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2025_01_e-Construction

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VADO E TORNO EDIZIONI

www.vadoetorno.com

ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p.

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)

art. 1, comma 1, LO/MI

SUPPLEMENTO A TRATTORI

N°1 2025

APRILE

Bauma

2025

FOCUS

ELETTRIFICAZIONE

Quale futuro in un

mercato sostanzialmente

fermo per mancanza di

domanda?

TEST IN CAMPO

Escavatore idraulico

HYUNDAI HX520AL

Pala gommata

HIDROMEK HMK640 WL

ESCAVATORI IDRAULICI

Le novità di Bauma

tra nuove serie e

ampliamenti di offerta


Aprile 2025

SEGUICI SUI

SOCIAL:

e-construction.org

Kohler Engines is now Rehlko

Hall A4 Booth 225

60

44

74

HI-TECH

6. Xwatch

PALE GOMMATE

34. Alla ricerca dell’efficienza

Engines

Our new ambition is rising.

When it comes to engines, we’ve been on the leading edge of technology

and innovation since our foundation. But we don’t simply provide you with

functional power: we redefine your energy resilience with industry-leading

electrification, hybrid solutions, alternative fuels and innovative products,

to create better lives and communities in a more sustainable future.

engines.rehlko.com

8

14

CANTIERE 4.0

8. Leica Geosystems

9. Topcon

PASSIONE CANTIERE

10. Neocos

12. Gruppo Arcuri

PERISCOPIO

13. Caterpillar

14. McCloskey

16. Sennebogen

BAUMA 2025

18. Efficienza, tecnologia e mining

ELETTRIFICAZIONE

22. Tante incertezze

IMPIANTI MOBILI

26. Pieno controllo del ciclo

ESCAVATORI

30. Insostitubili protagonisti

TELESCOPICI

38. Protagonisti dei cantieri

42. Hitachi

44. Kobelco

46. Merlo

48. Manitou

50. Simex

52. OMS

TEST

54. Hyundai HX520AL

60. Hidromek HMK 640WL

CAVA-CANTIERE

66. Bell

70. Mercedes Benz

72. PALFINGER

IN PUNTA BRACCIO

74. Tecnologia e versatilità

STORIA

78. Sennebogen

SOMMARIO

3



LA FIERA DELLE SCELTE

Bauma 2025 cade in un momento

storico complesso e delicato dove

le scelte strategiche incombono

senza se e senza ma.

L’arrivo alla Casa Bianca di Donald

Trump ha ulteriormente rotto gli equilibri

già ampiamente compromessi dalle continue

indecisioni dell’Unione Europea.

La produzione industriale del Vecchio

Continente, tranne qualche rara eccezione

come la Spagna, è in calo continuo. Con

una preoccupante flessione nazionale che

vede ormai 23 mesi consecutivi di segno

negativo.

Una situazione che si è creata per una lunga

serie di decisioni strategiche evidentemente

sbagliate dove la transizione ecologica,

vista in modo dogmatico attraverso la

sola elettrificazione, è sicuramente quella

che ha causato i danni maggiori.

Dal mondo delle costruzioni, ed in particolare

dal mondo legato alla stessa fiera

del Bauma, pare che il mantra, almeno per

ora, non sia minimamente cambiato.

Marketing? Visione programmata da lungo

tempo? Difficile a dirsi.

Sappiamo infatti molto bene che la visione

tedesca ha fortemente influenzato le scelte

della Commissione Europea. Ma sappiamo

altrettanto bene che le recentissime elezioni

per il Bundestag hanno di fatto stravolto

questa visione con una “grosse koalition”

che ha volutamente estromesso i Verdi dal

Governo. Verdi che sono stati, con la loro

visione demagogica e antiscientifica, alla

base di scelte che vanno contro la stessa fisica

e, per questo, non sono concretamente

sostenibili.

Non che il sottoscritto sia ideologicamente

contro l’elettrificazione o contro la riduzione

delle emissioni. Ma per raggiungere

gli obiettivi ci sono molte strade. E spesso

ogni strada è quella migliore per una determinata

applicazione e per un determinato

contesto.

Occorre quindi che vi sia un ritorno alla

logica. Logica che è governata da numeri.

Numeri che scaturiscono da un’attenta

analisi scientifica di ogni tecnologia che

miri a ridurre le emissioni.

Tecnologia che, a sua volta, è sempre e

solo sostenuta dal mercato con le effettive

condizioni reali in cui questo si trova a vivere.

Ci auguriamo tutti che questo Bauma

sia un effettivo spartiacque che porti alla

ragionevolezza. Anche perché, di tempo,

ne rimane poco e le scelte incombono con

tutta la loro gravità.

Stand FM.913

Rompiamo Gli Standards

EDITORIALE

La gamma di escavatori

compatti di serie A

Presentiamo la gamma di escavatori compatti di serie A da

1 a 8,5 tonnellate. Ma non si tratta di macchine standard:

Hyundai sta superando gli standard del settore su tutti

i fronti, dal comfort alla controllabilità. Infatti, sono già

state premiate con il Red Dot Design Award. Quindi, non

aspettare:passa dal tuo marchio abituale a Hyundai e inizia

a superare gli standard oggi stesso.

Inizia oggi stesso a rompere gli schemi

4



Xwatch Safety Solutions. Il nuovo MK2 al Bauma

SICUREZZA

DIGITALE

Xwatch Safety Solutions presenta a Bauma

il nuovo MK2. Evoluzione dell’apprezzato

MK1, riduce i tempi di installazione ed

aumenta la compatibilità con un numero

maggiore di escavatori. Lasciando

però immutate le funzionalità tra cui

la limitazione di altezza e angolo di

rotazione con il controllo proporzionale

del movimento

HI-TECH

Xwatch Safety Solutions

rilancia con il nuovo MK2.

A Bauma sarà infatti

possibile toccare con mano, sia

nello stand Exagon (di cui l’azienda

fa parte), sia nello stand

Hitachi, la nuova soluzione per

la sicurezza degli escavatori

idraulici. Diretta evoluzione

dell’apprezzatissimo MK1, il

nuovo strumento sviluppato

da Xwatch vuole porsi come

nuovo punto di riferimento per

il settore, andando a migliorare

ogni aspetto. Dalla semplicità di

installazione fino alla compatibilità

con un elevatissimo numero

di macchinari.

Xwatch è

andata infatti

a migliorare

sensibilmente

le operazioni

di installazione

del nuovo

strumento

digitale. Miglioramento

che ha portato

una riduzione

dei tempi del 30% rispetto alla

versione precedente, rendendo

quindi il montaggio più rapido

e agevole tra quelli a listino.

Inoltre il nuovo sistema è ancora

più adattabile e facile da usare.

Questo è un chiaro vantaggio

per la riduzione dei tempi di

inattività per le società di noleggio

di impianti e per le imprese.

Il tutto in linea con le nuove esigenze

dei mercati globali, degli

installatori e degli operatori che

non avevano familiarità con il

sistema.

Perfezionare la sicurezza

Il nuovo MK2 mantiene quindi

tutte le funzionalità dell’apprezzato

MK1. Tra queste la limitazione

dell’altezza e della rotazione,

l’indicatore di capacità

nominale (RCI) e l’intera suite

di funzioni di sicurezza Xwatch

dei modelli XW1, XW2, XW3,

XW4 e XW5. Ogni dettaglio è

stato perfezionato per renderlo

più facile da

installare, più

efficiente e

più versatile.

Ma sempre

mantenendo

le caratteristiche

di

sicurezza per

cui Xwatch

è ormai

conosciuta da

lungo tempo.

I nuovi miglioramenti aggiunti

da Xwatch includono il rivoluzionario

controllo proporzionale

del movimento durante l’azionamento

dei blocchi elettrici

delle valvole (quelli idraulici, va

ricordato, sono ancora in attesa

di brevetto). Inoltre la grafica è

stata completamente rivisitata

con un’interfaccia utente ancora

più facile e intuitiva da gestire.

Inoltre il sistema si presenta più

compatto ed è già di fabbrica

dotato del supporto multilingue.

Viene poi anche fornito con la

funzionalità telematica per i

cantieri connessi.

Piena integrazione

Xwatch è stato inoltre costruito

per essere compatibile

con i diversi display presenti

a bordo dei macchinari dei

vari costruttori riducendo al

minimo la necessità di hardware

aggiuntivo in cabina. Dan

Leaney, direttore

commerciale di

Xwatch, commenta

«MK2

riprende tutto

ciò che ha

reso MK1 un

successo e

lo perfeziona

ulteriormente.

Più semplice

da usare e

installare, sarà

presto disponibile

presso

gli OEM

come dotazione

integrata

in fabbrica

garantendo la

massima integrazione».

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6

BU Power Systems Italia S.r.l.

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Leica Geosystems. Develon DD130-7

Topcon. MC-MAX Milling Machine

MASSIMA

INTEGRAZIONE

Leica Geosystems e Develon hanno

consolidato la loro collaborazione con

l’integrazione del dozer DD130-7 con il

sistema 3D Leica MC1. Un’applicazione,

disponibile anche in after market, che

permette di incrementare in modo

significativo la produttività del dozer

Develon in tutte le classiche applicazioni

di una macchina di questo tipo

CANTIERE 4.0

8

Leica Geosystems continua il

suo percorso di integrazione

con i grandi marchi mondiali

di macchine movimento terra.

Questa volta è nuovamente il

momento di Develon che, con

il dozer DD130-7, si presenta

sul mercato con una macchina

perfettamente integrata con il

sistema 3D Leica MC1. Stessa

linea, quindi, già tracciata per

l’escavatore idraulico cingolato

DX225LC-7X.

Si tratta dunque di una collaborazione

che permette ai possessori

di questa macchina, ed anche

ovviamente ai futuri clienti, di aumentare

ulteriormente la propria

efficienza operativa. I vantaggi

operativi dei sistemi digitali di assistenza

allo scavo sono infatti ormai

risaputi e, in particolar modo

nei dozer, si sono avuti incrementi

di efficienza che vanno al di là di

ogni più rosea aspettativa.

Leica e Develon a braccetto

Infatti l’aggiunta del sistema di

controllo macchina 3D Leica

MC1 potenzia in modo esponenziale

la precisione operativa

del DD13. Ma più in generale

aumenta la produttività. La soluzione

di controllo macchina 3D

Leica iCON iGD3 si integra perfettamente

con i comandi idraulici

avanzati del DD130-7 di Develon.

Tra i vantaggi più evidenti la

possibilità di eseguire lavori di livellamento

e movimento terra con

precisione riducendo al minimo la

necessità di rieffettuare i lavori.

In merito a questo aspetto Stephane

Dieu, Product

Manager

di Develon

per l’Europa,

sottolinea

«Siamo

entusiasti di

collaborare

con Leica

Geosystems

per portare la

più recente

tecnologia

di controllo

macchina

3D nella nostra gamma di dozer.

Si tratta infatti di una soluzione

innovativa che migliora l’efficienza

e la semplicità operativa dei

nostri clienti permettendo loro di

affrontare progetti più complessi

con maggiore sicurezza e maggiore

precisione».

Si tratta infatti di una soluzione

integrata che permette di semplificare

l’installazione e, di conseguenza,

riduce i tempi di fermo

macchina.

La soluzione Smart per i dozer

Il sistema di controllo macchina

3D Leica MC1 semplifica le

operazioni di livellamento fornendo

dati e feedback in tempo

reale. Infatti il sistema è visualizzato

sul robusto pannello di

controllo MCP80 che offre una

navigazione intuitiva e permette

agli operatori di visualizzare i

modelli di progettazione e di riferimento

direttamente dal posto

guida. Grazie

alla configurazione

a doppio

GNSS,

il DD130-7

beneficia di

un controllo

preciso della

lama e di

regolazioni

automatiche

per operazioni

ottimali di

sbancamento

e riempimento.

Una funzionalità che si

traduce in minore affaticamento

per l’operatore migliorando al

contempo la produttività del

cantiere.

FRESATURA

DI PRECISIONE

MC-Max Milling Machine è costruito

sulla piattaforma MC-X e fornisce la

massima flessibilità di configurare la

fresa in base alle esigenze di cantiere

scegliendo tra sistemi entry-level o

soluzioni complete che tracciano la

fresa in 3D e consentono la fresatura

automatica a profondità variabile

Topcon MC-Max Milling

Machine si basa sulla piattaforma

MC-X che punta

sulla flessibilità non solo sulle

eConstruction

210 x 140 mm

12.03.2025

HP20SE / BAUMA

macchine stradali ma anche su

dozer ed escavatori. Si tratta di

una piattaforma che ha come

obiettivo quello di rendere

il machine control facile da

utilizzare e accessibile a tutte le

HALFPIPE HP20

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AREA ESTERNA STAND 1218/7

imprese. Sia stradali, sia di movimento

terra classico. Infatti la

piattaforma sviluppata da Topocon

collega tra loro flotte miste

interagendo con più versionidi

3D-MC e fornendo la connettività

al Sitelink3D. Quest’ultimo

passaggio avviene sfruttando le

capacità multicostellazione dei

ricevitori GNSS.

I vantaggi della piattaforma

sono rappresentati da diversi

fattori. In primis le

componenti modulari

che permettono

un adattamento alle

singole necessità

operative.

A questo si aggiungono

i componenti

scalabili che permettono

di adeguare

la flotta al crescere

delle esigenze

operative. Inoltre

la connettività con

la macchina avviene

tramite diverse opzioni che

permettono di trovare sempre la

soluzioni più efficiente in base

al luogo in cui si lavora.

Infine, ma non per importanza,

il fatto che la piattaforma MC-X

di Topcon si adatti alla specifica

applicazione operativa. Con un

importante occhio di riguardo

nei confronti proprio del mondo

stradale grazie ad applicazioni

3D che sono uniche sul mercato.

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Neocos a Torino

IN MEZZO

ALLA STORIA

La riqualificazione delle linee di

navigazione sul Po nella città di Torino

prevedono il completo rifacimento di tutti

gli approdi e la costruzione di una nuova

darsena per i battelli ad azionamento

elettrico. L’appalto, aggiudicato da

Neocos e finanziato con i fondi PNRR,

richiede diverse attività svolte su chiatta da

un Kobelco SK350NLC-11 triplice

PASSIONE CANTIERE

Da qualche mese, a Torino,

chi frequenta il Lungo

Po è abituato a vedere un

battello molto particolare navigare

nello splendido scenario

cittadino. Si tratta di una chiatta

per lavori fluviali che trasporta,

a bordo, un escavatore idraulico

Kobelco SK350NLC-11 utilizzato

dalla Neocos di Borgomanero,

in provincia di Novara. Si

tratta di un’impresa di costruzioni

storica che nasce dall’eredità

delle imprese Lis, Cerutti

Lorenzo e Impresa Rosso. Tre

realtà piemontesi importanti

che si trovano oggi ad essere

operative in modo strutturato nei

più importanti lavori pubblici in

tutta Italia.

Le attività riguardano un importante

appalto finanziato con

i fondi PNRR per il completo

rifacimento degli approdi funzionali

al ripristino della navigazione

cittadina sul fiume Po. I

cantieri procedono su più fronti

e riguardano i nuovi approdi, la

realizzazione della nuova darsena

a monte della città ed un

nuovo centro turistico all’interno

di una parte dei Murazzi. Questi

ultimi si trovano in centro città

e saranno rivitalizzati dopo i

lavori di messa in sicurezza.

Un cantiere specializzato

Per la conduzione di questo

cantiere la Neocos si affida

al noleggio tramite Nolocom,

concessionario Kobelco per

Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta,

che è da lungo tempo un

fornitore di fiducia dell’impresa

di costruzioni novarese.

Nel caso specifico la macchina

fondamentale è stato proprio

il Kobelco SK350NLC-11 con

braccio a triplice articolazione

che ha operato sia da bordo

chiatta, sia direttamente in

campo.

Grazie al suo impiego è stato

possibile realizzare tutte le opere

di scavo della nuova darsena,

nella zona a monte della città

e al confine con il comune di

Moncalieri, sia le palificazioni

per la realizzazione dei pontili

di approdo. Questi ultimi

devono infatti essere realizzati

in modo che possano seguire

il repentino cambio di quota

del fiume Po che, come noto, è

soggetto alle frequenti variazioni

di portata. Siano esse stagionali

o legate a condizioni meteo

passeggere.

La scelta dell’SK350NLC-11 è

legata alla presenza del braccio

a triplice articolazione su

un mezzo di queste dimensioni.

Una macchina in grado di

lavorare in piena sicurezza sulla

chiatta nell’infissione dei pali

per gli approdi. E al contempo

altamente produttiva nei lavori

di scavo della nuova darsena

che hanno comportato uno

scavo di circa 20.000 mc in una

zona con presenza di trovanti

rocciosi e materiale pesante.

10



Recycling Gruppo Arcuri a La Spezia

McCloskey. A Bauma festeggia 40 anni

MASSIMA

PRECISIONE

Lo smantellamento della centrale ENEL

di La Spezia ha visto in campo la gru

cingolata a traliccio Sany SCE4800A con

upgrade a 500 tonnellate di cpacità

massima di Recycling Gruppo Arcuri.

Supportata da un’autogrù Sany SAC2500E

da 250 tonnellate di capacità di

sollevamento ha effettuato tiri di oltre 70

tonnellate con sbracci di oltre 30 metri

PASSIONE CANTIERE

Smantellare pezzo dopo

pezzo una centrale elettrica

in dismissione. È uno fra

gli assett sempre più diffusi nel

mondo della demolizione.

O meglio. Del decommissioning.

Ossia della demolizione

controllata con un preciso progetto

operativo che prevede con

estrema precisione la dimensione

degli elementi da rimuovere

e posare a terra per poi essere

demoliti in ogni loro singola

parte in massima sicurezza.

Un modo di procedere che è ormai

diventato la norma, soprattutto

in lavori molto complessi

che riguardano impianti industriali

di ogni dimensione.

Una complessità che richiede

attori specializzati con mezzi

sempre più performanti ed una

propensione ai lavori speciali

che non è nel Dna di tutte le

aziende.

Tra le imprese che operano

nel settore la Recycling Srl del

Gruppo Arcuri è sicuramente uno

dei protagonisti che si stanno

mettendo in luce. Una visione

che l’impresa di Crotone, che ha

una lunga esperienza nel sollevamento

grazie alla sua attività nei

porti del sud Italia, ha deciso di

mettere a frutto anche nel campo

dei sollevamenti speciali.

L’arrivo a fine 2023 della Sany

SCE4800A, una maxi gru

cingolata con braccio a traliccio,

ha consentito all’azienda

di posizionarsi sul mercato in

modo completamente differente

rispetto al passato.

Macchineper lavori speciali

Si è trattato, per Recycling SRl,

di una completa riorganizzazione

del proprio modello organizzativo.

La SCE4800A ha infatti

aperto prospettive applicative

completamente differenti che, a

loro volta, hanno portato ad un

potenziamento del parco macchine

aziendale.

Ed il marchio Sany, importato in

Italia da Verdelli International,

è diventato un punto di riferimento

aziendale. La SCE4800A

è stata infatti equipaggiata con

l’upgrade opzionale che ha

elevato la capacità massima di

sollevamento, in assetto superlift,

da 480 a 500 tonnellate.

Dopo questa maxi gru sono

entrate nell’azienda di Crotone

due autogrù.

Nello specifico una SAC600E

da 60 tonnellate di capacità di

sollevamento ed una SAC2500E

da 250 tonnellate. Quest’ultima

è spesso impiegata come mezzo

di supporto alla più grande

SCE4800A sia per le operazioni

di montaggio e smontaggio, sia

per la movimentazione delle

zavorre quando si opera in

superlift. Sinergia che abbiamo

visto in azione proprio nel corso

dei lavori di smantellamento

della centrale ENEL di La Spezia

per effettuare tiri da oltre 70

tonnellate.

QUARANTA

E NON SENTIRLI

McCloskey si presenta a Bauma nell’anno

del suo 40esimo compleanno. Una

gamma solida dall’elevato rapporto

qualità/prezzo, una visione “green” con

impianti mobili pensati per funzionare

con motorizzazioni endotermiche ed

elettriche. E con la linea mobile specifica

per il lavaggio degli inerti con il marchio

MWS declinata in colore rosso.

PERISCOPIO

McCloskey Internationalcompie

il suo 40esimo

compleanno. Il costruttore

canadese è oggi uno dei

player principali, a livello

globale, nel mondo degli impianti

mobili di frantumazione

e vagliatura. Una crescita nel

tempo che ha portato l’azienda

ad avere una delle gamme più

complete sul mercato.

Oltre ai frantoi ed ai vagli, con

diverse tipologie di frantumazione

e selezione, è infatti

arrivata anche la gamma di

vagli rotanti, sia gommati che

cingolati, destinati al settore

delle biomasse e dei rifiuti.

Un’offerta commerciale che è

completata dai nastri trasportatori

semoventi in grado di

razionalizzare la logistica e lo

stoccaggio

dei materiali

lavorati.

In Italia gli

impianti dal

caratteristico

colore verde

(e ora anche

rosso con

la gamma

MWS) sono

importati

da Massucco T.. Una visione,

quella della struttura cuneese,

che ha portato gli impianti

canadesi anche nel mondo del

rental inserendoli nel proprio

parco nolo.

Frantumazione e vagliatura

McCloskey sarà quindi presente

a Bauma con le sue macchine

più rappresentative. La frantumazione

e la vagliatura sono infatti

declinate con più tipologie

di lavorazione. Le due gamme

di frantoi prevedono quindi la

tecnologia a mascelle, particolarmente

adatta anche al mondo

del riciclo e della demolizione,

quella ad urto, ottimale per gli

inerti e le lavorazioni secondarie

negli aggregati riciclati, ed

infine quelli a cono, pensati in

modo specifico per le lavorazioni

più raffinate di inerti e

materiale da cava.

Nel complesso parliamo quindi

di 21 modelli complessivi in

grado di risolvere le problematiche

applicative di imprese, cave

e impianti di

ogni dimensione.

Dalle

realtà più piccole

a quelle

più grandi

con esigenze

produttive di

ogni livello.

La vagliatura

si divide in

due grandi linee.

La Serie R, specifica per la

sgrossatura dei materiali, è indicata

non solo per il fronte cava

con materiali più grossolani, sia

per il mondo delle demolizioni

e bonifiche. La Serie S è invece

indirizzata al mercato della

vagliatura secondaria per una

selezione accurata con granulometrie

di ogni tipo.

WMS per il lavaggio mobile

La gamma che ricade sotto il

marchio MWS (Material Washing

Systems) si caratterizza

per il colore rosso che identifica

una vasta gamma di prodotti in

grado di organizzare in tempi

ridotti un impianto completo di

vagliatura e lavaggio grazie a

componenti integrati fra loro. La

gamma ha un’impostazione modulare

che comprende non solo

vagli mobili ma anche coclee,

cicloni, idropresse e depuratori

in grado di riciclare le acque per

un loro reimpiego in modo da

ridurre in modo drastico l’impatto

sull’ambiente.

12

13



Caterpillar. A Bauma si festeggia il secolo di vita

DAGLI ANNI 20

Caterpillar festeggia il suo secolo di vita in occasione

di Bauma 2025. Una presenza all’insegna di

sostenibilità e tecnologia con upgrade, nuove

soluzioni digitali, nuovi modelli e con il Cat

Performance Centre che permette di scegliere le

macchine in base ai propri utilizzi specifici

Caterpillar compie il suo primo

secolo di vita. Un bel

traguardo che segna una

continua crescita a livello globale

fino a diventare, ad oggi,

il principale player nel settore

delle macchine movimento terra.

Tony Fassino, Presidente della

divisione costruzioni di Caterpillar,

ha infatti sottolineato

«Siamo entusiasti di tornare al

Bauma Ciò che mostreremo sarà

un degno tributo alla nostra tradizione.

Dimostreremo quindi il

nostro impegno nel costruire un

mondo più sicuro, intelligente e

sostenibile con i nostri clienti e

concessionari per i prossimi 100

anni.

Il futuro è rappresentato da fonti

di energia alternative, opzioni

a emissioni ridotte di carbonio

e tecnologie integrate. Caterpillar

è pronta a fornire queste

tecnologie in collaborazione con

la nostra rete globale di concessionari».

Le novità di Caterpillar a Bauma

Il Cat Performance Centre sarà

al centro della scena. Un’esposizione

che si concentrerà su una

gamma di soluzioni progettate per

aumentare le prestazioni, semplificare

l’efficienza e raggiungere

gli obiettivi di sostenibilità. I

visitatori avranno la possibilità

di simulare un aggiornamento

della propria flotta con le ultime

tecnologie Caterpillar diminuendo

in modo significativo consumi ed

emissioni.

Tra le nuove macchine presentate

dal costruttore ci saranno anche

il miniescavatore 301.9 e la pala

gommata compatta 906 elettrificati

a batteria. Presenti anche gli

ultimi prototipi 320 e 950 GC con

le diverse opzioni di ricarica.

Caterpillar punta

sulla tecnologia

digitale tra

cui anche il

Cat Command

che consente

di utilizzare le

macchine da

remoto o da

una distanza di

sicurezza per

minimizzare il

rischio in specifiche

applicazioni.

VIENI A TROVARCI:

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MESSE MÜNCHEN GMBH,

MESSE GERMANIA

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APRILE, 2025

7-13 HALL APRILE, C5

2025

STAND HALL C5

325

STAND 325

PERISCOPIO

Tecnologia e connettività

Tra gli elementi tecnologici su cui

Caterpillar punta da tempo vi è

sicuramente il VisionLink. Si tratta

della soluzione integrata che consente

la piena gestione del parco

macchine grazie all’ Equipment

Management, Operations Management

e Safety Management.

Tra le altre opzioni anche il Cat

Detect Portfolio che include il People

Detection, il Seatbelt Monitoring,

il Driver Safety System (DSS)

ed il Collision Mitigation. Si tratta

quindi dei sistemi tecnologici in

continua evoluzione che puntano

a massimizzare sicurezza e prestazioni.

Questo grazie all’impiego

di algortimi AI che consentono di

implementare in modo efficiente

le soluzioni per ridurre al minimo il

rischio di investimento di persone,

la sicurezza a bordo macchina e

gli scontri con altri mezzi operanti

nello stesso contesto.

Oltre a queste soluzioni, Caterpillar

presenterà anche la suite

completa Cat Grade.

Si tratta dei sistemi che consentono

di aumentare l’efficienza

operativa grazie alla completa

assistenza allo scavo integrata

nelle macchine.

Un sistema che comprende Cat

Grade con 3D e Cat Payload

specifici per gli escavatori. Oltre

a queste sono presenti anche la

tecnologia Cat Command che

consente il funzionamento da

remoto delle macchine. E’ quindi

possibile operare da una distanza

di sicurezza per salvaguardare

l’incolumità degli addetti. questa

tecnologia ci sarà una dimostrazione

di macchine che operano

da remoto da siti in tutta Europa.

Tra questi anche il Caterpillar Demonstration

and Learning Centre

di Malaga.

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MP FRESATRICI

PER PROFILATURA

RIMOZIONE SPESSORE CONTROLLATO DI SUPERFICI AMMALORATE

RIMOZIONE A SPESSORE CONTROLLATO DI SUPERFICI AMMALORATE

IDEALI PER LAVORI DI MANUTENZIONE IN GALLERIA

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• SPESSORE DI FRESATURA COSTANTE • FINITURA PERFETTA SU SUPERFICI ORIZZONTALI,

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CON KIT NEBULIZZATORI,

VERTICALI O INCLINATE • 4 MODELLI ASPIRAZIONE PER ESCAVATORI E ROTAZIONE DA 11 A 40 IDRAULICA TON • EQUIPAGGIABILI 360°

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14



Sennebogen. Non solo demolition

SCENDE

IN CAMPO

Sennebogen presenta a Bauma il

suo 830E Demolition in una versione

disponibile anche con braccio scavo

e con la sua flessibile tecnologia Vario

Tool. Di fatto il costruttore tedesco

ritorna anche nel movimento terra

classico con un mezzo che punta alla

massima polivalenza applicativa

PERISCOPIO

16

Sennebogen è sempre

stato identificato come un

costruttore estremamente

specializzato nel settore della

demolizione, del riciclo e del

sollevamento. L’azienda bavarese,

oggi arrivata alla terza

generazione, è infatti partita dalle

sue prime macchine per il carico

del letame nel lontano 1952 per

Il Sennebogen 830E Demolition

si è ritagliato una posizione

di rilievo nella demolizione.

Un mezzo che ha dimostrato

ampia flessibilità e soprattutto

nei cantieri con poco spazio

a disposizione tipici dei centri

urbani. Le sue dimensioni

compatte e l’elevata capacità

operativa su 360° gli permettono

di essere un mezzo dall’elevata

operatività nella demolizione

ad altezze elevate. Il carro a

carreggiata variabile ha una

larghezza massima di 4,5 metri.

Si tratta dunque di una base

d’appoggio quadrata che è oggi

la più ampia nella sua classe.

Questo garantisce un appoggio

sicuro anche in lavori impegnativi

ma senza penalizzare il trasporto.

Oltretutto la visibilità

è ottimizzata

arrivare ad essere, oggi, una

delle più importanti realtà nella

movimentazione industriale. Un

percorso che ha visto la concentrazione

in alcune importanti

nicchie del mercato industriale

dove la demolizione ed il riciclo

rivestono un ruolo fondamentale.

Negli anni ’80 i suoi escavatori

cingolati e gommati furono

diffusi sul mercato anche con il

nome Hanomag per completare

l’offerta di pale gommate del

costruttore tedesco. Da allora il

business aziendale si è maggiormente

concentrato verso le

macchine speciali tra cui anche

quelle per la demolizione.

830E. Non solo demolition con il Vario Tool

grazie alla cabina Max Cab di

serie elevabile fino a 2,80 metri

e tiltabile di 30°. Equipaggiata

con vetro antiproiettile, permette

di avere un livello di sicurezza

fra i più alti del settore.

Tutta la macchina ha inoltre

un’impostazione che prevede

non solo il carro a carreggiata

variabile ma anche il contrappeso

smontabile idraulicamente.

Fondamentale la presenza

del Vario Tool che permette di

cambiare configurazione del

braccio in pochi secondi grazie

alla tecnologia con attacchi rapidi

automatici. Ma il costruttore

punta al mercato più evoluto

della demolizione offrendo la

possibilità di lavorare con tre

bracci differenti. Il primo ha

un’altezza di lavoro massima

di 12 metri con un braccio in

tre parti ad angolo variabile

meccanicamente con un’utensile

da 6 tonnellate. E’ poi disponibile

un braccio da 17 metri di

altezza massima al perno con

due elementi. Ed infine uno,

con classica articolazione a tre

elementi, in grado di raggiungere

23 metri di altezza massima al

perno per le demolizioni di edifici

più elevati in massima sicurezza.



BAUMA 2024. Efficienza, tecnologia & mining

VERSO NUOVE

FRONTIERE

OPERATIVE

Bauma 2025 segna un cambio di passo da

molti punti di vista. Molte scelte che fino

ad ora hanno condizionato i costruttori

usciranno fortemente cambiate dalla

kermesse tedesca sia sulla spinta della

variazione di scenario politico, sia su

un mercato fortemente scettico rispetto

all’elettrificazione. Ed intanto ritorna, gioco

forza, l’interesse per il mining

BAUMA 2025

Bauma 2025 è arrivato. Un’attesa legata a diverse

tematiche che, soprattutto dopo le attuali

scelte politiche europee, rimagono ancora

fortemente in sospeso. I costruttori sono infatti in

sospeso tra soluzioni differenti per quanto riguarda

l’abbattimento delle emissioni e la decarbonizzazione.

Dal “tutto elettrico” che è stato il mantra di alcuni

costruttori con una visione utopica del mercato,

si sta infatti finalmente guardando con concreto

interesse a soluzioni alternative come i biocarburanti.

Soluzioni che si basano su tecnologie altamente

collaudate e poco impattanti che ci consentono di

guardare all’efficienza aziendale in modo positivo.

A Bauma si fanno quindi i bilanci e si indirizza la

visione dei prossimi anni. Soprattutto perché si è

in Germania. E soprattutto perché molte decisioni

disastrose del passato sembra che stiano per essere

completamente riviste.

Questo scenario ci porta a vedere il Bauma come

piazza di confronto in cui le differenti visioni tecnologiche

sono a disposizione delle imprese che, come

obiettivo, hanno quello di aumentare la marginalità

e la competitività per favorire la crescita. Una

visione di efficienza che i costruttori assecondano

con tecnologie digitali e soluzioni per diminuire i

consumi a parità di tonnellate movimentate.

L’idrogeno, una vera soluzione?

Molti costruttori si presentano con macchine azionate

ad idrogeno. Si tratta di una tecnologia declinata

verso due direzioni. La prima e più diffusa,

spesso venduta come risolutiva, è quella del motore

endotermico a ciclo Diesel (lode sia a Rudolph

Diesel!). La struttura incredibilmente semplice ed

efficiente di questo propulsore permette infatti,

cambiando alcuni componenti che riguardano in

gran parte l’iniezione, di adattarsi perfettamente

all’alimentazione ad idrogeno.

La seconda strada è invece quella delle celle a combustibile

alimentate ad idrogeno. Una tecnologia

che sta giungendo a maturazione e che definisce

confini di efficienza molto più elevati.

Una strada scelta da Hyundai sull’escavatore gommato

HW155H. Le celle installate a bordo sviluppano

infatti da 70 a 100 kW di potenza elettrica che

alimenta i motori elettrici deputati all’azionamento

delle pompe idrauliche.

Si tratta ovviamente di una possibile soluzione che

però si basa sempre sull’idrogeno la cui produzione,

come già sottolineato più volte, ha un bilancio energetico

negativo legato alla sua produzione. Si tratta

infatti di un elemento che non si trova in natura

allo stato puro e che quindi richiede una quantità

di energia, per scindere le molecole, che è di gran

lunga superiore a quella in grado di restituire. La

sua gestione è inoltre estremamente complessa perché

stiamo parlando di un componente che ha una

forte propensione all’instabilità. Il rifornimento non

è quindi così semplice come in molti sostengono.

Si tratta però di un passo interessante, ed anche

Kobelco si presenta con un midi da nove tonnellate

azionato da celle a combustibile, perché queste

ultime possono anche essere alimentate da altri gas.

Si abbassa l’efficienza ma il processo risulta più

semplice e comunque sostenibile. L’Olanda sta infatti

lavorando per diffondere una rete distributiva,

pensata anche per l’idrogeno, ma che nelle intenzioni

sfrutterà il biogas come elemento da utilizzare

per le celle.

La rinnovata attenzione per il mining

L’altro asset a cui il Bauma torna a dare attenzione

è il mining. Una visione che la fiera aveva negli

anni ‘80 e che ha gradualmente perso per ovvie ragioni

di mercato. Certamente, ci sono sempre stati

alcuni costruttori che hanno esposto alcune macchine

per questo specifico settore. Ma si è trattato

più di una visione legata al marketing che non ad

effettive condizioni locali. Questo perché l’estrazione

mineraria si è geograficamente spostata altrove.

L’apertura di nuove miniere in Europa per ricavare

materie prime di valore ha riattivato questo merca-

Hitachi, in alto, si

presenta con le sue

grandi macchine

per il lavoro in cava

e miniera anche in

versione frontale.

Una rinnovata

attenzione al

mining che torna

in Europa dopo

il rilancio delle

attività estrattive

legate a minerali il

cui attuale valore

rende conveniente

la riapertura, o

l’attivazione ex

novo, di fronti

estrattivi prima di

oggi trascurati.

HD HYUNDAI, in

basso, si presenta

con un prototipo

azionato da celle

a combustibile

alientate ad

idrogeno che

rappresenta un

modo per esplorare

una tecnologia

con forti limiti

applicativi se legata

solo a questo

componente. Ma

che in alternativa

può essere una

buona strada se

impiegata con altri

vettori.

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19



Hidromek, in alto, si presenta con un nuovo modello da 80

tonnellate che segna l’ingresso del player nel mercato del

mining leggero. Settore dove LiuGong è presente, a destra,

anche con il suo dumper elettrificato DR50C-E con batterie

e recupero di energia in frenata e discesa. Komatsu, in

basso, è presente anche con il PC7000-11E da 700 tonnellate

e azionato elettricamente a cavo per applicazioni mining.

Lenhoff, a destra, fa parte del gruppo dei costruttori di

attrezzature ad alto valore aggiunto.

BAUMA 2025

to. Non è quindi un caso se grandi costruttori come

Hitachi e Caterpillar arrivano con le nuove versioni

frontali di alcuni loro escavatori della classe 90 e

100 tonnellate.

Anche Hidromek debutta in questo settore, nella

zona definita “mining leggero”, con un nuovo modello

da 80 tonnellate che si posiziona quindi al

vertice della gamma del costruttore turco ampliando

quindi il target aziendale verso le grandi cave.

Non solo. Altri costruttori si presentano con dumper

ad elevata capacità con azionamento sia convenzionale,

sia elettrificato. Come ad esempio LiuGong

che arriva con il suo DR50C-E azionato elettricamente

ed alimentato a batteria che sfrutta anche un

sistema di ricarica con recupero dell’energia sia in

frenata, sia in discesa. Una macchina già operativa

in una cava in Norvegia dove opera in un ciclo insieme

a macchine azionate da motori endotermici.

Un test di durata che lo mette a confronto con tecnologie

convenzionali permettendo una valutazione

oggettiva e senza preconcetti.

Il Bauma ci permette quindi di analizzare ed approfondire

queste tematiche capendo che, oltre la

visione spesso ideologica che spinge verso tecnologie

non sempre adatte a tutti i contesti, ci possono

invece essere situazioni operative estremamente

convenienti se risolte in modo differente rispetto

al passato.

Non è nuovamente un caso se Komatsu si presenta

con il suo PC7000-11E in versione rovescio e

con azionamento elettrificato con alimentazione a

cavo. Una soluzione di cui abbiamo parlato anche

nell’articolo dedicato alla tecnologia e che da decenni

rappresenta una conveniente alternativa, in

determinati contesti, all’azionamento con motore

endotermico. Soprattutto su macchine da 700 tonnellate

dove l’efficienza dei motori elettrici permette

di avere un effettivo risparmio nei costi di

gestione. A livello di consumi, con il costo attuale

del gasolio, Komatsu dichiara infatti un risparmio

del 47%.

La tecnologia digitale e le attrezzature

L’altro grande capitolo di Bauma sono le attrezzature

che permettono di aumentare la polivalenza applicative

delle macchine, siano esse pale o escavatori.

Sono soprattutto questi ultimi, ma non poteva

essere diversamente, al centro dell’attenzione dei

costruttori di attachments che spaziano dai classici

martelli demolitori per arrivare ai più complessi

tiltrotator. Passando ovviamente per gli attacchi rapidi

idraulici automatici che, poco alla volta, stanno

prendendo piede anche in Italia vista la loro ormai

collaudata tecnologia che non lascia più dubbi ne’

in merito alla robustezza, ne’ in merito alla velocità

e comodità applicativa che ha anche forti riscontri

in merito a sicurezza ed efficienza aziendale. Da

questo punto di vista sono in prima fila i costruttori

più consolidati come Lehnhoff, Oilquick e Steelwrist

che si presentano con soluzioni a 360° che

spaziano dal classico attacco rapido per arrivare ai

tiltrator e agli accessori da utilizzare con queste

attrezzature. Accessori che possono sembrare banali

come, ad esempio, benne di vario tipo. Ma che

in realtà nascono come ottimizzazione applicativa

dopo lunghi anni di interazione con le imprese, con

le loro risposte in termini di praticità e con le loro

domande su efficienza e applicazioni specifiche.

Un’interazione che ha portato ad un continuo perfezionamento

di queste tecnologie con un livello

di robustezza e affidabilità attuale che le ha ormai

definitivamente sdoganate nell’immaginario comune

di imprese ed operatori. Si prospetta quindi un

Bauma sempre più stimolante.

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ELETTRIFICAZIONE. A che punto siamo?

UN PREVISTO

CAMBIO

DI ROTTA?

L’elettrificazione delle macchine movimento

terra non prende piede come la transizione

ecologica avrebbe voluto. In realtà i limiti

fisici del nostro settore, così come successo

anche nell’automotive, hanno determinato

una sostanziale inesistenza della domanda.

Con alcune nicchie, nel compatto e nelle

utility, dove le soluzioni sono invece

pratiche e risolutive

A sinistra, LiuGong

si presenta con una

gamma di macchine

elettrificate dove

le pale gommate

medio-grandi sono

una efficiente realtà

che può trovare

ampio spazio nelle

realtà organizzate

come gli impianti di

lavorazione inerti e

le cave.

In basso la Wacker

Neuson è arrivata

oggi alla terza

generazione delle

sue macchine

compatte

elettrificate con una

tecnologia che è

ormai ampiamente

collaudata ed

efficiente in termini

di autonomia

operativa

quotidiana.

ELETTRIFICAZIONE

Il mercato ha dato il proprio responso. Le macchine

movimento terra elettriche non prendono

piede e la domanda è sostanzialmente inesistente.

Un dato che segue esattamente quanto sta accadendo

anche nel mondo automotive e che riguarda

un’evidente problematica legata alle limitazioni

strutturali e fisiche di una soluzione tecnologica

che, tranne rari casi, non trova concrete basi per

imporsi.

Occorre ovviamente fare evidenti distinzioni, esattamente

come succede in altri ambiti, tra macchine

di grandi dimensioni e mezzi o attrezzature compatte.

In quest’ultimo specifico settore, infatti,

l’elettrificazione ha un proprio evidente mercato

che, nei fatti, si sta lentamente allargando con una

crescita organica che permette ai costruttori di investire

nell’evoluzione di prodotti e soluzioni.

Ma nel mercato delle grandi macchine (e per grandi

si intendono mezzi dal peso operativo già di

poco inferiore alle dieci tonnellate) la domanda

è sostanzialmente inesistente. Ci sono alcuni paesi,

come l’Olanda, che hanno varato importanti

aiuti fiscali per la diffusione di questo tipo di

tecnologia. Ma con il risultato di immettere sul

mercato qualche decina di macchine a fronte di

una richiesta schiacciante di mezzi di ultima generazione

con motori endotermici. Anche nel caso

delle macchine movimento terra, quindi, una mancata

visione legata ad una transizione ecologica

che non segua la strada della neutralità tecnologica

non porterà a risultati positivi per nessuno.

Ne’ per i costruttori, ne’ per gli utilizzatori, ne’,

ovviamente, per la salvaguardia ambientale. Una

situazione legata ad un approccio ideologico che

non segue una strada analitica e scientifica basata

sulla razionalità.

Il Bauma, e ne abbiamo parlato anche nel nostro

editoriale, sarà la fiera delle scelte. Proprio in merito

ad una delle tematiche più dibattute e messe in risalto

come quella dell’abbattimento delle emissioni.

Oltretutto in Germania, il paese che maggiormente

ha contribuito, con le sue scelte politiche, ad un

orientamento dell’Unione Europea che ha portato

agli evidenti disastri industriali coinvolgendo for-

temente lo stesso stato teutonico.

Pro e contro dell’elettrificazione

Attenzione, non vogliamo assolutamente demonizzare

il motore elettrico. Anzi. Si tratta infatti di una

soluzione incredibilmente efficiente in grado di concentrare

prestazioni elevatissime con valori di coppia

e potenza non raggiungibili, a parità di condizioni, da

parte dei motori endotermici.

I vantaggi in termini di efficienza e manutenzione

giocano inoltre un ruolo determinante a livello di

TCO anche a fronte di un maggiore costo di acquisto

iniziale. Ma la problematica reale di questo tipo di

soluzione è legata all’alimentazione. L’autonomia è

infatti un problema serio tenendo conto dei livelli di

potenza necessari, dei tempi di ricarica e della difficoltà

di infrastrutturazione per essere presenti con l’energia

elettrica anche nei contesti dove normalmente

operano queste macchine. Ossia in luoghi spesso non

infrastrutturati.

Un ostacolo tecnico evitabile con powerbank di grandi

dimensioni a cui molte realtà hanno pensato. Ma

che comunque necessitano di un modello organizzativo

che aggrava di ulteriori costi un settore che fatica a

giustificarli a fronte di tecnologie alternative maggiormente

competitive. Come ad esempio i biocarburanti.

Soluzioni a più velocità

L’elettrificazione rimane quindi una delle possibili

strade. Una soluzione sicuramente da non demonizzare

come invece è accaduto, al contrario, per i motori

endotermici a ciclo Diesel.

Abbiamo infatti esempi altamente virtuosi nel mondo

della movimentazione con i carrelli elevatori a batteria

presenti veramente ovunque. Questo perché si

tratta di una soluzione conveniente per le aziende.

Tecnologie che hanno spinto i costruttori di sollevatori

telescopici a proporre efficienti modelli compatti

che trovano un loro mercato negli stessi contesti operativi

dei carrelli elevatori.

Al contrario nelle grandi macchine movimento terra

abbiamo soluzioni che, salvo alcune eccezioni, sono

legate più al marketing che a risultati concreti. Nelle

macchine compatte ci sono invece tecnologie mature

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Merlo e Manituoi, in alto ed in basso, propongono sollevatori

telescopici compatti elettrificati in grado di essere competitivi nei

contesti dove già si impiegano i carrelli elevatori a batterie.

Hitachi, qui a destra, propone una gamma di escavatori elettrificati

a batterie con pesi operativi fino a 15 tonnellate e con tecnologie

che prevedono anche la possibilità di alimentarsi direttamente dalla

rete elettrica con cavi integrati. Il mining, a destra, vede da tempo

l’uso dell’elettrificazione strutturata per ridurre emissioni e consumi..

ELETTRIFICAZIONE

che possono portare vantaggi non solo a chi lavora

in spazi chiusi o in zone con forti limitazioni alle

emissioni. Ad oggi sono infatti molti i costruttori che

propongono miniescavatori elettrificati con tecnologie

efficienti e con autonomie operative degne di

questo nome. Idem per le pale gommate compatte,

i dumper cingolati e gommati di piccole dimensioni

o le attrezzature per la compattazione ed il taglio di

calcestruzzo o asfalto.

Le grandi macchine possono invece trovare la propria

casa, con esempi operativi, in specifiche nicchie dove

è possibile risolvere il problema dell’autonomia.

Parliamo quindi di un campo applicativo vantaggioso

nell’industria o nei settori estrattivi organizzati dove

è possibile alimentare in modo continuo le macchine

tramite un cavo elettrico. Esattamente come avviene

nel caso dei treni.

Laddove questo è possibile le macchine movimento

terra elettrificate non sono affato una novità. Anzi.

Da diversi decenni sia nel mining, sia nella movimentazione

industriale, sono presenti escavatori in

postazione fissa, semifissa o su fronti di scavo organizzati

e alimentati elettricamente dalla rete. Parliamo

di macchine che operano su turni di lavoro continui e

che hanno dimostrato sul campo bassi costi di esercizio.

Ma si tratta di casi specifici con che richiedono

condizioni al contorno particolari che, giustamente,

vanno spiegate.

Una visione differenziata

Alla luce di questo scenario così disaggregato occorre

quindi ragionare in un modo specifico. La strada

maestra è quella dell’efficienza operativa. In questo

modo si ottengono risultati concreti e vantaggiosi.

La riduzione delle emissioni è infatti strettamente

legata anche alla riduzione dei consumi. Un aspetto

a cui le imprese sono particolarmente sensibili

perché rappresentano un risparmio in grado di aumentare

la marginalità e la competitività a livello

di acquisizione dei lavori. Una visione che ha determinato

il successo delle attrezzature compatte ad

azionamento elettrico. O l’interesse verso alcune

macchine movimento terra compatte elettrificate

grazie a tecnologie competitive a livello di costo di

esercizio. I miniescavatori con pesi operativi compresi

tra 1,5 e 2,0 tonnellate, per esempio, hanno

infatti autonomie operative giornaliere e costi di

esercizio competitivi. Nel settore minerario stanno

diventando sempre più diffusi non solo gli escavatori

ma anche i dumper con alimentazione elettrica

tramite trolley su linee elettrificate aeree e con batterie

che entrano in funzione per le poche decine di

metri in cui il mezzo esce dalle linee elettriche e si

posiziona per il carico e lo scarico.

Una visione applicabile anche alle cave e agli impianti

di lavorazione inerti dove la presenza di impianti

fotovoltaici è spesso la regola. Le pale gommate

elettrificate di classe media sono infatti una

realtà concreta. Nell’ambito di una realtà organizzata

come un impianto è infatti possibile integrarle

senza grandi problemi. Si tratta di uno specifico

settore, insieme a quello industriale, dove trovano

spazio i dettami estremamente rigidi (e a dirla tutta

anche poco efficaci) del piano Transizione 5.0 che

comporta importanti vantaggi fiscali.

A prescindere però da questo, se l’energia è autoprodotta

il vantaggio è ulteriormente evidente.

Dobbiamo quindi iniziare a ragionare in modo

estremamente specifico con un’attenta analisi della

tecnologia maggiormente adatta al contesto applicativo.

Una visione difficile da far digerire agli imprenditori

di un settore spesso poco organizzato ma

che, poco alla volta, si sta affermando anche grazie

ad un’attento controllo di gestione delle imprese

dove la marginalità è oggi il vero mantra.

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IMPIANTI MOBILI Controllo del ciclo

RIDURRE

I COSTI DI

PRODUZIONE

I costruttori di impianti mobili di frantumazione e

vagliatura sono impegnati nell’affinare tecnologie

e modalità operative per ridurre ulteriormente i

costi di produzione. Le strade da percorrere sono

molteplici. Dall’azionamento con motorizzazioni

ibride o elettriche, al controllo digitale del processo

di lavorazione, fino ad architetture multifunzione

IMPIANTI MOBILI

La ricerca dell’efficienza passa anche attraverso i

costruttori degli impianti mobili di frantumazione

e vagliatura. Macchine che diventano sempre più

importanti nei cicli produttivi aziendali visto anche la

crescita esponenziale del mercato delle demolizioni

e delle bonifiche. Stiamo quindi parlando di macchine

impegnative, sia per peso operativo che per cifre

di investimento, che generano però profitto e sono

fondamentali per l’implementazione dell’economia

circolare e per la riduzione di consumi ed emissioni.

L’Italia è infatti ad oggi il paese maggiormente virtuoso,

all’interno dell’Unione Europea, per quantità

di materiale riciclato e avviato ad un riuso per altri

impieghi. Questo traguardo è in gran parte merito delle

imprese del settore con 81 milioni di tonnellate di

rifiuti da Costruzione & Demolizione che corrispondono

al 50% dei rifiuti italiani inviati a riciclo.

In questo scenario operativo gli impianti mobili di

frantumazione e vagliatura sono i protagonisti fondamentali

di questo processo virtuoso. Lavorazioni

che nel tempo hanno abbassato il proprio costo

unitario grazie ad una continua ricerca di efficienza.

Una strada che ha visto i costruttori aumentare la

produttività, ridurre i consumi e mettere in campo

soluzioni tecnologiche per monitorare e controllare

la produzione. A Bauma molti marchi si presentano

con soluzioni che tendono a migliorare ulteriormente

questi aspetti puntando soprattutto su incrementi di

efficienza, sempre più difficili da raggiungere vista la

maturità delle tecnologie in uso, grazie alla digitalizzazione

sempre più spinta. Una visione che permette

di ottimizzare e massimizzare le prestazioni di queste

macchine le cui potenzialità rimangono spesso inespresse

a causa di una gestione legata a convenzioni

fisse nel tempo. Le soluzioni proposte mirano quindi

ad andare oltre queste convenzioni.

MCCLOSKEY

Il costruttore nord irlandese con forti radici canadesi,

importato in Italia dalla Massucco T. di Cuneo, arriva

a Bauma festeggiando i suoi primi 40 anni di attività.

Un’occasione speciale, quindi, che vede l’azienda nata

nel 1985 presentarsi con la propria gamma in continua

espansione e che spazia dai frantoi fino ai sistemi di

lavaggio mobili passando per vagli e nastri semoventi.

Dopo un lungo periodo di azionamento convenzionale

con motori endotermici e funzionamento idraulico

dei dispositivi di frantumazione e vagliatura, oggi il

marchio è presente con azionamenti ibridi in cui la

componente elettrificata è disponibile come opzione

con la tecnologia Dual Power. Introdotta per la prima

volta sui vagli mobili sgrossatori è ora presente

anche sui frantoi. Siano essi a mascelle, ad urto o a

cono. Si tratta di una specifica scelta che comporta

una riduzione delle emissioni locali in atmosfera ed

un TCO inferiore rispetto ai modelli con azionamento

convenzionale. Inoltre per avere il pieno controllo del

funzionamento da remoto è presente anche il 365SiteConnex

che permette non solo il monitoraggio ma

anche l’incremento di produzione.

CAMS

Il costruttore di Castel San Pietro Terme punta da

lungo tempo alla massima efficienza operando con

la triturazione e con azionamento elettrico o ibrido.

Una visione completamente differente dove CAMS

è stato un vero precursore in un mercato fortemente

tradizionalista. Dopo le iniziali diffidenze i vantaggi

in termini di economia di gestione e polivalenza

applicativa sono state immediatamente evidenti.

La gamma Centauro è oggi sicuramente la punta di

diamante della produzione CAMS con sei macchine

che integrano triturazione e vagliatura. Il costruttore,

vista la polivalenza applicativa, ha messo a punto un

sistema di gestione elettronica che prevede specifiche

impostazioni a seconda del tipo di materiale che

si sta trattando. Oggi i Centauro non solo coprono

i campi applicati convenzionali ma sono particolarmente

adatti anche per l’asfalto, le biomasse ed

i rifiuti generici. Una capacità di adattamento che

risale all’architettura dei trituratori che operano ottimizzando

lo sforzo di taglio grazie ad una tecnologia

brevettata. La gamma Centauro permette di avere

produzioni orarie comprese tra 120 e 250 mc/ora con

pesi operativi tra 24.500 e 42.000 kg.

SBM

L’azienda austriaca è stata tra le prime in assoluto a

McCloskey in alto,

è importato in Italia

dalla Massucco T.

Il costruttore nord

irlandese, con

forti radici nord

americane grazie ad

uno stabilimento di

oltre 300.000 mq

in Canada, propone

oggi tecnologie di

azionamento ibride

diesel-elettriche

Dual Power in

grado di abbattere

i costi di esercizio.

Per il monitoraggio

del ciclo operativo

è disponibile

il sistema

365SiteConnex

che permette

di ottimizzare

la produzione

e monitorare la

macchina in ogni

sua funzione.

CAMS, in basso,

è un costruttore

italiano che ha

creduto fin da

subito nella

tecnologia della

triturazione ad

azionamento

elettrificato ibrido.

26

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Powertrain

INTERNATIONAL

SBM, in alto a destra, è

un costruttore austriaco

che punta alla massima

efficienza operativa

grazie all’azionamento

elettrificato con

tecnologia full-electric

o ibrida con generatore

a bordo. KLEEMANN, in

alto e a destra, punta

su tecnologia digitale

e azionamento ibrido

per abbattere i costi

di esercizio. EVOQUIP,

in basso, declina la

tecnologia Powerscreen

verso il basso con

macchine compatte

ma produttive che ben

si adattano ai cantieri

italiani.

IMPIANTI MOBILI

28

credere nell’azionamento esclusivamente elettrificato

e diesel/elettrico. Una visione che deriva dalla grande

esperienza nel settore della frantumazione fissa con

impianti di grande dimensione a servizio di cave e

miniere e con la gestione di tutto il ciclo degli inerti

arrivando anche agli impianti per il calcestruzzo.

SBM è importato in Italia dalla MAIE di Ravenna

con un’offerta che si articola su tre modelli di frantoi

a mascelle con produzioni orarie fra 300 e 500 t/ora,

cinque modelli ad urto con produzioni orarie fra 200

e 600 t/ora. A corredo di questi impianti mobili sono

presenti soluzioni semi-mobili per la frantumazione

secondaria e livelli successivi di vagliatura. Quest’ultima

è ottenuta anche in modalità screen-box applicato

ai frantoi mobili. Una soluzione che permette

di incrementare ulteriormente la produttività e l’efficienza

grazie ad un processo integrato che consente

di ottimizzare tempi, spazi operativi e consumi. I pesi

operativi degli impianti SBM variano fra 30 e 62

tonnellate a seconda dei modelli.

KLEEMANN

Il costruttore tedesco è parte integrante di Wirtgen

Group e, quindi, di John Deere. La gamma comprende

frantoi mobili a mascelle, cono ed urto, vagli

mobili sgrossatori e convenzionali ed infine nastri

trasportatori semoventi. Un marchio che punta da

sempre alla massima efficienza con la possibilità di

scegliere tra diversi tipi di azionamento spaziando

tra diesel/idraulico, diesel/elettrico/idraulico con tecnologia

ibrida e completamente elettrico. In questo

modo è possibile sposare le esigenze di imprese di

ogni tipo con una visione a 360° dove economia di

esercizio, produzioni elevate e bassi consumi siano

il focus aziendale principale. La gamma si articola

su tre frantoi a mascelle, due frantoi a cono, tre ad

urto, sei impianti di vagliatura e due nastri trasportatori

semoventi.

EVOQUIP

Marchio del Gruppo Terex, Evoquip riprende la tecnologia

Powerscreen declinandola verso il basso per

rispondere alle esigenze dei moderni cantieri, anche

urbani, dove produttività, contenimento dei pesi operativi

e degli ingombri sono elementi fondamentali

per avere un’operatività snella e veloce. Una filosofia

declinata sia ai frantoi a mascelle e ad urto, sia a vagli.

Questi ultimi possono essere sgrossatori o convenzionali

per una separazione ottimale dei materiali.

Le produzioni orarie massime arrivano

a 300 t/ora per i vagli e 280 t/

ora per i frantoi. Valori che indicano

chiaramente macchine compatte ma

prestazionali con pesi operativi che

arrivano al massimo a 35 tonnellate

con bocche di ingresso da 900x600

mm. I modelli più piccoli dei frantoi

mobili sono invece indicati anche per

micro cantieri e per spazi di lavoro

estremamente sacrificati in termini di

spazio come nei centri storici.

Powertrain

1

What is called

ALTERNATIVE

ACT Expo: So much ‘e’, so much ‘H2’ - FPT Teardown -

Intermat: Cummins, Moog, Yanmar CE - Isotta Fraschini

at DCN Milan - Diesel of the Year & Alternative Engine Award

A hydrogen

FILL-UP

1

Bringing H2 to the dock, from pleasure to commercial boats -

Batteries: Exide and Riva EL-Iseo - FPT Industrial e-Plant step

by step - Kohler DemoDays - Rolls-Royce PG Symposium

1

INTERNATIONAL

Powertrain

Alternative &

MULTIFUEL

DOTY & AEA awarding sessions with Hyundai and FPT -

Reinova’s electric vision - EIMA International - Focus on

Rehlko - PG: BGG, HVO, Isotta Fraschini, Perkins, LF

INTERNATIONAL

Do the right

THING

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July 2024

Powertra

PowertraIN

Powertrain

ACT Expo - Cummins X15 driveline - FPT Industrial ePowertrain

- IVECO Capital Markets Day - Baudouin for data centres - DPE

& KEY: ABB, MOVe, BU Energy, Siemens - Kohler strategy

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Raise the

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September 2024

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January 2025

FPT Industrial XCursor 13 wins the Alternative Engine Award -

EIMA previews - Himoinsa - Echoes from IAA Transportation

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POWERTRAIN-Diesel SUPPLEMENT

November 2024



ESCAVATORI. Tecnologia & elettrificati

SPECIALE ESCAVATORI

IRRINUNCIABILI

PROTAGONISTI

Gli escavatori idraulici sono i protagonisti assoluti

del mercato e non basterebbe un libro per parlarne

in modo approfondito. A Bauma sono presenti

declinati in versioni di ogni tipo e con allestimenti

che vanno dal semplice scavo fino ai più complessi

bracci da demolizione e movimentazione. Dei veri

multifunzione che non hanno limiti applicativi

ESCAVATORI

30

Sono i protagonisti incontrastati dei cantieri.

Una crescita che, a livello globale, non trova

fine e che, anzi, ha un andamento esponenziale

grazie anche all'accoppiamento con attrezzature

sempre più sofisticate e pensate per impieghi

estremamente specifici. Nessuno, all'epoca, avrebbe

pensato che la macchina inventata dai F.lli Bruneri

a Torino sarebbe diventata la regina incontrastata

dei cantieri mondiali. E non è affatto un caso che i

costruttori continuino a dedicare grandi sforzi economici

per migliorare una macchina che per molti

potrebbe sembrare già perfettamente "finita". In

realtà l'avvento dell'elettronica ha permesso di apportare

un'evoluzione ulteriore nella direzione della

gestione complessiva, delle opzioni idrauliche e, soprattutto,

delle attrezzature. Senza però mai dimenticare,

ovviamente, che gli escavatori idraulici devono

avere una sostanza "hard" che permetta loro di

essere produttivi, efficienti e affidabili. Concetti che

alcuni costruttori, alla luce di una forte invasione

dell'elettronica, sembra che abbiano dimenticato.

A Bauma è quindi possibile vedere lo stato dell'arte

nel settore con molte novità che avranno come

oggetto soprattutto applicazioni speciali, nicchie

specifiche e implementazione di tecnologie digitali.

HIDROMEK

L'azienda turca si presenta in modo preparato e

aggressivo visto che gli escavatori idraulici rappresentano

di fatto il core business aziendale. Saranno

quindi molte le novità presentate a Monaco

di Baviera con, fra le più importanti, l'arrivo di un

escavatore da demolizione su base HMK410LCHD

con braccio da 24 metri di altezza al perno completamente

"made by Hidromek" che segna l'esordio

aziendale in questo settore. Ma non è l'unica novità.

L'azienda arriva sul mercato con un'altra news che

sposta in alto il limite della gamma con la presenza

di un nuovo modello della classe 80 tonnellate

allestito con braccio da scavo pesante e benna da

5,10 metri cubi. Si tratta quindi del nuovo modello

al top della gamma del costruttore turco che, quindi,

sposta in alto la propria asticella entrando nel

novero dei grandi. All'opposto della gamma ci sono

due nuovi midi da 7,2 e 8,7 tonnellate che segnano

l'allargamento dell'offerta verso il basso.

A fianco di queste novità fa il proprio ingresso

l'HMK520LCHD con braccio da demolizione

Straight Boom in grado di operare a 13 metri di

altezza con attrezzature dal peso operativo elevato.

In mezzo all'offerta arriva sul mercato il già visto,

a Bauma 2022, HMK235LCR ma con una veste

rinnovata e definitiva.

Ma il passo sostanzialmente del marchio è rappresentato

dallo sbarco della tecnologia digitale integrata su

uno dei best-seller aziendali, ossia l'HMK230LC. A

Bauma è infatti presente con E-Fence e impianti 2D

con 3D ready e pesa elettronica.

DEVELON

I riflettori saranno puntati sullo stand del costruttore

coreano che ormai è parte integrante di Hyundai. Non

è infatti un caso se le prime immagini che sono trapelate

della nuova Serie -9, presentata alla kermesse

di Monaco di Baviera, fanno presagire una grande somiglianza

con le linee attuali proprio degli escavatori

Hyundai. Si tratta di un segno fondamentale nell'evoluzione

della presenza del grande gruppo coreano che

porterà sempre più a prodotti fortemente sinergici. Un

cambiamento che è già avvenuto in alcune specifiche

tipologie come i dumper ed i dozer. E che è destinato

a continuare ancora di più per prodotti "core" come

escavatori idraulici e pale gommate.

HITACHI, verso le applicazioni speciali

Il costruttore giapponese si presenta

a Bauma puntando in modo deciso

verso le applicazioni speciali. Le

macchine dal caratteristico colore

arancio si prestano infatti in modo

ottimale per trasformazioni indirizzate

al mondo delle demolizioni, degli scavi

di profondità o di cantieri particolari.

L'appuntamento tedesco è quindi

l'occasione ideale per presentare il

nuovo long-reach ZX250LC-7 SLF

con uno sbraccio massimo di 18 metri.

Un escavatore pensato per lavorare

in sicurezza negli scavi in acqua,

nella profilatura delle scarpate e nei

lavori a grande profondità. Per queste

applicazioni Hitachi presenta anche le

sue trasformazioni originali di fabbrica

con i bracci telescopici. In particolare

lo ZX350-7 TCA che prosegue una

tradizione che vede queste macchine,

già nelle serie precedenti, attive in

diversi cantieri urbani per scavare

stazioni di metropolitane, pozzi di

grande dimensione e trincee in spazi

ristretti. Il braccio telescopico con

mordente offre infatti un movimento di

estensione e retrazione ad alta velocità.

L'impianto idraulico dei Serie 7, inoltre,

consente due movimenti combinati

con un'elevata forza di trazione che gli

permettono di lavorare efficacemente

in contesti difficili. A differenza degli

escavatori standard o long reach

richiede infatti uno spazio di azione

minimo. Qualità che lo rende di fatto una

soluzione ideale per aree compatte.

Passando invece alla collaborazione

con KTEG, di cui parliamo in modo

approndito in un altro articolo su

questo numero, Hitachi sarà presente

a Bauma con quattro modelli declinati

in modo specifico per il mercato della

Hidromek si

presenta con nuovi

modelli strategici

che fanno seguito

alla filosofia

aziendale di una

grande attenzione

a specifiche nicchie

di mercato. A

questo segue una

visione che porta

oggi la tecnologia

digitale integrata

sulle proprie

macchine.

demolizione. Tra questi l’escavatore

KTEG 390HR. Si tratta di un escavatore

basato su un Hitachi ZX350 con carro

estensibile idraulico, contrappeso

aggiuntivo e cabina tiltabile. Il braccio

fisso da 23,00 metri di altezza consente

di lavorare con un peso dell’accessorio

di 3,5 tonnellate. Una macchina pensata

per elevate prestazioni ma che si rivolge

ad un target meno esigente dei classici

KTEG con tecnologia Boom Quick

Connect.



A destra, DEVELON

si presenta con

la nuova Serie

-9 che segna, di

fatto, l'ingresso del

costruttore in una

nuova era. Superiori

contenuti digitali

e forti sinergie

con l'altro grande

brand del gruppo.

Si aprono quindi

nuovi orizzonti per

il marchio.

LiuGong, a destra,

si presenta come

il costruttore più

tecnologico nel

novero dei marchi

cinesi e tra quelli

più tecnologici in

senso assoluto.

Sennebogen, a

destra in alto, torna

al movimento terra

con la tecnologia

Vario Tool che

consente il cambio

rapido dei bracci

aumentando

la polivalenza

applicativa.

SPECIALE ESCAVATORI

ESCAVATORI

Di fatto a Bauma il focus sarà su questi nuovi escavatori

e sulle tecnologie correlate come la guida

autonoma, le tecnologie avanzate di assistenza allo

scavo, le propulsioni alternative ai motori endotermici

e l'espansione nel prossimo futuro della nuova

gamma di escavatori.

Parliamo quindi della tecnologia Concept-X, che fu

presentata a livello mondiale nel 2019, per passare

alla Concept-X2 con la soluzione senza cabina con

guida autonoma o controllo da remoto. Una tecnologia

presentata per la prima volta al Conexpo 2023 e

promossa a livello globale negli ultimi due anni. Insieme

a questa tecnologia viene presentata anche “Real

X”. Si tratta della nuova frontiera del lavoro autonomo

sviluppata da Develon grazie a cui i più recenti

escavatori cingolati intelligenti del marchio possono

svolgere in autonomia un’intera gamma di operazioni

tra cui scavo, carico e trasporto con i dumper. La tecnologia

sfrutta l’esperienza di Develon per accelerare

lo sviluppo di soluzioni di scavo autonome, sicure,

produttive, sostenibili e predittive. E' inoltre una tecnologia

flessibile chee consente allo stesso escavatore

di essere utilizzato in modalità autonoma, in modalità

controllo remoto o nella normale modalità joystick.

LIUGONG

Il costruttore si presenta come il maggiormente

tecnologico nella grande galassia cinese. A Bauma

arriva con molte novità dove l'elettrificazione è solo

uno dei tanti aspetti toccati dal marchio. Sulla base

della tecnologia elettroidraulica della Serie F, vista

già sul nostro territorio dall'arrivo del player circa

un anno e mezzo fa, abbiamo ora l'implementazione

delle potenzialità che questa comporta. Gli escavatori

LiuGong presentano infatti, da gennaio, la

tecnologia digitale integrata con E-Fence, pesa digitale,

sistemi di assistenza allo scavo 2D implementabili

3D. Ma non solo. Ogni singolo movimento è

modulabile su una scala da 1 a 10 potendo quindi

personalizzare la macchina in base alle specifiche

esigenze del singolo operatore.

Da un punto di vista delle novità di prodotto arrivano

invece nuovi modelli stategici come il 925F CR

che entra nella fascia dei compact radius tra le 25

e le 30 tonnellate di peso operativo con carro dalla

larghezza di 3 metri. Va quindi a fare compagnia a

più piccoli 913F CR e 915F CR che insistono nella

classe tra le 13 e le 17 tonnellate di peso operativo.

SENNEBOGEN

Il costruttore tedesco arriva con il suo 830E Demolition

Vario Tool. Di fatto l'azienda torna dopo

anni nel settore classico del movimento terra. La

tecnologia idraulica Vario Tool consente infatti di

cambiare assetto operativo in pochi istanti in modo

semplice e senza interventi manuali. Sennebogen ha

pensato quindi di dotare questo modello non solo di

due bracci da demolizione con differenti geometrie

di lavoro (uno in due pezzi come i material handler

Tutti i costruttori vanno nella direzione di

un sempre maggiore apporto tecnologico

e di una flessibilità operativa che permetta

di abbassare il costo di esercizio.

Una strada che ogni azienda percorre

seguendo una propria visione dove la

tecnologia è alla base di ogni singola

scelta.

Non parliamo solo di tecnologia digitale

ma anche di più "banale" (ma non

troppo) tecnologia idraulica. Come nel

caso di KTEG, su base OilQuick, o di

Sennebogen. Stiamo quindi parlando

di escavatori ad alto valore aggiunto

dove la possibilità di lavorare in modo

produttivo ed efficiente nel campo della

demolizione, ma non solo, permette di

e l'altro in tre pezzi come i classici bracci demolition)

ma anche di un braccio scavo che consente,

una volta terminata la demolizione, di caricare le

macerie ed effettuare gli scavi di fondazione sempre

con la stessa macchina.

Tecnologia, flessibilità e nicchie di mercato

aumentare la marginalità aziendale.

La tecnologia digitale, invece, entra

sempre di più nella dotazione di serie

degli escavatori idraulici permettendo

una superiore produttività in ambiti tra

loro molto differenti. Non parliamo quindi

solo di assistenza allo scavo ma anche di

una migliore gestione della macchina in

qualsiasi ambito operativo. Stiamo quindi

parlando di ottimizzazione dei consumi,

manutenzione predittiva e controllo di

gestione sempre più accurato.

La ricerca di una sempre maggiore sicurezza

operativa è l'altro asset fondamentale

su cui i costruttori si stanno concentrando.

L'uso degli algoritmi AI permette

di mettere a punto sistemi sempre più

avanzati di controllo che interagiscono

con l'operatore per ridurre i rischi impliciti

nell'uso di queste macchine.

L'interazione tra questi sistemi e quelli

digitali 3D di assistenza allo scavo

permette di sviluppare efficienti modalità

di guida autonoma che consentano di

eseguire, almeno oggi, operazioni di

scavo ripetitive e programmate come, ad

esempio, la coltivazione di cave e miniere.

Ed è infatti proprio in questa specifica

nicchia di mercato che si sta operando

per lo sviluppo di queste tecnologie. Ma

alla base di tutto questo ci sono sempre

gli escavatori che, mai come oggi, stanno

vivendo una nuova primavera con prospettive

esaltanti.

32

33



PALE GOMMATE Sicurezza ed efficienza

MASSIMA

RICERCA DI

EFFICIENZA

Le pale gommate sono macchine ormai

pienamente mature ma dove è possibile

fare ancora diversi passi avanti per

aumentare efficienza operativa e sicurezza.

Si affacciano sul mercato le elettrificate

che, negli impianti di inerti ed in campo

industriale, dicono la loro in termini di costi

di gestione, emissioni e comfort. Una visione

nuova in evidenza a Bauma

PALE GOMMATE

Come riuscire a rinnovare una tipologia di macchine

ormai mature? Ma ovviamente andando

a ricercare la massima efficienza in termini di

produttività, consumi e tecnologia di bordo. Tecnologia

che va sia nella direzioCne del controllo

di gestione, sia in quella dei consigli all’operatore

per migliorare la propria tecnica di guida. Senza

ovviamente dimenticare tutto quanto oggi si sta facendo

per migliorare l’interazione uomo-macchina

e la sicurezza operativa complessiva. Dalle telecamere

con algoritmi AI che individuano ostacoli fissi

e mobili intervenendo con messaggi visivi, sonori

o con il blocco della macchina per evitare urti o

investimenti. Fino a dispositivi molto evoluti come

la Transparent Bucket.

Il mercato sta poi vedendo l’arrivo di modelli elettrificati

che, soprattutto in campo industriale e negli

impianti di lavorazione inerti, possono fare la

differenza in termini di emissioni, costi di gestione

e comfort. Ma vediamo alcuni contenuti di Bauma

2025.

LIUGONG

Il costruttore cinese sarà presente a Bauma 2025.

Un appuntamento fisso ormai dal lontano 2004 che

testimonia le forti radici europee del marchio che,

qui, ha anche un fondamentale centro di ricerca e

progettazione ed uno stabilimento che è anche il

centro del post-vendita per tutta l’area EMEA. Nello

stand di Monaco sono presenti anche sue pale

gommate elettrificate. Ad oggi tre modelli che coprono

applicazioni per cantieri e impianti. Parliamo

infatti della 820TE, della 856HE e della 870HE che

hanno pesi operativi da 6,0 a 24,0 tonnellate. I due

modelli più grandi si candidano quindi in modo ottimale

per lavorare in impianti di lavorazione inerti

e impianti industriali. Stiamo infatti parlando di due

pale con benne standard di 3,10 e 4,70 metri cubi.

Ossia due macchine che presidiano le due classi più

vendute e quindi più strategicamente importanti. In

Italia sono le macchine che rispondono in pieno ai

requisiti del piano TRANSIZIONE 5.0 e diventano

decisamente interessanti per le aziende del sud

Italia, dove, all’interno di un progetto che includa

la generazione di elettricità per autoconsumo con

fotovoltaico, è possibile arrivare al 100% del costo

della macchina completamente coperto dalle diverse

agevolazioni fiscali che si sommano tra loro.

DEVELON

La gamma di pale gommate del costruttore coreano

è oggi tra le più complete del mercato. Inoltre il

recente e completo rinnovamento le pone con un

orizzonte di longevità di ampio respiro. Ma non

per questo l’azienda si ferma nel continuo miglioramento

delle sue macchine. A Bauma 2025 saranno

infatti presenti ulteriori innovazioni e implementi

funzionali. In particolare sarà sotto i riflettori la

DL220-7, una pala dal peso operativo di 13 tonnellate

e con un carico di ribaltamento di 10 tonnellate.

Si tratta infatti di un modello in grado di collocarsi

in applicazioni trasversali grazie alle sue dimensioni

e alla possibilità di essere allestita in modo specifico

per mercati speciali come la movimentazione

di biomasse e nel settore industriale. Non solo. A

Bauma vedremo anche la versione 2.0 della Transparent

Bucket. Una tecnologia apprezzata che aumenta

la sicurezza in modo esponenziale. La nuova

versione vede quindi un miglioramento funzionale

che elimina gli angoli ciechi e impiega algoritmi AI

per incrementare i livelli di sicurezza e interazione

con l’operatore.

HD HIUNDAY

Il costruttore coreano è oggi presente sul mercato

con una gamma di 8 macchine le cui benne standard

vanno da 2,3 a 6,3 metri cubi. I pesi operativi

spaziano tra 11.500 a 30.800 kg coprendo quindi

la stragrande maggioranza delle applicazioni. L’architettura

segue schemi consolidati dove la trasmissione

è Powershift ma HD Hyundai non rinuncia

all’efficienza della trasmissione variazione continua

CVT. Il costruttore propone infatti la HL975A CVT

che si colloca proprio nella fascia di peso fondamentale

delle 26 tonnellate. Ossia quella più venduta

a livello globale e rappresenta il cuore produttivo

degli impianti di lavorazione inerti e degli impianti

industriali. Una pala con capacità benna da 4,10 a

Liugong, in alto, si

presenta a Bauma

non solo con le

nuove Serie T ma

anche con i modelli

elettrificati che

rappresentano una

seria alternativa,

soprattutto alla

luce del piano

Transizione 5.0, per

le aziende nostrane

che sono attive

nel campo della

lavorazione degli

inerti ed in campo

industriale.

Develon, invece,

è presente sul

mercato con

una gamma che

copre la grande

maggioranza

delle applicazioni.

Interessante la

presenza di un

modello con

trasmissione a

varazione continua

CVT dal peso

operativo di 23

tonnellate pensata

per gli impianti di

inerti.

34

35



Sopra, la Wacker Neuson introduce i nuovi modelli che prevedono

nuove sigle, legate alla capacità standard della benna, nuove

gometrie dei bracci ed una cabina con un design più evoluto.

Hidromek, al centro, sarà presente con i nuovi modelli che hanno

un’architettura con motore arretrato e modulo di raffreddamento

collocato dietro la cabina di guida. HD Hyundai, in basso, è presente

sul mercato con otto modelli che coprono la fascia di mercato più

importante fornendo risposte ad imprese di ogni dimensione. Hitachi,

a destra, punta su una consolidata tradizione di sostanza che vede

proporre versioni specifiche per l’industria.

4,80 mc che HD Hyundai presenta anche con allestimenti

specifici per la movimentazione di rifiuti

e biomasse. Si tratta nello specifico di opzioni che

prevedono protezioni specifiche per cabina, motore

ed elementi esposti. A cui si aggiungono anche elementi

di filtrazione supplementari che proteggono

motore e operatore dagli agenti nocivi esterni come

polveri o inquinanti.

PALE GOMMATE

WACKER NEUSON

Prosegue il rinnovo della gamma di pale gommate

del costruttore tedesco. In arrivo infatti tre nuovi

modelli WL750, WL950 e WL1150. Si tratta del

rinnovamento annunciato della gamma del costruttore

che parte dalla fascia medio-alta nell’introdurre

nuove sigle e nuovi contenuti. Sono tre pale che si

distinguono per la loro manovrabilità, per la geometria

del caricatore ad alta efficienza e per una cabina

ampliata nelle dimensioni e nel design. Le nuove

sigle, fra le altre cose, identificano il volume della

benna standard. Di conseguenza la WL750 avrà una

benna da 0,175 mc di capacità. Stesso criterio anche

per la WL950 e la WL1150.

Tra le caratteristiche di base vi sono la traslazione

idrostatica a controllo completamente elettronico

con diverse modalità di guida per aumentare le

prestazioni e diminuire il consumo di carburante.

L’operatore ha quindi la possibilità di operare in

Eco o in automatico. In opzione è disponibile anche

la modalità M-Drive che consente una configurazione

della macchina in base alle esigenze del

singolo operatore. Il controllo elettronico riduce

le perdite di trazione e garantisce una maggiore

efficacia ed efficienza rispetto ad una trasmissione

idrostatica convenzionale. Tenendo conto

dell’elevata efficienza storica e riconosciuta del

powertrain utilizzato da Wacker Neuson si avrà

un ulteriore vantaggio operativo per chi lavora in

contesti difficili come, ad esempio, lo sgombero

neve in montagna.

HIDROMEK

Il costruttore turco presenterà a Bauma l’ampliamento

della propria offerta di pale gommate.

Sarà infatti presente la HMK630WL che riprende

l’impostazione della ormai conosciuta e diffusa

HMK635WL. Stiamo quindi parlando di motore

arretrato e modulo di raffreddamento posizionato

dietro la cabina. Questa impostazione, che Hidromek

ha messo in campo per i nuovi modelli che

stanno arrivando dopo la HK640WL, ossia la prima

pala gommata del costruttore (di cui vi invitiamo

a leggere il test approfondito su questo numero),

permette infatti di avere un bilanciamento ottimale

con carichi operativi superiori rispetto a macchine

con lo stesso peso operativo. Oltretutto agevolando

anche l’accesso per la manutenzione, la pulizia dei

radiatori ed i controlli quotidiani.

HITACHI

Il marchio giapponese porta le sue pale gommate

ZW180-7 e ZW310-7 a fianco di una nutrita schiera

di escavatori idraulici. Punterà in modo particolare

sulla polivalenza applicativa con la possibilità, per il

modello più piccolo, di avere i bracci Parallel Loader

che sono pensati per ottimizzare i cicli produttivi

nella movimentazione industriale. Si tratta infatti di

uno dei pochi costruttori che propone ancora questa

soluzione, ovviamente più costosa ma ideale, al

posto di classiche geometrie a “Z” ottimizzate con

compensatori idraulici. Una scelta che condividiamo

e che inquadra Hitachi come un marchio fortemente

orientato al prodotto. Senza ovviamente dimenticare

che le pale gommate del costruttore derivano dalla

scuola Furukawa, per i modelli fino a 23 tonnellate,

e Kawakasi per quelli più grandi.

36

37



TELESCOPICI. I tuttofare dei cantieri

EFFICIENTI

SICURI

POLIEDRICI

Un mercato in continua lenta ascesa,

una diffusione sempre più capillare, una

tecnologia evoluta che va nella direzione

di una sicurezza sempre più elevata. Sono

i sollevatori telescopici, veri tuttofare del

cantiere, che stanno diventando presenze

costanti nei cantieri moderni grazie alla loro

visione poliedrica che li trasforma in poco

tempo da pale a piattaforme in un solo “click”

TELESCOPICI

Sollevatori telescopici e cantieri. Un binomio

indissolubile che ormai si è consolidato e che

non intende assolutamente fare retro front.

Anzi. Il mercato di queste macchine è in continua

crescita e rappresenta un po’ la cartina di tornasole

del livello di evoluzione cantieristica di un

paese. Il mercato dei telescopici, quindi, a livello

mondiale è tutt’altro che maturo. Pensiamo infatti

a tutti quei paesi che, lentamente, stanno progredendo

sotto tutti i punti di vista e che vedono il

settore delle costruzioni, ma non solo, acquisire

competitività grazie ad un aumento di efficienza

organizzativa. E se c’è una macchina che, nei

cantieri, rappresenta l’emblema dell’efficienza è

sicuramente il sollevatore telescopico. Sia esso

frontale fisso o rotativo. Quest’ultimo è poi il vero

baluardo della tecnologia e della polivalenza grazie

alla sua struttura che ne consente l’uso come

pala caricatrice, come carrello con forche, come

gru, come piattaforma e come portattrezzi dalle

possibilità (quasi) infinite.

Le imprese di costruzione strutturate ne possiedono

almeno uno e chi invece non ce l’ha fa ricorso al

mercato del noleggio dove queste macchine sono

tra le più gettonate. A Bauma i costruttori si danno

appuntamento presentando numerose novità che, visto

il contesto, vanno proprio nella direzione di un

potenziamento della gamma rotativa (per chi li ha a

listino) o in quella dell’elettrificazione. Soprattutto

per quanto riguarda i modelli più compatti che operano

ormai con tecnologie conosciute e sostenibili

spesso rimpiazzando i meno polivalenti carrelli elevatori

elettrificati. Un panorama, quindi, quanto mai

vario e frizzante, che vede la tecnologia fare passi

da gigante verso una sempre maggiore sicurezza

operativa.

MERLO

Il costruttore di Cuneo arriva a Bauma con la nuova

gamma di sollevatori telescopici rotativi. Un vero

e proprio upgrade molto profondo che, di fatto, si

prefigura come l’introduzione di macchine completamente

riviste.

Se quindi ad un primo sguardo potrebbero sembrare

uguali al passato, in una condivisibile linea di continuità

tipica del costruttore e che non solo consolida

il brand nel tempo ma ne preserva l’invecchiamento.

Sotto la stessa veste, quindi, avremo bracci con

altezze mediamente più elevate di un metro a fronte

di una tonnellata in più di portata massima. Un

traguardo importante in questa continua corsa alle

prestazioni che vede tutti i costruttori alzare continuamente

l’asticella. Merlo lo fa, come sempre, a

modo suo. Ossia con una gestione ottimizzata dei

carichi grazie al sistema ASCS che è oggi fra i più

evoluti sul mercato. La visione tecnologica del costruttore,

quindi, si rinnova ancora .

DIECI

Anche l’azienda di Montecchio Emilia punta sui

rotativi Pegasus per il Bauma. Macchine che stanno

diventando sempre più tecnologiche ed evolute

con un incremento delle dotazioni tecnologiche che

riguardano sia la gestione dei carichi, sia la sicurezza

all’interno del cantiere. L’arrivo della tecnologia

Hi-Vision System riguarda infatti proprio questo

aspetto. Dopo il successo dell’Easy Tech System,

sviluppato interamente in-house, DIECI presenta un

nuovo pacchetto di soluzioni ancora più avanzato.

Il nuovo Hi-Vision System è infatti un sistema progettato

per offrire un controllo completo del mezzo

a 360°. Questo innovativo sistema integra comandi

intelligenti che ottimizzano i movimenti della

macchina e del braccio. L’obiettivo è di fornire un

supporto attivo all’operatore in ogni fase di lavoro.

Grazie alla combinazione di computer vision, intelligenza

artificiale ed una solida architettura hardware,

l’Hi-Vision System migliora la sicurezza in

cantiere. Tra le funzioni vi è il rilevamento della

presenza di persone e oggetti prevenendo le collisioni

attraverso avvisi audio-visivi. Si tratta dunque

di un sistema di visione avanzato che fornisce una

fondamentale assistenza alle movimentazioni ed è

progettato per rendere il lavoro più sicuro ed efficiente.

WACKER NEUSON

Il costruttore tedesco è presente con i suoi solle-

Dieci, a sinistra,

presenta la

sua gamma

di sollevatori

telescopici rotativi

Pegasus con

importanti upgrade

dal punto di vista

della sicurezza per

l’operatore e per

gli altri attori del

cantiere.

MERLO, in basso,

mette in campo

tutta la nuova

gamma Roto con

potenziamenti dal

punto di vista di

portate e altezze

operative ma,

soprattutto, con

una diagramma di

lavoro potenziato. Il

costruttore affianca

i nuovi mezzi con

soluzioni uniche

come i Multifarmer

che trovano ampio

spazio anche nei

lavori edili.

38

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In alto, Wacker Neuson è presente con i suoi telescopici

compatti apprezzati per chi opera in spazi ristretti. Disponibili

anche in versioni elettrificate, sfruttano una tecnologia

che il costruttore ha lanciato sul mercato nel lontano 2014

accumulando quindi una grande esperienza. Bobcat punta su

una concreta robustezza che rende i suoi frontali fissi adatti ad

impieghi pesanti. Manitou presenta invece un nuovo rotativo MRT

con altezza di lavoro superiore a 30 metri. Magni punta ad una

gamma adatta ad impieghi pesanti.

TELESCOPICI

vatori telescopici compatti che derivano dalla tecnologia

Weidemann, marchio che decline queste

macchine nel mondo agri. Si tratta di macchine

che, a fronte di una compattezza elevata, mettono in

campo prestazioni di assoluto interesse e tecnologie

evolute per quanto riguarda la gestione dei carichi,

dei bracci e dei diagrammi di sollevamento. Parliamo

quindi di automatismi molto interessanti che aumentano

la sicurezza e al contempo massimizzano

le prestazioni anche con operatori meno esperti. Si

tratta infatti di una visione che ha precorso i tempi

e ha visto come queste macchine, spesso noleggiate,

possano essere utilizzate anche da personale formato

ma meno avvezzo all’impiego dei telescopici.

Tra le offerte sono presenti anche modelli elettrificati

che permettono di avere macchine con zero

emissioni locali a fronte di prestazioni elevate per

contesti operativi dove già operano altre tipologie di

mezzi che però presentano meno polivalenza.

BOBCAT

Le macchine della Lince comprendono anche una

una gamma di sollevatori telescopici molto interessante.

Parliamo soprattutto dei frontali fissi con modelli

adatti sia al mondo della movimentazione, sia

a quello dell’edilizia. Oggi l’offerta del costruttore

spazia infatti dai piccoli compatti, presenti anche

con propulsione elettrificata, fino ai grandi modelli

rotativi che derivano dall’accordo quadro con Magni

TH.

Ma nel campo dei frontali fissi i prodotti Bobcat

sono completamente self-made e arrivano dallo

storico stabilimento Sambron di Pontchateau, in

Bretagna, a pochi chilometri da Nantes. Si tratta

di macchine dalla grande sostanza che presentano

soluzioni di guida molto interessanti da un punto

di vista della regolazione idraulica e delle prestazioni

della trasmissione. Telescopici con altezze

di lavoro, nel caso dei modelli stabilizzati frontali,

che arrivano fino a 18 metri di altezza e possono

essere allestiti anche con piattaforme di lavoro

omologate.

MANITOU

Il costruttore francese arriva a Bauma con molte novità

tra cui un prototipo con azionamento ad idrogeno

e un nuovo modello rotativo MRT con altezza di

lavoro superiore a 30 metri. Nei compatti si allarga

invece l’offerta degli elettrificati che stanno trovando

sempre più spazio in quelle attività dove, spesso,

vanno a sostituire i carrelli elevatori elettrici che

peccano in versatilità e prestazioni. L’ampliamento

della gamma MRT verso l’alto di fatto corona un

processo di rinnovamento iniziato circa quattro anni

fa e che ha visto l’introduzione di tecnologie innovative

in questo tipo di macchine come, ad esempio,

la possibilità nelle versioni Vision+ di utilizzare la

macchina come PLE semovente stabilizzandola e

spostandola, ovviamente a velocità ridotta, direttamente

dalla navicella.

MAGNI

Il costruttore italiano si presenta a Bauma con molte

novità nel settore dei telescopici frontali fissi. E

punta nello specifico alla nuova gamma Mid Range

con i TH 3,5.7 e TH 3,5.9 che derivano dai modelli

agri recentemente presentati ad EIMA 2024. La

gamma del marchio, quindi, continua la sua espansione

verso il basso andando quindi ad inserirsi in

un segmento di mercato fino ad ora inesplorato e

che la vede come ultimo arrivato. Si tratta di un

segmento molto interessante a livello di numeri

(circa il 70% del mercato mondiale dei telescopici

insiste nella fascia dei 7 metri di altezza) ma dove

la competizione è molto serrata e spesso è legata al

fattore prezzo. Uno scenario inedito per il marchio

che, storicamente, ha sempre puntato alle fasce alte

di mercato dove contano tecnologia e prestazioni.

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HITACHI. Demolizioni e elettrificazione

SEMPRE PIÙ

SPECIALISTA

Hitachi arriva al Bauma con la sua gamma di escavatori

elettrificati, con i modelli da demolizione e con le

applicazioni speciali in prima linea. Una vocazione da

specialisti che in Europa trova uno specifico humus

sia a livello di mercato, sia grazie alla collaborazione

strategica con KTEG all’interno della joint-venture EAC

e con Dimaag AI per gli elettrificati

HITACHI si candida

come specialista

degli escavatori

multifunzione grazie

alla collaborazinoe

sempre più stretta

con KTEG all’interno

della joint-venture

EAC (European

Application

Center) che vede

le macchine con

tecnologia Oilquick,

da cui deriva

il Boom Quick

Connect, come

reale alternativa

polivalente e

versatile non solo

per il mondo

della demolizione

ma, in generale,

per la complessa

cantieristica

europea.

HITACHI

Per Hitachi sarà un Bauma all’insegna delle

applicazioni speciali e delle macchine elettrificate.

Due asset che il costruttore giapponese

esplora in modo specifico nel mercato europeo

grazie alla joint-venture EAC (acronimo di Europan

Application Center) che la vede attiva insieme a

KTEG (acronimo di Kiesel TEchnology Gmbh) e

Dimaag AI per le soluzioni legate all’elettrificazione.

Una specifica “vocazione” che il marchio ha sviluppato

in base alle esigenze di un mercato estremamente

esigente come quello del Vecchio Continente. Per

un costruttore che ha come prodotto di punta l’escavatore

si parla dunque di aumentare ulteriormente le

proprie opportunità di mercato grazie a specifiche

nicchie a cui il marchio ha dovuto aprirsi gioco forza.

Essere infatti uno specialista richiede la capacità di

intercettare le necessità degli addetti ai lavori con

macchine in grado di essere affidabili, sicure e performanti.

L’appuntamento di Bauma vuole quindi

essere, per il marchio, un’ulteriore occasione per

sottolineare questa propria linea d’azione.

Demolizione e applicazioni speciali

Il mercato della demolizione è in continua e costante

crescita. Questo non solo in Europa, dove paesi

come Germania e Francia sono da tempo alle prese

con una pesante sostituzione del patrimonio edilizio

costruito nel secondo dopoguerra, ma anche in

Italia. Oggi oltre il 70% dei Permessi di Costruire

sul territorio nazionale sono infatti subordinati ad

interventi di demolizione e ricostruzione.

La gamma Hitachi sviluppata con KTEG si presenta

oggi come la più flessibile, tecnologica e innovativa

sul mercato. Questo grazie alla tecnologia idraulica

automatica Oilquick, che consente non solo la

rapida sostituzione delle attrezzature, ma anche il

cambio dei bracci in poche decine di secondi con il

Boom Quick Connect. Per chi opera in cantieri cittadini

è un plus fondamentale che consente non solo

di ridurre i tempi di esecuzione ma anche di limitare

la presenza di altre macchine in cantiere proprio

grazie al veloce cambio di assetto. Un’opportunità

che consente non solo di operare con il braccio da

demolizione o da scavo, ma anche di trasformare

l’escavatore in macchina da scavo in profondità o

in gru. Una reale impostazione da porta attrezzi che,

ad oggi, non trova altri riscontri sul mercato.

A Bauma saranno quindi presenti sei nuovi modelli

con varianti che spaziano dallo scavo in profondità,

alla demolizione fino ad arrivare al dragaggio con

raggi operativi elevati. Questi ultimi sono mezzi che

Hitachi ha già a catalogo con bracci long-reach e

che vedono l’arrivo del nuovo ZX250LC-7 SLF

(Super Long Front).

Tra le macchine da demolizione si vedranno quindi

l’escavatore KTEG 390HR. Una macchina basata

su un Hitachi ZX350 con carro estensibile idraulico,

contrappeso aggiuntivo e cabina di demolizione

inclinabile. Il braccio fisso da 23,00 metri di altezza

consente di lavorare con un peso dell’accessorio di

3,5 tonnellate.

A fianco di questo nuovo modello ci sarà il suo

omologo versatile multi-carrier KMC400P. Una

macchina che, proprio grazie alla tecnologia Oil-

Quick, può lavorare con bracci da demolizione a

grandi altezze, braccio super lungo, tele-dipper, movimento

terra classico e applicazioni con braccio

gru. Il cambio di assetto avviene in pochi istanti con

il Boom Quick Connect direttamente dalla cabina.

Ad oggi è oggettivamente la macchina di questa

dimensione più flessibile, produttiva e sicura sul

mercato.

Al vertice della gamma per demolizioni si colloca

invece il KTEG KMC1200S dal peso operati-

vo di 180 tonnellate. Si basa sul modello standard

ZX890LCH-7 trasformato in macchina da demolizione

e offre diverse altezze di lavoro grazie al braccio

modulare. Abbiamo quindi la possibilità di demolire

con un’attrezzatura da 3,00 tonnellate a 51,00 metri

di altezza. A 44,00 metri si può invece lavorare

con un’attrezzatura da 5,00 tonnellate. Che salgono

a 15,00 tonnellate all’altezza di 28,00 metri. Il telaio

della torretta e la struttura della rella sono state

completamente riviste in funzione delle sollecitazioni

elevate di questo tipo di impiego.

Elettrificati compatti

Come anticipato, gli escavatori elettrificati si presentano

con una gamma che copre oggi ogni campo

applicativo fino alle 15 tonnellate di peso operativo.

Anche in questo caso si tratta della gamma più

completa del mercato in questa specifica tipologia

ed impiega una tecnologia fornita dalla specialista

Dimaag AI.

Parliamo quindi di pesi operativi che partono da 1,7

tonnellate con il debutto internazionale del modello

ZX17U-EB. Si tratta di un mini con batteria e caricabatterie

intercambiabili sviluppati proprio dalla

compagnia nord americana che ha la propria sede

principale nella Silicon Valley e che ha uffici a Osaka

e Bangalore. Salendo di peso operativo saranno

presenti il conosciuto ZX55U-6EB, già presentato a

Bauma 2022 e dotato anche di attacco per alimentazione

diretta via cavo, ed il nuovo ZX135-7EB

disponibile anche con braccio a triplice articolazione.

Questi due modelli saranno presentati in accoppiamento

con un sistema di accumulo (powerbank)

della Alfen NV da 422 kWh con specifica unità di

ricarica rapida.

Completa la gamma il midi ZE85 completamente

“made by KTEG” già presente allo scorso Bauma

e diversi concept che arrivano a pesi operativi importanti.

Tra questi l’escavatore gommato ZE150W, il cingolato

con motore endotermico ad idrogeno ZE300

allestito con braccio a triplice articolazione e il modello

ZE225 elettrificato.

Quest’ultimo è un modello estremamente interessante

perché copre la fascia short-radius delle 25 tonnellate.

Infatti è un modello richiesto in alcuni mercati

del nord Europa che presentano forti incentivi fiscali

verso l’elettrificazione del settore delle costruzioni.

Sempre tra le opzioni KTEG risulta interessante il

piccolo ZE17 che può essere impiegato anche con

alimentazione diretta a cavo risolvendo di fatto le

problematiche relative all’autonomia.

In alto il nuovo

ZX17U-EB

sviluppato da

Hitachi con la

collaborazione della

specialista nord

americana Dimaag

AI che ha fornito

la tecnologia

per la batteria e

la sua ricarica.

L’ampliamento della

gamma elettrificata

del costruttore,

soprattutto con i

modelli sviluppati

insieme a KTEG,

va nella direzione

di una domanda

di nicchia che fa

capo soprattutto

ad alcuni paesi del

nord Europa dove

gli incentivi fiscali

favoriscono questa

soluzione.

Proprio come nel

caso, a sinistra,

dello ZX135-7EB

dal peso operativo

di 15 tonnellate.

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KOBELCO. Visione di un costruttore specialista

SPECIALISTA

PERFEZIONISTA

Kobelco si presenta a Bauma con una visione

ancora più marcatamente specialista. Il costruttore

giapponese, nonostate sia monoprodotto, ha

raccolto importanti quote di mercato in Europa

grazie ad una specializzazione dove applicazioni

speciali e ricerca di una tecnologia affidabile si

riflettono nelle macchine standard

La gamma di

escavatori da

demolizione di

Kobelco è oggi una

delle più ampie

con modelli di

serie a listino che

arrivano fino a 130

tonnellate di peso

operativo. A Bauma

vedremo anche il

nuovo SK400DLC-11

con un nuovo

braccio high-reach.

KOBELCO

Kobelco si presenta a Bauma 2025 con dei contenuti

di rilievo pienamente in linea con l’evoluzione

tecnologica del settore. La presenza

del costruttore alla kermesse di Monaco di Baviera

è quindi all’insegna del nuovo motto aziendale “Built

for perfectionists”.

Una visione, quella di Kobelco, che ha portato al

massimo sviluppo la funzione dell’escavatore idraulico

con una storica presenza in applicazioni speciali

come, ad esempio, la demolizione.

Fin dal suo primo impegno nel campo degli escavatori

idraulici con il marchio Yutani-Poclain, il

costruttore giapponese aveva dimostrato di vedere

in modo completamente differente la figura dell’escavatore.

Ma con una doppia posizione filosofica. Da un lato

un profonda ricerca del prodotto. Dall’altro un’impostazione

aziendale profondamente tradizionalista

che non viene meno ad alcuni princìpi di base. Ossia

affidabilità, profonda identità del prodotto, tecnologia

evoluta ma collaudata per essere realmente

e concretamente utile.

Kobelco sarà quindi presente a Bauma con molte

novità, nel filone della tradizione aziendale, che

riguarderanno soprattutto il mondo della demolizione,

del forestale e dell’elettrificazione. Ma ovviamente

senza dimenticare l’abbattimento delle

emissioni di carbonio grazie ai motori compatibili

con l’HVO. Se quindi le macchine dal caratteristico

colore verde acqua erano già famose per essere

parche nei consumi, oggi implementeranno questi

vantaggi grazie all’impiego di questo carburante dal

ridottissimo impatto ambientale.

Le demolizioni come focus da specialista

La vocazione di Kobelco per le demolizioni arriva

da lontano. Parliamo infatti degli anni ‘60 e ‘70

del ‘900 con l’accordo insieme a Poclain che portò

anche i primi escavatori da demolizione a muoversi

nel contesto giapponese. Da allora l’esperienza di

Kobelco in questo specifico settore è ritenuta una

delle più profonde, se non la più profonda, a livello

globale. Tanto che l’azienda di Hiroshima è la prima

ad avere introdotto nella propria gamma dei modelli

da demolizione di serie. Senza però trascurare

i grandi modelli costruiti su misura che da tempo

compaiono nei cantieri di alcuni colossi giapponesi

del settore come, ad esempio, la Nabekai. Ma nei

fatti oggi Kobelco ha a listino escavatori di serie

dedicati a questa nicchia (in fortissima espansione)

con pesi operativi fino a 130 tonnellate.

A Bauma si potrà quindi vedere il nuovo

SK400DLC-11E con un braccio dalla geometria

ottimizzata ed inedita a fianco di una versione

Straight-Boom dell’SK300NLC-11E e di un prototipo

high-reach SK135SRLC-7 basato sul bestseller

SK140SLR-7. Stiamo quindi parlando di una

macchina pensata per lavorare in spazi ristretti e

centri storici.

Elettrificazione e celle a combustibile

L’elettrificazione è un altro tema che Kobelco affronta

a modo proprio. A Bauma saranno presenti

due macchine. Il miniescavatore SK20SRe ed il

midi SK90SRXe.

Il primo è azionato da un motore elettrico con batterie

mentre il secondo impiega una tecnologia che

si basa sulle celle a combustibile con alimentazione

ad idrogeno. Si tratta quindi di due strade, completamente

differenti, che il costruttore ha esplorato

come una delle possibili alternative al classico motore

endotermico.

Ma senza dimenticare, come ha sempre fatto Kobelco,

l’efficienza complessiva della macchina alla

base del risparmio in termini di carburante e, quindi,

della forte riduzione delle emissioni in atmosfera.

Midi, construction e applicazioni forestali

Tornando alle applicazioni speciali, Kobelco sottolinea

la propria inclinazione verso il forestale con

la presenza, a Bauma, dell’SK165SRLC-7.

Si tratta di una macchina progettata per gli ambienti

più difficili e che introduce uno speciale pacchetto

di protezione specifico per lavorare nelle aree

boschive. Il carro è derivato da macchine di due

caterogie superiori, come avviene per il conosciuto

ED160-7 Blade Runner, ed è espressamente pensato

per le regioni montuose. La macchina presentata

a Bauma sarà equipaggiata con un attacco rapido

Engcon e con la pinza per legno TG42HD che garantisce

una precisione e una resistenza elevate.

Il nuovo SK165SRLC-7 rientra nella gamma SR del

costruttore giapponese che, oggi, è tra le più ampie

e articolate del settore.

Kobelco punta da sempre a questo tipo di escavatori

estremamente flessibili e produttivi. A Bauma saranno

infatti presenti, nello stand aziendale, numerosi

modelli tra cui sia i midi SK85MSR-7, SK75SR-7,

sia i più grandi SK270SRNLC-7 ed SK380SRLC-7.

Questi ultimi due rientrano a tutti gli effetti nella

categoria dei construction con prestazioni di livello

superiore abbinate ad ingombri sempre sotto controllo

per lavorare in cantieri difficili ma con prestazioni

di rilievo.

Tra i plus di queste macchine vi è sicuramente il

sistema iNDr che abbatte in modo drastico le emissioni

sonore e rende maggiormente efficiente il raffreddamento

di motore e circuito idraulico grazie ad

una ottimale circolazione dei flussi.

Si tratta di un brevetto storico di Kobelco, presente

anche sui miniescavatori del costruttore, che prevede

l’ingresso e l’uscita dei flussi di aria dall’altro

e verso l’alto. Oltre a questo è stata studiata in

modo specifico tutta la struttura della torretta che si

presenta come elemento

monolitico in fusione

che integra anche la zavorra

posteriore in modo

da ridurre le vibrazioni.

Riduzione che, a sua

volta, implica minori vibrazioni.

Kobelco punta quindi da

sempre al miglioramento

di ogni singolo aspetto

come, ad esempio,

quello dei consumi. Un

miglioramento ottenuto

operando sui vigorosi tagli

di pressione con i comandi

in neutro per abbassare

i consumi inutili

in ogni singola fase operativa

della macchina.

Le macchine

per applicazioni

speciali sono

parte integrante

e sostanziale

dell’offerta di

Kobelco. A Bauma

2025 il costruttore

sarà presente

con il nuovo

SK165SRL-7 che è

stato pensato per

operare nel settore

forestale, grazie

alle protezioni

supplementari alla

torretta, ed in

territorio montano

e fortemente

irregolare grazie al

carro maggiorato

e rialzato che

deriva da due classi

superiori.

L’elettrificazione

è affrontata dal

costruttore anche

con le celle a

combustibile

alimentate ad

idrogeno con il

prototipo SK90SRXe

(in basso).

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MERLO. Importante upgrade della gamma Roto

UPGRADE

VERSO L’ALTO

Merlo arriva a Bauma 2025 con un importante

upgrade della propria gamma di sollevatori

telescopici rotativi che acquistano una capacità

massima di sollevamento superiore. I protagonisti

di Monaco di Baviera saranno i nuovi Roto50.18S,

Roto60.22R e Roto60.35SPlus con prestazoni superiori

rispetto alle versioni precedenti

Il rinnovamento

della gamma

Roto prevede un

importante upgrade

che riguarda

incremento di

portata, di altezza

massima e di

potenziamento

del diagramma

di lavoro per

aumentare

prestazioni

e sicurezza

operativa..

MERLO

Merlo si presenta al Bauma di Monaco di Baviera

con la nuova gamma Roto. Il costruttore

porterà, in rappresentanza dell’upgrade

completo della gamma, i tre nuovi modelli

Roto50.18S, Roto60.22R e Roto60.35SPlus.

Si tratta quindi di un lavoro complessivo che il costruttore

ha svolto in termini di performance, affidabilità

e nuove funzionalità. Quindi va incontro

a specifiche esigenze del mercato avendo sempre

come punto di riferimento la sicurezza operativa e

l’elevata qualità dei prodotti proposti. Tra le novità,

inoltre, è stato introdotto un nuovo radiocomando

che garantisce la fruizione delle nuove funzionalità

in qualsiasi contesto operativo. E’ quindi possibile,

come già nel passato, operare da cabina, da piattaforma

aerea e da terra. Ma tutto questo avviene

in modo ancora più semplice e sicuro rispetto al

passato.

Le migliorie della nuova gamma

La nuova gamma dei Merlo Roto è interessata da

diversi aspetti migliorativi che riguardano elementi

fondamentali per l’operatività all’interno del cantiere.

Da un punto di vista delle prestazioni non solo

è stata aumentata la portata di una tonnellata per

ogni macchina. Ma si è anche aumentata l’altezza

massima operativa di un metro e, cosa ancora più

importante, è stato migliorato e potenziato l’intero

diagramma di carico delle macchine. Si tratta quindi

di un miglioramento fondamentale per garantire

un’operatività più sicura e concretamente utile. A

poco, infatti, servirebbe aumentare portata e altezza

se poi questi miglioramenti non rappresentano una

variante positiva effettiva a livello di diagrammi di

sollevamento.

Per raggiungere questi livelli di performance sono

quindi stati riprogettati molti componenti della macchina.

Tra questi anche l’elemento fondamentale

che è il braccio telescopico. Inoltre sono stati aggiornati

i circuiti idraulico ed elettronico ed è stato

rinnovato il telaio della macchina.

Alla luce di questi miglioramenti i nuovi Roto

continuano a rimanere i più leggeri e compatti

nella categoria di riferimento. Si tratta di due fondamentali

elementi che, da un punto di vista del

cantiere, comportano numerosi vantaggi nel lavoro

quotidiano. Tutti i nuovi ROTO hanno inoltre la

possibilità di raggiungere i 40 km/h salvo, ovviamente,

specifiche omologazioni o normative dei

singoli Stati.

Ideali anche per il noleggio

La nuova gamma, di cui al Bauma si vedrà una preview,

sarà composta da quattro nuovi modelli nella

gamma Roto400 (50.16, 50.16S, 50.18 e 50.18S)

indirizzata maggiormente al mondo del noleggio e

delle imprese che non necessitano di macchine particolarmente

complesse vista la rotazione limitata

ad un arco di cerchio pari a 400°.

La gamma RotoO600, invece, comprende i due

modelli 50.21 e 50.16. Due mezzi che si collocano

appena al di sopra dei Roto400 e hanno un target

sostanzialmente identico.

Passando invece alla gamma con rotazione continua

abbiamo gli otto modelli Roto60.22R, 60.22SPlus,

60.27R, 60.27SPlus, 60.30SPlus, 60.35SPlus,

75.25SPlus e 75.28SPlus.

Merlo ha inoltre pensato, per quanto riguarda

ques’ultima gamma, all’allestimento ‘R’. Indirizzato

infatti al mondo del noleggio, ha la stessa potenza

e affidabilità delle versioni ‘SPlus’, ma con

una gestione semplificata che ben si adatta agli utilizzatori

occasionali.

Si tratta quindi di un’innovazione che coniuga prestazioni,

facilità d’uso ed un posizionamento di

prezzo pensato su misura per questo mercato con

esigenze così specifiche. L’upgrade riguarda quindi

non solo le prestazioni ma anche il target.

Radiocomando e funzionalità elettroniche

Il nuovo radiocomando brevettato, oltre che più ergonomico,

offre anche maggiori informazioni all’operatore.

Questo permette di avere il controllo totale

della macchina e di anticipare eventuali situazioni

anomale e di pericolo. L’obiettivo è infatti di garantire

una maggiore sicurezza attiva e passiva. Per

agevolare l’uso, in caso di blocco della macchina,

lo sfondo del display cambia colore e mostra unicamente

i movimenti consentiti che permettono di

tornare in una condizione di lavoro sicura. Questa

è una novità assoluta che nessuno, a livello di mercato,

è in grado di proporre e riprende esattamente

quello che succede sul monitor principale del mezzo

quando si è seduti al posto guida della macchina.

Si tratta di innovazioni correlate anche alle migliorate

funzionalità elettroniche. Infatti i progettisti

Merlo hanno effettuato questi aggiornamenti per

migliorare l’esperienza complessiva di utilizzo.

La prima modifica ha coinvolto la velocità del braccio.

Si tratta di un punto di forza storico Roto Merlo

che, ora, è più fluido e lineare.

Un’altra importante novità è l’introduzione del

“Set-point”. Si tratta di una funzione che fa tornare

autonomamente il braccio, in modo veloce e sicuro,

in un punto precedentemente memorizzato. Questo

riduce non solo gli sforzi per l’operatore negli impieghi

ripetitivi, ma ne riduce la possibilità di errore

in modo drastico.

L’introduzione dei movimenti cartesiani, funzionalità

che mantiene in autonomia una traiettoria verticale

dell’attrezzature in fase di salita e discesa ,

oppure orizzontale in fase di sfilo e rientro, permette

di effettuare lavorazioni complesse con un unico

gesto della mano.

La funzione di simulazione del diagramma di carico

permette di capire in modo preventivo se una manovra

è fattibile aumentando la sicurezza.

Fondamentale l’arrivo dell’opzione di guida della

macchina con radiocomando fino a 5 km/h. Sarà

quindi possibile gestire gli spostamenti e le fasi di

stabilizzazione della macchina da remoto o anche

da piattaforma ottimizzando le tempistiche di lavoro.

Inoltre, sono state sviluppate altre funzionalità tese

a migliorare l’utilizzo quotidiano della macchina.

In alto, la

nuova funzione

dell’opzione

di guida della

macchina con

radiocomando fino

a 5 km/h permette

non solo di gestire

gli spostamenti

e le fasi di

stabilizzazione

della macchina

da remoto o

da piattaforma

consentendo

quindi di

ottimizzare le

tempistiche

di lavoro e di

utilizzare i nuovi

Roto come delle

PLE semoventi.

In basso, il

primo Roto della

Merlo fece la

sua comparsa

sul mercato nel

lontano 1991 come

vero precursore

a livello globale.

Da allora ad oggi

la tecnologia di

queste macchine

è aumentata in

modo esponenziale

a favore di

prestazioni e

sicurezza.

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MANITOU. A Bauma tra idrogeno e news

SEMPRE PIU’

IN ALTO

Manitou si presenta a Bauma con molte

news tra cui un prototipo azionato da celle

ad idrogeno ed un nuovo MRT per altezze

operative superiori ai 30 metri. Non mancano

all’appello attrezzature specifiche per il

mondo delle potature e i nuovi carrelli elevatori

con batterie al litio per ottimizzare i cicli

operativi

La gamma dei

sollevatori

telescopici rotativi

MRT (a destra) si

amplia con l’arrivo

di un nuovo

modello, che sarà

presentato a Bauma

2025, con altezza

di lavoro superiore

a 30 metri e con

motore da 175 cv

di potenza.

MANITOU

Manitou non si fa trovare impreparata per il

Bauma. Il costruttore francese specializzato

nel sollevamento a 360° si presenta infatti con

molte novità in tutti i settori in cui è attivo. In primis

nei sollevatori telescopici, core business aziendale, ma

anche nel mondo delle macchine per la logistica come

i carrelli elevatori. E non si dimentica nemmeno del

movimento terra con il brand Gehl che avrà un suo

spazio definito e identificabile.

Andare oltre i 30 metri

Tra le novità del costruttore francese un attesto

ampliamento della sua gamma di soluzioni per il

lavoro in quota con un nuovo sollevatore telescopico

rotante MRT progettato per grandi altezze. Stiamo

quindi parlando di una macchina con un’altezza di sollevamento

di oltre 30 metri ed una potenza del motore

di 175 CV. Si tratta dunque di una modello ideale per

carpentieri, general contractors, società di noleggio e

aziende edili. Ma non solo. È infatti ideale anche per

applicazioni di manutenzione e restauro, muratura, coperture,

impalcature, calcestruzzo, casseforme e lavori

marittimi.

I suoi vantaggi operativi includono un posizionamento

più rapido, meno movimenti per il piazzamento ed

un’elevata capacità combinata con la possibilità di lavorare

in cantieri con spazi ristretti.

Al contempo offre anche una flessibilità superiore,

vera freccia nell’arco dei sollevatori telescopici rotativi,

una maggiore mobilità in cantiere, costi di

esercizio ridotti grazie alla polivalenza e ingombri

inferiori rispetto a una gru off-road tradizionale.

Senza dimenticare gli accessori

Parlare di sollevatori telescopici significa parlare di

accessori. Ebben, Manitou si presenta con un’ampia

gamma di accessori per rispondere a lle esigenze

sempre crescenti delle imprese. A Bauma presenterà

una nuova pinza per potatura dedicata in modo

specifico al modello MRT 2660e. Si tratta di un

accessorio realizzato in acciaio ad alta resistenza.

Una soluzione pensata per aumentare l’efficienza

e la produttività per la potatura. Alla base vi è una

tecnologia robusta che garantisce ridotte usure e

manutenzione. Il meccanismo di rotazione, vero

fulcro di queste attrezzature per garantire produttività

e sicurezza operativa, è pensato per avere

un’elevata coppia in modo da avere la possibilità di

una manipolazione efficace e che si adatti in modo

ottimale all’albero.

Inoltre la pinza fornisce una presa sicura di tronchi

e rami consentendo di abbattere gli alberi in

sicurezza e di effettuare tagli fino a 750 mm di diametro.

Saranno inoltre presenti altri accessori come le forche

rotanti a 360° ed un nuovo verricello da 6 t

di portata con una velocità aumentata rispetto ai

modelli precedenti.

Verso la decarbonizzazione

Il percorso verso la decarbonizzazione di Manitou

prosegue in diverse direzioni. Il Gruppo è infatti

impegnato nella riduzione delle emissioni e si sta

posizionando come un costruttore che lavora attivamente

nello sviluppo di macchine elettrificate o

alimentate ad idrogeno. Infatti, dopo aver presentato

un prototipo iniziale di un sollevatore telescopico

fisso con un’altezza di sollevamento di 18 metri e

una capacità di carico di 4 tonnellate a dicembre

2022, Manitou sta compiendo un altro passo avanti.

Al Bauma 2025, verrà svelato un secondo prototipo

di sollevatore telescopico, limentato a idrogeno

verde tramite una cella a combustibile. Di fatto una

soluzione a zero emissioni che risulta essere una

sperimentazione di una tecnologia in divenire che

deve, però, superare diversi scogli tra cui, il primo

e più importante, è rappresentato dal bilancio

energetico fortemente negativo per la produzione

dell’idrogeno da impiegare nel processo di funzionamento

delle celle o, in molti casi, dei motori endotermici

trasformati per questo impiego.

La logistica e la movimentazione dei materiali

Andando invece verso il settore industriale, Manitou

presenterà il nuovo carrello elevatore elettrico

ME 430 Lift. Il costruttore ha già un’ampia gamma

di carrelli elevatori elettrificati ma ora fa il salto

verso le batterie agli ioni di litio.

Questa tecnologia, ormai matura e competitiva nelle

piccole maccine, permette infatti di svincolarsi da

una serie di limiti tipici delle batterie al piombo

acido. Il nuovo carrello elevatore ha una capacità

di carico fino a 3,5 tonnellate e, con la sua trazione

a zero emissioni locali, è particolarmente adatto al

trasporto interno in ambienti chiusi o in zone con

forti limiti alle emissioni.

A corredo di questa tecnologia Manitou rafforza anche

la sua gamma di soluzioni di ricarica elettrica

con un nuovo caricabatterie rapido esterno da 30

kW. E’ stato progettato appositamente per avere la

massima efficienza e compatibilità con la gamma

MT di sollevatori telescopici elettrificati e con la

gamma ME Lift di carrelli elevatori. Tra i plus anche

la progettazione per un facile trasporto e installazione

grazie alle sue imbracature di sollevamento

integrate e alle tasche per forche. La sua struttura,

inoltre, è pensata per i terreni sconnessi.

Il brand Gehl

Il marchio GEHL sarà presente con una selezione

di pale articolate, minipale gommate e cingolate che

si distinguono per la loro sostanza e versatilità. Le

minipale del marchio sono infatti note per le loro

prestazioni a fronte di un basso costo di manutenzione.

Sono ideali per applicazioni impegnative nei

cantieri edili e durante il Bauma verrà presentata

anche un’ampia scelta di accessori come trinciatrici,

livellatrici, fresatrici a freddo o benne per la miscelazione

del calcestruzzo.

Il marchio Gehl

(in alto) sarà

presente con le

sue macchine

in un corner

specifico dedicato.

Le macchine del

marchio americano

hanno infatti una

storicità globale

del tutto simile a

quella di Bobcat

con una concreta

sostanza che ne

ha determinato

il successo sul

campo.

Nel settore della

logistica (in

basso), Manitou

presenterà il nuovo

ME430, modello di

carrello elevatore

elettrificato con

batterie al litio,

che si svincola dai

limiti operativi delle

batterie al piombo

acido.

48

49



SIMEX. Dallo stradale al recycling

TECNOLOGIA

A 360°

La vocazione di Simex è legata ad uno

sviluppo continuo della tecnologia idraulica

ad alte prestazioni. Una visione che nel tempo

è cresciuta in modo esponenziale e oggi

ha uno sguardo a 360° che, partendo dalle

attrezzature stradali, è approdata al mondo

del recycling ponendosi come player di

riferimento

La Simex CB30 (a

destra) è indicata

per escavatori

da 16 a 28

tonnellate. Si tratta

di un’attrezzatura

pensate per ridurre

volumetricamente

materiali di

vario genere

aumentando

l’efficienza del

cantiere.

SIMEX

SimexX è prima di tutto ricerca tecnologica. Una

visione che parte dalla profonda conoscenza

della tecnologia idraulica ad alte prestazioni

per arrivare alla sua declinazione in settori tra loro

spesso completamente differenti. Nell’immaginario

colletivo Simex è infatti un marchio associato in

modo immediato al mondo dei cantieri stradali. Le

scarificatrici a freddo di piccole dimensioni hanno

“fatto la storia” del settore rivoluzionando i cantieri

e ottimizzando i processi operativi fino ad allora

consolidati.

La gamma dell’azienda di San Giovanni in Persiceto

permette oggi di risolvere le problematiche dei

cantieri di infrastrutturazione partendo dalla scarifica

superficiale per arrivare alla compattazione ottimale

delle trincee. Nel mezzo abbiamo una galassia

di applicazioni che vedono le frese assiali, quelle

trasversali, escavatrici a ruota, profilatrici e frese

per applicazioni speciali di ogni tipo.

Un’esperienza sul campo unica che ha portato lo

sviluppo di attrezzature per il mondo del recycling

come benne frantumatrici, benne vagliatrici e benne

granulatrici per asfalto. Strumenti preziosi che

consentono alle imprese di semplificare, velocizzare

e razionalizzare i processi operativi all’interno dei

cantieri. In totale cinque linee di prodotti pensati in

modo specifico per rispondere ad applicazioni molto

puntuali. Ma ovviamente senza mai dimenticare le

esigenze generiche di chi vuole utilizzare queste attrezzature

in contesti generici che variano dalla separazione

di elementi differenti, trattamenti di biomasse

o omogeneizzazione di materiali eterogenei.

CBA. Granulare l’asfalto

La gamma di benne granulatrici CBA sono quelle

più vicine al mondo delle costruzioni stradali. Infatti

sono pensate appositamente per trattare in modo

corretto l’asfalto uniformandolo in modo ottimale

per un suo immediato riuso sia nel campo del riciclo

a freddo, sia per essere inviato a smaltimento e

riusco in modo economico ed efficiente.

Le benne granulatrici CBA si basano sulla tecnologia

che il costruttore ha sviluppato per le benne

frantumatrici CBE. Però abbiamo un’offerta che si

basa sui tre modelli più grandi della gamma di cui

sono, a tutti gli effetti, uno spin-off specializzato.

Abbiamo quindi la CBA 20, CBA 30 e CBA 40. Tre

attrezzature i cui rispettivi pesi operativi sono di

1.320, 2.170 e 2.900 kg. Le portate d’olio vanno da

100 a 350 l/min a seconda del modello con pressioni

di esercizio di 350 bar. Parliamo quindi di macchine

importanti che si accoppiano con escavatori

della gamma construzione. Pur essendo nate per la

granulazione dell’asfalto le Simex CBA sono però

adatte anche per altri aggregati da cantiere.

Il tamburo cilindrico è infatti composto da denti

intercambiabili nella piena logica di flessibilità che

Simex ha da sempre diffuso nei cantieri. L’azionamento

avviene sempre con motori idraulici a pistoni

radiali in presa diretta con il sistema per l’inversione

automatica della rotazione del tamburo in caso

di intasamento.

E’ fondamentale la presenza della GRIGLIA PO-

STERIORE che determina la granulometria del materiale

in uscita. Questo componente è disponibile

in diverse misure per avere varie granulometrie.

VSU. Vagliare e selezionare, anche l’umido

La gamma VSU si distinguono per la loro proget-

tazione finalizzata alla separazione dei materiali di

diversa pezzatura direttamente in cantiere. Pensate

per un impiego universale, le benne vagliatrici VSU

possono essere montate sia sugli escavatori, sia sulle

pale frontali. Infatti dispongono di un doppio

attacco che consente alle imprese di adattarle in

modo ottimale alle proprie macchine. La loro forma

si distingue per il facile caricamento, per la grande

semplicità d’uso e per l’elevata produttività.

Per aumentarne la produttività e la polivalenza

nell’impiego in differenti tipi di materiali son dotate

del sistema brevettato di utensili FIT.

Si tratta infatti di un sistema modulare ed intercambiabile

che permette molteplici configurazioni

in grado di adattarsi meglio meglio al tipo di materiale

da vagliare. Il sistema FIT permette la facile e

veloce sostituzione degli utensili grazie ad elementi

ad incastro che non presentano saldature. Un accorgimento

che si traduce in un risparmio fino al

75% sui costi di manutenzione rispetto a soluzioni

convenzionali che si trovano su attrezzature simili

concorrenti.

CBE. Le benne frantumatrici

Le benne frantumatrici della gamma CBE sono pensate

per ottenere, in cantiere, una consistente riduzione

volumetrica del materiale. Un’operazione che

consente di razionalizzare il carico e trasporto per

l’invio verso il riciclo e riuso.

Utilizzano utensili specifici che ottimizzano la frantumazione

grazie alla tecnologia con rotore idraulico.

Utilizza infatti lo stesso principio degli impianti

mobili che operano con la triturazione sfruttando lo

sforzo di taglio.

Questa specifica impostazione permette di lavorare

in maniera ottimale in presenza di ferro, roccia,

terra. Ma anche con parti deformabili, umide o bagnate.

Sono benne ideali per la frantumazione di

cemento armato e materiali da demolizione.

L’elevatissima forza al dente permette infatti di

frantumare qualsiasi materiale. Il rotore è azionato

da motori idraulici a pistoni radiali di grande cilindrata

calettati in presa diretta. La presenza del

sistema automatico che inverte la rotazione del tamburo

in caso di bloccaggio risulta fondamentale per

ridurre i tempi di lavorazione, ridurre i consumi ed

avere un processo costante e produttivo in qualsiasi

condizione operativa.

La gamma di benne

Simex VS (sopra)

sono indicate per

la separazione

dei materiali di

diversa pezzatura

direttamente in

cantiere. Sono

pensate per un

impiego universale.

La tecnologia

brevettata FIT

consente di

avere un sistema

modulare ed

intercambiabile che

permette molteplici

configurazioni in

grado di adattarsi

meglio al tipo di

materiale.

La gamma Simex

CBA (in basso) è

invece pensata

per granulare in

modo ottimale

l’asfalto. Sono però

adatte anche per

altri aggregati da

cantiere.

50

51



Gruppo OMS. “Fare strada” insieme

DA VERI

SPECIALISTI

Gruppo OMS nasce da un lungo e articolato

percorso che ha visto la famiglia Bressan diventare

un punto di riferimento sicuro e professionale per il

mondo stradale in tutta Europa. Dall’unione di OMS

Srl e OMS Service Srl nasce questa realtà che punta

ad offrire un servizio di alto livello nella vendita,

assistenza e noleggio di macchine per lavori stradali

Le finitrici

Sumitomo, in alto al

centro, sono state

introdotte in Italia,

e successivamente

in Europa, dalla

OMS della Famiglia

Bressan con un

lavoro basato su

professionalità,

specializzazione e

attenta conoscenza

del mercato.

Gruppo OMS

Parlare di OMS significa parlare della Famiglia

Bressan. Un nome che, dal lontano 1989, è un

riferimento sicuro per le imprese italiane attive

nel campo dei cantieri stradali. Dal profondo legame

con ABG, interrotto giocoforza dopo l’acquisto

da parte di Volvo CE a causa di una gestione miope

del marchio, al rapporto sempre più solido con

Sumitomo Pavers e con Hanta. La storia aziendale

è cresciuta nel tempo, passo dopo passo, con una

continua e costante evoluzione che, da officina, l’ha

portata ad essere punto di riferimento europeo proprio

dei due marchi giapponesi specializzati nella

costruzione di finitrici ad alta tecnologia.

Si tratta infatti di un cammino non semplice che,

per una realtà famigliare, ha un profondo significato

in termini di investimenti, evoluzione mentale

e visione del futuro. Non tutti, infatti, riescono a

compiere un cammino di questo tipo mantenendo

saldi i propri valori di base senza dimenticare i propri

punti di forza. Anzi. Rafforzandoli.

Due società, un’unica missione

Infatti il settore stradale è in continua evoluzione

richiedendo macchine, tecnologie e servizi sempre

più complessi e ritagliati su misura. Si tratta però

di un’evoluzione che, in realtà, è sempre stata nel

DNA della Famiglia Bressan e che, anche nei periodi

più complessi del mercato, ha rappresentato

il vero punto di forza aziendale. Partendo quindi

da questi presupposti, il Gruppo OMS si presenta

prima di tutto come un consulente specialista in grado

di fornire soluzioni operative a 360°. Non solo

finitrici, quindi, ma anche rulli per una compattazione

ottimale e tecnologie digitali per un attento

controllo qualitativo ed un fondamentale supporto

nelle operazioni di cantiere.

La scelta di collaborare con costruttori giapponesi

come Sumitomo e Hanta o con fornitori di tecnologie

digitali come MOBA e TF Technologies inquadra

in modo molto chiaro la visione qualitativa

a 360° del Gruppo OMS.

Sumitomo e Hanta, una visione di eccellenza

I due costruttori giapponesi si distinguono infatti

per le loro finitrici dai contenuti tecnici estremamente

particolari. Parliamo infatti di due specialisti

che concentrano la propria produzione su specifiche

gamme. Una focalizzazione che rappresenta la visione

qualitativa legata alla soluzione di specifiche

problematiche di cantiere con macchine che non

trovano corrispondenza con i competitor.

Le finitrici Sumitomo si distinguono infatti per il

banco di stesa J-Paver che ha caratteristiche uniche.

A partire dalle regolazioni completamente idrauliche

che consentono, nel caso della gamma HA60W

(gommata) e HA60C (cingolata) una larghezza di

stesa ininterrotta da 2,30 a 6,00 metri senza l’impiego

di allargatori e, in fase di trasporto, senza dover

togliere le paratie laterali per rimanere nella sagoma

limite di 2,50 metri. Non solo. Le regolazioni idrauliche

consentono una continua variazione della convessità

del banco per avere le necessarie pendenze

trasversale. Le stesse piastre di stesa del banco sono

regolabili idraulicamente in modo da avere sempre

una perfetta planarità della superficie. Il banco J-

Paver, declinato in dimensioni maggiori, mantiene

le stesse caratteristiche anche sulla HA90C, macchina

di dimensioni superiori con larghezze di stesa

in continuo variabile da 2,80 e 7,50 metri.

Ma non solo, la tecnologia di gestione elettronica

consente un elevato risparmio energetico in ogni

fase di lavoro. Una visione di efficienza che consente

un risparmio di carburante sostanziale. La

particolare architettura, nelle macchine gommate,

dei due assi distanziati, consente di avere macchine

agili, snelle ma estremamente bilanciate grazie alla

loro geometria ottimizzata.

Hanta è invece un costruttore che, nei fatti, integra

verso il basso l’offerta di Sumitomo grazie alle minifinitrici

adatte alla pavimentazione di spazi stretti,

marciapiedi e sezioni ridotte su trincee di posa di

impianti tecnici. Macchine che, nonostante le piccole

dimensioni, mantengono la struttura e l’impostazione

delle grandi macchine agevolando lo scarico

dei conglomerati nelle tramogge di alimentazione

e con banchi di stesa dalle caratteristiche del tutto

comparabili a quelli di finitrici più grandi.

La visione legata ad un post vendita qualificato

All’interno del Gruppo la O.M.S. Service Srl si occupa

in modo specifico di assistenza tecnica, manutenzione

e officina. Mantiene quindi viva, e prosegue

con vigore, la tradizione storica della OMS nel

campo del post vendita. E lo fa oggi con un team

di esperti altamente qualificati e tecnologie all’avanguardia.

Inoltre oggi è presente il più grande

magazzino ricambi Sumitomo e Hanta in Europa.

Una struttura che assicura tempi di risposta rapidi e

la massima continuità operativa per le imprese del

settore. Risposte garantite anche grazie ad un servizio

a distanza con visori a realtà aumentata da cui si

guida l’assistenza in modo diretto e professionale.

Questa visione comprende anche la tecnologia e

l’innovazione per un cantiere sempre più efficiente.

Infatti oltre alla fornitura di macchinari e alla

loro assistenza sul campo il Gruppo OMS investe

costantemente in ricerca e sviluppo per offrire soluzioni

tecnologiche avanzate. Tra i sistemi più innovativi

si trovano il PPCS (Paving Process Control

System). Si tratta di un sistema di telemetria che

monitora in tempo reale i parametri

di lavoro delle finitrici.

In questo modo migliora la gestione

logistica e la rendicontazione

delle lavorazioni.

A fianco di questo sistema è

presente il MatManager –

Paving Quality System. Parliamo

di un dispositivo per il monitoraggio

della temperatura e

del consumo del materiale che

garantisce standard qualitativi

elevati.

Oltre a questo il Gruppo OMS

offre anche additivi ecologici

per favorire l’impiego di conglomerati

a freddo con materiale

riciclato al 100% riducendo

l’impatto ambientale e

favorendo la circolarità.

Il servizio postvendita,

in alto,

è da sempre

uno dei punti di

forza del Gruppo

OMS. L’azienda

lombarda è infatti

attiva dal lontano

1989 sul mercato

stradale come

riconosciuta e

apprezzata struttura

assistenziale

specializzata nel

settore stradale.

In basso, la

collaborazione

tra Sumitomo e

il Gruppo OMS

si è allargata

oggi a punto

di riferimento

europeo sia per

la vendita, sia per

l’organizzazione

della rete di

vendita e assistenza

nei paesi del

Vecchio Continente.

52

53



HYUNDAI HX520AL, nelle cave di Botticino

STRONGER,

BETTER, HARDER

I due escavatori

idraulici HX520AL

in azione nella

cava di Marmi

Castello operano

nel contesto

selettivo del

marmo Botticino

occupandosi della

coltivazione del

fronte cava con la

movimentazione

dei blocchi e la

preparazione delle

piste di accesso

e delle bancate

diventando il

cuore produttivo

aziendale.

SCHEDA TECNICA

Escavatore provato

L’escavatore idraulico HX520AL

si colloca nella fascia di peso

operativo appena oltre le 50

tonnellate. Le due macchine che

abbiamo testato sono in azione

da circa un anno nella cava della

Marmi Castello nel cuore del

bacino estrattifero del marmo

Botticino. Si tratta di due macchine

in configurazione standard

che hanno, come unica opzione,

le griglie anteriori di protezioni

omologate e certificate FGPS.

La benna è quella specifica

utilizzata in questo contesto

specifico per la movimentazione

dei blocchi e per la preparazione

del fronte cava con la rimozione

degli strati di copertura delle

vene di marmo e con la sistemazione

delle vie di accesso. I

bracci sono quelli da 7.060 mm

con avambraccio da 2.900 mm

permettendo di avere i valori di

forza di strappo e sollevamento

in equilibrio ottimale con il raggio

d’azione dell’escavatore.

Dati tecnici

Motore CUMMINS X12

Stage V senza EGR e con

DOC+DPF+SCR integrato nel

Single Module, 6 cilindri, 11,8

litri, 295 kW (395 cv) @ 2.100

giri/min, 1.898 Nm @ 1.400

giri/min. Impianto idraulico da

394 x 2 l/min + 23,9 l/min per

i servocomandi.

CONSUMO* l/h 25

AUTONOMIA 24 ore

PREZZO EURO

Non dichiarato

* Consumo medio orario rilevato

nell’applicazione specifica.

In un mercato come quello Italiano

i brand hanno spesso più valore dei

contenuti. Ma ci sono aziende che,

nella valutazione dei contenuti, si basano

sulla propria esperienza diretta.

La Marmi Castello è una di queste.

Dopo una positiva esperienza con

due Hyundai 500LC-7A, ancora in

forze nella cava aziendale, l’azienda

di Botticino ha nuovamente confermato

la fiducia nel marchio coreano.

Da circa un anno sono quindi in

azione due nuovi HX520AL che sono

costantemente impegnati sul fronte

estrattivo con la preparazione delle

vie di accesso e la movimentazione

dei blocchi dalle bancate. Operazioni

che richiedono stabilità, idraulica ben

gestibile ed una struttura di carri e

bracci in grado di resistere alle sollecitazioni

di un’applicazione molto dura.

Di fatto Hyundai è un costruttore che,

a livello globale, è fra i più diffusi. Il

brand ha infatti da sempre puntato su

una grande concretezza che, oggi, si

manifesta con un “value for money”

che sta rompendo gli schemi mentali

di molte aziende. E la riconferma in

contesti applicativi difficili è il principale

segnale di un valore assolutamente

non casuale.

© E-construction 2025

TEST

54

HYUNDAI

HX520AL

Heavy Duty Machine

Nella cava di Marmi Castello, nel

bacino estrattifero del Botticino, sono

in azione due HX520AL. Macchine

che stanno dimostrando sul campo il

loro valore in un’applicazione heavy

duty in un contesto selettivo dove le

macchine sono messe a dura prova

l+ l-

l Carro dalle dimensioni generose

l Stabilità nella movimentazione dei

blocchi

l Struttura adatta ai lavori gravosi

l Peso operativo di 52.100 kg con

baricentro basso

l Torretta con cofani compatti che

favoriscono la visibilità diretta a 360°

l Dettagli della cabina migliorabili per

agevolare la pulizia interna e la visibilità

sul lato destro

55



cv!

425!

400!

375!

350!

325!

300!

275!

250!

225!

CUMMINS X12

kgm!

229!

210!

191!

173!

154!

135!

116!

98!

79!

200!

60!

700! 1.300! 1.900! 2.500!

giri / minuto !

POTENZA CV! COPPIA KGM!

Il grafico, realizzato da e-Construction, è

disegnato in modo che le curve di potenza

e di coppia si incontrino al regime di rotazione

in cui si rileva il minor consumo

specifico: 150 grammi per cavallo ora a

1.300 giri.

MOTORE

Marca e sigla

CUMMINS X12

Alesaggio/corsa mm 132/144

Cilindri/l/valvole 6/11,8/24

Potenza nominale cv/giri 395/2.100

Potenza specifica cv/litro 33,47

Coppia Nm/giri 1.898/1.400

Riserva di coppia % 32

Rapporto di compressione 16:1

Aspirazione Turbo + Intercooler aria/aria

Iniezione

Common rail

Massa kg 1.017

Massa specifica kg/litri 86,18

Rendimento 0,42

Cons. spec. min g/cvh/giri 150/1.300

Cons. spec. pot. max litri/h 71,1

Cons. spec. coppia max litri/h 64,6

Autonomia in pot. max ore 9,2

Indice sollecitazione 10,5

Emissioni

Stage V

INDICE DIESEL e-Construction 7

Qui a fianco, uno dei

due Hyundai HX520LA

di Marmi Castello in

azione nell’apertura

di una nuova zona

estrattiva. I due

escavatori del, acquistati

da General Car, sono in

azione da circa un anno

nel contesto estrattivo

aziendale dopo la

positiva esperienza

con due Hyundai

500LC-7A, ancora

in azione nel parco

macchine aziendale. I

due escavatori sono di

fatto il cuore produttivo

aziendale occupandosi

della movimentazione

dei blocchi sul fronte di

scavo.

Due macchine sul

fronte estrattivo

Hyundai è sicuramente uno dei costruttori

più dinamici del mercato globale con

una presenza che vede la propria offerta

commerciale in continuo aumento. La

presenza in Italia ha finalmente preso una

direzione positiva con importatori dinamici

e solidi come General Car. La struttura di

Varese ha fornito i due HX520LA alla Marmi

Castello fornendo un supporto assistenziale

fondamentale per due macchine così

importanti impegnate sul fronte estrattivo

principale. L’esperienza aziendale, anche

parlando con gli operatori, è decisamente

positiva tanto che entreranno in scena

proprio in queste settimane anche due

nuovi HX330AL che saranno impegnati

nell’apertura e sistemazione dei nuovi

fronti di lavoro. I due HX520AL hanno

messo in luce, nel corso della nostra

prova, doti idrauliche e di equilibrio che li

rendono particolarmente adatti a questo

impiego che rientra tra quelli più pesanti per

escavatori di queste dimensioni. La durata

dei componenti, le prestazioni messe in

luce dalle macchine ed i relativi consumi

sono punti positivi che la Marmi Castello

che sottolineato come forte argomentazione

che ha portato a riconfermare nuovamente,

anche per modelli più piccoli, la fiducia nel

binomio Hyundai e General Car.

TEST

LA MECCANICA

America e Corea alleate

Cummins e Hyundai.

Un equilibrato sistema d’insieme

H

yundai

e Cummins fanno ormai coppia

fissa da lungo tempo con risultati soddisfacenti

per gli operatori del settore.

Gli escavatori coreani ci hanno abituati ad avere

sotto il cofano i motori nord americani con

un’accoppiata che, nel tempo, si era distinta per

avere un buon equilibrio in termini di prestazioni

e consumi.

Gli Hyundai Serie 7A sono infatti rimasti nella

memoria dei loro utilizzatori come mezzi affidabili,

parchi nei consumi e dalla produttività

elevata. Con la rivoluzione del 2019 in casa

Cummins questo binomio si è ancora più consolidato.

Infatti l’eliminazione dell’EGR dalle

nuove generazioni dei motori del costruttore

nord americano ha portato un ulteriore abbassamento

dei consumi a vantaggio degli utilizzatori

finali.

La presenza dell’X12 sotto i cofani dell’HX520AL

tarato alla potenza di 295 kW (395

cv) a 2.100 giri/min ha dimostrato sul campo un

equilibrio che riporta in auge i vecchi tempi. Ma

più che la potenza colpisce la coppia di 1.898

Nm a soli 1.400 giri/min.

Un valore che favorisce l’impiego in questo

contesto dove la precisione operativa e l’impiego

in souplesse sono fondamentali sia per lavorare

in sicurezza, sia per preservare l’integrità

dei blocchi.

I consumi medi delle due macchine dichiarati

da Marmi Castello in questo specifico impiego

dopo quasi un anno di lavoro sono infatti di 25,0

litri/ora. Merito dell’abbinamento tra il Cummins

X12 e l’impianto idraulico EPIC con controllo

elettronico indipendente delle due pompe

idrauliche.

Sotto mentite spoglie

Lo Hyundai HX520AL è un escavatore che supera

le 50 tonnellate di peso operativo, 52 per la

precisione, ma che rifugge dal cliché della torretta

dai grandi volumi. Tanto che, abituati come

siamo a vedere macchine di questa taglia dotate

di super-cofani, non sembra vero che appartenga

alla classe dei “50 ton”. Ma guardando poi

il carro ed i bracci si capisce immediatamente

che l’HX520AL nasconda doti che non saltano

immediatamente agli occhi. Da un punto di vista

strutturale il costruttore coreano non ha lasciato

nulla al caso. Il carro presenta di serie le protezioni

inferiori per i rulli in modo da preservarne

la durata. I pattini dei due esemplari testati

in cava presentano la doppia costola per avere

maggiore grip in roccia. Braccio e avambraccio

sono in carpenterie completamente saldate con

elementi di rinforzo in tutte le zone di articola-

56

57



STRUTTURA DEL CARRO

Il carro dello Hyundai HX520LA è uno degli

elementi qualificanti di questa macchina.

La sua struttura è concepita per gli impieghi

gravosi delle cave e rappresenta un’impronta

a terra importante anche grazie alla

carreggiata variabile che permette di avere

una larghezza di 3,0 metri per il trasporto

che diventano 3,54 metri in posizione

allargata e con i pattini standard da 600

mm di larghezza. L’altezza libera da terra

sotto i traversi è di ben 770 mm. Un valore

difficilmente riscontrabile nella concorrenza

in questa classe di macchina e che permette

di lavorare in modo agile nei contesti

operativi difficili delle cave di pietra.

BRACCI

I due HX520AL in forza alla Marmi Castello

sono equipaggiati con braccio monoblocco

da 7.060 mm accoppiato con avambraccio

da 2.900 mm. Si tratta di una scelta

equilibrata in termini di capacità di sollevamento

e forza di strappo senza penalizzare

né il raggio d’azione della macchina, né la

capacità geometrica di movimentare grandi

blocchi in sicurezza. Sono disponibili infatti

anche altri due bracci da 6.550 mm e da

9.000 mm e altri quattro avambracci da

2.550, 3.380, 4.000 e 6.000 mm. Quest’ultimo,

se accoppiato con il braccio da 9.000

mm, dà inoltre origine ad una macchina

che possiamo considerare come un vero

long-front excavator. La realizzazione è

completamente in carpenteria saldata

senza elementi in fusione. Una scelta che

permette di evitare elementi di discontinuità

suscettibili di eventuali rotture in caso di

sollecitazioni elevate.

IMPIANTO IDRAULICO

L’impianto idraulico è alimentato da una

doppia pompa a portata variabile che fornisce

nel complesso 788 l/min (2 x 394 l/

min) gestiti in modo completamente elettronico

dal sistema EPIC. Quest’ultimo

controlla le due pompe in modo individuale

l’una dall’altra ottimizzando i flussi idraulici

in base alle effettive esigenze operative e

riducendo i consumi complessivi.

A lato, la cabina dello

Hyundai HX520AL

è identica a tutti gli

escavatori della serie

HX del costruttore

coreano. E’ un progetto

che si è evoluto nel

tempo arrivando

oggi ad avere una

forma squadrata che

favorisce lo spazio a

bordo con dimensioni

interne generose e

ben sfruttate che

permettono una vita

a bordo confortevole

anche in un ambiente

difficile come quello

delle cave di marmo

in cui operano i due

escavatori HX520AL.

Metro e bilancia

Lunghezza trasp. mm 12.110

Larghezza carro mm 2.980/3.540

Altezza trasp. mm 3.220

Lunghezza carro mm 5.416

Passo mm 4.470

Luce da terra mm 770

Forza di strappo kgf 22.300

Forza di scavo kgf 21.700

Forza di trazione kgf 34.100

Pendenza max. 35° (70%)

Peso operativo kg 52.048

Serbatoio gasolio l 600

Serbatoio AdBlue l 70

Serbatoio olio idraulico l 275

Impianto idraulico l 499

Vel. traslaz. km/h (1°-2°) 3,30 - 5,30

TEST

zione per aumentare la durata.

Idraulica pensata per l’uso pesante

Questa impostazione si sposa bene con l’impianto

idraulico EPIC che gestisce elettronicamente le due

pompe in modo autonomo. Questo consente, come

anticipato, non solo di ridurre i consumi ma anche

di avere un comportamento ottimizzato in base al

carico operativo e, quindi, al tipo di lavoro che si sta

effettuando. I movimenti contemporanei, necessari

per una sicura movimentazione dei blocchi, sono

quindi agevolati da questa specifica impostazione.

La stessa traslazione risulta, nello spostamento

con carichi elevati, progressiva e ben modulabile.

Una dote che, nel contesto della cava di

pietra ornamentale, risulta fondamentale per la

sicurezza e la conservazione del carico. Non

mancano forza di strappo e di sollevamento che

consentono la movimentazione di blocchi dal

peso che supera le 25 tonnellate spostati dalle

bancate e trasportati fino alla zona di carico.

LA CABINA

Ergonomia al top

Dimensioni generose e un concreto

comfort per l’operatore

L

a

cabina degli escavatori HX di Hyundai ha

una forma fortemente squadrata che privilegia

le dimensioni interne a vantaggio dello spazio

a bordo. Decisamente interessante l’omologazione

FOPS (oltre a quella obbligatoria ROPS) presente

di serie. Un livello di protezione contro la caduta

di oggetti dall’alto che non tutti i costruttori forniscono

come dotazione standard. Un elemento di

sicurezza sostanziale per chi lavora in un contesto

come una cava di pietra.

Gli interni arrivano da lontano con una continua

evoluzione iniziata dai Serie 7A che ha

portato oggi ad avere un’ergonomia che bada

alla reale sostanza. La distribuzione dell’aria è

uniforme in tutta la cabina grazie alle bocchette

collocate in tutte le zone strategiche. Solo quella

sotto al sedile, collocata al livello del pavimento,

avrebbe bisogno di una piccola rivisitazione

per evitare che lo sporco degli scarponi entri

nella griglia di protezione. Il sedile di guida è

ampio e ben profilato e le due consolle laterali

sono regolabili in modo separato per adattarsi a

qualsiasi operatore.

Il quadro strumenti con display da 8” è chiaro

nell’utilizzo e presenta comandi sia fisici che

digitali. Volendo è possibile navigare con un comodo

cursore a pressione collocato subito prima

del joystick di destra.

Lo spazio a bordo per oggetti personali e per

riporre bottigliette d’acqua è ben organizzato

con posizioni comode ma che, al contempo, non

ostacolano né la guida, né la visibilità. Quest’ultima

è molto buona grazie sia alle telecamere

su tre lati, sia all’altezza ridotta dei cofani posteriori.

58

59



HIDROMEK HMK640 WL, solida oltre il tempo

ALLA PROVA

DEL TEMPO

La pala gommata

Hidromek HMK640

WL ha rappresentato

l’esordio del

costruttore in questa

specifica tipologia

di macchine. Con un

peso operativo di

26.300 kg e con una

benna standard da

4,20 mc, presidia la

fascia più importante

del mercato

con presenze

“ingombranti” in

termini di blasone.

Ma il modello turco

è pensato per

durare nel tempo e

l’esemplare visto in

campo ha superato

la boa delle 5.000

ore di lavoro senza

particolari problemi.

SCHEDA TECNICA

Veicolo provato

La pala gommata HIDROMEK

HMK640 WL provata presso

la Perino Piero Srl è una

macchina in configurazione

standard senza allestimenti

particolari. Equipaggiata

con una benna per impieghi

generali da 4,2 metri cubi

di capacità, ha un tagliente

saldato direttamente sui

denti. Si tratta di una pala

gommata adibita alla

gestione logistica dei materiali

in una delle piattaforme

aziendali autorizzate per il

recupero di rifiuti da C&D.

La manutenzione ordinaria è

agevolata infine dalla presenza

dell’impianto di ingrassaggio

automatico.

Dati tecnici

Motore MTU Mercedes enz

6R1100 Stage V, 6 cilindri da

10,70 litri, 240 kW (321 cv) @

1.600 giri/min, 1.700 Nm @

1.300 giri/min. Trasmissione

Powershift ZF con Torque

Converter a cinque marce AV

e 3 RE con velocità massima

37,0 km/h. Carico massimo

di ribaltamento 19.269 kg

(dritto) /17.015 kg (massima

articolazione di sterzo). Forza

di strappo 19.975 kgf.

Peso operativo 26.300 kg.

CONSUMO* l/h 14,0

AUTONOMIA 28 ore

PREZZO EURO

Non dichiarato

* Consumo medio orario rilevato

nell’applicazione specifica.

Gli impianti di trattamento dei rifiuti

da C&D, così come quelli

per la lavorazione degli inerti,

sono i palcoscenici dove le pale gommate

recitano il ruolo di indiscusse

protagoniste. Le macchine più diffuse

sono quelle che insistono nella classe

di carico con benne dalla capacità tra

i 3,5 ed i 5,00 metri cubi. Parliamo

quindi della stragrande maggioranza

del mercato con una fetta percentuale

che supera il 50% delle pale gommate

vendute a livello globale. Non è

un caso se Hidromek ha scelto proprio

una macchina da 4,2 metri cubi

per fare il proprio esordio, nel 2017,

in questa tipologia così competitiva.

Parliamo della HMK640 WL che, con

il suo peso operativo di 26.300 kg ed

una capacità di carico di oltre 19 tonnellate,

entra in diretta concorrenza

con dei mostri sacri come Caterpillar

972 o le Volvo L150/L180. E lo fa

con una spiccata personalità che l’ha

portata anche su fronti impegnativi.

Abbiamo toccato con mano una delle

prime macchine arrivate in Italia ed

oggi in forza presso la Perino Piero

Srl di Torino. Una pala arrivata come

mezzo a noleggio e poi confermata nel

parco aziendale.

© E-construction 2025

TEST

HIDROMEK

HMK640 WL

wheel loader

La pala gommata che ha sancito

l’esordio di Hidromek in questa

tipologie di macchine si presenta

come solida. Pensata per durare nel

tempo, abbiamo provato uno dei

primi esemplari arrivati in Italia con

all’attivo oltre 5.000 ore di lavoro

l+ l-

l Powertrain progressivo e ben modulabile

l Motore MTU Mercedes Benz

l Bilanciamento ben studiato

l Cinematismo di braccio e benna

l Cabina dall’ergonomia ben studiata

l Consumi molto competitivi

l Idraulica fluida ed esuberante

l Visibilità anteriore non sempre ottimale

a causa del traverso dei rinvii dalla

dimensione generosa

60

61



cv!

375!

350!

325!

300!

275!

250!

225!

200!

175!

MERCEDES 6R1100

kgm!

219!

200!

181!

163!

144!

125!

106!

88!

69!

150!

50!

600! 1.200! 1.800! 2.400!

giri / minuto !

POTENZA CV! COPPIA KGM!

Il grafico, realizzato da e-Construction, è

disegnato in modo che le curve di potenza

e di coppia si incontrino al regime di rotazione

in cui si rileva il minor consumo

specifico: 150 grammi per cavallo ora a

1.300 giri.

MOTORE

Marca e sigla

MTU 6R1100

Alesaggio/corsa mm 125/145

Cilindri/l/valvole 6/10,7/24

Potenza nominale cv/giri 321/2.000

Potenza specifica cv/litro 30,00

Coppia Nm/giri 1.700/1.300

Riserva di coppia % 30

Rapporto di compressione 17:1

Aspirazione Turbo + Intercooler aria/aria

Iniezione

Common rail

Massa kg 938

Massa specifica kg/litri 87,66

Rendimento 0,42

Cons. spec. min g/cvh/giri 150

Cons. spec. pot. max litri/h 74

Cons. spec. coppia max litri/h 67

Autonomia in pot. max ore 7,4

Indice sollecitazione 11,1

Emissioni

Stage V

INDICE DIESEL e-Construction 6,7

Qui a fianco, la HMK640

WL della Perino Piero Srl

di Torino. Una delle prime

macchine arrivate in

Italia ed una delle prime

costruite da Hidromek.

La cabina attuale ha

infatti la portiera sinistra

completamente vetrata

mentre questi primi

modelli avevano una linea

di cintura discendente.

La macchina ha oggi oltre

5.000 ore di lavoro ed è

arrivata in azienda come

mezzo a noleggio per

poi essere acquistata e

adibita alla gestione delle

diverse piattaforme di

recupero di rifiuti da C&D

dell’imprea piemontese.

Solida outsider

di valore

Difficile rompere i pregiudizi in un settore

incredibilmente conservativo come

quello del movimento terra. Soprattutto

quando si parla di pale gommate, ossia

di mezzi difficili da progettare in modo

equilibrato e dove la presenza storica

di alcuni grandi player porta a valutare

sbrigativamente una macchina non dai

contenuti ma dai loghi presenti sulla carrozzeria.

Affacciarsi a questo mercato da

parte di Hidromek ha significato grandi

investimenti ed un progetto, quello della

HMK640 WL, che ha dovuto coniugare

schemi convenzionali con una visione

personale. Dal design, all’ergonomia

della cabina, fino all’esuberante impianto

idraulico. Abbiamo volutamente messo le

mani su una macchina che ha superato

lo scoglio delle 5.000 ore per capire

come una “new entry” di qualche anno

potesse comportarsi nel tempo. Una prova

ad oggi superata nella sostanza con

un mezzo ancora ben aggressivo e dalla

funzionalità che non ha mai subito arresti

nel corso di questi anni. L’impiego negli

impianti della Perino Piero Srl ha inoltre

evidenziato come, anche senza un operatore

fisso, ossia in una condizione non

ottimale, questa pala sia stata all’altezza

delle aspettative aziendali.

TEST

LA MECCANICA

MTU MB e ZF

Sovradimensionamento per lavorare

in piena souplesse

N

on

è semplice, per un costruttore, affacciarsi

ad un mercato estremamente competitivo

dove non tutti i player, tra le

altre cose, sono presenti. Hidromek si è fatta

infatti conoscere per i suoi escavatori cingolati

e gommati grazie ad un’impostazione che premia

robustezza, bassi consumi e sovradimensionamento.

Quando l’azienda turca ha deciso di

presentarsi in questo mercato lo ha fatto con la

stessa filosofia che le hanno permesso di farsi

apprezzare nelle altre tipologie di macchine in

cui opera. La HMK640 WL riprende stilemi che

abbiamo già visto in altre macchine di questa

classe. La motorizzazione è MTU con il diffuso

6R1100 nella versione C11 costruito da Mercedes

Benz ed omologo dell’OM470. Una scelta

che, andando ad esaminare i numeri identificativi

di questo propulsore, lo collocano tra quelli

più conservativi nella sua classe.

La potenza massima di 321 cv è infatti erogata

al règime di soli 1.600 giri/min con una

coppia di 1.700 Nm a 1.300 giri/min. Valori che

determinano bassi consumi ed una prontezza davanti

alle situazioni più difficili che abbiamo

assolutamente percepito nel momento di ingresso

nel cumulo di materiale e nella velocità di

sollevamento a benna piena. Ma non solo.

Infatti questa impostazione ben si sposa con

il cambio Power Shift ZF a controllo elettronico

con convertitore di coppia e 5 marce avanti e 3

marce indietro. Un powertrain pronto e fluido

che, in gestione completamente automatica, dà

il meglio di sè permettendo di lavorare in modo

fluido e preciso. Hidromek si è quindi affidata

ad un duo “made in Germany” che ottimizza an-

che i consumi operativi.

Una pala gommata di sostanza

Questa impostazione di base permette di avere

una macchina dalla duplice personalità. Tranquilla

e fluida su piazzale, dove il motore non

urla mai in forza di una coppia elevata a soli

1.300 giri/min. Grintosa e senza timore quando

si tratta di strappare il materiale dal fronte di

scavo. Di fatto la HMK640 WL si candida ad

essere una protagonista anche in contesti difficili

come lo smarino in galleria, sul fronte cava

o nel carico in roccia sparata. Questo grazie ad

un’impostazione che prende spunto da gloriose

macchine del passato. Il gruppo caricatore, con

la doppia zeta ed il disegno dei bracci, si ispira

apertamente alla Hanomag 66D. Infatti mette

in luce una piacevole aggressività che permette

di lavorare anche nei contesti più duri senza

grandi problemi. Tra le altre cose fare slittare le

gomme, con il cambio in modalità automatica, è

62

63



TRASMISSIONE

Tramissione Powershift ZF a cinque marce

AV e tre marce RE con Torque Converter e

Lock-up automatico. La velocità massima

raggiungibile è di 37,0 km/h. La trasmissione

è a completa gestione elettronica

consentendo l’ottimale sfruttamento della

coppia in ogni condizione operativa.

TRAZIONE

Sistema di trazione integrale con assale

anteriore fisso e posteriore semiflottante

con perno di articolazione e angolo di

oscillazione di 26° (+13°, -13°). Riduttore

a due stadi con differenziale anteriore a

bloccaggio automatico di serie e posteriore

in opzione.

IMPIANTO IDRAULICO

Impianto Load Sensing Flow Sharing con

tre pompe a portata variabile da 489 l/min

complessivi disponibili per sterzo, braccio,

benna e linee ausiliarie con priorità all’impianto

di sterzo.

STERZO

Telaio articolato con articolazione complessiva

di 80° con 40° destra e 40°

sinistra. Azionamento con cilindri a doppio

effetto.

FRENI

Freni a disco in bagno d’olio sulle 4 ruote

ad azionamento completamente idraulico

montati entro bordo. Circuiti dei freni

anteriore e posteriore indipendenti.

Freni di stazionamento ad inserimento

automatico.

A lato, la cabina

dellaHMK640 WL ha

un’ergonomia molto

curata con la presenza

di serie di un sedile

riscaldabile e sospeso

sia verticalmente che

orizzontalmente, vano

refrigerato e consolle

destra solidale sospesa

e regolabile insieme

al sedile stesso. Le

regolazioni di tutti i

parametri avvengono

senza mai staccarsi

dallo schienale grazie

ai comandi raggruppati

in modo “trattoristico”

sulla destra e

impostabili con un

comodo roller di tipo

automobilistico.

Metro e bilancia

Lunghezza (con benna std.) mm 9.060

Larghezza (con benna) mm 3.300

Altezza mm 3.505

Passo mm 3.500

Altezza max. perno mm 4.360

Luce da terra mm 520

Angolo di sterzo gradi 40/40

Carico rib. posiz. dritta kg 19.269

Carico rib. max. angolaz. kg 17.015

Peso operativo kg 26.300

Serbatoio gasolio l 400

Serbatoio AdBlue l 40

Serbatoio olio idraulico l 152

Olio motore l 35

Liquido refrigerante motore l 50

TEST

quasi impossibile.

Load Sensing Flow Sharing a centro chiuso

L’impianto idraulico della HIDROMEK HMK640

WL propone una soluzione che si trova su tutti i

migliori competitor del mercato. Abbiamo infatti

un impianto Load Sensing Flow Sharing a centro

chiuso che consente di avere movimenti fluidi e

contemporanei in modo proporzionale alla movimentazione

delle due leve finger-tip. La portata è

considerevole visto che parliamo di una pala gommata.

Abbiamo infatti, di serie, tre pompe a portata

variabile da 203, 190 e 96 l/min. La macchina è infatti

fornita di serie dei circuiti supplementari per

il funzionamento sia dell’attacco rapido idraulico,

sia di eventuali attrezzature idrauliche come benne

con pinze per la movimentazione del legname o

altre attrezzature come benne selezionatrici, benne

vaglianti o spazzole. Il serbatoio dell’olio idraulico

ha una capacità di 152 l/min a fronte di una capacità

di tutto l’impianto di 200 litri complessivi.

LA CABINA

Gli stilemi di Hidromek

Design personale ed ergonomia

curata per un posto di guida al top

H

IDROMEK

si è fatta notare nel difficile

mercato europeo anche per la sua forte

personalità nel design complessivo delle

macchine e nell’ergonomia delle cabine. La

HMK640 WL ha iniziato la storia del costruttore

nelle pale gommate con un posto guida originale

che fa della sintesi e dell’ergonomia il suo credo

fondamentale. Chi cerca i “gadget” non li troverà.

Se non si sapesse che Hidromek è un costruttore

turco, si penserebbe di essere a bordo di una pala

gommata tedesca. Ma senza rinunciare a nulla di

tutto quello che è oggettivamente comodo e che,

ogni giorno, serve per la vita lavorativa a bordo

macchina. La consolle di destra, solidale con il

sedile sospeso e regolabile in modo autonomo,

riprende i concetti visti sui trattori di ultima generazione.

Quindi tutto sotto controllo con una

rapida occhiata e navigazione completa nei menu

del display collocato sul piantone destro con un

roller dal semplice utilizzo. Controlla l’Opera

Control System che permette di impostare le diverse

modalità operative con la possibilità di dare

precedenza alla benna, al braccio o allo sterzo a

seconda delle condizioni operative. Dallo stesso

display si ha sempre la visione della telecamera

posteriore che integra gli specchi riscaldabili.

Ottima la sagomatura dei parafanghi posteriori

che aprono la visuale diretta sui paraurti posteriori

Piace la presenza delle leve finger tip che

sono comode e precise. L’inversione di marcia è

effettuabile sia dal piantone che dal comodo interruttore

di fianco alle levette. La distribuzione

dell’aria climatizzata avviene in modo diffuso e

uniforme. I materiali utilizzati hanno inoltre retto

bene il passare del tempo.

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65



HD HYUNDAI INFRACORE. DX05 e DX08

PREMIATI PER

LA SOSTANZA

I due motori DX05 e DX08 di HD Hyundai Infracore

sono stati appena insigniti del Diesel Of The Year

2025. Un premio che ha tenuto conto degli effettivi

contenuti tecnici dove la presenza delle varianti

con turbocompressore a singolo e doppio stadio

consentono agli OEM di scegliere in base alle

caratteristiche specifiche della singola macchina

visita il nuovo sito

www.e-construction.org

I due motori HD

Hyundai Infracore

DX05 e DX08

si guadagnati il

titolo di Diesel Of

The Year 2025.

Sono pronti ad

equipaggiare le

macchine ‘di casa’

Hyundai e altri OEM

tra cui Develon.

HD HYUNDAI INFRACORE

Una storia che affonda radici lontane e profonde

nel tempo. E che rappresenta una storia

industriale coreana che nasce, cresce, si sviluppa

e prospera.

Parliamo dei motori HD Hyundai Infracore DX05

e DX08 premiati con il Diesel Of The Year 2025.

Si parte dai motori compatti della famiglia G2,

disponibili nelle gamme da 3 e 4 cilindri, con cilindrate

unitarie da 700 cc a 950 cc. Oggi l’offerta

include tre varianti di cilindrata: 1,8 L, 2,4 L ed il

modello di punta da 3,4 L. Un motore inizialmente

sviluppato per la Bobcat e che sta gradualmente guadagnando

terreno tra gli OEM europei come Epiroc o

Keestrack, e cinesi come Lovol. Nel 2022 uscì dalle

linee la 500.000a unità. Nel 2027 si prevede che ne

usciranno 1.000.000. I premiati DX05 e DX08 sono

sulla buona strada per ripercorrere questi fasti.

Tecnologia pulita

I nuovi HD Hyundai Infracore DX05 e DX08,

sono infatti dotati di due tipi di turbocompressori.

Uno singolo e uno a due stadi. Il turbocompressore

a due stadi è progettato per massimizzare la potenza

garantendo al contempo la durata del motore. Non

obbliga quindi una sola turbina a concentrarsi sulla

potenza di picco. Questo valore è infatti stato impostato

più in basso Una scelta progettuale dove il

DX05 fornisce il 30% in più di coppia ai bassi regimi

rispetto ad altri motori da 5 litri della concorrenza.

Gli OEM hanno quindi due opzioni: il motore con

turbocompressore a due stadi che offre la potenza

più elevata della categoria in un corpo compatto, o

il motore con turbocompressore singolo, che fornisce

buona potenza e coppia. La stessa divisione movimento

terra di Hyundai sceglie il motore in base alle

caratteristiche di ogni macchina. Ad esempio, l’escavatore

da 35 tonnellate è dotato di un turbocompressore

singolo DX08. Il modello da 38 tonnellate

presenta invece il DX08 con un turbocompressore a

2 stadi. Le macchine dotate di motori DX08 saranno

presentate al Bauma.

Nel frattempo Develon è pronta a lanciare gli

escavatori da 23 e 25 tonnellate alimentati dal motore

DX05. Il costruttore è fiducioso che questo motore

possa sostituire efficacemente i motori da 6 litri esistenti.

Prima di entrare nella

produzione su vasta scala, i

due motori saranno sottoposti

a test approfonditi sul campo

in macchine destinate al

lancio nel 2025. Gli OEM li

sottoporranno a prove di prestazioni

impegnative, valutandone

la durata, l’efficienza e

il funzionamento in difficili

condizioni reali. Il feedback

dei produttori svolgerà quindi

un ruolo fondamentale nel

perfezionamento delle specifiche

finali.

Considerati i risultati ottenuti

dalla serie G2, si prevede

che i modelli DX05 e DX08

manterranno gli stessi standard

di affidabilità.

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BELL. Si festeggiano i ventuno anni del B50

VENTUN ANNI

DI EFFICIENZA

Bell si presenta a Bauma con i due modelli agli estremi

della sua gamma. Il B20E nella versione LGP ed il B50E.

Con quest’ultimo che festeggia i suoi ventun anni

all’insegna della tecnologia integrata per ottimizzare

il trasporto off-road nelle cave e nei grandi cantieri.

Una vera “leggenda vivente” che, dal 2004 ad oggi, ha

rivoluzionato la visione dei dumper articolati

Bell si presenta

a Bauma 2025

festeggiando i

21 anni del suo

modello B50 che

è arrivato oggi

alla versione E. Un

dumper che, dal

2004 ad oggi, è

diventato un punto

di riferimento

nel mercato

per efficienza

e tecnologia

integrata.

CAVA-CANTIERE

Bell festeggia a Bauma il ventunesimo compleanno

del fortunato dumper articolato B50. Alla

kermesse di Monaco di Baviera il costruttore

sudafricano sarà infatti presente con l’ultima versione

del suo grande dumper che è arrivato oggi

alla E Release.

Il Bell B50E sarà infatti presente nello stand aziendale

affiancato dal “piccolo” B20E LGP. Due macchine

che testimoniano l’ampiezza della gamma

ADT del marchio che, oggi, si qualifica come la

più ampia e completa sul mercato globale.

Una leggenda vivente

Brad Castle, Product Manager di Bell Equipment, ha

sottolineato “Il nostro modello da 50 tonnellate è un

ottimo esempio della passione della nostra azienda

per l’innovazione e della capacità di rispondere alle

esigenze dei clienti. Infatti lo sviluppo del B50D,

nei primi anni 2000, è stato guidato in gran parte

dall’aumento dei costi operativi sul mercato. Abbiamo

quindi scelto di avere il carico utile più grande di

qualsiasi ADT sul mercato in quel momento. Questo

ha permesso di offrire ai clienti una soluzione unica

in grado di trasportare un carico utile maggiore per

un consumo di carburante decisamente inferiore e

con meno operatori necessari per ogni tonnellata di

materiale spostato. Questo ragionamento rimane oggi

ancora valido perché il B50E è davvero diventato

maggiorenne come un prodotto ad alte prestazioni.

Oltre a questo ha ampiamente dimostrato la propria

maturità e longevità”.

La prima presenza a Bauma 2004

Il B50D è stato presentato per la vendita mondiale

al Bauma 2004. All’epoca stabilì un nuovo punto di

riferimento con il più favorevole rapporto potenzapeso

di tutto il mercato. Inoltre offriva anche la migliore

offerta di funzionalità standard sul mercato.

Includeva infatti la pesatura a bordo ed il sistema

telematico proprietario Bell, Fleetm@tic.

Brad Castle specifica inoltre «l nuovo modello di

generazione della serie E, introdotto sul mercato nel

2016, ha continuato a basarsi su questi punti di forza.

Si tratta infatti di una specifica filosofia di continua

evoluzione che caratterizza Bell Equipment».

Un equilibrio ideale fra prestazioni e consumi

L’equilibrio dinamico che distingue tutti i dumper

Bell inizia dalla potenza del motore e dal rapporto

peso/potenza del veicolo. Nel caso del B50E abbiamo

un peso a vuoto di 35,9 t a fronte di un carico utile

di 45,4 t. Il motore a sei cilindri in linea del B50E

è un Mercedes-Benz che sviluppa 430 kW (585 cv)

a 1.600 giri/min.

Quindi con 11,98 kW/t (16,29 cv/t) a vuoto e 5,29

kW/t (7,20 cv/t) a pieno carico abbiamo cifre che si

collocano ai vertici della categoria. E che ovviamente

si traducono in prestazioni di guida superiori anche a

fronte di consumi molto ridotti.

Allison e lesospensioni adattive

Aggiunge inoltre Brad Castle «Il cambio automatico

a sette velocità Alison 4800 ORS con tecnologia

FuelSense 2.0 autocalibrante utilizza algoritmi

specifici per adattare i punti di cambio variabili al

percorso e al profilo di carico. Questo supporta un’erogazione

di potenza ottimale ed un basso consumo

di carburante anche a pieno carico».

La dotazione standard comprende oggi le sospensioni

anteriori Comfort Ride adattive. Il loro funzionamento

si basa sui dati in tempo reale raccolti dalla

bilancia di bordo presente come dotazione standard

e da altri sensori.

Gli ammortizzatori a controllo elettronico regolano

automaticamente le caratteristiche delle molle ed il

livello del telaio in base al carico utile effettivo e alla

condizione di guida del momento. In questo modo

migliorano il comfort di guida e riducono significativamente

lo stress dell’operatore.

Controllo automatico della trazione

Il Bell B50E, come il resto della gamma, è inoltre

dotato di funzioni di sicurezza e assistenza alla guida.

Tra questi l’Hill Assist ed il Tip Safe. Parliamo

quindi del controllo della frenata in discesa e del

controllo automatico della trazione.

Sono inoltre presenti tutti i sistemi di lubrificazione

automatica, telecamera posteriore, diagnostica di

bordo e Bell Fleetmatic. Quest’ultimo si è evoluto

per fornire una copertura completa ed il tracciamento

in tempo reale per offrire ai clienti ai clienti uno strumento

operativo per la gestione delle risorse, della

produzione e della salute delle macchine.

Sicurezza a 360° e guida autonoma

Tutta la gestione della macchina si basa sulla piattaforma

tecnologica della serie E. E’ stata infatti progettata

sul protocollo PDS/CAS-ready.

Si tratta di un’interfaccia gateway corrispondente

agli standard ISO 21815-2 per il sistema di rilevamento

pedoni (PDS) di livello 9/sistemi anticollisione

(CAS).

Oltre a fornire standard di sicurezza elevati in opzione

per diminuire al minimo il rischio di collissione

e investimento, Bell ha messo in atto le basi

per la guida autonoma. Brad Castle sottolinea infatti

«Esiste già un’ampia gamma di sistemi disponibili

per la guida autonoma che sono più adatti a singole

regioni, particolari dimensioni aziendali o specifici

requisiti operativi. Come fornitore di macchine consideriamo

nostra responsabilità dare ai nostri clienti

la massima libertà possibile.

Abbiamo quindi

lavorato intensamente

con un’ampia gamma di

fornitori per molti anni.

Questo per arrivare oggi

ad integrare i nostri veicoli

molto rapidamente

in sistemi completamente

o semi-autonomi

o persino remoti tramite

le interfacce appropriate.

Ma sempre lasciando

libera scelta al cliente e

integrandoci anche in

sistemi già in uso».

Una visione evoluta

che Bell ha sempre

avuto e che, forse, non

ha mai manifestato fino

in fondo.

Il BELL B50 è stato

il primo dumper

articolato del

mercato a puntare

in modo specifico

ad un elevato

rapporto potenza/

peso e potenza/

carico. L’efficienza

messa in campo da

questo modello,

giunto oggi alla

Serie E, è stata tale

da raggiungere

i migliori risultati

sul campo in

termini di consumi

per tonnellata

di materiale

trasportato. Una

visione che, dal

2004 ad oggi, ha

sempre migliorato il

livello tecnologico

standard di questa

macchina arrivando

ad avere un mezzo

che è già pronto

per la guida

autonoma con un

sistema aperto a

diverse soluzioni

alternative scelte

dall’utilizzatore

finale.

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MERCEDES BENZ. Elettrificati e special version per Bauma

LA STELLA

IN OFF-ROAD

Mercedes-Benz si presenta a Bauma 2024 con

molte novità indirizzate a diversi mercati. Tra le

news la versione elettrificata a batteria eArocs 400,

la versione speciale Arocs Extent, il Multimedia

Cockpit Interactive e la trazione anteriore idraulica

commutabile Hydraulic Auxiliary Drive (HAD) che

semplifica l’off-road per i mezzi stradali

MERCEDES BENZ si

presenta a Bauma

2025 con 40

veicoli esposti tra

il proprio stand e

quello di diversi

allestitori con

news di spessore

tra cui versioni

elettrificate,

versioni speciali

Arocs Extend (in

alto al centro) e la

trazione anteriore

idraulica HAD per i

veicoli stradali.

CAVA-CANTIERE

Che si tratti di costruzione di strade e sentieri,

trasporto di materiali, infrastrutture

temporanee o condizioni di traffico complesse,

pochi settori affrontano sfide operative

così impegnative come il trasporto nel settore

delle costruzioni.

I veicoli utilizzati devono soddisfare standard

eccezionalmente elevati, in particolare in termini

di robustezza, affidabilità, efficienza e sicurezza.

Allo stesso tempo, le tecnologie orientate

al futuro per la decarbonizzazione dei trasporti

stanno diventando un obiettivo sempre più centrale

quando si tratta di trasporto edile.

Mercedes-Benz Trucks sta affrontando tutte

queste sfide con soluzioni innovative, come dimostra

la presenza dell’azienda al BAUMA di

quest’anno.

Alla principale fiera mondiale per l’industria

delle costruzioni, Mercedes-Benz Trucks presenterà

oltre 40 veicoli con una gamma di soluzioni

applicative sia presso il proprio stand espositivo

nel padiglione B4 (stand 141), sia presso vari

produttori di carrozzerie.

Questi veicoli coprono quasi l’intero segmento,

sia che siano alimentati da un motore diesel

convenzionale o da una trazione elettrica a

batteria. Il produttore fornirà inoltre approfondimenti

sulle sue soluzioni di assistenza e mobilità,

sugli strumenti e sul suo nuovo marchio,

TruckCharge.

eArocs 400, elettrificato a batteria

Il Mercedes Benz Arocs è da lungo tempo un

punto di riferimento nel cava-cantiere grazie alle

sue prestazioni e la sua durevolezza sia su strada

che in fuoristrada. Il costruttore sta ora ampliando

il suo portafoglio di veicoli elettrici a batteria

con un altro veicolo: il Mercedes-Benz eArocs

400. A BAUMA 2025 il costruttore fornirà i dati

tecnici del nuovo veicolo in modo approfondito.

Una vera anteprima mondiale dove il marchio

metterà in evidenza i vantaggi dell’e-mobility

nel trasporto all’interno del mondo delle costruzioni.

Arocs Extend, versione speciale di 100 esemplari

A BAUMA sarà presente anche la versione speciale

Arocs Extent. Con questo veicolo il costruttore sta

potenziando ulteriormente la sua serie di modelli

incentrata sul mondo delle costruzioni.

Si tratta di un’edizione speciale, rigorosamente limitata

a sole 100 unità, che si distingue per il suo

design esclusivo. Il portellone anteriore del modello,

la cui produzione è prevista per luglio 2025,

presenta una scritta Arocs in cromo scuro. È poi

presente una speciale targa all’esterno che distingue

ulteriormente questo modello in edizione limitata.

Il nuovo veicolo presenta anche elementi per sottolineare

un elevato livello di riconoscibilità.

Il camion presenta infatti decalcomanie personalizzate

sulla visiera parasole e sul portellone anteriore.

Oltre a questo è anche presente una griglia decorativa

in una finitura Weather Grey opaca appositamente

sviluppata.

Le altre caratteristiche distintive dell’Arocs Extent

includono un pannello nero dietro la stella Mercedes-Benz

in cromo scuro, fari a LED, fari a LED

aggiuntivi integrati nell’aletta parasole, elementi di

finitura in carbonio, coprimozzi e copridadi ruota in

acciaio inox di alta qualità, un volante in pelle e il

pacchetto Extra Line.

Questa versione speciale dell’Arocs è azionata dal

motore diesel Euro VI di terza generazione OM

470, OM 471 o OM 473. Quest’ultimo è il più gran-

de motore diesel Euro VI di Mercedes-Benz Trucks.

Un altro punto di forza del Mercedes-Benz Arocs

Extent è il Multimedia Cockpit Interactive 2. Infatti

è stato installato come equipaggiamento standard o

speciale in tutti i modelli Arocs e Actros da questa

primavera a seconda della configurazione della cabina

di guida e del relativo livello di allestimento.

Multimedia Cockpit Interactive 2

Grazie al nuovo Multimedia Cockpit Interactive 2

il Mercedes Benz Arocs è oggi più connesso e ottimizzato

per le operazioni quotidiane in cantiere.

Il display degli strumenti da 12 pollici e il touchscreen

migliorato garantiscono infatti un funzionamento

intuitivo anche su terreni accidentati.

Molte funzioni possono ora essere attivate in

modo sicuro e rapido tramite controllo vocale.

È anche presente il nuovo menu Preferiti che

consente l’accesso diretto a funzioni specifiche

per il mondo delle costruzioni come, ad esempio,

le prese di forza. Un’altra nuova funzionalità è

l’integrazione del più recente sistema di navigazione

per camion e dei suoi dati di percorso con

il sistema Predictive Powertrain Control (PPC).

Questo sistema ottimizza ulteriormente la guida

precisa e preventiva per risparmiare tempo e carburante.

La Remote Truck App 3.0 consente inoltre

la gestione remota delle funzioni chiave del

veicolo per avere il pieno controllo di gestione

del mezzo.

Hydraulic Auxiliary Drive e Arocs SLT

Per i camion diesel delle serie Actros e Arocs è

disponibile la trazione anteriore idraulica commutabile

Hydraulic Auxiliary Drive (HAD). L’HAD

funziona fino a una velocità di 30 km/h e genera

una trazione aggiuntiva per affrontare pendenze

impegnative o fondi difficili e cedevoli. Rispetto

ai sistemi di trazione integrale convenzionali,

l’HAD consente inoltre di risparmiare carburante

e ridurre il peso.

Il giunto idraulico è un’altra caratteristica progettata

per condizioni difficili. Grazie infatti alla

combinazione di una frizione idraulica e di un retarder

all’interno consente manovre fluide e precise.

Questo avviene anche con carichi pesanti e a

velocità molto basse. Ma soprattutto senza usura.

Il sistema è ottimizzato insieme all’High Performance

Engine Brake. Si tratta della frizione turbo

retarder, completamente esente da usura, che

fornisce fino a 750 kW di potenza frenante con

una coppia frenante fino a 3.000 Nm.

Per carichi particolarmente pesanti è disponibile

l’Arocs SLT. Dotato dei motori Euro VI OM 471

o OM 473, può trasportare fino a 500 tonnellate

metriche nei cantieri edili grazie ad telaio, sospensioni

e struttura del telaio eccezionalmente

robusti.

MERCEDES BENZ è

un costruttore da

sempre orientato

al mercato dei

mezzi d’opera

cava-cantiere e

dell’off-road. A

BAUMA sottolinea

ulteriormente

questa vocazione

puntando su

elettrificazione,

ulteriore tecnologia

digitale e soluzioni

per aumentare

trazione e capacità

di movimento in

situazioni limite.

Con l’eArocs 400

presenta nuove

soluzioni per chi

deve operare in

zone con forti

limitazioni alle

emissioni.

La versione

speciale Arocs

Extend rimarca

una importante

posizione di

mercato. Con il

sistema di trazione

anteriore idraulica

HAD alza il livello

di mobilità delle

versioni stradali

impiegate nel

movimento terra.

Non mancano

ovviamente gli

eccezionali con

l’Arocs SLT.

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PALFINGER. EPSILON Serie Q

UNA VERA

TUTTOFARE

Palfinger, con la sua gamma Epsilon Serie Q,

si è ritagliata una posizione di rilievo nella

movimentazione di rifiuti metallici, legname e altri

materiali sfusi. Una tradizione che la vede protagonista

nei parchi macchine di aziende strutturate come la

Edilgrimaldi di Bardonecchia, specializzata in lavori di

sistemazione ambientale

La Palfinger

Epsilon Q170Z

di Edilgrimaldi

è impiegata

nei cantieri

aziendali per la

movimentazione

di diversi tipi

di materiale tra

cui legno, rifiuti

da costruzione

e demolizione,

rottami metallici

con un’efficienza

operativa elevata.

PALFINGER

PALFINGER si è costruita una solida reputazione

nel campo delle gru articolate per autocarri

grazie ad una visione a 360° che l’ha portata a

non sottovalutare nessuna applicazione. Tanto meno

quelle speciali dove sono necessarie sicuramente le

capacità di sollevamento ma soprattutto la velocità,

la precisione e la capacità di reistenza alle azioni

dinamiche che, di solito, non sono in cima alla lista

delle sollecitazioni di cui tenere conto per la progettazione

di una classica gru articolata.

Non è infatti un caso se il costruttore austriaco abbia

espressamente dedicato la propria gamma EPSI-

LON a tutte quelle attività che comprendono la movimentazione

ed il carico di materiale sfuso come

rifiuti, scarti metallici, legno o materiali inerti.

In particolare la Serie Q si inquadra come la classe

media/pesante con capacità di sollevamento che

spaziano tra 15 e 18 tonnellate metriche. Un’offerta

che permette alle imprese specializzate di allestire

veicoli con caratteristiche personalizzate in base

alle proprie specifiche esigenze.

Palfinger Epsilon Q170Z

Tra i modelli della Serie Q uno dei più diffusi è la

Q170Z. Parliamo di una gru articolata da 17 tonnellate

metriche di capacità che si colloca al centro

della gamma. Disponibile in diverse varianti, è stata

scelta dalla Edilgrimaldi di Bardonecchia, impresa

di costruzioni che opera con una forte specializzazione

nei lavori di sistemazione ambientale, nella

versione Triple-Z Q170Z 95TR.

Una gru che l’impresa piemontese utilizza nei suoi

lavori per il carico di materiali di ogni genere spaziando

dai classici rifiuti edili fino al legno passando

per rottami metallici e materiali inerti.

Allestita nello specifico con seggiolino standard HS,

ha uno sbraccio massimo di 9,50 metri per un momento

di sollevamento netto di 150 kNm. Il campo

di rotazione è pari a 425° ed è dotata di quattro

pompe idrauliche la cui portata è di 90+80+80+150

l/min. La pressione di esercizio dell’impianto idraulico

è di 290 bar ed il peso operativo è di 2.960

kg senza snodo rotatore. L’installazione è su un

Mercedes Benz Arocs 3253 8x2 con allestimento

per cassoni scarrabili. Completa il quadro un rimorchio,

sempre per cassoni scarrabili, che consente

di ottimizzare l’impiego del mezzo in combinazione

autotreno da 44 tonnellate di peso massimo in

combinazione.

Una vera tuttofare

Edilgrimaldi è un’azienda storica che ha la propria

sede dal 1961 a Bardonecchia. Si tratta di un’impresa

di costruzioni generali di piccola dimensione

che ha saputo costruirsi una solida reputazione nei

lavori speciali tipici delle zone montane. Le attività

aziendali spaziano dagli impianti tecnici urbani

come acquedotti, fognature e impianti di metanizzazione

fino alle opere di salvaguardia ambientale

come terre armate, piste da sci, costruzione di impianti

di risalita.

Lavori che l’azienda affronta con una elevata

formazione del proprio personale e con un parco

macchine altamente specializzato frutto di continui

investimenti.

La Palfinger Epsilon Q170Z è frutto di una specifica

esigenza che mette in primo piano la piena autonomia

operativa anche nel portare a termine lavori

altamente specializzati.

La stessa Edilgrimaldi fornisce infatti servizi ad

altre imprese dove effettua trasporti, noleggio di

container e carico di materiali di vario tipo. Ma

non solo. I cantieri aziendali richiedono spesso

operazioni di pulizia, carico e trasporto di materiali

di vario tipo sia introducendoli nel ciclo di riu-

so come Materia Prima Seconda, sia per inviarli a

smaltimento. Una macchina preziosa che consente

di risparmiare tempo e di valorizzare le capacità

organizzative aziendali. Si tratta quindi di una vera

e propria tuttofare che consente di muoversi in

modo efficiente all’interno di un ciclo produttivo

aziendale.

Le scelte aziendali

Abbiamo parlato con Massimiliano Bernasconi,

socio con il fratello Umberto della Edilgrimaldi e

responsabile del parco macchine aziendale, a proposito

di questa specifica scelta tecnica «Abbiamo

deciso di rivolgerci a Palfinger per una serie

di motivi. Il primo è sicuramente la validità delle

soluzioni tecniche delle gru del costruttore. Le

Epsilon sono infatti macchine conosciute per la

loro robustezza, affidabilità e velocità operativa.

Stiamo infatti parlando di una macchina al vertice

del mercato in quanto a prestazioni e con una rete

di assistenza capillare. In secondo luogo Palfinger

Italia è una realtà consolidata la cui affidabilità è

sotto gli occhi di tutti. L’allestimento del veicolo e

la dotazione della Q170Z

sono stati seguiti in modo

ottimale. Abbiamo anche

scelto le attrezzature di

Ferrari International per

avere una dotazione completa

che ci permettesse di

essere operativi a 360° in

cantieri e con materiali di

diverso tipo».

E continua «La nostra

esperienza è fino ad oggi

estremamente positiva. È

una macchina che lavora

in continuo e che sta dimostrando

sul campo tutto

il suo valore caricando e

movimentando sia rottami

ferrosi, sia rifiuti da costruzione

e demolizione, sia

legno e altri tipi di materiali.

Opera in sinergia con

i nostri cassoni scarrabili

dedicati al trasporto autorizzato

dei diversi tipi di

materiali fornendo un servizio

prezioso che ottimizza

i tempi di cantiere e ci

qualifica come impresa».

La Palfinger

Epsilon Q170Z

della Edilgrimaldi

impegnata nel

carico di legno

in un cantiere di

riqualificazione

ambientale. Le

operazioni di

pulizia di cui si

occupa anche

la gru installata

su un autocarro

allestito per

cassoni scarrabili

è propedeutica

alla realizzazione

di terre armate per

il consolidamento

del versante e

la successiva

piantumazione di

specie vegetali

secondo uno

specifico progetto.

L’azienda di

Bardonecchia

impiega molto la

Q170Z in lavori di

questo tipo grazie

alla sua polivalenza.

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IN PUNTA BRACCIO. Risparmiare tempo e denaro

SICUREZZA

EFFICIENZA

POLIVALENZA

Sono le tre tematiche al centro dei pensieri

dei costruttori di attrezzature che espongono

a Bauma 2025. Il mercato ha portato ad

un’evoluzione delle tecnologie con risultati

altamente positivi in termini di tempo

risparmiato, sicurezza e polivalenza in

campo. Un percorso positivo che va dagli

attacchi rapidi idraulici automatici fino alle

più dure attrezzature da demolizione

ATTREZZTTURE

Il continuo sviluppo delle attrezzature è di fatto

il leit-motiv trainante del mercato degli ultimi

anni. Sia dal punto di vista di chi le attrezzature

le produce, sia dal punto di vista di chi costruisce

le macchine con cui occorre utilizzarle. La ricerca

di efficienza, sicurezza e polivalenza è infatti il

motore trainante dell’evoluzione di questa fondamentale

fetta di mercato che, alla luce dei fatti,

risulta anche essere la più interessante. E dove

l’Italia, tra le altre cose, recita un ruolo fondamentale.

Almeno fino a quando le nostre realtà,

spesso di origine famigliare, vorranno continuare

a investire in ricerca e sviluppo e smetteranno di

essere territorio di conquista da parte dei grandi

gruppi stranieri.

A Bauma vedremo un settore particolarmente

frizzante dove attacchi rapidi idraulici automatici,

tiltrotator e attrezzature di ogni tipo saranno al

centro dell’attenzione degli addetti ai lavori. Gli

escavatori, in particolare, per la loro incredibile

polivalenza sono infatti visti come dei portattrezzi

e il loro impiego sempre più rapido e sicuro segna

la strada dei costruttori.

MANTOVANIBENNE

Tra le realtà italiane che rimangono saldamente in

mano ad una proprietà nazionale c’è proprio Mantovanibenne.

Il costruttore di Mirandola ha infatti

investito ingenti risorse sulle cesoie Eagleshears

3 che hanno portato ad un livello superiore la

tecnologia in questa tipologia di attrezzature andando

ad insediare i grandi player consolidati rosicchiando

importanti quote di mercato sui mercati

internazionali. Ma il percorso di evoluzione

sta investendo anche le pinze ed i frantumatori

per calcestruzzo con la graduale introduzione del

moltiplicatore di pressione in fase di approfondito

studio su nuovi modelli che presto si affacceranno

sul mercato. Non solo. L’azienda emiliana

sta anche migliorando le geometrie di lavoro di

molte serie di attrezzature con una presentazione

di nuovi modelli sia a Bauma, sia nei prossimi

appuntamenti internazionali. Una continua evoluzione

che ha consentito alla famiglia Mantovani

di essere tra i protagonisti del settore.

STEELWRIST

Il costruttore svedese festeggia a Bauma il suo

20esimo compleanno. Un’occasione importante

non solo per fare il punto su quanto realizzato

fino ad ora ma anche per presentare una nuova

gamma di prodotti che vanno nella direzione di

un’ottica evolutiva che, fin dalla sua fondazione,

ha sempre distinto l’azienda. La punta di diamante

della produzione è sicuramente il tilt-rotator la cui

gamma si allarga oggi verso il basso con l’arrivo

del nuovo X07 pensato per gli escavatori compatti

e che introduce nuovi standard nella categoria. È

infatti il primo tiltrotator al mondo realizzato completamente

in fusione di acciaio e permette oggi al

costruttore di avere una gamma in grado di essere

accoppiata con escavatori da 1,5 a 33 tonnellate

di peso operativo. Inoltre a Bauma sarà presentata

la terza generazione di tiltrotator Steelwrist

con il nuovo XTR20. I miglioramenti consistono

in elementi in fusione, un impiego più fluido e

preciso grazie a geometrie di lavoro ottimizzate e

una decisa semplificazione della manutenzione e

della lubrificazione grazie all’impiego di Optilube.

Ossia un sistema integrato per la lubrificazione automatica

che garantisce un funzionamento ottimale

nel tempo.

È inoltre dotato della tecnologia wireless LockSense

brevettata dalla stessa Steelwrist. Un sistema

all’avanguardia che si basa su sensori in grado di

confermare in tempo reale se l’attrezzatura è bloccata

in modo sicuro all’escavatore.

NPK

Il costruttore giapponese è considerato il punto di

riferimento a livello mondiale per quanto riguarda

le pinze ed i frantumatori per calcestruzzo. Inventore

della tecnologia del moltiplicatore di pressione,

è presente sul mercato con una serie di attrezzature

che, nel tempo, sono state lentamente ottimizzate

ma la cui geometria di lavoro ha fatto scuola. Tanto

che ancora oggi le pinze della serie S costruite

molti anni fa sono ancora attuali e performanti con

A sinistra, la

pinze CR20BB di

Mantovanibenne

che fa parte della

nuova gamma di

attrezzature da

demolizione per il

calcestruzzo dotate

di moltiplicatore

di pressione per

aumentare le forze

in gioco e ridurre i

tempi di lavoro.

In basso i tiltrotator

di Steelwrist sono

oggi tra i più

evoluti del mercato

e consentono di

ridurre in modo

significativo i tempi

di esecuzione

dei lavori di

finitura grazie

alla possibilità

di orientare la

benna in qualsiasi

posizione con

rotazione a 360°

e angolazione fino

a 45° in qualsiasi

posizione.

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NPK, in alto,

dispone oggi di

diverse gamme di

pinze e frantumatori

con moltiplicatore

di pressione in

grado di aumentare

non solo la forza

di rottura ma

anche la velocità

operativa con un

elevato risparmio

di carburante a

parità di materiale

lavorato.

MTB, in basso, sta

diventando un

player di martelli

idraulici conosciuto

anche nel nostro

paese con diversi

esemplari in azione.

prestazioni al di sopra della media del mercato. L’evoluzione

della gamma ha portato sul mercato le

pinze della serie SV, con il doppio cilindro di azionamento

delle chele, ed i frantumatori della serie V.

Due nuove gamme che si affiancano, e non sostituiscono,

le pinze della serie S ed i frantumatori, fissi

e girevoli, della serie G e U.

Ma alla base rimane sempre la filosofia del costruttore

con una forza di rottura che, in certe classi di

peso, si attesta su valori anche di dieci volte superiori

rispetto alla media del mercato.

Il moltiplicatore di pressione ha da sempre consentito

di avere non solo una forza di rottura più elevata

ma anche un’elevata efficienza operativa che

consente di ridurre i consumi grazie all’aumento

dei cicli operativi. NPK ha inoltre sviluppato questa

tecnologia accoppiandola a materiali studiati per

resistere alle maggiori sollecitazioni in gioco. Non

solo gli acciai della struttura ma anche le guarnizioni

di tenuta ed i componenti che costituiscono il

moltiplicatore di pressione.

AT TREZZ ATURE

MTB

Mtb è un marchio del costruttore turco Inan Makina.

Importato in Italia da parte di Rammit, l’azienda

di Ariccia (Roma) ha deciso di lavorare

con Mtb per l’elevato livello qualitativo e costruttivo

dei martelli made in Turchia. Il costruttore

di Istanbul conta infatti su una storia di oltre 50

anni nella costruzione di queste attrezzature. La

gamma si diversifica con modelli espressamente

pensati per lavorare in galleria ed in acqua grazie

a tecnologie sviluppate in modo diretto. Tutta la

costruzione avviene in house con una grande attenzione

al controllo qualitativo che riguarda, in

modo particolare, i trattamenti termici degli accia.

Ma non solo. Tutte le carpenterie sono costruite

con processi di saldatura robotizzati che garantiscono

una durata elevata nel tempo. Oggi i primi

esemplari sono in azione nei cantieri italiani con

risultati operativi decisamente positivi. Tra questi

anche sette martelli che sono in azione nelle gallerie

della Variante di Valico.

OILQUICK

Oliquick è oggi ampiamente conosciuto nel nostro

paese per la tecnologia innovativa, sviluppata

da decenni, che riguarda gli attacchi rapidi idrau-

lici automatici. Fondata nel lontano 1952, si è nel

tempo evoluta passando da azienda commerciale

a costruttore di attrezzature per il movimento

terra con gli attacchi rapidi e, in seguito, anche

i tiltrotator. Passaggio che avvenne nel 1989 con

l’arrivo sul mercato dei primi modelli. Da allora

la tecnologia del costruttore, alla base anche delle

macchine da demolizione KTEG, si è diffusa

segnando lo standard nel settore e diventando sinonimo

di velocità, sicurezza ed efficienza.

DEMAREC

Il marchio olandese fa parte del gruppo Kinshofer

e rappresenta la punta di diamante, a livello tecnologico,

delle attrezzature proposte dalla multinazionale

che racchiude numerosi marchi di vari

paesi.

Tra le attrezzature più performanti sono da annoverarsi

soprattutto le cesoie che, dotate della

tecnologia DemaPower 2.0, offrono elevate forze

di taglio ed una elevata velocità sul ciclo operativo.

Due elementi che permettono di aumentare in

modo considerevole l’efficienza in cantiere. Soprattutto

laddove si operi per forza di cose con

cesoie di taglia ridotta ad altezze elevate.

In alto una cesoia

Demarec in azione.

La presenza del

DemaPower 2.0

aumenta del 25%

la forza di taglio

riducendo anche

i tempi di ciclo e

rappresentando

quindi un plus per

chi deve lavorare

a grandi altezze

e deve limitare

il peso delle

attrezzature.

In basso una

dotazione completa

di Oilquick con

un attacco rapido

ed un tiltrotator

della stessa

azienda svedese

che è presente

sul mercato con

queste tecnologie

dal 1989.

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Visitaci a

Bauma 2025

allo stand FN716

SENNEBOGEN

SENNEBOGEN

A FAMILY STORY

L’azienda bavarese, nata nel 1952 dalle

intuizioni di Erich Sennebogen, compie

73 anni di vita e vede oggi la terza

generazione pienamente attiva a livello

gestionale e progettuale. Una storia di

famiglia che è iniziata in agricoltura, con i

primi caricatori di letame, per arrivare oggi

ad essere un marchio di riferimento nella

movimentazione industriale

STORIA

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Nata a Straubing nel 1952,

Sennebogen è oggi uno

dei nomi di riferimento nel

mercato globale della movimentazione

industriale. Una storia

famigliare, come succede sempre

nelle migliori aziende presenti

sul mercato, dove l’intuizione di

Erich Sennebogen ha avuto un

incredibile seguito di crescita imprenditoriale.

Dai primi mezzi a

corde, applicati ai trattori agricoli,

e destinati alla movimentazione

del letame, si è arrivati oggi ad

una gamma di prodotti altamente

tecnologici che spaziano dalla

movimentazione dei materiali,

alla demolizione fino al sollevamento.

In modo molto più

generico possiamo parlare di

movimentazione industriale a 360

° grazie allo sviluppo di soluzioni

uniche che hanno rivoluzionato

l’impostazione di base di questo

settore. Le tappe aziendali sono

state piene di elementi significativi

con macchine che hanno fatto

la storia anche del movimento

terra. E’ infatti del 1962 il primo

escavatore idraulico gommato

dall’impostazione assolutamente

moderna. Era il modello SH40 ed

era l’evoluzione del precedente

escavatore gommato a corde e

comparse sul mercato nel 1964

dopo due anni di sviluppo e perfezionamento.

L’idraulica un mantra aziendale

Da quel momento in poi la

tecnologia idraulica fu il vero

mantra aziendale con l’arrivo, nel

1969, della prima gru cingolata

con una tecnologia di questo

tipo in un periodo in cui i grandi

costruttori utilizzavano ancora

gli argani a frizione. Sulla stessa

base di quel modello comparve

nel 1972 il modello S705, ossia

il primo escavatore cingolato

idraulico. Una macchina che aprì

la strada ai modelli successivi che

andarono sul mercato anche con

il marchio Hanomag e Zeppelin.

Nel 1976 arrivò la prima cabina

elevabile idraulicamente che

equipaggiava le gru idrauliche per

la movimentazione dei materiali.

Il successivo salto in avanti è del

1986 con l’SR28 che, declinato

in versioni differenti, apre la

strada anche ai moderni materialhandlers.

Cultura, storia, tecnica, impieghi

e mercato delle macchine movimento terra

Supplemanto alla rivista TRATTORI

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In redazione

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rapporti tra editore ed abbonato, secondo le finalità

e modalità indicate nell’informativa disponibile e

consultabile sul sito www.vadoetorno.com.

Progettato per la demolizione

Abbonamento annuale

Italia 34 euro, estero 54 euro

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7 euro

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