strumento di

scansione). In tal

modo si ottiene un

modello digitale 3D

misurabile che rappresenta il

bene e ne costituisce

elemento rappresentativo

realistico da cui possono

poi essere facilmente

derivati sotto-prodotti

finalizzati all’uso in

Virtual Reality, utili per

la fruizione di massa in ambito

museale, o per la gestione

dell’informazione di restauro

Tali modelli digitali sono in grado di

supportare la riproducibilità, la

misurabilità, l’analisi dello stato di

degrado e tutte le ulteriori informazioni

desumibili dal modello geometrico,

nonchè la possibilità di realizzare

simulazioni su potenziali futuri

interventi di recupero.

L’Opera della Primaziale Pisana

riconosce in questa sperimentazione un

prodotto di grande interesse per i suoi

fini istituzionali e in particolare per le

attività di tutela e di restauro dei

monumenti di sua proprietà nell’area

della piazza del Duomo, in Pisa.

E’ interesse delle parti promuovere i

risultati del progetto, nelle sue diverse

fasi, con seminari e giornate di studio

finalizzate alla divulgazione del metodo

di rilievo, alla elaborazione dei dati

vettoriali e immagine (RGB) tra loro

integrati, nonchè alla determinazione di

una procedura operativa ripetibile che

potrà essere applicata in casi analoghi .

(fonte: Leica Geosystems)

GEOmedia 1 2005 15


M E R C AT O

Il GIS pratico a San Leo

Si sta tenendo mentre andiamo in

stampa un corso sul sistema “Map

IT” messo a punto dall’università di

Urbino. Il corso è orientato al rilievo

sul campo attraverso gli strumenti

tipici del Mapping GIS come Tablet

PC, GPS, immagini digitali e un

software messo a punto per

l’occasione come il Map IT.

L’iniziativa rientra all’interno delle

attività del laboratorio LINEE

(Laboratory of Information-Tech for

Earth and Environment Sciences),

nato all’interno delle attività del

Campus Scientifico dell’ Università

“Carlo Bo” di Urbino.

(fonte: Università di Urbino)

w w w. u n i u r b . i t / I S DA / M A P I T / i n d e x . h t m

SLAM per il monitoraggio

i d r o g e o l o g i c o

Si è tenuto il 5 Maggio a Frascati

(Roma) nella sede ESA ESRIN il

workshop su “L’osservazione da satellite

al servizio della gestione del rischio

idrogeologico”.

Il tema dell’incontro è stato incentrato

sulla prevenzione dei rischi idrogeologici

soprattutto in vaste aree interessate,

come nei casi italiani, da eventi di tipo

franoso, al punto da rientrare tra le

priorità di investimento nei programmi

di ricerca e sviluppo a livello nazionale

ed europeo. L’Agenzia Spaziale Europea

(ESA) e gli Enti nazionali e locali di

governo e di difesa del territorio, con il

placet dell’Unione Europea, hanno

infatti da tempo incrementato l’interesse

verso lo sviluppo di sistemi di

mappatura e di monitoraggio del

territori che sfruttano le potenzialità

informative delle tecnologie satellitari di

osservazione della terra. SLAM è un

servizio di mappatura e monitoraggio da

satellite che utilizza le misurazioni degli

spostamenti nel tempo di alcuni punti

sul terreno. Il servizio, opportunamente

integrato in sistemi GIS (sistemi

informativi geografici) con le

metodologie tradizionali, permetterà di

individuare le aree interessate da

dissesto. Il progetto è stato messo a

punto da un consorzio europeo guidato

dalla pugliese Planetek Italia.

(fonte: Planetek Italia Srl)


M E R C AT O

E N V I S AT, il satellite europeo per lo studio della terra

Progettato e costruito dall'Agenzia

Spaziale Europea (ESA), è stato lanciato

nel 2002 e rappresenta il satellite

più grande per telerilevamento mai

costruito al mondo.

Grazie al progetto ENVISAT l'Europa

è ora dotata di un moderno strumento

per il remote-sensing della Terra,

che rafforza la posizione all'avang

u a rdia del Ve c chio Continente riguardo

le tecnologie e i servizi spaziali.

Lanciato con il vettore Ariane 5 dalla

base di Ko u ros, il satellite ENVI-

SAT, del peso di oltre 8 tonnellate, è

dotato di 10 strumenti (sensori) tutti

perfettamente funzionanti che si legano

ad oltre 800 progetti scientifici di

istituti di ricerca e università di tutto

il mondo.

Tra le soluzioni dedicate allo studio

del nostro pianeta montate sul satellite

europeo vi sono: il MERIS (Medium

Resolution Imaging Spectro m e t e r ) ,

sensore con varie bande a 250 metri

di risoluzione al nadir e swat di 1150

km, per l'osservazione della superficie

terrestre e dei vari strati dell'atmosfera;

l'ASAR (Advanced Synthetic-Aperture

Radar), un radar SAR ad apertura sintetica ad alta risoluzione per il monitoraggio di onde marine, movimenti di calotte polari

e ghiacciai montani, movimenti tettonici e osservazione di catastrofi naturali come inondazioni e terremoti; RA-2 (Radar Altimeter),

un radar altimetrico per l'analisi dell'altitudine della superficie terrestre e della topografia marina; MWR (Microwave

Radiometer) per lo studio dell'umidità atmosferica al fine di correggere i dati provenienti dal RA-2 che sono influenzati dal contenuto

del vapor d'acqua; DORIS (Doppler Orbitography and Radio-Positioning Integrated by Satellite), un sistema integrato

per la determinazione dell'orbita con accuratezza dell'ordine di centimetri sui vari parametri orbitali del satellite.

L'enorme mole di dati che ENVISAT trasmette a terra viene archiviata e pre-processata al fine di distribuire prodotti già calibrati

e pronti per l'elaborazione da parte dei singoli utenti.

(Fonte: Redazionale)


F O C U S

F o t o g r a m m e t r i a

e Te l e r i l e v a m e n t o

L’avanzamento tecnologico da

una parte e quello metodologico e

operativo dall’altra, sono le facce

della medaglia che ci fanno capire

come si evolve una scienza come

quella della fotogrammetria e del

telerilevamento. La sintesi di ciò è

r a p p resentata dal congre s s o

dell’ISPRS che ogni 4 anni mette

insieme i migliori ricercatori a

livello mondiale sul tema.

Analizzando il lavoro e la

d i rezione delle diverse

commissioni all’interno di questo

o rganismo internazionale, ci si

può re n d e re conto di quello che è

lo stato dell’arte della ricerca e

delle applicazioni.

S c o r rendo così gli atti dell’ultimo

c o n g resso viene da chiedersi: ma

che fine ha fatto l’Italia in questo

contesto? E’ la stessa nazione

che una volta poteva contare su

due aziende di primaria

importanza nel settore della

fotogrammetria, come la Galileo e

la OMI, con quest’ultima che

contribuì a mettere a punto uno

dei primi restitutori analitici e con

Galileo che aveva invaso il mondo

con i sui restitutori analogici,

frutto della precisione otticomeccanica

delle Officine Galileo?

Beh, al congresso di Istanbul

l’Italia sembra abbandonare

definitivamente lo scenario

i n t e rn a z i o n a l e .

E’ preoccupante vedere come sia

limitata la partecipazione italiana

al più importante congresso del

n o s t ro settore. Gli italiani iscritti

al congresso erano quasi 80 ma,

a parte le necessarie relazioni per

e s s e re ammessi, è difficile tro v a re

traccia saliente della loro

partecipazione all’ISPRS.

L’assegnazione geografica è

esemplificativa di tutto il nostro

d i s a g i o .

Un report sullo stato

dell’arte della ricerca

La distribuzione

geografica delle

c o m m i s s i o n i

Commissione I - Acquisizione di

Immagini: sensori e piattaforme

Tra i tipi di immagine e di dati che

sono esplosi nella scena tecnica del

quadriennio 2000-2004 troviamo senza

dubbio il SAR e il LIDAR. Ci si aspetta

che queste tecnologie diventino di uso

comune nel prossimo quadriennio 2004-

2008.

Nella tabella 1 sono riportati i satelliti

lanciati dal 2004 con risoluzione

inferiore a 36 metri.

Uno degli aspetti più importanti

riguarda la calibrazione dei sensori pre e

post lancio attualmente realizzata con

dei siti appositamente segnalizzati. Ci si

aspetta un incremento di questi siti a

livello mondiale. Di rilevante importanza

inoltre l’incremento degli studi per gli

aeromobili senza pilota (unmanned

airborne systems) che sicuramente si

avvantaggeranno della riduzione degli

ingombri portata dalle nano-tecnologie.

Commissione II - Trattamento dei dati

spaziali e temporali

Il trattamento automatico di dati da

immagini e geodatabase è uno degli

aspetti più focalizzati nell’ambito di

questa Commissione. SAR, LIDAR,

IFSAR sono ormai prodotti di comune

acquisizione ed è importante l’utilizzo

all’interno di standards e specifiche ben

definite.

Commissione III - Computer Vision

Fotogrammetrica

Orientamento e calibrazione di

immagini, ricostruzione delle superfici,

fusione di dati multimodali, processo ed

interpretazioni di dati laser, il tutto con

particolare enfasi sulla integrazione di

geometrie e modellazione di dati

spaziali-temporali. E’ questo il tema di

questa commissione che vede come suo

obiettivo principale il rafforzamento

dell’interazione degli studi sulla

computer vision e il pattern recognition.

Commissione IV - Geodatabase e

Cartografia Digitale

E’ da notare l’interesse di questa

commissione per la Cartografia Extra-

Terrestre e i problemi collegati quali la

definizione di nuovi Datum, sistemi di

riferimento e di coordinate.

Il fatto che con la HRSC (High

Resolution Stereo Camera) si stia

rilevando la superficie di Marte ha

prodotto molti studi con presentazioni al

Convegno sul mapping della superficie

di Marte e anche di altri pianeti.

Commissione V - Fotogrammetria dei

vicini: analisi e applicazioni

Il campo di interesse di questa

Commissione riguarda tutte le

applicazioni della fotogrammetria non a

scopo cartografico. Si annoverano quindi

applicazioni per rilievo di architetture,

elementi industriali, applicazioni

biomediche e quanto altro misurabile

con questa tecnica ad esclusione della

cartografia trattata da altre

commissioni.

Il focus principale del trend attuale

sembra convergere sull’uso di

applicazioni laser-scanning combinate a

restituzione di immagini e realtà

virtuale.

Commissione VI - Educazione e

istruzione

18 GEOmedia 1 2005


F O C U S

Technical commissions and working groups 2004 - 2008

ISPRS

International Society of

Photogrammetry and Remote Sensing

Technical commissions and working groups 2000 - 2004

Gli sviluppi nel settore vedono

principalmente l’apertura offerta dalla

diffusione di Internet con i sistemi di e-

learning (apprendimento a distanza via

Internet). In questo settore viene

ribadita la necessità dell’insegnamento

faccia a faccia, allo scopo di evitare i

facili entusiasmi dell’e-learning.

Commissione VII - Analisi,

modellazione e processamento tematico

da telerilevamento

Il ruolo dell’osservazione della terra e

delle tecnologie alleate quali i GIS e

GPS nell’indirizzare risultati sostenibili

di sviluppo del pianeta nel quale

abitiamo, sta prendendo sempre sempre

più risalto.

Le discussioni nelle sessioni tecniche

hanno indicato che la disponibilità di

dati dai satelliti recenti quale Landsat 7,

Hyperion, MODIS, QUICKBIRD,

IKONOS-II, IRS-P6, SPOT-5, CBERS-II,

ENVISAT, ecc. stanno aprendo nuovi

orizzonti nelle applicazioni delle risorse

terrestri. Questi dati spaziali sono

complementati con i dati disponibili da

sensori iperspettrali, multispettrali,

strumenti LIDAR e SAR. Focus

principale è l’integrazione di diversi

sensori e di diversi set di dati. Le

direttive per il futuro includono lo

sviluppo di algoritmi migliori ad

esempio per la determinazione di

caratteristiche geo-morfologiche da

sensori avanzati iperspettrali a microonde

oppure la classificazione

automatica di oggetti rilevati.

Commissione VIII - Applicazioni e

politiche del Telerilevamento

La creazione di una nuova

commissione di ISPRS sulle applicazioni

e sulle politiche di telerilevamento è la

conclusione di un lungo processo di

discussioni e di dibattiti. È la

manifestazione della volontà della nostra

società di giocare e tenere un tono più

alto sui risultati del telerilevamento.

L’impegno importante di questa

commissione sarà quello di superare e

ramificarsi fuori agli utilizzatori finali

dei dati e delle metodologie di

telerilevamento.

XXth ISPRS CONGRESS,

I s t a n b u l , 12-23 JULY 2004

Decisioni dell’Assemblea

G e n e r a l e

Ratifica di Azioni del Consiglio

L’Assemblea Generale ha:

Ratificato le azioni del Consiglio per

registrare ISPRS come società senza

scopo di lucro in Maryland U.S.A.

La Società Internazionale di

Fotogrammetria e Telerilevamento è

un’organizzazione non governativa dedicata

allo sviluppo della cooperazione

internazionale per l’avanzamento di

Fotogrammetria e Telerilevamento e le loro

applicazioni. La Società funziona senza

alcuna distinzione per motivi di razza,

religione, nazionalità, o filosofia politica. Le

lingue ufficiali sono Inglese, Francese e

Tedesco. Gli interessi scientifici della

società includono Fotogrammetria,

telerilevamento, sistemi d’informazione

spaziali e discipline riferite, così come le

applicazioni in cartografia, geodesia,

topografia, terra e scienze di ingegneria,

controllo e protezione ambientale. Ulteriori

applicazioni includono il disegno

industriale ed il manufacturing,

l’architettura e conservazione dei

monumenti, medicina ed altro.

Le principali attività della Società sono:

1. Stimolare la formazione delle società

nazionali o regionali di Fotogrammetria

e Telerilevamento.

2. Iniziare ecoordinare ricerche nella

Fotogrammetria e Telerilevamento.

3. Tenere Congressi e Simposi

internazionali a intervalli regolari.

4. Assicurare la circolazione in tutto il

mondo delle risultanze dei meeting e dei

risultati di ricerca e della pubblicazione

degli archivi internazionali di

Fotogrammetria e Telerilevamento.

5. Incoraggiare la pubblicazione e lo

scambio di report scientifici e

pubblicazioni che si occupano della

Fotogrammetria e Telerilevamento.

6. Promozione la cooperazione e il

coordinamento con le organizzazioni

scientifiche internazionali relazionate.

Per l'Italia aderiscono la SIFET e l'AIT.

GEOmedia 1 2005 19


F O C U S

annullato il voto postale per cambiare

i decreti legge in modo che ISPRS

potesse essere registrata in Svizzera

Ratificato la nomina dell’avvocato

ISPRS

Ratificato l’istituzione della

fondazione ISPRS

Awards e MoU

L’Assemblea Generale ha ratificato

quanto segue:

Accettazione del premio Wang

Zhizhuo dalla Cina

Revisione dei termini di riferimento

per i premi

Accettazione dei doni per gli autori

giovani e i CATCon

Memorandum d’intesa firmati con:

SPIE, IEEE-GRSS, UN Office of Outer

Space Affairs

Ratifiche di contratti

L’Assemblea Generale ha ratificato i

seguenti contratti:

GITC per la distribuzione degli

archivi

Responsabile di vendita ISPRS

GITC per la pubblicazione di

Highlights

Elsevier per la pubblicazione del

giornale ISPRS

Swets e Zeitlinger per pubblicare la

serie dei libri ISPRS

ISPRS Webmaster

Il Congress Director e il Magister

Tours per il Congresso

Sette membri per ospitare i simposi

tecnici delle Commissioni.

Membri

L’Assemblea Generale ha:

Ammesso un nuovo membro regionale

dal Kenia - Regional Centre for

Mapping of Resources for

Development (RCMRD)

Abbassato la categoria dell’India da 8

a 6

Sollevato la categoria di Turchia e di

Israele

Espulso 14 membri ordinari per non il

pagamento delle sottoscrizioni

Approvato l’espulsione di 6 membri

ordinari nel tempo di 2 anni se non

perverranno i pagamenti delle

sottoscrizioni

Espulso 3 membri associati per il non

pagamento delle sottoscrizioni

Approvata l’espulsione di 1 membro

associato durante 2 anni se non

verranno pagate le sottoscrizioni

Approvato l’espulsione di 1 membro

regionale per non il pagamento delle

sottoscrizioni

Elezioni

L’Assemblea Generale ha eletto i

Membri che ospiteranno le Commissioni

Tecniche nel quadriennio 2004-2008:

Commission I France con Alain

Baudoin come Commission President

Commission II Austria con

Dr.Wolfgang Kainz come Commission

President

Commission III Germany con il Prof.

Dr Wolgang Förstner come

Commission President

Commission IV India con Mr. Shailesh

Nayak come Commission President

Commission V Germany con Prof Dr.

Hans-Gerd Maas come Commission

President

Commission VI Japan con il Dr. Kohei

Cho come Commission President

Commission VII Netherlands con il

Prof. John van Genderen come

Commission President

Commission VIII Israel con il Dr.

Ammatzia Peled come Commission

President

L’Assemblea Generale ha inoltre eletto:

La Cina paese ospitante per il

Congresso del 2008.

Eletto e ratificato per il 2004 - 2008:

Presidente Ian Dowman, Gran

Bretagna

Segretario General Orhan Altan,

Turhia

Direttore del Congresso Chen

Jun, Cina

Tesoriere Stanley Morain, USA

1° Vice Presidente John Trinder,

Australia

2° Vice Presidente Emmanuel

Baltsavias, Svizzera

L’Assemblea Generale ha eletto:

la Commissione Finanziaria per il

2004-2008:

Petros Patias (Chair), Grecia

Costas Armenakis, Canada

Lena Halounová, Repubblica

Ceca

Statuti, Atti e Risoluzioni

L’Assemblea Generale ha:

Approvato i cambiamenti agli statuti

ed agli atti

Autorizzato il Consiglio a studiare la

possibilità di espandere il numero di

membri onorari

Approvato le risoluzioni per 2004 -

2008

Acconsentito a non cambiare il costo

della sottoscrizione

Approvato l’istituzione una nuova

categoria (E) di membro sostenitore.

A cura della redazione

20 GEOmedia 1 2005



R E P O RT S

Una storia

o r i e n t a t a

a l l ’ i n n o v a z i o n e

Geomedia - Da molto non

approfondiamo le attività e la struttura

di Integraph Italia sulle pagine della

nostra rivista. Puoi descriverci qual è

l’organizzazione della vostra azienda in

questo momento?

C.M. - Intergraph è, da sempre,

un’azienda che ha cercato di adattare le

proprie strategie alle continue evoluzioni

e richieste del mercato e dei propri

Utenti e per i quali ha rappresentato e

rappresenta un punto di riferimento

nella proposta di prodotti e servizi ad

alta tecnologia. La scelta degli ultimi

anni è stata quella di strutturarsi in due

Divisioni la Process, Power & Marine

(PP&M), che si occupa di applicazioni di

“ship building” e di impiantistica,

nonché di gestione dei flussi

documentali all’interno delle aziende di

process and power, e la Security,

Government & Infrastructure (SG&I),

della quale io stesso sono il responsabile

per Italia, Grecia e Cipro, e che si

occupa della proposta di applicazioni e

progetti geospaziali nelle aree della

Pubblica Amministrazione, della Difesa

e Sicurezza, dei Trasporti e delle

Utilities.

SG&I Italia opera su due sedi, a

Milano e Roma, e conta 15 persone

interne all’azienda affiancate da

un’organizzazione composta da

consulenti e partner progettuali esterni.

Geomedia – Intergraph: una storia

tutta orientata all’innovazione, ai

prodotti, alle soluzioni. E’ stata tra le

I n t e r vista a Claudio Mingrino

di Intergraph Italia LLC

prime aziende ad unire le soluzioni

grafiche con quelle dei data base, con le

tecnologie che oggi chiamiamo

geospaziali, con prodotti come MGE, ma

anche con partnership consolidate quali

quella con Bentley, con hardware e

software specializzato per la grafica 3D e

la fotogrammetria. Oggi Integraph

sembra aver privilegiato la gestione dei

progetti rispetto alla precedente visione

centrata sui prodotti. Ci puoi spiegare

qual è l’orientamento attuale di

Intergraph, dove finiscono i prodotti e

dove cominciano le competenze?

C.M. - La storia di Intergraph è molto

complessa, ed in effetti la natura stessa

dell’azienda si è modificata radicalmente

dall’epoca in cui produceva e distribuiva,

tra l’altro, stazioni grafiche specializzate

per la grafica. Oggi Intergraph, ed in

particolare la Divisione SG&I, non

produce e non distribuisce più prodotti

hardware, ma è rimasta dalla nostra

tutta l’esperienza che una azienda di

questo tipo ha potuto accumulare nel

tempo e che ci ha caratterizzato come

continui innovatori tecnologici. Oggi

Intergraph si caratterizza per la

capacità, da un lato, di ricercare e

sviluppare soluzioni tecnologiche

altamente innovative e, dall’altro, di

rispondere alle esigenze di sviluppo

progettuale in ambito geospaziale in

ambiente aperto, modulare e rivolto alla

gestione dei processi aziendali anzichè

rivolte alla proposta di semplici

soluzioni isolate di sistemi GIS.

L’eredità della specializzazione in

I n t e rgraph rappresenta una delle

aziende che hanno fatto la storia

dell'Information Technology nel

campo della computer grafica e

conseguentemente nel GIS e

nelle tecnologie IT orientate alla

gestione del territorio e delle

informazioni geografiche.

Dal 1969, quando fu fondata da

t re ingegneri della IBM, la storia

di Intergraph è costellata di

innovazioni tecnologiche e di

soluzioni sempre all'avanguard i a .

Sono passati pi˘ di 30 anni e la

tecnologia ha fatto passi da

gigante, ma le caratteristiche di

un'azienda innovativa

rimangono. Interg r a p h

r a p p resenta ancora oggi un

punto di riferimento per la

capacità di sostenere

l'evoluzione e i cambiamenti nel

mondo dell'IT e delle soluzioni

a l l ' a v a n g u a rdia, orientate alle

tecnologie della geografia

intelligente, della geomatica e

delle applicazioni territoriali.

soluzioni HW/SW di alto livello è

attualmente incentrata all’interno

dell’offerta di Zeiss/Intergraph Imaging,

che - attraverso la fusione delle

competenze di Zeiss e Intergraph nel

settore fotogrammetrico e di remote

sensing - rimane leader nel campo,

appunto, della fotogrammetria digitale.

Le strategie di Intergraph nel settore

delle applicazioni geospaziali sono,

quindi, profondamente mutate col

mutare delle esigenze del mercato e, di

conseguenza, le offerte tecnologiche e

22 GEOmedia 1 2005


R E P O RT S

l’organizzazione hanno subito una

radicale evoluzione che ci ha permesso

di passare da “azienda di prodotti” ad

un’azienda in grado di affrontare

proposte progettuali complesse in

ambito IT – seppur con forte

connotazione geospaziale. In particolare,

in Italia, è stata creata un’apposita

Divisione, la Named Accounts & Projects

che ha come obiettivo l’approccio alle

soluzioni all’interno delle quali solo una

componente è rappresentata dalle

tecnologie.

In altre parole, l’eccellenza tecnologica

che continua ad essere, in casa

Intergraph, comunque altissima - è uno

degli strumenti per raggiungere

l’obiettivo strategico dell’azienda che

rimane quello di porsi come partner

leader dei propri utenti negli sviluppi

progettuali complessi in ambito IT.

Geomedia – Diversi segmenti di

mercato come Communication,

Government, Military e Intelligence,

Trasportation e Utility sono strategici

per una azienda di livello come

Intergraph. Ci puoi rappresentare la

visione della vostra azienda in Italia su

questi settori?

C.M. - E’ sotto gli occhi di tutti che in

ognuno di questi segmenti di mercato si

registrano forti spinte all’innovazione e

allo sviluppo di applicazioni integrate

nei propri processi di IT piuttosto che di

sole applicazioni geografiche o

geospaziali “isolate”. Pur rimanendo

viva l’esigenza di rispondere con

soluzioni “puntuali” ad una determinata

esigenza applicativa, è divenuta sempre

più urgente e critica la necessità di

sviluppare sistemi integrati che possano

trarre vantaggio dalla tecnologia

geospaziale e divenire il “collante” di

tutti i propri sistemi informativi

aziendali. Ciò è vero sia nel caso di

grandi utenti come, ad esempio, RFI -

Rete Ferroviaria Italiana, Wind

Infostrada, l’Istituto Geografico Militare,

ma anche per realtà più piccole anche

nell’ambito della Pubblica

Amministrazione Locale. In particolare,

si riscontra l’esigenza di sviluppi

progettuali complessi anche all’interno

delle PA locali e centrali che si stanno

ponendo in modo più propositivo, e

stanno cercando di mettere a frutto le

proprie esperienze anche in settori che

non sono tipici della propria

organizzazione. Ci troviamo di fronte

Regioni che propongono le loro capacità

progettuali ad altre Regioni, o enti come

Ferrovie che si propongono per il

supporto nello sviluppo progettuale e

l’integrazione di progetti con altre

aziende pubblico-private. Tutto ciò vuol

dire che sta cambiando l’approccio al

problema, al modo di investire su

tecnologie e know how.

Stiamo attraversando una fase in cui

non si guarda solo allo sviluppo delle

proprie soluzioni, destinate a risolvere le

esigenze interne, ma ad una visione più

lungimirante, che prende in esame il

ritorno sugli investimenti grazie alla

replica delle proprie conoscenze, delle

capacità dei propri professionisti e la

messa a frutto della propria esperienza

su altri potenziali utenti. In questa

maniera i nostri clienti diventano tutti

potenziali partner progettuali con i quali

proporsi ad altri clienti. Per Intergraph

questo modo di operare è diventato

molto importante e rappresenta la

classica “win-win solution” anche perché

per il cliente è un forte vantaggio il fatto

di poter avere un alto ritorno dagli

investimenti effettuati in ambito IT.

Solo per fare un esempio, molte delle

applicazioni e delle esperienze

progettuali che si stanno sviluppando

per Regione Friuli-Venezia Giulia o per

Regione Liguria potranno essere

proposte - insieme con i partner IT delle

stesse - Insiel e Datasiel - ad altre

organizzazioni sia pubblico che private.

Il caso di queste due Regioni è

sintomatico di un approccio alla

cooperazione applicativa in Italia e

all’estero che stiamo portando avanti

anche con altri utenti quali, ad esempio,

Regione Veneto, RFI, WIND Infostrada,

Touring Club Italiano e molti altri.

Insomma, una cosa è approcciare le

esigenze interne del cliente - del quale

cerchiamo comunque di supportare i

processi architetturali ed organizzativi

non solo attraverso le tecnologie, ma

anche attraverso la capacità di replicare

progetti già realizzati; altra cosa è quella

di proporci insieme a questi clienti, per

applicazioni e progetti simili che

sfruttino queste competenze e capacità

progettuali interne anche su altri utenti.

E’ un meccanismo che funziona perché

anche gli enti pubblici sono sempre più

incentivati alla produttività e alla

riproposta delle proprie soluzioni

all’esterno.

Questo è per noi un approccio

strategico, soprattutto nell’area del

government - dove lavoriamo con

grandi partner e su grandi realtà - così

come nel settore delle utilities e delle

telecomunicazioni, dei trasporti, del

Military & Intelligence e della Homeland

Security, tutti settori per noi di più alto

interesse e per i quali abbiamo

sviluppato, negli anni, forti competenze

applicative, progettuali e sui processi

che le caratterizzano.

Esiste, inoltre, un ampio mercato di

soluzioni applicative puntuali che

rappresenta un’opportunità di mercato

considerevole . Per potere supportare tali

esigenze, SG&I Italia si è strutturata con

una forte offerta applicativa e

commerciale di canale e che viene

gestita attraverso la collaborazione con i

propri Partner.

Ad oggi SG&I Italia può contare su

più di 30 Partner certificati e che fanno

parte del Programma Synergy: un modo

specifico di operare insieme che può

andare dal Synergy RSP (Registred

Solution Providers), fino al Synergy RRL

(Registred Research Laboratiories),

ovvero partner che, grazie alla propria

connotazione di Enti Educational,

possono utilizzare gratuitamente le

tecnologie Intergraph a scopo didattico e

divulgativo, passando attraverso il

programma specifico per i partner

progettuali RSC (“Registred Solution

Centers”).

Grazie alla presenza di questo

complesso e completo network di

collaborazioni aziendali e professionali,

Intergraph Security , Government &

Infrastructure Italia - è in grado di

coprire l’intero spettro di esigenze

applicative e progettuali finalizzate alla

soddisfacimento delle proprie strategie

di mercato.

GEOmedia 1 2005 23


R E P O RT S

Geomedia – Nonostante il forte

orientamento aziendale ai progetti, la

tecnologia di Intergraph è sempre alla

base delle sue soluzioni. Quali sono i

prodotti consolidati sui quali prosegue

l’offerta aziendale in questo periodo di

forti cambiamenti nel mondo dell’IT?

C.M. - Quanto ai prodotti, possiamo

dire che Intergraph ha deciso di

consolidare la propria offerta su 5

categorie principali, tra esse integrate e

tutte rientranti nel nuovo approccio

orientato alle soluzioni: la famiglia di

prodotti Z/I (Zeiss/Intergraph) Imaging,

che copre le esigenze HW e SW di

fotogrammetria digitale, di remote

sensing e di image processing; la

famiglia GeoMedia- G/Technology, che

rappresenta l’offerta di soluzioni

geospaziali per la gestione, l’analisi e la

distribuzione del dato; i prodotti della

famiglia IntelliWhere , che si occupano

della gestione di problematiche di

Location Based Services e di workforce

automation, la famiglia dei prodotti di

produzione cartografica di alta qualità;

e, infine, la famiglia di prodotti leader

nel mondo per lo sviluppo di progetti

relativi alla Public Safety, ovvero

destinati all’approntamento e alla

gestione delle sale operative di

emergenza e facenti parte dell’offerta

I/CAD (Computer Aided Dispatching).

Se l’esigenza dell’utente, quindi, è

quella di gestire un unico flusso di

lavoro in ambiente GIS (acquisizione,

gestione e analisi, distribuzione,

produzione, output) per necessità

semplici o complesse, le soluzioni

integrate Intergraph sono – ad oggi – le

uniche che permettono di raggiungere

tale obiettivo in un ambiente aperto,

modulare e integrabile nei sistemi

informativi pre-esistenti.

Geomedia – Un’ultima domanda

riguarda il mercato italiano. Parliamo di

dati geospaziali, innovazione

tecnologica, ecc. A parte la Pubblica

Amministrazione, quello che vorremmo

sapere è come si comportano le aziende;

se sono in grado di capire l’importanza e

l’innovazione delle informazioni

georeferenziate; se ne colgano le

opportunità di far crescere il business,

oltre che per gestire meglio le proprie

attività. Rispetto al mercato italiano,

qual è la tua visione delle informazioni

geopaziali sulle aziende e, perché no,

sugli uomini?

C.M. - In generale il mercato è molto

più attento e innovatore di quanto non

appaia e anche i Clienti del settore

pubblico hanno sviluppato capacità di

comprensione della complessità dei

progetti e stanno lavorando per un forte

rinnovamento del know-how e delle

capacità tecniche delle proprie risorse

interne.

Il nostro ruolo – oltre a quello di

fornire soluzioni tecnologiche sempre

all’avanguardia - deve, però, essere

anche quello di sostenere quegli utenti

che, nonostante l’esistenza di un

programma di sviluppo progettuale

moderno ed innovativo, a volte non

hanno la capacità organizzativa ed

economica per soddisfare appieno tale

esigenza con risorse umane ed

economiche interne. E’ il caso, ad

esempio, di molte realtà locali verso le

quali il nostro approccio è basato su

un’offerta consulenziale e organizzativa

“in partnership”, prima che su una

proposta tecnico-economica finalizzata

alla semplice fornitura di prodotti e

servizi. Si tratta di affrontare questa

tipologia di utenti con un lavoro

congiunto di crescita interna

all’organizzazione degli utenti per

permettere loro di migliorarne la

capacità progettuale e di dare loro la

possibilità di sviluppare dei programmi

a lungo termine senza l’affanno

dell’incertezza dei propri sviluppi.

In molti casi, però, il problema risiede

nella impossibilità da parte degli utenti

di pianificare i costi progettualiorganizzativi,

quelli relativi alla

produzione/acquisizione dei dati

necessari e quelli dei prodotti-tecnologie

che, nonostante il processo di downpricing

degli stessi, continuano a

rimanere una voce critica nei bilanci

delle nostre PA.

Per potere aiutare tali utenti nella

propria crescita progettuale, Intergraph

SG&I cerca di supportare tali esigenze

attraverso una serie di proposte in

partnership che vanno dal supporto alla

pianificazione dei processi di

acquisizione dei dati – per rendere gli

stessi meno costosi e più mantenibili nel

futuro – al supporto della corretta

pianificazione organizzativa e

progettuale nel breve e medio-lungo

termine.

Inoltre, per quanto riguarda l’utilizzo

delle tecnologie - e laddove l’esigenza di

distribuzione delle stesse rappresentasse

un momento critico dal punto di vista

della capacità economica dell’utente –

Intergraph ha studiato una serie di

policy commerciali che dimostrano la

reale volontà della nostra azienda a

supportare progetti di utilizzo e

distribuzione consistente dei prodotti

GIS all’interno ed all’esterno

dell’organizzazione dell’utente stesso.

Una di queste policy è rappresentata

da quella che Intergraph chiama

“Corporate Licence” e che si realizza

attraverso un accordo di partnership con

l’utente che gli permette, da un lato,

l’utilizzo di tutte le tecnologie

geospaziali di SG&I e, dall’altro, un

abbattimento dei costi di utilizzo,

gestione e manutenzione delle stesse in

linea con le esigenze di contenimento del

proprio budget di spesa. Molte

Corporate License sono già attive in

Italia ed all’estero con importanti utenti

pubblici e privati e molte altre sono in

fase di discussione. Ciò permette e

permetterà a questi utenti di potere

implementare progetti di sviluppo e

distribuzione tecnologica di ampio

respiro senza doversi curare dei costi

elevati della tecnologia ma potendo

pianificare i propri investimenti nei

processi applicativi e organizzativi che, a

conti fatti, rappresentano il reale valore

aggiunto nell’ambito di sviluppi

progettuali complessi.

A cura della redazione

24 GEOmedia 1 2005


R E P O RT S

Agli albori dell’Information

Te c h n o l o g y

La nascita di Intergraph tra

Ibm e NASA

Dal ‘69 ad oggi la vision di Intergraph è

cambiata notevolmente, e se da un lato

rimangono la storia e l’esperienza,

dall’altra si sviluppano nuove frontiere .

La mission di Intergraph oggi è mettere

i propri partner e clienti in condizione di

rendere più veloci e migliori le decisioni

operative, attraverso software e servizi di

livello superiore, organizzando e gestendo

la complessità dei dati attraverso

rappresentazioni grafiche comprensibili.

La tecnologia di Intergraph permette ai

propri clienti di rendere il mondo più

sicuro e più prospero, attraverso la

creazione di mappe intelligenti, la gestione

di asset e infrastrutture, la miglior

costruzione e l’ottimale funzionamento di

impianti e navi, l’invio di servizi

d’emergenza a chi ne ha bisogno. La

filosofia di Integraph è quella di

guadagnarsi il rispetto e la fiducia dei

clienti attraverso un totale impegno per il

loro successo, basandosi su una grande

esperienza industriale ed una lunga

tradizione di innovazione tecnologica.

Intergraph è presente in 50 Paesi, ed

ogni ufficio è in grado di dare supporto sia

a società multinazionali, con sedi sparse in

tutto il mondo, sia ad aziende, enti ed

istituzioni governative.

Coerente con questa filosofia, Intergraph

adotta tecnologie aperte e rende disponibili

i benefici dell’interoperabilità che ne

derivano. Costantemente alla ricerca della

piena integrazione tra i sistemi proprietari

e i dati provenienti da qualsiasi altro

workflow del cliente, tende

sistematicamente a massimizzare il valore

operativo delle sue banche dati.

Quotata al Nasdaq dal 1981, Intergraph

Corporation ha realizzato nel 2003 un

fatturato globale di circa 527 milioni di

dollari e 23,2 milioni di dollari di utili al

netto delle tasse. Conta 3.000 dipendenti

distribuiti fra il quartier generale di

Huntsville e i centri di vendita e assistenza

presenti negli Stati Uniti e nel resto del

mondo.

Negli ultimi anni Intergraph ha rivisto in

modo profondo la propria politica

strategica e commerciale e ha dismesso

attività non core business come il settore

dell’hardware per potersi concentrare su

settori ad alto valore aggiunto e ad alta

redditività. Si presenta oggi sul mercato

mondiale come il primo system integrator

nel settore GIS per complessità dei progetti

seguiti e valore della produzione.

In un settore in cui l’innovazione è la

principale fonte di successo, Intergraph

investe annualmente in ricerca e sviluppo

(R&D) una quota che si aggira intorno al

10% del proprio fatturato.

Intergraph Italia

Intergraph Italia è la filiale italiana di

Intergraph Corporation (Huntsville,

Alabama, USA), ed è presente sul territorio

italiano dal 1983 con sedi a Milano e

Roma.

Intergraph Italia, che è direttamente

posseduta dalla casa madre, conta 33

dipendenti divisi tra le due sedi operative

ed ha realizzato nel 2003 un fatturato

superiore ai 12 milioni di Euro.

Intergraph Italia, ed in particolare la

Divisione SG&I, Security, Government &

Infrastructure, ha anche portato a termine

– con successo - un profondo processo di

certificazione dei propri Partner, che

rappresentano un ulteriore risorsa

destinata allo sviluppo, formazione e

supporto dei progetti e degli Utenti.

La divisione SG&I

Un numero sempre maggiore di persone

accede oggi alle informazioni GIS,

superando i vincoli dei formati proprietari.

Il GIS di Intergraph è il mezzo più efficace

per comunicare informazioni globali in un

contesto geografico. La missione della

società è proprio quella della

“comunicazione geografica”, un approccio

che consente di riunire le diverse isole di

automazione all’interno di

un’organizzazione, attraverso l’adozione di

metodologie standard di comunicazione e

di database aziendali unificati.

All’interno della Divisione Security,

Government & Infrastructure, esistono

delle strutture dedicate a particolari

segmenti di mercato quali:

IntelliWhere: costituita nel 2001 per

rispondere all’esigenza di focalizzazione

dei nuovi mercati dei servizi Location

Based, ovvero per offrire soluzioni e servizi

che sfruttino la possibilità di localizzazione

di un terminale mobile o di un terminale

Internet. Gli operatori telefonici, gli

operatori Internet, e le aziende private che

devono organizzare una forza lavoro sul

territorio, possono usufruire di una

piattaforma tecnologica messa a punto da

Intergraph così come di soluzioni integrate

sulle esigenze del Cliente;

Public Safety & Homeland Security:

dedicata allo sviluppo di sistemi complessi

per la gestione delle sale operative di

emergenza e della security in generale e

che costituisce, ad oggi, l’assoluto leader di

mercato nel settore;

Utilities & Communication: per lo

sviluppo di progetti dedicati alla

Tre ingegneri IBM del Progetto Saturno, nel

Febbraio 1969, fondarono un piccola società di

consulenza

progettazione, gestione e manutenzione di

infrastrutture inerenti agli operatori del

mercato delle utilities e delle

telecomunicazioni;

Zeiss/Intergraph Imaging: leader di

mercato per le soluzioni hardware e

software di fotogrammetria digitale e di

remote sensing;

Transportation: per lo sviluppo di

progetti dedicati alla progettazione,

gestione e manutenzione di infrastrutture

inerenti agli operatori del mercato dei

trasporti.

All’inizio del 2004 Intergraph Italia ha

consolidato una riorganizzazione che ha

determinato la nascita della struttura

“Named Accounts & Projects Division”

dedicata al supporto di grandi clienti

mediante la fornitura di soluzioni chiavi in

mano dove è prevista sia la semplice

fornitura di prodotti sia quella di servizi di

integrazione e consulenza al fine di

adattare ed ottimizzare l’uso del sistemi

informativi territoriali. SG&I si configura

come un vero e proprio partner per la

gestione dei processi di innovazione,

mettendo a disposizione dei Clienti

un’offerta tecnologica e di servizi che la

pongono tra le aziende leader nel settore

delle “turn key solutions”.

Tra i principali clienti di SG&I troviamo:

Pubblica Amministrazione Centrale e

Locale: oltre 400 fra Comuni, Provincie

e Comunità Montane e 6 Regioni;

Trasportation: Rete Ferroviaria Italiana

(Gruppo FS) con la quale Intergraph ha

stipulato un accordo Corporate che la

qualifica come partner tecnologico e

permette ad FS di utilizzare liberamente

le tecnologie Intergraph;

Aziende del comparto Utility come

ENEL, Wind, ACEA, ARIN Napoli,

Acquedotto Vesuviano, Sogeas Siracusa,

Asa Livorno, Fiorentina Gas ed altre;

Difesa: tutti gli enti cartografici militari

(IGMI, CIGA ed IIM), Stato Maggiore

Difesa;

Produzione Cartografica : Touring Club

Italiano, Automobile Club Italia,

Consorzio Venezia Nuova

GEOmedia 1 2005 25


R E P O RT S

Generazione di ortofoto

ad alta risoluzione su

scansione laser

Proposta di una nuova

tecnologia con caratteristiche

di produttività e standard

qualitativi di tipo cartografico

Lo scopo del pre s e n t e

contributo è la de scrizione di

una proc edura per la

realizzazione di ort of oto ad

alta risoluzione. Si suppone

di ut ilizzare come dati in

i n g r e s s o

supe rfici acquisit e mediante

laser scanner

e fotogra mmi ad alta

r i s o l u z i o n e .

La procedura pro p o s t a ,

c o n c r e tizzata in un soft ware

denominato ZMap-Lase r è

volta all’ottenim ento di

ela borati quali:piant e,

p r ospetti, sezioni, curve di

livello, ortomosa ici idonei

alla pro g e t t a z i o n e

a r chitettonica ed

ingegneristic a.

I n o l t r e ZMap-Laser genera

un modello raste r 3d al alta

risoluzione dalla im mediata e

intera ttiva fruibilit à.

Il nostro obiett ivo è quello

di tratta re le nuvole di punti

in modo da: o t t e n e re un

e laborat o idoneo e conforme

alle tradizionali

r a p p r e s e n t a z i o n i

a r chite ttoniche e di ott enere

un modello raster 3D ad alta

risoluzione , fruibile in modo

semplice ed interattivo pur

se costit uito da qualche

de cina di m ilione di punti.

Z m a p - L a s e r

Elaborazione di modelli ottenuti

mediante scansione laser.

Generazione di ortofoto con qualità e

produttività di tipo cartografico.

Compilazione di modelli streaming

per 3dPix. 3dPix è il nostro navigatore

in grado di gestire modelli raster3d di

milioni di punti con tempo di

visualizzazione prossimo a zero.

Piante, prospetti, sezioni, profili, curve

di livello e ortofoto generati da

scansioni laser, possono finalmente

raggiungere i livelli qualitativi degli

elaborati tradizionali.

Nessun limite alla dimensione dei

modelli, al numero di fotogrammi da

mosaicare, alla dimensione delle

ortofoto generate e tutto questo con

tempi di elaborazione sorprendenti.

Un buon lavoro durante l’acquisizione

strumentale ed una buona camera

digitale da usare con metodo, sono gli

unici presupposti necessari per

ottenere una serie di tavole corredate

di parametrature, cartigli,

tematizzazioni ed altro, adatte a

valorizzare al meglio il frutto del tuo

lavoro.

Un solido CAD cartografico è

l’ambiente di lavoro sul quale

costruire i tuoi elaborati.

Nel CAD di ZMap trovi tutte le

potenzialità offerte dall’editing

vettoriale e raster avanzato, con tipi di

linea, layer, spessori campiture,

immagini, mosaici, impaginazione,

stampa e molto altro ancora.

di Francesca Ceccaroni

Gestione della superficie

Nessun limite alla dimensione del

modello (nuvola di punti) importabile.

Razionale suddivisione del modello in

prospetti e piante.

Gestione delle superfici con tempo di

attesa minimo (frazioni di secondo), per

la visualizzazione e l’elaborazione.

Editing della superficie:

Perimetratura (scontorno)

Foratura

Riempimento lacune

Riparazione automatica di mancanze

sparse

Correzione automatica dei

sottosquadro (lacune dovute alle

ombre d’acquisizione)

Correzione dell’effetto bordo

Riempimento con superfici a gradiente

Secchiello

Timbro

Operazioni booleane

Rappresentazione della superficie:

Falsi colori in funzione della quota

Shading cartografico

Colore proprio dei punti

P r e p r o c e s s i n g

r a d i o n o m e t r i c o

Modulo PhoTone per la compensazione

radiometrica ed equalizzazione

cromatica dei fotogrammi.

26 GEOmedia 1 2005


R E P O RT S

Gestione dei fotogrammi

Orientamento:

Trasformazione Lineare Diretta (DLT)

per camere non metriche

Spatial resection (Piramide inversa)

per camere metriche

Import di orientamenti preesistenti

Nessuna limitazione alla dimensione dei

fotogrammi.

Nessuna limitazione al numero dei

fotogrammi.

Correzione radiometrica sul singolo

fotogramma.

P r o i e z i o n e

dei fotogrammi

Mediante tecnica di warping pixel a

pixel convenzionale.

Mediante tecnica di true othophoto.

M o s a i c o

Individuazione delle linee di taglio

ottimali mediante algoritmo LPV (Luogo

dei Punti Vicini) cfr. Articolo Atti ASITA

2004.

Calcolo automatico dei percorsi delle

linee di taglio mediante algoritmo di

programmazione dinamica PPD. cfr.

Articolo Atti ASITA 2004.

Editing interattivo delle linee di taglio.

Equalizzazione cromatica delle immagini

componenti.

Nessun limite alla dimensione del file di

mosaico risultante.

E d i t i n g

Editing vettoriale e spolvero.

dell’ortomosaico realizzato.

Proiezione del vettoriale sulla superficie

3d.

Parametratura automatica.

Suddivisione automatica in tavolette per

stampa a settori.

Stampa diretta.

N a v i g a z i o n e

Composizione con modulo master del

modello navigabile.

Compilazione del file di stream per il

modulo 3dPix.

3dPix è un navigatore real-time di

modelli raster 3d realizzati on ZMap.

3dPix è gratuito e puoi distribuirlo ai

tuoi clienti assieme ai file di

navigazione.

3dPix visualizza file enormi (anche

decine di milioni di punti) in modo

istantaneo, con la massima ricchezza di

dettaglio e senza necessitare di hardware

particolare.

Il risultato è sorprendente per l’efficacia,

rapidità ed impatto visivo.

Caso applicativo

La rappresentazione in falsi colori

evidenzia piuttosto bene le lacune

presenti sulla superficie. Per correggere

correttamente la mancanza è opportuno

ricondursi alla causa che l’ha generata.

Vediamo solo 3 esempi.

Nel primo caso la parte mancante è

dovuta al sottosquadro degli aggetti

orizzontali.

Questa viene riempita estrapolando

l’andamento verticale della superficie

più arretrata fino all’intersezione con la

parte esistente della superficie più

avanzata.

Nel secondo caso la parte mancante è

dovuta trasparenza della vetrata, per cui

lo strumento non ha potuto rilevare il

tempo di volo del raggio e quindi la

posizione del punto.

Questa viene riempita mediante il

calcolo di una superficie piana il cui

andamento è interpolato sui valori di

contorno di ciascuna area mancante.

Nel terzo caso la parte mancante, di

piccole dimensioni è dovuta sia alle

ombre che i particolari dell’oggetto

proiettano sull’oggetto stesso (foglie del

capitello), che ad eventuali piccoli errori

di assemblaggio della superficie.

In questo caso si usa un filtro di tipo

Thin-Plate-Spline, vale a dire un

interpolatore che simula l’andamento

delle deformazioni di una piastra sottile

vincolata a passare dai punti adiacenti

alla mancanza di cui sono noti i valori.

Sono stati messi a punto molti

strumenti specifici per la finitura della

superficie così da consentire

l’ottenimento del prodotto finale in

pochi minuti.

Per ottenere un risultato professionale,

le immagini devono essere acquisite con

camere fotografiche di idonee

caratteristiche ottiche e qualitative.

LA QUALITA’ DELL’ELABORATO

FINALE DIPENDE

SOSTANZIALMENTE DALLA

QUALITA’ FOTOGRAFICA DELLE

IMMAGINI.

È senz’altro preferibile utilizzare camere

dotate di certificato di calibrazione, per

le quali cioè sono state effettuate prove

di laboratorio al fine di conoscerne con

precisione le caratteristiche metriche,

cioè:

Punto principale (x0,y0)

Lunghezza focale (c)

Distorsioni (k1,k2)

In alternativa (in mancanza cioè di

certificato), il software consente di i

punti del modello fotografato come

poligono di calibrazione.

Questo processo che definiamo di Auto-

Calibrazione, utilizza un metodo di

Bundle-Adjustment per ottenere i

parametri della camera su ciascun

fotogramma.

È pertanto possibile utilizzare, con le

opportune dovute cautele, anche

obiettivi a focale variabile (zoom).

Una particolare attenzione deve essere

destinata alla ripresa fotografica.

Questa deve prevedere la realizzazione

di un adeguato piano preventivo in

GEOmedia 1 2005 27


R E P O RT S

modo da distribuire i fotogrammi

strategicamente sul soggetto, con:

adeguata ricopertura reciproca

minimo scorcio

massima omogeneità cromatica

idonea illuminazione

L’associazione dei punti è molto rapida

in quanto viene aiutata dal software che

si approssima automaticamente sulla

zona d’interesse; è così necessaria solo

una rifinitura della collimazione.

Vengono inoltre proposte in sequenza

tutte le immagini che contengono il

punto in esame.

In breve, i punti necessari (16 su tutto il

prospetto), sono stati collimati.

Viene lanciato il calcolo di

compensazione che ci propone la tabella

dei residui per ciascun fotogramma. Il

calcolo di compensazione viene risolto

mediante metodo di Spatial-Resection

utilizzando le equazioni di collinearità.

I fotogrammi vengono successivamente

proiettati sulla superficie. La loro

parziale sovrapposizione consente la

copertura completa dell’oggetto .

È pertanto necessario individuare una

strategia in grado di minimizzare questo

fenomeno, assegnando a ciascuna

immagine un’area di pertinenza che sia

la più prossima possibile al suo centro

geometrico (punto principale).

La suddivisione viene effettuata

mediante il cosiddetto “Diagramma di

Voronoi”.

Il calcolo delle linee di taglio fornisce la

base sulla quale effettuare la finitura

delle linee stesse, privilegiando i

passaggi attraverso i contorni naturali

dell’architettura.

La proiezione di ciascun fotogramma

viene controllata per quanto riguarda la

risoluzione, l’equalizzazione cromatica,

la selezione di aree d’interesse e la

gestione delle aree di occlusione.

Ciascun fotogramma genera proprie aree

di occlusione che sono determinate dalla

posizione del punto di presa rispetto

all’oggetto.

Il vantaggio di poter utilizzare diverse

prese fotografiche da altrettanti punti di

vista permette l’integrazione delle aree

occluse mediante la collaborazione tra le

immagini.

Si noti come i due fotogrammi siano

collaborativi. Il fotogramma scattato da

sinistra ha occlusioni a destra

dell’aggetto. Quello scattato da destra, il

viceversa.

Il mosaico delle zone non occluse

avviene con il criterio delle aree di

pertinenza.

Il riempimento delle aree occluse

avviene prelevando i pixel

dall’immagine, non occlusa, con il

punto principale più prossimo all’area in

esame.

La procedura, completamente

automatica, ma controllabile attraverso

parameri di controllo, conduce alla

produzione di un ortomosaico

caratterizzato da:

Nessun limite alla dimensione del file

mosaico

Ad ogni pixel è associata una tripletta

di coordinate X,Y,Z

Generazione automatica delle

parametrature

Stampa in scala su plotter di ogni

formato

Facile vettorizzazione con tipi di linea,

spessori, colori, layer, campiture, ecc

Overlay vettoriale su raster

Proiezione sulla superficie 3d del

vettoriale tracciato

Tracciamento automatico di profili e

curve di livello

L’intento della produzione di elaborati di

tipo cartografico partendo da scansioni

laser è stato raggiunto, così come quello

di poter gestire agevolmente i modelli

raster 3d ad alta risoluzione

conseguentemente generati.

Autore

DR. FRANCESCA CECCARONI

francesca.ceccaroni@menci.com

Menci Software

Via Martiri di Civitella, 11

52100 Arezzo

tel. 0575/300552

info@menci.com

28 GEOmedia 1 2005



R E P O RT S

Il GIS

sulle note

di violino

L

a conferenza della comunità

GIS italiana senza ombra di

dubbio può essere assimilata

alla annuale conferenza degli Utenti

ESRI, che per presenza e temi non ha

eguali ne come appuntamento nÈ come

presenze. Non ce ne vogliano gli altri

players delle tecnologie GIS, nÈ tanto

meno gli organizzatori di altre

conferenze nazionali quale ASITA.

I temi proposti da ESRI Italia sono

stati costantemente negli ultimi anni

una indicazione che ha portato

innovazione e dibattito, ponendo le

tecnologie GIS fuori dai confini

prettamente tecnici e accompagnando

invece gli utenti e tutti noi operatori

della geomatica verso orizzonti che ben

rappresentano la modernit‡ del nostro

tempo, tra il mondo impalpabile del

BIT e la materia vera del nostro agire,

ancora e sempre legata all’atomo.

La conferenza ESRI, quindi, è ormai

solita stupirci, tra cultura vera e cultura

tecnica, tra territorio e informatica,

senza perdere la bussola della

conoscenza, geografica nel nostro caso,

ma pur sempre conoscenza necessaria ad

identificare i confini e i limiti del nostro

operare in un territorio intriso di

significato, simbolico e materico allo

stesso tempo.

Quest’anno il motto coniato per la

conferenza era Quest’anno il motto

coniato per la conferenza era GIS: il

linguaggio della conoscenza

geograficaGIS: il linguaggio della

conoscenza geografica, quindi quanto di

meglio per esprimere che il GIS integra

informazioni, discipline, procedure,

organizzazione, ed è un aiuto potente

per il supporto alle decisioni, divenendo

- come afferma il presidente di ESRI

Italia Bruno Ratti - la koinè dialectos

per la creazione e la condivisione della

conoscenza geografica. Il GIS è

diventato veicolo per l’interscambio di

esperienze e conoscenza geografica in

tutti i campi, ad ogni livello della

società.

La duplice valenza del GIS,

tecnologica e semiologica - E’ stata il filo

di Arianna che ha condotto gli utenti di

ESRI nella due giorni densa di sessioni,

incontri e momenti di relax.

Da citare, nella serata del primo

giorno di conferenza, l’assegnazione del

premio Mondo d’Oro, istituito dalla

neonata associazione Geoknowledge

Foundation, sul quale torneremo con

una informazione più dettagliata nel

prossimo numero delle nostra rivista.

Non ultima, poi, tra gli avvenimenti,

la presenza di uno dei padri fondatori

del GIS a livello mondiale: il Negroponte

della geografia intelligente - Jack

Dangermond, fondatore di ESRI Inc. -

quest’anno ha deciso di partecipare alla

conferenza degli utenti italiani, portando

un contributo della visione del GIS che

non ha pari. Questa visione sarà oggetto

di un nostro approfondimento attraverso

una intervista al mitico Dangermond che

pubblicheremo prossimamente.

Ma torniamo alle sessioni, ai temi e

all’informazione tecnica di ESRI 2005,

come sempre importante e significativa.

La seguitissima sessione plenaria si è

incentrata sul tema centrale della

conferenza, ovvero il GIS. Gli altri fitti

appuntamenti hanno affrontato i

seguenti argomenti: difesa territorio,

geodati e monitoraggio; reti

tecnologiche; strade, trasporti e

sicurezza; banche dati 2005; spatial data

infrastructure e portali; igiene urbana;

intesa GIS; db topografico;

interoperabilit‡, standard e portal tool

kit; sessione speciale city government;

governo locale, cooperazione e

interoperabilità; geomarketing e

geostatistica; beni culturali e ambientali;

SIT e governo locale; emergenza e

protezione civile; università e ricerca.

Come ogni anno le sessioni tecniche

dedicate specificamente alle tecnologie

sono state numerose, e tra esse

segnaliamo quella sui Web Service &

LBS e quella sugli ArcWeb Services,

oltre ai Workshop sulle tecnologie ESRI.

Una doverosa citazione va ai premi 8 a

conferenza italiana utenti ESRI, conferiti

ex equo ai seguenti Enti e progetti:

ACEA - Il GIS delle Reti Elettriche di

Acea Distribuzione;

ASM Brescia - La sostituzione del SIT

di ASM Brescia;

GRTN - Modelli GIS per l’Inserimento

Ambientale di Infrastrutture

Elettriche;

30 GEOmedia 1 2005


R E P O RT S

Non di solo GIS…

Nella pagina a fianco l’intervento del presidente di ESRI Inc. Jak Dangermond. Qui sopra il concerto

Edvin Marton durante la prima serata della conferenza, in basso un momento del premio Mondo D’Oro

La Conferenza italiana 2005 degli

utenti ESRI è stata un successo a tutto

tondo. L’Ing. Ratti ed il suo staff hanno

certamente motivo di essere fieri dei

risultati raggiunti. L’ampiezza e la

completezza degli argomenti trattati

nella due giorni romana hanno

richiamato un vasto pubblico, variegato

nelle professionalità ma in ogni caso

autenticamente interessato.

L’organizzazione inappuntabile ha

consentito di far scorrere fluidamente

la moltitudine di utenti dall’uno

all’altro appuntamento, il tutto gestito

con grande cortesia e affabilità.

Complimenti davvero.

Ministero dell’Ambiente - Spatial

Portal Tool Kit per l’Evoluzione del

Progetto “Atlante Italiano”;

Ministero BB.CC.AA. - ARCHEOMAR

- SIT per il Censimento e la

Salvaguardia dei Beni Archeologici

Sommersi;

Parco Nazionale dell’Arcipelago La

Maddalena - Il SIT del Piano per il

Parco Nazionale dell’Arcipelago di La

Maddalena;

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Protezione Civile - Comitato

Operativo Protezione Civile: le

Informazioni a Supporto delle

Decisioni;

Regione Piemonte - Un’Infrastruttura

Regionale di Dati Spaziali - SITAD:

Attività in Piemonte;

Regione Lombardia - Bormiomobile:

Online sulla neve;

Regione Siciliana - La Componente

Territoriale nel Catalogo Regionale

Informatizzato dei BB.CC.AA. ;

The Technology Partners - GIS

Enterprise nell’Architettura di

Business Intelligence di una Primaria

Azienda nel Media&Entertainment;

Telecom Italia - UNICA.

Concludiamo ricordando i premi per la

Poster Session:

UNIVERSITA’ DI PISA - Mu.S.A.

(Multicriteria Spatial Analysis):

Implementazione ed Applicazione di

Valutazione Multicriteri su

Piattaforma GIS;

CESI - L’uso del GIS nella Stima degli

Accumuli e Rilasci di Sedimenti nei

Grandi Invasi;

ENEA Bologna e Provincia di Ferrara

- Ricostruzione della Batimetria della

Sacca di Goro (Fe): un’Applicazione

del Geostatistical Analyst di ArcGIS.

Un accento particolare va posto alla

felice e coraggiosa scelta dei personaggi

cui è stata affidata la conduzione della

serata “Mondo d’Oro”: attori e musicisti

che non hanno nascosto la loro

estraneità al settore geografico ma che -

nonostante, o forse proprio per questo -

hanno saputo tener desto l’interesse dei

conferenzieri fino a tarda ora. Non di

solo GIS…!

L’eloquio fluente di Simona Izzo, le sue

simpatiche gaffes (insistente e convinto

il suo riferimento allo “tsumani”), le

sue ripetute irruzioni sugli affari

personali propri ed altrui (in palese e

voluta violazione di ogni legge sulla

privacy), hanno sdrammatizzato e reso

godibile persino il rito, per definizione

noioso, della consegna dei premi.

Nemmeno uno sbadiglio!

Ed è col concerto del giovane e

fascinoso violinista ungherese Edvin

Marton che si è raggiunta l’apoteosi. Si

è assistito ad una esecuzione di pezzi

classici arrangiati in chiave moderna

che ha sedotto giovani e non,

intenditori e profani, tutti uniti in una

unica ovazione per un musicista

celeberrimo nella sua terra d’origine

ma ancora poco conosciuto dal

pubblico italiano, del quale però è certo

che sentiremo molto parlare in futuro.

Applausi – tutti meritati - da spellarsi le

mani. Nessuno voleva lasciarlo andar

via. E invece dopo il bis, ed il ter,

Marton non si è più concesso al

pubblico entusiasta dei geomatici.

Quella voluta dalla Conferenza è stata

la sua prima esibizione nel nostro

Paese. Un giorno gli utenti ESRI

potranno dire: “Io c’ero”. Ingegner

Ratti, grazie!

Isabel Gramesón

GEOmedia 1 2005 31


I N T E R V I S TA

Il mondo della geomatica è

s t rettamente legato alla capacità

delle aziende di fare

innovazione, così come alla

capacità degli operatori e dei

committenti di capire la

necessità di un nuovo modo di

p ro d u r re, gestire ed intro d u r re

nella quotidianità queste stesse

i n n o v a z i o n i .

GPS, stazioni totali ro b o t i c h e ,

sistemi laser per il rilievo

a rchitettonico e per il rilievo

territoriale, sono solo alcune

delle soluzioni geotopografiche

che una azienda come Tr i m b l e ,

da sempre leader nel settore del

GPS, ci propone tra le sue

soluzioni di ultima generazione.

Infatti Trimble è ormai detentrice

dei più diffusi marchi e pro d o t t i

che hanno contraddistinto il

mondo del rilievo

geotopografico degli anni ‘80

(Zeiss, Geotronics, etc.), delle

ultime soluzioni nell’ambito del

laser scanner (Mensi...), nonché

di piattaforme per il rilievo

a e rofotogrammetrico come la

famosissima Applanix, senza la

quale ormai quasi nessun rilievo

da piattaforma aeroportata può

e s s e re condotto.

Addentriamoci quindi nel

mondo delle soluzioni avanzate

per la geomatica, attraverso una

intervista al Presidente di

ASSOGEO, distributore unico

per l’Italia delle soluzioni

Trimble per il rilievo topografico

e per il rilievo territoriale come il

GPS e le soluzioni avanzate del

VRS, vera e propria rivoluzione

c o p e r nicana nel campo del GPS

per il rilievo di precisione e per

il m a p p i n g G I S .

Le tecnologie

per il rilievo

territoriale e

g e o t o p o g r a f i c o

Un network di competenze

targato Tr i m b l e / A s s o g e o

I n t e r vista a Ermanno Dalla Fiora, presidente di A S S O G E O

Geomedia - Il mercato italiano del

settore geotopografico sembra essere in

continuo cambiamento ma, a differenza

di molti paesi europei, in Italia sembra

più un problema di posizioni piuttosto

che di sostanza, ovvero di margini. Ci

sembra importante avere un suo punto

di vista, dato il suo ruolo di presidente

del gruppo ASSOGEO, che in sostanza

rappresenta le soluzioni TRIMBLE per il

settore geotopografico e del laser

scanner in Italia.

E. D. F. - Il mercato italiano sta

cambiando, ed è in continua crescita. Le

nuove tecnologie richiedono sempre più

specializzazioni; Trimble Assogeo offre

(a differenza di altre aziende) soluzioni

ed integrazione fra i vari prodotti. Un

esempio: formiamo circa 200 tecnici

professionisti ogni anno, con corsi

avanzati sull’uso GPS, ormai tecnologia

di punta per il rilievo in tutti settori, ed

oltre 800 clienti con un addestramento

altamente personalizzato. Queste scelte

ci penalizzano forse nei numeri di

sistemi venduti, ma per il prossimo

futuro ritengo che la clientela ci darà

fiducia per la serietà commerciale e ci

apprezzerà per i supporti tecnici postvendita.

Il mercato, si sa, non è fatto di

soli prodotti, ma anche e soprattutto

della capacità di supporto nella postvendita.

Ciò equivale a dire che il prezzo

per i prodotti di qualità non deriva solo

dall’hardware o dal software, ma anche

dall’innovazione che una azienda leader

a livello mondiale come Trimble è in

grado di garantire e includere nelle sue

soluzioni.

Geomedia - Trimble è da sempre stata

leader nel settore del GPS. Ha poi pian

piano costruito un aggregato delle

migliori tecnologie disponibili sul

mercato come Geotronics, Spektra,

Zeiss, Terrasat, fino all’ultimo

incorporamento di Applanix. Ci può

parlare delle soluzioni e delle tecnologie

che ci troveremo ad usare nei prossimi

anni?

E. D. F. - Ormai sono passati più di 20

anni da quando Trimble realizzò la più

importante innovazione nel campo del

GPS; ciò che permise poi al GPS di

raggiungere il grande mercato dei

topografi e degli operatori territoriali.

Nella stessa Trimble lavorava Ashjaee

Javad, il quale poi creò le soluzioni

ASHTEC e Javad.

Grazie alla sua capacità di

innovazione, Trimble ha colto al

momento giusto l’esigenza di introdurre

ed integrare nuove tecnologie, al fine di

dare soluzioni complete, che potessero

facilitare la vita al topografo moderno al

fine di potenziare l’uso GPS in ambito

geotopografico.

Fu così che il gruppo Trimble fece sua

la scelta di acquisire alcuni dei marchi

più prestigiosi nel campo della geodesia

32 GEOmedia 1 2005


I N T E R V I S TA

e degli strumenti operativi per la

topografia come Geotronics, Spektra

Precision, Zeiss, Terrasat ed altri come il

50% di Nikon e recentemente Applanix.

I gruppo, nel settore, fattura quasi 700

milioni di dollari, ed ha un andamento

positivo e in forte crescita, più del

doppio di qualsiasi altro concorrente.

Non conosco quali saranno le soluzioni e

le tecnologie specifiche che ci troveremo

ad usare nei prossimi anni. Posso

comunque garantirvi che ce ne saranno

eccome, a cominciare dal GPS: già da

ora, grazie al primo satellite con a bordo

la frequenza L2c, Trimble è l’unica

azienda al mondo con una soluzione

veramente innovativa. Sempre sul GPS,

il futuro si sta spostando rapidamente

verso le soluzioni avanzate del VRS.

Anche su questo fronte Trimble è la sola

azienda del settore ad avere in casa sia

la soluzione software basata sul sistema

VRS Trimble che la soluzione specifica

in termini di ricevitori, come il GPS

nato per costituire network VRS quali la

NetRS.

Questo è per noi un grande vantaggio

su tutti gli altri competitors. Infatti

gestire le reti VRS dal punto di vista

delle soluzioni e della tecnologia non è

banale, ed avere nel proprio listino una

soluzione appositamente studiata

permette agli utenti di stare tranquilli

sia sull’evoluzione e l’aggiornamento del

sistema, sia sulle capacità di assistenza e

di customizzazione del prodotto; senza

tralasciare il discorso del costo, che

ovviamente si riduce rispetto ai

concorrenti, non dovendo acquistare la

tecnologia VRS da altri fornitori. Sul

resto delle soluzioni e tecnologie

pensiamo che il laser scanner e la

maggiore integrazione tra i sistemi di

rilievo faranno il resto.

Geomedia - Parliamo di

organizzazione, e nel particolare di

ASSOGEO. Siete ormai diventati un

network di oltre una decina di punti

vendita, dove trovare sia soluzioni che

supporto. Puoi descriverci la struttura

aziendale e le caratteristiche della vostra

rete di supporto al cliente?

E. D. F. - Per la precisione,

ASSOGEO, distributore nazionale di

Trimble divisione “Survey”, ha 12 dealer

a copertura di tutto il territorio, i quali,

a loro volta, hanno una struttura

autonoma in grado di offrire una totale

assistenza attraverso i diversi

responsabili di settore (il GPS, le

Stazioni Totali, i sistemi Laser Scanner e

i diversi software commercializzati).

Alcuni dispongono anche di un

laboratorio di primo intervento, come le

agenzie di Parma, Caserta, Cagliari,

Palermo. Roma è in fase di

organizzazione.

Vi è poi la sede di Concorezzo

(Milano), dove il gruppo ha attivo da

molto tempo un moderno e innovativo

centro di assistenza per tutta la linea di

prodotti (Stazioni totali, GPS, ecc...).

Tutti i Centri di Assistenza sono in

grado di rilasciare una certificazione a

livello di ISO 9001. Per il 2005 si

prevede di migliorare ancora il livello di

supporto al cliente attraverso un vero e

proprio programma di fidelizzazione

basato sulla capacità di risposta delle 12

strutture nel campo dell’assistenza,

dell’offerta di corsi di formazione,

dell’organizzazione di giornate di studio,

nel fornire una pronta risposta tecnica

ed economica sul rinnovo del parco

attrezzature dei professionisti e delle

aziende che ne hanno necessità.

Geomedia - La topografia, così come il

rilievo territoriale in genere, hanno

avuto grandi benefici dall’avanzamento

tecnologico degli ultimi 10 anni: GPS e

VRS, Laser Scanner, Stazioni Totali

dotate di laser, e molteplici altre novità e

soluzioni. La vita del topografo è

significativamente migliorata dal punto

di vista operativo. Puoi darci un tuo

punto di vista sulle scelte tecnologiche

più appropriate?

E. D. F. - Trimble offre una vasta

gamma di prodotti, in grado di

soddisfare tutte le esigenze del mercato;

per esempio, per chi desidera uno

strumento meccanico, Trimble offre la

serie 3600, che ha ottime prestazioni pur

mantenendo un prezzo estremamente

competitivo. Per chi desidera invece uno

strumento motorizzato,

tecnologicamente innovativo ed

aggiornabile, esiste la serie 5600.

Per i più esigenti, è da poco

disponibile la nuovissima e

rivoluzionaria serie Trimble “S6”: un

concentrato unico della migliore e più

avanzata tecnologia ad oggi disponibile

sul mercato.

Su tutti questi prodotti possono essere

applicate le più moderne unità di

controllo con sistema operativo Windows

CE, con schermi a colori appositamente

studiati per lavorare all’aria aperta,

Bluetooth e touch screen, ma soprattutto

interscambiabili con tutti i sistemi

Trimble come i GPS della serie

5700/5800, i nuovi sistemi R7/R8

(soluzioni con a bordo la nuova

frequenza L2C). Inoltre per la creazione

di basi permanenti e reti, Trimble offre

il sistema “RS NET”, le cui

caratteristiche sono tra le più innovative

sul mercato, come si può constatare sul

nuovo sito di ASSOGEO

www.assogeo.com o su quello della

Trimble www.trimble.it.

Geomedia - E per finire una domanda

specifica sull’offerta tecnologica di

Trimble e sulla rete di supporto in Italia

rappresentata da ASSOGEO. Quali sono

i punti chiave della vostra offerta, o

meglio come vi caratterizzate nei

confronti dei clienti rispetto alle altre

aziende del settore?

E. D. F. - Al primo posto vi è

senz’altro una politica tesa a completare

la rete VRS di Trimble in Italia; una

scelta che permetterà a tutti gli utenti

di accedere alle risorse GPS in termini

di reti regionali a costi molto bassi.

Ritengo che questa scelta sarà vincente

per il prossimo futuro, offrendo inoltre

un servizio a chi è in possesso di

ricevitori di altre marche.

Al secondo posto nelle priorità

dell’azienda è invece il potenziamento

del servizio di post-vendita. Ciò anche

perché i clienti nella famiglia Trimble

sono notevolmente aumentati: ai clienti

storici AGA-GEOTRONICS (oltre 20000

utilizzatori in Italia) si aggiungono i

circa 2500 di Zeiss, gli oltre 1000 di

Trimble GPS, ed i circa 7000-10000 di

Nikon. E’ naturale che con un parco

clienti di questa importanza, la nostra

attenzione maggiore è rivolta a un

continuo supporto al cliente, offrendo

sistemi tecnologicamente avanzati e una

particolare cura alle esigenze di

innovazione e personalizzazione del

servizio. Insomma, il cliente è al centro

della nostra filosofia commerciale, sia

che abbia la necessità di sostituire il

parco strumentale, sia che abbia

necessità di un supporto tecnico come la

sostituzione temporanea degli apparati

in caso di riparazione, o il supporto in

particolari esigenze operative, come il

test di nuove tecnologie quali il Laser

Scanner, i sistemi VRS, etc.

A cura della redazione

GEOmedia 1 2005 33


R E P O RT S

Dalle informazioni

geospaziali al

Virtual Delivery

Geodatabase e

fotogrammetria nella creazione

di scenari 3D in ambito professionale

L’

uso delle informazioni

geospaziali, al contrario di

quanto comunemente si possa

pensare, é rappresentato da un’infinito

mondo di applicazioni che esulano dal

nostro quotidiano lavoro professionale.

Per capire il perché bisogna peró

scomodare le tecniche del marketing, e

provare a capire le centinaia di

applicazioni in cui il lavoro di noi

geomatici puó aiutare a costruire i

prodotti che attraggono il cosi detto

mercato consumer.

Un esempio per tutti puó senz’altro

essere quello dei sistemi di navigazione,

che partiti agli albori del GPS (1990)

come applicazioni professionali, sono

oggi diventati delle mere facility nella

vita quotidiana di qualsiasi persona.

L’antefatto piú vicino a questa tesi nel

settore delle informazioni geospaziali e

fotogrammetriche, puó essere senz’altro

considerata la soluzione Virtual GIS di

ERDAS, che vide la sua prima

implementazione nell’ormai lontano ‘96.

All’epoca il mercato del GIS non era

ancora sviluppato come ora, e il prodotto

Virtual GIS nasceva in un contesto

abbastanza visionario, ovvero unendo gli

effetti scenografici delle navigazioni 3D,

e quello professionale del GIS. Sacro e

profano quindi, da una parte i sistemi

professionali, dall’altra i sistemi

multimediali o multidimensionali

soprattutto orientati ad un mercato che

noi geomatici difficilmente riusciamo ad

immaginare nei nostri business plan. Un

tema caro alla nostra rivista; e per

rimanere nel tema, qualora ne foste in

possesso, vi invitiamo a leggere una

breve intervista ad uno dei presidenti di

ERDAS che presentammo su GEOmedia

4/2000, per renderci cosi conto di

visioni diverse dal tecnicismo

tecnologico, varcando i confini

dell’immaginazione, cosi come soli

grandi manager hanno la capacita di

immaginare.

Ma torniamo a noi e alla

presentazione di IMAGINE Virtual

Delivery, che fa parte della famiglia di

prodotti di ERDAS orientati alla

visualizzazione professionale in ambito

GIS. Come vedremo nel seguito di

questa nota, Virtual Delivery è un

applicativo per gli ambienti di

modellazione 3D di Leica, che permette

la creazione e la distribuzione di

informazioni di alto livello professionale,

anche se in una modalità da realtà

virtuale.

IMAGINE Virtual Delivery

I diversi clients geospaziali sparsi qua

e là per il mondo hanno da oggi un

alleato in più: IMAGINE Virtual Delivery

utilizza infatti il web per estendere su di

loro le enormi capacità di

visualizzazione 3D in tempo reale e di

manipolazione dei dati che possiede. Il

software rende possibile la facile e veloce

pubblicazione di interpretazioni di

terreni tridimensionali utilizzando dati

geospaziali in maniera accurata ed

interattiva, il tutto all’interno di una

singola fase di lavoro.

Grazie all’utilizzo di un plug-in

ActiveX a libera distribuzione, gli utenti

di IMAGINE Virtual Delivery potranno

sfruttare il vantaggio di trovarsi a

lavorare sempre all’interno del

medesimo ambiente di lavoro (Microsoft

Internet Explorer), senza essere costretti

ad acquistare software complementari al

funzionamento del prodotto in questione

ed evitando dunque gravose spese

aggiuntive.

Il programma sfrutta le sue invidiabili

capacità per generare rappresentazioni

tridimensionali di complessità scalabile

all’interno di IMAGINE VirtualGIS

agevolando, in un secondo tempo, la

conversione di tali risultati in formati

che ottimizzano i dati raster e del

terreno per una eventuale utilizzazione o

condivisione sul web o via CD e DVD.

Questo si traduce nella possibilità di

accedere in maniera libera ed immediata

agli strumenti di esplorazione,

permettendo il dispiegamento e lo

sfruttamento dei dati 2D e 3D

disponibili on line. L’ampia gamma di

strumenti offerti dalla soluzione

permette di muoversi negli scenari così

creati tramite le ormai comuni funzioni

di pan, zoom e flight control, saltando

immediatamente ad una specifica

caratteristica del database selezionata o

utilizzando animazioni create con

camere personalizzate. Gli utenti che

lavorano sul web potranno anche

catturare screenshots oltre che salvare e

rivedere i video creati in maniera

34 GEOmedia 1 2005


R E P O RT S

personalizzata.

Le già notevoli caratteristiche di

IMAGINE VirtualGIS, grazie a questo

add on, vengono trasferite sul web,

ampliando gli orizzonti delle

applicazioni desktop 3D dedicate alla

visualizzazione di scenari virtuali.

Le caratteristiche di Base

Tra le caratteristiche di base di Virtual

Delivery quelle della preparazione di

scenari 3D per la navigazione interattiva

via http (web) in modalità semplice e

immediata, e senza la necessità di

pesanti plug-in. L’utente oltre a navigare

nello scenario 3D preparato in ufficio e

distribuito via Web e/o su altri supporti,

può interagire con il set di dati ed

eventualmente creare un set di POI

(Point of Interest) personalizzati,

salvandoli poi sul PC. Ma vediamo nel

seguito le caratteristiche funzionali del

software.

Il web sharing e lo streaming

IMAGINE Virtual Delivery rende

possibile la conversione di

rappresentazioni geospaziali

tridimensionali di grandi dimensioni in

un formato ottimizzato per la

visualizzazione interattiva in tempo reale

su Internet e da CD/DVD tramite web

browser:

Creazione di scene 3D che permettono

all’utente di “volare” all’interno dello

scenario in tempo reale

Ottimizzazione del formato per una

efficace distribuzione in streaming

dello scenario su Internet o reti

Intranet

Generazione di Scenari 3D

geospazialmente accurati

Tramite un unico processo di facile

utilizzo, IMAGINE Virtual Delivery

completa ambienti 3D accurati dal

punto di vista geospaziale utilizzando le

seguenti fonti:

Digital Elevation Models (DEM) o

superfici topografiche

Immagini raster (ortofoto, immagini

satellitari, cartografia raster)

Dati vettoriali GIS 2D e 3D

Estrusioni 3D di dati vettoriali

Annotation layers

Nello scenario prodotto con IMAGINE

Virtual Delivery possono essere esportati

anche elementi personalizzabili quali:

Modelli 3D di tipo CAD e realtà virtuale

Animazioni e percorsi di volo

Sfondi ed elementi ambientali

Punti di vista predefiniti

Analisi e Navigazione

Interattiva dello Scenario 3D

Grazie alle enormi potenzialità di

visualizzazione tridimensionale di

IMAGINE VirtualGIS, i lavori che prima

richiedevano l’acquisto di costose

applicazioni dedicate, ora saranno svolti

tutti all’interno della stessa soluzione

con un notevole risparmio economico.

Tramite la disponibilità di un plug in

ActiveX inserito all’interno della pagina

web, qualsiasi client può aver accesso

agli scenari 3D di IMAGINE Virtual

Delivery, sfruttando la moltitudine di

strumenti creati per l’analisi e

l’esplorazione dei dati geospaziali.

Navigazione tramite mouse e tastiera

Pan, zoom e flight control

tridimensionali

Mappa di overview che visualizza

l’orientamento ed il posizionamento

della camera nello scenario

Visualizzazione delle coordinate della

camera

Identificazione delle coordinate 3D di

punti sulla superficie tridimensionale

Misurazione delle distanze sulle

superfici tridimensionali

“Fly to” automatico su punti di vista

predefiniti

Riproduzione di animazioni

Salvataggio di snapshots in formato

.BMP o .JPEG

Possibilità di registrare percorsi di

volo così da poterli rivedere e

riutilizzare in un secondo tempo per

creare dei video

Personalizzazione del

client di visualizzazione

IMAGINE Virtual Delivery permette

all’utente di personalizzare tutti gli

aspetti dell’interfaccia del browser che

può essere adattata per l’integrazione in

qualsiasi tipo di applicazione.

Utilizzo di templates già pronti per

pubblicare facilmente ed in maniera

veloce scene 3D

Creazione di templates personalizzati

con scripting JAVA ed HTML per

adattare l’aspetto ed il comportamento

del browser alle diverse applicazioni

Inserimento di punti di interesse

iniziali definiti dall’utente all’interno

dei templates

A cura della redazione

GEOmedia 1 2005 35


R E P O RT S

IMAGINE Virtual GIS

IMAGINE VirtualGIS amplia la potente e rapida visualizzazione di

ERDAS IMAGINE; grazie alle sue superiori capacità di analisi della

visualizzazione 3D oltre alle semplici funzionalità di re n d e r i n g

tridimensionale e di rappresentazione dall’alto, IMAGINE VirtualGIS

permette all’utente di cre a re facilmente ed in maniera veloce

interpretazioni virtuali del terreno. Il realismo del modello di area sul

quale si svolgeranno le analisi ed i calcoli tramite IMAGINE VirtualGIS

è assoluto: la possibiltà infatti di poter “appiccicare” sopra i DEM

(Digital Elevation Models) fotografie aeree, immagini satellitari e dati

p rodotti grazie a scanner aero t rasportati, è solo la prima parte

dell’opera. La seguente aggiunta di annotazioni, livelli di vettori GIS,

simboli, statistiche e oggetti tridimensionali dotati di texture ,

completano il lavoro e fanno di IMAGINE VirtualGIS il prodotto

all’avanguardia nel campo delle applicazioni basate su dati geospaziali.

La combinazione tra dati telerilevati e dati che appartengono

propriamente ad un ambiente GIS, con la possibilità poi di analizzare e

sfruttare i risultati per operare modifiche immediate al modello di

terreno e alle presentazioni in formato video che si possono creare

partendo da esso, sono le funzionalità di base della soluzione. L’utente è poi libero di muoversi liberamente all’interno della

scena creata scivolando su di essa o saltando direttamente da un punto ad un altro, seguendo parametri predefiniti.

IMAGINE VirtualGIS si presenta come un add on alla suite di prodotti geografici ERDAS IMAGINE, richiedendo la presenza

di uno dei prodotto in questione: IMAGINE Essentials, IMAGINE Advantage o IMAGINE Professional.

Alcune delle caratteristiche di VirtualGIS

Real-time fly-throughs of geographic data in a 3D environment - Drape vector GIS data (point, line, polygon) across

landscapes - Display vector and annotation polylines and polygons as 3D objects - Place true 3D objects into scenes - Mouse

operated 3D angular pan, zoom and flight control - Generate, edit and display flight lines - Advanced, tabular flight path

editor - Full X, Y and Z splining of flight paths - Variable pitch, azimuth, roll and speed - “Billboarded” text and symbols that

rotate to always face the observer - Optional terrain following mode - Geographically link 2D and 3D viewers - Create, manage

and optimize large data sets with the Virtual World editor - Real-time lighting effects - Stereo display capabilities - Print 3D

views using Map Composer - Wire frame and reduced resolution solids display options - Viewpoint control tool with terrain

profiles - Save and recover viewpoints with the Positions Editor - Generate intervisibility and threat analysis domes from

single or multiple observation points, from various heights and with desired viewing angles - Animate multiple features in the

3D scene - Create movies for screen and output.

Sistemi Avanzati

Sistemi Avanzati propone prodotti e tecnologie multivendor per il telerilevamento aereo e

satellitare, la fotogrammetria digitale, i sistemi informativi territoriali, la realtà virtuale e la

simulazione territoriale. Fornisce competenze e servizi per integrare i propri prodotti in

sistemi e soluzioni applicative per la Pubblica Amministrazione Centrale e Locale, la Difesa e Sicurezza Civile, le Società di

servizi e l’Industria, la Ricerca e Formazione.

Le applicazioni della Sistemi Avanzati consentono di ottenere informazioni aggiornate sul territorio integrando direttamente

nell’ambiente GIS l’elaborazione del dato geospaziale proveniente dal sensore di acquisizione (GPS, ripresa aerea, satellite),

di generare ed aggiornare database GIS 2D e 3D, di simulare l’evoluzione di eventi nello scenario territoriale 3D, di distribuire

informazioni geografiche via Intranet ed Internet.

La lunga esperienza, il solido team tecnico e manageriale, le relazioni strategiche con i principali fornitori di tecnologie, sono

i punti di forza che consentono alla Sistemi Avanzati di offrire agli utenti la migliore soluzione possibile nella realizzazione

di sistemi e soluzioni applicative.

Sistemi Avanzati ha rapporti esclusivi di distribuzione con Leica Geosystems GIS & Mapping Division, Boeing Autometric,

Visual Learning Systems ed è Business Partner di ESRI Italia.

www.sistemiavanzati.com

36 GEOmedia 1 2005



A R C H E O M AT I C A

Un GIS

INTRA SITE

per la Va l l e

del Colosseo

L

o scavo del settore occidentale

dell’attuale Piazza del

Colosseo, svoltosi presso

l’area della Meta Sudans (1986-2003) e

diretto dalla Prof.ssa Clementina

Panella, ha restituito una

documentazione imponente 1 . Ad essa

continua ad aggiungersi quella prodotta

da un nuovo settore di indagini

limitrofo, sito presso le pendici nordorientali

del Palatino, aperto nel 2001 e

tutt’ora in corso di scavo.

Da questo continuo work in progress

scaturisce una interminabile messe di

dati. La documentazione grafica,

fotografica e scritta, delle stratigrafie,

delle strutture e dei materiali rinvenuti,

che rimane a testimonianza degli antichi

processi urbanistici, è andata crescendo

ed è stata soggetta ad un’interminabile

opera di aggiornamento, ricontrollo e

studio, operazioni tra l’altro ancora in

corso.

A fronte di questa interminabile

produzione di documentazione di vario

genere ci si è trovati nella necessità di

creare un nuovo sistema di

immagazzinamento e di gestione delle

informazioni, affinché il materiale

elaborato in quindici anni di scavo

presso la Meta Sudans e quello generato

dal nuovo settore di scavo presso il

Palatino “vivessero” assieme. Un sistema

in cui la verifica di tutti gli oggetti

indagati, la ricerca incrociata di dati

scritti, grafici e fotografici, fosse

agevolata non solo ai fini della

catalogazione ma anche per

l’interpretazione delle stratigrafie

di Emanuele Brienza

antiche, delle varie fasi che vanno a

ricomporre, e per i conseguenti tentativi

di ricostruzione storica dell’area.

Per agevolare il lavoro e per integrare

dinamicamente la documentazione

grafica e fotografica con le schede scritte

si è utilizzato un sistema GIS .In base

alle sperimentazioni pregresse, abbiamo

affiancato all’autopsia della

documentazione e delle stratigrafie,

un’analisi fattuale dei sistemi

informativi disponibili: questo per

operare una scelta oculata del software

GIS di base ed una sua taratura e

verifica.

La selezione si è basata su fattori ed

esigenze differenti. Il primo elemento

determinante è stato quello economico.

A questa esigenza primaria si è

affiancata la necessità di disporre di

strumenti e programmi non troppo

sofisticati il cui impiego fosse

relativamente facile da apprendere per

gli archeologi. Un altro fattore

determinante è stato l’utilizzo di

softwares eventualmente compatibili con

progetti della stessa natura e quindi di

larga diffusione.

Non trascurabile è stata poi la

possibilità di adattare i prodotti

informatici alle esigenze archeologiche,

di programmare cioè delle procedure

utili alla nostra ricerca.

In buona sostanza si è voluto mettere

in piedi una struttura informatica che

fosse agile nei costi e nell’uso, dedicata

alle esigenze specifiche dello scavo

archeologico stratigrafico ma allo stesso

tempo ricollegabile a progetti diversi,

A rcheomatica: un nuovo termine

coniato in assonanza con

geomatica, al quale vogliamo

d a re lo stesso significato ed

importanza che hanno le

discipline della rappre s e n t a z i o n e

per la Terra. Nel settore

d e l l ' A rcheologia vengono

c o r rentemente impiegate quasi

tutte le tecniche proprie della

geomatica, dai rilievi tradizionali

di dettaglio ai rilievi GPS

territoriali, dal Te l e r i l e v a m e n t o

fino alla rappre s e n t a z i o n e

p ropria dei GIS.

E s o rdiamo quindi in questa

nuova rubrica con un arg o m e n t o

r a p p resentativo sia per

l ' a rcheologia che per la

Geomatica: il Colosseo e il GIS

d e l l ' a rea di pertinenza re a l i z z a t o

d a l l ' a rcheologo Emanuele

Brienza, esperto di informatica e

sistemi informativi geografici.

svolti anche su scala territoriale più

ampia.

Utilizzando i programmi CAD

convenzionali sono state raccolte e

digitalizzate in una pianta generale tutte

le planimetrie delle strutture eseguite

durante gli anni di indagine, le piante

finali e composite in scala 1:20 e quelle

architettonico-strutturali in scala 1:50.

Nella riproduzione informatizzata delle

planimetrie è stata inoltre creata un

“topologia poligonale” affinché ogni

struttura, compresa in un poligono,

potesse essere riconoscibile nelle sue

superfici e nel suo volume e connessa

alla propria documentazione scritta,

grafica e fotografica.

In pianta sono presenti le linee delle

sezioni e dei prospetti che rappresentano

invece una “topologia lineare”.

Selezionando una di esse è possibile

interrogare lo scavo anche nel suo

sviluppo in profondità, oltre che

planimetrico. Lo stesso procedimento è

utilizzato per i disegni degli elevati delle

strutture.

Si è proceduto poi alla

georeferenziazione dei documenti grafici

su una base cartografica moderna.

Questa è composta dalla digitalizzazione

in formato vettoriale del catasto di Roma

effettuata dall’Ufficio per gli Interventi

Speciali nel Centro Storico su cui è

sovrapposta la nuova cartografia digitale

del Comune di Roma, realizzata in scala

1:2000 dalla Cartesia S.p.A.

Per una verifica dell’esatto

posizionamento delle aree di scavo ci si è

avvalsi di una campagna topografica

38 GEOmedia 1 2005


A R C H E O M AT I C A

effettuata nel 1999 tramite GPS a

differenziale doppio, diretta dall’Arch.

M. Fano, volta ad utilizzare i caposaldi

della nuova planimetria di Roma, allora

in corso d’opera. Nel 2001, all’apertura

del nuovo scavo sito presso le pendici

nord-est del Palatino, è stata condotta

un nuova campagna topografica,

mediante stazione totale, per impostare

una poligonale comprendente gli scavi e

riagganciata ai punti rilevati nel 1999.

Le schede relative alle unità

stratigrafiche sono state riportate in un

database sviluppato in Microsoft Access.

La sua struttura relazionale è

volutamente semplice mentre la scheda

di immissione a video conserva il

medesimo formato della scheda cartacea

approvata dall’ICCD (cfr. Fig. 1). La

scelta di mantenere un tipo di struttura

semplice si basa anche sulla necessità di

rendere intelligibile a tutti la matrice

delle tabelle 2 .

Per una maggiore standardizzazione

dei dati vari campi della scheda sono

resi compilabili unicamente tramite dei

glossari. Per quanto riguarda i campi

cronologici, come il periodo e

l’obliterazione è stata utilizzata come

glossario una tabella in cui ogni

cronologia è identificata da un numero e

da una sigla espressa in lettere:

Cod Descrizione Cod Descrizione

0 Non identificabile 14 Adrianeo

1 Orientalizzante antico 15 Antonino

2 Orientalizzante medio 16 Severiano

3 Orientalizzante recente 17 Medio imperiale

4 Arcaico 18 Costantiniano

5 Tardo arcaico 19 Tardo antico

6 Alto repubblicano 20 Alto medievale

7 Medio repubblicano 22 Basso medievale

8 Tardo repubblicano 23 Rinascimentale

9 Augusteo 24 XVII Secolo

10 Giulio-Claudio 25 XVIII Secolo

11 Neroniano (post 64) 26 XIX Secolo

12 Flavio 27 XX Secolo

13 Traianeo 28 Post-antico

Al momento dell’inserimento o

modifica è possibile selezionare, tramite

un menu a tendina, il periodo e il

momento di obliterazione delle unità

stratigrafiche. Per ciascun periodo-

obliterazione verrà registrato il

corrispettivo valore numerico da

utilizzarsi come operatore nelle formule

di estrazione dati.

Utilizzando il programma GIS

Arcview 3.2 della ESRI, la

documentazione informatizzata è stata

associata dinamicamente. Dal momento

che lo strumento è inteso come un

supporto dinamico alla ricerca

archeologica, non solamente per quanto

riguarda la catalogazione ma anche

l’interpretazione e la divulgazione delle

indagini, sono stati individuati i punti

focali da soddisfare:

A: agevolazione nella catalogazione,

nel reperimento e nella verifica della

documentazione;

B: assistenza nella periodizzazione

dello scavo; creazione automatica delle

piante di fase e di periodo e delle sezioni

interpretate;

C: compilazione di piante e sezioni

ricostruttive per interpretare gli eventi

formativi del sito archeologico;

D: ricostruzione tridimensionale dei

paesaggi e degli assetti urbani della città

antica.

Le procedure di indagine ed

interrogazione del sistema, così come

quelle di visualizzazione, raggruppate in

vari menu di interfaccia per l’utente,

sono state scritte ad hoc

mediante il linguaggio di

programmazione Avenue,

specifico della piattaforma

GIS adottata.

E’ possibile svolgere

indagini guidate sulla base

della cronologia, della

tecnica edilizia delle

strutture, dei valori

altimetrici e così via.

Nel selezionare ciascuna

delle strutture murarie in

pianta viene visualizzata una

scheda a video che riporta

gli elementi principali di

identificazione. Selezionando

vari tasti, appositamente

programmati nella finestra

di dialogo principale,

vengono visualizzati dati più

approfonditi quali i disegni

in formato originale 3 , le

fotografie, i rapporti

stratigrafici (cfr. Fig. 2).

Adeguando le potenzialità

del prodotto alle esigenze

archeologiche possono essere realizzati

mappe tematiche complessive di diverso

tipo in cui le strutture vengono distinte

per periodi o per tecnica edilizia (cfr.

Fig. 3).

Una procedura automatica specifica

realizza le piante di periodo. Per

“mettere in fase” i muri antichi vengono

utilizzati due criteri: il periodo di

appartenenza ed il momento di

obliterazione, nel caso in cui una

struttura sia stata riutilizzata in età

successive alla sua costruzione. Questa

selezione degli elementi planimetrici si

basa essenzialmente sugli attributi

contenuti nella tabella associata: i valori

immessi per il periodo e l’obliterazione

di ciascuna struttura vengono utilizzati

come operatori matematici nella codifica

di una formula estrattiva dei dati.

Sapendo, ad esempio, che il valore

numerico assegnato alla non avvenuta

identificazione di un periodo è 0 mentre

il valore del periodo giulio-claudio

corrisponde a 10, la formula di

estrazione dei dati, per il suddetto

periodo, è la seguente:

([Periodo] <> 0) and ([Periodo] <= 10)

and ([Obliterazione] > 10) 4 .

I criteri su cui si basa tale formula

vengono adottati in maniera progressiva,

secondo l’ordine sotto riportato:

esclusione di tutte le strutture il cui

periodo non sia identificato.

estrazione di tutte le strutture

costruite nel periodo giulio-claudio o

precedentemente ad esso.

esclusione di tutte le strutture la cui

obliterazione sia avvenuta prima del

periodo indicato.

Il nuovo tematismo, derivante dalla

mappa delle strutture generali, viene

caricato in una vista geografica dedicata

alle planimetrie di periodo; le piante di

periodo, infine, vengono accompagnate

da ipotesi planimetriche ricostruttive

(cfr. Fig. 4).

Per l’analisi della sequenza verticale

dello scavo vengono utilizzate le sezioni

disegnate in CAD. L’analisi delle sezioni

stratigrafiche avviene grazie ai menù di

interfaccia utente che permettono la

visualizzazione, la localizzazione e la

scelta delle linee di sezione che

attraversano lo scavo. In questo modo è

possibile selezionare la linea voluta ed

“entrare” nello spaccato verticale. A

questo punto è possibile interrogare e

visionare tutta la documentazione

relativa alla stratigrafia verticale,

mentre un’apposita finestra di dialogo

permette lo sviluppo di tematismi in

scala cromatica, con corrispettiva

legenda, sulla base delle tipologie

stratigrafiche oppure degli insiemi

cronologici 5 (cfr. Fig. 5).

Un’ultima sezione dello strumento

riguarda l’analisi delle ricostruzioni

tridimensionali e della documentazione

GEOmedia 1 2005 39


A R C H E O M AT I C A

filologica che è alla base di esse 6 .

L’obiettivo da raggiungere nell’ambito di

questa ricerca, non era costituito

unicamente nel contestualizzare

all’interno del sistema informativo la

ricostruzione tridimensionale finita; si

voleva anche offrire la possibilità di

esaminare ed interrogare i documenti

che sono alla base di essa, analogamente

a quanto avviene ad esempio

nell’elaborazioni delle piante di periodo,

delle sezioni interpretate e delle mappe

tematiche. In altri termini si voleva

offrire un prodotto che, oltre a fornire

l’immagine finita dell’ipotesi

ricostruttiva, potesse rendere verificabile

il suo processo formativo.

Nell’ambito del sistema GIS è stata

progettata una nuova “vista geografica”

per relazionare e visualizzare le

informazioni relative alle ricostruzioni.

L’accesso a tale livello avviene grazie

all’interfaccia utente che permette di

analizzare la lista dei periodi per cui

sono disponibili ricostruzioni

tridimensionali e le piante dei complessi

strutturali individuati per ciascun

periodo. Sovrapposta alle piante dei

complessi architettonici è la planimetria

delle sezioni e dei prospetti ricostruttivi

realizzati per lo sviluppo del modello

tridimensionale: é possibile selezionare

la linea di sezione desiderata e

visualizzare ed interrogare il

corrispettivo disegno ricostruttivo

realizzato in CAD (cfr. Fig. 6).

Una seconda opzione del menu

dedicato all’analisi della documentazione

3D permette di analizzare il modello

tridimensionale wireframe elaborato in

CAD 7 . E’ stata inoltre progettata una

barra degli strumenti per agevolare

l’utente nell’analisi del modello digitale

(cfr. Fig. 7).

La terza operazione praticabile grazie

al menu di analisi tridimensionale

riguarda la visualizzazione delle

immagini renderizzate del portico. Un

elenco di tutte le immagini è registrato

in un’apposita tabella che contiene il

nome di ciascun documento, il suo

periodo di appartenenza, il settore

architettonico rappresentato, una breve

descrizione dell’immagine ed il punto di

vista da cui é stata effettuata la

“ripresa”. Nel momento in cui si decide

di esaminare le ipotesi ricostruttive di

un determinato periodo, una procedura

in Avenue esegue il “filtraggio” delle

immagini pertinenti al valore

cronologico selezionato, escludendo tutte

le altre. Una seconda procedura, poi,

imposta una relazione di tipo “uno a

molti” della tabella con le informazioni

correlate alle planimetrie dei settori

architettonici, definiti per ciascun

periodo. In tal maniera, scegliendo un

determinato settore, verranno

selezionate e visualizzate unicamente le

immagini che lo riguardano (cfr. Fig. 8).

La procedura di integrazione delle

ipotesi ricostruttive tridimensionali

all’interno del sistema GIS è alquanto

semplice, forse rudimentale. Quello che

si è inteso realizzare è la

contestualizzazione e la verificabilità

non solo dei modelli digitali

tridimensionali ma anche dei documenti

che hanno portato alla loro

realizzazione. Tutto questo materiale ha

origine dalle planimetrie di periodo

mentre la documentazione archeologica,

che è alla base di queste è consultabile

all’interno dello stesso sistema

informativo: in tal modo speriamo di

aver chiuso il ciclo del processo

cognitivo definendo un percorso di

informazione, all’interno del sistema,

che sia semplice da utilizzare e allo

stesso tempo esaustivo.

Figura 1 - La scheda a video di immissione e modifica dei dati

Figura 2 - Visualizzazione dei dati nel gis

Figura 3 - Visualizzazione delle mappe tematiche (es. pianta

complesssiva dei periodi)

Figura 4 - Visualizzazione delle piante di periodo (es. periodo

giulio-claudio)

40 GEOmedia 1 2005


A R C H E O M AT I C A

Figura 5 – Analisi ed elaborazione delle sezioni

Figura 7 - Visualizzazione del modello 3D wireframe

Figura 6 - Visualizzazione ed analisi delle sezioni e dei prospetti

ricostruttivi

Figura 8 - Visualizzazione delle immagini renderizzate

Questo articolo è un breve riassunto di parte del mio progetto di dottorato in

Archeologia Classica svoltosi negli anni 2001-2004 presso l’università di Roma

“La Sapienza”. L’obiettivo del mio studio era la ricomposizione per fasi della

città storica, utilizzando come campione l’area della valle dell’Anfiteatro Flavio.

Note

Autore

EMANUELE BRIENZA

1 Lo scavo, la cui direzione scientifica è affidata alla Prof.ssa C. Panella, coadiuvata

dalla Dott.ssa S. Zeggio, prevede la collaborazione della Soprintendenza Archeologica di

Roma e della cattedra di Metodologia e Tecniche della Ricerca Archeologica dell’Università

degli Studi di Roma “La Sapienza”. I risultati delle indagini sonio editi in PANELLA 1990,

PANELLA 1996 E PANELLA-ZEGGIO 2005.

2 I diagrammi delle relazioni fra le tabelle dei vari database archeologici, mostrati ai

convegni o pubblicati, ottengono un certo effetto ottico ma, allo stesso tempo, scoraggiante,

a causa della loro complessità: in proposito si veda AZZENA 2000, pp. 380-381.

3 Si tratta dei disegni prodotti manualmente, con l’ausilio di una stazione totale, durante

le campagne di scavo, acquisiti tramite scanner.

4 Un tipo di applicazione simile in archeologia, utilizzando la medesima piattaforma

GIS, è edito in ARNESE 2000, in particolare cfr. pp. 343-344.

5 Un tipo di procedimento simile, basato sulla rappresentazione ribaltata di pareti

verticali è in SALONIA 2000. Si veda anche NORTH-SAQQARA-SITE 2003, in particolare

pp. 262-263. Si veda, da ultimo, LOCK 2003, pp.118-123, e DALY-LOCK 2004.

6 I disegni che sono alla base del modello digitale tridimensionale del portico sono stati

realizzati in CAD. Da questi si é proceduti alla modellazione dei solidi e delle superfici

tridimensionali. La modellazione ed il rendering sono ad opera di G. Marchionne.

7 Per effettuare questa operazione si fa uso di una particolare estensione del software di

base di ArcView3.2, predisposta dalla casa costruttrice ESRI, denominata 3DAnalyst: tale

strumento aggiuntivo estende le capacità di analisi del prodotto permettendo l’acquisizione

di oggetti tridimensionali in ambienti geografici virtuali denominati 3Dscenes.

Bibliografia

ARNESE 2000 = A. ARNESE, Un SIT per Entella

(comune di Contessa Entellina, PA), in Archeologia e

Calcolatori, 11, pp. 339-346.

AZZENA 2000 = G. AZZENA, Rischio archeologico:

se lo conosci lo eviti. Convegno di studi su Cartografia

archeologia e tutela del territorio (Ferrara, 24-25

marzo 2000), recensione in Archeologia e Calcolatori,

11, pp. 375-381.

LOCK 2003 = G. LOCK, Using computers in

Archaeology, London-New York

DALY-LOCK 2004 = P. DALY - G. LOCK, Time,

space and archaeological landscapes: establishing

connections in the First Millennim BC, in M.F.

GOODCHILD – D.G. JANELLE (a cura di), Spatially

Integrated Social Science: Examples in Best Practice,

New York-Oxford.

NORTH-SAQQARA-SITE 2003 = The North Saqqara

Archaeological Site. Handbook for the environmental

risk analysis, Progetti dell’università di Pisa 1, Pisa.

PANELLA 1990 = C. PANELLA, La Valle del

Colosseo nell’Atichità, in Bollettino di Archeologia, 2,

pp. 34-88.

PANELLA 1996 = C. PANELLA (a cura di), Meta

Sudans I. Un’area sacra in Palatio e la Valle del

Colosseo prima e dopo Nerone, Roma.

PANELLA-ZEGGIO 2005 = C. PANELLA,

S.ZEGGIO, Tra palatino e valle del Colosseo: nuovi

dati, in Workshop di archeologia classica. Paesaggi,

costruzioni, reperti, 1, pp. 65-86.

SALONIA 2000 = R. SALONIA, Tecnologie

informatiche per la gestione delle conoscenze nella

conservazione del costruito storico, in Archeologia e

Calcolatori, 11, pp. 219-240.

GEOmedia 1 2005 41



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C A R T O L I N A

Comune

Attività primaria

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T E R R A E S PA Z I O

Geodesia dallo Spazio

Le applicazioni pratiche dei satelliti artificiali posti in orbita

i n t o r no alla Terra sono innumerevoli. Tra esse spiccano le

applicazioni geodetiche rivolte soprattutto alla misura del

n o s t ro pianeta ed all’approfondimento delle conoscenze

relative all’ambiente che lo circ o n d a .

In questo breve articolo cerchiamo di riperc o r re re un poco la

storia della geodesia spaziale.

di Fabrizio Bernardini

(83 Kg) e fu immediatamente seguito

dallo Sputnik 2 (ben 508 Kg) recante a

bordo il cane Laika. A questo punto la

“corsa allo spazio” prese la piega che

tutti conosciamo e il ruolo delle

applicazioni geodetiche cessò di essere la

ragione di maggiore interesse.

La Genesi

L’utilizzo di satelliti per scopi

geodetici non è recente, anzi addirittura

antecedente all’inizio “ufficiale” dell’era

spaziale, inizio marcato dal lancio del

satellite Sputnik 1 nell’Ottobre del 1957.

Infatti durante gli anni 50 la NACA

(l’agenzia che ben presto sarebbe stata

trasformata in NASA) aveva stilato un

elenco di possibili applicazioni per

satelliti artificiali. L’elenco

comprendeva:

satelliti esplorativi per lo studio

dell’alta atmosfera;

satelliti geodetici;

satelliti per studi biologici;

satelliti astronomici (per il sole e le

stelle);

satelliti meteorologici;

satelliti per telecomunicazioni.

A questi, ma in secondo ordine, si

aggiungevano i “satelliti abitati” fino

all’immaginare stazioni spaziali e

missioni esplorative della Luna.

E’ interessante notare che nell’elenco

precedente, stilato in ordine di

importanza, i satelliti per

telecomunicazioni fossero intesi come

meno “utili” (oggi sono ovviamente

l’applicazione principale). In realtà, forse

per le limitazioni dell’elettronica

dell’epoca (che non lasciavano trapelare

le altre innumerevoli applicazioni),

erano proprio quelle geodetiche le

applicazioni maggiormente sostenute per

i primi satelliti artificiali, in quanto non

richiedevano apparati di bordo

particolari essendo primariamente

interessate all’osservazione del satellite

da terra. Poiché le leggi che governano il

moto dei satelliti artificiali sono ben

note, dalle osservazioni di satelliti si

sarebbero potute ottenere interessanti

osservazioni geodetiche.

Ad appoggiare queste applicazioni

troviamo l’Unione Geofisica Americana

con il suo comitato sulle Applicazioni

Geodetiche dei Satelliti Artificiali ed un

programma per informare la comunità

geodetica su queste nuove possibilità. Ad

esso si aggiunse l’Osservatorio

Astronomico dello Smithsonian che

doveva mantenere la rete di fotocamere

per riprese dei satelliti. Un rapporto del

Settembre 1957, un mese prima dello

Sputnik, forniva lo stato avanzato di

questi preparativi.

Gli studi del periodo trovarono

convergenza nella definizione del famoso

Anno Geofisico Internazionale (IGY,

International Geophysical Year) che

diede una “ragione scientifica” a quella

che in realtà stava già diventando

un’espansione, al settore spaziale, delle

prove di forza tipiche della Guerra

Fredda. Nell’ambito di questo

programma, una serie di attività

esplorative (alla quale partecipavano con

accordi di scambio di informazioni

anche i paesi oltre cortina) erano state

pianificate e tra le tante troviamo il

lancio di satelliti per scopi geodetici o,

comunque, di esplorazione dell’ambiente

circostante il nostro pianeta.

Mentre gli Stati Uniti, per l’IGY,

preparavano con un approccio a basso

profilo il razzo per il minuscolo satellite

Vanguard (solo un chilo di peso), la

Russia lanciò lo Sputnik 1 con grande

sorpresa del mondo occidentale. Lo

Sputnik 1 era infatti un satellite pesante

Il ruolo della geodesia spaziale passò

in secondo piano anche a seguito

dell’improvviso “aumento di percezione”

dell’ambiente circostante il nostro

pianeta a seguito delle immediate

scoperte dei primi satelliti. Infatti, con il

fallimento iniziale del programma

Vanguard, il presidente Eisenhower

diede il via all’équipe di Von Braun che

lanciò in brevissimo tempo il satellite

Explorer I, il quale scoprì le fasce di

particelle cariche che circondano la

Terra (le fasce di Van Allen). L’interesse

per questi ed altri fenomeni contribuì a

far passare le applicazioni geodetiche a

“livelli inferiori” di interesse pubblico,

ma non certo per gli specialisti del

settore.

La Pratica

La pratica della geodesia satellitare

contribuì, ovviamente, all’ampliamento

delle conoscenze relative al nostro

pianeta, ma in maniera diversa da come

fecero gli altri satelliti di esplorazione.

Infatti mentre i satelliti che esplorarono

la magnetosfera ebbero a che fare con

fenomeni mai visti prima, i satelliti

geodetici fornirono “solo” precisioni

maggiori in una realtà già ben nota. Ma

la disponibilità dei satelliti nell’arco

dell’intera orbita, e la loro visibilità

contemporanea da punti molto remoti

del pianeta, permisero di stabilire un

riferimento geodetico globale come solo

dallo spazio si può ottenere.

La geodesia classica si occupa di

misure geometriche della Terra per

stabilirne con precisione le dimensioni e

la forma e, dunque, definire un sistema

di coordinate accurato per la stessa.

L’utilizzo di “punti astronomici” per le

misure geodetiche risale sin dagli albori

44 GEOmedia 1 2005


T E R R A E S PA Z I O

di questa scienza e si è evoluto nel

tempo con continui miglioramenti nella

precisione delle misure. Ai tempi di

Newton il modello della Terra

universalmente adottato era quello

sferico (il più semplice), ma ben presto

fu possibile confutarlo in favore di un

modello ellissoidico che tenesse conto

dello schiacciamento ai poli e del

rigonfiamento all’equatore (dovuti alla

forza centrifuga risultante dalla

rotazione terrestre).

Il passaggio successivo si ebbe con

l’avvento della geodesia dinamica, o

fisica, che introdusse nel modello diverse

irregolarità identificate anche in

variazioni locali del campo

gravitazionale. In pratica la geodesia

dinamica studia più propriamente il

campo gravitazionale ed introduce il

concetto del geoide e delle armoniche

sferiche. Il geoide descrive la superficie

terrestre supponendo che le superfici

piane siano a potenziale gravitazionale

costante, mentre le armoniche sferiche

sono un mezzo matematico per

descrivere le irregolarità del geoide

stesso.

Entrano allora in gioco i satelliti

artificiali per determinare non solo,

tramite triangolazione, la posizione di

punti sulla superficie separati da

distanze continentali, ma anche, tramite

misure accurate delle variazioni nel

moto orbitale, i diversi coefficienti delle

armoniche sferiche per il raffinamento

del modello geodetico. (Ovviamente

l’avvento dei mezzi di calcolo elettronici

ha giocato anch’esso un ruolo essenziale

nella riduzione dell’enorme mole di dati

che era necessario elaborare per

aggiornare i modelli).

In particolare si deve notare che

misurazioni dello scostamento del geoide

dall’ellissoide possono essere effettuate,

puntualmente, usando metodi

astronomici. La quantità di misure

necessarie per una regione di dimensioni

apprezzabili è tuttavia elevato. Il

vantaggio insito nell’utilizzo del satellite

è che il moto orbitale del satellite stesso

rispecchia direttamente, su larga scala,

le variazioni del campo gravitazionale

che le misure puntuali a terra cercano di

rilevare. Ovviamente le misurazioni a

terra rimangono un elemento

indispensabile della conoscenza, ma le

misure da satellite hanno permesso di

ottenere molto più rapidamente un

quadro generale del modello che si

andava a comporre.

Già con Sputnik 2, lanciato ad Ottobre

del 1957 e visibile facilmente a causa

delle sue grandi dimensioni, fu possibile

aggiornare le costanti del modello

ellissoidale (misurando la precessione

dell’orbita causata proprio dalla non

sfericità della Terra). Invece con

Vanguard 1 fu possibile, con grande

scalpore, raffinare il modello delle

armoniche sferiche introducendo la

nozione del “pianeta a forma di pera”

(anche se per poche decine di metri di

elevazione). Un altro esponente dei primi

satelliti “geodetici” fu il gigantesco Echo

1, un grande pallone di ‘mylar’ gonfiato

nello spazio con elio. Grazie alla sua

facile visibilità, Echo 1, destinato ai

primi esperimenti di “rimbalzo” di onde

elettromagnetiche, fu usato per

innumerevoli esperienze geodetiche e,

tra l’altro, permise il collegamento della

rete geodetica francese con quella del

Nord Africa, il primo di questa serie di

eventi. Un successivo esperimenti con

“pallone” dedicato solo a scopi geodetici

fu il satellite PAGEOS lanciato nel 1966.

Il primo satellite nato esclusivamente

per scopi geodetici fu, invece, ANNA 1B.

Lanciato nell’Ottobre del 1962, la sua

missione prevedeva appunto lo studio

del campo gravitazionale e

l’osservazione del satellite stesso, il

quale era dotato di un potente faro

lampeggiante attivabile su comando da

Figura 1 - ANNA 1B il primo satellite per scopi

esclusivamente geodetici (courtesy Mark Wade,

Encyclopedia Astronautica)

terra.

In definitiva, l’avvento dei satelliti

artificiali, siano essi nati per uso

geodetico o meno, permise in soli 4 anni

di aggiornare in maniera sostanziale la

“misura” della Terra come insieme e

contribuì decisamente alla definizione di

un sistema geodetico mondiale (WGS,

World Geodetic System). Nello stesso

periodo si ebbe un miglioramento di

almeno due ordini di grandezza nel

posizionamento di punti a grande

distanza dalle coste continentali

portando l’errore dal kilometro alla

decina di metri.

Figura 2 - La figura mostra alcune misure del

geoide terrestre così come fu rilevato dalle prime

osservazioni di geodesia spaziale usanti satelliti

artificiali. La figura riporta, sopra la mappa dei due

emisferi, l’elevazione del geoide rispetto

all’ellissoide allora (1964) in uso. I valori positivi

indicano un’elevazione al di sopra dell’ellissoide,

mentre quelli negativi indicano una depressione.

(Figura Courtesy of NASA)

Gli sviluppi

Le misure effettuate nei primi sei anni

della geodesia spaziale vedevano

impiegati telescopi ottici di precisione

per la determinazione dell’orbita dei

satelliti selezionati e sistemi radio per la

misura della distanza dagli stessi. Le

precisioni ottenute, dell’ordine del

metro, furono sufficienti per i primi

raffinamenti e le prime caratterizzazioni

volte a definire un sistema geodetico

mondiale. Non erano però sufficienti per

monitorare il moto delle zolle tettoniche

o la quota del livello del mare.

Un balzo decisivo si ebbe con

l’avvento di satelliti dedicati a queste

attività geodetiche e che recavano a

bordo riflettori per rimandare verso

Terra il riflesso di raggi Laser inviati

dalle stazioni di misura. Il primo

satellite di questo tipo fu il GEOS-1

(lanciato nel 1965 e seguito da un altro

nel 1968) che, oltre agli apparati radio

per le misure di distanza, ospitava anche

un riflettore Laser.

GEOmedia 1 2005 45


T E R R A E S PA Z I O

Figura 3 - Il satellite GEOS-1, il primo satellite a

recare a bordo un riflettore Laser (courtesy Mark

Wade, Encyclopedia Astronautica)

Figura 6 - Dettaglio del LRRR (Courtesy of NASA)

Tra la nuova generazione di satelliti

troviamo anche il Lageos (LAser

GEOdynamics Satellite) un corpo sferico

interamente rivestito di riflettori. Dopo

un primo esemplare lanciato nel 1976, il

secondo, Lageos 2, vide anche la

partecipazione dell’Agenzia Spaziale

Italiana e fu rilasciato nel 1992 nel corso

di una missione dello Shuttle (STS-52).

Usando raggi Laser è possibile

incrementare la misura della distanza

della stazione dal satellite per arrivare a

precisioni millimetriche e, dunque,

raffinare ulteriormente le costanti dei

vari modelli. La tecnica è oggi nota

come Satellite Laser Ranging (SLR) ed è

indispensabile, ad esempio, per

osservare le variazioni del livello medio

del mare negli studi relativi alle

mutazioni climatiche e a fenomeni quali

El Nino. Tuttavia la strumentazione di

bordo si è evoluta e i satelliti geodetici

sono spesso dotati di sofisticati radioaltimetri

che contribuiscono al quadro

generale che si cerca di ottenere (e

mantenere aggiornato) del nostro

pianeta.

Ovviamente le misure che vengono

effettuate lo sono su base continua.

Scopo delle misure geodetiche spaziali è

infatti anche quello di determinare con

accuratezza le mutazioni che avvengono

sulla crosta terrestre, mutazioni che

vanno dal movimento delle zolle

continentali alla rilevazione di fenomeni

di subsidenza. In generale è possibile

monitorare gli “spostamenti di massa”

che avvengono su scala planetaria e gli

effetti che essi hanno sul modello del

geoide.

Grazie anche ad esperimenti secondari

su satelliti di altro tipo, come quelli

della costellazione GPS, la “flotta”

geodetica spaziale conta oggi all’attivo

molti veicoli in orbita, come mostrato in

figura.

Figura 4 - Costellazione dei satelliti a supporto della

rete SLR (Courtesy NASA)

Sulla Luna

Le spedizioni Apollo hanno lasciato

sulla Luna diversi esemplari di uno

strumento passivo denominato LRRR

(Lunar Ranging RetroReflector). Questi

dispositivi sono costituiti da un centinaio

di prismi cubici in grado di riflettere

raggi luminosi provenienti da diverse

direzioni. La riflessione avviene

esattamente in direzione opposta a

quella del raggio incidente e i sistemi a

terra erano in grado già nel 1969 di

usare questi dispositivi per misurare la

distanza Terra-Luna con una precisione

di un miliardesimo di secondo

(equivalenti a 15 centimetri).

E’ allora possibile usare la posizione di

uno di questi riflettori per triangolare la

posizione di due stazioni terrestri sia per

misurarne la posizione relativa che per

studi sulle anomalie gravitazionali e per

la prova di altre teorie.

Figura 5 - Il Lunar Ranging RetroReflector lasciato

dalle missioni esplorative del programma Apollo in

diversi luoghi della Luna. E’ mostrato quello nel

Mare della Tranquillità lasciato dall’Apollo 11

(Courtesy of NASA)

Altri pianeti

Per chiudere ricordiamo che la

geodesia spaziale, e le sue applicazioni,

trascendono l’ambito del nostro pianeta

ed hanno trovato sfogo anche

nell’esplorazione del pianeta solare.

Anche in questo caso i primi risultati si

ebbero agli inizi dell’avventura nello

spazio, con i primi satelliti della serie

Lunar Orbiter. Questi satelliti, destinati

a “mappare” fotograficamente la zona

equatoriale della Luna a supporto del

Programma Apollo, permisero, grazie

all’analisi delle forti perturbazioni

orbitali incontrate, di determinare le

concentrazioni di masse sotto la

superficie di alcuni mari lunari. La

determinazione di queste concentrazioni

(dette ‘mascons’), oltre ad essere

essenziale per l’atterraggio sulla Luna,

fu il primo esempio di geodesia spaziale

applicato ad un corpo celeste diverso

dalla Terra.

In numeri precedenti della rivista

abbiamo avuto modo di evidenziare

come la conoscenza degli altri pianeti si

avvalga di metodi geodetici, con

particolare riferimento a Marte. Per

quest’ultimo viene in aiuto

all’osservazione delle variazioni

dell’orbita anche la misura diretta della

quota del satellite rispetto alla superficie

mediante il Laser-altimetro MOLA.

Autore

FABRIZIO BERNARDINI

46 GEOmedia 1 2005


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T U T O R I A L

Dal catasto

della carta al

catasto del web

Tra topografia, cartografia e proprietà

La combinazione delle

baseline con le misure

di direzione azimutale,

direzione zenitale e

distanze inclinate

La difficoltà che si incontra nel

combinare le misure di baseline GPS

con quelle di tipo tradizionale è

costituita dalla diversità dei riferimenti

nei quali si eseguono le due tipologie di

misure.

Come è noto, nelle misure tradizionali

si opera sulla base di alcune assunzioni

che derivano direttamente dalla

Geodesia operativa: essendo molto

semplice materializzare la direzione

della verticale in ciascun punto della

superficie fisica, la strumentazione

tradizionale e i metodi di misura sono

basati sulla conoscenza della verticale

passante per i punti oggetto delle

misure.

Con il GPS ci si riferisce alla normale

del riferimento ellissoidico WGS84, che

non è materializzabile sulla superficie

fisica terrestre ed è fornita con scarsa

precisione dal sistema GPS. Inoltre non

nota, se non in prima approssimazione,

la relazione tra la normale WGS84 e la

verticale passante per un punto qualsiasi

della superficie terrestre.

Sebbene i ricevitori GPS per il rilievo

topografico siano dotati di piombi e

livelle che consentono di riferire il

centro di fase dell’antenna ad un punto

della superficie fisica posto sulla stessa

verticale, è chiaro che l’uso del filo a

piombo e delle livelle sono una

approssimazione nel procedimento di

misura: in realtà il centro di fase

dell’antenna dovrebbe essere posto sulla

stessa normale al riferimento ellissoidico

WGS84 del punto di misura.

Quindi mentre con il metodo e la

strumentazione tradizionale si opera

nell’ambito dell’assunzione della

geodesia operativa, che consente di

considerare le misure condotte con

riferimento alla verticale come se riferite

alla normale dell’ellissoide locale (le cui

precisioni sono legate campo geodetico

locale e alla limitata zona nella quale si

effettuano le misure ), al contrario col il

GPS si opera direttamente sulla

superficie di riferimento costituita

dall’ellisoide WGS84, che è inoltre un

riferimento globale e non locale.

Occorrerebbe quindi una formulazione

reciproca del teorema della geodesia

operativa.

Naturalmente tutte queste

considerazioni sono relative al caso dei

rilievi con finalità cartografiche.

Senza questa premessa le due

tipologie di misura possono essere

combinate, con un po’ di fantasia e

qualche osservazione in più, riferendo

tutte le misure direttamente alla

posizione dei punti nello spazio, senza

considerare la verticale.

Ad esempio se il rilievo viene condotto

con riferimento ai centri di fase dei

ricevitori, mettendo in stazione i

goniometri in modo che il punto di

intersezione degli assi dello strumento

topografico coincida con il centro di fase

dei ricevitori ed utilizzando

distanziometri che effettuano le misure

in asse il gioco è fatto. Basterà orientare

anche il cerchio “verticale” dei

goniometri con una osservazione di

direzione verso un centro di fase oltre

all’orientamento del cerchio

“orizzontale” per eseguire le misure

angolari nello stesso riferimento dei

Tutorial Pregeo 8 6 a p a r t e

Combinare le

Misure To p o g r a f i c h e

Tradizionali e GPS

con PREGEO 8

L’uso del GPS come

metodologia standard di rilievo

in campo topografico non

p rescinde dalle regole e dai

t e o remi di base adottati con

qualsiasi altro metodo di rilievo.

I riferimenti relativi delle misure

sul campo devono essere

eguagliati ai riferimenti generali

del sistema di riferimento e

successivamente a quelli di

r a p p resentazione. In tutte le

metodologie esiste poi un

ambito che definisce

l’applicabilità del metodo e il

suo utilizzo geometrico o

geografico ottimale.

Nell’ambito della topografia del

vicino, in cui rientra in genere la

topografia catastale, si possono

a s s u m e re tesi e norme che

permettono un trattamento delle

m i s u re GPS in maniera a volte

diversa dagli ambiti della

geodesia pura, o di quella

operativa adottata nel

trattamento di rilievi a scala

geodetica. Non per questo i

risultati o gli assunti teorici

sono in contraddizione tra loro .

Nel corso di questa puntata del

tutorial su PREGEO 8 vedre m o

appunto come vengono

combinate le diverse

componenti geometriche del

rilievo GPS e di quello

t r a d i z i o n a l e .

centri di fase GPS.

In questo modo, considerando i vettori

applicati nello spazio definiti dalle

misure delle componenti, fornite dal

GPS, e dalle misure di direzione e

distanza ottenute dalla strumentazione

ordinaria, possono essere ottenute le

posizioni relative dei punti del rilievo,

espresse in un riferimento cartesiano

ortogonale a tre dimensioni.

Solo al termine di questo processo

potrebbe applicarsi la trasformazione

analitica atta a ‘proiettare’ il rilievo su

un qualsiasi riferimento superficiale, con

la condizione che esso sia descritto da

48 GEOmedia 1 2005


T U T O R I A L

equazioni espresse nel medesimo

riferimento.

Questo metodo, sebbene sia molto

adatto ad un risoluzione con procedure

automatiche, comporta comunque la

necessità di cambiare i procedimenti di

misura ordinariamente impiegati dai

topografi.

La procedura di calcolo compresa in

Pregeo 8.00, attua un compromesso tra

l’approccio rigoroso sopra descritto e la

prassi agnostica che viene spesso

utilizzata.

Il compromesso consiste nel

“confondere” la verticale fisica con la

normale ellissoidica locale, come è ovvio

nella geodesia ordinaria, e nel

correggere la normale all’ellissoide

WGS84 in modo che possa essere resa

coincidente alla normale dell’ellissoide

locale.

La correzione viene calcolata avendo

preventivamente collocato l’ellissoide

locale nel riferimento geocentrico

WGS84.

La collocazione è stata effettuata

impiegando le doppie coordinate

dell’origine dell’ellissoide locale

(M.Mario) ed è stata verificata sulle

doppie coordinate di una serie di vertici

IGM95.

In questa fase la collocazione e’

effettuata in modo deterministico, sulla

base delle definizioni teoriche relative ai

due datum di riferimento, e quindi,

come tale “spiega” solo una parte delle

discrepanze tra le grandezze collocate.

Tenendo conto però che le posizioni

GPS sono molto approssimate, ed anche

le finalità del rilievo catastale di

aggiornamento, la precisione raggiunta

dal metodo applicato è ampiamente

sufficiente allo scopo.

Il metodo applicato da Pregeo 8

consiste nel calcolare la direzione della

normale all’ellissoide in corrispondenza

di ciascuna posizione geocentrica

definita da baseline GPS, impiegando le

coordinate geocentriche del vertice

iniziale di ciascuna baseline fornite nel

libretto delle misure.

In questa maniera viene individuato

un riferimento “euleriano” con origine

nel vertice iniziale. In questo particolare

riferimento vengono risolte le

osservazioni tradizionali e vengono

combinate con le baseline GPS. Lo

stesso dicasi per le diverse componenti

delle stesse quali ellissi d’errore, etc., le

quali sono trasformate nel medesimo

riferimento.

Ai valori della matrice di varianza

covarianza della baseline viene applicata

una trasformazione “S” con gli stessi

parametri impiegati per la

trasformazione delle componenti

geocentriche della baseline al

riferimento euleriano ( e che dipendono

solo dalla normale per il punto).

Se φ e λ sono i valori della latitudine

e della longitudine della normale, i

coseni direttori degli assi t,n e b del

riferimento euleriano si ottengono con le

seguenti espressioni.

t[0]=-sin(φ)*cos(λ);

t[1]=-sin(φ)*sin(λ);

t[2]=cos(φ);

n[0]=cos(φ)*cos(λ);

n[1]=cos(φ)*sin(λ);

n[2]=sin(φ);

b[0]=-sin(λ);

b[1]=cos(λ);

b[2]=0;

che ordinate in una matrice 3 per 3 [S]

definiscono la trasformazione [x]=[S].[X]

che consente di calcolare le componenti

euleriane della base [x] a partire dalle

componenti geocentriche [X].

Il prodotto [S] T [s][S] trasforma la

matrice di varianza covarianza delle

componenti della baseline dal

riferimento geocentrico a quello

euleriano.

Il trasporto della

quota ortometrica

Il metodo applicato consente, tra

l’altro di dividere il problema

planimetrico da quello altimetrico,

operando due distinti calcoli di

compensazione.

Per la parte altimetrica le assunzioni

di Pregeo 8 sono molto semplificate. Il

calcolo riguarda esclusivamente dislivelli

ortometrici (o geoidici) misurati

direttamente od indirettamente con i

metodi topografici. I dislivelli ellisoidici

forniti dalle baseline GPS vengono

assimilati anch’essi a dislivelli

ortometrici. Nelle prossime versioni

verrà fornito un modello del geoide che

consentirà di trasformare puntualmente

i dislivelli ellissoidici in ortometrici,

aumentando cosi la precisione del

calcolo misto.

Siamo giunti al termine delle puntate

significative del Tutorial Pregeo.

L’auspicio è di avere contribuito ad

illustrare, anche nel dettaglio, una

procedura abbastanza complessa

preposta alla redazione ed al calcolo

degli atti di aggiornamento che, tra

l'altro, è in corso di ristrutturazione con

lo scopo di perseguire la completa

dematerializzazione, precondizione

all'invio telematico degli atti di

aggiornamento.

Complimenti a chi è riuscito a

sostenere la lettura del tutorial, e sentite

scuse a coloro che non c'e l'hanno

fatta…

Col prossimo numero avvieremo una

inchiesta dettagliata sulle procedure

informatiche di trattamento dei dati

catastali e GPS diffuse tra gli utenti,

ovvero prodotte e distribuite dalle

aziende di settore in Italia.

A cura della redazione

Vrdiamo, a sinistra la

rappresentazione standard delle

relazioni tra elissoide e geoide, a

destra la rappresentazione del

sistema EULERIANO adottato in

Pregeo 8

GEOmedia 1 2005 49


A Z I E N D E E P R O D O T T I

Trimble R-Tr a c k

La risposta di Trimble per la nuova era del GPS

Già precedentemente al lancio del primo satellite GPS di ultima generazione con a bordo il sistema L2C, il team di ricerca e sviluppo

della Trimble aveva iniziato a lavorare sulla tecnologia dei ricevitori che supportano le nuove frequenze GPS per le applicazioni civili.

A conclusione di questa fase, già nel 2003 Trimble aveva presentato tre nuovi ricevitori in doppia frequenza dotati di tecnologia R-Track.

Con ciò Trimble è l’unica azienda del settore che anticipa le funzionalità della nuova frequenza L2C su ben tre sistemi: R7, R8, e il

sistema NetRS, che fa parte delle soluzioni Trimble per la realizzazione delle reti permanenti GPS con tecnologia VRS.

Con questa scelta, le soluzioni Trimble permetteranno il tracciamento dei nuovi segnali civili non appena l’ultima generazione di

satelliti sarà completata, mentre è già possibile sperimentare tale soluzione con il primo dei satelliti, in orbita da qualche mese.

Come funziona la tecnologia Trimble R-Track

La tecnologia Trimble R-Track si basa su un circuito integrato di nuova generazione installato a bordo del ricevitore GPS, il quale è in

grado di decodificare la nuova struttura logica del segnale L2C. Questo nuovo circuito abilita cosi diverse funzioni come :

misure di fase L1 e L2 con basso rumore di fondo e precisione submillimetrica;

rapporto segnale rumore maggiore per i satelliti L2C;

riduzione massima per gli errori di multipath;

tracciamento più efficace dei satelliti bassi sull’orizzonte.

Il sistema R-Track é stato testato direttamente a terra

La tecnologia Trimble R-Track è stata impiegata per verificare la interoperabilità del nuovo blocco di satelliti GPS Block IIR-M con la

strumentazione topografica satellitare disponibile e quella dell’immediato futuro. Il ricevitore Trimble R7 era l’unico strumento GPS

predisposto per la L2C e disponibile per testare il nuovo segnale satellitare dal Joint Program Office (JPO), organo di gestione dell’intero

sistema Navstar GPS.

La soluzione R7 può trarre vantaggi dall’utilizzo di entrambe le costellazioni di satelliti, ed ha dimostrato con successo che i dati dei

satelliti Block IIR-M possono essere acquisiti, tracciati e registrati.

I test con il ricevitore GPS Trimble R7 sono stati condotti presso la ITT Industries in New Jersey, dove sono stati testati anche i satelliti

Block IIRM prima del lancio. Il JPO ha utilizzato un simulatore commerciale per simulare la costellazione GPS e generare gli attuali

segnali.

Lo sviluppo iniziale della tecnologia Trimble R-Track è stata realizzata inizialmente con il supporto di un simulatore GPS predisposto

per il segnale L2C.

Ciò nonostante, vi sono stati numerosi dubbi su un possibile diverso comportamento del satellite Block IIR-M una volta messo in orbita.

L’opportunità di effettuare il test in New Jersey ha comunque permesso alla Trimble di verificare e validare la qualità della tecnologia

R-Track.

Con Trimble R-Track migliorano le soluzioni GPS per la topografica

Come abbiamo visto prima, mentre la nuova frequenza L2C aprirà interessanti prospettive per il tracciamento dei satelliti e la qualità

dei dati, la maggior parte dei ricevitori L1/L2 attualmente commercializzati non è dotata di una tecnologia tale da poter sfruttare questa

opportunità. I ricevitori Trimble con tecnologia R-Track rappresentano la prima soluzione per i topografi che vogliano ottenere tutti i

vantaggi della L2C. Ancor prima prima della completa disponibilità della costellazione di satelliti con L2C, un topografo dotato di un

ricevitore GPS abilitato R-Track sarà in grado di ottenere comunque misure L2 più efficaci ottenendo così una maggior produttività.

Con il lancio del primo satellite le soluzioni GPS saranno potenziate anche se sarà l’unico segnale L2C disponibile in questo momento.

Ciò poiché il segnale L2C non è altro che un potenziamento della soluzione in doppia frequenza L2 attuale. I nuovi segnali L2C, parte

i n t eg rante della modernizzazione della tecnologia GPS,

o f f r i ranno ai topografi la possibilità di un miglior

tracciamento dei satelliti e tutti i benefici che da ciò ne

d e r i v e ranno. Vi è inoltre una ch i a ra testimonianza

d e l l’ i n t e res se rivolto dal Dipartimento della Difesa

americano nei confronti delle applicazioni civili a livello

globale, delle quali il lavoro dei topografi rappresenta una

componente essenziale. Tuttavia, mentre il nuovo segnale

L2C sarà a breve disponibile, la maggior parte della

tecnologia GPS attuale non potrà trarre giovamento da

queste novità. La tecnologia Trimble R-Track, che è stata già

provata e testata, permetterà invece ai topografi di usufruire

di quei benefici che ne incrementeranno la produttività, la

competitività, e l’accuratezza nei loro lavori. La maggior

parte dei topografi utilizza ancora strumentazione di vecchia

generazione, e l’acquisto di un sistema GPS, sia esso per la

realizzazione di reti permanenti che per uso personale,

d o v rebbe guard a re al futuro immediato della

modernizzazione GPS attraverso la nuova frequenza L2C,

così da salvaguardare gli investimenti ed essere pronti ad

usufruire dei miglioramenti del sistema.

www.assogeo.net

50 GEOmedia 1 2005


A Z I E N D E E P R O D O T T I

A N TA S M O B I L E

Come portare lo studio topografico in campagna

ANTAS Mobile, il primo di una nuova serie

di applicativi software ‘mobile’ sviluppati

espressamente per i professionisti del

territorio, mette a disposizione in

campagna tutti gli strumenti di calcolo ed

elaborazione fino ad oggi utilizzabili solo

in ufficio.

Il progetto di Antas Mobile aveva un

obbiettivo preciso: non adattare programmi

di ‘post elaborazione’ già esistenti ma

studiare accuratamente le esigenze del

rilievo topografico con elaborazione in

tempo reale per facilitare, velocizzare e

rendere più sicure le operazioni di

campagna.

Un esempio tra i tanti: il rilievo di una

particella catastale ed il successivo

frazionamento. Eseguito il rilievo, visibile

sulla grafica di AntasMobile, la particella

può essere immediatamente frazionata,

senza dover tornare in ufficio per

l’elaborazione ed il calcolo; i vertici della

nuova dividente sono subito picchettabili

sul terreno; ed il libretto DAT Pregeo 8

viene aggiornato in modo automatico.

Un’operazione di questo tipo può essere

portata a termine in breve tempo e con una

sola uscita in campagna, poichè Antas

Mobile consente di passare dal rilievo al

tracciamento in modo immediato e

nell’ambito del medesimo lavoro.

ANTAS Mobile è basato su un CAD di alte

prestazioni, che consente immediate

costruzioni geometriche direttamente sul

luogo del rilievo: il posizionamento del

‘chiodo sulla modina’, la costruzione di

una parallela ad un asse rilevato, il calcolo

di nuovi punti, subito picchettabili,

sull’intersezione di allineamenti sono solo

alcuni esempi di ciò che la combinazione di

cad, costruzione geometriche, operazioni

topografiche e calcoli di picchettamento

possono realizzare per voi direttamente in

campagna; le potenti funzioni di gestione

di cartografia raster, infine, consentono

anche di sovrapporre il rilievo all’estratto

di mappa fornito dal Catasto.

Alcune delle principali funzioni di ANTAS

MOBILE

Applicativo software per la

memorizzazione, il calcolo e la vestizione

grafica di rilievi topografici in tempo

reale, il tracciamento di punti ed entità

lineari, le costruzioni geometriche

(COGO) mediante funzioni del CAD

interno, l’importazione di cartografia

raster georeferenziata (TIFF/TFW, EMP

+ PNG catastale, JPG/JPW...).

Sviluppato per computers palmari

compatibili PocketPC 2003/Windows

Mobile 2003 (anche Windows Mobile

2003 Second Edition).

Interfaccia con stazioni topografiche e

generali

Interfacciamento passivo con stazioni

totali (per stazioni monodirezionali, non

telecomandabili dall’esterno) ed attivo

(con attivazione da programma della

procedura di misura e trasferimento

dati); sono inclusi driver per stazioni

Sokkia, SpeKtra, Trimble, Geotronics,

Pentax, Leica, Zeiss, Nikon;

Interfacciamento con stazioni

motorizzate;

Funzione terminale per verifica corretto

interfacciamento e flusso dati di misura

dalla stazione;

Definizione delle unità di misura e del

numero di decimali;

Importazione files FBK (Leonardo

QUATTRO), DXF, CSV, ASCII

configurabile;

Esportazione files AMF (ANTAS), FBK,

DXF, CSV, ASCII configurabile, DAT

(PREGEO 8).

Topografia e catasto

Rilievo ‘tradizionale’ mediante stazione

totale o con input manuale delle misure,

con possibilità di passare da una

modalità all’altra in corso d’opera;

Generazione libretto misure

‘tradizionale’, suddiviso in Elenco punti,

Stazioni, Misure da stazione, e DAT

PREGEO 8 (automaticamente

aggiornato e completo di linee 0 (zero) e

9 modificabili dall’utente);

Possibilità di passaggio immediato dalla

fase di rilievo al tracciamento con scelta

dello strumento di misura o input

manuale;

Rototraslazione baricentrica per inserire

il rilievo nella rete dei punti fiduciali

utilizzati; calcolo immediato scarti e

visualizzazione tabella MISURATE e

distanze da TAF;

Stazioni celerimetriche: Stazione ‘locale’

(su punto incognito e con orientamento

sulla direzione del primo punto battuto:

partenza rilievo ‘on the fly’), Stazione su

punto noto ed orientata, Stazione libera

e calcolata da un minimo di 2 punti noti;

Memorizzazione dello stato della

stazione per il riavvio di un lavoro già

iniziato (Stazioni concatenate);

Controlli (opzionali) sui punti

iperdeterminati (controllo da codice) o

ribattuti (controllo per prossimità);

Inserimento offset nella distanza per

misure su spigoli o punti inaccessibili;

Funzione FRAZIONAMENTO con

inserimento automatico delle misure

relative ai vertici della nuova dividente

nel libretto misure DAT;

Inserimento linee 7 con commento nel

libretto misure DAT;

Importazione ‘preallestito’ vettoriale

(files EMP) con georeferenziazione

automatica del raster PNG associato.

CAD e disegno automatico del rilievo

Completa gestione delle Proprietà delle

figure (punti ed entità lineari): codice,

commento, colore, layer, simbolo; le

entità acquisite nel corso del rilievo si

trovano così già suddivise sui layers di

destinazione e graficamente definite;

Definizione Entità tipo (associazione tipo

entità/proprietà) per il disegno

immediato nel corso del rilievo;

Completa gestione layers (nome, colore,

tipo linea, simbolo punti, visibile,

congelato, attivo...);

Supporto entità grafiche punto, linea,

polilinea, poligono, rettangolo, arco,

cerchio per 2/3 punti, testo;

Funzioni di inquadramento: zoom a

finestra, pan, ingrandisci, riduci, fit

finestra; Inquadramento analitico

mediante input coordinate e scala del

disegno;

Snap: punto, estremi, punto medio,

intersezione, centro, perpendicolare,

vicino, con indicazione grafica dello snap

attivo;

Funzioni ‘COGO’ per creazioni

geometriche immediate: Crea punti,

Trilaterazione, input punti a squadro e

per polari, Parallele, Frazionamento,

Proiezione, Dividi area, Misure tra punti;

Import raster georeferenziati TIFF+TFW,

JPG+JGW, BMP+BPW, PNG+PGW,

PNG+EMP (Catasto).

Picchettamento

Funzioni per il picchettamento di punti

singoli, gruppi di punti, vertici dividenti;

Creazione file LOG con scrittura degli

scarti dei punti picchettati rispetto ai

punti di progetto;

Picchettamento ‘fili di riferimento’

(‘modine’) parallele e perpendicolari ad

allineamenti.

www.antasmobile.com

GEOmedia 1 2005 51


A Z I E N D E E P R O D O T T I

Da VECTOR terminali GPS e

software di progettazione per

le radiodiffusioni

La VECTOR è

un’azienda di lunga

esperienza nel

settore

dell’informatica per

le applicazioni

territoriali, e

particolarmente

orientata alle

applicazioni per le

telecomunicazioni e

per le aziende che

gestiscono reti

tecnologiche. Tra i

prodotti di punta

della VECTOR il

sistema di

acquisizione DART, i

software VICREM e

WinELF per il

controllo dei campi

elettromagnetici e la

progettazione delle

reti, e infine una

banca dati

cartografica finalizzata

alle analisi radiotrasmissive per un

totale di oltre 300 comuni.

DA RT

(Data Acquisition &

Recognition Te r m i n a l )

Nel terminale sono integrate:

fotocamera digitale, bussola elettronica,

modulo GPS, modulo GSM/GPRS. Ha

un display grafico ampio e leggibile in

qualsiasi condizione operativa,

acquisisce dati da tastiera o da touch

screen e immagini digitali di alta

qualità, colloquia con dispositivi esterni

tramite interfaccia seriale (RS232),

porte USB e infrarossi (IdDA), registra le

informazioni su supporti ROM

rimovibili, oppure le trasmette

attraverso connessioni GSM/GPRS,

rileva il posizionamento geografico

tramite GPS, si integra facilmente con i

Sistemi Informativi aziendali. La

piattaforma applicativa poggia su

Microsoft WinCE 4.2 (CE.NET).

L’interfacciamento dei dispositivi

integrati e la loro programmazione

vengono realizzati attraverso opportune

DLL fornite con il terminale.

VICREM e WinELF

unico ambiente, in grado di effettuare la

simulazione e l’analisi del campo

elettromagnetico generati da sistemi di

trasmettitori anche non omogenei (tra

questi i trasmettitori di tipo composto

per broadcasting) o da linee ad alta

tensione. Le principali caratteristiche di

questi trasmettitori vengono gestite in

archivi facilmente aggiornabili e i siti

vengono rappresentati su mappe

georiferite. Vicrem utilizza i seguenti

MODELLI DI CALCOLO per simulare il

campo e.m. in zona lontana e vicina

radiativa: Spazio Libero (eventualmente

corretto per visibilità ottica o

radioelettrica e attenuazione per

attraversamenti), Okumura-Hata, Cost,

231-Hata, CCIR, CCIRTCA, Punto-

Punto, ITU 1546.

Mentre, per gli elettrodotti, il calcolo

del campo magnetico è effettuato

secondo il metodo indicato dalla norma

CEI 211-4 o secondo un metodo di

integrazione numerica tridimensionale

dei conduttori. Il campo magnetico può

essere valutato direttamente sopra il

modello orografico corrente oppure

lungo piani orizzontali o verticali o su

zone spaziali tridimensionali.

Banca dati

La banca dati cartografica il modello

discreto 3D e la cartografia numerica

vettoriale.

Il modello discreto 3D - Copre oltre

300 comuni, tra cui tutti i capoluoghi di

provincia e l’hinterland delle maggiori

città italiane. E’ un modello

tridimensionale di tipo grid

comprendente quote del suolo e

dell’edificato con diversi passi di

risoluzione e formati, anche adattabili

alle esigenze dell’utilizzatore.

La cartografia numerica vettoriale - in

scala naturale 1:5.000 relativa ai centri

abitati di Capoluoghi di Provincia ed

altri Comuni. La superficie totale di

edificato coperta è di circa 6.000 Kmq. I

dati riguardano in particolare: i contorni

della base dei volumi degli edifici, le

altezze assolute (slm), il grafo stradale,

con relativi toponimi e i numeri civici

puntuali.

Per alcune città sono anche

disponibili: bordi strada, idrografia,

percorsi principali ferrovie, altre

informazioni.

(fonte: VECTOR)

Sono moduli software, integrati in un

52 GEOmedia 1 2005


A Z I E N D E E P R O D O T T I

Suite di software GPS Spider da Leica

GPS Spider è una suite

integrata di software per il

controllo e la gestione di

stazioni di riferimento,

siano esse isolate o inserite

all'interno di un network.

GPS Spider è modulare e

scalabile e compre n d e

nuove soluzioni avanzate

per le reti RTK su lunghe

distanze e ad alta

p recisione (SpiderNET),

distribuzione dei dati

c e n t ralizzata, gestione

all'accesso dei dati con

ampio supporto per il

dowload dei dati e

l'accesso ai servizi.

Lo spettro di applicazione della nuova suite di Leica è notevole; il suo

utilizzo è adattabile alle esigenze di molte utenze diverse che variano dal

controllo geodetico al normale rilevamento sul campo, passando per le

applicazioni nel campo dell'edilizia, del GIS e della mappatura, del

posizionamento e del rilevamento aereo ed idrografico. La modularità del

sistema Spider permette una continua implementazione della suite in modo

che essa corrisponda sempre agli effettivi cambiamenti di esigenze che

occorrono durante il lavoro; la possiblità di estendere la propria efficienza

tramite l'aggiunta di nuovi servizi ed informazioni permette di coprire ogni

eventuale ampliamento delle aree della rete in cui si lavora, anche grazie alla

notevole interattività della quale i vari moduli GPS Spider godono: la licenza

standard per il controllo dei ricevitori e il monitoraggio continuo di singole

stazioni di riferimento o dell'intero network, la distribuzione dei dati

supporta applicazioni che necessitano di posizionamento in tempo reale, e-

mail e messaging per rimanere sempre informati, la connessione alla rete

GPS SpiderNET per avere una continua analisi in tempo reale e un modello

d'errore del network al fine di ottenere una accurata correzione tramite il

network Leica MAX - Master Auxiliary, la gestione dell' accesso ai dati al fine

di renderli più sicuri, sono soltanto alcuni esempi della enorme flessibilità

della suite GPS Spider.

La tecnologia MAX - Master Auxiliary provvede alla restituzione di

c o r rezioni derivate dall'algoritmo per

processi avanzati di GPS SpiderNET, in

piena conformità con il nuovo standard

RTCM v3.0 per i messaggi di correzione

all'interno delle reti RTK.

i-MAX, applicazione diretta della

tecnologia MAX, viene utilizzata per un

utilizzo individuale ed immediato delle

correzioni tramite rete MAX; il rover invia

la sua posizione approssimativa grazie alla

quale la rete SpiderNET individua la

stazione di riferimento più vicina; le

correzioni effettuate tramite la rete Master

Auxiliary vengono a questo punto applicate

al rover. Esso a questo punto sarà in grado

di elaborare coordinate ad alta precisione

senza aver fatto riferimento alle

convenzionali correzioni esterne al network.

(fonte: Redazionale)

GEOmedia 1 2005 53


ArcWeb Services:

What you need, When you need

ESRI Italia presenta gli ArcWeb Services per gli utenti, che

hanno l’esigenza di includere banche dati e funzionalità

GIS nelle applicazioni senza dover ospitare dati o

sviluppare Tool necessari.

Gli ArcWeb Services si compongono di dati e funzionalità

spaziali GIS, distribuiti via Internet a Utenti ArcGIS,

Developers o ad applicazioni Custom Web.

ArcWeb per Developers: suite di servizi ArcWeb

integrabili all’interno di applicazioni Web, tramite

protocollo standard del mondo internet (SOAP).

ArcWeb per Utenti ArcGIS: forniscono l’accesso a

funzionalità e basi dati di interesse per utenti ArcGIS,

permettendo di incorporare questi servizi all’interno del

proprio desktop ArcGIS.

ArcWeb per Utenti Business: applicazioni web che

utilizzano gli ArcWeb Services per accedere

dinamicamente a mappe e funzionalità GIS.

Le modalità e le specifiche degli ArcWeb Services

consentono e garantiscono agli Utenti:

Rapidità: nello sviluppo di applicazioni web based

Interoperabilità: grazie all’uso di tecnologie standard

Cost Effectiveness: con software e basi dati pay per use

Copertura territoriale: World Wide

http://www.esriitalia.it/arcwebservices/index.htm

infoservizi@esriitalia.it

Autodesk sigla l’accordo

definitivo per l’acquisizione di c-plan AG

Autodesk, Inc. annuncia la sigla dell’accordo per

l’acquisizione di tutte le azioni di c-plan AG, società

svizzera leader nel mercato europeo dei sistemi GIS e

sviluppatrice della famiglia di prodotti Topobase che vanta

oltre 2000 clienti distribuiti fra 700 municipalizzate e

società di utility (gas, luce, acqua, ecc.).

Autodesk, che continuerà ad offrire soluzioni c-plan nei

mercati chiave europei ed a garantire il supporto agli

attuali clienti dei prodotti Topobase, grazie all’acquisizione

potrà avvalersi del prezioso know how sviluppato da c-plan

nell’ambito delle soluzioni di gestione dati basate su

standard di settore aperti e di soluzioni quali Autodesk

Map 3D e Autodesk MapGuide.

Grazie a quest’unione i clienti Autodesk godranno dei

vantaggi derivanti da una maggiore integrazione fra

progettazione CAD e tecnologia GIS nell’ambito delle reti

tecnologiche; oltretutto la combinazione delle reciproche

tecnologie garantirà agli utenti la precisione nella

progettazione e la flessibilità nella gestione delle

informazioni richieste dalle applicazioni per le odierne

infrastrutture multiutente. Il prezzo di acquisto per le

azioni della c-plan AG ammonterà a circa 18 milioni di

dollari, a cui va aggiunto il valore del capitale circolante

netto; l’acquisizione verrà finalizzata nel mese di giugno.

(Fonte: Autodesk)


Precisione e

p r o d u t t i v i t à

s e n z a

compromessi

La serie

MobileMapper di

Thales si arricchisce

di un nuovo modello:

il MobileMapperCM.

Esso sfrutta le

potenzialità del suo gemello

MobileMapperPRO per fornire

prestazioni in precedenza esclusive di

strumentazione ben altro costo,

dimensioni e complessità d’uso.

Oltre a tutte le funzioni di

acquisizione e gestione dati GIS per le

quali il MobileMapper è ormai famoso,

MobileMapperCM consente ora

precisioni addirittura centimetriche!

MobileMapperCM, infatti, è in grado di

generare file di dati completi delle

informazioni di codice e fase necessari

per una elaborazione di precisione,

anche in formato RINEX.

Con questi file, acquisiti con l’antenna

geodetica e processati con il Software

MobileMapper Office (entrambi a

corredo) è possibile raggiungere

precisioni migliori di 30 centimetri con

grande facilità, anche in movimento.

Con l’ausilio di un software di

elaborazione opzionale, inoltre, si

possono condurre rilievi statici con le

precisioni tipiche dei ricevitori geodetici

a singola frequenza: 2cm + 2ppm.

Come stazione base per la correzione

differenziale è possibile utilizzare una

delle svariate stazioni di riferimento

GPS sparse sul territorio, oppure, per

una maggiore precisione ed autonomia

di lavoro, MobileMapperCM può essere

utilizzato anche come stazione di

riferimento.

MobileMapperCM condivide tutte le

funzioni e gli accessori del modello PRO,

tra cui il software Magellan DirectRoute

per la navigazione stradale, le schede di

memoria SD di diverse capacità e una

serie di cavi e supporti che ne

consentono un uso sempre agevole.

Qualsiasi ricevitore MobileMapper può

essere aggiornato a MobileMapperCM in

ogni momento.

(fonte: Codevintec)

Stati generali

della Bentley a Baltimora

Si è tenuta a Baltimora, nel Maryland,

la Bentley Enpowered Conference. Forte

di un seguito di oltre 1600 partecipanti,

la Bentley utilizza la conferenza come

vetrina principale per render note le

nuove visioni dell’azienda e per

annunciare il lancio di nuove soluzioni,

sfruttando il momento di contatto con i

propri utenti per dar loro risposte e per

meglio prepararli all’utilizzo dei suoi

prodotti.

La conferenza ha visto gli interventi di

molte personalità influenti. Tra queste

Xavier Lopez, che dirige per la Oracle i

servizi di posizionamento e che si è

soffermato ampiamente sulla la

partnership avviata con la Bentley,

elogiando Oracle10g ed auspicando che

grazie ad esso i dati geospaziali possano

d’ora in avanti essere disponibili e

consultabili in rete con maggior facilità.

La Bentley non è la sola ad aver

abbandonato il GIS per il Geospaziale:

anche l’OGC (Open GIS Consortium) ha

infatti lasciato la denominazione che

vedeva protagonista il GIS per passare

ad Open Geospatial Consortium and

Daratech, Inc., annunciando, allo stesso

tempo, che l’edizione del 2004

dell’annuale rapporto “GIS: Markets and

Opportunities” non avrà, per il

momento, un seguito. Le nuove

componenti di cui è dotato Oracle10g e

le funzionalità di piattaforma dedicata

per l’ingegneria della Bentley, fanno di

questo connubio la soluzione che meglio

si avvicina alle necessità di un utente

che si affida a tecniche di misurazione,

permettendo una più ampia e precisa

acquisizione dei dati.

All’interno della Conferenza, si è fatta

largo una non troppo velata polemica

nei confronti di Autodesk che, secondo le

parole di Tony Flynn, direttore del

marketing della Bentley, ha evitato negli

anni che avvenisse una completa

interoperabilità tra i software in

commercio, con l’unico risultato di

rendere più arduo e complesso lo

sviluppo dell’industria in generale; i

prodotti Bentley, invece sono pienamente

compatibili con quelli Autodesk.

(fonte: redazionale)



A G E N DA

2005

EURO P.A.

Salone delle Autonomie

Locali

Rimini

22-25 giugno 2005

http://www.euro-pa.it

Convegno nazionale SIFET

Palermo – Mondello

29 giugno – 1° luglio 2005

http://www.sifet.it

6 th Joint ICA/ISPRS/Euro

Geographic International

Workshop on Incremental

Updating and Versioning

La Coruña, Spagna

8-10 luglio 2005

http://geo.haifa.ac.il

XXII International

Cartographic Conference

La Coruña, Spagna

9-16 luglio 2005

http://www.icc2005.org

GML Days 2005

Conferenceand Exhibition

Vancouver, Canada

18-22 luglio 2005

http://www.gmldays.com

25 th Annual ESRI

International User

Conference

San Diego, California (USA)

25-29 luglio 2005

http://esri.com

2 nd International Workshop

on Geographic Information

Management (GIM’O5)

Copenhagen, Danimarca

22-26 agosto 2005

h t t p : / / w w w. g e o i n f o . u j i . e s / g i m 0 5

ISGI 2005

International

Symposium on

Generalisation of

Information

Berlino, Germania

14-16 settembre 2005

http://www.horstkremers.de/ISGI

Geoitalia 2005

Quinto Forum Italiano

di Scienze della Terra

Spoleto

21-23 settembre 2005

http://www.geoitalia.org

III Convegno

internazionale SIIV

(Società Italiana

Infrastrutture Viarie)

Bari

22-24 settembre 2005

http://sed.siiv.it

http://www.poliba.it

CIPA 2005

XX International Symposium

“International Cooperation

to save the World Cultural

Heritage”

Torino

27 settembre – 1 ottobre 2005

h t t p : / / w w w. c i p a t o r i n o 2 0 0 5 . o rg

Conferenza Italiana

Utenti Intergraph

Roma

10 ottobre 2005

http://www.intergraph.it

SAIE 2005

Bologna

12-16 ottobre 2005

h t t p : / / w w w. s a i e . b o l o g n a f i e re . i t

Convegno

Il dominio dello spazio:

scienze e tecniche per la

rappresentazione

Torino

20-21 ottobre 2005

http://www.csi.it

19 th European ESRI

User Conference

Varsavia, Polonia

26-28 ottobre 2005

http://www.esri.com

SINERGY 2005 - The

International Energy Forum

Rimini

9-11 novembre 2005

www.riminifiera.it

ASITA 2005

Catania

15-18 novembre 2005

http://www.asita.it

GIS DAY 2005

Giornata Mondiale dei

Sistemi Informativi

Geografici

16 novembre 2005

h t t p : / / e s r i i t a l i a . i t / g i s d a y 2 0 0 5

GEOmedia 1 2005 57


A RTE E S C I E N Z A

Il museo

d e l l a

scienza di

V i l l a

F a r n e s i n a

di Francesca Salvemini

R

appresentavano l’Astronomia

le due logge romane del

viridario di villa Farnesina

con la Sala adiacente del Trionfo di

Ercole: lo spazio, l’astrolabio zodiacale

della Sala di Galatea - in testa le stelle

dell’Orsa minore fatte di “sasso” da

Medusa, Peruzzi nella biografia di Vasari

- e il tempo, la meccanica dello gnomone

solare del Trionfo di Cupido.

La favola di Psiche nella loggia di

Cupido, che nei pennacchi esibiva

Mercurio, e le tre dèe del Giudizio di

Paride, tra loro Minerva con le spighe di

Cerere dei ‘Mestieri’ nelle Prove di

Psiche e nude in girotondo con Cupido

nella sua ‘Educazione’, nelle vele il dio

con emblemi fenomenici e attributi del

Trionfo, che è in due quadri al centro

della volta, tra le molte figure restaurate

da Carlo Maratta.

Le vele di un padiglione delle scienze

eseguite, sarcastico in proposito Vasari,

parlando di un “capriccio” stagionale di

zucche e fichi principio delle anamorfosi

di Arcimboldo, con ogni specie di uccelli

da Giovanni da Udine, nella variegata

imitazione dei mosaici di S.Costanza

(fg1).

Il lato aperto della serra sopra finte

vetrate sparite, nella parete interna di

museo ancora restauro di Maratta. Nel

gonfalone del banchetto di nozze che nel

racconto di Apuleio seguiva il simposio

divino - altra tendina pergolata del

Trionfo di Cupido celestialmente ‘appesa

alla volta’, nel giudizio su Raffaello delle

Vies di Stendhal a proposito di Mozart -

in primo piano Bacco e la piccola Ebe.

La dinamica della più enciclopedica

meridiana di ventiquattro ore, tra vele e

pennacchi, spolverata dai cartoni,

ciascuna figura un rilievo di scavo

archeologico, ottenendo con tecnica

topografica nel reticolo e dallo specchio

lo scorcio anatomico degli dèi convitati

nel fattore doppio di scala: le Arti

meccaniche.

I fuochi dell’orologio le candelabre,

gnomoni delle dieci ore di luce e dei

dodici mesi, e sui lati corti della volta

nello schema di pianta rettangolare le

campate biunivoche angolate degli

equinozi, le quattro stagioni in

quattordici vele.

Rappresentava la Prospettiva l’ampia

Sala della villa al primo piano, nel fregio

il Parnaso dalle Metamorfosi di Ovidio, e

nelle pareti le Prospettive (fg2) di

Trastevere.

Nella mira della Regula (fg4) e del

Regolo, il reticolo o ‘righettone’ dello

spolvero, gli edifici di S.Maria in

Trastevere fra i campanili e S.Crisogono

nella piena del Tevere, sulla parete del

camino i colli svettanti il palazzo e la

torre dei Colonna e il palazzo Venezia, le

torri delle Milizie, con le statue di

S.Maria di Loreto in costruzione, e dei

Conti, di seguito, i ponti all’isola

Tiberina sui versanti opposti del fiume e

infine, tra le finestre dell’ultima parete,

la Lungara con il Tempietto di

Bramante, le Fornaci e Porta Settimiana

nel 1515.

Il Borgo di S.Pietro nell’affresco

botticelliano della Sistina.

Da palazzo Farnese la Fronte vaticana

a bassorilievo secondo Venuti studiata

da Annibale, in cui sfilano per aria e a

dorso di delfino gli Amoretti, tra Elle sul

Mare di Marmara, l’Ellesponto, al collo

dell’ariete ed Europa, e il piccolo

Melicerte, Palemone (con l’ancora

Portuno, Ovidio, Fasti, VI, 546) tratto in

salvo dal delfino. Di seguito Tersicore a

dorso di Tritone, e quel

‘Nesso’ cui Carracci

nella Galleria rapiva

Deianira per Elena,

che, ennesimo stuolo

oceanico della dèa, a

villa Farnesina nel

Figura 1 - Trionfo di Cupido, Villa

Farnesina, Roma, particolare

58 GEOmedia 1 2005


A RTE E SCIENZA

Figura 2 - B. Peruzzi, Villa Farnesina, Prospettive, Roma, dettagli

Figura 3 -Zodiaco, Hyginus, Poeticon

astronomicon, 1535 (Roma, BUA)

fregio del Parnaso dalle Metamorfosi

nella stessa Sala delle Prospettive,

Peruzzi, in uno dei due riquadri marini

del “Coro di Venere” - Elena nel disegno

Gonzaga di una serie incisoria da

Polidoro da Caravaggio - tra le perle

marine di Teti, era incatenata a Proteo,

fonte l’astronomo Igino. Sul monte

Parnaso: Deucalione e l’Arca, Deucalione

e Pirra, Apollo e Dafne, Venere e Adone,

il Trionfo di Bacco e Sileno, i Giochi

Pitici, il Pomo di Cerere, Venere ed

Elena e Teti, Sonno, Cefalo e Procri,

Fetonte con i cavalli solari, il Salviati

secondo Vasari da un disegno di

Michelangelo, Diana e Chione, il

Giudizio di Mida, Arion e Palemone e

Leucotèa, Pan e Siringa: la Prospettiva

tra Poetica e Musica nelle arti liberali.

Le Fabulae di Igino (fg3) edite nel

1535 nella Sala del fregio del Trionfo di

Ercole, dove per la prima volta è

esplicito l’episodio del Pàttolo nell’Oro

di Mida. E l’eroe che uccide Nesso al

principio della parete delle Fatiche segue

l’esposizione nel Libro IX delle

Metamorfosi di Ovidio, inserendovi

l’uccisione dei centauri Nesso ed

Eurizione, risparmiati nella

Centauromachia, raccontata tra le

secondarie dallo stesso Igino.

E dove è inclusa l’Oceanomachia, nella

fatica del toro cretese Ercole, Melisso

con la cornucopia di Amaltea e Acheloo,

sintetizzata in un solo verso della Fabula

di Orfeo da Poliziano: “...a questo santo

amore Ercole cede, che vinse i mostri e

dal bell’Ila è vinto.”, cui faceva eco

Vasari. Seguono la Morte di Ercole,

negli omicidi tra parenti sempre secondo

Igino, Onfale, Ebe e l’inganno a

Deianira, Meleagro ed Euridice tra

Orfeo, la Cerva di Cerinea, e lo stesso

Ercole, le Fatiche, lasciate alle tre parti

restanti del fregio una sola fatica

ciascuna, e, quarta, l’Apoteosi di Ercole

con l’erma del dio nella parete aperta

dal Titano Atlante: tra i gruppi di

Oceano e Teti e di Nettuno e Anfitrite

sfila l’intero nastro del mito. Gli

ammassi di Ercole della Via Lattea.

Da rilievi romani satirici Marsia e

l’Ercole e Onfale dei Fasti nella Fabula

d’Orfeo, dedicata da Poliziano ai

Gonzaga nel 1480, del fregio della

camera di Palazzo Te a Mantova detta

delle Metamorfosi di Ovidio dagli

affreschi di Mida e del Giudizio di Mida.

Nel viridario sulla campagna

mantovana, finestre sotto il soffitto sul

Mincio come lo Stige, la ‘turba di

Apollo’ che accompagna i doni iniziatici

del culto di Bacco, Mercurio, nel

Giudizio di Paride, e Orfeo e l’inferno -

nel Trionfo di Ercole - con Euristeo, e il

baccanale frenetico della Canzone: il

nudo dio Pan ubriaco, Diòniso nei

Autore

FRANCESCA SALVEMINI

Mythologiarum Libri di Fulgenzio.

A lato degli astanti il paesaggio della

Sala delle Prospettive di villa Farnesina,

da punti di vista distanziati e angolati

alle pareti dal Gianicolo e dal Tevere. Le

quote degli edifici nel reticolo

traguardate con l’astrolabio usato da

Regiomontano e da Vespucci nella

demarcazione della posizione degli astri,

le logge l’orizzonte del rilievo

cartografico a grande scala, “istrafori” di

Vasari.

Figura 4 - Astrolabio di Apiano

GEOmedia 1 2005 59



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62 GEOmedia 1 2005



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