2025_01_e-Construction
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VADO E TORNO EDIZIONI
www.vadoetorno.com
ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p.
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
art. 1, comma 1, LO/MI
SUPPLEMENTO A TRATTORI
N°1 2025
APRILE
Bauma
2025
FOCUS
ELETTRIFICAZIONE
Quale futuro in un
mercato sostanzialmente
fermo per mancanza di
domanda?
TEST IN CAMPO
Escavatore idraulico
HYUNDAI HX520AL
Pala gommata
HIDROMEK HMK640 WL
ESCAVATORI IDRAULICI
Le novità di Bauma
tra nuove serie e
ampliamenti di offerta
Aprile 2025
SEGUICI SUI
SOCIAL:
e-construction.org
Kohler Engines is now Rehlko
Hall A4 Booth 225
60
44
74
HI-TECH
6. Xwatch
PALE GOMMATE
34. Alla ricerca dell’efficienza
Engines
Our new ambition is rising.
When it comes to engines, we’ve been on the leading edge of technology
and innovation since our foundation. But we don’t simply provide you with
functional power: we redefine your energy resilience with industry-leading
electrification, hybrid solutions, alternative fuels and innovative products,
to create better lives and communities in a more sustainable future.
engines.rehlko.com
8
14
CANTIERE 4.0
8. Leica Geosystems
9. Topcon
PASSIONE CANTIERE
10. Neocos
12. Gruppo Arcuri
PERISCOPIO
13. Caterpillar
14. McCloskey
16. Sennebogen
BAUMA 2025
18. Efficienza, tecnologia e mining
ELETTRIFICAZIONE
22. Tante incertezze
IMPIANTI MOBILI
26. Pieno controllo del ciclo
ESCAVATORI
30. Insostitubili protagonisti
TELESCOPICI
38. Protagonisti dei cantieri
42. Hitachi
44. Kobelco
46. Merlo
48. Manitou
50. Simex
52. OMS
TEST
54. Hyundai HX520AL
60. Hidromek HMK 640WL
CAVA-CANTIERE
66. Bell
70. Mercedes Benz
72. PALFINGER
IN PUNTA BRACCIO
74. Tecnologia e versatilità
STORIA
78. Sennebogen
SOMMARIO
3
LA FIERA DELLE SCELTE
Bauma 2025 cade in un momento
storico complesso e delicato dove
le scelte strategiche incombono
senza se e senza ma.
L’arrivo alla Casa Bianca di Donald
Trump ha ulteriormente rotto gli equilibri
già ampiamente compromessi dalle continue
indecisioni dell’Unione Europea.
La produzione industriale del Vecchio
Continente, tranne qualche rara eccezione
come la Spagna, è in calo continuo. Con
una preoccupante flessione nazionale che
vede ormai 23 mesi consecutivi di segno
negativo.
Una situazione che si è creata per una lunga
serie di decisioni strategiche evidentemente
sbagliate dove la transizione ecologica,
vista in modo dogmatico attraverso la
sola elettrificazione, è sicuramente quella
che ha causato i danni maggiori.
Dal mondo delle costruzioni, ed in particolare
dal mondo legato alla stessa fiera
del Bauma, pare che il mantra, almeno per
ora, non sia minimamente cambiato.
Marketing? Visione programmata da lungo
tempo? Difficile a dirsi.
Sappiamo infatti molto bene che la visione
tedesca ha fortemente influenzato le scelte
della Commissione Europea. Ma sappiamo
altrettanto bene che le recentissime elezioni
per il Bundestag hanno di fatto stravolto
questa visione con una “grosse koalition”
che ha volutamente estromesso i Verdi dal
Governo. Verdi che sono stati, con la loro
visione demagogica e antiscientifica, alla
base di scelte che vanno contro la stessa fisica
e, per questo, non sono concretamente
sostenibili.
Non che il sottoscritto sia ideologicamente
contro l’elettrificazione o contro la riduzione
delle emissioni. Ma per raggiungere
gli obiettivi ci sono molte strade. E spesso
ogni strada è quella migliore per una determinata
applicazione e per un determinato
contesto.
Occorre quindi che vi sia un ritorno alla
logica. Logica che è governata da numeri.
Numeri che scaturiscono da un’attenta
analisi scientifica di ogni tecnologia che
miri a ridurre le emissioni.
Tecnologia che, a sua volta, è sempre e
solo sostenuta dal mercato con le effettive
condizioni reali in cui questo si trova a vivere.
Ci auguriamo tutti che questo Bauma
sia un effettivo spartiacque che porti alla
ragionevolezza. Anche perché, di tempo,
ne rimane poco e le scelte incombono con
tutta la loro gravità.
Stand FM.913
Rompiamo Gli Standards
EDITORIALE
La gamma di escavatori
compatti di serie A
Presentiamo la gamma di escavatori compatti di serie A da
1 a 8,5 tonnellate. Ma non si tratta di macchine standard:
Hyundai sta superando gli standard del settore su tutti
i fronti, dal comfort alla controllabilità. Infatti, sono già
state premiate con il Red Dot Design Award. Quindi, non
aspettare:passa dal tuo marchio abituale a Hyundai e inizia
a superare gli standard oggi stesso.
Inizia oggi stesso a rompere gli schemi
4
Xwatch Safety Solutions. Il nuovo MK2 al Bauma
SICUREZZA
DIGITALE
Xwatch Safety Solutions presenta a Bauma
il nuovo MK2. Evoluzione dell’apprezzato
MK1, riduce i tempi di installazione ed
aumenta la compatibilità con un numero
maggiore di escavatori. Lasciando
però immutate le funzionalità tra cui
la limitazione di altezza e angolo di
rotazione con il controllo proporzionale
del movimento
HI-TECH
Xwatch Safety Solutions
rilancia con il nuovo MK2.
A Bauma sarà infatti
possibile toccare con mano, sia
nello stand Exagon (di cui l’azienda
fa parte), sia nello stand
Hitachi, la nuova soluzione per
la sicurezza degli escavatori
idraulici. Diretta evoluzione
dell’apprezzatissimo MK1, il
nuovo strumento sviluppato
da Xwatch vuole porsi come
nuovo punto di riferimento per
il settore, andando a migliorare
ogni aspetto. Dalla semplicità di
installazione fino alla compatibilità
con un elevatissimo numero
di macchinari.
Xwatch è
andata infatti
a migliorare
sensibilmente
le operazioni
di installazione
del nuovo
strumento
digitale. Miglioramento
che ha portato
una riduzione
dei tempi del 30% rispetto alla
versione precedente, rendendo
quindi il montaggio più rapido
e agevole tra quelli a listino.
Inoltre il nuovo sistema è ancora
più adattabile e facile da usare.
Questo è un chiaro vantaggio
per la riduzione dei tempi di
inattività per le società di noleggio
di impianti e per le imprese.
Il tutto in linea con le nuove esigenze
dei mercati globali, degli
installatori e degli operatori che
non avevano familiarità con il
sistema.
Perfezionare la sicurezza
Il nuovo MK2 mantiene quindi
tutte le funzionalità dell’apprezzato
MK1. Tra queste la limitazione
dell’altezza e della rotazione,
l’indicatore di capacità
nominale (RCI) e l’intera suite
di funzioni di sicurezza Xwatch
dei modelli XW1, XW2, XW3,
XW4 e XW5. Ogni dettaglio è
stato perfezionato per renderlo
più facile da
installare, più
efficiente e
più versatile.
Ma sempre
mantenendo
le caratteristiche
di
sicurezza per
cui Xwatch
è ormai
conosciuta da
lungo tempo.
I nuovi miglioramenti aggiunti
da Xwatch includono il rivoluzionario
controllo proporzionale
del movimento durante l’azionamento
dei blocchi elettrici
delle valvole (quelli idraulici, va
ricordato, sono ancora in attesa
di brevetto). Inoltre la grafica è
stata completamente rivisitata
con un’interfaccia utente ancora
più facile e intuitiva da gestire.
Inoltre il sistema si presenta più
compatto ed è già di fabbrica
dotato del supporto multilingue.
Viene poi anche fornito con la
funzionalità telematica per i
cantieri connessi.
Piena integrazione
Xwatch è stato inoltre costruito
per essere compatibile
con i diversi display presenti
a bordo dei macchinari dei
vari costruttori riducendo al
minimo la necessità di hardware
aggiuntivo in cabina. Dan
Leaney, direttore
commerciale di
Xwatch, commenta
«MK2
riprende tutto
ciò che ha
reso MK1 un
successo e
lo perfeziona
ulteriormente.
Più semplice
da usare e
installare, sarà
presto disponibile
presso
gli OEM
come dotazione
integrata
in fabbrica
garantendo la
massima integrazione».
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6
BU Power Systems Italia S.r.l.
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Leica Geosystems. Develon DD130-7
Topcon. MC-MAX Milling Machine
MASSIMA
INTEGRAZIONE
Leica Geosystems e Develon hanno
consolidato la loro collaborazione con
l’integrazione del dozer DD130-7 con il
sistema 3D Leica MC1. Un’applicazione,
disponibile anche in after market, che
permette di incrementare in modo
significativo la produttività del dozer
Develon in tutte le classiche applicazioni
di una macchina di questo tipo
CANTIERE 4.0
8
Leica Geosystems continua il
suo percorso di integrazione
con i grandi marchi mondiali
di macchine movimento terra.
Questa volta è nuovamente il
momento di Develon che, con
il dozer DD130-7, si presenta
sul mercato con una macchina
perfettamente integrata con il
sistema 3D Leica MC1. Stessa
linea, quindi, già tracciata per
l’escavatore idraulico cingolato
DX225LC-7X.
Si tratta dunque di una collaborazione
che permette ai possessori
di questa macchina, ed anche
ovviamente ai futuri clienti, di aumentare
ulteriormente la propria
efficienza operativa. I vantaggi
operativi dei sistemi digitali di assistenza
allo scavo sono infatti ormai
risaputi e, in particolar modo
nei dozer, si sono avuti incrementi
di efficienza che vanno al di là di
ogni più rosea aspettativa.
Leica e Develon a braccetto
Infatti l’aggiunta del sistema di
controllo macchina 3D Leica
MC1 potenzia in modo esponenziale
la precisione operativa
del DD13. Ma più in generale
aumenta la produttività. La soluzione
di controllo macchina 3D
Leica iCON iGD3 si integra perfettamente
con i comandi idraulici
avanzati del DD130-7 di Develon.
Tra i vantaggi più evidenti la
possibilità di eseguire lavori di livellamento
e movimento terra con
precisione riducendo al minimo la
necessità di rieffettuare i lavori.
In merito a questo aspetto Stephane
Dieu, Product
Manager
di Develon
per l’Europa,
sottolinea
«Siamo
entusiasti di
collaborare
con Leica
Geosystems
per portare la
più recente
tecnologia
di controllo
macchina
3D nella nostra gamma di dozer.
Si tratta infatti di una soluzione
innovativa che migliora l’efficienza
e la semplicità operativa dei
nostri clienti permettendo loro di
affrontare progetti più complessi
con maggiore sicurezza e maggiore
precisione».
Si tratta infatti di una soluzione
integrata che permette di semplificare
l’installazione e, di conseguenza,
riduce i tempi di fermo
macchina.
La soluzione Smart per i dozer
Il sistema di controllo macchina
3D Leica MC1 semplifica le
operazioni di livellamento fornendo
dati e feedback in tempo
reale. Infatti il sistema è visualizzato
sul robusto pannello di
controllo MCP80 che offre una
navigazione intuitiva e permette
agli operatori di visualizzare i
modelli di progettazione e di riferimento
direttamente dal posto
guida. Grazie
alla configurazione
a doppio
GNSS,
il DD130-7
beneficia di
un controllo
preciso della
lama e di
regolazioni
automatiche
per operazioni
ottimali di
sbancamento
e riempimento.
Una funzionalità che si
traduce in minore affaticamento
per l’operatore migliorando al
contempo la produttività del
cantiere.
FRESATURA
DI PRECISIONE
MC-Max Milling Machine è costruito
sulla piattaforma MC-X e fornisce la
massima flessibilità di configurare la
fresa in base alle esigenze di cantiere
scegliendo tra sistemi entry-level o
soluzioni complete che tracciano la
fresa in 3D e consentono la fresatura
automatica a profondità variabile
Topcon MC-Max Milling
Machine si basa sulla piattaforma
MC-X che punta
sulla flessibilità non solo sulle
eConstruction
210 x 140 mm
12.03.2025
HP20SE / BAUMA
macchine stradali ma anche su
dozer ed escavatori. Si tratta di
una piattaforma che ha come
obiettivo quello di rendere
il machine control facile da
utilizzare e accessibile a tutte le
HALFPIPE HP20
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AREA ESTERNA STAND 1218/7
imprese. Sia stradali, sia di movimento
terra classico. Infatti la
piattaforma sviluppata da Topocon
collega tra loro flotte miste
interagendo con più versionidi
3D-MC e fornendo la connettività
al Sitelink3D. Quest’ultimo
passaggio avviene sfruttando le
capacità multicostellazione dei
ricevitori GNSS.
I vantaggi della piattaforma
sono rappresentati da diversi
fattori. In primis le
componenti modulari
che permettono
un adattamento alle
singole necessità
operative.
A questo si aggiungono
i componenti
scalabili che permettono
di adeguare
la flotta al crescere
delle esigenze
operative. Inoltre
la connettività con
la macchina avviene
tramite diverse opzioni che
permettono di trovare sempre la
soluzioni più efficiente in base
al luogo in cui si lavora.
Infine, ma non per importanza,
il fatto che la piattaforma MC-X
di Topcon si adatti alla specifica
applicazione operativa. Con un
importante occhio di riguardo
nei confronti proprio del mondo
stradale grazie ad applicazioni
3D che sono uniche sul mercato.
WWW.KRAMPE.IT
Neocos a Torino
IN MEZZO
ALLA STORIA
La riqualificazione delle linee di
navigazione sul Po nella città di Torino
prevedono il completo rifacimento di tutti
gli approdi e la costruzione di una nuova
darsena per i battelli ad azionamento
elettrico. L’appalto, aggiudicato da
Neocos e finanziato con i fondi PNRR,
richiede diverse attività svolte su chiatta da
un Kobelco SK350NLC-11 triplice
PASSIONE CANTIERE
Da qualche mese, a Torino,
chi frequenta il Lungo
Po è abituato a vedere un
battello molto particolare navigare
nello splendido scenario
cittadino. Si tratta di una chiatta
per lavori fluviali che trasporta,
a bordo, un escavatore idraulico
Kobelco SK350NLC-11 utilizzato
dalla Neocos di Borgomanero,
in provincia di Novara. Si
tratta di un’impresa di costruzioni
storica che nasce dall’eredità
delle imprese Lis, Cerutti
Lorenzo e Impresa Rosso. Tre
realtà piemontesi importanti
che si trovano oggi ad essere
operative in modo strutturato nei
più importanti lavori pubblici in
tutta Italia.
Le attività riguardano un importante
appalto finanziato con
i fondi PNRR per il completo
rifacimento degli approdi funzionali
al ripristino della navigazione
cittadina sul fiume Po. I
cantieri procedono su più fronti
e riguardano i nuovi approdi, la
realizzazione della nuova darsena
a monte della città ed un
nuovo centro turistico all’interno
di una parte dei Murazzi. Questi
ultimi si trovano in centro città
e saranno rivitalizzati dopo i
lavori di messa in sicurezza.
Un cantiere specializzato
Per la conduzione di questo
cantiere la Neocos si affida
al noleggio tramite Nolocom,
concessionario Kobelco per
Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta,
che è da lungo tempo un
fornitore di fiducia dell’impresa
di costruzioni novarese.
Nel caso specifico la macchina
fondamentale è stato proprio
il Kobelco SK350NLC-11 con
braccio a triplice articolazione
che ha operato sia da bordo
chiatta, sia direttamente in
campo.
Grazie al suo impiego è stato
possibile realizzare tutte le opere
di scavo della nuova darsena,
nella zona a monte della città
e al confine con il comune di
Moncalieri, sia le palificazioni
per la realizzazione dei pontili
di approdo. Questi ultimi
devono infatti essere realizzati
in modo che possano seguire
il repentino cambio di quota
del fiume Po che, come noto, è
soggetto alle frequenti variazioni
di portata. Siano esse stagionali
o legate a condizioni meteo
passeggere.
La scelta dell’SK350NLC-11 è
legata alla presenza del braccio
a triplice articolazione su
un mezzo di queste dimensioni.
Una macchina in grado di
lavorare in piena sicurezza sulla
chiatta nell’infissione dei pali
per gli approdi. E al contempo
altamente produttiva nei lavori
di scavo della nuova darsena
che hanno comportato uno
scavo di circa 20.000 mc in una
zona con presenza di trovanti
rocciosi e materiale pesante.
10
Recycling Gruppo Arcuri a La Spezia
McCloskey. A Bauma festeggia 40 anni
MASSIMA
PRECISIONE
Lo smantellamento della centrale ENEL
di La Spezia ha visto in campo la gru
cingolata a traliccio Sany SCE4800A con
upgrade a 500 tonnellate di cpacità
massima di Recycling Gruppo Arcuri.
Supportata da un’autogrù Sany SAC2500E
da 250 tonnellate di capacità di
sollevamento ha effettuato tiri di oltre 70
tonnellate con sbracci di oltre 30 metri
PASSIONE CANTIERE
Smantellare pezzo dopo
pezzo una centrale elettrica
in dismissione. È uno fra
gli assett sempre più diffusi nel
mondo della demolizione.
O meglio. Del decommissioning.
Ossia della demolizione
controllata con un preciso progetto
operativo che prevede con
estrema precisione la dimensione
degli elementi da rimuovere
e posare a terra per poi essere
demoliti in ogni loro singola
parte in massima sicurezza.
Un modo di procedere che è ormai
diventato la norma, soprattutto
in lavori molto complessi
che riguardano impianti industriali
di ogni dimensione.
Una complessità che richiede
attori specializzati con mezzi
sempre più performanti ed una
propensione ai lavori speciali
che non è nel Dna di tutte le
aziende.
Tra le imprese che operano
nel settore la Recycling Srl del
Gruppo Arcuri è sicuramente uno
dei protagonisti che si stanno
mettendo in luce. Una visione
che l’impresa di Crotone, che ha
una lunga esperienza nel sollevamento
grazie alla sua attività nei
porti del sud Italia, ha deciso di
mettere a frutto anche nel campo
dei sollevamenti speciali.
L’arrivo a fine 2023 della Sany
SCE4800A, una maxi gru
cingolata con braccio a traliccio,
ha consentito all’azienda
di posizionarsi sul mercato in
modo completamente differente
rispetto al passato.
Macchineper lavori speciali
Si è trattato, per Recycling SRl,
di una completa riorganizzazione
del proprio modello organizzativo.
La SCE4800A ha infatti
aperto prospettive applicative
completamente differenti che, a
loro volta, hanno portato ad un
potenziamento del parco macchine
aziendale.
Ed il marchio Sany, importato in
Italia da Verdelli International,
è diventato un punto di riferimento
aziendale. La SCE4800A
è stata infatti equipaggiata con
l’upgrade opzionale che ha
elevato la capacità massima di
sollevamento, in assetto superlift,
da 480 a 500 tonnellate.
Dopo questa maxi gru sono
entrate nell’azienda di Crotone
due autogrù.
Nello specifico una SAC600E
da 60 tonnellate di capacità di
sollevamento ed una SAC2500E
da 250 tonnellate. Quest’ultima
è spesso impiegata come mezzo
di supporto alla più grande
SCE4800A sia per le operazioni
di montaggio e smontaggio, sia
per la movimentazione delle
zavorre quando si opera in
superlift. Sinergia che abbiamo
visto in azione proprio nel corso
dei lavori di smantellamento
della centrale ENEL di La Spezia
per effettuare tiri da oltre 70
tonnellate.
QUARANTA
E NON SENTIRLI
McCloskey si presenta a Bauma nell’anno
del suo 40esimo compleanno. Una
gamma solida dall’elevato rapporto
qualità/prezzo, una visione “green” con
impianti mobili pensati per funzionare
con motorizzazioni endotermiche ed
elettriche. E con la linea mobile specifica
per il lavaggio degli inerti con il marchio
MWS declinata in colore rosso.
PERISCOPIO
McCloskey Internationalcompie
il suo 40esimo
compleanno. Il costruttore
canadese è oggi uno dei
player principali, a livello
globale, nel mondo degli impianti
mobili di frantumazione
e vagliatura. Una crescita nel
tempo che ha portato l’azienda
ad avere una delle gamme più
complete sul mercato.
Oltre ai frantoi ed ai vagli, con
diverse tipologie di frantumazione
e selezione, è infatti
arrivata anche la gamma di
vagli rotanti, sia gommati che
cingolati, destinati al settore
delle biomasse e dei rifiuti.
Un’offerta commerciale che è
completata dai nastri trasportatori
semoventi in grado di
razionalizzare la logistica e lo
stoccaggio
dei materiali
lavorati.
In Italia gli
impianti dal
caratteristico
colore verde
(e ora anche
rosso con
la gamma
MWS) sono
importati
da Massucco T.. Una visione,
quella della struttura cuneese,
che ha portato gli impianti
canadesi anche nel mondo del
rental inserendoli nel proprio
parco nolo.
Frantumazione e vagliatura
McCloskey sarà quindi presente
a Bauma con le sue macchine
più rappresentative. La frantumazione
e la vagliatura sono infatti
declinate con più tipologie
di lavorazione. Le due gamme
di frantoi prevedono quindi la
tecnologia a mascelle, particolarmente
adatta anche al mondo
del riciclo e della demolizione,
quella ad urto, ottimale per gli
inerti e le lavorazioni secondarie
negli aggregati riciclati, ed
infine quelli a cono, pensati in
modo specifico per le lavorazioni
più raffinate di inerti e
materiale da cava.
Nel complesso parliamo quindi
di 21 modelli complessivi in
grado di risolvere le problematiche
applicative di imprese, cave
e impianti di
ogni dimensione.
Dalle
realtà più piccole
a quelle
più grandi
con esigenze
produttive di
ogni livello.
La vagliatura
si divide in
due grandi linee.
La Serie R, specifica per la
sgrossatura dei materiali, è indicata
non solo per il fronte cava
con materiali più grossolani, sia
per il mondo delle demolizioni
e bonifiche. La Serie S è invece
indirizzata al mercato della
vagliatura secondaria per una
selezione accurata con granulometrie
di ogni tipo.
WMS per il lavaggio mobile
La gamma che ricade sotto il
marchio MWS (Material Washing
Systems) si caratterizza
per il colore rosso che identifica
una vasta gamma di prodotti in
grado di organizzare in tempi
ridotti un impianto completo di
vagliatura e lavaggio grazie a
componenti integrati fra loro. La
gamma ha un’impostazione modulare
che comprende non solo
vagli mobili ma anche coclee,
cicloni, idropresse e depuratori
in grado di riciclare le acque per
un loro reimpiego in modo da
ridurre in modo drastico l’impatto
sull’ambiente.
12
13
Caterpillar. A Bauma si festeggia il secolo di vita
DAGLI ANNI 20
Caterpillar festeggia il suo secolo di vita in occasione
di Bauma 2025. Una presenza all’insegna di
sostenibilità e tecnologia con upgrade, nuove
soluzioni digitali, nuovi modelli e con il Cat
Performance Centre che permette di scegliere le
macchine in base ai propri utilizzi specifici
Caterpillar compie il suo primo
secolo di vita. Un bel
traguardo che segna una
continua crescita a livello globale
fino a diventare, ad oggi,
il principale player nel settore
delle macchine movimento terra.
Tony Fassino, Presidente della
divisione costruzioni di Caterpillar,
ha infatti sottolineato
«Siamo entusiasti di tornare al
Bauma Ciò che mostreremo sarà
un degno tributo alla nostra tradizione.
Dimostreremo quindi il
nostro impegno nel costruire un
mondo più sicuro, intelligente e
sostenibile con i nostri clienti e
concessionari per i prossimi 100
anni.
Il futuro è rappresentato da fonti
di energia alternative, opzioni
a emissioni ridotte di carbonio
e tecnologie integrate. Caterpillar
è pronta a fornire queste
tecnologie in collaborazione con
la nostra rete globale di concessionari».
Le novità di Caterpillar a Bauma
Il Cat Performance Centre sarà
al centro della scena. Un’esposizione
che si concentrerà su una
gamma di soluzioni progettate per
aumentare le prestazioni, semplificare
l’efficienza e raggiungere
gli obiettivi di sostenibilità. I
visitatori avranno la possibilità
di simulare un aggiornamento
della propria flotta con le ultime
tecnologie Caterpillar diminuendo
in modo significativo consumi ed
emissioni.
Tra le nuove macchine presentate
dal costruttore ci saranno anche
il miniescavatore 301.9 e la pala
gommata compatta 906 elettrificati
a batteria. Presenti anche gli
ultimi prototipi 320 e 950 GC con
le diverse opzioni di ricarica.
Caterpillar punta
sulla tecnologia
digitale tra
cui anche il
Cat Command
che consente
di utilizzare le
macchine da
remoto o da
una distanza di
sicurezza per
minimizzare il
rischio in specifiche
applicazioni.
VIENI A TROVARCI:
VIENI A TROVARCI:
MESSE MÜNCHEN GMBH,
MESSE GERMANIA
MÜNCHEN GMBH,
7-13 GERMANIA
APRILE, 2025
7-13 HALL APRILE, C5
2025
STAND HALL C5
325
STAND 325
PERISCOPIO
Tecnologia e connettività
Tra gli elementi tecnologici su cui
Caterpillar punta da tempo vi è
sicuramente il VisionLink. Si tratta
della soluzione integrata che consente
la piena gestione del parco
macchine grazie all’ Equipment
Management, Operations Management
e Safety Management.
Tra le altre opzioni anche il Cat
Detect Portfolio che include il People
Detection, il Seatbelt Monitoring,
il Driver Safety System (DSS)
ed il Collision Mitigation. Si tratta
quindi dei sistemi tecnologici in
continua evoluzione che puntano
a massimizzare sicurezza e prestazioni.
Questo grazie all’impiego
di algortimi AI che consentono di
implementare in modo efficiente
le soluzioni per ridurre al minimo il
rischio di investimento di persone,
la sicurezza a bordo macchina e
gli scontri con altri mezzi operanti
nello stesso contesto.
Oltre a queste soluzioni, Caterpillar
presenterà anche la suite
completa Cat Grade.
Si tratta dei sistemi che consentono
di aumentare l’efficienza
operativa grazie alla completa
assistenza allo scavo integrata
nelle macchine.
Un sistema che comprende Cat
Grade con 3D e Cat Payload
specifici per gli escavatori. Oltre
a queste sono presenti anche la
tecnologia Cat Command che
consente il funzionamento da
remoto delle macchine. E’ quindi
possibile operare da una distanza
di sicurezza per salvaguardare
l’incolumità degli addetti. questa
tecnologia ci sarà una dimostrazione
di macchine che operano
da remoto da siti in tutta Europa.
Tra questi anche il Caterpillar Demonstration
and Learning Centre
di Malaga.
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LA BROCHURE
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IL VIDEO
LA BROCHURE
IL VIDEO
MP FRESATRICI
PER PROFILATURA
RIMOZIONE SPESSORE CONTROLLATO DI SUPERFICI AMMALORATE
RIMOZIONE A SPESSORE CONTROLLATO DI SUPERFICI AMMALORATE
IDEALI PER LAVORI DI MANUTENZIONE IN GALLERIA
IDEALI PER LAVORI DI MANUTENZIONE IN GALLERIA
• SPESSORE DI FRESATURA COSTANTE • FINITURA PERFETTA SU SUPERFICI ORIZZONTALI,
VERTICALI O • INCLINATE SPESSORE • DI 4 MODELLI FRESATURA PER COSTANTE ESCAVATORI • FINITURA DA 11 A 40 PERFETTA TON • EQUIPAGGIABILI SU SUPERFICI ORIZZONTALI,
CON KIT NEBULIZZATORI,
VERTICALI O INCLINATE • 4 MODELLI ASPIRAZIONE PER ESCAVATORI E ROTAZIONE DA 11 A 40 IDRAULICA TON • EQUIPAGGIABILI 360°
CON KIT NEBULIZZATORI,
ASPIRAZIONE E ROTAZIONE IDRAULICA 360°
+39 051 681 0609
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sales@simex.it
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14
Sennebogen. Non solo demolition
SCENDE
IN CAMPO
Sennebogen presenta a Bauma il
suo 830E Demolition in una versione
disponibile anche con braccio scavo
e con la sua flessibile tecnologia Vario
Tool. Di fatto il costruttore tedesco
ritorna anche nel movimento terra
classico con un mezzo che punta alla
massima polivalenza applicativa
PERISCOPIO
16
Sennebogen è sempre
stato identificato come un
costruttore estremamente
specializzato nel settore della
demolizione, del riciclo e del
sollevamento. L’azienda bavarese,
oggi arrivata alla terza
generazione, è infatti partita dalle
sue prime macchine per il carico
del letame nel lontano 1952 per
Il Sennebogen 830E Demolition
si è ritagliato una posizione
di rilievo nella demolizione.
Un mezzo che ha dimostrato
ampia flessibilità e soprattutto
nei cantieri con poco spazio
a disposizione tipici dei centri
urbani. Le sue dimensioni
compatte e l’elevata capacità
operativa su 360° gli permettono
di essere un mezzo dall’elevata
operatività nella demolizione
ad altezze elevate. Il carro a
carreggiata variabile ha una
larghezza massima di 4,5 metri.
Si tratta dunque di una base
d’appoggio quadrata che è oggi
la più ampia nella sua classe.
Questo garantisce un appoggio
sicuro anche in lavori impegnativi
ma senza penalizzare il trasporto.
Oltretutto la visibilità
è ottimizzata
arrivare ad essere, oggi, una
delle più importanti realtà nella
movimentazione industriale. Un
percorso che ha visto la concentrazione
in alcune importanti
nicchie del mercato industriale
dove la demolizione ed il riciclo
rivestono un ruolo fondamentale.
Negli anni ’80 i suoi escavatori
cingolati e gommati furono
diffusi sul mercato anche con il
nome Hanomag per completare
l’offerta di pale gommate del
costruttore tedesco. Da allora il
business aziendale si è maggiormente
concentrato verso le
macchine speciali tra cui anche
quelle per la demolizione.
830E. Non solo demolition con il Vario Tool
grazie alla cabina Max Cab di
serie elevabile fino a 2,80 metri
e tiltabile di 30°. Equipaggiata
con vetro antiproiettile, permette
di avere un livello di sicurezza
fra i più alti del settore.
Tutta la macchina ha inoltre
un’impostazione che prevede
non solo il carro a carreggiata
variabile ma anche il contrappeso
smontabile idraulicamente.
Fondamentale la presenza
del Vario Tool che permette di
cambiare configurazione del
braccio in pochi secondi grazie
alla tecnologia con attacchi rapidi
automatici. Ma il costruttore
punta al mercato più evoluto
della demolizione offrendo la
possibilità di lavorare con tre
bracci differenti. Il primo ha
un’altezza di lavoro massima
di 12 metri con un braccio in
tre parti ad angolo variabile
meccanicamente con un’utensile
da 6 tonnellate. E’ poi disponibile
un braccio da 17 metri di
altezza massima al perno con
due elementi. Ed infine uno,
con classica articolazione a tre
elementi, in grado di raggiungere
23 metri di altezza massima al
perno per le demolizioni di edifici
più elevati in massima sicurezza.
BAUMA 2024. Efficienza, tecnologia & mining
VERSO NUOVE
FRONTIERE
OPERATIVE
Bauma 2025 segna un cambio di passo da
molti punti di vista. Molte scelte che fino
ad ora hanno condizionato i costruttori
usciranno fortemente cambiate dalla
kermesse tedesca sia sulla spinta della
variazione di scenario politico, sia su
un mercato fortemente scettico rispetto
all’elettrificazione. Ed intanto ritorna, gioco
forza, l’interesse per il mining
BAUMA 2025
Bauma 2025 è arrivato. Un’attesa legata a diverse
tematiche che, soprattutto dopo le attuali
scelte politiche europee, rimagono ancora
fortemente in sospeso. I costruttori sono infatti in
sospeso tra soluzioni differenti per quanto riguarda
l’abbattimento delle emissioni e la decarbonizzazione.
Dal “tutto elettrico” che è stato il mantra di alcuni
costruttori con una visione utopica del mercato,
si sta infatti finalmente guardando con concreto
interesse a soluzioni alternative come i biocarburanti.
Soluzioni che si basano su tecnologie altamente
collaudate e poco impattanti che ci consentono di
guardare all’efficienza aziendale in modo positivo.
A Bauma si fanno quindi i bilanci e si indirizza la
visione dei prossimi anni. Soprattutto perché si è
in Germania. E soprattutto perché molte decisioni
disastrose del passato sembra che stiano per essere
completamente riviste.
Questo scenario ci porta a vedere il Bauma come
piazza di confronto in cui le differenti visioni tecnologiche
sono a disposizione delle imprese che, come
obiettivo, hanno quello di aumentare la marginalità
e la competitività per favorire la crescita. Una
visione di efficienza che i costruttori assecondano
con tecnologie digitali e soluzioni per diminuire i
consumi a parità di tonnellate movimentate.
L’idrogeno, una vera soluzione?
Molti costruttori si presentano con macchine azionate
ad idrogeno. Si tratta di una tecnologia declinata
verso due direzioni. La prima e più diffusa,
spesso venduta come risolutiva, è quella del motore
endotermico a ciclo Diesel (lode sia a Rudolph
Diesel!). La struttura incredibilmente semplice ed
efficiente di questo propulsore permette infatti,
cambiando alcuni componenti che riguardano in
gran parte l’iniezione, di adattarsi perfettamente
all’alimentazione ad idrogeno.
La seconda strada è invece quella delle celle a combustibile
alimentate ad idrogeno. Una tecnologia
che sta giungendo a maturazione e che definisce
confini di efficienza molto più elevati.
Una strada scelta da Hyundai sull’escavatore gommato
HW155H. Le celle installate a bordo sviluppano
infatti da 70 a 100 kW di potenza elettrica che
alimenta i motori elettrici deputati all’azionamento
delle pompe idrauliche.
Si tratta ovviamente di una possibile soluzione che
però si basa sempre sull’idrogeno la cui produzione,
come già sottolineato più volte, ha un bilancio energetico
negativo legato alla sua produzione. Si tratta
infatti di un elemento che non si trova in natura
allo stato puro e che quindi richiede una quantità
di energia, per scindere le molecole, che è di gran
lunga superiore a quella in grado di restituire. La
sua gestione è inoltre estremamente complessa perché
stiamo parlando di un componente che ha una
forte propensione all’instabilità. Il rifornimento non
è quindi così semplice come in molti sostengono.
Si tratta però di un passo interessante, ed anche
Kobelco si presenta con un midi da nove tonnellate
azionato da celle a combustibile, perché queste
ultime possono anche essere alimentate da altri gas.
Si abbassa l’efficienza ma il processo risulta più
semplice e comunque sostenibile. L’Olanda sta infatti
lavorando per diffondere una rete distributiva,
pensata anche per l’idrogeno, ma che nelle intenzioni
sfrutterà il biogas come elemento da utilizzare
per le celle.
La rinnovata attenzione per il mining
L’altro asset a cui il Bauma torna a dare attenzione
è il mining. Una visione che la fiera aveva negli
anni ‘80 e che ha gradualmente perso per ovvie ragioni
di mercato. Certamente, ci sono sempre stati
alcuni costruttori che hanno esposto alcune macchine
per questo specifico settore. Ma si è trattato
più di una visione legata al marketing che non ad
effettive condizioni locali. Questo perché l’estrazione
mineraria si è geograficamente spostata altrove.
L’apertura di nuove miniere in Europa per ricavare
materie prime di valore ha riattivato questo merca-
Hitachi, in alto, si
presenta con le sue
grandi macchine
per il lavoro in cava
e miniera anche in
versione frontale.
Una rinnovata
attenzione al
mining che torna
in Europa dopo
il rilancio delle
attività estrattive
legate a minerali il
cui attuale valore
rende conveniente
la riapertura, o
l’attivazione ex
novo, di fronti
estrattivi prima di
oggi trascurati.
HD HYUNDAI, in
basso, si presenta
con un prototipo
azionato da celle
a combustibile
alientate ad
idrogeno che
rappresenta un
modo per esplorare
una tecnologia
con forti limiti
applicativi se legata
solo a questo
componente. Ma
che in alternativa
può essere una
buona strada se
impiegata con altri
vettori.
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Hidromek, in alto, si presenta con un nuovo modello da 80
tonnellate che segna l’ingresso del player nel mercato del
mining leggero. Settore dove LiuGong è presente, a destra,
anche con il suo dumper elettrificato DR50C-E con batterie
e recupero di energia in frenata e discesa. Komatsu, in
basso, è presente anche con il PC7000-11E da 700 tonnellate
e azionato elettricamente a cavo per applicazioni mining.
Lenhoff, a destra, fa parte del gruppo dei costruttori di
attrezzature ad alto valore aggiunto.
BAUMA 2025
to. Non è quindi un caso se grandi costruttori come
Hitachi e Caterpillar arrivano con le nuove versioni
frontali di alcuni loro escavatori della classe 90 e
100 tonnellate.
Anche Hidromek debutta in questo settore, nella
zona definita “mining leggero”, con un nuovo modello
da 80 tonnellate che si posiziona quindi al
vertice della gamma del costruttore turco ampliando
quindi il target aziendale verso le grandi cave.
Non solo. Altri costruttori si presentano con dumper
ad elevata capacità con azionamento sia convenzionale,
sia elettrificato. Come ad esempio LiuGong
che arriva con il suo DR50C-E azionato elettricamente
ed alimentato a batteria che sfrutta anche un
sistema di ricarica con recupero dell’energia sia in
frenata, sia in discesa. Una macchina già operativa
in una cava in Norvegia dove opera in un ciclo insieme
a macchine azionate da motori endotermici.
Un test di durata che lo mette a confronto con tecnologie
convenzionali permettendo una valutazione
oggettiva e senza preconcetti.
Il Bauma ci permette quindi di analizzare ed approfondire
queste tematiche capendo che, oltre la
visione spesso ideologica che spinge verso tecnologie
non sempre adatte a tutti i contesti, ci possono
invece essere situazioni operative estremamente
convenienti se risolte in modo differente rispetto
al passato.
Non è nuovamente un caso se Komatsu si presenta
con il suo PC7000-11E in versione rovescio e
con azionamento elettrificato con alimentazione a
cavo. Una soluzione di cui abbiamo parlato anche
nell’articolo dedicato alla tecnologia e che da decenni
rappresenta una conveniente alternativa, in
determinati contesti, all’azionamento con motore
endotermico. Soprattutto su macchine da 700 tonnellate
dove l’efficienza dei motori elettrici permette
di avere un effettivo risparmio nei costi di
gestione. A livello di consumi, con il costo attuale
del gasolio, Komatsu dichiara infatti un risparmio
del 47%.
La tecnologia digitale e le attrezzature
L’altro grande capitolo di Bauma sono le attrezzature
che permettono di aumentare la polivalenza applicative
delle macchine, siano esse pale o escavatori.
Sono soprattutto questi ultimi, ma non poteva
essere diversamente, al centro dell’attenzione dei
costruttori di attachments che spaziano dai classici
martelli demolitori per arrivare ai più complessi
tiltrotator. Passando ovviamente per gli attacchi rapidi
idraulici automatici che, poco alla volta, stanno
prendendo piede anche in Italia vista la loro ormai
collaudata tecnologia che non lascia più dubbi ne’
in merito alla robustezza, ne’ in merito alla velocità
e comodità applicativa che ha anche forti riscontri
in merito a sicurezza ed efficienza aziendale. Da
questo punto di vista sono in prima fila i costruttori
più consolidati come Lehnhoff, Oilquick e Steelwrist
che si presentano con soluzioni a 360° che
spaziano dal classico attacco rapido per arrivare ai
tiltrator e agli accessori da utilizzare con queste
attrezzature. Accessori che possono sembrare banali
come, ad esempio, benne di vario tipo. Ma che
in realtà nascono come ottimizzazione applicativa
dopo lunghi anni di interazione con le imprese, con
le loro risposte in termini di praticità e con le loro
domande su efficienza e applicazioni specifiche.
Un’interazione che ha portato ad un continuo perfezionamento
di queste tecnologie con un livello
di robustezza e affidabilità attuale che le ha ormai
definitivamente sdoganate nell’immaginario comune
di imprese ed operatori. Si prospetta quindi un
Bauma sempre più stimolante.
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ELETTRIFICAZIONE. A che punto siamo?
UN PREVISTO
CAMBIO
DI ROTTA?
L’elettrificazione delle macchine movimento
terra non prende piede come la transizione
ecologica avrebbe voluto. In realtà i limiti
fisici del nostro settore, così come successo
anche nell’automotive, hanno determinato
una sostanziale inesistenza della domanda.
Con alcune nicchie, nel compatto e nelle
utility, dove le soluzioni sono invece
pratiche e risolutive
A sinistra, LiuGong
si presenta con una
gamma di macchine
elettrificate dove
le pale gommate
medio-grandi sono
una efficiente realtà
che può trovare
ampio spazio nelle
realtà organizzate
come gli impianti di
lavorazione inerti e
le cave.
In basso la Wacker
Neuson è arrivata
oggi alla terza
generazione delle
sue macchine
compatte
elettrificate con una
tecnologia che è
ormai ampiamente
collaudata ed
efficiente in termini
di autonomia
operativa
quotidiana.
ELETTRIFICAZIONE
Il mercato ha dato il proprio responso. Le macchine
movimento terra elettriche non prendono
piede e la domanda è sostanzialmente inesistente.
Un dato che segue esattamente quanto sta accadendo
anche nel mondo automotive e che riguarda
un’evidente problematica legata alle limitazioni
strutturali e fisiche di una soluzione tecnologica
che, tranne rari casi, non trova concrete basi per
imporsi.
Occorre ovviamente fare evidenti distinzioni, esattamente
come succede in altri ambiti, tra macchine
di grandi dimensioni e mezzi o attrezzature compatte.
In quest’ultimo specifico settore, infatti,
l’elettrificazione ha un proprio evidente mercato
che, nei fatti, si sta lentamente allargando con una
crescita organica che permette ai costruttori di investire
nell’evoluzione di prodotti e soluzioni.
Ma nel mercato delle grandi macchine (e per grandi
si intendono mezzi dal peso operativo già di
poco inferiore alle dieci tonnellate) la domanda
è sostanzialmente inesistente. Ci sono alcuni paesi,
come l’Olanda, che hanno varato importanti
aiuti fiscali per la diffusione di questo tipo di
tecnologia. Ma con il risultato di immettere sul
mercato qualche decina di macchine a fronte di
una richiesta schiacciante di mezzi di ultima generazione
con motori endotermici. Anche nel caso
delle macchine movimento terra, quindi, una mancata
visione legata ad una transizione ecologica
che non segua la strada della neutralità tecnologica
non porterà a risultati positivi per nessuno.
Ne’ per i costruttori, ne’ per gli utilizzatori, ne’,
ovviamente, per la salvaguardia ambientale. Una
situazione legata ad un approccio ideologico che
non segue una strada analitica e scientifica basata
sulla razionalità.
Il Bauma, e ne abbiamo parlato anche nel nostro
editoriale, sarà la fiera delle scelte. Proprio in merito
ad una delle tematiche più dibattute e messe in risalto
come quella dell’abbattimento delle emissioni.
Oltretutto in Germania, il paese che maggiormente
ha contribuito, con le sue scelte politiche, ad un
orientamento dell’Unione Europea che ha portato
agli evidenti disastri industriali coinvolgendo for-
temente lo stesso stato teutonico.
Pro e contro dell’elettrificazione
Attenzione, non vogliamo assolutamente demonizzare
il motore elettrico. Anzi. Si tratta infatti di una
soluzione incredibilmente efficiente in grado di concentrare
prestazioni elevatissime con valori di coppia
e potenza non raggiungibili, a parità di condizioni, da
parte dei motori endotermici.
I vantaggi in termini di efficienza e manutenzione
giocano inoltre un ruolo determinante a livello di
TCO anche a fronte di un maggiore costo di acquisto
iniziale. Ma la problematica reale di questo tipo di
soluzione è legata all’alimentazione. L’autonomia è
infatti un problema serio tenendo conto dei livelli di
potenza necessari, dei tempi di ricarica e della difficoltà
di infrastrutturazione per essere presenti con l’energia
elettrica anche nei contesti dove normalmente
operano queste macchine. Ossia in luoghi spesso non
infrastrutturati.
Un ostacolo tecnico evitabile con powerbank di grandi
dimensioni a cui molte realtà hanno pensato. Ma
che comunque necessitano di un modello organizzativo
che aggrava di ulteriori costi un settore che fatica a
giustificarli a fronte di tecnologie alternative maggiormente
competitive. Come ad esempio i biocarburanti.
Soluzioni a più velocità
L’elettrificazione rimane quindi una delle possibili
strade. Una soluzione sicuramente da non demonizzare
come invece è accaduto, al contrario, per i motori
endotermici a ciclo Diesel.
Abbiamo infatti esempi altamente virtuosi nel mondo
della movimentazione con i carrelli elevatori a batteria
presenti veramente ovunque. Questo perché si
tratta di una soluzione conveniente per le aziende.
Tecnologie che hanno spinto i costruttori di sollevatori
telescopici a proporre efficienti modelli compatti
che trovano un loro mercato negli stessi contesti operativi
dei carrelli elevatori.
Al contrario nelle grandi macchine movimento terra
abbiamo soluzioni che, salvo alcune eccezioni, sono
legate più al marketing che a risultati concreti. Nelle
macchine compatte ci sono invece tecnologie mature
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Merlo e Manituoi, in alto ed in basso, propongono sollevatori
telescopici compatti elettrificati in grado di essere competitivi nei
contesti dove già si impiegano i carrelli elevatori a batterie.
Hitachi, qui a destra, propone una gamma di escavatori elettrificati
a batterie con pesi operativi fino a 15 tonnellate e con tecnologie
che prevedono anche la possibilità di alimentarsi direttamente dalla
rete elettrica con cavi integrati. Il mining, a destra, vede da tempo
l’uso dell’elettrificazione strutturata per ridurre emissioni e consumi..
ELETTRIFICAZIONE
che possono portare vantaggi non solo a chi lavora
in spazi chiusi o in zone con forti limitazioni alle
emissioni. Ad oggi sono infatti molti i costruttori che
propongono miniescavatori elettrificati con tecnologie
efficienti e con autonomie operative degne di
questo nome. Idem per le pale gommate compatte,
i dumper cingolati e gommati di piccole dimensioni
o le attrezzature per la compattazione ed il taglio di
calcestruzzo o asfalto.
Le grandi macchine possono invece trovare la propria
casa, con esempi operativi, in specifiche nicchie dove
è possibile risolvere il problema dell’autonomia.
Parliamo quindi di un campo applicativo vantaggioso
nell’industria o nei settori estrattivi organizzati dove
è possibile alimentare in modo continuo le macchine
tramite un cavo elettrico. Esattamente come avviene
nel caso dei treni.
Laddove questo è possibile le macchine movimento
terra elettrificate non sono affato una novità. Anzi.
Da diversi decenni sia nel mining, sia nella movimentazione
industriale, sono presenti escavatori in
postazione fissa, semifissa o su fronti di scavo organizzati
e alimentati elettricamente dalla rete. Parliamo
di macchine che operano su turni di lavoro continui e
che hanno dimostrato sul campo bassi costi di esercizio.
Ma si tratta di casi specifici con che richiedono
condizioni al contorno particolari che, giustamente,
vanno spiegate.
Una visione differenziata
Alla luce di questo scenario così disaggregato occorre
quindi ragionare in un modo specifico. La strada
maestra è quella dell’efficienza operativa. In questo
modo si ottengono risultati concreti e vantaggiosi.
La riduzione delle emissioni è infatti strettamente
legata anche alla riduzione dei consumi. Un aspetto
a cui le imprese sono particolarmente sensibili
perché rappresentano un risparmio in grado di aumentare
la marginalità e la competitività a livello
di acquisizione dei lavori. Una visione che ha determinato
il successo delle attrezzature compatte ad
azionamento elettrico. O l’interesse verso alcune
macchine movimento terra compatte elettrificate
grazie a tecnologie competitive a livello di costo di
esercizio. I miniescavatori con pesi operativi compresi
tra 1,5 e 2,0 tonnellate, per esempio, hanno
infatti autonomie operative giornaliere e costi di
esercizio competitivi. Nel settore minerario stanno
diventando sempre più diffusi non solo gli escavatori
ma anche i dumper con alimentazione elettrica
tramite trolley su linee elettrificate aeree e con batterie
che entrano in funzione per le poche decine di
metri in cui il mezzo esce dalle linee elettriche e si
posiziona per il carico e lo scarico.
Una visione applicabile anche alle cave e agli impianti
di lavorazione inerti dove la presenza di impianti
fotovoltaici è spesso la regola. Le pale gommate
elettrificate di classe media sono infatti una
realtà concreta. Nell’ambito di una realtà organizzata
come un impianto è infatti possibile integrarle
senza grandi problemi. Si tratta di uno specifico
settore, insieme a quello industriale, dove trovano
spazio i dettami estremamente rigidi (e a dirla tutta
anche poco efficaci) del piano Transizione 5.0 che
comporta importanti vantaggi fiscali.
A prescindere però da questo, se l’energia è autoprodotta
il vantaggio è ulteriormente evidente.
Dobbiamo quindi iniziare a ragionare in modo
estremamente specifico con un’attenta analisi della
tecnologia maggiormente adatta al contesto applicativo.
Una visione difficile da far digerire agli imprenditori
di un settore spesso poco organizzato ma
che, poco alla volta, si sta affermando anche grazie
ad un’attento controllo di gestione delle imprese
dove la marginalità è oggi il vero mantra.
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IMPIANTI MOBILI Controllo del ciclo
RIDURRE
I COSTI DI
PRODUZIONE
I costruttori di impianti mobili di frantumazione e
vagliatura sono impegnati nell’affinare tecnologie
e modalità operative per ridurre ulteriormente i
costi di produzione. Le strade da percorrere sono
molteplici. Dall’azionamento con motorizzazioni
ibride o elettriche, al controllo digitale del processo
di lavorazione, fino ad architetture multifunzione
IMPIANTI MOBILI
La ricerca dell’efficienza passa anche attraverso i
costruttori degli impianti mobili di frantumazione
e vagliatura. Macchine che diventano sempre più
importanti nei cicli produttivi aziendali visto anche la
crescita esponenziale del mercato delle demolizioni
e delle bonifiche. Stiamo quindi parlando di macchine
impegnative, sia per peso operativo che per cifre
di investimento, che generano però profitto e sono
fondamentali per l’implementazione dell’economia
circolare e per la riduzione di consumi ed emissioni.
L’Italia è infatti ad oggi il paese maggiormente virtuoso,
all’interno dell’Unione Europea, per quantità
di materiale riciclato e avviato ad un riuso per altri
impieghi. Questo traguardo è in gran parte merito delle
imprese del settore con 81 milioni di tonnellate di
rifiuti da Costruzione & Demolizione che corrispondono
al 50% dei rifiuti italiani inviati a riciclo.
In questo scenario operativo gli impianti mobili di
frantumazione e vagliatura sono i protagonisti fondamentali
di questo processo virtuoso. Lavorazioni
che nel tempo hanno abbassato il proprio costo
unitario grazie ad una continua ricerca di efficienza.
Una strada che ha visto i costruttori aumentare la
produttività, ridurre i consumi e mettere in campo
soluzioni tecnologiche per monitorare e controllare
la produzione. A Bauma molti marchi si presentano
con soluzioni che tendono a migliorare ulteriormente
questi aspetti puntando soprattutto su incrementi di
efficienza, sempre più difficili da raggiungere vista la
maturità delle tecnologie in uso, grazie alla digitalizzazione
sempre più spinta. Una visione che permette
di ottimizzare e massimizzare le prestazioni di queste
macchine le cui potenzialità rimangono spesso inespresse
a causa di una gestione legata a convenzioni
fisse nel tempo. Le soluzioni proposte mirano quindi
ad andare oltre queste convenzioni.
MCCLOSKEY
Il costruttore nord irlandese con forti radici canadesi,
importato in Italia dalla Massucco T. di Cuneo, arriva
a Bauma festeggiando i suoi primi 40 anni di attività.
Un’occasione speciale, quindi, che vede l’azienda nata
nel 1985 presentarsi con la propria gamma in continua
espansione e che spazia dai frantoi fino ai sistemi di
lavaggio mobili passando per vagli e nastri semoventi.
Dopo un lungo periodo di azionamento convenzionale
con motori endotermici e funzionamento idraulico
dei dispositivi di frantumazione e vagliatura, oggi il
marchio è presente con azionamenti ibridi in cui la
componente elettrificata è disponibile come opzione
con la tecnologia Dual Power. Introdotta per la prima
volta sui vagli mobili sgrossatori è ora presente
anche sui frantoi. Siano essi a mascelle, ad urto o a
cono. Si tratta di una specifica scelta che comporta
una riduzione delle emissioni locali in atmosfera ed
un TCO inferiore rispetto ai modelli con azionamento
convenzionale. Inoltre per avere il pieno controllo del
funzionamento da remoto è presente anche il 365SiteConnex
che permette non solo il monitoraggio ma
anche l’incremento di produzione.
CAMS
Il costruttore di Castel San Pietro Terme punta da
lungo tempo alla massima efficienza operando con
la triturazione e con azionamento elettrico o ibrido.
Una visione completamente differente dove CAMS
è stato un vero precursore in un mercato fortemente
tradizionalista. Dopo le iniziali diffidenze i vantaggi
in termini di economia di gestione e polivalenza
applicativa sono state immediatamente evidenti.
La gamma Centauro è oggi sicuramente la punta di
diamante della produzione CAMS con sei macchine
che integrano triturazione e vagliatura. Il costruttore,
vista la polivalenza applicativa, ha messo a punto un
sistema di gestione elettronica che prevede specifiche
impostazioni a seconda del tipo di materiale che
si sta trattando. Oggi i Centauro non solo coprono
i campi applicati convenzionali ma sono particolarmente
adatti anche per l’asfalto, le biomasse ed
i rifiuti generici. Una capacità di adattamento che
risale all’architettura dei trituratori che operano ottimizzando
lo sforzo di taglio grazie ad una tecnologia
brevettata. La gamma Centauro permette di avere
produzioni orarie comprese tra 120 e 250 mc/ora con
pesi operativi tra 24.500 e 42.000 kg.
SBM
L’azienda austriaca è stata tra le prime in assoluto a
McCloskey in alto,
è importato in Italia
dalla Massucco T.
Il costruttore nord
irlandese, con
forti radici nord
americane grazie ad
uno stabilimento di
oltre 300.000 mq
in Canada, propone
oggi tecnologie di
azionamento ibride
diesel-elettriche
Dual Power in
grado di abbattere
i costi di esercizio.
Per il monitoraggio
del ciclo operativo
è disponibile
il sistema
365SiteConnex
che permette
di ottimizzare
la produzione
e monitorare la
macchina in ogni
sua funzione.
CAMS, in basso,
è un costruttore
italiano che ha
creduto fin da
subito nella
tecnologia della
triturazione ad
azionamento
elettrificato ibrido.
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Powertrain
INTERNATIONAL
SBM, in alto a destra, è
un costruttore austriaco
che punta alla massima
efficienza operativa
grazie all’azionamento
elettrificato con
tecnologia full-electric
o ibrida con generatore
a bordo. KLEEMANN, in
alto e a destra, punta
su tecnologia digitale
e azionamento ibrido
per abbattere i costi
di esercizio. EVOQUIP,
in basso, declina la
tecnologia Powerscreen
verso il basso con
macchine compatte
ma produttive che ben
si adattano ai cantieri
italiani.
IMPIANTI MOBILI
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credere nell’azionamento esclusivamente elettrificato
e diesel/elettrico. Una visione che deriva dalla grande
esperienza nel settore della frantumazione fissa con
impianti di grande dimensione a servizio di cave e
miniere e con la gestione di tutto il ciclo degli inerti
arrivando anche agli impianti per il calcestruzzo.
SBM è importato in Italia dalla MAIE di Ravenna
con un’offerta che si articola su tre modelli di frantoi
a mascelle con produzioni orarie fra 300 e 500 t/ora,
cinque modelli ad urto con produzioni orarie fra 200
e 600 t/ora. A corredo di questi impianti mobili sono
presenti soluzioni semi-mobili per la frantumazione
secondaria e livelli successivi di vagliatura. Quest’ultima
è ottenuta anche in modalità screen-box applicato
ai frantoi mobili. Una soluzione che permette
di incrementare ulteriormente la produttività e l’efficienza
grazie ad un processo integrato che consente
di ottimizzare tempi, spazi operativi e consumi. I pesi
operativi degli impianti SBM variano fra 30 e 62
tonnellate a seconda dei modelli.
KLEEMANN
Il costruttore tedesco è parte integrante di Wirtgen
Group e, quindi, di John Deere. La gamma comprende
frantoi mobili a mascelle, cono ed urto, vagli
mobili sgrossatori e convenzionali ed infine nastri
trasportatori semoventi. Un marchio che punta da
sempre alla massima efficienza con la possibilità di
scegliere tra diversi tipi di azionamento spaziando
tra diesel/idraulico, diesel/elettrico/idraulico con tecnologia
ibrida e completamente elettrico. In questo
modo è possibile sposare le esigenze di imprese di
ogni tipo con una visione a 360° dove economia di
esercizio, produzioni elevate e bassi consumi siano
il focus aziendale principale. La gamma si articola
su tre frantoi a mascelle, due frantoi a cono, tre ad
urto, sei impianti di vagliatura e due nastri trasportatori
semoventi.
EVOQUIP
Marchio del Gruppo Terex, Evoquip riprende la tecnologia
Powerscreen declinandola verso il basso per
rispondere alle esigenze dei moderni cantieri, anche
urbani, dove produttività, contenimento dei pesi operativi
e degli ingombri sono elementi fondamentali
per avere un’operatività snella e veloce. Una filosofia
declinata sia ai frantoi a mascelle e ad urto, sia a vagli.
Questi ultimi possono essere sgrossatori o convenzionali
per una separazione ottimale dei materiali.
Le produzioni orarie massime arrivano
a 300 t/ora per i vagli e 280 t/
ora per i frantoi. Valori che indicano
chiaramente macchine compatte ma
prestazionali con pesi operativi che
arrivano al massimo a 35 tonnellate
con bocche di ingresso da 900x600
mm. I modelli più piccoli dei frantoi
mobili sono invece indicati anche per
micro cantieri e per spazi di lavoro
estremamente sacrificati in termini di
spazio come nei centri storici.
Powertrain
1
What is called
ALTERNATIVE
ACT Expo: So much ‘e’, so much ‘H2’ - FPT Teardown -
Intermat: Cummins, Moog, Yanmar CE - Isotta Fraschini
at DCN Milan - Diesel of the Year & Alternative Engine Award
A hydrogen
FILL-UP
1
Bringing H2 to the dock, from pleasure to commercial boats -
Batteries: Exide and Riva EL-Iseo - FPT Industrial e-Plant step
by step - Kohler DemoDays - Rolls-Royce PG Symposium
1
INTERNATIONAL
Powertrain
Alternative &
MULTIFUEL
DOTY & AEA awarding sessions with Hyundai and FPT -
Reinova’s electric vision - EIMA International - Focus on
Rehlko - PG: BGG, HVO, Isotta Fraschini, Perkins, LF
INTERNATIONAL
Do the right
THING
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Press Register n. 4596 – April 20th 1994
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D.L. 353/2003 (mod. in L. 27/02/2004 n° 46)
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July 2024
Powertra
PowertraIN
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ACT Expo - Cummins X15 driveline - FPT Industrial ePowertrain
- IVECO Capital Markets Day - Baudouin for data centres - DPE
& KEY: ABB, MOVe, BU Energy, Siemens - Kohler strategy
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Raise the
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September 2024
KOREAN FLAG
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HD Hyundai Infracore DX is the Diesel of the Year 2025 -
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FPT Industrial XCursor 13 wins the Alternative Engine Award -
EIMA previews - Himoinsa - Echoes from IAA Transportation
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November 2024
ESCAVATORI. Tecnologia & elettrificati
SPECIALE ESCAVATORI
IRRINUNCIABILI
PROTAGONISTI
Gli escavatori idraulici sono i protagonisti assoluti
del mercato e non basterebbe un libro per parlarne
in modo approfondito. A Bauma sono presenti
declinati in versioni di ogni tipo e con allestimenti
che vanno dal semplice scavo fino ai più complessi
bracci da demolizione e movimentazione. Dei veri
multifunzione che non hanno limiti applicativi
ESCAVATORI
30
Sono i protagonisti incontrastati dei cantieri.
Una crescita che, a livello globale, non trova
fine e che, anzi, ha un andamento esponenziale
grazie anche all'accoppiamento con attrezzature
sempre più sofisticate e pensate per impieghi
estremamente specifici. Nessuno, all'epoca, avrebbe
pensato che la macchina inventata dai F.lli Bruneri
a Torino sarebbe diventata la regina incontrastata
dei cantieri mondiali. E non è affatto un caso che i
costruttori continuino a dedicare grandi sforzi economici
per migliorare una macchina che per molti
potrebbe sembrare già perfettamente "finita". In
realtà l'avvento dell'elettronica ha permesso di apportare
un'evoluzione ulteriore nella direzione della
gestione complessiva, delle opzioni idrauliche e, soprattutto,
delle attrezzature. Senza però mai dimenticare,
ovviamente, che gli escavatori idraulici devono
avere una sostanza "hard" che permetta loro di
essere produttivi, efficienti e affidabili. Concetti che
alcuni costruttori, alla luce di una forte invasione
dell'elettronica, sembra che abbiano dimenticato.
A Bauma è quindi possibile vedere lo stato dell'arte
nel settore con molte novità che avranno come
oggetto soprattutto applicazioni speciali, nicchie
specifiche e implementazione di tecnologie digitali.
HIDROMEK
L'azienda turca si presenta in modo preparato e
aggressivo visto che gli escavatori idraulici rappresentano
di fatto il core business aziendale. Saranno
quindi molte le novità presentate a Monaco
di Baviera con, fra le più importanti, l'arrivo di un
escavatore da demolizione su base HMK410LCHD
con braccio da 24 metri di altezza al perno completamente
"made by Hidromek" che segna l'esordio
aziendale in questo settore. Ma non è l'unica novità.
L'azienda arriva sul mercato con un'altra news che
sposta in alto il limite della gamma con la presenza
di un nuovo modello della classe 80 tonnellate
allestito con braccio da scavo pesante e benna da
5,10 metri cubi. Si tratta quindi del nuovo modello
al top della gamma del costruttore turco che, quindi,
sposta in alto la propria asticella entrando nel
novero dei grandi. All'opposto della gamma ci sono
due nuovi midi da 7,2 e 8,7 tonnellate che segnano
l'allargamento dell'offerta verso il basso.
A fianco di queste novità fa il proprio ingresso
l'HMK520LCHD con braccio da demolizione
Straight Boom in grado di operare a 13 metri di
altezza con attrezzature dal peso operativo elevato.
In mezzo all'offerta arriva sul mercato il già visto,
a Bauma 2022, HMK235LCR ma con una veste
rinnovata e definitiva.
Ma il passo sostanzialmente del marchio è rappresentato
dallo sbarco della tecnologia digitale integrata su
uno dei best-seller aziendali, ossia l'HMK230LC. A
Bauma è infatti presente con E-Fence e impianti 2D
con 3D ready e pesa elettronica.
DEVELON
I riflettori saranno puntati sullo stand del costruttore
coreano che ormai è parte integrante di Hyundai. Non
è infatti un caso se le prime immagini che sono trapelate
della nuova Serie -9, presentata alla kermesse
di Monaco di Baviera, fanno presagire una grande somiglianza
con le linee attuali proprio degli escavatori
Hyundai. Si tratta di un segno fondamentale nell'evoluzione
della presenza del grande gruppo coreano che
porterà sempre più a prodotti fortemente sinergici. Un
cambiamento che è già avvenuto in alcune specifiche
tipologie come i dumper ed i dozer. E che è destinato
a continuare ancora di più per prodotti "core" come
escavatori idraulici e pale gommate.
HITACHI, verso le applicazioni speciali
Il costruttore giapponese si presenta
a Bauma puntando in modo deciso
verso le applicazioni speciali. Le
macchine dal caratteristico colore
arancio si prestano infatti in modo
ottimale per trasformazioni indirizzate
al mondo delle demolizioni, degli scavi
di profondità o di cantieri particolari.
L'appuntamento tedesco è quindi
l'occasione ideale per presentare il
nuovo long-reach ZX250LC-7 SLF
con uno sbraccio massimo di 18 metri.
Un escavatore pensato per lavorare
in sicurezza negli scavi in acqua,
nella profilatura delle scarpate e nei
lavori a grande profondità. Per queste
applicazioni Hitachi presenta anche le
sue trasformazioni originali di fabbrica
con i bracci telescopici. In particolare
lo ZX350-7 TCA che prosegue una
tradizione che vede queste macchine,
già nelle serie precedenti, attive in
diversi cantieri urbani per scavare
stazioni di metropolitane, pozzi di
grande dimensione e trincee in spazi
ristretti. Il braccio telescopico con
mordente offre infatti un movimento di
estensione e retrazione ad alta velocità.
L'impianto idraulico dei Serie 7, inoltre,
consente due movimenti combinati
con un'elevata forza di trazione che gli
permettono di lavorare efficacemente
in contesti difficili. A differenza degli
escavatori standard o long reach
richiede infatti uno spazio di azione
minimo. Qualità che lo rende di fatto una
soluzione ideale per aree compatte.
Passando invece alla collaborazione
con KTEG, di cui parliamo in modo
approndito in un altro articolo su
questo numero, Hitachi sarà presente
a Bauma con quattro modelli declinati
in modo specifico per il mercato della
Hidromek si
presenta con nuovi
modelli strategici
che fanno seguito
alla filosofia
aziendale di una
grande attenzione
a specifiche nicchie
di mercato. A
questo segue una
visione che porta
oggi la tecnologia
digitale integrata
sulle proprie
macchine.
demolizione. Tra questi l’escavatore
KTEG 390HR. Si tratta di un escavatore
basato su un Hitachi ZX350 con carro
estensibile idraulico, contrappeso
aggiuntivo e cabina tiltabile. Il braccio
fisso da 23,00 metri di altezza consente
di lavorare con un peso dell’accessorio
di 3,5 tonnellate. Una macchina pensata
per elevate prestazioni ma che si rivolge
ad un target meno esigente dei classici
KTEG con tecnologia Boom Quick
Connect.
A destra, DEVELON
si presenta con
la nuova Serie
-9 che segna, di
fatto, l'ingresso del
costruttore in una
nuova era. Superiori
contenuti digitali
e forti sinergie
con l'altro grande
brand del gruppo.
Si aprono quindi
nuovi orizzonti per
il marchio.
LiuGong, a destra,
si presenta come
il costruttore più
tecnologico nel
novero dei marchi
cinesi e tra quelli
più tecnologici in
senso assoluto.
Sennebogen, a
destra in alto, torna
al movimento terra
con la tecnologia
Vario Tool che
consente il cambio
rapido dei bracci
aumentando
la polivalenza
applicativa.
SPECIALE ESCAVATORI
ESCAVATORI
Di fatto a Bauma il focus sarà su questi nuovi escavatori
e sulle tecnologie correlate come la guida
autonoma, le tecnologie avanzate di assistenza allo
scavo, le propulsioni alternative ai motori endotermici
e l'espansione nel prossimo futuro della nuova
gamma di escavatori.
Parliamo quindi della tecnologia Concept-X, che fu
presentata a livello mondiale nel 2019, per passare
alla Concept-X2 con la soluzione senza cabina con
guida autonoma o controllo da remoto. Una tecnologia
presentata per la prima volta al Conexpo 2023 e
promossa a livello globale negli ultimi due anni. Insieme
a questa tecnologia viene presentata anche “Real
X”. Si tratta della nuova frontiera del lavoro autonomo
sviluppata da Develon grazie a cui i più recenti
escavatori cingolati intelligenti del marchio possono
svolgere in autonomia un’intera gamma di operazioni
tra cui scavo, carico e trasporto con i dumper. La tecnologia
sfrutta l’esperienza di Develon per accelerare
lo sviluppo di soluzioni di scavo autonome, sicure,
produttive, sostenibili e predittive. E' inoltre una tecnologia
flessibile chee consente allo stesso escavatore
di essere utilizzato in modalità autonoma, in modalità
controllo remoto o nella normale modalità joystick.
LIUGONG
Il costruttore si presenta come il maggiormente
tecnologico nella grande galassia cinese. A Bauma
arriva con molte novità dove l'elettrificazione è solo
uno dei tanti aspetti toccati dal marchio. Sulla base
della tecnologia elettroidraulica della Serie F, vista
già sul nostro territorio dall'arrivo del player circa
un anno e mezzo fa, abbiamo ora l'implementazione
delle potenzialità che questa comporta. Gli escavatori
LiuGong presentano infatti, da gennaio, la
tecnologia digitale integrata con E-Fence, pesa digitale,
sistemi di assistenza allo scavo 2D implementabili
3D. Ma non solo. Ogni singolo movimento è
modulabile su una scala da 1 a 10 potendo quindi
personalizzare la macchina in base alle specifiche
esigenze del singolo operatore.
Da un punto di vista delle novità di prodotto arrivano
invece nuovi modelli stategici come il 925F CR
che entra nella fascia dei compact radius tra le 25
e le 30 tonnellate di peso operativo con carro dalla
larghezza di 3 metri. Va quindi a fare compagnia a
più piccoli 913F CR e 915F CR che insistono nella
classe tra le 13 e le 17 tonnellate di peso operativo.
SENNEBOGEN
Il costruttore tedesco arriva con il suo 830E Demolition
Vario Tool. Di fatto l'azienda torna dopo
anni nel settore classico del movimento terra. La
tecnologia idraulica Vario Tool consente infatti di
cambiare assetto operativo in pochi istanti in modo
semplice e senza interventi manuali. Sennebogen ha
pensato quindi di dotare questo modello non solo di
due bracci da demolizione con differenti geometrie
di lavoro (uno in due pezzi come i material handler
Tutti i costruttori vanno nella direzione di
un sempre maggiore apporto tecnologico
e di una flessibilità operativa che permetta
di abbassare il costo di esercizio.
Una strada che ogni azienda percorre
seguendo una propria visione dove la
tecnologia è alla base di ogni singola
scelta.
Non parliamo solo di tecnologia digitale
ma anche di più "banale" (ma non
troppo) tecnologia idraulica. Come nel
caso di KTEG, su base OilQuick, o di
Sennebogen. Stiamo quindi parlando
di escavatori ad alto valore aggiunto
dove la possibilità di lavorare in modo
produttivo ed efficiente nel campo della
demolizione, ma non solo, permette di
e l'altro in tre pezzi come i classici bracci demolition)
ma anche di un braccio scavo che consente,
una volta terminata la demolizione, di caricare le
macerie ed effettuare gli scavi di fondazione sempre
con la stessa macchina.
Tecnologia, flessibilità e nicchie di mercato
aumentare la marginalità aziendale.
La tecnologia digitale, invece, entra
sempre di più nella dotazione di serie
degli escavatori idraulici permettendo
una superiore produttività in ambiti tra
loro molto differenti. Non parliamo quindi
solo di assistenza allo scavo ma anche di
una migliore gestione della macchina in
qualsiasi ambito operativo. Stiamo quindi
parlando di ottimizzazione dei consumi,
manutenzione predittiva e controllo di
gestione sempre più accurato.
La ricerca di una sempre maggiore sicurezza
operativa è l'altro asset fondamentale
su cui i costruttori si stanno concentrando.
L'uso degli algoritmi AI permette
di mettere a punto sistemi sempre più
avanzati di controllo che interagiscono
con l'operatore per ridurre i rischi impliciti
nell'uso di queste macchine.
L'interazione tra questi sistemi e quelli
digitali 3D di assistenza allo scavo
permette di sviluppare efficienti modalità
di guida autonoma che consentano di
eseguire, almeno oggi, operazioni di
scavo ripetitive e programmate come, ad
esempio, la coltivazione di cave e miniere.
Ed è infatti proprio in questa specifica
nicchia di mercato che si sta operando
per lo sviluppo di queste tecnologie. Ma
alla base di tutto questo ci sono sempre
gli escavatori che, mai come oggi, stanno
vivendo una nuova primavera con prospettive
esaltanti.
32
33
PALE GOMMATE Sicurezza ed efficienza
MASSIMA
RICERCA DI
EFFICIENZA
Le pale gommate sono macchine ormai
pienamente mature ma dove è possibile
fare ancora diversi passi avanti per
aumentare efficienza operativa e sicurezza.
Si affacciano sul mercato le elettrificate
che, negli impianti di inerti ed in campo
industriale, dicono la loro in termini di costi
di gestione, emissioni e comfort. Una visione
nuova in evidenza a Bauma
PALE GOMMATE
Come riuscire a rinnovare una tipologia di macchine
ormai mature? Ma ovviamente andando
a ricercare la massima efficienza in termini di
produttività, consumi e tecnologia di bordo. Tecnologia
che va sia nella direzioCne del controllo
di gestione, sia in quella dei consigli all’operatore
per migliorare la propria tecnica di guida. Senza
ovviamente dimenticare tutto quanto oggi si sta facendo
per migliorare l’interazione uomo-macchina
e la sicurezza operativa complessiva. Dalle telecamere
con algoritmi AI che individuano ostacoli fissi
e mobili intervenendo con messaggi visivi, sonori
o con il blocco della macchina per evitare urti o
investimenti. Fino a dispositivi molto evoluti come
la Transparent Bucket.
Il mercato sta poi vedendo l’arrivo di modelli elettrificati
che, soprattutto in campo industriale e negli
impianti di lavorazione inerti, possono fare la
differenza in termini di emissioni, costi di gestione
e comfort. Ma vediamo alcuni contenuti di Bauma
2025.
LIUGONG
Il costruttore cinese sarà presente a Bauma 2025.
Un appuntamento fisso ormai dal lontano 2004 che
testimonia le forti radici europee del marchio che,
qui, ha anche un fondamentale centro di ricerca e
progettazione ed uno stabilimento che è anche il
centro del post-vendita per tutta l’area EMEA. Nello
stand di Monaco sono presenti anche sue pale
gommate elettrificate. Ad oggi tre modelli che coprono
applicazioni per cantieri e impianti. Parliamo
infatti della 820TE, della 856HE e della 870HE che
hanno pesi operativi da 6,0 a 24,0 tonnellate. I due
modelli più grandi si candidano quindi in modo ottimale
per lavorare in impianti di lavorazione inerti
e impianti industriali. Stiamo infatti parlando di due
pale con benne standard di 3,10 e 4,70 metri cubi.
Ossia due macchine che presidiano le due classi più
vendute e quindi più strategicamente importanti. In
Italia sono le macchine che rispondono in pieno ai
requisiti del piano TRANSIZIONE 5.0 e diventano
decisamente interessanti per le aziende del sud
Italia, dove, all’interno di un progetto che includa
la generazione di elettricità per autoconsumo con
fotovoltaico, è possibile arrivare al 100% del costo
della macchina completamente coperto dalle diverse
agevolazioni fiscali che si sommano tra loro.
DEVELON
La gamma di pale gommate del costruttore coreano
è oggi tra le più complete del mercato. Inoltre il
recente e completo rinnovamento le pone con un
orizzonte di longevità di ampio respiro. Ma non
per questo l’azienda si ferma nel continuo miglioramento
delle sue macchine. A Bauma 2025 saranno
infatti presenti ulteriori innovazioni e implementi
funzionali. In particolare sarà sotto i riflettori la
DL220-7, una pala dal peso operativo di 13 tonnellate
e con un carico di ribaltamento di 10 tonnellate.
Si tratta infatti di un modello in grado di collocarsi
in applicazioni trasversali grazie alle sue dimensioni
e alla possibilità di essere allestita in modo specifico
per mercati speciali come la movimentazione
di biomasse e nel settore industriale. Non solo. A
Bauma vedremo anche la versione 2.0 della Transparent
Bucket. Una tecnologia apprezzata che aumenta
la sicurezza in modo esponenziale. La nuova
versione vede quindi un miglioramento funzionale
che elimina gli angoli ciechi e impiega algoritmi AI
per incrementare i livelli di sicurezza e interazione
con l’operatore.
HD HIUNDAY
Il costruttore coreano è oggi presente sul mercato
con una gamma di 8 macchine le cui benne standard
vanno da 2,3 a 6,3 metri cubi. I pesi operativi
spaziano tra 11.500 a 30.800 kg coprendo quindi
la stragrande maggioranza delle applicazioni. L’architettura
segue schemi consolidati dove la trasmissione
è Powershift ma HD Hyundai non rinuncia
all’efficienza della trasmissione variazione continua
CVT. Il costruttore propone infatti la HL975A CVT
che si colloca proprio nella fascia di peso fondamentale
delle 26 tonnellate. Ossia quella più venduta
a livello globale e rappresenta il cuore produttivo
degli impianti di lavorazione inerti e degli impianti
industriali. Una pala con capacità benna da 4,10 a
Liugong, in alto, si
presenta a Bauma
non solo con le
nuove Serie T ma
anche con i modelli
elettrificati che
rappresentano una
seria alternativa,
soprattutto alla
luce del piano
Transizione 5.0, per
le aziende nostrane
che sono attive
nel campo della
lavorazione degli
inerti ed in campo
industriale.
Develon, invece,
è presente sul
mercato con
una gamma che
copre la grande
maggioranza
delle applicazioni.
Interessante la
presenza di un
modello con
trasmissione a
varazione continua
CVT dal peso
operativo di 23
tonnellate pensata
per gli impianti di
inerti.
34
35
Sopra, la Wacker Neuson introduce i nuovi modelli che prevedono
nuove sigle, legate alla capacità standard della benna, nuove
gometrie dei bracci ed una cabina con un design più evoluto.
Hidromek, al centro, sarà presente con i nuovi modelli che hanno
un’architettura con motore arretrato e modulo di raffreddamento
collocato dietro la cabina di guida. HD Hyundai, in basso, è presente
sul mercato con otto modelli che coprono la fascia di mercato più
importante fornendo risposte ad imprese di ogni dimensione. Hitachi,
a destra, punta su una consolidata tradizione di sostanza che vede
proporre versioni specifiche per l’industria.
4,80 mc che HD Hyundai presenta anche con allestimenti
specifici per la movimentazione di rifiuti
e biomasse. Si tratta nello specifico di opzioni che
prevedono protezioni specifiche per cabina, motore
ed elementi esposti. A cui si aggiungono anche elementi
di filtrazione supplementari che proteggono
motore e operatore dagli agenti nocivi esterni come
polveri o inquinanti.
PALE GOMMATE
WACKER NEUSON
Prosegue il rinnovo della gamma di pale gommate
del costruttore tedesco. In arrivo infatti tre nuovi
modelli WL750, WL950 e WL1150. Si tratta del
rinnovamento annunciato della gamma del costruttore
che parte dalla fascia medio-alta nell’introdurre
nuove sigle e nuovi contenuti. Sono tre pale che si
distinguono per la loro manovrabilità, per la geometria
del caricatore ad alta efficienza e per una cabina
ampliata nelle dimensioni e nel design. Le nuove
sigle, fra le altre cose, identificano il volume della
benna standard. Di conseguenza la WL750 avrà una
benna da 0,175 mc di capacità. Stesso criterio anche
per la WL950 e la WL1150.
Tra le caratteristiche di base vi sono la traslazione
idrostatica a controllo completamente elettronico
con diverse modalità di guida per aumentare le
prestazioni e diminuire il consumo di carburante.
L’operatore ha quindi la possibilità di operare in
Eco o in automatico. In opzione è disponibile anche
la modalità M-Drive che consente una configurazione
della macchina in base alle esigenze del
singolo operatore. Il controllo elettronico riduce
le perdite di trazione e garantisce una maggiore
efficacia ed efficienza rispetto ad una trasmissione
idrostatica convenzionale. Tenendo conto
dell’elevata efficienza storica e riconosciuta del
powertrain utilizzato da Wacker Neuson si avrà
un ulteriore vantaggio operativo per chi lavora in
contesti difficili come, ad esempio, lo sgombero
neve in montagna.
HIDROMEK
Il costruttore turco presenterà a Bauma l’ampliamento
della propria offerta di pale gommate.
Sarà infatti presente la HMK630WL che riprende
l’impostazione della ormai conosciuta e diffusa
HMK635WL. Stiamo quindi parlando di motore
arretrato e modulo di raffreddamento posizionato
dietro la cabina. Questa impostazione, che Hidromek
ha messo in campo per i nuovi modelli che
stanno arrivando dopo la HK640WL, ossia la prima
pala gommata del costruttore (di cui vi invitiamo
a leggere il test approfondito su questo numero),
permette infatti di avere un bilanciamento ottimale
con carichi operativi superiori rispetto a macchine
con lo stesso peso operativo. Oltretutto agevolando
anche l’accesso per la manutenzione, la pulizia dei
radiatori ed i controlli quotidiani.
HITACHI
Il marchio giapponese porta le sue pale gommate
ZW180-7 e ZW310-7 a fianco di una nutrita schiera
di escavatori idraulici. Punterà in modo particolare
sulla polivalenza applicativa con la possibilità, per il
modello più piccolo, di avere i bracci Parallel Loader
che sono pensati per ottimizzare i cicli produttivi
nella movimentazione industriale. Si tratta infatti di
uno dei pochi costruttori che propone ancora questa
soluzione, ovviamente più costosa ma ideale, al
posto di classiche geometrie a “Z” ottimizzate con
compensatori idraulici. Una scelta che condividiamo
e che inquadra Hitachi come un marchio fortemente
orientato al prodotto. Senza ovviamente dimenticare
che le pale gommate del costruttore derivano dalla
scuola Furukawa, per i modelli fino a 23 tonnellate,
e Kawakasi per quelli più grandi.
36
37
TELESCOPICI. I tuttofare dei cantieri
EFFICIENTI
SICURI
POLIEDRICI
Un mercato in continua lenta ascesa,
una diffusione sempre più capillare, una
tecnologia evoluta che va nella direzione
di una sicurezza sempre più elevata. Sono
i sollevatori telescopici, veri tuttofare del
cantiere, che stanno diventando presenze
costanti nei cantieri moderni grazie alla loro
visione poliedrica che li trasforma in poco
tempo da pale a piattaforme in un solo “click”
TELESCOPICI
Sollevatori telescopici e cantieri. Un binomio
indissolubile che ormai si è consolidato e che
non intende assolutamente fare retro front.
Anzi. Il mercato di queste macchine è in continua
crescita e rappresenta un po’ la cartina di tornasole
del livello di evoluzione cantieristica di un
paese. Il mercato dei telescopici, quindi, a livello
mondiale è tutt’altro che maturo. Pensiamo infatti
a tutti quei paesi che, lentamente, stanno progredendo
sotto tutti i punti di vista e che vedono il
settore delle costruzioni, ma non solo, acquisire
competitività grazie ad un aumento di efficienza
organizzativa. E se c’è una macchina che, nei
cantieri, rappresenta l’emblema dell’efficienza è
sicuramente il sollevatore telescopico. Sia esso
frontale fisso o rotativo. Quest’ultimo è poi il vero
baluardo della tecnologia e della polivalenza grazie
alla sua struttura che ne consente l’uso come
pala caricatrice, come carrello con forche, come
gru, come piattaforma e come portattrezzi dalle
possibilità (quasi) infinite.
Le imprese di costruzione strutturate ne possiedono
almeno uno e chi invece non ce l’ha fa ricorso al
mercato del noleggio dove queste macchine sono
tra le più gettonate. A Bauma i costruttori si danno
appuntamento presentando numerose novità che, visto
il contesto, vanno proprio nella direzione di un
potenziamento della gamma rotativa (per chi li ha a
listino) o in quella dell’elettrificazione. Soprattutto
per quanto riguarda i modelli più compatti che operano
ormai con tecnologie conosciute e sostenibili
spesso rimpiazzando i meno polivalenti carrelli elevatori
elettrificati. Un panorama, quindi, quanto mai
vario e frizzante, che vede la tecnologia fare passi
da gigante verso una sempre maggiore sicurezza
operativa.
MERLO
Il costruttore di Cuneo arriva a Bauma con la nuova
gamma di sollevatori telescopici rotativi. Un vero
e proprio upgrade molto profondo che, di fatto, si
prefigura come l’introduzione di macchine completamente
riviste.
Se quindi ad un primo sguardo potrebbero sembrare
uguali al passato, in una condivisibile linea di continuità
tipica del costruttore e che non solo consolida
il brand nel tempo ma ne preserva l’invecchiamento.
Sotto la stessa veste, quindi, avremo bracci con
altezze mediamente più elevate di un metro a fronte
di una tonnellata in più di portata massima. Un
traguardo importante in questa continua corsa alle
prestazioni che vede tutti i costruttori alzare continuamente
l’asticella. Merlo lo fa, come sempre, a
modo suo. Ossia con una gestione ottimizzata dei
carichi grazie al sistema ASCS che è oggi fra i più
evoluti sul mercato. La visione tecnologica del costruttore,
quindi, si rinnova ancora .
DIECI
Anche l’azienda di Montecchio Emilia punta sui
rotativi Pegasus per il Bauma. Macchine che stanno
diventando sempre più tecnologiche ed evolute
con un incremento delle dotazioni tecnologiche che
riguardano sia la gestione dei carichi, sia la sicurezza
all’interno del cantiere. L’arrivo della tecnologia
Hi-Vision System riguarda infatti proprio questo
aspetto. Dopo il successo dell’Easy Tech System,
sviluppato interamente in-house, DIECI presenta un
nuovo pacchetto di soluzioni ancora più avanzato.
Il nuovo Hi-Vision System è infatti un sistema progettato
per offrire un controllo completo del mezzo
a 360°. Questo innovativo sistema integra comandi
intelligenti che ottimizzano i movimenti della
macchina e del braccio. L’obiettivo è di fornire un
supporto attivo all’operatore in ogni fase di lavoro.
Grazie alla combinazione di computer vision, intelligenza
artificiale ed una solida architettura hardware,
l’Hi-Vision System migliora la sicurezza in
cantiere. Tra le funzioni vi è il rilevamento della
presenza di persone e oggetti prevenendo le collisioni
attraverso avvisi audio-visivi. Si tratta dunque
di un sistema di visione avanzato che fornisce una
fondamentale assistenza alle movimentazioni ed è
progettato per rendere il lavoro più sicuro ed efficiente.
WACKER NEUSON
Il costruttore tedesco è presente con i suoi solle-
Dieci, a sinistra,
presenta la
sua gamma
di sollevatori
telescopici rotativi
Pegasus con
importanti upgrade
dal punto di vista
della sicurezza per
l’operatore e per
gli altri attori del
cantiere.
MERLO, in basso,
mette in campo
tutta la nuova
gamma Roto con
potenziamenti dal
punto di vista di
portate e altezze
operative ma,
soprattutto, con
una diagramma di
lavoro potenziato. Il
costruttore affianca
i nuovi mezzi con
soluzioni uniche
come i Multifarmer
che trovano ampio
spazio anche nei
lavori edili.
38
39
In alto, Wacker Neuson è presente con i suoi telescopici
compatti apprezzati per chi opera in spazi ristretti. Disponibili
anche in versioni elettrificate, sfruttano una tecnologia
che il costruttore ha lanciato sul mercato nel lontano 2014
accumulando quindi una grande esperienza. Bobcat punta su
una concreta robustezza che rende i suoi frontali fissi adatti ad
impieghi pesanti. Manitou presenta invece un nuovo rotativo MRT
con altezza di lavoro superiore a 30 metri. Magni punta ad una
gamma adatta ad impieghi pesanti.
TELESCOPICI
vatori telescopici compatti che derivano dalla tecnologia
Weidemann, marchio che decline queste
macchine nel mondo agri. Si tratta di macchine
che, a fronte di una compattezza elevata, mettono in
campo prestazioni di assoluto interesse e tecnologie
evolute per quanto riguarda la gestione dei carichi,
dei bracci e dei diagrammi di sollevamento. Parliamo
quindi di automatismi molto interessanti che aumentano
la sicurezza e al contempo massimizzano
le prestazioni anche con operatori meno esperti. Si
tratta infatti di una visione che ha precorso i tempi
e ha visto come queste macchine, spesso noleggiate,
possano essere utilizzate anche da personale formato
ma meno avvezzo all’impiego dei telescopici.
Tra le offerte sono presenti anche modelli elettrificati
che permettono di avere macchine con zero
emissioni locali a fronte di prestazioni elevate per
contesti operativi dove già operano altre tipologie di
mezzi che però presentano meno polivalenza.
BOBCAT
Le macchine della Lince comprendono anche una
una gamma di sollevatori telescopici molto interessante.
Parliamo soprattutto dei frontali fissi con modelli
adatti sia al mondo della movimentazione, sia
a quello dell’edilizia. Oggi l’offerta del costruttore
spazia infatti dai piccoli compatti, presenti anche
con propulsione elettrificata, fino ai grandi modelli
rotativi che derivano dall’accordo quadro con Magni
TH.
Ma nel campo dei frontali fissi i prodotti Bobcat
sono completamente self-made e arrivano dallo
storico stabilimento Sambron di Pontchateau, in
Bretagna, a pochi chilometri da Nantes. Si tratta
di macchine dalla grande sostanza che presentano
soluzioni di guida molto interessanti da un punto
di vista della regolazione idraulica e delle prestazioni
della trasmissione. Telescopici con altezze
di lavoro, nel caso dei modelli stabilizzati frontali,
che arrivano fino a 18 metri di altezza e possono
essere allestiti anche con piattaforme di lavoro
omologate.
MANITOU
Il costruttore francese arriva a Bauma con molte novità
tra cui un prototipo con azionamento ad idrogeno
e un nuovo modello rotativo MRT con altezza di
lavoro superiore a 30 metri. Nei compatti si allarga
invece l’offerta degli elettrificati che stanno trovando
sempre più spazio in quelle attività dove, spesso,
vanno a sostituire i carrelli elevatori elettrici che
peccano in versatilità e prestazioni. L’ampliamento
della gamma MRT verso l’alto di fatto corona un
processo di rinnovamento iniziato circa quattro anni
fa e che ha visto l’introduzione di tecnologie innovative
in questo tipo di macchine come, ad esempio,
la possibilità nelle versioni Vision+ di utilizzare la
macchina come PLE semovente stabilizzandola e
spostandola, ovviamente a velocità ridotta, direttamente
dalla navicella.
MAGNI
Il costruttore italiano si presenta a Bauma con molte
novità nel settore dei telescopici frontali fissi. E
punta nello specifico alla nuova gamma Mid Range
con i TH 3,5.7 e TH 3,5.9 che derivano dai modelli
agri recentemente presentati ad EIMA 2024. La
gamma del marchio, quindi, continua la sua espansione
verso il basso andando quindi ad inserirsi in
un segmento di mercato fino ad ora inesplorato e
che la vede come ultimo arrivato. Si tratta di un
segmento molto interessante a livello di numeri
(circa il 70% del mercato mondiale dei telescopici
insiste nella fascia dei 7 metri di altezza) ma dove
la competizione è molto serrata e spesso è legata al
fattore prezzo. Uno scenario inedito per il marchio
che, storicamente, ha sempre puntato alle fasce alte
di mercato dove contano tecnologia e prestazioni.
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41
HITACHI. Demolizioni e elettrificazione
SEMPRE PIÙ
SPECIALISTA
Hitachi arriva al Bauma con la sua gamma di escavatori
elettrificati, con i modelli da demolizione e con le
applicazioni speciali in prima linea. Una vocazione da
specialisti che in Europa trova uno specifico humus
sia a livello di mercato, sia grazie alla collaborazione
strategica con KTEG all’interno della joint-venture EAC
e con Dimaag AI per gli elettrificati
HITACHI si candida
come specialista
degli escavatori
multifunzione grazie
alla collaborazinoe
sempre più stretta
con KTEG all’interno
della joint-venture
EAC (European
Application
Center) che vede
le macchine con
tecnologia Oilquick,
da cui deriva
il Boom Quick
Connect, come
reale alternativa
polivalente e
versatile non solo
per il mondo
della demolizione
ma, in generale,
per la complessa
cantieristica
europea.
HITACHI
Per Hitachi sarà un Bauma all’insegna delle
applicazioni speciali e delle macchine elettrificate.
Due asset che il costruttore giapponese
esplora in modo specifico nel mercato europeo
grazie alla joint-venture EAC (acronimo di Europan
Application Center) che la vede attiva insieme a
KTEG (acronimo di Kiesel TEchnology Gmbh) e
Dimaag AI per le soluzioni legate all’elettrificazione.
Una specifica “vocazione” che il marchio ha sviluppato
in base alle esigenze di un mercato estremamente
esigente come quello del Vecchio Continente. Per
un costruttore che ha come prodotto di punta l’escavatore
si parla dunque di aumentare ulteriormente le
proprie opportunità di mercato grazie a specifiche
nicchie a cui il marchio ha dovuto aprirsi gioco forza.
Essere infatti uno specialista richiede la capacità di
intercettare le necessità degli addetti ai lavori con
macchine in grado di essere affidabili, sicure e performanti.
L’appuntamento di Bauma vuole quindi
essere, per il marchio, un’ulteriore occasione per
sottolineare questa propria linea d’azione.
Demolizione e applicazioni speciali
Il mercato della demolizione è in continua e costante
crescita. Questo non solo in Europa, dove paesi
come Germania e Francia sono da tempo alle prese
con una pesante sostituzione del patrimonio edilizio
costruito nel secondo dopoguerra, ma anche in
Italia. Oggi oltre il 70% dei Permessi di Costruire
sul territorio nazionale sono infatti subordinati ad
interventi di demolizione e ricostruzione.
La gamma Hitachi sviluppata con KTEG si presenta
oggi come la più flessibile, tecnologica e innovativa
sul mercato. Questo grazie alla tecnologia idraulica
automatica Oilquick, che consente non solo la
rapida sostituzione delle attrezzature, ma anche il
cambio dei bracci in poche decine di secondi con il
Boom Quick Connect. Per chi opera in cantieri cittadini
è un plus fondamentale che consente non solo
di ridurre i tempi di esecuzione ma anche di limitare
la presenza di altre macchine in cantiere proprio
grazie al veloce cambio di assetto. Un’opportunità
che consente non solo di operare con il braccio da
demolizione o da scavo, ma anche di trasformare
l’escavatore in macchina da scavo in profondità o
in gru. Una reale impostazione da porta attrezzi che,
ad oggi, non trova altri riscontri sul mercato.
A Bauma saranno quindi presenti sei nuovi modelli
con varianti che spaziano dallo scavo in profondità,
alla demolizione fino ad arrivare al dragaggio con
raggi operativi elevati. Questi ultimi sono mezzi che
Hitachi ha già a catalogo con bracci long-reach e
che vedono l’arrivo del nuovo ZX250LC-7 SLF
(Super Long Front).
Tra le macchine da demolizione si vedranno quindi
l’escavatore KTEG 390HR. Una macchina basata
su un Hitachi ZX350 con carro estensibile idraulico,
contrappeso aggiuntivo e cabina di demolizione
inclinabile. Il braccio fisso da 23,00 metri di altezza
consente di lavorare con un peso dell’accessorio di
3,5 tonnellate.
A fianco di questo nuovo modello ci sarà il suo
omologo versatile multi-carrier KMC400P. Una
macchina che, proprio grazie alla tecnologia Oil-
Quick, può lavorare con bracci da demolizione a
grandi altezze, braccio super lungo, tele-dipper, movimento
terra classico e applicazioni con braccio
gru. Il cambio di assetto avviene in pochi istanti con
il Boom Quick Connect direttamente dalla cabina.
Ad oggi è oggettivamente la macchina di questa
dimensione più flessibile, produttiva e sicura sul
mercato.
Al vertice della gamma per demolizioni si colloca
invece il KTEG KMC1200S dal peso operati-
vo di 180 tonnellate. Si basa sul modello standard
ZX890LCH-7 trasformato in macchina da demolizione
e offre diverse altezze di lavoro grazie al braccio
modulare. Abbiamo quindi la possibilità di demolire
con un’attrezzatura da 3,00 tonnellate a 51,00 metri
di altezza. A 44,00 metri si può invece lavorare
con un’attrezzatura da 5,00 tonnellate. Che salgono
a 15,00 tonnellate all’altezza di 28,00 metri. Il telaio
della torretta e la struttura della rella sono state
completamente riviste in funzione delle sollecitazioni
elevate di questo tipo di impiego.
Elettrificati compatti
Come anticipato, gli escavatori elettrificati si presentano
con una gamma che copre oggi ogni campo
applicativo fino alle 15 tonnellate di peso operativo.
Anche in questo caso si tratta della gamma più
completa del mercato in questa specifica tipologia
ed impiega una tecnologia fornita dalla specialista
Dimaag AI.
Parliamo quindi di pesi operativi che partono da 1,7
tonnellate con il debutto internazionale del modello
ZX17U-EB. Si tratta di un mini con batteria e caricabatterie
intercambiabili sviluppati proprio dalla
compagnia nord americana che ha la propria sede
principale nella Silicon Valley e che ha uffici a Osaka
e Bangalore. Salendo di peso operativo saranno
presenti il conosciuto ZX55U-6EB, già presentato a
Bauma 2022 e dotato anche di attacco per alimentazione
diretta via cavo, ed il nuovo ZX135-7EB
disponibile anche con braccio a triplice articolazione.
Questi due modelli saranno presentati in accoppiamento
con un sistema di accumulo (powerbank)
della Alfen NV da 422 kWh con specifica unità di
ricarica rapida.
Completa la gamma il midi ZE85 completamente
“made by KTEG” già presente allo scorso Bauma
e diversi concept che arrivano a pesi operativi importanti.
Tra questi l’escavatore gommato ZE150W, il cingolato
con motore endotermico ad idrogeno ZE300
allestito con braccio a triplice articolazione e il modello
ZE225 elettrificato.
Quest’ultimo è un modello estremamente interessante
perché copre la fascia short-radius delle 25 tonnellate.
Infatti è un modello richiesto in alcuni mercati
del nord Europa che presentano forti incentivi fiscali
verso l’elettrificazione del settore delle costruzioni.
Sempre tra le opzioni KTEG risulta interessante il
piccolo ZE17 che può essere impiegato anche con
alimentazione diretta a cavo risolvendo di fatto le
problematiche relative all’autonomia.
In alto il nuovo
ZX17U-EB
sviluppato da
Hitachi con la
collaborazione della
specialista nord
americana Dimaag
AI che ha fornito
la tecnologia
per la batteria e
la sua ricarica.
L’ampliamento della
gamma elettrificata
del costruttore,
soprattutto con i
modelli sviluppati
insieme a KTEG,
va nella direzione
di una domanda
di nicchia che fa
capo soprattutto
ad alcuni paesi del
nord Europa dove
gli incentivi fiscali
favoriscono questa
soluzione.
Proprio come nel
caso, a sinistra,
dello ZX135-7EB
dal peso operativo
di 15 tonnellate.
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KOBELCO. Visione di un costruttore specialista
SPECIALISTA
PERFEZIONISTA
Kobelco si presenta a Bauma con una visione
ancora più marcatamente specialista. Il costruttore
giapponese, nonostate sia monoprodotto, ha
raccolto importanti quote di mercato in Europa
grazie ad una specializzazione dove applicazioni
speciali e ricerca di una tecnologia affidabile si
riflettono nelle macchine standard
La gamma di
escavatori da
demolizione di
Kobelco è oggi una
delle più ampie
con modelli di
serie a listino che
arrivano fino a 130
tonnellate di peso
operativo. A Bauma
vedremo anche il
nuovo SK400DLC-11
con un nuovo
braccio high-reach.
KOBELCO
Kobelco si presenta a Bauma 2025 con dei contenuti
di rilievo pienamente in linea con l’evoluzione
tecnologica del settore. La presenza
del costruttore alla kermesse di Monaco di Baviera
è quindi all’insegna del nuovo motto aziendale “Built
for perfectionists”.
Una visione, quella di Kobelco, che ha portato al
massimo sviluppo la funzione dell’escavatore idraulico
con una storica presenza in applicazioni speciali
come, ad esempio, la demolizione.
Fin dal suo primo impegno nel campo degli escavatori
idraulici con il marchio Yutani-Poclain, il
costruttore giapponese aveva dimostrato di vedere
in modo completamente differente la figura dell’escavatore.
Ma con una doppia posizione filosofica. Da un lato
un profonda ricerca del prodotto. Dall’altro un’impostazione
aziendale profondamente tradizionalista
che non viene meno ad alcuni princìpi di base. Ossia
affidabilità, profonda identità del prodotto, tecnologia
evoluta ma collaudata per essere realmente
e concretamente utile.
Kobelco sarà quindi presente a Bauma con molte
novità, nel filone della tradizione aziendale, che
riguarderanno soprattutto il mondo della demolizione,
del forestale e dell’elettrificazione. Ma ovviamente
senza dimenticare l’abbattimento delle
emissioni di carbonio grazie ai motori compatibili
con l’HVO. Se quindi le macchine dal caratteristico
colore verde acqua erano già famose per essere
parche nei consumi, oggi implementeranno questi
vantaggi grazie all’impiego di questo carburante dal
ridottissimo impatto ambientale.
Le demolizioni come focus da specialista
La vocazione di Kobelco per le demolizioni arriva
da lontano. Parliamo infatti degli anni ‘60 e ‘70
del ‘900 con l’accordo insieme a Poclain che portò
anche i primi escavatori da demolizione a muoversi
nel contesto giapponese. Da allora l’esperienza di
Kobelco in questo specifico settore è ritenuta una
delle più profonde, se non la più profonda, a livello
globale. Tanto che l’azienda di Hiroshima è la prima
ad avere introdotto nella propria gamma dei modelli
da demolizione di serie. Senza però trascurare
i grandi modelli costruiti su misura che da tempo
compaiono nei cantieri di alcuni colossi giapponesi
del settore come, ad esempio, la Nabekai. Ma nei
fatti oggi Kobelco ha a listino escavatori di serie
dedicati a questa nicchia (in fortissima espansione)
con pesi operativi fino a 130 tonnellate.
A Bauma si potrà quindi vedere il nuovo
SK400DLC-11E con un braccio dalla geometria
ottimizzata ed inedita a fianco di una versione
Straight-Boom dell’SK300NLC-11E e di un prototipo
high-reach SK135SRLC-7 basato sul bestseller
SK140SLR-7. Stiamo quindi parlando di una
macchina pensata per lavorare in spazi ristretti e
centri storici.
Elettrificazione e celle a combustibile
L’elettrificazione è un altro tema che Kobelco affronta
a modo proprio. A Bauma saranno presenti
due macchine. Il miniescavatore SK20SRe ed il
midi SK90SRXe.
Il primo è azionato da un motore elettrico con batterie
mentre il secondo impiega una tecnologia che
si basa sulle celle a combustibile con alimentazione
ad idrogeno. Si tratta quindi di due strade, completamente
differenti, che il costruttore ha esplorato
come una delle possibili alternative al classico motore
endotermico.
Ma senza dimenticare, come ha sempre fatto Kobelco,
l’efficienza complessiva della macchina alla
base del risparmio in termini di carburante e, quindi,
della forte riduzione delle emissioni in atmosfera.
Midi, construction e applicazioni forestali
Tornando alle applicazioni speciali, Kobelco sottolinea
la propria inclinazione verso il forestale con
la presenza, a Bauma, dell’SK165SRLC-7.
Si tratta di una macchina progettata per gli ambienti
più difficili e che introduce uno speciale pacchetto
di protezione specifico per lavorare nelle aree
boschive. Il carro è derivato da macchine di due
caterogie superiori, come avviene per il conosciuto
ED160-7 Blade Runner, ed è espressamente pensato
per le regioni montuose. La macchina presentata
a Bauma sarà equipaggiata con un attacco rapido
Engcon e con la pinza per legno TG42HD che garantisce
una precisione e una resistenza elevate.
Il nuovo SK165SRLC-7 rientra nella gamma SR del
costruttore giapponese che, oggi, è tra le più ampie
e articolate del settore.
Kobelco punta da sempre a questo tipo di escavatori
estremamente flessibili e produttivi. A Bauma saranno
infatti presenti, nello stand aziendale, numerosi
modelli tra cui sia i midi SK85MSR-7, SK75SR-7,
sia i più grandi SK270SRNLC-7 ed SK380SRLC-7.
Questi ultimi due rientrano a tutti gli effetti nella
categoria dei construction con prestazioni di livello
superiore abbinate ad ingombri sempre sotto controllo
per lavorare in cantieri difficili ma con prestazioni
di rilievo.
Tra i plus di queste macchine vi è sicuramente il
sistema iNDr che abbatte in modo drastico le emissioni
sonore e rende maggiormente efficiente il raffreddamento
di motore e circuito idraulico grazie ad
una ottimale circolazione dei flussi.
Si tratta di un brevetto storico di Kobelco, presente
anche sui miniescavatori del costruttore, che prevede
l’ingresso e l’uscita dei flussi di aria dall’altro
e verso l’alto. Oltre a questo è stata studiata in
modo specifico tutta la struttura della torretta che si
presenta come elemento
monolitico in fusione
che integra anche la zavorra
posteriore in modo
da ridurre le vibrazioni.
Riduzione che, a sua
volta, implica minori vibrazioni.
Kobelco punta quindi da
sempre al miglioramento
di ogni singolo aspetto
come, ad esempio,
quello dei consumi. Un
miglioramento ottenuto
operando sui vigorosi tagli
di pressione con i comandi
in neutro per abbassare
i consumi inutili
in ogni singola fase operativa
della macchina.
Le macchine
per applicazioni
speciali sono
parte integrante
e sostanziale
dell’offerta di
Kobelco. A Bauma
2025 il costruttore
sarà presente
con il nuovo
SK165SRL-7 che è
stato pensato per
operare nel settore
forestale, grazie
alle protezioni
supplementari alla
torretta, ed in
territorio montano
e fortemente
irregolare grazie al
carro maggiorato
e rialzato che
deriva da due classi
superiori.
L’elettrificazione
è affrontata dal
costruttore anche
con le celle a
combustibile
alimentate ad
idrogeno con il
prototipo SK90SRXe
(in basso).
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MERLO. Importante upgrade della gamma Roto
UPGRADE
VERSO L’ALTO
Merlo arriva a Bauma 2025 con un importante
upgrade della propria gamma di sollevatori
telescopici rotativi che acquistano una capacità
massima di sollevamento superiore. I protagonisti
di Monaco di Baviera saranno i nuovi Roto50.18S,
Roto60.22R e Roto60.35SPlus con prestazoni superiori
rispetto alle versioni precedenti
Il rinnovamento
della gamma
Roto prevede un
importante upgrade
che riguarda
incremento di
portata, di altezza
massima e di
potenziamento
del diagramma
di lavoro per
aumentare
prestazioni
e sicurezza
operativa..
MERLO
Merlo si presenta al Bauma di Monaco di Baviera
con la nuova gamma Roto. Il costruttore
porterà, in rappresentanza dell’upgrade
completo della gamma, i tre nuovi modelli
Roto50.18S, Roto60.22R e Roto60.35SPlus.
Si tratta quindi di un lavoro complessivo che il costruttore
ha svolto in termini di performance, affidabilità
e nuove funzionalità. Quindi va incontro
a specifiche esigenze del mercato avendo sempre
come punto di riferimento la sicurezza operativa e
l’elevata qualità dei prodotti proposti. Tra le novità,
inoltre, è stato introdotto un nuovo radiocomando
che garantisce la fruizione delle nuove funzionalità
in qualsiasi contesto operativo. E’ quindi possibile,
come già nel passato, operare da cabina, da piattaforma
aerea e da terra. Ma tutto questo avviene
in modo ancora più semplice e sicuro rispetto al
passato.
Le migliorie della nuova gamma
La nuova gamma dei Merlo Roto è interessata da
diversi aspetti migliorativi che riguardano elementi
fondamentali per l’operatività all’interno del cantiere.
Da un punto di vista delle prestazioni non solo
è stata aumentata la portata di una tonnellata per
ogni macchina. Ma si è anche aumentata l’altezza
massima operativa di un metro e, cosa ancora più
importante, è stato migliorato e potenziato l’intero
diagramma di carico delle macchine. Si tratta quindi
di un miglioramento fondamentale per garantire
un’operatività più sicura e concretamente utile. A
poco, infatti, servirebbe aumentare portata e altezza
se poi questi miglioramenti non rappresentano una
variante positiva effettiva a livello di diagrammi di
sollevamento.
Per raggiungere questi livelli di performance sono
quindi stati riprogettati molti componenti della macchina.
Tra questi anche l’elemento fondamentale
che è il braccio telescopico. Inoltre sono stati aggiornati
i circuiti idraulico ed elettronico ed è stato
rinnovato il telaio della macchina.
Alla luce di questi miglioramenti i nuovi Roto
continuano a rimanere i più leggeri e compatti
nella categoria di riferimento. Si tratta di due fondamentali
elementi che, da un punto di vista del
cantiere, comportano numerosi vantaggi nel lavoro
quotidiano. Tutti i nuovi ROTO hanno inoltre la
possibilità di raggiungere i 40 km/h salvo, ovviamente,
specifiche omologazioni o normative dei
singoli Stati.
Ideali anche per il noleggio
La nuova gamma, di cui al Bauma si vedrà una preview,
sarà composta da quattro nuovi modelli nella
gamma Roto400 (50.16, 50.16S, 50.18 e 50.18S)
indirizzata maggiormente al mondo del noleggio e
delle imprese che non necessitano di macchine particolarmente
complesse vista la rotazione limitata
ad un arco di cerchio pari a 400°.
La gamma RotoO600, invece, comprende i due
modelli 50.21 e 50.16. Due mezzi che si collocano
appena al di sopra dei Roto400 e hanno un target
sostanzialmente identico.
Passando invece alla gamma con rotazione continua
abbiamo gli otto modelli Roto60.22R, 60.22SPlus,
60.27R, 60.27SPlus, 60.30SPlus, 60.35SPlus,
75.25SPlus e 75.28SPlus.
Merlo ha inoltre pensato, per quanto riguarda
ques’ultima gamma, all’allestimento ‘R’. Indirizzato
infatti al mondo del noleggio, ha la stessa potenza
e affidabilità delle versioni ‘SPlus’, ma con
una gestione semplificata che ben si adatta agli utilizzatori
occasionali.
Si tratta quindi di un’innovazione che coniuga prestazioni,
facilità d’uso ed un posizionamento di
prezzo pensato su misura per questo mercato con
esigenze così specifiche. L’upgrade riguarda quindi
non solo le prestazioni ma anche il target.
Radiocomando e funzionalità elettroniche
Il nuovo radiocomando brevettato, oltre che più ergonomico,
offre anche maggiori informazioni all’operatore.
Questo permette di avere il controllo totale
della macchina e di anticipare eventuali situazioni
anomale e di pericolo. L’obiettivo è infatti di garantire
una maggiore sicurezza attiva e passiva. Per
agevolare l’uso, in caso di blocco della macchina,
lo sfondo del display cambia colore e mostra unicamente
i movimenti consentiti che permettono di
tornare in una condizione di lavoro sicura. Questa
è una novità assoluta che nessuno, a livello di mercato,
è in grado di proporre e riprende esattamente
quello che succede sul monitor principale del mezzo
quando si è seduti al posto guida della macchina.
Si tratta di innovazioni correlate anche alle migliorate
funzionalità elettroniche. Infatti i progettisti
Merlo hanno effettuato questi aggiornamenti per
migliorare l’esperienza complessiva di utilizzo.
La prima modifica ha coinvolto la velocità del braccio.
Si tratta di un punto di forza storico Roto Merlo
che, ora, è più fluido e lineare.
Un’altra importante novità è l’introduzione del
“Set-point”. Si tratta di una funzione che fa tornare
autonomamente il braccio, in modo veloce e sicuro,
in un punto precedentemente memorizzato. Questo
riduce non solo gli sforzi per l’operatore negli impieghi
ripetitivi, ma ne riduce la possibilità di errore
in modo drastico.
L’introduzione dei movimenti cartesiani, funzionalità
che mantiene in autonomia una traiettoria verticale
dell’attrezzature in fase di salita e discesa ,
oppure orizzontale in fase di sfilo e rientro, permette
di effettuare lavorazioni complesse con un unico
gesto della mano.
La funzione di simulazione del diagramma di carico
permette di capire in modo preventivo se una manovra
è fattibile aumentando la sicurezza.
Fondamentale l’arrivo dell’opzione di guida della
macchina con radiocomando fino a 5 km/h. Sarà
quindi possibile gestire gli spostamenti e le fasi di
stabilizzazione della macchina da remoto o anche
da piattaforma ottimizzando le tempistiche di lavoro.
Inoltre, sono state sviluppate altre funzionalità tese
a migliorare l’utilizzo quotidiano della macchina.
In alto, la
nuova funzione
dell’opzione
di guida della
macchina con
radiocomando fino
a 5 km/h permette
non solo di gestire
gli spostamenti
e le fasi di
stabilizzazione
della macchina
da remoto o
da piattaforma
consentendo
quindi di
ottimizzare le
tempistiche
di lavoro e di
utilizzare i nuovi
Roto come delle
PLE semoventi.
In basso, il
primo Roto della
Merlo fece la
sua comparsa
sul mercato nel
lontano 1991 come
vero precursore
a livello globale.
Da allora ad oggi
la tecnologia di
queste macchine
è aumentata in
modo esponenziale
a favore di
prestazioni e
sicurezza.
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47
MANITOU. A Bauma tra idrogeno e news
SEMPRE PIU’
IN ALTO
Manitou si presenta a Bauma con molte
news tra cui un prototipo azionato da celle
ad idrogeno ed un nuovo MRT per altezze
operative superiori ai 30 metri. Non mancano
all’appello attrezzature specifiche per il
mondo delle potature e i nuovi carrelli elevatori
con batterie al litio per ottimizzare i cicli
operativi
La gamma dei
sollevatori
telescopici rotativi
MRT (a destra) si
amplia con l’arrivo
di un nuovo
modello, che sarà
presentato a Bauma
2025, con altezza
di lavoro superiore
a 30 metri e con
motore da 175 cv
di potenza.
MANITOU
Manitou non si fa trovare impreparata per il
Bauma. Il costruttore francese specializzato
nel sollevamento a 360° si presenta infatti con
molte novità in tutti i settori in cui è attivo. In primis
nei sollevatori telescopici, core business aziendale, ma
anche nel mondo delle macchine per la logistica come
i carrelli elevatori. E non si dimentica nemmeno del
movimento terra con il brand Gehl che avrà un suo
spazio definito e identificabile.
Andare oltre i 30 metri
Tra le novità del costruttore francese un attesto
ampliamento della sua gamma di soluzioni per il
lavoro in quota con un nuovo sollevatore telescopico
rotante MRT progettato per grandi altezze. Stiamo
quindi parlando di una macchina con un’altezza di sollevamento
di oltre 30 metri ed una potenza del motore
di 175 CV. Si tratta dunque di una modello ideale per
carpentieri, general contractors, società di noleggio e
aziende edili. Ma non solo. È infatti ideale anche per
applicazioni di manutenzione e restauro, muratura, coperture,
impalcature, calcestruzzo, casseforme e lavori
marittimi.
I suoi vantaggi operativi includono un posizionamento
più rapido, meno movimenti per il piazzamento ed
un’elevata capacità combinata con la possibilità di lavorare
in cantieri con spazi ristretti.
Al contempo offre anche una flessibilità superiore,
vera freccia nell’arco dei sollevatori telescopici rotativi,
una maggiore mobilità in cantiere, costi di
esercizio ridotti grazie alla polivalenza e ingombri
inferiori rispetto a una gru off-road tradizionale.
Senza dimenticare gli accessori
Parlare di sollevatori telescopici significa parlare di
accessori. Ebben, Manitou si presenta con un’ampia
gamma di accessori per rispondere a lle esigenze
sempre crescenti delle imprese. A Bauma presenterà
una nuova pinza per potatura dedicata in modo
specifico al modello MRT 2660e. Si tratta di un
accessorio realizzato in acciaio ad alta resistenza.
Una soluzione pensata per aumentare l’efficienza
e la produttività per la potatura. Alla base vi è una
tecnologia robusta che garantisce ridotte usure e
manutenzione. Il meccanismo di rotazione, vero
fulcro di queste attrezzature per garantire produttività
e sicurezza operativa, è pensato per avere
un’elevata coppia in modo da avere la possibilità di
una manipolazione efficace e che si adatti in modo
ottimale all’albero.
Inoltre la pinza fornisce una presa sicura di tronchi
e rami consentendo di abbattere gli alberi in
sicurezza e di effettuare tagli fino a 750 mm di diametro.
Saranno inoltre presenti altri accessori come le forche
rotanti a 360° ed un nuovo verricello da 6 t
di portata con una velocità aumentata rispetto ai
modelli precedenti.
Verso la decarbonizzazione
Il percorso verso la decarbonizzazione di Manitou
prosegue in diverse direzioni. Il Gruppo è infatti
impegnato nella riduzione delle emissioni e si sta
posizionando come un costruttore che lavora attivamente
nello sviluppo di macchine elettrificate o
alimentate ad idrogeno. Infatti, dopo aver presentato
un prototipo iniziale di un sollevatore telescopico
fisso con un’altezza di sollevamento di 18 metri e
una capacità di carico di 4 tonnellate a dicembre
2022, Manitou sta compiendo un altro passo avanti.
Al Bauma 2025, verrà svelato un secondo prototipo
di sollevatore telescopico, limentato a idrogeno
verde tramite una cella a combustibile. Di fatto una
soluzione a zero emissioni che risulta essere una
sperimentazione di una tecnologia in divenire che
deve, però, superare diversi scogli tra cui, il primo
e più importante, è rappresentato dal bilancio
energetico fortemente negativo per la produzione
dell’idrogeno da impiegare nel processo di funzionamento
delle celle o, in molti casi, dei motori endotermici
trasformati per questo impiego.
La logistica e la movimentazione dei materiali
Andando invece verso il settore industriale, Manitou
presenterà il nuovo carrello elevatore elettrico
ME 430 Lift. Il costruttore ha già un’ampia gamma
di carrelli elevatori elettrificati ma ora fa il salto
verso le batterie agli ioni di litio.
Questa tecnologia, ormai matura e competitiva nelle
piccole maccine, permette infatti di svincolarsi da
una serie di limiti tipici delle batterie al piombo
acido. Il nuovo carrello elevatore ha una capacità
di carico fino a 3,5 tonnellate e, con la sua trazione
a zero emissioni locali, è particolarmente adatto al
trasporto interno in ambienti chiusi o in zone con
forti limiti alle emissioni.
A corredo di questa tecnologia Manitou rafforza anche
la sua gamma di soluzioni di ricarica elettrica
con un nuovo caricabatterie rapido esterno da 30
kW. E’ stato progettato appositamente per avere la
massima efficienza e compatibilità con la gamma
MT di sollevatori telescopici elettrificati e con la
gamma ME Lift di carrelli elevatori. Tra i plus anche
la progettazione per un facile trasporto e installazione
grazie alle sue imbracature di sollevamento
integrate e alle tasche per forche. La sua struttura,
inoltre, è pensata per i terreni sconnessi.
Il brand Gehl
Il marchio GEHL sarà presente con una selezione
di pale articolate, minipale gommate e cingolate che
si distinguono per la loro sostanza e versatilità. Le
minipale del marchio sono infatti note per le loro
prestazioni a fronte di un basso costo di manutenzione.
Sono ideali per applicazioni impegnative nei
cantieri edili e durante il Bauma verrà presentata
anche un’ampia scelta di accessori come trinciatrici,
livellatrici, fresatrici a freddo o benne per la miscelazione
del calcestruzzo.
Il marchio Gehl
(in alto) sarà
presente con le
sue macchine
in un corner
specifico dedicato.
Le macchine del
marchio americano
hanno infatti una
storicità globale
del tutto simile a
quella di Bobcat
con una concreta
sostanza che ne
ha determinato
il successo sul
campo.
Nel settore della
logistica (in
basso), Manitou
presenterà il nuovo
ME430, modello di
carrello elevatore
elettrificato con
batterie al litio,
che si svincola dai
limiti operativi delle
batterie al piombo
acido.
48
49
SIMEX. Dallo stradale al recycling
TECNOLOGIA
A 360°
La vocazione di Simex è legata ad uno
sviluppo continuo della tecnologia idraulica
ad alte prestazioni. Una visione che nel tempo
è cresciuta in modo esponenziale e oggi
ha uno sguardo a 360° che, partendo dalle
attrezzature stradali, è approdata al mondo
del recycling ponendosi come player di
riferimento
La Simex CB30 (a
destra) è indicata
per escavatori
da 16 a 28
tonnellate. Si tratta
di un’attrezzatura
pensate per ridurre
volumetricamente
materiali di
vario genere
aumentando
l’efficienza del
cantiere.
SIMEX
SimexX è prima di tutto ricerca tecnologica. Una
visione che parte dalla profonda conoscenza
della tecnologia idraulica ad alte prestazioni
per arrivare alla sua declinazione in settori tra loro
spesso completamente differenti. Nell’immaginario
colletivo Simex è infatti un marchio associato in
modo immediato al mondo dei cantieri stradali. Le
scarificatrici a freddo di piccole dimensioni hanno
“fatto la storia” del settore rivoluzionando i cantieri
e ottimizzando i processi operativi fino ad allora
consolidati.
La gamma dell’azienda di San Giovanni in Persiceto
permette oggi di risolvere le problematiche dei
cantieri di infrastrutturazione partendo dalla scarifica
superficiale per arrivare alla compattazione ottimale
delle trincee. Nel mezzo abbiamo una galassia
di applicazioni che vedono le frese assiali, quelle
trasversali, escavatrici a ruota, profilatrici e frese
per applicazioni speciali di ogni tipo.
Un’esperienza sul campo unica che ha portato lo
sviluppo di attrezzature per il mondo del recycling
come benne frantumatrici, benne vagliatrici e benne
granulatrici per asfalto. Strumenti preziosi che
consentono alle imprese di semplificare, velocizzare
e razionalizzare i processi operativi all’interno dei
cantieri. In totale cinque linee di prodotti pensati in
modo specifico per rispondere ad applicazioni molto
puntuali. Ma ovviamente senza mai dimenticare le
esigenze generiche di chi vuole utilizzare queste attrezzature
in contesti generici che variano dalla separazione
di elementi differenti, trattamenti di biomasse
o omogeneizzazione di materiali eterogenei.
CBA. Granulare l’asfalto
La gamma di benne granulatrici CBA sono quelle
più vicine al mondo delle costruzioni stradali. Infatti
sono pensate appositamente per trattare in modo
corretto l’asfalto uniformandolo in modo ottimale
per un suo immediato riuso sia nel campo del riciclo
a freddo, sia per essere inviato a smaltimento e
riusco in modo economico ed efficiente.
Le benne granulatrici CBA si basano sulla tecnologia
che il costruttore ha sviluppato per le benne
frantumatrici CBE. Però abbiamo un’offerta che si
basa sui tre modelli più grandi della gamma di cui
sono, a tutti gli effetti, uno spin-off specializzato.
Abbiamo quindi la CBA 20, CBA 30 e CBA 40. Tre
attrezzature i cui rispettivi pesi operativi sono di
1.320, 2.170 e 2.900 kg. Le portate d’olio vanno da
100 a 350 l/min a seconda del modello con pressioni
di esercizio di 350 bar. Parliamo quindi di macchine
importanti che si accoppiano con escavatori
della gamma construzione. Pur essendo nate per la
granulazione dell’asfalto le Simex CBA sono però
adatte anche per altri aggregati da cantiere.
Il tamburo cilindrico è infatti composto da denti
intercambiabili nella piena logica di flessibilità che
Simex ha da sempre diffuso nei cantieri. L’azionamento
avviene sempre con motori idraulici a pistoni
radiali in presa diretta con il sistema per l’inversione
automatica della rotazione del tamburo in caso
di intasamento.
E’ fondamentale la presenza della GRIGLIA PO-
STERIORE che determina la granulometria del materiale
in uscita. Questo componente è disponibile
in diverse misure per avere varie granulometrie.
VSU. Vagliare e selezionare, anche l’umido
La gamma VSU si distinguono per la loro proget-
tazione finalizzata alla separazione dei materiali di
diversa pezzatura direttamente in cantiere. Pensate
per un impiego universale, le benne vagliatrici VSU
possono essere montate sia sugli escavatori, sia sulle
pale frontali. Infatti dispongono di un doppio
attacco che consente alle imprese di adattarle in
modo ottimale alle proprie macchine. La loro forma
si distingue per il facile caricamento, per la grande
semplicità d’uso e per l’elevata produttività.
Per aumentarne la produttività e la polivalenza
nell’impiego in differenti tipi di materiali son dotate
del sistema brevettato di utensili FIT.
Si tratta infatti di un sistema modulare ed intercambiabile
che permette molteplici configurazioni
in grado di adattarsi meglio meglio al tipo di materiale
da vagliare. Il sistema FIT permette la facile e
veloce sostituzione degli utensili grazie ad elementi
ad incastro che non presentano saldature. Un accorgimento
che si traduce in un risparmio fino al
75% sui costi di manutenzione rispetto a soluzioni
convenzionali che si trovano su attrezzature simili
concorrenti.
CBE. Le benne frantumatrici
Le benne frantumatrici della gamma CBE sono pensate
per ottenere, in cantiere, una consistente riduzione
volumetrica del materiale. Un’operazione che
consente di razionalizzare il carico e trasporto per
l’invio verso il riciclo e riuso.
Utilizzano utensili specifici che ottimizzano la frantumazione
grazie alla tecnologia con rotore idraulico.
Utilizza infatti lo stesso principio degli impianti
mobili che operano con la triturazione sfruttando lo
sforzo di taglio.
Questa specifica impostazione permette di lavorare
in maniera ottimale in presenza di ferro, roccia,
terra. Ma anche con parti deformabili, umide o bagnate.
Sono benne ideali per la frantumazione di
cemento armato e materiali da demolizione.
L’elevatissima forza al dente permette infatti di
frantumare qualsiasi materiale. Il rotore è azionato
da motori idraulici a pistoni radiali di grande cilindrata
calettati in presa diretta. La presenza del
sistema automatico che inverte la rotazione del tamburo
in caso di bloccaggio risulta fondamentale per
ridurre i tempi di lavorazione, ridurre i consumi ed
avere un processo costante e produttivo in qualsiasi
condizione operativa.
La gamma di benne
Simex VS (sopra)
sono indicate per
la separazione
dei materiali di
diversa pezzatura
direttamente in
cantiere. Sono
pensate per un
impiego universale.
La tecnologia
brevettata FIT
consente di
avere un sistema
modulare ed
intercambiabile che
permette molteplici
configurazioni in
grado di adattarsi
meglio al tipo di
materiale.
La gamma Simex
CBA (in basso) è
invece pensata
per granulare in
modo ottimale
l’asfalto. Sono però
adatte anche per
altri aggregati da
cantiere.
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51
Gruppo OMS. “Fare strada” insieme
DA VERI
SPECIALISTI
Gruppo OMS nasce da un lungo e articolato
percorso che ha visto la famiglia Bressan diventare
un punto di riferimento sicuro e professionale per il
mondo stradale in tutta Europa. Dall’unione di OMS
Srl e OMS Service Srl nasce questa realtà che punta
ad offrire un servizio di alto livello nella vendita,
assistenza e noleggio di macchine per lavori stradali
Le finitrici
Sumitomo, in alto al
centro, sono state
introdotte in Italia,
e successivamente
in Europa, dalla
OMS della Famiglia
Bressan con un
lavoro basato su
professionalità,
specializzazione e
attenta conoscenza
del mercato.
Gruppo OMS
Parlare di OMS significa parlare della Famiglia
Bressan. Un nome che, dal lontano 1989, è un
riferimento sicuro per le imprese italiane attive
nel campo dei cantieri stradali. Dal profondo legame
con ABG, interrotto giocoforza dopo l’acquisto
da parte di Volvo CE a causa di una gestione miope
del marchio, al rapporto sempre più solido con
Sumitomo Pavers e con Hanta. La storia aziendale
è cresciuta nel tempo, passo dopo passo, con una
continua e costante evoluzione che, da officina, l’ha
portata ad essere punto di riferimento europeo proprio
dei due marchi giapponesi specializzati nella
costruzione di finitrici ad alta tecnologia.
Si tratta infatti di un cammino non semplice che,
per una realtà famigliare, ha un profondo significato
in termini di investimenti, evoluzione mentale
e visione del futuro. Non tutti, infatti, riescono a
compiere un cammino di questo tipo mantenendo
saldi i propri valori di base senza dimenticare i propri
punti di forza. Anzi. Rafforzandoli.
Due società, un’unica missione
Infatti il settore stradale è in continua evoluzione
richiedendo macchine, tecnologie e servizi sempre
più complessi e ritagliati su misura. Si tratta però
di un’evoluzione che, in realtà, è sempre stata nel
DNA della Famiglia Bressan e che, anche nei periodi
più complessi del mercato, ha rappresentato
il vero punto di forza aziendale. Partendo quindi
da questi presupposti, il Gruppo OMS si presenta
prima di tutto come un consulente specialista in grado
di fornire soluzioni operative a 360°. Non solo
finitrici, quindi, ma anche rulli per una compattazione
ottimale e tecnologie digitali per un attento
controllo qualitativo ed un fondamentale supporto
nelle operazioni di cantiere.
La scelta di collaborare con costruttori giapponesi
come Sumitomo e Hanta o con fornitori di tecnologie
digitali come MOBA e TF Technologies inquadra
in modo molto chiaro la visione qualitativa
a 360° del Gruppo OMS.
Sumitomo e Hanta, una visione di eccellenza
I due costruttori giapponesi si distinguono infatti
per le loro finitrici dai contenuti tecnici estremamente
particolari. Parliamo infatti di due specialisti
che concentrano la propria produzione su specifiche
gamme. Una focalizzazione che rappresenta la visione
qualitativa legata alla soluzione di specifiche
problematiche di cantiere con macchine che non
trovano corrispondenza con i competitor.
Le finitrici Sumitomo si distinguono infatti per il
banco di stesa J-Paver che ha caratteristiche uniche.
A partire dalle regolazioni completamente idrauliche
che consentono, nel caso della gamma HA60W
(gommata) e HA60C (cingolata) una larghezza di
stesa ininterrotta da 2,30 a 6,00 metri senza l’impiego
di allargatori e, in fase di trasporto, senza dover
togliere le paratie laterali per rimanere nella sagoma
limite di 2,50 metri. Non solo. Le regolazioni idrauliche
consentono una continua variazione della convessità
del banco per avere le necessarie pendenze
trasversale. Le stesse piastre di stesa del banco sono
regolabili idraulicamente in modo da avere sempre
una perfetta planarità della superficie. Il banco J-
Paver, declinato in dimensioni maggiori, mantiene
le stesse caratteristiche anche sulla HA90C, macchina
di dimensioni superiori con larghezze di stesa
in continuo variabile da 2,80 e 7,50 metri.
Ma non solo, la tecnologia di gestione elettronica
consente un elevato risparmio energetico in ogni
fase di lavoro. Una visione di efficienza che consente
un risparmio di carburante sostanziale. La
particolare architettura, nelle macchine gommate,
dei due assi distanziati, consente di avere macchine
agili, snelle ma estremamente bilanciate grazie alla
loro geometria ottimizzata.
Hanta è invece un costruttore che, nei fatti, integra
verso il basso l’offerta di Sumitomo grazie alle minifinitrici
adatte alla pavimentazione di spazi stretti,
marciapiedi e sezioni ridotte su trincee di posa di
impianti tecnici. Macchine che, nonostante le piccole
dimensioni, mantengono la struttura e l’impostazione
delle grandi macchine agevolando lo scarico
dei conglomerati nelle tramogge di alimentazione
e con banchi di stesa dalle caratteristiche del tutto
comparabili a quelli di finitrici più grandi.
La visione legata ad un post vendita qualificato
All’interno del Gruppo la O.M.S. Service Srl si occupa
in modo specifico di assistenza tecnica, manutenzione
e officina. Mantiene quindi viva, e prosegue
con vigore, la tradizione storica della OMS nel
campo del post vendita. E lo fa oggi con un team
di esperti altamente qualificati e tecnologie all’avanguardia.
Inoltre oggi è presente il più grande
magazzino ricambi Sumitomo e Hanta in Europa.
Una struttura che assicura tempi di risposta rapidi e
la massima continuità operativa per le imprese del
settore. Risposte garantite anche grazie ad un servizio
a distanza con visori a realtà aumentata da cui si
guida l’assistenza in modo diretto e professionale.
Questa visione comprende anche la tecnologia e
l’innovazione per un cantiere sempre più efficiente.
Infatti oltre alla fornitura di macchinari e alla
loro assistenza sul campo il Gruppo OMS investe
costantemente in ricerca e sviluppo per offrire soluzioni
tecnologiche avanzate. Tra i sistemi più innovativi
si trovano il PPCS (Paving Process Control
System). Si tratta di un sistema di telemetria che
monitora in tempo reale i parametri
di lavoro delle finitrici.
In questo modo migliora la gestione
logistica e la rendicontazione
delle lavorazioni.
A fianco di questo sistema è
presente il MatManager –
Paving Quality System. Parliamo
di un dispositivo per il monitoraggio
della temperatura e
del consumo del materiale che
garantisce standard qualitativi
elevati.
Oltre a questo il Gruppo OMS
offre anche additivi ecologici
per favorire l’impiego di conglomerati
a freddo con materiale
riciclato al 100% riducendo
l’impatto ambientale e
favorendo la circolarità.
Il servizio postvendita,
in alto,
è da sempre
uno dei punti di
forza del Gruppo
OMS. L’azienda
lombarda è infatti
attiva dal lontano
1989 sul mercato
stradale come
riconosciuta e
apprezzata struttura
assistenziale
specializzata nel
settore stradale.
In basso, la
collaborazione
tra Sumitomo e
il Gruppo OMS
si è allargata
oggi a punto
di riferimento
europeo sia per
la vendita, sia per
l’organizzazione
della rete di
vendita e assistenza
nei paesi del
Vecchio Continente.
52
53
HYUNDAI HX520AL, nelle cave di Botticino
STRONGER,
BETTER, HARDER
I due escavatori
idraulici HX520AL
in azione nella
cava di Marmi
Castello operano
nel contesto
selettivo del
marmo Botticino
occupandosi della
coltivazione del
fronte cava con la
movimentazione
dei blocchi e la
preparazione delle
piste di accesso
e delle bancate
diventando il
cuore produttivo
aziendale.
SCHEDA TECNICA
Escavatore provato
L’escavatore idraulico HX520AL
si colloca nella fascia di peso
operativo appena oltre le 50
tonnellate. Le due macchine che
abbiamo testato sono in azione
da circa un anno nella cava della
Marmi Castello nel cuore del
bacino estrattifero del marmo
Botticino. Si tratta di due macchine
in configurazione standard
che hanno, come unica opzione,
le griglie anteriori di protezioni
omologate e certificate FGPS.
La benna è quella specifica
utilizzata in questo contesto
specifico per la movimentazione
dei blocchi e per la preparazione
del fronte cava con la rimozione
degli strati di copertura delle
vene di marmo e con la sistemazione
delle vie di accesso. I
bracci sono quelli da 7.060 mm
con avambraccio da 2.900 mm
permettendo di avere i valori di
forza di strappo e sollevamento
in equilibrio ottimale con il raggio
d’azione dell’escavatore.
Dati tecnici
Motore CUMMINS X12
Stage V senza EGR e con
DOC+DPF+SCR integrato nel
Single Module, 6 cilindri, 11,8
litri, 295 kW (395 cv) @ 2.100
giri/min, 1.898 Nm @ 1.400
giri/min. Impianto idraulico da
394 x 2 l/min + 23,9 l/min per
i servocomandi.
CONSUMO* l/h 25
AUTONOMIA 24 ore
PREZZO EURO
Non dichiarato
* Consumo medio orario rilevato
nell’applicazione specifica.
In un mercato come quello Italiano
i brand hanno spesso più valore dei
contenuti. Ma ci sono aziende che,
nella valutazione dei contenuti, si basano
sulla propria esperienza diretta.
La Marmi Castello è una di queste.
Dopo una positiva esperienza con
due Hyundai 500LC-7A, ancora in
forze nella cava aziendale, l’azienda
di Botticino ha nuovamente confermato
la fiducia nel marchio coreano.
Da circa un anno sono quindi in
azione due nuovi HX520AL che sono
costantemente impegnati sul fronte
estrattivo con la preparazione delle
vie di accesso e la movimentazione
dei blocchi dalle bancate. Operazioni
che richiedono stabilità, idraulica ben
gestibile ed una struttura di carri e
bracci in grado di resistere alle sollecitazioni
di un’applicazione molto dura.
Di fatto Hyundai è un costruttore che,
a livello globale, è fra i più diffusi. Il
brand ha infatti da sempre puntato su
una grande concretezza che, oggi, si
manifesta con un “value for money”
che sta rompendo gli schemi mentali
di molte aziende. E la riconferma in
contesti applicativi difficili è il principale
segnale di un valore assolutamente
non casuale.
© E-construction 2025
TEST
54
HYUNDAI
HX520AL
Heavy Duty Machine
Nella cava di Marmi Castello, nel
bacino estrattifero del Botticino, sono
in azione due HX520AL. Macchine
che stanno dimostrando sul campo il
loro valore in un’applicazione heavy
duty in un contesto selettivo dove le
macchine sono messe a dura prova
l+ l-
l Carro dalle dimensioni generose
l Stabilità nella movimentazione dei
blocchi
l Struttura adatta ai lavori gravosi
l Peso operativo di 52.100 kg con
baricentro basso
l Torretta con cofani compatti che
favoriscono la visibilità diretta a 360°
l Dettagli della cabina migliorabili per
agevolare la pulizia interna e la visibilità
sul lato destro
55
cv!
425!
400!
375!
350!
325!
300!
275!
250!
225!
CUMMINS X12
kgm!
229!
210!
191!
173!
154!
135!
116!
98!
79!
200!
60!
700! 1.300! 1.900! 2.500!
giri / minuto !
POTENZA CV! COPPIA KGM!
Il grafico, realizzato da e-Construction, è
disegnato in modo che le curve di potenza
e di coppia si incontrino al regime di rotazione
in cui si rileva il minor consumo
specifico: 150 grammi per cavallo ora a
1.300 giri.
MOTORE
Marca e sigla
CUMMINS X12
Alesaggio/corsa mm 132/144
Cilindri/l/valvole 6/11,8/24
Potenza nominale cv/giri 395/2.100
Potenza specifica cv/litro 33,47
Coppia Nm/giri 1.898/1.400
Riserva di coppia % 32
Rapporto di compressione 16:1
Aspirazione Turbo + Intercooler aria/aria
Iniezione
Common rail
Massa kg 1.017
Massa specifica kg/litri 86,18
Rendimento 0,42
Cons. spec. min g/cvh/giri 150/1.300
Cons. spec. pot. max litri/h 71,1
Cons. spec. coppia max litri/h 64,6
Autonomia in pot. max ore 9,2
Indice sollecitazione 10,5
Emissioni
Stage V
INDICE DIESEL e-Construction 7
Qui a fianco, uno dei
due Hyundai HX520LA
di Marmi Castello in
azione nell’apertura
di una nuova zona
estrattiva. I due
escavatori del, acquistati
da General Car, sono in
azione da circa un anno
nel contesto estrattivo
aziendale dopo la
positiva esperienza
con due Hyundai
500LC-7A, ancora
in azione nel parco
macchine aziendale. I
due escavatori sono di
fatto il cuore produttivo
aziendale occupandosi
della movimentazione
dei blocchi sul fronte di
scavo.
Due macchine sul
fronte estrattivo
Hyundai è sicuramente uno dei costruttori
più dinamici del mercato globale con
una presenza che vede la propria offerta
commerciale in continuo aumento. La
presenza in Italia ha finalmente preso una
direzione positiva con importatori dinamici
e solidi come General Car. La struttura di
Varese ha fornito i due HX520LA alla Marmi
Castello fornendo un supporto assistenziale
fondamentale per due macchine così
importanti impegnate sul fronte estrattivo
principale. L’esperienza aziendale, anche
parlando con gli operatori, è decisamente
positiva tanto che entreranno in scena
proprio in queste settimane anche due
nuovi HX330AL che saranno impegnati
nell’apertura e sistemazione dei nuovi
fronti di lavoro. I due HX520AL hanno
messo in luce, nel corso della nostra
prova, doti idrauliche e di equilibrio che li
rendono particolarmente adatti a questo
impiego che rientra tra quelli più pesanti per
escavatori di queste dimensioni. La durata
dei componenti, le prestazioni messe in
luce dalle macchine ed i relativi consumi
sono punti positivi che la Marmi Castello
che sottolineato come forte argomentazione
che ha portato a riconfermare nuovamente,
anche per modelli più piccoli, la fiducia nel
binomio Hyundai e General Car.
TEST
LA MECCANICA
America e Corea alleate
Cummins e Hyundai.
Un equilibrato sistema d’insieme
H
yundai
e Cummins fanno ormai coppia
fissa da lungo tempo con risultati soddisfacenti
per gli operatori del settore.
Gli escavatori coreani ci hanno abituati ad avere
sotto il cofano i motori nord americani con
un’accoppiata che, nel tempo, si era distinta per
avere un buon equilibrio in termini di prestazioni
e consumi.
Gli Hyundai Serie 7A sono infatti rimasti nella
memoria dei loro utilizzatori come mezzi affidabili,
parchi nei consumi e dalla produttività
elevata. Con la rivoluzione del 2019 in casa
Cummins questo binomio si è ancora più consolidato.
Infatti l’eliminazione dell’EGR dalle
nuove generazioni dei motori del costruttore
nord americano ha portato un ulteriore abbassamento
dei consumi a vantaggio degli utilizzatori
finali.
La presenza dell’X12 sotto i cofani dell’HX520AL
tarato alla potenza di 295 kW (395
cv) a 2.100 giri/min ha dimostrato sul campo un
equilibrio che riporta in auge i vecchi tempi. Ma
più che la potenza colpisce la coppia di 1.898
Nm a soli 1.400 giri/min.
Un valore che favorisce l’impiego in questo
contesto dove la precisione operativa e l’impiego
in souplesse sono fondamentali sia per lavorare
in sicurezza, sia per preservare l’integrità
dei blocchi.
I consumi medi delle due macchine dichiarati
da Marmi Castello in questo specifico impiego
dopo quasi un anno di lavoro sono infatti di 25,0
litri/ora. Merito dell’abbinamento tra il Cummins
X12 e l’impianto idraulico EPIC con controllo
elettronico indipendente delle due pompe
idrauliche.
Sotto mentite spoglie
Lo Hyundai HX520AL è un escavatore che supera
le 50 tonnellate di peso operativo, 52 per la
precisione, ma che rifugge dal cliché della torretta
dai grandi volumi. Tanto che, abituati come
siamo a vedere macchine di questa taglia dotate
di super-cofani, non sembra vero che appartenga
alla classe dei “50 ton”. Ma guardando poi
il carro ed i bracci si capisce immediatamente
che l’HX520AL nasconda doti che non saltano
immediatamente agli occhi. Da un punto di vista
strutturale il costruttore coreano non ha lasciato
nulla al caso. Il carro presenta di serie le protezioni
inferiori per i rulli in modo da preservarne
la durata. I pattini dei due esemplari testati
in cava presentano la doppia costola per avere
maggiore grip in roccia. Braccio e avambraccio
sono in carpenterie completamente saldate con
elementi di rinforzo in tutte le zone di articola-
56
57
STRUTTURA DEL CARRO
Il carro dello Hyundai HX520LA è uno degli
elementi qualificanti di questa macchina.
La sua struttura è concepita per gli impieghi
gravosi delle cave e rappresenta un’impronta
a terra importante anche grazie alla
carreggiata variabile che permette di avere
una larghezza di 3,0 metri per il trasporto
che diventano 3,54 metri in posizione
allargata e con i pattini standard da 600
mm di larghezza. L’altezza libera da terra
sotto i traversi è di ben 770 mm. Un valore
difficilmente riscontrabile nella concorrenza
in questa classe di macchina e che permette
di lavorare in modo agile nei contesti
operativi difficili delle cave di pietra.
BRACCI
I due HX520AL in forza alla Marmi Castello
sono equipaggiati con braccio monoblocco
da 7.060 mm accoppiato con avambraccio
da 2.900 mm. Si tratta di una scelta
equilibrata in termini di capacità di sollevamento
e forza di strappo senza penalizzare
né il raggio d’azione della macchina, né la
capacità geometrica di movimentare grandi
blocchi in sicurezza. Sono disponibili infatti
anche altri due bracci da 6.550 mm e da
9.000 mm e altri quattro avambracci da
2.550, 3.380, 4.000 e 6.000 mm. Quest’ultimo,
se accoppiato con il braccio da 9.000
mm, dà inoltre origine ad una macchina
che possiamo considerare come un vero
long-front excavator. La realizzazione è
completamente in carpenteria saldata
senza elementi in fusione. Una scelta che
permette di evitare elementi di discontinuità
suscettibili di eventuali rotture in caso di
sollecitazioni elevate.
IMPIANTO IDRAULICO
L’impianto idraulico è alimentato da una
doppia pompa a portata variabile che fornisce
nel complesso 788 l/min (2 x 394 l/
min) gestiti in modo completamente elettronico
dal sistema EPIC. Quest’ultimo
controlla le due pompe in modo individuale
l’una dall’altra ottimizzando i flussi idraulici
in base alle effettive esigenze operative e
riducendo i consumi complessivi.
A lato, la cabina dello
Hyundai HX520AL
è identica a tutti gli
escavatori della serie
HX del costruttore
coreano. E’ un progetto
che si è evoluto nel
tempo arrivando
oggi ad avere una
forma squadrata che
favorisce lo spazio a
bordo con dimensioni
interne generose e
ben sfruttate che
permettono una vita
a bordo confortevole
anche in un ambiente
difficile come quello
delle cave di marmo
in cui operano i due
escavatori HX520AL.
Metro e bilancia
Lunghezza trasp. mm 12.110
Larghezza carro mm 2.980/3.540
Altezza trasp. mm 3.220
Lunghezza carro mm 5.416
Passo mm 4.470
Luce da terra mm 770
Forza di strappo kgf 22.300
Forza di scavo kgf 21.700
Forza di trazione kgf 34.100
Pendenza max. 35° (70%)
Peso operativo kg 52.048
Serbatoio gasolio l 600
Serbatoio AdBlue l 70
Serbatoio olio idraulico l 275
Impianto idraulico l 499
Vel. traslaz. km/h (1°-2°) 3,30 - 5,30
TEST
zione per aumentare la durata.
Idraulica pensata per l’uso pesante
Questa impostazione si sposa bene con l’impianto
idraulico EPIC che gestisce elettronicamente le due
pompe in modo autonomo. Questo consente, come
anticipato, non solo di ridurre i consumi ma anche
di avere un comportamento ottimizzato in base al
carico operativo e, quindi, al tipo di lavoro che si sta
effettuando. I movimenti contemporanei, necessari
per una sicura movimentazione dei blocchi, sono
quindi agevolati da questa specifica impostazione.
La stessa traslazione risulta, nello spostamento
con carichi elevati, progressiva e ben modulabile.
Una dote che, nel contesto della cava di
pietra ornamentale, risulta fondamentale per la
sicurezza e la conservazione del carico. Non
mancano forza di strappo e di sollevamento che
consentono la movimentazione di blocchi dal
peso che supera le 25 tonnellate spostati dalle
bancate e trasportati fino alla zona di carico.
LA CABINA
Ergonomia al top
Dimensioni generose e un concreto
comfort per l’operatore
L
a
cabina degli escavatori HX di Hyundai ha
una forma fortemente squadrata che privilegia
le dimensioni interne a vantaggio dello spazio
a bordo. Decisamente interessante l’omologazione
FOPS (oltre a quella obbligatoria ROPS) presente
di serie. Un livello di protezione contro la caduta
di oggetti dall’alto che non tutti i costruttori forniscono
come dotazione standard. Un elemento di
sicurezza sostanziale per chi lavora in un contesto
come una cava di pietra.
Gli interni arrivano da lontano con una continua
evoluzione iniziata dai Serie 7A che ha
portato oggi ad avere un’ergonomia che bada
alla reale sostanza. La distribuzione dell’aria è
uniforme in tutta la cabina grazie alle bocchette
collocate in tutte le zone strategiche. Solo quella
sotto al sedile, collocata al livello del pavimento,
avrebbe bisogno di una piccola rivisitazione
per evitare che lo sporco degli scarponi entri
nella griglia di protezione. Il sedile di guida è
ampio e ben profilato e le due consolle laterali
sono regolabili in modo separato per adattarsi a
qualsiasi operatore.
Il quadro strumenti con display da 8” è chiaro
nell’utilizzo e presenta comandi sia fisici che
digitali. Volendo è possibile navigare con un comodo
cursore a pressione collocato subito prima
del joystick di destra.
Lo spazio a bordo per oggetti personali e per
riporre bottigliette d’acqua è ben organizzato
con posizioni comode ma che, al contempo, non
ostacolano né la guida, né la visibilità. Quest’ultima
è molto buona grazie sia alle telecamere
su tre lati, sia all’altezza ridotta dei cofani posteriori.
58
59
HIDROMEK HMK640 WL, solida oltre il tempo
ALLA PROVA
DEL TEMPO
La pala gommata
Hidromek HMK640
WL ha rappresentato
l’esordio del
costruttore in questa
specifica tipologia
di macchine. Con un
peso operativo di
26.300 kg e con una
benna standard da
4,20 mc, presidia la
fascia più importante
del mercato
con presenze
“ingombranti” in
termini di blasone.
Ma il modello turco
è pensato per
durare nel tempo e
l’esemplare visto in
campo ha superato
la boa delle 5.000
ore di lavoro senza
particolari problemi.
SCHEDA TECNICA
Veicolo provato
La pala gommata HIDROMEK
HMK640 WL provata presso
la Perino Piero Srl è una
macchina in configurazione
standard senza allestimenti
particolari. Equipaggiata
con una benna per impieghi
generali da 4,2 metri cubi
di capacità, ha un tagliente
saldato direttamente sui
denti. Si tratta di una pala
gommata adibita alla
gestione logistica dei materiali
in una delle piattaforme
aziendali autorizzate per il
recupero di rifiuti da C&D.
La manutenzione ordinaria è
agevolata infine dalla presenza
dell’impianto di ingrassaggio
automatico.
Dati tecnici
Motore MTU Mercedes enz
6R1100 Stage V, 6 cilindri da
10,70 litri, 240 kW (321 cv) @
1.600 giri/min, 1.700 Nm @
1.300 giri/min. Trasmissione
Powershift ZF con Torque
Converter a cinque marce AV
e 3 RE con velocità massima
37,0 km/h. Carico massimo
di ribaltamento 19.269 kg
(dritto) /17.015 kg (massima
articolazione di sterzo). Forza
di strappo 19.975 kgf.
Peso operativo 26.300 kg.
CONSUMO* l/h 14,0
AUTONOMIA 28 ore
PREZZO EURO
Non dichiarato
* Consumo medio orario rilevato
nell’applicazione specifica.
Gli impianti di trattamento dei rifiuti
da C&D, così come quelli
per la lavorazione degli inerti,
sono i palcoscenici dove le pale gommate
recitano il ruolo di indiscusse
protagoniste. Le macchine più diffuse
sono quelle che insistono nella classe
di carico con benne dalla capacità tra
i 3,5 ed i 5,00 metri cubi. Parliamo
quindi della stragrande maggioranza
del mercato con una fetta percentuale
che supera il 50% delle pale gommate
vendute a livello globale. Non è
un caso se Hidromek ha scelto proprio
una macchina da 4,2 metri cubi
per fare il proprio esordio, nel 2017,
in questa tipologia così competitiva.
Parliamo della HMK640 WL che, con
il suo peso operativo di 26.300 kg ed
una capacità di carico di oltre 19 tonnellate,
entra in diretta concorrenza
con dei mostri sacri come Caterpillar
972 o le Volvo L150/L180. E lo fa
con una spiccata personalità che l’ha
portata anche su fronti impegnativi.
Abbiamo toccato con mano una delle
prime macchine arrivate in Italia ed
oggi in forza presso la Perino Piero
Srl di Torino. Una pala arrivata come
mezzo a noleggio e poi confermata nel
parco aziendale.
© E-construction 2025
TEST
HIDROMEK
HMK640 WL
wheel loader
La pala gommata che ha sancito
l’esordio di Hidromek in questa
tipologie di macchine si presenta
come solida. Pensata per durare nel
tempo, abbiamo provato uno dei
primi esemplari arrivati in Italia con
all’attivo oltre 5.000 ore di lavoro
l+ l-
l Powertrain progressivo e ben modulabile
l Motore MTU Mercedes Benz
l Bilanciamento ben studiato
l Cinematismo di braccio e benna
l Cabina dall’ergonomia ben studiata
l Consumi molto competitivi
l Idraulica fluida ed esuberante
l Visibilità anteriore non sempre ottimale
a causa del traverso dei rinvii dalla
dimensione generosa
60
61
cv!
375!
350!
325!
300!
275!
250!
225!
200!
175!
MERCEDES 6R1100
kgm!
219!
200!
181!
163!
144!
125!
106!
88!
69!
150!
50!
600! 1.200! 1.800! 2.400!
giri / minuto !
POTENZA CV! COPPIA KGM!
Il grafico, realizzato da e-Construction, è
disegnato in modo che le curve di potenza
e di coppia si incontrino al regime di rotazione
in cui si rileva il minor consumo
specifico: 150 grammi per cavallo ora a
1.300 giri.
MOTORE
Marca e sigla
MTU 6R1100
Alesaggio/corsa mm 125/145
Cilindri/l/valvole 6/10,7/24
Potenza nominale cv/giri 321/2.000
Potenza specifica cv/litro 30,00
Coppia Nm/giri 1.700/1.300
Riserva di coppia % 30
Rapporto di compressione 17:1
Aspirazione Turbo + Intercooler aria/aria
Iniezione
Common rail
Massa kg 938
Massa specifica kg/litri 87,66
Rendimento 0,42
Cons. spec. min g/cvh/giri 150
Cons. spec. pot. max litri/h 74
Cons. spec. coppia max litri/h 67
Autonomia in pot. max ore 7,4
Indice sollecitazione 11,1
Emissioni
Stage V
INDICE DIESEL e-Construction 6,7
Qui a fianco, la HMK640
WL della Perino Piero Srl
di Torino. Una delle prime
macchine arrivate in
Italia ed una delle prime
costruite da Hidromek.
La cabina attuale ha
infatti la portiera sinistra
completamente vetrata
mentre questi primi
modelli avevano una linea
di cintura discendente.
La macchina ha oggi oltre
5.000 ore di lavoro ed è
arrivata in azienda come
mezzo a noleggio per
poi essere acquistata e
adibita alla gestione delle
diverse piattaforme di
recupero di rifiuti da C&D
dell’imprea piemontese.
Solida outsider
di valore
Difficile rompere i pregiudizi in un settore
incredibilmente conservativo come
quello del movimento terra. Soprattutto
quando si parla di pale gommate, ossia
di mezzi difficili da progettare in modo
equilibrato e dove la presenza storica
di alcuni grandi player porta a valutare
sbrigativamente una macchina non dai
contenuti ma dai loghi presenti sulla carrozzeria.
Affacciarsi a questo mercato da
parte di Hidromek ha significato grandi
investimenti ed un progetto, quello della
HMK640 WL, che ha dovuto coniugare
schemi convenzionali con una visione
personale. Dal design, all’ergonomia
della cabina, fino all’esuberante impianto
idraulico. Abbiamo volutamente messo le
mani su una macchina che ha superato
lo scoglio delle 5.000 ore per capire
come una “new entry” di qualche anno
potesse comportarsi nel tempo. Una prova
ad oggi superata nella sostanza con
un mezzo ancora ben aggressivo e dalla
funzionalità che non ha mai subito arresti
nel corso di questi anni. L’impiego negli
impianti della Perino Piero Srl ha inoltre
evidenziato come, anche senza un operatore
fisso, ossia in una condizione non
ottimale, questa pala sia stata all’altezza
delle aspettative aziendali.
TEST
LA MECCANICA
MTU MB e ZF
Sovradimensionamento per lavorare
in piena souplesse
N
on
è semplice, per un costruttore, affacciarsi
ad un mercato estremamente competitivo
dove non tutti i player, tra le
altre cose, sono presenti. Hidromek si è fatta
infatti conoscere per i suoi escavatori cingolati
e gommati grazie ad un’impostazione che premia
robustezza, bassi consumi e sovradimensionamento.
Quando l’azienda turca ha deciso di
presentarsi in questo mercato lo ha fatto con la
stessa filosofia che le hanno permesso di farsi
apprezzare nelle altre tipologie di macchine in
cui opera. La HMK640 WL riprende stilemi che
abbiamo già visto in altre macchine di questa
classe. La motorizzazione è MTU con il diffuso
6R1100 nella versione C11 costruito da Mercedes
Benz ed omologo dell’OM470. Una scelta
che, andando ad esaminare i numeri identificativi
di questo propulsore, lo collocano tra quelli
più conservativi nella sua classe.
La potenza massima di 321 cv è infatti erogata
al règime di soli 1.600 giri/min con una
coppia di 1.700 Nm a 1.300 giri/min. Valori che
determinano bassi consumi ed una prontezza davanti
alle situazioni più difficili che abbiamo
assolutamente percepito nel momento di ingresso
nel cumulo di materiale e nella velocità di
sollevamento a benna piena. Ma non solo.
Infatti questa impostazione ben si sposa con
il cambio Power Shift ZF a controllo elettronico
con convertitore di coppia e 5 marce avanti e 3
marce indietro. Un powertrain pronto e fluido
che, in gestione completamente automatica, dà
il meglio di sè permettendo di lavorare in modo
fluido e preciso. Hidromek si è quindi affidata
ad un duo “made in Germany” che ottimizza an-
che i consumi operativi.
Una pala gommata di sostanza
Questa impostazione di base permette di avere
una macchina dalla duplice personalità. Tranquilla
e fluida su piazzale, dove il motore non
urla mai in forza di una coppia elevata a soli
1.300 giri/min. Grintosa e senza timore quando
si tratta di strappare il materiale dal fronte di
scavo. Di fatto la HMK640 WL si candida ad
essere una protagonista anche in contesti difficili
come lo smarino in galleria, sul fronte cava
o nel carico in roccia sparata. Questo grazie ad
un’impostazione che prende spunto da gloriose
macchine del passato. Il gruppo caricatore, con
la doppia zeta ed il disegno dei bracci, si ispira
apertamente alla Hanomag 66D. Infatti mette
in luce una piacevole aggressività che permette
di lavorare anche nei contesti più duri senza
grandi problemi. Tra le altre cose fare slittare le
gomme, con il cambio in modalità automatica, è
62
63
TRASMISSIONE
Tramissione Powershift ZF a cinque marce
AV e tre marce RE con Torque Converter e
Lock-up automatico. La velocità massima
raggiungibile è di 37,0 km/h. La trasmissione
è a completa gestione elettronica
consentendo l’ottimale sfruttamento della
coppia in ogni condizione operativa.
TRAZIONE
Sistema di trazione integrale con assale
anteriore fisso e posteriore semiflottante
con perno di articolazione e angolo di
oscillazione di 26° (+13°, -13°). Riduttore
a due stadi con differenziale anteriore a
bloccaggio automatico di serie e posteriore
in opzione.
IMPIANTO IDRAULICO
Impianto Load Sensing Flow Sharing con
tre pompe a portata variabile da 489 l/min
complessivi disponibili per sterzo, braccio,
benna e linee ausiliarie con priorità all’impianto
di sterzo.
STERZO
Telaio articolato con articolazione complessiva
di 80° con 40° destra e 40°
sinistra. Azionamento con cilindri a doppio
effetto.
FRENI
Freni a disco in bagno d’olio sulle 4 ruote
ad azionamento completamente idraulico
montati entro bordo. Circuiti dei freni
anteriore e posteriore indipendenti.
Freni di stazionamento ad inserimento
automatico.
A lato, la cabina
dellaHMK640 WL ha
un’ergonomia molto
curata con la presenza
di serie di un sedile
riscaldabile e sospeso
sia verticalmente che
orizzontalmente, vano
refrigerato e consolle
destra solidale sospesa
e regolabile insieme
al sedile stesso. Le
regolazioni di tutti i
parametri avvengono
senza mai staccarsi
dallo schienale grazie
ai comandi raggruppati
in modo “trattoristico”
sulla destra e
impostabili con un
comodo roller di tipo
automobilistico.
Metro e bilancia
Lunghezza (con benna std.) mm 9.060
Larghezza (con benna) mm 3.300
Altezza mm 3.505
Passo mm 3.500
Altezza max. perno mm 4.360
Luce da terra mm 520
Angolo di sterzo gradi 40/40
Carico rib. posiz. dritta kg 19.269
Carico rib. max. angolaz. kg 17.015
Peso operativo kg 26.300
Serbatoio gasolio l 400
Serbatoio AdBlue l 40
Serbatoio olio idraulico l 152
Olio motore l 35
Liquido refrigerante motore l 50
TEST
quasi impossibile.
Load Sensing Flow Sharing a centro chiuso
L’impianto idraulico della HIDROMEK HMK640
WL propone una soluzione che si trova su tutti i
migliori competitor del mercato. Abbiamo infatti
un impianto Load Sensing Flow Sharing a centro
chiuso che consente di avere movimenti fluidi e
contemporanei in modo proporzionale alla movimentazione
delle due leve finger-tip. La portata è
considerevole visto che parliamo di una pala gommata.
Abbiamo infatti, di serie, tre pompe a portata
variabile da 203, 190 e 96 l/min. La macchina è infatti
fornita di serie dei circuiti supplementari per
il funzionamento sia dell’attacco rapido idraulico,
sia di eventuali attrezzature idrauliche come benne
con pinze per la movimentazione del legname o
altre attrezzature come benne selezionatrici, benne
vaglianti o spazzole. Il serbatoio dell’olio idraulico
ha una capacità di 152 l/min a fronte di una capacità
di tutto l’impianto di 200 litri complessivi.
LA CABINA
Gli stilemi di Hidromek
Design personale ed ergonomia
curata per un posto di guida al top
H
IDROMEK
si è fatta notare nel difficile
mercato europeo anche per la sua forte
personalità nel design complessivo delle
macchine e nell’ergonomia delle cabine. La
HMK640 WL ha iniziato la storia del costruttore
nelle pale gommate con un posto guida originale
che fa della sintesi e dell’ergonomia il suo credo
fondamentale. Chi cerca i “gadget” non li troverà.
Se non si sapesse che Hidromek è un costruttore
turco, si penserebbe di essere a bordo di una pala
gommata tedesca. Ma senza rinunciare a nulla di
tutto quello che è oggettivamente comodo e che,
ogni giorno, serve per la vita lavorativa a bordo
macchina. La consolle di destra, solidale con il
sedile sospeso e regolabile in modo autonomo,
riprende i concetti visti sui trattori di ultima generazione.
Quindi tutto sotto controllo con una
rapida occhiata e navigazione completa nei menu
del display collocato sul piantone destro con un
roller dal semplice utilizzo. Controlla l’Opera
Control System che permette di impostare le diverse
modalità operative con la possibilità di dare
precedenza alla benna, al braccio o allo sterzo a
seconda delle condizioni operative. Dallo stesso
display si ha sempre la visione della telecamera
posteriore che integra gli specchi riscaldabili.
Ottima la sagomatura dei parafanghi posteriori
che aprono la visuale diretta sui paraurti posteriori
Piace la presenza delle leve finger tip che
sono comode e precise. L’inversione di marcia è
effettuabile sia dal piantone che dal comodo interruttore
di fianco alle levette. La distribuzione
dell’aria climatizzata avviene in modo diffuso e
uniforme. I materiali utilizzati hanno inoltre retto
bene il passare del tempo.
64
65
HD HYUNDAI INFRACORE. DX05 e DX08
PREMIATI PER
LA SOSTANZA
I due motori DX05 e DX08 di HD Hyundai Infracore
sono stati appena insigniti del Diesel Of The Year
2025. Un premio che ha tenuto conto degli effettivi
contenuti tecnici dove la presenza delle varianti
con turbocompressore a singolo e doppio stadio
consentono agli OEM di scegliere in base alle
caratteristiche specifiche della singola macchina
visita il nuovo sito
www.e-construction.org
I due motori HD
Hyundai Infracore
DX05 e DX08
si guadagnati il
titolo di Diesel Of
The Year 2025.
Sono pronti ad
equipaggiare le
macchine ‘di casa’
Hyundai e altri OEM
tra cui Develon.
HD HYUNDAI INFRACORE
Una storia che affonda radici lontane e profonde
nel tempo. E che rappresenta una storia
industriale coreana che nasce, cresce, si sviluppa
e prospera.
Parliamo dei motori HD Hyundai Infracore DX05
e DX08 premiati con il Diesel Of The Year 2025.
Si parte dai motori compatti della famiglia G2,
disponibili nelle gamme da 3 e 4 cilindri, con cilindrate
unitarie da 700 cc a 950 cc. Oggi l’offerta
include tre varianti di cilindrata: 1,8 L, 2,4 L ed il
modello di punta da 3,4 L. Un motore inizialmente
sviluppato per la Bobcat e che sta gradualmente guadagnando
terreno tra gli OEM europei come Epiroc o
Keestrack, e cinesi come Lovol. Nel 2022 uscì dalle
linee la 500.000a unità. Nel 2027 si prevede che ne
usciranno 1.000.000. I premiati DX05 e DX08 sono
sulla buona strada per ripercorrere questi fasti.
Tecnologia pulita
I nuovi HD Hyundai Infracore DX05 e DX08,
sono infatti dotati di due tipi di turbocompressori.
Uno singolo e uno a due stadi. Il turbocompressore
a due stadi è progettato per massimizzare la potenza
garantendo al contempo la durata del motore. Non
obbliga quindi una sola turbina a concentrarsi sulla
potenza di picco. Questo valore è infatti stato impostato
più in basso Una scelta progettuale dove il
DX05 fornisce il 30% in più di coppia ai bassi regimi
rispetto ad altri motori da 5 litri della concorrenza.
Gli OEM hanno quindi due opzioni: il motore con
turbocompressore a due stadi che offre la potenza
più elevata della categoria in un corpo compatto, o
il motore con turbocompressore singolo, che fornisce
buona potenza e coppia. La stessa divisione movimento
terra di Hyundai sceglie il motore in base alle
caratteristiche di ogni macchina. Ad esempio, l’escavatore
da 35 tonnellate è dotato di un turbocompressore
singolo DX08. Il modello da 38 tonnellate
presenta invece il DX08 con un turbocompressore a
2 stadi. Le macchine dotate di motori DX08 saranno
presentate al Bauma.
Nel frattempo Develon è pronta a lanciare gli
escavatori da 23 e 25 tonnellate alimentati dal motore
DX05. Il costruttore è fiducioso che questo motore
possa sostituire efficacemente i motori da 6 litri esistenti.
Prima di entrare nella
produzione su vasta scala, i
due motori saranno sottoposti
a test approfonditi sul campo
in macchine destinate al
lancio nel 2025. Gli OEM li
sottoporranno a prove di prestazioni
impegnative, valutandone
la durata, l’efficienza e
il funzionamento in difficili
condizioni reali. Il feedback
dei produttori svolgerà quindi
un ruolo fondamentale nel
perfezionamento delle specifiche
finali.
Considerati i risultati ottenuti
dalla serie G2, si prevede
che i modelli DX05 e DX08
manterranno gli stessi standard
di affidabilità.
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GRATUITA
66
BELL. Si festeggiano i ventuno anni del B50
VENTUN ANNI
DI EFFICIENZA
Bell si presenta a Bauma con i due modelli agli estremi
della sua gamma. Il B20E nella versione LGP ed il B50E.
Con quest’ultimo che festeggia i suoi ventun anni
all’insegna della tecnologia integrata per ottimizzare
il trasporto off-road nelle cave e nei grandi cantieri.
Una vera “leggenda vivente” che, dal 2004 ad oggi, ha
rivoluzionato la visione dei dumper articolati
Bell si presenta
a Bauma 2025
festeggiando i
21 anni del suo
modello B50 che
è arrivato oggi
alla versione E. Un
dumper che, dal
2004 ad oggi, è
diventato un punto
di riferimento
nel mercato
per efficienza
e tecnologia
integrata.
CAVA-CANTIERE
Bell festeggia a Bauma il ventunesimo compleanno
del fortunato dumper articolato B50. Alla
kermesse di Monaco di Baviera il costruttore
sudafricano sarà infatti presente con l’ultima versione
del suo grande dumper che è arrivato oggi
alla E Release.
Il Bell B50E sarà infatti presente nello stand aziendale
affiancato dal “piccolo” B20E LGP. Due macchine
che testimoniano l’ampiezza della gamma
ADT del marchio che, oggi, si qualifica come la
più ampia e completa sul mercato globale.
Una leggenda vivente
Brad Castle, Product Manager di Bell Equipment, ha
sottolineato “Il nostro modello da 50 tonnellate è un
ottimo esempio della passione della nostra azienda
per l’innovazione e della capacità di rispondere alle
esigenze dei clienti. Infatti lo sviluppo del B50D,
nei primi anni 2000, è stato guidato in gran parte
dall’aumento dei costi operativi sul mercato. Abbiamo
quindi scelto di avere il carico utile più grande di
qualsiasi ADT sul mercato in quel momento. Questo
ha permesso di offrire ai clienti una soluzione unica
in grado di trasportare un carico utile maggiore per
un consumo di carburante decisamente inferiore e
con meno operatori necessari per ogni tonnellata di
materiale spostato. Questo ragionamento rimane oggi
ancora valido perché il B50E è davvero diventato
maggiorenne come un prodotto ad alte prestazioni.
Oltre a questo ha ampiamente dimostrato la propria
maturità e longevità”.
La prima presenza a Bauma 2004
Il B50D è stato presentato per la vendita mondiale
al Bauma 2004. All’epoca stabilì un nuovo punto di
riferimento con il più favorevole rapporto potenzapeso
di tutto il mercato. Inoltre offriva anche la migliore
offerta di funzionalità standard sul mercato.
Includeva infatti la pesatura a bordo ed il sistema
telematico proprietario Bell, Fleetm@tic.
Brad Castle specifica inoltre «l nuovo modello di
generazione della serie E, introdotto sul mercato nel
2016, ha continuato a basarsi su questi punti di forza.
Si tratta infatti di una specifica filosofia di continua
evoluzione che caratterizza Bell Equipment».
Un equilibrio ideale fra prestazioni e consumi
L’equilibrio dinamico che distingue tutti i dumper
Bell inizia dalla potenza del motore e dal rapporto
peso/potenza del veicolo. Nel caso del B50E abbiamo
un peso a vuoto di 35,9 t a fronte di un carico utile
di 45,4 t. Il motore a sei cilindri in linea del B50E
è un Mercedes-Benz che sviluppa 430 kW (585 cv)
a 1.600 giri/min.
Quindi con 11,98 kW/t (16,29 cv/t) a vuoto e 5,29
kW/t (7,20 cv/t) a pieno carico abbiamo cifre che si
collocano ai vertici della categoria. E che ovviamente
si traducono in prestazioni di guida superiori anche a
fronte di consumi molto ridotti.
Allison e lesospensioni adattive
Aggiunge inoltre Brad Castle «Il cambio automatico
a sette velocità Alison 4800 ORS con tecnologia
FuelSense 2.0 autocalibrante utilizza algoritmi
specifici per adattare i punti di cambio variabili al
percorso e al profilo di carico. Questo supporta un’erogazione
di potenza ottimale ed un basso consumo
di carburante anche a pieno carico».
La dotazione standard comprende oggi le sospensioni
anteriori Comfort Ride adattive. Il loro funzionamento
si basa sui dati in tempo reale raccolti dalla
bilancia di bordo presente come dotazione standard
e da altri sensori.
Gli ammortizzatori a controllo elettronico regolano
automaticamente le caratteristiche delle molle ed il
livello del telaio in base al carico utile effettivo e alla
condizione di guida del momento. In questo modo
migliorano il comfort di guida e riducono significativamente
lo stress dell’operatore.
Controllo automatico della trazione
Il Bell B50E, come il resto della gamma, è inoltre
dotato di funzioni di sicurezza e assistenza alla guida.
Tra questi l’Hill Assist ed il Tip Safe. Parliamo
quindi del controllo della frenata in discesa e del
controllo automatico della trazione.
Sono inoltre presenti tutti i sistemi di lubrificazione
automatica, telecamera posteriore, diagnostica di
bordo e Bell Fleetmatic. Quest’ultimo si è evoluto
per fornire una copertura completa ed il tracciamento
in tempo reale per offrire ai clienti ai clienti uno strumento
operativo per la gestione delle risorse, della
produzione e della salute delle macchine.
Sicurezza a 360° e guida autonoma
Tutta la gestione della macchina si basa sulla piattaforma
tecnologica della serie E. E’ stata infatti progettata
sul protocollo PDS/CAS-ready.
Si tratta di un’interfaccia gateway corrispondente
agli standard ISO 21815-2 per il sistema di rilevamento
pedoni (PDS) di livello 9/sistemi anticollisione
(CAS).
Oltre a fornire standard di sicurezza elevati in opzione
per diminuire al minimo il rischio di collissione
e investimento, Bell ha messo in atto le basi
per la guida autonoma. Brad Castle sottolinea infatti
«Esiste già un’ampia gamma di sistemi disponibili
per la guida autonoma che sono più adatti a singole
regioni, particolari dimensioni aziendali o specifici
requisiti operativi. Come fornitore di macchine consideriamo
nostra responsabilità dare ai nostri clienti
la massima libertà possibile.
Abbiamo quindi
lavorato intensamente
con un’ampia gamma di
fornitori per molti anni.
Questo per arrivare oggi
ad integrare i nostri veicoli
molto rapidamente
in sistemi completamente
o semi-autonomi
o persino remoti tramite
le interfacce appropriate.
Ma sempre lasciando
libera scelta al cliente e
integrandoci anche in
sistemi già in uso».
Una visione evoluta
che Bell ha sempre
avuto e che, forse, non
ha mai manifestato fino
in fondo.
Il BELL B50 è stato
il primo dumper
articolato del
mercato a puntare
in modo specifico
ad un elevato
rapporto potenza/
peso e potenza/
carico. L’efficienza
messa in campo da
questo modello,
giunto oggi alla
Serie E, è stata tale
da raggiungere
i migliori risultati
sul campo in
termini di consumi
per tonnellata
di materiale
trasportato. Una
visione che, dal
2004 ad oggi, ha
sempre migliorato il
livello tecnologico
standard di questa
macchina arrivando
ad avere un mezzo
che è già pronto
per la guida
autonoma con un
sistema aperto a
diverse soluzioni
alternative scelte
dall’utilizzatore
finale.
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MERCEDES BENZ. Elettrificati e special version per Bauma
LA STELLA
IN OFF-ROAD
Mercedes-Benz si presenta a Bauma 2024 con
molte novità indirizzate a diversi mercati. Tra le
news la versione elettrificata a batteria eArocs 400,
la versione speciale Arocs Extent, il Multimedia
Cockpit Interactive e la trazione anteriore idraulica
commutabile Hydraulic Auxiliary Drive (HAD) che
semplifica l’off-road per i mezzi stradali
MERCEDES BENZ si
presenta a Bauma
2025 con 40
veicoli esposti tra
il proprio stand e
quello di diversi
allestitori con
news di spessore
tra cui versioni
elettrificate,
versioni speciali
Arocs Extend (in
alto al centro) e la
trazione anteriore
idraulica HAD per i
veicoli stradali.
CAVA-CANTIERE
Che si tratti di costruzione di strade e sentieri,
trasporto di materiali, infrastrutture
temporanee o condizioni di traffico complesse,
pochi settori affrontano sfide operative
così impegnative come il trasporto nel settore
delle costruzioni.
I veicoli utilizzati devono soddisfare standard
eccezionalmente elevati, in particolare in termini
di robustezza, affidabilità, efficienza e sicurezza.
Allo stesso tempo, le tecnologie orientate
al futuro per la decarbonizzazione dei trasporti
stanno diventando un obiettivo sempre più centrale
quando si tratta di trasporto edile.
Mercedes-Benz Trucks sta affrontando tutte
queste sfide con soluzioni innovative, come dimostra
la presenza dell’azienda al BAUMA di
quest’anno.
Alla principale fiera mondiale per l’industria
delle costruzioni, Mercedes-Benz Trucks presenterà
oltre 40 veicoli con una gamma di soluzioni
applicative sia presso il proprio stand espositivo
nel padiglione B4 (stand 141), sia presso vari
produttori di carrozzerie.
Questi veicoli coprono quasi l’intero segmento,
sia che siano alimentati da un motore diesel
convenzionale o da una trazione elettrica a
batteria. Il produttore fornirà inoltre approfondimenti
sulle sue soluzioni di assistenza e mobilità,
sugli strumenti e sul suo nuovo marchio,
TruckCharge.
eArocs 400, elettrificato a batteria
Il Mercedes Benz Arocs è da lungo tempo un
punto di riferimento nel cava-cantiere grazie alle
sue prestazioni e la sua durevolezza sia su strada
che in fuoristrada. Il costruttore sta ora ampliando
il suo portafoglio di veicoli elettrici a batteria
con un altro veicolo: il Mercedes-Benz eArocs
400. A BAUMA 2025 il costruttore fornirà i dati
tecnici del nuovo veicolo in modo approfondito.
Una vera anteprima mondiale dove il marchio
metterà in evidenza i vantaggi dell’e-mobility
nel trasporto all’interno del mondo delle costruzioni.
Arocs Extend, versione speciale di 100 esemplari
A BAUMA sarà presente anche la versione speciale
Arocs Extent. Con questo veicolo il costruttore sta
potenziando ulteriormente la sua serie di modelli
incentrata sul mondo delle costruzioni.
Si tratta di un’edizione speciale, rigorosamente limitata
a sole 100 unità, che si distingue per il suo
design esclusivo. Il portellone anteriore del modello,
la cui produzione è prevista per luglio 2025,
presenta una scritta Arocs in cromo scuro. È poi
presente una speciale targa all’esterno che distingue
ulteriormente questo modello in edizione limitata.
Il nuovo veicolo presenta anche elementi per sottolineare
un elevato livello di riconoscibilità.
Il camion presenta infatti decalcomanie personalizzate
sulla visiera parasole e sul portellone anteriore.
Oltre a questo è anche presente una griglia decorativa
in una finitura Weather Grey opaca appositamente
sviluppata.
Le altre caratteristiche distintive dell’Arocs Extent
includono un pannello nero dietro la stella Mercedes-Benz
in cromo scuro, fari a LED, fari a LED
aggiuntivi integrati nell’aletta parasole, elementi di
finitura in carbonio, coprimozzi e copridadi ruota in
acciaio inox di alta qualità, un volante in pelle e il
pacchetto Extra Line.
Questa versione speciale dell’Arocs è azionata dal
motore diesel Euro VI di terza generazione OM
470, OM 471 o OM 473. Quest’ultimo è il più gran-
de motore diesel Euro VI di Mercedes-Benz Trucks.
Un altro punto di forza del Mercedes-Benz Arocs
Extent è il Multimedia Cockpit Interactive 2. Infatti
è stato installato come equipaggiamento standard o
speciale in tutti i modelli Arocs e Actros da questa
primavera a seconda della configurazione della cabina
di guida e del relativo livello di allestimento.
Multimedia Cockpit Interactive 2
Grazie al nuovo Multimedia Cockpit Interactive 2
il Mercedes Benz Arocs è oggi più connesso e ottimizzato
per le operazioni quotidiane in cantiere.
Il display degli strumenti da 12 pollici e il touchscreen
migliorato garantiscono infatti un funzionamento
intuitivo anche su terreni accidentati.
Molte funzioni possono ora essere attivate in
modo sicuro e rapido tramite controllo vocale.
È anche presente il nuovo menu Preferiti che
consente l’accesso diretto a funzioni specifiche
per il mondo delle costruzioni come, ad esempio,
le prese di forza. Un’altra nuova funzionalità è
l’integrazione del più recente sistema di navigazione
per camion e dei suoi dati di percorso con
il sistema Predictive Powertrain Control (PPC).
Questo sistema ottimizza ulteriormente la guida
precisa e preventiva per risparmiare tempo e carburante.
La Remote Truck App 3.0 consente inoltre
la gestione remota delle funzioni chiave del
veicolo per avere il pieno controllo di gestione
del mezzo.
Hydraulic Auxiliary Drive e Arocs SLT
Per i camion diesel delle serie Actros e Arocs è
disponibile la trazione anteriore idraulica commutabile
Hydraulic Auxiliary Drive (HAD). L’HAD
funziona fino a una velocità di 30 km/h e genera
una trazione aggiuntiva per affrontare pendenze
impegnative o fondi difficili e cedevoli. Rispetto
ai sistemi di trazione integrale convenzionali,
l’HAD consente inoltre di risparmiare carburante
e ridurre il peso.
Il giunto idraulico è un’altra caratteristica progettata
per condizioni difficili. Grazie infatti alla
combinazione di una frizione idraulica e di un retarder
all’interno consente manovre fluide e precise.
Questo avviene anche con carichi pesanti e a
velocità molto basse. Ma soprattutto senza usura.
Il sistema è ottimizzato insieme all’High Performance
Engine Brake. Si tratta della frizione turbo
retarder, completamente esente da usura, che
fornisce fino a 750 kW di potenza frenante con
una coppia frenante fino a 3.000 Nm.
Per carichi particolarmente pesanti è disponibile
l’Arocs SLT. Dotato dei motori Euro VI OM 471
o OM 473, può trasportare fino a 500 tonnellate
metriche nei cantieri edili grazie ad telaio, sospensioni
e struttura del telaio eccezionalmente
robusti.
MERCEDES BENZ è
un costruttore da
sempre orientato
al mercato dei
mezzi d’opera
cava-cantiere e
dell’off-road. A
BAUMA sottolinea
ulteriormente
questa vocazione
puntando su
elettrificazione,
ulteriore tecnologia
digitale e soluzioni
per aumentare
trazione e capacità
di movimento in
situazioni limite.
Con l’eArocs 400
presenta nuove
soluzioni per chi
deve operare in
zone con forti
limitazioni alle
emissioni.
La versione
speciale Arocs
Extend rimarca
una importante
posizione di
mercato. Con il
sistema di trazione
anteriore idraulica
HAD alza il livello
di mobilità delle
versioni stradali
impiegate nel
movimento terra.
Non mancano
ovviamente gli
eccezionali con
l’Arocs SLT.
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PALFINGER. EPSILON Serie Q
UNA VERA
TUTTOFARE
Palfinger, con la sua gamma Epsilon Serie Q,
si è ritagliata una posizione di rilievo nella
movimentazione di rifiuti metallici, legname e altri
materiali sfusi. Una tradizione che la vede protagonista
nei parchi macchine di aziende strutturate come la
Edilgrimaldi di Bardonecchia, specializzata in lavori di
sistemazione ambientale
La Palfinger
Epsilon Q170Z
di Edilgrimaldi
è impiegata
nei cantieri
aziendali per la
movimentazione
di diversi tipi
di materiale tra
cui legno, rifiuti
da costruzione
e demolizione,
rottami metallici
con un’efficienza
operativa elevata.
PALFINGER
PALFINGER si è costruita una solida reputazione
nel campo delle gru articolate per autocarri
grazie ad una visione a 360° che l’ha portata a
non sottovalutare nessuna applicazione. Tanto meno
quelle speciali dove sono necessarie sicuramente le
capacità di sollevamento ma soprattutto la velocità,
la precisione e la capacità di reistenza alle azioni
dinamiche che, di solito, non sono in cima alla lista
delle sollecitazioni di cui tenere conto per la progettazione
di una classica gru articolata.
Non è infatti un caso se il costruttore austriaco abbia
espressamente dedicato la propria gamma EPSI-
LON a tutte quelle attività che comprendono la movimentazione
ed il carico di materiale sfuso come
rifiuti, scarti metallici, legno o materiali inerti.
In particolare la Serie Q si inquadra come la classe
media/pesante con capacità di sollevamento che
spaziano tra 15 e 18 tonnellate metriche. Un’offerta
che permette alle imprese specializzate di allestire
veicoli con caratteristiche personalizzate in base
alle proprie specifiche esigenze.
Palfinger Epsilon Q170Z
Tra i modelli della Serie Q uno dei più diffusi è la
Q170Z. Parliamo di una gru articolata da 17 tonnellate
metriche di capacità che si colloca al centro
della gamma. Disponibile in diverse varianti, è stata
scelta dalla Edilgrimaldi di Bardonecchia, impresa
di costruzioni che opera con una forte specializzazione
nei lavori di sistemazione ambientale, nella
versione Triple-Z Q170Z 95TR.
Una gru che l’impresa piemontese utilizza nei suoi
lavori per il carico di materiali di ogni genere spaziando
dai classici rifiuti edili fino al legno passando
per rottami metallici e materiali inerti.
Allestita nello specifico con seggiolino standard HS,
ha uno sbraccio massimo di 9,50 metri per un momento
di sollevamento netto di 150 kNm. Il campo
di rotazione è pari a 425° ed è dotata di quattro
pompe idrauliche la cui portata è di 90+80+80+150
l/min. La pressione di esercizio dell’impianto idraulico
è di 290 bar ed il peso operativo è di 2.960
kg senza snodo rotatore. L’installazione è su un
Mercedes Benz Arocs 3253 8x2 con allestimento
per cassoni scarrabili. Completa il quadro un rimorchio,
sempre per cassoni scarrabili, che consente
di ottimizzare l’impiego del mezzo in combinazione
autotreno da 44 tonnellate di peso massimo in
combinazione.
Una vera tuttofare
Edilgrimaldi è un’azienda storica che ha la propria
sede dal 1961 a Bardonecchia. Si tratta di un’impresa
di costruzioni generali di piccola dimensione
che ha saputo costruirsi una solida reputazione nei
lavori speciali tipici delle zone montane. Le attività
aziendali spaziano dagli impianti tecnici urbani
come acquedotti, fognature e impianti di metanizzazione
fino alle opere di salvaguardia ambientale
come terre armate, piste da sci, costruzione di impianti
di risalita.
Lavori che l’azienda affronta con una elevata
formazione del proprio personale e con un parco
macchine altamente specializzato frutto di continui
investimenti.
La Palfinger Epsilon Q170Z è frutto di una specifica
esigenza che mette in primo piano la piena autonomia
operativa anche nel portare a termine lavori
altamente specializzati.
La stessa Edilgrimaldi fornisce infatti servizi ad
altre imprese dove effettua trasporti, noleggio di
container e carico di materiali di vario tipo. Ma
non solo. I cantieri aziendali richiedono spesso
operazioni di pulizia, carico e trasporto di materiali
di vario tipo sia introducendoli nel ciclo di riu-
so come Materia Prima Seconda, sia per inviarli a
smaltimento. Una macchina preziosa che consente
di risparmiare tempo e di valorizzare le capacità
organizzative aziendali. Si tratta quindi di una vera
e propria tuttofare che consente di muoversi in
modo efficiente all’interno di un ciclo produttivo
aziendale.
Le scelte aziendali
Abbiamo parlato con Massimiliano Bernasconi,
socio con il fratello Umberto della Edilgrimaldi e
responsabile del parco macchine aziendale, a proposito
di questa specifica scelta tecnica «Abbiamo
deciso di rivolgerci a Palfinger per una serie
di motivi. Il primo è sicuramente la validità delle
soluzioni tecniche delle gru del costruttore. Le
Epsilon sono infatti macchine conosciute per la
loro robustezza, affidabilità e velocità operativa.
Stiamo infatti parlando di una macchina al vertice
del mercato in quanto a prestazioni e con una rete
di assistenza capillare. In secondo luogo Palfinger
Italia è una realtà consolidata la cui affidabilità è
sotto gli occhi di tutti. L’allestimento del veicolo e
la dotazione della Q170Z
sono stati seguiti in modo
ottimale. Abbiamo anche
scelto le attrezzature di
Ferrari International per
avere una dotazione completa
che ci permettesse di
essere operativi a 360° in
cantieri e con materiali di
diverso tipo».
E continua «La nostra
esperienza è fino ad oggi
estremamente positiva. È
una macchina che lavora
in continuo e che sta dimostrando
sul campo tutto
il suo valore caricando e
movimentando sia rottami
ferrosi, sia rifiuti da costruzione
e demolizione, sia
legno e altri tipi di materiali.
Opera in sinergia con
i nostri cassoni scarrabili
dedicati al trasporto autorizzato
dei diversi tipi di
materiali fornendo un servizio
prezioso che ottimizza
i tempi di cantiere e ci
qualifica come impresa».
La Palfinger
Epsilon Q170Z
della Edilgrimaldi
impegnata nel
carico di legno
in un cantiere di
riqualificazione
ambientale. Le
operazioni di
pulizia di cui si
occupa anche
la gru installata
su un autocarro
allestito per
cassoni scarrabili
è propedeutica
alla realizzazione
di terre armate per
il consolidamento
del versante e
la successiva
piantumazione di
specie vegetali
secondo uno
specifico progetto.
L’azienda di
Bardonecchia
impiega molto la
Q170Z in lavori di
questo tipo grazie
alla sua polivalenza.
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IN PUNTA BRACCIO. Risparmiare tempo e denaro
SICUREZZA
EFFICIENZA
POLIVALENZA
Sono le tre tematiche al centro dei pensieri
dei costruttori di attrezzature che espongono
a Bauma 2025. Il mercato ha portato ad
un’evoluzione delle tecnologie con risultati
altamente positivi in termini di tempo
risparmiato, sicurezza e polivalenza in
campo. Un percorso positivo che va dagli
attacchi rapidi idraulici automatici fino alle
più dure attrezzature da demolizione
ATTREZZTTURE
Il continuo sviluppo delle attrezzature è di fatto
il leit-motiv trainante del mercato degli ultimi
anni. Sia dal punto di vista di chi le attrezzature
le produce, sia dal punto di vista di chi costruisce
le macchine con cui occorre utilizzarle. La ricerca
di efficienza, sicurezza e polivalenza è infatti il
motore trainante dell’evoluzione di questa fondamentale
fetta di mercato che, alla luce dei fatti,
risulta anche essere la più interessante. E dove
l’Italia, tra le altre cose, recita un ruolo fondamentale.
Almeno fino a quando le nostre realtà,
spesso di origine famigliare, vorranno continuare
a investire in ricerca e sviluppo e smetteranno di
essere territorio di conquista da parte dei grandi
gruppi stranieri.
A Bauma vedremo un settore particolarmente
frizzante dove attacchi rapidi idraulici automatici,
tiltrotator e attrezzature di ogni tipo saranno al
centro dell’attenzione degli addetti ai lavori. Gli
escavatori, in particolare, per la loro incredibile
polivalenza sono infatti visti come dei portattrezzi
e il loro impiego sempre più rapido e sicuro segna
la strada dei costruttori.
MANTOVANIBENNE
Tra le realtà italiane che rimangono saldamente in
mano ad una proprietà nazionale c’è proprio Mantovanibenne.
Il costruttore di Mirandola ha infatti
investito ingenti risorse sulle cesoie Eagleshears
3 che hanno portato ad un livello superiore la
tecnologia in questa tipologia di attrezzature andando
ad insediare i grandi player consolidati rosicchiando
importanti quote di mercato sui mercati
internazionali. Ma il percorso di evoluzione
sta investendo anche le pinze ed i frantumatori
per calcestruzzo con la graduale introduzione del
moltiplicatore di pressione in fase di approfondito
studio su nuovi modelli che presto si affacceranno
sul mercato. Non solo. L’azienda emiliana
sta anche migliorando le geometrie di lavoro di
molte serie di attrezzature con una presentazione
di nuovi modelli sia a Bauma, sia nei prossimi
appuntamenti internazionali. Una continua evoluzione
che ha consentito alla famiglia Mantovani
di essere tra i protagonisti del settore.
STEELWRIST
Il costruttore svedese festeggia a Bauma il suo
20esimo compleanno. Un’occasione importante
non solo per fare il punto su quanto realizzato
fino ad ora ma anche per presentare una nuova
gamma di prodotti che vanno nella direzione di
un’ottica evolutiva che, fin dalla sua fondazione,
ha sempre distinto l’azienda. La punta di diamante
della produzione è sicuramente il tilt-rotator la cui
gamma si allarga oggi verso il basso con l’arrivo
del nuovo X07 pensato per gli escavatori compatti
e che introduce nuovi standard nella categoria. È
infatti il primo tiltrotator al mondo realizzato completamente
in fusione di acciaio e permette oggi al
costruttore di avere una gamma in grado di essere
accoppiata con escavatori da 1,5 a 33 tonnellate
di peso operativo. Inoltre a Bauma sarà presentata
la terza generazione di tiltrotator Steelwrist
con il nuovo XTR20. I miglioramenti consistono
in elementi in fusione, un impiego più fluido e
preciso grazie a geometrie di lavoro ottimizzate e
una decisa semplificazione della manutenzione e
della lubrificazione grazie all’impiego di Optilube.
Ossia un sistema integrato per la lubrificazione automatica
che garantisce un funzionamento ottimale
nel tempo.
È inoltre dotato della tecnologia wireless LockSense
brevettata dalla stessa Steelwrist. Un sistema
all’avanguardia che si basa su sensori in grado di
confermare in tempo reale se l’attrezzatura è bloccata
in modo sicuro all’escavatore.
NPK
Il costruttore giapponese è considerato il punto di
riferimento a livello mondiale per quanto riguarda
le pinze ed i frantumatori per calcestruzzo. Inventore
della tecnologia del moltiplicatore di pressione,
è presente sul mercato con una serie di attrezzature
che, nel tempo, sono state lentamente ottimizzate
ma la cui geometria di lavoro ha fatto scuola. Tanto
che ancora oggi le pinze della serie S costruite
molti anni fa sono ancora attuali e performanti con
A sinistra, la
pinze CR20BB di
Mantovanibenne
che fa parte della
nuova gamma di
attrezzature da
demolizione per il
calcestruzzo dotate
di moltiplicatore
di pressione per
aumentare le forze
in gioco e ridurre i
tempi di lavoro.
In basso i tiltrotator
di Steelwrist sono
oggi tra i più
evoluti del mercato
e consentono di
ridurre in modo
significativo i tempi
di esecuzione
dei lavori di
finitura grazie
alla possibilità
di orientare la
benna in qualsiasi
posizione con
rotazione a 360°
e angolazione fino
a 45° in qualsiasi
posizione.
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NPK, in alto,
dispone oggi di
diverse gamme di
pinze e frantumatori
con moltiplicatore
di pressione in
grado di aumentare
non solo la forza
di rottura ma
anche la velocità
operativa con un
elevato risparmio
di carburante a
parità di materiale
lavorato.
MTB, in basso, sta
diventando un
player di martelli
idraulici conosciuto
anche nel nostro
paese con diversi
esemplari in azione.
prestazioni al di sopra della media del mercato. L’evoluzione
della gamma ha portato sul mercato le
pinze della serie SV, con il doppio cilindro di azionamento
delle chele, ed i frantumatori della serie V.
Due nuove gamme che si affiancano, e non sostituiscono,
le pinze della serie S ed i frantumatori, fissi
e girevoli, della serie G e U.
Ma alla base rimane sempre la filosofia del costruttore
con una forza di rottura che, in certe classi di
peso, si attesta su valori anche di dieci volte superiori
rispetto alla media del mercato.
Il moltiplicatore di pressione ha da sempre consentito
di avere non solo una forza di rottura più elevata
ma anche un’elevata efficienza operativa che
consente di ridurre i consumi grazie all’aumento
dei cicli operativi. NPK ha inoltre sviluppato questa
tecnologia accoppiandola a materiali studiati per
resistere alle maggiori sollecitazioni in gioco. Non
solo gli acciai della struttura ma anche le guarnizioni
di tenuta ed i componenti che costituiscono il
moltiplicatore di pressione.
AT TREZZ ATURE
MTB
Mtb è un marchio del costruttore turco Inan Makina.
Importato in Italia da parte di Rammit, l’azienda
di Ariccia (Roma) ha deciso di lavorare
con Mtb per l’elevato livello qualitativo e costruttivo
dei martelli made in Turchia. Il costruttore
di Istanbul conta infatti su una storia di oltre 50
anni nella costruzione di queste attrezzature. La
gamma si diversifica con modelli espressamente
pensati per lavorare in galleria ed in acqua grazie
a tecnologie sviluppate in modo diretto. Tutta la
costruzione avviene in house con una grande attenzione
al controllo qualitativo che riguarda, in
modo particolare, i trattamenti termici degli accia.
Ma non solo. Tutte le carpenterie sono costruite
con processi di saldatura robotizzati che garantiscono
una durata elevata nel tempo. Oggi i primi
esemplari sono in azione nei cantieri italiani con
risultati operativi decisamente positivi. Tra questi
anche sette martelli che sono in azione nelle gallerie
della Variante di Valico.
OILQUICK
Oliquick è oggi ampiamente conosciuto nel nostro
paese per la tecnologia innovativa, sviluppata
da decenni, che riguarda gli attacchi rapidi idrau-
lici automatici. Fondata nel lontano 1952, si è nel
tempo evoluta passando da azienda commerciale
a costruttore di attrezzature per il movimento
terra con gli attacchi rapidi e, in seguito, anche
i tiltrotator. Passaggio che avvenne nel 1989 con
l’arrivo sul mercato dei primi modelli. Da allora
la tecnologia del costruttore, alla base anche delle
macchine da demolizione KTEG, si è diffusa
segnando lo standard nel settore e diventando sinonimo
di velocità, sicurezza ed efficienza.
DEMAREC
Il marchio olandese fa parte del gruppo Kinshofer
e rappresenta la punta di diamante, a livello tecnologico,
delle attrezzature proposte dalla multinazionale
che racchiude numerosi marchi di vari
paesi.
Tra le attrezzature più performanti sono da annoverarsi
soprattutto le cesoie che, dotate della
tecnologia DemaPower 2.0, offrono elevate forze
di taglio ed una elevata velocità sul ciclo operativo.
Due elementi che permettono di aumentare in
modo considerevole l’efficienza in cantiere. Soprattutto
laddove si operi per forza di cose con
cesoie di taglia ridotta ad altezze elevate.
In alto una cesoia
Demarec in azione.
La presenza del
DemaPower 2.0
aumenta del 25%
la forza di taglio
riducendo anche
i tempi di ciclo e
rappresentando
quindi un plus per
chi deve lavorare
a grandi altezze
e deve limitare
il peso delle
attrezzature.
In basso una
dotazione completa
di Oilquick con
un attacco rapido
ed un tiltrotator
della stessa
azienda svedese
che è presente
sul mercato con
queste tecnologie
dal 1989.
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Visitaci a
Bauma 2025
allo stand FN716
SENNEBOGEN
SENNEBOGEN
A FAMILY STORY
L’azienda bavarese, nata nel 1952 dalle
intuizioni di Erich Sennebogen, compie
73 anni di vita e vede oggi la terza
generazione pienamente attiva a livello
gestionale e progettuale. Una storia di
famiglia che è iniziata in agricoltura, con i
primi caricatori di letame, per arrivare oggi
ad essere un marchio di riferimento nella
movimentazione industriale
STORIA
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Nata a Straubing nel 1952,
Sennebogen è oggi uno
dei nomi di riferimento nel
mercato globale della movimentazione
industriale. Una storia
famigliare, come succede sempre
nelle migliori aziende presenti
sul mercato, dove l’intuizione di
Erich Sennebogen ha avuto un
incredibile seguito di crescita imprenditoriale.
Dai primi mezzi a
corde, applicati ai trattori agricoli,
e destinati alla movimentazione
del letame, si è arrivati oggi ad
una gamma di prodotti altamente
tecnologici che spaziano dalla
movimentazione dei materiali,
alla demolizione fino al sollevamento.
In modo molto più
generico possiamo parlare di
movimentazione industriale a 360
° grazie allo sviluppo di soluzioni
uniche che hanno rivoluzionato
l’impostazione di base di questo
settore. Le tappe aziendali sono
state piene di elementi significativi
con macchine che hanno fatto
la storia anche del movimento
terra. E’ infatti del 1962 il primo
escavatore idraulico gommato
dall’impostazione assolutamente
moderna. Era il modello SH40 ed
era l’evoluzione del precedente
escavatore gommato a corde e
comparse sul mercato nel 1964
dopo due anni di sviluppo e perfezionamento.
L’idraulica un mantra aziendale
Da quel momento in poi la
tecnologia idraulica fu il vero
mantra aziendale con l’arrivo, nel
1969, della prima gru cingolata
con una tecnologia di questo
tipo in un periodo in cui i grandi
costruttori utilizzavano ancora
gli argani a frizione. Sulla stessa
base di quel modello comparve
nel 1972 il modello S705, ossia
il primo escavatore cingolato
idraulico. Una macchina che aprì
la strada ai modelli successivi che
andarono sul mercato anche con
il marchio Hanomag e Zeppelin.
Nel 1976 arrivò la prima cabina
elevabile idraulicamente che
equipaggiava le gru idrauliche per
la movimentazione dei materiali.
Il successivo salto in avanti è del
1986 con l’SR28 che, declinato
in versioni differenti, apre la
strada anche ai moderni materialhandlers.
Cultura, storia, tecnica, impieghi
e mercato delle macchine movimento terra
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e modalità indicate nell’informativa disponibile e
consultabile sul sito www.vadoetorno.com.
Progettato per la demolizione
Abbonamento annuale
Italia 34 euro, estero 54 euro
Abbonamento annuale via aerea
64 euro
Copie arretrate
7 euro
La nuova gamma di escavatori multi-carrier e tool-carrier di Hitachi
Construction Machinery è appositamente progettata per la demolizione.
Lo ZX400MC-7 può essere dotato fino a un massimo di quattro
accessori frontali, consentendoti di completare diverse attività con una
Versamenti
c/c postale n. 50292200 intestato a
Vado e Torno Edizioni srl
via Brembo 27, 20139 Milano
e-mail: abbonamenti@vadoetorno.com
sola macchina. Scopri a Bauma 2025 come gli innovativi prodotti e
soluzioni di Hitachi possono semplificarti la vita.
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SK34SR-7
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PESO OPERATIVO:
3 380 – 4 450 KG
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18,9 KW
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STOP MEDIANTE INDR
GARANZIA 3 ANNI O
3000 ORE IL PRIMO
TERMINE RAGGIUNTO*
*Ricambi, mano d’opera e spese di viaggio incluse.
KOBELCO CONSTRUCTION MACHINERY EUROPE B.V.
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