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Geomedia_4_2005

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Geomatica e Cooperazione Internazionale

La Nona Conferenza Nazionale ASITA in dettaglio

Un report dal GIS Day 2005

Tutorial post elaborazione GPS 3 a Parte

Gli straordinari risultati ottenuti da MARSIS

Il geometra tra innovazione ed evoluzione: intervista ad Alberto Chiariotti



FOCUS

6

16

Geomatica e Cooperazione Internazionale con i paesi in via di sviluppo

DI STEFANO P. DISPERATI

Ambienti GIS per le applicazioni radio elettriche

A CURA DI VECTOR SRL

Direttore

RENZO CARLUCCI

rcarlucci@aec2000.it

Comitato editoriale

FABRIZIO BERNARDINI, VIRGILIO CIMA,

LUIGI COLOMBO, MATTIA CRESPI,

MAURIZIO FAVA, SANDRO GIZZI,

LUCIANO SURACE, DONATO TUFILLARO

Direttore Responsabile

DOMENICO SANTARSIERO

sandom@geo4all.com

Hanno collaborato a questo numero:

FABRIZIO BERNARDINI

FULVIO BERNARDINI

MARTINA BERSAN

VALENTINA BINI

RENZO CARLUCCI

ALBERTO CHIARIOTTI

STEFANO P. DISPERATI

VITTORIO GRASSI

GIAMPAOLO TONEGATO

LAURA SEBASTIANELLI

12

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34

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MERCATO

L’informazione non si ferma. Lavorare per crescere – Galileo GPS News – La rete GPS

Glonass in Emilia Romagna – Premiato l’impegno di Jack Dangermond per la salute

pubblica – Il Concorso SIFET-MIUR va all’Istituto Righi di Reggio Calabria – Google

Earth: opinioni a confronto

REPORTS

Il Sistema Informativo Territoriale nel Comune di Creazzo: l’esperienza reale

del GIS – GIAMPAOLO TONEGATO E MARTINA BERSAN

Nona Conferenza Nazionale ASITA - A CURA DELLA REDAZIONE

Il progetto SISTER per il Comune di Lignano Sabbiadoro - A CURA DI POLITECNICA SRL

Restructura 2005, tra hard e soft - A CURA DELLA REDAZIONE

Storia di un vulcano - ESTRATTO DA “TECHNOLOGY & MORE”

GIS Day 2005 - A CURA DELLA REDAZIONE

Marketing e distribuzione

A&C2000 S.r.l.

Div. Geo4All

Via C.B. Piazza 24

00161 Roma

Tel. 06.44291362 - Fax 06.44244965

E-mail: info@geo4all.com

Redazione e amministrazione

Via C.B. Piazza 24

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Progetto grafico e impaginazione

DANIELE CARLUCCI

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è di € 45,00.

Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell'abbonamento

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diritto di ricevimento dei fascicoli arretrati ed avrà validità per

il solo anno di sottoscrizione. L’editore comunque, al fine di

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della Rivista non costituiscono disdetta dell’abonamento a

nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere

richiesti dall'abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione

del numero successivo.

Editore

Domenico Santarsiero

Registrato al tribunale di Roma con il N° 243/2003

del 14.05.03 (già iscritto al Tribunale di Rimini N° 18/97

del 31.10.97)

Stampa

IGER • Istituto Grafico Editoriale Romano - V.C.T.

Odescalchi, 67/a - 00147 Roma - Tel. 06/510774/1 - Fax

06/5107744

Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità

dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del

contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma

e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico,

ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati,

senza il consenso scritto dell’editore.

26

46

49

INTERVISTA

La figura del geometra tra innovazione ed evoluzione - Intervista ad Alberto

Chiariotti – A CURA DELLA REDAZIONE

TUTORIAL

38 Tutorial GPS 3 a Parte - Il software LGO Leica Geo Office – DI VITTORIO GRASSI

AZIENDE E PRODOTTI

Viaggiare sulla Terra in tre dimensioni con World Wind – Gfauna e la gestione delle

attività venatorie – Occhi puntati sulla missione Huygens dell’ESA – Con Leica

SmartRover per lavorare in leggerezza

Speciale ASITA – ABACO – Geotop – Geoin – Heliogs – HP – Matrox – Intergraph –

Menci SW – Planetek – RSI – Sistemi Avanz

TERRA E SPAZIO

58 La lunga attesa di MARSIS - DI FABRIZIO BERNARDINI

RUBRICHE

4 EDITORIALE

18 INDICE DEGLI INSERZIONISTI

61 AGENDA

62 PUBBLICITA’ CLASSIFICATA

In copertina l’utilizzo di strumenti topografici nell’ambito di procedure

di rilievo e controllo in campo industriale. L’immagine è tratta dal sito

di Leica Geosystems all’ URL:

http://www.leica-geosystems.com/metrology

(Immagine: Cortesia di Leica Geosystems)


EDITORIALE

Geodesia senza geodeti,

topografia senza topografi,

cartografia senza cartografi

Un mondo tipicamente italiano, descrivibile perfettamente in ogni sua particolarità, è quello in cui si cerca di

operare utilizzando i dati della scienza geomatica prescindendo dalle conoscenze di base geodetiche,

topografiche e cartografiche.

Specialmente nei settori informatici (oggi onnicomprensivi) queste tre conoscenze di base vengono utilizzate senza

alcuna competenza.

Non ci stancheremo mai di ripetere come i software GIS consentano a chiunque di operare proiezioni, cambi di Datum,

trasformazione di sistemi di riferimento o addirittura di trattare dati di rilievo, basi GPS e informazioni spaziali come

fossero opzioni qualsiasi di impostazione di un sistema grafico. Eppure l’Italia nei produttori di software GIS era trattata,

fino a qualche tempo fa peggio dello stato del Bahrein il quale aveva diritto a poter scegliere la sua proiezione, mentre

noi no e quindi, almeno qui, era difficile fare cartografia senza i geodeti, i topografi e i cartografi; purtroppo però da

qualche tempo la proiezione Gauss-Boaga è apparsa all’interno di qualche sistema come ad esempio Autocad Map e anche

in Italia finalmente chiunque potrà godersi le trasformazioni di sistemi di riferimento con sovrapposizioni insperate da

qualsiasi sistema all’altro.

Scherzi a parte non possiamo far altro che constatare che in 30 anni poco è cambiato dall’epoca in cui un diplomato o

laureato non poteva sperare di lavorare nella sua disciplina dando origine così alle pluri-competenze più disparate:

chimici che finivano a fare i ragionieri, fisici che facevano i giornalisti, letterati che operavano in settori matematici e

così via.

Forse un’evoluzione c’è stata se oggi, come dice Sansò, la guerra di occupazione della geodesia si fa senza geodeti. Si

evita pertanto di mettere un ragioniere a fare il geodeta, semplicemente se ne fa a meno ritenendo “ente inutile” quell’organizzazione

deputata all’uniformazione della geodesia sciolta qualche anno fa. Proseguendo di questo passo, con il

federalismo che avanza, non sarà difficile tra un po’ trovare cartografie che ai confini regionali non coincidono, proprio

come ci si trovava più di un secolo fa quando si decise, per ovvi motivi, di avere una cartografia uniforme a livello

nazionale ed internazionale ed evitare la frammentazione delle singole realtà dell’Italia pre-unitaria. Non sarebbe una

sorpresa di questo passo se qualche Regione a questo punto decidesse di adottare, ad esempio, una proiezione tipo

Samson-Flamsteed operando nella propria autonomia concessale. Sicuramente se ne accorgerebbero pochi, mancando

oggi quel riferimento nazionale di uniformità che andava sotto il nome di Commissione Geodetica Italiana.

Ma ci vuole tanto per ricrearla? I problemi che oggi abbiamo ancora non bastano ad evidenziare tale carenza? Inoltre,

quante risorse stiamo sprecando per inutili sovrapposizioni a livello regionale? In quante regioni esistono infrastrutture

geodetiche-cartografiche ripetute e sovrapposte al livello nazionale?

Federalismo si, ma dove è necessario e possibile, non anche nella cartografia che dovrebbe avere lo scopo uniformante

almeno a livello nazionale. Sarebbe una vita possibile quella in cui ad esempio durante un tragitto, nel passaggio da una

regione all’altra si debba cambiare sistema di riferimento per il nostro posizionamento? Immaginate le opzioni necessarie

su un navigatore veicolare? Altro che Gauss-Boaga o WGS84, tra un po’ avremo la scelta per almeno una ventina di

regioni solo in Italia.

Dopo queste considerazioni ci troviamo costretti anche in questo editoriale a ripetere l’auspicio conclusivo

dell’editoriale del primo numero di questo anno che qui riportiamo:

“…l’auspicata riapertura della Commissione Geodetica Italiana, chiusa come Ente inutile qualche anno fa, nel periodo

in cui la difesa del territorio era un obiettivo ancora riservato ad una cerchia ristretta d’interessi.”

Non ci resta che augurare ai nostri cari lettori per le prossime festività una piacevole lettura con proficue riflessioni,

ed augurare a noi un pubblico sempre più vasto, attivo e critico. Scrivete ed intervenite, saremo lieti di mettervi a

disposizione i nostri spazi sia editoriali che sul WEB.

Buona lettura

Renzo Carlucci

Lettere alla Redazione di Geomedia possono essere spedite a: Redazione GEOmedia, via mail all’indirizzo

redazione@geo4all.it, oppure via web all’URL http:// www.geo4all.it/geoportal

4 GEOmedia 4 2005


Geospatial

Knowledge

Roma, 5-6 Aprile 2006

Auditorium del Massimo – Via Massimiliano Massimo, 1

SESSIONI TEMATICHE

NOVITÀ TECNOLOGICHE

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Per informazioni, presentazione Paper e Poster, modalità di registrazione:

Segreteria organizzativa - tel. 06.40696229/216 - fax 06.40696333

www.esriitalia.it/conferenza2006

ESRI


FOCUS

Geomatica e

Cooperazione

Internazionale

con i Paesi in

via di Sviluppo

La Cooperazione

Internazionale allo Sviluppo

La Cooperazione con i Paesi in Via di

Sviluppo (PVS) in Italia è un ambito

che impiega professionalità, passione e

senso di solidarietà.

Storicamente la moderna Cooperazione

allo Sviluppo nasce nel corso degli

anni quaranta all’interno della politica

estera degli Stati Uniti che, con il

Land Lease Act del 1941, vararono un

piano di aiuti per quarantuno Paesi

(tra cui Cina, Russia e Francia).

Analogamente l’Amministrazione delle

Nazioni Unite per la Ricostruzione

post bellica (United Nations Relief and

Rehabilitation Administration, UNRRA)

tra il 1943 ed il 1946 fece degli aiuti

internazionali un elemento istituzionale

della politica. Dietro questi interventi

si celava la responsabilità storica

legata alla fase coloniale (Francia,

Gran Bretagna, Portogallo e Italia) e il

desiderio di porsi a modello di

sviluppo da parte di quei Paesi che

uscivano vincitori dal conflitto

mondiale (Stati Uniti e URSS). In

questo contesto fu coniato nel 1952 da

Alfred Sauvy, il termine “Terzo

Mondo” per indicare quei Paesi che

non erano ancora allineati con il

“Primo Mondo” (USA e Europa

occidentale) né con il “Secondo

Mondo” (URSS e Stati satellite).

L’evidente differenza esistente tra i

Paesi più depressi ed i Paesi del Sud

Est Asiatico e Medio Orientali ha

di Stefano P. Disperati

portato all’identificazione degli stati

dell’Africa Subsahariana come “Quarto

Mondo”, termine modificato poi in

“Paesi in Via di Sviluppo”. Più

recentemente Banca Mondiale e United

Nations Development Programme

(UNDP) hanno proposto criteri di

classificazione basati su parametri

oggettivi, come ad esempio il Prodotto

Nazionale Lordo Pro Capite. Le

politiche di cooperazione sono mutate

con i periodi storici così mentre negli

anni Sessanta prevaleva il senso di

“responsabilità storica” nei confronti

delle ex colonie, negli anni Ottanta

acquisiva rilevanza l’interesse

commerciale verso aree emergenti dei

PVS e negli anni Novanta, terminata

la Guerra Fredda, si sono posti in

primo piano gli interessi per creare un

nuovo equilibrio geopolitico in cui la

cooperazione agisce spesso nell’ambito

di processi di pacificazione e

ricostruzione di tessuti sociali lacerati

da conflitti.

Un aspetto particolare della

Cooperazione allo Sviluppo del

nostro Ministero degli Esteri è

proprio quello dell’uso di

strumenti Geomatici in quanto

ogni attività della Cooperazione è

relazionata al territorio su cui è

proiettata. Si va dall’uso di

Sistemi Informativi sui Siti all’uso

di tecnologie molto avanzate per

analisi di territori da valorizzare

specialmente nel settore

Ambientale.

Esempi particolari si trovano ad

esempio nella Cooperazione con

l’Egitto in cui sono stati istituiti

dei sistemi geografici di Analisi

del Rischio del Patrimonio

Culturale con particolare

riferimento all’impatto ambientale

o addirittura agricolo come nella

regione del Fayum sempre in

area egiziana.

L’articolo proposto presenta una

panoramica interessante per

comprendere appieno

l’importanza delle applicazioni

geomatiche per le attività di

pianificazione e analisi dei

progetti in cui il nostro Ministero

degli Esteri attiva una fattiva

cooperazione internazionale.

In Italia la cooperazione allo sviluppo

è una componente fondamentale della

politica estera, come sancito dall’art.

1 della Legge n° 49/87 che ne

costituisce il quadro normativo di

riferimento. Il sistema delle istituzioni

ed organizzazioni italiane coinvolte

nella cooperazione è rappresentato

schematicamente in Fig. 1.

Figura 1 - Rappresentazione

schematica del sistema

italiano della Cooperazione

Internazionale con i Paesi in

Via di Sviluppo

6 GEOmedia 4 2005


FOCUS

Le aree geografiche di lavoro della

Cooperazione Italiana sono

storicamente radicate in Africa

subsahariana (35% dei progetti

realizzati nel 2003) e, in minor

misura, in America Meridionale (26%)

anche se sempre maggiore importanza

vanno assumendo, sotto la spinte delle

politiche dell’Unione Europea, le aree

del Mediterraneo e del Medio Oriente

(22%). Nel 2004 il Ministero degli

Affari Esteri (MAE) ha promosso 116

nuove iniziative, di cui 94 sono

progetti in PVS e 22 attività di

informazione ed educazione allo

sviluppo

Gli attori della Cooperazione

Internazionale allo Sviluppo

A livello internazionale il più grande

sforzo per realizzare un coordinamento

nell’ambito della cooperazione con i

PVS è stato effettuato dalle Nazioni

Unite che hanno creato le tre

principali agenzie sul tema

dell’agricoltura e della sicurezza

alimentare: FAO (Food and Agriculture

Organization), WFP (World Food

Programme) e IFAD (International

Fund for Agricultural Development),

ed il programma di gestione delle

risorse naturali attraverso l’UNEP

(United Nations Environment

Programme) con sede a Nairobi

(Kenya). Le istituzioni finanziarie

internazionali impegnate nel settore si

possono classificare in due grandi

gruppi: il gruppo della Banca

Mondiale al cui interno operano i

settori “sviluppo umano” e “agricoltura

e ambiente” e le banche regionali di

sviluppo, tra cui la Banca Africana di

Sviluppo e la Banca Asiatica di

Sviluppo. L’Unione Europea si è

recentemente affacciata nel settore

attraverso la Direzione Generale dello

Sviluppo, ed in particolare l’Ufficio

EuropAid.

A livello nazionale il MAE realizza

progetti in PVS direttamente

attraverso la propria Unità Tecnica

Centrale, oppure tramite esecutori

(aziende private selezionate attraverso

gare di appalto) ed Organizzazioni

Non Governative (ONG).

La presa di coscienza della necessità

di identificare soluzioni innovative ai

problemi che limitano lo sviluppo ha

spinto gli attori impegnati nella

cooperazione a realizzare iniziative di

ricerca scientifica e tecnologica per

identificare soluzioni adeguate e

sostenibili. Sotto l’egida delle Nazioni

Unite nascono i 14 centri di ricerca

del CGIAR (Consultative Group for

Research in Agriculture), il MAE ed il

MIUR (Ministero dell’Università della

Ricerca) finanziano iniziative del

mondo della ricerca che pongono le

basi per la creazione di una

piattaforma di ricerca scientifica

nell’ambito della cooperazione.

Gli strumenti della cooperazione:

il Project Cycle Management

La sempre maggiore presa di

coscienza della complessità della

realtà ambientale, sociale ed

economica dei Paesi in Via di

Sviluppo unita alla necessità di

razionalizzare le attività di progetto,

anche in relazione al controllo

esercitato da parte dei finanziatori, ha

portato all’elaborazione di una

specifica metodologia per la

realizzazione di un progetto. Il “Ciclo

di vita del progetto” (PCM) concepisce

il progetto secondo una

rappresentazione convenzionale come

un ciclo di fasi: identificazione dei

bisogni, formulazione del progetto,

presentazione di una proposta per il

finanziamento, implementazione delle

attività di progetto ed infine

monitoraggio, valutazione e diffusione

dei risultati (Fig. 2).

L’identificazione dei bisogni delle

persone e delle comunità beneficiarie

degli interventi di cooperazione è un

punto fondamentale del PCM e

consiste nell’acquisizione di dati e

informazioni direttamente (attraverso

rilievi sul campo, interviste a membri

chiave della comunità) e

indirettamente (fonti bibliografiche,

cartografia, database). I dati vengono

generalmente studiati ed organizzati

in due documenti: l’analisi SWOT –

Strenghts, Weaknesses, Opportunities

and Threats, che riassume i punti di

forza e di debolezza relativi alla

situazione analizzata e le prospettive

sia negative che positive, rischi e

opportunità, che potrebbero seguire ad

un intervento. L’albero dei problemi,

che propone una rappresentazione

schematica gerarchica dei problemi

allo scopo di raggruppare i fattori

limitanti dello sviluppo per aree

tematiche omogenee ed identificare un

“problema centrale” a cui il progetto

dovrà porre soluzione.

Nell’acquisizione dei dati e nella

stesura dell’albero dei problemi ha

assunto ampia importanza

l’implementazione di un approccio

partecipativo, tale da porre gli stessi

beneficiari nelle condizioni di

formulare ipotesi e analisi circa i

propri problemi (reali e percepiti) e le

possibili soluzioni. L’ultimo

fondamentale strumento del PCM è il

Quadro Logico o Logical Framework;

tale strumento consiste in una tabella

Figura 2 - L’organizzazione del Ciclo di Vita del Progetto per la Cooperazione con i Paesi in

Via di Sviluppo

GEOmedia 4 2005 7


FOCUS

che sintetizza tutta l’attività di

progetto secondo una “logica verticale”

che parte dalle singole attività, ai

risultati attesi, agli obiettivi specifici

fino all’obiettivo generale, che è in

genere la risposta al “problema

centrale” identificato nell’albero dei

problemi. Il quadro logico è

caratterizzato anche da una interna

“logica orizzontale” che associa ad

ogni voce (attività, risultati attesi,

obiettivi specifici, obiettivo generale)

importanti informazioni circa la

possibilità di monitorare l’impatto del

progetto e la sua sostenibilità

ambientale, sociale ed economica.

Geomatica e Cooperazione

Il termine Geomatica individua un

ambito multidisciplinare di applicazione

dell’informatica alle scienze che

studiano la Terra, in senso ampio.

Partendo da conoscenze e adeguati

strumenti atti ad acquisire, integrare,

archiviare, trattare, analizzare gestire e

distribuire dati spaziali georiferiti in

flusso di lavoro continuo la Geomatica

mira ad un obiettivo ambizioso:

spiegare meglio i fenomeni che si

osservano su scala territoriale.

Applicare gli strumenti ed i metodi

della Geomatica significa integrare con

originalità e concretezza sistemi di

posizionamento, Remote Sensing,

Geographic Information System (GIS),

modelli di simulazione e Decision

Support Systems (DSS).

La diffusione degli strumenti geomatici

è trasversale tra gli attori della

cooperazione in virtù delle loro

particolari caratteristiche: possono

essere sviluppati contemporaneamente

al ciclo di vita del progetto,

favoriscono la circolazione delle

informazioni ed il coinvolgimento degli

attori e consentono un periodico

aggiornamento dei dati che garantisce

continuità ai progetti. Le ONG sono

probabilmente tra gli attori che

presentano maggiori limitazioni

all’impiego degli strumenti geomatici a

causa delle frequenti ridotte dimensioni

delle organizzazioni e della

indisponibilità di specifiche figure

professionali da impiegare in questo

settore. L’applicazione di tecniche

Geomatiche nella cooperazione presenta

numerosi casi ed approcci diversi. Di

seguito descriviamo tre macro-aree di

elevato interesse per la cooperazione e

per gli aspetti tecnico – scientifici:

descrizione del territorio, Food Security

ed Environmental Security.

Descrizione del territorio

I Paesi in Via di Sviluppo sono

caratterizzati spesso dalla scarsità di

dati relativi al territorio e

l’acquisizione di informazioni con una

componente spaziale assume pertanto

un valore intrinseco contribuendo a

migliorare e diffondere la conoscenza

del territorio.

Tra i progetti impegnati nell’ambito

della pianificazione territoriale e della

gestione delle risorse merita menzione

il progetto Africover. Ideato dalla FAO

il progetto intende realizzare una

cartografia tematica di uso e copertura

del suolo dei Paesi dell’Africa compresi

nel bacino idrico del Nilo. L’area di

studio è di circa 8,5 milioni di km 2

ed impiega oltre 400 immagini

Landsat TM 5. Il progetto è di

importanza strategica per costituire

una base di dati armonizzata per

risoluzione geografica (da 1:200.000 a

1:100.000) e temporale che sarà il

punto di partenza per la futura

pianificazione territoriale nel

continente africano.

Food Security

La Banca Mondiale definisce la Food

Security come “L’accesso fisico ed

economico costante nel tempo da parte

di tutti gli individui a cibo

quantitativamente e qualitativamente

sufficiente a condurre una vita sana”.

Tale tema è imprescindibile da una

corretta gestione del territorio e delle

sue risorse, come sottolinea la FAO:

“Per sviluppare la sicurezza alimentare

sono essenziali un più ampio accesso

alle risorse, una gestione migliore che

riduca i costi, promuova la

conservazione delle risorse naturali, la

lotta biologica integrata, nuove

tecnologie, ulteriori opportunità di

creare reddito e occupazione, accesso a

servizi e infrastrutture”. Negli ultimi

anni l’attenzione per la sanità dei

prodotti alimentari ha portato al conio

del termine “Food Safety”, che si può

interpretare come la sicurezza

intrinseca agli alimenti.

Gli strumenti ed i metodi della

Geomatica hanno grande utilità

nell’ambito della Food Security, in

particolare nello studio dei sistemi

agro-silvo-pastorali estensivi tipici dei

Paesi in Via di Sviluppo. Attraverso il

telerilevamento e l’analisi

multitemporale di immagini satellitari

è possibile definire numerose

caratteristiche delle aree coltivate,

come ad esempio la durata della

stagione colturale che consente di

identificare il periodo più a rischio di

deficit alimentare (questo principio

viene impiegato dalle Nazioni Unite

per il coordinamento degli aiuti

alimentari) o determinare la variabilità

produttiva (deviazione standard,

coefficiente di variabilità). L’impiego

dei GIS consente di associare alle

informazioni desunte dal

telerilevamento importanti dati

spaziali. Ad esempio è possibile

definire l’ampiezza delle aree coltivate,

la loro prossimità ed accessibilità a

strutture di processamento e

commercializzazione. I modelli

simulazione applicati alle colture

consentono di elaborare scenari a

breve e medio termine sulla risposta

8 GEOmedia 4 2005

Figura 3 - Il progetto LEWS – Livestock Early Warning System per l’Africa Orientale

impiega strumenti della Geomatica per gestire le aree pastorali dell’Africa Orientale

per rafforzare la Food Security umana


FOCUS

produttiva delle piante al variare di

condizioni ambientali. E’ quindi

possibile ottenere scenari produttivi

che consentono di coordinare gli

interventi di assistenza alimentare alle

popolazioni bisognose. L’integrazione

di questi tre strumenti

(telerilevamento, GIS e modelli di

simulazione) ha portato allo sviluppo

di sistemi di monitoraggio delle

produzioni agro-pastorali, come cereali

e pascoli, e alla realizzazione di

sistemi di rapida allerta, o Early

Warning System.

Due significativi esempi sono i

progetti LEWS – Livestock Early

Warning System e MARS – Monitoring

Agriculture with Remote Sensing.

LEWS è un progetto coordinato dalla

Texas A&M University ed ha l’obiettivo

generale di sviluppare un sistema di

monitoraggio della produttività dei

pascoli e della capacità di carico

animale per migliorare la Food

Security delle comunità pastorali di

Kenya, Tanzania, Etiopia e Uganda. Il

sistema di monitoraggio integra dati

telerilevati dai satelliti Meteosat 7

(temperatura massima e minima,

piovosità) e AVHRR (NDVI) per

produrre stime della biomassa presente

nei pascoli in siti monitorati con

caratteristiche note. Un modello di

simulazione sviluppato nell’ambito del

progetto e denominato Phygrow

produce scenari sulla produttività di

biomassa per i siti di simulazione ed i

risultati vengono spazializzati con

tecniche geostatistiche. Attraverso GIS

vengono collezionati dati relativi alla

dotazione di infrastrutture utili alla

commercializzazione del bestiame

(strade, pozzi, mercati) e vengono

monitorati i prezzi del bestiame nei

principali mercati del Paese. Il

progetto in fase operativa consentirà

di valutare l’opportunità di favorire

approcci innovativi di gestione dei

territori pastorali, come ad esempio il

destocking. Tale approccio si basa

sulla capacità di monitorare la

produttività dei pascoli in condizioni

di crisi climatiche (siccità o

inondazioni). Quando ciò avviene la

capacità di carico di bestiame si

riduce ed i capi eccedenti sarebbero in

genere destinati alla morte dato che in

queste condizioni il prezzo di mercato

del bestiame cala rapidamente.

Monitorando le condizioni dei pascoli

ed i prezzi è possibile vendere il

bestiame in breve anticipo rispetto alle

crisi climatiche presso diversi mercati,

per non abbattere i prezzi, e quindi

ridurre la capacità di carico

trasformando il capitale fisico, ovvero

il bestiame, in capitale finanziario.

MARS è stato promosso dall’Unione

Europea attraverso il JRC – Joint

Research Centre che ne è il principale

sviluppatore. Dal 1993 la ricerca

europea è impegnata nel monitoraggio

e previsione delle produzioni agricole e

MARS è stato realizzato anche allo

scopo di fornire supporto alle decisioni

alla Direzione Generale dell’Agricoltura

Europea. Un particolare ramo delle

ricerche sviluppate nell’ambito di

MARS riguardano i Paesi in Via di

Sviluppo e l’aiuto alimentare in

generale, quattro aree pilota sono state

realizzate in America Latina, Africa

Orientale, Mediterraneo e Asia

Centrale. Per queste aree il progetto

intende sviluppare un sistema di

previsione delle rese che si integri con

i modelli di simulazione e di supporto

alle decisioni sviluppati dalla FAO al

fine di prevedere le rese produttive

delle principali colture cerealicole in

diversi scenari climatici.

Environmental Security

L’Environmental Security è un settore

di ricerca di recente sviluppo che

indaga sulle relazioni tra variabili

ambientali, demografiche e socioeconomiche

nello sviluppo di conflitti

armati per il controllo di risorse

naturali. L’analisi del ruolo delle

risorse è orientata verso le risorse

naturali rinnovabili (risorse idriche,

foreste, suolo) e non rinnovabili

(minerali e idrocarburi). Le risorse

non rinnovabili sono correlate ai

conflitti in funzione della loro

abbondanza in una data area, insieme

ad una situazione socio-politica tale

da suscitare comportamenti predatori

da parte di una frazione ben

organizzata della popolazione, come

avviene ad esempio per i diamanti in

Sierra Leone, il coltan in Congo o le

risorse petrolifere nel Medio Oriente.

Le risorse rinnovabili agiscono in

sistemi interdipendenti di elevata

complessità, sulla base di relazioni

non lineari e retroattive. L’eccessivo

prelievo di una risorsa o la sua

gestione poco sostenibile può portare

a molteplici problemi ambientali

imprevisti ed alla scarsità di risorse di

altro tipo. Per questo tipo di risorse è

quindi la loro scarsità in una data

area a generare l’adozione di strategie

di sopravvivenza estreme in individui

o gruppi di individui la cui

sopravvivenza o il cui miglioramento

del reddito dipende dall’estrazione e/o

dall’impiego delle risorse stesse.

Numerosi scienziati ritengono questa

ultima tipologia di risorse

particolarmente interessante, anche a

causa delle modificazioni dell’ambiente

a livello globale che incidono

soprattutto sulle risorse rinnovabili. Il

principale impulso a questi studi è

venuto nei primi anni novanta da

organizzazioni tradizionalmente

impegnate nella sicurezza

internazionale, interessate a ridefinire

gli scenari geopolitici venutisi a

creare in seguito alla dissoluzione

dell’Unione Sovietica. Nel 1996

l’amministrazione del Governo Clinton

dispose l’apertura di specifici “nuclei

ambientali” in sei ambasciate di Stati

Figura 4 - Il progetto MARS dell’Unione Europea comprende una componente di “Food

Aid” per rafforzare la Food Security umana attraverso il monitoraggio della crescita e

la previsione delle rese delle colture nei Paesi in Via di Sviluppo

GEOmedia 4 2005 9


FOCUS

ritenuti a rischio da questo punto di

vista (Costa Rica, Uzbekistan, Etiopia,

Nepal, Giordania e Thailandia). La

NATO, mediante la Commissione per i

Cambiamenti della Società Moderna,

ha finanziato diversi studi

internazionali, come mostrato ad

esempio nel rapporto “Environment

and Security in an International

Contest”, incentrato sulla situazione in

Afghanistan e Pakistan. La Central

Intelligence Agency ha istituito

l’Environmental Center nel sito storico

di Langley, mentre l’ EPA

(Environmental Protection Agency) si è

interessata agli aspetti che legano i

problemi ambientali ai conflitti ed alla

sicurezza. Secondo Micheal Renner

almeno un quarto dei conflitti

combattuti nel 2000 erano connessi

alle risorse naturali, nel senso che lo

sfruttamento illegale o legale delle

stesse ha contribuito o peggiorato

conflitti violenti o finanziato la loro

continuazione.

Il monitoraggio delle risorse naturali e

la loro gestione sono due aree di

grande pertinenza della Geomatica, ed

in particolare del telerilevamento e dei

GIS. Numerosi studi hanno dimostrato

l’utilità del telerilevamento nello studio

delle variazioni delle coperture

forestali, dello spessore dei ghiacciai,

della disponibilità di risorse idriche.

Analogamente molti GIS sono stati

sviluppati per pianificare la gestione

delle risorse, definire aree da

sottoporre a tutela per conservarne la

biodiversità, gestire razionalmente le

risorse idriche a uso civile, agricolo e

industriale, e creare mappe

rappresentative delle condizioni del

suolo. Sono stati sviluppati modelli in

grado di simulare e stimare il rischio

di degrado delle risorse naturali, come

ad esempio il modello RUSLE per il

degrado del suolo.

L’Environmental Security è una

disciplina relativamente giovane e ad

oggi sono pochi gli strumenti analitici

realizzati che traggono vantaggio

dall’impiego di informazioni

geografiche. Il primo studio che

coniuga le teorie sulla nascita di

conflitti ed i GIS per identificare le

aree interne a un paese ove i conflitti

potrebbero accadere è “Environmental

Security: A Geographic Information

System analysis approach. The case of

Kenya”. In questo studio, che presenta

i primi risultati di un progetto di

ricerca in corso presso l’Università

Statale di Milano, un modello teorico

socio-economico sullo sviluppo di

conflitti proposto da Thomas Homer –

Dixon, uno dei pionieri delle ricerche

in questo settore e consulente dell’Amministrazione

Clinton per le politiche

estere USA nel settore, viene analizzato

e scomposto in variabili rappresentate

come mappe tematiche. Le mappe

tematiche, ottenute da telerilevamento,

database e dati di campo, vengono

successivamente integrate graficamente

tramite overlay per identificare aree a

maggior rischio di conflitto. Indagini

condotte sul campo hanno dimostrato

la correttezza delle previsioni. Ulteriori

ricerche sullo sviluppo di sistemi

analitici per l’Environmental Security

prevedono la creazione di “griglie di

simulazione” con risoluzione di 1

chilometro quadrato all’interno delle

quali viene simulato il rischio di

conflitto a partire da mappe tematiche

e rappresentazioni matematiche e

statistiche dei modelli.

Figura 5 - La Geomatica fornisce approcci e strumenti innovativi per studiare i conflitti connessi alla gestione ed al controllo

delle risorse naturali ed individuare aree ad alto rischio

10 GEOmedia 4 2005


Conclusioni

La Geomatica aiuta concretamente ad

analizzare i problemi connessi allo

sviluppo di molti Paesi del sud del

mondo, sia attraverso lo studio dei

sistemi produttivi agricoli, sia con

l’analisi dello stato delle risorse

naturali. Attualmente importanti

progetti mirano a concretizzare l’alto

potenziale di analisi della Geomatica

con obiettivi specifici concreti per

migliorare la vita degli abitanti dei

Paesi in Via di Sviluppo. Tra i

principali problemi insiti nell’attuale

stato dell’arte vi è sicuramente quello

connesso alla trasferibilità dei risultati,

ovvero alla formazione di tecnici

presso le istituzioni dei PVS in grado

di impiegare il potenziale supporto

alle decisioni fornito dalla Geomatica

e disseminare sul territorio i benefici

di una corretta gestione delle risorse.

In questo scenario lo spazio di azione

si apre sia ad istituzioni, centri di

ricerca ed università dei Paesi

industrializzati che dovrebbero

sviluppare parternariato con omologhi

locali, in modo da condurre ricerche

congiunte e sviluppare insieme progetti

di ricerca, sia alle ONG di entrambe

le aree del mondo, che si possono

definire “utilizzatori intermedi” delle

ricerche sviluppate e potrebbero

giocare un importante ruolo nella loro

disseminazione, grazie alle loro

capillare presenza sul territorio. Per

realizzare ciò è importante che il

mondo della ricerca e quello della

cooperazione trovino aree comuni di

dialogo, magari attraverso l’istituzione

di figure specializzate nella ricerca per

la cooperazione allo sviluppo in seno

alle università ed ai centri di ricerca,

che potrebbero facilmente condividere

e far coesistere passione per la

scienza, professionalità ed impegno

civile.

Per saperne di più:

RISORSE IN RETE PER

GEOMATICA E COOPERAZIONE

INTERNAZIONALE CON PVS

www.reliefweb.org: un portale

di coordinamento della

Cooperazione allo Sviluppo

Internazionale. Contiene

numerosi link ad informazioni

agrometeorologiche relative ai

Paesi in Via di Sviluppo ed

Early Warning.

www.esteri.gov.it: il sito del

Ministero degli Esteri Italiano

www.homerdixon.com: il sito di

Thomas Homer – Dixon,

pioniere e tra i fondatori

dell’Environmental Security.

www.cgiar.org: il sito dei centri

di ricerca del Consultative

Group for International

Agricultural Research.

www.africover.org Il sito del

progetto Africover della FAO.

http://europa.eu.int/comm/europe

aid/index.htm: il sito di

EuropAid, l’ufficio di

Cooperazione Internazionale

dell’Unione Europea.

www.ngo.it: il sito che raccoglie

le informazioni relative a tutte

le Organizzazioni Non

Governative registrate presso il

MAE.

Autore

STEFANO P. DISPERATI

UNIVERSITÀ STATALE DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI AGRARIA

Dipartimento di Produzioni Vegetali

GeoLab – Laboratorio di Geomatica per l’Agricoltura e l’Ambiente

Email: peppino.disperati@unimi.it

Il dott. Stefano P. Disperati svolge la sua attività scientifica nell’ambito

di un dottorato di ricerca presso la Facoltà di Agraria dell’Università

degli Studi di Milano sul tema dell’applicazione della Geomatica in

studi di Food Security ed Environmental Security. Lavora principalmente

in Africa Orientale (Kenya e Tanzania), America Latina (Amazzonia

brasiliana) e Mediterraneo (Egitto). Svolge inoltre l’attività di consulente

per ONG italiane ed istituzioni europee.


MERCATO

L’ informazione non si ferma; lavorare per crescere

In uno degli scorsi numeri, e

precisamente il 2/05, avevamo

pubblicato una nota dal titolo “Quando

l’impegno non paga”, con espresso

riferimento ad alcuni problemi sorti tra la

nostra testata e una azienda del settore

riguardo la nostra imparzialità ed i

problemi sorti al margine del lavoro di

alcuni nostri collaboratori. A distanza, ci

sentiamo in dovere di rettificare quanto

scritto in precedenza.

Spesso l’impulsività può dar luogo a

malintesi e prese di posizione che in tutta

calma potrebbero essere chiariti senza

colpo ferire; del resto, la diversità di

pensiero è inevitabilmente legata anche

alla diversità dei ruoli, né potrebbe essere

altrimenti. Un’azienda ha come missione

la difesa del proprio operato, soprattutto

quando ha dalla sua soluzioni e proposte

valide. Spesso la differenza tra le aziende

non è legata solo ed espressamente al

prodotto proposto bensì a molteplici altri

fattori, non sempre evidenti.

La divergenza generatrice della nostra

nota, una volta superato il primo impatto

reciprocamente reattivo, ha potuto essere

agevolmente ricomposta attraverso un

sereno colloquio chiarificatore, che ha

consentito di ricomporre

ragionevolmente e proficuamente la

collaborazione. Cosicché quell’

informazione fatta anche di pubblicità,

di progetti e di innovazione tecnologica

non verrà meno ai lettori della nostra

rivista.

L’azienda in questione non è certo di

secondo piano e il suo contributo allo

sviluppo del mercato e delle competenze

nel settore della geomatica è di grande,

indiscusso rilievo. Siamo lieti che le

incomprensioni siano state superate e

che la storica collaborazione prosegua

con rinnovato vigore, a beneficio del

settore e di tutti coloro che vi operano.

Domenico Santarsiero

Galileo GPS News - Countdown: 2179 giorni all’inizio dell’operatività

Studio

Sviluppo

Implementazione

Operatività

Perchè una iniziativa Europea?

Oggi i due sistemi satellitari principali di radionavigazione, il

Global Positioning System (GPS) ed il Glonass, sono entrambi

sotto il controllo militare, il primo degli Stati Uniti ed il

secondo della Russia.

I due sistemi sono già operativi sulle strade, sul mare, in

montagna o nelle regioni desertiche ma senza purtroppo

garanzia di precisione e di continuità del servizio,

particolarmente nelle aree urbane e nelle regioni nordiche.

Inoltre è bene considerare che le autorità militari di entrambi

i paesi hanno il potere di fermare o di degradare il segnale in

qualsiasi momento per ragioni di sicurezza nazionale.

Poiché l’Europa è ormai avviata nello sviluppo di un sistema

integrato di trasporti, è vitale lo sviluppo di un sistema

indipendente di posizionamento e navigazione preciso e

affidabile. In parole povere, l’Unione Europea non può

permettersi di essere assente o di dipendere da altri paesi

quando si parla di una tecnologia in cui il mercato potenziale

è valutato sui 9 miliardi di Euro l’anno e che può

probabilmente generare un indotto di 140.000 addetti.

Come si presenterà Galileo?

Gestito e controllato tramite operatori civili, il futuro sistema

satellitare europeo di radionavigazione è regolato per essere

aperto, globale e completamente

compatibile con il GPS, offrendo

al tempo stesso ai suoi utenti una

precisione che varia dai 5-10m

confrontata agli attuali 25-30m

del GPS. Galileo utilizzerà una

costellazione di 30 satelliti

nell’orbita media (23000

chilometri di altezza) collegata ad

una rete di stazioni terrestri di

controllo e di centri di richiesti

per la fornitura di servizi.

Immagine cortesia di ESA

Come è finanziato?

I costi di start-up fino al 2008 per questo sistema sono valutati

a 3.25 miliardi di Euro. Gran parte del finanziamento sarà

ottenuto con uno schema di associazione aperta pubblicoprivata.

Fase di studio

Quasi 80 milioni di Euro dai fondi monetari europei già

sono stati assegnati per questa fase di studio, che ora si sta

avvicinando al completamento.

Fase di sviluppo (2001-2006)

Una joint (Unione/ESA) per un fondo pubblico di 1.1

miliardi è stato stanziato. Dal marzo del 2001, un gruppo

di industriali (fornitori di servizi, operatori, assemblatori

di sistemi spaziali) hanno raggiunto un accordo per avviare

una società di compartecipazione con un investimento di

200 milioni di Euro. Svolgeranno un ruolo attivo nella

definizione dei servizi offerti da Galileo.

Fase di implementazione (2006-2011)

La fase di implementazione dei satelliti dovrebbe essere

realizzata con un finanziamento di 2.1 miliardi di Euro, la

maggior parte acquisita dal settore privato.

Fase operativa (2011)

I costi di manutenzione sono stimati in 220 milioni annui.

Nel momento in cui scriviamo il primo satellite Galileo, il

GIOVE A, si trova al cosmodromo di Baikonur in Kazakhistan

in attesa del lancio del 26 Dicembre. GIOVE A si attesterà ad

una media orbita terrestre ad un’altezza di 23222 km grazie

all’ausilio di un veicolo Soyuz/Fregat. GIOVE A è il primo dei

due elementi necessari alla convalida dell’orbita Galileo;

insieme a GIOVE B (il cui lancio è previsto per il 2006) e con

il segmento di terra associato, i due satelliti faranno parte del

primo stage di convalida dell’orbita del sistema Galileo.

A Cura della Redazione

12 GEOmedia 4 2005


MERCATO

La rete GPS Glonass in Emilia Romagna

I Collegi dei Geometri dell’Emilia Romagna hanno stipulato con la

Regione Emilia Romagna una specifica convenzione per la

realizzazione di una rete di Stazioni Permanenti GNSS, atta a

migliorare le condizioni infrastrutturali nell’aggiornamento

geometrico catastale e le procedure nell’integrazione geografica

di dati catastali con altri dati di interesse comunale.

La Fondazione dei Collegi dei Geometri dell’Emilia Romagna ha

costituito una società denominata So.G.E.R (Società dei Geometri

dell’Emilia Romagna) la quale ha il compito di acquisire e gestire la rete di

Stazioni Permanenti per servire l’intera regione.

La realizzazione della rete che prevede 15 Stazioni Permanenti, è stata affidata alla

GEOTOP srl, con sede ad Ancona, in via Brecce Bianche, 152.

La GEOTOP installerà Ricevitori Topcon Odyssey-RS GPS/GLONASS ed il Software

GEO++ GNSMART per la gestione dei dati per il post processamento e generazione della correzione differenziale in

tempo reale (VRS e FKP). Il progetto prevede la monumentazione delle Stazioni Permanenti GPS/GLONASS, a totale

copertura della Regione Emilia Romagna, e la costituzione di un centro per il controllo della rete e per l’erogazione dei

servizi all’utenza che verrà realizzato a Bologna.

(Fonte: So.G.E.R/Geotop Srl)

Premiato l’impegno di Jack Dangermond per la salute pubblica

Jack Dangermond, fondatore e presidente di ESRI, ha ricevuto il premio come Partner d’Eccezione dal

NACCHO (National Association of County and City Health Officials) in quel di Boston. Lo scopo

dell’assegnazione del premio è quello di individuare i personaggi i quali sforzi hanno contribuito in

maniera decisiva alla pratica del local government e della salute pubblica. Questo del NACCHO è di

sicuro un premio ambito e Jack Dangermond ne è l’entusiasta ed acclamato vincitore dall’alto del suo

continuo supporto al lavoro dell’associazione. ESRI sta ormai lavorando con la NACCHO da otto anni

in differenti aree d’intervento; fornendo software GIS ai membri dell’associazione in situazioni

d’emergenza, sponsorizzando eventi educativi dedicati al GIS, supportando i programmi di sviluppo

in ambito software a favore delle giurisdizioni di realtà piccole o rurali e collaborando alle ricerche

sugli attuali profili della salute pubblica, ESRI si è sempre distinta per il suo puntuale aiuto nei

confronti dell’associazione statunitense. La NACCHO ed ESRI continueranno anche in futuro la loro collaborazione allo scopo

di sviluppare strumenti educativi atti a evidenziare le applicazioni pratiche del GIS all’interno delle pratica della salute pubblica.

“E’ per me un privilegio lavorare al fianco di una così rilevante associazione – spiega Jack Dangermond – e vorrei ringraziare

l’intera comunità che si dedica alla salute pubblica per questa onorificenza: sono loro che meriterebbero realmente questo premio,

per avermi dato l’opprtunità di servire la NACCHO”.

(Fonte: Redazionale)

Il Concorso SIFET-MIUR va all’Istituto Righi di Reggio Calabria

L’Istituto Tecnico Statale per Geometri “ Augusto Righi “ di Reggio

Calabria ha vinto il primo premio del Concorso SIFET-MIUR

2004/2005 con il lavoro “Rilievo del Palazzetto dello Sport di Reggio

Calabria”. Lavoro effettuato con diverse metodologie di rilievo (GPS

e Total Station) e confronto dei risultati ottenuti, nonché calcolo dei

parametri di trasformazione da WGS84 a Cassini- Soldner per alcuni

punti del rilievo.

Un momento della premiazione

(Fonte: Redazionale)

GEOmedia 4 2005 13


MERCATO

Google Earth: opinioni a confronto

Google Earth

(GE), è ormai

sulla bocca di

tutti per le

sue potenzialità: si tratta di una

potente combinazione di software e

linguaggio figurato che permette a

chiunque di esaminare “al volo”

qualsiasi zona dalla terra. Come avrete

letto nello scorso numero di GEOmedia

EADS Fleximage, una società francese

attiva nel campo del Telerilevamento,

ha appena rilasciato uno studio sulle

possibilità offerte da Google Earth dal

titolo “Google Earth: Impacts & Uses

For Defence And Security” (Google

Earth: Impatti Ed Utilizzi Per La

Difesa E La Sicurezza”. All’interno

delle 150 pagine dell’analisi, realizzata

con il contributo di esperti e

organizzazioni rappresentative e

disponibili a richiesta dal 20 settembre

2005 sul sito della società, la

Fleximage trova risposte a domande

inerenti le caratteristiche, i limiti ed i

pericoli di GE.

Matteo Luccio, editor di GIS monitor

(pubblicazione on line edita da GITC

America), in una sua recensione

sottolinea alcuni aspetti critici che

rendono bene l’idea di quali siano le

problematiche e le discussioni in atto

su GE. In questa recensione si afferma

che il rapporto Fleximage definisce GE

un perfetto complemento ai sistemi

GIS attraverso un meccanismo di

interscambio conforme a OGC (Open

Geospatial Consortium). L’opinione di

Luccio è che nello studio non si

ritrovano tutte le aspettative promesse

dal titolo e procede nella critica

indicando il fatto che delle 85

immagini utilizzate, 75 sono screenshot

di GE; inoltre lo studio fallisce nella

promessa di citare “un numero di

players consultati per questo studio”,

mentre riporta frasi discutibili del tipo:

“L’effetto negativo di mettere on line

dati free sul giro d’affari dei

distributori dovrebbe essere abbastanza

trascurabile, poiché i dati relativamente

vecchi come quelli messi on line da

GE non corrispondono ad una effettiva

domanda e sono relativi a un uso

marginale non redditizio”

Matteo Luccio ritiene tuttavia lo studio

interessante ed importante. In primo

luogo, forse per essere il primo e

unico studio indipendente di GE

realizzato da una ditta differentemente

dalle classiche recensioni che

compaiono sulle pubblicazioni. In

secondo luogo, è indicativo

dell’eccitamento e dell’apprensione con

cui molti nell’industria geospaziale, al

di fuori degli Stati Uniti, vedono il

potenziale impatto a lungo termine

delle tecnologie geospaziali nel massmarket.

Nell’opinione degli autori dello

studio, il particolare successo di GE è

dovuto essenzialmente a due fattori:

l’inusuale risoluzione delle immagini e

la particolare facilità d’uso

dell’interfaccia che consente a chiunque

di volare sul globo. Il report sottolinea

la possibilità di sovrapporre propri dati

raster e vettoriali e la possibilità di

georiferire in modo molto intuitivo tali

dati, mentre dall’altra critica la

possibilità di gestire solo 40 layer

senza possibilità di organizzazione

diversa tra gli stessi. La possibilità di

aggiungere propri dati è quello che fa

di GE uno strumento professionale, ma

d’altra parte la limitata citazione dei

soli diritti delle immagini non consente

di conoscere i metadati di base delle

informazioni distribuite (risoluzione,

data di presa, ecc.). Lo studio cita

inoltre un Report Parlamentare

Francese nel quale si quantificano dati

relativi all’accuracy per obiettivi

militari (riportato in fig. 1) arrivando a

risoluzioni di 15 cm e paragonandola

con l’irregolare risoluzione dei dati in

GE che varia dai 15 cm ai 15 metri.

Per quanto riguarda le “anomalie”,

queste vengono riassunte nella

mancanza di ortocorrezione emersa dai

test effettuati, specialmente in zone

piane, nei quali proiettando dati di

accuratezza nota si notano shifts che

vanno da pochi a parecchie centinaia

di metri in planimetria. Pertanto l’uso

di GE per acquisire coordinate va

verificato con altri mezzi prima di

poterci fare affidamento. Lo studio

discute anche la questione della

alterazione delle immagini a fini

militari come la sostituzione con alcuni

alberi di edifici a fianco della Casa

Bianca, l’alterazione del tetto della

residenza Presidenziale degli Stati

Uniti, citando inoltre altri casi strani

come ad esempio una strana forma

quadrata nel mezzo del nulla in

Nevada e così via.

Viene anche discussa la protesta in

atto contro Google Earth da parte di

alcuni stati come l’Australia,

l’Inghilterra, gli Stati Uniti e alcuni

Paesi Asiatici e viene illustrato come

essa viene annullata dimostrando come

tutte le immagini siano perfettamente

legali, di pubblico dominio e realizzate

a fini commerciali. Ci si pone il

dubbio se tali immagini siano

realmente pericolose e se sia

l’immagine stessa a rappresentare il

pericolo, ma censurare Google non è

la soluzione come allo stesso tempo

non basta camuffare i tetti per

nascondere aeroporti militari nei quali

si distinguono dettagli ad alta

risoluzione.

14 GEOmedia 4 2005


Google Earth risponde

A seguito dell’analisi di questo report

della Fleximage, Matteo Luccio ha

ritenuto opportuno contattare Google

Earth direttamente nella persona di

John Hanke, Direttore di produzione

per Local Maps & Earth in Google.

Hanke è inoltre il CEO di Keyhole, la

società che ha sviluppato Google

Earth.Riportiamo di seguito un sunto

delle domande e delle risposte avute:

GE è compliant con gli OGC

standards come riportato nello studio

francese, e in generale quale è

l’apertura di GE nei confronti degli

standards?

“Noi supportiamo l’importazione di

dati WMS all’interno del nostro client

Enterprise…GE è un ottimo

complemento per un GIS, non una

alternativa. Noi supportiamo solo

alcuni OGC standards come ad

esempio il WMS, in quanto gli

standards OGC sono stati creati per i

GIS e non sono consumer-oriented.

Tuttavia è molto semplice aggiungere

dati a GE usando KML. Il grosso dei

dati mondiali GIS vive su formati

proprietari ESRI, non in standards

OGC. Esri ha annunciato la sua

intenzione di supportare KML.”

Google Earth altera o censura dati per

scopi militari o di sicurezza?

“Ad oggi noi non abbiamo portato

alcuna alterazione ai dati”

Ci sono piani per pubblicare metadati?

“L’unico metadato che forniamo è

l’avviso di copyright e la lista delle

città ad alta definizione con le date

di acquisizione delle immagini…non

distribuiamo immagini per essere

utilizzate nel senso tradizonale.

Fornire il metadato non è tra i primi

posti nella lista delle priorità delle

cose che faremo.”

E’ vero che lo scambio dei dati tra

server e client GE sono criptati sui

computer degli utenti, come riportato

sul report francese?

“Il collegamento fra il server e il

client è cifrato. L’intenzione è di

proteggere i dati da coloro che

potrebbero estrarli.”

John Hanke conclude dicendo che

principalmente il sistema è realizzato

per soddisfare esigente di grandi

masse di utenti; Google Earth è un

grande complemento per utilizzatori di

sistemi GIS ma di certo non potrà

sostituire le funzionalità vere e proprie

di un Sistema Informativo Geografico.

Riferimenti web:

http://www.fleximage.fr/

http://www.assemblee-nationale.fr/rap-info/i3219.asp

http://earth.google.com/

http://www.opengeospatial.org/

A cura della Redazione

INFLUENZA DELLA RISOLUZIONE SULLE CAPACITA’ DEI SATELLITI PER

OSSERVAZIONE A SCOPO MILITARE

Risoluzione

Capacità

2 metri Riconoscimento del 50% delle installazioni militari

1 metro Rilevazione del 100% delle installazioni militari

Identificazione del 100% delle infrastrutture militari

80 centimetri Identificazione del 100% dei materiali aeronautici e del

100% dei vascelli navali

Identificazione di talune armi

50 centimetri Riconoscimento del 100% degli equipaggiamenti militari

30 centimetri Identificazione (blindati, veicoli leggeri)

Identificazione del 100% degli armamenti (cannoni da carro)

Identificazione di una colonna di rifugiati e della loro

progressione

20 centimetri Discriminazione tra uomini ed oggetti

Calcolo numerico approssimativo di una folla

15 centimetri Discriminazione tra un uomo ed una donna

Un report parlamentare francese cita i dati relativi all’accuracy per obiettivi militari. L’irregolare

risoluzione dei dati in Google Earth varia dai 15 cm ai 15 metri.


FOCUS

Ambienti GIS

per le Applicazioni

Radio Elettriche

Qualsiasi

Qualche osservazione preliminare

Tradizionalmente la principale fonte

di dati territoriali era, e ancora

rimane, la cartografia, che è però una

rappresentazione a scala ridotta di

zone generalmente limitate della

superficie terrestre. Questa situazione

è rimasta praticamente immutata per

secoli, finché sono stati sviluppati i

modelli computerizzati tridimensionali,

figli della diffusione degli elaboratori

elettronici. Ma la presentazione finale

dei dati è pur sempre piana.

Anche ai “non addetti ai lavori”

sorge spontanea la domanda: come

diavolo può essere rappresentata in

piano una superficie sferica?

Ovviamente è impossibile. Le superfici

sviluppabili analiticamente in piano

sono pochissime: a parte il piano

stesso, solo due solidi semplici lo

sono: il cono e il cilindro. Entrambi

possono essere tagliati lungo una

retta generatrice e quindi srotolati sul

piano. In realtà il cilindro può essere

pensato come un cono degenere (con

angolo nullo di apertura) e anche il

piano è un cono doppiamente

degenere, in quanto cilindro con

raggio di curvatura infinito. Quindi,

in definitiva, tra i solidi elementari

(escludendo ovviamente i poliedri a

facce piane), solo il cono è

sviluppabile, ma non certo la sfera.

Ne consegue che solo introducendo

distorsioni è possibile servirsi di

rappresentazioni piane. In pratica, le

uniche due vie finora seguite sono:

utilizzare una trasformazione

analitica. È la base del metodo di

Gauss e di molti altri da questo

derivati. Esistono anche ben noti

algoritmi per il calcolo pratico, come

le formule di Hirvonen, etc.;

applicare una trasformazione

geometrica a due stadi. Nel primo la

superficie terrestre viene proiettata

su un solido sviluppabile. Come

detto, i solidi di immediato utilizzo

sono il piano, il cilindro, il cono.

Quindi, il solido sviluppabile viene

srotolato sul piano (operazione

naturalmente non richiesta nel primo

dei tre casi). Questo metodo dà

origine alle proiezioni piane, a quelle

cilindriche (note come proiezioni di

Mercatore) e a quelle coniche (o di

Lambert).

Ogni metodo di proiezione richiede

poi che vengano specificati alcuni

parametri: dove è localizzato il centro

di proiezione, dov’è (se esiste) il

punto di contatto tra superficie

proiettata e sfera terrestre e così via.

Finché la rappresentazione riguarda

zone di limitata estensione è possibile

assicurare una ridotta distorsione e,

comunque, conoscerne l’entità. Ma

questo non avviene per lunghe

distanze oppure se è richiesta una

elevata accuratezza locale.

Lo scenario che si evince da queste

considerazioni elementari ha un

impatto drammatico quando si fa

riferimento alla navigazione navale o

aerea, che implica generalmente

grandi distanze percorse. La rotta più

semplice ed intuitiva da seguire

(mantenendo costante l’angolo di

prua) non è la più breve. Su una

sfera, tale rotta è un arco di cerchio

massimo, che per la sfera è appunto

una linea geodetica (ossia a minima

lunghezza). Invece la rotta a prua

costante genera di fatto una curva

spirale, nota con il nome di

lossodromia. Su lunghe tratte, di

qualche migliaio di km, la differenza

può essere impressionante.

Ma la questione ha un impatto

applicazione tecnologica

riferita all’ambiente richiede – prima

o poi – la definizione di un modello

dell’ambiente stesso. Questo vale

naturalmente anche per le

applicazioni Radio elettriche.

La Vector ha fatto del problema

della rappresentazione del modello

territoriale non solo il punto di

partenza per lo sviluppo delle sue

applicazioni software, ma un

continuo motivo di crescita durante

gli ormai 20 anni di attività nel

settore. La scelta all’epoca

effettuata, di seguito descritta,

dettata dalla volontà di ottenere

obiettivi di qualità particolarmente

elevati si è rilevata vincente, ed oggi

la Vector occupa un posto di primo

piano nel settore delle applicazioni

software di ausilio alla pianificazione

e progettazione di reti Radio

elettriche.

egualmente drammatico sulle

applicazioni radioelettriche. Anche le

radiazioni elettromagnetiche si

propagano lungo geodetiche ed è

facile calcolare che su un tratto di 80

Kilometri, tipico per un ponte radio

di trasporto, lo scostamento può

essere di oltre 120 metri. Tra l’altro,

questo implica che l’azimut di

puntamento delle due antenne del

ponte radio non è lo stesso (tenendo

ovviamente conto del fattore di

compensazione di 180 gradi), perché

tale azimut varia continuamente lungo

la linea di vista.

Rappresentazione di lossodromia

16 GEOmedia 4 2005


FOCUS

Ma torniamo alla rappresentazione

cartografica. Tutta la documentazione

esistente a scala medio-piccola,

generalmente basata su proiezioni

cilindriche (ad esempio U.T.M.),

rappresenta le lossodromie con rette.

Quindi, quando si esegue la

progettazione di un ponte radio

utilizzando la metodologia tradizionale,

basata sul ricorso alla cartografia, si

introduce fatalmente un errore

sistematico: il puntamento delle antenne

è sbagliato.

Ma non basta. Per progettare

effettivamente un ponte radio, occorre

riferirsi al modello solido, tenendo

conto anche della quota. Questo tipo di

informazione è deducibile dalla

cartografia (e non sempre…) con una

certa difficoltà. Ma su questo punto

torneremo tra poco.

Il modello tridimensionale

del terreno

In genere, la cartografia fornisce

indicazioni sulla quota del terreno in

due modi:

mediante punti isolati, presentati con

simboli diversi a seconda della loro

natura e corredati dalla indicazione

della quota (in genere riferita al livello

del mare);

con curve di livello, che indicano le

sezioni del terreno a quota costante. La

spaziatura tra tali linee dà anche una

idea visiva della pendenza del terreno

(maggiore quando le linee si

infittiscono).

È facile immaginare che l’acquisizione

e la valorizzazione delle informazioni

occorrenti a produrre punti di quota e

curve di livello sia complessa e costosa:

ma anche soggetta a errori spesso

clamorosi. Inoltre, vi sono limitazioni

pratiche a rappresentare le curve di

livello nelle zone montuose, sulle rocce

e sugli strapiombi. Per non parlare

delle rientranze del terreno, che non

sono chiaramente visualizzabili: ma

nemmeno sono rilevabili dalle foto

aeree o satellitari. Infine, in presenza di

vegetazione folta, la posizione reale del

terreno non è deducibile direttamente

da tali immagini.

Disgraziatamente, molte applicazioni

radio elettriche prevedono l’impianto di

ripetitori proprio in zone montuose che,

come si è visto, sono quelle meno

facilmente rappresentabili con la

cartografia tradizionale.

Modello 3D ad alta definizione

in area urbana

L’applicazione acritica

dei metodi informatici

Quando, nei primi anni ‘80, I

calcolatori elettronici sono stati

applicati alla modellazione del terreno,

l’obiettivo primario era centrato sulla

produzione dei documenti cartografici

in alternativa ai metodi manuali che,

all’epoca, erano lenti e costosi,

costituendo di fatto il principale

ostacolo alla diffusione della

cartografia tecnica.

Così l’idea di base fu di concentrarsi

sull’aspetto grafico, trascurando

completamente la concezione di un

modello computerizzato del terreno. I

metodi di produzione delle carte

furono trasferiti acriticamente nei

calcolatori, con il solo evidente

vantaggio della facilità con cui questi

potevano gestire lunghe serie di calcoli

ripetitivi e complessi. Anche la

tecnologia della macchine per il

tracciamento delle carte (plotter)

ricevette un grande impulso, rendendo

rapidamente obsoleta la figura del

disegnatore cartografo. Poi,

all’improvviso, si fece strada l’idea che

un approccio completamente nuovo al

Modello 3D a bassa definizione

problema della rappresentazione

cartografica poteva essere tentato con

la tecnologia informatica. Era

cominciata l’epoca dei GIS, ossia dei

Sistemi Informativi Geografici.

Parlando all’ingrosso, un GIS è un

modello computerizzato del Pianeta.

Nulla viene detto a proposito dei dati

che ne fanno parte, delle tecniche di

modellazione, né sulla precisione e

l’accuratezza. Tuttavia, è ben noto

dalla teoria dei modelli che queste

caratteristiche devono essere definite

senza alcuna ambiguità per produrre

modelli praticamente utilizzabili.

Modellare la Terra, però, è un

compito complicato per almeno due

ragioni principali. La prima, che i

dettagli che la descrivono sono

innumerevoli, per cui una loro

rappresentazione estensiva è

impensabile. La risposta sta nelle

rappresentazioni specializzate (una

evoluzione delle mappe tematiche, per

così dire…) che si limitano ad alcuni

attributi soltanto. La seconda, ma non

meno critica, dipende dal continuo

evolversi della realtà. Si può pensare

ad un GIS come ad una foto, magari

anche un po’ sfocata, di alcuni aspetti

GEOmedia 4 2005 17


FOCUS

del Pianeta, ma non certo ad una sua

ripresa cinematografica. Per trasferire

nel modello l’evoluzione del reale,

bisogna attivare un processo continuo

e inarrestabile di acquisizione di dati,

dal costo e dalla complessità crescente

all’aumentare della quantità dei dati

coinvolti e della frequenza di

aggiornamento.

C’è del resto un limite fisico alle

metodologie di aggiornamento, legato

alla larghezza di banda (in senso lato)

dei canali di acquisizione. Quando

questo limite viene oltrepassato, la

realtà e il modello GIS cominciano a

divergere: rendendo quest’ultimo inutile

presto o tardi (in genere presto…).

Per ovvie ragioni di disponibilità

degli originali cartografici e

convenienza economica, la maggior

parte degli ambienti GIS disponibili

commercialmente è basata quasi

esclusivamente su dati proiettati. Le

quote sono in genere aggiunte, quando

fanno parte del modello, mediante una

semina di punti a passo costante, a

costituire una matrice ortogonale, nota

come DEM (Digital Elevation Model).

Maggiore è il passo del DEM, minore

la qualità del modello. Va però

osservato che la dimensione del DEM

aumenta con il quadrato della

risoluzione lineare, raggiungendo

facilmente entità che sono difficilmente

gestibili anche con i calcolatori di

ultima generazione.

In ogni caso, i DEM

commercialmente disponibili proprio

perché prodotti in un modello

proiettato, inducono alcuni effetti

collaterali estremamente negativi nelle

applicazioni radioelettriche.

Prima di tutto, come è già stato

osservato, la struttura di appoggio dei

dati è basata su lossodromie, anziché

su geodetiche: quindi i collegamenti

radio non sono rappresentabili con

linee rette. Inoltre, poiché il DEM

riporta generalmente le quote riferite

al livello del mare, non viene tenuto

conto della curvatura terrestre. Questa

introduce una variazione di circa due

metri a cinque kilometri di distanza.

Per dirla in breve, un collegamento

radio progettato su un modello

proiettato in piano semplicemente non

funziona: non importa quale sia la

precisione o la risoluzione del GIS che

realizza il modello.

I prodotti commerciali destinati alla

progettazione radio elettrica cercano di

alleviare I problemi indicati

introducendo dei correttivi che sono

solo cure palliative ad un male ben

noto: i modelli

proiettati NON sono

adatti alla

progettazione radio

elettrica.

La strada più impervia

Le osservazioni fin qui condotte

indicano chiaramente quale potrebbe

essere la soluzione finale per un GIS

orientato alle applicazioni radio

elettriche: non sarebbe il caso di

utilizzare dati non proiettati, trattando

direttamente coordinate espresse da

latitudine e longitudine, con tutte le

implicazioni che ne derivano? Una

eventuale rappresentazione del Pianeta

in scala reale (1:1!) risolverebbe

automaticamente tutti i problemi

geometrici connessi con i percorsi

radio elettrici, la curvatura terrestre e

tutto il resto, semplicemente perché i

relativi algoritmi potrebbero essere

sviluppati in una ambiente

geometricamente consistente con la

realtà. Non solo: l’approccio

tridimensionale intrinseco fornirebbe

una serie di indicazioni di vitale

importanza per il progettista: una per

tutti, l’ellissoide di Fresnel verrebbe

analizzato in tre dimensioni, anziché

soltanto nella sezione verticale, come

comunemente si fa.

Inutile dire che generare un modello

solido e non proiettato del Pianeta

significa davvero percorrere una strada

impervia. I dettagli di implementazione

si complicano orrendamente, come è

facile immaginare: anche le prestazioni

degli algoritmi di calcolo, che sono

adesso in tre dimensioni e non più in

due, sono piuttosto rallentate e

richiedono maggiori risorse

computazionali, non solo di tempo ma

di memoria. Per fortuna, il livello

ormai raggiunto dai sistemi di calcolo

rende questi aspetti relativamente

meno importanti.

Lo sviluppo di una libreria di

funzioni geodetiche e geometriche

completamente basata su modelli

vettoriali è stata il fondamento su cui

la società Vector (facile arguire la

ragione del suo nome…) ha basato la

concezione di un ambiente GIS non

proiettato. Questo accadeva quasi venti

anni fa: ma è stato solo il primo

passo.

Il problema più serio è stato

ovviamente un altro, una volta

intrapresa questa strada: virtualmente

tutta la documentazione disponibile per

costituire

il modello è

proiettata, il che la rende

automaticamente inutile per generare

un modello solido (sferico o ellissoidale

non importa). Se ne rende pertanto

necessaria la de-proiezione, per così

dire.

Accanto alle funzionalità vettoriali

già ricordate, Vector ha dunque

sviluppato nel tempo degli strumenti

sufficientemente potenti per superare il

problema della de-proiezione.

Attualmente, si può ritenere con

sollievo che non rimangano difficoltà

pratiche e l’integrazione nel GIS 3D di

dati cartografici convenzionali, o DEM

matriciali in forma proiettata, non

rappresenta più alcun problema.

Dopo aver parlato dei problemi è

ora il caso di accennare ai

considerevoli vantaggi che l’impiego di

un GIS 3D comporta, liberando dai

classici vincoli dei sistemi 2D:

nessun problema di scala. Tutti i dati

convergono in un modello unico a

scala unitaria. Ovviamente i dati in

ingresso hanno una scala e questa

informazione viene conservata. Questo

evita che, ad esempio, si ecceda nel

fattore di zoom durante la loro

presentazione o vengano mescolati a

dati più risolventi in una procedura di

calcolo. Quando questo avviene,

vengono date indicazioni all’utente. Il

fenomeno viene poi drasticamente

impedito a livello di calcolo per

evitare di produrre risultati scorretti,

limitando la loro risoluzione in

funzione dei dati meno risolventi che

siano stati eventualmente coinvolti nel

calcolo stesso;

la curvatura terrestre viene

intrinsecamente considerata. Perfino

il fatto che due tralicci delle estremità

di un ponte radio non hanno asse

verticale parallelo, così come la

diversa lunghezza del percorso in aria

e a terra (ossia della sua proiezione

sul terreno) sono automaticamente

gestiti;

non ci sono problemi di fuso di

La cartografia

spalmata sul 3D

evidenzia

le distorsioni

18 GEOmedia 4 2005


FOCUS

rappresentazione. Nell’approccio

tradizionale con carte basate sulla

proiezione U.T.M., elementi

appartenenti a fusi adiacenti hanno

una diversa proiezione locale e manca

consistenza lungo le zone di confine

tra fusi. La principale conseguenza è

che (per un ponte radio avente estremi

giacenti in fusi diversi) diventa

maledettamente complicata la

gestione progettuale. Per non parlare

della definizione delle aree di

copertura per le trasmissioni in

diffusione, se queste richiedono di

considerare zone in fusi diversi.

L’approccio praticamente seguito per

la regione italiana, prevalentemente

descritta da due fusi (ma già

all’estremo limite orientale si esegue

una forzatura sul fuso 34

fantasma…), consiste nel realizzare la

proiezione su un unico fuso allargato.

Questo però aumenta fortemente la

distorsione e richiede comunque una

ulteriore elaborazione dei dati

disponibili, proiettati su fusi distinti.

A questo punto, l’operazione di deproiezione

richiesta per produrre il

GIS 3D ha lo stesso (limitato, in

realtà) impatto economico ma effetti

ben più convenienti;

implicito ricorso al modello unico.

Operando con cartografia tradizionale

questo non è possibile per via di

differenti proiezioni, orientamenti,

scale;

utilizzo del DEM. Come già ricordato,

se un DEM è basato su una spaziatura

in coordinate ortogonali proiettate, il

suo utilizzo radio elettrico diviene

estremamente complesso, perché il

percorso dei raggi non è rettilineo

nello spazio della matrice proiettata.

Naturalmente, allorché un DEM

proiettato viene trasferito nel GIS 3D,

viene anche convertito in una

struttura a passo angolare costante in

termini di latitudine e longitudine. A

questo punto una geodetica attraversa

linearmente la matrice delle quote e

non sussiste alcuna difficoltà. In

questo caso il modello solido

semplifica addirittura l’algoritmo di

accesso, il che non guasta affatto.

Su queste basi la Vector ha costruito

una suite di prodotti specializzati per

l’analisi e la soluzione delle

problematiche legate alle varie

tecnologie oggi in uso o solo in studio.

Tecnologie diverse possono richiedere

la necessità di utilizzare dati

territoriali a scala, risoluzione e

definizione differenti: questo non

presenta alcun problema per il modello

descritto.

Un unico ambiente di simulazione,

eventualmente modulare – più che

altro per esigenze commerciali –

consente di gestire reti radio Punto-

Punto sia alle alte frequenze (brevi

distanze) che alle basse frequenze

(grandi distanze). Si può anche

simulare la copertura di impianti

Radio/TV analogici e digitali (DVB-T)

su aree molto estese, come un’intera

nazione, o molto limitate, come una

micro-cella (poche centinaia di metri)

per i sistemi 3G di telefonia mobile.

La flessibilità nella gestione dei

parametri del modello territoriale

consente alla Vector di affrontare

facilmente e velocemente, senza cioè

dover stravolgere l’impianto di base

dei suoi strumenti di simulazione, lo

studio di nuove tecnologie come sta

accadendo per il Wi-Max e il DVB-H.

Uno speciale strumento di

conversione software (denominato

WinCEM) è stato già da tempo

sviluppato da Vector per assistere nella

conversione dei DEM e nella deproiezione

dei dati cartografici, sia

vettoriali che matriciali (riprese da

scanner, ortofoto, ecc.). Speciale

attenzione è stata posta nell’alleviare I

problemi che nascono dagli artefatti

(alias) da doppia scansione, dato che le

informazioni originali di tipo matriciale

hanno già subito un processo di

quantizzazione (questo fortunatamente

non vale per le informazioni vettoriali).

Ad esempio, quando un DEM

proiettato viene riportato a 3D, è stato

constatato che l’applicazione di un

filtro LCM (Linear Correction Method)

consente un buon risultato. Lo stesso

vale, con poche ulteriori complicazioni,

per convertire documenti cartacei

VECTOR s.r.l. - Gruppo Citec

Via di Saponara, 650 – 00125 Acilia (Roma)

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E-Mail: info@vectorweb.it

Pannello di conversioni di WinCem

passati a scanner e foto aeree o

satellitari.

È esperienza comune che documenti

cartografici stampati o ripresi da

scanner spesso non forniscono

informazioni adeguate circa il metodo

e i parametri di proiezione. In questo

caso la de-proiezione si deve basare su

informazioni di tipo sperimentale,

ottenute dalla conoscenza, diretta o

indiretta, delle coordinate geografiche

di un conveniente numero di punti

(detti punti di passaggio o fix points).

Lo stesso vale per le quote.

Come ultima osservazione, si assiste

fortunatamente ad una tendenza

unificante per quanto riguarda gli

strumenti di acquisizione dati, sempre

più basati su tecnologia GPS ed

utilizzanti dati tridimensionali NON

proiettati riferiti a WGS84. Questa

tendenza potrebbe in breve portare a

soppiantare completamente i modelli

GIS 2D a favore di quelli 3D e

costituire la base del futuro. In Vector,

questo è già il presente.

GEOmedia 4 2005 19


REPORTS

Il Sistema

Informativo

Territoriale nel

comune di Creazzo:

l’esperienza reale

del GIS

Il COMUNE DI CREAZZO in cifre:

Numero Abitanti: 10.843 al 31.12.2004

Densità per Kmq: 945,0 abitanti

Estensione Territoriale: 20,51 Kmq

Numero Famiglie: 4.203

Numero Abitazioni: 3.925

Sup. Aree Produttive: 765.940 Mq

di Giampaolo Tonegato

e Martina Bersan

I

Il Comune di Creazzo

(provincia di Vicenza) ha

affidato ad ABITAT Sistemi

Informativi Territoriali la realizzazione

e lo sviluppo del proprio Sistema

Informativo Territoriale Comunale allo

scopo di dotarsi di uno strumento

completo ed efficiente che ottimizzasse

le procedure che ogni giorno gli uffici

comunali devono attuare per

rispondere alle richieste del cittadino e

degli Enti superiori.

L’esperienza nata dalla sinergia tra

l’Azienda ed il Comune vale

sicuramente la pena di essere

esposta poiché, nello sviluppo del SIT,

sono state affrontate e risolte notevoli

problematiche che interessano gran

parte delle Amministrazioni Comunali.

La dotazione di sistemi informatici

nelle Amministrazioni Comunali

aiutano gli uffici a fornire risposte

veloci e precise ai cittadini ed alle

imprese, informatizzando ed

organizzando i dati degli archivi

comunali che possono essere salvati e

catalogati per una ricerca veloce.

Il Comune di Creazzo, ad oggi, riesce

a gestire dati cartografici ed

alfanumerici in ambiente web con il

software Autodesk ® MapGuide

organizzandone la preparazione con il

software Autodesk ® Map.

La dotazione di software GIS vede il

Comune di Creazzo preparato a

rispondere alle indicazioni e alle

richieste della NUOVA LEGGE

URBANISTICA 11/2004 della Regione

Veneto che all’Art. 2 lettera b) indica

«l’adozione e l’utilizzo di un Sistema

Informativo Territoriale (SIT/GIS)

unificato e accessibile, al fine di

disporre di elementi conoscitivi

raffrontabili».

Il punto di partenza

Il Comune di Creazzo, dopo aver

preso la decisione di dotarsi di un

Sistema Informativo Territoriale

Comunale, ha effettuato ricerche per

conoscere i S.I.T. attivi nella Regione

Veneto ed extra regionali,

confrontandone pregi e difetti,

valutandone le specifiche potenzialità.

La commissione comunale per la

dotazione dello strumento S.I.T., dopo

l’attenta analisi degli strumenti

presenti nel mercato, ha deciso di

redigere un Progetto adeguato alle

esigenze specifiche del Comune sulla

base dei dati in possesso, del software

e hardware installato presso gli uffici

comunali.

Il Comune di Creazzo ha scelto di

effettuare un bando di gara, il cui

capitolato tecnico ricalcava il Progetto

nato dalle proprie specifiche esigenze

inserendo in dettaglio le procedure, le

attività, i tempi, ed i costi per la

realizzazione del Sistema Informativo

Territoriale.

Visto il S.I.T. in dotazione al Comune

di Bassano (VI), che rispondeva al

progetto redatto dal del Comune di

Creazzo, si è deciso stipulare una

convenzione con il Comune di Bassano

per il tutoraggio nella realizzazione del

SIT e passaggio della tecnologia Web-

GIS di Bassano a Creazzo per la

realizzazione del progetto.

Il Progetto è stato affidato alla ditta

Abitat SIT con la quale sono stati

organizzati i tavoli tecnici e

organizzativi per determinare l’inizio

dei lavori.

Gli obiettivi del S.I.T.C.

Condividere il patrimonio di dati

informatici (anagrafici, urbanistici,

20 GEOmedia 4 2005


REPORTS

edilizi, ambientali e fiscali) all’interno

dell’amministrazione per migliorare

la conoscenza ed il controllo del

territorio

Gestire il patrimonio dell’Ente

rendendo più efficaci i processi di

pianificazione e il controllo delle

manutenzioni

Rendere disponibili dati a cittadini e

professionisti che operano sul

territorio al fine di migliorare il

rapporto con la Pubblica

Amministrazione

Monitorare l’evoluzione e la

riqualificazione delle Aree Produttive

La cartografia inserita

nel S.I.T. comunale

Le banche dati cartografiche che il

Comune di Creazzo ha voluto inserire

nel Sistema informatizzandole e

georeferenziandole sono state nel corso

degli anni:

Cartografia urbanistica vigente e

varianti adottate

Piani attuativi vigenti e adottati e

cartografia degli esecutivi delle opere

di urbanizzazione e dei piani in corso

di collaudo

Cartografia proposta dall’ufficio

lavori pubblici

Viabilità e Toponomastica

Reti tecnologiche (acqua, gas,

fognatura nera e bianca, metano,

illuminazione pubblica, energia

elettrica e linee telefoniche all’interno

dei Piani Attuattivi)

Patrimonio pubblico (aree verdi,

edifici pubblici, isole ecologiche)

Microzone I.C.I.

Piano di protezione civile comunale

Atlante aree produttive (figura 1)

Uno dei processi più importanti nella

realizzazione del progetto è stata la

conversione dei dati informatizzati in

formati compatibili (dwg, mdb, xls,

pdf, etc.) e l’organizzazione logica utile

per il loro collegamento con altri dati.

In questa fase, la sinergia tra il

Responsabile SIT del Comune e i

tecnici di Abitat SIT è stata di

fondamentale importanza, poiché ogni

decisione sia tecnica che grafica è

stata condivisa da entrambe le parti al

fine di sviluppare un S.I.T. “su misura

del Comune”.

Costruzione dei collegamenti con

le banche dati alfa numeriche

Per completare il S.I.T., il Comune ha

esportato le banche dati alfanumeriche

al fine di permettere ad Abitat SIT di

creare le maschere di lettura delle

informazioni nel S.I.T.:

Gestione Pratiche Edilizie

Gestione I.C.I.

Gestione Anagrafe e Stato Civile

Dati ufficio ecologia

Dati Ufficio Commercio

Dati patrimonio pubblico

Il Sistema Informativo Territoriale del

Comune di Creazzo, lega alla

cartografia le informazioni ad essa

correlate, garantendo ai tecnici del

comune la possibilità di effettuare

ricerche in tempo reale, di mantenere

aggiornati i dati, di amministrare il

territorio con più precisione ed

affidabilità.

La cronistoria del progetto

Maggio 2003: inizio lavori (consegna

dei dati alla ditta Abitat sit);

Dicembre 2003: installazione del GIS

Dicembre 2003: Formazione del

personale dell’ufficio tecnico all’uso di

Autodesk ® Map, Raster Design e

Autodesk ® MapGuide;

Settembre 2003:

Informatizzazione dei numeri

civici (civico – barrato –

scala – piano – interno) e

georeferenziazione e

localizzazione con foto digitale

dell’immobile e degli ingressi.

Gennaio 2004: Atlante delle

attività produttive (progetto

concordato con Associazione

Industriali) - Presentazione

progetto alle associazioni di

categoria il 27.04.2004 con un

seminario pubblico

Luglio 2004: Realizzazione Volo per

ortofoto in scala 1:1000 e 1:500

In corso di realizzazione:

informatizzazione e automazione del

piano di protezione civile in

convenzione con il comune di

Gambugliano e Monteviale.

La costruzione del SIT è avvenuta

senza cambiare o installare nuovo

software nei vari uffici perché si è

provveduto a collegare le banche dati

dei vari servizi, senza peraltro

interrompere o disturbare il lavoro

degli uffici.

Nel corso del 2004 infine si è

provveduto a formare il personale con

appositi corsi perfezionanti per ogni

ufficio all’uso del SIT attraverso il

software Autodesk ® MapGuide.

L’architettura del sistema

Atlante aree produttive

Possono essere richiamati

tutti gli oggetti delle sezioni

precedenti e altre opzioni:

Piani Attuativi

Aree Produttive

Unità Minime di Intervento

(UMI)

Lotti fondiari

Gestione Ditte

Ricerca veloce delle ditte

per prodotti distribuiti,

servizi o marchi

Collegamento ai siti WEB

dell’azienda

Ricerca di tutti i

provvedimenti emessi dal

comune sulla ditta

L’architettura creata per il Comune di

Creazzo tiene presente le necessità

specifiche del Comune e la dotazione

hardware e software presente negli

uffici comunali.

La

scelta

della

GEOmedia 4 2005 21


REPORTS

Piattaforma GIS di base

Autodesk ® Map

Basato sul software AutoCAD ® ,

integra la progettazione CAD con la

tecnologia GIS, combinando le

funzionalità geospaziali richieste dai

cartografi e dai professionisti CAD con

potenti strumenti per la creazione e

l’analisi utilizzati dai professionisti

GIS.

In questo modo tutti possono

aggiungere intelligenza geospaziale ai

dati cartografici.

La scelta della piattaforma GIS

di base Autodesk ® Mapguide

massimizzando, al contempo, la

velocità, l’efficienza, l’integrità e il

rispetto di procedure esistenti sulla

rete. Il GIS Network-centrico è

definito da tre criteri: supporto degli

standard di Internet, architettura a

servizi distribuiti e client leggeri basati

sulla lettura di documenti intelligenti.

Il prodotto è facilmente

personalizzabile. Usando Autodesk

MapGuide Author si può

personalizzare completamente il “look

and feel” delle mappe da distribuire.

Questa flessibilità permette di creare

mappe che mostrano i dati nel modo

desiderato, evidenziando solo ciò che si

vuole far vedere.

Autore

GIAMPAOLO TONEGATO

RESPONSABILE S.I.T. COMUNE DI

CREAZZO (VI)

MARTINA BERSAN

RESPONSABILE MARKETING E

COMMERCIALE ABITAT S.I.T.

L’applicazione è basata su Autodesk ®

MapGuide e la SUITE composta da:

Server

Author

Viewer

La componente CLIENT non necessita

di nessun software aggiuntivo.

Autodesk ® MapGuide viene detta

«applicazione software Networkcentrica»

poichè è stata studiata per

gestire grandi insiemi di dati

ABITAT SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI

VIA ROMA, 5

36026 POJANA MAGGIORE (VI)

TEL. 0444 794127

FAX 0444 898220

GIS@ABITAT.IT

WWW.ABITAT.IT

Indice degli inserzionisti

GEOTOP PAG. 2 www.geotop.it

ESRI PAG. 5 www.esriitalia.it

GEOSYSTEM PAG. 11 www.geosystemgroup.it

EUROTEC PAG. 15 www.eurotecparma.it

SALONE DEL RESTAURO PAG. 23 www.salonedelrestauro.com

SOKKIA PAG. 29 www.sokkia.it

POLITECNICA PAG. 31 www.ptecnica.it

TRIMBLE PAG. 33 www.trimble.it - www.assogeo.net

CRISEL PAG. 41 www.crisel.it

INTERGRAPH PAG. 45 www.intergraph.it

MENCI PAG. 47 www.menci.com

GLOBO PAG. 48 www.imteam.it

MICROGEO PAG. 57 www.microgeo.it

SISTEMI AVANZATI PAG. 60 www.sistemiavanzati.com

ABITAT PAG. 63 www.abitat.it

CODEVINTEC PAG. 64 www.codevintec.it

22 GEOmedia 4 2005



REPORTS

9 a Conferenza

Nazionale Asita

S

i è conclusa lo scorso 18

Novembre a Catania l’edizione

2005 della Conferenza

Nazionale delle Associazioni Scientifiche

per le Informazioni Territoriali e

Ambientali (ASITA) ed è giunto il tempo,

per noi di GEOmedia, di stilare un

bilancio degli avvenimenti che hanno

caratterizzato la quattro giorni

scientifica; ospitata dall’accogliente e,

seppur a Novembre inoltrato, calda

Catania la nona edizione della

conferenza dedicata ai settori del

rilevamento, della gestione e

rappresentazione dei dati territoriali ed

ambientali, ha trovato spazio all’interno

del complesso congressuale “Le

Ciminiere”, ex area industriale dedicata

alla raffinazione dello zolfo ed ora

prezioso esempio di archeologia

industriale reso fruibile grazie alla scelta

di valorizzazione ambientale voluta dall’amministrazione

provinciale. Come

sempre, obiettivo primario della

conferenza ASITA è stato quello di

favorire il confronto e l’approfondimento

su temi specifici e, nel contempo,

promuovere una visione multidisciplinare

della Geomatica, in cui si sviluppa

necessariamente l’integrazione delle

tecnologie. Proprio questa integrazione è

finalizzata ad una maggiore efficienza e

tempestività del processo informativo che

va dall’acquisizione dei dati, al loro

aggiornamento, gestione ed elaborazione,

per poi arrivare via Internet all’utente

SICULA TERRA, LA STORIA NATURALE DELL’ ISOLA IN DVD

finale secondo i suoi desideri; come ha

spiegato Alberta Bianchin, Presidente del

Consiglio Scientifico ASITA, durante il

suo intervento di presentazione della

Nona Conferenza, l’aspetto chiave di

tutto ciò è l’accelerazione nei tempi di

acquisizione e fruizione dell’informazione

territoriale, grazie appunto

all’integrazione di cui sopra.

Ma veniamo alla conferenza vera e

propria: nonostante una sessione plenaria

iniziale un po’ scarsa viste le sole 100

presenze in aula (in parte dovute

sicuramente alla località dell’evento non

certo semplice da raggiungere), ASITA

può ancora essere definito di gran lunga

l’incontro annuale più importante tra gli

operatori del settore. Quest’anno si sono

notate alcune assenze eccellenti, quali le

rappresentanze degli enti locali, Regioni

in primis, che invece erano presenti

durante la conferenza svoltasi a tutt’altre

latitudini in quel di Bolzano, così’ come

per il Collegio dei Geometri della

provincia ospitante che in genere è

sempre stata parte in causa

nell’organizzazione dell’evento. Non si è

visto per la prima volta nel foyer di

ASITA Luciano Surace, che pur è stato

uno tra gli attori più importanti delle

precedenti conferenze, sia per levatura

scientifica che per natura istituzionale e

associativa, essendo stato il penultimo

presidente di una componente importante

di ASITA come la SIFET.

La nona volta della Conferenza ASITA

La documentazione cartografica e bibliografica della storia naturale della Sicilia: la sua origine

e l’ evoluzione nel Mediterraneo. Sono i contenuti dei DVD “Sicula terra” realizzati dai tecnici

dell’ Università di Palermo, coordinati dal Prof. Aurelio Aureli, in collaborazione con il CNR

dell’Istituto Geografico Militare, presentato a Acireale nell’ ambito della nona conferenza

nazionale ASITA. La dedizione di Aurelio Aureli unita alla schiera di appassionati collaboratori

che lo hanno affiancato, hanno reso possibile il raggiungimento di questo risultato. Spiega il

Prof. Aureli:”La convinzione, provata, che in misteriosi anfratti, archivi polverosi ed infestati da

blatte e da topi si nascondessero documenti preziosi e dimenticati, si che, spesso, si è dovuto

indagare di nuovo con inutile spesa, si era fatta in me per esperienza acquisita… la reazione è

stata di creare un archivio personale setacciando, fotocopiando, scannerizzando tutto ciò che di

interessante andavo incontrando”.

Il lavoro ha richiesto molti anni di passione e buona volontà; testi e carte sono stati passati allo

scanner e le seconde georeferenziate. I dati sono stati ordinati in appositi database e le query

relative opportunamente predisposte. L’ipertesto ed il GIS realizzati, alla fine, hanno consentito

l’utilizzo razionale e pratico di tutto il materiale raccolto. La documentazione mette a

disposizione di tecnici, ricercatori e studiosi tutte le informazioni sulla natura geologica, le

caratteristiche meteorologiche, le tipicità dei terreni e il grande patrimonio bibliografico su

questi temi sulla Sicilia. Carte e testi sono riprodotti su DVD e sono consultabili grazie a dei

database. “Sicula terra” è realizzato in

collaborazione con la Regione Siciliana,

l’ANPA, l’Ufficio Idrografico Regionale, la

Protezione Civile e i dipartimenti tecnico

scientifici dello Stato e della Regione ed il

contributo di ESRI Italia.

è stata pur sempre un momento di

incontro singolare, con sessioni

interessanti tra le quali ne vanno

segnalate alcune cui a nostro parere

valeva la pena di presenziare.

Innanzitutto la sessione plenaria sulla

“Conoscenza geografica e cartografia”

che attraverso due singolari relazioni

invitate ha dotato di senso il contatto tra

arte e scienza, passando da una

relazione sugli atlanti storici tenuta da

G.Mangani, che ha raccontato la nascita

e l’evoluzione dell’atlante come raccolta

inconografica e mappa della conoscenza

non solo geografica, ad una relazione

tutta orientata all’evoluzione

dell’Information Technology nel contesto

della rete come panacea della modernità

e della condivisione della conoscenza non

tanto geografica quanto complessiva. Si

inserisce in questo contesto

l’affermazione di L. Di Prinzio dello

IUAV di Venezia, secondo il quale

“…l’ITC ha cambiato modello concettuale

e cognitivo in uno spazio temporale

compresso tra gli anni 70 e 90; infatti

nel ‘69 abbiamo la prima connessione tra

computer, nel ‘90 il primo prototipo di

linguaggio HTML e infine nel ‘93 il

primo browser Internet, il Mosaic,

progenitore di Netscape e dei successivi

navigatori della rete”.

Ma ad ASITA si è parlato anche e

soprattutto di formazione, con una

speciale sessione dal titolo “La

formazione geomatica di terzo livello in

Europa” tenutasi il secondo giorno della

conferenza con invitati d’eccezione i

rappresentanti di diverse nazioni

nell’ambito del progetto EEGECS, che

altro non è che una iniziativa sostenuta

dalla Comunità Europea nell’ambito dell’

European Higher Education Area. Il

network tematico EEGECS rappresenta

proprio il network per l’European

Education in Geodetic Engineering,

catography and Survey. Le relazioni

tenute durate la sessione speciale hanno

affrontato le proposte per la

standardizzazione dei titoli universitari

ed accademici in europa. Le motivazioni

possono essere ricondotte al fatto che

“…gli studenti sono in sostanza i clienti

ed i clienti chiedono chiarezza. I clienti

devono sapere a cosa accedono con un

Bachelor, con uno stage ecc. e sopratutto

24 GEOmedia 4 2005


REPORTS

a quali posizioni possono accedere nel

mondo del lavoro”.

Oggi studenti e professori vivono

all’interno di un forte processo di

mobilità, e questa è una delle

motivazioni per cui è necessaria

un’armonizzazione del sistema formativo

tra i paesi europei. Tra gli obiettivi citati

da E. Heine dell’Università Boku di

Vienna, l’apertura verso il mercato e di

conseguenza la formazione di figure

professionali specifiche e richieste dai

committenti sono sicuramente elementi di

spicco nell’agenda del formatore. A

conclusione della sessione, una relazione

di Anna Spalla dell’ AUTeC

sull’insegnamento delle discipline della

geomatica nelle università italiane, non

ha prospettato nulla di buono sul fronte

interno. La relazione in questione sarà

probabilmente ospitata sulle pagine di

una prossima edizione di GEOmedia.

Un’altra delle sessioni plenarie che ha

attirato la nostra attenzione è stata

quella sul “Posizionamento geodetico”,

che si è svolta di fronte ad un’aula

stracolma con circa 400-450 presenze.

Una relazione invitata necessaria, che ha

fatto chiarezza univoca nel settore

emergente delle reti GPS. La relazione è

stata tenuta dal Prof. F. Sansò, del

Politecnico di Milano, ed ha avuto per

tema i servizi di posizionamento e

localizzazione basati su reti di stazioni

permanenti GNSS. Le tecniche del

posizionamento satellitare furono

presentate per la prima volta al

convegno SIFET di Riva del Garda nel

1983 e da allora ad oggi la rivoluzione

del GPS e la sua evoluzione GNSS si

sono basate sull’avanzamento tecnologico

e dell’analisi dei dati, sulla correlazione

dei segnali (hardware dei sistemi), sui

modelli fisici e sul grande sviluppo degli

algoritmi; insomma, per la prima volta

un sistema di misurazione geodetica non

era influenzato dalla lunghezza della

base ed oggi il cuore del sistema

geodetico mondiale è rappresentato dal

servizio IGS, che mantiene e monitora

attraverso le sue oltre 500 stazioni il

vero network geodetico di riferimento. In

Italia la svolta si è avuta verso il 2000

con la nascita dei primi servizi di

stazioni permanenti a scala nazionale e

regionale ma la rete si è sviluppata in

maniera anarchica, senza un carattere

geodetico. Come sempre, però, le

esigenze non vanno d’accordo con la

programmazione, così all’impegno dei

geodeti non è seguita da parte dell’ ASI

(Agenzia spaziale Italiana) la

formulazione di un piano geodetico

nazionale. La relazione è poi proseguita

sugli aspetti tecnici e scientifici del

problema con la sua versione integrale

PREMI POSTER ASITA 2005

Sessione 2.2

Basi di dati geografici e loro rappresentazione

Sistema informativo territoriale per la pianificazione energetica sostenibile

A. Centrella (*), M. Pignone (**), D. Villacci (*)

(*) Dipartimento di Ingegneria, Università degli Studi del Sannio, Benevento

(**) INGV - Centro per la Sismologia e l’Ingegneria Sismica, Grottaminarda (AV)

Sessione 2.3

GPS e geodesia. Metodologie di rilevamento e applicazioni

Effetto di un errore di modello della marea terrestre nel calcolo di reti permanenti

GPS a scala regionale

L. Biagi (*), G. Pietrantonio (**), F. Riguzzi (**)

(*) Politecnico di Milano - DIIAR c/o Polo Regionale di Como

(**) Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma

Sessione 2.4

Telerilevamento ambientale

L’uso della spettrometria di campo per il monitoraggio del contenuto d’azoto della

pianta di riso

D. Stroppiana (*), M. Boschetti (*), R. Confalonieri (**), S. Bocchi (***), P. A. Brivio

(*), M. Musanti (*)

(*) Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente, CNR - Milano

(**) Institute for the Protection and Security of the Citizens

Ispra, (VA)

(***) Dipartimento di Produzione Vegetale, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di

Milano

Sessione 2.5

GIS/Applicazioni nella pianificazione e gestione territoriale-2

Geofusion ed interoperabilità: un approccio open source

C. Giovando

Department of Geography, San Diego State University, San Diego, USA

Sessione 3.6

GIS/Applicazioni ambientali 2

Utilizzo di strumenti GIS per l’individuazione automatica delle foreste di

protezione diretta in Valle d’Aosta

F. Meloni , E. Lingua , R. Motta

Università di Torino, Dip. di Agronomia, Selvicoltura e Gestione del territorio, (TO)

Sessione 3.7

Nuovi sensori per il telerilevamento

Tecniche innovative per il rilievo multispettrale di affreschi murali

E. Borgogno Mondino , M. Grua , A. Lingua, F. Giulio Tonolo

Politecnico di Torino – Dipartimento di Ingegneria del Territorio,dell’Ambiente e delle

Geotecnologie

reperibile sul sito del politecnico di

Como all’URL

http://geomatica.como.polimi.it/prin/doc/s

ansoasita05.pdf, le cui conclusioni sono

singolari con Sansò che afferma

testualmente “Chi ha orecchie per

ascoltare e cervello per capire il

problema, chi ha la forza e la strada per

formulare proposte ed essere ascoltato lo

faccia; ma per piacere con questo spirito,

rifiutando la logica della guerra di

occupazione della geodesia senza geodeti!”

I numeri della conferenza

18 gli argomenti tra i quali gli autori

dovevano collocare i loro contributi, 3 le

parole chiave relative a 3 ambiti: Aree

scientifiche e tecnologiche, Campi di

applicazione, Approcci metodologici. I

lavori presentati durante la Nona

edizione di ASITA sono stati 338 con

una consistente crescita per le relazioni

dedicate al Mobile Mapping ed alla

Navigazione. 7 le relazioni invitate con

argomenti che hanno spaziato

dall’Integrazione dei dati territoriali ai

servizi di posizionamento. Per quanto

riguarda l’aspetto tecnico commerciale 41

sono state le aziende presenti a Catania

con nomi di rilievo ma anche con

gradite novità ad allargare il campo

delle soluzioni; come anche per l’edizione

numero 8 della conferenza, grande

spazio è stato dedicato alla tecnologia ed

alle applicazioni dedicate al GIS. 17 i

poster presentati all’interno di 3 sessioni:

consultate il box per scoprire i vincitori

del premio dedicato. Più di 1000 sono

stati i visitatori complessivi della

Conferenza ASITA 2005.

L’aspetto tecnico commerciale

Per una panoramica di più ampio

respiro sull’aspetto dedicato alle aziende,

ai prodotti ed alle soluzioni presentate

ad ASITA vi rimandiamo allo speciale

inserito nella rubrica Aziende e Prodotti

di questo numero a Pag. 49.

A cura della Redazione

GEOmedia 4 2005 25


INTERVISTA

La figura del

Geometra tra

Innovazione ed

Evoluzione

“La misura di tutte le cose” è un bellissimo libro che ben rappresenta la

passione e l’arte di misurare la terra raccontando la genesi delle moderne reti

geodetiche europee; ma il tutto non nacque così per caso, improvvisamente,

all’ombra del nulla.

Misurare la terra, tracciare un’opera ingegneristica, è stata sempre un’attività

fondamentale per lo sviluppo di qualsiasi società civile e la figura del geometra

affonda le radici nella storia. L’era moderna, portatrice del GPS e di tante altre

novità, ha visto la geografia e le coordinate tornare ad essere protagoniste di

uno sviluppo inatteso, in cui la figura del geometra non può che essere quella

dell’attore. Attraverso questa intervista al Geom. Alberto Chiariotti, Presidente

del Collegio Provinciale dei Geometri di Perugia, chiediamo un contributo in

termini di attualità sui progetti e sulle prospettive del geometra dell’era moderna

tra tecnologie, scenari europei e mercato del lavoro.

GEOmedia – Gli scenari di contesto

della globalizzazione, insieme alle

rivoluzioni piccole e grandi che

Internet, il GPS e le altre tecnologie

hanno apportato, stanno mutando

velocemente questa società. Quale

ruolo assumerà in futuro il

professionista tipo della vostra

categoria?

A. Chiariotti - Il libro “La misura

di tutte le cose” di Ken Alder, viene

usato da “Geomedia” come apologo

attraverso il quale mi si chiede di

sviluppare un ragionamento al presente

ma soprattutto al futuro di questa

nostra professione. Certo, argomentare

sul presente è cosa ancora possibile,

ma per le previsioni del futuro ci

vorrebbe un vero e proprio àugure o

almeno un geomante capace di intuire

il futuro attraverso l’interpretazione dei

segni di oggi.

L’attualità ci fornisce i segni di reti

Internet e GPS che infrastrutturano

tutta la terra e la visione che abbiamo

del nostro pianeta è quella dei satelliti:

cioè globale.

Non si limita solo alla corografia

della crosta, ma penetra al di sotto di

questa, consegnandoci immagini

terrestri complesse, interpretabili solo

attraverso sofisticati software, grazie

alle quali percepiamo addirittura gli

elementi compositivi della materia.

Viene spontaneo il richiamo a

Delambre e Méchain ed all’odissea per

la misurazione dell’arco di meridiano

tra Dunkerque e Barcellona, da cui

deriva l’invenzione del sistema metrico

decimale del 1792, in piena rivoluzione

francese. Ed è ancora più incredibile

come, in quella lontana epoca pregna

di così profondi sconvolgimenti sociali,

economici e militari, degli uomini

pensassero di dare vita a questa

operazione; è anche normale pensare

che proprio solo con la rivoluzione

sarebbe stato possibile imporre in

quell’epoca un sistema di pesi e

misure unico.

Pensiamo al fatto che tutto il mondo

oggigiorno misura le cose con un

sistema unico, mentre non è ancora

riuscito a parlarsi con un’unica lingua;

pensiamo come attraverso questa

invenzione gli uomini siano diventati

più liberi, capaci di decidere

universalmente la misura di ogni cosa.

Un parallelo tra questa invenzione ed

Internet diventa senz’altro spontaneo.

Anche quest’ultimo è un sistema di

unificazione di tante cose: trasmettendo

pensieri, unifica. Mettendo in comune

cose, unifica la conoscenza. In

definitiva, è uno strumento di libertà,

purtroppo anche di male.

Una connessione ed un legame tra

questi eventi non ha, secondo me,

altra definizione se non quella che

coincide col termine ”progresso”. E’ in

questo contesto che mi si chiede quale

è e come sarà il ruolo di questa

professione.

Ho pensato molto alla risposta per

questo quesito, soprattutto alla parte

che si riferisce al futuro, ma non sono

riuscito ad intravedere, né immaginare,

particolari stravolgimenti nel modo di

essere del professionista di domani.

Forse sono in errore; magari sono

talmente innamorato di questo lavoro

da non riuscire a percepire elementi di

obsolescenza, ma ritengo ancora validi

per il futuro gli stessi principi

fondanti del passato, così attuali da

spingermi ad integrare concetti antichi

come professionalità, cultura e studio

allo stesso concetto di futuro,

coniugando il tutto con

“organizzazione”, “intraprendenza” e

“diversificazione” e mai con

“corporativismo” e “pauperismo”.

Quale ruolo assumerà in futuro la

nostra professione? E’ un quesito al

quale, con molta convinzione, rispondo

26 GEOmedia 4 2005


INTERVISTA

senz’altro dicendo che avrà la stessa

funzione di ieri e di oggi purché sia

fondato su quei principi che hanno

validità assoluta e non relativa che

dipendono, insomma, da come cambia

il vento. In fondo, qualsiasi processo

costruttivo, anche quello delle

avanguardie, per essere realizzato ha

bisogno di uno sviluppo assolutamente

pragmatico, ha bisogno di misurarsi

con delle certezze, necessita del

confronto di più culture, dell’azione

corale di più categorie.

L’Ingegnerizzazione di una qualsiasi

idea progettuale, ha bisogno della

conoscenza dei materiali,

dell’integrazione delle maestranze, di

chi traduca l’idea progettuale in

edificato, di chi “misuri le cose”. Ha

bisogno insomma del “Geometra”.

GEOmedia – Tra i problemi più

pressanti per i geometri, c’è la

questione del riordino delle professioni,

la questione della formazione e

l’Europa alle porte. Può raccontarci i

passi significativi che si intravedono su

questi temi?

A. Chiariotti – L’idea dell’Europa

secondo me, intanto, non è un

problema ma una opportunità.

Dobbiamo solo convincerci che

l’orticello domestico tanto caro alla

concezione corporativa di questa

professione non è più così ristretto, ma

si è talmente dilatato che ha assunto

una dimensione tale da non farci più

percepire i tradizionali segni di un

confine tranquillizzante perché noto. Ci

pervade la paura che i nostri confini

siano violati, che un’orda di

professionisti comunitari calpesti il

suolo italico e ci riduca in schiavitù.

Io non ho di queste paure, perché

penso di fare bene il mio lavoro.

Studio per svolgerlo sempre al meglio,

mi organizzo, intraprendo ed investo in

innovazione tecnologica per fare prima,

per avere tempo per studiare di più.

Computer, Internet, GPS non cambiano

i teoremi scientifici, li calcolano per

noi, per disimpegnarci da una fatica

fisica e mentale che invece possiamo

utilizzare per una funzione più nobile:

pensare.

Sul riordino delle professioni esse

non hanno bisogno, secondo me, di

essere riformate, vanno bene così come

sono (vanno soltanto rinnovate)

soprattutto va cambiato radicalmente il

percorso per arrivare a svolgerle ed il

modo di gestirle.

Gli ordini professionali debbono

essere organi di autocontrollo, osservati

da una Agenzia non governativa a

livello europeo capace di armonizzare

ed appiattire le differenze degli

ordinamenti nazionali dei paesi

membri. Possono scomparire anche le

Tariffe minime, a patto però che ci sia

un parametro che misuri la qualità

oggettiva delle prestazioni. Questa è

una materia di quelle che non può

essere lasciata fluttuare liberamente nel

mercato. Ci vogliono delle regole.

Gli ordini professionali, o un’altra

qualsiasi struttura che li sostituisca,

devono occuparsi di formazione ed

aggiornamento obbligatori e devono

porsi come garanti della collettività,

della preparazione professionale degli

iscritti.

GEOmedia – La figura del

geometra sta per essere ridefinita

all’interno della prossima assemblea

della FIG (Federazione Internazionale

dei Geometri) con uno spettro di

competenze che non ha eguali, tutte

orientate alle scienze geomatiche, del

GIS, degli aspetti patrimoniali e delle

nuove tecnologie geospaziali in genere.

Cosa può dire per raccordare la

situazione italiana a quella europea e

internazionale?

A. Chiariotti – Il geometra italiano,

come quello degli altri paesi europei è

un tecnico intermedio. E’ una figura

professionale che si occupa di infinità

di cose, dal carattere più pratico ed

operativo.

A lui è demandata la gestione dei

processi produttivi: più questi si fanno

complessi ed innovativi più ci sarà

bisogno di adeguare la preparazione

delle maestranze che vi sono coinvolte.

Come dicevo prima, tutto si riduce alla

preparazione ed allo studio.

Le nuove tecnologie andranno gestite

e noi lo abbiamo dimostrato, siamo

abili a farlo. Serve una buona

preparazione scolastica di base ed una

formazione specialistica di livello

universitario.

Si aboliscano pure gli istituti

professionalizzanti, ma che almeno i

nuovi licei tecnologici siano all’altezza

di una buona formazione di base e che

il triennio universitario fornisca la

specializzazione necessaria. Il progetto

di riforma proposto può essere

condiviso, a patto però che venga

rivisto il percorso curriculare: così

come è formulato non lo ritengo

sufficiente. E’ ancora troppo generico

nella parte universitaria e carente di

un più raccordo tra i due livelli

formativi. E poi una amara riflessione

riferita alla scarsità di mezzi: una

nazione che non investe, tutto quello

che può, nella formazione dei giovani,

che futuro potrà mai avere? Se non si

fa ricerca, come potremmo mai

competere? Quale futuro stiamo

costruendo per i nostri figli?

Ma questi sono quesiti che

dovrebbero essere indirizzati alla

politica con la “P” maiuscola.

GEOmedia – I temi posti nelle

domande precedenti mi sembrano

abbastanza ampi e quasi esaustivi, ma

non abbiamo parlato dell’Umbria, una

regione che sullo scenario italiano si

distingue su moltissimi fronti. Quindi,

con questa ultima domanda, le

chiederei di raccontarci a brevi linee

quali sono le attività, le prospettive e i

progetti sui quali la vostra categoria

sta puntando.

A. Chiariotti – Parliamo

dell’Umbria; minuscola entità nel

quadro internazionale al quale abbiamo

fatto riferimento fin qui. In Umbria vi

sono due collegi provinciali ed una

popolazione di geometri di di circa

2.600 entità professionali: 2.100 a

Perugia, il resto a Terni.

Il Collegio di Perugia è presieduto

dal sottoscritto dal Luglio del 2002.

Parlare di tutte le attività poste in

essere dal Collegio sarebbe troppo

lungo e fors’anche tedioso, perciò

affido alla mia relazione per la

inaugurazione di un Centro Studi, il

compito di illustrare le strategie

politiche che supportano la nostra

gestione.

“La misura di tutte le cose” di Ken Alder

Edizioni Rizzoli

GEOmedia 4 2005 27


INTERVISTA

GEOMETRA:

PROFESSIONE IN EVOLUZIONE

Il 23/09/2005 è stato inaugurato il

centro di formazione e ricerca per il

territorio e l’edilizia costituito dal

Collegio dei geometri di Perugia e

I.T.G Arnolfo di Cambio di Perugia.

Il perché di questo centro studi ce

lo spiega il Geom. Alberto Chiariotti

presidente del Collegio di Perugia.

“Vi sono molti perché:

In primo luogo perché abbiamo

bisogno di più cultura scientifica;

abbiamo bisogno di attrezzare meglio

il nostro bagaglio culturale per

rispondere alle nuove richieste di

servizi della società di oggi e per

rinnovare ed approfondire la nostra

professionalità.

Un altro motivo è rappresentato

dal fatto che questo centro avrà la

capacità di operare la tanto

auspicata, e mai completamente

compiuta, saldatura tra la formazione

scolastica ed il mondo del lavoro

professionale.

Poi, questo centro si occuperà di

aggiornamento, formazione e ricerca

scientifica. In questo quadro

collaborerà con l’istituzione scolastica

nell’adeguamento dei programmi

curricolari nei campi disciplinari

tradizionali ed in quelli nuovi, come

l’ambiente ed il territorio.

Promuoverà stages e supporterà

adeguatamente le esercitazioni

pratiche degli alunni.

Dovrà promuovere e sperimentare

nuove tecnologie, offrire consulenza

scientifica a tutti i geometri e

professionisti in genere, ma anche

alla Pubblica Amministrazione.

Dovrà occuparsi inoltre della

gestione tecnica del progetto, ormai

avviato, della rete fissa GPS.

Ad ognuno di questi perché si è

data risposta con un programma

operativo specifico messo a punto dal

Comitato Scientifico – una sorta di

entità pensante – costituito dai

docenti di tutti gli Istituti Geometri

della Provincia di Perugia, dalle

migliori professionalità interne alla

categoria, da docenti universitari, da

esperti delle Pubbliche

Amministrazioni, dalle altre

organizzazioni di categoria del

mondo imprenditoriale.

Tutti questi soggetti opereranno, in

modo sinergico, ad un programma

comune, ideato e finanziato

autonomamente dal Collegio,

nell’ambito di una strategia politica

gestionale che rinnova completamente

il modo di conduzione del Collegio e

rivoluziona il modo di essere di

questo Ente. Uso il termine

“rivoluzione” impropriamente perché,

in fondo, si tratta di interpretare in

modo autentico il ruolo che la

società ha voluto affidare agli ordini

professionali, che invece, nel tempo

si sono trasformati in vere e proprie

corporazioni. E’ prevalso il senso

della protezione corporativa, che ha,

in qualche modo, indebolito

l’impulso, invece molto diffuso, allo

spirito imprenditoriale. E’ prevalsa

una scelta di resistenza invece di

combattere radicalmente le cause di

un possibile declino.

La lettura storica del declino

economico dell’Italia esposta molto

bene esposta nell’articolo di Gianni

Toniolo sul Sole24Ore è applicabile

anche alla nostra condizione

professionale ed è anche dalla

condivisione di questa analisi che,

ormai da tempo, abbiamo

radicalmente reinterpretato il nostro

ruolo.

Intendiamo far assumere al

Collegio un compito propositivo: esso

dev’essere un ente che agevoli e

promuova opportunità di applicazione

professionale, anche attraverso

l’innovazione tecnologica. Un Ente

che investa tutte le risorse

economiche ed intellettuali della

Categoria per offrire servizi agli

iscritti, per formarli, per consentire

loro di competere al meglio con le

altre figure professionali, rispondendo

alle richieste del mondo produttivo e

della società con la più alta

professionalità.

A questo fine abbiamo costituito

una nostra società di Servizi; una

S.r.l. che ha come unico socio

l’istituzione Collegio e attraverso la

quale gestiremo anche

commercialmente tutte quelle attività

di cui parlavo prima. Un organismo

che si propone esso stesso come

soggetto professionale, che potrà

adeguatamente supportare le esigenze

anche della Pubblica

Amministrazione. Un soggetto che

promuoverà occasioni di lavoro e le

distribuirà, con un meccanismo

equanime, agli iscritti più giovani,

che rappresentano il nostro costante

pensiero ed il nostro punto di

riferimento. Gestirà la complessa

operatività della rete fissa GPS, una

vera e propria opera di

infrastrutturazione territoriale,

dedicata non solo ai geometri ma

anche a tutti gli enti territoriali che

vorranno utilizzarla.

A questo punto credo possa essere

più comprensibile anche il complesso

disegno che stiamo attuando: il

Collegio come istituzione centrale, la

società “COGEO” una sorta di

braccio operativo, il centro studi il

cervello scientifico ed, infine, il

portale informatico.

Il portale costituirà la nostra

interfaccia con la categoria.

Attraverso questo strumento vengono

attivati corsi di formazione e-

learning, collegamenti e condivisione

dei sistemi informativi pubblici e

privati, collegamenti e condivisione

delle banche dati convenzionate, cioè

una vera e propria Agenzia di servizi

a supporto della nostra professione.

I geometri insomma non temono il

futuro, e traendo insegnamento dalla

loro lunga storia professionale,

mettono in campo le armi della

organizzazione, della cultura e della

intraprendenza, per consolidare e

sviluppare la loro professione.

A cura della Redazione

28 GEOmedia 4 2005


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REPORTS

Il progetto

SISTER

per il comune

di Lignano

Sabbiadoro

Il comune di Lignano è stato

recentemente invitato a Roma in

qualità di relatore alla conferenza

nazionale dei sistemi informativi

territoriali organizzata da Esri, il

maggior produttore mondiale di

software per la gestione delle

cartografie informatizzate. In tale

occasione l’assessore Angelo

Bonelli ha presentato il progetto

sperimentale di sistema informatico

per la gestione del territorio, che è

in corso da circa un anno. Ecco la

sintesi della relazione del Sistema

Informativo Integrato Territoriale

(SISTER) realizzato da Politecnica.

I

l Comune di Lignano

Sabbiadoro (UD), si è dotato

di una soluzione informatica

rispondente alle esigenze dell’amministrazione

permettendo l’integrazione

con le procedure del Sistema

Informativo Comunale offrendo una

importante soluzione alle necessità sia

degli amministratori che dei cittadini.

Un importante risultato raggiunto è

stato quello di coordinare un insieme

di azioni che non vanificassero i

consistenti investimenti fatti nel

processo di informatizzazione degli

anni precedenti pur consentendo

l’adozione di nuove tecnologie in

ambito GIS come strumenti di analisi

e supervisione del patrimonio di

informazioni proprio dell’ente.

Obiettivi

Gli obiettivi di carattere generale

del SITer sono i seguenti:

realizzare la struttura della base dati

con la definizione delle entità-relazioni

tra le informazioni

aggiornare la cartografia dell’ente

(CTRN, catasto urbano, catasto

terreni, PRGC)

realizzare una serie di procedure

informatiche mediante le quali sia

possibile l’aggiornamento e la

consultazione delle banche dati

alfanumeriche e grafiche relative alle

informazioni territoriali di proprietà

della Città di Lignano Sabbiadoro e di

soggetti esterni

realizzare la connessione a banche

dati esterne al sistema, di proprietà

della Città di Lignano Sabbiadoro e/o

di soggetti esterni

realizzare procedure di interrogazione

delle banche dati, anche con analisi

spaziali, in grado di generare report di

dati alfanumerici e cartografie

tematiche

realizzare procedure informatiche di

automazione dei processi gestionali in

grado di aggiornare automaticamente

le banche dati collegate;

definire processi di gestione dei flussi

informativi allo scopo di assicurare

l’aggiornamento delle informazioni, la

certificazione della proprietà e

l’accuratezza

garantire l’interscambio informativo

nell’ambito degli accordi che la Città

di Lignano Sabbiadoro ha in corso con

la Regione Friuli Venezia Giulia e

l’Agenzia del Territorio in virtù dei

protocolli d’intesa sottoscritti in tal

senso

I requisiti tecnici, tecnologici

e funzionali del software

La soluzione costituisce lo strumento

di archiviazione di tutti i dati

territoriali presenti, sia in forma

alfanumerica che grafica

i dati gestiti sono disponibili secondo

formati standard per consentirne

l’utilizzabilità in procedure di

elaborazione diverse

supporta la condivisione dei dati con

altri Software dotati di RDBMS

standard

il sistema di gestione delle

informazioni consente la

visualizzazione contemporanea dei

dati presenti in tutti gli archivi

secondo un predeterminato schema

logico, in modo da permettere

all’utente di percorrere dalla selezione

di un dato a tutte le informazioni

relazionate

gestisce la storicizzazione cronologica

dinamica dei dati per la ricostruzione

di tutte le variazioni avvenute nel

tempo, sia sulla cartografia che sulle

banche dati alfanumeriche

tramite tecniche OLE l’applicativo può

essere richiamato dal software di

gestione del GIS, e viceversa

la soluzione contiene integrate tutte le

funzioni per l’esportazione diretta su

WEB nei formati standard di mercato

Attività

Le attività svolte sono le seguenti:

rilievo e aggiornamento degli edifici

non presenti in CTRN

scansione e vettorializzazione dei fogli

catastali (urbano e terreni) e

sovrapposizione degli stessi alla CTRN

rilievo strade e numerazione civica e

sovrapposizione alla CTRN

fornitura dei prodotti applicativi

necessari alla realizzazione del SITer,

ivi compresi i programmi necessari

all’importazione delle informazioni

dalle banche dati esterne ed in

generale

definizione della base dati,

realizzazione dei relativi data-base,

implementazione delle procedure

applicative ad essi collegati;

formazione del personale utente

all’uso del software

30 GEOmedia 4 2005


REPORTS

EDIFICI CIVICI OCCUPANTI

GRUPPI PRG

DATI CATASTALI

PROPIETARI

ZONE PRG

DATI RSU

CARTA TECNICA REGIONALE

CARTOGRAFIA CATASTALE

CARTOGRAFIA PRG

Il modello concettuale

e la realizzazione

Le funzionalità essenziali di un SIT

in relazione all’uso che dello strumento

viene fatto sono schematizzate dal

“triangolo degli utenti” che la

letteratura tecnica in materia di GIS

propone, e nel quale ciascuna area

rappresenta la distribuzione percentuale

della corrispondente utenza.

Ciascuna fascia di utenza avrà

necessità di informazione e di

strumenti più evoluti a mano a mano

che si sale verso il vertice del

triangolo.

Potremmo adattare la

schematizzazione proposta alla realtà

del Comune individuando le tipologie

degli utenti come:

“MANUTENTORI” (DOERS)

all’interno dell’Ente per le operazioni

di manutenzione del dato cartografico

“UTENTI EVOLUTI” (USERS)

all’interno dell’Ente che operano

l’aggiornamento e la manutenzione dei

dati alfanumerici e richiedono

informazioni complesse e liberamente

formulabili

“CONSULTATORI” esterni all’Ente i

quali necessitano di informazione

precisa ma sintetica e codificabile, e ai

quali non sono consentite operazione

di modifica dei dati.

Per quanto attiene agli strumenti a

disposizione di ogni singola fascia si

utilizza uno strumento GIS per le

prime due ed un sistema “WEB

Oriented” per la terza.

L’ntegrazione del sistema

L’integrazione dei sistemi è senza

dubbio un tema di sicuro interesse e

di stimolo alla ricerca di nuove

soluzioni.

Se da un punto di vista generale si

tende a far coincidere il termine

“integrazione” con il concetto di

disponibilità dei dati, e ciò è vero per

sistemi non interoperanti, si ritiene

necessario dover aggiungere il termine

“interoperabilità procedurale” quando

si considerino sistemi che devono

scambiare non solo dati, ma anche

informazioni, cioè elaborazioni di dati

svolte da procedure esterne al sistema.

La configurazione del sistema

Gli schemi in fig.1 illustrano la

configurazione del sistema informativo

territoriale del Comune di LIGNANO

SABBIADORO (UD).

I dati

I dati utilizzati attengono ai

seguenti temi:

ANAGRAFE

TRIBUTI TARSU

TRIBUTI ICI

PRATICHE EDILIZIE

CENSIMENTO EDIFICI E CIVICI

C.T.R.

FOTOGRAFIE EDIFICI

CARTOGRAFIA PRG

Cartografia numerica

ORTOFOTO DIGITALE

CARTOGRAFIA CATASTALE

PARTITE CATASTO TERRENI

Responsabile del progetto:

POLITECNICA SRL

ING. ALBERTO POLI

TEL. 049 8704840

WWW.PTECNICA.IT


REPORTS

Restructura 2005,

tra hard e soft

Geomatica, topografia, CAD e affini

La nostra presenza a Restructura

non poteva che essere orientata al

mondo della Geomatica, del CAD e

delle soluzioni professionali degli

operatori del settore. Le aziende che

con più evidenza erano presenti o

rappresentate dal dealer locale

coincidono con marchi già noti ai

nostri lettori quali Leica, Geotop,

Trimble, Sokkia, Veronesi, Leonardo.

Nuove sulla scena invece due aziende

che per la prima volta abbiamo

incontrato al salone:

CAM2 - un’azienda di Torino che

rappresenta un

network di

aziende

specializzate in

sistemi di misura

di tipo

industriale, e che

distribuisce in

Italia il sistema Laser

Scanner CAM2 ad alta

risoluzione, frutto dell’ingegneria

tedesca;

SSM - un’azienda nata dallo Spin-

Off del Politecnico di Torino ed

attiva nel settore del monitoraggio

strutturale. La SSM (Safety

Structures Monitoring) rappresenta la

tipica azienda nata dalle genialità

del Bel Paese ma che difficilmente

potrà decollare senza la

trasformazione dei propri prototipi in

veri prodotti industriali. I sistemi

che propongono vanno dai sensori

per il monitoraggio accompagnati da

tecnologia a rete di tipo wireless, ai

sistemi di gestione e controllo,

compresa la componente di

progettazione e implementazione,

anche se il cuore vero del sistema è

rappresentato dai sensori di tipo

MEMS ed a Fibra Ottica.

Convegni e Workshop

Tra i momenti significativi del

salone Restructura vanno sicuramente

citati i diversi workshop e convegni, in

parte organizzati dalle aziende e in

parte programmati da organizzazioni

di settore come il Collegio dei

Geometri di Torino ed altri organismi

legati al vasto mondo dell’edilizia. Tra

le aziende che più ci hanno sorpreso

segnaliamo la AZIMUT di Torino,

appartenente al network commerciale

di Leica Geosystems, che ha

organizzato due workshop focalizzati

l’uno sulle problematiche di Rilievo e

Integrazione con tecniche Laser

Scanner, l’altro sulla integrazione dei

dati di rilievo tra GPS e Total Station

con la nuova soluzione SmartStation di

Leica.

La stessa AZIMUT ha poi realizzato

due moduli workshop sulle soluzioni

Autodesk Revit, il sistema di

documentazione e progettazione

architettonica ideato specificatamente

per il Building Information Modeling.

Questa è, per noi di GEOmedia, la

dimostrazione della effettiva

convergenza tra il mondo del rilievo

topografico e il mondo della

rappresentazione e del CAD/GIS; esiste

una continuità di idee e di

problematiche comuni molto più ampie

e tangibili di ciò che si possa pensare.

Ultima in ordine di presentazione,

ma non di importanza, è SOKKIA, che

rappresenta una delle aziende di

riferimento per il settore della

topografia da cantiere e che non

poteva mancare l’appuntamento di

Restructura. Nell’offerta SOKKIA

spiccavano i sistemi laser orientati al

cantiere, le stazioni totali della serie

30R e tutta la serie di strumenti laser

e ricevitori per il movimento a terra.

A cura della Redazione

Il salone Restructura rappresenta un

importante momento di

incontro per gli

operatori del

Piemonte che

difficilmente si

affacciano al

SAIE di

Bologna.

Sebbene

un

evento locale

non possa coprire

il vasto panorama

di un evento

nazionale, l’iniziativa

ha riscosso un

innegabile successo in

termini di pubblico e di

offerta.

Se non fosse per la infelice

posizione in cui siamo stati

collocati noi di GEOmedia e tutti

gli altri operatori della

comunicazione e dell’editoria come

Flaccovio Editore, Faenza Editore

ecc., i quattro giorni di permanenza

al Lingotto sarebbero stati di sicuro

interesse, sia dal punto di vista

professionale, che dal punto di vista

meramente editoriale e culturale.

Restructura rappresenta un’ottima

occasione per conoscere da vicino,

sfruttando anche la calma permessa

del lungo orario di apertura (fino

alle 22.00), lo spaccato professionale

di Torino e del Piemonte in genere.

Oltre al padiglione n. 5, dove erano

collocate le aziende dell’arredamento

per interni ed esterni, il padiglione

che più ha spiccato era il n. 3. Vi

si poteva respirare quel mix di

soluzioni che rappresentano le

componenti hard e soft di un

medesimo problema: l’edilizia come

comparto globale che ha necessità

tanto delle tecnologie per la

progettazione strutturale e

architettonica e per la gestione della

domotica, quanto di sistemi laser

per i cantieri, di sistemi di

sicurezza, di sistemi per il rilievo

topografico, la misura e il controllo.

32 GEOmedia 4 2005


Non Evoluzione. Rivoluzione

Presentazione di Trimble S6.

Il tempo di un topografo è subissato da

più richieste ed esigenze che mai. Così

quando ci avete chiesto migliori prestazioni,

maggiore precisione ed estrema

versatilità, vi abbiamo ascoltato. Trimble

S6 rappresenta una rivoluzione nella tecnologia

del rilievo topografico.

Trimble S6 include gli ultimi progressi

tecnologici, portandovi funzionalità

potenziate e ancora più dinamiche.

SENZA CAVI

La batteria interna e la radio integrata

rendono completamente privi di cavi

sia lo strumento sia il rover robotico. La

batteria intelligente consente sei ore di

autonomia nel modo Robotico.

MAGDRIVE

Silenziosi servomotori elettromagnetici

ad azionamento diretto offrono velocità

e precisione ineguagliate.

MULTITRACK

Coniuga l‘inseguimento dei prismi passivi

con l‘identificazione delle mire attive,

per flessibilità e prestazioni eccezionali.

SUREPOINT

La correzione automatica del puntamento

consente di avere le misurazioni più

precise, anche in condizioni difficili.

Provate adesso il nuovo Trimble S6.

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ASSOGEO S.r.l.

Via Brodolini, 10/F

20049 Concorezzo (MI)

Tel. 039-628011

www.assogeo.com

©2004, Trimble Navigation Limited. Tutti i diritti riservati.

Trimble è un marchio di Trimble Navigation Limited, registrato nell’Ufficio marchi e brevetti degli Stati Uniti. SUR-076

www.trimble.it


REPORTS

Storia di un vulcano

I GPS di Trimble per

monitorare Mount St. Helen

Venticinque anni fa il peggior disastro vulcanico nella storia degli Stati Uniti attirò l’attenzione di tutto il mondo.

L’esplosione, preceduta da un paio di mesi di piccole scosse di terremoto, squarciò il fianco Nord del vulcano St.

Helens il 18 maggio 1980, provocando allo stesso tempo il più grande smottamento della storia. L’eruzione seguente

all’esplosione cancellò tutta l’area circostante, facendo 57 vittime tra la popolazione e formando un profondo cratere

a forma di ferro di cavallo; per sei anni si susseguirono altre piccole eruzioni che portarono alla formazione di un’altra

cupola lavica dopodiché Loo-wit (il Guardiano del Fuoco), come i nativi americani usavano chiamare il vulcano St.

Helens, si addormentò di nuovo. Prima del fatidico giorno Mount St. Helens era la nona cima per altezza negli Stati

Uniti; dopo il 18 maggio essa diventava la trentesima.

N

el settembre del 2004 la

montagna si è risvegliata.

Dalla metà del mese

seguente vi sono state continue

fuoriuscite di lava che hanno costituito

una cupola lavica all’interno del

cratere che ha raggiunto un’altezza

superiore all’Empire State Building e

che ha lasciato gli studiosi e gli

scienziati incerti nella previsione del

periodo che sarà interessato dalla

prossima esplosione. Gli esperti dello

US Geological Survey’s (USGS)

Cascades Volcano Observatory di

Vancouver affermano che stiamo

ancora assistendo ad eruzioni legate a

quelle avvenute nel 1980 dal momento

che i materiali lavici che fuoriescono

dalla bocca del vulcano non sono

dissimili da quelli presenti venticinque

anni fa.

Che ci si trovi di fronte ad una

nuova eruzione o alla continuazione di

una passata, il vulcano St. Helens

viene comunque monitorato 24 ore su

24 ed i GPS di Trimble forniscono un

aiuto di prim’ordine agli scienziati

dello USGS impegnati in questo

lavoro, fornendo loro maggiori

capacità predittive soprattutto nel

leggere i vari “messaggi” geologici,

ottenendo le informazioni sulle

deformazioni in tempo reale e

potenzialmente, dunque, nel salvare

vite umane. Fino alla metà degli anni

novanta, per monitorare la montagna

gli scienziati utilizzavano i GPS ed i

loro dati all’interno di campagne di

misure programmate ma oggi la

soluzione GPS viene sfruttata in tre

maniere diverse e tra loro correlate:

campagna di misure ad hoc,

misurazioni continue e con sistemi

appositamente realizzati e chiamati

“ragni”.

Il monitoraggio continuo

Al momento Mount St. Helens viene

monitorato in maniera continua da 14

stazioni di riferimento permanenti

Trimble dislocate in aree remote con

distanze dalla bocca del vulcano

variabili da pochi Km fino a 20 Km.

5 di queste stazioni sono ricevitori

GPS Trimble 5700 posizionate dallo

USGS; 9 sono ricevitori GPS NetRS di

34 GEOmedia 4 2005


REPORTS

Trimble posizionate da UNAVCO

(www.unavco.org) per il suo network

Plate Boundary Observatory (PBO). I

dati delle stazioni vengono scaricati e

controllati ogni ora per poi poter

fornire un’analisi giornaliera sullo

stato delle deformazioni associata

all’eruzione e sulla stabilità dei fianchi

della montagna. Questo è importante

dal momento che, se il magma

dovesse iniziare ad affluire all’interno

del vulcano i fianchi si gonfierebbero,

lanciando un primo messaggio su

un’eventuale eruzione; più lava

affluisce e maggiore è la probabilità di

eruzione. Dall’ottobre 2004, comunque,

il movimento dei fianchi è stato

decisamente ridotto. Se si fosse in

prossimità di un fenomeno eruttivo,

spiegano sempre gli scienziati dello

USGS, si noterebbe un cospicuo

movimento dei fianchi della montagna

accompagnato soprattutto dall’aumento

dei gas che rappresentano la forza

maggiore all’interno della dinamica di

un’eruzione di tipo esplosivo.

Le campagna di misure

Lo USGS utilizza i ricevitori

Trimble 5700 in modalità rover per

misure pianificate dal momento che il

programma è stato incrementato

nell’ottobre 2004. I ricevitori vengono

posizionati su punti preselezionati

raggiungibili tramite elicottero,

fuoristrada o direttamente a piedi allo

scopo di raccogliere dati per qualche

giorno. I risultati vengono poi post

elaborati in un secondo momento e

paragonati con gli studi effettuati in

precedenza. In questa modalità

vengono utilizzati tutti i dispositivi che

lo USGS possiede, compresi i vecchi

ricevitori Trimble; il modello 5700,

però, grazie alle sue capacità di

risparmio energetico, permette un

utilizzo in condizioni ideali pressoché

indefinito, sfruttando un piccolo

pannello solare e una batteria. I GPS

per la campagna di misura vengono

utilizzati anche nel monitoraggio dei

fianchi del vulcano allo scopo di

rilevare e prevedere eventuali accumuli

di magma all’interno dello stesso.

Questo tipo di GPS si sommano ai

dati rilevati continuamente dagli altri

dispositivi in modo da fornire una

copertura più completa ed

approfondita dei fenomeni di

deformazione. L’ultima campagna, che

ha riguardato misurazioni per 50-60

diversi punti, è stata effettuata nel

2003; un set parziale di altri 15 punti

è stato poi messo all’opera dal giorno

in cui l’attività del Mount St. Helens

è ripresa, ad Ottobre 2004.

I sistemi di misura

specializzati “ragni”

I “ragni”, figli dell’ingegnosità del

vulcanologo dello USGS Rick

LaHusen, sono in poche parole dei

dispositivi formati da una card GPS in

singola frequenza, da un controller e

da un radio modem. I ragni vengono

rilasciati direttamente all’interno del

cratere del vulcano tramite l’ausilio di

elicotteri per ottenere informazioni

dirette sulla crescita della cupola

lavica, cioè dove sta crescendo, in che

direzione e con quale lunghezza.

Proprio a causa delle condizioni

estreme in cui essi vengono utilizzati

accade non di rado di perdere

qualcuno di questi dispositivi mentre

entra in azione; allo stesso tempo,

però, proprio la loro semplice

architettura e gli scarsi costi con i

quali vengono creati, rendono la loro

sostituzione praticamente indolore.

Attualmente il cratere del vulcano St.

Helens accoglie 5 ragni. I ragni

forniscono il tipo di informazione

maggiormente in tempo reale: essendo

posizionati praticamente sugli strati di

lava in maniera diretta, essi sono in

grado di informare su movimenti

magmatici che riguardano spostamenti

di molti metri al giorno.

Ogni ragno è connesso al computer

dell’ufficio centrale con un

aggiornamento del network di

monitoraggio ad intervalli di 30

minuti. Un software sviluppato

direttamente da LaHusen fa in modo

che i ragni attivino la radio,

scarichino o dati e si spengano

automaticamente con un notevole

risparmio energetico. Tutti i dati GPS

vengono resi disponibili tramite un

sito web a tutti gli studiosi e

collaboratori dello USGS per essere

analizzati giornalmente e discussi

durante i meetings dello USGS che

avvengono tre volte a settimana (

http://quake.wr.usgs.gov/research/defor

mation/gps/auto/HelensMonit ).

Discutendo i cambiamenti relativi alla

deformazione, alla sismicità, ai gas ed

alla geochimica, si è così in grado di

capire cosa sta succedendo e di

prevedere futuri cambiamenti.

La principale differenza con

l’eruzione del 1980 è che quella fu

ricca di gas mentre i fenomeni che si

stanno osservando attualmente vedono

principalmente un gran movimento di

materiali che implicano la necessità di

uno stretto controllo alla ricerca di

qualsiasi seppur minimo cambiamento.

Appena questo tipo di cambiamenti

riguarderanno l’aspetto della

deformazione, solo allora si potrà

spostare l’attenzione nei confronti dei

gas e della sismicità.

Ma questo momento non sembra

ancora esser giunto; oggi Loo-wit fa

sapere agli scienziati ed alle

popolazioni che risiedono in quella

zona che il vulcano è ancora sveglio.

Quali saranno, poi, le sue decisioni

future, gli scienziati dello USGS ed i

GPS di Trimble, saranno loro a

dircelo.

(Maggiori informazioni sul sito web:

http://vulcan.wr.usgs.gov)

estratto da “”Technology & More”

Autunno 2005

A cura della Redazione

GEOmedia 4 2005 35


REPORTS

gis day

BOLOGNA

16 Novembre

Il GIS a supporto della

comunicazione ambientale.

Provincia di Bologna

Via Zamboni, 13

A cura di Provincia di Bologna,

Settore Ambiente

BOLOGNA

23 Novembre

I GIS per la ricerca e la

didattica

Aula Prodi - Complesso di San

Giovanni in Monte

Piazza S. Giovanni in Monte n. 1

A cura di Università di

Bologna,Facoltà di Lettere e

Filosofia,Corso di laurea triennale

in “Scienze geografiche”, Corso di

laurea specialistica “Geografia e

processi territoriali”, Dipartimento

di Discipline Storiche

Regione Emilia Romagna, Servizio

Sistemi informativi Geografici

FIRENZE

16 Novembre

Il GIS per l’analisi

Geodemografica: esperienze a

confronto

Dipartimento di Statistica “G.

Parenti”

Viale G. B. Morgagni, 59

A cura di Università di Firenze,

Dipartimento di Statistica G.

Parenti

FISCIANO (SA)

16 Novembre

Applicazione del GIS nelle

Comunità Montane: dal

monitoraggio satellitare al

marketing territoriale

Università degli Studi di Salerno

via Ponte Don Melillo - 84084

Fisciano (SA)

A cura di Università degli Studi

di Salerno, Osservatorio

dell’Appennino Meridionale,

Camera di Commercio Industria

Artigianato e Agricoltura di

Salerno

In collaborazione con K-

management, Planetek Italia

LECCE

16 Novembre

Il GIS per l’Archeologia

Coordinamento SIBA Università

degli Studi di Lecce Aula

Seminari - Facolta’ di Ingegneria

II piano Edificio “La Stecca”

Via per Monteroni

A cura di Coordinamento SIBA

Università degli Studi di Lecce

MODENA

16 Novembre

Il Mondo nel Computer

Provincia di Modena

Viale Martiri della Liberta’, 34

A cura di Provincia di Modena

MOLFETTA (BA)

16 Novembre

I nuovi Insediamenti

Elettromagnetici a Molfetta

Sala Scuola “E. Berlinguer”

A cura di Comune di Molfetta

(BA)

In collaborazione con Studio

Tecnico GIS

5/12/19/26 Novembre

giornate formative: Cosa sono i

GIS

Scuole Medie Molfetta (BA)

In collaborazione con Studio

Tecnico GIS

NAPOLI

16 Novembre

I Sistemi informativi

territoriali: progetti e

sperimentazioni

Via S. Maria La Nova, 43 -

80143

A cura di Provincia di Napoli,

Direzione PTCP- SIT- Piani di

Settore

NAPOLI

16 Novembre

GIS e Pubblica

Amministrazione

Centro Direzionale Isola G1

via G. Porzio, Napoli

A cura di Asmez - Consorzio

Multiregionale per l’innovazione

tecnologica nella Pubblica

Amministrazione

NAPOLI

16 Novembre

ITC M. Pagano

Via A. d’Isernia

A cura di Centro di Studi

Internazionali & GEOLAB

PESCARA

16 Novembre

Il GIS per le politiche urbane

e le scelte condivise: la città

di Pescara

Università G. d’Annunzio

viale Pindaro, 42 - 65127

A cura di Università G.

d’Annunzio, Facoltà di Scienze

Manageriali; Comune di Pescara

REGGIO CALABRIA

25 Novembre

GIS e telerilevamento per la

città e il territorio

Università degli Studi

“Mediterranea” di Reggio

Calabria

Via Zecca, 4 - 89125

A cura di Università degli Studi

“Mediterranea” di Reggio Calabria

Facoltà di Architettura -

Dipartimento di Architettura e

Analisi della Città Mediterranea

TIVOLI

16 Novembre

Il GIS: Rappresentare il

Territorio per Decidere

Consapevolmente

Liceo Scientifico “Lazzaro

Spallanzani”

Via Rivellese snc - 00019

URBINO

16 Novembre

Un GIS interoperabile e

internazionale

Campus Scientifico “ex Sogesta”

Località Crocicchia, Urbino

A cura di Regione Marche,

Dipartimento Territorio e Ambiente

P.P. Iniziativa D.A.M.A.C. Ancona,

Università di Urbino “Carlo Bo”,

Facoltà di Scienze M.F.N. Istituto

di Geologia -Centro di

Geobiologia

GIS Day 2005

GIS Day 2005

I

l GIS Day è un evento a

livello mondiale creato per

diffondere le tecnologie GIS

coinvolgendo Istituzioni, Enti,

Aziende, Università, Scuole di tutto

il mondo e mostrare a milioni di

persone le capacità di applicazione

nella vita quotidiana di questi

straordinari sistemi. Il 16 Novembre

si è svolta anche in Italia la settima

edizione del GIS Day con eventi

dispiegati in lungo e largo (più in

lungo che in largo….) la penisola,

nonostante la concomitanza con la

Conferenza ASITA di Catania,

importante vetrina per i

professionisti del settore GIS e non

solo.

Durante il GIS Day gli utenti GIS

hanno ancora una volta aperto le

porte delle loro sedi a studenti,

professionisti ed a chiunque fosse

interessato, allo scopo di restituire

visibilità alle applicazioni nel

“mondo reale” di questa tecnologia.

Sono stati presentati posters, date

dimostrazioni e letture all’interno di

vari eventi, con l’intento di render

partecipi in presa diretta della

tecnologia GIS i visitatori, facendo

esperienza delle molteplici

applicazioni e dei benefici che

l’utilizzo di essa comporta. Il GIS

Day è sponsorizzato dalla National

Geographic Society, dalla

Association of American

Geographers, dalla UCGIS

(University Consortium of

Geographic Information Science),

dalla United States Geological

Survey, dalla Library of Congress e

dalla ESRI. La giornata nasce nel

corso della Geography Awareness

Week, una manifestazione

sponsorizzata dalla National

Geographic Society. Preminente

rimane l’impegno da parte degli

sponsors del GIS Day nel

promuovere una letteratura a

carattere geografico all’interno di

scuole, comunità ed organizzazioni.

Segue un elenco degli avvenimenti

che hanno caratterizzato la giornata

italiana, focalizzando in maniera

particolare su quello tenutosi nella

città di Urbino, interessante per i

risultati conseguiti.

36 GEOmedia 4 2005


REPORTS

Un GIS Interoperabile e Internazionale

Si è svolto nelle Marche, ad Urbino, città simbolo del legame tra scienza e Rinascimento, il GIS DAY 2005;

l’evento ha avuto il patrocinio di DAMAC – INTERREG SECUR SEA ed il supporto di: Regione Marche -

Giunta Regionale, Contea di Zara (Croazia), Centro di Geobiologia - Università di Urbino, Forum delle Città

dell’Adriatico e dello Ionio e Adriatic Action Plan 2020 ed ha sviluppato il tema dedicato ad “Un GIS

interoperabile e internazionale”.

Al centro dell’incontro che si è tenuto nell’Aula Magna del Campus Scientifico Ex Sogesta vi sono state le reti

di comunicazione tra le sponde dell’adriatico, i vantaggi e le potenzialità di un ponte telematico strategico tra

Ancona e Zara e lo sviluppo di un Sistema Informativo Territoriale volto alla salvaguardia ambientale del mare

ed alla gestione integrata delle coste. A confronto rappresentanti della Regione Marche e della Contea di Zara,

esperti informatici, accademici, tecnici e i responsabili dei principali progetti INTERREG del bacino Adriatico

Ionico.

L’iniziativa è stata una novità per l’università che ha ospitato la manifestazione, da sempre sensibile alle varie

forme culturali e scientifiche di apprendimento per i propri iscritti, in particolare in questo periodo in cui si

aprono le celebrazioni per un anniversario storico: i 500 anni dell’Università, fondata nel 1506 con decreto di

Guidubaldo da Montefeltro.

Per gli enti locali (Regione Marche, Contea di Zara, Comune di Ancona) ed i Project Manager dei vari

Progetti Europei (AAP 2020, SARA, FORUM) la giornata è stata un’occasione per confrontarsi non solo sul

campo dell’innovazione scientifica e tecnologica ma soprattutto per cominciare ad integrare studi e risultati per

una politica ambientale del Bacino Adriatico Ionico. I relatori hanno evidenziato inoltre come l’esistenza e lo

sviluppo di reti di comunicazione efficienti e ad alta tecnologia sono condizioni fondamentali ed il contributo

che viene dai Sistemi Informativi è assolutamente irrinunciabile.

Una diffusa e condivisa tecnologia software per la raccolta e l’incrocio di molteplici dati territoriali, con le sue

amplissime potenzialità applicative può offrire un aiuto concreto nella difesa dell’Adriatico da sversamenti

accidentali o intenzionali di petrolio, nel controllo dei sempre più intensi traffici marittimi, nella gestione

logistica delle grandi infrastrutture e i collegamenti viarii del Bacino Adriatico Ionico e sono di estremo

interesse tecnico ed economico per l’Europa e per l’intero Mediterraneo.

Particolarmente interessante, inoltre, è stata l’attrattività dell’evento. Infatti, proprio per le peculiarità degli

argomenti trattati, e perché non rivolto esclusivamente a tecnici del settore, ha interessato anche amministratori,

giornalisti e partecipanti provenienti da tutta la Regione Marche e non solo. Molto interesse anche da parte

degli studenti della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e della Facoltà di Scienze Ambientali.

Una novità è stata anche la Tavola Rotonda che si è svolta nel pomeriggio in cui in un ambiente meno

formale e più diretto, di quello delle relazioni ad invito della mattinata, è stato possibile approfondire e spiegare

gli argomenti introdotti nelle relazioni, ma anche affrontarne di nuovi e rispondere alle molte interrogazioni

poste dai partecipanti.

Alla conclusione dei lavori è stato approvato un documento programmatico che prevede:

Una prima rete di comunicazione rappresentata dal Sistema Informativo Geografico per la raccolta e l’incrocio

di molteplici dati territoriali, che soddisfino le rappresentazioni cartografiche dei diversi paesi e offra un aiuto

concreto nella difesa dell’Adriatico da sversamenti accidentali o intenzionali di petrolio.

Una seconda rete di comunicazione, è rappresentata dall’esperienza del Forum delle Città dell’Adriatico e

dello Ionio: strettamente legato ad essa è il progetto Interreg SARA (Segretariato per l’Adriatico) che intende

creare le premesse per l’avvio di una struttura che colleghi le istituzioni regionali e le città dell’Adriatico nel

processo di definizione ed attuazione della “Prossimità Adriatica” nel quadro delle strategie europee e nazionali.

Un terza rete di comunicazione, anello di congiunzione tra la rete più tecnica del GIS e quella più politica

dei progetti FORUM e SARA, è invece quella giornalistica di carattere divulgativo. È infatti nelle intenzioni dei

soggetti coinvolti nei diversi progetti internazionali lavorare all’ideazione e la costruzione di un periodico in cui

siano affrontate le problematiche del sistema terracqueo del bacino stesso.

Una quarta rete di comunicazione è rappresentata infine dal progetto Interreg TAC LINE per la gestione di

un ponte telematico strategico tra Ancona e Zara, che garantisca lo scambio di un flusso continuo di

informazioni e dati utili tra le due sponde adriatiche.

L’evento si è concluso nel tardo pomeriggio con una conferenza stampa per i giornalisti presenti che hanno

dato nei giorni successivi ampio risalto ai temi affrontati sui loro giornali e con una ampia copertura da parte

delle emittenti locali.

(Fonte: Esri Italia)

GEOmedia 4 2005 37


TUTORIAL

Per maggiori

approfondimenti sul

software LGO e sul

trattamento

statistico dei dati

vedi:

www.geo4all.it/geo

media/geo-notes

Caratteristiche generali

del programma

Il programma presenta le varie

schermate in italiano ma l’help in

linea è ancora in inglese ed è dotato

di un manuale d’uso in inglese

veramente completo di ben 782 pagine.

Leica Geo Office (o, in acronimo,

LGO TM ) è un software completo per la

elaborazione dei dati rilevati sia con il

GPS che con misure terrestri. Inoltre,

il programma è l’unico in commercio

ad essere dotato di un modulo che

consente di eseguire i calcoli di

simulazione.

Il programma è dotato di un

versatile modulo per la

programmazione della campagna ben

costruito anche graficamente. Con

questo modulo è possibile pianificare i

rilievi conoscendo in anticipo tutte le

informazioni necessarie per organizzare

il rilievo (indici DOP, satelliti visibili,

introduzione di ostacoli sia

graficamente che via file, ecc. ecc.). Un

particolare interessante è che

l’almanacco, oltre ad essere inserito nei

soliti modi, può essere anche scaricato

dal sito:

http://downloads.leicageosystems.com/downloads/areas/zz/gps/g

ps_system500/almanac/index.htm.

Nel programma sono comprese varie

utilità, chiamate “Tools” che

permettono di creare, gestire e

trasformare in vari formati i codici da

associare agli oggetti, di caricarli negli

strumenti tradizionali e nell’unità di

controllo dei ricevitori GPS. E’ anche

possibile aggiornare i firmwares degli

strumenti (sia tradizionali che GPS) in

modo da tenerli al passo con le ultime

novità studiate dalla Leica; importare

ed esportare i dati in vari formati tra

cui il formato RINEX e il formato

Tutorial GPS

Il sofware LGO Leica Geo Office

di Vittorio Grassi

3 a parte

ASCII. Quest’ultima utilità è studiata

veramente bene nel senso che è

estremamente versatile in quanto è

dotata di parametri di default che

l’utente può modificare per adattarli a

qualsiasi esigenza.

Il software, che è la naturale

evoluzione del famoso SKI, costituisce

un punto di riferimento nel settore

dell’elaborazione dei dati GPS e

contiene un’ampia gamma di funzioni

che aiutano a calcolare velocemente il

lavoro compiuto in campagna ed

esportare i risultati in altri programmi.

Il programma, per quanto riguarda il

GPS, permette di elaborare tutte le

possibili misure: statico, statico rapido,

cinematico classico e OTF, ecc. ecc. sia

in automatico (cosa che si sconsiglia,

come sempre, per tutti i tipi di

software) che manuale con parametri

di default o scelti dall’utente; di

eseguire la compensazione ai minimi

quadrati della rete sia completamente

libera che a minimi vincoli, vincolata o

parzialmente vincolata; di graficizzare i

residui; di calcolare i sette parametri,

di trasformare le coordinate con diversi

metodi alcuni dei quali esclusivi di

Leica.

Funziomalità del

programma e commenti

Appena lanciato il programma si apre

la finestra principale (fig. 1) suddivisa

due parti: sulla sinistra appaiono i vari

comandi raggruppati in due schede

logiche ben studiate e sulla destra c’è

un’ampia finestra grafica.

La scheda “Management” comprende

i comandi relativi: alla creazione e

gestione dei lavori “Project”; alla

creazione e gestione dei sistemi di

coordinate; alla gestione delle antenne,

ai codici, alle effemeridi precise,

“Script”, “Report Templates” e

“Immage Referencing”.

Sia questo articolo che quelli che

seguiranno sui più diffusi

programmi di elaborazione dei dati

GPS circolanti in Italia, non

pretendono d’essere ne’ saranno

mai un manuale d’uso. Il loro

scopo è quello di mettere in risalto

le funzionalità del programma

recensito sulla base di quanto

esposto nell’articolo dello stesso

autore, intitolato “L’elaborazione

dei dati GPS” e pubblicato sul n° 2

di Geomedia 2005 ed è quindi

visto solo sotto l’aspetto della

elaborazione dei dati GPS e della

loro compensazione.

Figura 1

Nella seconda scheda “Tools” si

trovano tutti i comandi relativi a:

all’importa-zione ed esportazione dei

dati grezzi, RINEX ed ASCII;

all’esportazione dei dati in formato

GIS/CAD (DXF o AutoCAD TM,

DWG, MicroStation TM, DGN,

MapInfo TM e MIF); “Shape file”

settabile in innumerevoli modi; il

modulo “Datum/Map” per la

trasformazione delle coordinate del

quale si dirà qualcosa brevemente più

avanti; i moduli “Data Exchange

Manager”, “Software Upload”,

“Format manager” e “Design to

Field”.

Creato un nuovo “project” e scelto il

sistema di coordinate (il programma

automaticamente lavora in WGS84) si

passa alla importazione dei dati (fig.

2) che prima di scaricarli nel project

andrebbero controllati (View Data)

per essere sicuri che siano corretti. In

questa fase è possibile, con estrema

facilità, modificare il nome del punto,

l’altezza strumentale, ecc. ecc. (la

modifica può essere fatta anche in

seguito nella finestra grafica) ma in

questa fase è più congeniale.

38 GEOmedia 4 2005


TUTORIAL

Figura 5

Figura 2

Eseguito il controllo ed assegnati i

dati al project si apre

automaticamente la finestra grafica

“View/Edit” (fig. 3) che permette di

vedere i punti importati. LGO è

l’unico programma, tra quelli già

recensiti e quelli da recensire nei

prossimi numeri di questa rivista, che

non seleziona automaticamente le linee

di base ma lascia l’utente libero di

scegliere quelle funzionalmente

indipendenti.

Figura 3

Da notare nella fig. 3 i quadratini

che segnalano i dati importati: il

quadratino indica che i punti hanno

le coordinate di navigazione, il

cerchietto avvisa che sono stati

calcolati ed il triangolino dice che il

punto ha coordinate assegnate

dall’utente.

Nella barra di comando, in basso alla

finestra “View/Edit”, compaiono altre

sei schede che permettono di

accedere, nell’ordine, alla elaborazione

dei dati, alla gestione dei dati relativi

agli strumenti tradizionali, alla

compensazione, alla gestione dei

punti, a quella delle antenne ed ai

risultati.

Una volta fissato il punto alle sue

corrette coordinate in WGS84 si passa

alla scheda “GPS-Proc” (fig. 4) che

permette di scegliere:

la linea di base da calcolare: di

colore rosso è il reference mentre il

verde indica il rover

il verso di calcolo: LGO esegue

sempre il calcolo dal reference al

rover

Figura 4

Naturalmente prima di lanciare il

calcolo occorre scegliere i relativi

parametri (fig. 5).

Figura 5

La finestra per configurare i parametri

si presenta con 4 schede molto

funzionali e ricche di possibilità che

coprono qualsiasi esigenza di calcolo

raffinato.

Nella prima scheda “General”

permette di variare l’angolo di “Cutoff”,

le effemeridi (Broadcast o

Precise), il tipo di soluzione da cercare

(Automatica, fase, codice o float). Sulla

destra è possibile disabilitare

completamente un satellite mentre

quella parziale si esegue dalla finestra

del “View/Edit” (fig. 4).

La seconda scheda “Strategy” è

notevolmente ricca e permette di

intervenire:

sulle frequenze da utilizzare nel

calcolo: Automatic (il programma

sceglie la soluzione migliore), L1,

L2, Iono Free (L3)

sulla lunghezza massima della linea

di base sulla quale cercare di

risolvere le ambiguità ed il tempo

minimo di osservazione per cercare

una soluzione Float

sull’intervallo di registrazione dei

dati

sul modello della troposfera:

Hopfield, Hopfield modificato,

Saastamoinen, Essen e Froome,

nessuna troposfera (quasi sempre

scelta sconsigliata) e novità

esclusiva della Leica, non

riscontrabile in altri programmi,

calcolare la troposfera sul cielo delle

stazioni (solo con ricevitori a doppia

frequenza)

sul modello della ionosfera:

Automatic (il programma sceglie la

soluzione migliore), Computed

calcola la ionosfera sul cielo delle

stazioni (solo con ricevitori a doppia

frequenza); Klobuchar; Standard;

Global/Regional; Nessun modello

(quasi sempre scelta sconsigliata); se

usare o no il modello stocastico; la

minima distanza a cui applicare il

modello stocastico e, in questo caso,

l’attività della ionosfera (automatic,

bassa, media o alta)

Le altre due schede: “Extended

Output” e “Auto Processing”

permettono nell’ordine di: inserire nei

risultati i valori del DOP osservati in

campagna, i residui; le opzioni per un

calcolo completamente automatico

(scelta che, come già detto in altre

occasioni, può andar bene per un

controllo sommario dei dati a fine

giornata ma non per una sofisticata

elaborazione delle linee di base).

Eseguite le scelte si lancia il calcolo

della linea di base che è molto veloce

e, al termine, viene aperta

automaticamente la finestra dei

risultati (fig. 6) divisa in due parti:

In quella di sinistra (colonna

risultati) è possibile scegliere cosa

visualizzare: i risultati del calcolo

della linea di base, il punto

calcolato, i parametri scelti e il

rapporto di calcolo sia in formato

ridotto che esteso

In quella di destra si ha una breve

riassunto del calcolo eseguito che

può essere configurato a piacere.

Per esempio, nel caso della linea di

base, si hanno le seguenti

informazioni: Nomi degli estremi

della linea calcolata e verso di

calcolo, se i risultati sono stati

memorizzati, lo stato delle

GEOmedia 4 2005 39


TUTORIAL

ambiguità, la durata delle

osservazioni, il tipo di misura, la

soluzione scelta, le frequenze

utilizzate nel calcolo, le componenti

del vettore, ecc. ecc.

Figura 6

Il rapporto di calcolo completo è

veramente esauriente e contiene

tutte le informazioni necessarie a

stabilire la bontà del calcolo

eseguito: informazioni sul

progetto, sul punto, sui parametri

di calcolo, sui satelliti osservati,

sull’antenna utilizzata e le sue

variazioni dei centri di fase, una

statistica sulle osservazioni, sulle

ambiguità, sui salti di ciclo, le

coordinate finali, l’andamento del

DOP durante le osservazioni ed

eventuali errori riscontrati durante

l’elaborazione dei dati.

Una volta eseguiti tutti i calcoli e

memorizzati i risultati la finestra

grafica di “View/Edit” mostra con

molta chiarezza la rete calcolata

(fig. 7).

Purtroppo, e non si capisce perché,

non è possibile vedere i dati grezzi.

Un invito alla Leica di coprire,

appena possibile, questa lacuna.

Dall’esame dei vari tipi di residui si

possono trarre utilissime informazioni

per intervenire, con criterio, sui dati

acquisiti in campagna o sul tipo di

parametri da scegliere per il calcolo

delle linee di base.

Criteri per l’accettazione

della linea di base elaborata

LGO non usa il criterio “Ratio” ma

per giudicare la bontà del calcolo

occorre analizzare il rapporto di

calcolo in vari settori di cui si

riporta, per chiarezza di esposizione,

uno stralcio nella fig. 9.

Figura 8

Le cose da osservare sono:

Nel settore ”Observation

Statistics” che il numero delle

osservazioni L1 ed L2 siano uguali.

Se non lo fossero è da temere una

Figura 7

Inoltre è possibile analizzare

innumerevoli tipi residui (fig. 8): è

possibile scegliere tra singola, doppia

e tripla differenza sia sui codici (C/A,

P, iono free e geometry free) sia sulle

fasi (L1, L2, L3 iono free ed L4

geometry free). Inoltre si possono

graficizzare i vari tipi di DOP avuti

durante le osservazioni, l’elevazione

e l’azimut dei satelliti. Il tutto può

essere graficizzato per un singolo

satellite o per più satelliti a scelta

dell’utente.

Figura 9

40 GEOmedia 4 2005


LEICA


TUTORIAL

perdita di dati ed eventualmente la

presenza si salti di ciclo e che non ci

siano osservazioni rifiutate

Nel settore “Tracking Status” che

i dati dei satelliti osservati siano

stati tutti utilizzati (segno di spunta

verde) e non ci siano tratti con una

croce di colore rosso che indica i

periodi di osservazioni rifiutati

Nel settore “Ambiguity Statistics”

che il numero totale delle ambiguità

sia uguale a quello delle ambiguità

fissate e che la percentuale delle

epoche siano al 100%

Nel settore “Cycle Slip Statistics”

che non ci siano salti di ciclo o se ci

fossero bisognerebbe individuare il

modo per eliminarli o ridurli al

minimo possibile

Intervento sui dati

anelli e scegliere i parametri di

calcolo.

La mancata chiusura si può verificare

in due modi:

manualmente dalla finestra del

“View/Edit” (fig. 10) e può essere

fatta sia in forma numerica

fornendo, nella finestra di “GPS

Loop Misclosure”, l’elenco dei

vertici dell’anello da controllare

oppure in forma grafica

selezionando, con il mouse, le linee

di base che compongono l’anello da

controllare. E’ anche possibile avere

un rapporto sui vari anelli

controllati che può essere stampato

o salvato su file.

si commetterà durante le misure

stesse.

Dato un certo numero di punti,

sarebbe troppo semplice, eseguire tutte

le misure possibili tra di loro. Facendo

così senz’altro si avrebbe una buona

precisione, ma a che prezzo?.

L’esecuzione di misure sovrabbondanti

incidono fortemente sul costo delle

operazioni, quindi bisogna calibrare

esattamente il numero delle misure da

eseguire in vista di risultati da

ottenere.

Lo scopo della simulazione è proprio

quello di ottimizzare il rapporto

costo/prestazioni.

L’intervento sui dati è vastissimo e

molto facile da eseguire. Si può

variare l’angolo di “Cut-off”, eliminare

totalmente o parzialmente un satellite,

eseguire una finestra sui dati sia in

maniera grafica che numerica, ecc.

ecc. facendo attenzione a modificare

un dato per volta (questa

raccomandazione è valida per tutti i

programmi di elaborazione dei dati) ed

analizzare l’effetto sia nel grafico dei

residui che nel rapporto di calcolo

completo. Quindi decidere se accettare

la nuova soluzione o variare il tipo

d’intervento o combinare più interventi

contemporaneamente fino ad avere il

risultato ottimale.

Il modulo di compensazione

Il modulo di compensazione della rete

rilevata lavora secondo il principio dei

minimi quadrati per variazione di

coordinate ed ha le seguenti funzioni:

Compensare in maniera libera, a

minimi vincoli, vincolata e

parzialmente vincolata

Individuare errori grossolani nelle

misure con l’aiuto della mancata

chiusura degli anelli o di numerosi

test statistici di cui il programma

dispone e dei quali si darà un breve

cenno in seguito

Come sempre prima di lanciare la

compensazione occorre fare due cose:

verificare la mancata chiusura degli

Figura 10 Figura 11

automaticamente dalla finestra

“Adjustment” in questo caso il

programma analizzerà tutti i

possibili poligoni e creerà un

rapporto che può essere stampato o

salvato su file.

La scelta dei parametri da usare nella

compensazione si esegue con la

finestra “General parameters”(fig.

11).

Questa finestra contiene ben sei

schede per l’uso delle quali si rimanda

al manuale d’uso. Si esamineranno

invece tre schede che si ritengono di

importanza fondamentale: “Control”,

“Standard Dev” e “Test Criteria”.

La scheda “Control” permette di

scegliere se eseguire una

compensazione o una simulazione.

Questa seconda scelta è un programma

che si trova solo in LGO e non in

altri programmi commerciali.

La simulazione (che può essere solo

per le osservazioni GPS, solo

tradizionali o miste) nasce

dall’esigenza, sempre maggiore, di

conoscere a priori la precisione che si

raggiungerà eseguendo le misure ed

ipotizzando un certo tipo d’errore che

La scheda “Test Criteria” (fig. 12)

consente di modificare i seguenti

valori:

Alpha (%) che rappresenta la

probabilità di rifiutare un’osservazione

valida. E’ impostato a 5% come

default e lo si può ritenere un buon

compromesso. Impostando Alpha ad

un valore troppo basso si rischia di

far accettare osservazioni cattive.

1-Beta (%) che può esser definito

come la probabilità di accettare una

cattiva osservazione. E’ impostato

all’80% come default e lo si può

ritenere un buon compromesso.

Impostando Beta ad un valore troppo

alto si rischia di far rifiutare al

programma osservazioni buone.

Figura 12

42 GEOmedia 4 2005


TUTORIAL

Si noti che le impostazioni Alpha e

Beta sono soggettive e dovrebbero

esser fatte da un topografo esperto

che tratti il lavoro di campagna. Se ci

sono dubbi circa i valori ai quali

impostare Alpha e Beta è bene

accettare quelli suggeriti da default.

Sigma a priori (GPS) - Questo

valore serve a compensare le

osservazioni GPS ottimistiche. Spesso

le osservazioni provenienti dai

programmi di post-elaborazione GPS

sono eccessivamente ottimistiche circa

l’informazione di accuratezza. Ciò, di

per sé, non crea problemi quando si

compensano le sole osservazioni GPS,

ma tutto cambia quando si vanno a

combinare osservazioni GPS con quelle

terrestri.

Sigma a posteriori - E’ un valore

globale che compensa le incertezze del

valore a priori. Influenzerà la

precisione stimata per le coordinate

compensate.

Se necessario, si può applicare solo il

sigma a posteriori, qualora le

coordinate compensate rientrino nell’

F-test.

L’F-test è un test che si applica sia al

sigma a priori sia a quello a

posteriori. Se sono statisticamente

diversi significa che i valori stocastici

assegnati alle osservazioni non erano

corretti (supponendo che gli errori

grossolani o outliers siano stati

rimossi). Applicando il sigma a

posteriori si ovvierà a questo

problema.

La scheda “Standard Dev” fornisce

la possibilità di modificare gli s.q.m.

assoluti e relativi degli strumenti

tradizionali e del GPS (fig. 13).

Figura 13

Inoltre, nel box “Compute using” si

hanno a disposizione diverse scelte:

Use individual settings for all

observations (usa un singolo valore

per tutte le osservazioni). Se si

sceglie questa opzione, Design and

Adjustment, usa il peso che è già

stato definito quando le osservazioni

sono state importate da SKI o

quando sono state create

manualmente

Apply default settings to all

observations (applica

l’impostazione default a tutte le

osservazioni). Con quest’opzione usa

il peso di default definito in Settings

sotto Stochastic default

Apply default settings to GPS

observations only (applica

l’impostazione default alle sole

osservazioni GPS). Con questa

scelta usa il peso di default definito

in Settings sotto Stochastic default

per le sole osservazioni GPS. Le

osservazioni terrestri avranno

l’impostazione manuale applicata

Apply default settings to

terrestrial observations only

(applica l’impostazione default alle

sole osservazioni terrestri). Questa

scelta usa il peso di default definito

in Settings sotto Stochastic default

per le sole osservazioni terrestri. Le

osservazioni GPS avranno

l’impostazione manuale applicata

Eseguite le scelte si lancia la

compensazione che può essere:

completamente libera, a minimi

vincoli, vincolata e parzialmente

vincolata.

Il motore di calcolo “Move 3” è

velocissimo e al termine del calcolo la

finestra grafica (fig. 14) mostra le

ellissi d’errore con il livello di

confidenza fissato al 39,4% mentre le

barre d’errore in quota sono fissate al

68,3%. Questo nella versione 2.0 di

LGO, mentre nella versione precedente

era possibile scegliere il livello di

confidenza a discrezione dell’utente: si

è fatto un passo indietro!

Come si può vedere le ellissi d’errore

assolute sono colorate in blu mentre

quelle relative sono di colore verde. La

finestra grafica può essere configurata

a piacere per quanto riguarda l’uso

dei colori, la scala grafica degli errori,

il carattere dei font, ecc. ecc.

Per quanto riguarda il rapporto di

Figura 14

calcolo che non è possibile riportare

per intero è da osservare che molto

dettagliato, peraltro configurabile

dall’utente, e comprende: le

informazioni generali sul progetto,

quelle statistiche con i gradi di libertà

della rete ed i valori critici dei test, i

risultati della compensazione, i residui

delle osservazioni, i residui assoluti e

relativi espressi in ppm dei vettori,

l’affidabilità esterna, le ellissi d’errore

assolute e relative, i test sulle

osservazioni e gli errori stimati, i

grafici della ridondanza, del W-test,

del T-test, gli errori stimati per quei

valori rifiutati dai test statistici.

Per dovere di chiarezza si ritiene

opportuno accennare brevemente al

significato dei test ed alla loro utilità.

Nella fig. 15 si riporta lo stralcio

iniziale del rapporto di calcolo.

Figura 15

Il significato dei test è il seguente:

Alpha (multidimensionale):

Rappresenta il livello di significatività

dell’F-test multidimensionale

Alpha (unidimensionale) - Beta –

Sigma a priori: sono già stati

discussi in precedenza

Critical value W-test: Valore oltre il

quale un’osservazione fallirà se verrà

applicato il W-test. Test ad una

dimensione.

Critical value T-test (2 e 3

dimensioni): Valore oltre il quale una

osservazione fallirà se verrà applicato

il T-test.

GEOmedia 4 2005 43


TUTORIAL

Critical value F-test: valore critico

Test (teoricamente dovrebbe

oscillare intorno al valore 1).

F-test – E’ un test di adeguatezza

del modello e deve essere accettato

dal programma. Se l’F-test è

accettato significa che il sigma a

posteriori è inferiore a quello a

priori. Se non è accettato vuol dire

che il modello stocastico non

rispecchia il modello matematico e

quindi la compensazione non è

valida in quanto c’è qualcosa che

non va per il giusto verso.

Inoltre, durante il rapporto di calcolo

(fig. 16) appaiono altri termini nuovi

che è bene descrivere velocemente.

Figura 16

MDB, il valore del bias minimo

individuabile che è il valore sotto il

quale gli errori grossolani non possono

essere scoperti; Red, il valore della

ridondanza dell’osservazione espresso

in termini percentuali; BNR, il

rapporto bias / rumore che è l’effetto

dell’MDB sull’intera rete (qui è

preferibile sia omogeneo); W-test, il

valore del test W per le componenti

del vettore; T-test, il valore del test T

per le coordinate tridimensionali cioè

del vettore globale.

I possibili errori grossolani (outliers)

che cadono fuori del W-test e/o T-test

vengono contrassegnati con il simbolo

di un triangolino giallo con il punto

esclamativo al centro e vengono forniti

gli elenchi dei probabili errori stimati

dal programma.

Per una comprensione più dettagliata

vedere i riquadri: affidabilità di una

rete ed i test statistici.

Inoltre il programma è dotato dei

seguenti programmi di utilità: RINEX

(per la trasformazione dei dati

proprietari in formato RINEX);

Coordinate system Manager (per

creare nuovi sistemi di coordinate non

inclusi nel programma, ellissoidi,

geoidi, ecc.); Grid Factory (per creare

rappresentazioni cartografiche non

comprese nel programma); Planning

(per eseguire la programmazione della

campagna con le classiche schermate

dei satelliti visibili, fig. , andamento

dei diversi tipi di DOP, fig. , ecc.

ecc.; un utilissimo editor; Export (per

esportare i risultati sul controller o in

vari programmi. Sono previsti i

formati: DXF, DWG, GIS, ASCII).

Il programma LGO è anche dotato dei

seguenti comandi:

“Datum/Map” che

consente di calcolare i

parametri di trasformazione

avendo a disposizione alcuni

punti in comune (punti

doppi). Sono possibili i

calcoli relativi ad una

trasformazione: Classical

2D (rototraslazione piana);

Classical 3D

(rototraslazione

tridimensionale a sette

parametri (Molodensky)

oppure solo rotazioni, solo

traslazioni o una qualsiasi altra

combinazione; Interpolation

(trasformazione affine); One Step,

Two Step e Stepwise per le quali si

rimanda al manuale d’uso.

“Road line Editor” che permette di

caricare sull’unità di controllo un

progetto stradale che poi può essere

picchettato in tre dimensioni in tempo

reale con estrema semplicità grazie

alla possibilità di caricare anche un

modello tridimensionale della zona

interessata dal progetto stradale;

“B-File Manager”, “Code

Developer”, “Code Converter”,

“Configuration Manager”, “DNA

GIS Converter”, “TPS

Configuration” per i quali si rimanda

al manuale d’uso del programma.

Conclusioni

Il programma è ben studiato ed

aggiornato agli ultimi dettami della

scienza del rilievo: è semplice da usare

per i nuovi utenti ma consente agli

esperti notevoli possibilità di

intervento nella gestione e

nell’elaborazione dei dati.

Il motore di calcolo è veloce ed

affidabile. Degni di lode sono i

rapporti di calcolo delle linee di base

e quello della compensazione al quale

sono stati aggiunti degli utili grafici

riassuntivi. Notevole e di estrema

utilità pratica è il modulo della

simulazione.

Resta l’inconveniente dell’help in linea

e del manuale che pur essendo

corposo è soltanto in inglese.

Si spera che la Leica si decida a fare

la traduzione almeno del manuale ma

senza semplificarlo perché quello in

inglese è molto dettagliato e non

guasterebbe se venissero aggiunti degli

esempi numerici specialmente per gli

argomenti più complicati per es. sul

cambio di datum, l’esportazione

completa di un project su altro PC,

ecc. ecc.

Errata Corrige

Sul numero 2/05 di GEOmedia è

stato rilevato un errore nel

risultato della formula per il

calcolo della settimana GPS:

La formula pubblicata era:

JD = A – C + D + G + J =

2543421.5

mentre dovrebbe essere:

JD = A – C + D + G + J =

2453420.5

Ringraziamo Marco Dubbini

dell’Università di Bologna per la

segnalazione.

Autore

VITTORIO GRASSI

Email: vittorio_grassi@fastwebnet.it

44 GEOmedia 4 2005


Trasporti

Telecomunicazioni

Acqua

Energia

Territorio

Ambiente

Tante soluzioni, un’unica visione

Http://www.Intergraph.it


AZIENDE E PRODOTTI

Viaggiare sulla Terra in tre dimensioni con World Wind

World Wind è un’applicazione sviluppata in casa

dalla NASA che permette a chiunque, in

maniera gratuita, di poter zoomare da

un’altezza satellitare fino a punto determinato della

ricostruzione digitale del terreno, il tutto sfruttando

immagini ad alta risoluzione LandSat ed elevazioni

SRTM, ottenendo una splendida rappresentazione

tridimensionale, proprio come se ci si trovasse sul posto

in cui si è deciso di “atterrare”. Durante la fase di

progettazione della soluzione si è posta particolare

attenzione all’aspetto dedicato all’usabilità del prodotto,

in modo da rendere avvicinabile da persone di tutte le

età l’esperienza World Wind. Tutto quello che serve per

poter navigare è un semplice mouse dotato di due

pulsanti; si può accedere alle guide ed alle funzioni

supplementari tramite menù semplificati. La

navigazione è automatizzata grazie ad un singolo click

così come la possibilità di inserire il nome della località

per poter zoomare direttamente sul punto desiderato.

Per quanto riguarda i requisiti minimi, World Wind

supporta le principali schede grafiche dotate di

accelerazione 3D, necessita di un processore Intel

Pentium ad 1GHz o AMD equivalente, 256 MB di RAM,

una connessione a banda larga e 2 GB di spazio libero

su disco fisso.

World Wind utilizza una copia intera del Blue Marble,

una spettacolare immagine in true color del pianeta

Terra elaborata direttamente all’interno dell’Earth

Observatory della NASA; è formata da dati provenienti

da diversi satelliti come MODIS e Terra, raggiungendo

risoluzioni di 1 km per pixel. Zoomando oltre (e non

sfruttando più, quindi, Blue Marble) si può scendere

ancora più in profondità, rivelando i dettagli propri delle

immagini provenienti dai dati LandSat 7 e comprese

all’interno di una collezione che comprende le

rappresentazioni catturate durante il periodo

1999/2003, con risoluzione di 15cm per pixel. Si

potranno selezionare diverse bande di colore compreso

lo spettro infrarosso; gli utenti, man mano che altre

bande saranno disponibili potranno scegliere quale

utilizzare, confidando nel fatto che World Wind sarà

sempre aggiornato. Grazie alle risoluzioni fornite da

LandSat 7 soffermarsi per osservare la propria città, il

proprio quartiere o il terreno nel quale si vive sarà cosa

semplicissima; il tutto è poi accompagnato da accurati

dati scientifici. I dati LandSat 7 necessari per far

funzionare tutto ciò occupano troppo spazio in un

computer solo, per questo World Wind scaricherà solo i

dati relativi a quello che si vuole effettivamente

osservare e li comprimerà all’interno del computer

dell’utente per un’eventuale futura visione.

Combinando le immagini LandSat 7 con i dati Shuttle

Radar Topography Mission (SRTM), World Wind è in

grado di offrire una veduta del mondo precisa al

dettaglio e affiancata da una navigazione del tutto

personalizzata.

Il Goddard Space Flight Center (GSFC) ha prodotto una

serie di interessanti animazioni riguardanti ad esempio

uragani o cambiamenti di stagione in genere e che si

dovrebbero, quindi, ripercuotere sulla stessa

rappresentazione digitale. World Wind utilizza queste

animazioni e le utilizza direttamente sul mondo.

Selezionando l’evento in questione l’utente si troverà

proiettato su di esso.

Il MODIS (Moderate Resolution Imaging

Spectroradiometer) invece produce un set di dati

rilevanti che viene aggiornato ogni 24 ore. Esso cataloga

incendi, inondazioni, nubi di polvere, fumo, tempeste ed

attività vulcaniche. World Wind visualizza queste

informazioni come punti e, ciccando su di essi, si ottiene

la visualizzazione tridimensionale dell’informazione.

Assolutamente da provare.

http://worldwind.arc.nasa.gov/

(Fonte: Redazionale)

46 GEOmedia 4 2005


AZIENDE E PRODOTTI

GFauna e la gestione delle attività venatorie

La conservazione del patrimonio faunistico e

ambientale, la gestione programmata delle risorse e

il prelievo venatorio devono essere governati e

gestiti con strumenti adeguati alla complessità e alla

specificità del tema trattato. GFauna è il software

sviluppato da GLOBO per la conoscenza e la gestione

delle risorse faunistiche e ambientali presenti sul

territorio, basato su una organizzazione informatica dei

dati e della cartografia. Il sistema ospita e correla

informazioni di tipo alfanumerico con dati cartografici:

dalla rappresentazione cartografica sono

immediatamente accessibili i dati alfanumerici associati

e, viceversa, dalle schede anagrafiche è sempre possibile

ottenere la rappresentazione cartografica. GFauna

permette di gestire in modo integrato l’anagrafica di tutti

i soggetti coinvolti nel processo di gestione: iscritti ad una

Associazione (capannista, caccia con cani da ferma, caccia

agli ungulati, caccia alla lepre, etc.), Enti pubblici, società

private, etc. La rubrica è integrata con un archivio di

documenti, espandibile sulla base delle necessità

dell’utente, che consente di archiviare e richiamare un

numero arbitrario di documenti utili in sede di gestione

delle procedure previste. Un sofisticato sistema di

gestione della messaggistica consente di comunicare in

modo semplice ed efficiente con tutti i soggetti presenti

all’interno della rubrica, consentendo di, comporre

automaticamente il numero telefonico di un soggetto,

inviare tutti i report via fax o posta elettronica ed inviare

SMS a un soggetto o ad un gruppo di soggetti. GFauna

permette di gestire le strutture presenti sul territorio

(censimento capanni, manufatti, ricoveri, etc.) e tutte le

informazioni correlate: mappale, titolare, tipo, zona di

inserimento, presenza di un parco, autorizzazione, ecc. La

soluzione permette anche di governare tutte le

componenti e le problematiche legate alla fauna, con

particolare riferimento all’effettuazione dei censimenti,

all’attività di ripopolamento e la gestione degli

abbattimenti e dei ritrovamenti della fauna stanziale.

GFauna dispone di estese funzionalità per quanto

concerne la gestione di viste dei dati cartografici; sono in

particolare supportate funzioni di creazione, modifica e

cancellazione delle singole viste per la predisposizione

della cartografia di supporto più adeguata. I layer gestiti

possono essere tematizzati sulla base delle caratteristiche

dell’elemento censito. I dati cartografici utilizzabili per la

predisposizione delle viste possono essere in diversi

formati: ESRI ® Shapefile , ESRI ® ArcInfo Coverage,

ESRI ® ArcSDE , raster, AutoCAD DWG e DXF, servizi

ArcIMS. È disponibile un insieme completo di

funzionalità di navigazione, selezione, editing ed

interrogazione dei dati geografici.

In modo generalizzato è possibile associare a ciascuna

delle entità trattate qualsiasi tipo di informazione, quale

per esempio la rappresentazione cartografica, i documenti

informatici (immagini, filmati, relazioni tecniche, ecc.),

un repertorio di documenti predefiniti (lettere, avvisi,

comunicazioni, ecc.) od una raccolta delle normative

vigenti.

GFauna mette a disposizione dell’utente le funzionalità

necessarie alla produzione di stampe relative alle viste

cartografiche ed al contenuto della base dati. Accedendo

direttamente alla base dati alfanumerica è possibile

produrre report personalizzati attraverso i normali

strumenti di office automation.L’architettura del software

GFauna prevede un unico ambiente di gestione,

progettato per soddisfare le esigenze di una struttura

articolata. Il software è disponibile su piattaforma

Microsoft ® Windows ® , l’applicazione è stata sviluppata

in Microsoft ® Visual Basic ® 6.0 ed il supporto

cartografico è garantito dal componente ESRI ®

MapObjects ® (nella licenza di GFauna è compresa una

licenza runtime del componente ESRI ® MapObjects ® ).

Per informazoni: globo.imteam.it

(Fonte: Redazionale)


AZIENDE E PRODOTTI

Occhi puntati sulla missione Huygens dell’Esa

Finalmente i dati inviati dalla sonda Huygens dal suolo di Titano

cominciano ad assumere una certa completezza. Dopo un viaggio di

sette anni a bordo del mezzo spaziale multinazionale Cassini

(NASA,ESA,ASI), il 25 dicembre 2004 la sonda Huygens si è staccata

dirigendosi verso Titano, la luna più grande di Saturno. Il 14 gennaio

2005 Huygens ha raggiunto lo strato più esterno dell’atmosfera di

Titano ed ha cominciato la discesa al suolo che è durata 2 ore e 28

minuti. Immagini abbastanza chiare sono state inviate verso la Terra

non appena la sonda ha raggiunto un’altezza inferiore ai 40km

rivelando un mondo straordinario che per molti aspetti somiglia alla Terra, specialmente per quel che riguarda la

meteorologia, la geomorfologia e l’attività fluviale. Le immagini hanno mostrato una evidente erosione dovuta a flussi

di liquidi, presumibilmente metano. Huygens è atterrata in una zona scura (che si pensa potesse essere il letto di un

fiume ormai prosciugato) fiancheggiata da un terreno ghiacciato segnato dall’erosione dovuta ad evidenti attività

fluviali. Vicino al punto d’atterraggio sono stati osservati ciottoli della grandezza di qualche centimetro formati da

quella che sembrerebbe acqua ghiacciata. La superficie attorno alla sonda ha una consistenza simile a quella della

sabbia bagnata. Huygens ha inoltre sorpreso gli scienziati rilevando un secondo strato di ionosfera, tra i 140 ed i 40km,

che ha raggiunto il picco di conduttività elettrica verso i 60km; gli strumenti della sonda hanno anche rilevato il

tracciato di un fulmine. Huygens, con la sua presenza, ha sbloccato gli studi sull’atmosfera e la superficie di Titano,

compreso il primo campionamento in-situ della chimica organica e dei gas sotto i 150km. Proprio essi hanno

confermato la presenza di una complessa chimica organica sia nella fase gassosa che in quella solida, corroborando

l’ipotesi che Titano possa diventare un laboratorio naturale nel quale osservare il divenire delle stesse molecole che

hanno permesso alla vita di diffondersi sulla Terra. La presenza sulla superficie del gas Argon 40 è poi indice in maniera

inequivocabile dell’attività geologica interna del pianeta.

Questo è il riassunto dei principali dati finora raccolti sulla superficie di Titano; i dati si possono consultare in maniera

più dettagliata all’interno della rivista “Nature”, che il 30 novembre 2005 ha pubblicato un esaustivo articolo dedicato

interamente alla missione intrapresa sulla luna di Saturno.

(Fonte: Redazionale)

Con Leica SmartRover per lavorare in leggerezza

Senza cavi, eccezionalmente leggero e pienamente compatibile con la SmartStation di Leica (la prima stazione totale

con un GPS integrato), il nuovo GPS RTK SmartRover si presenta come lo strumento ideale per i rilevamenti di oggi.

Si potrà utilizzare la SmartStation per posizionare la propria stazione totale e quindi trasferire la SmartAntenna

continuando il rilevamento GPS RTK con lo SmartRover. Si otterranno ottime performances sfruttando uno strumento

dal peso irrisorio (2.8kg) se confrontato con le altre soluzioni tutte-in-uno; SmartRover assicura un lavoro meno faticoso

ed una produttività massimizzata. Composto dalla SmartAntenna ATX1230 e dal Controller RX1250 di Leica, lo

SmartRover fornisce una operatività completamente senza fili per una grande flessibilità in pochi componenti. Il

Controller RX1250 fa sfoggio delle tecnologie wireless Windows CE e Bluetooth; questo facilita il contatto diretto con

l’ufficio via Internet allo scopo di scaricare ed inviare dati per un più proficuo rilevamento. Con la sua CF-card

integrata, i dati possono tranquillamente essere scambiati con gli strumenti Leica System 1200, fornendo una completa

compatibilità X-Function. Lo SmartRover include inoltre le già note tecnologie SmartTrack e SmartCheck, che

forniscono i migliori risultati GPS in termini di velocità ed affidabilità.

(Fonte: Redazionale)

GLOBO Srl è la società del gruppo IMTeam orientata alla progettazione ed alla realizzazione di Sistemi Informativi

Geografici sia per Enti Pubblici che per Aziende private.

Principali ambiti di intervento: CATASTO, PROTEZIONE CIVILE, URBANISTICA, PATRIMONIO IMMOBILIARE, VERDE

URBANO, GEOMARKETING e molti altri ancora!

Per informazioni: E-mail: globo@imteam.it WEB: www.imteam.it

Via Sigismondi, 40 – 24018 Villa d’Almè (BG) Tel 035 636029 Fax 035 638129


AZIENDE E PRODOTTI

La Nona Conferenza delle Associazioni Scientifiche per le Informazioni

Territoriali ed Ambientali (ASITA) che si è svolta a Catania dal 15 al 18

Novembre oltre ai momenti di confronto dedicati ai nuovi risultati ottenuti

ed al punto della situazione sullo stato dell’arte del settore, ha come al solito

visto dedicare spazio e tempo all’esposizione tecnico-commerciale delle novità

introdotte dalle principali aziende protagoniste dell’Information Geography. La

tendenza da parte delle ditte, già notata in precedenti sedi, di favorire un

comportamento più aperto verso il committente e quindi di dare risposta alle stesse esigenze di un utente

sempre più preparato, ha trovato conferma anche all’interno della quattro giorni siciliana. I temi

dell’esposizione hanno abbracciato tutti i principali campi di applicazione dal GPS al GIS, dalla

fotogrammetria al telerilevamento, focalizzando su entrambi gli aspetti hardware e software e favorendo

la visibilità per aziende più o meno giovani che hanno presentato soluzioni innovative e di un certo

interesse.

Come è ormai costume di GEOmedia in queste occasioni, presentiamo qui di seguito una rassegna di alcune

tra le più di 40 aziende presenti ad ASITA che si sono fatte notare per la carica innovativa e di potenziale

utilità dei loro prodotti di punta, compensando la rassegna sulle aziende presentata sullo scorso numero

nel report sul SAIE 2005.

Speciale Asita

ABACO

ABACO è una società italiana specializzata nella ricerca e

sviluppo di tecnologie di base che la qualificano oggi come

una delle principali realtà in Italia e all’estero nell’IT applicata

al GIS, al mapping, al GPS, al CAD, al facility management ed

al technical documentation system. Ha presentato ad ASITA

DbMAP ASJ, una soluzione per realizzare e distribuire

applicazioni Web-GIS; DbMAP ASJ ha un’architettura

semplice, scalabile, performante ed in grado di garantire la

DB Map ASJ

massima interoperabilità tra le applicazioni e sui dati. Sfrutta

tutta la potenza, l’affidabilità e la scalabilità di Oracle Locator

o Spatial, ma anche la flessibilità e l’open source di PostGIS e

addirittura tutta la semplicità di utilizzo di un qualunque

RDBMS JDBC/ODBC (Access, SQL Server, SyBase, MySQL,

ecc.). Funziona con qualunque Application Server e Container

J2EE (ORACLE, TOMCAT, IBM WEBSPHERE, ecc.) su

Windows, Linux e MAC OS. Offre efficienti Web Map Services

richiamabili con un qualunque client WMS ed efficienti servizi

Servlets corredati con evolute componenti applets, OCX e classi

Java, anche open source, comunque libere da royalties,

sfruttabili all’interno di applicazioni GIS Web sviluppabili con

gli stessi strumenti di programmazione che già si usano per le

applicazioni gestionali su web browser, desktop e mobile.

Sempre da ABACO DbMAP Web 3D, per la rappresentazione

DB Map Web 3D

3D dei dati territoriali. Si tratta di una estensione del software

DbMAP ASJ che consente di realizzare facilmente Sistemi Informativi Territoriali 2D e 3D integrati. DbMAP Web 3D è

l’innovativo strumento che introduce un ulteriore punto di vista nell’utilizzo dei dati GIS bidimensionali provenienti da

GeoDatabase centralizzati. Sfrutta infatti tutte le caratteristiche di DbMAP ASJ, e di conseguenza del SIT già creato, per

collegarsi ad un qualsiasi GeoDatabase, al fine di gestire, pubblicare e consultare su internet e in 3 dimensioni tutti i dati

territoriali in esso contenuti. Tutto ciò permette di “volare” liberamente su un modello tridimensionale di terreno pubblicato

su internet, in modo da poterlo interrogare interattivamente, ma anche con la possibilità di scegliere in tempo reale gli strati

informativi da utilizzare per il rendering.

www.abacogroup.com

GEOmedia 4 2005 49


AZIENDE E PRODOTTI

Speciale Asita

Geotop

GPT - 7000L

GPT - 7000i

Dal 1972 la GEOTOP opera in un settore altamente

tecnologico ed in continua evoluzione, rinnovando

costantemente il suo impegno per offrire un’ampia gamma

NET G3

di strumenti di misura sempre all’avanguardia. Dal 1980

rappresenta la Topcon, azienda leader nel mondo della topografia

e dell’edilizia. Le novità presentate ad ASITA da Geotop

cominciano con le stazioni totali Topcon serie GPT-7000i che,

grazie alla nuova tecnologia “Capture Reality” (cattura della realtà), aggiungono alle misure

convenzionali l‘incomparabile ricchezza di informazioni contenute nelle due immagini associate

alla misura. Questa funzionalità amplia le possibilità di utilizzo consentendo delle applicazioni finora

impossibili con le stazioni totali. Mentre il topografo registra i dati, linee colorate e punti vengono tracciati sopra

all’immagine mostrata in tempo reale per ricordare cosa è stato già rilevato; ogni misurazione viene memorizzata

assieme alla foto presa con la fotocamera coassiale. La superimposizione, può essere anche usata in una “realtà virtuale”

caricando i dati di picchettamento e/o ostacoli sotterranei. Questi saranno visibili in sovrapposizione sul video. Sarà ora

possibile picchettare punti sapendo se sotto passano linee pericolose o evitare danneggiamenti a fognature posate in

precedenza. Con il programma da ufficio PI-3000 si ottengono misurazioni 3D di precisione dalle foto digitali prese

con il GPT-7000i o con fotocamere digitali; un esclusivo programma consentirà inoltre di ottenere rilievi speditivi a bassa

risoluzione con l’ausilio della fotogrammetria. In ufficio si otterrà la restituzione tridimensionale dell’oggetto rilevato con

la proiezione 3D delle immagini sull’oggetto rilevato. Grazie alle immagini coassiali registrate con i punti di misura e al

software TOPCON Pl-3000 l’orientamento esterno dei fotogrammi risulterà facilitato grazie alla correlazione di immagine

che identificherà il punto di controllo direttamente sulle foto a grande risoluzione prese con fotocamere calibrate. Sempre

GMS 2

da Geotop le stazioni totali Topcon della serie GPT-7000L che, grazie alla nuova tecnologia “LNP”, riescono a misurare fino a

1200 metri senza prisma. Questa funzionalità ovviamente allarga le possibilità di utilizzo consentendo delle applicazioni finora

impossibili con le stazioni totali convenzionali. La serie GPT-7000L mette a disposizione del topografo un distanziometro unico

al mondo per la coesistenza di queste caratteristiche: una portata senza prisma di 1200 metri con laser dì Classe 1, puntatore

laser visibile selezionabile di Classe 2 e un piccolo SPOT di misura. L’utilizzo del laser di classe 1 permette dì utilizzare lo

strumento in conformità alle normative di sicurezza anche in aree pubbliche, garantendo la totale incolumità dell’operatore e

delle persone che circolano nell’area di lavoro. Per le misure senza prisma viene emesso un raggio a divergenza ridotta (piccolo

SPOT) per ottenere misure stabili e sicure. Ciò consente di misurare minimi dettagli anche a grande distanza e su superfici

altrimenti difficili quali asfalto o roccia. Sarete così sicuri di misurare proprio ciò che state collimando. La serie GPT-7000L è al

passo con il rapido sviluppo tecnologico e si proietta nel futuro, grazie al sistema operativo Windows Ce.Net gli applicativi interni

sono aggiornabili a future evoluzioni o normative di Pregeo. Presentato ad ASITA anche il nuovo ricevitore di Topcon, il NET-

G3, considerato il dispositivo del genere più avanzato tecnologicamente. Cuore del ricevitore è il Paradigm G3, il nuovo chip di

Topcon. Più piccolo del 75% rispetto alla tecnologia per i chip GPS concorrenti, il Paradigm G3 è capace di performances e di

un’affidabilità sorprendenti. Il ricevitore NET-G3 è il primo ad assicurare un tracking del segnale universale, coprendo i segnali

di tutte tre le costellazioni di satelliti per il posizionamento esistenti (GPS, Glonass e Galileo). Grazie all’utilizzo della tecnologia

sviluppata in casa Topcon, il NET-G3 incorpora 72 canali per il tracking universale, in grado di tracciare tutti i segnali dei vari

sistemi satellitari che sono attualmente in uso e di quelli che lo saranno nel prossimo futuro. I servizi relativi ai vari segnali

saranno acquistabili man mano che tali segnali saranno disponibili, evitando lo spiacevole inconveniente di dover pagare

funzionalità che, attualmente, non sono ancora disponibili. Oltre alla tecnologia G3, il ricevitore di Topcon offre una completa

connettività USB, Ethernet e quattro porte seriali che, unite al suo avanzato processore a 20Hz, gli permettono di mantenere alti

standards di connettività sia interni che esterni al ricevitore. Il Topcon GMS-2 è un ricevitore GNSS con antenna integrata e

sistema operativo Windows CE. La tecnologia GPS/GLONASS che contraddistingue i ricevitori geodetici Topcon è ora

disponibile anche in questa versione palmare. Tutti i 50 canali di cui è dotato il GMS-2 sono in grado di ricevere i segnali L1

GPS/GLONASS e la correzione DGPS WAAS/EGNOS. Il GMS-2 è dotato di fotocamera digitale integrata che consente di

associare immagini al punto misurato; inoltre, grazie ad una particolare funzione, tramite una bussola elettronica di precisione

incorporata è possibile misurare punti inaccessibili. Compatto e leggero, il GMS-2 è la soluzione ideale per la raccolta e la

gestione di dati GIS direttamente in campagna. Il Bluetooth, di cui è dotato il GMS-2, può consentire la connessione ad un

cellulare per ricevere la correzione differenziale da un altro ricevitore o da una rete di stazioni permanenti utilizzando anche

tecniche VRS e FKP. Il sistema è configurabile sulla base delle esigenze di precisione dell’utente. Per applicazioni che richiedono

una precisione sub-metrica si utilizzerà l’antenna integrata. Utilizzato in combinazione con l’antenna esterna Topcon PGA-5 il

GMS-2 raggiunge precisione centimetrica. Sul GMS-2 può essere installato il software Meridiana CE o ArcPad consentendo una

gestione facile ed immediata di tutte le funzioni. Tramite il suo ambiente grafico l’utente potrà visualizzare tutti i punti misurati

sovrapponendoli ad una cartografia raster o vettoriale precedentemente importata.E’ possibile selezionare il formato di uscita

dei dati (ASCII, Shape, DXF, Pregeo 8) per renderli compatibili con i più diffusi software GIS e CAD.

www.geotop.it

www.topcon.it

50 GEOmedia 4 2005


AZIENDE E PRODOTTI

Geoin

Speciale Asita

Geoin nasce nel 1998 proponendo servizi geografici con componenti

software GIS sviluppati al proprio interno. La piattaforma Geoin,

seguendo l’andamento delle richieste di mercato, dispone ora delle più

innovative soluzioni per la gestione della cartografia numerica e della

fotogrammetria digitale.

La struttura del software GeoExplorer di Geoin per il trattamento dei

dati geografici è completamente modulare e confezionata in componenti

COM, Java e Dot Net così da permettere anche la programmazione

esterna di tutte le funzionalità geografiche con strumenti quali C++,

Visual Basic e linguaggi scripting (ad esempio per la realizzazione di

pagine ASP su web). GeoExplorer Interserver è il modulo geografico

di rasterizzazione che permette di inviare al client le mappe su internet

in forma di immagine. Tale architettura, chiamata client leggero, evita la

necessità di scaricare componenti sul client, garantendo la scalabilità

tipica di una applicazione Intranet “senza stato” che è in grado di servire

migliaia di richieste di mappe al giorno. GeoExplorer Intraserver

contiene i server per il collegamento alle varie tipologie di database:

Oracle Spatial Server, Shape Server, Geodatabase Server, ECW Raster

Server, TIFF Raster Server, JPEG 2000 Raster Server, JPEG Raster Server.

www.geoin.it

Heliogs

Heliogs è una società consortile a responsabilità limitata costituita dall’Istituto

Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) e la Helica srl con sede

ad Amaro (UD). L’OGS è un ente pubblico di ricerca con sede a Sgonico (TS); esso ha il

compito disvolgere, promuovere e coordinare, anche in collaborazione con altri enti

interessati, nazionali, internazionali ,comunitari e stranieri, studi e ricerche volti alla conoscenza della terra e delle sue risorse.

La Helica possiede le licenze e le certificazioni di Operatore Aereo nel Settore del Trasporto Passeggeri e nel Lavoro Aereo,

compreso il rilevamento del territorio. Per l’elaborazione ed analisi dei prodotti finali Helica si avvale della collaborazione del

gruppo CARS dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste; la società possiede una flotta aerea

di due elicotteri a turbina oltre che a strutture per uffici, hangar e mezzi logistici. Helica ha sfruttato un sistema laser-scanning,

l’ALTM3033 della Optech dal 2002, per poi acquisire nel 2005 un sistema ALTM3100 di nuova generazione e che attualmente

è al vertice della categoria. L’attività di telerilevamento viene svolta prevalentemente mediante apparecchiature montate su

aerei; la scelta di questa società, di operare con elicotteri, è stata determinata dai vantaggi che, a fronte di un costo di esercizio

leggermente superiore, solo questo mezzo può assicurare e cioè: una velocità operativa compresa tra gli 80 e i 230 km/h, una

bassa velocità di avanzamento rispetto al suolo per una migliore risoluzione spaziale, la possibilità di operare a qualunque

quota, l’estrema flessibilità operativa, la possibilità di eseguire rilievi accurati anche all’interno di valli montane e di seguire

con precisione i percorsi di fiumi, strade e linee elettriche e le migliori prestazioni complessive su aree di medie e piccole

dimensioni. Helica utilizza e distribuisce anche software commerciale per l’elaborazione

di dati laser-scan e di ortofoto, e mette inoltre a disposizione software OpenSource per

visualizzare dati laser-scan e per la conversione di coordinate in diversi ellissoidi di

riferimento. E’ il distributore unico per l’Italia dei prodotti Terra, della società Terrasolid

Ltd, (Finlandia). Gli elementi della famiglia di prodotti Terra sono strettamente integrati

fra di loro e con i prodotti della Bentley System: MicroStation Se/ J/V8 o MicroStation

GeoOutlook e MicroStation PowerDraft J/V8a.

www.helica.it

www.ogs.trieste.it

I dati forniti dall’ OGS

GEOmedia 4 2005 51


AZIENDE E PRODOTTI

Speciale Asita

Hewlett Packard

Leader mondiale nel settore dell’Information & Technology, HP propone

tecnologie innovative ed essenziali per il business e la vita quotidiana. La

divisione Imaging & Printing offre un’ampia gamma di prodotti, soluzioni e servizi

innovativi per consumatori e imprese di ogni dimensione,

progettate per semplificare il modo di vivere, lavorare e

comunicare.

Presentata ad ASITA la stampante HP Designjet 90

A2+ è ideale per progettisti grafici, fotografi professionisti e fornitori di servizi di prestampa

HP Designjet 110 che richiedono funzionalità sofisticate, gestione flessibile dei supporti di stampa e tecnologie avanzate per

la gestione del colore, per produrre immagini di qualità fotografica dotate di un’eccezionale resistenza

allo sbiadimento. La HP Designjet serie 110plus è una stampante a colori di qualità elevata per i professionisti del CAD

con budget limitati. La soluzione ideale per geometri, architetti, designer, ingegneri e progettisti di società di costruzioni,

che lavorano in piccoli uffici e richiedono la possibilità di stampare su grandi formati, fino all’A1+. La stampante HP

Designjet serie 130 è ideale per i designer grafici che devono poter contare su una straordinaria qualità delle

immagini e fedeltà dei colori per stampare composite, layout, mock-up e bozze di

lavoro. I fotografi professionisti possono realizzare stampe brillanti di qualità

fotografica che resistono allo sbiadimento più a lungo rispetto alle foto stampate

con i procedimenti tradizionali, mentre gli esperti di prestampa possono produrre

bozze di lavoro con colori stabili in meno di un’ora.

HP Designjet 90

HP Designjet 130

Matrox

Matrox Graphics Inc., società canadese con uffici internazionali in Europa e in

Asia, affermata nella progettazione di soluzioni grafiche professionali, da oltre

29 anni si distingue per lo sviluppo e commercializzazione di schede grafiche ad alta

QID Pro

qualità. Pioniere del supporto multi-monitor con un singolo chip grafico, Matrox è

leader nell’offerta di soluzioni multi-monitor per i settori finanziario, medicale,

industriale, militare, amministrativo e dell’informazione al pubblico, oltre che di

soluzioni grafiche avanzate per la produttività professionale.

Nell’area riservata a Matrox Gaphics ad ASITA, sono state presentate le schede

Matrox QID Pro e Matrox Parhelia DL256 PCI. La QID Pro è una scheda grafica

che introduce capacità multi-display innovative per le esigenze di visualizzazione

avanzata in applicazioni come public information display, data wall per la gestione di

dati finanziari e militari, simulation civile e militare e PSAPS (centri di risposta dei

servizi di pubblica emergenza). QID Pro è anche una piattaforma grafica ideale per

Parhelia DL256

applicazioni server, poiché migliora l’efficienza dell’IT manager che può controllare

più server con un singolo sistema, grazie alla possibilità di vedere e gestire più

informazioni alla volta. QID Pro, che pilota quattro monitor digitali o analogici alla

risoluzione massima di 1600x1200 in configurazione 2x2 o 4x1, offre come caratteristiche: capacità genlock tramite modulo

opzionale Matrox ASM, 256 MB di memoria unificata DDR on-board, supporto per le API OpenGL e Microsoft direct,

architettura PCI-X (compatibile PCI) con supporto a 33 e 66 Mhz. La scheda grafica Parhelia DL256 PCI a 64 bit/66 Mhz

è compatibile con tutti gli slot PCI e PCI-X a 32 bit e 64 bit e pilota lo schermo ad alta risoluzione Apple Cinema HD Display

30”. Offre come caratteristiche: 256 MB di memoria grafica, supporto per un secondo monitor analogico fino a risoluzione

2048x1536, accelerazioni 2D/3D OpenGL multi scheda, stereo 3D quad-buffered in hardware ed uscita TV su connettore

secondario tramite l’adattatore per TV Output.

Presentata anche la Matrox Parhelia APVe che combina avanzate tecnologie multi-display e video output insieme ad una

qualità d’immagine senza pari, assicurando il supporto più completo alle workstation dedicate alla creatività professionale.

L’uscita video componenti HDTV, la modalità Dual-DVI più uscita TV e gli esclusivi plug-in per

l’uscita video What You See Is What You Get (WYSIWYG) sono soltanto alcuni dei vantaggi che

questa scheda, ricca di caratteristiche, offre ai professionisti della creatività.

www.matroxitalia.it

APVe

52 GEOmedia 4 2005


AZIENDE E PRODOTTI

Intergraph è leader in ciascuno dei settori industriali in cui opera, grazie

Intergraph alla capacità di offrire ai clienti una profonda competenza in tali settori,

oltre ad una lunga tradizione di innovazione tecnica e ad una ampia gamma

di prodotti, software e servizi. Fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1969, i prodotti e i servizi di Intergraph sono stati

ripetutamente messi alla prova e testati con successo nella realizzazione di alcuni dei più complessi progetti e programmi

industriali in tutto il mondo. Intergraph Security Government & Infrastructure ha annunciato ad ASITA 2005 il rilascio

della nuova versione 6.0 della famiglia GeoMedia. La siute GeoMedia consiste di 17 applicazioni disegnate per il governo

locale o regionale, militare o di intelligence, per le utilities, le comunicazioni, la fotogrammetria ed il mercato dei trasporti.

I prodotti GeoMedia permetteranno alle aziende di visualizzare l’informazione spaziale per un più veloce ed accurato

decision making all’interno di enti o di intere organizzazioni. La versione 6.0 presenta notevoli miglioramenti soprattutto

nella gestione del dato geografico in ambiente enterprise e dimostra l’impegno di Intergraph nell’affrontare problematiche

geospaziali relative allo sviluppo di progetti complessi in ambiente distribuito. Alcune caratteristiche innovative riguardano

la condivisione di dati tra geoworkspace, nuovi comandi di editing avanzato, la visualizzazione di feature class in modo

gerarchico, la gestione dei metadati, la trasparenza raster e vettoriale, un flusso completo per la stampa, l’uso di Web

Services facili da creare e configurare ed una nuova interfaccia utente.

Speciale Asita

www.geomedia6.com

www.intergraph.it

Menci Software

Menci Software si occupa di ricerca, progettazione e sviluppo di tecnologie nel

campo del rilievo metrico da immagini digitali. Gli ambiti di competenza

rientrano nel settore della fotogrammetria digitale e della computer vision. Dal 1991

è un’azienda leader per la produzione software di fotogrammetria bidimensionale e

tridimensionale. Le stazioni fotogrammetriche digitali di MS sono StereoView e Z-

Map.

Menci Software era presente ad ASITA con la stazione Z-Map che, compilata per la

piattaforma Windows, lavora sia in modalità monoscopica che stereoscopica,

consentendo il roaming continuo su modelli tridimensionali di dimensioni

teoricamente illimitate. La scelta della coppia d’immagini per la formazione del modello è automatica in modalità stereoscopica

ed ottimizzata mediante processo d’isteresi, ma può anche essere manuale e forzata da parte dell’utente. In questo modo si può

lavorare in una gestione multimodello oppure singolo modello scelto dall’operatore. Il software è completamente integrato nelle

sue fasi di orientamento, restituzione, ortofoto mosaicatura e consultazione in un’unica interfaccia, ma può essere facilmente

suddiviso mediante condivisione della licenza, in moduli autonomi per agevolare l’operatività di diversi soggetti sulla stessa

stazione. L’architettura del sistema si basa su un database di tipo CAD strutturato

per la gestione combinata di dati vettoriali e raster di grandi dimensioni e progettato

per l’uso specifico in ambito cartografico. Le funzioni di editing sono abbondanti sia

per quanto riguarda quelle di natura generica operanti sia sul vettoriale che sul

raster, che per quelle specializzate alla restituzione ed alla vestizione cartografica;

inoltre i tipi di linea, punto, multilinea, campitura sono completamente

personalizzabili per poter adeguare le proprie librerie grafiche ai diversi capitolati

d’appalto. Sul database geometrico si appoggiano tutte le funzionalità, sia quelle che

operano in modalità stereoscopica che monoscopica; per alcune di esse, quali la

triangolazione aerea, la vettorializzazione e la generazione automatica del DTM

viene offerta la possibilità di operare sia in modalità mono che stereo.

Z-Map Laser è invece il software che consente l’elaborazione di modelli ottenuti

mediante scansione laser e le generazione di ortofoto con produttività e qualità di

tipo cartografico. Piante, prospetti, sezioni, profili, ortofoto e curve di livello generati

da nuvole di punti, possono finalmente raggiungere livelli qualitativi pari a quelli

degli elaborati tradizionali. Non vi è limite per la dimensione dei modelli, per il

numero di fotogrammi da mosaicare e per la dimensione delle ortofoto generate.

www.menci.com

GEOmedia 4 2005 53


AZIENDE E PRODOTTI

Speciale Asita

Planetek

Planetek Italia dal 1994 sviluppa e commercializza sistemi informativi integrati di archiviazione, gestione, analisi e

condivisione di dati geografici. Planetek opera nel campo dei Sistemi Informativi Geografici e dell’elaborazione di

immagini telerilevate da satellite, progettando soluzioni orientate all’archiviazione e all’aggiornamento di dati territoriali

per la pianificazione, progettazione, gestione ed il monitoraggio del territorio.

Ad ASITA Planetek era presente con tutta la gamma dei suoi prodotti: ER Mapper, un innovativo sistema per

l’elaborazione delle immagini e l’utilizzo successivo in ambiente GIS e CAD, utilizzato in una ampia gamma di applicazioni

come la gestione del territorio, le applicazioni agronomiche e forestali, la gestione di risorse marine e le applicazioni

militari, l’esplorazione mineraria, la ricerca petrolifera. La sua potente ed intuitiva

interfaccia grafica e l’uso dei Wizard (procedure guidate) facilita l’approccio con

questo strumento ad elevato contenuto tecnologico anche all’utente meno esperto.

ER Mapper mette a disposizione dell’utente una lista completa di funzionalità, dalla

georeferenziazione di immagini alla riproiezione “al volo”, alla produzione di

ortofoto; dalla mosaicatura di immagini al bilanciamento automatico dei colori;

dall’elaborazione dei dati Radar alla produzione di DEM, all’estrazione delle curve

di livello, alla visualizzazione 3D, fino alla compressione ECW di immagini di

qualsiasi dimensione. Image Web Server, soluzione per la distribuzione di

immagini via Internet. Prodotto dalla Earth Resource Mapping, e distribuito in

Italia da Planetek Italia, Image Web Server è un nuovo e potente server per rendere

disponibili on line dati raster di qualsiasi dimensione. Consente di effettuare zoom

e pan in tempo reale su immagini di ogni genere, sfruttando la nuova tecnologia di

compressione ECW di ER Mapper, e di accedere a database grafici di dimensioni Cart@net

illimitate. Cart@net, una soluzione per la gestione e la consultazione di grandi

database di dati raster, ideale per divulgare cataloghi on-line di banche dati

cartografiche. Cart@net permette di consultare e interrogare via Internet un

database cartografico vettoriale, effettuando ricerche basate su criteri grafici e

alfanumerici, e di visualizzare la cartografia raster relativa all’area di interesse. Il

sistema è sviluppato per integrarsi con server vettoriali tipo ArcIMS di ESRI o

MapServer, server per la diffusione di cartografia vettoriale che consentono di

creare, pubblicare e distribuire mappe vettoriali estremamente particolareggiate in

Intranet e Internet, ed Image Web Server, per la diffusione di dati raster.

www.planetek.it

ImageWebServer

Research Systems Italia - RSI

Research Systems, Inc. È una società del gruppo ITT Industries che, con i suoi prodotti software per l’analisi e la

visualizzazione di dati supporta più di 200.000 utenti in tutto il mondo grazie a un canale di vendita diretta in Nord

America e filiali in Francia, Italia e Inghilterra. Tutte le altre nazioni sono gestite da un network di distributori

internazionali. I campi principali di applicazione dei prodotti sviluppati sono quelli dell’ingegneria, delle scienze della

terra, aerospaziali, medici, dell’agricoltura, dell’industria automobilistica, dell’industria estrattiva e del telerilevamento.

Presentato ad ASITA il software ENVI (arrivato alla versione 4.2) è l’ideale per la visualizzazione, l’analisi e la

presentazione di tutti i tipi di immagini digitali. Dall’ortorettifica all’estrazione delle informazioni fino all’integrazione

con il GIS, ENVI combina gli strumenti necessari al soddisfacimento di qualsiasi tipo di progetto. ENVI fornisce l’accesso

ad una suite di strumenti per l’analisi di immagini spettrali senza precedenti in altre soluzioni. Vi trovano spazio tutte le

principali classificazioni come gli isodata, k-means, parallelepipedi, distanza minima, la probabilità massima e le

classificazioni di distanza di Mahalanobis. La versione 4.2 introduce nuove funzionalità come gli strumenti di

autoregistrazione che automatizzano il processo di registrazione delle immagini con differenti tempi e sensori,

velocizzando il rilevamento dei cambiamenti che intercorrono operando con immagini multiple; il supporto per i nuovi

moduli di add-on quali l’ENVI DEM Extraction Module che permette di creare facilmente DEM per l’ortorettificazione,

l’analisi topografica, la visualizzazione e la generazione di contorni delle mappe. L’ENVI Certified NITF Module permette

agli utenti che richiedono un ambiente certificato NITF di sfruttare i vantaggi delle funzionalità di ENVI nella

visualizzazione e nell’analisi delle immagini. I Vegetation Analysis Tools sono invece una suite di strumenti che facilitano

l’utilizzo di dati spettrali per analizzare la vegetazione; grazie alla presenza di 27 indici divisi in sei categorie, gli

strumenti determineranno automaticamente quali di essi è importante nell’analisi di una specifica immagine.

www.RSInc.com

54 GEOmedia 4 2005



AZIENDE E PRODOTTI

Speciale Asita

Sistemi Avanzati

Sistemi Avanzati propone prodotti, servizi e tecnologie multivendor per il

telerilevamento aereo e satellitare, la fotogrammetria digitale, i sistemi

informativi territoriali, la realtà virtuale e la simulazione territoriale. In occasione della Nona Conferenza Nazionale ASITA ha

presenato, assieme alle tradizionali soluzioni per il GIS 3D, innovative soluzioni e servizi per l’elaborazione di fotografie aeree,

terrestri e dati laser scanner per il rilevamento e la ricostruzione realistica di modelli 3D di infrastrutture, edifici ed interi

modelli urbani ed i più avanzati strumenti di generazione e visualizzazione interattiva via Internet di scenari territoriali 3D.

Presentati ad ASITA, oltre all’intera linea di prodotti software Leica Geosystems, Feature Analyst della Visual Learning

Systems è un pacchetto software per ArcGIS. La soluzione, utilizzata in tutto il mondo da organizzazioni che si trovano ad

affrontare compiti di produzione geospaziale, è estremamente accurata e si integra alla perfezione con i software GIS e per

l’elaborazione delle immagini già esistenti quali ArcGIS, ERDAS Imagine, SOCET SET e GeoMedia. Feature Analyst fornisce

ai professionisti del GIS un complete set di strumenti per l’estrazione di un’ampia gamma di elementi d’interesse (palazzi,

strade, corsi d’acqua, ecc.) da immagini e scansioni di mappe. Il software offre immensi vantaggi rispetto alla digitalizzazione

manuale fornendo l’estrazione automatica delle features, l’editing e l’attribuzione. Il risultato finale è un incremento della

qualità ed un enorme risparmio di tempo. L’applicativo TerrainView della ViewTec è un software di realtà virtuale che facilita

la visione interattiva di terreno 3D ad alta risoluzione in Internet ed Intranet. Supporta i più comuni formati 3D ed è dotato di

funzionalità speciali quali il display delle mappe in 2D, una facile navigazione grazie diverse modalità di volo, la possibilità di

catturare screenshots in tre dimensioni, oggetti dinamici, funzioni di misura in 3D, creazione di punti d’interesse e la possibilità

di creare video da scenari salvati o dal fly-through interattivo. Per la creazione degli scenari, TerrainView si avvale di molteplici

palette per ogni tipo di condizione meteorologica. L’opzione TerrainView-Web è una funzione opzionale che permette di caricare

i propri database all’interno del web da un deposito centralizzato. Sistemi Avanzati ha inoltre affiancato in quel di ASITA alle

tradizionali soluzioni per il GIS 3D, Cyber City, una nuova suite software per

l’elaborazione di fotografie aeree, terrestri e dati da laser scanner, per il rilevamento e

la ricostruzione realistica dei modelli 3D di elementi territoriali quali edifici,

infrastrutture, interi modelli urbani (City Models) e per la generazione e

visualizzazione (anche via Internet) degli scenari territoriali 3D ricostruiti. Cyber City,

infatti, consente la ricostruzione dei modelli 3D in modalità automatica, fornendo una

soluzione cost-effective particolarmente adatta nelle applicazioni di ricostruzione e

visualizzazione che coinvolgono un numero molto elevato di oggetti quali i City

Models.

www.sistemiavanzati.com

CyberCity

Terraview

56 GEOmedia 4 2005


MICROGEO


TERRA E SPAZIO

La lunga attesa

di Marsis

di Fabrizio Bernardini

Abbiamo parlato in altre occasioni di MARSIS e della sua progenie

SHARAD, due esperimenti italiani per la misura di caratteristiche

sottosuperficiali del pianeta Marte. Prodotti innovativi ed unici che

nascondono un potenziale scientifico elevato. La strada per Marte però

non è così facile come può sembrare e se la realizzazione degli strumenti

non è stata esente da dolori, l’interpretazione e la divulgazione dei risultati

non sono da meno. Le incertezze ed i dubbi sono però ora dissipati:

l’esperimento MARSIS funziona perfettamente e per la prima volta nella

storia dell’umanità abbiamo uno strumento e gli elementi per capire cosa

c’è nel sottosuolo di un altro pianeta, senza aver inviato sul posto geologi

ne’ tantomeno squadre per movimenti di terra.

Il primo ed unico esperimento di

prospezione del sottosuolo a mezzo

radar condotto dallo spazio ebbe

luogo nel 1973 nel corso della

missione Apollo 17, Un

esperimento Lunar Sounder fu

usato per cercare di svelare alcuni

dei segreti del sottosuolo lunare. Da

allora nessun altro tentativo venne

effettuato anche perché le

frequenze operative per penetrare

qualche kilometro nel terreno non

sono utilizzabili dall’orbita terrestre

per via dell’effetto schermante della

ionosfera del nostro pianeta.

Marte, però, è un altro mondo con

caratteristiche diverse e MARSIS è

la risposta italiana all’esplorazione

del sottosuolo del pianeta rosso,

soprattutto per quanto concerne la

domanda: dov’è andata l’acqua di

Marte?

Introduzione

MARSIS, acronimo di Mars

Advanced Radar for Subsurface and

Ionosphere Sounding, è stato ideato,

progettato e realizzato per volare a

bordo della prima missione europea

verso il pianeta rosso, la sonda Mars

Express.

Mars Express è stata lanciata il 2

Giugno del 2003 e si è inserita in

orbita marziana nella notte di Natale

dello stesso anno. Dopo una serie di

verifiche e di collaudi dei diversi

strumenti presenti a bordo, tra cui

PFS (Planetary Fourier Spectrometer),

un altro strumento tutto italiano di

successo, ecco avvicinarsi il mese di

Aprile 2004 durante il quale MARSIS

avrebbe dovuto dispiegare la sua

enorme antenna, senza la quale

nessuna operazione sarebbe stata

possibile fino ad allora.

Purtroppo, in tale occasione, il

destino volle che test ed analisi

effettuati nelle settimane precedenti

sollevassero un ragionevole dubbio

relativo alla sicurezza dell’operazione

di dispiegamento. Il costruttore

dell’antenna (un componente fornito

dal partner statunitense) temeva che il

risultato di una particolare simulazione

computerizzata si avverasse e che i

bracci dell’antenne, dispiegandosi,

potessero urtare con un effetto frusta

la sonda. Il team di controllo volo

presso il centro ESOC dell’ESA decise

allora di sospendere completamente le

operazioni di dispiegamento dando

contemporaneamente inizio ad

un’intensa attività di approfondite

analisi, mentre tutti gli altri strumenti

di Mars Express iniziavano ad operare.

Luce verde

A Febbraio del 2005, raccolte

sufficienti informazioni a sostegno

della tesi che i rischi del

dispiegamento dell’innovativo sistema

d’antenna (ampio 40 metri) fossero

minimi, ESA autorizzò la

pianificazione delle operazioni

necessarie. E così, nel Maggio 2005,

un anno dopo il previsto, MARSIS è

diventato finalmente operativo e dopo

un’intensa fase di collaudi e

calibrazioni (MARSIS non poteva

essere collaudato finchè l’antenna non

fosse stata dispiegata ed inoltre

occorreva ricevere echi dalla superficie

per verificare che molti dei parametri

di configurazione fossero corretti) i

primi dati scientifici sono stati

analizzati da tre gruppi di

sperimentatori: l’Università “La

La breve serie sui sistemi di Guida, Navigazione e Controllo, viene di

nuovo rinviata al prossimo numero. Ci scusiamo di questo con i lettori.

Figura 1 – Radargramma degli strati di

depositi che circondano il polo nord del

pianeta. Lunghezza dell’osservazione: 458 Km

Additional credits: ASI/NASA/ESA/Univ. of

Rome/JPL

Sapienza” di Roma (responsabile dello

strumento, il centro JPL della NASA

(partner principale nell’impresa) e

l’Università dell’Iowa, responsabile per

il trattamento dei dati relativi alla

ionosfera.

I primi risultati

Nella conferenza stampa tenutasi lo

scorso Novembre presso il quartier

generale dell’ESA, a Parigi, il successo

di MARSIS è stato decretato

pubblicamente mostrando i primi

“radargrammi” e “ionogrammi”

prodotti dallo strumento. In entrambi i

casi le informazioni ricavate

dimostrano che è possibile “vedere”

sotto la superificie del pianeta e

analizzarne gli strati della ionosfera,

ma non è ancora possibile

“quantificare” esattamente la

visualizzazione. Putroppo tali risultati

non sono ad effetto come le

magnifiche foto stereoscopiche riprese

58 GEOmedia 4 2005


TERRA E SPAZIO

più profonde perché giunte con ritardo

maggiore, come illustrato in Figura 3.

Si noti a supporto della tesi la

presenza, nel centro del radargramma

inferiore, di un’eco rettilinea di sotto

superficie che corrisponderebbe al

fondo del bacino (a circa 1.5 Km di

profondità). La topografia della zona

osservata, con sovraimposte le orbite

considerate e le ipotesi sulle strutture

osservate, è mostrata in Figura 4.

di questo: “per aspera, ad astra”, si

addice alla storia travagliata del

nostro strumento, un altro grande

successo italiano.

Figura 2 – Due radargrammi che mostrano

le stesse strutture sotterranee rilevate

durante due passaggi consecutivi ed

adiacenti (circa 50 km di spaziatura)

Additional credits: ASI/NASA/ESA/Univ. of

Rome/JPL

da HRSC sempre a bordo di Mars

Express e la loto interpretazione

richiede un po’ di “allenamento”.

In Figura 1 e 2 sono riportati due

radargrammi di MARSIS con viste in

sezione parallele alla direzione di volo

dello strumento. In Figura 1 si nota

chiaramente, sulla destra

dell’immagine la presenza di uno

strato sottosuperficiale molto

riflettente, tanto da indurre ad

interpretare la riflessione come causata

da uno strato di ghiaccio d’acqua. Se

così fosse, la profondità (la distanza

tra l’eco di superficie, quello superiore,

e quello di sotto-superficie sarebbe di

circa 1.8 Km). In Figura 2 si notano,

in due radargrammi, strutture

sotterranee che fanno pensare ad un

bacino ricoperto ed ampio almeno 250

km. In particolare le strutture ad arco

sono dovute alle riflessioni laterali che

provengono dai lati del bacino. Poiché

MARSIS non può discriminare gli echi

laterali esse si sovrappongono

all’immagine in verticale, ma appaiono

Conclusioni

MARSIS non osserva direttamente il

“sottosuolo”, ma rileva la presenza di

“interfacce” tra i diversi materiali che

compongono il sottosuolo. La

superficie del pianeta è una prima,

preponderante, interfaccia. La presenza

di ghiaccio o umidità sotterranei

costituiscono ulteriori interfacce. La

differenza tra materiali rocciosi e

terrosi sono ancora altre interfacce.

Riconoscere queste differenze è parte

del processo scientifico che trarrà un

senso dalle osservazioni dello

strumento italiano. Ma per

quantificare con precisione elementi

come “la profondità” di una struttura

sotterranea, occorrerà fare affidamento

anche su dati di altri strumenti (dai

quali desumere ipotesi sulla

composizione e dunque la costante

dielettrica, del suolo). Non

dimentichiamo che MARSIS esegue

misure analoghe sulla tenue ionosfera

del pianeta, mai “osservata”

direttamente, elemento fondamentale

per capire l’interazione di Marte con

l’ambiente planetario circostante. I

primi ionogrammi hanno anch’essi

dimostrato che tutto funziona

correttamente e che i risultati sono di

notevole portata.

Insomma, MARSIS funziona

perfettamente e per ora siamo contenti

Figura 4 - Mappa topografica basata su dati

del Laser Altimetro MOLA della zona

osservata in merito alla presenza di un

bacino sepolto. Si noti che nulla sulla

superificie può ricondursi alle strutture

osservate da MARSIS

Additional credits: ASI/NASA/ESA/Univ. of

Rome/JPL/MOLA Science Team

Riferimenti

“Radar Soundings of the

Subsurface of Mars”, Picardi et al.,

Science Express, 30/11/2005

ESA:

http://www.esa.int/SPECIALS/Result

s_from_Mars_Express_and_Huygens/

SEM7ZTULWFE_0.html

ESA:

http://www.esa.int/SPECIALS/Result

s_from_Mars_Express_and_Huygens/

SEMB4UULWFE_0.html

ESA:

http://www.esa.int/SPECIALS/Mars_

Express/index.html

Autore

FABRIZIO BERNARDINI

Email: fb@aec2000.it

Nota dell’autore

Figura 3 - Differenti ritardi, dovuti al percorso più lungo, caratterizzano gli echi che

provengono da riflessioni laterali piuttosto che da riflessioni lungo la verticale

Article based on material excerpted

with permission from Science

310:MS1122165 (12/23/2005).

Copyright 2005 AAAS

GEOmedia 4 2005 59



AGENDA

2005-2006

Il 31 Dicembre 2005

scadono i termini per la

richiesta d’iscrizione al

Master Universitario di II

livello che si terrà a Roma

sulla:

Gestione e Manutenzione

nella Valutazione di

Impatto Ambientale degli

Impianti e delle Opere

Civili

Università degli Studi di

Roma “La Sapienza”

CNIM (Comitato Nazionale

Italiano per la Manutenzione)

Info: www.mastermanutenzione.it/Manifesto_M

aster.pdf

9-13 Gennaio

Cosenza

Corso sui Sistemi Informativi

Geografici

GIS avanzato - Dati GIS e

GPS nella Pianificazione

Territoriale

Italdidacta S.r.l.

Web: www.italdidacta.it

Il 13 Gennaio 2006 è il

termine di scadenza della

domanda di ammissione al

master universitario annuale

di II livello a distanza (a.a.

2005/2006)

Sistemi Informativi

Territoriali &

Telerilevamento

Università Iuav di Venezia

Dipartimento di

Pianificazione

Web:

www.iuav.edu/dp/formazione

/master/0203/MasterSitFSE_

0203.html

23-26 Gennaio

Londra, QE II Conference

Centre, Westminster, GB

DGI Europe 2006

Tel: +44 (0)20 7368 9465

E-mail: chanelle1@wbr.co.uk

Web:

www.wbr.co.uk/dgieurope

23-25 Gennaio

Ostrava, Repubblica Ceca

International Symposium

GIS Ostrava 2006

E-mail: www-gis.hgf@vsb.cz

Web:

http://gis.vsb.cz/GISEngl/Co

nferences/GIS_Ova/GIS_Ova

_2006/gis_ostrava_2006.htm

25-28 Gennaio

Borovet, Bulgaria

1st International

Conference on

Cartography and GIS

Info: Assoc. Prof. Temenoujka

Bandrova

Tel: +359 887 83 27 02

Fax:+359 2 866 22 01

E-mail: cartography@abv.bg

Web: www.datamap-bg.com

26-27 Gennaio 2006

Milano

Convegno

Il Monitoraggio

ambientale come tecnica e

come strumento di

governabilità

AAA (Associazione Analisti

Ambientali) - Centro Via Italia

E-mail:

aaa@analistiambientali.org

Web:

www.analistiambientali.org

23-25 Febbraio

Napoli – Mostra d’Oltremare

GEOTEKNA - I° Mostra

Convegno Euromediterraneo

E-mail:

info@teknaexhibition.com

Web: www.teknaexhibition.it

23-24 Febbraio

Belgrade, Fiera di Belgrado,

Serbia e Montenegro

Intergeo East 2006

Tel: +49 (0) 721 931 33 750

Fax: +49 (0) 721 931 33 710

E-mail: ofreier@hintemesse.de

Web: www.intergeo-east.com

Salone del Restauro

Dal 30 marzo al 2 aprile 2006, presso il quartiere fieristico di

Ferrara, avrà luogo la XIII edizione di Restauro – Salone dell’arte del

Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali ed Ambientali -

prima e più importante rassegna nata in Italia per il Restauro e la

Conservazione e Tutela del patrimonio storico e artistico. Gli

Espositori offriranno un’ampia panoramica sul restauro e sulla

conservazione dei beni culturali: materiali, tecnologie, metodi e

tecniche; restauro dunque nel senso più ampio del termine. Partecipa

a Restauro anche il Ministero per i Beni e le Attività Culturali,

Direzione Generale per l’innovazione tecnologica e la promozione, con

i suoi maggiori istituti. Troverà spazio un ricco programma di

conferenze a carattere internazionale: dai più recenti interventi nel

campo del restauro, alle recenti novità giuridiche, la sicurezza, i nuovi

canali di finanziamento, gli ultimi ritrovati tecnologici. Veri e propri

seminari monotematici invece sono gli incontri tecnici o workshops

organizzati dagli stessi Espositori e molto graditi al pubblico proprio

perché ben definiti sia nel contenuto che nella durata.

E-mail: info@salonedelrestauro.com

Web: www.salonedelrestauro.com

GEOmedia 4 2005 61


PUBBLICITA’ CLASSIFICATA

I Nuovi riferimenti amministrativi di

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Pagamenti con Conto corrente postale intestato a:

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Pagamenti con Bonifici Bancari :

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Abi:03336 - Cab:03200 - C/C: 00000000002831

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62 GEOmedia 4 2005


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Abitat SIT è un’azienda di know-how che si propone come partner

strategico a tutte le organizzazioni che vogliono utilizzare le

tecnologie informatiche G.I.S. (Geographics Information Systems)

per migliorare notevolmente la loro efficienza e competitività nel

controllo del territorio.

La società realizza questa missione grazie ad un’attenta sinergia tra

conoscenze tecnologiche, capacità progettuali, esperienza applicativa

ed un ampio spettro di servizi e prodotti software avanzati.

La partnership con i clienti si esprime sia attraverso la realizzazione

di soluzioni applicative chiavi in mano che in termini di supporto

nell’utilizzo e l’evoluzione dei prodotti distribuiti.

ABITAT

Sistemi Informativi Territoriali

Sede operativa e legale

Via Roma, 5

36026 Pojana Maggiore (VI)

Tel 0444 794127

Fax 0444 898220

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