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Un SIT 3D degli ostacoli alla navigazione aerea
La rappresentazione geologica tridimensionale
Database topografici e rappresentazione multipla
Dall’Australia un esempio di rispetto delle identità culturali
Tutorial sulla post elaborazione GPS - 4 a Parte
Guida, Navigazione e Controllo: Il punto in volo con le stelle
Non Evoluzione. Rivoluzione
Presentazione di Trimble S6.
Il tempo di un topografo è subissato da
più richieste ed esigenze che mai. Così
quando ci avete chiesto migliori prestazioni,
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20049 Concorezzo (MI)
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©2004, Trimble Navigation Limited. Tutti i diritti riservati.
Trimble è un marchio di Trimble Navigation Limited, registrato nell’Ufficio marchi e brevetti degli Stati Uniti. SUR-076
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FOCUS
6
16
20
Un sistema informativo territoriale 3D degli ostacoli alla navigazione aerea
DI ANTONIO CONDORELLI, FILIPPO COLOMBRITA, GIANCARLO GUARRERA
La rappresentazione geologica tridimensionale: un nuovo strumento per la
gestione dei dati territoriali DI MARCO PANTALONI E CHIARA D’AMBROGI
Database topografici a rappresentazione multipla DI FRANCESCO BARTOLI
Direttore
RENZO CARLUCCI
rcarlucci@aec2000.it
Comitato editoriale
FABRIZIO BERNARDINI, VIRGILIO CIMA,
LUIGI COLOMBO, MATTIA CRESPI,
MAURIZIO FAVA, SANDRO GIZZI,
LUCIANO SURACE, DONATO TUFILLARO
Direttore Responsabile
DOMENICO SANTARSIERO
sandom@geo4all.com
Hanno collaborato a questo numero:
FRANCESCO BARTOLI
FABRIZIO BERNARDINI
FULVIO BERNARDINI
VALENTINA BINI
FILIPPO COLOMBRITA
ANTONIO CONDORELLI
DANIELE CUOCOLO
CHIARA D’AMROGI
VITTORIO GRASSI
GIANCARLO GUARRERA
MARCO PANTALONI
ANDREA POMPILI
LAURA SEBASTIANELLI
Marketing e distribuzione
A&C2000 S.r.l.
Div. Geo4All
Via C.B. Piazza 24
00161 Roma
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Redazione e amministrazione
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Web: www.geo4all.com/geomedia
E-mail: geomedia@geo4all.com
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MERCATO
Autodesk completa l’acquisizione di Alias - Una rete di stazioni permanenti per il
Friuli Venezia Giulia - E’ entrato in vigore il Codice dell’Amministrazione digitale -
Stardust torna a casa - Galileo GPS news - Presentazione del corso “Missioni umane
nello spazio”
REPORTS
Il CSMS dell’Uluru-Kata Tjuta National Park A CURA DELLA REDAZIONE
A Reggio Calabria l’ITSG “A. Righi” è già entrato nel futuro
A CURA DEI DOCENTI DI TOPOGRAFIA DELL’ITSG “RIGHI”
TUTORIAL
Tutorial GPS 4° Parte - Il programma Spectrum Survey della Point Inc.
DI VITTORIO GRASSI
AZIENDE E PRODOTTI
Eureka! Mappare la distanza in funzione del tempo e della velocità - Nasce la mappa di
Roma - On line il nuovo sito cartografico della Regione Emilia Romagna - Palmare e
navigatore per sciatori avventurosi - Nasce il portale della ricerca italiana - La lunga
tradizione Rollei per fotocamere allo stato dell’arte - Intergraph e la versione 6.0 della
famiglia Geomedia - Matrox presenta Pharelia Precision SDT - Tom Tom, l’Europa in una
memory card - Sinergis e CID Software in aiuto della protezione civile
TERRA E SPAZIO
Guida, Navigazione e Controllo: Il punto in volo con le stelle
DI FABRIZIO BERNARDINI
Progetto grafico e impaginazione
DANIELE CARLUCCI
Condizioni di abbonamento
La quota annuale di abbonamento alla rivista per il 2006
è di € 45,00.
Il prezzo di ciascun fascicolo compreso nell'abbonamento
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è di € 12,00 . I prezzi indicati si intendono Iva inclusa.
L’abbonamento decorre dal 1° gennaio per n° 5 fascioli con
diritto di ricevimento dei fascicoli arretrati ed avrà validità per
il solo anno di sottoscrizione. L’editore comunque, al fine di
garantire la continuità del servizio, in mancanza di esplicita
revoca, da comunicarsi in forma scritta entro
il trimestre seguente alla scadenza dell’abbonamento, si
riserva di inviare il periodico anche per il periodo successivo.
La disdetta non è comunque valida se l’abbonato non è in
regola con i pagamenti. Il rifiuto o la restituzione dei fascicoli
della Rivista non costituiscono disdetta dell’abonamento a
nessun effetto. I fascicoli non pervenuti possono essere
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del numero successivo.
Editore
Domenico Santarsiero
Registrato al tribunale di Roma con il N° 243/2003
del 14.05.03 (già iscritto al Tribunale di Rimini N° 18/97
del 31.10.97)
ISSN 1386-2502
Stampa
IGER • Istituto Grafico Editoriale Romano - V.C.T.
Odescalchi, 67/a - 00147 Roma
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Gli articoli firmati impegnano solo la responsabilità
dell’autore. È vietata la riproduzione anche parziale del
contenuto di questo numero della Rivista in qualsiasi forma
e con qualsiasi procedimento elettronico o meccanico,
ivi inclusi i sistemi di archiviazione e prelievo dati,
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ARTE E SCIENZA
54 Trasformazione di coordinate in ambiente web DI ANDREA POMPILI
RUBRICHE
4 EDITORIALE
32 UN ANNO DI GEOMEDIA
59 AGENDA
61 WEB CONNECT
61 INDICE DEGLI INSERZIONISTI
62 PUBBLICITA’ CLASSIFICATA
In copertina un’immagine del vettore Soyuz caricato sulla sommità
del satellite Giove-A. Lanciato dalla base di Baikonur lo scorso 28
dicembre, Giove-A ha dato inizio alla fase di Validazione Orbitale
del programma Galileo.
L’immagine è tratta dal portale dell’ESA all’indirizzo: www.esa.int
Immagine cortesia dell’ESA
EDITORIALE
La nuova costellazione
Galileo va in orbita
S
iamo arrivati alla fine del 2005 e assistiamo alla partenza del primo satellite del nuovo sistema di
posizionamento europeo.
Giove-A, nome in codice del primo satellite, non farà parte però della costellazione definitiva, è come un
satellite sacrificale che opererà per un certo periodo inviando segnali atti alla messa a punto del sistema finale e
da qui a due anni cesserà la sua funzione. Sarà seguito a breve da Giove-B, anch’esso con un destino simile al
suo predecessore.
L’Europa mette in orbita pertanto il primo sistema di posizionamento globale “civile”, destinato cioè ad usi
non militari.
E’ bello sentire questo dal momento che la nostra materia è purtroppo molto spesso legata ad esigenze
belliche. Tutti gli avanzamenti tecnologici nelle varie discipline della geomatica si sono avute per necessità
militari. Dai sistemi antichi per calcolare l’altezza delle torri fortificate, con il chiaro scopo di abbatterle, alla
enorme evoluzione dei restitutori fotogrammetrici avuta nel secondo dopoguerra. In questo caso il produttore
italiano di restitutori aprì addirittura una filiale negli USA destinata alla produzione di restitutori da guerra,
strumenti di morte terribile; usando aerei capaci di volare a quote bassissime, evitando così i radar di
intercettamento, ed equipaggiando i velivoli con camere fotogrammetriche panoramiche, da orizzonte a orizzonte,
si cartografava il pianeta terra con i dettagli richiesti dagli strumenti di guerra. Allo stesso modo nascevano
GPS e GLONASS quali strumenti ad uso solo dei militari per il puntamento delle armi di distruzione.
Insomma è stato duro osservare che le amate discipline geomatiche progredivano a suon di guerre e conflitti
ed è con vero piacere che osserviamo ora la nascita del primo strumento di posizionamento globale mirato
essenzialmente a scopi civili; un finanziamento enorme tutto europeo che oltre ai vantaggi futuri, in termini di
affidabilità sicurezza e precisione, sta già portando i primi risultati per gli indotti generati a livello
occupazionale come le nascita delle Galileo Industries, importante realtà industriale nella quale l’Italia gioca un
ruolo di primo piano.
In questo numero vi proponiamo importanti lavori, tra i quali segnalo le analisi topografiche per il
rilevamento degli ostacoli alla navigazione quale contributo alla sicurezza aerea, la nascita di poli geomatici
all’interno degli Istituti per Geometri, con l’esempio del “Righi” a Reggio Calabria e l’uso dei GIS 3D per le
analisi geologiche dell’APAT; nelle rubriche il consueto Tutorial GPS e un inusuale uso della formula di Erone
per il calcolo di trasformazioni approssimate di coordinate nei sistemi nazionali. Un cenno particolare all’articolo
sul Cultural Site Management System sviluppato all’interno dell’Uluru-Kata Tjuta National Park, tramite
geomatico alla vera esplorazione geografica in cui le esigenze e le tradizioni dell’antichissima popolazione che
abita quella zona non sono state inghiottite nel nome del progresso imperante, ma anzi sono state tutelate
affiancandole alle nuove tecnologie; ancora, un contributo alla conoscenza dei Database Topografici, la vera
rivoluzione in atto per i topografi, mentre nella rubrica dedicata allo spazio vi mostreremo come viene fatto “il
punto” con l’uso delle stelle in volo.
Il 2005 si è concluso ancora con un incoraggiante contributo dei nostri lettori e sostenitori, sempre più attenti
e numerosi ed il 2006 si annuncia pertanto prospero; è questo l’augurio migliore che posso fare a tutti coloro
che ci hanno seguito, che ci seguono e che ci seguiranno nel nostro viaggio divulgativo del settore della
Geomatica professionale.
Buona lettura
Renzo Carlucci
Lettere alla Redazione di Geomedia possono essere spedite a: Redazione GEOmedia, via mail all’indirizzo
redazione@geo4all.it, oppure via web all’URL http:// www.geo4all.it/geoportal
4 GEOmedia 5 2005
Geospatial
Knowledge
Roma, 5-6 Aprile 2006
Auditorium del Massimo – Via Massimiliano Massimo, 1
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SESSIONI TEMATICHE
NOVITÀ TECNOLOGICHE
WORKSHOP
POSTER SESSION
AREA ESPOSITIVA
CORSI BREVI
USER PARTY
Per informazioni, presentazione Paper e Poster, modalità di registrazione:
Segreteria organizzativa - tel. 06.40696229/216 - fax 06.40696333
www.esriitalia.it/conferenza2006
ESRI
FOCUS
Un sistema
informativo
territoriale 3D degli
ostacoli alla
navigazione aerea
Il contesto
di A. Condorelli, F. Colombrita, G. Guarrera
I campi d’applicazione dei Sistemi
Informativi Territoriali divengono via
via sempre più vasti ed eterogenei,
per numerose motivazioni. Se, da una
parte, è innegabile un interesse
sempre crescente da parte di enti
pubblici e/o privati che operano sul
territorio e che, sulla base di un
know-how culturale che va
accrescendosi e consolidandosi,
percepiscono i vantaggi che derivano
dall’implementazione di simili sistemi,
dall’altra il continuo sviluppo delle
funzionalità dei software nonché delle
potenzialità di calcolo, di archiviazione
e di comunicazione dell’hardware
hanno oggettivamente reso possibili
applicazioni fino a pochi anni fa
impensabili.
Relativamente a quest’ultimo
aspetto, l’insieme delle funzionalità
connesse alla gestione ed alle
modalità di rappresentazione di entità
di tipo tridimensionale sono state
negli ultimi anni oggetto di notevoli
sviluppi, che consentono oggi di
progettare e realizzare sistemi
informativi territoriali specializzati su
tematiche innovative, superando
definitivamente il “classico” approccio
bidimensionale “ereditato” dalla
cartografia tradizionale.
L’applicazione che in questa sede si
presenta assume pieno significato in
relazione agli obiettivi fissati anche
grazie ad alcune di queste nuove
funzionalità tridimensionali, che
permettono di proporre un software
GIS come un utile strumento di
gestione e monitoraggio degli ostacoli
alla navigazione aerea di una aerea
aeroportuale.
La recente normativa di settore
assegna infatti ad ogni gestore la
piena responsabilità della sicurezza
d’esercizio delle proprie infrastrutture
aeroportuali e, tra le differenti attività
previste, una delle più importanti è il
continuo monitoraggio dello stato di
efficienza dei dispositivi di
segnalazione (diurni e notturni) di
tutti i possibili ostacoli alla
navigazione aerea, sia interni che
esterni al sedime aeroportuale di
riferimento.
Più in particolare, secondo la
definizione fornita dalla normativa, si
intende per ostacolo un qualsiasi
oggetto fisso (temporaneo o
permanente) o mobile, o parte di esso,
situato su di un’area destinata al
movimento in superficie di aeromobili
o che si estenda al di sopra di
(ovvero che fori) una delle specifiche
superfici di delimitazione destinate a
proteggere gli aeromobili in volo. Per
ogni area aeroportuale le suddette
superfici di delimitazione vengono
L'esperienza nella ricerca e mappatura
degli ostacoli che interessano la
navigazione aerea nell'area
dell'aeroporto di Catania Fontanarossa
evidenzia due aspetti. Il primo, di tipo
culturale, e' quello della sicurezza dei
voli e degli aspetti che bisogna
considerare per continuare ad
assicurarla. Non basta infatti che
velivoli, equipaggi ed infrastrutture
aeroportuale siano sicure, ma e'
necessario che lo siano anche le zone
interessate dai percorsi di
avvicinamento, manovra e decollo, in
base a regole maturate in decenni di
esperienza dell'aeronautica civile. Per
garantire questa sicurezza e'
necessario ripetere operazioni di rilievo
con continuita' e con costante
precisione.
Il secondo aspetto, di tipo pratico, e'
quello relativo alle caratteristiche
intrinseche del lavoro presentato che
unisce tecniche di rilievo convenzionali
con moderne tecniche GIS le quali si
avvalgono, ovviamente, di mezzi
informatici. Proprio in questi casi, dove
una tradizione improntata sulla
manualita' si fonde con l'automazione,
si incontrano problemi nell'esecuzione
delle procedure operative, nella
gestione di grandi quantita' di dati, e
nel controllo di versione e di
configurazione della documentazione.
Imparare ad affrontare i problemi
connessi con l'automazione informatica
e la ripetizione periodica di campagne
di misura di elevata precisione
e'essenziale per poter migrare verso
una gestione standardizzata delle
operazioni di catalogazione di ostacoli
su larga scala.
definite, in conformità alle
disposizioni normative, in funzione
delle caratteristiche geometriche e di
classificazione di ogni pista ed in
relazione alla tipologia di operazioni
conducibili da parte degli aeromobili.
Esistono numerose tipologie di
superfici di delimitazione, ciascuna
finalizzata a garantire la sicurezza
degli aeromobili in determinate
condizioni o durante l’esecuzione di
particolari manovre; un sintetico
quadro sinottico è stato
appositamente predisposto in un box
a pagina 8.
Al fine di accrescere il livello di
sicurezza del volo nei confronti dei
potenziali “hazards” derivanti da
elementi territoriali (edifici, tralicci,
pali della luce, antenne, ecc.), è
istituita, in particolar modo presso gli
6 GEOmedia 5 2005
aeroporti caratterizzati da traffico in
particolari condizioni meteo (scarsa
visibilità), la cosiddetta OFZ (Obstacle
Free Zone) dell’impianto aeroportuale,
ovvero quello spazio aereo al di sopra
delle superfici di delimitazione e
limitato da queste ultime, che non è
forato da alcun ostacolo fisso, ad
esclusione di quelli di massa ridotta e
frangibili adibiti a scopi aeronautici.
Evidentemente, il livello di
“tolleranza” previsto nei confronti
degli ostacoli presenti è funzione della
tipologia della superficie forata (in
altre parole, dipende dalla vicinanza e
dall’orientamento rispetto all’asse della
pista e dal tipo di operazione di volo
a protezione della quale la medesima
superficie è stata costituita): il più
delle volte è sufficiente predisporre
opportuni impianti di segnalazione
diurni e notturni, mentre, in alcuni
casi, è addirittura indispensabile
ricorrere alla rimozione.
Anche il livello di accuratezza
richiesto da normativa per il
posizionamento degli ostacoli è
funzione della superficie forata e varia
da un errore quadratico medio (e.q.m.)
planimetrico e altimetrico pari a 0.5
m (ordine di grandezza simile a
quello di una cartografia alla scala
1:2000) per le superfici di protezione
per atterraggio e decollo, per la
superficie di transazione e per l’area
di circuitazione (TOCS, AS, TS,
circling area, cfr. box) fino ad e.q.m.
molto meno restrittivi (pari a 5 m al
punto di vista planimetrico e 3 m dal
punto di vista altimetrico) per le
superfici orizzontali interna ed esterna
e per la conica.
E’ utile chiarire che le competenze e
le responsabilità del gestore
aeroportuale sono “limitate” al
monitoraggio dell’efficienza dei
dispositivi di segnalazione degli
ostacoli già noti (ovvero inseriti nelle
specifiche carte “ostacoli” prodotte da
ENAV, Ente Nazionale Assistenza al
Volo) ed anche, secondo le recenti
disposizioni di cui alla riforma del
codice della navigazione - parte
aeronautica (D.Lgs. n°96/05), alla
relativa manutenzione. La
classificazione di un qualsiasi oggetto
come ostacolo alla navigazione aerea
(ed il successivo inserimento nelle
carte “ostacoli” di competenza ENAV)
è invece competenza esclusiva di
ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione
Civile).
Il gestore aeroportuale, tuttavia, pur
non avendo sulla carta alcun ruolo
“attivo” né dell’acquisizione né della
gestione dei dati relativi agli ostacoli
esistenti e “certificati” come tali, si
ritrova di fatto nelle condizioni di
dover predisporre continue e frequenti
campagne di monitoraggio degli
stessi, perché tali informazioni
risultano essere essenziali per la
piena sicurezza dell’esercizio
dell’impianto di cui è responsabile. Al
di la delle specifiche competenze
stabilite dalle norme, si verifica
dunque nella pratica una sorta di
trasferimento d’oneri verso il gestore
dell’aerea aeroportuale, il che pone,
evidentemente, numerose
problematiche su differenti livelli:
economico, metodologico, di
programmazione, gestione e
coordinamento.
Dal punto di vista economico non
bisogna certamente trascurare i
notevoli oneri di cui è necessario
periodicamente farsi carico per le
campagne di acquisizione, dovuti sia
alla considerevole estensione delle
aree da monitorare (in genere
nell’ordine delle migliaia di ettari) sia
all’eterogeneità degli elementi da
rilevare (edifici, tralicci, antenne,
alberi, ecc.), a fronte di accuratezze
richieste per il posizionamento in
alcuni casi abbastanza elevate e della
necessità di reiterare le indagini con
una certa frequenza. La grande
quantità di dati che viene
periodicamente acquisita e/o
aggiornata pone inoltre una rilevante
problematica metodologica di gestione
delle informazioni territoriali rilevate:
in questo senso si ritiene che una
soluzione opportuna ed
economicamente vantaggiosa
(specialmente se valutata nel lungo
periodo) sia proprio l’implementazione
di un sistema informativo territoriale
specializzato sulla gestione degli
ostacoli alla navigazione aerea.
Nell’ambito di queste attività
sarebbe inoltre auspicabile
promuovere un protocollo di
coordinamento tra l’autorità nazionale
d’amministrazione dell’aviazione civile
(ENAC), gli enti locali, responsabili
FOCUS
Superfici di delimitazione degli ostacoli alla navigazione aerea
TS (Transitional Surface) = superficie di transizione, ha lo scopo di proteggere un
aeromobile che sorvoli la pista spostato lateralmente. Ha la forma di un tronco di
piramide rovescia irregolare, con base sui limiti interni della AS e sui bordi della runway
strip, ovvero una striscia ampia 300 m a cavallo dell’asse della pista; diverge verso
l’esterno con pendenza del 14,3% o del 20% rispetto alla verticale lungo i bordi della
strip e seguendo invece il profilo della AS sugli altri due lati, fino ad incontrare la IHS.
Eventuali ostacoli che forino la TS vanno tassativamente rimossi, a meno che non si tratti
di elementi di aiuto alla navigazione caratterizzati dei necessari requisiti di frangibilità,
che vanno posizionati con la massima accuratezza plano-altimetrica (e.q.m. = 0.5 m).
TOCS (Take Off Climb Surface) = superficie di salita al decollo, costituita da un piano
inclinato con origine oltre la fine della pista, che assume la forma planimetrica di una
sorta di trapezio isoscele seguito da un rettangolo i cui profili longitudinali crescono
con pendenza costante (2%-4%) allontanandosi dalla pista. Lo sviluppo planimetrico
della TOCS dipende dal tipo di pista (nella fattispecie è pari a 15000 m). Gli ostacoli
che forino la TOCS vanno posizionati con la massima accuratezza plano-altimetrica
(e.q.m. = 0.5 m).
AS (Approach Surface) = superficie di avvicinamento, finalizzata alla protezione dei
velivoli in atterraggio. E’ costituita da un piano inclinato con origine oltre la soglia della
pista, che assume la forma planimetrica di un trapezio isoscele. Il profilo longitudinale è
suddiviso in tre diverse zone di cui la seconda ha pendenza superiore alla prima (nella
fattispecie 2,5% e 2%) e la terza zona è invece orizzontale. Lo sviluppo planimetrico della
AS dipende dal tipo di pista (nella fattispecie è pari a 15000 m). Gli ostacoli che forino
la AS vanno posizionati con la massima accuratezza plano-altimetrica (e.q.m. = 0.5 m).
IHS (Inner Horizontal Surface) = superficie orizzontale interna. E’ una superficie
orizzontale che si genera ad una distanza ben definita (nella fattispecie una quota a + 45
m) a partire dal basso dei due punti di fine pista. A questa quota è necessario generare
due circonferenze di raggio definito (nel caso di Fontanarossa 4000 m) e collegarle
reciprocamente con due tangenti.
CS (Conical Surface) = superficie conica. E’ una superficie tronco-conica che, avendo per
base la IHS, diverge verso l’esterno e verso l’alto con pendenza costante pari al 5% fino
ad incontrare la OHS.
OHS (Outer Horizontal Surface) = superficie orizzontale esterna. E’ una superficie
orizzontale circolare con raggio ben definito (nel caso di Fontanarossa pari a 15000 m)
generata a partire dal punto di riferimento dell’intera aerea aeroportuale (ARP, Airport
Refernce Point), ad una quota ben definita riferita alla IHS (nella fattispecie una quota
a + 100 m).
Circling Area = area di circuitazione. Non rappresenta una superficie di rispetto per gli
ostacoli ma un’area riservata alla circuitazione degli aeromobili nel caso non sia possibile
procedere alle normali operazioni di atterraggio. Per quest’area, che si estende a sud o a
nord dell’asse della pista per una fascia di due miglia aeronautiche congiunta all’asse
stesso da due semicerchi, sono richiesti i più elevati standard in termini di accuratezza
di posizionamento plano altimetrico degli ostacoli (e.q.m. = 0.5 m).
8 GEOmedia 5 2005
FOCUS
del rilascio delle autorizzazioni e
concessioni edilizie, ed il gestore
aeroportuale, in modo da essere nelle
condizioni di poter valutare
preventivamente la compatibilità
aeronautica di un qualsiasi progetto
da realizzare (edificio, ripetitore
televisivo, antenna per telefonia
mobile, traliccio della rete elettrica,
ecc.) ed acquisire, sin dalla fase
progettuale, i necessari rilevamenti da
trasferire sul database di gestione dei
sistemi di segnalazione ostacoli.
Da quanto sinora sinteticamente
esposto emerge dunque un quadro
complessivo per il gestore aeroportuale
estremamente delicato ed oneroso, sia
per le responsabilità di cui si ritrova,
direttamente o indirettamente,
caricato, sia per le numerose attività
che è tenuto a predisporre e reiterare
periodicamente.
In un simile contesto si collocano
dunque le motivazioni e gli obiettivi
del presente lavoro, che nasce dalla
proficua collaborazione con la SAC
Spa (Società Aeroporto Catania), che
gestisce il sedime civile aeroportuale
di Catania Fontanarossa, uno dei più
importanti a livello nazionale per
volumi di traffico passeggeri.
L’obiettivo fissato consiste nello
sviluppo e nell’applicazione di una
metodologia ad alto rendimento
finalizzata al rilevamento, alla
caratterizzazione, alla
georeferenziazione e alla
rappresentazione tridimensionale di
tutti gli ostacoli (noti o potenziali)
alla navigazione aerea dello spazio
aereo circostante una pista di volo.
L’alto rendimento rappresenta una
delle caratteristiche più importanti
della metodologia proposta e consiste,
in sostanza, nella elevata produttività
a fronte di costi limitati e tempi di
attuazione relativamente ridotti (per
garantire la possibilità di un
aggiornamento frequente). Lo
strumento prodotto inoltre, oltre che
per uso interno, è stato concepito
anche nell’ottica di un trasferimento
dei dati ad ENAC, proponendo lo
stesso come un utile supporto di
partenza per l’individuazione di nuovi
potenziali ostacoli eventualmente da
ufficializzare, una volta effettuate tutte
le verifiche che l’ente stesso riterrà
opportuno predisporre.
Metodologie e
tecniche di rilevamento
Uno degli aspetti più importanti e
delicati nell’ambito del presente lavoro
è stata la definizione di una
metodologia di rilevamento e
acquisizione dei dati che garantisse i
livelli di accuratezza richiesti nel
posizionamento a fronte di costi
sostenibili e di velocità di esecuzione
adeguate alla necessità di pianificare
frequenti campagne di monitoraggio.
Considerando infatti la notevole
estensione del contesto di riferimento
(nel caso dell’aeroporto di Catania
circa 7000 ettari) e il livello di
accuratezza richiesto per il
posizionamento, l’ipotesi di effettuare
un rilevamento aerofotogrammetrico ed
una restituzione completa alla scala
1:2000 dell’area d’interesse non è
risultata economicamente praticabile;
d’altra parte, anche l’approccio
mediante le tradizionali tecniche
topografiche è immediatamente
apparso non conveniente, non solo dal
punto di vista economico, ma anche
da quello della velocità d’esecuzione.
Si è posto inoltre il problema della
gestione dei dati di rilevamento di
eventuali nuovi potenziali ostacoli non
inseriti nelle carte ENAV, teoricamente
da riconoscere in situ in funzione
della propria posizione rispetto alle
superfici di riferimento, entità queste
ultime certamente non materializzabili
sul campo.
Sussistono dunque, in estrema
sintesi, rilevanti problematiche dal
punto di vista quantitativo ed
economico (notevole estensione
dell’area da rilevare), qualitativo (molti
dati eterogenei da acquisire e notevoli
accuratezze richieste nel
posizionamento, specialmente in alcune
zone) e metodologico (come gestire i
dati legati ad eventuali nuovi
potenziali ostacoli?).
La soluzione che è stata adottata si
potrebbe definire di tipo misto, e si
basa in massima parte su un
rilevamento aerofotogrammetrico
opportunamente integrato da una
campagna speditiva di tipo topografico
finalizzata all’acquisizione di tutte le
informazioni non desumibili dai voli e
dalla successiva restituzione. Per
limitare i costi, considerato che il
livello di accuratezza richiesto nell’area
di studio varia in funzione delle
superfici di delimitazione, è stato
progettato un piano di volo a
differenti quote in modo da ridurre al
massimo il numero delle strisciate e
dei fotogrammi, pur consentendo la
restituzione delle coordinate e delle
caratteristiche geometriche degli
elementi d’interesse con livelli
precisione conformi alle prescrizioni
normative. Inoltre, è stata adottata
una metodologia originale, battezzata
“restituzione selettiva”, che ha
consentito di contenere drasticamente
i costi anche nella fase di post
elaborazione dei rilevamenti
aerofotogrammetrici. Tale metodologia
consiste, in sostanza, in una
particolare tecnica operativa che
permette di effettuare la restituzione
geometrica tridimensionale dai
fotogrammi con riferimento esclusivo
agli ostacoli, opportunamente
individuati in funzione della
“foratura” di qualcuna delle superfici
di riferimento.
E’ stata affrontata anche la
problematica relativa alle cosiddette
“zone in ombra”, ovvero quelle aree
in cui si verifica che la morfologia
del terreno sia tale da forare le
superfici di delimitazione costituendo
di per se un ostacolo. In questi casi,
secondo la normativa, si dovrebbe
applicare a tutti gli elementi che
emergono dal terreno una complessa
ed onerosa procedura, basata
essenzialmente su costruzioni
geometriche, per definire
effettivamente quali di essi debbano
effettivamente essere considerati
ostacoli. Grazie alla disponibilità di
una cartografia i cui voli sono stati
realizzati nello stesso periodo in cui è
stata pubblicata l’ultima revisione
della carta ostacoli dell’ENAV (1997),
si è pensato di procedere, sulla base
dei nuovi rilevamenti
aerofotogrammetrici, all’aggiornamento
della cartografia esistente in modo da
applicare solo ai nuovi elementi le
procedure necessarie, riducendo, anche
in questo caso, l’onere delle
elaborazioni.
Struttura dati e funzionalità
specifiche del SIT
L’implementazione della struttura
dati ed il caricamento delle
informazioni acquisite e/o elaborate si
è svolta nell’ambito delle funzionalità
del pacchetto ESRI ArcView® 9.0
dotato di estensione 3D Analyst.
A partire dalle fonti cartografiche
disponibili o appositamente prodotte
sono stati creati tutti gli elementi di
maggior interesse per le finalità
GEOmedia 5 2005 9
FOCUS
preposte dando luogo a numerosi
tematismi vettoriali (feature class)
basati su geometrie tridimensionali
puntuali, lineari o poligonali. Tutti i
tematismi sono stati forniti, con eguali
caratteristiche, in due differenti
formati: personal geodatabase (MDB),
riconoscendo in esso un formato dati
moderno ed aggregato che può godere
di una maggiore fruibilità della
componente informativa del SIT anche
all’interno di altri ambienti software
(ad esempio Microsoft Access), e
shapefile (SHP), che ha il vantaggio di
essere universalmente utilizzabile e
dunque facilmente condivisibile,
essendo uno dei formati più diffusi
per i dati GIS.
Sono state elaborate numerose
feature class tridimensionali relative
alle superfici di delimitazione e alle
caratteristiche geometriche e
infrastrutturali dell’impianto
aeroportuale (AS, TOCS, TS, CS, IHS,
OHS, circling area, asse, fine e soglia
pista, runaway strip) sulle quali, per
necessità di sintesi, si preferisce non
entrare nel merito.
Per quanto riguarda gli ostacoli
sono state predisposte due distinte
feature class caratterizzate dallo stesso
database associato ma da differenti
entità geometriche di riferimento. In
particolare, si è adottata per tutti gli
ostacoli (edifici, pali, tralicci, antenne,
alberi, ecc.) una unica feature class
Figura 1 – Rappresentazione tridimensionale delle superfici di delimitazione e degli
ostacoli alla navigazione aerea con simbologia 3D su modello digitale del terreno (TIN)
Figura 2 – Rappresentazione tridimensionale delle superfici di delimitazione e degli
ostacoli alla navigazione aerea con simbologia ad estrusione geometrica (in rosso)
sulla base di un mosaico di ortofoto applicate al modello digitale del terreno (TIN)
puntuale, con il punto disposto nel
baricentro planimetrico dell’elemento;
parallelamente a quest’ultima ed
esclusivamente per gli ostacoli con
ingombro planimetrico rilevante
(generalmente edifici) è stata realizzata
anche una feature class di tipo
poligonale.
E’ stata particolarmente curata
anche la rappresentazione
tridimensionale di tutte le feature class
prodotte, facendo uso, in ambiente
ArcScene, di differenti tecniche di
visualizzazione. Si è fatto ampio
impiego delle nuove simbologie 3D
(fig.1), che garantiscono una
rappresentazione qualitativa di effetto,
estremamente intuitiva e di immediata
fruibilità. Per effettuare le necessarie
verifiche tridimensionali degli ostacoli
(noti e potenziali) rispetto alle
superfici didelimitazione, si è preferito
invece adottare una rappresentazione
più semplice, basata sull’estrusione
geometrica del punto della feature
class (georeferenziato nello spazio in
corrispondenza del piede dell’elemento)
di una quantità metricamente pari
all’elevazione da terra dello stesso
(fig.2). Questo tipo di
rappresentazione, in un intuitivo
ambiente di navigazione spaziale 3D,
consente con estrema semplicità di
verificare per un qualsiasi elemento
territoriale l’effettiva correttezza
(ovvero la necessità) della
classificazione come “ostacolo” e di
valutare eventualmente l’entità
dell’infrazione dal punto di vista
metrico.
Il data base sviluppato si articola su
numerosi campi informativi che
descrivono ogni ostacolo: dimensioni
planimetriche ed altimetriche (quota
assoluta, elevazione dal terreno),
descrizione, tipologia, località,
indirizzo, anagrafica del responsabile,
coordinate geografiche e cartografiche
nel sistema di riferimento Gauss
Boaga e WGS84, presenza e stato di
efficienza di sistemi di segnalazione
notturni e diurni, livello di accuratezza
metrica nel posizionamento, superficie
di delimitazione forata ed entità
dell’infrazione, data dell’ultimo
monitoraggio e dell’ultimo intervento
di manutenzione, ubicazione in circling
area e/o in zona d’ombra, fotografie
digitali dell’ostacolo richiamabili anche
direttamente dalla mappa mediante
hyperlink. E’ stata sviluppata anche
una apposita maschera di inserimento,
visualizzazione e gestione dei dati
degli ostacoli riportata nella figura 3.
10 GEOmedia 5 2005
FOCUS
Conclusioni
Nel lavoro si presenta una
metodologia ad alto rendimento
finalizzata al rilevamento, alla gestione
ed alla rappresentazione
tridimensionale di tutti gli elementi
che possano costituire un ostacolo alla
navigazione aerea di un area
aeroportuale, intendendo per ostacoli,
nel caso in specie, tutti gli oggetti
territoriali che forino particolari
specifiche superfici destinate a
proteggere gli aeromobili in volo. E’
stata utilizzata una originale
metodologia di rilevamento mista,
basata su aerofotogrammetria ed
acquisizioni topografiche, che ha
consentito una notevole riduzione dei
costi, nel pieno rispetto delle
prescrizioni normative per quanto
attiene l’accuratezza plano-altimetrica
Bibliografia
del posizionamento.
La metodologia è stata applicata con
successo su una delle più importanti
aree aeroportuali italiane (gli impianti
di Catania – Fontanarossa) ed il
risultato è un sistema informativo
geografico, realizzato in ambiente
ESRI ArcGIS v.9 e sviluppato in base
alle più recenti potenzialità dell’analisi
tridimensionale, che rappresenta per il
gestore un utile strumento di controllo
oltre che un significativo riferimento
da fornire agli enti nazionali
competenti in materia. In tal senso si
sottolinea che la metodologia ha
consentito sia il monitoraggio degli
ostacoli già noti in base alle carte
ENAV, sia l’individuazione di nuovi
potenziali ostacoli. Sembra infine utile
evidenziare che le metodologie e le
tecniche utilizzate hanno una valenza
assolutamente generalizzabile.
Combrita F., Condorelli A., Guarrera G., “Rilevamento e rappresentazione in un GIS 3D degli
ostacoli alla navigazione aerea” – VIII Conferenza Italiana Utenti ESRI, Roma, Aprile 2005
ENAC - Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli Aeroporti, Ed.2.2003
ENAV - Manuale AIS, Servizio Informazioni Aeronautiche, Emendamento 1.2004
D. Lgs. 09/05/2005, n. 96 – “Revisione della parte aeronautica del codice della navigazione, a
norma dell’articolo 2 della legge 9 novembre 2004, n. 265” - Gazzetta Ufficiale n. 131 del 8 giugno
2005 - Supplemento Ordinario n. 106
L. 09/11/2004 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 settembre 2004, n.
237, recante interventi urgenti nel settore dell’aviazione civile. Delega al Governo per l’emanazione
di disposizioni correttive ed integrative del codice della navigazione” - Gazzetta Ufficiale n. 264 del
10 novembre 2004
ICAO - Annex 14, vol. I, 4^ ed., july 2004, ICAO - Annex 15, 12^ ed., july 2004
Figura 3 – Maschera d’inserimento,
visualizzazione ed inserimento dati
Autore
DOTT. ING. ANTONIO CONDORELLI
Dipartimento di Ingegneria Civile e
Ambientale, Università di Catania
tel. 095 7382225
email acondor@dica.unict.it
DOTT. ING. FILIPPO COLOMBRITA
GisDesign S.r.l.
tel. 095 481435
email info@gisdesign.it
DOTT. ING. GIANCARLO GUARRERA
Società Aeroporto Catania S.p.A.
tel. 095 7239404
email g.guarrera@aeroporto.catania.it
MERCATO
Stardust torna a casa
Il 15 gennaio scorso (11:11 di domenica in Italia) si è concluso, in
un poligono militare nello Utah, il viaggio della sonda Stardust
che, partita nel febbraio 1999, ha percorso circa 4 miliardi di
chilometri nel tentativo di raccogliere materiale cosmico
direttamente dalla scia di una cometa. La sonda ha anche catturato
preziose molecole di polvere provenienti da stelle distanti,
probabilmente rilasciata dall’esplosione di qualche supernova quasi
10 milioni di anni fa. E’ la prima volta che riesce una impresa del
genere e l’importanza dei dati che scaturiranno dall’analisi della
polvere cosmica, più antica della nostra stessa galassia, potrebbero
Un tecnico mostra la speciale “paletta” usata da Stardust per
raccogliere il materiale cosmico
essere fondamentali nel chiarire alcuni degli interrogativi fondamentali sull’origine della vita e dell’Universo. L’obiettivo
principale, il contatto con la cometa Wild-2 è avvenuto nel gennaio 2004 quando Stardust, passando azzardatamente ad
una distanza di 240 km dalla cometa è riuscita a raccogliere, grazie ad una speciale “paletta” formata da 132 celle piene
di uno speciale e costosissimo aerogel, il prezioso materiale cometario. Il rischio principale per la sonda era quello di essere
colpita, a forte velocità, da rocce o frammenti della cometa che avrebbero potuto intaccare le funzionalità di Stardust;
ruotando su se stessa e presentando in questo modo alla Wild-2 una faccia coperta da una apposito scudo, la sonda, ma
soprattutto i tecnici, sono riusciti ad evitare danneggiamenti in fase di raccolta del materiale. Il rientro di Stardust si è
svolto nel migliore dei modi tra l’entusiasmo dei tecnici che seguivano l’evento dal Centro Controllo Missione di Pasadena;
la capsula si è presentata ai radar immediatamente prima del rientro nell’atmosfera ad una velocità di 49.000 km/h e ad
una temperatura dello scudo termico di 2704°C. A 50.000 m di quota è entrato in funzione il primo paracadute e, a 10.000
m il secondo; Stardust si è poggiata al suolo senza incontrare particolari problemi, è stata raccolta ed ora il materiale
rilasciato dalla cometa Wild-2 è a disposizione degli scienziati. E’ proprio l’aspetto legato alla particolarità dell’analisi delle
2.000 particelle imprigionate all’interno dell’aerogel che fa fremere gli astronomi e gli appassionati di tutto il mondo: i
ricercatori del progetto intitolato Stardust@home, promosso dall’Università della California (Berkeley), infatti, hanno
esteso agli utenti della rete la possibilità di partecipare alla ricerca dei piccoli granelli di polvere stellare. Gli scienziati
puntano a creare una sorta di rete neurale in cui ogni computer di ogni singolo utente opera per uno stesso scopo. Se trovare
i residui della scia della cometa non dovrebbe essere un grosso problema, ciò non sembra essere così invece per la polvere
stellare; i ricercatori hanno così creato un “microscopio virtuale” che permetterà a chiunque possieda una connessione ad
Internet di esaminare una tra le più di 1,5 milioni di immagini dell’aerogel di Stardust alla ricerca di tracce appartenenti
alla polvere stellare. Appena 20 o 30 anni fa sarebbe stato necessario arruolare un piccolo esercito di persone al lavoro sui
microscopi per fare una cosa del genere; oggi grazie alla rete tutto sembra essere più facile. Il microscopio virtuale sarà già
disponibile a metà marzo ancor prima che la scansione di tutto l’aerogel sia stata completata. L’affidabilità di ogni “tester”
che parteciperà al progetto sarà assicurata tramite il passaggio di una sorta di esame.
http://stardust.jpl.nasa.gov
http://stardustathome.ssl.berkeley.edu
(Fonte: Redazionale)
Autodesk completa l’acquisizione di Alias
Autodesk, Inc. ha annunciato di aver completato l’acquisizione della società Alias per 197 milioni di dollari. Il 4 ottobre
2005, Autodesk aveva annunciato il raggiungimento di un accordo definitivo per l’acquisizione di Alias azienda leader
nello sviluppo di tecnologie per la grafica 3D, ed oggi tutto il lavoro svolto nei precedenti paesi trova compimento.
L’acquisizione espande la leadership di Autodesk nel software 3D per il settore dell’industria manifatturiera, dei media e
dell’intrattenimento. I clienti Alias del settore automobilistico e della progettazione annoverano nomi quali BMW, Boeing,
General Motors, Mattel, Honda, Renault e Rollerblade. I clienti invece del settore media e intrattenimento includono alcuni
tra i più importanti studi cinematografici e sviluppatori di videogiochi, quali Industrial Light & Magic, DreamWorks SKG,
Weta Digital, Sony Pictures Imageworks, Electronic Arts, Midway Games, Nintendo e SEGA. Molte di queste società già
utilizzano sia prodotti Autodesk che Alias, e grazie a questa acquisizione sarà ora possibile offrire loro una gamma di
soluzioni più completa. I prodotti, la tecnologia e i servizi Alias saranno integrati nelle divisioni Manufacturing Solutions
e Media & Entertainment e nell’organizzazione Consulting di Autodesk. Alias StudioTools, il software per la progettazione
che genera modelli 3D da sketch bidimensionali, aggiunge nuove capacità di progettazione e di visualizzazione alle
soluzioni specifiche per il settore manufatturiero di Autodesk. L’acquisizione potenzia anche il portafoglio per il mercato
del media e intrattenimento di Autodesk con software quali Maya di Alias, applicazione vincitrice del premio Oscar, Alias
MotionBuilder, software di animazione 3D e Alias FBX, un formato molto diffuso per lo scambio e l’uso di contenuti 3D.
www.autodesk.it
(Fonte: Redazionale)
12 GEOmedia 5 2005
MERCATO
Una rete di stazioni permanenti per il Friuli Venezia Giulia
Da qualche giorno, all’interno delle attività del COFIN 2004, l’unità di
Brescia (Maternini-Vassena) ha attivato una rete test di stazioni
permanenti che coprono l’intero territorio della Regione Friuli Venezia
Giulia. Tale rete temporanea, che collega tutte le 5 stazioni permanenti della
Regione Friuli Venezia Giulia (Ampezzo, Moggio, Pordenone, Palmanova e
Trieste) impiega il software Trimble GPSNet. Viene fornita la correzione
differenziale RTK - VRS nei protocolli VRS-CMR+ e VRS-RTCM 2.3.
Contemporaneamente è attivo un secondo test, che vede collegate alcune
stazioni pemanenti posizionate a: Concorezzo, Pavullo (Bologna), Trieste e
Ampesso. Tale rete di stazioni permanenti viene ugualmente gestita dal
software Trimble GPSNet. Il test ha come intenzione quella di verificare le
accuratezze della correzione DGPS per applicazioni GIS all’interno di un
quadrilatero di stazioni permanenti, caratterizzate da una distanza relativa
superiore ai 180 Km e con basi distanti fino a 284 Km. Il protocollo in questo
caso è RTCM2.3. Chiunque volesse collaborare alle operazioni di test può
contattare il gruppo di Topografia dell’Università degli Studi di Brescia.
www.rilevamento.it E-mail: vassena@ing.unibs.it (Fonte: Redazionale)
Presentazione del corso “Missioni umane nello spazio”
Si è svolta il 20 gennaio a Roma, nella cornice di Palazzo Valentini, la presentazione del corso
“Missioni umane nello spazio”, che sarà tenuto dall’astronauta Roberto Vittori. Presentare questo
corso è servito a confermare la “Scuola di Ingegneria Aerospaziale” dell’Università “La Sapienza” di
Roma come fulcro di una rete per l’innovazione tecnologica nel Lazio ed in Italia. La seduta ha visto
intrecciarsi temi importanti quali l’arrivo di Galileo e le possibilità che esso apre per le nostre
industrie, non tralasciando l’aspetto formativo dei giovani che intendono affacciarsi su questo mondo
che, fino a qualche tempo fa, sembrava appartenere più alla cinematografia che alla vita reale. C’è
stato spazio per una veloce corsa tra le tappe fondamentali della Scuola che, celebrando il suo
ottantesimo anno di vita, si affaccia sullo scenario internazionale con rinnovato vigore. La Scuola,
proiettandosi verso il futuro, ha in cantiere diversi progetti a partire proprio dall’attivazione di un
Corso di Laurea in Astronautica. E’ grazie alla Scuola di Ingegneria Aerospaziale, come afferma Vittori, che “…l’Italia è riuscita
ad essere, col San Marco, la terza nazione al mondo a lanciare un satellite nello spazio…” ed è sempre grazie ad essa e, si spera,
con un sostegno degno dell’importanza della questione, che si intende creare a Pratica di Mare, nei pressi di Roma, un centro di
addestramento per astronauti. All’interno di questo contesto, grande importanza è stata assegnata alla funzione dell’Università,
vera fucina delle “idee che saranno la spina dorsale degli investimenti del futuro”.
Per informazioni: carlo.disabatino@uniroma1.it
(Fonte: Redazionale)
MERCATO
Galileo GPS News
Galileo GPS News
2004 2006 2008 2011
VALIDAZIONE LANCIO SATELLITI OPERATIVITA’
Mesi all’operatività
di Galileo
La strada di Galileo passa per Giove
Giove-A è il nome del satellite dimostrativo lanciato da Baikonur il 28 Dicembre
scorso dando così inizio alla Fase di Validazione Orbitale del programma Galileo, il
sistema di navigazione satellitare globale che l’Agenzia Spaziale Europea e la
Commissione Europea stanno realizzando.
Il lancio è stato seguito da una rapida fase di “commissionamento” del satellite
seguita dall’attivazione, il 12 Gennaio, del carico utile di navigazione e dall’emissione
dei primi segnali Galileo dallo spazio.
Lanciato il primo satellite Giove-A
Giove-A non è il primo satellite della
futura costellazione Galileo. E neanche il
secondo satellite lo sarà. Noti anche
come GSTB (Galileo System Test Bed)
questi satelliti fanno parte della fase di
validazione che ha l’obiettivo di
collaudare gli aspetti innovativi del
sistema Galileo e di provare gli elementi
tecnologici chiave che verranno usati nei
30 satelliti della costellazione operativa.
Non per questo meno importanti, i
satelliti GSTB saranno il punto focale di
un’intensa attività di sperimentazione e
misura volta a dimostrare il
raggiungimento di innumerevoli requisiti
di progetto i quali comprendono anche la
messa in opera di una complessa rete di
stazioni a terra per il controllo ed il
monitoraggio della costellazione.
La fase di Validazione In Orbita (IOV)
è indispensabile per poter iniziare la
produzione in serie dei satelliti operativi
e dare così il via alla messa in opera
della costellazione. A Giove-A seguirà
Giove-B (più complesso) e la fase
terminerà con il lancio dei primi 4
satelliti operativi per una verifica finale
dell’intera infrastruttura. Alla IOV seguirà
il lancio di tutti i rimanenti satelliti della
costellazione fino al raggiungimento della
cosiddetta Full Operational Capability,
Parimenti al GPS, Galileo sarà
probabilmente utilizzabile prima del
raggiungimento della FOC.
Obiettivi della missione
La missione di Giove-A assolve tre
obiettivi primari:
generare il segnale Galileo dallo spazio
(il segnale che ricevuto a terra
permetterà ai ricevitori di calcolare
linee di posizione per determinare le
coordinate di un utente)
verificare le caratteristiche
dell’ambiente spaziale (soprattutto in
termini di radiazioni) alla quota
prescelta, 23000 Km, per i satelliti
della costellazione
assicurare una presenza attiva nelle
bande assegnate al servizio Galileo (per
non correre il rischio che le bande
siano ri-allocate ad altri utenti per
mancato utilizzo)
Giove A reca a bordo due riferimenti
temporali al rubidio (con una stabilità di
10 nanosecondi/giorno) e due generatori
del segnale Galileo, uno dei quali
costruito dalla Alcatel Alenia Spazio di
Milano (già Laben). Il satellite è stato
realizzato dalla SSTL (Surrey Satellite
Technology Limited), una piccola azienda,
se comparata ai colossi europei,
specializzata in satelliti fino 500 Kg di
peso (micro e minisatelliti). SSTL ha
completato il progetto e realizzazione del
satellite in meno di 2 anni e mezzo e ne
gestisce le operazioni. La partecipazione
di SSTL al programma ESA è
un’importante apertura verso il settore
delle PMI operanti nello spazio.
Il secondo satellite GSTB, Giove-B, è
già stato progettato da Galileo Industries
(la compagine industriale che realizzerà
l’intero sistema) ed è in fase di
integrazione negli stabilimenti Alcatel
Alenia Spazio di Roma.
Conclusione
Il successo di Giove-A è di buon
auspicio per la complessa serie di
attività che sono iniziate e che
dureranno almeno fino a tutto il 2008.
Inizia ora un crescendo di eventi che
culmineranno nel 2011 con il
raggiungimento dell’operatività
mondiale di Galileo. Il futuro della
navigazione europea è ora un
traguardo raggiungibile.
Riferimenti
http://www.esa.int/esaNA/index.html
http://www.sstl.co.uk/index.php?loc=111
http://europa.eu.int/comm/dgs/energy_t
ransport/galileo/index_en.htm
Giove-A in orbita. Credits: ESA
Giove-A pronto al lancio sulla sommità del
vettore Soyuz a Baikonour. Credits: ESA
Giove-A durante l’ispezione in camera
pulita prima dell’integrazione sul vettore
a Baikonour. Credits: ESA
Giove-A integrato al modulo propulsivo
Fregat, prima dell’assemblaggio sul vettore.
Credits: ESA
14 GEOmedia 5 2005
MERCATO
E’ entrato in vigore il Codice dell’Amministrazione digitale
Il Codice è stato redatto in
collaborazione con le
amministrazioni statali interessate e con
le Regioni e le autonomie locali, con il
contributo di esperti del mondo
universitario, imprenditoriale, organi
professionali e associazioni di categoria.
Il Codice dell’Amministrazione Digitale
pone le condizioni normative per
realizzare una Amministrazione pubblica
che sia più efficiente, elimini gli sprechi
e costi meno, offrendo a cittadini ed
imprese il diritto di interagire sempre,
ovunque e verso qualunque
Amministrazione attraverso la Rete e,
nello stesso tempo, obbliga tutte le
Amministrazioni a rendere disponibili on
line tutte le informazioni. I principali
vantaggi introdotti dal Codice
apporteranno un risparmio notevole per i
cittadini e le imprese; la P.A. digitale
azzererà il numero dei certificati
attraverso la trasmissione telematica dei
documenti tra amministrazioni e la
condivisone dei database. L’uso della
posta elettronica, poi, favorisce secondo
alcuni calcoli il risparmio di 18 euro per
ogni e-mail rispetto alla gestione di un
messaggio di posta, tradizionale fisico. Il
Codice, riconoscendo piena validità
giuridica alle comunicazioni per via
telematica, pone le basi per un
incremento del loro numero e,
soprattutto, per una sostituzione quasi
totale della vecchia trasmissione
cartacea. Con il Codice tutti gli atti, i
dati, i documenti, le scritture contabili e
la corrispondenza prodotti o riprodotti in
maniera digitale, secondo le regole che
garantiscono la conformità agli originali,
avranno la stessa validità giuridica di
documenti cartacei e devono essere
conservati in archivi informatici, grazie
ai quali si riducono tempi e costi di
ricerca dei documenti, ma anche quelli di
gestione e manutenzione degli archivi;
questo favorirà processi più veloci,
risparmi di spesa per le amministrazioni
ed un enorme recupero di spazi. Sarà poi
possibile, grazie al Codice, svolgere
conferenze dei servizi tra
amministrazioni distanti tra loro on-line,
con notevole risparmio di denaro e
maggiore velocità. Sarà istituita una
Banca del Riuso delle tecnologie, una
banca-dati dei programmi informatici
riutilizzabili, un elenco di programmi
applicativi di proprietà pubblica presso il
CNIPA. Questo elimina i tempi del
progetto e aiuta anche le
amministrazioni con minore capacità di
spesa ad acquisire tecnologie innovative,
facilitando il processo di erogazione di
servizi avanzati a cittadini e imprese. Gli
sportelli unici per le attività produttive
diventeranno telematici: per ottenere una
maggiore efficienza e per risparmiare
risorse, il Codice prescrive forme di
coordinamento tra le varie
amministrazioni interessate che permetta
alle imprese di trovare ovunque una
procedura omogenea.
Allo stesso tempo si sta realizzando
anche l’”Autostrada Digitale del Sole”,
ossia la più grande infrastruttura
telematica pubblica mai realizzata nel
nostro Paese; essa collegherà tutte la
Pubbliche Amministrazioni centrali e
locali che, dialogando e condividono tra
loro i dati e le informazioni, solleveranno
cittadini ed imprese da inutili
“pellegrinaggi” burocratici fornendo loro
servizi integrati, con punti di accesso
unici.
(Fonte: Redazionale)
FOCUS
La rappresentazione
geologica
tridimensionale
Un nuovo strumento per la
gestione dei dati territoriali
Le diverse esperienze
Nell’ambito della modellizzazione 3D
vengono di seguito illustrate alcune
delle attività sino ad ora sviluppate dal
Servizio Geologico d’Italia.
Modello geologico 3D di un
settore dell’area urbana di Firenze
Grazie alle informazioni di natura
geologico–tecnica raccolte da Italferr
per la progettazione della stazione
ferroviaria sotterranea della città di
Firenze e l’integrazione con i dati
utilizzati per la costruzione di una
nuova linea tramviaria, si sono rese
disponibili, in un‘area centrale della
città di Firenze, un gran numero di
stratigrafie di sondaggi. La grande
disponibilità di dati nel centro urbano
ha reso la città di Firenze zona ideale
per la definizione di una metodologia
per la costruzione di modelli 3D in
aree urbane.
Per poter procedere alla elaborazione
di M. Pantaloni, C. D’Ambrogi
tridimensionale dei dati disponibili è
stato necessario codificare, secondo uno
schema che mantenesse un elevato
livello descrittivo, i principali caratteri
geolitologici (litologia, presenza di
ghiaie, composizione dei clasti, matrice,
colore, resti vegetali) dei corpi
sedimentari così come descritti nelle
stratigrafie dei sondaggi (figura 1).
Il software di modellizzazione
geologica 3D impiegato consente di
utilizzare più tipologie di dati (puntuali
e lineari) con diversa distribuzione
areale e di scegliere, di volta in volta,
l’algoritmo di interpolazione migliore.
Le superfici ricostruite impiegando
differenti algoritmi vengono quindi
confrontate al fine di valutare quale tra
queste risulti più attendibile e
congruente con la situazione geologica
al contorno.
Come primo passo verso la
costruzione del modello 3D sono state
interpolate le principali superfici limite,
caratterizzate da maggiore continuità
Figura 1 –
Rappresentazion
e della
stratigrafia dei
sondaggi:
ciascun tipo
litologico è
rappresentato
da cerchi di
colore diverso in
funzione della
granulometria;
la presenza di
resti vegetali è
indicata da
quadrati rossi
Il recente sviluppo di software per
la modellizzazione geologica in 2
e 3 dimensioni costituisce per il
geologo un valido ausilio nell’interpretazione
e nella comprensione
delle strutture profonde e delle
dinamiche crostali (SLAT et alii,
1996; DE DONATIS, 2001).
Uno dei principali obiettivi del
geologo è, infatti, quello di
comprendere la geometria delle
strutture in profondità e i rapporti
spaziali tra le varie unità
stratigrafiche e tettoniche in tre
dimensioni.
Questo obiettivo viene
generalmente perseguito tramite
l’interpretazione di dati geologici e
geofisici rappresentati in una e
due dimensioni (log di sondaggi,
colonne stratigrafiche, sezioni
sismiche a riflessione, sezioni
geologiche, carte strutturali) e
l’applicazione di tecniche di analisi
strutturale (cartografia delle linee
di cut-off, delle branch lines,
retrodeformazione e bilanciamento
di sezioni geologiche).
L’utilizzo di modelli informatizzati,
che consentono di rappresentare
anche la terza dimensione,
permette, rispetto alle metodologie
di rappresentazione tradizionali, di
integrare agevolmente dati di
diversa natura (sezioni geologiche,
linee sismiche, log di pozzi e
geometrie dei corpi rocciosi) e di
ottenere, come risultato, una
rappresentazione più completa e
coerente della realtà. I modelli
geologici informatizzati sono quindi
in grado di rispondere ad una
crescente domanda di innovazione
nella gestione dei dati territoriali
ed ambientali.
Il Servizio Geologico d’Italia (APAT
– Dipartimento difesa del suolo)
da alcuni anni sta sperimentando
l’applicazione di uno specifico
software (3DMove, prodotto e
commercializzato dalla Midland
Valley Ltd.) nel campo della
modellizzazione e della
rappresentazione 3D di corpi
geologici a differente grado di
complessità.
16 GEOmedia 5 2005
spaziale, quindi le superfici limite di
corpi lenticolari e discontinui.
Partendo da questo insieme di
superfici, e approfondendo il grado di
dettaglio, è stato possibile creare
geometrie 3D di corpi geologici anche
molto limitati nello spazio, come le
piccole lenti ghiaiose entro i depositi
alluvionali limoso-argillosi (figura 2).
Tale metodologia, che permette la
costruzione di modelli geologici il cui
grado di dettaglio è funzione dei
vincoli forniti dai dati di superficie e
sottosuolo disponibili, se applicata ad
aree interessate dalla realizzazione di
opere in sotterraneo, consente di
fornire precisi dati di input per modelli
di calcolo tridimensionali, impiegati
nell’analisi della variazione dello stato
tenso-deformativo al contorno dello
scavo. È inoltre possibile, quantificando
il volume dei diversi materiali coinvolti,
valutare il possibile impiego di tali
materiali nella realizzazione dell’opera.
Figura 2 – Modello
geologico 3D
ottenuto costruendo
superfici che
interpolano i limiti
litologici segnalati
nei sondaggi; in blu
è rappresentata la
base dei depositi
antropici, in verde
quella dei limi e
delle argille, in ocra
quella delle sabbie,
in viola quella di
ghiaie e ciottoli, in
marrone il tetto del
substrato prepliocenico.
Si
riconoscono canali
ghiaiosi entro i
depositi limosi
Modello 3D a fini idrogeologici:
l’area dei monti Cimini
La zona d’indagine di questo lavoro,
localizzata nel Lazio settentrionale,
copre un areale di circa 370 km 2 .
Il substrato sedimentario è presente
in affioramenti isolati nella zona
orientale e nella parte SW, limitrofa
all’area di studio, mentre la maggior
parte dei litotipi presenti è riferibile a
depositi vulcanici legati all’attività
vicana e cimina (1,35Ma - 90 ka).
L’obiettivo di questa sperimentazione
è stato quello di ricostruire un modello
geologico tridimensionale a fini
idrogeologici, attraverso l’utilizzo di
dati superficiali e di perforazione.
Il software utilizzato per la gestione,
l’elaborazione e la visualizzazione dei
dati nelle tre dimensioni, ha permesso,
tramite un particolare espediente
grafico, una semplificazione della
comprensione del contesto geologico
considerato. In tal senso 3DMove può
Figura 4 – Ricostruzione 3D delle superfici delimitanti i complessi idrogeologici. I cerchi
in diverso colore indicano il differente grado di permeabilità; le sfere sono riferite
all’attributo “complesso idrogeologico” in funzione del tipo di deposito incontrato nella
stratigrafia dei sondaggi
FOCUS
Figura 3 – Vista azimutale dell’area
dei Monti Cimini nella quale sono
riportate le isoipse principali e
l’ubicazione dei sondaggi e la relativa
stratigrafia
esser utilizzato non solo come
elemento di verifica a complemento
delle ipotesi presentate, ma anche
come strumento con una buona
“comunicabilità”, anche in ambiti
diversi da quello strettamente
geologico. La gestione dei dati a
disposizione ha richiesto un intervento
di standardizzazione, eseguito partendo
dall’impostazione degli standard del
British Geological Survey, secondo uno
schema gerarchico del dettaglio
descrittivo e svincolando la
terminologia utilizzata dalle
fenomenologie di messa in posto del
deposito. Il confronto dei dati a
disposizione (figura 3) ha permesso la
costruzione di una serie di superfici
(substrato sedimentario, superficie del
livello statico, ecc.), e l’identificazione
dei complessi idrogeologici delimitanti
volumi di depositi con caratteristiche
di permeabilità confrontabili.
La modellizzazione effettuata ha
consentito di formulare alcune
considerazioni sulle caratteristiche
dell’area di studio, che possono
costituire un punto di partenza per
future elaborazioni. Raffrontando il
livello statico, il limite a flusso nullo e
il substrato, si nota un andamento
simile delle superfici, tranne che in
coincidenza dell’attuale lago di Vico,
dove il substrato si approfondisce
mentre il livello statico si rialza
notevolmente; questa anomalia
associata all’irregolarità di altri valori,
suggerisce una situazione complessa,
che non esclude la probabile presenza
di più di una falda (falde sospese).
Inoltre l’individuazione di diversi
complessi idrogeologici (figura 4),
evidenzia in superficie una zona a più
bassa permeabilità nel settore orientale
rispetto a quello occidentale; questa
osservazione potrebbe essere
particolarmente indicativa qualora
supportata da valori di infiltrazione
efficace diversa tra le due zone.
GEOmedia 5 2005 17
FOCUS
progetto CARG di cartografia geologica
nazionale (AA.VV., 1997) (figura 5). La
scelta dell’area di studio per questo
progetto pilota è stata fatta tenendo
conto sia della disponibilità e qualità
dei dati di campagna e di sottosuolo,
sia della buona conoscenza degli
aspetti geologico-strutturali e
stratigrafici dell’area sviluppata da
parte degli autori.
Il modello è stato costruito in due
distinte fasi:
La prima ha previsto la realizzazione
di un modello geologico di superficie
in 2,5D per il quale sono stati utilizzati
dati topografici (per la creazione del
Modello Digitale del Terreno) e
informazioni ottenute durante la
campagna di rilevamento geologico.
Questo tipo di rappresentazione della
geologia di un’area mette in maggiore
evidenza, rispetto alle tradizionali
carte geologiche, le relazioni esistenti
tra formazioni affioranti, forme del
rilievo topografico e strutture
principali.
Figura 5 – Schema di collegamento tra gli elementi contenuti nella banca dati del progetto
CARG e la loro rappresentazione nei diversi sistemi 2D e 3D. Tutti gli elementi rappresentati
concorrono alla costruzione del modello geologico tridimensionale
Il progetto Fossombrone 3D
Una delle attività di modellizzazione
più complete sviluppate presso il
Servizio Geologico d’Italia è quella
relativa alla modellizzazione in 3D
dell’intero foglio geologico 280
Fossombrone della nuova Carta
Geologica d’Italia alla scala 1:50.000,
portato avanti con l’intento di
sperimentare una procedura applicabile
a vari contesti geologici (DE DONATIS et
alii, 2002).
Scopo di tale lavoro è stato anche
quello di sintetizzare in un modello
geologico in 3D i dati geologici e
geofisici contenuti nel database del
Nella seconda fase del lavoro è stato
costruito un modello geologico
profondo tramite l’integrazione di dati
di sottosuolo, quali i numerosi profili
sismici a riflessione e i log dei
sondaggi profondi che l’ENI –
Divisione Agip ha eseguito durante le
campagne di esplorazione per ricerca
di idrocarburi nell’area, con i dati del
recente rilevamento geologico eseguito
nell’ambito del Programma CARG.
La sintesi dei modelli profondo e di
superficie ha permesso di avere una
rappresentazione esaustiva di questo
settore dell’Appennino settentrionale
(figura 6) e di fare osservazioni ed
Figura 6 – Modello geologico tridimensionale dell’intero foglio
geologico 280 Fossombrone; sul DEM è stata riportata la
geologia di superficie che è stata utilizzata, integrandola con
stratigrafie di sondaggi profondi e linee sismiche, per la
costruzione del modello. In rosso sono rappresentate strutture
tettoniche (faglie, thrust e back-thrust), con diversi colori i
limiti litostratigrafici tra le principali formazioni geologiche
18 GEOmedia 5 2005
FOCUS
analisi di vari aspetti geologicostrutturali
e geomorfologici quali la
caratterizzazione di zone di faglia
attraverso le linee di Allan, l’analisi
della curvatura delle superfici piegate e
l’analisi della cilindricità delle strutture
(BORRACCINI et alii, 2004).
Conclusioni
Le sperimentazioni condotte in
contesti geologici caratterizzati da un
differente grado di complessità
geologico-strutturale e da diversa
disponibilità di dati, hanno consentito di
riconoscere la potenzialità della
modellizzazione 3D ai fini di una
migliore e più ampia comprensione e
diffusione dei dati geologici; inoltre i
modelli geologici ottenuti mostrano come
l’integrazione tra dati nelle 3 dimensioni
costituisca il primo passo verso un vero
approccio integrato (stratigrafico,
strutturale ed applicativo) ai problemi di
natura geologica, rendendo la
modellizzazione 3D uno strumento,
moderno ed efficace, per la gestione dei
Autori
dati territoriali ed ambientali.
L’utilizzo delle tecnologie
informatiche di ricostruzione
tridimensionale, migliorando il
contenuto informativo della cartografia
tradizionale, ne permette infatti una
più facile e immediata fruizione da
parte degli utenti chiamati alla
pianificazione e gestione territoriale
(es. Regioni, Autorità di Bacino, ecc.).
Guardando al futuro, la successiva
necessità può essere rappresentata
dalla creazione e dal rafforzamento di
una rete di competenze scientificoprofessionali
diffuse sull’intero
territorio, sia in ambito pubblico che
di impresa.
Ringraziamenti
Si ringraziano, per il contributo
fornito alle diverse fasi del progetto:
Renato Ventura, esperto informatico
del Servizio Geologico d’Italia; il prof.
Mauro De Donatis ed il dott.
Francesco Borraccini dell’Università di
Urbino; la dott.ssa Laura Fantozzi.
DOTT. MARCO PANTALONI marco.pantaloni@apat.it
APAT Dipartimento difesa del suolo – Servizio Geologico d’Italia
DOTT.SSA CHIARA D’AMBROGI chiara.dambrogi@apat.it
APAT Dipartimento difesa del suolo – Servizio Geologico d’Italia
Bibliografia
AA.VV. (1997) – Carta geologica
d’Italia 1:50.000 – Banca dati geologici
– Linee guida per l’informatizzazione e
l’allestimento per la stampa della
banca dati. Quaderni del Servizio
Geologico Nazionale, Serie III, n° 6.
BORRACCINI F., DE DONATIS M.,
D’AMBROGI C. & PANTALONI M. (2004) -
Il Foglio 280 – Fossombrone 3D: un
progetto pilota per la cartografia
geologica nazionale alla scala 1:50.000
in tre dimensioni. Boll. Soc. Geol. It.,
122: 319-331.
DE DONATIS M. (2001) - Threedimensional
visualisation of the
Neogene structures of an external sector
of the northern Apennines, Italy. AAPG
Bulletin, 95/3: 419-431.
DE DONATIS M., JONES S., PANTALONI
M., BONORA M., BORRACCINI F. &
D’AMBROGI C. (2002) - A National
Project on Three-Dimensional Geology
of Italy: Sheet 280 - Fossombrone in
3D. Episodes, 25/1: 29-32.
SLATT R.M., THOMASSON M.R., ROMIG
P.R., PATERNACK E.S., BOULANGER A.,
ANDERSON R.N. & NELSON H.R. (1996)
– Visualization technology for the Oil
and Gas Industry: Today and
Tomorrow. AAPG Bulletin, 80/4: 453-
459.
FOCUS
Database
topografici a
rappresentazione
multipla
di F. Bartoli
Principi dei
Database multiscala
Un MRDB può essere inteso nella
doppia accezione di database a
rappresentazione/risoluzione multipla;
nella realtà può essere descritto come
un database spaziale usato per
archiviare scenari del mondo reale a
differenti livelli di precisione,
accuratezza e risoluzione. Questa
peculiarità può consolidare differenti
rappresentazioni geografiche, differenti
applicazioni, così quanto differenti
risoluzioni. Queste comportano
differenze sugli oggetti riguardanti per
esempio la semantica e la geometria;
anche la rappresentazione grafica può
essere tenuta in conto comportando
molteplicità geometriche semantiche e
grafiche. Le due principali
caratteristiche presenti nel concetto di
MRDB sono:
1 I differenti livelli di dettaglio (LdD)
sono archiviati in un database
2 Gli oggetti nei differenti livelli di
dettaglio sono collegati
La prima può essere comparata a ciò
che esiste presso agenzie nazionali quali
Figura 1 - Link
tra differenti
Livelli di
Dettaglio
IGM, Catasto, Amministrazioni, etc:
queste mappe esistono già alle differenti
scale implicitamente collegate da
geometrie comuni. Nel secondo caso,
invece, gli oggetti sono esplicitamente
collegati l’uno con l’altro ed ognuno
conosce il proprio corrispondente
nell’altra rappresentazione.
Possiamo supporre che tale
rappresentazione comporti un certo
numero di vantaggi nella definizione di
un eventuale campo applicativo.
Innanzitutto oltre a permettere una
rappresentazione cartografica alle
diverse scale la peculiarità di collegare
gli oggetti geografici tra di loro
permette di effettuare anche analisi
spaziali e raffronti sulle informazioni
contenute negli oggetti collegati. Inoltre
è possibile propagare eventuali
aggiornamenti: l’informazione che dovrà
essere aggiornata è quella al LdD
maggiore in maniera tale che i
collegamenti possano propagarla alle
altre scale. Nella progettazione di un
MRDB si dovranno considerare due
aspetti:
I collegamenti tra insiemi di dati
esistenti alle diverse scale tramite
procedure di “matching”
La creazionedi nuovi insiemi da quelli
Un fattore importante nella gestione
del dato geospaziale risulta la
possibilità di effettuare
rappresentazioni cartografiche alle
diverse scale generalizzando il
profilo geometrico di partenza in
base a quello di destinazione. Nella
soluzione proposta vedremo
un’esempio di passaggio dalla scala
1:2000 alla 1:10000.
Poiché il processo di
generalizzazione della geometria ed
in generale del dato geospaziale è
spesso arduo da definire
analiticamente si preferisce optare
per la combinazione dei concetti di
generalizzazione in tempo reale e
Database a
Rappresentazione/Risoluzione
multipla (MRDB). Questi tipi di DB
memorizzano differenti livelli di
dettaglio (LdD) di identici oggetti
nella realtà geografica
circostanziale. La generalizzazione
real-time può essere efficientemente
effettuata in un range di scala
limitato e comporta operazioni di
minore complessità che possono
essere completamente
automatizzate. Un modo di aggirare
il problema della perdita nella bontà
delle routine di generalizzazione è
fornito dall’uso degli MRDB.
In special modo l’uso di MRDB
connesso con quello delle
interfacce OGC Web Feature
Service (WFS) può essere un’ottima
soluzione per legittimare i requisiti
richiesti da una rappresentazione
cartografica multiscala
interoperabile.
esistenti che formano nuovi layer nel
database. Riguardo al primo aspetto
possono essere previsti tre passi:
1 Corrispondenza nelle astrazioni: Gli
schemi previsti nel database traslano
scenari geografici in istanze astratte
del DB; l’integrazione di tali astrazioni
richiede dei metodi per l’integrazione
degli schemi a livello semantico.
2 Corrispondenza tra gli oggetti di
differenti rappresentazioni: sono
richiesti i modelli dei dati per
descrivere i collegamenti tra oggetti
corrispondenti alle diverse
rappresentazioni.
3 Definire il processo di “matching” tra
oggetti: per identificare oggetti
corrispondenti ed istanziare il
collegamento devono essere cercati
due insiemi di dati geospaziali
contenenti oggetti che rappresentano
lo stesso oggetto geografico.
20 GEOmedia 5 2005
FOCUS
Progettazione di un MRDB
L’approccio al MRDB proposto è
basato sull’uso dei Federated Database
System, prevedendo la presenza di
molteplici database che dovrebbero
interagire per fornire un servizio
globale.
Secondo lo schema architetturale
logico proposto possono essere adottate
due soluzioni differenti rispetto all’uso
previsto del Federation Layer. In un
caso questo prevede un’interfaccia
globale verso differenti MRDB
distribuiti e l’unificazione in un unico
grande Database a rappresentazione
multipla; nell’altro il Federation Layer
è proprio un MRDB. In tal caso ogni
componente DBS rappresenta uno
specifico layer (1:2k, 1:5k, 1:10k) da
integrare in un database in cui
vengono memorizzate tutte le
informazioni di collegamento tra i vari
DBS. La scelta finale dovrà tener
conto sia delle scelte architetturali e
naturalmente dell’ ottimizzazione nelle
prestazioni dello strato logico di
rappresentazione cartografica.
Investigando le tecniche per tenere
memorizzati i collegamenti tra oggetti
corrispondenti a differenti LdD è stata
considerata la soluzione “variant
bottom-up”. Questa assume che due
insiemi di dati afferenti allo stesso
ambito geospaziale possono essere
collegati usando un attributo
addizionale che si riferisce ai
corrispondenti oggetti nel LdD:
Figura 2 - Uso dei
concetti di Federated
Database System
Questa variante ha bisogno di due
colonne addizionali, un identificativo
per ogni oggetto o parte di esso e
l’identificativo dell’oggetto collegato.
La limitazione di tale modello consiste
nella possibilità di avere un solo link
per ogni oggetto.
Un esempio di Database multiscala
Nell’implementazione suggerita,
vedremo che i dati saranno fruibili
attraverso l’interfaccia OGC WFS (Web
Feature Service) che permette di
interrogare in maniera diretta la
sorgente dati (Es.:PostGIS) e
supponendo un carico di richieste
medio si nota che la soluzione
migliore sarebbe quella di trattare una
singola query WFS. Questo comporta
di memorizzare l’ID di un oggetto
corrispondente con un attributo in una
colonna aggiuntiva, ma di incappare
nello svantaggio di ottenere campi
vuoti in presenza di relazioni n:1.
Sebbene si sia deciso di attuare il
modello bottom-up e pur partendo al
più alto LdD, potrebbero occorrere
casi di relazioni multiple: per esempio
un elemento Strada potrebbe essere
composto da uno o più elementi in un
LdD più basso. L’alternativa potrebbe
essere quella di memorizzare la
struttura di collegamento in una
tabella aggiuntiva ma comporta
l’utilizzo di due richieste WFS. Questa
scelta potrebbe essere attentamente
valutata in fase di realizzazione
Figura 3 -
Raggruppamento di
più oggetti
pesando opportunamente l’effettivo
carico di richieste a cui sarà soggetto
il DB.
Dopo aver valutato le problematiche
sulla memorizzazione dei dati e delle
strutture di collegamento resta da
descrivere la modalità di acquisizione
degli oggetti corrispondenti alle
diverse scale. Il nostro scenario di
riferimento prevede l’esistenza di un
insieme di dati provenienti da Carte
Numeriche digitali ad un livello di
dettaglio alto (1:2k) e la successiva
generalizzazione ai LdD seguenti (per
esempio 1:5k e 1:10k).
Si descriverà l’utilizzo dei link tra
layer differenti attraverso due esempi:
nel primo mostreremo il passaggio da
un’alta ad una media risoluzione (1:2k
a 1:5k) analizzando la generalizzazione
di un Edificio in Edifici semplificati e
Aree contenenti più edifici.
Passaggio Alta-Media risoluzione
Supponendo che il LdD più alto
(1:2k) consiste di Edifici, passando a
quello successivo definiremo Edifici
generalizzati semplificando le forme
geometriche dei precedenti oggetti.
Tale transizione è compiuta utilizzando
algoritmi similari a quelli presenti in
letteratura (Staufenbiel, Sester) in cui
il principale parametro di ingresso è
la lunghezza dello spigolo più piccolo
dell’edificio da “trattare”. Il
collegamento tra gli oggetti originali e
quelli generalizzati, può essere
derivato in tal modo, automaticamente
dal processo stesso. Alle scale medie
(1:5k) gli Edifici possono essere
sostituiti da forme areali costituite in
modo che la corrispondenza tra gli
oggetti generalizzati al livello 2 e le
aree al livello 3 sia derivata
dall’operazione di inclusione: un
Edificio è collegato alla forma areale
nella quale è contenuto.
Passaggio Media-Bassa risoluzione
Concentreremo, in questo caso, la
nostra attenzione nella descrizione
della generalizzazione di forme areali
presupponendo di poter applicare gli
stessi concetti alle altre forme
geometriche. Il processo di
generalizzazione di un area consiste di
tre passi:
1 Riclassificazione dei tipi di oggetti
ID2k link2level5k the_geom attributi
1 10 MULTIPOLYGON(((... ...
2 10 MULTIPOLYGON(((... ...
3 10 MULTIPOLYGON(((... ...
2 Aggregazione di aree adiacenti
contenenti oggetti di equal tipo
3 Generalizzazione delle forme
Il primo passo è necessario poiché
GEOmedia 5 2005 21
FOCUS
Figura 4 - Generalizzazione di forme areali
alcuni tipi di oggetto della
cartografia 1:2k non esistono in ogni
caso nei modelli 1:10k. Il secondo è
previsto poiché si aumentano i
criteri minimi nella cattura di certi
tipi di oggetti come le forme areali.
I terzo passo gestisce tutti i casi
previsti di forme areali che non
sono sufficientemente grandi da
essere catturate come aree nel
modello 1:10k. In tali casi
mantenendosi coerenti con il
catalogo 1:10k queste forme devono
essere rappresentate da un punto o
essere completamente eliminate. In
entrambi i casi si deve stabilire una
riclassificazione e un’aggregazione
aggiuntiva. I possibili modi di
compierla sono illustrati nella figura
in alto.
La rappresentazione cartografica
Web Feature Service
Uno degli standard introdotti
dall’Open Geospatial Consortium è
quello dei Web Feature Service il
quale descrive le specifiche per la
realizzazione di interfacce Web per
esporre dati cartografici vettoriali a
seguito di richieste provenienti da
utenti client. Due delle richieste
base nei WFS sono: GetCapabilities
e GetFeature. La prima richiesta può
essere effettuata da un client ad un
server WFS, attraverso il protocollo
HTTP, per ricevere informazioni
riguardo ai dati cartografici
disponibili (sotto forma di file XML).
Il client basandosi sulle informazioni
ricevute può a questo punto
effettuare una GetFeature e ricevere
riscontro con un file GML che
rappresenta i dati cartografici
richiesti. Quest’ultima richiesta può
essere caratterizzata rispetto ai dati
che si vuole ricevere discriminando
sia i layer che il sistema di
riferimento spaziale (SRS) ma
soprattutto definendo l’area
interessata (Bounding Box) e
imponendo vincoli sui valori di
particolari attributi dei dati.
Architettura del sistema
Un sistema di gestione dei database
topografici secondo le tecnologie
presentate può essere architetturalmente
implementato attraverso varie soluzioni,
ovverosia come un sistema distribuito
in cui vari server WFS residenti presso
le varie amministrazioni espongono i
propri dati cartografici afferenti ad un
unico modello interoperabile o come un
sistema centralizzato residente in una
amministrazione verso cui ci si
comporta come client. Nel nostro
approccio si terrà in conto la seconda
ipotesi.
Richiesta
Richiesta
WFS
Richiesta
Client
WMS layer
WFS Processing layer
Data layer
Nella soprastante architettura il
client effettua una richiesta per avere
una mappa (in modalità Web o
attraverso un client dedicato), questa
viene trasformata e processata dal WFS
Server e inviata al layer di gestione del
dato cartografico. La risposta contiene
il dato topografico richiesto formattato
in GML e viene inviata al layer di
processamento; questo compie la dovuta
generalizzazione, se necessaria,
compiendo nuove query verso il MRDB.
Al termine di tali operazioni otteniamo
la cartografia generalizzata da inviare
ad un OGC Web Map Server (per
esempio Geoserver o UMN MapServer)
che la trasla in un immagine SVG o
JPEG visualizzabile dal client.
La combinazione di dati formattati
SVG derivanti da un database a
risoluzione multipla interrogato da un
Web Feature Server permette di
adattare le mappe in funzione delle
proprie esigenze. L’utente può esportare
certi oggetti nell’immagine SVG e
attraverso nuove richieste WFS
caratterizzare la simbologia o ricevere
attributi di interesse dal database.
L’unico problema è che i WFS non
integrano richieste specifiche per i
MRDB e quindi non è possibile
utilizzare i link fra i layer, nella loro
consistenza, in una richiesta WFS. La
tecnica utilizzata per aggirare il
problema è quella di effettuare richieste
successive: per esempio il layer di
processamento invia una richiesta al
DB di un layer alla piccola scala e
quando i dati vengono ricevuti, se
necessario, ne compie un’altra al layer
alla larga scala utilizzando le
informazioni di collegamento ricevute.
La principale piattaforma utilizzata
nel layer di processamento è un
ambiente Java rilasciato sotto licenza
Open Source chiamato JTS/JUMP (JTS
Java Topology Suite, JUMP Unified
Architettura Sistema MSGML
JPEG, SVG, etc
GML (cartografia generalizzata)
GML (cartografia originale)
Mapping Platform) che prevede alcune
funzionalità di importazione, gestione e
manipolazione dei dati spaziali. JUMP
risulta essere un’ API completa per
l’accesso alle funzioni di
programmazione incluse I/O, agli
insiemi di dati basati sulle Feature,
alla visualizzazione, e a tutte le
operazioni spaziali nonché
l’interfacciamento verso il DB PostGIS
tramite JDBC.
Autore
ING. FRANCESCO BARTOLI
francesco.bartoli@fastwebnet.it
Figura 5 -
Architettura
del sistema di
gestione di un
MRDB
22 GEOmedia 5 2005
AdverTime-MI
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REPORTS
Il CSMS
dell’Uluru-Kata
Tjuta National Park
La tecnologia nel rispetto
delle identità culturali
La tutela degli
aspetti culturali,
soprattutto se
preesistenti ai
nuovi intendimenti
di chi per la prima volta si trova ad
affrontarli, sta man mano entrando
nell’agenda dei professionisti
dell’Information Geography. E’
sempre più forte la convinzione che
per il buon successo di un
progetto che implica la gestione di
dati relativi ad un luogo di
particolare interesse, è
fondamentale l’aiuto, se non
addirittura le gestione stessa, da
parte di chi il luogo lo vive
effettivamente, nel rispetto delle
credenze e delle tradizioni che
appartengono a quella popolazione.
Non sempre ciò avviene ed i
problemi che nascono da situazioni
di questo genere sono solo la
punta dell’iceberg di istanze sociali
a volte molto complesse. Vogliamo
in queste pagine dare risalto
all’esperienza di collaborazione
svoltasi all’interno dello scenario
dell’Uluru-Kata Tjuta National Park,
in Australia, nella quale gli scienziati
dell’Università di Melbourne,
affiancati dalla popolazione nativa
egli Anangu, hanno sviluppato un
Cultural Site Management System
(CSMS) utilizzando tecniche
fotogrammetriche allo scopo di
preservare e difendere il patrimonio
culturale proprio di quella
popolazione: un eccezionale
esempio di rispetto e conoscenza
reciproca al passo con l’evoluzione
tecnologica.
F
amosa per le innumerevoli
rappresentazioni di cui è
protagonista in televisione,
nelle riviste di viaggi e nelle foto dei
nostri amici, Uluru (anche nota come
Ayers Rock) è la più imponente
formazione rocciosa dell’outback
australiano. Essa è visibile a decine di
chilometri di distanza ed è ricordata
per i cambiamenti di colore che la
caratterizzano in funzione dell’ora del
giorno e della stagione, ed assieme
alle formazioni dette Kata Tjuta, è
l’attrazione principale del Parco
Nazionale di Uluru-Kata Tjuta, situato
nel Northern Territory. Gli indigeni
del luogo, gli Anangu, per anni hanno
rivendicato la proprietà di questi
luoghi, cari alla loro tradizione che li
identifica come dotati di un’altissima
sacralità. Le popolazioni aborigene
locali narrano infatti come tutte le
caratteristiche geografiche del
territorio di cui stiamo parlando
(pozze, montagne, caverne e così via)
siano tracce dei viaggi e delle azioni
di esseri ancestrali vissuti nell’”epoca
del sogno” che precede la memoria
umana; i miti relativi ad Uluru ed
alle sue caratteristiche morfologiche
(tjukurpa) e che regolano i
comportamenti della società Anangu,
se si escludono quelli relativi alla sua
formazione, sono gelosamente
custoditi dagli Anangu, fedeli alla
millenaria tradizione che gli vieta di
rivelarli ai piranypa, i non-aborigeni.
Nel 1985 il Governo australiano,
deciso nel rispettare l’aura di sacralità
propria di questi luoghi, ha restituito
agli Anangu la proprietà di Uluru,
mediando la concessione con un
accordo di gestione combinata tra gli
aborigeni e l’associazione nazionale
“National Parks and Wildlife” della
durata di 99 anni. E’ stato questo
l’inizio di un proficuo rapporto tra
due rappresentanze di popoli, più che
24 GEOmedia 5 2005
REPORTS
Mappa dell’Uluru - Kata Tjuta National Park
di esigenze. Si è imparato a
conoscersi e dunque a rispettarsi,
aiutati in questo dal solo intento di
conservare uno dei più bei esempi di
cultura millenaria non ancora
schiacciata dalla logica dello
sfruttamento tipica, purtroppo, di una
certa mentalità “occidentalizzante”. La
gestione combinata sotto la guida
della tjukurpa, la tradizionale
conoscenza delle piante e degli
animali e di come prendersi cura
della terra, ha permesso agli
australiani “non-nativi” di conservare
e proteggere assieme agli aborigeni
l’intero territorio del Parco Nazionale
utilizzando tecniche che trovano
origine nella notte dei tempi e che
hanno peraltro permesso di far
tornare specie animali ormai estinte
da quelle zone. E’ grazie agli Anangu
che il Parco Nazionale di Uluru-Kata
Tjuta è attualmente uno dei più
visitati ed importanti parchi del
mondo.
Lo scorso ottobre anche l’aspetto
tecnologico ha trovato uno spazio
all’interno del discorso. Gli Anangu
potranno infatti d’ora in poi dotarsi
di un proprio Cultural Site
Management System (CSMS)
progettato e messo in opera allo
scopo di preservare l’arte e la
tradizione del luogo sfruttando le
potenzialità del digitale; il lavoro
finale rappresenta il culmine di una
collaborazione specifica nata sei anni
fa tra gli studiosi dell’Università di
Melbourne e gli Anangu svoltasi
interamente nel rispetto delle
tradizionali leggi che governano
questo popolo. Vi sono luoghi ad
Uluru, divisi per gli uomini e per le
donne come la tradizione impone,
preposti dagli Anangu alla raccolta ed
alla conservazione della memoria
storico-artistica del loro popolo e la
nuova esperienza del CSMS non
sembra essere altro che la
continuazione di un discorso analogo,
con l’aggiunta della multimedialità,
caratteristica dei nostri tempi, che
Northern Territory
Il Northern Territory è grande quasi
quanto Italia, Francia e Spagna
messe insieme, si estende per circa
1.364.000 chilometri quadrati
occupando un sesto della superficie
dell’Australia; è caratterizzato dalla
presenza di ben 21 parchi nazionali
e la sua popolazione conta appena
200.000 abitanti. Un terzo di essa è
di origine aborigena. ll Northern
Territory è per il 95% di proprietà
degli aborigeni. Tutti possono visitare
le zone più conosciute, ma per
alcune località e regioni può essere
necessario un permesso.
GEOmedia 5 2005 25
REPORTS
Il CSMS del Parco
permette una catalogazione della
cultura aborigena completa di
immagini, video e suoni.
L’impatto del turismo, con più di
400000 visitatori l’anno, i danni
provocati dalle infiltrazioni d’acqua, la
polvere e gli animali che abitano quei
luoghi sono tra le principali cause che
inficiano la salute di queste
testimonianze artistiche. Ed è così
che, nel 1999, si è deciso che un
certo numero di siti all’interno
dell’Uluru-Kata Tjuta National park
venissero documentati e conservati in
maniera digitale. Una equipe del
dipartimento di Geomatica
dell’Università di Melbourne è stata
quindi interpellata affinchè stilasse un
progetto basato su tecniche
fotogrammetriche per la
documentazione di questi luoghi; gli
studiosi hanno dunque preparato un
rapporto comprendente materiale
multimediale in cui si rendeva
evidente l’enorme aiuto che la
tecnologia avrebbe potuto apportare
per questo scopo. Proprio le
componenti multimediali di questo
rapporto sarebbero poi diventate le
fondamenta del CSMS.
Perché l’intero sistema potesse
Pitture rupestri all’interno di Uluru
essere reso operativo è stata
necessaria una stretta collaborazione
tra gli Anangu e gli scienziati, che
hanno cercato di sfruttare al massimo
la tecnologia senza con ciò interferire
con la tjukurpa, la legge e la morale
degli Anangu. Questo ha richiesto un
lavoro attento e necessariamente
scrupoloso dal momento che, ad
esempio, agli uomini non è permesso
guardare immagini di luoghi sacri
propri delle donne e viceversa. Il
sistema di log-in sicuro che anticipa
l’utilizzo del sistema ha in grossa
parte risolto il problema ma, proprio
per essere sicuri di non incorrere in
errori, al momento del log-in lo
schermo riproduce, in alto a destra,
una piccola icona recante la foto
dell’utente al momento connesso, così
da permettere l’interruzione della
consultazione dei files multimediali
nel caso si fosse acceduto per errore
come un altro utente. E’ chiara
l’importanza della questione per gli
Anangu ed è importante sottolineare
la serietà col quale questo aspetto è
stato affrontato da gente estranea a
questa cultura.
La raccolta delle immagini e dei
dati è totalizzante e, soprattutto, è in
continua evoluzione. Una prima
catalogazione di più di 80 diversi siti
di interesse è già stata effettuata
utilizzando una macchina fotografica
modificata Hasselblad 500ELM con
lenti da 50mm e pellicola da 100ASA
a colori. L’alto livello di dettaglio
delle foto ottenute con la pellicola da
100ASA ha permesso poi che
venissero acquisite dalle foto le
scansioni ad alta risoluzione
necessarie per il CSMS. Le leggi della
gente Anangu sono state rispettate
anche durante la fase di elaborazione
delle immagini, facendo attenzione
che le restrizioni riguardo al sesso
fossero mantenute, lavorando le foto
degli uomini, delle donne e dei siti in
maniera separata.
L’aspetto fotogrammetrico del
progetto ha fornito materiali molto
importanti al fine di monitorare lo
stato delle rappresentazioni artistiche
presenti sulle rocce. I disegni
risalgono a migliaia di anni fa e
furono creati con lo scopo di
tramandare i miti Anangu ai posteri;
proprio il tempo, unito a volte alla
maleducazione di qualche turista, li
sta lentamente attaccando.
I rilevamenti sono stati effettuati
applicando piccoli targets di plastica
alle pareti dei siti (facendo ben
attenzione a non intaccare punti
delicati o colorati) allo scopo di
ottenere un network coordinato di
punti di controllo. Coordinate
arbitrarie sono poi state assegnate al
target sfruttando una T-bar calibrata
e immagini digitali multiple
convergenti dell’array del target
stesso. Queste immagini sono state
acquisite usando una Kodak DC210
con calibrazione metrica. Le
coordinate sono poi state trasferite
dalla T-bar ai targets tramite un
pacchetto software di aggiustamento
fotogrammetrico basato sul software
Australis sviluppato all’interno dello
stesso dipartimento di Geomatica
dell’Università di Melbourne. Per
determinare l’esatta localizzazione dei
siti di interesse è stata poi utilizzata
una combinazione di Glonass e GPS,
al fine di assicurare una massima
copertura.
Gli Anangu vedono Uluru come una
cattedrale conservante gli spiriti dei
loro antenati. Il CSMS sviluppato
dall’Università di Melbourne dovrebbe
assicurare la continuazione della loro
eredità culturale che pesantemente ha
vacillato negli ultimi anni; e non per
causa loro. Il sistema, multilingue, è
progettato per incamerare le
testimonianze ed il linguaggio degli
anziani mentre raccontano i loro miti
o spiegano, in formato video o
audio, l’importanza dei siti
rappresentati.Oggi, gli Anangu sono
persone che guidano moderni
fuoristrada, hanno telefoni cellulari e
che quando sono impegnati in
operazioni per la gestione del parco,
girano con radio e GPS. I loro figli
più giovani si confrontano da tempo
con i computer e le tecnologie
correlate. Gli Anangu non sono
estranei alla tecnologia, sanno come
sfruttarla; ed il caso del CSMS del
Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta è
una splendida rappresentazione di un
modo diverso di utilizzare la
tecnologia, nel rispetto e nella
conoscenza di quello che è stato tanto
tempo fa e che probabilmente, a
questo punto, continuerà ad essere.
A cura della Redazione
26 GEOmedia 5 2005
Trasporti
Telecomunicazioni
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Territorio
Ambiente
Tante soluzioni, un’unica visione
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REPORTS
A Reggio Calabria
l’ITSG “A. Righi” è già
entrato nel futuro
N
el corso della 9^ Conferenza
ASITA, che quest’anno si è
svolta a Catania presso il
Centro Congressi “Le Ciminiere”, il
prof. Falchi, Preside della Facoltà di
Ingegneria dell’Università degli Studi
di Cagliari nonché presidente della
SIFET, il prof. Ambrogio Maria
Manzino, componente del Comitato
Scientifico della SIFET e l’arch.
Marcello Della Gala, ispettore
scolastico, in rappresentanza del
MIUR, hanno proceduto alla
premiazione dei primi tre classificati
nel concorso riservato agli allievi delle
Scuole Superiori Italiane bandito per
il decorso anno scolastico
congiuntamente dalla SIFET e dal
MIUR.
Le Istituzioni Scolastiche che hanno
aderito all’iniziativa sono state
complessivamente 14 e dopo
un’attenta valutazione da parte
dell’apposita commissione il primo
premio è stato assegnato all’Istituto
Tecnico Statale per Geometri “A.
RIGHI” di Reggio Calabria, i cui
allievi guidati con competenza ed
entusiasmo dai loro docenti di
TOPOGRAFIA (ing. Francesco
Guarnaccia, ing. Filippo Maltese ed
ing. Domenico Saraceno), hanno
realizzato uno studio sulle procedure
per l’accatastamento del Palazzetto
dello Sport di Reggio Calabria, meglio
conosciuto come “Palapentimele”,
utilizzando oltre alle procedure
tradizionali anche ulteriori e diverse
metodiche di rilevamento al fine di
poter effettuare una comparazione sui
singoli risultati ottenuti.
Oltre al premio nominale e al
riconoscimento del merito come primi
classificati, alcune aziende hanno
messo a disposizione alcune
strumentazioni. Trimble-Assogeo ha
messo a disposizione un livello
automatico Nikon AC-2s completo di
treppiede e stadia, Leica Gesosystems
a messo a disposizione un
distanziometro laser Disto-plus.
Tra gli ITSG arrivati sul podio
ricordiamo poi l’ ITSG “A. CANOVA“
di Vicenza che si è posizionato al
secondo posto, mentre il terzo posto è
andato all’ITSG “L. CASALE“ di
Vigevano (PV).
A Catania, nel corso della
conferenza ASITA, gli allievi Claudia
Pellicone e Antonino Surace hanno
presentato pubblicamente il lavoro
La proposta formativa dovrebbe
iniziare dalla scuola sfruttando un
corpo insegnante propositivo ed
attento a scegliere altre vie
d’insegnamento rispetto ai
programmi ed alle procedure
formative imposte dall’alto;
laddove ciò si verifica, i nostri
giovani possono acquisire un
fondamento d’esperienza valido
per cominciare a muoversi nella
giusta direzione, anche appena
usciti dal ciclo formativo di base.
In fondo gli studenti di oggi
saranno i dirigenti, i politici e
tecnici di domani ed investire su
di essi è il miglior investimento
che lo Stato possa fare al fine di
garantirgli e garantirsi un futuro al
passo coi cambiamenti economici
e perché no, sociali, che il futuro
porta con se. Globalizzazione,
rivoluzioni digitali, dei mercati della
cultura e dei beni del terzo
millennio richiedono una visione
delle cose del tutto diversa da
quella di alcuni decenni fa e
spesso il corpo insegnante non è
all’altezza del compito, cosi come
non lo sono le strutture di
programmazione e controllo.
Ritorna alla mente quindi il solito
dilemma della “formazione dei
formatori” e di chi deve essere
preposto ad attuarla.
Per fortuna non è il caso
dell’Istituto Tecnico Statale per
Geometri “A. RIGHI” di Reggio
Calabria, dove l’amore per
l’insegnamento e la passione per
la Topografia hanno portato il
corpo docente ad andare molto
oltre la programmazione delle
attività didattiche classiche; gli
studenti sono stati introdotti nel
vivo del discorso creando una
palestra di idee e di tecnologie
che permetterà loro di confrontarsi
col mondo reale, abbandonando il
mero aspetto teorico molto spesso
troppo distante dalle effettive
problematiche della società civile,
produttiva e politica. E’ con
immenso piacere che la redazione
di GEOmedia ospita questa nota
informativa, ripercorrendo la
memoria di un lontano incontro
presso il medesimo istituto nel
lontano 2000 quando fummo
invitati per l’inaugurazione della
Prima Stazione Permanente GPS
dello stretto, voluta e istituita
proprio dall’ITSG “Righi”.
28 GEOmedia 5 2005
REPORTS
svolto anche in rappresentanza degli
altri alunni partecipanti, riscuotendo
ampi consensi e vivi apprezzamenti da
un attento e numeroso uditorio, fatto
che ha dato ampia soddisfazione sia ai
docenti che al Preside dell’ITSG prof.
Salvatore Chiappalone. I due allievi,
con una disinvolta e spigliata
esposizione hanno dimostrato l’elevato
livello tecnico culturale raggiunto
dall’ITSG “RIGHI” di Reggio Calabria,
dove l’entusiasmo, la competenza, la
voglia di fare e l’intraprendenza dei
docenti di Topografia ha certamente
avuto una significativa ricaduta su
gran parte degli allievi, i quali non
solo hanno acquisito una notevole
padronanza nell’uso delle
strumentazioni di ultimissima
generazione ma hanno anche
contribuito a proiettare nel futuro
l’intera istituzione scolastica, affrontato
con competenza lo studio del GPS, del
telerilevamento, del GIS e di tutte le
restanti metodiche moderne che sono
quasi a totale ad esclusivo
appannaggio del mondo del lavoro.
Insomma si può affermare che gli
studenti dell’ITSG sono sulla giusta
scia per quel passaggio ideale dal
vecchio geometra italiano al nuovo
geomatico europeo ed internazionale
che potrà competere nei nuovi mercati
del sapere tecnico e con orizzonti
professionali che valicano i confini
fisici della Calabria e dell’Italia.
Questa particolarità è stata in più
occasioni evidenziata con orgoglio dai
docenti Guarnaccia, Maltese e
Saraceno, i quali nel ringraziare i
promotori del premio per l’opportunità
offerta alla loro scuola dal concorso,
hanno voluto mettere in particolare
risalto la notevole ricettività, creatività,
competenza e voglia di fare che
pervade molti dei loro allievi; essi
infatti, al pari di tanti altri giovani, se
opportunamente stimolati ed
incentivati, riescono ad affrontare
qualsiasi problematica, raggiungendo
impensabili risultati che sono di sicuro
sprone e di esempio a quanti venendo
immediatamente dietro di loro, sia per
spirito di emulazione che di
competizione, sono portati a fare
meglio e di più.
del Palazzetto dello Sport di Reggio
Calabria, meglio conosciuto come
“Palapentimele”.
Le tecniche impiegate riguardano il
classico rilievo con Stazione totale e
GPS, la realizzazione di una rete di
collegamento alla rete dei punti
fiduciali, così come l’analisi e la
riduzione finale dei dati fino
all’approntamento degli elaborati di
consegna.
Nella fase iniziale del progetto, con
l’uso della stazione totale, è stato
eseguito il rilevamento del perimetro
esterno sia dell’edificio preso in esame
che della particella catastale su cui
esso ricade, avvalendosi di una
I fatti e il lavoro
Il lavoro con cui l’ITSG RIGHI ha
partecipato al concorso riguarda lo
studio eseguito sulle procedure
necessarie per l’accatastamento di
un’opera pubblica e più in particolare
In alto: gli studenti dell’ITSG “Righi” ad ASITA 2005
Al centro: un momento della discussione
In basso: i docenti dell’ITSG posano davanti al Centro Congressuale “Le Ciminiere”
Nella pagina precedente: il “Palapentimele” di Reggio Calabria e la sua proposta di
aggiornamento
GEOmedia 5 2005 29
REPORTS
poligonale. Sono stati poi rilevati, con
l’ausilio di ulteriori stazioni
integrative, quattro punti fiduciali
catastali, i quali collegati tra loro,
formavano due triangoli contenenti al
loro interno l’edificio oggetto di
misurazione.
Al termine di tali operazioni,
eseguite con il metodo classico di
rilevamento, le stesse operazioni per il
collegamento ai punti fiduciali sono
state ripetute sia con il GPS in
modalità statica (utilizzando come
reference la stazione permanente
dell’Istituto Tecnico Statale “A.
RIGHI“), sia con il GPS in modalità
RTK.
Al termine delle operazioni di rilievo
la riduzione dei dati è stata realizzata
impiegando le procedure standard
messe a disposizione dall’Agenzie del
territorio, ovvero di Pregeo 8 e
WEGIS/STDA per la stesura della
proposta di aggiornamento. Sono stati
così predisposti tutti gli elaborati
necessari per la redazione del tipo
mappale del Palasport di Reggio
Calabria, iniziando ciò dalla
produzione di un estratto di mappa
autoallestito.
La ricerca sulle metodologie
Considerando le misurate fra i punti
fiduciali ottenuti con i tre metodi di
rilievo (Stazione Totale, GPS in
modalità statica, GPS in modalità
RTK), si sono messi a confronto i
diversi risultati ottenendo differenze
dell’ordine di centimetri fra il GPS in
modalità statica ed il GPS in modalità
RTK e differenze maggiori dell’ordine
dei 10 cm circa tra il GPS in
modalità statica e il rilievo con
Stazione Totale. Andando oltre le
normali operazioni di rilievo, si è poi
voluto arricchire la sperimentazione
cimentandosi nella determinazione dei
parametri di trasformazione all’interno
dei triangoli fiduciali considerando
quali punti doppi i punti fiduciali
stessi, nei due sistemi di riferimento
Cassini-Soldner e WGS84.
Il risultato finale e l’esposizione
degli alunni del Righi ha fortemente
sorpreso l’uditorio della Conferenza
ASITA, constatando come per la prima
volta in una scuola superiore siano
stati trattati argomenti quali la
matrice di varianza-covarianza e lo
sviluppo in serie di Taylor,
compensazione a minimi quadrati e
parametri di trasformazione; argomenti
di livello certamente universitario che
l’Istituto Tecnico per Geometri di
Reggio Calabria ha ampiamente
dimostrato possono essere appresi e
trattati anche da studenti di scuola
media superiore, dove d’altronde già al
terzo anno si fa un ampio studio
dell’algebra moderna e dell’analisi
matematica introducendo gli studenti
alla soluzione degli integrali e delle
matrici.
Tutto ciò è stato possibile in quanto
in questa scuola, dopo la lungimirante
installazione della stazione permanente
GPS, a fronte in un notevole
investimento iniziale, si è consentito a
tutti gli allievi l’approfondimento e lo
studio delle tecniche GPS, rivisitando i
programmi curriculari di topografia,
con l’inserimento di quegli argomenti
ritenuti propedeutici allo studio GPS,
fra i quali sono da annoverare: “la
variabile statistica e casuale a una,
due o più dimensioni; il calcolo della
matrice di varianza e covarianza; lo
sviluppo in serie di Taylor per la
linearizzazione di equazioni di
osservazioni non lineari; la misura
indiretta di più grandezze con
equazioni esuberanti (stima a minimi
quadrati) ecc.”.
Dalla valenza di tali argomenti si
può desumere il notevole livello
raggiunto da questo Istituto Superiore
ed è per questo che possiamo
senz’altro ritenere che il premio
assegnato sia stato ampiamente
meritato.
Il futuro e le aspettative
Sulla scia dell’esempio dell’ITSG
“RIGHI” di Reggio Calabria, c’è da
augurasi che altre istituzioni
scolastiche sappiano cogliere il
messaggio seguendo la via già
tracciata; è infatti importante una
veloce espansione di questa voglia di
aggiornamento che permetterà ai futuri
geometri, oltre che di possedere solide
basi per un successivo proficuo studio
universitario, anche di acquisire quelle
opportune e necessarie conoscenze
tecnico-professionali che sono
immediatamente spendibili nel mondo
del lavoro, dove essi certamente si
distingueranno dalla figura
professionale del geometra tradizionale,
proprio per le innovative competenze
acquisite; esse gli consentiranno anche
di essere altamente competitivi e molto
ambiti in un contesto tecnicoeconomico
che ha grandi esigenze e
nel contempo è molto attento ed
incline nei confronti di chi riesce a
mettere bene a frutto la propria
competenza e preparazione. A Catania
non si è potuto fare a meno di
rilevare con compiacimento, l’interesse,
misto a sorpresa, che la disinvolta
esposizione degli allievi del Righi ha
suscitato nel qualificato uditorio
presente e, per meglio rappresentare ai
lettori l’importanza del lavoro svolto
dagli allievi dell’ITSG “A. RIGHI” di
Reggio Calabria, è stato chiesto ad
alcuni insigni cattedratici di esprimere
un loro succinto ma eloquente
giudizio, che qui di seguito riportiamo:
A cura dei Docenti di Topografia
dell’ITSG “A. RIGHI”
di Reggio Calabria
30 GEOmedia 5 2005
REPORTS
Dicono di loro:
Il prof. Fernando Sansò, professore ordinario di Topografia e Presidente del Consiglio del Corso di Studi in
Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio al Polo di Como del Politecnico di Milano, nonché coordinatore del Dottorato
in Geodesia e Geomatica al Politecnico di Milano si è espresso al riguardo in questo modo:
“Sono stato profondamente impressionato dal lavoro svolto dagli allievi vincitori del premio, lavoro che, mi pare, molti
dei miei alunni del 2° e del 4° e 5° anno di Ingegneria, potrebbero tranquillamente invidiare. Il livello qualitativo dei
prodotti, ovviamente, riflette la capacità dei loro docenti, ma così anche il comprendere gli argomenti trattati e saperli
esporre con tanta chiarezza, ha mostrato un grado di preparazione sorprendente.
Se potessimo in futuro contare su una categoria di professionisti con questa preparazione, potremmo certamente
guardare con più serenità alla capacità, per il nostro paese, di recuperare il gap culturale che da troppi anni ci
contraddistingue.
Il Prof. Mattia Giovanni Crespi , titolare della Cattedra di Topografia e Geomatica, dell’Università La Sapienza di
Roma, nonché Membro del Consiglio Direttivo e del Comitato Scientifico SIFET afferma:
“Ho assistito con molto piacere alla presentazione dell’elaborato in oggetto, sviluppato sotto la competente guida dei
docenti di Topografia, durante la Conferenza ASITA tenutasi a Catania nello scorso mese di novembre. Personalmente
ritengo che gli Allievi abbiano tenuto una brillante e chiara (oltre che simpatica) presentazione, che ha pienamente reso
merito ad un lavoro riguardante una tematica sicuramente attuale (Catasto e GPS), ben impostato metodologicamente e
ben condotto tecnicamente, sia dal punto di vista del rilievo che dell’elaborazione dei dati (magistrale, e certamente
inaspettata, la menzione allo sviluppo in serie di Taylor per la linearizzazione delle equazioni di osservazione). Ritengo si
tratti di un ottimo esempio di come si possa “fare cultura” geomatica in modo certamente formativo ma anche divertente:
tutti i ragazzi coinvolti (non solo gli abili oratori) hanno dato l’impressione (dalle fotografie) di aver imparato molto in
un clima disteso e positivo, sentendosi partecipi di uno stimolante progetto comune. Auguro davvero agli interessati di
proseguire su questa strada, peraltro già da tempo delineata!
Il prof. Alberto Cina, Professore di Topografia presso la 1° Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino –
Dipartimento dell’Ambiente, del Territorio e delle Geotecnologie, dove svolge attività didattica, di ricerca e di
consulenza nelle discipline del rilevamento dice dell’ ITSG “A. RIGHI”:
“Una mattina dell’anno 2000 mi raggiunse in ufficio una telefonata nella quale mi si invitava a portare un contributo
scientifico ad un convegno organizzato dall’Istituto Righi. Fu in quell’occasione che conobbi i docenti di Topografia:
Guarnaccia, Maltese e Saraceno. I cinque anni da allora trascorsi non hanno offuscato il ricordo di quel giorno a Reggio
Calabria: la calorosa accoglienza, l’Istituto vestito a festa e l’atmosfera elettrizzata che correva tra i ragazzi, impegnati a
organizzare e ad assistere alla manifestazione. Una giornata speciale: l’inaugurazione della stazione permanente GPS da
loro realizzata. Già allora mi fu evidente come la passione e la preparazione dei docenti potessero essere trainanti per gli
studenti e capaci di attirare anche l’interesse di enti locali e realtà professionali, presenti numerose al convegno. Con
questi presupposti, non è stato per me sorprendente vedere premiato l’Istituto Righi con il 1° premio del concorso SIFET-
MIUR al Convegno ASITA di Catania. Ho apprezzato come in quell’occasione un’intera scolaresca fosse presente,
accompagnata da tutti i docenti e dirigenti scolastici, al ritiro del premio, conferito da un organismo scientifico che
raggruppa gli specialisti italiani del settore del rilevamento. Sicuramente un riconoscimento e un traguardo importante
per l’Istituto. Più sorprendente è stata invece la bravura con la quale alcuni rappresentanti degli studenti, sul palco
dell’auditorium, hanno illustrato la loro attività di topografi, attirando la simpatia e il consenso di una platea esigente,
composta da aziende, tecnici, professionisti del rilevamento e docenti. La sicurezza e lo slancio espositivo sono
sicuramente correlabili, oltre che alle capacità personali, alla preparazione fornitagli a scuola. Apprendiamo così come la
moderna topografia, il GPS, l’RTK, abbiano da tempo sostituito la stadia all’Istituto Righi. Apprendiamo ancora come i
“sacri” principi della misura, il loro trattamento, la valutazione statistica della qualità del risultato siano padroneggiati
dai ragazzi; come i concetti di trasformazione tra sistemi di riferimento, minimi quadrati, matrici di varianza covarianza
facciano ormai parte del loro DNA di misuratori. Ai ragazzi il mio migliore augurio di saper trovare nella vita una
strada in grado di valorizzare le loro competenze. Ai docenti quello di continuare a perseverare sulla via intrapresa,
capace di trasmettere passione e professionalità agli studenti, anche se al prezzo della fatica di non finire mai di
studiare e mettersi in discussione per imparare e aggiornarsi su ciò che la scienza e la tecnologia modificano
rapidamente. Pertanto gli strumenti topografici forniti dalle aziende come premio all’Istituto Righi, sono convinto, non
avrebbero potuto trovare collocazione migliore.
UN ANNO DI GEOMEDIA
2004
FOCUS
Colombo, L.
Rappresentazione del territorio: “Pensieri e parole” di una
scienza che cambia
n° 1 pag. 6
Massimo, D. Conservation Geomatics n° 1 pag. 18
Bruna, A.M. - Burgio, G. Reti tecnologiche e mapping GIS n° 2 pag. 6
Kolbe, T.H. - Plumer, L. Colmare la Distanza tra GIS e CAAD n° 2 pag. 18
A cura della Redazione
Information Technology e-government e servizi territoriali
catastali
n° 3 pag. 6
Tufillaro, E. Prospettive Professionali in ambito catastale n° 3 pag. 14
A cura della Redazione
Servizi Integrati per la Gestione e Monitoraggio
Amministrativo del Territorio
n° 3 pag. 18
Santarsiero, D. - Angelini A. Il Rilievo Topografico nell'era del GPS n° 4 pag. 6
Carlucci, R. Dalla Fotogrammetria alla Radargrammetria n° 4 pag. 12
Guarrasi, V.
Mappe digitali di un mondo polifonico - I GIS e la ricerca
informatica
n° 5 pag. 6
Santarsiero, D. - Angelini A. Dalla topografia disegnata a quella calcolata n° 5 pag. 18
REPORTS
Di Bella, G.
Filoscia, U.
I modelli digitali di elevazione urbani per l’analisi dei
collegamenti radioelettrici
Il processo produttivo di cartografia 3D orientata ai 3D City
Model: un esempio reale basato sui prodotti di Cartesia S.p.A.
n° 1 pag. 26
n° 1 pag. 30
Cristaldi, M. - Furno, P. - Galeazzi, M. Dal rilievo topografico alla rappresentazione virtuale n° 1 pag. 36
Ullrich, A. - Studnicka, N. - Riegl, J.
Balletti, C. - Guerra, F. Vernier, P.
Orlandini, S.
A cura della Redazione
Valutazione comparativa di un sistema ibrido basato su
fotogrammetria e laser scanner per la rappresentazione
architettonica
Il rilievo tridimensionalecon Laser Scanner stato dell’arte e
applicazioni
n° 1 pag. 40
n° 1 pag. 44
A cura della Redazione FLI-MAP – Il rilievo aerotrasportato LIDAR in Alta Densità n° 2 pag. 24
Corcione, G. La tecnologia Oracle 10g a supporto dei GeoDatabase n° 2 pag. 28
A cura della Redazione RouteSmart assicura la consegna del San Diego Union-Tribune n° 2 pag. 30
A cura della Redazione Continuità di soluzioni tra CAD e GIS n° 3 pag. 22
A cura della Redazione di Fiduciali.it
Geomedia intervista Carlo Leone di Autodesk Italia
Riferimenti perduti: a caccia delle Origini
n° 3 pag. 26
Gabrielli, R. - Peloso, D. Tecniche Laser Scanner per il rilievo dei Beni Culturali n° 3 pag. 28
Rossi, P. La “Carta Geografica Unica” della Provincia di Ferrara n° 3 pag. 34
Bonazzi, S. G.R.P - Geographic Resource Planning n° 3 pag. 38
32 GEOmedia 5 2005
UN ANNO DI GEOMEDIA
2004
A cura diASSOGEO VRS: La vera fortuna dei topografi n° 4 pag. 18
A cura della Redazione Intervista a Stefano Morisi di Bentley Systems n° 4 pag. 20
Liberti, L.
Menci, L.
LandXML. Uno Standard per le Informazioni Geo-Topografiche
e dell'Ingegneria
Stazione digitale multisensore per una moderna produzione di
dati cartografici
n° 4 pag. 22
n° 4 pag. 26
A cura della Redazione AEM Torino implementa un ambiente Bentley Geospatial n° 4 pag. 28
Orlandini, S. - Capanni, G.Donnini,
R. - Righi, A.
Fly Scan: una novità italiana nel campo della scansione per
applicazioni fotogrammetriche
n° 4 pag. 32
Meli, P. - Bennardo, C. - Boselli, G. L'utilizzo del Laser Scanner 3D in Archeologia n° 4 pag. 36
A cura della Redazione
Standard, mercato e ricerca - Un report dalla 8a conferenza
ASITA -
n° 5 pag. 22
I premi poster di ASITA 2004 n° 5 pag. 26
Milli, M. - Di Matteo, A. L’utilizzo del GPS per lo studio di dettaglio della morfologia n° 5 pag. 34
TUTORIAL
A cura della Redazione Tutorial Pregeo 8 - 1a parte - Dal catasto della carta al catasto del web n° 1 pag. 50
A cura della Redazione Tutorial Pregeo 8 - 2a parte - Dal catasto della carta al catasto del web n° 2 pag. 49
A cura della Redazione Tutorial Pregeo 8 - 3a parte - Dal catasto della carta al catasto del web n° 3 pag. 54
A cura della Redazione Tutorial Pregeo 8 - 4a parte - Dal catasto della carta al catasto del web n° 4 pag. 48
A cura della Redazione Tutorial Pregeo 8 - 5a parte - Dal catasto della carta al catasto del web n° 5 pag. 38
TERRA E SPAZIO
Bernardini, F.
Bernardini, F.
L’esplorazione del Sistema Solare: una nuova frontiera per la
Geomatica
L’esplorazione del Sistema Solare: una nuova frontiera per la
Geomatica 2a parte
n° 2 pag. 46
n° 3 pag. 50
Bernardini, F. MARSIS e SHARAD: due rabdomanti italiani n° 4 pag. 44
Bernardini, F.
La NASA descrive gli effetti del terremoto sulla terra
- Un satellite francoamericano rivela nuovi dettagli sugli
“Tsunami”
- Le prime immagini di un mondo sconosciuto
n° 5 pag. 52
GEOMATICA E RICERCA
Angiulli, G. - Barrile, V.
Cacciola, M.
Ferretti, A. - Cespa, S.
Gervasi, C. - Savio, G.
Metodi di elaborazione di immagini SAR: un’applicazione di
Support Vector Machines
Tecnica PS: Nuove Misure Radar per il Monitoraggio
Ambientale
n° 2 pag. 42
n° 4 pag. 40
ARTE E SCIENZA
Salvemini, F. La sfera armillare di Amerigo Vespucci n° 1 pag. 60
Salvemini, F. Il sistema solare e l’universo galileiano nei Carracci n° 2 pag. 60
Salvemini, F. La diottra di Ipparco n° 3 pag. 61
Salvemini, F. La pittura come rilievo monumentale n° 5 pag. 58
GEOmedia 5 2005 33
UN ANNO DI GEOMEDIA
2004
GIALLO ROSSO
Agilulfo dei Guildiverni 3a Puntata n° 1 pag. 45
Agilulfo dei Guildiverni 4a Puntata n° 2 pag. 41
Agilulfo dei Guildiverni 5a Puntata n° 4 pag. 58
Agilulfo dei Guildiverni 6a Puntata n° 5 pag. 56
RASSEGNA PRODOTTI
A cura della Redazione
A cura della Redazione
A cura della Redazione
Autodesk Map 3D 2005 - Restituzione Digitale con StereoView
Map di Menci Software - 3Dcarto - Le Schede Grafiche
Professionali Matrox per Visualizzazioni GIS all’Avanguardia -
ArcGIS 9: Importanti Novità nella Gestione dei Dati 3D -
Reconstructor Software - GEOgrafica Distribuisce in Italia Visual
Nature Studio 2 - Codevintec Presenta il Laser 3D di Optech
Rassegna prodotti su Mapping GIS, Reti Tecnologiche e
GeoDatabase
Una Rassegna Prodotti sulle soluzioni catastali per il
professionista e la P.A.
n° 1 pag. 47
n° 2 pag. 33
n° 3 pag. 42
MERCATO
Nasce SPC, l’Infrastruttura per
l’Informatizzazione Digitale di Tutta la
Pubblica Amministrazione - Forum Pubblica
Amministrazione Punto di Confronto e Centro
di Progettazione - L’ Informazione Geografica
al Servizio delle Aree Protette Europee - Tekla
Structures a Tutto Campo - Menci Software -
Cassini-Soldner Story - Accordo tra Fugro
Inpark e Giove
n° 1 pag. 12
Itbox n° 1 pag. 16
AZIENDE E PRODOTTI
CSI Wireless Lancia il Nuovo GPS con Tecnologia
Bluetooth - I Nuovi Strumenti di Rilevazione della
Topcon - Codevintec Distribuisce in Italia il
Ricevitore Thales Mobile Mapper - Nuova Versione
dell’ER Mapper Image Web Server - Estensione
Multiviewer per ArcGIS - ESRI Potenzia i Servizi
ArcWeb - Sony lancia in Giappone tre navigatori
GPS rivoluzionari - La Georadio di Trimble -
Piattaforma di Location Intelligence Basata su
.NET da MapInfo - Safe Software Annuncia
l’Ultima Versione di FME 2004 ICE
n° 1 pag. 54
Sinergy partecipa al progetto per i beni
archeologici sommersi - Carta dei beni culturali
del Comune di Roma - Finanziamenti
all’agricoltura controllati con il GIS - Il Gruppo
Spaziale Italiano - GPS e Galileo - La rete GPS
della Regione Lombardia.
A Sinergy 2004 Le Reti Tecnologiche in mostra
- Siglato un accordo quadro fra CNIPA e
ORACLE - INSPIRE: Proposta per una
infrastruttura Europea di dati geografici
n° 2 pag. 12
n° 3 pag. 12
SinerGIS partner italiano esclusivo di
Miner&Miner - Nuovo formato DWF di Autodesk -
Matrox alla conferenza internazionale di Esri -
Nuovo sistema Gyro Station da Sokkia - MapSend
da Thales - Aggiornamento per il sistema Z-Max da
Thales - Nuovo sistema RTK GPS da Sokkia -
Floating Licenses per Mapublisher - ArcSDE 9 per
Oracle 10g - Oracle 10g da Oracle.
Arriva dalla Finlandia Tekla Structures 10.0 - La
nuova gamma di soluzioni Bentley - Autodesk
lancia Civil 3D 2005
n° 2 pag. 54
n° 3 pag. 58
GEOMEDIA EXCELLENCE AWARD - Seconda
edizione per l' Atlante Interattivo Svizzero - Un
bando SIFET e MIUR per gli Istituti di
istruzione secondaria - Google pigliatutto -
Spazio e tempo ruotano insieme alla terra - GIS
Day
Un nuovo sito e un nuovo strumento targato
Trimble - Geospatial World - Galileo a tutta
forza - Il primo compendio italiano di
geomatica - GPS e VRS, il futuro delle reti GPS
in Italia è a macchia di leopardo - La prima
soluzione integrata Total Station e GPS è
targata Leica - Arte, storia e tecnologia al
Salone del Restauro 2005
n° 4 pag. 8
n° 5 pag. 12
Arriva dalla Finlandia Tekla Structures 10.0 - La
nuova gamma di soluzioni Bentley - Autodesk
lancia Civil 3D 2005
Trimble S6: la somma di tutto ciò che hai sempre
sognato di avere - VRS Geometri Modena -
Assistenza just in time Assogeo - Condivisione
semplice e sicura con il formato DWF - Stazioni
Totali della serie R-300 rinnovate da Pentax -
Qualità di stampa e doppia velocità con i plotter HP
Desinjet serie 4000 - GVS (Geosoft Video Survey) -
Tecnologie e soluzioni targate Codevintec ad Asita -
Mobile Mapper, una famiglia di ricevitori GPS per
il GIS
n° 4 pag. 52
n° 5 pag. 44
34 GEOmedia 5 2005
UN ANNO DI GEOMEDIA
2005
FOCUS
Gatti, M.
Stereoscopia ottica ASTER ed interferometria differenziale
SAR a confronto
n° 1 pag. 6
Redazione Fotogrammetria e telerilevamento n° 1 pag. 18
Carlucci, R.
Sezione ricerca e sviluppo di
A&C 2000
Laser scanning e rilievi tradizionali topografici e
aerofotogrammetrici
Un sistema di tracking e gestione per applicazioni
aviotrasportate
n° 2 pag. 6
n° 2 pag. 16
Bernardini, F. CRYOSAT, dai ghiacci la risposta sul riscaldamento globale n° 3 pag. 6
Scianna, A. - Ammosciato, A. -
Corsale, R.
Disperati, S.P.
Dal CAD al GIS: il trasferimento di informazioni
cartografiche
Geomatica e Cooperazione Internazionale con i paesi in via
di sviluppo
n° 3 pag. 14
n° 4 pag. 6
Vector srl Ambienti GIS per le applicazioni radio elettriche n° 4 pag. 16
Condorelli, A. - Colombrita, F. -
Guarrera, G.
Pantaloni, M. - D'ambrogi, C.
Un sistema informativo territoriale 3D degli ostacoli alla
navigazione aerea
La rappresentazione geologica
tridimensionale - Un nuovo strumento per la gestione dei
dati territoriali
n° 5 pag. 6
n° 5 pag. 16
Bartoli, F. Database topografici a rappresentazione multipla n° 5 pag. 20
REPORTS
A cura della Redazione Intergraph - Una storia orientata all'innovazione n° 1 pag. 22
Ceccaroni, F. Generazione di ortofoto ad alta risoluzione su scansione laser n° 1 pag. 26
A cura della Redazione
Il GIS sulle note di violino - Report dalla Conferenza Italiana
Utenti ESRI
n° 1 pag. 30
A cura della Redazione Dalle informazioni geospaziali al Virtual Delivery n° 1 pag. 34
A cura della Redazione
Dalla fotogrammetria alla condivisione dei dati con le
tecnologie Z/I di Intergraph
n° 2 pag. 20
A cura della Redazione Tecnologie RTK e Multiref GPS: SpiderNET di Leica n° 2 pag. 46
A cura della Redazione Un centro di Formazione e Ricerca per l’Edilizia ed il Territorio n° 3 pag. 22
A cura della Redazione Trimble IS - Il rilievo integrato tra Total Station e GPS n° 3 pag. 26
A cura della Redazione
A cura della Redazione
A cura della Redazione
H-Star di Trimble - Un sistema GPS in doppia frequenza per
rilievi di alta precisione
Una community emergente tra progettazione, territorio e
infrastrutture - La prima conferenza Autodesk degli Utenti italiani
SAIE 2005 - Il salone dell’edilizia fra soluzioni geomatiche e
software tecnico
n° 3 pag. 30
n° 3 pag. 36
n° 3 pag. 40
36 GEOmedia 5 2005
UN ANNO DI GEOMEDIA
2005
Tonegato, G. - Bersan, M.
Il Sistema Informativo Territoriale nel Comune di Creazzo:
l’esperienza reale del GIS
n° 4 pag. 22
A cura della Redazione Nona Conferenza Nazionale ASITA 2005 n° 4 pag. 24
Politecnica srl Il progetto SISTER per il Comune di Lignano Sabbiadoro n° 4 pag. 30
A cura della Redazione Restructura 2005, tra hard e soft n° 4 pag. 32
A cura della Redazione Storia di un vulcano n° 4 pag. 34
A cura della Redazione GIS Day 2005 n° 4 pag. 36
A cura della Redazione
Il CSMS dell’Uluru-KataTjuta National Park - La tecnologia nel
rispetto
delle identità culturali
n° 5 pag. 24
Docenti di Topografia dell’ITSG “A.
RIGHI”di Reggio Calabria
A Reggio Calabria l’ITSG “A. Righi” è già entrato nel futuro n° 5 pag. 28
TUTORIAL
A cura della Redazione Tutorial Pregeo 8 - 6a parte. Dal catasto della carta al catasto del web n° 1 pag. 48
Leardini, D. La georeferenziazione per il mapping GIS n° 2 pag. 34
Grassi, V. Tutorial GPS (1a Parte) - La post elaborazione delle misure GPS n° 2 pag. 38
Planetek Italia S.r.l ER Mapper 7.0 - Più potente, più veloce, più flessibile n° 3 pag. 18
Grassi, V. Tutorial GPS (2a Parte) - I programmi TGO TTC di Trimble GPS n° 3 pag. 42
Grassi, V. Tutorial GPS (3a Parte) - Il software LGO Leica Geo Office n° 4 pag. 38
Grassi, V. Tutorial GPS (4a Parte) - Il programma Spectrum Survey della Point Inc n° 5 pag. 40
TERRA E SPAZIO
Bernardini, F. Geodesia dallo spazio n° 1 pag. 44
Bernardini, F. Guida, Navigazione e Controllo: dalla Terra alla Luna n° 2 pag. 54
Bernardini, F.
Dall’iperdeterminazione di un Satellite a quella del centro di
gravità della terra
n° 3 pag. 54
Bernardini, F. La lunga attesa di MARSIS n° 4 pag. 58
Bernardini, F. Guida, Navigazione e Controllo: Il punto in volo con le stelle n° 5 pag. 50
INTERVISTA
A cura della Redazione
Intervista a Ermanno Dalla Fiora, presidente di ASSOGEO " Le
tecnologie per il rilievo territoriale e geotopografico "
n° 1 pag. 32
A cura della Redazione La figura del geometra tra innovazione ed evoluzione -
Intervista ad Alberto Chiariotti
n° 4 pag. 26
ARTE E SCIENZA
Salvemini, F. Il museo della scienza di Villa Farnesina n° 1 pag. 58
Salvemini, F. I volti della scienza di Caravaggio n° 2 pag. 58
Salvemini, F. Il globo del Rinascimento un geode di quarzo n° 3 pag. 58
Pompili, A. Trasformazione di coordinate in ambiente web n° 5 pag. 54
GEOmedia 5 2005 37
UN ANNO DI GEOMEDIA
2005
ARCHEOMATICA
Brienza, E. Un GIS INTRA SITE per la Valle del Colosseo n° 1 pag. 38
RASSEGNA PRODOTTI
A cura della Redazione
Tecnologie GPS e tradizionali in Pregeo 8 - Una rassegna sui
prodotti e le soluzioni orientate al catasto
n° 2 pag. 26
MERCATO
AZIENDE E PRODOTTI
GIS OPEN SOFTWARE, il sesto convegno della
comunità GRASS - La SIFET a convegno -
Tecnologia al servizio dell’arte - Il GIS pratico
a San Leo - SLAM per il monitoraggio
idrogeologico - ENVISAT, il satellite europeo
per lo studio della terra
La provincia di Parma sarà accesibile on-line -
Premio Oscar alle tecnologie di Intergraph -
MapInfo su Marketech Systems - Galileo sbarca
in Cina...-...e la Corea non sta a guardare -
Quando l'impegno non paga - Gestione delle
pratiche ambientali per le Provincie di
Verbano-Cusio-Ossola - Tele Atlas e TomTom
allungano i termini dell'accordo - 1a Autodesk
user conference - Un centro studi per le
competenze dei geometri umbri
GIS in aiuto delle popolazioni colpite dagli
uragani Katrina e Rita - XX Congresso CIPA -
Adobe per la prima volta al SAIE insieme a
Bentley - Abitat su progetti di marketing
territoriale - Accordo tra Unione Europea ed
Ucraina su Galileo - L’Intergraph User Group
tocca la soglia dei vent’anni di attività... - Un
distributore ER Mapper in Cina - Un ponte
tecnologico tra tecnologia e Pubblica
Amministrazione - Ancora sul fallimento della
missione Cryosat - Google Earth ci mette in
pericolo? - A Sinergy 2004 Le Reti Tecnologiche
in mostra - Siglato un accordo quadro fra
CNIPA e ORACLE - INSPIRE: Proposta per
una infrastruttura Europea di dati geografici
L’informazione non si ferma. Lavorare per
crescere – Galileo GPS News – La rete GPS
Glonass in Emilia Romagna – Premiato
l’impegno di Jack Dangermond per la salute
pubblica – Il Concorso SIFET-MIUR va
all’Istituto Righi di Reggio Calabria – Google
Earth: opinioni a confrontoGEOMEDIA
EXCELLENCE AWARD - Seconda edizione per
l' Atlante Interattivo Svizzero - Un bando
SIFET e MIUR per gli Istituti di istruzione
secondaria - Google pigliatutto - Spazio e
tempo ruotano insieme alla terra - GIS Day
Autodesk completa l’acquisizione di Alias - Una
rete di stazioni permanenti per il Friuli Venezia
Giulia - E’ entrato in vigore il Codice
dell’Amministrazione digitale - Stardust torna
a casa - Galileo GPS news - Presentazione del
corso “Missioni umane nello spazio”
n° 1 pag. 14
n° 2 pag. 10
n° 3 pag. 8
n° 4 pag. 12
n° 5 pag. 12
Trimble R-Track, la risposta di Trimble per la
nuova era del GPS - ANTAS Mobile, come
portare lo studio topografico in campagna -
Da Vector terminali GPS e software di
progettazione per le radiodiffusioni - Suite di
software GPS Spider da Leica - Arcweb
Services: what you need, when you need -
Autodesk sigla l’accordo per l’acquisizione
definitiva di C-Plan AG - Precisione e
produttività senza compromessi - Stati
Generali della Bentley a Baltimora
I nuovi prodotti "server" di ESRI - Siemens
lancia un nuovo standard A-GPS - La
cartografia digitale al servizio della nostra
sicurezza - La PCI Geomatics affianca l'ESA
su Coast Charts - Aggiornamenti per ERDAS
e LPS - Dalla Thales il MobileMapper Pro
Package - Finalmeente il software antitombarolo
- L'Etna sotto stretta sorveglianza -
Una Reference Station ad hoc da Sokkia - ER
Mapper versione 7.0
La Britannia romana rivive grazie a channel
4, ESRI (UK) e Ordance Survey - Il Grande
Fratello inglese - Estensioni per ArcGIS 9.1 -
Nasce un centro servizi per i prodotti Ilris in
Europa - Trimble snellisce le indagini sul
campo e quelle in ufficio col controller TSC2
- Da Globo un software dedicato all’attività
venatoria - Thales Promark 3 riduce i tempi di
lavoro - Pianificazione del volo aggiornata e
soluzioni di gestione da Leica Geosystems
Viaggiare sulla Terra in tre dimensioni con
World Wind – Gfauna e la gestione delle
attività venatorie – Occhi puntati sulla
missione Huygens dell’ESA – Con Leica
SmartRover per lavorare in leggerezza
Speciale ASITA – ABACO, Geotop , Geoin,
Heliogs, HP, Matrox, Intergraph , Menci SW,
Planetek, RSI, Sistemi Avanzati
Eureka! Mappare la distanza in funzione del
tempo e della velocità - Nasce la mappa di
Roma - On line il nuovo sito cartografico
della Regione Emilia Romagna - Palmare e
navigatore per sciatori avventurosi - Nasce il
portale della ricerca italiana - La lunga
tradizione Rollei per fotocamere allo stato
dell’arte - Intergraph e la versione 6.0 della
famiglia Geomedia - Matrox presenta
Pharelia Precision SDT - Tom Tom, l’Europa
in una memory card - Sinergis e CID
Software in aiuto della protezione civile
n° 1 pag. 50
n° 2 pag. 50
n° 3 pag. 50
n° 4 pag. 46
n° 4 pag. 49
n° 5 pag. 44
38 GEOmedia 5 2005
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TUTORIAL
Tutorial GPS
Il programma Spectrum
Survey della Point Inc
4 a Parte
di Vittorio Grassi
Sia questo articolo che quelli che
seguiranno, sui più diffusi
programmi di elaborazione dei dati
GPS circolanti in Italia, non
vogliono essere né sono un
manuale d’uso. Lo scopo di questi
articoli è quello di mettere in
risalto le funzionalità del
programma recensito sulla base di
quanto esposto nell’articolo, dello
steso autore, dal titolo
“L’elaborazione dei dati GPS”
pubblicato sul n° 2/2005 di
Geomedia e quindi è visto solo
sotto l’aspetto della elaborazione
dei dati GPS e della loro
compensazione.
Caratteristiche generali del
programma Spectrum Survey
Questo programma è stato
sviluppato dalla POINT Inc, una jointventure
creata dalla Sokkia e dalla
NovAtel nel 1999 per lo sviluppo vari
prodotti e tecnologie GPS di
avanguardia, tra cui i ricevitori
Stratus, e viene commercializzato da
Sokkia. Tutte le schermate del
programma sono in italiano mentre
l’help in linea ed il manuale originale
sono in inglese. Il programma, però, è
dotato di un eccellente manuale in
italiano (che non è la strampalata
traduzione di quello inglese) scritto
“ex novo” in maniera molto chiara e,
finalmente, con i termini tecnici e
scientifici esatti. Inoltre, per la prima
volta, il manuale ha una concisa ma
efficacissima appendice che espone in
maniera corretta i concetti
fondamentali riguardanti cenni di
Cartografia, i Sistemi Geodetico-
Cartografici: Gauss-Boaga (Roma 40),
UTM, la rete IGM95, il problema delle
quote, come si crea in maniera
corretta un sistema locale (compresa la
riduzione della quota), come si esegue
una rototraslazione piana, come si
eseguono le trasformazioni di datum
più frequenti.
Infine tutto il manuale è corredato
da molti esempi applicativi che
chiariscono in maniera eccellente i
concetti esposti ed opportuni consigli
sulla elaborazione dei dati e sulla loro
eventuale manipolazione.
Per quanto riguarda la
programmazione della campagna esiste
un apposito manuale a parte, sempre
in un corretto italiano, che, se pur di
poche pagine, isola sapientemente il
problema della preparazione della
campagna da quello dell’elaborazione
dei dati. Anche questo sintetico
manuale è dotato di efficace guida ed
appropriate figure.
Spectrum Survey esiste sia per la
singola che la doppia frequenza ed
elabora sia i dati in statico che in
cinematico.
Funzionalità del
programma e commenti
Il flusso operativo generale è
suddiviso nelle seguenti fasi principali:
Creazione di un progetto
Scarico ed importazione dei dati
Calcolo differenziale e relazione di
calcolo
Verifica della chiusura dei poligoni e
relazione di calcolo
Compensazione della rete e relazione
di calcolo
Esportazione dei dati
Per la creazione del progetto esiste
un’apposita finestra (fig. 1) che
presenta le seguenti soluzioni
Per selezionare le impostazioni
generali del progetto la finestra è
dotata di quattro schede (fig. 2) che
permettono un’ampia scelta. Alcuni
dati inseriti nella scheda “Generale”
saranno riportati nell’ intestazione
delle relazioni di calcolo generate dal
programma nelle fasi successive.
La scheda “Coordinate/Tempo”
consente la selezione del sistema di
coordinate di riferimento per i dati
elaborati (conviene scegliere Geo per
lavorare in WGS84) e stabilire l’ora
che può essere ora locale, ora UTC
tempo universale (TAI meno 32 sec
1/1/1999), Tempo GPS (UTC+13sec
1/1/1999). La selezione del sistema di
riferimento del tempo serve
unicamente per visualizzare i dati in
un sistema temporale comodo per
l’utente. In realtà tutte le misure GPS
sono sempre riferite al tempo GPS.
La scheda “Compensazione” (fig. 3)
che consente la selezione dei
parametri e delle tolleranze utilizzate
nella compensazione della rete è
molto dettagliata e permette di
modificare; la precisione desiderata
nella rete, il livello di confidenza delle
40 GEOmedia 5 2005
Figura 1 Figura 2
TUTORIAL
ellissi d’errore, il numero massimo
delle iterazioni del programma ed il
valore della convergenza attraverso il
quale esce dalle iterazioni anche se
non si è raggiunto il limite massimo,
il peso standard ed il metodo di
attribuzione dei pesi, l’aggiornamento
delle coordinate dei punti dopo la
compensazione libera, dopo quella
vincolata e la trasformazione delle
coordinale geografiche in piane.
Se non si ha esperienza su come
influiscono queste scelte sulla compensazione
si consiglia di mantenere i
valori di default.
a 200 m: probabile errore nell’
attribuzione del numero del punto
un punto importato ed un punto
esistente sono ad una distanza
inferiore a 50 m (i due punti sono
probabilmente lo stesso punto). Se si
sono misurate punti con distanze
reciproche inferiori a 50 m occorre
disattivare questa funzione
spostamento di un punto su di un
altro: il valore di spostamento supera i
di 200 m (probabilmente non si sta
effettuando lo spostamento corretto)
Chiaramente i valori sono
modificabili secondo le esigenze
dell’utente.
Quindi, creato il progetto e caricati
i dati (dallo strumento o dal disco
rigido) appare, a pieno schermo, una
finestra grafica semplice ed efficace
(fig. 5).
riferimento per il calcolo, Spectrum
Survey ne sceglierà uno
automaticamente sul quale farà la preanalisi
non differenziata (Single Point
Position).
E’ possibile visualizzare la lista dei
punti importati (fig. 6). Nella finestra
sono presenti due
schede:”Occupazioni”, che consente di
visualizzare e modificare il modello
d’antenna utilizzato, e “Coordinate”
che permette di visualizzare la lista
delle coordinate dei punti rilevati.
Le coordinate visualizzate sono
approssimate in quanto non è stato
ancora effettuato il calcolo
differenziale. Queste coordinate
possono essere editate e modificate.
L’opzione “Controllo” serve per
identificare un punto come punto di
riferimento per il calcolo (punto fisso).
Figura 3
Infine la scheda “Verifica errori”
(fig. 4) permette di stabilire la
definizione dei filtri per la ricerca di
eventuali errori grossolani nei dati e
per verificare l’integrità e la
correttezza dei dati inseriti dall’utente
nonché se il valore d’altezza
dell’antenna è grossolanamente errato.
Figura 4
un’apposita sezione “Punti” per
verificare le seguenti condizioni:
un punto importato ed un punto
esistente, aventi lo stesso numero di
punto, sono ad una distanza superiore
Figura 5
Tutti i possibili vettori, sono
generati automaticamente e visualizzati
in base alla sovrapposizione dei tempi
d’osservazione sui punti nelle varie
sessioni di misura. Purtroppo il
programma mostra tutte le linee di
base possibili e quindi l’utente deve
provvedere ad eliminare quelle
correlate. D’altronde questo problema
esiste in quasi tutti i programmi di
elaborazione dei dati.
Prima di procedere nel calcolo delle
linee di base occorre fissare le
coordinate di un punto nel sistema
WGS84. Questo punto di riferimento è
il punto d’emanazione dei vettori da
calcolare, tale punto viene considerato
di posizione fissa a priori. Se non
fosse stato selezionato alcun punto di
Spectrum Survey
usa, per
l’elaborazione dei
dati, dei parametri di
calcolo di “default”
che se l’utente
desidera possono
essere modificati.
Le opzioni possibili sono (fig. 6a):
Figura 6a
Figura 6
GEOmedia 5 2005 41
TUTORIAL
selezionare le effemeridi trasmesse o
quelle precise;
selezionare o no la creazione del file
dei residui;
selezionare le frequenze L1 o L2,
entrambe o la loro combinazione (L3
iono free, L4 Wide lane, L5 Narrow
lane)
stabilire il massimo valore del DOP
ammesso nel calcolo;
Mentre, attualmente, non è possibile
modificare i modelli di default previsti
per la ionosfera e la troposfera.
Purtroppo dalla lettura dei vari
manuali e dell’help in linea non c’è
traccia del criterio con il quale il
programma esegue i calcoli, se ricorre
o no alle triple differenze, sugli
algoritmi usati per la risoluzione delle
ambiguità, ecc. ecc.
Prima di lanciare l’elaborazione,
accedendo alla funzione “Analisi” (fig.
7) è possibile esaminare i dati grezzi,
la lista dei punti, elaborare i vettori,
controllare la mancata chiusura dei
poligoni e lanciare la compensazione.
Durante l’elaborazione la finestra
“Spectrum Survey” visualizza (fig. 9): il
numero di vettori processati e la
percentuale di dati calcolati per ogni
vettore.
Elaborati i dati la finestra grafica
mostra i vettori ancora da calcolare in
rosso ed i vettori calcolati in colore
verde o giallo in base alla soluzione
ottenuta nel calcolo: soluzione “Fix”
verde, soluzione “Float” giallo.
Logicamente è possibile avere un
rapporto sul calcolo eseguito che è
completo ed esauriente (fig. 10)
compreso il valore “ratio”, gli
Figura 9
s.q.m., i salti di ciclo e la matrice dei
cofattori.
Inoltre è possibile avere un grafico
dei residui complessivo o satellite per
satellite (fig. 11): sull’ asse X viene
visualizzata la scala del tempo e
sull’asse Y i valori dei residui.
Al centro del grafico è possibile
individuare una linea di riferimento
orizzontale: tale linea è il satellite di
riferimento (solitamente il satellite con
maggior elevazione nel cielo).
Figura 7
E’ anche possibile vedere
graficamente il numero dei satelliti
osservati e le osservazioni ai satelliti
(fig. 8)
Inoltre, per ogni vettore calcolato
viene generato un grafico relativo ai
residui delle misure nel tempo.
Figura 10
Figura 8
Figura 11
42 GEOmedia 5 2005
TUTORIAL
Il grafico dei residui è molto utile
per individuare satelliti con segnale
disturbato perchè i disturbi del segnale
causano errori nella misura del
vettore. In caso di satelliti con segnali
disturbati occorre, se possibile,
effettuare una finestra nei dati
d’osservazione, e quindi ricalcolare il
vettore.
I valori dei residui normali sono, di
solito, inferiori ai 3 cm.
Criteri per l’accettazione
della linea di base elaborata
I criteri per l’accettazione sono del
tipo classico. Sono previsti i valori
”RATIO”, le soluzioni FIX e FLOAT e
le frequenze utilizzate per il calcolo
per la cui interpretazione si rimanda
all’articolo dal titolo “L’elaborazione
dei dati GPS” pubblicato sul n°
2/2005 di questa stessa rivista.
Intervento sui dati
Le possibilità che l’operatore ha di
intervenire sui dati grezzi sono:
eliminare satelliti sia parzialmente che
totalmente
variare l’intervallo dei dati da
elaborare (ad es. registrare a 5” ed
elaborare a 15”). Questa scelta è
piuttosto criticabile in quanto non è
teoricamente corretta
eseguire una finestra sui dati acquisiti
variare l’angolo di elevazione (cut-off)
Il modulo di compensazione
Prima di eseguire la compensazione
il programma Spectrum Survey
consente di verificare a video, sotto la
finestra grafica, un rapporto sulla
mancata chiusura dei poligoni (fig. 12).
Le informazioni relative ad
ogni singolo poligono chiuso
includono: elenco dei segmenti
che compongono il poligono; la
lunghezza complessiva e la
precisione raggiunta sia in ppm
che con il valore “ratio”;valori
di chiusura (dx, dy e dz) e
“delta” sulla lunghezza totale.
Tutte queste informazioni
permettono di individuare
l’eventuale presenza di errori
grossolani e di creare adeguati file
per la stampa di detti rapporti.
Prima di eseguire la compensazione
è anche opportuno controllare (ed
eventualmente modificare) i parametri
della compensazione già illustrati nella
fig. 3.
Il programma consente di eseguire
una compensazione a minimi vincoli
(compensazione intrinseca) o vincolata,
ma non accetta quella completamente
libera. Per cui se non si fissa almeno
un punto il programma seleziona da
solo quello più baricentrico.
Il rapporto della compensazione è
molto completo e contiene:
i dati statistici: n° di punti, punti
incogniti, osservazioni, n° d’iterazioni
di calcolo richieste per la convergenza
dei risultati
Il test del chi quadro
Le coordinate in ingresso, quelle
compensate e i relativi s.q.m.
Le ellissi d’errore assolute e relative, al
livello di confidenza stabilito nei
parametri di calcolo
I residui delle osservazione ed i relativi
ppm ed i residui normalizzati
affidabilità interna ed esterna e la
ridondanza delle osservazioni
sommario del calcolo
Il “Test del Chi quadro
sul fattore di varianza”
(deviazione standard
dell’unità di peso) è molto
importante perché il valore
indica se vi è compatibilità
fra i pesi attribuiti alle
misure dei vettori a priori
(prima del calcolo) e il
dato a posteriori e la
precisione stimata dopo il
calcolo. Il valore deve
essere compreso nei limiti
indicati (fig. 13).
Figura 13
Può accadere che il dato sia
inferiore al valore minimo, il che
indica semplicemente che i risultati
sono migliori della precisione stimata
a priori.
Un valore superiore al limite
massimo indica l’opposto oppure sta
ad indicare che esiste qualche vettore
con scarsa precisione.
Per ulteriori interventi di edizione o
di formattazione e per l’esportazione in
una più completa gamma di formati è
possibile avviare eventualmente il
programma ProLink che consente di:
utilizzare i formati SGL, IOB e SDR
esportare in formati ASCII (testo),
SDR e PICS, in coordinate geografiche
o coordinate piane, con quote
ellissoidiche od ortometriche (se
disponibili)
Nel caso di esportazione in formato
SDR occorre disporre di punti in
coordinate piane.
Conclusioni
Spectrum Survey è un programma
completo con una valida interfaccia
grafica, semplice da usare e molto
versatile per assecondare le esigenze di
un utilizzatore esperto.
Uno dei punti di forza sono i
manuali in italiano scritti in maniera
esemplare con allegati numerosi
esempi applicativi sulla trasformazione
di coordinate, consigli sull’uso del
programma e sulle modalità
d’intervento sui dati.
Complimenti alla Sokkia!!
Autore
VITTORIO GRASSI
Email: vittorio_grassi@fastwebnet.it
Figura 12
GEOmedia 5 2005 43
AZIENDE E PRODOTTI
Eureka! Mappare la distanza in funzione del tempo e della velocità
Molti di voi saranno già familiari col concetto di
cartogramma, cioè trasformazioni di una mappa che
porta ad una distorsione di un’area o una distanza in
funzione di specifici obiettivi; ad esempio, un
cartogramma rappresentativo della popolazione e del suo
“peso” fornisce una mappa in cui ogni area è ridisegnata
esattamente in proporzione al tipo o alla quantità di
popolazione, così da accordare ad ogni individuo uno
stesso peso, oppure, come mostrato nell’immagine, un
cartogramma basato sui dati delle votazioni per la
presidenza Bush-Kerry presenta una evidente distorsione
della dimensione delle regioni degli Stati Uniti. Dalle
pagine virtuali di GIS Monitor giunge una interessante
proposta che di sicuro lascerà interessanti conseguenze.
Tale proposta vede protagonista una mappa a distorsione
temporale…..ma cosa è in realtà? La maggior parte delle
mappe delle città si dispiegano su griglie stradali
composte da strade che corrono in precise direzioni, in cui
la scala lineare dei percorsi che vanno in una direzione
oppure in un’altra è la stessa. Se, poniamo, uno
spostamento che va da Sud verso Nord può essere fatto ad
una velocità doppia rispetto ad uno che va da Est verso
Ovest, potremmo ottenere una mappa distorta che mostra
la città estesa su una mappa con più di una dimensione
lineare. Se, infatti, il tempo fosse il fattore di riferimento
su cui basare la scalatura, noteremmo come la mappa
rappresenti le strade che vanno da Est verso Ovest due
volte più lunghe di quelle che invece vanno da Sud verso
Nord. Succederebbe il contrario se peraltro impostassimo
il fattore di scalatura sulla velocità invece che sul tempo.
Ma quali potrebbero essere i benefici di una siffatta
produzione? Chi ha partorito l’idea aveva in mente di
certo un pubblico di pianificatori, architetti ed ingegneri
che hanno a che fare col traffico, male nascosto di ogni
città da cinquant’anni a questa parte. Se il criterio fino ad
ora è stato quello di posizionare le cose vicine nel tempo,
probabilmente il risultato non sarebbe stato lo stesso se
invece fossero state posizionate vicine nello spazio. Grazie
alle mappe a distorsione temporale la soluzione che
richiede meno tempo sarebbe immediatamente visibile.
Ma le applicazioni potrebbero essere molte. Si avrebbe,
inoltre, puntando lo sguardo un po’ più in là, il problema
del passaggio alla quarta dimensione: il tempo. A quando,
dunque, un GIS 4D?
(Fonte: GIS Monitor)
Nasce la mappa di Roma
E
’ stato presentato, a fine novembre a Palazzo Altemps,
a Roma, il primo tomo della voluminosa opera di
catalogazione e mappatura delle trasformazioni di natura
architettonica ed urbanistica che hanno interessato la città
di Roma negli ultimi centotrenta anni. La “Carta
Archeologica di Roma” nasce nell’ambito della
pubblicazione della “Carta Archeologica d’Italia” e,
relativamente a Roma, essa denota proprie caratteristiche
al passo con l’unicità del patrimonio archeologico che la
città eterna esibisce. Questo che è stato presentato è solo il
primo degli otto volumi che compongono l’accurato lavoro
promosso e portato a termine grazie all’impulso della
Sovrintendenza archeologica di Roma e grazie al sostegno
degli enti locali, Regione, Provincia e Comune di Roma e
di numerosi sponsor. L’esigenza di un’opera del genere era
già stata avvertita nel 1947, quando molti studiosi e
tecnici avevano avviato il lavoro di raccolta dei dati che
sarebbero serviti per la pubblicazione; questa fase
preparatoria è costituita dalle schede provvisorie che, una
volta rivedute, revisionate ed inserite all’interno di un
archivio, hanno rappresentato le fondamenta del lavoro
attuale. La Carta è divisa in nove tavole, numerate da I a
IX. Ogni tavola, a sua volta, è suddivisa in nove settori,
indicati con lettere alfabetiche (da A ad I). La scala
adottata è di 1:2.500, scelta perché permette un’esauriente
indicazione dei ritrovamenti anche nelle zone dove questi
sono particolarmente densi. La Carta è caratterizzata da
una simbologia che corrisponde alla tipologia dei
rinvenimenti, illustrata nelle didascalie a margine.
Ciascun simbolo è accompagnato da un numero, relativo
alla rispettiva scheda descrittiva del ritrovamento.
(Fonte: Redazionale)
44 GEOmedia 5 2005
AZIENDE E PRODOTTI
On line il nuovo sito cartografico
della regione Emilia Romagna
Da oggi, accedendo al link www.regione.emilia-romagna.it/carto/reper/defaulta.htm
sarà possibile consultare il repertorio della cartografia della regione
Emilia-Romagna. Saranno consultabili i cataloghi dei prodotti cartacei e
digitali disponibili presso l’Archivio Cartografico della Regione Emilia-
Romagna visualizzando, consultando e scaricando, inoltre, i prodotti digitali
disponibili on line. Dal 1975, quando la Regione, con il concorso di Università
e del CNR di Bologna, avviarono la gestione dei dati geografici su elaboratore,
la situazione si è evoluta in positivo. All’epoca, i dati su elaboratore erano
riferiti a poco più di 80.000 celle quadrate di 25 ettari in cui era stato
suddiviso il territorio regionale ma le potenzialità future dell’elaborazione
elettronica rispetto ai tempi e costi di elaborazione e di disegno manuale dei
risultati erano già ben evidenti. Oggi, la rapida crescita dell’attività gestionale
sui dati geografici di Enti Locali e Aziende di gestione di pubblici servizi e i
progetti interregionali, nazionali e comunitari per la costruzione di database
geografici che rispondano a regole comuni unita alla sempre più accelerata
crescita della domanda di dati digitali da parte di imprese e cittadini, impone
da un lato un lavoro di cooperazione e di integrazione che finora era stato solo
appena accennato, dall’altro la necessità di una qualità certificata dei
database che non c’era stata precedentemente. Il caso dell’Emilia Romagna è
esemplificativo del cambiamento di direzione. Tra i risultati significativi del
lavoro svolto sinora vi è certamente quello della crescita del know how: in
Emilia-Romagna vi è non solo il maggior numero di Enti con esperienza di
gestione dei dati geografici, ma anche la maggior presenza di know how in
materia nel settore privato con significative ricadute anche al di fuori della
Regione. E’ un dato rilevante poiché il limite essenziale, nelle aree ove solo
oggi si avvia la realizzazione dei database geografici, è proprio la disponibilità
di competenze in materia nell’ambito pubblico e privato in un comparto come
questo destinato a produrre nei prossimi anni nuova occupazione qualificata.
(Fonte: Redazionale)
GEOmedia 5 2005 45
AZIENDE E PRODOTTI
Palmare e navigatore per sciatori avventurosi
Anche chi fa escursionismo o è appassionato di sci da oggi in poi potrà contare su
tecnologie di navigazione satellitare; nasce infatti in Italia il primo navigatore
specificatamente dedicato alla montagna. Presentato all’ Infomobility Telematics
Forum 2005 svoltosi al Lingotto di Torino a novembre, il nuovo software MyNav
Mountain è il frutto di due anni di ricerche e raccolta dati di Giove, azienda di
Treviso che dal 1994 si occupa della creazione di mappe digitali per navigatori satellitari. Il lavoro,
iniziato con la mappatura delle Dolomiti, proseguita con le Alpi centrali, approda ora sulle montagne
olimpiche di Torino 2006 (e presto sarà esteso a tutto l’arco del Nord Ovest). Partendo da una località
si può ottenere, tramite un semplice tocco della penna sullo schermo del palmare, l’elenco delle piste
da sci distinte per difficoltà o degli impianti di risalita; è anche possibile individuare alberghi e rifugi
più vicini con relativi contatti, scuole di sci o il numero del soccorso alpino. Il tutto nei 150 grammi che può pesare un
palmare; e soprattutto la possibilità di capire dove ci si trova esattamente ed essere guidati, passo passo, per raggiungere
una meta definita. Chi invece sceglie il trekking in quota o i percorsi in mountain bike non si senta abbandonato:
informazioni analoghe, con un itinerario in formato 3D che appare a video, indicheranno curve, dislivelli e distanze;
l’utilizzo della simbologia CAI fornisce un ulteriore aiuto. Come avere al fianco una guida esperta del posto. E’ possibile
anche memorizzare percorsi non previsti: ad esempio chi fa fuoripista, può attivare una funzione che registra il tracciato
eseguito. Il software può essere caricato su un palmare o cellulare dotati di sistema operativo Windows Mobile 2003 o
superiori, processore 266Mhz e ricevitore GPS. Utilizzato senza GPS, MyNav è una completa e dettagliata guida, che si
“sfoglia” con un clic sul palmare. Uno strumento utilissimo per chi faccia vita di montagna ed indispensabile per chi si
trovi in difficoltà in quei luoghi. I tecnici di Giove stanno inoltre pensando di dotare il loro gioiellino di un barometro,
essenziale per una previsione meteo. La scheda con la cartografia delle montagne olimpiche dovrebbe già essere in
vendita nei negozi sportivi o di informatica; il prezzo parte dai 250 Euro (solo il software da caricare sul palmare) fino
a 650 circa (il kit completo con scheda, palmare, ricevitore GPS).
www.mynav.it
(Fonte: Redazionale)
Nasce il portale della ricerca italiana
Nasce all’indirizzo www.ricercaitaliana.it il Portale
Nazionale della Ricerca Italiana. Esso si pone come
principale finestra aperta per i cittadini sul mondo di chi
fa ricerca in Italia, uno spazio in cui vedere e toccare la
ricerca pubblica e privata nazionale, sia quella con
immediate applicazioni, sia quella di base. Il portale è
costruito per dare visibilità ai cittadini e a particolari
categorie dei progetti di ricerca grandi e piccoli e,
soprattutto, di chi fa ricerca nei laboratori costruiti
dall’uomo e nei grandi laboratori naturali (Spazio, Terra e
Mare), dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo.
Ci troviamo di fronte al primo tentativo in Italia di rendere
comprensibili a tutti argomenti complessi, essendo allo
stesso tempo autorevole risultando come un punto
d’incontro tra chi fa ricerca e chi vuole comprenderla. La
redazione del portale sarà sempre ad ascoltare ed a cogliere i vari spunti che nasceranno all’interno di enti, istituzioni,
imprese ed ognuno coinvolto in prima persona nella ricerca italiana, sia che venga svolta in Italia che all’estero. Questo
è, nelle intenzioni dei curatori del progetto, uno dei prerequisiti necessari affinché si dia giusta visibilità a chi fa ricerca
e si fornisca la finestra più adatta a chi la Ricerca vuole imparare a conoscerla. Il portale è promosso dal Ministero della
Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), gli Enti di Ricerca e le Università, nell’ambito delle funzioni
di raccordo e di coordinamento delle attività di ricerca italiana.
(Fonte: Redazionale)
46 GEOmedia 5 2005
AZIENDE E PRODOTTI
La lunga tradizione Rollei per
fotocamere allo stato dell’arte
La lunga esperienza che accompagna le fotocamere Rollei Serie
6000 culmina ora in un bundle unico sul mercato; per rispondere
alle esigenze di utilizzatori di fotografia digitale estremamente
attenti, la Rollei ha realizzato la Rolleiflex 6008 AF con dorso digitale
db25p, un bundle in grado di soddisfare tipologie di clientela che
vanno dallo studio tecnico a quello di architettura e di fotografia
panoramica, grazie all’utilizzo dell’ampia gamma di obiettivi Rollei-
6000. Le fotocamere Rollei della Serie 6000 sono strumenti di alta
tecnologia che consentono a fotografi professionisti e appassionati
esperti di risolvere praticamente qualsiasi problema legato alla
fotografia. L’attuale modello di punta, la Rolleiflex 6008 AF, offre tre
metodi di misurazione (multizonale con prevalenza centrale, spot e
multi-spot). Inoltre, la Rolleiflex 6008 AF è la prima fotocamera 6x6
di medio formato dotata di autofocus rapido e preciso, con le sue
ottiche AF dedicate. Le ottiche con otturatore lamellare del sistema
Rollei 6000 garantiscono velocità massime di otturazione di 1/500 s e
persino fino a 1/1000 s, perfettamente sincronizzate con il flash.
I dorsi digitali PhaseOne poi, sono garanzia di qualità. Il bundle comprende, oltre alla Rolleiflex 6008 AF, il dorso db25p con
22 megapixel. Il chip misura 48.9 mm x 36.7 mm ed ha una risoluzione di 5,436 x 4,080 pixel, ciascuno dei quali misura 9 μm
x 9 μm. La profondità di colore è di 16 bit, il che corrisponde ad un totale di 48 bit per fotografia RGB ed a 64 bit per fotografia
CMYK. Di conseguenza, è possibile effettuare correzioni di colore successive, senza causare gap nell’istogramma. Il chip CCD
possiede un range dinamico di 12 f-stop. La sua sensibilità può essere impostata per ISO 50, 100, 200, 400 e 800. Ne consegue
che la combinazione della Rolleiflex 6008 AF e del db25p si adatta in maniera ideale a tutti i tipi di lavoro, dalle foto in studio
con flash dedicati fino alle foto in esterno con luce naturale. Per i lavori all’aperto, il db25p viene fornito con una batteria Li-
Ion sufficiente per 250 esposizioni (cioè circa 4 ore di lavoro). Lo schermo LCD da 2.2” con una risoluzione di 116,000 pixel e
capace di visualizzare 262,144 colori, è ideale per controllare direttamente sul posto le immagini scattate. Inoltre esso
visualizza un istogramma, di supporto all’utente per prevenire errori di esposizione, per regolare la sensibilità e per il
bilanciamento del bianco. Questo è possibile per luce diurna, lampade al tungsteno, flash, così come per la luce proveniente da
tubi fluorescenti o lampade HMI. I dati vengono salvati nel formato IIQ RAW su schede CompactFlash; le immagini possono
essere salvate su vari supporti nei formati file IIQ RAW, TIFF-RGB, TIFF-CMYK o JPEG. La dimensione dei file è compresa
tra 48 MB e 128 MB. E’ possibile integrare i profili ICC per l’ottimizzazione della gestione dei colori. Inoltre è disponibile il
collegamento con il computer attraverso la porta FireWire.
www.geotop.it
(Fonte: Geotop S.r.l.)
Intergraph e la versione 6.0 della famiglia Geomedia
Na nuova suite di Geomedia 6.0 consiste di 17 applicazioni, ciascuna dedicata alle esigenze di determinati target di utenti;
Intergraph negli ultimi anni ha rappresentato un punto di riferimento per gli utenti del settore riuscendo a coniugare la
tecnologia GIS all’interno del mondo dei sistemi informativi aziendali. Per fare cio’ l’attenzione si e’ incentrata, oltre che nel
continuo miglioramento tecnologico, nello sviluppo architetturale e di funzionalita’ che permetta al GIS di inserirsi nei processi
di business dell’intera organizzazione. La versione 6.0 di GeoMedia presenta miglioramenti soprattutto nella gestione del dato
geografico in ambiente enterprise e nei progetti complessi in ambiente distribuito. Inoltre offre una gestione centralizzata degli
ambienti di lavoro, dei metadati, della trasparenza raster e vettoriale, e supporta il formato SVG per le gestione dei simboli, e
i formati AutoCAD 2004/2005, Microstation 8 e Oracle 10g.
www.intergraph.it
(Fonte: Redazionale)
GEOmedia 5 2005 47
AZIENDE E PRODOTTI
Matrox presenta
Pharelia
Precision SDT
Parhelia Precision SDT è la prima
soluzione su scheda-singola per i
monitor stereoscopici digitali (stereo-
3D) come il Planar SD1710. Questo
tipo di display si distingue per il fatto
di utilizzare 2 flat panel LCD montati
uno sopra l’altro con in mezzo uno
speciale vetro polarizzato. Una visione
3D realistica si ottiene guardando tale
vetro con speciali occhiali polarizzati
in modo corrispondente. Eliminando
la necessità di una scheda extra, come
in effetti le altre schede abilitate a
pilotare questo tipo di schermi
richiedono, si riducono i costi e si
aumenta l’affidabilità. Parhelia
Precision SDT integra accelerazione
OpenGL (2D/3D) in hardware con
supporto stereoscopico quad-buffered.
Per quanto riguarda il supporto multidisplay,
richiesto per le workstation
stereoscopiche, Parhelia Precision
SDT è stata certificata per funzionare
insieme ad altre schede grafiche della
serie Matrox Parhelia. La scheda
Matrox Parhelia Precision SDT è
attualmente disponibile.
www.matrox.com/mga/italiano/works
tation/3dws/products/home.cfm
(Fonte: Redazionale)
Tom Tom, l’Europa
inuna memory card
Da oggi sarà possibile
avere la mappe dell’intera
Europa Occidentale
direttamente all’interno di una
singola memory card; è quanto
annuncia TomTom, una delle
aziende leader in Europa nelle
soluzioni di navigazione
satellitare per auto e
personali. Disponibile in 18
paesi, la nuova memory card
garantisce una navigazione più agevole in lungo ed in largo il
Vecchio Continente, senza dover mai cambiare la scheda.
Disponibile al prezzo di 249 Euro, la memory card faciliterà di
certo la vita di chi viaggia guidando, permettendogli di
immergersi pienamente in ogni angolo d’Europa.
www.tomtom.com
(Fonte: Redazionale)
Sinergis e CID Software
in aiuto della protezione civile
Sinergis, una delle maggiori aziende GIS in Italia operante nel
mercato sia privato che della Pubblica Amministrazione, in
associazione con CID Software Studio (Napoli), ha realizzato il
sistema informativo di gestione dell’emergenza per la protezione
civile della Provincia di Napoli. La tutela dell’integrità della vita,
dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente dai danni provocati da
calamità e catastrofi è l’obiettivo principe del lavoro fin qui svolto
a favore della Protezione Civile. Essa, al fine di gestire l’emergenza
in tempi rapidi e efficaci, richiedeva un sistema di controllo e
mappatura del territorio in modo da ottenere un monitoraggio
costante e quindi individuare le aree a rischio, anticipando, per
quanto possibile, le calamità. La soluzione proposta dalle due
società è nata a proposito e dota la Provincia di Napoli di un
indispensabile strumento di intervento e di prevenzione.
(Fonte: Redazionale)
48 GEOmedia 5 2005
TERRA E SPAZIO
Guida, Navigazione
e Controllo: il punto
in volo con le stelle
di Fabrizio Bernardini
Nella cultura generale il volo degli aeroplani non ha particolari misteri: c’è la bussola, la
barra di comando, la barra della manetta, l’altimetro e l’indicatore di velocità. Questo
modello, peraltro applicabile con successo all’aviazione sportiva, non è soddisfacente per
descrivere il mondo dell’aviazione professionale, sia essa civile o militare. In questi casi,
oltre alle complicazioni aggiunte dai sistemi di bordo, il volo è basato su una realtà
“strumentale” nella quale sensori di bordo, radioassistenze di terra e computers
interagiscono con il pilota in maniera complessa, ma non impossibile a comprendersi,
anche per gli estranei al settore (vedi il grande successo dei programmi di simulazione del
volo).
Un aspetto poco conosciuto è però quello della navigazione astronomica applicata al
volo, e fino agli anni 70 (ed oltre in caso di emergenza nei velivoli militari) è stato il
metodo di navigazione fondamentale per voli a lungo raggio sopra zone non abitate
(oceani, deserti, calotte polari). Oggi la navigazione astronomica non è più usata a bordo
degli aeroplani, ed è stata soppiantata dalle tecniche di posizionamento satellitare ed
inerziale. L’argomento rimane però sufficientemente affascinante da meritare, riteniamo,
l’approfondimento.
Nel termine composito di Guida,
Navigazione e Controllo (Guidance,
Navigation and Control, o GN&C) è
racchiusa l’essenza stessa del
problema antico come l’uomo del
gestire lo spostamento di un
veicolo da un luogo ad un altro. In
questa moderna interpretazione il
problema viene diviso in tre parti:
la Navigazione (per determinare
dove ci si trova e che percorso
seguire), la Guida (per determinare
le azioni necessarie a seguire il
percorso stabilito) ed il Controllo
(per mettere in pratica le decisioni
di guida). In un sistema tecnologico
queste tre parti operano
concorrentemente e continuamente
fino al raggiungimento della meta.
In questa breve serie ospitata da
“Terra e Spazio” vogliamo
descrivere per sommi capi alcuni
aspetti di Guida, Navigazione e
Controllo relativi a diverse esigenze
di “trasporto” concentrandoci
soprattutto sulla parte di
Navigazione.
Introduzione
Il termine “sestante” viene sempre
associato al mondo nautico e ancora
oggi nel nome di qualche agenzia di
viaggi, il sestante richiama significati
legati al romanticismo dei viaggi in
mare. In realtà il “sestante” esiste
anche per gli aeroplani, ma non si
tratta più di uno strumento facilmente
maneggiabile perché si è trasformato
nel “sestante periscopico” il quale,
mediante apposite aperture sulla
fusoliera, permette al navigatore di
esplorare il cielo senza esporsi
all’ambiente ostile di alta quota.
Il sestante permette di misurare la
cosiddetta “altezza” di un astro
dall’orizzonte, ovvero l’angolo tra
l’orizzonte e la visuale che il
navigatore ha dell’astro. Ma mentre
sul mare l’orizzonte è in pratica
sempre disponibile, in volo questo
avviene di rado. Per questo motivo il
sestante aeronautico deve anche
fornire un riferimento di orizzonte.
Questo riferimento è tipicamente
costituito da una livella a bolla, o da
altro sistema, la cui immagine può
essere sovrimposta a quella di un
astro per poterne misurare l’altezza.
ALCUNE DEFINIZIONI
Navigazione: sistema in grado di determinare la posizione e la velocità
attuali e di mantenerne aggiornata la conoscenza per mezzo di diversi sensori.
Guida: sistema che genera i comandi necessari per passare dalla posizione (e
velocità) attuali alla posizione (e velocità) desiderate.
Controllo: sistema che interpreta i comandi di guida e agisce sugli organi di
moto del veicolo per effettuare le variazioni di moto comandate.
50 GEOmedia 5 2005
TERRA E SPAZIO
Il punto della situazione
Per sommi capi, si può immaginare
che ad ogni punto della volta celeste
corrisponda un punto sulla superficie
della Terra. Questa corrispondenza è
continuamente variabile poiché la
Terra ruota, ma dato un istante di
tempo è possibile conoscere
precisamente il punto della superficie
sottostante ad una precisa stella
(ovvero il punto per cui la stella si
trova precisamente allo zenith).
Misurando con il sestante l’altezza
della stella è possibile determinare la
distanza dell’osservatore dal punto
sulla superficie terrestre corrispondente
alla posizione della stella in questo
momento. Con questa posizione è
allora possibile tracciare un cerchio
intorno a tale posizione, cerchio che
definisce il luogo dei punti dove può
trovarsi l’osservatore in quell’istante. Il
cerchio è una Linea di Posizione (il
perché del termine Linea sarà chiaro
più avanti).
E’ lecito ora domandarsi se non sia
sufficiente determinare la direzione in
cui si vede la stella per poter stabilire
in quale punto del cerchio ci si trovi.
Il problema è che il rilevamento di
direzione risente di errori fino al
singolo grado, tali da indurre errori di
diverse decine di miglia nautiche.
E’ più preciso invece calcolare la
Linea di Posizione rispetto ad un’altra
stella e tracciarne il corrispondente
cerchio. L’intersezione tra i cerchi
produce due punti, uno dei quali verrà
scelto in base anche a conoscenze
precedenti di posizione.
Questa in sostanza la teoria. Ma la
pratica?
La pratica del punto
Uno dei problemi nel quale
incorrono i velivoli è quello della
velocità di spostamento. E’ impossibile
in un velivolo eseguire due rilievi
stellari e supporre che lo spostamento
del mezzo sia inferiore all’errore
tipicamente commesso. Un altro
problema è quello vero e proprio del
tracciamento su una carta delle linee
di posizione che di solito hanno raggi
anche dell’ordine delle migliaia di
miglia nautiche. Occorre allora trovare
il metodo adatto.
Il metodo più usato (o, almeno,
insegnato) prevede che il navigatore
inizi il calcolo da una propria
posizione stimata. Usando il sestante
viene rilevata l’altezza della stella in
un preciso istante di tempo.
A questo punto entrano in gioco le
Tavole presenti nell’Almanacco
Nautico, con le quali è possibile
determinare i valori teorici di azimuth
(direzione) ed altezza della stella (o di
un altro corpo celeste principale) nella
posizione stimata e nello stesso istante
di tempo. La differenza che c’è tra
l’altezza misurata e quella desunta
dalle Tavole permette di ricavare lo
scostamento X della Linea di Posizione
dalla posizione stimata.
In pratica allora il navigatore traccia
dalla posizione stimata una retta nella
direzione dell’azimuth e una linea
perpendicolare distante X dalla
posizione. Questa retta (che può essere
disegnata in questo modo per via della
grande distanza dal punto sottostante
la stella) sarà la Linea di Posizione da
usare come rilevamento.
Un ulteriore rilevamento, per
esempio ottenuto rispetto ad un altro
corpo celeste, come un pianeta, la
Luna o anche il Sole, permette di
rilevare una seconda Linea di
Posizione; tuttavia, a causa del moto
del velivolo, non è possibile usare la
prima Linea se prima non la si trasla
(nel senso di moto e parallelamente a
sé stessa) in funzione del tempo
trascorso dal rilevamento.
Due, o più rilevamenti, uniti alla
tecnica di tracciamento che permette
di disegnare Linee di Posizione su
carte di dimensioni adeguate,
permettono di ricavare la posizione
dell’osservatore con precisione
dipendente dai “soliti errori”. Se la
scelta di operare con solo due stelle (a
circa 90° una dall’altra) permette di
avere un ‘fix’ in meno tempo, usando
tre stelle (poste approssimativamente
in triangolo, a circa 60° una dall’altra)
è almeno possibile ridurre gli effetti di
un errore dovuto allo strumento
(perché la nuova posizione è sempre al
centro del triangolo di Linee di
Posizione che viene a formarsi).
GEOmedia 5 2005 51
TERRA E SPAZIO
Il punto reale
Diverse sono le fonti di errore
quando si eseguono misure di questo
tipo. Gli errori dovuti allo strumento
possono talvolta essere dedotti dai
calcoli se ripetitivi e calibrati (es.
errori nella misura dell’elevazione).
Un errore geometrico che viene
spontaneo considerare è quello della
parallasse, tenendo conto che le
coordinate celesti sono riferite al
centro della Terra, mentre un velivolo
vola a qualche kilometro di quota
sopra la superficie della stessa.
Ebbene, nel caso di stelle, del Sole e
dei pianeti l’errore di parallasse è
trascurabile potendo facilmente
supporre che i raggi che provengono
dal corpo celeste siano paralleli. Solo
la Luna soffre del problema (perché
sensibilmente più vicina alla Terra) ed
un’apposita tabella fornisce gli
opportuni parametri di correzione.
L’errore dovuto alla rifrazione
dell’atmosfera osservando corpi celesti
non vicini allo zenith (condizione
normale per i rilevamenti) può essere
contabilizzato mediante apposite
tabelle di compensazione i cui valori
dipendono dalla quota di volo.
Le accelerazioni dell’aeromobile
portano ad errori nella definizione
dell’orizzonte di riferimento. Gli effetti
di piccole oscillazioni, anche dovute a
turbolenza, possono essere compensati
sia mediante rilevamenti consecutivi
della stessa stella, sia con meccanismi
che integrano la misura in un
intervallo di tempo ragionevole
(intorno al minuto). Tuttavia, anche
quando il volo è perfettamente stabile
e rettilineo la misura è affetta
dall’errore indotto dall’accelerazione di
Coriolis (dovuta al moto di rotazione
della Terra). L’entità di questo errore
dipende dalla latitudine e dalla
velocità dell’aeromobile e non sempre
richiede compensazione. La richiede
però sicuramente per voli su rotte
polari o a velocità molto elevate.
Tutti questi errori vengono trattati
in maniera opportuna per raffinare i
rilevamenti effettuati ed aumentare la
precisione del ‘fix’ ottenuto. Va però
considerato che un velivolo che opera
ad alta quota spesso percorre qualche
miglio nautico al minuto e se le
operazioni di rilevamento non vengono
fatte rapidamente, allora le Linee di
Posizione perdono di efficacia nel
tempo.
L’era moderna
Con l’avvento dei calcolatori digitali
era destino che le operazioni del
navigatore fossero facilitate, soprattutto
per quanto riguarda la rapidità dei
calcoli per la determinazione del punto
dai rilevamenti e per eliminare le
ricerche nell’Almanacco Nautico.
Tuttavia parallelamente si ebbe anche
l’avvento delle piattaforme inerziali
che dopo gli anni 60 si imposero fino
a costituire il mezzo primario per la
navigazione autonoma.
Alle piattaforme inerziali si aggiunse
anche il sistema GPS (che però
ricordiamo è meno utilizzabile a
latitudini polari) fino alla scomparsa
dei sestanti a bordo degli aerei
intercontinentali e, ovviamente, della
figura del navigatore. La navigazione
astronomica viene però tuttora
insegnata e costituisce un argomento
affascinante e stimolante per chiunque.
Forse il trionfo tecnologico della
navigazione astronomica è condensato
nel sistema di guida e navigazione del
più incredibile velivolo mai realizzato,
il ricognitore strategico SR-71. Noto
anche come ‘Blackbird’ l’SR-71 è stato
il velivolo più veloce del mondo (3
volte la velocità del suono) ed era in
grado di operare fino a 80.000 piedi
di quota (contro i 40.000 di un aereo
di linea). Oltre alla strumentazione di
radionavigazione convenzionale, il
Blackbird era dotato di un
astronavigatore inerziale dalle
caratteristiche eccezionali.
In breve, le piattaforme inerziali
soffrono in genere dell’accumulo
progressivo di errore e devono essere,
durante il volo, “ri-calibrate” con
riferimenti precisi. Mentre aerei
convenzionali usano radioassistenze a
terra per questo scopo, il Blackbird
doveva essere invece autonomo ed era
dotato di un telescopio automatico
(detto ‘star tracker’) in grado di
eseguire rilievi stellari in maniera
autonoma ed anche in pieno giorno.
In pratica, una volta avviato il
sistema, questo era in grado di
determinare la propria posizione in
pochi minuti e mantenere nel tempo
la piattaforma inerziale allineata per
ridurne al minimo gli errori.
Conclusioni
La navigazione astronomica
a bordo degli aeroplani ha
raggiunto nel dopoguerra
livelli elevati di precisione ed
affidabilità, soprattutto
considerando anche la
dinamica
dell’ambiente in cui
si trova il navigatore.
Oggi è possibile
apprezzare queste
tecniche, che ripetiamo
non sono morte e sepolte, per esempio
acquistando un sestante aeronautico in
disuso (vedi Riferimenti). Oltre ad
essere degli oggetti di squisita
manifattura sono anche dei “giocattoli”
da veri appassionati.
Riferimenti
AFM 51-40, Air Navigation,
US Air Force
J. Dohm, The American Flight
Navigator, Pan American
Navigation Service
SR-71 Flight Manual (reprint),
Motorbooks International
http://www.helmut-singer.de/
(cercare nella categoria Avionics
il Sestante Smiths MK2A/C)
Autore
FABRIZIO BERNARDINI
Email: fb@aec2000.it
ARTE E SCIENZA
Trasformazione
di coordinate in
ambiente web
di Andrea Pompili
In un progetto GIS su ambito
nazionale non è stato possibile
estendere l'utilizzo di CartLab2
anche alla sezione web; per altro
il requisito di progetto di 10 metri
al terreno di accuratezza
posizionale, minore della precisione
offerta da CartLab, ha consentito
una soluzione alternativa.
(Su un argomento simile vedere il
lavoro presentato all’8° conferenza
ASITA:
http://www.daur.unipd.it/grass/file/tra
sformazione-datum-sistemicartografici-ambito-nazionale.pdf)
Generalità sulle
trasformazioni in ambito nazionale
Occorre distinguere le trasformazioni
di coordinate all’interno dello stesso
sistema geodetico da quelle che
comportano cambio di sistema. Nel
primo caso l’uso delle formule
trigonometriche e dei parametri
geodetici dell’ellissoide consente
trasformazioni senza perdita di
precisione: prodotti come CartLab e
Verto effettuano il calcolo delle
coordinate piane con precisioni del
millimetro nella trasformazione diretta
(da geografiche a piane), e di 1^10-4
secondi sessagesimali in quella inversa
(da piane a geografiche).
Per quanto riguarda il cambio di
sistema geodetico non è sufficiente
conoscere i parametri geodetici degli
ellissoidi in questione: occorre infatti
disporre di 3 o 4 punti all’intorno di
cui siano note le coordinate in
entrambi i sistemi. Tali punti fiduciali
forniscono le coppie di parametri da
fornire alle formule che utilizzano i
calcoli matriciali per la trasformazione
delle geometrie, come ad esempio le
formule di trasformazione affine di
Helmert.
Senza scendere nei dettagli, sui quali
c’è una vasta letteratura in materia, è
utile ricordare che la necessità dei
punti fiduciali deriva dal fatto che il
cambio di sistema geodetico comporta:
una traslazione nello spazio su
ciascuno dei tre assi x, y, z
una rotazione nello spazio su ciascuno
dei tre assi x, y, z
una variazione di scala
Ciò si traduce in un’equazione a 7
incognite, per risolvere la quale
occorrono 7 parametri e quindi 3 punti
nello spazio o 4 punti nel piano;
54 GEOmedia 5 2005
infatti:
nello spazio, se sono note x, y, z di tre
punti (oppure latitudine, longitudine,
quota ellissoidica), esse forniscono 9
parametri
nel piano, occorrono la x e la y
(oppure latitudine, longitudine) di 4
punti per aver un numero sufficiente di
parametri (3 punti ne fornirebbero solo
6)
Chiaramente la precisione del
risultato dipende dalla qualità e
disponibilità di punti fiduciali nel
campo di interesse. In ambito
nazionale CartLab effettua passaggi fra
i Sistemi Roma40, ED50 e WGS84 con
errori assoluti inferiori a 2 metri ed
errori relativi ancora minori in ambito
locale.
Le prestazioni più che sufficienti di
CartLab ne hanno suggerito l’uso nella
costruzione della base dati e nelle
procedure fuori linea nel GIS in
esame. Ma per la sezione web, come
fare per inserire in html così tante
formule, parametri e punti fiduciali?
Un po’ di pazienza, partiamo da
lontano.
Erone di Alessandria era uno
scienziato greco sulla cui biografia
esistono pareri discordanti persino
riguardo al secolo in cui visse: secondo
alcuni il I sec a.C. secondo altri il I, II
o III sec. d.C. La versione più
accreditata, basata su studi recenti lo
colloca nel primo secolo d.C.
(http://brunelleschi.imss.fi.it/genscheda.
asp?appl=SIM&xsl=biografia&chiave=300
211
http://www-groups.dcs.stand.ac.uk/~history/Mathematicians/Heron
.html)
A Erone sono attribuite le invenzioni
dell’odometro (prototipo del
contachilometri) e del tasto per gli
strumenti a corda che aziona la
percussione del martelletto in
sostituzione del pizzicato.
Nel trattato sulla Meccanica,
pervenuto solo in arabo e ritenuto il
suo capolavoro, definisce in modo
completo la teoria e la pratica della
meccanica, riconducendola a cinque
macchine semplici – leva, argano,
carrucola, vite e cuneo – tutte basate
sul principio della leva, che si diverte
(presumo) ad applicare nella costruzione
di automatismi per spettacoli teatrali.
Nel trattato di Pneumatica descrive
strani dispositivi azionati dalla
pressione dell’acqua, del vapore o
dell’aria compressa; è possibile vedere
su web vari esempi della fontana di
Erone e dell’eolipila, una sorta di
turbina a vapore a bassa potenza. E’
noto inoltre un meccanismo
idropneumatico per aprire a sorpresa i
portoni del tempio durante la
cerimonia, attivato dall’accensione del
fuoco sull’altare: da qui il nome della
ditta veneta Erone, che produce
radiocomandi e fotocellule a infrarossi
(http://www.erone.com/it/azienda/storia.ht
m).
Insegnante di tecnica nel museo della sua città, si occupa
tra l’altro di ottica e geodesia arrivando a definire
correttamente le leggi della riflessione. Nel trattato La
Diottra propone l'impiego di una specie di teodolite e
illustra il metodo per calcolare la distanza tra Roma e
Alessandria, basato sulla determinazione della differenza
di longitudine, a sua volta definita dalle diverse ore locali
di osservazione di un'eclissi lunare. E’ proprio datando al
13 marzo del 62 d.C. l’eclissi osservata da Erone che è
stato possibile stabilire il secolo in cui visse
ARTE E SCIENZA
Anche nelle opere di matematica e
geometria Erone abbina teoria e
pratica, come nel metodo per
l’approssimazione delle radici di
numeri che non sono quadrati o cubi
perfetti: è lo stesso metodo ora usato
nelle calcolatrici e nei linguaggi di
programmazione; infatti tra i diversi
procedimenti di calcolo delle radici,
l’algoritmo di Erone si distingue per
l’uso delle sole quattro operazioni
dell’aritmetica e per questo si è
rivelato il più idoneo alla
meccanizzazione del calcolo
(http://www.matematicamente.it/approfo
ndimenti/erone/)
In definitiva possiamo dire: buona
conoscenza della teoria per ottime
soluzioni pratiche.
La formula di Erone determina l’area
di un triangolo in funzione dei suoi
lati, facendo uso solo dalla geometria
elementare, in alternativa quindi alla
soluzione trigonometrica.
dove 2s = a + b + c ovvero s è
il semiperimetro del triangolo
Analogamente possiamo determinare
in funzione dei lati del triangolo i
segmenti u e v nella figura
u=(a^2+b^2-c^2)/2a
Vedremo come quest’ultima formula
è stata utilizzata nella conversione di
coordinate on line.
Il SIT Carta del Rischio del
patrimonio archeologico ed
architettonico dell’Istituto Centrale per
il Restauro
(http://www.icr.beniculturali.it) contiene
oltre 90.000 beni georeferenziati e
rappresentati come entità puntuali; il
campo cartografico è l’intero ambito
nazionale e per soddisfare l’esigenza
del continuo territoriale è stato
adottato un unico sistema di
riferimento interno, il Gauss Boaga
Ovest esteso; l’accuratezza posizionale
è dell’ordine dei 10 metri al terreno.
Nel SIT è presente una sezione web
che consente agli utenti autorizzati di
inserire le coordinate dei beni di
nuova schedatura, oppure interrogare
il sistema su base spaziale (es.
selezione dei beni entro un certo
raggio da un determinato punto).
Le fonti informative per la
localizzare i beni in generale per
definire le zone di indagine sono di
natura eterogenea: carte tecniche,
IGM, Soprintendenze, GPS e Istituti
vari come ad esempio l’INGV per gli
ipocentri di eventi sismici. Anche la
platea di utenti è molteplice e le
singole competenze professionali non
comportano necessariamente
dimestichezza con i diversi sistemi di
coordinate e tanto meno con le
reciproche trasformazioni.
Per questi motivi si rende
necessario consentire l’utilizzo
nell’interfaccia web dei principali
sistemi di riferimento nazionali, ossia:
coordinate geografiche WGS84, ED50
e Roma40 e rispettive proiezioni in
coordinate piane nei fusi di
pertinenza. Quale che sia il sistema di
riferimento delle coordinate in input
esse vanno convertite nel sistema
target (GB Ovest) e questo comporta
la necessità di gestire sia i passaggi
di datum che i passaggi di fuso in
ambiente html, senza quindi poter
utilizzare direttamente CartLab2,
come nelle altre procedure fuori linea
del SIT.
Trasformazione html da geografiche
nel caso di coordinate inserite
dall’utente in formato geografico, esse
vengono gestite da codice html
contenente le formule trigonometriche
per la trasformazione diretta da
geografiche a piane nel fuso di
pertinenza; il codice, già disponibile
da un precedente progetto, non
contempla però la gestione dei cambi
di datum e dei cambi di fuso, per i
quali si è fatto ricorso alla seguente
soluzione pratica.
Trasformazione html di coordinate
piane: Per i cambi di datum e/o di
fuso da piane a piane è stata
costruita una maglia regolare di punti
fiduciali sui vertici dei fogli 1:100.000
su cui poter effettuare interpolazioni
lineari; la soluzione garantisce
l’approssimazione sufficiente e allo
(Dimostrazione geometrica in
http://galileoandeinstein.physics.virginia.ed
u/more_stuff/Heron.html
Inhttp://mathpages.com/home/kmath196
.htm è descritta la generalizzazione per i
quadrilateri inscrivibili in una
circonferenza, attribuita a Brahmagupta,
matematico indiano del VII sec. D.C.)
Non è da escludere che la formula
fosse nota già secoli prima, ai tempi
di Archimede; di fatto Erone è il
primo a darne riferimenti certi quando
ne indica l’utilizzo pratico in
agrimensura, applicandola al calcolo
delle aree di poligoni irregolari
opportunamente scomposti in triangoli.
Come corollario della formula, le
altezze dei triangoli scaleni possono
essere espresse in funzione dei lati
h=2/a*sqrt(s*(s-b)*(s-c)*(s-a))
ED50-UTM33
Gauss Boaga Ovest
GEOmedia 5 2005 55
ARTE E SCIENZA
vertice NO lat long MM descrizione
..... .... ... ……
077E 45 0 Delta del Po
111W 42.4 -3 Gorgona
126J 42.2 -3 Capraia
126S 42.4 -2,3 Pianosa
142J 42.4 -2 Giglio
142K 42.2 -2 Giannutri
149S 41.4 -0,3 Pratica di Mare
..... .... ... ……
stesso tempo è di facile sviluppo e
quindi pratica, come ci suggerisce
Erone.
Con CartLab2 sono state allestite le
liste contenenti i vertici ed i centri di
foglio dei 285 fogli IGMI espressi nei
6 sistemi nazionali di coordinate
piane: GB Ovest, GB Est, ED50-
UTM32/33, WGS84-UTM-32/33; per
alcuni fogli della Puglia sono state
realizzate anche le liste relative al
fuso 34. Ai 285 fogli propri della
produzione IGMI sono stati aggiunti
27 fogli fittizi, per coprire con la
griglia di riferimento anche le zone di
territorio (isole e porzioni di costa)
che per esigenze cartografiche l’IGM
rappresenta con riquadri in fogli
adiacenti (vedi esempio in figura).
Le liste così definite sono state
inserite in altrettati array inglobati nel
codice html. L’interfaccia web pilota
l’utente nella scelta da lista del
sistema di riferimento e nel successivo
inserimento di una coppia di
coordinate, poi sottoposte a controlli
di validità formale di range.
In funzione del sistema dichiarato e
dei valori di coordinate inseriti viene
determinato il foglio di appartenenza,
individuato per distanza minima sulla
base dell’array dei centri foglio.
A questo punto vengono estratti
dalle rispettive liste i vertici SO, NO e
NE del foglio di appartenenza e dei
rispettivi deltaX e deltaY verso il
sistema target, GaussBoaga Ovest. Il
passo successivo è il calcolo delle
distanze del punto dato dai vertici SO,
NO e NE nel sistema di origine,
nonché il calcolo della lunghezza dei
due lati sud e ovest del foglio.
Ed è qui che entra in gioco la
formula di Erone: la figura sotto
illustra come ricavare i delta da
applicare al punto IGM Palmanova per
il passaggio da ED50-UTM33 a
GBoaga Ovest.
Le proiezioni del punto dato sul
parallelo e sul meridiano passanti per
il vertice SO determinano i due
segmenti che rappresentano
rispettivamente l’offset lungo la
longitudine e lungo la latitudine
ED50-UTM33
Ye33 Xe33 deltaY deltaX
NO 5096352 341504 5391 1464540
SO 5059318 340553 5392 1467327
SE 5058442 379503 8315 1467324
Gauss Boaga Ovest
56 GEOmedia 5 2005
ARTE E SCIENZA
off_lon=(a^2+b^2-c^2)/2a
off_lat=(e^2+b^2-d^2)/2e
entrambi ricavati applicando la
formala di Erone nella versione prima
citata.
Il rapporto tra ciascuno dei due
segmenti ed il lato del foglio di cui fa
parte è il coefficiente da applicare
all’interpolazione, come segue:
dX = dXso-((dXsodXno)*(off_lon/e))+((dXsedXso)*(off_lat/a))
dY = dYso+((dYsedYso)*(off_lat/a))+((dYnodYso)*(off_lon/e))
Per verificare i risultati sono state
effettuati test sparsi nel territorio
nazionale, in particolare alle
lomgitudini più elevate (Puglia), dove
è più marcato il disorientamento
dovuto all’elevata distanza dal
meridiano centrale del fuso di
proiezione. Confrontando le
conversioni effettuate con lo script e
quelle fatte direttamente da CartLab
sono stati riscontrati scarti < 10 m
(nei casi di solo cambio di datum
scarti < 2m) e pertanto rispondenti ai
requisiti di progetto. Qui di fianco ci
sono due esempi dell’interfaccia web
che utilizza lo script per la
conversione di coordinate al volo.
Selezione dei beni nel raggio di 1 km dal punto IGM95 Palmanova (UD)
Conclusione in rima
"Se vuoi
solo dati
certi prima
paghi poi converti, fa il
preciso come Euclide e il decimetro
coincide; altrimenti se è abbastanza
10 metri in tolleranza, usa
l’interpolazione e taglia corto come
Erone!”
A scanso di equivoci, la formula di
Erone determina l’area dei triangoli
in modo esatto; ad approssimare sono
le interpolazioni che usano la formula
su una griglia di punti più o meno
fitta.
Qui sopra la villa di Nerone ad Anzio
Beni nel raggio di 15 km dall’epicentro del sisma del 22/08/2005
Fonte INGV Ore UTC: 12:02:00 Latitudine:41.4 Longitudine: 12.47 Profondita’: 30
Evento sismico di magnitudo Ml: 4.5 Regione sismica: Costa_laziale
Autore
ANDREA POMPILI
EMAIL: a.pompili@gepin.it
GEOLOGO - ANALISTA SW / GEPIN SPA
GENERALE PER L'INFORMATICA
GEOmedia 5 2005 57
AGENDA
2006
Master in Scienze
dell’Informazione
Geografica
25 moduli frequentabili
separatamente dal livello
propedeutico ai livelli di
approfondimento e
specializzazione.
Web:www.gisland.it/formazion
e/corsi2006.php
16, 17, 24, 25 Febbraio
Politecnico di Milano –
Università di Brescia –
Università di Pavia
1° corso regionale in
Lombardia su Servizi GPS
di posizionamento per il
territorio e il catasto.
Email:
scuolagps@geomatica.como.polimi.it
Web:http://geomatica.como.p
olimi.it/scuolagps/
23-25 Febbraio
Napoli – Mostra d’Oltremare
GEOTEKNA - I° Mostra
Convegno Euromediterraneo
E-mail:
info@teknaexhibition.com
Web: www.teknaexhibition.it
23-24 Febbraio
Belgrado, Fiera di Belgrado,
Serbia e Montenegro
Intergeo East 2006
Tel: +49 (0) 721 931 33 750
Fax: +49 (0) 721 931 33 710
E-mail: ofreier@hinte-messe.de
Web: www.intergeo-east.com
24 Febbraio 2006
Termine di scadenza della
richiesta di iscrizione per il
10° Corso Applicativo
“Analisi di Rischio per
Falda e Salute Umana e
Obiettivi di bonifica nei
siti contaminati”
(Milano 9-10 Marzo 2006 -
ESI Italia s.r.l.)
Web:
www.esinternational.com/trai
ning/Training.asp
14-18 Marzo
Bologna Fiere
SAIE - Salone
internazionale
dell’architettura
Email: saiedue@on-nike.it
Web: www.saiedue.it
29-31 Marzo
Berlino, Germania
Geodesy and
Geoinformation in the
service of our daily life
Email: oaltan@itu.edu.tr
fisher@fga.tu-berlin.de
Web: www.survey.tuberlin.de/turkish-german
29-30 Marzo
Zurigo, Svizzera
Interdisciplinary
Workshop on
Management of
Earthquake Risks
Email:
amatore@ibk.baug.ethz.ch
Web: www.merci.ethz.ch
20-22 Aprile
Visegrád, Ungheria
9th AGILE International
Conference on
Geographic Information
Science - Shaping the
future of Geographic
Information Science in
Europe
Email:agile2006@geo.info.hu
Web: www.agile2006.hu
8-12 Maggio
Roma, Fiera di Roma
Forum PA - 17 a Mostra
Convegno dei servizi ai
cittadini ed alle imprese
Email:info@forumpa.it
Web: www.forumpa.it
Corsi
Corso GRASS e Open
Source GIS
30 ore
7-10 febbraio 2006
Web:
w3.uniroma1.it/geodgeom/
GRASS2006/grass2006.ht
ml
Corso ortofotocarte da
immagini satellitari ad
alta risoluzione:
metodologie,
applicazioni e problemi
30 ore
24-27 gennaio 2006
Web:
w3.uniroma.it/geodgeom/i
mmSat2006/immsat2006.h
tml
Salone del Restauro
Dal 30 marzo al 2 aprile 2006, presso il quartiere
fieristico di Ferrara, avrà luogo la XIII edizione di
Restauro – Salone dell’arte del Restauro e della
Conservazione dei Beni Culturali ed Ambientali - prima e
più importante rassegna nata in Italia per il Restauro e la
Conservazione e Tutela del patrimonio storico e artistico.
Gli Espositori offriranno un’ampia panoramica sul
restauro e sulla conservazione dei beni culturali:
materiali, tecnologie, metodi e tecniche; restauro dunque
nel senso più ampio del termine. Partecipa a Restauro
anche il Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
Direzione Generale per l’innovazione tecnologica e la promozione, con i suoi maggiori
istituti. Troverà spazio un ricco programma di conferenze a carattere internazionale: dai
più recenti interventi nel campo del restauro, alle recenti novità giuridiche, la sicurezza,
i nuovi canali di finanziamento, gli ultimi ritrovati tecnologici. Veri e propri seminari
monotematici invece sono gli incontri tecnici o workshops organizzati dagli stessi
Espositori e molto graditi al pubblico proprio perché ben definiti sia nel contenuto che
nella durata.
E-mail: info@salonedelrestauro.com
Web: www.salonedelrestauro.com
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È attivo sul sito Internet
di ESRI Italia il modulo
Call for Paper e Poster
per la 9ª Conferenza
Italiana Utenti ESRI (5-6
aprile 2006). Il termine
per la presentazione dei
poster è il 23 Febbraio
2006. Tutte le
informazioni sono
disponibili alla pagina
web.
www.esriitalia.it/conferenz
a/registrazione/paper.php
GEOmedia 5 2005 59
WEB CONNECT
La rubrica che promuove
il sito internet
e il logo della vostra azienda
CRISEL S.R.L.
www.crisel.it
ESRI ITALIA
www.esriitalia.it
LEICA GEOSYSTEMS
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SISTEMI AVANZATI
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Indice degli inserzionisti
Trimble.......................................................... Pag. 2
ESRI.............................................................. Pag. 5
Geosystem..................................................... Pag. 7
Geotop.......................................................... Pag. 11,15
Menci............................................................ Pag. 13
Codevintec.................................................... Pag. 19,64
Sokkia........................................................... Pag. 23
Intergraph..................................................... Pag. 27
Politecnica..................................................... Pag. 31
Microgeo......................................................... Pag. 35
Leica............................................................... Pag. 39
Eurotec........................................................... Pag. 45
Salone del Restauro....................................... Pag. 49
Globo............................................................. Pag. 52
Crisel............................................................. Pag. 53
Vector............................................................. Pag. 58
Sistemi Avanzati............................................ Pag. 60
ABITAT.......................................................... Pag. 63
GEOmedia 5 2005 61
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GEOmedia per i vostri abbonamenti
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A&C2000 s.r.l. c/c 67876664
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62 GEOmedia 5 2005
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e-mail gis@abitat.it
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