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Geomedia_5_2005

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Un SIT 3D degli ostacoli alla navigazione aerea

La rappresentazione geologica tridimensionale

Database topografici e rappresentazione multipla

Dall’Australia un esempio di rispetto delle identità culturali

Tutorial sulla post elaborazione GPS - 4 a Parte

Guida, Navigazione e Controllo: Il punto in volo con le stelle


Non Evoluzione. Rivoluzione

Presentazione di Trimble S6.

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Trimble è un marchio di Trimble Navigation Limited, registrato nell’Ufficio marchi e brevetti degli Stati Uniti. SUR-076

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FOCUS

6

16

20

Un sistema informativo territoriale 3D degli ostacoli alla navigazione aerea

DI ANTONIO CONDORELLI, FILIPPO COLOMBRITA, GIANCARLO GUARRERA

La rappresentazione geologica tridimensionale: un nuovo strumento per la

gestione dei dati territoriali DI MARCO PANTALONI E CHIARA D’AMBROGI

Database topografici a rappresentazione multipla DI FRANCESCO BARTOLI

Direttore

RENZO CARLUCCI

rcarlucci@aec2000.it

Comitato editoriale

FABRIZIO BERNARDINI, VIRGILIO CIMA,

LUIGI COLOMBO, MATTIA CRESPI,

MAURIZIO FAVA, SANDRO GIZZI,

LUCIANO SURACE, DONATO TUFILLARO

Direttore Responsabile

DOMENICO SANTARSIERO

sandom@geo4all.com

Hanno collaborato a questo numero:

FRANCESCO BARTOLI

FABRIZIO BERNARDINI

FULVIO BERNARDINI

VALENTINA BINI

FILIPPO COLOMBRITA

ANTONIO CONDORELLI

DANIELE CUOCOLO

CHIARA D’AMROGI

VITTORIO GRASSI

GIANCARLO GUARRERA

MARCO PANTALONI

ANDREA POMPILI

LAURA SEBASTIANELLI

Marketing e distribuzione

A&C2000 S.r.l.

Div. Geo4All

Via C.B. Piazza 24

00161 Roma

Tel. 06.44291362 - Fax 06.44244965

E-mail: info@geo4all.com

Redazione e amministrazione

Via C.B. Piazza 24

00161 Roma

Tel. 06.44291362 - Fax 06.44244965

Web: www.geo4all.com/geomedia

E-mail: geomedia@geo4all.com

12

24

28

40

44

50

MERCATO

Autodesk completa l’acquisizione di Alias - Una rete di stazioni permanenti per il

Friuli Venezia Giulia - E’ entrato in vigore il Codice dell’Amministrazione digitale -

Stardust torna a casa - Galileo GPS news - Presentazione del corso “Missioni umane

nello spazio”

REPORTS

Il CSMS dell’Uluru-Kata Tjuta National Park A CURA DELLA REDAZIONE

A Reggio Calabria l’ITSG “A. Righi” è già entrato nel futuro

A CURA DEI DOCENTI DI TOPOGRAFIA DELL’ITSG “RIGHI”

TUTORIAL

Tutorial GPS 4° Parte - Il programma Spectrum Survey della Point Inc.

DI VITTORIO GRASSI

AZIENDE E PRODOTTI

Eureka! Mappare la distanza in funzione del tempo e della velocità - Nasce la mappa di

Roma - On line il nuovo sito cartografico della Regione Emilia Romagna - Palmare e

navigatore per sciatori avventurosi - Nasce il portale della ricerca italiana - La lunga

tradizione Rollei per fotocamere allo stato dell’arte - Intergraph e la versione 6.0 della

famiglia Geomedia - Matrox presenta Pharelia Precision SDT - Tom Tom, l’Europa in una

memory card - Sinergis e CID Software in aiuto della protezione civile

TERRA E SPAZIO

Guida, Navigazione e Controllo: Il punto in volo con le stelle

DI FABRIZIO BERNARDINI

Progetto grafico e impaginazione

DANIELE CARLUCCI

Condizioni di abbonamento

La quota annuale di abbonamento alla rivista per il 2006

è di € 45,00.

Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell'abbonamento

è di € 9,00. Il prezzo di ciascun fascicolo arretrato

è di € 12,00 . I prezzi indicati si intendono Iva inclusa.

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il solo anno di sottoscrizione. L’editore comunque, al fine di

garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita

revoca, da comunicarsi in forma scritta entro

il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si

riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo.

La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in

regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli

della Rivista non costituiscono disdetta dell’abonamento a

nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere

richiesti dall'abbonato non oltre 20 giorni dopo la ricezione

del numero successivo.

Editore

Domenico Santarsiero

Registrato al tribunale di Roma con il N° 243/2003

del 14.05.03 (già iscritto al Tribunale di Rimini N° 18/97

del 31.10.97)

ISSN 1386-2502

Stampa

IGER • Istituto Grafico Editoriale Romano - V.C.T.

Odescalchi, 67/a - 00147 Roma

Tel. 06/510774/1 - Fax 06/5107744

Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità

dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del

contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma

e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico,

ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati,

senza il consenso scritto dell’editore.

ARTE E SCIENZA

54 Trasformazione di coordinate in ambiente web DI ANDREA POMPILI

RUBRICHE

4 EDITORIALE

32 UN ANNO DI GEOMEDIA

59 AGENDA

61 WEB CONNECT

61 INDICE DEGLI INSERZIONISTI

62 PUBBLICITA’ CLASSIFICATA

In copertina un’immagine del vettore Soyuz caricato sulla sommità

del satellite Giove-A. Lanciato dalla base di Baikonur lo scorso 28

dicembre, Giove-A ha dato inizio alla fase di Validazione Orbitale

del programma Galileo.

L’immagine è tratta dal portale dell’ESA all’indirizzo: www.esa.int

Immagine cortesia dell’ESA


EDITORIALE

La nuova costellazione

Galileo va in orbita

S

iamo arrivati alla fine del 2005 e assistiamo alla partenza del primo satellite del nuovo sistema di

posizionamento europeo.

Giove-A, nome in codice del primo satellite, non farà parte però della costellazione definitiva, è come un

satellite sacrificale che opererà per un certo periodo inviando segnali atti alla messa a punto del sistema finale e

da qui a due anni cesserà la sua funzione. Sarà seguito a breve da Giove-B, anch’esso con un destino simile al

suo predecessore.

L’Europa mette in orbita pertanto il primo sistema di posizionamento globale “civile”, destinato cioè ad usi

non militari.

E’ bello sentire questo dal momento che la nostra materia è purtroppo molto spesso legata ad esigenze

belliche. Tutti gli avanzamenti tecnologici nelle varie discipline della geomatica si sono avute per necessità

militari. Dai sistemi antichi per calcolare l’altezza delle torri fortificate, con il chiaro scopo di abbatterle, alla

enorme evoluzione dei restitutori fotogrammetrici avuta nel secondo dopoguerra. In questo caso il produttore

italiano di restitutori aprì addirittura una filiale negli USA destinata alla produzione di restitutori da guerra,

strumenti di morte terribile; usando aerei capaci di volare a quote bassissime, evitando così i radar di

intercettamento, ed equipaggiando i velivoli con camere fotogrammetriche panoramiche, da orizzonte a orizzonte,

si cartografava il pianeta terra con i dettagli richiesti dagli strumenti di guerra. Allo stesso modo nascevano

GPS e GLONASS quali strumenti ad uso solo dei militari per il puntamento delle armi di distruzione.

Insomma è stato duro osservare che le amate discipline geomatiche progredivano a suon di guerre e conflitti

ed è con vero piacere che osserviamo ora la nascita del primo strumento di posizionamento globale mirato

essenzialmente a scopi civili; un finanziamento enorme tutto europeo che oltre ai vantaggi futuri, in termini di

affidabilità sicurezza e precisione, sta già portando i primi risultati per gli indotti generati a livello

occupazionale come le nascita delle Galileo Industries, importante realtà industriale nella quale l’Italia gioca un

ruolo di primo piano.

In questo numero vi proponiamo importanti lavori, tra i quali segnalo le analisi topografiche per il

rilevamento degli ostacoli alla navigazione quale contributo alla sicurezza aerea, la nascita di poli geomatici

all’interno degli Istituti per Geometri, con l’esempio del “Righi” a Reggio Calabria e l’uso dei GIS 3D per le

analisi geologiche dell’APAT; nelle rubriche il consueto Tutorial GPS e un inusuale uso della formula di Erone

per il calcolo di trasformazioni approssimate di coordinate nei sistemi nazionali. Un cenno particolare all’articolo

sul Cultural Site Management System sviluppato all’interno dell’Uluru-Kata Tjuta National Park, tramite

geomatico alla vera esplorazione geografica in cui le esigenze e le tradizioni dell’antichissima popolazione che

abita quella zona non sono state inghiottite nel nome del progresso imperante, ma anzi sono state tutelate

affiancandole alle nuove tecnologie; ancora, un contributo alla conoscenza dei Database Topografici, la vera

rivoluzione in atto per i topografi, mentre nella rubrica dedicata allo spazio vi mostreremo come viene fatto “il

punto” con l’uso delle stelle in volo.

Il 2005 si è concluso ancora con un incoraggiante contributo dei nostri lettori e sostenitori, sempre più attenti

e numerosi ed il 2006 si annuncia pertanto prospero; è questo l’augurio migliore che posso fare a tutti coloro

che ci hanno seguito, che ci seguono e che ci seguiranno nel nostro viaggio divulgativo del settore della

Geomatica professionale.

Buona lettura

Renzo Carlucci

Lettere alla Redazione di Geomedia possono essere spedite a: Redazione GEOmedia, via mail all’indirizzo

redazione@geo4all.it, oppure via web all’URL http:// www.geo4all.it/geoportal

4 GEOmedia 5 2005


Geospatial

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Roma, 5-6 Aprile 2006

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Segreteria organizzativa - tel. 06.40696229/216 - fax 06.40696333

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ESRI


FOCUS

Un sistema

informativo

territoriale 3D degli

ostacoli alla

navigazione aerea

Il contesto

di A. Condorelli, F. Colombrita, G. Guarrera

I campi d’applicazione dei Sistemi

Informativi Territoriali divengono via

via sempre più vasti ed eterogenei,

per numerose motivazioni. Se, da una

parte, è innegabile un interesse

sempre crescente da parte di enti

pubblici e/o privati che operano sul

territorio e che, sulla base di un

know-how culturale che va

accrescendosi e consolidandosi,

percepiscono i vantaggi che derivano

dall’implementazione di simili sistemi,

dall’altra il continuo sviluppo delle

funzionalità dei software nonché delle

potenzialità di calcolo, di archiviazione

e di comunicazione dell’hardware

hanno oggettivamente reso possibili

applicazioni fino a pochi anni fa

impensabili.

Relativamente a quest’ultimo

aspetto, l’insieme delle funzionalità

connesse alla gestione ed alle

modalità di rappresentazione di entità

di tipo tridimensionale sono state

negli ultimi anni oggetto di notevoli

sviluppi, che consentono oggi di

progettare e realizzare sistemi

informativi territoriali specializzati su

tematiche innovative, superando

definitivamente il “classico” approccio

bidimensionale “ereditato” dalla

cartografia tradizionale.

L’applicazione che in questa sede si

presenta assume pieno significato in

relazione agli obiettivi fissati anche

grazie ad alcune di queste nuove

funzionalità tridimensionali, che

permettono di proporre un software

GIS come un utile strumento di

gestione e monitoraggio degli ostacoli

alla navigazione aerea di una aerea

aeroportuale.

La recente normativa di settore

assegna infatti ad ogni gestore la

piena responsabilità della sicurezza

d’esercizio delle proprie infrastrutture

aeroportuali e, tra le differenti attività

previste, una delle più importanti è il

continuo monitoraggio dello stato di

efficienza dei dispositivi di

segnalazione (diurni e notturni) di

tutti i possibili ostacoli alla

navigazione aerea, sia interni che

esterni al sedime aeroportuale di

riferimento.

Più in particolare, secondo la

definizione fornita dalla normativa, si

intende per ostacolo un qualsiasi

oggetto fisso (temporaneo o

permanente) o mobile, o parte di esso,

situato su di un’area destinata al

movimento in superficie di aeromobili

o che si estenda al di sopra di

(ovvero che fori) una delle specifiche

superfici di delimitazione destinate a

proteggere gli aeromobili in volo. Per

ogni area aeroportuale le suddette

superfici di delimitazione vengono

L'esperienza nella ricerca e mappatura

degli ostacoli che interessano la

navigazione aerea nell'area

dell'aeroporto di Catania Fontanarossa

evidenzia due aspetti. Il primo, di tipo

culturale, e' quello della sicurezza dei

voli e degli aspetti che bisogna

considerare per continuare ad

assicurarla. Non basta infatti che

velivoli, equipaggi ed infrastrutture

aeroportuale siano sicure, ma e'

necessario che lo siano anche le zone

interessate dai percorsi di

avvicinamento, manovra e decollo, in

base a regole maturate in decenni di

esperienza dell'aeronautica civile. Per

garantire questa sicurezza e'

necessario ripetere operazioni di rilievo

con continuita' e con costante

precisione.

Il secondo aspetto, di tipo pratico, e'

quello relativo alle caratteristiche

intrinseche del lavoro presentato che

unisce tecniche di rilievo convenzionali

con moderne tecniche GIS le quali si

avvalgono, ovviamente, di mezzi

informatici. Proprio in questi casi, dove

una tradizione improntata sulla

manualita' si fonde con l'automazione,

si incontrano problemi nell'esecuzione

delle procedure operative, nella

gestione di grandi quantita' di dati, e

nel controllo di versione e di

configurazione della documentazione.

Imparare ad affrontare i problemi

connessi con l'automazione informatica

e la ripetizione periodica di campagne

di misura di elevata precisione

e'essenziale per poter migrare verso

una gestione standardizzata delle

operazioni di catalogazione di ostacoli

su larga scala.

definite, in conformità alle

disposizioni normative, in funzione

delle caratteristiche geometriche e di

classificazione di ogni pista ed in

relazione alla tipologia di operazioni

conducibili da parte degli aeromobili.

Esistono numerose tipologie di

superfici di delimitazione, ciascuna

finalizzata a garantire la sicurezza

degli aeromobili in determinate

condizioni o durante l’esecuzione di

particolari manovre; un sintetico

quadro sinottico è stato

appositamente predisposto in un box

a pagina 8.

Al fine di accrescere il livello di

sicurezza del volo nei confronti dei

potenziali “hazards” derivanti da

elementi territoriali (edifici, tralicci,

pali della luce, antenne, ecc.), è

istituita, in particolar modo presso gli

6 GEOmedia 5 2005


aeroporti caratterizzati da traffico in

particolari condizioni meteo (scarsa

visibilità), la cosiddetta OFZ (Obstacle

Free Zone) dell’impianto aeroportuale,

ovvero quello spazio aereo al di sopra

delle superfici di delimitazione e

limitato da queste ultime, che non è

forato da alcun ostacolo fisso, ad

esclusione di quelli di massa ridotta e

frangibili adibiti a scopi aeronautici.

Evidentemente, il livello di

“tolleranza” previsto nei confronti

degli ostacoli presenti è funzione della

tipologia della superficie forata (in

altre parole, dipende dalla vicinanza e

dall’orientamento rispetto all’asse della

pista e dal tipo di operazione di volo

a protezione della quale la medesima

superficie è stata costituita): il più

delle volte è sufficiente predisporre

opportuni impianti di segnalazione

diurni e notturni, mentre, in alcuni

casi, è addirittura indispensabile

ricorrere alla rimozione.

Anche il livello di accuratezza

richiesto da normativa per il

posizionamento degli ostacoli è

funzione della superficie forata e varia

da un errore quadratico medio (e.q.m.)

planimetrico e altimetrico pari a 0.5

m (ordine di grandezza simile a

quello di una cartografia alla scala

1:2000) per le superfici di protezione

per atterraggio e decollo, per la

superficie di transazione e per l’area

di circuitazione (TOCS, AS, TS,

circling area, cfr. box) fino ad e.q.m.

molto meno restrittivi (pari a 5 m al

punto di vista planimetrico e 3 m dal

punto di vista altimetrico) per le

superfici orizzontali interna ed esterna

e per la conica.

E’ utile chiarire che le competenze e

le responsabilità del gestore

aeroportuale sono “limitate” al

monitoraggio dell’efficienza dei

dispositivi di segnalazione degli

ostacoli già noti (ovvero inseriti nelle

specifiche carte “ostacoli” prodotte da

ENAV, Ente Nazionale Assistenza al

Volo) ed anche, secondo le recenti

disposizioni di cui alla riforma del

codice della navigazione - parte

aeronautica (D.Lgs. n°96/05), alla

relativa manutenzione. La

classificazione di un qualsiasi oggetto

come ostacolo alla navigazione aerea

(ed il successivo inserimento nelle

carte “ostacoli” di competenza ENAV)

è invece competenza esclusiva di

ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione

Civile).

Il gestore aeroportuale, tuttavia, pur

non avendo sulla carta alcun ruolo

“attivo” né dell’acquisizione né della

gestione dei dati relativi agli ostacoli

esistenti e “certificati” come tali, si

ritrova di fatto nelle condizioni di

dover predisporre continue e frequenti

campagne di monitoraggio degli

stessi, perché tali informazioni

risultano essere essenziali per la

piena sicurezza dell’esercizio

dell’impianto di cui è responsabile. Al

di la delle specifiche competenze

stabilite dalle norme, si verifica

dunque nella pratica una sorta di

trasferimento d’oneri verso il gestore

dell’aerea aeroportuale, il che pone,

evidentemente, numerose

problematiche su differenti livelli:

economico, metodologico, di

programmazione, gestione e

coordinamento.

Dal punto di vista economico non

bisogna certamente trascurare i

notevoli oneri di cui è necessario

periodicamente farsi carico per le

campagne di acquisizione, dovuti sia

alla considerevole estensione delle

aree da monitorare (in genere

nell’ordine delle migliaia di ettari) sia

all’eterogeneità degli elementi da

rilevare (edifici, tralicci, antenne,

alberi, ecc.), a fronte di accuratezze

richieste per il posizionamento in

alcuni casi abbastanza elevate e della

necessità di reiterare le indagini con

una certa frequenza. La grande

quantità di dati che viene

periodicamente acquisita e/o

aggiornata pone inoltre una rilevante

problematica metodologica di gestione

delle informazioni territoriali rilevate:

in questo senso si ritiene che una

soluzione opportuna ed

economicamente vantaggiosa

(specialmente se valutata nel lungo

periodo) sia proprio l’implementazione

di un sistema informativo territoriale

specializzato sulla gestione degli

ostacoli alla navigazione aerea.

Nell’ambito di queste attività

sarebbe inoltre auspicabile

promuovere un protocollo di

coordinamento tra l’autorità nazionale

d’amministrazione dell’aviazione civile

(ENAC), gli enti locali, responsabili


FOCUS

Superfici di delimitazione degli ostacoli alla navigazione aerea

TS (Transitional Surface) = superficie di transizione, ha lo scopo di proteggere un

aeromobile che sorvoli la pista spostato lateralmente. Ha la forma di un tronco di

piramide rovescia irregolare, con base sui limiti interni della AS e sui bordi della runway

strip, ovvero una striscia ampia 300 m a cavallo dell’asse della pista; diverge verso

l’esterno con pendenza del 14,3% o del 20% rispetto alla verticale lungo i bordi della

strip e seguendo invece il profilo della AS sugli altri due lati, fino ad incontrare la IHS.

Eventuali ostacoli che forino la TS vanno tassativamente rimossi, a meno che non si tratti

di elementi di aiuto alla navigazione caratterizzati dei necessari requisiti di frangibilità,

che vanno posizionati con la massima accuratezza plano-altimetrica (e.q.m. = 0.5 m).

TOCS (Take Off Climb Surface) = superficie di salita al decollo, costituita da un piano

inclinato con origine oltre la fine della pista, che assume la forma planimetrica di una

sorta di trapezio isoscele seguito da un rettangolo i cui profili longitudinali crescono

con pendenza costante (2%-4%) allontanandosi dalla pista. Lo sviluppo planimetrico

della TOCS dipende dal tipo di pista (nella fattispecie è pari a 15000 m). Gli ostacoli

che forino la TOCS vanno posizionati con la massima accuratezza plano-altimetrica

(e.q.m. = 0.5 m).

AS (Approach Surface) = superficie di avvicinamento, finalizzata alla protezione dei

velivoli in atterraggio. E’ costituita da un piano inclinato con origine oltre la soglia della

pista, che assume la forma planimetrica di un trapezio isoscele. Il profilo longitudinale è

suddiviso in tre diverse zone di cui la seconda ha pendenza superiore alla prima (nella

fattispecie 2,5% e 2%) e la terza zona è invece orizzontale. Lo sviluppo planimetrico della

AS dipende dal tipo di pista (nella fattispecie è pari a 15000 m). Gli ostacoli che forino

la AS vanno posizionati con la massima accuratezza plano-altimetrica (e.q.m. = 0.5 m).

IHS (Inner Horizontal Surface) = superficie orizzontale interna. E’ una superficie

orizzontale che si genera ad una distanza ben definita (nella fattispecie una quota a + 45

m) a partire dal basso dei due punti di fine pista. A questa quota è necessario generare

due circonferenze di raggio definito (nel caso di Fontanarossa 4000 m) e collegarle

reciprocamente con due tangenti.

CS (Conical Surface) = superficie conica. E’ una superficie tronco-conica che, avendo per

base la IHS, diverge verso l’esterno e verso l’alto con pendenza costante pari al 5% fino

ad incontrare la OHS.

OHS (Outer Horizontal Surface) = superficie orizzontale esterna. E’ una superficie

orizzontale circolare con raggio ben definito (nel caso di Fontanarossa pari a 15000 m)

generata a partire dal punto di riferimento dell’intera aerea aeroportuale (ARP, Airport

Refernce Point), ad una quota ben definita riferita alla IHS (nella fattispecie una quota

a + 100 m).

Circling Area = area di circuitazione. Non rappresenta una superficie di rispetto per gli

ostacoli ma un’area riservata alla circuitazione degli aeromobili nel caso non sia possibile

procedere alle normali operazioni di atterraggio. Per quest’area, che si estende a sud o a

nord dell’asse della pista per una fascia di due miglia aeronautiche congiunta all’asse

stesso da due semicerchi, sono richiesti i più elevati standard in termini di accuratezza

di posizionamento plano altimetrico degli ostacoli (e.q.m. = 0.5 m).

8 GEOmedia 5 2005


FOCUS

del rilascio delle autorizzazioni e

concessioni edilizie, ed il gestore

aeroportuale, in modo da essere nelle

condizioni di poter valutare

preventivamente la compatibilità

aeronautica di un qualsiasi progetto

da realizzare (edificio, ripetitore

televisivo, antenna per telefonia

mobile, traliccio della rete elettrica,

ecc.) ed acquisire, sin dalla fase

progettuale, i necessari rilevamenti da

trasferire sul database di gestione dei

sistemi di segnalazione ostacoli.

Da quanto sinora sinteticamente

esposto emerge dunque un quadro

complessivo per il gestore aeroportuale

estremamente delicato ed oneroso, sia

per le responsabilità di cui si ritrova,

direttamente o indirettamente,

caricato, sia per le numerose attività

che è tenuto a predisporre e reiterare

periodicamente.

In un simile contesto si collocano

dunque le motivazioni e gli obiettivi

del presente lavoro, che nasce dalla

proficua collaborazione con la SAC

Spa (Società Aeroporto Catania), che

gestisce il sedime civile aeroportuale

di Catania Fontanarossa, uno dei più

importanti a livello nazionale per

volumi di traffico passeggeri.

L’obiettivo fissato consiste nello

sviluppo e nell’applicazione di una

metodologia ad alto rendimento

finalizzata al rilevamento, alla

caratterizzazione, alla

georeferenziazione e alla

rappresentazione tridimensionale di

tutti gli ostacoli (noti o potenziali)

alla navigazione aerea dello spazio

aereo circostante una pista di volo.

L’alto rendimento rappresenta una

delle caratteristiche più importanti

della metodologia proposta e consiste,

in sostanza, nella elevata produttività

a fronte di costi limitati e tempi di

attuazione relativamente ridotti (per

garantire la possibilità di un

aggiornamento frequente). Lo

strumento prodotto inoltre, oltre che

per uso interno, è stato concepito

anche nell’ottica di un trasferimento

dei dati ad ENAC, proponendo lo

stesso come un utile supporto di

partenza per l’individuazione di nuovi

potenziali ostacoli eventualmente da

ufficializzare, una volta effettuate tutte

le verifiche che l’ente stesso riterrà

opportuno predisporre.

Metodologie e

tecniche di rilevamento

Uno degli aspetti più importanti e

delicati nell’ambito del presente lavoro

è stata la definizione di una

metodologia di rilevamento e

acquisizione dei dati che garantisse i

livelli di accuratezza richiesti nel

posizionamento a fronte di costi

sostenibili e di velocità di esecuzione

adeguate alla necessità di pianificare

frequenti campagne di monitoraggio.

Considerando infatti la notevole

estensione del contesto di riferimento

(nel caso dell’aeroporto di Catania

circa 7000 ettari) e il livello di

accuratezza richiesto per il

posizionamento, l’ipotesi di effettuare

un rilevamento aerofotogrammetrico ed

una restituzione completa alla scala

1:2000 dell’area d’interesse non è

risultata economicamente praticabile;

d’altra parte, anche l’approccio

mediante le tradizionali tecniche

topografiche è immediatamente

apparso non conveniente, non solo dal

punto di vista economico, ma anche

da quello della velocità d’esecuzione.

Si è posto inoltre il problema della

gestione dei dati di rilevamento di

eventuali nuovi potenziali ostacoli non

inseriti nelle carte ENAV, teoricamente

da riconoscere in situ in funzione

della propria posizione rispetto alle

superfici di riferimento, entità queste

ultime certamente non materializzabili

sul campo.

Sussistono dunque, in estrema

sintesi, rilevanti problematiche dal

punto di vista quantitativo ed

economico (notevole estensione

dell’area da rilevare), qualitativo (molti

dati eterogenei da acquisire e notevoli

accuratezze richieste nel

posizionamento, specialmente in alcune

zone) e metodologico (come gestire i

dati legati ad eventuali nuovi

potenziali ostacoli?).

La soluzione che è stata adottata si

potrebbe definire di tipo misto, e si

basa in massima parte su un

rilevamento aerofotogrammetrico

opportunamente integrato da una

campagna speditiva di tipo topografico

finalizzata all’acquisizione di tutte le

informazioni non desumibili dai voli e

dalla successiva restituzione. Per

limitare i costi, considerato che il

livello di accuratezza richiesto nell’area

di studio varia in funzione delle

superfici di delimitazione, è stato

progettato un piano di volo a

differenti quote in modo da ridurre al

massimo il numero delle strisciate e

dei fotogrammi, pur consentendo la

restituzione delle coordinate e delle

caratteristiche geometriche degli

elementi d’interesse con livelli

precisione conformi alle prescrizioni

normative. Inoltre, è stata adottata

una metodologia originale, battezzata

“restituzione selettiva”, che ha

consentito di contenere drasticamente

i costi anche nella fase di post

elaborazione dei rilevamenti

aerofotogrammetrici. Tale metodologia

consiste, in sostanza, in una

particolare tecnica operativa che

permette di effettuare la restituzione

geometrica tridimensionale dai

fotogrammi con riferimento esclusivo

agli ostacoli, opportunamente

individuati in funzione della

“foratura” di qualcuna delle superfici

di riferimento.

E’ stata affrontata anche la

problematica relativa alle cosiddette

“zone in ombra”, ovvero quelle aree

in cui si verifica che la morfologia

del terreno sia tale da forare le

superfici di delimitazione costituendo

di per se un ostacolo. In questi casi,

secondo la normativa, si dovrebbe

applicare a tutti gli elementi che

emergono dal terreno una complessa

ed onerosa procedura, basata

essenzialmente su costruzioni

geometriche, per definire

effettivamente quali di essi debbano

effettivamente essere considerati

ostacoli. Grazie alla disponibilità di

una cartografia i cui voli sono stati

realizzati nello stesso periodo in cui è

stata pubblicata l’ultima revisione

della carta ostacoli dell’ENAV (1997),

si è pensato di procedere, sulla base

dei nuovi rilevamenti

aerofotogrammetrici, all’aggiornamento

della cartografia esistente in modo da

applicare solo ai nuovi elementi le

procedure necessarie, riducendo, anche

in questo caso, l’onere delle

elaborazioni.

Struttura dati e funzionalità

specifiche del SIT

L’implementazione della struttura

dati ed il caricamento delle

informazioni acquisite e/o elaborate si

è svolta nell’ambito delle funzionalità

del pacchetto ESRI ArcView® 9.0

dotato di estensione 3D Analyst.

A partire dalle fonti cartografiche

disponibili o appositamente prodotte

sono stati creati tutti gli elementi di

maggior interesse per le finalità

GEOmedia 5 2005 9


FOCUS

preposte dando luogo a numerosi

tematismi vettoriali (feature class)

basati su geometrie tridimensionali

puntuali, lineari o poligonali. Tutti i

tematismi sono stati forniti, con eguali

caratteristiche, in due differenti

formati: personal geodatabase (MDB),

riconoscendo in esso un formato dati

moderno ed aggregato che può godere

di una maggiore fruibilità della

componente informativa del SIT anche

all’interno di altri ambienti software

(ad esempio Microsoft Access), e

shapefile (SHP), che ha il vantaggio di

essere universalmente utilizzabile e

dunque facilmente condivisibile,

essendo uno dei formati più diffusi

per i dati GIS.

Sono state elaborate numerose

feature class tridimensionali relative

alle superfici di delimitazione e alle

caratteristiche geometriche e

infrastrutturali dell’impianto

aeroportuale (AS, TOCS, TS, CS, IHS,

OHS, circling area, asse, fine e soglia

pista, runaway strip) sulle quali, per

necessità di sintesi, si preferisce non

entrare nel merito.

Per quanto riguarda gli ostacoli

sono state predisposte due distinte

feature class caratterizzate dallo stesso

database associato ma da differenti

entità geometriche di riferimento. In

particolare, si è adottata per tutti gli

ostacoli (edifici, pali, tralicci, antenne,

alberi, ecc.) una unica feature class

Figura 1 – Rappresentazione tridimensionale delle superfici di delimitazione e degli

ostacoli alla navigazione aerea con simbologia 3D su modello digitale del terreno (TIN)

Figura 2 – Rappresentazione tridimensionale delle superfici di delimitazione e degli

ostacoli alla navigazione aerea con simbologia ad estrusione geometrica (in rosso)

sulla base di un mosaico di ortofoto applicate al modello digitale del terreno (TIN)

puntuale, con il punto disposto nel

baricentro planimetrico dell’elemento;

parallelamente a quest’ultima ed

esclusivamente per gli ostacoli con

ingombro planimetrico rilevante

(generalmente edifici) è stata realizzata

anche una feature class di tipo

poligonale.

E’ stata particolarmente curata

anche la rappresentazione

tridimensionale di tutte le feature class

prodotte, facendo uso, in ambiente

ArcScene, di differenti tecniche di

visualizzazione. Si è fatto ampio

impiego delle nuove simbologie 3D

(fig.1), che garantiscono una

rappresentazione qualitativa di effetto,

estremamente intuitiva e di immediata

fruibilità. Per effettuare le necessarie

verifiche tridimensionali degli ostacoli

(noti e potenziali) rispetto alle

superfici didelimitazione, si è preferito

invece adottare una rappresentazione

più semplice, basata sull’estrusione

geometrica del punto della feature

class (georeferenziato nello spazio in

corrispondenza del piede dell’elemento)

di una quantità metricamente pari

all’elevazione da terra dello stesso

(fig.2). Questo tipo di

rappresentazione, in un intuitivo

ambiente di navigazione spaziale 3D,

consente con estrema semplicità di

verificare per un qualsiasi elemento

territoriale l’effettiva correttezza

(ovvero la necessità) della

classificazione come “ostacolo” e di

valutare eventualmente l’entità

dell’infrazione dal punto di vista

metrico.

Il data base sviluppato si articola su

numerosi campi informativi che

descrivono ogni ostacolo: dimensioni

planimetriche ed altimetriche (quota

assoluta, elevazione dal terreno),

descrizione, tipologia, località,

indirizzo, anagrafica del responsabile,

coordinate geografiche e cartografiche

nel sistema di riferimento Gauss

Boaga e WGS84, presenza e stato di

efficienza di sistemi di segnalazione

notturni e diurni, livello di accuratezza

metrica nel posizionamento, superficie

di delimitazione forata ed entità

dell’infrazione, data dell’ultimo

monitoraggio e dell’ultimo intervento

di manutenzione, ubicazione in circling

area e/o in zona d’ombra, fotografie

digitali dell’ostacolo richiamabili anche

direttamente dalla mappa mediante

hyperlink. E’ stata sviluppata anche

una apposita maschera di inserimento,

visualizzazione e gestione dei dati

degli ostacoli riportata nella figura 3.

10 GEOmedia 5 2005


FOCUS

Conclusioni

Nel lavoro si presenta una

metodologia ad alto rendimento

finalizzata al rilevamento, alla gestione

ed alla rappresentazione

tridimensionale di tutti gli elementi

che possano costituire un ostacolo alla

navigazione aerea di un area

aeroportuale, intendendo per ostacoli,

nel caso in specie, tutti gli oggetti

territoriali che forino particolari

specifiche superfici destinate a

proteggere gli aeromobili in volo. E’

stata utilizzata una originale

metodologia di rilevamento mista,

basata su aerofotogrammetria ed

acquisizioni topografiche, che ha

consentito una notevole riduzione dei

costi, nel pieno rispetto delle

prescrizioni normative per quanto

attiene l’accuratezza plano-altimetrica

Bibliografia

del posizionamento.

La metodologia è stata applicata con

successo su una delle più importanti

aree aeroportuali italiane (gli impianti

di Catania – Fontanarossa) ed il

risultato è un sistema informativo

geografico, realizzato in ambiente

ESRI ArcGIS v.9 e sviluppato in base

alle più recenti potenzialità dell’analisi

tridimensionale, che rappresenta per il

gestore un utile strumento di controllo

oltre che un significativo riferimento

da fornire agli enti nazionali

competenti in materia. In tal senso si

sottolinea che la metodologia ha

consentito sia il monitoraggio degli

ostacoli già noti in base alle carte

ENAV, sia l’individuazione di nuovi

potenziali ostacoli. Sembra infine utile

evidenziare che le metodologie e le

tecniche utilizzate hanno una valenza

assolutamente generalizzabile.

Combrita F., Condorelli A., Guarrera G., “Rilevamento e rappresentazione in un GIS 3D degli

ostacoli alla navigazione aerea” – VIII Conferenza Italiana Utenti ESRI, Roma, Aprile 2005

ENAC - Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli Aeroporti, Ed.2.2003

ENAV - Manuale AIS, Servizio Informazioni Aeronautiche, Emendamento 1.2004

D. Lgs. 09/05/2005, n. 96 – “Revisione della parte aeronautica del codice della navigazione, a

norma dell’articolo 2 della legge 9 novembre 2004, n. 265” - Gazzetta Ufficiale n. 131 del 8 giugno

2005 - Supplemento Ordinario n. 106

L. 09/11/2004 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 settembre 2004, n.

237, recante interventi urgenti nel settore dell’aviazione civile. Delega al Governo per l’emanazione

di disposizioni correttive ed integrative del codice della navigazione” - Gazzetta Ufficiale n. 264 del

10 novembre 2004

ICAO - Annex 14, vol. I, 4^ ed., july 2004, ICAO - Annex 15, 12^ ed., july 2004

Figura 3 – Maschera d’inserimento,

visualizzazione ed inserimento dati

Autore

DOTT. ING. ANTONIO CONDORELLI

Dipartimento di Ingegneria Civile e

Ambientale, Università di Catania

tel. 095 7382225

email acondor@dica.unict.it

DOTT. ING. FILIPPO COLOMBRITA

GisDesign S.r.l.

tel. 095 481435

email info@gisdesign.it

DOTT. ING. GIANCARLO GUARRERA

Società Aeroporto Catania S.p.A.

tel. 095 7239404

email g.guarrera@aeroporto.catania.it


MERCATO

Stardust torna a casa

Il 15 gennaio scorso (11:11 di domenica in Italia) si è concluso, in

un poligono militare nello Utah, il viaggio della sonda Stardust

che, partita nel febbraio 1999, ha percorso circa 4 miliardi di

chilometri nel tentativo di raccogliere materiale cosmico

direttamente dalla scia di una cometa. La sonda ha anche catturato

preziose molecole di polvere provenienti da stelle distanti,

probabilmente rilasciata dall’esplosione di qualche supernova quasi

10 milioni di anni fa. E’ la prima volta che riesce una impresa del

genere e l’importanza dei dati che scaturiranno dall’analisi della

polvere cosmica, più antica della nostra stessa galassia, potrebbero

Un tecnico mostra la speciale “paletta” usata da Stardust per

raccogliere il materiale cosmico

essere fondamentali nel chiarire alcuni degli interrogativi fondamentali sull’origine della vita e dell’Universo. L’obiettivo

principale, il contatto con la cometa Wild-2 è avvenuto nel gennaio 2004 quando Stardust, passando azzardatamente ad

una distanza di 240 km dalla cometa è riuscita a raccogliere, grazie ad una speciale “paletta” formata da 132 celle piene

di uno speciale e costosissimo aerogel, il prezioso materiale cometario. Il rischio principale per la sonda era quello di essere

colpita, a forte velocità, da rocce o frammenti della cometa che avrebbero potuto intaccare le funzionalità di Stardust;

ruotando su se stessa e presentando in questo modo alla Wild-2 una faccia coperta da una apposito scudo, la sonda, ma

soprattutto i tecnici, sono riusciti ad evitare danneggiamenti in fase di raccolta del materiale. Il rientro di Stardust si è

svolto nel migliore dei modi tra l’entusiasmo dei tecnici che seguivano l’evento dal Centro Controllo Missione di Pasadena;

la capsula si è presentata ai radar immediatamente prima del rientro nell’atmosfera ad una velocità di 49.000 km/h e ad

una temperatura dello scudo termico di 2704°C. A 50.000 m di quota è entrato in funzione il primo paracadute e, a 10.000

m il secondo; Stardust si è poggiata al suolo senza incontrare particolari problemi, è stata raccolta ed ora il materiale

rilasciato dalla cometa Wild-2 è a disposizione degli scienziati. E’ proprio l’aspetto legato alla particolarità dell’analisi delle

2.000 particelle imprigionate all’interno dell’aerogel che fa fremere gli astronomi e gli appassionati di tutto il mondo: i

ricercatori del progetto intitolato Stardust@home, promosso dall’Università della California (Berkeley), infatti, hanno

esteso agli utenti della rete la possibilità di partecipare alla ricerca dei piccoli granelli di polvere stellare. Gli scienziati

puntano a creare una sorta di rete neurale in cui ogni computer di ogni singolo utente opera per uno stesso scopo. Se trovare

i residui della scia della cometa non dovrebbe essere un grosso problema, ciò non sembra essere così invece per la polvere

stellare; i ricercatori hanno così creato un “microscopio virtuale” che permetterà a chiunque possieda una connessione ad

Internet di esaminare una tra le più di 1,5 milioni di immagini dell’aerogel di Stardust alla ricerca di tracce appartenenti

alla polvere stellare. Appena 20 o 30 anni fa sarebbe stato necessario arruolare un piccolo esercito di persone al lavoro sui

microscopi per fare una cosa del genere; oggi grazie alla rete tutto sembra essere più facile. Il microscopio virtuale sarà già

disponibile a metà marzo ancor prima che la scansione di tutto l’aerogel sia stata completata. L’affidabilità di ogni “tester”

che parteciperà al progetto sarà assicurata tramite il passaggio di una sorta di esame.

http://stardust.jpl.nasa.gov

http://stardustathome.ssl.berkeley.edu

(Fonte: Redazionale)

Autodesk completa l’acquisizione di Alias

Autodesk, Inc. ha annunciato di aver completato l’acquisizione della società Alias per 197 milioni di dollari. Il 4 ottobre

2005, Autodesk aveva annunciato il raggiungimento di un accordo definitivo per l’acquisizione di Alias azienda leader

nello sviluppo di tecnologie per la grafica 3D, ed oggi tutto il lavoro svolto nei precedenti paesi trova compimento.

L’acquisizione espande la leadership di Autodesk nel software 3D per il settore dell’industria manifatturiera, dei media e

dell’intrattenimento. I clienti Alias del settore automobilistico e della progettazione annoverano nomi quali BMW, Boeing,

General Motors, Mattel, Honda, Renault e Rollerblade. I clienti invece del settore media e intrattenimento includono alcuni

tra i più importanti studi cinematografici e sviluppatori di videogiochi, quali Industrial Light & Magic, DreamWorks SKG,

Weta Digital, Sony Pictures Imageworks, Electronic Arts, Midway Games, Nintendo e SEGA. Molte di queste società già

utilizzano sia prodotti Autodesk che Alias, e grazie a questa acquisizione sarà ora possibile offrire loro una gamma di

soluzioni più completa. I prodotti, la tecnologia e i servizi Alias saranno integrati nelle divisioni Manufacturing Solutions

e Media & Entertainment e nell’organizzazione Consulting di Autodesk. Alias StudioTools, il software per la progettazione

che genera modelli 3D da sketch bidimensionali, aggiunge nuove capacità di progettazione e di visualizzazione alle

soluzioni specifiche per il settore manufatturiero di Autodesk. L’acquisizione potenzia anche il portafoglio per il mercato

del media e intrattenimento di Autodesk con software quali Maya di Alias, applicazione vincitrice del premio Oscar, Alias

MotionBuilder, software di animazione 3D e Alias FBX, un formato molto diffuso per lo scambio e l’uso di contenuti 3D.

www.autodesk.it

(Fonte: Redazionale)

12 GEOmedia 5 2005


MERCATO

Una rete di stazioni permanenti per il Friuli Venezia Giulia

Da qualche giorno, all’interno delle attività del COFIN 2004, l’unità di

Brescia (Maternini-Vassena) ha attivato una rete test di stazioni

permanenti che coprono l’intero territorio della Regione Friuli Venezia

Giulia. Tale rete temporanea, che collega tutte le 5 stazioni permanenti della

Regione Friuli Venezia Giulia (Ampezzo, Moggio, Pordenone, Palmanova e

Trieste) impiega il software Trimble GPSNet. Viene fornita la correzione

differenziale RTK - VRS nei protocolli VRS-CMR+ e VRS-RTCM 2.3.

Contemporaneamente è attivo un secondo test, che vede collegate alcune

stazioni pemanenti posizionate a: Concorezzo, Pavullo (Bologna), Trieste e

Ampesso. Tale rete di stazioni permanenti viene ugualmente gestita dal

software Trimble GPSNet. Il test ha come intenzione quella di verificare le

accuratezze della correzione DGPS per applicazioni GIS all’interno di un

quadrilatero di stazioni permanenti, caratterizzate da una distanza relativa

superiore ai 180 Km e con basi distanti fino a 284 Km. Il protocollo in questo

caso è RTCM2.3. Chiunque volesse collaborare alle operazioni di test può

contattare il gruppo di Topografia dell’Università degli Studi di Brescia.

www.rilevamento.it E-mail: vassena@ing.unibs.it (Fonte: Redazionale)

Presentazione del corso “Missioni umane nello spazio”

Si è svolta il 20 gennaio a Roma, nella cornice di Palazzo Valentini, la presentazione del corso

“Missioni umane nello spazio”, che sarà tenuto dall’astronauta Roberto Vittori. Presentare questo

corso è servito a confermare la “Scuola di Ingegneria Aerospaziale” dell’Università “La Sapienza” di

Roma come fulcro di una rete per l’innovazione tecnologica nel Lazio ed in Italia. La seduta ha visto

intrecciarsi temi importanti quali l’arrivo di Galileo e le possibilità che esso apre per le nostre

industrie, non tralasciando l’aspetto formativo dei giovani che intendono affacciarsi su questo mondo

che, fino a qualche tempo fa, sembrava appartenere più alla cinematografia che alla vita reale. C’è

stato spazio per una veloce corsa tra le tappe fondamentali della Scuola che, celebrando il suo

ottantesimo anno di vita, si affaccia sullo scenario internazionale con rinnovato vigore. La Scuola,

proiettandosi verso il futuro, ha in cantiere diversi progetti a partire proprio dall’attivazione di un

Corso di Laurea in Astronautica. E’ grazie alla Scuola di Ingegneria Aerospaziale, come afferma Vittori, che “…l’Italia è riuscita

ad essere, col San Marco, la terza nazione al mondo a lanciare un satellite nello spazio…” ed è sempre grazie ad essa e, si spera,

con un sostegno degno dell’importanza della questione, che si intende creare a Pratica di Mare, nei pressi di Roma, un centro di

addestramento per astronauti. All’interno di questo contesto, grande importanza è stata assegnata alla funzione dell’Università,

vera fucina delle “idee che saranno la spina dorsale degli investimenti del futuro”.

Per informazioni: carlo.disabatino@uniroma1.it

(Fonte: Redazionale)


MERCATO

Galileo GPS News

Galileo GPS News

2004 2006 2008 2011

VALIDAZIONE LANCIO SATELLITI OPERATIVITA’

Mesi all’operatività

di Galileo

La strada di Galileo passa per Giove

Giove-A è il nome del satellite dimostrativo lanciato da Baikonur il 28 Dicembre

scorso dando così inizio alla Fase di Validazione Orbitale del programma Galileo, il

sistema di navigazione satellitare globale che l’Agenzia Spaziale Europea e la

Commissione Europea stanno realizzando.

Il lancio è stato seguito da una rapida fase di “commissionamento” del satellite

seguita dall’attivazione, il 12 Gennaio, del carico utile di navigazione e dall’emissione

dei primi segnali Galileo dallo spazio.

Lanciato il primo satellite Giove-A

Giove-A non è il primo satellite della

futura costellazione Galileo. E neanche il

secondo satellite lo sarà. Noti anche

come GSTB (Galileo System Test Bed)

questi satelliti fanno parte della fase di

validazione che ha l’obiettivo di

collaudare gli aspetti innovativi del

sistema Galileo e di provare gli elementi

tecnologici chiave che verranno usati nei

30 satelliti della costellazione operativa.

Non per questo meno importanti, i

satelliti GSTB saranno il punto focale di

un’intensa attività di sperimentazione e

misura volta a dimostrare il

raggiungimento di innumerevoli requisiti

di progetto i quali comprendono anche la

messa in opera di una complessa rete di

stazioni a terra per il controllo ed il

monitoraggio della costellazione.

La fase di Validazione In Orbita (IOV)

è indispensabile per poter iniziare la

produzione in serie dei satelliti operativi

e dare così il via alla messa in opera

della costellazione. A Giove-A seguirà

Giove-B (più complesso) e la fase

terminerà con il lancio dei primi 4

satelliti operativi per una verifica finale

dell’intera infrastruttura. Alla IOV seguirà

il lancio di tutti i rimanenti satelliti della

costellazione fino al raggiungimento della

cosiddetta Full Operational Capability,

Parimenti al GPS, Galileo sarà

probabilmente utilizzabile prima del

raggiungimento della FOC.

Obiettivi della missione

La missione di Giove-A assolve tre

obiettivi primari:

generare il segnale Galileo dallo spazio

(il segnale che ricevuto a terra

permetterà ai ricevitori di calcolare

linee di posizione per determinare le

coordinate di un utente)

verificare le caratteristiche

dell’ambiente spaziale (soprattutto in

termini di radiazioni) alla quota

prescelta, 23000 Km, per i satelliti

della costellazione

assicurare una presenza attiva nelle

bande assegnate al servizio Galileo (per

non correre il rischio che le bande

siano ri-allocate ad altri utenti per

mancato utilizzo)

Giove A reca a bordo due riferimenti

temporali al rubidio (con una stabilità di

10 nanosecondi/giorno) e due generatori

del segnale Galileo, uno dei quali

costruito dalla Alcatel Alenia Spazio di

Milano (già Laben). Il satellite è stato

realizzato dalla SSTL (Surrey Satellite

Technology Limited), una piccola azienda,

se comparata ai colossi europei,

specializzata in satelliti fino 500 Kg di

peso (micro e minisatelliti). SSTL ha

completato il progetto e realizzazione del

satellite in meno di 2 anni e mezzo e ne

gestisce le operazioni. La partecipazione

di SSTL al programma ESA è

un’importante apertura verso il settore

delle PMI operanti nello spazio.

Il secondo satellite GSTB, Giove-B, è

già stato progettato da Galileo Industries

(la compagine industriale che realizzerà

l’intero sistema) ed è in fase di

integrazione negli stabilimenti Alcatel

Alenia Spazio di Roma.

Conclusione

Il successo di Giove-A è di buon

auspicio per la complessa serie di

attività che sono iniziate e che

dureranno almeno fino a tutto il 2008.

Inizia ora un crescendo di eventi che

culmineranno nel 2011 con il

raggiungimento dell’operatività

mondiale di Galileo. Il futuro della

navigazione europea è ora un

traguardo raggiungibile.

Riferimenti

http://www.esa.int/esaNA/index.html

http://www.sstl.co.uk/index.php?loc=111

http://europa.eu.int/comm/dgs/energy_t

ransport/galileo/index_en.htm

Giove-A in orbita. Credits: ESA

Giove-A pronto al lancio sulla sommità del

vettore Soyuz a Baikonour. Credits: ESA

Giove-A durante l’ispezione in camera

pulita prima dell’integrazione sul vettore

a Baikonour. Credits: ESA

Giove-A integrato al modulo propulsivo

Fregat, prima dell’assemblaggio sul vettore.

Credits: ESA

14 GEOmedia 5 2005


MERCATO

E’ entrato in vigore il Codice dell’Amministrazione digitale

Il Codice è stato redatto in

collaborazione con le

amministrazioni statali interessate e con

le Regioni e le autonomie locali, con il

contributo di esperti del mondo

universitario, imprenditoriale, organi

professionali e associazioni di categoria.

Il Codice dell’Amministrazione Digitale

pone le condizioni normative per

realizzare una Amministrazione pubblica

che sia più efficiente, elimini gli sprechi

e costi meno, offrendo a cittadini ed

imprese il diritto di interagire sempre,

ovunque e verso qualunque

Amministrazione attraverso la Rete e,

nello stesso tempo, obbliga tutte le

Amministrazioni a rendere disponibili on

line tutte le informazioni. I principali

vantaggi introdotti dal Codice

apporteranno un risparmio notevole per i

cittadini e le imprese; la P.A. digitale

azzererà il numero dei certificati

attraverso la trasmissione telematica dei

documenti tra amministrazioni e la

condivisone dei database. L’uso della

posta elettronica, poi, favorisce secondo

alcuni calcoli il risparmio di 18 euro per

ogni e-mail rispetto alla gestione di un

messaggio di posta, tradizionale fisico. Il

Codice, riconoscendo piena validità

giuridica alle comunicazioni per via

telematica, pone le basi per un

incremento del loro numero e,

soprattutto, per una sostituzione quasi

totale della vecchia trasmissione

cartacea. Con il Codice tutti gli atti, i

dati, i documenti, le scritture contabili e

la corrispondenza prodotti o riprodotti in

maniera digitale, secondo le regole che

garantiscono la conformità agli originali,

avranno la stessa validità giuridica di

documenti cartacei e devono essere

conservati in archivi informatici, grazie

ai quali si riducono tempi e costi di

ricerca dei documenti, ma anche quelli di

gestione e manutenzione degli archivi;

questo favorirà processi più veloci,

risparmi di spesa per le amministrazioni

ed un enorme recupero di spazi. Sarà poi

possibile, grazie al Codice, svolgere

conferenze dei servizi tra

amministrazioni distanti tra loro on-line,

con notevole risparmio di denaro e

maggiore velocità. Sarà istituita una

Banca del Riuso delle tecnologie, una

banca-dati dei programmi informatici

riutilizzabili, un elenco di programmi

applicativi di proprietà pubblica presso il

CNIPA. Questo elimina i tempi del

progetto e aiuta anche le

amministrazioni con minore capacità di

spesa ad acquisire tecnologie innovative,

facilitando il processo di erogazione di

servizi avanzati a cittadini e imprese. Gli

sportelli unici per le attività produttive

diventeranno telematici: per ottenere una

maggiore efficienza e per risparmiare

risorse, il Codice prescrive forme di

coordinamento tra le varie

amministrazioni interessate che permetta

alle imprese di trovare ovunque una

procedura omogenea.

Allo stesso tempo si sta realizzando

anche l’”Autostrada Digitale del Sole”,

ossia la più grande infrastruttura

telematica pubblica mai realizzata nel

nostro Paese; essa collegherà tutte la

Pubbliche Amministrazioni centrali e

locali che, dialogando e condividono tra

loro i dati e le informazioni, solleveranno

cittadini ed imprese da inutili

“pellegrinaggi” burocratici fornendo loro

servizi integrati, con punti di accesso

unici.

(Fonte: Redazionale)


FOCUS

La rappresentazione

geologica

tridimensionale

Un nuovo strumento per la

gestione dei dati territoriali

Le diverse esperienze

Nell’ambito della modellizzazione 3D

vengono di seguito illustrate alcune

delle attività sino ad ora sviluppate dal

Servizio Geologico d’Italia.

Modello geologico 3D di un

settore dell’area urbana di Firenze

Grazie alle informazioni di natura

geologico–tecnica raccolte da Italferr

per la progettazione della stazione

ferroviaria sotterranea della città di

Firenze e l’integrazione con i dati

utilizzati per la costruzione di una

nuova linea tramviaria, si sono rese

disponibili, in un‘area centrale della

città di Firenze, un gran numero di

stratigrafie di sondaggi. La grande

disponibilità di dati nel centro urbano

ha reso la città di Firenze zona ideale

per la definizione di una metodologia

per la costruzione di modelli 3D in

aree urbane.

Per poter procedere alla elaborazione

di M. Pantaloni, C. D’Ambrogi

tridimensionale dei dati disponibili è

stato necessario codificare, secondo uno

schema che mantenesse un elevato

livello descrittivo, i principali caratteri

geolitologici (litologia, presenza di

ghiaie, composizione dei clasti, matrice,

colore, resti vegetali) dei corpi

sedimentari così come descritti nelle

stratigrafie dei sondaggi (figura 1).

Il software di modellizzazione

geologica 3D impiegato consente di

utilizzare più tipologie di dati (puntuali

e lineari) con diversa distribuzione

areale e di scegliere, di volta in volta,

l’algoritmo di interpolazione migliore.

Le superfici ricostruite impiegando

differenti algoritmi vengono quindi

confrontate al fine di valutare quale tra

queste risulti più attendibile e

congruente con la situazione geologica

al contorno.

Come primo passo verso la

costruzione del modello 3D sono state

interpolate le principali superfici limite,

caratterizzate da maggiore continuità

Figura 1 –

Rappresentazion

e della

stratigrafia dei

sondaggi:

ciascun tipo

litologico è

rappresentato

da cerchi di

colore diverso in

funzione della

granulometria;

la presenza di

resti vegetali è

indicata da

quadrati rossi

Il recente sviluppo di software per

la modellizzazione geologica in 2

e 3 dimensioni costituisce per il

geologo un valido ausilio nell’interpretazione

e nella comprensione

delle strutture profonde e delle

dinamiche crostali (SLAT et alii,

1996; DE DONATIS, 2001).

Uno dei principali obiettivi del

geologo è, infatti, quello di

comprendere la geometria delle

strutture in profondità e i rapporti

spaziali tra le varie unità

stratigrafiche e tettoniche in tre

dimensioni.

Questo obiettivo viene

generalmente perseguito tramite

l’interpretazione di dati geologici e

geofisici rappresentati in una e

due dimensioni (log di sondaggi,

colonne stratigrafiche, sezioni

sismiche a riflessione, sezioni

geologiche, carte strutturali) e

l’applicazione di tecniche di analisi

strutturale (cartografia delle linee

di cut-off, delle branch lines,

retrodeformazione e bilanciamento

di sezioni geologiche).

L’utilizzo di modelli informatizzati,

che consentono di rappresentare

anche la terza dimensione,

permette, rispetto alle metodologie

di rappresentazione tradizionali, di

integrare agevolmente dati di

diversa natura (sezioni geologiche,

linee sismiche, log di pozzi e

geometrie dei corpi rocciosi) e di

ottenere, come risultato, una

rappresentazione più completa e

coerente della realtà. I modelli

geologici informatizzati sono quindi

in grado di rispondere ad una

crescente domanda di innovazione

nella gestione dei dati territoriali

ed ambientali.

Il Servizio Geologico d’Italia (APAT

– Dipartimento difesa del suolo)

da alcuni anni sta sperimentando

l’applicazione di uno specifico

software (3DMove, prodotto e

commercializzato dalla Midland

Valley Ltd.) nel campo della

modellizzazione e della

rappresentazione 3D di corpi

geologici a differente grado di

complessità.

16 GEOmedia 5 2005


spaziale, quindi le superfici limite di

corpi lenticolari e discontinui.

Partendo da questo insieme di

superfici, e approfondendo il grado di

dettaglio, è stato possibile creare

geometrie 3D di corpi geologici anche

molto limitati nello spazio, come le

piccole lenti ghiaiose entro i depositi

alluvionali limoso-argillosi (figura 2).

Tale metodologia, che permette la

costruzione di modelli geologici il cui

grado di dettaglio è funzione dei

vincoli forniti dai dati di superficie e

sottosuolo disponibili, se applicata ad

aree interessate dalla realizzazione di

opere in sotterraneo, consente di

fornire precisi dati di input per modelli

di calcolo tridimensionali, impiegati

nell’analisi della variazione dello stato

tenso-deformativo al contorno dello

scavo. È inoltre possibile, quantificando

il volume dei diversi materiali coinvolti,

valutare il possibile impiego di tali

materiali nella realizzazione dell’opera.

Figura 2 – Modello

geologico 3D

ottenuto costruendo

superfici che

interpolano i limiti

litologici segnalati

nei sondaggi; in blu

è rappresentata la

base dei depositi

antropici, in verde

quella dei limi e

delle argille, in ocra

quella delle sabbie,

in viola quella di

ghiaie e ciottoli, in

marrone il tetto del

substrato prepliocenico.

Si

riconoscono canali

ghiaiosi entro i

depositi limosi

Modello 3D a fini idrogeologici:

l’area dei monti Cimini

La zona d’indagine di questo lavoro,

localizzata nel Lazio settentrionale,

copre un areale di circa 370 km 2 .

Il substrato sedimentario è presente

in affioramenti isolati nella zona

orientale e nella parte SW, limitrofa

all’area di studio, mentre la maggior

parte dei litotipi presenti è riferibile a

depositi vulcanici legati all’attività

vicana e cimina (1,35Ma - 90 ka).

L’obiettivo di questa sperimentazione

è stato quello di ricostruire un modello

geologico tridimensionale a fini

idrogeologici, attraverso l’utilizzo di

dati superficiali e di perforazione.

Il software utilizzato per la gestione,

l’elaborazione e la visualizzazione dei

dati nelle tre dimensioni, ha permesso,

tramite un particolare espediente

grafico, una semplificazione della

comprensione del contesto geologico

considerato. In tal senso 3DMove può

Figura 4 – Ricostruzione 3D delle superfici delimitanti i complessi idrogeologici. I cerchi

in diverso colore indicano il differente grado di permeabilità; le sfere sono riferite

all’attributo “complesso idrogeologico” in funzione del tipo di deposito incontrato nella

stratigrafia dei sondaggi

FOCUS

Figura 3 – Vista azimutale dell’area

dei Monti Cimini nella quale sono

riportate le isoipse principali e

l’ubicazione dei sondaggi e la relativa

stratigrafia

esser utilizzato non solo come

elemento di verifica a complemento

delle ipotesi presentate, ma anche

come strumento con una buona

“comunicabilità”, anche in ambiti

diversi da quello strettamente

geologico. La gestione dei dati a

disposizione ha richiesto un intervento

di standardizzazione, eseguito partendo

dall’impostazione degli standard del

British Geological Survey, secondo uno

schema gerarchico del dettaglio

descrittivo e svincolando la

terminologia utilizzata dalle

fenomenologie di messa in posto del

deposito. Il confronto dei dati a

disposizione (figura 3) ha permesso la

costruzione di una serie di superfici

(substrato sedimentario, superficie del

livello statico, ecc.), e l’identificazione

dei complessi idrogeologici delimitanti

volumi di depositi con caratteristiche

di permeabilità confrontabili.

La modellizzazione effettuata ha

consentito di formulare alcune

considerazioni sulle caratteristiche

dell’area di studio, che possono

costituire un punto di partenza per

future elaborazioni. Raffrontando il

livello statico, il limite a flusso nullo e

il substrato, si nota un andamento

simile delle superfici, tranne che in

coincidenza dell’attuale lago di Vico,

dove il substrato si approfondisce

mentre il livello statico si rialza

notevolmente; questa anomalia

associata all’irregolarità di altri valori,

suggerisce una situazione complessa,

che non esclude la probabile presenza

di più di una falda (falde sospese).

Inoltre l’individuazione di diversi

complessi idrogeologici (figura 4),

evidenzia in superficie una zona a più

bassa permeabilità nel settore orientale

rispetto a quello occidentale; questa

osservazione potrebbe essere

particolarmente indicativa qualora

supportata da valori di infiltrazione

efficace diversa tra le due zone.

GEOmedia 5 2005 17


FOCUS

progetto CARG di cartografia geologica

nazionale (AA.VV., 1997) (figura 5). La

scelta dell’area di studio per questo

progetto pilota è stata fatta tenendo

conto sia della disponibilità e qualità

dei dati di campagna e di sottosuolo,

sia della buona conoscenza degli

aspetti geologico-strutturali e

stratigrafici dell’area sviluppata da

parte degli autori.

Il modello è stato costruito in due

distinte fasi:

La prima ha previsto la realizzazione

di un modello geologico di superficie

in 2,5D per il quale sono stati utilizzati

dati topografici (per la creazione del

Modello Digitale del Terreno) e

informazioni ottenute durante la

campagna di rilevamento geologico.

Questo tipo di rappresentazione della

geologia di un’area mette in maggiore

evidenza, rispetto alle tradizionali

carte geologiche, le relazioni esistenti

tra formazioni affioranti, forme del

rilievo topografico e strutture

principali.

Figura 5 – Schema di collegamento tra gli elementi contenuti nella banca dati del progetto

CARG e la loro rappresentazione nei diversi sistemi 2D e 3D. Tutti gli elementi rappresentati

concorrono alla costruzione del modello geologico tridimensionale

Il progetto Fossombrone 3D

Una delle attività di modellizzazione

più complete sviluppate presso il

Servizio Geologico d’Italia è quella

relativa alla modellizzazione in 3D

dell’intero foglio geologico 280

Fossombrone della nuova Carta

Geologica d’Italia alla scala 1:50.000,

portato avanti con l’intento di

sperimentare una procedura applicabile

a vari contesti geologici (DE DONATIS et

alii, 2002).

Scopo di tale lavoro è stato anche

quello di sintetizzare in un modello

geologico in 3D i dati geologici e

geofisici contenuti nel database del

Nella seconda fase del lavoro è stato

costruito un modello geologico

profondo tramite l’integrazione di dati

di sottosuolo, quali i numerosi profili

sismici a riflessione e i log dei

sondaggi profondi che l’ENI –

Divisione Agip ha eseguito durante le

campagne di esplorazione per ricerca

di idrocarburi nell’area, con i dati del

recente rilevamento geologico eseguito

nell’ambito del Programma CARG.

La sintesi dei modelli profondo e di

superficie ha permesso di avere una

rappresentazione esaustiva di questo

settore dell’Appennino settentrionale

(figura 6) e di fare osservazioni ed

Figura 6 – Modello geologico tridimensionale dell’intero foglio

geologico 280 Fossombrone; sul DEM è stata riportata la

geologia di superficie che è stata utilizzata, integrandola con

stratigrafie di sondaggi profondi e linee sismiche, per la

costruzione del modello. In rosso sono rappresentate strutture

tettoniche (faglie, thrust e back-thrust), con diversi colori i

limiti litostratigrafici tra le principali formazioni geologiche

18 GEOmedia 5 2005


FOCUS

analisi di vari aspetti geologicostrutturali

e geomorfologici quali la

caratterizzazione di zone di faglia

attraverso le linee di Allan, l’analisi

della curvatura delle superfici piegate e

l’analisi della cilindricità delle strutture

(BORRACCINI et alii, 2004).

Conclusioni

Le sperimentazioni condotte in

contesti geologici caratterizzati da un

differente grado di complessità

geologico-strutturale e da diversa

disponibilità di dati, hanno consentito di

riconoscere la potenzialità della

modellizzazione 3D ai fini di una

migliore e più ampia comprensione e

diffusione dei dati geologici; inoltre i

modelli geologici ottenuti mostrano come

l’integrazione tra dati nelle 3 dimensioni

costituisca il primo passo verso un vero

approccio integrato (stratigrafico,

strutturale ed applicativo) ai problemi di

natura geologica, rendendo la

modellizzazione 3D uno strumento,

moderno ed efficace, per la gestione dei

Autori

dati territoriali ed ambientali.

L’utilizzo delle tecnologie

informatiche di ricostruzione

tridimensionale, migliorando il

contenuto informativo della cartografia

tradizionale, ne permette infatti una

più facile e immediata fruizione da

parte degli utenti chiamati alla

pianificazione e gestione territoriale

(es. Regioni, Autorità di Bacino, ecc.).

Guardando al futuro, la successiva

necessità può essere rappresentata

dalla creazione e dal rafforzamento di

una rete di competenze scientificoprofessionali

diffuse sull’intero

territorio, sia in ambito pubblico che

di impresa.

Ringraziamenti

Si ringraziano, per il contributo

fornito alle diverse fasi del progetto:

Renato Ventura, esperto informatico

del Servizio Geologico d’Italia; il prof.

Mauro De Donatis ed il dott.

Francesco Borraccini dell’Università di

Urbino; la dott.ssa Laura Fantozzi.

DOTT. MARCO PANTALONI marco.pantaloni@apat.it

APAT Dipartimento difesa del suolo – Servizio Geologico d’Italia

DOTT.SSA CHIARA D’AMBROGI chiara.dambrogi@apat.it

APAT Dipartimento difesa del suolo – Servizio Geologico d’Italia

Bibliografia

AA.VV. (1997) – Carta geologica

d’Italia 1:50.000 – Banca dati geologici

– Linee guida per l’informatizzazione e

l’allestimento per la stampa della

banca dati. Quaderni del Servizio

Geologico Nazionale, Serie III, n° 6.

BORRACCINI F., DE DONATIS M.,

D’AMBROGI C. & PANTALONI M. (2004) -

Il Foglio 280 – Fossombrone 3D: un

progetto pilota per la cartografia

geologica nazionale alla scala 1:50.000

in tre dimensioni. Boll. Soc. Geol. It.,

122: 319-331.

DE DONATIS M. (2001) - Threedimensional

visualisation of the

Neogene structures of an external sector

of the northern Apennines, Italy. AAPG

Bulletin, 95/3: 419-431.

DE DONATIS M., JONES S., PANTALONI

M., BONORA M., BORRACCINI F. &

D’AMBROGI C. (2002) - A National

Project on Three-Dimensional Geology

of Italy: Sheet 280 - Fossombrone in

3D. Episodes, 25/1: 29-32.

SLATT R.M., THOMASSON M.R., ROMIG

P.R., PATERNACK E.S., BOULANGER A.,

ANDERSON R.N. & NELSON H.R. (1996)

– Visualization technology for the Oil

and Gas Industry: Today and

Tomorrow. AAPG Bulletin, 80/4: 453-

459.


FOCUS

Database

topografici a

rappresentazione

multipla

di F. Bartoli

Principi dei

Database multiscala

Un MRDB può essere inteso nella

doppia accezione di database a

rappresentazione/risoluzione multipla;

nella realtà può essere descritto come

un database spaziale usato per

archiviare scenari del mondo reale a

differenti livelli di precisione,

accuratezza e risoluzione. Questa

peculiarità può consolidare differenti

rappresentazioni geografiche, differenti

applicazioni, così quanto differenti

risoluzioni. Queste comportano

differenze sugli oggetti riguardanti per

esempio la semantica e la geometria;

anche la rappresentazione grafica può

essere tenuta in conto comportando

molteplicità geometriche semantiche e

grafiche. Le due principali

caratteristiche presenti nel concetto di

MRDB sono:

1 I differenti livelli di dettaglio (LdD)

sono archiviati in un database

2 Gli oggetti nei differenti livelli di

dettaglio sono collegati

La prima può essere comparata a ciò

che esiste presso agenzie nazionali quali

Figura 1 - Link

tra differenti

Livelli di

Dettaglio

IGM, Catasto, Amministrazioni, etc:

queste mappe esistono già alle differenti

scale implicitamente collegate da

geometrie comuni. Nel secondo caso,

invece, gli oggetti sono esplicitamente

collegati l’uno con l’altro ed ognuno

conosce il proprio corrispondente

nell’altra rappresentazione.

Possiamo supporre che tale

rappresentazione comporti un certo

numero di vantaggi nella definizione di

un eventuale campo applicativo.

Innanzitutto oltre a permettere una

rappresentazione cartografica alle

diverse scale la peculiarità di collegare

gli oggetti geografici tra di loro

permette di effettuare anche analisi

spaziali e raffronti sulle informazioni

contenute negli oggetti collegati. Inoltre

è possibile propagare eventuali

aggiornamenti: l’informazione che dovrà

essere aggiornata è quella al LdD

maggiore in maniera tale che i

collegamenti possano propagarla alle

altre scale. Nella progettazione di un

MRDB si dovranno considerare due

aspetti:

I collegamenti tra insiemi di dati

esistenti alle diverse scale tramite

procedure di “matching”

La creazionedi nuovi insiemi da quelli

Un fattore importante nella gestione

del dato geospaziale risulta la

possibilità di effettuare

rappresentazioni cartografiche alle

diverse scale generalizzando il

profilo geometrico di partenza in

base a quello di destinazione. Nella

soluzione proposta vedremo

un’esempio di passaggio dalla scala

1:2000 alla 1:10000.

Poiché il processo di

generalizzazione della geometria ed

in generale del dato geospaziale è

spesso arduo da definire

analiticamente si preferisce optare

per la combinazione dei concetti di

generalizzazione in tempo reale e

Database a

Rappresentazione/Risoluzione

multipla (MRDB). Questi tipi di DB

memorizzano differenti livelli di

dettaglio (LdD) di identici oggetti

nella realtà geografica

circostanziale. La generalizzazione

real-time può essere efficientemente

effettuata in un range di scala

limitato e comporta operazioni di

minore complessità che possono

essere completamente

automatizzate. Un modo di aggirare

il problema della perdita nella bontà

delle routine di generalizzazione è

fornito dall’uso degli MRDB.

In special modo l’uso di MRDB

connesso con quello delle

interfacce OGC Web Feature

Service (WFS) può essere un’ottima

soluzione per legittimare i requisiti

richiesti da una rappresentazione

cartografica multiscala

interoperabile.

esistenti che formano nuovi layer nel

database. Riguardo al primo aspetto

possono essere previsti tre passi:

1 Corrispondenza nelle astrazioni: Gli

schemi previsti nel database traslano

scenari geografici in istanze astratte

del DB; l’integrazione di tali astrazioni

richiede dei metodi per l’integrazione

degli schemi a livello semantico.

2 Corrispondenza tra gli oggetti di

differenti rappresentazioni: sono

richiesti i modelli dei dati per

descrivere i collegamenti tra oggetti

corrispondenti alle diverse

rappresentazioni.

3 Definire il processo di “matching” tra

oggetti: per identificare oggetti

corrispondenti ed istanziare il

collegamento devono essere cercati

due insiemi di dati geospaziali

contenenti oggetti che rappresentano

lo stesso oggetto geografico.

20 GEOmedia 5 2005


FOCUS

Progettazione di un MRDB

L’approccio al MRDB proposto è

basato sull’uso dei Federated Database

System, prevedendo la presenza di

molteplici database che dovrebbero

interagire per fornire un servizio

globale.

Secondo lo schema architetturale

logico proposto possono essere adottate

due soluzioni differenti rispetto all’uso

previsto del Federation Layer. In un

caso questo prevede un’interfaccia

globale verso differenti MRDB

distribuiti e l’unificazione in un unico

grande Database a rappresentazione

multipla; nell’altro il Federation Layer

è proprio un MRDB. In tal caso ogni

componente DBS rappresenta uno

specifico layer (1:2k, 1:5k, 1:10k) da

integrare in un database in cui

vengono memorizzate tutte le

informazioni di collegamento tra i vari

DBS. La scelta finale dovrà tener

conto sia delle scelte architetturali e

naturalmente dell’ ottimizzazione nelle

prestazioni dello strato logico di

rappresentazione cartografica.

Investigando le tecniche per tenere

memorizzati i collegamenti tra oggetti

corrispondenti a differenti LdD è stata

considerata la soluzione “variant

bottom-up”. Questa assume che due

insiemi di dati afferenti allo stesso

ambito geospaziale possono essere

collegati usando un attributo

addizionale che si riferisce ai

corrispondenti oggetti nel LdD:

Figura 2 - Uso dei

concetti di Federated

Database System

Questa variante ha bisogno di due

colonne addizionali, un identificativo

per ogni oggetto o parte di esso e

l’identificativo dell’oggetto collegato.

La limitazione di tale modello consiste

nella possibilità di avere un solo link

per ogni oggetto.

Un esempio di Database multiscala

Nell’implementazione suggerita,

vedremo che i dati saranno fruibili

attraverso l’interfaccia OGC WFS (Web

Feature Service) che permette di

interrogare in maniera diretta la

sorgente dati (Es.:PostGIS) e

supponendo un carico di richieste

medio si nota che la soluzione

migliore sarebbe quella di trattare una

singola query WFS. Questo comporta

di memorizzare l’ID di un oggetto

corrispondente con un attributo in una

colonna aggiuntiva, ma di incappare

nello svantaggio di ottenere campi

vuoti in presenza di relazioni n:1.

Sebbene si sia deciso di attuare il

modello bottom-up e pur partendo al

più alto LdD, potrebbero occorrere

casi di relazioni multiple: per esempio

un elemento Strada potrebbe essere

composto da uno o più elementi in un

LdD più basso. L’alternativa potrebbe

essere quella di memorizzare la

struttura di collegamento in una

tabella aggiuntiva ma comporta

l’utilizzo di due richieste WFS. Questa

scelta potrebbe essere attentamente

valutata in fase di realizzazione

Figura 3 -

Raggruppamento di

più oggetti

pesando opportunamente l’effettivo

carico di richieste a cui sarà soggetto

il DB.

Dopo aver valutato le problematiche

sulla memorizzazione dei dati e delle

strutture di collegamento resta da

descrivere la modalità di acquisizione

degli oggetti corrispondenti alle

diverse scale. Il nostro scenario di

riferimento prevede l’esistenza di un

insieme di dati provenienti da Carte

Numeriche digitali ad un livello di

dettaglio alto (1:2k) e la successiva

generalizzazione ai LdD seguenti (per

esempio 1:5k e 1:10k).

Si descriverà l’utilizzo dei link tra

layer differenti attraverso due esempi:

nel primo mostreremo il passaggio da

un’alta ad una media risoluzione (1:2k

a 1:5k) analizzando la generalizzazione

di un Edificio in Edifici semplificati e

Aree contenenti più edifici.

Passaggio Alta-Media risoluzione

Supponendo che il LdD più alto

(1:2k) consiste di Edifici, passando a

quello successivo definiremo Edifici

generalizzati semplificando le forme

geometriche dei precedenti oggetti.

Tale transizione è compiuta utilizzando

algoritmi similari a quelli presenti in

letteratura (Staufenbiel, Sester) in cui

il principale parametro di ingresso è

la lunghezza dello spigolo più piccolo

dell’edificio da “trattare”. Il

collegamento tra gli oggetti originali e

quelli generalizzati, può essere

derivato in tal modo, automaticamente

dal processo stesso. Alle scale medie

(1:5k) gli Edifici possono essere

sostituiti da forme areali costituite in

modo che la corrispondenza tra gli

oggetti generalizzati al livello 2 e le

aree al livello 3 sia derivata

dall’operazione di inclusione: un

Edificio è collegato alla forma areale

nella quale è contenuto.

Passaggio Media-Bassa risoluzione

Concentreremo, in questo caso, la

nostra attenzione nella descrizione

della generalizzazione di forme areali

presupponendo di poter applicare gli

stessi concetti alle altre forme

geometriche. Il processo di

generalizzazione di un area consiste di

tre passi:

1 Riclassificazione dei tipi di oggetti

ID2k link2level5k the_geom attributi

1 10 MULTIPOLYGON(((... ...

2 10 MULTIPOLYGON(((... ...

3 10 MULTIPOLYGON(((... ...

2 Aggregazione di aree adiacenti

contenenti oggetti di equal tipo

3 Generalizzazione delle forme

Il primo passo è necessario poiché

GEOmedia 5 2005 21


FOCUS

Figura 4 - Generalizzazione di forme areali

alcuni tipi di oggetto della

cartografia 1:2k non esistono in ogni

caso nei modelli 1:10k. Il secondo è

previsto poiché si aumentano i

criteri minimi nella cattura di certi

tipi di oggetti come le forme areali.

I terzo passo gestisce tutti i casi

previsti di forme areali che non

sono sufficientemente grandi da

essere catturate come aree nel

modello 1:10k. In tali casi

mantenendosi coerenti con il

catalogo 1:10k queste forme devono

essere rappresentate da un punto o

essere completamente eliminate. In

entrambi i casi si deve stabilire una

riclassificazione e un’aggregazione

aggiuntiva. I possibili modi di

compierla sono illustrati nella figura

in alto.

La rappresentazione cartografica

Web Feature Service

Uno degli standard introdotti

dall’Open Geospatial Consortium è

quello dei Web Feature Service il

quale descrive le specifiche per la

realizzazione di interfacce Web per

esporre dati cartografici vettoriali a

seguito di richieste provenienti da

utenti client. Due delle richieste

base nei WFS sono: GetCapabilities

e GetFeature. La prima richiesta può

essere effettuata da un client ad un

server WFS, attraverso il protocollo

HTTP, per ricevere informazioni

riguardo ai dati cartografici

disponibili (sotto forma di file XML).

Il client basandosi sulle informazioni

ricevute può a questo punto

effettuare una GetFeature e ricevere

riscontro con un file GML che

rappresenta i dati cartografici

richiesti. Quest’ultima richiesta può

essere caratterizzata rispetto ai dati

che si vuole ricevere discriminando

sia i layer che il sistema di

riferimento spaziale (SRS) ma

soprattutto definendo l’area

interessata (Bounding Box) e

imponendo vincoli sui valori di

particolari attributi dei dati.

Architettura del sistema

Un sistema di gestione dei database

topografici secondo le tecnologie

presentate può essere architetturalmente

implementato attraverso varie soluzioni,

ovverosia come un sistema distribuito

in cui vari server WFS residenti presso

le varie amministrazioni espongono i

propri dati cartografici afferenti ad un

unico modello interoperabile o come un

sistema centralizzato residente in una

amministrazione verso cui ci si

comporta come client. Nel nostro

approccio si terrà in conto la seconda

ipotesi.

Richiesta

Richiesta

WFS

Richiesta

Client

WMS layer

WFS Processing layer

Data layer

Nella soprastante architettura il

client effettua una richiesta per avere

una mappa (in modalità Web o

attraverso un client dedicato), questa

viene trasformata e processata dal WFS

Server e inviata al layer di gestione del

dato cartografico. La risposta contiene

il dato topografico richiesto formattato

in GML e viene inviata al layer di

processamento; questo compie la dovuta

generalizzazione, se necessaria,

compiendo nuove query verso il MRDB.

Al termine di tali operazioni otteniamo

la cartografia generalizzata da inviare

ad un OGC Web Map Server (per

esempio Geoserver o UMN MapServer)

che la trasla in un immagine SVG o

JPEG visualizzabile dal client.

La combinazione di dati formattati

SVG derivanti da un database a

risoluzione multipla interrogato da un

Web Feature Server permette di

adattare le mappe in funzione delle

proprie esigenze. L’utente può esportare

certi oggetti nell’immagine SVG e

attraverso nuove richieste WFS

caratterizzare la simbologia o ricevere

attributi di interesse dal database.

L’unico problema è che i WFS non

integrano richieste specifiche per i

MRDB e quindi non è possibile

utilizzare i link fra i layer, nella loro

consistenza, in una richiesta WFS. La

tecnica utilizzata per aggirare il

problema è quella di effettuare richieste

successive: per esempio il layer di

processamento invia una richiesta al

DB di un layer alla piccola scala e

quando i dati vengono ricevuti, se

necessario, ne compie un’altra al layer

alla larga scala utilizzando le

informazioni di collegamento ricevute.

La principale piattaforma utilizzata

nel layer di processamento è un

ambiente Java rilasciato sotto licenza

Open Source chiamato JTS/JUMP (JTS

Java Topology Suite, JUMP Unified

Architettura Sistema MSGML

JPEG, SVG, etc

GML (cartografia generalizzata)

GML (cartografia originale)

Mapping Platform) che prevede alcune

funzionalità di importazione, gestione e

manipolazione dei dati spaziali. JUMP

risulta essere un’ API completa per

l’accesso alle funzioni di

programmazione incluse I/O, agli

insiemi di dati basati sulle Feature,

alla visualizzazione, e a tutte le

operazioni spaziali nonché

l’interfacciamento verso il DB PostGIS

tramite JDBC.

Autore

ING. FRANCESCO BARTOLI

francesco.bartoli@fastwebnet.it

Figura 5 -

Architettura

del sistema di

gestione di un

MRDB

22 GEOmedia 5 2005


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REPORTS

Il CSMS

dell’Uluru-Kata

Tjuta National Park

La tecnologia nel rispetto

delle identità culturali

La tutela degli

aspetti culturali,

soprattutto se

preesistenti ai

nuovi intendimenti

di chi per la prima volta si trova ad

affrontarli, sta man mano entrando

nell’agenda dei professionisti

dell’Information Geography. E’

sempre più forte la convinzione che

per il buon successo di un

progetto che implica la gestione di

dati relativi ad un luogo di

particolare interesse, è

fondamentale l’aiuto, se non

addirittura le gestione stessa, da

parte di chi il luogo lo vive

effettivamente, nel rispetto delle

credenze e delle tradizioni che

appartengono a quella popolazione.

Non sempre ciò avviene ed i

problemi che nascono da situazioni

di questo genere sono solo la

punta dell’iceberg di istanze sociali

a volte molto complesse. Vogliamo

in queste pagine dare risalto

all’esperienza di collaborazione

svoltasi all’interno dello scenario

dell’Uluru-Kata Tjuta National Park,

in Australia, nella quale gli scienziati

dell’Università di Melbourne,

affiancati dalla popolazione nativa

egli Anangu, hanno sviluppato un

Cultural Site Management System

(CSMS) utilizzando tecniche

fotogrammetriche allo scopo di

preservare e difendere il patrimonio

culturale proprio di quella

popolazione: un eccezionale

esempio di rispetto e conoscenza

reciproca al passo con l’evoluzione

tecnologica.

F

amosa per le innumerevoli

rappresentazioni di cui è

protagonista in televisione,

nelle riviste di viaggi e nelle foto dei

nostri amici, Uluru (anche nota come

Ayers Rock) è la più imponente

formazione rocciosa dell’outback

australiano. Essa è visibile a decine di

chilometri di distanza ed è ricordata

per i cambiamenti di colore che la

caratterizzano in funzione dell’ora del

giorno e della stagione, ed assieme

alle formazioni dette Kata Tjuta, è

l’attrazione principale del Parco

Nazionale di Uluru-Kata Tjuta, situato

nel Northern Territory. Gli indigeni

del luogo, gli Anangu, per anni hanno

rivendicato la proprietà di questi

luoghi, cari alla loro tradizione che li

identifica come dotati di un’altissima

sacralità. Le popolazioni aborigene

locali narrano infatti come tutte le

caratteristiche geografiche del

territorio di cui stiamo parlando

(pozze, montagne, caverne e così via)

siano tracce dei viaggi e delle azioni

di esseri ancestrali vissuti nell’”epoca

del sogno” che precede la memoria

umana; i miti relativi ad Uluru ed

alle sue caratteristiche morfologiche

(tjukurpa) e che regolano i

comportamenti della società Anangu,

se si escludono quelli relativi alla sua

formazione, sono gelosamente

custoditi dagli Anangu, fedeli alla

millenaria tradizione che gli vieta di

rivelarli ai piranypa, i non-aborigeni.

Nel 1985 il Governo australiano,

deciso nel rispettare l’aura di sacralità

propria di questi luoghi, ha restituito

agli Anangu la proprietà di Uluru,

mediando la concessione con un

accordo di gestione combinata tra gli

aborigeni e l’associazione nazionale

“National Parks and Wildlife” della

durata di 99 anni. E’ stato questo

l’inizio di un proficuo rapporto tra

due rappresentanze di popoli, più che

24 GEOmedia 5 2005


REPORTS

Mappa dell’Uluru - Kata Tjuta National Park

di esigenze. Si è imparato a

conoscersi e dunque a rispettarsi,

aiutati in questo dal solo intento di

conservare uno dei più bei esempi di

cultura millenaria non ancora

schiacciata dalla logica dello

sfruttamento tipica, purtroppo, di una

certa mentalità “occidentalizzante”. La

gestione combinata sotto la guida

della tjukurpa, la tradizionale

conoscenza delle piante e degli

animali e di come prendersi cura

della terra, ha permesso agli

australiani “non-nativi” di conservare

e proteggere assieme agli aborigeni

l’intero territorio del Parco Nazionale

utilizzando tecniche che trovano

origine nella notte dei tempi e che

hanno peraltro permesso di far

tornare specie animali ormai estinte

da quelle zone. E’ grazie agli Anangu

che il Parco Nazionale di Uluru-Kata

Tjuta è attualmente uno dei più

visitati ed importanti parchi del

mondo.

Lo scorso ottobre anche l’aspetto

tecnologico ha trovato uno spazio

all’interno del discorso. Gli Anangu

potranno infatti d’ora in poi dotarsi

di un proprio Cultural Site

Management System (CSMS)

progettato e messo in opera allo

scopo di preservare l’arte e la

tradizione del luogo sfruttando le

potenzialità del digitale; il lavoro

finale rappresenta il culmine di una

collaborazione specifica nata sei anni

fa tra gli studiosi dell’Università di

Melbourne e gli Anangu svoltasi

interamente nel rispetto delle

tradizionali leggi che governano

questo popolo. Vi sono luoghi ad

Uluru, divisi per gli uomini e per le

donne come la tradizione impone,

preposti dagli Anangu alla raccolta ed

alla conservazione della memoria

storico-artistica del loro popolo e la

nuova esperienza del CSMS non

sembra essere altro che la

continuazione di un discorso analogo,

con l’aggiunta della multimedialità,

caratteristica dei nostri tempi, che

Northern Territory

Il Northern Territory è grande quasi

quanto Italia, Francia e Spagna

messe insieme, si estende per circa

1.364.000 chilometri quadrati

occupando un sesto della superficie

dell’Australia; è caratterizzato dalla

presenza di ben 21 parchi nazionali

e la sua popolazione conta appena

200.000 abitanti. Un terzo di essa è

di origine aborigena. ll Northern

Territory è per il 95% di proprietà

degli aborigeni. Tutti possono visitare

le zone più conosciute, ma per

alcune località e regioni può essere

necessario un permesso.

GEOmedia 5 2005 25


REPORTS

Il CSMS del Parco

permette una catalogazione della

cultura aborigena completa di

immagini, video e suoni.

L’impatto del turismo, con più di

400000 visitatori l’anno, i danni

provocati dalle infiltrazioni d’acqua, la

polvere e gli animali che abitano quei

luoghi sono tra le principali cause che

inficiano la salute di queste

testimonianze artistiche. Ed è così

che, nel 1999, si è deciso che un

certo numero di siti all’interno

dell’Uluru-Kata Tjuta National park

venissero documentati e conservati in

maniera digitale. Una equipe del

dipartimento di Geomatica

dell’Università di Melbourne è stata

quindi interpellata affinchè stilasse un

progetto basato su tecniche

fotogrammetriche per la

documentazione di questi luoghi; gli

studiosi hanno dunque preparato un

rapporto comprendente materiale

multimediale in cui si rendeva

evidente l’enorme aiuto che la

tecnologia avrebbe potuto apportare

per questo scopo. Proprio le

componenti multimediali di questo

rapporto sarebbero poi diventate le

fondamenta del CSMS.

Perché l’intero sistema potesse

Pitture rupestri all’interno di Uluru

essere reso operativo è stata

necessaria una stretta collaborazione

tra gli Anangu e gli scienziati, che

hanno cercato di sfruttare al massimo

la tecnologia senza con ciò interferire

con la tjukurpa, la legge e la morale

degli Anangu. Questo ha richiesto un

lavoro attento e necessariamente

scrupoloso dal momento che, ad

esempio, agli uomini non è permesso

guardare immagini di luoghi sacri

propri delle donne e viceversa. Il

sistema di log-in sicuro che anticipa

l’utilizzo del sistema ha in grossa

parte risolto il problema ma, proprio

per essere sicuri di non incorrere in

errori, al momento del log-in lo

schermo riproduce, in alto a destra,

una piccola icona recante la foto

dell’utente al momento connesso, così

da permettere l’interruzione della

consultazione dei files multimediali

nel caso si fosse acceduto per errore

come un altro utente. E’ chiara

l’importanza della questione per gli

Anangu ed è importante sottolineare

la serietà col quale questo aspetto è

stato affrontato da gente estranea a

questa cultura.

La raccolta delle immagini e dei

dati è totalizzante e, soprattutto, è in

continua evoluzione. Una prima

catalogazione di più di 80 diversi siti

di interesse è già stata effettuata

utilizzando una macchina fotografica

modificata Hasselblad 500ELM con

lenti da 50mm e pellicola da 100ASA

a colori. L’alto livello di dettaglio

delle foto ottenute con la pellicola da

100ASA ha permesso poi che

venissero acquisite dalle foto le

scansioni ad alta risoluzione

necessarie per il CSMS. Le leggi della

gente Anangu sono state rispettate

anche durante la fase di elaborazione

delle immagini, facendo attenzione

che le restrizioni riguardo al sesso

fossero mantenute, lavorando le foto

degli uomini, delle donne e dei siti in

maniera separata.

L’aspetto fotogrammetrico del

progetto ha fornito materiali molto

importanti al fine di monitorare lo

stato delle rappresentazioni artistiche

presenti sulle rocce. I disegni

risalgono a migliaia di anni fa e

furono creati con lo scopo di

tramandare i miti Anangu ai posteri;

proprio il tempo, unito a volte alla

maleducazione di qualche turista, li

sta lentamente attaccando.

I rilevamenti sono stati effettuati

applicando piccoli targets di plastica

alle pareti dei siti (facendo ben

attenzione a non intaccare punti

delicati o colorati) allo scopo di

ottenere un network coordinato di

punti di controllo. Coordinate

arbitrarie sono poi state assegnate al

target sfruttando una T-bar calibrata

e immagini digitali multiple

convergenti dell’array del target

stesso. Queste immagini sono state

acquisite usando una Kodak DC210

con calibrazione metrica. Le

coordinate sono poi state trasferite

dalla T-bar ai targets tramite un

pacchetto software di aggiustamento

fotogrammetrico basato sul software

Australis sviluppato all’interno dello

stesso dipartimento di Geomatica

dell’Università di Melbourne. Per

determinare l’esatta localizzazione dei

siti di interesse è stata poi utilizzata

una combinazione di Glonass e GPS,

al fine di assicurare una massima

copertura.

Gli Anangu vedono Uluru come una

cattedrale conservante gli spiriti dei

loro antenati. Il CSMS sviluppato

dall’Università di Melbourne dovrebbe

assicurare la continuazione della loro

eredità culturale che pesantemente ha

vacillato negli ultimi anni; e non per

causa loro. Il sistema, multilingue, è

progettato per incamerare le

testimonianze ed il linguaggio degli

anziani mentre raccontano i loro miti

o spiegano, in formato video o

audio, l’importanza dei siti

rappresentati.Oggi, gli Anangu sono

persone che guidano moderni

fuoristrada, hanno telefoni cellulari e

che quando sono impegnati in

operazioni per la gestione del parco,

girano con radio e GPS. I loro figli

più giovani si confrontano da tempo

con i computer e le tecnologie

correlate. Gli Anangu non sono

estranei alla tecnologia, sanno come

sfruttarla; ed il caso del CSMS del

Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta è

una splendida rappresentazione di un

modo diverso di utilizzare la

tecnologia, nel rispetto e nella

conoscenza di quello che è stato tanto

tempo fa e che probabilmente, a

questo punto, continuerà ad essere.

A cura della Redazione

26 GEOmedia 5 2005


Trasporti

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Tante soluzioni, un’unica visione

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REPORTS

A Reggio Calabria

l’ITSG “A. Righi” è già

entrato nel futuro

N

el corso della 9^ Conferenza

ASITA, che quest’anno si è

svolta a Catania presso il

Centro Congressi “Le Ciminiere”, il

prof. Falchi, Preside della Facoltà di

Ingegneria dell’Università degli Studi

di Cagliari nonché presidente della

SIFET, il prof. Ambrogio Maria

Manzino, componente del Comitato

Scientifico della SIFET e l’arch.

Marcello Della Gala, ispettore

scolastico, in rappresentanza del

MIUR, hanno proceduto alla

premiazione dei primi tre classificati

nel concorso riservato agli allievi delle

Scuole Superiori Italiane bandito per

il decorso anno scolastico

congiuntamente dalla SIFET e dal

MIUR.

Le Istituzioni Scolastiche che hanno

aderito all’iniziativa sono state

complessivamente 14 e dopo

un’attenta valutazione da parte

dell’apposita commissione il primo

premio è stato assegnato all’Istituto

Tecnico Statale per Geometri “A.

RIGHI” di Reggio Calabria, i cui

allievi guidati con competenza ed

entusiasmo dai loro docenti di

TOPOGRAFIA (ing. Francesco

Guarnaccia, ing. Filippo Maltese ed

ing. Domenico Saraceno), hanno

realizzato uno studio sulle procedure

per l’accatastamento del Palazzetto

dello Sport di Reggio Calabria, meglio

conosciuto come “Palapentimele”,

utilizzando oltre alle procedure

tradizionali anche ulteriori e diverse

metodiche di rilevamento al fine di

poter effettuare una comparazione sui

singoli risultati ottenuti.

Oltre al premio nominale e al

riconoscimento del merito come primi

classificati, alcune aziende hanno

messo a disposizione alcune

strumentazioni. Trimble-Assogeo ha

messo a disposizione un livello

automatico Nikon AC-2s completo di

treppiede e stadia, Leica Gesosystems

a messo a disposizione un

distanziometro laser Disto-plus.

Tra gli ITSG arrivati sul podio

ricordiamo poi l’ ITSG “A. CANOVA“

di Vicenza che si è posizionato al

secondo posto, mentre il terzo posto è

andato all’ITSG “L. CASALE“ di

Vigevano (PV).

A Catania, nel corso della

conferenza ASITA, gli allievi Claudia

Pellicone e Antonino Surace hanno

presentato pubblicamente il lavoro

La proposta formativa dovrebbe

iniziare dalla scuola sfruttando un

corpo insegnante propositivo ed

attento a scegliere altre vie

d’insegnamento rispetto ai

programmi ed alle procedure

formative imposte dall’alto;

laddove ciò si verifica, i nostri

giovani possono acquisire un

fondamento d’esperienza valido

per cominciare a muoversi nella

giusta direzione, anche appena

usciti dal ciclo formativo di base.

In fondo gli studenti di oggi

saranno i dirigenti, i politici e

tecnici di domani ed investire su

di essi è il miglior investimento

che lo Stato possa fare al fine di

garantirgli e garantirsi un futuro al

passo coi cambiamenti economici

e perché no, sociali, che il futuro

porta con se. Globalizzazione,

rivoluzioni digitali, dei mercati della

cultura e dei beni del terzo

millennio richiedono una visione

delle cose del tutto diversa da

quella di alcuni decenni fa e

spesso il corpo insegnante non è

all’altezza del compito, cosi come

non lo sono le strutture di

programmazione e controllo.

Ritorna alla mente quindi il solito

dilemma della “formazione dei

formatori” e di chi deve essere

preposto ad attuarla.

Per fortuna non è il caso

dell’Istituto Tecnico Statale per

Geometri “A. RIGHI” di Reggio

Calabria, dove l’amore per

l’insegnamento e la passione per

la Topografia hanno portato il

corpo docente ad andare molto

oltre la programmazione delle

attività didattiche classiche; gli

studenti sono stati introdotti nel

vivo del discorso creando una

palestra di idee e di tecnologie

che permetterà loro di confrontarsi

col mondo reale, abbandonando il

mero aspetto teorico molto spesso

troppo distante dalle effettive

problematiche della società civile,

produttiva e politica. E’ con

immenso piacere che la redazione

di GEOmedia ospita questa nota

informativa, ripercorrendo la

memoria di un lontano incontro

presso il medesimo istituto nel

lontano 2000 quando fummo

invitati per l’inaugurazione della

Prima Stazione Permanente GPS

dello stretto, voluta e istituita

proprio dall’ITSG “Righi”.

28 GEOmedia 5 2005


REPORTS

svolto anche in rappresentanza degli

altri alunni partecipanti, riscuotendo

ampi consensi e vivi apprezzamenti da

un attento e numeroso uditorio, fatto

che ha dato ampia soddisfazione sia ai

docenti che al Preside dell’ITSG prof.

Salvatore Chiappalone. I due allievi,

con una disinvolta e spigliata

esposizione hanno dimostrato l’elevato

livello tecnico culturale raggiunto

dall’ITSG “RIGHI” di Reggio Calabria,

dove l’entusiasmo, la competenza, la

voglia di fare e l’intraprendenza dei

docenti di Topografia ha certamente

avuto una significativa ricaduta su

gran parte degli allievi, i quali non

solo hanno acquisito una notevole

padronanza nell’uso delle

strumentazioni di ultimissima

generazione ma hanno anche

contribuito a proiettare nel futuro

l’intera istituzione scolastica, affrontato

con competenza lo studio del GPS, del

telerilevamento, del GIS e di tutte le

restanti metodiche moderne che sono

quasi a totale ad esclusivo

appannaggio del mondo del lavoro.

Insomma si può affermare che gli

studenti dell’ITSG sono sulla giusta

scia per quel passaggio ideale dal

vecchio geometra italiano al nuovo

geomatico europeo ed internazionale

che potrà competere nei nuovi mercati

del sapere tecnico e con orizzonti

professionali che valicano i confini

fisici della Calabria e dell’Italia.

Questa particolarità è stata in più

occasioni evidenziata con orgoglio dai

docenti Guarnaccia, Maltese e

Saraceno, i quali nel ringraziare i

promotori del premio per l’opportunità

offerta alla loro scuola dal concorso,

hanno voluto mettere in particolare

risalto la notevole ricettività, creatività,

competenza e voglia di fare che

pervade molti dei loro allievi; essi

infatti, al pari di tanti altri giovani, se

opportunamente stimolati ed

incentivati, riescono ad affrontare

qualsiasi problematica, raggiungendo

impensabili risultati che sono di sicuro

sprone e di esempio a quanti venendo

immediatamente dietro di loro, sia per

spirito di emulazione che di

competizione, sono portati a fare

meglio e di più.

del Palazzetto dello Sport di Reggio

Calabria, meglio conosciuto come

“Palapentimele”.

Le tecniche impiegate riguardano il

classico rilievo con Stazione totale e

GPS, la realizzazione di una rete di

collegamento alla rete dei punti

fiduciali, così come l’analisi e la

riduzione finale dei dati fino

all’approntamento degli elaborati di

consegna.

Nella fase iniziale del progetto, con

l’uso della stazione totale, è stato

eseguito il rilevamento del perimetro

esterno sia dell’edificio preso in esame

che della particella catastale su cui

esso ricade, avvalendosi di una

I fatti e il lavoro

Il lavoro con cui l’ITSG RIGHI ha

partecipato al concorso riguarda lo

studio eseguito sulle procedure

necessarie per l’accatastamento di

un’opera pubblica e più in particolare

In alto: gli studenti dell’ITSG “Righi” ad ASITA 2005

Al centro: un momento della discussione

In basso: i docenti dell’ITSG posano davanti al Centro Congressuale “Le Ciminiere”

Nella pagina precedente: il “Palapentimele” di Reggio Calabria e la sua proposta di

aggiornamento

GEOmedia 5 2005 29


REPORTS

poligonale. Sono stati poi rilevati, con

l’ausilio di ulteriori stazioni

integrative, quattro punti fiduciali

catastali, i quali collegati tra loro,

formavano due triangoli contenenti al

loro interno l’edificio oggetto di

misurazione.

Al termine di tali operazioni,

eseguite con il metodo classico di

rilevamento, le stesse operazioni per il

collegamento ai punti fiduciali sono

state ripetute sia con il GPS in

modalità statica (utilizzando come

reference la stazione permanente

dell’Istituto Tecnico Statale “A.

RIGHI“), sia con il GPS in modalità

RTK.

Al termine delle operazioni di rilievo

la riduzione dei dati è stata realizzata

impiegando le procedure standard

messe a disposizione dall’Agenzie del

territorio, ovvero di Pregeo 8 e

WEGIS/STDA per la stesura della

proposta di aggiornamento. Sono stati

così predisposti tutti gli elaborati

necessari per la redazione del tipo

mappale del Palasport di Reggio

Calabria, iniziando ciò dalla

produzione di un estratto di mappa

autoallestito.

La ricerca sulle metodologie

Considerando le misurate fra i punti

fiduciali ottenuti con i tre metodi di

rilievo (Stazione Totale, GPS in

modalità statica, GPS in modalità

RTK), si sono messi a confronto i

diversi risultati ottenendo differenze

dell’ordine di centimetri fra il GPS in

modalità statica ed il GPS in modalità

RTK e differenze maggiori dell’ordine

dei 10 cm circa tra il GPS in

modalità statica e il rilievo con

Stazione Totale. Andando oltre le

normali operazioni di rilievo, si è poi

voluto arricchire la sperimentazione

cimentandosi nella determinazione dei

parametri di trasformazione all’interno

dei triangoli fiduciali considerando

quali punti doppi i punti fiduciali

stessi, nei due sistemi di riferimento

Cassini-Soldner e WGS84.

Il risultato finale e l’esposizione

degli alunni del Righi ha fortemente

sorpreso l’uditorio della Conferenza

ASITA, constatando come per la prima

volta in una scuola superiore siano

stati trattati argomenti quali la

matrice di varianza-covarianza e lo

sviluppo in serie di Taylor,

compensazione a minimi quadrati e

parametri di trasformazione; argomenti

di livello certamente universitario che

l’Istituto Tecnico per Geometri di

Reggio Calabria ha ampiamente

dimostrato possono essere appresi e

trattati anche da studenti di scuola

media superiore, dove d’altronde già al

terzo anno si fa un ampio studio

dell’algebra moderna e dell’analisi

matematica introducendo gli studenti

alla soluzione degli integrali e delle

matrici.

Tutto ciò è stato possibile in quanto

in questa scuola, dopo la lungimirante

installazione della stazione permanente

GPS, a fronte in un notevole

investimento iniziale, si è consentito a

tutti gli allievi l’approfondimento e lo

studio delle tecniche GPS, rivisitando i

programmi curriculari di topografia,

con l’inserimento di quegli argomenti

ritenuti propedeutici allo studio GPS,

fra i quali sono da annoverare: “la

variabile statistica e casuale a una,

due o più dimensioni; il calcolo della

matrice di varianza e covarianza; lo

sviluppo in serie di Taylor per la

linearizzazione di equazioni di

osservazioni non lineari; la misura

indiretta di più grandezze con

equazioni esuberanti (stima a minimi

quadrati) ecc.”.

Dalla valenza di tali argomenti si

può desumere il notevole livello

raggiunto da questo Istituto Superiore

ed è per questo che possiamo

senz’altro ritenere che il premio

assegnato sia stato ampiamente

meritato.

Il futuro e le aspettative

Sulla scia dell’esempio dell’ITSG

“RIGHI” di Reggio Calabria, c’è da

augurasi che altre istituzioni

scolastiche sappiano cogliere il

messaggio seguendo la via già

tracciata; è infatti importante una

veloce espansione di questa voglia di

aggiornamento che permetterà ai futuri

geometri, oltre che di possedere solide

basi per un successivo proficuo studio

universitario, anche di acquisire quelle

opportune e necessarie conoscenze

tecnico-professionali che sono

immediatamente spendibili nel mondo

del lavoro, dove essi certamente si

distingueranno dalla figura

professionale del geometra tradizionale,

proprio per le innovative competenze

acquisite; esse gli consentiranno anche

di essere altamente competitivi e molto

ambiti in un contesto tecnicoeconomico

che ha grandi esigenze e

nel contempo è molto attento ed

incline nei confronti di chi riesce a

mettere bene a frutto la propria

competenza e preparazione. A Catania

non si è potuto fare a meno di

rilevare con compiacimento, l’interesse,

misto a sorpresa, che la disinvolta

esposizione degli allievi del Righi ha

suscitato nel qualificato uditorio

presente e, per meglio rappresentare ai

lettori l’importanza del lavoro svolto

dagli allievi dell’ITSG “A. RIGHI” di

Reggio Calabria, è stato chiesto ad

alcuni insigni cattedratici di esprimere

un loro succinto ma eloquente

giudizio, che qui di seguito riportiamo:

A cura dei Docenti di Topografia

dell’ITSG “A. RIGHI”

di Reggio Calabria

30 GEOmedia 5 2005


REPORTS

Dicono di loro:

Il prof. Fernando Sansò, professore ordinario di Topografia e Presidente del Consiglio del Corso di Studi in

Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio al Polo di Como del Politecnico di Milano, nonché coordinatore del Dottorato

in Geodesia e Geomatica al Politecnico di Milano si è espresso al riguardo in questo modo:

“Sono stato profondamente impressionato dal lavoro svolto dagli allievi vincitori del premio, lavoro che, mi pare, molti

dei miei alunni del 2° e del 4° e 5° anno di Ingegneria, potrebbero tranquillamente invidiare. Il livello qualitativo dei

prodotti, ovviamente, riflette la capacità dei loro docenti, ma così anche il comprendere gli argomenti trattati e saperli

esporre con tanta chiarezza, ha mostrato un grado di preparazione sorprendente.

Se potessimo in futuro contare su una categoria di professionisti con questa preparazione, potremmo certamente

guardare con più serenità alla capacità, per il nostro paese, di recuperare il gap culturale che da troppi anni ci

contraddistingue.

Il Prof. Mattia Giovanni Crespi , titolare della Cattedra di Topografia e Geomatica, dell’Università La Sapienza di

Roma, nonché Membro del Consiglio Direttivo e del Comitato Scientifico SIFET afferma:

“Ho assistito con molto piacere alla presentazione dell’elaborato in oggetto, sviluppato sotto la competente guida dei

docenti di Topografia, durante la Conferenza ASITA tenutasi a Catania nello scorso mese di novembre. Personalmente

ritengo che gli Allievi abbiano tenuto una brillante e chiara (oltre che simpatica) presentazione, che ha pienamente reso

merito ad un lavoro riguardante una tematica sicuramente attuale (Catasto e GPS), ben impostato metodologicamente e

ben condotto tecnicamente, sia dal punto di vista del rilievo che dell’elaborazione dei dati (magistrale, e certamente

inaspettata, la menzione allo sviluppo in serie di Taylor per la linearizzazione delle equazioni di osservazione). Ritengo si

tratti di un ottimo esempio di come si possa “fare cultura” geomatica in modo certamente formativo ma anche divertente:

tutti i ragazzi coinvolti (non solo gli abili oratori) hanno dato l’impressione (dalle fotografie) di aver imparato molto in

un clima disteso e positivo, sentendosi partecipi di uno stimolante progetto comune. Auguro davvero agli interessati di

proseguire su questa strada, peraltro già da tempo delineata!

Il prof. Alberto Cina, Professore di Topografia presso la 1° Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino –

Dipartimento dell’Ambiente, del Territorio e delle Geotecnologie, dove svolge attività didattica, di ricerca e di

consulenza nelle discipline del rilevamento dice dell’ ITSG “A. RIGHI”:

“Una mattina dell’anno 2000 mi raggiunse in ufficio una telefonata nella quale mi si invitava a portare un contributo

scientifico ad un convegno organizzato dall’Istituto Righi. Fu in quell’occasione che conobbi i docenti di Topografia:

Guarnaccia, Maltese e Saraceno. I cinque anni da allora trascorsi non hanno offuscato il ricordo di quel giorno a Reggio

Calabria: la calorosa accoglienza, l’Istituto vestito a festa e l’atmosfera elettrizzata che correva tra i ragazzi, impegnati a

organizzare e ad assistere alla manifestazione. Una giornata speciale: l’inaugurazione della stazione permanente GPS da

loro realizzata. Già allora mi fu evidente come la passione e la preparazione dei docenti potessero essere trainanti per gli

studenti e capaci di attirare anche l’interesse di enti locali e realtà professionali, presenti numerose al convegno. Con

questi presupposti, non è stato per me sorprendente vedere premiato l’Istituto Righi con il 1° premio del concorso SIFET-

MIUR al Convegno ASITA di Catania. Ho apprezzato come in quell’occasione un’intera scolaresca fosse presente,

accompagnata da tutti i docenti e dirigenti scolastici, al ritiro del premio, conferito da un organismo scientifico che

raggruppa gli specialisti italiani del settore del rilevamento. Sicuramente un riconoscimento e un traguardo importante

per l’Istituto. Più sorprendente è stata invece la bravura con la quale alcuni rappresentanti degli studenti, sul palco

dell’auditorium, hanno illustrato la loro attività di topografi, attirando la simpatia e il consenso di una platea esigente,

composta da aziende, tecnici, professionisti del rilevamento e docenti. La sicurezza e lo slancio espositivo sono

sicuramente correlabili, oltre che alle capacità personali, alla preparazione fornitagli a scuola. Apprendiamo così come la

moderna topografia, il GPS, l’RTK, abbiano da tempo sostituito la stadia all’Istituto Righi. Apprendiamo ancora come i

“sacri” principi della misura, il loro trattamento, la valutazione statistica della qualità del risultato siano padroneggiati

dai ragazzi; come i concetti di trasformazione tra sistemi di riferimento, minimi quadrati, matrici di varianza covarianza

facciano ormai parte del loro DNA di misuratori. Ai ragazzi il mio migliore augurio di saper trovare nella vita una

strada in grado di valorizzare le loro competenze. Ai docenti quello di continuare a perseverare sulla via intrapresa,

capace di trasmettere passione e professionalità agli studenti, anche se al prezzo della fatica di non finire mai di

studiare e mettersi in discussione per imparare e aggiornarsi su ciò che la scienza e la tecnologia modificano

rapidamente. Pertanto gli strumenti topografici forniti dalle aziende come premio all’Istituto Righi, sono convinto, non

avrebbero potuto trovare collocazione migliore.


UN ANNO DI GEOMEDIA

2004

FOCUS

Colombo, L.

Rappresentazione del territorio: “Pensieri e parole” di una

scienza che cambia

n° 1 pag. 6

Massimo, D. Conservation Geomatics n° 1 pag. 18

Bruna, A.M. - Burgio, G. Reti tecnologiche e mapping GIS n° 2 pag. 6

Kolbe, T.H. - Plumer, L. Colmare la Distanza tra GIS e CAAD n° 2 pag. 18

A cura della Redazione

Information Technology e-government e servizi territoriali

catastali

n° 3 pag. 6

Tufillaro, E. Prospettive Professionali in ambito catastale n° 3 pag. 14

A cura della Redazione

Servizi Integrati per la Gestione e Monitoraggio

Amministrativo del Territorio

n° 3 pag. 18

Santarsiero, D. - Angelini A. Il Rilievo Topografico nell'era del GPS n° 4 pag. 6

Carlucci, R. Dalla Fotogrammetria alla Radargrammetria n° 4 pag. 12

Guarrasi, V.

Mappe digitali di un mondo polifonico - I GIS e la ricerca

informatica

n° 5 pag. 6

Santarsiero, D. - Angelini A. Dalla topografia disegnata a quella calcolata n° 5 pag. 18

REPORTS

Di Bella, G.

Filoscia, U.

I modelli digitali di elevazione urbani per l’analisi dei

collegamenti radioelettrici

Il processo produttivo di cartografia 3D orientata ai 3D City

Model: un esempio reale basato sui prodotti di Cartesia S.p.A.

n° 1 pag. 26

n° 1 pag. 30

Cristaldi, M. - Furno, P. - Galeazzi, M. Dal rilievo topografico alla rappresentazione virtuale n° 1 pag. 36

Ullrich, A. - Studnicka, N. - Riegl, J.

Balletti, C. - Guerra, F. Vernier, P.

Orlandini, S.

A cura della Redazione

Valutazione comparativa di un sistema ibrido basato su

fotogrammetria e laser scanner per la rappresentazione

architettonica

Il rilievo tridimensionalecon Laser Scanner stato dell’arte e

applicazioni

n° 1 pag. 40

n° 1 pag. 44

A cura della Redazione FLI-MAP – Il rilievo aerotrasportato LIDAR in Alta Densità n° 2 pag. 24

Corcione, G. La tecnologia Oracle 10g a supporto dei GeoDatabase n° 2 pag. 28

A cura della Redazione RouteSmart assicura la consegna del San Diego Union-Tribune n° 2 pag. 30

A cura della Redazione Continuità di soluzioni tra CAD e GIS n° 3 pag. 22

A cura della Redazione di Fiduciali.it

Geomedia intervista Carlo Leone di Autodesk Italia

Riferimenti perduti: a caccia delle Origini

n° 3 pag. 26

Gabrielli, R. - Peloso, D. Tecniche Laser Scanner per il rilievo dei Beni Culturali n° 3 pag. 28

Rossi, P. La “Carta Geografica Unica” della Provincia di Ferrara n° 3 pag. 34

Bonazzi, S. G.R.P - Geographic Resource Planning n° 3 pag. 38

32 GEOmedia 5 2005


UN ANNO DI GEOMEDIA

2004

A cura diASSOGEO VRS: La vera fortuna dei topografi n° 4 pag. 18

A cura della Redazione Intervista a Stefano Morisi di Bentley Systems n° 4 pag. 20

Liberti, L.

Menci, L.

LandXML. Uno Standard per le Informazioni Geo-Topografiche

e dell'Ingegneria

Stazione digitale multisensore per una moderna produzione di

dati cartografici

n° 4 pag. 22

n° 4 pag. 26

A cura della Redazione AEM Torino implementa un ambiente Bentley Geospatial n° 4 pag. 28

Orlandini, S. - Capanni, G.Donnini,

R. - Righi, A.

Fly Scan: una novità italiana nel campo della scansione per

applicazioni fotogrammetriche

n° 4 pag. 32

Meli, P. - Bennardo, C. - Boselli, G. L'utilizzo del Laser Scanner 3D in Archeologia n° 4 pag. 36

A cura della Redazione

Standard, mercato e ricerca - Un report dalla 8a conferenza

ASITA -

n° 5 pag. 22

I premi poster di ASITA 2004 n° 5 pag. 26

Milli, M. - Di Matteo, A. L’utilizzo del GPS per lo studio di dettaglio della morfologia n° 5 pag. 34

TUTORIAL

A cura della Redazione Tutorial Pregeo 8 - 1a parte - Dal catasto della carta al catasto del web n° 1 pag. 50

A cura della Redazione Tutorial Pregeo 8 - 2a parte - Dal catasto della carta al catasto del web n° 2 pag. 49

A cura della Redazione Tutorial Pregeo 8 - 3a parte - Dal catasto della carta al catasto del web n° 3 pag. 54

A cura della Redazione Tutorial Pregeo 8 - 4a parte - Dal catasto della carta al catasto del web n° 4 pag. 48

A cura della Redazione Tutorial Pregeo 8 - 5a parte - Dal catasto della carta al catasto del web n° 5 pag. 38

TERRA E SPAZIO

Bernardini, F.

Bernardini, F.

L’esplorazione del Sistema Solare: una nuova frontiera per la

Geomatica

L’esplorazione del Sistema Solare: una nuova frontiera per la

Geomatica 2a parte

n° 2 pag. 46

n° 3 pag. 50

Bernardini, F. MARSIS e SHARAD: due rabdomanti italiani n° 4 pag. 44

Bernardini, F.

La NASA descrive gli effetti del terremoto sulla terra

- Un satellite francoamericano rivela nuovi dettagli sugli

“Tsunami”

- Le prime immagini di un mondo sconosciuto

n° 5 pag. 52

GEOMATICA E RICERCA

Angiulli, G. - Barrile, V.

Cacciola, M.

Ferretti, A. - Cespa, S.

Gervasi, C. - Savio, G.

Metodi di elaborazione di immagini SAR: un’applicazione di

Support Vector Machines

Tecnica PS: Nuove Misure Radar per il Monitoraggio

Ambientale

n° 2 pag. 42

n° 4 pag. 40

ARTE E SCIENZA

Salvemini, F. La sfera armillare di Amerigo Vespucci n° 1 pag. 60

Salvemini, F. Il sistema solare e l’universo galileiano nei Carracci n° 2 pag. 60

Salvemini, F. La diottra di Ipparco n° 3 pag. 61

Salvemini, F. La pittura come rilievo monumentale n° 5 pag. 58

GEOmedia 5 2005 33


UN ANNO DI GEOMEDIA

2004

GIALLO ROSSO

Agilulfo dei Guildiverni 3a Puntata n° 1 pag. 45

Agilulfo dei Guildiverni 4a Puntata n° 2 pag. 41

Agilulfo dei Guildiverni 5a Puntata n° 4 pag. 58

Agilulfo dei Guildiverni 6a Puntata n° 5 pag. 56

RASSEGNA PRODOTTI

A cura della Redazione

A cura della Redazione

A cura della Redazione

Autodesk Map 3D 2005 - Restituzione Digitale con StereoView

Map di Menci Software - 3Dcarto - Le Schede Grafiche

Professionali Matrox per Visualizzazioni GIS all’Avanguardia -

ArcGIS 9: Importanti Novità nella Gestione dei Dati 3D -

Reconstructor Software - GEOgrafica Distribuisce in Italia Visual

Nature Studio 2 - Codevintec Presenta il Laser 3D di Optech

Rassegna prodotti su Mapping GIS, Reti Tecnologiche e

GeoDatabase

Una Rassegna Prodotti sulle soluzioni catastali per il

professionista e la P.A.

n° 1 pag. 47

n° 2 pag. 33

n° 3 pag. 42

MERCATO

Nasce SPC, l’Infrastruttura per

l’Informatizzazione Digitale di Tutta la

Pubblica Amministrazione - Forum Pubblica

Amministrazione Punto di Confronto e Centro

di Progettazione - L’ Informazione Geografica

al Servizio delle Aree Protette Europee - Tekla

Structures a Tutto Campo - Menci Software -

Cassini-Soldner Story - Accordo tra Fugro

Inpark e Giove

n° 1 pag. 12

Itbox n° 1 pag. 16

AZIENDE E PRODOTTI

CSI Wireless Lancia il Nuovo GPS con Tecnologia

Bluetooth - I Nuovi Strumenti di Rilevazione della

Topcon - Codevintec Distribuisce in Italia il

Ricevitore Thales Mobile Mapper - Nuova Versione

dell’ER Mapper Image Web Server - Estensione

Multiviewer per ArcGIS - ESRI Potenzia i Servizi

ArcWeb - Sony lancia in Giappone tre navigatori

GPS rivoluzionari - La Georadio di Trimble -

Piattaforma di Location Intelligence Basata su

.NET da MapInfo - Safe Software Annuncia

l’Ultima Versione di FME 2004 ICE

n° 1 pag. 54

Sinergy partecipa al progetto per i beni

archeologici sommersi - Carta dei beni culturali

del Comune di Roma - Finanziamenti

all’agricoltura controllati con il GIS - Il Gruppo

Spaziale Italiano - GPS e Galileo - La rete GPS

della Regione Lombardia.

A Sinergy 2004 Le Reti Tecnologiche in mostra

- Siglato un accordo quadro fra CNIPA e

ORACLE - INSPIRE: Proposta per una

infrastruttura Europea di dati geografici

n° 2 pag. 12

n° 3 pag. 12

SinerGIS partner italiano esclusivo di

Miner&Miner - Nuovo formato DWF di Autodesk -

Matrox alla conferenza internazionale di Esri -

Nuovo sistema Gyro Station da Sokkia - MapSend

da Thales - Aggiornamento per il sistema Z-Max da

Thales - Nuovo sistema RTK GPS da Sokkia -

Floating Licenses per Mapublisher - ArcSDE 9 per

Oracle 10g - Oracle 10g da Oracle.

Arriva dalla Finlandia Tekla Structures 10.0 - La

nuova gamma di soluzioni Bentley - Autodesk

lancia Civil 3D 2005

n° 2 pag. 54

n° 3 pag. 58

GEOMEDIA EXCELLENCE AWARD - Seconda

edizione per l' Atlante Interattivo Svizzero - Un

bando SIFET e MIUR per gli Istituti di

istruzione secondaria - Google pigliatutto -

Spazio e tempo ruotano insieme alla terra - GIS

Day

Un nuovo sito e un nuovo strumento targato

Trimble - Geospatial World - Galileo a tutta

forza - Il primo compendio italiano di

geomatica - GPS e VRS, il futuro delle reti GPS

in Italia è a macchia di leopardo - La prima

soluzione integrata Total Station e GPS è

targata Leica - Arte, storia e tecnologia al

Salone del Restauro 2005

n° 4 pag. 8

n° 5 pag. 12

Arriva dalla Finlandia Tekla Structures 10.0 - La

nuova gamma di soluzioni Bentley - Autodesk

lancia Civil 3D 2005

Trimble S6: la somma di tutto ciò che hai sempre

sognato di avere - VRS Geometri Modena -

Assistenza just in time Assogeo - Condivisione

semplice e sicura con il formato DWF - Stazioni

Totali della serie R-300 rinnovate da Pentax -

Qualità di stampa e doppia velocità con i plotter HP

Desinjet serie 4000 - GVS (Geosoft Video Survey) -

Tecnologie e soluzioni targate Codevintec ad Asita -

Mobile Mapper, una famiglia di ricevitori GPS per

il GIS

n° 4 pag. 52

n° 5 pag. 44

34 GEOmedia 5 2005



UN ANNO DI GEOMEDIA

2005

FOCUS

Gatti, M.

Stereoscopia ottica ASTER ed interferometria differenziale

SAR a confronto

n° 1 pag. 6

Redazione Fotogrammetria e telerilevamento n° 1 pag. 18

Carlucci, R.

Sezione ricerca e sviluppo di

A&C 2000

Laser scanning e rilievi tradizionali topografici e

aerofotogrammetrici

Un sistema di tracking e gestione per applicazioni

aviotrasportate

n° 2 pag. 6

n° 2 pag. 16

Bernardini, F. CRYOSAT, dai ghiacci la risposta sul riscaldamento globale n° 3 pag. 6

Scianna, A. - Ammosciato, A. -

Corsale, R.

Disperati, S.P.

Dal CAD al GIS: il trasferimento di informazioni

cartografiche

Geomatica e Cooperazione Internazionale con i paesi in via

di sviluppo

n° 3 pag. 14

n° 4 pag. 6

Vector srl Ambienti GIS per le applicazioni radio elettriche n° 4 pag. 16

Condorelli, A. - Colombrita, F. -

Guarrera, G.

Pantaloni, M. - D'ambrogi, C.

Un sistema informativo territoriale 3D degli ostacoli alla

navigazione aerea

La rappresentazione geologica

tridimensionale - Un nuovo strumento per la gestione dei

dati territoriali

n° 5 pag. 6

n° 5 pag. 16

Bartoli, F. Database topografici a rappresentazione multipla n° 5 pag. 20

REPORTS

A cura della Redazione Intergraph - Una storia orientata all'innovazione n° 1 pag. 22

Ceccaroni, F. Generazione di ortofoto ad alta risoluzione su scansione laser n° 1 pag. 26

A cura della Redazione

Il GIS sulle note di violino - Report dalla Conferenza Italiana

Utenti ESRI

n° 1 pag. 30

A cura della Redazione Dalle informazioni geospaziali al Virtual Delivery n° 1 pag. 34

A cura della Redazione

Dalla fotogrammetria alla condivisione dei dati con le

tecnologie Z/I di Intergraph

n° 2 pag. 20

A cura della Redazione Tecnologie RTK e Multiref GPS: SpiderNET di Leica n° 2 pag. 46

A cura della Redazione Un centro di Formazione e Ricerca per l’Edilizia ed il Territorio n° 3 pag. 22

A cura della Redazione Trimble IS - Il rilievo integrato tra Total Station e GPS n° 3 pag. 26

A cura della Redazione

A cura della Redazione

A cura della Redazione

H-Star di Trimble - Un sistema GPS in doppia frequenza per

rilievi di alta precisione

Una community emergente tra progettazione, territorio e

infrastrutture - La prima conferenza Autodesk degli Utenti italiani

SAIE 2005 - Il salone dell’edilizia fra soluzioni geomatiche e

software tecnico

n° 3 pag. 30

n° 3 pag. 36

n° 3 pag. 40

36 GEOmedia 5 2005


UN ANNO DI GEOMEDIA

2005

Tonegato, G. - Bersan, M.

Il Sistema Informativo Territoriale nel Comune di Creazzo:

l’esperienza reale del GIS

n° 4 pag. 22

A cura della Redazione Nona Conferenza Nazionale ASITA 2005 n° 4 pag. 24

Politecnica srl Il progetto SISTER per il Comune di Lignano Sabbiadoro n° 4 pag. 30

A cura della Redazione Restructura 2005, tra hard e soft n° 4 pag. 32

A cura della Redazione Storia di un vulcano n° 4 pag. 34

A cura della Redazione GIS Day 2005 n° 4 pag. 36

A cura della Redazione

Il CSMS dell’Uluru-KataTjuta National Park - La tecnologia nel

rispetto

delle identità culturali

n° 5 pag. 24

Docenti di Topografia dell’ITSG “A.

RIGHI”di Reggio Calabria

A Reggio Calabria l’ITSG “A. Righi” è già entrato nel futuro n° 5 pag. 28

TUTORIAL

A cura della Redazione Tutorial Pregeo 8 - 6a parte. Dal catasto della carta al catasto del web n° 1 pag. 48

Leardini, D. La georeferenziazione per il mapping GIS n° 2 pag. 34

Grassi, V. Tutorial GPS (1a Parte) - La post elaborazione delle misure GPS n° 2 pag. 38

Planetek Italia S.r.l ER Mapper 7.0 - Più potente, più veloce, più flessibile n° 3 pag. 18

Grassi, V. Tutorial GPS (2a Parte) - I programmi TGO TTC di Trimble GPS n° 3 pag. 42

Grassi, V. Tutorial GPS (3a Parte) - Il software LGO Leica Geo Office n° 4 pag. 38

Grassi, V. Tutorial GPS (4a Parte) - Il programma Spectrum Survey della Point Inc n° 5 pag. 40

TERRA E SPAZIO

Bernardini, F. Geodesia dallo spazio n° 1 pag. 44

Bernardini, F. Guida, Navigazione e Controllo: dalla Terra alla Luna n° 2 pag. 54

Bernardini, F.

Dall’iperdeterminazione di un Satellite a quella del centro di

gravità della terra

n° 3 pag. 54

Bernardini, F. La lunga attesa di MARSIS n° 4 pag. 58

Bernardini, F. Guida, Navigazione e Controllo: Il punto in volo con le stelle n° 5 pag. 50

INTERVISTA

A cura della Redazione

Intervista a Ermanno Dalla Fiora, presidente di ASSOGEO " Le

tecnologie per il rilievo territoriale e geotopografico "

n° 1 pag. 32

A cura della Redazione La figura del geometra tra innovazione ed evoluzione -

Intervista ad Alberto Chiariotti

n° 4 pag. 26

ARTE E SCIENZA

Salvemini, F. Il museo della scienza di Villa Farnesina n° 1 pag. 58

Salvemini, F. I volti della scienza di Caravaggio n° 2 pag. 58

Salvemini, F. Il globo del Rinascimento un geode di quarzo n° 3 pag. 58

Pompili, A. Trasformazione di coordinate in ambiente web n° 5 pag. 54

GEOmedia 5 2005 37


UN ANNO DI GEOMEDIA

2005

ARCHEOMATICA

Brienza, E. Un GIS INTRA SITE per la Valle del Colosseo n° 1 pag. 38

RASSEGNA PRODOTTI

A cura della Redazione

Tecnologie GPS e tradizionali in Pregeo 8 - Una rassegna sui

prodotti e le soluzioni orientate al catasto

n° 2 pag. 26

MERCATO

AZIENDE E PRODOTTI

GIS OPEN SOFTWARE, il sesto convegno della

comunità GRASS - La SIFET a convegno -

Tecnologia al servizio dell’arte - Il GIS pratico

a San Leo - SLAM per il monitoraggio

idrogeologico - ENVISAT, il satellite europeo

per lo studio della terra

La provincia di Parma sarà accesibile on-line -

Premio Oscar alle tecnologie di Intergraph -

MapInfo su Marketech Systems - Galileo sbarca

in Cina...-...e la Corea non sta a guardare -

Quando l'impegno non paga - Gestione delle

pratiche ambientali per le Provincie di

Verbano-Cusio-Ossola - Tele Atlas e TomTom

allungano i termini dell'accordo - 1a Autodesk

user conference - Un centro studi per le

competenze dei geometri umbri

GIS in aiuto delle popolazioni colpite dagli

uragani Katrina e Rita - XX Congresso CIPA -

Adobe per la prima volta al SAIE insieme a

Bentley - Abitat su progetti di marketing

territoriale - Accordo tra Unione Europea ed

Ucraina su Galileo - L’Intergraph User Group

tocca la soglia dei vent’anni di attività... - Un

distributore ER Mapper in Cina - Un ponte

tecnologico tra tecnologia e Pubblica

Amministrazione - Ancora sul fallimento della

missione Cryosat - Google Earth ci mette in

pericolo? - A Sinergy 2004 Le Reti Tecnologiche

in mostra - Siglato un accordo quadro fra

CNIPA e ORACLE - INSPIRE: Proposta per

una infrastruttura Europea di dati geografici

L’informazione non si ferma. Lavorare per

crescere – Galileo GPS News – La rete GPS

Glonass in Emilia Romagna – Premiato

l’impegno di Jack Dangermond per la salute

pubblica – Il Concorso SIFET-MIUR va

all’Istituto Righi di Reggio Calabria – Google

Earth: opinioni a confrontoGEOMEDIA

EXCELLENCE AWARD - Seconda edizione per

l' Atlante Interattivo Svizzero - Un bando

SIFET e MIUR per gli Istituti di istruzione

secondaria - Google pigliatutto - Spazio e

tempo ruotano insieme alla terra - GIS Day

Autodesk completa l’acquisizione di Alias - Una

rete di stazioni permanenti per il Friuli Venezia

Giulia - E’ entrato in vigore il Codice

dell’Amministrazione digitale - Stardust torna

a casa - Galileo GPS news - Presentazione del

corso “Missioni umane nello spazio”

n° 1 pag. 14

n° 2 pag. 10

n° 3 pag. 8

n° 4 pag. 12

n° 5 pag. 12

Trimble R-Track, la risposta di Trimble per la

nuova era del GPS - ANTAS Mobile, come

portare lo studio topografico in campagna -

Da Vector terminali GPS e software di

progettazione per le radiodiffusioni - Suite di

software GPS Spider da Leica - Arcweb

Services: what you need, when you need -

Autodesk sigla l’accordo per l’acquisizione

definitiva di C-Plan AG - Precisione e

produttività senza compromessi - Stati

Generali della Bentley a Baltimora

I nuovi prodotti "server" di ESRI - Siemens

lancia un nuovo standard A-GPS - La

cartografia digitale al servizio della nostra

sicurezza - La PCI Geomatics affianca l'ESA

su Coast Charts - Aggiornamenti per ERDAS

e LPS - Dalla Thales il MobileMapper Pro

Package - Finalmeente il software antitombarolo

- L'Etna sotto stretta sorveglianza -

Una Reference Station ad hoc da Sokkia - ER

Mapper versione 7.0

La Britannia romana rivive grazie a channel

4, ESRI (UK) e Ordance Survey - Il Grande

Fratello inglese - Estensioni per ArcGIS 9.1 -

Nasce un centro servizi per i prodotti Ilris in

Europa - Trimble snellisce le indagini sul

campo e quelle in ufficio col controller TSC2

- Da Globo un software dedicato all’attività

venatoria - Thales Promark 3 riduce i tempi di

lavoro - Pianificazione del volo aggiornata e

soluzioni di gestione da Leica Geosystems

Viaggiare sulla Terra in tre dimensioni con

World Wind – Gfauna e la gestione delle

attività venatorie – Occhi puntati sulla

missione Huygens dell’ESA – Con Leica

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Speciale ASITA – ABACO, Geotop , Geoin,

Heliogs, HP, Matrox, Intergraph , Menci SW,

Planetek, RSI, Sistemi Avanzati

Eureka! Mappare la distanza in funzione del

tempo e della velocità - Nasce la mappa di

Roma - On line il nuovo sito cartografico

della Regione Emilia Romagna - Palmare e

navigatore per sciatori avventurosi - Nasce il

portale della ricerca italiana - La lunga

tradizione Rollei per fotocamere allo stato

dell’arte - Intergraph e la versione 6.0 della

famiglia Geomedia - Matrox presenta

Pharelia Precision SDT - Tom Tom, l’Europa

in una memory card - Sinergis e CID

Software in aiuto della protezione civile

n° 1 pag. 50

n° 2 pag. 50

n° 3 pag. 50

n° 4 pag. 46

n° 4 pag. 49

n° 5 pag. 44

38 GEOmedia 5 2005


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TUTORIAL

Tutorial GPS

Il programma Spectrum

Survey della Point Inc

4 a Parte

di Vittorio Grassi

Sia questo articolo che quelli che

seguiranno, sui più diffusi

programmi di elaborazione dei dati

GPS circolanti in Italia, non

vogliono essere né sono un

manuale d’uso. Lo scopo di questi

articoli è quello di mettere in

risalto le funzionalità del

programma recensito sulla base di

quanto esposto nell’articolo, dello

steso autore, dal titolo

“L’elaborazione dei dati GPS”

pubblicato sul n° 2/2005 di

Geomedia e quindi è visto solo

sotto l’aspetto della elaborazione

dei dati GPS e della loro

compensazione.

Caratteristiche generali del

programma Spectrum Survey

Questo programma è stato

sviluppato dalla POINT Inc, una jointventure

creata dalla Sokkia e dalla

NovAtel nel 1999 per lo sviluppo vari

prodotti e tecnologie GPS di

avanguardia, tra cui i ricevitori

Stratus, e viene commercializzato da

Sokkia. Tutte le schermate del

programma sono in italiano mentre

l’help in linea ed il manuale originale

sono in inglese. Il programma, però, è

dotato di un eccellente manuale in

italiano (che non è la strampalata

traduzione di quello inglese) scritto

“ex novo” in maniera molto chiara e,

finalmente, con i termini tecnici e

scientifici esatti. Inoltre, per la prima

volta, il manuale ha una concisa ma

efficacissima appendice che espone in

maniera corretta i concetti

fondamentali riguardanti cenni di

Cartografia, i Sistemi Geodetico-

Cartografici: Gauss-Boaga (Roma 40),

UTM, la rete IGM95, il problema delle

quote, come si crea in maniera

corretta un sistema locale (compresa la

riduzione della quota), come si esegue

una rototraslazione piana, come si

eseguono le trasformazioni di datum

più frequenti.

Infine tutto il manuale è corredato

da molti esempi applicativi che

chiariscono in maniera eccellente i

concetti esposti ed opportuni consigli

sulla elaborazione dei dati e sulla loro

eventuale manipolazione.

Per quanto riguarda la

programmazione della campagna esiste

un apposito manuale a parte, sempre

in un corretto italiano, che, se pur di

poche pagine, isola sapientemente il

problema della preparazione della

campagna da quello dell’elaborazione

dei dati. Anche questo sintetico

manuale è dotato di efficace guida ed

appropriate figure.

Spectrum Survey esiste sia per la

singola che la doppia frequenza ed

elabora sia i dati in statico che in

cinematico.

Funzionalità del

programma e commenti

Il flusso operativo generale è

suddiviso nelle seguenti fasi principali:

Creazione di un progetto

Scarico ed importazione dei dati

Calcolo differenziale e relazione di

calcolo

Verifica della chiusura dei poligoni e

relazione di calcolo

Compensazione della rete e relazione

di calcolo

Esportazione dei dati

Per la creazione del progetto esiste

un’apposita finestra (fig. 1) che

presenta le seguenti soluzioni

Per selezionare le impostazioni

generali del progetto la finestra è

dotata di quattro schede (fig. 2) che

permettono un’ampia scelta. Alcuni

dati inseriti nella scheda “Generale”

saranno riportati nell’ intestazione

delle relazioni di calcolo generate dal

programma nelle fasi successive.

La scheda “Coordinate/Tempo”

consente la selezione del sistema di

coordinate di riferimento per i dati

elaborati (conviene scegliere Geo per

lavorare in WGS84) e stabilire l’ora

che può essere ora locale, ora UTC

tempo universale (TAI meno 32 sec

1/1/1999), Tempo GPS (UTC+13sec

1/1/1999). La selezione del sistema di

riferimento del tempo serve

unicamente per visualizzare i dati in

un sistema temporale comodo per

l’utente. In realtà tutte le misure GPS

sono sempre riferite al tempo GPS.

La scheda “Compensazione” (fig. 3)

che consente la selezione dei

parametri e delle tolleranze utilizzate

nella compensazione della rete è

molto dettagliata e permette di

modificare; la precisione desiderata

nella rete, il livello di confidenza delle

40 GEOmedia 5 2005

Figura 1 Figura 2


TUTORIAL

ellissi d’errore, il numero massimo

delle iterazioni del programma ed il

valore della convergenza attraverso il

quale esce dalle iterazioni anche se

non si è raggiunto il limite massimo,

il peso standard ed il metodo di

attribuzione dei pesi, l’aggiornamento

delle coordinate dei punti dopo la

compensazione libera, dopo quella

vincolata e la trasformazione delle

coordinale geografiche in piane.

Se non si ha esperienza su come

influiscono queste scelte sulla compensazione

si consiglia di mantenere i

valori di default.

a 200 m: probabile errore nell’

attribuzione del numero del punto

un punto importato ed un punto

esistente sono ad una distanza

inferiore a 50 m (i due punti sono

probabilmente lo stesso punto). Se si

sono misurate punti con distanze

reciproche inferiori a 50 m occorre

disattivare questa funzione

spostamento di un punto su di un

altro: il valore di spostamento supera i

di 200 m (probabilmente non si sta

effettuando lo spostamento corretto)

Chiaramente i valori sono

modificabili secondo le esigenze

dell’utente.

Quindi, creato il progetto e caricati

i dati (dallo strumento o dal disco

rigido) appare, a pieno schermo, una

finestra grafica semplice ed efficace

(fig. 5).

riferimento per il calcolo, Spectrum

Survey ne sceglierà uno

automaticamente sul quale farà la preanalisi

non differenziata (Single Point

Position).

E’ possibile visualizzare la lista dei

punti importati (fig. 6). Nella finestra

sono presenti due

schede:”Occupazioni”, che consente di

visualizzare e modificare il modello

d’antenna utilizzato, e “Coordinate”

che permette di visualizzare la lista

delle coordinate dei punti rilevati.

Le coordinate visualizzate sono

approssimate in quanto non è stato

ancora effettuato il calcolo

differenziale. Queste coordinate

possono essere editate e modificate.

L’opzione “Controllo” serve per

identificare un punto come punto di

riferimento per il calcolo (punto fisso).

Figura 3

Infine la scheda “Verifica errori”

(fig. 4) permette di stabilire la

definizione dei filtri per la ricerca di

eventuali errori grossolani nei dati e

per verificare l’integrità e la

correttezza dei dati inseriti dall’utente

nonché se il valore d’altezza

dell’antenna è grossolanamente errato.

Figura 4

un’apposita sezione “Punti” per

verificare le seguenti condizioni:

un punto importato ed un punto

esistente, aventi lo stesso numero di

punto, sono ad una distanza superiore

Figura 5

Tutti i possibili vettori, sono

generati automaticamente e visualizzati

in base alla sovrapposizione dei tempi

d’osservazione sui punti nelle varie

sessioni di misura. Purtroppo il

programma mostra tutte le linee di

base possibili e quindi l’utente deve

provvedere ad eliminare quelle

correlate. D’altronde questo problema

esiste in quasi tutti i programmi di

elaborazione dei dati.

Prima di procedere nel calcolo delle

linee di base occorre fissare le

coordinate di un punto nel sistema

WGS84. Questo punto di riferimento è

il punto d’emanazione dei vettori da

calcolare, tale punto viene considerato

di posizione fissa a priori. Se non

fosse stato selezionato alcun punto di

Spectrum Survey

usa, per

l’elaborazione dei

dati, dei parametri di

calcolo di “default”

che se l’utente

desidera possono

essere modificati.

Le opzioni possibili sono (fig. 6a):

Figura 6a

Figura 6

GEOmedia 5 2005 41


TUTORIAL

selezionare le effemeridi trasmesse o

quelle precise;

selezionare o no la creazione del file

dei residui;

selezionare le frequenze L1 o L2,

entrambe o la loro combinazione (L3

iono free, L4 Wide lane, L5 Narrow

lane)

stabilire il massimo valore del DOP

ammesso nel calcolo;

Mentre, attualmente, non è possibile

modificare i modelli di default previsti

per la ionosfera e la troposfera.

Purtroppo dalla lettura dei vari

manuali e dell’help in linea non c’è

traccia del criterio con il quale il

programma esegue i calcoli, se ricorre

o no alle triple differenze, sugli

algoritmi usati per la risoluzione delle

ambiguità, ecc. ecc.

Prima di lanciare l’elaborazione,

accedendo alla funzione “Analisi” (fig.

7) è possibile esaminare i dati grezzi,

la lista dei punti, elaborare i vettori,

controllare la mancata chiusura dei

poligoni e lanciare la compensazione.

Durante l’elaborazione la finestra

“Spectrum Survey” visualizza (fig. 9): il

numero di vettori processati e la

percentuale di dati calcolati per ogni

vettore.

Elaborati i dati la finestra grafica

mostra i vettori ancora da calcolare in

rosso ed i vettori calcolati in colore

verde o giallo in base alla soluzione

ottenuta nel calcolo: soluzione “Fix”

verde, soluzione “Float” giallo.

Logicamente è possibile avere un

rapporto sul calcolo eseguito che è

completo ed esauriente (fig. 10)

compreso il valore “ratio”, gli

Figura 9

s.q.m., i salti di ciclo e la matrice dei

cofattori.

Inoltre è possibile avere un grafico

dei residui complessivo o satellite per

satellite (fig. 11): sull’ asse X viene

visualizzata la scala del tempo e

sull’asse Y i valori dei residui.

Al centro del grafico è possibile

individuare una linea di riferimento

orizzontale: tale linea è il satellite di

riferimento (solitamente il satellite con

maggior elevazione nel cielo).

Figura 7

E’ anche possibile vedere

graficamente il numero dei satelliti

osservati e le osservazioni ai satelliti

(fig. 8)

Inoltre, per ogni vettore calcolato

viene generato un grafico relativo ai

residui delle misure nel tempo.

Figura 10

Figura 8

Figura 11

42 GEOmedia 5 2005


TUTORIAL

Il grafico dei residui è molto utile

per individuare satelliti con segnale

disturbato perchè i disturbi del segnale

causano errori nella misura del

vettore. In caso di satelliti con segnali

disturbati occorre, se possibile,

effettuare una finestra nei dati

d’osservazione, e quindi ricalcolare il

vettore.

I valori dei residui normali sono, di

solito, inferiori ai 3 cm.

Criteri per l’accettazione

della linea di base elaborata

I criteri per l’accettazione sono del

tipo classico. Sono previsti i valori

”RATIO”, le soluzioni FIX e FLOAT e

le frequenze utilizzate per il calcolo

per la cui interpretazione si rimanda

all’articolo dal titolo “L’elaborazione

dei dati GPS” pubblicato sul n°

2/2005 di questa stessa rivista.

Intervento sui dati

Le possibilità che l’operatore ha di

intervenire sui dati grezzi sono:

eliminare satelliti sia parzialmente che

totalmente

variare l’intervallo dei dati da

elaborare (ad es. registrare a 5” ed

elaborare a 15”). Questa scelta è

piuttosto criticabile in quanto non è

teoricamente corretta

eseguire una finestra sui dati acquisiti

variare l’angolo di elevazione (cut-off)

Il modulo di compensazione

Prima di eseguire la compensazione

il programma Spectrum Survey

consente di verificare a video, sotto la

finestra grafica, un rapporto sulla

mancata chiusura dei poligoni (fig. 12).

Le informazioni relative ad

ogni singolo poligono chiuso

includono: elenco dei segmenti

che compongono il poligono; la

lunghezza complessiva e la

precisione raggiunta sia in ppm

che con il valore “ratio”;valori

di chiusura (dx, dy e dz) e

“delta” sulla lunghezza totale.

Tutte queste informazioni

permettono di individuare

l’eventuale presenza di errori

grossolani e di creare adeguati file

per la stampa di detti rapporti.

Prima di eseguire la compensazione

è anche opportuno controllare (ed

eventualmente modificare) i parametri

della compensazione già illustrati nella

fig. 3.

Il programma consente di eseguire

una compensazione a minimi vincoli

(compensazione intrinseca) o vincolata,

ma non accetta quella completamente

libera. Per cui se non si fissa almeno

un punto il programma seleziona da

solo quello più baricentrico.

Il rapporto della compensazione è

molto completo e contiene:

i dati statistici: n° di punti, punti

incogniti, osservazioni, n° d’iterazioni

di calcolo richieste per la convergenza

dei risultati

Il test del chi quadro

Le coordinate in ingresso, quelle

compensate e i relativi s.q.m.

Le ellissi d’errore assolute e relative, al

livello di confidenza stabilito nei

parametri di calcolo

I residui delle osservazione ed i relativi

ppm ed i residui normalizzati

affidabilità interna ed esterna e la

ridondanza delle osservazioni

sommario del calcolo

Il “Test del Chi quadro

sul fattore di varianza”

(deviazione standard

dell’unità di peso) è molto

importante perché il valore

indica se vi è compatibilità

fra i pesi attribuiti alle

misure dei vettori a priori

(prima del calcolo) e il

dato a posteriori e la

precisione stimata dopo il

calcolo. Il valore deve

essere compreso nei limiti

indicati (fig. 13).

Figura 13

Può accadere che il dato sia

inferiore al valore minimo, il che

indica semplicemente che i risultati

sono migliori della precisione stimata

a priori.

Un valore superiore al limite

massimo indica l’opposto oppure sta

ad indicare che esiste qualche vettore

con scarsa precisione.

Per ulteriori interventi di edizione o

di formattazione e per l’esportazione in

una più completa gamma di formati è

possibile avviare eventualmente il

programma ProLink che consente di:

utilizzare i formati SGL, IOB e SDR

esportare in formati ASCII (testo),

SDR e PICS, in coordinate geografiche

o coordinate piane, con quote

ellissoidiche od ortometriche (se

disponibili)

Nel caso di esportazione in formato

SDR occorre disporre di punti in

coordinate piane.

Conclusioni

Spectrum Survey è un programma

completo con una valida interfaccia

grafica, semplice da usare e molto

versatile per assecondare le esigenze di

un utilizzatore esperto.

Uno dei punti di forza sono i

manuali in italiano scritti in maniera

esemplare con allegati numerosi

esempi applicativi sulla trasformazione

di coordinate, consigli sull’uso del

programma e sulle modalità

d’intervento sui dati.

Complimenti alla Sokkia!!

Autore

VITTORIO GRASSI

Email: vittorio_grassi@fastwebnet.it

Figura 12

GEOmedia 5 2005 43


AZIENDE E PRODOTTI

Eureka! Mappare la distanza in funzione del tempo e della velocità

Molti di voi saranno già familiari col concetto di

cartogramma, cioè trasformazioni di una mappa che

porta ad una distorsione di un’area o una distanza in

funzione di specifici obiettivi; ad esempio, un

cartogramma rappresentativo della popolazione e del suo

“peso” fornisce una mappa in cui ogni area è ridisegnata

esattamente in proporzione al tipo o alla quantità di

popolazione, così da accordare ad ogni individuo uno

stesso peso, oppure, come mostrato nell’immagine, un

cartogramma basato sui dati delle votazioni per la

presidenza Bush-Kerry presenta una evidente distorsione

della dimensione delle regioni degli Stati Uniti. Dalle

pagine virtuali di GIS Monitor giunge una interessante

proposta che di sicuro lascerà interessanti conseguenze.

Tale proposta vede protagonista una mappa a distorsione

temporale…..ma cosa è in realtà? La maggior parte delle

mappe delle città si dispiegano su griglie stradali

composte da strade che corrono in precise direzioni, in cui

la scala lineare dei percorsi che vanno in una direzione

oppure in un’altra è la stessa. Se, poniamo, uno

spostamento che va da Sud verso Nord può essere fatto ad

una velocità doppia rispetto ad uno che va da Est verso

Ovest, potremmo ottenere una mappa distorta che mostra

la città estesa su una mappa con più di una dimensione

lineare. Se, infatti, il tempo fosse il fattore di riferimento

su cui basare la scalatura, noteremmo come la mappa

rappresenti le strade che vanno da Est verso Ovest due

volte più lunghe di quelle che invece vanno da Sud verso

Nord. Succederebbe il contrario se peraltro impostassimo

il fattore di scalatura sulla velocità invece che sul tempo.

Ma quali potrebbero essere i benefici di una siffatta

produzione? Chi ha partorito l’idea aveva in mente di

certo un pubblico di pianificatori, architetti ed ingegneri

che hanno a che fare col traffico, male nascosto di ogni

città da cinquant’anni a questa parte. Se il criterio fino ad

ora è stato quello di posizionare le cose vicine nel tempo,

probabilmente il risultato non sarebbe stato lo stesso se

invece fossero state posizionate vicine nello spazio. Grazie

alle mappe a distorsione temporale la soluzione che

richiede meno tempo sarebbe immediatamente visibile.

Ma le applicazioni potrebbero essere molte. Si avrebbe,

inoltre, puntando lo sguardo un po’ più in là, il problema

del passaggio alla quarta dimensione: il tempo. A quando,

dunque, un GIS 4D?

(Fonte: GIS Monitor)

Nasce la mappa di Roma

E

’ stato presentato, a fine novembre a Palazzo Altemps,

a Roma, il primo tomo della voluminosa opera di

catalogazione e mappatura delle trasformazioni di natura

architettonica ed urbanistica che hanno interessato la città

di Roma negli ultimi centotrenta anni. La “Carta

Archeologica di Roma” nasce nell’ambito della

pubblicazione della “Carta Archeologica d’Italia” e,

relativamente a Roma, essa denota proprie caratteristiche

al passo con l’unicità del patrimonio archeologico che la

città eterna esibisce. Questo che è stato presentato è solo il

primo degli otto volumi che compongono l’accurato lavoro

promosso e portato a termine grazie all’impulso della

Sovrintendenza archeologica di Roma e grazie al sostegno

degli enti locali, Regione, Provincia e Comune di Roma e

di numerosi sponsor. L’esigenza di un’opera del genere era

già stata avvertita nel 1947, quando molti studiosi e

tecnici avevano avviato il lavoro di raccolta dei dati che

sarebbero serviti per la pubblicazione; questa fase

preparatoria è costituita dalle schede provvisorie che, una

volta rivedute, revisionate ed inserite all’interno di un

archivio, hanno rappresentato le fondamenta del lavoro

attuale. La Carta è divisa in nove tavole, numerate da I a

IX. Ogni tavola, a sua volta, è suddivisa in nove settori,

indicati con lettere alfabetiche (da A ad I). La scala

adottata è di 1:2.500, scelta perché permette un’esauriente

indicazione dei ritrovamenti anche nelle zone dove questi

sono particolarmente densi. La Carta è caratterizzata da

una simbologia che corrisponde alla tipologia dei

rinvenimenti, illustrata nelle didascalie a margine.

Ciascun simbolo è accompagnato da un numero, relativo

alla rispettiva scheda descrittiva del ritrovamento.

(Fonte: Redazionale)

44 GEOmedia 5 2005


AZIENDE E PRODOTTI

On line il nuovo sito cartografico

della regione Emilia Romagna

Da oggi, accedendo al link www.regione.emilia-romagna.it/carto/reper/defaulta.htm

sarà possibile consultare il repertorio della cartografia della regione

Emilia-Romagna. Saranno consultabili i cataloghi dei prodotti cartacei e

digitali disponibili presso l’Archivio Cartografico della Regione Emilia-

Romagna visualizzando, consultando e scaricando, inoltre, i prodotti digitali

disponibili on line. Dal 1975, quando la Regione, con il concorso di Università

e del CNR di Bologna, avviarono la gestione dei dati geografici su elaboratore,

la situazione si è evoluta in positivo. All’epoca, i dati su elaboratore erano

riferiti a poco più di 80.000 celle quadrate di 25 ettari in cui era stato

suddiviso il territorio regionale ma le potenzialità future dell’elaborazione

elettronica rispetto ai tempi e costi di elaborazione e di disegno manuale dei

risultati erano già ben evidenti. Oggi, la rapida crescita dell’attività gestionale

sui dati geografici di Enti Locali e Aziende di gestione di pubblici servizi e i

progetti interregionali, nazionali e comunitari per la costruzione di database

geografici che rispondano a regole comuni unita alla sempre più accelerata

crescita della domanda di dati digitali da parte di imprese e cittadini, impone

da un lato un lavoro di cooperazione e di integrazione che finora era stato solo

appena accennato, dall’altro la necessità di una qualità certificata dei

database che non c’era stata precedentemente. Il caso dell’Emilia Romagna è

esemplificativo del cambiamento di direzione. Tra i risultati significativi del

lavoro svolto sinora vi è certamente quello della crescita del know how: in

Emilia-Romagna vi è non solo il maggior numero di Enti con esperienza di

gestione dei dati geografici, ma anche la maggior presenza di know how in

materia nel settore privato con significative ricadute anche al di fuori della

Regione. E’ un dato rilevante poiché il limite essenziale, nelle aree ove solo

oggi si avvia la realizzazione dei database geografici, è proprio la disponibilità

di competenze in materia nell’ambito pubblico e privato in un comparto come

questo destinato a produrre nei prossimi anni nuova occupazione qualificata.

(Fonte: Redazionale)

GEOmedia 5 2005 45


AZIENDE E PRODOTTI

Palmare e navigatore per sciatori avventurosi

Anche chi fa escursionismo o è appassionato di sci da oggi in poi potrà contare su

tecnologie di navigazione satellitare; nasce infatti in Italia il primo navigatore

specificatamente dedicato alla montagna. Presentato all’ Infomobility Telematics

Forum 2005 svoltosi al Lingotto di Torino a novembre, il nuovo software MyNav

Mountain è il frutto di due anni di ricerche e raccolta dati di Giove, azienda di

Treviso che dal 1994 si occupa della creazione di mappe digitali per navigatori satellitari. Il lavoro,

iniziato con la mappatura delle Dolomiti, proseguita con le Alpi centrali, approda ora sulle montagne

olimpiche di Torino 2006 (e presto sarà esteso a tutto l’arco del Nord Ovest). Partendo da una località

si può ottenere, tramite un semplice tocco della penna sullo schermo del palmare, l’elenco delle piste

da sci distinte per difficoltà o degli impianti di risalita; è anche possibile individuare alberghi e rifugi

più vicini con relativi contatti, scuole di sci o il numero del soccorso alpino. Il tutto nei 150 grammi che può pesare un

palmare; e soprattutto la possibilità di capire dove ci si trova esattamente ed essere guidati, passo passo, per raggiungere

una meta definita. Chi invece sceglie il trekking in quota o i percorsi in mountain bike non si senta abbandonato:

informazioni analoghe, con un itinerario in formato 3D che appare a video, indicheranno curve, dislivelli e distanze;

l’utilizzo della simbologia CAI fornisce un ulteriore aiuto. Come avere al fianco una guida esperta del posto. E’ possibile

anche memorizzare percorsi non previsti: ad esempio chi fa fuoripista, può attivare una funzione che registra il tracciato

eseguito. Il software può essere caricato su un palmare o cellulare dotati di sistema operativo Windows Mobile 2003 o

superiori, processore 266Mhz e ricevitore GPS. Utilizzato senza GPS, MyNav è una completa e dettagliata guida, che si

“sfoglia” con un clic sul palmare. Uno strumento utilissimo per chi faccia vita di montagna ed indispensabile per chi si

trovi in difficoltà in quei luoghi. I tecnici di Giove stanno inoltre pensando di dotare il loro gioiellino di un barometro,

essenziale per una previsione meteo. La scheda con la cartografia delle montagne olimpiche dovrebbe già essere in

vendita nei negozi sportivi o di informatica; il prezzo parte dai 250 Euro (solo il software da caricare sul palmare) fino

a 650 circa (il kit completo con scheda, palmare, ricevitore GPS).

www.mynav.it

(Fonte: Redazionale)

Nasce il portale della ricerca italiana

Nasce all’indirizzo www.ricercaitaliana.it il Portale

Nazionale della Ricerca Italiana. Esso si pone come

principale finestra aperta per i cittadini sul mondo di chi

fa ricerca in Italia, uno spazio in cui vedere e toccare la

ricerca pubblica e privata nazionale, sia quella con

immediate applicazioni, sia quella di base. Il portale è

costruito per dare visibilità ai cittadini e a particolari

categorie dei progetti di ricerca grandi e piccoli e,

soprattutto, di chi fa ricerca nei laboratori costruiti

dall’uomo e nei grandi laboratori naturali (Spazio, Terra e

Mare), dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo.

Ci troviamo di fronte al primo tentativo in Italia di rendere

comprensibili a tutti argomenti complessi, essendo allo

stesso tempo autorevole risultando come un punto

d’incontro tra chi fa ricerca e chi vuole comprenderla. La

redazione del portale sarà sempre ad ascoltare ed a cogliere i vari spunti che nasceranno all’interno di enti, istituzioni,

imprese ed ognuno coinvolto in prima persona nella ricerca italiana, sia che venga svolta in Italia che all’estero. Questo

è, nelle intenzioni dei curatori del progetto, uno dei prerequisiti necessari affinché si dia giusta visibilità a chi fa ricerca

e si fornisca la finestra più adatta a chi la Ricerca vuole imparare a conoscerla. Il portale è promosso dal Ministero della

Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), gli Enti di Ricerca e le Università, nell’ambito delle funzioni

di raccordo e di coordinamento delle attività di ricerca italiana.

(Fonte: Redazionale)

46 GEOmedia 5 2005


AZIENDE E PRODOTTI

La lunga tradizione Rollei per

fotocamere allo stato dell’arte

La lunga esperienza che accompagna le fotocamere Rollei Serie

6000 culmina ora in un bundle unico sul mercato; per rispondere

alle esigenze di utilizzatori di fotografia digitale estremamente

attenti, la Rollei ha realizzato la Rolleiflex 6008 AF con dorso digitale

db25p, un bundle in grado di soddisfare tipologie di clientela che

vanno dallo studio tecnico a quello di architettura e di fotografia

panoramica, grazie all’utilizzo dell’ampia gamma di obiettivi Rollei-

6000. Le fotocamere Rollei della Serie 6000 sono strumenti di alta

tecnologia che consentono a fotografi professionisti e appassionati

esperti di risolvere praticamente qualsiasi problema legato alla

fotografia. L’attuale modello di punta, la Rolleiflex 6008 AF, offre tre

metodi di misurazione (multizonale con prevalenza centrale, spot e

multi-spot). Inoltre, la Rolleiflex 6008 AF è la prima fotocamera 6x6

di medio formato dotata di autofocus rapido e preciso, con le sue

ottiche AF dedicate. Le ottiche con otturatore lamellare del sistema

Rollei 6000 garantiscono velocità massime di otturazione di 1/500 s e

persino fino a 1/1000 s, perfettamente sincronizzate con il flash.

I dorsi digitali PhaseOne poi, sono garanzia di qualità. Il bundle comprende, oltre alla Rolleiflex 6008 AF, il dorso db25p con

22 megapixel. Il chip misura 48.9 mm x 36.7 mm ed ha una risoluzione di 5,436 x 4,080 pixel, ciascuno dei quali misura 9 μm

x 9 μm. La profondità di colore è di 16 bit, il che corrisponde ad un totale di 48 bit per fotografia RGB ed a 64 bit per fotografia

CMYK. Di conseguenza, è possibile effettuare correzioni di colore successive, senza causare gap nell’istogramma. Il chip CCD

possiede un range dinamico di 12 f-stop. La sua sensibilità può essere impostata per ISO 50, 100, 200, 400 e 800. Ne consegue

che la combinazione della Rolleiflex 6008 AF e del db25p si adatta in maniera ideale a tutti i tipi di lavoro, dalle foto in studio

con flash dedicati fino alle foto in esterno con luce naturale. Per i lavori all’aperto, il db25p viene fornito con una batteria Li-

Ion sufficiente per 250 esposizioni (cioè circa 4 ore di lavoro). Lo schermo LCD da 2.2” con una risoluzione di 116,000 pixel e

capace di visualizzare 262,144 colori, è ideale per controllare direttamente sul posto le immagini scattate. Inoltre esso

visualizza un istogramma, di supporto all’utente per prevenire errori di esposizione, per regolare la sensibilità e per il

bilanciamento del bianco. Questo è possibile per luce diurna, lampade al tungsteno, flash, così come per la luce proveniente da

tubi fluorescenti o lampade HMI. I dati vengono salvati nel formato IIQ RAW su schede CompactFlash; le immagini possono

essere salvate su vari supporti nei formati file IIQ RAW, TIFF-RGB, TIFF-CMYK o JPEG. La dimensione dei file è compresa

tra 48 MB e 128 MB. E’ possibile integrare i profili ICC per l’ottimizzazione della gestione dei colori. Inoltre è disponibile il

collegamento con il computer attraverso la porta FireWire.

www.geotop.it

(Fonte: Geotop S.r.l.)

Intergraph e la versione 6.0 della famiglia Geomedia

Na nuova suite di Geomedia 6.0 consiste di 17 applicazioni, ciascuna dedicata alle esigenze di determinati target di utenti;

Intergraph negli ultimi anni ha rappresentato un punto di riferimento per gli utenti del settore riuscendo a coniugare la

tecnologia GIS all’interno del mondo dei sistemi informativi aziendali. Per fare cio’ l’attenzione si e’ incentrata, oltre che nel

continuo miglioramento tecnologico, nello sviluppo architetturale e di funzionalita’ che permetta al GIS di inserirsi nei processi

di business dell’intera organizzazione. La versione 6.0 di GeoMedia presenta miglioramenti soprattutto nella gestione del dato

geografico in ambiente enterprise e nei progetti complessi in ambiente distribuito. Inoltre offre una gestione centralizzata degli

ambienti di lavoro, dei metadati, della trasparenza raster e vettoriale, e supporta il formato SVG per le gestione dei simboli, e

i formati AutoCAD 2004/2005, Microstation 8 e Oracle 10g.

www.intergraph.it

(Fonte: Redazionale)

GEOmedia 5 2005 47


AZIENDE E PRODOTTI

Matrox presenta

Pharelia

Precision SDT

Parhelia Precision SDT è la prima

soluzione su scheda-singola per i

monitor stereoscopici digitali (stereo-

3D) come il Planar SD1710. Questo

tipo di display si distingue per il fatto

di utilizzare 2 flat panel LCD montati

uno sopra l’altro con in mezzo uno

speciale vetro polarizzato. Una visione

3D realistica si ottiene guardando tale

vetro con speciali occhiali polarizzati

in modo corrispondente. Eliminando

la necessità di una scheda extra, come

in effetti le altre schede abilitate a

pilotare questo tipo di schermi

richiedono, si riducono i costi e si

aumenta l’affidabilità. Parhelia

Precision SDT integra accelerazione

OpenGL (2D/3D) in hardware con

supporto stereoscopico quad-buffered.

Per quanto riguarda il supporto multidisplay,

richiesto per le workstation

stereoscopiche, Parhelia Precision

SDT è stata certificata per funzionare

insieme ad altre schede grafiche della

serie Matrox Parhelia. La scheda

Matrox Parhelia Precision SDT è

attualmente disponibile.

www.matrox.com/mga/italiano/works

tation/3dws/products/home.cfm

(Fonte: Redazionale)

Tom Tom, l’Europa

inuna memory card

Da oggi sarà possibile

avere la mappe dell’intera

Europa Occidentale

direttamente all’interno di una

singola memory card; è quanto

annuncia TomTom, una delle

aziende leader in Europa nelle

soluzioni di navigazione

satellitare per auto e

personali. Disponibile in 18

paesi, la nuova memory card

garantisce una navigazione più agevole in lungo ed in largo il

Vecchio Continente, senza dover mai cambiare la scheda.

Disponibile al prezzo di 249 Euro, la memory card faciliterà di

certo la vita di chi viaggia guidando, permettendogli di

immergersi pienamente in ogni angolo d’Europa.

www.tomtom.com

(Fonte: Redazionale)

Sinergis e CID Software

in aiuto della protezione civile

Sinergis, una delle maggiori aziende GIS in Italia operante nel

mercato sia privato che della Pubblica Amministrazione, in

associazione con CID Software Studio (Napoli), ha realizzato il

sistema informativo di gestione dell’emergenza per la protezione

civile della Provincia di Napoli. La tutela dell’integrità della vita,

dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente dai danni provocati da

calamità e catastrofi è l’obiettivo principe del lavoro fin qui svolto

a favore della Protezione Civile. Essa, al fine di gestire l’emergenza

in tempi rapidi e efficaci, richiedeva un sistema di controllo e

mappatura del territorio in modo da ottenere un monitoraggio

costante e quindi individuare le aree a rischio, anticipando, per

quanto possibile, le calamità. La soluzione proposta dalle due

società è nata a proposito e dota la Provincia di Napoli di un

indispensabile strumento di intervento e di prevenzione.

(Fonte: Redazionale)

48 GEOmedia 5 2005



TERRA E SPAZIO

Guida, Navigazione

e Controllo: il punto

in volo con le stelle

di Fabrizio Bernardini

Nella cultura generale il volo degli aeroplani non ha particolari misteri: c’è la bussola, la

barra di comando, la barra della manetta, l’altimetro e l’indicatore di velocità. Questo

modello, peraltro applicabile con successo all’aviazione sportiva, non è soddisfacente per

descrivere il mondo dell’aviazione professionale, sia essa civile o militare. In questi casi,

oltre alle complicazioni aggiunte dai sistemi di bordo, il volo è basato su una realtà

“strumentale” nella quale sensori di bordo, radioassistenze di terra e computers

interagiscono con il pilota in maniera complessa, ma non impossibile a comprendersi,

anche per gli estranei al settore (vedi il grande successo dei programmi di simulazione del

volo).

Un aspetto poco conosciuto è però quello della navigazione astronomica applicata al

volo, e fino agli anni 70 (ed oltre in caso di emergenza nei velivoli militari) è stato il

metodo di navigazione fondamentale per voli a lungo raggio sopra zone non abitate

(oceani, deserti, calotte polari). Oggi la navigazione astronomica non è più usata a bordo

degli aeroplani, ed è stata soppiantata dalle tecniche di posizionamento satellitare ed

inerziale. L’argomento rimane però sufficientemente affascinante da meritare, riteniamo,

l’approfondimento.

Nel termine composito di Guida,

Navigazione e Controllo (Guidance,

Navigation and Control, o GN&C) è

racchiusa l’essenza stessa del

problema antico come l’uomo del

gestire lo spostamento di un

veicolo da un luogo ad un altro. In

questa moderna interpretazione il

problema viene diviso in tre parti:

la Navigazione (per determinare

dove ci si trova e che percorso

seguire), la Guida (per determinare

le azioni necessarie a seguire il

percorso stabilito) ed il Controllo

(per mettere in pratica le decisioni

di guida). In un sistema tecnologico

queste tre parti operano

concorrentemente e continuamente

fino al raggiungimento della meta.

In questa breve serie ospitata da

“Terra e Spazio” vogliamo

descrivere per sommi capi alcuni

aspetti di Guida, Navigazione e

Controllo relativi a diverse esigenze

di “trasporto” concentrandoci

soprattutto sulla parte di

Navigazione.

Introduzione

Il termine “sestante” viene sempre

associato al mondo nautico e ancora

oggi nel nome di qualche agenzia di

viaggi, il sestante richiama significati

legati al romanticismo dei viaggi in

mare. In realtà il “sestante” esiste

anche per gli aeroplani, ma non si

tratta più di uno strumento facilmente

maneggiabile perché si è trasformato

nel “sestante periscopico” il quale,

mediante apposite aperture sulla

fusoliera, permette al navigatore di

esplorare il cielo senza esporsi

all’ambiente ostile di alta quota.

Il sestante permette di misurare la

cosiddetta “altezza” di un astro

dall’orizzonte, ovvero l’angolo tra

l’orizzonte e la visuale che il

navigatore ha dell’astro. Ma mentre

sul mare l’orizzonte è in pratica

sempre disponibile, in volo questo

avviene di rado. Per questo motivo il

sestante aeronautico deve anche

fornire un riferimento di orizzonte.

Questo riferimento è tipicamente

costituito da una livella a bolla, o da

altro sistema, la cui immagine può

essere sovrimposta a quella di un

astro per poterne misurare l’altezza.

ALCUNE DEFINIZIONI

Navigazione: sistema in grado di determinare la posizione e la velocità

attuali e di mantenerne aggiornata la conoscenza per mezzo di diversi sensori.

Guida: sistema che genera i comandi necessari per passare dalla posizione (e

velocità) attuali alla posizione (e velocità) desiderate.

Controllo: sistema che interpreta i comandi di guida e agisce sugli organi di

moto del veicolo per effettuare le variazioni di moto comandate.

50 GEOmedia 5 2005


TERRA E SPAZIO

Il punto della situazione

Per sommi capi, si può immaginare

che ad ogni punto della volta celeste

corrisponda un punto sulla superficie

della Terra. Questa corrispondenza è

continuamente variabile poiché la

Terra ruota, ma dato un istante di

tempo è possibile conoscere

precisamente il punto della superficie

sottostante ad una precisa stella

(ovvero il punto per cui la stella si

trova precisamente allo zenith).

Misurando con il sestante l’altezza

della stella è possibile determinare la

distanza dell’osservatore dal punto

sulla superficie terrestre corrispondente

alla posizione della stella in questo

momento. Con questa posizione è

allora possibile tracciare un cerchio

intorno a tale posizione, cerchio che

definisce il luogo dei punti dove può

trovarsi l’osservatore in quell’istante. Il

cerchio è una Linea di Posizione (il

perché del termine Linea sarà chiaro

più avanti).

E’ lecito ora domandarsi se non sia

sufficiente determinare la direzione in

cui si vede la stella per poter stabilire

in quale punto del cerchio ci si trovi.

Il problema è che il rilevamento di

direzione risente di errori fino al

singolo grado, tali da indurre errori di

diverse decine di miglia nautiche.

E’ più preciso invece calcolare la

Linea di Posizione rispetto ad un’altra

stella e tracciarne il corrispondente

cerchio. L’intersezione tra i cerchi

produce due punti, uno dei quali verrà

scelto in base anche a conoscenze

precedenti di posizione.

Questa in sostanza la teoria. Ma la

pratica?

La pratica del punto

Uno dei problemi nel quale

incorrono i velivoli è quello della

velocità di spostamento. E’ impossibile

in un velivolo eseguire due rilievi

stellari e supporre che lo spostamento

del mezzo sia inferiore all’errore

tipicamente commesso. Un altro

problema è quello vero e proprio del

tracciamento su una carta delle linee

di posizione che di solito hanno raggi

anche dell’ordine delle migliaia di

miglia nautiche. Occorre allora trovare

il metodo adatto.

Il metodo più usato (o, almeno,

insegnato) prevede che il navigatore

inizi il calcolo da una propria

posizione stimata. Usando il sestante

viene rilevata l’altezza della stella in

un preciso istante di tempo.

A questo punto entrano in gioco le

Tavole presenti nell’Almanacco

Nautico, con le quali è possibile

determinare i valori teorici di azimuth

(direzione) ed altezza della stella (o di

un altro corpo celeste principale) nella

posizione stimata e nello stesso istante

di tempo. La differenza che c’è tra

l’altezza misurata e quella desunta

dalle Tavole permette di ricavare lo

scostamento X della Linea di Posizione

dalla posizione stimata.

In pratica allora il navigatore traccia

dalla posizione stimata una retta nella

direzione dell’azimuth e una linea

perpendicolare distante X dalla

posizione. Questa retta (che può essere

disegnata in questo modo per via della

grande distanza dal punto sottostante

la stella) sarà la Linea di Posizione da

usare come rilevamento.

Un ulteriore rilevamento, per

esempio ottenuto rispetto ad un altro

corpo celeste, come un pianeta, la

Luna o anche il Sole, permette di

rilevare una seconda Linea di

Posizione; tuttavia, a causa del moto

del velivolo, non è possibile usare la

prima Linea se prima non la si trasla

(nel senso di moto e parallelamente a

sé stessa) in funzione del tempo

trascorso dal rilevamento.

Due, o più rilevamenti, uniti alla

tecnica di tracciamento che permette

di disegnare Linee di Posizione su

carte di dimensioni adeguate,

permettono di ricavare la posizione

dell’osservatore con precisione

dipendente dai “soliti errori”. Se la

scelta di operare con solo due stelle (a

circa 90° una dall’altra) permette di

avere un ‘fix’ in meno tempo, usando

tre stelle (poste approssimativamente

in triangolo, a circa 60° una dall’altra)

è almeno possibile ridurre gli effetti di

un errore dovuto allo strumento

(perché la nuova posizione è sempre al

centro del triangolo di Linee di

Posizione che viene a formarsi).

GEOmedia 5 2005 51


TERRA E SPAZIO

Il punto reale

Diverse sono le fonti di errore

quando si eseguono misure di questo

tipo. Gli errori dovuti allo strumento

possono talvolta essere dedotti dai

calcoli se ripetitivi e calibrati (es.

errori nella misura dell’elevazione).

Un errore geometrico che viene

spontaneo considerare è quello della

parallasse, tenendo conto che le

coordinate celesti sono riferite al

centro della Terra, mentre un velivolo

vola a qualche kilometro di quota

sopra la superficie della stessa.

Ebbene, nel caso di stelle, del Sole e

dei pianeti l’errore di parallasse è

trascurabile potendo facilmente

supporre che i raggi che provengono

dal corpo celeste siano paralleli. Solo

la Luna soffre del problema (perché

sensibilmente più vicina alla Terra) ed

un’apposita tabella fornisce gli

opportuni parametri di correzione.

L’errore dovuto alla rifrazione

dell’atmosfera osservando corpi celesti

non vicini allo zenith (condizione

normale per i rilevamenti) può essere

contabilizzato mediante apposite

tabelle di compensazione i cui valori

dipendono dalla quota di volo.

Le accelerazioni dell’aeromobile

portano ad errori nella definizione

dell’orizzonte di riferimento. Gli effetti

di piccole oscillazioni, anche dovute a

turbolenza, possono essere compensati

sia mediante rilevamenti consecutivi

della stessa stella, sia con meccanismi

che integrano la misura in un

intervallo di tempo ragionevole

(intorno al minuto). Tuttavia, anche

quando il volo è perfettamente stabile

e rettilineo la misura è affetta

dall’errore indotto dall’accelerazione di

Coriolis (dovuta al moto di rotazione

della Terra). L’entità di questo errore

dipende dalla latitudine e dalla

velocità dell’aeromobile e non sempre

richiede compensazione. La richiede

però sicuramente per voli su rotte

polari o a velocità molto elevate.

Tutti questi errori vengono trattati

in maniera opportuna per raffinare i

rilevamenti effettuati ed aumentare la

precisione del ‘fix’ ottenuto. Va però

considerato che un velivolo che opera

ad alta quota spesso percorre qualche

miglio nautico al minuto e se le

operazioni di rilevamento non vengono

fatte rapidamente, allora le Linee di

Posizione perdono di efficacia nel

tempo.

L’era moderna

Con l’avvento dei calcolatori digitali

era destino che le operazioni del

navigatore fossero facilitate, soprattutto

per quanto riguarda la rapidità dei

calcoli per la determinazione del punto

dai rilevamenti e per eliminare le

ricerche nell’Almanacco Nautico.

Tuttavia parallelamente si ebbe anche

l’avvento delle piattaforme inerziali

che dopo gli anni 60 si imposero fino

a costituire il mezzo primario per la

navigazione autonoma.

Alle piattaforme inerziali si aggiunse

anche il sistema GPS (che però

ricordiamo è meno utilizzabile a

latitudini polari) fino alla scomparsa

dei sestanti a bordo degli aerei

intercontinentali e, ovviamente, della

figura del navigatore. La navigazione

astronomica viene però tuttora

insegnata e costituisce un argomento

affascinante e stimolante per chiunque.

Forse il trionfo tecnologico della

navigazione astronomica è condensato

nel sistema di guida e navigazione del

più incredibile velivolo mai realizzato,

il ricognitore strategico SR-71. Noto

anche come ‘Blackbird’ l’SR-71 è stato

il velivolo più veloce del mondo (3

volte la velocità del suono) ed era in

grado di operare fino a 80.000 piedi

di quota (contro i 40.000 di un aereo

di linea). Oltre alla strumentazione di

radionavigazione convenzionale, il

Blackbird era dotato di un

astronavigatore inerziale dalle

caratteristiche eccezionali.

In breve, le piattaforme inerziali

soffrono in genere dell’accumulo

progressivo di errore e devono essere,

durante il volo, “ri-calibrate” con

riferimenti precisi. Mentre aerei

convenzionali usano radioassistenze a

terra per questo scopo, il Blackbird

doveva essere invece autonomo ed era

dotato di un telescopio automatico

(detto ‘star tracker’) in grado di

eseguire rilievi stellari in maniera

autonoma ed anche in pieno giorno.

In pratica, una volta avviato il

sistema, questo era in grado di

determinare la propria posizione in

pochi minuti e mantenere nel tempo

la piattaforma inerziale allineata per

ridurne al minimo gli errori.

Conclusioni

La navigazione astronomica

a bordo degli aeroplani ha

raggiunto nel dopoguerra

livelli elevati di precisione ed

affidabilità, soprattutto

considerando anche la

dinamica

dell’ambiente in cui

si trova il navigatore.

Oggi è possibile

apprezzare queste

tecniche, che ripetiamo

non sono morte e sepolte, per esempio

acquistando un sestante aeronautico in

disuso (vedi Riferimenti). Oltre ad

essere degli oggetti di squisita

manifattura sono anche dei “giocattoli”

da veri appassionati.

Riferimenti

AFM 51-40, Air Navigation,

US Air Force

J. Dohm, The American Flight

Navigator, Pan American

Navigation Service

SR-71 Flight Manual (reprint),

Motorbooks International

http://www.helmut-singer.de/

(cercare nella categoria Avionics

il Sestante Smiths MK2A/C)

Autore

FABRIZIO BERNARDINI

Email: fb@aec2000.it



ARTE E SCIENZA

Trasformazione

di coordinate in

ambiente web

di Andrea Pompili

In un progetto GIS su ambito

nazionale non è stato possibile

estendere l'utilizzo di CartLab2

anche alla sezione web; per altro

il requisito di progetto di 10 metri

al terreno di accuratezza

posizionale, minore della precisione

offerta da CartLab, ha consentito

una soluzione alternativa.

(Su un argomento simile vedere il

lavoro presentato all’8° conferenza

ASITA:

http://www.daur.unipd.it/grass/file/tra

sformazione-datum-sistemicartografici-ambito-nazionale.pdf)

Generalità sulle

trasformazioni in ambito nazionale

Occorre distinguere le trasformazioni

di coordinate all’interno dello stesso

sistema geodetico da quelle che

comportano cambio di sistema. Nel

primo caso l’uso delle formule

trigonometriche e dei parametri

geodetici dell’ellissoide consente

trasformazioni senza perdita di

precisione: prodotti come CartLab e

Verto effettuano il calcolo delle

coordinate piane con precisioni del

millimetro nella trasformazione diretta

(da geografiche a piane), e di 1^10-4

secondi sessagesimali in quella inversa

(da piane a geografiche).

Per quanto riguarda il cambio di

sistema geodetico non è sufficiente

conoscere i parametri geodetici degli

ellissoidi in questione: occorre infatti

disporre di 3 o 4 punti all’intorno di

cui siano note le coordinate in

entrambi i sistemi. Tali punti fiduciali

forniscono le coppie di parametri da

fornire alle formule che utilizzano i

calcoli matriciali per la trasformazione

delle geometrie, come ad esempio le

formule di trasformazione affine di

Helmert.

Senza scendere nei dettagli, sui quali

c’è una vasta letteratura in materia, è

utile ricordare che la necessità dei

punti fiduciali deriva dal fatto che il

cambio di sistema geodetico comporta:

una traslazione nello spazio su

ciascuno dei tre assi x, y, z

una rotazione nello spazio su ciascuno

dei tre assi x, y, z

una variazione di scala

Ciò si traduce in un’equazione a 7

incognite, per risolvere la quale

occorrono 7 parametri e quindi 3 punti

nello spazio o 4 punti nel piano;

54 GEOmedia 5 2005

infatti:

nello spazio, se sono note x, y, z di tre

punti (oppure latitudine, longitudine,

quota ellissoidica), esse forniscono 9

parametri

nel piano, occorrono la x e la y

(oppure latitudine, longitudine) di 4

punti per aver un numero sufficiente di

parametri (3 punti ne fornirebbero solo

6)

Chiaramente la precisione del

risultato dipende dalla qualità e

disponibilità di punti fiduciali nel

campo di interesse. In ambito

nazionale CartLab effettua passaggi fra

i Sistemi Roma40, ED50 e WGS84 con

errori assoluti inferiori a 2 metri ed

errori relativi ancora minori in ambito

locale.

Le prestazioni più che sufficienti di

CartLab ne hanno suggerito l’uso nella

costruzione della base dati e nelle

procedure fuori linea nel GIS in

esame. Ma per la sezione web, come

fare per inserire in html così tante

formule, parametri e punti fiduciali?

Un po’ di pazienza, partiamo da

lontano.

Erone di Alessandria era uno

scienziato greco sulla cui biografia

esistono pareri discordanti persino

riguardo al secolo in cui visse: secondo

alcuni il I sec a.C. secondo altri il I, II

o III sec. d.C. La versione più

accreditata, basata su studi recenti lo

colloca nel primo secolo d.C.

(http://brunelleschi.imss.fi.it/genscheda.

asp?appl=SIM&xsl=biografia&chiave=300

211

http://www-groups.dcs.stand.ac.uk/~history/Mathematicians/Heron

.html)

A Erone sono attribuite le invenzioni

dell’odometro (prototipo del

contachilometri) e del tasto per gli

strumenti a corda che aziona la

percussione del martelletto in

sostituzione del pizzicato.

Nel trattato sulla Meccanica,

pervenuto solo in arabo e ritenuto il

suo capolavoro, definisce in modo

completo la teoria e la pratica della

meccanica, riconducendola a cinque

macchine semplici – leva, argano,

carrucola, vite e cuneo – tutte basate

sul principio della leva, che si diverte

(presumo) ad applicare nella costruzione

di automatismi per spettacoli teatrali.

Nel trattato di Pneumatica descrive

strani dispositivi azionati dalla

pressione dell’acqua, del vapore o

dell’aria compressa; è possibile vedere

su web vari esempi della fontana di

Erone e dell’eolipila, una sorta di

turbina a vapore a bassa potenza. E’

noto inoltre un meccanismo

idropneumatico per aprire a sorpresa i

portoni del tempio durante la

cerimonia, attivato dall’accensione del

fuoco sull’altare: da qui il nome della

ditta veneta Erone, che produce

radiocomandi e fotocellule a infrarossi

(http://www.erone.com/it/azienda/storia.ht

m).

Insegnante di tecnica nel museo della sua città, si occupa

tra l’altro di ottica e geodesia arrivando a definire

correttamente le leggi della riflessione. Nel trattato La

Diottra propone l'impiego di una specie di teodolite e

illustra il metodo per calcolare la distanza tra Roma e

Alessandria, basato sulla determinazione della differenza

di longitudine, a sua volta definita dalle diverse ore locali

di osservazione di un'eclissi lunare. E’ proprio datando al

13 marzo del 62 d.C. l’eclissi osservata da Erone che è

stato possibile stabilire il secolo in cui visse


ARTE E SCIENZA

Anche nelle opere di matematica e

geometria Erone abbina teoria e

pratica, come nel metodo per

l’approssimazione delle radici di

numeri che non sono quadrati o cubi

perfetti: è lo stesso metodo ora usato

nelle calcolatrici e nei linguaggi di

programmazione; infatti tra i diversi

procedimenti di calcolo delle radici,

l’algoritmo di Erone si distingue per

l’uso delle sole quattro operazioni

dell’aritmetica e per questo si è

rivelato il più idoneo alla

meccanizzazione del calcolo

(http://www.matematicamente.it/approfo

ndimenti/erone/)

In definitiva possiamo dire: buona

conoscenza della teoria per ottime

soluzioni pratiche.

La formula di Erone determina l’area

di un triangolo in funzione dei suoi

lati, facendo uso solo dalla geometria

elementare, in alternativa quindi alla

soluzione trigonometrica.

dove 2s = a + b + c ovvero s è

il semiperimetro del triangolo

Analogamente possiamo determinare

in funzione dei lati del triangolo i

segmenti u e v nella figura

u=(a^2+b^2-c^2)/2a

Vedremo come quest’ultima formula

è stata utilizzata nella conversione di

coordinate on line.

Il SIT Carta del Rischio del

patrimonio archeologico ed

architettonico dell’Istituto Centrale per

il Restauro

(http://www.icr.beniculturali.it) contiene

oltre 90.000 beni georeferenziati e

rappresentati come entità puntuali; il

campo cartografico è l’intero ambito

nazionale e per soddisfare l’esigenza

del continuo territoriale è stato

adottato un unico sistema di

riferimento interno, il Gauss Boaga

Ovest esteso; l’accuratezza posizionale

è dell’ordine dei 10 metri al terreno.

Nel SIT è presente una sezione web

che consente agli utenti autorizzati di

inserire le coordinate dei beni di

nuova schedatura, oppure interrogare

il sistema su base spaziale (es.

selezione dei beni entro un certo

raggio da un determinato punto).

Le fonti informative per la

localizzare i beni in generale per

definire le zone di indagine sono di

natura eterogenea: carte tecniche,

IGM, Soprintendenze, GPS e Istituti

vari come ad esempio l’INGV per gli

ipocentri di eventi sismici. Anche la

platea di utenti è molteplice e le

singole competenze professionali non

comportano necessariamente

dimestichezza con i diversi sistemi di

coordinate e tanto meno con le

reciproche trasformazioni.

Per questi motivi si rende

necessario consentire l’utilizzo

nell’interfaccia web dei principali

sistemi di riferimento nazionali, ossia:

coordinate geografiche WGS84, ED50

e Roma40 e rispettive proiezioni in

coordinate piane nei fusi di

pertinenza. Quale che sia il sistema di

riferimento delle coordinate in input

esse vanno convertite nel sistema

target (GB Ovest) e questo comporta

la necessità di gestire sia i passaggi

di datum che i passaggi di fuso in

ambiente html, senza quindi poter

utilizzare direttamente CartLab2,

come nelle altre procedure fuori linea

del SIT.

Trasformazione html da geografiche

nel caso di coordinate inserite

dall’utente in formato geografico, esse

vengono gestite da codice html

contenente le formule trigonometriche

per la trasformazione diretta da

geografiche a piane nel fuso di

pertinenza; il codice, già disponibile

da un precedente progetto, non

contempla però la gestione dei cambi

di datum e dei cambi di fuso, per i

quali si è fatto ricorso alla seguente

soluzione pratica.

Trasformazione html di coordinate

piane: Per i cambi di datum e/o di

fuso da piane a piane è stata

costruita una maglia regolare di punti

fiduciali sui vertici dei fogli 1:100.000

su cui poter effettuare interpolazioni

lineari; la soluzione garantisce

l’approssimazione sufficiente e allo

(Dimostrazione geometrica in

http://galileoandeinstein.physics.virginia.ed

u/more_stuff/Heron.html

Inhttp://mathpages.com/home/kmath196

.htm è descritta la generalizzazione per i

quadrilateri inscrivibili in una

circonferenza, attribuita a Brahmagupta,

matematico indiano del VII sec. D.C.)

Non è da escludere che la formula

fosse nota già secoli prima, ai tempi

di Archimede; di fatto Erone è il

primo a darne riferimenti certi quando

ne indica l’utilizzo pratico in

agrimensura, applicandola al calcolo

delle aree di poligoni irregolari

opportunamente scomposti in triangoli.

Come corollario della formula, le

altezze dei triangoli scaleni possono

essere espresse in funzione dei lati

h=2/a*sqrt(s*(s-b)*(s-c)*(s-a))

ED50-UTM33

Gauss Boaga Ovest

GEOmedia 5 2005 55


ARTE E SCIENZA

vertice NO lat long MM descrizione

..... .... ... ……

077E 45 0 Delta del Po

111W 42.4 -3 Gorgona

126J 42.2 -3 Capraia

126S 42.4 -2,3 Pianosa

142J 42.4 -2 Giglio

142K 42.2 -2 Giannutri

149S 41.4 -0,3 Pratica di Mare

..... .... ... ……

stesso tempo è di facile sviluppo e

quindi pratica, come ci suggerisce

Erone.

Con CartLab2 sono state allestite le

liste contenenti i vertici ed i centri di

foglio dei 285 fogli IGMI espressi nei

6 sistemi nazionali di coordinate

piane: GB Ovest, GB Est, ED50-

UTM32/33, WGS84-UTM-32/33; per

alcuni fogli della Puglia sono state

realizzate anche le liste relative al

fuso 34. Ai 285 fogli propri della

produzione IGMI sono stati aggiunti

27 fogli fittizi, per coprire con la

griglia di riferimento anche le zone di

territorio (isole e porzioni di costa)

che per esigenze cartografiche l’IGM

rappresenta con riquadri in fogli

adiacenti (vedi esempio in figura).

Le liste così definite sono state

inserite in altrettati array inglobati nel

codice html. L’interfaccia web pilota

l’utente nella scelta da lista del

sistema di riferimento e nel successivo

inserimento di una coppia di

coordinate, poi sottoposte a controlli

di validità formale di range.

In funzione del sistema dichiarato e

dei valori di coordinate inseriti viene

determinato il foglio di appartenenza,

individuato per distanza minima sulla

base dell’array dei centri foglio.

A questo punto vengono estratti

dalle rispettive liste i vertici SO, NO e

NE del foglio di appartenenza e dei

rispettivi deltaX e deltaY verso il

sistema target, GaussBoaga Ovest. Il

passo successivo è il calcolo delle

distanze del punto dato dai vertici SO,

NO e NE nel sistema di origine,

nonché il calcolo della lunghezza dei

due lati sud e ovest del foglio.

Ed è qui che entra in gioco la

formula di Erone: la figura sotto

illustra come ricavare i delta da

applicare al punto IGM Palmanova per

il passaggio da ED50-UTM33 a

GBoaga Ovest.

Le proiezioni del punto dato sul

parallelo e sul meridiano passanti per

il vertice SO determinano i due

segmenti che rappresentano

rispettivamente l’offset lungo la

longitudine e lungo la latitudine

ED50-UTM33

Ye33 Xe33 deltaY deltaX

NO 5096352 341504 5391 1464540

SO 5059318 340553 5392 1467327

SE 5058442 379503 8315 1467324

Gauss Boaga Ovest

56 GEOmedia 5 2005


ARTE E SCIENZA

off_lon=(a^2+b^2-c^2)/2a

off_lat=(e^2+b^2-d^2)/2e

entrambi ricavati applicando la

formala di Erone nella versione prima

citata.

Il rapporto tra ciascuno dei due

segmenti ed il lato del foglio di cui fa

parte è il coefficiente da applicare

all’interpolazione, come segue:

dX = dXso-((dXsodXno)*(off_lon/e))+((dXsedXso)*(off_lat/a))

dY = dYso+((dYsedYso)*(off_lat/a))+((dYnodYso)*(off_lon/e))

Per verificare i risultati sono state

effettuati test sparsi nel territorio

nazionale, in particolare alle

lomgitudini più elevate (Puglia), dove

è più marcato il disorientamento

dovuto all’elevata distanza dal

meridiano centrale del fuso di

proiezione. Confrontando le

conversioni effettuate con lo script e

quelle fatte direttamente da CartLab

sono stati riscontrati scarti < 10 m

(nei casi di solo cambio di datum

scarti < 2m) e pertanto rispondenti ai

requisiti di progetto. Qui di fianco ci

sono due esempi dell’interfaccia web

che utilizza lo script per la

conversione di coordinate al volo.

Selezione dei beni nel raggio di 1 km dal punto IGM95 Palmanova (UD)

Conclusione in rima

"Se vuoi

solo dati

certi prima

paghi poi converti, fa il

preciso come Euclide e il decimetro

coincide; altrimenti se è abbastanza

10 metri in tolleranza, usa

l’interpolazione e taglia corto come

Erone!”

A scanso di equivoci, la formula di

Erone determina l’area dei triangoli

in modo esatto; ad approssimare sono

le interpolazioni che usano la formula

su una griglia di punti più o meno

fitta.

Qui sopra la villa di Nerone ad Anzio

Beni nel raggio di 15 km dall’epicentro del sisma del 22/08/2005

Fonte INGV Ore UTC: 12:02:00 Latitudine:41.4 Longitudine: 12.47 Profondita’: 30

Evento sismico di magnitudo Ml: 4.5 Regione sismica: Costa_laziale

Autore

ANDREA POMPILI

EMAIL: a.pompili@gepin.it

GEOLOGO - ANALISTA SW / GEPIN SPA

GENERALE PER L'INFORMATICA

GEOmedia 5 2005 57



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dell’Informazione

Geografica

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separatamente dal livello

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e/corsi2006.php

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Politecnico di Milano –

Università di Brescia –

Università di Pavia

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Lombardia su Servizi GPS

di posizionamento per il

territorio e il catasto.

Email:

scuolagps@geomatica.como.polimi.it

Web:http://geomatica.como.p

olimi.it/scuolagps/

23-25 Febbraio

Napoli – Mostra d’Oltremare

GEOTEKNA - I° Mostra

Convegno Euromediterraneo

E-mail:

info@teknaexhibition.com

Web: www.teknaexhibition.it

23-24 Febbraio

Belgrado, Fiera di Belgrado,

Serbia e Montenegro

Intergeo East 2006

Tel: +49 (0) 721 931 33 750

Fax: +49 (0) 721 931 33 710

E-mail: ofreier@hinte-messe.de

Web: www.intergeo-east.com

24 Febbraio 2006

Termine di scadenza della

richiesta di iscrizione per il

10° Corso Applicativo

“Analisi di Rischio per

Falda e Salute Umana e

Obiettivi di bonifica nei

siti contaminati”

(Milano 9-10 Marzo 2006 -

ESI Italia s.r.l.)

Web:

www.esinternational.com/trai

ning/Training.asp

14-18 Marzo

Bologna Fiere

SAIE - Salone

internazionale

dell’architettura

Email: saiedue@on-nike.it

Web: www.saiedue.it

29-31 Marzo

Berlino, Germania

Geodesy and

Geoinformation in the

service of our daily life

Email: oaltan@itu.edu.tr

fisher@fga.tu-berlin.de

Web: www.survey.tuberlin.de/turkish-german

29-30 Marzo

Zurigo, Svizzera

Interdisciplinary

Workshop on

Management of

Earthquake Risks

Email:

amatore@ibk.baug.ethz.ch

Web: www.merci.ethz.ch

20-22 Aprile

Visegrád, Ungheria

9th AGILE International

Conference on

Geographic Information

Science - Shaping the

future of Geographic

Information Science in

Europe

Email:agile2006@geo.info.hu

Web: www.agile2006.hu

8-12 Maggio

Roma, Fiera di Roma

Forum PA - 17 a Mostra

Convegno dei servizi ai

cittadini ed alle imprese

Email:info@forumpa.it

Web: www.forumpa.it

Corsi

Corso GRASS e Open

Source GIS

30 ore

7-10 febbraio 2006

Web:

w3.uniroma1.it/geodgeom/

GRASS2006/grass2006.ht

ml

Corso ortofotocarte da

immagini satellitari ad

alta risoluzione:

metodologie,

applicazioni e problemi

30 ore

24-27 gennaio 2006

Web:

w3.uniroma.it/geodgeom/i

mmSat2006/immsat2006.h

tml

Salone del Restauro

Dal 30 marzo al 2 aprile 2006, presso il quartiere

fieristico di Ferrara, avrà luogo la XIII edizione di

Restauro – Salone dell’arte del Restauro e della

Conservazione dei Beni Culturali ed Ambientali - prima e

più importante rassegna nata in Italia per il Restauro e la

Conservazione e Tutela del patrimonio storico e artistico.

Gli Espositori offriranno un’ampia panoramica sul

restauro e sulla conservazione dei beni culturali:

materiali, tecnologie, metodi e tecniche; restauro dunque

nel senso più ampio del termine. Partecipa a Restauro

anche il Ministero per i Beni e le Attività Culturali,

Direzione Generale per l’innovazione tecnologica e la promozione, con i suoi maggiori

istituti. Troverà spazio un ricco programma di conferenze a carattere internazionale: dai

più recenti interventi nel campo del restauro, alle recenti novità giuridiche, la sicurezza,

i nuovi canali di finanziamento, gli ultimi ritrovati tecnologici. Veri e propri seminari

monotematici invece sono gli incontri tecnici o workshops organizzati dagli stessi

Espositori e molto graditi al pubblico proprio perché ben definiti sia nel contenuto che

nella durata.

E-mail: info@salonedelrestauro.com

Web: www.salonedelrestauro.com

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È attivo sul sito Internet

di ESRI Italia il modulo

Call for Paper e Poster

per la 9ª Conferenza

Italiana Utenti ESRI (5-6

aprile 2006). Il termine

per la presentazione dei

poster è il 23 Febbraio

2006. Tutte le

informazioni sono

disponibili alla pagina

web.

www.esriitalia.it/conferenz

a/registrazione/paper.php

GEOmedia 5 2005 59



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ESRI.............................................................. Pag. 5

Geosystem..................................................... Pag. 7

Geotop.......................................................... Pag. 11,15

Menci............................................................ Pag. 13

Codevintec.................................................... Pag. 19,64

Sokkia........................................................... Pag. 23

Intergraph..................................................... Pag. 27

Politecnica..................................................... Pag. 31

Microgeo......................................................... Pag. 35

Leica............................................................... Pag. 39

Eurotec........................................................... Pag. 45

Salone del Restauro....................................... Pag. 49

Globo............................................................. Pag. 52

Crisel............................................................. Pag. 53

Vector............................................................. Pag. 58

Sistemi Avanzati............................................ Pag. 60

ABITAT.......................................................... Pag. 63

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