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Geomatica e Cooperazione Internazionale
La Nona Conferenza Nazionale ASITA in dettaglio
Un report dal GIS Day 2005
Tutorial post elaborazione GPS 3 a Parte
Gli straordinari risultati ottenuti da MARSIS
Il geometra tra innovazione ed evoluzione: intervista ad Alberto Chiariotti
FOCUS
6
16
Geomatica e Cooperazione Internazionale con i paesi in via di sviluppo
DI STEFANO P. DISPERATI
Ambienti GIS per le applicazioni radio elettriche
A CURA DI VECTOR SRL
Direttore
RENZO CARLUCCI
rcarlucci@aec2000.it
Comitato editoriale
FABRIZIO BERNARDINI, VIRGILIO CIMA,
LUIGI COLOMBO, MATTIA CRESPI,
MAURIZIO FAVA, SANDRO GIZZI,
LUCIANO SURACE, DONATO TUFILLARO
Direttore Responsabile
DOMENICO SANTARSIERO
sandom@geo4all.com
Hanno collaborato a questo numero:
FABRIZIO BERNARDINI
FULVIO BERNARDINI
MARTINA BERSAN
VALENTINA BINI
RENZO CARLUCCI
ALBERTO CHIARIOTTI
STEFANO P. DISPERATI
VITTORIO GRASSI
GIAMPAOLO TONEGATO
LAURA SEBASTIANELLI
12
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32
34
36
MERCATO
L’informazione non si ferma. Lavorare per crescere – Galileo GPS News – La rete GPS
Glonass in Emilia Romagna – Premiato l’impegno di Jack Dangermond per la salute
pubblica – Il Concorso SIFET-MIUR va all’Istituto Righi di Reggio Calabria – Google
Earth: opinioni a confronto
REPORTS
Il Sistema Informativo Territoriale nel Comune di Creazzo: l’esperienza reale
del GIS – GIAMPAOLO TONEGATO E MARTINA BERSAN
Nona Conferenza Nazionale ASITA - A CURA DELLA REDAZIONE
Il progetto SISTER per il Comune di Lignano Sabbiadoro - A CURA DI POLITECNICA SRL
Restructura 2005, tra hard e soft - A CURA DELLA REDAZIONE
Storia di un vulcano - ESTRATTO DA “TECHNOLOGY & MORE”
GIS Day 2005 - A CURA DELLA REDAZIONE
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Editore
Domenico Santarsiero
Registrato al tribunale di Roma con il N° 243/2003
del 14.05.03 (già iscritto al Tribunale di Rimini N° 18/97
del 31.10.97)
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INTERVISTA
La figura del geometra tra innovazione ed evoluzione - Intervista ad Alberto
Chiariotti – A CURA DELLA REDAZIONE
TUTORIAL
38 Tutorial GPS 3 a Parte - Il software LGO Leica Geo Office – DI VITTORIO GRASSI
AZIENDE E PRODOTTI
Viaggiare sulla Terra in tre dimensioni con World Wind – Gfauna e la gestione delle
attività venatorie – Occhi puntati sulla missione Huygens dell’ESA – Con Leica
SmartRover per lavorare in leggerezza
Speciale ASITA – ABACO – Geotop – Geoin – Heliogs – HP – Matrox – Intergraph –
Menci SW – Planetek – RSI – Sistemi Avanz
TERRA E SPAZIO
58 La lunga attesa di MARSIS - DI FABRIZIO BERNARDINI
RUBRICHE
4 EDITORIALE
18 INDICE DEGLI INSERZIONISTI
61 AGENDA
62 PUBBLICITA’ CLASSIFICATA
In copertina l’utilizzo di strumenti topografici nell’ambito di procedure
di rilievo e controllo in campo industriale. L’immagine è tratta dal sito
di Leica Geosystems all’ URL:
http://www.leica-geosystems.com/metrology
(Immagine: Cortesia di Leica Geosystems)
EDITORIALE
Geodesia senza geodeti,
topografia senza topografi,
cartografia senza cartografi
Un mondo tipicamente italiano, descrivibile perfettamente in ogni sua particolarità, è quello in cui si cerca di
operare utilizzando i dati della scienza geomatica prescindendo dalle conoscenze di base geodetiche,
topografiche e cartografiche.
Specialmente nei settori informatici (oggi onnicomprensivi) queste tre conoscenze di base vengono utilizzate senza
alcuna competenza.
Non ci stancheremo mai di ripetere come i software GIS consentano a chiunque di operare proiezioni, cambi di Datum,
trasformazione di sistemi di riferimento o addirittura di trattare dati di rilievo, basi GPS e informazioni spaziali come
fossero opzioni qualsiasi di impostazione di un sistema grafico. Eppure l’Italia nei produttori di software GIS era trattata,
fino a qualche tempo fa peggio dello stato del Bahrein il quale aveva diritto a poter scegliere la sua proiezione, mentre
noi no e quindi, almeno qui, era difficile fare cartografia senza i geodeti, i topografi e i cartografi; purtroppo però da
qualche tempo la proiezione Gauss-Boaga è apparsa all’interno di qualche sistema come ad esempio Autocad Map e anche
in Italia finalmente chiunque potrà godersi le trasformazioni di sistemi di riferimento con sovrapposizioni insperate da
qualsiasi sistema all’altro.
Scherzi a parte non possiamo far altro che constatare che in 30 anni poco è cambiato dall’epoca in cui un diplomato o
laureato non poteva sperare di lavorare nella sua disciplina dando origine così alle pluri-competenze più disparate:
chimici che finivano a fare i ragionieri, fisici che facevano i giornalisti, letterati che operavano in settori matematici e
così via.
Forse un’evoluzione c’è stata se oggi, come dice Sansò, la guerra di occupazione della geodesia si fa senza geodeti. Si
evita pertanto di mettere un ragioniere a fare il geodeta, semplicemente se ne fa a meno ritenendo “ente inutile” quell’organizzazione
deputata all’uniformazione della geodesia sciolta qualche anno fa. Proseguendo di questo passo, con il
federalismo che avanza, non sarà difficile tra un po’ trovare cartografie che ai confini regionali non coincidono, proprio
come ci si trovava più di un secolo fa quando si decise, per ovvi motivi, di avere una cartografia uniforme a livello
nazionale ed internazionale ed evitare la frammentazione delle singole realtà dell’Italia pre-unitaria. Non sarebbe una
sorpresa di questo passo se qualche Regione a questo punto decidesse di adottare, ad esempio, una proiezione tipo
Samson-Flamsteed operando nella propria autonomia concessale. Sicuramente se ne accorgerebbero pochi, mancando
oggi quel riferimento nazionale di uniformità che andava sotto il nome di Commissione Geodetica Italiana.
Ma ci vuole tanto per ricrearla? I problemi che oggi abbiamo ancora non bastano ad evidenziare tale carenza? Inoltre,
quante risorse stiamo sprecando per inutili sovrapposizioni a livello regionale? In quante regioni esistono infrastrutture
geodetiche-cartografiche ripetute e sovrapposte al livello nazionale?
Federalismo si, ma dove è necessario e possibile, non anche nella cartografia che dovrebbe avere lo scopo uniformante
almeno a livello nazionale. Sarebbe una vita possibile quella in cui ad esempio durante un tragitto, nel passaggio da una
regione all’altra si debba cambiare sistema di riferimento per il nostro posizionamento? Immaginate le opzioni necessarie
su un navigatore veicolare? Altro che Gauss-Boaga o WGS84, tra un po’ avremo la scelta per almeno una ventina di
regioni solo in Italia.
Dopo queste considerazioni ci troviamo costretti anche in questo editoriale a ripetere l’auspicio conclusivo
dell’editoriale del primo numero di questo anno che qui riportiamo:
“…l’auspicata riapertura della Commissione Geodetica Italiana, chiusa come Ente inutile qualche anno fa, nel periodo
in cui la difesa del territorio era un obiettivo ancora riservato ad una cerchia ristretta d’interessi.”
Non ci resta che augurare ai nostri cari lettori per le prossime festività una piacevole lettura con proficue riflessioni,
ed augurare a noi un pubblico sempre più vasto, attivo e critico. Scrivete ed intervenite, saremo lieti di mettervi a
disposizione i nostri spazi sia editoriali che sul WEB.
Buona lettura
Renzo Carlucci
Lettere alla Redazione di Geomedia possono essere spedite a: Redazione GEOmedia, via mail all’indirizzo
redazione@geo4all.it, oppure via web all’URL http:// www.geo4all.it/geoportal
4 GEOmedia 4 2005
Geospatial
Knowledge
Roma, 5-6 Aprile 2006
Auditorium del Massimo – Via Massimiliano Massimo, 1
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SESSIONI TEMATICHE
NOVITÀ TECNOLOGICHE
WORKSHOP
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Per informazioni, presentazione Paper e Poster, modalità di registrazione:
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ESRI
FOCUS
Geomatica e
Cooperazione
Internazionale
con i Paesi in
via di Sviluppo
La Cooperazione
Internazionale allo Sviluppo
La Cooperazione con i Paesi in Via di
Sviluppo (PVS) in Italia è un ambito
che impiega professionalità, passione e
senso di solidarietà.
Storicamente la moderna Cooperazione
allo Sviluppo nasce nel corso degli
anni quaranta all’interno della politica
estera degli Stati Uniti che, con il
Land Lease Act del 1941, vararono un
piano di aiuti per quarantuno Paesi
(tra cui Cina, Russia e Francia).
Analogamente l’Amministrazione delle
Nazioni Unite per la Ricostruzione
post bellica (United Nations Relief and
Rehabilitation Administration, UNRRA)
tra il 1943 ed il 1946 fece degli aiuti
internazionali un elemento istituzionale
della politica. Dietro questi interventi
si celava la responsabilità storica
legata alla fase coloniale (Francia,
Gran Bretagna, Portogallo e Italia) e il
desiderio di porsi a modello di
sviluppo da parte di quei Paesi che
uscivano vincitori dal conflitto
mondiale (Stati Uniti e URSS). In
questo contesto fu coniato nel 1952 da
Alfred Sauvy, il termine “Terzo
Mondo” per indicare quei Paesi che
non erano ancora allineati con il
“Primo Mondo” (USA e Europa
occidentale) né con il “Secondo
Mondo” (URSS e Stati satellite).
L’evidente differenza esistente tra i
Paesi più depressi ed i Paesi del Sud
Est Asiatico e Medio Orientali ha
di Stefano P. Disperati
portato all’identificazione degli stati
dell’Africa Subsahariana come “Quarto
Mondo”, termine modificato poi in
“Paesi in Via di Sviluppo”. Più
recentemente Banca Mondiale e United
Nations Development Programme
(UNDP) hanno proposto criteri di
classificazione basati su parametri
oggettivi, come ad esempio il Prodotto
Nazionale Lordo Pro Capite. Le
politiche di cooperazione sono mutate
con i periodi storici così mentre negli
anni Sessanta prevaleva il senso di
“responsabilità storica” nei confronti
delle ex colonie, negli anni Ottanta
acquisiva rilevanza l’interesse
commerciale verso aree emergenti dei
PVS e negli anni Novanta, terminata
la Guerra Fredda, si sono posti in
primo piano gli interessi per creare un
nuovo equilibrio geopolitico in cui la
cooperazione agisce spesso nell’ambito
di processi di pacificazione e
ricostruzione di tessuti sociali lacerati
da conflitti.
Un aspetto particolare della
Cooperazione allo Sviluppo del
nostro Ministero degli Esteri è
proprio quello dell’uso di
strumenti Geomatici in quanto
ogni attività della Cooperazione è
relazionata al territorio su cui è
proiettata. Si va dall’uso di
Sistemi Informativi sui Siti all’uso
di tecnologie molto avanzate per
analisi di territori da valorizzare
specialmente nel settore
Ambientale.
Esempi particolari si trovano ad
esempio nella Cooperazione con
l’Egitto in cui sono stati istituiti
dei sistemi geografici di Analisi
del Rischio del Patrimonio
Culturale con particolare
riferimento all’impatto ambientale
o addirittura agricolo come nella
regione del Fayum sempre in
area egiziana.
L’articolo proposto presenta una
panoramica interessante per
comprendere appieno
l’importanza delle applicazioni
geomatiche per le attività di
pianificazione e analisi dei
progetti in cui il nostro Ministero
degli Esteri attiva una fattiva
cooperazione internazionale.
In Italia la cooperazione allo sviluppo
è una componente fondamentale della
politica estera, come sancito dall’art.
1 della Legge n° 49/87 che ne
costituisce il quadro normativo di
riferimento. Il sistema delle istituzioni
ed organizzazioni italiane coinvolte
nella cooperazione è rappresentato
schematicamente in Fig. 1.
Figura 1 - Rappresentazione
schematica del sistema
italiano della Cooperazione
Internazionale con i Paesi in
Via di Sviluppo
6 GEOmedia 4 2005
FOCUS
Le aree geografiche di lavoro della
Cooperazione Italiana sono
storicamente radicate in Africa
subsahariana (35% dei progetti
realizzati nel 2003) e, in minor
misura, in America Meridionale (26%)
anche se sempre maggiore importanza
vanno assumendo, sotto la spinte delle
politiche dell’Unione Europea, le aree
del Mediterraneo e del Medio Oriente
(22%). Nel 2004 il Ministero degli
Affari Esteri (MAE) ha promosso 116
nuove iniziative, di cui 94 sono
progetti in PVS e 22 attività di
informazione ed educazione allo
sviluppo
Gli attori della Cooperazione
Internazionale allo Sviluppo
A livello internazionale il più grande
sforzo per realizzare un coordinamento
nell’ambito della cooperazione con i
PVS è stato effettuato dalle Nazioni
Unite che hanno creato le tre
principali agenzie sul tema
dell’agricoltura e della sicurezza
alimentare: FAO (Food and Agriculture
Organization), WFP (World Food
Programme) e IFAD (International
Fund for Agricultural Development),
ed il programma di gestione delle
risorse naturali attraverso l’UNEP
(United Nations Environment
Programme) con sede a Nairobi
(Kenya). Le istituzioni finanziarie
internazionali impegnate nel settore si
possono classificare in due grandi
gruppi: il gruppo della Banca
Mondiale al cui interno operano i
settori “sviluppo umano” e “agricoltura
e ambiente” e le banche regionali di
sviluppo, tra cui la Banca Africana di
Sviluppo e la Banca Asiatica di
Sviluppo. L’Unione Europea si è
recentemente affacciata nel settore
attraverso la Direzione Generale dello
Sviluppo, ed in particolare l’Ufficio
EuropAid.
A livello nazionale il MAE realizza
progetti in PVS direttamente
attraverso la propria Unità Tecnica
Centrale, oppure tramite esecutori
(aziende private selezionate attraverso
gare di appalto) ed Organizzazioni
Non Governative (ONG).
La presa di coscienza della necessità
di identificare soluzioni innovative ai
problemi che limitano lo sviluppo ha
spinto gli attori impegnati nella
cooperazione a realizzare iniziative di
ricerca scientifica e tecnologica per
identificare soluzioni adeguate e
sostenibili. Sotto l’egida delle Nazioni
Unite nascono i 14 centri di ricerca
del CGIAR (Consultative Group for
Research in Agriculture), il MAE ed il
MIUR (Ministero dell’Università della
Ricerca) finanziano iniziative del
mondo della ricerca che pongono le
basi per la creazione di una
piattaforma di ricerca scientifica
nell’ambito della cooperazione.
Gli strumenti della cooperazione:
il Project Cycle Management
La sempre maggiore presa di
coscienza della complessità della
realtà ambientale, sociale ed
economica dei Paesi in Via di
Sviluppo unita alla necessità di
razionalizzare le attività di progetto,
anche in relazione al controllo
esercitato da parte dei finanziatori, ha
portato all’elaborazione di una
specifica metodologia per la
realizzazione di un progetto. Il “Ciclo
di vita del progetto” (PCM) concepisce
il progetto secondo una
rappresentazione convenzionale come
un ciclo di fasi: identificazione dei
bisogni, formulazione del progetto,
presentazione di una proposta per il
finanziamento, implementazione delle
attività di progetto ed infine
monitoraggio, valutazione e diffusione
dei risultati (Fig. 2).
L’identificazione dei bisogni delle
persone e delle comunità beneficiarie
degli interventi di cooperazione è un
punto fondamentale del PCM e
consiste nell’acquisizione di dati e
informazioni direttamente (attraverso
rilievi sul campo, interviste a membri
chiave della comunità) e
indirettamente (fonti bibliografiche,
cartografia, database). I dati vengono
generalmente studiati ed organizzati
in due documenti: l’analisi SWOT –
Strenghts, Weaknesses, Opportunities
and Threats, che riassume i punti di
forza e di debolezza relativi alla
situazione analizzata e le prospettive
sia negative che positive, rischi e
opportunità, che potrebbero seguire ad
un intervento. L’albero dei problemi,
che propone una rappresentazione
schematica gerarchica dei problemi
allo scopo di raggruppare i fattori
limitanti dello sviluppo per aree
tematiche omogenee ed identificare un
“problema centrale” a cui il progetto
dovrà porre soluzione.
Nell’acquisizione dei dati e nella
stesura dell’albero dei problemi ha
assunto ampia importanza
l’implementazione di un approccio
partecipativo, tale da porre gli stessi
beneficiari nelle condizioni di
formulare ipotesi e analisi circa i
propri problemi (reali e percepiti) e le
possibili soluzioni. L’ultimo
fondamentale strumento del PCM è il
Quadro Logico o Logical Framework;
tale strumento consiste in una tabella
Figura 2 - L’organizzazione del Ciclo di Vita del Progetto per la Cooperazione con i Paesi in
Via di Sviluppo
GEOmedia 4 2005 7
FOCUS
che sintetizza tutta l’attività di
progetto secondo una “logica verticale”
che parte dalle singole attività, ai
risultati attesi, agli obiettivi specifici
fino all’obiettivo generale, che è in
genere la risposta al “problema
centrale” identificato nell’albero dei
problemi. Il quadro logico è
caratterizzato anche da una interna
“logica orizzontale” che associa ad
ogni voce (attività, risultati attesi,
obiettivi specifici, obiettivo generale)
importanti informazioni circa la
possibilità di monitorare l’impatto del
progetto e la sua sostenibilità
ambientale, sociale ed economica.
Geomatica e Cooperazione
Il termine Geomatica individua un
ambito multidisciplinare di applicazione
dell’informatica alle scienze che
studiano la Terra, in senso ampio.
Partendo da conoscenze e adeguati
strumenti atti ad acquisire, integrare,
archiviare, trattare, analizzare gestire e
distribuire dati spaziali georiferiti in
flusso di lavoro continuo la Geomatica
mira ad un obiettivo ambizioso:
spiegare meglio i fenomeni che si
osservano su scala territoriale.
Applicare gli strumenti ed i metodi
della Geomatica significa integrare con
originalità e concretezza sistemi di
posizionamento, Remote Sensing,
Geographic Information System (GIS),
modelli di simulazione e Decision
Support Systems (DSS).
La diffusione degli strumenti geomatici
è trasversale tra gli attori della
cooperazione in virtù delle loro
particolari caratteristiche: possono
essere sviluppati contemporaneamente
al ciclo di vita del progetto,
favoriscono la circolazione delle
informazioni ed il coinvolgimento degli
attori e consentono un periodico
aggiornamento dei dati che garantisce
continuità ai progetti. Le ONG sono
probabilmente tra gli attori che
presentano maggiori limitazioni
all’impiego degli strumenti geomatici a
causa delle frequenti ridotte dimensioni
delle organizzazioni e della
indisponibilità di specifiche figure
professionali da impiegare in questo
settore. L’applicazione di tecniche
Geomatiche nella cooperazione presenta
numerosi casi ed approcci diversi. Di
seguito descriviamo tre macro-aree di
elevato interesse per la cooperazione e
per gli aspetti tecnico – scientifici:
descrizione del territorio, Food Security
ed Environmental Security.
Descrizione del territorio
I Paesi in Via di Sviluppo sono
caratterizzati spesso dalla scarsità di
dati relativi al territorio e
l’acquisizione di informazioni con una
componente spaziale assume pertanto
un valore intrinseco contribuendo a
migliorare e diffondere la conoscenza
del territorio.
Tra i progetti impegnati nell’ambito
della pianificazione territoriale e della
gestione delle risorse merita menzione
il progetto Africover. Ideato dalla FAO
il progetto intende realizzare una
cartografia tematica di uso e copertura
del suolo dei Paesi dell’Africa compresi
nel bacino idrico del Nilo. L’area di
studio è di circa 8,5 milioni di km 2
ed impiega oltre 400 immagini
Landsat TM 5. Il progetto è di
importanza strategica per costituire
una base di dati armonizzata per
risoluzione geografica (da 1:200.000 a
1:100.000) e temporale che sarà il
punto di partenza per la futura
pianificazione territoriale nel
continente africano.
Food Security
La Banca Mondiale definisce la Food
Security come “L’accesso fisico ed
economico costante nel tempo da parte
di tutti gli individui a cibo
quantitativamente e qualitativamente
sufficiente a condurre una vita sana”.
Tale tema è imprescindibile da una
corretta gestione del territorio e delle
sue risorse, come sottolinea la FAO:
“Per sviluppare la sicurezza alimentare
sono essenziali un più ampio accesso
alle risorse, una gestione migliore che
riduca i costi, promuova la
conservazione delle risorse naturali, la
lotta biologica integrata, nuove
tecnologie, ulteriori opportunità di
creare reddito e occupazione, accesso a
servizi e infrastrutture”. Negli ultimi
anni l’attenzione per la sanità dei
prodotti alimentari ha portato al conio
del termine “Food Safety”, che si può
interpretare come la sicurezza
intrinseca agli alimenti.
Gli strumenti ed i metodi della
Geomatica hanno grande utilità
nell’ambito della Food Security, in
particolare nello studio dei sistemi
agro-silvo-pastorali estensivi tipici dei
Paesi in Via di Sviluppo. Attraverso il
telerilevamento e l’analisi
multitemporale di immagini satellitari
è possibile definire numerose
caratteristiche delle aree coltivate,
come ad esempio la durata della
stagione colturale che consente di
identificare il periodo più a rischio di
deficit alimentare (questo principio
viene impiegato dalle Nazioni Unite
per il coordinamento degli aiuti
alimentari) o determinare la variabilità
produttiva (deviazione standard,
coefficiente di variabilità). L’impiego
dei GIS consente di associare alle
informazioni desunte dal
telerilevamento importanti dati
spaziali. Ad esempio è possibile
definire l’ampiezza delle aree coltivate,
la loro prossimità ed accessibilità a
strutture di processamento e
commercializzazione. I modelli
simulazione applicati alle colture
consentono di elaborare scenari a
breve e medio termine sulla risposta
8 GEOmedia 4 2005
Figura 3 - Il progetto LEWS – Livestock Early Warning System per l’Africa Orientale
impiega strumenti della Geomatica per gestire le aree pastorali dell’Africa Orientale
per rafforzare la Food Security umana
FOCUS
produttiva delle piante al variare di
condizioni ambientali. E’ quindi
possibile ottenere scenari produttivi
che consentono di coordinare gli
interventi di assistenza alimentare alle
popolazioni bisognose. L’integrazione
di questi tre strumenti
(telerilevamento, GIS e modelli di
simulazione) ha portato allo sviluppo
di sistemi di monitoraggio delle
produzioni agro-pastorali, come cereali
e pascoli, e alla realizzazione di
sistemi di rapida allerta, o Early
Warning System.
Due significativi esempi sono i
progetti LEWS – Livestock Early
Warning System e MARS – Monitoring
Agriculture with Remote Sensing.
LEWS è un progetto coordinato dalla
Texas A&M University ed ha l’obiettivo
generale di sviluppare un sistema di
monitoraggio della produttività dei
pascoli e della capacità di carico
animale per migliorare la Food
Security delle comunità pastorali di
Kenya, Tanzania, Etiopia e Uganda. Il
sistema di monitoraggio integra dati
telerilevati dai satelliti Meteosat 7
(temperatura massima e minima,
piovosità) e AVHRR (NDVI) per
produrre stime della biomassa presente
nei pascoli in siti monitorati con
caratteristiche note. Un modello di
simulazione sviluppato nell’ambito del
progetto e denominato Phygrow
produce scenari sulla produttività di
biomassa per i siti di simulazione ed i
risultati vengono spazializzati con
tecniche geostatistiche. Attraverso GIS
vengono collezionati dati relativi alla
dotazione di infrastrutture utili alla
commercializzazione del bestiame
(strade, pozzi, mercati) e vengono
monitorati i prezzi del bestiame nei
principali mercati del Paese. Il
progetto in fase operativa consentirà
di valutare l’opportunità di favorire
approcci innovativi di gestione dei
territori pastorali, come ad esempio il
destocking. Tale approccio si basa
sulla capacità di monitorare la
produttività dei pascoli in condizioni
di crisi climatiche (siccità o
inondazioni). Quando ciò avviene la
capacità di carico di bestiame si
riduce ed i capi eccedenti sarebbero in
genere destinati alla morte dato che in
queste condizioni il prezzo di mercato
del bestiame cala rapidamente.
Monitorando le condizioni dei pascoli
ed i prezzi è possibile vendere il
bestiame in breve anticipo rispetto alle
crisi climatiche presso diversi mercati,
per non abbattere i prezzi, e quindi
ridurre la capacità di carico
trasformando il capitale fisico, ovvero
il bestiame, in capitale finanziario.
MARS è stato promosso dall’Unione
Europea attraverso il JRC – Joint
Research Centre che ne è il principale
sviluppatore. Dal 1993 la ricerca
europea è impegnata nel monitoraggio
e previsione delle produzioni agricole e
MARS è stato realizzato anche allo
scopo di fornire supporto alle decisioni
alla Direzione Generale dell’Agricoltura
Europea. Un particolare ramo delle
ricerche sviluppate nell’ambito di
MARS riguardano i Paesi in Via di
Sviluppo e l’aiuto alimentare in
generale, quattro aree pilota sono state
realizzate in America Latina, Africa
Orientale, Mediterraneo e Asia
Centrale. Per queste aree il progetto
intende sviluppare un sistema di
previsione delle rese che si integri con
i modelli di simulazione e di supporto
alle decisioni sviluppati dalla FAO al
fine di prevedere le rese produttive
delle principali colture cerealicole in
diversi scenari climatici.
Environmental Security
L’Environmental Security è un settore
di ricerca di recente sviluppo che
indaga sulle relazioni tra variabili
ambientali, demografiche e socioeconomiche
nello sviluppo di conflitti
armati per il controllo di risorse
naturali. L’analisi del ruolo delle
risorse è orientata verso le risorse
naturali rinnovabili (risorse idriche,
foreste, suolo) e non rinnovabili
(minerali e idrocarburi). Le risorse
non rinnovabili sono correlate ai
conflitti in funzione della loro
abbondanza in una data area, insieme
ad una situazione socio-politica tale
da suscitare comportamenti predatori
da parte di una frazione ben
organizzata della popolazione, come
avviene ad esempio per i diamanti in
Sierra Leone, il coltan in Congo o le
risorse petrolifere nel Medio Oriente.
Le risorse rinnovabili agiscono in
sistemi interdipendenti di elevata
complessità, sulla base di relazioni
non lineari e retroattive. L’eccessivo
prelievo di una risorsa o la sua
gestione poco sostenibile può portare
a molteplici problemi ambientali
imprevisti ed alla scarsità di risorse di
altro tipo. Per questo tipo di risorse è
quindi la loro scarsità in una data
area a generare l’adozione di strategie
di sopravvivenza estreme in individui
o gruppi di individui la cui
sopravvivenza o il cui miglioramento
del reddito dipende dall’estrazione e/o
dall’impiego delle risorse stesse.
Numerosi scienziati ritengono questa
ultima tipologia di risorse
particolarmente interessante, anche a
causa delle modificazioni dell’ambiente
a livello globale che incidono
soprattutto sulle risorse rinnovabili. Il
principale impulso a questi studi è
venuto nei primi anni novanta da
organizzazioni tradizionalmente
impegnate nella sicurezza
internazionale, interessate a ridefinire
gli scenari geopolitici venutisi a
creare in seguito alla dissoluzione
dell’Unione Sovietica. Nel 1996
l’amministrazione del Governo Clinton
dispose l’apertura di specifici “nuclei
ambientali” in sei ambasciate di Stati
Figura 4 - Il progetto MARS dell’Unione Europea comprende una componente di “Food
Aid” per rafforzare la Food Security umana attraverso il monitoraggio della crescita e
la previsione delle rese delle colture nei Paesi in Via di Sviluppo
GEOmedia 4 2005 9
FOCUS
ritenuti a rischio da questo punto di
vista (Costa Rica, Uzbekistan, Etiopia,
Nepal, Giordania e Thailandia). La
NATO, mediante la Commissione per i
Cambiamenti della Società Moderna,
ha finanziato diversi studi
internazionali, come mostrato ad
esempio nel rapporto “Environment
and Security in an International
Contest”, incentrato sulla situazione in
Afghanistan e Pakistan. La Central
Intelligence Agency ha istituito
l’Environmental Center nel sito storico
di Langley, mentre l’ EPA
(Environmental Protection Agency) si è
interessata agli aspetti che legano i
problemi ambientali ai conflitti ed alla
sicurezza. Secondo Micheal Renner
almeno un quarto dei conflitti
combattuti nel 2000 erano connessi
alle risorse naturali, nel senso che lo
sfruttamento illegale o legale delle
stesse ha contribuito o peggiorato
conflitti violenti o finanziato la loro
continuazione.
Il monitoraggio delle risorse naturali e
la loro gestione sono due aree di
grande pertinenza della Geomatica, ed
in particolare del telerilevamento e dei
GIS. Numerosi studi hanno dimostrato
l’utilità del telerilevamento nello studio
delle variazioni delle coperture
forestali, dello spessore dei ghiacciai,
della disponibilità di risorse idriche.
Analogamente molti GIS sono stati
sviluppati per pianificare la gestione
delle risorse, definire aree da
sottoporre a tutela per conservarne la
biodiversità, gestire razionalmente le
risorse idriche a uso civile, agricolo e
industriale, e creare mappe
rappresentative delle condizioni del
suolo. Sono stati sviluppati modelli in
grado di simulare e stimare il rischio
di degrado delle risorse naturali, come
ad esempio il modello RUSLE per il
degrado del suolo.
L’Environmental Security è una
disciplina relativamente giovane e ad
oggi sono pochi gli strumenti analitici
realizzati che traggono vantaggio
dall’impiego di informazioni
geografiche. Il primo studio che
coniuga le teorie sulla nascita di
conflitti ed i GIS per identificare le
aree interne a un paese ove i conflitti
potrebbero accadere è “Environmental
Security: A Geographic Information
System analysis approach. The case of
Kenya”. In questo studio, che presenta
i primi risultati di un progetto di
ricerca in corso presso l’Università
Statale di Milano, un modello teorico
socio-economico sullo sviluppo di
conflitti proposto da Thomas Homer –
Dixon, uno dei pionieri delle ricerche
in questo settore e consulente dell’Amministrazione
Clinton per le politiche
estere USA nel settore, viene analizzato
e scomposto in variabili rappresentate
come mappe tematiche. Le mappe
tematiche, ottenute da telerilevamento,
database e dati di campo, vengono
successivamente integrate graficamente
tramite overlay per identificare aree a
maggior rischio di conflitto. Indagini
condotte sul campo hanno dimostrato
la correttezza delle previsioni. Ulteriori
ricerche sullo sviluppo di sistemi
analitici per l’Environmental Security
prevedono la creazione di “griglie di
simulazione” con risoluzione di 1
chilometro quadrato all’interno delle
quali viene simulato il rischio di
conflitto a partire da mappe tematiche
e rappresentazioni matematiche e
statistiche dei modelli.
Figura 5 - La Geomatica fornisce approcci e strumenti innovativi per studiare i conflitti connessi alla gestione ed al controllo
delle risorse naturali ed individuare aree ad alto rischio
10 GEOmedia 4 2005
Conclusioni
La Geomatica aiuta concretamente ad
analizzare i problemi connessi allo
sviluppo di molti Paesi del sud del
mondo, sia attraverso lo studio dei
sistemi produttivi agricoli, sia con
l’analisi dello stato delle risorse
naturali. Attualmente importanti
progetti mirano a concretizzare l’alto
potenziale di analisi della Geomatica
con obiettivi specifici concreti per
migliorare la vita degli abitanti dei
Paesi in Via di Sviluppo. Tra i
principali problemi insiti nell’attuale
stato dell’arte vi è sicuramente quello
connesso alla trasferibilità dei risultati,
ovvero alla formazione di tecnici
presso le istituzioni dei PVS in grado
di impiegare il potenziale supporto
alle decisioni fornito dalla Geomatica
e disseminare sul territorio i benefici
di una corretta gestione delle risorse.
In questo scenario lo spazio di azione
si apre sia ad istituzioni, centri di
ricerca ed università dei Paesi
industrializzati che dovrebbero
sviluppare parternariato con omologhi
locali, in modo da condurre ricerche
congiunte e sviluppare insieme progetti
di ricerca, sia alle ONG di entrambe
le aree del mondo, che si possono
definire “utilizzatori intermedi” delle
ricerche sviluppate e potrebbero
giocare un importante ruolo nella loro
disseminazione, grazie alle loro
capillare presenza sul territorio. Per
realizzare ciò è importante che il
mondo della ricerca e quello della
cooperazione trovino aree comuni di
dialogo, magari attraverso l’istituzione
di figure specializzate nella ricerca per
la cooperazione allo sviluppo in seno
alle università ed ai centri di ricerca,
che potrebbero facilmente condividere
e far coesistere passione per la
scienza, professionalità ed impegno
civile.
Per saperne di più:
RISORSE IN RETE PER
GEOMATICA E COOPERAZIONE
INTERNAZIONALE CON PVS
www.reliefweb.org: un portale
di coordinamento della
Cooperazione allo Sviluppo
Internazionale. Contiene
numerosi link ad informazioni
agrometeorologiche relative ai
Paesi in Via di Sviluppo ed
Early Warning.
www.esteri.gov.it: il sito del
Ministero degli Esteri Italiano
www.homerdixon.com: il sito di
Thomas Homer – Dixon,
pioniere e tra i fondatori
dell’Environmental Security.
www.cgiar.org: il sito dei centri
di ricerca del Consultative
Group for International
Agricultural Research.
www.africover.org Il sito del
progetto Africover della FAO.
http://europa.eu.int/comm/europe
aid/index.htm: il sito di
EuropAid, l’ufficio di
Cooperazione Internazionale
dell’Unione Europea.
www.ngo.it: il sito che raccoglie
le informazioni relative a tutte
le Organizzazioni Non
Governative registrate presso il
MAE.
Autore
STEFANO P. DISPERATI
UNIVERSITÀ STATALE DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI AGRARIA
Dipartimento di Produzioni Vegetali
GeoLab – Laboratorio di Geomatica per l’Agricoltura e l’Ambiente
Email: peppino.disperati@unimi.it
Il dott. Stefano P. Disperati svolge la sua attività scientifica nell’ambito
di un dottorato di ricerca presso la Facoltà di Agraria dell’Università
degli Studi di Milano sul tema dell’applicazione della Geomatica in
studi di Food Security ed Environmental Security. Lavora principalmente
in Africa Orientale (Kenya e Tanzania), America Latina (Amazzonia
brasiliana) e Mediterraneo (Egitto). Svolge inoltre l’attività di consulente
per ONG italiane ed istituzioni europee.
MERCATO
L’ informazione non si ferma; lavorare per crescere
In uno degli scorsi numeri, e
precisamente il 2/05, avevamo
pubblicato una nota dal titolo “Quando
l’impegno non paga”, con espresso
riferimento ad alcuni problemi sorti tra la
nostra testata e una azienda del settore
riguardo la nostra imparzialità ed i
problemi sorti al margine del lavoro di
alcuni nostri collaboratori. A distanza, ci
sentiamo in dovere di rettificare quanto
scritto in precedenza.
Spesso l’impulsività può dar luogo a
malintesi e prese di posizione che in tutta
calma potrebbero essere chiariti senza
colpo ferire; del resto, la diversità di
pensiero è inevitabilmente legata anche
alla diversità dei ruoli, né potrebbe essere
altrimenti. Un’azienda ha come missione
la difesa del proprio operato, soprattutto
quando ha dalla sua soluzioni e proposte
valide. Spesso la differenza tra le aziende
non è legata solo ed espressamente al
prodotto proposto bensì a molteplici altri
fattori, non sempre evidenti.
La divergenza generatrice della nostra
nota, una volta superato il primo impatto
reciprocamente reattivo, ha potuto essere
agevolmente ricomposta attraverso un
sereno colloquio chiarificatore, che ha
consentito di ricomporre
ragionevolmente e proficuamente la
collaborazione. Cosicché quell’
informazione fatta anche di pubblicità,
di progetti e di innovazione tecnologica
non verrà meno ai lettori della nostra
rivista.
L’azienda in questione non è certo di
secondo piano e il suo contributo allo
sviluppo del mercato e delle competenze
nel settore della geomatica è di grande,
indiscusso rilievo. Siamo lieti che le
incomprensioni siano state superate e
che la storica collaborazione prosegua
con rinnovato vigore, a beneficio del
settore e di tutti coloro che vi operano.
Domenico Santarsiero
Galileo GPS News - Countdown: 2179 giorni all’inizio dell’operatività
Studio
Sviluppo
Implementazione
Operatività
Perchè una iniziativa Europea?
Oggi i due sistemi satellitari principali di radionavigazione, il
Global Positioning System (GPS) ed il Glonass, sono entrambi
sotto il controllo militare, il primo degli Stati Uniti ed il
secondo della Russia.
I due sistemi sono già operativi sulle strade, sul mare, in
montagna o nelle regioni desertiche ma senza purtroppo
garanzia di precisione e di continuità del servizio,
particolarmente nelle aree urbane e nelle regioni nordiche.
Inoltre è bene considerare che le autorità militari di entrambi
i paesi hanno il potere di fermare o di degradare il segnale in
qualsiasi momento per ragioni di sicurezza nazionale.
Poiché l’Europa è ormai avviata nello sviluppo di un sistema
integrato di trasporti, è vitale lo sviluppo di un sistema
indipendente di posizionamento e navigazione preciso e
affidabile. In parole povere, l’Unione Europea non può
permettersi di essere assente o di dipendere da altri paesi
quando si parla di una tecnologia in cui il mercato potenziale
è valutato sui 9 miliardi di Euro l’anno e che può
probabilmente generare un indotto di 140.000 addetti.
Come si presenterà Galileo?
Gestito e controllato tramite operatori civili, il futuro sistema
satellitare europeo di radionavigazione è regolato per essere
aperto, globale e completamente
compatibile con il GPS, offrendo
al tempo stesso ai suoi utenti una
precisione che varia dai 5-10m
confrontata agli attuali 25-30m
del GPS. Galileo utilizzerà una
costellazione di 30 satelliti
nell’orbita media (23000
chilometri di altezza) collegata ad
una rete di stazioni terrestri di
controllo e di centri di richiesti
per la fornitura di servizi.
Immagine cortesia di ESA
Come è finanziato?
I costi di start-up fino al 2008 per questo sistema sono valutati
a 3.25 miliardi di Euro. Gran parte del finanziamento sarà
ottenuto con uno schema di associazione aperta pubblicoprivata.
Fase di studio
Quasi 80 milioni di Euro dai fondi monetari europei già
sono stati assegnati per questa fase di studio, che ora si sta
avvicinando al completamento.
Fase di sviluppo (2001-2006)
Una joint (Unione/ESA) per un fondo pubblico di 1.1
miliardi è stato stanziato. Dal marzo del 2001, un gruppo
di industriali (fornitori di servizi, operatori, assemblatori
di sistemi spaziali) hanno raggiunto un accordo per avviare
una società di compartecipazione con un investimento di
200 milioni di Euro. Svolgeranno un ruolo attivo nella
definizione dei servizi offerti da Galileo.
Fase di implementazione (2006-2011)
La fase di implementazione dei satelliti dovrebbe essere
realizzata con un finanziamento di 2.1 miliardi di Euro, la
maggior parte acquisita dal settore privato.
Fase operativa (2011)
I costi di manutenzione sono stimati in 220 milioni annui.
Nel momento in cui scriviamo il primo satellite Galileo, il
GIOVE A, si trova al cosmodromo di Baikonur in Kazakhistan
in attesa del lancio del 26 Dicembre. GIOVE A si attesterà ad
una media orbita terrestre ad un’altezza di 23222 km grazie
all’ausilio di un veicolo Soyuz/Fregat. GIOVE A è il primo dei
due elementi necessari alla convalida dell’orbita Galileo;
insieme a GIOVE B (il cui lancio è previsto per il 2006) e con
il segmento di terra associato, i due satelliti faranno parte del
primo stage di convalida dell’orbita del sistema Galileo.
A Cura della Redazione
12 GEOmedia 4 2005
MERCATO
La rete GPS Glonass in Emilia Romagna
I Collegi dei Geometri dell’Emilia Romagna hanno stipulato con la
Regione Emilia Romagna una specifica convenzione per la
realizzazione di una rete di Stazioni Permanenti GNSS, atta a
migliorare le condizioni infrastrutturali nell’aggiornamento
geometrico catastale e le procedure nell’integrazione geografica
di dati catastali con altri dati di interesse comunale.
La Fondazione dei Collegi dei Geometri dell’Emilia Romagna ha
costituito una società denominata So.G.E.R (Società dei Geometri
dell’Emilia Romagna) la quale ha il compito di acquisire e gestire la rete di
Stazioni Permanenti per servire l’intera regione.
La realizzazione della rete che prevede 15 Stazioni Permanenti, è stata affidata alla
GEOTOP srl, con sede ad Ancona, in via Brecce Bianche, 152.
La GEOTOP installerà Ricevitori Topcon Odyssey-RS GPS/GLONASS ed il Software
GEO++ GNSMART per la gestione dei dati per il post processamento e generazione della correzione differenziale in
tempo reale (VRS e FKP). Il progetto prevede la monumentazione delle Stazioni Permanenti GPS/GLONASS, a totale
copertura della Regione Emilia Romagna, e la costituzione di un centro per il controllo della rete e per l’erogazione dei
servizi all’utenza che verrà realizzato a Bologna.
(Fonte: So.G.E.R/Geotop Srl)
Premiato l’impegno di Jack Dangermond per la salute pubblica
Jack Dangermond, fondatore e presidente di ESRI, ha ricevuto il premio come Partner d’Eccezione dal
NACCHO (National Association of County and City Health Officials) in quel di Boston. Lo scopo
dell’assegnazione del premio è quello di individuare i personaggi i quali sforzi hanno contribuito in
maniera decisiva alla pratica del local government e della salute pubblica. Questo del NACCHO è di
sicuro un premio ambito e Jack Dangermond ne è l’entusiasta ed acclamato vincitore dall’alto del suo
continuo supporto al lavoro dell’associazione. ESRI sta ormai lavorando con la NACCHO da otto anni
in differenti aree d’intervento; fornendo software GIS ai membri dell’associazione in situazioni
d’emergenza, sponsorizzando eventi educativi dedicati al GIS, supportando i programmi di sviluppo
in ambito software a favore delle giurisdizioni di realtà piccole o rurali e collaborando alle ricerche
sugli attuali profili della salute pubblica, ESRI si è sempre distinta per il suo puntuale aiuto nei
confronti dell’associazione statunitense. La NACCHO ed ESRI continueranno anche in futuro la loro collaborazione allo scopo
di sviluppare strumenti educativi atti a evidenziare le applicazioni pratiche del GIS all’interno delle pratica della salute pubblica.
“E’ per me un privilegio lavorare al fianco di una così rilevante associazione – spiega Jack Dangermond – e vorrei ringraziare
l’intera comunità che si dedica alla salute pubblica per questa onorificenza: sono loro che meriterebbero realmente questo premio,
per avermi dato l’opprtunità di servire la NACCHO”.
(Fonte: Redazionale)
Il Concorso SIFET-MIUR va all’Istituto Righi di Reggio Calabria
L’Istituto Tecnico Statale per Geometri “ Augusto Righi “ di Reggio
Calabria ha vinto il primo premio del Concorso SIFET-MIUR
2004/2005 con il lavoro “Rilievo del Palazzetto dello Sport di Reggio
Calabria”. Lavoro effettuato con diverse metodologie di rilievo (GPS
e Total Station) e confronto dei risultati ottenuti, nonché calcolo dei
parametri di trasformazione da WGS84 a Cassini- Soldner per alcuni
punti del rilievo.
Un momento della premiazione
(Fonte: Redazionale)
GEOmedia 4 2005 13
MERCATO
Google Earth: opinioni a confronto
Google Earth
(GE), è ormai
sulla bocca di
tutti per le
sue potenzialità: si tratta di una
potente combinazione di software e
linguaggio figurato che permette a
chiunque di esaminare “al volo”
qualsiasi zona dalla terra. Come avrete
letto nello scorso numero di GEOmedia
EADS Fleximage, una società francese
attiva nel campo del Telerilevamento,
ha appena rilasciato uno studio sulle
possibilità offerte da Google Earth dal
titolo “Google Earth: Impacts & Uses
For Defence And Security” (Google
Earth: Impatti Ed Utilizzi Per La
Difesa E La Sicurezza”. All’interno
delle 150 pagine dell’analisi, realizzata
con il contributo di esperti e
organizzazioni rappresentative e
disponibili a richiesta dal 20 settembre
2005 sul sito della società, la
Fleximage trova risposte a domande
inerenti le caratteristiche, i limiti ed i
pericoli di GE.
Matteo Luccio, editor di GIS monitor
(pubblicazione on line edita da GITC
America), in una sua recensione
sottolinea alcuni aspetti critici che
rendono bene l’idea di quali siano le
problematiche e le discussioni in atto
su GE. In questa recensione si afferma
che il rapporto Fleximage definisce GE
un perfetto complemento ai sistemi
GIS attraverso un meccanismo di
interscambio conforme a OGC (Open
Geospatial Consortium). L’opinione di
Luccio è che nello studio non si
ritrovano tutte le aspettative promesse
dal titolo e procede nella critica
indicando il fatto che delle 85
immagini utilizzate, 75 sono screenshot
di GE; inoltre lo studio fallisce nella
promessa di citare “un numero di
players consultati per questo studio”,
mentre riporta frasi discutibili del tipo:
“L’effetto negativo di mettere on line
dati free sul giro d’affari dei
distributori dovrebbe essere abbastanza
trascurabile, poiché i dati relativamente
vecchi come quelli messi on line da
GE non corrispondono ad una effettiva
domanda e sono relativi a un uso
marginale non redditizio”
Matteo Luccio ritiene tuttavia lo studio
interessante ed importante. In primo
luogo, forse per essere il primo e
unico studio indipendente di GE
realizzato da una ditta differentemente
dalle classiche recensioni che
compaiono sulle pubblicazioni. In
secondo luogo, è indicativo
dell’eccitamento e dell’apprensione con
cui molti nell’industria geospaziale, al
di fuori degli Stati Uniti, vedono il
potenziale impatto a lungo termine
delle tecnologie geospaziali nel massmarket.
Nell’opinione degli autori dello
studio, il particolare successo di GE è
dovuto essenzialmente a due fattori:
l’inusuale risoluzione delle immagini e
la particolare facilità d’uso
dell’interfaccia che consente a chiunque
di volare sul globo. Il report sottolinea
la possibilità di sovrapporre propri dati
raster e vettoriali e la possibilità di
georiferire in modo molto intuitivo tali
dati, mentre dall’altra critica la
possibilità di gestire solo 40 layer
senza possibilità di organizzazione
diversa tra gli stessi. La possibilità di
aggiungere propri dati è quello che fa
di GE uno strumento professionale, ma
d’altra parte la limitata citazione dei
soli diritti delle immagini non consente
di conoscere i metadati di base delle
informazioni distribuite (risoluzione,
data di presa, ecc.). Lo studio cita
inoltre un Report Parlamentare
Francese nel quale si quantificano dati
relativi all’accuracy per obiettivi
militari (riportato in fig. 1) arrivando a
risoluzioni di 15 cm e paragonandola
con l’irregolare risoluzione dei dati in
GE che varia dai 15 cm ai 15 metri.
Per quanto riguarda le “anomalie”,
queste vengono riassunte nella
mancanza di ortocorrezione emersa dai
test effettuati, specialmente in zone
piane, nei quali proiettando dati di
accuratezza nota si notano shifts che
vanno da pochi a parecchie centinaia
di metri in planimetria. Pertanto l’uso
di GE per acquisire coordinate va
verificato con altri mezzi prima di
poterci fare affidamento. Lo studio
discute anche la questione della
alterazione delle immagini a fini
militari come la sostituzione con alcuni
alberi di edifici a fianco della Casa
Bianca, l’alterazione del tetto della
residenza Presidenziale degli Stati
Uniti, citando inoltre altri casi strani
come ad esempio una strana forma
quadrata nel mezzo del nulla in
Nevada e così via.
Viene anche discussa la protesta in
atto contro Google Earth da parte di
alcuni stati come l’Australia,
l’Inghilterra, gli Stati Uniti e alcuni
Paesi Asiatici e viene illustrato come
essa viene annullata dimostrando come
tutte le immagini siano perfettamente
legali, di pubblico dominio e realizzate
a fini commerciali. Ci si pone il
dubbio se tali immagini siano
realmente pericolose e se sia
l’immagine stessa a rappresentare il
pericolo, ma censurare Google non è
la soluzione come allo stesso tempo
non basta camuffare i tetti per
nascondere aeroporti militari nei quali
si distinguono dettagli ad alta
risoluzione.
14 GEOmedia 4 2005
Google Earth risponde
A seguito dell’analisi di questo report
della Fleximage, Matteo Luccio ha
ritenuto opportuno contattare Google
Earth direttamente nella persona di
John Hanke, Direttore di produzione
per Local Maps & Earth in Google.
Hanke è inoltre il CEO di Keyhole, la
società che ha sviluppato Google
Earth.Riportiamo di seguito un sunto
delle domande e delle risposte avute:
GE è compliant con gli OGC
standards come riportato nello studio
francese, e in generale quale è
l’apertura di GE nei confronti degli
standards?
“Noi supportiamo l’importazione di
dati WMS all’interno del nostro client
Enterprise…GE è un ottimo
complemento per un GIS, non una
alternativa. Noi supportiamo solo
alcuni OGC standards come ad
esempio il WMS, in quanto gli
standards OGC sono stati creati per i
GIS e non sono consumer-oriented.
Tuttavia è molto semplice aggiungere
dati a GE usando KML. Il grosso dei
dati mondiali GIS vive su formati
proprietari ESRI, non in standards
OGC. Esri ha annunciato la sua
intenzione di supportare KML.”
Google Earth altera o censura dati per
scopi militari o di sicurezza?
“Ad oggi noi non abbiamo portato
alcuna alterazione ai dati”
Ci sono piani per pubblicare metadati?
“L’unico metadato che forniamo è
l’avviso di copyright e la lista delle
città ad alta definizione con le date
di acquisizione delle immagini…non
distribuiamo immagini per essere
utilizzate nel senso tradizonale.
Fornire il metadato non è tra i primi
posti nella lista delle priorità delle
cose che faremo.”
E’ vero che lo scambio dei dati tra
server e client GE sono criptati sui
computer degli utenti, come riportato
sul report francese?
“Il collegamento fra il server e il
client è cifrato. L’intenzione è di
proteggere i dati da coloro che
potrebbero estrarli.”
John Hanke conclude dicendo che
principalmente il sistema è realizzato
per soddisfare esigente di grandi
masse di utenti; Google Earth è un
grande complemento per utilizzatori di
sistemi GIS ma di certo non potrà
sostituire le funzionalità vere e proprie
di un Sistema Informativo Geografico.
Riferimenti web:
http://www.fleximage.fr/
http://www.assemblee-nationale.fr/rap-info/i3219.asp
http://earth.google.com/
http://www.opengeospatial.org/
A cura della Redazione
INFLUENZA DELLA RISOLUZIONE SULLE CAPACITA’ DEI SATELLITI PER
OSSERVAZIONE A SCOPO MILITARE
Risoluzione
Capacità
2 metri Riconoscimento del 50% delle installazioni militari
1 metro Rilevazione del 100% delle installazioni militari
Identificazione del 100% delle infrastrutture militari
80 centimetri Identificazione del 100% dei materiali aeronautici e del
100% dei vascelli navali
Identificazione di talune armi
50 centimetri Riconoscimento del 100% degli equipaggiamenti militari
30 centimetri Identificazione (blindati, veicoli leggeri)
Identificazione del 100% degli armamenti (cannoni da carro)
Identificazione di una colonna di rifugiati e della loro
progressione
20 centimetri Discriminazione tra uomini ed oggetti
Calcolo numerico approssimativo di una folla
15 centimetri Discriminazione tra un uomo ed una donna
Un report parlamentare francese cita i dati relativi all’accuracy per obiettivi militari. L’irregolare
risoluzione dei dati in Google Earth varia dai 15 cm ai 15 metri.
FOCUS
Ambienti GIS
per le Applicazioni
Radio Elettriche
Qualsiasi
Qualche osservazione preliminare
Tradizionalmente la principale fonte
di dati territoriali era, e ancora
rimane, la cartografia, che è però una
rappresentazione a scala ridotta di
zone generalmente limitate della
superficie terrestre. Questa situazione
è rimasta praticamente immutata per
secoli, finché sono stati sviluppati i
modelli computerizzati tridimensionali,
figli della diffusione degli elaboratori
elettronici. Ma la presentazione finale
dei dati è pur sempre piana.
Anche ai “non addetti ai lavori”
sorge spontanea la domanda: come
diavolo può essere rappresentata in
piano una superficie sferica?
Ovviamente è impossibile. Le superfici
sviluppabili analiticamente in piano
sono pochissime: a parte il piano
stesso, solo due solidi semplici lo
sono: il cono e il cilindro. Entrambi
possono essere tagliati lungo una
retta generatrice e quindi srotolati sul
piano. In realtà il cilindro può essere
pensato come un cono degenere (con
angolo nullo di apertura) e anche il
piano è un cono doppiamente
degenere, in quanto cilindro con
raggio di curvatura infinito. Quindi,
in definitiva, tra i solidi elementari
(escludendo ovviamente i poliedri a
facce piane), solo il cono è
sviluppabile, ma non certo la sfera.
Ne consegue che solo introducendo
distorsioni è possibile servirsi di
rappresentazioni piane. In pratica, le
uniche due vie finora seguite sono:
utilizzare una trasformazione
analitica. È la base del metodo di
Gauss e di molti altri da questo
derivati. Esistono anche ben noti
algoritmi per il calcolo pratico, come
le formule di Hirvonen, etc.;
applicare una trasformazione
geometrica a due stadi. Nel primo la
superficie terrestre viene proiettata
su un solido sviluppabile. Come
detto, i solidi di immediato utilizzo
sono il piano, il cilindro, il cono.
Quindi, il solido sviluppabile viene
srotolato sul piano (operazione
naturalmente non richiesta nel primo
dei tre casi). Questo metodo dà
origine alle proiezioni piane, a quelle
cilindriche (note come proiezioni di
Mercatore) e a quelle coniche (o di
Lambert).
Ogni metodo di proiezione richiede
poi che vengano specificati alcuni
parametri: dove è localizzato il centro
di proiezione, dov’è (se esiste) il
punto di contatto tra superficie
proiettata e sfera terrestre e così via.
Finché la rappresentazione riguarda
zone di limitata estensione è possibile
assicurare una ridotta distorsione e,
comunque, conoscerne l’entità. Ma
questo non avviene per lunghe
distanze oppure se è richiesta una
elevata accuratezza locale.
Lo scenario che si evince da queste
considerazioni elementari ha un
impatto drammatico quando si fa
riferimento alla navigazione navale o
aerea, che implica generalmente
grandi distanze percorse. La rotta più
semplice ed intuitiva da seguire
(mantenendo costante l’angolo di
prua) non è la più breve. Su una
sfera, tale rotta è un arco di cerchio
massimo, che per la sfera è appunto
una linea geodetica (ossia a minima
lunghezza). Invece la rotta a prua
costante genera di fatto una curva
spirale, nota con il nome di
lossodromia. Su lunghe tratte, di
qualche migliaio di km, la differenza
può essere impressionante.
Ma la questione ha un impatto
applicazione tecnologica
riferita all’ambiente richiede – prima
o poi – la definizione di un modello
dell’ambiente stesso. Questo vale
naturalmente anche per le
applicazioni Radio elettriche.
La Vector ha fatto del problema
della rappresentazione del modello
territoriale non solo il punto di
partenza per lo sviluppo delle sue
applicazioni software, ma un
continuo motivo di crescita durante
gli ormai 20 anni di attività nel
settore. La scelta all’epoca
effettuata, di seguito descritta,
dettata dalla volontà di ottenere
obiettivi di qualità particolarmente
elevati si è rilevata vincente, ed oggi
la Vector occupa un posto di primo
piano nel settore delle applicazioni
software di ausilio alla pianificazione
e progettazione di reti Radio
elettriche.
egualmente drammatico sulle
applicazioni radioelettriche. Anche le
radiazioni elettromagnetiche si
propagano lungo geodetiche ed è
facile calcolare che su un tratto di 80
Kilometri, tipico per un ponte radio
di trasporto, lo scostamento può
essere di oltre 120 metri. Tra l’altro,
questo implica che l’azimut di
puntamento delle due antenne del
ponte radio non è lo stesso (tenendo
ovviamente conto del fattore di
compensazione di 180 gradi), perché
tale azimut varia continuamente lungo
la linea di vista.
Rappresentazione di lossodromia
16 GEOmedia 4 2005
FOCUS
Ma torniamo alla rappresentazione
cartografica. Tutta la documentazione
esistente a scala medio-piccola,
generalmente basata su proiezioni
cilindriche (ad esempio U.T.M.),
rappresenta le lossodromie con rette.
Quindi, quando si esegue la
progettazione di un ponte radio
utilizzando la metodologia tradizionale,
basata sul ricorso alla cartografia, si
introduce fatalmente un errore
sistematico: il puntamento delle antenne
è sbagliato.
Ma non basta. Per progettare
effettivamente un ponte radio, occorre
riferirsi al modello solido, tenendo
conto anche della quota. Questo tipo di
informazione è deducibile dalla
cartografia (e non sempre…) con una
certa difficoltà. Ma su questo punto
torneremo tra poco.
Il modello tridimensionale
del terreno
In genere, la cartografia fornisce
indicazioni sulla quota del terreno in
due modi:
mediante punti isolati, presentati con
simboli diversi a seconda della loro
natura e corredati dalla indicazione
della quota (in genere riferita al livello
del mare);
con curve di livello, che indicano le
sezioni del terreno a quota costante. La
spaziatura tra tali linee dà anche una
idea visiva della pendenza del terreno
(maggiore quando le linee si
infittiscono).
È facile immaginare che l’acquisizione
e la valorizzazione delle informazioni
occorrenti a produrre punti di quota e
curve di livello sia complessa e costosa:
ma anche soggetta a errori spesso
clamorosi. Inoltre, vi sono limitazioni
pratiche a rappresentare le curve di
livello nelle zone montuose, sulle rocce
e sugli strapiombi. Per non parlare
delle rientranze del terreno, che non
sono chiaramente visualizzabili: ma
nemmeno sono rilevabili dalle foto
aeree o satellitari. Infine, in presenza di
vegetazione folta, la posizione reale del
terreno non è deducibile direttamente
da tali immagini.
Disgraziatamente, molte applicazioni
radio elettriche prevedono l’impianto di
ripetitori proprio in zone montuose che,
come si è visto, sono quelle meno
facilmente rappresentabili con la
cartografia tradizionale.
Modello 3D ad alta definizione
in area urbana
L’applicazione acritica
dei metodi informatici
Quando, nei primi anni ‘80, I
calcolatori elettronici sono stati
applicati alla modellazione del terreno,
l’obiettivo primario era centrato sulla
produzione dei documenti cartografici
in alternativa ai metodi manuali che,
all’epoca, erano lenti e costosi,
costituendo di fatto il principale
ostacolo alla diffusione della
cartografia tecnica.
Così l’idea di base fu di concentrarsi
sull’aspetto grafico, trascurando
completamente la concezione di un
modello computerizzato del terreno. I
metodi di produzione delle carte
furono trasferiti acriticamente nei
calcolatori, con il solo evidente
vantaggio della facilità con cui questi
potevano gestire lunghe serie di calcoli
ripetitivi e complessi. Anche la
tecnologia della macchine per il
tracciamento delle carte (plotter)
ricevette un grande impulso, rendendo
rapidamente obsoleta la figura del
disegnatore cartografo. Poi,
all’improvviso, si fece strada l’idea che
un approccio completamente nuovo al
Modello 3D a bassa definizione
problema della rappresentazione
cartografica poteva essere tentato con
la tecnologia informatica. Era
cominciata l’epoca dei GIS, ossia dei
Sistemi Informativi Geografici.
Parlando all’ingrosso, un GIS è un
modello computerizzato del Pianeta.
Nulla viene detto a proposito dei dati
che ne fanno parte, delle tecniche di
modellazione, né sulla precisione e
l’accuratezza. Tuttavia, è ben noto
dalla teoria dei modelli che queste
caratteristiche devono essere definite
senza alcuna ambiguità per produrre
modelli praticamente utilizzabili.
Modellare la Terra, però, è un
compito complicato per almeno due
ragioni principali. La prima, che i
dettagli che la descrivono sono
innumerevoli, per cui una loro
rappresentazione estensiva è
impensabile. La risposta sta nelle
rappresentazioni specializzate (una
evoluzione delle mappe tematiche, per
così dire…) che si limitano ad alcuni
attributi soltanto. La seconda, ma non
meno critica, dipende dal continuo
evolversi della realtà. Si può pensare
ad un GIS come ad una foto, magari
anche un po’ sfocata, di alcuni aspetti
GEOmedia 4 2005 17
FOCUS
del Pianeta, ma non certo ad una sua
ripresa cinematografica. Per trasferire
nel modello l’evoluzione del reale,
bisogna attivare un processo continuo
e inarrestabile di acquisizione di dati,
dal costo e dalla complessità crescente
all’aumentare della quantità dei dati
coinvolti e della frequenza di
aggiornamento.
C’è del resto un limite fisico alle
metodologie di aggiornamento, legato
alla larghezza di banda (in senso lato)
dei canali di acquisizione. Quando
questo limite viene oltrepassato, la
realtà e il modello GIS cominciano a
divergere: rendendo quest’ultimo inutile
presto o tardi (in genere presto…).
Per ovvie ragioni di disponibilità
degli originali cartografici e
convenienza economica, la maggior
parte degli ambienti GIS disponibili
commercialmente è basata quasi
esclusivamente su dati proiettati. Le
quote sono in genere aggiunte, quando
fanno parte del modello, mediante una
semina di punti a passo costante, a
costituire una matrice ortogonale, nota
come DEM (Digital Elevation Model).
Maggiore è il passo del DEM, minore
la qualità del modello. Va però
osservato che la dimensione del DEM
aumenta con il quadrato della
risoluzione lineare, raggiungendo
facilmente entità che sono difficilmente
gestibili anche con i calcolatori di
ultima generazione.
In ogni caso, i DEM
commercialmente disponibili proprio
perché prodotti in un modello
proiettato, inducono alcuni effetti
collaterali estremamente negativi nelle
applicazioni radioelettriche.
Prima di tutto, come è già stato
osservato, la struttura di appoggio dei
dati è basata su lossodromie, anziché
su geodetiche: quindi i collegamenti
radio non sono rappresentabili con
linee rette. Inoltre, poiché il DEM
riporta generalmente le quote riferite
al livello del mare, non viene tenuto
conto della curvatura terrestre. Questa
introduce una variazione di circa due
metri a cinque kilometri di distanza.
Per dirla in breve, un collegamento
radio progettato su un modello
proiettato in piano semplicemente non
funziona: non importa quale sia la
precisione o la risoluzione del GIS che
realizza il modello.
I prodotti commerciali destinati alla
progettazione radio elettrica cercano di
alleviare I problemi indicati
introducendo dei correttivi che sono
solo cure palliative ad un male ben
noto: i modelli
proiettati NON sono
adatti alla
progettazione radio
elettrica.
La strada più impervia
Le osservazioni fin qui condotte
indicano chiaramente quale potrebbe
essere la soluzione finale per un GIS
orientato alle applicazioni radio
elettriche: non sarebbe il caso di
utilizzare dati non proiettati, trattando
direttamente coordinate espresse da
latitudine e longitudine, con tutte le
implicazioni che ne derivano? Una
eventuale rappresentazione del Pianeta
in scala reale (1:1!) risolverebbe
automaticamente tutti i problemi
geometrici connessi con i percorsi
radio elettrici, la curvatura terrestre e
tutto il resto, semplicemente perché i
relativi algoritmi potrebbero essere
sviluppati in una ambiente
geometricamente consistente con la
realtà. Non solo: l’approccio
tridimensionale intrinseco fornirebbe
una serie di indicazioni di vitale
importanza per il progettista: una per
tutti, l’ellissoide di Fresnel verrebbe
analizzato in tre dimensioni, anziché
soltanto nella sezione verticale, come
comunemente si fa.
Inutile dire che generare un modello
solido e non proiettato del Pianeta
significa davvero percorrere una strada
impervia. I dettagli di implementazione
si complicano orrendamente, come è
facile immaginare: anche le prestazioni
degli algoritmi di calcolo, che sono
adesso in tre dimensioni e non più in
due, sono piuttosto rallentate e
richiedono maggiori risorse
computazionali, non solo di tempo ma
di memoria. Per fortuna, il livello
ormai raggiunto dai sistemi di calcolo
rende questi aspetti relativamente
meno importanti.
Lo sviluppo di una libreria di
funzioni geodetiche e geometriche
completamente basata su modelli
vettoriali è stata il fondamento su cui
la società Vector (facile arguire la
ragione del suo nome…) ha basato la
concezione di un ambiente GIS non
proiettato. Questo accadeva quasi venti
anni fa: ma è stato solo il primo
passo.
Il problema più serio è stato
ovviamente un altro, una volta
intrapresa questa strada: virtualmente
tutta la documentazione disponibile per
costituire
il modello è
proiettata, il che la rende
automaticamente inutile per generare
un modello solido (sferico o ellissoidale
non importa). Se ne rende pertanto
necessaria la de-proiezione, per così
dire.
Accanto alle funzionalità vettoriali
già ricordate, Vector ha dunque
sviluppato nel tempo degli strumenti
sufficientemente potenti per superare il
problema della de-proiezione.
Attualmente, si può ritenere con
sollievo che non rimangano difficoltà
pratiche e l’integrazione nel GIS 3D di
dati cartografici convenzionali, o DEM
matriciali in forma proiettata, non
rappresenta più alcun problema.
Dopo aver parlato dei problemi è
ora il caso di accennare ai
considerevoli vantaggi che l’impiego di
un GIS 3D comporta, liberando dai
classici vincoli dei sistemi 2D:
nessun problema di scala. Tutti i dati
convergono in un modello unico a
scala unitaria. Ovviamente i dati in
ingresso hanno una scala e questa
informazione viene conservata. Questo
evita che, ad esempio, si ecceda nel
fattore di zoom durante la loro
presentazione o vengano mescolati a
dati più risolventi in una procedura di
calcolo. Quando questo avviene,
vengono date indicazioni all’utente. Il
fenomeno viene poi drasticamente
impedito a livello di calcolo per
evitare di produrre risultati scorretti,
limitando la loro risoluzione in
funzione dei dati meno risolventi che
siano stati eventualmente coinvolti nel
calcolo stesso;
la curvatura terrestre viene
intrinsecamente considerata. Perfino
il fatto che due tralicci delle estremità
di un ponte radio non hanno asse
verticale parallelo, così come la
diversa lunghezza del percorso in aria
e a terra (ossia della sua proiezione
sul terreno) sono automaticamente
gestiti;
non ci sono problemi di fuso di
La cartografia
spalmata sul 3D
evidenzia
le distorsioni
18 GEOmedia 4 2005
FOCUS
rappresentazione. Nell’approccio
tradizionale con carte basate sulla
proiezione U.T.M., elementi
appartenenti a fusi adiacenti hanno
una diversa proiezione locale e manca
consistenza lungo le zone di confine
tra fusi. La principale conseguenza è
che (per un ponte radio avente estremi
giacenti in fusi diversi) diventa
maledettamente complicata la
gestione progettuale. Per non parlare
della definizione delle aree di
copertura per le trasmissioni in
diffusione, se queste richiedono di
considerare zone in fusi diversi.
L’approccio praticamente seguito per
la regione italiana, prevalentemente
descritta da due fusi (ma già
all’estremo limite orientale si esegue
una forzatura sul fuso 34
fantasma…), consiste nel realizzare la
proiezione su un unico fuso allargato.
Questo però aumenta fortemente la
distorsione e richiede comunque una
ulteriore elaborazione dei dati
disponibili, proiettati su fusi distinti.
A questo punto, l’operazione di deproiezione
richiesta per produrre il
GIS 3D ha lo stesso (limitato, in
realtà) impatto economico ma effetti
ben più convenienti;
implicito ricorso al modello unico.
Operando con cartografia tradizionale
questo non è possibile per via di
differenti proiezioni, orientamenti,
scale;
utilizzo del DEM. Come già ricordato,
se un DEM è basato su una spaziatura
in coordinate ortogonali proiettate, il
suo utilizzo radio elettrico diviene
estremamente complesso, perché il
percorso dei raggi non è rettilineo
nello spazio della matrice proiettata.
Naturalmente, allorché un DEM
proiettato viene trasferito nel GIS 3D,
viene anche convertito in una
struttura a passo angolare costante in
termini di latitudine e longitudine. A
questo punto una geodetica attraversa
linearmente la matrice delle quote e
non sussiste alcuna difficoltà. In
questo caso il modello solido
semplifica addirittura l’algoritmo di
accesso, il che non guasta affatto.
Su queste basi la Vector ha costruito
una suite di prodotti specializzati per
l’analisi e la soluzione delle
problematiche legate alle varie
tecnologie oggi in uso o solo in studio.
Tecnologie diverse possono richiedere
la necessità di utilizzare dati
territoriali a scala, risoluzione e
definizione differenti: questo non
presenta alcun problema per il modello
descritto.
Un unico ambiente di simulazione,
eventualmente modulare – più che
altro per esigenze commerciali –
consente di gestire reti radio Punto-
Punto sia alle alte frequenze (brevi
distanze) che alle basse frequenze
(grandi distanze). Si può anche
simulare la copertura di impianti
Radio/TV analogici e digitali (DVB-T)
su aree molto estese, come un’intera
nazione, o molto limitate, come una
micro-cella (poche centinaia di metri)
per i sistemi 3G di telefonia mobile.
La flessibilità nella gestione dei
parametri del modello territoriale
consente alla Vector di affrontare
facilmente e velocemente, senza cioè
dover stravolgere l’impianto di base
dei suoi strumenti di simulazione, lo
studio di nuove tecnologie come sta
accadendo per il Wi-Max e il DVB-H.
Uno speciale strumento di
conversione software (denominato
WinCEM) è stato già da tempo
sviluppato da Vector per assistere nella
conversione dei DEM e nella deproiezione
dei dati cartografici, sia
vettoriali che matriciali (riprese da
scanner, ortofoto, ecc.). Speciale
attenzione è stata posta nell’alleviare I
problemi che nascono dagli artefatti
(alias) da doppia scansione, dato che le
informazioni originali di tipo matriciale
hanno già subito un processo di
quantizzazione (questo fortunatamente
non vale per le informazioni vettoriali).
Ad esempio, quando un DEM
proiettato viene riportato a 3D, è stato
constatato che l’applicazione di un
filtro LCM (Linear Correction Method)
consente un buon risultato. Lo stesso
vale, con poche ulteriori complicazioni,
per convertire documenti cartacei
VECTOR s.r.l. - Gruppo Citec
Via di Saponara, 650 – 00125 Acilia (Roma)
tel. +39.06.523021 – Fax +39.06.52302256
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E-Mail: info@vectorweb.it
Pannello di conversioni di WinCem
passati a scanner e foto aeree o
satellitari.
È esperienza comune che documenti
cartografici stampati o ripresi da
scanner spesso non forniscono
informazioni adeguate circa il metodo
e i parametri di proiezione. In questo
caso la de-proiezione si deve basare su
informazioni di tipo sperimentale,
ottenute dalla conoscenza, diretta o
indiretta, delle coordinate geografiche
di un conveniente numero di punti
(detti punti di passaggio o fix points).
Lo stesso vale per le quote.
Come ultima osservazione, si assiste
fortunatamente ad una tendenza
unificante per quanto riguarda gli
strumenti di acquisizione dati, sempre
più basati su tecnologia GPS ed
utilizzanti dati tridimensionali NON
proiettati riferiti a WGS84. Questa
tendenza potrebbe in breve portare a
soppiantare completamente i modelli
GIS 2D a favore di quelli 3D e
costituire la base del futuro. In Vector,
questo è già il presente.
GEOmedia 4 2005 19
REPORTS
Il Sistema
Informativo
Territoriale nel
comune di Creazzo:
l’esperienza reale
del GIS
Il COMUNE DI CREAZZO in cifre:
Numero Abitanti: 10.843 al 31.12.2004
Densità per Kmq: 945,0 abitanti
Estensione Territoriale: 20,51 Kmq
Numero Famiglie: 4.203
Numero Abitazioni: 3.925
Sup. Aree Produttive: 765.940 Mq
di Giampaolo Tonegato
e Martina Bersan
I
Il Comune di Creazzo
(provincia di Vicenza) ha
affidato ad ABITAT Sistemi
Informativi Territoriali la realizzazione
e lo sviluppo del proprio Sistema
Informativo Territoriale Comunale allo
scopo di dotarsi di uno strumento
completo ed efficiente che ottimizzasse
le procedure che ogni giorno gli uffici
comunali devono attuare per
rispondere alle richieste del cittadino e
degli Enti superiori.
L’esperienza nata dalla sinergia tra
l’Azienda ed il Comune vale
sicuramente la pena di essere
esposta poiché, nello sviluppo del SIT,
sono state affrontate e risolte notevoli
problematiche che interessano gran
parte delle Amministrazioni Comunali.
La dotazione di sistemi informatici
nelle Amministrazioni Comunali
aiutano gli uffici a fornire risposte
veloci e precise ai cittadini ed alle
imprese, informatizzando ed
organizzando i dati degli archivi
comunali che possono essere salvati e
catalogati per una ricerca veloce.
Il Comune di Creazzo, ad oggi, riesce
a gestire dati cartografici ed
alfanumerici in ambiente web con il
software Autodesk ® MapGuide
organizzandone la preparazione con il
software Autodesk ® Map.
La dotazione di software GIS vede il
Comune di Creazzo preparato a
rispondere alle indicazioni e alle
richieste della NUOVA LEGGE
URBANISTICA 11/2004 della Regione
Veneto che all’Art. 2 lettera b) indica
«l’adozione e l’utilizzo di un Sistema
Informativo Territoriale (SIT/GIS)
unificato e accessibile, al fine di
disporre di elementi conoscitivi
raffrontabili».
Il punto di partenza
Il Comune di Creazzo, dopo aver
preso la decisione di dotarsi di un
Sistema Informativo Territoriale
Comunale, ha effettuato ricerche per
conoscere i S.I.T. attivi nella Regione
Veneto ed extra regionali,
confrontandone pregi e difetti,
valutandone le specifiche potenzialità.
La commissione comunale per la
dotazione dello strumento S.I.T., dopo
l’attenta analisi degli strumenti
presenti nel mercato, ha deciso di
redigere un Progetto adeguato alle
esigenze specifiche del Comune sulla
base dei dati in possesso, del software
e hardware installato presso gli uffici
comunali.
Il Comune di Creazzo ha scelto di
effettuare un bando di gara, il cui
capitolato tecnico ricalcava il Progetto
nato dalle proprie specifiche esigenze
inserendo in dettaglio le procedure, le
attività, i tempi, ed i costi per la
realizzazione del Sistema Informativo
Territoriale.
Visto il S.I.T. in dotazione al Comune
di Bassano (VI), che rispondeva al
progetto redatto dal del Comune di
Creazzo, si è deciso stipulare una
convenzione con il Comune di Bassano
per il tutoraggio nella realizzazione del
SIT e passaggio della tecnologia Web-
GIS di Bassano a Creazzo per la
realizzazione del progetto.
Il Progetto è stato affidato alla ditta
Abitat SIT con la quale sono stati
organizzati i tavoli tecnici e
organizzativi per determinare l’inizio
dei lavori.
Gli obiettivi del S.I.T.C.
Condividere il patrimonio di dati
informatici (anagrafici, urbanistici,
20 GEOmedia 4 2005
REPORTS
edilizi, ambientali e fiscali) all’interno
dell’amministrazione per migliorare
la conoscenza ed il controllo del
territorio
Gestire il patrimonio dell’Ente
rendendo più efficaci i processi di
pianificazione e il controllo delle
manutenzioni
Rendere disponibili dati a cittadini e
professionisti che operano sul
territorio al fine di migliorare il
rapporto con la Pubblica
Amministrazione
Monitorare l’evoluzione e la
riqualificazione delle Aree Produttive
La cartografia inserita
nel S.I.T. comunale
Le banche dati cartografiche che il
Comune di Creazzo ha voluto inserire
nel Sistema informatizzandole e
georeferenziandole sono state nel corso
degli anni:
Cartografia urbanistica vigente e
varianti adottate
Piani attuativi vigenti e adottati e
cartografia degli esecutivi delle opere
di urbanizzazione e dei piani in corso
di collaudo
Cartografia proposta dall’ufficio
lavori pubblici
Viabilità e Toponomastica
Reti tecnologiche (acqua, gas,
fognatura nera e bianca, metano,
illuminazione pubblica, energia
elettrica e linee telefoniche all’interno
dei Piani Attuattivi)
Patrimonio pubblico (aree verdi,
edifici pubblici, isole ecologiche)
Microzone I.C.I.
Piano di protezione civile comunale
Atlante aree produttive (figura 1)
Uno dei processi più importanti nella
realizzazione del progetto è stata la
conversione dei dati informatizzati in
formati compatibili (dwg, mdb, xls,
pdf, etc.) e l’organizzazione logica utile
per il loro collegamento con altri dati.
In questa fase, la sinergia tra il
Responsabile SIT del Comune e i
tecnici di Abitat SIT è stata di
fondamentale importanza, poiché ogni
decisione sia tecnica che grafica è
stata condivisa da entrambe le parti al
fine di sviluppare un S.I.T. “su misura
del Comune”.
Costruzione dei collegamenti con
le banche dati alfa numeriche
Per completare il S.I.T., il Comune ha
esportato le banche dati alfanumeriche
al fine di permettere ad Abitat SIT di
creare le maschere di lettura delle
informazioni nel S.I.T.:
Gestione Pratiche Edilizie
Gestione I.C.I.
Gestione Anagrafe e Stato Civile
Dati ufficio ecologia
Dati Ufficio Commercio
Dati patrimonio pubblico
Il Sistema Informativo Territoriale del
Comune di Creazzo, lega alla
cartografia le informazioni ad essa
correlate, garantendo ai tecnici del
comune la possibilità di effettuare
ricerche in tempo reale, di mantenere
aggiornati i dati, di amministrare il
territorio con più precisione ed
affidabilità.
La cronistoria del progetto
Maggio 2003: inizio lavori (consegna
dei dati alla ditta Abitat sit);
Dicembre 2003: installazione del GIS
Dicembre 2003: Formazione del
personale dell’ufficio tecnico all’uso di
Autodesk ® Map, Raster Design e
Autodesk ® MapGuide;
Settembre 2003:
Informatizzazione dei numeri
civici (civico – barrato –
scala – piano – interno) e
georeferenziazione e
localizzazione con foto digitale
dell’immobile e degli ingressi.
Gennaio 2004: Atlante delle
attività produttive (progetto
concordato con Associazione
Industriali) - Presentazione
progetto alle associazioni di
categoria il 27.04.2004 con un
seminario pubblico
Luglio 2004: Realizzazione Volo per
ortofoto in scala 1:1000 e 1:500
In corso di realizzazione:
informatizzazione e automazione del
piano di protezione civile in
convenzione con il comune di
Gambugliano e Monteviale.
La costruzione del SIT è avvenuta
senza cambiare o installare nuovo
software nei vari uffici perché si è
provveduto a collegare le banche dati
dei vari servizi, senza peraltro
interrompere o disturbare il lavoro
degli uffici.
Nel corso del 2004 infine si è
provveduto a formare il personale con
appositi corsi perfezionanti per ogni
ufficio all’uso del SIT attraverso il
software Autodesk ® MapGuide.
L’architettura del sistema
Atlante aree produttive
Possono essere richiamati
tutti gli oggetti delle sezioni
precedenti e altre opzioni:
Piani Attuativi
Aree Produttive
Unità Minime di Intervento
(UMI)
Lotti fondiari
Gestione Ditte
Ricerca veloce delle ditte
per prodotti distribuiti,
servizi o marchi
Collegamento ai siti WEB
dell’azienda
Ricerca di tutti i
provvedimenti emessi dal
comune sulla ditta
L’architettura creata per il Comune di
Creazzo tiene presente le necessità
specifiche del Comune e la dotazione
hardware e software presente negli
uffici comunali.
La
scelta
della
GEOmedia 4 2005 21
REPORTS
Piattaforma GIS di base
Autodesk ® Map
Basato sul software AutoCAD ® ,
integra la progettazione CAD con la
tecnologia GIS, combinando le
funzionalità geospaziali richieste dai
cartografi e dai professionisti CAD con
potenti strumenti per la creazione e
l’analisi utilizzati dai professionisti
GIS.
In questo modo tutti possono
aggiungere intelligenza geospaziale ai
dati cartografici.
La scelta della piattaforma GIS
di base Autodesk ® Mapguide
massimizzando, al contempo, la
velocità, l’efficienza, l’integrità e il
rispetto di procedure esistenti sulla
rete. Il GIS Network-centrico è
definito da tre criteri: supporto degli
standard di Internet, architettura a
servizi distribuiti e client leggeri basati
sulla lettura di documenti intelligenti.
Il prodotto è facilmente
personalizzabile. Usando Autodesk
MapGuide Author si può
personalizzare completamente il “look
and feel” delle mappe da distribuire.
Questa flessibilità permette di creare
mappe che mostrano i dati nel modo
desiderato, evidenziando solo ciò che si
vuole far vedere.
Autore
GIAMPAOLO TONEGATO
RESPONSABILE S.I.T. COMUNE DI
CREAZZO (VI)
MARTINA BERSAN
RESPONSABILE MARKETING E
COMMERCIALE ABITAT S.I.T.
L’applicazione è basata su Autodesk ®
MapGuide e la SUITE composta da:
Server
Author
Viewer
La componente CLIENT non necessita
di nessun software aggiuntivo.
Autodesk ® MapGuide viene detta
«applicazione software Networkcentrica»
poichè è stata studiata per
gestire grandi insiemi di dati
ABITAT SISTEMI INFORMATIVI TERRITORIALI
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36026 POJANA MAGGIORE (VI)
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22 GEOmedia 4 2005
REPORTS
9 a Conferenza
Nazionale Asita
S
i è conclusa lo scorso 18
Novembre a Catania l’edizione
2005 della Conferenza
Nazionale delle Associazioni Scientifiche
per le Informazioni Territoriali e
Ambientali (ASITA) ed è giunto il tempo,
per noi di GEOmedia, di stilare un
bilancio degli avvenimenti che hanno
caratterizzato la quattro giorni
scientifica; ospitata dall’accogliente e,
seppur a Novembre inoltrato, calda
Catania la nona edizione della
conferenza dedicata ai settori del
rilevamento, della gestione e
rappresentazione dei dati territoriali ed
ambientali, ha trovato spazio all’interno
del complesso congressuale “Le
Ciminiere”, ex area industriale dedicata
alla raffinazione dello zolfo ed ora
prezioso esempio di archeologia
industriale reso fruibile grazie alla scelta
di valorizzazione ambientale voluta dall’amministrazione
provinciale. Come
sempre, obiettivo primario della
conferenza ASITA è stato quello di
favorire il confronto e l’approfondimento
su temi specifici e, nel contempo,
promuovere una visione multidisciplinare
della Geomatica, in cui si sviluppa
necessariamente l’integrazione delle
tecnologie. Proprio questa integrazione è
finalizzata ad una maggiore efficienza e
tempestività del processo informativo che
va dall’acquisizione dei dati, al loro
aggiornamento, gestione ed elaborazione,
per poi arrivare via Internet all’utente
SICULA TERRA, LA STORIA NATURALE DELL’ ISOLA IN DVD
finale secondo i suoi desideri; come ha
spiegato Alberta Bianchin, Presidente del
Consiglio Scientifico ASITA, durante il
suo intervento di presentazione della
Nona Conferenza, l’aspetto chiave di
tutto ciò è l’accelerazione nei tempi di
acquisizione e fruizione dell’informazione
territoriale, grazie appunto
all’integrazione di cui sopra.
Ma veniamo alla conferenza vera e
propria: nonostante una sessione plenaria
iniziale un po’ scarsa viste le sole 100
presenze in aula (in parte dovute
sicuramente alla località dell’evento non
certo semplice da raggiungere), ASITA
può ancora essere definito di gran lunga
l’incontro annuale più importante tra gli
operatori del settore. Quest’anno si sono
notate alcune assenze eccellenti, quali le
rappresentanze degli enti locali, Regioni
in primis, che invece erano presenti
durante la conferenza svoltasi a tutt’altre
latitudini in quel di Bolzano, così’ come
per il Collegio dei Geometri della
provincia ospitante che in genere è
sempre stata parte in causa
nell’organizzazione dell’evento. Non si è
visto per la prima volta nel foyer di
ASITA Luciano Surace, che pur è stato
uno tra gli attori più importanti delle
precedenti conferenze, sia per levatura
scientifica che per natura istituzionale e
associativa, essendo stato il penultimo
presidente di una componente importante
di ASITA come la SIFET.
La nona volta della Conferenza ASITA
La documentazione cartografica e bibliografica della storia naturale della Sicilia: la sua origine
e l’ evoluzione nel Mediterraneo. Sono i contenuti dei DVD “Sicula terra” realizzati dai tecnici
dell’ Università di Palermo, coordinati dal Prof. Aurelio Aureli, in collaborazione con il CNR
dell’Istituto Geografico Militare, presentato a Acireale nell’ ambito della nona conferenza
nazionale ASITA. La dedizione di Aurelio Aureli unita alla schiera di appassionati collaboratori
che lo hanno affiancato, hanno reso possibile il raggiungimento di questo risultato. Spiega il
Prof. Aureli:”La convinzione, provata, che in misteriosi anfratti, archivi polverosi ed infestati da
blatte e da topi si nascondessero documenti preziosi e dimenticati, si che, spesso, si è dovuto
indagare di nuovo con inutile spesa, si era fatta in me per esperienza acquisita… la reazione è
stata di creare un archivio personale setacciando, fotocopiando, scannerizzando tutto ciò che di
interessante andavo incontrando”.
Il lavoro ha richiesto molti anni di passione e buona volontà; testi e carte sono stati passati allo
scanner e le seconde georeferenziate. I dati sono stati ordinati in appositi database e le query
relative opportunamente predisposte. L’ipertesto ed il GIS realizzati, alla fine, hanno consentito
l’utilizzo razionale e pratico di tutto il materiale raccolto. La documentazione mette a
disposizione di tecnici, ricercatori e studiosi tutte le informazioni sulla natura geologica, le
caratteristiche meteorologiche, le tipicità dei terreni e il grande patrimonio bibliografico su
questi temi sulla Sicilia. Carte e testi sono riprodotti su DVD e sono consultabili grazie a dei
database. “Sicula terra” è realizzato in
collaborazione con la Regione Siciliana,
l’ANPA, l’Ufficio Idrografico Regionale, la
Protezione Civile e i dipartimenti tecnico
scientifici dello Stato e della Regione ed il
contributo di ESRI Italia.
è stata pur sempre un momento di
incontro singolare, con sessioni
interessanti tra le quali ne vanno
segnalate alcune cui a nostro parere
valeva la pena di presenziare.
Innanzitutto la sessione plenaria sulla
“Conoscenza geografica e cartografia”
che attraverso due singolari relazioni
invitate ha dotato di senso il contatto tra
arte e scienza, passando da una
relazione sugli atlanti storici tenuta da
G.Mangani, che ha raccontato la nascita
e l’evoluzione dell’atlante come raccolta
inconografica e mappa della conoscenza
non solo geografica, ad una relazione
tutta orientata all’evoluzione
dell’Information Technology nel contesto
della rete come panacea della modernità
e della condivisione della conoscenza non
tanto geografica quanto complessiva. Si
inserisce in questo contesto
l’affermazione di L. Di Prinzio dello
IUAV di Venezia, secondo il quale
“…l’ITC ha cambiato modello concettuale
e cognitivo in uno spazio temporale
compresso tra gli anni 70 e 90; infatti
nel ‘69 abbiamo la prima connessione tra
computer, nel ‘90 il primo prototipo di
linguaggio HTML e infine nel ‘93 il
primo browser Internet, il Mosaic,
progenitore di Netscape e dei successivi
navigatori della rete”.
Ma ad ASITA si è parlato anche e
soprattutto di formazione, con una
speciale sessione dal titolo “La
formazione geomatica di terzo livello in
Europa” tenutasi il secondo giorno della
conferenza con invitati d’eccezione i
rappresentanti di diverse nazioni
nell’ambito del progetto EEGECS, che
altro non è che una iniziativa sostenuta
dalla Comunità Europea nell’ambito dell’
European Higher Education Area. Il
network tematico EEGECS rappresenta
proprio il network per l’European
Education in Geodetic Engineering,
catography and Survey. Le relazioni
tenute durate la sessione speciale hanno
affrontato le proposte per la
standardizzazione dei titoli universitari
ed accademici in europa. Le motivazioni
possono essere ricondotte al fatto che
“…gli studenti sono in sostanza i clienti
ed i clienti chiedono chiarezza. I clienti
devono sapere a cosa accedono con un
Bachelor, con uno stage ecc. e sopratutto
24 GEOmedia 4 2005
REPORTS
a quali posizioni possono accedere nel
mondo del lavoro”.
Oggi studenti e professori vivono
all’interno di un forte processo di
mobilità, e questa è una delle
motivazioni per cui è necessaria
un’armonizzazione del sistema formativo
tra i paesi europei. Tra gli obiettivi citati
da E. Heine dell’Università Boku di
Vienna, l’apertura verso il mercato e di
conseguenza la formazione di figure
professionali specifiche e richieste dai
committenti sono sicuramente elementi di
spicco nell’agenda del formatore. A
conclusione della sessione, una relazione
di Anna Spalla dell’ AUTeC
sull’insegnamento delle discipline della
geomatica nelle università italiane, non
ha prospettato nulla di buono sul fronte
interno. La relazione in questione sarà
probabilmente ospitata sulle pagine di
una prossima edizione di GEOmedia.
Un’altra delle sessioni plenarie che ha
attirato la nostra attenzione è stata
quella sul “Posizionamento geodetico”,
che si è svolta di fronte ad un’aula
stracolma con circa 400-450 presenze.
Una relazione invitata necessaria, che ha
fatto chiarezza univoca nel settore
emergente delle reti GPS. La relazione è
stata tenuta dal Prof. F. Sansò, del
Politecnico di Milano, ed ha avuto per
tema i servizi di posizionamento e
localizzazione basati su reti di stazioni
permanenti GNSS. Le tecniche del
posizionamento satellitare furono
presentate per la prima volta al
convegno SIFET di Riva del Garda nel
1983 e da allora ad oggi la rivoluzione
del GPS e la sua evoluzione GNSS si
sono basate sull’avanzamento tecnologico
e dell’analisi dei dati, sulla correlazione
dei segnali (hardware dei sistemi), sui
modelli fisici e sul grande sviluppo degli
algoritmi; insomma, per la prima volta
un sistema di misurazione geodetica non
era influenzato dalla lunghezza della
base ed oggi il cuore del sistema
geodetico mondiale è rappresentato dal
servizio IGS, che mantiene e monitora
attraverso le sue oltre 500 stazioni il
vero network geodetico di riferimento. In
Italia la svolta si è avuta verso il 2000
con la nascita dei primi servizi di
stazioni permanenti a scala nazionale e
regionale ma la rete si è sviluppata in
maniera anarchica, senza un carattere
geodetico. Come sempre, però, le
esigenze non vanno d’accordo con la
programmazione, così all’impegno dei
geodeti non è seguita da parte dell’ ASI
(Agenzia spaziale Italiana) la
formulazione di un piano geodetico
nazionale. La relazione è poi proseguita
sugli aspetti tecnici e scientifici del
problema con la sua versione integrale
PREMI POSTER ASITA 2005
Sessione 2.2
Basi di dati geografici e loro rappresentazione
Sistema informativo territoriale per la pianificazione energetica sostenibile
A. Centrella (*), M. Pignone (**), D. Villacci (*)
(*) Dipartimento di Ingegneria, Università degli Studi del Sannio, Benevento
(**) INGV - Centro per la Sismologia e l’Ingegneria Sismica, Grottaminarda (AV)
Sessione 2.3
GPS e geodesia. Metodologie di rilevamento e applicazioni
Effetto di un errore di modello della marea terrestre nel calcolo di reti permanenti
GPS a scala regionale
L. Biagi (*), G. Pietrantonio (**), F. Riguzzi (**)
(*) Politecnico di Milano - DIIAR c/o Polo Regionale di Como
(**) Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione CNT, Roma
Sessione 2.4
Telerilevamento ambientale
L’uso della spettrometria di campo per il monitoraggio del contenuto d’azoto della
pianta di riso
D. Stroppiana (*), M. Boschetti (*), R. Confalonieri (**), S. Bocchi (***), P. A. Brivio
(*), M. Musanti (*)
(*) Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente, CNR - Milano
(**) Institute for the Protection and Security of the Citizens
Ispra, (VA)
(***) Dipartimento di Produzione Vegetale, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di
Milano
Sessione 2.5
GIS/Applicazioni nella pianificazione e gestione territoriale-2
Geofusion ed interoperabilità: un approccio open source
C. Giovando
Department of Geography, San Diego State University, San Diego, USA
Sessione 3.6
GIS/Applicazioni ambientali 2
Utilizzo di strumenti GIS per l’individuazione automatica delle foreste di
protezione diretta in Valle d’Aosta
F. Meloni , E. Lingua , R. Motta
Università di Torino, Dip. di Agronomia, Selvicoltura e Gestione del territorio, (TO)
Sessione 3.7
Nuovi sensori per il telerilevamento
Tecniche innovative per il rilievo multispettrale di affreschi murali
E. Borgogno Mondino , M. Grua , A. Lingua, F. Giulio Tonolo
Politecnico di Torino – Dipartimento di Ingegneria del Territorio,dell’Ambiente e delle
Geotecnologie
reperibile sul sito del politecnico di
Como all’URL
http://geomatica.como.polimi.it/prin/doc/s
ansoasita05.pdf, le cui conclusioni sono
singolari con Sansò che afferma
testualmente “Chi ha orecchie per
ascoltare e cervello per capire il
problema, chi ha la forza e la strada per
formulare proposte ed essere ascoltato lo
faccia; ma per piacere con questo spirito,
rifiutando la logica della guerra di
occupazione della geodesia senza geodeti!”
I numeri della conferenza
18 gli argomenti tra i quali gli autori
dovevano collocare i loro contributi, 3 le
parole chiave relative a 3 ambiti: Aree
scientifiche e tecnologiche, Campi di
applicazione, Approcci metodologici. I
lavori presentati durante la Nona
edizione di ASITA sono stati 338 con
una consistente crescita per le relazioni
dedicate al Mobile Mapping ed alla
Navigazione. 7 le relazioni invitate con
argomenti che hanno spaziato
dall’Integrazione dei dati territoriali ai
servizi di posizionamento. Per quanto
riguarda l’aspetto tecnico commerciale 41
sono state le aziende presenti a Catania
con nomi di rilievo ma anche con
gradite novità ad allargare il campo
delle soluzioni; come anche per l’edizione
numero 8 della conferenza, grande
spazio è stato dedicato alla tecnologia ed
alle applicazioni dedicate al GIS. 17 i
poster presentati all’interno di 3 sessioni:
consultate il box per scoprire i vincitori
del premio dedicato. Più di 1000 sono
stati i visitatori complessivi della
Conferenza ASITA 2005.
L’aspetto tecnico commerciale
Per una panoramica di più ampio
respiro sull’aspetto dedicato alle aziende,
ai prodotti ed alle soluzioni presentate
ad ASITA vi rimandiamo allo speciale
inserito nella rubrica Aziende e Prodotti
di questo numero a Pag. 49.
A cura della Redazione
GEOmedia 4 2005 25
INTERVISTA
La figura del
Geometra tra
Innovazione ed
Evoluzione
“La misura di tutte le cose” è un bellissimo libro che ben rappresenta la
passione e l’arte di misurare la terra raccontando la genesi delle moderne reti
geodetiche europee; ma il tutto non nacque così per caso, improvvisamente,
all’ombra del nulla.
Misurare la terra, tracciare un’opera ingegneristica, è stata sempre un’attività
fondamentale per lo sviluppo di qualsiasi società civile e la figura del geometra
affonda le radici nella storia. L’era moderna, portatrice del GPS e di tante altre
novità, ha visto la geografia e le coordinate tornare ad essere protagoniste di
uno sviluppo inatteso, in cui la figura del geometra non può che essere quella
dell’attore. Attraverso questa intervista al Geom. Alberto Chiariotti, Presidente
del Collegio Provinciale dei Geometri di Perugia, chiediamo un contributo in
termini di attualità sui progetti e sulle prospettive del geometra dell’era moderna
tra tecnologie, scenari europei e mercato del lavoro.
GEOmedia – Gli scenari di contesto
della globalizzazione, insieme alle
rivoluzioni piccole e grandi che
Internet, il GPS e le altre tecnologie
hanno apportato, stanno mutando
velocemente questa società. Quale
ruolo assumerà in futuro il
professionista tipo della vostra
categoria?
A. Chiariotti - Il libro “La misura
di tutte le cose” di Ken Alder, viene
usato da “Geomedia” come apologo
attraverso il quale mi si chiede di
sviluppare un ragionamento al presente
ma soprattutto al futuro di questa
nostra professione. Certo, argomentare
sul presente è cosa ancora possibile,
ma per le previsioni del futuro ci
vorrebbe un vero e proprio àugure o
almeno un geomante capace di intuire
il futuro attraverso l’interpretazione dei
segni di oggi.
L’attualità ci fornisce i segni di reti
Internet e GPS che infrastrutturano
tutta la terra e la visione che abbiamo
del nostro pianeta è quella dei satelliti:
cioè globale.
Non si limita solo alla corografia
della crosta, ma penetra al di sotto di
questa, consegnandoci immagini
terrestri complesse, interpretabili solo
attraverso sofisticati software, grazie
alle quali percepiamo addirittura gli
elementi compositivi della materia.
Viene spontaneo il richiamo a
Delambre e Méchain ed all’odissea per
la misurazione dell’arco di meridiano
tra Dunkerque e Barcellona, da cui
deriva l’invenzione del sistema metrico
decimale del 1792, in piena rivoluzione
francese. Ed è ancora più incredibile
come, in quella lontana epoca pregna
di così profondi sconvolgimenti sociali,
economici e militari, degli uomini
pensassero di dare vita a questa
operazione; è anche normale pensare
che proprio solo con la rivoluzione
sarebbe stato possibile imporre in
quell’epoca un sistema di pesi e
misure unico.
Pensiamo al fatto che tutto il mondo
oggigiorno misura le cose con un
sistema unico, mentre non è ancora
riuscito a parlarsi con un’unica lingua;
pensiamo come attraverso questa
invenzione gli uomini siano diventati
più liberi, capaci di decidere
universalmente la misura di ogni cosa.
Un parallelo tra questa invenzione ed
Internet diventa senz’altro spontaneo.
Anche quest’ultimo è un sistema di
unificazione di tante cose: trasmettendo
pensieri, unifica. Mettendo in comune
cose, unifica la conoscenza. In
definitiva, è uno strumento di libertà,
purtroppo anche di male.
Una connessione ed un legame tra
questi eventi non ha, secondo me,
altra definizione se non quella che
coincide col termine ”progresso”. E’ in
questo contesto che mi si chiede quale
è e come sarà il ruolo di questa
professione.
Ho pensato molto alla risposta per
questo quesito, soprattutto alla parte
che si riferisce al futuro, ma non sono
riuscito ad intravedere, né immaginare,
particolari stravolgimenti nel modo di
essere del professionista di domani.
Forse sono in errore; magari sono
talmente innamorato di questo lavoro
da non riuscire a percepire elementi di
obsolescenza, ma ritengo ancora validi
per il futuro gli stessi principi
fondanti del passato, così attuali da
spingermi ad integrare concetti antichi
come professionalità, cultura e studio
allo stesso concetto di futuro,
coniugando il tutto con
“organizzazione”, “intraprendenza” e
“diversificazione” e mai con
“corporativismo” e “pauperismo”.
Quale ruolo assumerà in futuro la
nostra professione? E’ un quesito al
quale, con molta convinzione, rispondo
26 GEOmedia 4 2005
INTERVISTA
senz’altro dicendo che avrà la stessa
funzione di ieri e di oggi purché sia
fondato su quei principi che hanno
validità assoluta e non relativa che
dipendono, insomma, da come cambia
il vento. In fondo, qualsiasi processo
costruttivo, anche quello delle
avanguardie, per essere realizzato ha
bisogno di uno sviluppo assolutamente
pragmatico, ha bisogno di misurarsi
con delle certezze, necessita del
confronto di più culture, dell’azione
corale di più categorie.
L’Ingegnerizzazione di una qualsiasi
idea progettuale, ha bisogno della
conoscenza dei materiali,
dell’integrazione delle maestranze, di
chi traduca l’idea progettuale in
edificato, di chi “misuri le cose”. Ha
bisogno insomma del “Geometra”.
GEOmedia – Tra i problemi più
pressanti per i geometri, c’è la
questione del riordino delle professioni,
la questione della formazione e
l’Europa alle porte. Può raccontarci i
passi significativi che si intravedono su
questi temi?
A. Chiariotti – L’idea dell’Europa
secondo me, intanto, non è un
problema ma una opportunità.
Dobbiamo solo convincerci che
l’orticello domestico tanto caro alla
concezione corporativa di questa
professione non è più così ristretto, ma
si è talmente dilatato che ha assunto
una dimensione tale da non farci più
percepire i tradizionali segni di un
confine tranquillizzante perché noto. Ci
pervade la paura che i nostri confini
siano violati, che un’orda di
professionisti comunitari calpesti il
suolo italico e ci riduca in schiavitù.
Io non ho di queste paure, perché
penso di fare bene il mio lavoro.
Studio per svolgerlo sempre al meglio,
mi organizzo, intraprendo ed investo in
innovazione tecnologica per fare prima,
per avere tempo per studiare di più.
Computer, Internet, GPS non cambiano
i teoremi scientifici, li calcolano per
noi, per disimpegnarci da una fatica
fisica e mentale che invece possiamo
utilizzare per una funzione più nobile:
pensare.
Sul riordino delle professioni esse
non hanno bisogno, secondo me, di
essere riformate, vanno bene così come
sono (vanno soltanto rinnovate)
soprattutto va cambiato radicalmente il
percorso per arrivare a svolgerle ed il
modo di gestirle.
Gli ordini professionali debbono
essere organi di autocontrollo, osservati
da una Agenzia non governativa a
livello europeo capace di armonizzare
ed appiattire le differenze degli
ordinamenti nazionali dei paesi
membri. Possono scomparire anche le
Tariffe minime, a patto però che ci sia
un parametro che misuri la qualità
oggettiva delle prestazioni. Questa è
una materia di quelle che non può
essere lasciata fluttuare liberamente nel
mercato. Ci vogliono delle regole.
Gli ordini professionali, o un’altra
qualsiasi struttura che li sostituisca,
devono occuparsi di formazione ed
aggiornamento obbligatori e devono
porsi come garanti della collettività,
della preparazione professionale degli
iscritti.
GEOmedia – La figura del
geometra sta per essere ridefinita
all’interno della prossima assemblea
della FIG (Federazione Internazionale
dei Geometri) con uno spettro di
competenze che non ha eguali, tutte
orientate alle scienze geomatiche, del
GIS, degli aspetti patrimoniali e delle
nuove tecnologie geospaziali in genere.
Cosa può dire per raccordare la
situazione italiana a quella europea e
internazionale?
A. Chiariotti – Il geometra italiano,
come quello degli altri paesi europei è
un tecnico intermedio. E’ una figura
professionale che si occupa di infinità
di cose, dal carattere più pratico ed
operativo.
A lui è demandata la gestione dei
processi produttivi: più questi si fanno
complessi ed innovativi più ci sarà
bisogno di adeguare la preparazione
delle maestranze che vi sono coinvolte.
Come dicevo prima, tutto si riduce alla
preparazione ed allo studio.
Le nuove tecnologie andranno gestite
e noi lo abbiamo dimostrato, siamo
abili a farlo. Serve una buona
preparazione scolastica di base ed una
formazione specialistica di livello
universitario.
Si aboliscano pure gli istituti
professionalizzanti, ma che almeno i
nuovi licei tecnologici siano all’altezza
di una buona formazione di base e che
il triennio universitario fornisca la
specializzazione necessaria. Il progetto
di riforma proposto può essere
condiviso, a patto però che venga
rivisto il percorso curriculare: così
come è formulato non lo ritengo
sufficiente. E’ ancora troppo generico
nella parte universitaria e carente di
un più raccordo tra i due livelli
formativi. E poi una amara riflessione
riferita alla scarsità di mezzi: una
nazione che non investe, tutto quello
che può, nella formazione dei giovani,
che futuro potrà mai avere? Se non si
fa ricerca, come potremmo mai
competere? Quale futuro stiamo
costruendo per i nostri figli?
Ma questi sono quesiti che
dovrebbero essere indirizzati alla
politica con la “P” maiuscola.
GEOmedia – I temi posti nelle
domande precedenti mi sembrano
abbastanza ampi e quasi esaustivi, ma
non abbiamo parlato dell’Umbria, una
regione che sullo scenario italiano si
distingue su moltissimi fronti. Quindi,
con questa ultima domanda, le
chiederei di raccontarci a brevi linee
quali sono le attività, le prospettive e i
progetti sui quali la vostra categoria
sta puntando.
A. Chiariotti – Parliamo
dell’Umbria; minuscola entità nel
quadro internazionale al quale abbiamo
fatto riferimento fin qui. In Umbria vi
sono due collegi provinciali ed una
popolazione di geometri di di circa
2.600 entità professionali: 2.100 a
Perugia, il resto a Terni.
Il Collegio di Perugia è presieduto
dal sottoscritto dal Luglio del 2002.
Parlare di tutte le attività poste in
essere dal Collegio sarebbe troppo
lungo e fors’anche tedioso, perciò
affido alla mia relazione per la
inaugurazione di un Centro Studi, il
compito di illustrare le strategie
politiche che supportano la nostra
gestione.
“La misura di tutte le cose” di Ken Alder
Edizioni Rizzoli
GEOmedia 4 2005 27
INTERVISTA
GEOMETRA:
PROFESSIONE IN EVOLUZIONE
Il 23/09/2005 è stato inaugurato il
centro di formazione e ricerca per il
territorio e l’edilizia costituito dal
Collegio dei geometri di Perugia e
I.T.G Arnolfo di Cambio di Perugia.
Il perché di questo centro studi ce
lo spiega il Geom. Alberto Chiariotti
presidente del Collegio di Perugia.
“Vi sono molti perché:
In primo luogo perché abbiamo
bisogno di più cultura scientifica;
abbiamo bisogno di attrezzare meglio
il nostro bagaglio culturale per
rispondere alle nuove richieste di
servizi della società di oggi e per
rinnovare ed approfondire la nostra
professionalità.
Un altro motivo è rappresentato
dal fatto che questo centro avrà la
capacità di operare la tanto
auspicata, e mai completamente
compiuta, saldatura tra la formazione
scolastica ed il mondo del lavoro
professionale.
Poi, questo centro si occuperà di
aggiornamento, formazione e ricerca
scientifica. In questo quadro
collaborerà con l’istituzione scolastica
nell’adeguamento dei programmi
curricolari nei campi disciplinari
tradizionali ed in quelli nuovi, come
l’ambiente ed il territorio.
Promuoverà stages e supporterà
adeguatamente le esercitazioni
pratiche degli alunni.
Dovrà promuovere e sperimentare
nuove tecnologie, offrire consulenza
scientifica a tutti i geometri e
professionisti in genere, ma anche
alla Pubblica Amministrazione.
Dovrà occuparsi inoltre della
gestione tecnica del progetto, ormai
avviato, della rete fissa GPS.
Ad ognuno di questi perché si è
data risposta con un programma
operativo specifico messo a punto dal
Comitato Scientifico – una sorta di
entità pensante – costituito dai
docenti di tutti gli Istituti Geometri
della Provincia di Perugia, dalle
migliori professionalità interne alla
categoria, da docenti universitari, da
esperti delle Pubbliche
Amministrazioni, dalle altre
organizzazioni di categoria del
mondo imprenditoriale.
Tutti questi soggetti opereranno, in
modo sinergico, ad un programma
comune, ideato e finanziato
autonomamente dal Collegio,
nell’ambito di una strategia politica
gestionale che rinnova completamente
il modo di conduzione del Collegio e
rivoluziona il modo di essere di
questo Ente. Uso il termine
“rivoluzione” impropriamente perché,
in fondo, si tratta di interpretare in
modo autentico il ruolo che la
società ha voluto affidare agli ordini
professionali, che invece, nel tempo
si sono trasformati in vere e proprie
corporazioni. E’ prevalso il senso
della protezione corporativa, che ha,
in qualche modo, indebolito
l’impulso, invece molto diffuso, allo
spirito imprenditoriale. E’ prevalsa
una scelta di resistenza invece di
combattere radicalmente le cause di
un possibile declino.
La lettura storica del declino
economico dell’Italia esposta molto
bene esposta nell’articolo di Gianni
Toniolo sul Sole24Ore è applicabile
anche alla nostra condizione
professionale ed è anche dalla
condivisione di questa analisi che,
ormai da tempo, abbiamo
radicalmente reinterpretato il nostro
ruolo.
Intendiamo far assumere al
Collegio un compito propositivo: esso
dev’essere un ente che agevoli e
promuova opportunità di applicazione
professionale, anche attraverso
l’innovazione tecnologica. Un Ente
che investa tutte le risorse
economiche ed intellettuali della
Categoria per offrire servizi agli
iscritti, per formarli, per consentire
loro di competere al meglio con le
altre figure professionali, rispondendo
alle richieste del mondo produttivo e
della società con la più alta
professionalità.
A questo fine abbiamo costituito
una nostra società di Servizi; una
S.r.l. che ha come unico socio
l’istituzione Collegio e attraverso la
quale gestiremo anche
commercialmente tutte quelle attività
di cui parlavo prima. Un organismo
che si propone esso stesso come
soggetto professionale, che potrà
adeguatamente supportare le esigenze
anche della Pubblica
Amministrazione. Un soggetto che
promuoverà occasioni di lavoro e le
distribuirà, con un meccanismo
equanime, agli iscritti più giovani,
che rappresentano il nostro costante
pensiero ed il nostro punto di
riferimento. Gestirà la complessa
operatività della rete fissa GPS, una
vera e propria opera di
infrastrutturazione territoriale,
dedicata non solo ai geometri ma
anche a tutti gli enti territoriali che
vorranno utilizzarla.
A questo punto credo possa essere
più comprensibile anche il complesso
disegno che stiamo attuando: il
Collegio come istituzione centrale, la
società “COGEO” una sorta di
braccio operativo, il centro studi il
cervello scientifico ed, infine, il
portale informatico.
Il portale costituirà la nostra
interfaccia con la categoria.
Attraverso questo strumento vengono
attivati corsi di formazione e-
learning, collegamenti e condivisione
dei sistemi informativi pubblici e
privati, collegamenti e condivisione
delle banche dati convenzionate, cioè
una vera e propria Agenzia di servizi
a supporto della nostra professione.
I geometri insomma non temono il
futuro, e traendo insegnamento dalla
loro lunga storia professionale,
mettono in campo le armi della
organizzazione, della cultura e della
intraprendenza, per consolidare e
sviluppare la loro professione.
A cura della Redazione
28 GEOmedia 4 2005
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REPORTS
Il progetto
SISTER
per il comune
di Lignano
Sabbiadoro
Il comune di Lignano è stato
recentemente invitato a Roma in
qualità di relatore alla conferenza
nazionale dei sistemi informativi
territoriali organizzata da Esri, il
maggior produttore mondiale di
software per la gestione delle
cartografie informatizzate. In tale
occasione l’assessore Angelo
Bonelli ha presentato il progetto
sperimentale di sistema informatico
per la gestione del territorio, che è
in corso da circa un anno. Ecco la
sintesi della relazione del Sistema
Informativo Integrato Territoriale
(SISTER) realizzato da Politecnica.
I
l Comune di Lignano
Sabbiadoro (UD), si è dotato
di una soluzione informatica
rispondente alle esigenze dell’amministrazione
permettendo l’integrazione
con le procedure del Sistema
Informativo Comunale offrendo una
importante soluzione alle necessità sia
degli amministratori che dei cittadini.
Un importante risultato raggiunto è
stato quello di coordinare un insieme
di azioni che non vanificassero i
consistenti investimenti fatti nel
processo di informatizzazione degli
anni precedenti pur consentendo
l’adozione di nuove tecnologie in
ambito GIS come strumenti di analisi
e supervisione del patrimonio di
informazioni proprio dell’ente.
Obiettivi
Gli obiettivi di carattere generale
del SITer sono i seguenti:
realizzare la struttura della base dati
con la definizione delle entità-relazioni
tra le informazioni
aggiornare la cartografia dell’ente
(CTRN, catasto urbano, catasto
terreni, PRGC)
realizzare una serie di procedure
informatiche mediante le quali sia
possibile l’aggiornamento e la
consultazione delle banche dati
alfanumeriche e grafiche relative alle
informazioni territoriali di proprietà
della Città di Lignano Sabbiadoro e di
soggetti esterni
realizzare la connessione a banche
dati esterne al sistema, di proprietà
della Città di Lignano Sabbiadoro e/o
di soggetti esterni
realizzare procedure di interrogazione
delle banche dati, anche con analisi
spaziali, in grado di generare report di
dati alfanumerici e cartografie
tematiche
realizzare procedure informatiche di
automazione dei processi gestionali in
grado di aggiornare automaticamente
le banche dati collegate;
definire processi di gestione dei flussi
informativi allo scopo di assicurare
l’aggiornamento delle informazioni, la
certificazione della proprietà e
l’accuratezza
garantire l’interscambio informativo
nell’ambito degli accordi che la Città
di Lignano Sabbiadoro ha in corso con
la Regione Friuli Venezia Giulia e
l’Agenzia del Territorio in virtù dei
protocolli d’intesa sottoscritti in tal
senso
I requisiti tecnici, tecnologici
e funzionali del software
La soluzione costituisce lo strumento
di archiviazione di tutti i dati
territoriali presenti, sia in forma
alfanumerica che grafica
i dati gestiti sono disponibili secondo
formati standard per consentirne
l’utilizzabilità in procedure di
elaborazione diverse
supporta la condivisione dei dati con
altri Software dotati di RDBMS
standard
il sistema di gestione delle
informazioni consente la
visualizzazione contemporanea dei
dati presenti in tutti gli archivi
secondo un predeterminato schema
logico, in modo da permettere
all’utente di percorrere dalla selezione
di un dato a tutte le informazioni
relazionate
gestisce la storicizzazione cronologica
dinamica dei dati per la ricostruzione
di tutte le variazioni avvenute nel
tempo, sia sulla cartografia che sulle
banche dati alfanumeriche
tramite tecniche OLE l’applicativo può
essere richiamato dal software di
gestione del GIS, e viceversa
la soluzione contiene integrate tutte le
funzioni per l’esportazione diretta su
WEB nei formati standard di mercato
Attività
Le attività svolte sono le seguenti:
rilievo e aggiornamento degli edifici
non presenti in CTRN
scansione e vettorializzazione dei fogli
catastali (urbano e terreni) e
sovrapposizione degli stessi alla CTRN
rilievo strade e numerazione civica e
sovrapposizione alla CTRN
fornitura dei prodotti applicativi
necessari alla realizzazione del SITer,
ivi compresi i programmi necessari
all’importazione delle informazioni
dalle banche dati esterne ed in
generale
definizione della base dati,
realizzazione dei relativi data-base,
implementazione delle procedure
applicative ad essi collegati;
formazione del personale utente
all’uso del software
30 GEOmedia 4 2005
REPORTS
EDIFICI CIVICI OCCUPANTI
GRUPPI PRG
DATI CATASTALI
PROPIETARI
ZONE PRG
DATI RSU
CARTA TECNICA REGIONALE
CARTOGRAFIA CATASTALE
CARTOGRAFIA PRG
Il modello concettuale
e la realizzazione
Le funzionalità essenziali di un SIT
in relazione all’uso che dello strumento
viene fatto sono schematizzate dal
“triangolo degli utenti” che la
letteratura tecnica in materia di GIS
propone, e nel quale ciascuna area
rappresenta la distribuzione percentuale
della corrispondente utenza.
Ciascuna fascia di utenza avrà
necessità di informazione e di
strumenti più evoluti a mano a mano
che si sale verso il vertice del
triangolo.
Potremmo adattare la
schematizzazione proposta alla realtà
del Comune individuando le tipologie
degli utenti come:
“MANUTENTORI” (DOERS)
all’interno dell’Ente per le operazioni
di manutenzione del dato cartografico
“UTENTI EVOLUTI” (USERS)
all’interno dell’Ente che operano
l’aggiornamento e la manutenzione dei
dati alfanumerici e richiedono
informazioni complesse e liberamente
formulabili
“CONSULTATORI” esterni all’Ente i
quali necessitano di informazione
precisa ma sintetica e codificabile, e ai
quali non sono consentite operazione
di modifica dei dati.
Per quanto attiene agli strumenti a
disposizione di ogni singola fascia si
utilizza uno strumento GIS per le
prime due ed un sistema “WEB
Oriented” per la terza.
L’ntegrazione del sistema
L’integrazione dei sistemi è senza
dubbio un tema di sicuro interesse e
di stimolo alla ricerca di nuove
soluzioni.
Se da un punto di vista generale si
tende a far coincidere il termine
“integrazione” con il concetto di
disponibilità dei dati, e ciò è vero per
sistemi non interoperanti, si ritiene
necessario dover aggiungere il termine
“interoperabilità procedurale” quando
si considerino sistemi che devono
scambiare non solo dati, ma anche
informazioni, cioè elaborazioni di dati
svolte da procedure esterne al sistema.
La configurazione del sistema
Gli schemi in fig.1 illustrano la
configurazione del sistema informativo
territoriale del Comune di LIGNANO
SABBIADORO (UD).
I dati
I dati utilizzati attengono ai
seguenti temi:
ANAGRAFE
TRIBUTI TARSU
TRIBUTI ICI
PRATICHE EDILIZIE
CENSIMENTO EDIFICI E CIVICI
C.T.R.
FOTOGRAFIE EDIFICI
CARTOGRAFIA PRG
Cartografia numerica
ORTOFOTO DIGITALE
CARTOGRAFIA CATASTALE
PARTITE CATASTO TERRENI
Responsabile del progetto:
POLITECNICA SRL
ING. ALBERTO POLI
TEL. 049 8704840
WWW.PTECNICA.IT
REPORTS
Restructura 2005,
tra hard e soft
Geomatica, topografia, CAD e affini
La nostra presenza a Restructura
non poteva che essere orientata al
mondo della Geomatica, del CAD e
delle soluzioni professionali degli
operatori del settore. Le aziende che
con più evidenza erano presenti o
rappresentate dal dealer locale
coincidono con marchi già noti ai
nostri lettori quali Leica, Geotop,
Trimble, Sokkia, Veronesi, Leonardo.
Nuove sulla scena invece due aziende
che per la prima volta abbiamo
incontrato al salone:
CAM2 - un’azienda di Torino che
rappresenta un
network di
aziende
specializzate in
sistemi di misura
di tipo
industriale, e che
distribuisce in
Italia il sistema Laser
Scanner CAM2 ad alta
risoluzione, frutto dell’ingegneria
tedesca;
SSM - un’azienda nata dallo Spin-
Off del Politecnico di Torino ed
attiva nel settore del monitoraggio
strutturale. La SSM (Safety
Structures Monitoring) rappresenta la
tipica azienda nata dalle genialità
del Bel Paese ma che difficilmente
potrà decollare senza la
trasformazione dei propri prototipi in
veri prodotti industriali. I sistemi
che propongono vanno dai sensori
per il monitoraggio accompagnati da
tecnologia a rete di tipo wireless, ai
sistemi di gestione e controllo,
compresa la componente di
progettazione e implementazione,
anche se il cuore vero del sistema è
rappresentato dai sensori di tipo
MEMS ed a Fibra Ottica.
Convegni e Workshop
Tra i momenti significativi del
salone Restructura vanno sicuramente
citati i diversi workshop e convegni, in
parte organizzati dalle aziende e in
parte programmati da organizzazioni
di settore come il Collegio dei
Geometri di Torino ed altri organismi
legati al vasto mondo dell’edilizia. Tra
le aziende che più ci hanno sorpreso
segnaliamo la AZIMUT di Torino,
appartenente al network commerciale
di Leica Geosystems, che ha
organizzato due workshop focalizzati
l’uno sulle problematiche di Rilievo e
Integrazione con tecniche Laser
Scanner, l’altro sulla integrazione dei
dati di rilievo tra GPS e Total Station
con la nuova soluzione SmartStation di
Leica.
La stessa AZIMUT ha poi realizzato
due moduli workshop sulle soluzioni
Autodesk Revit, il sistema di
documentazione e progettazione
architettonica ideato specificatamente
per il Building Information Modeling.
Questa è, per noi di GEOmedia, la
dimostrazione della effettiva
convergenza tra il mondo del rilievo
topografico e il mondo della
rappresentazione e del CAD/GIS; esiste
una continuità di idee e di
problematiche comuni molto più ampie
e tangibili di ciò che si possa pensare.
Ultima in ordine di presentazione,
ma non di importanza, è SOKKIA, che
rappresenta una delle aziende di
riferimento per il settore della
topografia da cantiere e che non
poteva mancare l’appuntamento di
Restructura. Nell’offerta SOKKIA
spiccavano i sistemi laser orientati al
cantiere, le stazioni totali della serie
30R e tutta la serie di strumenti laser
e ricevitori per il movimento a terra.
A cura della Redazione
Il salone Restructura rappresenta un
importante momento di
incontro per gli
operatori del
Piemonte che
difficilmente si
affacciano al
SAIE di
Bologna.
Sebbene
un
evento locale
non possa coprire
il vasto panorama
di un evento
nazionale, l’iniziativa
ha riscosso un
innegabile successo in
termini di pubblico e di
offerta.
Se non fosse per la infelice
posizione in cui siamo stati
collocati noi di GEOmedia e tutti
gli altri operatori della
comunicazione e dell’editoria come
Flaccovio Editore, Faenza Editore
ecc., i quattro giorni di permanenza
al Lingotto sarebbero stati di sicuro
interesse, sia dal punto di vista
professionale, che dal punto di vista
meramente editoriale e culturale.
Restructura rappresenta un’ottima
occasione per conoscere da vicino,
sfruttando anche la calma permessa
del lungo orario di apertura (fino
alle 22.00), lo spaccato professionale
di Torino e del Piemonte in genere.
Oltre al padiglione n. 5, dove erano
collocate le aziende dell’arredamento
per interni ed esterni, il padiglione
che più ha spiccato era il n. 3. Vi
si poteva respirare quel mix di
soluzioni che rappresentano le
componenti hard e soft di un
medesimo problema: l’edilizia come
comparto globale che ha necessità
tanto delle tecnologie per la
progettazione strutturale e
architettonica e per la gestione della
domotica, quanto di sistemi laser
per i cantieri, di sistemi di
sicurezza, di sistemi per il rilievo
topografico, la misura e il controllo.
32 GEOmedia 4 2005
Non Evoluzione. Rivoluzione
Presentazione di Trimble S6.
Il tempo di un topografo è subissato da
più richieste ed esigenze che mai. Così
quando ci avete chiesto migliori prestazioni,
maggiore precisione ed estrema
versatilità, vi abbiamo ascoltato. Trimble
S6 rappresenta una rivoluzione nella tecnologia
del rilievo topografico.
Trimble S6 include gli ultimi progressi
tecnologici, portandovi funzionalità
potenziate e ancora più dinamiche.
SENZA CAVI
La batteria interna e la radio integrata
rendono completamente privi di cavi
sia lo strumento sia il rover robotico. La
batteria intelligente consente sei ore di
autonomia nel modo Robotico.
MAGDRIVE
Silenziosi servomotori elettromagnetici
ad azionamento diretto offrono velocità
e precisione ineguagliate.
MULTITRACK
Coniuga l‘inseguimento dei prismi passivi
con l‘identificazione delle mire attive,
per flessibilità e prestazioni eccezionali.
SUREPOINT
La correzione automatica del puntamento
consente di avere le misurazioni più
precise, anche in condizioni difficili.
Provate adesso il nuovo Trimble S6.
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ASSOGEO S.r.l.
Via Brodolini, 10/F
20049 Concorezzo (MI)
Tel. 039-628011
www.assogeo.com
©2004, Trimble Navigation Limited. Tutti i diritti riservati.
Trimble è un marchio di Trimble Navigation Limited, registrato nell’Ufficio marchi e brevetti degli Stati Uniti. SUR-076
www.trimble.it
REPORTS
Storia di un vulcano
I GPS di Trimble per
monitorare Mount St. Helen
Venticinque anni fa il peggior disastro vulcanico nella storia degli Stati Uniti attirò l’attenzione di tutto il mondo.
L’esplosione, preceduta da un paio di mesi di piccole scosse di terremoto, squarciò il fianco Nord del vulcano St.
Helens il 18 maggio 1980, provocando allo stesso tempo il più grande smottamento della storia. L’eruzione seguente
all’esplosione cancellò tutta l’area circostante, facendo 57 vittime tra la popolazione e formando un profondo cratere
a forma di ferro di cavallo; per sei anni si susseguirono altre piccole eruzioni che portarono alla formazione di un’altra
cupola lavica dopodiché Loo-wit (il Guardiano del Fuoco), come i nativi americani usavano chiamare il vulcano St.
Helens, si addormentò di nuovo. Prima del fatidico giorno Mount St. Helens era la nona cima per altezza negli Stati
Uniti; dopo il 18 maggio essa diventava la trentesima.
N
el settembre del 2004 la
montagna si è risvegliata.
Dalla metà del mese
seguente vi sono state continue
fuoriuscite di lava che hanno costituito
una cupola lavica all’interno del
cratere che ha raggiunto un’altezza
superiore all’Empire State Building e
che ha lasciato gli studiosi e gli
scienziati incerti nella previsione del
periodo che sarà interessato dalla
prossima esplosione. Gli esperti dello
US Geological Survey’s (USGS)
Cascades Volcano Observatory di
Vancouver affermano che stiamo
ancora assistendo ad eruzioni legate a
quelle avvenute nel 1980 dal momento
che i materiali lavici che fuoriescono
dalla bocca del vulcano non sono
dissimili da quelli presenti venticinque
anni fa.
Che ci si trovi di fronte ad una
nuova eruzione o alla continuazione di
una passata, il vulcano St. Helens
viene comunque monitorato 24 ore su
24 ed i GPS di Trimble forniscono un
aiuto di prim’ordine agli scienziati
dello USGS impegnati in questo
lavoro, fornendo loro maggiori
capacità predittive soprattutto nel
leggere i vari “messaggi” geologici,
ottenendo le informazioni sulle
deformazioni in tempo reale e
potenzialmente, dunque, nel salvare
vite umane. Fino alla metà degli anni
novanta, per monitorare la montagna
gli scienziati utilizzavano i GPS ed i
loro dati all’interno di campagne di
misure programmate ma oggi la
soluzione GPS viene sfruttata in tre
maniere diverse e tra loro correlate:
campagna di misure ad hoc,
misurazioni continue e con sistemi
appositamente realizzati e chiamati
“ragni”.
Il monitoraggio continuo
Al momento Mount St. Helens viene
monitorato in maniera continua da 14
stazioni di riferimento permanenti
Trimble dislocate in aree remote con
distanze dalla bocca del vulcano
variabili da pochi Km fino a 20 Km.
5 di queste stazioni sono ricevitori
GPS Trimble 5700 posizionate dallo
USGS; 9 sono ricevitori GPS NetRS di
34 GEOmedia 4 2005
REPORTS
Trimble posizionate da UNAVCO
(www.unavco.org) per il suo network
Plate Boundary Observatory (PBO). I
dati delle stazioni vengono scaricati e
controllati ogni ora per poi poter
fornire un’analisi giornaliera sullo
stato delle deformazioni associata
all’eruzione e sulla stabilità dei fianchi
della montagna. Questo è importante
dal momento che, se il magma
dovesse iniziare ad affluire all’interno
del vulcano i fianchi si gonfierebbero,
lanciando un primo messaggio su
un’eventuale eruzione; più lava
affluisce e maggiore è la probabilità di
eruzione. Dall’ottobre 2004, comunque,
il movimento dei fianchi è stato
decisamente ridotto. Se si fosse in
prossimità di un fenomeno eruttivo,
spiegano sempre gli scienziati dello
USGS, si noterebbe un cospicuo
movimento dei fianchi della montagna
accompagnato soprattutto dall’aumento
dei gas che rappresentano la forza
maggiore all’interno della dinamica di
un’eruzione di tipo esplosivo.
Le campagna di misure
Lo USGS utilizza i ricevitori
Trimble 5700 in modalità rover per
misure pianificate dal momento che il
programma è stato incrementato
nell’ottobre 2004. I ricevitori vengono
posizionati su punti preselezionati
raggiungibili tramite elicottero,
fuoristrada o direttamente a piedi allo
scopo di raccogliere dati per qualche
giorno. I risultati vengono poi post
elaborati in un secondo momento e
paragonati con gli studi effettuati in
precedenza. In questa modalità
vengono utilizzati tutti i dispositivi che
lo USGS possiede, compresi i vecchi
ricevitori Trimble; il modello 5700,
però, grazie alle sue capacità di
risparmio energetico, permette un
utilizzo in condizioni ideali pressoché
indefinito, sfruttando un piccolo
pannello solare e una batteria. I GPS
per la campagna di misura vengono
utilizzati anche nel monitoraggio dei
fianchi del vulcano allo scopo di
rilevare e prevedere eventuali accumuli
di magma all’interno dello stesso.
Questo tipo di GPS si sommano ai
dati rilevati continuamente dagli altri
dispositivi in modo da fornire una
copertura più completa ed
approfondita dei fenomeni di
deformazione. L’ultima campagna, che
ha riguardato misurazioni per 50-60
diversi punti, è stata effettuata nel
2003; un set parziale di altri 15 punti
è stato poi messo all’opera dal giorno
in cui l’attività del Mount St. Helens
è ripresa, ad Ottobre 2004.
I sistemi di misura
specializzati “ragni”
I “ragni”, figli dell’ingegnosità del
vulcanologo dello USGS Rick
LaHusen, sono in poche parole dei
dispositivi formati da una card GPS in
singola frequenza, da un controller e
da un radio modem. I ragni vengono
rilasciati direttamente all’interno del
cratere del vulcano tramite l’ausilio di
elicotteri per ottenere informazioni
dirette sulla crescita della cupola
lavica, cioè dove sta crescendo, in che
direzione e con quale lunghezza.
Proprio a causa delle condizioni
estreme in cui essi vengono utilizzati
accade non di rado di perdere
qualcuno di questi dispositivi mentre
entra in azione; allo stesso tempo,
però, proprio la loro semplice
architettura e gli scarsi costi con i
quali vengono creati, rendono la loro
sostituzione praticamente indolore.
Attualmente il cratere del vulcano St.
Helens accoglie 5 ragni. I ragni
forniscono il tipo di informazione
maggiormente in tempo reale: essendo
posizionati praticamente sugli strati di
lava in maniera diretta, essi sono in
grado di informare su movimenti
magmatici che riguardano spostamenti
di molti metri al giorno.
Ogni ragno è connesso al computer
dell’ufficio centrale con un
aggiornamento del network di
monitoraggio ad intervalli di 30
minuti. Un software sviluppato
direttamente da LaHusen fa in modo
che i ragni attivino la radio,
scarichino o dati e si spengano
automaticamente con un notevole
risparmio energetico. Tutti i dati GPS
vengono resi disponibili tramite un
sito web a tutti gli studiosi e
collaboratori dello USGS per essere
analizzati giornalmente e discussi
durante i meetings dello USGS che
avvengono tre volte a settimana (
http://quake.wr.usgs.gov/research/defor
mation/gps/auto/HelensMonit ).
Discutendo i cambiamenti relativi alla
deformazione, alla sismicità, ai gas ed
alla geochimica, si è così in grado di
capire cosa sta succedendo e di
prevedere futuri cambiamenti.
La principale differenza con
l’eruzione del 1980 è che quella fu
ricca di gas mentre i fenomeni che si
stanno osservando attualmente vedono
principalmente un gran movimento di
materiali che implicano la necessità di
uno stretto controllo alla ricerca di
qualsiasi seppur minimo cambiamento.
Appena questo tipo di cambiamenti
riguarderanno l’aspetto della
deformazione, solo allora si potrà
spostare l’attenzione nei confronti dei
gas e della sismicità.
Ma questo momento non sembra
ancora esser giunto; oggi Loo-wit fa
sapere agli scienziati ed alle
popolazioni che risiedono in quella
zona che il vulcano è ancora sveglio.
Quali saranno, poi, le sue decisioni
future, gli scienziati dello USGS ed i
GPS di Trimble, saranno loro a
dircelo.
(Maggiori informazioni sul sito web:
http://vulcan.wr.usgs.gov)
estratto da “”Technology & More”
Autunno 2005
A cura della Redazione
GEOmedia 4 2005 35
REPORTS
gis day
BOLOGNA
16 Novembre
Il GIS a supporto della
comunicazione ambientale.
Provincia di Bologna
Via Zamboni, 13
A cura di Provincia di Bologna,
Settore Ambiente
BOLOGNA
23 Novembre
I GIS per la ricerca e la
didattica
Aula Prodi - Complesso di San
Giovanni in Monte
Piazza S. Giovanni in Monte n. 1
A cura di Università di
Bologna,Facoltà di Lettere e
Filosofia,Corso di laurea triennale
in “Scienze geografiche”, Corso di
laurea specialistica “Geografia e
processi territoriali”, Dipartimento
di Discipline Storiche
Regione Emilia Romagna, Servizio
Sistemi informativi Geografici
FIRENZE
16 Novembre
Il GIS per l’analisi
Geodemografica: esperienze a
confronto
Dipartimento di Statistica “G.
Parenti”
Viale G. B. Morgagni, 59
A cura di Università di Firenze,
Dipartimento di Statistica G.
Parenti
FISCIANO (SA)
16 Novembre
Applicazione del GIS nelle
Comunità Montane: dal
monitoraggio satellitare al
marketing territoriale
Università degli Studi di Salerno
via Ponte Don Melillo - 84084
Fisciano (SA)
A cura di Università degli Studi
di Salerno, Osservatorio
dell’Appennino Meridionale,
Camera di Commercio Industria
Artigianato e Agricoltura di
Salerno
In collaborazione con K-
management, Planetek Italia
LECCE
16 Novembre
Il GIS per l’Archeologia
Coordinamento SIBA Università
degli Studi di Lecce Aula
Seminari - Facolta’ di Ingegneria
II piano Edificio “La Stecca”
Via per Monteroni
A cura di Coordinamento SIBA
Università degli Studi di Lecce
MODENA
16 Novembre
Il Mondo nel Computer
Provincia di Modena
Viale Martiri della Liberta’, 34
A cura di Provincia di Modena
MOLFETTA (BA)
16 Novembre
I nuovi Insediamenti
Elettromagnetici a Molfetta
Sala Scuola “E. Berlinguer”
A cura di Comune di Molfetta
(BA)
In collaborazione con Studio
Tecnico GIS
5/12/19/26 Novembre
giornate formative: Cosa sono i
GIS
Scuole Medie Molfetta (BA)
In collaborazione con Studio
Tecnico GIS
NAPOLI
16 Novembre
I Sistemi informativi
territoriali: progetti e
sperimentazioni
Via S. Maria La Nova, 43 -
80143
A cura di Provincia di Napoli,
Direzione PTCP- SIT- Piani di
Settore
NAPOLI
16 Novembre
GIS e Pubblica
Amministrazione
Centro Direzionale Isola G1
via G. Porzio, Napoli
A cura di Asmez - Consorzio
Multiregionale per l’innovazione
tecnologica nella Pubblica
Amministrazione
NAPOLI
16 Novembre
ITC M. Pagano
Via A. d’Isernia
A cura di Centro di Studi
Internazionali & GEOLAB
PESCARA
16 Novembre
Il GIS per le politiche urbane
e le scelte condivise: la città
di Pescara
Università G. d’Annunzio
viale Pindaro, 42 - 65127
A cura di Università G.
d’Annunzio, Facoltà di Scienze
Manageriali; Comune di Pescara
REGGIO CALABRIA
25 Novembre
GIS e telerilevamento per la
città e il territorio
Università degli Studi
“Mediterranea” di Reggio
Calabria
Via Zecca, 4 - 89125
A cura di Università degli Studi
“Mediterranea” di Reggio Calabria
Facoltà di Architettura -
Dipartimento di Architettura e
Analisi della Città Mediterranea
TIVOLI
16 Novembre
Il GIS: Rappresentare il
Territorio per Decidere
Consapevolmente
Liceo Scientifico “Lazzaro
Spallanzani”
Via Rivellese snc - 00019
URBINO
16 Novembre
Un GIS interoperabile e
internazionale
Campus Scientifico “ex Sogesta”
Località Crocicchia, Urbino
A cura di Regione Marche,
Dipartimento Territorio e Ambiente
P.P. Iniziativa D.A.M.A.C. Ancona,
Università di Urbino “Carlo Bo”,
Facoltà di Scienze M.F.N. Istituto
di Geologia -Centro di
Geobiologia
GIS Day 2005
GIS Day 2005
I
l GIS Day è un evento a
livello mondiale creato per
diffondere le tecnologie GIS
coinvolgendo Istituzioni, Enti,
Aziende, Università, Scuole di tutto
il mondo e mostrare a milioni di
persone le capacità di applicazione
nella vita quotidiana di questi
straordinari sistemi. Il 16 Novembre
si è svolta anche in Italia la settima
edizione del GIS Day con eventi
dispiegati in lungo e largo (più in
lungo che in largo….) la penisola,
nonostante la concomitanza con la
Conferenza ASITA di Catania,
importante vetrina per i
professionisti del settore GIS e non
solo.
Durante il GIS Day gli utenti GIS
hanno ancora una volta aperto le
porte delle loro sedi a studenti,
professionisti ed a chiunque fosse
interessato, allo scopo di restituire
visibilità alle applicazioni nel
“mondo reale” di questa tecnologia.
Sono stati presentati posters, date
dimostrazioni e letture all’interno di
vari eventi, con l’intento di render
partecipi in presa diretta della
tecnologia GIS i visitatori, facendo
esperienza delle molteplici
applicazioni e dei benefici che
l’utilizzo di essa comporta. Il GIS
Day è sponsorizzato dalla National
Geographic Society, dalla
Association of American
Geographers, dalla UCGIS
(University Consortium of
Geographic Information Science),
dalla United States Geological
Survey, dalla Library of Congress e
dalla ESRI. La giornata nasce nel
corso della Geography Awareness
Week, una manifestazione
sponsorizzata dalla National
Geographic Society. Preminente
rimane l’impegno da parte degli
sponsors del GIS Day nel
promuovere una letteratura a
carattere geografico all’interno di
scuole, comunità ed organizzazioni.
Segue un elenco degli avvenimenti
che hanno caratterizzato la giornata
italiana, focalizzando in maniera
particolare su quello tenutosi nella
città di Urbino, interessante per i
risultati conseguiti.
36 GEOmedia 4 2005
REPORTS
Un GIS Interoperabile e Internazionale
Si è svolto nelle Marche, ad Urbino, città simbolo del legame tra scienza e Rinascimento, il GIS DAY 2005;
l’evento ha avuto il patrocinio di DAMAC – INTERREG SECUR SEA ed il supporto di: Regione Marche -
Giunta Regionale, Contea di Zara (Croazia), Centro di Geobiologia - Università di Urbino, Forum delle Città
dell’Adriatico e dello Ionio e Adriatic Action Plan 2020 ed ha sviluppato il tema dedicato ad “Un GIS
interoperabile e internazionale”.
Al centro dell’incontro che si è tenuto nell’Aula Magna del Campus Scientifico Ex Sogesta vi sono state le reti
di comunicazione tra le sponde dell’adriatico, i vantaggi e le potenzialità di un ponte telematico strategico tra
Ancona e Zara e lo sviluppo di un Sistema Informativo Territoriale volto alla salvaguardia ambientale del mare
ed alla gestione integrata delle coste. A confronto rappresentanti della Regione Marche e della Contea di Zara,
esperti informatici, accademici, tecnici e i responsabili dei principali progetti INTERREG del bacino Adriatico
Ionico.
L’iniziativa è stata una novità per l’università che ha ospitato la manifestazione, da sempre sensibile alle varie
forme culturali e scientifiche di apprendimento per i propri iscritti, in particolare in questo periodo in cui si
aprono le celebrazioni per un anniversario storico: i 500 anni dell’Università, fondata nel 1506 con decreto di
Guidubaldo da Montefeltro.
Per gli enti locali (Regione Marche, Contea di Zara, Comune di Ancona) ed i Project Manager dei vari
Progetti Europei (AAP 2020, SARA, FORUM) la giornata è stata un’occasione per confrontarsi non solo sul
campo dell’innovazione scientifica e tecnologica ma soprattutto per cominciare ad integrare studi e risultati per
una politica ambientale del Bacino Adriatico Ionico. I relatori hanno evidenziato inoltre come l’esistenza e lo
sviluppo di reti di comunicazione efficienti e ad alta tecnologia sono condizioni fondamentali ed il contributo
che viene dai Sistemi Informativi è assolutamente irrinunciabile.
Una diffusa e condivisa tecnologia software per la raccolta e l’incrocio di molteplici dati territoriali, con le sue
amplissime potenzialità applicative può offrire un aiuto concreto nella difesa dell’Adriatico da sversamenti
accidentali o intenzionali di petrolio, nel controllo dei sempre più intensi traffici marittimi, nella gestione
logistica delle grandi infrastrutture e i collegamenti viarii del Bacino Adriatico Ionico e sono di estremo
interesse tecnico ed economico per l’Europa e per l’intero Mediterraneo.
Particolarmente interessante, inoltre, è stata l’attrattività dell’evento. Infatti, proprio per le peculiarità degli
argomenti trattati, e perché non rivolto esclusivamente a tecnici del settore, ha interessato anche amministratori,
giornalisti e partecipanti provenienti da tutta la Regione Marche e non solo. Molto interesse anche da parte
degli studenti della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e della Facoltà di Scienze Ambientali.
Una novità è stata anche la Tavola Rotonda che si è svolta nel pomeriggio in cui in un ambiente meno
formale e più diretto, di quello delle relazioni ad invito della mattinata, è stato possibile approfondire e spiegare
gli argomenti introdotti nelle relazioni, ma anche affrontarne di nuovi e rispondere alle molte interrogazioni
poste dai partecipanti.
Alla conclusione dei lavori è stato approvato un documento programmatico che prevede:
Una prima rete di comunicazione rappresentata dal Sistema Informativo Geografico per la raccolta e l’incrocio
di molteplici dati territoriali, che soddisfino le rappresentazioni cartografiche dei diversi paesi e offra un aiuto
concreto nella difesa dell’Adriatico da sversamenti accidentali o intenzionali di petrolio.
Una seconda rete di comunicazione, è rappresentata dall’esperienza del Forum delle Città dell’Adriatico e
dello Ionio: strettamente legato ad essa è il progetto Interreg SARA (Segretariato per l’Adriatico) che intende
creare le premesse per l’avvio di una struttura che colleghi le istituzioni regionali e le città dell’Adriatico nel
processo di definizione ed attuazione della “Prossimità Adriatica” nel quadro delle strategie europee e nazionali.
Un terza rete di comunicazione, anello di congiunzione tra la rete più tecnica del GIS e quella più politica
dei progetti FORUM e SARA, è invece quella giornalistica di carattere divulgativo. È infatti nelle intenzioni dei
soggetti coinvolti nei diversi progetti internazionali lavorare all’ideazione e la costruzione di un periodico in cui
siano affrontate le problematiche del sistema terracqueo del bacino stesso.
Una quarta rete di comunicazione è rappresentata infine dal progetto Interreg TAC LINE per la gestione di
un ponte telematico strategico tra Ancona e Zara, che garantisca lo scambio di un flusso continuo di
informazioni e dati utili tra le due sponde adriatiche.
L’evento si è concluso nel tardo pomeriggio con una conferenza stampa per i giornalisti presenti che hanno
dato nei giorni successivi ampio risalto ai temi affrontati sui loro giornali e con una ampia copertura da parte
delle emittenti locali.
(Fonte: Esri Italia)
GEOmedia 4 2005 37
TUTORIAL
Per maggiori
approfondimenti sul
software LGO e sul
trattamento
statistico dei dati
vedi:
www.geo4all.it/geo
media/geo-notes
Caratteristiche generali
del programma
Il programma presenta le varie
schermate in italiano ma l’help in
linea è ancora in inglese ed è dotato
di un manuale d’uso in inglese
veramente completo di ben 782 pagine.
Leica Geo Office (o, in acronimo,
LGO TM ) è un software completo per la
elaborazione dei dati rilevati sia con il
GPS che con misure terrestri. Inoltre,
il programma è l’unico in commercio
ad essere dotato di un modulo che
consente di eseguire i calcoli di
simulazione.
Il programma è dotato di un
versatile modulo per la
programmazione della campagna ben
costruito anche graficamente. Con
questo modulo è possibile pianificare i
rilievi conoscendo in anticipo tutte le
informazioni necessarie per organizzare
il rilievo (indici DOP, satelliti visibili,
introduzione di ostacoli sia
graficamente che via file, ecc. ecc.). Un
particolare interessante è che
l’almanacco, oltre ad essere inserito nei
soliti modi, può essere anche scaricato
dal sito:
http://downloads.leicageosystems.com/downloads/areas/zz/gps/g
ps_system500/almanac/index.htm.
Nel programma sono comprese varie
utilità, chiamate “Tools” che
permettono di creare, gestire e
trasformare in vari formati i codici da
associare agli oggetti, di caricarli negli
strumenti tradizionali e nell’unità di
controllo dei ricevitori GPS. E’ anche
possibile aggiornare i firmwares degli
strumenti (sia tradizionali che GPS) in
modo da tenerli al passo con le ultime
novità studiate dalla Leica; importare
ed esportare i dati in vari formati tra
cui il formato RINEX e il formato
Tutorial GPS
Il sofware LGO Leica Geo Office
di Vittorio Grassi
3 a parte
ASCII. Quest’ultima utilità è studiata
veramente bene nel senso che è
estremamente versatile in quanto è
dotata di parametri di default che
l’utente può modificare per adattarli a
qualsiasi esigenza.
Il software, che è la naturale
evoluzione del famoso SKI, costituisce
un punto di riferimento nel settore
dell’elaborazione dei dati GPS e
contiene un’ampia gamma di funzioni
che aiutano a calcolare velocemente il
lavoro compiuto in campagna ed
esportare i risultati in altri programmi.
Il programma, per quanto riguarda il
GPS, permette di elaborare tutte le
possibili misure: statico, statico rapido,
cinematico classico e OTF, ecc. ecc. sia
in automatico (cosa che si sconsiglia,
come sempre, per tutti i tipi di
software) che manuale con parametri
di default o scelti dall’utente; di
eseguire la compensazione ai minimi
quadrati della rete sia completamente
libera che a minimi vincoli, vincolata o
parzialmente vincolata; di graficizzare i
residui; di calcolare i sette parametri,
di trasformare le coordinate con diversi
metodi alcuni dei quali esclusivi di
Leica.
Funziomalità del
programma e commenti
Appena lanciato il programma si apre
la finestra principale (fig. 1) suddivisa
due parti: sulla sinistra appaiono i vari
comandi raggruppati in due schede
logiche ben studiate e sulla destra c’è
un’ampia finestra grafica.
La scheda “Management” comprende
i comandi relativi: alla creazione e
gestione dei lavori “Project”; alla
creazione e gestione dei sistemi di
coordinate; alla gestione delle antenne,
ai codici, alle effemeridi precise,
“Script”, “Report Templates” e
“Immage Referencing”.
Sia questo articolo che quelli che
seguiranno sui più diffusi
programmi di elaborazione dei dati
GPS circolanti in Italia, non
pretendono d’essere ne’ saranno
mai un manuale d’uso. Il loro
scopo è quello di mettere in risalto
le funzionalità del programma
recensito sulla base di quanto
esposto nell’articolo dello stesso
autore, intitolato “L’elaborazione
dei dati GPS” e pubblicato sul n° 2
di Geomedia 2005 ed è quindi
visto solo sotto l’aspetto della
elaborazione dei dati GPS e della
loro compensazione.
Figura 1
Nella seconda scheda “Tools” si
trovano tutti i comandi relativi a:
all’importa-zione ed esportazione dei
dati grezzi, RINEX ed ASCII;
all’esportazione dei dati in formato
GIS/CAD (DXF o AutoCAD TM,
DWG, MicroStation TM, DGN,
MapInfo TM e MIF); “Shape file”
settabile in innumerevoli modi; il
modulo “Datum/Map” per la
trasformazione delle coordinate del
quale si dirà qualcosa brevemente più
avanti; i moduli “Data Exchange
Manager”, “Software Upload”,
“Format manager” e “Design to
Field”.
Creato un nuovo “project” e scelto il
sistema di coordinate (il programma
automaticamente lavora in WGS84) si
passa alla importazione dei dati (fig.
2) che prima di scaricarli nel project
andrebbero controllati (View Data)
per essere sicuri che siano corretti. In
questa fase è possibile, con estrema
facilità, modificare il nome del punto,
l’altezza strumentale, ecc. ecc. (la
modifica può essere fatta anche in
seguito nella finestra grafica) ma in
questa fase è più congeniale.
38 GEOmedia 4 2005
TUTORIAL
Figura 5
Figura 2
Eseguito il controllo ed assegnati i
dati al project si apre
automaticamente la finestra grafica
“View/Edit” (fig. 3) che permette di
vedere i punti importati. LGO è
l’unico programma, tra quelli già
recensiti e quelli da recensire nei
prossimi numeri di questa rivista, che
non seleziona automaticamente le linee
di base ma lascia l’utente libero di
scegliere quelle funzionalmente
indipendenti.
Figura 3
Da notare nella fig. 3 i quadratini
che segnalano i dati importati: il
quadratino indica che i punti hanno
le coordinate di navigazione, il
cerchietto avvisa che sono stati
calcolati ed il triangolino dice che il
punto ha coordinate assegnate
dall’utente.
Nella barra di comando, in basso alla
finestra “View/Edit”, compaiono altre
sei schede che permettono di
accedere, nell’ordine, alla elaborazione
dei dati, alla gestione dei dati relativi
agli strumenti tradizionali, alla
compensazione, alla gestione dei
punti, a quella delle antenne ed ai
risultati.
Una volta fissato il punto alle sue
corrette coordinate in WGS84 si passa
alla scheda “GPS-Proc” (fig. 4) che
permette di scegliere:
la linea di base da calcolare: di
colore rosso è il reference mentre il
verde indica il rover
il verso di calcolo: LGO esegue
sempre il calcolo dal reference al
rover
Figura 4
Naturalmente prima di lanciare il
calcolo occorre scegliere i relativi
parametri (fig. 5).
Figura 5
La finestra per configurare i parametri
si presenta con 4 schede molto
funzionali e ricche di possibilità che
coprono qualsiasi esigenza di calcolo
raffinato.
Nella prima scheda “General”
permette di variare l’angolo di “Cutoff”,
le effemeridi (Broadcast o
Precise), il tipo di soluzione da cercare
(Automatica, fase, codice o float). Sulla
destra è possibile disabilitare
completamente un satellite mentre
quella parziale si esegue dalla finestra
del “View/Edit” (fig. 4).
La seconda scheda “Strategy” è
notevolmente ricca e permette di
intervenire:
sulle frequenze da utilizzare nel
calcolo: Automatic (il programma
sceglie la soluzione migliore), L1,
L2, Iono Free (L3)
sulla lunghezza massima della linea
di base sulla quale cercare di
risolvere le ambiguità ed il tempo
minimo di osservazione per cercare
una soluzione Float
sull’intervallo di registrazione dei
dati
sul modello della troposfera:
Hopfield, Hopfield modificato,
Saastamoinen, Essen e Froome,
nessuna troposfera (quasi sempre
scelta sconsigliata) e novità
esclusiva della Leica, non
riscontrabile in altri programmi,
calcolare la troposfera sul cielo delle
stazioni (solo con ricevitori a doppia
frequenza)
sul modello della ionosfera:
Automatic (il programma sceglie la
soluzione migliore), Computed
calcola la ionosfera sul cielo delle
stazioni (solo con ricevitori a doppia
frequenza); Klobuchar; Standard;
Global/Regional; Nessun modello
(quasi sempre scelta sconsigliata); se
usare o no il modello stocastico; la
minima distanza a cui applicare il
modello stocastico e, in questo caso,
l’attività della ionosfera (automatic,
bassa, media o alta)
Le altre due schede: “Extended
Output” e “Auto Processing”
permettono nell’ordine di: inserire nei
risultati i valori del DOP osservati in
campagna, i residui; le opzioni per un
calcolo completamente automatico
(scelta che, come già detto in altre
occasioni, può andar bene per un
controllo sommario dei dati a fine
giornata ma non per una sofisticata
elaborazione delle linee di base).
Eseguite le scelte si lancia il calcolo
della linea di base che è molto veloce
e, al termine, viene aperta
automaticamente la finestra dei
risultati (fig. 6) divisa in due parti:
In quella di sinistra (colonna
risultati) è possibile scegliere cosa
visualizzare: i risultati del calcolo
della linea di base, il punto
calcolato, i parametri scelti e il
rapporto di calcolo sia in formato
ridotto che esteso
In quella di destra si ha una breve
riassunto del calcolo eseguito che
può essere configurato a piacere.
Per esempio, nel caso della linea di
base, si hanno le seguenti
informazioni: Nomi degli estremi
della linea calcolata e verso di
calcolo, se i risultati sono stati
memorizzati, lo stato delle
GEOmedia 4 2005 39
TUTORIAL
ambiguità, la durata delle
osservazioni, il tipo di misura, la
soluzione scelta, le frequenze
utilizzate nel calcolo, le componenti
del vettore, ecc. ecc.
Figura 6
Il rapporto di calcolo completo è
veramente esauriente e contiene
tutte le informazioni necessarie a
stabilire la bontà del calcolo
eseguito: informazioni sul
progetto, sul punto, sui parametri
di calcolo, sui satelliti osservati,
sull’antenna utilizzata e le sue
variazioni dei centri di fase, una
statistica sulle osservazioni, sulle
ambiguità, sui salti di ciclo, le
coordinate finali, l’andamento del
DOP durante le osservazioni ed
eventuali errori riscontrati durante
l’elaborazione dei dati.
Una volta eseguiti tutti i calcoli e
memorizzati i risultati la finestra
grafica di “View/Edit” mostra con
molta chiarezza la rete calcolata
(fig. 7).
Purtroppo, e non si capisce perché,
non è possibile vedere i dati grezzi.
Un invito alla Leica di coprire,
appena possibile, questa lacuna.
Dall’esame dei vari tipi di residui si
possono trarre utilissime informazioni
per intervenire, con criterio, sui dati
acquisiti in campagna o sul tipo di
parametri da scegliere per il calcolo
delle linee di base.
Criteri per l’accettazione
della linea di base elaborata
LGO non usa il criterio “Ratio” ma
per giudicare la bontà del calcolo
occorre analizzare il rapporto di
calcolo in vari settori di cui si
riporta, per chiarezza di esposizione,
uno stralcio nella fig. 9.
Figura 8
Le cose da osservare sono:
Nel settore ”Observation
Statistics” che il numero delle
osservazioni L1 ed L2 siano uguali.
Se non lo fossero è da temere una
Figura 7
Inoltre è possibile analizzare
innumerevoli tipi residui (fig. 8): è
possibile scegliere tra singola, doppia
e tripla differenza sia sui codici (C/A,
P, iono free e geometry free) sia sulle
fasi (L1, L2, L3 iono free ed L4
geometry free). Inoltre si possono
graficizzare i vari tipi di DOP avuti
durante le osservazioni, l’elevazione
e l’azimut dei satelliti. Il tutto può
essere graficizzato per un singolo
satellite o per più satelliti a scelta
dell’utente.
Figura 9
40 GEOmedia 4 2005
LEICA
TUTORIAL
perdita di dati ed eventualmente la
presenza si salti di ciclo e che non ci
siano osservazioni rifiutate
Nel settore “Tracking Status” che
i dati dei satelliti osservati siano
stati tutti utilizzati (segno di spunta
verde) e non ci siano tratti con una
croce di colore rosso che indica i
periodi di osservazioni rifiutati
Nel settore “Ambiguity Statistics”
che il numero totale delle ambiguità
sia uguale a quello delle ambiguità
fissate e che la percentuale delle
epoche siano al 100%
Nel settore “Cycle Slip Statistics”
che non ci siano salti di ciclo o se ci
fossero bisognerebbe individuare il
modo per eliminarli o ridurli al
minimo possibile
Intervento sui dati
anelli e scegliere i parametri di
calcolo.
La mancata chiusura si può verificare
in due modi:
manualmente dalla finestra del
“View/Edit” (fig. 10) e può essere
fatta sia in forma numerica
fornendo, nella finestra di “GPS
Loop Misclosure”, l’elenco dei
vertici dell’anello da controllare
oppure in forma grafica
selezionando, con il mouse, le linee
di base che compongono l’anello da
controllare. E’ anche possibile avere
un rapporto sui vari anelli
controllati che può essere stampato
o salvato su file.
si commetterà durante le misure
stesse.
Dato un certo numero di punti,
sarebbe troppo semplice, eseguire tutte
le misure possibili tra di loro. Facendo
così senz’altro si avrebbe una buona
precisione, ma a che prezzo?.
L’esecuzione di misure sovrabbondanti
incidono fortemente sul costo delle
operazioni, quindi bisogna calibrare
esattamente il numero delle misure da
eseguire in vista di risultati da
ottenere.
Lo scopo della simulazione è proprio
quello di ottimizzare il rapporto
costo/prestazioni.
L’intervento sui dati è vastissimo e
molto facile da eseguire. Si può
variare l’angolo di “Cut-off”, eliminare
totalmente o parzialmente un satellite,
eseguire una finestra sui dati sia in
maniera grafica che numerica, ecc.
ecc. facendo attenzione a modificare
un dato per volta (questa
raccomandazione è valida per tutti i
programmi di elaborazione dei dati) ed
analizzare l’effetto sia nel grafico dei
residui che nel rapporto di calcolo
completo. Quindi decidere se accettare
la nuova soluzione o variare il tipo
d’intervento o combinare più interventi
contemporaneamente fino ad avere il
risultato ottimale.
Il modulo di compensazione
Il modulo di compensazione della rete
rilevata lavora secondo il principio dei
minimi quadrati per variazione di
coordinate ed ha le seguenti funzioni:
Compensare in maniera libera, a
minimi vincoli, vincolata e
parzialmente vincolata
Individuare errori grossolani nelle
misure con l’aiuto della mancata
chiusura degli anelli o di numerosi
test statistici di cui il programma
dispone e dei quali si darà un breve
cenno in seguito
Come sempre prima di lanciare la
compensazione occorre fare due cose:
verificare la mancata chiusura degli
Figura 10 Figura 11
automaticamente dalla finestra
“Adjustment” in questo caso il
programma analizzerà tutti i
possibili poligoni e creerà un
rapporto che può essere stampato o
salvato su file.
La scelta dei parametri da usare nella
compensazione si esegue con la
finestra “General parameters”(fig.
11).
Questa finestra contiene ben sei
schede per l’uso delle quali si rimanda
al manuale d’uso. Si esamineranno
invece tre schede che si ritengono di
importanza fondamentale: “Control”,
“Standard Dev” e “Test Criteria”.
La scheda “Control” permette di
scegliere se eseguire una
compensazione o una simulazione.
Questa seconda scelta è un programma
che si trova solo in LGO e non in
altri programmi commerciali.
La simulazione (che può essere solo
per le osservazioni GPS, solo
tradizionali o miste) nasce
dall’esigenza, sempre maggiore, di
conoscere a priori la precisione che si
raggiungerà eseguendo le misure ed
ipotizzando un certo tipo d’errore che
La scheda “Test Criteria” (fig. 12)
consente di modificare i seguenti
valori:
Alpha (%) che rappresenta la
probabilità di rifiutare un’osservazione
valida. E’ impostato a 5% come
default e lo si può ritenere un buon
compromesso. Impostando Alpha ad
un valore troppo basso si rischia di
far accettare osservazioni cattive.
1-Beta (%) che può esser definito
come la probabilità di accettare una
cattiva osservazione. E’ impostato
all’80% come default e lo si può
ritenere un buon compromesso.
Impostando Beta ad un valore troppo
alto si rischia di far rifiutare al
programma osservazioni buone.
Figura 12
42 GEOmedia 4 2005
TUTORIAL
Si noti che le impostazioni Alpha e
Beta sono soggettive e dovrebbero
esser fatte da un topografo esperto
che tratti il lavoro di campagna. Se ci
sono dubbi circa i valori ai quali
impostare Alpha e Beta è bene
accettare quelli suggeriti da default.
Sigma a priori (GPS) - Questo
valore serve a compensare le
osservazioni GPS ottimistiche. Spesso
le osservazioni provenienti dai
programmi di post-elaborazione GPS
sono eccessivamente ottimistiche circa
l’informazione di accuratezza. Ciò, di
per sé, non crea problemi quando si
compensano le sole osservazioni GPS,
ma tutto cambia quando si vanno a
combinare osservazioni GPS con quelle
terrestri.
Sigma a posteriori - E’ un valore
globale che compensa le incertezze del
valore a priori. Influenzerà la
precisione stimata per le coordinate
compensate.
Se necessario, si può applicare solo il
sigma a posteriori, qualora le
coordinate compensate rientrino nell’
F-test.
L’F-test è un test che si applica sia al
sigma a priori sia a quello a
posteriori. Se sono statisticamente
diversi significa che i valori stocastici
assegnati alle osservazioni non erano
corretti (supponendo che gli errori
grossolani o outliers siano stati
rimossi). Applicando il sigma a
posteriori si ovvierà a questo
problema.
La scheda “Standard Dev” fornisce
la possibilità di modificare gli s.q.m.
assoluti e relativi degli strumenti
tradizionali e del GPS (fig. 13).
Figura 13
Inoltre, nel box “Compute using” si
hanno a disposizione diverse scelte:
Use individual settings for all
observations (usa un singolo valore
per tutte le osservazioni). Se si
sceglie questa opzione, Design and
Adjustment, usa il peso che è già
stato definito quando le osservazioni
sono state importate da SKI o
quando sono state create
manualmente
Apply default settings to all
observations (applica
l’impostazione default a tutte le
osservazioni). Con quest’opzione usa
il peso di default definito in Settings
sotto Stochastic default
Apply default settings to GPS
observations only (applica
l’impostazione default alle sole
osservazioni GPS). Con questa
scelta usa il peso di default definito
in Settings sotto Stochastic default
per le sole osservazioni GPS. Le
osservazioni terrestri avranno
l’impostazione manuale applicata
Apply default settings to
terrestrial observations only
(applica l’impostazione default alle
sole osservazioni terrestri). Questa
scelta usa il peso di default definito
in Settings sotto Stochastic default
per le sole osservazioni terrestri. Le
osservazioni GPS avranno
l’impostazione manuale applicata
Eseguite le scelte si lancia la
compensazione che può essere:
completamente libera, a minimi
vincoli, vincolata e parzialmente
vincolata.
Il motore di calcolo “Move 3” è
velocissimo e al termine del calcolo la
finestra grafica (fig. 14) mostra le
ellissi d’errore con il livello di
confidenza fissato al 39,4% mentre le
barre d’errore in quota sono fissate al
68,3%. Questo nella versione 2.0 di
LGO, mentre nella versione precedente
era possibile scegliere il livello di
confidenza a discrezione dell’utente: si
è fatto un passo indietro!
Come si può vedere le ellissi d’errore
assolute sono colorate in blu mentre
quelle relative sono di colore verde. La
finestra grafica può essere configurata
a piacere per quanto riguarda l’uso
dei colori, la scala grafica degli errori,
il carattere dei font, ecc. ecc.
Per quanto riguarda il rapporto di
Figura 14
calcolo che non è possibile riportare
per intero è da osservare che molto
dettagliato, peraltro configurabile
dall’utente, e comprende: le
informazioni generali sul progetto,
quelle statistiche con i gradi di libertà
della rete ed i valori critici dei test, i
risultati della compensazione, i residui
delle osservazioni, i residui assoluti e
relativi espressi in ppm dei vettori,
l’affidabilità esterna, le ellissi d’errore
assolute e relative, i test sulle
osservazioni e gli errori stimati, i
grafici della ridondanza, del W-test,
del T-test, gli errori stimati per quei
valori rifiutati dai test statistici.
Per dovere di chiarezza si ritiene
opportuno accennare brevemente al
significato dei test ed alla loro utilità.
Nella fig. 15 si riporta lo stralcio
iniziale del rapporto di calcolo.
Figura 15
Il significato dei test è il seguente:
Alpha (multidimensionale):
Rappresenta il livello di significatività
dell’F-test multidimensionale
Alpha (unidimensionale) - Beta –
Sigma a priori: sono già stati
discussi in precedenza
Critical value W-test: Valore oltre il
quale un’osservazione fallirà se verrà
applicato il W-test. Test ad una
dimensione.
Critical value T-test (2 e 3
dimensioni): Valore oltre il quale una
osservazione fallirà se verrà applicato
il T-test.
GEOmedia 4 2005 43
TUTORIAL
Critical value F-test: valore critico
Test (teoricamente dovrebbe
oscillare intorno al valore 1).
F-test – E’ un test di adeguatezza
del modello e deve essere accettato
dal programma. Se l’F-test è
accettato significa che il sigma a
posteriori è inferiore a quello a
priori. Se non è accettato vuol dire
che il modello stocastico non
rispecchia il modello matematico e
quindi la compensazione non è
valida in quanto c’è qualcosa che
non va per il giusto verso.
Inoltre, durante il rapporto di calcolo
(fig. 16) appaiono altri termini nuovi
che è bene descrivere velocemente.
Figura 16
MDB, il valore del bias minimo
individuabile che è il valore sotto il
quale gli errori grossolani non possono
essere scoperti; Red, il valore della
ridondanza dell’osservazione espresso
in termini percentuali; BNR, il
rapporto bias / rumore che è l’effetto
dell’MDB sull’intera rete (qui è
preferibile sia omogeneo); W-test, il
valore del test W per le componenti
del vettore; T-test, il valore del test T
per le coordinate tridimensionali cioè
del vettore globale.
I possibili errori grossolani (outliers)
che cadono fuori del W-test e/o T-test
vengono contrassegnati con il simbolo
di un triangolino giallo con il punto
esclamativo al centro e vengono forniti
gli elenchi dei probabili errori stimati
dal programma.
Per una comprensione più dettagliata
vedere i riquadri: affidabilità di una
rete ed i test statistici.
Inoltre il programma è dotato dei
seguenti programmi di utilità: RINEX
(per la trasformazione dei dati
proprietari in formato RINEX);
Coordinate system Manager (per
creare nuovi sistemi di coordinate non
inclusi nel programma, ellissoidi,
geoidi, ecc.); Grid Factory (per creare
rappresentazioni cartografiche non
comprese nel programma); Planning
(per eseguire la programmazione della
campagna con le classiche schermate
dei satelliti visibili, fig. , andamento
dei diversi tipi di DOP, fig. , ecc.
ecc.; un utilissimo editor; Export (per
esportare i risultati sul controller o in
vari programmi. Sono previsti i
formati: DXF, DWG, GIS, ASCII).
Il programma LGO è anche dotato dei
seguenti comandi:
“Datum/Map” che
consente di calcolare i
parametri di trasformazione
avendo a disposizione alcuni
punti in comune (punti
doppi). Sono possibili i
calcoli relativi ad una
trasformazione: Classical
2D (rototraslazione piana);
Classical 3D
(rototraslazione
tridimensionale a sette
parametri (Molodensky)
oppure solo rotazioni, solo
traslazioni o una qualsiasi altra
combinazione; Interpolation
(trasformazione affine); One Step,
Two Step e Stepwise per le quali si
rimanda al manuale d’uso.
“Road line Editor” che permette di
caricare sull’unità di controllo un
progetto stradale che poi può essere
picchettato in tre dimensioni in tempo
reale con estrema semplicità grazie
alla possibilità di caricare anche un
modello tridimensionale della zona
interessata dal progetto stradale;
“B-File Manager”, “Code
Developer”, “Code Converter”,
“Configuration Manager”, “DNA
GIS Converter”, “TPS
Configuration” per i quali si rimanda
al manuale d’uso del programma.
Conclusioni
Il programma è ben studiato ed
aggiornato agli ultimi dettami della
scienza del rilievo: è semplice da usare
per i nuovi utenti ma consente agli
esperti notevoli possibilità di
intervento nella gestione e
nell’elaborazione dei dati.
Il motore di calcolo è veloce ed
affidabile. Degni di lode sono i
rapporti di calcolo delle linee di base
e quello della compensazione al quale
sono stati aggiunti degli utili grafici
riassuntivi. Notevole e di estrema
utilità pratica è il modulo della
simulazione.
Resta l’inconveniente dell’help in linea
e del manuale che pur essendo
corposo è soltanto in inglese.
Si spera che la Leica si decida a fare
la traduzione almeno del manuale ma
senza semplificarlo perché quello in
inglese è molto dettagliato e non
guasterebbe se venissero aggiunti degli
esempi numerici specialmente per gli
argomenti più complicati per es. sul
cambio di datum, l’esportazione
completa di un project su altro PC,
ecc. ecc.
Errata Corrige
Sul numero 2/05 di GEOmedia è
stato rilevato un errore nel
risultato della formula per il
calcolo della settimana GPS:
La formula pubblicata era:
JD = A – C + D + G + J =
2543421.5
mentre dovrebbe essere:
JD = A – C + D + G + J =
2453420.5
Ringraziamo Marco Dubbini
dell’Università di Bologna per la
segnalazione.
Autore
VITTORIO GRASSI
Email: vittorio_grassi@fastwebnet.it
44 GEOmedia 4 2005
Trasporti
Telecomunicazioni
Acqua
Energia
Territorio
Ambiente
Tante soluzioni, un’unica visione
Http://www.Intergraph.it
AZIENDE E PRODOTTI
Viaggiare sulla Terra in tre dimensioni con World Wind
World Wind è un’applicazione sviluppata in casa
dalla NASA che permette a chiunque, in
maniera gratuita, di poter zoomare da
un’altezza satellitare fino a punto determinato della
ricostruzione digitale del terreno, il tutto sfruttando
immagini ad alta risoluzione LandSat ed elevazioni
SRTM, ottenendo una splendida rappresentazione
tridimensionale, proprio come se ci si trovasse sul posto
in cui si è deciso di “atterrare”. Durante la fase di
progettazione della soluzione si è posta particolare
attenzione all’aspetto dedicato all’usabilità del prodotto,
in modo da rendere avvicinabile da persone di tutte le
età l’esperienza World Wind. Tutto quello che serve per
poter navigare è un semplice mouse dotato di due
pulsanti; si può accedere alle guide ed alle funzioni
supplementari tramite menù semplificati. La
navigazione è automatizzata grazie ad un singolo click
così come la possibilità di inserire il nome della località
per poter zoomare direttamente sul punto desiderato.
Per quanto riguarda i requisiti minimi, World Wind
supporta le principali schede grafiche dotate di
accelerazione 3D, necessita di un processore Intel
Pentium ad 1GHz o AMD equivalente, 256 MB di RAM,
una connessione a banda larga e 2 GB di spazio libero
su disco fisso.
World Wind utilizza una copia intera del Blue Marble,
una spettacolare immagine in true color del pianeta
Terra elaborata direttamente all’interno dell’Earth
Observatory della NASA; è formata da dati provenienti
da diversi satelliti come MODIS e Terra, raggiungendo
risoluzioni di 1 km per pixel. Zoomando oltre (e non
sfruttando più, quindi, Blue Marble) si può scendere
ancora più in profondità, rivelando i dettagli propri delle
immagini provenienti dai dati LandSat 7 e comprese
all’interno di una collezione che comprende le
rappresentazioni catturate durante il periodo
1999/2003, con risoluzione di 15cm per pixel. Si
potranno selezionare diverse bande di colore compreso
lo spettro infrarosso; gli utenti, man mano che altre
bande saranno disponibili potranno scegliere quale
utilizzare, confidando nel fatto che World Wind sarà
sempre aggiornato. Grazie alle risoluzioni fornite da
LandSat 7 soffermarsi per osservare la propria città, il
proprio quartiere o il terreno nel quale si vive sarà cosa
semplicissima; il tutto è poi accompagnato da accurati
dati scientifici. I dati LandSat 7 necessari per far
funzionare tutto ciò occupano troppo spazio in un
computer solo, per questo World Wind scaricherà solo i
dati relativi a quello che si vuole effettivamente
osservare e li comprimerà all’interno del computer
dell’utente per un’eventuale futura visione.
Combinando le immagini LandSat 7 con i dati Shuttle
Radar Topography Mission (SRTM), World Wind è in
grado di offrire una veduta del mondo precisa al
dettaglio e affiancata da una navigazione del tutto
personalizzata.
Il Goddard Space Flight Center (GSFC) ha prodotto una
serie di interessanti animazioni riguardanti ad esempio
uragani o cambiamenti di stagione in genere e che si
dovrebbero, quindi, ripercuotere sulla stessa
rappresentazione digitale. World Wind utilizza queste
animazioni e le utilizza direttamente sul mondo.
Selezionando l’evento in questione l’utente si troverà
proiettato su di esso.
Il MODIS (Moderate Resolution Imaging
Spectroradiometer) invece produce un set di dati
rilevanti che viene aggiornato ogni 24 ore. Esso cataloga
incendi, inondazioni, nubi di polvere, fumo, tempeste ed
attività vulcaniche. World Wind visualizza queste
informazioni come punti e, ciccando su di essi, si ottiene
la visualizzazione tridimensionale dell’informazione.
Assolutamente da provare.
http://worldwind.arc.nasa.gov/
(Fonte: Redazionale)
46 GEOmedia 4 2005
AZIENDE E PRODOTTI
GFauna e la gestione delle attività venatorie
La conservazione del patrimonio faunistico e
ambientale, la gestione programmata delle risorse e
il prelievo venatorio devono essere governati e
gestiti con strumenti adeguati alla complessità e alla
specificità del tema trattato. GFauna è il software
sviluppato da GLOBO per la conoscenza e la gestione
delle risorse faunistiche e ambientali presenti sul
territorio, basato su una organizzazione informatica dei
dati e della cartografia. Il sistema ospita e correla
informazioni di tipo alfanumerico con dati cartografici:
dalla rappresentazione cartografica sono
immediatamente accessibili i dati alfanumerici associati
e, viceversa, dalle schede anagrafiche è sempre possibile
ottenere la rappresentazione cartografica. GFauna
permette di gestire in modo integrato l’anagrafica di tutti
i soggetti coinvolti nel processo di gestione: iscritti ad una
Associazione (capannista, caccia con cani da ferma, caccia
agli ungulati, caccia alla lepre, etc.), Enti pubblici, società
private, etc. La rubrica è integrata con un archivio di
documenti, espandibile sulla base delle necessità
dell’utente, che consente di archiviare e richiamare un
numero arbitrario di documenti utili in sede di gestione
delle procedure previste. Un sofisticato sistema di
gestione della messaggistica consente di comunicare in
modo semplice ed efficiente con tutti i soggetti presenti
all’interno della rubrica, consentendo di, comporre
automaticamente il numero telefonico di un soggetto,
inviare tutti i report via fax o posta elettronica ed inviare
SMS a un soggetto o ad un gruppo di soggetti. GFauna
permette di gestire le strutture presenti sul territorio
(censimento capanni, manufatti, ricoveri, etc.) e tutte le
informazioni correlate: mappale, titolare, tipo, zona di
inserimento, presenza di un parco, autorizzazione, ecc. La
soluzione permette anche di governare tutte le
componenti e le problematiche legate alla fauna, con
particolare riferimento all’effettuazione dei censimenti,
all’attività di ripopolamento e la gestione degli
abbattimenti e dei ritrovamenti della fauna stanziale.
GFauna dispone di estese funzionalità per quanto
concerne la gestione di viste dei dati cartografici; sono in
particolare supportate funzioni di creazione, modifica e
cancellazione delle singole viste per la predisposizione
della cartografia di supporto più adeguata. I layer gestiti
possono essere tematizzati sulla base delle caratteristiche
dell’elemento censito. I dati cartografici utilizzabili per la
predisposizione delle viste possono essere in diversi
formati: ESRI ® Shapefile , ESRI ® ArcInfo Coverage,
ESRI ® ArcSDE , raster, AutoCAD DWG e DXF, servizi
ArcIMS. È disponibile un insieme completo di
funzionalità di navigazione, selezione, editing ed
interrogazione dei dati geografici.
In modo generalizzato è possibile associare a ciascuna
delle entità trattate qualsiasi tipo di informazione, quale
per esempio la rappresentazione cartografica, i documenti
informatici (immagini, filmati, relazioni tecniche, ecc.),
un repertorio di documenti predefiniti (lettere, avvisi,
comunicazioni, ecc.) od una raccolta delle normative
vigenti.
GFauna mette a disposizione dell’utente le funzionalità
necessarie alla produzione di stampe relative alle viste
cartografiche ed al contenuto della base dati. Accedendo
direttamente alla base dati alfanumerica è possibile
produrre report personalizzati attraverso i normali
strumenti di office automation.L’architettura del software
GFauna prevede un unico ambiente di gestione,
progettato per soddisfare le esigenze di una struttura
articolata. Il software è disponibile su piattaforma
Microsoft ® Windows ® , l’applicazione è stata sviluppata
in Microsoft ® Visual Basic ® 6.0 ed il supporto
cartografico è garantito dal componente ESRI ®
MapObjects ® (nella licenza di GFauna è compresa una
licenza runtime del componente ESRI ® MapObjects ® ).
Per informazoni: globo.imteam.it
(Fonte: Redazionale)
AZIENDE E PRODOTTI
Occhi puntati sulla missione Huygens dell’Esa
Finalmente i dati inviati dalla sonda Huygens dal suolo di Titano
cominciano ad assumere una certa completezza. Dopo un viaggio di
sette anni a bordo del mezzo spaziale multinazionale Cassini
(NASA,ESA,ASI), il 25 dicembre 2004 la sonda Huygens si è staccata
dirigendosi verso Titano, la luna più grande di Saturno. Il 14 gennaio
2005 Huygens ha raggiunto lo strato più esterno dell’atmosfera di
Titano ed ha cominciato la discesa al suolo che è durata 2 ore e 28
minuti. Immagini abbastanza chiare sono state inviate verso la Terra
non appena la sonda ha raggiunto un’altezza inferiore ai 40km
rivelando un mondo straordinario che per molti aspetti somiglia alla Terra, specialmente per quel che riguarda la
meteorologia, la geomorfologia e l’attività fluviale. Le immagini hanno mostrato una evidente erosione dovuta a flussi
di liquidi, presumibilmente metano. Huygens è atterrata in una zona scura (che si pensa potesse essere il letto di un
fiume ormai prosciugato) fiancheggiata da un terreno ghiacciato segnato dall’erosione dovuta ad evidenti attività
fluviali. Vicino al punto d’atterraggio sono stati osservati ciottoli della grandezza di qualche centimetro formati da
quella che sembrerebbe acqua ghiacciata. La superficie attorno alla sonda ha una consistenza simile a quella della
sabbia bagnata. Huygens ha inoltre sorpreso gli scienziati rilevando un secondo strato di ionosfera, tra i 140 ed i 40km,
che ha raggiunto il picco di conduttività elettrica verso i 60km; gli strumenti della sonda hanno anche rilevato il
tracciato di un fulmine. Huygens, con la sua presenza, ha sbloccato gli studi sull’atmosfera e la superficie di Titano,
compreso il primo campionamento in-situ della chimica organica e dei gas sotto i 150km. Proprio essi hanno
confermato la presenza di una complessa chimica organica sia nella fase gassosa che in quella solida, corroborando
l’ipotesi che Titano possa diventare un laboratorio naturale nel quale osservare il divenire delle stesse molecole che
hanno permesso alla vita di diffondersi sulla Terra. La presenza sulla superficie del gas Argon 40 è poi indice in maniera
inequivocabile dell’attività geologica interna del pianeta.
Questo è il riassunto dei principali dati finora raccolti sulla superficie di Titano; i dati si possono consultare in maniera
più dettagliata all’interno della rivista “Nature”, che il 30 novembre 2005 ha pubblicato un esaustivo articolo dedicato
interamente alla missione intrapresa sulla luna di Saturno.
(Fonte: Redazionale)
Con Leica SmartRover per lavorare in leggerezza
Senza cavi, eccezionalmente leggero e pienamente compatibile con la SmartStation di Leica (la prima stazione totale
con un GPS integrato), il nuovo GPS RTK SmartRover si presenta come lo strumento ideale per i rilevamenti di oggi.
Si potrà utilizzare la SmartStation per posizionare la propria stazione totale e quindi trasferire la SmartAntenna
continuando il rilevamento GPS RTK con lo SmartRover. Si otterranno ottime performances sfruttando uno strumento
dal peso irrisorio (2.8kg) se confrontato con le altre soluzioni tutte-in-uno; SmartRover assicura un lavoro meno faticoso
ed una produttività massimizzata. Composto dalla SmartAntenna ATX1230 e dal Controller RX1250 di Leica, lo
SmartRover fornisce una operatività completamente senza fili per una grande flessibilità in pochi componenti. Il
Controller RX1250 fa sfoggio delle tecnologie wireless Windows CE e Bluetooth; questo facilita il contatto diretto con
l’ufficio via Internet allo scopo di scaricare ed inviare dati per un più proficuo rilevamento. Con la sua CF-card
integrata, i dati possono tranquillamente essere scambiati con gli strumenti Leica System 1200, fornendo una completa
compatibilità X-Function. Lo SmartRover include inoltre le già note tecnologie SmartTrack e SmartCheck, che
forniscono i migliori risultati GPS in termini di velocità ed affidabilità.
(Fonte: Redazionale)
GLOBO Srl è la società del gruppo IMTeam orientata alla progettazione ed alla realizzazione di Sistemi Informativi
Geografici sia per Enti Pubblici che per Aziende private.
Principali ambiti di intervento: CATASTO, PROTEZIONE CIVILE, URBANISTICA, PATRIMONIO IMMOBILIARE, VERDE
URBANO, GEOMARKETING e molti altri ancora!
Per informazioni: E-mail: globo@imteam.it WEB: www.imteam.it
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AZIENDE E PRODOTTI
La Nona Conferenza delle Associazioni Scientifiche per le Informazioni
Territoriali ed Ambientali (ASITA) che si è svolta a Catania dal 15 al 18
Novembre oltre ai momenti di confronto dedicati ai nuovi risultati ottenuti
ed al punto della situazione sullo stato dell’arte del settore, ha come al solito
visto dedicare spazio e tempo all’esposizione tecnico-commerciale delle novità
introdotte dalle principali aziende protagoniste dell’Information Geography. La
tendenza da parte delle ditte, già notata in precedenti sedi, di favorire un
comportamento più aperto verso il committente e quindi di dare risposta alle stesse esigenze di un utente
sempre più preparato, ha trovato conferma anche all’interno della quattro giorni siciliana. I temi
dell’esposizione hanno abbracciato tutti i principali campi di applicazione dal GPS al GIS, dalla
fotogrammetria al telerilevamento, focalizzando su entrambi gli aspetti hardware e software e favorendo
la visibilità per aziende più o meno giovani che hanno presentato soluzioni innovative e di un certo
interesse.
Come è ormai costume di GEOmedia in queste occasioni, presentiamo qui di seguito una rassegna di alcune
tra le più di 40 aziende presenti ad ASITA che si sono fatte notare per la carica innovativa e di potenziale
utilità dei loro prodotti di punta, compensando la rassegna sulle aziende presentata sullo scorso numero
nel report sul SAIE 2005.
Speciale Asita
ABACO
ABACO è una società italiana specializzata nella ricerca e
sviluppo di tecnologie di base che la qualificano oggi come
una delle principali realtà in Italia e all’estero nell’IT applicata
al GIS, al mapping, al GPS, al CAD, al facility management ed
al technical documentation system. Ha presentato ad ASITA
DbMAP ASJ, una soluzione per realizzare e distribuire
applicazioni Web-GIS; DbMAP ASJ ha un’architettura
semplice, scalabile, performante ed in grado di garantire la
DB Map ASJ
massima interoperabilità tra le applicazioni e sui dati. Sfrutta
tutta la potenza, l’affidabilità e la scalabilità di Oracle Locator
o Spatial, ma anche la flessibilità e l’open source di PostGIS e
addirittura tutta la semplicità di utilizzo di un qualunque
RDBMS JDBC/ODBC (Access, SQL Server, SyBase, MySQL,
ecc.). Funziona con qualunque Application Server e Container
J2EE (ORACLE, TOMCAT, IBM WEBSPHERE, ecc.) su
Windows, Linux e MAC OS. Offre efficienti Web Map Services
richiamabili con un qualunque client WMS ed efficienti servizi
Servlets corredati con evolute componenti applets, OCX e classi
Java, anche open source, comunque libere da royalties,
sfruttabili all’interno di applicazioni GIS Web sviluppabili con
gli stessi strumenti di programmazione che già si usano per le
applicazioni gestionali su web browser, desktop e mobile.
Sempre da ABACO DbMAP Web 3D, per la rappresentazione
DB Map Web 3D
3D dei dati territoriali. Si tratta di una estensione del software
DbMAP ASJ che consente di realizzare facilmente Sistemi Informativi Territoriali 2D e 3D integrati. DbMAP Web 3D è
l’innovativo strumento che introduce un ulteriore punto di vista nell’utilizzo dei dati GIS bidimensionali provenienti da
GeoDatabase centralizzati. Sfrutta infatti tutte le caratteristiche di DbMAP ASJ, e di conseguenza del SIT già creato, per
collegarsi ad un qualsiasi GeoDatabase, al fine di gestire, pubblicare e consultare su internet e in 3 dimensioni tutti i dati
territoriali in esso contenuti. Tutto ciò permette di “volare” liberamente su un modello tridimensionale di terreno pubblicato
su internet, in modo da poterlo interrogare interattivamente, ma anche con la possibilità di scegliere in tempo reale gli strati
informativi da utilizzare per il rendering.
www.abacogroup.com
GEOmedia 4 2005 49
AZIENDE E PRODOTTI
Speciale Asita
Geotop
GPT - 7000L
GPT - 7000i
Dal 1972 la GEOTOP opera in un settore altamente
tecnologico ed in continua evoluzione, rinnovando
costantemente il suo impegno per offrire un’ampia gamma
NET G3
di strumenti di misura sempre all’avanguardia. Dal 1980
rappresenta la Topcon, azienda leader nel mondo della topografia
e dell’edilizia. Le novità presentate ad ASITA da Geotop
cominciano con le stazioni totali Topcon serie GPT-7000i che,
grazie alla nuova tecnologia “Capture Reality” (cattura della realtà), aggiungono alle misure
convenzionali l‘incomparabile ricchezza di informazioni contenute nelle due immagini associate
alla misura. Questa funzionalità amplia le possibilità di utilizzo consentendo delle applicazioni finora
impossibili con le stazioni totali. Mentre il topografo registra i dati, linee colorate e punti vengono tracciati sopra
all’immagine mostrata in tempo reale per ricordare cosa è stato già rilevato; ogni misurazione viene memorizzata
assieme alla foto presa con la fotocamera coassiale. La superimposizione, può essere anche usata in una “realtà virtuale”
caricando i dati di picchettamento e/o ostacoli sotterranei. Questi saranno visibili in sovrapposizione sul video. Sarà ora
possibile picchettare punti sapendo se sotto passano linee pericolose o evitare danneggiamenti a fognature posate in
precedenza. Con il programma da ufficio PI-3000 si ottengono misurazioni 3D di precisione dalle foto digitali prese
con il GPT-7000i o con fotocamere digitali; un esclusivo programma consentirà inoltre di ottenere rilievi speditivi a bassa
risoluzione con l’ausilio della fotogrammetria. In ufficio si otterrà la restituzione tridimensionale dell’oggetto rilevato con
la proiezione 3D delle immagini sull’oggetto rilevato. Grazie alle immagini coassiali registrate con i punti di misura e al
software TOPCON Pl-3000 l’orientamento esterno dei fotogrammi risulterà facilitato grazie alla correlazione di immagine
che identificherà il punto di controllo direttamente sulle foto a grande risoluzione prese con fotocamere calibrate. Sempre
GMS 2
da Geotop le stazioni totali Topcon della serie GPT-7000L che, grazie alla nuova tecnologia “LNP”, riescono a misurare fino a
1200 metri senza prisma. Questa funzionalità ovviamente allarga le possibilità di utilizzo consentendo delle applicazioni finora
impossibili con le stazioni totali convenzionali. La serie GPT-7000L mette a disposizione del topografo un distanziometro unico
al mondo per la coesistenza di queste caratteristiche: una portata senza prisma di 1200 metri con laser dì Classe 1, puntatore
laser visibile selezionabile di Classe 2 e un piccolo SPOT di misura. L’utilizzo del laser di classe 1 permette dì utilizzare lo
strumento in conformità alle normative di sicurezza anche in aree pubbliche, garantendo la totale incolumità dell’operatore e
delle persone che circolano nell’area di lavoro. Per le misure senza prisma viene emesso un raggio a divergenza ridotta (piccolo
SPOT) per ottenere misure stabili e sicure. Ciò consente di misurare minimi dettagli anche a grande distanza e su superfici
altrimenti difficili quali asfalto o roccia. Sarete così sicuri di misurare proprio ciò che state collimando. La serie GPT-7000L è al
passo con il rapido sviluppo tecnologico e si proietta nel futuro, grazie al sistema operativo Windows Ce.Net gli applicativi interni
sono aggiornabili a future evoluzioni o normative di Pregeo. Presentato ad ASITA anche il nuovo ricevitore di Topcon, il NET-
G3, considerato il dispositivo del genere più avanzato tecnologicamente. Cuore del ricevitore è il Paradigm G3, il nuovo chip di
Topcon. Più piccolo del 75% rispetto alla tecnologia per i chip GPS concorrenti, il Paradigm G3 è capace di performances e di
un’affidabilità sorprendenti. Il ricevitore NET-G3 è il primo ad assicurare un tracking del segnale universale, coprendo i segnali
di tutte tre le costellazioni di satelliti per il posizionamento esistenti (GPS, Glonass e Galileo). Grazie all’utilizzo della tecnologia
sviluppata in casa Topcon, il NET-G3 incorpora 72 canali per il tracking universale, in grado di tracciare tutti i segnali dei vari
sistemi satellitari che sono attualmente in uso e di quelli che lo saranno nel prossimo futuro. I servizi relativi ai vari segnali
saranno acquistabili man mano che tali segnali saranno disponibili, evitando lo spiacevole inconveniente di dover pagare
funzionalità che, attualmente, non sono ancora disponibili. Oltre alla tecnologia G3, il ricevitore di Topcon offre una completa
connettività USB, Ethernet e quattro porte seriali che, unite al suo avanzato processore a 20Hz, gli permettono di mantenere alti
standards di connettività sia interni che esterni al ricevitore. Il Topcon GMS-2 è un ricevitore GNSS con antenna integrata e
sistema operativo Windows CE. La tecnologia GPS/GLONASS che contraddistingue i ricevitori geodetici Topcon è ora
disponibile anche in questa versione palmare. Tutti i 50 canali di cui è dotato il GMS-2 sono in grado di ricevere i segnali L1
GPS/GLONASS e la correzione DGPS WAAS/EGNOS. Il GMS-2 è dotato di fotocamera digitale integrata che consente di
associare immagini al punto misurato; inoltre, grazie ad una particolare funzione, tramite una bussola elettronica di precisione
incorporata è possibile misurare punti inaccessibili. Compatto e leggero, il GMS-2 è la soluzione ideale per la raccolta e la
gestione di dati GIS direttamente in campagna. Il Bluetooth, di cui è dotato il GMS-2, può consentire la connessione ad un
cellulare per ricevere la correzione differenziale da un altro ricevitore o da una rete di stazioni permanenti utilizzando anche
tecniche VRS e FKP. Il sistema è configurabile sulla base delle esigenze di precisione dell’utente. Per applicazioni che richiedono
una precisione sub-metrica si utilizzerà l’antenna integrata. Utilizzato in combinazione con l’antenna esterna Topcon PGA-5 il
GMS-2 raggiunge precisione centimetrica. Sul GMS-2 può essere installato il software Meridiana CE o ArcPad consentendo una
gestione facile ed immediata di tutte le funzioni. Tramite il suo ambiente grafico l’utente potrà visualizzare tutti i punti misurati
sovrapponendoli ad una cartografia raster o vettoriale precedentemente importata.E’ possibile selezionare il formato di uscita
dei dati (ASCII, Shape, DXF, Pregeo 8) per renderli compatibili con i più diffusi software GIS e CAD.
www.geotop.it
www.topcon.it
50 GEOmedia 4 2005
AZIENDE E PRODOTTI
Geoin
Speciale Asita
Geoin nasce nel 1998 proponendo servizi geografici con componenti
software GIS sviluppati al proprio interno. La piattaforma Geoin,
seguendo l’andamento delle richieste di mercato, dispone ora delle più
innovative soluzioni per la gestione della cartografia numerica e della
fotogrammetria digitale.
La struttura del software GeoExplorer di Geoin per il trattamento dei
dati geografici è completamente modulare e confezionata in componenti
COM, Java e Dot Net così da permettere anche la programmazione
esterna di tutte le funzionalità geografiche con strumenti quali C++,
Visual Basic e linguaggi scripting (ad esempio per la realizzazione di
pagine ASP su web). GeoExplorer Interserver è il modulo geografico
di rasterizzazione che permette di inviare al client le mappe su internet
in forma di immagine. Tale architettura, chiamata client leggero, evita la
necessità di scaricare componenti sul client, garantendo la scalabilità
tipica di una applicazione Intranet “senza stato” che è in grado di servire
migliaia di richieste di mappe al giorno. GeoExplorer Intraserver
contiene i server per il collegamento alle varie tipologie di database:
Oracle Spatial Server, Shape Server, Geodatabase Server, ECW Raster
Server, TIFF Raster Server, JPEG 2000 Raster Server, JPEG Raster Server.
www.geoin.it
Heliogs
Heliogs è una società consortile a responsabilità limitata costituita dall’Istituto
Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) e la Helica srl con sede
ad Amaro (UD). L’OGS è un ente pubblico di ricerca con sede a Sgonico (TS); esso ha il
compito disvolgere, promuovere e coordinare, anche in collaborazione con altri enti
interessati, nazionali, internazionali ,comunitari e stranieri, studi e ricerche volti alla conoscenza della terra e delle sue risorse.
La Helica possiede le licenze e le certificazioni di Operatore Aereo nel Settore del Trasporto Passeggeri e nel Lavoro Aereo,
compreso il rilevamento del territorio. Per l’elaborazione ed analisi dei prodotti finali Helica si avvale della collaborazione del
gruppo CARS dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste; la società possiede una flotta aerea
di due elicotteri a turbina oltre che a strutture per uffici, hangar e mezzi logistici. Helica ha sfruttato un sistema laser-scanning,
l’ALTM3033 della Optech dal 2002, per poi acquisire nel 2005 un sistema ALTM3100 di nuova generazione e che attualmente
è al vertice della categoria. L’attività di telerilevamento viene svolta prevalentemente mediante apparecchiature montate su
aerei; la scelta di questa società, di operare con elicotteri, è stata determinata dai vantaggi che, a fronte di un costo di esercizio
leggermente superiore, solo questo mezzo può assicurare e cioè: una velocità operativa compresa tra gli 80 e i 230 km/h, una
bassa velocità di avanzamento rispetto al suolo per una migliore risoluzione spaziale, la possibilità di operare a qualunque
quota, l’estrema flessibilità operativa, la possibilità di eseguire rilievi accurati anche all’interno di valli montane e di seguire
con precisione i percorsi di fiumi, strade e linee elettriche e le migliori prestazioni complessive su aree di medie e piccole
dimensioni. Helica utilizza e distribuisce anche software commerciale per l’elaborazione
di dati laser-scan e di ortofoto, e mette inoltre a disposizione software OpenSource per
visualizzare dati laser-scan e per la conversione di coordinate in diversi ellissoidi di
riferimento. E’ il distributore unico per l’Italia dei prodotti Terra, della società Terrasolid
Ltd, (Finlandia). Gli elementi della famiglia di prodotti Terra sono strettamente integrati
fra di loro e con i prodotti della Bentley System: MicroStation Se/ J/V8 o MicroStation
GeoOutlook e MicroStation PowerDraft J/V8a.
www.helica.it
www.ogs.trieste.it
I dati forniti dall’ OGS
GEOmedia 4 2005 51
AZIENDE E PRODOTTI
Speciale Asita
Hewlett Packard
Leader mondiale nel settore dell’Information & Technology, HP propone
tecnologie innovative ed essenziali per il business e la vita quotidiana. La
divisione Imaging & Printing offre un’ampia gamma di prodotti, soluzioni e servizi
innovativi per consumatori e imprese di ogni dimensione,
progettate per semplificare il modo di vivere, lavorare e
comunicare.
Presentata ad ASITA la stampante HP Designjet 90
A2+ è ideale per progettisti grafici, fotografi professionisti e fornitori di servizi di prestampa
HP Designjet 110 che richiedono funzionalità sofisticate, gestione flessibile dei supporti di stampa e tecnologie avanzate per
la gestione del colore, per produrre immagini di qualità fotografica dotate di un’eccezionale resistenza
allo sbiadimento. La HP Designjet serie 110plus è una stampante a colori di qualità elevata per i professionisti del CAD
con budget limitati. La soluzione ideale per geometri, architetti, designer, ingegneri e progettisti di società di costruzioni,
che lavorano in piccoli uffici e richiedono la possibilità di stampare su grandi formati, fino all’A1+. La stampante HP
Designjet serie 130 è ideale per i designer grafici che devono poter contare su una straordinaria qualità delle
immagini e fedeltà dei colori per stampare composite, layout, mock-up e bozze di
lavoro. I fotografi professionisti possono realizzare stampe brillanti di qualità
fotografica che resistono allo sbiadimento più a lungo rispetto alle foto stampate
con i procedimenti tradizionali, mentre gli esperti di prestampa possono produrre
bozze di lavoro con colori stabili in meno di un’ora.
HP Designjet 90
HP Designjet 130
Matrox
Matrox Graphics Inc., società canadese con uffici internazionali in Europa e in
Asia, affermata nella progettazione di soluzioni grafiche professionali, da oltre
29 anni si distingue per lo sviluppo e commercializzazione di schede grafiche ad alta
QID Pro
qualità. Pioniere del supporto multi-monitor con un singolo chip grafico, Matrox è
leader nell’offerta di soluzioni multi-monitor per i settori finanziario, medicale,
industriale, militare, amministrativo e dell’informazione al pubblico, oltre che di
soluzioni grafiche avanzate per la produttività professionale.
Nell’area riservata a Matrox Gaphics ad ASITA, sono state presentate le schede
Matrox QID Pro e Matrox Parhelia DL256 PCI. La QID Pro è una scheda grafica
che introduce capacità multi-display innovative per le esigenze di visualizzazione
avanzata in applicazioni come public information display, data wall per la gestione di
dati finanziari e militari, simulation civile e militare e PSAPS (centri di risposta dei
servizi di pubblica emergenza). QID Pro è anche una piattaforma grafica ideale per
Parhelia DL256
applicazioni server, poiché migliora l’efficienza dell’IT manager che può controllare
più server con un singolo sistema, grazie alla possibilità di vedere e gestire più
informazioni alla volta. QID Pro, che pilota quattro monitor digitali o analogici alla
risoluzione massima di 1600x1200 in configurazione 2x2 o 4x1, offre come caratteristiche: capacità genlock tramite modulo
opzionale Matrox ASM, 256 MB di memoria unificata DDR on-board, supporto per le API OpenGL e Microsoft direct,
architettura PCI-X (compatibile PCI) con supporto a 33 e 66 Mhz. La scheda grafica Parhelia DL256 PCI a 64 bit/66 Mhz
è compatibile con tutti gli slot PCI e PCI-X a 32 bit e 64 bit e pilota lo schermo ad alta risoluzione Apple Cinema HD Display
30”. Offre come caratteristiche: 256 MB di memoria grafica, supporto per un secondo monitor analogico fino a risoluzione
2048x1536, accelerazioni 2D/3D OpenGL multi scheda, stereo 3D quad-buffered in hardware ed uscita TV su connettore
secondario tramite l’adattatore per TV Output.
Presentata anche la Matrox Parhelia APVe che combina avanzate tecnologie multi-display e video output insieme ad una
qualità d’immagine senza pari, assicurando il supporto più completo alle workstation dedicate alla creatività professionale.
L’uscita video componenti HDTV, la modalità Dual-DVI più uscita TV e gli esclusivi plug-in per
l’uscita video What You See Is What You Get (WYSIWYG) sono soltanto alcuni dei vantaggi che
questa scheda, ricca di caratteristiche, offre ai professionisti della creatività.
www.matroxitalia.it
APVe
52 GEOmedia 4 2005
AZIENDE E PRODOTTI
Intergraph è leader in ciascuno dei settori industriali in cui opera, grazie
Intergraph alla capacità di offrire ai clienti una profonda competenza in tali settori,
oltre ad una lunga tradizione di innovazione tecnica e ad una ampia gamma
di prodotti, software e servizi. Fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1969, i prodotti e i servizi di Intergraph sono stati
ripetutamente messi alla prova e testati con successo nella realizzazione di alcuni dei più complessi progetti e programmi
industriali in tutto il mondo. Intergraph Security Government & Infrastructure ha annunciato ad ASITA 2005 il rilascio
della nuova versione 6.0 della famiglia GeoMedia. La siute GeoMedia consiste di 17 applicazioni disegnate per il governo
locale o regionale, militare o di intelligence, per le utilities, le comunicazioni, la fotogrammetria ed il mercato dei trasporti.
I prodotti GeoMedia permetteranno alle aziende di visualizzare l’informazione spaziale per un più veloce ed accurato
decision making all’interno di enti o di intere organizzazioni. La versione 6.0 presenta notevoli miglioramenti soprattutto
nella gestione del dato geografico in ambiente enterprise e dimostra l’impegno di Intergraph nell’affrontare problematiche
geospaziali relative allo sviluppo di progetti complessi in ambiente distribuito. Alcune caratteristiche innovative riguardano
la condivisione di dati tra geoworkspace, nuovi comandi di editing avanzato, la visualizzazione di feature class in modo
gerarchico, la gestione dei metadati, la trasparenza raster e vettoriale, un flusso completo per la stampa, l’uso di Web
Services facili da creare e configurare ed una nuova interfaccia utente.
Speciale Asita
www.geomedia6.com
www.intergraph.it
Menci Software
Menci Software si occupa di ricerca, progettazione e sviluppo di tecnologie nel
campo del rilievo metrico da immagini digitali. Gli ambiti di competenza
rientrano nel settore della fotogrammetria digitale e della computer vision. Dal 1991
è un’azienda leader per la produzione software di fotogrammetria bidimensionale e
tridimensionale. Le stazioni fotogrammetriche digitali di MS sono StereoView e Z-
Map.
Menci Software era presente ad ASITA con la stazione Z-Map che, compilata per la
piattaforma Windows, lavora sia in modalità monoscopica che stereoscopica,
consentendo il roaming continuo su modelli tridimensionali di dimensioni
teoricamente illimitate. La scelta della coppia d’immagini per la formazione del modello è automatica in modalità stereoscopica
ed ottimizzata mediante processo d’isteresi, ma può anche essere manuale e forzata da parte dell’utente. In questo modo si può
lavorare in una gestione multimodello oppure singolo modello scelto dall’operatore. Il software è completamente integrato nelle
sue fasi di orientamento, restituzione, ortofoto mosaicatura e consultazione in un’unica interfaccia, ma può essere facilmente
suddiviso mediante condivisione della licenza, in moduli autonomi per agevolare l’operatività di diversi soggetti sulla stessa
stazione. L’architettura del sistema si basa su un database di tipo CAD strutturato
per la gestione combinata di dati vettoriali e raster di grandi dimensioni e progettato
per l’uso specifico in ambito cartografico. Le funzioni di editing sono abbondanti sia
per quanto riguarda quelle di natura generica operanti sia sul vettoriale che sul
raster, che per quelle specializzate alla restituzione ed alla vestizione cartografica;
inoltre i tipi di linea, punto, multilinea, campitura sono completamente
personalizzabili per poter adeguare le proprie librerie grafiche ai diversi capitolati
d’appalto. Sul database geometrico si appoggiano tutte le funzionalità, sia quelle che
operano in modalità stereoscopica che monoscopica; per alcune di esse, quali la
triangolazione aerea, la vettorializzazione e la generazione automatica del DTM
viene offerta la possibilità di operare sia in modalità mono che stereo.
Z-Map Laser è invece il software che consente l’elaborazione di modelli ottenuti
mediante scansione laser e le generazione di ortofoto con produttività e qualità di
tipo cartografico. Piante, prospetti, sezioni, profili, ortofoto e curve di livello generati
da nuvole di punti, possono finalmente raggiungere livelli qualitativi pari a quelli
degli elaborati tradizionali. Non vi è limite per la dimensione dei modelli, per il
numero di fotogrammi da mosaicare e per la dimensione delle ortofoto generate.
www.menci.com
GEOmedia 4 2005 53
AZIENDE E PRODOTTI
Speciale Asita
Planetek
Planetek Italia dal 1994 sviluppa e commercializza sistemi informativi integrati di archiviazione, gestione, analisi e
condivisione di dati geografici. Planetek opera nel campo dei Sistemi Informativi Geografici e dell’elaborazione di
immagini telerilevate da satellite, progettando soluzioni orientate all’archiviazione e all’aggiornamento di dati territoriali
per la pianificazione, progettazione, gestione ed il monitoraggio del territorio.
Ad ASITA Planetek era presente con tutta la gamma dei suoi prodotti: ER Mapper, un innovativo sistema per
l’elaborazione delle immagini e l’utilizzo successivo in ambiente GIS e CAD, utilizzato in una ampia gamma di applicazioni
come la gestione del territorio, le applicazioni agronomiche e forestali, la gestione di risorse marine e le applicazioni
militari, l’esplorazione mineraria, la ricerca petrolifera. La sua potente ed intuitiva
interfaccia grafica e l’uso dei Wizard (procedure guidate) facilita l’approccio con
questo strumento ad elevato contenuto tecnologico anche all’utente meno esperto.
ER Mapper mette a disposizione dell’utente una lista completa di funzionalità, dalla
georeferenziazione di immagini alla riproiezione “al volo”, alla produzione di
ortofoto; dalla mosaicatura di immagini al bilanciamento automatico dei colori;
dall’elaborazione dei dati Radar alla produzione di DEM, all’estrazione delle curve
di livello, alla visualizzazione 3D, fino alla compressione ECW di immagini di
qualsiasi dimensione. Image Web Server, soluzione per la distribuzione di
immagini via Internet. Prodotto dalla Earth Resource Mapping, e distribuito in
Italia da Planetek Italia, Image Web Server è un nuovo e potente server per rendere
disponibili on line dati raster di qualsiasi dimensione. Consente di effettuare zoom
e pan in tempo reale su immagini di ogni genere, sfruttando la nuova tecnologia di
compressione ECW di ER Mapper, e di accedere a database grafici di dimensioni Cart@net
illimitate. Cart@net, una soluzione per la gestione e la consultazione di grandi
database di dati raster, ideale per divulgare cataloghi on-line di banche dati
cartografiche. Cart@net permette di consultare e interrogare via Internet un
database cartografico vettoriale, effettuando ricerche basate su criteri grafici e
alfanumerici, e di visualizzare la cartografia raster relativa all’area di interesse. Il
sistema è sviluppato per integrarsi con server vettoriali tipo ArcIMS di ESRI o
MapServer, server per la diffusione di cartografia vettoriale che consentono di
creare, pubblicare e distribuire mappe vettoriali estremamente particolareggiate in
Intranet e Internet, ed Image Web Server, per la diffusione di dati raster.
www.planetek.it
ImageWebServer
Research Systems Italia - RSI
Research Systems, Inc. È una società del gruppo ITT Industries che, con i suoi prodotti software per l’analisi e la
visualizzazione di dati supporta più di 200.000 utenti in tutto il mondo grazie a un canale di vendita diretta in Nord
America e filiali in Francia, Italia e Inghilterra. Tutte le altre nazioni sono gestite da un network di distributori
internazionali. I campi principali di applicazione dei prodotti sviluppati sono quelli dell’ingegneria, delle scienze della
terra, aerospaziali, medici, dell’agricoltura, dell’industria automobilistica, dell’industria estrattiva e del telerilevamento.
Presentato ad ASITA il software ENVI (arrivato alla versione 4.2) è l’ideale per la visualizzazione, l’analisi e la
presentazione di tutti i tipi di immagini digitali. Dall’ortorettifica all’estrazione delle informazioni fino all’integrazione
con il GIS, ENVI combina gli strumenti necessari al soddisfacimento di qualsiasi tipo di progetto. ENVI fornisce l’accesso
ad una suite di strumenti per l’analisi di immagini spettrali senza precedenti in altre soluzioni. Vi trovano spazio tutte le
principali classificazioni come gli isodata, k-means, parallelepipedi, distanza minima, la probabilità massima e le
classificazioni di distanza di Mahalanobis. La versione 4.2 introduce nuove funzionalità come gli strumenti di
autoregistrazione che automatizzano il processo di registrazione delle immagini con differenti tempi e sensori,
velocizzando il rilevamento dei cambiamenti che intercorrono operando con immagini multiple; il supporto per i nuovi
moduli di add-on quali l’ENVI DEM Extraction Module che permette di creare facilmente DEM per l’ortorettificazione,
l’analisi topografica, la visualizzazione e la generazione di contorni delle mappe. L’ENVI Certified NITF Module permette
agli utenti che richiedono un ambiente certificato NITF di sfruttare i vantaggi delle funzionalità di ENVI nella
visualizzazione e nell’analisi delle immagini. I Vegetation Analysis Tools sono invece una suite di strumenti che facilitano
l’utilizzo di dati spettrali per analizzare la vegetazione; grazie alla presenza di 27 indici divisi in sei categorie, gli
strumenti determineranno automaticamente quali di essi è importante nell’analisi di una specifica immagine.
www.RSInc.com
54 GEOmedia 4 2005
AZIENDE E PRODOTTI
Speciale Asita
Sistemi Avanzati
Sistemi Avanzati propone prodotti, servizi e tecnologie multivendor per il
telerilevamento aereo e satellitare, la fotogrammetria digitale, i sistemi
informativi territoriali, la realtà virtuale e la simulazione territoriale. In occasione della Nona Conferenza Nazionale ASITA ha
presenato, assieme alle tradizionali soluzioni per il GIS 3D, innovative soluzioni e servizi per l’elaborazione di fotografie aeree,
terrestri e dati laser scanner per il rilevamento e la ricostruzione realistica di modelli 3D di infrastrutture, edifici ed interi
modelli urbani ed i più avanzati strumenti di generazione e visualizzazione interattiva via Internet di scenari territoriali 3D.
Presentati ad ASITA, oltre all’intera linea di prodotti software Leica Geosystems, Feature Analyst della Visual Learning
Systems è un pacchetto software per ArcGIS. La soluzione, utilizzata in tutto il mondo da organizzazioni che si trovano ad
affrontare compiti di produzione geospaziale, è estremamente accurata e si integra alla perfezione con i software GIS e per
l’elaborazione delle immagini già esistenti quali ArcGIS, ERDAS Imagine, SOCET SET e GeoMedia. Feature Analyst fornisce
ai professionisti del GIS un complete set di strumenti per l’estrazione di un’ampia gamma di elementi d’interesse (palazzi,
strade, corsi d’acqua, ecc.) da immagini e scansioni di mappe. Il software offre immensi vantaggi rispetto alla digitalizzazione
manuale fornendo l’estrazione automatica delle features, l’editing e l’attribuzione. Il risultato finale è un incremento della
qualità ed un enorme risparmio di tempo. L’applicativo TerrainView della ViewTec è un software di realtà virtuale che facilita
la visione interattiva di terreno 3D ad alta risoluzione in Internet ed Intranet. Supporta i più comuni formati 3D ed è dotato di
funzionalità speciali quali il display delle mappe in 2D, una facile navigazione grazie diverse modalità di volo, la possibilità di
catturare screenshots in tre dimensioni, oggetti dinamici, funzioni di misura in 3D, creazione di punti d’interesse e la possibilità
di creare video da scenari salvati o dal fly-through interattivo. Per la creazione degli scenari, TerrainView si avvale di molteplici
palette per ogni tipo di condizione meteorologica. L’opzione TerrainView-Web è una funzione opzionale che permette di caricare
i propri database all’interno del web da un deposito centralizzato. Sistemi Avanzati ha inoltre affiancato in quel di ASITA alle
tradizionali soluzioni per il GIS 3D, Cyber City, una nuova suite software per
l’elaborazione di fotografie aeree, terrestri e dati da laser scanner, per il rilevamento e
la ricostruzione realistica dei modelli 3D di elementi territoriali quali edifici,
infrastrutture, interi modelli urbani (City Models) e per la generazione e
visualizzazione (anche via Internet) degli scenari territoriali 3D ricostruiti. Cyber City,
infatti, consente la ricostruzione dei modelli 3D in modalità automatica, fornendo una
soluzione cost-effective particolarmente adatta nelle applicazioni di ricostruzione e
visualizzazione che coinvolgono un numero molto elevato di oggetti quali i City
Models.
www.sistemiavanzati.com
CyberCity
Terraview
56 GEOmedia 4 2005
MICROGEO
TERRA E SPAZIO
La lunga attesa
di Marsis
di Fabrizio Bernardini
Abbiamo parlato in altre occasioni di MARSIS e della sua progenie
SHARAD, due esperimenti italiani per la misura di caratteristiche
sottosuperficiali del pianeta Marte. Prodotti innovativi ed unici che
nascondono un potenziale scientifico elevato. La strada per Marte però
non è così facile come può sembrare e se la realizzazione degli strumenti
non è stata esente da dolori, l’interpretazione e la divulgazione dei risultati
non sono da meno. Le incertezze ed i dubbi sono però ora dissipati:
l’esperimento MARSIS funziona perfettamente e per la prima volta nella
storia dell’umanità abbiamo uno strumento e gli elementi per capire cosa
c’è nel sottosuolo di un altro pianeta, senza aver inviato sul posto geologi
ne’ tantomeno squadre per movimenti di terra.
Il primo ed unico esperimento di
prospezione del sottosuolo a mezzo
radar condotto dallo spazio ebbe
luogo nel 1973 nel corso della
missione Apollo 17, Un
esperimento Lunar Sounder fu
usato per cercare di svelare alcuni
dei segreti del sottosuolo lunare. Da
allora nessun altro tentativo venne
effettuato anche perché le
frequenze operative per penetrare
qualche kilometro nel terreno non
sono utilizzabili dall’orbita terrestre
per via dell’effetto schermante della
ionosfera del nostro pianeta.
Marte, però, è un altro mondo con
caratteristiche diverse e MARSIS è
la risposta italiana all’esplorazione
del sottosuolo del pianeta rosso,
soprattutto per quanto concerne la
domanda: dov’è andata l’acqua di
Marte?
Introduzione
MARSIS, acronimo di Mars
Advanced Radar for Subsurface and
Ionosphere Sounding, è stato ideato,
progettato e realizzato per volare a
bordo della prima missione europea
verso il pianeta rosso, la sonda Mars
Express.
Mars Express è stata lanciata il 2
Giugno del 2003 e si è inserita in
orbita marziana nella notte di Natale
dello stesso anno. Dopo una serie di
verifiche e di collaudi dei diversi
strumenti presenti a bordo, tra cui
PFS (Planetary Fourier Spectrometer),
un altro strumento tutto italiano di
successo, ecco avvicinarsi il mese di
Aprile 2004 durante il quale MARSIS
avrebbe dovuto dispiegare la sua
enorme antenna, senza la quale
nessuna operazione sarebbe stata
possibile fino ad allora.
Purtroppo, in tale occasione, il
destino volle che test ed analisi
effettuati nelle settimane precedenti
sollevassero un ragionevole dubbio
relativo alla sicurezza dell’operazione
di dispiegamento. Il costruttore
dell’antenna (un componente fornito
dal partner statunitense) temeva che il
risultato di una particolare simulazione
computerizzata si avverasse e che i
bracci dell’antenne, dispiegandosi,
potessero urtare con un effetto frusta
la sonda. Il team di controllo volo
presso il centro ESOC dell’ESA decise
allora di sospendere completamente le
operazioni di dispiegamento dando
contemporaneamente inizio ad
un’intensa attività di approfondite
analisi, mentre tutti gli altri strumenti
di Mars Express iniziavano ad operare.
Luce verde
A Febbraio del 2005, raccolte
sufficienti informazioni a sostegno
della tesi che i rischi del
dispiegamento dell’innovativo sistema
d’antenna (ampio 40 metri) fossero
minimi, ESA autorizzò la
pianificazione delle operazioni
necessarie. E così, nel Maggio 2005,
un anno dopo il previsto, MARSIS è
diventato finalmente operativo e dopo
un’intensa fase di collaudi e
calibrazioni (MARSIS non poteva
essere collaudato finchè l’antenna non
fosse stata dispiegata ed inoltre
occorreva ricevere echi dalla superficie
per verificare che molti dei parametri
di configurazione fossero corretti) i
primi dati scientifici sono stati
analizzati da tre gruppi di
sperimentatori: l’Università “La
La breve serie sui sistemi di Guida, Navigazione e Controllo, viene di
nuovo rinviata al prossimo numero. Ci scusiamo di questo con i lettori.
Figura 1 – Radargramma degli strati di
depositi che circondano il polo nord del
pianeta. Lunghezza dell’osservazione: 458 Km
Additional credits: ASI/NASA/ESA/Univ. of
Rome/JPL
Sapienza” di Roma (responsabile dello
strumento, il centro JPL della NASA
(partner principale nell’impresa) e
l’Università dell’Iowa, responsabile per
il trattamento dei dati relativi alla
ionosfera.
I primi risultati
Nella conferenza stampa tenutasi lo
scorso Novembre presso il quartier
generale dell’ESA, a Parigi, il successo
di MARSIS è stato decretato
pubblicamente mostrando i primi
“radargrammi” e “ionogrammi”
prodotti dallo strumento. In entrambi i
casi le informazioni ricavate
dimostrano che è possibile “vedere”
sotto la superificie del pianeta e
analizzarne gli strati della ionosfera,
ma non è ancora possibile
“quantificare” esattamente la
visualizzazione. Putroppo tali risultati
non sono ad effetto come le
magnifiche foto stereoscopiche riprese
58 GEOmedia 4 2005
TERRA E SPAZIO
più profonde perché giunte con ritardo
maggiore, come illustrato in Figura 3.
Si noti a supporto della tesi la
presenza, nel centro del radargramma
inferiore, di un’eco rettilinea di sotto
superficie che corrisponderebbe al
fondo del bacino (a circa 1.5 Km di
profondità). La topografia della zona
osservata, con sovraimposte le orbite
considerate e le ipotesi sulle strutture
osservate, è mostrata in Figura 4.
di questo: “per aspera, ad astra”, si
addice alla storia travagliata del
nostro strumento, un altro grande
successo italiano.
Figura 2 – Due radargrammi che mostrano
le stesse strutture sotterranee rilevate
durante due passaggi consecutivi ed
adiacenti (circa 50 km di spaziatura)
Additional credits: ASI/NASA/ESA/Univ. of
Rome/JPL
da HRSC sempre a bordo di Mars
Express e la loto interpretazione
richiede un po’ di “allenamento”.
In Figura 1 e 2 sono riportati due
radargrammi di MARSIS con viste in
sezione parallele alla direzione di volo
dello strumento. In Figura 1 si nota
chiaramente, sulla destra
dell’immagine la presenza di uno
strato sottosuperficiale molto
riflettente, tanto da indurre ad
interpretare la riflessione come causata
da uno strato di ghiaccio d’acqua. Se
così fosse, la profondità (la distanza
tra l’eco di superficie, quello superiore,
e quello di sotto-superficie sarebbe di
circa 1.8 Km). In Figura 2 si notano,
in due radargrammi, strutture
sotterranee che fanno pensare ad un
bacino ricoperto ed ampio almeno 250
km. In particolare le strutture ad arco
sono dovute alle riflessioni laterali che
provengono dai lati del bacino. Poiché
MARSIS non può discriminare gli echi
laterali esse si sovrappongono
all’immagine in verticale, ma appaiono
Conclusioni
MARSIS non osserva direttamente il
“sottosuolo”, ma rileva la presenza di
“interfacce” tra i diversi materiali che
compongono il sottosuolo. La
superficie del pianeta è una prima,
preponderante, interfaccia. La presenza
di ghiaccio o umidità sotterranei
costituiscono ulteriori interfacce. La
differenza tra materiali rocciosi e
terrosi sono ancora altre interfacce.
Riconoscere queste differenze è parte
del processo scientifico che trarrà un
senso dalle osservazioni dello
strumento italiano. Ma per
quantificare con precisione elementi
come “la profondità” di una struttura
sotterranea, occorrerà fare affidamento
anche su dati di altri strumenti (dai
quali desumere ipotesi sulla
composizione e dunque la costante
dielettrica, del suolo). Non
dimentichiamo che MARSIS esegue
misure analoghe sulla tenue ionosfera
del pianeta, mai “osservata”
direttamente, elemento fondamentale
per capire l’interazione di Marte con
l’ambiente planetario circostante. I
primi ionogrammi hanno anch’essi
dimostrato che tutto funziona
correttamente e che i risultati sono di
notevole portata.
Insomma, MARSIS funziona
perfettamente e per ora siamo contenti
Figura 4 - Mappa topografica basata su dati
del Laser Altimetro MOLA della zona
osservata in merito alla presenza di un
bacino sepolto. Si noti che nulla sulla
superificie può ricondursi alle strutture
osservate da MARSIS
Additional credits: ASI/NASA/ESA/Univ. of
Rome/JPL/MOLA Science Team
Riferimenti
“Radar Soundings of the
Subsurface of Mars”, Picardi et al.,
Science Express, 30/11/2005
ESA:
http://www.esa.int/SPECIALS/Result
s_from_Mars_Express_and_Huygens/
SEM7ZTULWFE_0.html
ESA:
http://www.esa.int/SPECIALS/Result
s_from_Mars_Express_and_Huygens/
SEMB4UULWFE_0.html
ESA:
http://www.esa.int/SPECIALS/Mars_
Express/index.html
Autore
FABRIZIO BERNARDINI
Email: fb@aec2000.it
Nota dell’autore
Figura 3 - Differenti ritardi, dovuti al percorso più lungo, caratterizzano gli echi che
provengono da riflessioni laterali piuttosto che da riflessioni lungo la verticale
Article based on material excerpted
with permission from Science
310:MS1122165 (12/23/2005).
Copyright 2005 AAAS
GEOmedia 4 2005 59
AGENDA
2005-2006
Il 31 Dicembre 2005
scadono i termini per la
richiesta d’iscrizione al
Master Universitario di II
livello che si terrà a Roma
sulla:
Gestione e Manutenzione
nella Valutazione di
Impatto Ambientale degli
Impianti e delle Opere
Civili
Università degli Studi di
Roma “La Sapienza”
CNIM (Comitato Nazionale
Italiano per la Manutenzione)
Info: www.mastermanutenzione.it/Manifesto_M
aster.pdf
9-13 Gennaio
Cosenza
Corso sui Sistemi Informativi
Geografici
GIS avanzato - Dati GIS e
GPS nella Pianificazione
Territoriale
Italdidacta S.r.l.
Web: www.italdidacta.it
Il 13 Gennaio 2006 è il
termine di scadenza della
domanda di ammissione al
master universitario annuale
di II livello a distanza (a.a.
2005/2006)
Sistemi Informativi
Territoriali &
Telerilevamento
Università Iuav di Venezia
Dipartimento di
Pianificazione
Web:
www.iuav.edu/dp/formazione
/master/0203/MasterSitFSE_
0203.html
23-26 Gennaio
Londra, QE II Conference
Centre, Westminster, GB
DGI Europe 2006
Tel: +44 (0)20 7368 9465
E-mail: chanelle1@wbr.co.uk
Web:
www.wbr.co.uk/dgieurope
23-25 Gennaio
Ostrava, Repubblica Ceca
International Symposium
GIS Ostrava 2006
E-mail: www-gis.hgf@vsb.cz
Web:
http://gis.vsb.cz/GISEngl/Co
nferences/GIS_Ova/GIS_Ova
_2006/gis_ostrava_2006.htm
25-28 Gennaio
Borovet, Bulgaria
1st International
Conference on
Cartography and GIS
Info: Assoc. Prof. Temenoujka
Bandrova
Tel: +359 887 83 27 02
Fax:+359 2 866 22 01
E-mail: cartography@abv.bg
Web: www.datamap-bg.com
26-27 Gennaio 2006
Milano
Convegno
Il Monitoraggio
ambientale come tecnica e
come strumento di
governabilità
AAA (Associazione Analisti
Ambientali) - Centro Via Italia
E-mail:
aaa@analistiambientali.org
Web:
www.analistiambientali.org
23-25 Febbraio
Napoli – Mostra d’Oltremare
GEOTEKNA - I° Mostra
Convegno Euromediterraneo
E-mail:
info@teknaexhibition.com
Web: www.teknaexhibition.it
23-24 Febbraio
Belgrade, Fiera di Belgrado,
Serbia e Montenegro
Intergeo East 2006
Tel: +49 (0) 721 931 33 750
Fax: +49 (0) 721 931 33 710
E-mail: ofreier@hintemesse.de
Web: www.intergeo-east.com
Salone del Restauro
Dal 30 marzo al 2 aprile 2006, presso il quartiere fieristico di
Ferrara, avrà luogo la XIII edizione di Restauro – Salone dell’arte del
Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali ed Ambientali -
prima e più importante rassegna nata in Italia per il Restauro e la
Conservazione e Tutela del patrimonio storico e artistico. Gli
Espositori offriranno un’ampia panoramica sul restauro e sulla
conservazione dei beni culturali: materiali, tecnologie, metodi e
tecniche; restauro dunque nel senso più ampio del termine. Partecipa
a Restauro anche il Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
Direzione Generale per l’innovazione tecnologica e la promozione, con
i suoi maggiori istituti. Troverà spazio un ricco programma di
conferenze a carattere internazionale: dai più recenti interventi nel
campo del restauro, alle recenti novità giuridiche, la sicurezza, i nuovi
canali di finanziamento, gli ultimi ritrovati tecnologici. Veri e propri
seminari monotematici invece sono gli incontri tecnici o workshops
organizzati dagli stessi Espositori e molto graditi al pubblico proprio
perché ben definiti sia nel contenuto che nella durata.
E-mail: info@salonedelrestauro.com
Web: www.salonedelrestauro.com
GEOmedia 4 2005 61
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I Nuovi riferimenti amministrativi di
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A&C2000 s.r.l. c/c 67876664
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Abi:03336 - Cab:03200 - C/C: 00000000002831
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strategico a tutte le organizzazioni che vogliono utilizzare le
tecnologie informatiche G.I.S. (Geographics Information Systems)
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controllo del territorio.
La società realizza questa missione grazie ad un’attenta sinergia tra
conoscenze tecnologiche, capacità progettuali, esperienza applicativa
ed un ampio spettro di servizi e prodotti software avanzati.
La partnership con i clienti si esprime sia attraverso la realizzazione
di soluzioni applicative chiavi in mano che in termini di supporto
nell’utilizzo e l’evoluzione dei prodotti distribuiti.
ABITAT
Sistemi Informativi Territoriali
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36026 Pojana Maggiore (VI)
Tel 0444 794127
Fax 0444 898220
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