Sud e Nord n.5 Maggio 2025
"Sud e Nord" – Maggio 2025: vedere oltre attraverso arte, memoria e innovazione Il numero di maggio della rivista Sud e Nord è un viaggio intenso e appassionato nel cuore culturale, civile e spirituale del Mezzogiorno. Il tema centrale è la resistenza come visione del futuro: attraverso l’arte, la memoria storica e l’innovazione, la rivista esplora figure, luoghi e idee che invitano a “vedere oltre”. Apre il numero Annalaura di Luggo, artista e regista internazionale, con la sua installazione “Oculus-Spei”, ponte tra spiritualità, tecnologia e inclusione, esposta in spazi simbolici come il Pantheon e il Museo de’ Medici. Un’arte trasformativa, che mette al centro lo sguardo e la luce interiore. Segue un forte richiamo alla memoria storica: Il volume Le Quattro Giornate di Napoli (D’Agostino-De Majo) restituisce dignità alla rivolta partenopea del ’43, spesso relegata a folklore. Resistere nel Dopoguerra infinito di Giuseppe Pesce interpreta Napoli come metafora di una lotta permanente. Primmammore di Titti Marrone intreccia cronaca e letteratura per raccontare l’infanzia violata e il bisogno di giustizia. Un ritratto appassionato di Vincenzo Siniscalchi, avvocato e intellettuale capace di unire diritto, cultura e impegno civile. Ampio spazio è dedicato al ricordo di Papa Francesco, il pontefice del Sud, e al tributo a Roberto De Simone, maestro che ha trasformato la tradizione partenopea in arte colta. Non mancano temi urgenti e attuali: Dispersione scolastica a Napoli, un dramma educativo da affrontare collettivamente. Innovazione: dalle missioni spaziali verso Marte, alle nuove sfide green nel trasporto e nell’energia. Cultura e spettacolo: dal Maggio dei Monumenti a Pompei, da Peppe Barra a Serena Rossi, dalle fiabe alla musica, Napoli si conferma epicentro di bellezza e resistenza.
"Sud e Nord" – Maggio 2025: vedere oltre attraverso arte, memoria e innovazione
Il numero di maggio della rivista Sud e Nord è un viaggio intenso e appassionato nel cuore culturale, civile e spirituale del Mezzogiorno. Il tema centrale è la resistenza come visione del futuro: attraverso l’arte, la memoria storica e l’innovazione, la rivista esplora figure, luoghi e idee che invitano a “vedere oltre”.
Apre il numero Annalaura di Luggo, artista e regista internazionale, con la sua installazione “Oculus-Spei”, ponte tra spiritualità, tecnologia e inclusione, esposta in spazi simbolici come il Pantheon e il Museo de’ Medici. Un’arte trasformativa, che mette al centro lo sguardo e la luce interiore.
Segue un forte richiamo alla memoria storica:
Il volume Le Quattro Giornate di Napoli (D’Agostino-De Majo) restituisce dignità alla rivolta partenopea del ’43, spesso relegata a folklore.
Resistere nel Dopoguerra infinito di Giuseppe Pesce interpreta Napoli come metafora di una lotta permanente.
Primmammore di Titti Marrone intreccia cronaca e letteratura per raccontare l’infanzia violata e il bisogno di giustizia.
Un ritratto appassionato di Vincenzo Siniscalchi, avvocato e intellettuale capace di unire diritto, cultura e impegno civile.
Ampio spazio è dedicato al ricordo di Papa Francesco, il pontefice del Sud, e al tributo a Roberto De Simone, maestro che ha trasformato la tradizione partenopea in arte colta.
Non mancano temi urgenti e attuali:
Dispersione scolastica a Napoli, un dramma educativo da affrontare collettivamente.
Innovazione: dalle missioni spaziali verso Marte, alle nuove sfide green nel trasporto e nell’energia.
Cultura e spettacolo: dal Maggio dei Monumenti a Pompei, da Peppe Barra a Serena Rossi, dalle fiabe alla musica, Napoli si conferma epicentro di bellezza e resistenza.
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Sudenord.it - Anno 2 n. 5 Maggio 2025
Annalaura
di Luggo:
“oltre lo sguardo”
1
Il mezzogiorno ed i suoi protagonisti
Primo piano
Memoria e identità:
Marrone e Ciruzzi
Papa Francesco
Il Pontefice che parlava al Sud
Roberto De Simone
La tradizione come arte colta
Innovazione
Con il DAC verso Marte
Maggio dei monumenti
Napoli accende il suo cuore ardente
Tracce
La Napoli metafisica di Mimmo Jodice
La Fondazione Morra ricorda Eugenio Fels
Cultura e spettacoli
Peppe Barra, la Niña, Serena Rossi
EDITORIALE
SOMMARIO
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 Maggio 2025
SOTTO I RIFLETTORI Nel cuore della musica Il lascito spirituale e artistico di
2 3
Resistere, per vedere oltre
Care lettrici e cari lettori,
resistere, oggi, significa soprattutto mantenere viva la
capacità di guardare oltre l’immediato. Di non cedere al
buio, ma cercare la luce. Di non smettere di interrogarsi,
di emozionarsi, di ricordare. In questo numero, i nostri
riflettori sono puntati su chi, con sensibilità e visione, ci
invita proprio a fare questo: vedere oltre.
Lo fa Annalaura di Luggo, artista dallo sguardo profondo,
capace di trasformare ogni opera in un ponte tra mondi
interiori e urgenze sociali. Così come vedeva ‘oltre’ Vincenzo Siniscalchi, uomo
di giustizia e di passione civile, raccontato con affetto e intensità da Domenico
Ciruzzi.
Ma per guardare avanti, dobbiamo anche sapere da dove veniamo. Titti Marrone,
con il suo struggente ‘Primmammore’, ci ricorda quanto sia urgente proteggere e
coltivare la memoria, perché in essa si annida la chiave della consapevolezza.
E parlando di memoria, non possiamo non rendere un affettuoso omaggio a due
figure che hanno segnato la nostra cultura e spiritualità: Roberto De Simone,
genio del teatro e della tradizione popolare, e Papa Francesco, di cui
raccontiamo il legame profondo con Napoli e la Campania.
È proprio la cultura a rendere viva la memoria. Lo testimonia il Maggio dei
Monumenti, con un programma dedicato al tema del fuoco – simbolo di rinascita,
energia e trasformazione. E ancora Musa-i 2500 anni di Neapolis e Pompeii
Theatrum Mundi, che con la sua bellezza senza tempo ci ricorda che dal passato
può germogliare il futuro.
Riflettori sulla Campania, dunque, terra fertile di storie, emozioni e visioni.
Perché è dalla memoria e dalla cultura che possiamo trarre i semi – e gli
anticorpi – per affrontare le sfide del presente e costruire ciò che verrà.
Il nostro impegno è raccontarvelo, sempre. Con passione, con rispetto, con
fiducia.
Francesco Bellofatto
Direttore Responsabile: Francesco Bellofatto
Grafica e web: Giovanni Barchetta
Articoli e rubriche di Elisangela Annunziato, Giovanna d’Elia, Felicia Di Paola,
Alessandra Fanuli, Walter Ferrigno, Emanuele Lattanzio, Myriam Lattanzio,
Fabrizio Matarazzo, Antonio Orselli, Manuela Ragucci, Antonio Quaranta,
Giuliana Sepe, Alberto Vito
Reg. Tribunale Na 4997/24 del 25/3/2024
www.sudenord.it - info@sudenord.it
INES CASA EDITRICE
www.ineseditrice.com - inessrlcsaeditrice@gmail.com
EDITORIALE
Resistere, per vedere oltre
Oltre lo sguardo (4)
PRIMO PIANO
La memoria che ci rende liberi (8)
Resistere nel Dopoguerra infinito Il caso Napoli di Giuseppe Pesce
(10)
Primmammore: il romanzo verità che racconta l’infanzia violata e
la Napoli che resiste (14)
Il Maestro che guardava oltre: Vincenzo Siniscalchi raccontato
dall’allievo Domenico Ciruzzi (16)
La dispersione scolastica: un'emergenza educativa con
responsabilità collettive (18)
PAPA FRANCESCO
Il Pontefice che parlava al cuore del Sud (20)
GRAZIE MAESTRO
Roberto De Simone, autorevole custode e profondo innovatore
della cultura partenopea (22)
Un lungo viaggio nella fiaba popolare (24)
ECONOMIA
Grimaldi rivoluziona il trasporto marittimo con navi ro-pax green
per Mediterraneo e Baltico (28)
L’Aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi: motore di rinascita per il
Mezzogiorno (30)
Grazzanise decolla: via libera all’aeroporto civile che cambierà il
volto della Campania settentrionale (32)
INNOVAZIONE
Innovaway sbarca negli USA: primo hub a Philadelphia per
l’azienda ICT di Napoli (34)
Nasce My Energy Q8: la nuova Esco per guidare aziende verso la
sostenibilità (36)
Small Mission to MarS: Italia unita alla conquista del Pianeta
Rosso (38)
Con un robot si accende la scintilla dell’ingegneria (40)
AMBIENTE
Ponte Italia: Roma e Napoli insieme per l'economia circolare (42)
Crisi idrica e agricoltura al Sud: alleanza tra Autorità di Bacino e
Consorzi di Bonifica (44)
Nasce la DSI Academy: eccellenza formativa per la gestione
sostenibile dell’acqua in Campania (46)
NAPOLI 2500
NAPOLI MUSA: la città ispiratrice dell’Occidente tra cultura,
diplomazia e innovazione (48)
MAGGIO DEI MONUMENTI
Napoli accende il suo cuore ardente (50)
Capodimonte di Fuoco: la magia ardente del Museo (52)
Federico II: un viaggio emozionale tra fuoco, storia, arte e scienza
(53)
FAMIGLIA REALE BRITANNICA
Re Carlo III e Camilla: il legame con Ischia e la Fondazione Walton
(56)
PASSATO/PRESENTE
Napoli è il suo paesaggio poetico: dopo il Parco di Virgilio e
Leopardi, riaprirà la Crypta Neapolitana (58)
TRACCE
Jodice e la visione metafisica di Napoli: percorsi visivi tra
fotografia e identità urbana (62)
Eugenio Fels (66)
Ria Rosa, la sciantosa che sfidò il patriarcato (68)
CULTURA E SPETTACOLI
Pompei, estate di mito e musica: grandi spettacoli tra Teatro
Grande e Anfiteatro (70)
Napoli sospesa tra prosa e poesia: il Novecento visto da
Lambertini e interpretato da Peppe Barra e Lalla Esposito
(74)
Una SereNata napoletana che parla al cuore (76)
Il corto pro legalità del liceo A. Nobel di Torre del Greco (78)
Le geografie del suono de La Niña disegnano mappe tra
sacro e profano dove il centro è donna (80)
La vertigine della chitarra di Ghigo Renzulli guarda avanti,
senza perdere le sue radici (82)
CHIESA
Casa della Pace Don Tonino Bello e La Locanda di Emmaus:
due opere segno della Caritas diocesana (84)
SOTTO LA LINEA DI BILANCIO
Le Società Partecipate dai Comuni italiani nel 2025 (86)
IL FATTORE UMANO
Siate imprenditori di sogni, non amministratori di paure (88)
PSICOLOGIA
Adolescenza: istruzioni per l’uso (90)
FOOD AND SUD
Dieta Mediterranea: mangiare e vivere secondo natura (92)
STILE
Il design del Mediterraneo incontra la magia di Villa Favorita
(96)
GUSTI
La Corte degli Dei ad Agerola: la firma stellata di Vincenzo
Guarino nell’eleganza di Palazzo Acampora (98)
Caracol Bacoli: l’eleganza stellata sul mare tra i sapori dei
Campi Flegrei (100)
Campanella by Quattro Passi, l’alta cucina arriva a Capri nel
giardino del Pazziella Garden & Suites (102)
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
SOTTO I RIFLETTORI
Oltre lo sguardo
4 5
chiama il visitatore a confrontarsi con la
propria immagine trasfigurata dalla luce
della possibilità, registrata in tempo reale: è
Annalaura di Luggo, l’artista che trasforma la luce in speranza e lo
la porta della rinascita interiore,
sguardo in connessione tra le persone
dell’amnistia simbolica, della speranza
«Lo sguardo, per me, è da sempre la porta
dell’anima. È attraverso gli occhi che si crea
la connessione più profonda tra le persone.
La luce, invece, è ciò che trasfigura, che
rende visibile ciò che spesso resta
nascosto. Nelle mie opere, luce e sguardo
diventano strumenti di relazione, spiritualità
e trasformazione». Con queste parole
Annalaura di Luggo racconta l’essenza del
suo percorso artistico: un cammino fatto di
ricerca, inclusione e spiritualità, che unisce
la forza della tecnologia all’urgenza della
testimonianza umana. Artista e regista
napoletana dalla vocazione internazionale,
ha saputo portare la sua visione nei più
importanti contesti istituzionali e culturali del
mondo, coniugando arte contemporanea,
diritti umani, sostenibilità e introspezione in
opere che non si limitano ad essere
osservate, ma si abitano, si attraversano, si
vivono.
La sua ultima creazione, Oculus-Spei, a
cura di Ivan D’Alberto, è l’approdo maturo di
una traiettoria fatta di esperienze profonde
e plurali. L’installazione, presentata per la
prima volta nel suggestivo spazio del
Pantheon di Roma con il patrocinio del
Ministero della Cultura, del Giubileo
2025, del Ministero della Giustizia e degli
Affari Esteri, si sviluppa attorno a cinque
porte sante simboliche. Il pubblico è
chiamato ad agire concretamente: bussare
per entrare in un mondo interiore che si
rivela attraverso gli occhi di persone con
diverse abilità, provenienti da ogni parte
del mondo. Le prime quattro porte si
aprono sulla luce interiore, metafora della
dignità che abita ogni individuo. La quinta
porta, ambientata nel carcere di Rebibbia,
come atto di fede. «La quinta porta è un
luogo di verità e di riflessione. Restituisce al
visitatore un’immagine trasfigurata dalla
luce della possibilità, quella della
liberazione interiore», spiega l’artista.
Attualmente Oculus-Spei è in esposizione
nella rotonda brunelleschiana del Museo
de’ Medici di Firenze, in un suggestivo
dialogo architettonico con il Pantheon. Il
prossimo 6 giugno sarà inaugurato alla
Cappella della Sacra Sindone, nei Musei
Reali di Torino, su invito del direttore Mario
Turetta, e successivamente le sue cinque
porte saranno disseminate tra Napoli,
Roma, Venezia e Sulmona, tappa
quest’ultima legata al prestigioso Premio
Sulmona.
L’opera è affiancata da un documentario
omonimo, Oculus-Spei, diretto dalla stessa
artista e dedicato alla memoria di Papa
Francesco. Un’opera audiovisiva che
intreccia le aperture reali e simboliche delle
porte sante con testimonianze sul tema
della speranza, tra cui quelle di figure
istituzionali come Mons. Rino Fisichella e
Massimo Osanna, ma soprattutto con volti
e storie che restituiscono l’universalità della
luce interiore, che non esclude nessuno.
Poliedrica e profondamente immersa nella
contemporaneità, Annalaura di Luggo è
anche l’autrice di Collòculi, un’opera
interattiva a forma di occhio gigante
realizzata in alluminio riciclato,
espressione della sua attenzione verso la
sostenibilità ambientale. All’interno della
pupilla prende vita un’esperienza immersiva
che narra, tramite immagini, suoni e
interazione in tempo reale, storie vere di
giovani che hanno vissuto esperienze di
bullismo, razzismo, dipendenza, disabilità.
L’opera, accompagnata dai testi critici di
Gabriele Perretta, Demetrio Paparoni e
Antonello Tolve, è stata presentata in
luoghi di altissimo profilo come il Museo
Archeologico Nazionale di Napoli e il Museo
Nazionale Romano, ed è attualmente in
mostra al Parco Archeologico di Pompei,
nelle Terme del Foro. Da Collòculi è nato il
documentario We Are Art, selezionato in
numerosi festival internazionali, tra cui
Visioni dal Mondo e gli Hollywood Music
and Media Awards, fino a entrare in
Consideration agli Oscar 2023 nelle
categorie Best Documentary Feature e Best
Original Song.
Un ulteriore sviluppo della sua poetica è
rappresentato dalla serie Intro-Spectio, in
cui la visione dell’artista si articola in una
stratificazione percettiva: occhi che
emergono da immagini di figure iconiche del
passato, riattivate da micro-narrazioni e
interventi digitali. La serie, esposta in sedi
prestigiose come il Museo delle Terme di
Diocleziano a Roma, Palazzo Steri a
Palermo e il PAN – Palazzo delle Arti di
Napoli, indaga il potere dello sguardo come
memoria, introspezione e ponte tra epoche
diverse.
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
SOTTO I RIFLETTORI
Nel tempo, le opere di Annalaura di Luggo fedele a una visione
profondamente cattolica: trovo nel Signore
6
hanno varcato i confini nazionali con autenticamente spirituale
la luce e la forza per affrontare situazioni
autorevolezza: è stata protagonista alla 58ª e trasformativa. «Cerco
difficili, che da sola non riuscirei a
7
Biennale di Venezia, ha esposto al sempre di far convivere
sostenere. È Lui che mi guida nel
Consolato Italiano di New York, e alle la visione artistica con
trasformare l’arte in uno strumento di
Nazioni Unite, dove ha presentato Blind l’esigenza di portare le
relazione, speranza e riscatto».
Vision, installazione dedicata al tema della opere in contesti dove
Il valore del suo lavoro risiede non solo
disabilità e dell’identità a cura di Raisa possano avere impatto
nella qualità estetica o tecnologica delle
Clavijo, oggi in esposizione permanente al reale, anche al di là dei
opere, ma nella capacità di rendere l’arte
Museo Colosimo di Napoli. Sempre nella circuiti canonici»,
esperienza di trasformazione, in cui il
sua città, al Museo Carcerario di Nisida, è afferma.
visitatore non resta spettatore ma diventa
visibile l’opera Never Give Up, un omaggio Profondamente ispirata
parte di un processo di riconoscimento, di
ai minori detenuti e al potere salvifico della dalla sua fede cattolica,
empatia, di rinascita. Il rispetto per la
fiducia, dell’empatia e della creatività. Annalaura di Luggo
persona, la valorizzazione delle fragilità, la
Rappresentata dalla galleria Jus Museum, considera l’arte come un
centralità dello sguardo, la responsabilità
curata da Marcello Palminteri, Annalaura cammino collettivo, «un
ecologica: tutto converge in un linguaggio
partecipa regolarmente a fiere internazionali pellegrinaggio di
artistico profondo, polimaterico, capace di
di altissimo profilo, come The Fair di Torino, speranza verso un
parlare alle coscienze. In un tempo che
ArtVerona, Arte in Nuvola di Roma, Art orizzonte comune», dove
fatica a trovare senso e coesione, la voce di
Basel Scope di Miami e New York, e ha già ogni persona è
Annalaura di Luggo ci invita a bussare,
annunciato la sua partecipazione alla Kiaf di importante, ogni storia
guardare, ascoltare, accogliere. E a credere
Seoul. Il suo lavoro è sempre in equilibrio ha dignità, e ogni ferita
che l’arte, quando è vera, può essere luce.
tra l’esigenza di raggiungere un impatto può diventare luce. «La
collettivo e sociale e la volontà di restare mia ispirazione è
DIR
Sudenord.it - Anno 2 n. 3 - Marzo 2025
PRIMO PIANO
La memoria che ci rende liberi
confinava la lotta antifascista al solo Centro- stragi dimenticate, mentre Gaetano
8
Nord.
Barbarulo ricostruisce l'antifascismo
Giuseppe Aragno va oltre, inserendo la giovanile, sottraendo alla retorica
9
rivolta partenopea nella più ampia
Le quattro giornate di Napoli, un volume per riscoprire il coraggio civile
Resistenza europea al nazifascismo, e
sottolinea che essa segnò «l’alba della
e l'identità partenopea
Resistenza» anche per l'Italia. Gli fa eco
Paolo De Marco, che attraverso le fonti
margini della memoria nazionale, oscurata
tedesche dimostra come le violenze, le
dalla necessità di “pacificazione” postbellica
rappresaglie e la devastazione di Napoli
e dalla difficoltà di riconoscere al Sud un
furono il frutto di ordini pianificati dalla
protagonismo autentico nella Resistenza.
Wehrmacht, sfatando l’idea di una brutalità
Il volume denuncia senza reticenze questa
casuale.
rimozione storica, che ridusse le Quattro
La resistenza ebraica, raccontata da
Giornate a un racconto folkloristico di
Gianluca D'Agostino, aggiunge una
“scugnizzi” eroici, privandolo della sua
dimensione spesso trascurata: gli ebrei
complessità sociale e politica. Francesco
napoletani, già colpiti dalle leggi razziali del
Soverina documenta come Napoli, insieme
1938, non furono solo vittime ma anche
ad altre città meridionali come Matera e
attivi combattenti nell'insurrezione. E
Castellammare di Stabia, sia stata teatro di
ancora, lo studio di Antonio Borrelli,
una "Prima Resistenza" intensa e diffusa,
Andrea D'Angelo e Luigi Verolino riporta
contrariamente alla narrazione che
alla luce la tragedia di Ponticelli, teatro di
La memoria è un patrimonio da custodire
con cura, soprattutto quando si parla di
pagine straordinarie come la rivolta nel
1943 dei napoletani contro i nazisti. Il
volume Le quattro giornate di Napoli, curato
da Guido D’Agostino e Silvio de Majo,
non è soltanto un rigoroso lavoro di
ricostruzione storica: è un atto d’amore
verso la città e verso quei valori di libertà e
dignità che ancora oggi ci interrogano.
Questa pubblicazione rappresenta il terzo
tassello di un ambizioso progetto editoriale
promosso dalla Città Metropolitana di
Napoli, che ha già dedicato due precedenti
volumi alle grandi stagioni
rivoluzionarie del 1799 e del 1848.
Come ricorda Domenico Pennone,
già direttore della rivista La Provincia di
Napoli, con questo volume si realizza
«il sogno dell’avvocato Gerardo
Marotta di raccogliere in una unitaria
forma editoriale le tre fondamentali
stagioni rivoluzionarie che hanno
plasmato l’anima e il destino di
Napoli».
Il valore di questo lavoro emerge
subito nell’impostazione corale dei
contributi: accanto alla curatela di
D’Agostino e de Majo, spiccano i saggi
di storici come Francesco Soverina,
Giuseppe Aragno, Paolo De Marco,
Giulia Buffardi e altri. Un impegno
condiviso che, come sottolinea il
sindaco Gaetano Manfredi, restituisce
alla città «una lezione di dignità e di
orgoglio che ci ricorda l’importanza di
difendere sempre i valori della libertà e
della democrazia».
Le Quattro Giornate, dal 28 settembre
al 1° ottobre 1943, furono l’epopea di
un popolo che, ridotto allo stremo,
riuscì a ribellarsi e sconfiggere
l’esercito nazista. Come scrive Arturo
Martorelli, «nella storia dell’Italia
contemporanea un evento come quello
delle Quattro Giornate può veramente
dirsi eccezionale». Eppure, per
decenni, questa impresa fu relegata ai
l'immagine ingenua degli scugnizzi.
Un posto speciale è riservato al film Le
quattro giornate di Napoli di Nanni Loy,
esaminato da Paolo Speranza come
«l'ultimo grande film del Neorealismo
italiano». Un'opera capace di fissare
nell’immaginario collettivo l’epopea
partenopea, sebbene abbia in parte
contribuito a consolidare la visione riduttiva
di una rivolta istintiva e sprovvista di
consapevolezza politica.
Non meno importante è la sezione dedicata
alle biografie dei protagonisti, uomini e
donne di ogni estrazione sociale che, come
Maddalena Cerasuolo, Antonio Cafasso,
Guglielmo Chianese (Sergio Bruni) e
Federico Zvab, fecero delle Quattro
Giornate il culmine di un lungo percorso di
opposizione al fascismo. Brevi, intense,
queste biografie dimostrano
come la storia grande sia
sempre composta da storie
individuali, da scelte di
coraggio e sacrificio
quotidiano.
Le quattro giornate di Napoli è
dunque un libro necessario, un
invito a guardare con occhi
nuovi una città troppo spesso
raccontata attraverso
stereotipi. Come scrive Arturo
Martorelli, «il messaggio che
ci giunge dalle Quattro
Giornate è ancora oggi quello
di saper costruire la libertà con
le proprie mani», radicando il
futuro nella memoria di chi ha
saputo dire "no"
all'oppressione.
È un libro che ci ricorda, con la
forza dei fatti e delle voci
raccolte, che la memoria non è
una semplice
commemorazione, ma un atto
di giustizia e di responsabilità
civile. In tempi in cui l’odio e il
revisionismo storico tornano a
serpeggiare, Napoli e il suo
popolo tornano a insegnarci
che la libertà si conquista, si
difende e, soprattutto, si
ricorda.
DIR
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
PRIMO PIANO
Resistere nel Dopoguerra infinito
Il caso Napoli di Giuseppe Pesce
Napoli come metafora di una storia senza fine, tra memoria, mito e
nuove narrazioni
racconti e alle opere teatrali di Eduardo De della nuova democrazia. Questo
10
Filippo, ai romanzi di Carlo Bernari, documento, poco conosciuto, conferisce
Domenico Rea, Elena Ferrante,
ulteriore profondità al racconto di Pesce, 11
Domenico Starnone.
inserendo il pensiero di Croce come uno dei
Un'attenzione particolare è dedicata alla fondamenti morali del dopoguerra
costruzione della mitologia delle Quattro napoletano.
Giornate di Napoli, raccontate dal film Le Attraverso le immagini raccolte da Life —
Quattro Giornate di Napoli di Nanni Loy, che documentano episodi come l'attentato
ma anche da cronache coeve, come al Palazzo delle Poste, la vita nelle grotte
Giuseppe Pesce, nel suo libro Resistere storia si confonde con la mitologia civile, la
l'articolo di Gennaro Capozzi "Quattro tufacee, l'epidemia di tifo — Pesce
nel Dopoguerra infinito. Il caso Napoli letteratura si intreccia alla cronaca e la
giorni di epopea" pubblicato su Mercurio nel ricostruisce anche il potente apparato
(Colonnese Editore, 2025), affronta con memoria è continuamente riscritta, spesso
1944, integralmente riprodotto nelle
simbolico che ha accompagnato la
straordinaria lucidità il tema della
in modo ideologico.
appendici del volume.
rappresentazione della "Napoli liberata",
"resistenza" non come evento circoscritto "Forse non basta più la consumata,
Il volume è arricchito inoltre dall'Album oscillante tra eroismo e degrado.
alla Seconda Guerra Mondiale, ma come generica retorica della 'memoria'" scrive
Napoli 1943-46, una preziosa raccolta di La sezione finale del libro offre un'ampia
condizione permanente e inafferrabile che l'autore nell'introduzione, aggiungendo:
fotografie storiche che documentano le panoramica delle fonti utilizzate: dalle
definisce l'esperienza storica e civile di "Abbiamo bisogno di nuove narrazioni e
macerie, la miseria, ma anche la resilienza cronache cinematografiche di 'O sole mio di
Napoli — e forse del mondo intero — nel visioni – anche 'sentimentali', che intreccino
della città nel primo dopoguerra.
Giacomo Gentilomo e Paisà di Roberto
tempo contemporaneo.
fact e fiction – capaci di ridare intensità a un
Tra i materiali più significativi presenti nelle Rossellini, fino ai romanzi come Napoli
Attraverso una scrittura intensa e ricca di racconto storico ancorato a stanche griglie
appendici, spicca la straordinaria
milionaria! di Eduardo De Filippo,
riferimenti culturali, Pesce racconta una ideologiche, sempre più inadeguate a
intervista a Benedetto Croce pubblicata Spaccanapoli di Domenico Rea,
città che, mentre produceva miti
cogliere la complessità del reale".
dalla rivista Life nel novembre 1943. Il Speranzella di Carlo Bernari e Via Gemito
resistenziali (come le Quattro Giornate del La narrazione si dipana in un percorso che
grande filosofo, figura simbolica
di Domenico Starnone.
1943), restava intrappolata in un ciclo senza tocca cinema, letteratura, teatro, cronache
dell'antifascismo liberale, accolse nella sua Pesce mostra grande attenzione alla
fine di miseria, contraddizioni, illusioni di giornalistiche e memorialistica, passando
villa di Capri i giornalisti americani, offrendo stratificazione delle fonti, evidenziando
rinascita e nuove catastrofi. Napoli viene dai romanzi di La pelle di Curzio
una visione lucida e amara della condizione come la rappresentazione di Napoli e del
descritta come un laboratorio esemplare di Malaparte, The Gallery di John Horne
italiana e lanciando un appello alla
suo "dopoguerra infinito" sia frutto di
un "dopoguerra infinito", un luogo dove la Burns, Naples '44 di Norman Lewis, fino ai
responsabilità morale per la costruzione sovrapposizioni narrative, contraddizioni e
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
PRIMO PIANO
ECONOMIA
omissioni, spesso alimentate da necessità
politiche e culturali differenti nel corso dei
12 decenni.
13
Il volume si chiude sottolineando l'urgenza
di nuove narrazioni capaci di liberarsi dagli
stereotipi e dalle letture consolatorie,
proponendo un approccio che faccia della
vita, e non della sola retorica della memoria,
la vera maestra della storia.
DIR
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
PRIMO PIANO
Primmammore: il romanzo-
pubbliche resta diseguale, e la
fragilità è ancora altissima in
14 molte aree». È da qui che 15
parte il suo impegno civile: la
verità che racconta l’infanzia
scrittrice partecipa a incontri
nelle scuole per parlare di
memoria, abusi, educazione
violata e la Napoli che resiste
sentimentale. «Quando vado
nelle classi a raccontare la
Shoah, o a parlare di pedofilia,
trovo giovani attenti, profondi,
Un’opera civile e letteraria che affonda nel dolore collettivo per parlare
curiosi. C’è tanto da fare, ma
anche tanto desiderio di
di giustizia, memoria e speranza attraverso lo sguardo lucido e
ascolto».
partecipe di una giornalista-scrittrice
Il valore della memoria è
centrale. Marrone invita a non
relegare il ricordo alle sole
Con Primmammore (Feltrinelli), Titti dagli anni '70 a oggi: dai Quartieri
‘date comandate’: «dobbiamo
Marrone torna alla narrativa con un libro Spagnoli a Bagnoli, passando per il
educare alla memoria ogni
necessario, che affonda le radici in un Vomero intellettuale e la memoria dell’arte
giorno, anche gli adulti.
tragico fatto di cronaca – la morte di una visionaria di Lucio Amelio, ogni quartiere
Ricordare le Quattro Giornate
bambina caduta nel vuoto – e si apre a una diventa scenario emotivo e politico. La
di Napoli non è nostalgia: è un
riflessione più ampia sulla giustizia negata, narrazione fonde la cronaca nera con
modo per disegnare il futuro,
sull'infanzia fragile, sulla città di Napoli e l’introspezione e con il bisogno di dare
per costruire coscienza». In un
sulla possibilità che la scrittura possa senso a ciò che senso non ha. Non è solo
tempo in cui tutto sembra
ancora salvare, o almeno guarire. Il titolo, una storia vera: è un’indagine sull’invisibile,
accadere in accelerazione,
evocativo e non traducibile pienamente in una testimonianza letteraria che ha il
Primmammore diventa così
italiano, rimanda al ‘primo amore’, ma coraggio di porsi domande scomode e
anche un invito a rallentare, a
anche a un amore profondo, viscerale, necessarie.
comprendere, a custodire.
istintivo per la città e per tutto ciò che essa «Questo non è solo il libro su un fatto
Il futuro, per Marrone, passa
rappresenta: dolore, bellezza,
terribile – spiega Titti Marrone – ma è un
attraverso i giovani. Serve
contraddizione, resistenza.
romanzo multistrato: parla della storia della
creare occasioni, costruire
Attraverso la voce di una giornalista, alter sinistra, delle lotte per i diritti, dell’infanzia
percorsi che evitino la fuga e
ego dell’autrice, il romanzo indaga la Napoli violata, della memoria, della trasformazione
permettano loro di restare
di Napoli». La sua scrittura è tesa,
senza spezzare le radici. In
precisa, mai morbosa, ed è proprio
questo senso, progetti come
questo rigore che rende il libro
quelli della Paranza di padre
potente e universale. Marrone
Antonio Loffredo sono
rifiuta ogni forma di
esempi positivi: rinascite
sensazionalismo e sceglie la via
possibili grazie all'entusiasmo
più complessa: quella dell’etica del
e all’impegno collettivo. «È lì
racconto. Perché, come sottolinea
che dobbiamo puntare:
lei stessa, «raccontare è un gesto
sull’inventiva, sull’energia,
politico. Solo attraverso la
sulla bellezza. E sulla scuola,
narrazione possiamo davvero
che è presidio culturale e
comprendere il presente e, forse,
civile».
in parte guarirlo».
Primmammore è dunque molto
Il romanzo è anche uno specchio
più di un romanzo: è un atto
per interrogarsi su come è
d’amore e di resistenza. Un
cambiata Napoli dagli anni '80 a
Napoli resta ‘mille culure’, ma manca un libro che, grazie alla forza della scrittura -
oggi. «In quegli anni – dice
progetto strutturale che valorizzi davvero la un gesto di responsabilità, commuove e
Marrone – c’era un paradosso:
cultura».
scuote, che racconta Napoli con autenticità,
mentre piovevano fondi del postterremoto
spesso dirottati altrove,
Uno dei nuclei più forti di Primmammore è senza filtri né stereotipi, che obbliga a
la riflessione sulla condizione dell’infanzia. guardare negli occhi l’infanzia violata, che
esplodeva una forza creativa
Marrone parla senza retorica del «finto denuncia i silenzi della società. Una storia
enorme: Pino Daniele, Troisi,
puerocentrismo» della società
vera trasformata in letteratura, che ci invita
Martone, Servillo, Lucio Amelio.
contemporanea: «si finge di avere
a riflettere e a non dimenticare. Perché la
Oggi il fermento culturale c’è
attenzione per i bambini, ma in realtà si verità è rivoluzionaria e, a volte, passa solo
ancora, ma non è sostenuto da
agisce poco per la loro formazione. A attraverso il racconto.
politiche pubbliche adeguate.
Napoli, l’accesso agli asili e alle scuole
DIR
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PRIMO PIANO
Il Maestro che guardava oltre:
Vincenzo Siniscalchi raccontato
dall’allievo Domenico Ciruzzi
formazione del giudizio, a criticare
il linguaggio burocratico che
16 separa il processo dalla realtà, a 17
difendere l’etica del diritto e
l’autonomia del difensore.
Promosse norme deontologiche
fondamentali per il rispetto delle
garanzie processuali, propose
leggi che superavano la distinzione
Un ritratto appassionato e vibrante nel volume Vincenzo Siniscalchi – Da
– anche temporale – tra gratuito
patrocinio e difesa d’ufficio. Vedeva
Maradona a Fellini, storia di un penalista e intellettuale che ha fatto scuola
il processo come luogo pubblico,
dove ogni cittadino ha diritto a
Ci sono vite che sembrano attraversare il passare da una difesa in tribunale a una
essere ascoltato con equità, senza
tempo con una lucidità rara, in grado di conversazione con Federico Fellini, Tinto
pregiudizi e senza il peso distorto
legare giustizia e poesia, cronaca e
Brass o Eugenio Scalfari, con la stessa
dell’opinione pubblica.
umanesimo, militanza e sogno. È questo il empatia con cui si confrontava con i
Pagò, spesso, l’originalità delle sue
filo rosso che percorre il volume Vincenzo disoccupati organizzati di Napoli o con i
posizioni con l’isolamento dentro la
Siniscalchi – Da Maradona a Fellini, storia militanti dei movimenti antagonisti. Difese
categoria, che lo guardava con
di un penalista e intellettuale che ha fatto Diego Armando Maradona, ma anche chi
sospetto per la sua apertura
scuola, scritto da Domenico Ciruzzi e non aveva né nome né voce. Era mosso da
culturale e per il suo impegno
politico. Uomo di sinistra nel senso
pubblicato da Armando De Nigris Editore, una tensione morale profonda, e da una
con la commozione e l’ironia di chi ha capacità di leggere la realtà sempre ‘oltre’
più profondo e non ideologico, non
l’apparenza, convinto che
amava i salotti, ma le piazze, gli
saper guardare oltre fosse
studenti, i giovani da ascoltare. La
la premessa di ogni vero
sua formazione cattolica, profonda
sapere.
e non esibita, gli forniva radici
Ciruzzi, suo allievo, lo
etiche salde, e lo rendeva capace
racconta con affetto,
di un rispetto autentico per l’altro,
gratitudine e rispetto.
per chiunque portasse con sé una
Rievoca gli anni della
storia da raccontare.
formazione, la sua entrata
È stato anche un appassionato di
alla Nunziatella grazie a
cinema, critico raffinato e fondatore
una promessa paterna –
del Cineclub di via Orazio negli
una motocicletta in cambio
anni Sessanta, frequentatore delle
della rinuncia all’impegno
cantine teatrali e delle
nel Movimento
sperimentazioni più vive della
Studentesco – e la
Napoli artistica. Aveva una memoria
solo al passato, mancava la capacità di
scoperta precoce della
prodigiosa, figlia dell’ascolto, della curiosità,
leggere il presente. Io invece volevo
vocazione per la difesa dei
della voglia di capire. Conosceva i codici
innovare, e intanto fondavo il Teatro dei
deboli. All’università, però,
della legge, ma anche quelli della scena,
Resti con Silvio Orlando e Riccardo
quell’entusiasmo si
del palcoscenico, della cultura. E sapeva
Zinna”. Siniscalchi fu il primo a dargli fiato,
affievolì: la facoltà di
che ogni parola poteva cambiare un
a dimostrargli che si poteva essere giuristi e
Giurisprudenza gli appariva
destino.
intellettuali, avvocati e creativi, che si
arida, burocratica, priva di
Oggi Vincenzo Siniscalchi manca, ma la
poteva e doveva portare dentro la
connessione con la cultura
sua lezione resta. E il libro di Domenico
professione la cultura umanistica, la
umanistica che per lui era
Ciruzzi la consegna con generosità a chi
memoria e l’attenzione per gli altri.
invece essenziale. Solo
vorrà accoglierla: agli avvocati di domani,
Condividevano un'idea ampia della
condiviso non solo studi e cause, ma anche l’incontro con Siniscalchi riaccese la
certo, ma anche a chi crede che il sapere
giustizia, fondata sull'insegnamento di Piero
ideali, passioni e un’idea profonda della vita passione e indicò una via diversa: una
debba sempre misurarsi con il vivere. Un
Calamandrei: i giudici devono conoscere le
e della professione.
visione del diritto come scienza sociale,
racconto colto, appassionato e necessario,
leggi, certo, ma anche la società in cui le
Vincenzo Siniscalchi non è stato soltanto profondamente legata alla società e alla
che ci ricorda che esiste una giustizia più
applicano.
un grande avvocato, ma un intellettuale
profonda di quella dei codici: quella del
contemporaneità.
È in questo orizzonte che Siniscalchi si
completo, libero, poliedrico. Uomo di legge “Quando entrai in tribunale nel 1977 -
cuore, dello sguardo, della parola che non
dimostra precursore: uno dei primi a
e di cinema, di teatro e di politica, capace di racconta Ciruzzi - l’avvocatura guardava
giudica ma comprende.
comprendere il ruolo dei media nella
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PRIMO PIANO
La dispersione scolastica:
un'emergenza educativa con
responsabilità collettive
dirigenti scolastici, di cui 178 arrivate alle soprattutto dopo il via al Decreto Caivano.
18
autorità giudiziarie. Le zone dove è più alta Esso ha portato a un aumento di
la dispersione scolastica sono quelle segnalazioni da parte dei dirigenti, a 19
dell’area Nord, con Scampia che registra,
secondo dati forniti dal direttore dell’Ufficio
scolastico regionale, nelle scuole
secondarie di primo grado il 4,33% di
studenti non ammessi per mancata
frequenza, percentuale che sale all’8,67%
I dati ISTAT e le segnalazioni confermano la criticità della situazione
nelle regioni del Sud, con Napoli in prima linea tra emergenze educative
e fragilità sociali
di Alessandra Fanuli *
foto di Francesco Bellofatto
La dispersione scolastica è caratterizzata
dall’abbandono degli studenti prima di
completare il percorso scolastico previsto.
Questo fenomeno non è solo un problema
individuale, ma riflette una serie di
dinamiche sociali, economiche e culturali
che meritano un’analisi approfondita.
È un fenomeno che continua a
preoccupare, basti analizzare i dati ISTAT
per comprendere la gravità della situazione.
L’Italia si colloca al quinto posto tra i
Paesi europei per abbandono scolastico.
Le regioni del Sud e le Isole sono le più
colpite, infatti superano il 15% dei casi.
Dai dati ISTAT aggiornati all’anno scolastico
2023/2024 risulta che il percentile del 15%
viene superato in quattro regioni del Sud e
una del Nord Italia. Troviamo la Sardegna
con il 17,3%, Sicilia 17,1%, Campania
16%, Puglia 17,6% e infine Provincia
autonoma di Bolzano il 16,2%.
In Campania, ma soprattutto in una città
come Napoli, le sfide socio-economiche si
intrecciano con le difficoltà del sistema
educativo.
Nell’anno scolastico 2023/2024 a Napoli
sono state 1.330 le segnalazioni dei
nella scuola secondaria di secondo grado.
Seguono grossi centri dell’Area
Metropolitana come Afragola con 287
segnalazioni, poi Giugliano con 121, Torre
Annunziata, dove tutte e 80 le segnalazioni
dei dirigenti scolastici non hanno avuto esito
positivo e sono arrivate al vaglio delle
autorità giudiziarie. Questo accade perché,
nonostante le ripetute segnalazioni e
ammonimenti verso gli studenti da parte
della scuola, i ragazzi non rientrano.
Nella scuola primaria, la dispersione
scolastica ha subito un lieve decremento: gli
alunni non ammessi alla secondaria per
mancata frequenza sono risultati 208
nell’anno 2023/2024 a fronte dei 281
dell’anno 2022/2023; non è un dato
esorbitante, ma fondamentale per Napoli,
differenza di qualche anno fa, anche se il
sistema va maggiormente accompagnato in
ambito educativo e pedagogico, dov’è
ancora un po' povero.
L’ambiente scolastico, non solo a Napoli,
può costituire uno dei fattori di rischio. Le
scuole, spesso
sottodimensionate
e con risorse
limitate, possono
risultare poco
stimolanti. Inoltre,
il contesto sociale
gioca un ruolo
significativo. Le
pressioni culturali
e sociali possono
portare i giovani a
considerare
l’istruzione come
un’opzione poco
allettante,
soprattutto in un
ambiente dove il
lavoro informale
o l’illegalità
sembrano
rappresentare vie
più rapide verso
un miraggio di
successo. A livello
personale, i
giovani che
abbandonano la
scuola si trovano
ad affrontare un futuro incerto, con maggiori
probabilità di disoccupazione e povertà. A
livello sociale, la dispersione contribuisce
all’aumento della criminalità e della
violenza, creando un clima di insicurezza
che colpisce tutti.
È fondamentale che scuole, famiglie,
istituzioni e comunità collaborino per
creare un ambiente educativo che valorizzi
ogni studente. Solo attraverso un impegno
collettivo possiamo sperare di ridurre la
dispersione scolastica e garantire un futuro
migliore per le nuove generazioni e per la
città di Napoli.
(*) Consulente Pedagogica
Cultore della Materia in Prevenzione del
Cyberbullismo
Università Suor Orsola Benincasa
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
PAPA FRANCESCO
Il Pontefice che parlava
al cuore del Sud
Francesco e la Campania: un legame profondo, tra gesti d’amore, periferie
e carceri
corruzione spuzzano. La povertà spuzza”. A Pompei Papa Francesco si recò in
20
Usò un verbo poco comune – “spuzzare” – pellegrinaggio nel marzo 2015 al
ma immediatamente comprensibile, per dire Santuario della Madonna del Rosario: fu 21
senza veli quanto sia grave l’odore
un momento di raccoglimento e preghiera,
dell’ingiustizia, della violenza
un gesto che suggellava il
e dell’emarginazione. Un
suo legame con la
discorso che lasciò il segno.
spiritualità popolare e
Don Alessandro Gargiulo,
mariana.
parroco della chiesa Maria
Una nuova visita alla Città
SS. del Buon Rimedio, ha
Mariana era stata
“Ci hai parlato con il cuore, Francesco. Con conosciuto a Buenos Aires nel 2006.
raccontato: “Da quel giorno è
programmata per
il cuore e con la vita. Con quella voce che Atterrato in elicottero presso la Scuola
iniziata una rinascita sociale.
quest’anno, ma pochi mesi
sapeva di Vangelo e di strada, di cielo e di Sottufficiali dell’Aeronautica, Francesco salì
Il Papa ha fatto da detonatore
dopo l’annuncio, si sarebbe
polvere, di speranza ostinata e misericordia su un’utilitaria blu, attraversando le strade
per una nuova stagione di
spento. Ma non si è spenta
senza misura”. Così, con parole cariche di casertane con disarmante semplicità. Si
impegno e speranza”. Nella
la luce del suo passaggio.
emozione e verità, il Cardinale Mimmo recò a casa del pastore, accolto come un
stessa giornata, Francesco
Lo testimoniano le parole
Battaglia, Arcivescovo di Napoli, ha fratello, per una colazione in famiglia, un
visitò il Duomo, dove
degli uomini e delle donne
salutato Papa Francesco nel giorno della incontro di preghiera e un abbraccio
partecipò al rito dello
che lo hanno conosciuto,
sua scomparsa, avvenuta il 21 aprile 2025. fraterno. “Un uomo straordinario, di
scioglimento del sangue di
ascoltato, amato. Come il
Una data che segna la fine di un pontificato grandissima e autentica umiltà - ha
San Gennaro, e poi la Casa
Cardinale Battaglia, che ha
che ha toccato profondamente l’anima della ricordato Traettino, con la voce rotta dalla
Circondariale Giuseppe
ricordato quella sera del 27
Salvia di Poggioreale, dove
Campania, regione con cui Francesco ha commozione -.“Mi chiamò dal Gemelli,
marzo 2020, con Papa
intrecciato un rapporto umano e spirituale pochi giorni prima della morte. Mi disse:
pranzò con 120 detenuti, tra
Francesco solo sotto la
straordinario. La sua voce, lieve ma sono alla fine dei miei giorni. Fu una
cui giovani del carcere
pioggia, nella piazza vuota
radicale, ha saputo farsi prossimità,
telefonata di commiato, un momento di
minorile di Nisida e persone
di San Pietro: “In quel passo
denuncia, carezza, profezia.
verità tra due amici di fede”. Un gesto che
transgender. “Ha segnato la vita di tanti lento verso la Croce c’era il dolore del
Napoli, Caserta, Scampia, Poggioreale, fece discutere per il suo carattere inedito,
detenuti”, ha ricordato il cappellano don mondo intero. Ma anche la prova della
Pompei: sono solo alcune delle tappe di un ma che rivelava pienamente il cuore aperto
Franco Esposito. “Li ha guardati negli fraternità universale”. Come il Vescovo di
cammino condiviso con il popolo campano. del Papa: un cuore capace di costruire ponti
occhi, li ha ascoltati, li ha chiamati per Pozzuoli e Ischia Carlo Villano, che ha
Un cammino cominciato il 26 luglio 2014, tra le Chiese, anche sfidando
nome. Nessuno si è sentito escluso da parlato di un Papa “capace di riportare
quando Francesco celebrò una solenne l’incomprensione.
quella tavola”. Fu un gesto dirompente, l’evangelizzazione al centro, nel segno
Messa davanti alla Reggia di Caserta, in Il rapporto con Napoli fu altrettanto
rivoluzionario, che incarnava il suo sogno di del dialogo, della pace, della prossimità
occasione della festa di Sant’Anna. La profondo. Il 21 marzo 2015, Papa
una Chiesa che non esclude ma
e della missione”. Come il Presidente della
visita, nata da un dialogo personale con il Francesco fece il suo ingresso in città
accompagna, che non giudica ma Campania Vincenzo De Luca, che ha
Vescovo di Caserta, fu definita un “dono” partendo da Scampia, uno dei quartieri più
abbraccia.
detto: “Si è spenta la voce che più di ogni
per l’intera comunità. Ma due giorni dopo difficili e simbolici del Sud Italia. In Piazza
Il rapporto con la Terra di Lavoro si rafforzò altra ha difeso gli emarginati, i malati, gli
accadde qualcosa che segnò il pontificato Giovanni Paolo II, davanti a migliaia di
anche sul versante sociale. Nel settembre ultimi”. Come il Sindaco di Napoli Gaetano
nel segno dell’apertura ecumenica: il Papa persone, pronunciò parole che ancora oggi
2022, una delegazione di imprenditori Manfredi, che ha sottolineato: “Ci
fece visita privata al pastore evangelico riecheggiano nelle scuole, nelle parrocchie,
casertani fu accolta in Vaticano, in
mancherà la sua voce universale. Ma da
Giovanni Traettino, suo amico personale nei centri sociali: “La camorra e la
occasione del 75° anniversario
amministratori, terremo viva ogni giorno la
dell’Associazione Industriali di Caserta. Un sua lezione”.
incontro promosso da Gianluigi Traettino, Francesco amava dire che “Dio vive qui”,
a cui parteciparono figure come Giovanni riferendosi a Napoli. Ora che è nella Casa
Bo, Angela Casale, Marco Zigon e del Padre, è Napoli – e con lei tutta la
Gaetano Barbarano. “Il Papa ci ha Campania – a dirgli “grazie”. Con la
esortati a salvaguardare l’occupazione, tenerezza di un popolo che lo ha sentito
ad essere creativi, solidali, responsabili - vicino come un padre. E con la certezza
ha raccontato Bo, vicepresidente di
che la sua voce – mite, ferma,
Confindustria Caserta -. Mi colpì la sua coraggiosa – continuerà a risuonare nei
visione profonda, la sua capacità di leggere vicoli, nei santuari, nelle periferie e nei
i cambiamenti economici e sociali. Le sue cuori.
parole devono essere da stimolo per tutta la
nostra classe dirigente”. Il messaggio di
(foto © European Union, 1998 – 2025 e
Francesco era chiaro: il lavoro è dignità, e tratta da Nuova Stagione del 10 dicembre
non può essere separato dalla giustizia e 2024 - per gentile concessione dell’Ufficio
dal bene comune.
stampa della Chiesa di Napoli)
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
GRAZIE MAESTRO
Roberto De Simone,
autorevole custode
e profondo innovatore
della cultura partenopea
22 23
Il genio musicale che ha trasformato la tradizione in arte colta e ha
portato la voce del Sud sui palcoscenici del mondo
di Francesco Bellofatto
Napoli ha perso uno dei suoi figli più illustri:
Roberto De Simone, maestro indiscusso
della musica, del teatro e della cultura
popolare.
Classe 1933, nato in via Pignasecca, De
Simone ha attraversato il Novecento e il
nuovo millennio restando sempre un
riferimento centrale per chiunque volesse
comprendere l’anima profonda della
napoletanità. Diplomato al Conservatorio
di San Pietro a Majella, dove in seguito
sarà anche direttore, è stato un raffinato
compositore, ma anche uno straordinario
ricercatore, regista teatrale, scrittore e
antropologo. Ha legato il suo nome alla
Nuova Compagnia di Canto Popolare, da
lui fondata nel 1967 insieme a Giovanni
Mauriello, Eugenio Bennato e Carlo
D’Angiò. Con loro ha portato sul palco il
linguaggio delle feste popolari, delle
tammurriate e delle voci contadine,
rivestendole con l’eleganza della scrittura
musicale colta.
Il suo capolavoro indiscusso resta La Gatta
Cenerentola, “favola in musica” del 1976
ispirata alle fiabe di Giambattista Basile.
L’opera, presentata al Festival dei Due
Mondi di Spoleto, è stata rappresentata
oltre 175 volte in due anni, riscuotendo un
successo internazionale e diventando
simbolo di una nuova rinascita culturale del
Sud.
Tra gli incarichi più prestigiosi ricoperti da
De Simone, va ricordato il ruolo di direttore
artistico del Teatro di San Carlo tra il
1981 e il 1987, dove firmò alcune delle
regie più memorabili, riscoprendo il
repertorio barocco napoletano e
valorizzando autori come Pergolesi,
Scarlatti, Fioravanti. Nel 1995 venne
nominato direttore del Conservatorio San
Pietro a Majella, lasciando un’impronta
profonda nella formazione musicale
partenopea. È stato anche Accademico di
Santa Cecilia e ha ricevuto il titolo di
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al
Merito della Repubblica Italiana nel 2019.
La sua produzione è vastissima: dal
Requiem in memoria di Pier Paolo
Pasolini (1985) alla Cantata per
Masaniello, da L’Opera Buffa del Giovedì
Santo (1980) a Eleonora (1999), opera
realizzata in occasione del bicentenario
della Rivoluzione napoletana del 1799.
Ha curato colonne sonore per il cinema e la
televisione, collaborando con Eduardo De
Filippo, Lina Wertmüller, Carlo Lizzani,
tra gli altri. E con la sua inconfondibile cifra
estetica ha lasciato un segno anche
nell’editoria con titoli fondamentali per la
comprensione del folclore partenopeo: da Il
presepe popolare napoletano a La
canzone napolitana, da Fiabe campane a
La tarantella napoletana.
Roberto De Simone è stato un uomo
libero, mai legato al potere, capace di
denunciare le storture della politica e
l’assenza di una visione culturale autentica
per Napoli. Una figura rara, capace di far
dialogare la sapienza popolare e la cultura
alta, portando la voce del Sud sui
palcoscenici del mondo. Con la sua
scomparsa, Napoli perde non solo un
musicista, ma un maestro di pensiero, un
artista totale e un custode del sacro e del
profano, capace di interpretare la città con
profondità, amore e coraggio.
www.nuovacompagniadicantopopolare.it
www.teatrosancarlo.it
www.conservatoriodinapoli.it
(foto di Francesco Bellofatto)
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
GRAZIE MAESTRO
Un lungo viaggio nella
fiaba popolare
dalla morte del grande Poeta. Mi chiese la
collaborazione che io con altri ricercatori
24 accettai con viva gratitudine. Ben presto ci 25
mettemmo all’opera su quel racconto
straordinario, iniziando un paziente e
interessantissimo lavoro di ricerca su
antiche fonti letterarie e su un vasto
materiale d’archivio. Da questa prima
collaborazione, venne una pregevolissima
Roberto De Simone: il ricordo del suo collaboratore nelle prime ricerche
pubblicazione (Il segno di Virgilio, Pozzuoli
1982) che riscosse molto favore ed è tuttora
sul campo negli anni ‘70.
molto apprezzata. Il risultato più che
positivo di questa nostra prima impresa,
di Antonio Orselli *
personale di fondamentale importanza.
indusse De Simone ad avviare un
Si parlava di tutto, ma, naturalmente, di
imponente lavoro di ricerca sulla favola
La mia collaborazione con Roberto De teatro, musica, di ricerca antropologica,
di tradizione popolare della Campania. E
Simone è iniziata alla fine degli anni ’70. In della storia di Napoli. E si spaziava con la
fui coinvolto anche io.
verità, ci si conosceva e ci si frequentava massima libertà tra Dioniso, i Beatles,
Già da quasi un decennio, il Maestro aveva
già da alcuni anni. Ci avevano fatto
Shakespeare, Viviani, Mozart, Mario
eseguito registrazioni in vari luoghi della
incontrare comuni amici, giovani ricercatori Merola, Jung Giambattista Basile e i Jethro
regione raccogliendo una buona
e studenti universitari, come me, mossi da Tull. Era un piacere ascoltare quel
documentazione. La storia di Lucrezia ne
un appassionato interesse per il mondo piccoletto, che in pubblico si mostrava
era appunto un prezioso risultato. Come gli
popolare napoletano e campano e per le riservatissimo, schivo e per nulla preso
altri collaboratori, anch’io avevo alle spalle
sue forme espressive. E il Maestro,
dalla fama e dal successo, illuminarsi
una simile esperienza, fatta nel corso delle
ovviamente, per quel che di meraviglioso con noi nell’affrontare quegli argomenti
feste popolari, dove mi ero soprattutto
fino allora aveva fatto: la Nuova Compagnia con grande padronanza, con una
“La storia di Lucrezia romana”, da lui interessato del racconto agiografico e di
di canto popolare, la Gatta Cenerentola, raffinata cultura poliedrica, e con la
raccolta qualche anno prima nelle
quello fondativo dei santuari e delle stesse
Mistero Napolitano, la Cantata dei pastori, modestia e il rispetto del gran signore
campagne del casertano, e che aveva festività. Nel corso di queste prime
diverse pregevoli regie liriche, preziose che sa ascoltare i suoi interessatissimi
appena pubblicato sul “Mattino”. Si trattava ricerche avevo intessuto rapporti di
ricerche sul mondo popolare, era un interlocutori. Furono queste le premesse
di un documento eccezionale sulla
fraterna amicizia con danzatori, musici,
riferimento obbligatorio per chiunque si di un rapporto di stima e di amicizia assai
“Leggenda Virgiliana”, un’ultima miracolosa cantori che si sarebbero rivelati preziosi
avvicinasse alla nostra Tradizione. In tal promettente.
traccia di un mito pervenuta a duemila anni informatori per l’operazione che stavamo
modo, quegli incontri si trasformarono per Fu così che una sera dell’estate del 1981, il
me in occasioni di un arricchimento
Maestro mi fece leggere una fiaba popolare
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
GRAZIE MAESTRO
intraprendendo. Proprio in base a questi proprie oasi culturali non toccate dalle
racconto. salvato dall’oblio, le antiche storie delle
26
contatti, come zona su cui lavorare, mentre trasformazioni subite dalla società
Scegliemmo principesse, degli orchi, delle fate, dei
gli altri ricercatori si indirizzavano, nel meridionale.
quindi il meglio, principi, delle matrigne, degli animali 27
casertano, nell’Irpinia, nel salernitano, nei Un’eccezione, dunque, che confermava
lavorando fatati, dei draghi, delle sirene, dei maghi,
paesi flegrei e in quelli della costa
appieno la regola. E ci fece rendere conto
affinché quel delle piante magiche, e delle più
napoletana, scelsi l’area vesuviana. Mi che, una volta scomparsi i nostri narratori,
materiale fosse fantastiche avventure. Avevamo anche
trasformai in una specie di commesso la Tradizione del racconto si sarebbe
accessibile “nella raccolto gran parte delle storie del
viaggiatore della Tradizione andando definitivamente perduta. Non c’era molto
forma scritta” leggendario Cunto de li cunte,
ovunque e
tempo da
alla più ampia testimoniando la sua presenza nella
dovunque con un
perdere,
platea di lettori tradizione viva oltre trecent’anni dalla sua
piccolo “Sony” a
dunque. In
possibile. pubblicazione. Un segno che anche il suo
musicassette (le
questo, la
Venne così la grande autore, compagno della nostra
mitiche C 60).
nostra fu una
pubblicazione ricerca che chiamavamo affettuosamente ‘O
E non mi limitavo
vera e propria
dei Racconti e zi’ Giobatta, aveva raccolto i suoi cunti dalla
alla zona
operazione di
storie dei dodici Tradizione napoletana dei suoi tempi,
prescelta –
salvataggio. E
giorni di Natale, proprio come avevamo fatto noi.
ricordo di mie
anche un
(Napoli 1987). Il problema si pose anche Riferimenti bibliografici
registrazioni
paziente
con l’antica letteratura napoletana sul R. De Simone,Il Segno di Virgilio, Puteoli,
effettuate in
lavoro di
fiabesco, soprattutto riguardo la lingua Pozzuoli 1982.
Irpinia, o nella
riattivazione
(antico napoletano, termini ed espressioni Id.,Racconti e storie dei dodici giorni di
stessa area
della memoria.
desuete e da tempo dimenticate) nelle quali Natale, Il Mattino, Napoli 1987.
urbana di Napoli.
Gli informatori
esse erano scritte e che rendeva difficile se Id.,Fiabe campane. I novantanove racconti
Più di una volta vi
risposero in
non impossibile la loro fruibilità. In tal modo, delle dieci notti, Einaudi, Torino 1994.
andai in
maniera
mentre la ricerca proseguiva, si pubblicò la G. Basile, Il cunto de li cunti nella riscrittura
compagnia del
encomiabile,
traduzione in napoletano moderno del di Roberto De Simone, Einaudi, Torino
Maestro. Mentre
con grande
fondamentale Cunto de li Cunte del grande 2002.
le registrazioni si
disponibilità e
e amatissimo Gian Battista Basile (Napoli (pubblicato su www.fatamorganaweb.it il 21
accumulavano,
rispettando
1989). Poi, nel ’91 terminarono le
aprile 2025, per gentile concessione)
prendemmo atto
rigorosamente i
registrazioni. Si cominciò il lavoro di
(*) Sociologo, ricercatore
che la nostra
tempi per
sistemazione finale
ricerca era giunta
prepararsi a
di quanto sino ad
appena in tempo
dovere per le
allora era stato
prima della fine
registrazioni. In
raccolto. L’ambizioso
della Tradizione.
tal modo, molti
progetto di ricerca,
Di questa
di loro, ebbero a
cominciato quasi un
consapevolezza
recuperare una
ventennio prima,
rilevammo i
straordinaria
approdò nel ’94, alla
motivi. I narratori
capacità
pubblicazione di due
contattati erano
mnemonica e
corposi volumi editi da
persone per lo
narrativa,
Einaudi: Fiabe
più anziane, che,
mostrandosi
Campane. I
da decenni, non avevano più avuto abilissimi, come virtuosi della parola e del
novantanove racconti
modo di raccontare. Dunque, quello che suo sapiente uso. Erano, ritornati insomma,
delle dieci notti. Era la
si apprestavano a narrarci era per loro quel che erano stati anni addietro, i veri e i
summa del nostro
ormai un ricordo. La causa? Era perché soli depositari della Tradizione. Cosa che
lungo viaggio nella
si era perso il tempo del raccontare. confermò quel che noi ben sapevamo, e
fiaba popolare.
Sapevamo benissimo che nella Tradizione cioè che “solo pochi e soltanto pochi”
Potevamo essere
non si raccontava sempre, ma solo e sanno veramente “cuntare”. Ciò ci
soddisfatti e orgogliosi
solamente quando era il momento giusto permise di avere il meglio della fiaba
del lavoro fatto.
strettamente legato ai passaggi di stagione campana rimasta ai nostri giorni e a noi
Sotto la direzione del
e alle diverse fasi e pause del lavoro della pervenuta in circa 500 cassette
Maestro, avevamo
terra, alle feste, ai giorni tra il Natale e registrate. Un materiale vastissimo ma,
recuperato una
l’Epifania, nell’attesa del Carnevale, alle ovviamente, non omogeneo, proprio rispetto
straordinaria messe di
veglie dei morti, dei parti e dei matrimoni alle registrazioni. Le qualità dei narratori
documenti, che,
ecc. Solo in rarissimi casi e luoghi si differivano su molti punti, così come quella
altrimenti, si sarebbe
continuava a ancora a raccontare. Vere e delle diverse versioni di uno stesso
perduta. Avevamo
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
ECONOMIA
Grimaldi rivoluziona il trasporto
marittimo con navi ro-pax green
per Mediterraneo e Baltico
28 29
Investimento da 1,3 miliardi per nove unità di nuova generazione
alimentate a metanolo e pronte per l’energia da terra: comfort, efficienza
e sostenibilità al centro del progetto
di Antonio Quaranta
Con un investimento da 1,3 miliardi di
dollari, il Gruppo Grimaldi firma uno degli
ordini navali più significativi e innovativi
degli ultimi anni, commissionando a China
Merchants Jinling Shipyard (Weihai) la
costruzione di nove nuove navi ro-pax di
ultima generazione. Un progetto che va
oltre il semplice rinnovo della flotta: è un
manifesto di visione strategica, sostenibilità
ambientale e attenzione alle esigenze dei
passeggeri.
Sei di queste navi saranno operative
nel Mar Mediterraneo
– quattro sotto il
brand
Grimaldi
Lines, con
bandiera
italiana, e
due per
Minoan Lines, con
bandiera greca – mentre tre
saranno destinate al Mar Baltico per
conto della consociata Finnlines, battenti
bandiera finlandese. Una scelta che rafforza
il posizionamento del gruppo nei due mari
più strategici per il trasporto intra-europeo.
Le nuove navi, denominate “Next
Generation Med” e “Hansa Superstar”,
saranno alimentabili a metanolo e
predisposte per l’utilizzo di energia
elettrica da terra, e raggiungeranno livelli
di efficienza energetica mai visti nel settore
ro-pax. Il design idrodinamico avanzato,
l’uso di vernici siliconiche per ridurre la
resistenza in acqua e l’ottimizzazione delle
eliche consentiranno una riduzione delle
emissioni di CO₂ superiore al 50% per
tonnellata trasportata rispetto alle unità
attuali.
«Con l’ordine di queste nove straordinarie
unità ro-pax proseguiamo e rinsaldiamo la
nostra lunga e fruttuosa collaborazione con
China Merchants Group, un partner
d’eccellenza nella costruzione di navi
all’avanguardia», ha dichiarato Emanuele
Grimaldi, Amministratore Delegato del
Gruppo. «Le nuove classi Next Generation
Med e Hansa Superstar sono il frutto di un
attento studio delle esigenze della nostra
clientela e in generale di quelle del trasporto
marittimo, che oggi più che mai necessita di
qualità, convenienza ed
ecosostenibilità. Le
elevatissime
prestazioni in termini
di abbattimento
delle emissioni
di CO₂ e
l’utilizzo del
metanolo
come
carburante
alternativo
ci
avvicinano
ulteriormente
all’obiettivo
globale delle zero emissioni nette».
Anche Miao Jianmin, Presidente di China
Merchants Group, ha sottolineato il valore
strategico della collaborazione: «Sia China
Merchants Industry Group che il Gruppo
Grimaldi aderiscono da sempre al principio
di innovazione come motore, qualità al
primo posto. Insieme definiamo un nuovo
punto di riferimento per i traghetti ro-pax, e
continueremo a collaborare per sviluppare
carburanti a zero emissioni e soluzioni di
navigazione smart».
Dal punto di vista commerciale e turistico, le
navi offriranno standard elevatissimi: le
unità mediterranee, lunghe 229 metri,
avranno una capacità di 3.300 metri lineari
per merci rotabili, oltre 300 auto e 2.500
passeggeri, con oltre 300 cabine e 700
poltrone reclinabili. A bordo ci saranno
bar, ristoranti, lounge panoramiche, rooftop
con piscine e terrazze, aree shopping e sale
conferenze.
Le navi baltiche, invece, raggiungeranno i
240 metri di lunghezza, con 5.100 metri
lineari di carico, 90 auto e 1.100
passeggeri. Il concept delle navi Finnlines,
evoluzione della serie Superstar, include
anche spa, saune finlandesi, aree gioco per
bambini e un bar panoramico a prua del
ponte 12: un’esperienza premium per rotte
più lunghe, pensata per il comfort assoluto.
Le consegne avverranno tra il 2028 e il
2030, rafforzando la leadership di Grimaldi
come attore chiave nel trasporto sostenibile
di merci e passeggeri a corto raggio in
Europa. Il Gruppo Grimaldi, con sede a
Napoli, gestisce oltre 140 navi, impiega
circa 20.000 persone e opera in 13 Paesi.
È una delle realtà più avanzate e complete
nel panorama marittimo mondiale,
integrando porti, terminal, logistica terrestre
e flotte ro-ro all’interno di una rete
multimodale ad altissimo valore aggiunto.
www.grimaldi.napoli.it
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ECONOMIA
L’Aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi:
motore di rinascita per il Mezzogiorno
arrivi stranieri, soprattutto da Nord America Banca Campania Centro, è tempo di
e Australia. È un’opportunità per
superare la “politica delle teorie” per
30 l’agroindustria, visto che il 67%
abbracciare quella del fare. Federico Del 31
dell’export della provincia – pari a 3,8 Grosso ha evidenziato il valore di una
miliardi di euro – è legato alla filiera visione sistemica, mentre Augusto
agroalimentare, in particolare nei mercati di Dell’Erba, presidente di Federcasse, ha
Un’infrastruttura che connette, valorizza e trasforma: ecco perché lo
Stati Uniti e Canada. Ed è uno stimolo per ribadito l’importanza dei dati per la
scalo salernitano è già una leva strategica di sviluppo
il settore manifatturiero, per le PMI e per le programmazione. Antonio Sada, a capo di
nuove iniziative imprenditoriali, come Confindustria Salerno, ha definito
di Fabrizio Matarazzo
Salerno. Secondo Andrea Annunziata,
sottolineato da Amedeo Manzo, presidente
presidente dell’Autorità Portuale del Mar
della Banca di Credito Cooperativo di
Tirreno Centrale, l’interconnessione tra
Napoli.
Lo studio offre
anche una
fotografia socioeconomica
aggiornata del
territorio:
1.057.819
residenti nella
provincia, con un
calo del 2,7%
rispetto al 2019,
e un tasso di
occupazione al
51,4%, in crescita
però del 10,3%
l’aeroporto “un volano di sviluppo”, e
negli ultimi
Felice Catapano di ENAV ha garantito che
cinque anni. La
lo scalo è dotato dei più avanzati standard
disoccupazione
operativi europei.
è scesa del
L’Aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi è
23,5%, segnale
oggi molto più di una pista d’atterraggio: è
che qualcosa si
un’infrastruttura di senso, capace di
sta muovendo. Il
generare nuove traiettorie economiche,
tessuto
culturali e sociali per tutta la regione. Un
porto e aeroporto è una delle chiavi di volta
imprenditoriale
simbolo concreto di come un territorio
del rilancio infrastrutturale del Mezzogiorno.
locale, con circa 100.000 imprese attive,
possa rinascere a partire da un
Il ruolo strategico dell’aeroporto si estende
ha mostrato una crescita dello 0,9%
investimento strategico, condiviso e ben
ben oltre la logistica. È un acceleratore per
rispetto al 2007, a fronte di un trend
programmato. In una parola, è un motore
il turismo, che nel 2023 ha registrato oltre
negativo su scala nazionale.
di futuro.
5 milioni di presenze, con un’impennata di
Secondo Camillo Catarozzo, presidente di
Scarica il report completo di Nomisma
L’Aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi non
è più un progetto da immaginare, ma una
realtà concreta che ha già iniziato a
cambiare il volto dell’economia locale. A
confermarlo è uno studio promosso dalla
Fondazione Cassa Rurale Battipaglia e
da Banca Campania Centro, in
collaborazione tecnica con Nomisma e con
il sostegno della Camera di Commercio di
Salerno, presentato ufficialmente presso la
Stazione Marittima della città. Un evento
molto partecipato, moderato dal giornalista
Marco Frittella, ha visto la presenza di
rappresentanti istituzionali, economici e
accademici tra cui Camillo Catarozzo,
Federico Del Grosso, Augusto Dell’Erba,
Amedeo Manzo, Antonio Sada, Raffaele
De Sio, Andrea Annunziata e Felice
Catapano.
I numeri parlano chiaro: nei soli primi sei
mesi di attività, l’aeroporto ha già accolto
180.000 passeggeri, di cui oltre il 52%
provenienti dall’estero. Il suo potenziale di
attrazione internazionale è evidente, e il
piano industriale traccia una traiettoria
ambiziosa ma credibile: 3,5 milioni di
passeggeri entro il 2030 e 5,5 milioni
entro il 2043. A operare saranno vettori di
primo piano come Ryanair, EasyJet,
British Airways, Volotea, Vueling e
WizzAir, rafforzando una rete aerea che
connette la provincia salernitana con le
principali città europee e non solo.
Come ha sottolineato Francesco
Capobianco, Head of Public Policy di
Nomisma, il nuovo scalo è destinato a
ridisegnare gli equilibri economici
dell’intera provincia di Salerno, servendo
un bacino di oltre 5,3 milioni di persone
raggiungibili in 90 minuti. Non si tratta
solo di trasporto aereo: l’aeroporto è il
perno di un sistema di mobilità integrata
che include connessioni stradali, ferroviarie
e portuali, in sinergia con il vicino porto di
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
ECONOMIA
Grazzanise decolla: via libera all’aeroporto civile
che cambierà il volto della Campania settentrionale
32 33
Dopo anni di attesa, l’ex base militare diventa scalo duale: turismo,
cargo e territorio guardano a una nuova stagione di sviluppo
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Dopo un lungo percorso istituzionale, fatto
di promesse, interruzioni e ripartenze,
l’aeroporto di Grazzanise è finalmente
pronto ad aprirsi al traffico civile. Una notizia
accolta con entusiasmo dai territori e dagli
operatori economici, che da tempo
auspicavano il decollo di una delle
infrastrutture più strategiche del Sud.
L’autorizzazione all’uso duale concessa
nell’aprile 2025 dal Ministero della Difesa
rappresenta un passaggio storico per uno
scalo che, pur essendo dotato da decenni di
una pista di circa 3000 metri, era rimasto ai
margini del trasporto aereo italiano.
Già nel 2004 la Regione Campania aveva
avviato un primo iter per l’apertura al traffico
civile. L’accordo del 2009 con ENAC, il
Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti e GESAC ne affidava la gestione
e lo sviluppo, ma nel 2013 la struttura
venne incredibilmente esclusa dal Piano
nazionale per lo sviluppo aeroportuale,
lasciando a Napoli-Capodichino e
Salerno-Pontecagnano il ruolo esclusivo di
scali civili regionali. Oggi quella decisione è
stata superata da una visione più integrata
e coerente con le esigenze di un territorio
che cambia.
Tra i più convinti sostenitori dell’apertura,
Giovanni Bo, presidente della Sezione
Turismo di Confindustria Caserta,
sottolinea con decisione il valore strategico
dello scalo per l’intera dorsale centromeridionale:
“Grazzanise può diventare
l’aeroporto del Basso Lazio, del Molise, del
Sannio e naturalmente della Terra di
Lavoro. È un’infrastruttura che nasce già
pronta, servita da grandi assi viari e situata
a pochi chilometri dalla stazione di Cancello
Arnone, sulla linea Roma-Napoli via Formia.
Un punto di accesso privilegiato e poco
congestionato, capace di intercettare nuovi
flussi turistici e di alleggerire Capodichino”.
L’aeroporto, secondo Bo, può rappresentare
una piattaforma ideale per voli charter e
compagnie low cost, in grado di
connettere direttamente il cuore della
Campania con destinazioni europee ad alta
intensità turistica. “Pensiamo alla fascia
domizia, da Licola fino a Sperlonga. Sono
territori splendidi, spesso dimenticati dal
turismo internazionale, che Grazzanise può
riscoprire e valorizzare”, aggiunge. Ma le
opportunità non si limitano alle coste: con il
nuovo aeroporto, si apre la strada a una
valorizzazione dei giacimenti
naturalistici e
culturali
dell’interno, dal
Parco Nazionale
del Matese alle
aree protette di
Roccamonfina e
della piana di
Caiazzo, fino al
suggestivo circuito
borbonico della
Reggia di Caserta,
con perle come il
Real Sito di
Carditello, San
Leucio e
Casertavecchia.
L’infrastruttura, precisa Bo, non dovrà però
limitarsi al solo traffico passeggeri.
Grazzanise possiede una forte potenzialità
cargo, che può essere sfruttata per
sostenere l’export delle eccellenze
agroalimentari del territorio, prima fra
tutte la mozzarella di bufala campana
DOP, ma anche per favorire la logistica e il
trasporto merci legato alla rete
interportuale campana e ai numerosi poli
industriali presenti nel casertano.
“Quello che serve ora è una governance
chiara e una pianificazione realistica, in
grado di attrarre vettori, incentivare nuove
rotte e mettere a sistema l’intermodalità con
ferro e gomma”, conclude Bo. Il territorio,
intanto, guarda con fiducia a questa nuova
fase: Grazzanise non sarà più un aeroporto
in attesa di futuro, ma un motore concreto
di crescita, coesione e rilancio per
l’intero Mezzogiorno.
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Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
INNOVAZIONE
Innovaway sbarca negli USA:
primo hub a Philadelphia
per l’azienda ICT di Napoli
34 35
La tech company partenopea punta al mercato USA: servizi attivi H24 da
Philadelphia, focus su AI, cloud e digital transformation
di Fabrizio Matarazzo
Innovaway, azienda italiana specializzata
in soluzioni ICT e trasformazione digitale,
ha inaugurato il suo primo hub negli Stati
Uniti, scegliendo Philadelphia come sede
strategica per affermarsi nel competitivo
mercato americano. La nuova sede
operativa rappresenta un’importante tappa
del percorso di internazionalizzazione
dell‘azienda partenopea, già attiva in
Europa con progetti ad alto contenuto
tecnologico.
investire nel territorio statunitense risponde
alla crescente domanda di innovazione
digitale, soluzioni su misura e supporto
tecnologico continuo da parte di aziende
pubbliche e private.
Secondo il CEO Antonio Giacomini,
l’espansione in America non è solo una
scelta logistica ma una visione strategica:
«Negli Stati Uniti vogliamo portare valore e
supportare i nostri clienti con soluzioni ICT
calibrate per affrontare le sfide della crescita
digitale». Il nuovo centro di Philadelphia
sarà infatti il fulcro delle operazioni per tutto
tra esperienza internazionale e radicamento
locale: «Offriamo un supporto completo nei
processi di digital transformation,
dall’ottimizzazione delle infrastrutture IT alla
migrazione in cloud, fino all’adozione di
tecnologie AI e modelli operativi scalabili».
Con oltre 1.000 professionisti, un fatturato
superiore ai 60 milioni di euro e sedi
operative in 9 Paesi, Innovaway si afferma
tra le realtà italiane più dinamiche nel
settore della tecnologia made in Italy.
L’apertura negli Stati Uniti rafforza il
posizionamento globale dell’azienda e
rappresenta un nuovo ponte tra
l’innovazione partenopea e l’ecosistema
tech internazionale.
www.innovaway.com
L‘annuncio ufficiale è avvenuto a New York,
nella sede dell’Italian Trade Agency,
durante l’evento “Innovaway. Your Trusted
Digital Partner. Now in the USA”, che ha
visto la partecipazione di numerosi
imprenditori, investitori e stakeholder del
settore tech e istituzionale. La decisione di
il mercato USA, offrendo servizi IT attivi 24
ore su 24, 7 giorni su 7, grazie a un
modello follow-the-sun in grado di
garantire continuità operativa globale.
Philippe Rouvrais, Chief International
Business Officer di Innovaway, ha
sottolineato l’importanza dell’integrazione
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
INNOVAZIONE
36
Nasce My Energy Q8: la nuova Esco
per guidare aziende verso la sostenibilità
Dalla collaborazione tra Graded e Q8 Quaser una nuova società dedicata
all'efficienza energetica e alla riduzione delle emissioni
È pienamente operativa My Energy Q8, la
nuova società specializzata in efficienza
energetica nata dall'incontro tra la
napoletana Graded SpA e Q8 Quaser,
realtà controllata interamente da Q8 Italia.
Un'iniziativa che si inserisce pienamente nel
contesto della transizione energetica,
offrendo alle imprese strumenti concreti per
ridurre consumi e impatto ambientale.
Graded, attiva dal 1958 e
guidata da Vito Grassi,
porta in dote a questo
nuovo progetto la sua
lunga esperienza nella
realizzazione di soluzioni
su misura per la
produzione di energia
efficiente e pulita, sia in
Italia che all’estero. Dal
canto suo, Q8 Quaser
contribuisce con il proprio
network e la propria
competenza consolidata
nel settore energetico.
L'obiettivo comune è chiaro: supportare le
aziende in un percorso di ottimizzazione dei
consumi e di implementazione di tecnologie
all'avanguardia, riducendo i costi e
migliorando la sostenibilità ambientale.
My Energy Q8 si configura come una vera
e propria Energy Saving Company (Esco),
capace di offrire una gamma completa di
servizi: dalla consulenza energetica, basata
su analisi approfondite dei consumi e
strategie di risparmio mirate, alla
progettazione e realizzazione di interventi di
efficientamento su misura. L'offerta
comprende anche il monitoraggio costante
e la manutenzione degli impianti, per
garantirne il rendimento nel tempo, oltre a
soluzioni di finanziamento che permettono
alle imprese di adottare le nuove tecnologie
senza dover affrontare ingenti investimenti
iniziali.
Tra le soluzioni pratiche che My Energy Q8
mette a disposizione figurano impianti
alimentati da fonti rinnovabili, sistemi di cotrigenerazione,
pompe di calore di ultima
generazione e gruppi frigo ad alta
efficienza. Un insieme di tecnologie che non
solo consentono di ridurre drasticamente i
consumi energetici, ma contribuiscono
anche a tagliare le emissioni inquinanti, in
linea con gli obiettivi di sostenibilità
nazionale ed europea.
«Siamo orgogliosi di affiancare Q8 Italia in
questo nuovo progetto
all’insegna della sostenibilità e
del risparmio energetico. Grazie
alla nostra capacità di
innovazione e ai nuovi
investimenti dedicati alla
transizione energetica, Graded
guida il processo verso un
modello di business più
sostenibile nell’ottica di favorire
una transizione equa, inclusiva e
in grado di migliorare
l’organizzazione del lavoro e la
soddisfazione delle nuove
generazioni per qualità della
vita», ha commentato Vito Grassi,
amministratore delegato di Graded.
Anche Bashar Al Awadhi, amministratore
delegato di Q8 Italia, ha espresso
entusiasmo per questa nuova avventura:
«My Energy Q8 rappresenta una risposta
alle crescenti esigenze di riduzione dei
consumi energetici e di tutela dell’ambiente.
Siamo entusiasti di entrare in questo nuovo
segmento del mercato energetico con una
società specializzata e totalmente dedicata.
Si tratta di un ulteriore importante passo,
dopo l’ingresso nel settore della produzione
dei carburanti biogenici, che rende concreta
la strategia di Energy Transition del nostro
gruppo per un futuro energeticamente
efficiente e sostenibile per tutti».
Con la nascita di My Energy Q8, Graded e
Q8 Quaser lanciano dunque un messaggio
chiaro: il futuro dell'energia è già presente e
passa attraverso l'innovazione, la
collaborazione e l'impegno condiviso per la
sostenibilità.
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
INNOVAZIONE
Small Mission to MarS:
Italia unita alla conquista
del Pianeta Rosso
atmosferiche del pianeta".
Il paracadute marziano,
38 sviluppato da ALI,
39
rappresenta un elemento
strategico per il successo
della missione. Dovrà
assicurare la massima
precisione nella fase di
discesa, in un ambiente
estremamente ostile dove
l’atmosfera è molto più
rarefatta rispetto a quella
Il Distretto Aerospaziale della Campania protagonista con ALI nello
terrestre e le tempeste di
sviluppo del sistema di ammartaggio
sabbia possono alterare
improvvisamente le
condizioni di volo. Un
L’Italia è pronta a scrivere una pagina italiana di costruire innovazione
margine d'errore minimo e
nuova e audace nella storia
attraverso la cooperazione. Imprese,
l'adozione di soluzioni
dell’esplorazione spaziale con Small università e centri di ricerca lavorano
tecnologiche non
Mission to MarS, la prima missione insieme in un modello di sinergia
convenzionali sono
interplanetaria interamente progettata, virtuosa che mette al centro il valore del
dell’innovazione portata dal progetto: "Si imprescindibili per garantire il corretto
sviluppata e realizzata sul suolo nazionale. capitale umano e della conoscenza
tratta di un processo brevettato
rilascio dei payload e la raccolta dei dati
Una sfida scientifica e tecnologica che vede scientifica". Non è solo una missione su
nell'ambito di un progetto che
scientifici.
per la prima volta uniti tre grandi distretti Marte, ma una dimostrazione concreta di
coordinavo per conto dell'Agenzia Per Luigi Carrino, questa missione
aerospaziali: il DAC - Distretto
come l'Italia sia capace di integrare sapere
Spaziale Italiana e che ora è del DASS. Il rappresenta molto più di un'impresa
Aerospaziale della Campania, il DASS - accademico e capacità industriali in un
Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica: è il simbolo di una nuova visione
Distretto Aerospaziale della Sardegna e il ecosistema dinamico e competitivo a livello
Scientifica ha finanziato il progetto strategica dell’Italia nello spazio. "In un
Distretto Tecnologico Aerospaziale internazionale.
Space manufacturing in situ, che
momento storico in cui l’esplorazione
dell’Emilia-Romagna.
La missione, che ha un valore complessivo
permetterà di testare la produzione di spaziale torna al centro delle politiche
Al centro di questo grande progetto c’è il di 300 milioni di euro, sarà lanciata con il
‘mattoncini marziani’ direttamente sul industriali e scientifiche globali, questa
DAC, guidato dal presidente Luigi Carrino, razzo europeo Vega, vettore in cui l'Italia
pianeta". Un’idea che potr ebbe
missione segna un passo avanti verso
che sottolinea con orgoglio: "Questa riveste un ruolo di primo piano. Dopo aver
rivoluzionare le modalità di costruzione l'autonomia europea e italiana nelle
missione è un manifesto della capacità raggiunto l’orbita marziana, la sonda
nello spazio, riducendo la dipendenza dalle operazioni planetarie", osserva il
principale rilascerà un
forniture terrestri.
presidente del DAC. "Small Mission to
satellite destinato a orbitare
Il Distretto Aerospaziale della Campania MarS è la dimostrazione concreta di
intorno a Phobos, la più
gioca un ruolo cruciale nello sviluppo della come il sistema Italia, quando lavora in
grande delle due lune di
tecnologia che permetterà l’atterraggio sulla rete, può raggiungere risultati di
Marte. Da lì prenderà il via
superficie di Marte. Il compito di realizzare il eccellenza anche nei campi più
la discesa di tre payload
sistema di ammartaggio, una delle sfide più complessi e competitivi come quello
fondamentali: un rilevatore
complesse e delicate della missione, è stato aerospaziale".
di polveri per studiare la
affidato alla ALI (Aerospace Laboratory Con Small Mission to MarS, l’Italia non
composizione del suolo, un
for Innovative components), azienda solo consolida il suo ruolo di partner
drone per l’esplorazione a
napoletana riconosciuta a livello
affidabile nelle grandi imprese spaziali
bassa quota della
internazionale per le sue competenze nel internazionali, ma si propone come
superficie marziana, e un
settore del rientro atmosferico e delle protagonista autonomo nell'esplorazione
sistema per la produzione
missioni in microgravità. "Il sistema di interplanetaria. Un traguardo che nasce
di materiali edili
ammartaggio è stato affidato al Gruppo dalla forza della cooperazione tra distretti,
direttamente dal suolo del
Space ed in particolare alla Società ALI, aziende, università e centri di ricerca, e che
pianeta, un primo passo
con una proposta innovativa di sistema getta le basi per un futuro in cui lo spazio
verso la futura
integrato aerobrake dispiegabile e diventa una scuola a cielo aperto per le
colonizzazione umana.
parafoil", spiega Norberto Salza,
nuove generazioni. Un futuro in cui, come
Proprio su quest'ultimo
amministratore e direttore generale di ALI sogna Carrino, l’Italia possa guidare una
payload interviene
SpA. "Si tratta di una tecnologia
missione scientifica completamente
Giacomo Cao, presidente
avanzatissima, progettata per garantire autonoma su Marte, dalla progettazione al
del DASS, che evidenzia
un atterraggio controllato su Marte, lancio, trasformando la conquista dello
l’importanza
nonostante le difficili condizioni
spazio in una visione collettiva e condivisa.
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
INNOVAZIONE
Con un robot si accende
la scintilla dell’ingegneria
Perché avete scelto di usare un
40 robottino come strumento didattico? 41
Il robot è uno strumento ideale per
integrare varie competenze: elettronica,
informatica, meccanica e problem solving. È
concreto, stimolante, e permette ai ragazzi
Intervista ad Alessandro Formisano sul progetto “4 scuole per un
di toccare con mano ciò che spesso
studiano solo in teoria. È stato pensato
robot”, che unisce gioco, creatività e orientamento
proprio con questo scopo: essere
semplice, ma completo. Inoltre, abbiamo
di Manuela Ragucci
usato un modello di robot facilmente
reperibile sul mercato e a basso costo per
ottimizzare le spese e non sperperare
fondi. Infatti, Elegoo Kit Car Modello
Hardware è un giocattolo venduto in rete
che ha una piattaforma basata su un
controllore Arduino, molto noto tra i
ragazzi, che controlla il motore per ogni
ruota e che riceve gli input dai sensori
acustici, su pavimento e sul terreno.
Un cortile, quattro scuole, un robot. Sembra
l’inizio di una storia di fantascienza e invece
è la realtà che prende forma nel cuore di
Aversa, nei pressi del famoso arco
dell’Annunziata. Il Dipartimento di
Ingegneria dell’Università della Campania
“Luigi Vanvitelli” ha scelto un modo poco
convenzionale, ma molto efficace, per
raccontare l’ingegneria ai ragazzi delle
scuole superiori: una sfida che ha come
protagonista un robot da far programmare
agli studenti stessi, con il supporto di tutor
universitari e docenti. Il progetto, che
culminerà il 9 maggio con un evento
all’Aularium di via Michelangelo, si
chiama “4 scuole per un robot” ed è parte
del POT, ovvero il Piano di Orientamento
e Tutorato 2024-2025.
Un’esperienza capace di far comprendere
che l’ingegneria non è un mondo per pochi,
ma che può far sbocciare nel cuore dei
ragazzi la consapevolezza di riuscire in
un’impresa: oggi si tratta di un gioco,
domani potrebbe essere il futuro. Una
chiave diversa per leggere e cambiare il
mondo, e magari, nel farlo, anche divertirsi.
Perché l’ingegneria è fatta di idee, sì,
ma anche di mani sporche, di errori,
di prototipi che non vanno, per
provare e riprovare fino a farli
funzionare. In un progetto come
questo c’è tutto: creatività, logica,
collaborazione. E poi, quando il
robot si muove da solo per la prima
volta… lì si accende negli occhi dei
ragazzi quella scintilla, quella che ti
fa dire: “Forse è questa la mia
strada”. Ed è forse questa l’arma
vincente di progetti come “4 scuole
per un robot”: non convincere, ma
vincere su luoghi comuni e
approcci sbagliati. Ecco
l’ingegneria che parla ai giovani e
che piace ai giovani.
Questo progetto, inoltre, ha ricevuto
il riconoscimento di “best practice”
all’interno dei POT nazionali.
Ne parliamo con il responsabile del
progetto, il professore Alessandro
Formisano, che ci accompagna
dietro le quinte di un’idea che mette
insieme gioco, apprendimento e una
buona dose di futuro.
Professore, partiamo dal
principio: come nasce “4 scuole
per un robot”?
L’idea nasce da un’esigenza chiara: rendere
più umana, più concreta e più divertente
l’approccio e l’idea di ingegneria per gli
studenti delle scuole superiori. Spesso
questa materia è qualcosa di astratto o
lontano. Invece, quando dai loro un kit, li
metti in squadra per far programmare un
robot che sa muoversi da solo, questo
cambia tutto. La curiosità si accende subito.
Qual è la struttura del progetto?
Abbiamo coinvolto quattro scuole superiori
di Aversa quali il Volta, i licei Siani, Fermi
e Jommelli, e fornito a ogni squadra un kit
per il robottino e un kit per costruire un
ponte che sarà parte del percorso. Quindi il
progetto si amplia e si apre anche al ramo
di ingegneria civile, diventando
ancor più interessante e complesso.
Da un paio di mesi i ragazzi stanno
interagendo con i docenti e i tutor
universitari. Hanno affrontato diverse
fasi: montaggio, programmazione
e test. Il 9 maggio ci sarà la sfida
finale: una gara di guida autonoma
con ostacoli. Ma il vero obiettivo non
è la vittoria, è l’esperienza. L’evento
comincia la mattina alle 9 nel cortile
del dipartimento, dove i robot
percorreranno un circuito con curve,
barriere e imprevisti. I team si
alternano, si tifano, si aiutano. E
saranno proprio gli studenti a
giudicarsi a vicenda. Chiuderemo
con le premiazioni e un momento di
convivialità. Non è solo una
competizione: è un’occasione per
sentirsi già parte dell’università.
Ci sono anche riconoscimenti concreti
per chi partecipa?
Sì, ogni studente che partecipa riceverà 3
CFU (di attività di laboratorio) riconosciuti
se si iscriverà all’Università Vanvitelli. È
un modo per valorizzare l’impegno e dare
continuità tra scuola e università. Ma il
riconoscimento più grande, secondo me, è
vedere questi studenti passare da “non
sapevo farlo” a “programmare un robot che
si muove da solo” in poche settimane.
(foto di Bruno Mottola)
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
AMBIENTE
Ponte Italia: Roma e Napoli insieme
per l'economia circolare
abbattere i costi operativi. Il contratto di rete strategiche per trasformare la gestione dei
42
con AMA si inserisce perfettamente in rifiuti in un motore di innovazione e sviluppo
questa strategia, accelerando la transizione sostenibile. Questo contratto è un tassello 43
di ASIA verso un modello di gestione più fondamentale nel percorso di
efficiente, innovativo e sostenibile.
modernizzazione di ASIA Napoli, una
Firmato il contratto di rete tra AMA e ASIA: una sinergia industriale che
Il valore di "Ponte Italia" risiede anche nella scelta di campo a favore dei cittadini e
sua visione inclusiva: la rete è infatti aperta dell'ambiente".
guarda al futuro della gestione rifiuti e alla sostenibilità ambientale
all'ingresso di nuove imprese che operano Sabrina Alfonsi, assessora all'Ambiente di
nel settore dei rifiuti e che condividano Roma Capitale, ha parlato di un progetto
l'obiettivo di costruire un'economia circolare che "porterà benefici significativi anche in
di Antonio Quaranta
attrezzature, la condivisione di soluzioni
forte e competitiva. La gestione sarà termini di turismo e qualità urbana", mentre
tecnologiche avanzate, l'implementazione
affidata a un Comitato dedicato che definirà Vincenzo Santagada, assessore al Verde e
comune di sistemi digitali per la raccolta e il
annualmente i programmi e i progetti da alla Salute del Comune di Napoli, ha
sviluppare, assicurando un aggiornamento definito "Ponte Italia" una "controtendenza
continuo e una governance flessibile, positiva" in un'epoca in cui spesso
capace di rispondere ai rapidi cambiamenti prevalgono la frammentazione e la
del settore.
competizione sterile.
Roberto Gualtieri ha sottolineato come la La visione condivisa da Bruno Manzi e
sinergia tra Roma e Napoli rappresenti "un Domenico Ruggiero è chiara: attraverso la
impulso decisivo per l'autosufficienza collaborazione, la condivisione di
impiantistica e il miglioramento degli investimenti, la formazione congiunta,
standard di servizio". Gaetano Manfredi ha l'adozione di tecnologie innovative e la
ribadito l'importanza della collaborazione tra ricerca di nuovi strumenti di finanziamento
due grandi città con caratteristiche simili, come i bond sostenibili, AMA e ASIA
evidenziando come il contratto di rete sia vogliono costruire un futuro basato sulla
"un'opportunità concreta per migliorare la sostenibilità ambientale, sull'efficienza
qualità della vita dei cittadini".
industriale e sulla responsabilità sociale. Un
"Con 'Ponte Italia' - ha commentato
futuro che, partendo da Roma e Napoli, può
Domenico Ruggiero - mettiamo a sistema diventare esempio per tutto il Centro-Sud e
competenze, esperienze e visioni
oltre.
Alla presenza dei sindaci Roberto Gualtieri
e Gaetano Manfredi, è stato ufficialmente
sottoscritto il contratto di rete "Ponte Italia"
tra AMA Roma S.p.A. e ASIA Napoli
S.p.A., un'intesa che apre un nuovo
capitolo nella gestione dei rifiuti urbani in
Italia, con un forte accento sulla
modernizzazione, sull'innovazione
tecnologica e sulla promozione concreta
dell'economia circolare.
L'accordo, siglato dal Presidente di AMA
Roma, Bruno Manzi, e
dall'Amministratore Unico di ASIA Napoli,
Domenico Ruggiero, nasce dalla volontà
di due delle maggiori aziende pubbliche del
settore di unire le forze per affrontare
insieme le sfide ambientali ed economiche
dei prossimi anni. Con oltre 2,8 milioni di
residenti serviti a Roma e 900mila a Napoli,
le due società rappresentano realtà
strategiche nel panorama nazionale della
gestione dei rifiuti, e la loro collaborazione
potrà produrre effetti positivi non solo sui
rispettivi territori, ma anche come modello
replicabile su scala più ampia.
La portata dell'accordo va ben oltre la
condivisione di esperienze. "Ponte Italia"
rappresenta infatti un vero investimento
nell'economia circolare, basato su obiettivi
chiari: sviluppo impiantistico moderno,
incremento della raccolta differenziata,
innovazione digitale con l'adozione
dell'intelligenza artificiale, efficientamento
dei processi, contenimento dei costi di
gestione e abbattimento dell'impatto
ambientale. L'intesa punta a favorire lo
sviluppo di impianti di recupero, a migliorare
la qualità dei servizi offerti, a rendere più
efficiente e trasparente la gestione
operativa e a rafforzare la sostenibilità
complessiva dei due sistemi urbani.
Uno dei punti di forza di questo contratto di
rete è la creazione di economie di scala.
L'acquisizione congiunta di automezzi e
trattamento dei rifiuti, permetteranno di
ottimizzare i costi e di migliorare le
prestazioni operative. In un momento
storico in cui le città sono chiamate a
modernizzare le proprie infrastrutture
ambientali senza gravare ulteriormente sui
cittadini, la collaborazione tra AMA e ASIA
si presenta come un esempio virtuoso di
razionalizzazione e innovazione.
Questo accordo rappresenta anche una
tappa importante nel percorso di profonda
modernizzazione di ASIA Napoli voluto e
guidato da Domenico Ruggiero. Da tempo
impegnata in un rinnovamento
organizzativo e tecnologico, l'azienda
napoletana sta lavorando per ridurre il gap
impiantistico, migliorare i servizi di raccolta
differenziata, aumentare il tasso di riciclo e
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
AMBIENTE
Crisi idrica e agricoltura al Sud:
sofferenza per 57,38 Mmc. Questi numeri
indicano una situazione strutturalmente
44 compromessa, che necessita di azioni 45
alleanza tra Autorità di Bacino
immediate e coordinate.
Oltre alla pianificazione di misure condivise,
i Consorzi hanno avanzato proposte
e Consorzi di Bonifica
concrete, come la riattivazione dei pozzi
abbandonati, la valutazione dell’uso di
acque reflue depurate in agricoltura e il
Nasce una strategia condivisa per la gestione sostenibile delle risorse
miglioramento dei sistemi di raccolta
idriche e il rilancio del settore agricolo nel Mezzogiorno
dati, rendendoli permanenti e aggiornabili.
Richiesta esplicita è stata anche quella di
un supporto operativo da parte
di Walter Ferrigno
sempre più frequenti. Il confronto è stato
dell’Autorità per accelerare gli iter di
impostato su un approccio integrato che
finanziamento e cantierizzazione di progetti
Di fronte a scenari idrici sempre più critici e considera, in maniera sinergica, le colture,
già pronti a livello esecutivo.
ricorrenti, l’Autorità di Bacino Distrettuale la disponibilità idrica, gli usi del suolo e
L’incontro si è concluso con un messaggio
dell’Appennino Meridionale, guidata dal l’efficienza delle infrastrutture esistenti,
forte e chiaro da parte della dott.ssa
Segretario Generale Vera Corbelli, ha inclusi invasi, dighe e sistemi di irrigazione.
Corbelli, che ha parlato di un vero cambio
dato il via a un importante processo di Durante l’incontro, la dott.ssa Vera
di paradigma: non più interventi
rafforzamento della collaborazione con i Corbelli ha illustrato le linee strategiche
emergenziali, ma una gestione ordinaria e
Consorzi di Bonifica operanti nel territorio legate al Piano di Gestione delle Acque e
sostenibile della risorsa idrica, capace di
distrettuale. In occasione di un incontro al ruolo attivo dell’Osservatorio
valorizzare il settore agricolo e il patrimonio
misto – in presenza e in videoconferenza – Permanente sugli Utilizzi Idrici,
ambientale del Sud Italia. La
al quale hanno preso parte 19
sottolineando l’attuale stato di emergenza
collaborazione tra Consorzi di Bonifica e
rappresentanti su 24 Consorzi invitati, si è nelle regioni Puglia, Basilicata e Calabria,
Autorità di Bacino diventa così uno
1.030 milioni di metri cubi d’acqua.
definita una nuova strategia congiunta per dove è già stata certificata una criticità
strumento strategico per garantire
Particolarmente critici risultano i deficit del resilienza, produttività e sicurezza al
Sistema Fortore (con un ammanco di territorio meridionale.
190,39 Mmc), del Sistema Sinni (deficit di
166,72 Mmc) e del Sistema Ofanto, in
www.distrettoappenninomeridionale.it
affrontare le emergenze idriche e,
soprattutto, pianificare un’azione strutturata
a medio-lungo termine in favore
dell’agricoltura e dell’ambiente.
L’obiettivo dichiarato è quello di realizzare
interventi tanto strutturali quanto gestionali,
capaci di sostenere il comparto agricolo del
Mezzogiorno in un contesto segnato da
scarsità d’acqua e mutamenti climatici
severa alta. Criticità di livello medio si
riscontrano anche in Campania, Basso
Lazio, Molise e Abruzzo.
L’ingegnere Coccaro, nella sua
presentazione tecnica, ha evidenziato il
quadro aggiornato dei fabbisogni idrici, con
dati forniti da 17 Consorzi che stimano
un’esigenza annua complessiva di oltre
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
AMBIENTE
Nasce la DSI Academy: eccellenza formativa per
la gestione sostenibile dell’acqua in Campania
46 47
Un progetto tra Consorzi di Bonifica e Università Federico II per formare
nuovi esperti della risorsa idrica
di Antonio Quaranta
In Campania prende vita un’iniziativa
formativa di grande rilievo: nasce la DSI
Academy – Drainage and Sustainable
Irrigation Academy, un progetto ambizioso
dedicato alla formazione dei futuri
professionisti della gestione sostenibile
della risorsa idrica. Il progetto nasce da un
accordo tra il Consorzio Generale di
Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno
e il Consorzio di Bonifica delle Paludi di
Napoli e Volla, entrambi guidati dal
commissario Francesco Todisco, e il
Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e
Ambientale dell’Università degli Studi di
Napoli Federico II, rappresentato dal
direttore professore Francesco Pirozzi.
La DSI Academy ha un obiettivo chiaro e
duplice: offrire ai giovani laureati un
percorso altamente qualificato che consenta
loro di specializzarsi nella gestione e nella
tutela della risorsa acqua, e al contempo
aggiornare e potenziare le competenze del
personale già in servizio presso i Consorzi
di bonifica. Una missione ambiziosa che
nasce dall’urgenza di affrontare le sfide
poste dai cambiamenti climatici, con la
consapevolezza che occorrono competenze
interdisciplinari, innovative e altamente
specializzate.
Come sottolinea Francesco Todisco,
«formare giovani laureati, facendo
conoscere loro il ruolo essenziale dei
Consorzi di bonifica, e assistere le
competenze che già sono nei nostri
organici» rappresenta il fulcro dell’accordo.
La formazione sarà non solo teorica ma
anche fortemente orientata all’inserimento
lavorativo: al termine del percorso, i
partecipanti avranno infatti concrete
possibilità di trovare occupazione nei
Consorzi stessi o in altri enti pubblici e
privati impegnati nella salvaguardia della
risorsa idrica.
La domanda di nuove competenze è ampia
e articolata. I Consorzi cercano ingegneri
civili, ambientali, meccanici, elettrici,
laureati in
agronomia, laureati
in scienze dei
servizi giuridici,
oltre a diplomati
tecnici specializzati
in elettrotecnica,
meccanica, energia,
agraria e settori
affini. I Consorzi, da
sempre protagonisti
della bonifica
idraulica e
dell’irrigazione, oggi
si occupano anche della progettazione di
sistemi di accumulo e della sistemazione
idraulica dei corsi d’acqua, in stretta
collaborazione con la Regione Campania e
con diversi enti territoriali. Da qui la
necessità di un importante investimento sul
capitale umano.
A fornire il supporto tecnico-scientifico sarà
il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile
e Ambientale della Federico II, uno dei più
prestigiosi a livello nazionale. Gli studenti
della DSI Academy potranno contare su un
patrimonio di conoscenze in idrologia,
idraulica e costruzioni, aggiornato alle più
recenti evoluzioni tecnologiche e normative.
L’intento è chiaro: creare una nuova
generazione di esperti capaci non solo di
rispondere alle emergenze idriche e
ambientali, ma anche di innovare i processi
gestionali, ottimizzare l’uso delle risorse,
aumentare la resilienza dei territori e
contribuire allo sviluppo sostenibile.
La nascita della DSI Academy segna un
esempio virtuoso di collaborazione tra
università e enti pubblici, volto a costruire
una filiera formativa e occupazionale di alta
qualità. Una sfida importante per il futuro
della Campania e per la gestione
consapevole e innovativa di un bene
prezioso come l’acqua.
www.unina.it
www.bonificacampania.it
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
NAPOLI 2500
NAPOLI MUSA: la città ispiratrice
dell’Occidente tra cultura,
diplomazia e innovazione
di geopolitica, sviluppo e cooperazione nel
Mediterraneo allargato. A questo evento si
48 affiancheranno l’International Week 49
dell’EBU, la rete delle tv pubbliche
europee, e dal 20 al 24 ottobre il Prix
Italia, storico concorso internazionale
promosso da RAI che premierà le migliori
produzioni multimediali mondiali, con
l’obiettivo di valorizzare anche la ricerca
scientifica partenopea.
Al via il programma “Neapolis 2500” con il vertice NATO del 26-27 maggio:
un anno di celebrazioni, eventi e progetti per rilanciare il ruolo inter-
dicembre, e in particolare il 21 dicembre,
Il momento più evocativo arriverà a
nazionale di Napoli nel venticinquesimo centenario dalla sua fondazione
data simbolica della nascita di Neapolis. È
isole del Golfo.
prevista una grande celebrazione che
Nel segno del dialogo tra culture e
di Antonio Quaranta
che questa sia un’occasione di orgoglio per
unirà idealmente passato e futuro, i cui
innovazione mediatica, il 12 e 13 giugno si
tutti i napoletani, anche quelli che vivono e
dettagli saranno annunciati nel secondo
svolgeranno a Napoli gli ABU RAI Days,
Con il vertice sulla sicurezza del
lavorano all’estero”.
semestre. Nello stesso mese, la Treccani
evento organizzato dalla RAI in
Mediterraneo in programma il 26 e 27 Il vertice NATO vedrà la partecipazione di
pubblicherà un volume con circa venti
collaborazione con l’Asia-Pacific
maggio, Napoli inaugura ufficialmente le oltre 130 rappresentanti internazionali
saggi originali, affidati a studiosi e figure
Broadcasting Union, con la partecipazione
celebrazioni dei suoi 2500 anni di storia, provenienti da 48 Paesi e organizzazioni,
autorevoli internazionali, per restituire una
di ottanta rappresentanti di emittenti
aprendo una stagione che promette di tra cui alti funzionari dell’Alleanza Atlantica
lettura profonda e plurale della storia e
pubbliche e private provenienti dall’Asia e
trasformare la città in un punto di riferimento e dei partner della sponda sud del
dell’identità napoletana.
dal Pacifico, per discutere i modelli più
culturale, politico e simbolico per l’intero Mediterraneo e del Golfo. Una scelta
Durante tutto l’anno, Napoli diventerà anche
avanzati di comunicazione pubblica e
Occidente. Si tratta del primo grande simbolicamente potente: Napoli, sede
teatro di produzioni cinematografiche,
cooperazione multimediale.
appuntamento di Neapolis 2500, il
storica del comando NATO e della VI Flotta
mostre e iniziative scientifiche. Il Maestro
Il progetto Neapolis 2500 non si limita
programma promosso dal Comitato USA, torna protagonista nel dialogo globale
Pupi Avati firmerà il film Un Natale a casa
all’Italia. Il primo grande evento
Nazionale Neapolis 2500, istituito dal sui temi della sicurezza e della
Croce, mentre il Teatro di San Carlo, in
internazionale sarà il 24 luglio a Yerevan,
Ministero degli Affari Esteri e dal
cooperazione strategica. Subito dopo, tra il
collaborazione con l’Università Suor
capitale dell’Armenia, con un concerto
Ministero della Cultura, con una dotazione 5 e il 6 giugno, sarà la volta della prima
Orsola Benincasa, presenterà la Mostra
dell’Orchestra del Teatro di San Carlo
iniziale di sette milioni di euro. A
dei Figurini Teatrali, esperienza immersiva
diretto da Riccardo Frizza e arricchito dai
presentarlo è stato il Prefetto di
tra realtà aumentata e patrimonio storico del
solisti dell’Accademia Belcanto, che
Napoli Michele di Bari, presidente
costume scenografico. La città sarà anche
daranno vita a Diffusioni: un programma
del Comitato, affiancato da
al centro di incontri con gli addetti
artistico itinerante che porta nel mondo la
personalità di rilievo del mondo
scientifici delle ambasciate e ospiterà
grande tradizione musicale, teatrale e lirica
culturale, accademico e scientifico
sessioni nei principali hub
partenopea.
come il Maestro Pupi Avati, il
dell’innovazione, come IIT, InnovAction,
Nel mese di settembre, Napoli omaggerà il
rettore Lucio D’Alessandro
Agritech, il Clinical/Drug Trial Center e la
pensiero di Benedetto Croce con un
(Università Suor Orsola
Stazione Zoologica, per raccontare Napoli
progetto originale dedicato alla
Benincasa), l’imprenditrice Maria
come Città dell’Open Innovation, ricca di
toponomastica cittadina, che si tradurrà in
Luisa Faraone Mennella,
brevetti, startup e centri di eccellenza.
un atlante digitale e interattivo. Attraverso
l’ambasciatore Pasquale Ferrara,
Non mancheranno eventi diffusi sul
lo studio dei nomi delle strade, sarà
il medico endocrinologo Salvatore
territorio: dai percorsi di trekking e musica
possibile ricostruire l’evoluzione della città
Longobardi e il giornalista e
nel Parco del Vesuvio, alla nascita di una
tra Ottocento e Novecento, interpretandola
saggista Gennaro Sangiuliano.
scuola internazionale a Pompei, fino a
secondo il principio crociano che “ogni
Il concept scelto, “Napoli Musa”,
Lumina Neapolis, una installazione
storia è storia contemporanea”.
non è solo un logo ma una
multimediale immersiva che fonderà luce,
A ottobre, la città celebrerà Totò con un
dichiarazione d’intenti. Napoli viene
storia e tecnologia per far vivere ai visitatori
evento teatrale senza precedenti:
proposta come fonte ispiratrice,
un viaggio emozionale nel tempo.
ventiquattro ore consecutive di spettacoli,
creativa e propositiva per affrontare le sfide
L’intero progetto Neapolis 2500 si candida a
Biennale dei Patrimoni, organizzata
tra il 4 e il 5 ottobre, a cura di venti
del presente e del futuro, facendo leva su
diventare uno dei più importanti esperimenti
dall’UNESCO per promuovere buone
compagnie teatrali che animeranno il Teatro
quella forza identitaria che l’ha resa per
di diplomazia culturale degli ultimi anni,
pratiche internazionali nella tutela integrata
di San Carlo, accompagnate da proiezioni
secoli crocevia di civiltà. Come ha spiegato
mostrando come Napoli, città-mondo da
dei patrimoni materiali e immateriali, con
e documentari dedicati alla Napoli
il prefetto Michele di Bari, “Napoli può e
sempre abituata al dialogo, all’accoglienza
un’attenzione speciale ai siti dell’area
cinematografica. Dal 15 al 17 ottobre,
deve giocare un ruolo centrale in questo
e alla creazione, possa oggi più che mai
vesuviana, da Pompei a Ercolano,
Napoli sarà inoltre sede dei MED
contesto complesso e mutevole. Vogliamo
essere guida e musa di un nuovo
passando per Torre Annunziata, fino alle
Dialogues, la principale piattaforma italiana umanesimo europeo e mediterraneo.
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
MAGGIO DEI MONUMENTI
Napoli accende
celebrano la musica e la danza
come Rosso Napoletano, con
50 Tony Esposito a Bagnoli, e 51
il suo cuore ardente
Una città in festa tra teatro, cinema, musica e arte, ispirata dalla forza
primordiale del fuoco
Dal 2 maggio al 1° giugno 2025, Napoli si
trasforma in un grande palcoscenico
culturale grazie alla trentunesima edizione
del Maggio dei Monumenti, la storica
rassegna promossa e finanziata dal
Comune di Napoli. Dopo aver celebrato la
terra, l’aria e l’acqua, quest’anno il
protagonista assoluto è il fuoco: simbolo di
trasformazione, rinascita, energia vitale,
capace di evocare la passione viscerale e
l’illuminazione della mente, secondo la
celebre espressione di Matilde Serao che
ispira il titolo di questa edizione: Napoli,
cuore ardente, mente illuminata.
Il programma 2025 si annuncia tra i più
ricchi e diffusi di sempre, con oltre 320
eventi gratuiti disseminati su tutto il territorio
cittadino, dalle Municipalità centrali a quelle
periferiche, abbracciando concerti,
spettacoli teatrali, cinema all’aperto, mostre,
visite guidate e incontri letterari. Una città
intera che, come
sottolineato dal
Sindaco Gaetano
Manfredi, diventa
"un esempio
concreto di
policentrismo
culturale", capace
di rigenerare se
stessa attraverso
la bellezza e la
partecipazione
collettiva.
Tra gli eventi più
attesi spicca
l’omaggio al genio
visionario di David
Lynch,
scomparso quest’anno, con la proiezione
dell’episodio pilota della serie cult Twin
Peaks, il 30 maggio in Piazza del Gesù alle
20:30. Non sarà solo una visione
cinematografica, ma una vera immersione
collettiva in quell’incendio estetico e
psichico che ha reso Lynch immortale.
L’omaggio proseguirà il giorno successivo, il
31 maggio, con una Maratona Twin Peaks
al Multicinema Modernissimo, a partire
dalle ore 11:00.
Il fuoco come metafora di impegno e
rinascita attraverserà anche la retrospettiva
dedicata a Mohsen Makhmalbaf, grande
maestro del cinema iraniano, noto per
opere come Il ciclista e Viaggio a Kandahar.
Il regista, oggi residente a Londra dopo
l’esilio, sarà presente a Napoli per un
workshop gratuito riservato a dodici giovani
filmmaker under 35, e le sue opere saranno
proiettate gratuitamente in diverse sale
cittadine, accompagnate da incontri e
dibattiti a cura di Ladoc.
Il cuore pulsante della manifestazione resta
la Mostra diffusa, che quest'anno porta il
suggestivo titolo di Mettere a fuoco. Sei
percorsi tematici e due speciali guideranno i
visitatori alla riscoperta del patrimonio
culturale attraverso nuovi sguardi,
raccontando il fuoco nei suoi molteplici
significati: il calore della creazione artigiana
nei vicoli del Borgo Orefici, l'energia della
fusione nei laboratori, il fuoco distruttivo
delle guerre e dei bombardamenti al
Complesso Monumentale di Santa
Chiara e al Museo Filangieri, fino al fuoco
come strumento di difesa nei bastioni di
Castel dell’Ovo e Castel Nuovo.
A sottolineare il forte radicamento del
Maggio dei Monumenti nella vita cittadina,
anche quest’anno torna La scuola adotta un
monumento, l'iniziativa della Fondazione
Napoli Novantanove che coinvolge scuole
di ogni ordine e grado. Gli studenti
accompagneranno i visitatori alla scoperta
di luoghi simbolici come la Basilica di San
Lorenzo Maggiore, la Fontana degli
Incanti a Posillipo, la Chiesa di San
Nicola di Bari a Casalnuovo e i luoghi cari
a Bartolo Longo nella Grande Pompei.
Non mancheranno appuntamenti che
Fuocotammorremadonne, festival
di musica popolare e danze
tradizionali nella Sesta
Municipalità, all’ombra del
Vesuvio. Incontri letterari, reading
teatrali con Maurizio de
Giovanni, Antonella Morea e
Rosaria De Cicco, e
performance artistiche urbane
arricchiranno il panorama di
eventi, costruito in stretta
collaborazione con tutte le
Municipalità della città.
Il coordinatore delle politiche culturali
Sergio Locoratolo evidenzia che grazie a
una programmazione partecipata e diffusa,
il Maggio dei Monumenti è oggi "un
laboratorio di cittadinanza culturale", capace
di rispecchiare la vitalità di ogni quartiere, e
testimonia l’impegno dell’Amministrazione a
favore della valorizzazione culturale anche
delle periferie.
La manifestazione si avvale anche del
contributo della Federico II, protagonista di
una serie di eventi scientifici, letterari e
divulgativi che si intrecciano con il tema del
fuoco, dalle fucine degli orafi napoletani ai
sogni degli alchimisti, fino agli studi di
filosofi, astronomi e poeti. Le attività, in
collaborazione con Radio F2, propongono
seminari, laboratori e visite guidate con
iscrizioni tramite piattaforme online.
Come sottolineato da Francesca Amirante,
consigliera del sindaco per il patrimonio
culturale, “il fuoco plasma, illumina,
guarisce, brucia e scalda”, ed è con questa
poliedrica simbologia che Napoli si
racconta, riaffermando ancora una volta la
sua capacità di trasformare la cultura in
energia vitale. Un fuoco che non distrugge
ma genera, che non divide ma unisce, e
che invita cittadini e visitatori a "accendere
lo sguardo" e a ritrovare, nella fiamma della
cultura, la prospettiva di una nuova
rinascita.
F.M.
Programma completo Maggio dei
Monumenti 2025
La scuola adotta un monumento 2025
Le iniziative dalla città
(foto fornite dall’Ufficio stampa
del Comune di Napoli)
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
MAGGIO DEI MONUMENTI
Capodimonte di Fuoco:
la magia ardente del Museo
visibile al pubblico nella Sala 29 del primo Valorizzazione alle ore 10.45.
piano.
Infine, sabato 17 maggio alle ore 11.00 sarà
52 Il calendario degli eventi prende il via la volta di Napoli, il pittoresco, il fuoco e il 53
sabato 3 maggio alle ore 10.00 con il primo Vesuvio nei capolavori del Museo di
percorso tematico, dedicato a famiglie, Capodimonte, un itinerario pensato per
adulti e, in modo inclusivo, anche ai famiglie e adulti che esplorerà il rapporto
visitatori ciechi e ipovedenti. Capodimonte viscerale tra la città di Napoli e il Vesuvio,
di Fuoco: dalle porcellane delle manifatture tra arte, natura e mito. L’appuntamento è
Un viaggio tra miti, porcellane e Vesuvio nella Napoli "cuore ardente,
reali ai metalli e ai bronzi delle collezioni sempre alle 10.45 presso l’Ufficio
mente illuminata"
museali sarà un viaggio tra materiali nobili e Accoglienza e Valorizzazione.
antiche tecniche, nato sotto il segno del La partecipazione a tutti i percorsi è gratuita
fuoco. Il ritrovo è fissato alle ore 9.45 per i visitatori muniti di biglietto di ingresso
di Fabrizio Matarazzo
rappresentata nell’arte. Tra i capolavori
presso l’Ufficio Accoglienza e
al museo, con tutte le consuete
selezionati, spicca la Caduta dei Giganti,
Valorizzazione, situato in Biglietteria. agevolazioni previste. Per partecipare, è
Il Museo e Real Bosco di Capodimonte emblematica scena mitologica in cui Zeus
Questo stesso percorso sarà riproposto obbligatorio prenotarsi scrivendo all'indirizzo
aderisce con entusiasmo al Maggio dei fulmina i titani ribelli, espressione perfetta
anche sabato 24 e sabato 31 maggio, per email mu-cap.accoglienza.
Monumenti 2025, l'attesa rassegna dell'energia del fuoco che plasma e
consentire a un pubblico più ampio di vivere capodimonte@cultura.gov.it, attendendo
culturale napoletana che quest’anno trasforma. Ma il fuoco vive anche nei metalli
l'esperienza.
conferma di avvenuta prenotazione.
celebra il tema "Napoli, cuore ardente, e nelle sculture della collezione
Il secondo appuntamento è previsto per Con "Capodimonte di Fuoco", il Museo e
mente illuminata". Per l’occasione, il museo permanente, nelle mitologie antiche che
sabato 10 maggio alle ore 11.00 e sarà Real Bosco di Capodimonte offre ai cittadini
diretto da Eike Schmidt propone un ciclo di narrano di eroi e titani, come il leggendario
riservato ai bambini di età compresa tra i 7 e ai visitatori un’occasione straordinaria per
percorsi tematici dal titolo evocativo Prometeo, e nei paesaggi pittoreschi
e gli 11 anni. Attraverso il percorso Il fuoco e riscoprire il legame profondo tra Napoli, il
"Capodimonte di Fuoco", un affascinante dominati dal Vesuvio, cuore pulsante di
i miti greci nei capolavori del Museo di fuoco e la creatività, nella cornice
viaggio alla scoperta del fuoco come motore Napoli.
Capodimonte, i più piccoli verranno guidati suggestiva di una delle più importanti
creativo, simbolico e naturale.
Opera simbolo di "Capodimonte di
in un racconto avvincente tra divinità e collezioni d’arte d’Europa.
Attraverso tre appuntamenti speciali, i Fuoco" è il magnifico olio su tela Eruzione
leggende, alla scoperta del fuoco come
visitatori potranno esplorare l'elemento del del Vesuvio dal ponte della Maddalena
dono e come sfida degli antichi eroi. Anche
fuoco in tutte le sue declinazioni: dalla forza realizzato nel 1782 da Pierre Jacques
in questo caso, il punto di incontro sarà
(immagine fornita dall’Ufficio stampa del
che dà forma alla materia, come nelle Volaire. Il pittore, nato a Tolone nel 1729 e
presso l’Ufficio Accoglienza e
Museo e Real Bosco di Capodimonte)
straordinarie porcellane della Real
scomparso a Napoli nel 1799, cattura in
Fabbrica di Capodimonte e di Napoli, alla questa scena tutta la drammaticità e la
potenza distruttiva e generatrice
sublime bellezza del vulcano in eruzione,
Federico II: un viaggio emozionale
tra fuoco, storia, arte e scienza
Dodici eventi per raccontare l’anima ardente di Napoli, tra eruzioni,
medicina, teatro, architettura e poesia, con il contributo dei dipartimenti
dell’Ateneo e degli studenti
L’Università degli Studi di Napoli Federico II
partecipa al Maggio dei Monumenti 2025
con un ricco programma culturale dal forte
valore simbolico ed emozionale, dedicato al
tema del fuoco. La manifestazione,
promossa dal Comune di Napoli e intitolata
quest'anno Napoli, cuore ardente, mente
illuminata – riprendendo una celebre
citazione di Matilde Serao – invita cittadini
e visitatori a riscoprire la città attraverso uno
degli elementi più potenti e primordiali, tra
memoria e innovazione.
Il progetto della Federico II è frutto della
collaborazione tra il Dipartimento di Studi
Umanistici, il Dipartimento di
Architettura, la Scuola di Medicina e
Chirurgia, F2 Radio Lab, il Sistema
Museale di Ateneo, l'Osservatorio
Vesuviano e il laboratorio teatrale "Il senso
dei suoni, il suono dei sensi". Coordinato
dalla prorettrice Angela Zampella,
nell’ambito di F2 Cultura, il percorso si
inserisce nella cornice più ampia delle
celebrazioni dei 2500 anni di Napoli. “La
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
MAGGIO DEI MONUMENTI
scelta – spiega Zampella – è stata quella di
lettura teatralizzata
esplorare il legame tra il fuoco e la storia
dell'attore Raffaele Parisi,
54 della città e di proseguire il costante lavoro
che interpreterà il discorso di 55
che vede questo Ateneo pienamente
coinvolto nella programmazione culturale
cittadina. La collaborazione tra le numerose
anime della Federico II ha consentito di
mettere in campo eventi di diverso genere:
incontri di lettura, approfondimenti storici e
scientifici, visite guidate, performance
artistiche e un podcast narrativo che
racconta il fuoco attraverso il tempo,
intrecciando passato e futuro”.
Il programma prende il via il 10 maggio con
La Festa del Fuoco (Napoli 1631-1737), a
cura del Dipartimento di Studi Umanistici,
che ripercorre l’impatto culturale e sociale
della terribile eruzione del Vesuvio del 1631.
L’iniziativa coinvolge la Chiesa di Santa
Maria di Costantinopoli e il Museo
Diocesano, luoghi simbolici del culto
vesuviano. Sempre il 10 maggio si apre
Fiamme d’arte: un itinerario tra sacro e dei Santi Demetrio e Bonifacio (31
profano, ideato dal Dipartimento di maggio).
Architettura, un ciclo di visite guidate Un appuntamento di grande intensità è
tematiche che attraversano architetture, previsto per il 14 maggio al Teatro
opere d’arte, miti e tradizioni legate al Sannazaro con Fuoco su Napoli,
fuoco: Fuoco nell’arte a Palazzo Gravina adattamento teatrale dell’omonimo romanzo
(10 maggio), Fuoco in città a Palazzo di Ruggero Cappuccio, diretto da Nadia
Latilla (17 maggio), Fuoco industriale Baldi e realizzato con la partecipazione
nell’area ex-Italsider di Coroglio (24
degli studenti del laboratorio federiciano "Il
maggio), e Fuoco nella cultura nella Chiesa
senso dei suoni, il suono dei sensi". La
Napoli raccontata da Cappuccio è una città
percorsa da correnti sotterranee di
passione, rabbia e bellezza, tutte
convogliate nell’immagine viva e mutevole
del fuoco.
Il 27 maggio presso l’Osservatorio
Vesuviano e il 29 maggio al Real Museo
Mineralogico, si celebrano i 180 anni dalla
fondazione dell’Osservatorio Vesuviano,
il primo osservatorio vulcanologico al
mondo, oggi sede della sezione napoletana
dell’Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia (INGV). L’evento, intitolato Il
respiro del Vesuvio: 180 Anni di Fuoco e
Scienza, si articola in visite guidate e
approfondimenti storici, culminando nella
insediamento
dell’Osservatorio, realizzato
in collaborazione con il
Sistema Museale di Ateneo
e il Dipartimento di Scienze
della Terra, dell’Ambiente e
delle Risorse (DiSTAR).
Il 28 maggio, nell’Aula
Magna del complesso
federiciano di Scampia, sarà
protagonista la scienza
medica con l'incontro Fuoco,
calore e medicina, che
indagherà il ruolo del calore
nella diagnosi e nelle
innovazioni terapeutiche.
Interverranno figure di spicco
come Paolo Ascierto,
direttore del Dipartimento
Melanoma, Immunoterapia
Oncologica e Terapie
Innovative dell’Istituto
Tumori Pascale, Francesca
Bianco, direttrice della
sezione napoletana
dell’INGV, Arturo De Vivo,
responsabile della Scuola
Superiore Meridionale, e lo
scrittore Maurizio de
Giovanni, noto per il suo
sguardo acuto sulle passioni
e sulle ferite di Napoli.
A fare da filo conduttore
all'intero viaggio sarà il
podcast narrativo Antologia
del fuoco, prodotto da F2
Radio Lab. Realizzato dagli studenti del
laboratorio radiofonico federiciano, il
podcast, online dal 5 maggio 2025 su
www.radiof2.unina.it, offrirà quindici
episodi quotidiani – ogni giorno alle ore 18 –
dedicati a racconti, poesie e brani letterari
che hanno immortalato il fuoco come
simbolo di distruzione, creazione, energia e
rinnovamento nell'immaginario collettivo.
Il Maggio dei Monumenti della Federico II si
conferma così un appassionato omaggio
alla città di Napoli, alla sua forza
primordiale, alla sua cultura antica e alla
sua inesauribile capacità di trasformarsi,
come il fuoco stesso, in una nuova scintilla
di bellezza e conoscenza.
A.Q.
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
FAMIGLIA REALE BRITTANNICA
Re Carlo III e Camilla:
il legame con Ischia
e la Fondazione Walton
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Un incontro a Villa Wolkonsky rinnova il profondo vincolo tra la Famiglia
Reale britannica e i Giardini La Mortella
Durante la visita ufficiale in Italia, Re Carlo
III e la Regina Camilla hanno voluto
dedicare un momento speciale al profondo
legame che da decenni unisce la Famiglia
Reale britannica alla Fondazione William
Walton e ai meravigliosi Giardini La
Mortella di Ischia. L’incontro, organizzato in
forma riservata nella prestigiosa Villa
Wolkonsky, residenza dell’Ambasciatore
britannico a Roma, ha visto la
partecipazione di alcuni selezionati
esponenti della comunità culturale
britannica attiva in Italia. Tra gli ospiti
d’onore, Alessandra Vinciguerra,
presidente della Fondazione e direttrice dei
Giardini, ha rappresentato un autentico
ponte simbolico tra la tradizione culturale
inglese e il cuore verde dell’isola d’Ischia.
In un clima di grande cordialità, la Regina
Camilla si è rivolta direttamente alla
presidente con un messaggio semplice ma
colmo di affetto: “Give my love to Ischia!”.
Un ricordo personale, quello delle vacanze
della sua infanzia trascorse tra i sentieri
fioriti de La Mortella, che ha emozionato i
presenti e sottolineato quanto questo luogo
sia entrato a far parte della memoria
affettiva della Famiglia Reale.
Il rapporto tra la Corona britannica e la
Fondazione affonda le sue radici nella storia
e nell’arte. Fu infatti Lady Susana Walton,
moglie del celebre compositore Sir William
Walton, a chiedere all’allora Principe di
Galles di diventare Patrono della
Fondazione, un ruolo che Re Carlo III
continua a ricoprire con impegno e
dedizione. Il Sovrano ha visitato
personalmente i Giardini La Mortella
in due importanti occasioni: nel 1992,
per l’inaugurazione della sala concerti,
e nel 2002, in concomitanza con il
centenario della nascita di William
Walton. In entrambe le visite, il futuro
Re ha assistito a concerti eseguiti da
giovani musicisti, confermando il valore
formativo e culturale di questo luogo
unico.
Il legame con la musica è ancora più
profondo: fu William Walton a
comporre la marcia Orb and Sceptre
per l’incoronazione della Regina
Elisabetta II nel 1952, e
precedentemente la Crown Imperial
per l’incoronazione di Re Giorgio VI nel
1937. La Regina conferì a William
Walton nel 1967 l’Order of Merit, una
delle onorificenze più prestigiose del
Regno Unito. Anche Lady Walton
ricevette un importante riconoscimento:
nel 1999 fu insignita dell’Order of the
British Empire per le sue straordinarie
attività culturali svolte in Italia.
Tutte queste onorificenze, insieme a lettere
ufficiali e dediche reali, sono oggi custodite
nel museo interno dei Giardini La Mortella,
a testimonianza di un’amicizia che
attraversa il tempo e i confini. Tra i preziosi
cimeli, spicca anche il libro “La Mortella,
an Italian Garden Paradise”, impreziosito
da una prefazione firmata proprio da Carlo
d’Inghilterra, ulteriore segno tangibile
dell’affetto personale e del sostegno diretto
del Sovrano.
La visita a Villa Wolkonsky si è così
trasformata in una celebrazione discreta ma
intensa di un legame culturale che va ben
oltre le formalità diplomatiche, un rapporto
di stima, memoria e amore per la bellezza
che continua a fiorire, proprio come i
giardini che lo rappresentano.
(Foto d’archivio della visita dell’allora
Principe di Galles con Lady Walton – per
gentile concessione della Fondazione
Walton)
www.lamortella.org
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PASSATO/PRESENTE
Napoli è il suo paesaggio poetico: dopo il Parco di
Virgilio e Leopardi, riaprirà la Crypta Neapolitana
58 59
Dalla visione di Amedeo Maiuri alla nuova accessibilità culturale: una
rinascita tra archeologia, memoria e innovazione
di Walter Ferrigno
Riaprire il Parco delle tombe di Virgilio e
Leopardi non è stato solo un gesto di
restauro, ma un atto di restituzione
profonda di memoria e identità per Napoli.
Grazie a un importante intervento finanziato
con i fondi del PNRR, il parco è stato
rinnovato nella forma e nello spirito, con
due nuovi percorsi gratuiti che uniscono
poesia, archeologia e paesaggio. È il primo
passo di un progetto ancora più ambizioso:
la riapertura della Crypta Neapolitana, uno
dei luoghi più carichi di mito e storia
dell’antica Partenope.
Questo processo di valorizzazione affonda
le radici nella visione illuminata di Amedeo
Maiuri, il grande archeologo che negli anni
’30 trasformò l’area della tomba di Virgilio
in un romantico giardino della memoria,
capace di evocare il senso classico della
bellezza perduta. A quell’opera si unì, pochi
anni dopo, un gesto altrettanto simbolico: la
traslazione della salma di Giacomo
Leopardi da Fuorigrotta a Piedigrotta,
suggellando in questo angolo verde un
connubio unico di poesia, natura e mito.
Anche Benedetto Croce, nei suoi scritti,
sottolineò il profondo legame spirituale che
legava Virgilio a Napoli, città di studi, di
eleganza, di malinconia fertile. E lo stesso
si può dire per Leopardi, che nei suoi ultimi
anni trovò nella dolcezza del paesaggio
partenopeo un sollievo alle sue sofferenze
fisiche e morali, lasciandoci pagine
immortali dedicate al Vesuvio e alla natura
napoletana.
Nel solco di quella eredità, oggi il Parco
rinasce come spazio accessibile a tutti.
L’Università Suor Orsola Benincasa,
attraverso il SAAD – Servizio di Ateneo
per le Attività di Inclusione e Disabilità,
ha dato un contributo fondamentale alla
realizzazione di un percorso botanico tattile,
pensato per offrire anche ai visitatori
ipovedenti un’esperienza sensoriale e
narrativa. La progettazione dei pannelli
tattili, dei supporti semplificati e la scelta
delle essenze arboree – simboliche per
Virgilio e Leopardi – rendono il parco un
modello di inclusione culturale che guarda
al futuro senza dimenticare il passato.
Nel giorno della riapertura, il Ministro della
Cultura Alessandro Giuli ha sottolineato
l'importanza storica e simbolica dell'evento:
«Il Parco è dedicato a due giganti della
nostra letteratura ed è in una delle città più
importanti d’Italia, Napoli, che sintetizza in
sé, nella sua cultura millenaria, quanto di
più alto e nobile c’è nella letteratura, nella
storia, nella tradizione e nella cultura
italiana. Riaprire al pubblico questo luogo
significa ridare voce a una storia antica,
riscoprire e valorizzare le nostre specificità
culturali e farle riverberare nel nostro
presente. [...] Il prossimo passo sarà il
restauro e la riapertura al pubblico della
Crypta, grazie al finanziamento di 3 milioni
di euro del Fondo Coesione e Sviluppo».
La Crypta Neapolitana, straordinaria
galleria scavata nel tufo in età augustea,
collegava l’antica Neapolis alla zona
flegrea, rappresentando non solo un
capolavoro di ingegneria romana, ma anche
un luogo di fortissima suggestione letteraria.
Secondo la tradizione, fu proprio lungo il
cammino della Crypta che Virgilio avrebbe
camminato, simbolo vivente del passaggio
tra mondi e culture. E più tardi, nei secoli, la
galleria divenne emblema di quel paesaggio
stratificato che ancora oggi distingue Napoli
da ogni altra città: una città scavata, abitata,
narrata.
La riapertura della Crypta sarà resa
possibile da un finanziamento di 3 milioni di
euro del Fondo Coesione e Sviluppo, e si
avvarrà di competenze d’eccellenza:
l'Università Parthenope, già coinvolta nel
monitoraggio strutturale e nella diagnostica
avanzata, realizzerà modelli digitali e
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
PASSATO/PRESENTE
contemplazione e un
presidio culturale vivo,
60 capace di offrire
61
un’esperienza autentica e
inclusiva».
In tutto questo processo,
emerge una Napoli nuova,
che dialoga con la sua storia
millenaria ma si apre al
mondo contemporaneo.
Napoli non si limita a
conservare: Napoli rinasce,
riconnettendo la sua anima
antica ai bisogni del
presente. Attraverso Virgilio
e Leopardi, attraverso la
pietra e la poesia, la città si
racconta ancora, e ancora
una volta, al mondo.
sistemi di sicurezza per garantire una
fruizione sicura e continua.
Il progetto non riguarda soltanto la
conservazione: accanto al recupero fisico,
si lavora alla creazione di un Digital Twin
dell’intero complesso monumentale, in
collaborazione con l’Università L’Orientale
e il Centro Nazionale Studi Leopardiani,
per permettere visite virtuali anche da
remoto e ampliare il pubblico potenziale.
Il Direttore generale dei Musei Massimo
Osanna, ideatore del progetto di
valorizzazione, ha dichiarato:
«L’inaugurazione del Parco delle Tombe di
Virgilio e Leopardi restituisce alla città di
Napoli uno dei suoi luoghi più evocativi e
identitari, attraverso un progetto di
valorizzazione che coniuga conservazione,
accessibilità, sostenibilità e memoria, in
continuità con la visione lungimirante del
grande Soprintendente Amedeo Maiuri. [...]
Nel cuore di Napoli, il Parco si presenta
oggi come un museo all’aperto, un’oasi di
(Foto di Direzione regionale Musei nazionali
Campania – Museitaliani – tratte da sito
cultura.gov.it e pagina Facebook Parco
delle tombe di Virgilio e Leopardi)
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
TRACCE
Jodice e la visione metafisica
di Napoli: percorsi visivi
tra fotografia e identità urbana
solo quello di celebrare un grande
protagonista della fotografia italiana, ma
62 anche di proporre un modello di dialogo tra 63
arte, città e cittadinanza, promuovendo
pratiche artistiche che sappiano attivare
processi di consapevolezza e
riappropriazione dello spazio urbano.
Mimmo Jodice (Napoli, 1934) è tra i
maggiori esponenti della fotografia
La mostra "Napoli Metafisica" al Castel Nuovo racconta la città come
concettuale italiana. La sua ricerca si è
sviluppata a partire dagli anni Sessanta, in
spazio simbolico, in dialogo con l’eredità di de Chirico
dialogo con le neoavanguardie
internazionali e con un approccio sempre
più orientato all’essenzialità formale, al
di Francesco Bellofatto
nuova semantica del visibile, dove l’estetica
bianco e nero e alla costruzione di immagini
della sospensione e del vuoto diventa
prive di presenza umana. Con “Vedute di
Fino al 1° settembre 2025, le sale storiche strumento per interrogare la memoria, il
Napoli” (1980), Jodice ha introdotto
del Castel Nuovo di Napoli ospitano la tempo e l’identità collettiva.
una rappresentazione della città
mostra “Napoli Metafisica” di Mimmo Le immagini selezionate per la mostra,
radicalmente nuova: Napoli come
Jodice, una delle più significative indagini articolata in un percorso tematico che
spazio silenzioso, metafisico, dove
fotografiche contemporanee sul paesaggio attraversa ambienti come la Cappella
la presenza è affidata agli oggetti, alle
urbano come spazio simbolico.
Palatina, la Cappella delle Anime del
architetture, ai vuoti. Le sue immagini
sfuggono alla dimensione cronachistica
per restituire una città atemporale,
icastica, dove ogni edificio o
monumento assume un significato
altro, trasformandosi in figura simbolica
e mitica. In questo senso, la visione di
Jodice si distingue radicalmente da
quella di altri autori che hanno
raccontato Napoli in chiave più
documentaria o sociale: basti pensare
a Luciano D’Alessandro, che ha colto
le tensioni civili della città, o a Gabriele
Basilico, che ne ha indagato le
trasformazioni urbanistiche. Jodice
L’esposizione presenta oltre cinquanta
opere che, attraverso l’obiettivo di Jodice,
trasfigurano la città in una dimensione
sospesa, atemporale, ponendosi in dialogo
concettuale con la pittura metafisica di
Giorgio de Chirico. Le immagini, realizzate
con l’uso rigoroso del bianco e nero e
stampate secondo tecniche analogiche ad
alta definizione, si distinguono per la pulizia
formale e per il controllo assoluto della luce,
che contribuisce a intensificare il senso di
astrazione e sospensione temporale delle
inquadrature. Le fotografie non si limitano a
restituire scorci della città, ma creano una
Purgatorio e l’Armeria, evocano archetipi
formali e simbolici ricorrenti nella tradizione
metafisica: archi, statue, colonne, ombre,
prospettive anomale e assenze che
diventano presenze simboliche. Jodice
costruisce una narrazione visiva che non si
limita alla mera rappresentazione della città,
ma ne esplora le stratificazioni storiche, le
tensioni poetiche, le emergenze
architettoniche come elementi di una
memoria visiva collettiva e, insieme,
soggettiva. Ogni fotografia diventa un varco,
una soglia, un’evocazione che parla allo
spettatore attraverso la rarefazione della
scena e la potenza evocativa
del bianco e nero.
Il progetto espositivo, a cura di
Vincenzo Trione, è promosso
dal Comune di Napoli
nell’ambito di “Napoli
Contemporanea 2025” e
realizzato grazie alla
collaborazione tra lo Studio
Mimmo Jodice, la
Fondazione Giorgio e Isa de
Chirico e l’editore Electa.
L’iniziativa si inserisce in un più
ampio programma di
valorizzazione del patrimonio artistico
partenopeo e di riflessione sull’arte
contemporanea come strumento critico per
ripensare lo spazio urbano. L’obiettivo non è
invece sceglie la rarefazione, il silenzio,
l’astrazione, proponendo un’immagine della
città che non appartiene al presente ma a
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
TRACCE
una memoria trasfigurata e immaginifica. come linguaggio capace di restituire non
costruzione complessa di significato, professionisti della cultura interessati a
64
Tra i progetti più rilevanti della sua carriera, solo realtà ma visione. Il riferimento a
anziché semplice traccia del reale. L’opera indagare i rapporti tra fotografia, estetica
“Mediterraneo” (1995) rappresenta una Giorgio de Chirico non è solo estetico ma
di Jodice, in questo contesto, si pone come urbana e memoria culturale. Si propone 65
sintesi di riflessione sul concetto di civiltà metodologico: come il pittore, anche Jodice
una lente attraverso cui esplorare la come occasione di studio e
mediterranea, letta come area archetipica costruisce spazi interiori, visioni che
dialettica tra l’invisibile e il visibile, tra approfondimento non solo per chi si occupa
attraversata da sedimentazioni culturali. interrogano il tempo e la memoria piuttosto
l’identità e il §territorio, tra l’immagine e di arti visive, ma anche per chi analizza le
L’opera, esposta al Philadelphia Museum che descrivere il presente. Le sue immagini
l’immaginazione. La Napoli rappresentata dinamiche di rappresentazione e narrazione
of Art e pubblicata da Aperture, evidenzia diventano dispositivi di pensiero,
non è mai quella immediata e riconoscibile dei territori, offrendo spunti utili per una
l’interesse di Jodice per il tempo come sospensioni visive che sfidano la fruizione
della quotidianità, ma una città archetipica, riflessione interdisciplinare su città,
materia visiva e per il paesaggio come lineare per proporre un’esperienza estetica
metafisica, in cui ogni pietra racconta storie linguaggio visivo e patrimonio.
palinsesto mnemonico. In questo ciclo, stratificata e meditativa. In questo senso,
sepolte, ogni ombra diventa traccia di un (Le immagini ©MIMMO JODICE e
come nelle “Vedute”, lo sguardo fotografico l’opera di Jodice si presta a essere letta
pensiero.
©GIORGIO DE CHIRICO sono utilizzate
è strumento di archeologia visuale: attraverso le lenti teoriche di autori come
L’inaugurazione della mostra si terrà esclusivamente nell’ambito di questo
restituisce il tempo attraverso l’immobilità, la Roland Barthes, che in La camera chiara
domenica 13 aprile 2025, con ingresso articolo di presentazione giornalistica della
luce attraverso l’ombra, la storia attraverso esplora la fotografia come campo del
gratuito dalle 10:30 alle 18:00 (ultimo mostra “Mimmo Jodice. Napoli Metafisica”.
la sospensione. La fotografia diventa così “punctum” e della memoria affettiva, o
accesso alle 17:30). L’esposizione sarà Le foto dell’allestimento sono state
atto di resistenza contro la perdita di senso Susan Sontag, che in Sulla fotografia ne
successivamente aperta al pubblico dal realizzate dagli Allievi del Biennio Fotografia
e identità.
sottolinea il potere ideologico e critico. Tali
lunedì al sabato, dalle 10:00 alle 18:00. ABANA.)
La mostra al Castel Nuovo invita a riflettere riferimenti contribuiscono ad ampliare la
La mostra si rivolge in particolare a
www.electa.it
sul valore epistemologico della fotografia riflessione sull’immagine fotografica come
studenti universitari, ricercatori, artisti e
www.comune.napoli.it
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
TRACCE
Nel cuore della musica
Il lascito spirituale e artistico
di Eugenio Fels
Un omaggio al pianista-compositore torinese di adozione partenopea,
attraverso un evento speciale alla Fondazione Morra
66 67
Nel mondo della musica colta italiana, il
nome di Eugenio Fels evoca una
sensibilità profonda, una poetica del suono
che ha saputo coniugare tecnica e
spiritualità, radici e avanguardia. Nato a
Torino nel 1953 e scomparso a Napoli il 20
dicembre 2024, Fels è stato un interprete,
compositore e docente d'eccezione, una
figura appartata ma fondamentale per la
tradizione pianistica napoletana. La sua
memoria sarà celebrata il
9 maggio 2025 presso la
Fondazione Morra –
Casa Morra, nell’ambito
del ciclo L’incantesimo
della soglia, con un
incontro curato da
Giuseppe Morra,
Lorenzo Pone e
Girolamo De Simone,
che vedrà la
partecipazione di amici,
allievi e testimoni del suo
percorso umano e
artistico.
Proprio De Simone, suo
allievo, collega e amico, gli
dedica il recente libro
Graffi e Grafie. Pianismi e
pianisti a Napoli
(Konsequenz, 2025),
un’opera che ricostruisce
con passione e rigore la
genealogia del pianismo
partenopeo da Beniamino
Cesi fino a oggi. È
all’interno di questa storia
che Fels assume un ruolo
di snodo, erede diretto
della leggendaria
Antonietta Webb-James, ultima allieva di
Cesi, con la quale studiò sin da
giovanissimo. È attraverso questa linea che
il suo insegnamento si è fatto veicolo di una
‘tradizione vivente’, fondata su una scuola
del ‘bel tocco’, capace di far fiorire
interpretazioni dal respiro ampio, intimo,
interiorizzato.
“Il più grande insegnamento che Eugenio
Fels ci ha lasciato - scrive De Simone - è
questo: non far musica 'per', ma far musica
'dentro'. Ossia far musica per amore della
musica, per essere 'nella' musica,
respirarla, abbeverarsene, senza secondi
fini. Una visione pura, autentica, semplice.
Eppure così rara”. È in questa affermazione
che si coglie il senso profondo della sua
ricerca: incarnare la musica, farsi tramite
sensibile di un linguaggio che va oltre il
virtuosismo, oltre il gesto tecnico.
Il contributo di Fels non si è limitato
all’insegnamento, svolto per anni come
titolare della cattedra di pianoforte
principale al Conservatorio San Pietro a
Majella di Napoli. La sua attività
concertistica lo ha portato a esibirsi in
numerose capitali europee – da Berlino a
Parigi, da Vienna a Madrid – mentre come
compositore ha lasciato un corpus di opere
che spaziano dalla musica per pianoforte
solo alla musica da camera, fino a
sperimentazioni sceniche e multimediali.
Fra le sue produzioni più significative, si
ricordano Erik Satie, spettacolo per
pianoforte, voce recitante e due mimi
presentato a Napoli nel 1980, e Satie-
Opéra, messo in scena a Berlino nel 1986.
Opere in cui il pianoforte si fa parte di un
organismo narrativo più ampio, luogo di
evocazione e sogno.
Ha scritto le musiche per Lustratio ad iter
Averni, rappresentato nelle Grotte della
Sibilla nel 1993, e per Mistero velato,
andato in scena a Napoli nel 2012. È stato
coautore e interprete della performance
Alkèmia, per pianoforte, corpo e immagini,
presentata nel 1995, mentre nel 1994 ha
composto la colonna sonora per il film Fade
Out, presentato alla Mostra del Cinema di
Venezia. La sua produzione, segnata da un
costante desiderio di unione fra suono e
immagine, parola e gesto, testimonia una
concezione artistica espansa, in cui il
pianismo diventa luogo d’incontro tra
memoria e visione.
Nel contesto dell’omaggio del 9 maggio,
che si terrà alle ore 18 presso Casa Morra
(Salita San Raffaele 20/c - Napoli) con
l’Archivio Konsequenz saranno presentati
materiali sonori digitalizzati ad alta qualità,
originariamente approvati da Fels e
pubblicati sul suo canale ufficiale
YouTube. Un patrimonio di registrazioni che
sarà donato alla Fondazione Morra, a
testimonianza dell’impegno dell’artista nella
documentazione della propria poetica e
della volontà di renderla accessibile a tutti,
al di là delle logiche commerciali. Sarà
inoltre proiettato un filmato inedito tratto
da uno degli ultimi concerti del Maestro, un
documento visivo che restituisce l’intensità
di un interprete che ha sempre privilegiato
la coerenza etica all’esibizione mondana.
Tra gli altri interverranno Andrea Riccio,
Cosimo Abbate, Daniele Schirone e
Gabriele Montagano.
Il ricordo di Eugenio Fels è destinato a
vivere a lungo nella coscienza musicale di
chi lo ha incontrato, studiato, ascoltato.
Come scrive ancora De Simone: “Con lui ho
imparato che l’unico gesto davvero
rivoluzionario è quello che custodisce.
Eugenio ci ha lasciato il silenzio che
precede la nota e il respiro che la segue.
Tutto il resto è clamore”.
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
TRACCE
Ria Rosa, la sciantosa
che sfidò il patriarcato
non è più la vile ancella, oggi abolisce in
pieno la gonnella, e ‘sta gonnella ‘a metto
68 ‘ncuollo a te!»
o in Lo penso ma non lo fo:
69
«Io te so' fidanzata sissignore e che vuò
rì… io si vedo a nu giuvinotto che va a
spasso, m’o vulesse piglià, m’o vulesse
abbraccià… eh, tu nun m’o può proibbi’, tu
guarda a chi vuò tu, e io guard’a chi vogl’i.»
Un'icona inconsapevole del femminismo napoletano: coraggio, musica e
Senza saperlo, aveva messo i semi per dar
vita a una nuova figura di donna,
rivoluzione tra Napoli e l'America
emancipata, libera di scegliere.
Ed è triste vedere oggi, con il numero di
femminicidi che aumenta ogni giorno a
di Myriam Lattanzio
causa di “uomini” che non accettano la fine
delle relazioni, come si sia tornati indietro
con gli anni, con donne che vengono
picchiate, umiliate e lasciate sole non solo
dal mondo maschile, sempre pronto a fare
da scudo e a puntare il dito, ma anche da
una parte di donne che non riesce ad
emanciparsi dal pensiero maschilista.
Per fortuna, ci sono tante Ria Rosa che
scendono in piazza, che reagiscono
ribellandosi, che non si piegano.
La nostra inconsapevole, determinata,
rivoluzionaria prima “femmenista” si
spense a New York nel 1988, ma le sue
canzoni continuano ancora oggi ad ispirare
generazioni di cantanti armate di chitarre e
microfoni.
Il movimento femminista in Italia nel 1922
subì un duro colpo con la salita al potere del
fascismo. Il dovere principale per la donna
era soltanto quello di procreare e crescere i
figli, lasciando tutte le decisioni all’uomo.
Dopo questo periodo di buio, che coincise
con la fine della dittatura nel 1945, solo nel
1970 ripresero a formarsi gruppi organizzati
femministi che
annoverano tra i
successi una legge
per il divorzio ed una
per regolamentare
l’aborto.
Nel 1917 però, ben
cinquant’anni prima
del movimento, una
sciantosa del Café
Chantant calcava il
palcoscenico
cantando: «Ma
guarda un
pochettino, ma
tieni mente un po’,
uno non è padrone
‘e fa chello che
vvò!». Quella
sciantosa era Ria
Rosa, la prima
femminista senza
sapere di esserlo
che, in musica e con
testi rivoluzionari per
l’epoca, non ebbe
paura di schierarsi contro la mentalità
patriarcale dell’epoca e contro il fascismo,
le molestie, i soprusi.
Maria Rosaria Liberti, classe 1899,
napoletana dei Quartieri Spagnoli, debuttò a
soli 16 anni e divenne subito una cantante
richiesta dal pubblico e contesa dalle case
editrici, riuscendo a farsi strada in un
mondo, quello dell’epoca, completamente
maschilista, dove la donna era vista solo
come moglie da tenere in casa a badare ai
fornelli e ai figli.
Nel 1922 partì per una tournée in America e
fu talmente grande il successo che decise
di stabilirsi in America, costretta anche dalla
non accettazione del regime fascista, delle
imposizioni e dei divieti soprattutto per le
donne.
Dopo aver lavorato nella compagnia di
Nicola Maldacea, decise di fondare una
sua compagnia,
mettendo in scena
sceneggiate che si
ispiravano a temi
scabrosi di quel
tempo, come il
dramma delle
ragazze madri (‘E
pentite) che
trovarono
accoglienza nel
Convento delle
Pentite, pur non
avendo nessuna
colpa ma indicate
come colpevoli per
aver ceduto alle
lusinghe maschili.
Si schierò a favore
degli anarchici
Sacco e Vanzetti,
due operai
anarchici
condannati
ingiustamente a
morte nel 1920, e
cantò per loro una canzone dal titolo 'A
seggia elettrica. A causa di questa canzone
subì minacce e rischiò l’espulsione dagli
Stati Uniti.
Le sue performance venivano considerate
“scandalose” e una volta si esibì vestita da
uomo; per questo, per le sue scelte
artistiche e musicali, fu considerata la
“nonna delle femministe napoletane”,
negando il prototipo della donna “schiava
d’amore”.
Le sue canzoni più celebri,
Preferisco il Novecento (E io invece,
per dispetto, lo voglio fare, voglio
fumare e mettere il rossetto rosso
sulle labbra, che male c’è, sulla
spiaggia di Lucrino me ne vado a
passeggiare, in costume e che ballo
che farò. Ah, preferisco il ‘900, come
è bella la libertà!), Nun so doce, so
feroce, Nun me saccio rassignà, Lo
penso ma non lo fo, sono state, oltre
che scandalose, rivoluzionarie per
un’epoca segnata da un regime che
aveva relegato le donne ai soli ruoli
di moglie e madre.
E lei, per tutta risposta, cantava in
Fresca, fresca:
«No. Mimì non mi scocciare, Mimì
nun fa’ ‘o carogno, perché io non mi
voglio riscaldare», rifiutando avance
e pretese degli spasimanti.
Fu una sciantosa atipica, senza ‘a
mossa e ammiccamenti per
conquistare la platea maschile, ma
una vera e propria rivoluzionaria che
cantava:
«La donna d’oggi, è inutile negarlo,
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CULTURA E SPETTACOLI
Pompei, estate di mito e musica: grandi
spettacoli tra Teatro Grande e Anfiteatro
70 71
Da "Pompeii Theatrum Mundi" ai concerti live, la città antica si trasforma
in palcoscenico mondiale di arte, cultura ed emozioni
Dal 20 giugno 2025 Pompei si prepara a
vivere una delle sue estati più straordinarie,
unendo la forza dei classici alla
contemporaneità della musica
internazionale. A inaugurare questa
stagione eccezionale sarà Pompeii
Theatrum Mundi 2025, l’ottava edizione
della rassegna teatrale ideata dal Teatro di
Napoli – Teatro Nazionale insieme al
Parco Archeologico di Pompei, con il
sostegno del Ministero della Cultura, della
Regione Campania, del Comune di
Napoli e della Città Metropolitana di
Napoli, in collaborazione con il Campania
Teatro Festival. Come ha ricordato il
direttore artistico Roberto Andò, il festival
rappresenta "il luogo di incontro tra la
grande eredità classica e la visione artistica
contemporanea", mentre il presidente
Luciano Cannito sottolinea il suo "valore
culturale e simbolico, capace di rinnovare
ogni anno un rito condiviso tra pubblico e
artisti".
L’apertura, il 20 e 21 giugno, sarà affidata a
Amos Gitai con il suo spettacolo "Golem",
ispirato a testi di Isaac Bashevis Singer,
Joseph Roth, Léon Poliakov e Lamed
Shapiro. Un’opera corale e multilingue,
recitata in tedesco, inglese, arabo,
spagnolo, francese, ebraico, russo e
yiddish, con sovratitoli in italiano. Tra gli
interpreti spiccano i nomi di Irène Jacob,
Micha Lescot, Laurent Naouri e lo stesso
Amos Gitai, accompagnati dalle musiche
dal vivo di Alexey Kochetkov e Kioomars
Musayyebi. Un viaggio emozionante tra
creazione, distruzione, memoria e futuro.
Il 4 e 5 luglio sarà la volta di Marcos
Morau, uno dei coreografi più innovativi
d’Europa, che porterà a Pompei "Notte
Morricone", creazione coreografica
dedicata al genio musicale di Ennio
Morricone. I danzatori di Aterballetto
interpreteranno le colonne sonore più
amate con uno spettacolo che, come
racconta Morau, "intreccia la bellezza e la
crudeltà del mondo che avanza". La
direzione musicale è affidata a Maurizio
Billi, per un omaggio coreografico che
promette di incantare il pubblico.
Dall’11 al 13 luglio, dopo il debutto al Teatro
Greco di Siracusa, arriverà "Elettra" di
Sofocle, nella potente messinscena di
Roberto Andò, con la traduzione di
Giorgio Ieranò. A interpretare Elettra sarà
Sonia Bergamasco, affiancata da Anna
Bonaiuto nel ruolo di Clitennestra e
Roberto Latini in quello di Oreste. Una
produzione imponente che vede tra i
protagonisti anche Silvia Ajelli, Imma Villa,
Paola De Crescenzo, Danilo Nigrelli e
Roberto Trifirò, con scene e luci curate da
Gianni Carluccio, i costumi di Daniela
Cernigliaro e le musiche di Giovanni
Sollima. Una tragedia di vendetta, legami
familiari e dolore, raccontata con la forza
visiva e poetica del teatro contemporaneo.
A chiudere la rassegna teatrale, il 18, 19 e
20 luglio, sarà "Lisistrata" di Aristofane,
diretta da Serena Sinigaglia e interpretata
da una straordinaria Lella Costa nel ruolo
della protagonista. Insieme a lei, un cast
corale che comprende Marta Pizzigallo,
Cristina Parku, Simone Pietro Causa,
Marco Brinzi e molti altri. Una commedia
che, come afferma la regista, "sotto
l’apparenza di leggerezza cela una carica
rivoluzionaria ed eroica". Scene firmate da
Maria Spazzi, costumi di Gianluca Sbicca
e musiche di Filippo Del Corno per un
finale di festival all’insegna della forza
ironica del teatro greco.
Dal teatro alla musica, senza soluzione di
continuità: dal 27 giugno parte la seconda
stagione di "Pompei è Musica", la
rassegna di concerti live che trasforma
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CULTURA E SPETTACOLI
72 73
l’Anfiteatro degli Scavi in un’arena sonora
unica al mondo. Dopo il successo
dell’edizione 2024, la rassegna BOP –
Beats of Pompeii, diretta da Giuseppe
Gomez e organizzata da Blackstar
Entertainment e Fast Forward, porta a
Pompei quattordici appuntamenti
straordinari, capaci di abbracciare generi e
generazioni.
L'apertura sarà affidata a Andrea Bocelli,
con due serate evento il 27 e 28 giugno,
seguite da concerti di leggende come Nick
Cave, Jean-Michel Jarre, Wardruna, Ben
§Harper, Bryan Adams e Dream Theater.
Spazio anche alla musica italiana con
Stefano Bollani, Gianna Nannini,
Antonello Venditti e Serena Rossi,
mentre il finale sarà affidato al maestro
Riccardo Muti, che dirigerà un concerto
memorabile a fine luglio.
L'Anfiteatro, già teatro nel 1971 del mitico
concerto dei Pink Floyd, torna a essere
simbolo della connessione tra storia e
musica. Come ricorda il direttore del Parco,
Gabriel Zuchtriegel, "portare la musica nel
sito di Pompei non è un'azione accessoria,
ma parte integrante della tutela e della
valorizzazione culturale", in linea con l’idea
che ogni patrimonio, anche materiale, sia
innanzitutto un’eredità immateriale capace
di trasformare le nostre vite.
Anche il sottosegretario alla Cultura
Gianmarco Mazzi ha ribadito l’importanza
di eventi come questo, definiti "alleanze
necessarie tra beni e attività culturali",
mentre il sindaco di Pompei Carmine Lo
Sapio ha ricordato l’emozione di vedere
l’archeologia e la musica fondersi in
un’esperienza che "parla al mondo intero".
Un'estate, quella di Pompei, che si
annuncia dunque magica e indimenticabile,
capace di intrecciare le voci immortali del
mito con le sonorità del presente, nel
palcoscenico senza tempo della città che
più di ogni altra rappresenta il dialogo tra
passato e futuro.
www.teatrodinapoli.it
www.pompeiisites.org
(foto di Ivan Nocera, Christophe Bernard e
Simon Gosselin per gentile concessione
del Teatro di Napoli)
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CULTURA E SPETTACOLI
Napoli sospesa tra prosa e poesia:
nelle note di regia – è canzone, surreale “Napoli mi parla, mi protegge, mi
filastrocca di Rodolfo De Angelis,
consiglia e mi aiuta. Non me ne sono mai
74 cantautore, drammaturgo, attore, pittore e andato, sono uno dei pochi artisti che è 75
il Novecento visto da Lambertini
saggista napoletano degli anni Trenta, un voluto rimanere qui. Mi faccio stimolare
artista, un futurista, che aveva attraversato da una città splendida e piena di
la vita, come scrisse: “Con lieve e cauto cultura”.
e interpretato da Peppe Barra e
passo ritmico”. Con questo spirito leggero Gli arrangiamenti musicali sono di
possiamo dare inizio a questa passeggiata Giorgio Mellone e si fondono
nei vicoli del nostro teatro novecentesco, perfettamente con la voce degli attori,
Lalla Esposito
epoca dalle mille facce, attraversandone creando un tessuto sonoro che amplifica e
luce e ombra, cupezza e allegria, commedia completa ogni gesto scenico. Gli orchestrali
e tragedia, cavalcando tutte le sue
sono: Francesco Manco al clarinetto,
Un viaggio teatrale tra sogno e verità che attraversa la tradizione
molteplici forme, per coglierne l’anima, il Agostino Oliviero al mandolino e al violino,
partenopea e restituisce al pubblico l’anima profonda del Novecento
gesto, lo stile, l’umore, l’amore profondo per Antonio Ottaviano al pianoforte.
la prosa e per la musica. Una vivace e Intenso come un processo di
incalzante miscellanea teatrale dove i due consapevolezza collettiva è il piccolo
di Manuela Ragucci
agli attori. Si mette in moto un girotondo di
primi attori, aperto il sipario, si trovano monologo in cui Peppe Barra parla del
testi che si susseguono senza respiro, uniti
circondati, ludici prigionieri, da pesanti tempo che riporta l’uomo a cospetto di una
Andato in scena al Sannazaro di Napoli lo da legami di somiglianza e di contrasto” –
pareti di velluto rosso fuoco, un pozzo, una riflessione universale ma intima sul tempo
spettacolo “Bubù Babà Bebè – Assolo per così Lambertini descrive “Bubù Babà
caverna da cui è impossibile fuggire senza che mangia tutto, che non lascia scampo:
due”, diretto da Lamberto Lambertini e Bebè – Assolo per due”, ponendo in
aver raggiunto la fine. Lungo quella
“Ma il tempo deve fermarsi davanti alla
interpretato con maestria da due grandi evidenza il potere creativo di questo tipo di
plissettata, curva muraglia, alcune sedie verità, perché la verità è l’unico elemento
nomi del teatro come Peppe Barra e Lalla teatro.
portano scialli, giacche, cappelli, spille e che resiste, che resta.”
Esposito. Il titolo già di per sé è un
“Bubù Babà Bebé” – spiega Lambertini
piume che possano servire agli attori. Si Alla fine dello spettacolo, Peppe Barra ha
ossimoro, un gioco,
mette in moto un girotondo di testi che si condiviso con il pubblico un momento di
sospeso tra sogno
susseguono senza respiro, uniti da legami riconoscimento e gratitudine, un pensiero
surreale in cui il rosso
di somiglianza e di contrasto.”
personale, un omaggio delicato, sentito,
velluto delle pareti si
Uno spettacolo capace di coinvolgere il commosso al suo maestro Roberto De
trasforma in paesaggi
pubblico e renderlo partecipe perché Simone, recentemente scomparso. Lo ha
diversi a seconda della
“Assolo per due” è davvero teatro allo ricordato come il suo padre artistico, come
scena interpretata. Una
stato puro che mette in scena la parola, il colui che gli ha aperto le porte del teatro
galleria di musica e prosa
gesto, il corpo, la musica, e in cui la profondo, della ricerca, della verità. Una
fatta dunque di canzoni,
tradizione napoletana non resta in una citazione breve, ma potentissima, capace di
scenette e monologhi di
teca come eredità polverosa da custodire, illuminare il valore di un legame che ha
autori che hanno fatto la
ma riprende forma e vita ed è modellata segnato una carriera e un percorso umano.
storia della tradizione
dall’esperienza, dalla maestria, dalla
partenopea, come Di
genialità di Peppe Barra e Lalla Esposito. (foto di Fiorenzo Niccoli courtesy Ufficio
Giacomo, Bovio e
A proposito di Napoli, Barra afferma:
Stampa Sannazaro)
Moscato, per citarne
alcuni.
“Una vivace e incalzante
miscellanea teatrale dove i
due primi attori, aperto il
sipario, si trovano
circondati, ludici
prigionieri, da pesanti
pareti di velluto rosso
fuoco, un pozzo, una
caverna da cui è
impossibile fuggire senza
aver raggiunto la fine.
commerciale@sudenord.it
Lungo quella plissettata,
curva muraglia, alcune
sedie portano scialli,
www.sudenord.it
giacche, cappelli, spille e
piume che possano servire
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CULTURA E SPETTACOLI
Una SereNata napoletana
teatrale e mi è venuto
naturale pensare alla mia
76 Napoli, alla sua musica,
77
alla sua gente” – e
che parla al cuore
aggiunge – “SereNata a
Napoli è un atto d’amore
per la mia terra, dove ogni
vicolo canta e ogni
leggenda vive. Un atto
d’amore, uno spettacolo
pieno di sentimento, nei
confronti della mia città che
è una sirena, è Partenope
che si è lasciata morire
d’amore perché non
corrisposta da Ulisse,
quindi con questo pretesto
inizia un viaggio musicale
in cui cercheremo di
svegliare questa sirena e di
ricordare che di morire non
vale mai la pena, né per
guerra, né per amore, né
per Ulisse”.
La regia sobria lascia
spazio alla voce e alla
presenza scenica
dell’artista, che riesce a
passare dalla canzone
classica al racconto
teatrale con naturalezza. E
sullo sfondo scorrono
anche alcune immagini
Serena Rossi accarezza l’anima di Napoli con uno spettacolo intenso e
dell’Archivio Luce, che
personale
mostrano la Napoli di un
tempo e le sue ferite. Tante
le tappe del tour, che
di Manuela Ragucci
stessa, attraversando con eleganza e
toccherà oltre a Napoli anche Pompei, il 29 Lascia spazio alla voce, al sorriso aperto,
profondità i momenti salienti della sua vita,
luglio.
allo sguardo profondo, alla presenza
Serena Rossi torna sul palco con uno accompagnata da un ensemble musicale
“Se penso all’Anfiteatro degli Scavi di scenica dell’artista, che riesce a passare dal
spettacolo intenso e personale: “SereNata dal vivo composto da sei elementi guidato
Pompei quest’estate – continua Serena canto al racconto, dalla risata al silenzio con
a Napoli”, un viaggio emozionante tra dal maestro Valeriano Chiaravalle, che ha
Rossi - mi tremano un po’ le gambe, cioè lo la naturalezza che la contraddistingue.
musica, parole e ricordi che si intrecciano riarrangiato brani della tradizione
spettacolo in cui parlo del Vesuvio, con il Con questo lavoro, Serena Rossi dimostra
con la storia della sua città natale. Un tour partenopea in chiave moderna, rispettando
Vesuvio alle spalle sarà secondo me una ancora una volta la sua versatilità e la sua
che tocca tante città italiane e che farà la grande tradizione napoletana.
serata un po’ magica quella”.
capacità di emozionare senza artifici.
tappa all’Augusteo di Napoli dal 5 al 9 Il titolo, “SereNata a Napoli”, gioca con il
In ogni tappa del tour, il pubblico esce con “SereNata a Napoli” è uno spettacolo che
maggio.
suo nome, con il luogo di nascita e con la
la sensazione di aver vissuto qualcosa di parla al cuore: di chi ama Napoli, di chi ci è
Più che un semplice concerto o una tradizione romantica partenopea. Ma questa
più di uno spettacolo: una confidenza nato, ma anche di chi la scopre per la prima
rappresentazione teatrale, lo spettacolo è non è una serenata qualunque: è un canto
ricevuta a cuore aperto. In un panorama volta attraverso gli occhi e la voce di
un racconto a cuore aperto, un’ode intima e dolce-amaro, che parla di radici, identità,
artistico che spesso rincorre l’effetto e il un’artista che non ha mai dimenticato da
sincera alla Napoli che l’ha cresciuta, famiglia e passione. Sul palco, Serena si
sensazionalismo, “SereNata a Napoli” è dove viene.
ispirata e formata. Attrice, cantante e mostra autentica, senza filtri, intrecciando le
una carezza gentile. Serena Rossi non “Un racconto fatto di voci, musica e le
conduttrice amata dal grande pubblico, sue esperienze con la storia collettiva di
vuole stupire, vuole semplicemente
immagini che raccontano con me quello che
Serena Rossi in questa nuova avventura si una Napoli che non è solo cartolina, ma
raccontare, e lo fa con una verità che arriva sta succedendo”, conclude l’artista.
mette completamente in gioco. Sul palco carne viva, emozione vera.
dritta all’anima, perché l’essenziale è
(foto di Anna Camerlingo tratta dal
non veste un personaggio, ma porta sé “Sentivo il bisogno di tornare su un palco
lasciato libero da orpelli.
manifesto ufficiale)
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CULTURA E SPETTACOLI
Il corto pro legalità del liceo
A. Nobel di Torre del Greco
evaderle. Fare i furbi viene percepito come “Evadendo le tasse si pensa che questa
78
qualcosa di scontato. Questa cosa mi ha cosa non abbia nessun riscontro con la
sempre colpito, tanto da parlarne in classe, realtà che ci circonda. Ci lamentiamo però 79
quindi forse anche per questo è scaturito
questo corto”, e continua asserendo:
Gli studenti raccontano l’importanza dell’impegno civile e del senso di
comunità attraverso un cortometraggio dal forte impatto educativo
di Elisangela Annunziato
Un corto pro legalità è quello firmato dai
ragazzi del Liceo Scientifico Statale A.
Nobel di Torre del Greco, sotto il
coordinamento del professore di filosofia
Raffaele Capano.
“I ragazzi hanno partecipato attivamente
all’organizzazione del
cortometraggio. Si tratta di studenti
che durante la creazione del video
erano in quarto liceo e quest’anno
in quinto, che hanno imparato a
svolgere un lavoro di squadra,
affinando le cosiddette soft skills
che ognuno di noi ha. Quando
sono stimolati, i ragazzi ti
stupiscono. I giovani vanno
valorizzati, perché ciascuno di loro
ha un talento. L’idea del corto
infatti è venuta a loro. Un ragazzo
si è alzato in classe e ha dato
l’input su come costruire il
cortometraggio”, dichiara il
professore a Sud e Nord.
Capano, che dopo alcuni anni di
precariato approda nel 2020 in questo liceo,
ha trasportato la sua passione per il cinema
a scuola: “Ho sempre coniugato
l’insegnamento con la realizzazione di
video, sempre a scopo didattico”, facendo
parte inoltre “di un ente di formazione
docenti che ha sede a Napoli, IDICOM -
Scuola Nanni Loi, attivo dal 1984, e che
forma gli insegnanti per l’utilizzo del
mezzo cinematografico. Ho fatto video
sulla legalità, sull’ambiente e sul
territorio di Torre del Greco, la sua
storia. Ho voglia di trasmettere un
senso di appartenenza e tutela del
territorio. E sono stati spesso proprio i
miei alunni a spingermi a fare questi
video.” Anche perché, quando si ama
la propria terra, si è più inclini a curarla.
Il professore è solito affrontare con gli
alunni dibattiti di classe su molti temi
reali e attuali, quali la legalità: “Credo
sia importantissimo parlare di legalità ai
giovani, perché spesso è un argomento
non percepito come importante. Fatico
a far capire ai ragazzi quanto sia
importante pagare le tasse, non
poi di servizi essenziali che vengono a
mancare. Non si capisce che le cose sono
strettamente collegate. Se ognuno pensa al
suo orticello e non si preoccupa dell’intera
comunità, la situazione peggiora. Questo
corto, infatti, sintetizza questo pensiero.
Perché poi, quando inizi a far ragionare i
ragazzi, vengono fuori una serie di
tematiche.”
Il cortometraggio ha come protagonista un
ragazzo che, “con gli occhiali scuri, usati
come simbolo di chi non vuole vedere,
prosegue la camminata in strada dicendo
che non gliene importa nulla di quello che
accade intorno a lui. Né dando una mano,
né denunciando.” È stato inoltre fatto un
commento a questo cortometraggio, postato
sul web, da una persona che ha detto: “Con
questo corto volete spingere i ragazzi a fare
i giustizieri!? … No, ma anche solo
denunciando una situazione illegale,
contribuisco a migliorare la comunità!”
La morale del cortometraggio, quindi, è:
“Sfatare l’idea sbagliata che ciò che
accade intorno alla mia persona non mi
riguarda da un lato e, ciò che faccio
riguardi solo me. Contro quindi il
menefreghismo e l’omertà.”
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CULTURA E SPETTACOLI
Le geografie del suono de La Niña
disegnano mappe tra sacro
e profano dove il centro è donna
Ed è questa la geografia che si va a
delineare, non più le periferie intese come
80 set di serie TV, film e ambientazioni di
81
romanzi, ma suggestioni di atmosfere
lontane che non si limitano alle melodie ma
descrivono un universo carico di simboli,
richiami religiosi e visioni oniriche.
Undici tracce che sono un caleidoscopio di
storie in cui la donna è il centro di questo
Con Furèsta la cantautrice Carola Moccia intreccia sonorità arcaiche,
universo. Ogni brano è dedicato a una
immaginari ancestrali e narrazioni femminili in una liturgia sonora che
figura femminile ai margini e quindi ritorna il
parte dalla Campania e abbraccia il Mediterraneo
comune denominatore di furèsta: una
madre, una sorella, una migrante, o
di Manuela Ragucci
semplicemente una donna in lotta con se
stessa.
Anche le immagini dei suoi videoclip sono
evocative e potenti, una mescla tra le icone
votive del Sud Italia e la sensualità di una
donna consapevole del proprio corpo e
l’irrequietezza di chi non accetta confini. Ed
ecco che compaiono immagini di crocifissi,
veli, luci soffuse e gesti rituali, quasi a voler
fondare una nuova liturgia del femminile.
Undici tracce che mescolano le suggestioni
della musica napoletana più antica, così
regionale e per questo così aperta al
mondo, in cui fado, pulsazioni elettroniche,
A due anni da Vanitas, il suo disco
d’esordio, La Niña, al secolo Carola
Moccia, cantautrice, classe 1991, ritorna
con Furèsta, prodotto in collaborazione con
Alfredo Maddaluno, compositore e
polistrumentista. Il disco, anticipato dai
singoli Figlia d”a
tempesta e
Guapparìa, è un
lavoro cesellato da
sonorità ataviche e
primordiali che,
come in racconto
orale, si
tramandano di echi
mediterranei e
suggestioni della
musica napoletana,
ma quella più
antica, più
viscerale, più
carnale, poiché
affonda nelle radici
più profonde della
musica popolare,
senza passare
attraverso il
folklore.
Il titolo dell’album
non trae in inganno chi è del Sud Italia ed
ama i gatti: infatti, queste persone sanno
bene che l’aggettivo furèsta è spesso
associato al gatto; anzi, declinato al
femminile, sta ad indicare una gatta
selvatica, diffidente, indomabile, libera.
E non è solo il suono ad essere libero,
quasi selvaggio, lontano dalle atmosfere
urban: qui è la narrazione che si stravolge.
Il centro non è più la città, ma sono le
campagne da cui provengono questi suoni,
queste atmosfere, poiché è la campagna ad
essere culla della civiltà, da cui parte tutta
una tradizione musicale. Non è più Napoli il
centro del mondo:
“Napoli – spiega Carola Moccia – oggi è la
città a cui tutti vogliono appartenere, più che
visitare, con cui si cerca una visceralità a
volte anche forzata, nel senso che andiamo
da un eccesso
all’altro. È
brandizzata.
Sicuramente c’è
molto movimento,
in realtà c’è
sempre stato, ma
non aveva
l’amplificazione
che adesso ha” –
e continua – “la
musica a cui io
faccio riferimento
ha poco a che
fare con la città di
Napoli, con il
suono urbano
della città. Forse
Napoli mi va un
po’ stretta. Ha
molto più a che
fare con le
campagne e
quindi col folclore che ha radici campane.
Cioè, parliamo di un’intera regione, della
Campania felix, quella dei Greci. Parliamo
delle campagne anche del Salernitano,
quelle che poi De Simone, che è uno dei più
grandi etnomusicologi e drammaturghi
italiani, ha citato nelle sue opere come La
Gatta Cenerentola. Tutti la conoscono, ma
in realtà nasce dallo studio di cose
antichissime. Quello è il mio vero
background.”
stratificazioni vocali e percussioni arcaiche
si intrecciano evocando un Mediterraneo
senza tempo.
Anche la lingua è una componente centrale.
Il napoletano, con la sua musicalità antica,
si fonde con l’italiano e talvolta con
l’inglese, diventando strumento di
resistenza e rinascita. La Niña non traduce
e non spiega: si lascia ascoltare, anzi
“sentire”, lascia entrare empaticamente
nelle sue corde, consegnando la chiave per
entrare nel suo mondo in un equilibrio
precario tra dolcezza e forza: “Ci ho messo
tantissimo a riconnettermi col mio mondo
interiore e con la mia cultura, per cui questo
disco per me ha ancora più valore, perché è
veramente una liberazione da tutti i punti di
vista, personale e anche sociale.”
Ad impreziosire ulteriormente questo
mosaico canoro, le preziose collaborazioni
con artisti come KUKII, cantante e
produttrice egiziano-iraniana, e Abdullah
Miniawy, caleidoscopico artista egiziano.
(foto da Ufficio stampa per gentile
concessione dell’Artista)
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
CULTURA E SPETTACOLI
La vertigine della chitarra
Sono ormai questa tradizione era sempre stata
lontani i rispettata.
82 tristi ricordi Io però decisi di non rispettarla. Quando 83
di Ghigo Renzulli guarda avanti,
del
nacque il mio primo figlio non l’ho chiamato
terremoto Giuseppe, come mio padre, perché il
che colpì nome, pur bello, era di derivazione troppo
senza perdere le sue radici
questa bella ecclesiastica, e quindi scelsi Alessandro,
terra nel un nome più forte, più da condottiero, in
1980. Venni sintonia con il mio nome Federico. E per la
alla luce in stessa ragione, d’accordo con la mia
Presentato al Teatro Bolivar di Napoli “Dizzy”, il nuovo disco del
una clinica compagna di allora, il secondogenito fu
chitarrista storico dei Litfiba: un viaggio musicale tra suoni potenti,
privata chiamato Cesare e la terzogenita Lucrezia.
gestita da Interruppi la tradizione di famiglia e mio
ispirazioni folk e memorie irpine
suore padre non mi parlò per quattro o cinque
perché, anni…”
dopo Ma la dinastia dei Renzulli affonda le
di Manuela Ragucci
contrasti. Una delle caratteristiche principali
cinque giorni, mia madre Antonietta non radici in un passato ancora più lontano,
di “Dizzy” è la straordinaria varietà di
riusciva a partorirmi, dato che pesavo più di racconta Ghigo in un momento trascorso
Presentato al Teatro Bolivar di Napoli melodie, dominate dalla chitarra di Ghigo, e
quattro chili e mezzo, e per sicurezza nei giardini della Reggia di Caserta:
“Dizzy”, il disco del musicista Federico arricchite dai contributi di quattordici
l’ostetrica consigliò di andare in ospedale. “C’è un sottile legame che mi unisce alla
“Ghigo” Renzulli, storico membro dei musicisti che hanno partecipato al
Alla fine riuscirono a prendermi la testa con Reggia di Caserta. Un mio avo era il
Litfiba. Un live coinvolgente in cui, insieme progetto.
il forcipe e mi tirarono fuori. Così il mio luogotenente di Masaniello e, quando il
al chitarrista, si sono esibiti Richard L’album contiene 15 brani, 11 dei quali
luogo di nascita è Manocalzati, dove c’era condottiero morì, dovette scappare sulle
Nielsen Cocciarelli alla batteria, Fabrizio inediti, con l’aggiunta di 4 rivisitazioni di
la clinica che oggi non esiste più, e non San montagne dell’Irpinia per non essere
Simoncioni alle tastiere e Mauro Lallo al brani già pubblicati, ed è disponibile in
Michele di Serino, dove abitavano i miei impiccato. Lì diede origine alla stirpe
basso. Il disco, secondo album strumentale formato digipack CD e doppio vinile a 33
genitori insieme ai nonni paterni.
Renzulli.”
in studio dopo “Cinematic” del 2021, è un giri, perfetto per chi vuole immergersi in
Una volta a casa, la notizia di questo Ma il legame con il Sud Italia forse affonda
viaggio musicale intenso e coinvolgente che un’esperienza d’ascolto di grande
bambino nato grossissimo fece il giro del radici in un passato ancora più remoto e
comprende tutte le sue ispirazioni culturali e profondità e qualità. Il risultato è un sound
paese e tutti i compaesani andarono a affascinante, come racconta Ghigo: “Il mio
artistiche.
ricco e variegato, che rimane però fedele
trovare i miei genitori per vedere di persona. vecchio manager diceva sempre che,
Il titolo, che in inglese significa “vertiginoso” alla cifra stilistica distintiva del musicista, il
Mi chiamarono Federico, come mio nonno secondo lui, io sono la reincarnazione di un
o “che dà le vertigini”, descrive
cui stile ha segnato per decenni l’identità
paterno, un piccolo proprietario di vigne e artista napoletano del ‘600. Mi piace la
perfettamente l’essenza dell’album: un musicale dei Litfiba.
terreni. Come moltissime famiglie
melodia fischiabile e cantabile. Sulla
percorso sonoro che alterna momenti Un progetto che guarda avanti dunque, ma
meridionali, anche noi avevamo le nostre chitarra faccio cose melodiche, è il mio
rilassati e pacati a passaggi forti e potenti, senza dimenticare da dove si parte, senza
usanze, le nostre tradizioni, che vanno stile.”
creando un’esperienza musicale ricca di perdere le sue radici, ben radicate e
rispettate. Come per la scelta del nome.
riconoscibili. E, a proposito di radici,
Nella nostra famiglia, i primi figli maschi si (la foto del live è di Bruno Mottola - la foto di
“Circus”, già uscito come singolo, è un
dovevano chiamare Federico o Giuseppe, Ghigo Renzulli è courtesy è dell'ufficio
brano ispirato alla musica folk e ai suoni del
in maniera alternata. Per molte generazioni
stampa del Bolivar)
Sud Italia (dalla tammurriata napoletana
ai suoni local, passando per melodie gitane
e circensi), che riporta proprio a quel sound
e all’infanzia di Ghigo, nato a Manocalzati,
piccolo paesino della provincia di Avellino,
come racconta nella sua biografia “40 Anni
da Litfiba”, scritta con il giornalista Adriano
Gasperetti.
“Sono nato il 15 dicembre 1953 a
Manocalzati – scrive Ghigo – un paesino
sulle montagne dell’Irpinia, in provincia di
Avellino, una località che fino a pochi anni
fa era dimenticata da Dio ma che
recentemente, con il boom delle aziende
agricole e degli ottimi vini che produce, è
rinata fino a diventare quella che ora
chiamano “La Svizzera del Sud”.
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
CHIESA
Casa della Pace Don Tonino Bello
e La Locanda di Emmaus: due opere
segno della Caritas diocesana
84 85
Luoghi di accoglienza e riscatto per donne, bambini e giovani a rischio,
simboli di una Chiesa attenta ai più fragili
di Giuliana Sepe
Era il 29 luglio 2022 quando, alla presenza
del Sindaco Manfredi, dell’Arcivescovo
Battaglia e della Direttrice Caritas, Suor
Marisa Pitrella, veniva tagliato il nastro per
l’apertura della Casa della Pace intitolata a
Don Tonino Bello. La struttura si trova in
un edificio attiguo alla Chiesa dei Santi
Giovanni e Paolo di Napoli, in piazza
Ottocalli, tra i quartieri Arenaccia e San
Carlo all’Arena; rimessa a nuovo grazie al
finanziamento della Fondazione Grimaldi,
per scelta, la Casa della Pace Don Tonino
Bello non è accreditata come Centro
antiviolenza presso le istituzioni e si
mantiene esclusivamente con il sostegno
della Curia e della Caritas diocesana di
Napoli, oltre che con le donazioni di privati.
La Casa ospita circa 16 donne, vittime di
violenze, con bambini, anche provenienti
da Paesi stranieri come Ucraina, Nigeria,
Marocco, Camerun, Costa d’Avorio,
Togo, Perù, Tunisia; attraverso le
segnalazioni della Caritas e delle
Associazioni operanti sul territorio, le donne
giungono in quello che vuole essere un
luogo di Pace, di Famiglia, di Speranza.
La Casa è autogestita, le mamme
cucinano da sole per sé e per i loro bambini
e ogni giorno viene organizzata una
turnazione per le pulizie delle camere e
degli spazi in comune, tra cui anche un
ampio terrazzo dove, d’estate, viene
installata una piccola piscina. Ogni genere
alimentare proviene dalle donazioni. Gli
operatori offrono assistenza per
l’inserimento al lavoro, per le mamme, e a
scuola, per i bambini, oltre
all’accompagnamento nell’assistenza
sanitaria. All’ingresso dell’appartamento
campeggia la scritta: “Benvenuti in
questa Casa, entrate e lasciate un po’ di
felicità”, e sono proprio queste donne e i
loro bambini che, con la loro forza di
riscatto, ricevono, ma soprattutto donano
felicità, perché, come dice il responsabile,
Don Salvatore Melluso: “Quando sono
con loro capisco che i miei problemi sono
nulla; mi insegnano una grande cosa: non
perdere mai la speranza”.
Ogni festività per i piccoli ospiti della Casa
è occasione di gioia e condivisione,
anche con il Cardinale Battaglia, che non
fa mai mancare loro il suo sorriso e
sostegno. “La Casa della Pace Don Tonino
Bello”, dice la Direttrice Caritas, “vuole
essere un punto di partenza per far ritrovare
a queste donne il loro posto nella società”.
Ad Ercolano, in quello che era uno chalet
abbandonato, bene confiscato alla
criminalità organizzata, sorge invece La
Locanda di Emmaus, altra opera segno
della Caritas diocesana di Napoli. Nata
nel 1999 dal desiderio di Padre Pasquale
Incoronato di offrire un rifugio ai minori a
rischio, si avvale dell’appoggio del
Comune di Ercolano, della Fondazione
con il Sud e della Fondazione Grimaldi.
Ogni giorno circa 100 ragazzi vi svolgono
attività ricreative, culturali, doposcuola,
corsi di informatica e di educazione allo
sport.
“Lo abbiamo chiamato così”, dice il
fondatore, “perché volevamo dare l’idea
di un luogo di vita comune, ma anche di
accoglienza, dove al centro vi fosse la
solidarietà e la compagnia nella
quotidianità”. Il centro è aperto a tutti,
credenti e non credenti, ed è il simbolo di
una Chiesa in uscita, sempre più vicina
alle esigenze delle persone in difficoltà.
www.caritasnapoli.it
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
SOTTO LA LINEA DI BILANCIO
Le Società Partecipate dai
sfide della sostenibilità e dell’innovazione.
Gli esperti individuano alcune direttrici
86 chiave per il loro sviluppo:
87
Comuni italiani nel 2025
• Sostenibilità ambientale: riduzione
dell’impatto ecologico attraverso
energie rinnovabili e gestione
ottimizzata dei rifiuti;
Un pilastro della gestione locale: sfide e opportunità per il futuro
di Emanuele Lattanzio *
Nel cuore dell’amministrazione pubblica
italiana, le società partecipate dai Comuni
rappresentano un modello di gestione
sempre più discusso e soggetto a continui
cambiamenti normativi. Nel 2025, queste
realtà contano circa 4.000 società, operanti
in settori chiave per la vita dei cittadini.
Sebbene si assista a una razionalizzazione
del numero complessivo, l’obiettivo primario
rimane quello di garantire servizi di qualità,
evitando sprechi e inefficienze.
Le dimensioni del fenomeno
Secondo le più recenti analisi, il 70% delle
società partecipate risulta attivo, mentre il
restante 30% è inattivo o in fase di
liquidazione. Il calo delle partecipate
rispetto agli anni precedenti si deve
soprattutto alle misure di semplificazione
amministrativa e alla spinta verso una
gestione più efficiente delle risorse
pubbliche. Un taglio netto, dunque, che
punta a limitare la proliferazione di enti inutili
e a concentrare le risorse nelle aziende più
solide e capaci di innovare.
Quali servizi gestiscono?
Le partecipate comunali operano in una
gamma di settori estremamente variegata:
• Servizi pubblici locali: gestione di
acqua, illuminazione, energia e rete
fognaria;
• Trasporti e mobilità: autobus, parcheggi
e strategie per la mobilità sostenibile;
• Ambiente e urbanistica: raccolta rifiuti,
riciclo e gestione delle aree verdi;
• Servizi sociali e culturali: assistenza per
anziani, programmi culturali e spazi
ricreativi;
• Manutenzione e infrastrutture: gestione
di strade, edifici pubblici e progetti di
rigenerazione urbana;
• Innovazione e smart city: sviluppo di
servizi digitali, piattaforme per la
governance trasparente e tecnologie
per la gestione intelligente delle città.
•
Come migliorare la qualità del servizio?
Nonostante il ruolo centrale delle partecipate
nella gestione locale, molte criticità restano
irrisolte. In particolare, la qualità dei servizi e
l’efficienza operativa devono essere
costantemente monitorate. Tra le strategie
per il miglioramento, spiccano:
• Migliore governance: rafforzare i sistemi
di controllo e gestione per garantire
trasparenza e ridurre sprechi;
• Monitoraggio delle performance:
definire indicatori chiari per misurare
la qualità dei servizi erogati;
• Innovazione tecnologica:
investire in digitalizzazione e
automazione per ottimizzare
risorse e ridurre costi;
• Formazione del personale:
puntare sull’aggiornamento
continuo delle competenze
per migliorare l’efficienza
aziendale;
• Collaborazioni pubblicoprivate:
stimolare
partnership per accedere a
finanziamenti e competenze
specialistiche.
Il futuro delle partecipate
Guardando al futuro, le società
partecipate devono rispondere alle
• Digitalizzazione: trasformazione dei
servizi in piattaforme accessibili e
interattive per i cittadini;
• Innovazione sociale: sviluppo di progetti
per supportare categorie fragili e
promuovere l’inclusione;
• Razionalizzazione e dismissioni:
proseguire nel percorso di riduzione
delle società inutili, puntando su
efficienza e qualità.
Conclusioni
Le società partecipate dai Comuni italiani si
confermano strumenti indispensabili per la
gestione del territorio, ma richiedono una
continua evoluzione. Per garantire una
pubblica amministrazione efficace e vicina ai
cittadini, sarà necessario coniugare
innovazione, efficienza e sostenibilità. Il
2025 si presenta come un anno cruciale per
il futuro delle partecipate, con sfide che
determineranno il volto della governance
locale nei decenni a venire.
(*) Esperto Enti Locali/Società Partecipate
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
IL FATTORE UMANO
Siate imprenditori di sogni,
non amministratori di paure
attuale, perché ogni persona, nelle sue
infinite sfumature, ha bisogno di nutrire la
88 sua parte spirituale, ma anche il suo 89
estro creativo, il suo bisogno di
esprimersi con concretezza.
Parafrasando Descartes, il “faccio, dunque
La Rivoluzione del Lavoro e Il diritto alla felicità nelle organizzazioni
sono”, anche attraverso questo nuovo
sguardo offerto dal Pontefice, rileva più che
mai che non è solo un bisogno di
di Giovanna d’Elia *
che se aumenti i livelli di benessere anche
produrre reddito che spinge le persone a
di poco, il 3% o 4%, quello che vedi
cercare un lavoro e a volerlo mantenere,
La ricerca della felicità di Chris Gardner, immediatamente è un incremento nei livelli
ma anche e soprattutto il desiderio
l’americano milionario la cui storia è stata di creatività e innovazione. Se aumenti la
di conquistarsi e affermare un proprio
raccontata nel suo libro e nel famoso film di felicità vanno su i livelli di engagement e
spazio nel mondo.
Gabriele Muccino del 2006 (interprete Will produttività. Si osserva anche che il
Uno spazio che oggi si sta caricando di
Smith), coincideva con la sua ricerca del teamwork migliora significativamente con il
nuovi significati, con il crescente
successo professionale (e della sicurezza miglioramento del benessere. Qualsiasi
ricorso allo smart working. Che sia in
economica per la sua famiglia).
parametro si guardi, se aumenti la felicità
presenza o a distanza, la sfida è sempre la
L’ONU ogni anno stila un rapporto fitto di aumenti anche quello. In altre parole, la
stessa: bisogna puntare, con sempre più
dati da cui emerge che, in base ai parametri felicità è un buon investimento per
determinazione, a un lavoro che sia
tenuti in considerazione (ad es. aspettative l’individuo e per l’organizzazione. La felicità
sempre più a misura d’uomo, che sia
di vita, la libertà di fare le proprie scelte di paga.
davvero un lavoro-per-la-persona.
vita, la percezione della corruzione,
Se cerchiamo di pensare quali siano le
Conviene ricordare sempre che l’essere
l’assistenza sociale).
relazioni adeguate dell’essere umano con il
umano è nello stesso tempo «capace di
L’Italia figura al 31° posto della classifica. mondo che lo circonda, emerge la necessità
divenire lui stesso attore responsabile del
Ma come può uno stato contribuire ad di una corretta concezione del lavoro,
suo miglioramento materiale, del suo
assicurare la felicità dei propri cittadini? perchè, se parliamo della relazione
progresso morale, dello svolgimento pieno
Nell’opera “La scienza della legislazione” dell’essere umano con le cose, si pone
del suo destino spirituale».
del 1780, il giurista napoletano Gaetano l’interrogativo circa il senso e la finalità
Il lavoro dovrebbe essere l’ambito di
Filangieri, afferma che «le buone leggi sono dell’azione umana sulla realtà.
questo multiforme sviluppo personale,
l’unico sostegno della felicità nazionale». Non parliamo solo del lavoro manuale o del
dove si mettono in gioco molte dimensioni
Dunque, secondo questa tesi di stampo lavoro della terra, bensì di qualsiasi attività
della vita:
illuminista, è lo stato che, attraverso le sue che implichi qualche trasformazione
• la creatività
articolazioni istituzionali, può garantire la dell’esistente, dall’elaborazione di un studio
• la proiezione nel futuro
felicità dei suoi consociati. Questa teoria è sociale fino al progetto di uno sviluppo
nell’Enciclica “Laudato sì” Bergoglio si era • lo sviluppo delle capacità
ripresa da Benjamin Franklin (con il quale il tecnologico.
espresso sul lavoro, mettendo in rapporto il • l’esercizio dei valori, la
Filangeri ebbe una fitta corrispondenza) che Qualsiasi forma di lavoro presuppone
binomio lavoro e dignità. La dignità posta comunicazione con gli altri
la trasfuse nella Dichiarazione
un’idea sulla relazione che l’essere umano
in relazione con l’ambiente che circonda Perciò la realtà sociale del mondo di oggi,
d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America può o deve stabilire con l’altro da sè.
l’uomo, e il lavoro che, in base alle
al di là degli interessi limitati delle imprese e
del 4 luglio 1776, nella quale si legge che Nell’Enciclica, “Fratelli tutti”, Papa
circostanze, tutela o calpesta la persona. di una discutibile razionalità economica,
«tutti gli uomini sono creati uguali; che essi Francesco scrive: “… il lavoro è una
“Abbiamo bisogno di persone e istituzioni esige che «si continui a perseguire quale
sono dal creatore dotati di certi inalienabili dimensione irrinunciabile della vita
che difendano la dignità dei lavoratori, la priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro
diritti, che tra questi diritti vi sono la vita, la sociale, perché non solo è un modo per
dignità del lavoro e il bene della terra, dignitoso, condizione di una democrazia
libertà e il perseguimento della felicità». guadagnarsi il pane, ma anche un mezzo
nostra casa comune”, richiamando la inclusiva e partecipativa per tutte le
Questo concetto viene ripreso dalla
per la crescita personale, per stabilire
politica al suo dovere di un impegno persone.
Dichiarazione francese sui diritti dell’uomo relazioni sane, per esprimere sé stessi
concreto non solo nella creazione e nella Abbiate il coraggio di sostituire le paure coi
del 1789, dove all’art. 1 si legge che il fine (…)” [162].
difesa dei posti di lavoro, ma anche nella sogni.
delle istituzioni pubbliche è rappresentato La valenza sociale del lavoro, dunque, è
salvaguardia della dignità. Un richiamo di Sostituite le paure coi sogni: non siate
dalla «felicità di tutti».
sottolineata anche da Francesco, che già in
grande importanza, che investe la politica di amministratori di paure, ma imprenditori di
E se il segreto di un’organizzazione di altre occasioni si era espresso sul tema,
significati molto alti.
sogni!
Valore fosse semplicemente la felicità dei sottolineando come il contrasto alla povertà
Il lavoro sia un fatto centrale nella vita (Papa Francesco)
suoi dipendenti?
non passi solo grazie al possesso del
delle persone e delle comunità, che abbia
(*) HR Director Focus Consulting
La felicità come fattore chiave per portare denaro, ma anche e soprattutto
sì una valenza economica e sociale, ma Esperta Risorse Umane e Parità di Genere
su la produttività delle organizzazioni. consentendo alle persone di esprimersi
anche culturale e morale. L'”ora et labora”
e Opportunità
L’importanza della felicità nel business è attraverso una professione. Anche
benedettino è più che mai una “regola”
DiversityEquityInclusion
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
PSICOLOGIA E SOCIETA'
comparire la riconoscenza per quello che adulto maturo non possiede. Questo
si è avuto. Non si può chiedere
comporta una maggiore distanza e si è
90
all’adolescente di avere la maturità che amplificato il rischio di incomprensione, in
potrà raggiungere soltanto in seguito, da quanto davvero generazioni diverse usano 91
Adolescenza:
istruzioni per l’uso
Comprendere e accompagnare un passaggio evolutivo fondamentale
nella vita di ogni individuo
di Alberto Vito*
L’adolescenza, così come la intendiamo, è
una tappa del ciclo vitale dell’individuo che
esiste da circa 100 anni nel mondo
occidentale: un tempo relativamente breve,
quindi. In passato e in altre culture il
passaggio da bambino ad adulto avveniva
in pochi giorni mediante riti di iniziazione.
Nella nostra cultura, la transizione è
diventata più lunga e sempre più
complessa.
I genitori sono spesso spaventati dai
cambiamenti che essa provoca ed è vero
che all’adolescenza si lega il fascino del
rischio e della trasgressione e che quindi
possono essere messi in atto
comportamenti “pericolosi”, ma è importante
sapere quanto sia utile che la fase
dell’adolescenza sia vissuta pienamente,
trattandosi di una tappa evolutiva da
attraversare necessariamente.
Altrimenti, c’è il rischio che chi non ha
vissuto appieno l’adolescenza da giovane
abbia poi comportamenti adolescenziali in
età adulta o matura. Ed è peggio. Un
esempio può essere rappresentato da
quegli uomini che, una volta raggiunta una
maggiore sicurezza economica e sociale, si
danno a comportamenti trasgressivi che
non hanno osato sperimentare da giovani.
Per le donne è leggermente diverso, ma vi
è un meccanismo analogo in cui sono
coinvolte la paura della morte e, alla
negazione della vecchiaia, si contrappone
il mito della giovinezza.
In modo sintetico, tornando al tema, vi sono
due aspetti psicologici che qualificano
l’adolescenza. Occorre spiegare ai genitori
che si tratta di aspetti sani, non patologici.
Può avvenire che essi siano spaventati da
tali cambiamenti e li vivano come
problematici. Si tratta invece di aspetti
costitutivi per giungere alla posizione
adulta. Il primo riguarda l’area dei segreti.
Mentre un bambino racconta tutto ai
genitori, un adolescente inizia a nascondere
qualcosa, ad avere segreti per i propri
genitori. Questo serve a creare una propria
area privata. Alcuni genitori invece vogliono
sapere ogni cosa e possono vivere questo
come un rifiuto. Ma devono rispettare
questo mutamento. Inoltre, la ribellione
verso i genitori serve a proteggersi,
secondo Freud, dal rischio potenziale di
relazione simbolicamente “incestuosa”. Il
bambino ama i genitori, l’adolescente deve
proteggersi da questo amore. Per farlo, la
cosa più semplice è sbattere la porta.
Diventa ipercritico e duro verso i genitori. I
genitori sono sorpresi da questo
cambiamento, a cui reagiscono a volte in
modo deciso. In realtà, solo più tardi potrà
adulto.
Sempre semplificando, possiamo dire che
esistono due modelli per
crescere. Il primo è il
modello del “sì”, ovvero
quello della disciplina. Si
prende a modello una
figura adulta
autorevole e si prova
a fare tutto quello
che ti viene detto, a
rispettare le
consegne, ad
imitare. Un
modello molto
in voga in
passato,
che ti fa
crescere
accettando
l’ubbidienza.
Il modello del
“no”, invece,
parte
dall’esigenza di
comprendere la
propria
identità. Chi
sono io? Se
faccio solo quello che
gli altri vogliono da me, io esisto
davvero? Per scoprire chi sono
devo necessariamente fare
qualcosa di diverso da quello che gli altri si
aspettano da me. Così realizzo la mia
identità. Questo modello oggi, nel nostro
Paese, ha maggiore seguito. Ponendo il ’68
come immaginario spartiacque culturale, in
passato il modello del “sì” era più approvato
socialmente, mentre oggi la generazione di
genitori post ’68 e la società nel
complesso, più rispettosa dei diritti civili,
assumono una posizione più aperta
riguardo alla ricerca di alternative
personali.
Un’ulteriore complessità, infine, è propria
dei nostri tempi ed è legata all’uso
massiccio dei social e delle tecnologie. Gli
anziani sono più saggi ed esperti, ma gli
adolescenti sono molto più bravi a usare le
tecnologie e la comunicazione digitale. Già
un bambino ha competenze e abilità che un
linguaggi differenti. Non c’è solo rabbia
verso la generazione degli adulti, ma
una vera, reciproca
incomprensione. E
questo è
ovviamente più
pericoloso.
Per
concludere
con
ottimismo,
mi piace
citare la
metafora
del
terapeuta
argentino
Alfredo
Canevaro,
autore di un
libro dal titolo
“Dove volano i
cormorani”.
Contiene un
messaggio molto
rassicurante per i
genitori. Cosa
c’entrano i
cormorani? Questi
uccelli marini
attraversano
sempre una fase
regressiva. Prima di spiccare il
volo e allontanarsi definitivamente dal nido,
pare che il giovane cormorano si blocchi,
c’è un arresto delle sue capacità motorie,
sembra regredire. Dopo questa fase
normale, ben osservata dagli scienziati,
impara a volare.
Mi pare una bella metafora per i genitori
ansiosi.
È vero che l’adolescenza è rischiosa,
mutevole e subisce il fascino della
trasgressione. Ma non si devono
demonizzare un arresto o una crisi. È
preferibile considerarle come una tappa
spesso inevitabile, ed è più utile pensare
che, dopo un percorso a volte tortuoso,
l’adolescente saprà trovare la sua
strada.
(*) Psicologo, psicoterapeuta, sociologo
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
FOOD AND SUD
Dieta Mediterranea:
intossicano, apportano quantità di calorie e Mangiare meno e mangiare bene. Il cibo
sono di scarso valore nutrizionale. E poi si fresco, sano, sicuro, semplice, poco
92 unisce la sedentarietà, il non movimento. lavorato, locale, nostro, cotto al momento. 93
mangiare e vivere secondo natura
Nei Paesi poveri (cioè Sud America, Cina, Poi bere tanta acqua, fino a due litri al
Vietnam, Sud Italia) mangiano male giorno, a sorsetti, e fare movimento,
perché hanno sostituito ai cibi tradizionali la esercizio fisico costante e graduale.
spazzatura dei Paesi ricchi. E allora cosa Adottare dunque una sana e corretta
La riscoperta di uno stile di vita millenario per combattere l’obesità, le
fare? La risposta? Elogio del cibo, la Dieta alimentazione. Non trascurare mai il
malattie e l’omologazione alimentare
Mediterranea (che è anche il titolo del mio rapporto cibo/piacere, dando importanza al
libro, Controcorrente).
gusto, alla qualità di ciò che mangiamo,
di Felicia Di Paola *
Bisogna mangiare bene, in modo articolato, come facevano i nostri avi, senza pensarci
tutti i cibi che la gran Madre Terra ci offre. un attimo.
I nostri mari, le nostre terre li stanno sempre
più avvelenando giorno dopo
giorno con diserbanti, pesticidi,
concimi chimici, fitofarmaci, scorie
tossiche, rifiuti. Stanno
avvelenando la nostra terra, i nostri
terreni. Ma procediamo con ordine.
Dove vanno a finire tutti questi
veleni? Vanno a finire nelle falde
acquifere, dalle falde acquifere alle
piante, alle coltivazioni, frutta,
ortaggi, agli erbivori, ai pesci, fino
ad arrivare ai vertici della catena
alimentare, all’uomo. Quali sono le
conseguenze? Il cibo impazzito,
senza sapore, senza colore, senza
qualità organolettiche, senza odori,
profumi. Per fare degli esempi: la
cicoria che non sa di niente, i
limoni che non hanno il sapore
acidulo o che sono insapori, la
frutta, le pesche. Stanno facendo
sparire tutti i tipi di mele, di pere. I
pesci di allevamento che sanno di
pollo, i polli alla diossina, la carne
che sa di ormoni, gli organismi
geneticamente modificati. I rischi
sull’alimentazione sono all’ordine
del giorno, come si può vedere.
Non a caso non si ha mai
tracciabilità.
Cosa ne consegue? L’obesità
globale, un’obesità nel mondo,
tant’è che è stata definita
un’epidemia globale, fatto
scandaloso persino nel nostro Sud,
abituato a mangiare bene, sano, in modo
naturale. Il problema è sempre più
dilagante, è sempre più in crescita. Le
ultime statistiche affermano che c’è
un’emergenza obesità soprattutto qui in
Campania. Sono 11 milioni di obesi,
soprattutto tra i più giovani, con il 12% dei
bambini oltre il sovrappeso. Uno su due
è sovrappeso contro il 4% del resto
d’Europa.
Ma accanto all’obesità c’è l’altra faccia della
stessa medaglia: l’anoressia e la bulimia,
sia nei Paesi ricchi che nei Paesi poveri,
con motivazioni diverse. Nei Paesi
industrializzati c’è l’obesità perché c’è un
malessere spirituale, un disagio
esistenziale. Perché non hanno un
obiettivo, uno scopo, un sogno nella vita, un
progetto. Non hanno autostima,
determinazione, carattere. Perché in un
Paese come il nostro Sud, che ha nel suo
DNA da anni la cultura del mangiar sano,
prevale il cibo spazzatura (junk food, lo
chiamano), vale a dire cibi industriali,
processati, ricchi di grassi, di zuccheri, di
conservanti, di additivi, di coloranti che
fanno venire sempre più fame, che
Sudenord.it - Anno 2 n.5 - Gennaio 2025
FOOD AND SUD
Dunque il cibo – il nutrirsi bene, la nostra domenica o nelle feste consacrate), o i dolci
condimento e ci diversifica da tutti gli altri propriamente greca diaitia, stile di vita che
Dieta Mediterranea, che solo pochi la (ma quando era festa grande,
Paesi del mondo; e infine il vino, che ha a che fare con la fatica, cioè con il
94 fanno e che solo pochi la seguono
occasionalmente). Alcuni da
anch’esso è diventato un contrassegno di consumo di energia, il buon vivere, la 95
veramente. Secondo una recente classifica consumare tutti i giorni, altri una
alta qualità nell’agroalimentare. Queste qualità della vita.
di pochi giorni fa, fatta da Bloomberg, la volta a settimana, altri ancora
piante esistono da tremila anni su questo Dobbiamo reimparare non solo a
grande agenzia di comunicazione
una volta al mese.
territorio: ecco la riscoperta, perché hanno mangiare bene ma anche a vivere
americana, nonostante la crisi, la
La Dieta Mediterranea poggia
determinato uno sconvolgimento di
mediterraneo, se vogliamo mantenere e
disoccupazione dei giovani, noi siamo in su tre piante sacre: la vite,
mentalità, di gusti, di usi e di costumi. Le preservare l’integrità fisica e mentale. Con
cima alle classifiche della salute come l’ulivo, il frumento. Il
nostre produzioni sono un valore, un la Dieta Mediterranea si è visto
modello da imitare in tutto il mondo. La FAO frumento da cui vengono
patrimonio inestimabile.
scientificamente che agisce sulla longevità,
(l'Organizzazione delle Nazioni Unite per fuori pasta e pane, gli
Nonostante questi sconvolgimenti, arrivano contribuisce a migliorare il nostro stato di
l'Alimentazione e l'Agricoltura) l'ha alimenti fondamentali
degli stranieri sul nostro territorio che salute globale, ad arginare e prevenire le
definita il “regime alimentare del futuro”, che costituiscono
riscoprono e fanno lezioni anche per il
in grado di nutrire il pianeta senza
gran parte del nostro
mondo sulla Dieta Mediterranea. Uno dei
stressarlo. Quindi non più McDonald’s, fast cibo quotidiano e
tanti, il più famoso: Ancel Keys, un biologo,
food, nouvelle cuisine.
fabbisogno
fisiologo, scienziato, ricercatore
In che cosa consiste la Dieta Mediterranea? energetico; poi
statunitense, noto soprattutto per i suoi
Non prevede l’esclusione di nulla dalla l’olio
studi epidemiologici sulle malattie
nostra tavola, anzi, raccomanda di
extravergine
cardiovascolari e la longevità dei popoli del
mangiare con la più ampia varietà di d’oliva, che
bacino del Mediterraneo. È andato in giro
prodotti possibile, perché uno dei valori è il nostro
per il mondo a verificare che alcuni ceppi
dell’alimentazione è riuscire ad avere tutte
della popolazione, nel Cilento e
le sostanze che sono necessarie per
propriamente a Pioppi, sopravvivono
vivere. Ci sono sostanze che non possono
fino a diventare centenari o addirittura
essere contenute in pochi alimenti. Mentre
ultracentenari.
la cultura moderna va verso il
L’argomento cibo era stato
monoprodotto, la monocultura, la Dieta
scoperto sin dall’antichità con
Mediterranea tende a provare, ad
Ippocrate, che diceva: “Il cibo
assaggiare, a comprendere tutto
sia la tua medicina, la tua
nell’alimentazione umana, da sempre. È
medicina il tuo cibo”, a
una questione di proporzioni, perché con la
indicare l’azione del cibo
moderazione, la parsimonia, si può
come un parafarmaco.
assaggiare, godere di tutto
Ritornando ad Ancel
nell’alimentazione quotidiana senza
Keys, ha dimostrato
dover rinunciare a nulla, al gusto.
scientificamente che
È vero che la Dieta Mediterranea
mangiare bene vuol
prevede un consumo maggiore di
dire stare bene. malattie oncologiche (cancro, tumori,
prodotti della terra: più alimenti di
Dieta non come leucemie), le malattie del cuore (ictus,
origine vegetale che non
privazione, infarti), le malattie del fegato, del rene, il
animale, quindi l’uso di frutta e
sacrificio, diabete, l’ipertensione, il colesterolo alto,
verdura, di legumi, ma anche
dimagrimento, gli squilibri ormonali, la tiroide ad
pesce azzurro, formaggi,
ma quella esempio. Combatte l’obesità, il
uova, cereali come pasta,
sovrappeso, l’anoressia, la bulimia che
pane, l’uso di carni
oggi, più che mai, avanzano a dismisura:
bianche (animali da
sono un’epidemia che si sta diffondendo
cortile che normalmente
con velocità ovunque.
la civiltà contadina
L’alimentazione è una scienza, il mondo
teneva nelle proprie
avrà sempre più bisogno di falangi di
masserie).
nutrizionisti che insegnino a nutrirci bene.
Raramente
Il cibo e la cucina rivelano l’identità etnica,
arrivavano sulla
del popolo, di quella famiglia viva che si
tavola i
alimenta in modo sano. E la Dieta
condimenti, la
Mediterranea, con le nostre eccellenze –
fetta di carne
l’olio extravergine d’oliva, la pasta, i
o la
legumi, i formaggi (invidiati in tutto il
braciola
mondo) – è la sfida del locale nei
(la
confronti del globale.
(*) Biologa e Nutrizionista
Specialista in Scienza
dell'Alimentazione
Sudenord.it - Anno 2 n.5 - Gennaio 2025
STILE
Il design del Mediterraneo
tappeti della collezione I classici
Magliocco e quelli della linea
96 solidale nata dall'incontro con 97
incontra la magia di Villa Favorita
GoodWeave, organizzazione
internazionale impegnata nella
lotta contro lo sfruttamento
Magliocco Tappeti ha presentato la collezione Il Mio Mediterraneo di
minorile nei paesi di produzione.
Un impegno che la famiglia
Antonio Di Maro Architetti, in una serata tra arte, artigianato e memoria
Magliocco porta avanti con
convinzione, orientando la
produzione verso una filiera
La straordinaria cornice del Parco sul Mare architetture e antiche decorazioni, sono
rispettosa dei diritti umani e
di Villa Favorita, a Ercolano, ha accolto diventati compagni di viaggio, rivelando
dell'ambiente, come testimonia
l'inaugurazione della nuova collezione Il Mio poco a poco la loro trama simbolica sotto il
anche la particolare attenzione
Mediterraneo di Antonio Di Maro
suono avvolgente delle campane tibetane.
all’uso di pratiche ecologiche
Architetti, presentata dalla storica azienda Nella Stanza dei Mosaici, i tre tappeti
nella realizzazione dei tappeti di
Magliocco Tappeti. Una location senza principali hanno rivelato tutta la loro potenza
Il Mio Mediterraneo.
tempo, sospesa tra il Vesuvio e il mare, evocativa. Capri ha raccontato la roccia e il
La serata si è conclusa con un
capace di raccontare, con la sua stessa mare, con curve morbide che sembravano
cocktail e una degustazione a
architettura settecentesca e il suo parco disegnare i faraglioni e il loro riflesso
tema nepalese, ulteriore
romantico, l’anima profonda e complessa profondo. Sidi Bou Said ha intrecciato
all’opera compiuta, e la performance omaggio al dialogo interculturale che anima
del Mediterraneo.
l’architettura bianca e blu dei villaggi tunisini
artigianale della Fornace De Martino, che, la filosofia di questa collezione. La presenza
Il progetto Il Mio Mediterraneo è nato da con il fascino dei suq e dei viaggiatori che
modellando la ceramica dal vivo, ha fatto di delegazioni ufficiali provenienti da Iran,
una visione personale e poetica: quella di da secoli attraversano il deserto. Santorini
vibrare il legame profondo tra gesto umano Nepal e Pakistan ha dato ulteriore risalto a
un viaggio reale, compiuto in moto
ha celebrato la luce zenitale che infiamma
e materia. Come l'argilla ha trovato la sua un evento che non è stato soltanto una
dall'architetto Antonio Di Maro, tra tre di bianco e di blu le cupole e le case
forma nel fuoco, e il tessuto si è trasformato presentazione di design, ma un vero
luoghi simbolici che condividono la stessa dell’isola vulcanica. Ogni tappeto si è
in capolavoro grazie alla precisione del manifesto di bellezza, etica e cultura
anima luminosa e stratificata. Capri, Sidi rivelato una porta aperta verso una
taglio, così anche i tappeti di Il Mio
condivisa.
Bou Said e Santorini sono state le tappe leggenda, una memoria, un frammento di
Mediterraneo hanno preso vita attraverso Sullo sfondo di una delle ville più
ideali di questo itinerario, tradotte in tappeti Mediterraneo.
l'antica arte dell'annodatura.
affascinanti affacciate sul mare, Il Mio
che non sono semplici manufatti, ma vere e A rendere ancora più ricco il percorso sono
La seconda parte della serata ha condotto i Mediterraneo si è offerto come un racconto
proprie mappe sensoriali, cariche di texture, intervenuti gli abiti sartoriali di Giovanni
visitatori al piano nobile della villa, dove il tessuto a mano, dove ogni nodo è stato un
colori, leggende.
Panettieri, che hanno raccontato il
legame tra estetica e responsabilità sociale incontro, ogni trama una memoria, ogni
La scelta di presentare questa collezione a passaggio alchemico dal tessuto grezzo
è stato protagonista. Qui hanno sfilato i colore una scintilla di vita.
Villa Favorita si è rivelata perfetta. Gli ampi
spazi aperti sul Golfo di Napoli, il percorso
tra i giardini digradanti verso il mare, la
suggestione delle sale storiche come la
celebre Stanza dei Mosaici, hanno costruito
un dialogo naturale con la filosofia della
collezione. I tappeti, esposti lungo un
itinerario che si è snodato tra verde,
Sudenord.it - Anno 2 n. 5 - Maggio 2025
GUSTI
La Corte degli Dei ad Agerola:
la firma stellata di Vincenzo Guarino
nell’eleganza di Palazzo Acampora
98 99
Tra la Costiera Amalfitana e i Monti Lattari, la cucina d’autore celebra la
cultura gastronomica campana con materie prime d’eccellenza e
raffinatezza senza tempo
Nel cuore verde di Agerola, affacciato sulle
meraviglie della Costiera Amalfitana e
immerso nella quiete dei Monti Lattari, La
Corte degli Dei rappresenta un autentico
tempio del gusto. Incastonato nella cornice
nobile di Palazzo Acampora, storica
dimora del Seicento appartenuta all'antica
famiglia Acampora di Corfù, il ristorante
accoglie gli ospiti in un'atmosfera senza
tempo, dove affreschi antichi, profumi di
terra campana e silenzio rarefatto creano
una cornice unica per un viaggio
gastronomico d’autore. A guidare questa
esperienza è Vincenzo Guarino, uno degli
chef italiani più acclamati a livello
internazionale, premiato con la stella
Michelin in Toscana, Lombardia e nella
sua amata Campania.
La filosofia di cucina di Guarino è una
narrazione emozionale che fonde tecnica,
memoria e radici profonde. Ogni piatto
racconta il territorio attraverso una
selezione rigorosa di materie prime locali e
interpretazioni contemporanee che esaltano
l’essenza autentica dei sapori mediterranei.
Nel menu convivono la forza della
tradizione e l’audacia della creatività, con
un omaggio costante ai prodotti simbolo
della regione: la Pasta di Gragnano IGP, il
Provolone del Monaco DOP, il Fiordilatte
di Agerola, gli agrumi della Penisola
Sorrentina, il pescato fresco della Costiera
e le verdure dell’orto privato che circonda
Palazzo Acampora.
Tra le creazioni più iconiche firmate dallo
chef spiccano il Cappuccino del Monaco,
elegante tributo al celebre formaggio
campano, la pasta ripiena "a tutto verde"
con zucchine alla Nerano, ortica, spinaci e
barilotto di bufala, la Triglia alla sorrentina
che richiama la freschezza del mare e
l’Agnello in crosta di pane, simbolo di una
Campania ancestrale e raffinata allo stesso
tempo. A completare l’opera culinaria, la
solida brigata composta dal sous chef
Antonio Della Monica, dallo chef di partita
Giuseppe Romano e dal pastry chef
Angelo Guarino, artefice di dessert
sorprendenti, pane e lievitati che profumano
di territorio e tradizione. L’esperienza in
sala, pensata per accogliere e coccolare
ogni ospite, è affidata al maître Luigi
Capriglione e al sommelier Antonio
Iovine, che propone abbinamenti enologici
curati con sensibilità e profonda
conoscenza.
Palazzo Acampora si propone inoltre
come centro di cultura e convivialità:
durante l’anno, le sue sale ospiteranno
eventi dedicati alla musica, all'artigianato,
alla gastronomia e alla valorizzazione del
territorio, sempre nel rispetto della storia e
della bellezza di un luogo in cui ogni
dettaglio racconta un'epoca passata. La
Corte degli Dei si conferma così una
destinazione imprescindibile per chi cerca
una cucina mediterranea di altissimo livello,
lontano dai circuiti turistici più affollati, in
uno degli angoli più autentici e affascinanti
della Campania.
Palazzo Acampora – Via Roma, Agerola
(NA)
+39 081 879 1642
info@palazzoacampora.it
www.palazzoacampora.it
Sudenord.it - Anno 2 n.5 - Gennaio 2025
GUSTI
Caracol Bacoli: l’eleganza stellata
sul mare tra i sapori dei Campi Flegrei
100 101
Un viaggio gastronomico sospeso tra cielo e mare, guidato dallo chef
Angelo Carannante e incorniciato dalla magia del Mediterraneo
di Walter Ferrigno
Tra le onde che lambiscono dolcemente le
coste dei Campi Flegrei e il profumo
salmastro che avvolge ogni respiro, il
Caracol a Bacoli è un tempio della cucina
mediterranea contemporanea. Situato
all’interno dell’elegante complesso di Cala
Moresca, il ristorante offre un’esperienza
sensoriale che abbraccia gusto, paesaggio
ed emozione, in un ambiente intimo e
riservato, con soli venti coperti.
Affacciato su una terrazza mozzafiato, il
all’esterno, dove il cielo si fonde con il mare
e i colori del tramonto dipingono ogni sera
un quadro nuovo.
Alla guida della cucina c’è Angelo
Carannante, chef di grande sensibilità e
visione, che interpreta il Mediterraneo
attraverso una ricerca profonda delle
materie prime e una creatività raffinata. Il
suo approccio è un omaggio alla sua terra,
un racconto di sapori autentici, emozioni e
ricordi che prendono vita nei piatti. Il mare è
il protagonista indiscusso, accompagnato
da ortaggi, agrumi e coltivazioni autoctone
attento ed elegante di Ciro Sannino,
restaurant manager e sommelier, che guida
l’ospite attraverso una selezione di etichette
italiane e locali, valorizzando il territorio
anche nella carta dei vini. Particolarmente
apprezzato è il food pairing innovativo, con
cocktail personalizzati creati su misura in
base ai gusti espressi durante la
degustazione, per un percorso davvero su
misura.
Laringe – perché sappiamo di offrire
un’esperienza che resta nel cuore». Gli fa
eco Gisonno, sottolineando come il
Caracol sia «un rifugio tra terra e mare,
pensato per chi cerca bellezza,
autenticità e accoglienza vera».
Il ristorante si trova in via Faro 44, Bacoli
(NA), all’interno del complesso Cala
Moresca. È aperto solo la sera dal martedì
al venerdì, mentre il sabato e la domenica
Caracol domina uno dei panorami più
spettacolari della Campania, con la vista
che si apre su Ischia, Procida e tutto il
golfo di Napoli. Il nome stesso, "Caracol",
che in spagnolo significa "chiocciola",
richiama la forma avvolgente del soffitto
della sala interna, ma il vero incanto è
che arricchiscono ogni portata di freschezza
e identità. «La mia cucina è un omaggio
alla mia terra – spiega lo chef – e ogni
piatto nasce per evocare emozioni,
ricordi e paesaggi attraverso gusto e
bellezza».
Ad arricchire l’esperienza c’è il servizio
Il progetto del Caracol porta la firma di
Roberto Laringe e Alfredo Gisonno,
imprenditori che hanno saputo trasformare
un angolo sospeso tra orti, colline e mare in
un luogo dove ogni dettaglio racconta
l'armonia del Mediterraneo. «Ogni stagione
è una grande emozione – racconta
accoglie anche a pranzo. Il lunedì resta
chiuso. Per chi desidera vivere
un’esperienza gastronomica che celebra il
Mediterraneo in ogni sfumatura, la
prenotazione è caldamente consigliata.
www.caracolristorante.it
Sudenord.it - Anno 2 n.5 - Gennaio 2025
GUSTI
Campanella by Quattro Passi,
l’alta cucina arriva a Capri
nel giardino del Pazziella Garden & Suites
102 103
Lo chef tre stelle Michelin Fabrizio Mellino e l’imprenditore Francesco
Naldi uniscono visione e talento per dare vita a un nuovo ristorante
esclusivo nel cuore dell’isola azzurra
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A Capri, dove il lusso incontra l’autenticità
mediterranea, nasce un nuovo punto di
riferimento per la gastronomia d’eccellenza:
Campanella by Quattro Passi. Un nome
evocativo, che richiama la tradizione e la
spiritualità dell’isola, ma anche un progetto
dal respiro contemporaneo, capace di
fondere alta cucina e ospitalità in una
cornice naturale senza tempo. L’apertura è
prevista per il 15 giugno 2025, all’interno
del giardino del boutique hotel cinque stelle
Pazziella Garden & Suites, e porta la firma
di due protagonisti della nuova generazione
del lusso italiano: Fabrizio Mellino, chef tre
stelle Michelin del celebre Quattro Passi di
Nerano, e Francesco Naldi, CEO di
Pazziella e raffinato imprenditore
dell’hôtellerie di charme.
Il progetto nasce dalla volontà comune di
proporre un’esperienza che vada oltre il
semplice concetto di ristorazione,
trasformandosi in un
viaggio nei sapori e nella
bellezza del Mediterraneo.
Campanella by Quattro
Passi non è infatti una
“succursale” del ristorante
di Nerano, ma una
creazione originale, che
affonda le sue radici nella
stessa filosofia: territorio,
tradizione, memoria,
ricerca e futuro. Parole
chiave che per Mellino
significano tecnica
impeccabile, rispetto
assoluto per gli ingredienti e
una costante tensione
verso l’eccellenza, mentre
per Naldi rappresentano
un’estetica dell’accoglienza,
capace di unire natura, eleganza e
benessere sensoriale.
Nel giardino segreto del Pazziella Garden
& Suites, tra limoni, ulivi e bouganville, ogni
dettaglio è pensato per offrire un’esperienza
immersiva e armoniosa. Il menu sarà un
omaggio alla Campania costiera, con piatti
ispirati al pescato del giorno, alle erbe
spontanee, ai prodotti degli orti isolani e alle
ricette della memoria rivisitate con estro.
L’arte culinaria di Mellino, già consacrata
dalla Michelin, incontra così la visione
imprenditoriale di Naldi, in un dialogo tra
due mondi che si riconoscono e si
rafforzano a vicenda.
La scelta del nome Campanella non è
casuale. Richiama il simbolo
beneaugurante caprese per eccellenza, ma
è anche una dichiarazione d’intenti: portare
fortuna, certo, ma soprattutto raccontare
una storia locale in una forma alta e
raffinata, rendendola accessibile a chi cerca
autenticità e bellezza nel piatto come nel
luogo. L’isola di Capri, con la sua vocazione
cosmopolita e il suo patrimonio identitario,
diventa lo scenario ideale per questa nuova
tappa del percorso di Quattro Passi,
ristorante tra i più premiati e amati d’Italia.
Con Campanella by Quattro Passi, Capri
aggiunge un nuovo tassello al mosaico
delle sue eccellenze. Il progetto
rappresenta anche un segnale forte per il
turismo di qualità in Campania: una visione
che mette al centro i giovani, la continuità
familiare e l’innovazione senza mai perdere
di vista l’anima profonda dei luoghi. In
un’epoca in cui l’esperienza conta più che
mai, il giardino del Pazziella Garden &
Suites si trasforma così in un palcoscenico
emozionale dove ogni cena è un piccolo
rito, ogni piatto una narrazione, ogni
dettaglio un segno di cura.
Per chi sceglie Capri come destinazione del
cuore, Campanella by Quattro Passi
promette di essere molto più di un
ristorante: sarà un luogo dell’anima, in cui il
tempo si ferma e il gusto diventa memoria.
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