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Stereoscopia ASTER ed interferometria SAR a confronto
I n t e r vista a Claudio Mingrino di Intergraph Italia
Report dalla 8 a Conferenza Italiana Utenti ESRI
Dalle informazioni geospaziali al Virtual Delivery
I n t e r vista al presidente di A s s o g e o
Geodesia dallo spazio
Tutorial Pregeo 6 a p a r t e
6
18
F O C U S
Stereoscopia ottica ASTER ed interferometria
differenziale SAR a confronto - DI MARIO GATTI
Fotogrammetria e telerilevamento - A CURA DELLA REDAZIONE
Direttore
RENZO CARLUCCI
rcarlucci@aec2000.it
Comitato editoriale
FABRIZIO BERNARDINI, VIRGILIO CIMA,
LUIGI COLOMBO, MATTIA CRESPI,
MAURIZIO FAVA, SANDRO GIZZI,
LUCIANO SURACE, DONATO TUFILLARO
Direttore Responsabile
DOMENICO SANTARSIERO
sandom@geo4all.com
Hanno collaborato a questo numero:
FABRIZIO BERNARDINI
FULVIO BERNARDINI
EMANUELE BRIENZA
FRANCESCA CECCARONI
ERMANNO DALLA FIORA
ISABEL GRAMESON
CLAUDIO MINGRINO
FRANCESCA SALVEMINI
LAURA SEBASTIANELLI
14
22
26
30
34
32
M E R C AT O
G I S O P E N S O F T WARE, il sesto convegno della comunità GRASS - La SIFET a convegno -
Tecnologia al servizio dell’arte - Il GIS pratico a San Leo - SLAM per il monitoraggio idrogeologico -
E N V I S AT, il satellite europeo per lo studio della terra
R E P O RT S
Intergraph - Una storia orientata all'innovazione - A CURA DELLA REDAZIONE
Generazione di ortofoto ad alta risoluzione su scansione laser - DI FRANCESCA CECCARONI
Il GIS sulle note di violino - Report dalla Conferenza Italiana Utenti ESRI - A CURA
DELLA REDAZIONE
Dalle informazioni geospaziali al Virtual Delivery - A CURA DELLA REDAZIONE
I N T E R V I S TA
Le tecnologie per il rilievo territoriale e geotopografico - INTERVISTA A ERMANNO DALLA
FIORA, PRESIDENTE DI ASSOGEO
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E d i t o re
Domenico Santarsiero
Registrato al tribunale di Roma con il N° 243/2003
del 14.05.03 (già iscritto al Tribunale di Rimini N° 18/97
del 31.10.97)
38 Un GIS INTRA SITE per la Valle del Colosseo - DI EMANUELE BRIENZA
TERRA E SPA Z I O
44 Geodesia dallo spazio - DI FABRIZIO BERNARDINI
48
50
T U T O R I A L
Tutorial Pregeo 8 - 6 a p a r t e
Dal catasto della carta al catasto del web - A CURA DELLA REDAZIONE
Combinare le misure topografiche tradizionali e GPS con PREGEO 8
AZIENDE E PRODOTTI
Trimble R-Track, la risposta di Trimble per la nuova era del GPS - ANTAS Mobile, come portare lo studio
topografico in campagna - Da Vector terminali GPS e software di progettazione per le radiodiff u-
sioni - Suite di software GPS Spider da Leica - Arcweb Services: what you need, when you need -
Autodesk sigla l’accordo per l’acquisizione definitiva di C-Plan AG - Precisione e produttività senza
c o m p romessi - Stati Generali della Bentley a Baltimora
A RT E E S C I E N Z A
58 Il museo della scienza di Villa Farnesina - DI FRANCESCA SALVEMINI
R U B R I C H E
4 E D I T O R I A L E
57 A G E N DA
61 WEB CONNECT
62 PUBBLICITÀ CLASSIFICATA
S t a m p a
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dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del
contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma
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ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati,
senza il consenso scritto dell’editore.
In copertina un'immagine satellitare della nave cargo Selendang
Ayu che si è arenata e spezzata al largo delle coste di Unalaska
Island. L'immagine è tratta dal sito istituzionale di Digital Globe
all'URL www.digitalglobe.com/sample_imagery.shtml
Immagine: cortesia di Digital Globe.
E D I T O R I A L E
Una nuova rubrica di A r c h e o m a t i c a
La parte umanistica della nostra rivista è in espansione e da questo numero si parte con un'altra avventura che si
accoda a quella già avviata l'anno scorso con Arte e Scienza.
Archeologia, Informatica e Geomatica s'incontreranno su uno spazio loro dedicato, la rubrica di Archeomatica. Essa
prende il via con un articolo sul Sistema Informativo Geografico della Valle del Colosseo, le cui varie cartografie, da
quelle storiche fino alle più recenti, i disegni e i rilievi di scavo s'integrano in modelli numerici CAD, tridimensionali,
riuniti da un'unica relazione spaziale che li colloca e li indicizza mettendoli a disposizione dell'utente.
Nel corso di quest'anno continueremo l'iniziativa intrapresa nell’apportare una serie di novità partendo da contributi
umanistici, come si è appena accennato, spaziando ed ampliando quindi agli altri contenuti più implicitamente
specialistici nel settore topografico ma sullo stesso filo conduttore, mettendo a confronto le molteplici possibilità delle
tecniche GPS tanto per le misure geodetiche propriamente dette che per i servizi di localizzazione geografica più
consumer.
Avremo modo di illustrarvi i servizi offerti dagli ormai ridottissimi sistemi GPS che alloggiano ormai su un qualsiasi
cellulare di ultima generazione, allo scopo di rendere ancora più facile il lavoro dei professionisti, dei geometri, di tutti
coloro cioè, che devono recarsi velocemente in posizioni predefinite da coordinate geografiche sul territorio.
La Rete (Internet) è piena di insidie ma anche di particolari gruppi di utenti che si scambiano informazioni altrove
irreperibili e spesso, perché apportatrici di contenuti altamente innovativi, perfino al limite della legalità, che non
perviene ancora a regolarla. Tra queste novità, che talvolta tornano estremamente utili agli stessi neofiti, è interessante
notare come le applicazioni nate per fini non sempre ortodossi si siano rivelate più di una volta tecnologicamente evolute
per altri scopi.
Il sistema ormai diffusissimo per rallentare in prossimità degli autovelox disposti sulle nostre strade ne è un esempio.
Si può accedere in rete al database che li contiene, anche costantemente aggiornato e diviso per limite 130 Km/h e 90
Km/h, inserendo il file all'interno di un software di navigazione per cellulari e impostando l'allarme che si vuole ricevere,
sia esso sirena, campana o qualsiasi altro suono: il gioco è fatto e così al prossimo autovelox saremo in grado di rallentare
in tempo. E' pur sempre un autocontrollo sulla spinta che asseconda automaticamente la tendenza ad aumentare la
velocità sfruttando al massimo la potenza dei motori dove pericoli inavvertiti lo consentano, perfino impostando
preventivamente la distanza alla quale far scattare la segnalazione di avviso.
Nei prossimi numeri vi daremo modo di valutare alcuni aspetti e possibilità di facilitazione offerte ai professionisti del
territorio, escogitate da un sistema come questo nato per scopi di carattere evasivo.
Torneremo quindi a parlare del contributo della Geomatica alla Conservazione del Patrimonio Culturale con un
numero speciale interamente dedicato al Rilievo e all'Analisi di Vulnerabilità delle strutture architettoniche e
archeologiche a carattere monumentale, e non ultimo, cercheremo di affrontare il problema più importante che nel nostro
settore occupa proprio lo spazio relativo alle novità indotte sui sistemi di riferimento: incredibilmente la transizione al
WGS84, che come dice la sigla ha ormai più di vent'anni, non è ancora stata completata.
La letteratura è piena di errori di posizionamento dovuti alla piccola differenza tra UTM ED50 e UTM WGS84, i
professionisti del GIS vogliono un Fuso Unico, le amministrazioni si riferiscono al Sistema Ufficiale Gauss-Boaga, e
coloro che si occupano di precisioni altimetriche si trovano ancora a dibattere di sfasature nel discernimento tra Geoide
ed Ellissoide.
Insomma nel campo della precisione c'è più che mai bisogno di regole valide, di metodi e specifiche di univocità o
biunivocità, in campo informatico, che diano un margine di certezza che consenta di trascurare il più possibile l'errore
umano. Concludo perciò con questo pubblico anelito: l'auspicata riapertura della Commissione Geodetica Italiana,
chiusa come “Ente inutile” qualche anno fa, nel periodo in cui la difesa del territorio era un obiettivo ancora riservato ad
una cerchia ristretta d'interessi.
Renzo Carlucci
Per le segnalazioni di capitolati e specifiche tecniche inviare in formato elettronico i documenti a info@geo4all.com, op -
pure, se cartacei, alla nuova sede della redazione di Via Edoardo D’Onofrio 212, 00155 Roma.
4 GEOmedia 1 2005
F O C U S
S t e r e o s c o p i a
ottica ASTER ed
i n t e r f e r o m e t r i a
differenziale SAR
a confronto
Nel lavoro si presentano alcuni modelli digit ali del terre n o
(DEM), alla scala nomina le 100.000, realizzat i at trave rso
im magini ASTER, imma gini SAR e digitalizzazione di un foglio
IGM della Ca rta d’Italia. I modelli sono stat i messi a confro n t o
in term ini di tem pi di realizza zione, costi e pre c i s i o n i
intrinseche . In oltre, per ciascuno di essi, i valori in quota sono
stati confront ati con quelli otte nuti dire ttame nte sul terreno, con
un sistema GPS NAVCOM ad una via.
P a r ole chiave : DEM, TIN, ASTER, SAR, GPS .
I
l telerilevamento ottico e
quello radar possono contare
su un elevato numero di
sensori, con un’ampia gamma di
risoluzioni, ricoprimenti e rivisitazione
dell’immagine. Di pari passo anche la
rappresentazione morfologica
automatizzata consente una visione
immediata dell’andamento planoaltimetrico
del terreno. In questo ambito
risulta chiara l’importanza assunta dai
DEM, acronimo di Digital Elevation
Model o dei prodotti similari come il
TIN o il DTM, che conferiscono
un’immediatezza visiva tridimensionale
della conformazione territoriale
cartografata.
Il campo applicativo dei modelli
tridimensionali è molteplice e può
riguardare gli ambiti più svariati:
individuazione di percorsi di viabilità
stradale o ferroviaria, analisi della
intervisibilità, determinazione di
tracciati per la posa di condotte
idrauliche, simulazioni per la
valutazione dell’impatto ambientale
di Mario Gatti
delle opere, ecc..
In questo contesto ricadono anche i
modelli digitali alle scale nominali
1:100.000, che sono utilizzati
prevalentemente per scopi ingegneristici,
con particolare riferimento alle
radiocomunicazioni, al tracciamento
stradale ed alle analisi ideologiche e per
scopi topografici come, ad esempio, il
raddrizzamento e l’ortoproiezione di
immagini digitali per l’allestimento o
l’aggiornamento rapido e a basso costo
di cartografia, in zone di prive di mappe
pre-esistenti.
Ciò premesso è parso interessante
mettere a confronto alcuni modelli
digitali del terreno, alla scala nominale
1:100.000, realizzati attraverso il
telerilevamento ottico e il
telerilevamento radar. In particolare si è
posta l’attenzione al sensore ASTER ed a
sensori ERS1 ed ERS2.
ASTER (Advanced Spaceborne
Thermal Emission and Reflection
Radiometer) è un satellite in orbita dal
dicembre del 1999. Munito di un sensore
multispettrale con 15 bande (compresa
quella denominata 3B retro-osservante),
dal visibile all’infrarosso termico e di un
doppio telescopio, può generare
stereocoppie con un ricoprimento fino a
60 kmq. Nel lavoro si è creato un DEM
utilizzando le immagini derivanti dal
sottosistema VNIR. A tali immagini è
associata una risoluzione di 15 m per
l’immagine bidimensionale e di 30 m per
quella tridimensionale. Le immagini
ASTER sono state elaborate con il
software ENVI 4.0 attraverso il plug-in
ASTER DTM.
ERS-1 ed ERS-2 sono invece due
sensori radar. Sfruttando il principio dell’interferometria
differenziale SAR, si
sono elaborate due coppie tandem con il
software ENVI 4.0, munito del plug-in
Phasar 1.0, creando due ulteriori modelli
digitali.
Un quarto DEM è stato prodotto
digitalizzando un foglio alla scala
100.000 della Carta d’Italia.
I quattro modelli sono stati messi a
confronto in termini di costi, tempi di
realizzazione e precisioni intrinseche.
Infine i valori in quota di ciascun
modello, sono stati confrontati con quelli
ottenuti direttamente sul terreno, con un
Figura 1 - Vista aerea dell’oggetto di studio
6 GEOmedia 1 2005
Scansione della carta IGM
F O C U S
sistema GPS NAVCOM ad una via.
Georeferenziazione della carta
Il caso studiato
L’area di studio prescelta è stata
individuata nella zona di S. Agata
Feltria (Figura 1), tra le province di
Pesaro e Urbino. Si tratta di un’area
appenninica con una conformazione
orografica articolata tra i fiumi Savio, a
Nord e Marecchia, a Sud. I dislivelli
oscillano tra i 350 m e i 950 m.
DEM da cartografia esistente
Digitalizzazione delle curve di
livello in ambiente CAD
Creazione DEM col metodo TIN
basato su triangolazione di
Delaunay
Figura 2 - Procedura per ottenere il DEM dalla carta IGM
Conversione dal formato “dxf”
al formato testo
Un primo DEM è stato prodotto per
digitalizzazione delle curve di livello del
foglio IGM n° 108, denominato Mercato
Saraceno, in scala 1:100.000. Nel
diagramma a blocchi di figura 2 è
descritta la procedura adottata. Il foglio
è stato rasterizzato con una risoluzione a
400 dpi. La sua georeferenziazione è
stata fatta con il software commerciale
Envi 4.0. I punti di controllo sono stati
prescelti tra le intersezioni del reticolato
chilometrico. L’rms medio, derivante dal
processo di georeferenzazione, è
risultato pari a 1.9 m. L’immagine
finale, in formato geotif, su cui si è
proceduto alla digitalizzazione delle
curve di livello, era caratterizzata da
una risoluzione a 8 bit.
La digitalizzazione delle curve di
livello è stata fatta in ambiente Autocad
Map, creando delle poli linee alle quali
venivano attribuite le corrispondenti
quote. Eseguito il tracciamento delle
polilinee, in formato dxf, il file veniva,
successivamente convertito in formato di
testo tabellare. La tabella finale era
costituita da tre colonne che
rappresentavano, rispettivamente, le
coordinate Nord, Est e la Quota. Infine il
file di testo veniva rielaborato con il
metodo di interpolazione TIN, basata
sulla tassellazione di Delaunay (Peucker
et al., 1978).Il modello digitale del
terreno prodotto dalla digitalizzazione
del foglio IGM (Figura 3), è stato
espresso in coordinate UTM-Fuso 33,
con datum WGS84.
DEM daImmagini SAR
L’interferometria differenziale SAR è
stata applicata a due coppie di
immagini, in formato SLC, del 13-14
gennaio e 17-18 febbraio 2000, acquisite
dai satelliti ERS-1 ed ERS-2. In
particolare sono stati prodotti due DEM,
utilizzando la piattaforma software
ENVI 4.0 munita del plug-in Phasar
relaise 1.0. I due DEM sono
rappresentati nel sistema UTM-Fuso 33
con Datum WGS 84. In figura 4
riportiamo quello di gennaio.
Analizzando in dettaglio le mappe di
coerenza e gli istogrammi di frequenza
relativi alla qualità dei due DEM
(0=mancanza di corrispondenza,
255=totale corrispondenza), si può
rilevare il fatto che le immagini SAR
hanno denunciato basse caratteristiche
di rispondenza nella fase di
srotolamento della fase (Verdone et al.,
1994). L’rms medio, derivante dal
processo di geocodifica, è risultato pari a
4 m, sia per la coppia di gennaio che per
quella di febbraio.
Richiami alla tecnica A S T E R
L’ASTER è un satellite lanciato in
orbita il 18 dicembre del 1999, come
componenti della stazione TERRA, per
registrare informazioni dettagliate della
temperatura sulla superficie della terra,
dell’emissività, della riflessione e
dell’altezza (Hirano et al., 2003). Il
satellite è formato da 3 differenti
sottosistemi (Figura 5):
VNIR (Visibile and Near-Infrared), con
3 bande, una risoluzione spaziale di
15 metri ed un telescopio aggiuntivo
con vista all’indietro, che permette di
generare le stereo-coppie di immagini;
SWIR (Shortwave Infrared), con 6
bande ed una risoluzione spaziale di
30 metri;
TIR (Thermal Infrared), con 5 bande
ed una risoluzione spaziale di 90
metri.
Ogni sottosistema funziona in una
regione spettrale differente, con il
proprio telescopio specifico.
In figura 6 è riportata una vista in
orbita del satellite ASTER e le bande
spettrali in cui esso opera.
Nel lavoro si sono elaborate le
immagine derivanti dal sottosistema
VNIR. Esso è costituito da due telescopi
indipendenti, assemblati in modo tale da
minimizzare la distorsione d’immagine
nella vista all’indietro e nella vista al
nadir. I sensori di ciascuna delle bande
elencate sono costituiti da una carica di
5000 elementi di silicio accoppiati ai
rivelatori (Charge Coupled Detectors,
CCD’s). Soltanto 4000 di questi
rivelatori sono usati
contemporaneamente. Un ritardo
temporale caratterizza l’acquisizione
Figura 1 - DEM prodotto dalla digitalizzazione del foglio IGM alla scala 1:100.000
GEOmedia 1 2005 7
F O C U S
dell’immagine a rovescio dall’immagine
di nadir. Il sottosistema di VNIR estrae
automaticamente i 4000 pixel corretti
basati sulle informazioni di posizione di
orbita fornite dalla piattaforma terrestre
EOS.
ASTER produce dati a Livello-1A
(L1A) e dati a Livello-1B (L1B) (G.
Marìn, 2002).
Questi sono costituiti dai dati di
immagine, dai coefficienti radiometrici,
dai coefficienti geometrici e da altri dati
ausiliari, che non vengono direttamente
applicati sull’immagine ma vengono
forniti in un file separato. I dati L1B
sono calibrati radiometricamente e
ricampionati geometricamente.
Tutti i dati di immagine acquisiti sono
derivazioni del livello L1A. A causa della
limitatezza della memoria di
immagazzinamento a bordo del satellite,
ogni giorno vengono acquisite circa 650
scene di livello L1A. Un massimo di 310
scene al giorno è poi post-processato al
livello L1B.
L’elaborazione delle coppie
stereoscopiche ASTER si basa su un
algoritmo di autocorrelazione di
immagine, che permette il
riconoscimento sulle immagini digitali di
segnali o forme al fine di individuare, in
maniera automatica, punti omologhi. Il
riconoscimento dei punti omologhi
avviene con scarti inferiori alle
dimensioni del pixel (autocorrelazione
sub-pixel). Le operazioni di correlazione
possono essere eseguite attraverso il
riconoscimento sulle immagini di entità
differenti; possono essere considerati i
valori radiometrici delle immagini
(livelli di grigio), può essere utilizzata la
presenza di elementi geometrici semplici
(punti, linee, aree), possono essere
adoperate le relazioni spaziali che
Figura 4 - DEM prodotto con le immagini di gennaio. a) Immagine in intensità - pixel size (x,y) 15 m
esistono tra gli elementi stessi.
Il DEM sperimentale è stato realizzato
attraverso il plug-in AsterDTM (ATBD,
1999).
Il principio di base su cui si fonda
l’estrazione di DTM con AsterDTM è
l’effetto ben noto di parallasse. In
particolare AsterDTM converte le due
bande dell’immagine VNIR in una
coppia di immagini quasi-epipolari, che
hanno uno spostamento del pixel nel
senso di volo del satellite proporzionale
all’altezza del pixel. A sua volta lo
spostamento, trasformato nei valori di
altezza, viene calcolato con il metodo
della correlazione incrociata.
In particolare, il software AsterDTM
sfrutta le caratteristiche degli algoritmi
di Area Based Matching. Il metodo Area
Based Matching si basa sul confronto
statistico dell’intensità di grigio tra i
pixel delle immagini. Nel processo
vengono considerate due piccole
porzioni di immagine, denominate
image patches, delle quali una, definita
matrice sagoma (target o template),
viene tenuta fissa su una immagine
mentre l’altra, definita matrice di ricerca
(search matrix o search window), viene
fatta muovere sull’altra immagine fino
ad individuare l’esatto punto
corrispondente secondo un criterio
predefinito.
Il processo di autocorrelazione può
essere distinto nelle seguenti fasi:
selezione dell’entità per la correlazione
in una immagine;
individuazione della corrispondente
entità su un’altra immagine;
calcolo della posizione nello spazio del
punto considerato;
valutazione della qualità della
correlazione.
La prima fase riguarda la selezione
dell’entità sul fotogramma che dovrà
essere successivamente utilizzata per la
correlazione. In questo caso possono
essere utilizzati alcuni operatori
matematici, denominati “operatori di
interesse”, che, secondo criteri
prestabiliti, consentono di individuare su
ogni fotogramma i punti che meglio si
prestano ad una successiva correlazione.
La fase successiva della ricerca del
punto “omologo” individuato su un’altra
immagine viene eseguito con il metodo
della scomposizione piramidale. Questa
tecnica prevede il ricampionamento
Figura 5 - Sensori VNIR, SWIR e TIR e bande spettrali in cui operano (dal sito http://asterweb.jpl.nasa.gov)
8 GEOmedia 1 2005
F O C U S
Figura 6 - Vista del satellite ASTER
dell’immagine digitale originale in una
serie di immagini a risoluzione ridotta
che vengono denominate immagini
piramidali. Il processo di correlazione
viene fatto iniziare nelle immagini a
risoluzione più bassa, in maniera tale da
potere sfruttare la posizione calcolata
come posizione approssimata, per il
livello successivo. In questo modo viene
quindi limitata l’area di ricerca
nell’intorno della posizione trovata in
precedenza. E’ un approccio di tipo
gerarchico e la correlazione termina
quando la correlazione viene eseguita
sull’immagine originale.
Al termine del processo di generazione
del DEM, quando l’immagine è stata
creata, viene fornita la matrice di
correlazione che verifica la bontà di
tutto il processo effettuato.
DEM da immagini A S T E R
L’immagine scelta per la costruzione
del DEM è stata ripresa il 22/06/2003
alle ore 10:10 a.m. ed è stata rielaborata
dal centro di calcolo nel luglio dello
stesso anno. Essa ha un ricoprimento di
circa 60 kmq. Nelle figure successive, è
riportato il DEM ottenuto con
definizione orizzontale di 15 m. Nella
figura 7 viene proposta la vista
bidimensionale planimetrica, in toni di
grigio. Nella figura 8 viene proposta la
rappresentazione 3D integrata alla
visione a colori (true colors)
dell’immagine nelle 3 bande 1-3N del
VNIR.
C o n f r o n t i
Per effettuare i confronti tra le varie
tecniche si è presa in esame soltanto una
porzione dei DEM ottenuti. Ciò si è reso
necessario per diversi motivi. In primo
luogo perché i DEM non sono
perfettamente sovrapponibili in quanto
hanno superfici con differente sviluppo
planimetrico. Inoltre la quantità di
informazioni presenti non può essere
facilmente trattata con i normali
elaboratori presenti sul mercato. Infine
perché alcuni confronti sono stati fatti
con un rilevamento diretto GPS, che non
poteva essere effettuato in tempi brevi e
a costi contenuti in un’area così grande.
La scelta dell’area di studio è così
ricaduta sulla porzione di terreno di 5’
in latitudine e 6’ in longitudine,
estensione fatta in virtù della variata
conformazione orografica e della
contemporanea presenza del fiume
Marecchia, importante per caratterizzare
meglio le risposte alla presenza di corsi
d’acqua delle varie tecniche.
Per effettuare i confronti tra le tre
tecniche utilizzate, si è adottato un
criterio operativo basato sulla
sovrapposizione di due griglie, a maglie
quadrate di ugual lato. In particolare, si
sono messe a confronto griglie quadrate
di lato 100 m e di lato 200 m.
Considerando l’area di studio prescelta,
si sono ottenute in questo modo tracciati
di 156x154 lati nel primo caso (24024
nodi) e di 78x77 nel secondo caso (6006
nodi). Per una migliore interpretazione
del fenomeno le griglie risultano
spostate di 50 m in planimetria l’una
dall’altra.
Per ogni confronto sono stati prodotti
degli istogrammi di frequenza relativa e
cumulata, in cui sono rappresentate le
differenze di quota di due sistemi di
elaborazione di DEM. In seconda battuta
sono state generate alcune sezioni
trasversali e longitudinali del terreno,
per confrontare tra loro gli andamenti
del terreno ottenuti dai vari DEM. Infine
le tecniche di realizzazione dei vari
DEM, sono state analizzate in termini di
tempi necessari per ottenere il prodotto
finale e di costo di tali operazioni.
IGM - SAR
Il confronto tra la tecnica SAR e la
digitalizzazione di una carta IGM ha
fornito risultati diversi trattando le due
coppie tandem di gennaio e di febbraio,
Figura 7 - DEM ottenuto da immagine ASTER: vista
planimetrica in toni di grigio
GEOmedia 1 2005 9
F O C U S
in virtù del fatto che le due coppie
avevano valori di baseline diversi: (140
m per la coppia di gennaio e 210 m per
la coppia di febbraio. In tabella 1 sono
riportate le medie delle differenze per
singolo campione (grigliato) ed i loro
eqm, in metri, al variare della coppia
tandem.
A titolo di esempio riportiamo in
figura 9 l’istogrammi di frequenza
relativo al grigliato a 100 m.
Analizzando le tabelle ed i grafici si
evidenza come i valori delle differenze di
quota dei DEM ottenuti dalla carta IGM
e dalle immagini tandem di gennaio e di
febbraio, si collochino tutti intorno al
valore medio trovato. Questa tendenza,
confermata anche dal successivo
confronto con il DEM ASTER, ha fatto
pensare all’esistenza di un errore
sistematico nella quota del DEM
generato dall’immagine SAR.
Le differenze ottenute sono quindi
state depurate di tale effetto, ottenendo i
valori di confronto riportati nella tabella
2 e nel grafico di figura 10.
ASTER - SAR
L’analisi delle differenze di quota
riscontrate trattando il confronto tra il
DEM ottenuto attraverso l’immagine
ASTER e le coppie tandem SAR, ha
evidenziato lo stesso andamento del caso
precedente. Anche in questa circostanza,
infatti, si può riscontrare una
significativa differenza relativa, che
diventa più marcata nel caso del modello
digitale del terreno ottenuto dalla coppia
di immagini ERS di gennaio. Anche in
questo caso i valori delle differenze si
distribuiscono attorno al valore della
differenza media. Nel seguito (Tabella 3
e Figura 11) vengono riportati i
parametri statistici e i grafici relativi al
caso trattato.
IGM - A S T E R
Il confronto delle differenze di quota
tra il DEM ottenuto dalla
digitalizzazione della carta IGM in scala
1:100.000 e il DEM ottenuto da
immagini ASTER ha fornito i risultati
più significativi (Tabella 4). La
sovrapposizione dei reticolati a maglia
quadrata fornisce risultati praticamente
identici nei due casi. Inoltre è possibile
notare come le differenze di quota più
alte sono tutte concentrati in una zona
ben definita.
In figura 12 è riportato una sorta di
DEM differenziale ottenuto inserendo
nei nodi della griglia di maglia 100 m i
10 GEOmedia 1 2005
Grigliato IGM-SAR gen. IGM-SAR feb.
δh ± σ δh
δh ± σ δh
100 m 30 ± 6.5 21 ± 6
200 m 29 ± 7 21 ± 6
Tabella 1 - Differenze medie e loro eqm (in metri) nel confronto tra DEM ottenuto
dalla digitalizzazione e da una coppia tandem SAR. I valori sono riportati per
grigliato.
Grigliato IGM-SAR gen. IGM-SAR feb.
δh ± σ δh
δh ± σ δh
100 m 5 ± 4.5 4.5 ± 4
200 m 5 ± 5 4 ± 5
Tabella 2 - Differenze medie e loro eqm (in metri) nel confronto tra DEM ottenuto
dalla digitalizzazione e da una coppie tandem SAR. I valori sono riportati per
grigliato. Quote SAR depurate dell’effetto sistematico.
Grigliato IGM-SAR gen. IGM-SAR feb.
δh ± σ δh
δh ± σ δh
100 m 27.5 ± 7 16.5 ± 6
200 m 26 ± 8 16.5 ± 8
Tabella 3 - Differenze medie e loro eqm (in metri) nel confronto tra DEM ottenuto da
immagini ASTER e da una coppie tandem SAR. I valori sono riportati per campione
(grigliato).
Grigliato
IGM-ASTER
δh ± σ δh
100 m 8.6 ± 6
200 m 8.6 ± 6
Tabella 4 - Differenze
medie e loro eqm (in metri)
nel confronto tra DEM
ottenuto dalla
digitalizzazione di una
carta IGM e da immagini
ASTER. I valori sono
riportati per campione
(grigliato).
F O C U S
valori assoluti delle differenze di quota
dei DEM presi in esame.
Tempi di realizzazione e costi
Per poter comparare tra di loro le tre
tecniche in termini di tempi e di costi,
sono stati presi in considerazione i
seguenti parametri:
Figura 8 - Rappresentazione 3D integrata da una visione a colori
Piattaforma Software. In tutti e tre i
casi per elaborare i DEM è stato
utilizzato ENVI 4.0 della RSI. Ogni
tecnica infine si basa su un plug-in o
su un programma specifico: per
esempio AutoCad Map per la
digitalizzazione delle curve di livello,
PhASAR per l’elaborazione delle
immagini ERS ed AsterDTM per
l’elaborazione delle immagini ASTER.
Tempo elaborazione desunto per un
operatore che ha buona dimestichezza
con la piattaforma software.
Costo immagini.
Livello di automazione del processo di
elaborazione.
Qualità, ovvero qualità “visiva”
dell’immagine raster.
In figura 13 viene riportato un
prospetto riassuntivo che mette in
relazione i costi delle singole immagini, i
tempi di realizzazione ed i costi finali
dei DEM.
Confronto assoluto
Figura 9 - Istogramma di frequenza delle differenze di quota con griglia a maglie di
lato 100 m.
Figura 10 - Istogramma di frequenza delle differenze di quota con griglia a maglie di
lato 100 m.
Quote SAR depurate dell’effetto sistematico.
Figura 9 - Istogramma di frequenza delle differenze di quota con griglia a maglie di lato
200 m.
I toni che tendono al bianco comprendono valori che oscillano tra i 20 e i 30 metri,
quelli più scuri sono tutti oscillanti tra la differenza 0 (pixel nero) e i 15 metri (grigio).
Un confronto assoluto dei DEM
ottenuti è stato eseguito attraverso un
rilevamento diretto, effettuato nella zona
di Sant’Agata Feltria nell’agosto del
2004. Il rilevamento diretto è stato
eseguito con un sistema GPS StarFire
della NavCom,Technology, sistema che
permette una precisione planoaltimetrica
dell’ordine del decimetro
(Hatch et al., 2002).
Preliminarmente al rilevamento di
campagna, si è reso necessario
individuare sulla carta alcuni punti
facilmente identificabili sul terreno. La
scelta dei punti è caduta su quegli
elementi ben caratterizzabili e
distinguibili come incroci di strade o
ponti. La scelta dei punti da rilevare è
stata effettuata su alcune ortofotocarte a
colori della cartografia IGM in scala
1:25.000.
Alla fine sono stati individuati una
cinquantina di punti. Le misure sono
state effettuate con un sistema GPS
StarFire della NavCom. composto da un
solo ricevitore modello NCT-2000D della
serie SF-2050M, un’antenna
GEOmedia 1 2005 11
F O C U S
Figura 12. Rappresentazione tridimensionale
delle differenze di quote ottenute tra i DEM
messi a confronto.
Si può notare che i punti più chiari, ovvero a
differenza maggiore, si trovano tutti compresi
in un’area ben definita, che comprende per
intero il letto del fiume Marecchia. Nella
letteratura riguardante le immagini ASTER non
si accenna a problemi legati alla riflessione
dell’acqua, che si ripercuotono sulla qualità
delle immagini ottenute. Tuttavia è lecito
ipotizzare che essendo questi gli unici punti
soggetti a differenze maggiori di 20 m, mentre
tutti gli altri punti sono al di sotto di tale soglia,
la rifrazione dell’acqua provochi qualche effetto
perturbativo nella stereocoppia.
Figura 13 - Costi singoli immagini. Tempi di realizzazione. Costi finali.
bidirezionale, un palmare, oltre ai cavi
di collegamento e alla palina di
posizionamento (Figura 14). Le
campagne di misure sono state eseguite
in data 17, 19 e 24 agosto 2004. E’ stato
possibile rilevare 42 punti rispetto ai 55
previsti in sede di pianificazione. Questo
perché alcuni punti prescelti si sono
rivelati di non facile accessibilità, per la
presenza di strade interrotte o
impedimenti naturali, o a causa della
copertura vegetativa, non presente sulle
ortofoto a colori, che ha impedito la
corretta ricezione dei satelliti GPS da
parte del ricevitore.
Su ogni punto prescelto si è proceduto
ad una doppia acquisizione dei dati.
Infatti, una volta che il software
utilizzato segnalava l’operatività del
segnale in doppia frequenza, si sono
registrate due sessioni di dati della
durata di 30 secondi l’una, con
intervallo di acquisizione di 1 secondo.
L’intervallo tra le due acquisizioni è
stato fissato in circa 5 minuti.
Il tempo medio di stazionamento su
ogni punto, considerando anche le
eventuali inizializzazioni in caso di
perdita del segnale, è stato così di circa
15 minuti.
Per confrontare i valori delle quote
ottenute con il rilievo GPS con quelle
presenti nei DEM si è utilizzato il
software ENVI 4.0. Poiché le coordinate
Figura 14 - La strumentazione utilizzata. a) ricevitore; b) antenna; c) palmare. d) Immagine delle misure.
GPS-IGM IGM-SAR gen. IGM-SAR feb. GPS-ASTER
δh ± σ δh δh ± σ δh δh ± σ δh δh ± σ δh
4 ± 4.9 11 ± 6.6 11.2 ± 7.1 4.9 ± 3.4
Tabella 5 - Differenze medie e loro eqm (in metri) nel confronto “assoluto”.
12 GEOmedia 1 2005
F O C U S
dei punti rilevati non ricadevano
esattamente nei nodi delle maglie
quadrate dei reticolati di passo 15 m con
cui sono stati realizzati i DEM, si è
provveduto a ricostruire, tramite
interpolazione lineare, le quote nei punti
in esame, prendendo a riferimento le
quote dei pixel vicini. Si è usata
un’interpolazione lineare visti gli
andamenti pressoché uniformi del
terreno nei punti in esame e l’assenza di
crepacci o punti di forte discontinuità
morfologica. In tabella 5 sono riportati i
confronti.
C o n c l u s i o n i
Il modello digitale del terreno che si
basa sulla digitalizzazione di cartografia
esistente ha come elemento negativo la
scarsa automazione del processo di
acquisizione dei dati. Inoltre, per quanto
un operatore si dimostri abile nel
digitalizzare le curve di livello, il
prodotto finale è comunque affetto da un
errore plano-altimetrico che si aggiunge
a quello “proprio” della carta. Il
tentativo di utilizzare delle conversioni
raster-vettoriale attraverso software di
vettorializzazione, non hanno prodotto
risultati significativi, in virtù della
densità delle curve di livello. Altro
aspetto negativo del metodo è lo scarso
aggiornamento della cartografia alla
scala 1:100000 esistente.
Il DEM basato sulle immagini SAR
presenta problemi inversi. In questo caso
è il prezzo delle immagini che rende
elevato il costo di tutto il processo.
Inoltre, dai dati relativi ai confronti
effettuati in termini di precisione e di
accuratezza, i risultati ottenuti con la
tecnica SAR sono stati i più modesti,
anche perché affetti da errori di tipo
sistematico derivanti dalla loro
geocodifica. Il SAR presenta inoltre uno
scarso livello intuitivo e visivo nei
passaggi di elaborazione. I risultati
ottenuti nei passaggi intermedi (phase
unwrapping, interferogramma, ecc.) non
sono delle immagini ottiche ma il
prodotto di elaborazioni di segnali.
Risulta quindi difficile intervenire o
prevedere errori, prima del termine del
processo.
La tecnica ASTER si presenta come la
più economica, rapida e flessibile fra
tutte quelle proposte. Con la sola
condizione di conoscere le coordinate
plano-altimetriche di almeno 4-5 punti
di controllo con cui fare la
georeferenziazione, si possono ottenere
DEM con pixel size di 15 m con errori
medi sulla quota di circa 5 metri.
I processi di acquisizione dei dati e di
elaborazione delle immagini sono tutti
automatizzati e i parametri di
elaborazione possono essere variati a
secondo delle esigenze. In più un grande
vantaggio di questa tecnica è la grande
semplicità nell’eseguire i vari processi di
calcolo, caratteristica che rende il
sistema fruibile anche ad utenti poco
esperti.
I costi contenuti e le grandi aree
ricoperte da una singola immagine
Autore
MARCO GATTI
Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara,
Via Saragat 1, 44100 Ferrara
Tel. 0532-974837; e-mail: mgatti@ing.unife.it
Lavoro presentato all’ 8° Conferenza Nazionale ASITA
Roma 14-17 dicembre 2004
Lavoro finanziato con i contributi ex 60% - 2004.
Titolare Prof. Marco Gatti
Bibliografia
pongono sicuramente la tecnica ASTER
all’avanguardia nella generazione di
DEM su grandi scale.
Si ringrazia il Dott. Luca Nardella per
avere attivamente collaborato alla
realizzazione di questa ricerca. Si
ringrazia altresì il Sig. Marco
Marchesini della Guido Veronesi s.r.l.
per avere messo a disposizione il sistema
GPS Navcom Starfire.
T. Peucker, R. Fowler. , J. Little, D. Mark; (1978); “The Triangulated Irregular
Network”; Proceeding of the Digital Terrain Model Symposium, St. Louis,
Missouri.
A. Hirano, R. Welch, H. Lang.; (2003); “Mapping from ASTER stereo image
data: DEM validation and accuracy assessment”; ISPRS Journal of
Photogrammetry & Remote Sensing, n.57 pp. 356– 370.
AT B D -AST-08 (1999); “Algorithm theoretical basis document for Aster
Digital Elevation Models (standard product AST14) version 3.0”; Revised 5
February 1999.
T. Toutin, P. Cheng; (2001). “DEM Generation With ASTER Stereo Data.
Earth Observation” Magazine, June 2001.
G. Marìn, (2002); “GEOSAT-AR : Technology transfer program of ASTER
data, image processing and applications” IAPRS&SIS, Vol. XXIV Part B6.
Available at http://www.isprs.org/commission6/proceedings/
G.R. Ve rdone, E. Lopinto, C. Marzo, R. Viggiano, F. Volpe (1994);
“Generazione automatica di DEM con dati Tandem ERS e criteri di
valutazione”; Atti del convegno “Fringe”, ESA, Svizzera, 1994.
R. Hatch, T. Sharpe, P. Galyean (2002); “StarFire: A Global High Accuracy
Differential GPS System”; Nav Com Te chnology Incorpora t i o n :
http://www.navcomtech.com/archives.cfm.
GEOmedia 1 2005 13
M E R C AT O
GIS Open Software
Il sesto convegno italiano della comunità GRASS
Anche in Italia il mondo dell’open
software comincia a mettere le sue
radici. E così il sesto Italian GRASS
Users Meeting ha visto una folta
presenza di studenti, ricercatori e
persino di qualche utente professionale
(aziende e operatori della pubblica
amministrazione locale).
Tenutosi a Roma lo scorso 14 Aprile, il
meeting ha registrato la partecipazione
dei diversi gruppi italiani che lavorano
intorno al progetto GRASS da alcuni
anni, a cominciare dalla comunità di
Trento che è stata tra le prime e più
attive, passando per il gruppo di Como
dove nel 2000 si svolse il primo
convegno della comunità italiana, e poi
Padova, Trieste, e infine Milano e Roma.
I lavori si sono svolti nel bellissimo
chiostro di San Pietro in Vincoli a Roma,
presso la Facoltà di Ingegneria della
Sapienza.
Le novità sul fronte delle applicazioni
sono molte e seguono per certi versi le
tendenze del mondo linux. Infatti, tra le
novità, diverse implementazioni Live CD
derivate dal XliveGRASS-projec, nato a
Friburgo dal vulcanico Marco Lechner
che rappresenta un punto di riferimento
per tutta la comunità GRASS, la cui
ultima versione può essere scaricata
all’url http://www.geographie.unifreiburg.de/~mlechner/xlivegrass/.
La comunità italiana si ritrova sul sito
dell’Università di Parma all’url
http://www.geo.unipr.it/~gis/. Da qui
può iniziare la navigazione per chi fosse
interessato a cimentarsi sul GIS non
standard, ovvero quello legato mondo
della condivisione delle conoscenze,
piuttosto che al mero impiego delle
tecnologie informatiche.
Rimandiamo chi volesse documentarsi
al sito ufficiale del progetto GRASS,
sezione GDP (GRASS Documentation
Project), all’url
http://grass.itc.it/gdp/index.php. Qui
è presente l’ultimo aggiornamento sul
GRASS (purtroppo ancora in tedesco),
unitamente alle altre informazioni,
orientate pi˘ ai programmatori che
agli utenti.
La prossima conferenza sulla nuova
version 6 di GRASS si terrà durante
l’appuntamento dell’OSGIS 2005,
negli USA.
Addentrarsi nel mondo di GRASS
non è problema: la fucina delle idee ed
il lavoro appassionato di molti ha
prodotto numerosi tutorial e guide
anche in italiano, per lo più
disponibili all’url
http://www.geo.unipr.it/~gis/TUTORI
ALS/GRASSESER.W/index.html, che
contiene una raccolta di tutorial
firmati da Zatelli, Ciolli, il gruppo di
Como (Brovelli, Negretti, Biagi, etc.), e
molti altri.
Il prossimo appuntamento clou sarà
poi a Losanna il 17 settembre 2006
durante il meeting di EOGEO
(http://www.eogeo.org/).
La SIFET a convegno
Mentre andiamo in distribuzione si tiene a Palermo il convegno annuale
della SIFET (Società Italiana di Fotogrammetria e Topografia), il cui tema
centrale è l’Integrazione tra le tecniche innovative del rilievo del territorio e dei
beni culturali.
L’appuntamento, ritornato in auge dopo alcuni anni in cui veniva consumato
durante il convegno annuale di ASITA, passa attraverso la formula del
c o n v egno e della formazione attra v e rso appositi moduli formativi
generalmente svolti con una giornata di anticipo rispetto al convegno.
Quest’anno i temi dei workshop formativi riguardano: Monitoraggio e
controllo delle deformazioni delle strutture, Tecniche innovative di rilievo e rappresentazione dei Beni Culturali, I sistemi
di riferimento. Essi sono tenuti rispettivamente da Maurizio Barbarella, Benedetto Villa e Luciano Surace.
Il convegno vero e proprio passa attraverso diverse sessioni, con contenuti di ampio spettro, quali: problematiche
catastali, geomatica e beni culturali, reti GPS, Laser Scanner, immagini ad alta risoluzione, rilievi geodetici integrati,
cartografia numerica e GIS.
Tra i momenti di incontro segnaliamo l’Assemblea Straordinaria dei Soci, finalizzata a stabilire gli indirizzi principali
su cui sviluppare le attività della più vecchia associazione culturale nel campo delle scienze del rilevamento territoriale.
Sul prossimo numero un report sul convegno e sulle giornate palermitane della geomatica.
(fonte: redazionale)
14 GEOmedia 1 2005
M E R C AT O
Tecnologia al servizio dell’arte
Un accordo per la realizzazione di un
p rogetto innovativo con l’uso di
tecnologia Laser Scanner per la
costruzione di modelli tridimensionali di
elementi architettonici è stato siglato da
d i v e rse realtà culturali e scientifich e
d e l l’ a rea pisana. Tra gli attori l’Opera
della Primaziale Pisana; la società Leica
Geosystems Spa; l’Istituto di Scienza e
Tecnologie dell’Informazione ìA. Faedoî
del CNR; l’Università di Firenze -
Dipartimento di Progettazione
dell’Architettura; l’Università di Ferrara
- Dipartimento di Architettura
DIAPReM; la Soprintendenza per i Beni
A rchitettonici e per il Pa e s aggio per il
Patrimonio Storico, Artistico e
D e m o e t n o a n t ropologico delle Pro v i n c e
di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carra ra .
L’accordo ha per scopo la
realizzazione di una completa
sperimentazione della tecnologia di
scansione laser nel contesto di un
complesso architettonico di assoluto
rilievo, la Piazza dei Miracoli di Pisa e,
ove possibile, su architetture religiose
che presentino punti di contatto con la
cattedrale. In particolare, ci si prefigge
di realizzare un modello tridimensionale
dei prospetti esterni del Duomo di Pisa
e di parte del prospetto interno,
sperimentandone il collegamento con i
Sistemi Informativi relativi alla
documentazione storica e di restauro
già esistenti o in corso di sviluppo
presso l’Opera della Primaziale Pisana
e/o presso la Soprintendenza.
Il rilievo nel suo insieme, così come
per tutte le eventuali parti in cui può
essere scomposto, costituirà la base
essenziale di una banca dati dinamica
sulla quale inserire tutte le informazioni
di tipo storico-culturale, diagnostico e
in generale sullo stato attuale e passato
del bene. Saranno inoltre eseguite
immagini digitali ad alta risoluzione
delle zone rilevate, che verranno
collegate alla geometria 3D per
permetterne una visualizzazione
integrata. Il risultato sarà quindi una
rappresentazione tridimensionale
misurabile che conterrà sia
l’informazione quantitativa (geometrica)
che quella qualitativa (colore reale degli
elementi e dettaglio dell’immagine
digitale, nelle zone coperte dal rilievo
fotografico). L’oggetto così
rappresentato potrà essere poi
disegnato, nelle sue parti, in modo
automatico su supporto cartaceo a largo
formato (stampa via plotter) per una
fruizione semplificata da parte di
qualsiasi operatore sia in ambito
diagnostico che di restauro.
E’ convinzione di tutti i partecipanti
al progetto che il rilievo tridimensionale
costituisca elemento essenziale per la
localizzazione e la mappatura di un
bene artistico nonchè di ogni elemento e
particolare di cui esso è costituito e che
la conoscenza geometrica del bene sia il
fondamento per gli interventi finalizzati
alla diagnosi, al monitoraggio e alla sua
tutela nonchè all’eventuale costruzione
di una banca dati specifica.
L’evoluzione della tecnologia per il
rilevo automatico della geometria di
manufatti facilita inoltre la costruzione
di banche dati tridimensionali che
costituiscono un archivio fondamentale
della memoria geometrica del bene,
necessaria a fini di tutela e
conservazione e di eventuali processi di
restauro o riproduzione. La costruzione
di modelli digitali tridimensionali
permette quindi una facile integrazione
con dati di tipo strutturale ed
eventualmente colorimetrico per una
completa rappresentazione del bene in
esame.
L’acquisizione di modelli digitali della
superficie con precisioni millimetriche
(caratterizzazioni cromatiche e
materiche, morfologia e alterazioni
macroscopiche di degrado avanzato)
consente oggi l’individuazione delle
corrispondenze tra caratteri strutturali
e riconoscibilità degli stati di
alterazione e di degrado dal quadro
ricognitivo esterno. Tali modelli
avanzati sono in genere ottenuti grazie
alla sovrapposizione di informazione
colorimetrica proveniente da immagini
digitali ad alta risoluzione alla
superficie 3D che rappresenta l’oggetto
(normalmente, una superficie
triangolata ricostruita
dalle nuvole di punti
prodotte dallo
strumento di
scansione). In tal
modo si ottiene un
modello digitale 3D
misurabile che rappresenta il
bene e ne costituisce
elemento rappresentativo
realistico da cui possono
poi essere facilmente
derivati sotto-prodotti
finalizzati all’uso in
Virtual Reality, utili per
la fruizione di massa in ambito
museale, o per la gestione
dell’informazione di restauro
Tali modelli digitali sono in grado di
supportare la riproducibilità, la
misurabilità, l’analisi dello stato di
degrado e tutte le ulteriori informazioni
desumibili dal modello geometrico,
nonchè la possibilità di realizzare
simulazioni su potenziali futuri
interventi di recupero.
L’Opera della Primaziale Pisana
riconosce in questa sperimentazione un
prodotto di grande interesse per i suoi
fini istituzionali e in particolare per le
attività di tutela e di restauro dei
monumenti di sua proprietà nell’area
della piazza del Duomo, in Pisa.
E’ interesse delle parti promuovere i
risultati del progetto, nelle sue diverse
fasi, con seminari e giornate di studio
finalizzate alla divulgazione del metodo
di rilievo, alla elaborazione dei dati
vettoriali e immagine (RGB) tra loro
integrati, nonchè alla determinazione di
una procedura operativa ripetibile che
potrà essere applicata in casi analoghi .
(fonte: Leica Geosystems)
GEOmedia 1 2005 15
M E R C AT O
Il GIS pratico a San Leo
Si sta tenendo mentre andiamo in
stampa un corso sul sistema “Map
IT” messo a punto dall’università di
Urbino. Il corso è orientato al rilievo
sul campo attraverso gli strumenti
tipici del Mapping GIS come Tablet
PC, GPS, immagini digitali e un
software messo a punto per
l’occasione come il Map IT.
L’iniziativa rientra all’interno delle
attività del laboratorio LINEE
(Laboratory of Information-Tech for
Earth and Environment Sciences),
nato all’interno delle attività del
Campus Scientifico dell’ Università
“Carlo Bo” di Urbino.
(fonte: Università di Urbino)
w w w. u n i u r b . i t / I S DA / M A P I T / i n d e x . h t m
SLAM per il monitoraggio
i d r o g e o l o g i c o
Si è tenuto il 5 Maggio a Frascati
(Roma) nella sede ESA ESRIN il
workshop su “L’osservazione da satellite
al servizio della gestione del rischio
idrogeologico”.
Il tema dell’incontro è stato incentrato
sulla prevenzione dei rischi idrogeologici
soprattutto in vaste aree interessate,
come nei casi italiani, da eventi di tipo
franoso, al punto da rientrare tra le
priorità di investimento nei programmi
di ricerca e sviluppo a livello nazionale
ed europeo. L’Agenzia Spaziale Europea
(ESA) e gli Enti nazionali e locali di
governo e di difesa del territorio, con il
placet dell’Unione Europea, hanno
infatti da tempo incrementato l’interesse
verso lo sviluppo di sistemi di
mappatura e di monitoraggio del
territori che sfruttano le potenzialità
informative delle tecnologie satellitari di
osservazione della terra. SLAM è un
servizio di mappatura e monitoraggio da
satellite che utilizza le misurazioni degli
spostamenti nel tempo di alcuni punti
sul terreno. Il servizio, opportunamente
integrato in sistemi GIS (sistemi
informativi geografici) con le
metodologie tradizionali, permetterà di
individuare le aree interessate da
dissesto. Il progetto è stato messo a
punto da un consorzio europeo guidato
dalla pugliese Planetek Italia.
(fonte: Planetek Italia Srl)
M E R C AT O
E N V I S AT, il satellite europeo per lo studio della terra
Progettato e costruito dall'Agenzia
Spaziale Europea (ESA), è stato lanciato
nel 2002 e rappresenta il satellite
più grande per telerilevamento mai
costruito al mondo.
Grazie al progetto ENVISAT l'Europa
è ora dotata di un moderno strumento
per il remote-sensing della Terra,
che rafforza la posizione all'avang
u a rdia del Ve c chio Continente riguardo
le tecnologie e i servizi spaziali.
Lanciato con il vettore Ariane 5 dalla
base di Ko u ros, il satellite ENVI-
SAT, del peso di oltre 8 tonnellate, è
dotato di 10 strumenti (sensori) tutti
perfettamente funzionanti che si legano
ad oltre 800 progetti scientifici di
istituti di ricerca e università di tutto
il mondo.
Tra le soluzioni dedicate allo studio
del nostro pianeta montate sul satellite
europeo vi sono: il MERIS (Medium
Resolution Imaging Spectro m e t e r ) ,
sensore con varie bande a 250 metri
di risoluzione al nadir e swat di 1150
km, per l'osservazione della superficie
terrestre e dei vari strati dell'atmosfera;
l'ASAR (Advanced Synthetic-Aperture
Radar), un radar SAR ad apertura sintetica ad alta risoluzione per il monitoraggio di onde marine, movimenti di calotte polari
e ghiacciai montani, movimenti tettonici e osservazione di catastrofi naturali come inondazioni e terremoti; RA-2 (Radar Altimeter),
un radar altimetrico per l'analisi dell'altitudine della superficie terrestre e della topografia marina; MWR (Microwave
Radiometer) per lo studio dell'umidità atmosferica al fine di correggere i dati provenienti dal RA-2 che sono influenzati dal contenuto
del vapor d'acqua; DORIS (Doppler Orbitography and Radio-Positioning Integrated by Satellite), un sistema integrato
per la determinazione dell'orbita con accuratezza dell'ordine di centimetri sui vari parametri orbitali del satellite.
L'enorme mole di dati che ENVISAT trasmette a terra viene archiviata e pre-processata al fine di distribuire prodotti già calibrati
e pronti per l'elaborazione da parte dei singoli utenti.
(Fonte: Redazionale)
F O C U S
F o t o g r a m m e t r i a
e Te l e r i l e v a m e n t o
L’avanzamento tecnologico da
una parte e quello metodologico e
operativo dall’altra, sono le facce
della medaglia che ci fanno capire
come si evolve una scienza come
quella della fotogrammetria e del
telerilevamento. La sintesi di ciò è
r a p p resentata dal congre s s o
dell’ISPRS che ogni 4 anni mette
insieme i migliori ricercatori a
livello mondiale sul tema.
Analizzando il lavoro e la
d i rezione delle diverse
commissioni all’interno di questo
o rganismo internazionale, ci si
può re n d e re conto di quello che è
lo stato dell’arte della ricerca e
delle applicazioni.
S c o r rendo così gli atti dell’ultimo
c o n g resso viene da chiedersi: ma
che fine ha fatto l’Italia in questo
contesto? E’ la stessa nazione
che una volta poteva contare su
due aziende di primaria
importanza nel settore della
fotogrammetria, come la Galileo e
la OMI, con quest’ultima che
contribuì a mettere a punto uno
dei primi restitutori analitici e con
Galileo che aveva invaso il mondo
con i sui restitutori analogici,
frutto della precisione otticomeccanica
delle Officine Galileo?
Beh, al congresso di Istanbul
l’Italia sembra abbandonare
definitivamente lo scenario
i n t e rn a z i o n a l e .
E’ preoccupante vedere come sia
limitata la partecipazione italiana
al più importante congresso del
n o s t ro settore. Gli italiani iscritti
al congresso erano quasi 80 ma,
a parte le necessarie relazioni per
e s s e re ammessi, è difficile tro v a re
traccia saliente della loro
partecipazione all’ISPRS.
L’assegnazione geografica è
esemplificativa di tutto il nostro
d i s a g i o .
Un report sullo stato
dell’arte della ricerca
La distribuzione
geografica delle
c o m m i s s i o n i
Commissione I - Acquisizione di
Immagini: sensori e piattaforme
Tra i tipi di immagine e di dati che
sono esplosi nella scena tecnica del
quadriennio 2000-2004 troviamo senza
dubbio il SAR e il LIDAR. Ci si aspetta
che queste tecnologie diventino di uso
comune nel prossimo quadriennio 2004-
2008.
Nella tabella 1 sono riportati i satelliti
lanciati dal 2004 con risoluzione
inferiore a 36 metri.
Uno degli aspetti più importanti
riguarda la calibrazione dei sensori pre e
post lancio attualmente realizzata con
dei siti appositamente segnalizzati. Ci si
aspetta un incremento di questi siti a
livello mondiale. Di rilevante importanza
inoltre l’incremento degli studi per gli
aeromobili senza pilota (unmanned
airborne systems) che sicuramente si
avvantaggeranno della riduzione degli
ingombri portata dalle nano-tecnologie.
Commissione II - Trattamento dei dati
spaziali e temporali
Il trattamento automatico di dati da
immagini e geodatabase è uno degli
aspetti più focalizzati nell’ambito di
questa Commissione. SAR, LIDAR,
IFSAR sono ormai prodotti di comune
acquisizione ed è importante l’utilizzo
all’interno di standards e specifiche ben
definite.
Commissione III - Computer Vision
Fotogrammetrica
Orientamento e calibrazione di
immagini, ricostruzione delle superfici,
fusione di dati multimodali, processo ed
interpretazioni di dati laser, il tutto con
particolare enfasi sulla integrazione di
geometrie e modellazione di dati
spaziali-temporali. E’ questo il tema di
questa commissione che vede come suo
obiettivo principale il rafforzamento
dell’interazione degli studi sulla
computer vision e il pattern recognition.
Commissione IV - Geodatabase e
Cartografia Digitale
E’ da notare l’interesse di questa
commissione per la Cartografia Extra-
Terrestre e i problemi collegati quali la
definizione di nuovi Datum, sistemi di
riferimento e di coordinate.
Il fatto che con la HRSC (High
Resolution Stereo Camera) si stia
rilevando la superficie di Marte ha
prodotto molti studi con presentazioni al
Convegno sul mapping della superficie
di Marte e anche di altri pianeti.
Commissione V - Fotogrammetria dei
vicini: analisi e applicazioni
Il campo di interesse di questa
Commissione riguarda tutte le
applicazioni della fotogrammetria non a
scopo cartografico. Si annoverano quindi
applicazioni per rilievo di architetture,
elementi industriali, applicazioni
biomediche e quanto altro misurabile
con questa tecnica ad esclusione della
cartografia trattata da altre
commissioni.
Il focus principale del trend attuale
sembra convergere sull’uso di
applicazioni laser-scanning combinate a
restituzione di immagini e realtà
virtuale.
Commissione VI - Educazione e
istruzione
18 GEOmedia 1 2005
F O C U S
Technical commissions and working groups 2004 - 2008
ISPRS
International Society of
Photogrammetry and Remote Sensing
Technical commissions and working groups 2000 - 2004
Gli sviluppi nel settore vedono
principalmente l’apertura offerta dalla
diffusione di Internet con i sistemi di e-
learning (apprendimento a distanza via
Internet). In questo settore viene
ribadita la necessità dell’insegnamento
faccia a faccia, allo scopo di evitare i
facili entusiasmi dell’e-learning.
Commissione VII - Analisi,
modellazione e processamento tematico
da telerilevamento
Il ruolo dell’osservazione della terra e
delle tecnologie alleate quali i GIS e
GPS nell’indirizzare risultati sostenibili
di sviluppo del pianeta nel quale
abitiamo, sta prendendo sempre sempre
più risalto.
Le discussioni nelle sessioni tecniche
hanno indicato che la disponibilità di
dati dai satelliti recenti quale Landsat 7,
Hyperion, MODIS, QUICKBIRD,
IKONOS-II, IRS-P6, SPOT-5, CBERS-II,
ENVISAT, ecc. stanno aprendo nuovi
orizzonti nelle applicazioni delle risorse
terrestri. Questi dati spaziali sono
complementati con i dati disponibili da
sensori iperspettrali, multispettrali,
strumenti LIDAR e SAR. Focus
principale è l’integrazione di diversi
sensori e di diversi set di dati. Le
direttive per il futuro includono lo
sviluppo di algoritmi migliori ad
esempio per la determinazione di
caratteristiche geo-morfologiche da
sensori avanzati iperspettrali a microonde
oppure la classificazione
automatica di oggetti rilevati.
Commissione VIII - Applicazioni e
politiche del Telerilevamento
La creazione di una nuova
commissione di ISPRS sulle applicazioni
e sulle politiche di telerilevamento è la
conclusione di un lungo processo di
discussioni e di dibattiti. È la
manifestazione della volontà della nostra
società di giocare e tenere un tono più
alto sui risultati del telerilevamento.
L’impegno importante di questa
commissione sarà quello di superare e
ramificarsi fuori agli utilizzatori finali
dei dati e delle metodologie di
telerilevamento.
XXth ISPRS CONGRESS,
I s t a n b u l , 12-23 JULY 2004
Decisioni dell’Assemblea
G e n e r a l e
Ratifica di Azioni del Consiglio
L’Assemblea Generale ha:
Ratificato le azioni del Consiglio per
registrare ISPRS come società senza
scopo di lucro in Maryland U.S.A.
La Società Internazionale di
Fotogrammetria e Telerilevamento è
un’organizzazione non governativa dedicata
allo sviluppo della cooperazione
internazionale per l’avanzamento di
Fotogrammetria e Telerilevamento e le loro
applicazioni. La Società funziona senza
alcuna distinzione per motivi di razza,
religione, nazionalità, o filosofia politica. Le
lingue ufficiali sono Inglese, Francese e
Tedesco. Gli interessi scientifici della
società includono Fotogrammetria,
telerilevamento, sistemi d’informazione
spaziali e discipline riferite, così come le
applicazioni in cartografia, geodesia,
topografia, terra e scienze di ingegneria,
controllo e protezione ambientale. Ulteriori
applicazioni includono il disegno
industriale ed il manufacturing,
l’architettura e conservazione dei
monumenti, medicina ed altro.
Le principali attività della Società sono:
1. Stimolare la formazione delle società
nazionali o regionali di Fotogrammetria
e Telerilevamento.
2. Iniziare ecoordinare ricerche nella
Fotogrammetria e Telerilevamento.
3. Tenere Congressi e Simposi
internazionali a intervalli regolari.
4. Assicurare la circolazione in tutto il
mondo delle risultanze dei meeting e dei
risultati di ricerca e della pubblicazione
degli archivi internazionali di
Fotogrammetria e Telerilevamento.
5. Incoraggiare la pubblicazione e lo
scambio di report scientifici e
pubblicazioni che si occupano della
Fotogrammetria e Telerilevamento.
6. Promozione la cooperazione e il
coordinamento con le organizzazioni
scientifiche internazionali relazionate.
Per l'Italia aderiscono la SIFET e l'AIT.
GEOmedia 1 2005 19
F O C U S
annullato il voto postale per cambiare
i decreti legge in modo che ISPRS
potesse essere registrata in Svizzera
Ratificato la nomina dell’avvocato
ISPRS
Ratificato l’istituzione della
fondazione ISPRS
Awards e MoU
L’Assemblea Generale ha ratificato
quanto segue:
Accettazione del premio Wang
Zhizhuo dalla Cina
Revisione dei termini di riferimento
per i premi
Accettazione dei doni per gli autori
giovani e i CATCon
Memorandum d’intesa firmati con:
SPIE, IEEE-GRSS, UN Office of Outer
Space Affairs
Ratifiche di contratti
L’Assemblea Generale ha ratificato i
seguenti contratti:
GITC per la distribuzione degli
archivi
Responsabile di vendita ISPRS
GITC per la pubblicazione di
Highlights
Elsevier per la pubblicazione del
giornale ISPRS
Swets e Zeitlinger per pubblicare la
serie dei libri ISPRS
ISPRS Webmaster
Il Congress Director e il Magister
Tours per il Congresso
Sette membri per ospitare i simposi
tecnici delle Commissioni.
Membri
L’Assemblea Generale ha:
Ammesso un nuovo membro regionale
dal Kenia - Regional Centre for
Mapping of Resources for
Development (RCMRD)
Abbassato la categoria dell’India da 8
a 6
Sollevato la categoria di Turchia e di
Israele
Espulso 14 membri ordinari per non il
pagamento delle sottoscrizioni
Approvato l’espulsione di 6 membri
ordinari nel tempo di 2 anni se non
perverranno i pagamenti delle
sottoscrizioni
Espulso 3 membri associati per il non
pagamento delle sottoscrizioni
Approvata l’espulsione di 1 membro
associato durante 2 anni se non
verranno pagate le sottoscrizioni
Approvato l’espulsione di 1 membro
regionale per non il pagamento delle
sottoscrizioni
Elezioni
L’Assemblea Generale ha eletto i
Membri che ospiteranno le Commissioni
Tecniche nel quadriennio 2004-2008:
Commission I France con Alain
Baudoin come Commission President
Commission II Austria con
Dr.Wolfgang Kainz come Commission
President
Commission III Germany con il Prof.
Dr Wolgang Förstner come
Commission President
Commission IV India con Mr. Shailesh
Nayak come Commission President
Commission V Germany con Prof Dr.
Hans-Gerd Maas come Commission
President
Commission VI Japan con il Dr. Kohei
Cho come Commission President
Commission VII Netherlands con il
Prof. John van Genderen come
Commission President
Commission VIII Israel con il Dr.
Ammatzia Peled come Commission
President
L’Assemblea Generale ha inoltre eletto:
La Cina paese ospitante per il
Congresso del 2008.
Eletto e ratificato per il 2004 - 2008:
Presidente Ian Dowman, Gran
Bretagna
Segretario General Orhan Altan,
Turhia
Direttore del Congresso Chen
Jun, Cina
Tesoriere Stanley Morain, USA
1° Vice Presidente John Trinder,
Australia
2° Vice Presidente Emmanuel
Baltsavias, Svizzera
L’Assemblea Generale ha eletto:
la Commissione Finanziaria per il
2004-2008:
Petros Patias (Chair), Grecia
Costas Armenakis, Canada
Lena Halounová, Repubblica
Ceca
Statuti, Atti e Risoluzioni
L’Assemblea Generale ha:
Approvato i cambiamenti agli statuti
ed agli atti
Autorizzato il Consiglio a studiare la
possibilità di espandere il numero di
membri onorari
Approvato le risoluzioni per 2004 -
2008
Acconsentito a non cambiare il costo
della sottoscrizione
Approvato l’istituzione una nuova
categoria (E) di membro sostenitore.
A cura della redazione
20 GEOmedia 1 2005
R E P O RT S
Una storia
o r i e n t a t a
a l l ’ i n n o v a z i o n e
Geomedia - Da molto non
approfondiamo le attività e la struttura
di Integraph Italia sulle pagine della
nostra rivista. Puoi descriverci qual è
l’organizzazione della vostra azienda in
questo momento?
C.M. - Intergraph è, da sempre,
un’azienda che ha cercato di adattare le
proprie strategie alle continue evoluzioni
e richieste del mercato e dei propri
Utenti e per i quali ha rappresentato e
rappresenta un punto di riferimento
nella proposta di prodotti e servizi ad
alta tecnologia. La scelta degli ultimi
anni è stata quella di strutturarsi in due
Divisioni la Process, Power & Marine
(PP&M), che si occupa di applicazioni di
“ship building” e di impiantistica,
nonché di gestione dei flussi
documentali all’interno delle aziende di
process and power, e la Security,
Government & Infrastructure (SG&I),
della quale io stesso sono il responsabile
per Italia, Grecia e Cipro, e che si
occupa della proposta di applicazioni e
progetti geospaziali nelle aree della
Pubblica Amministrazione, della Difesa
e Sicurezza, dei Trasporti e delle
Utilities.
SG&I Italia opera su due sedi, a
Milano e Roma, e conta 15 persone
interne all’azienda affiancate da
un’organizzazione composta da
consulenti e partner progettuali esterni.
Geomedia – Intergraph: una storia
tutta orientata all’innovazione, ai
prodotti, alle soluzioni. E’ stata tra le
I n t e r vista a Claudio Mingrino
di Intergraph Italia LLC
prime aziende ad unire le soluzioni
grafiche con quelle dei data base, con le
tecnologie che oggi chiamiamo
geospaziali, con prodotti come MGE, ma
anche con partnership consolidate quali
quella con Bentley, con hardware e
software specializzato per la grafica 3D e
la fotogrammetria. Oggi Integraph
sembra aver privilegiato la gestione dei
progetti rispetto alla precedente visione
centrata sui prodotti. Ci puoi spiegare
qual è l’orientamento attuale di
Intergraph, dove finiscono i prodotti e
dove cominciano le competenze?
C.M. - La storia di Intergraph è molto
complessa, ed in effetti la natura stessa
dell’azienda si è modificata radicalmente
dall’epoca in cui produceva e distribuiva,
tra l’altro, stazioni grafiche specializzate
per la grafica. Oggi Intergraph, ed in
particolare la Divisione SG&I, non
produce e non distribuisce più prodotti
hardware, ma è rimasta dalla nostra
tutta l’esperienza che una azienda di
questo tipo ha potuto accumulare nel
tempo e che ci ha caratterizzato come
continui innovatori tecnologici. Oggi
Intergraph si caratterizza per la
capacità, da un lato, di ricercare e
sviluppare soluzioni tecnologiche
altamente innovative e, dall’altro, di
rispondere alle esigenze di sviluppo
progettuale in ambito geospaziale in
ambiente aperto, modulare e rivolto alla
gestione dei processi aziendali anzichè
rivolte alla proposta di semplici
soluzioni isolate di sistemi GIS.
L’eredità della specializzazione in
I n t e rgraph rappresenta una delle
aziende che hanno fatto la storia
dell'Information Technology nel
campo della computer grafica e
conseguentemente nel GIS e
nelle tecnologie IT orientate alla
gestione del territorio e delle
informazioni geografiche.
Dal 1969, quando fu fondata da
t re ingegneri della IBM, la storia
di Intergraph è costellata di
innovazioni tecnologiche e di
soluzioni sempre all'avanguard i a .
Sono passati pi˘ di 30 anni e la
tecnologia ha fatto passi da
gigante, ma le caratteristiche di
un'azienda innovativa
rimangono. Interg r a p h
r a p p resenta ancora oggi un
punto di riferimento per la
capacità di sostenere
l'evoluzione e i cambiamenti nel
mondo dell'IT e delle soluzioni
a l l ' a v a n g u a rdia, orientate alle
tecnologie della geografia
intelligente, della geomatica e
delle applicazioni territoriali.
soluzioni HW/SW di alto livello è
attualmente incentrata all’interno
dell’offerta di Zeiss/Intergraph Imaging,
che - attraverso la fusione delle
competenze di Zeiss e Intergraph nel
settore fotogrammetrico e di remote
sensing - rimane leader nel campo,
appunto, della fotogrammetria digitale.
Le strategie di Intergraph nel settore
delle applicazioni geospaziali sono,
quindi, profondamente mutate col
mutare delle esigenze del mercato e, di
conseguenza, le offerte tecnologiche e
22 GEOmedia 1 2005
R E P O RT S
l’organizzazione hanno subito una
radicale evoluzione che ci ha permesso
di passare da “azienda di prodotti” ad
un’azienda in grado di affrontare
proposte progettuali complesse in
ambito IT – seppur con forte
connotazione geospaziale. In particolare,
in Italia, è stata creata un’apposita
Divisione, la Named Accounts & Projects
che ha come obiettivo l’approccio alle
soluzioni all’interno delle quali solo una
componente è rappresentata dalle
tecnologie.
In altre parole, l’eccellenza tecnologica
che continua ad essere, in casa
Intergraph, comunque altissima - è uno
degli strumenti per raggiungere
l’obiettivo strategico dell’azienda che
rimane quello di porsi come partner
leader dei propri utenti negli sviluppi
progettuali complessi in ambito IT.
Geomedia – Diversi segmenti di
mercato come Communication,
Government, Military e Intelligence,
Trasportation e Utility sono strategici
per una azienda di livello come
Intergraph. Ci puoi rappresentare la
visione della vostra azienda in Italia su
questi settori?
C.M. - E’ sotto gli occhi di tutti che in
ognuno di questi segmenti di mercato si
registrano forti spinte all’innovazione e
allo sviluppo di applicazioni integrate
nei propri processi di IT piuttosto che di
sole applicazioni geografiche o
geospaziali “isolate”. Pur rimanendo
viva l’esigenza di rispondere con
soluzioni “puntuali” ad una determinata
esigenza applicativa, è divenuta sempre
più urgente e critica la necessità di
sviluppare sistemi integrati che possano
trarre vantaggio dalla tecnologia
geospaziale e divenire il “collante” di
tutti i propri sistemi informativi
aziendali. Ciò è vero sia nel caso di
grandi utenti come, ad esempio, RFI -
Rete Ferroviaria Italiana, Wind
Infostrada, l’Istituto Geografico Militare,
ma anche per realtà più piccole anche
nell’ambito della Pubblica
Amministrazione Locale. In particolare,
si riscontra l’esigenza di sviluppi
progettuali complessi anche all’interno
delle PA locali e centrali che si stanno
ponendo in modo più propositivo, e
stanno cercando di mettere a frutto le
proprie esperienze anche in settori che
non sono tipici della propria
organizzazione. Ci troviamo di fronte
Regioni che propongono le loro capacità
progettuali ad altre Regioni, o enti come
Ferrovie che si propongono per il
supporto nello sviluppo progettuale e
l’integrazione di progetti con altre
aziende pubblico-private. Tutto ciò vuol
dire che sta cambiando l’approccio al
problema, al modo di investire su
tecnologie e know how.
Stiamo attraversando una fase in cui
non si guarda solo allo sviluppo delle
proprie soluzioni, destinate a risolvere le
esigenze interne, ma ad una visione più
lungimirante, che prende in esame il
ritorno sugli investimenti grazie alla
replica delle proprie conoscenze, delle
capacità dei propri professionisti e la
messa a frutto della propria esperienza
su altri potenziali utenti. In questa
maniera i nostri clienti diventano tutti
potenziali partner progettuali con i quali
proporsi ad altri clienti. Per Intergraph
questo modo di operare è diventato
molto importante e rappresenta la
classica “win-win solution” anche perché
per il cliente è un forte vantaggio il fatto
di poter avere un alto ritorno dagli
investimenti effettuati in ambito IT.
Solo per fare un esempio, molte delle
applicazioni e delle esperienze
progettuali che si stanno sviluppando
per Regione Friuli-Venezia Giulia o per
Regione Liguria potranno essere
proposte - insieme con i partner IT delle
stesse - Insiel e Datasiel - ad altre
organizzazioni sia pubblico che private.
Il caso di queste due Regioni è
sintomatico di un approccio alla
cooperazione applicativa in Italia e
all’estero che stiamo portando avanti
anche con altri utenti quali, ad esempio,
Regione Veneto, RFI, WIND Infostrada,
Touring Club Italiano e molti altri.
Insomma, una cosa è approcciare le
esigenze interne del cliente - del quale
cerchiamo comunque di supportare i
processi architetturali ed organizzativi
non solo attraverso le tecnologie, ma
anche attraverso la capacità di replicare
progetti già realizzati; altra cosa è quella
di proporci insieme a questi clienti, per
applicazioni e progetti simili che
sfruttino queste competenze e capacità
progettuali interne anche su altri utenti.
E’ un meccanismo che funziona perché
anche gli enti pubblici sono sempre più
incentivati alla produttività e alla
riproposta delle proprie soluzioni
all’esterno.
Questo è per noi un approccio
strategico, soprattutto nell’area del
government - dove lavoriamo con
grandi partner e su grandi realtà - così
come nel settore delle utilities e delle
telecomunicazioni, dei trasporti, del
Military & Intelligence e della Homeland
Security, tutti settori per noi di più alto
interesse e per i quali abbiamo
sviluppato, negli anni, forti competenze
applicative, progettuali e sui processi
che le caratterizzano.
Esiste, inoltre, un ampio mercato di
soluzioni applicative puntuali che
rappresenta un’opportunità di mercato
considerevole . Per potere supportare tali
esigenze, SG&I Italia si è strutturata con
una forte offerta applicativa e
commerciale di canale e che viene
gestita attraverso la collaborazione con i
propri Partner.
Ad oggi SG&I Italia può contare su
più di 30 Partner certificati e che fanno
parte del Programma Synergy: un modo
specifico di operare insieme che può
andare dal Synergy RSP (Registred
Solution Providers), fino al Synergy RRL
(Registred Research Laboratiories),
ovvero partner che, grazie alla propria
connotazione di Enti Educational,
possono utilizzare gratuitamente le
tecnologie Intergraph a scopo didattico e
divulgativo, passando attraverso il
programma specifico per i partner
progettuali RSC (“Registred Solution
Centers”).
Grazie alla presenza di questo
complesso e completo network di
collaborazioni aziendali e professionali,
Intergraph Security , Government &
Infrastructure Italia - è in grado di
coprire l’intero spettro di esigenze
applicative e progettuali finalizzate alla
soddisfacimento delle proprie strategie
di mercato.
GEOmedia 1 2005 23
R E P O RT S
Geomedia – Nonostante il forte
orientamento aziendale ai progetti, la
tecnologia di Intergraph è sempre alla
base delle sue soluzioni. Quali sono i
prodotti consolidati sui quali prosegue
l’offerta aziendale in questo periodo di
forti cambiamenti nel mondo dell’IT?
C.M. - Quanto ai prodotti, possiamo
dire che Intergraph ha deciso di
consolidare la propria offerta su 5
categorie principali, tra esse integrate e
tutte rientranti nel nuovo approccio
orientato alle soluzioni: la famiglia di
prodotti Z/I (Zeiss/Intergraph) Imaging,
che copre le esigenze HW e SW di
fotogrammetria digitale, di remote
sensing e di image processing; la
famiglia GeoMedia- G/Technology, che
rappresenta l’offerta di soluzioni
geospaziali per la gestione, l’analisi e la
distribuzione del dato; i prodotti della
famiglia IntelliWhere , che si occupano
della gestione di problematiche di
Location Based Services e di workforce
automation, la famiglia dei prodotti di
produzione cartografica di alta qualità;
e, infine, la famiglia di prodotti leader
nel mondo per lo sviluppo di progetti
relativi alla Public Safety, ovvero
destinati all’approntamento e alla
gestione delle sale operative di
emergenza e facenti parte dell’offerta
I/CAD (Computer Aided Dispatching).
Se l’esigenza dell’utente, quindi, è
quella di gestire un unico flusso di
lavoro in ambiente GIS (acquisizione,
gestione e analisi, distribuzione,
produzione, output) per necessità
semplici o complesse, le soluzioni
integrate Intergraph sono – ad oggi – le
uniche che permettono di raggiungere
tale obiettivo in un ambiente aperto,
modulare e integrabile nei sistemi
informativi pre-esistenti.
Geomedia – Un’ultima domanda
riguarda il mercato italiano. Parliamo di
dati geospaziali, innovazione
tecnologica, ecc. A parte la Pubblica
Amministrazione, quello che vorremmo
sapere è come si comportano le aziende;
se sono in grado di capire l’importanza e
l’innovazione delle informazioni
georeferenziate; se ne colgano le
opportunità di far crescere il business,
oltre che per gestire meglio le proprie
attività. Rispetto al mercato italiano,
qual è la tua visione delle informazioni
geopaziali sulle aziende e, perché no,
sugli uomini?
C.M. - In generale il mercato è molto
più attento e innovatore di quanto non
appaia e anche i Clienti del settore
pubblico hanno sviluppato capacità di
comprensione della complessità dei
progetti e stanno lavorando per un forte
rinnovamento del know-how e delle
capacità tecniche delle proprie risorse
interne.
Il nostro ruolo – oltre a quello di
fornire soluzioni tecnologiche sempre
all’avanguardia - deve, però, essere
anche quello di sostenere quegli utenti
che, nonostante l’esistenza di un
programma di sviluppo progettuale
moderno ed innovativo, a volte non
hanno la capacità organizzativa ed
economica per soddisfare appieno tale
esigenza con risorse umane ed
economiche interne. E’ il caso, ad
esempio, di molte realtà locali verso le
quali il nostro approccio è basato su
un’offerta consulenziale e organizzativa
“in partnership”, prima che su una
proposta tecnico-economica finalizzata
alla semplice fornitura di prodotti e
servizi. Si tratta di affrontare questa
tipologia di utenti con un lavoro
congiunto di crescita interna
all’organizzazione degli utenti per
permettere loro di migliorarne la
capacità progettuale e di dare loro la
possibilità di sviluppare dei programmi
a lungo termine senza l’affanno
dell’incertezza dei propri sviluppi.
In molti casi, però, il problema risiede
nella impossibilità da parte degli utenti
di pianificare i costi progettualiorganizzativi,
quelli relativi alla
produzione/acquisizione dei dati
necessari e quelli dei prodotti-tecnologie
che, nonostante il processo di downpricing
degli stessi, continuano a
rimanere una voce critica nei bilanci
delle nostre PA.
Per potere aiutare tali utenti nella
propria crescita progettuale, Intergraph
SG&I cerca di supportare tali esigenze
attraverso una serie di proposte in
partnership che vanno dal supporto alla
pianificazione dei processi di
acquisizione dei dati – per rendere gli
stessi meno costosi e più mantenibili nel
futuro – al supporto della corretta
pianificazione organizzativa e
progettuale nel breve e medio-lungo
termine.
Inoltre, per quanto riguarda l’utilizzo
delle tecnologie - e laddove l’esigenza di
distribuzione delle stesse rappresentasse
un momento critico dal punto di vista
della capacità economica dell’utente –
Intergraph ha studiato una serie di
policy commerciali che dimostrano la
reale volontà della nostra azienda a
supportare progetti di utilizzo e
distribuzione consistente dei prodotti
GIS all’interno ed all’esterno
dell’organizzazione dell’utente stesso.
Una di queste policy è rappresentata
da quella che Intergraph chiama
“Corporate Licence” e che si realizza
attraverso un accordo di partnership con
l’utente che gli permette, da un lato,
l’utilizzo di tutte le tecnologie
geospaziali di SG&I e, dall’altro, un
abbattimento dei costi di utilizzo,
gestione e manutenzione delle stesse in
linea con le esigenze di contenimento del
proprio budget di spesa. Molte
Corporate License sono già attive in
Italia ed all’estero con importanti utenti
pubblici e privati e molte altre sono in
fase di discussione. Ciò permette e
permetterà a questi utenti di potere
implementare progetti di sviluppo e
distribuzione tecnologica di ampio
respiro senza doversi curare dei costi
elevati della tecnologia ma potendo
pianificare i propri investimenti nei
processi applicativi e organizzativi che, a
conti fatti, rappresentano il reale valore
aggiunto nell’ambito di sviluppi
progettuali complessi.
A cura della redazione
24 GEOmedia 1 2005
R E P O RT S
Agli albori dell’Information
Te c h n o l o g y
La nascita di Intergraph tra
Ibm e NASA
Dal ‘69 ad oggi la vision di Intergraph è
cambiata notevolmente, e se da un lato
rimangono la storia e l’esperienza,
dall’altra si sviluppano nuove frontiere .
La mission di Intergraph oggi è mettere
i propri partner e clienti in condizione di
rendere più veloci e migliori le decisioni
operative, attraverso software e servizi di
livello superiore, organizzando e gestendo
la complessità dei dati attraverso
rappresentazioni grafiche comprensibili.
La tecnologia di Intergraph permette ai
propri clienti di rendere il mondo più
sicuro e più prospero, attraverso la
creazione di mappe intelligenti, la gestione
di asset e infrastrutture, la miglior
costruzione e l’ottimale funzionamento di
impianti e navi, l’invio di servizi
d’emergenza a chi ne ha bisogno. La
filosofia di Integraph è quella di
guadagnarsi il rispetto e la fiducia dei
clienti attraverso un totale impegno per il
loro successo, basandosi su una grande
esperienza industriale ed una lunga
tradizione di innovazione tecnologica.
Intergraph è presente in 50 Paesi, ed
ogni ufficio è in grado di dare supporto sia
a società multinazionali, con sedi sparse in
tutto il mondo, sia ad aziende, enti ed
istituzioni governative.
Coerente con questa filosofia, Intergraph
adotta tecnologie aperte e rende disponibili
i benefici dell’interoperabilità che ne
derivano. Costantemente alla ricerca della
piena integrazione tra i sistemi proprietari
e i dati provenienti da qualsiasi altro
workflow del cliente, tende
sistematicamente a massimizzare il valore
operativo delle sue banche dati.
Quotata al Nasdaq dal 1981, Intergraph
Corporation ha realizzato nel 2003 un
fatturato globale di circa 527 milioni di
dollari e 23,2 milioni di dollari di utili al
netto delle tasse. Conta 3.000 dipendenti
distribuiti fra il quartier generale di
Huntsville e i centri di vendita e assistenza
presenti negli Stati Uniti e nel resto del
mondo.
Negli ultimi anni Intergraph ha rivisto in
modo profondo la propria politica
strategica e commerciale e ha dismesso
attività non core business come il settore
dell’hardware per potersi concentrare su
settori ad alto valore aggiunto e ad alta
redditività. Si presenta oggi sul mercato
mondiale come il primo system integrator
nel settore GIS per complessità dei progetti
seguiti e valore della produzione.
In un settore in cui l’innovazione è la
principale fonte di successo, Intergraph
investe annualmente in ricerca e sviluppo
(R&D) una quota che si aggira intorno al
10% del proprio fatturato.
Intergraph Italia
Intergraph Italia è la filiale italiana di
Intergraph Corporation (Huntsville,
Alabama, USA), ed è presente sul territorio
italiano dal 1983 con sedi a Milano e
Roma.
Intergraph Italia, che è direttamente
posseduta dalla casa madre, conta 33
dipendenti divisi tra le due sedi operative
ed ha realizzato nel 2003 un fatturato
superiore ai 12 milioni di Euro.
Intergraph Italia, ed in particolare la
Divisione SG&I, Security, Government &
Infrastructure, ha anche portato a termine
– con successo - un profondo processo di
certificazione dei propri Partner, che
rappresentano un ulteriore risorsa
destinata allo sviluppo, formazione e
supporto dei progetti e degli Utenti.
La divisione SG&I
Un numero sempre maggiore di persone
accede oggi alle informazioni GIS,
superando i vincoli dei formati proprietari.
Il GIS di Intergraph è il mezzo più efficace
per comunicare informazioni globali in un
contesto geografico. La missione della
società è proprio quella della
“comunicazione geografica”, un approccio
che consente di riunire le diverse isole di
automazione all’interno di
un’organizzazione, attraverso l’adozione di
metodologie standard di comunicazione e
di database aziendali unificati.
All’interno della Divisione Security,
Government & Infrastructure, esistono
delle strutture dedicate a particolari
segmenti di mercato quali:
IntelliWhere: costituita nel 2001 per
rispondere all’esigenza di focalizzazione
dei nuovi mercati dei servizi Location
Based, ovvero per offrire soluzioni e servizi
che sfruttino la possibilità di localizzazione
di un terminale mobile o di un terminale
Internet. Gli operatori telefonici, gli
operatori Internet, e le aziende private che
devono organizzare una forza lavoro sul
territorio, possono usufruire di una
piattaforma tecnologica messa a punto da
Intergraph così come di soluzioni integrate
sulle esigenze del Cliente;
Public Safety & Homeland Security:
dedicata allo sviluppo di sistemi complessi
per la gestione delle sale operative di
emergenza e della security in generale e
che costituisce, ad oggi, l’assoluto leader di
mercato nel settore;
Utilities & Communication: per lo
sviluppo di progetti dedicati alla
Tre ingegneri IBM del Progetto Saturno, nel
Febbraio 1969, fondarono un piccola società di
consulenza
progettazione, gestione e manutenzione di
infrastrutture inerenti agli operatori del
mercato delle utilities e delle
telecomunicazioni;
Zeiss/Intergraph Imaging: leader di
mercato per le soluzioni hardware e
software di fotogrammetria digitale e di
remote sensing;
Transportation: per lo sviluppo di
progetti dedicati alla progettazione,
gestione e manutenzione di infrastrutture
inerenti agli operatori del mercato dei
trasporti.
All’inizio del 2004 Intergraph Italia ha
consolidato una riorganizzazione che ha
determinato la nascita della struttura
“Named Accounts & Projects Division”
dedicata al supporto di grandi clienti
mediante la fornitura di soluzioni chiavi in
mano dove è prevista sia la semplice
fornitura di prodotti sia quella di servizi di
integrazione e consulenza al fine di
adattare ed ottimizzare l’uso del sistemi
informativi territoriali. SG&I si configura
come un vero e proprio partner per la
gestione dei processi di innovazione,
mettendo a disposizione dei Clienti
un’offerta tecnologica e di servizi che la
pongono tra le aziende leader nel settore
delle “turn key solutions”.
Tra i principali clienti di SG&I troviamo:
Pubblica Amministrazione Centrale e
Locale: oltre 400 fra Comuni, Provincie
e Comunità Montane e 6 Regioni;
Trasportation: Rete Ferroviaria Italiana
(Gruppo FS) con la quale Intergraph ha
stipulato un accordo Corporate che la
qualifica come partner tecnologico e
permette ad FS di utilizzare liberamente
le tecnologie Intergraph;
Aziende del comparto Utility come
ENEL, Wind, ACEA, ARIN Napoli,
Acquedotto Vesuviano, Sogeas Siracusa,
Asa Livorno, Fiorentina Gas ed altre;
Difesa: tutti gli enti cartografici militari
(IGMI, CIGA ed IIM), Stato Maggiore
Difesa;
Produzione Cartografica : Touring Club
Italiano, Automobile Club Italia,
Consorzio Venezia Nuova
GEOmedia 1 2005 25
R E P O RT S
Generazione di ortofoto
ad alta risoluzione su
scansione laser
Proposta di una nuova
tecnologia con caratteristiche
di produttività e standard
qualitativi di tipo cartografico
Lo scopo del pre s e n t e
contributo è la de scrizione di
una proc edura per la
realizzazione di ort of oto ad
alta risoluzione. Si suppone
di ut ilizzare come dati in
i n g r e s s o
supe rfici acquisit e mediante
laser scanner
e fotogra mmi ad alta
r i s o l u z i o n e .
La procedura pro p o s t a ,
c o n c r e tizzata in un soft ware
denominato ZMap-Lase r è
volta all’ottenim ento di
ela borati quali:piant e,
p r ospetti, sezioni, curve di
livello, ortomosa ici idonei
alla pro g e t t a z i o n e
a r chitettonica ed
ingegneristic a.
I n o l t r e ZMap-Laser genera
un modello raste r 3d al alta
risoluzione dalla im mediata e
intera ttiva fruibilit à.
Il nostro obiett ivo è quello
di tratta re le nuvole di punti
in modo da: o t t e n e re un
e laborat o idoneo e conforme
alle tradizionali
r a p p r e s e n t a z i o n i
a r chite ttoniche e di ott enere
un modello raster 3D ad alta
risoluzione , fruibile in modo
semplice ed interattivo pur
se costit uito da qualche
de cina di m ilione di punti.
Z m a p - L a s e r
Elaborazione di modelli ottenuti
mediante scansione laser.
Generazione di ortofoto con qualità e
produttività di tipo cartografico.
Compilazione di modelli streaming
per 3dPix. 3dPix è il nostro navigatore
in grado di gestire modelli raster3d di
milioni di punti con tempo di
visualizzazione prossimo a zero.
Piante, prospetti, sezioni, profili, curve
di livello e ortofoto generati da
scansioni laser, possono finalmente
raggiungere i livelli qualitativi degli
elaborati tradizionali.
Nessun limite alla dimensione dei
modelli, al numero di fotogrammi da
mosaicare, alla dimensione delle
ortofoto generate e tutto questo con
tempi di elaborazione sorprendenti.
Un buon lavoro durante l’acquisizione
strumentale ed una buona camera
digitale da usare con metodo, sono gli
unici presupposti necessari per
ottenere una serie di tavole corredate
di parametrature, cartigli,
tematizzazioni ed altro, adatte a
valorizzare al meglio il frutto del tuo
lavoro.
Un solido CAD cartografico è
l’ambiente di lavoro sul quale
costruire i tuoi elaborati.
Nel CAD di ZMap trovi tutte le
potenzialità offerte dall’editing
vettoriale e raster avanzato, con tipi di
linea, layer, spessori campiture,
immagini, mosaici, impaginazione,
stampa e molto altro ancora.
di Francesca Ceccaroni
Gestione della superficie
Nessun limite alla dimensione del
modello (nuvola di punti) importabile.
Razionale suddivisione del modello in
prospetti e piante.
Gestione delle superfici con tempo di
attesa minimo (frazioni di secondo), per
la visualizzazione e l’elaborazione.
Editing della superficie:
Perimetratura (scontorno)
Foratura
Riempimento lacune
Riparazione automatica di mancanze
sparse
Correzione automatica dei
sottosquadro (lacune dovute alle
ombre d’acquisizione)
Correzione dell’effetto bordo
Riempimento con superfici a gradiente
Secchiello
Timbro
Operazioni booleane
Rappresentazione della superficie:
Falsi colori in funzione della quota
Shading cartografico
Colore proprio dei punti
P r e p r o c e s s i n g
r a d i o n o m e t r i c o
Modulo PhoTone per la compensazione
radiometrica ed equalizzazione
cromatica dei fotogrammi.
26 GEOmedia 1 2005
R E P O RT S
Gestione dei fotogrammi
Orientamento:
Trasformazione Lineare Diretta (DLT)
per camere non metriche
Spatial resection (Piramide inversa)
per camere metriche
Import di orientamenti preesistenti
Nessuna limitazione alla dimensione dei
fotogrammi.
Nessuna limitazione al numero dei
fotogrammi.
Correzione radiometrica sul singolo
fotogramma.
P r o i e z i o n e
dei fotogrammi
Mediante tecnica di warping pixel a
pixel convenzionale.
Mediante tecnica di true othophoto.
M o s a i c o
Individuazione delle linee di taglio
ottimali mediante algoritmo LPV (Luogo
dei Punti Vicini) cfr. Articolo Atti ASITA
2004.
Calcolo automatico dei percorsi delle
linee di taglio mediante algoritmo di
programmazione dinamica PPD. cfr.
Articolo Atti ASITA 2004.
Editing interattivo delle linee di taglio.
Equalizzazione cromatica delle immagini
componenti.
Nessun limite alla dimensione del file di
mosaico risultante.
E d i t i n g
Editing vettoriale e spolvero.
dell’ortomosaico realizzato.
Proiezione del vettoriale sulla superficie
3d.
Parametratura automatica.
Suddivisione automatica in tavolette per
stampa a settori.
Stampa diretta.
N a v i g a z i o n e
Composizione con modulo master del
modello navigabile.
Compilazione del file di stream per il
modulo 3dPix.
3dPix è un navigatore real-time di
modelli raster 3d realizzati on ZMap.
3dPix è gratuito e puoi distribuirlo ai
tuoi clienti assieme ai file di
navigazione.
3dPix visualizza file enormi (anche
decine di milioni di punti) in modo
istantaneo, con la massima ricchezza di
dettaglio e senza necessitare di hardware
particolare.
Il risultato è sorprendente per l’efficacia,
rapidità ed impatto visivo.
Caso applicativo
La rappresentazione in falsi colori
evidenzia piuttosto bene le lacune
presenti sulla superficie. Per correggere
correttamente la mancanza è opportuno
ricondursi alla causa che l’ha generata.
Vediamo solo 3 esempi.
Nel primo caso la parte mancante è
dovuta al sottosquadro degli aggetti
orizzontali.
Questa viene riempita estrapolando
l’andamento verticale della superficie
più arretrata fino all’intersezione con la
parte esistente della superficie più
avanzata.
Nel secondo caso la parte mancante è
dovuta trasparenza della vetrata, per cui
lo strumento non ha potuto rilevare il
tempo di volo del raggio e quindi la
posizione del punto.
Questa viene riempita mediante il
calcolo di una superficie piana il cui
andamento è interpolato sui valori di
contorno di ciascuna area mancante.
Nel terzo caso la parte mancante, di
piccole dimensioni è dovuta sia alle
ombre che i particolari dell’oggetto
proiettano sull’oggetto stesso (foglie del
capitello), che ad eventuali piccoli errori
di assemblaggio della superficie.
In questo caso si usa un filtro di tipo
Thin-Plate-Spline, vale a dire un
interpolatore che simula l’andamento
delle deformazioni di una piastra sottile
vincolata a passare dai punti adiacenti
alla mancanza di cui sono noti i valori.
Sono stati messi a punto molti
strumenti specifici per la finitura della
superficie così da consentire
l’ottenimento del prodotto finale in
pochi minuti.
Per ottenere un risultato professionale,
le immagini devono essere acquisite con
camere fotografiche di idonee
caratteristiche ottiche e qualitative.
LA QUALITA’ DELL’ELABORATO
FINALE DIPENDE
SOSTANZIALMENTE DALLA
QUALITA’ FOTOGRAFICA DELLE
IMMAGINI.
È senz’altro preferibile utilizzare camere
dotate di certificato di calibrazione, per
le quali cioè sono state effettuate prove
di laboratorio al fine di conoscerne con
precisione le caratteristiche metriche,
cioè:
Punto principale (x0,y0)
Lunghezza focale (c)
Distorsioni (k1,k2)
In alternativa (in mancanza cioè di
certificato), il software consente di i
punti del modello fotografato come
poligono di calibrazione.
Questo processo che definiamo di Auto-
Calibrazione, utilizza un metodo di
Bundle-Adjustment per ottenere i
parametri della camera su ciascun
fotogramma.
È pertanto possibile utilizzare, con le
opportune dovute cautele, anche
obiettivi a focale variabile (zoom).
Una particolare attenzione deve essere
destinata alla ripresa fotografica.
Questa deve prevedere la realizzazione
di un adeguato piano preventivo in
GEOmedia 1 2005 27
R E P O RT S
modo da distribuire i fotogrammi
strategicamente sul soggetto, con:
adeguata ricopertura reciproca
minimo scorcio
massima omogeneità cromatica
idonea illuminazione
L’associazione dei punti è molto rapida
in quanto viene aiutata dal software che
si approssima automaticamente sulla
zona d’interesse; è così necessaria solo
una rifinitura della collimazione.
Vengono inoltre proposte in sequenza
tutte le immagini che contengono il
punto in esame.
In breve, i punti necessari (16 su tutto il
prospetto), sono stati collimati.
Viene lanciato il calcolo di
compensazione che ci propone la tabella
dei residui per ciascun fotogramma. Il
calcolo di compensazione viene risolto
mediante metodo di Spatial-Resection
utilizzando le equazioni di collinearità.
I fotogrammi vengono successivamente
proiettati sulla superficie. La loro
parziale sovrapposizione consente la
copertura completa dell’oggetto .
È pertanto necessario individuare una
strategia in grado di minimizzare questo
fenomeno, assegnando a ciascuna
immagine un’area di pertinenza che sia
la più prossima possibile al suo centro
geometrico (punto principale).
La suddivisione viene effettuata
mediante il cosiddetto “Diagramma di
Voronoi”.
Il calcolo delle linee di taglio fornisce la
base sulla quale effettuare la finitura
delle linee stesse, privilegiando i
passaggi attraverso i contorni naturali
dell’architettura.
La proiezione di ciascun fotogramma
viene controllata per quanto riguarda la
risoluzione, l’equalizzazione cromatica,
la selezione di aree d’interesse e la
gestione delle aree di occlusione.
Ciascun fotogramma genera proprie aree
di occlusione che sono determinate dalla
posizione del punto di presa rispetto
all’oggetto.
Il vantaggio di poter utilizzare diverse
prese fotografiche da altrettanti punti di
vista permette l’integrazione delle aree
occluse mediante la collaborazione tra le
immagini.
Si noti come i due fotogrammi siano
collaborativi. Il fotogramma scattato da
sinistra ha occlusioni a destra
dell’aggetto. Quello scattato da destra, il
viceversa.
Il mosaico delle zone non occluse
avviene con il criterio delle aree di
pertinenza.
Il riempimento delle aree occluse
avviene prelevando i pixel
dall’immagine, non occlusa, con il
punto principale più prossimo all’area in
esame.
La procedura, completamente
automatica, ma controllabile attraverso
parameri di controllo, conduce alla
produzione di un ortomosaico
caratterizzato da:
Nessun limite alla dimensione del file
mosaico
Ad ogni pixel è associata una tripletta
di coordinate X,Y,Z
Generazione automatica delle
parametrature
Stampa in scala su plotter di ogni
formato
Facile vettorizzazione con tipi di linea,
spessori, colori, layer, campiture, ecc
Overlay vettoriale su raster
Proiezione sulla superficie 3d del
vettoriale tracciato
Tracciamento automatico di profili e
curve di livello
L’intento della produzione di elaborati di
tipo cartografico partendo da scansioni
laser è stato raggiunto, così come quello
di poter gestire agevolmente i modelli
raster 3d ad alta risoluzione
conseguentemente generati.
Autore
DR. FRANCESCA CECCARONI
francesca.ceccaroni@menci.com
Menci Software
Via Martiri di Civitella, 11
52100 Arezzo
tel. 0575/300552
info@menci.com
28 GEOmedia 1 2005
R E P O RT S
Il GIS
sulle note
di violino
L
a conferenza della comunità
GIS italiana senza ombra di
dubbio può essere assimilata
alla annuale conferenza degli Utenti
ESRI, che per presenza e temi non ha
eguali ne come appuntamento nÈ come
presenze. Non ce ne vogliano gli altri
players delle tecnologie GIS, nÈ tanto
meno gli organizzatori di altre
conferenze nazionali quale ASITA.
I temi proposti da ESRI Italia sono
stati costantemente negli ultimi anni
una indicazione che ha portato
innovazione e dibattito, ponendo le
tecnologie GIS fuori dai confini
prettamente tecnici e accompagnando
invece gli utenti e tutti noi operatori
della geomatica verso orizzonti che ben
rappresentano la modernit‡ del nostro
tempo, tra il mondo impalpabile del
BIT e la materia vera del nostro agire,
ancora e sempre legata all’atomo.
La conferenza ESRI, quindi, è ormai
solita stupirci, tra cultura vera e cultura
tecnica, tra territorio e informatica,
senza perdere la bussola della
conoscenza, geografica nel nostro caso,
ma pur sempre conoscenza necessaria ad
identificare i confini e i limiti del nostro
operare in un territorio intriso di
significato, simbolico e materico allo
stesso tempo.
Quest’anno il motto coniato per la
conferenza era Quest’anno il motto
coniato per la conferenza era GIS: il
linguaggio della conoscenza
geograficaGIS: il linguaggio della
conoscenza geografica, quindi quanto di
meglio per esprimere che il GIS integra
informazioni, discipline, procedure,
organizzazione, ed è un aiuto potente
per il supporto alle decisioni, divenendo
- come afferma il presidente di ESRI
Italia Bruno Ratti - la koinè dialectos
per la creazione e la condivisione della
conoscenza geografica. Il GIS è
diventato veicolo per l’interscambio di
esperienze e conoscenza geografica in
tutti i campi, ad ogni livello della
società.
La duplice valenza del GIS,
tecnologica e semiologica - E’ stata il filo
di Arianna che ha condotto gli utenti di
ESRI nella due giorni densa di sessioni,
incontri e momenti di relax.
Da citare, nella serata del primo
giorno di conferenza, l’assegnazione del
premio Mondo d’Oro, istituito dalla
neonata associazione Geoknowledge
Foundation, sul quale torneremo con
una informazione più dettagliata nel
prossimo numero delle nostra rivista.
Non ultima, poi, tra gli avvenimenti,
la presenza di uno dei padri fondatori
del GIS a livello mondiale: il Negroponte
della geografia intelligente - Jack
Dangermond, fondatore di ESRI Inc. -
quest’anno ha deciso di partecipare alla
conferenza degli utenti italiani, portando
un contributo della visione del GIS che
non ha pari. Questa visione sarà oggetto
di un nostro approfondimento attraverso
una intervista al mitico Dangermond che
pubblicheremo prossimamente.
Ma torniamo alle sessioni, ai temi e
all’informazione tecnica di ESRI 2005,
come sempre importante e significativa.
La seguitissima sessione plenaria si è
incentrata sul tema centrale della
conferenza, ovvero il GIS. Gli altri fitti
appuntamenti hanno affrontato i
seguenti argomenti: difesa territorio,
geodati e monitoraggio; reti
tecnologiche; strade, trasporti e
sicurezza; banche dati 2005; spatial data
infrastructure e portali; igiene urbana;
intesa GIS; db topografico;
interoperabilit‡, standard e portal tool
kit; sessione speciale city government;
governo locale, cooperazione e
interoperabilità; geomarketing e
geostatistica; beni culturali e ambientali;
SIT e governo locale; emergenza e
protezione civile; università e ricerca.
Come ogni anno le sessioni tecniche
dedicate specificamente alle tecnologie
sono state numerose, e tra esse
segnaliamo quella sui Web Service &
LBS e quella sugli ArcWeb Services,
oltre ai Workshop sulle tecnologie ESRI.
Una doverosa citazione va ai premi 8 a
conferenza italiana utenti ESRI, conferiti
ex equo ai seguenti Enti e progetti:
ACEA - Il GIS delle Reti Elettriche di
Acea Distribuzione;
ASM Brescia - La sostituzione del SIT
di ASM Brescia;
GRTN - Modelli GIS per l’Inserimento
Ambientale di Infrastrutture
Elettriche;
30 GEOmedia 1 2005
R E P O RT S
Non di solo GIS…
Nella pagina a fianco l’intervento del presidente di ESRI Inc. Jak Dangermond. Qui sopra il concerto
Edvin Marton durante la prima serata della conferenza, in basso un momento del premio Mondo D’Oro
La Conferenza italiana 2005 degli
utenti ESRI è stata un successo a tutto
tondo. L’Ing. Ratti ed il suo staff hanno
certamente motivo di essere fieri dei
risultati raggiunti. L’ampiezza e la
completezza degli argomenti trattati
nella due giorni romana hanno
richiamato un vasto pubblico, variegato
nelle professionalità ma in ogni caso
autenticamente interessato.
L’organizzazione inappuntabile ha
consentito di far scorrere fluidamente
la moltitudine di utenti dall’uno
all’altro appuntamento, il tutto gestito
con grande cortesia e affabilità.
Complimenti davvero.
Ministero dell’Ambiente - Spatial
Portal Tool Kit per l’Evoluzione del
Progetto “Atlante Italiano”;
Ministero BB.CC.AA. - ARCHEOMAR
- SIT per il Censimento e la
Salvaguardia dei Beni Archeologici
Sommersi;
Parco Nazionale dell’Arcipelago La
Maddalena - Il SIT del Piano per il
Parco Nazionale dell’Arcipelago di La
Maddalena;
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Protezione Civile - Comitato
Operativo Protezione Civile: le
Informazioni a Supporto delle
Decisioni;
Regione Piemonte - Un’Infrastruttura
Regionale di Dati Spaziali - SITAD:
Attività in Piemonte;
Regione Lombardia - Bormiomobile:
Online sulla neve;
Regione Siciliana - La Componente
Territoriale nel Catalogo Regionale
Informatizzato dei BB.CC.AA. ;
The Technology Partners - GIS
Enterprise nell’Architettura di
Business Intelligence di una Primaria
Azienda nel Media&Entertainment;
Telecom Italia - UNICA.
Concludiamo ricordando i premi per la
Poster Session:
UNIVERSITA’ DI PISA - Mu.S.A.
(Multicriteria Spatial Analysis):
Implementazione ed Applicazione di
Valutazione Multicriteri su
Piattaforma GIS;
CESI - L’uso del GIS nella Stima degli
Accumuli e Rilasci di Sedimenti nei
Grandi Invasi;
ENEA Bologna e Provincia di Ferrara
- Ricostruzione della Batimetria della
Sacca di Goro (Fe): un’Applicazione
del Geostatistical Analyst di ArcGIS.
Un accento particolare va posto alla
felice e coraggiosa scelta dei personaggi
cui è stata affidata la conduzione della
serata “Mondo d’Oro”: attori e musicisti
che non hanno nascosto la loro
estraneità al settore geografico ma che -
nonostante, o forse proprio per questo -
hanno saputo tener desto l’interesse dei
conferenzieri fino a tarda ora. Non di
solo GIS…!
L’eloquio fluente di Simona Izzo, le sue
simpatiche gaffes (insistente e convinto
il suo riferimento allo “tsumani”), le
sue ripetute irruzioni sugli affari
personali propri ed altrui (in palese e
voluta violazione di ogni legge sulla
privacy), hanno sdrammatizzato e reso
godibile persino il rito, per definizione
noioso, della consegna dei premi.
Nemmeno uno sbadiglio!
Ed è col concerto del giovane e
fascinoso violinista ungherese Edvin
Marton che si è raggiunta l’apoteosi. Si
è assistito ad una esecuzione di pezzi
classici arrangiati in chiave moderna
che ha sedotto giovani e non,
intenditori e profani, tutti uniti in una
unica ovazione per un musicista
celeberrimo nella sua terra d’origine
ma ancora poco conosciuto dal
pubblico italiano, del quale però è certo
che sentiremo molto parlare in futuro.
Applausi – tutti meritati - da spellarsi le
mani. Nessuno voleva lasciarlo andar
via. E invece dopo il bis, ed il ter,
Marton non si è più concesso al
pubblico entusiasta dei geomatici.
Quella voluta dalla Conferenza è stata
la sua prima esibizione nel nostro
Paese. Un giorno gli utenti ESRI
potranno dire: “Io c’ero”. Ingegner
Ratti, grazie!
Isabel Gramesón
GEOmedia 1 2005 31
I N T E R V I S TA
Il mondo della geomatica è
s t rettamente legato alla capacità
delle aziende di fare
innovazione, così come alla
capacità degli operatori e dei
committenti di capire la
necessità di un nuovo modo di
p ro d u r re, gestire ed intro d u r re
nella quotidianità queste stesse
i n n o v a z i o n i .
GPS, stazioni totali ro b o t i c h e ,
sistemi laser per il rilievo
a rchitettonico e per il rilievo
territoriale, sono solo alcune
delle soluzioni geotopografiche
che una azienda come Tr i m b l e ,
da sempre leader nel settore del
GPS, ci propone tra le sue
soluzioni di ultima generazione.
Infatti Trimble è ormai detentrice
dei più diffusi marchi e pro d o t t i
che hanno contraddistinto il
mondo del rilievo
geotopografico degli anni ‘80
(Zeiss, Geotronics, etc.), delle
ultime soluzioni nell’ambito del
laser scanner (Mensi...), nonché
di piattaforme per il rilievo
a e rofotogrammetrico come la
famosissima Applanix, senza la
quale ormai quasi nessun rilievo
da piattaforma aeroportata può
e s s e re condotto.
Addentriamoci quindi nel
mondo delle soluzioni avanzate
per la geomatica, attraverso una
intervista al Presidente di
ASSOGEO, distributore unico
per l’Italia delle soluzioni
Trimble per il rilievo topografico
e per il rilievo territoriale come il
GPS e le soluzioni avanzate del
VRS, vera e propria rivoluzione
c o p e r nicana nel campo del GPS
per il rilievo di precisione e per
il m a p p i n g G I S .
Le tecnologie
per il rilievo
territoriale e
g e o t o p o g r a f i c o
Un network di competenze
targato Tr i m b l e / A s s o g e o
I n t e r vista a Ermanno Dalla Fiora, presidente di A S S O G E O
Geomedia - Il mercato italiano del
settore geotopografico sembra essere in
continuo cambiamento ma, a differenza
di molti paesi europei, in Italia sembra
più un problema di posizioni piuttosto
che di sostanza, ovvero di margini. Ci
sembra importante avere un suo punto
di vista, dato il suo ruolo di presidente
del gruppo ASSOGEO, che in sostanza
rappresenta le soluzioni TRIMBLE per il
settore geotopografico e del laser
scanner in Italia.
E. D. F. - Il mercato italiano sta
cambiando, ed è in continua crescita. Le
nuove tecnologie richiedono sempre più
specializzazioni; Trimble Assogeo offre
(a differenza di altre aziende) soluzioni
ed integrazione fra i vari prodotti. Un
esempio: formiamo circa 200 tecnici
professionisti ogni anno, con corsi
avanzati sull’uso GPS, ormai tecnologia
di punta per il rilievo in tutti settori, ed
oltre 800 clienti con un addestramento
altamente personalizzato. Queste scelte
ci penalizzano forse nei numeri di
sistemi venduti, ma per il prossimo
futuro ritengo che la clientela ci darà
fiducia per la serietà commerciale e ci
apprezzerà per i supporti tecnici postvendita.
Il mercato, si sa, non è fatto di
soli prodotti, ma anche e soprattutto
della capacità di supporto nella postvendita.
Ciò equivale a dire che il prezzo
per i prodotti di qualità non deriva solo
dall’hardware o dal software, ma anche
dall’innovazione che una azienda leader
a livello mondiale come Trimble è in
grado di garantire e includere nelle sue
soluzioni.
Geomedia - Trimble è da sempre stata
leader nel settore del GPS. Ha poi pian
piano costruito un aggregato delle
migliori tecnologie disponibili sul
mercato come Geotronics, Spektra,
Zeiss, Terrasat, fino all’ultimo
incorporamento di Applanix. Ci può
parlare delle soluzioni e delle tecnologie
che ci troveremo ad usare nei prossimi
anni?
E. D. F. - Ormai sono passati più di 20
anni da quando Trimble realizzò la più
importante innovazione nel campo del
GPS; ciò che permise poi al GPS di
raggiungere il grande mercato dei
topografi e degli operatori territoriali.
Nella stessa Trimble lavorava Ashjaee
Javad, il quale poi creò le soluzioni
ASHTEC e Javad.
Grazie alla sua capacità di
innovazione, Trimble ha colto al
momento giusto l’esigenza di introdurre
ed integrare nuove tecnologie, al fine di
dare soluzioni complete, che potessero
facilitare la vita al topografo moderno al
fine di potenziare l’uso GPS in ambito
geotopografico.
Fu così che il gruppo Trimble fece sua
la scelta di acquisire alcuni dei marchi
più prestigiosi nel campo della geodesia
32 GEOmedia 1 2005
I N T E R V I S TA
e degli strumenti operativi per la
topografia come Geotronics, Spektra
Precision, Zeiss, Terrasat ed altri come il
50% di Nikon e recentemente Applanix.
I gruppo, nel settore, fattura quasi 700
milioni di dollari, ed ha un andamento
positivo e in forte crescita, più del
doppio di qualsiasi altro concorrente.
Non conosco quali saranno le soluzioni e
le tecnologie specifiche che ci troveremo
ad usare nei prossimi anni. Posso
comunque garantirvi che ce ne saranno
eccome, a cominciare dal GPS: già da
ora, grazie al primo satellite con a bordo
la frequenza L2c, Trimble è l’unica
azienda al mondo con una soluzione
veramente innovativa. Sempre sul GPS,
il futuro si sta spostando rapidamente
verso le soluzioni avanzate del VRS.
Anche su questo fronte Trimble è la sola
azienda del settore ad avere in casa sia
la soluzione software basata sul sistema
VRS Trimble che la soluzione specifica
in termini di ricevitori, come il GPS
nato per costituire network VRS quali la
NetRS.
Questo è per noi un grande vantaggio
su tutti gli altri competitors. Infatti
gestire le reti VRS dal punto di vista
delle soluzioni e della tecnologia non è
banale, ed avere nel proprio listino una
soluzione appositamente studiata
permette agli utenti di stare tranquilli
sia sull’evoluzione e l’aggiornamento del
sistema, sia sulle capacità di assistenza e
di customizzazione del prodotto; senza
tralasciare il discorso del costo, che
ovviamente si riduce rispetto ai
concorrenti, non dovendo acquistare la
tecnologia VRS da altri fornitori. Sul
resto delle soluzioni e tecnologie
pensiamo che il laser scanner e la
maggiore integrazione tra i sistemi di
rilievo faranno il resto.
Geomedia - Parliamo di
organizzazione, e nel particolare di
ASSOGEO. Siete ormai diventati un
network di oltre una decina di punti
vendita, dove trovare sia soluzioni che
supporto. Puoi descriverci la struttura
aziendale e le caratteristiche della vostra
rete di supporto al cliente?
E. D. F. - Per la precisione,
ASSOGEO, distributore nazionale di
Trimble divisione “Survey”, ha 12 dealer
a copertura di tutto il territorio, i quali,
a loro volta, hanno una struttura
autonoma in grado di offrire una totale
assistenza attraverso i diversi
responsabili di settore (il GPS, le
Stazioni Totali, i sistemi Laser Scanner e
i diversi software commercializzati).
Alcuni dispongono anche di un
laboratorio di primo intervento, come le
agenzie di Parma, Caserta, Cagliari,
Palermo. Roma è in fase di
organizzazione.
Vi è poi la sede di Concorezzo
(Milano), dove il gruppo ha attivo da
molto tempo un moderno e innovativo
centro di assistenza per tutta la linea di
prodotti (Stazioni totali, GPS, ecc...).
Tutti i Centri di Assistenza sono in
grado di rilasciare una certificazione a
livello di ISO 9001. Per il 2005 si
prevede di migliorare ancora il livello di
supporto al cliente attraverso un vero e
proprio programma di fidelizzazione
basato sulla capacità di risposta delle 12
strutture nel campo dell’assistenza,
dell’offerta di corsi di formazione,
dell’organizzazione di giornate di studio,
nel fornire una pronta risposta tecnica
ed economica sul rinnovo del parco
attrezzature dei professionisti e delle
aziende che ne hanno necessità.
Geomedia - La topografia, così come il
rilievo territoriale in genere, hanno
avuto grandi benefici dall’avanzamento
tecnologico degli ultimi 10 anni: GPS e
VRS, Laser Scanner, Stazioni Totali
dotate di laser, e molteplici altre novità e
soluzioni. La vita del topografo è
significativamente migliorata dal punto
di vista operativo. Puoi darci un tuo
punto di vista sulle scelte tecnologiche
più appropriate?
E. D. F. - Trimble offre una vasta
gamma di prodotti, in grado di
soddisfare tutte le esigenze del mercato;
per esempio, per chi desidera uno
strumento meccanico, Trimble offre la
serie 3600, che ha ottime prestazioni pur
mantenendo un prezzo estremamente
competitivo. Per chi desidera invece uno
strumento motorizzato,
tecnologicamente innovativo ed
aggiornabile, esiste la serie 5600.
Per i più esigenti, è da poco
disponibile la nuovissima e
rivoluzionaria serie Trimble “S6”: un
concentrato unico della migliore e più
avanzata tecnologia ad oggi disponibile
sul mercato.
Su tutti questi prodotti possono essere
applicate le più moderne unità di
controllo con sistema operativo Windows
CE, con schermi a colori appositamente
studiati per lavorare all’aria aperta,
Bluetooth e touch screen, ma soprattutto
interscambiabili con tutti i sistemi
Trimble come i GPS della serie
5700/5800, i nuovi sistemi R7/R8
(soluzioni con a bordo la nuova
frequenza L2C). Inoltre per la creazione
di basi permanenti e reti, Trimble offre
il sistema “RS NET”, le cui
caratteristiche sono tra le più innovative
sul mercato, come si può constatare sul
nuovo sito di ASSOGEO
www.assogeo.com o su quello della
Trimble www.trimble.it.
Geomedia - E per finire una domanda
specifica sull’offerta tecnologica di
Trimble e sulla rete di supporto in Italia
rappresentata da ASSOGEO. Quali sono
i punti chiave della vostra offerta, o
meglio come vi caratterizzate nei
confronti dei clienti rispetto alle altre
aziende del settore?
E. D. F. - Al primo posto vi è
senz’altro una politica tesa a completare
la rete VRS di Trimble in Italia; una
scelta che permetterà a tutti gli utenti
di accedere alle risorse GPS in termini
di reti regionali a costi molto bassi.
Ritengo che questa scelta sarà vincente
per il prossimo futuro, offrendo inoltre
un servizio a chi è in possesso di
ricevitori di altre marche.
Al secondo posto nelle priorità
dell’azienda è invece il potenziamento
del servizio di post-vendita. Ciò anche
perché i clienti nella famiglia Trimble
sono notevolmente aumentati: ai clienti
storici AGA-GEOTRONICS (oltre 20000
utilizzatori in Italia) si aggiungono i
circa 2500 di Zeiss, gli oltre 1000 di
Trimble GPS, ed i circa 7000-10000 di
Nikon. E’ naturale che con un parco
clienti di questa importanza, la nostra
attenzione maggiore è rivolta a un
continuo supporto al cliente, offrendo
sistemi tecnologicamente avanzati e una
particolare cura alle esigenze di
innovazione e personalizzazione del
servizio. Insomma, il cliente è al centro
della nostra filosofia commerciale, sia
che abbia la necessità di sostituire il
parco strumentale, sia che abbia
necessità di un supporto tecnico come la
sostituzione temporanea degli apparati
in caso di riparazione, o il supporto in
particolari esigenze operative, come il
test di nuove tecnologie quali il Laser
Scanner, i sistemi VRS, etc.
A cura della redazione
GEOmedia 1 2005 33
R E P O RT S
Dalle informazioni
geospaziali al
Virtual Delivery
Geodatabase e
fotogrammetria nella creazione
di scenari 3D in ambito professionale
L’
uso delle informazioni
geospaziali, al contrario di
quanto comunemente si possa
pensare, é rappresentato da un’infinito
mondo di applicazioni che esulano dal
nostro quotidiano lavoro professionale.
Per capire il perché bisogna peró
scomodare le tecniche del marketing, e
provare a capire le centinaia di
applicazioni in cui il lavoro di noi
geomatici puó aiutare a costruire i
prodotti che attraggono il cosi detto
mercato consumer.
Un esempio per tutti puó senz’altro
essere quello dei sistemi di navigazione,
che partiti agli albori del GPS (1990)
come applicazioni professionali, sono
oggi diventati delle mere facility nella
vita quotidiana di qualsiasi persona.
L’antefatto piú vicino a questa tesi nel
settore delle informazioni geospaziali e
fotogrammetriche, puó essere senz’altro
considerata la soluzione Virtual GIS di
ERDAS, che vide la sua prima
implementazione nell’ormai lontano ‘96.
All’epoca il mercato del GIS non era
ancora sviluppato come ora, e il prodotto
Virtual GIS nasceva in un contesto
abbastanza visionario, ovvero unendo gli
effetti scenografici delle navigazioni 3D,
e quello professionale del GIS. Sacro e
profano quindi, da una parte i sistemi
professionali, dall’altra i sistemi
multimediali o multidimensionali
soprattutto orientati ad un mercato che
noi geomatici difficilmente riusciamo ad
immaginare nei nostri business plan. Un
tema caro alla nostra rivista; e per
rimanere nel tema, qualora ne foste in
possesso, vi invitiamo a leggere una
breve intervista ad uno dei presidenti di
ERDAS che presentammo su GEOmedia
4/2000, per renderci cosi conto di
visioni diverse dal tecnicismo
tecnologico, varcando i confini
dell’immaginazione, cosi come soli
grandi manager hanno la capacita di
immaginare.
Ma torniamo a noi e alla
presentazione di IMAGINE Virtual
Delivery, che fa parte della famiglia di
prodotti di ERDAS orientati alla
visualizzazione professionale in ambito
GIS. Come vedremo nel seguito di
questa nota, Virtual Delivery è un
applicativo per gli ambienti di
modellazione 3D di Leica, che permette
la creazione e la distribuzione di
informazioni di alto livello professionale,
anche se in una modalità da realtà
virtuale.
IMAGINE Virtual Delivery
I diversi clients geospaziali sparsi qua
e là per il mondo hanno da oggi un
alleato in più: IMAGINE Virtual Delivery
utilizza infatti il web per estendere su di
loro le enormi capacità di
visualizzazione 3D in tempo reale e di
manipolazione dei dati che possiede. Il
software rende possibile la facile e veloce
pubblicazione di interpretazioni di
terreni tridimensionali utilizzando dati
geospaziali in maniera accurata ed
interattiva, il tutto all’interno di una
singola fase di lavoro.
Grazie all’utilizzo di un plug-in
ActiveX a libera distribuzione, gli utenti
di IMAGINE Virtual Delivery potranno
sfruttare il vantaggio di trovarsi a
lavorare sempre all’interno del
medesimo ambiente di lavoro (Microsoft
Internet Explorer), senza essere costretti
ad acquistare software complementari al
funzionamento del prodotto in questione
ed evitando dunque gravose spese
aggiuntive.
Il programma sfrutta le sue invidiabili
capacità per generare rappresentazioni
tridimensionali di complessità scalabile
all’interno di IMAGINE VirtualGIS
agevolando, in un secondo tempo, la
conversione di tali risultati in formati
che ottimizzano i dati raster e del
terreno per una eventuale utilizzazione o
condivisione sul web o via CD e DVD.
Questo si traduce nella possibilità di
accedere in maniera libera ed immediata
agli strumenti di esplorazione,
permettendo il dispiegamento e lo
sfruttamento dei dati 2D e 3D
disponibili on line. L’ampia gamma di
strumenti offerti dalla soluzione
permette di muoversi negli scenari così
creati tramite le ormai comuni funzioni
di pan, zoom e flight control, saltando
immediatamente ad una specifica
caratteristica del database selezionata o
utilizzando animazioni create con
camere personalizzate. Gli utenti che
lavorano sul web potranno anche
catturare screenshots oltre che salvare e
rivedere i video creati in maniera
34 GEOmedia 1 2005
R E P O RT S
personalizzata.
Le già notevoli caratteristiche di
IMAGINE VirtualGIS, grazie a questo
add on, vengono trasferite sul web,
ampliando gli orizzonti delle
applicazioni desktop 3D dedicate alla
visualizzazione di scenari virtuali.
Le caratteristiche di Base
Tra le caratteristiche di base di Virtual
Delivery quelle della preparazione di
scenari 3D per la navigazione interattiva
via http (web) in modalità semplice e
immediata, e senza la necessità di
pesanti plug-in. L’utente oltre a navigare
nello scenario 3D preparato in ufficio e
distribuito via Web e/o su altri supporti,
può interagire con il set di dati ed
eventualmente creare un set di POI
(Point of Interest) personalizzati,
salvandoli poi sul PC. Ma vediamo nel
seguito le caratteristiche funzionali del
software.
Il web sharing e lo streaming
IMAGINE Virtual Delivery rende
possibile la conversione di
rappresentazioni geospaziali
tridimensionali di grandi dimensioni in
un formato ottimizzato per la
visualizzazione interattiva in tempo reale
su Internet e da CD/DVD tramite web
browser:
Creazione di scene 3D che permettono
all’utente di “volare” all’interno dello
scenario in tempo reale
Ottimizzazione del formato per una
efficace distribuzione in streaming
dello scenario su Internet o reti
Intranet
Generazione di Scenari 3D
geospazialmente accurati
Tramite un unico processo di facile
utilizzo, IMAGINE Virtual Delivery
completa ambienti 3D accurati dal
punto di vista geospaziale utilizzando le
seguenti fonti:
Digital Elevation Models (DEM) o
superfici topografiche
Immagini raster (ortofoto, immagini
satellitari, cartografia raster)
Dati vettoriali GIS 2D e 3D
Estrusioni 3D di dati vettoriali
Annotation layers
Nello scenario prodotto con IMAGINE
Virtual Delivery possono essere esportati
anche elementi personalizzabili quali:
Modelli 3D di tipo CAD e realtà virtuale
Animazioni e percorsi di volo
Sfondi ed elementi ambientali
Punti di vista predefiniti
Analisi e Navigazione
Interattiva dello Scenario 3D
Grazie alle enormi potenzialità di
visualizzazione tridimensionale di
IMAGINE VirtualGIS, i lavori che prima
richiedevano l’acquisto di costose
applicazioni dedicate, ora saranno svolti
tutti all’interno della stessa soluzione
con un notevole risparmio economico.
Tramite la disponibilità di un plug in
ActiveX inserito all’interno della pagina
web, qualsiasi client può aver accesso
agli scenari 3D di IMAGINE Virtual
Delivery, sfruttando la moltitudine di
strumenti creati per l’analisi e
l’esplorazione dei dati geospaziali.
Navigazione tramite mouse e tastiera
Pan, zoom e flight control
tridimensionali
Mappa di overview che visualizza
l’orientamento ed il posizionamento
della camera nello scenario
Visualizzazione delle coordinate della
camera
Identificazione delle coordinate 3D di
punti sulla superficie tridimensionale
Misurazione delle distanze sulle
superfici tridimensionali
“Fly to” automatico su punti di vista
predefiniti
Riproduzione di animazioni
Salvataggio di snapshots in formato
.BMP o .JPEG
Possibilità di registrare percorsi di
volo così da poterli rivedere e
riutilizzare in un secondo tempo per
creare dei video
Personalizzazione del
client di visualizzazione
IMAGINE Virtual Delivery permette
all’utente di personalizzare tutti gli
aspetti dell’interfaccia del browser che
può essere adattata per l’integrazione in
qualsiasi tipo di applicazione.
Utilizzo di templates già pronti per
pubblicare facilmente ed in maniera
veloce scene 3D
Creazione di templates personalizzati
con scripting JAVA ed HTML per
adattare l’aspetto ed il comportamento
del browser alle diverse applicazioni
Inserimento di punti di interesse
iniziali definiti dall’utente all’interno
dei templates
A cura della redazione
GEOmedia 1 2005 35
R E P O RT S
IMAGINE Virtual GIS
IMAGINE VirtualGIS amplia la potente e rapida visualizzazione di
ERDAS IMAGINE; grazie alle sue superiori capacità di analisi della
visualizzazione 3D oltre alle semplici funzionalità di re n d e r i n g
tridimensionale e di rappresentazione dall’alto, IMAGINE VirtualGIS
permette all’utente di cre a re facilmente ed in maniera veloce
interpretazioni virtuali del terreno. Il realismo del modello di area sul
quale si svolgeranno le analisi ed i calcoli tramite IMAGINE VirtualGIS
è assoluto: la possibiltà infatti di poter “appiccicare” sopra i DEM
(Digital Elevation Models) fotografie aeree, immagini satellitari e dati
p rodotti grazie a scanner aero t rasportati, è solo la prima parte
dell’opera. La seguente aggiunta di annotazioni, livelli di vettori GIS,
simboli, statistiche e oggetti tridimensionali dotati di texture ,
completano il lavoro e fanno di IMAGINE VirtualGIS il prodotto
all’avanguardia nel campo delle applicazioni basate su dati geospaziali.
La combinazione tra dati telerilevati e dati che appartengono
propriamente ad un ambiente GIS, con la possibilità poi di analizzare e
sfruttare i risultati per operare modifiche immediate al modello di
terreno e alle presentazioni in formato video che si possono creare
partendo da esso, sono le funzionalità di base della soluzione. L’utente è poi libero di muoversi liberamente all’interno della
scena creata scivolando su di essa o saltando direttamente da un punto ad un altro, seguendo parametri predefiniti.
IMAGINE VirtualGIS si presenta come un add on alla suite di prodotti geografici ERDAS IMAGINE, richiedendo la presenza
di uno dei prodotto in questione: IMAGINE Essentials, IMAGINE Advantage o IMAGINE Professional.
Alcune delle caratteristiche di VirtualGIS
Real-time fly-throughs of geographic data in a 3D environment - Drape vector GIS data (point, line, polygon) across
landscapes - Display vector and annotation polylines and polygons as 3D objects - Place true 3D objects into scenes - Mouse
operated 3D angular pan, zoom and flight control - Generate, edit and display flight lines - Advanced, tabular flight path
editor - Full X, Y and Z splining of flight paths - Variable pitch, azimuth, roll and speed - “Billboarded” text and symbols that
rotate to always face the observer - Optional terrain following mode - Geographically link 2D and 3D viewers - Create, manage
and optimize large data sets with the Virtual World editor - Real-time lighting effects - Stereo display capabilities - Print 3D
views using Map Composer - Wire frame and reduced resolution solids display options - Viewpoint control tool with terrain
profiles - Save and recover viewpoints with the Positions Editor - Generate intervisibility and threat analysis domes from
single or multiple observation points, from various heights and with desired viewing angles - Animate multiple features in the
3D scene - Create movies for screen and output.
Sistemi Avanzati
Sistemi Avanzati propone prodotti e tecnologie multivendor per il telerilevamento aereo e
satellitare, la fotogrammetria digitale, i sistemi informativi territoriali, la realtà virtuale e la
simulazione territoriale. Fornisce competenze e servizi per integrare i propri prodotti in
sistemi e soluzioni applicative per la Pubblica Amministrazione Centrale e Locale, la Difesa e Sicurezza Civile, le Società di
servizi e l’Industria, la Ricerca e Formazione.
Le applicazioni della Sistemi Avanzati consentono di ottenere informazioni aggiornate sul territorio integrando direttamente
nell’ambiente GIS l’elaborazione del dato geospaziale proveniente dal sensore di acquisizione (GPS, ripresa aerea, satellite),
di generare ed aggiornare database GIS 2D e 3D, di simulare l’evoluzione di eventi nello scenario territoriale 3D, di distribuire
informazioni geografiche via Intranet ed Internet.
La lunga esperienza, il solido team tecnico e manageriale, le relazioni strategiche con i principali fornitori di tecnologie, sono
i punti di forza che consentono alla Sistemi Avanzati di offrire agli utenti la migliore soluzione possibile nella realizzazione
di sistemi e soluzioni applicative.
Sistemi Avanzati ha rapporti esclusivi di distribuzione con Leica Geosystems GIS & Mapping Division, Boeing Autometric,
Visual Learning Systems ed è Business Partner di ESRI Italia.
www.sistemiavanzati.com
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A R C H E O M AT I C A
Un GIS
INTRA SITE
per la Va l l e
del Colosseo
L
o scavo del settore occidentale
dell’attuale Piazza del
Colosseo, svoltosi presso
l’area della Meta Sudans (1986-2003) e
diretto dalla Prof.ssa Clementina
Panella, ha restituito una
documentazione imponente 1 . Ad essa
continua ad aggiungersi quella prodotta
da un nuovo settore di indagini
limitrofo, sito presso le pendici nordorientali
del Palatino, aperto nel 2001 e
tutt’ora in corso di scavo.
Da questo continuo work in progress
scaturisce una interminabile messe di
dati. La documentazione grafica,
fotografica e scritta, delle stratigrafie,
delle strutture e dei materiali rinvenuti,
che rimane a testimonianza degli antichi
processi urbanistici, è andata crescendo
ed è stata soggetta ad un’interminabile
opera di aggiornamento, ricontrollo e
studio, operazioni tra l’altro ancora in
corso.
A fronte di questa interminabile
produzione di documentazione di vario
genere ci si è trovati nella necessità di
creare un nuovo sistema di
immagazzinamento e di gestione delle
informazioni, affinché il materiale
elaborato in quindici anni di scavo
presso la Meta Sudans e quello generato
dal nuovo settore di scavo presso il
Palatino “vivessero” assieme. Un sistema
in cui la verifica di tutti gli oggetti
indagati, la ricerca incrociata di dati
scritti, grafici e fotografici, fosse
agevolata non solo ai fini della
catalogazione ma anche per
l’interpretazione delle stratigrafie
di Emanuele Brienza
antiche, delle varie fasi che vanno a
ricomporre, e per i conseguenti tentativi
di ricostruzione storica dell’area.
Per agevolare il lavoro e per integrare
dinamicamente la documentazione
grafica e fotografica con le schede scritte
si è utilizzato un sistema GIS .In base
alle sperimentazioni pregresse, abbiamo
affiancato all’autopsia della
documentazione e delle stratigrafie,
un’analisi fattuale dei sistemi
informativi disponibili: questo per
operare una scelta oculata del software
GIS di base ed una sua taratura e
verifica.
La selezione si è basata su fattori ed
esigenze differenti. Il primo elemento
determinante è stato quello economico.
A questa esigenza primaria si è
affiancata la necessità di disporre di
strumenti e programmi non troppo
sofisticati il cui impiego fosse
relativamente facile da apprendere per
gli archeologi. Un altro fattore
determinante è stato l’utilizzo di
softwares eventualmente compatibili con
progetti della stessa natura e quindi di
larga diffusione.
Non trascurabile è stata poi la
possibilità di adattare i prodotti
informatici alle esigenze archeologiche,
di programmare cioè delle procedure
utili alla nostra ricerca.
In buona sostanza si è voluto mettere
in piedi una struttura informatica che
fosse agile nei costi e nell’uso, dedicata
alle esigenze specifiche dello scavo
archeologico stratigrafico ma allo stesso
tempo ricollegabile a progetti diversi,
A rcheomatica: un nuovo termine
coniato in assonanza con
geomatica, al quale vogliamo
d a re lo stesso significato ed
importanza che hanno le
discipline della rappre s e n t a z i o n e
per la Terra. Nel settore
d e l l ' A rcheologia vengono
c o r rentemente impiegate quasi
tutte le tecniche proprie della
geomatica, dai rilievi tradizionali
di dettaglio ai rilievi GPS
territoriali, dal Te l e r i l e v a m e n t o
fino alla rappre s e n t a z i o n e
p ropria dei GIS.
E s o rdiamo quindi in questa
nuova rubrica con un arg o m e n t o
r a p p resentativo sia per
l ' a rcheologia che per la
Geomatica: il Colosseo e il GIS
d e l l ' a rea di pertinenza re a l i z z a t o
d a l l ' a rcheologo Emanuele
Brienza, esperto di informatica e
sistemi informativi geografici.
svolti anche su scala territoriale più
ampia.
Utilizzando i programmi CAD
convenzionali sono state raccolte e
digitalizzate in una pianta generale tutte
le planimetrie delle strutture eseguite
durante gli anni di indagine, le piante
finali e composite in scala 1:20 e quelle
architettonico-strutturali in scala 1:50.
Nella riproduzione informatizzata delle
planimetrie è stata inoltre creata un
“topologia poligonale” affinché ogni
struttura, compresa in un poligono,
potesse essere riconoscibile nelle sue
superfici e nel suo volume e connessa
alla propria documentazione scritta,
grafica e fotografica.
In pianta sono presenti le linee delle
sezioni e dei prospetti che rappresentano
invece una “topologia lineare”.
Selezionando una di esse è possibile
interrogare lo scavo anche nel suo
sviluppo in profondità, oltre che
planimetrico. Lo stesso procedimento è
utilizzato per i disegni degli elevati delle
strutture.
Si è proceduto poi alla
georeferenziazione dei documenti grafici
su una base cartografica moderna.
Questa è composta dalla digitalizzazione
in formato vettoriale del catasto di Roma
effettuata dall’Ufficio per gli Interventi
Speciali nel Centro Storico su cui è
sovrapposta la nuova cartografia digitale
del Comune di Roma, realizzata in scala
1:2000 dalla Cartesia S.p.A.
Per una verifica dell’esatto
posizionamento delle aree di scavo ci si è
avvalsi di una campagna topografica
38 GEOmedia 1 2005
A R C H E O M AT I C A
effettuata nel 1999 tramite GPS a
differenziale doppio, diretta dall’Arch.
M. Fano, volta ad utilizzare i caposaldi
della nuova planimetria di Roma, allora
in corso d’opera. Nel 2001, all’apertura
del nuovo scavo sito presso le pendici
nord-est del Palatino, è stata condotta
un nuova campagna topografica,
mediante stazione totale, per impostare
una poligonale comprendente gli scavi e
riagganciata ai punti rilevati nel 1999.
Le schede relative alle unità
stratigrafiche sono state riportate in un
database sviluppato in Microsoft Access.
La sua struttura relazionale è
volutamente semplice mentre la scheda
di immissione a video conserva il
medesimo formato della scheda cartacea
approvata dall’ICCD (cfr. Fig. 1). La
scelta di mantenere un tipo di struttura
semplice si basa anche sulla necessità di
rendere intelligibile a tutti la matrice
delle tabelle 2 .
Per una maggiore standardizzazione
dei dati vari campi della scheda sono
resi compilabili unicamente tramite dei
glossari. Per quanto riguarda i campi
cronologici, come il periodo e
l’obliterazione è stata utilizzata come
glossario una tabella in cui ogni
cronologia è identificata da un numero e
da una sigla espressa in lettere:
Cod Descrizione Cod Descrizione
0 Non identificabile 14 Adrianeo
1 Orientalizzante antico 15 Antonino
2 Orientalizzante medio 16 Severiano
3 Orientalizzante recente 17 Medio imperiale
4 Arcaico 18 Costantiniano
5 Tardo arcaico 19 Tardo antico
6 Alto repubblicano 20 Alto medievale
7 Medio repubblicano 22 Basso medievale
8 Tardo repubblicano 23 Rinascimentale
9 Augusteo 24 XVII Secolo
10 Giulio-Claudio 25 XVIII Secolo
11 Neroniano (post 64) 26 XIX Secolo
12 Flavio 27 XX Secolo
13 Traianeo 28 Post-antico
Al momento dell’inserimento o
modifica è possibile selezionare, tramite
un menu a tendina, il periodo e il
momento di obliterazione delle unità
stratigrafiche. Per ciascun periodo-
obliterazione verrà registrato il
corrispettivo valore numerico da
utilizzarsi come operatore nelle formule
di estrazione dati.
Utilizzando il programma GIS
Arcview 3.2 della ESRI, la
documentazione informatizzata è stata
associata dinamicamente. Dal momento
che lo strumento è inteso come un
supporto dinamico alla ricerca
archeologica, non solamente per quanto
riguarda la catalogazione ma anche
l’interpretazione e la divulgazione delle
indagini, sono stati individuati i punti
focali da soddisfare:
A: agevolazione nella catalogazione,
nel reperimento e nella verifica della
documentazione;
B: assistenza nella periodizzazione
dello scavo; creazione automatica delle
piante di fase e di periodo e delle sezioni
interpretate;
C: compilazione di piante e sezioni
ricostruttive per interpretare gli eventi
formativi del sito archeologico;
D: ricostruzione tridimensionale dei
paesaggi e degli assetti urbani della città
antica.
Le procedure di indagine ed
interrogazione del sistema, così come
quelle di visualizzazione, raggruppate in
vari menu di interfaccia per l’utente,
sono state scritte ad hoc
mediante il linguaggio di
programmazione Avenue,
specifico della piattaforma
GIS adottata.
E’ possibile svolgere
indagini guidate sulla base
della cronologia, della
tecnica edilizia delle
strutture, dei valori
altimetrici e così via.
Nel selezionare ciascuna
delle strutture murarie in
pianta viene visualizzata una
scheda a video che riporta
gli elementi principali di
identificazione. Selezionando
vari tasti, appositamente
programmati nella finestra
di dialogo principale,
vengono visualizzati dati più
approfonditi quali i disegni
in formato originale 3 , le
fotografie, i rapporti
stratigrafici (cfr. Fig. 2).
Adeguando le potenzialità
del prodotto alle esigenze
archeologiche possono essere realizzati
mappe tematiche complessive di diverso
tipo in cui le strutture vengono distinte
per periodi o per tecnica edilizia (cfr.
Fig. 3).
Una procedura automatica specifica
realizza le piante di periodo. Per
“mettere in fase” i muri antichi vengono
utilizzati due criteri: il periodo di
appartenenza ed il momento di
obliterazione, nel caso in cui una
struttura sia stata riutilizzata in età
successive alla sua costruzione. Questa
selezione degli elementi planimetrici si
basa essenzialmente sugli attributi
contenuti nella tabella associata: i valori
immessi per il periodo e l’obliterazione
di ciascuna struttura vengono utilizzati
come operatori matematici nella codifica
di una formula estrattiva dei dati.
Sapendo, ad esempio, che il valore
numerico assegnato alla non avvenuta
identificazione di un periodo è 0 mentre
il valore del periodo giulio-claudio
corrisponde a 10, la formula di
estrazione dei dati, per il suddetto
periodo, è la seguente:
([Periodo] <> 0) and ([Periodo] <= 10)
and ([Obliterazione] > 10) 4 .
I criteri su cui si basa tale formula
vengono adottati in maniera progressiva,
secondo l’ordine sotto riportato:
esclusione di tutte le strutture il cui
periodo non sia identificato.
estrazione di tutte le strutture
costruite nel periodo giulio-claudio o
precedentemente ad esso.
esclusione di tutte le strutture la cui
obliterazione sia avvenuta prima del
periodo indicato.
Il nuovo tematismo, derivante dalla
mappa delle strutture generali, viene
caricato in una vista geografica dedicata
alle planimetrie di periodo; le piante di
periodo, infine, vengono accompagnate
da ipotesi planimetriche ricostruttive
(cfr. Fig. 4).
Per l’analisi della sequenza verticale
dello scavo vengono utilizzate le sezioni
disegnate in CAD. L’analisi delle sezioni
stratigrafiche avviene grazie ai menù di
interfaccia utente che permettono la
visualizzazione, la localizzazione e la
scelta delle linee di sezione che
attraversano lo scavo. In questo modo è
possibile selezionare la linea voluta ed
“entrare” nello spaccato verticale. A
questo punto è possibile interrogare e
visionare tutta la documentazione
relativa alla stratigrafia verticale,
mentre un’apposita finestra di dialogo
permette lo sviluppo di tematismi in
scala cromatica, con corrispettiva
legenda, sulla base delle tipologie
stratigrafiche oppure degli insiemi
cronologici 5 (cfr. Fig. 5).
Un’ultima sezione dello strumento
riguarda l’analisi delle ricostruzioni
tridimensionali e della documentazione
GEOmedia 1 2005 39
A R C H E O M AT I C A
filologica che è alla base di esse 6 .
L’obiettivo da raggiungere nell’ambito di
questa ricerca, non era costituito
unicamente nel contestualizzare
all’interno del sistema informativo la
ricostruzione tridimensionale finita; si
voleva anche offrire la possibilità di
esaminare ed interrogare i documenti
che sono alla base di essa, analogamente
a quanto avviene ad esempio
nell’elaborazioni delle piante di periodo,
delle sezioni interpretate e delle mappe
tematiche. In altri termini si voleva
offrire un prodotto che, oltre a fornire
l’immagine finita dell’ipotesi
ricostruttiva, potesse rendere verificabile
il suo processo formativo.
Nell’ambito del sistema GIS è stata
progettata una nuova “vista geografica”
per relazionare e visualizzare le
informazioni relative alle ricostruzioni.
L’accesso a tale livello avviene grazie
all’interfaccia utente che permette di
analizzare la lista dei periodi per cui
sono disponibili ricostruzioni
tridimensionali e le piante dei complessi
strutturali individuati per ciascun
periodo. Sovrapposta alle piante dei
complessi architettonici è la planimetria
delle sezioni e dei prospetti ricostruttivi
realizzati per lo sviluppo del modello
tridimensionale: é possibile selezionare
la linea di sezione desiderata e
visualizzare ed interrogare il
corrispettivo disegno ricostruttivo
realizzato in CAD (cfr. Fig. 6).
Una seconda opzione del menu
dedicato all’analisi della documentazione
3D permette di analizzare il modello
tridimensionale wireframe elaborato in
CAD 7 . E’ stata inoltre progettata una
barra degli strumenti per agevolare
l’utente nell’analisi del modello digitale
(cfr. Fig. 7).
La terza operazione praticabile grazie
al menu di analisi tridimensionale
riguarda la visualizzazione delle
immagini renderizzate del portico. Un
elenco di tutte le immagini è registrato
in un’apposita tabella che contiene il
nome di ciascun documento, il suo
periodo di appartenenza, il settore
architettonico rappresentato, una breve
descrizione dell’immagine ed il punto di
vista da cui é stata effettuata la
“ripresa”. Nel momento in cui si decide
di esaminare le ipotesi ricostruttive di
un determinato periodo, una procedura
in Avenue esegue il “filtraggio” delle
immagini pertinenti al valore
cronologico selezionato, escludendo tutte
le altre. Una seconda procedura, poi,
imposta una relazione di tipo “uno a
molti” della tabella con le informazioni
correlate alle planimetrie dei settori
architettonici, definiti per ciascun
periodo. In tal maniera, scegliendo un
determinato settore, verranno
selezionate e visualizzate unicamente le
immagini che lo riguardano (cfr. Fig. 8).
La procedura di integrazione delle
ipotesi ricostruttive tridimensionali
all’interno del sistema GIS è alquanto
semplice, forse rudimentale. Quello che
si è inteso realizzare è la
contestualizzazione e la verificabilità
non solo dei modelli digitali
tridimensionali ma anche dei documenti
che hanno portato alla loro
realizzazione. Tutto questo materiale ha
origine dalle planimetrie di periodo
mentre la documentazione archeologica,
che è alla base di queste è consultabile
all’interno dello stesso sistema
informativo: in tal modo speriamo di
aver chiuso il ciclo del processo
cognitivo definendo un percorso di
informazione, all’interno del sistema,
che sia semplice da utilizzare e allo
stesso tempo esaustivo.
Figura 1 - La scheda a video di immissione e modifica dei dati
Figura 2 - Visualizzazione dei dati nel gis
Figura 3 - Visualizzazione delle mappe tematiche (es. pianta
complesssiva dei periodi)
Figura 4 - Visualizzazione delle piante di periodo (es. periodo
giulio-claudio)
40 GEOmedia 1 2005
A R C H E O M AT I C A
Figura 5 – Analisi ed elaborazione delle sezioni
Figura 7 - Visualizzazione del modello 3D wireframe
Figura 6 - Visualizzazione ed analisi delle sezioni e dei prospetti
ricostruttivi
Figura 8 - Visualizzazione delle immagini renderizzate
Questo articolo è un breve riassunto di parte del mio progetto di dottorato in
Archeologia Classica svoltosi negli anni 2001-2004 presso l’università di Roma
“La Sapienza”. L’obiettivo del mio studio era la ricomposizione per fasi della
città storica, utilizzando come campione l’area della valle dell’Anfiteatro Flavio.
Note
Autore
EMANUELE BRIENZA
1 Lo scavo, la cui direzione scientifica è affidata alla Prof.ssa C. Panella, coadiuvata
dalla Dott.ssa S. Zeggio, prevede la collaborazione della Soprintendenza Archeologica di
Roma e della cattedra di Metodologia e Tecniche della Ricerca Archeologica dell’Università
degli Studi di Roma “La Sapienza”. I risultati delle indagini sonio editi in PANELLA 1990,
PANELLA 1996 E PANELLA-ZEGGIO 2005.
2 I diagrammi delle relazioni fra le tabelle dei vari database archeologici, mostrati ai
convegni o pubblicati, ottengono un certo effetto ottico ma, allo stesso tempo, scoraggiante,
a causa della loro complessità: in proposito si veda AZZENA 2000, pp. 380-381.
3 Si tratta dei disegni prodotti manualmente, con l’ausilio di una stazione totale, durante
le campagne di scavo, acquisiti tramite scanner.
4 Un tipo di applicazione simile in archeologia, utilizzando la medesima piattaforma
GIS, è edito in ARNESE 2000, in particolare cfr. pp. 343-344.
5 Un tipo di procedimento simile, basato sulla rappresentazione ribaltata di pareti
verticali è in SALONIA 2000. Si veda anche NORTH-SAQQARA-SITE 2003, in particolare
pp. 262-263. Si veda, da ultimo, LOCK 2003, pp.118-123, e DALY-LOCK 2004.
6 I disegni che sono alla base del modello digitale tridimensionale del portico sono stati
realizzati in CAD. Da questi si é proceduti alla modellazione dei solidi e delle superfici
tridimensionali. La modellazione ed il rendering sono ad opera di G. Marchionne.
7 Per effettuare questa operazione si fa uso di una particolare estensione del software di
base di ArcView3.2, predisposta dalla casa costruttrice ESRI, denominata 3DAnalyst: tale
strumento aggiuntivo estende le capacità di analisi del prodotto permettendo l’acquisizione
di oggetti tridimensionali in ambienti geografici virtuali denominati 3Dscenes.
Bibliografia
ARNESE 2000 = A. ARNESE, Un SIT per Entella
(comune di Contessa Entellina, PA), in Archeologia e
Calcolatori, 11, pp. 339-346.
AZZENA 2000 = G. AZZENA, Rischio archeologico:
se lo conosci lo eviti. Convegno di studi su Cartografia
archeologia e tutela del territorio (Ferrara, 24-25
marzo 2000), recensione in Archeologia e Calcolatori,
11, pp. 375-381.
LOCK 2003 = G. LOCK, Using computers in
Archaeology, London-New York
DALY-LOCK 2004 = P. DALY - G. LOCK, Time,
space and archaeological landscapes: establishing
connections in the First Millennim BC, in M.F.
GOODCHILD – D.G. JANELLE (a cura di), Spatially
Integrated Social Science: Examples in Best Practice,
New York-Oxford.
NORTH-SAQQARA-SITE 2003 = The North Saqqara
Archaeological Site. Handbook for the environmental
risk analysis, Progetti dell’università di Pisa 1, Pisa.
PANELLA 1990 = C. PANELLA, La Valle del
Colosseo nell’Atichità, in Bollettino di Archeologia, 2,
pp. 34-88.
PANELLA 1996 = C. PANELLA (a cura di), Meta
Sudans I. Un’area sacra in Palatio e la Valle del
Colosseo prima e dopo Nerone, Roma.
PANELLA-ZEGGIO 2005 = C. PANELLA,
S.ZEGGIO, Tra palatino e valle del Colosseo: nuovi
dati, in Workshop di archeologia classica. Paesaggi,
costruzioni, reperti, 1, pp. 65-86.
SALONIA 2000 = R. SALONIA, Tecnologie
informatiche per la gestione delle conoscenze nella
conservazione del costruito storico, in Archeologia e
Calcolatori, 11, pp. 219-240.
GEOmedia 1 2005 41
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■ Ente parco
■ Comunità montana
■ Uff. Tecnico
■ Altro ____________________
C A R T O L I N A
Comune
Attività primaria
■ Cartografia
■ Rilievi GPS
■ Topografia, Geodesia
■ Catasto
■ GIS/SIT
■ Ingegneria del territorio
■ Protezione ambientale
■ Banche dati territoriali
■ Formazione
■ Editoria
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T E R R A E S PA Z I O
Geodesia dallo Spazio
Le applicazioni pratiche dei satelliti artificiali posti in orbita
i n t o r no alla Terra sono innumerevoli. Tra esse spiccano le
applicazioni geodetiche rivolte soprattutto alla misura del
n o s t ro pianeta ed all’approfondimento delle conoscenze
relative all’ambiente che lo circ o n d a .
In questo breve articolo cerchiamo di riperc o r re re un poco la
storia della geodesia spaziale.
di Fabrizio Bernardini
(83 Kg) e fu immediatamente seguito
dallo Sputnik 2 (ben 508 Kg) recante a
bordo il cane Laika. A questo punto la
“corsa allo spazio” prese la piega che
tutti conosciamo e il ruolo delle
applicazioni geodetiche cessò di essere la
ragione di maggiore interesse.
La Genesi
L’utilizzo di satelliti per scopi
geodetici non è recente, anzi addirittura
antecedente all’inizio “ufficiale” dell’era
spaziale, inizio marcato dal lancio del
satellite Sputnik 1 nell’Ottobre del 1957.
Infatti durante gli anni 50 la NACA
(l’agenzia che ben presto sarebbe stata
trasformata in NASA) aveva stilato un
elenco di possibili applicazioni per
satelliti artificiali. L’elenco
comprendeva:
satelliti esplorativi per lo studio
dell’alta atmosfera;
satelliti geodetici;
satelliti per studi biologici;
satelliti astronomici (per il sole e le
stelle);
satelliti meteorologici;
satelliti per telecomunicazioni.
A questi, ma in secondo ordine, si
aggiungevano i “satelliti abitati” fino
all’immaginare stazioni spaziali e
missioni esplorative della Luna.
E’ interessante notare che nell’elenco
precedente, stilato in ordine di
importanza, i satelliti per
telecomunicazioni fossero intesi come
meno “utili” (oggi sono ovviamente
l’applicazione principale). In realtà, forse
per le limitazioni dell’elettronica
dell’epoca (che non lasciavano trapelare
le altre innumerevoli applicazioni),
erano proprio quelle geodetiche le
applicazioni maggiormente sostenute per
i primi satelliti artificiali, in quanto non
richiedevano apparati di bordo
particolari essendo primariamente
interessate all’osservazione del satellite
da terra. Poiché le leggi che governano il
moto dei satelliti artificiali sono ben
note, dalle osservazioni di satelliti si
sarebbero potute ottenere interessanti
osservazioni geodetiche.
Ad appoggiare queste applicazioni
troviamo l’Unione Geofisica Americana
con il suo comitato sulle Applicazioni
Geodetiche dei Satelliti Artificiali ed un
programma per informare la comunità
geodetica su queste nuove possibilità. Ad
esso si aggiunse l’Osservatorio
Astronomico dello Smithsonian che
doveva mantenere la rete di fotocamere
per riprese dei satelliti. Un rapporto del
Settembre 1957, un mese prima dello
Sputnik, forniva lo stato avanzato di
questi preparativi.
Gli studi del periodo trovarono
convergenza nella definizione del famoso
Anno Geofisico Internazionale (IGY,
International Geophysical Year) che
diede una “ragione scientifica” a quella
che in realtà stava già diventando
un’espansione, al settore spaziale, delle
prove di forza tipiche della Guerra
Fredda. Nell’ambito di questo
programma, una serie di attività
esplorative (alla quale partecipavano con
accordi di scambio di informazioni
anche i paesi oltre cortina) erano state
pianificate e tra le tante troviamo il
lancio di satelliti per scopi geodetici o,
comunque, di esplorazione dell’ambiente
circostante il nostro pianeta.
Mentre gli Stati Uniti, per l’IGY,
preparavano con un approccio a basso
profilo il razzo per il minuscolo satellite
Vanguard (solo un chilo di peso), la
Russia lanciò lo Sputnik 1 con grande
sorpresa del mondo occidentale. Lo
Sputnik 1 era infatti un satellite pesante
Il ruolo della geodesia spaziale passò
in secondo piano anche a seguito
dell’improvviso “aumento di percezione”
dell’ambiente circostante il nostro
pianeta a seguito delle immediate
scoperte dei primi satelliti. Infatti, con il
fallimento iniziale del programma
Vanguard, il presidente Eisenhower
diede il via all’équipe di Von Braun che
lanciò in brevissimo tempo il satellite
Explorer I, il quale scoprì le fasce di
particelle cariche che circondano la
Terra (le fasce di Van Allen). L’interesse
per questi ed altri fenomeni contribuì a
far passare le applicazioni geodetiche a
“livelli inferiori” di interesse pubblico,
ma non certo per gli specialisti del
settore.
La Pratica
La pratica della geodesia satellitare
contribuì, ovviamente, all’ampliamento
delle conoscenze relative al nostro
pianeta, ma in maniera diversa da come
fecero gli altri satelliti di esplorazione.
Infatti mentre i satelliti che esplorarono
la magnetosfera ebbero a che fare con
fenomeni mai visti prima, i satelliti
geodetici fornirono “solo” precisioni
maggiori in una realtà già ben nota. Ma
la disponibilità dei satelliti nell’arco
dell’intera orbita, e la loro visibilità
contemporanea da punti molto remoti
del pianeta, permisero di stabilire un
riferimento geodetico globale come solo
dallo spazio si può ottenere.
La geodesia classica si occupa di
misure geometriche della Terra per
stabilirne con precisione le dimensioni e
la forma e, dunque, definire un sistema
di coordinate accurato per la stessa.
L’utilizzo di “punti astronomici” per le
misure geodetiche risale sin dagli albori
44 GEOmedia 1 2005
T E R R A E S PA Z I O
di questa scienza e si è evoluto nel
tempo con continui miglioramenti nella
precisione delle misure. Ai tempi di
Newton il modello della Terra
universalmente adottato era quello
sferico (il più semplice), ma ben presto
fu possibile confutarlo in favore di un
modello ellissoidico che tenesse conto
dello schiacciamento ai poli e del
rigonfiamento all’equatore (dovuti alla
forza centrifuga risultante dalla
rotazione terrestre).
Il passaggio successivo si ebbe con
l’avvento della geodesia dinamica, o
fisica, che introdusse nel modello diverse
irregolarità identificate anche in
variazioni locali del campo
gravitazionale. In pratica la geodesia
dinamica studia più propriamente il
campo gravitazionale ed introduce il
concetto del geoide e delle armoniche
sferiche. Il geoide descrive la superficie
terrestre supponendo che le superfici
piane siano a potenziale gravitazionale
costante, mentre le armoniche sferiche
sono un mezzo matematico per
descrivere le irregolarità del geoide
stesso.
Entrano allora in gioco i satelliti
artificiali per determinare non solo,
tramite triangolazione, la posizione di
punti sulla superficie separati da
distanze continentali, ma anche, tramite
misure accurate delle variazioni nel
moto orbitale, i diversi coefficienti delle
armoniche sferiche per il raffinamento
del modello geodetico. (Ovviamente
l’avvento dei mezzi di calcolo elettronici
ha giocato anch’esso un ruolo essenziale
nella riduzione dell’enorme mole di dati
che era necessario elaborare per
aggiornare i modelli).
In particolare si deve notare che
misurazioni dello scostamento del geoide
dall’ellissoide possono essere effettuate,
puntualmente, usando metodi
astronomici. La quantità di misure
necessarie per una regione di dimensioni
apprezzabili è tuttavia elevato. Il
vantaggio insito nell’utilizzo del satellite
è che il moto orbitale del satellite stesso
rispecchia direttamente, su larga scala,
le variazioni del campo gravitazionale
che le misure puntuali a terra cercano di
rilevare. Ovviamente le misurazioni a
terra rimangono un elemento
indispensabile della conoscenza, ma le
misure da satellite hanno permesso di
ottenere molto più rapidamente un
quadro generale del modello che si
andava a comporre.
Già con Sputnik 2, lanciato ad Ottobre
del 1957 e visibile facilmente a causa
delle sue grandi dimensioni, fu possibile
aggiornare le costanti del modello
ellissoidale (misurando la precessione
dell’orbita causata proprio dalla non
sfericità della Terra). Invece con
Vanguard 1 fu possibile, con grande
scalpore, raffinare il modello delle
armoniche sferiche introducendo la
nozione del “pianeta a forma di pera”
(anche se per poche decine di metri di
elevazione). Un altro esponente dei primi
satelliti “geodetici” fu il gigantesco Echo
1, un grande pallone di ‘mylar’ gonfiato
nello spazio con elio. Grazie alla sua
facile visibilità, Echo 1, destinato ai
primi esperimenti di “rimbalzo” di onde
elettromagnetiche, fu usato per
innumerevoli esperienze geodetiche e,
tra l’altro, permise il collegamento della
rete geodetica francese con quella del
Nord Africa, il primo di questa serie di
eventi. Un successivo esperimenti con
“pallone” dedicato solo a scopi geodetici
fu il satellite PAGEOS lanciato nel 1966.
Il primo satellite nato esclusivamente
per scopi geodetici fu, invece, ANNA 1B.
Lanciato nell’Ottobre del 1962, la sua
missione prevedeva appunto lo studio
del campo gravitazionale e
l’osservazione del satellite stesso, il
quale era dotato di un potente faro
lampeggiante attivabile su comando da
Figura 1 - ANNA 1B il primo satellite per scopi
esclusivamente geodetici (courtesy Mark Wade,
Encyclopedia Astronautica)
terra.
In definitiva, l’avvento dei satelliti
artificiali, siano essi nati per uso
geodetico o meno, permise in soli 4 anni
di aggiornare in maniera sostanziale la
“misura” della Terra come insieme e
contribuì decisamente alla definizione di
un sistema geodetico mondiale (WGS,
World Geodetic System). Nello stesso
periodo si ebbe un miglioramento di
almeno due ordini di grandezza nel
posizionamento di punti a grande
distanza dalle coste continentali
portando l’errore dal kilometro alla
decina di metri.
Figura 2 - La figura mostra alcune misure del
geoide terrestre così come fu rilevato dalle prime
osservazioni di geodesia spaziale usanti satelliti
artificiali. La figura riporta, sopra la mappa dei due
emisferi, l’elevazione del geoide rispetto
all’ellissoide allora (1964) in uso. I valori positivi
indicano un’elevazione al di sopra dell’ellissoide,
mentre quelli negativi indicano una depressione.
(Figura Courtesy of NASA)
Gli sviluppi
Le misure effettuate nei primi sei anni
della geodesia spaziale vedevano
impiegati telescopi ottici di precisione
per la determinazione dell’orbita dei
satelliti selezionati e sistemi radio per la
misura della distanza dagli stessi. Le
precisioni ottenute, dell’ordine del
metro, furono sufficienti per i primi
raffinamenti e le prime caratterizzazioni
volte a definire un sistema geodetico
mondiale. Non erano però sufficienti per
monitorare il moto delle zolle tettoniche
o la quota del livello del mare.
Un balzo decisivo si ebbe con
l’avvento di satelliti dedicati a queste
attività geodetiche e che recavano a
bordo riflettori per rimandare verso
Terra il riflesso di raggi Laser inviati
dalle stazioni di misura. Il primo
satellite di questo tipo fu il GEOS-1
(lanciato nel 1965 e seguito da un altro
nel 1968) che, oltre agli apparati radio
per le misure di distanza, ospitava anche
un riflettore Laser.
GEOmedia 1 2005 45
T E R R A E S PA Z I O
Figura 3 - Il satellite GEOS-1, il primo satellite a
recare a bordo un riflettore Laser (courtesy Mark
Wade, Encyclopedia Astronautica)
Figura 6 - Dettaglio del LRRR (Courtesy of NASA)
Tra la nuova generazione di satelliti
troviamo anche il Lageos (LAser
GEOdynamics Satellite) un corpo sferico
interamente rivestito di riflettori. Dopo
un primo esemplare lanciato nel 1976, il
secondo, Lageos 2, vide anche la
partecipazione dell’Agenzia Spaziale
Italiana e fu rilasciato nel 1992 nel corso
di una missione dello Shuttle (STS-52).
Usando raggi Laser è possibile
incrementare la misura della distanza
della stazione dal satellite per arrivare a
precisioni millimetriche e, dunque,
raffinare ulteriormente le costanti dei
vari modelli. La tecnica è oggi nota
come Satellite Laser Ranging (SLR) ed è
indispensabile, ad esempio, per
osservare le variazioni del livello medio
del mare negli studi relativi alle
mutazioni climatiche e a fenomeni quali
El Nino. Tuttavia la strumentazione di
bordo si è evoluta e i satelliti geodetici
sono spesso dotati di sofisticati radioaltimetri
che contribuiscono al quadro
generale che si cerca di ottenere (e
mantenere aggiornato) del nostro
pianeta.
Ovviamente le misure che vengono
effettuate lo sono su base continua.
Scopo delle misure geodetiche spaziali è
infatti anche quello di determinare con
accuratezza le mutazioni che avvengono
sulla crosta terrestre, mutazioni che
vanno dal movimento delle zolle
continentali alla rilevazione di fenomeni
di subsidenza. In generale è possibile
monitorare gli “spostamenti di massa”
che avvengono su scala planetaria e gli
effetti che essi hanno sul modello del
geoide.
Grazie anche ad esperimenti secondari
su satelliti di altro tipo, come quelli
della costellazione GPS, la “flotta”
geodetica spaziale conta oggi all’attivo
molti veicoli in orbita, come mostrato in
figura.
Figura 4 - Costellazione dei satelliti a supporto della
rete SLR (Courtesy NASA)
Sulla Luna
Le spedizioni Apollo hanno lasciato
sulla Luna diversi esemplari di uno
strumento passivo denominato LRRR
(Lunar Ranging RetroReflector). Questi
dispositivi sono costituiti da un centinaio
di prismi cubici in grado di riflettere
raggi luminosi provenienti da diverse
direzioni. La riflessione avviene
esattamente in direzione opposta a
quella del raggio incidente e i sistemi a
terra erano in grado già nel 1969 di
usare questi dispositivi per misurare la
distanza Terra-Luna con una precisione
di un miliardesimo di secondo
(equivalenti a 15 centimetri).
E’ allora possibile usare la posizione di
uno di questi riflettori per triangolare la
posizione di due stazioni terrestri sia per
misurarne la posizione relativa che per
studi sulle anomalie gravitazionali e per
la prova di altre teorie.
Figura 5 - Il Lunar Ranging RetroReflector lasciato
dalle missioni esplorative del programma Apollo in
diversi luoghi della Luna. E’ mostrato quello nel
Mare della Tranquillità lasciato dall’Apollo 11
(Courtesy of NASA)
Altri pianeti
Per chiudere ricordiamo che la
geodesia spaziale, e le sue applicazioni,
trascendono l’ambito del nostro pianeta
ed hanno trovato sfogo anche
nell’esplorazione del pianeta solare.
Anche in questo caso i primi risultati si
ebbero agli inizi dell’avventura nello
spazio, con i primi satelliti della serie
Lunar Orbiter. Questi satelliti, destinati
a “mappare” fotograficamente la zona
equatoriale della Luna a supporto del
Programma Apollo, permisero, grazie
all’analisi delle forti perturbazioni
orbitali incontrate, di determinare le
concentrazioni di masse sotto la
superficie di alcuni mari lunari. La
determinazione di queste concentrazioni
(dette ‘mascons’), oltre ad essere
essenziale per l’atterraggio sulla Luna,
fu il primo esempio di geodesia spaziale
applicato ad un corpo celeste diverso
dalla Terra.
In numeri precedenti della rivista
abbiamo avuto modo di evidenziare
come la conoscenza degli altri pianeti si
avvalga di metodi geodetici, con
particolare riferimento a Marte. Per
quest’ultimo viene in aiuto
all’osservazione delle variazioni
dell’orbita anche la misura diretta della
quota del satellite rispetto alla superficie
mediante il Laser-altimetro MOLA.
Autore
FABRIZIO BERNARDINI
46 GEOmedia 1 2005
Leica SmartStation
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Abbiamo fatto questo introducendo Leica SmartStation: il
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T U T O R I A L
Dal catasto
della carta al
catasto del web
Tra topografia, cartografia e proprietà
La combinazione delle
baseline con le misure
di direzione azimutale,
direzione zenitale e
distanze inclinate
La difficoltà che si incontra nel
combinare le misure di baseline GPS
con quelle di tipo tradizionale è
costituita dalla diversità dei riferimenti
nei quali si eseguono le due tipologie di
misure.
Come è noto, nelle misure tradizionali
si opera sulla base di alcune assunzioni
che derivano direttamente dalla
Geodesia operativa: essendo molto
semplice materializzare la direzione
della verticale in ciascun punto della
superficie fisica, la strumentazione
tradizionale e i metodi di misura sono
basati sulla conoscenza della verticale
passante per i punti oggetto delle
misure.
Con il GPS ci si riferisce alla normale
del riferimento ellissoidico WGS84, che
non è materializzabile sulla superficie
fisica terrestre ed è fornita con scarsa
precisione dal sistema GPS. Inoltre non
nota, se non in prima approssimazione,
la relazione tra la normale WGS84 e la
verticale passante per un punto qualsiasi
della superficie terrestre.
Sebbene i ricevitori GPS per il rilievo
topografico siano dotati di piombi e
livelle che consentono di riferire il
centro di fase dell’antenna ad un punto
della superficie fisica posto sulla stessa
verticale, è chiaro che l’uso del filo a
piombo e delle livelle sono una
approssimazione nel procedimento di
misura: in realtà il centro di fase
dell’antenna dovrebbe essere posto sulla
stessa normale al riferimento ellissoidico
WGS84 del punto di misura.
Quindi mentre con il metodo e la
strumentazione tradizionale si opera
nell’ambito dell’assunzione della
geodesia operativa, che consente di
considerare le misure condotte con
riferimento alla verticale come se riferite
alla normale dell’ellissoide locale (le cui
precisioni sono legate campo geodetico
locale e alla limitata zona nella quale si
effettuano le misure ), al contrario col il
GPS si opera direttamente sulla
superficie di riferimento costituita
dall’ellisoide WGS84, che è inoltre un
riferimento globale e non locale.
Occorrerebbe quindi una formulazione
reciproca del teorema della geodesia
operativa.
Naturalmente tutte queste
considerazioni sono relative al caso dei
rilievi con finalità cartografiche.
Senza questa premessa le due
tipologie di misura possono essere
combinate, con un po’ di fantasia e
qualche osservazione in più, riferendo
tutte le misure direttamente alla
posizione dei punti nello spazio, senza
considerare la verticale.
Ad esempio se il rilievo viene condotto
con riferimento ai centri di fase dei
ricevitori, mettendo in stazione i
goniometri in modo che il punto di
intersezione degli assi dello strumento
topografico coincida con il centro di fase
dei ricevitori ed utilizzando
distanziometri che effettuano le misure
in asse il gioco è fatto. Basterà orientare
anche il cerchio “verticale” dei
goniometri con una osservazione di
direzione verso un centro di fase oltre
all’orientamento del cerchio
“orizzontale” per eseguire le misure
angolari nello stesso riferimento dei
Tutorial Pregeo 8 6 a p a r t e
Combinare le
Misure To p o g r a f i c h e
Tradizionali e GPS
con PREGEO 8
L’uso del GPS come
metodologia standard di rilievo
in campo topografico non
p rescinde dalle regole e dai
t e o remi di base adottati con
qualsiasi altro metodo di rilievo.
I riferimenti relativi delle misure
sul campo devono essere
eguagliati ai riferimenti generali
del sistema di riferimento e
successivamente a quelli di
r a p p resentazione. In tutte le
metodologie esiste poi un
ambito che definisce
l’applicabilità del metodo e il
suo utilizzo geometrico o
geografico ottimale.
Nell’ambito della topografia del
vicino, in cui rientra in genere la
topografia catastale, si possono
a s s u m e re tesi e norme che
permettono un trattamento delle
m i s u re GPS in maniera a volte
diversa dagli ambiti della
geodesia pura, o di quella
operativa adottata nel
trattamento di rilievi a scala
geodetica. Non per questo i
risultati o gli assunti teorici
sono in contraddizione tra loro .
Nel corso di questa puntata del
tutorial su PREGEO 8 vedre m o
appunto come vengono
combinate le diverse
componenti geometriche del
rilievo GPS e di quello
t r a d i z i o n a l e .
centri di fase GPS.
In questo modo, considerando i vettori
applicati nello spazio definiti dalle
misure delle componenti, fornite dal
GPS, e dalle misure di direzione e
distanza ottenute dalla strumentazione
ordinaria, possono essere ottenute le
posizioni relative dei punti del rilievo,
espresse in un riferimento cartesiano
ortogonale a tre dimensioni.
Solo al termine di questo processo
potrebbe applicarsi la trasformazione
analitica atta a ‘proiettare’ il rilievo su
un qualsiasi riferimento superficiale, con
la condizione che esso sia descritto da
48 GEOmedia 1 2005
T U T O R I A L
equazioni espresse nel medesimo
riferimento.
Questo metodo, sebbene sia molto
adatto ad un risoluzione con procedure
automatiche, comporta comunque la
necessità di cambiare i procedimenti di
misura ordinariamente impiegati dai
topografi.
La procedura di calcolo compresa in
Pregeo 8.00, attua un compromesso tra
l’approccio rigoroso sopra descritto e la
prassi agnostica che viene spesso
utilizzata.
Il compromesso consiste nel
“confondere” la verticale fisica con la
normale ellissoidica locale, come è ovvio
nella geodesia ordinaria, e nel
correggere la normale all’ellissoide
WGS84 in modo che possa essere resa
coincidente alla normale dell’ellissoide
locale.
La correzione viene calcolata avendo
preventivamente collocato l’ellissoide
locale nel riferimento geocentrico
WGS84.
La collocazione è stata effettuata
impiegando le doppie coordinate
dell’origine dell’ellissoide locale
(M.Mario) ed è stata verificata sulle
doppie coordinate di una serie di vertici
IGM95.
In questa fase la collocazione e’
effettuata in modo deterministico, sulla
base delle definizioni teoriche relative ai
due datum di riferimento, e quindi,
come tale “spiega” solo una parte delle
discrepanze tra le grandezze collocate.
Tenendo conto però che le posizioni
GPS sono molto approssimate, ed anche
le finalità del rilievo catastale di
aggiornamento, la precisione raggiunta
dal metodo applicato è ampiamente
sufficiente allo scopo.
Il metodo applicato da Pregeo 8
consiste nel calcolare la direzione della
normale all’ellissoide in corrispondenza
di ciascuna posizione geocentrica
definita da baseline GPS, impiegando le
coordinate geocentriche del vertice
iniziale di ciascuna baseline fornite nel
libretto delle misure.
In questa maniera viene individuato
un riferimento “euleriano” con origine
nel vertice iniziale. In questo particolare
riferimento vengono risolte le
osservazioni tradizionali e vengono
combinate con le baseline GPS. Lo
stesso dicasi per le diverse componenti
delle stesse quali ellissi d’errore, etc., le
quali sono trasformate nel medesimo
riferimento.
Ai valori della matrice di varianza
covarianza della baseline viene applicata
una trasformazione “S” con gli stessi
parametri impiegati per la
trasformazione delle componenti
geocentriche della baseline al
riferimento euleriano ( e che dipendono
solo dalla normale per il punto).
Se φ e λ sono i valori della latitudine
e della longitudine della normale, i
coseni direttori degli assi t,n e b del
riferimento euleriano si ottengono con le
seguenti espressioni.
t[0]=-sin(φ)*cos(λ);
t[1]=-sin(φ)*sin(λ);
t[2]=cos(φ);
n[0]=cos(φ)*cos(λ);
n[1]=cos(φ)*sin(λ);
n[2]=sin(φ);
b[0]=-sin(λ);
b[1]=cos(λ);
b[2]=0;
che ordinate in una matrice 3 per 3 [S]
definiscono la trasformazione [x]=[S].[X]
che consente di calcolare le componenti
euleriane della base [x] a partire dalle
componenti geocentriche [X].
Il prodotto [S] T [s][S] trasforma la
matrice di varianza covarianza delle
componenti della baseline dal
riferimento geocentrico a quello
euleriano.
Il trasporto della
quota ortometrica
Il metodo applicato consente, tra
l’altro di dividere il problema
planimetrico da quello altimetrico,
operando due distinti calcoli di
compensazione.
Per la parte altimetrica le assunzioni
di Pregeo 8 sono molto semplificate. Il
calcolo riguarda esclusivamente dislivelli
ortometrici (o geoidici) misurati
direttamente od indirettamente con i
metodi topografici. I dislivelli ellisoidici
forniti dalle baseline GPS vengono
assimilati anch’essi a dislivelli
ortometrici. Nelle prossime versioni
verrà fornito un modello del geoide che
consentirà di trasformare puntualmente
i dislivelli ellissoidici in ortometrici,
aumentando cosi la precisione del
calcolo misto.
Siamo giunti al termine delle puntate
significative del Tutorial Pregeo.
L’auspicio è di avere contribuito ad
illustrare, anche nel dettaglio, una
procedura abbastanza complessa
preposta alla redazione ed al calcolo
degli atti di aggiornamento che, tra
l'altro, è in corso di ristrutturazione con
lo scopo di perseguire la completa
dematerializzazione, precondizione
all'invio telematico degli atti di
aggiornamento.
Complimenti a chi è riuscito a
sostenere la lettura del tutorial, e sentite
scuse a coloro che non c'e l'hanno
fatta…
Col prossimo numero avvieremo una
inchiesta dettagliata sulle procedure
informatiche di trattamento dei dati
catastali e GPS diffuse tra gli utenti,
ovvero prodotte e distribuite dalle
aziende di settore in Italia.
A cura della redazione
Vrdiamo, a sinistra la
rappresentazione standard delle
relazioni tra elissoide e geoide, a
destra la rappresentazione del
sistema EULERIANO adottato in
Pregeo 8
GEOmedia 1 2005 49
A Z I E N D E E P R O D O T T I
Trimble R-Tr a c k
La risposta di Trimble per la nuova era del GPS
Già precedentemente al lancio del primo satellite GPS di ultima generazione con a bordo il sistema L2C, il team di ricerca e sviluppo
della Trimble aveva iniziato a lavorare sulla tecnologia dei ricevitori che supportano le nuove frequenze GPS per le applicazioni civili.
A conclusione di questa fase, già nel 2003 Trimble aveva presentato tre nuovi ricevitori in doppia frequenza dotati di tecnologia R-Track.
Con ciò Trimble è l’unica azienda del settore che anticipa le funzionalità della nuova frequenza L2C su ben tre sistemi: R7, R8, e il
sistema NetRS, che fa parte delle soluzioni Trimble per la realizzazione delle reti permanenti GPS con tecnologia VRS.
Con questa scelta, le soluzioni Trimble permetteranno il tracciamento dei nuovi segnali civili non appena l’ultima generazione di
satelliti sarà completata, mentre è già possibile sperimentare tale soluzione con il primo dei satelliti, in orbita da qualche mese.
Come funziona la tecnologia Trimble R-Track
La tecnologia Trimble R-Track si basa su un circuito integrato di nuova generazione installato a bordo del ricevitore GPS, il quale è in
grado di decodificare la nuova struttura logica del segnale L2C. Questo nuovo circuito abilita cosi diverse funzioni come :
misure di fase L1 e L2 con basso rumore di fondo e precisione submillimetrica;
rapporto segnale rumore maggiore per i satelliti L2C;
riduzione massima per gli errori di multipath;
tracciamento più efficace dei satelliti bassi sull’orizzonte.
Il sistema R-Track é stato testato direttamente a terra
La tecnologia Trimble R-Track è stata impiegata per verificare la interoperabilità del nuovo blocco di satelliti GPS Block IIR-M con la
strumentazione topografica satellitare disponibile e quella dell’immediato futuro. Il ricevitore Trimble R7 era l’unico strumento GPS
predisposto per la L2C e disponibile per testare il nuovo segnale satellitare dal Joint Program Office (JPO), organo di gestione dell’intero
sistema Navstar GPS.
La soluzione R7 può trarre vantaggi dall’utilizzo di entrambe le costellazioni di satelliti, ed ha dimostrato con successo che i dati dei
satelliti Block IIR-M possono essere acquisiti, tracciati e registrati.
I test con il ricevitore GPS Trimble R7 sono stati condotti presso la ITT Industries in New Jersey, dove sono stati testati anche i satelliti
Block IIRM prima del lancio. Il JPO ha utilizzato un simulatore commerciale per simulare la costellazione GPS e generare gli attuali
segnali.
Lo sviluppo iniziale della tecnologia Trimble R-Track è stata realizzata inizialmente con il supporto di un simulatore GPS predisposto
per il segnale L2C.
Ciò nonostante, vi sono stati numerosi dubbi su un possibile diverso comportamento del satellite Block IIR-M una volta messo in orbita.
L’opportunità di effettuare il test in New Jersey ha comunque permesso alla Trimble di verificare e validare la qualità della tecnologia
R-Track.
Con Trimble R-Track migliorano le soluzioni GPS per la topografica
Come abbiamo visto prima, mentre la nuova frequenza L2C aprirà interessanti prospettive per il tracciamento dei satelliti e la qualità
dei dati, la maggior parte dei ricevitori L1/L2 attualmente commercializzati non è dotata di una tecnologia tale da poter sfruttare questa
opportunità. I ricevitori Trimble con tecnologia R-Track rappresentano la prima soluzione per i topografi che vogliano ottenere tutti i
vantaggi della L2C. Ancor prima prima della completa disponibilità della costellazione di satelliti con L2C, un topografo dotato di un
ricevitore GPS abilitato R-Track sarà in grado di ottenere comunque misure L2 più efficaci ottenendo così una maggior produttività.
Con il lancio del primo satellite le soluzioni GPS saranno potenziate anche se sarà l’unico segnale L2C disponibile in questo momento.
Ciò poiché il segnale L2C non è altro che un potenziamento della soluzione in doppia frequenza L2 attuale. I nuovi segnali L2C, parte
i n t eg rante della modernizzazione della tecnologia GPS,
o f f r i ranno ai topografi la possibilità di un miglior
tracciamento dei satelliti e tutti i benefici che da ciò ne
d e r i v e ranno. Vi è inoltre una ch i a ra testimonianza
d e l l’ i n t e res se rivolto dal Dipartimento della Difesa
americano nei confronti delle applicazioni civili a livello
globale, delle quali il lavoro dei topografi rappresenta una
componente essenziale. Tuttavia, mentre il nuovo segnale
L2C sarà a breve disponibile, la maggior parte della
tecnologia GPS attuale non potrà trarre giovamento da
queste novità. La tecnologia Trimble R-Track, che è stata già
provata e testata, permetterà invece ai topografi di usufruire
di quei benefici che ne incrementeranno la produttività, la
competitività, e l’accuratezza nei loro lavori. La maggior
parte dei topografi utilizza ancora strumentazione di vecchia
generazione, e l’acquisto di un sistema GPS, sia esso per la
realizzazione di reti permanenti che per uso personale,
d o v rebbe guard a re al futuro immediato della
modernizzazione GPS attraverso la nuova frequenza L2C,
così da salvaguardare gli investimenti ed essere pronti ad
usufruire dei miglioramenti del sistema.
www.assogeo.net
50 GEOmedia 1 2005
A Z I E N D E E P R O D O T T I
A N TA S M O B I L E
Come portare lo studio topografico in campagna
ANTAS Mobile, il primo di una nuova serie
di applicativi software ‘mobile’ sviluppati
espressamente per i professionisti del
territorio, mette a disposizione in
campagna tutti gli strumenti di calcolo ed
elaborazione fino ad oggi utilizzabili solo
in ufficio.
Il progetto di Antas Mobile aveva un
obbiettivo preciso: non adattare programmi
di ‘post elaborazione’ già esistenti ma
studiare accuratamente le esigenze del
rilievo topografico con elaborazione in
tempo reale per facilitare, velocizzare e
rendere più sicure le operazioni di
campagna.
Un esempio tra i tanti: il rilievo di una
particella catastale ed il successivo
frazionamento. Eseguito il rilievo, visibile
sulla grafica di AntasMobile, la particella
può essere immediatamente frazionata,
senza dover tornare in ufficio per
l’elaborazione ed il calcolo; i vertici della
nuova dividente sono subito picchettabili
sul terreno; ed il libretto DAT Pregeo 8
viene aggiornato in modo automatico.
Un’operazione di questo tipo può essere
portata a termine in breve tempo e con una
sola uscita in campagna, poichè Antas
Mobile consente di passare dal rilievo al
tracciamento in modo immediato e
nell’ambito del medesimo lavoro.
ANTAS Mobile è basato su un CAD di alte
prestazioni, che consente immediate
costruzioni geometriche direttamente sul
luogo del rilievo: il posizionamento del
‘chiodo sulla modina’, la costruzione di
una parallela ad un asse rilevato, il calcolo
di nuovi punti, subito picchettabili,
sull’intersezione di allineamenti sono solo
alcuni esempi di ciò che la combinazione di
cad, costruzione geometriche, operazioni
topografiche e calcoli di picchettamento
possono realizzare per voi direttamente in
campagna; le potenti funzioni di gestione
di cartografia raster, infine, consentono
anche di sovrapporre il rilievo all’estratto
di mappa fornito dal Catasto.
Alcune delle principali funzioni di ANTAS
MOBILE
Applicativo software per la
memorizzazione, il calcolo e la vestizione
grafica di rilievi topografici in tempo
reale, il tracciamento di punti ed entità
lineari, le costruzioni geometriche
(COGO) mediante funzioni del CAD
interno, l’importazione di cartografia
raster georeferenziata (TIFF/TFW, EMP
+ PNG catastale, JPG/JPW...).
Sviluppato per computers palmari
compatibili PocketPC 2003/Windows
Mobile 2003 (anche Windows Mobile
2003 Second Edition).
Interfaccia con stazioni topografiche e
generali
Interfacciamento passivo con stazioni
totali (per stazioni monodirezionali, non
telecomandabili dall’esterno) ed attivo
(con attivazione da programma della
procedura di misura e trasferimento
dati); sono inclusi driver per stazioni
Sokkia, SpeKtra, Trimble, Geotronics,
Pentax, Leica, Zeiss, Nikon;
Interfacciamento con stazioni
motorizzate;
Funzione terminale per verifica corretto
interfacciamento e flusso dati di misura
dalla stazione;
Definizione delle unità di misura e del
numero di decimali;
Importazione files FBK (Leonardo
QUATTRO), DXF, CSV, ASCII
configurabile;
Esportazione files AMF (ANTAS), FBK,
DXF, CSV, ASCII configurabile, DAT
(PREGEO 8).
Topografia e catasto
Rilievo ‘tradizionale’ mediante stazione
totale o con input manuale delle misure,
con possibilità di passare da una
modalità all’altra in corso d’opera;
Generazione libretto misure
‘tradizionale’, suddiviso in Elenco punti,
Stazioni, Misure da stazione, e DAT
PREGEO 8 (automaticamente
aggiornato e completo di linee 0 (zero) e
9 modificabili dall’utente);
Possibilità di passaggio immediato dalla
fase di rilievo al tracciamento con scelta
dello strumento di misura o input
manuale;
Rototraslazione baricentrica per inserire
il rilievo nella rete dei punti fiduciali
utilizzati; calcolo immediato scarti e
visualizzazione tabella MISURATE e
distanze da TAF;
Stazioni celerimetriche: Stazione ‘locale’
(su punto incognito e con orientamento
sulla direzione del primo punto battuto:
partenza rilievo ‘on the fly’), Stazione su
punto noto ed orientata, Stazione libera
e calcolata da un minimo di 2 punti noti;
Memorizzazione dello stato della
stazione per il riavvio di un lavoro già
iniziato (Stazioni concatenate);
Controlli (opzionali) sui punti
iperdeterminati (controllo da codice) o
ribattuti (controllo per prossimità);
Inserimento offset nella distanza per
misure su spigoli o punti inaccessibili;
Funzione FRAZIONAMENTO con
inserimento automatico delle misure
relative ai vertici della nuova dividente
nel libretto misure DAT;
Inserimento linee 7 con commento nel
libretto misure DAT;
Importazione ‘preallestito’ vettoriale
(files EMP) con georeferenziazione
automatica del raster PNG associato.
CAD e disegno automatico del rilievo
Completa gestione delle Proprietà delle
figure (punti ed entità lineari): codice,
commento, colore, layer, simbolo; le
entità acquisite nel corso del rilievo si
trovano così già suddivise sui layers di
destinazione e graficamente definite;
Definizione Entità tipo (associazione tipo
entità/proprietà) per il disegno
immediato nel corso del rilievo;
Completa gestione layers (nome, colore,
tipo linea, simbolo punti, visibile,
congelato, attivo...);
Supporto entità grafiche punto, linea,
polilinea, poligono, rettangolo, arco,
cerchio per 2/3 punti, testo;
Funzioni di inquadramento: zoom a
finestra, pan, ingrandisci, riduci, fit
finestra; Inquadramento analitico
mediante input coordinate e scala del
disegno;
Snap: punto, estremi, punto medio,
intersezione, centro, perpendicolare,
vicino, con indicazione grafica dello snap
attivo;
Funzioni ‘COGO’ per creazioni
geometriche immediate: Crea punti,
Trilaterazione, input punti a squadro e
per polari, Parallele, Frazionamento,
Proiezione, Dividi area, Misure tra punti;
Import raster georeferenziati TIFF+TFW,
JPG+JGW, BMP+BPW, PNG+PGW,
PNG+EMP (Catasto).
Picchettamento
Funzioni per il picchettamento di punti
singoli, gruppi di punti, vertici dividenti;
Creazione file LOG con scrittura degli
scarti dei punti picchettati rispetto ai
punti di progetto;
Picchettamento ‘fili di riferimento’
(‘modine’) parallele e perpendicolari ad
allineamenti.
www.antasmobile.com
GEOmedia 1 2005 51
A Z I E N D E E P R O D O T T I
Da VECTOR terminali GPS e
software di progettazione per
le radiodiffusioni
La VECTOR è
un’azienda di lunga
esperienza nel
settore
dell’informatica per
le applicazioni
territoriali, e
particolarmente
orientata alle
applicazioni per le
telecomunicazioni e
per le aziende che
gestiscono reti
tecnologiche. Tra i
prodotti di punta
della VECTOR il
sistema di
acquisizione DART, i
software VICREM e
WinELF per il
controllo dei campi
elettromagnetici e la
progettazione delle
reti, e infine una
banca dati
cartografica finalizzata
alle analisi radiotrasmissive per un
totale di oltre 300 comuni.
DA RT
(Data Acquisition &
Recognition Te r m i n a l )
Nel terminale sono integrate:
fotocamera digitale, bussola elettronica,
modulo GPS, modulo GSM/GPRS. Ha
un display grafico ampio e leggibile in
qualsiasi condizione operativa,
acquisisce dati da tastiera o da touch
screen e immagini digitali di alta
qualità, colloquia con dispositivi esterni
tramite interfaccia seriale (RS232),
porte USB e infrarossi (IdDA), registra le
informazioni su supporti ROM
rimovibili, oppure le trasmette
attraverso connessioni GSM/GPRS,
rileva il posizionamento geografico
tramite GPS, si integra facilmente con i
Sistemi Informativi aziendali. La
piattaforma applicativa poggia su
Microsoft WinCE 4.2 (CE.NET).
L’interfacciamento dei dispositivi
integrati e la loro programmazione
vengono realizzati attraverso opportune
DLL fornite con il terminale.
VICREM e WinELF
unico ambiente, in grado di effettuare la
simulazione e l’analisi del campo
elettromagnetico generati da sistemi di
trasmettitori anche non omogenei (tra
questi i trasmettitori di tipo composto
per broadcasting) o da linee ad alta
tensione. Le principali caratteristiche di
questi trasmettitori vengono gestite in
archivi facilmente aggiornabili e i siti
vengono rappresentati su mappe
georiferite. Vicrem utilizza i seguenti
MODELLI DI CALCOLO per simulare il
campo e.m. in zona lontana e vicina
radiativa: Spazio Libero (eventualmente
corretto per visibilità ottica o
radioelettrica e attenuazione per
attraversamenti), Okumura-Hata, Cost,
231-Hata, CCIR, CCIRTCA, Punto-
Punto, ITU 1546.
Mentre, per gli elettrodotti, il calcolo
del campo magnetico è effettuato
secondo il metodo indicato dalla norma
CEI 211-4 o secondo un metodo di
integrazione numerica tridimensionale
dei conduttori. Il campo magnetico può
essere valutato direttamente sopra il
modello orografico corrente oppure
lungo piani orizzontali o verticali o su
zone spaziali tridimensionali.
Banca dati
La banca dati cartografica il modello
discreto 3D e la cartografia numerica
vettoriale.
Il modello discreto 3D - Copre oltre
300 comuni, tra cui tutti i capoluoghi di
provincia e l’hinterland delle maggiori
città italiane. E’ un modello
tridimensionale di tipo grid
comprendente quote del suolo e
dell’edificato con diversi passi di
risoluzione e formati, anche adattabili
alle esigenze dell’utilizzatore.
La cartografia numerica vettoriale - in
scala naturale 1:5.000 relativa ai centri
abitati di Capoluoghi di Provincia ed
altri Comuni. La superficie totale di
edificato coperta è di circa 6.000 Kmq. I
dati riguardano in particolare: i contorni
della base dei volumi degli edifici, le
altezze assolute (slm), il grafo stradale,
con relativi toponimi e i numeri civici
puntuali.
Per alcune città sono anche
disponibili: bordi strada, idrografia,
percorsi principali ferrovie, altre
informazioni.
(fonte: VECTOR)
Sono moduli software, integrati in un
52 GEOmedia 1 2005
A Z I E N D E E P R O D O T T I
Suite di software GPS Spider da Leica
GPS Spider è una suite
integrata di software per il
controllo e la gestione di
stazioni di riferimento,
siano esse isolate o inserite
all'interno di un network.
GPS Spider è modulare e
scalabile e compre n d e
nuove soluzioni avanzate
per le reti RTK su lunghe
distanze e ad alta
p recisione (SpiderNET),
distribuzione dei dati
c e n t ralizzata, gestione
all'accesso dei dati con
ampio supporto per il
dowload dei dati e
l'accesso ai servizi.
Lo spettro di applicazione della nuova suite di Leica è notevole; il suo
utilizzo è adattabile alle esigenze di molte utenze diverse che variano dal
controllo geodetico al normale rilevamento sul campo, passando per le
applicazioni nel campo dell'edilizia, del GIS e della mappatura, del
posizionamento e del rilevamento aereo ed idrografico. La modularità del
sistema Spider permette una continua implementazione della suite in modo
che essa corrisponda sempre agli effettivi cambiamenti di esigenze che
occorrono durante il lavoro; la possiblità di estendere la propria efficienza
tramite l'aggiunta di nuovi servizi ed informazioni permette di coprire ogni
eventuale ampliamento delle aree della rete in cui si lavora, anche grazie alla
notevole interattività della quale i vari moduli GPS Spider godono: la licenza
standard per il controllo dei ricevitori e il monitoraggio continuo di singole
stazioni di riferimento o dell'intero network, la distribuzione dei dati
supporta applicazioni che necessitano di posizionamento in tempo reale, e-
mail e messaging per rimanere sempre informati, la connessione alla rete
GPS SpiderNET per avere una continua analisi in tempo reale e un modello
d'errore del network al fine di ottenere una accurata correzione tramite il
network Leica MAX - Master Auxiliary, la gestione dell' accesso ai dati al fine
di renderli più sicuri, sono soltanto alcuni esempi della enorme flessibilità
della suite GPS Spider.
La tecnologia MAX - Master Auxiliary provvede alla restituzione di
c o r rezioni derivate dall'algoritmo per
processi avanzati di GPS SpiderNET, in
piena conformità con il nuovo standard
RTCM v3.0 per i messaggi di correzione
all'interno delle reti RTK.
i-MAX, applicazione diretta della
tecnologia MAX, viene utilizzata per un
utilizzo individuale ed immediato delle
correzioni tramite rete MAX; il rover invia
la sua posizione approssimativa grazie alla
quale la rete SpiderNET individua la
stazione di riferimento più vicina; le
correzioni effettuate tramite la rete Master
Auxiliary vengono a questo punto applicate
al rover. Esso a questo punto sarà in grado
di elaborare coordinate ad alta precisione
senza aver fatto riferimento alle
convenzionali correzioni esterne al network.
(fonte: Redazionale)
GEOmedia 1 2005 53
ArcWeb Services:
What you need, When you need
ESRI Italia presenta gli ArcWeb Services per gli utenti, che
hanno l’esigenza di includere banche dati e funzionalità
GIS nelle applicazioni senza dover ospitare dati o
sviluppare Tool necessari.
Gli ArcWeb Services si compongono di dati e funzionalità
spaziali GIS, distribuiti via Internet a Utenti ArcGIS,
Developers o ad applicazioni Custom Web.
ArcWeb per Developers: suite di servizi ArcWeb
integrabili all’interno di applicazioni Web, tramite
protocollo standard del mondo internet (SOAP).
ArcWeb per Utenti ArcGIS: forniscono l’accesso a
funzionalità e basi dati di interesse per utenti ArcGIS,
permettendo di incorporare questi servizi all’interno del
proprio desktop ArcGIS.
ArcWeb per Utenti Business: applicazioni web che
utilizzano gli ArcWeb Services per accedere
dinamicamente a mappe e funzionalità GIS.
Le modalità e le specifiche degli ArcWeb Services
consentono e garantiscono agli Utenti:
Rapidità: nello sviluppo di applicazioni web based
Interoperabilità: grazie all’uso di tecnologie standard
Cost Effectiveness: con software e basi dati pay per use
Copertura territoriale: World Wide
http://www.esriitalia.it/arcwebservices/index.htm
infoservizi@esriitalia.it
Autodesk sigla l’accordo
definitivo per l’acquisizione di c-plan AG
Autodesk, Inc. annuncia la sigla dell’accordo per
l’acquisizione di tutte le azioni di c-plan AG, società
svizzera leader nel mercato europeo dei sistemi GIS e
sviluppatrice della famiglia di prodotti Topobase che vanta
oltre 2000 clienti distribuiti fra 700 municipalizzate e
società di utility (gas, luce, acqua, ecc.).
Autodesk, che continuerà ad offrire soluzioni c-plan nei
mercati chiave europei ed a garantire il supporto agli
attuali clienti dei prodotti Topobase, grazie all’acquisizione
potrà avvalersi del prezioso know how sviluppato da c-plan
nell’ambito delle soluzioni di gestione dati basate su
standard di settore aperti e di soluzioni quali Autodesk
Map 3D e Autodesk MapGuide.
Grazie a quest’unione i clienti Autodesk godranno dei
vantaggi derivanti da una maggiore integrazione fra
progettazione CAD e tecnologia GIS nell’ambito delle reti
tecnologiche; oltretutto la combinazione delle reciproche
tecnologie garantirà agli utenti la precisione nella
progettazione e la flessibilità nella gestione delle
informazioni richieste dalle applicazioni per le odierne
infrastrutture multiutente. Il prezzo di acquisto per le
azioni della c-plan AG ammonterà a circa 18 milioni di
dollari, a cui va aggiunto il valore del capitale circolante
netto; l’acquisizione verrà finalizzata nel mese di giugno.
(Fonte: Autodesk)
Precisione e
p r o d u t t i v i t à
s e n z a
compromessi
La serie
MobileMapper di
Thales si arricchisce
di un nuovo modello:
il MobileMapperCM.
Esso sfrutta le
potenzialità del suo gemello
MobileMapperPRO per fornire
prestazioni in precedenza esclusive di
strumentazione ben altro costo,
dimensioni e complessità d’uso.
Oltre a tutte le funzioni di
acquisizione e gestione dati GIS per le
quali il MobileMapper è ormai famoso,
MobileMapperCM consente ora
precisioni addirittura centimetriche!
MobileMapperCM, infatti, è in grado di
generare file di dati completi delle
informazioni di codice e fase necessari
per una elaborazione di precisione,
anche in formato RINEX.
Con questi file, acquisiti con l’antenna
geodetica e processati con il Software
MobileMapper Office (entrambi a
corredo) è possibile raggiungere
precisioni migliori di 30 centimetri con
grande facilità, anche in movimento.
Con l’ausilio di un software di
elaborazione opzionale, inoltre, si
possono condurre rilievi statici con le
precisioni tipiche dei ricevitori geodetici
a singola frequenza: 2cm + 2ppm.
Come stazione base per la correzione
differenziale è possibile utilizzare una
delle svariate stazioni di riferimento
GPS sparse sul territorio, oppure, per
una maggiore precisione ed autonomia
di lavoro, MobileMapperCM può essere
utilizzato anche come stazione di
riferimento.
MobileMapperCM condivide tutte le
funzioni e gli accessori del modello PRO,
tra cui il software Magellan DirectRoute
per la navigazione stradale, le schede di
memoria SD di diverse capacità e una
serie di cavi e supporti che ne
consentono un uso sempre agevole.
Qualsiasi ricevitore MobileMapper può
essere aggiornato a MobileMapperCM in
ogni momento.
(fonte: Codevintec)
Stati generali
della Bentley a Baltimora
Si è tenuta a Baltimora, nel Maryland,
la Bentley Enpowered Conference. Forte
di un seguito di oltre 1600 partecipanti,
la Bentley utilizza la conferenza come
vetrina principale per render note le
nuove visioni dell’azienda e per
annunciare il lancio di nuove soluzioni,
sfruttando il momento di contatto con i
propri utenti per dar loro risposte e per
meglio prepararli all’utilizzo dei suoi
prodotti.
La conferenza ha visto gli interventi di
molte personalità influenti. Tra queste
Xavier Lopez, che dirige per la Oracle i
servizi di posizionamento e che si è
soffermato ampiamente sulla la
partnership avviata con la Bentley,
elogiando Oracle10g ed auspicando che
grazie ad esso i dati geospaziali possano
d’ora in avanti essere disponibili e
consultabili in rete con maggior facilità.
La Bentley non è la sola ad aver
abbandonato il GIS per il Geospaziale:
anche l’OGC (Open GIS Consortium) ha
infatti lasciato la denominazione che
vedeva protagonista il GIS per passare
ad Open Geospatial Consortium and
Daratech, Inc., annunciando, allo stesso
tempo, che l’edizione del 2004
dell’annuale rapporto “GIS: Markets and
Opportunities” non avrà, per il
momento, un seguito. Le nuove
componenti di cui è dotato Oracle10g e
le funzionalità di piattaforma dedicata
per l’ingegneria della Bentley, fanno di
questo connubio la soluzione che meglio
si avvicina alle necessità di un utente
che si affida a tecniche di misurazione,
permettendo una più ampia e precisa
acquisizione dei dati.
All’interno della Conferenza, si è fatta
largo una non troppo velata polemica
nei confronti di Autodesk che, secondo le
parole di Tony Flynn, direttore del
marketing della Bentley, ha evitato negli
anni che avvenisse una completa
interoperabilità tra i software in
commercio, con l’unico risultato di
rendere più arduo e complesso lo
sviluppo dell’industria in generale; i
prodotti Bentley, invece sono pienamente
compatibili con quelli Autodesk.
(fonte: redazionale)
A G E N DA
2005
EURO P.A.
Salone delle Autonomie
Locali
Rimini
22-25 giugno 2005
http://www.euro-pa.it
Convegno nazionale SIFET
Palermo – Mondello
29 giugno – 1° luglio 2005
http://www.sifet.it
6 th Joint ICA/ISPRS/Euro
Geographic International
Workshop on Incremental
Updating and Versioning
La Coruña, Spagna
8-10 luglio 2005
http://geo.haifa.ac.il
XXII International
Cartographic Conference
La Coruña, Spagna
9-16 luglio 2005
http://www.icc2005.org
GML Days 2005
Conferenceand Exhibition
Vancouver, Canada
18-22 luglio 2005
http://www.gmldays.com
25 th Annual ESRI
International User
Conference
San Diego, California (USA)
25-29 luglio 2005
http://esri.com
2 nd International Workshop
on Geographic Information
Management (GIM’O5)
Copenhagen, Danimarca
22-26 agosto 2005
h t t p : / / w w w. g e o i n f o . u j i . e s / g i m 0 5
ISGI 2005
International
Symposium on
Generalisation of
Information
Berlino, Germania
14-16 settembre 2005
http://www.horstkremers.de/ISGI
Geoitalia 2005
Quinto Forum Italiano
di Scienze della Terra
Spoleto
21-23 settembre 2005
http://www.geoitalia.org
III Convegno
internazionale SIIV
(Società Italiana
Infrastrutture Viarie)
Bari
22-24 settembre 2005
http://sed.siiv.it
http://www.poliba.it
CIPA 2005
XX International Symposium
“International Cooperation
to save the World Cultural
Heritage”
Torino
27 settembre – 1 ottobre 2005
h t t p : / / w w w. c i p a t o r i n o 2 0 0 5 . o rg
Conferenza Italiana
Utenti Intergraph
Roma
10 ottobre 2005
http://www.intergraph.it
SAIE 2005
Bologna
12-16 ottobre 2005
h t t p : / / w w w. s a i e . b o l o g n a f i e re . i t
Convegno
Il dominio dello spazio:
scienze e tecniche per la
rappresentazione
Torino
20-21 ottobre 2005
http://www.csi.it
19 th European ESRI
User Conference
Varsavia, Polonia
26-28 ottobre 2005
http://www.esri.com
SINERGY 2005 - The
International Energy Forum
Rimini
9-11 novembre 2005
www.riminifiera.it
ASITA 2005
Catania
15-18 novembre 2005
http://www.asita.it
GIS DAY 2005
Giornata Mondiale dei
Sistemi Informativi
Geografici
16 novembre 2005
h t t p : / / e s r i i t a l i a . i t / g i s d a y 2 0 0 5
GEOmedia 1 2005 57
A RTE E S C I E N Z A
Il museo
d e l l a
scienza di
V i l l a
F a r n e s i n a
di Francesca Salvemini
R
appresentavano l’Astronomia
le due logge romane del
viridario di villa Farnesina
con la Sala adiacente del Trionfo di
Ercole: lo spazio, l’astrolabio zodiacale
della Sala di Galatea - in testa le stelle
dell’Orsa minore fatte di “sasso” da
Medusa, Peruzzi nella biografia di Vasari
- e il tempo, la meccanica dello gnomone
solare del Trionfo di Cupido.
La favola di Psiche nella loggia di
Cupido, che nei pennacchi esibiva
Mercurio, e le tre dèe del Giudizio di
Paride, tra loro Minerva con le spighe di
Cerere dei ‘Mestieri’ nelle Prove di
Psiche e nude in girotondo con Cupido
nella sua ‘Educazione’, nelle vele il dio
con emblemi fenomenici e attributi del
Trionfo, che è in due quadri al centro
della volta, tra le molte figure restaurate
da Carlo Maratta.
Le vele di un padiglione delle scienze
eseguite, sarcastico in proposito Vasari,
parlando di un “capriccio” stagionale di
zucche e fichi principio delle anamorfosi
di Arcimboldo, con ogni specie di uccelli
da Giovanni da Udine, nella variegata
imitazione dei mosaici di S.Costanza
(fg1).
Il lato aperto della serra sopra finte
vetrate sparite, nella parete interna di
museo ancora restauro di Maratta. Nel
gonfalone del banchetto di nozze che nel
racconto di Apuleio seguiva il simposio
divino - altra tendina pergolata del
Trionfo di Cupido celestialmente ‘appesa
alla volta’, nel giudizio su Raffaello delle
Vies di Stendhal a proposito di Mozart -
in primo piano Bacco e la piccola Ebe.
La dinamica della più enciclopedica
meridiana di ventiquattro ore, tra vele e
pennacchi, spolverata dai cartoni,
ciascuna figura un rilievo di scavo
archeologico, ottenendo con tecnica
topografica nel reticolo e dallo specchio
lo scorcio anatomico degli dèi convitati
nel fattore doppio di scala: le Arti
meccaniche.
I fuochi dell’orologio le candelabre,
gnomoni delle dieci ore di luce e dei
dodici mesi, e sui lati corti della volta
nello schema di pianta rettangolare le
campate biunivoche angolate degli
equinozi, le quattro stagioni in
quattordici vele.
Rappresentava la Prospettiva l’ampia
Sala della villa al primo piano, nel fregio
il Parnaso dalle Metamorfosi di Ovidio, e
nelle pareti le Prospettive (fg2) di
Trastevere.
Nella mira della Regula (fg4) e del
Regolo, il reticolo o ‘righettone’ dello
spolvero, gli edifici di S.Maria in
Trastevere fra i campanili e S.Crisogono
nella piena del Tevere, sulla parete del
camino i colli svettanti il palazzo e la
torre dei Colonna e il palazzo Venezia, le
torri delle Milizie, con le statue di
S.Maria di Loreto in costruzione, e dei
Conti, di seguito, i ponti all’isola
Tiberina sui versanti opposti del fiume e
infine, tra le finestre dell’ultima parete,
la Lungara con il Tempietto di
Bramante, le Fornaci e Porta Settimiana
nel 1515.
Il Borgo di S.Pietro nell’affresco
botticelliano della Sistina.
Da palazzo Farnese la Fronte vaticana
a bassorilievo secondo Venuti studiata
da Annibale, in cui sfilano per aria e a
dorso di delfino gli Amoretti, tra Elle sul
Mare di Marmara, l’Ellesponto, al collo
dell’ariete ed Europa, e il piccolo
Melicerte, Palemone (con l’ancora
Portuno, Ovidio, Fasti, VI, 546) tratto in
salvo dal delfino. Di seguito Tersicore a
dorso di Tritone, e quel
‘Nesso’ cui Carracci
nella Galleria rapiva
Deianira per Elena,
che, ennesimo stuolo
oceanico della dèa, a
villa Farnesina nel
Figura 1 - Trionfo di Cupido, Villa
Farnesina, Roma, particolare
58 GEOmedia 1 2005
A RTE E SCIENZA
Figura 2 - B. Peruzzi, Villa Farnesina, Prospettive, Roma, dettagli
Figura 3 -Zodiaco, Hyginus, Poeticon
astronomicon, 1535 (Roma, BUA)
fregio del Parnaso dalle Metamorfosi
nella stessa Sala delle Prospettive,
Peruzzi, in uno dei due riquadri marini
del “Coro di Venere” - Elena nel disegno
Gonzaga di una serie incisoria da
Polidoro da Caravaggio - tra le perle
marine di Teti, era incatenata a Proteo,
fonte l’astronomo Igino. Sul monte
Parnaso: Deucalione e l’Arca, Deucalione
e Pirra, Apollo e Dafne, Venere e Adone,
il Trionfo di Bacco e Sileno, i Giochi
Pitici, il Pomo di Cerere, Venere ed
Elena e Teti, Sonno, Cefalo e Procri,
Fetonte con i cavalli solari, il Salviati
secondo Vasari da un disegno di
Michelangelo, Diana e Chione, il
Giudizio di Mida, Arion e Palemone e
Leucotèa, Pan e Siringa: la Prospettiva
tra Poetica e Musica nelle arti liberali.
Le Fabulae di Igino (fg3) edite nel
1535 nella Sala del fregio del Trionfo di
Ercole, dove per la prima volta è
esplicito l’episodio del Pàttolo nell’Oro
di Mida. E l’eroe che uccide Nesso al
principio della parete delle Fatiche segue
l’esposizione nel Libro IX delle
Metamorfosi di Ovidio, inserendovi
l’uccisione dei centauri Nesso ed
Eurizione, risparmiati nella
Centauromachia, raccontata tra le
secondarie dallo stesso Igino.
E dove è inclusa l’Oceanomachia, nella
fatica del toro cretese Ercole, Melisso
con la cornucopia di Amaltea e Acheloo,
sintetizzata in un solo verso della Fabula
di Orfeo da Poliziano: “...a questo santo
amore Ercole cede, che vinse i mostri e
dal bell’Ila è vinto.”, cui faceva eco
Vasari. Seguono la Morte di Ercole,
negli omicidi tra parenti sempre secondo
Igino, Onfale, Ebe e l’inganno a
Deianira, Meleagro ed Euridice tra
Orfeo, la Cerva di Cerinea, e lo stesso
Ercole, le Fatiche, lasciate alle tre parti
restanti del fregio una sola fatica
ciascuna, e, quarta, l’Apoteosi di Ercole
con l’erma del dio nella parete aperta
dal Titano Atlante: tra i gruppi di
Oceano e Teti e di Nettuno e Anfitrite
sfila l’intero nastro del mito. Gli
ammassi di Ercole della Via Lattea.
Da rilievi romani satirici Marsia e
l’Ercole e Onfale dei Fasti nella Fabula
d’Orfeo, dedicata da Poliziano ai
Gonzaga nel 1480, del fregio della
camera di Palazzo Te a Mantova detta
delle Metamorfosi di Ovidio dagli
affreschi di Mida e del Giudizio di Mida.
Nel viridario sulla campagna
mantovana, finestre sotto il soffitto sul
Mincio come lo Stige, la ‘turba di
Apollo’ che accompagna i doni iniziatici
del culto di Bacco, Mercurio, nel
Giudizio di Paride, e Orfeo e l’inferno -
nel Trionfo di Ercole - con Euristeo, e il
baccanale frenetico della Canzone: il
nudo dio Pan ubriaco, Diòniso nei
Autore
FRANCESCA SALVEMINI
Mythologiarum Libri di Fulgenzio.
A lato degli astanti il paesaggio della
Sala delle Prospettive di villa Farnesina,
da punti di vista distanziati e angolati
alle pareti dal Gianicolo e dal Tevere. Le
quote degli edifici nel reticolo
traguardate con l’astrolabio usato da
Regiomontano e da Vespucci nella
demarcazione della posizione degli astri,
le logge l’orizzonte del rilievo
cartografico a grande scala, “istrafori” di
Vasari.
Figura 4 - Astrolabio di Apiano
GEOmedia 1 2005 59
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