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VADO E TORNO EDIZIONI
www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste
Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.
in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI
MAGGIO N. 5 - 2025
ANNO 34°- euro 5,00
Quartetto
di batterie
CONFRONTO
SOLARIS E VDL ● PRESENTAZIONE
● BATTERIE
CONFRONTO URBANI 12 METRI BEV: IVECO BUS, SCANIA-HIGER,
PRESENTAZIONE HYUNDAI ELEC CITY FC
BATTERIE FABBRICA E STRATEGIE BORGWARNER ● INCHIESTA
MERCATO PRIMO TRIMESTRE AL MICROSCOPIO ● FIERA AL MOBILITY
MOVE DI BERLINO ● AMARCORD IL MEZZO SECOLO DI IVECO
Sommario
Autobus n° 5 - 2025 - anno 34°
ABBONATI
SUBITO
4
6
8
9
11
12
13
POST-IT
MAN dà il via alla produzione
di batterie a Norimberga
RUBRICHE
Tecno: il nuovo chassis Bev di Scania,
per Low Entry a tre assi
Reti ed energia: Brescia, nuovo impianto
per i bus Cng (e la consegna elettrica Byd)
Mappamondo: la bancarotta di Dancer,
artefice di un e-bus mai commercializzato
PERISCOPIO
Al via il servizio di e-bus di TUA
sull’ex ferrovia tra Pescara e Montesilvano
AMT Genova fa viaggiare (ancora) gratis
gli under 14 e gli over 70
Autonomia da record per il coach
a idrogeno di Irizar: 900 chilometri!
8
26
16
12
16
INCHIESTA
Mercato Italia, il Q1 al microscopio:
leggera flessione dell’immatricolato
In visita nella fabbrica di batterie
BorgWarner (35mila pacchi all’anno)
eDAILY.
Sprigiona una nuova energia.
. JUST ELECTRIC
20
24
26
28
30
32
CONFRONTO
Ebus test 2025 a Bonn:
12 metri Bev sotto la lente
Higer Fencer F1 Integral Ev,
una nuova freccia all’arco di Scania
Iveco Crossway Le City Elec,
il Classe I che non ti aspetti
Solaris Urbino 12 Electric,
in sella al padrone del mercato
Vdl Citea Lf-122,
nuova generazione finalmente in strada
PRESENTAZIONE
Hyundai debutta nel mercato europeo
con un bus a idrogeno senza compromessi
36 40
100% Connesso
- Un nuovo mondo di servizi
digitali e integrati
- Manutenzione e riparazione su misura
e assistenza avanzata
Sostenibile
- Zero emissioni e batterie
con energia installata da 111 kWh
- Costi operativi ottimizzati
Versatile
- Soluzione compatta per missioni con linee brevi
e ridotta capacità di passeggeri
Performante
- Esclusivo telaio portante a longheroni
- Motore da 140kw con funzione Hi-Power
e modalità Eco
36
40
44
EVENTI
Mobility Move 2025, il polso del mercato
tedesco alla fiera di Berlino
AMARCORD
Cinquant’anni di Iveco. La storia
dell’autobus passa da qui
PSICOLOGIA DEL TRAFFICO
Rabbia al volante: sintomi, cause
e strategie per non cadere in trappola
IL SONDAGGIO
DEL MESE
Il primo quarto dell’anno ha visto
l’immatricolato Classe III fare un +60 per
cento. Il 2025 sarà l’anno dell’avvenuta ripresa
(a livelli 2019) del segmento?
Rispondi su
www.autobusweb.com
Il sondaggio non ha valore statistico. Le rilevazioni non sono
basate su un campione scientifico
LE RISPOSTE
DEL MESE SCORSO
Le imprese di tpl italiane saranno
in grado di accelerare sul piano
della competitività e della visione
industriale in vista della stagione
delle gare di servizio?
61%
sì
39%
no
3
È NATA LA FABBRICA DI BATTERIE DI MAN
Fiocco rosa
Post-it
AL VIA LA PRODUZIONE DEI PACCHI PER AUTOBUS (E CAMION) ELETTRICI DEL LEONE
IL NUOVO TELAIO SCANIA
Tecno
Per gli e-bus a tre assi
LO CHASSIS DEL GRIFONE PER I LOW ENTRY MEDIO-LUNGHI A BATTERIA
Il giorno tanto atteso è arrivato: venerdì 11 aprile MAN Truck & Bus ha
avviato ufficialmente la produzione delle batteria per bus e truck elettrici
nella sua fabbrica di Norimberga, i cui lavori, iniziati nel 2022, sono stati
ultimati a fine 2024.
Nello stabilimento M50 possono essere prodotti 50mila pacchi batteria
all’anno, con la possibilità di portare la produzione fino a 100mila. Qui
i pacchi vengono prodotti in tre varanti - la prima, cosiddetta ‘piatta’,
per l’autobus urbano Lion’s City E, mentre la seconda e la terza per gli
eTruck eTgl, eTgs ed eTgx -, tutte con chimica Nmc.
Secondo le parole dell’Oem, MAN lavora con un sistema senza nastro
trasportatore e ciclo che può gestire diverse varianti di prodotto e può
essere facilmente adattato a nuove varianti; le stazioni, disaccoppiate,
possono essere gestite e convertite indipendentemente l’una dall’altra e i
pacchi batteria scorrono nel sistema di produzione a seconda dei requisiti
e delle condizioni individuali. Tutto questo è reso possibile da un elevato
grado di digitalizzazione e automazione del flusso produttivo e della
fornitura di materiali, che è completamente automatizzato con veicoli a
guida automatica, il che garantisce la necessaria flessibilità e versatilità,
nonché la produzione economica di diversi pacchi.
Ogni pacco batteria è sottoposto a 23 test e vengono registrati circa 400
parametri di prova, tutti documentati individualmente: ciò significa che
il processo di produzione può essere rintracciato anche dopo 15 anni.
Motore
200 kW
Batteria
140 kWh
Autonomia
309 km
SORT 2
Posti a sedere
14
Posti in piedi
≥21
Sedia a rotelle
1
All’inaugurazione delle linee, MAN ha annunciato ulteriori
investimenti per 150 milioni di euro (che garantiranno
circa 400 posti di lavoro) per ampliare l’impianto e
consentire la produzione di moduli per la prossima
generazione di batterie: infatti, ad oggi, a Norimberga
vengono assemblati solo pacchi, composti da più moduli.
Un nuovo telaio per autobus elettrici a
tre assi: è questa la novità di Scania. Il
Grifone, infatti, ha ampliato l’offerta
per e-bus, svelando la versione dello chassis
ad hoc anche per mezzi a batteria destinati a
profili di missione non squisitamente urbani,
come sono solitamente i tre assi.
Si tratta di una variante, denominata 6×2*4,
della piattaforma 4×2 Low Entry Bev, introdotta
nel 2023. La nuova versione a basso
ingombro è progettata per soddisfare le esigenze
delle operazioni di trasporto medio e
pesante e, grazie a una maggiore capacità di
passeggeri rispetto all’attuale, è adatta per le
tratte urbane, suburbane e interurbane.
Dotata di un nuovo assale posteriore, di un
nuovo motore elettrico (di cui vi avevamo
parlato proprio in questa rubrica nello scorso
numero della rivista) e dell’interfaccia
di ricarica, tutti disponibili anche per l’attuale
telaio a due assi, la variante a tre assi
offre una soluzione competitiva, efficiente
e affidabile, secondo l’Oem. I clienti che
utilizzeranno la variante 6×2*4 Le Bev
nelle loro attività quotidiane, aggiunge la
casa, possono trarre numerosi vantaggi: il
design robusto del telaio contribuisce ad
aumentare la durata del veicolo, mentre
l’adattamento flessibile ad applicazioni specifiche migliora l’efficienza
complessiva. Il sottotelaio migliorato riduce i livelli di rumorosità e migliora
la guidabilità, rendendo il viaggio più confortevole per i passeggeri
e il conducente. Inoltre, il posizionamento dei componenti del veicolo
semplifica la manutenzione, riducendo i costi e aumentando la disponibilità
operativa dell’autobus. Gli ingranaggi dell’assale, infatti, sono stati
progettati per garantire la migliore efficienza energetica possibile e una
lunga durata. Nello specifico, due nuovi ingranaggi dell’assale sono dotati
di rapporti di trasmissione più rapidi e riducono le perdite interne, migliorando
l’efficienza. In ultimo, lo sterzo dell’ultimo assale aiuta a distribuire
meglio il peso e riduce di conseguenza l’usura dei pneumatici.
A TUTTO MOTORE
Quindici anni insieme e 1.500
motori elettrici sincroni a magneti
permanenti, modello Hd.T3, in
consegna nel prossimo triennio.
Si rinsalda ulteriormente il già
solido, solidissimo rapporto tra
Tsa (Traktionssysteme Austria) e
Solaris Bus & Coach.
Il motore sincrono a magneti
permanenti Hd.T3 eroga una
potenza di picco di 420 kW
e una coppia massima di
4mila Nm; il design compatto
e la modularità ne permette
l’integrazione in autobus di
varie dimensioni, alimentati da
batterie o celle a combustibile
di idrogeno. I motori Hd.T3 di
Tsa saranno installati negli ultimi
modelli elettrici di Solaris da 12,
15 e 18 metri, in consegna.
Il nuovo telaio elettrico è costruito per offrire le massime
prestazioni in condizioni difficili per tutta la sua durata e
la sua flessibilità consente di adattarlo ulteriormente alle
esigenze degli allestitori e dei clienti, secondo Scania.
IN (RI)GENERAZIONE
Daimler Buses ha annunciato un nuovo servizio,
ovvero la rigenerazione delle batterie degli eCitaro.
E c’è di più, per chi non lo sapesse o se
ne fosse scordato: il
costruttore di Stoccarda
sta lavorando
per ampliare l’offerta
con una batteria
di nuova generazione
e autonomia
maggiore, grazie a
un nuovo fornitore,
Bmz, a partire dal
2026. Nel mentre,
Daimler ha iniziato
a rigenerare le vecchie
batterie Nmc1,
aumentandone la
capacità e quindi accrescendo l’autonomia degli
e-bus che le montano.
In futuro, l’opera di rigenerazione sarà estesa
anche alle batterie Nmc2 e Nmc3; queste ultime,
realizzate da BorgWarner (ex Akasol), dal 2023
equipaggiano la gamma eCitaro, nata nel 2018.
service partner
concessionario unico
5
LA STAZIONE DI RIFORNIMENTO CNG
Arriva... il metano
Reti & energia
L’IMPIANTO DI BRESCIA PUÒ FARE UN PIENO IN MENO DI VENTI MINUTI
Mappamondo
IL NEWCOMER LITUANO DANCER BUS HA FATTO BANCAROTTA
L’ultima danza
NEL 2018 IL LANCIO DI UN MODELLO DI E-BUS MAI COMMERCIALIZZATO
Arriva Italia ha inaugurato a Brescia, presso il proprio deposito
di viale Italia, il nuovo impianto di rifornimento per autobus a
metano Cng (gas naturale compresso).
L’infrastruttura, realizzata da Greenture, società controllata da Snam, è
già attiva e al servizio dei 110 veicoli a gas operanti su città e provincia.
La stazione può fare un pieno completo in meno di venti minuti e rifornire
fino a quattro autobus contemporaneamente, con due operatori
dedicati al procedimento, appositamente formati.
Una volta collegato alla rete di distribuzione, l’impianto permetterà di
alimentare i mezzi anche a biometano, riducendo ulteriormente l’impatto
ambientale.
Questa infrastruttura rappresenta un ulteriore e fondamentale passo
nell’integrazione delle nuove tecnologie nella flotta di Arriva, per una
mobilità e un trasporto pubblico sempre più sostenibile, nel segno del
mix energetico, strada che l’operatore ha imboccato a passi lunghi e
ben distesi. A tal proposito, a prova delle svariate tipologie di trazione
all’interno della flotta di Arriva, ad oggi, dei 435 torpedoni che formano
il parco macchine in servizio su Brescia e dintorni, il 64 per cento è
composto da veicoli diesel Euro VI, il 25 per cento da mezzi Cng e il
5 da bus mild hybrid.
L’età media della flotta è di circa 8 anni e ben 141 autobus sono stati
immatricolati dopo il 2022.
Contestualmente, Arriva Italia ha dato il benvenuto
anche a cinque nuovi autobus elettrici da 12 metri
di lunghezza, chiamati a potenziare la flotta urbana
ed extraurbana. Si tratta dei modelli K9UD di Byd.
Presso il medesimo deposito di viale Italia sono state
installate le colonnine per la ricarica degli e-bus.
Nel 2018 aveva attirato l’attenzione di tutto il settore con un’idea
fuori dagli schemi: un autobus trasparente e alimentato dal
vento. Poi, nel 2023, era tornato sotto i riflettori a Busworld
Bruxelles con un modello elettrico da 12 metri dal peso a vuoto di
appena 8,6 tonnellate, grazie a una carrozzeria in materiale composito
leggero, ottenuto anche da plastica recuperata negli oceani.
Ora però il progetto Dancer Bus è arrivato al capolinea: il costruttore
lituano (Vėjo projektai) ha dichiarato bancarotta; l’annuncio
ufficiale è arrivato su LinkedIn direttamente dal fondatore Alvydas
Naujekas, che ha raccontato la lunga battaglia legale e finanziaria
degli ultimi anni.
Secondo quanto riportato, il colpo decisivo sarebbe arrivato dal fondo
d’investimento NuCapital, che nel 2022 aveva concesso a Dancer un
prestito da 1,8 milioni di euro. Il fondo viene accusato di aver innescato
il fallimento con un atteggiamento aggressivo, mentre da parte
sua sostiene di aver agito solo per recuperare il capitale investito.
Nonostante gli annunci e i piani di crescita – compresa la costruzione
di un nuovo stabilimento per la produzione di oltre 500 autobus
all’anno – dal 2023 non si erano più registrate novità rilevanti.
FONDI, FONDI, FONDI
Il governo britannico ha annunciato un nuovo investimento
di quasi 38 milioni di sterline per l’introduzione
di 319 autobus a zero emissioni sulle strade
dell’Inghilterra. Il finanziamento è stato assegnato a 12
autorità locali, selezionate attraverso una procedura di
candidatura volta a potenziare le flotte di autobus elettrici,
con l’obiettivo di mettere i nuovi mezzi in servizio
entro la primavera del 2027. Contestualmente, il governo
ha aggiornato il mandato sui veicoli a zero emissioni
(Zev Mandate), introducendo una maggiore flessibilità
fino al 2030 e consentendo la vendita di veicoli ibridi
fino al 2035. Questi cambiamenti sono stati pensati per
sostenere i produttori britannici di veicoli elettrici.
Tra i principali beneficiari del finanziamento spiccano
il Nottinghamshire County Council, che riceverà 2,6
milioni di sterline per l’acquisto di 42 nuovi autobus e-
lettrici, e l’Hull City Council, con 3,9 milioni di sterline
per ulteriori 42 veicoli. Il contributo più significativo va
alla West of England Combined Authority, a cui sono
stati destinati quasi 20 milioni di sterline per l’introduzione
di 160 autobus. Di questi, come specificato da
First Bus, 27 saranno veicoli diesel retrofittati.
Più comodi e più green con Allison
Il trasporto a emissioni zero è sempre più urgente. Servono autobus e pullman più puliti e silenziosi, che non
rinuncino al comfort di viaggio, alle prestazioni e all’affidabilità. Per questo Allison offre eGen Power TM ,
un sistema di propulsione elettrico per veicoli che vanno da 8,5 a 13 tonnellate di peso lordo sull’asse.
La nostra gamma di assali elettrici completamente integrati, compatibile sia con tecnologie a batteria che con
Fuel Cell a idrogeno, è progettata per massimizzare prestazioni ed efficienza, mantenendo ingombri ridotti.
Contattate Allison per maggiori informazioni su come elettrificare la vostra flotta.
SINFONIA ELETTRICA CILENA
Santiago del Cile prevede di avere
4.406 autobus elettrici in esercizio
entro la fine del 2025. Questa cifra
rappresenterà il 68 per cento della flotta di
trasporti pubblici della capitale cilena. A
marzo i veicoli a zero emissioni circolanti
erano 2.500. La messa in esercizio di altri
1.800 autobus quest’anno segna una pietra
miliare nella più ampia strategia cilena per
raggiungere la neutralità delle emissioni di
carbonio entro il 2050. Sempre facendo riferimento
ai 2.500 e-bus immatricolati al
marzo 2025, la maggior parte presenta il
logo Foton (1.388, pari a una quota del 54
per cento). Byd segue con 811, poi Yutong
con 315. Secondo il Direttorio del trasporto
pubblico metropolitano, che risponde
alla sigla Dtpm e rappresenta l’autorità
tpl della metropoli, l’introduzione degli
autobus elettrici ha contribuito a ridurre
dell’80 per cento le emissioni di particolato
nell’ultimo decennio. Oggi gli autobus
elettrici sono responsabili di appena il 3
per cento delle emissioni legate al trasporto
a Santiago, rispetto al 90 circa generato
dai veicoli privati.
L’implementazione di una flotta ad
alta capacità e a zero emissioni è
un pilastro centrale della strategia
di Santiago per migliorare la
qualità dell’aria urbana, ridurre
l’inquinamento acustico e
allinearsi agli obiettivi ambientali
a lungo termine del Cile.
allisontransmission.com
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eGen Power 85S / 100S / 130S
7
IL NUOVO SERVIZIO DI TUA ABRUZZO
“La Verde” speranza
Periscopio
E-BUS IN SERVIZIO SULL’EX TRACCIATO FERROVIARIO, DA PESCARA A MONTESILVANO
TUA - Trasporto Unico Abruzzese
ha deciso di dare il ‘la’ al progetto
‘La Verde’ che prevede la messa
in esercizio di autobus elettrici sull’ex
tracciato ferroviario, realizzando sostanzialmente
un BRT-Bus Rapid Transit,
visto che i mezzi operano sullo stesso
tracciato previsto per la filovia, lungo 8
chilometri (di cui 6,1 in sede riservata),
con frequenza di 10 minuti, dalle 6:30
a mezzanotte.
Il nuovo servizio urbano collega Pescara
e Montesilvano, andata e ritorno; il via
ufficiale lunedì 28 aprile alle 6:25, da
Piazza della Repubblica a Pescara: la
prima corsa, esercita con un Mercedes
eCitaro, è arrivata 19 minuti dopo al
terminal del Pala Dean Martin di Montesilvano.
Nei prossimi mesi la flotta a disposizione
della ‘Verde’ sarà potenziata con l’arrivo
di nuovi mezzi, tra cui autosnodati
da 18 metri di lunghezza, destinati a rimanere
in servizio anche quando entrerà
in funzione la filovia.
I benefici per il traffico e per l’ambiente
legati all’attivazione del nuovo servizio
tpl sono significativi: previsto, infatti,
un aumento delle percorrenze attuali di circa 135mila km all’anno,
che si traducono in un numero maggiore di corse e una migliore
copertura del territorio, oltre all’abbattimento delle emissioni inquinanti.
Tutti i mezzi impiegati su La Verde sono dotati di un sistema di
videosorveglianza di bordo e una dashcam con immagini in real
time monitorate dalla sala operativa TUA.
I veicoli, infine, sono equipaggiati con un sistema di geolocalizzazione,
un doppio sistema di preferenziamento semaforico, conta
passeggeri, computer di bordo e possibilità di pagamento contactless
del titolo di viaggio.
In foto il Mercedes eCitaro. con il quale è stata
esercita la prima corsa, guidata dall’operatore
di esercizio TUA Massimiliano Iacovelli.
Gli autobus elettrici
operano sullo stesso
tracciato previsto per la
filovia, lungo 8 chilometri,
di cui 6,1 in corsia riservata
NOLEGGIO BUS, A BOLZANO SI CAMBIA
La Giunta della Provincia Autonoma di Bolzano
ha deliberato, su proposta dell’assessore
alla Mobilità Daniel Alfreider, il nuovo
regolamento di esecuzione sull’attività di
noleggio di autobus con conducente.
Le novità introdotte? Presto dette: validità
illimitata e non trasferibile della autorizzazione;
versamento di una quota una tantum
di 600 euro per l’iscrizione al registro provinciale;
eliminazione della media dei dieci
anni dalla prima immatricolazione e del numero
minimo di conducenti rispetto al parco
autobus; revisione annuale.
La delibera introduce semplificazioni e adeguamenti
come previsto dalla normativa Ue
e dalle disposizioni statali. Le tasse vengono
uniformate e per l’iscrizione nel registro
provinciale viene richiesto un importo di 600
euro, invece dei 120 euro annuali previsti
finora; la vetustà degli autobus di 10 anni in
media e di massimo 15 anni è stato abolita,
e si applicano le disposizioni statali che
vietano la circolazione dei bus Euro 1, e
presto anche Euro 2; inoltre, la revisione
(controllo di sicurezza e ambientale) dovrà
essere effettuata annualmente.
Apportate modifiche anche alla verifica dei
requisiti per l’esercizio dell’attività di noleggio
autobus che viene effettuata periodicamente
(e non più a cadenza semestrale
o annuale) da parte dell’ufficio provinciale
competente. Prevista, infine, una norma
transitoria in base alla quale le autorizzazioni
all’attività di Ncc rilasciate prima dell’entrata
in vigore del nuovo regolamento rimangono
valide fino alla loro naturale scadenza.
9
UNA GARA STORICA
Per la prima volta nella sua storia, il servizio
di trasporto pubblico locale di Agrigento va
a gara. Il Comune ha pubblicato il bando per
la concessione del servizio urbano in quella
che è la Capitale italiana della Cultura 2025.
Al momento, l’operatore che gestisce il tpl ad
Agrigento è TUA - Trasporti Urbani Agrigento
(di Sais Trasporti). Il valore complessivo è
di 23.885.260,00 euro, prevede una produzione
annua pari a 908.574 vetture*km di tpl su
gomma, per una durata complessiva di 108
mesi (i 9 anni canonici), con la possibilità di
un’ulteriore proroga annuale per garantire la
continuità del servizio in fase di transizione.
COSENZA NEL DESERTO
Nulla di fatto, anche questa volta. Il quarto
tentativo di Fernando Caldiero, curatore fallimentare
di Amaco, l’operatore di trasporto
pubblico di Cosenza, di vendere l’azienda
non è andato a buon fine: l’asta è andata deserta.
Il prezzo per la vendita di Amaco era
stato fissato a 4 milioni e 275mila euro (con
offerta minima ammissibile 3.206.943,56
euro, cauzione pari al 10 per cento del prezzo
offerto, erilancio minimo di 100mila euro),
ma, come detto, non è arrivata alcuna offerta
in busta chiusa.
I primi tre tentativi, naufragati, prevedevano
solo il fitto di Amaco, questo la sua vendita.
A gennaio 2025, in realtà, il terzo tentativo
sembrava essere quello buono, con l’aggiudicazione
al Consorzio Autolinee, salvo poi la
marcia indietro e il ritiro dell’offerta.
Nel mentre Amaco prosegue le attività in esercizio
provvisorio – per garantire il servizio di
tpl ai cittadini e la tutela occupazionale – in
attesa di una nuova asta con base ribassata,
con scadenza al 30 settembre 2025, con lo
spauracchio del 2026, quando si esaurirà la
concessione ad Amaco, con il concreto rischio
che la Calabria tolga il chilometraggio affidato
all’operatore. Una prospettiva non certo
allettante per possibili investitori-compratori.
10
Periscopio
L’INIZIATIVA DI AMT GENOVA
Si viaggia gratis
UNDER 14 E OVER 70 I BENEFICIARI DEL PROGETTO
Almeno fino al 30 settembre 2025,
gli under 14 e gli over 70 continueranno
a viaggiare gratuitamente
a bordo dei mezzi di AMT Genova,
metropolitana e impianti verticali inclusi.
L’assemblea dei soci dell’operatore del
capoluogo ligure, infatti, ha approvato
la proposta del Comune di Genova di
estendere fino a fine settembre le attuali
politiche tariffarie in vigore.
Avviate a inizio 2024 in forma sperimentale,
le politiche tariffarie potranno
diventare strutturali solo con una delibera
del consiglio metropolitano, oggi
in gestione ordinaria vista le prossime
scadenze elettorali. Resta pertanto invariata,
per i prossimi cinque mesi, la politica
commerciale sperimentale di AMT,
entrata in vigore il 15 gennaio 2024 con
I cinque MAN Lion’s City 19 C Cng
Efficient Hybrid sono dotati di un
motore ciclo Otto a metano Euro
6e, con potenza massima di 235
kW e coppia massima di 1.400 Nm
Previste tre porte per
la salita e la discesa (e
rampa manuale per le
carrozzine), un sistema
di sanificazione
dell’aria a raggi UV,
sei prese Usb per la
ricarica dei dispositivi
e sei telecamere di
videosorveglianza in
grado di controllare
l’intero abitacolo.
MAN ha consegnato
cinque Lion’s City
19 C ibridi a metano
a TEP Parma: gli autosnodati
saranno impiegati sulle tratte
che collegheranno la città e-
miliana al suo aeroporto e ai
comuni della prima cintura
suburbana. Si tratta di mezzi
a gas naturale compresso
delibera della Città Metropolitana di Genova
(22/11/2023) e già precedentemente
rinnovata al 30 aprile 2025.
Così l’operatore motiva il perché della
scelta, nuovamente rinnovata: «Studiata
secondo i principi della semplificazione,
dell’armonizzazione e dell’integrazione
tra bacini urbano e provinciale, ma anche
dell’accessibilità e dell’attrattività, la
politica commerciale punta ad avvicinare
e fidelizzare l’utente all’uso del mezzo
pubblico, facendo di AMT il modo più
semplice e conveniente per muoversi
senza pensieri sul territorio metropolitano
di Genova. Non solo attraverso forme
di gratuità riservate ai residenti nella
Città metropolitana di Genova ma anche
con titoli di viaggio e abbonamenti semplificati
e convenienti».
Cinque Leoni per correre a Parma
(Cng) mild-hybrid con sistema
di recupero dell’energia
in frenata, la quale viene
poi utilizzata durante la fase
di accelerazione, andando a
ridurre il consumo di carburante
e le emissioni.
Nel corso del mese di maggio
avverrà la consegna di altri
cinque veicoli con le medesime
caratteristiche, che andranno
a completare la flotta a
servizio della città per trasportare
i passeggeri nelle tratte di
forza, nelle ore di punta.
A Parma sarà quindi operativo
un totale di 20 autobus
MAN Lion’s City 19 C ibridi.
Periscopio
IL TEST DRIVE DELL’I6S EFFICIENT HYDROGEN
Più Efficient di così...
900 KM DI AUTONOMIA PER IL COACH H2 DI IRIZAR
Il coach Irizar i6S Efficient Hydrogen
ha percorso 2.500 chilometri tra
le città di Ormaiztegi, in Spagna, e
Briançon, sulle Alpi francesi, dimostrando
un’autonomia da record di 900 chilometri
durante la prova su strada.
Con questo test, Irizar ha battuto il primato
della più lunga distanza mai percorsa
da un pullman a idrogeno in Europa:
un risultato storico.
Il turistico prodotto nei Paesi Baschi ha
così portato a termine con successo il
viaggio dal proprio headquarter alla città
francese, andata e ritorno; come detto, la
distanza totale percorsa è stata di 2.500
km, con il Classe III che ha attraversato
diverse città dei Pirenei e della Provenza,
prima di arrivare sulle Alpi francesi, dove
ha anche superato un dislivello totale
di oltre 1.400 metri.
Durante il viaggio, ovviamente, l’Irizar
i6S Efficient Hydrogen è stato rifornito
più volte in diverse stazioni, registrando
un tempo di rifornimento completo inferiore
ai 20 minuti: un ottimo risultato.
Il coach a idrogeno di Irizar genera energia
attraverso un processo di elettrolisi
che avviene nella cella a combustibile,
mentre la trazione è fornita da un motore
elettrico da 510 cavalli con un cambio
LLa Città Metropolitana di Napoli
ha consegnato, in comodato d’uso
gratuito, 25 Iveco Bus alle aziende
di trasporto pubblico locale, per un valore
complessivo di 9.530.256,92 euro.
A questa somma si aggiungeranno altri
2.859.539,00 euro di finanziamenti aggiuntivi
per le infrastrutture
di supporto e,
in particolare, i pantografi
che serviranno
a ricaricare i bus
elettrici. Le prime
aziende destinatarie
dei nuovi bus sono:
Anm Spa-Azienda
Napoletana Mobilità,
Viaggi Lucio, Eredi
d’Apice, Beneduce
Agostino e Autoservizi
Universal.
I nuovi mezzi targati
Iveco Bus vanno a
integrato a tre velocità. Irizar, rende noto,
è pronta per la produzione in serie
del modello. L’Irizar i6S Efficient Hydrogen,
lo ricordiamo, è stato presentato
per la prima volta al Busworld Europe
di Bruxelles nel 2023 e nel 2024 si è
25 Iveco Bus sotto al Vesuvio
sostituire veicoli vetusti Euro 2, Euro 3
ed Euro 4.
Secondo una prima stima e calcolando il
chilometraggio medio dei nuovi autobus,
con questo primo lotto di 25 bus sarà possibile
immettere in atmosfera 20 tonnellate
in meno di anidride carbonica ogni anno.
Il Classe III basco ha battuto il record della pià
lunga distanza mai percorsa in Europa da un
turistico a idrogeno.
aggiudicato il premio Coach of the Year
in Spagna. Ora, come annunciato dalla
casa madre stessa, è tutto pronto sulle
linee per produrre e poi commercializzare
quello che sarebbe il primo coach a i-
drogeno disponibile sul mercato europeo.
MaaS FVG
Il Mobility as a Service
arriva in Friuli-Venezia Giulia
Si chiama MaaS FVG e consente
di acquistare biglietti per i servizi
urbani, extraurbani e marittimi di Tpl
Fvg, per tutti i servizi di Regionale in
Friuli Venezia Giulia e per i servizi
bus transfrontalieri. Inoltre, sono
integrati nella piattaforma anche i
parcheggi del Trieste Airport e i servizi
di bike-sharing di Trieste e Gorizia.
Insomma, non solo un’app, ma un
ecosistema digitale che integra, in un
unico ambiente intuitivo e flessibile,
diversi operatori e modalità di
trasporto, un nuovo paradigma che
ridefinisce e semplifica le abitudini di
mobilità delle persone.
Sviluppata in oltre due anni di lavoro
- in collaborazione con Arriva Italia
e Moovit - la piattaforma permette
di pianificare e acquistare viaggi e
spostamenti sul territorio regionale
in pochi clic e alla tariffa più
conveniente.
11
MERCATO Italia 1° trimestre 2025 sopra le 8 ton
CHI BEN COMINCIA...
-7,4
per cento
12
È vero, il calo c’è... ma è leggero. E vista la ‘sbronza’ dell’anno
passato, il bicchiere non solo c’è, ma è anche mezzo pieno:
nel primo trimestre 2025 sono stati targati 1.123 autobus con
massa a pieno carico sopra le 8 tonnellate, 90 in meno di
gennaio-marzo 2024. Se i Classe I finanziati volano, soffrono i
Classe II. E i turistici? Godono di ottima salute! Tutti i numeri per
marchio, profilo di missione, trazione, lunghezza e geografia
...
è a metà dell’opera. Così recita il detto, ma è
anche vero quanto disse a tal proposito Leonardo
da Vinci: ‘non chi comincia, ma quel
che persevera!’. E a noi piace di più la reinterpretazione
dell’antico adagio da parte del genio per antonomasia.
E qui chi deve perserverare è il mercato dell’autobus
italiano, reduce da un’annata da record (4.920
le unità immatricolate sopra le 8 tonnellate) grazie
alla potenza di fuoco messa in campo del Pnrr, visto
che quasi la metà delle targhe (2.440) è stata messa
a segno dagli urbani finanziati. Una spinta propulsiva
che continuerà anche nel 2025, ma che, ricordiamolo,
è destinata a esaurirsi al 30 giugno 2026. E infatti il
primo calo, seppur ‘telefonato’ e leggero, è arrivato
nel primo trimestre 2025: l’immatricolato, infatti, ha
ceduto appena il 7,4 per cento, pari a 90 macchine,
passando dai 1.213 pezzi dei primi tre mesi 2024 ai
1.123 di gennaio-marzo 2025. Di seguito la cartina di
tornasole completa, grazie ai dati dell’Anfia.
I profili di missione
La parte più corposa dell’immatricolato è (ancora)
appannaggio degli urbani, peraltro in crescita del
15,2 per cento sul primi tre mesi dello scorso anno:
MERCATO 1° TRIMESTRE 2025 SOPRA 8 TON
Brand N° veicoli % di mercato N° veicoli % di mercato differenza %
1° trimestre 2025 1° trimestre 2025 1° trimestre 2024 1° trimestre 2024 1° trimestre 2025/2024
Iveco Bus 344 30,6 588 48,5 -17,9
Daimler Buses* 288 25,6 200 16,5 9,1
Solaris 107 9,5 43 3,5 6
Scania 80 7,1 45 3,7 3,4
Menarinibus 63 5,6 60 4,9 0,7
MAN** 57 5 105 8,7 -3,7
Karsan 39 3,5 12 1 2,5
Irizar*** 32 2,8 22 1,8 1
Temsa 22 2 24 2 0
Yutong 20 1,8 2 0,2 1,6
Otokar 17 1,5 53 4,4 -2,9
Bluebus 10 0,9 0 0 0,9
BYD 9 0,8 4 0,3 0,5
Ayats 8 0,7 12 1 -0,3
Isuzu 7 0,6 10 0,8 -0,2
Vdl 6 0,5 0 0 0,5
Bmc 5 0,4 4 0,3 0,1
Rampini 4 0,4 8 0,7 -0,3
Guleryuz 2 0,2 2 0,2 0
Volvo 2 0,2 6 0,5 -0,3
King Long 1 0,1 2 0,2 -0,1
Altri 0 0 11 0,9 -0,9
TOTALE 1.123 100 1.213 100 -7,4
*all’interno sono considerati anche i coach Setra
** all’interno sono considerati anche i coach Neoplan
*** all’interno sono considerati anche i mezzi Irizar su telaio Scania
13
LE QUOTE DI MERCATO DEI DIVERSI SEGMENTI
Urbani % Linea % Turismo % Totale %
1° trimestre 2024 29,9 51,1 19 100
1° trimestre 2025 37,2 30,6 32,2 100
Differenza 1° trimestre 2025/2024 7,3 -20,5 13,2 100
CLASSE I
Brand N° veicoli N° veicoli differenza % quota di mercato %
1° trimestre 1° trimestre 1° trimestre 1° trimestre
2025 2024 2025/2024 2024
Daimler Buses 127 64 98,4 30,4
Solaris 107 43 148,8 25,6
Menarinibus 63 60 5 15,1
Karsan 39 12 225 9,3
Yutong 20 2 900 4,8
Iveco Bus 17 83 -79,5 4,1
Bluebus 10 0 100 2,4
Otokar 10 29 -65,5 2,4
BYD 9 4 125 2,2
BMC 5 4 25 1,2
Rampini 4 8 -50 1
Isuzu 3 4 -25 0,7
Guleryuz 2 2 0 0,5
MAN 1 36 -97,2 0,2
Scania 1 0 100 0,2
Altri 0 12 -100 0
TOTALE 418 363 15,2 100
CLASSE II
Brand N° veicoli N° veicoli differenza % quota di mercato %
1° trimestre 1° trimestre 1° trimestre 1° trimestre
2025 2024 2025/2024 2024
Iveco Bus 279 500 -44,2 81,1
Daimler Buses 41 55 -25,5 11,9
Ayats 8 12 -33,3 2,3
Temsa 6 10 -40 1,7
Otokar 4 11 -63,6 1,2
MAN 3 3 0 0,9
Isuzu 2 0 100 0,6
Scania 1 24 -95,8 0,3
Altri 0 5 -100 0
TOTALE 344 620 -44,5 100
CLASSE III + SCUOLABUS
Brand N° veicoli N° veicoli differenza % quota di mercato %
1° trimestre 1° trimestre 1° trimestre 1° trimestre
2025 2024 2025/2024 2024
Daimler Buses 120 81 48,1 33,2
Scania 78 21 271,5 21,6
MAN 53 66 -19,7 14,7
Iveco Bus* 48 5 860 13,3
Irizar 32 18 77,8 8,9
Temsa 16 10 60 4,4
Vdl 6 0 100 1,7
Otokar 3 13 -76,9 0,8
Isuzu** 2 6 -66,7 0,6
Volvo 2 6 -66,7 0,6
King Long 1 0 100 0,3
Altri 0 4 -100 0
TOTALE 361 230 57 100
* Incluso 1 scuolabus
** Incluso 1 scuolabus
14
418 contro 363, il 37,2 per cento delle targhe totali.
Dunque gli extraurbani, in sensibile decrescita: dai
620 del primo trimestre 2024 ai 344 del 2025, -44,5
per cento; pesano per il 30,6 per cento. Bene, molto
bene, invece, i turistici: il pallottoliere segna quota
359 unità (contro le 224 dell’anno passato), +60,3
per cento e market share del 32 tondo-tondo. Infine,
si contano anche 2 scuolabus sopra le 8 ton (erano
6 nel 2024).
Le tipologie di trazione
Venendo alle alimentazioni, il 47,2 per cento dei bus
targati nel primo trimestre 2025 è a motorizzazione
diesel: 530 i mezzi a gasolio (che però erano 704
nello stesso lasso temporale 2024, -24,7 per cento).
Un quarto dell’immatricolato, invece, è a gas: gli autobus
a metano (Cng) sono 286, pari al 25,5 per cento
della torta complessiva, in salita del 48,2 per cento. A
questi si somma un unico torpedone Lng.
Continua la crescita degli autobus elettrici: nel primo
trimestre 2025 ne sono stati targati 172, +118 per
cento sul 2024 (79) e rappresentano il 15,3 per cento
del totale, il 41 per cento dei Classe I e il 4,4 per
cento dei Classe II.
E gli ibridi? Quelli diesel sono 126 (erano 215, -41,4
per cento) e valgono l’11,2 per cento delle targhe
complessive; mentre quelli a metano sono 3 (erano
22, -86,4 per cento).
Da segnalare, infine, 5 autobus a celle a combustibile
di idrogeno, tutti di Daimler Buses, modello Mercedes
eCitaro G Fuel Cell.
La classifica dei costruttori
In testa c’è sempre Iveco Bus, ma – attenzione –
Daimler Buses si avvicina, guidando la graduatoria
nelle immatricolazioni urbane, elettriche e turistiche
(quest’ultima non una novità, anzi, una certezza).
Allora, Iveco Bus ha messo a segno 344 immatricolazioni,
in calo del 41,5 per cento sul 2024 (588),
per una quota di mercato del 30,6 per cento. Alle sue
spalle cresce in modo importante, appunto, la casa di
Stoccarda: targati infatti 253 Mercedes (+72 per cento
sui 147 del 2024) e market share del 22,5 per cento,
ai quali si sommano i 35 Setra (-34 per cento rispetto
ai 53 dell’anno passato) e relativi market share del 3,1
per cento. La quota complessiva di mercato si attesta
dunque al 25,6 per cento.
Completa il podio Solaris, con ben 107 targhe (erano
43, +149 per cento) e quota del 9,5 per cento.
Quarta piazza per Scania con 80 immatricolazioni,
OLTRE 400 BUS A GARA NEL Q1
413 autobus (il 70 per cento dei quali interurbani) per
oltre 260 milioni di euro di base d’asta. Queste le due
macro coordinate relative alle gare d’acquisto di autobus
bandite nel primo quarto dell’anno. Il monitoraggio
effettuato da AUTOBUS rileva una pressoché scomparsa
della tecnologia Bev, che copre appena 5 veicoli, peraltro
corti sotto i 7,5 metri di lunghezza, destinati a unirsi alla
flotta alessandrina di Amag Mobilità. A Degna di nota,
sempre in ambito urbano, la messa a gara di 43 mild
hybrid a metano (25 dei quali opzionali) nell’ambito della
gara emiliano-romagnola capeggiata da Seta per un
totale di 261 pezzi. Gara in cui il Classe II Cng gioca la
parte del leone grazie a un lotto da 100 pezzi. E proprio
l’interurbano a gas appare il grande protagonista
dei tender banditi nel Q1 del 2025: ben 178 macchine,
pari a una quota del 62 per cento sul totale dei Classe
II a gara (286).
+77,8 per cento sulle 45 del 2024 e quota del 7,1
per cento; quinto posto per Menarinibus, con 63 (+5
per cento, 60) e quota del 5,6 per cento; sesto per
Karsan con 39 targhe tutte elettriche (+225 per cento,
erano 12) e quota del 3,5 per cento; settima piazza
per Irizar con 32 (+45,5 per cento sulle 22 del ‘24) e
quota del 2,8; stesse immatricolazioni e stesso market
share per MAN, in calo del 57,3 per cento sulle 73
del primo trimestre 2024. Ai numeri del Leone, però,
si aggiungono i 25 Neoplan (-16,7 per cento, erano
30 nei primi tre mesi dell’anno passato) che danno al
costruttore una quota del 5 per cento.
Quindi Temsa, in leggero calo dell’8,3 per cento: da
24 a 22 e quota del 2 per cento. A chiudere la top ten è
Yutong: dalle 2 del 2024 a 20 (1,8 per cento di quota).
Undicesimo posto per Otokar con 17 (erano 53) e
quota dell’1,5 per cento. Sotto l’1 per cento di market
share troviamo Bluebus-Indcar con 10 (0,9), Byd con
9 (0,8), Ayats con 8 (0,7), Isuzu con 7 (0,6), Vdl con 6
(0,5), Bmc con 5 (0,4), Rampini con 4 (o,4), Guleryuz
e Volvo con 2 (0,2) e King Long con 1 (0,1).
Interessante, poi, la ‘sotto-classifica’ delle immatricolazioni
di autobus a batteria. Davanti a tutti, a sorpresa
(?) Mercedes a quota 49 unità, seguito da Karsan (39),
Yutong (20), Iveco Bus (18), Solaris (12), Bluebus e
Menarinibus (10), Byd (9), Rampini (4) e MAN (1).
Geografia e misure
Per chiudere, altre due lenti dalle quali è interessante
studiare l’andamento del mercato dell’autobus alle
nostre coordinate geografiche. Per rimanere in tema,
ecco il dato geografico, appunto: la zona di Italia nella
quale sono state registrate più targhe nei primi tre
mesi del 2025 è il Sud e le isole 435 (ma erano 544
nel 2024), poi il Centro con 354 (erano 272) e infine
il Nord Italia con 334, frutto delle 203 nelle regioni
del Nord-Ovest e delle 131 in quelle del Nord-Est.
In ultima battuta, le targhe sopra le 8 tonnellate di
massa a pieno carico per lunghezza. Il maggior numero
di immatricolazioni riguarda torpedoni dai 12
ai 15,99 metri, ben 846. Poi quelli tra i 10 e i 10,99
metri: 160. A seguire 67 midibus dagli 8 ai 9,99 metri,
dunque i fratelli minori minibus: 26 tra i 6,10 e i 7,99
metri, ai quali si sommano 10 mini-minibus (lasciateci
passare il termine!) fino ai 6,09 metri (si tratta
dei dieci Bluebus e-B6, commercializzati in Italia da
Indca). Infine, da segnalare 8 veicoli sopra i 16 metri
e 6 dagli 11 agli 11,99 metri.
Fabio Franchini
Tornando al totale, i 413 veicoli complessivi sono la somma
di 166 mezzi a fornitura garantita e 247 opzionali.
Sul piano degli investimenti, la gara dell’Emilia-Romagna
va a coprire 212 milioni sui 262 complessivi, determinando
l’80 per cento degli stanziamenti complessivi. Rilevante
anche il tender di Atap Biella per 94 pezzi complessivi
comprese le opzioni. Intanto, al momento di andare in
stampa, si attendono gli esiti della maxi gara Autolinee
Toscane per 760 pezzi, tutti a gasolio, tra Classe I e
II. Era stata pubblicata nell’ultimo scorcio di 2024, così
come il tender tutto elettrico di Tper, tra 35 (+35) filobus e
19 e-bus. A inizio aprile, invece, per cui oltre il termine del
primo quarto dell’anno, il Comune di Taranto ha bandito
un tender per 6 e-bus urbani tra gli 11,7 e i 13,5 metri
(gara comprensiva di tre colonnine di ricarica overnight),
mentre Arst ha messo a gara 18 bus urbani diesel corti
(+18 opzionali).
ALIMENTAZIONE
Brand N° veicoli N° veicoli differenza % quota di mercato %
1° trimestre 1° trimestre 1° trimestre 1° trimestre
2025 2024 2025/2024 2024
Diesel 530 704 -24,7 47,2
Gas 287 193 48,7 25,6
Elettrico 172 79 117,7 15,3
Ibrido 129 237 -45,6 11,5
Fuel Cell H2 5 0 100 0,4
TOTALE 1123 1213 7,4 100
LUNGHEZZA
Metri
n° veicoli
0 - 6,09 10
6,10 - 7,99 26
8 - 9,99 67
10 - 10,99 160
11 - 11,99 6
12 - 15,99 846
da 16 8
TOTALE 1123
GEOGRAFIA
n° veicoli 1° trimestre 2025 % 1° trimestre
2025
Nord-Ovest 203 18,1
Nord-Est 131 11,6
Nord 334 29,7
Centro 354 31,5
Sud e Isole 435 38,7
TOTALE 1123 100
La parte più
corposa è
urbana, 418
unità, il 37,2
per cento
del totale.
Poi gli
extraurbani,
344, in
grossa
difficoltà
(-44,5),
pari al 30,6.
Benissimo
i coach:
pallottoliere
a quota
361, +57
per cento
e market
share del
32,2.
15
INCHIESTA Dentro la fabbrica di batterie di BorgWarner
GIGA... NTE!
Un e-bus su cinque in Europa e negli States monta batterie
BorgWarner, che ci ha aperto le porte della sua gigafactory
di Darmstadt, in Germania, in grado di produrre circa 35mila
pacchi batterie Nmc in un anno. Previsti investimenti sulle
batterie Lfp per ampliare il portfolio
16
A Darmstadt,
vicino a
Francoforte,
produzione,
area testing,
uffici e R&D
occupano
circa 15mila
metri
quadrati, a cui
si aggiungono
i 4mila del
vicino sito di
Langen.
In totale sono
più di 850
le persone
occupate a
progettare
e realizzare
i moduli
e i pacchi
batterie.
Lì dove prima del Covid non c’era nulla, a-
desso c’è una delle gigafactory più attrezzate
d’Europa. La più grande se si escludono
quelle che appartengono agli Oem. L’acquisizione,
perfezionata nel 2022, ha dato a BorgWarner
accesso all’impianto per la produzione di batterie
di Akasol. Un impianto che oggi lavora su tre
turni, cinque giorni alla settimana (sono stati anche
sette, in passato), utilizzando linee produttive all’avanguardia
e altamente automatizzate.
A Darmstadt, non lontano da Francoforte, produzione,
area testing, uffici e R&D occupano circa
15mila metri quadrati, a cui si aggiungono i 4mila
del vicino sito di Langen. In totale sono più di 850
le persone impegnate nella progettazione e realizzazione
di moduli e pacchi batterie, ma anche di Bms
(Battery management system) e Rcb (Removable
contator box).
Il viaggio tra le linee produttive
In soldoni, dal 2022 e solo in Germania, BorgWarner
ha prodotto circa 5 GWh di accumulatori per
veicoli commerciali e industriali con tecnologia
Nmc (nichel-manganese-cobalto), destinati ad aumentare
notevolmente quando verrà raggiunta la capacità
massima del sito di 3,5 GWh, anche grazie
alla finalizzazione di una seconda linea produttiva
altamente automatizzata. Considerando anche l’altro
plant americano negli Stati Uniti, in South Carolina,
nel 2025 il gruppo si aspetta una produzione di
circa 5,4 GWh.
Gli ingegneri di BorgWarner ci hanno illustrato il
funzionamento delle linee, che si articolano su due
piani. Si comincia dall’inserimento delle celle cilindriche
all’interno dei moduli: i pacchi batterie di
terza generazione attualmente prodotti da BorgWarner
ammettono due strati da 300 celle, per un tota-
Dal 2022, solo in Germania, BorgWarner
ha prodotto circa 5 GWh di accumulatori
Nmc, destinati ad aumentare
quando sarà raggiunta la capacità
massima del sito di 3,5 GWh, con
la realizzazione di una seconda linea
altamente automatizzata.
le di 600 celle a modulo. I processi di incollaggio
(inclusa la preparazione della superficie della cella)
e di aggiunta delle connessioni elettroniche – entrambi
affidati ai robot – costituiscono la parte più
complessa.
La produzione di un singolo modulo, che pesa circa
50 chilogrammi, richiede più di un’ora, con un
intervallo di pochi minuti tra la produzione di un
modulo e il successivo.
Il processo produttivo dei pacchi batterie, quindi
l’inserimento dei moduli, è relativamente più semplice
e anch’esso affidato ai robot industriali per
questioni di affidabilità e gestione dei pesi. Sono
ben poche, nel complesso, le attività manuali, principalmente
di asservimento e gestione delle macchine.
Ogni 20 minuti circa la linea realizza un pacco batterie
da nove moduli. Interessante e all’avanguardia
anche l’area testing, adiacente alla produzione: poco
più di 2mila metri quadrati in cui vengono sottoposti
a vari tipi di test (corrosione, immersione in acqua
per monitorare la tenuta, temperatura, prestazioni,
resistenza alle vibrazioni, tenuta alla carica) i pacchi
batterie, ma anche le celle che, sebbene provenienti
da fornitori esterni, sono sottoposte a verifiche rigorose
in ambienti controllati.
La terza generazione di pacchi batterie Uhe
BorgWarner, quelli che escono attualmente dalle
linee di Darmstadt, garantisce una capacità di 98
kWh con un voltaggio nominale di 665 V, potenza di
ricarica in corrente continua fino a 80 kW e peso di
poco inferiore ai 600 chili. Molto importante per il
settore a cui sono destinati i pacchi
batterie, quello dei veicoli commerciali
e industriali, è la garanzia di
funzionamento ottimale sui 4mila
cicli di ricarica, molto superiore rispetto
alle batterie per auto. In portfolio
anche la versione compatta con
5 o 6 moduli al posto dei 9 canonici.
Autobus in primis, ma non solo
Autobus, camion, veicoli off-road
(escavatori, battipista, piattaforme
aeree) e applicazioni marine sono
quelle d’elezione per gli accumulatori
BorgWarner, a cui si aggiungono
sperimentazioni nell’ambito dei rimorchi
elettrici. Molto rilevante fino a questo momento il
comparto dei bus: secondo il gruppo statunitense,
un e-bus su cinque in Europa e negli States monta
batterie BorgWarner.
E per quanto riguarda i truck? Il mercato, lo sappiamo
anche noi 'autobussari', non è florido e in
BorgWarner, ovviamente ne sono consapevoli. Ciò
detto, vogliono però farsi trovare pronti quando i
La produzione di un
singolo modulo richiede
più di un’ora, con un
intervallo di pochi minuti
tra la fabbricazione di un
modulo e l'altro. Ogni
venti minuti la linea sforna
un pacco batterie da
nove moduli.
17
La preparazione
della superficie
della cella,
l'aggiunta delle
connessioni
elettroniche
e l'opera di
incollaggio,
ovvero i lavori
più complessi,
sono affidati
ai robot. Che,
per affidabilità
e gestione
dei pesi,
curano anche
l'inserimento dei
moduli. Sono
ben poche le
attività manuali,
principalmente
di asservimento
e gestione delle
macchine.
Molto rilevante, fino
a questo momento, il
comparto dei bus:
secondo il gruppo
statunitense, infatti,
un e-bus su cinque in
Europa e negli States
monta batterie firmate
BorgWarner.
numeri saranno più significativi. E stanno investendo
in nuovi prodotti, a partire dalla tecnologia Lfp
(litio-ferro-fosfato) per le celle: non rimpiazzeranno
quelle Nmc prodotte oggi, ma saranno complementari
e la scelta verrà fatta sulla base dell’applicazione.
Forme per tutti i gusti e gli usi
BorgWarner ha in programma una diversificazione
dell’offerta in termini di forma
e dimensione dei pacchi batterie,
con l’evidente obiettivo di venire
incontro alle esigenze costruttive
degli Oem, bus e truck in testa (al
momento, i veicoli commerciali leggeri
non sono nel radar del gruppo).
Guardando, allora, allo sviluppo
delle batterie Lfp, il listino sarà costituito
da prodotti piatti (flat), alti,
compatti o cubici, senza alterare le
logiche hardware e software applicate
finora (hardware e software
foundation, si chiama questa filosofia).
E non cambierà, almeno per i
prossimi anni, la strategia di base di BorgWarner,
che continuerà a rivolgersi a fornitori di fiducia –
cinesi per le batterie Lfp, anche di altre nazioni per
le Nmc – per quanto riguarda le celle. In questa
direzione va evidentemente la partnership con Fin-
Dreams Battery (società controllata da Byd), siglata
lo scorso anno per la fornitura in esclusiva (fuori
dalla Cina) delle, queste sì, rivoluzionarie ‘blade
cells’ (celle 'a lama') che, grazie a un design innovativo
e particolarmente compatto, garantiranno
ancora più flessibilità ai costruttori.
Un progetto ‘win-win’ sul quale a Darmstadt mostrano
di credere molto. I recenti scossoni che hanno
recentemente investito la giovane industria europea
delle batterie danno senza dubbio valore alla scelta.
Fabrizio Dalle Nogare.
18
19
CONFRONTO Bus urbani elettrici da 12 metri
ALLA SPINA!
Quattro mezzi a confronto, dal best seller Solaris
all’innovativo Vdl Citea, dal Crossway Le di Iveco
in declinazione Classe I all’inedito 12 metri Higer
commercializzato da Scania. L’Ebus Test 2025
organizzato dal media tedesco Omnibusspiegel
ha messo i 12 metri urbani sotto la lente
Una novità dall’estremo oriente (ma con
logo ben noto alle nostre latitudini),
il campione di incassi del Classe II –
nonché uno dei modelli più industrializzati
d’Europa – in declinazione low entry e omologazione
urbana, il leader assoluto del mercato
europeo degli e-bus e un ambiziosissimo
progetto che, dopo qualche anno di gestazione
e diversi intoppi, sta finalmente accedendo alla
prova della strada. Questo il quartetto di
veicoli protagonisti dell’Ebus test 2025, promosso
dal magazine tedesco Omnibusspiegel.
Filosofie elettriche
L’edizione di quest’anno ha puntato riflettori
sul segmento dei 12 metri.
Un confronto diretto tra approcci progettuali
e filosofie industriali ben distinte. Il tutto in
un contesto operativo che ha consentito di
valutare i mezzi in condizioni reali d’impiego,
tra turni di guida su strada, analisi
tecniche in officina e momenti di scambio
con tecnici e responsabili di prodotto. Un
banco di prova prezioso, pensato per offrire
a operatori, gestori di flotte e addetti ai lavori
un quadro aggiornato e realistico dello
stato dell’arte nel mondo degli e-bus.
Uno per uno
Nel dettaglio, i quattro concorrenti di questa
edizione: l’Higer Fencer F1 Integral Ev,
venduto in Europa da Scania alla luce di una
fresca partnership commerciale tra il gigante
cinese e Scania Germania, si propone come
Da sinistra a destra,
schierati nel piazzale
del deposito Friesdorf
dell’operatore di Bonn
Swb: Hess Swiss Ebus
Plus, fuori competizione
(e protagonista di servizio
separato sul numero di
aprile); Mercedes eCitaro
K, anch’esso fuori contest;
Iveco Bus Crossway Le
Elec, Higer Fencer F1
Integral Ev, Solaris Urbino
12 Electric, Vdl Citea
Lf-122. L’iniziativa ha visto
a confronto quattro 12
metri elettrici padroni nel
complesso di un terzo
abbondante del mercato
europeo.
20
21
CONFRONTO Bus urbani elettrici da 12 metri
proposta a forte contenuto industriale, pensata
per garantire buone performance a un
costo competitivo, ma con l’ambizione di
riempire quella che per il Grifone è ormai
una lacuna di prodotto pressoché imperdonabile.
A suo fianco, il Crossway Le City
Elec di Iveco Bus: un modello dalla chiara
vocazione suburbana ma che, grazie all’omologazione
per servizio urbano e all’adozione
di un powertrain elettrico, si propone come
soluzione flessibile per una vasta gamma di
impieghi. Il terzo contendente è l’Urbino 12
Electric di Solaris, un nome che non ha bisogno
di presentazioni: presenza costante ai
22
vertici delle classifiche di immatricolazione,
si conferma uno standard di riferimento in
virtù di un approccio votato alla flessibilità.
Infine, il Citea Lf-122 di Vdl, che rappresenta
una vera e propria dichiarazione d’intenti:
un progetto nativo elettrico, costruito attorno
alla trazione Bev e non adattato da modelli
termici esistenti, con soluzioni tecniche innovative
e una forte attenzione all’efficienza.
Peccato che, presentato nel 2021, le consegne
sono iniziate l’anno scorso.
Anche qualche fuori concorso
L’evento ha visto anche la partecipazione
di alcuni modelli fuori concorso, che hanno
comunque attirato l’interesse dei presenti:
il Mercedes eCitaro K, il minibus elettrico
Tremonia Sprinter City 75 e persino uno
storico Setra S6 riconvertito in versione
elettrica. Senza dimenticare lo Swiss Ebus
Plus da 10,6 metri realizzato da Hess, a cui
abbiamo dedicato un’analisi approfondita
nel numero di aprile.
Nelle prossime pagine presentiamo una
comparativa dettagliata dei quattro autobus
in test.
12 METRI ELETTRICI ALLA SBARRA
Higer Fencer F1 Integral Ev Iveco Crossway Le City Elec Solaris Urbino 12 Electric Vdl Citea Lf-122
Lunghezza mm 12.490 12.050 12.000 12.200
Larghezza mm 2.550 2.550 2.550 2.550
Altezza mm 3.400 3.427 3.250 3.250
Sbalzo anteriore mm 2.800 2.725 2.700 2.600
Sbalzo posteriore mm 3.490 3.295 3.400 3.250
Passo mm 6.200 6.030 5.900 6.350
Circolo di sterzata mm 11.800 10.720 10.342 21.830
Altezza ingressi mm 320 / 340 / 340 320 / 330 320 320
Larghezza porte mm 1.140 / 1.200 / 1.200 1.200 1.200 1.200
Azionamento porte Elettrico Elettrico Elettrico Elettrico
Fornitore porte Higer Iveco Rewag Ventura
Altezza interna massima mm 2.550 2.265 / 1.955 2.280 2.350
Sedute n 35 44 35 37
Posti in piedi n 36 27 39 48
Capacità massima passeggeri 71 71 74 85
Modello sedute passeggeri Higer Ster 8Mi Comfort Ster 8Mu Kiel Ideo 40
Peso a vuoto kg 14.630 14.230 14.040 14.210
Peso totale a terra mm 19.000 19.500 20.000 19.500
Driver
Modello sedile conducente Isri Nts1 / Nts2 Isri 6860/875 Nts2 Isri Isri 6860/885 Nts2
Tecnologia specchietti Convenzionali, Higer Convenzionali, Kovoplast Convenzionali, Arcol Convenzionali, Mekra
Cockpit Actia Actia Continental Vdl / Continental
Impianto climatizzazione separato no sì no sì
Riscaldamento e climatizzazione
Impianto di climatizzazione Spheros Reg400 Thermoking Athenia E960 MkII Konvekta Aurora Borealis 2.0
Potenza di raffreddamento / riscaldamento kW 30/19 23/47 25/21 (+25) 20/30
Riscaldamento ausiliario Diesel, Spheros Ibrido, Spheros Valeo Thermo H+ Elettrico (24 kW), Eltop Elettrico, Webasto Hvh
Powertrain
Marca e modello Prestolite Accelera by Cummins Elfa III Tsa Hd.T3 Zf AxTrax
Tipologia Sincrono a magneti permanenti Sincrono a magneti permanenti, trifase Sincrono a magneti permanenti Due asincroni trifase
Disposizione Centrale Centrale Centrale Ai mozzi
Potenza continua kW 155 185 240 2 x 95
Potenza di picco kW 260 290 250 2 x 140
Coppia continua Nm 1.400 1.650 1.400 2 x 3.240
Coppia di picco Nm 3.500 3.000 2.000 2 x 11.000 (alle ruote)
Batterie
Fornitore Catl Fpt Industrial Solaris High Energy Durapower
Formula Lfp Nmc Nmc Nmc
Moduli n 12 7 6 7
Raffreddamento Acqua Liquido Liquido Liquido
Collocazione Al tetto e al posteriore 2 al posteriore, 5 al tetto Al tetto 4 al pavimento, 1 al posteriore, 2 al tetto
Capacità totale kWh 420 485 fino a 600 429
Capacità utilizzabile kWh 370 475 fino a 480 343
Potenza di ricarica plug-in 240 150 150 150
Potenza di ricarica pantografo No 450 - 429
Telaio
Assale anteriore Zf Rl82Ec iveco R175E Zf Rl82Ec Zf Rl82Ec
Tipologia A ruote indipendenti A ruote indipendenti A ruote indipendenti A ruote indipendenti
Portata max kg 8.200 7.500 8.165 8.200
Pneumatici 275/70 R 22,5 275/70 R 22,5 275/70 R 22,5 275/70 R 22,5
Impianto sterzante Bosch Bosch Servocom 8098 - Zf
Assale posteriore Zf Av133 Meritor U17x Zf Av133 80/7 Zf AxTrax
Tipologia A portale Ipoide a riduzione singola A portale Elettrico a portale
Portata max kg 13000 11500 11500 11500
Pneumatici 275/70 R 22,5 275/70 R 22,5 275/70 R 22,5 275/70 R 22,5
Stabilizzatore Entrambi gli assali Entrambi gli assali Entrambi gli assali Solo assale posteriore
Carrozzeria
Materiale telaio Acciaio galvanizzato Acciaio saldato Acciaio inox Acciaio
Materiale pannellature laterali / tetto / frontale / posteriore Composito Struttura in acciaio saldata con segmenti di lamiera Plastica
Vetrature laterali Singole Singole Doppie Doppie
Omologazione Gsr2 Sì Sì Sì No
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CONFRONTO Bus urbani elettrici da 12 metri
Il lancio del
modello in Germania
rappresenta un passo
avanti nella sinergia
tra il gruppo svedese
e quello cinese.
Qui non si tratta
del ‘matrimonio’ tra
un telaio made in
Scania con un body
firmato Higer. Ma,
bensì, di un accordo
commerciale siglato a
inizio 2025 che vede
Scania distribuire alle
nostre latitudini un
prodotto Higer.
Higer Fencer F1 Integral Ev
La capriola del Grifone
Nell’alveo della collaborazione Scania - Higer,
spunta l’urbano Low floor da 12 metri a firma
cinese. Scania si occuperà di commercializzarlo in
Europa, a partire dalla Germania. Il modello presenta
costruzione e dettagli migliorabili e si aggiunge ai
telai elettrici Scania di tipo Low entry
Il logo è Scania, il cuore è Higer. Beh,
cosa c’è di nuovo, dirà qualcuno: il
Grifone ha annunciato la sua retromarcia
dal business europeo dei bus completi
ormai due anni fa, e il Touring è l’esempio
lampante di una collaborazione di successo
in essere già da anni (oltre 5mila i veicoli
venduti finora). E invece no: il lancio della
gamma Fencer in Europa, a partire dalla
Germania, rappresenta un deciso passo a-
vanti (anzi: a est!) della sinergia tra il gruppo
svedese e quello cinese. Perché qui non
si tratta del ‘matrimonio’ tra un telaio made
in Scania con un body firmato Higer. Ma,
bensì, di un accordo commerciale, firmato a
inizio 2025, che vede Scania distribuire alle
nostre latitudini un prodotto al 100 per cento
realizzato dal costruttore asiatico, benché
all’interno di uno stabilimento dedicato alla
produzione Scania - Higer (il medesimo
dove viene realizzato il Touring, forte di
una capacità produttiva di 20mila pezzi).
In questo progetto, ‘Higer non agisce da
carrozziere di Scania, ma da partner’, hanno
dichiarato i referenti aziendali presenti
all’Ebus Test di Bonn, dove il Fencer F1
Integral Ev ha vissuto un suo battesimo in
strada in una versione di pre serie equipaggiata
secondo specifiche scandinave. È previsto
anche un adattamento per il mercato
tedesco, che sarà esposto al Summit Uitp
di Amburgo in giugno. La gamma completa
Fencer F1 Integral Ev sarà, sul medio termine,
disponibile in varianti comprese tra
10,7 e 18,75 metri.
Riempie un vuoto
Il modello va a colmare un vuoto nel listino
del Grifone, che negli ultimi anni ha lanciato
un telaio per applicazioni Low entry
(primo partner: Castrosua). Rimane non
presidiato il segmento del Classe I elettrico
Low floor, dove la competizione è tuttavia
spietata. Questa la ragion d’essere di una
proposta che di fatto stravolge gli schemi
con cui siamo abituati a interpretare gli sviluppi
del mercato e vede un grande gruppo
europeo, tramite la controllata Scania Germania,
diventare di fatto distributore di un
prodotto made in China.
Il Fencer rappresenta il mezzo più lungo,
coi suoi 12.490 millimetri, tra i 12 metri
presenti a Bonn. Particolarmente pronunciato
è lo sbalzo posteriore, che sfiora i tre
metri e mezzo. Tre le porte, tutte a doppia
anta e firmate dal medesimo costruttore.
In futuro, dichiarano, saranno sostituite da
porte Ventura.
Un mezzo... di peso
Il telaio è in acciaio galvanizzato, con uso
di materiali compositi per pannellature laterali,
tetto, frontale e posteriore. Nulla da
segnalare in merito agli assali: Zf a ruote
indipendenti davanti, a portale dietro. Tutto
nella norma. Significativo, questo sì, il peso
a vuoto: ben 14,6 tonnellate, 400 kg in più
rispetto al più ‘pesante’ del competitor di
quest’anno. E anche andando a scartabellare
tra le specifiche di ulteriori 12 metri a batteria,
la tara dell’Higer si colloca indubbiamente
nella fascia dei pesi massimi. Un fatto
che non può che ripercuotersi negativamente
sulla capacità passeggeri: appena 71 effettivi
(di cui 35 accomodati sulle sedute Higer
imbottite di stampo quasi turistico). Una
situazione che non si
può ricondurre a un
sovradimensionamento
della batteria, che
con i suoi 420 kWh
rappresenta la meno
capiente tra quelle
dei veicoli schierati a
Bonn.
Il posto guida adotta
sedile Isri (modello
Nts1 o Nts2), cockpit
firmato Actia e specchi
retrovisori tradizionali.
Non è previsto un impianto di climatizzazione
separato per l’autista.
Presiede alla climatizzazione l’impianto
Spheros Reg400, con potenza di raffredda-
mento di 30 kW e di riscaldamento di 19
kW. È presente, sull’autobus in prova, un
riscaldatore ausiliario diesel prodotto dal
medesimo fornitore.
Ma qui si ricade tra le
caratteristiche specifiche
dell’allestimento
pensato per i climi rigidi
del nord Europa.
Il motore elettrico
centrale è realizzato
dalla multinazionale
americana Prestolite:
un unicum sul mercato
bus europeo.
Sincrono a magneti
permanenti, sviluppa
155 kW in potenza continua e 260 kW di
picco, con coppia rispettivamente di 1.400
e 3.500 Nm. Torniamo alle batterie. Salgono
in cattedra, tra tetto e posteriore (ex torre
motore), 12 moduli Catl, rigorosamente Lfp,
per 420 kWh totali di cui 370 utilizzabili.
Non è prevista la ricarica rapida via pantografo,
ma solo la classica plug-in, per una
potenza massima di 240 kW.
L’abitacolo presenta un aspetto canonico,
con ricchissima dotazione di maniglie a disposizione
dei passeggeri in piedi. Un po’
asfittico il posteriore, dove si ritrova ancora
l’ingombro della torre motore e il corridoio
si restringe per lasciare spazio a un gradino
che consente di accedere al triposto posteriore.
Purtroppo rumori e fruscii derivanti
dall’assemblaggio del veicolo si fanno abbondantemente
sentire durante la marcia.
Ma, come detto, pur sempre di un pre serie
si tratta.
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CONFRONTO Bus urbani elettrici da 12 metri
A bordo troviamo
44 sedute Ster
8Mi Comfort oltre
a spazio per 27
passeggeri in piedi.
Le porte sono
entrambe a doppia
anta, da 1.200
millimetri di luce.
L’altezza interna è
di 2.265 mm nella
zona anteriore a
pianale ribassato, di
1.955 mm su quella
posteriore rialzata,
alla quale si accede
salendo tre gradini.
Iveco Crossway Le Elec
Animale (anche) da città
La gamma Crossway non ha bisogno di
presentazioni. Da Vysoké Mýto ne escono oltre
4mila l’anno. In crescita la quota dei Low entry. Qui
in versione omologata per il Classe I, il 12 metri
presenta batterie Fpt Industrial e motore Cummins
Niente urbano puro questa volta per
Iveco Bus, che ha preso parte al
contest tedesco con il Crossway
Low entry in versione Classe I. Lanciata
nel maggio 2023, la declinazione Le è stata
la prima a venire elettrificata dal gruppo,
che ha successivamente presentato a fine
2024 il corrispettivo Bev dell’intercity ‘puro’,
il Normal floor. Come gli altri membri
della famiglia Crossway, anche gli elettrici
vengono realizzati nello stabilimento ceco
di Vysoké Mýto. In base a dati condivisi
da Iveco un paio di anni fa, la componente
Low entry valeva circa il 40 per cento
della produzione Crossway, forte di oltre
4.500 unità all’anno. Un brand che non ha
bisogno di presentazioni: nel 2024 ha coperto
il 70 per cento del mercato italiano
del Classe II, pur in calo del 20 per cento in
termini di volumi (da 1.500 a 1.200 unità).
Guardando al primo quarto del 2025, parlano
ceco l’80 per cento degli interurbani
immatricolati in Italia. Scomponendo i 280
Crossway consegnati fino al 31 marzo, 48
sono Low entry.
Due le lunghezze disponibili per quanto
riguarda l’Elec: 12 e 13 metri. In ottemperanza
ai requisiti dell’Ebus test 2025, quella
presentata in queste pagine è la versione
dodecametrica.
Una gamma, tante trazioni
Il modello da 12 metri qui sviscerato rappresenta
la quadratura del cerchio di una
gamma Low entry che annovera, oltre alla
versione diesel, anche quella a gas e, ciliegina
sulla torta, mild hybrid (sia a gasolio
che a gas). È equipaggiato con sette moduli
batteria Nmc forniti da Fpt Industrial
e assemblati in quel di Torino (celle? Microvast)
per una capacità complessiva di
485 kWh (475 kWh utilizzabili), ripartiti
tra tetto e vano posteriore. Nello specifico,
cinque sono i moduli allocati al tetto e due
quelli posizionati sotto il pentaposto.
Due le opzioni in termini di ricarica: la canonica
overnight via Combo Ccs2 capace
di massimo 150 kW e quella opportunity
tramite pantografo. In quest’ultimo caso
potenze fino a 450 kW sono alla portata.
Motore? Ex Siemens, il propulsore Elfa III
ora firmato Accelera by Cummins provvede
a fornire 290 kW di potenza massima e una
coppia fino a 3mila Newtonmetri.
L’assale anteriore è l’Iveco R175E a ruote
indipendenti, il posteriore un Meritor U17x
ipoidale. Entrambi sono dotati di stabilizzatori.
Il veicolo monta pneumatici 275/70
R22,5, condivisi con i modelli urbani, ma
non, naturalmente, con il Crossway a pianale
alto.
Saliamo a bordo. Vi troviamo 44 sedute
Ster 8Mi Comfort oltre a spazio per 27
passeggeri in piedi. Le porte sono entrambe
a doppia anta, da 1.200 millimetri di luce.
L’altezza interna è di 2.265 mm nella zona
anteriore a pianale ribassato, di 1.955 mm
su quella posteriore rialzata, alla quale si
accede salendo tre gradini. Il sedile conducente
è un Isri 6860/875 Nts2, il cockpit è
firmato Actia. Il climatizzatore è un ThermoKing
Athenia E960 MkII da 23 kW in
raffreddamento e 47 in riscaldamento, affiancato
da un riscaldatore ausiliario ibrido
Spheros Valeo Thermo H+.
La carrozzeria è realizzata su telaio in ac-
ciaio saldato con pannellature in lamiera.
I finestrini laterali sono a vetro singolo. Il
Crossway Le Elec, naturalmente, è omologato
secondo la normativa Gsr2 in vigore,
per le nuove immatricolazioni, da luglio
2024.
Di Adas e sicurezza
In particolare, il modello testato sulle
strade di Bonn, per il quale si è peraltro
registrato un ottimo livello di silenziosità
interna, presenta monitoraggio dell’angolo
cieco sul lato destro del bus (Bsis), sistema
di rilevamento degli utenti della strada di
fronte al veicolo (Mois), telecamera posteriore,
sistema di detection dei segnali stradali
e del livello di stanchezza del driver,
Tpms. Sicurezza applicata all’alta tensione?
Le batterie sono presidiate da sistema di
rilevamento incendi Fogmaker.
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CONFRONTO Bus urbani elettrici da 12 metri
Le batterie, fornite dai
polacchi di Impact,
prevedono chimica
Nmc e configurazione
massima a sei moduli
con capacità fino a
600 kWh (utilizzabili
fino a 480 kWh grazie
a un DoD dell’80
per cento). Ma la
modularità è un valore
aggiunto significativo
per l’e-bus Solaris:
i pacchi batteria
possono essere anche
cinque, quattro o tre.
Solaris Urbino 12 Electric
Ultima generazione
La modularità e varietà di configurazioni
in termini di catena cinematica sono
il grande plus dell’Urbino. Il layout
interno è stato migliorato con l’ultimo
aggiornamento del 2024
Con oltre 3.000 bus elettrici consegnati
in Europa tra il 2012 e il
2024 e una quota di mercato del
14 per cento nel segmento dei bus a zero
emissioni, Solaris detiene il distintivo di
campione del segmento nel vecchio continente.
E il 12 metri Urbino Electric, la
cui storia prese il via nel lontano 2011,
è ormai diventato a pieno titolo un’icona
del tpl italiano ed europeo. Basta fare un
giro per Milano o Berlino per rendersene
conto. Ed è interessante come si tratti di
un modello derivato dall’omologo diesel
e progressivamente, instancabilmente, aggiornato
e ottimizzato. Ultimo step, l’anno
scorso, l’introduzione di un’architettura di
catena cinematica definita ‘modular drive’
che prevede lo spostamento di tutta
la componentistica di trazione sul tetto e
sul retro, consentendo l’eliminazione della
torre motore posteriore con benefici in termini
di luminosità e di capacità passeggeri
(fino a 7 posti in più).
Veniamo al veicolo visto a Bonn. Lungo
12 metri precisi precisi, presenta pianale
completamente ribassato e un’altezza d’in-
gresso di 320 mm. L’abitacolo, in questa
versione con capacità batteria extra large,
offre fino a 74 posti complessivi, di cui
35 a sedere (su sedute Ster 8Mu), e un’altezza
interna massima di 2.280 mm. Fino
a pochi anni fa il gruppo montava ancora
anche porte ad azionamento pneumatico:
qui sono azionate elettricamente e firmate
Rewag.
Per tutti i gusti
Solaris offre una scelta ampia per quanto
riguarda il sistema di trazione. Lo standard
è il propulsore centrale austriaco firmato
Tsa, che ha a catalogo probabilmente la
più numerosa e assortita gamma di motori
elettrici per autobus, filobus e tram (sei
quelli per il trasporto stradale): fornitore
Solaris di lunga data… e lungo futuro. Risale
a inizio aprile l’annuncio di un nuovo
accordo quadro da 1.500 motori in tre anni.
Tutti contraddistinti dal nome commerciale
Hd.T3, appartenente a una gamma a
magneti permanenti fresca di sviluppo e
ottimizzata in termini di peso (100 chili
in meno). È in grado di fornire 240 kW di
potenza continua con un rapporto al ponte
di 7,36. In ogni caso, le alternative a
listino non mancano: dall’assale elettrico
Zf AxTrax al motore centrale Zf CeTrax.
Energia a pacchi
Le batterie, fornite dai polacchi di Impact,
prevedono chimica Nmc e configurazione
a sei moduli con capacità fino a 600 kWh
(utilizzabili fino a 480 kWh grazie a un
DoD dell’80 per cento). Ma, dicevamo, la
modularità è un valore aggiunto significativo
per l’e-bus Solaris: i pacchi batteria
possono essere anche cinque, quattro o
tre. Ed è degno di nota il fatto che i sei
pacchi menzionati sopra, per la bellezza di
600 kWh complessivi, lasciano sufficiente
spazio sul segmento anteriore del tetto per
eventualmente installare il pantografo per
la ricarica rapida. La ricarica avviene via
plug-in Ccs2 fino a 150 kW; opzionale la
predisposizione per pantografo.
L’impianto di climatizzazione Konvekta
offre una potenza di 25 kW in raffred-
damento e 21 in riscaldamento, a cui si
aggiungono gli ulteriori 24 kW garantiti
dal sistema di riscaldamento ausiliario
elettrico.
Il posto guida è conforme agli standard
Vdv, con sedile Isri pneumatico e cruscotto
Continental. L’integrazione di moduli di
comando sopra il conducente consente una
disposizione ordinata e funzionale delle
interfacce. Nel caso del veicolo portato a
Bonn, presenti mirrorcam in luogo degli
specchi tradizionali.
La struttura reticolare autoportante è costituita
da profili e tubolari in acciaio inox
saldati tra loro, sui quali vengono incollate
le testate in vetroresina rinforzata, le
pannellature di rivestimento del tetto e le
finestrature laterali. I pannelli laterali modulari,
invece, sono a incastro e avvitati,
rapidi da sostituire.
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CONFRONTO Bus urbani elettrici da 12 metri
Annunciata a fine
2020, svelata
(online) a metà 2021,
presentata fisicamente
a settembre 2022, la
nuova gamma Citea si è
scontrata con una serie
di ostacoli omologativi
e di organizzazione
produttiva. Morale?
Un pieno di ordine
ma consegne in
affanno. La produzione
è iniziata nel 2023,
consegne nella
primavera 2024.
Vdl Citea Lf-122
Finalmente si parte!
La nuova generazione del Citea è in consegna
da un anno, dopo un avvio di produzione
tribolato. Ed è uscita vincitrice al contest
tedesco: tanti gli spunti innovativi di un
mezzo con abitacolo davvero deluxe
Il più ambizioso e innovativo (non ce ne
vogliano gli altri), ma anche il più tribolato.
Vdl è uscita vincitrice dall’Ebus
test 2025 col suo Citera new generation, a
rimarcare un livello costruttivo e dei guizzi
progettuali che sono veri segni distintivi di
un veicolo in anticipo sui tempi. Un prodotto
che, d’altra parte, non ha avuto finora
una storia facile. Annunciata a fine 2020,
svelata (online) a metà 2021, presentata fisicamente
all’Innotrans di settembre 2022,
la nuova gamma Citea si è scontrata con
una serie di ostacoli omologativi e di organizzazione
produttiva, nonché di catena
di approvvigionamento. Morale? Un pieno
di ordine ma consegne in affanno. La produzione
di serie è iniziata nel 2023, i primi
bus sono entrati in servizio ad Eindhoven
in primavera 2024, tre anni dopo l’ordine
datato 2021. Nel frattempo è stato inaugurato
il nuovo stabilimento produttivo, a
zero emissioni, di Roeselare. Ma Vdl naviga
ancora in cattive acque: i risultati 2024
del gruppo parlano di un calo del fatturato
del 30 per cento (in buona parte dovuto
alla fine del contratto per l’assemblaggio
di vetture Bmw). Dopo due anni di buio,
è in ripresa la divisione bus e coach: +67
per cento sul 2023 (anno in cui aveva perso
il 30 per cento). Una crescita a quota 509
milioni di fatturato insufficiente tuttavia a
rendere la divisione redditizia. I 400 e-bus
consegnati nel 2024 (+270 per cento) lasciano
ben sperare, così come contribuiscono
a dare speranza le news in arrivo lato
coach: la nuova generazione del Futura è
attesa entro fine anno.
Uno su cinque
Ma veniamo al mezzo visto (e incoronato)
in Germania a metà marzo. Il Citea si è presentato
in versione da 12,2 metri a pianale
integralmente ribassato. Una delle cinque
varianti a disposizione in una gamma che
parte proprio dal 12,2 metri (anche in declinazione
Le) e prosegue con 13,5 e 14,9
metri (entrambi Low entry) per concludersi
con lo snodato a pianale ribassato.
Elemento distintivo del Vdl Citea è l’architettura
nata per la trazione elettrica. Con la
grande novità dell’integrazione delle batterie
nel pianale, una specifica finora condi-
visa solamente da Ebusco e, presto, da Byd
con la piattaforma B12.
Nuovo per davvero
Altra caratteristica del Citea è l’utilizzo di
pannellature in plastica composita a singolo
pezzo per le fiancate. Un accorgimento che
contribuisce a tagliare le masse del veicolo:
la tara è di 14,2 ton e a bordo possono salire
fino a 85 passeggeri, 37 dei quali seduti in
un abitacolo dal timbro decisamente accattivante:
spazioso il corridoio, estremamente
luminosi gli interni per merito di finestre a
cintura estremamente bassa, ottimo livello
di silenziosità. La massima capacità passeggeri
sul medesimo modello, con differenti
opzioni di batteria e allestimento, è di ben
110 effettivi. Le porte, tre, di fabbricazione
Ventura sono azionate elettricamente con
soglia a 320 millimetri dal terreno.
Il comfort interno è assicurato da un sistema
di climatizzazione Aurora Borealis
2.0 che prevede, ed è un’ulteriore chicca
della gamma olandese, tre zone climatiche
distinte per gestire in modo più efficiente
la temperatura a bordo. Il sistema ha una
potenza di 20 kW per il raffreddamento e
30 kW per il riscaldamento, con riscaldatore
ausiliario Webasto Hvh elettrico foriero di
ulteriori 20 kW.
Anche la cabina conducente è stata completamente
rivista: il cockpit fronteggia un
sedile Isri 6860/885 Nts2 e offre ampie possibilità
di regolazione su seduta, piantone
dello sterzo, pedaliera.
Il cuore propulsivo è l’assale elettrico Zf
AxTrax, con due motori asincroni trifase
integrati ai mozzi, capaci di erogare fino a
190 kW di potenza continua e 280 di picco.
Coppia? Fino a 11mila Nm alle ruote.
L’energia è garantita da batterie Nmc fornite
da Durapower, con sede a Singapore. Come
anticipato, i moduli sono integrati in parte al
telaio (quattro su sette). Possono stoccare,
nel mezzo in prova, fino a 429 kWh (343
kWh utilizzabili). I tre moduli restanti sono
distribuiti tra retro, sotto il pentaposto (un
modulo) e tetto (due).
Le opzioni di ricarica includono plug-in
fino a 150 kW e pantografo inverso fino
a 429 kW.
30
31
PRESENTAZIONE Hyundai Elec Fc 12
L’autobus a
idrogeno Hyundai
Elec Fc 12 è frutto
della collaborazione
tra il gruppo
sudcoreano,
artefice del
telaio, e l’impresa
slovena Tam, a
cui è demandata
la realizzazione
della carrozzeria.
L’operatore
viennese Wiener
Linien ne ha messo
in esercizio il primo
esemplare e lo
testerà per tre anni.
IO CI CREDO
Parte da Vienna
l’offensiva europea di
uno storico player nel
segmento idrogeno:
Hyundai ha firmato un
bus con carrozzeria
Tam in grado di
lavorare anche con H2
a 700 bar. Garantisce
un’autonomia capace
di far fronte a profili
operativi gravosi. Per
ora solo 12 metri, ma
arriverà anche
lo snodato
Un avvicinamento in sordina: sulla
scorta di una serie di test su strada
specifici presso clienti effettuati
nel corso degli anni passati, Hyundai è
ora pronta a offrire sul mercato europeo,
partendo dall’Austria, la sua expertise in
ambito di applicazioni fuel cell. Non solo
tramite la collaborazione con Iveco Bus,
ma anche attraverso un’offerta dedicata
composta da un 12 metri urbano visto
alla fiera Mobility Move di Berlino. Al
quale seguirà, nel 2027, una versione
articolata.
L’ingresso in campo di un peso massimo
dell’idrogeno come Hyundai segnala la presenza
di un interesse mai sopito per una
tecnologia che tuttavia, ad oggi, copre una
risicata minoranza delle flotte a zero emissioni
in circolazione nel continente. Laddove
in Italia due maxi progetti vedranno
grande protagonismo della tecnologia H2
(Bologna e Venezia valgono, messe insieme,
circa 250 bus fuel cell), l’immatricolato
europeo a zero emissioni del 2024 ha
visto 95 bus Bev e 5 Fcev ogni 100 immatricolati.
Da Vienna all’Europa
L’autobus a idrogeno Hyundai Elec Fc 12
è frutto della collaborazione tra il gruppo
sudcoreano, artefice del telaio, e l’impresa
slovena Tam, a cui è demandata la realizzazione
della carrozzeria. L’operatore viennese
Wiener Linien agirà come il cavallo di
Troia dell’espansione europea di Hyundai:
un modello è stato prestato all’azienda di
trasporto dove sarà in esercizio per tre anni
nell’ambito di un (lungo) pilot.
La catena
cinematica
è alimentata
da una fuel
cell da 90 kW
sviluppata da
Hyundai e posizionata
sul
retro del veicolo.
L’idrogeno
è stoccato
in cinque serbatoi
collocati
al tetto, con
una capacità
totale di 35
kg a 700 bar.
Sì, avete letto
bene: qui entra
in gioco il
segno distintivo
dell’urbano,
vale a dire
la capacità di
lavorare sia
con idrogeno
compresso a
350 (lo standard
nel mercato
bus) sia
a 700 bar.
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33
PRESENTAZIONE Hyundai Elec Fc 12
Bindella alla mano, l’autobus misura
12.030 mm in lunghezza e differisce dalla
versione in esercizio nel mercato domestico
(in ben 2.500 esemplari), lunga 11 metri.
Tre le porte, entrambe doppie con ben
1.220 millimetri di luce, e integralmente
ribassato il pianale, con soglia d’accesso
fissata a 320 millimetri. Peso a vuoto? 13
tonnellate e mezza. 500 chili buoni in meno
rispetto a un 12 metri a batteria.
85 passeggeri a bordo
A bordo sono previsti 27 posti a sedere e
58 in piedi, per un totale di 85 effettivi, con
un’area per passeggeri a mobilità ridotta posizionata
di fronte alla seconda porta. L’altezza
interna utile nella zona centrale è di
2.340 mm. Il veicolo dispone di climatizzazione
elettrica con pompa di calore (capacità
di raffreddamento 33 kW, riscaldamento 19
kW), supportata da convettori laterali.
Il sistema di trazione prevede un motore
elettrico centrale asincrono trifase da 180
kW di potenza continua, il CeTrax firmato
da Zf, completo di inverter e centralina
elettronica. Quella adottata da Hyundai per
l’Elec City Fc 12 è, delle due versioni del
propulsore, quella meno performante e sviluppata
appositamente per i bus urbani. La
coppia massima è di 1.340 Nm ma, grazie
ad una riduzione integrata in uscita di 3,36,
arriva alle ruote con 4.500 Nm, rendendolo
pertanto adatto a ogni tipo di percorso, in
virtù anche dell’elevata velocità di rotazione
del motore, pari a 8.500 giri al minuto.
La catena cinematica è alimentata da una
fuel cell da 90 kW sviluppata internamente
da Hyundai e posizionata sul retro del
veicolo. L’idrogeno è stoccato in cinque
serbatoi collocati al tetto, con una capacità
totale di 35 kg a 700 bar (ogni tank
contiene 175 litri di idrogeno per 875 litri
complessivi). Sì, avete letto bene: qui entra
in gioco il segno distintivo dell’urbano
coreano, vale a dire la capacità di lavorare
sia con idrogeno compresso a 350 (lo standard
nel mercato bus) sia a 700 bar. Un
vero unicum. Specifiche simili vanno nella
direzione di garantire una lunga autonomia
operativa, che da Hyundai quantificano in
650 - 700 chilometri con un solo pieno di
idrogeno. Idrogeno che concorre a produrre
elettricità, la quale, oltre ad approvvigionare
il motore, viene stoccata in due moduli
batteria da 72 kWh ciascuno, gli stessi del
crossover Ioniq, per un totale di 145 chilowattora
complessivi.
Architettura fuori dal coro
L’architettura progettuale del sistema di trazione
ha elementi di originalità sul mercato
europeo. Infatti l’autobus non presenta
connettore di ricarica plug-in per il pieno
della batteria, la quale interviene solamente
in supporto alla fuel cell nei momenti di
picco di domanda energetica.
L’assale anteriore, a ruote indipendenti, è
rigido e prodotto da Hyundai, mentre quello
CARTA DI IDENTITÀ
Hyundai Elec City Fc 12
Lunghezza mm 12.250
Larghezza mm 2.550
Altezza mm 3.380
Sbalzo anteriore mm 2.800
Sbalzo posteriore mm 3.550
Passo mm 5.900
Altezza ingressi mm 320
Larghezza porte mm 1.220
Porte
Tre a doppia anta
Fornitore porte
Ventura (Masats optional)
Sedute n° 27
Posti in piedi n° 58
Capacità massima passeggeri 85
Tara kg 13.500
Modello sedute passeggeri
Kiel Citos
Modello sedile conducente
optional)
Grammer Tourea Hp (Isri
Potenza di raffreddamento / riscaldamento kW 30 / 19
Powertrain
Zf CeTrax
Disposizione
Centrale / asincrono trifase
Potenza continua kW 180
Coppia di picco Nm 1.340
Batterie -
Moduli n 2
Capacità totale kWh 2 x 72.6
Assale anteriore
Hyundai
Assale posteriore
Zf Av133
Pneumatici 275/70 R 22,5
Rapporto al ponte 3,36
L’autobus
misura
12.030 mm
in lunghezza
e differisce
dalla versione
in esercizio
nel mercato
domestico
(in ben 2.500
esemplari),
lunga 11
metri. Tre
le porte,
entrambe
doppie con
ben 1.220
millimetri
di luce, e
integralmente
ribassato
il pianale,
con soglia
d’accesso
fissata a 320
millimetri.
Peso a vuoto?
13 tonnellate
e mezza. 500
chili buoni in
meno rispetto
a un 12 metri
a batteria.
posteriore è il classico Zf Av133 a portale.
Lo sterzo è servoassistito elettricamente e il
veicolo monta pneumatici Michelin 275/70
R22.5 specifici per autobus elettrici urbani.
Spostiamoci all’interno. L’illuminazione è
interamente a led, gli specchietti sono di
tipo mirrorless. Per i passeggeri sono a
disposizione sedute Kiel Citos, nel caso
Per i passeggeri sono a
disposizione sedute Kiel
Citos. Ricca la dotazione di
corrimano. Voto negativo, va
detto, per il posteriore, buio in
quanto privo di finestratura.
dell’autobus di Vienna esposto a Berlino
impreziositi da un accostamento di colori
rosso e fantasie di grigio. Ricca la dotazione
di corrimano. Voto negativo, va detto,
per il posteriore, buio in quanto privo di
finestratura. Per quanto riguarda il driver,
ecco un Grammer Tourea Hp (Isri su richiesta).
Molto accattivante il cockpit, con
bottoni luminosi e facilmente identificabili
e quadro luci digitale a colori. La suite
di Adas non manca di nulla: il Gsr2 non
è un’opinione. Ecco Mois, monitoraggio
dell’angolo cieco e del livello di stanchezza
del conducente, Alcolock, Tpms, Intelligent
speed assistance.
Oltre alla versione da 12 metri, è in fase
di sviluppo una variante articolata da 18
metri, la cui introduzione è prevista entro
il 2027.
L’architettura
progettuale
del sistema
di trazione
ha elementi
di originalità
sul mercato
europeo. Infatti
l’autobus
non presenta
connettore di
ricarica plugin
per il pieno
della batteria,
la quale interviene
solamente
in supporto
alla fuel
cell nei momenti
di picco
di domanda
energetica.
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MOBILITY MOVE Il mercato tedesco al periscopio
SEGNI DI
RIPRESA
1.500 partecipanti, un centinaio di
espositori e una ventina di veicoli. Oltre a un
immenso palinsesto convegnistico. Novità?
Hyundai a idrogeno e il 10 metri Mcv.
Fotografia di un mercato che fatica...
Nella foto
grande, il 10,5
metri firmato
Mcv, che amplia
la gamma
inaugurata con
il 12 metri
C127 Ev. A
sinistra, il Crossway
Le Elec in
versione Classe
II. Sotto, da
sinistra, il Vdl
Citea di nuova
generazione
in versione
articolata e il
B12 Byd con
batterie 'blade'
al telaio.
36
1
.500 partecipanti, un centinaio di espositori,
una ventina di veicoli. Questi i numeri chiave
di Mobility Move, organizzata dall’associazione
delle imprese tpl tedesche Vdv e ormai
consacratasi come una delle principali occasioni di
confronto e incontro per il mondo del tpl nazionale.
Tra i temi centrali dell’evento: la guida autonoma,
la digitalizzazione, la sfida della carenza di
personale e il potenziamento delle infrastrutture.
Grande protagonista è stata Hyundai, che ha colto
l’occasione dell’appuntamento berlinese per presentare
pubblicamente il suo primo bus a idrogeno
sviluppato per il mercato europeo: ne parliamo
nel servizio dedicato a pagina 32 di questo stesso
numero.
L’altra premiere del Mobility Move 2025 è la
versione da 10,5 metri dell’elettrico C127 Ev realizzato
dagli egiziani di Mcv espressamente per
il mercato teutonico. La novità risponde al nome
di C107 Ev, misura 10.600 millimetri e presenta
il medesimo sbalzo anteriore del ‘fratellone’. Il
metro e mezzo scarso di differenza (1.475 millimetri)
è equamente suddiviso tra passo, qui da 5.200
(contro i 5.900 del C127 Ev) e sbalzo posteriore da
2.645 (3.420 per il dodecametrico).
Per il resto, il due mezzi sono fondamentalmente
identici in termini
di catena cinematica, cambia solamente
la dotazione massima di batterie
(cinque pacchi firmati Forsee
Power per 385 kWh). 13,2 ton il
peso a vuoto, 400 chili in meno rispetto
al 12 metri.
Arthur Bus, in transizione manageriale
(proprio nei giorni della
fiera Martin Lischka, ex Quantron,
è stato nominato amministratore
delegato della holding che detiene
L'urbano a batteria Mcv
C107 Ev si aggiunge al
12 metri C127 Ev. Lungo
10,6 metri, presenta la
stessa dotazione del
dodecametrico, cambia
solamente la dotazione
massima di batterie
Forsee Power.
37
In grande, l'Otokar
e-Kent 2,
a cui abbiamo
dedicato un
servizio dedicato
sul numero
di aprile. A
sinistra, l'Altas
Novus City V7,
frutto di una
collaborazione
con Zhongtong
e distribuito in
Italia da D'Auria.
Sotto, l'urbano
Bev della
Stella Mercedes
eCitaro e
l'8 metri a guida
autonoma
firmato Karsan
in collaborazione
con Adastec:
Nome?
Autonomous
e-Atak.
Il gruppo cinese
Wisdom ha reintrodotto
il mini Sigma 7 (in foto
qui sopra) con marchio
proprio, segnando un
cambiamento nella
strategia commerciale:
il medesimo modello
era in passato a
logo Mellor, prima
che quest’ultimo
venisse rilevato
dall’imprenditore belga
Dumarey. Sempre in
scena a Berlino, per la
categoria ‘già visto’,
un ie bus da 18 metri
firmato Irizar e-mobility
e il 12 metri B12 di Byd
con batterie integrate
al telaio.
Arthur) ha esposto nuovamente il suo modello da
12 metri, promettendo le prime cospicue consegne
(immatricolato 'a doppia cifra' entro fine anno, per
quanto la forchetta tra 10 e 99 sia assai vasta…)
Ecco in fiera il Crossway Le Elec di
Iveco Bus in declinazione Classe II
(velocità massima: 100 chilometri
orari), così come il Lion’s City E di
MAN. Otokar ha portato la versione
aggiornata dell’e-Kent C
mentre il gruppo cinese Wisdom ha reintrodotto
il mini Sigma 7 con marchio proprio, segnando un
cambiamento nella strategia commerciale: il medesimo
modello era in passato a logo Mellor, prima
che quest’ultimo venisse rilevato dall’imprenditore
belga Dumarey.
Sempre in scena a Berlino, per la categoria ‘già
visto’, un ie bus da 18 metri firmato Irizar e-
mobility, il 12 metri B12 di Byd con batterie
integrate al telaio e l’Urbino 12 electric di Solaris
nella sua ultima generazione con sistema di
trazione modulare. Vdl ha poi esposto il Citea di
nuova generazione in versione snodata, Ebusco il
3.0. Non è mancato all’appello il minibus City 75
UN QUARTINO FRIZZANTE
Reduce da un 2024 claudicante (-12 per cento di immatricolato),
il mercato tedesco dei bus elettrici ha iniziato il 2025 con
un deciso sprint: il confronto tra Q1 vede quello di quest’anno
segnare un netto +68 per cento. 278 gli e-bus targati tra
gennaio e la fine di marzo. In crescita anche i mezzi a trazione
alternativa: 561 quelli immatricolati nel primo quarto di
quest’anno contro i 403 dell’anno passato (+40 per cento).
Un recente studio firmato PwC ha conteggiato in 2.950 i bus
a batteria in circolazione a fine 2024 in Germania. Ma ha anche
segnalato i sintomi di un rallentamento, riconducibile allo
stop ai sussidi federali per e-bus deciso a inizio 2024. Infatti,
si legge, a fronte di progetti per l’acquisto di ulteriori 5.300
e-bus e 880 bus a idrogeno entro il 2030, “molti di questi
piani sono stati notevolmente posticipati, in alcuni casi estendendosi
ben oltre il 2030”. Sempre l’analisi PwC rivela che
un e-bus a batteria di nuova immatricolazione immatricolato
nel 2023 presenta un costo medio, al termine di un ciclo di
vita di 12 anni, del 30 per cento superiore a un bus diesel. In
prospettiva, prevede che, anche al 2030, i costi totali del ciclo
di vita degli autobus elettrici a batteria rimarranno superiori di
circa il 10 per cento.
Electric di Tremonia.
E ancora: ecco in fiera il Crossway Le Elec di
Iveco Bus in declinazione Classe II (velocità massima:
100 chilometri orari), così come il Lion’s
City E di MAN. Otokar ha portato la versione
aggiornata dell’e-Kent C: ne abbiamo scritto dif-
fusamente sullo scorso numero di aprile. Daimler?
Ecco l’eCitaro K. Fedele a uno dei pilastri tematici
del convegno (la guida autonoma) l’ospitata
di Karsan con l’Autonomous e-Atak. Prossimo
appuntamento: 10-12 marzo 2026.
Riccardo Schiavo
In Germania, nota PwC, a
fronte di progetti per l’acquisto
di ulteriori 5.300
e-bus e 880 bus a idrogeno
entro il 2030, “molti
di questi piani sono stati
notevolmente posticipati,
in alcuni casi estendendosi
ben oltre il 2030”
38
39
Amarcord
Amarcord
Il 1º gennaio
1975 nacque
Iveco, unione
di cinque
aziende europee
di veicoli
industriali:
Fiat Veicoli
Industriali di
Torino, Om di
Brescia, Lancia
Veicoli Speciali,
la francese
Unic e la tedesca
Magirus.
Una fusione
voluta dall’ingegnere
(e primo
Ad) Bruno
Beccaria.
Uno dei primi 370.12.26 originali. La linea ha
subìto numerosi aggiornamenti ma è rimasta
sostanzialmente uguale nel corso degli anni.
Un’immagine del prototipo del 470: gli autobus di serie differiranno per alcuni
dettagli, soprattutto nel frontale.
Una foto della presentazione del Turbocity:
la parentela con l’Effeuno è evidente.
Il prototipo del Cityclass Fuel Cell. Non ebbe seguito ma è indicativo dell’attenzione di Iveco verso le trazioni alternative.
50 ANNI DI IVECO
La storia del bus
UNA PANORAMICA DELLA STORIA DEL GRUPPO NATO NEL 1975
Gli anni ‘50 e ‘60 furono caratterizzati
dalla motorizzazione di massa,
con automobili ormai presenti in
quasi tutte le famiglie e svariate decine
di carrozzieri sparsi in tutta Italia, pronti
ad elaborare le linee di qualsiasi tipo di
vettura. Analogamente, tra i veicoli industriali,
si assistette al massimo splendore
dell’autobus, con il definitivo distacco
dai telai di derivazione camionistica e lo
sviluppo di eleganti carrozzerie, con una
crescente specializzazione in base all’utilizzo
di linea o a quello turistico. Anche
gli autocarri non furono da meno, con la
grande evoluzione tecnica dei motori diesel
e la necessità di avere veicoli sempre
più sicuri e confortevoli. La produzione
però era ancora troppo variegata, spezzettata
tra tanti costruttori di medie dimensioni,
non tutti pronti ad una crescita che
sarebbe diventata poco controllabile, se
non attentamente pianificata.
Ed è in questo contesto che il 1º gennaio
1975 nacque Iveco, unione di cinque aziende
europee di veicoli industriali: la Fiat
Veicoli Industriali di Torino, l’Om di Brescia,
la Lancia Veicoli Speciali, la francese
Unic e la tedesca Magirus. Questa fusione,
voluta dall’ingegnere Bruno Beccaria (primo
amministratore delegato della società),
portò alla nascita di un nuovo grande attore
nel settore dei trasporti, che potesse
far convergere idee e tecnologie diverse in
una unica direzione. Iveco è infatti l’acronimo
di Industrial VEhicles COrporation,
cioè ‘Società per la produzione di veicoli
industriali’. Fin dall’inizio, la neonata a-
zienda avviò una razionalizzazione delle
gamme produttive e delle reti commerciali
dei marchi riuniti, pur mantenendo inizialmente
vivi i nomi storici delle varie case.
La gamma truck comunque era vastissima
e alla fine degli anni ’70 contava già circa
200 modelli base e 600 varianti, dai veicoli
commerciali leggeri fino ai camion a quattro
assi. E per gli autobus si cominciarono
a progettare nuovi modelli, unendo idee e
progetti di vari marchi, così da poter com-
Le linee spigolose ma eleganti dell’Effeuno
sono certamente familiari a tutti noi. Le stesse
linee verranno poi riprese dal Turbocity.
petere in un mercato sempre più esigente.
In espansione
Dopo la fondazione, Iveco intraprese
una rapida espansione a livello europeo
e mondiale, inserendosi in un periodo di
consolidamento nell’industria dei veicoli
commerciali. Negli anni ’80 il marchio lavorò
sulla propria identità, anche attraverso
sponsorizzazioni sportive (Iveco fu sponsor
delle Olimpiadi di Mosca 1980 e di altre
manifestazioni importanti) e si strutturò
in divisioni dedicate, tra cui una specifica
per gli autobus. Contestualmente, l’azienda
ampliò la propria presenza geografica attraverso
acquisizioni e partnership strategi-
Iveco inglobò costruttori storici in
diversi paesi: Orlandi, le francesi
Berliet e Saviem, la spagnola Pegaso,
Karosa in Cecoslovacchia. A
fine anni ‘90 la divisione autobus
di Renault: nacque così Irisbus.
che. Iveco inglobò gradualmente costruttori
storici in diversi paesi: in Italia incorporò
la carrozzeria Orlandi, in Francia marchi
come Berliet e Saviem (precedentemente
confluiti in Renault), in Uk la Ford Truck,
in Spagna la Pegaso, e in Cecoslovacchia la
Karosa. Questo processo culminò alla fine
degli anni ’90, quando Iveco integrò anche
la divisione autobus di Renault: nacque
così nel 1999 la joint-venture Irisbus, che
riuniva le attività autobus di Iveco e Renault
sotto un unico ombrello internazionale,
con la nascita di progetti comuni.
Parallelamente all’integrazione europea, I-
veco si proiettò su scala globale: già dagli
anni ’80 l’azienda avviò collaborazioni in
Cina e acquisì marchi attivi in Australia e
in America Latina. Oggi Iveco conta stabilimenti
produttivi in Europa, Cina, Russia,
Australia, Africa, Argentina e Brasile, ed
è presente con i suoi veicoli in oltre 160
paesi del mondo. Questa diffusione internazionale
riflette una strategia di crescita che,
nel corso dei decenni, ha portato l’azienda
da essere un consorzio europeo nascente a
un marchio globale nel settore dei trasporti.
Una storia di modelli di successo
Nel campo del trasporto passeggeri, Iveco,
dalla fine degli anni ‘70, cominciò ad investire
molto sulle tecnologie dedicate agli
autobus e iniziò a produrre modelli propri
per il trasporto pubblico, tra i quali ricordiamo
l’urbano Fiat 470 (con le varianti
sub- ed extraurbane) progettato assieme ai
tecnici Magirus, e il diffusissimo e longevo
interurbano/turistico 370. Contestualmente,
il ridimensionamento del ruolo dei
carrozzieri spinse gli stessi a rispondere
Dalla fine degli anni ‘70
Iveco ha investito molto
sulle tecnologie dedicate
agli autobus e iniziò a
produrre modelli propri
per il tpl: ricordiamo
l’urbano Fiat 470 e il diffusissimo
e longevo interurbano/turistico
370.
ad Iveco lanciando a loro volta nuovi modelli:
nacquero così i Menarini 201 e gli
Inbus (da un consorzio tra Sicca, Breda,
De Simon, Sofer). L’evoluzione dell’autobus
fu così continua e costante che pochi
anni dopo Iveco presentò uno dei modelli
più innovativi: il 471, meglio conosciuto
come Effeuno, caratterizzato da un assale
anteriore con ruote indipendenti e freni a
disco. A tale proposito una nota sul significato
del modello e del nome commerciale:
la cifra 4 indicava la versione urbana (5
per il suburbano e 6 per l’interurbano), 7
il decennio di nascita del progetto, 1 stava
per il ‘secondo’ modello dopo quello ‘0’,
mentre Effeuno voleva indicare ‘primo autobus
conforme al capitolato Federtrasporti’.
E, come evoluzione dell’Effeuno, nel
1989 uscì il 480 Turbocity, dotato di un
motore sovralimentato dalle grandi prestazioni
(almeno per l’epoca) e considerato
uno dei migliori autobus urbani di sempre.
Tra gli autobus interurbani e da noleggio,
invece, gli aggiornamenti riguardarono es-
40
41
Uno dei maggiori
successi
è il Crossway,
lanciato a
metà anni
2000 sulla
base del ‘vecchio’
Renault
Ares, e tuttora
in produzione.
Ed è stato
un Crossway,
tre anni fa, il
150millesimo
bus Iveco mai
prodotto.
Amarcord
Amarcord
Il 315 Poker Orlandi, chiamato generalmente “pokerino”, si distingueva per
la sua estrema versatilità. Non ha mai avuto un degno erede.
Un Euroclass in versione turistica in
mostra da un concessionario Iveco.
Linea filante e grande abitabilità interna hanno
contraddistinto il MyWay, tipico interurbano da corto raggio.
Il Cityclass a metano nella livrea vista in
numerose città d’Italia.
senzialmente motore, assali e carrozzeria,
mantenendo pressoché invariata la parte
strutturale. Fu così che il 370, con una
decina di motorizzazioni nei vari modelli
nel corso della sua vita, restò in produzione
fino all’anno 2000, dopo 25 anni dalla
sua nascita. E tra i 370 più celebri non
possiamo non ricordare almeno la flotta di
Domino Gt Orlandi a supporto dei campionati
del mondo di calcio del 1990.
L’innovazione dell’Euroclass
Nel 1993 al 370 si affiancò, con l’iniziale
idea di sostituirlo, il 380 Euroclass, disponibile
in due altezze: H e Hd. Altro progetto
completamente nuovo e nato a Valle
Ufita, l’Euroclass abbandonò il concetto
del telaio di tipo tradizionale per offrire
una struttura semi-portante costituita da
due ‘carrelloni’ attorno ai quali realizzare
la carrozzeria portante. Caratterizzato da
una linea decisamente innovativa e tuttora
piuttosto moderna, il 380 Hd Orlandi
vinse il titolo di Coach of the year 1995
e si offrì ad ulteriori elaborazioni, tra le
quali ricordiamo il Top Class, turistico
di alta gamma dotato di soffitto vetrato.
Con l’avvento delle motorizzazioni Euro
III, l’Euroclass prese la sigla 389 e fu
uno dei primi modelli a marchio Irisbus,
joint-venture tra Iveco e Renault V.I.
Nello stesso periodo, la spinta verso mezzi
urbani sempre più accessibili e confortevoli,
condusse allo sviluppo di autobus a pianale
ribassato a carrozzeria autoportante e, dopo
la relativamente breve parentesi del 490 (autobus
a due gradini), nel 1996 nacque quello
che è, ad oggi, probabilmente, l’autobus più
diffuso nelle nostre città: il Cityclass (491).
Nato dalla penna di Giorgio Giugiaro e con
alcune soluzioni tecniche analoghe al Setra
S300Nc, il 491 ruppe con la tradizione, u-
scendo dai dettami del capitolato Federtrasporti
(che di lì a poco venne superato dalle
normative europee) proponendosi anche su
altri mercati. Il Cityclass fu anche il primo
autobus di serie a prevedere le varianti alimentate
a metano, vista la crescente domanda
per tale alimentazione alternativa. Restò
in produzione fino al 2008, con circa 10mila
autobus prodotti, compresi quelli con carrozzeria
non originale. Il modello successivo,
Citelis, ereditò la piattaforma del Renault
Agorà e fu prodotto nei tre stabilimenti del
gruppo: Valle Ufita in Italia, Annonay in
Francia e Vysoké Mýto in Repubblica Ceca,
provando a confrontarsi con altri veicoli
della concorrenza. Il progetto, però, risentiva
dell’età e nel 2013, poco dopo la chiusura
dello stabilimento italiano, fu lanciato l’Urbanway,
modello di maggiore successo e
tuttora in produzione.
Sempre di Giugiaro è il 393 MyWay
(successivamente 399), interurbano di
fascia bassa presentato nel 1999 e rimasto
in produzione per una decina di anni,
erede del 391 Eurorider (successivamente
397), telaio piuttosto semplice ed
economico, carrozzato principalmente da
Hispano (a marchio Orlandi) e da Dalla
Via. Dell’Eurorider va anche ricordata la
versione turistica, con i celebri Domino
2001 Noge-Orlandi che, vista la grande
affidabilità, hanno fatto la fortuna di tanti
noleggiatori. Venendo a tempi più recenti,
uno dei maggiori successi è il Crossway,
lanciato a metà anni 2000 sulla base del
‘vecchio’ Renault Ares, e tuttora in produ-
zione. Il Crossway è un autobus interurbano
polivalente, offerto in diverse versioni
di lunghezza e allestimento (standard o
Low entry). Grazie alla sua versatilità ed
economicità, è diventato uno degli autobus
intercity più diffusi in Europa, scelto sia
per linee regionali sia per servizi scolastici.
Ma questo lo sappiamo già bene.
E proprio su un Crossway, tre anni fa,
nello stabilimento di Vysoké Mýto è stato
festeggiato il traguardo del 150.000esimo
autobus Iveco prodotto, a confermare la
rilevanza di Iveco nel settore e la sua capacità
di soddisfare la domanda di mobilità
passeggeri su larga scala.
Nell’epoca dell’Irisbus, non va peraltro
dimenticata la forte collaborazione con la
carrozzeria Cacciamali di Mairano (Bs)
che fu capace di colmare i vuoti sulle
taglie sotto i 10 metri di lunghezza. Ma
per questo, forse, ci vorrebbe un numero
‘speciale’ di AUTOBUS...
Andrebbero infine ricordati i Daily, furgoni
dal successo planetario che si sono prestati
a numerose declinazioni nel trasporto
passeggeri. Ma anche questa è un’altra
La spinta verso mezzi urbani più
accessibili e confortevoli condusse
allo sviluppo di bus autoportanti
a pianale ribassato. Nel 1996 nacque
quello il Cityclass (491), prodotto
in circa 10mila esemplari.
storia, anche se sempre marchiata Iveco.
Iveco Bus oggi
Negli ultimi anni la divisione autobus di
Iveco ha subito importanti trasformazioni
societarie e tecnologiche, proiettandosi verso
le sfide del futuro. Dal 2013, a seguito
di una riorganizzazione del gruppo Fiat
Industrial (poi Cnh Industrial), il marchio
storico Irisbus è stato ritirato dal mercato
e l’intera linea di prodotti è tornata sotto
il nome Iveco Bus, operando come ramo
indipendente di Iveco per il trasporto collettivo
ma in sinergia con le altre divisioni
del gruppo (veicoli commerciali e motori).
La sede legale è a Torino mentre il cuore
gestionale e di ingegneria rimane a Lione,
eredità della collaborazione franco-italiana. I
principali stabilimenti produttivi rimangono
quelli di Annonay e di Vysoké Mýto, cui si
sono aggiunti la fabbrica Heuliez di Rorthais
(specializzata nei veicoli elettrici) e, da ultimo,
quella di Foggia (in un’area ex Sofim)
dedicato principalmente all’assemblaggio
finale di alcuni modelli.
Guardando al futuro, la sfida principale per
Iveco Bus, come per l’intero settore, è la
transizione verso mezzi a basse o zero emissioni.
L’azienda sta già da tempo lavorando
su queste tecnologie: era attiva nel campo
degli autobus ibridi ed elettrici già dagli anni
’90, con sperimentazioni su minibus elettrici
e modelli ibridi serie che combinavano un
motore diesel ridotto a funzione di generatore
con la trazione elettrica (realizzati in
collaborazione con la genovese Altra). Iveco
è stata anche tra le prime a diffondere su
Dal 2013, a seguito di
una riorganizzazione del
gruppo Fiat Industrial
(poi Cnh Industrial), il
marchio storico Irisbus è
stato ritirato dal mercato
e l’intera linea di prodotti
è tornata sotto il
nome Iveco Bus.
vasta scala gli autobus a gas metano, alimentazione
che oggi, almeno sul servizio
extraurbano, risulta l’unica alternativa al
diesel. Ad oggi Iveco realizza autobus a gasolio,
a metano, ibridi, elettrici a batteria e
a celle a combustibile, raccogliendo le sfide
del nostro tempo.
In mezzo secolo di attività, Iveco ha dimostrato
di sapersi reinventare e rinnovare,
mantenendo saldo il proprio ruolo di
protagonista nel mondo della mobilità su
strada: dalle origini come aggregazione di
marchi storici alle attuali sfide dell’elettrificazione
e della sostenibilità.
E nel 50esimo anniversario dalla sua nascita,
abbiamo provato a riassumere questa
parte di storia, pur nella consapevolezza di
svolgere un compito pressoché impossibile,
almeno in queste poche pagine. Ma,
come si dice in questi casi, è il pensiero
che conta: buon compleanno, Iveco!
Giovanni Tosi
42
43
Psicologia del traffico
A LEZIONE DA MARTA ALESSANDRA INCARBONE
Dai, non ti arrabbiare!
RABBIA ALLA GUIDA: COS’È, COSA LA PROVOCA, LE CONSEGUENZE E COME GESTIRLA
Vi è mai capitato di arrabbiarvi mentre
guidate in mezzo al traffico? Sicuramente
sì e non siete di certo gli
unici, anzi! La rabbia è un’emozione che
spesso si prova mentre guidiamo e, infatti,
è la più comunemente e ampiamente studiata
dalla psicologia del traffico.
Cos’è la rabbia (alla guida)
La rabbia è un’emozione naturale, universale
e altamente attivante: è una risposta alle
situazioni che percepiamo come ingiuste,
frustranti o minacciose, e la sperimentiamo
molto frequentemente in vari contesti della
vita quotidiana (lavoro e relazioni personali,
per esempio). Ecco, per una persona su
tre si manifesta al volante o durante l’uso
della strada come pedoni o ciclisti.
Dalle ricerche condotte in questo ambito, è
emerso che anche le persone con un temperamento
mite, quindi poco inclini alla
rabbia, quando sono al volante tendono a
sperimentare questa emozione, che riguarda
in misura uguale sia gli uomini, sia le
donne. Vediamo insieme, in primis, perché
ci arrabbiamo e, a seguire, quali sono le
strategie utili da adottare per far fronte alla
rabbia.
Perché ci arrabbiamo alla guida
Fondamentalmente ci arrabbiamo perché ci
sentiamo frustrati a causa dell’impossibilità
di raggiungere i nostri obiettivi. Ecco, ma
quali sono i nostri obiettivi? Principalmente
tre, esterni all’individuo e non controllabili:
arrivare velocemente a destinazione,
non rischiare incidenti e sentirsi al sicuro.
Una curiosità: le scortesie e i gesti ostili,
ovvero agiti minacciosi-provocatori da
parte di un altro utente della strada fanno
arrabbiare più le donne, mentre gli uomini
si arrabbiano nel non riuscire a raggiungere
in tempo il luogo di destinazione e
attribuiscono – sbagliando – all’altro una
volontà nel fare questo. Ad esempio, gli
uomini sono più infastiditi dalle auto di
scuola guida.
Come dicevamo, anche coloro i quali in
altri ambiti tendono ad arrabbiarsi molto
poco, quando sono al volante, risultano più
fumantini. La maggiore inclinazione alla
rabbia dipende dal senso di anonimato che
ci dà l’automobile: ci sentiamo più protetti
dall’abitacolo, ‘sotto copertura’, un po’ come
quando scriviamo sui social.
Guida aggressiva e guida rischiosa
Che cosa determina la rabbia alla guida?
Essenzialmente, due tipi di comportamento:
guida aggressiva e guida rischiosa.
• guida aggressiva: si riferisce a qualsiasi
comportamento in cui un conducente intende
danneggiare fisicamente o psicologicamente
gli altri: ad esempio, usa delle
espressioni verbali o urla, impreca contro
un altro conducente; oppure delle espressioni
fisiche: esce dal veicolo e/o provoca
fisicamente un altro conducente. Oppure,
ancora, utilizza il proprio veicolo per lampeggiare
e suonare il clacson, seguire da
molto vicino, tagliare la strada;
• guida rischiosa: si riferisce a dei comportamenti
non sicuri che non intendono
causare danni ad altri, ma che potenzialmente
hanno esiti negativi perché non
vengono prese le giuste precauzioni. Tali
comportamenti possono essere socialmente
inaccettabili o accettabili, ma sono comunque
e sempre pericolosi. I comportamenti
di guida rischiosi includono il passare con
il rosso, zigzagare nel traffico, fare sorpassi
azzardati, frenate improvvise e superare i
limiti di velocità.
Le conseguenze
La rabbia alla guida aumenta il rischio di
incidenti stradali o di quasi incidenti, che
sono degli eventi in cui si verifica una
situazione pericolosa che potenzialmente
potrebbe causare un incidente, ma che alla
fine – fortunatamente – non provoca danni
effettivi o conseguenze gravi; sono in
sostanza dei momenti in cui qualcosa va
storto, ma non si concretizza in un incidente
vero proprio.
L’impatto della rabbia sulle prestazioni di
guida riguarda anche degli effetti negativi
che si verificano a livello cognitivo:
abbiamo un aumento del carico cognitivo
Di base, ci
arrabbiamo
perché ci
sentiamo
frustrati a
causa dell’
impossibilità
di raggiungere
i nostri
obiettivi,
che sono
essenzialmente
tre,
esterni e
dunque non
direttamente
controllabili:
arrivare
velocemente a
destinazione,
non rischiare/
fare incidenti
e sentirsi al
sicuro.
Anche le persone con temperamento
mite, quindi poco inclini
alla rabbia, quando sono al volante
tendono a sperimentare
questa emozione, che riguarda
ugualmente uomini e donne.
ne, dall’elaborazione delle informazioni
necessarie, ci fa sbagliare, compromette i
processi mentali e provoca una perdita di
concentrazione.
Come gestire la rabbia alla guida?
Abbiamo a disposizione delle tecniche di
rivalutazione cognitiva, che aiutano a modificare
il modo in cui noi interpretiamo le
situazioni. In questo modo, interpretandole
in modo diverso, riduciamo le reazioni e-
motive disfunzionali come la rabbia. L’obiettivo
è imparare a rivedere e a ripensare
le situazioni ci troviamo e che scatenano
della rabbia. Come? Così...
1) Accettazione e tolleranza: i conducenti
arrabbiati spesso credono che gli eventi negativi
non debbano accadere loro. In questo
caso il cambiamento cognitivo li aiuta ad
accettare e tollerare la frustrazione e la provocazione.
Insomma, prendere atto degli
eventi negativi e scegliere se arrabbiarmi
oppure se affrontarle con calma;
2) Essere meno esigenti: i conducenti arrabbiati
spesso hanno un rigido insieme di
regole, un’idea su come gli altri dovrebbero
guidare, degli standard che sembrano quasi
essere quasi dei comandamenti stradali. È
chiaro che io possa avere delle preferenze
personali, ma non posso determinare come
debbano guidare gli altri;
3) Considerare alternative favorevoli:
quando delle condizioni sono ambigue,
come spesso accade, i conducenti arrabbiati
tengono a interpretare volontariamente
ostile e malevole il comportamento degli
altri; pensano che gli altri abbiano fatto
delle cose a loro personalmente e appositamente
per farli arrabbiare. Dobbiamo
invece considerare che l’errore dell’altro
può essere dovuto ad altre circostanze; ci
si può chiedere: ‘come faccio a sapere che
l’altro l’ha fatto di proposito? Forse non si
è accorto, forse il suo veicolo non funziona
e quindi si tende a utilizzare uno stile di
elaborazione euristico; ciò significa che i
conducenti si affidano a dei segnali superficiali
piuttosto che al significato degli stimoli
vero e proprio e non sono in grado proprio
di analizzare attentamente l’ambiente
circostante. A tutto questo si aggiungono
le reazioni fisiche come un aumento del
battito cardiaco e della tensione muscolare.
Quindi, la rabbia ci distoglie dall’attenziobene,
forse non ha familiarità con la città’;
4) Nessuna vendetta, nessuna ritorsione: i
conducenti arrabbiati cercano di vendicarsi,
di punire il conducente giudicato colpevole.
In questo caso il cambiamento cognitivo ci
aiuta ad accettare che accadano degli eventi
negativi sulla strada, disconnettendoci da
colpa e punizione. Questo approccio aiuta
anche a non attribuire la volontà all’altro
di essere colpevole di aver fatto qualcosa;
5) Perdonare: spesso i conducenti arrabbiati
e pensano che i comportamenti
altrui siano intenzionali, ma la maggior
parte però non lo. Dobbiamo imparare a
prendere atto dell’errore altrui e lasciarlo
andare: dire ‘non è stato bello quello che
è successo ma tutti commettiamo errori’.
Insomma, avere un po’ di gentilezza nei
confronti dell’altro;
6) Prendere il controllo della situazione:
molti conducenti si sentono fuori controllo
a causa della rabbia e molti pensieri aumentano
questo senso; bisognerebbe dire ‘io ho
il controllo, non farò nulla di stupido. Se
devo mi fermo mi prendo una pausa e poi
proseguo’;
7) Ridirezionare l’attenzione: riorientare
l’attenzione e riduce la rabbia e fa in modo
di interrompere tutta quella serie di pensieri
negativi; spostare l’attenzione consapevolmente
su altri argomenti;
8) Lasciar andare/ignorare: prendere le
distanze dalla provocazione, ‘lascio stare
non vale la pena arrabbiarmi’, sganciarsi e
concentrarsi sul guidare sicuro.
In conclusione, la rabbia alla guida è un
fenomeno assolutamente comune e naturale,
ma possiamo, anzi, dobbiamo scegliere
come reagire!
Marta Alessandra Incarbone,
Gianluca Celentano
44
45
Motore anteriore
INDCAR
ISUZU
Sprinter Basic 45 - Mobility
45 - Transfer 45
Lunghezza mm 7.400
Posti n. - / 18 / 22
Motorizzazione
Diesel
Motore/cv Om 651 / 140
Trasm. man.Tsg 480/aut. 7G-Tronic Plus
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Mobi
Lunghezza mm 8.000* / 8.500**
Posti n. 31 - 41 / 33***
Motorizzazione
Diesel
Motore/cv Fpt / 180 - 210
Trasmissione mecc. 6 marce
Prezzo euro
Classe I: 170.000 / 180.000
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linea: 140.000 / 142.000
* disponibile in versione Classe I, scuolabus,
linea
** disponibile in versione Classe I low
entry, scuolabus, linea
*** 45 / 50 su scuolabus
Wing
Lunghezza mm 7.700
Posti n. 28 / 24 / 21*
Motorizzazione
Diesel
Motore/cv Fpt / 180 - 210
Trasmissione mecc. 6 marce
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su porta d’emergenza posteriore
Mago2
Lunghezza mm 8.800
Posti n. 30 / 32 / 34*
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Diesel
Motore/cv Fpt / 220
Trasmissione mecc. 6 marce
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Novo Ultra
Lunghezza mm 7.305
Posti n. 29* / 33**
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automatica
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Classe III: 115.000
scuolabus***: 88.000
* versione Classe III
** versione ClasseII
*** modello Novo Scuolabus, 45 posti
Turquoise scuolabus
Lunghezza mm 7.720
Posti n. 50
Motorizzazione
Diesel
Motore/cv Isuzu 4HK1E6C / 190
Trasmissione
automatica
Prezzo euro 98.000
Novo Citi*
Lunghezza mm 7.502
Posti n. 54
Motorizzazione
Diesel
Motore/cv Isuzu 4HK1E6C / 190
Trasmissione
automatica
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* Classe I
MERCEDES
Sprinter Travel 75
Lunghezza mm 8.500
Posti n. 21
Motorizzazione
Diesel
Motore/cv Om 651 / 160
Trasm. man.Tsg 480/aut. 7G-Tronic Plus
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TEMSA
Prestij Sx
Classe. III - Cl. II - Scuolabus
Lunghezza mm 7.168
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Motore/cv Scania 450*
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Lunghezza mm
15.370 (6x2)
Posti n. 69
Motore/cv Scania 490
Trasmissione
Scania automatizzato
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i6 integrale
Lunghezza mm 10.800
Posti n. 47
Motore/cv Daf Mx11 408
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Lunghezza mm 12.350 / 12.370
Posti n. 55* / 53
Motore/cv Daf Mx11 408 / 449
Trasmissione -
Prezzo euro 315.750 / 347.500
* 53 con pedana
Lunghezza mm 13.350
Posti n. 59*
Motore/cv Daf Mx11 408 / 449
Trasmissione -
Prezzo euro 322.500** / 333.750
* 52 con pedana
** anche versione a 328.750 €, sempre
408 cv
Lunghezza mm
13.370 (6x2)
Posti n. 59
Motore/cv Daf Mx13 482
Trasmissione -
Prezzo euro 388.750
Lungh. mm
14.350 / 14.370 (6x2)
Posti n. 63
Motore/cv Daf Mx13 482 / 530
Trasmissione -
Prezzo euro 371.250* / 413.750
* anche versione a 396.250 €, sempre
482 cv
Lunghezza mm
15.370 (6x2)
Posti n. 69
Motore/cv Daf Mx13 530
Trasmissione -
Prezzo euro 410.000
Batterie Made in Italy. Flash
Battery ed Archimede Energia
Confronto. Tra i 5 litri industriali
c’è Hyundai, Diesel of the year
Eventi: Avoni e il Power Island.
Perkins al Museo del Design
Focus: ETS e MAN, ItalScania,
Deutz Italy, Dumarey e il PoliTo
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27
26
Lo scatto che
ritrae il DX05 allo
stand Socoges.
Insieme al fratello
maggiore DX08, si è
aggiudicato il Diesel
of the Year 2025.
CONFRONTO. 5 litri industriali
GIOCA IL
SETTEBELLO
È infatti salito a sette il numero di
partecipanti alla disfida dei 5 litri.
L’ultimo ingresso è il 4 cilindri della
famiglia HD Hyundai Infracore, che con
la canna da 1,25 litri si è aggiudicato il
Diesel of the Year 2025. Il DX05 coreano
paga pegno alla bilancia ma non ha rivali
in materia di potenza e di coppia
C onfronto inedito, fino al IIIB, che avrebbe
catapultato i 4 cilindri da 5 litri nell’oneroso
empireo dei 6 cilindri con canna da litro o li
avrebbe retrocessi, seppur di poco, agganciandoli
ai 4,5 litri. Ingombri fuori luogo, per dei quattro
cilindri, per dimensioni e peso, e curve sotto
tono per i 4,5 litri, che mediamente non varcano
la soglia dei 130 chilowatt. E così, passo dopo
passo, questa fascia di cilindrata ha guadagnato
autonomia, diventando un serbatoio di Diesel of
the Year. Il primo tassello di questo mosaico è ad
opera di Kubota. Il V5009 è stato eletto Diesel
of the Year nel 2019. Come raccontammo allora,
questa è una storia cominciata molto prima. Per
il grande pubblico, la rivelazione fu affidata alla
luccicante vetrina del Conexpo, il 7 marzo del
2017. A Las Vegas, Kubota si è “macchiata” di
apostasia, alzando l’asticella della segmentazione
giapponese, saldamente ancorata ai compatti. Il
3,3 litri e il 3,8 litri rappresentano storicamente
le cilindrate più corpose e gettonate.
Passaggio di consegne al sorgere del sole
Al tempo stesso ha sfatato un tabù: per la prima
volta, in deroga alla scrupolosa e pudica metodicità
di casa ad Osaka, ha annunciato un motore di
nuovo conio in larghissimo anticipo con le previsioni
di fabbricazione seriale. In attesa di vedere
la luce sulle linee produttive, ha sfilato sulle passerelle
europee dell’Intermat di Parigi e del Bauma,
dove ha ricevuto il premio. È stato il primo
motore non europeo, né americano, a ricevere il
riconoscimento. Per quali ragioni? Nessuna as-
TERRA
4 CILINDRI “ERETICI”
Marca AGCO POWER DEUTZ HD HYUNDAI INFRACORE ISUZU KUBOTA MTU VOLVO PENTA
Modello CORE50 TCD 5.2 DX05 4HK1 V5009 R4 1000 TAD572VE
CARTA D’IDENTITÀ
A x C mm - C/A 110 x 132 - 1,20 110 x 136 - 1,24 110 x 132 - 1,20 115 x 125 - 1,09 110 x 132 - 1,20 110 x 135 - 1,23 110 x 135 - 1,23
N. cilindri - litri 4 - 5,01 4 - 5,17 4 - 5,01 4 - 5,19 4 - 5,01 4 - 5,13 4 - 5,13
Potenza intermittente kW - rpm 165 - 1.700 170 - 2.300 171 - 1.900 145 - 2.100 157 - 2.200 170 - 2.200 160 - 2.200
Pme bar 23,7 17,5 22 16,3 17,4 18,4 17,3
Velocità lineare pistone m/s 7,5 10,4 8,4 8,8 9,7 9,9 9,9
Coppia max Nm - rpm 950 - 1.200 951 - 1.300 951 - 900 686 - 1.200 882 - 1.500 951 - 1.400 902 - 1.200
Pme a coppia max bar 24,3 23,6 24,3 16,9 22,5 23,8 22,5
Riserva di coppia % 47,7 46 45,5 37,3 46 46 46,3
Coppia a potenza max Nm 921 706 862 657 686 735 696
% Potenza a coppia max (kW) 72,4 (119) 76,20 (130) 52,50 (90) 59,50 (86) 88,30 (139) 82,10 (140) 70,90 (113)
NELLO SPECIFICO
Potenza kW/litro 32,8 32,8 34,1 27,9 31,3 33,1 31,2
Coppia Nm/litro 189,3 183,9 189,5 132,1 175,7 185,3 175,7
Potenza areale kW/dm 2 43,42 44,74 45,00 34,94 41,32 44,74 42,11
METRO E BILANCIA
Peso kg 590 530 620 470 620 540 560
L x W x H mm 923x664x1.171 921x695x902 992x854x1.169 1.019x776x1.034 898x656x972 818x755x1.033 772x859x995
Ingombro m3 0,72 0,58 0,99 0,82 0,57 0,64 0,66
Massa/potenza kg/kW 3,6 3,1 3,6 3,2 3,9 3,2 3,5
Densità globale kg/litri 117,6 102,5 123,6 90,5 123,6 105,2 109,1
Densità di potenza kW/m 3 229,2 293,1 172,7 176,8 275,4 265,6 242,4
Densità assoluta t/m 3 0,82 0,91 0,63 0,57 1,09 0,84 0,85
Densità relativa litri/m 3 6,97 8,91 5,07 6,33 8,80 8,02 7,78
INDICI
ELASTICITÀ 7,9 12,9 12,8 11,2 9,9 11 12,8
PRESTAZIONI 6,8 6,8 6,9 5,4 6,5 6,8 6,5
SOLLECITAZIONE 10,6 11,3 10,9 8,6 10,7 11,2 10,8
LEGGEREZZA 14,4 12,6 15,5 11,2 15,4 12,7 13,5
COMPATTEZZA 16 19,5 11,7 10,3 18,9 17,8 16,3
DIESEL INDUSTRIALI 7,1 7,7 7,4 7,1 7,2 7,6 7,5
5 litri industriali
17
16
flash battery
ENCICLOPEDIA
INDUSTRIALE
B ev, un acronimo che ha scosso nelle fondamenta
l’ancien régime delle quattro ruote (Tesla è
tallonata da una miriade di concorrenti cinesi,
BYD su tutti. I marchi storici del design tedesco,
invece, ancorati nella rada dell’endotermico e incagliati
nella riconversione elettrica, sono alle prese
con drammatici piani di ristrutturazione) e incombe
nel conservativo anfiteatro delle applicazioni mobili
industriali. Stazionari e marini non fanno eccezione,
semmai si dimostrano ancor più recalcitranti alla
conversione all’elettrico. Più o meno tutti gli attori
della disfida della transizione sono stati folgorati
sulla via del pacco batterie. La panoramica dei costruttori
di accumulatori, assali e avviamenti elettrici,
per lo meno alle latitudini occidentali, soffre l’asimmetria
tra la pianificazione delle magnifiche sorti e
progressive del phase-out endotermico e l’effettiva
penetrazione del verbo elettrico nelle consuetudini e
nella propensione degli utilizzatori finali. Il caso di
Northvolt è esemplificativo, per non citare la teoria
di start-up nel settore dei veicoli industriali (le montagne
russe di Volta Trucks vi dicono nulla?).
Caccia allo specialista
Negli ultimi anni si è assistito all’accaparramento degli
specialisti di batterie da parte di motoristi, Oem o
altri attori del business industriale. La vicentina Sme
è finita sotto l’ombrello di Dana nel 2019. Su questo
numero vi raccontiamo anche la parabola di Archimede
Energia, assorbita da HB4. Per focalizzarci
sulla Motor Valley, anzi, restringendo ancora più il
fuoco, sul distretto meccatronico reggiano, Benevelli
è stata inglobata da Comer Industries. Zapi, che
dell’elettrificazione è impregnata fin dall’atto fondativo,
si è aggiudicata i servizi di solution provider
di 4e Consulting. C’è un’azienda, però, che sulla via
Emilia, baricentrica tra Reggio e Parma, ha scritto un
capitolo diverso di questa storia. Flash Battery, fondata
da Marco Righi, che tuttora occupa il gradino
più alto del management, si è imposta in questo scenario
con una progressione lineare che l’ha scampata
dalle lune traverse del mercato. E l’approdo in E80
Group protagonista assoluta dei veicoli a movimentazione
automatica per i plessi manifatturieri, gli Agv,
è risultato naturale e mutualmente vantaggioso. Ce lo
conferma lo stesso Marco Righi: «In effetti, di produttori
di batterie che sono riusciti a posizionarsi sul
mercato, rimanendoci negli anni, ce ne sono sempre
stati pochi. Alcuni, addirittura, sono falliti. Non è il
caso di Flash Battery, che è cresciuta in modo armonico,
camminando saldamente sulle sue gambe. E80
Group è entrata nel capitale con circa 400mila euro
per rilevarne il 40%. Certo, lo sviluppo dell’elettrico
si sta confermando lento, in uno scenario che si
caratterizza per gli scarsi volumi e i grandi investimenti
richiesti. Oltretutto, chi si aspetta volumi molti
alti, spesso associati a prodotti standardizzati, deve
fare i conti con il mercato asiatico. Inevitabile che
costoro abbiano sofferto. Allargando lo sguardo, si
vede una grande prospettiva per il futuro, i produttori
di batterie sono di interesse globale, sia per la
finanza che per l’industria. Lo dimostra il fatto che le
terra
Perché Flash Battery, intelligenza elettrica del
Gruppo E80, non si limita a equipaggiare gli
Agv della casa madre. Dalle piattaforme aeree
ai telescopici, dalle macchine compatte da
cantiere ai carri miscelatori, le batterie hanno
superato la prova del nove. Il litio-ferrofosfato
se ne va alla conquista dell’industriale
Sulla destra,
Marco Righi, Ceo
e fondatore di
Flash Battery.
Alla sua sinistra,
in questo scatto,
Alan Pastorelli,
co-fondatore e
Cto dell’azienda
acquisizioni non siano così facili, perché le aziende
si fanno strapagare, anche quando non dispongono
di una tecnologia consolidata».
Certo, questi specialisti sono una preda ghiotta per le
aziende più strutturate, e spesso diventano captive.
«Si tratta essenzialmente di opportunità. I costruttori
di powertrain tradizionali e gli Oem puntano a incorporare
queste competenze. Per quanto ci riguarda,
la collaborazione con E80 Group è partita nel 2013,
l’ingresso nel capitale societario risale al 2015. È
stata un’operazione a tutti gli effetti “win win”. Loro
sono pionieri nell’utilizzo del litio e necessitavano di
internalizzare le tecnologie, perché reduci da esperienze
negative. La batteria è un elemento “sensibile”,
in un impianto automatizzato con centinaia di carrelli
a guida autonoma che funzionano senza sosta. Nel
caso in cui una batteria abbia un’anomalia, questo
rischia di inficiare la produttività dell’intero stabilimento.
E80 Group ha così internalizzato il know-how
e Flash Battery ne ha beneficiato in termini di volumi
e competenze. La nostra è una logica diversa da quella
che stanno recentemente seguendo i grandi gruppi
nell’accaparrarsi i produttori di batterie, facendo un
investimento in prospettiva. E80 Group ha intrapreso
una politica di verticalizzazione per evitare qualsiasi
rischio e confermarsi pioniera nell’elettrificazione
della flotta al litio, rispetto ai concorrenti nel settore
delle macchine automatiche».
Oltre quota 24mila
Mentre scriviamo, a Sant’Ilario d’Enza hanno appena
sfondato il tetto delle 24.000 batterie confezionate,
per circa 500 MWh prodotti. Torniamo da Righi.
«Flash Battery ha tre punti altamente distintivi: dispone
del know-how e di un’elettronica proprietaria,
brevettata. Il secondo aspetto importante, che deriva
dal primo, è la capacità di customizzazione. Il terzo
aspetto riguarda gli ulteriori sviluppi nel controllo
da remoto. Sulla manutenzione predittiva stiamo lavorando
molto e riteniamo rappresenti il futuro per
fornire un prodotto di qualità. Flash Battery riesce
a fornire risposte al cliente che non può rivedere il
progetto della macchina adattandola alla batteria e
richiede quindi un prodotto “tailor made”. Noi assicuriamo
la consulenza durante la progettazione a interlocutori
che frequentemente dispongono di profonde
competenze nella parte endotermica e idraulica,
ma hanno bisogno di essere accompagnati nella parte
elettrica, in quanto ne stanno acquisendo di nuove.
Prima del passaggio all’elettrico, i produttori non
avevano idea di come le loro macchine venissero utilizzate
e dei consumi effettivi. Adesso occorre dimensionare
correttamente la batteria, perché altrimenti il
veicolo costerebbe una follia e, per farlo, devi conoscere
il modo in cui il cliente usa la macchina. Prima
dell’entrata in vigore della 4.0 possiamo azzardare
che il 95% delle macchine non fosse controllato in
remoto. In fin dei conti, una volta che il serbatoio era
vuoto, bastava riempirlo. Adesso è tutto più analitico,
dovendo ragionare su risorse non infinite».
Come declinare le vostre competenze dall’assorbimento
captive al progetto per una macchina
11
10
V olete una didascalia in calce al container, affettuosamente
ribattezzato “Power Island Hvo”
da quelli di Avoni? La affidiamo alla memoria
di Lucio Battisti: “Tu chiamale, se vuoi, emozioni”.
La presentazione del progetto è stata infatti, per così
dire, emozionale e prismatica. Un gioco di luci ha
riverberato sull’austero contenitore i concetti che
racchiudono l’essenza funzionale di questo gruppo
di potenza. È successo mercoledì 18 dicembre, nel
giardino di Palazzo Stella, in provincia di Bologna.
Per identificare quello che convenzionalmente è stato
identificato come Power Island e, informalmente,
“sintesi energetica intelligente”, potrebbero bastare
i tratti salienti del profilo. Un impianto fotovoltaico
costituito da 14 pannelli da 500W cadauno (dalla
capacità complessiva di 7 chilowatt, calcolatrice alla
mano); un generatore endotermico, motorizzato dall’F36
di FPT Industrial, un 4 cilindri (AxC 102x110
mm) capace di 100 kVA (80 kW); il sistema di telecontrollo;
l’accumulo; il quadro master; il container
insonorizzato. Non ci siamo però accontentati delle
generalità anagrafiche. Una soluzione energetica di
questo respiro esige che ne sia radiografata anche
l’anima. Diamo dunque spazio a Francesco Avoni,
Ad di Avoni Industrial, e Roberto Paolozzi, Application
director.
La genesi del progetto
Francesco Avoni: «Questo sistema è nato all’incirca
un anno fa da un’idea di integrazione, per rendere
l’endotermico ancora fruibile, alimentato dalle fonti
rinnovabili. Appena quattro mesi più tardi, Power
Island era già sul tavolo. Sviluppato all’interno di
un container da 20 piedi, è oggi disponibile in questa
configurazione, che rappresenta solamente una
delle configurazioni possibili. Si compone di pannelli
fotovoltaici, una batteria di accumulo da 70 kWh e
un generatore da 100 kVA, alimentato ad Hvo. Costituisce
a tutti gli effetti un hub energetico, in grado
di accumulare energia da fonti rinnovabili (solare,
eolico, etc), ricevere energia dalla rete e, contemporaneamente,
di aumentarla. Funziona anche in isola.
Una sola linea di prelievo, che in questa applicazione
alimenta tre colonnine, ma potremmo enumerare
diversi altri impieghi. Consideri che questo hub è
autorizzato a cedere energia alla rete, in presenza di
una fonte esterna, che sia un impianto eolico oppure
un fotovoltaico, posizionato a terra o sul tetto».
Quali altre applicazioni? «Abbiamo cominciato con
le colonnine, ma potrebbero essere centri di calcolo
e sistemi di trasmissione dati, tipicamente disaster
recovery. Abbiamo pensato anche ai vari compiti di
protezione civile. Nel caso saltasse l’energia elettrica
che alimenta i ponti radio, con il Power Island
è possibile ritrasmettere wifi la produzione di energia
elettrica. C’è una nostra consociata, 2appy, che
si occupa espressamente di questo, telefonia base,
sistemi trasmissione dati e ponti radio. Abbiamo
contemplato anche l’utilizzo medicale, in seguito a
una esplicita richiesta del committente, che noleggia
container per effettuare Tac e risonanze magnetiche.
Stiamo dunque sviluppando un prodotto analogo a
quello presentato qui, a Palazzo Stella (l’area appartiene
amministrativamente al Comune di Crespellano,
BO, ndr), che sarà destinato a un servizio di
diagnosi mobile. Un’applicazione che richiede tanto,
all’energia, sia in termini di quantità che di qualità».
Questa intuizione risponde al 100% ai criteri Esg
(Environmental, social, governance), sottolineano gli
ideatori. «È un hub che muove l’energia da una direzione
all’altra» riprende Francesco Avoni, «quindi in
consumo o in emissione, a seconda delle esigenze del
luogo o del momento. È programmabile e controllato
a distanza. Può essere “abbandonato a sé stesso”,
stazionari
senza il controllo diretto dell’operatore, assecondando
le specifiche richieste di stagionalità e di orario.
È posizionato all’interno di un’area residenziale e si
vuole impedire al generatore di fare rumore dalle 24
alle 6? Lo si programma in maniera che risponda
a queste o ad altre esigenze. Provvederà autonomamente
a caricare e scaricare le batterie».
Evocato il sistema di stoccaggio, interviene in merito
Roberto Paolozzi. «Il Bess è modulare, per assecondare
le richieste del mercato, al netto delle batterie.
Questo Bess eroga 70 kWh, possiamo scendere o
salire di taglia a nostro piacimento».
Energia in tutte le salse
Francesco Avoni: «Questa macchina rende fruibile
l’energia in corrente continua, alternata, prodotta da
rinnovabili, da Hvo o da generatore convenzionale,
su un’unica linea di acquisizione o di cessione. Con
questo sistema puntiamo ad essere il meno invasivi
possibile, rispetto a quanto avviene abitualmente. Mi
spiego: avremmo potuto ottenere prestazioni analoghe
da un generatore alimentato a Hvo, ma a quale
prezzo? Quello di tenerlo acceso 24 ore al giorno,
magari per spremere a malapena un kWh. Nel caso
servissero picchi di potenza, si possono mettere in
parallelo più macchine. Quando ho bisogno di più
chilowatt, il sistema lo consente e valuta il da farsi,
secondo un criterio di efficienza, avviando il generatore,
prelevando l’energia accumulata nelle batterie,
o attingendo alle rinnovabili. Questo gruppo è stato
concepito all’interno di un container da 20 piedi, facilmente
trasportabile, ma lo stesso schema è applicabile
a un 40 piedi, che permette di avere maggior
spazio a disposizione degli apparecchi medicali, dei
distributori di cibo e bevande, oppure dei dispositivi
per la filtrazione, la raccolta e il riciclo dell’acqua
potabile. Quest’ultima modalità di impiego si applica
a contesti di emergenza idrica che non sono
chiaramente quelli della pianura padana. Il sistema
premia comunque la migliore efficienza energetica.
Si candida pure a scenari dalle esigenze variabili,
come il fabbisogno energetico del villaggio turistico,
anche in ragione della sua facile trasportabilità».
Roberto Paolozzi: «Questa è una delle configurazioni
possibili, ispirata dalla versatilità e dalla
praticità del container mobile. Ciò non toglie che,
volendo utilizzare l’applicazione all’interno di uno
stabile, la si può installare in modalità fissa. Quello
che fa la differenza è il cuore del sistema, il plc
che coordina le fonti di energia. Dialoga con tutti i
dispositivi, tramite la linea CAN, con il Bess e l’inverter
a gestire la fase di carica e scarica dell’accumulo,
il generatore, con pannello di controllo che
dialoga con la scheda master. C’è un pannello per
la rete, il fotovoltaico con il suo inverter. Opportunamente
settato, è in grado di controllare anche
un campo eolico. Con un’unica busbar realizziamo
il parallelo tra quattro fonti di energia diverse. Ha
una pre-configurazione di default, ma è comunque
customizzabile».
Anche nel caso del Power Island, come del powerpack
di cui abbiamo parlato nel post Key Energy, la
Avoni si è avvalsa della collaborazione di Maurizio
Bruno della Bastelli HBS.
avoni. Power Island
HUB
ENERGETICO
Questo è un passaggio epocale nella transizione
di Avoni. Sì, perché questa parola magica impatta
tanto il processo quanto gli attori che ne fanno
parte. Power Island si compone di pannelli
fotovoltaici, batteria di accumulo e un generatore
compatibile con l’Hvo. A tutti gli effetti una centrale
energetica che conferisce senso al termine smart
L’immagine
del container
illuminato esalta la
proiezione dell’hub
energetico di Avoni
nell’applicazione
in isola. In questo
allestimento i
pannelli fotovoltaici
sono 14, ognuno
dei quali capace di
500 Watt.
31
30
Nella foto di
apertura, da
sinistra a destra,
“i magnifici tre”
di ETS: Marianna
Benetti, Nicola
Tessari e Klaus
Kress.
N ella parabola evolutiva di ETS, che dalla cabina
di regia di Padova gestisce i motori industriali
MAN per il mercato italiano, sia a giri
fissi che variabili, Marianna Benetti e Klaus Kress
hanno esercitato un ruolo vettoriale. Anche Nicola
Tessari, Amministratore della società, vuole condividere
con noi qualche riflessione sul futuro dei
motori e della stessa ETS. È comunque lei, l’ingegnera
vicentina, a introdurci al mondo dell’azienda
padovana.
«ETS deve presidiare con convinzione un mercato
che si sta rivelando sempre più agguerrito. Ci confrontiamo
con un concorrente del calibro di Jenbacher.
Si stanno affacciando con vigore anche 2G e
Tedom, quest’ultima tramite l’acquisizione di Intergen,
il 25 settembre 2024. Con la riorganizzazione
in corso, a Lomagna si stanno attrezzando per recuperare
i crediti di cui hanno sempre beneficiato.
Lo stesso discorso vale per Tedom, alle prese con
l’assorbimento nel ventre di Yanmar».
Tutto ETS “minuto per minuto”
Apprestiamoci alla rapida “gastroscopia” del recente
periodo, che ha provocato acidità di stomaco a molti
motoristi. Anche il metabolismo di MAN non ne è
esente. Quelli di ETS non si nascondono però dietro
ai luoghi comuni e celebrano l’E38 come la compiuta
realizzazione dei buoni propositi del fratellino, l’E32,
che aveva in parte disatteso le aspettative. Interviene
in merito Nicola Tessari. «Nel 2024 abbiamo ricalcato
il fatturato del 2023, anche in ragione dell’ottimo
lavoro fatto con il service e la ricambistica. La
curva di vendita dei motori si è risollevata verso fine
anno, con l’ingresso di qualche progetto, tra cui dei
revamping di gas naturale. Stiamo risalendo la china
dopo avere scontato alcuni errori di gioventù.
Tuttavia, MAN sta rispondendo con nuove soluzioni
tecnologiche e di service per dare un segnale forte,
nel suo stile, e ci adoperiamo per riprenderci quella
fetta di mercato che ci è sfuggita di mano». Il riferimento
riguarda il service dell’E3262, che ha tradito
alcune magagne. «Nel corso del 2025 ci sono tutti i
presupposti per rilanciare le nostre quotazioni, dopo
avere scontato gli effetti di alcuni peccati di gioventù.
Nel 2022 abbiamo pagato pegno ai rincari del
gas e all’interpretazione della decarbonizzazione,
lontana dal principio di neutralità tecnologica, che
ha discriminato il gas, in quanto di origine fossile.
La contrazione del mercato è imputabile anche alla
riduzione degli incentivi al biogas, indirizzati alla
produzione di biometano, che ha privilegiato taglie
prestazionali più piccole, segmento da sempre dominato
da MAN/ETS ma che ora ha attirato anche
competitor tradizionalmente conosciuti per taglie più
grandi. Si è innescato un conflitto sul tema dell’efficienza;
c’è chi dichiara il 43%, su fasce come quella
dei 200 kW, dove MAN era egemone e dove puntiamo
a riaffacciarci in grande spolvero. Abbiamo messo
in conto anche la sfida dei data center, che si gioca
sulla potenza. Stiamo spingendo l’E3262LE252 in
versione gruppo elettrogeno, 12 cilindri da 24 litri
e 520 chilowatt meccanici. I data center sono attenti
alle emissioni, il che ci autorizza a promuovere i
motori a metano: meno fumo e nessuna problematica
relativa allo stoccaggio del gasolio. È possibile
confezionare un container con due macchine in parallelo,
arrivando a 1 MW». Lo stesso approccio è
fattibile con l’E3872 LE202, che permetterebbe con
intervista
2 macchine di raggiungere la ragguardevole potenza
di 1.400 kW elettrici.
Volete commentare le riserve nei confronti del Gnl,
che secondo alcuni sarebbe una “cura peggiore del
male”?
Benetti: «Il Gnl ci è venuto in soccorso all’insorgere
delle recenti tensioni sociopolitiche. La rete gas
italiana è molto sviluppata e interconnessa e finora
ha garantito qualità costante sull’intero territorio
nazionale. Il gas liquefatto ha diverse provenienze
e, di riflesso, differenti livelli qualitativi. Questo non
si riverbera tanto nell’utilizzo termico (caldaie, ndr)
quanto nella combustione interna. Si assiste infatti
a segnalazioni di motori che grippano e battono in
testa, cose che non accadevano da tempo immemorabile:
sicuramente il riconoscimento e la protezione
dei motori da questi danni è una delle sfide future
della cogenerazione in Italia. In questa congiuntura,
il biometano sta diventando una valvola di sfogo per
il settore dei motori a gas».
Quindi, cosa serve, per andare oltre?
Tessari: «Alla recente Fieragricola Tech si è fatto
un gran parlare di idrogeno», puntualizza Tessari.
«ETS risponde con l’omologazione della miscela al
20% per tutti i motori MAN, ed esiste anche una offerta,
più limitata, compatibile con il 100%. Non c’è
però una storicità, mancano le normative e le linee
guida per allestire le macchine. Come lo considero,
questo motore? È antideflagrante? Lo devo vestire
alla maniera del metano o del Gpl? E in merito alla
produzione localizzata? Senza considerare la scabrosa
questione legata ai costi. Diciamoci la verità,
essere ecologici, oggi come oggi, costa un botto! Del
resto, per quanto sia doveroso tenere sotto controllo
la combustione dei motori diesel, lo Stage V si è
rivelato problematico per alcune applicazioni, come
lo stand by. Un gruppo elettrogeno è penalizzato,
quando lavora con carichi parziali. Non ha senso
ets. MAN, il KEY e il tempo che verrà
GAS A TUTTI
GLI EFFETTI
Perché la curvatura del mercato, anabolizzata
dagli incentivi, privilegia gli investimenti sulla
riconversione a metano degli impianti a biogas.
ETS è attrezzata per questo genere di attività
ed è orientata a promuovere le caratteristiche
virtuose del gas anche nei settori mission
critical (vedi data center). Senza dimenticare
la centralità del biogas. Ne abbiamo parlato a
Padova, nel quartier generale ETS, con Nicola
Tessari e con Marianna Benetti
È UN BEL RUGGITO
Marca
MAN
Modello
E3872LE201
CARTA D’IDENTITÀ
A x C mm - C/A 138 x 165 - 1,20
N. cilindri - litri 12 - 29,61
Potenza intermittente kW - rpm 735 - 1.500
Pme bar 20,3
Velocità lineare pistone m/s 8,3
Coppia max Nm - rpm 4.675 -
Pme a coppia max bar 20,2
Riserva di coppia % 53,6
Coppia a potenza max Nm 4.675
Arco di utilizzo giri 1.500
NELLO SPECIFICO
Potenza kW/litro 24,8
Coppia Nm/litro 157,8
Potenza areale kW/dm 2 40,95
EFFICIENZA
Meccanica % 44
Termica % 44,2
Totale % 88,2
Batterie Made in Italy. Flash
Battery ed Archimede Energia
Confronto. Tra i 5 litri industriali
c’è Hyundai, Diesel of the year
Eventi: Avoni e il Power Island.
Perkins al Museo del Design
Focus: ETS e MAN, ItalScania,
Deutz Italy, Dumarey e il PoliTo
PER ABBONAMENTI
E COPIE SAGGIO:
VADO E TORNO EDIZIONI
via Brembo 27, 20139 Milano
tel. 02/55230950
E-mail: abbonamenti@vadoetorno.com
27
26
Lo scatto che
ritrae il DX05 allo
stand Socoges.
Insieme al fratello
maggiore DX08, si è
aggiudicato il Diesel
of the Year 2025.
CONFRONTO. 5 litri industriali
GIOCA IL
SETTEBELLO
È infatti salito a sette il numero di
partecipanti alla disfida dei 5 litri.
L’ultimo ingresso è il 4 cilindri della
famiglia HD Hyundai Infracore, che con
la canna da 1,25 litri si è aggiudicato il
Diesel of the Year 2025. Il DX05 coreano
paga pegno alla bilancia ma non ha rivali
in materia di potenza e di coppia
C onfronto inedito, fino al IIIB, che avrebbe
catapultato i 4 cilindri da 5 litri nell’oneroso
empireo dei 6 cilindri con canna da litro o li
avrebbe retrocessi, seppur di poco, agganciandoli
ai 4,5 litri. Ingombri fuori luogo, per dei quattro
cilindri, per dimensioni e peso, e curve sotto
tono per i 4,5 litri, che mediamente non varcano
la soglia dei 130 chilowatt. E così, passo dopo
passo, questa fascia di cilindrata ha guadagnato
autonomia, diventando un serbatoio di Diesel of
the Year. Il primo tassello di questo mosaico è ad
opera di Kubota. Il V5009 è stato eletto Diesel
of the Year nel 2019. Come raccontammo allora,
questa è una storia cominciata molto prima. Per
il grande pubblico, la rivelazione fu affidata alla
luccicante vetrina del Conexpo, il 7 marzo del
2017. A Las Vegas, Kubota si è “macchiata” di
apostasia, alzando l’asticella della segmentazione
giapponese, saldamente ancorata ai compatti. Il
3,3 litri e il 3,8 litri rappresentano storicamente
le cilindrate più corpose e gettonate.
Passaggio di consegne al sorgere del sole
Al tempo stesso ha sfatato un tabù: per la prima
volta, in deroga alla scrupolosa e pudica metodicità
di casa ad Osaka, ha annunciato un motore di
nuovo conio in larghissimo anticipo con le previsioni
di fabbricazione seriale. In attesa di vedere
la luce sulle linee produttive, ha sfilato sulle passerelle
europee dell’Intermat di Parigi e del Bauma,
dove ha ricevuto il premio. È stato il primo
motore non europeo, né americano, a ricevere il
riconoscimento. Per quali ragioni? Nessuna as-
TERRA
4 CILINDRI “ERETICI”
Marca AGCO POWER DEUTZ HD HYUNDAI INFRACORE ISUZU KUBOTA MTU VOLVO PENTA
Modello CORE50 TCD 5.2 DX05 4HK1 V5009 R4 1000 TAD572VE
CARTA D’IDENTITÀ
A x C mm - C/A 110 x 132 - 1,20 110 x 136 - 1,24 110 x 132 - 1,20 115 x 125 - 1,09 110 x 132 - 1,20 110 x 135 - 1,23 110 x 135 - 1,23
N. cilindri - litri 4 - 5,01 4 - 5,17 4 - 5,01 4 - 5,19 4 - 5,01 4 - 5,13 4 - 5,13
Potenza intermittente kW - rpm 165 - 1.700 170 - 2.300 171 - 1.900 145 - 2.100 157 - 2.200 170 - 2.200 160 - 2.200
Pme bar 23,7 17,5 22 16,3 17,4 18,4 17,3
Velocità lineare pistone m/s 7,5 10,4 8,4 8,8 9,7 9,9 9,9
Coppia max Nm - rpm 950 - 1.200 951 - 1.300 951 - 900 686 - 1.200 882 - 1.500 951 - 1.400 902 - 1.200
Pme a coppia max bar 24,3 23,6 24,3 16,9 22,5 23,8 22,5
Riserva di coppia % 47,7 46 45,5 37,3 46 46 46,3
Coppia a potenza max Nm 921 706 862 657 686 735 696
% Potenza a coppia max (kW) 72,4 (119) 76,20 (130) 52,50 (90) 59,50 (86) 88,30 (139) 82,10 (140) 70,90 (113)
NELLO SPECIFICO
Potenza kW/litro 32,8 32,8 34,1 27,9 31,3 33,1 31,2
Coppia Nm/litro 189,3 183,9 189,5 132,1 175,7 185,3 175,7
Potenza areale kW/dm 2 43,42 44,74 45,00 34,94 41,32 44,74 42,11
METRO E BILANCIA
Peso kg 590 530 620 470 620 540 560
L x W x H mm 923x664x1.171 921x695x902 992x854x1.169 1.019x776x1.034 898x656x972 818x755x1.033 772x859x995
Ingombro m3 0,72 0,58 0,99 0,82 0,57 0,64 0,66
Massa/potenza kg/kW 3,6 3,1 3,6 3,2 3,9 3,2 3,5
Densità globale kg/litri 117,6 102,5 123,6 90,5 123,6 105,2 109,1
Densità di potenza kW/m 3 229,2 293,1 172,7 176,8 275,4 265,6 242,4
Densità assoluta t/m 3 0,82 0,91 0,63 0,57 1,09 0,84 0,85
Densità relativa litri/m 3 6,97 8,91 5,07 6,33 8,80 8,02 7,78
INDICI
ELASTICITÀ 7,9 12,9 12,8 11,2 9,9 11 12,8
PRESTAZIONI 6,8 6,8 6,9 5,4 6,5 6,8 6,5
SOLLECITAZIONE 10,6 11,3 10,9 8,6 10,7 11,2 10,8
LEGGEREZZA 14,4 12,6 15,5 11,2 15,4 12,7 13,5
COMPATTEZZA 16 19,5 11,7 10,3 18,9 17,8 16,3
DIESEL INDUSTRIALI 7,1 7,7 7,4 7,1 7,2 7,6 7,5
5 litri industriali
17
16
flash battery
ENCICLOPEDIA
INDUSTRIALE
B ev, un acronimo che ha scosso nelle fondamenta
l’ancien régime delle quattro ruote (Tesla è
tallonata da una miriade di concorrenti cinesi,
BYD su tutti. I marchi storici del design tedesco,
invece, ancorati nella rada dell’endotermico e incagliati
nella riconversione elettrica, sono alle prese
con drammatici piani di ristrutturazione) e incombe
nel conservativo anfiteatro delle applicazioni mobili
industriali. Stazionari e marini non fanno eccezione,
semmai si dimostrano ancor più recalcitranti alla
conversione all’elettrico. Più o meno tutti gli attori
della disfida della transizione sono stati folgorati
sulla via del pacco batterie. La panoramica dei costruttori
di accumulatori, assali e avviamenti elettrici,
per lo meno alle latitudini occidentali, soffre l’asimmetria
tra la pianificazione delle magnifiche sorti e
progressive del phase-out endotermico e l’effettiva
penetrazione del verbo elettrico nelle consuetudini e
nella propensione degli utilizzatori finali. Il caso di
Northvolt è esemplificativo, per non citare la teoria
di start-up nel settore dei veicoli industriali (le montagne
russe di Volta Trucks vi dicono nulla?).
Caccia allo specialista
Negli ultimi anni si è assistito all’accaparramento degli
specialisti di batterie da parte di motoristi, Oem o
altri attori del business industriale. La vicentina Sme
è finita sotto l’ombrello di Dana nel 2019. Su questo
numero vi raccontiamo anche la parabola di Archimede
Energia, assorbita da HB4. Per focalizzarci
sulla Motor Valley, anzi, restringendo ancora più il
fuoco, sul distretto meccatronico reggiano, Benevelli
è stata inglobata da Comer Industries. Zapi, che
dell’elettrificazione è impregnata fin dall’atto fondativo,
si è aggiudicata i servizi di solution provider
di 4e Consulting. C’è un’azienda, però, che sulla via
Emilia, baricentrica tra Reggio e Parma, ha scritto un
capitolo diverso di questa storia. Flash Battery, fondata
da Marco Righi, che tuttora occupa il gradino
più alto del management, si è imposta in questo scenario
con una progressione lineare che l’ha scampata
dalle lune traverse del mercato. E l’approdo in E80
Group protagonista assoluta dei veicoli a movimentazione
automatica per i plessi manifatturieri, gli Agv,
è risultato naturale e mutualmente vantaggioso. Ce lo
conferma lo stesso Marco Righi: «In effetti, di produttori
di batterie che sono riusciti a posizionarsi sul
mercato, rimanendoci negli anni, ce ne sono sempre
stati pochi. Alcuni, addirittura, sono falliti. Non è il
caso di Flash Battery, che è cresciuta in modo armonico,
camminando saldamente sulle sue gambe. E80
Group è entrata nel capitale con circa 400mila euro
per rilevarne il 40%. Certo, lo sviluppo dell’elettrico
si sta confermando lento, in uno scenario che si
caratterizza per gli scarsi volumi e i grandi investimenti
richiesti. Oltretutto, chi si aspetta volumi molti
alti, spesso associati a prodotti standardizzati, deve
fare i conti con il mercato asiatico. Inevitabile che
costoro abbiano sofferto. Allargando lo sguardo, si
vede una grande prospettiva per il futuro, i produttori
di batterie sono di interesse globale, sia per la
finanza che per l’industria. Lo dimostra il fatto che le
terra
Perché Flash Battery, intelligenza elettrica del
Gruppo E80, non si limita a equipaggiare gli
Agv della casa madre. Dalle piattaforme aeree
ai telescopici, dalle macchine compatte da
cantiere ai carri miscelatori, le batterie hanno
superato la prova del nove. Il litio-ferrofosfato
se ne va alla conquista dell’industriale
Sulla destra,
Marco Righi, Ceo
e fondatore di
Flash Battery.
Alla sua sinistra,
in questo scatto,
Alan Pastorelli,
co-fondatore e
Cto dell’azienda
acquisizioni non siano così facili, perché le aziende
si fanno strapagare, anche quando non dispongono
di una tecnologia consolidata».
Certo, questi specialisti sono una preda ghiotta per le
aziende più strutturate, e spesso diventano captive.
«Si tratta essenzialmente di opportunità. I costruttori
di powertrain tradizionali e gli Oem puntano a incorporare
queste competenze. Per quanto ci riguarda,
la collaborazione con E80 Group è partita nel 2013,
l’ingresso nel capitale societario risale al 2015. È
stata un’operazione a tutti gli effetti “win win”. Loro
sono pionieri nell’utilizzo del litio e necessitavano di
internalizzare le tecnologie, perché reduci da esperienze
negative. La batteria è un elemento “sensibile”,
in un impianto automatizzato con centinaia di carrelli
a guida autonoma che funzionano senza sosta. Nel
caso in cui una batteria abbia un’anomalia, questo
rischia di inficiare la produttività dell’intero stabilimento.
E80 Group ha così internalizzato il know-how
e Flash Battery ne ha beneficiato in termini di volumi
e competenze. La nostra è una logica diversa da quella
che stanno recentemente seguendo i grandi gruppi
nell’accaparrarsi i produttori di batterie, facendo un
investimento in prospettiva. E80 Group ha intrapreso
una politica di verticalizzazione per evitare qualsiasi
rischio e confermarsi pioniera nell’elettrificazione
della flotta al litio, rispetto ai concorrenti nel settore
delle macchine automatiche».
Oltre quota 24mila
Mentre scriviamo, a Sant’Ilario d’Enza hanno appena
sfondato il tetto delle 24.000 batterie confezionate,
per circa 500 MWh prodotti. Torniamo da Righi.
«Flash Battery ha tre punti altamente distintivi: dispone
del know-how e di un’elettronica proprietaria,
brevettata. Il secondo aspetto importante, che deriva
dal primo, è la capacità di customizzazione. Il terzo
aspetto riguarda gli ulteriori sviluppi nel controllo
da remoto. Sulla manutenzione predittiva stiamo lavorando
molto e riteniamo rappresenti il futuro per
fornire un prodotto di qualità. Flash Battery riesce
a fornire risposte al cliente che non può rivedere il
progetto della macchina adattandola alla batteria e
richiede quindi un prodotto “tailor made”. Noi assicuriamo
la consulenza durante la progettazione a interlocutori
che frequentemente dispongono di profonde
competenze nella parte endotermica e idraulica,
ma hanno bisogno di essere accompagnati nella parte
elettrica, in quanto ne stanno acquisendo di nuove.
Prima del passaggio all’elettrico, i produttori non
avevano idea di come le loro macchine venissero utilizzate
e dei consumi effettivi. Adesso occorre dimensionare
correttamente la batteria, perché altrimenti il
veicolo costerebbe una follia e, per farlo, devi conoscere
il modo in cui il cliente usa la macchina. Prima
dell’entrata in vigore della 4.0 possiamo azzardare
che il 95% delle macchine non fosse controllato in
remoto. In fin dei conti, una volta che il serbatoio era
vuoto, bastava riempirlo. Adesso è tutto più analitico,
dovendo ragionare su risorse non infinite».
Come declinare le vostre competenze dall’assorbimento
captive al progetto per una macchina
11
10
V olete una didascalia in calce al container, affettuosamente
ribattezzato “Power Island Hvo”
da quelli di Avoni? La affidiamo alla memoria
di Lucio Battisti: “Tu chiamale, se vuoi, emozioni”.
La presentazione del progetto è stata infatti, per così
dire, emozionale e prismatica. Un gioco di luci ha
riverberato sull’austero contenitore i concetti che
racchiudono l’essenza funzionale di questo gruppo
di potenza. È successo mercoledì 18 dicembre, nel
giardino di Palazzo Stella, in provincia di Bologna.
Per identificare quello che convenzionalmente è stato
identificato come Power Island e, informalmente,
“sintesi energetica intelligente”, potrebbero bastare
i tratti salienti del profilo. Un impianto fotovoltaico
costituito da 14 pannelli da 500W cadauno (dalla
capacità complessiva di 7 chilowatt, calcolatrice alla
mano); un generatore endotermico, motorizzato dall’F36
di FPT Industrial, un 4 cilindri (AxC 102x110
mm) capace di 100 kVA (80 kW); il sistema di telecontrollo;
l’accumulo; il quadro master; il container
insonorizzato. Non ci siamo però accontentati delle
generalità anagrafiche. Una soluzione energetica di
questo respiro esige che ne sia radiografata anche
l’anima. Diamo dunque spazio a Francesco Avoni,
Ad di Avoni Industrial, e Roberto Paolozzi, Application
director.
La genesi del progetto
Francesco Avoni: «Questo sistema è nato all’incirca
un anno fa da un’idea di integrazione, per rendere
l’endotermico ancora fruibile, alimentato dalle fonti
rinnovabili. Appena quattro mesi più tardi, Power
Island era già sul tavolo. Sviluppato all’interno di
un container da 20 piedi, è oggi disponibile in questa
configurazione, che rappresenta solamente una
delle configurazioni possibili. Si compone di pannelli
fotovoltaici, una batteria di accumulo da 70 kWh e
un generatore da 100 kVA, alimentato ad Hvo. Costituisce
a tutti gli effetti un hub energetico, in grado
di accumulare energia da fonti rinnovabili (solare,
eolico, etc), ricevere energia dalla rete e, contemporaneamente,
di aumentarla. Funziona anche in isola.
Una sola linea di prelievo, che in questa applicazione
alimenta tre colonnine, ma potremmo enumerare
diversi altri impieghi. Consideri che questo hub è
autorizzato a cedere energia alla rete, in presenza di
una fonte esterna, che sia un impianto eolico oppure
un fotovoltaico, posizionato a terra o sul tetto».
Quali altre applicazioni? «Abbiamo cominciato con
le colonnine, ma potrebbero essere centri di calcolo
e sistemi di trasmissione dati, tipicamente disaster
recovery. Abbiamo pensato anche ai vari compiti di
protezione civile. Nel caso saltasse l’energia elettrica
che alimenta i ponti radio, con il Power Island
è possibile ritrasmettere wifi la produzione di energia
elettrica. C’è una nostra consociata, 2appy, che
si occupa espressamente di questo, telefonia base,
sistemi trasmissione dati e ponti radio. Abbiamo
contemplato anche l’utilizzo medicale, in seguito a
una esplicita richiesta del committente, che noleggia
container per effettuare Tac e risonanze magnetiche.
Stiamo dunque sviluppando un prodotto analogo a
quello presentato qui, a Palazzo Stella (l’area appartiene
amministrativamente al Comune di Crespellano,
BO, ndr), che sarà destinato a un servizio di
diagnosi mobile. Un’applicazione che richiede tanto,
all’energia, sia in termini di quantità che di qualità».
Questa intuizione risponde al 100% ai criteri Esg
(Environmental, social, governance), sottolineano gli
ideatori. «È un hub che muove l’energia da una direzione
all’altra» riprende Francesco Avoni, «quindi in
consumo o in emissione, a seconda delle esigenze del
luogo o del momento. È programmabile e controllato
a distanza. Può essere “abbandonato a sé stesso”,
stazionari
senza il controllo diretto dell’operatore, assecondando
le specifiche richieste di stagionalità e di orario.
È posizionato all’interno di un’area residenziale e si
vuole impedire al generatore di fare rumore dalle 24
alle 6? Lo si programma in maniera che risponda
a queste o ad altre esigenze. Provvederà autonomamente
a caricare e scaricare le batterie».
Evocato il sistema di stoccaggio, interviene in merito
Roberto Paolozzi. «Il Bess è modulare, per assecondare
le richieste del mercato, al netto delle batterie.
Questo Bess eroga 70 kWh, possiamo scendere o
salire di taglia a nostro piacimento».
Energia in tutte le salse
Francesco Avoni: «Questa macchina rende fruibile
l’energia in corrente continua, alternata, prodotta da
rinnovabili, da Hvo o da generatore convenzionale,
su un’unica linea di acquisizione o di cessione. Con
questo sistema puntiamo ad essere il meno invasivi
possibile, rispetto a quanto avviene abitualmente. Mi
spiego: avremmo potuto ottenere prestazioni analoghe
da un generatore alimentato a Hvo, ma a quale
prezzo? Quello di tenerlo acceso 24 ore al giorno,
magari per spremere a malapena un kWh. Nel caso
servissero picchi di potenza, si possono mettere in
parallelo più macchine. Quando ho bisogno di più
chilowatt, il sistema lo consente e valuta il da farsi,
secondo un criterio di efficienza, avviando il generatore,
prelevando l’energia accumulata nelle batterie,
o attingendo alle rinnovabili. Questo gruppo è stato
concepito all’interno di un container da 20 piedi, facilmente
trasportabile, ma lo stesso schema è applicabile
a un 40 piedi, che permette di avere maggior
spazio a disposizione degli apparecchi medicali, dei
distributori di cibo e bevande, oppure dei dispositivi
per la filtrazione, la raccolta e il riciclo dell’acqua
potabile. Quest’ultima modalità di impiego si applica
a contesti di emergenza idrica che non sono
chiaramente quelli della pianura padana. Il sistema
premia comunque la migliore efficienza energetica.
Si candida pure a scenari dalle esigenze variabili,
come il fabbisogno energetico del villaggio turistico,
anche in ragione della sua facile trasportabilità».
Roberto Paolozzi: «Questa è una delle configurazioni
possibili, ispirata dalla versatilità e dalla
praticità del container mobile. Ciò non toglie che,
volendo utilizzare l’applicazione all’interno di uno
stabile, la si può installare in modalità fissa. Quello
che fa la differenza è il cuore del sistema, il plc
che coordina le fonti di energia. Dialoga con tutti i
dispositivi, tramite la linea CAN, con il Bess e l’inverter
a gestire la fase di carica e scarica dell’accumulo,
il generatore, con pannello di controllo che
dialoga con la scheda master. C’è un pannello per
la rete, il fotovoltaico con il suo inverter. Opportunamente
settato, è in grado di controllare anche
un campo eolico. Con un’unica busbar realizziamo
il parallelo tra quattro fonti di energia diverse. Ha
una pre-configurazione di default, ma è comunque
customizzabile».
Anche nel caso del Power Island, come del powerpack
di cui abbiamo parlato nel post Key Energy, la
Avoni si è avvalsa della collaborazione di Maurizio
Bruno della Bastelli HBS.
avoni. Power Island
HUB
ENERGETICO
Questo è un passaggio epocale nella transizione
di Avoni. Sì, perché questa parola magica impatta
tanto il processo quanto gli attori che ne fanno
parte. Power Island si compone di pannelli
fotovoltaici, batteria di accumulo e un generatore
compatibile con l’Hvo. A tutti gli effetti una centrale
energetica che conferisce senso al termine smart
L’immagine
del container
illuminato esalta la
proiezione dell’hub
energetico di Avoni
nell’applicazione
in isola. In questo
allestimento i
pannelli fotovoltaici
sono 14, ognuno
dei quali capace di
500 Watt.
31
30
Nella foto di
apertura, da
sinistra a destra,
“i magnifici tre”
di ETS: Marianna
Benetti, Nicola
Tessari e Klaus
Kress.
N ella parabola evolutiva di ETS, che dalla cabina
di regia di Padova gestisce i motori industriali
MAN per il mercato italiano, sia a giri
fissi che variabili, Marianna Benetti e Klaus Kress
hanno esercitato un ruolo vettoriale. Anche Nicola
Tessari, Amministratore della società, vuole condividere
con noi qualche riflessione sul futuro dei
motori e della stessa ETS. È comunque lei, l’ingegnera
vicentina, a introdurci al mondo dell’azienda
padovana.
«ETS deve presidiare con convinzione un mercato
che si sta rivelando sempre più agguerrito. Ci confrontiamo
con un concorrente del calibro di Jenbacher.
Si stanno affacciando con vigore anche 2G e
Tedom, quest’ultima tramite l’acquisizione di Intergen,
il 25 settembre 2024. Con la riorganizzazione
in corso, a Lomagna si stanno attrezzando per recuperare
i crediti di cui hanno sempre beneficiato.
Lo stesso discorso vale per Tedom, alle prese con
l’assorbimento nel ventre di Yanmar».
Tutto ETS “minuto per minuto”
Apprestiamoci alla rapida “gastroscopia” del recente
periodo, che ha provocato acidità di stomaco a molti
motoristi. Anche il metabolismo di MAN non ne è
esente. Quelli di ETS non si nascondono però dietro
ai luoghi comuni e celebrano l’E38 come la compiuta
realizzazione dei buoni propositi del fratellino, l’E32,
che aveva in parte disatteso le aspettative. Interviene
in merito Nicola Tessari. «Nel 2024 abbiamo ricalcato
il fatturato del 2023, anche in ragione dell’ottimo
lavoro fatto con il service e la ricambistica. La
curva di vendita dei motori si è risollevata verso fine
anno, con l’ingresso di qualche progetto, tra cui dei
revamping di gas naturale. Stiamo risalendo la china
dopo avere scontato alcuni errori di gioventù.
Tuttavia, MAN sta rispondendo con nuove soluzioni
tecnologiche e di service per dare un segnale forte,
nel suo stile, e ci adoperiamo per riprenderci quella
fetta di mercato che ci è sfuggita di mano». Il riferimento
riguarda il service dell’E3262, che ha tradito
alcune magagne. «Nel corso del 2025 ci sono tutti i
presupposti per rilanciare le nostre quotazioni, dopo
avere scontato gli effetti di alcuni peccati di gioventù.
Nel 2022 abbiamo pagato pegno ai rincari del
gas e all’interpretazione della decarbonizzazione,
lontana dal principio di neutralità tecnologica, che
ha discriminato il gas, in quanto di origine fossile.
La contrazione del mercato è imputabile anche alla
riduzione degli incentivi al biogas, indirizzati alla
produzione di biometano, che ha privilegiato taglie
prestazionali più piccole, segmento da sempre dominato
da MAN/ETS ma che ora ha attirato anche
competitor tradizionalmente conosciuti per taglie più
grandi. Si è innescato un conflitto sul tema dell’efficienza;
c’è chi dichiara il 43%, su fasce come quella
dei 200 kW, dove MAN era egemone e dove puntiamo
a riaffacciarci in grande spolvero. Abbiamo messo
in conto anche la sfida dei data center, che si gioca
sulla potenza. Stiamo spingendo l’E3262LE252 in
versione gruppo elettrogeno, 12 cilindri da 24 litri
e 520 chilowatt meccanici. I data center sono attenti
alle emissioni, il che ci autorizza a promuovere i
motori a metano: meno fumo e nessuna problematica
relativa allo stoccaggio del gasolio. È possibile
confezionare un container con due macchine in parallelo,
arrivando a 1 MW». Lo stesso approccio è
fattibile con l’E3872 LE202, che permetterebbe con
intervista
2 macchine di raggiungere la ragguardevole potenza
di 1.400 kW elettrici.
Volete commentare le riserve nei confronti del Gnl,
che secondo alcuni sarebbe una “cura peggiore del
male”?
Benetti: «Il Gnl ci è venuto in soccorso all’insorgere
delle recenti tensioni sociopolitiche. La rete gas
italiana è molto sviluppata e interconnessa e finora
ha garantito qualità costante sull’intero territorio
nazionale. Il gas liquefatto ha diverse provenienze
e, di riflesso, differenti livelli qualitativi. Questo non
si riverbera tanto nell’utilizzo termico (caldaie, ndr)
quanto nella combustione interna. Si assiste infatti
a segnalazioni di motori che grippano e battono in
testa, cose che non accadevano da tempo immemorabile:
sicuramente il riconoscimento e la protezione
dei motori da questi danni è una delle sfide future
della cogenerazione in Italia. In questa congiuntura,
il biometano sta diventando una valvola di sfogo per
il settore dei motori a gas».
Quindi, cosa serve, per andare oltre?
Tessari: «Alla recente Fieragricola Tech si è fatto
un gran parlare di idrogeno», puntualizza Tessari.
«ETS risponde con l’omologazione della miscela al
20% per tutti i motori MAN, ed esiste anche una offerta,
più limitata, compatibile con il 100%. Non c’è
però una storicità, mancano le normative e le linee
guida per allestire le macchine. Come lo considero,
questo motore? È antideflagrante? Lo devo vestire
alla maniera del metano o del Gpl? E in merito alla
produzione localizzata? Senza considerare la scabrosa
questione legata ai costi. Diciamoci la verità,
essere ecologici, oggi come oggi, costa un botto! Del
resto, per quanto sia doveroso tenere sotto controllo
la combustione dei motori diesel, lo Stage V si è
rivelato problematico per alcune applicazioni, come
lo stand by. Un gruppo elettrogeno è penalizzato,
quando lavora con carichi parziali. Non ha senso
ets. MAN, il KEY e il tempo che verrà
GAS A TUTTI
GLI EFFETTI
Perché la curvatura del mercato, anabolizzata
dagli incentivi, privilegia gli investimenti sulla
riconversione a metano degli impianti a biogas.
ETS è attrezzata per questo genere di attività
ed è orientata a promuovere le caratteristiche
virtuose del gas anche nei settori mission
critical (vedi data center). Senza dimenticare
la centralità del biogas. Ne abbiamo parlato a
Padova, nel quartier generale ETS, con Nicola
Tessari e con Marianna Benetti
È UN BEL RUGGITO
Marca
MAN
Modello
E3872LE201
CARTA D’IDENTITÀ
A x C mm - C/A 138 x 165 - 1,20
N. cilindri - litri 12 - 29,61
Potenza intermittente kW - rpm 735 - 1.500
Pme bar 20,3
Velocità lineare pistone m/s 8,3
Coppia max Nm - rpm 4.675 -
Pme a coppia max bar 20,2
Riserva di coppia % 53,6
Coppia a potenza max Nm 4.675
Arco di utilizzo giri 1.500
NELLO SPECIFICO
Potenza kW/litro 24,8
Coppia Nm/litro 157,8
Potenza areale kW/dm 2 40,95
EFFICIENZA
Meccanica % 44
Termica % 44,2
Totale % 88,2
OTTOBRE
2023
N° 10
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www.vadoetorno.com
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ISSN 0042 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p.
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D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
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art. 1, comma 1, LO/MI
art. 1, comma 1, LO/MI
• ALLA SCOPERTA DELLE BATTERIE TRICOLORI,
CON FLASH BATTERY E ARCHIMEDE ENERGIA
• KEY: A RIMINI CI SARANNO ANCHE MAN, A
CASA DI ETS, E AVONI, CON IL POWER ISLAND
• STORYTELLING: ALLISON, DEUTZ,
DUMAREY, PERKINS, SCANIA, ZADI
MARZO-APRILE
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Elettr...
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ITALIA
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Motore/cv Om 470 / 422 - 422- 470
Trasmissione robotizzato Go 250
Prezzo € 521.600/548.600/608.900
* tre assi
S 517 Hd - Hdh
Lungh. mm
13.900 / 14.200 (6x2)
Posti n. 59
Motore/cv Om 470 / 422 - 470
Trasmissione robotizzato Go 250
Prezzo € 556.300 / 625.700
S 531 Dt
Lungh. mm
14.000 (6x2)
Posti n. 83
Motore/cv Om 471 / 510
Trasmissione robotizzato Go 250
Prezzo euro 736.800
Su tutti i Setra (esclusi S 511 Hd, S 531
Dt e gli Hdh) sollevatore Prm a 26.500 €.
Su tutti i Setra (esclusi S 531 Dt e gli
Hdh), toilette a 11.300 euro.
Tourismo Rhd - M/2 Rhd
Lunghezza mm 12.300 / 13.100
Posti n. 51 / 55
Motore/cv Om 470 / 422
Trasm. mecc. Go 210 / rob. Go 250
Prezzo euro 488.500 / 512.300
Tourismo M/3 Rhd - L
Lungh. mm
14.100 / 15.100 (6x2)
Posti n. 55 / 59
Motore/cv Om 470 / 422
Trasmissione robotizzato Go 250
Prezzo euro 530.100 / 546.000
Su tutti i Tourismo, sollevatore Prm a
29.700 €. Toilette a 11.800 €
NEOPLAN
Tourliner
Lunghezza mm 12.101 / 13.091
Posti n. 55 / 57
Motore/cv Man / 460
Trasmissione
automatizz. 12 marce
Prezzo euro 424.000 / 448.000
Lungh. mm
13.361 / 13.901 (6x2)
Posti n. 59 / 65
Motore/cv Man / 460
Trasmissione
automatizz. 12 marce
Prezzo euro 464.000 / 472.000
Cityliner
Lungh. mm 12.240/12.990*/13.990*
Posti n. 55 / 59 / 65
Motore/cv Man 460 / 500 / 500
Trasmissione
automatizz. 12 marce
Prezzo € 480.000/512.000/520.000
* tre assi
Skyliner
Lunghezza mm
14.000 (6x2)
Posti n. 85
Motore/cv Man / 500
Trasmissione
automatizz. 12 marce
Prezzo euro 720.000
SCANIA
i6S su telaio Scania
Lunghezza mm 12.350
Posti n. 55*
Motore/cv Scania 410 / 450
Trasmissione
Scania automatizzato
Prezzo euro 315.000 / 323.750
*50 con pedana
Lunghezza mm
15.350 (6x2)
Posti n. 71
Motore/cv Scania 450
Trasmissione
Scania automatizzato
Prezzo euro 370.000
i6S integrale
Lunghezza mm 12.350
Posti n. 55*
Motore/cv Daf Mx11 408 / 449
Trasmissione -
Prezzo euro 321.250 / 326.250
* 53 con pedana
Lunghezza mm
15.350 (6x2)
Posti n. 71
Motore/cv Daf Mx11 482
Trasmissione -
Prezzo euro 378.750
MAN
Lion’s Coach
Lunghezza mm 12.101 / 13.091
Posti n. 55 / 57
Motore/cv Man / 420
Trasm.
mec. / automatizz. 12 marce
Prezzo euro 392.000 / 416.000
Lungh. mm
13.361 / 13.901 (6x2)
Posti n. 59 / 65
Motore/cv Man / 460
Trasmissione
automatizz. 12 marce
Prezzo euro 432.000 / 440.000
MERCEDES
TEMSA
Hd 12 - 13
Lungh. mm 12.276 / 13.076
Posti n. 55 / 59
Motore/cv Daf Mx-11 / 435
Trasmissione Zf Astronic - man.
Prezzo € 296.000 / 325.000
Turismo
* disponibili anche con pedana disabili.
Da 1 a 6 posti per carrozzine a bordo
Lunghezza mm 13.945 / 14.845 (6x2)
Posti n. 63 / 67
Motore/cv Daf / 450
Trasmissione
Zf Traxon
Prezzo € 418.000 / 429.000
Disponibili anche con pedana disabili e
cambio automatico
Futura Fdd2
Lunghezza mm 13.085 / 14.145 (6x2)
Posti n. 79 / 91
Motore/cv Daf / 530
Trasmissione
Zf Traxon
Prezzo € 710.000 / 721.000
Disponibile anche con rampa disabili e
cambio automatico
VOLVO
periodico di cultura,
economia e tecnica
fondato nel 1991
Direttore responsabile
Stefano Agnellini
Coordinatore redazionale
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In redazione
Fabio Butturi, Ornella Cavalli,
Fabrizio Dalle Nogare,
Stefano Eliseo, Fabio Franchini,
Cristina Scuteri, Luca Vitali
Hanno collaborato
Bruno Boni, Mario Bassoli, Dante
Ferrari, Claudio Frutti, Ivan Poli,
Ugo Righi, Fabio Terni
Informazioni sulle gare pubbliche
fornite dalla Roga Italia
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VADO E TORNO
EDIZIONI
Via Brembo 27
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Maraton 12 - 13
Lungh. mm 12.365 / 13.080
Posti n. 53 / 57
Motore/cv Daf Mx-11 / 435
Trasmissione
Zf - man.
Prezzo € 337.000 / 344.000
VDL
Futura Fmd2
Lungh. mm 12.875 / 13.475 / 14.845*
Posti n. 57 / 61 / 67
Motore/cv Daf 370 / 370 / 410
Trasmissione
Zf Traxon
Prezzo € 349.000 / 360.000 / 352.000
* tre assi
Il Futura Fmd2 da 14,8 metri è disponibile
anche con pedana disabili e cambio
automatico
Futura Fhd2
Lunghezza mm
10.605 / 12.195* / 12.875* / 13.475
Posti n. 43 / 53 / 57 / 61
Motore/cv Daf 370 / 410 / 410 / 410
Trasmissione
Zf Traxon
Prezzo €
352.000 / 374.000 / 380.000 / 386.000
50
9700
Lunghezza mm 12.400 / 13.100
Posti n. 55 / 57
Motore/cv Volvo D13K 430 / 420
Trasmissione
-Volvo I-Shift
Prezzo euro 368.000 / 377.000
Lungh. mm 13.100/13.900/15.000 (6x2)
Posti n. 59 / 63 / 65
Motore/cv Volvo D13K 460
Trasmissione
Volvo I-Shift
Prezzo € 390.000 / 398.000 / 407.000
9900
Lunghezza mm 12.400
Posti n. 53
Motore/cv Volvo D13K 460
Trasmissione
Volvo I-Shift
Prezzo euro 382.000
Lungh. mm 13.100 / 13.900 (6X2)
Posti n. 57 / 61
Motore/cv Volvo D13K 460
Trasmissione
Volvo I-Shift
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