04.05.2025 Views

Sud e Nord n.5 Maggio 2025

"Sud e Nord" – Maggio 2025: vedere oltre attraverso arte, memoria e innovazione Il numero di maggio della rivista Sud e Nord è un viaggio intenso e appassionato nel cuore culturale, civile e spirituale del Mezzogiorno. Il tema centrale è la resistenza come visione del futuro: attraverso l’arte, la memoria storica e l’innovazione, la rivista esplora figure, luoghi e idee che invitano a “vedere oltre”. Apre il numero Annalaura di Luggo, artista e regista internazionale, con la sua installazione “Oculus-Spei”, ponte tra spiritualità, tecnologia e inclusione, esposta in spazi simbolici come il Pantheon e il Museo de’ Medici. Un’arte trasformativa, che mette al centro lo sguardo e la luce interiore. Segue un forte richiamo alla memoria storica: Il volume Le Quattro Giornate di Napoli (D’Agostino-De Majo) restituisce dignità alla rivolta partenopea del ’43, spesso relegata a folklore. Resistere nel Dopoguerra infinito di Giuseppe Pesce interpreta Napoli come metafora di una lotta permanente. Primmammore di Titti Marrone intreccia cronaca e letteratura per raccontare l’infanzia violata e il bisogno di giustizia. Un ritratto appassionato di Vincenzo Siniscalchi, avvocato e intellettuale capace di unire diritto, cultura e impegno civile. Ampio spazio è dedicato al ricordo di Papa Francesco, il pontefice del Sud, e al tributo a Roberto De Simone, maestro che ha trasformato la tradizione partenopea in arte colta. Non mancano temi urgenti e attuali: Dispersione scolastica a Napoli, un dramma educativo da affrontare collettivamente. Innovazione: dalle missioni spaziali verso Marte, alle nuove sfide green nel trasporto e nell’energia. Cultura e spettacolo: dal Maggio dei Monumenti a Pompei, da Peppe Barra a Serena Rossi, dalle fiabe alla musica, Napoli si conferma epicentro di bellezza e resistenza.

"Sud e Nord" – Maggio 2025: vedere oltre attraverso arte, memoria e innovazione
Il numero di maggio della rivista Sud e Nord è un viaggio intenso e appassionato nel cuore culturale, civile e spirituale del Mezzogiorno. Il tema centrale è la resistenza come visione del futuro: attraverso l’arte, la memoria storica e l’innovazione, la rivista esplora figure, luoghi e idee che invitano a “vedere oltre”.

Apre il numero Annalaura di Luggo, artista e regista internazionale, con la sua installazione “Oculus-Spei”, ponte tra spiritualità, tecnologia e inclusione, esposta in spazi simbolici come il Pantheon e il Museo de’ Medici. Un’arte trasformativa, che mette al centro lo sguardo e la luce interiore.

Segue un forte richiamo alla memoria storica:

Il volume Le Quattro Giornate di Napoli (D’Agostino-De Majo) restituisce dignità alla rivolta partenopea del ’43, spesso relegata a folklore.
Resistere nel Dopoguerra infinito di Giuseppe Pesce interpreta Napoli come metafora di una lotta permanente.
Primmammore di Titti Marrone intreccia cronaca e letteratura per raccontare l’infanzia violata e il bisogno di giustizia.
Un ritratto appassionato di Vincenzo Siniscalchi, avvocato e intellettuale capace di unire diritto, cultura e impegno civile.
Ampio spazio è dedicato al ricordo di Papa Francesco, il pontefice del Sud, e al tributo a Roberto De Simone, maestro che ha trasformato la tradizione partenopea in arte colta.

Non mancano temi urgenti e attuali:

Dispersione scolastica a Napoli, un dramma educativo da affrontare collettivamente.
Innovazione: dalle missioni spaziali verso Marte, alle nuove sfide green nel trasporto e nell’energia.
Cultura e spettacolo: dal Maggio dei Monumenti a Pompei, da Peppe Barra a Serena Rossi, dalle fiabe alla musica, Napoli si conferma epicentro di bellezza e resistenza.

SHOW MORE
SHOW LESS

Trasformi i suoi PDF in rivista online e aumenti il suo fatturato!

Ottimizzi le sue riviste online per SEO, utilizza backlink potenti e contenuti multimediali per aumentare la sua visibilità e il suo fatturato.

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 Maggio 2025

Annalaura

di Luggo:

“oltre lo sguardo”

1

Il mezzogiorno ed i suoi protagonisti

Primo piano

Memoria e identità:

Marrone e Ciruzzi

Papa Francesco

Il Pontefice che parlava al Sud

Roberto De Simone

La tradizione come arte colta

Innovazione

Con il DAC verso Marte

Maggio dei monumenti

Napoli accende il suo cuore ardente

Tracce

La Napoli metafisica di Mimmo Jodice

La Fondazione Morra ricorda Eugenio Fels

Cultura e spettacoli

Peppe Barra, la Niña, Serena Rossi


EDITORIALE

SOMMARIO

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 Maggio 2025

SOTTO I RIFLETTORI Nel cuore della musica Il lascito spirituale e artistico di

2 3

Resistere, per vedere oltre

Care lettrici e cari lettori,

resistere, oggi, significa soprattutto mantenere viva la

capacità di guardare oltre l’immediato. Di non cedere al

buio, ma cercare la luce. Di non smettere di interrogarsi,

di emozionarsi, di ricordare. In questo numero, i nostri

riflettori sono puntati su chi, con sensibilità e visione, ci

invita proprio a fare questo: vedere oltre.

Lo fa Annalaura di Luggo, artista dallo sguardo profondo,

capace di trasformare ogni opera in un ponte tra mondi

interiori e urgenze sociali. Così come vedeva ‘oltre’ Vincenzo Siniscalchi, uomo

di giustizia e di passione civile, raccontato con affetto e intensità da Domenico

Ciruzzi.

Ma per guardare avanti, dobbiamo anche sapere da dove veniamo. Titti Marrone,

con il suo struggente ‘Primmammore’, ci ricorda quanto sia urgente proteggere e

coltivare la memoria, perché in essa si annida la chiave della consapevolezza.

E parlando di memoria, non possiamo non rendere un affettuoso omaggio a due

figure che hanno segnato la nostra cultura e spiritualità: Roberto De Simone,

genio del teatro e della tradizione popolare, e Papa Francesco, di cui

raccontiamo il legame profondo con Napoli e la Campania.

È proprio la cultura a rendere viva la memoria. Lo testimonia il Maggio dei

Monumenti, con un programma dedicato al tema del fuoco – simbolo di rinascita,

energia e trasformazione. E ancora Musa-i 2500 anni di Neapolis e Pompeii

Theatrum Mundi, che con la sua bellezza senza tempo ci ricorda che dal passato

può germogliare il futuro.

Riflettori sulla Campania, dunque, terra fertile di storie, emozioni e visioni.

Perché è dalla memoria e dalla cultura che possiamo trarre i semi – e gli

anticorpi – per affrontare le sfide del presente e costruire ciò che verrà.

Il nostro impegno è raccontarvelo, sempre. Con passione, con rispetto, con

fiducia.

Francesco Bellofatto

Direttore Responsabile: Francesco Bellofatto

Grafica e web: Giovanni Barchetta

Articoli e rubriche di Elisangela Annunziato, Giovanna d’Elia, Felicia Di Paola,

Alessandra Fanuli, Walter Ferrigno, Emanuele Lattanzio, Myriam Lattanzio,

Fabrizio Matarazzo, Antonio Orselli, Manuela Ragucci, Antonio Quaranta,

Giuliana Sepe, Alberto Vito

Reg. Tribunale Na 4997/24 del 25/3/2024

www.sudenord.it - info@sudenord.it

INES CASA EDITRICE

www.ineseditrice.com - inessrlcsaeditrice@gmail.com

EDITORIALE

Resistere, per vedere oltre

Oltre lo sguardo (4)

PRIMO PIANO

La memoria che ci rende liberi (8)

Resistere nel Dopoguerra infinito Il caso Napoli di Giuseppe Pesce

(10)

Primmammore: il romanzo verità che racconta l’infanzia violata e

la Napoli che resiste (14)

Il Maestro che guardava oltre: Vincenzo Siniscalchi raccontato

dall’allievo Domenico Ciruzzi (16)

La dispersione scolastica: un'emergenza educativa con

responsabilità collettive (18)

PAPA FRANCESCO

Il Pontefice che parlava al cuore del Sud (20)

GRAZIE MAESTRO

Roberto De Simone, autorevole custode e profondo innovatore

della cultura partenopea (22)

Un lungo viaggio nella fiaba popolare (24)

ECONOMIA

Grimaldi rivoluziona il trasporto marittimo con navi ro-pax green

per Mediterraneo e Baltico (28)

L’Aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi: motore di rinascita per il

Mezzogiorno (30)

Grazzanise decolla: via libera all’aeroporto civile che cambierà il

volto della Campania settentrionale (32)

INNOVAZIONE

Innovaway sbarca negli USA: primo hub a Philadelphia per

l’azienda ICT di Napoli (34)

Nasce My Energy Q8: la nuova Esco per guidare aziende verso la

sostenibilità (36)

Small Mission to MarS: Italia unita alla conquista del Pianeta

Rosso (38)

Con un robot si accende la scintilla dell’ingegneria (40)

AMBIENTE

Ponte Italia: Roma e Napoli insieme per l'economia circolare (42)

Crisi idrica e agricoltura al Sud: alleanza tra Autorità di Bacino e

Consorzi di Bonifica (44)

Nasce la DSI Academy: eccellenza formativa per la gestione

sostenibile dell’acqua in Campania (46)

NAPOLI 2500

NAPOLI MUSA: la città ispiratrice dell’Occidente tra cultura,

diplomazia e innovazione (48)

MAGGIO DEI MONUMENTI

Napoli accende il suo cuore ardente (50)

Capodimonte di Fuoco: la magia ardente del Museo (52)

Federico II: un viaggio emozionale tra fuoco, storia, arte e scienza

(53)

FAMIGLIA REALE BRITANNICA

Re Carlo III e Camilla: il legame con Ischia e la Fondazione Walton

(56)

PASSATO/PRESENTE

Napoli è il suo paesaggio poetico: dopo il Parco di Virgilio e

Leopardi, riaprirà la Crypta Neapolitana (58)

TRACCE

Jodice e la visione metafisica di Napoli: percorsi visivi tra

fotografia e identità urbana (62)

Eugenio Fels (66)

Ria Rosa, la sciantosa che sfidò il patriarcato (68)

CULTURA E SPETTACOLI

Pompei, estate di mito e musica: grandi spettacoli tra Teatro

Grande e Anfiteatro (70)

Napoli sospesa tra prosa e poesia: il Novecento visto da

Lambertini e interpretato da Peppe Barra e Lalla Esposito

(74)

Una SereNata napoletana che parla al cuore (76)

Il corto pro legalità del liceo A. Nobel di Torre del Greco (78)

Le geografie del suono de La Niña disegnano mappe tra

sacro e profano dove il centro è donna (80)

La vertigine della chitarra di Ghigo Renzulli guarda avanti,

senza perdere le sue radici (82)

CHIESA

Casa della Pace Don Tonino Bello e La Locanda di Emmaus:

due opere segno della Caritas diocesana (84)

SOTTO LA LINEA DI BILANCIO

Le Società Partecipate dai Comuni italiani nel 2025 (86)

IL FATTORE UMANO

Siate imprenditori di sogni, non amministratori di paure (88)

PSICOLOGIA

Adolescenza: istruzioni per l’uso (90)

FOOD AND SUD

Dieta Mediterranea: mangiare e vivere secondo natura (92)

STILE

Il design del Mediterraneo incontra la magia di Villa Favorita

(96)

GUSTI

La Corte degli Dei ad Agerola: la firma stellata di Vincenzo

Guarino nell’eleganza di Palazzo Acampora (98)

Caracol Bacoli: l’eleganza stellata sul mare tra i sapori dei

Campi Flegrei (100)

Campanella by Quattro Passi, l’alta cucina arriva a Capri nel

giardino del Pazziella Garden & Suites (102)

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



SOTTO I RIFLETTORI

Oltre lo sguardo

4 5

chiama il visitatore a confrontarsi con la

propria immagine trasfigurata dalla luce

della possibilità, registrata in tempo reale: è

Annalaura di Luggo, l’artista che trasforma la luce in speranza e lo

la porta della rinascita interiore,

sguardo in connessione tra le persone

dell’amnistia simbolica, della speranza

«Lo sguardo, per me, è da sempre la porta

dell’anima. È attraverso gli occhi che si crea

la connessione più profonda tra le persone.

La luce, invece, è ciò che trasfigura, che

rende visibile ciò che spesso resta

nascosto. Nelle mie opere, luce e sguardo

diventano strumenti di relazione, spiritualità

e trasformazione». Con queste parole

Annalaura di Luggo racconta l’essenza del

suo percorso artistico: un cammino fatto di

ricerca, inclusione e spiritualità, che unisce

la forza della tecnologia all’urgenza della

testimonianza umana. Artista e regista

napoletana dalla vocazione internazionale,

ha saputo portare la sua visione nei più

importanti contesti istituzionali e culturali del

mondo, coniugando arte contemporanea,

diritti umani, sostenibilità e introspezione in

opere che non si limitano ad essere

osservate, ma si abitano, si attraversano, si

vivono.

La sua ultima creazione, Oculus-Spei, a

cura di Ivan D’Alberto, è l’approdo maturo di

una traiettoria fatta di esperienze profonde

e plurali. L’installazione, presentata per la

prima volta nel suggestivo spazio del

Pantheon di Roma con il patrocinio del

Ministero della Cultura, del Giubileo

2025, del Ministero della Giustizia e degli

Affari Esteri, si sviluppa attorno a cinque

porte sante simboliche. Il pubblico è

chiamato ad agire concretamente: bussare

per entrare in un mondo interiore che si

rivela attraverso gli occhi di persone con

diverse abilità, provenienti da ogni parte

del mondo. Le prime quattro porte si

aprono sulla luce interiore, metafora della

dignità che abita ogni individuo. La quinta

porta, ambientata nel carcere di Rebibbia,

come atto di fede. «La quinta porta è un

luogo di verità e di riflessione. Restituisce al

visitatore un’immagine trasfigurata dalla

luce della possibilità, quella della

liberazione interiore», spiega l’artista.

Attualmente Oculus-Spei è in esposizione

nella rotonda brunelleschiana del Museo

de’ Medici di Firenze, in un suggestivo

dialogo architettonico con il Pantheon. Il

prossimo 6 giugno sarà inaugurato alla

Cappella della Sacra Sindone, nei Musei

Reali di Torino, su invito del direttore Mario

Turetta, e successivamente le sue cinque

porte saranno disseminate tra Napoli,

Roma, Venezia e Sulmona, tappa

quest’ultima legata al prestigioso Premio

Sulmona.

L’opera è affiancata da un documentario

omonimo, Oculus-Spei, diretto dalla stessa

artista e dedicato alla memoria di Papa

Francesco. Un’opera audiovisiva che

intreccia le aperture reali e simboliche delle

porte sante con testimonianze sul tema

della speranza, tra cui quelle di figure

istituzionali come Mons. Rino Fisichella e

Massimo Osanna, ma soprattutto con volti

e storie che restituiscono l’universalità della

luce interiore, che non esclude nessuno.

Poliedrica e profondamente immersa nella

contemporaneità, Annalaura di Luggo è

anche l’autrice di Collòculi, un’opera

interattiva a forma di occhio gigante

realizzata in alluminio riciclato,

espressione della sua attenzione verso la

sostenibilità ambientale. All’interno della

pupilla prende vita un’esperienza immersiva

che narra, tramite immagini, suoni e

interazione in tempo reale, storie vere di

giovani che hanno vissuto esperienze di

bullismo, razzismo, dipendenza, disabilità.

L’opera, accompagnata dai testi critici di

Gabriele Perretta, Demetrio Paparoni e

Antonello Tolve, è stata presentata in

luoghi di altissimo profilo come il Museo

Archeologico Nazionale di Napoli e il Museo

Nazionale Romano, ed è attualmente in

mostra al Parco Archeologico di Pompei,

nelle Terme del Foro. Da Collòculi è nato il

documentario We Are Art, selezionato in

numerosi festival internazionali, tra cui

Visioni dal Mondo e gli Hollywood Music

and Media Awards, fino a entrare in

Consideration agli Oscar 2023 nelle

categorie Best Documentary Feature e Best

Original Song.

Un ulteriore sviluppo della sua poetica è

rappresentato dalla serie Intro-Spectio, in

cui la visione dell’artista si articola in una

stratificazione percettiva: occhi che

emergono da immagini di figure iconiche del

passato, riattivate da micro-narrazioni e

interventi digitali. La serie, esposta in sedi

prestigiose come il Museo delle Terme di

Diocleziano a Roma, Palazzo Steri a

Palermo e il PAN – Palazzo delle Arti di

Napoli, indaga il potere dello sguardo come

memoria, introspezione e ponte tra epoche

diverse.

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



SOTTO I RIFLETTORI

Nel tempo, le opere di Annalaura di Luggo fedele a una visione

profondamente cattolica: trovo nel Signore

6

hanno varcato i confini nazionali con autenticamente spirituale

la luce e la forza per affrontare situazioni

autorevolezza: è stata protagonista alla 58ª e trasformativa. «Cerco

difficili, che da sola non riuscirei a

7

Biennale di Venezia, ha esposto al sempre di far convivere

sostenere. È Lui che mi guida nel

Consolato Italiano di New York, e alle la visione artistica con

trasformare l’arte in uno strumento di

Nazioni Unite, dove ha presentato Blind l’esigenza di portare le

relazione, speranza e riscatto».

Vision, installazione dedicata al tema della opere in contesti dove

Il valore del suo lavoro risiede non solo

disabilità e dell’identità a cura di Raisa possano avere impatto

nella qualità estetica o tecnologica delle

Clavijo, oggi in esposizione permanente al reale, anche al di là dei

opere, ma nella capacità di rendere l’arte

Museo Colosimo di Napoli. Sempre nella circuiti canonici»,

esperienza di trasformazione, in cui il

sua città, al Museo Carcerario di Nisida, è afferma.

visitatore non resta spettatore ma diventa

visibile l’opera Never Give Up, un omaggio Profondamente ispirata

parte di un processo di riconoscimento, di

ai minori detenuti e al potere salvifico della dalla sua fede cattolica,

empatia, di rinascita. Il rispetto per la

fiducia, dell’empatia e della creatività. Annalaura di Luggo

persona, la valorizzazione delle fragilità, la

Rappresentata dalla galleria Jus Museum, considera l’arte come un

centralità dello sguardo, la responsabilità

curata da Marcello Palminteri, Annalaura cammino collettivo, «un

ecologica: tutto converge in un linguaggio

partecipa regolarmente a fiere internazionali pellegrinaggio di

artistico profondo, polimaterico, capace di

di altissimo profilo, come The Fair di Torino, speranza verso un

parlare alle coscienze. In un tempo che

ArtVerona, Arte in Nuvola di Roma, Art orizzonte comune», dove

fatica a trovare senso e coesione, la voce di

Basel Scope di Miami e New York, e ha già ogni persona è

Annalaura di Luggo ci invita a bussare,

annunciato la sua partecipazione alla Kiaf di importante, ogni storia

guardare, ascoltare, accogliere. E a credere

Seoul. Il suo lavoro è sempre in equilibrio ha dignità, e ogni ferita

che l’arte, quando è vera, può essere luce.

tra l’esigenza di raggiungere un impatto può diventare luce. «La

collettivo e sociale e la volontà di restare mia ispirazione è

DIR

Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025



PRIMO PIANO

La memoria che ci rende liberi

confinava la lotta antifascista al solo Centro- stragi dimenticate, mentre Gaetano

8

Nord.

Barbarulo ricostruisce l'antifascismo

Giuseppe Aragno va oltre, inserendo la giovanile, sottraendo alla retorica

9

rivolta partenopea nella più ampia

Le quattro giornate di Napoli, un volume per riscoprire il coraggio civile

Resistenza europea al nazifascismo, e

sottolinea che essa segnò «l’alba della

e l'identità partenopea

Resistenza» anche per l'Italia. Gli fa eco

Paolo De Marco, che attraverso le fonti

margini della memoria nazionale, oscurata

tedesche dimostra come le violenze, le

dalla necessità di “pacificazione” postbellica

rappresaglie e la devastazione di Napoli

e dalla difficoltà di riconoscere al Sud un

furono il frutto di ordini pianificati dalla

protagonismo autentico nella Resistenza.

Wehrmacht, sfatando l’idea di una brutalità

Il volume denuncia senza reticenze questa

casuale.

rimozione storica, che ridusse le Quattro

La resistenza ebraica, raccontata da

Giornate a un racconto folkloristico di

Gianluca D'Agostino, aggiunge una

“scugnizzi” eroici, privandolo della sua

dimensione spesso trascurata: gli ebrei

complessità sociale e politica. Francesco

napoletani, già colpiti dalle leggi razziali del

Soverina documenta come Napoli, insieme

1938, non furono solo vittime ma anche

ad altre città meridionali come Matera e

attivi combattenti nell'insurrezione. E

Castellammare di Stabia, sia stata teatro di

ancora, lo studio di Antonio Borrelli,

una "Prima Resistenza" intensa e diffusa,

Andrea D'Angelo e Luigi Verolino riporta

contrariamente alla narrazione che

alla luce la tragedia di Ponticelli, teatro di

La memoria è un patrimonio da custodire

con cura, soprattutto quando si parla di

pagine straordinarie come la rivolta nel

1943 dei napoletani contro i nazisti. Il

volume Le quattro giornate di Napoli, curato

da Guido D’Agostino e Silvio de Majo,

non è soltanto un rigoroso lavoro di

ricostruzione storica: è un atto d’amore

verso la città e verso quei valori di libertà e

dignità che ancora oggi ci interrogano.

Questa pubblicazione rappresenta il terzo

tassello di un ambizioso progetto editoriale

promosso dalla Città Metropolitana di

Napoli, che ha già dedicato due precedenti

volumi alle grandi stagioni

rivoluzionarie del 1799 e del 1848.

Come ricorda Domenico Pennone,

già direttore della rivista La Provincia di

Napoli, con questo volume si realizza

«il sogno dell’avvocato Gerardo

Marotta di raccogliere in una unitaria

forma editoriale le tre fondamentali

stagioni rivoluzionarie che hanno

plasmato l’anima e il destino di

Napoli».

Il valore di questo lavoro emerge

subito nell’impostazione corale dei

contributi: accanto alla curatela di

D’Agostino e de Majo, spiccano i saggi

di storici come Francesco Soverina,

Giuseppe Aragno, Paolo De Marco,

Giulia Buffardi e altri. Un impegno

condiviso che, come sottolinea il

sindaco Gaetano Manfredi, restituisce

alla città «una lezione di dignità e di

orgoglio che ci ricorda l’importanza di

difendere sempre i valori della libertà e

della democrazia».

Le Quattro Giornate, dal 28 settembre

al 1° ottobre 1943, furono l’epopea di

un popolo che, ridotto allo stremo,

riuscì a ribellarsi e sconfiggere

l’esercito nazista. Come scrive Arturo

Martorelli, «nella storia dell’Italia

contemporanea un evento come quello

delle Quattro Giornate può veramente

dirsi eccezionale». Eppure, per

decenni, questa impresa fu relegata ai

l'immagine ingenua degli scugnizzi.

Un posto speciale è riservato al film Le

quattro giornate di Napoli di Nanni Loy,

esaminato da Paolo Speranza come

«l'ultimo grande film del Neorealismo

italiano». Un'opera capace di fissare

nell’immaginario collettivo l’epopea

partenopea, sebbene abbia in parte

contribuito a consolidare la visione riduttiva

di una rivolta istintiva e sprovvista di

consapevolezza politica.

Non meno importante è la sezione dedicata

alle biografie dei protagonisti, uomini e

donne di ogni estrazione sociale che, come

Maddalena Cerasuolo, Antonio Cafasso,

Guglielmo Chianese (Sergio Bruni) e

Federico Zvab, fecero delle Quattro

Giornate il culmine di un lungo percorso di

opposizione al fascismo. Brevi, intense,

queste biografie dimostrano

come la storia grande sia

sempre composta da storie

individuali, da scelte di

coraggio e sacrificio

quotidiano.

Le quattro giornate di Napoli è

dunque un libro necessario, un

invito a guardare con occhi

nuovi una città troppo spesso

raccontata attraverso

stereotipi. Come scrive Arturo

Martorelli, «il messaggio che

ci giunge dalle Quattro

Giornate è ancora oggi quello

di saper costruire la libertà con

le proprie mani», radicando il

futuro nella memoria di chi ha

saputo dire "no"

all'oppressione.

È un libro che ci ricorda, con la

forza dei fatti e delle voci

raccolte, che la memoria non è

una semplice

commemorazione, ma un atto

di giustizia e di responsabilità

civile. In tempi in cui l’odio e il

revisionismo storico tornano a

serpeggiare, Napoli e il suo

popolo tornano a insegnarci

che la libertà si conquista, si

difende e, soprattutto, si

ricorda.

DIR

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



PRIMO PIANO

Resistere nel Dopoguerra infinito

Il caso Napoli di Giuseppe Pesce

Napoli come metafora di una storia senza fine, tra memoria, mito e

nuove narrazioni

racconti e alle opere teatrali di Eduardo De della nuova democrazia. Questo

10

Filippo, ai romanzi di Carlo Bernari, documento, poco conosciuto, conferisce

Domenico Rea, Elena Ferrante,

ulteriore profondità al racconto di Pesce, 11

Domenico Starnone.

inserendo il pensiero di Croce come uno dei

Un'attenzione particolare è dedicata alla fondamenti morali del dopoguerra

costruzione della mitologia delle Quattro napoletano.

Giornate di Napoli, raccontate dal film Le Attraverso le immagini raccolte da Life —

Quattro Giornate di Napoli di Nanni Loy, che documentano episodi come l'attentato

ma anche da cronache coeve, come al Palazzo delle Poste, la vita nelle grotte

Giuseppe Pesce, nel suo libro Resistere storia si confonde con la mitologia civile, la

l'articolo di Gennaro Capozzi "Quattro tufacee, l'epidemia di tifo — Pesce

nel Dopoguerra infinito. Il caso Napoli letteratura si intreccia alla cronaca e la

giorni di epopea" pubblicato su Mercurio nel ricostruisce anche il potente apparato

(Colonnese Editore, 2025), affronta con memoria è continuamente riscritta, spesso

1944, integralmente riprodotto nelle

simbolico che ha accompagnato la

straordinaria lucidità il tema della

in modo ideologico.

appendici del volume.

rappresentazione della "Napoli liberata",

"resistenza" non come evento circoscritto "Forse non basta più la consumata,

Il volume è arricchito inoltre dall'Album oscillante tra eroismo e degrado.

alla Seconda Guerra Mondiale, ma come generica retorica della 'memoria'" scrive

Napoli 1943-46, una preziosa raccolta di La sezione finale del libro offre un'ampia

condizione permanente e inafferrabile che l'autore nell'introduzione, aggiungendo:

fotografie storiche che documentano le panoramica delle fonti utilizzate: dalle

definisce l'esperienza storica e civile di "Abbiamo bisogno di nuove narrazioni e

macerie, la miseria, ma anche la resilienza cronache cinematografiche di 'O sole mio di

Napoli — e forse del mondo intero — nel visioni – anche 'sentimentali', che intreccino

della città nel primo dopoguerra.

Giacomo Gentilomo e Paisà di Roberto

tempo contemporaneo.

fact e fiction – capaci di ridare intensità a un

Tra i materiali più significativi presenti nelle Rossellini, fino ai romanzi come Napoli

Attraverso una scrittura intensa e ricca di racconto storico ancorato a stanche griglie

appendici, spicca la straordinaria

milionaria! di Eduardo De Filippo,

riferimenti culturali, Pesce racconta una ideologiche, sempre più inadeguate a

intervista a Benedetto Croce pubblicata Spaccanapoli di Domenico Rea,

città che, mentre produceva miti

cogliere la complessità del reale".

dalla rivista Life nel novembre 1943. Il Speranzella di Carlo Bernari e Via Gemito

resistenziali (come le Quattro Giornate del La narrazione si dipana in un percorso che

grande filosofo, figura simbolica

di Domenico Starnone.

1943), restava intrappolata in un ciclo senza tocca cinema, letteratura, teatro, cronache

dell'antifascismo liberale, accolse nella sua Pesce mostra grande attenzione alla

fine di miseria, contraddizioni, illusioni di giornalistiche e memorialistica, passando

villa di Capri i giornalisti americani, offrendo stratificazione delle fonti, evidenziando

rinascita e nuove catastrofi. Napoli viene dai romanzi di La pelle di Curzio

una visione lucida e amara della condizione come la rappresentazione di Napoli e del

descritta come un laboratorio esemplare di Malaparte, The Gallery di John Horne

italiana e lanciando un appello alla

suo "dopoguerra infinito" sia frutto di

un "dopoguerra infinito", un luogo dove la Burns, Naples '44 di Norman Lewis, fino ai

responsabilità morale per la costruzione sovrapposizioni narrative, contraddizioni e

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



PRIMO PIANO

ECONOMIA

omissioni, spesso alimentate da necessità

politiche e culturali differenti nel corso dei

12 decenni.

13

Il volume si chiude sottolineando l'urgenza

di nuove narrazioni capaci di liberarsi dagli

stereotipi e dalle letture consolatorie,

proponendo un approccio che faccia della

vita, e non della sola retorica della memoria,

la vera maestra della storia.

DIR

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



PRIMO PIANO

Primmammore: il romanzo-

pubbliche resta diseguale, e la

fragilità è ancora altissima in

14 molte aree». È da qui che 15

parte il suo impegno civile: la

verità che racconta l’infanzia

scrittrice partecipa a incontri

nelle scuole per parlare di

memoria, abusi, educazione

violata e la Napoli che resiste

sentimentale. «Quando vado

nelle classi a raccontare la

Shoah, o a parlare di pedofilia,

trovo giovani attenti, profondi,

Un’opera civile e letteraria che affonda nel dolore collettivo per parlare

curiosi. C’è tanto da fare, ma

anche tanto desiderio di

di giustizia, memoria e speranza attraverso lo sguardo lucido e

ascolto».

partecipe di una giornalista-scrittrice

Il valore della memoria è

centrale. Marrone invita a non

relegare il ricordo alle sole

Con Primmammore (Feltrinelli), Titti dagli anni '70 a oggi: dai Quartieri

‘date comandate’: «dobbiamo

Marrone torna alla narrativa con un libro Spagnoli a Bagnoli, passando per il

educare alla memoria ogni

necessario, che affonda le radici in un Vomero intellettuale e la memoria dell’arte

giorno, anche gli adulti.

tragico fatto di cronaca – la morte di una visionaria di Lucio Amelio, ogni quartiere

Ricordare le Quattro Giornate

bambina caduta nel vuoto – e si apre a una diventa scenario emotivo e politico. La

di Napoli non è nostalgia: è un

riflessione più ampia sulla giustizia negata, narrazione fonde la cronaca nera con

modo per disegnare il futuro,

sull'infanzia fragile, sulla città di Napoli e l’introspezione e con il bisogno di dare

per costruire coscienza». In un

sulla possibilità che la scrittura possa senso a ciò che senso non ha. Non è solo

tempo in cui tutto sembra

ancora salvare, o almeno guarire. Il titolo, una storia vera: è un’indagine sull’invisibile,

accadere in accelerazione,

evocativo e non traducibile pienamente in una testimonianza letteraria che ha il

Primmammore diventa così

italiano, rimanda al ‘primo amore’, ma coraggio di porsi domande scomode e

anche un invito a rallentare, a

anche a un amore profondo, viscerale, necessarie.

comprendere, a custodire.

istintivo per la città e per tutto ciò che essa «Questo non è solo il libro su un fatto

Il futuro, per Marrone, passa

rappresenta: dolore, bellezza,

terribile – spiega Titti Marrone – ma è un

attraverso i giovani. Serve

contraddizione, resistenza.

romanzo multistrato: parla della storia della

creare occasioni, costruire

Attraverso la voce di una giornalista, alter sinistra, delle lotte per i diritti, dell’infanzia

percorsi che evitino la fuga e

ego dell’autrice, il romanzo indaga la Napoli violata, della memoria, della trasformazione

permettano loro di restare

di Napoli». La sua scrittura è tesa,

senza spezzare le radici. In

precisa, mai morbosa, ed è proprio

questo senso, progetti come

questo rigore che rende il libro

quelli della Paranza di padre

potente e universale. Marrone

Antonio Loffredo sono

rifiuta ogni forma di

esempi positivi: rinascite

sensazionalismo e sceglie la via

possibili grazie all'entusiasmo

più complessa: quella dell’etica del

e all’impegno collettivo. «È lì

racconto. Perché, come sottolinea

che dobbiamo puntare:

lei stessa, «raccontare è un gesto

sull’inventiva, sull’energia,

politico. Solo attraverso la

sulla bellezza. E sulla scuola,

narrazione possiamo davvero

che è presidio culturale e

comprendere il presente e, forse,

civile».

in parte guarirlo».

Primmammore è dunque molto

Il romanzo è anche uno specchio

più di un romanzo: è un atto

per interrogarsi su come è

d’amore e di resistenza. Un

cambiata Napoli dagli anni '80 a

Napoli resta ‘mille culure’, ma manca un libro che, grazie alla forza della scrittura -

oggi. «In quegli anni – dice

progetto strutturale che valorizzi davvero la un gesto di responsabilità, commuove e

Marrone – c’era un paradosso:

cultura».

scuote, che racconta Napoli con autenticità,

mentre piovevano fondi del postterremoto

spesso dirottati altrove,

Uno dei nuclei più forti di Primmammore è senza filtri né stereotipi, che obbliga a

la riflessione sulla condizione dell’infanzia. guardare negli occhi l’infanzia violata, che

esplodeva una forza creativa

Marrone parla senza retorica del «finto denuncia i silenzi della società. Una storia

enorme: Pino Daniele, Troisi,

puerocentrismo» della società

vera trasformata in letteratura, che ci invita

Martone, Servillo, Lucio Amelio.

contemporanea: «si finge di avere

a riflettere e a non dimenticare. Perché la

Oggi il fermento culturale c’è

attenzione per i bambini, ma in realtà si verità è rivoluzionaria e, a volte, passa solo

ancora, ma non è sostenuto da

agisce poco per la loro formazione. A attraverso il racconto.

politiche pubbliche adeguate.

Napoli, l’accesso agli asili e alle scuole

DIR

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



PRIMO PIANO

Il Maestro che guardava oltre:

Vincenzo Siniscalchi raccontato

dall’allievo Domenico Ciruzzi

formazione del giudizio, a criticare

il linguaggio burocratico che

16 separa il processo dalla realtà, a 17

difendere l’etica del diritto e

l’autonomia del difensore.

Promosse norme deontologiche

fondamentali per il rispetto delle

garanzie processuali, propose

leggi che superavano la distinzione

Un ritratto appassionato e vibrante nel volume Vincenzo Siniscalchi – Da

– anche temporale – tra gratuito

patrocinio e difesa d’ufficio. Vedeva

Maradona a Fellini, storia di un penalista e intellettuale che ha fatto scuola

il processo come luogo pubblico,

dove ogni cittadino ha diritto a

Ci sono vite che sembrano attraversare il passare da una difesa in tribunale a una

essere ascoltato con equità, senza

tempo con una lucidità rara, in grado di conversazione con Federico Fellini, Tinto

pregiudizi e senza il peso distorto

legare giustizia e poesia, cronaca e

Brass o Eugenio Scalfari, con la stessa

dell’opinione pubblica.

umanesimo, militanza e sogno. È questo il empatia con cui si confrontava con i

Pagò, spesso, l’originalità delle sue

filo rosso che percorre il volume Vincenzo disoccupati organizzati di Napoli o con i

posizioni con l’isolamento dentro la

Siniscalchi – Da Maradona a Fellini, storia militanti dei movimenti antagonisti. Difese

categoria, che lo guardava con

di un penalista e intellettuale che ha fatto Diego Armando Maradona, ma anche chi

sospetto per la sua apertura

scuola, scritto da Domenico Ciruzzi e non aveva né nome né voce. Era mosso da

culturale e per il suo impegno

politico. Uomo di sinistra nel senso

pubblicato da Armando De Nigris Editore, una tensione morale profonda, e da una

con la commozione e l’ironia di chi ha capacità di leggere la realtà sempre ‘oltre’

più profondo e non ideologico, non

l’apparenza, convinto che

amava i salotti, ma le piazze, gli

saper guardare oltre fosse

studenti, i giovani da ascoltare. La

la premessa di ogni vero

sua formazione cattolica, profonda

sapere.

e non esibita, gli forniva radici

Ciruzzi, suo allievo, lo

etiche salde, e lo rendeva capace

racconta con affetto,

di un rispetto autentico per l’altro,

gratitudine e rispetto.

per chiunque portasse con sé una

Rievoca gli anni della

storia da raccontare.

formazione, la sua entrata

È stato anche un appassionato di

alla Nunziatella grazie a

cinema, critico raffinato e fondatore

una promessa paterna –

del Cineclub di via Orazio negli

una motocicletta in cambio

anni Sessanta, frequentatore delle

della rinuncia all’impegno

cantine teatrali e delle

nel Movimento

sperimentazioni più vive della

Studentesco – e la

Napoli artistica. Aveva una memoria

solo al passato, mancava la capacità di

scoperta precoce della

prodigiosa, figlia dell’ascolto, della curiosità,

leggere il presente. Io invece volevo

vocazione per la difesa dei

della voglia di capire. Conosceva i codici

innovare, e intanto fondavo il Teatro dei

deboli. All’università, però,

della legge, ma anche quelli della scena,

Resti con Silvio Orlando e Riccardo

quell’entusiasmo si

del palcoscenico, della cultura. E sapeva

Zinna”. Siniscalchi fu il primo a dargli fiato,

affievolì: la facoltà di

che ogni parola poteva cambiare un

a dimostrargli che si poteva essere giuristi e

Giurisprudenza gli appariva

destino.

intellettuali, avvocati e creativi, che si

arida, burocratica, priva di

Oggi Vincenzo Siniscalchi manca, ma la

poteva e doveva portare dentro la

connessione con la cultura

sua lezione resta. E il libro di Domenico

professione la cultura umanistica, la

umanistica che per lui era

Ciruzzi la consegna con generosità a chi

memoria e l’attenzione per gli altri.

invece essenziale. Solo

vorrà accoglierla: agli avvocati di domani,

Condividevano un'idea ampia della

condiviso non solo studi e cause, ma anche l’incontro con Siniscalchi riaccese la

certo, ma anche a chi crede che il sapere

giustizia, fondata sull'insegnamento di Piero

ideali, passioni e un’idea profonda della vita passione e indicò una via diversa: una

debba sempre misurarsi con il vivere. Un

Calamandrei: i giudici devono conoscere le

e della professione.

visione del diritto come scienza sociale,

racconto colto, appassionato e necessario,

leggi, certo, ma anche la società in cui le

Vincenzo Siniscalchi non è stato soltanto profondamente legata alla società e alla

che ci ricorda che esiste una giustizia più

applicano.

un grande avvocato, ma un intellettuale

profonda di quella dei codici: quella del

contemporaneità.

È in questo orizzonte che Siniscalchi si

completo, libero, poliedrico. Uomo di legge “Quando entrai in tribunale nel 1977 -

cuore, dello sguardo, della parola che non

dimostra precursore: uno dei primi a

e di cinema, di teatro e di politica, capace di racconta Ciruzzi - l’avvocatura guardava

giudica ma comprende.

comprendere il ruolo dei media nella

DIR

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



PRIMO PIANO

La dispersione scolastica:

un'emergenza educativa con

responsabilità collettive

dirigenti scolastici, di cui 178 arrivate alle soprattutto dopo il via al Decreto Caivano.

18

autorità giudiziarie. Le zone dove è più alta Esso ha portato a un aumento di

la dispersione scolastica sono quelle segnalazioni da parte dei dirigenti, a 19

dell’area Nord, con Scampia che registra,

secondo dati forniti dal direttore dell’Ufficio

scolastico regionale, nelle scuole

secondarie di primo grado il 4,33% di

studenti non ammessi per mancata

frequenza, percentuale che sale all’8,67%

I dati ISTAT e le segnalazioni confermano la criticità della situazione

nelle regioni del Sud, con Napoli in prima linea tra emergenze educative

e fragilità sociali

di Alessandra Fanuli *

foto di Francesco Bellofatto

La dispersione scolastica è caratterizzata

dall’abbandono degli studenti prima di

completare il percorso scolastico previsto.

Questo fenomeno non è solo un problema

individuale, ma riflette una serie di

dinamiche sociali, economiche e culturali

che meritano un’analisi approfondita.

È un fenomeno che continua a

preoccupare, basti analizzare i dati ISTAT

per comprendere la gravità della situazione.

L’Italia si colloca al quinto posto tra i

Paesi europei per abbandono scolastico.

Le regioni del Sud e le Isole sono le più

colpite, infatti superano il 15% dei casi.

Dai dati ISTAT aggiornati all’anno scolastico

2023/2024 risulta che il percentile del 15%

viene superato in quattro regioni del Sud e

una del Nord Italia. Troviamo la Sardegna

con il 17,3%, Sicilia 17,1%, Campania

16%, Puglia 17,6% e infine Provincia

autonoma di Bolzano il 16,2%.

In Campania, ma soprattutto in una città

come Napoli, le sfide socio-economiche si

intrecciano con le difficoltà del sistema

educativo.

Nell’anno scolastico 2023/2024 a Napoli

sono state 1.330 le segnalazioni dei

nella scuola secondaria di secondo grado.

Seguono grossi centri dell’Area

Metropolitana come Afragola con 287

segnalazioni, poi Giugliano con 121, Torre

Annunziata, dove tutte e 80 le segnalazioni

dei dirigenti scolastici non hanno avuto esito

positivo e sono arrivate al vaglio delle

autorità giudiziarie. Questo accade perché,

nonostante le ripetute segnalazioni e

ammonimenti verso gli studenti da parte

della scuola, i ragazzi non rientrano.

Nella scuola primaria, la dispersione

scolastica ha subito un lieve decremento: gli

alunni non ammessi alla secondaria per

mancata frequenza sono risultati 208

nell’anno 2023/2024 a fronte dei 281

dell’anno 2022/2023; non è un dato

esorbitante, ma fondamentale per Napoli,

differenza di qualche anno fa, anche se il

sistema va maggiormente accompagnato in

ambito educativo e pedagogico, dov’è

ancora un po' povero.

L’ambiente scolastico, non solo a Napoli,

può costituire uno dei fattori di rischio. Le

scuole, spesso

sottodimensionate

e con risorse

limitate, possono

risultare poco

stimolanti. Inoltre,

il contesto sociale

gioca un ruolo

significativo. Le

pressioni culturali

e sociali possono

portare i giovani a

considerare

l’istruzione come

un’opzione poco

allettante,

soprattutto in un

ambiente dove il

lavoro informale

o l’illegalità

sembrano

rappresentare vie

più rapide verso

un miraggio di

successo. A livello

personale, i

giovani che

abbandonano la

scuola si trovano

ad affrontare un futuro incerto, con maggiori

probabilità di disoccupazione e povertà. A

livello sociale, la dispersione contribuisce

all’aumento della criminalità e della

violenza, creando un clima di insicurezza

che colpisce tutti.

È fondamentale che scuole, famiglie,

istituzioni e comunità collaborino per

creare un ambiente educativo che valorizzi

ogni studente. Solo attraverso un impegno

collettivo possiamo sperare di ridurre la

dispersione scolastica e garantire un futuro

migliore per le nuove generazioni e per la

città di Napoli.

(*) Consulente Pedagogica

Cultore della Materia in Prevenzione del

Cyberbullismo

Università Suor Orsola Benincasa

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



PAPA FRANCESCO

Il Pontefice che parlava

al cuore del Sud

Francesco e la Campania: un legame profondo, tra gesti d’amore, periferie

e carceri

corruzione spuzzano. La povertà spuzza”. A Pompei Papa Francesco si recò in

20

Usò un verbo poco comune – “spuzzare” – pellegrinaggio nel marzo 2015 al

ma immediatamente comprensibile, per dire Santuario della Madonna del Rosario: fu 21

senza veli quanto sia grave l’odore

un momento di raccoglimento e preghiera,

dell’ingiustizia, della violenza

un gesto che suggellava il

e dell’emarginazione. Un

suo legame con la

discorso che lasciò il segno.

spiritualità popolare e

Don Alessandro Gargiulo,

mariana.

parroco della chiesa Maria

Una nuova visita alla Città

SS. del Buon Rimedio, ha

Mariana era stata

“Ci hai parlato con il cuore, Francesco. Con conosciuto a Buenos Aires nel 2006.

raccontato: “Da quel giorno è

programmata per

il cuore e con la vita. Con quella voce che Atterrato in elicottero presso la Scuola

iniziata una rinascita sociale.

quest’anno, ma pochi mesi

sapeva di Vangelo e di strada, di cielo e di Sottufficiali dell’Aeronautica, Francesco salì

Il Papa ha fatto da detonatore

dopo l’annuncio, si sarebbe

polvere, di speranza ostinata e misericordia su un’utilitaria blu, attraversando le strade

per una nuova stagione di

spento. Ma non si è spenta

senza misura”. Così, con parole cariche di casertane con disarmante semplicità. Si

impegno e speranza”. Nella

la luce del suo passaggio.

emozione e verità, il Cardinale Mimmo recò a casa del pastore, accolto come un

stessa giornata, Francesco

Lo testimoniano le parole

Battaglia, Arcivescovo di Napoli, ha fratello, per una colazione in famiglia, un

visitò il Duomo, dove

degli uomini e delle donne

salutato Papa Francesco nel giorno della incontro di preghiera e un abbraccio

partecipò al rito dello

che lo hanno conosciuto,

sua scomparsa, avvenuta il 21 aprile 2025. fraterno. “Un uomo straordinario, di

scioglimento del sangue di

ascoltato, amato. Come il

Una data che segna la fine di un pontificato grandissima e autentica umiltà - ha

San Gennaro, e poi la Casa

Cardinale Battaglia, che ha

che ha toccato profondamente l’anima della ricordato Traettino, con la voce rotta dalla

Circondariale Giuseppe

ricordato quella sera del 27

Salvia di Poggioreale, dove

Campania, regione con cui Francesco ha commozione -.“Mi chiamò dal Gemelli,

marzo 2020, con Papa

intrecciato un rapporto umano e spirituale pochi giorni prima della morte. Mi disse:

pranzò con 120 detenuti, tra

Francesco solo sotto la

straordinario. La sua voce, lieve ma sono alla fine dei miei giorni. Fu una

cui giovani del carcere

pioggia, nella piazza vuota

radicale, ha saputo farsi prossimità,

telefonata di commiato, un momento di

minorile di Nisida e persone

di San Pietro: “In quel passo

denuncia, carezza, profezia.

verità tra due amici di fede”. Un gesto che

transgender. “Ha segnato la vita di tanti lento verso la Croce c’era il dolore del

Napoli, Caserta, Scampia, Poggioreale, fece discutere per il suo carattere inedito,

detenuti”, ha ricordato il cappellano don mondo intero. Ma anche la prova della

Pompei: sono solo alcune delle tappe di un ma che rivelava pienamente il cuore aperto

Franco Esposito. “Li ha guardati negli fraternità universale”. Come il Vescovo di

cammino condiviso con il popolo campano. del Papa: un cuore capace di costruire ponti

occhi, li ha ascoltati, li ha chiamati per Pozzuoli e Ischia Carlo Villano, che ha

Un cammino cominciato il 26 luglio 2014, tra le Chiese, anche sfidando

nome. Nessuno si è sentito escluso da parlato di un Papa “capace di riportare

quando Francesco celebrò una solenne l’incomprensione.

quella tavola”. Fu un gesto dirompente, l’evangelizzazione al centro, nel segno

Messa davanti alla Reggia di Caserta, in Il rapporto con Napoli fu altrettanto

rivoluzionario, che incarnava il suo sogno di del dialogo, della pace, della prossimità

occasione della festa di Sant’Anna. La profondo. Il 21 marzo 2015, Papa

una Chiesa che non esclude ma

e della missione”. Come il Presidente della

visita, nata da un dialogo personale con il Francesco fece il suo ingresso in città

accompagna, che non giudica ma Campania Vincenzo De Luca, che ha

Vescovo di Caserta, fu definita un “dono” partendo da Scampia, uno dei quartieri più

abbraccia.

detto: “Si è spenta la voce che più di ogni

per l’intera comunità. Ma due giorni dopo difficili e simbolici del Sud Italia. In Piazza

Il rapporto con la Terra di Lavoro si rafforzò altra ha difeso gli emarginati, i malati, gli

accadde qualcosa che segnò il pontificato Giovanni Paolo II, davanti a migliaia di

anche sul versante sociale. Nel settembre ultimi”. Come il Sindaco di Napoli Gaetano

nel segno dell’apertura ecumenica: il Papa persone, pronunciò parole che ancora oggi

2022, una delegazione di imprenditori Manfredi, che ha sottolineato: “Ci

fece visita privata al pastore evangelico riecheggiano nelle scuole, nelle parrocchie,

casertani fu accolta in Vaticano, in

mancherà la sua voce universale. Ma da

Giovanni Traettino, suo amico personale nei centri sociali: “La camorra e la

occasione del 75° anniversario

amministratori, terremo viva ogni giorno la

dell’Associazione Industriali di Caserta. Un sua lezione”.

incontro promosso da Gianluigi Traettino, Francesco amava dire che “Dio vive qui”,

a cui parteciparono figure come Giovanni riferendosi a Napoli. Ora che è nella Casa

Bo, Angela Casale, Marco Zigon e del Padre, è Napoli – e con lei tutta la

Gaetano Barbarano. “Il Papa ci ha Campania – a dirgli “grazie”. Con la

esortati a salvaguardare l’occupazione, tenerezza di un popolo che lo ha sentito

ad essere creativi, solidali, responsabili - vicino come un padre. E con la certezza

ha raccontato Bo, vicepresidente di

che la sua voce – mite, ferma,

Confindustria Caserta -. Mi colpì la sua coraggiosa – continuerà a risuonare nei

visione profonda, la sua capacità di leggere vicoli, nei santuari, nelle periferie e nei

i cambiamenti economici e sociali. Le sue cuori.

parole devono essere da stimolo per tutta la

nostra classe dirigente”. Il messaggio di

(foto © European Union, 1998 – 2025 e

Francesco era chiaro: il lavoro è dignità, e tratta da Nuova Stagione del 10 dicembre

non può essere separato dalla giustizia e 2024 - per gentile concessione dell’Ufficio

dal bene comune.

stampa della Chiesa di Napoli)

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



GRAZIE MAESTRO

Roberto De Simone,

autorevole custode

e profondo innovatore

della cultura partenopea

22 23

Il genio musicale che ha trasformato la tradizione in arte colta e ha

portato la voce del Sud sui palcoscenici del mondo

di Francesco Bellofatto

Napoli ha perso uno dei suoi figli più illustri:

Roberto De Simone, maestro indiscusso

della musica, del teatro e della cultura

popolare.

Classe 1933, nato in via Pignasecca, De

Simone ha attraversato il Novecento e il

nuovo millennio restando sempre un

riferimento centrale per chiunque volesse

comprendere l’anima profonda della

napoletanità. Diplomato al Conservatorio

di San Pietro a Majella, dove in seguito

sarà anche direttore, è stato un raffinato

compositore, ma anche uno straordinario

ricercatore, regista teatrale, scrittore e

antropologo. Ha legato il suo nome alla

Nuova Compagnia di Canto Popolare, da

lui fondata nel 1967 insieme a Giovanni

Mauriello, Eugenio Bennato e Carlo

D’Angiò. Con loro ha portato sul palco il

linguaggio delle feste popolari, delle

tammurriate e delle voci contadine,

rivestendole con l’eleganza della scrittura

musicale colta.

Il suo capolavoro indiscusso resta La Gatta

Cenerentola, “favola in musica” del 1976

ispirata alle fiabe di Giambattista Basile.

L’opera, presentata al Festival dei Due

Mondi di Spoleto, è stata rappresentata

oltre 175 volte in due anni, riscuotendo un

successo internazionale e diventando

simbolo di una nuova rinascita culturale del

Sud.

Tra gli incarichi più prestigiosi ricoperti da

De Simone, va ricordato il ruolo di direttore

artistico del Teatro di San Carlo tra il

1981 e il 1987, dove firmò alcune delle

regie più memorabili, riscoprendo il

repertorio barocco napoletano e

valorizzando autori come Pergolesi,

Scarlatti, Fioravanti. Nel 1995 venne

nominato direttore del Conservatorio San

Pietro a Majella, lasciando un’impronta

profonda nella formazione musicale

partenopea. È stato anche Accademico di

Santa Cecilia e ha ricevuto il titolo di

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al

Merito della Repubblica Italiana nel 2019.

La sua produzione è vastissima: dal

Requiem in memoria di Pier Paolo

Pasolini (1985) alla Cantata per

Masaniello, da L’Opera Buffa del Giovedì

Santo (1980) a Eleonora (1999), opera

realizzata in occasione del bicentenario

della Rivoluzione napoletana del 1799.

Ha curato colonne sonore per il cinema e la

televisione, collaborando con Eduardo De

Filippo, Lina Wertmüller, Carlo Lizzani,

tra gli altri. E con la sua inconfondibile cifra

estetica ha lasciato un segno anche

nell’editoria con titoli fondamentali per la

comprensione del folclore partenopeo: da Il

presepe popolare napoletano a La

canzone napolitana, da Fiabe campane a

La tarantella napoletana.

Roberto De Simone è stato un uomo

libero, mai legato al potere, capace di

denunciare le storture della politica e

l’assenza di una visione culturale autentica

per Napoli. Una figura rara, capace di far

dialogare la sapienza popolare e la cultura

alta, portando la voce del Sud sui

palcoscenici del mondo. Con la sua

scomparsa, Napoli perde non solo un

musicista, ma un maestro di pensiero, un

artista totale e un custode del sacro e del

profano, capace di interpretare la città con

profondità, amore e coraggio.

www.nuovacompagniadicantopopolare.it

www.teatrosancarlo.it

www.conservatoriodinapoli.it

(foto di Francesco Bellofatto)

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



GRAZIE MAESTRO

Un lungo viaggio nella

fiaba popolare

dalla morte del grande Poeta. Mi chiese la

collaborazione che io con altri ricercatori

24 accettai con viva gratitudine. Ben presto ci 25

mettemmo all’opera su quel racconto

straordinario, iniziando un paziente e

interessantissimo lavoro di ricerca su

antiche fonti letterarie e su un vasto

materiale d’archivio. Da questa prima

collaborazione, venne una pregevolissima

Roberto De Simone: il ricordo del suo collaboratore nelle prime ricerche

pubblicazione (Il segno di Virgilio, Pozzuoli

1982) che riscosse molto favore ed è tuttora

sul campo negli anni ‘70.

molto apprezzata. Il risultato più che

positivo di questa nostra prima impresa,

di Antonio Orselli *

personale di fondamentale importanza.

indusse De Simone ad avviare un

Si parlava di tutto, ma, naturalmente, di

imponente lavoro di ricerca sulla favola

La mia collaborazione con Roberto De teatro, musica, di ricerca antropologica,

di tradizione popolare della Campania. E

Simone è iniziata alla fine degli anni ’70. In della storia di Napoli. E si spaziava con la

fui coinvolto anche io.

verità, ci si conosceva e ci si frequentava massima libertà tra Dioniso, i Beatles,

Già da quasi un decennio, il Maestro aveva

già da alcuni anni. Ci avevano fatto

Shakespeare, Viviani, Mozart, Mario

eseguito registrazioni in vari luoghi della

incontrare comuni amici, giovani ricercatori Merola, Jung Giambattista Basile e i Jethro

regione raccogliendo una buona

e studenti universitari, come me, mossi da Tull. Era un piacere ascoltare quel

documentazione. La storia di Lucrezia ne

un appassionato interesse per il mondo piccoletto, che in pubblico si mostrava

era appunto un prezioso risultato. Come gli

popolare napoletano e campano e per le riservatissimo, schivo e per nulla preso

altri collaboratori, anch’io avevo alle spalle

sue forme espressive. E il Maestro,

dalla fama e dal successo, illuminarsi

una simile esperienza, fatta nel corso delle

ovviamente, per quel che di meraviglioso con noi nell’affrontare quegli argomenti

feste popolari, dove mi ero soprattutto

fino allora aveva fatto: la Nuova Compagnia con grande padronanza, con una

“La storia di Lucrezia romana”, da lui interessato del racconto agiografico e di

di canto popolare, la Gatta Cenerentola, raffinata cultura poliedrica, e con la

raccolta qualche anno prima nelle

quello fondativo dei santuari e delle stesse

Mistero Napolitano, la Cantata dei pastori, modestia e il rispetto del gran signore

campagne del casertano, e che aveva festività. Nel corso di queste prime

diverse pregevoli regie liriche, preziose che sa ascoltare i suoi interessatissimi

appena pubblicato sul “Mattino”. Si trattava ricerche avevo intessuto rapporti di

ricerche sul mondo popolare, era un interlocutori. Furono queste le premesse

di un documento eccezionale sulla

fraterna amicizia con danzatori, musici,

riferimento obbligatorio per chiunque si di un rapporto di stima e di amicizia assai

“Leggenda Virgiliana”, un’ultima miracolosa cantori che si sarebbero rivelati preziosi

avvicinasse alla nostra Tradizione. In tal promettente.

traccia di un mito pervenuta a duemila anni informatori per l’operazione che stavamo

modo, quegli incontri si trasformarono per Fu così che una sera dell’estate del 1981, il

me in occasioni di un arricchimento

Maestro mi fece leggere una fiaba popolare

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



GRAZIE MAESTRO

intraprendendo. Proprio in base a questi proprie oasi culturali non toccate dalle

racconto. salvato dall’oblio, le antiche storie delle

26

contatti, come zona su cui lavorare, mentre trasformazioni subite dalla società

Scegliemmo principesse, degli orchi, delle fate, dei

gli altri ricercatori si indirizzavano, nel meridionale.

quindi il meglio, principi, delle matrigne, degli animali 27

casertano, nell’Irpinia, nel salernitano, nei Un’eccezione, dunque, che confermava

lavorando fatati, dei draghi, delle sirene, dei maghi,

paesi flegrei e in quelli della costa

appieno la regola. E ci fece rendere conto

affinché quel delle piante magiche, e delle più

napoletana, scelsi l’area vesuviana. Mi che, una volta scomparsi i nostri narratori,

materiale fosse fantastiche avventure. Avevamo anche

trasformai in una specie di commesso la Tradizione del racconto si sarebbe

accessibile “nella raccolto gran parte delle storie del

viaggiatore della Tradizione andando definitivamente perduta. Non c’era molto

forma scritta” leggendario Cunto de li cunte,

ovunque e

tempo da

alla più ampia testimoniando la sua presenza nella

dovunque con un

perdere,

platea di lettori tradizione viva oltre trecent’anni dalla sua

piccolo “Sony” a

dunque. In

possibile. pubblicazione. Un segno che anche il suo

musicassette (le

questo, la

Venne così la grande autore, compagno della nostra

mitiche C 60).

nostra fu una

pubblicazione ricerca che chiamavamo affettuosamente ‘O

E non mi limitavo

vera e propria

dei Racconti e zi’ Giobatta, aveva raccolto i suoi cunti dalla

alla zona

operazione di

storie dei dodici Tradizione napoletana dei suoi tempi,

prescelta –

salvataggio. E

giorni di Natale, proprio come avevamo fatto noi.

ricordo di mie

anche un

(Napoli 1987). Il problema si pose anche Riferimenti bibliografici

registrazioni

paziente

con l’antica letteratura napoletana sul R. De Simone,Il Segno di Virgilio, Puteoli,

effettuate in

lavoro di

fiabesco, soprattutto riguardo la lingua Pozzuoli 1982.

Irpinia, o nella

riattivazione

(antico napoletano, termini ed espressioni Id.,Racconti e storie dei dodici giorni di

stessa area

della memoria.

desuete e da tempo dimenticate) nelle quali Natale, Il Mattino, Napoli 1987.

urbana di Napoli.

Gli informatori

esse erano scritte e che rendeva difficile se Id.,Fiabe campane. I novantanove racconti

Più di una volta vi

risposero in

non impossibile la loro fruibilità. In tal modo, delle dieci notti, Einaudi, Torino 1994.

andai in

maniera

mentre la ricerca proseguiva, si pubblicò la G. Basile, Il cunto de li cunti nella riscrittura

compagnia del

encomiabile,

traduzione in napoletano moderno del di Roberto De Simone, Einaudi, Torino

Maestro. Mentre

con grande

fondamentale Cunto de li Cunte del grande 2002.

le registrazioni si

disponibilità e

e amatissimo Gian Battista Basile (Napoli (pubblicato su www.fatamorganaweb.it il 21

accumulavano,

rispettando

1989). Poi, nel ’91 terminarono le

aprile 2025, per gentile concessione)

prendemmo atto

rigorosamente i

registrazioni. Si cominciò il lavoro di

(*) Sociologo, ricercatore

che la nostra

tempi per

sistemazione finale

ricerca era giunta

prepararsi a

di quanto sino ad

appena in tempo

dovere per le

allora era stato

prima della fine

registrazioni. In

raccolto. L’ambizioso

della Tradizione.

tal modo, molti

progetto di ricerca,

Di questa

di loro, ebbero a

cominciato quasi un

consapevolezza

recuperare una

ventennio prima,

rilevammo i

straordinaria

approdò nel ’94, alla

motivi. I narratori

capacità

pubblicazione di due

contattati erano

mnemonica e

corposi volumi editi da

persone per lo

narrativa,

Einaudi: Fiabe

più anziane, che,

mostrandosi

Campane. I

da decenni, non avevano più avuto abilissimi, come virtuosi della parola e del

novantanove racconti

modo di raccontare. Dunque, quello che suo sapiente uso. Erano, ritornati insomma,

delle dieci notti. Era la

si apprestavano a narrarci era per loro quel che erano stati anni addietro, i veri e i

summa del nostro

ormai un ricordo. La causa? Era perché soli depositari della Tradizione. Cosa che

lungo viaggio nella

si era perso il tempo del raccontare. confermò quel che noi ben sapevamo, e

fiaba popolare.

Sapevamo benissimo che nella Tradizione cioè che “solo pochi e soltanto pochi”

Potevamo essere

non si raccontava sempre, ma solo e sanno veramente “cuntare”. Ciò ci

soddisfatti e orgogliosi

solamente quando era il momento giusto permise di avere il meglio della fiaba

del lavoro fatto.

strettamente legato ai passaggi di stagione campana rimasta ai nostri giorni e a noi

Sotto la direzione del

e alle diverse fasi e pause del lavoro della pervenuta in circa 500 cassette

Maestro, avevamo

terra, alle feste, ai giorni tra il Natale e registrate. Un materiale vastissimo ma,

recuperato una

l’Epifania, nell’attesa del Carnevale, alle ovviamente, non omogeneo, proprio rispetto

straordinaria messe di

veglie dei morti, dei parti e dei matrimoni alle registrazioni. Le qualità dei narratori

documenti, che,

ecc. Solo in rarissimi casi e luoghi si differivano su molti punti, così come quella

altrimenti, si sarebbe

continuava a ancora a raccontare. Vere e delle diverse versioni di uno stesso

perduta. Avevamo

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



ECONOMIA

Grimaldi rivoluziona il trasporto

marittimo con navi ro-pax green

per Mediterraneo e Baltico

28 29

Investimento da 1,3 miliardi per nove unità di nuova generazione

alimentate a metanolo e pronte per l’energia da terra: comfort, efficienza

e sostenibilità al centro del progetto

di Antonio Quaranta

Con un investimento da 1,3 miliardi di

dollari, il Gruppo Grimaldi firma uno degli

ordini navali più significativi e innovativi

degli ultimi anni, commissionando a China

Merchants Jinling Shipyard (Weihai) la

costruzione di nove nuove navi ro-pax di

ultima generazione. Un progetto che va

oltre il semplice rinnovo della flotta: è un

manifesto di visione strategica, sostenibilità

ambientale e attenzione alle esigenze dei

passeggeri.

Sei di queste navi saranno operative

nel Mar Mediterraneo

– quattro sotto il

brand

Grimaldi

Lines, con

bandiera

italiana, e

due per

Minoan Lines, con

bandiera greca – mentre tre

saranno destinate al Mar Baltico per

conto della consociata Finnlines, battenti

bandiera finlandese. Una scelta che rafforza

il posizionamento del gruppo nei due mari

più strategici per il trasporto intra-europeo.

Le nuove navi, denominate “Next

Generation Med” e “Hansa Superstar”,

saranno alimentabili a metanolo e

predisposte per l’utilizzo di energia

elettrica da terra, e raggiungeranno livelli

di efficienza energetica mai visti nel settore

ro-pax. Il design idrodinamico avanzato,

l’uso di vernici siliconiche per ridurre la

resistenza in acqua e l’ottimizzazione delle

eliche consentiranno una riduzione delle

emissioni di CO₂ superiore al 50% per

tonnellata trasportata rispetto alle unità

attuali.

«Con l’ordine di queste nove straordinarie

unità ro-pax proseguiamo e rinsaldiamo la

nostra lunga e fruttuosa collaborazione con

China Merchants Group, un partner

d’eccellenza nella costruzione di navi

all’avanguardia», ha dichiarato Emanuele

Grimaldi, Amministratore Delegato del

Gruppo. «Le nuove classi Next Generation

Med e Hansa Superstar sono il frutto di un

attento studio delle esigenze della nostra

clientela e in generale di quelle del trasporto

marittimo, che oggi più che mai necessita di

qualità, convenienza ed

ecosostenibilità. Le

elevatissime

prestazioni in termini

di abbattimento

delle emissioni

di CO₂ e

l’utilizzo del

metanolo

come

carburante

alternativo

ci

avvicinano

ulteriormente

all’obiettivo

globale delle zero emissioni nette».

Anche Miao Jianmin, Presidente di China

Merchants Group, ha sottolineato il valore

strategico della collaborazione: «Sia China

Merchants Industry Group che il Gruppo

Grimaldi aderiscono da sempre al principio

di innovazione come motore, qualità al

primo posto. Insieme definiamo un nuovo

punto di riferimento per i traghetti ro-pax, e

continueremo a collaborare per sviluppare

carburanti a zero emissioni e soluzioni di

navigazione smart».

Dal punto di vista commerciale e turistico, le

navi offriranno standard elevatissimi: le

unità mediterranee, lunghe 229 metri,

avranno una capacità di 3.300 metri lineari

per merci rotabili, oltre 300 auto e 2.500

passeggeri, con oltre 300 cabine e 700

poltrone reclinabili. A bordo ci saranno

bar, ristoranti, lounge panoramiche, rooftop

con piscine e terrazze, aree shopping e sale

conferenze.

Le navi baltiche, invece, raggiungeranno i

240 metri di lunghezza, con 5.100 metri

lineari di carico, 90 auto e 1.100

passeggeri. Il concept delle navi Finnlines,

evoluzione della serie Superstar, include

anche spa, saune finlandesi, aree gioco per

bambini e un bar panoramico a prua del

ponte 12: un’esperienza premium per rotte

più lunghe, pensata per il comfort assoluto.

Le consegne avverranno tra il 2028 e il

2030, rafforzando la leadership di Grimaldi

come attore chiave nel trasporto sostenibile

di merci e passeggeri a corto raggio in

Europa. Il Gruppo Grimaldi, con sede a

Napoli, gestisce oltre 140 navi, impiega

circa 20.000 persone e opera in 13 Paesi.

È una delle realtà più avanzate e complete

nel panorama marittimo mondiale,

integrando porti, terminal, logistica terrestre

e flotte ro-ro all’interno di una rete

multimodale ad altissimo valore aggiunto.

www.grimaldi.napoli.it

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



ECONOMIA

L’Aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi:

motore di rinascita per il Mezzogiorno

arrivi stranieri, soprattutto da Nord America Banca Campania Centro, è tempo di

e Australia. È un’opportunità per

superare la “politica delle teorie” per

30 l’agroindustria, visto che il 67%

abbracciare quella del fare. Federico Del 31

dell’export della provincia – pari a 3,8 Grosso ha evidenziato il valore di una

miliardi di euro – è legato alla filiera visione sistemica, mentre Augusto

agroalimentare, in particolare nei mercati di Dell’Erba, presidente di Federcasse, ha

Un’infrastruttura che connette, valorizza e trasforma: ecco perché lo

Stati Uniti e Canada. Ed è uno stimolo per ribadito l’importanza dei dati per la

scalo salernitano è già una leva strategica di sviluppo

il settore manifatturiero, per le PMI e per le programmazione. Antonio Sada, a capo di

nuove iniziative imprenditoriali, come Confindustria Salerno, ha definito

di Fabrizio Matarazzo

Salerno. Secondo Andrea Annunziata,

sottolineato da Amedeo Manzo, presidente

presidente dell’Autorità Portuale del Mar

della Banca di Credito Cooperativo di

Tirreno Centrale, l’interconnessione tra

Napoli.

Lo studio offre

anche una

fotografia socioeconomica

aggiornata del

territorio:

1.057.819

residenti nella

provincia, con un

calo del 2,7%

rispetto al 2019,

e un tasso di

occupazione al

51,4%, in crescita

però del 10,3%

l’aeroporto “un volano di sviluppo”, e

negli ultimi

Felice Catapano di ENAV ha garantito che

cinque anni. La

lo scalo è dotato dei più avanzati standard

disoccupazione

operativi europei.

è scesa del

L’Aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi è

23,5%, segnale

oggi molto più di una pista d’atterraggio: è

che qualcosa si

un’infrastruttura di senso, capace di

sta muovendo. Il

generare nuove traiettorie economiche,

tessuto

culturali e sociali per tutta la regione. Un

porto e aeroporto è una delle chiavi di volta

imprenditoriale

simbolo concreto di come un territorio

del rilancio infrastrutturale del Mezzogiorno.

locale, con circa 100.000 imprese attive,

possa rinascere a partire da un

Il ruolo strategico dell’aeroporto si estende

ha mostrato una crescita dello 0,9%

investimento strategico, condiviso e ben

ben oltre la logistica. È un acceleratore per

rispetto al 2007, a fronte di un trend

programmato. In una parola, è un motore

il turismo, che nel 2023 ha registrato oltre

negativo su scala nazionale.

di futuro.

5 milioni di presenze, con un’impennata di

Secondo Camillo Catarozzo, presidente di

Scarica il report completo di Nomisma

L’Aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi non

è più un progetto da immaginare, ma una

realtà concreta che ha già iniziato a

cambiare il volto dell’economia locale. A

confermarlo è uno studio promosso dalla

Fondazione Cassa Rurale Battipaglia e

da Banca Campania Centro, in

collaborazione tecnica con Nomisma e con

il sostegno della Camera di Commercio di

Salerno, presentato ufficialmente presso la

Stazione Marittima della città. Un evento

molto partecipato, moderato dal giornalista

Marco Frittella, ha visto la presenza di

rappresentanti istituzionali, economici e

accademici tra cui Camillo Catarozzo,

Federico Del Grosso, Augusto Dell’Erba,

Amedeo Manzo, Antonio Sada, Raffaele

De Sio, Andrea Annunziata e Felice

Catapano.

I numeri parlano chiaro: nei soli primi sei

mesi di attività, l’aeroporto ha già accolto

180.000 passeggeri, di cui oltre il 52%

provenienti dall’estero. Il suo potenziale di

attrazione internazionale è evidente, e il

piano industriale traccia una traiettoria

ambiziosa ma credibile: 3,5 milioni di

passeggeri entro il 2030 e 5,5 milioni

entro il 2043. A operare saranno vettori di

primo piano come Ryanair, EasyJet,

British Airways, Volotea, Vueling e

WizzAir, rafforzando una rete aerea che

connette la provincia salernitana con le

principali città europee e non solo.

Come ha sottolineato Francesco

Capobianco, Head of Public Policy di

Nomisma, il nuovo scalo è destinato a

ridisegnare gli equilibri economici

dell’intera provincia di Salerno, servendo

un bacino di oltre 5,3 milioni di persone

raggiungibili in 90 minuti. Non si tratta

solo di trasporto aereo: l’aeroporto è il

perno di un sistema di mobilità integrata

che include connessioni stradali, ferroviarie

e portuali, in sinergia con il vicino porto di

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



ECONOMIA

Grazzanise decolla: via libera all’aeroporto civile

che cambierà il volto della Campania settentrionale

32 33

Dopo anni di attesa, l’ex base militare diventa scalo duale: turismo,

cargo e territorio guardano a una nuova stagione di sviluppo

Promuovi la tua attività con noi!

Raggiungi migliaia di utenti con la nostra pubblicità mirata

Dopo un lungo percorso istituzionale, fatto

di promesse, interruzioni e ripartenze,

l’aeroporto di Grazzanise è finalmente

pronto ad aprirsi al traffico civile. Una notizia

accolta con entusiasmo dai territori e dagli

operatori economici, che da tempo

auspicavano il decollo di una delle

infrastrutture più strategiche del Sud.

L’autorizzazione all’uso duale concessa

nell’aprile 2025 dal Ministero della Difesa

rappresenta un passaggio storico per uno

scalo che, pur essendo dotato da decenni di

una pista di circa 3000 metri, era rimasto ai

margini del trasporto aereo italiano.

Già nel 2004 la Regione Campania aveva

avviato un primo iter per l’apertura al traffico

civile. L’accordo del 2009 con ENAC, il

Ministero delle Infrastrutture e dei

Trasporti e GESAC ne affidava la gestione

e lo sviluppo, ma nel 2013 la struttura

venne incredibilmente esclusa dal Piano

nazionale per lo sviluppo aeroportuale,

lasciando a Napoli-Capodichino e

Salerno-Pontecagnano il ruolo esclusivo di

scali civili regionali. Oggi quella decisione è

stata superata da una visione più integrata

e coerente con le esigenze di un territorio

che cambia.

Tra i più convinti sostenitori dell’apertura,

Giovanni Bo, presidente della Sezione

Turismo di Confindustria Caserta,

sottolinea con decisione il valore strategico

dello scalo per l’intera dorsale centromeridionale:

“Grazzanise può diventare

l’aeroporto del Basso Lazio, del Molise, del

Sannio e naturalmente della Terra di

Lavoro. È un’infrastruttura che nasce già

pronta, servita da grandi assi viari e situata

a pochi chilometri dalla stazione di Cancello

Arnone, sulla linea Roma-Napoli via Formia.

Un punto di accesso privilegiato e poco

congestionato, capace di intercettare nuovi

flussi turistici e di alleggerire Capodichino”.

L’aeroporto, secondo Bo, può rappresentare

una piattaforma ideale per voli charter e

compagnie low cost, in grado di

connettere direttamente il cuore della

Campania con destinazioni europee ad alta

intensità turistica. “Pensiamo alla fascia

domizia, da Licola fino a Sperlonga. Sono

territori splendidi, spesso dimenticati dal

turismo internazionale, che Grazzanise può

riscoprire e valorizzare”, aggiunge. Ma le

opportunità non si limitano alle coste: con il

nuovo aeroporto, si apre la strada a una

valorizzazione dei giacimenti

naturalistici e

culturali

dell’interno, dal

Parco Nazionale

del Matese alle

aree protette di

Roccamonfina e

della piana di

Caiazzo, fino al

suggestivo circuito

borbonico della

Reggia di Caserta,

con perle come il

Real Sito di

Carditello, San

Leucio e

Casertavecchia.

L’infrastruttura, precisa Bo, non dovrà però

limitarsi al solo traffico passeggeri.

Grazzanise possiede una forte potenzialità

cargo, che può essere sfruttata per

sostenere l’export delle eccellenze

agroalimentari del territorio, prima fra

tutte la mozzarella di bufala campana

DOP, ma anche per favorire la logistica e il

trasporto merci legato alla rete

interportuale campana e ai numerosi poli

industriali presenti nel casertano.

“Quello che serve ora è una governance

chiara e una pianificazione realistica, in

grado di attrarre vettori, incentivare nuove

rotte e mettere a sistema l’intermodalità con

ferro e gomma”, conclude Bo. Il territorio,

intanto, guarda con fiducia a questa nuova

fase: Grazzanise non sarà più un aeroporto

in attesa di futuro, ma un motore concreto

di crescita, coesione e rilancio per

l’intero Mezzogiorno.

Vuoi far crescere la tua attività e raggiungere un pubblico più ampio?

Contattaci per scoprire i nostri canali e le nostre soluzioni

pubblicitarie. Offriamo pacchetti personalizzati che si adattano alle

tue esigenze e al tuo budget.

commerciale@sudenord.it

www.sudenord.it

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



INNOVAZIONE

Innovaway sbarca negli USA:

primo hub a Philadelphia

per l’azienda ICT di Napoli

34 35

La tech company partenopea punta al mercato USA: servizi attivi H24 da

Philadelphia, focus su AI, cloud e digital transformation

di Fabrizio Matarazzo

Innovaway, azienda italiana specializzata

in soluzioni ICT e trasformazione digitale,

ha inaugurato il suo primo hub negli Stati

Uniti, scegliendo Philadelphia come sede

strategica per affermarsi nel competitivo

mercato americano. La nuova sede

operativa rappresenta un’importante tappa

del percorso di internazionalizzazione

dell‘azienda partenopea, già attiva in

Europa con progetti ad alto contenuto

tecnologico.

investire nel territorio statunitense risponde

alla crescente domanda di innovazione

digitale, soluzioni su misura e supporto

tecnologico continuo da parte di aziende

pubbliche e private.

Secondo il CEO Antonio Giacomini,

l’espansione in America non è solo una

scelta logistica ma una visione strategica:

«Negli Stati Uniti vogliamo portare valore e

supportare i nostri clienti con soluzioni ICT

calibrate per affrontare le sfide della crescita

digitale». Il nuovo centro di Philadelphia

sarà infatti il fulcro delle operazioni per tutto

tra esperienza internazionale e radicamento

locale: «Offriamo un supporto completo nei

processi di digital transformation,

dall’ottimizzazione delle infrastrutture IT alla

migrazione in cloud, fino all’adozione di

tecnologie AI e modelli operativi scalabili».

Con oltre 1.000 professionisti, un fatturato

superiore ai 60 milioni di euro e sedi

operative in 9 Paesi, Innovaway si afferma

tra le realtà italiane più dinamiche nel

settore della tecnologia made in Italy.

L’apertura negli Stati Uniti rafforza il

posizionamento globale dell’azienda e

rappresenta un nuovo ponte tra

l’innovazione partenopea e l’ecosistema

tech internazionale.

www.innovaway.com

L‘annuncio ufficiale è avvenuto a New York,

nella sede dell’Italian Trade Agency,

durante l’evento “Innovaway. Your Trusted

Digital Partner. Now in the USA”, che ha

visto la partecipazione di numerosi

imprenditori, investitori e stakeholder del

settore tech e istituzionale. La decisione di

il mercato USA, offrendo servizi IT attivi 24

ore su 24, 7 giorni su 7, grazie a un

modello follow-the-sun in grado di

garantire continuità operativa globale.

Philippe Rouvrais, Chief International

Business Officer di Innovaway, ha

sottolineato l’importanza dell’integrazione

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



INNOVAZIONE

36

Nasce My Energy Q8: la nuova Esco

per guidare aziende verso la sostenibilità

Dalla collaborazione tra Graded e Q8 Quaser una nuova società dedicata

all'efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni

È pienamente operativa My Energy Q8, la

nuova società specializzata in efficienza

energetica nata dall'incontro tra la

napoletana Graded SpA e Q8 Quaser,

realtà controllata interamente da Q8 Italia.

Un'iniziativa che si inserisce pienamente nel

contesto della transizione energetica,

offrendo alle imprese strumenti concreti per

ridurre consumi e impatto ambientale.

Graded, attiva dal 1958 e

guidata da Vito Grassi,

porta in dote a questo

nuovo progetto la sua

lunga esperienza nella

realizzazione di soluzioni

su misura per la

produzione di energia

efficiente e pulita, sia in

Italia che all’estero. Dal

canto suo, Q8 Quaser

contribuisce con il proprio

network e la propria

competenza consolidata

nel settore energetico.

L'obiettivo comune è chiaro: supportare le

aziende in un percorso di ottimizzazione dei

consumi e di implementazione di tecnologie

all'avanguardia, riducendo i costi e

migliorando la sostenibilità ambientale.

My Energy Q8 si configura come una vera

e propria Energy Saving Company (Esco),

capace di offrire una gamma completa di

servizi: dalla consulenza energetica, basata

su analisi approfondite dei consumi e

strategie di risparmio mirate, alla

progettazione e realizzazione di interventi di

efficientamento su misura. L'offerta

comprende anche il monitoraggio costante

e la manutenzione degli impianti, per

garantirne il rendimento nel tempo, oltre a

soluzioni di finanziamento che permettono

alle imprese di adottare le nuove tecnologie

senza dover affrontare ingenti investimenti

iniziali.

Tra le soluzioni pratiche che My Energy Q8

mette a disposizione figurano impianti

alimentati da fonti rinnovabili, sistemi di cotrigenerazione,

pompe di calore di ultima

generazione e gruppi frigo ad alta

efficienza. Un insieme di tecnologie che non

solo consentono di ridurre drasticamente i

consumi energetici, ma contribuiscono

anche a tagliare le emissioni inquinanti, in

linea con gli obiettivi di sostenibilità

nazionale ed europea.

«Siamo orgogliosi di affiancare Q8 Italia in

questo nuovo progetto

all’insegna della sostenibilità e

del risparmio energetico. Grazie

alla nostra capacità di

innovazione e ai nuovi

investimenti dedicati alla

transizione energetica, Graded

guida il processo verso un

modello di business più

sostenibile nell’ottica di favorire

una transizione equa, inclusiva e

in grado di migliorare

l’organizzazione del lavoro e la

soddisfazione delle nuove

generazioni per qualità della

vita», ha commentato Vito Grassi,

amministratore delegato di Graded.

Anche Bashar Al Awadhi, amministratore

delegato di Q8 Italia, ha espresso

entusiasmo per questa nuova avventura:

«My Energy Q8 rappresenta una risposta

alle crescenti esigenze di riduzione dei

consumi energetici e di tutela dell’ambiente.

Siamo entusiasti di entrare in questo nuovo

segmento del mercato energetico con una

società specializzata e totalmente dedicata.

Si tratta di un ulteriore importante passo,

dopo l’ingresso nel settore della produzione

dei carburanti biogenici, che rende concreta

la strategia di Energy Transition del nostro

gruppo per un futuro energeticamente

efficiente e sostenibile per tutti».

Con la nascita di My Energy Q8, Graded e

Q8 Quaser lanciano dunque un messaggio

chiaro: il futuro dell'energia è già presente e

passa attraverso l'innovazione, la

collaborazione e l'impegno condiviso per la

sostenibilità.

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



INNOVAZIONE

Small Mission to MarS:

Italia unita alla conquista

del Pianeta Rosso

atmosferiche del pianeta".

Il paracadute marziano,

38 sviluppato da ALI,

39

rappresenta un elemento

strategico per il successo

della missione. Dovrà

assicurare la massima

precisione nella fase di

discesa, in un ambiente

estremamente ostile dove

l’atmosfera è molto più

rarefatta rispetto a quella

Il Distretto Aerospaziale della Campania protagonista con ALI nello

terrestre e le tempeste di

sviluppo del sistema di ammartaggio

sabbia possono alterare

improvvisamente le

condizioni di volo. Un

L’Italia è pronta a scrivere una pagina italiana di costruire innovazione

margine d'errore minimo e

nuova e audace nella storia

attraverso la cooperazione. Imprese,

l'adozione di soluzioni

dell’esplorazione spaziale con Small università e centri di ricerca lavorano

tecnologiche non

Mission to MarS, la prima missione insieme in un modello di sinergia

convenzionali sono

interplanetaria interamente progettata, virtuosa che mette al centro il valore del

dell’innovazione portata dal progetto: "Si imprescindibili per garantire il corretto

sviluppata e realizzata sul suolo nazionale. capitale umano e della conoscenza

tratta di un processo brevettato

rilascio dei payload e la raccolta dei dati

Una sfida scientifica e tecnologica che vede scientifica". Non è solo una missione su

nell'ambito di un progetto che

scientifici.

per la prima volta uniti tre grandi distretti Marte, ma una dimostrazione concreta di

coordinavo per conto dell'Agenzia Per Luigi Carrino, questa missione

aerospaziali: il DAC - Distretto

come l'Italia sia capace di integrare sapere

Spaziale Italiana e che ora è del DASS. Il rappresenta molto più di un'impresa

Aerospaziale della Campania, il DASS - accademico e capacità industriali in un

Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica: è il simbolo di una nuova visione

Distretto Aerospaziale della Sardegna e il ecosistema dinamico e competitivo a livello

Scientifica ha finanziato il progetto strategica dell’Italia nello spazio. "In un

Distretto Tecnologico Aerospaziale internazionale.

Space manufacturing in situ, che

momento storico in cui l’esplorazione

dell’Emilia-Romagna.

La missione, che ha un valore complessivo

permetterà di testare la produzione di spaziale torna al centro delle politiche

Al centro di questo grande progetto c’è il di 300 milioni di euro, sarà lanciata con il

‘mattoncini marziani’ direttamente sul industriali e scientifiche globali, questa

DAC, guidato dal presidente Luigi Carrino, razzo europeo Vega, vettore in cui l'Italia

pianeta". Un’idea che potr ebbe

missione segna un passo avanti verso

che sottolinea con orgoglio: "Questa riveste un ruolo di primo piano. Dopo aver

rivoluzionare le modalità di costruzione l'autonomia europea e italiana nelle

missione è un manifesto della capacità raggiunto l’orbita marziana, la sonda

nello spazio, riducendo la dipendenza dalle operazioni planetarie", osserva il

principale rilascerà un

forniture terrestri.

presidente del DAC. "Small Mission to

satellite destinato a orbitare

Il Distretto Aerospaziale della Campania MarS è la dimostrazione concreta di

intorno a Phobos, la più

gioca un ruolo cruciale nello sviluppo della come il sistema Italia, quando lavora in

grande delle due lune di

tecnologia che permetterà l’atterraggio sulla rete, può raggiungere risultati di

Marte. Da lì prenderà il via

superficie di Marte. Il compito di realizzare il eccellenza anche nei campi più

la discesa di tre payload

sistema di ammartaggio, una delle sfide più complessi e competitivi come quello

fondamentali: un rilevatore

complesse e delicate della missione, è stato aerospaziale".

di polveri per studiare la

affidato alla ALI (Aerospace Laboratory Con Small Mission to MarS, l’Italia non

composizione del suolo, un

for Innovative components), azienda solo consolida il suo ruolo di partner

drone per l’esplorazione a

napoletana riconosciuta a livello

affidabile nelle grandi imprese spaziali

bassa quota della

internazionale per le sue competenze nel internazionali, ma si propone come

superficie marziana, e un

settore del rientro atmosferico e delle protagonista autonomo nell'esplorazione

sistema per la produzione

missioni in microgravità. "Il sistema di interplanetaria. Un traguardo che nasce

di materiali edili

ammartaggio è stato affidato al Gruppo dalla forza della cooperazione tra distretti,

direttamente dal suolo del

Space ed in particolare alla Società ALI, aziende, università e centri di ricerca, e che

pianeta, un primo passo

con una proposta innovativa di sistema getta le basi per un futuro in cui lo spazio

verso la futura

integrato aerobrake dispiegabile e diventa una scuola a cielo aperto per le

colonizzazione umana.

parafoil", spiega Norberto Salza,

nuove generazioni. Un futuro in cui, come

Proprio su quest'ultimo

amministratore e direttore generale di ALI sogna Carrino, l’Italia possa guidare una

payload interviene

SpA. "Si tratta di una tecnologia

missione scientifica completamente

Giacomo Cao, presidente

avanzatissima, progettata per garantire autonoma su Marte, dalla progettazione al

del DASS, che evidenzia

un atterraggio controllato su Marte, lancio, trasformando la conquista dello

l’importanza

nonostante le difficili condizioni

spazio in una visione collettiva e condivisa.

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



INNOVAZIONE

Con un robot si accende

la scintilla dell’ingegneria

Perché avete scelto di usare un

40 robottino come strumento didattico? 41

Il robot è uno strumento ideale per

integrare varie competenze: elettronica,

informatica, meccanica e problem solving. È

concreto, stimolante, e permette ai ragazzi

Intervista ad Alessandro Formisano sul progetto “4 scuole per un

di toccare con mano ciò che spesso

studiano solo in teoria. È stato pensato

robot”, che unisce gioco, creatività e orientamento

proprio con questo scopo: essere

semplice, ma completo. Inoltre, abbiamo

di Manuela Ragucci

usato un modello di robot facilmente

reperibile sul mercato e a basso costo per

ottimizzare le spese e non sperperare

fondi. Infatti, Elegoo Kit Car Modello

Hardware è un giocattolo venduto in rete

che ha una piattaforma basata su un

controllore Arduino, molto noto tra i

ragazzi, che controlla il motore per ogni

ruota e che riceve gli input dai sensori

acustici, su pavimento e sul terreno.

Un cortile, quattro scuole, un robot. Sembra

l’inizio di una storia di fantascienza e invece

è la realtà che prende forma nel cuore di

Aversa, nei pressi del famoso arco

dell’Annunziata. Il Dipartimento di

Ingegneria dell’Università della Campania

“Luigi Vanvitelli” ha scelto un modo poco

convenzionale, ma molto efficace, per

raccontare l’ingegneria ai ragazzi delle

scuole superiori: una sfida che ha come

protagonista un robot da far programmare

agli studenti stessi, con il supporto di tutor

universitari e docenti. Il progetto, che

culminerà il 9 maggio con un evento

all’Aularium di via Michelangelo, si

chiama “4 scuole per un robot” ed è parte

del POT, ovvero il Piano di Orientamento

e Tutorato 2024-2025.

Un’esperienza capace di far comprendere

che l’ingegneria non è un mondo per pochi,

ma che può far sbocciare nel cuore dei

ragazzi la consapevolezza di riuscire in

un’impresa: oggi si tratta di un gioco,

domani potrebbe essere il futuro. Una

chiave diversa per leggere e cambiare il

mondo, e magari, nel farlo, anche divertirsi.

Perché l’ingegneria è fatta di idee, sì,

ma anche di mani sporche, di errori,

di prototipi che non vanno, per

provare e riprovare fino a farli

funzionare. In un progetto come

questo c’è tutto: creatività, logica,

collaborazione. E poi, quando il

robot si muove da solo per la prima

volta… lì si accende negli occhi dei

ragazzi quella scintilla, quella che ti

fa dire: “Forse è questa la mia

strada”. Ed è forse questa l’arma

vincente di progetti come “4 scuole

per un robot”: non convincere, ma

vincere su luoghi comuni e

approcci sbagliati. Ecco

l’ingegneria che parla ai giovani e

che piace ai giovani.

Questo progetto, inoltre, ha ricevuto

il riconoscimento di “best practice”

all’interno dei POT nazionali.

Ne parliamo con il responsabile del

progetto, il professore Alessandro

Formisano, che ci accompagna

dietro le quinte di un’idea che mette

insieme gioco, apprendimento e una

buona dose di futuro.

Professore, partiamo dal

principio: come nasce “4 scuole

per un robot”?

L’idea nasce da un’esigenza chiara: rendere

più umana, più concreta e più divertente

l’approccio e l’idea di ingegneria per gli

studenti delle scuole superiori. Spesso

questa materia è qualcosa di astratto o

lontano. Invece, quando dai loro un kit, li

metti in squadra per far programmare un

robot che sa muoversi da solo, questo

cambia tutto. La curiosità si accende subito.

Qual è la struttura del progetto?

Abbiamo coinvolto quattro scuole superiori

di Aversa quali il Volta, i licei Siani, Fermi

e Jommelli, e fornito a ogni squadra un kit

per il robottino e un kit per costruire un

ponte che sarà parte del percorso. Quindi il

progetto si amplia e si apre anche al ramo

di ingegneria civile, diventando

ancor più interessante e complesso.

Da un paio di mesi i ragazzi stanno

interagendo con i docenti e i tutor

universitari. Hanno affrontato diverse

fasi: montaggio, programmazione

e test. Il 9 maggio ci sarà la sfida

finale: una gara di guida autonoma

con ostacoli. Ma il vero obiettivo non

è la vittoria, è l’esperienza. L’evento

comincia la mattina alle 9 nel cortile

del dipartimento, dove i robot

percorreranno un circuito con curve,

barriere e imprevisti. I team si

alternano, si tifano, si aiutano. E

saranno proprio gli studenti a

giudicarsi a vicenda. Chiuderemo

con le premiazioni e un momento di

convivialità. Non è solo una

competizione: è un’occasione per

sentirsi già parte dell’università.

Ci sono anche riconoscimenti concreti

per chi partecipa?

Sì, ogni studente che partecipa riceverà 3

CFU (di attività di laboratorio) riconosciuti

se si iscriverà all’Università Vanvitelli. È

un modo per valorizzare l’impegno e dare

continuità tra scuola e università. Ma il

riconoscimento più grande, secondo me, è

vedere questi studenti passare da “non

sapevo farlo” a “programmare un robot che

si muove da solo” in poche settimane.

(foto di Bruno Mottola)

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



AMBIENTE

Ponte Italia: Roma e Napoli insieme

per l'economia circolare

abbattere i costi operativi. Il contratto di rete strategiche per trasformare la gestione dei

42

con AMA si inserisce perfettamente in rifiuti in un motore di innovazione e sviluppo

questa strategia, accelerando la transizione sostenibile. Questo contratto è un tassello 43

di ASIA verso un modello di gestione più fondamentale nel percorso di

efficiente, innovativo e sostenibile.

modernizzazione di ASIA Napoli, una

Firmato il contratto di rete tra AMA e ASIA: una sinergia industriale che

Il valore di "Ponte Italia" risiede anche nella scelta di campo a favore dei cittadini e

sua visione inclusiva: la rete è infatti aperta dell'ambiente".

guarda al futuro della gestione rifiuti e alla sostenibilità ambientale

all'ingresso di nuove imprese che operano Sabrina Alfonsi, assessora all'Ambiente di

nel settore dei rifiuti e che condividano Roma Capitale, ha parlato di un progetto

l'obiettivo di costruire un'economia circolare che "porterà benefici significativi anche in

di Antonio Quaranta

attrezzature, la condivisione di soluzioni

forte e competitiva. La gestione sarà termini di turismo e qualità urbana", mentre

tecnologiche avanzate, l'implementazione

affidata a un Comitato dedicato che definirà Vincenzo Santagada, assessore al Verde e

comune di sistemi digitali per la raccolta e il

annualmente i programmi e i progetti da alla Salute del Comune di Napoli, ha

sviluppare, assicurando un aggiornamento definito "Ponte Italia" una "controtendenza

continuo e una governance flessibile, positiva" in un'epoca in cui spesso

capace di rispondere ai rapidi cambiamenti prevalgono la frammentazione e la

del settore.

competizione sterile.

Roberto Gualtieri ha sottolineato come la La visione condivisa da Bruno Manzi e

sinergia tra Roma e Napoli rappresenti "un Domenico Ruggiero è chiara: attraverso la

impulso decisivo per l'autosufficienza collaborazione, la condivisione di

impiantistica e il miglioramento degli investimenti, la formazione congiunta,

standard di servizio". Gaetano Manfredi ha l'adozione di tecnologie innovative e la

ribadito l'importanza della collaborazione tra ricerca di nuovi strumenti di finanziamento

due grandi città con caratteristiche simili, come i bond sostenibili, AMA e ASIA

evidenziando come il contratto di rete sia vogliono costruire un futuro basato sulla

"un'opportunità concreta per migliorare la sostenibilità ambientale, sull'efficienza

qualità della vita dei cittadini".

industriale e sulla responsabilità sociale. Un

"Con 'Ponte Italia' - ha commentato

futuro che, partendo da Roma e Napoli, può

Domenico Ruggiero - mettiamo a sistema diventare esempio per tutto il Centro-Sud e

competenze, esperienze e visioni

oltre.

Alla presenza dei sindaci Roberto Gualtieri

e Gaetano Manfredi, è stato ufficialmente

sottoscritto il contratto di rete "Ponte Italia"

tra AMA Roma S.p.A. e ASIA Napoli

S.p.A., un'intesa che apre un nuovo

capitolo nella gestione dei rifiuti urbani in

Italia, con un forte accento sulla

modernizzazione, sull'innovazione

tecnologica e sulla promozione concreta

dell'economia circolare.

L'accordo, siglato dal Presidente di AMA

Roma, Bruno Manzi, e

dall'Amministratore Unico di ASIA Napoli,

Domenico Ruggiero, nasce dalla volontà

di due delle maggiori aziende pubbliche del

settore di unire le forze per affrontare

insieme le sfide ambientali ed economiche

dei prossimi anni. Con oltre 2,8 milioni di

residenti serviti a Roma e 900mila a Napoli,

le due società rappresentano realtà

strategiche nel panorama nazionale della

gestione dei rifiuti, e la loro collaborazione

potrà produrre effetti positivi non solo sui

rispettivi territori, ma anche come modello

replicabile su scala più ampia.

La portata dell'accordo va ben oltre la

condivisione di esperienze. "Ponte Italia"

rappresenta infatti un vero investimento

nell'economia circolare, basato su obiettivi

chiari: sviluppo impiantistico moderno,

incremento della raccolta differenziata,

innovazione digitale con l'adozione

dell'intelligenza artificiale, efficientamento

dei processi, contenimento dei costi di

gestione e abbattimento dell'impatto

ambientale. L'intesa punta a favorire lo

sviluppo di impianti di recupero, a migliorare

la qualità dei servizi offerti, a rendere più

efficiente e trasparente la gestione

operativa e a rafforzare la sostenibilità

complessiva dei due sistemi urbani.

Uno dei punti di forza di questo contratto di

rete è la creazione di economie di scala.

L'acquisizione congiunta di automezzi e

trattamento dei rifiuti, permetteranno di

ottimizzare i costi e di migliorare le

prestazioni operative. In un momento

storico in cui le città sono chiamate a

modernizzare le proprie infrastrutture

ambientali senza gravare ulteriormente sui

cittadini, la collaborazione tra AMA e ASIA

si presenta come un esempio virtuoso di

razionalizzazione e innovazione.

Questo accordo rappresenta anche una

tappa importante nel percorso di profonda

modernizzazione di ASIA Napoli voluto e

guidato da Domenico Ruggiero. Da tempo

impegnata in un rinnovamento

organizzativo e tecnologico, l'azienda

napoletana sta lavorando per ridurre il gap

impiantistico, migliorare i servizi di raccolta

differenziata, aumentare il tasso di riciclo e

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



AMBIENTE

Crisi idrica e agricoltura al Sud:

sofferenza per 57,38 Mmc. Questi numeri

indicano una situazione strutturalmente

44 compromessa, che necessita di azioni 45

alleanza tra Autorità di Bacino

immediate e coordinate.

Oltre alla pianificazione di misure condivise,

i Consorzi hanno avanzato proposte

e Consorzi di Bonifica

concrete, come la riattivazione dei pozzi

abbandonati, la valutazione dell’uso di

acque reflue depurate in agricoltura e il

Nasce una strategia condivisa per la gestione sostenibile delle risorse

miglioramento dei sistemi di raccolta

idriche e il rilancio del settore agricolo nel Mezzogiorno

dati, rendendoli permanenti e aggiornabili.

Richiesta esplicita è stata anche quella di

un supporto operativo da parte

di Walter Ferrigno

sempre più frequenti. Il confronto è stato

dell’Autorità per accelerare gli iter di

impostato su un approccio integrato che

finanziamento e cantierizzazione di progetti

Di fronte a scenari idrici sempre più critici e considera, in maniera sinergica, le colture,

già pronti a livello esecutivo.

ricorrenti, l’Autorità di Bacino Distrettuale la disponibilità idrica, gli usi del suolo e

L’incontro si è concluso con un messaggio

dell’Appennino Meridionale, guidata dal l’efficienza delle infrastrutture esistenti,

forte e chiaro da parte della dott.ssa

Segretario Generale Vera Corbelli, ha inclusi invasi, dighe e sistemi di irrigazione.

Corbelli, che ha parlato di un vero cambio

dato il via a un importante processo di Durante l’incontro, la dott.ssa Vera

di paradigma: non più interventi

rafforzamento della collaborazione con i Corbelli ha illustrato le linee strategiche

emergenziali, ma una gestione ordinaria e

Consorzi di Bonifica operanti nel territorio legate al Piano di Gestione delle Acque e

sostenibile della risorsa idrica, capace di

distrettuale. In occasione di un incontro al ruolo attivo dell’Osservatorio

valorizzare il settore agricolo e il patrimonio

misto – in presenza e in videoconferenza – Permanente sugli Utilizzi Idrici,

ambientale del Sud Italia. La

al quale hanno preso parte 19

sottolineando l’attuale stato di emergenza

collaborazione tra Consorzi di Bonifica e

rappresentanti su 24 Consorzi invitati, si è nelle regioni Puglia, Basilicata e Calabria,

Autorità di Bacino diventa così uno

1.030 milioni di metri cubi d’acqua.

definita una nuova strategia congiunta per dove è già stata certificata una criticità

strumento strategico per garantire

Particolarmente critici risultano i deficit del resilienza, produttività e sicurezza al

Sistema Fortore (con un ammanco di territorio meridionale.

190,39 Mmc), del Sistema Sinni (deficit di

166,72 Mmc) e del Sistema Ofanto, in

www.distrettoappenninomeridionale.it

affrontare le emergenze idriche e,

soprattutto, pianificare un’azione strutturata

a medio-lungo termine in favore

dell’agricoltura e dell’ambiente.

L’obiettivo dichiarato è quello di realizzare

interventi tanto strutturali quanto gestionali,

capaci di sostenere il comparto agricolo del

Mezzogiorno in un contesto segnato da

scarsità d’acqua e mutamenti climatici

severa alta. Criticità di livello medio si

riscontrano anche in Campania, Basso

Lazio, Molise e Abruzzo.

L’ingegnere Coccaro, nella sua

presentazione tecnica, ha evidenziato il

quadro aggiornato dei fabbisogni idrici, con

dati forniti da 17 Consorzi che stimano

un’esigenza annua complessiva di oltre

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



AMBIENTE

Nasce la DSI Academy: eccellenza formativa per

la gestione sostenibile dell’acqua in Campania

46 47

Un progetto tra Consorzi di Bonifica e Università Federico II per formare

nuovi esperti della risorsa idrica

di Antonio Quaranta

In Campania prende vita un’iniziativa

formativa di grande rilievo: nasce la DSI

Academy – Drainage and Sustainable

Irrigation Academy, un progetto ambizioso

dedicato alla formazione dei futuri

professionisti della gestione sostenibile

della risorsa idrica. Il progetto nasce da un

accordo tra il Consorzio Generale di

Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno

e il Consorzio di Bonifica delle Paludi di

Napoli e Volla, entrambi guidati dal

commissario Francesco Todisco, e il

Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e

Ambientale dell’Università degli Studi di

Napoli Federico II, rappresentato dal

direttore professore Francesco Pirozzi.

La DSI Academy ha un obiettivo chiaro e

duplice: offrire ai giovani laureati un

percorso altamente qualificato che consenta

loro di specializzarsi nella gestione e nella

tutela della risorsa acqua, e al contempo

aggiornare e potenziare le competenze del

personale già in servizio presso i Consorzi

di bonifica. Una missione ambiziosa che

nasce dall’urgenza di affrontare le sfide

poste dai cambiamenti climatici, con la

consapevolezza che occorrono competenze

interdisciplinari, innovative e altamente

specializzate.

Come sottolinea Francesco Todisco,

«formare giovani laureati, facendo

conoscere loro il ruolo essenziale dei

Consorzi di bonifica, e assistere le

competenze che già sono nei nostri

organici» rappresenta il fulcro dell’accordo.

La formazione sarà non solo teorica ma

anche fortemente orientata all’inserimento

lavorativo: al termine del percorso, i

partecipanti avranno infatti concrete

possibilità di trovare occupazione nei

Consorzi stessi o in altri enti pubblici e

privati impegnati nella salvaguardia della

risorsa idrica.

La domanda di nuove competenze è ampia

e articolata. I Consorzi cercano ingegneri

civili, ambientali, meccanici, elettrici,

laureati in

agronomia, laureati

in scienze dei

servizi giuridici,

oltre a diplomati

tecnici specializzati

in elettrotecnica,

meccanica, energia,

agraria e settori

affini. I Consorzi, da

sempre protagonisti

della bonifica

idraulica e

dell’irrigazione, oggi

si occupano anche della progettazione di

sistemi di accumulo e della sistemazione

idraulica dei corsi d’acqua, in stretta

collaborazione con la Regione Campania e

con diversi enti territoriali. Da qui la

necessità di un importante investimento sul

capitale umano.

A fornire il supporto tecnico-scientifico sarà

il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile

e Ambientale della Federico II, uno dei più

prestigiosi a livello nazionale. Gli studenti

della DSI Academy potranno contare su un

patrimonio di conoscenze in idrologia,

idraulica e costruzioni, aggiornato alle più

recenti evoluzioni tecnologiche e normative.

L’intento è chiaro: creare una nuova

generazione di esperti capaci non solo di

rispondere alle emergenze idriche e

ambientali, ma anche di innovare i processi

gestionali, ottimizzare l’uso delle risorse,

aumentare la resilienza dei territori e

contribuire allo sviluppo sostenibile.

La nascita della DSI Academy segna un

esempio virtuoso di collaborazione tra

università e enti pubblici, volto a costruire

una filiera formativa e occupazionale di alta

qualità. Una sfida importante per il futuro

della Campania e per la gestione

consapevole e innovativa di un bene

prezioso come l’acqua.

www.unina.it

www.bonificacampania.it

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



NAPOLI 2500

NAPOLI MUSA: la città ispiratrice

dell’Occidente tra cultura,

diplomazia e innovazione

di geopolitica, sviluppo e cooperazione nel

Mediterraneo allargato. A questo evento si

48 affiancheranno l’International Week 49

dell’EBU, la rete delle tv pubbliche

europee, e dal 20 al 24 ottobre il Prix

Italia, storico concorso internazionale

promosso da RAI che premierà le migliori

produzioni multimediali mondiali, con

l’obiettivo di valorizzare anche la ricerca

scientifica partenopea.

Al via il programma “Neapolis 2500” con il vertice NATO del 26-27 maggio:

un anno di celebrazioni, eventi e progetti per rilanciare il ruolo inter-

dicembre, e in particolare il 21 dicembre,

Il momento più evocativo arriverà a

nazionale di Napoli nel venticinquesimo centenario dalla sua fondazione

data simbolica della nascita di Neapolis. È

isole del Golfo.

prevista una grande celebrazione che

Nel segno del dialogo tra culture e

di Antonio Quaranta

che questa sia un’occasione di orgoglio per

unirà idealmente passato e futuro, i cui

innovazione mediatica, il 12 e 13 giugno si

tutti i napoletani, anche quelli che vivono e

dettagli saranno annunciati nel secondo

svolgeranno a Napoli gli ABU RAI Days,

Con il vertice sulla sicurezza del

lavorano all’estero”.

semestre. Nello stesso mese, la Treccani

evento organizzato dalla RAI in

Mediterraneo in programma il 26 e 27 Il vertice NATO vedrà la partecipazione di

pubblicherà un volume con circa venti

collaborazione con l’Asia-Pacific

maggio, Napoli inaugura ufficialmente le oltre 130 rappresentanti internazionali

saggi originali, affidati a studiosi e figure

Broadcasting Union, con la partecipazione

celebrazioni dei suoi 2500 anni di storia, provenienti da 48 Paesi e organizzazioni,

autorevoli internazionali, per restituire una

di ottanta rappresentanti di emittenti

aprendo una stagione che promette di tra cui alti funzionari dell’Alleanza Atlantica

lettura profonda e plurale della storia e

pubbliche e private provenienti dall’Asia e

trasformare la città in un punto di riferimento e dei partner della sponda sud del

dell’identità napoletana.

dal Pacifico, per discutere i modelli più

culturale, politico e simbolico per l’intero Mediterraneo e del Golfo. Una scelta

Durante tutto l’anno, Napoli diventerà anche

avanzati di comunicazione pubblica e

Occidente. Si tratta del primo grande simbolicamente potente: Napoli, sede

teatro di produzioni cinematografiche,

cooperazione multimediale.

appuntamento di Neapolis 2500, il

storica del comando NATO e della VI Flotta

mostre e iniziative scientifiche. Il Maestro

Il progetto Neapolis 2500 non si limita

programma promosso dal Comitato USA, torna protagonista nel dialogo globale

Pupi Avati firmerà il film Un Natale a casa

all’Italia. Il primo grande evento

Nazionale Neapolis 2500, istituito dal sui temi della sicurezza e della

Croce, mentre il Teatro di San Carlo, in

internazionale sarà il 24 luglio a Yerevan,

Ministero degli Affari Esteri e dal

cooperazione strategica. Subito dopo, tra il

collaborazione con l’Università Suor

capitale dell’Armenia, con un concerto

Ministero della Cultura, con una dotazione 5 e il 6 giugno, sarà la volta della prima

Orsola Benincasa, presenterà la Mostra

dell’Orchestra del Teatro di San Carlo

iniziale di sette milioni di euro. A

dei Figurini Teatrali, esperienza immersiva

diretto da Riccardo Frizza e arricchito dai

presentarlo è stato il Prefetto di

tra realtà aumentata e patrimonio storico del

solisti dell’Accademia Belcanto, che

Napoli Michele di Bari, presidente

costume scenografico. La città sarà anche

daranno vita a Diffusioni: un programma

del Comitato, affiancato da

al centro di incontri con gli addetti

artistico itinerante che porta nel mondo la

personalità di rilievo del mondo

scientifici delle ambasciate e ospiterà

grande tradizione musicale, teatrale e lirica

culturale, accademico e scientifico

sessioni nei principali hub

partenopea.

come il Maestro Pupi Avati, il

dell’innovazione, come IIT, InnovAction,

Nel mese di settembre, Napoli omaggerà il

rettore Lucio D’Alessandro

Agritech, il Clinical/Drug Trial Center e la

pensiero di Benedetto Croce con un

(Università Suor Orsola

Stazione Zoologica, per raccontare Napoli

progetto originale dedicato alla

Benincasa), l’imprenditrice Maria

come Città dell’Open Innovation, ricca di

toponomastica cittadina, che si tradurrà in

Luisa Faraone Mennella,

brevetti, startup e centri di eccellenza.

un atlante digitale e interattivo. Attraverso

l’ambasciatore Pasquale Ferrara,

Non mancheranno eventi diffusi sul

lo studio dei nomi delle strade, sarà

il medico endocrinologo Salvatore

territorio: dai percorsi di trekking e musica

possibile ricostruire l’evoluzione della città

Longobardi e il giornalista e

nel Parco del Vesuvio, alla nascita di una

tra Ottocento e Novecento, interpretandola

saggista Gennaro Sangiuliano.

scuola internazionale a Pompei, fino a

secondo il principio crociano che “ogni

Il concept scelto, “Napoli Musa”,

Lumina Neapolis, una installazione

storia è storia contemporanea”.

non è solo un logo ma una

multimediale immersiva che fonderà luce,

A ottobre, la città celebrerà Totò con un

dichiarazione d’intenti. Napoli viene

storia e tecnologia per far vivere ai visitatori

evento teatrale senza precedenti:

proposta come fonte ispiratrice,

un viaggio emozionale nel tempo.

ventiquattro ore consecutive di spettacoli,

creativa e propositiva per affrontare le sfide

L’intero progetto Neapolis 2500 si candida a

Biennale dei Patrimoni, organizzata

tra il 4 e il 5 ottobre, a cura di venti

del presente e del futuro, facendo leva su

diventare uno dei più importanti esperimenti

dall’UNESCO per promuovere buone

compagnie teatrali che animeranno il Teatro

quella forza identitaria che l’ha resa per

di diplomazia culturale degli ultimi anni,

pratiche internazionali nella tutela integrata

di San Carlo, accompagnate da proiezioni

secoli crocevia di civiltà. Come ha spiegato

mostrando come Napoli, città-mondo da

dei patrimoni materiali e immateriali, con

e documentari dedicati alla Napoli

il prefetto Michele di Bari, “Napoli può e

sempre abituata al dialogo, all’accoglienza

un’attenzione speciale ai siti dell’area

cinematografica. Dal 15 al 17 ottobre,

deve giocare un ruolo centrale in questo

e alla creazione, possa oggi più che mai

vesuviana, da Pompei a Ercolano,

Napoli sarà inoltre sede dei MED

contesto complesso e mutevole. Vogliamo

essere guida e musa di un nuovo

passando per Torre Annunziata, fino alle

Dialogues, la principale piattaforma italiana umanesimo europeo e mediterraneo.

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



MAGGIO DEI MONUMENTI

Napoli accende

celebrano la musica e la danza

come Rosso Napoletano, con

50 Tony Esposito a Bagnoli, e 51

il suo cuore ardente

Una città in festa tra teatro, cinema, musica e arte, ispirata dalla forza

primordiale del fuoco

Dal 2 maggio al 1° giugno 2025, Napoli si

trasforma in un grande palcoscenico

culturale grazie alla trentunesima edizione

del Maggio dei Monumenti, la storica

rassegna promossa e finanziata dal

Comune di Napoli. Dopo aver celebrato la

terra, l’aria e l’acqua, quest’anno il

protagonista assoluto è il fuoco: simbolo di

trasformazione, rinascita, energia vitale,

capace di evocare la passione viscerale e

l’illuminazione della mente, secondo la

celebre espressione di Matilde Serao che

ispira il titolo di questa edizione: Napoli,

cuore ardente, mente illuminata.

Il programma 2025 si annuncia tra i più

ricchi e diffusi di sempre, con oltre 320

eventi gratuiti disseminati su tutto il territorio

cittadino, dalle Municipalità centrali a quelle

periferiche, abbracciando concerti,

spettacoli teatrali, cinema all’aperto, mostre,

visite guidate e incontri letterari. Una città

intera che, come

sottolineato dal

Sindaco Gaetano

Manfredi, diventa

"un esempio

concreto di

policentrismo

culturale", capace

di rigenerare se

stessa attraverso

la bellezza e la

partecipazione

collettiva.

Tra gli eventi più

attesi spicca

l’omaggio al genio

visionario di David

Lynch,

scomparso quest’anno, con la proiezione

dell’episodio pilota della serie cult Twin

Peaks, il 30 maggio in Piazza del Gesù alle

20:30. Non sarà solo una visione

cinematografica, ma una vera immersione

collettiva in quell’incendio estetico e

psichico che ha reso Lynch immortale.

L’omaggio proseguirà il giorno successivo, il

31 maggio, con una Maratona Twin Peaks

al Multicinema Modernissimo, a partire

dalle ore 11:00.

Il fuoco come metafora di impegno e

rinascita attraverserà anche la retrospettiva

dedicata a Mohsen Makhmalbaf, grande

maestro del cinema iraniano, noto per

opere come Il ciclista e Viaggio a Kandahar.

Il regista, oggi residente a Londra dopo

l’esilio, sarà presente a Napoli per un

workshop gratuito riservato a dodici giovani

filmmaker under 35, e le sue opere saranno

proiettate gratuitamente in diverse sale

cittadine, accompagnate da incontri e

dibattiti a cura di Ladoc.

Il cuore pulsante della manifestazione resta

la Mostra diffusa, che quest'anno porta il

suggestivo titolo di Mettere a fuoco. Sei

percorsi tematici e due speciali guideranno i

visitatori alla riscoperta del patrimonio

culturale attraverso nuovi sguardi,

raccontando il fuoco nei suoi molteplici

significati: il calore della creazione artigiana

nei vicoli del Borgo Orefici, l'energia della

fusione nei laboratori, il fuoco distruttivo

delle guerre e dei bombardamenti al

Complesso Monumentale di Santa

Chiara e al Museo Filangieri, fino al fuoco

come strumento di difesa nei bastioni di

Castel dell’Ovo e Castel Nuovo.

A sottolineare il forte radicamento del

Maggio dei Monumenti nella vita cittadina,

anche quest’anno torna La scuola adotta un

monumento, l'iniziativa della Fondazione

Napoli Novantanove che coinvolge scuole

di ogni ordine e grado. Gli studenti

accompagneranno i visitatori alla scoperta

di luoghi simbolici come la Basilica di San

Lorenzo Maggiore, la Fontana degli

Incanti a Posillipo, la Chiesa di San

Nicola di Bari a Casalnuovo e i luoghi cari

a Bartolo Longo nella Grande Pompei.

Non mancheranno appuntamenti che

Fuocotammorremadonne, festival

di musica popolare e danze

tradizionali nella Sesta

Municipalità, all’ombra del

Vesuvio. Incontri letterari, reading

teatrali con Maurizio de

Giovanni, Antonella Morea e

Rosaria De Cicco, e

performance artistiche urbane

arricchiranno il panorama di

eventi, costruito in stretta

collaborazione con tutte le

Municipalità della città.

Il coordinatore delle politiche culturali

Sergio Locoratolo evidenzia che grazie a

una programmazione partecipata e diffusa,

il Maggio dei Monumenti è oggi "un

laboratorio di cittadinanza culturale", capace

di rispecchiare la vitalità di ogni quartiere, e

testimonia l’impegno dell’Amministrazione a

favore della valorizzazione culturale anche

delle periferie.

La manifestazione si avvale anche del

contributo della Federico II, protagonista di

una serie di eventi scientifici, letterari e

divulgativi che si intrecciano con il tema del

fuoco, dalle fucine degli orafi napoletani ai

sogni degli alchimisti, fino agli studi di

filosofi, astronomi e poeti. Le attività, in

collaborazione con Radio F2, propongono

seminari, laboratori e visite guidate con

iscrizioni tramite piattaforme online.

Come sottolineato da Francesca Amirante,

consigliera del sindaco per il patrimonio

culturale, “il fuoco plasma, illumina,

guarisce, brucia e scalda”, ed è con questa

poliedrica simbologia che Napoli si

racconta, riaffermando ancora una volta la

sua capacità di trasformare la cultura in

energia vitale. Un fuoco che non distrugge

ma genera, che non divide ma unisce, e

che invita cittadini e visitatori a "accendere

lo sguardo" e a ritrovare, nella fiamma della

cultura, la prospettiva di una nuova

rinascita.

F.M.

Programma completo Maggio dei

Monumenti 2025

La scuola adotta un monumento 2025

Le iniziative dalla città

(foto fornite dall’Ufficio stampa

del Comune di Napoli)

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



MAGGIO DEI MONUMENTI

Capodimonte di Fuoco:

la magia ardente del Museo

visibile al pubblico nella Sala 29 del primo Valorizzazione alle ore 10.45.

piano.

Infine, sabato 17 maggio alle ore 11.00 sarà

52 Il calendario degli eventi prende il via la volta di Napoli, il pittoresco, il fuoco e il 53

sabato 3 maggio alle ore 10.00 con il primo Vesuvio nei capolavori del Museo di

percorso tematico, dedicato a famiglie, Capodimonte, un itinerario pensato per

adulti e, in modo inclusivo, anche ai famiglie e adulti che esplorerà il rapporto

visitatori ciechi e ipovedenti. Capodimonte viscerale tra la città di Napoli e il Vesuvio,

di Fuoco: dalle porcellane delle manifatture tra arte, natura e mito. L’appuntamento è

Un viaggio tra miti, porcellane e Vesuvio nella Napoli "cuore ardente,

reali ai metalli e ai bronzi delle collezioni sempre alle 10.45 presso l’Ufficio

mente illuminata"

museali sarà un viaggio tra materiali nobili e Accoglienza e Valorizzazione.

antiche tecniche, nato sotto il segno del La partecipazione a tutti i percorsi è gratuita

fuoco. Il ritrovo è fissato alle ore 9.45 per i visitatori muniti di biglietto di ingresso

di Fabrizio Matarazzo

rappresentata nell’arte. Tra i capolavori

presso l’Ufficio Accoglienza e

al museo, con tutte le consuete

selezionati, spicca la Caduta dei Giganti,

Valorizzazione, situato in Biglietteria. agevolazioni previste. Per partecipare, è

Il Museo e Real Bosco di Capodimonte emblematica scena mitologica in cui Zeus

Questo stesso percorso sarà riproposto obbligatorio prenotarsi scrivendo all'indirizzo

aderisce con entusiasmo al Maggio dei fulmina i titani ribelli, espressione perfetta

anche sabato 24 e sabato 31 maggio, per email mu-cap.accoglienza.

Monumenti 2025, l'attesa rassegna dell'energia del fuoco che plasma e

consentire a un pubblico più ampio di vivere capodimonte@cultura.gov.it, attendendo

culturale napoletana che quest’anno trasforma. Ma il fuoco vive anche nei metalli

l'esperienza.

conferma di avvenuta prenotazione.

celebra il tema "Napoli, cuore ardente, e nelle sculture della collezione

Il secondo appuntamento è previsto per Con "Capodimonte di Fuoco", il Museo e

mente illuminata". Per l’occasione, il museo permanente, nelle mitologie antiche che

sabato 10 maggio alle ore 11.00 e sarà Real Bosco di Capodimonte offre ai cittadini

diretto da Eike Schmidt propone un ciclo di narrano di eroi e titani, come il leggendario

riservato ai bambini di età compresa tra i 7 e ai visitatori un’occasione straordinaria per

percorsi tematici dal titolo evocativo Prometeo, e nei paesaggi pittoreschi

e gli 11 anni. Attraverso il percorso Il fuoco e riscoprire il legame profondo tra Napoli, il

"Capodimonte di Fuoco", un affascinante dominati dal Vesuvio, cuore pulsante di

i miti greci nei capolavori del Museo di fuoco e la creatività, nella cornice

viaggio alla scoperta del fuoco come motore Napoli.

Capodimonte, i più piccoli verranno guidati suggestiva di una delle più importanti

creativo, simbolico e naturale.

Opera simbolo di "Capodimonte di

in un racconto avvincente tra divinità e collezioni d’arte d’Europa.

Attraverso tre appuntamenti speciali, i Fuoco" è il magnifico olio su tela Eruzione

leggende, alla scoperta del fuoco come

visitatori potranno esplorare l'elemento del del Vesuvio dal ponte della Maddalena

dono e come sfida degli antichi eroi. Anche

fuoco in tutte le sue declinazioni: dalla forza realizzato nel 1782 da Pierre Jacques

in questo caso, il punto di incontro sarà

(immagine fornita dall’Ufficio stampa del

che dà forma alla materia, come nelle Volaire. Il pittore, nato a Tolone nel 1729 e

presso l’Ufficio Accoglienza e

Museo e Real Bosco di Capodimonte)

straordinarie porcellane della Real

scomparso a Napoli nel 1799, cattura in

Fabbrica di Capodimonte e di Napoli, alla questa scena tutta la drammaticità e la

potenza distruttiva e generatrice

sublime bellezza del vulcano in eruzione,

Federico II: un viaggio emozionale

tra fuoco, storia, arte e scienza

Dodici eventi per raccontare l’anima ardente di Napoli, tra eruzioni,

medicina, teatro, architettura e poesia, con il contributo dei dipartimenti

dell’Ateneo e degli studenti

L’Università degli Studi di Napoli Federico II

partecipa al Maggio dei Monumenti 2025

con un ricco programma culturale dal forte

valore simbolico ed emozionale, dedicato al

tema del fuoco. La manifestazione,

promossa dal Comune di Napoli e intitolata

quest'anno Napoli, cuore ardente, mente

illuminata – riprendendo una celebre

citazione di Matilde Serao – invita cittadini

e visitatori a riscoprire la città attraverso uno

degli elementi più potenti e primordiali, tra

memoria e innovazione.

Il progetto della Federico II è frutto della

collaborazione tra il Dipartimento di Studi

Umanistici, il Dipartimento di

Architettura, la Scuola di Medicina e

Chirurgia, F2 Radio Lab, il Sistema

Museale di Ateneo, l'Osservatorio

Vesuviano e il laboratorio teatrale "Il senso

dei suoni, il suono dei sensi". Coordinato

dalla prorettrice Angela Zampella,

nell’ambito di F2 Cultura, il percorso si

inserisce nella cornice più ampia delle

celebrazioni dei 2500 anni di Napoli. “La

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



MAGGIO DEI MONUMENTI

scelta – spiega Zampella – è stata quella di

lettura teatralizzata

esplorare il legame tra il fuoco e la storia

dell'attore Raffaele Parisi,

54 della città e di proseguire il costante lavoro

che interpreterà il discorso di 55

che vede questo Ateneo pienamente

coinvolto nella programmazione culturale

cittadina. La collaborazione tra le numerose

anime della Federico II ha consentito di

mettere in campo eventi di diverso genere:

incontri di lettura, approfondimenti storici e

scientifici, visite guidate, performance

artistiche e un podcast narrativo che

racconta il fuoco attraverso il tempo,

intrecciando passato e futuro”.

Il programma prende il via il 10 maggio con

La Festa del Fuoco (Napoli 1631-1737), a

cura del Dipartimento di Studi Umanistici,

che ripercorre l’impatto culturale e sociale

della terribile eruzione del Vesuvio del 1631.

L’iniziativa coinvolge la Chiesa di Santa

Maria di Costantinopoli e il Museo

Diocesano, luoghi simbolici del culto

vesuviano. Sempre il 10 maggio si apre

Fiamme d’arte: un itinerario tra sacro e dei Santi Demetrio e Bonifacio (31

profano, ideato dal Dipartimento di maggio).

Architettura, un ciclo di visite guidate Un appuntamento di grande intensità è

tematiche che attraversano architetture, previsto per il 14 maggio al Teatro

opere d’arte, miti e tradizioni legate al Sannazaro con Fuoco su Napoli,

fuoco: Fuoco nell’arte a Palazzo Gravina adattamento teatrale dell’omonimo romanzo

(10 maggio), Fuoco in città a Palazzo di Ruggero Cappuccio, diretto da Nadia

Latilla (17 maggio), Fuoco industriale Baldi e realizzato con la partecipazione

nell’area ex-Italsider di Coroglio (24

degli studenti del laboratorio federiciano "Il

maggio), e Fuoco nella cultura nella Chiesa

senso dei suoni, il suono dei sensi". La

Napoli raccontata da Cappuccio è una città

percorsa da correnti sotterranee di

passione, rabbia e bellezza, tutte

convogliate nell’immagine viva e mutevole

del fuoco.

Il 27 maggio presso l’Osservatorio

Vesuviano e il 29 maggio al Real Museo

Mineralogico, si celebrano i 180 anni dalla

fondazione dell’Osservatorio Vesuviano,

il primo osservatorio vulcanologico al

mondo, oggi sede della sezione napoletana

dell’Istituto Nazionale di Geofisica e

Vulcanologia (INGV). L’evento, intitolato Il

respiro del Vesuvio: 180 Anni di Fuoco e

Scienza, si articola in visite guidate e

approfondimenti storici, culminando nella

insediamento

dell’Osservatorio, realizzato

in collaborazione con il

Sistema Museale di Ateneo

e il Dipartimento di Scienze

della Terra, dell’Ambiente e

delle Risorse (DiSTAR).

Il 28 maggio, nell’Aula

Magna del complesso

federiciano di Scampia, sarà

protagonista la scienza

medica con l'incontro Fuoco,

calore e medicina, che

indagherà il ruolo del calore

nella diagnosi e nelle

innovazioni terapeutiche.

Interverranno figure di spicco

come Paolo Ascierto,

direttore del Dipartimento

Melanoma, Immunoterapia

Oncologica e Terapie

Innovative dell’Istituto

Tumori Pascale, Francesca

Bianco, direttrice della

sezione napoletana

dell’INGV, Arturo De Vivo,

responsabile della Scuola

Superiore Meridionale, e lo

scrittore Maurizio de

Giovanni, noto per il suo

sguardo acuto sulle passioni

e sulle ferite di Napoli.

A fare da filo conduttore

all'intero viaggio sarà il

podcast narrativo Antologia

del fuoco, prodotto da F2

Radio Lab. Realizzato dagli studenti del

laboratorio radiofonico federiciano, il

podcast, online dal 5 maggio 2025 su

www.radiof2.unina.it, offrirà quindici

episodi quotidiani – ogni giorno alle ore 18 –

dedicati a racconti, poesie e brani letterari

che hanno immortalato il fuoco come

simbolo di distruzione, creazione, energia e

rinnovamento nell'immaginario collettivo.

Il Maggio dei Monumenti della Federico II si

conferma così un appassionato omaggio

alla città di Napoli, alla sua forza

primordiale, alla sua cultura antica e alla

sua inesauribile capacità di trasformarsi,

come il fuoco stesso, in una nuova scintilla

di bellezza e conoscenza.

A.Q.

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



FAMIGLIA REALE BRITTANNICA

Re Carlo III e Camilla:

il legame con Ischia

e la Fondazione Walton

56 57

Un incontro a Villa Wolkonsky rinnova il profondo vincolo tra la Famiglia

Reale britannica e i Giardini La Mortella

Durante la visita ufficiale in Italia, Re Carlo

III e la Regina Camilla hanno voluto

dedicare un momento speciale al profondo

legame che da decenni unisce la Famiglia

Reale britannica alla Fondazione William

Walton e ai meravigliosi Giardini La

Mortella di Ischia. L’incontro, organizzato in

forma riservata nella prestigiosa Villa

Wolkonsky, residenza dell’Ambasciatore

britannico a Roma, ha visto la

partecipazione di alcuni selezionati

esponenti della comunità culturale

britannica attiva in Italia. Tra gli ospiti

d’onore, Alessandra Vinciguerra,

presidente della Fondazione e direttrice dei

Giardini, ha rappresentato un autentico

ponte simbolico tra la tradizione culturale

inglese e il cuore verde dell’isola d’Ischia.

In un clima di grande cordialità, la Regina

Camilla si è rivolta direttamente alla

presidente con un messaggio semplice ma

colmo di affetto: “Give my love to Ischia!”.

Un ricordo personale, quello delle vacanze

della sua infanzia trascorse tra i sentieri

fioriti de La Mortella, che ha emozionato i

presenti e sottolineato quanto questo luogo

sia entrato a far parte della memoria

affettiva della Famiglia Reale.

Il rapporto tra la Corona britannica e la

Fondazione affonda le sue radici nella storia

e nell’arte. Fu infatti Lady Susana Walton,

moglie del celebre compositore Sir William

Walton, a chiedere all’allora Principe di

Galles di diventare Patrono della

Fondazione, un ruolo che Re Carlo III

continua a ricoprire con impegno e

dedizione. Il Sovrano ha visitato

personalmente i Giardini La Mortella

in due importanti occasioni: nel 1992,

per l’inaugurazione della sala concerti,

e nel 2002, in concomitanza con il

centenario della nascita di William

Walton. In entrambe le visite, il futuro

Re ha assistito a concerti eseguiti da

giovani musicisti, confermando il valore

formativo e culturale di questo luogo

unico.

Il legame con la musica è ancora più

profondo: fu William Walton a

comporre la marcia Orb and Sceptre

per l’incoronazione della Regina

Elisabetta II nel 1952, e

precedentemente la Crown Imperial

per l’incoronazione di Re Giorgio VI nel

1937. La Regina conferì a William

Walton nel 1967 l’Order of Merit, una

delle onorificenze più prestigiose del

Regno Unito. Anche Lady Walton

ricevette un importante riconoscimento:

nel 1999 fu insignita dell’Order of the

British Empire per le sue straordinarie

attività culturali svolte in Italia.

Tutte queste onorificenze, insieme a lettere

ufficiali e dediche reali, sono oggi custodite

nel museo interno dei Giardini La Mortella,

a testimonianza di un’amicizia che

attraversa il tempo e i confini. Tra i preziosi

cimeli, spicca anche il libro “La Mortella,

an Italian Garden Paradise”, impreziosito

da una prefazione firmata proprio da Carlo

d’Inghilterra, ulteriore segno tangibile

dell’affetto personale e del sostegno diretto

del Sovrano.

La visita a Villa Wolkonsky si è così

trasformata in una celebrazione discreta ma

intensa di un legame culturale che va ben

oltre le formalità diplomatiche, un rapporto

di stima, memoria e amore per la bellezza

che continua a fiorire, proprio come i

giardini che lo rappresentano.

(Foto d’archivio della visita dell’allora

Principe di Galles con Lady Walton – per

gentile concessione della Fondazione

Walton)

www.lamortella.org

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



PASSATO/PRESENTE

Napoli è il suo paesaggio poetico: dopo il Parco di

Virgilio e Leopardi, riaprirà la Crypta Neapolitana

58 59

Dalla visione di Amedeo Maiuri alla nuova accessibilità culturale: una

rinascita tra archeologia, memoria e innovazione

di Walter Ferrigno

Riaprire il Parco delle tombe di Virgilio e

Leopardi non è stato solo un gesto di

restauro, ma un atto di restituzione

profonda di memoria e identità per Napoli.

Grazie a un importante intervento finanziato

con i fondi del PNRR, il parco è stato

rinnovato nella forma e nello spirito, con

due nuovi percorsi gratuiti che uniscono

poesia, archeologia e paesaggio. È il primo

passo di un progetto ancora più ambizioso:

la riapertura della Crypta Neapolitana, uno

dei luoghi più carichi di mito e storia

dell’antica Partenope.

Questo processo di valorizzazione affonda

le radici nella visione illuminata di Amedeo

Maiuri, il grande archeologo che negli anni

’30 trasformò l’area della tomba di Virgilio

in un romantico giardino della memoria,

capace di evocare il senso classico della

bellezza perduta. A quell’opera si unì, pochi

anni dopo, un gesto altrettanto simbolico: la

traslazione della salma di Giacomo

Leopardi da Fuorigrotta a Piedigrotta,

suggellando in questo angolo verde un

connubio unico di poesia, natura e mito.

Anche Benedetto Croce, nei suoi scritti,

sottolineò il profondo legame spirituale che

legava Virgilio a Napoli, città di studi, di

eleganza, di malinconia fertile. E lo stesso

si può dire per Leopardi, che nei suoi ultimi

anni trovò nella dolcezza del paesaggio

partenopeo un sollievo alle sue sofferenze

fisiche e morali, lasciandoci pagine

immortali dedicate al Vesuvio e alla natura

napoletana.

Nel solco di quella eredità, oggi il Parco

rinasce come spazio accessibile a tutti.

L’Università Suor Orsola Benincasa,

attraverso il SAAD – Servizio di Ateneo

per le Attività di Inclusione e Disabilità,

ha dato un contributo fondamentale alla

realizzazione di un percorso botanico tattile,

pensato per offrire anche ai visitatori

ipovedenti un’esperienza sensoriale e

narrativa. La progettazione dei pannelli

tattili, dei supporti semplificati e la scelta

delle essenze arboree – simboliche per

Virgilio e Leopardi – rendono il parco un

modello di inclusione culturale che guarda

al futuro senza dimenticare il passato.

Nel giorno della riapertura, il Ministro della

Cultura Alessandro Giuli ha sottolineato

l'importanza storica e simbolica dell'evento:

«Il Parco è dedicato a due giganti della

nostra letteratura ed è in una delle città più

importanti d’Italia, Napoli, che sintetizza in

sé, nella sua cultura millenaria, quanto di

più alto e nobile c’è nella letteratura, nella

storia, nella tradizione e nella cultura

italiana. Riaprire al pubblico questo luogo

significa ridare voce a una storia antica,

riscoprire e valorizzare le nostre specificità

culturali e farle riverberare nel nostro

presente. [...] Il prossimo passo sarà il

restauro e la riapertura al pubblico della

Crypta, grazie al finanziamento di 3 milioni

di euro del Fondo Coesione e Sviluppo».

La Crypta Neapolitana, straordinaria

galleria scavata nel tufo in età augustea,

collegava l’antica Neapolis alla zona

flegrea, rappresentando non solo un

capolavoro di ingegneria romana, ma anche

un luogo di fortissima suggestione letteraria.

Secondo la tradizione, fu proprio lungo il

cammino della Crypta che Virgilio avrebbe

camminato, simbolo vivente del passaggio

tra mondi e culture. E più tardi, nei secoli, la

galleria divenne emblema di quel paesaggio

stratificato che ancora oggi distingue Napoli

da ogni altra città: una città scavata, abitata,

narrata.

La riapertura della Crypta sarà resa

possibile da un finanziamento di 3 milioni di

euro del Fondo Coesione e Sviluppo, e si

avvarrà di competenze d’eccellenza:

l'Università Parthenope, già coinvolta nel

monitoraggio strutturale e nella diagnostica

avanzata, realizzerà modelli digitali e

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



PASSATO/PRESENTE

contemplazione e un

presidio culturale vivo,

60 capace di offrire

61

un’esperienza autentica e

inclusiva».

In tutto questo processo,

emerge una Napoli nuova,

che dialoga con la sua storia

millenaria ma si apre al

mondo contemporaneo.

Napoli non si limita a

conservare: Napoli rinasce,

riconnettendo la sua anima

antica ai bisogni del

presente. Attraverso Virgilio

e Leopardi, attraverso la

pietra e la poesia, la città si

racconta ancora, e ancora

una volta, al mondo.

sistemi di sicurezza per garantire una

fruizione sicura e continua.

Il progetto non riguarda soltanto la

conservazione: accanto al recupero fisico,

si lavora alla creazione di un Digital Twin

dell’intero complesso monumentale, in

collaborazione con l’Università L’Orientale

e il Centro Nazionale Studi Leopardiani,

per permettere visite virtuali anche da

remoto e ampliare il pubblico potenziale.

Il Direttore generale dei Musei Massimo

Osanna, ideatore del progetto di

valorizzazione, ha dichiarato:

«L’inaugurazione del Parco delle Tombe di

Virgilio e Leopardi restituisce alla città di

Napoli uno dei suoi luoghi più evocativi e

identitari, attraverso un progetto di

valorizzazione che coniuga conservazione,

accessibilità, sostenibilità e memoria, in

continuità con la visione lungimirante del

grande Soprintendente Amedeo Maiuri. [...]

Nel cuore di Napoli, il Parco si presenta

oggi come un museo all’aperto, un’oasi di

(Foto di Direzione regionale Musei nazionali

Campania – Museitaliani – tratte da sito

cultura.gov.it e pagina Facebook Parco

delle tombe di Virgilio e Leopardi)

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



TRACCE

Jodice e la visione metafisica

di Napoli: percorsi visivi

tra fotografia e identità urbana

solo quello di celebrare un grande

protagonista della fotografia italiana, ma

62 anche di proporre un modello di dialogo tra 63

arte, città e cittadinanza, promuovendo

pratiche artistiche che sappiano attivare

processi di consapevolezza e

riappropriazione dello spazio urbano.

Mimmo Jodice (Napoli, 1934) è tra i

maggiori esponenti della fotografia

La mostra "Napoli Metafisica" al Castel Nuovo racconta la città come

concettuale italiana. La sua ricerca si è

sviluppata a partire dagli anni Sessanta, in

spazio simbolico, in dialogo con l’eredità di de Chirico

dialogo con le neoavanguardie

internazionali e con un approccio sempre

più orientato all’essenzialità formale, al

di Francesco Bellofatto

nuova semantica del visibile, dove l’estetica

bianco e nero e alla costruzione di immagini

della sospensione e del vuoto diventa

prive di presenza umana. Con “Vedute di

Fino al 1° settembre 2025, le sale storiche strumento per interrogare la memoria, il

Napoli” (1980), Jodice ha introdotto

del Castel Nuovo di Napoli ospitano la tempo e l’identità collettiva.

una rappresentazione della città

mostra “Napoli Metafisica” di Mimmo Le immagini selezionate per la mostra,

radicalmente nuova: Napoli come

Jodice, una delle più significative indagini articolata in un percorso tematico che

spazio silenzioso, metafisico, dove

fotografiche contemporanee sul paesaggio attraversa ambienti come la Cappella

la presenza è affidata agli oggetti, alle

urbano come spazio simbolico.

Palatina, la Cappella delle Anime del

architetture, ai vuoti. Le sue immagini

sfuggono alla dimensione cronachistica

per restituire una città atemporale,

icastica, dove ogni edificio o

monumento assume un significato

altro, trasformandosi in figura simbolica

e mitica. In questo senso, la visione di

Jodice si distingue radicalmente da

quella di altri autori che hanno

raccontato Napoli in chiave più

documentaria o sociale: basti pensare

a Luciano D’Alessandro, che ha colto

le tensioni civili della città, o a Gabriele

Basilico, che ne ha indagato le

trasformazioni urbanistiche. Jodice

L’esposizione presenta oltre cinquanta

opere che, attraverso l’obiettivo di Jodice,

trasfigurano la città in una dimensione

sospesa, atemporale, ponendosi in dialogo

concettuale con la pittura metafisica di

Giorgio de Chirico. Le immagini, realizzate

con l’uso rigoroso del bianco e nero e

stampate secondo tecniche analogiche ad

alta definizione, si distinguono per la pulizia

formale e per il controllo assoluto della luce,

che contribuisce a intensificare il senso di

astrazione e sospensione temporale delle

inquadrature. Le fotografie non si limitano a

restituire scorci della città, ma creano una

Purgatorio e l’Armeria, evocano archetipi

formali e simbolici ricorrenti nella tradizione

metafisica: archi, statue, colonne, ombre,

prospettive anomale e assenze che

diventano presenze simboliche. Jodice

costruisce una narrazione visiva che non si

limita alla mera rappresentazione della città,

ma ne esplora le stratificazioni storiche, le

tensioni poetiche, le emergenze

architettoniche come elementi di una

memoria visiva collettiva e, insieme,

soggettiva. Ogni fotografia diventa un varco,

una soglia, un’evocazione che parla allo

spettatore attraverso la rarefazione della

scena e la potenza evocativa

del bianco e nero.

Il progetto espositivo, a cura di

Vincenzo Trione, è promosso

dal Comune di Napoli

nell’ambito di “Napoli

Contemporanea 2025” e

realizzato grazie alla

collaborazione tra lo Studio

Mimmo Jodice, la

Fondazione Giorgio e Isa de

Chirico e l’editore Electa.

L’iniziativa si inserisce in un più

ampio programma di

valorizzazione del patrimonio artistico

partenopeo e di riflessione sull’arte

contemporanea come strumento critico per

ripensare lo spazio urbano. L’obiettivo non è

invece sceglie la rarefazione, il silenzio,

l’astrazione, proponendo un’immagine della

città che non appartiene al presente ma a

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



TRACCE

una memoria trasfigurata e immaginifica. come linguaggio capace di restituire non

costruzione complessa di significato, professionisti della cultura interessati a

64

Tra i progetti più rilevanti della sua carriera, solo realtà ma visione. Il riferimento a

anziché semplice traccia del reale. L’opera indagare i rapporti tra fotografia, estetica

“Mediterraneo” (1995) rappresenta una Giorgio de Chirico non è solo estetico ma

di Jodice, in questo contesto, si pone come urbana e memoria culturale. Si propone 65

sintesi di riflessione sul concetto di civiltà metodologico: come il pittore, anche Jodice

una lente attraverso cui esplorare la come occasione di studio e

mediterranea, letta come area archetipica costruisce spazi interiori, visioni che

dialettica tra l’invisibile e il visibile, tra approfondimento non solo per chi si occupa

attraversata da sedimentazioni culturali. interrogano il tempo e la memoria piuttosto

l’identità e il §territorio, tra l’immagine e di arti visive, ma anche per chi analizza le

L’opera, esposta al Philadelphia Museum che descrivere il presente. Le sue immagini

l’immaginazione. La Napoli rappresentata dinamiche di rappresentazione e narrazione

of Art e pubblicata da Aperture, evidenzia diventano dispositivi di pensiero,

non è mai quella immediata e riconoscibile dei territori, offrendo spunti utili per una

l’interesse di Jodice per il tempo come sospensioni visive che sfidano la fruizione

della quotidianità, ma una città archetipica, riflessione interdisciplinare su città,

materia visiva e per il paesaggio come lineare per proporre un’esperienza estetica

metafisica, in cui ogni pietra racconta storie linguaggio visivo e patrimonio.

palinsesto mnemonico. In questo ciclo, stratificata e meditativa. In questo senso,

sepolte, ogni ombra diventa traccia di un (Le immagini ©MIMMO JODICE e

come nelle “Vedute”, lo sguardo fotografico l’opera di Jodice si presta a essere letta

pensiero.

©GIORGIO DE CHIRICO sono utilizzate

è strumento di archeologia visuale: attraverso le lenti teoriche di autori come

L’inaugurazione della mostra si terrà esclusivamente nell’ambito di questo

restituisce il tempo attraverso l’immobilità, la Roland Barthes, che in La camera chiara

domenica 13 aprile 2025, con ingresso articolo di presentazione giornalistica della

luce attraverso l’ombra, la storia attraverso esplora la fotografia come campo del

gratuito dalle 10:30 alle 18:00 (ultimo mostra “Mimmo Jodice. Napoli Metafisica”.

la sospensione. La fotografia diventa così “punctum” e della memoria affettiva, o

accesso alle 17:30). L’esposizione sarà Le foto dell’allestimento sono state

atto di resistenza contro la perdita di senso Susan Sontag, che in Sulla fotografia ne

successivamente aperta al pubblico dal realizzate dagli Allievi del Biennio Fotografia

e identità.

sottolinea il potere ideologico e critico. Tali

lunedì al sabato, dalle 10:00 alle 18:00. ABANA.)

La mostra al Castel Nuovo invita a riflettere riferimenti contribuiscono ad ampliare la

La mostra si rivolge in particolare a

www.electa.it

sul valore epistemologico della fotografia riflessione sull’immagine fotografica come

studenti universitari, ricercatori, artisti e

www.comune.napoli.it

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



TRACCE

Nel cuore della musica

Il lascito spirituale e artistico

di Eugenio Fels

Un omaggio al pianista-compositore torinese di adozione partenopea,

attraverso un evento speciale alla Fondazione Morra

66 67

Nel mondo della musica colta italiana, il

nome di Eugenio Fels evoca una

sensibilità profonda, una poetica del suono

che ha saputo coniugare tecnica e

spiritualità, radici e avanguardia. Nato a

Torino nel 1953 e scomparso a Napoli il 20

dicembre 2024, Fels è stato un interprete,

compositore e docente d'eccezione, una

figura appartata ma fondamentale per la

tradizione pianistica napoletana. La sua

memoria sarà celebrata il

9 maggio 2025 presso la

Fondazione Morra –

Casa Morra, nell’ambito

del ciclo L’incantesimo

della soglia, con un

incontro curato da

Giuseppe Morra,

Lorenzo Pone e

Girolamo De Simone,

che vedrà la

partecipazione di amici,

allievi e testimoni del suo

percorso umano e

artistico.

Proprio De Simone, suo

allievo, collega e amico, gli

dedica il recente libro

Graffi e Grafie. Pianismi e

pianisti a Napoli

(Konsequenz, 2025),

un’opera che ricostruisce

con passione e rigore la

genealogia del pianismo

partenopeo da Beniamino

Cesi fino a oggi. È

all’interno di questa storia

che Fels assume un ruolo

di snodo, erede diretto

della leggendaria

Antonietta Webb-James, ultima allieva di

Cesi, con la quale studiò sin da

giovanissimo. È attraverso questa linea che

il suo insegnamento si è fatto veicolo di una

‘tradizione vivente’, fondata su una scuola

del ‘bel tocco’, capace di far fiorire

interpretazioni dal respiro ampio, intimo,

interiorizzato.

“Il più grande insegnamento che Eugenio

Fels ci ha lasciato - scrive De Simone - è

questo: non far musica 'per', ma far musica

'dentro'. Ossia far musica per amore della

musica, per essere 'nella' musica,

respirarla, abbeverarsene, senza secondi

fini. Una visione pura, autentica, semplice.

Eppure così rara”. È in questa affermazione

che si coglie il senso profondo della sua

ricerca: incarnare la musica, farsi tramite

sensibile di un linguaggio che va oltre il

virtuosismo, oltre il gesto tecnico.

Il contributo di Fels non si è limitato

all’insegnamento, svolto per anni come

titolare della cattedra di pianoforte

principale al Conservatorio San Pietro a

Majella di Napoli. La sua attività

concertistica lo ha portato a esibirsi in

numerose capitali europee – da Berlino a

Parigi, da Vienna a Madrid – mentre come

compositore ha lasciato un corpus di opere

che spaziano dalla musica per pianoforte

solo alla musica da camera, fino a

sperimentazioni sceniche e multimediali.

Fra le sue produzioni più significative, si

ricordano Erik Satie, spettacolo per

pianoforte, voce recitante e due mimi

presentato a Napoli nel 1980, e Satie-

Opéra, messo in scena a Berlino nel 1986.

Opere in cui il pianoforte si fa parte di un

organismo narrativo più ampio, luogo di

evocazione e sogno.

Ha scritto le musiche per Lustratio ad iter

Averni, rappresentato nelle Grotte della

Sibilla nel 1993, e per Mistero velato,

andato in scena a Napoli nel 2012. È stato

coautore e interprete della performance

Alkèmia, per pianoforte, corpo e immagini,

presentata nel 1995, mentre nel 1994 ha

composto la colonna sonora per il film Fade

Out, presentato alla Mostra del Cinema di

Venezia. La sua produzione, segnata da un

costante desiderio di unione fra suono e

immagine, parola e gesto, testimonia una

concezione artistica espansa, in cui il

pianismo diventa luogo d’incontro tra

memoria e visione.

Nel contesto dell’omaggio del 9 maggio,

che si terrà alle ore 18 presso Casa Morra

(Salita San Raffaele 20/c - Napoli) con

l’Archivio Konsequenz saranno presentati

materiali sonori digitalizzati ad alta qualità,

originariamente approvati da Fels e

pubblicati sul suo canale ufficiale

YouTube. Un patrimonio di registrazioni che

sarà donato alla Fondazione Morra, a

testimonianza dell’impegno dell’artista nella

documentazione della propria poetica e

della volontà di renderla accessibile a tutti,

al di là delle logiche commerciali. Sarà

inoltre proiettato un filmato inedito tratto

da uno degli ultimi concerti del Maestro, un

documento visivo che restituisce l’intensità

di un interprete che ha sempre privilegiato

la coerenza etica all’esibizione mondana.

Tra gli altri interverranno Andrea Riccio,

Cosimo Abbate, Daniele Schirone e

Gabriele Montagano.

Il ricordo di Eugenio Fels è destinato a

vivere a lungo nella coscienza musicale di

chi lo ha incontrato, studiato, ascoltato.

Come scrive ancora De Simone: “Con lui ho

imparato che l’unico gesto davvero

rivoluzionario è quello che custodisce.

Eugenio ci ha lasciato il silenzio che

precede la nota e il respiro che la segue.

Tutto il resto è clamore”.

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



TRACCE

Ria Rosa, la sciantosa

che sfidò il patriarcato

non è più la vile ancella, oggi abolisce in

pieno la gonnella, e ‘sta gonnella ‘a metto

68 ‘ncuollo a te!»

o in Lo penso ma non lo fo:

69

«Io te so' fidanzata sissignore e che vuò

rì… io si vedo a nu giuvinotto che va a

spasso, m’o vulesse piglià, m’o vulesse

abbraccià… eh, tu nun m’o può proibbi’, tu

guarda a chi vuò tu, e io guard’a chi vogl’i.»

Un'icona inconsapevole del femminismo napoletano: coraggio, musica e

Senza saperlo, aveva messo i semi per dar

vita a una nuova figura di donna,

rivoluzione tra Napoli e l'America

emancipata, libera di scegliere.

Ed è triste vedere oggi, con il numero di

femminicidi che aumenta ogni giorno a

di Myriam Lattanzio

causa di “uomini” che non accettano la fine

delle relazioni, come si sia tornati indietro

con gli anni, con donne che vengono

picchiate, umiliate e lasciate sole non solo

dal mondo maschile, sempre pronto a fare

da scudo e a puntare il dito, ma anche da

una parte di donne che non riesce ad

emanciparsi dal pensiero maschilista.

Per fortuna, ci sono tante Ria Rosa che

scendono in piazza, che reagiscono

ribellandosi, che non si piegano.

La nostra inconsapevole, determinata,

rivoluzionaria prima “femmenista” si

spense a New York nel 1988, ma le sue

canzoni continuano ancora oggi ad ispirare

generazioni di cantanti armate di chitarre e

microfoni.

Il movimento femminista in Italia nel 1922

subì un duro colpo con la salita al potere del

fascismo. Il dovere principale per la donna

era soltanto quello di procreare e crescere i

figli, lasciando tutte le decisioni all’uomo.

Dopo questo periodo di buio, che coincise

con la fine della dittatura nel 1945, solo nel

1970 ripresero a formarsi gruppi organizzati

femministi che

annoverano tra i

successi una legge

per il divorzio ed una

per regolamentare

l’aborto.

Nel 1917 però, ben

cinquant’anni prima

del movimento, una

sciantosa del Café

Chantant calcava il

palcoscenico

cantando: «Ma

guarda un

pochettino, ma

tieni mente un po’,

uno non è padrone

‘e fa chello che

vvò!». Quella

sciantosa era Ria

Rosa, la prima

femminista senza

sapere di esserlo

che, in musica e con

testi rivoluzionari per

l’epoca, non ebbe

paura di schierarsi contro la mentalità

patriarcale dell’epoca e contro il fascismo,

le molestie, i soprusi.

Maria Rosaria Liberti, classe 1899,

napoletana dei Quartieri Spagnoli, debuttò a

soli 16 anni e divenne subito una cantante

richiesta dal pubblico e contesa dalle case

editrici, riuscendo a farsi strada in un

mondo, quello dell’epoca, completamente

maschilista, dove la donna era vista solo

come moglie da tenere in casa a badare ai

fornelli e ai figli.

Nel 1922 partì per una tournée in America e

fu talmente grande il successo che decise

di stabilirsi in America, costretta anche dalla

non accettazione del regime fascista, delle

imposizioni e dei divieti soprattutto per le

donne.

Dopo aver lavorato nella compagnia di

Nicola Maldacea, decise di fondare una

sua compagnia,

mettendo in scena

sceneggiate che si

ispiravano a temi

scabrosi di quel

tempo, come il

dramma delle

ragazze madri (‘E

pentite) che

trovarono

accoglienza nel

Convento delle

Pentite, pur non

avendo nessuna

colpa ma indicate

come colpevoli per

aver ceduto alle

lusinghe maschili.

Si schierò a favore

degli anarchici

Sacco e Vanzetti,

due operai

anarchici

condannati

ingiustamente a

morte nel 1920, e

cantò per loro una canzone dal titolo 'A

seggia elettrica. A causa di questa canzone

subì minacce e rischiò l’espulsione dagli

Stati Uniti.

Le sue performance venivano considerate

“scandalose” e una volta si esibì vestita da

uomo; per questo, per le sue scelte

artistiche e musicali, fu considerata la

“nonna delle femministe napoletane”,

negando il prototipo della donna “schiava

d’amore”.

Le sue canzoni più celebri,

Preferisco il Novecento (E io invece,

per dispetto, lo voglio fare, voglio

fumare e mettere il rossetto rosso

sulle labbra, che male c’è, sulla

spiaggia di Lucrino me ne vado a

passeggiare, in costume e che ballo

che farò. Ah, preferisco il ‘900, come

è bella la libertà!), Nun so doce, so

feroce, Nun me saccio rassignà, Lo

penso ma non lo fo, sono state, oltre

che scandalose, rivoluzionarie per

un’epoca segnata da un regime che

aveva relegato le donne ai soli ruoli

di moglie e madre.

E lei, per tutta risposta, cantava in

Fresca, fresca:

«No. Mimì non mi scocciare, Mimì

nun fa’ ‘o carogno, perché io non mi

voglio riscaldare», rifiutando avance

e pretese degli spasimanti.

Fu una sciantosa atipica, senza ‘a

mossa e ammiccamenti per

conquistare la platea maschile, ma

una vera e propria rivoluzionaria che

cantava:

«La donna d’oggi, è inutile negarlo,

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



CULTURA E SPETTACOLI

Pompei, estate di mito e musica: grandi

spettacoli tra Teatro Grande e Anfiteatro

70 71

Da "Pompeii Theatrum Mundi" ai concerti live, la città antica si trasforma

in palcoscenico mondiale di arte, cultura ed emozioni

Dal 20 giugno 2025 Pompei si prepara a

vivere una delle sue estati più straordinarie,

unendo la forza dei classici alla

contemporaneità della musica

internazionale. A inaugurare questa

stagione eccezionale sarà Pompeii

Theatrum Mundi 2025, l’ottava edizione

della rassegna teatrale ideata dal Teatro di

Napoli – Teatro Nazionale insieme al

Parco Archeologico di Pompei, con il

sostegno del Ministero della Cultura, della

Regione Campania, del Comune di

Napoli e della Città Metropolitana di

Napoli, in collaborazione con il Campania

Teatro Festival. Come ha ricordato il

direttore artistico Roberto Andò, il festival

rappresenta "il luogo di incontro tra la

grande eredità classica e la visione artistica

contemporanea", mentre il presidente

Luciano Cannito sottolinea il suo "valore

culturale e simbolico, capace di rinnovare

ogni anno un rito condiviso tra pubblico e

artisti".

L’apertura, il 20 e 21 giugno, sarà affidata a

Amos Gitai con il suo spettacolo "Golem",

ispirato a testi di Isaac Bashevis Singer,

Joseph Roth, Léon Poliakov e Lamed

Shapiro. Un’opera corale e multilingue,

recitata in tedesco, inglese, arabo,

spagnolo, francese, ebraico, russo e

yiddish, con sovratitoli in italiano. Tra gli

interpreti spiccano i nomi di Irène Jacob,

Micha Lescot, Laurent Naouri e lo stesso

Amos Gitai, accompagnati dalle musiche

dal vivo di Alexey Kochetkov e Kioomars

Musayyebi. Un viaggio emozionante tra

creazione, distruzione, memoria e futuro.

Il 4 e 5 luglio sarà la volta di Marcos

Morau, uno dei coreografi più innovativi

d’Europa, che porterà a Pompei "Notte

Morricone", creazione coreografica

dedicata al genio musicale di Ennio

Morricone. I danzatori di Aterballetto

interpreteranno le colonne sonore più

amate con uno spettacolo che, come

racconta Morau, "intreccia la bellezza e la

crudeltà del mondo che avanza". La

direzione musicale è affidata a Maurizio

Billi, per un omaggio coreografico che

promette di incantare il pubblico.

Dall’11 al 13 luglio, dopo il debutto al Teatro

Greco di Siracusa, arriverà "Elettra" di

Sofocle, nella potente messinscena di

Roberto Andò, con la traduzione di

Giorgio Ieranò. A interpretare Elettra sarà

Sonia Bergamasco, affiancata da Anna

Bonaiuto nel ruolo di Clitennestra e

Roberto Latini in quello di Oreste. Una

produzione imponente che vede tra i

protagonisti anche Silvia Ajelli, Imma Villa,

Paola De Crescenzo, Danilo Nigrelli e

Roberto Trifirò, con scene e luci curate da

Gianni Carluccio, i costumi di Daniela

Cernigliaro e le musiche di Giovanni

Sollima. Una tragedia di vendetta, legami

familiari e dolore, raccontata con la forza

visiva e poetica del teatro contemporaneo.

A chiudere la rassegna teatrale, il 18, 19 e

20 luglio, sarà "Lisistrata" di Aristofane,

diretta da Serena Sinigaglia e interpretata

da una straordinaria Lella Costa nel ruolo

della protagonista. Insieme a lei, un cast

corale che comprende Marta Pizzigallo,

Cristina Parku, Simone Pietro Causa,

Marco Brinzi e molti altri. Una commedia

che, come afferma la regista, "sotto

l’apparenza di leggerezza cela una carica

rivoluzionaria ed eroica". Scene firmate da

Maria Spazzi, costumi di Gianluca Sbicca

e musiche di Filippo Del Corno per un

finale di festival all’insegna della forza

ironica del teatro greco.

Dal teatro alla musica, senza soluzione di

continuità: dal 27 giugno parte la seconda

stagione di "Pompei è Musica", la

rassegna di concerti live che trasforma

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



CULTURA E SPETTACOLI

72 73

l’Anfiteatro degli Scavi in un’arena sonora

unica al mondo. Dopo il successo

dell’edizione 2024, la rassegna BOP –

Beats of Pompeii, diretta da Giuseppe

Gomez e organizzata da Blackstar

Entertainment e Fast Forward, porta a

Pompei quattordici appuntamenti

straordinari, capaci di abbracciare generi e

generazioni.

L'apertura sarà affidata a Andrea Bocelli,

con due serate evento il 27 e 28 giugno,

seguite da concerti di leggende come Nick

Cave, Jean-Michel Jarre, Wardruna, Ben

§Harper, Bryan Adams e Dream Theater.

Spazio anche alla musica italiana con

Stefano Bollani, Gianna Nannini,

Antonello Venditti e Serena Rossi,

mentre il finale sarà affidato al maestro

Riccardo Muti, che dirigerà un concerto

memorabile a fine luglio.

L'Anfiteatro, già teatro nel 1971 del mitico

concerto dei Pink Floyd, torna a essere

simbolo della connessione tra storia e

musica. Come ricorda il direttore del Parco,

Gabriel Zuchtriegel, "portare la musica nel

sito di Pompei non è un'azione accessoria,

ma parte integrante della tutela e della

valorizzazione culturale", in linea con l’idea

che ogni patrimonio, anche materiale, sia

innanzitutto un’eredità immateriale capace

di trasformare le nostre vite.

Anche il sottosegretario alla Cultura

Gianmarco Mazzi ha ribadito l’importanza

di eventi come questo, definiti "alleanze

necessarie tra beni e attività culturali",

mentre il sindaco di Pompei Carmine Lo

Sapio ha ricordato l’emozione di vedere

l’archeologia e la musica fondersi in

un’esperienza che "parla al mondo intero".

Un'estate, quella di Pompei, che si

annuncia dunque magica e indimenticabile,

capace di intrecciare le voci immortali del

mito con le sonorità del presente, nel

palcoscenico senza tempo della città che

più di ogni altra rappresenta il dialogo tra

passato e futuro.

www.teatrodinapoli.it

www.pompeiisites.org

(foto di Ivan Nocera, Christophe Bernard e

Simon Gosselin per gentile concessione

del Teatro di Napoli)

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



CULTURA E SPETTACOLI

Napoli sospesa tra prosa e poesia:

nelle note di regia – è canzone, surreale “Napoli mi parla, mi protegge, mi

filastrocca di Rodolfo De Angelis,

consiglia e mi aiuta. Non me ne sono mai

74 cantautore, drammaturgo, attore, pittore e andato, sono uno dei pochi artisti che è 75

il Novecento visto da Lambertini

saggista napoletano degli anni Trenta, un voluto rimanere qui. Mi faccio stimolare

artista, un futurista, che aveva attraversato da una città splendida e piena di

la vita, come scrisse: “Con lieve e cauto cultura”.

e interpretato da Peppe Barra e

passo ritmico”. Con questo spirito leggero Gli arrangiamenti musicali sono di

possiamo dare inizio a questa passeggiata Giorgio Mellone e si fondono

nei vicoli del nostro teatro novecentesco, perfettamente con la voce degli attori,

Lalla Esposito

epoca dalle mille facce, attraversandone creando un tessuto sonoro che amplifica e

luce e ombra, cupezza e allegria, commedia completa ogni gesto scenico. Gli orchestrali

e tragedia, cavalcando tutte le sue

sono: Francesco Manco al clarinetto,

Un viaggio teatrale tra sogno e verità che attraversa la tradizione

molteplici forme, per coglierne l’anima, il Agostino Oliviero al mandolino e al violino,

partenopea e restituisce al pubblico l’anima profonda del Novecento

gesto, lo stile, l’umore, l’amore profondo per Antonio Ottaviano al pianoforte.

la prosa e per la musica. Una vivace e Intenso come un processo di

incalzante miscellanea teatrale dove i due consapevolezza collettiva è il piccolo

di Manuela Ragucci

agli attori. Si mette in moto un girotondo di

primi attori, aperto il sipario, si trovano monologo in cui Peppe Barra parla del

testi che si susseguono senza respiro, uniti

circondati, ludici prigionieri, da pesanti tempo che riporta l’uomo a cospetto di una

Andato in scena al Sannazaro di Napoli lo da legami di somiglianza e di contrasto” –

pareti di velluto rosso fuoco, un pozzo, una riflessione universale ma intima sul tempo

spettacolo “Bubù Babà Bebè – Assolo per così Lambertini descrive “Bubù Babà

caverna da cui è impossibile fuggire senza che mangia tutto, che non lascia scampo:

due”, diretto da Lamberto Lambertini e Bebè – Assolo per due”, ponendo in

aver raggiunto la fine. Lungo quella

“Ma il tempo deve fermarsi davanti alla

interpretato con maestria da due grandi evidenza il potere creativo di questo tipo di

plissettata, curva muraglia, alcune sedie verità, perché la verità è l’unico elemento

nomi del teatro come Peppe Barra e Lalla teatro.

portano scialli, giacche, cappelli, spille e che resiste, che resta.”

Esposito. Il titolo già di per sé è un

“Bubù Babà Bebé” – spiega Lambertini

piume che possano servire agli attori. Si Alla fine dello spettacolo, Peppe Barra ha

ossimoro, un gioco,

mette in moto un girotondo di testi che si condiviso con il pubblico un momento di

sospeso tra sogno

susseguono senza respiro, uniti da legami riconoscimento e gratitudine, un pensiero

surreale in cui il rosso

di somiglianza e di contrasto.”

personale, un omaggio delicato, sentito,

velluto delle pareti si

Uno spettacolo capace di coinvolgere il commosso al suo maestro Roberto De

trasforma in paesaggi

pubblico e renderlo partecipe perché Simone, recentemente scomparso. Lo ha

diversi a seconda della

“Assolo per due” è davvero teatro allo ricordato come il suo padre artistico, come

scena interpretata. Una

stato puro che mette in scena la parola, il colui che gli ha aperto le porte del teatro

galleria di musica e prosa

gesto, il corpo, la musica, e in cui la profondo, della ricerca, della verità. Una

fatta dunque di canzoni,

tradizione napoletana non resta in una citazione breve, ma potentissima, capace di

scenette e monologhi di

teca come eredità polverosa da custodire, illuminare il valore di un legame che ha

autori che hanno fatto la

ma riprende forma e vita ed è modellata segnato una carriera e un percorso umano.

storia della tradizione

dall’esperienza, dalla maestria, dalla

partenopea, come Di

genialità di Peppe Barra e Lalla Esposito. (foto di Fiorenzo Niccoli courtesy Ufficio

Giacomo, Bovio e

A proposito di Napoli, Barra afferma:

Stampa Sannazaro)

Moscato, per citarne

alcuni.

“Una vivace e incalzante

miscellanea teatrale dove i

due primi attori, aperto il

sipario, si trovano

circondati, ludici

prigionieri, da pesanti

pareti di velluto rosso

fuoco, un pozzo, una

caverna da cui è

impossibile fuggire senza

aver raggiunto la fine.

commerciale@sudenord.it

Lungo quella plissettata,

curva muraglia, alcune

sedie portano scialli,

www.sudenord.it

giacche, cappelli, spille e

piume che possano servire

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



CULTURA E SPETTACOLI

Una SereNata napoletana

teatrale e mi è venuto

naturale pensare alla mia

76 Napoli, alla sua musica,

77

alla sua gente” – e

che parla al cuore

aggiunge – “SereNata a

Napoli è un atto d’amore

per la mia terra, dove ogni

vicolo canta e ogni

leggenda vive. Un atto

d’amore, uno spettacolo

pieno di sentimento, nei

confronti della mia città che

è una sirena, è Partenope

che si è lasciata morire

d’amore perché non

corrisposta da Ulisse,

quindi con questo pretesto

inizia un viaggio musicale

in cui cercheremo di

svegliare questa sirena e di

ricordare che di morire non

vale mai la pena, né per

guerra, né per amore, né

per Ulisse”.

La regia sobria lascia

spazio alla voce e alla

presenza scenica

dell’artista, che riesce a

passare dalla canzone

classica al racconto

teatrale con naturalezza. E

sullo sfondo scorrono

anche alcune immagini

Serena Rossi accarezza l’anima di Napoli con uno spettacolo intenso e

dell’Archivio Luce, che

personale

mostrano la Napoli di un

tempo e le sue ferite. Tante

le tappe del tour, che

di Manuela Ragucci

stessa, attraversando con eleganza e

toccherà oltre a Napoli anche Pompei, il 29 Lascia spazio alla voce, al sorriso aperto,

profondità i momenti salienti della sua vita,

luglio.

allo sguardo profondo, alla presenza

Serena Rossi torna sul palco con uno accompagnata da un ensemble musicale

“Se penso all’Anfiteatro degli Scavi di scenica dell’artista, che riesce a passare dal

spettacolo intenso e personale: “SereNata dal vivo composto da sei elementi guidato

Pompei quest’estate – continua Serena canto al racconto, dalla risata al silenzio con

a Napoli”, un viaggio emozionante tra dal maestro Valeriano Chiaravalle, che ha

Rossi - mi tremano un po’ le gambe, cioè lo la naturalezza che la contraddistingue.

musica, parole e ricordi che si intrecciano riarrangiato brani della tradizione

spettacolo in cui parlo del Vesuvio, con il Con questo lavoro, Serena Rossi dimostra

con la storia della sua città natale. Un tour partenopea in chiave moderna, rispettando

Vesuvio alle spalle sarà secondo me una ancora una volta la sua versatilità e la sua

che tocca tante città italiane e che farà la grande tradizione napoletana.

serata un po’ magica quella”.

capacità di emozionare senza artifici.

tappa all’Augusteo di Napoli dal 5 al 9 Il titolo, “SereNata a Napoli”, gioca con il

In ogni tappa del tour, il pubblico esce con “SereNata a Napoli” è uno spettacolo che

maggio.

suo nome, con il luogo di nascita e con la

la sensazione di aver vissuto qualcosa di parla al cuore: di chi ama Napoli, di chi ci è

Più che un semplice concerto o una tradizione romantica partenopea. Ma questa

più di uno spettacolo: una confidenza nato, ma anche di chi la scopre per la prima

rappresentazione teatrale, lo spettacolo è non è una serenata qualunque: è un canto

ricevuta a cuore aperto. In un panorama volta attraverso gli occhi e la voce di

un racconto a cuore aperto, un’ode intima e dolce-amaro, che parla di radici, identità,

artistico che spesso rincorre l’effetto e il un’artista che non ha mai dimenticato da

sincera alla Napoli che l’ha cresciuta, famiglia e passione. Sul palco, Serena si

sensazionalismo, “SereNata a Napoli” è dove viene.

ispirata e formata. Attrice, cantante e mostra autentica, senza filtri, intrecciando le

una carezza gentile. Serena Rossi non “Un racconto fatto di voci, musica e le

conduttrice amata dal grande pubblico, sue esperienze con la storia collettiva di

vuole stupire, vuole semplicemente

immagini che raccontano con me quello che

Serena Rossi in questa nuova avventura si una Napoli che non è solo cartolina, ma

raccontare, e lo fa con una verità che arriva sta succedendo”, conclude l’artista.

mette completamente in gioco. Sul palco carne viva, emozione vera.

dritta all’anima, perché l’essenziale è

(foto di Anna Camerlingo tratta dal

non veste un personaggio, ma porta sé “Sentivo il bisogno di tornare su un palco

lasciato libero da orpelli.

manifesto ufficiale)

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



CULTURA E SPETTACOLI

Il corto pro legalità del liceo

A. Nobel di Torre del Greco

evaderle. Fare i furbi viene percepito come “Evadendo le tasse si pensa che questa

78

qualcosa di scontato. Questa cosa mi ha cosa non abbia nessun riscontro con la

sempre colpito, tanto da parlarne in classe, realtà che ci circonda. Ci lamentiamo però 79

quindi forse anche per questo è scaturito

questo corto”, e continua asserendo:

Gli studenti raccontano l’importanza dell’impegno civile e del senso di

comunità attraverso un cortometraggio dal forte impatto educativo

di Elisangela Annunziato

Un corto pro legalità è quello firmato dai

ragazzi del Liceo Scientifico Statale A.

Nobel di Torre del Greco, sotto il

coordinamento del professore di filosofia

Raffaele Capano.

“I ragazzi hanno partecipato attivamente

all’organizzazione del

cortometraggio. Si tratta di studenti

che durante la creazione del video

erano in quarto liceo e quest’anno

in quinto, che hanno imparato a

svolgere un lavoro di squadra,

affinando le cosiddette soft skills

che ognuno di noi ha. Quando

sono stimolati, i ragazzi ti

stupiscono. I giovani vanno

valorizzati, perché ciascuno di loro

ha un talento. L’idea del corto

infatti è venuta a loro. Un ragazzo

si è alzato in classe e ha dato

l’input su come costruire il

cortometraggio”, dichiara il

professore a Sud e Nord.

Capano, che dopo alcuni anni di

precariato approda nel 2020 in questo liceo,

ha trasportato la sua passione per il cinema

a scuola: “Ho sempre coniugato

l’insegnamento con la realizzazione di

video, sempre a scopo didattico”, facendo

parte inoltre “di un ente di formazione

docenti che ha sede a Napoli, IDICOM -

Scuola Nanni Loi, attivo dal 1984, e che

forma gli insegnanti per l’utilizzo del

mezzo cinematografico. Ho fatto video

sulla legalità, sull’ambiente e sul

territorio di Torre del Greco, la sua

storia. Ho voglia di trasmettere un

senso di appartenenza e tutela del

territorio. E sono stati spesso proprio i

miei alunni a spingermi a fare questi

video.” Anche perché, quando si ama

la propria terra, si è più inclini a curarla.

Il professore è solito affrontare con gli

alunni dibattiti di classe su molti temi

reali e attuali, quali la legalità: “Credo

sia importantissimo parlare di legalità ai

giovani, perché spesso è un argomento

non percepito come importante. Fatico

a far capire ai ragazzi quanto sia

importante pagare le tasse, non

poi di servizi essenziali che vengono a

mancare. Non si capisce che le cose sono

strettamente collegate. Se ognuno pensa al

suo orticello e non si preoccupa dell’intera

comunità, la situazione peggiora. Questo

corto, infatti, sintetizza questo pensiero.

Perché poi, quando inizi a far ragionare i

ragazzi, vengono fuori una serie di

tematiche.”

Il cortometraggio ha come protagonista un

ragazzo che, “con gli occhiali scuri, usati

come simbolo di chi non vuole vedere,

prosegue la camminata in strada dicendo

che non gliene importa nulla di quello che

accade intorno a lui. Né dando una mano,

né denunciando.” È stato inoltre fatto un

commento a questo cortometraggio, postato

sul web, da una persona che ha detto: “Con

questo corto volete spingere i ragazzi a fare

i giustizieri!? … No, ma anche solo

denunciando una situazione illegale,

contribuisco a migliorare la comunità!”

La morale del cortometraggio, quindi, è:

“Sfatare l’idea sbagliata che ciò che

accade intorno alla mia persona non mi

riguarda da un lato e, ciò che faccio

riguardi solo me. Contro quindi il

menefreghismo e l’omertà.”

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



CULTURA E SPETTACOLI

Le geografie del suono de La Niña

disegnano mappe tra sacro

e profano dove il centro è donna

Ed è questa la geografia che si va a

delineare, non più le periferie intese come

80 set di serie TV, film e ambientazioni di

81

romanzi, ma suggestioni di atmosfere

lontane che non si limitano alle melodie ma

descrivono un universo carico di simboli,

richiami religiosi e visioni oniriche.

Undici tracce che sono un caleidoscopio di

storie in cui la donna è il centro di questo

Con Furèsta la cantautrice Carola Moccia intreccia sonorità arcaiche,

universo. Ogni brano è dedicato a una

immaginari ancestrali e narrazioni femminili in una liturgia sonora che

figura femminile ai margini e quindi ritorna il

parte dalla Campania e abbraccia il Mediterraneo

comune denominatore di furèsta: una

madre, una sorella, una migrante, o

di Manuela Ragucci

semplicemente una donna in lotta con se

stessa.

Anche le immagini dei suoi videoclip sono

evocative e potenti, una mescla tra le icone

votive del Sud Italia e la sensualità di una

donna consapevole del proprio corpo e

l’irrequietezza di chi non accetta confini. Ed

ecco che compaiono immagini di crocifissi,

veli, luci soffuse e gesti rituali, quasi a voler

fondare una nuova liturgia del femminile.

Undici tracce che mescolano le suggestioni

della musica napoletana più antica, così

regionale e per questo così aperta al

mondo, in cui fado, pulsazioni elettroniche,

A due anni da Vanitas, il suo disco

d’esordio, La Niña, al secolo Carola

Moccia, cantautrice, classe 1991, ritorna

con Furèsta, prodotto in collaborazione con

Alfredo Maddaluno, compositore e

polistrumentista. Il disco, anticipato dai

singoli Figlia d”a

tempesta e

Guapparìa, è un

lavoro cesellato da

sonorità ataviche e

primordiali che,

come in racconto

orale, si

tramandano di echi

mediterranei e

suggestioni della

musica napoletana,

ma quella più

antica, più

viscerale, più

carnale, poiché

affonda nelle radici

più profonde della

musica popolare,

senza passare

attraverso il

folklore.

Il titolo dell’album

non trae in inganno chi è del Sud Italia ed

ama i gatti: infatti, queste persone sanno

bene che l’aggettivo furèsta è spesso

associato al gatto; anzi, declinato al

femminile, sta ad indicare una gatta

selvatica, diffidente, indomabile, libera.

E non è solo il suono ad essere libero,

quasi selvaggio, lontano dalle atmosfere

urban: qui è la narrazione che si stravolge.

Il centro non è più la città, ma sono le

campagne da cui provengono questi suoni,

queste atmosfere, poiché è la campagna ad

essere culla della civiltà, da cui parte tutta

una tradizione musicale. Non è più Napoli il

centro del mondo:

“Napoli – spiega Carola Moccia – oggi è la

città a cui tutti vogliono appartenere, più che

visitare, con cui si cerca una visceralità a

volte anche forzata, nel senso che andiamo

da un eccesso

all’altro. È

brandizzata.

Sicuramente c’è

molto movimento,

in realtà c’è

sempre stato, ma

non aveva

l’amplificazione

che adesso ha” –

e continua – “la

musica a cui io

faccio riferimento

ha poco a che

fare con la città di

Napoli, con il

suono urbano

della città. Forse

Napoli mi va un

po’ stretta. Ha

molto più a che

fare con le

campagne e

quindi col folclore che ha radici campane.

Cioè, parliamo di un’intera regione, della

Campania felix, quella dei Greci. Parliamo

delle campagne anche del Salernitano,

quelle che poi De Simone, che è uno dei più

grandi etnomusicologi e drammaturghi

italiani, ha citato nelle sue opere come La

Gatta Cenerentola. Tutti la conoscono, ma

in realtà nasce dallo studio di cose

antichissime. Quello è il mio vero

background.”

stratificazioni vocali e percussioni arcaiche

si intrecciano evocando un Mediterraneo

senza tempo.

Anche la lingua è una componente centrale.

Il napoletano, con la sua musicalità antica,

si fonde con l’italiano e talvolta con

l’inglese, diventando strumento di

resistenza e rinascita. La Niña non traduce

e non spiega: si lascia ascoltare, anzi

“sentire”, lascia entrare empaticamente

nelle sue corde, consegnando la chiave per

entrare nel suo mondo in un equilibrio

precario tra dolcezza e forza: “Ci ho messo

tantissimo a riconnettermi col mio mondo

interiore e con la mia cultura, per cui questo

disco per me ha ancora più valore, perché è

veramente una liberazione da tutti i punti di

vista, personale e anche sociale.”

Ad impreziosire ulteriormente questo

mosaico canoro, le preziose collaborazioni

con artisti come KUKII, cantante e

produttrice egiziano-iraniana, e Abdullah

Miniawy, caleidoscopico artista egiziano.

(foto da Ufficio stampa per gentile

concessione dell’Artista)

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



CULTURA E SPETTACOLI

La vertigine della chitarra

Sono ormai questa tradizione era sempre stata

lontani i rispettata.

82 tristi ricordi Io però decisi di non rispettarla. Quando 83

di Ghigo Renzulli guarda avanti,

del

nacque il mio primo figlio non l’ho chiamato

terremoto Giuseppe, come mio padre, perché il

che colpì nome, pur bello, era di derivazione troppo

senza perdere le sue radici

questa bella ecclesiastica, e quindi scelsi Alessandro,

terra nel un nome più forte, più da condottiero, in

1980. Venni sintonia con il mio nome Federico. E per la

alla luce in stessa ragione, d’accordo con la mia

Presentato al Teatro Bolivar di Napoli “Dizzy”, il nuovo disco del

una clinica compagna di allora, il secondogenito fu

chitarrista storico dei Litfiba: un viaggio musicale tra suoni potenti,

privata chiamato Cesare e la terzogenita Lucrezia.

gestita da Interruppi la tradizione di famiglia e mio

ispirazioni folk e memorie irpine

suore padre non mi parlò per quattro o cinque

perché, anni…”

dopo Ma la dinastia dei Renzulli affonda le

di Manuela Ragucci

contrasti. Una delle caratteristiche principali

cinque giorni, mia madre Antonietta non radici in un passato ancora più lontano,

di “Dizzy” è la straordinaria varietà di

riusciva a partorirmi, dato che pesavo più di racconta Ghigo in un momento trascorso

Presentato al Teatro Bolivar di Napoli melodie, dominate dalla chitarra di Ghigo, e

quattro chili e mezzo, e per sicurezza nei giardini della Reggia di Caserta:

“Dizzy”, il disco del musicista Federico arricchite dai contributi di quattordici

l’ostetrica consigliò di andare in ospedale. “C’è un sottile legame che mi unisce alla

“Ghigo” Renzulli, storico membro dei musicisti che hanno partecipato al

Alla fine riuscirono a prendermi la testa con Reggia di Caserta. Un mio avo era il

Litfiba. Un live coinvolgente in cui, insieme progetto.

il forcipe e mi tirarono fuori. Così il mio luogotenente di Masaniello e, quando il

al chitarrista, si sono esibiti Richard L’album contiene 15 brani, 11 dei quali

luogo di nascita è Manocalzati, dove c’era condottiero morì, dovette scappare sulle

Nielsen Cocciarelli alla batteria, Fabrizio inediti, con l’aggiunta di 4 rivisitazioni di

la clinica che oggi non esiste più, e non San montagne dell’Irpinia per non essere

Simoncioni alle tastiere e Mauro Lallo al brani già pubblicati, ed è disponibile in

Michele di Serino, dove abitavano i miei impiccato. Lì diede origine alla stirpe

basso. Il disco, secondo album strumentale formato digipack CD e doppio vinile a 33

genitori insieme ai nonni paterni.

Renzulli.”

in studio dopo “Cinematic” del 2021, è un giri, perfetto per chi vuole immergersi in

Una volta a casa, la notizia di questo Ma il legame con il Sud Italia forse affonda

viaggio musicale intenso e coinvolgente che un’esperienza d’ascolto di grande

bambino nato grossissimo fece il giro del radici in un passato ancora più remoto e

comprende tutte le sue ispirazioni culturali e profondità e qualità. Il risultato è un sound

paese e tutti i compaesani andarono a affascinante, come racconta Ghigo: “Il mio

artistiche.

ricco e variegato, che rimane però fedele

trovare i miei genitori per vedere di persona. vecchio manager diceva sempre che,

Il titolo, che in inglese significa “vertiginoso” alla cifra stilistica distintiva del musicista, il

Mi chiamarono Federico, come mio nonno secondo lui, io sono la reincarnazione di un

o “che dà le vertigini”, descrive

cui stile ha segnato per decenni l’identità

paterno, un piccolo proprietario di vigne e artista napoletano del ‘600. Mi piace la

perfettamente l’essenza dell’album: un musicale dei Litfiba.

terreni. Come moltissime famiglie

melodia fischiabile e cantabile. Sulla

percorso sonoro che alterna momenti Un progetto che guarda avanti dunque, ma

meridionali, anche noi avevamo le nostre chitarra faccio cose melodiche, è il mio

rilassati e pacati a passaggi forti e potenti, senza dimenticare da dove si parte, senza

usanze, le nostre tradizioni, che vanno stile.”

creando un’esperienza musicale ricca di perdere le sue radici, ben radicate e

rispettate. Come per la scelta del nome.

riconoscibili. E, a proposito di radici,

Nella nostra famiglia, i primi figli maschi si (la foto del live è di Bruno Mottola - la foto di

“Circus”, già uscito come singolo, è un

dovevano chiamare Federico o Giuseppe, Ghigo Renzulli è courtesy è dell'ufficio

brano ispirato alla musica folk e ai suoni del

in maniera alternata. Per molte generazioni

stampa del Bolivar)

Sud Italia (dalla tammurriata napoletana

ai suoni local, passando per melodie gitane

e circensi), che riporta proprio a quel sound

e all’infanzia di Ghigo, nato a Manocalzati,

piccolo paesino della provincia di Avellino,

come racconta nella sua biografia “40 Anni

da Litfiba”, scritta con il giornalista Adriano

Gasperetti.

“Sono nato il 15 dicembre 1953 a

Manocalzati – scrive Ghigo – un paesino

sulle montagne dell’Irpinia, in provincia di

Avellino, una località che fino a pochi anni

fa era dimenticata da Dio ma che

recentemente, con il boom delle aziende

agricole e degli ottimi vini che produce, è

rinata fino a diventare quella che ora

chiamano “La Svizzera del Sud”.

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



CHIESA

Casa della Pace Don Tonino Bello

e La Locanda di Emmaus: due opere

segno della Caritas diocesana

84 85

Luoghi di accoglienza e riscatto per donne, bambini e giovani a rischio,

simboli di una Chiesa attenta ai più fragili

di Giuliana Sepe

Era il 29 luglio 2022 quando, alla presenza

del Sindaco Manfredi, dell’Arcivescovo

Battaglia e della Direttrice Caritas, Suor

Marisa Pitrella, veniva tagliato il nastro per

l’apertura della Casa della Pace intitolata a

Don Tonino Bello. La struttura si trova in

un edificio attiguo alla Chiesa dei Santi

Giovanni e Paolo di Napoli, in piazza

Ottocalli, tra i quartieri Arenaccia e San

Carlo all’Arena; rimessa a nuovo grazie al

finanziamento della Fondazione Grimaldi,

per scelta, la Casa della Pace Don Tonino

Bello non è accreditata come Centro

antiviolenza presso le istituzioni e si

mantiene esclusivamente con il sostegno

della Curia e della Caritas diocesana di

Napoli, oltre che con le donazioni di privati.

La Casa ospita circa 16 donne, vittime di

violenze, con bambini, anche provenienti

da Paesi stranieri come Ucraina, Nigeria,

Marocco, Camerun, Costa d’Avorio,

Togo, Perù, Tunisia; attraverso le

segnalazioni della Caritas e delle

Associazioni operanti sul territorio, le donne

giungono in quello che vuole essere un

luogo di Pace, di Famiglia, di Speranza.

La Casa è autogestita, le mamme

cucinano da sole per sé e per i loro bambini

e ogni giorno viene organizzata una

turnazione per le pulizie delle camere e

degli spazi in comune, tra cui anche un

ampio terrazzo dove, d’estate, viene

installata una piccola piscina. Ogni genere

alimentare proviene dalle donazioni. Gli

operatori offrono assistenza per

l’inserimento al lavoro, per le mamme, e a

scuola, per i bambini, oltre

all’accompagnamento nell’assistenza

sanitaria. All’ingresso dell’appartamento

campeggia la scritta: “Benvenuti in

questa Casa, entrate e lasciate un po’ di

felicità”, e sono proprio queste donne e i

loro bambini che, con la loro forza di

riscatto, ricevono, ma soprattutto donano

felicità, perché, come dice il responsabile,

Don Salvatore Melluso: “Quando sono

con loro capisco che i miei problemi sono

nulla; mi insegnano una grande cosa: non

perdere mai la speranza”.

Ogni festività per i piccoli ospiti della Casa

è occasione di gioia e condivisione,

anche con il Cardinale Battaglia, che non

fa mai mancare loro il suo sorriso e

sostegno. “La Casa della Pace Don Tonino

Bello”, dice la Direttrice Caritas, “vuole

essere un punto di partenza per far ritrovare

a queste donne il loro posto nella società”.

Ad Ercolano, in quello che era uno chalet

abbandonato, bene confiscato alla

criminalità organizzata, sorge invece La

Locanda di Emmaus, altra opera segno

della Caritas diocesana di Napoli. Nata

nel 1999 dal desiderio di Padre Pasquale

Incoronato di offrire un rifugio ai minori a

rischio, si avvale dell’appoggio del

Comune di Ercolano, della Fondazione

con il Sud e della Fondazione Grimaldi.

Ogni giorno circa 100 ragazzi vi svolgono

attività ricreative, culturali, doposcuola,

corsi di informatica e di educazione allo

sport.

“Lo abbiamo chiamato così”, dice il

fondatore, “perché volevamo dare l’idea

di un luogo di vita comune, ma anche di

accoglienza, dove al centro vi fosse la

solidarietà e la compagnia nella

quotidianità”. Il centro è aperto a tutti,

credenti e non credenti, ed è il simbolo di

una Chiesa in uscita, sempre più vicina

alle esigenze delle persone in difficoltà.

www.caritasnapoli.it

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



SOTTO LA LINEA DI BILANCIO

Le Società Partecipate dai

sfide della sostenibilità e dell’innovazione.

Gli esperti individuano alcune direttrici

86 chiave per il loro sviluppo:

87

Comuni italiani nel 2025

• Sostenibilità ambientale: riduzione

dell’impatto ecologico attraverso

energie rinnovabili e gestione

ottimizzata dei rifiuti;

Un pilastro della gestione locale: sfide e opportunità per il futuro

di Emanuele Lattanzio *

Nel cuore dell’amministrazione pubblica

italiana, le società partecipate dai Comuni

rappresentano un modello di gestione

sempre più discusso e soggetto a continui

cambiamenti normativi. Nel 2025, queste

realtà contano circa 4.000 società, operanti

in settori chiave per la vita dei cittadini.

Sebbene si assista a una razionalizzazione

del numero complessivo, l’obiettivo primario

rimane quello di garantire servizi di qualità,

evitando sprechi e inefficienze.

Le dimensioni del fenomeno

Secondo le più recenti analisi, il 70% delle

società partecipate risulta attivo, mentre il

restante 30% è inattivo o in fase di

liquidazione. Il calo delle partecipate

rispetto agli anni precedenti si deve

soprattutto alle misure di semplificazione

amministrativa e alla spinta verso una

gestione più efficiente delle risorse

pubbliche. Un taglio netto, dunque, che

punta a limitare la proliferazione di enti inutili

e a concentrare le risorse nelle aziende più

solide e capaci di innovare.

Quali servizi gestiscono?

Le partecipate comunali operano in una

gamma di settori estremamente variegata:

• Servizi pubblici locali: gestione di

acqua, illuminazione, energia e rete

fognaria;

• Trasporti e mobilità: autobus, parcheggi

e strategie per la mobilità sostenibile;

• Ambiente e urbanistica: raccolta rifiuti,

riciclo e gestione delle aree verdi;

• Servizi sociali e culturali: assistenza per

anziani, programmi culturali e spazi

ricreativi;

• Manutenzione e infrastrutture: gestione

di strade, edifici pubblici e progetti di

rigenerazione urbana;

• Innovazione e smart city: sviluppo di

servizi digitali, piattaforme per la

governance trasparente e tecnologie

per la gestione intelligente delle città.

Come migliorare la qualità del servizio?

Nonostante il ruolo centrale delle partecipate

nella gestione locale, molte criticità restano

irrisolte. In particolare, la qualità dei servizi e

l’efficienza operativa devono essere

costantemente monitorate. Tra le strategie

per il miglioramento, spiccano:

• Migliore governance: rafforzare i sistemi

di controllo e gestione per garantire

trasparenza e ridurre sprechi;

• Monitoraggio delle performance:

definire indicatori chiari per misurare

la qualità dei servizi erogati;

• Innovazione tecnologica:

investire in digitalizzazione e

automazione per ottimizzare

risorse e ridurre costi;

• Formazione del personale:

puntare sull’aggiornamento

continuo delle competenze

per migliorare l’efficienza

aziendale;

• Collaborazioni pubblicoprivate:

stimolare

partnership per accedere a

finanziamenti e competenze

specialistiche.

Il futuro delle partecipate

Guardando al futuro, le società

partecipate devono rispondere alle

• Digitalizzazione: trasformazione dei

servizi in piattaforme accessibili e

interattive per i cittadini;

• Innovazione sociale: sviluppo di progetti

per supportare categorie fragili e

promuovere l’inclusione;

• Razionalizzazione e dismissioni:

proseguire nel percorso di riduzione

delle società inutili, puntando su

efficienza e qualità.

Conclusioni

Le società partecipate dai Comuni italiani si

confermano strumenti indispensabili per la

gestione del territorio, ma richiedono una

continua evoluzione. Per garantire una

pubblica amministrazione efficace e vicina ai

cittadini, sarà necessario coniugare

innovazione, efficienza e sostenibilità. Il

2025 si presenta come un anno cruciale per

il futuro delle partecipate, con sfide che

determineranno il volto della governance

locale nei decenni a venire.

(*) Esperto Enti Locali/Società Partecipate

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



IL FATTORE UMANO

Siate imprenditori di sogni,

non amministratori di paure

attuale, perché ogni persona, nelle sue

infinite sfumature, ha bisogno di nutrire la

88 sua parte spirituale, ma anche il suo 89

estro creativo, il suo bisogno di

esprimersi con concretezza.

Parafrasando Descartes, il “faccio, dunque

La Rivoluzione del Lavoro e Il diritto alla felicità nelle organizzazioni

sono”, anche attraverso questo nuovo

sguardo offerto dal Pontefice, rileva più che

mai che non è solo un bisogno di

di Giovanna d’Elia *

che se aumenti i livelli di benessere anche

produrre reddito che spinge le persone a

di poco, il 3% o 4%, quello che vedi

cercare un lavoro e a volerlo mantenere,

La ricerca della felicità di Chris Gardner, immediatamente è un incremento nei livelli

ma anche e soprattutto il desiderio

l’americano milionario la cui storia è stata di creatività e innovazione. Se aumenti la

di conquistarsi e affermare un proprio

raccontata nel suo libro e nel famoso film di felicità vanno su i livelli di engagement e

spazio nel mondo.

Gabriele Muccino del 2006 (interprete Will produttività. Si osserva anche che il

Uno spazio che oggi si sta caricando di

Smith), coincideva con la sua ricerca del teamwork migliora significativamente con il

nuovi significati, con il crescente

successo professionale (e della sicurezza miglioramento del benessere. Qualsiasi

ricorso allo smart working. Che sia in

economica per la sua famiglia).

parametro si guardi, se aumenti la felicità

presenza o a distanza, la sfida è sempre la

L’ONU ogni anno stila un rapporto fitto di aumenti anche quello. In altre parole, la

stessa: bisogna puntare, con sempre più

dati da cui emerge che, in base ai parametri felicità è un buon investimento per

determinazione, a un lavoro che sia

tenuti in considerazione (ad es. aspettative l’individuo e per l’organizzazione. La felicità

sempre più a misura d’uomo, che sia

di vita, la libertà di fare le proprie scelte di paga.

davvero un lavoro-per-la-persona.

vita, la percezione della corruzione,

Se cerchiamo di pensare quali siano le

Conviene ricordare sempre che l’essere

l’assistenza sociale).

relazioni adeguate dell’essere umano con il

umano è nello stesso tempo «capace di

L’Italia figura al 31° posto della classifica. mondo che lo circonda, emerge la necessità

divenire lui stesso attore responsabile del

Ma come può uno stato contribuire ad di una corretta concezione del lavoro,

suo miglioramento materiale, del suo

assicurare la felicità dei propri cittadini? perchè, se parliamo della relazione

progresso morale, dello svolgimento pieno

Nell’opera “La scienza della legislazione” dell’essere umano con le cose, si pone

del suo destino spirituale».

del 1780, il giurista napoletano Gaetano l’interrogativo circa il senso e la finalità

Il lavoro dovrebbe essere l’ambito di

Filangieri, afferma che «le buone leggi sono dell’azione umana sulla realtà.

questo multiforme sviluppo personale,

l’unico sostegno della felicità nazionale». Non parliamo solo del lavoro manuale o del

dove si mettono in gioco molte dimensioni

Dunque, secondo questa tesi di stampo lavoro della terra, bensì di qualsiasi attività

della vita:

illuminista, è lo stato che, attraverso le sue che implichi qualche trasformazione

• la creatività

articolazioni istituzionali, può garantire la dell’esistente, dall’elaborazione di un studio

• la proiezione nel futuro

felicità dei suoi consociati. Questa teoria è sociale fino al progetto di uno sviluppo

nell’Enciclica “Laudato sì” Bergoglio si era • lo sviluppo delle capacità

ripresa da Benjamin Franklin (con il quale il tecnologico.

espresso sul lavoro, mettendo in rapporto il • l’esercizio dei valori, la

Filangeri ebbe una fitta corrispondenza) che Qualsiasi forma di lavoro presuppone

binomio lavoro e dignità. La dignità posta comunicazione con gli altri

la trasfuse nella Dichiarazione

un’idea sulla relazione che l’essere umano

in relazione con l’ambiente che circonda Perciò la realtà sociale del mondo di oggi,

d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America può o deve stabilire con l’altro da sè.

l’uomo, e il lavoro che, in base alle

al di là degli interessi limitati delle imprese e

del 4 luglio 1776, nella quale si legge che Nell’Enciclica, “Fratelli tutti”, Papa

circostanze, tutela o calpesta la persona. di una discutibile razionalità economica,

«tutti gli uomini sono creati uguali; che essi Francesco scrive: “… il lavoro è una

“Abbiamo bisogno di persone e istituzioni esige che «si continui a perseguire quale

sono dal creatore dotati di certi inalienabili dimensione irrinunciabile della vita

che difendano la dignità dei lavoratori, la priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro

diritti, che tra questi diritti vi sono la vita, la sociale, perché non solo è un modo per

dignità del lavoro e il bene della terra, dignitoso, condizione di una democrazia

libertà e il perseguimento della felicità». guadagnarsi il pane, ma anche un mezzo

nostra casa comune”, richiamando la inclusiva e partecipativa per tutte le

Questo concetto viene ripreso dalla

per la crescita personale, per stabilire

politica al suo dovere di un impegno persone.

Dichiarazione francese sui diritti dell’uomo relazioni sane, per esprimere sé stessi

concreto non solo nella creazione e nella Abbiate il coraggio di sostituire le paure coi

del 1789, dove all’art. 1 si legge che il fine (…)” [162].

difesa dei posti di lavoro, ma anche nella sogni.

delle istituzioni pubbliche è rappresentato La valenza sociale del lavoro, dunque, è

salvaguardia della dignità. Un richiamo di Sostituite le paure coi sogni: non siate

dalla «felicità di tutti».

sottolineata anche da Francesco, che già in

grande importanza, che investe la politica di amministratori di paure, ma imprenditori di

E se il segreto di un’organizzazione di altre occasioni si era espresso sul tema,

significati molto alti.

sogni!

Valore fosse semplicemente la felicità dei sottolineando come il contrasto alla povertà

Il lavoro sia un fatto centrale nella vita (Papa Francesco)

suoi dipendenti?

non passi solo grazie al possesso del

delle persone e delle comunità, che abbia

(*) HR Director Focus Consulting

La felicità come fattore chiave per portare denaro, ma anche e soprattutto

sì una valenza economica e sociale, ma Esperta Risorse Umane e Parità di Genere

su la produttività delle organizzazioni. consentendo alle persone di esprimersi

anche culturale e morale. L'”ora et labora”

e Opportunità

L’importanza della felicità nel business è attraverso una professione. Anche

benedettino è più che mai una “regola”

DiversityEquityInclusion

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



PSICOLOGIA E SOCIETA'

comparire la riconoscenza per quello che adulto maturo non possiede. Questo

si è avuto. Non si può chiedere

comporta una maggiore distanza e si è

90

all’adolescente di avere la maturità che amplificato il rischio di incomprensione, in

potrà raggiungere soltanto in seguito, da quanto davvero generazioni diverse usano 91

Adolescenza:

istruzioni per l’uso

Comprendere e accompagnare un passaggio evolutivo fondamentale

nella vita di ogni individuo

di Alberto Vito*

L’adolescenza, così come la intendiamo, è

una tappa del ciclo vitale dell’individuo che

esiste da circa 100 anni nel mondo

occidentale: un tempo relativamente breve,

quindi. In passato e in altre culture il

passaggio da bambino ad adulto avveniva

in pochi giorni mediante riti di iniziazione.

Nella nostra cultura, la transizione è

diventata più lunga e sempre più

complessa.

I genitori sono spesso spaventati dai

cambiamenti che essa provoca ed è vero

che all’adolescenza si lega il fascino del

rischio e della trasgressione e che quindi

possono essere messi in atto

comportamenti “pericolosi”, ma è importante

sapere quanto sia utile che la fase

dell’adolescenza sia vissuta pienamente,

trattandosi di una tappa evolutiva da

attraversare necessariamente.

Altrimenti, c’è il rischio che chi non ha

vissuto appieno l’adolescenza da giovane

abbia poi comportamenti adolescenziali in

età adulta o matura. Ed è peggio. Un

esempio può essere rappresentato da

quegli uomini che, una volta raggiunta una

maggiore sicurezza economica e sociale, si

danno a comportamenti trasgressivi che

non hanno osato sperimentare da giovani.

Per le donne è leggermente diverso, ma vi

è un meccanismo analogo in cui sono

coinvolte la paura della morte e, alla

negazione della vecchiaia, si contrappone

il mito della giovinezza.

In modo sintetico, tornando al tema, vi sono

due aspetti psicologici che qualificano

l’adolescenza. Occorre spiegare ai genitori

che si tratta di aspetti sani, non patologici.

Può avvenire che essi siano spaventati da

tali cambiamenti e li vivano come

problematici. Si tratta invece di aspetti

costitutivi per giungere alla posizione

adulta. Il primo riguarda l’area dei segreti.

Mentre un bambino racconta tutto ai

genitori, un adolescente inizia a nascondere

qualcosa, ad avere segreti per i propri

genitori. Questo serve a creare una propria

area privata. Alcuni genitori invece vogliono

sapere ogni cosa e possono vivere questo

come un rifiuto. Ma devono rispettare

questo mutamento. Inoltre, la ribellione

verso i genitori serve a proteggersi,

secondo Freud, dal rischio potenziale di

relazione simbolicamente “incestuosa”. Il

bambino ama i genitori, l’adolescente deve

proteggersi da questo amore. Per farlo, la

cosa più semplice è sbattere la porta.

Diventa ipercritico e duro verso i genitori. I

genitori sono sorpresi da questo

cambiamento, a cui reagiscono a volte in

modo deciso. In realtà, solo più tardi potrà

adulto.

Sempre semplificando, possiamo dire che

esistono due modelli per

crescere. Il primo è il

modello del “sì”, ovvero

quello della disciplina. Si

prende a modello una

figura adulta

autorevole e si prova

a fare tutto quello

che ti viene detto, a

rispettare le

consegne, ad

imitare. Un

modello molto

in voga in

passato,

che ti fa

crescere

accettando

l’ubbidienza.

Il modello del

“no”, invece,

parte

dall’esigenza di

comprendere la

propria

identità. Chi

sono io? Se

faccio solo quello che

gli altri vogliono da me, io esisto

davvero? Per scoprire chi sono

devo necessariamente fare

qualcosa di diverso da quello che gli altri si

aspettano da me. Così realizzo la mia

identità. Questo modello oggi, nel nostro

Paese, ha maggiore seguito. Ponendo il ’68

come immaginario spartiacque culturale, in

passato il modello del “sì” era più approvato

socialmente, mentre oggi la generazione di

genitori post ’68 e la società nel

complesso, più rispettosa dei diritti civili,

assumono una posizione più aperta

riguardo alla ricerca di alternative

personali.

Un’ulteriore complessità, infine, è propria

dei nostri tempi ed è legata all’uso

massiccio dei social e delle tecnologie. Gli

anziani sono più saggi ed esperti, ma gli

adolescenti sono molto più bravi a usare le

tecnologie e la comunicazione digitale. Già

un bambino ha competenze e abilità che un

linguaggi differenti. Non c’è solo rabbia

verso la generazione degli adulti, ma

una vera, reciproca

incomprensione. E

questo è

ovviamente più

pericoloso.

Per

concludere

con

ottimismo,

mi piace

citare la

metafora

del

terapeuta

argentino

Alfredo

Canevaro,

autore di un

libro dal titolo

“Dove volano i

cormorani”.

Contiene un

messaggio molto

rassicurante per i

genitori. Cosa

c’entrano i

cormorani? Questi

uccelli marini

attraversano

sempre una fase

regressiva. Prima di spiccare il

volo e allontanarsi definitivamente dal nido,

pare che il giovane cormorano si blocchi,

c’è un arresto delle sue capacità motorie,

sembra regredire. Dopo questa fase

normale, ben osservata dagli scienziati,

impara a volare.

Mi pare una bella metafora per i genitori

ansiosi.

È vero che l’adolescenza è rischiosa,

mutevole e subisce il fascino della

trasgressione. Ma non si devono

demonizzare un arresto o una crisi. È

preferibile considerarle come una tappa

spesso inevitabile, ed è più utile pensare

che, dopo un percorso a volte tortuoso,

l’adolescente saprà trovare la sua

strada.

(*) Psicologo, psicoterapeuta, sociologo

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



FOOD AND SUD

Dieta Mediterranea:

intossicano, apportano quantità di calorie e Mangiare meno e mangiare bene. Il cibo

sono di scarso valore nutrizionale. E poi si fresco, sano, sicuro, semplice, poco

92 unisce la sedentarietà, il non movimento. lavorato, locale, nostro, cotto al momento. 93

mangiare e vivere secondo natura

Nei Paesi poveri (cioè Sud America, Cina, Poi bere tanta acqua, fino a due litri al

Vietnam, Sud Italia) mangiano male giorno, a sorsetti, e fare movimento,

perché hanno sostituito ai cibi tradizionali la esercizio fisico costante e graduale.

spazzatura dei Paesi ricchi. E allora cosa Adottare dunque una sana e corretta

La riscoperta di uno stile di vita millenario per combattere l’obesità, le

fare? La risposta? Elogio del cibo, la Dieta alimentazione. Non trascurare mai il

malattie e l’omologazione alimentare

Mediterranea (che è anche il titolo del mio rapporto cibo/piacere, dando importanza al

libro, Controcorrente).

gusto, alla qualità di ciò che mangiamo,

di Felicia Di Paola *

Bisogna mangiare bene, in modo articolato, come facevano i nostri avi, senza pensarci

tutti i cibi che la gran Madre Terra ci offre. un attimo.

I nostri mari, le nostre terre li stanno sempre

più avvelenando giorno dopo

giorno con diserbanti, pesticidi,

concimi chimici, fitofarmaci, scorie

tossiche, rifiuti. Stanno

avvelenando la nostra terra, i nostri

terreni. Ma procediamo con ordine.

Dove vanno a finire tutti questi

veleni? Vanno a finire nelle falde

acquifere, dalle falde acquifere alle

piante, alle coltivazioni, frutta,

ortaggi, agli erbivori, ai pesci, fino

ad arrivare ai vertici della catena

alimentare, all’uomo. Quali sono le

conseguenze? Il cibo impazzito,

senza sapore, senza colore, senza

qualità organolettiche, senza odori,

profumi. Per fare degli esempi: la

cicoria che non sa di niente, i

limoni che non hanno il sapore

acidulo o che sono insapori, la

frutta, le pesche. Stanno facendo

sparire tutti i tipi di mele, di pere. I

pesci di allevamento che sanno di

pollo, i polli alla diossina, la carne

che sa di ormoni, gli organismi

geneticamente modificati. I rischi

sull’alimentazione sono all’ordine

del giorno, come si può vedere.

Non a caso non si ha mai

tracciabilità.

Cosa ne consegue? L’obesità

globale, un’obesità nel mondo,

tant’è che è stata definita

un’epidemia globale, fatto

scandaloso persino nel nostro Sud,

abituato a mangiare bene, sano, in modo

naturale. Il problema è sempre più

dilagante, è sempre più in crescita. Le

ultime statistiche affermano che c’è

un’emergenza obesità soprattutto qui in

Campania. Sono 11 milioni di obesi,

soprattutto tra i più giovani, con il 12% dei

bambini oltre il sovrappeso. Uno su due

è sovrappeso contro il 4% del resto

d’Europa.

Ma accanto all’obesità c’è l’altra faccia della

stessa medaglia: l’anoressia e la bulimia,

sia nei Paesi ricchi che nei Paesi poveri,

con motivazioni diverse. Nei Paesi

industrializzati c’è l’obesità perché c’è un

malessere spirituale, un disagio

esistenziale. Perché non hanno un

obiettivo, uno scopo, un sogno nella vita, un

progetto. Non hanno autostima,

determinazione, carattere. Perché in un

Paese come il nostro Sud, che ha nel suo

DNA da anni la cultura del mangiar sano,

prevale il cibo spazzatura (junk food, lo

chiamano), vale a dire cibi industriali,

processati, ricchi di grassi, di zuccheri, di

conservanti, di additivi, di coloranti che

fanno venire sempre più fame, che

Sudenord.it - Anno 2 n.5 - Gennaio 2025



FOOD AND SUD

Dunque il cibo – il nutrirsi bene, la nostra domenica o nelle feste consacrate), o i dolci

condimento e ci diversifica da tutti gli altri propriamente greca diaitia, stile di vita che

Dieta Mediterranea, che solo pochi la (ma quando era festa grande,

Paesi del mondo; e infine il vino, che ha a che fare con la fatica, cioè con il

94 fanno e che solo pochi la seguono

occasionalmente). Alcuni da

anch’esso è diventato un contrassegno di consumo di energia, il buon vivere, la 95

veramente. Secondo una recente classifica consumare tutti i giorni, altri una

alta qualità nell’agroalimentare. Queste qualità della vita.

di pochi giorni fa, fatta da Bloomberg, la volta a settimana, altri ancora

piante esistono da tremila anni su questo Dobbiamo reimparare non solo a

grande agenzia di comunicazione

una volta al mese.

territorio: ecco la riscoperta, perché hanno mangiare bene ma anche a vivere

americana, nonostante la crisi, la

La Dieta Mediterranea poggia

determinato uno sconvolgimento di

mediterraneo, se vogliamo mantenere e

disoccupazione dei giovani, noi siamo in su tre piante sacre: la vite,

mentalità, di gusti, di usi e di costumi. Le preservare l’integrità fisica e mentale. Con

cima alle classifiche della salute come l’ulivo, il frumento. Il

nostre produzioni sono un valore, un la Dieta Mediterranea si è visto

modello da imitare in tutto il mondo. La FAO frumento da cui vengono

patrimonio inestimabile.

scientificamente che agisce sulla longevità,

(l'Organizzazione delle Nazioni Unite per fuori pasta e pane, gli

Nonostante questi sconvolgimenti, arrivano contribuisce a migliorare il nostro stato di

l'Alimentazione e l'Agricoltura) l'ha alimenti fondamentali

degli stranieri sul nostro territorio che salute globale, ad arginare e prevenire le

definita il “regime alimentare del futuro”, che costituiscono

riscoprono e fanno lezioni anche per il

in grado di nutrire il pianeta senza

gran parte del nostro

mondo sulla Dieta Mediterranea. Uno dei

stressarlo. Quindi non più McDonald’s, fast cibo quotidiano e

tanti, il più famoso: Ancel Keys, un biologo,

food, nouvelle cuisine.

fabbisogno

fisiologo, scienziato, ricercatore

In che cosa consiste la Dieta Mediterranea? energetico; poi

statunitense, noto soprattutto per i suoi

Non prevede l’esclusione di nulla dalla l’olio

studi epidemiologici sulle malattie

nostra tavola, anzi, raccomanda di

extravergine

cardiovascolari e la longevità dei popoli del

mangiare con la più ampia varietà di d’oliva, che

bacino del Mediterraneo. È andato in giro

prodotti possibile, perché uno dei valori è il nostro

per il mondo a verificare che alcuni ceppi

dell’alimentazione è riuscire ad avere tutte

della popolazione, nel Cilento e

le sostanze che sono necessarie per

propriamente a Pioppi, sopravvivono

vivere. Ci sono sostanze che non possono

fino a diventare centenari o addirittura

essere contenute in pochi alimenti. Mentre

ultracentenari.

la cultura moderna va verso il

L’argomento cibo era stato

monoprodotto, la monocultura, la Dieta

scoperto sin dall’antichità con

Mediterranea tende a provare, ad

Ippocrate, che diceva: “Il cibo

assaggiare, a comprendere tutto

sia la tua medicina, la tua

nell’alimentazione umana, da sempre. È

medicina il tuo cibo”, a

una questione di proporzioni, perché con la

indicare l’azione del cibo

moderazione, la parsimonia, si può

come un parafarmaco.

assaggiare, godere di tutto

Ritornando ad Ancel

nell’alimentazione quotidiana senza

Keys, ha dimostrato

dover rinunciare a nulla, al gusto.

scientificamente che

È vero che la Dieta Mediterranea

mangiare bene vuol

prevede un consumo maggiore di

dire stare bene. malattie oncologiche (cancro, tumori,

prodotti della terra: più alimenti di

Dieta non come leucemie), le malattie del cuore (ictus,

origine vegetale che non

privazione, infarti), le malattie del fegato, del rene, il

animale, quindi l’uso di frutta e

sacrificio, diabete, l’ipertensione, il colesterolo alto,

verdura, di legumi, ma anche

dimagrimento, gli squilibri ormonali, la tiroide ad

pesce azzurro, formaggi,

ma quella esempio. Combatte l’obesità, il

uova, cereali come pasta,

sovrappeso, l’anoressia, la bulimia che

pane, l’uso di carni

oggi, più che mai, avanzano a dismisura:

bianche (animali da

sono un’epidemia che si sta diffondendo

cortile che normalmente

con velocità ovunque.

la civiltà contadina

L’alimentazione è una scienza, il mondo

teneva nelle proprie

avrà sempre più bisogno di falangi di

masserie).

nutrizionisti che insegnino a nutrirci bene.

Raramente

Il cibo e la cucina rivelano l’identità etnica,

arrivavano sulla

del popolo, di quella famiglia viva che si

tavola i

alimenta in modo sano. E la Dieta

condimenti, la

Mediterranea, con le nostre eccellenze –

fetta di carne

l’olio extravergine d’oliva, la pasta, i

o la

legumi, i formaggi (invidiati in tutto il

braciola

mondo) – è la sfida del locale nei

(la

confronti del globale.

(*) Biologa e Nutrizionista

Specialista in Scienza

dell'Alimentazione

Sudenord.it - Anno 2 n.5 - Gennaio 2025



STILE

Il design del Mediterraneo

tappeti della collezione I classici

Magliocco e quelli della linea

96 solidale nata dall'incontro con 97

incontra la magia di Villa Favorita

GoodWeave, organizzazione

internazionale impegnata nella

lotta contro lo sfruttamento

Magliocco Tappeti ha presentato la collezione Il Mio Mediterraneo di

minorile nei paesi di produzione.

Un impegno che la famiglia

Antonio Di Maro Architetti, in una serata tra arte, artigianato e memoria

Magliocco porta avanti con

convinzione, orientando la

produzione verso una filiera

La straordinaria cornice del Parco sul Mare architetture e antiche decorazioni, sono

rispettosa dei diritti umani e

di Villa Favorita, a Ercolano, ha accolto diventati compagni di viaggio, rivelando

dell'ambiente, come testimonia

l'inaugurazione della nuova collezione Il Mio poco a poco la loro trama simbolica sotto il

anche la particolare attenzione

Mediterraneo di Antonio Di Maro

suono avvolgente delle campane tibetane.

all’uso di pratiche ecologiche

Architetti, presentata dalla storica azienda Nella Stanza dei Mosaici, i tre tappeti

nella realizzazione dei tappeti di

Magliocco Tappeti. Una location senza principali hanno rivelato tutta la loro potenza

Il Mio Mediterraneo.

tempo, sospesa tra il Vesuvio e il mare, evocativa. Capri ha raccontato la roccia e il

La serata si è conclusa con un

capace di raccontare, con la sua stessa mare, con curve morbide che sembravano

cocktail e una degustazione a

architettura settecentesca e il suo parco disegnare i faraglioni e il loro riflesso

tema nepalese, ulteriore

romantico, l’anima profonda e complessa profondo. Sidi Bou Said ha intrecciato

all’opera compiuta, e la performance omaggio al dialogo interculturale che anima

del Mediterraneo.

l’architettura bianca e blu dei villaggi tunisini

artigianale della Fornace De Martino, che, la filosofia di questa collezione. La presenza

Il progetto Il Mio Mediterraneo è nato da con il fascino dei suq e dei viaggiatori che

modellando la ceramica dal vivo, ha fatto di delegazioni ufficiali provenienti da Iran,

una visione personale e poetica: quella di da secoli attraversano il deserto. Santorini

vibrare il legame profondo tra gesto umano Nepal e Pakistan ha dato ulteriore risalto a

un viaggio reale, compiuto in moto

ha celebrato la luce zenitale che infiamma

e materia. Come l'argilla ha trovato la sua un evento che non è stato soltanto una

dall'architetto Antonio Di Maro, tra tre di bianco e di blu le cupole e le case

forma nel fuoco, e il tessuto si è trasformato presentazione di design, ma un vero

luoghi simbolici che condividono la stessa dell’isola vulcanica. Ogni tappeto si è

in capolavoro grazie alla precisione del manifesto di bellezza, etica e cultura

anima luminosa e stratificata. Capri, Sidi rivelato una porta aperta verso una

taglio, così anche i tappeti di Il Mio

condivisa.

Bou Said e Santorini sono state le tappe leggenda, una memoria, un frammento di

Mediterraneo hanno preso vita attraverso Sullo sfondo di una delle ville più

ideali di questo itinerario, tradotte in tappeti Mediterraneo.

l'antica arte dell'annodatura.

affascinanti affacciate sul mare, Il Mio

che non sono semplici manufatti, ma vere e A rendere ancora più ricco il percorso sono

La seconda parte della serata ha condotto i Mediterraneo si è offerto come un racconto

proprie mappe sensoriali, cariche di texture, intervenuti gli abiti sartoriali di Giovanni

visitatori al piano nobile della villa, dove il tessuto a mano, dove ogni nodo è stato un

colori, leggende.

Panettieri, che hanno raccontato il

legame tra estetica e responsabilità sociale incontro, ogni trama una memoria, ogni

La scelta di presentare questa collezione a passaggio alchemico dal tessuto grezzo

è stato protagonista. Qui hanno sfilato i colore una scintilla di vita.

Villa Favorita si è rivelata perfetta. Gli ampi

spazi aperti sul Golfo di Napoli, il percorso

tra i giardini digradanti verso il mare, la

suggestione delle sale storiche come la

celebre Stanza dei Mosaici, hanno costruito

un dialogo naturale con la filosofia della

collezione. I tappeti, esposti lungo un

itinerario che si è snodato tra verde,

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025



GUSTI

La Corte degli Dei ad Agerola:

la firma stellata di Vincenzo Guarino

nell’eleganza di Palazzo Acampora

98 99

Tra la Costiera Amalfitana e i Monti Lattari, la cucina d’autore celebra la

cultura gastronomica campana con materie prime d’eccellenza e

raffinatezza senza tempo

Nel cuore verde di Agerola, affacciato sulle

meraviglie della Costiera Amalfitana e

immerso nella quiete dei Monti Lattari, La

Corte degli Dei rappresenta un autentico

tempio del gusto. Incastonato nella cornice

nobile di Palazzo Acampora, storica

dimora del Seicento appartenuta all'antica

famiglia Acampora di Corfù, il ristorante

accoglie gli ospiti in un'atmosfera senza

tempo, dove affreschi antichi, profumi di

terra campana e silenzio rarefatto creano

una cornice unica per un viaggio

gastronomico d’autore. A guidare questa

esperienza è Vincenzo Guarino, uno degli

chef italiani più acclamati a livello

internazionale, premiato con la stella

Michelin in Toscana, Lombardia e nella

sua amata Campania.

La filosofia di cucina di Guarino è una

narrazione emozionale che fonde tecnica,

memoria e radici profonde. Ogni piatto

racconta il territorio attraverso una

selezione rigorosa di materie prime locali e

interpretazioni contemporanee che esaltano

l’essenza autentica dei sapori mediterranei.

Nel menu convivono la forza della

tradizione e l’audacia della creatività, con

un omaggio costante ai prodotti simbolo

della regione: la Pasta di Gragnano IGP, il

Provolone del Monaco DOP, il Fiordilatte

di Agerola, gli agrumi della Penisola

Sorrentina, il pescato fresco della Costiera

e le verdure dell’orto privato che circonda

Palazzo Acampora.

Tra le creazioni più iconiche firmate dallo

chef spiccano il Cappuccino del Monaco,

elegante tributo al celebre formaggio

campano, la pasta ripiena "a tutto verde"

con zucchine alla Nerano, ortica, spinaci e

barilotto di bufala, la Triglia alla sorrentina

che richiama la freschezza del mare e

l’Agnello in crosta di pane, simbolo di una

Campania ancestrale e raffinata allo stesso

tempo. A completare l’opera culinaria, la

solida brigata composta dal sous chef

Antonio Della Monica, dallo chef di partita

Giuseppe Romano e dal pastry chef

Angelo Guarino, artefice di dessert

sorprendenti, pane e lievitati che profumano

di territorio e tradizione. L’esperienza in

sala, pensata per accogliere e coccolare

ogni ospite, è affidata al maître Luigi

Capriglione e al sommelier Antonio

Iovine, che propone abbinamenti enologici

curati con sensibilità e profonda

conoscenza.

Palazzo Acampora si propone inoltre

come centro di cultura e convivialità:

durante l’anno, le sue sale ospiteranno

eventi dedicati alla musica, all'artigianato,

alla gastronomia e alla valorizzazione del

territorio, sempre nel rispetto della storia e

della bellezza di un luogo in cui ogni

dettaglio racconta un'epoca passata. La

Corte degli Dei si conferma così una

destinazione imprescindibile per chi cerca

una cucina mediterranea di altissimo livello,

lontano dai circuiti turistici più affollati, in

uno degli angoli più autentici e affascinanti

della Campania.

Palazzo Acampora – Via Roma, Agerola

(NA)

+39 081 879 1642

info@palazzoacampora.it

www.palazzoacampora.it

Sudenord.it - Anno 2 n.5 - Gennaio 2025



GUSTI

Caracol Bacoli: l’eleganza stellata

sul mare tra i sapori dei Campi Flegrei

100 101

Un viaggio gastronomico sospeso tra cielo e mare, guidato dallo chef

Angelo Carannante e incorniciato dalla magia del Mediterraneo

di Walter Ferrigno

Tra le onde che lambiscono dolcemente le

coste dei Campi Flegrei e il profumo

salmastro che avvolge ogni respiro, il

Caracol a Bacoli è un tempio della cucina

mediterranea contemporanea. Situato

all’interno dell’elegante complesso di Cala

Moresca, il ristorante offre un’esperienza

sensoriale che abbraccia gusto, paesaggio

ed emozione, in un ambiente intimo e

riservato, con soli venti coperti.

Affacciato su una terrazza mozzafiato, il

all’esterno, dove il cielo si fonde con il mare

e i colori del tramonto dipingono ogni sera

un quadro nuovo.

Alla guida della cucina c’è Angelo

Carannante, chef di grande sensibilità e

visione, che interpreta il Mediterraneo

attraverso una ricerca profonda delle

materie prime e una creatività raffinata. Il

suo approccio è un omaggio alla sua terra,

un racconto di sapori autentici, emozioni e

ricordi che prendono vita nei piatti. Il mare è

il protagonista indiscusso, accompagnato

da ortaggi, agrumi e coltivazioni autoctone

attento ed elegante di Ciro Sannino,

restaurant manager e sommelier, che guida

l’ospite attraverso una selezione di etichette

italiane e locali, valorizzando il territorio

anche nella carta dei vini. Particolarmente

apprezzato è il food pairing innovativo, con

cocktail personalizzati creati su misura in

base ai gusti espressi durante la

degustazione, per un percorso davvero su

misura.

Laringe – perché sappiamo di offrire

un’esperienza che resta nel cuore». Gli fa

eco Gisonno, sottolineando come il

Caracol sia «un rifugio tra terra e mare,

pensato per chi cerca bellezza,

autenticità e accoglienza vera».

Il ristorante si trova in via Faro 44, Bacoli

(NA), all’interno del complesso Cala

Moresca. È aperto solo la sera dal martedì

al venerdì, mentre il sabato e la domenica

Caracol domina uno dei panorami più

spettacolari della Campania, con la vista

che si apre su Ischia, Procida e tutto il

golfo di Napoli. Il nome stesso, "Caracol",

che in spagnolo significa "chiocciola",

richiama la forma avvolgente del soffitto

della sala interna, ma il vero incanto è

che arricchiscono ogni portata di freschezza

e identità. «La mia cucina è un omaggio

alla mia terra – spiega lo chef – e ogni

piatto nasce per evocare emozioni,

ricordi e paesaggi attraverso gusto e

bellezza».

Ad arricchire l’esperienza c’è il servizio

Il progetto del Caracol porta la firma di

Roberto Laringe e Alfredo Gisonno,

imprenditori che hanno saputo trasformare

un angolo sospeso tra orti, colline e mare in

un luogo dove ogni dettaglio racconta

l'armonia del Mediterraneo. «Ogni stagione

è una grande emozione – racconta

accoglie anche a pranzo. Il lunedì resta

chiuso. Per chi desidera vivere

un’esperienza gastronomica che celebra il

Mediterraneo in ogni sfumatura, la

prenotazione è caldamente consigliata.

www.caracolristorante.it

Sudenord.it - Anno 2 n.5 - Gennaio 2025



GUSTI

Campanella by Quattro Passi,

l’alta cucina arriva a Capri

nel giardino del Pazziella Garden & Suites

102 103

Lo chef tre stelle Michelin Fabrizio Mellino e l’imprenditore Francesco

Naldi uniscono visione e talento per dare vita a un nuovo ristorante

esclusivo nel cuore dell’isola azzurra

Promuovi la tua attività con noi!

Raggiungi migliaia di utenti con la nostra pubblicità mirata

A Capri, dove il lusso incontra l’autenticità

mediterranea, nasce un nuovo punto di

riferimento per la gastronomia d’eccellenza:

Campanella by Quattro Passi. Un nome

evocativo, che richiama la tradizione e la

spiritualità dell’isola, ma anche un progetto

dal respiro contemporaneo, capace di

fondere alta cucina e ospitalità in una

cornice naturale senza tempo. L’apertura è

prevista per il 15 giugno 2025, all’interno

del giardino del boutique hotel cinque stelle

Pazziella Garden & Suites, e porta la firma

di due protagonisti della nuova generazione

del lusso italiano: Fabrizio Mellino, chef tre

stelle Michelin del celebre Quattro Passi di

Nerano, e Francesco Naldi, CEO di

Pazziella e raffinato imprenditore

dell’hôtellerie di charme.

Il progetto nasce dalla volontà comune di

proporre un’esperienza che vada oltre il

semplice concetto di ristorazione,

trasformandosi in un

viaggio nei sapori e nella

bellezza del Mediterraneo.

Campanella by Quattro

Passi non è infatti una

“succursale” del ristorante

di Nerano, ma una

creazione originale, che

affonda le sue radici nella

stessa filosofia: territorio,

tradizione, memoria,

ricerca e futuro. Parole

chiave che per Mellino

significano tecnica

impeccabile, rispetto

assoluto per gli ingredienti e

una costante tensione

verso l’eccellenza, mentre

per Naldi rappresentano

un’estetica dell’accoglienza,

capace di unire natura, eleganza e

benessere sensoriale.

Nel giardino segreto del Pazziella Garden

& Suites, tra limoni, ulivi e bouganville, ogni

dettaglio è pensato per offrire un’esperienza

immersiva e armoniosa. Il menu sarà un

omaggio alla Campania costiera, con piatti

ispirati al pescato del giorno, alle erbe

spontanee, ai prodotti degli orti isolani e alle

ricette della memoria rivisitate con estro.

L’arte culinaria di Mellino, già consacrata

dalla Michelin, incontra così la visione

imprenditoriale di Naldi, in un dialogo tra

due mondi che si riconoscono e si

rafforzano a vicenda.

La scelta del nome Campanella non è

casuale. Richiama il simbolo

beneaugurante caprese per eccellenza, ma

è anche una dichiarazione d’intenti: portare

fortuna, certo, ma soprattutto raccontare

una storia locale in una forma alta e

raffinata, rendendola accessibile a chi cerca

autenticità e bellezza nel piatto come nel

luogo. L’isola di Capri, con la sua vocazione

cosmopolita e il suo patrimonio identitario,

diventa lo scenario ideale per questa nuova

tappa del percorso di Quattro Passi,

ristorante tra i più premiati e amati d’Italia.

Con Campanella by Quattro Passi, Capri

aggiunge un nuovo tassello al mosaico

delle sue eccellenze. Il progetto

rappresenta anche un segnale forte per il

turismo di qualità in Campania: una visione

che mette al centro i giovani, la continuità

familiare e l’innovazione senza mai perdere

di vista l’anima profonda dei luoghi. In

un’epoca in cui l’esperienza conta più che

mai, il giardino del Pazziella Garden &

Suites si trasforma così in un palcoscenico

emozionale dove ogni cena è un piccolo

rito, ogni piatto una narrazione, ogni

dettaglio un segno di cura.

Per chi sceglie Capri come destinazione del

cuore, Campanella by Quattro Passi

promette di essere molto più di un

ristorante: sarà un luogo dell’anima, in cui il

tempo si ferma e il gusto diventa memoria.

Vuoi far crescere la tua attività e raggiungere un pubblico più ampio?

Contattaci per scoprire i nostri canali e le nostre soluzioni

pubblicitarie. Offriamo pacchetti personalizzati che si adattano alle

tue esigenze e al tuo budget.

commerciale@sudenord.it

www.sudenord.it

Sudenord.it - Anno 2 n.5 - Gennaio 2025



104

Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!